La storia continua [Next Gen]

di Nekoale99
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** La Prima Missione [Parte 1] ***
Capitolo 3: *** La Prima Missione [Parte 2] ***
Capitolo 4: *** Poteva andare peggio. Poteva piovere. ***
Capitolo 5: *** 4 ~ Di nuovo a Magnolia ***
Capitolo 6: *** La Scelta (capitolo flashback) ***
Capitolo 7: *** 5~ I Gemelli Redfox ***
Capitolo 8: *** 6 ~ L'inizio dei problemi ***



Capitolo 1
*** Prologo ***



~Anno x805, Gilda di Fairy Tail, Magnolia.~


Il team Natsu al completo, alla porta dell'imponente edificio della Gilda, è pronto a partire per una missione. C'è solo un piccolo problema...

《Papà resta qui... non voglio dover sopportare quello lì!》Esclama una bambina bionda sui 7 anni afferrando il gilet del rosato con una mano, usando l'altra per indicare un altro bambino, un anno più grande, dai capelli corvini e senza maglietta.
《Ho un nome, testa calda!》
《Papà hai visto? È cattivo!》
Ciò scatena una risata da parte del rosato e un'occhiataccia da parte di un'altra bionda, decisamente più grande della bambina, che fa sudare freddo al mago del fuoco.
La maga si china a terra ad altezza della figlia, abbracciandola a se.
《Sarà solo per una settimana.》
《È troppo una settimana...》
《Vuoi lasciare sola zia Juvia con il tuo acerrimo nemico?》le chiede staccandosi e rivolgendole un sorriso dolce, incastrando i propri occhi cioccolato in quelli verde onice della bambina. La piccola si volta verso la maga dell'acqua che le rivolge un sorriso. Ora sembrava indecisa su cosa rispondere.
《Coraggio Luna, vedrai che papà li spazzerà via tutti in un colpo solo!》Natsu accarezza la testolina alla sua bambina, prendendola poi di scatto in braccio con una facilità tale da farla sembrare una piuma la bambina.
Lei ride, aggrappandosi al collo del padre e rimanendo attaccata lì come una cozza allo scoglio.

《Forse posso aspettarvi una settimana con cubetto di ghiaccio...》mormora infine sconfitta, nascondendo il viso nella sciarpa fatta di scaglie.
Lui ride, sfilandosi la sciarpa regalatagli da Igneel. Luna si stacca e guarda confusa il rosato che, delicatamente, avvolge la soffice stoffa attorno al collo della figlia. È buffa, quella sciarpa le sta decisamente grande, tanto da doverle fare un paio di giri in più per non farla cadere.
《Ti prometto che tornerò a prenderla. Nel frattempo puoi custodirla te?》

~ Un mese dopo ~

《Zia Juvia...?》chiama la bambina tirando delicatamente la manica alla donna che, seduta sul divano di casa, si tiene la testa con le mani, lasciando ricadere i capelli blu sul viso per nascondere ai due bambini la sua preoccupazione.

Non una notizia. Non un segno. Niente. Come spariti.
La maga dell'acqua con una stretta al cuore cerca di calmarsi. Con un respiro profondo rivolge un sorriso alla bambina e a suo figlio, lì accanto a lei.
Il sorriso però non basta a mascherare il turbine di emozioni negative che girano nella testa della maga. La pioggia che aumenta su Magnolia poi è solo la prova definitiva che tutto non va.
E tutti sanno cosa non va. È preoccupata. Preoccupata per i suoi amici, preoccupata per suo marito, preoccupata per i due bambini.
《Papà... Ha detto che devo restituirgli la sciarpa... deve... deve tornare assolutamente assieme... assieme alla mamma... e anche gli altri...》mormora Luna, con Snow che le dà manforte annuendo e aggiungendo con un tono che finge distacco:《E poi papà non vorrebbe vederti piangere con ospiti in casa.》

La maga dell'acqua intenerita abbraccia di slancio i due stringendoli a se contro petto《Piccolini... perdonate Juvia, non vuole farvi preoccupare. Cercherò di non buttarmi più giù. 》li rassicura asciugandosi le lacrime.
Dopo un minuto buono Juvia rilascia i due piccoli dall'abbraccio, Luna a corto di fiato non abituata agli abbracci letali della maga. 《Mamma propone di fare un dolce assieme, che ne dite?》propone per tirare su il morale generale, soprattutto ai bambini. I due annuiscono in contemporanea facendo sorridere la maga.
《Andate a lavare le mani allora, Juvia va a sistemare la cucina.》e detto ciò dà un bacino sulla fronte di entrambi i bambini, si alza e va verso la cucina. I bambini si scambiano uno sguardo e Snow nota tutta la disillusione di Luna. Vede, in quell'espressione sempre sorridente, la tristezza di chi si è rassegnato.

Guardando altrove, prendendo la mano alla bambina. 《Lo hai detto tu stessa che torneranno, non vorrai mica dire che hai mentito, vero?》la provoca con un tono diverso dal solito, un tono meno freddo, quasi dolce. Sul volto di Luna si dipinge un'espressione sorridente. Non è un sorriso che le si vedeva spesso. È un sorriso piccolo e delicato, nulla a che vedere coi sorrisi a 32 denti che le si vedeva sempre addosso, ma sentito dal profondo del cuore.

La loro "storica" rivalità si sigillata in quell'esatto momento con una promessa silenziosa.

~ 7 anni dopo, anno x812~

La Gilda è cambiata. Non ci sono più gli schiamazzi di bambini che corrono per la sala centrale. 
No. Ora quei bambini sono cresciuti in degli adolescenti pieni di vita. 
Certo ci sono state delle aggiunte: ad esempio la piccola Soriana che, dall'alto dei suoi 18 mesi comandava a bacchetta suo "zio", il temibile Luxus. E il piccolo Ainsel, fratello maggiore intento a farsi sistemare per la ventesima volta quella mattina il cravattino da sua madre, Evergreen. Non che lo volesse addosso, ma lei insisteva.

《Shouta! Combattiamo insieme?》Esclama una ragazzina bionda dagli occhi verdi rivolta a una ragazza decisamente più grande e robusta, dai capelli turchini. Questa si volta verso la ragazzina, incrociando le braccia al petto, decisamente poco sviluppato. Come quello della madre del resto. Sulle gambe se ne sta comodamente seduto un piccolo Exceed grigio e crema.

《Non ti è bastata la batosta di ieri?》chiede alzando un sopracciglio su cui faceva capolino un piercing. Uno dei tanti almeno.
《Ieri era solo riscaldamento! Non perderò di nuo-》 una sprangata di metallo dritta sulla testa le fa troncare la frase a metà e finire a terra.
《Te l'ho già detto, parli troppo e ti vanti troppo.》 E detto ciò torna a prestare attenzione al suo tè servitole da Mirajane mentre Glare, il gatto, le fa i complimenti. 《Shoutaaaa, sei fortissima!》

Lei sorride, passandogli una mano sulla testolina, dietro le orecchie tonde, gesto assai gradito.《Se vuoi oggi pomeriggio io e il mio vecchio andiamo ad allenarci, unisciti pure se ti va.》aggiunge con un tono amichevole, avvicinando la tazza alle labbra.
《Sarebbe splendido!》
《Luna oggi dovevamo cercare un lavoro, non ti ricordi?》 chiede la voce di Snow dietro alla ragazzina, facendola quasi spaventare.
《Snow! Quando sei arrivato e... hey hai finalmente deciso di lasciare a casa il giaccone?》
《Ma cos- IL GIACCONE》esclama vedendo che era solo con la maglietta. Borbottando qualcosa torna sui suoi passi, uscendo dalla Gilda.

La Dragon Slayer del metallo posa la tazza sospirando.
《Shouta! Mamma ha detto di aiutarla a mettere in ordine l'archivio e te stai qui a bere il tè?!》 Esclamò un ragazzo proveniente dalla biblioteca della Gilda. Praticamente identico a Shouta se non per il fatto che era fisicamente meno muscoloso e maschio.
《Yajee, è bello vederti fratellino.》
《Non chiamarmi fratellino, sono più grande di te》
《Di un paio di minuti》
I gemelli Redfox. Assieme formano un team fortissimo, una sintonia perfetta. Ma si lanciano frecciatine di continuo.

《Yajee!》 Esclama la bionda praticamente assaltando il ragazzo con un abbraccio 《Come sta il mio mago della scrittura preferito?》
Prima ancora di ricevere una risposta sente su di se l'occhiata gelata di Snow. 《Deduco ci sia una buona spiegazione per cui il nerd ti stia toccando, Luna.》chiede con un'espressione decisamente inespressiva.
《Tecnicamente è lei che sta toccando me》ribatte il mago per entrambi senza neanche voltarsi, staccando delicatamente Luna di dosso. Questa si fa leggermente da parte.
《Ragazzi non credo che...》 Ma neanche quella frase ha fine. La rissa comincia tra i due ragazzi. Sospirando la bionda si volta verso la turchina.
《Andiamo a dare una mano a Levy nell'archivio?》 Le propone, cercando di tirarsi via da quei due per evitare ulteriori problemi. La turchina si prende un attimo per finire il suo tè e alzarsi. Senza guardare i due litiganti si avvia verso la biblioteca tenendo in braccio Glare.

《Andiamo prima che mi venga l'idea di appenderli a un filo e batterli come tappeti.》
《Aye Sir!》

***

Angolo autrice~

Sarò sincera, non ho idea di quando comincerò a pubblicare i capitoli, soprattutto perché sono indecisa su come organizzare alcuni di essi. Vorrei alternare capitoli di trama con capitoli flashback, giusto per scrivere cose fluffose.

Attualmente ho alcuni capitoli pronti, ma finché non ho le cose perfettamente in chiaro come devono andare me li tengo ancora in forse per modificare cose in caso.
Shouta e Yajee sono personaggi della Light Novel "Trouble Twins". Li adoro e ho voluto inserirli nella storia.
Tutti gli altri ragazzi della Next gen invece sono i miei bambini che, appena mi passa il calo di autostima, faccio una ref disegnata come si deve, almeno per i protagonisti.

Non interesserà a nessuno ma la fanfic di Avatar non la sto pubblicando nonostante alcuni capitoli siano pronti perchè ho perso il quadernino con gli appunti della storia. Con tanto di scaletta dei capitoli e non ricordo minimamente cosa volevo raccontare quando ho steso la bozza dei capitoli. Non prometto nulla ma qualcosa da scrivere me lo invento prima o poi.

