Crack pairing a raccolta.

di Anown
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Jo/Lighting ***
Capitolo 2: *** Scott/Zoey ***
Capitolo 3: *** Samey/Brick ***
Capitolo 4: *** Leshawna&Gwen Gwen/Courtney ***
Capitolo 5: *** Gwen/Geoff... e DJ ***
Capitolo 6: *** Dave/Ella ***
Capitolo 7: *** Courtney&Trent ***
Capitolo 8: *** Noah&Owen ***
Capitolo 9: *** Sky/??? ***
Capitolo 10: *** Dawn/Scott ***
Capitolo 11: *** Heather&Harold ***
Capitolo 12: *** Duncan&Crimson ***
Capitolo 13: *** Mickey/Kitty ***
Capitolo 14: *** Spud/??? ***
Capitolo 15: *** Alejandro/Courtney ***
Capitolo 16: *** Alejandro/??? ***
Capitolo 17: *** Noah&Izzy ***
Capitolo 18: *** Lightning/??? ***
Capitolo 19: *** AnneMaria&Zoey ***
Capitolo 20: *** Beverly/Dawn ***
Capitolo 21: *** (Scary Girl)Lauren/Damien ***
Capitolo 22: *** Zee & MK ***



Capitolo 1
*** Jo/Lighting ***


Per alcuni il tredici era un brutto giorno, sopratutto se arrivava di venerdì, poi c'era anche chi parlava del diciassette di giovedì, certo. Ma per Jo erano tutte assurdità per superstiziosi, se davvero esisteva un giorno da ritenere un brutto giorno, quello era il quattordici indipendentemente dal giorno della settimana se cadeva di Febbraio.
Jo non aveva mai avuto un fidanzato “E chi lo vuole?!” ma c'era una parte di lei che si chiedeva come fosse averne uno, essere innamorata... “Non è vero!” peccato che negasse energicamente...
Trovava l'entusiasmo che le coppiette dimostravano a San Valentino particolarmente irritante, ma trovava irritanti anche quelli che parlavano del fatto che fosse una festa consumista ecc... “Vi sentite tanto geniali a fare questi discorsi ogni anno? È normale che lucrino sulle feste, non lo fareste anche voi se poteste guadagnarci? Inoltre è solo una scusa per avere un giorno segnato sul calendario in cui fare qualcosa col fidanzato a parte l'anniversario, che senso ha comportarsi come se si trattasse di qualcosa da denunciare? Dovreste semplicemente ignorare la cosa come faccio io!” pensava non rendendosi conto che nemmeno lei riusciva a non essere infastidita.  
Quel giorno era entrata in classe decisa, sarebbe riuscita a fare finta che quello fosse un giorno come gli altri... peccato che la sua convinzione fosse svanita dopo poco... aveva ricevuto una notizia veramente irritante...
-Ehy Jo!- la salutò Lighting. Già normalmente il suo entusiasmo non l'avrebbe messa di buon umore. -Jo... c'è qualcosa che non va?- domandò confuso. -Ehy... ci sei?!-
“Ma perchè non si arrende questo qua? Che scocciatore...”
-Si, ci sono... che vuoi?-
-Oggi, dopo la scuola vieni a darmi una mano con gli allenamenti?- la ragazza lo guardò acida, più del solito.
-Non sei già occupato, per caso?- chiese infastidita.
-No.- poi ci riflettè. -Avevamo qualche impegno?- domandò un po' dubbioso.
-E perchè dovremmo? Sentiamo...-
-Beh, ovviamente perchè...- ma fu interrotto dal professore.
-Lighting, questa non è la tua classe.-
-Si, si, lo so, aspetti solo un attimo prof...-
-Lighting... indovina chi avrà le domande più difficili nel compito di fisica?-
-Cameron? A lui piacciono queste cose, credo...- tentò Lighting.
-No, tu...- era un po' strano vedere un nano come il professore di fisica spaventarlo, ma anche se era vero che Lighting era un caso disperato in quasi tutte le materie, in fisica lo era particolarmente e aveva già fatto un disastro nel compito precedente, motivo per cui la madre lo aveva minacciato di trovargli un insegnate privato che occupasse la maggior parte del suo tempo libero...  
-Ok, parleremo dopo Jo!- la salutò il ragazzo.
-Pensa a parlare con la tua ragazza invece!- gli aveva urlato lei.
-Tranquilla, lo farò!-
-Ah, quindi conferma pure di averla...- affermò digrignando i denti. Zoey, la zuccherosa da carie, quella mattina le aveva chiesto se avrebbe fatto qualcosa col suo fidanzato quel giorno, lei gli aveva risposto irritata di non averlo e a quel punto l'insopportabile santarellina aveva detto che sapeva che Lighting aveva una  ragazza ed era convintissima che si trattasse di lei... Jo era incredula, davvero un idiota simile aveva la ragazza? Beh, sì, solitamente gli atleti come lui avevano una certa popolarità, ma Lighting a momenti non distingueva neanche le ragazze dai ragazzi se erano un minimo ambigui, non le sembrava affatto interessato... davvero non riusciva ad immaginarselo. “Inoltre credevo che fossimo... credevo che mi considerasse un'amica!” faceva fatica ad ammetterlo, ma anche lei lo considerava un amico, ormai si era abituata  ad averlo fra i piedi... “Credevo che mi avrebbe parlato di una cosa simile... che la rossa si fosse sbagliata...” pensò irritata.
-Venga alla lavagna signorina.- la chiamò l'insegnante vedendola distratta.
-Lighting, giuro che ti ucciderò...- sussurrò alzandosi.
-Che ha detto?-
-Niente prof, niente!-

Durante la pausa Lighting non si fece vedere. “Sarà con la sua misteriosa ragazza!” Jo non voleva avvelenarsi la giornata per qualcosa di tanto stupido... peccato che lo stesse già facendo... ma era rimasta veramente molto delusa, più di quanto non volesse ammettere. E non riusciva davvero a immaginare la sfortunata che aveva accettato di mettersi con lui. Era convinta di essere lei quella con cui il palestrato passava più tempo sia a scuola che in generale da quando avevano cominciato ad essere in competizione. Nonostante faticasse ad ammettere che fossero diventati buoni amici, lo erano effettivamente, non gli importava dei suoi modi rudi, era sempre pronto ad infastidirla con le sue idiozie. “Come ha fatto a tenermi nascosta una ragazza per tutto questo tempo... non sono mica stupida!” Era assurdo, come se all'improvviso scoprissi che il tuo vicino pezzente in realtà è un milionario che nasconde una fortuna. Le persone non si conoscono mai abbastanza... e a volte non conosciamo abbastanza neanche noi stessi. Jo si rese conto di un'altra cosa assurda. “Sembra quasi che mi lamenti di non essere io la sua ragazza! Non pensavo mica che si sarebbe prima o poi innamorato di me... e... e comunque non lo avrei mai ricambiato!” era imbarazzante doversi giustificare con se stessa. “E poi, perchè gli sarei dovuta interessante? Possono raccontare tutte le storie che vogliono sul fatto che non conti solo l'apparenza e l'aspetto fisico, la verità è che se non sei una ragazza carina che veste e si trucca come una femminuccia non attirerai mai nessuno, non importa quanto qualcuno possa darti l'impressione di voler stare con te... questa ne è l'ennesima prova...” pensò aspramente. “Ma a maggior ragione, se per piacere a un ragazzo devo portare vestiti da femmina che non mi stanno neanche bene e scarpe scomode, perchè dovrei volermelo cercare? Per essere condannata ad abiti che mi fanno pure schifo? Mah... no grazie!” addentò il panino e si rassegnò, a furia di rimuginare le stava venendo un gran mal di testa.

Tyler si stava preparando per tirare a canestro... tutte le persone nella palestra rimasero ad attendere in religioso silenzio, si aspettavano qualcosa di veramente spettacolare... no, non un tiro spettacolare, bensì uno spettacolare fallimento! Tyler corse verso il canestro e... con somma delusione di tutti fece centro.
-Sì! Avete visto il campione?- chiese orgoglioso
-...oh.- un mormorio deluso si levò fra gli spettatori.
-Emh... ragazzi?- Tyler era confuso. L'unico ad applaudire fu Alejandro, avrebbe anche lui preferito un fallimento, ma lo fece un po' per educazione, un po' perchè sapeva che bastava quelle piccole cose per tenere dalla sua parte quell'atleta da strapazzo...
-E tu Lighting? Che ne pensi?- chiese Tyler, Lighting sembrava molto distratto. -Eh... Lighting?-
-Secondo te perchè Jo è arrabbiata?- chiese cogliendolo alla sprovvista.
-Emh... ed io che ne so?- rispose confuso Tyler. -Magari ti sei dimenticato di farle gli auguri per San Valentino o qualcosa di simile?- Lighting sgranò gli occhi.
-Ma certo...- mormorò scosso... Lighting non aveva mai fatto troppo caso a quella festività, del resto  non aveva mai riguardato lui, mai aveva prestato troppa attenzione all'altro sesso e non era mai stato interessato ad avere una ragazza, erano noiose e rubavano tempo secondo il vecchio sé stesso... però ora che ne aveva una doveva cominciare a farci più attenzione. “Non pensavo che a Jo interessassero questo tipo di cose!” realizzò sorpreso.

Si erano messi insieme circa un mese prima, non era nel suo stile, ma ci aveva rimuginato molto e aveva deciso che quel sentimento che provava per la ragazza doveva essere amore. Non avendo esperienza ci aveva messo un po' ad accorgersene e non avrebbe saputo dire quando era cominciato, si era accorto che gli piaceva ed era rimasto bloccato sull'argomento per un po' prima di decidersi a vuotare il sacco, tutto lì. Era abbastanza convinto che Jo potesse provare la stessa cosa. Una volta aveva detto di non aver mai baciato un ragazzo davanti a lui, doveva per forza trattarsi di uno di quei segnali sottili che mandano le ragazze ai ragazzi a cui sono interessate di cui lui aveva sentito parlare. Ma ai tempi, essendo convinto che Jo fosse un uomo non aveva capito il messaggio. “Forse anche i gay mandano segnali simili tipo le ragazze, non ci avevo mai pensato! Certo che però potrebbero essere più dirette... perchè lasciano il compito di fare il primo passo al ragazzo? In questo Jo è molto femminile...” era passato del tempo da quel segnale eppure la ragazza non gli aveva ancora chiesto di uscire. “Forse vuole che sia io a chiederglielo perchè lo trova imbarazzante...” pensandoci non riusciva proprio a vedere un tipo come Jo che confessava di amarlo, così una mattina, mentre correvano per raggiungere la scuola aveva deciso di dirglielo, la situazione non poteva rimanere in quel modo per sempre, rischiava che l'occasione svanisse. La cosa si era rivelata più complicata del previsto, era come se gli mancassero le parole. “E' molto più bella di un ragazzo.” pensò nervoso mentre le correva a fianco la guardandola, anche lei l'aveva guardato dopo un po', aveva un'espressione stranita.
-Guarda davanti a te che rischi di sbattere contro un palo! Passi troppo tempo con Tyler, ti contagerà...- gli aveva detto. Lighting sorrise. “Si preoccupa per me!”
-Pensavo... io sono un ragazzo, tu sei una ragazza... e... e siamo etero credo? Visto che ci piacciamo perchè non cominciamo a frequentarci?- la ragazza non ebbe nessuna reazione, non lo guardò nemmeno... “Deve essere troppo imbarazzata per rispondermi...”
-Eh, Jo? Allora, che ne dici?- ancora nessuna risposta... -Jo?- ripetè sfiorandole la spalla, lei finalmente si voltò.
-Ok, come dici tu.- rispose fingendosi indifferente e scocciata, ma Lighting capiva benissimo che quello doveva essere il suo modo di affrontare l'imbarazzo del momento.

