A Special Dangerous Love di shasha5 (/viewuser.php?uid=74827)
Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.
Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prefazione ***
Capitolo 2: *** 1° PRIMO GIORNO A FORKS ***
Capitolo 3: *** 2° L'INIZIO DI TUTTO ***
Capitolo 4: *** 3° INNAMORATA?? ***
Capitolo 5: *** 4° TI HO RITROVATA PER UN ERRORE ***
Capitolo 6: *** 5° IMPREVISTI NON CALCOLATI ***
Capitolo 7: *** 6° L'ARTE DEL SEDURRE ***
Capitolo 8: *** 7° CURIOSITA' ***
Capitolo 9: *** 8° FESTA IN SPIAGGIA ***
Capitolo 10: *** 9° TRISTE REALTA' ***
Capitolo 11: *** 10° DECISIONI ***
Capitolo 12: *** 11° TROPPI PENSIERI ***
Capitolo 13: *** 12° IL BALLO DI FINE ANNO ***
Capitolo 14: *** 13° UN DOLCE ADDIO ***
Capitolo 15: *** EPILOGO ***
Capitolo 1 *** Prefazione ***
Ciau a tutti :) eccomi con
una nuova storia, spero che vi incuriosisca xD
sono tutti umani
tranne ehm Edward, Rosalie e qualcun'altro....
vi metto la
prefazione e presto il primo chappy!
grazie in anticipo
per chi leggerà!
baciii ^^
PREFAZIONE
La
osservavo ormai da troppo tempo,
era diventata la mia ossessione o forse era meglio dire la mia
droga…
Il mio desiderio di
lei era cresciuto enormemente e ormai non mi rendevo più
conto
di combattere contro
il destino pur di farla vivere…
Sembrava una cosa
assurda che proprio io combattessi contro il destino…
Ma lei doveva vivere,
doveva vivere per farmi felice.
Era seduta in giardino
che stava leggendo un libro,
aveva una
espressione assorta i suoi occhi color cioccolato
erano concentrati
sulle parole del libro che riconobbi essere Cime Tempestose.
Amava i classici,
questo non faceva altro che attirarmi ancora di più a
lei…
Ma era sbagliato, era
contro natura volere ciò che non avrei mai potuto possedere.
Lei doveva condurre
una vita felice e non sprecarla con uno come me…
Per questo non mi ero
mai fatto avanti per dichiararle il mio amore…
“Ah sei qui!
Ti stavo cercando!” mi girai e davanti a me spuntò
Rosalie.
“Che
vuoi?” chiesi irritato.
“Sono venuta
a portarti il nome della tua prossima vittima”
Mi diede il foglio
ancora piegato, decisi di aprirlo solo quando sarebbe scomparsa dalla
mia vista.
“Sparisci”
sbottai.
“Viva la
galanteria, ma comunque spero tu ne sia
all’altezza!” disse sghignazzando e come era venuta
scomparve nell’oscurità.
Guardai di nuovo il
mio angelo ora sdraiato sul prato che si beava dei pochi raggi di sole
che filtravano dalle nuvole.
Presi un respiro
profondo, abbassai lo sguardo e vidi il nome della mia prossima
vittima.
Spalancai gli occhi e
il respiro mi si mozzò, non potevo crederci, tutti ma non
lei, tutti ma non il mio angelo.
La guardai di nuovo i
suoi occhi erano chiusi adesso, ritornai al foglio e rilessi il nome
scritto con una calligrafia elegante:
Isabella Swan.
Non potevo uccidere
l’unica mia fonte di vita…
Ma questo era il mio
lavoro… Io ero Edward Masen ed ero a servizio della morte.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 2 *** 1° PRIMO GIORNO A FORKS ***
Eccomi con il primo chappy,
posto oggi perchè domani non ci sono
e quindi non posso
postare....
è un
pò lunghetto ma spero che vi piaccia ^^
vi lascio alla
lettura!!!!!! baciiii ^^
---------------------------
Michelegiolo: ciauuu mmm diciamo qualcosa
del genere eheheheheh cmq si eddy è al servizio della morte,
ma verrà
spiegato meglio il suo ruolo nel prossimo chap! cmq vedrai cosa
farà con il tempo siamo ancora all'inizio XD
mmm eccoti il primo
chappy spero che ti piaccia baci ^^
honeymoon: ciaooo grazie ^^ sono
contenta che ti incuriosisca, è una storia un pò
particolare... cmq per capire cosa sia edward
devi aspettare il
secondo chappy, li verrà spiegato più o meno la
sua natura XD intanto leggiti questo chap e dimmi cosa ne pensi eheheh
kiss ^^
feffira: ciau feffiraaa!!!! grazie
mille! eccoti il primo chappy spero ti piaccia ^^ baci ^^
1° CAPITOLO
PRIMO GIORNO A FORKS
Pdv
Bella
Ero da poco arrivata a Forks, dopo la morte di mia madre il minimo che
potevo fare era stare con Charlie, mio padre.
I miei genitori erano separati ormai da molto tempo, sin da quando
avevo quattro anni,
mia madre aveva abbandonato mio padre e mi aveva portato con se per
vivere a Phoenix.
Phoenix non era male come città, molto caotica,
io ero più una ragazza che amava la tranquillità
quindi tornare a Forks era perfetto per me, lì la
tranquillità regnava sovrana.
Mia madre era morta di tumore e piuttosto che rimanere a Phoenix
dove tutto mi ricordava lei, decisi di tornare a Forks la mia
città natale.
“Bentornata Bells” Charlie mi abbracciò
appena arrivai a casa e mi aiutò a portare le valigie dentro.
“Grazie papà” dissi.
“La tua camera è di sopra” disse
indicandomela.
“Ok” risposi e in un attimo salii le scale.
Charlie posò le valigie nella mia camera e dopo
scomparì lasciandomi sola.
Si vedeva che mi conosceva nonostante passassi poco tempo qui con lui
ogni anno.
Ma avevamo lo stesso carattere, sapeva cosa mi dava fastidio e cosa mi
faceva felice,
sapeva lasciarmi i miei spazi e sapeva quando era il momento giusto per
parlare o meno.
Charlie era tutto l’opposto di Reneè …
Lei era una donna sempre allegra che pensava solo a divertirsi, forse
faceva bene
ma io non avevo mai accettato i suoi comportamenti da bambina.
Incredibile parlavo io di queste cose, io che avevo solo diciassette
anni.
Ma certe volte ero più adulta io che lei.
Guardai l’orologio, erano le otto di sera, forse era ora di
mangiare.
Scesi in cucina e vi trovai Charlie intento ad apparecchiare la tavola.
“Ehi Bells già finito di sistemare?”
“No papà, visto l’orario pensavo che
dovevamo mangiare e non mi sono sbagliata” dissi facendo un
mezzo sorriso e lui ricambiò.
“Che ti va di mangiare Bells?”
“Non saprei fammi dare un’occhiata in
frigo” aprii il frigo e vidi due fette di carne e
dell’insalata,
bene per quella sera eravamo apposto, domani però sarei
dovuta andare a fare la spesa.
“Ti va della carne papà?”
“Certo Bells”
Mi misi subito ai fornelli, mentre Charlie si spostò in
salotto,
in poco meno di dieci minuti la carne era pronta e anche
l’insalata, li poggiai sul tavolo e poi chiamai mio padre.
Mangiammo in silenzio e prima di sparecchiare Charlie mi disse
che mi aveva iscritto alla scuola locale così che potessi
riprendere gli studi.
Lo ringraziai, sparecchiai e veloce lavai i piatti.
Appena finii salutai Charlie e salii in camera, cominciai a svuotare le
valige
e in poco tempo riuscii a sistemare tutto, erano ancora le dieci,
avevo giusto il tempo di fare una doccia e di andare a letto.
Mi preparai mentalmente per il giorno seguente e poi dopo aver finito
la doccia
ed essermi asciugata mi coricai abbandonandomi nelle braccia di Morfeo.
La mattina arrivò presto così stiracchiandomi mi
alzai dal letto,
andai in bagno e mi lavai la faccia poi scesi in cucina ma non vi
trovai nessuno, trovai solo un foglietto sul tavolo:
Bells sono andato a
lavoro presto stamattina,
ti ho preso pure una
macchina,
non è un
granchè però è resistente …
Ora vado, buona giornata!
Papà.
“Bene!” dissi e poi mi avviai verso il frigo.
Presi un po’ di latte e lo misi in una tazza,
lo feci scaldare nel microonde e dopo misi i cereali dentro cominciando
a mangiare la mia colazione.
Mi alzai dal tavolo, dove poco prima mi ero seduta e andai verso il
lavandino,
sciacquai la tazza e il cucchiaio e dopo salii in camera.
Mi misi un jeans e una camicetta bianca, andai in bagno mi lavai i denti
e mi feci i capelli legandoli in una coda alta e poi tornai in camera a
prendere lo zaino.
Scesa in salotto presi le chiavi del mio nuovo mezzo e uscii di casa,
davanti ai miei occhi c’era un pick-up rosso,
anche vecchio direi ma alla fine come aveva detto Charlie era
resistente anche solo a vederlo da lontano.
Aprii lo sportello, misi in moto e mi avviai verso la mia nuova scuola.
Per fortuna trovai subito il parcheggio e scesi dall’auto
stampandomi un sorriso finto sulle labbra,
sapevo che oggi sarei stata al centro dell’attenzione,
d’altronde ero quella nuova.
Andai in segreteria per farmi dare l’orario e non appena uscii
urtai contro una ragazza dai capelli sbarazzini neri e gli occhi
marroni proprio come i miei.
“Perdonami! Andavo di fretta scusami!” disse
porgendomi una mano per farmi alzare.
“Tranquilla non è niente” dissi
raccogliendo lo zaino.
“Scusami ancora comunque piacere io sono Alice
Cullen!” disse porgendomi la mano.
“Piacere io sono Isabella Swan, ma ti prego chiamami
Bella!” dissi stringendole la mano.
“Ok Bella, che lezione hai ora?” chiese curiosa
sbirciando nel mio foglio.
“Uhm inglese tu?” chiesi guardandola e lei mi
sorrise.
“Anch’io!! Si vieni ci sederemo insieme!”
disse prendendomi per un braccio
e trascinandomi con lei verso la lezione di inglese.
Arrivate all’aula d’inglese, il professore ci fece
sedere all’unico banco vuoto.
Alice sorrideva felice e anch’io abbozzai un leggero sorriso.
Si era simpatica, anche se non amavo molto le amicizie ero sempre stata
sola a Phoenix, e a me andava sempre più che bene.
Quasi sempre Reneè si lamentava della mia solitudine ma a me
non importava.
Le due ore passarono veloci ed io non feci proprio caso al suono della
campanella.
“Bella ora io ho biologia tu?” chiese Alice mentre
sistemava i libri nello zaino.
“Mmm io trigonometria” feci una smorfia, sarebbe
stata un’ora dura quella …
“Ooook allora ci vediamo a mensa!” disse
schioccandomi un bacio.
“Che tipetto quella ragazza” pensai.
Raccolsi le mie ultime cose e mi avviai verso l’aula di
trigonometria,
non prima di essere stata bloccata da due ragazzi fastidiosi.
“Ciao, tu sei Isabella vero? Io mi chiamo Mike Newton,
piacere di conoscerti”
disse un ragazzino biondo facendo un sorriso ebete.
“Si sono io, però chiamami Bella”
“Ok Bella” disse facendomi un altro sorriso idiota.
Ma questo da dove arriva? Aiutatemi!!!!!
“Ehm ciao io sono Jessica Stanley invece, piacere”
disse una ragazza con i capelli castano-rossicci.
“Piacere” dissi solamente e anche lei mi sorrise,
ma si vedeva lontano un miglio che era un sorriso finto, come finta
sarebbe stata la sua amicizia.
“Scusatemi ma devo scappare, sennò rischio di
arrivare in ritardo” mi affrettai a dire e con un gesto della
mano li liquidai.
Arrivata davanti alla porta chiusa della classe, bussai e il professore
di trigonometria mi fece entrare sbuffando.
Non era mica colpa mia se due deficienti mi avevano trattenuto!
“Lei deve essere Isabella Swan, la nuova allieva”
annuii.
“Bene può andarsi a sedere all’ultimo
banco, è l’unico posto libero” e con un
gesto della mano mi indicò dove andare.
Il mio cuore palpitò, a quel banco c’era seduto un
ragazzo niente male,
alto muscoloso, capelli ricci neri e due occhi bellissimi azzurri.
Raggiunsi il banco e lentamente mi sedetti.
“Ciao!” disse sorridendomi.
“Ci.. Ciao” balbettai rossa. No Bella non
cominciare!!!!!
“Io sono Emmett Cullen tu sei Isabella Swan vero?”
Emmett Cullen? Mmm quel cognome l’avevo già
sentito … Si!!!!!
Alice aveva lo stesso cognome!! Sicuramente erano fratelli!
“Piacere, si sono io, però chiamami Bella ti
prego” dissi sorridendogli e lui ricambiò.
Mamma che bello!!! A Phoenix non c’erano ragazzi
così!
“Prima ho visto che parlavi con mia sorella” disse
tutto d’un tratto.
“Ehm Alice?” dissi dubbiosa.
“Si si lei! Sai siamo fratelli, lei è una ragazza
solare e molto impulsiva”
“Ho notato” dissi cercando di trattenere una risata
e lui si unì a me.
“Bene se Swan e Cullen hanno finito di chiacchierare
lì in fondo possiamo riprendere la lezione”
disse il professore mandandoci un’occhiataccia.
Mi nascosi nelle mie braccia arrossendo di vergogna, oddio ma che primo
giorno!!!
La campanella suonò ed io accompagnata da Emmett mi diressi
in mensa.
Cercai Alice alzandomi in punta di piedi per vedere meglio, ma ancora
non era arrivata sospirai e mi rivolsi al mio compagno.
“Dove ci mettiamo?” chiesi e lui mi prese per il
braccio portandomi in un angolo della sala dove c’era un
tavolo isolato.
Sentivo gli occhi di tutti puntati su di me e mi sentivo tremendamente
in imbarazzo,
abbassai la testa e mi sedetti ancora guardando il vassoio che Emmett
aveva riempito per me.
“Ehm grazie” dissi indicando il vassoio.
“Di niente ora mangia” sorrise e
cominciò a prendere un pezzo di pizza e mangiucchiarla.
Lo guardai assorta, anche quando mangiava non era niente male devo dire!
“Non hai fame? La pizza è buona” disse
inclinando la testa in un lato.
“Si si” dissi e cominciai ad addentare la mia fetta
di pizza.
Mentre mangiucchiavo, ogni tanto sbirciavo verso la porta per vedere se
Alice si facesse viva ma niente.
“Se cerchi Alice mi sa che non viene, di solito salta la
pausa mensa quando può per stare con il suo
Jasper” sghignazzò.
“Jasper?” chiesi confusa.
“Si si, devi sapere che mia sorella è fidanzata da
un bel po’ direi,
lui si chiama Jasper Hale, aveva una sorella gemella Rosalie
…” disse rabbuiandosi.
“Bè non sei obbligato a parlarne” dissi
mentre bevevo un sorso di soda.
“No no, davvero è che Rosalie era la mia ragazza e
bè un giorno però in un incidente,
o almeno così dicono, è morta e il suo corpo
è scomparso, non l’hanno mai più
ritrovato” disse triste.
“Oddio Emmett non sai quanto mi dispiace!” dissi
sincera abbracciandolo e lui ricambiò.
La campanella suonò e io mi allontanai lentamente da Emmett.
“Grazie Bella, magari ne parleremo poi, sai non so
cos’è ma mi fido di te”
disse schioccandomi un bacio sulla guancia e poi abbandonò
la mensa lasciandomi imbambolata per dieci minuti buoni.
Dopo un po’ una ragazza spuntò in mensa e da
lontano mi chiamò
“Bella! Bella!! Vedi che c’è
lezione!!” urlò sbracciandosi.
Mi girai verso di lei, era una ragazza non molto alta forse un
po’ più di me
aveva i capelli scuri e portava gli occhiali sembrava gentile e
simpatica.
In quel momento mi ridestai dai miei pensieri.
Oh cavolo ma quanto ero rimasta qui imbambolata come una scema?
“Arrivo!!” dissi raggiungendola di corsa.
Veloci arrivammo all’ultima lezione della giornata: biologia.
Per fortuna il professore non ci disse niente per il ritardo,
così mi sedetti con la nuova ragazza incontrata in mensa
all’unico banco vuoto.
“Ehi ciao! Scusami per prima non mi sono neanche presentata,
io sono Angela Weber” sussurrò.
“Piacere Bella Swan” dissi sorridendo.
Eh si quella ragazza mi stava davvero simpatica!
Non avevamo parlato molto ma non era una ragazza impicciona,
tutt’altro era timida e silenziosa proprio come me.
Dopo poco tempo anche la campanella dell’ultima ora
suonò,
così appena uscii da scuola Angela mi salutò e
ricambiando il saluto raggiunsi la mia auto.
“Bella!!!!” urlò Alice con il fiatone.
“Ehi calma Alice non scappo mica!” dissi ridendo.
“Scusami davvero Bella per non essere venuta in mensa, ma
Jasper mi ha corrotto”
disse lanciando un’occhiataccia a un ragazzo biondo che stava
appoggiato a una Jeep insieme ad Emmett.
“Tranquilla Alice non è successo niente”
dissi accarezzandole la spalla e lei mi sorrise radiosa.
“Grazie Bella, senti per rimediare che ne dici di vederci
pomeriggio?
Magari facciamo una bella passeggiata ti va?” disse facendo
gli occhioni da cucciolo.
“Va bene Alice, accetto” dissi ridendo e lei mi
abbracciò di slancio.
In quel momento ricordai le parole di Emmett …
“Lei è una ragazza solare e molto
impulsiva” oh si che aveva ragione!!!
“Va bene Bella a dopo, ci vediamo al parco alle cinque! Non
tardare!!!” disse correndo verso la Jeep.
“Ok ciao a dopo” dissi salutando con la mano anche
gli altri due ragazzi.
Salii sul pick-up e mi diressi verso casa.
Charlie sarebbe stato via tutto il giorno, così mangiai sola,
feci i pochi compiti che avevo per il giorno dopo e quando furono le
quattro
mi fiondai nell’armadio alla ricerca di qualcosa di carino da
mettere.
Trovai un vestitino che adoravo molto mettere a Phoenix, era comodo e
bellissimo per me!
Era a quadretti bianchi e grigi senza spalline, sotto il seno aveva una
cintura nera che faceva da fascia
e mi arrivava fino alla coscia lasciando scoperta buona parte delle
gambe.
Era perfetto, oggi era pure una bella giornata, c’era il sole.
Presi un paio di ballerine bianche e andai in bagno a farmi una doccia
veloce,
mi vestii e mi lisciai i capelli fermando quelli ribelli con un
fermaglio.
Non amavo truccarmi ma dato che dovevo stare con i miei
“nuovi amici”
o almeno speravo che diventassero tali, ma i buoni propositi
c’erano, allora mi misi un po’ di lucida labbra.
Mi guardai allo specchio sorridendo felice, ok ora si che ero pronta!
Scesi le scale e guardai l’orologio in cucina, erano le
cinque meno un quarto, avevo fatto presto!
Bè allora dato che il parco era vicino potevo andare
benissimo a piedi!
Uscii di casa chiudendo la porta a chiave e mi diressi verso il parco.
In poco meno di dieci minuti arrivai e mi sedetti sulla prima panchina
libera che trovai.
Ripensai un attimo a quello che mi aveva detto Emmett a mensa, poverino
aveva perso la sua ragazza …
Sicuramente stava soffrendo, chissà quando era morta
…
A questo punto i miei desideri di conquistarlo sfumarono,
non volevo provarci, lui ancora non si sentiva pronto credo …
“Ehi Bella!!!! Sei stata puntuale!” disse Alice
saltellando verso di me.
Mi alzai dalla panchina e mi sistemai il vestito che si era spiegazzato.
“Eh si come hai detto tu” dissi abbracciandola e
dandole un bacio sulla guancia.
Nel frattempo i due ragazzi si avvicinarono ed Alice prese il biondino
con una mano e lo avvicinò di più a me per
presentarmelo.
“Bella lui è Jasper, il mio ragazzo!”
disse.
“Ehm piacere Jasper Hale” disse grattandosi la
testa, povero era in imbarazzo.
“Piacere Isabella Swan, ma chiamami Bella” dissi
con un sorriso e lui ricambiò.
“Scusa a me non mi saluti?” disse Emmett mettendo
il broncio.
“Oh scusa Emmett non ti avevo visto” scherzai e poi
andai verso di lui salutandolo con un ciao,
che sembrò non apprezzare infatti mi diede un bacio sulla
guancia e io inevitabilmente arrossii.
“Bene! Io e Jasper andiamo a prendere il gelato, ci vediamo
più tardi” disse Alice sorridendo al fratello
e trascinandosi dietro Jasper come se fosse un cagnolino.
Risi di gusto, povero Jasper nelle mani di Alice,
chissà come soffriva, era da precisare che la conoscevo da
poco eh!
“Che ti va di fare?” chiese Emmett dondolandosi sui
talloni.
“Uhm non saprei” dissi portandomi un dito al mento
con fare pensoso.
“Sai sei davvero carina vestita così” mi
sussurrò all’orecchio e io avvampai.
“Gr.. Gra... Grazie” balbettai abbassando lo
sguardo, sentii solo la sua risata e poi mi prese per il braccio.
“Dove andiamo?”
“Ti va di fare un giro sull’altalena?” mi
chiese dolce e io non potei fare a meno di dire di no.
Mentre mi faceva dondolare sull’altalena cominciò
a parlare …
“Bella devi scusarmi per oggi, forse sono stato troppo diretto
ma come ti ho già detto a scuola io sento che di te posso
fidarmi …
Io mi volevo spiegare meglio dato che oggi non abbiamo potuto parlare
bene” disse e poi si bloccò aspettando una mia
risposta.
“Ok ma forse è meglio che ci andiamo a
sedere” dissi e lui rise,
mi prese per i fianchi e mi fece scendere, ma quando appoggiai i piedi
a terra
ebbi un capogiro così mi aggrappai alle sue braccia.
“Ehi vedo che non hai molto equilibrio”
sghignazzò.
“Antipatico!” dissi facendogli la linguaccia e lui
sorrise.
“Vieni dai” mi fece sedere su una panchina un
po’ isolata
in modo che potessimo parlare tranquillamente senza essere disturbati.
“Chi comincia?” chiese mettendomi un braccio dietro
la spalla.
“Bè della mia vita non c’è
molto da raccontare, i miei si sono lasciati quando ancora ero molto
piccola,
e con mia madre sono andata a vivere a Phoenix, città troppo
caotica per i miei gusti” dissi con una smorfia e poi
continuai.
“Per questo ho deciso di venire qui a Forks, anche
perché mia madre è morta e li avevo troppi
ricordi”
“Oh mi dispiace” disse stringendomi a lui.
“Niente tranquillo non preoccuparti e tu?” chiesi
curiosa.
“Io come hai visto ho una sorella Alice, che sta con Jasper.
La sorella di Jasper, Rosalie, come ti ho detto oggi a scuola, era la
mia ragazza …
Ma in un incidente due anni fa morì lasciandomi solo
…
Devo ammettere che ancora non mi sono ripreso, ci amavamo molto
…”
non sapevo cosa dire così non parlai per evitare di essere
scortese.
“Prima io e la mia famiglia vivevamo in Alaska ma ci siamo
trasferiti qui perché mio padre Carlisle
ha trovato vantaggiosa l’offerta che gli avevano proposto qui
all’ospedale.”
“All’ospedale?”
“Si mio padre è un medico, mentre mia madre Esme
è un’arredatrice diciamo
così” disse ridendo.
“Allora mi sa proprio che approfitterò di tuo
padre” dissi abbozzando un sorriso.
“Immagino” sghignazzò.
“Ma guardalo!!” sbottai dandogli una pacca sulla
spalla.
Mi fece gli occhi da cucciolo per chiedere perdono e io non potei
resistere.
Quegli occhi azzurri erano semplicemente unici, mi avevano preso subito!
“Bene ora che sai qualcosa di me possiamo andare al
chiosco!” disse prendendomi per mano.
In meno di due minuti fummo al chiosco, ancora con la sua mano stretta
alla mia,
quel contatto mi aveva provocato diversi brividi. Uffa! Ma
perché dovevo essere così???
“Allora io prendo un the alla pesca, tu?” chiese
guardandomi negli occhi.
“Io.. Io.. An.. Anche per me” dissi balbettando in
modo assurdo,
oddio ma perché mi guardava negli occhi così??
“Ok due the alla pesca” disse al ragazzo dietro il
bancone.
Ci porse i the, Emmett pagò e sempre tenendomi per mano
raggiungemmo il tavolino,
mi fece sedere e poi aprimmo le lattine.
Cominciammo a berle silenziosamente e quando finii cominciai a giocare
con la linguetta della lattina,
come facevo da piccola per vedere che lettera uscisse.
A-B-C-D-E la linguetta si ruppe e io sorrisi, forse la fortuna era
dalla mia parte.
In tutto quel tempo non mi accorsi che Emmett mi guardava curioso, non
sapendo bene cosa avessi fatto.
Mi grattai la testa arrossendo dall’imbarazzo e mi
riconcentrai sulla lattina vuota nelle mie mani.
“Cosa facevi prima?” chiese indicando la linguetta
rotta.
“Ehm un gioco che facevo da bambina” dissi
sottovoce.
“Me lo insegneresti anche a me?” disse avvicinando
il suo viso al mio.
“Ehm si si, bè devi fare così fino a
quando non si spezza e nella tua mente ripeti l’alfabeto, la
lettera che esce è l’iniziale del nome del tuo
prossimo ragazzo”
“Mmm interessante, e a te cosa è
uscito?” oddioooo fermate il mio cuore!!!!!
“Ehm … Ehm … La E” dissi alla
fine rassegnata, mi sorrise e poi fece il mio stesso gioco.
“Guarda si è rotta” disse facendo il
finto sorpreso.
“Ehm cosa è uscito?” chiesi titubante.
“Non te lo dico!” disse dandomi un bacio sulla
guancia e io sospirai sconfitta.
Bè come primo giorno poteva andare decisamente peggio!
----------------------------
QUESTO E' IL VESTITO INDOSSATO DA BELLA PER L'APPUNTAMETO CON EMMETT:
Ringraziamenti *-*
Infinite grazie a chi mi ha
aggiunto tra preferiti
|
Ritorna all'indice
Capitolo 3 *** 2° L'INIZIO DI TUTTO ***
Ciauuuu scusate per il
ritardo...
ma cmq ecco il
nuovo chap...
spero che vi
piaccia più del primo... anche perkè qui viene
spiegato
cos'è
edward... bene vi lascio sperando di ricevere tanti commentini ^^
un baciotto a
tutti!!!!!!! a quelli che mi hanno aggiunto su seguite e preferiti,
a chi commenta e
anche a chi legge soltanto! bè buona lettura!
----------------------------
feffira: ehehehe ciauuuuu sisi
chissà cosa è uscito ad Emmett.... mmm e
kissà se lo dirà mai XD
Emmett è
Bella è sempre una coppia che mi ha incuriosita xD
bè spero di non deluderti con questa ff ^^
un bacioneeeeeeeeee
e grazie ^^
2° CAPITOLO
L’INIZIO DI TUTTO
Pdv
Edward
Come era mio solito, dopo essere rientrato da
“lavoro” mi rinchiudevo nella mia camera a suonare
il pianoforte.
Strumento molto amato da me, anche perché è stato
grazie a mia madre,
Elizabeth, che riuscii ad imparare a suonare.
Il pianoforte a coda, era posto in un angolo della mia camera dove
risplendeva alla fioca luce della luna.
Era un regalo di mia madre e mio padre e anche per questo ci tenevo in
modo particolare, nessuno poteva toccarlo, solo io.
I tasti neri e bianchi lucidi aspettavano solo di essere sfiorati da un
mio movimento leggero.
Così perso tra i miei pensieri cominciai ad intonare una
melodia …
Ero stato trasferito da poco a Forks, dopo la mia ultima vittima i mie
capi
avevano deciso che il mio “stile” era
più adatto ad un luogo come Forks e non come Phoenix
…
Si vivevo a Phoenix, città molto caotica e dove le persone
morivano ogni cinque minuti,
c’era troppo affollamento e così, anche per le mie
continue preghiere di abbandonare quella città che odiavo,
fui mandato qui, nella pace assoluta o almeno credevo …
Reneè Dwyer era stata la mia ultima vittima a Phoenix, amava
molto la sua vita,
ma già da molto tempo soffriva a causa di un tumore al
cervello …
Ricordo ancora perfettamente le sue parole il giorno del nostro
incontro speciale …
“Tu sei
l’angelo della morte” chiese con un flebile
sussurro nel letto di ospedale
che purtroppo per lei la
ospitava da molto tempo.