Eeee niente, al prossimo capitolo che spero non sarà tra troppo tempo~

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Capitolo 2
*** La Prima Missione [Parte 1] ***



《Si può sapere perché hai scelto questa missione spogliarellista?》
《Perché è nell'unico posto dove non rischi di distruggere tutto, testa calda.》

E con l'inizio di un battibecco i due giovani uscono dalla Gilda. Luna, Dragon Slayer del fuoco, e Snow, mago del ghiaccio.
Yajee, seduto al bancone del bar assieme alla sorella, guarda il portone chiudersi.
《Credi sia una buona idea mandarli da soli?》

《Umh? Non capisco dove stia il problema.》rispose Jutla allontanando la tazzina dalle labbra 《Sono perfettamente in grado di gestirsi da soli. In più non hanno scelto nulla al di fuori della loro portata.》

《Dimentichi che parliamo di Luna e Snow. Potrebbero mettersi a litigare in un qualsiasi momento e fare casini.》
《Improbabile. Non fanno a botte da più di 3 mesi. Dimmi la verità, non è che ti manca già la tua compagna di letture?》 Jutla stuzzica il fratello, scompigliandogli i capelli. Lui con fare scorbutico e con le guance leggermente rosse si voltò da un'altra parte.
《Hai una bella fantasia Jutla.》

*

Mezz'ora dopo la coppia di maghi è sul treno diretto a Onibus. La loro discussione è durata relativamente poco, ora sono lì seduti uno di fronte all'altro che parlano come se nulla fosse successo.

《Quindi una volta là dovremmo incamminarci verso l'ex convento Zen e là troveremo ad aspettarci il committente. E questo non ci aspetta in paese perché?》
《È stanco e anziano. In più non ci siamo preannunciati quindi neanche sa che stiamo arrivando.》

《Dice che dobbiamo disinfestare il suo giardino... perché dei maghi dovrebbero fare da disinfestatori?》 Guarda Snow non troppo convinta. Quella come prima missione da indipendente?

《Saranno delle Termiti dei Fulmini o una Talpa Gigante.》
《Oh, sarebbe molto divertente se fosse una talpa gigante. É divertente vedere come muovono il naso quando bruci loro i baffi!》
《Calma i bollenti spiriti, non è detto sia una talpa gigante.》
《E te non sciupare i miei sogni di gloria.》

Snow alzò le mani in aria in segno di resa. In quel momento la voce del controllore rieccheggiò per il treno grazie alle lacrime di comunicazione. Erano arrivati a destinazione. 
Sistemandosi la sciarpa al collo la ragazza si alzò carica come non mai.
《Bene, sono tutta un fuoco. Andiamo!》 E, afferrando Storm per la mano, uscì fuori trascinandosi dietro il ragazzo.

《Aspetta, non sai neanche da che parte andare!》
《Si che lo so. Fuori dalla città in direzione nord-ovest.》
《...stavi leggendo il foglio tenendolo al contrario?》
《Mi sottovaluti troppo Onee-chan.》
Si voltò facendogli l'occhiolino, poi si incamminò verso la loro meta.
《Alle volte mi fai paura, lo sai vero?》
《Ti voglio bene anch'io.》

Altri quindici minuti dopo sono alle porte di una villetta di campagna, a poche decine di metri dal paesino.
In linea di massima la villa non è enorme, ma in confronto alle case del paese è una signora. 
Lo stile piuttosto spoglio, le uniche decorazioni che effettivamente saltano all'occhio sono due statue di strani pesci all'entrata del giardino. A schiena dritta e con un sorriso in volto, Luna parte spedita verso la porta e tira la cordicella del campanello. Snow, appena dietro di lei controlla di essere ancora vestito.

Alla porta si affaccia un signore sui 70 anni, completamente pelato con due occhi ancora vispi nonostante l'età. È abbastanza pallido, probabilmente con la gobba a giudicare come se ne sta piegato in avanti.
《Cielo cielo, non si vedono spesso ragazzi della vostra età qua al convento. Qual buon vento?》
Luna mostra il tatuaggio sull'avambraccio e con un sorriso presenta se stessa e il suo compagno:《Siamo i maghi di Fairy Tail, signore! Siamo qui per l'aiuto che ha richiesto alla nostra Gilda!》
Lo sguardo del signore si illumina.
《Cielo... Ma non siete un po' giovani per scegliere delle missioni da soli?》
Luna sorrise delicatamente: 《Questa è la nostra prima missione. Ma non si preoccupi, abbiamo il permesso sia dei nostri genitori che del Master. Può contare sul nostro aiuto!》
Una cosa la bionda l'aveva imparata da sua madre quando ancora era con loro: saper parlare con gli altri è essenziale nel mondo, soprattutto per far star tranquille le persone scettiche.

Il signore sembra convinto a fidarsi dei due giovani.
《Oh cielo... è da circa due settimane che trovo delle strane buche nel giardino. All'inizio ho pensato a una talpa, ma sono veramente tante e... quasi tutti le mattine ne trovo una o due nuove.》spiegò l'anziano facendo strada verso il giardino. Buche nel terreno, recinzione tagliata, che bestia potrebbe essere?

《Sicuro non siano dei vandali?》
《Cielo, che motivo avrebbero di fare una cosa del genere?》
《Noia? Non sa cosa fa lui quando è annoiato.》
《Luna, questa è la volta buona che ti congelo fino alle fiamme.》

Lei ignora la risposta avvicinandosi a una delle buche. Non sono profonde, non arrivano neanche ai 10 centimetri. Ma sono larghe. Fa cenno a Snow di avvicinarsi.

《Perché scomodarsi a fare buche così?》
《Non ne ho idea.》
《Potrebbe essere davvero lo scherzo di qualcuno... hey che fai?》
Luna, china a terra, sta annusando. Sente l'odore di una creatura che di sicuro non ha già visto, questo è poco ma sicuro. Addio talpa gigante.

《Ti stai trasformando sempre di più in un cane o è la mia impressione?》
《Prima che decida di dar fuoco al tuo giaccone una volta per tutte vuoi darmi una mano?》chiese per poi alzare lo sguardo verso il ragazzo.
《Snow.》
《Luna.》
《Dove hai lasciato il giaccone?》
《Cosa- QUANDO E' SUCCESSO?!》

E nel mentre Snow va alla ricerca dei vestiti, Luna smuove un po' di terra dalle buche, facendo una scoperta.
《Cosa sono? Sembrano delle sfere di cristallo ma senza cristallo.》
《Quante ce ne sono?》
《2 contando questa. E se ce ne sono altrettante nelle altre buche sono circa... una ventina. Snow smetti di fare l'esibizionista.》

《Arrivo arrivo, santa pazienza.》 Esclama in fretta Snow, sistemandosi il giaccone. 
《Sembrano delle uova.》 Nota lui studiando le con lo sguardo.
《Uova di che scusa?》
《Che ne so, non sono io che leggo i libri sulla fauna di Fiore.》
《Neanche io li leggo. Ma mi hai dato l'idea per cosa leggere quando torniamo.》
《Un'altra scusa per appiccicarti a Yajee?》 Chiede alzando un sopracciglio, sposta lo sguardo su Luna.
《Anche fosse?》ribatte con una risatina tirandosi su da terra. Lui sta per controbattere ma un movimento alle sue spalle gli fa gelate il sangue nelle vene.

《Luna.》 Si fa serio e cupo in volto e questo la ragazza lo nota. 
《Vieni qui con calma e non ti voltare.》 ordina guardando qualcosa alla spalle della ragazza che continua ad avvicinarsi.
《Cielo, cielo...》 mormora il vecchietto più pallido di prima.

Ovviamente si volta. Ciò che vede per poco non le fa scappare un urletto spaventato.
Una creatura, simile a un orso ma con sei zampe e un carapace da insetto sulla schiena, si erge in tutta la sua altezza davanti alla ragazzina, con tutta l'impressione di avercela con lei.

《A-abbiamo disturbato il nido di un Bugbear...》
《Luna, porta il signore il più lontano possibile da qui. Io trattengo qui l'insettone.》
《Sei impazzito?! Non puoi farcela da solo!》
《Vai! Ice make: chains!》 Ordina più aspramente Snow, mentre incatena a terra due delle 6 zampe della creatura. Quando si è tolto giacca e maglietta? 《Non ho intenzione di sconfiggerlo senza di te, quindi datti una mossa.》
《A-Agli ordini! Andiamo, la porto al villaggio!》 Esclama la bionda sollevando di peso il vecchietto. Nessuno lo avrebbe detto, ma è forte fisicamente.

《Un bugbear, uh? Non ne avevo mai visto uno dal vivo prima. Sarà divertente trattenerti qui, sai?》
E comincia il combattimento. La creatura spezza le catene con facilità, attaccando il ragazzo che riesce a schivare per un pelo.

《Ice make: Sword!》
Ma la creatura evita bellamente la lama di ghiaccio, aprendo le alette da insetto per rincorrere la ragazza che ha toccato la sua cucciolata.
《Oh no, non lo farai.》 E, di nuovo, la incatena al suolo. Questa con un ringhio grave si volta verso il ragazzo.
《Se vuoi raggiungerli dovrai prima vedertela con me.》

Comincia la battaglia. Liberatasi dalle catene la bugbear si lancia contro Snow che, all'ultimo, si protegge alzando un muro di ghiaccio su cui la creatura sbatte il naso. Il muro va in frantumi e il ragazzo si affretta a indietreggiare mentre la creatura si massaggia il muso. Furente, carica un'altra volta balzando al di sopra del secondo muro evocato dal ragazzo, atterrandolo e bloccandolo a terra.

Gli ruggisce sul viso e per poco Storm non cede alla paura.
《Sai amica. Hai un alito orribile permettimi di rinfrescartelo.》
E con un atto di coraggio assurdo mise le mani nella bocca del bugbear, materializzando un blocco di ghiaccio abbastanza grande da non farle richiudere le fauci.

Fuori una minaccia. Ora manca l'altra, ovvero gli artigli.
La creatura si scosta, incazzata e confusa, dando tempo al corvino di prendere nuovamente le distanze. Si muove troppo per usare le catene. E pa creatura è troppo grande per la sua gabbia di ghiaccio. Deve pensare.

Martello? No, non può andarci pesante. Infondo protegge la sua cucciolata. E a tal proposito, non può rischiare di romperle le uova o sarà ancora peggio.

《Merda.》 Mormora appena l'orsa si riprende e si alza di nuovo in volo. Le fauci sono bloccate ma non le serve per quello che vuole fare.
Carica in picchiata e Snow ha appena il tempo di innalzare un muro per bloccarla prima che quelle lame di artigli gli squartassero il petto.

Questo non scoraggia la creatura a provarci di nuovo.
Ancora, lui innalzò un muro ma questa volta venne troppo sottile. Si lancia di lato per evitare il peggio, ma il braccio viene preso, lasciando un graffio profondo su di esso.
Un mugolio di dolore gli sfugge dalle labbra mentre digrigna i denti. 
Sta sanguinando, e anche tanto. Blocca come meglio può l'emorragia col ghiaccio, guardando ora con paura il suo avversario. Con un braccio fuori combattimento non può usare al meglio i suoi poteri.

Si mette veramente male...