Lighting doveva rimediare in fretta un regalo per San Valentino, preferibilmente non uscendo dalla scuola.
-Ma che belle rose, Tyler...-
-Ah, ti ringrazio! Sono per la mia Lindsay...- Linghting non sembrava volersi togliere da davanti l'uscita della palestra e fissava instancabilmente il mazzo di rose rosse. -Eh... va tutto bene?-
-Ma non ti sembrano un po' troppe?-
-No.- rispose secco Tyler, ma qualcuno lo sorprese alle spalle e gli levò una rosa.
-Grazie Tyler, alla mia chica piacerà molto.- rise Alejandro correndo via.
-M-ma... ehy!- anche Lighting fece lo stesso, del resto se lo permetteva ad Alejandro...

Lighting entrò nella classe di Jo, la ragazza era seduta sul banco, troppo occupata a guardare fuori dalla finestra aperta per notarlo.
-Spero di essere ancora in tempo.- disse Lighting porgendole il dono.
-In tempo per cosa?- chiese lei scocciata, poi si girò. -E questo che cosa significa?!- esclamò, la sorpresa era talmente tanta che la ragazza si spinse all'indietro con la schiena e rischiò di precipitare dalla finestra... va beh, era il primo piano, tanto non sarebbe morta... forse...
Lighting istintivamente afferrò gli avambracci muscolosi della ragazza portandola verso di lui.
-Che diamine stai facendo?!- disse allontanandolo.
-Ti salvo, ovviamente!- in effetti i due non avevano avuto molto contatto fisico pur essendo una coppia, ma non si aspettava che Jo reagisse così bruscamente.
-Non c'era bisogno, avevo già riacquistato l'equilibrio...- precisò la ragazza. -E con quella? Che vuoi farci?- domandò tesa indicando la rosa.
-Regalarla alla mia ragazza ovviamente!- Lighting gliela mise di fronte, lei la allontanò.
-Bene, allora va a regalarla alla tua ragazza.-
-Ci sto provando.- ritendò perplesso il ragazzo, Jo si allontanò.
-A-aspetta?! In... in che senso, scusa?- la ragazza cominciò a farsi rossa.
-Eh, pronto? Ci stiamo frequentando, quindi sei la mia ragazza, ricordi?-
-E da quando?!- sembrava veramente sconvolta.
-Da quando te l'ho chiesto mentre venivamo a scuola... mi hai pure risposto di si...-
-Non avrò nemmeno ascoltato cosa mi stavi dicendo! Porto sempre le cuffie mentre vado a scuola, non lo hai mai notato?!-
-Eh? Ah...-
-Si, bravo... a quanto pare le vocali le sai...- disse guardandosi nervosamente intorno, cercava di mantenere una posa fredda e sicura, ma sentiva le gambe che le tremavano. Era ancora incredula, ma per qualche ragione si sentiva anche molto, sì, confusa... e non aveva la minima idea di cosa rispondergli... ma era comunque felice. Osservò Lighting... se era fortunata anche il ragazzo sarebbe stato troppo confuso per notare il suo momento di insicurezza. La ragazza prese una decisione e con mano ferma si prese la rosa.
-Beh, stiamo insieme da adesso!- affermò con decisione. -Bene, stasera si esce a mangiare carne di cavallo per festeggiare!-
-Ah, che bello avere una ragazza che sa dove portarti a cena fuori!- disse battendole il cinque. Poi si scambiarono uno sguardo dubbioso.
-Ehm... forse non è così che che dovrebbero comportarsi due che stanno insieme...- riflettè Jo a voce alta.
-Forse dovremmo tipo... baciarci o qualcosa di simile?- azzardò Lighting. La bocca di Jo continuava ad essere tesa verso sinistra in una smorfia...
-Magari rimandiamo a dopo cena? O a fra tantissimo tempo? Magari mai? Magari prima o poi ma chissà quando?- cominciò a balbettare cose senza senso “Ma che mi prende?!” si chiese allarmata.
-Quoto...- concordò Lighting facendo il segno dell'ok. -Qualunque cosa stessi cercando di dire...-


Angolo dell'autrice:
Beh... spero che non sia un pessimo inizio e che il capitolo vi possa piacere...
Era da molto tempo che volevo fare una raccolta simile, mi piacciano le crack-pairing in questo fandom(forse anche perchè si tratta del primo tipo di oneshot che ho letto?) e mi piace l'idea di provare a far funzionare e a mettere insieme delle coppie che non sono realmente coppie. Spero tanto che ne escano fuori delle oneshot decenti e che la raccolta possa interessarvi!
Personalmente questa coppia mi piace... ma è la prima volta che provo ad utilizzare questi personaggi, non sono molto sicura del risultato...
Se avete un parere da lasciarmi mi fa piacere, mi scuso per eventuali errori.

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Capitolo 2
*** Scott/Zoey ***