“Qualcosa del
genere” dissi regalandole un sorriso, la signora
ricambiò e poi mi guardò implorante.
“Ti prego, non
voglio più soffrire” disse mentre delle lacrime le
bagnavano il volto.
“Addio
Reneè” dissi dandole un bacio sulla fronte.
“Grazie”
sussurrò mentre il suo respiro piano rallentava e il suo
cuore stava per smettere di battere.
Restai lì ad
osservarla per un po’ fino a quando non si spense …
Povera donna, quella si
che era una morte diciamo bella ma anche brutta,
non avrebbe sofferto
più e io nel momento della sua morte
non l’avevo
fatta soffrire, aveva già patito troppo durante la sua vita.
In quel momento la porta
si aprì così mi resi invisibile.
Noi seguaci della morte,
riusciamo a diventare invisibili o meno a seconda del nostro piacere
…
Forse questa era una
delle poche cose buone che c’erano permesse …
Una ragazza
entrò aveva i capelli castani, gli occhi color cioccolata e
un viso a forma di cuore.
Due labbra rosee e
carnose che si inclinarono verso il basso e un fisico perfetto per una
semplice mortale...
Non so cosa fu, ma mi
sentii terribilmente attratto da quella dolce ragazza che si avvicinava
al corpo,
ormai senza vita, della
donna sul letto.
“Ma
… Mamma” sussurrò accarezzando i
capelli di quella che aveva chiamato mamma.
In quel momento mi
sentii un verme, quella povera
ragazza soffriva per la
perdita della madre, ed io ne ero stato il colpevole.
Delle piccole lacrime
cominciarono a bagnare quel bellissimo e soffice viso e gli occhi
diventarono rossi e gonfi.
Quella scena davanti a
me mi fece sentire un dolore che mai avevo provato prima.
Non volevo vedere quella
ragazza piangere,
perché questo
in me provocava un nodo alla gola ed un qualcosa al petto che non
riuscivo a descrivere.
“Isabella
vieni ormai non c’è più niente da
fare” disse un uomo abbracciandola da dietro.
I singhiozzi ormai le
perforavano il petto e così decisi di allontanarmi da quella
camera …
C’era troppa
sofferenza e vederla tutta racchiusa in quel piccolo corpo che io,
non so per quale motivo,
volevo proteggere, mi aveva fatto infinitamente male.
La melodia finì e con lei anche il ricordo di quel pensiero
doloroso che ormai mi portavo dentro da un bel po’.
Isabella … Chissà se mai l’avrei
rincontrata.
Ma il pensiero che il destino fosse mio complice bè
sfumò subito.
“Edward ciao!” una vocina fastidiosa mi
arrivò alle orecchie.
“Tanya” dissi abbassando il capo in un cenno di
saluto.
“Ma così mi saluti?” chiese facendo una
voce smielata che risultò essere sgradevole alle mie
orecchie.
“Si ed ora va via!” sbottai.
“Stronzo!”
“Mai quanto te” forse dovevo stare zitto anche
perché quell’affermazione mi costò una
sonora sberla in pieno viso.
Tanya andò via furente dalla mia camera, ma cosa voleva?
Cioè lo sapevo benissimo cosa voleva, ma non avrei mai
esaudito i suoi desideri malsani!
Fin da quando arrivai qui, quel maledetto giorno che fui strappato alla
mia famiglia, ci aveva provato in tutti i modi.
Si faceva trovare in camera mia mezza nuda, oppure nella vasca da bagno
…
Insomma faceva di tutto, ma io l’avevo sempre respinta
e lei non mandava giù questa situazione, perché
come mi ripeteva sempre
“Edward Masen mai nessuno mi ha rifiutata e tu prima o poi mi
pregherai di farmi tua!”.
Mi buttai sul letto stanco di tutto, questa vita era orribile!
Odiavo essere sempre al centro delle attenzioni di
quell’odiosa,
odiavo essere un seguace della morte perché questo mi aveva
impedito di vivere una vita tutta mia, o
diavo uccidere le persone anche se alcune le facevo soffrire
perché lo meritavano,
in quei momenti ero davvero sadico. Sorrisi dei miei pensieri, certe
volte neanche io mi riconoscevo …
Chiusi gli occhi perdendomi nei pensieri e ricordai il maledetto giorno
che entrai a far parte dei servitori della morte …
***Inizio flashback***
Ero in camera mia che ascoltavo la musica, essa era una costante fonte
di calma e tranquillità per me.
Ogni volta mi perdevo entrando nel mio mondo privato, dove tutto andava
come desideravo.
“Edward tesoro scendi che è pronto”
urlò mia madre dal pianoterra.
“Arrivo!!”
Chiusi lo stereo, mi alzai dal letto e scendendo le scale mi diressi in
cucina.
Noi vivevamo a Phoenix che poi era la mia città natale,
avevo diciassette anni e l’indomani,
forse è meglio dire fra un paio d’ore dato che
erano le nove di sera, ne avrei compiuti diciotto per la mia gioia.
Finalmente maggiorenne, la libertà era alle porte! Arrivai
in cucina e mi sedetti.
Mia madre mi portò un piatto di pasta al sugo fumante e poi
una fetta di carne.
Le sorrisi e cominciai a mangiare. Mio padre oggi non c’era
sarebbe tornato tardi, impegni di lavoro lo trattenevano …
Mi dispiaceva per lui, ogni sera era sempre così stanco che
a malapena riusciva a reggersi in piedi.
Lavorava troppo per i miei gusti, d’altronde i soldi non
mancavano,
mia madre con le lezioni di pianoforte guadagnava abbastanza. Valli a
capire i genitori!
Finito di mangiare diedi un bacio a mia madre ringraziandola per la
cena e veloce l’aiutai a sparecchiare.
Ero figlio unico e quindi quando potevo, davo una mano in casa.
“Mamma vado a letto” annunciai salendo le scale.
“Ok Edward, buonanotte tesoro” disse rivolgendomi
un sorriso bellissimo.
“Buonanotte anche a te mamma” e velocemente salii
le scale ritrovandomi in un batter d’occhio nella mia camera.
Mia madre era una donna amorevole e generosa, molto dolce anche.
Amava la sua famiglia e avrebbe fatto di tutto per tenerla al sicuro.
Io la adoravo, per me era speciale, forse era stupido fare questi
pensieri già all’età di diciassette
anni,
“quasi diciotto” mi corressi mentalmente, ma avrei
tanto voluto trovare una ragazza perfetta come lei, ma mia madre era
unica.
Perso nei miei pensieri mi addormentai felice, sapendo che il giorno
dopo la mia vita sarebbe cambiata,
avrei potuto fare più cose e questo pensiero mi rendeva
più che felice.
Mi addormentai che erano le undici e mezza e la mattina non mi alzai
prima di mezzogiorno,
era arrivato il gran giorno!! Il 20 giugno! Giorno che sarebbe rimasto
impresso nella mia memoria per sempre.
Il pranzo lo passai con i miei, che subito mi fecero gli auguri
abbracciandomi, e mia madre pianse perfino.
Quanto le volevo bene.
“Basta mamma non sto mica per morire” scherzai e
lei rise.
“Stupido!” disse dandomi un buffetto.
Si allontanò un attimo e poi ritornò con un
pacchetto tra le mani.
Lo aprii e trovai una benda … Una benda??? Ma che razza di
regalo era?
“Ti piace?” scherzò mio padre e io feci
un sorriso che parve essere più una smorfia.
“Ehm si … E’ di seta vero?”
dissi tastandola con le dita.
Mio padre non riusciva più a trattenere le risate tanto che
alla fine scoppiò.
“Edward caro, smettila di ridere di nostro figlio!”
lo ammonì mia madre e lui si ricompose subito.
Ebbene si, avevo lo stesso nome di mio padre, era tradizione
passare i nomi di generazione in generazione, e a me toccò
chiamarmi Edward.
Attenzione eh! Io amavo il mio nome! Lo trovavo perfetto per me!
“Edward aspetta” disse mia madre prendendo la benda
e mettendomela sugli occhi,
la legò dietro la testa e in quel momento la confusione mi
assalì, oddio cosa mi stavano regalando davvero??
“Vieni ti guidiamo noi” disse mio padre prendendomi
per un braccio
e mia madre fece la stessa identica cosa con l’altro.
Un paio di passi e ci fermammo … Credo che mi avessero
portato in salotto ma non ne ero sicuro …
Prima di farmi avanzare mi avevano fatto girare più volte su
me stesso disorientandomi parecchio.
“Bene Edward levagli la benda” disse mia madre a
mio padre.
Lui me la tolse e quando aprii gli occhi mi ritrovai uno splendido
pianoforte a coda lucido nero,
favoloso, quello era il mio desiderio proibito, ed ora era mio!
“Oddio grazie!!!” dissi con gli occhi rossi
fiondandomi sul pianoforte accarezzandolo.
“Buon compleanno Edward” dissero i miei abbracciati
e io li raggiunsi unendomi a quell’abbraccio familiare e
sicuro.
“Vi voglio bene” dissi sincero e loro mi strinsero
più forte.
“Anche noi” risposero in coro.
Il pomeriggio passò in fretta, erano le otto così
decisi di uscire un po’, magari sarei andato al parco
…
La sera era stupendo!
“Mamma esco un po’, ci vediamo dopo! Ciao
papà!” dissi salutandoli con un bacio e uscii.
Fuori c’era un leggero venticello, ma il caldo si sentiva lo
stesso.
Non presi la macchina, decisi di camminare a piedi.
Ripensai a come nel giorno più importante della mia vita mi
ritrovai solo … Lauren mi aveva tradito, l’avevo
scoperta,
un giorno che volevo farle una sorpresa a casa sua dato che erano sei
mesi che stavamo insieme,
che stava facendo sesso con il mio migliore amico, Jacob. Forse dovrei
dire ex-migliore amico …
Non credevo che fosse così stronzo da portarsi a letto la
mia ragazza …
Quella sera che ero andato da lei volevo che fosse speciale, volevo
portarla a cena,
a passeggiare sulla spiaggia e poi avremmo fatto l’amore
…
Per me sarebbe stata la mia prima esperienza, ma ero innamorato di lei
e la troia mi aveva tradito, si perché quello era, una
maledetta troia!
Dopo aver scoperto che si era fatta Jacob, alcuni ragazzi, miei
compagni di pallacanestro,
mi riferirono che se la faceva con mezza scuola … Meglio di
così! Tradito dalle persone che amavo …
Menomale che c’erano ancora i miei genitori … O
almeno così speravo fino a quando non ebbi un brutto
presentimento …
Qualcosa di terribile stava accadendo e corsi subito verso casa.
Arrivato al cancello vidi una macchina della polizia,
un’ambulanza e i pompieri … Merda!
Che cazzo è successo?? Dalla casa usciva abbondante fumo e
terrorizzato mi guardai in giro per cercare i miei.
Cazzo fai che non siano li dentro! Ti prego!
Aprii il cancello per correre dai miei genitori ma fui fermato da due
braccia forti.
“Dove credi di andare?” disse una voce spaventosa
alle mie orecchie.
Mi girai terrorizzato e davanti a me vidi una figura coperta da un
mantello nero con il cappuccio.
“Ma che cazzo di scherzo è mai questo!”
sibilai mentre i miei occhi si stavano riempendo di lacrime,
dove erano finiti i miei genitori?! Mia madre … Mio padre
…
“Edward Masen nessuno scherzo ti è stato fatto, tu
sei il prescelto” disse sempre con quella voce che metteva i
brividi.
“Prescelto? Ma che cazzo stai dicendo! Dove sono i miei
genitori? Voglio andare da loro!” sbraitai.
“Mi dispiace Masen, i tuoi sono morti, incidente domestico,
tua mare stava lavando i piatti
e tuo padre la stava aiutando ad asciugarli, l’acqua
accidentalmente è caduta sulla presa delle corrente
mandando in corto circuito il sistema facendo scoppiare un incendio
indomabile. Ora se permetti verrai con me!”
disse stringendomi di più, come se avessi potuto scappare, e
l’avrei fatto se non fosse stato più forte di me.
“I miei genitori non posso …” dissi
mentre le lacrime mi annebbiavano la vista.
“Edward, fatti coraggio,era giunta la loro ora, devi venire
con me ora,
dobbiamo prepararti a ciò che ti aspetterà da ora
in poi”
“Cosa? Che cazzo dici! Mio padre e mia madre sono morti e tu
vuoi che ti segua??
Lasciami andare voglio raggiungerli!” urlai disperato.
Ma perché nessuno ascoltava le mie suppliche?
Perché nessuno si era accorto che i genitori morti
li dentro erano i miei e che io dovevo vederli? Poi mi accorsi che le
persone ci passavano accanto senza vederci,
alcune ci urtavano ma non se ne accorgevano. Mi girai verso lo stronzo
che mi tratteneva.
“Mi spieghi che cazzo sta succedendo e cosa cazzo vuoi da
me?”
“Te l’ho detto Masen i tuoi sono morti e tu sei il
prescelto” disse e poi in un attimo mi ritrovai in un altro
posto,
in un castello per l’esattezza, immerso
nell’oscurità del bosco.
“Do … Dove si.. Siamo?” balbettai.
“Seguimi” disse e io non potei fare altro che
raggiungerlo.
Entrammo in una stanza, era lussuosa e molto ampia, il lampadario era
di cristallo
e un ampio tavolo in legno regnava al centro della camera.
Attorno al tavolo c’erano delle poltrone tre delle quali
occupate da tre uomini anch’essi con il mantello.
“Benvenuto nella nostra umile dimora Edward Masen”
uno di loro parlò ma io non dissi niente rimasi pietrificato
al mio posto.
“Non parli molto eh? Bè ti capisco
d’altronde i tuoi sono morti da poco,
ma era arrivata la loro ora come già ti ha spiegato
Demetri”
Mi girai verso colui che mi aveva accompagnato in questo castello,
così si chiamava Demetri …
“Scusaci Edward, che maleducati non ci siamo neanche
presentati!
Io sono Aro, lui è Caius e lui Marcus” disse
indicando le altre due figure al suo fianco.
“So che per ora stai soffrendo per la perdita dei tuoi
genitori,
ma sei il prescelto ed è ora che tu ti assuma le tue
responsabilità” disse solenne.
“Pre.. Prescelto?” balbettai, ancora quella parola.
“Si Edward, sei il prescelto per diventare uno dei servitori
della morte”
mi scrutò in viso cercando di capire la mia espressione.
“Cosa?? Io al servizio della morte? Ma che siete impazziti?
I miei sono morti e voi mi portate qui di forza e mi dite che
diventerò un servitore della morte?”
“Si Edward è la verità, i prescelti
come te, sono coloro che permettono il realizzarsi del ciclo della vita.
Non siete molti al mondo, ma quei pochi sono di vitale importanza,
avete un grande potere e non potete reprimerlo per sempre”
“Ma io … Non ci sto capendo niente”
dissi scuotendo la testa sempre più confuso.
“Edward, abbiamo sempre saputo che in te c’era un
potere speciale,
purtroppo non puoi ancora vestire i panni di un servitore della morte
ma presto, tranquillo lo diventerai.
Direi anzi che mancano un paio di ore, i prescelti, nel giorno del loro
diciottesimo compleanno,
più precisamente, allo scoccare della mezzanotte, mutano.
Diventano immortali e una forte potenza si impadronisce del loro corpo.
Ti assicuro non siamo dei morti, come lo sono i vampiri,
infatti dormiamo e ci cibiamo come gli umani ma non abbiamo
più l’anima
perché essa durante il mutamento si distacca dal corpo.
E’ un processo doloroso Edward” Spiegò
Aro.
La paura si impossessò si me … Quello che stavo
per diventare non mi piaceva affatto,
e poi il giorno del mio compleanno si era rivelato il più
orribile della mia vita.
“Demetri, credo che il nostro Edward debba riposarsi,
ha avuto una giornata faticosa oggi e tra un po’ lo
sarà ancora di più”
Demetri mi prese per il braccio ma io dopo alcuni passi mi bloccai
voltandomi di nuovo verso lui, Aro.
“I miei genitori?” sussurrai debolmente.
Aro si avvicinò a me e spingendomi per le spalle mi
avvicinò ad una specie di coppa che conteneva del liquido
trasparente.
“Edward guarda” disse e io guardai dentro la coppa.
Vidi i miei genitori che si tenevano per mano e mi sorridevano felici
salutandomi.
“Che.. Che cosa vuol dire?” dissi senza staccare
gli occhi da quelli dei miei.
“Ti stanno salutando Edward, prima di recarsi in paradiso.
Non siamo essere così malvagi noi.
Mettiamo fine alle vite dividendo le anime pure da quelle che non lo
sono. E’ la vita Edward”
Per l’ennesima volta non risposi e sfiorando il liquido con
la punta delle dita
salutai i miei mentre una lacrima cadde dentro la coppa.
Mi allontanai e accompagnato da Demetri percorsi il corridoio
dell’ampio castello e poco dopo mi portò in una
camera.
“Questa è la tua camera Edward” disse e
poi si allontanò.
Aprii la porta e subito nell’angolo notai il mio pianoforte,
quello regalatomi poco prima dai miei.
Sopra c’era un bigliettino …
“Edward
abbiamo pensato
di salvare il pianoforte
dall’incendio.
Ci dispiace per quello
che è successo.
Aro, Caius e
Marcus”
Appallottolai il foglio di carta e lo gettai a terra, in preda alla
rabbia. I miei genitori non c’erano più!
Sarei stato per sempre solo, avrei vissuto per sempre qui, sarei
diventato immortale e avrei ucciso la gente …
Mi gettai sul letto in preda allo sconforto e lascia libere le lacrime
di scendere.
Era doloroso tutto questo.
Mentre stavo per addormentarmi un dolore mi invase il petto e cominciai
a boccheggiare in cerca d’aria.
“Non abbiamo
più l’anima perché essa durante il
mutamento si distacca dal corpo. E’ un processo doloroso
Edward”
Quelle parole mi rimbombarono in testa e capii che il fatidico momento
era arrivato.
Faticavo a respirare, sentivo i polmoni chiudersi e con uno sforzo in
immaginario
mi voltai in cerca dell’orologio, cadendo a terra, e vidi che
era mezzanotte in punto.
Chiusi gli occhi e in preda al dolore mi strinsi il petto,
all’altezza del cuore.
“Aiuto” dissi fra i denti e dalla porta
entrò Demetri rimettendomi sul letto.
“Edward non manca molto la tua anima si sta staccando dal
corpo il processo è quasi finito”
spiegò.
Strinsi gli occhi in attesa che quella agonia svanisse e
così fu dopo qualche minuto.
“Benvenuto tra noi Edward” disse Demetri e in quel
momento capii che la mia vita era cambiata del tutto.
*** Fine flashback***
Ripensando a tutto quello che mi era accaduto, mi addormentai
abbandonandomi al pensiero che forse un giorno non sarei più
rimasto solo.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 4 *** 3° INNAMORATA?? ***
salve a tuttiiiiiiiiiiii
scusatemi un casino per il ritardo
sono
imperdonabile lo so....
spero solo che
continuiate a leggere...
prometto di
postare più spesso, è solo che in questa
settimana ho avuto un pò da fare...
bè vi
lascio alla letturaaaaaaa e ringrazio chi mi ha aggiunto in seguite e
preferiti, chi legge solamente
e ovviamente chi
recensisceeeeeeeeee grazieeeeeeeeeee milleeeeeeeeeeeeeeee ^^
un bacio a
tuttiiiiiiiii ^^
---------------------
feffira: ciau feffiraaaaaaaa sono
contenta che il chappy ti sia piaciuto così tanto
^^ ehm per bella...
bè no per ora non è destinata ad essere come
lui... dico per ora perchè ancora non ho deciso bene cosa
fare...
bene carissima ecco il nuovo chappy! scusami per l'attesa un bacioo ^^
honeymoon: ciauuu tranquilla eheheheh ^^
grazie mille per i complimenti sono felice che la storia ti intigri
eheheh XD
eh si la storia di Eddy è tanto triste ma chi lo sa...
potrebbe ravvivarsi ihihihihih bene cara ecco il nuovo chappy!
un baciotto e grazie ancora!! ;)
ellylovestwilight: ammorinaaaaaaaaa che bello
aveerti qui!!!!!!!!!! ihihihihihi XD grazie mille angioletto sei unica
ti ringrazio
infinatemente! sei un costante supporto per me! ti adorooooooooooooo e
spero che ti piaccia anche questo chap XD
muahahahaha
ti ringrazio my loveeeeeeeeeeeeeeeeee ti voglio troppo
beneeeeeeeeeeeeeeee un kissholo!!!!!!!!! ^^
3° CAPITOLO
INNAMORATA??
Pdv
Bella
La sveglia suonò puntualissima, era mattina, ma avevo troppo
sonno per alzarmi.
Il letto era così tremendamente comodo, che il solo pensiero
di abbandonarlo era orribile.
“E se oggi
saltassi la scuola?” pensai, ma poi quella vocina maledetta
nella mia testa mi fece cambiare nettamente idea.
“Primo:
è il tuo secondo giorno di scuola e non puoi mancare!
Secondo, e questo è molto più importante del
primo:
c’è Emmett a scuola, e noi non vogliamo perdere
neanche un istante a contemplare la sua bellezza vero?
Quindi alzati senza fare storie e andiamo a scuola!”
Dio! Era possibile conversare con se stessa alle sette di mattina???
Sbuffai trascinandomi fuori dal letto, la maledetta vocina aveva
ragione non potevo saltare scuola…
E attenzione! Il secondo motivo era ben più valido del
primo!
Andai in bagno, mi sciacquai la faccia e mi lavai i denti e poi tornai
nella mia stanza
intrufolandomi nell’armadio alla ricerca di qualcosa di
decente.
Trovai un jeans attillato e una camicetta a maniche corte, a quadretti
viola e rosa.
Presi le mie fedeli converse viola e dopo averle messe scesi in cucina,
come al solito mio padre non c’era così sgusciai
fuori prendendo le chiavi del pick-up.
Chiusa la porta non potei credere ai miei occhi!
Davanti a me c’era una bellissima Lamborghini blu elettrico!
Semplicemente favolosa! E chi poteva essere il proprietario se non lui?
Emmett scese dalla macchina e mi prese lo zaino dalle spalle
sorridendomi.
“Bella chiudi
la bocca che tra poco esce la bava!” ringraziai
mentalmente la vocina e mi concentrai sui suoi vestiti.
Mamma santa che figo!! Aveva dei jeans neri che gli fasciavano le
gambe, una maglia color panna con scollo a V,
così stretta che a momenti si sarebbe strappata! Ma alla
fine faceva vedere i suoi pettorali da urlo!
“Buongiorno Bella” disse dandomi un bacio sulla
guancia.
Oddioooo ma cosa ho fatto per avere tanta fortuna???
“Buon… Buongiorno” balbettai rossa.
“Ti ho portato la colazione!” disse sfoggiando un
sacchetto nella sua mano.
Feci un respiro profondo in modo da tranquillizzarmi, e appena presi
pieno potere di me stessa parlai.
“Grazie non dovevi davvero!” dissi sorridendogli.
“Non dirmi che hai già mangiato!” disse
spalancando gli occhi.
“No no, tranquillo!” dissi e allora lui mi sorrise
e mi porse il pacchetto.
Ci avviammo verso la sua macchina. Mise il mio zaino nei sedili
posteriori e poi dopo aver allacciato la cintura,
partimmo verso la scuola. Aprii il sacchetto addentando il cornetto che
mi aveva portato.
Nutella… Buonoooooooooo!!!! Anche se lo conoscevo poco lo
adoravo!!!!
“Scufa ma tu come facefi a fapere dove abitafo?”
chiesi mentre mi stavo gustando quella delizia di cornetto.
“Alice” disse e poi rise di gusto.
Arrossii e guardai fuori dal finestrino per non farmi vedere da lui.
“Bella siamo arrivati” disse toccandomi la spalla.
Mi girai verso di lui… Grande errore Bella, grande errore!
Vidi la sua bocca gonfiarsi perché cercava di trattenere a
stento le risate.
“Che c’è?” chiesi irritata.
“Oddio ma sei peggio di una bambina guardati sei tutta
sporca!” disse piegandosi in due sul sedile.
“Ma la vuoi smettere!” dissi offesa.
Mi guardai allo specchietto e bè forse aveva
ragione… Ero tutta sporca di cioccolata! Agli angoli della
bocca, sul naso!
Le guance erano piene di zucchero a velo e a quel punto
anch’io mi unii alle sue risate.
“Va bene hai ragione!” dissi prendendo lo zaino e
cercando i fazzoletti.
“Cazzo li ho lasciati a casa!” dissi fra me e me.
“Come?” chiese incuriosito.
“Ehm non ho fazzolettini, tu non è che ne
avresti?” chiesi in tono dolce, menomale che prima non aveva
capito!
“Ehm no, li ho finiti” disse e nei suoi occhi colsi
una punta di malizia.
“Ma non mi posso presentare così alle
lezioni!” dissi indicando il mio viso sporco di nutella e
zucchero a velo.
“Hai ragione, aspetta vieni qui” disse prendendomi
il viso tra le mani.
Al contatto con le sue mani calde lo zuccherò si tolse
subito… Ora il problema era la nutella…
Si avvicinò al mio naso e mi sussurrò a pochi
centimetri dal mio viso
“Come sei buffa”
“Ha parlato!” biascicai.
Si avvicinò ancora di più baciandomi la punta del
naso,
sentii perfettamente il momento in cui la punta della sua lingua mi
tolse la nutella. Oddio per favore fa che non stia sognando!!
“Ma guarda tutta sporca!” disse scuotendo la testa.
Si spostò con le labbra sulla mia guancia e
catturò un po’ di cioccolata che ci era finita su,
poi dando sempre piccoli bacetti arrivo all’angolo della
bocca.
“Oh oh! Bella
è il tuo momento!!!” ma sta vocina
sempre in mezzo eh??
Ma per mia grande sfortuna si allontanò e mi pulì
gli angoli con un suo dito che poi portò alla bocca
leccandoselo.
Santo cielo! Mi sta venendo un infarto!
“Calma Bella,
ancora non vi conoscete molto e poi ricorda…
Rosalie… Grande scoglio!
Anche se è
morta lui la ama ancora, non farti illusioni!”
“Va bene
vocina, va bene!”
Dopo i battibecchi con la mia vocina, che oggi non ne voleva sapere di
starsene nel suo cantuccio e lasciarmi in santa pace,
mi avviai con Emmett accanto verso la mia prima lezione.
Purtroppo oggi non avevamo neanche un’ora insieme e quando
arrivai a mensa lui non c’era.
Questa cosa mi mise giù di morale, forse credeva di essersi
spinto troppo levandomi la cioccolata con dei bacetti…
Ripensai a quando la punta della sua lingua toccò quella del
mio naso, sentii subito un’elettricità
attraversarmi il corpo…
Ma era possibile che dopo solo due giorni una persona mi potesse
piacere così tanto??
Immersa nei miei pensieri mi sedetti in un tavolo abbandonato in un
angolo per stare da sola…
Se non c’era Emmett era inutile stare con gli altri. Chinai
la testa sul vassoio affranta, ma perché mi sentivo
così?
Possibile che mi fossi innamorata? Subito dopo sentii una mano calda
coprirmi gli occhi e un mento appoggiarsi alla mia spalla…
Oddio e ora chi è??
“Chi sono??” disse una voce strettamente nasale.
“Ehm… Non saprei…” dissi
mentre già ero rossa in viso per
l’imbarazzo…
“Ma come! Non mi riconosci?!?!?”
Quella voce mi faceva ridere, sembrava che qualcuno cercasse di
camuffarsela per non farsi capire.
“Uhm…” avevo già capito chi
era dal suo profumo, che mi arrivò forte alle narici, ma lo
stesso tentennai…
“Dai dai che puoi farcela!! Vuoi un indizio??”
chiese piano.
“O… Ok” balbettai mentre sentivo il suo
respiro sul mio collo.
“Penso che con questo capirai” sentii due labbra
bollenti, perché quel contatto bruciava ogni volta che lo
faceva, sfiorarmi la guancia.
Sorrisi felice di aver capito subito chi era…
“Emmett!” dissi girandomi e mi persi in quegli
occhi azzurro cielo.
“Ma brava! Meriti un premio!” disse e poi mi
schioccò un bacio all’angolo della bocca.
Oddiooooo salvatemi!!! E chi ce la fa?? Caldo!!! Sento caldo!!!!!
“Senti mi chiedevo, se qualche volta, bè ti va di
studiare insieme?”disse mentre si sedette su una sedia libera
accanto alla mia.
“Ehm… Dovrei chiedere a
Charlie…”
“Bugia
Bella!!! Bugia!!!” oh maledetta vocina! Sempre
nei momenti meno opportuni!