 

***Angolo Autrice***

 

Il capitolo originariamente era lungo 3.000 parole tonde tonde, ma per una questione di produttività e costanza (non ce la faccio a promettervi capitoli sempre superiori alle 2.000 parole), mi sono messa un cap intorno alle 1.500. Scusate quindi se ho interrotto così... bruscamente ;3

Detto ciò vi aspetto per il prossimo capitolo, bye bye farfalline~

 

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Capitolo 3
*** La Prima Missione [Parte 2] ***


La paura che ora prova Snow è indescrivibile. È in trappola. Congelato dalla paura fissa il Bugbear.
E mentre la creatura, con la sua mole imponente, si sta avvicinando per attaccare di nuovo, una ragazza bionda coperta di fiamme si fionda davanti a lui, diventando un ostacolo per l'attaccante.
《Salve regina delle nevi, bisogno di un cavaliere?》Chiede a Snow senza voltarsi mentre le fiamme del suo pugno divampano.
《Luna!》
《Le hai davvero messo le mani in bocca per creare quel blocco di ghiaccio? Molto coraggioso da parte tua.》 Nota prendendolo in giro, girandosi appena un attimo per sorridergli.
《Zitta che ho già fatto più di te!》

Il bugbear è visibilmente riluttante a mettere le zampe sul corpo infuocato della ragazza, quindi si limita a lanciarle occhiate di sfida. La ragazza, in tutta risposta, infuoca entrambi i pugni e un'espressione per niente allegra le si dipinge sul volto.

《Sai, avrei voluto poterne parlare. Dico davvero. Ma hai fatto un grave errore.》
Ora tutto il corpo è in fiamme. 《Hai ferito un mio compagno. Quindi adesso hai due opzioni, o te ne vai finché sono ancora calma o vieni qui a farti arrostire.》

Lui sa che sta bluffando. Non attaccherebbe mai una madre che sta semplicemente proteggendo i suoi piccoli. Ma come intimidazione sembra funzionare. La bugbear dopo un attimo di tentennamento fa un verso simile a un ringhio e si allontana, dritta da dove era venuta.

Tirando un sospiro di sollievo Luna fa sparire le fiamme e si avvicina al ragazzo.
《Sei proprio uno stupido sai? Combattere senza neanche una maglietta.》
《Non è che tu sia molto più vestita, sei in canottiera.》
《Io almeno porto i pantaloni》
Storm si guardò e rimase sconcertato nel vedersi in mutande.

Luna ridacchia per poi abbracciarlo, affettuosa. Lui la lascia fare con un sorriso.
《Come va il braccio?》
《Credo non ci sia nulla di rotto oltre il mio orgoglio.》
《Snow, quello è rotto da tempo.》
Sorride e si stacca con delicatezza. Poi sfila la sciarpa dal collo e la passa attorno al braccio ferito, ad altezza spalla, avvolgendola un po' più in alto rispetto alla ferita.
《Cosa fai?》
《Mi preparo ad amputarti un braccio, mi pare ovvio.》 
Fa un nodo e stringe abbastanza forte da rallentare il flusso di sangue.
《Non è molto ma se dovesse cedere il ghiaccio non avresti grosse perdite.》 Gli sorride prima di alzarsi.

《Come facciamo con tutte queste uova? Non possiamo lasciarle qua a schiudersi, potrebbero attaccare il villaggio.》 Fa notare Luna portando un braccio dietro alla schiena.
《Dobbiamo trasportarle nel bosco sperando di non essere attaccati di nuovo. E trovare un modo per non far tornare qua la madre.》Snow si alza, ignorando il dolore che si stava comunque alleviando.
《Per quello ho un'idea che non ti piacerà.》
《Non mi piacciono mai le tue idee.》

《Posso farmi rincorrere fino al punto in cui avremo messo le uova, il più lontano possibile.》guarda Snow che le sta guardando serio.
《SEI IMPAZZITA?! Se hai intenti suicidi fallo quando non ci sono!》Luna prende le sue mani tra le proprie e incrocia i propri occhi verdi con quelli blu del ragazzo.
《Calmati e ascoltami. Posso tenerle testa ma devi fidarti di me.》
Lui sta per ribattere ma quello sguardo determinato lo fa desistere.

《Per ora limitiamoci ad andare in paese. Devo farmi bendare il braccio e parlare col signore.》
La ragazza annuisce con un sorriso, avviandosi verso la città. Appena escono dal giardino però il ragazzo nota dell'erba bruciata sulla strada che porta al villaggio. Lancia un'occhiata divertita a Luna che cerca di fingersi innocente.
《Hai letteralmente bruciato la tappa o cosa?》
《Non so di cosa parli.》E si avvia per il sentiero bruciato.

Tre ore dopo sono di nuovo alla villetta. Dopo aver fatto quello che dovevano fare al villaggio hanno trasportato tutte le uova in una zona abbastanza lontana e nascosta. Luna si è tenuta una delle uova per poter attirare il bugbear. Snow non è molto felice della cosa, ma ormai ha deciso di voler fare da esca e non c'è discorso che possa dissuaderla.

《...prometti di fare attenzione. Non ho voglia di spiegare a mamma perché sono tornato con te infilzata tipo spiedino.》
《Tranquillo. Se le cose si mettono male prendo fuoco come prima.》
《Se vuoi ritrovarti con un uovo sodo in mano fai pure.》
《... andrà tutto bene, puoi fidarti di me!》
《Lo hai detto anche quella volta che i eri convinta di essere un'abile cacciatrice di funghi. Fortuna che non mi sono fidato.》
《Eddai sono passati anni. Smettila di rinfacciarmelo.》

Avrebbe voluto ribattere ancora, ma il ricordo di Luna col viso verdognolo lasciata andare a qualunque cosa gli passa per la testa e non riusce ad evitare di scoppiare a ridere.
《Hey, che hai da ridere ora?!》
《Ahahah, nulla, nulla!》risponde prendendo respiro tra una risata e l'altra.

《Piuttosto, ti senti carica? Devi farti inseguire per trecento metri da un orso a sei zampe alato con artigli che potrebbe essere usati come mannaie.》
Luna sembra rifletterci un attimo. Ma subito dopo un respiro profondo, guarda Snow con una luce d'emozione negli occhi. 《Sono tutta un fuoco.》

...

La cosa non è andata come sperato. Una volta che la bugbear si era fatta viva e il loro piano ebbe inizio avevano notato la particolare ferocia che questa riservò ai due, o meglio a Luna. Sembrava esageratamente sicura di sé per essere una che stava per prendere fuoco qualche ora prima.

Non che la cosa abbia fatto dispiacere alla ragazza. Ora è diventata una sfida più interessante, secondo il suo parere. Evita attacchi mentre Snow segue, controllando e pronto a intervenire per qualsiasi cosa.

《Non mi aspettavo te la cavassi così bene, te lo devo riconoscere insettona.》fa un sorrisetto di scherno Luna mentre evitava l'ennesima artigliata. Non è ancora riuscita ad allontanarsi dalla proprietà del vecchietto, e la cosa la turba.
《Peccato che in quanto ad agilità vinca io!》
Ma fa appena in tempo ad avvicinarsi al bosco che il piano finisce in rotoli.
《Luna attenta!》 Esclama Snow, alzando un muro di ghiaccio affianco alla ragazza, da cui viene qualche frazione di secondo dopo un sonoro "THWOK". Voltandosi, trova un altro esemplare di bugbear, leggermente più piccolo, sbattere contro il ghiaccio.

《Vedo che ha chiamato i rinforzi. Che mossa codarda.》 Ride amara, fermandosi per farsi raggiungere da Snow, assestando un pugno sul muso alla sua inseguitrice.
《Beh, non è che noi siamo tanto meglio, eravamo due contro uno.》
《Due umani grandi meno della metà di lei.》

In un attimo addocchia un tronco cavo. È distante ma ha una buona mira, così fa rotolare l'uovo a terra e lo mette al sicuro. Poi schiena contro schiena con Snow, pronta a combattere.
《Mostriamo loro i danni che possono provocare gli sbalzi di temperatura drastici?》
《Mi hai letto nel pensiero.》

Ghiaccio e fuoco sono due poteri completamente opposti. Eppure riescono ad andare in perfetta armonia se si tratta di loro due.

Anche se per ora si stanno limitando a respingere i colpi.
《Senti Luna.》
《Che c'è? Sono un po' occupata per allacciarti le scarpe.》 Abbassa la testa all'ultimo per schivare un morso. La rialza di scatto saltando per dare una testata sul mento a quello aveva dedotto fosse il maschio di bugbear.
《Spiritosa. Stavo pensando, non puoi fare quella cosa che hai fatto stamattina?》 Questa volta tira un pugno, sprigionano del ghiaccio che copre metà viso dell'orso-insetto femmina.
《Sii più specifico.》
《Fare fiamme dalle gambe per darti una spinta.》
《Che hai in mente?》

《Uscire da questa morsa mortale passando sopra di loro, mi sembra ovvio.》
《Mi hai presa per un canguro? Non posso saltare così in alto con una persona in braccio!》
《Si che ce la fai. Mi hai chiesto te di fidarmi, vuoi rimangiarti la parola?》
《Grrr, maledetta principessa di ghiaccio!》Esclama a pieni polmoni, lasciando perplesse le due creature che, per un attimo, abbassano la guardia.

《Se vuoi che funzioni devi darmi una mano.》 Esclama mettendosi di fianco a lui.
《Io ti porto in alto, te li immobilizzi. Intesi?》
《Si può fare.》Le due creature tornano a caricare. Momento perfetto. Comincia a lasciar andare la magia, coprendo il corpo dalla vita in giù di fiamme.
《Allora scusa i metodi poco ortodossi.》 Fa un sorrisetto la ragazza prima di caricarsi sulla spalla Snow come un sacco di patate. Non gli lascia il tempo di ribattere. Salta in aria e poco prima di raggiungere il punto più alto spenge le fiamme.
Non serve dare nessun segnale, Snow sa già cosa fare.

《Ice Make: Ice Geyser!》 
E tutto ciò che rimane sotto di loro finisce bloccato in un blocco di ghiaccio.
La ragazza atterra su di esso e per poco non scivola. Lascia andare il ragazzo.
《Se non pesassi una tonnellata avrei saltato più in alto.》
《Se non te lo avessi detto io non avresti neanche saltato!》

《Come vuoi. Comunque come pensi di recuperare quello?》
Chiede Luna sedendosi sul blocco di ghiaccio e indicando qualcosa al suo interno. Molto vicino al terreno c'era... 《IL MIO GIACCONE!》

...

A Magnolia, in stazione, Juvia sta aspettando di veder scendere i "suoi piccolini". Si era appostata lì un'ora e mezza prima nella speranza di veder sbucare da uno dei treni provenienti da Onibus i due. Ma ancora nulla.