Scott ricordava davvero poco di ciò che gli era accaduto alla fine del reality, oltre al fatto che non aveva vinto ovviamente... dopo tutto quello che aveva architettato, pur essendo decisamente il concorrente più meritevole e capace, aveva fallito... ma la frustrazione causata dalla sconfitta passava completamente in secondo piano rispetto al fatto che aveva rischiato di morire.
“O peggio... di rimanere paralizzato a vita...” al solo ripensarci tutto il suo corpo venne scosso da un brivido...
Era ancora molto debole, il suo corpo era più pallido del normale e terribilmente magro, per quanto non avrebbe saputo dire quanti chili aveva perso. Anche i suoi capelli gli sembrano strani, aveva la sensazione che si fossero fatti più radi e sottili, forse a causa dello stress. Non ci aveva mai tenuto particolarmente, ma di diventare calvo così giovane non gli andava...
Nonostante tutto era di buon umore, in un certo senso, sì, si poteva dire che lo era. Poteva sembra assurdo viste le sue condizioni, ma era come se avesse consumato tutta la negatività le settimane precedenti.
Era stato un risveglio traumatico, i familiari lo avevano accolto con affetto e sollievo, ma lui, nonostante fosse finalmente, pienamente cosciente e capace di parlare, si sentiva prigioniero di quel corpo debole che si era ritrovato. A non farlo scoraggiare durante la riabilitazione, a farlo andare avanti era stata una cosa sola... il desiderio di non darla vinta a quegli incapaci! Per quanto non ricordasse granchè e non avesse per niente voglia di recuperare la puntata finale per vedere come era andata, era certo di una cosa, delle sue condizioni avevano riso tutti! Ma lui si sarebbe rialzato in piedi e li avrebbe guardati dall'alto in basso!
Ora che i progressi della riabilitazione si erano fatti evidenti era decisamente più sereno, per quanto continuasse a sentirsi debole.
-A più tardi fratellino!- lo salutò Alberta.
-Ciao...- la sorella lo abbracciò e gli baciò la fronte, Scott emise un suono di disapprovazione simile ad un ringhio. -Ti approfitti del fatto che non sono nelle condizioni per respingerti...- le disse infastidito -Mostro!-
Sul viso della fulva giovane scocciatrice apparve un ghigno, strinse più forte il fratello.
-Ah... il mio piccolo dolce fratellino che ha bisogno di tante cure e affetto come quando era piccino piccino...-  cantilenò in falsetto.
-Ma vattene! Razza di squilibrata appiccicaticcia!- sbuffò Scott. La verità era che vedere la sorella felice gli faceva piacere, era stata molto preoccupata per lui e l'umore di lei aveva un po' fatto da specchio per il suo. La stessa sensazione l'aveva avuta con altri suoi familiari, non li aveva mai percepiti così  disponibili nei suoi confronti...
“Anche troppo... sono così strani, fanno quasi paura così affettuosi! Anche se forse uno alla volta li posso anche gestire...”
Pochi minuti dopo che la sorella se ne era andata, sentì di nuovo il rumore della porta.
-Già di ritorno? Hai scordato qualcosa?- non ebbe risposta, la porta si aprì lentamente, poi si richiuse prima che Scott potesse capire chi nascondeva dietro. Dopo qualche secondo di esitazione la porta riprese ad aprirsi timidamente. La prima cose che vide spuntare fu un codino di un innaturale rosso sangue.
-Ma che diavolo...?- poi la visitatrice si decise a sporgere perlomeno la testa, la ragazzina rise nervosamente.
-Eh, ciao... come va?- Scott la guardò in cagnesco, non poteva evitarlo.
-Beh, benissimo come vedi.- sbuffò il ragazzo in tono sarcastico. Lei appariva esitante, ma si decise ad entrare.
-Ti ho portato dei fiori!- disse assumendo un tono vivace mente si avvicinava. Scott continuò a rivolgerle uno sguardo duro, ma la ragazza era decisa a fare del suo meglio per non farsi mettere a disagio, una volta che era li. -Sono contenta di trovarti finalmente sveglio.- sorrise sistemando i fiori in un vaso posto a lato del letto del ragazzo.
-Perchè? Sei venuta altre volte?- chiese perplesso.
-Già, ma ho avuto qualche problema, c'era una ragazza  che ogni volta che mi trovava qui mi scacciava...- spiegò un po' dispiaciuta, Scott si mise a ridere.
-Mia sorella sa essere un bravo cane da guardia, non c'è dubbio!- ma il sorriso di Zoey lo infastidì.
-E' davvero bello vederti di buon umore, dico sul serio.-
-Bene ora non lo sono più... potresti sloggiare?-
-Oh, ti ho portato anche dei dolcetti!- disse tempestivamente, con tono teso. Era come se stesse cercando di temporeggiare, in attesa che le venissero le parole giuste.
-Sono avvelenati?- domandò osservandoli sospettoso.
-Cosa?! Ma no!- esclamò sorpresa e anche un po' ferita, con quella fastidiosa tonalità acuta che le veniva a volte. Scott si tappò le orecchie.
-Sei venuta per spaccarmi i timpani?- Zoey mise il broncio e prese una ciambellina zuccherate, la mise in bocca. -Visto?- disse dopo aver deglutito.
Il ragazzo prese due dolcetti e li mandò giù.
-Se non sei qui per avvelenarmi, quale altro motivo?- disse con la bocca piena.
-Ma perchè dovrei avvelenarti?!- domandò lei esasperata.
-Uh...- il ragazzo prese qualche altro dolce. -Boh, magari la cara e dolce Zoey ha un lato sadico.- ipotizzò mentre masticava. Ora che era Zoey a non sembrare più così allegra si sentiva decisamente meglio... e forse anche i dolci avevano qualche ruolo...
-Scusa...- disse lei.
-Uh... Già, la tua presenza è fastidiosa, ma i dolci non mi fanno troppo schifo.- notò un po' stupito che oltre ad essere infastidito dalla ragazza non era realmente arrabbiato... eppure la rabbia che aveva provato tempo prima era forte e reale...
-Oltre a scusarmi per la mia presenza...- disse alzando gli occhi al cielo. -Mi dispiace di essere stata... beh, insensibile quando ti sei presentato paralizzato e collegato a quello strano affare... capisco di averti ferito e...- Scott scattò all'indietro.
-Leggi nel pensiero o cosa?! È quella squilibrata della fatina dei boschi a insegnartelo?!- sbattè accidentalmente la schiena contro la spalliera del lettino.
-Oddio! Oddio! Stai bene?!- esclamò Zoey. -L-l-la flebo?! È-è a posto? La schiena, te la senti?-
-Certo!- il ragazzo le allontanò le mani con una flebile manata. -Certo... Sei imbarazzante! Non devi fare l'isterica, non c'è ne è bisogno, non sono mica fatto di vetro!- digrignò i denti offeso “Questa sensazione...”
-Scusa tanto se mi sono preoccupata...- Zoey si spazientì.
-E da quando ti preoccupi per me?-
-Beh, dopo la fine del reality ho cominciato a preoccuparmi...- spiegò imbarazzata. -Non era giusto, beh, certo... sei stato... quello che sei stato...-
-Stronzo?-
-Già... ma in fin dei conti era una punizione esagerata anche per un tipo...-
-Stronzo.- ci stava prendendo gusto.
-Ah... Come vuoi tu allora, era esagerato anche per uno stronzo come te!-
-Visto? Non costava tanto....- la interruppe sghignazzando e provocando in lei grande disappunto.
-Diciamo che il karma ha calcato un pochino la mano.- essere gentile con Scott si stava rivelando complicato come previsto.
-Ma perchè a voi ragazze piacciono tanto cose come il karma e il destino? Mah... mai capite... Comunque ti sei fatta l'idea sbagliata, non ci sono rimasto affatto male, anzi non capisco cosa possa darti questa idea.- rise il ragazzo.
-Eh... in qualche modo lo hai ammesso giusto qualche secondo fa... genio...-
-Ah... Non so di cosa tu stia parlando.- sbuffò. “Negare... negare sempre e comunque!”
-E poi ti ho sentito parlare nel sonno... Sembravi così abbattuto...- si intristì percettibilmente.
-AH! Dovresti andare in psichiatria! Te lo sarai sicuramente immaginato!- ribattè infantilmente il ragazzo dopo che la sua pelle aveva assunto una tonalità che si intonava ai capelli della ragazza. Lei  si sforzò di limitarsi a sorridere e sospirò, la sensazione era quella di trovarsi di fronte a un bambino fastidioso e piuttosto maleducato ma fece il suo meglio per non dire nulla a riguardo.
-Lascia perdere... non ero in me, ci ho messo un po' per ri... per riprendermi...- si giustificò il ragazzo. -Comunque non me ne può fregar di meno se avete riso di me.- cercò di apparire tranquillo e disinvolto, ma cercando di portare le braccia dietro la testa, il braccio sinistro ebbe un grampo. -M-merda!- esclamò, ma tentò di continuare il discorso come se niente fosse mentre Zoey sorrise quasi apprensiva. -Non pensavate mica di ferirmi...- disse cercando di rimettere il braccio nella posizione giusta. -Anche io se si fosse trattato di qualcun altro avrei fatto lo stesso probabilmente...-
-Aspetta, faccio io.- disse Zoey spostandogli l'avambraccio con delicatezza. Scott sbuffò.
-Però in effetti... visto che facevate tutta la parte dei bravi ragazzi... certo che ridere un povero innocente in pessime condizioni è stato veramente uno schifo!- concluse altezzoso. -Sì, avete dimostrato proprio del pessimo gusto.- annuì. -Almeno io sono coerente con me stesso ma tu e quegli altri santarellini-ini-ini-inetti-inettini...- Zoey lo guardò con una smorfia perplessa, si chiese se il ragazzo non avesse riportato qualche danno al cervello. -Vi siete comportati proprio male...- il ragazzo guardò Zoey, ma rimase insoddisfatto, non risultata particolarmente turbata rispetto a quando si era presentata nella camera.
-Sì... in un certo senso hai ragione...-
-Ah, solo in un certo senso?- la interruppe dubbioso.
-Infatti è per questo che sono venuta qua a controllare come stavi e rimediare in qualche modo al mio comportamento.- la ragazza scosse le spalle e sorrise. Scott sbuffò nuovamente.
-Ipocrita, lo fai solo per sentirti meglio con te stessa! Beh... almeno non è venuta quell'inquietante fatina dei boschi.- disse rabbrividendo leggermente. Zoey rise.
-Ti fa paura quella? Ma dai, è così bellina! Anche se sì, è un po' inquietante...-
-Paura? Dai, non scherziamo...- disse tenendo le braccia conserte. Si era bloccato di nuovo, ma sperò che Zoey non se ne accorgesse... anche se non era tanto sicuro che la flebo dovesse stare in quella posizione... -Ho avuto i brividi a causa della finestra aperta.- prima che potesse ordinarglielo la rossa la chiuse.
-Eh... grazie... comunque quella ragazzina è un ipocrita, dove mai s'è vista 'na santerellina che deride gli infermi? Eh?- Scott ricordò con fastidio un evento in particolare. -Oltre che una pettegola che svela i segreti altrui in mondovisione!-
-Eh... in effetti...- riflettè titubante Zoey.  Scott si sentì abbastanza sollevato di avere a che fare con la rossa e non con quella pallida e spaventosa creatura. La ragazza diede un'occhiata allo schermo del suo cellulare. -Ecco... mi spiace, ma adesso dovrei proprio andare.- lo informò la ragazza, un po' sollevata.
-Ecco! Alla buon ora, finalmente!- esclamò il ragazzo. Ma era stato troppo lento per i suoi gusti, come se in fondo non fosse stato poi tanto scocciato da quell'improvvisata. Ma forse stava solo confondendo la soddisfazione del suo stomaco nell'essere stato riempito con la propria. “Almeno la mia pancia è felice, l'ochetta non è così inutile in fondo... certo che però ti fai comprare facilmente amico mio.” disse dando un'occhiata di biasimo alla parte del corpo incriminata.
La porta sbatté, Zoey anziché uscire l'aveva chiusa con forza alle proprie spalle.
-Credo... credo proprio che opterò per un altra uscita, sì...- riflettè ad alta voce.
Scott guardò sbigottito la ragazza lanciarsi dalla finestra.
“Ho anche le allucinazioni ora? P-perfetto!”
-Quella donna di malaffare!- esclamò Alberta fiondandosi nella stanza e guardandosi intorno freneticamente. -Dov'è, dov'è?! Ero sicura di averla vista! Era veramente qui? Nuovamente qui?!- poi prestò attenzione al fratello che ancora non si era ripreso dallo spavento per l'entrata e le urla della cara sorella. -Ah!? Cosa ti ha fatto!?- si avventò su di lui scuotendolo.
-S-stai facendo molti più danni tu! Te lo assicuro!- disse riprendendosi.
-Ah...- la ragazza prese a ridere istericamente sotto gli occhi sconvolti di Scott. -Scusa... mi sono lasciata prendere un po' trop.... Ah?! Quindi lei era veramente qui!-
-Sì... ora ti calmi per favore!?- la ragazza si sedette e rimuginò.
-Non ci posso crederci! Dopo il modo in cui si è comportata... come si permette di visitare il mio  povero e indifeso fratellino come se niente fosse!- disse velenosa.
-Povero e indifeso a chi?- non gli piaceva per niente essere visto in quei termini. -In realtà si è resa utile mi ha portato...-
-Ah?! Un pacco bomba?!- esclamò preoccupata.
-No, dei dolcetti...- avrà sicuramente avuto le migliori intenzioni ma gli stava comunque provocando un bel mal di testa.
-Velenosi?!-
-Non credo, li ha presi anche lei.- la ragazza continuò a rimuginare.
-Ok, almeno non vuole cercare di ucciderti... forse...- non era del tutto convinta. -Ma in fondo ammiro la sua determinazione, per quanto possa scacciarla la ritrovo sempre qui... mi sa che se non vuole ucciderti... hai fatto colpo...-
-Cosa?!- la ragazza assunse un espressione molto seria.
-Ascolta, Scott, non devi farti fregare da una scialba, insensibile, volubile e superficiale ragazzina come quella! Ricorda che per lei eri niente ed è stata capace di deriderti anche se potevi praticamente schiattare!- disse arrabbiata.
-Hey, guarda che non sono fesso!- la interruppe il fratello. -E poi non sono mica il primo sfigato sprovveduto che si lascia usare!- “E'... è veramente accaduto? Ma certo, era logico che accadesse, era solo questione di tempo prima che...” -Sono io quello che seduce ed io quello che usa.- “Prima che una ragazza si infatuasse di me! Non c'era motivo per cui non dovesse succedere, non sono un patetico sfigato. È che tenendo gli altri a distanza c'è voluto più tempo del normale, tutto qui...” Si sentiva molto elettrizzato -E comunque lei non è per niente il mio tipo...- “Forse il mio tipo non esiste neanche... non credo di essere  fatto per stare in coppia.” -Come hai detto tu, sorellina, è una ragazzina scialba, volubile e superficiale.- “Insensibile non credo... è solo ipocrita, ma non insensibile... è questa la rende anche più insopportabile.” ripensò al suo sgradevolmente esagerato modo di mostrare preoccupazione quando credeva che si fosse fatto male.
-Ok... allora mi fido.- Alberta lo salutò di nuovo e se ne andò.
“Ah, finalmente tutto solo...”
-Eh...- si allarmò e cercò di muovere  gli arti superiori. -Ho... non ci posso credere... ho ancora le braccia incastrate! Alberta! Aiuto! Torna indietro!-
Dopo un periodo di tempo estremamente lungo, in realtà solo qualche minuto ma a Scott sembrarono ore, un eroico infermiere venne finalmente a liberarlo.

-Sai... credo che tu mi piaccia davvero...- sussurrò timidamente la ragazza dalle labbra rosse, il suo viso sembrava bruciare durante quell'ammissione. “Perchè una ragazza sulla carta tanto timida e spaurita dovrebbe conciarsi in modo così appariscente...” si chiese Scott cercando di distrarsi e non farsi prendere dalle emozioni. “Tutta in rosso... se assistesse ad una corrida il toro si butterebbe sugli spalti giusto per infilzarla...” all'improvviso la ragazza prese a picchiettare sulla sua testa.
-Hey! Che ti prende?!- nessuna risposta.