Ma aveva tremendamente ragione… Se Charlie avesse saputo che
sarei andata a studiare fuori da “amici”,
sarebbe stato l’uomo più felice del mondo! Altro
che chiudermi in casa e non farmi uscire più!
“Allora mi farai sapere” disse sorridendomi ed io
annuii.
“Aspetta ti do il mio numero così puoi avvisarmi
quando vuoi” prese un foglietto e una penna e scrisse il suo
numero.
La mia testa era sovraffollata di pensieri… Il suo
numero… Avere il suo numero! Oh santo cielo!!! La mia
felicità era alle stelle!
Dopo aver finito di scrivere il numero, mi porse il pezzo di
carta, che subito misi nella tasca dei jeans. Poco dopo feci la stessa
cosa e lui mi sorrise di nuovo.
“Bene Bellina, ci vediamo all’uscita!” si
alzò e dandomi un bacio sui capelli si allontanò
dalla mensa.
La campanella suonò, e con un sorriso che esprimeva tutta la
mia felicità, mi avviai verso la prossima
lezione… Trigonometria…
Alla fine la giornata deve essere sempre rovinata da qualcosa
no? Mi sedetti al mio posto, rilassandomi sul banco,
avevo il numero di Emmett, e non ero neanche stata io a
chiederglielo… Mmm Forse qualche speranza
c’era…
“Bella! Ciao!!” disse una voce che
risultò essere stridula alle mie orecchie.
Mi girai con una smorfia verso l’odiosa ragazza che mi aveva
rotto letteralmente le scatole e davanti a me trovai la faccia idiota
di Jessica Stanley.
“Bella
perché non provi a darle una possibilità? Magari
non è tanto cattiva e falsa come credi…
Ricorda non si giudica
mai un libro dalla copertina”
Bene oggi la mia coscienza aveva deciso di intromettersi in tutto
ciò che facevo, chissà se l’accontento
può essere che non rompe più!
“Ciao Jessica” dissi facendo un sorriso fintissimo,
ma che a quanto pare a lei risultò vero… Meglio
così!
“Ehm posso sedermi?” disse indicando il posto vuoto
accanto al mio.
“Oh si, si si certo” dissi spostandomi un
po’ per farla passare.
“L’altra volta non abbiamo potuto parlare
molto…” disse una volta seduta.
“Hai ragione, ma… Bè andavo di
fretta…” mi giustificai.
“Ah.. Comunque da dove vieni?”
Bene abbiamo cominciato con l’interrogatorio!
“Phoenix” dissi con un smorfia.
“Uhhhh bella Phoenix! E come mai sei venuta qui??”
Ma una ragazza così invadente solo io potevo trovarla??
“Sono venuta
qui perché sono cavoli miei ed ora chiudi quella cazzo di
bocca!”
“Va bene calma
Bella, elegante e cortese come lo sei sempre.”
Disse quella vocina tanto odiosa nella mia testa.
“Allora??” chiese di nuovo Jessica non avendo una
mia risposta.
“Ehm… Problemi familiari” dissi.
“Ah… Ti ho visto con Emmett poco fa in
mensa…”
“Ah si…” risposi atona.
“C’è qualcosa fra voi due?” ma
quanto era impicciona eh??
“No solo amici..” mi affrettai a dire, ma fui
tradita dal rossore che mi spuntò sulle guance…
Ok noi eravamo solo amici, anche se io speravo sinceramente in qualcosa
di più…
“Tu non me la racconti giusta” disse guardandomi
maliziosa.
La fulminai con lo sguardo, la lezione era iniziata da più
di mezz’ora
e non avevo capito niente di quello che aveva spiegato il professore,
non che mai avessi capito qualcosa di trigonometria..
Ma almeno un po’ ci provavo…
“Jessica per favore…” la implorai
chiedendo pietà ma lei non demorse.
“Dai Bella! A me puoi dirlo! E poi Emmett è il
più ambito della scuola!” mi sussurrò
all’orecchio.
“Cazzo ora basta!” urlai dando un pugno sul banco.
“Come dice Swan?” disse il professore facendomi
ritornare alla realtà.
“Oh merda!
Sono nei guai!”
“Dici
bene!”
“Maledetta
vocina vai via!”
“Mai”
“Ehm.. Mi scusi professore io.. Io non intendevo dire che..
Bè.. Cioè…” balbettai rossa.
“Swan fuori dall’aula!”
“Ma io..”
“Niente ma! I suoi compagni vorrebbero seguire la
lezione!”
Mi alzai, incazzata nera con Jessica, e uscii fuori
dall’aula, mormorando sottovoce un
“vaffanculo”
indirizzato sia al professore che a Jessica. Mi incamminai lungo il
corridoio… Chissà cosa stava facendo Emmett..
“Ehi come mai in giro? Non dovresti essere a
lezione?” quella voce! Oh Emmett!
“Ehm dici bene dovrei…” balbettai.
Si sedette a terra ed io lo imitai.
“Ti va di raccontarmi?” chiese curioso.
“Ma.. Ma tu non dovresti essere a lezione?”
“Per te posso fare un’eccezione” oddiooo
mi ha fatto l’occhiolino!!!
“Allora? Cosa è successo?” mi
incitò a parlare.
“Ehm stavo litigando con Jessica, quella ragazza è
troppo invadente!
Comunque bè mi sono incazzata e gli ho urlato contro, il
professore ha sentito e mi ha sbattuto fuori”
ammisi abbassando la testa e nascondendola tra le gambe, che
già avevo portato al petto.
La sua mano calda mi accarezzò la spalla e in quel momento
mi sentii bene.
“E si può sapere perché avete
litigato?” oh no! Non glielo avrei mai detto!
“Niente, troppe domande indiscrete” optai per
questa risposta, la migliore a mio parere.
“Senti ti va di uscire un po’ da questa
scuola?”
“Ma le mie cose sono in aula” dissi guardando i
miei piedi.
“Tranquilla se ne occuperà Alice!” disse
sorridendomi e mi voltai verso di lui per ammirare quel bel sorriso.
“O.. Ok” mi aiutò ad alzarmi e poco dopo
fummo sulla sua Lamborghini.
Partimmo e mi rilassai sotto le fusa di quella splendida auto.
Non ero mai stata attratta così da qualcuno, ne tanto meno
da un quasi sconosciuto! Ma che mi prendeva?
“Ti va di andare a prendere un gelato? Oggi fa caldo, ci
stiamo avvicinando all’estate eh…” disse
e io sorrisi annuendo.
E’ vero ero arrivata quasi alla fine dell’anno
scolastico a Forks, ma non avevo mai avuto problemi con la scuola,
i miei voti erano sempre stati eccellenti, tranne trigonometria ovvio,
dove al massimo potevo aspirare ad un sei..
Ma nelle altre materie ero una bomba! Ah dimenticavo! Alla
trigonometria dovevo anche aggiungere educazione fisica.
Arrivammo al bar, e da vero gentiluomo, Emmett mi aprì lo
sportello allungandomi la mano per farmi scendere.
“Grazie” dissi e lui mi regalò un
sorriso.
Entrammo nel bar e ci accomodammo ad un tavolino.
Ben presto una ragazza arrivò prendendo le ordinazioni e poi
si volatilizzò.
“Mi sembra di non avertelo ancora detto, sei molto carina
oggi Bella”
Oh santo cielo! Mi ha fatto un complimento!! Mamma mia e ora???
In viso ero sicuramente bordeaux ma dato che eravamo in
ballo, balliamo!
“Anche tu sei davvero carino” carino??? Carino
è un eufemismo! Era splendido!!!
“Grazie!” disse inclinando la testa in un lato e in
quell’istante il mio cuore perse qualche battito.
Subito dopo la ragazza ci portò i gelati e così
cominciammo a mangiare.
Finito, pagò lui, anche perché non feci in tempo
a protestare che si era letteralmente catapultato alla cassa, e poi mi
riportò a casa.
Quando sentii la macchina fermarsi e spegnersi, capii che
eravamo arrivati…
Davanti alla porta trovai il mio zaino con tutte le mie cose, Alice era
davvero una brava ragazza,
non la conoscevo per niente ma di solito il mio intuito non sbaglia mai!
“Alice ha portato tutto!” dissi stupefatta e lui
allargò la bocca in un sorriso.
“Te l’avevo detto!” disse.
“Si avevi ragione!”
Ci fu un attimo di silenzio, ma poi mi decisi a scendere, anche
perché ero in tremendo imbarazzo.
“Bene grazie.. Ehm ora vado, ci.. Ci vediamo
domani” dissi aprendo la portiera ma lui mi bloccò
un polso,
facendomi voltare verso di lui.
“Grazie a te, sei davvero una ragazza speciale. Ti voglio
bene” mi diede un bacio sulla guancia
e poi per l’ennesima volta mi sorrise mandando in subbuglio
tutto il mio corpo.
Oh mio dio! Mi vuole bene!!! Mi ha detto che sono speciale! Mi trova
carina! Oh quanto sei dolce Emmett!!!!
“Gra.. Grazie a te.. Ti voglio bene
anch’io” dissi e poi scesi dalla macchina.
Mi salutò facendo suonare il clacson e poi scomparve lungo
la strada. Ero al settimo cielo!
Mai e poi mai avrei creduto di innamorarmi dopo solo due giorni di
conoscenza! Aspetta cosa ho detto? Innamorarmi??
Innamorata io?? Nah sarà solo una cotta, non mi posso essere
innamorata di lui…
Immersa nei miei pensieri mi avviai in camera mia.
Il pomeriggio passò in fretta, non avevo mangiato a pranzo
perché non avevo fame,
dopo il gelato con Emmett e le sue parole, il mio stomaco non
desiderava altro, e nemmeno io.
Passai l’intero pomeriggio a studiare e quando fu
l’ora di cena,
preparai qualcosa da mangiare per Charlie, mentre io mangiai solo un
panino.
Charlie non era ancora rientrato… Aveva chiamato dicendo che
sarebbe tornato tardi, perché c’era in corso una
rapina…
Mi aveva assicurato di stare tranquilla, e così
feci…
Sapevo che mio padre era un buon poliziotto e non avrebbe mai permesso
a nessuno di infrangere la legge.
Misi il cibo preparatogli nel microonde e poi mi diressi in bagno.
Dopo essermi lavata e aver messo il pigiama andai in camera mia e mi
gettai sul letto a pancia in sotto.
Il mio sguardo si spostò dal cuscino al cellulare riposto
sul comodino… Allora mi venne un’idea…
“E se gli
mandassi un messaggio?” mi chiesi.
“Buona idea
Bella!”
Confortata anche dalla mia coscienza, presi il cellulare tra le mani e
cliccai sul tasto per scrivere i messaggi.
“Allora cosa potrei scrivergli… Qualcosa di
semplice ma non banale… Si! Ho trovato!” esultai
saltando sul letto.
-Ciao Emmett spero che tu non dorma, ti volevo solo dire che oggi ho
passato una bella giornata! Grazie :)-
Premo il tasto invio ed aspetto, rigirandomi il biglietto con il suo
numero tra le mani… Chissà cosa mi
risponderà…
-------------
Questa è la macchina di Emmett
|
Ritorna all'indice
Capitolo 5 *** 4° TI HO RITROVATA PER UN ERRORE ***
buonaseraaaaaaaaaaaaa
scusatemi per il ritardo davvero...
ma alla fine sono
riuscita a postare XD
sarò
perdonata???? spero di si ^^
alluora ringrazio
infinitamente chi mi ha aggiunto tra le seguite e i preferiti *.*
e chi legge
soltanto e chi recensisce! grazie davvero mi fate molto felice!
bè
dopo il pdv di Bella ora c'è quello del nostro eddino XD
vi ringrazio
davvero tanto e buona leettura!!!!
----------------------
Michelegiolo: ehi ciau!!!! eh si
è una bella macchina lo ammetto XD emmett si tratta bene
ihihihihi
cmq è
un lamborghini gallardo :) so che aspettavi eddy eccolo qui XD
ci
sarà un altro incontro ora le cose diventeranno
più particolari XD ^^ baciii ^^
invasata: ciauuu ehm lo so dovevo
postare molto prima ma bè ecco ho avuto qualche problemino...
cmq sono contenta
che ti piaccia emmett XD si è tanto dolce eheheheheh eccoti
il chap dimmi che ne pensi! baciii ^^
4° CAPITOLO
TI HO RITROVATA PER UN ERRORE
Pdv
Edward
Ero in camera mia, i “grandi capi” non mi avevano
dato ancora nessuna informazione sulla mia prossima vittima.
Qualcuno bussò alla porta della mia camera e sperai
vivamente che non fosse Tanya, sennò questa volta non mi
sarei stato zitto.
“Edward posso?” voce maschile… Bene per
mia fortuna era Demetri.
“Si Demetri entra” dissi mettendomi seduto sul
letto.
“Senti Edward, c’è un problema ci
sarebbe in corso una rapina, ed un uomo deve morire
poiché una pallottola gli perforerà il cuore
… Non sono ancora sicuro di chi sia, ma una cosa
è certa accadrà oggi.
Più tardi verrò con il nome”
“Va bene” dissi.
“Ah un’ultima cosa! Il tipo dovrà
ucciderlo Rosalie… Sarà il suo primo vero
incarico”
Il suo primo vero incarico… Certo negli altri aveva solo
osservato, ma non aveva mai agito…
Demetri abbandonò la mia camera ed io mi girai verso la
finestra, oggi era una bella giornata, c’era il
sole…
Forse un giro per la città potevo pure farlo… Ci
pensai un attimo e poi decisi di uscire, scesi le scale e mi avviai
verso il portone.
“Edward aspetta!” disse Rosalie correndo verso di
me.
Lei era entrata da due anni nel “gruppo”, era un
po’ ancora inesperta e non sapeva bene cosa fare e come
comportarsi,
per questo era stata affidata a me, dovevo controllarla
affinché non combinasse casini,
così ero costretto a portarmela in giro e a seguirla ovunque
andava.
Era una ragazza molto bella, non si poteva negarlo, i capelli erano
biondi, gli occhi castani,
era alta e si vestiva sempre in modo elegante. Amava lo shopping e lei
era sempre alla moda.
Che cosa stupida seguire la moda, io non mi ci vedo proprio a seguire
quella massa tutta uguale.
Io sono io, nessuno può cambiarmi.
“Dai Rose muoviti che abbiamo da fare” dissi.
Appena mi raggiunse, ci incamminammo verso l’uscita.
Passeggiammo un po’, c’era silenzio e Rosalie si
guardava i piedi per occupare il tempo… O forse voleva
occupare la sua mente?
“Che c’è Rosalie?” chiesi
fermandomi e voltandomi verso di lei.
“Niente, che ci deve essere” disse continuando a
camminare.
La presi per un braccio, e bloccandola la feci girare verso di me.
“Parla Rose! Ti seguo da sempre ormai, sei stata affidata a
me e con me puoi confidarti lo sai,
e sai anche che non proferirei parola con nessuno, mi conosci
ormai.”
“Appartiene al mio passato, io ero fidanzata prima di
diventare ciò che sono, e bè ho perso il mio
ragazzo…
Ora lui sicuramente sarà triste, ci amavamo
moltissimo” ammise.
“Dai Rose non devi preoccuparti, il tuo ricordo
rimarrà vivo in lui, e poi chi lo sa, potresti pure
rivederlo!”
dissi cercando di confortarla.
“Va bene Edward… Allora chi è la mia
prima vera vittima!” disse ridendo.
“Mmm aspetta, Demetri doveva dirmi il nome..”
Neanche a farlo a posta davanti a noi si materializzò
Demetri con un foglio in mano.
“Salve miei cari! Ecco la prossima vittima, mi raccomando
Edward” disse lanciandomi un’occhiata e poi
scomparì.
“Uh chi è Edward???” disse Rosalie
impaziente.
“Aspetta un attimo!”
Aprii il foglio che era stato sigillato con cura con la cera lacca
rossa e lessi il nome.
“Charlie Wanson” dissi rigirando il foglietto di
pergamena tra le mani.
“E questo sarebbe il nome della mia vittima?”
chiese Rosalie.
“Si Charlie Wanson” dissi di nuovo.
“Mmm bene e la rapina quando sarà?”
“Fra cinque minuti circa…” dissi
prendendola per mano e, dopo essere diventati invisibili,
presi il volo facendo spuntare dalla mia schiena le mie ali nere, e
tenendo Rosalie stretta a me, mi avviai verso il luogo predestinato.
Rosalie ancora non sapeva volare, anche perché le ali
spuntavano solo dopo il primo anno e lei non ci aveva fatto molta
pratica.
Io le usavo solo nei casi strettamente necessari oppure quando ne avevo
davvero bisogno per evadere dal mondo.
E questo devo ammettere che mi accadeva spesso.
Ero sempre stato un ragazzo diverso, sempre solo, forse era il mio
destino.
Odiavo le compagnie che poi si rivelavano essere di convenienza.
In meno di due minuti fummo a destinazione, eravamo ancora invisibili e
la rapina stava per avvenire…
Certo che rapinare un supermarket.. Certa gente se la va a cercare la
morte.
“Sei pronta?” chiesi e lei annuì.
“Allora Rose ricorda il nome Charlie Wanson! Concentrati!
Devi far deviare la pallottola e farla arrivare dritta al cuore,
a quel punto ci avvicineremo e prenderemo quello che ci
spetta” spiegai e lei sbuffò.
“Lo so lo so! L’ho visto un casino di
volte!” e incrociò le mani al petto sbattendo il
piede per terra.
“Rose te lo dico perché non voglio che combini
guai capito?”
“Eh si! Ho capito!”
In quel momento arrivarono le macchine della polizia e un uomo scese,
mi accorsi che da come era vestito doveva essere il capo.
Era una faccia familiare… Scavai nei miei ricordi ed ebbi un
flash che mi bloccò sul colpo.
Lui era quell’uomo che consolava la mia Isabella! Si era lui!
Questo vuol dire che..
I miei pensieri furono interrotti da uno sparo, Rosalie era concentrata
a far deviare la pallottola ma quando un uomo gridò
“Charlie attenzione!” due uomini si girarono e
Rosalie entrò in confusione facendo arrivare la pallottola
nel petto dell’ispettore.
“Ispettore Swan! Ispettore!!” urlò un
ragazzo sulla ventina mentre si avvicinava correndo a lui.
“Cazzo Rosalie!” sbraitai correndo verso
l’ispettore che giaceva a terra mentre con una mano si teneva
il petto.
In meno di un secondo Rose mi fu accanto chiedendomi cosa era accaduto.
“Rosalie hai colpito la vittima sbagliata! Idiota che non sei
altro! E’ il tuo primo incarico e combini guai!
Lui è Charlie Swan! E non Charlie Wanson!” urlai
infuriato!
“Scu.. Scusa Edward, è che quando ho sentito
Charlie non sapevo..”
“Non ti muovere e non fare niente mi occupo io di Charlie
Wanson!” dissi livido
e andai verso il Charlie Wanson che oggi avrebbe detto addio alla sua
vita.
Grazie al cielo già soffriva perché era stato
colpito ad una gamba.
“Salve Charlie Wanson” dissi facendo diventare la
mia voce lucubre,
adoravo vedere l’espressione terrorizzata delle persone
quando mi vedevano.
Negli ultimi tempi ero diventato davvero cattivo verso chi non
rispettava la vita che gli era stata donata.
Ovviamente il malcapitato, se così vogliamo chiamarlo, al
momento dell’incontro poteva vedermi mentre tutti gli altri
no,
per loro non stava accadendo niente.
“Che vuoi? Chi sei?” chiese spalancando gli occhi
dal terrore.
“Alcuni mi chiamano l’angelo della morte, ma per te
sarò solo il tuo incubo più oscuro, caro Charlie
io sono la morte!”
dissi malefico spiegando le ali.
Mi sentivo come un attore che era appena entrato in scena, pronto a
compiere il suo dovere!
Un’espressione di terrore si materializzò sul suo
viso e, dopo aver visto quanto la sua vita era stata spregevole,
aveva ucciso, violentato, rapinato, avevo deciso che tipo di morte
dargli.
Si, potevo vedere il corso della vita delle mie vittime e questo non
andava a loro vantaggio,
perché era in base a quello decidevo lo stile da adottare
per far finire la loro vita.
“Vedo che non hai avuto una vita degna di un uomo, mi
dispiace ma ti devo punire” dissi sghignazzando,
mi piaceva terrorizzare le vittime in questo modo, ovviamente quando se
lo meritavano e lui se lo meritava davvero tanto.
“No ti prego, io non volevo! Dammi un’altra
possibilità” disse mentre le lacrime gli rigavano
il volto.
“Patetico” dissi scuotendo la testa e dopo un
attimo gli tolsi la vita.
Slegai l’anima dal suo corpo e poi la lasciai ai miei capi,
come sempre facevo.
Non mi interessava sapere cosa gli sarebbe accaduto, io dopo aver
slegato l’anima la mandavo al castello
e i miei capi decidevano dove mandarla, sicuramente
quest’anima non avrebbe avuto
un’eternità di felicità e gioia.
Dopo aver terminato il mio lavoro, mi recai da Rosalie che, come gli
avevo detto, rimase immobile accanto al corpo di Charlie.
“Edward ma come hai fatto!” disse entusiasmata da
quello che era accaduto.
“Smettila! Piuttosto perché non pensi al guaio che
hai combinato?
Spero solo che i capi facciano qualcosa, non mi sembra giusto che
questo tuo errore vada trascurato” dissi rabbioso.
“Stronzo! Non l’ho fatto a posta!”
“Ti ho detto che devi stare concentrata e attenta quando
lavori! Non puoi permetterti distrazioni!” sbraitai e poi
rivolsi la mia attenzione a Charlie Swan.
Lui era l’uomo che stava con Isabella, quella sera
all’ospedale, quella sera che io avevo tolto per sempre la
vita a sua madre.
Ben presto arrivò l’ambulanza e Charlie fu
trasportato all’ospedale di Forks.
Mi ripromisi di andare a fargli visita, magari avrei avuto qualche
informazione su quella ragazza, della quale sapevo solo il nome.
Dopo che tutto tornò alla normalità,
presi Rosalie, stringendola a me, e mi diressi verso il castello
volando.
Era il modo più semplice per arrivare prima. Arrivammo
davanti al portone ed accoglierci ci fu Tanya.
“Oh Edward! Siete tornati! Come state?? E’ andato
tutto bene?” chiese con la voce da solita sgualdrina che si
ritrova.
“Si tutto bene, dobbiamo vedere Aro” dissi.
“Si è in sala, vi stava aspettando”
disse spostandosi e facendoci entrare.
Tenendo sempre Rosalie per un braccio, mi diressi verso
l’ampia sala dove si trovava Aro, Caius e Marcus.
“Bentornati!” disse Aro
“Grazie” rispondemmo in coro io e Rose.
“L’anima è stata condannata, complimenti
ottimo lavoro Edward!” Aro si complimentò con me
e io nel frattempo diedi una veloce occhiata a Rosalie.
Aveva gli occhi e la bocca spalancata, non sapeva, o forse non credeva,
che loro potessero capire chi uccidesse la gente.
“Co.. Come?” chiese Rosalie sbigottita.
“Cara, ormai conosciamo perfettamente lo stile di Edward, lui
lavora da molto tempo per noi
e tu non hai saputo compiere il tuo dovere” disse Marcus.
“Ma io.. Io non…” non la fecero finire,
che subito la bloccarono.
“No! Non parlare! Era il tuo primo incarico e tu non
l’hai portato a termine, per questo meriti una punizione!
Per una settimana sarai chiusa in cella, non potrai vedere ne parlare
con nessuno, ti saranno tolte le ali e i poteri,
diventerai un innocuo pezzo di carne senz’anima”
questa volta a parlare fu Caius.
“Ma.. Ma non l’ho fatto a posta! E’ stato
un errore!” disse Rosalie cercando di spiegarsi.
“Mi dispiace, ma noi non permettiamo errori, vuol dire che ti
abbiamo dato fiducia troppo presto!” disse rabbioso Caius.
“Felix! Demetri! Venite subito qui!”
urlò Aro.
La porta della sala si aprì, ed entrarono Demetri e accanto
a lui Felix.
“Miei cari, portate questa inetta nella cella, fra una
settimana potrà tornare libera” disse solenne
Marcus
e dopo che Aro la privò dei poteri e delle ali, Felix e
Demetri la presero per le braccia accompagnandola nella sua cella.
Rimasi li a guardare quella scena e per la prima volta mi sentii felice
di saper fare il mio lavoro così bene.
“Bene Edward puoi andare a riposare, so che sei
stanco” disse Aro.
“E’ vero, è stata una giornata
faticosa…” dissi voltandomi per raggiungere la
porta ma poi mi bloccai.
“Senti Aro mi chiedevo se non ho del lavoro da sbrigare per
domani, stasera vorrei intrattenermi di più fuori”
“Certo mio caro! Domani si occuperanno Tanya e Felix delle
vittime. Buon divertimento caro”
“Grazie” dissi scomparendo dalla sala.
Mi avviai verso la mia camera e mi gettai letteralmente sotto la
doccia, ne avevo proprio bisogno.
Avevo deciso che stanotte sarei andato a far visita a Charlie.
L’acqua scivolava lungo il mio corpo e in quel momento mi
rilassai completamente.
Mi insaponai, lavandomi i capelli e rendendoli morbidi con lo shampoo.
Io ci tenevo alla mia igiene personale, mia madre mi diceva che ero
ossessionato,
ma era contenta perché non ero uno di quei soliti bambini
che andava a giocare rotolandosi nel fango,
no io ero un ragazzino molto più tranquillo. I miei svaghi
consistevano nel suonare il pianoforte, ascoltare la musica,
leggere…
Finii di fare la doccia e con solo l’asciugamano addosso
uscii dal bagno per andare in camera mia.
Rovistai nell’armadio trovando un jeans scuro e una camicia
bianca, andavano più che bene.
Alla fine nessuno mi avrebbe visto all’ospedale
poiché mi sarei reso invisibile.
Dopo essermi vestito uscii dalla mia camera e dopo aver salutato
Demetri che si stava guardando un programma in tv,
mi diressi verso l’ospedale di Forks. Feci la strada a piedi
come mio solito,
passeggiare mi rilassava parecchio e mi permetteva di meditare.
Pensai a tutto quello che era successo oggi, era stata una giornata
davvero strana, quell’uomo,
Charlie, poteva portarmi alla mia Isabella! In poco tempo mi ritrovai
all’ospedale, mi resi invisibile e vi entrai.
Erano quasi le nove e mezza di sera, Charlie era stato portato in
camera, dopo essere uscito vivo dall’intervento.
Per fortuna non era il “suo giorno” oggi, quindi
non poteva morire.
Entrai nella sua camera d’ospedale e lo trovai disteso sul
letto con gli occhi chiusi, stava riposando.
Mi appoggiai al muro e guardai la sua cartella, i valori erano buoni,
per fortuna l’intervento era andato bene.
La porta si aprì lentamente lasciando che uno spiraglio di
luce, prodotta dalle lampade entrasse.
Dei capelli castani ondeggiarono di fronte al viso della ragazza e
quando lei se li spostò il cuore mi prese a pulsare forte
nel petto.
Lei, era lei! Quegli occhi color cioccolato ora erano rossi per le
troppe lacrime.
Chiuse la porta dietro le spalle e si diresse verso l’uomo
sedendosi accanto a lui.
Sapevo che c’era un legame tra i due, ma non sapevo di che
tipo fosse…
“Papà” sussurrò
accarezzandogli la fronte.
Cazzo era suo padre, maledetta Rosalie!
“Per favore papà riprenditi, so che tu daresti
tutto per il lavoro, ma papà non puoi
abbandonarmi” disse asciugandosi gli occhi.
Sentii i miei occhi pungere, finalmente l’avevo rivista, era
davanti a me, seduta accanto al padre, che piangeva!
Ed io non potevo consolarla…. Mi sentivo impotente cosa
potevo fare?
Però, anche se è stato per un errore, io
l’avevo ritrovata… Lei abitava a Forks e il capo
della polizia era suo padre…
“Ti voglio bene papà” disse
abbracciandolo e dai miei occhi sgorgarono lacrime.
Anche nella tristezza e nel dolore era pur sempre stupenda ed io
l’avrei protetta… Sarei rimasto sempre con lei,
per tutta la vita.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 6 *** 5° IMPREVISTI NON CALCOLATI ***
Buongiorno!!! come va???
eccomi qui con il nuovo chappy
ci sono le prime apparizioni ihihihi xD per la vostra gioia ahahahha
volevo ringraziarvi tutti, chi mi ha aggiunto su preferiti e seguite,
chi mi ha commentato e chi legge soltanto!
grazie mille davvero mi rendete felice!!!!
bene ora vi lascio al chap sperando che vi piaccia ^^ baciotti a tutti
^^
---------------------------
Michelegiolo: ahahhaha a chi lo dici
anch'io impazzirei xD cmq ti posso dire che ci sarà un
corteggiamento
particolare da parte di edward ihihihihi infatti lo vedrai qui ^^ bacii
^^
Angel94:
ehi ciau!! la tua ff mi
piace ;) cmq grazie anche a te di essere passata ihihihihih
cmq a chi lo dici
*-* anch'io morirei felicemente tra le sue braccia xD sono felicissima
che ti piaccia la mia idea...