E proprio nel mentre sta per essere presa da una crisi nervosa, dall'ottavo treno che vede passare quella sera vede scendere due volti estremamente familiari.
《Snow-chan, Luna-chan!》 Li richiama felice fiondandosi ad abbracciarli.
《Piccolini, mamma era tanto in pensiero non vedendovi tornare.》 Esclama scoppiando in lacrime.

《Mammaaaa, stai dando di nuovo spettacolo!》
《Zia Juvia così ci soffochi!》
《Scusate scusate, è solo... Juvia è felice che siate tornati.》 Mormora sorridendo. Si stacca dall'abbraccio asciugandosi le lacrime.
Ma al suo occhio vigile non scappa il fatto che una manica del giaccone di Snow sia stracciata e sotto il braccio sia bendato. Avevano avuto l'accortezza di lavare via il sangue dal tessuto prima di partire, ma si sono completamente dimenticati che era strappato.

《Snowdrop Fullbuster. Cos'è successo?!》 Chiede la maga dell'acqua seria facendo diventare rosso di vergogna il ragazzo.
《Nulla!》 E onde evitare altre domande in pubblico parte subito spedito verso casa, inseguito da Juvia non intenzionata a far cadere il discorso e da Luna che se la ride.
《E dopo questa chissà quando sarà la prossima volta che ci lascerà andare in missione da soli.》commenta a bassa voce prevedendo la scenata che li sta aspettando a casa.
 

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Capitolo 4
*** Poteva andare peggio. Poteva piovere. ***


Doveva essere una missione tranquilla e adatta a due novizi, scacciare un paio di termiti giganti, termiti che comunque sono grandi quanto un cagnolino. Invece in 10 minuti avevano dovuto realizzare che quelle non erano affatto termiti giganti ma piccoli di formica leone e che loro erano corsi proprio dentro il loro territorio come due idioti. 
Da inseguitori all'improvviso erano diventati i fuggitivi e corsero alla cieca cercando di scappare da quelle bestiacce. Una sola di quelle bastarde, come le aveva chiamate Luna a più riprese, era in grado di troncare un arto di netto a una persone qualunque con le forti tenaglie. E nessuno dei due era curioso di testare questa cosa. 
Solo quando furono abbastanza lontani dal nido e furono sicuri che pochi du loro ormai li seguivano ancora decisero di contrattaccare. E furono anche abbastanza bravi cavandosela con appena qualche graffio.

Ma il karma oggi ha deciso che uno dei due DEVE farsi male e così quando la bionda, sfinita, si siede a terra di slancio ci trova un tenero ragno pronto a darle un morso sentendosi attaccato.
«Ahia! Ma porca miseria pure il ragno schifoso oggi?!» Esclama rialzandosi di scatto, vedendo un ragnetto grande all'incirca 5 cm attaccato alla sua mano. Agita con forza la mano e solo dopo qualche dolorosissimo secondo questo decide di lasciare la presa e scappare a nascondersi tra le radici di un albero. Snow ridacchia prendendola in giro.
«Impari a guardare prima di sederti. Fammi vedere, coraggio...» e mentre lei mostra la mano offesa il ragazzo rimane di sasso. Sembra molto profonda per essere fatta dal ragnetto che se ne è appena scappato. Senza chiedere nulla ci appoggia sopra la propria mano, creando sotto un lieve strato di ghiaccio.
«Non è molto ma ti allieverà il dolore. Andiamo ora, dobbiamo ritrovare la strada per Rose Dorp.»
Luna lo ringrazia silenziosamente con lo sguardo, guardandosi subito dopo attorno. Inspira profondamente concentrandosi su ciò che sente. Cioè poco. «So per certo che siamo arrivati da quella direzione. Ma non credo sia una buona idea infilarci di nuovo nella tana di quelle bastarde.» Abbassa di nuovo lo sguardo sulla mano. Del semplice ghiaccio sarebbe già sciolto sulla sua pelle. Certo che non si è tirato indietro quel dannato dal mordere.
«Ti sembra che sia gonfiato?» Porge di nuovo la mano al ragazzo che, nonostante stia guardando con attenzione, per non farla preoccupare le risponde con leggerezza: «Ti spaventi per un ragnetto ora? È normale che un pochino gonfi. Forza ora, dobbiamo raggirare il formicaio e non so quanto ci metteremo.»

E così tranquilli cominciano la camminata, ignorando la gravità di un "piccolo" morso sulla mano.

20 minuti dopo la ragazza chiede di potersi fermare, appoggiandosi con il braccio al tronco di un albero. Si sente strana, troppo pure per lei. E... le sta salendo la nausea?
Snow la osserva con attenzione. Ha quasi un Dejá vù nel vederla reggersi all'albero con le labbra tremanti e lo sguardo assente posato sul terreno. L'ultima volta si era avvelenata con dei funghi. Ma ancora non ha provato a mettersi in bocca nulla che non fossero provviste.
Accade tutto in un attimo: le ginocchia di lei cedono e se Snow non l'avesse presa al volo, si sarebbe ritrovata col viso stampato per terra.
«Ohi Luna, che ti prende?!» Chiede con evidente preoccupazione nella voce, aiutandola a sedersi. La ragazza riusce appena a scuotere il capo prima di avere un conato di vomito. Si sporge di lato appena in tempo per evitare di macchiarsi i vestiti, riversando tutto ciò che aveva nello stomaco sull'erba fuori dal loro sentiero. Comincia ad ansimare pesantemente, un po' per il vomito, un po' perché far entrare l'aria nei polmoni si sta facendo piano piano più difficile. 
Il moro, che ha fatto ben attenzione a tenerle indietro i capelli, la chiama ma non riceve risposta alcuna. Spaventato la fq voltare verso di sé prendendola per le spalle. Sta... sudando?! Un Dragon Slayer del fuoco può anche solo avere caldo?!
«Luna! Luna santa Mavis, rispondimi!» 
Dopo vari respiri profondi riusce a formulare una risposta, con gli occhi pieni di lacrime eppure con un sorrisetto debole sulle labbra: «Non... mi sento bene...»
« Lo vedo da solo che non ti senti bene, stupida!» esclama a pieni polmoni piazzandosi di fronte a lei. «Dimmi qualcosa di più!»
«mi manca... l'aria... » si lascia andare di peso in avanti contro il petto del ragazzo, cercando di respirare a dovere «la testa... gira...»
Non vuole rimane fermo un secondo di più. La prende in braccio facendole appoggiare la testa contro la sua spalla e inizia a correre. Corre come un dannato. Corre come mai aveva corso prima. Ha paura. Tanta paura.
La bionda ora sembra semi-cosciente. Trema tra le sue braccia e per una volta maledice la sua magia del ghiaccio che, contro quel tremore, non poteva nulla. È sicuro che le sua salita la febbre, cosa veramente rara per lei.

Solo a circa metà strada decise di soffermarsi a prendere fiato e per controllare Luna. Poggia le labbra sulla sua fronte pentendosene poco dopo. Brucia come un tizzone ardente . «Non ti starai alzando la temperatura con la magia mi auguro.» le chiede non aspettandosi una reale risposta. Si toglie il giaccone e con delicatezza lo infila alla bionda, sussurrandole cose belle per farla stare tranquilla.
«Andrà tutto bene, andrà tutto bene. Siamo quasi arrivati stringi i denti ancora un po', va bene?» . Lei apre bocca per rispondere ma la richiude subito di scatto involontariamente, battendo tra loro i denti. Si sforza quindi di riaprire gli occhi pieni di lacrime ringraziandolo, di nuovo, con lo sguardo, sfoggiando un sorriso sofferto ma sentito. Un colpo di tosse segue. Un colpo di tosse leggero ma, con tutto quello che già sta passando, lo sente come un cazzotto allo stomaco. 
«Non sforzarti, pensa a respirare e stare calma, ok?» la rassicura ancora riprendendola in braccio. Lei annuisce, lasciando andare quelle lacrime che da un tempo indefinito stavano sgorgando automaticamente senza freno. Non vuole piangere, neanche si sente di farlo, ma quelle stanno uscendo da sole.

Dieci minuti dopo sono alle porte della clinica di Rose Dorp e Snow fa irruzione nel reparto del pronto soccorso con Luna nel suo stato semi-cosciente tossendo. Ricoverata subito e per un'ora buona Snow viene chiuso fuori dalla stanza d'ospedale dove Luna sta venendo curata. Terapia intensiva. Non promette nulla di buono. Ha colto un paio di parole dai dottori che andavano e venivano ma l'unica cosa che davvero gli era rimasta in testa era una semplice frase detta mentre con fretta gli portavano via Luna: "un altro morso di ragno".
Stupido, stupido e incosciente. Non doveva... Non doveva sottovalutare ciò che era successo. Non doveva assolutamente farlo. Ma lo ha fatto comunque. 
Guarda per terra e ogni minuto si crucia ancora di più. E si maledice per aver piantato a casa la lacrima di comunicazione onde evitare di ricevere ogni tre secondi chiamate da sua madre. In quel momento gli farebbe veramente molto comodo un consiglio da lei.
«Oh dei... Non... non voglio perdere anche mia sorella...» comincia a mormorare tra sé e sé tenendosi la testa con le mani. 
La dottoressa una volta uscita dalla sala per richiamare la sua attenzione dovette chiamarlo varie volte. Appena la vede il ragazzo scatta in piedi, chiedendo per filo e per segno come stesse la ragazza.
«Il pericolo è passato, le è stato somministrato l'antiveleno, e per prassi l'antistaminico, il corticosteroide e adesso una cura antitetanica. Abbiamo fatto una radiografia e l'edema polmonare era meno grave del previsto. Credo l'abbia salvata il suo innalzamento drastico di temperatura che di conseguenza ha abbassato abbastanza la pressione da evitare l'eccessiva trasudazione dei capillari. Non ho mai visto una persona arrivare a 43 di febbre e non avere ripercussione alcuna.» Snow ascolta con occhi pieni di apprensione con una domanda che ha troppa fretta di porle.
«Per stasera la tratterremo qui. Domani la visiteremo di nuovo e quasi sicuramente la potremmo dimettere. Consigliamo comunque di farla stare calma per una settimana per far riassorbire completamente i liquidi riversati nei bronchioli.»
«Posso...»
«Entrare? Certo che si. Ora sta dormendo ma puoi stare con lei tutto il tempo che vuoi.»
Snow non aspetta altro, entra veloce come un fulmine e in un attimo è accanto a lei. Ha ancora la mascherina dell'ossigeno, ma vedere che il suo torace si alza e si abbassa con regolarità e non annaspa gli basta per mettersi in parte l'anima in pace. È viva, sta bene, si è schivata la catastrofe ma è viva. Il peggio è finito.