Ci fu un altro picchiettio...
Il ragazzo aprì gli occhi, qualcuno stava bussando alla sua finestra con insistenza, era Zoey.
“Ma un attimo fa non era... ah, era un sogno...” Scott scosse la testa cercando di scacciare quella visione mentre la ragazza attendeva. “Certo che è piuttosto audace.” pensò con... ammirazione? Cercò immediatamente di togliersi quello sciocco sorriso dal volto. Prese le stampelle e andò ad aprirle.
-Ciao!- disse solare la ragazza. -Mi scuso per averti fatto alzare, ma le infermiere non mi hanno fatta entrare, tua sorella deve aver detto qualcosa...-
-Che ci fai ancora qui?- non suonava aggressivo come avrebbe voluto. “Perchè mi sono alzato per aprirle tanto per cominciare?” temeva di aver perso la testa.
-Per farti compagnia, ho pensato che ti avrebbe fatto piacere.- rispose sorridendo.
-Che presuntuosa, come fai a dire se una cosa mi piacerà o no? Io e te non ci somigliamo... e fortunatamente aggiungerei...- sbuffò il ragazzo. Diede un'occhiata a ciò che poteva scorgere dalla finestra in cerca di qualcosa che potesse spiegare come aveva fatto la ragazza ad arrivare fin lì. L'unica spiegazione possibile era che avesse sfruttato un albero nelle vicinanze del cornicione, per quanto il salto fosse comunque notevole. “E' in gamba...” pensò suo malgrado. Lei cercò di dargli una mano per tornare a letto lui la respinse e fece da sé. Mentre la ragazza di occupava dei fiori lui prese una cartella che Zoey si era portata dietro... forse erano cose private, un gentiluomo non avrebbe dovuto ficcare il naso... per la punto, un gentiluomo.
-Ma che fai!?- esclamò la ragazza togliendogli dalle mani le foto che il ragazzo aveva estratto dalla busta.
-Rosa...- sghignazzò il ragazzo. -Alle medie avevi i capelli rosa!-
-E... era una fase! Ho cambiato colore varie volte.- il ragazzo continuò a ridere.
-Ti rendi conto che anche il tuo colore attuale è terribile, vero? Perchè sei così imbarazzata?-
-Guarda che mi sta bene! E comunque non deve piacere a te, ma a me... e a me piace...-
-Il rosa invece, no?-
-Eh... ero un po' ridicola.- ammise timidamente.
-In effetti quelle treccine rosa erano improponibili!- Disse riprendendo le foto di una Zoey un po' più piccola. Anche il lucidalabbra della foto era rosa, in tinta con i capelli. -Non sarò un esperto, ma perchè tutto di un solo colore? Capelli, labbra, accessori, vestiti... per non avere dubbi sul colore che ti deve essere assegnato in caso diventassi un power ranger o una maghetta tipo Doremì?- chiese beffardo.
-Infatti, non sei un esperto.- ribattè mentre il ragazzo guardava altre foto. -Ridammele, per favore...- si lamentò in tono puerile la ragazza. “M-ma tra tutti i giorni in cui dovevo andare a far stampare delle vecchie foto proprio questo dovevo scegliere?!” prese un sospiro e cercò di pensare lucidamente... in fondo non stava accadendo nulla di così drammatico. “Giusto?”
-Ah, c'è stata pure una fase gialla limone! Almeno hai avuto il buon gusto di non cercare un rossetto dello stesso colore.- disse divertito, sembrava un bambino col suo nuovo giocattolo. -Comunque com'è che un giorno sei impazzita e hai cominciato a tingerti i capelli?- domandò curioso.
-Ricordo che ai miei prese l'infarto quando tornai con la testa gialla...- rise la ragazza presa dalla nostalgia. -Comunque... uhm, non ricordo cosa pensai di preciso... forse volevo cambiare e pensavo che un drastico cambio di look mi avrebbe messa su una buona strada.- “Invece all'interno ero rimasta la stessa... tingersi i capelli mi era sembrato un atto di coraggio... ma non mi rese comunque più coraggiosa e non mi aiutò a socializzare meglio.” Scott le rivolse uno sguardo di biasimo e perplessità. -Ok, era un'idea stupida, ma alla fine ero comunque una bambina al tempo...- si giustificò imbarazzata.
-Eh... Perchè ora invece sei una donna matura e vissuta...-
-Beh, in confronto a prima...- scosse le spalle e continuò. -I primi giorni è stato abbastanza imbarazzante, mi fissavano tutti.- a pensarci ora sorrideva, ma per la Zoey tredicenne fu un brutto colpo.
-Beh, era prevedibile.- sentenziò il ragazzo con un ghigno.
-Sì... in effetti.- confermò la ragazza sorridendo. Scott rimase abbastanza stupito, credeva di provocarla in qualche modo, invece lei continuava a guardarlo pacificamente, sembrava addirittura suo agio. Era una reazione imprevista.
“Che tipa strana...”
-Come mai hai continuato a cambiare colore?- domandò ancora.
-Mah... ha cominciato a piacermi, diciamo.- in realtà piacere agli altri iniziate le medie aveva cominciato ad acquisire sempre più importanza per lei e pensava che anche presentarsi con un look eccentrico fosse una strada giusta, doveva solo perfezionare la strategia. Alla fine aveva cominciato a interessarsi realmente alla moda e voleva conciliare il suo desiderio di piacere e i suoi gusti.
-Mah, queste cose da ragazza non le capisco proprio.- non si spiegava neanche il perchè l'argomento gli avesse suscitato quell'interesse.
-Sai, non mi dispiace parlare con te!- affermò la ragazza prendendolo di sorpresa. -Penso... che potremmo anche diventare buoni amici in fondo... non sei male come sembri quando metti da parte le cattiverie e i sotterfugi!- Scott rise nervosamente.
-E cosa ti dice che io voglia metterli da parte, scusa?!-
-Hai imparato la lezione dopo quello che ti è successo, no?- per lei era una conclusione abbastanza scontata.
-A-ah! C-che ingenua...- e il modo insicuro di rispondere del ragazzo l'aveva ancora di più convinta.
-Anche per oggi devo andare... ci vediamo domani, va bene?-
-Aspetta che ci richiamino per partecipare di nuovo al reality e vedrai come ho rinunciato ai sotterfugi, le trappole... la crudeltà!- cercò di minacciarla il ragazzo.
-Ok, a domani!- lo salutò tranquilla e uscì nuovamente dalla finestra.
Stare con qualcuno al di fuori della sua famiglia che non gli fosse ostile e senza pensare a fregarlo... così come la presenza della ragazza in sé... tutto in qualche modo era stato inaspettatamente... “Non sgradevole...” si rese conto il ragazzo. Si sentì nuovamente elettrizzato.
“NO! No, no! Non è il mio tipo, non è il mio tipo! Non posso lasciarmi trasportare in questo modo solo perchè per la prima volta una ragazza è così palesemente interessata a me!” si sentiva terribilmente infantile e sciocco, ma non riusciva comunque a scacciare quella sensazione. “Perchè a me?!” protestò mentalmente, imbarazzato.

L'anno dopo, Zoey non fu per niente sorpresa dal cambio di direzione che aveva preso il comportamento di Scott durante il reality...


Angolo dell'autrice.
Questa one-shot è stata praticamente un parto... eh, non per l'one-shot in sé, non mi è dispiaciuto scriverla, anche se... non riesco proprio a farmi piacere Zoey, per quanto qualche spunto interessante avrebbe potuto darlo... sorry...
Il problema è che la mia capacità di gestire il tempo è inversamente proporzionale all'avvicinarsi di una scadenza(tipo preparare una materia) così mi sono ritrovata tanta voglia di scrivere(che arriva nei momenti più inopportuni) e poco tempo per farlo...
Comunque... non so... mi ispirava abbastanza questa accoppiata ai tempi(forse per il poco interesse che avevo per lei e Mike insieme?) Zoey mi sembrava la più adatta a questo contesto, in realtà ci sarebbe stata anche Dawn ma la Dott mi ispira molto poco(anche se probabilmente scriverò qualcosa anche su di loro, l'idea di Scott “inquietato” da Dawn mi ispira abbastanza invece) Mi spiace per il finale aperto, ma chiuderlo mi risultava forzato...
Non è possibile trattare la situazione di Scott alla fine della quarta stagione da un punto di vista medico realistico, ma mentre in un cartoni situazioni così irreali e approssimative ci stanno, quando le trasponi scrivendo risultano parecchio strane secondo me quindi ho cercato di descrivere come meglio potevo... spero comunque di essere riuscita ad ottenere un risultato decente che non stoni troppo. E' una mia impressione o andando avanti la violenza dello show è diventata sempre più calcata e sopra le righe? Per me stona abbastanza rispetto alle prime stagioni, poi non so...
E niente... spero che non ci siano troppi errori, mi scuso se i personaggi vi risulteranno un po' fuori carattere e spero che la storia vi possa piacere. Purtroppo non sono di sicura di come ho gestito i personaggi. Scott  in particolare è complicato per me, anche perchè ne ha praticamente due di personalità...
Le recensioni sono sempre molto apprezzate, grazie mille per aver letto!

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Capitolo 3
*** Samey/Brick ***