è un
pò difficile scrivere ogni chap... per questo ritardo un
pò ogni volta... cmq non ti dico
cos'è sennò che gusto c'è'??
ihihihiih un
bacioo e dimmi se ti piace ^^
5° CAPITOLO
IMPREVISTI NON CALCOLATI
Pdv
Bella
Aspettavo una risposta di Emmett al mio sms… Forse dormiva
già… Ma era strano ancora era presto…
Decisi di lasciar perdere, forse correvo troppo… Presi
l’mp4 e feci girare la musica, le note di Fix You, dei
Coldplay,
mi riempivano la testa e chiusi gli occhi concentrandomi su di esse.
La musica mi rilassava molto e poi io adoravo i Coldplay, erano il mio
gruppo preferito.
Dopo una mezzora circa, sentii il cellulare vibrare sotto il mio
sedere. Ma come c’era finito lì sotto??
“Ma che?” dissi sbadigliando.
Afferai il cellulare e vidi che un numero che non conoscevo mi stava
chiamando, che fosse lui? Emmett?
<<Pronto>> dissi pigiando il pulsante per
prendere le chiamate.
<<Signorina Swan è lei?>>
<<Si sono io, chi è?>>
perché avevo un brutto presentimento?
<< Sono il dottor Carlisle Cullen,
dell’ospedale di Forks>> cosa???? Ospedale??
<<S… Si?>> balbettai mentre quel
senso di paura non mi abbandonava.
<< Suo padre è stato ricoverato
d’urgenza qui all’ospedale, la prego di venire al
più presto>> Papà!!!!
<<Arrivo subito!!>> e chiusi il telefono
girandomi a destra e sinistra in cerca dei miei vestiti.
Mi vestii per le scale, mettendomi i jeans e la camicetta che avevo
pomeriggio,
e con le chiavi e il cellulare in mano corsi fuori per salire sul
pick-up e correre da mio padre.
“Cazzo parti!!” urlai sbattendo le mani
sullo
sterzo.
“Merda!!! Fottuta merda!!” uscii dalla macchina e
mi incamminai verso l’ospedale a piedi.
“Cazzo pure il pick-up doveva mettersi!” dissi
affranta.
Eppure… Perché non ci avevo pensato prima? Potevo
chiamarlo.. Lui mi avrebbe aiutata, lo sapevo…
Cioè non lo sapevo ma me lo sentivo! Così mentre
correvo verso l’ospedale che per mia sfortuna era lontano da
casa mia,
lo chiamai sperando che mi rispondesse.
<<Pronto?>>
<< Emmett! Emmett!!! Ti prego vieni, mio padre
è in ospedale, il pick-up non parte, sono per strada ti
prego aiutami!!>>
parlai così velocemente che non seppi dire se mi avesse
capito,
ma stavo correndo e avevo il fiatone e non potevo permettermi di
fermarmi, mio padre mi aspettava.
<< Bella dove sei?>> chiese preoccupato.
<<Vicino al bar, accanto al parco. Ti prego Emmett ho
bisogno di te>> dissi mentre già le lacrime
correvano veloci sul mio volto.
<<Aspettami lì Bella, non ti muovere, Arrivo
subito!>> disse chiudendo la chiamata.
Mi fermai sotto un porticato e lo aspettai battendo il piede
a terra e
sfregandomi con le braccia.
C’era freddo, anche se la stagione estiva si stava
avvicinando.
Non avevo pensato nemmeno a prendermi una giacca, era troppa la fretta
di raggiungere mio padre… Non potevo perdere pure lui!
Mi guardavo a destra e sinistra nella speranza di vedere la
Lamborghini spuntare.
Starnutii, e mi passai la mano sul naso come per levare il prurito che
avevo.
“Emmett dove sei..” sussurrai abbassando lo
sguardo, mentre già i miei occhi stavano diventando gonfi.
Sentii una macchina avvicinarsi e fermarsi proprio accanto a me. Alzai
gli occhi e lo vidi, era bellissimo.
“Bella!!!” urlò scendendo dalla macchina
e cingendomi con le mani le spalle.
“Vieni andiamo all’ospedale” disse e mi
fece entrare in macchina.
Non parlammo, in macchina si era creato uno strano silenzio.
“Bella vieni andiamo” disse porgendomi una sua
mano, che a contatto con la mia, risultò essere calda e
rassicurante.
Annuii, non mi ero neanche resa conto che eravamo arrivati.
In un attimo fummo dentro l’ospedale ed Emmett
mi
portò verso la sala d’attesa,
accanto alla stanza dove mio padre era stato ricoverato.
Emmett mi strinse a se in un abbraccio dolce e caloroso e io mi
appoggiai su di lui dando sfogo alle mie lacrime.
“Signorina Swan?” chiese un uomo sulla quarantina,
biondo con gli occhi azzurro cielo.
Non riuscii a parlare, annuii soltanto ed Emmett rafforzò la
presa sulle mie spalle.
“Suo padre è stato colpito da una pallottola
vicino al cuore quasi,
ma per fortuna l’intervento è andato bene, suo
padre sta meglio, ma ora sta riposando…”
“Po… Posso vederlo?” balbettai.
“Certo, certo” disse il dottore dandomi
una pacca
sulla spalla.
“Ok.. Allora io vado” dissi guardando Emmett e
mordendomi il labbro inferiore.
“Vuoi che venga con te Bella??” chiese Emmett
ansioso.
“N.. No vado” dissi storcendo la bocca in un mezzo
sorriso e mi avviai verso la porta della camera di mio padre.
Misi la mano sulla maniglia e tentennando un po’
l’abbassai.
La porta si aprì lentamente ed io introdussi la testa per
vedere in che condizioni era mio padre.
Era steso sul letto, una macchina accanto a lui controllava il bip del
suo cuore
e nelle mani aveva dei tubicini che erano collegati ad una sacca legata
ad un tubo.
Piano entrai senza far rumore e mi chiusi la porta alle spalle.
Mi avvicinai a mio padre e gli accarezzai la fronte.
“Papà” sussurrai, mentre nuove lacrime
scendevano senza sosta.
“Per favore papà riprenditi, so che tu daresti
tutto per il lavoro, ma papà non puoi
abbandonarmi” dissi asciugandomi le lacrime.
Mi sedetti in una sedia accanto a lui, respirava tranquillamente per
fortuna…
“Ti voglio bene papà” dissi
abbracciandolo.
Rimasi lì tutta la notte, addormentandomi sul
suo petto. La
mattina dopo fu Emmett a svegliarmi, scuotendomi un po’.
“Bella, piccola svegliati” mi sussurrò
all’orecchio.
“Mmm no, voglio dormire” biascicai, portandomi il
cuscino sopra la testa.
Aspetta cuscino? Ma io non mi ero addormentata in ospedale?
“Dai piccola, mia madre ti ha preparato la
colazione” disse scompigliandomi i capelli.
Uscii la testa dal cuscino e piano aprii gli occhi, sperando vivamente
di essere in un sogno, affinché potessi risprofondare nel
sonno assoluto.
“Dove sono?” chiesi portandomi una mano alla bocca
per coprire lo sbadiglio.
“A casa mia, più precisamente
nella mia
camera” disse sorridendo.
“Eh?? Cosa? Mio padre? Io devo andare da lui!”
dissi di fretta sgusciando via dal letto ma lui mi bloccò.
“Piccola, tranquilla! Ti spiego tutto!” disse
sorridendomi ancora e io mi lasciai andare sul letto.
“Brava piccola! Allora ieri sera ti sei addormentata
all’ospedale, mio padre mi ha detto che non era saggio che tu
dormissi lì,
e anche che andassi da sola a casa, così ti ho portato qui a
casa mia.
Alice ti ha messo il pigiama, mentre tu dormivi.
Ti sei raffreddata ieri sera e forse hai qualche linea di febbre.
Mio padre ha tenuto tutta la notte Charlie sotto controllo, sta bene
tranquilla” disse rassicurandomi
e per questo gli fui grata per tutto, era un ragazzo eccezionale.
“Bene ti sei calmata vedo, bè pigrona vieni a
mangiare??” chiese inclinando la testa.
“Uhm si si” dissi prima che il mio stomaco si
sarebbe ribellato.
Feci per alzarmi ma poi mi bloccai, cavolo vero Carlisle Cullen era suo
padre.
Era lui che mi aveva chiamato e che aveva curato mio padre, ed io? Non
l’avevo neanche ringraziato…
“Bella che c’è?”
“Niente, niente stavo pensando che non ho ringraziato ancora
tuo padre” ammisi.
“Oh non preoccuparti” disse ridendo e dopo mi
accompagnò in cucina.
La casa era stupenda, molto spaziosa.
Aveva ampie vetrate e una scalinata che portava dal piano superiore a
quello inferiore.
I colori erano chiari e i mobili erano antichi e bellissimi.
Rimasi a bocca aperta, solo nei miei sogni avrei potuto avere una casa
così.
“Buongiorno Bella!” mi disse una signora con i
capelli color mogano, anche lei era molto bella ed anche molto giovane!
Supposi che fosse la madre di Emmett ed Alice, d’altronde era
l’unica che ancora non avevo visto…
“Buongiorno signora” dissi grattandomi la testa in
imbarazzo.
“Oh ti prego non chiamarmi signora! Ho solo trentasette anni!
Chiamami pure Esme ” disse ridendo.
“Ok Esme” dissi sorridendo.
“Prego Bella, accomodati, qui c’è la
colazione per te ed Emmett”
“Grazie Esme” dissi e poi mi sedetti osservando il
tavolo.
Era stracolmo di cibo! C’era di tutto! Dai croissant ai
pan-cake, dal latte al caffè.
C’era perfino lo sciroppo da mettere sui pan-cake!
“Oh Esme non dovevi!” dissi cominciando a prendere
un pan-cake e metterlo nel piatto.
“Di niente cara, mi fa piacere cucinare” disse e
poi con un sorrisone a trentadue denti scomparve dalla cucina.
“Cucina bene mia madre
vero??” chiese Emmett mentre
si versava un po’ di latte nella tazza.
“Oh fi! Tfu non hai idfea di quantfo fia buono
questfo!” parlai indicando il pan-cake
e vidi le guance di Emmett gonfiarsi pronte a scoppiare.
“Che fuccede?” chiesi masticando ancora quel
pan-cake così delizioso e saporito.
“Ma sei per caso abituata a parlare con la bocca
piena??” disse e poi scoppiò a ridere
fragorosamente.
Mi imbronciai, che cosa potevo farci io se non mi rendevo conto di
parlare mentre mangiavo?
Anzi di solito non parlavo mai! Era colpa sua!
“Finiscila!” sibilai rabbiosa.
“Oddio non ce la faccio!!!” disse piegandosi in due
e cominciando a ridere sempre più forte.
“Emmett smettila!!!” ordinai ma lui non mi
ascoltò.
Sbuffai arrabbiata portandomi le braccia al petto.
Sentii dei passi lungo le scale e mi girai verso l’entrata
della cucina.
Vidi Alice con tutti i capelli neri scompigliati e
una mano sulla bocca
per coprire lo sbadiglio.
“Che succede qui?” chiese grattandosi la testa
assonnata.
“Tuo fratello si prende gioco di me!” urlai
puntando un dito minaccioso verso di lui.
“Emm smettila per colpa tua mi hai svegliato”
sbadigliò.
Emmett cercò di ricomporsi e si rimise seduto composto sulla
sedia.
“Ok capo!” disse portandosi la mano alla testa come
per dire “agli ordini!”
“Bravo soldato! Ora fammi mangiare e dopo Bella andiamo da
tuo padre che dici?”
“Certo Alice!” dissi sorridendo, Emmett mi aveva
rassicurato che mio padre stava meglio grazie al cielo,
così potevo stare più tranquilla.
“Posso venire anch’io??” chiese Emmett
facendo gli occhi da cucciolo.
“No!!” sbottammo io ed Alice per poi metterci a
ridere.
---------
Eravamo all’ospedale, Alice aveva preso la macchina
di Emmett
per arrivare prima.
Era già l’orario delle visite, così
Alice mi incoraggiò ad entrare, assicurandomi che sarebbe
rimasta fuori ad aspettarmi.
Entrai aprendo la porta lentamente come ieri, chissà forse
dormiva.
Chiusi la porta e mi avvicinai a lui sfiorandogli la fronte, stava
riaprendo gli occhi ed io gli sorrisi abbracciandolo.
“Papà!!!” dissi singhiozzando.
“Be.. Bells” balbettò sottovoce ed io
sorrisi guardandolo engli occhi.
“Si papà sono io, come ti senti?”
“Come se avessi appena mangiato tre kili di frittura di
pesce” sussurrò.
“Oh papà!!! Sempre il solito” dissi
scuotendo la testa.
Rimasi con lui per tutto il pomeriggio, Alice mi aveva fatto compagnia
ma quando si era già fatto tardi le dissi di tornare a casa,
era stanca quanto me e anch’io tra un po’ sarei
tornata a casa, prima però avrei aspettato che mio padre si
addormentasse.
“Bells vai a casa è tardi” disse mio
padre accarezzandomi la guancia.
“Si papà ora vado, prima voglio aspettare che tu
ti addormenta” gli dissi sorridendo e lui annuì.
Dopo circa una mezz’ora si addormentò
ed io
cominciai a prendere le mie cose.
“Buonanotte papà” sussurrai baciandogli
la fronte e dopo uscii dalla stanza.
“Signorina Swan!!” sentii una voce chiamarmi e
così mi girai.
Vidi il padre di Emmett correre verso di me e sorrisi di quella scena
un po’ imbarazzante.
“Si dottore?” chiesi una volta avvicinatosi a me.
“Anzitutto chiamami Carlisle, io sono il padre di Emmett ed
Alice, come forse ben sai” disse ed io annuii.
“Bene le volevo dire che suo padre sta molto meglio,
sarà dimesso a giorni,
nel frattempo se preferisce venire a stare da noi in modo da non stare
sola a casa, bè mi farebbe molto piacere”
“Oh bè, grazie per la proposta Carlisle, ma io
vede, devo andare a casa perché ho delle cose da sbrigare,
terrò presente la sua richiesta” dissi imbarazzata.
“Bene signorina allora mi raccomando si riposi e stia
tranquilla” disse porgendomi la mano.
“Certamente, ah e comunque può chiamarmi
Bella” dissi stringendogli la mano e sorridendogli.
“Va bene Bella, allora a presto” disse ricambiando
il sorriso.
“A presto Carlisle” dissi e poi mi diressi verso
l’uscita dell’ospedale.
Solo ora mi resi conto che non avevo il pick-up! Mio dio che
sbadata!!
Dovevo farmi tre isolati a piedi!
E per giunta stava per piovere ed io non avevo
l’ombrello… Peggio di così…
Cominciai ad incamminarmi verso le vie di Forks, certe volte correndo,
era tardi e le strade non erano molto illuminate.
Sentii una macchina suonare il clacson e fermarsi al mio fianco.
“Cazzo!!!
Cazzo!!” avevo una fottuta paura, ed ora se
questo mi voleva trascinare con lui?
“Scusami ti serve un passaggio?” chiese una voce
femminile all’interno della macchina.
“Oh!!! Sia
ringraziato il cielo! E’ una donna!”
“Be.. Bella sei tu??” disse quella ragazza al
volante, mi abbassai per vedere meglio chi fosse.
“Angela!!! Oddio sei la mia salvezza!!” dissi e mi
fiondai in macchina.
Lei mi sorrise dolcemente e dopo partì per riportami a casa.
“Ehi come mai eri sola a quest0ora per strada?”
chiese ed io dopo aver tentennato un po’ le spiegai tutto,
dall’incidente al risveglio a casa di Emmett, delle risate
con la sua famiglia e del pomeriggio passato con mio padre.
“I Cullen sono persone davvero stupende Bella”
disse annuendo da sola e io sorrisi, era vero,
non avevo mai conosciuto persone così splendide.
“Bene eccoci, ci vediamo presto Bella” disse Angy,
così l’avevo soprannominata e a lei piaceva.
“Buonanotte Angy e grazie!” dissi salutandola con
una mano.
“Buonanotte Bella” rispose e poi andò
via.
Misi la chiave nella toppa ed entrai, la casa era profumata,
menomale domani mattina mi sarebbe aspettata una bella pulizia
generale.
Dopo essermi lavata e dopo aver messo il pigiama andai in camera mia e
rimasi a bocca aperta,
sul mio cuscino c’era una bellissima rosa bianca.
La presi tra le mani e chiudendo gli occhi, ne annusai il profumo, era
buonissima.
Aprii gli occhi e mi accorsi che accanto ad essa c’era un
bigliettino,
lo presi tra le mani, appoggiando la rosa sul cuscino e lo aprii, la
scrittura era bellissima,
antica direi ed elaborata nei dettagli, lessi il
biglietto ad alta
voce,
quelle parole erano così belle che non potei fare a meno di
piangere per la commozione.
“La
bellezza e la purezza
che sono racchiusi nei
tuoi occhi e nel tuo corpo,
non sono paragonabili
all’immensita’à
dell’adorazione
che provo per te...
Tuo
per sempre
E.”
|
Ritorna all'indice
Capitolo 7 *** 6° L'ARTE DEL SEDURRE ***
Eccomi qui!!!!!!!!!!!
scusatemi di nuovo, ma questa volta non è colpa mia
per il ritardo -.- ci
sono stati dei problemi con la connessione (alice)
si era rotta la
centralina e non ho potuto postare sabato perchè si
è tolta
la connessione...
spero che mi perdionate xD
bene io ringrazio con
il cuore chi legge, chi mi aggiunge tra preferiti e seguite e
soprattutto
chi recensisce *.*
grazieeeeeeeee mi date la forza per continuare!!!!
ecco ora vi lascio al
chappy un baciotto ^^
------------------------------
Michelegiolo: ciauuuuu
eheheheheh hai azzeccato xD ma bella ora crede che sia emmett mmm che
succederà?? XD
ahahah ecco il nuovo chappy un bacio ^^
honeymoon: ciauuuuuuu cara tranqui ^^
anzi mi fa piacere che mi segui!!! sono contenta che ti piaccia
cmq ehm si il
biglietto non può che scriverlo eddino infatti in questo
chappy spiego un pò... XD
bene carissima spero
che questo chappy ti piaccia un bacioneeeeeeeee !!!!!
6° CAPITOLO
L’ARTE
DEL SEDURRE
Pdv Edward
Grazie all’aiuto di una ragazza del comune di Forks, o forse
è meglio grazie all’influenza che avevo sulle
donne,
ero riuscito ad avere l’indirizzo dell’abitazione
di Isabella. Isabella, anche il suo nome era splendido, proprio come la
proprietaria. Avevo deciso di cominciare ad apparire in qualche modo
nella sua vita, anche se ciò risultava molto difficile.
Non potevo uscire allo scoperto raccontandole tutto, avrebbero ucciso
prima me e poi lei,
e solo l’idea che lei fosse uccisa per colpa mia,
bè no, no non potevo assolutamente farlo.
Decisi quindi di corteggiarla da lontano, l’avrei protetta da
tutto e da tutti, ovviamente a sua insaputa,
sarei stato il suo angelo custode. Risi del mio stesso
pensiero…
Poteva un angelo della morte essere un angelo custode?? Certo che
sarebbe stato davvero strano…
Ma comunque dopo aver ricevuto le informazioni che mi servivano, presi
una rosa bianca e scrissi un bigliettino.
Ovviamente ero invisibile, non mi sembrava il caso
spuntare a casa di
lei con una rosa e un biglietto,
non mi avrebbe mai preso sul serio e poi per lei ero uno sconosciuto.
Decisi quindi di entrare di nascosto nella sua stanza.
Arrivai a casa sua, controllando bene la via e la strada e poi spiegai
le ali per arrivare al primo piano.
La finestra era aperta, mi intrufolai e vidi che era davvero la sua
stanza…
C’erano delle sue foto di quando era piccola, dei cd, dei
libri…
In quell’istante però sentii dei passi nel
corridoio, così lasciai la rosa e il bigliettino sul cuscino
e volai via verso il castello.
Non mi sembrava giusto restare lì ad osservarla, forse
l’avrei fatto ma non ora, era ancora troppo presto.
“Edward!!!” urlò Tanya correndo verso di
me.
“Dimmi Tanya”
“Senti mi chiedevo, dato che stasera sei libero potremmo
passare del tempo insieme. Che ne dici?” chiese maliziosa,
mentre con un dito faceva dei disegnini sul mio petto.
“Mi dispiace Tanya, sono costretto a rifiutare”
dissi garbato.
“Uffi vuol dire che chiederò a Felix”
disse imbronciandosi e dopo scappò via.
Come facevano ad esistere delle donne così..
Così… Oddio non riuscivo a
descriverle…
O forse ci riuscivo ma non volevo dirlo. Andai in camera mia e vi
trovai Demetri seduto sul mio letto.
“Ehi Edward!! Stanco??” chiese appoggiandomi una
mano sulla spalla, dopo che mi sedetti accanto a lui.
“Mmm un po’” mugugnai.
Ripensai a cosa avevo fatto prima nella camera di Bella, forse non era
stata una buona idea…
“A che pensi fratello?” si, ormai io e Demetri ci
consideravamo fratelli.
“Niente Demetri tranquillo” dissi sospirando.
Come mi era venuto in mente di scrivere “tuo per sempre
E.” ????
Cioè neanche mi conosceva, poteva credere che fosse
chiunque.
“Idiota! Sono
un idiota” pensai disperato.
“Fratello, non puoi prendermi in giro, e non puoi nascondermi
niente,
ci conosciamo ormai da molto tempo e sai che di me ti puoi fidare, come
io so di potermi fidare di te”
spiegò e mi sorrise incoraggiandomi a parlare.
“Devi sapere che ho fatto una cazzata” dissi
affranto.
“Cazzata?? Continua” mi incitò.
“Bene, sai io credo di essermi innamorato, non
saprei dire se
è proprio amore,
ma provo una tale adorazione per lei che tutto ciò che mi
circonda non ha senso,
perché l’unica cosa che ha un senso nella mia vita
è lei” ammisi.
“Edward non aver paura a dimostrare ed esternare i tuoi
sentimenti…
L’amore è una cosa stupenda ed io lo so”
disse ed improvvisamente lo vidi assorto tra i suoi pensieri.
“Forse” biascicai.
“Allora fratello questa cazzata in cosa consiste???
Non dirmi che è solo perché ti sei invaghito di
questa ragazza che ti trovi in questo stato”
“Si ma anche perché, io ho deciso di entrare a far
parte della sua vita, ovviamente da lontano, non posso mica metterla in
pericolo.
Ho deciso, bè forse è stato più
impulso, di lasciargli una rosa e un biglietto sul suo letto”
dissi incerto nascondendo il viso tra le mani.
“Edward non disperare, non hai fatto nessuna cazzata, il tuo
gesto è qualcosa di così bello che mai mi sarebbe
venuto in mente.
Poi tu qui sei il poeta della truppa” sghignazzò
ed io per risposta gli diedi uno scappellotto sulla testa.
“Ahio!!!” disse massaggiandosi la testa.
“Comunque Edward è bello che esistano ancora
persone come te davvero, non se ne trovano molte in questi ultimi anni.
Piuttosto sono sicuro che questa ragazza sarà lusingata dal
tuo modo di corteggiare,
perché, puoi anche ridere, ma fratello questo fa parte
dell’arte del sedurre!” disse solenne.
“Mmm mi sa che se qui c’è un poeta
questo sei tu” dissi ridendo e poi lui si unì a me.
“Va bene Edward, vado a dormire,
domani mi aspetta un
lavoraccio, quattro anime da prelevare…
Ti sembra giusto??” disse alzandosi dal letto e dirigendosi
verso la porta.
“Mmm no direi proprio di no” sghignazzai.
“Grazie! Non sei d’aiuto!”
mormorò.
“Di niente fratello, per te questo ed altro” dissi.
“Ora che ci penso potresti venire con me! Ti va??”
chiese speranzoso.
“No mi dispiace, i capi mi hanno dato giorno libero per
domani, dovrai chiedere a qualcun altro.”
“Chiederò a Felix allora”
“Credo che ora sia impegnato se ha accettato le avances di
Tanya” dissi con una smorfia.
“Ah! Povero Felix io nelle grinfie di quella non ci
cado!” esultò Demetri.
“A chi lo dici!! Tutte ma non Tanya! Piuttosto la
morte!” dissi e a quel punto ridemmo più forte
fino a quando non fummo costretti a riprendere fiato per non soffocarci.
“Io ti stimo!” disse, battendomi un cinque e dopo
uscì dalla stanza.
Dopo che uscì dalla stanza, mi spogliai e mi misi i
pantaloncini e la maglietta che usavo per dormire e mi buttai a letto
stanchissimo.
La precedente nottata passata sveglio si fece sentire e in poco tempo
mi addormentai, ripensando a lei, Isabella.
-----------
La mattina dopo decisi di andare alla scuola di Forks, per rivederla.
Grazie al cielo oggi era la mia giornata libera, tutto il lavoro oggi
se lo sbrigavano gli altri.
Misi un paio di jeans neri e una maglia azzurra e uscii.
Avevo un bel po’ di fame a dir la verità,
così decisi che prima di andare a scuola a vedere Isabella,
sarei andato in un bar a fare colazione. Uscii dal castello e presi la
mia fedele Volvo, oggi niente ali.
Misi in moto e mi avviai verso il bar più vicino. Spensi la
macchina ed entrai nel bar.
“Buongiorno, vorrei un cornetto e un cappuccino, per
favore” la ragazza dietro al bancone prese la mia ordinazione
e mi sorrise.
“Bene, si può accomodare che glieli porto
subito” disse e io feci come aveva detto,
mettendomi seduto in un tavolino un po’ appartato.
Mi misi seduto meglio e dopo circa cinque minuti, la ragazza di prima
spuntò con la mia colazione.
“Ecco a te” disse sorridendomi maliziosa.
“Grazie” le feci l’occhiolino, tanto vale
farle sognare no? Forse ero un po’ crudele, ma che potevo
fare??
Presi il cucchiaino e cominciai a mescolare il cappuccino.
“Dici davvero Bella?”
“Si Alice! Giuro!! Ieri sera qualcuno ha messo una rosa
bianca sul mio letto e ha scritto un bigliettino!”
“Wow!! E sai chi è?”
“Non lo so, ma si è firmato ‘tuo per
sempre E.’”
Mi girai verso quelle voci che parlavano dietro di me, non poteva
essere, non ci credevo.
Isabella era seduta in un tavolino, non molto distante dal mio, che
parlava con una ragazza con i capelli neri e gli occhi castani.
“Bella è una cosa così
romantica”
“Lo so” sospirò Bella.
Si Bella, era decisamente l’abbreviativo perfetto! Mi girai
verso il mio cappuccino, chinando la testa per non farmi vedere.
“Come se lei
mi riconoscesse! Sono perso..”
Però rimasi lo stesso in ascolto, volevo sapere se
il mio gesto le era piaciuto tanto da sorprenderla.
“Magari lo facesse Jasper per me”
sospirò la ragazza che si chiamava Alice, a quanto capii.
“Ti piacerebbe” disse Bella.
“Oh si!!! Ma ora pensiamo a te! Hai un corteggiatore
segreto!!! Non sei elettrizzata??”
“Ehm si… Ti confesso una cosa…
Però non devi ridere”
“Dimmi Bella, lo sai che non potrei mai farlo”
“Io.. Bè quelle parole erano così belle
e così profonde che mi hanno commosso”
“Oddio, cosa c’era scritto? Posso
saperlo?”
“Certo Alice, tu sei la mia migliore amica ormai”
Si era commossa! L’avevo fatta commuovere, le mie parole
l’avevano toccata dentro.
Sorrisi felice sentendo quello che aveva appena detto, non era stata
una cazzata,
non aveva preso il foglietto e l’aveva buttato pensando che
fosse uno scherzo, no lo portava con se.
“Ecco” disse bella porgendo il bigliettino ad Alice.
Ci fu un minuto di silenzio e poi Alice scoppiò.
“Mio dio Bella!!! Ma è stupendo!!! Cioè
queste parole, meravigliose!!”
“Tu chi credi che sia?”
“Mmm a scuola chi conosciamo che ha il nome che inizia per
E?”
“Non mi viene in mente nessuno se non tuo fratello
Emmett”
“Emmett?” chiese Alice spalancando la bocca.
“Io conosco solo lui che ha il nome che inizia per
E”
“Mmm non credo sia mio fratello, non è
così romantico come si può credere”
Romantico io? Mmm forse… Però questo Emmett
già mi stava sulle palle.