Si mette a sedere lì accanto, prendendole la mano illesa e restando in silenzio a guardare il pavimento.
Potevano essere passate ore come pochi minuti, non saprebbe dire con precisione dato che per lui il tempo è fermo. Sente stringere la presa sulla sua mano ed ha un sussulto. Alza lo sguardo e incontra gli occhi verdi sempre vivaci di Luna incorniciati in un dolce sorriso. 
«Quell'espressione ti manda decisamente fuori dal personaggio, ghiacciolo.» lo saluta e in un attimo si ritrova abbracciata a lui che lascia finalmente andare le lacrime che per troppo tempo ha trattenuto. Paura, rimorso, sollievo, tutto va a riversarsi sulle sue guance e in seguito a cadere sul lettino d'ospedale. 
«Non farmi più uno scherzo del genere...» le sussurra, strappandole una lieve risatina mentre si crogiola dell'affetto del fratello, raro e prezioso come un quadrifoglio.
«È tutto finito ora.» lo rassicura tirandosi su con la schiena e stringendo la presa dell'abbraccio. «E poi ci vuole più di un bastardo a otto zampe per liberarsi di me.»
Una risata mista a un singhiozzo lascia le labbra di Snow che scuote il capo.

«Scusami... scusa... scusa...» Comincia a ripetere come mantra quando finalmente le lacrime si furono calme e sente di poter mollare la presa perché davvero Luna non sarebbe andata da nessuna parte.
«Scusami...»
«Devo scusarti per avermi portato a corsa in ospedale?» chiede lei, con voce calma e estremamente dolce.
«Ho... ho sottovalutato la situazione...»
«E così ho fatto io. Non è colpa tua se sono qui, quando piuttosto è merito tuo se sono qui a parlare con te!» alza la voce, "scatenando" però un piccolo colpo di tosse.
«H-hey, calma! Non sforzarti!»
Un'occhiata di fuoco lo fa zittire e lo convince a riflettere sulle sue parole. 
«Non azzardarti a darti la colpa per cose che non hai fatto perché non importa come sono messa, ti vengo a pestare uguale.»
«Va bene, va bene...» la asseconda scuotendo il capo, facendo ridacchiare la bionda. 

 

 

***Angolo Autrice***

Ho fatto la conoscenza della signora Volontà e devo dire che è simpatica. Un po' fuggitiva però.

Il capitolo 3 doveva essere incentrato su Yajee e Shouta maaaaa un calendario dell'avvento particolare ha cambiato i miei piani. (*cofcof* passate dal gruppo di Hurt/ Comfort Italia su Facebook *cofcof*)
Avevo comunque in programma di scrivere qualcosa di ansiogeno quindi mi sta bene che sia diventato un capitolo. Tranquilli che comunque i gemelli Redfox li tratterò bene -w-
E parlando del diavolo, con loro lasceremo questo breve slice of life e ingraneremo la trama vera e propria.

E visto che c'è una cosa che sto tirando da tanto potrei farla vedere in un flashback 👀

Ora saluto che a momenti questo angolo dura più della storia, lel.

Bye bye farfalline~

 

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Capitolo 5
*** 4 ~ Di nuovo a Magnolia ***


«Quindi... come spieghiamo a zia Juvia cos'è successo?» Chiede per la decima volta in cinque minuti la ragazza guardando Snow che portava le borse di entrambi. Erano partiti nel primo pomeriggio da Rose Dorp e ora eccoli lì davanti la porta di casa indecisi sul da farsi.
«Se non le diciamo nulla non può preoccuparsi di nulla, no?»
«E come le spieghiamo tutti questi buchi e il "devo stare calma"?» chiede indicando il braccio dove il giorno prima le avevano messo l'aflebo.
«Dai un modo lo troviamo. Se siamo fortunati è ad aspettarci alla Gil-»
«Juvia dovrebbe essere ad aspettarvi alla Gilda. Ma il suo sesto-senso per i suoi piccoli ha chiamato.» risponde una voce alle loro spalle facendo trasalire i due. La maga dell'acqua era lì davanti a loro con le braccia incrociate al petto e li stava guardando con un'espressione seria. Troppo seria.
«H-hey mamma! Emh... di preciso quanto hai sentito?»
«Abbastanza per sapere che è successo qualcosa e non volete dirmi cosa.»

I ragazzi si guardano negli occhi, poi Luna cercando di fare breccia con uno dei suoi sorrisi migliori rispose per entrambi: «Ne possiamo parlare di fronte a una tazza di tè?»

~

«È SUCCESSO COSA?!» strilla la maga veterana con una nota assai evidente di panico.
«Non... È successo nulla di grave...» cerca di mitigare Luna con scarsi risultati. In un attimo si ritrova quasi soffocata nell'abbraccio di Juvia che ha cominciato a piangere come una fontana. Letteralmente. 
«Piccola di Juviaaaa»
«MAMMA STAI ALLAGANDO CASA!» si intromette Snow scattando in piedi per raggiungere le due. Effettivamente le lacrime stanno scorrendo come un fiume dai suoi occhi e per terra si sta formando uno strato d'acqua considerevole.
«S-Snow ha ragione zia Juvia...»
«J-Juvia non può fermare le sue lacrimeeee.» e stringe la presa su Luna, piangendo a dirotto.
«Snow la porta!» urla Luna per poi cercare di calmare Juvia accarezzandole la spalla e provando a strofinare la propria guancia contro la sua. 
Con la porta aperta adesso l'acqua è libera di fluire fuori dall'abitazione e Snow si avvicina alle due appoggiando una mano sull'altra spalla della madre. 
«Puoi fidarti quando dice che sta bene...» Le sussurra. Ma l'unica risposta che riceve è il venir incastrato nell'abbraccio anche lui, finendo inzuppato dalle lacrime della madre.
«Snoooow! Ti... ti dovrebbero fare santo... fiorellino mioooo!» e un nuovo fiume di lacrime parte. Inutile parlarci, meglio aspettare che il tutto passi.

~

In punizione. O meglio, per loro era una punizione ciò che Juvia aveva deciso per evitare di veder tornare qualcuno morto.
Niente più missioni fuori Magnolia per i due per un bel po'. Che tradotto dal Juviese vuol dire potenzialmente "non uscirete mai più da Magnolia".

Hanno provato a protestare, ma che potere hanno su una madre testarda come lei?

Il mattino seguente al loro ritorno i due con scarso entusiasmo se ne sono rimasti soli in casa, una ribollente di rabbia, l'altro a girare per la camera come un'anima dannata in mutante. E tra loro vi è un silenzio tombale in cui l'unica cosa che si sente è la penna con cui Luna sta scrivendo ossessivamente su un foglio. E solo verso l'ora di pranzo quest'ultima, con la lettera chiusa, si alza dalla scrivania guardando per terra.
«Devo andare in un posto. Ci vediamo più tardi alla Gilda?» Chiede guardando Snow che già sa dove vuole andare. Si limita ad annuire e lasciarla uscire con un semplice: «Stai attenta.»

L'avrebbe lasciata andare da sola? Forse se fosse andata in centro a fare compere o qualcosa di simile si. Ma dove sta andando ora con quella lettera no. Sa di doverla raggiungere così rivestito e buttato un paio di cose nello zaino esce fuori di casa e chiude. Cammina a passo lento, senza fretta. Sa che aspetterà fuori in silenzio.
Una volta nella periferia di Magnolia si sofferma a guardarsi attorno. Il boschetto che inizia poco più avanti ha messo su la chioma autunnale e un vento fresco smuove le foglie fiammeggianti. Mette le mani in tasca e segue il sentiero di terra battuta lasciato un po' a se stesso che, piano piano, sta venendo sempre più inglobato nei ciuffetti d'erba circostante. Una volta davanti la casa dalla cui finestra esce il ramo di un albero il suo sguardo si sofferma su un particolare: la porta è aperta. Abbozza un sorriso sospirando. Quindi sapeva che la stava seguendo anche se da lontano.

Si appoggia alla parete esterna della casa accanto alla porta, sbirciando il salottino dell'abitazione in cui Luna si trova. La ragazza, seduta sul divano impolverato, tiene sulle ginocchia una scatola piena di lettere mentre tra le mani si rigira quella che sembra una fotografia. Non riesce a vederla in volto ma quando la sente parlare sa che ha un sorriso malinconico.

«Si non mi sono fatta vedere per un po', è vero. Ma ho tante cose da raccontarvi! Due settimane fa io e Snow siamo andati in missione da soli per la prima volta! All'inizio sembrava una cosa noiosa come una di quelle che sceglie solitamente il pupazzone di neve.» fa una pausa guardando la porta oltre la quale sa che c'è il ragazzo. Non lo vede ma sente il suo odore e questo basta per darle coraggio. Porta di nuovo la sua attenzione sulla fotografia dei due genitori. Natsu aveva preso in braccio come una sposa Lucy che, evidentemente presa alla sprovvista, si reggeva al fidanzato, con Happy appollaiato in testa al mago. Due dettagli rendevano quella foto una delle sue preferite: il sorriso spensierato e innamorato dei suoi genitori e il segno accennato della gravidanza sulla bionda. Da bambina sua madre le mostrava spesso quella foto dicendole che era la prima foto con tutte e tre le persone a cui teneva di più in assoluto. 
Una lacrima lascia gli occhi verdi della ragazzina. 
Seguita da un'altra e un'altra ancora. 
«È... è buffo non trovate? Una volta voi parlavate a me anche se non potevo sentirvi e... e ora io parlo a una foto sperando che possiate sentirmi...»
Si porta una mano alla bocca per non lasciar scappare i singhiozzi. «Aaaaa, mi sono lasciata trasportare di nuovo. Nella lettera ho... ho scritto tutto in dettaglio, pure il piccolo incidente dell'altro giorno. E no... Non ho dato fuoco a niente questa volta»
Forza un sorriso mentre chiude la scatola e la rimette a posto. Guarda quelle mura che una volta furono il salotto di casa sua con gli occhi verdi pieni di lacrime che non vuole più permettersi di versare. Posa la mano sull'albero che cresce nel salotto e chiude gli occhi inspirando a fondo. Se si concentra è come se li vedesse ancora in quella casa con lei.

Quando esce si volta con naturalezza verso il ragazzo, sorridendogli grata che fosse lì. Nessuno dei due è intenzionato a dire una parola su ciò che è appena successo.
«È da un po' che non facciamo una gita nella foresta.» Propone Snow con tranquillità e naturalezza, asciugandole una lacrima con un dito, delicatamente. 
«È un invito?» Chiede la ragazza riservandogli uno sguardo da bambina che raramente si concede. Senza nessun preavviso la mano di lui scivola dietro la nuca, per poi fare quel minimo di pressione tale da farle appoggiare la fronte sul suo petto.
«Solo se ti va.»
E lì, con quel silenzioso supporto non riesce a non far scappare altre lacrime, questa volta dolci e silenziose.
«Che domanda stupida, certo che mi va!»

 

***Angolo autrice***

Esisto! I capitoli tranquilli non sono il mio forte, mi piace scrivere delle scazzottate :c

In più vorrei sapere cosa ne pensate per ora dei due protagonisti, soprattutto su Snow che faccio davvero tanta fatica a caratterizzare...