Brick aveva appena finito di sistemare i libri nell'armadietto. Chiudendo l'anta si ritrovò di fianco un'accigliata testa bionda.
-Ah!- Brick fece un salto all'indietro e cadde. la ragazza alta rise.
-Sei davvero facile da sorprendere e spaventare... Davvero vorresti fare il soldatino? Soldatino bricco di lattuccio, che ridere!- disse mantenendo quel ghigno.
-Buongiorno anche a te Jo...- disse il ragazzo guardandola di traverso. Lei smise di sorridere.
-Andiamo al dunque, fammi copiare i compiti di biologia.- disse infastidita. Era una ragazza incredibilmente sgarbata, ma non era la classica bulletta ruba compiti, non le piaceva chiedere aiuto e averne bisogno la rendeva anche meno bendisposta disposta del solito.
-Non sarebbe giu...- ma la ragazza gli rubò il quaderno. -Giusto...- terminò rassegnato. -Va tutto bene? E' la terza volta che me li chiedi...- la interrogò impensierito, la ragazza emise una sorta di ringhio.
-Lascia perdere, non sono affari tuoi!-
-Aspe... ah, lasciamo perdere...- Jo lo lasciò solo... o quasi...
-S-scusa...- sussurrò una vocina femminile alle sue spalle. Sì trattava di una ragazzina con una divisa rossa da cheerleader, un'altra testolina bionda dagli occhi azzurri, anche se era più chiara.
-Si? Hai bisogno di qualcosa?- domandò garbato anche se ancora un po' nervoso.
-Ecco... sono Samm... Samey... non so se ti ricordi di me so...-
-Sei quella nuova che aveva bisogno di sapere dove si trovavano le aule, ora ricordo.-
-G-già...- rispose timidamente la ragazza. -Senti, potresti venire con me un minuto? Avrei bisogno di nuovo di essere aiutata... mi... mi dispiace non vorrei essere un disturbo ma...-
-Sì certo, tranquilla...- disse il ragazzo quasi con cautela. "E' terribilmente timida." osservò.
La ragazza lo fece uscire fuori in cortile e gli indicò un albero.
-Il mio zaino... non riesco a riprenderlo.- disse indicandogli il ramo da cui pendeva. -Così visto che mi sei sembrato abbastanza alto, ho pensato...- prima che la ragazzina gli potesse dire qualcos'altro Brick le recuperò lo zaino.
-Ecco a te.- glielo passò sorridendo.
-Grazie...- bisbigliò la ragazza diventando tutta rossa. -Ora vado...-
-Come mai era finito laggiù?- domandò Brick incuriosito.
-Oh, c'è l'ha buttato mia sorella.- rispose lei un po' imbarazzata.
-Ah...-
-E' che era arrabbiata perchè oggi ho usato il bagno prima di lei.- spiegò con un sorrisetto nervoso.
-Ah...- Brick aveva un'aria sempre più perplessa. -E'... è tutto a posto?- lei non aveva l'aria di stare molto bene.
-S-si...- rispose ancora più imbarazzata. -O-ora devo andare in aula! Davvero! Add... Ciao!- rispose scappando via.
"Che strana... Eh... Ma devo andare in classe anche io! Sono anche in ritardo!" si ricordò e si mise a correre. Essere troppo disponibile aveva i suoi svantaggi oltre ai... ma c'erano davvero dei vantaggi?
Sammy si sedette in aula, ancora agitatissima.
"Non ho fatto una figura brillante!" si disse ripensando al modo piagnucoloso e timido con cui si era rivolta al ragazzo che le piaceva. "Così imparo a fissarmi con un tizio che ho visto solo una volta..." Sospirò poggiando la testa sul banco. L'aveva conosciuto quando si era trasferita in quella scuola, era stato lui ad offrirsi di farle da guida. "E se ne è pure ricordato." questo la rallegrò. Non lo conosceva molto, ma le piacevano i suoi modi gentili. Forse non era veramente innamorata ma sentiva il bisogno di conoscerlo meglio. Chiedergli di aiutarla a recuperare lo zaino le era sembrata una buona occasione, forse per una volta un'azione di Amy avrebbe potuto avere un risvolto positivo per lei... "Devo essergli sembrata patetica!" si angosciò. Neanche non avere la prima ora in comune con Amy riusciva a tirarla su di morale. "Chissà chi era quella ragazza..." si chiese. Non le piaceva... sembrava dispotica... "Che anche Brick sia sfruttato..."
-Signorina Samey...- disse il professore di scienze avvicinandosi. La ragazza atterrita tirò su la testa dal banco. -Stava forse dormendo?- domandò minaccioso.
-N-no signore!- rispose alzandosi con un saluto militare. Solo un secondo dopo averlo fatto si rese conto della reazione ridicola. I compagni ridacchiarono tutti, o quasi... "Non me ne va una giusta oggi..."
-Si sieda per favore...- sospirò il professore. -Una reazione così me la sarei aspettata più dal signor McArtur... sarà qualcosa di contagioso.- commentò ironico. La ragazza si sentì stranamente, e stupidamente, felice per il paragone o forse solo per averlo sentito nominare.
"Oh, benissimo... sono davvero innamorata di un tizio che conosco appena?"
Finita la lezione, Sammy recuperò i libri e si preparò per andare nell'aula di matematica.
-Allora, con McArtur come è andata?- domandò una ragazza di carnagione scura e altissima, si chiamava Jasmine, ed era l'unica a non ridere quando le capitava qualcosa di brutto. Inizialmente si era offerta di perderle lei lo zaino dall'albero, non era certo un problema, poi aveva avuto quella splendida idea...
-Non bene... gli sarò sembrata ridicola...- rispose facendo sospirare l'amica.
-Non puoi saperlo.- disse quasi severa. -A meno che non te lo abbia detto lui e in quel caso si merita una bella lezione...-
-No!- Si affrettò a dire Sammy -E' stato molto gentile in realtà...-
-Forse dovresti essere più diretta e andare da lui a parlargli.- gli suggerì l'amica. Sammy rimase in silenzio. -Se vuoi posso parlarci io e cercare di farvi conoscere...-
-No, grazie! V-voglio pensarci da sola...- disse cercando di darsi un aria decisa. Jasmine sorrise. Vedeva di buon occhio quando l'amica cercava di fare le cose da sola ed essere più indipendente.
-Non mi pare che per oggi  abbiamo altre lezioni insieme...- riflettè. -Va beh, ci vediamo durante la pausa allora.- la salutò Jasmine. E così rimase l'unica ancora in aula.
-Sei cosciente di esserti innamorata di lui solo perchè è stato gentile? Probabilmente ti saresti infatuata di Jasmine se fosse stata un maschio.- Sammy deglutì. Si accorse che Scarlet era rimasta la ad osservarla tutto il tempo.
-Ma magari, se lo conoscessi meglio potrebbe piacermi davvero...- rispose lei titubante, quella ragazza che agli occhi degli altri era solamente un genio noioso, a lei incuteva un certo timore.
-Mi sembra comunque scomodo... potenzialmente rischi di innamorarti di chiunque sia gentile con te, no? Hai pensato alla mia proposta?- sorrise la rossa.
-Si ed...- disse titubante. Doveva davvero finire per fare qualcosa di così scorretto? Sì... non poteva continuare in quel modo. Tirò fuori i quaranta dollari dalla tasca. -Sì... che informazioni hai per me?- domandò nervosa.
Qualche giorno prima aveva scoperto la precisa e innocua Scarlet a rubare le risposte ai test... inizialmente era rimasta sorpresa, quindi il genio che dimostrava la compagna non era farina del suo sacco? Poi scoprì che non era così, il suo piano era semplicemente venderle alle peggiori capre della scuola e quando si era sentita scoperta, Scarlet, aveva deciso di approfittarne e procurarsi una potenziale, nuova, cliente. La rossa le aveva assicurato di essere in grado di procurarsi qualcosa con cui avrebbe potuto facilmente ricattare la sorella... fra la disperazione per le angherie della sua versione malvagia, la sorpresa generata da quell'improvvisa proposta e l'inquietudine che le suscitava vedere la compagna sotto quella nuova luce e con quell'inquietante sorrisetto aveva accettato.
-Ho della roba molto interessante, a quanto pare c'è stato un equivoco e...- la ragazza gli porse una busta ma improvvisamente Sammy la respinse e nascose il denaro dietro la schiena.
-N... no... ho cambiato idea!-
-Eh?!- esclamò Scarlet sorpresa. Avanzò minacciosamente verso di lei mostrando i denti. -Come prego?-
-Voglio... voglio provare a ribellarmi a mia sorella con le mie forze...- disse con lo sguardo basso. Probabilmente non avrebbe mai avuto il coraggio di risolvere qualcosa con Brick, ma voleva almeno non deludere Jasmine in quello... era da quando avevano fatto amicizia che la ragazza cercava di convincerla a non fare tutto ciò che voleva sua sorella e che non le sarebbe successo nulla di male, non sarebbe rimasta sola ora che c'era lei, ma perlomeno il primo passo avrebbe dovuto farlo da sola...
-Mah, fa come vuoi!- rispose adirata Scarlet.
Dopo che la rossa uscì dall'aula lo fece pure Sammy tirando un sospirò di sollievo. Sì sentì nuovamente tesa incontrando Amy poco lontano dall'aula. La ragazza la guardò minacciosa ed aprì la bocca per dire qualcosa, poi la richiuse con aria frustrata. -Niente, lascia perdere!- disse furiosa rispondendo allo sguardo un po' interdetto, un po' impaurito della sorella.
“Non è un buon inizio...” pensò quando Amy se ne andò “Beh, comincerò a tenerle testa dalla prossima volta! Chissà cosa le sarà preso 'sta volta?”
-I tuoi compiti di biologia facevano schifo.- disse una voce irritata e leggermente familiare a Sammy, così come l'argomento.
-Beh, lo sai che non è la mia materia, ma meglio di niente, no?- Sammy vide Brick parlare di nuovo con la ragazza bionda, aveva un tono spazientito ma durò abbastanza poco. -Vuoi dirmi perchè non...- la ragazza se ne andò sbuffando senza neanche lasciarlo finire. -Ehy! Se mi spiegassi che problemi hai magari potrei aiutarti!- la richiamò. Poi scosse le spalle e si voltò verso Sammy.
-Ah, sei di nuovo tu... alla fine sei riuscita chiarirti con tua sorella?- la ragazza scosse la testa agitata poi mise le mani avanti.
-No ma non c'è bisogno! Lei è sempre così!- disse “No... così non va bene...” pensò rendendosi conto che non faceva altro che sminuire i suoi progetti nonostante fosse troppo presto per arrendersi e stancarsi, non aveva neanche cominciato... il ragazzo le rivolse un'occhiata perplessa. -Voglio provare a migliorare il mio rapporto con lei, ma è complicato...- aggiunse.
-Mi fa piacere, sarà molto difficile, ma ne varrà la pena...- cercò di essere rassicurante. -Lo so, ho detto qualcosa di piuttosto scontato...- disse ripensandoci.
-Sì, ma... volevo dire no! Comunque... Tranquillo anche se è una frase scontata fa piacere... anche se non dici nulla di utile fa piacere quando qualcuno cerca di dimostrasi interessato ai tuoi problemi.- disse titubante. -Anche quando magari non è interesse sincero, ma una frase di circostanza...- “Aspetta, era questo il caso?” -Comunque spero che migliori anche il tuo rapporto con quella ragazza.- disse per levarsi dall'imbarazzo.
-Beh...- sembrava incerto su come rispondere -Non ci abito quindi non è un problema così grosso.- sdrammatizzò il ragazzo.

Nelle settimane successive, seppur con i suoi tempi, Sammy, cominciò a risponde alla sorella e a smettere di ubbidirle. Inizialmente era stato terrificante come si aspettava. La ragazza le inveiva contro e la minacciava ogni volta che succedeva, c'era stato anche un momento in cui erano venute alle mani, ma era accaduto una volta sola. Avendo la stessa forza finirono per ritrovarsi con gli stessi danni. Alla fine avevano tacitamente stabilito che non conveniva a nessuna della due. Ma superati gli shock iniziali e l'atmosfera elettrica che respiravano a casa, Sammy cominciò a capire che non aveva un reale potere su di lei. Ciò che temeva di più era che Amy facendo la vittima e calunniandola le facesse perdere tutti gli amici, ma la maggior parte delle persone che avevano imparato a conoscere Amy da quando si erano trasferite sapevano di che pasta fosse fatta, sopratutto lo sapeva Jasmine che era l'unica che avrebbe dovuto temere di perdere visto che effettivamente si trattava della sua unica amica. “Ok... questo per una persona normale sarebbe triste...” rifletteva la ragazza  “Ma facciamo un passo alla volta, cose come fare amicizia devono avvenire naturalmente, no? Non devo angosciarmi troppo a riguardo... ” si diceva fiduciosa Sammy.
Alla fine Amy si era stancata e a parte qualche frecciatina che le gemelle si scambiavano ogni tanto e anche qualche litigio vero e proprio, le due tendenzialmente si ignoravano. Non tornavano né andavano più insieme a scuola. Sammy partiva più presto la mattina e aspettava un po' all'uscita, Amy scappava da scuola appena suonava l'ultima campanella. Non era facile non incrociarsi del tutto ed era complicato ignorarsi quando non avevano nessun altro a distrarle durante il tragitto. Ma dopo qualche giorno accadde qualcosa di strano...
Quella mattina Amy si svegliò prima di lei e l'attese. Sammy ebbe un colpo vedendola lì, ferma davanti al letto ad osservarla corrucciata.
-Deve essere un incubo...- Amy sorrise con le labbra strette e andò verso lo zaino di Sammy. -No, Amy, lascia stare il mio zaino!- cominciò a dire la sorella cercando di mostrarsi autoritaria, ma la ragazza sfrecciò via con aria di sfida. Sammy la inseguì in pigiama per tutta la casa e non ebbe il buon senso di arrendersi neanche quando uscì e la seguì per il vicinato. Poi Amy si fermò di fronte a una casa con un giardino in cui buttò lo zaino.
-Ricorda che tengo d'occhio sia te che Scarlet! Ricordatelo!- le urlò Amy a distanza di sicurezza, poi ricominciò a correre.
-Maledizione! Amyyyyyy!- si sfogò la ragazza.
-Samey?- la chiamò una voce. La ragazza si voltò incredula verso il ragazzo nel giardino.
-Brick? Q-questa è casa tua?- il ragazzo fece un cenno affermativo con la testa poi guardò in basso e raccolse lo zaino, lo ridiede alla ragazza.
-Hai nuovamente litigato con tua sorella?- domandò  tendendo a drammatizzare. La ragazza annuì rassegnata.
-Non avevo idea che abitassi qua vicino.-
-Vicino? Quindi abitiamo nello stesso quartiere?- la ragazza annuì con un lieve sorriso. -Se vuoi... eh... possiamo fare la strada insieme.- prose il ragazzo sembrando a disagio, la ragazza sorpresa annuì poi si allarmò.
-No! Voglio dire, non che non mi vada! Ma... non voglio disturbare...-
-No, non disturbi, tranquilla.- cercò di rassicurarla, poi le si avvicinò. -Eh... non ne so molto di vestiario femminile...- disse Brick estremamente dubbioso. -Ma stai andando a scuola in pigiama?- la ragazza strabuzzò gli occhi chiari. Si rese immediatamente conto che aveva ragione. -O forse i pantaloncini a pagliaccetto e le magliette intonate con le paperelle... sono di moda?- più continuava la frase più gli sembrava improbabile. -Ah... scherzavo, non sono mica uno che sarebbe capace di vestirsi totalmente a caso utilizzando una borsa esplosiva contenente colla e indumenti.- ridacchiò imbarazzato. -L'ho capito subito che quello è un pigiama e... e... perchè sei uscita in pigiama a proposito?- Brick si rese conto di star parlando da solo e che la ragazza se l'era data a gambe. “Eh, suppongo che faremo la strada assieme la prossima volta...”