“Dici? Mah spero di scoprire presto chi sia” disse
Bella.
“Chissà magari è più vicino
di quanto tu pensi”
E in quel momento fui colpito da una scarica elettrica che mi fece
rabbrividire!
Cavolo il folletto, come l’avevo soprannominata, mi faceva
paura!
“Non so Alice, so solo che se non scopro chi è mi
ammazzo!”
“Non fare la tragica! Lo troverai ne sono certa!”
“Se lo dici te!”
“Si tranquilla, e ora andiamo a scuola prima che il mio Jazz
mi dia per dispersa”
“Si andiamo” e dopo essersi alzate si avviarono
verso la scuola, che non distava molto dal bar.
Non ci potevo credere, quello che era successo era stato solo una
coincidenza oppure destino?
Bella era dietro di me, potevo sentirla, ma lei non sapeva neanche chi
ero.
Teneva il biglietto in tasca, era così dolce e
così splendida!
Oggi indossava perfino una camicetta blu che si sposava divinamente con
la sua carnagione pallida.
Un’idea mi balenò in testa! Finii la mia colazione
e lasciai i soldi sul tavolo. Stasera le avrei fatto di nuovo visita!
Entrai nella Volvo e mi diressi di nuovo al castello, e appena scesi
dall’auto incrociai Demetri che stava per uscire.
“Ehi Demetri vai a lavoro?”
“Si e pure solo! Avevi ragione Felix è molto
occupato” disse sospirando.
Chissà perché ero felice, oggi forse potevo
occupare la giornata in qualche modo, prima che arrivasse la sera.
“Dai oggi mi sento buono, vengo con te”
“Oh grazie!!!! Edward ti devo un favore!!!” disse
abbracciandomi.
“Si si ora calma! Andiamo su!” dissi e dandogli una
pacca sulla spalla, spiegammo le ali prendendo il volo verso le nostre
prossime vittime.
-----------
“Ottimo lavoro Edward! Quattro morti in un giorno solo per me
erano troppe!”
“Lo so che ti serviva aiuto!!” sghignazzai.
Come al solito dopo aver tolto le anime e quelle quattro persone,
le mandammo al castello, riprendendo il volo per tornare anche noi.
“Bene, vado a farmi una doccia” disse Demetri una
volta arrivati al castello.
“Si ciao caro” dissi ridendo e poi andai in camera
mia.
Mi cambiai e misi i miei vestiti a lavare, presi un jeans questa volta
blu e una maglietta bianca.
Mi sedetti alla scrivania che avevo in camera e prendendo una penna in
mano pensai a cosa scriverle questa volta.
Avevo già preso una rosa, blu questa volta,
perché era il colore che mi piaceva vedere su di
lei… Trovato!!
“La
morbidezza di questa rosa
non puo’
nulla contro quella del tuo corpo...
E il blu e’
solo il colore perfetto per te,
poiche’ si
sposa meravigliosamente
con la tua candida
pelle.
Con amore E.”
Ok ora ero pronto per andare da lei, presi la rosa e il bigliettino e
uscii fuori dalla finestra, per l’ennesima volta spiegando le
ali.
In un attimo mi ritrovai di fronte casa sua, mi resi invisibile ed
entrai dalla finestra, stava diventando un’abitudine.
Sentii un rumore di piatti provenire dal piano inferiore, guardai
l’orario, in effetti era ora di cena…
Appoggiai, proprio come ieri sera la rosa blu sul letto e accanto ad
essa misi il bigliettino piegato.
L’odore proveniente dal cuscino mi investì, il suo
odore era magnifico ed era anche molto dolce.
Sprofondai con la testa nel cuscino ispirandone a pieni polmoni
l’odore,
in modo che il suo profumo mi rimanesse dentro
fino alla prossima sera.
Sembravo un pazzo maniaco?? Bè forse lo
ero…
Posai un bacio sul cuscino e dopo abbandonai la stanza mettendomi su un
albero,
che mi permetteva di osservare la sua camera.
Questa volta sarei rimasto,avevo bisogno di vedere la sua reazione dal
vivo.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 8 *** 7° CURIOSITA' ***
Ok eccomi qui di nuovo in
ritardo....
ma non
è semplice perkè la situazione sta diventando
particolare...
stiamo per
arrivare al punto della prefazione... quindi il tanto aspettato
incontro tra edward e bella
e la decisione di
bella XD spero che riuscirete a perdonarmi per il ritardo
e cmq volevo
ringraziare veramente chi mi ha aggiunto su seguite e preferiti, chi
legge e chi recensisce *-*
vi adorooooo
bè basta parlare ecco il chappy...
ditemi che ne
pensate! bacioniii ^^
---------------------------------
Michelegiolo: ciauuuu eccomi alluora
bè rosalie la vedrai in questo chappy....
e come ho già scritto su, bella e edward si incontreranno
presto..
al massimo tra un chap e non sarà un bell'incontro XD bene
spero di alleviare un pò la tua curiosità XD kiss
^^
7° CAPITOLO
CURIOSITA’
Pdv
Bella
Avevo finito di mangiare e di lavare i piatti. In testa ancora avevo
mille pensieri..
Chi era il mio ‘ammiratore segreto’ come
l’aveva chiamato Alice?
Io speravo che fosse Emmett, ma Alice mi aveva fatto ben capire che non
poteva essere lui. Bè su questo avrei indagato!
“Ehi Bells, domani non ci sono mancherò tutto il
giorno perché sono a La Push da Billy”
“Va bene papà! Ora vado a letto, notte”
dissi dandogli un bacio sulla guancia
e andando nella mia camera felice e curiosa di sapere se sul mio
cuscino ci fosse un’altra rosa.
Entrai nella mia camera tremando, già il mio cuore
palpitava…
Accesi la luce e come speravo sul mio cuscino trovai una rosa blu
bellissima.
Come la sera prima chiusi gli occhi, dopo averla presa e ne annusai il
dolce profumo.
Riaprii gli occhi e dopo aver posato la rosa sulla scrivania, presi il
bigliettino e lo lessi.
“La
morbidezza di questa rosa
non puo’
nulla contro quella del tuo corpo...
E il blu e’
solo il colore perfetto per te,
poiche’ si
sposa meravigliosamente
con la tua candida
pelle.
Con amore E.”
“Oddio!!!!” esultai felice.
“Ma io…” mi bloccai, sorridendo come una
scema e mi commossi di nuovo.
Da domani il mio colore sarebbe stato il blu! Posai il biglietto
accanto alla rosa e mi spogliai mettendomi il pigiama.
Mi buttai sul letto e cominciai a rimurginare su quello che era
accaduto.
“Allora ho un ammiratore segreto il cui nome inizia per
E… Mi scrive delle cose dolcissime però non si fa
vedere…
Mmm devo assolutamente scoprire chi è!” dissi
decisa sbattendo un pugno sul materasso.
Sospirai, non ce l’avrei mai fatta, e poi per ora
l’idea di io ed Emmett insieme mi piaceva..
Presi il cellulare, purtroppo non avevo sonno…
“E.. Chi sei? Emmett? Oppure che altri nomi ci sono con la
E?” mi chiesi.
“Eric, Elias, Edwin, Edward…” ma non
conoscevo nessuno! Uffa!!
Decisi di mandare un sms ad Emmett, oggi non l’avevo sentito
molto...
-Ciao- mandai l’sms, semplice e normale.
Posai il telefono al cuscino e mi portai la rosa blu alle labbra, il
profumo era stupendo,
e poi non sapeva solo di rosa ma anche di lillà, fresie e
qualcosa simile alla vaniglia. C’era il suo profumo su quella
rosa…
L’allontanai un po’ mettendomi a pancia sotto sul
letto e affondando la testa nel cuscino.
Di nuovo quell’odore era potente nella federa del cuscino..
Me ne beai, inebriandomi di quel dolce profumo fino a quando il
cellulare tremò avvisandomi dell’arrivo di un sms.
-Ciao- rispose, mmm forse non aveva voglia di messaggiare.
-Come va? Oggi non abbiamo avuto modo di parlare..- inviai aspettando
una sua risposta che non tardò ad arrivare.
-Lo so mia sorella ti ha rapita! Ahahah”
-Domani rimedierò promesso!- mandai di nuovo mentre
continuavo a sfiorare le mie labbra con la rosa.
-Certo! Ti porterò in un posto stupendo! Tanto mancano pochi
giorni alle vacanze estive-
Era vero, mancavano davvero pochi giorni, mmm chissà dove mi
avrebbe portata…
-E dove mi vorrebbe portare??-
-Sorpresa!!! ;) Notte Bella! Un bacio-
-Notte Emmett, ti voglio bene- risposi e dopo spensi il cellulare.
Chissà dove mi voleva portare… Sicuramente domani
avrei scoperto se era stato lui a scrivere quelle stupende parole o no..
Pensando a questo e pensando a chi fosse il mittente dei bigliettini,
mi addormentai con un sorriso sulle labbra.
******
Pdv Edward
Era appena entrata nella sua camera, io fremevo dalla voglia di vederla
e di vedere la usa reazione.
Si guardò curiosa intorno e dopo quando vide la rosa un
sorriso dolce spuntò sulle sue labbra
si avvicinò inspirandone il profumo e dopo prese il
biglietto.
“Oddio!!!!” disse gioiosa, e questo non fece altro
che far spuntare anche sul mio viso un sorriso idiota.
La sua voce era così bella e melodica.. Sentirla
così mi faceva venire i brividi lungo il corpo.
Cominciò a farsi i suoi monologhi e questo mi fece sorridere.
“Eric, Elias, Edwin, Edward…”
“Edward!! Si Bella hai azzeccato! Sono io!! Mi chiamo
Edward!”
Il mio cuore cominciò a battere freneticamente quando
pronunciò il mio nome…
Rimasi ad osservarla dal giardino fino a quando non si
addormentò
e così decisi di entrare nella sua camera e per la prima
volta avevo il desiderio di sfiorarla e di osservarla dormire.
Avrei passato la notte insonne per lei.. E così
feci…
Restai lì in camera sua a guardarla dormire, era splendida,
i capelli erano arruffati e stringeva il cuscino tra le sue mani.
Sorrisi, sembrava una bimba piccola.
Le sfiorai le guance rosee e poi gli appoggiai le labbra su, per
sentire il suo odore e il suo sapore sulle mie labbra.
La pelle del suo viso era fresca e morbida proprio come
l’avevo sempre immaginata.
Ben presto fu mattina, troppo presto per i miei gusti e così
dovetti andar via..
Lasciai un bacio sulla sua folta chioma scura e mi diressi verso il
castello.
“Edward!! E’ questa l’ora di
rientrare?!” disse Aro mentre mi faceva entrare dentro la
loro sala.
“No scusatemi” dissi abbassando il capo.
“Scuse accettate, ma ora muoviti che hai del lavoro
importante da fare!”
“Ok capo” dissi sbadigliando.
“Bene, ah dimenticavo Rosalie verrà con te, la
punizione le ha fatto bene” ghignò.
“In che senso?” chiesi curioso.
“Bè Edward lo vedrai” disse mentre una
espressione malefica si dipingeva sul suo volto.
Feci spallucce, tanto non mi importava un fico secco di Rosalie.. Io
facevo il mio lavoro punto e basta.
“Rose entra pure” esordì Caius.
Da una porta nera in un angolo della sala spuntò Rosalie,
vestita di rosso, aveva ragione Aro sembrava diversa.
In viso aveva un ghigno perfido e i suoi occhi marroni erano strani,
avevano qualcosa di diverso e particolare, incutevano
terrore… Certo non a me, ma alla sua vittima sicuramente si.
Mi avvicinai ad Aro e inchinandomi al suo cospetto mi rialzai per
parlare.
“Gli avete fatto il lavaggio del cervello?” sibilai.
“Qualcosa del genere, era un po’ impacciata e
tremendamente ostile
tanto che abbiamo dovuto chiedere degli aiuti esterni” disse
piano Marcus.
“Mmm ok” dissi, facessero quello che vogliono, non
mi fregava.
“Rose, tu e Edward andrete ad estrarre due anime, questi sono
i nomi” annunciò Aro porgendomi un foglio.
Bene un’altra missione con Rose… Presi il foglio e
facendo un inchino, abbandonai la sala seguito da Rosalie.
“Chi dobbiamo uccidere questa volta?” chiese
curiosa.
“Due, sono un uomo e una donna che avranno un
incidente” spiegai atono.
“Mmm ok andiamo?? Prima si parte prima si ritorna”
esultò.
“Si andiamo” assentii per poi spiegare le ali
tenendola stretta a me, per dirigermi nel luogo
dell’incidente.
Mentre volavo in cerca del posto, sentii la presa di Rosalie sul mio
petto rallentare…
“Ehi che succede?” chiesi stringendola di
più.
“Voglio provare da sola Edward” disse guardandomi
negli occhi.
“Va bene, ma io non ti riprendo se perdi il
controllo” dissi e poco dopo la lasciai scivolare via dalle
mie braccia.
Prese il volo tranquillamente quando dalla sua schiena spuntarono due
grosse ali nere proprio come le mie.
Aro le aveva fatto qualcosa che non riuscivo a spiegarmi.. Che le
avesse veramente fatto il lavaggio del cervello?
Mmm bè sarebbe tipico di lui fare questi giochetti.
“Dai Edward!! Andiamo!!!” urlò Rose.
“Si” risposi semplicemente.
----------
Fu tutto molto semplice, Rose se la cavava davvero bene,
certo non era ancora ai miei livelli però aveva fatto un
buon lavoro tanto che lasciai tutto a lei.
Si strofinò le mani sugli abiti per togliere la polvere e
dopo mi si avvicino felice.
“Ok fatto! Com’è andata?”
chiese ghignando.
“Bene andiamo al castello” dissi e dopo poco
spiccammo il volo per tornare a casa… Si perché
la nostra casa era il castello…
Erano le quattro del mattino e lungo gli ampi corridoi non
c’era nessuno.
“Bene Rosalie io vado a dormire avrei
sonno…” dissi e lei annuì.
“Ah Edward non vuoi mangiare prima?” chiese da
lontano.
In quel momento il mio stomaco brontolò rumorosamente, si
forse avevo proprio bisogno di mangiare.
“Ok arrivo” dissi ritornando sui miei passi per
raggiungere Rose.
“Cosa volevi mangiare?” chiesi mentre camminavamo
l’uno al fianco dell’altro.
“Pensavo un po’ di carne e poi in frigo ho visto un
dolce” rispose
e poco dopo ci ritrovammo nella sala cucina per prepararci da mangiare.
“Cucini tu?” chiese.
“Si spostati” mormorai avvicinandomi ai fornelli.
“Ma quanto siamo garbati eh?” disse acida.
“Che vuoi?” chiesi.
“Ma niente… Sai pensavo che mi piacerebbe rivedere
il mio Emmett… Mi manca tanto” sospirò.
Ma tutti sti cambiamenti d’umore erano normali?
Passava dall’essere acida, peggio di uno yogurt scaduto,
all’essere triste e pensierosa…
Le sue parole mi si materializzarono nella mente: “però mi
piacerebbe rivedere il mio Emmett”
“Chi è Emmett?” chiesi, magari avrei
scoperto di più...
“Il mio ragazzo, bè almeno lo era prima di
ritrovarmi qui” sospirò ancora abbassando lo
sguardo.
Che fosse lo stesso Emmett dei pensieri di Bella? Avrei dovuto
indagare… Mangiammo in silenzio e poi sbadigliai.
“Pulisci tu” dissi alzandomi e abbandonando la
cucina.
“Stronzo” sussurrò ma la sentii lo
stesso.
“Io ho cucinato! Notte!” ribattei per poi chiudermi
la porta alle spalle.
Mi diressi nella mia stanza, dopo essere entrato mi spogliai e mi
buttai sul letto.
Avevo ancora il profumo di Bella che mi scorreva dentro…
Avevo fatto bene a inspirare a fondo il suo odore.
Così pensando che tra un po’ l’avrei
rivista mi addormentai sorridendo felice.
******
Pdv Emmett
Dopo aver ricevuto il suo sms della buonanotte andai in bagno per
lavarmi…
“Alice apri!!” urlai bussando alla porta. Ma quanto
ci metteva quella nanetta??
“Si Emm un attimo!!!” rispose.
Mi lasciai cadere appoggiandomi al muro accanto alla porta, stavo
pensando a Bella…
Era una ragazza particolare, non cercava di farmi ritornare in mente i
brutti ricordi anzi…
Però non lo so ero confuso, cosa provavo per quella ragazza?
Non potevo illuderla…
“Pensi a Bella?” mi sussurrò
all’orecchio il piccolo folletto di mia sorella.
“Ehi!” urlai spaventato.
“Ah lo sapevo!!!” esultò cominciando a
saltellare per il corridoio.
“Siiiiiiiiiiiiiiiii!!!! Siiiii tu pensi a lei!!!!! Dai
fratellone ammettilo!!!” disse battendo le mani.
“No! E ora lasciami che vado in bagno!” urlai.
“Ehi voi due non è orario di discutere questo
andate a letto!” ordinò nostra madre spuntando
dalle scale.
“Si mamma” dicemmo insieme per poi sospirare.
“Emm ascoltami e poi ti lascio in pace… Devi
buttarti alle spalle il passato, Rose è morta non
c’è più!
E’ inutile che ci pensi ancora e speri che torni,
perché non sarà così” disse
piano accarezzandomi la spalla.
“Va ben ci penserò, ma è
difficile… Notte sorellina” dissi dandole un bacio
e dopo entrai nel bagno per lavarmi.
“Bella… Bella…”
mormorai.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 9 *** 8° FESTA IN SPIAGGIA ***
Sono in un tremendissimo
ritardo lo so.... chiedo umilmente scusa... spero solo che continuiate
a leggere.
cmq questo
è il nuovo chappy, e possiamo dire che è l'ultimo
prima dell'incontro tra bella e edward finalmente xD
so che aspettate
con ansia quel momento infatti lo avrete nel prossimo chappy!
promesso!!!!
alluora volevo
ringraziare i dieci che mi hanno aggiunto su preferiti e i 10 su
seguite...
grazieeeeeeeeeeeeeeeeeeee
e grazie ovviamente a chi recensisce e chi legge solamente...
ora vi lascio al
chappy ditemi che ne pensati besoli ^^
-----------------
Michelegiolo: ciauuu eccoti qui l'ultimo
chappy diciamo tranquillo, nel prossimo ci saranno i guai muahahhaha
che perfida....
loro due si incontreranno ma in che circostanze??? XD ti ho
incurriosita??
spero di si :) un
bacioooo e buona letturaaaaaaaa ^^
eli1414:
amorina
miaaaaaaaaaaaaaa che bello averti qui!!!!!!! speravo che arrivassi ^^
chiedo perdono per
non aver detto nnt.... mi perdonerai???? e se ti faccio gli occhioni
dolci??? XD
cmq mmm si la mia
mente diabolica ha già elaborato tutto muahahahah XD
vabbuò ti lascio cara!! un bacioneeeeeeee ti adoro!!
8° CAPITOLO
FESTA IN SPIAGGIA
Pdv
Bella
Era domenica grazie al cielo, questa settimana era volata…
Oggi mi aspettava una giornata con Emmett, chissà dove mi
avrebbe portata.
Erano le nove del mattino, così decisi di farmi una doccia e
poi di andare da mio padre, ancora non era stato dimesso..
Si stava meglio ma purtroppo dicevano che il proiettile si era
spezzettato e c’era una parte incastrata nel polmone destro.
Certe volte mio padre respirava a fatica, questo mi faceva preoccupare
e non poco,
ma avevo fiducia in Carlisle, così cercavo di
tranquillizzarmi, almeno in parte…
Dopo aver finito di fare la doccia, andai in camera mia e cercai
nell’armadio qualcosa da mettere.
Oggi c’era veramente caldo, strano a dirsi, ma forse questo
era dovuto al fatto che l’estate si stava avvicinando?
Scossi la testa e cominciai a cercare nell’armadio qualcosa
di decente.
Optai per una magliettina bianca con scollo a V a mezze maniche e un
paio di jeans leggeri.
Dopo che mi vestii presi la mia borsa e uscii fuori di casa chiudendo
la porta a chiave. Entrai nel pick-up ma non partì.
“Ma che palle!!” solo due giorni di vita e sto
ammasso di ferraglia non funzionava.
E menomale che lo reputavo ‘il mio adorato
pick-up!’
“Maledetto catorcio!” sbottai e poi uscii
dall’abitacolo cominciando a camminare verso
l’ospedale.
Mi aspettava un bel po’ di strada a piedi,
sbuffai… Non me ne andava bene una!
Mentre camminavo guardandomi intorno, la mia attenzione si
focalizzò sul cellulare che squillava.
Lo presi velocemente dalla borsa e risposi
Pronto?
Ehi Bella non mi
riconosci? Oggi sbaglio o abbiamo un appuntamento?
Ciao Emmett!!! esultai
continuando a camminare.
Ciao! Allora dove sei?
Sto andando da mio padre,
il pick-up non ne vuole sapere di partire
Sentii una risata sommessa dall’altro lato del telefono.
Che hai da ridere!
Niente niente, sto
arrivando, non muoverti ok?
Va bene
Ok un bacio! Ti voglio
bene!
Anch’io
risposi semplicemente prima che richiudesse la chiamata.
Mi dondolavo sui miei stessi piedi, ero così felice! In quel
momento non pensavo al mio ammiratore segreto, ma solo ad Emmett.
Era così dolce con me… Magari ci
saremmo potuti anche bac..
Un clacson mi ridestò dai miei pensieri.
“Signorina mi scusi ha bisogno di un passaggio?” la
Lamborghini di Emmett sbucò da un angolo fermandosi proprio
davanti a me.
“Emmett!!!!” urlai felice aprendo lo sportello
della macchina e fiondandomi dentro,
gli schioccai un bacio sulla guancia per poi arrossire vistosamente.
“Ma che cazzo
fai Bella???” mi ammonii mentalmente dandomi
della stupida. Ma che mi era saltato in mente di fare??
“Come mai così affettuose stamattina? Non che mi
dispiaccia ovvio.”
“Ehm.. Io… Veramente…”
cominciai a balbettare diventando di un colore simile al fucsia.
“Andiamo dai!” disse e dopo mi diede un piccolo
bacio all’angolo della bocca facendomi l’occhiolino.
“Oh santo cielo qui io muoio!” pensai e poi mi
sistemai meglio sul sedile.
In poco tempo fummo da mio padre, decisi di far entrare anche Emmett,
mi sembrava il minimo,
per tutto quello che aveva fatto per me, di fargli conoscere mio padre.
“Papà?” chiamai entrando nella sua
camera.
“Ehi Bells! Ciao!” disse Charlie alzandosi un
po’ dal lettino.
“Papà sta giù! Devi
riposare!”
“Tranquilla Bells, sono sano come un pesce!” disse
e poi rise.
Mi girai in cerca di Emmett e lo vidi appoggiato alla porta con un
sorriso stampato in viso.
Gli feci cenno con la mano di raggiungermi, e lui in un attimo fu
accanto a me.
“Papà ti presento Emmett, è un mio
amico ed è il figlio del dottor Cullen” spiegai
guardando mio padre.
“Piacere Emmett”
“Salve capo Swan! Come si sente?”
“Bene, anche se potrei stare meglio” disse
abbozzando un sorriso.
Sorrisi anch’io e per un po’ stetti li con lui,
mentre Emmett era uscito per chiamare Alice.
Ormai era l’ora di pranzo così decisi di andar via
per far riposare mio padre.
“Papà verrò domani promesso”
dissi dandogli un bacio sulla fronte.
“Tranquilla Bella, non preoccuparti per me, sono in buona
compagnia qui!”
Com’era dolce il mio papà! Gli volevo bene,
eravamo molto simili e questo faceva sì che ci capissimo al
volo.
“Bene allora vado! Ciao papà!”
“Ciao Bells! E mi raccomando apri gli occhi con
quell’Emmett!”
“Si papà” risi e dopo uscii fuori dalla
stanza ritrovandomi Alice al posto di Emmett in sala d’attesa.
“Ehi che ci fai tu qui?” chiesi raggiungendola.
“Ma come siamo felici di vedermi vero?”
Alice mise un piccolo e tenero broncio e poi quando le diedi un bacio
sulla guancia lei sorrise ritornando allegra come sempre.
“Scusami Alice ma Emmett?” chiesi cercando di
vedere una sua figura anche in lontananza.
“E’ andato a prendere Jazz per stasera, noi ci
dobbiamo preparare!”
“Ah… Aspetta preparare? Per cosa?”
chiesi incuriosita.
“Ma come Emmett non te l’ha detto?”
“Ehm veramente no!”
“Sempre il solito! Comunque stasera si va al
mare!!!!”
“Coooosa??? Ma se io… No! Cioè non
posso! Non ho il costume!” me ne uscii con la scusa
più banale.
“Mia cara Bella andremo ora!! Dobbiamo comprare tutto il
necessario!!!” disse Alice
battendo le mani mentre già la seguivo fuori
dall’ospedale.
“Sei incredibile” sospirai.
“E’ uno dei miei tanti pregi!!!”
esultò e dopo aver acceso la macchina,
partimmo per andare al centro commerciale per fare shopping.
----------------
Eravamo riuscite a trovare il costume al primo negozio, ero
così felice per ben tre motivi…
Primo: non avrei dovuto girare per tutto il centro commerciale;
secondo: il costume era troppo bello!!!! Era perfetto per me!
Terzo: avrei visto Emmett mezzo nudo!!!
“Bella!! Ohiiii ti svegli dal tuo stato di trans?? Siamo
arrivate!!”
“Che cosa?” chiesi spaesata mentre Alice faceva
svolazzare una sua mano davanti alla mia faccia.
“Non c’è niente da fare, sempre la
solita” scosse la testa e poi uscì dalla macchina.
Scesi anch’io e non mi accorsi nemmeno che eravamo a casa
sua.
Alice mi passò la busta con il costume e mi disse di andare
di sopra in bagno a cambiarmi,
mentre lei sarebbe andata in camera sua a fare la stessa cosa.
Le sorrisi e poi mi diressi verso il bagno, mi spogliai e mi misi il
costume. Si si mi stava bene!!!
“Bella sei pronta? I ragazzi sono in macchina”
“Si scendo subito!!!” misi le infradito che mi
aveva comprato Alice
e scesi con sopra il costume una t-shirt rosa e un paio di
pantaloncini, portandomi sempre dietro i miei vestiti della mattina.
Era ormai pieno pomeriggio, a quanto avevo capito da Alice sarebbe
stata una festa in spiaggia con tanto di falò…
Bene non ne avevo mai fatto uno! Sorrisi perché sarebbe
stato il mio primo falò con Emmett
e ovviamente con la mia migliore amica e il suo ragazzo.
“Bella!!!!!” urlò Alice dalle scale.
“Si si eccomi!!!!” scesi di corsa le scale e le
diedi un bacio sulla guancia per farmi perdonare.
“Su andiamo!!!!!!” disse Alice trascinandomi verso
la Lamborghini di Emmett.
Aprii lo sportello e Alice si fiondò dietro dove
c’era anche Jasper, mentre io mi sedetti sul sedile anteriore.
“Buon pomeriggio Bella” mi salutò Jasper
e io gli sorrisi ricambiando il saluto.
“Allora siamo pronti?” chiese Emmett
“Certo che sì” esultò Alice
per poi ridere.
Passarono ben venti minuti nei quali cantavamo una canzone che passava
alla radio.
Emmett ogni tanto mi guardava e io arrossivo e lui sorrideva vedendo
l’effetto che mi faceva. Maledetto!!!!
“Eccoci!” disse Emmett dopo che fermò la
macchina.
“Jazz prendi le borse dietro” ordinò
Alice al suo ragazzo mentre lui la guardava con un sopracciglio
inarcato.
“Non puoi replicare!!!” disse Alice dopo che Jasper
voleva ribattere.
Soffocai una risata e uscii dalla macchina. Emmett mi fu subito accanto
sorridendomi
e prendendo la mia borsa che già il povero Jasper aveva
sceso dal bagagliaio.
Mi girai verso di lui e lo guardai dolcemente, era pieno di borse! Ma
che si era portata Alice??? Povero Jasper.
“Andiamo?” mi sussurrò Emmett
prendendomi un braccio.
“Certamente” risposi per poi cominciare a camminare
seguiti da Jazz ed Alice che battibeccavano.
Arrivammo in spiaggia era bellissima, poi si stava facendo sera e il
tramonto era stupendo,
sembrava proprio che il sole volesse immergersi nel mare.
Alice stava sistemando le tovaglie già si era svestita
rimanendo con il suo bikini
tutto colorato a quadrettini rosa con i contorni bianchi e neri.
Sorrisi pensando che mancava davvero pochissimo prima che le commesse
ci buttassero fuori a calci dal negozio.
Distolsi lo sguardo da lei e spalancai gli occhi vedendo il costume di
Jasper! Oh mio dio!