Ah dimenticavo, per farmi scusare dell'attesa c'è pure un capitolo extra, il primo tra i flashback che spero piacciano ♡

Bye bye farfalline~

 

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Capitolo 6
*** La Scelta (capitolo flashback) ***


Anno x806

Era un giorno come tanti alla Gilda. C'erano le risse, Makarow, ormai prossimo a ritirarsi, stava finendo di istruire Laxus e Kana beveva. 
Snow era di nuovo a Lamia Scale da Lyon a imparare la magia del ghiaccio e Juvia era in missione con Gajeel. Entrambi però sarebbero dovuti tornare nel tardo pomeriggio.

Dov'era Luna in tutto questo? Si era appiccicata a Lisanna a elemosinare coccole e complimenti. Come faceva quasi tutte le volte che veniva lasciata alla Gilda. Adorava Lisanna tanto quanto adorava Juvia e non lo nascondeva.
E fu nel mentre era in braccio all'albina che sentì un odore familiare. Stringendosi alla ragazza si voltò verso il portone, annusando l'aria.
«Hey piccolina, che succede?» le chiese con voce dolce, accarezzandole i capelli dorati.
«...mamma?» rispose quasi con un sussurro indicando la porta.

«Lucy?!» Esclamò ad alta voce sorpresa guardando prima la bambina e poi il portone. Erano tornati tutti? Davvero?

La Gilda si ammutolì all'istante. Trattennero tutti il respiro.
E quando il portone si aprì, lo lasciarono andare, vedendo la chioma bionda sulla soglia della porta.

Luna si liberò al volo da Lisanna, correndo incontro alla figura. Era sua madre, ne era sicura. L'odore era il suo. Un po' più alta ma era lei.
«MAAAMMAAA»

Nessuno ebbe il cuore di infrangere i sogni della bambina chiamando per nome la signora appena entrata che adesso si trovava la bambina abbracciata addosso sull'orlo del pianto.
«Maaaamma!»

Anna Heartphilia, con una morsa al cuore si chinò a terra, passando una mano sui capelli biondi della bambina.
«Luna, quanto sei cresciuta... l'ultima volta che ti ho vista eri uno scricciolino di Dragon Slayer.» La salutò con tono triste mentre la bambina si staccò, incredula a quello che sta sentendo.

Non voleva crederci. Lo rifiutava con tutta se stessa. 
Presa dalla situazione non si era accorta che Lisanna l'aveva seguita e ora le aveva posato una mano sulla spalla. Seguiva la scena con lo sguardo triste, in silenzio.

«Hai sentito l'odore di tua madre su di me vero?» La piccola annuì piano con gli occhi verdi opachi e spenti. 

«Ecco vedi... io non sono Lucy. Mi chiamo Anna. Sono... una vostra antenata.»
«Antennata?»
«Una parente molto, molto alla lontana.»

La bambina si rattristì, correndo a nascondere il viso contro la maglietta di Lisanna che, in silenzio, le accarezzò i capelli biondi. L'anziana signora si sentì tremendamente in colpa.

«Forse... non è stata una buona idea venire a visitare mia nipote... mi spiace di averla fatta piangere.» Si scusò Anna, pronta ad andarsene per non peggiorare le cose quando la voce dell'albina la richiamò: «Aspetta qualche minuto, ci parlo io. È stata... una grossa batosta che non era pronta a incassare.» Le rivolge un sguardo dispiaciuto.

Si trascinò fino al bancone del bar con la bambina, facendola sedere su uno sgabello alto. Il faccino di solito sempre sorridente era solcato da lacrime e gli occhi di solito brillanti erano oscurati da una profonda sconsolazione. La sua solita parlantina sparita. Si aggrappò al il vestitino a fiori con le mani guardando in basso.

«Luna...»
«Mamma... non tornerà più?»
Quella domanda spezzò il cuore sia a lei che alla sorella Mira lì dietro con loro. Fu la seconda che, con dolcezza, le passò una mano su una guancia rassicurandola.
«Devi avere fiducia. Possono tornare proprio quando meno te lo aspetti. E quando lo faranno sarà il momento più felice della tua vita.» Le sorrise, appoggiando l'altra mano sulla spalla di Lisanna.

«Ma non ce la faccio più ad aspettare...» mugolò la bambina coi lacrimoni agli occhi.

«Senti, perché non provi a passare la giornata con Anna?»
«Cosa? Perché?»
«È comunque tua nonna. Circa, molto alla lontana. Lei conosceva tuo padre da piccolo e conosceva Igneel.»

Alla bambina si illuminarono gli occhi: «I-Igneel? I-il drago papà del mio papà?»

Lisanna, felice di aver stuzzicato la curiosità della piccola annuì facendola girare verso l'altra bionda.

«Secondo me può raccontarti tante storie divertenti. Conosceva anche tuo zio Zeref.»

La bambina fece per scendere ma si bloccò girandosi verso la ragazza.

«Te cosa farai zia Lis»

«Non preoccuparti, vai a divertirti. Resterò qui a dare una mano a Mira a servire.» Le rivolse un sorriso incoraggiante in cui la piccola riuscì a scorgere di sfuggita un velo di malinconia.

La bambina ci pensò su. Voleva davvero sentire le storie sui draghi. Ma zia Lis è zia Lis. Alla fine si mise in piedi sullo sgabello, sporgendosi verso l'albina per darle un bacino sulla guancia.
«Ti voglio bene zia Lis» le sussurrò prima di staccarsi e correre verso Anna Heartphilia.
Lisanna sospiro, rispondendole a bassa voce: «Divertiti piccolina...»

Le vide parlare per un po', poi uscirono fuori per chissà dove.
Una lacrima rigò il viso di Lisanna, dettaglio che non passò inosservato a sua sorella. Sarebbe andata via con lei alla fine della giornata?
«È dura lasciarla andare, ma è la cosa giusta da fare.»
«Lo so. Ma fa più male di un pugno allo stomaco.»

Il pomeriggio passò e Juvia fu di ritorno con Snow che, non vedendo da nessuna parte la sua amica si imbronciò. Messa al corrente dalla Gilda, la maga dell'acqua si fece particolarmente silenziosa. Si sedette a un tavolino ad aspettare che tornassero, con Snow accanto che, probabilmente, aveva la sua stessa preoccupazione. Sarebbe andata via con Anna?

Il pomeriggio passò e le Heartphilia furono di ritorno. La piccola era tornata a sorridere e, vedendo sia Snow che Juvia, corse loro incontro abbracciando di slancio la maga dell'acqua.
«Siete tornati! Siete tornati!» Esclamò tutta felice. Snow la guardò storta un attimo e, quando se ne accorse, Luna roteò gli occhi divertita e abbracciò anche lui. La bambina si ritrovò schiacciata in mezzo ai due.

«Chi è quella signora che ti somiglia tanto?»
«È mia nonna.»
«Ma tua madre non aveva detto che era senza genitori?»
Juvia mandò un'occhiataccia al figlio.
«È più la mia bis, bis, bis, bis, bis, bis, bis, bis nonna» rispose, contando sulla dita quanti "bis" avesse detto.

«Cosa?! Ma come è...»
«Scusatemi, lei è Juvia giusto?» Si avvicinò Anna al terzetto, rivolgendosi alla maga adulta. La nominata si congelò un attimo. Sapeva che quel giorno sarebbe arrivato. Dopotutto lei è l'unica parente in vita che ha la bambina. Ma non era pronta a lasciar andare la sua piccolina.
«Si, sono Juvia.»

E a questa frase la bambina sentì che qualcosa non andava. Guardò la maga che, seria, si era voltata verso Anna. 
«Posso scambiare due parole con lei?»
«Certo. Al bancone magari?»

I due bambini guardarono le due allontanarsi e Luna non poté evitate di sentirsi a disagio. A loro si unì Makarow. Tese l'orecchio ma riuscì a cogliere solo alcune parole: "Blue Pegasus" e "Daisy Village". Guardò con una leggera ansia Snow, il quale condivideva il suo stesso stato d'animo. Si lasciò andare sulla sedia, dondolando nervosamente le gambe. Al ritorno delle due Anna le si avvicinò chinandosi a terra per parlarle faccia a faccia.
«Luna senti... adesso devo tornare a casa.»
«Di già?»
«Si. Ma, ho una proposta da farti. Ne ho parlato sia col Master che con Juvia e abbiamo pensato che magari potessi voler venire con me?»
«Venire con te...?»
«Si, a casa con me. Posso raccontarti delle tante cose che ha fatto tuo padre da piccolo, oppure di come tua madre ha vinto il premio per il miglior romanzo dell'anno e badare a te. Come una famiglia.»
Gli occhi della bambina si illuminarono: «Posso davvero?»

«Solo se lo vuoi piccolina. Posso anche insegnarti qualcosa sulla tua magia. Ne ho cresciuti 5 come te.»

Stava per rispondere d'impeto quando sentì due occhietti puntati addosso. Era Snow. Aveva un'espressione indecifrabile, non sembrava né triste né felice. La piccola si guardò attorno. Vide tanti volti... malinconici. Quando era cominciata la pioggia?
Si mise a riflettere guardando i suoi sandalini.

«Sarebbe bello ma... ho già una famiglia.» disse alla fine, con un sorriso, la bionda.
«Fairy Tail è la mia famiglia, non voglio lasciarla. E poi... ho promesso a papà che avrei custodito la sua sciarpa fino al suo ritorno. Se torna e non mi trova non potrà riprendersela.»

Prese sotto braccio Snow abbracciandolo a se, guardando la maga dell'acqua. «Sono felice con zia Juvia e fiocchetto di neve!»

La maga dell'acqua si commosse a tal punto che cominciò a sciogliersi sul pavimento.

«Z-zia Juvia!»«Mamma!» esclamarono in coro i due vedendola accasciarsi a terra in una massa informe d'acqua. Nella sala centrale si levò un coro di sospiri di sollievo.

Anna, per niente stupita, le sorrise.
«Me lo aspettavo. Sei davvero una Heartphilia.» Le scombinò i capelli affettuosamente.
«Se mai volessi venire a farmi visita mandami una lettera. Verrò a prenderti col treno.» Si alzò e dopo un ultimo sorriso si avviò verso il portone principale.
«A presto Fairy Tail.»

Quando se ne fu andata Kana tirò fuori dal nulla un barile di un alcolico non meglio specificato.
«LUNA RESTA CON NOI! »Esclamò festeggiando nel modo che meglio conosceva: bere.
Cominciarono i festeggiamenti e nel casino generale riuscì a scoppiare una rissa. Di nuovo. 

Snow, dopo una scazzottata con Yajee finita male, si avvicinò a Luna che, tutta felice, se ne stava a sedere al tavolino di prima.

«Sei sicura di quello che hai scelto?»
«Non uscirei da questa gabbia di matti neanche per tutti i Jewel di Fiore.»
«È comunque la tua bis, bis, bis... bis nonna.»
«Lo so. Ma non mi importa. Te l'ho detto, questa è la mia famiglia, testa di ghiaccio.» Rispose dandogli una lieve botta sulla testa.