“La prossima volta” arrivò molto presto, lo stesso giorno all'uscita da scuola per essere precisi.
-Samey, hey!- cercò di salutarla con naturalezza, lei non capiva perchè improvvisamente sembrava così nervoso pure lui.
“Gli avrò fatto qualcosa di male?”
-Non sei più in pigiama...- osservò, la ragazza arrossì.
-E' meglio non parlarne più...- disse con un sorriso tirato. -Comunque... eh... hai bisogno di qualcosa?-
-No ma... potremmo fare la strada di ritorno insieme, pensavo...-
-P-perchè no?- la ragazza annuì. Non capiva l'improvviso interesse del ragazzo nei suoi confronti ma al caval donato non si guarda in bocca.
Purtroppo non riuscirono a parlare di nulla durante quasi tutta la strada. Si limitarono a scambiarsi qualche occhiata in parte curiosa, in parte nervosa...
-Sai, mi sembri già meno timida rispetto a quando ti ho conosciuta... sei cambiata velocemente...-
“Strana cosa da dire visto che non ho aperto bocca... davvero molto strana...” sospirò lei. Brick lo recepì come un segnale poco rassicurante.
-Eh... Per quanto riguarda ciò che mi hai detto qualche giorno fa....-
-Sto già facendo dei progressi con mia sorella.- disse sollevata. -Quella di stamattina  è stata una piccola ricaduta!- precisò.
-Non intendevo quel discorso.- rispose un po' perplesso. -Mi riferivo a quando mi hai chiesto di uscire... Sai sono rimasto molto sorpreso, soprattutto per il modo in cui me lo hai chiesto... N-non me lo aspettavo ma... Samey?- il ragazzo si voltò e si rese conto che la biondina era rimasta indietro, immobile come paralizzata, con lo sguardo scioccato. -Samey? Samey?- cercò di richiamarla agitandole la mano davanti la faccia.
-Io avrei fatto cosa?!- esclamò quando si fu ripresa.
-Beh, mi hai ricattato dicendomi che se non avessi cominciato a uscire con te  avresti raccontato a tutta la scuola di quando in prima superiore mi sono fatto la pipì addosso....-
-Aspet! N-non posso essere stat! Pipì?- quella fù l'unica frase che riuscì a completare in quel momento... per quanto quella parola di due sillabe potesse essere considerata una frase...
-Beh, si...- sussurrò con voce stridula diventando paonazzo.
-Beh, non me lo aspettavo.- si limitò a dire la ragazza, inizialmente sorrise, poi si scusò. -Ah, scusa davvero... hai un problema medico di qualche tipo?! Non dovrei sorriderci su! Mi spiace!- “Forse è per questo che non riesco ad avere amici! Ha ragione Amy, sono un disastro! Oh, no! Un'altra ricaduta...”
-No, è che dopo la terza elementare avevo sempre studiato a casa prima del liceo, ero nervoso e non più abituato all'ambiente quindi sono andato nel panico e...- ammise un po' a disagio. -E' che la classe delle elementari mi aveva sempre preso di mira ed io... io ad un certo punto non sono più voluto andare a scuola...- Sammy doveva restare molto concentrata per sentirlo, balbettava con un tono molto basso. -Sì, lo so, sembra molto molto stupido a pensarci ora! F-forse i miei sarebbero dovuti essere meno protettivi e mandarmici comunque o forse avrei dovuto parlarne prima che la situazione divenisse drastica con i miei e le maestre ma mi vergognavo.- rise nervosamente. La ragazza gli si buttò addosso abbracciandolo, fu una mossa istintiva.
-Non devi più pensarci è passato!- esclamò con la testa appoggiata al suo petto evitando di guardarlo. -Comunque, congratulazione davvero! Hai fatto dei passi da gigante, non mi sarei mai aspettata che uno come te potesse aver avuto questi problemi!- disse alzando la testa verso di lui, poi si staccò imbarazzata. -Non sembri neanche la tipica vittima di bullismo, sei così forte!- disse di getto. -Ops... commento superficiale?- domandò insicura.
-Beh, ho avuto molto tempo per allenarmi mentre ero a casa... n-non che lo facessi a posta per sembrare più forte e meno vulnerabile! Ok, forse inizialmente ho pensato a quello da bambino... anche se in realtà sembrare forte non mi ha aiutato molto visto il mio carattere... però fare esercizio mi ha sempre aiutato a scaricare lo stress, come se la fatica mentale si trasformasse in fisica!-
-Capisco! Per me è lo stesso... anche se sono diventata una cheerleader solo per seguire Amy...- “A proposito di Amy... dannazione... sarà stata sicuramente lei a chiedergli di uscire, ma perchè?” -Comunque, penso che tu sia davvero ammirevole per essere stato capace di continuare le superiori nonostante le prime difficoltà...-
-In realtà volevo mollare tutto per fare il militare... sì, potrà sembrare una scelta assurda visto il mio carattere, ma in realtà ho una certa confidenza con l'ambiente... mia madre ha fatto il medico per l'esercito, ha sposato un soldato ed io ci ho vissuto per un po' in una base.- spiegò il ragazzo. -E' grazie a Jo se ho continuato...-
-Jo?-
-Sì, la ragazza dei compiti di biologia... E' stata lei a sfidarmi, non faceva altro che dirmi che non potevo farcela, io mi sono intestardito ed... beh, eccomi qua! Comunque... penso che mi abbia aiutato anche concentrarmi più sui problemi degli altri che sui miei e cercare di essere d'aiuto quando potevo... mi ha aiutato a considerare i miei compagni più come esseri umani che minacce. Scusa, temo di averti annoiata!-
-No, affatto!- al contrario la ragazza avrebbe voluto carta e penna per segnare tutto quello che il ragazzo le diceva.
-Ah, giusto! Per quanto riguarda il metterci insieme... sembri molto carina e gentile, ma penso dovremmo conoscerci meglio prima... potremmo cominciare a frequentarci a scuola, stare insieme all'andata e al ritorno... è che non ho molta esperienza a questo tipo di situazioni...- le disse appoggiandole la mano sulla spalla. -A te sta bene?-
la ragazza annuì.
-A-aspetta!-
-Non mi muovo... sono sempre qui...-
-C-certo! Intendevo, per quanto riguarda il modo in cui ti ho proposto di... frequentarci se ho ben capito...-
-Ah sì... ho apprezzato il tuo entusiasmo, ma sei stata un po' brusca. Comunque, non preoccuparti, so che sei stata molto sotto pressione per tua sorella e dovevi essere nervosa, quindi...-
-Quella non ero io, era mia sorella Amy! Non è una scusa, dico sul serio!- il ragazzo rimase senza dire una parola per qualche secondo. “Non ci crede! Ora che faccio?!”
-Non capisco, quindi piaccio a tua sorella? E-eppure mi ha specificato più volte di essere Samey...-
disse imbarazzato.
-N-no... m-mi piaci!- ammise. -Eh... ecco... cercherò di chiarire io con mia sorella e sul perchè mi abbia fatto questo scherzo però...- disse guardando verso il basso. -Sono molto contenta di come siano andate le cose...- non riuscì a trattenere un sorriso.
-B-bene...- i due continuarono a fare la strada insieme ancora per un po', poi arrivarono davanti casa di Brick.
-Forse avrei dovuto accompagnarti fino a casa...- riflettè ad alta voce.
-No, stai tranquillo... Aspetta ancora un minuto...- lo fermò prima che attraversasse il cancello. -A te non piace qualche altra ragazza, vero?- domandò nervosa, lui la rassicurò. -Neanche... Jo?- il ragazzo rise.
-No, tranquilla. Non abbiamo quel tipo di rapporto... forse ho avuto una cotta per lei all'inizio...- Sammy deglutì. -Ma è tutto passato, sul serio.- la biondina fece un sospiro di sollievo.
-Allora... come ho deciso di impegnarmi io per non farmi più mettere i piedi in testa da Amy, provaci anche tu.- lo incoraggiò sorridendo.
-Grazie della preoccupazione, ma non è un problema, davvero.- le disse il ragazzo. -Ma se esagererà cercherò di tenerle testa.-
-Bene, se avrai bisogno di aiuto, ricorda, sarò sempre disponibile.- “Eh... Ma che aiuto posso dargli? E poi quella ragazza mi terrorizza!”
-Ok, lo ricorderò!- rise il ragazzo. -Comunque credo che non mi chiederà più i compiti per un po', sembra che ora riesca ad organizzarsi meglio. È già qualcosa, no?- Sammy annuì. -Beh, a domani Samey...- la salutò Brick con un cenno della mano.
-Si a... emh... chiamami Sammy per favore.- gli disse lasciandolo un po' perplesso. -Mi facevo chiamare Samey perchè il nome suonasse più simile a quello di mia sorella ma ora non ne ho più bisogno.-
-Ok, allora a domani Sammy.- suonava davvero molto bene detto da un'altra persona... da lui in particolare.

-Allora? Perchè hai chiesto a Brick di uscire fingendoti me?- domandò Sammy tornata a casa e trovando la sorella a mangiare da un pacco di patatine. -Volevi farmi fare brutta figura?- Amy sorrise.
-Allora, è andata bene fra voi? Sono stata un buon cupido?- Sammy era piuttosto sconvolta. -Lui era talmente timido che per essere sicura ti ho dovuta portare di fronte a casa sua. Dovevo fargli prendere coraggio e ricordargli la proposta che gli avevi... che gli avevo fatto per conto tuo...-
-M-ma... ma gli hai chiesto di uscire in modo orribile... perchè l'hai fatto? E come hai saputo che si era fatto la pipì addosso?-
-La risposta ad entrambe le domande è Scarlet!- disse infastidita. -Comunque gli ho chiesto di uscire nel modo giusto, l'hai visto con Jo, no? È quel tipo di ragazzo che sente il bisogno di essere dominato... lo dice anche la platinata, pazza della scuola, no?- forse avrebbe dovuto preoccuparsi di più per il fatto che il ragazzo si fosse comportato in modo amichevole con lei nonostante pensasse che l'avesse ricattato, ma in quel momento la sua attenzione si spostò su altro... Sammy all'improvviso saltò addosso alla sorella. -Non sulla faccia! Non sulla faccia!- urlò Amy prima di accorgersi che quello era un abbraccio.
-Hai fatto tutto questo per me... Non ci posso credere!- esclamò commossa Sammy.
-Idiota!- urlò cercando disperatamente di allontanarla. -Ho detto che la risposta alle domande era Scarlet! L'ho fatto perchè volevo tenerti buona e impedirti di dire a tutti che in realtà sei tu la sorella maggiore! Sei tu Amy! I-io non volevo che usassi l'informazione avuta da quella rossa fuori di testa!- Amy scoppiò a piangere. Sammy sospirò e la tenne fra le braccia.
-Sei tu ad essere l'idiota... non avrei mai potuto farei una cosa del genere...- “Non avevo idea di cosa avesse scoperto Scarlet e poi non lo avrei mai fatto comunque... o forse sì?” si ricordò di essere stata davvero disperata in quel momento. -Ma ora non ha più importanza... Amy... non puoi essere così idiota! Non ha alcuna importanza chi è la maggiore fra noi!- le sorelle rimasero abbracciate a singhiozzare per un po'....

Angolo dell'autrice:
Mi sono bloccata più volte con questa oneshot, ma alla fine mi è venuta l'ispirazione, mi sono sbloccata tutta in una volta e sono riuscita a finirla! Non me lo aspettavo, non sono personaggi su cui avrei mai pensato di scrivere(ma per me è anche questo il bello di questo tipo di raccolte), ma sono piuttosto soddisfatta del risultato anche se in parte non ne sono sicura... spero si riveli più esatta l'impressione positiva... mi spiace di aver trattato superficialmente alcune situazioni, ma è una raccolta di oneshot inoltre non mi veniva naturale dilungarmi molto... spero che la storia possa piacervi e spero di non essere andata troppo nel OOC...
Grazie a Farkas e a reginaZoey del suggerimento, non me ne ero accorta subito ma in effetti i personaggi sono molto compatibili. Spero tanto che anche voi siate soddisfatti del capitolo...
Buona Pasqua a tutti!