“Lo so Bella, Alice mi ha praticamente obbligato a mettere
ques…”
“Questo cosa?? Amoruccio mio??” Alice
affiancò Jasper fulminandolo con gli occhi.
“Ehm volevo dire questo stupendo costume! Amore!!!”
“Meglio per te! Sai di cosa sono capace!!” potrei
giurare di aver visto un fulmine dietro Alice.
Scappai da quell’ira funesta e mi girai verso Emmett, aveva
sistemato la sua tovaglia accanto alla mia,
aveva un costume bianco con dei disegni neri e sulla gamba
destra una scritta sempre nera.
Osservai il suo corpo muscoloso, sembrava una montagna e dava sempre un
tale senso di sicurezza e protezione…
Volevo essere tra le sue braccia in quel momento…
“Bella che fai non ti spogli???” chiese Emmett
incuriosito.
“Ehm… Ehm… Si si…
Su… Subito” balbettai rossa per poi cominciare a
spogliarmi.
******
Pdv
Emmett
Bella si stava spogliando davanti ai miei occhi e non potei resistere
dallo spalancare la bocca.
Era davvero una bella ragazza, inutile negarlo.
Aveva un bikini bianco con delle stampe nella parte superiore,
sembravano delle foglie.
Il suo corpo era piccolo e ogni suo movimento dallo sfilarsi la
maglietta a levarsi i pantaloncini mi aveva eccitato.
“Cazzo Emmett!! Controllati!!”
Presi un lungo respiro cercando di calmarmi. Bella era ancora rossa in
viso, si capiva lontano un miglio che era imbarazzata…
Allora pensai di alleggerire la situazione.
“Forza Bellina andiamo a farci il bagnetto!!!!”
dissi sorridendo e lei ricambiò.
“Mmm pensavo di stare un po’ in spiaggia, dopo
vengo promesso”
“Ok Bellina io vado a bagnarmi un po’” le
feci l’occhiolino e salvando Jazz dalle grinfie di Alice,
andai a farmi un bagno con il mio cognatuccio.
“Ehi Emmett come va con Bella?” disse Jasper una
volta entrati in acqua.
“Cosa vuoi sapere?” chiesi titubante.
“Si cioè tu e lei siete una coppia o
cosa?”
“Non so Jazz, sono troppo confuso, lei sarebbe la mia prima
ragazza dopo Rose”
Con un dito Jasper mi spruzzò l’acqua negli occhi,
che immediatamente cominciarono a bruciare.
“Bastardo!!!!!!!!!! Questa me la paghi!!!!!!!!!”
cominciai a sbraitare contro Jasper
mentre delle risa dolci e genuine mi arrivarono all’orecchio.
Mi girai e vidi Bella e Alice che se la ridevano, tenendosi addirittura
la pancia. Una luce maligna mi attraversò gli occhi, ridi
ridi…
“Jazz smettila di spruzzarmi!!!!” urlai mentre
cercavo di spiegargli il mio piano.
“Che vuoi???” chiese dopo aver finito quella
tormenta.
Gli spiegai il mio piano e sorridemmo malefici. Piano uscimmo
dall’acqua, era impossibile crederci ma già si
erano fatte le nove…
Le ragazze ancora ridevano e io e Jasper ci avvicinammo dietro di loro,
che non si erano accorte di niente.
Feci l’occhiolino a Jasper per dirgli che quello era il
momento giusto e così sollevammo
Alice e Bella mettendocele sulla spalla per buttarle in acqua.
“Emmett mettimi giù!!! Ti prego!!!!”
Bella mi supplicava sbattendo i piedi sulla mia schiena,
ma non poteva fare niente, questa volta l’avrebbe pagata.
“Nooo Emmett l’acqua è fredda,
è buio!!” ghignai perfido ignorando le sue
suppliche.
“Pensi che bastino le tue suppliche?” chiesi mentre
già ero con i piedi in acqua.
“Ti pregooooooo!!!” supplicò ancora
facendomi gli occhi dolci.
Non potei resistere a quegli occhi che mi imbambolarono, ma quando sul
suo viso si disegnò un’espressione vittoriosa,
mi ridestai dai miei pensieri e sghignazzando la gettai
nell’acqua.
Quando riemerse mi guardò con fare minaccioso e io sorrisi
buttandomi e inondandola.
“Maledetto!! Soffoco così!!”
“Ma Bellinaaaa ti salvo io!!!!!!!!” gli dissi
sorridendole e lei mise un broncio carinissimo.
Alice e Jasper si stavano spruzzando a vicenda, quanto erano
innamorati…
Chissà se un giorno anch’io avrei trovato il vero
amore…
Ma nel frattempo mi rendevo conto che questo era impossibile,
perché io in testa avevo solo lei, la mia Rose.
“Emm a che pensi???” mi sussurrò Bella.
“Niente di che” risposi.
“E dai!!!” cominciò a fare gli occhi
dolci ma non demorsi.
“No, non ti dirò niente!” sbottai
facendo la linguaccia e dopo poco cominciò a spruzzarmi
l’acqua in viso.
“Ahhhhhhhhhhhhhh finiscilaaaa!!!” urlai mentre le
spruzzavo a mia volta litri d’acqua.
“No Emmett ti prego!!! La smetto va bene la
smetto!!!” disse ridendo e sputacchiando l’acqua
che le era arrivata in bocca.
Sghignazzai soddisfatto, avevo vinto! O almeno così
credevo…
Mentre mi girai per tornarmene a riva, mi si getto sulle spalle per
buttarmi sott’acqua,
ma non si era resa conto che non poteva mai riuscirci così
dopo vari tentativi si lasciò andare.
“Uffa!!! Sei un orso ecco!!!” sbottò
mettendo il broncio.
“Cosa sarei io??” mi girai guardandola di sbieco.
“Un orso odiosooooooo!!!!” urlò
facendomi la linguaccia.
“Ah si?? Allora ecco qui l’orso!!!” dissi
mentre la prendevo per i fianchi l’alzai in alto e la buttai
in acqua facendole fare un tuffo.
Sghignazzai della mia bravata, l’avevo colta di sorpresa.
Aspettai cinque minuti ma non saliva, mi preoccupai e subito dopo aver
preso un respiro mi buttai sott’acqua per cercarla.
La vidi priva di sensi mentre scendeva giù…
Non so perché ma sentivo una morsa al petto, scesi fino a
dove si trovava e tirandola la portai a galla e poi a riva.
Jasper ed Alice erano andati al bar… Bella era bianca in
viso, le labbra viola… avevo paura.
“Bella!!! Bella mi senti???” con le mani calcai sul
petto per farle uscire l’acqua ma niente,
misi una mano sotto il naso, respirava molto piano.
“Bella ti prego!!” le sussurrai.
Appoggiai l’orecchio sul suo petto, all’altezza del
cuore… Il battito c’era anche se
debole…
Continuai a spingere le mani sul petto, per farle tornare il
respiro…
Tossiva un poco, ma aveva bevuto tanta acqua.
“Cazzo! Perché non ci ho pensato
prima!!!!” mi diedi dello stupido.
Con una mano le tappai il naso e con l’altra le aprii
lentamente la bocca.
Presi un profondo respiro e appoggiai la mia bocca sulla sua mandandole
l’aria.
Il suo petto si gonfiava ogni volta che le mandavo una boccata di
ossigeno…
Strano ma vero, in quel momento fui colpito dalla morbidezza delle sue
labbra, così belle, sembravano perfette per il suo viso.
Mi allontanai dalla sua bocca, ascoltando di nuovo il suo cuore.
Tirai un sospiro di sollievo, e mi sedetti accanto a lei tenendole la
mano.
Cominciò a sputare l’acqua e piano cominciava a
sbattere gli occhi. Le alzai un po’ le spalle e lei si
appoggiò a me.
“Scusami Bella, perdonami, io … io non volevo
farti affogare…” dissi dispiaciuto abbassando lo
sguardo.
“Tranquillo Emmett, se non ci fossi stato tu… E
poi bè è stata colpa mia”
sussurrò mentre sputacchiava un altro po’
d’acqua che le era rimasta in corpo.
“No Bella, non dire così non dovevo buttarti
sott’acqua”
Bella mi accarezzò il viso e sentii una strana
elettricità attraversarmi il corpo.
“No Emmett, è colpa mia. Non ho chiuso la bocca e
il naso e mi sono ingoiata due litri d’acqua”
“Oh Bella, avevo paura di perderti” ammisi
stringendola a me e sentii il suo corpo irrigidirsi.
Mi bloccai anch’io, la situazione era strana ma poi lei
appoggiando la testa sul mio petto mi aveva sciolto e la strinsi
più forte.
“Scusami Emmett” disse sospirando.
“Non devi scusarti Bella, la colpa è solo
mia” dissi dandole un bacio sui capelli.
“Grazie” disse guardandomi negli occhi.
Quegli occhi color cioccolata si fusero con i miei azzurri, lasciandomi
meravigliato da tanta bellezza.
Sentivo il suo respiro accelerare… Chiuse gli occhi
lasciandomi incerto su cosa fare…
Poi ascoltando l’istinto, o forse il cuore, mi avvicinai di
più al suo viso
fino a quando i nostri nasi si sfiorarono e poggiai le mie labbra sulle
sue in un casto e dolce bacio.
------------
questi sono i costumi....
Bella:
Alice:
Emmett:
Jasper:
|
Ritorna all'indice
Capitolo 10 *** 9° TRISTE REALTA' ***
Buon
pomeriggio a tutti!!!!!
eccomi con il nuovo chappy! perdonatemi per il ritardo
ma è stato davvero duro da scrivere.... Bene ecco il tanto
atteso incontro :D
ditemi che ne pensate ihihihi XD intanto volevo ringraziare di cuori i
15 che mi hanno
aggiunto su preferiti e i 13 su seguite e ovviamente chi commente e chi
legge!
grazie grazie grazieeeeeeeee!!!!!! un bacioooo e buona letturaaa ^^
-------------------
bells97: gemellinaaaaaaaaaa ma che
bello averti anche qui xD ahahhahaha oddio non smetto di ridere XD un
edwardxemmett???
stupendooooo XD
ahahahah ci penserò in una prossima ff XD grazie tesora mia
t'amoooo tanto anch'iooo kiss ^^
eli1414:
amore
mioooooooooooo ahahhaha grazie per avermi perdonatoooo ^^ cmq non ti
dico se è una bellaxEmmett oppure
una BellaxEdward XD
vedrai aspettando ma non molto perkè ormai siamo arrivati
alla prefazione XD
cmq mio dolce amorino
lo sai che sono perfida e ho la mente diabolica no??? XD ti adoroooooo
troppooooo un bacione stellinaa!!
Michelegiolo:
ciaoooo
eccoti qui il nuovo chappy con l'incontro tra edward e
bella.... per quanto riguarda la coppia
emmett e rose... ti
posso dire solo che non li farò incontrare ma rose
farà qualcosa XD oddio mi sa che ti ho confuso
di più
ihihihihi chiedo perdono.... bene ti lascio al chap! Kiss ^^
9° CAPITOLO
TRISTE REALTA’
Pdv
Edward
Domenica era stata una giornata infernale… Troppe
anime da
dividere dai loro corpi, insomma un lavoraccio.
Non ero riuscito neanche a vedere Bella per un secondo… mi
mancava, questa era la verità.
Era stata una settimana molto faticosa! Eravamo rientrati da poco dalla
‘missione’io, Demetri, Tanya e Rosalie.
Ci avevano spedito a tutte e quattro, per uno solo era troppo
impegnativo
e inoltre richiedeva molta forza e concentrazione, cosa che in quel
momento scarseggiava.
Era mezzogiorno, ma ero stanco e quindi mi fiondai nella mia stanza per
riposarmi un po’.
Presi subito sonno e mi svegliai circa quattro ore dopo…
Andai da Demetri e insieme mangiammo qualcosa, dato che il mio stomaco
aveva bisogno di cibo…
La giornata passò in fretta, mi rilassai nella mia stanza
suonando il piano…
Decisi di comporre una nuova canzone, una canzone che avrei dedicato a
Bella.
Le dita correvano veloci sui tasti e la musica nacque inondando la mia
camera.
Mi rilassai pensando a Bella e continuando a
suonare la melodia fatta a
posta per lei.
Felice mi alzai dal piano e corsi verso l’armadio per
cambiarmi, sarei andato da Bella,
ormai era quasi sera, doveva essere per forza a casa.
Dopo essermi vestito presi la mia solita rosa, questa volta senza
bigliettino…
Avevo intenzione di uscire allo scoperto e di presentarmi.
L’avevo deciso oggi quando mi ero reso conto che mi mancava
da impazzire e dopo che Demetri mi stava per sgozzare,
perché non facevo altro che parlare di lei. Mi sistemai e
uscii dal castello,
quando arrivai a casa sua la vidi stesa in giardino che leggeva un
libro, sembrava essere Cime Tempestose…
Mi nascosi dietro un albero per spiarla in tutta la sua bellezza e
quando stavo per uscire dal mio nascondiglio deciso a presentarmi...
“Ah sei qui! Ti stavo cercando!” mi girai e davanti
a me spuntò Rosalie.
“Che vuoi?” chiesi irritato.
“Sono venuta a portarti il nome della tua prossima
vittima”
Mi diede il foglio ancora piegato, decisi di aprirlo solo quando
sarebbe scomparsa dalla mia vista.
“Sparisci” sbottai.
“Viva la galanteria, ma comunque spero tu ne sia
all’altezza!” disse sghignazzando e come era venuta
scomparve nell’oscurità.
Era diventata incredibilmente malefica. Scossi la testa e la guardai
ancora stesa su quel prato, una meravigliosa creatura.
Presi un sospiro, vediamo chi avrei dovuto uccidere questa
volta… Spalancai gli occhi…
“No no no no!!!! Cazzo no!!!” imprecai contro tutto
e tutti.
Maledizione tutti ma non lei!!! Tutti ma non Isabella Swan!
Si perché in quel foglio c’era il suo nome
scritto… Isabella Swan… Perché?
Perché doveva morire così giovane?
“Cazzo non posso!” sbottai e lei parve sentire
qualcosa perché si voltò verso la mia direzione...
“C’è qualcuno?” chiese con
voce tremolante alzandosi dal prato.
“Merda merda merda! Maledizione!!!”
“Ehi hai bisogno di qualcosa?” spalancai gli occhi,
non mi ero proprio reso conto che si fosse avvicinata così
tanto.
“Stai bene?” continuò e io riposi subito
il biglietto che avevo in mano, in tasca.
“Ehm si sto bene” dissi passandomi una mano tra i
capelli, mio dio se era bella, era semplicemente meravigliosa!
“Mi fa piacere, come ti chiami?” chiese mentre il
suo viso diventava di mille colori.
“E... Edward” balbettai, merda! Fottutissima merda!
Non volevo un incontro così!
“Piacere io sono Bella” disse porgendomi la mano e
facendomi un sorriso splendido.
Titubante portai la mia mano all’altezza della sua e la
strinse leggermente, come se avessi paura di romperla.
“Perché tremi? Sei sicuro di star bene??”
“Si sicurissimo” risposi abbassando lo sguardo,
cazzo avevo ancora la rosa in mano.
“Che bella quella rosa” sussurrò.
E ora??? Il danno è fatto ma io che avrei dovuto fare?
Seguire il mio lavoro oppure oppormi con tutto me stesso per far si che
questo non accada?
Sapevo a cosa andavo incontro se non portavo a termine la missione... Mi
aspettava la morte...
“Ti va di bere qualcosa?” chiese
gentilmente.
“Ehm... si si” risposi e lei sorridendo mi
portò dentro casa.
“Questa è per te” dissi dandole la rosa.
“Grazie, ma a cosa lo devo? Neanche ci
conosciamo...” disse annusando la rosa.
Cazzo aveva ragione, cosa avrei potuto dirle? Sai Bella io sono quello
che ti lasciava le rose con il biglietto in camera tua,
sono quello che ti spiava ogni notte... Mi avrebbe preso per un
maniaco...
“Pura cortesia” dissi senza sapere neanche davvero
cosa volevo far intendere.
“Ok, bè io ehm... Dovrebbe venire una persona
ora... Se vuoi rimanere” disse torturandosi il labbro
inferiore con i denti.
“No vado ci vediamo presto” dissi alzandomi dalla
sedia.
“Edward” disse prendendomi la mano.
Inarcai un sopracciglio aspettando che parlasse.
“No, no niente lascia stare a presto” disse
sorridendo e dopo uscii dalla casa.
Cosa voleva dirmi? Forse aveva capito che ero io colui che le mandava
biglietti e rose...
Eppure sapevo che era così, era molto intelligente e
sicuramente le era bastato vedere la rosa nella mia mano per capire...
Cazzo! Come avrei fatto? Cosa sarebbe successo ora? Potevo uccidere
l’unica mia fonte di vita?
Si perché ormai questo era diventata la mia unica fonte di
vita...
E così triste come non mai mi diressi a casa maledicendo il
giorno che entrai a far parte dei servitori della morte.
******
Pdv
Bella
Ok non era successo niente, uno sconosciuto era entrato in casa mia,
bè non era più sconosciuto si chiamava Edward...
Ma non era successo niente, non doveva succedere niente... Il mio
respiro non era accelerato,
il mio cuore non aveva cominciato a battere freneticamente nel petto
procurandomi addirittura dolore...
Non avevo sentito brividi lungo la schiena.. No non avevo sentito
niente...
“Cazzo!! Non è vero! Ho sentito quelle cose solo
toccandogli la mano!” urlai prendendomi la testa tra le mani.
Perché? Perché? Non ero stupida,
l’avevo capito subito che c’era qualcosa di
particolare in lui...
E quando mi ha dato la rosa, quando l’annusai capii che era
lui quello che si intrufolava nella mia stanza
lasciandomi le rose con i biglietti... Era strana la situazione...
Dopo che Emmett mi aveva baciato in spiaggia, mi era sembrato che
quella era l’unica cosa che desideravo,
l’unica cosa che il mio cuore desiderava.
Ma poi quando ho visto quei due occhi verdi, simili a smeraldi,
guardarmi intensamente mi ero sciolta.
Sospirai pensando se mai lo avrei rivisto... Sarebbe stato magnifico..
Era abbastanza alto, anche se Emmett lo era di più.
Aveva dei capelli rossicci che si ribellavano sulla sua testa, le
labbra morbide e invitanti...
Era semplice attrazione quella? O qualcosa di più?
E’ vero che era da una settimana che mi frequentavo con
Emmett,
e molte volte c’era pure scappato qualche bacio sempre a
stampo, solo una volta...
E sorrisi ripensando a quanto era stato imbarazzante... Ero in aula con
Emmett ed Alice, Jazz aveva un’altra lezione.
Alice fu chiamata fuori perché doveva sbrigare gli ultimi
preparativi per il ballo di fine anno...
Dato che faceva parte del comitato studentesco...
Comunque quel giorno in classe c’eravamo solo io ed Emmett,
eravamo seduti insieme nel banco, tutti erano a mensa.
Mi aveva passato un braccio sulle spalle e mi guardava sorridendo
felice,
poi piano si era avvicinato al mio viso prendendomi con due dita il
mento e facendo si che i nostri sguardi
si incontrassero e poi chiusi gli occhi e lui si avvicinò a
me facendo sfiorare le sue labbra con le mie...
Bè il bacio era iniziato molto lentamente e direi che era
molto dolce proprio come in spiaggia...
Ma poi bè non so come ma gli saltai letteralmente addosso
stringendomi a lui.
Emmett mi teneva le spalle sorreggendomi, mentre le nostre lingue
giocavano impazzite. Fino a qui nulla di imbarazzante...
Il problema venne dopo quando il professore entrò in classe
schiarendosi la voce per farci staccare...
Purtroppo sembra che le situazioni più imbarazzanti capitino
solo a me...
Mi persi nei miei pensieri e mi riscossi solo quando sentii il
campanello suonare.
Mi alzai dalla sedia del soggiorno e avanzai verso la porta.
“Ehi Bella!! Ciao!!!” esultò Emmett
abbracciandomi e dandomi un bacio a stampo.
Gli sorrisi anche se continuavo a pensare a Edward...
Quegli occhi,
quel corpo...
Era qualcosa di semplicemente perfetto! Sembrava un angelo.
“A che pensi piccola??” mi chiese Emm Entrando.
“Nah niente, non preoccuparti” dissi sorridendo e
poi mi avviai verso il salotto.
“Che ti va di fare?”
“Mmm pensavo un film?” proposi sperando che
accettasse...
“Siii ci sto!! Mmm aspetta vediamo cos’hai
qui” disse sporgendosi verso il ripiano con tutti i dvd.
“Nooooo!!!! Non ci credo! Hai Shrek?” disse
voltandosi verso di me con gli occhi spalancati e il dvd in mano.
“Ehm si, mi piace è divertente!” risposi.
“Ma io ti adoro Bellina!!!! Cioè è il
mio cartone preferito!! Ci vediamo questo?? Ti prego ti
prego!!”
In quel momento avevo seri dubbi sul perché Emmett si stesse
comportando come un bambino che non
può avere quello che
desidera e quindi implora i genitori per comprarglielo...
Alla fine mi ricordai che lui era il fratello di Alice e
così tutto era stato spiegato.
“Dai mettilo” dissi con un cenno della mano.
“Grazieeee! Sei unica!!” esultò dandomi
un altro bacio sulle labbra che mi fece arrossire.
Mentre metteva il dvd ripensai a qualche ora fa quando io e Edward
eravamo fuori...
Il cartone era già iniziato ed Emmett mi aveva stretto a lui
portando un braccio a circondarmi le spalle. Respirai lentamente...
In testa avevo sempre lui, i suoi capelli rossicci che si muovevano
ogni volta che inclinava la testa oppure con un soffio di vento, quegli
occhi meravigliosi... Oddio ero confusa, troppo confusa...
Il film finì verso le nove e mezza e mentre Emmett sistemava
il dvd, la porta di casa si aprì e mio padre
spuntò sorridente.
“Oh mio dio!!!!!!!!
Papà!!!!!!!!!!!!!!!!!!” urlai correndo ad
abbracciarlo.
“Ehi Bella!” disse dandomi una pacca sulla spalla.
“Papà!!! Ma ti hanno
già fatto
uscire??? Ma come stai? Vieni in salotto siediti” parlai a
raffica,
oddio non ci credevo stava bene allora.
“Calma Bella” mi abbracciò e dopo
rivolse lo sguardo verso il salotto.
“Oh Emmett ciao” continuò sorridendogli.
“Salve signor Swan, come si sente?” chiese Emmett
avvicinandosi.
“Bene grazie, tuo padre è un uomo d’oro,
mi ha curato e detto che potevo ritornare a casa, mi ha accompagnato
lui pensa”
“Uh capisco, bè allora vi lascio vado a
casa” disse porgendo la mano a mio padre che la strinse
subito.
“Grazie Emmett per essere stato con mia figlia in questi
giorni”
“Di niente per Bella questo ed altro” ammise e dopo
mi diede un bacio sulla guancia
e scomparì dietro la porta sussurrandomi un: “ciao Bella”.
Portai mio padre in cucina e dopo lo feci sedere sulla sedia
avvicinandogli un piatto con della pasta.
“Bella che mi dici di questo Emmett??” chiese
Charlie mettendosi un boccone di pasta in bocca.
“Papà non ne voglio parlare” dissi rossa.
“Mmm è il tuo ragazzo?” subito al dunque
eh???
“Qualcosa del genere ci stiamo frequentando” ammisi
ancora più rossa di prima.
“E’ un bravo ragazzo”
“Lo so” risposi semplicemente per poi correre nella
mia stanza e buttarmi a letto.
Mi addormentai presto, ero stanca era stato un pomeriggio davvero
troppo intenso.
Ad un certo punto vidi il viso di Edward sorridermi e una
sua mano
accarezzarmi la guancia.
Capii che era un sogno ma mi lasciai cullare da quelle sensazioni.
Edward mi accarezzava dolcemente e poi passò le sue dita
sulle mie labbra,
feci la stessa cosa con le mie dita ma quando le appoggiai sulle sue
labbra si scostò bruscamente.
“Non possiamo” sussurro abbassando lo sguardo
“Perché?”
“E’ sbagliato, non voglio porre fine alla tua
vita”
“Perché Edward? Perché?”
chiesi disperandomi.
“Io ti amo da sempre” ammise e poi
cominciò a indietreggiare confondendosi con il buio.
“No Edward aspetta! Edward non andare!!!” urlai e
poi mi alzai di botto spalancando gli occhi.
“Sono qui, sono qui Bella”
disse un a voce calda e
sentii delle braccia avvolgermi.
“Ed... Edward?” balbettai.
“Si sono io Bella” disse poi staccandosi.
Dopo aver preso un attimo di lucidità mi voltai e guardai i
suoi occhi splendenti anche di notte.
“Tu... Tu che ci fai qui” sibilai.
“Io... Scusami Bella me ne vado...” disse alzandosi
dal mio letto.
“NO!!! Aspetta!!” dissi afferrandolo per un braccio.
“Co... Come sei entrato?” chiesi scuotendo la testa.
“Dalla finestra....”
“Non ho detto da dove... Ma come...” sussurrai a
malapena.
“Prometti che non avrai paura di me?” annuii
guardandolo intensamente.
“Sono entrato con queste” disse
e poco dopo sulla sua schiena spuntarono un paio di ali nere che
occuparono la maggior parte della mia stanza.
“Oddio” sbottai portandomi una mano alla bocca.
“Ti faccio paura?” chiese accarezzandomi la guancia.
“Co.. Cosa... Cosa sei?” balbettai.
“Un angelo Bella... Un angelo della morte possiamo
dire” deglutii a fatica.
“Bella non avere paura, io ti proteggerò anche al
costo della vita” ammise guardandomi triste.
“Io... Io devo... Voglio restare
sola”
“Non ti farò del male Bella, mai mai potrei
farlo!”
“Ho bisogno di pensare” dissi abbassando lo sguardo.
“Hai paura di me Bella?” domandò
asciugandomi una lacrima che era sfuggita al mio controllo.
“N... No...” biascicai.
“Mi basta questo per ora, sapere che tu non hai paura di me
è il regalo più bello che potessi
farmi”
disse sincerò e poi sfiorò le sue labbra con le
mie.
“Vado ci vediamo presto” disse sorridendo.
Lo guardai uscire dalla finestra e prendere il volo sbattendo le ali,
rimasi sul mio letto stringendo spasmodicamente le coperte come a
capire che tutto ciò era reale, che non era un sogno...
Gli angeli esistevano allora... Ed io ne avevo conosciuto uno che per
giunta era anche un angelo della morte...
“Edward” sussurrai mentre le lacrime cominciavano a
scendere bagnando le lenzuola.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 11 *** 10° DECISIONI ***
Buongiorno!
come state??? allora vorrei davvero ringraziarvi con il cuore
per chi mi ha ancora aggiunto su preferiti (16 *-*) e su seguite (18
*-*)
grazie grazie grazie!!!!! eccovi qui il nuovo chappy.... bè
possiamo definirlo
come un chappy di passaggio... bene in fondo stiamo arrivando
al punto cruciale... bene ancora grazie a tutti e buona lettura ;)
10° CAPITOLO
DECISIONI
Pdv
Edward
Forse avevo fatto una cazzata o forse no...
Non saprei dirlo, ma il solo sfiorare le sue labbra mi aveva provocato
così tante emozioni dentro...
Ma ora c’era una decisione importante da prendere...
“Bentornato Edward, hai fatto il tuo dovere?” mi
chiese Aro.
“Ehm ho avuto qualche problema ma ci sto lavorando”
dissi.
“Mmm capisco vuoi fare qualcosa di eclatante vero?”
non risposi mi limitai ad abbassare la testa in cenno
d’assenso.
“Ah lo sapevo che tu eri uno tra i migliori servitori che
abbiamo! Si perfetto!
Mmm se non sbaglio c’è il ballo di fine anno a
Forks vero Edward?”
“Si signore”
“Sai pensavamo io, Caius e Marcus che potevi agire per quel
giorno, mi sembra perfetto! Il ballo di fine anno...
Chi non vorrebbe una morte più bella di quella?”
disse entusiasta del suo piano.
Spalancai gli occhi sopportando il dolore e la rabbia che
già cercavano di invadermi...
Avevo due settimane di tempo, il ballo di fine anno sarebbe stato il 20
giugno... Deglutii...
Il 20 giugno era il giorno del mio compleanno ed era anche il maledetto
giorno che diventai un angelo della morte.
Avevano organizzato tutto perfettamente...
“Mmm se non sbaglio è il 20 giugno il ballo,
quindi questo è un regalo Edward, il 20 giugno fai il
compleanno no?
E allora cosa mai potresti desiderare se non prelevare
l’anima di una dolce ragazza?”
“Certo” dissi a denti stretti.
“Bene allora prendilo come un regalo da parte nostra...