«Hey giù le mani, testa calda.»

«Ghiacciolo»

«Fiammifero.»

«Spogliarellista»

Finirono a scazzottarsi come al solito, ma nessuno se ne preoccupava. Non sarebbero di certo state quelle azzuffate a rovinare quel loro rapporto costruito su basi e sentimenti che solo loro comprendevano a pieno.

 

 

 

***Angolo Autrice***

Eeeee ecco il primo dei capitoli flashback di questa storia. Dovevo farmi perdonare per il capitolo corto no?

Non ho nulla in particolare da dire quindi credo saluterò e basta.

Bye bye farfalline~

 

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Capitolo 7
*** 5~ I Gemelli Redfox ***


«...e questo è il significato dietro lo spirito con forma animale.»
«Wow... e io che pensavo prendesse semplicemente la forma più comoda!»

Yajee e Luna, come tutte le volte che hanno un momento libero, si sono rintanati nel loro tavolo preferito ben illuminato con la loro pila di libri.
Yajee non è un tipo troppo loquace, tranne quando si tratta di tirar fuori la propria conoscenza e, come in quel caso, parlare di un libro e spiegarne i significati. E Luna ama ascoltare ogni singola parola di ciò che le spiega.

Ovviamente a Yajee fa altro che piacere poterne parlare con la bionda. Gli piace vedere tutto quell'entusiasmo che mostra per una storia. Non sarà una lettrice accanita come lui, ma sicuramente era una degna compagna di letture. Aveva letto di tutto tra ciò che le aveva consigliato negli anni e tra tutti aveva affinato le sue preferenze. Non le piacciono per niente i rosa, ha un debole per i libri di avventura e, a sorpresa di tanti, gli storici le piacciono tantissimo.
Storia del regno di fiore, storia dei continenti, storie dell'epoca dei draghi, la storia delle magia.

Si è fatta una lista bella lunga di lost magic che conosce per nome ed effetto. Aveva pure provato a impararne una, ma dopo tre mesi aveva capito che provare a imparare senza insegnante o spiegazioni comunque dettagliate era quasi impossibile. E poi aveva già una lost magic praticamente tutta sua.

Un musetto bianco sbuca da dietro la testa della bionda, appoggiandocisi sopra e cogliendola di sorpresa.
«Yo Yajee! Luna!» sorride Glare, l'exceed che fa squadra con i gemelli Redfox. Luna ridacchia prendendolo tra le sue braccia per farlo scendere da lì.

«Buongiorno a te Glare.» lo saluta poi abbracciandolo, gesto gradito dal gatto che si accoccola.
«Hey, non viziarlo troppo o non te lo staccherai più di dosso.» Li raggiunge Shouta, la gemella di Yajee, ridacchiando.
«Abbiamo trovato una missione che sembra divertente!» Annuncia l'exceed guardando il mago della scrittura che con un ghigno-sorriso annuisce.
«In questo caso ti consiglio di dare un'occhiata agli altri libri dello stesso autore, ti piaceranno se ti è piaciuto questa saga. Questo qui per esempio» e indica un libro dal titolo "L'ossidiana delle anime" «è ambientato duecento anni fa. Parla di una giovane orfa-»

Si blocca. Non ci ha pensato. Quanto è stato stupido. Ora penserà che sia stato un insensibile. La guarda con sguardo di scuse ma lei si limita a fargli un sorriso.
«Puoi dirlo, non mi arrabbio mica.» lo rassicura con tono tranquillo, prendendo il libro. Yajee fa un sospiro guardandola.
«Sai? Credo sia meglio se lo scopri da sola. Ti dico solo che la protagonista è una maga coi proiettili anche in un mondo senza magia.»

Luna sospira e ridacchia: «Va bene, va bene. Buona missione ragazzi!» Saluta mentre Yajee, Shouta e Glare si allontanano verso il portone. Una volta fuori il mago si becca un nocchino in testa «Bella mossa Yajee.»
«Non l'ho fatto apposta Shouta!»
«Tutta la tua intelligenza e poi la mandi a benedire quando più ti serve!»
«Ti ho detto che non l'ho fatto apposta!» E allunga il passo borbottando.

...

Due ore dopo sono entrambi in stazione a Akane. Yajee tranquillo legge per la ventesima volta la richiesta di lavoro, mentre Glare cerca di far riprendere Shouta dal viaggio in treno. Tutte le volte un inferno.
«Forza andiamo, non abbiamo tutto il giorno. A meno che non vogliate rinunciare alla spiaggia.» Questa sembra una motivazione valida per Shouta che si dà due colpetti sulle guance e si guarda attorno.
«Al lavoro!»
«Aye!»

Yajee sospira avviandosi verso quella che è la casa di chi ha richiesto il lavoro. Stando al volantino hanno chiesto aiuto per recuperare una collana rubata. Nulla di difficile, giusto?

Bussano al committente e si stupiscono di trovare una giovane donna non troppo più grande di loro ad accoglierli.
«Salve?» Li saluta, ricevendo una risposta immediata da parte di Jutla:《Buongiorno, siamo i tre maghi inviati da Fairy Tail!»
Glare, tra le braccia salde della Dragon Slayer, si crogiola del fatto di essere stato incluso nel gruppo.
«Oh, siete voi. Entrate pure, accomodatevi!» Li accoglie subito lei aprendo la porta. Il terzetto entra e viene guidato fino a un salottino dove un anziano signore se ne stava leggendo il giornale, ignorando i nuovi arrivati.

«Siete stati molto vaghi nella richiesta, possiamo chiedervi qualche informazione in più?»
«Certamente. Dovete perdonarci ma non potevamo rischiare che chi ci ha rubato la collana venisse a sapere che abbiamo assunto dei maghi per recuperarla. Avrebbe reso più difficile il recupero conoscendo il tipo.»
«Quindi ci sta dicendo che conosce il ladro?»
«Non ne sono sicura...» si affretta a precisare «Ma ho i miei sospetti. Si tratta di un collezionista di oggetti magici che qualche tempo fa venne per vedere un anello. È... un cimelio di famiglia che viene tramandato ormai da svariate generazioni.» Comincia a spiegare la ragazza, lanciando uno sguardo all'anziano che sembra ancora fregarsene della questione. Con un'espressione sconsolata scuote il capo e continua: «Fece un'offerta che fu declinata immediatamente mettendo in chiaro che non era in vendita. Insistette tanto a lungo, quasi in maniera morbosa.»
«E perché un collezionista di oggetti magici dovrebbe volere un semplice anello?»
«Stando a ciò che viene raccontato di generazione in generazione...» comincia la figlia che però viene interrotta dal nonno che, finalmente, ha chiuso il giornale: «Tutte baggianate quelle che si raccontano! Non è magico, quando lo vorrai capire?»
«È comunque l'anello della nonna e non ho nessuna intenzione di lasciarlo nelle mani di un ladro. Che possa aprire portali o no.»
«Woah, non state correndo un po' troppo?» si intromette Yajee, che sta facendosi uno schema mentale con le informazioni ricevute.
«È un anello magico?»
«Non sappiamo di preciso...» ammette la ragazza «Tutto quello che so è che solo uno specifico tipo di magia può sfruttare la magia dell'anello. Ma non ho idea di quale sia.»
C'è un momento di silenzio in cui Yajee sta ragionando. Poi dà il via libera alla sorella per parlare: «Visto che conoscete il tizio potete indicarci anche dove possiamo trovarlo?»

~

«Senti come fa bene camminare!» quasi esulta Shouta per non aver dovuto prendere un carretto. Dietro di lei Glare e Yajee camminano tranquilli, l'exceed con un gelato tra le zampe, e il mago particolarmente pensieroso.
«Che succede Yal?» chiede il micetto col muso tutto imbrattato di gelato.
«Nulla, solo... Non capisco come un collezionista qualunque potrebbe arrivare a tanto solo per mettere le mani su un'oggetto magico che potenzialmente non potrebbe usare.»
«Pensi che ci sia qualcosa di più sotto?»
«Temo più che altro che il nostro avversario potrebbe essere più agguerrito di quello che pensiamo.»
Glare finito il gelato apre le ali e va a posarsi sulla testa del mago «Tranquillo, te e Shouta siete abbastanza forti da radere al suolo un'intera città senza fare neanche troppa fatica!»

«Glare ha ragione! Siamo uno dei team più forti di Fairy Tail, non abbiamo nulla da temere!» sorride Shouta girandosi verso i due.
Yajee annuisce e per un tratto di strada non parlano più. Il paesaggio man mano che vanno nell'entroterra diventa più verde anche se mantiene la vegetazione tipica di una zona marittima. A metà sentiero per il piccolo paesino di Wisteria il gruppo si ferma per rinfrescarsi all'ombra di un gelso dalla folta chioma, dove Glare decide di schiacciare un pisolino. Inteneriti nel momento in cui devono ripartire Shouta lo prende in braccio mentre Yajee si preoccupa di togliere dalle mani della gemella la mappa e lì ricomincia il loro viaggio. Parlano, si punzecchiano e ridono mentre la loro meta si avvicina.

~

Wisteria è un paesino dal pattern decisamente colorato. Le case in pietra e legno sono ricoperte di rampicanti che diffondono per le vie un delicato profumo di glicine e gelsomino e le strade ciottolate danno un tocco da "villaggio delle bambole".
«Sarebbe un peccato radere al suolo questa città.» mormora Shouta facendo due carezze sulla testolina dell'exceed ancora addormentato tra le sue braccia.
«E te fai in modo di non raderla al suolo.»

All'indirizzo segnato dalla giovane donna, circa mezzo chilometro dopo il paese, vi è una specie di villa, anche questa piena di fiori sopra le mura. Glare, leggermente nauseato da tutti quei profumi apre gli occhietti verdi, guardandosi attorno con aria schifata: «Sembra che un unicorno abbia vomitato sul muro!»
«Buono Glare, non essere scortese!» lo riprende Shouta lasciando che si alzi in volo. Il mago intanto si appresta a bussare.
«Pronti?» si volta verso i due. La sorella annuisce, l'exceed invece sembra incantarsi a guardare la porta.
Yajee attende qualche secondo prima di porgergli nuovamente la domanda agitandogli la mano davanti il muso.
Il micio praticamente in trance mormora: «Il sigillo è stato sciolto...» 
 

***Angolo Autrive***

Sono lenta, lo so e mi dispiace T.T

Ecco i gemelli e con loro l'inizio dei guai! Non ho molto da dire se non grazie per seguire questa storia che prosegue lenta ma indisturbata ♡

Al prossimo capitolo che spero non sia oltre la settimana prossima♡♡♡

Bye bye farfalline~

 

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Capitolo 8
*** 6 ~ L'inizio dei problemi ***


«Il sigillo è stato sciolto.» si abbassa fino a toccare terra il gattino bianco. Solo in quel momento sembra tornare in sé.