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Capitolo 4
*** Leshawna&Gwen Gwen/Courtney ***


Era una tarda mattinata di un sabato come un altro, Leshawna, si dirigeva a casa dopo aver perso l'autobus. Normalmente sarebbe stata frustrata dalla cosa, invece l'aveva presa bene da una parte. Non aveva alcuna fretta di tornare, tanto ci voleva un po' perchè quella persona arrivasse. C'era una cosa che sapeva di dover fare una volta tornata e un motivo per temporeggiare che sfuggisse alla sua volontà non dandole motivo di sentirsi in colpa era il benvenuto...
-Leshawna! Ehy, Leshawna!- in un primo momento non era sicura di aver sentito bene, poi si girò e vide che sul marciapiede dal lato opposto al suo c'era effettivamente una ragazza che cercava di richiamare la sua attenzione. Leshawna non ci mise troppo per riconoscere la giovane dalla camicia indaco pastello. Gwen era leggermente meno pallida, portava in capelli scuri un po' più lunghi e senza meches di tinta verde acqua, ma rimaneva sempre lei. Al massimo, forse, si sarebbe potuta un po' stupire della vivacità che mostrava chiamandola in quel modo? In realtà no... indipendentemente dall'amore per lo stile dark, la ragazza aveva sempre avuto un lato capace di entusiasmo anche se forse non amava mostrarlo.
-Ehy!- le rispose salutando con la mano per farle capire che anche lei l'aveva vista e riconosciuta. Quando potè attraversò la strada.
-Quanto tempo, eh, mozzarellina!- sorrise e abbracciandola la sollevò leggermente da terra. Forse avrebbe dovuto sentirsi a disagio, dal punto di vista di Gwen doveva essere come se lei l'avesse abbandonata di punto in bianco qualche anno prima. Ma Leshawna sapeva essere un tipo molto impulsivo, si lasciava trasportare dalle prime emozioni che un evento le scatenava, in quel caso sorpresa e contentezza.
-Eh, già...- Gwen sorrise, neanche lei sembrava farsi troppi problemi. Le due decisero di andare a prendere un caffè insieme.
-E' stata una fortuita coincidenza trovarti per strada così a caso.- disse Gwen mentre andavano verso il bar.
-Già...- per un attimo Leshawna sembrò pensierosa, quello non era un contrattempo indipendente dalla sua volontà.... -Beh, sarà stato l'universo.- rise riferendosi ad una delle cose strane di cui parlava Gwen a volte.
-Ah, ancora un po' ci credo...- sospirò Gwen. -Ma sempre meno...-
-Peccato, fa sempre comodo avere qualcuno o qualcosa di più grande da incolpare.-
-Puoi ben dirlo.-
Le ragazze si sedettero ad un tavolo del bar e Gwen ordinò, aspettando continuarono a chiacchierare.
-In effetti, non ci vediamo da davvero molto tempo...- disse Gwen ad un certo punto. -E non ci parliamo da ancora prima... è come se fossi scomparsa dopo che ho rotto con Trent.- era più una frecciatina per scherzare anche se in piccola parte era un po' per togliersi un sassolino dalla scarpa, ma non provava realmente rancore nei suoi confronti.
-Effettivamente...- l'altra per un attimo sembrò leggermente tesa. -E suppongo che stenderti con un lancio di cucchiaio in testa non sia stato un gran ultimo contatto...-
-Quale cucchiaio?- chiese perplessa, Gwen.
-Cucchiaio? Nessun cucchiaio! Chi ha parlato di cucchiai?- Leshawna rise nervosamente “Ah, non se lo ricorda? L'ho colpita così forte? O forse troppo poco?” si chiese. “Perchè mi sento così sollevata e ho finito per negare in quel modo? Comunque era colpa sua... Che stupidaggine, forse è passato solo troppo tempo... ” sospirò, si era lasciata prendere un po' troppo alla sprovvista. Gwen sembrava un po' confusa, ma lasciò perdere.
-Sai, Tyler... gli altri reality... non avevo il tempo materiale da passare con te e per aiutarti con quei vlog eco-friendly...- si giustificò.
-Tranquilla, lo so.- la rassicurò Gwen.
-Certo che anche tu sei stata troppo occupata con Duncan per provare a chiamarmi, eh?- ricambiò Leshawna. -Spero abbia migliorato la sua igiene almeno durante quel periodo... sopratutto quella orale!- scherzò.
-Strano, da non credere...- Gwen sorrise.
-Uh... cosa?-
-Almeno da questo punto di vista credo che tu e Courtney sareste molto più che d'accordo.- rispose la ragazza. -Comunque sì... fra Duncan e altre cose non ho pensato a rintracciarti...- a Duncan non piaceva Leshawna ed era abbastanza sicura che il sentimento fosse pienamente ricambiato. C'era anche un altro problema, l'incognita della relazione con Harold... Secondo Duncan il nerd e la sua amica non stavano realmente insieme, ma Gwen non ne era del tutto certa. Non pensava che Harold le potesse portare rancore per la storia della pala. “Se un tipo come Harold dovesse prendersela con chiunque gli abbia fatto un torto farebbe prima a vivere da eremita... è impossibile non maltrattarlo o non essere infastiditi da lui almeno una volta per chiunque lo conosca...” ma fra lui e Duncan non scorreva certo buon sangue. Inoltre a causa del punk un po' tutti avevano cominciato a considerarla la nuova Heather... e Leshawna? Cosa pensava di lei? Non aveva mai avuto il coraggio di domandarglielo... Già non aveva preso bene il suo comportamento nei confronti di Harold... e in realtà si chiedeva se il motivo iniziale dell'allontanamento della ragazza non fosse proprio l'irritante quattrocchi...
-Rilassati gioia, non ci ho pensato neanche io e poi... beh, è normale avere periodi in cui si va d'accordo e periodi in cui ci si perde di vista.- i legami non erano qualcosa di stabile, anzi, la maggior parte erano in movimento.“Ci si adatta, si cresce, si cambia...” Non era niente di tragico o di particolarmente interessante su cui riflettere nella vita di tutti i giorni e proprio lei era abituata a prendere le cose per quel che erano senza farsi troppi problemi. Ma in quel momento in particola in cui le serviva che la sua relazione di coppia rimanesse stabile non era qualcosa di particolarmente lieto a cui pensare. -Ma rivederti mi rende molto felice, davvero. E rispolverare il passato può essere piacevole, anche se può portare una strana sensazione...- finalmente a Gwen venne portato il caffè.
-Credo di capire cosa intendi.- rispose Gwen.
-Sai... non so quanto possa contare ora, ma mi spiace di averti lasciata sola.- confessò Leshawna. -Non era uno dei tuoi momenti migliori, a maggior ragione avrei dovuto... eh, forse non mi sono comportata granchè bene...- ammise la ragazza. Gwen si sentì inaspettatamente sollevata, l'altra dopo qualche secondo di silenzio continuò -Beh, che stai facendo ultimamente? Hai qualche lavoro, lavoretto, università? Ti vedi con qualcuno?- domandò amichevolmente.
-Consegno pizze...- disse con zero entusiasmo -Sto cercando di frequentare la facoltà d'arte e sto convivendo con Courtney...- disse con naturalezza
-Ah, con Cour... con chi?!- esclamò Leshawna... -Oh... condividete l'affitto? Avevo pensato che...-
-Stiamo insieme.- ammise senza troppi giri di parole.
-Ah ok, mi fa piacere.- la ragazza scosse le spalle e sorrise, superò la sorpresa iniziale molto in fretta. -Sono curiosa, come è successo?-
-Ecco...- Gwen arrossì. -Un po' per caso...- Leshawna non sembrava soddisfatta dalla risposta. -Lei si è presentata da me ignorando il fatto che la nostra amicizia non fosse andata così bene ed è ripiombata nella mia vita...-
“Che tesoro di ragazza... una perla proprio...” pensò l'altra ignorando che anche lei tendenzialmente preferiva non fare caso ai propri sbagli. 
-..Da cosa nasce cosa e ho preferito prendere la situazione come veniva.- “Pensavo di essermi semplicemente stancata dei ragazzi, ma che sarebbe stata una situazione temporanea...” ripensò e invece eccola lì. -Alla fine sì è fatta seria... non ho molta voglia di entrare nei dettagli...- disse un po' schiva. -Comunque lei non è così male come sembra, sa essere adorabile... a volte...- ritornò leggermente rossa. -Tu invece?- Leshawna non rispose subito, a Gwen sembrò un po' strano...
-Ho fatto la commessa per un panificio, un panificio davvero terribile.- ricordò la ragazza. -Con l'università ci sto provando anche io, ma non so come andrà a finire... soprattutto in questo momento... Forse sto facendo un errore.- sbuffò lei, Gwen pensò che era una situazione abbastanza normale e si sentì meno preoccupata. -Harold invece ha solo le ultime materie da dare, c'era da aspettarselo... ah, quel bastardino, genietto, ma bastardino...- disse quasi con affetto. -Beh, però il mio tesoro è pur sempre un comune mortale. E' molto stressato, queste ultime materie lo hanno mandato in crisi.-
-Ah... quindi tu e Harold siete ancora amici?-
-Quanto te e Courtney.-
-Oh... sono contenta per te...- a Gwen scappò una piccola risata. -E' solo che è buffo e inaspettato.- sperava che non risultasse offensivo in qualche modo. Leshawna la rassicurò sorridendo. -Anche Courtney ha quasi concluso il suo percorso di studi... e anche lei sta dando i numeri...- disse assumendo un espressione corrucciata. -E' sempre stata una tipa metodica e che impazzisce se tutto non va come dice e, parlando di oggetti, non viene disposto secondo un ordine preciso, il suo, e capisco che si senta sotto pressione... Anche se... insomma, lei ha quasi finito mentre io sono in mezzo a una strada e vado molto a rilento!- Leshawna si ritrovò ad annuire in mezzo a quello sfogo. -Pur trattandosi di qualcosa che mi piace... in teoria...- sospirò la ragazza. -Eh... dicevo? Ah sì... capisco che mettere tutto secondo il suo ordine possa essere un modo per scaricare lo stress, ma si è messa anche a frugare fra le mie cose per fare pulizia e sbarazzarsi di tutto ciò che secondo lei non mi serve più! Non portavo più i miei vecchi vestiti, ma cacchio! Erano un ricordo!- Leshawna non riuscì a non sorridere notando l'auto censura dell'amica ma cercò di rimanere seria ad ascoltarla. -Stare con lei in questi giorni è un inferno... basta che posi un oggetto che mi serve fuori posto perchè non lo ritrovi, l'avrà già spostato da qualche altra parte dove secondo lei sta meglio. Non posso lasciare incustoditi i miei colori e i miei pennelli neanche per andare in bagno perchè lei me li poserà anche se li stavo usando. È praticamente un ossessione.- disse infastidita tamburellando con le dita sul tavolo.
-Sembra avere molto tempo libero.- osservò l'altra dubbiosa. -Ma... non dovrebbe studiare?-
-Dice che non riesce a concentrarsi se non è tutto perfettamente in ordine. Si fa anche degli schemi per pianificare lo studio, ma temo perda più tempo per la scaletta degli argomenti che per studiare o ripassare.- Era abbastanza preoccupata per la fidanzata. Forse nonostante si stesse rendendo insopportabile avrebbe dovuto cercare di sostenerla in qualche modo, ma anche Gwen aveva le sue cose a cui pensare ed oltre ai problemi di tutti i giorni si era presentato un grattacapo molto fastidioso di cui avrebbe voluto parlare e sfogarsi con Courtney, ma non riusciva a trovare un momento sereno. -Non farmi sembrare quella con la fidanzata più squilibrata, raccontami anche tu qualcosa.- Leshawna le sembrava stranamente silenziosa, ma era probabile che la stesse filtrando attraverso la sua visione attribuendole uno stato d'animo simile al suo.
-No, Harold non mi sta causando grossi problemi.- disse in un primo momento. -Diciamo... però ultimamente sta avendo una sorta di follia alimentare.- accennò la ragazza. -Fa attenzione a qualunque pietanza, cibi con odori troppo forti o poco digeribili, quelli che sono stati in frigo più di un giorno, non bisogna mangiare troppo pesce, deve essere tutto lavato bene, deve essere tutto ben cotto... e cose così.-
-Praticamente è in modalità donna incinta prudente?- scherzò Gwen.
-In caso credo che Harold avrebbe parecchie cose da spiegarmi.- la ragazza rise per un attimo. -E pensa che ultimamente mangiamo quasi sempre insieme, qualche settimana fa abbiamo mangiato con mia madre, lei si è arrabbiata accusandolo di sospettare che stesse cercando di avvelenarlo. Poveretta, c'è rimasta proprio male.- disse ancora un po' divertita, ma Gwen sembrava distratta.
-Se portassero loro la gravidanza non potrebbero optare per il Messico come via di fuga... perlomeno non passati i nove mesi. Beh, passati quelli anche le madri possono abbandonare i figli. Alcuni possono anche restare con i bambini qualche anno, poi puff... decidono di sparire...- Leshawna non sapeva se e come doveva intervenire in quel monologo. -Non farli direttamente i figli? Stare più attenti?- finì stizzita.
-Sai, non sempre si tratta di qualcosa di così controllabile...- Leshawna cercò di inserirsi nel discorso. -Beh, non dico che si tratti sempre di casi tragici. A volte può essere una questione di ignoranza, ragazzette ingenue che non sanno bene come evitare la gravidanza, ma si vergognano a parlarne, credono alla prima cosa che trovano in rete o a qualche superstizione stupida e... sorpresa, non funziona ma lo scoprono tardi.- durante la scuola ne aveva viste due di situazioni del genere... non erano cattive ragazze ed era affezionata ad una di loro “Chissà come stanno?”una volta l'aveva visto il bambino della sua amica, un coso rosa che piangeva infastidito da troppi visi sconosciuti. -Oppure può trattarsi di una perfetta combinazione di imprudenza, magari anche piccola, e sfortuna, molta sfortuna... Magari ci si era scordati del preservativo, ma c'era comunque la pillola... può darsi che eri anche abbastanza convinta che il tuo ragazzo avesse buone probabilità di essere sterile e invece rimani incinta...- l'attenzione di Leshawna si spostò sulla TV all'interno del bar, davano un telegiornale... -Poi c'è una catastrofe naturale e muori.-
-Cosa?!-
-Beh... non solo sei morta, hai anche passato i tuoi ultimi momenti di vita a preoccuparti.- si lasciò sfuggire uno sghignazzo. Forse avrebbe dovuto indagare di più su cosa preoccupasse Gwen, ma qualcosa la bloccò.
-Ora comunque dovrei andare.- sbuffò la pallida ragazza. -Mi ha fatto molto piacere vederti, ma è meglio che porti qualcosa da mangiare a Courtney. La fame la rende anche più feroce e sicuramente sarà così concentrata nel suo, noiosissimo, ordine da scordarsi di preparare qualcosa.- disse apparentemente rassegnata, ma con un po' di affetto. -E' un periodo un po' no, ma andrà meglio.-
-Perchè? Esistono periodi solo “sì”?- disse l'altra ragazza accennando un sorriso.
-Anche questo è vero. Ma tu vedi di non scomparire di nuovo.- la sfidò Gwen pacificamente Leshawna si sentì un presa alla sprovvista, ma rispose.
-Ah... ok, tranquilla.-
-Magari potremmo pranzare o cenare tutti insieme uno di questi giorni, così, tanto per vederci.- propose la ragazza. Leshawna la guardò con aria sospettosa. -Intendevo anche con Courtney e... Harold...-
-Ah... e non fiuti l'odore del disastro considerando l'ottimo rapporto dei nostri partner? Penso di non piacerle neanche io.- le fece presente con tono leggero e scherzoso, non era una reale preoccupazione. Gwen apparve inquieta per un attimo.
-Sono certa che si dimostreranno abbastanza maturi, sono loro i quasi laureati, no?- “Non può sapere che quando stavo con Duncan avevo dei timori simili, giusto?”
-Se per te va bene allora è tutto a posto anche per me. Comunque ciao... anche io avrei fretta di andare...- si lasciò scappare una risatina nervosa, sembrava colpevole di qualcosa.
-Aspetta...- la fermò Gwen. -C'è una cosa... un segreto di cui vorrei tanto liberarmi, di cui mi piacerebbe parlare... forse dovrei dirlo prima a Courtney, ma...-
-Non mi sembra molto corretto...- la fermò Leshawna un po' titubante. -Ho una specie segreto anche io, ma non mi sento di dirtelo... per ora.- confessò la ragazza, Gwen non si sentì troppo sorpresa. -Preferirei che me ne parlassi quando anche io sarò pronta a dirti cosa mi preoccupa e mi passa per la testa. Inoltre... non conosco così bene Courtney e non so nemmeno com'è ora, ma mi sembra un tipo geloso già con gli amici, sarebbe meglio dirlo prima a lei... sai non voglio essere ammazzata o ammazzare la tua ragazza per legittima difesa.- scherzò.
-Già, probabilmente hai ragione.- sospirò Gwen, ma sorrise. Forse non sarebbe neanche stato il caso di confidarsi con qualcuno che non si era fatto vedere per anni, ma non sentiva più il peso di quel periodo dopo averla rivista.
-Sei abbastanza diversa da come ti ricordavo.- Gwen la guardò stupita in un primo momento, non si aspettava quel commento. -Sembri più amichevole e meno cupa, tesoro.- disse inizialmente positiva.
“Forse è vero... un po' ho perso interesse nell'atteggiarmi e fare la tenebrosa...” 
-Comunque... se davvero quella cosa ti preoccupa tanto...- sembrava voler tornare sui propri passi. Ora che l'aveva davanti le veniva spontaneo tornare a preoccuparsi di lei. Gwen si era sempre atteggiata da dura e solitaria, ma non era realmente inscalfibile e non stava realmente bene quando gli altri la isolavano. Forse era un po' strano preoccuparsi in quel momento quando non aveva fatto alcun tentativo di rintracciarla?
-No, non c'è bisogno, sto bene così, sul serio.- la rassicurò la ragazza.