Per queste due settimane non ti disturberemo così avrai il
tempo necessario per organizzare il tutto...
Delle altre anime se ne occuperanno Demetri, Tanya e Rosalie. Sai
Rosalie sta facendo un ottimo lavoro!”
“Grazie” dissi abbassando il capo e poi mi avviai
verso il portone....
Dopo essere uscito andai nella mia camera per riflettere. Che scelta
avevo? Dovevo ucciderla?
La sua ora era arrivata e in fondo non si può andare contro
il destino no? O
rmai la mia decisione era stata presa... Ero pronto...
Presi un lungo sospiro e poi mi addormentai, ripensando alla mia
decisione che sicuramente sarebbe stata la migliore per tutte e due.
-----------
E’ vero, è sempre stato vero... Quando aspetti una
cosa con tanto ardore il tempo passa lentamente logorandoti dentro
e poi quando sembra che tu non ci stia pensando più eccolo
che riprende il suo corso più veloce di prima...
E’ giusto tutto ciò?
Ma non saprei dirlo... Ero rimasto un po’ scioccato da come
aveva preso la notizia Bella sulla mia natura...
In fondo mi aspettavo grida, paura, terrore... E invece niente di tutto
questo...
Ormai era quasi pomeriggio, avevo dormito davvero tanto, ma ero
talmente stanco...
Mi alzai di malavoglia dal letto e mi diressi verso l’armadio
con un sorrisetto idiota... Alla fine era un po’ come mi
sentivo...
Un idiota... Ma comunque... Mi misi un jeans blu scuro e una maglietta
verde con delle scritte che andavano sul giallo.
Diedi una sistemata ai capelli frizionandoli con le mani e poi uscii
fuori di casa prendendo la Volvo...
Comune mortale oggi, mi comporterò come un comune mortale...
Andai verso casa di Bella, ormai sapevo benissimo dove abitava, passavo
la maggior parte del tempo li ad osservarla di nascosto..
ma forse ora non c’era più bisogno di nascondersi.
Avrei dovuto rivelarle pure i miei sentimenti?
Mmm non saprei.. su questo punto avrei deciso dopo. Ora avevo qualcosa
di molto più importante da fare.
Arrivai a casa Swan ma ero un po’ titubante sul da farsi... E
se alla fine mi avesse rifiutato?
L’avrei mai sopportato così tanto dolore? Scesi
dalla macchina sospirando,
e quando chiusi lo sportello e alzai la testa la vidi uscire dalla
porta di casa, ancora semiaperta,
che salutava un ragazzone bruno, molto alto, sembrava quasi un orso o
forse un armadio...
Comunque a lasciarmi a bocca aperta non fu per niente la sua stazza, ma
ben sì il bacio che diede a Bella sulle labbra...
la mia Bella... Quelle erano le mie labbra!!!
Una rabbia mi assalì ma poi mi rilassai pensando alle parole
che poco prima avevo pensato... la mia Bella, le mie labbra.
Ero dipendente da lei ormai, non c’era più niente
da fare.
Scossi la testa e poi, quando il ragazzone se ne andò
schioccandogli un ultimo bacio sulle labbra,
mi avvicinai e prima che chiudesse la porta l’afferrai per un
braccio.
“Bella aspetta” dissi e sul suo viso intravidi
un’espressione di tristezza.
Avrei voluto chiederle cosa le fosse successo ma poi soppressi
l’istinto e le sorrisi.
“Edward? Edward?” chiese spalancando gli occhi.
“Ehi sono io” dissi accarezzandole la guancia.
“Mi sembravi un sogno ieri notte...” ammise
diventando rossa.
“Forse un incubo vorrai dire” sussurrai piano.
“Cosa?” chiese inarcando un sopracciglio.
“Ehm, no niente andiamo in un posto speciale, ti
va?”
Lei mi sorrise e annuì, così la portai in
macchina e dopo che allacciammo le cinture partii verso il luogo che
ritenevo perfetto per ciò che volevo fare.
******
Pdv
Bella
E’ facile dire che bisogna essere forti nei momenti
più tristi, ma in fondo non è così...
Dire ad Emmett che, nonostante mi piacesse tanto, non ero pronta per
una relazione, era stata una grande bugia....
Io non desideravo altro che trovare l’amore, ma forse non era
Emmett quello giusto... Forse era Edward...
Scacciai i pensieri dalla testa e mi alzai, oggi non sarei andata a
scuola...
Non mi andava. Charlie era andato da Sue ed Henry a La Push.
Loro lo stavano aiutando nella riabilitazione e grazie al cielo si
stava riprendendo bene.
Scesi in cucina e feci colazione... Cosa c’era di meglio di
una mattinata in casa?
Verso le undici e mezza, dopo aver sistemato un po’ di cose
in cucina,
il mio telefono cominciò a vibrare così vidi che
era arrivato un sms.
-Ehi Bella come mai non sei venuta a scuola? Stai male? Pure Emmett
è preoccupato! Ti prego rispondimi presto! Un bacio Alice :)-
Sorrisi leggendo il messaggio e poi risposi...
-Ciao Alice, oggi non sono venuta perché mi sono alzata
tardi... Sto bene tranquilla! Salutami Emmett un bacio! :)-
Dopo aver inviato il messaggio andai verso il bagno e mi feci una bella
doccia rilassante, pensai mille volte a cosa dire ad Emmett...
Non volevo ferirlo, e poi alla fine stavo rischiando tutto
per cosa? Neanche io lo sapevo...
Ma ero tremendamente attratta da Edward... Era come se mi avesse
incantato.
Nel pomeriggio mi misi sul divano a guardare un po’ di tv
fino a quando il campanello di casa suonò...
Non aspettavo nessuno, chissà chi era... Andai ad aprire e
mi trovai davanti Emmett con un sorrisone stampato in faccia.
“Ciao Bella!!!” disse dandomi un bacio a stampo.
Arrossii, cazzo e ora come facevo a dirgli che non era il caso che
approfondissimo questa relazione, se così poteva chiamarsi?
“Ciao Emm, entra”
“Grazie” disse e andò verso il salotto
per sedersi sul divano.
“Come mai qui?” chiesi sedendomi accanto a lui.
“Oh ehm praticamente, bè si ero un po’
in pensiero...
Sai oggi non sei venuta, e anche se Alice ha detto che stavi bene,
volevo assicurarmi che fosse vero...”
Oddio ora si che le cose si facevano difficili....
“Grazie...”
“Bella ascolta... Io non credo di essere mai stato preso
così tanto da una persona come lo sono stato da te...
Sei stata l’unica che è riuscita a farmi
riprendere dalla morte di Rose,
perché anche se è passato tanto tempo non facevo
altro che pensare a lei.
Ma ora nella mia testa ci sei sempre e solo tu Bella...
Sempre...” ammise abbassando gli occhi.
Emmett... Perché dovevo ferirlo? Mi sentivo così
male....
“Emmett io... Emmett io ti volevo dire che... Bè
non sono ancora pronta per una relazione...
Tu mi piaci Emm ma non credo che tra noi due ci possa essere una
relazione seria... o almeno per ora...”
dissi mentre mi torturavo il labbro inferiore con i denti.
“Non preoccuparti Bella, io speravo... Bè
immaginavo che potevamo essere qualcosa di più di due
semplici amici,
ma forse è ancora troppo presto... Ricordati però
che ci sarò per te sempre
e quando pensi che sarai pronta allora io sarò li ad
aspettarti, è una promessa.”
“Oh Emmett mi dispiace così tanto” dissi
abbracciandolo.
“Tranquilla piccola” disse accarezzandomi i capelli.
Mi sentivo male perché lo avevo illuso in qualche modo e
questo mi feriva molto,
ma se c’era una speranza con Edward dovevo cogliere la palla
al balzo.
Ero un’egoista, su questo non c’è
dubbio, lo ero sempre stata.
“Bene Bella io ora vado... Ci sentiamo domani ok?”
disse avviandosi verso la porta ed aprendola.
“Ok Emmett, e scusami ancora... So che capirai...”
sussurrai abbassando lo sguardo.
“Piccola ricordati queste parole: per qualunque cosa tu abbia
bisogno, un amico, un ragazzo, un confidente...
Sappi che per te sarei disposto a tutto, perché forse mi
sono reso conto che per me sei di più di
un’amica...
perché forse mi sono reso conto che ti amo...
Quindi Bella non farti problemi so che per ora non sei pronta, ma
ricordati che per te ci sarò sempre.”
“Oh Emmett!!!” dissi abbracciandolo forte.
Emmett mi accarezzò il viso e poi mi baciò con
dolcezza asciugandomi una lacrima con il pollice.
“Non piangere Bella”
Abbozzai un sorriso e dopo lui mi schioccò un altro bacio
sulle labbra.
Quando se ne andò mi voltai per richiudermi la porta alle
spalle ma un mano mi afferrò per il braccio.
“Bella aspetta” no, non poteva essere lui....
“Edward? Edward?” chiesi spalancando gli occhi.
“Ehi sono io” disse accarezzandomi la guancia.
“Mi sembravi un sogno ieri notte...” ammisi
diventando rossa per la mia stessa rivelazione.
“Forse un incubo vorrai dire” sussurrò
talmente piano che non riuscii a capire.
“Cosa?”
“Ehm, no niente andiamo in un posto speciale, ti
va?”
Non so perché ma in quel momento, dopo quello che era
successo con Emmett, mi rilassai ed accettai l’invito di
Edward...
Magari avrei potuto fare chiarezza nel mio cuore...
|
Ritorna all'indice
Capitolo 12 *** 11° TROPPI PENSIERI ***
Buongiorno! sono riuscita a
scrivere il chap...
volevo scusarmi per
il ritardo ma ho avuto seri problemi con questo chap...
non riuscivo a
scrivere.... inoltre mi voglio scusare anche perkè so che fa
schifo...
non credo che mi sia
mai uscito un chap così brutto...
chiedo ancora
perdono per lo schifo di chap....
e intanto vi
ringrazio per aver pazientato tanto e anche per chi ha aggiunto la mia
storia tra preferiti
e seguite.... bene
il momento del ballo si sta avvicinando... almeno spero di riuscire
apostare presto ora...
almeno
più regolarmente...
bene vi lascio
leggere questo obrobrio xD un bacio ^^
11° CAPITOLO
TROPPI PENSIERI
Pdv Edward
Quella sera io e Bella parlammo di tutto e di niente...
Lei mi aveva raccontato un sacco di cose, si era confidata con me, e lo
stesso avevo fatto io con lei, tranne per la questione
‘uccidere-Bella’.
Non volevo spaventarla, già era abbastanza scioccata nel
sapere che ero immortale, che esistevano gli angeli
e che io andavo ad uccidere la gente prelevando le anime dai loro
corpi. Come avrei mai potuto rivelarle che l’avrei dovuta
uccidere?
No non potevo assolutamente farlo. L’avevo portata in una
radura che avevo scoperto da poco, non era molto grande,
al lato c’era un ruscello ed era tutta circondata da alberi.
Un buon posto per parlare.
“Sai il 20 giugno c’è il ballo di fine
anno” esordì torturandosi il labbro inferiore con
i denti.
“Ehm... Bè mi chiedevo se ti va di venire con me,
io non amo molto i balli però potremmo andare lo
stesso” sussurrò.
“Bè io...”
“Non ti va?” chiese guardandomi con quei due pozzi
color cioccolata.
“Si, si mi va accetto” dissi regalandole un
sorriso.
Lei sorrise di rimando e si rilassò.
“Sei fidanzata?” chiesi tutto ad un tratto.
“Ehm no...” balbettò arrossendo.
“Oh scusami sono stato indiscreto perdonami” dissi
accarezzandole il viso con la punta delle dita.
“Tranquillo fa niente” rispose abbozzando un
sorriso.
“Quindi tu sei un angelo” sussurrò come
se non si volesse fare sentire.
“Si”
“Da quando sei diventato un angelo?” chiese curiosa.
“Da un paio di anni”
“Esistono allora anche gli angeli custodi?”
“Si, ma appartengono ad un’altra schiera di
angeli...”
“Oh capisco...”
“Veramente non ti faccio paura?” chiesi guardandola
di sottecchi.
“No, o almeno so che non potresti farmi del male, lo
sento” rivelò abbassando gli occhi.
Con una mano le alzai il viso e lo portai all’altezza del mio
e lentamente appoggiai le labbra sulle sue.
Non volevo esagerare, niente cose avventate, dovevo stare tranquillo e
far scorrere quel momento con serenità.
Era un bacio molto dolce, non andava oltre lo sfiorarsi delle labbra e
questo mi andava più che bene.
Sorrisi sulle sue labbra e poi mi allontanai.
“E quel ragazzo con cui ti ho visto?”
“Eh? Cosa?”
“Quel ragazzo bruno che ti baciava sulla porta”
spiegai e se possibile lei arrossì ancora di più.
“Emmett... lui è il fratello di una mia amica...
E’ un mio amico, niente di più...”
“Non devi darmi spiegazioni” dissi per poi unire di
nuovo le nostre labbra.
Avrei voluto che quel contatto non finisse mai, ma purtroppo era ora di
andare al palazzo prima che mi sarebbero venuti a cercare.
“Scusami Bella devo andare ora” dissi guardandole
il viso a forma di cuore.
“O... Ok” sussurrò.
Feci sfiorare di nuovo le nostre labbra e poi mi alzai per andare al
palazzo.
-----------
Era stata una serata davvero bella, certo non le avevo mica confessato
il mio amore,
anche perché non so se si può parlare di amore...
Noi siamo così diversi... E poi io devo...
Io devo prelevare la sua anima, per forza... E non manca molto, due
settimane passano in fretta,
ma io le avrei vissute a pieno con lei, anche se dopo avrei dovuto
compiere ciò per cui ero stato creato...
Sospirai pesantemente e mi buttai sul letto.
“Bentornato carissimo!”
“Demetri ciao” salutai il mio unico amico
lì dentro.
“Come va eh?” chiese sedendosi sul letto.
“Come vuoi che vada... Mi sento strano, non so se ho il
coraggio di ucciderla Demetri”
A Demetri avevo raccontato tutto, lui era l’unico di cui mi
potessi fidare...
“Quanto tempo ti hanno dato?”
“Due settimane fino al 20 giugno....”
“Hai già deciso cosa fare?”
“Cazzo non lo so! Da una parte so che dovrei ucciderla, il
suo momento è arrivato,
anzi i capi le stanno concedendo altre due settimane di vita... Ma
dall’altra parte non ci riesco... Lei non può
morire capisci?
Morirei anch’io... Da quando l’ho vista la prima
volta in quell’ospedale non ho fatto altro che pensare a
lei...
So che è una storia impossibile la nostra... Non so neanche
se si può chiamare storia...”
“Edward io non voglio importi nulla ma ti devo ricordare cosa
accade a chi non uccide le sue vittime?”
“Lo so Demetri ma cosa devo fare?”
“Vuoi che me ne occupi io?”
“Cosa? No no, assolutamente devo vedermela io...”
“Come vuoi Edward... ma sappi che io non voglio perdere un
fratello come te”
“Grazie”risposi semplicemente.
Demetri mi abbracciò e poi andò via dalla mia
camera... Mi abbandonai ai miei pensieri...
Due settimane... Due settimane e tutto sarebbe finito.
******
Pdv Bella
Dopo che tornai a casa mi sentii frastornata, sapevo che sarebbe stata
una giornata particolare
e io non so forse non meritavo tutto quello che mi stava accadendo...
Avevo scoperto delle cose su Edward, era stato lui a raccontarmele e io
non avevo paura...
Non sapevo dove saremmo andati a finire ma sicuramente non volevo
perdere l’occasione di stare un po’ con lui...
Era come se tutto si annullasse... Non saprei dire perché ma
quando ero con lui mi sentivo un’altra, non pensavo
più a niente...
Emmett, Alice... Ero da poco tempo a Forks e già la mia vita
era stata sconvolta.
Eppure quando ho parlato con Edward c’è stato
qualcosa nei suoi occhi che mi ha fatto capire che lui non mi stesse
dicendo tutto...
Cosa doveva nascondermi? Comunque ero riuscita a invitarlo al ballo...
Non che mi piacessero particolarmente i balli ma in fondo era un modo
per stare un po’ insieme... Ma ora avevo un problema...
Come mi sarei dovuta presentare al ballo con Edward, sapendo che
c’era Emmett? Oddio!
In quel momento il cellulare squillò e allora scuotendo la
testa lo presi e risposi.
<< Pronto >>
<< Bella sono Alice >>
<< Ciao Ali! Dimmi tutto >>
<< Non vorrei essere indiscreta... Ma pensavo che ti
piacesse mio fratello... Cosa è successo? >>
Che dovevo dirgli? Sai Alice ho incontrato un ragazzo bellissimo,
immortale e per giunta è un angelo della morte?
<< Allora? >>
<< Ali, io... Io non mi sento pronta ad avere una
relazione con Emm ora... >> optai per una mezza
verità.
<< Come vuoi, ma io te l’ho detto solo
perché quando Emm è arrivato a casa ha sbattuto
la porta di camera sua
e si è rinchiuso dentro, non sapevo cosa gli fosse successo
per questo ho chiamato... >>
<< Ah...>>
<< Bella io non voglio avercela con te, ti chiedo solo di
non illuderlo per favore... Ha già sofferto tanto per la
perdita di Rose >>
<< Scusami Alice, hai ragione... Io non volevo.. Non
merito un ragazzo dolce come lui >>
<< Non dico questo, dico solo che devi far chiarezza nel
tuo cuore... Ti voglio bene e sei mia amica >>
<< Grazie Alice e perdonami >>
<< Non preoccuparti ora vai a dormire che è
tard i>>
<< Ok, ti voglio bene Ali! Notte! >>
<< Anch’io... Buonanotte Bella >>
Chiusi il telefono e mi sedetti sul letto. Perché ero
così? Sapevo solo far del male alla gente..
Non volevo che Emmett soffrisse ma non volevo neanche perdere Edward...
Perché era tutto così maledettamente complicato?
Chiusi gli occhi e mi stesi sul letto, forse se la smettevo di pensare
sarei riuscita a dormire tranquillamente...
******
Pdv Emmett
La figura del coglione mi si addiceva benissimo... Credevo, anzi ne ero
quasi sicuro che con Bella le cose potessero essere diverse...
Forse lei sarebbe riuscita a farmi dimenticare Rose... Speranze vane...
Lei non ne voleva sapere di me, mi aveva illuso e poi ero io quello che
aveva paura di illuderla... Quanto sono idiota...
Ma forse, forse in fondo provava qualcosa per me... Forse avevo qualche
speranza...
le avevo detto che per lei ci sarei stato sempre e così
sarebbe stato. Sospirai e mi buttai sul letto.
Ce la potevo fare, in fondo perché deprimersi? Aveva detto
solo un temporaneo no... Basta dovevo smetterla di farmi complessi...
Se le cose tra me e Bella erano destinate ad evolversi allora avrei
lasciato scorrere il tempo
per far si che tra noi due non ci fosse solo amicizia... ma nel
frattempo per lei sarei stato solo un buon amico.
Poco dopo mi addormentai ripensando al profumo e al sapore delle labbra
di Bella.
-----------
La mattina arrivò troppo presto per i miei gusti e dopo che
la mia cara sorella
spuntò in camera saltando sul letto per svegliarmi, fui
costretto ad alzarmi controvoglia.
“Dai Emm!!! Dobbiamo andare al centro commerciale a comprare
i vestiti per il ballo!!!”
“Santo cielo Ali oggi è domenica! Lasciami
stare!”
“No dai! Jazz ci aspetta sotto! Muoviti pigrone! Sono le
dieci!!!”
“Mamma che palle Alice! Poi io a quel cazzo di ballo non ci
vengo!” sbottai.
“E perché mai fratellino?”
“Non mi va punto! Ma verrò con voi almeno mi
distraggo un po’” dissi infilandomi la maglietta e
i pantaloni.
“E’ per Bella?”
“Non è per nessuno, andiamo” dissi
spingendola fuori dalla mia camera.
Ci mancava solo che mia sorella si mettesse a rompere, ne avevo
abbastanza... Sarei partito...
La scuola era finita... Sarei andato via per la settimana del ballo, mi
avrebbe fatto bene... Si ormai avevo deciso.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 13 *** 12° IL BALLO DI FINE ANNO ***
Ehm
ehm... saaaaaaalve... vi ricordate di me?? o meglio della storia??
So che molti non ci speravano più, forse nessuno...
E' da un sacco che non posto eh bè non sono riuscita ad
andare avanti dopo
l'undicesimo capitolo perkè l'ispirazione se n'è
andata... C'è stata un pò per
tornare ma bè alla fine piano piano... Aggiungendo una frase
ogni tanto sono
riuscita a completare questo capitolo...
Mi scuso per avervi fatto aspettare così tanto e
bè spero che mi seguiate ancora
tanto non mancano molti capitoli, direi pochissimi... Questa storia ha
preso una piega
che non doveva prendere.. Quindi mi è costata molta fatica
ritornare alla trama originale...
Bè che dire altro.. io ringrazio tutti al solito... e mi
scuso ancora per il disagio...
un bacione e a presto ^_^
---------------
__cory__: ciao cara!!
e bè forse ti ho sorpreso qui... ho ripreso la storia
ripotandola alla trama originale...
quindi è
così che andranno le cose... Emmett lo vedremo tra due
capitoli, molto probabilmente o forse tra tre...
Sto già
scrivendo il prossimo in modo da postare nel giro di pochi giorni... e
vedrai che sarà molto importante per Bella!!
bene cara ti
ringrazio ancora e mi scuso se ti ho fatto aspettare tanto... un
bacione a presto ^-^
--------------
12° CAPITOLO
IL BALLO DI FINE ANNO
Pdv
Edward
Due settimane passarono veloci, come se il tempo tutto ad un tratto
avesse deciso di andarmi contro...
Non mi sembrava possibile... Perché tutto ciò che
desideravo doveva essere sempre impossibile da avere?
Cercavo un po’ di felicità... Evidentemente non mi
era possibile averla...
“Tutto pronto per stasera Edward?” mi chiese Aro.
“Si”
“Bene, sono davvero felice che tu faccia parte della squadra
e ovviamente auguri Edward”
“Grazie Aro” dissi e poi andai verso la mia camera.
Avevo trovato nella biblioteca del palazzo un libro che parlava di
angeli della morte e umani...
E avevo scoperto che tanti secoli fa, un angelo di nome Klaus doveva
uccidere la sua amata Cathrine...
Era una storia molto simile alla mia... Il libro diceva che esisteva un
modo per salvare la propria vittima
e quel modo era sacrificarsi per essa... Leggendo più a
fondo, scoprii che Klaus aveva deciso di morire per la sua amata,
piuttosto che ucciderla e dandole così una vita lunga e
felice. Era incredibile come la storia si ripetesse negli anni...
Ed ora in quella situazione mi ci ritrovavo io... Sospirai pesantemente
e andai in camera per cambiarmi,
almeno avrei voluto passare questa ultima serata in sua compagnia,
circondato dal suo odore e dalla sua bellezza.
Era ormai l’ora, così mi alzai e andai verso casa
di Bella a bordo della mia Volvo.
Quando arrivai e bussai alla porta lei si presentò
aprendomi...
Era incantevole, un vestito blu semplice, la rendeva più
meravigliosa ai miei occhi. Il suo corpo era perfetto, lei era perfetta.
“Ciao Edward” sussurrò arrossendo.
“Ciao Bella” dissi sorridendo e le porsi il braccio
in modo che ci si attaccasse.
La feci salire in macchina e dopo circa dieci minuti arrivammo nella
palestra della sua scuola, dove si svolgeva il ballo.
Dopo che scendemmo dalla macchina ci avvicinammo all’entrata
ma Bella esitò un momento.
“Che succede??” chiesi preoccupato.
“Niente, cioè... Io non so ballare quindi
immaginati un po’ la situazione” disse sospirando.
Scoppiai in una risata e istintivamente l’abbracciai...
Era proprio da due settimane che avevamo intrapreso una
“relazione” ed era come se stessimo insieme da una
vita!
“Non ridere di me” borbottò
imbronciandosi.
“Come sei bella” dissi sorridendole.
“Grazie” biascicò abbassando la testa.
“Allora mia cara cosa desidera fare?”
“Va bene un ballo ma poi usciamo”
“Come desidera” dissi porgendogli il braccio al
quale si aggrappò con forza.
Ballammo giusto due canzoni, perché poi Bella mi
supplicò di uscire fuori, perché non stava a suo
agio dentro...
Ci ritrovammo ben presto sulla panchina vicino ai cespugli a parlare un
po’ delle nostre vite.
“Quindi oggi fai il compleanno!!”
“Eh si...”
“Ma gli angeli sono immortali?”
“Si, anche se abbiamo bisogno di mangiare e dormire come voi
umani”
“Interessante” sorrise guardando le stelle.
Cosa dovevo fare?? Non potevo ucciderla, troppo doloroso farlo...
Quanta confusione!!!
“Che ne dici se ci facciamo un giro??” chiese
guardandomi negli occhi.
“Certo perché no!” dissi abbracciandola.
Mi diede un bacio sulle labbra e ben presto cominciammo a camminare sul
ciglio della strada poco illuminata...
“Mi piace la notte... E’ così bella,
così romantica” disse all’improvviso.
“Hai ragione... Poi questa notte è
perfetta” sussurrai al suo orecchio per poi prenderle il viso
tra le mani e darle un bacio dolce.
Quel momento però fu interrotto da una macchina che correva
impazzita sull’asfalto,
frenando di colpo non appena mi misi davanti a Bella per proteggerla.
“Lo sapevo che non ci saresti riuscito!!! Sei una tale
delusione Edward” esordì Rose scendendo
dall’auto in modo sensuale.
“La serata non è ancora finita se non
sbaglio!” dissi irritato.
“No hai ragione... Ma i signori si sono preoccupati
perché non vedevano arrivare al castello l’anima
di questa mocciosetta,
così mi hanno mandato a vedere cosa stavi facendo...
Mi sembra evidente che tu non abbia l’intenzione di
ucciderla... O sbaglio???”
“Non sono affari che ti riguardano!!!” sbraitai.
“Ed... Edward... Che succede?” mi chiese Bella con
voce tremolante.
“Amore stai calma, ti proteggerò... Fosse
l’ultima cosa che faccio!” le dissi accarezzandole
una guancia.
“Bravi bravi!! Bella scenetta! Ma ora miei cari dovrei
portare a termine il compito che il tuo caro Edward non è
capace di eseguire”
“Io non la priverò mai della vita!!”
urlai.
“E allora fatti da parte, ho del lavoro da
sbrigare!”
“Mai! E’ mia lei!”
“Allora sarò costretta a combattere
Edward...” disse spiegando le ali.
“Per favore Rosalie almeno non qui!”
“Ros...Rosalie??” domandò stupita
Bella... In quel momento mi ero dimenticato che fosse dietro di me.
“Ci sono problemi mocciosetta??”
“Tu... tu conosci Emmett??”
“Emmett?? Che cazzo ne sai tu del mio Emmett!!!”
sbottò infuriata avvicinandosi minacciosa a Bella.
Subito spiegai le ali e le diedi uno spintone che la fece cadere a
terra.
“Non dovevi farlo Edward”
“Fermi!!!” urlò una voce che conoscevamo
benissimo...
“Signore” borbottai abbassando il capo.
“Rose se non sbaglio ti avevo detto di controllare, non di
attaccare Edward e la ragazza”
“Ma capo lui non l’avrebbe mai uccisa!! La ama!!
Edward ha disobbedito agli ordini!!”
“Hai ragione cara, ma ora che siamo qui, il mio caro Edward,
per dimostrarmi la sua fiducia potrebbe prelevare l’anima
della ragazza in questo momento!”
“Io...”
“Forza Edward! Fai vedere a Rosalie che non hai problemi ad
uccidere questa ragazza” disse indicando Bella.
Tremai al solo pensiero di poterla privare della vita... Mi girai verso
di lei e la guardai dispiaciuto.
I suoi occhi mi guardavano impauriti, aveva portato una mano alla bocca
e le lacrime già le solcavano il viso.
“Perdonami” le sussurrai accarezzandole il viso.
Mi voltai verso Aro e presi un respiro profondo.
“Signore le vorrei parlare prima se è possibile...
E’ una cosa importante”
“Ti concedo dieci minuti Edward, dopodiché non
avrai più scuse”
“Va bene signore... Dieci minuti saranno più che
sufficienti”
“Perfetto... Rosalie cara vai al castello, io ed Edward ti
raggiungeremo tra poco”
“Come desidera signore” disse Rosalie chinando il
capo e dopo poco scomparve a bordo della sua auto.
“Bene Edward sono a tua completa disposizione”
Lo guardai negli occhi e poi mi voltai di nuovo verso Bella che ci
guardava con gli occhi sgranati.
“Vai in macchina” le dissi conscio di andare
incontro a un destino non tanto bello per me.