«Cosa aspetti, bussa!» saltella sul posto allegro, facendo rimanere spiazzati i gemelli.
«Che c'è? Ho qualcosa tra i denti?»
«... Ne parliamo dopo.»
«Ora è il momento di menare le mani come fanno i membri di Fairy Tail.»

Bussa. Non riceve risposta. Ma l'orecchio di Shouta sa per certo che qualcuno in casa c'è. Così decide di bussare lei con decisamente meno delicatezza. La porta cade a terra. Yajee la guarda male.
«Cosa? Tanto l'intera casa molto probabilmente cadrà a pezzi a momenti!» si difende entrando poi nell'abitazione, seguita a ruota dall'exceed. Yajee si limita a roteare gli occhi seguendo i due. L'ingresso è ampio e circolare. Piuttosto spoglio nota al volo il mago della scrittura portando una mano alla spada per tenersi pronto. Ci sono 3 porte e delle scale e, sotto indicazione di Shouta, salgono al piano superiore in punta di piedi. Il pianerottolo è decisamente più piccolo dell'atrio.

Non serve neanche uno sguardo: Yajee si para davanti a Glare mentre Shouta butta giù con un calcio la porta della stanza dove, sa per certo, si trova il mago. Gli occhi rossi fiammeggianti e un'espressione decisamente spaventosa le incorniciano il volto. Ma nella stanza non c'è più nessuno.

«Shouta la finestra!»
Esclama Yajee indicando la finestra da cui sembra penzolare un lenzuolo mentre Glare già si è alzato in volo e ha afferrato la ragazza.
«All'inseguimento!» in unisono uscendo dalla finestra in volo, mentre il ragazzo entra setacciando quelle 4 mura. A prima occhiata vede dei libri aperti su una scrivania, un divanetto scombinato, vari fogli sparsi ovunque e un quadro abbastanza inquietante di un essere dalla forma vagamente equina fatta di fumo e gli occhi lampeggianti di un giallo luminoso. Dà un'occhiata ai libri, socchiudendo il primo per vederne il titolo.

"Ancient Rune - di Edgar Crow"
Edgar Crow... Yajee giurerebbe di averlo già sentito. Riapre alla pagina a cui l'ha trovato e in seguito lo sfoglia. Sembra un semplice libro sull'utilizzo della magia delle rune. Nota le pagine un po' rovinate e ingiallite dal tempo. Sembra scritto a mano.
«Interessante...»
Mormora posandolo e spostando lo sguardo sull'altro libro. Fa per prenderlo ma prima che possa posarci la mano sopra esso sparisce.

«Estremamente, non trovi?» Chiede una voce alle sue spalle facendolo sussultare. Si volta di scatto. Davanti a sé un uomo smilzo in smoking con i capelli esageratamente laccati gli rivolge un sorriso inquietantemente tranquillo.
«Da dove sei spuntato?!»
«Che importanza ha. Piuttosto questo -mostra il libro che stava sulla scrivania aggrottando la fronte- è mio. Hai fatto un grave errore a toccare le mie cose senza controllare, sai?»
Risponde indicando ai suoi piedi. È finito in un cerchio di rune.
«Oh cazzo.» ringhia a denti stretti, alzando lo sguardo sull'uomo che se la ride. Fa per sguainare il fioretto ma una scarica elettrica lo blocca prima facendolo cadere a terra.
«Chi è dentro il cerchio non può usare la violenza e non può uscire finché sono a quando non sarò sconfitto. Dimmi ora, cosa vi spinge qua a irrompere come degli uragani distruggendo la mia casa?» chiede mentre con le dita si mette a scrivere altre rune sotto la finestra.
«Non starai facendo un'altra trappola.»
«Ci puoi scommettere che lo sto facendo.»
«Bastardo. Cosa stai tramando qua?»
«Nulla che a voi giovani possa interessare. Vi manda quella testarda di una Benson, vero?»
«Non saprai nulla da me. Fammi uscire ora!»
«Così che possa attaccarmi? Povero illuso.» finisce di scrivere e torna a guardare il ragazzo «Stavate cercando questo non è vero?» e tira fuori l'anello dal taschino sul petto. Un anello d'argento con sopra inciso qualcosa che però non riesce a distinguere.
Yajee digrigna i denti alzando una mano chiusa a pugno ma, prima che possa colpire terra un'altra scarica lo travolge. Si accascia col viso a terra.
«Sei duro di comprendonio vedo. Ma continua pure, è uno spettacolo divertente vederti fulminato.»

Il giovane resta zitto. Dà un'occhiata fugace ai caratteri del proprio cerchio, guardando poi quello sotto la finestra.
«È un sacco di impegno il tuo per tenersi un semplice anello.»
«Oh, è molto più di un anello. Ma non-»
«Eccolo!» la voce di Shouta fuori dalla finestra interrompe i due e, prima che il fratello possa metterla in guardia, si lancia nella stanza cadendo dritta sul cerchio magico. Prende quasi immediatamente la scossa e sebbene non sembra soffrirne quanto il fratello, non ne rimane comunque indifferente.
«Che storia è questa?!» ringhia, prendendo una seconda scossa mentre, molto probabilmente, sta provando a trasformare il braccio. Glare è paralizzato in volo fuori dalla finestra ma non sembra che il tizio lo stia anche solo lontanamente considerando.
«Siete veramente tanto prevedibili maghi di Fairy Tail.» si fa beffe di loro guardando il marchio sul braccio della maga «Rimarrei con voi a parlare dei miei piani ma sarebbe davvero un cliché noioso in più il mio lavoro qui è finito. Addio allocchi.» e detto questo con la sicurezza di chi ha già vinto esce dalla stanza, diretto al piano di sotto.

Glare seduto sulla finestra guarda vergognoso i due.
«S-scusate... Mi... Mi sono spaventato...» Si scusa abbassando le orecchie a punta. Shouta lo guarda un attimo e poi ordina senza alcuna ombra di risentimento o rimprovero: «Glare devi inseguirlo!»
«Cosa?! D-da solo?!» miagola sgranati gli occhi. Yajee fa eco alla sorella: «Shouta ha ragione, se lo perdiamo trovarlo sarà arduo trovarlo di nuovo!»
«Ma ma ma, non posso lasciarvi indietro così...»
«Glare, troverò un modo per tirarci fuori da qui. Fidati di me. Tu però devi inseguirlo o saremo punto e a capo.» lo rassicura il mago prendendo il libro che l'altro aveva incautamente lasciato sul tavolo a portata di mano.
«A-aye...» ubbidisce per poi spiccare il volo il gattino. Shouta lo guarda andare via con un sguardo preoccupato che non passa inosservato a Yajee. «Sei sicuro di farci uscire prima che succeda chissà cosa?»
«Ne sono certo.» risponde lui e nel mentre ha già preso i suoi occhiali del vento. Comincia a sfogliare nella maniera più veloce possibile le rune sul libro confrontandole con quelle del cerchio. Deve riuscie a tirarli fuori di lì prima che possa accadere il peggio.

~

Con il cuore che gli batte all'impazzata nel petto il gattino segue dall'alto l'uomo che con un passo sicuro si sta avviando verso il centro città. Non è affaticato quanto più preoccupato. Deve limitarsi a inseguirlo, non può fare altro. 

O forse no?

Lo sguardo truce e deluso di Lily gli sfreccia davanti gli occhi, dandogli una spiacevole sensazione di un'ombra che incombe su di sé. Nella testa gli rimbomba come un eco le parole dell'exceed più anziano, parole che lo rimproverano per non aver provato a fare qualcosa in più.
«Pantherlily sei cattivo anche quando non ci sei!» miagola decisamente poco felice Glare tuffandosi addosso all'uomo che, preso alla sprovvista alle spalle, rotola a terra come un sacco di patate sul sentiero sterrato.
«Oh che bello, ha funzionato!» esclama vittorioso seduto sulla schiena del signore.
«Gattaccio pulcioso, come ti sei permesso?» chiede quest'ultimo sputando della terra entratagli in bocca.
«Oh cavolo.» Glare sente il sangue gelarsi nelle vene e, nel vederlo alzare la testa, si sporge di scatto in avanti per fargli battere la faccia a terra. Non lo smuove.

«Hai fatto il tuo ultimo errore.» e in un attimo si ritrova afferrato per la coda fatto penzolare a testa in giù dall'uomo ora a carponi. In un ultimo atto di coraggio si dondola in avanti per dare una testata che viene bloccata con l'altra mano.
«Runa: TORMENTO!» esclama scrivendo la runa sulla fronte della sua vittima con indice e medio uniti. Subito il gattino si ritrova a tenersi le zampe sulla testa e rotolare per terra mentre un urlo assordante rimbomba per tutta la campagna circostante fino alla cittadina.

«Avresti dovuto approfittare della mia galanteria nel non attaccare un inutile e debolissimo gatto.» sibila lanciandolo al bordo della strada con decisamente poca cura. Glare cade a peso morto e rimane lì a rotolarsi in urla di paura.
«Dicono che più la vittima è piccola e maggiori siano gli effetti percepiti.» fa un ghigno soddisfatto lui pulendo con la mano la giacca dalla terra. Lanciato un ultimo sguardo di superiorità alla palla di pelo riprende la sua strada.

~

«Glare? Glare! Per favore riprenditi Glare!» il richiamo dei due fratelli riesce a far riprendere i sensi al micio. Tira su la testa di scatto spalancando gli occhietti verdi che, alla vista dei gemelli, si riempiono di lacrime.
«S-Shouta... Yajee...» mormora lanciandosi tra le braccia dei due.
«Sei ferito?» «Cosa è successo?» «Dov'è quel farabutto?» cominciano a chiedere a raffica tocchicchiandolo ovunque preoccupati a morte.
«È... È scappato... L'ho... L'ho fatto cadere e... e... e...» comincia l'exceed piangendo e tremando «Mi dispiaceeee!»

Nasconde il musino vergognoso tra le zampine, i gemelli si guardano dubbiosi su cosa dire o fare.
«Su su, non è successo niente...» «Lo riacciufferemo...»
La consolazione non ha l'effetto sperato e, nel mentre la Dragon Slayer fiuta l'aria per trovare una pista, Yajee accarezza delicatamente le orecchie del gattino.
«Si è diretto ad Akane.»
«A quest'ora sarà già alle porte della città!»
«Si e sappiamo già dove sia diretto.»
«Alla stazione. Se dovesse lasciare Akane sarebbe un grosso problema.»

Stretta la presa su Glare, Yajee digrigna i denti «Non deve scapparci!»

 

***Angolo Autrice***

Si sono stra-lenta, mi spiace per chi segue la storia ma non ce la faccio proprio a mantenere un ritmo continuativo. Non ho assolutamente intenzione di lasciare la storia in alto mare, dovessi scrivere nella tomba la finirò!

 

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