Lei annuì senza parlare e si avviò verso la
macchina che si trovava abbastanza lontano, sul lato del marciapiede.
“Edward sto aspettando” disse Aro congiungendo le
mani davanti a se.
“Signore io... Ho deciso di non privarla della
vita” dissi a bassa voce.
“Edward sai che devi rispettare gli ordini! Non puoi fare di
testa tua.
E’ giunta la sua ora ed è giusto che tu le prelevi
l’anima, è così che va”
“Lo so ma io non posso farlo... lei deve vivere è
giovane signore, e io la amo... Per questo ho preso questa
decisione”
“Edward cosa vorresti fare?? Io non accetto questa decisione
e se tu non vuoi farlo sappi che ne pagherai le conseguenze”
“Prima che lei decida cosa deve fare le vorrei dire che sono
andato in biblioteca...
C’è un modo per salvarle la vita e io vorrei che
lei esaudisse questo mio desiderio...”
“Perché dovrei farlo Edward?? Quando hai saputo
della morte dei tuoi genitori hai accettato la tua natura di
immortale...
E ora vorresti rinunciare a questa vita per lei?? So anch’io
quella storia Edward, ho esaudito io il desiderio di Klaus...
Ma Cathrine lo amava e avrebbe preferito morire lei piuttosto che
vedere morire lui, il suo sacrificio è stato inutile!
Lei è morta due giorni dopo, si è
suicidata”
Deglutii... Quella parte della storia non era scritta sul libro...
Ma io ero sicuro che l’amore che provavo per Bella
era diverso, lei sarebbe riuscita a rifarsi una vita...
Magari con quel ragazzone bruno... Provavo un po’ di gelosia
ma piuttosto che vederla morire
avrei preferito che fosse felice con qualcun altro.
“Signore a me non interessa... Sono sicuro che Bella
riuscirà a ricrearsi una vita con qualcuno...
Quindi signore la prego di esaudire il mio desiderio, così
che lei possa vivere... Io vivrò nel suo cuore”
“Edward se è questo quello che desideri non posso
fare altro che accettare la tua richiesta...
Ma devi dirlo sincero Edward... Se questo è quello che
vuoi... Sai come fare...”
“Si signore... Voglio sacrificare la mia
immortalità per rendere la vita di Bella lunga e
felice”
“Ok... Non sai quanto mi costi fare ciò mio caro
Edward, sei stato sempre un valido servitore..
Ma se questa è la tua decisione la rispetto, come ho fatto
per Klaus...”
“Signore un’ultima cosa... Vorrei passare
quest’ultima notte con lei... Vorrei salutarla”
“Va bene Edward... Domani mattina però ti voglio
trovare al castello, senza scuse”
“Si signore”
“A domani Edward” disse Aro scomparendo dalla mia
vista.
Presi un respiro profondo e mi girai, sapevo che Bella ci stava
guardando, non mi aveva ascoltato... Come suo solito.
Mi diressi verso di lei, la trovai accucciata dietro un cespuglio, ma
da lì si aveva la visuale perfetta di ciò che
stava accadendo.
“Amore” dissi accarezzandole i capelli, una volta
arrivato vicino a lei.
Mi guardò con gli occhi pieni di lacrime e mi
abbracciò forte.
“Edward che sta succedendo?? Io non voglio
perderti!”
“Amore non ti preoccupare... Andiamo a casa adesso.”
“Non mi abbandonerai vero??” chiese una volta che
la presi in braccio.
Sospirai... Potevo dirle che tra poco meno di una paio d’ore
l’avrei abbandonata per sempre?
“No amore, sarò sempre al tuo fianco”
dissi baciandola.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 14 *** 13° UN DOLCE ADDIO ***
Buonasera a tutti!!!
chissà
se ancora vi ricordate di me, o meglio della storia...
io spero tanto di
si =D la storia sta per finire mancherà un capitolo
credo e poi forse
l'epilogo... scusatemi se l'ho dilungata per così
tanto tempo ma
sapete quando manca l'ispirazione???
bè
stasera è tornata di botto ed ho finito il cap che spero vi
piaccia...
Che dire altro???
buona lettura!! e grazie a tutti perkè ancora credete in me
e in questa storia!
vi adoroooooooooo
<3
----------------------
Risposte alle
recensioni:
Austen95: ciauuu!! prima di tutto mi
scuso per l'immenso ritardo, questa ff mi è risultata
più difficile del solito, ma alla fine
ce l'ho fatta ed ecco
un altro cappy che spero ti piaccia!! Mi dispiace se hai pianto e spero
che ancora hai la pazienza di seguirmi!!
ti ringrazio per i
complimenti!!! un bacioneeee e scusami ancora <3
__cory__:
ciaoooo!!!
spero che tu abbia avuto la pazienza di aspettare anche questo cappy!
bè Edward ha preso una decisione drastica
e ti posso dire
che alla fine ho rispettato la mia idea iniziale quindi ti basta
leggere per capire XD spero di scrivere presto il prox
chappy che credo
sarà l'ultimo... che dirti altro... un bacione grande e
grazie di cuore <3
RenEsmee_Carlie_Cullen:
ciao!!
ehm non ti dirò molto ti posso solo dire che ho seguito la
mia idea principale che era questa...
e mi dispiace se ti
ho deluso... un bacione e se ancora mi segui buona lettura ^^
13° CAPITOLO
UN DOLCE ADDIO
Pdv Edward
Una volta che arrivammo a casa, Bella trovò un messaggio di
suo padre in segreteria,
dicendole che non ci sarebbe stato per la notte perché
avevano cambiato i turni in centrale...
Quindi sarebbe dovuto stare tutta la notte in centrale. Fui felice che
Charlie non sarebbe rientrato...
Almeno questa notte l’avrei passata con lei... Salimmo le
scale e Bella si mise sul letto portandomi con se.
La cullai tra le mie braccia e le diedi un bacio sui capelli.
“Edward ho paura” sussurrò stringendosi
a me.
“Non devi averne amore mio” dissi sorridendo.
Si sporse un poco e mi baciò prima lentamente e poi con
più foga facendo scontrare le nostre lingue.
“Edward...” disse sulla mia bocca.
“Dimmi tutto” dissi accarezzandole una guancia.
“Voglio fare l’amore con te” disse
arrossendo.
Sorrisi e mi fiondai di nuovo su quelle labbra morbide. Le scostai le
spalline del vestito
e mentre l’accarezzavo feci scendere la zip, facendo si che
l’abito ricadesse morbido sulla sua pelle.
Le sue mani mi sbottonarono la camicia e dopo passarono ai pantaloni.
Bella cominciò a esplorare il mio petto
con le sue mani mentre io con le mie le accarezzavo i fianchi. Ribaltai
la situazione portandola sotto di me.
Le slacciai il reggiseno e le sue guance diventarono bordeaux, la
baciai per distrarla mentre
con una mano cominciai ad accarezzarle un seno scoperto.
Gemette sulla mia bocca e alzò le braccia portandole dietro
al mio collo.
“Ed... Edward” ansimò.
“Piccola” sussurrai continuando ad accarezzarla.
“Io... Io non ho mai fatto..”
s’interruppe portandosi le mani sul viso.
Le scostai e le sorrisi dandole un bacio leggero.
“Anch’io non l’ho mai fatto... Ma ti
desidero... Tu mi vuoi?” chiesi accarezzandole il viso.
“Si Edward, ti voglio” sussurrò
baciandomi.
Feci scendere le mani lungo i suoi fianchi e non appena raggiunsi il
bordo degli slip, introdussi la mano all’interno.
L’accarezzai lentamente beandomi dei suoi sospiri e dopo, non
appena la sentii pronta per me,
le sfilai gli slip e nello stesso momento mi levai i boxer.
“Ti amo” sussurrai prima di posizionarmi meglio tra
le sue gambe.
“Ti amo anch’io” disse sorridendo.
Appoggiai le labbra sulle sue per poi entrare in lei con una piccola
spinta, sentii subito il suo corpo irrigidirsi
e non appena diedi un’altra spinta rompendo la barriera che
mi ostacolava sentii un urlo strozzato di Bella soffocato dalla mia
bocca.
Aprii gli occhi e vidi delle lacrime bagnarle il viso. Le asciugai con
dei piccoli baci. Intrecciai le mie mani alle sue,
portandole ai lati della sua testa e dopo cominciai a spingere
rassicurato dai suoi gemiti di piacere.
Fu sempre un ritmo lento, non mi azzardai ad andare più
veloce... Non volevo farle del male, mai gliene avrei fatto.
Arrivammo al culmine insieme urlando i nostri nomi, mi accasciai su di
lei sempre tentando di non pesarle e quando feci per uscire,
lei mi strinse a se sussurrandomi all’orecchio di non
abbandonarla. Le diedi un bacio sulla fronte sudata e le sorrisi.
Dopo quando vidi che abbandonava la presa dalle mie spalle uscii da lei
e mi spostai al suo fianco.
Appoggiò la testa sul mio petto e si
addormentò sussurrando il mio nome.
--------------
Il mattino dopo mi alzai cercando di non svegliarla e scesi dal letto.
Mi passai una mano tra i capelli e cominciai a vestirmi a rilento.
Sarebbe stata l’ultima volta che l’avrei vista...
L’ultima...
E se per caso mi sarei ricongiunto con la mia anima, magari in un
futuro molto prossimo, potevamo stare insieme in paradiso...
Sospirai e le scostai un ciuffo di capelli che le era ricaduto sul
viso. Le baciai la fronte e la coprii meglio con le coperte.
Presi la rosa nera e scrissi il solito bigliettino...
D’altronde il nostro amore era iniziato così, ed
era giusto che così finisse.
Sorrisi vedendo il suo sorriso dolce affiorare sulle sue labbra, non
appena posai la rosa accanto a lei.
Sentivo gli occhi bruciare, ma non potevo fare più niente.
Uscii da quella camera dove avevo lasciato anche il mio cuore,
e mi diressi verso il castello, dove la mia fine mi attendeva.
------------
“Edward sei un coglione! Come puoi sacrificarti per lei! Non
ti rendi conto! Mi lasci solo fratello! Come farò senza di
te?”
Ero appena arrivato al castello e Demetri mi cominciò a
tartassare di domande e a pregarmi di riflettere meglio,
che un’anima non valeva la mia vita, ma per me non era
così...
“Demetri ti chiedo solo un favore fratello mio... Proteggi
Bella, ti prego... Io non potrò più
farlo”
“Edward non mi piace questa tua scelta... Sono stato sempre
dalla tua parte ma in questo caso io...”
lo bloccai sul tempo scuotendo la testa e portandogli la mano alla
bocca.
“No Demetri... E’ così che deve
andare... Tu assicurati soltanto che i signori rispettino il patto e
che Bella viva una vita felice
e lunga, anche senza di me... perché Demetri è
così che deve andare... Il nostro è un amore
speciale,
molto speciale ma anche troppo pericoloso per farlo andare avanti...
Quindi è meglio che finisca così...”
“Edward ti prego”
“No Demetri... Adesso vado... I signori mi aspettano... Addio
Demetri... Sei stato un fratello per me, lo resterai per
sempre”
“Addio Edward... Anche se non ci ho mai pensato,
bè spero che se ci sia qualcos’altro oltre
questa...
Uhm non-vita, ci incontreremo. Ti voglio bene fratello”
“Anch’io Demetri... Addio” dissi
abbracciandolo.
Mi allontanai da lui e mi chiusi la porta della sua camera alle spalle.
Ero pronto...
Così a testa bassa mi avviai verso Aro che mi aspettava in
camera mia...
******
Pdv Bella
Che nottata favolosa!!! Con questo pensiero mi stiracchiai allungando
le mani verso la parte del letto dove doveva esserci Edward...
Però la trovai fredda e vuota. Aprii gli occhi e notai che
ero sola... Dove era andato??
Mi guardai attorno e non appena mi girai dall’altra parte del
cuscino trovai una rosa e il bigliettino.
Sorrisi prendendo la rosa dalle mani... Strano... Molto strano... Come
mai aveva scelto il nero come colore??
Una strana sensazione attraversò la mia mente. Presi il
bigliettino con le mani tremanti e spalancai gli occhi incredula.
“Tutto
è iniziato con una rosa...
Ed
è così che deve finire...
Grazie
per avermi donato te stessa,
sappi che
ti amerò nonostante tutto.
Ti ho
amato, ti amo e ti amerò per sempre.
Ti
proteggerò al costo della mia immortalità.
Tuo Edward.”
Rilessi il biglietto più volte, cercando di capirci
qualcosa... Non poteva avermi abbandonato!
E’ vero che avevo una brutta sensazione, ma mai avrei pensato
che mi avrebbe abbandonato per salvarmi.
Piansi, piansi tanto, se diceva di amarmi potevamo parlarne, avremmo
trovato una soluzione...
Qualunque soluzione pur di stare insieme. Mi rannicchiai su me stessa
non sapendo cosa fare...
Non sapevo neanche come raggiungerlo... Era tutto finito? Con una
rosa... Ero stata sua, lui era stato mio...
Ci eravamo amati in un modo particolare... E solo allora capii che era
il suo modo di dirmi addio.
Tenendo stretta in una mano la rosa e nell’altro il
bigliettino, mi alzai dal letto tremando.
Stavo uscendo dalla mia camera, quando il campanello di casa
suonò. Corsi giù per le scale sperando che fosse
tutto
un brutto incubo e che ci fosse Edward ad aspettarmi... Ma
così non fu...
Non appena aprii la porta vidi Alice sorridente che mi porgeva un
pacchetto. Lo presi di malavoglia e andai a sedermi in cucina.
“Bella che hai?” chiese avvicinando la sedia alla
mia.
“Niente Alice...”
“Non è vero Bella, ho imparato a conoscerti e so
che hai qualcosa... Riguarda quel ragazzo che c’era con te al
ballo?”
“Si...”
“Che è successo? Ne vuoi parlare?”
chiese accarezzandomi il viso.
Non sapevo se si poteva rivelare tutto quello che mi aveva raccontato
Edward sugli angeli...
Ma alla fine lui me lo aveva raccontato e forse potevo parlargliene...
Lei era la mia migliore amica...
Così presi un bel respiro e le cominciai a raccontare tutto,
dalle rose, alle parole favolose che mi diceva,
al nostro primo bacio, alla nostra notte e per finire alla rosa nera
trovata sul cuscino questa mattina.
Alice mi guardò accigliata cercando di capirci qualcosa...
Ero disperata cosa dovevo fare???
“Oh Bella vieni qui!” disse aprendo le braccia.
Le corsi in contro e l’abbracciai stretta soffocando le mie
lacrime e i miei singhiozzi sulla sua spalla.
“Guarda qui Bella...” mi sussurrò
all’orecchio Alice portandomi una mano davanti al viso.
Alice teneva in mano una piuma, una piuma nera... Una piuma delle ali
di Edward...
L’accarezzai come se fosse un oggetto fragilissimo e la
portai al viso sentendone così la morbidezza.
“Bella lui ti ha voluto salvare... Era un segno del suo amore
no? Dovresti esserne felice...
Sarà per sempre il tuo angelo custode” disse Alice
cancellando le ultime tracce delle lacrime.
“Resterà sempre nel mio cuore” sussurrai
più a me stessa che a lei.
“Si Bella, sarà per sempre tuo” mi
rassicurò Alice per poi abbracciarmi più forte di
prima.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 15 *** EPILOGO ***
ff
Ehilàààà!!!
ogni tanto rispunto con questa ff :P
Bè questo è l'epilogo... Mi dispiace di avervi
fatto aspettare tanto ma spero ne sia valsa la pena ^^
Non voglio dirvi altro i ringraziamenti li faccio alla fine :D
un bacione e buona lettura :P <3
Risposte alle recensioni:
__Giuuu: ciaooo!!! mi dispiace
deluderti ma la ff doveva andare così... quindi spero che
anche questo finale, nonostante non
rispecchi forse il finale "ideale", ti piaccia ^^ ti lascio leggere e
ti ringrazio infinitamente per aver seguito la mia ff!! Un bacione a
presto <3
Austen95: chiedo perdono per il
ritardo, questa ff è stata piena di ritardi XD ma spero cmq
che
il finale ti piaccia ^^ un bacione a presto <3 e grazie!!
vanderbit: ciaooo!!!
purtroppo le cose devono andare in modo differente da come speravi!
Spero solo che nonostante tutto il cappy
ti piaccia e non ti deluda ^_^ ti ringrazio dal più profondo
del cuore per aver seguito la ff!!! bacioni a presto <3
__cory__:
ciaoo!!!
ti ringrazio
sei sempre gentilissima :D spero che anche questo capitolo non ti
deluda :D un bacione grande e grazie di cuore per seguirmi sempre
<3
kissoli <3
gio_lesa:
ciao!!!
ti ringrazio
molto per i complimenti spero che anche questo capitolo ti piaccia :D
Scusa per averti fatto aspettare tanto e buona lettura <3
kissoli
<3
Bimba
Fashion: ciao
Bennyyyyy!!!! spero di non deluderti, la ff doveva finire
così
ù_ù ma spero che cmq ti piaccia lo stesso :D
in fondo è sempre un lieto fine e questo è
l'importante!!! Un bacio grande <3 a prestooo!!! tvtttb <3
Elly4ever:
ç___ç
perchè mi fai così tante minacce ogni voltaaaa
ç____ç lo sai che la ff doveva finire per forza
così! ù.ù quindi non
ti lamentare tesò!!!! e goditi questo lieto fine ihihihiih
spero
davvero di non deluderti quindi ti auguro una buona lettura my love
<3
un bacione grande e grazie di tutto davvero <3
RenEsmee_Carlie_Cullen: ciao
cara *-* hai davvero colto il centro di questa ff e sono contenta
perchè vuol dire che il messaggio è arrivato ^_^
ti ringrazio di cuore
per aver
commentato e per avermi seguito nonostante i miei ritardi!!Mi dispiace
per le lacrime ma spero che il finale vada bene :D un bacione e grazie
ancora <3
EPILOGO
Pdv
Edward
Era finito tutto, Aro mi aveva privato dei poteri e delle ali facendomi
morire e facendomi raggiungere i miei genitori.
L’avevo lasciata ma sapevo che era in buone mani. Emmett
l’avrebbe aiutata a dimenticarmi ed insieme si sarebbero
rifatti
una vita,
com’era giusto che fosse... Ed io, io che ero un angelo della
morte, avevo finalmente ritrovato la pace dopo lunghi anni di dolore.
E così mi spensi, sul letto della mia camera con un ultimo
pensiero rivolto alla mia Isabella...
“Ti
amerò per sempre piccola mia”
*****
Pdv
Bella
Da quel giorno in cui finì tutto erano passati cinque anni,
cinque anni terribili ma allo stesso tempo bellissimi.
Terribili perché, nonostante tutto la mancanza di Edward la
sentivo parecchio, e faceva male sapere che lui mi aveva abbandonato
solo per salvarmi la vita...
Ma erano stati bellissimi perché mi aveva lasciato qualcosa
di
meraviglioso, qualcosa per cui l’avrei ringraziato sempre.
Una cosa che era nata dal nostro amore... La piccola Elizabeth. Era
uguale a lui, occhi verdi e capelli ramati,
era umana però, nessuna strana magia si era imbattuta su di
lei
ed ero contenta di questo. Con Elizabeth vivevamo in
tranquillità nella nostra casa.
Tante, troppe cose erano cambiate da quel giorno in cui Alice mi aveva
trovata sconvolta con la rosa nera in mano.
Ora vivevo in una piccola villetta, nella periferia di Forks, insieme
alla mia piccola Elizabeth ed Emmett. Emmett...
Lui si era rivelato una bellissima persona. Mi aveva
“salvato” dal dolore ed aveva accettato la figlia
come se
fosse la sua.
Mi aveva aspettato, e alla fine avevo anch’io scoperto di
amarlo.
In un modo meno intenso dall’amore travolgente che provavo
verso Edward. Ma era pur sempre amore.
“Amore sono tornato!” disse Emmett entrando in casa.
Mi catapultai nell’entrata e lo abbracciai stretto. Sentirmi
stringere dalle sue braccia mi faceva passare qualsiasi paura.
Se Edward era il mio angelo dell’amore, lui era il mio angelo
protettore. Non mi avrebbe lasciato mai.
“Bentornato” sussurrai sulle sue labbra.
Il bacio, come sempre, iniziò molto lentamente. Le nostre
labbra
si sfioravano leggere, fino a quando non insinuò la sua
lingua
nella mia bocca,
approfondendo così quel bacio dolce rendendolo
più
passionale. Le lingue si rincorrevano mentre le labbra continuavano a
scontrarsi senza mai staccarsi l’una dall’altra.
I suoi baci erano sempre così passionali che ogni volta ne
uscivo senza fiato... Questa volta però, fu
qualcos’altro
a dividerci.
Una piccola intrusione tra i nostri corpi intrecciati, ci fece staccare
ansanti e sorridere nello stesso tempo.
Abbassammo lo sguardo e trovammo la piccola Elizabeth guardarci
arrabbiata, con le braccine incrociate al petto.
“Uh guarda chi c’è qui?? La mia piccola
principessa!!” esordì Emmett prendendo la piccola
tra le
braccia.
“Sei cattivo papà!” disse la piccola
facendogli la linguaccia.
“Tu dici cattivo al tuo papà?? Allora non ti do la
cosa che avevo comprato, la darò alla mamma!”
“Noooo!!! Nooo ti voglio bene papà!!!”
urlò Elizabeth abbracciandogli il collo.
Sorrisi felice, quella scena si ripeteva tutte le sere.
Emmett tornava sempre a casa con un regalino per la piccola Elizabeth e
uno per me.
“Mammaaa!!!! Papà mi ha comprato i
gioielli!!!” urlò la piccolina aggrappandosi alla
mia gamba.
Inarcai un sopracciglio curiosa quando Elizabeth mi fece vedere la
scatola con tutte le perline.
Di solito Emmett faceva regali uguali a tutte e due, soltanto che i
miei erano un po’ più
“particolari”.
Mi chiesi cosa mi avesse portato quella sera...
Mi ridestai dai miei pensieri quando la piccola mi tirò il
pantalone insistentemente.
“Che belli che sono tesoro, però adesso devi
andare a letto, giocherai domani con Nessie, ok??”
Nessie era la figlia di Alice e Jasper, era solo un anno più
piccola di Elizabeth, ma le due piccole pesti si adoravano.
“Va bene!! Ciao papà! Ciao mamma!
Buonanotte!!”
disse elettrizzata stampandoci un bacio sulla guancia e dileguandosi
nella sua camera.
Mi avvicinai ad Emmett e lo abbracciai teneramente, strusciando il naso
sul suo collo.
“Uhm perché ho la vaga sensazione che tu mi voglia
chiedere cosa ti abbia portato?” domandò
sghignazzando e
iniziando ad accarezzarmi la schiena con movimenti sensuali.
“Mmm non sono poi così materialista... Solo
curiosa”
borbottai alzando la testa per far scontrare i nostri occhi.
“Bene mia curiosona allora aspetta un attimo” disse
allontanandomi dal suo corpo in modo da mettere un po’ di
distanza.
Frugò nella tasca e ne uscì una scatolina di
velluto blu.
Si inginocchiò di fronte a me, aprendo la scatolina e
mostrandomi così quello che mai avrei potuto credere di
ricevere
quella sera.
“So di non essere la persona adatta a fare discorsi
romantici, mi conosci e sai come sono fatto...
Quindi bè ti vorrei chiedere... insomma... - si interruppe
prendendo la mia mano – Si!
Isabella Marie Swan vuoi sposarmi?” domandò infine
con gli occhi lucidi per l’emozione.
“I... Io... Io... – non riuscivo neanche a parlare,
tanta
era l’emozione che provavo in quell’istante
– Si
Emmett Cullen! Si!” dissi felice mentre due lacrime mi
rigavano
il viso.
Emmett mi mise l’anello e dopo si alzò prendendomi
in braccio e iniziò a girare intorno al salotto felice.
“Ci sposiamo!” esultò stampandomi un
bacio sulle labbra.
“Si amore, ci sposiamo” dissi sorridendo.
In quel momento molte cose mi passarono per la mente.
Pensavo a com’era iniziato tutto, al mio mondo che era
drasticamente cambiato con l’arrivo di Edward, ma che con
Emmett
poi era ritornato alla normalità.
Pensai ad Elizabeth che non avrebbe mai potuto conoscere il suo vero
padre, ma lei crede negli angeli custodi
e sa che suo padre la proteggerà sempre perché
lui
è il suo angelo, come qualche anno fa, ed ancora oggi,
è
il mio.
Fine.
--------------------------------------------------------
Allora direi che
è l'ora dei ringraziamenti :D
Ringrazio
infinitamente, e davvero con il cuore perchè mi sono davvero
affezionata a voi,
tutti quelli che
hanno recensito :D
Michelegiolo,
honeymoon,
feffira,
invasata,
angel94,
eli1414,
bells97,
__cory__,
Austen95,
RenEsmee_Carlie_Cullen,
__Giuuu,
vanderbit,
gio_lesa, Bimba Fashion,
Elly4ever e
sweet_robertina.
I vostri pareri
sono stati di vitale importanza per questa ff che diciamo è
nata in un momento particolare e si è
prolungata
più del dovuto ^_^
Ringrazio inoltre tutti le persone su preferiti:
1 - abcdes [Contatta]
2 - bells97 [Contatta]
3 - chariottina [Contatta]
4 - crista [Contatta]
5 - cristycar [Contatta]
6 - deisy87 [Contatta]
7 - giagiotta [Contatta]
8 - giova71 [Contatta]
9 - giuggiolotta143 [Contatta]
10 - honeymoon [Contatta]
11 - JuliaShadow [Contatta]
12 - kira killer [Contatta]
13 - LadySile [Contatta]
14 - lafefe [Contatta]
15 - mery123 [Contatta]
16 - Miss Simy Pattinson [Contatta]
17 - missG [Contatta]
18 - RenEsmee_Carlie_Cullen [Contatta]
19 - susanna73 [Contatta]
20 - suxpicci_89 [Contatta]
21 - sweet_robertina [Contatta]
22 - timida14 [Contatta]
23 - twilight95 [Contatta]
24 - vampicullen [Contatta]
Tutte le persone su
seguite:
1 - 7mc [Contatta]
2 - Austen95 [Contatta]
3 - bell [Contatta]
4 - beverlina [Contatta]
5 - birba79 [Contatta]
6 - biviana [Contatta]
7 - chiara84 [Contatta]
8 - CostanzaPalma [Contatta]
9 - Diavoletta090 [Contatta]
10 - eli1414 [Contatta]
11 - ely4890 [Contatta]
12 - flavia93 [Contatta]
13 - flazzy cullen [Contatta]
14 - furs95 [Contatta]
15 - gattoncini [Contatta]
16 - gio_lesa [Contatta]
17 - gismy88 [Contatta]
18 - Ice Queen Silver [Contatta]
19 - isabellacullen [Contatta]
20 - jecca92 [Contatta]
21 - karman [Contatta]
22 - kira988 [Contatta]
23 - LETYTHEBEST [Contatta]
24 - LittleGirl89 [Contatta]
25 - lunatica1988 [Contatta]
26 - Mapi [Contatta]
27 - mcgi86 [Contatta]
28 - Michelegiolo [Contatta]
29 - missbyron [Contatta]
30 - nirvana911 [Contatta]
31 - noemi s [Contatta]
32 - Rosalie_Emmett [Contatta]
33 - sara2087 [Contatta]
34 - sessyli [Contatta]
35 - squaw [Contatta]
36 - superlettrice [Contatta]
37 - susanna73 [Contatta]
38 - sweet_ebe [Contatta]
39 - tenerona [Contatta]
40 - Twilly [Contatta]
41 - Valuccia [Contatta]
42 - vanessa_91_ [Contatta]
43 - vchiego [Contatta]
44 - _gioia_ [Contatta]
45 - ___mery___ [Contatta]
E tutte le
persone su storie da ricordare:
1 - ant0n3lla [Contatta]
2 - denden [Contatta]
3 - dolcepiccolina [Contatta]
4 - Dreamerchan [Contatta]
5 - RenesmeeBlack [Contatta]
6 - SaritaBuskerita [Contatta]
7 - vannywriter [Contatta]
8 - __cory__ [Contatta]
Grazie
infinite a tutti quanti, siete stati sempre un continuo supporto per me
e
per questa ff! Vi
ringrazio di cuore e bè io ho un'altra storia in cantiere...
Sicuramente qualcuno
la conosce... Si chiama Brother and sister's love...
Se siete interessati
bè mi troverete li :D ora mi concentro meglio su quella ff
avevo prima bisogno
di chiudere questa in modo da avere la mente libera :D
bene grazie ancora a
tuttiiii!!! Un bacione grande e a presto ;)
|
Ritorna all'indice
Questa storia è archiviata su: EFP /viewstory.php?sid=394383
|