Dopo che le ragazze si congedarono, Leshawna cercò di arrivare a casa il più in fretta possibile, nel frattempo il telefono squillò. “Deve essere già arrivato... diamine!”
-Pronto...-
-Come stai!? Ho avuto per tutta la mattina mal di stomaco! Cos'è che abbiamo mangiato ieri?- chiese, Harold, dal telefono.
-Sto bene, calmati un po'.- lo frenò lei -Sei già arrivato a casa?-
-Sì, sono già a casa tua.- si calmò per un istante. -Sei sicura di stare bene?- chiese sospettoso -Se sto male io che non sono incinta allora tu...-
-Magari sei solo sotto pressione.- sospirò la ragazza.
-Eh? E perchè dovrei?- disse nervoso -Ma che almeno tu sia tranquilla è un bene, lo stress non avrebbe effetti positivi né su te, né sul bambino.- era un po' sollevato.
-Lo so. Sei tu quello che si è passato il tempo a parlarmi degli “interessantissimi” effetti dello stress sull'organismo e la salute, no?- disse con tono scanzonato.
-Ed io solo lieto di sapere che mi ascolti.- cercò di nascondere di essere compiaciuto... con scarsi risultati... non era affatto così scontato che qualcuno prestasse attenzione a ciò che diceva.
-Forse stai così  perchè sei solo soletto con i miei familiari... Dai, non ti mette a disagio neanche un po'?- lo stuzzicò.
-No...- negò il ragazzo, ma già normalmente nessuno dei due stava particolarmente simpatico alla famiglia dell'altro e i familiari non facevano molto per metterli a loro agio. -Ma cerca comunque di tornare presto...- aggiunse.
-Sarò subito lì.- gli assicurò -Scusa per il ritardo, ma mi sono fermata a fare compagnia a Gwen per un caffè... E' che si è stato un colpo di fortuna incontrarla, non la vedevo da tanto tempo... tranquillo l'ha preso solo lei il caffè.- specificò per evitare di fargli prendere un colpo. “Devo trovare un modo per impedirgli di procurarsi altre informazioni sulle gravidanze se voglio sopravvivere a questi mesi. Mi fa piacere che si interessi e si preoccupi, ma tende ad essere spaventosamente paranoico... però non posso impedirgli l'accesso ad internet... né dare fuoco a qualunque libro sull'argomento...” in realtà, in parte la faceva sentire più tranquilla il fatto che il ragazzo manifestasse così apertamente le sue preoccupazioni, percepirne alcune come esagerazioni la rassicurava, dall'altra parte era meglio stare attenti in due. Perlomeno per il momento erano in equilibrio. -Ma dobbiamo parlare ai miei del bambino insieme, non lasciarti sfuggire niente.-
-Tranquilla...- sospirò -Ci tengo alla pelle.- aggiunse.
-Già ma sei comunque sbadato, non si sa mai con te... e poi non essere melodrammatico. Guarda che sono l'unica dello stabile a non avere o aver avuto parenti in carcere.- si vantò la ragazza.
-Che dire, consolante...- Leshawna sentì dal telefono un rumore. -Oh no...-
-Che succede?-
-Sono venuti... i tuoi zii credo? Sai, se non chiamassi sorella e zio persone a caso, per me sarebbe più semplice capire chi è realmente tuo parente e chi no...- commentò -Ho il presentimento che non uscirò vivo da questa situazione...-
-Non dire sciocchezze, amore. Toglierti di mezzo non converrebbe a nessuno, inoltre sanno di non doversi mettere contro di me e fare qualcosa che potrebbe infastidirmi...- disse molto sicura di sé. Ma si affrettò e cominciò a correre comunque, non la rendeva tranquilla saperlo solo con i suoi e altri individui non ben identificati. Perchè sembrava che proprio quel giorno a casa sua dovesse venire altra gente?

Gwen non trovò nessuno a risponderle “Ciao” quando varcò la porta del loro appartamento. Courtney era con la testa china sulla scrivania, addormentata su un libro. Gwen posò il cibo cinese, poi riflettè attentamente... conveniva davvero svegliarla? Appena le poggiò la mano sul capo per accarezzarla ,Courtney scattò e si guardò intorno spaesata.
-Oh no...- si lamentò stropicciandosi gli occhi. -Mi sono addormentata... ancora!- disse in tono neanche tanto vagamente isterico. La ragazza riprese la matita e cercò di orientarsi nella pagina a cui era arrivata, ma Gwen, ignorata fino a quel momento la bloccò.
-Non se ne parla signorina.- la richiamò. La signorina le lanciò un'occhiataccia demoniaca. -Prima devi mangiare.- la ragazza con le occhiaie continuò a guardarla minacciosa. -Guarda che se non ti riguardi ne risentiranno anche le tue prestazioni mentali.- le fece presente con un sorriso. Courtney sbuffò ma accettò. Gwen riuscì a convincerla a spostarsi dalla scrivania per sedersi a mangiare con lei facendole notare che avrebbe rischiato di sporcare la scrivania. Normalmente l'idea l'avrebbe fatta impazzire, ma la poveretta era talmente stanca che non ci aveva pensato.
-Cosa sto diventando?! Una sciattona!?- aveva esclamato allarmata rendendosene conto.
Quando Courtney sembrò riprendersi, Gwen si fece coraggio e provò a parlarle.
-Courtney... volevo dirti che...- ma la ragazza la interruppe bruscamente.
-Me lo dirai dopo! Devo tornare a studiare!- poi aveva visto il viso turbato di Gwen. -Gwen, cos'hai?- le aveva chiesto preoccupata. Courtney sapeva già che il padre di Gwen se ne era andato quando Gwen era davvero molto piccola, ma alla notizia che l'uomo si fosse ripresentato dal nulla e volesse incontrarla la colse alla sprovvista e la riempì di rabbia.
-Ma stiamo scherzando?! Non ne ha alcun diritto dopo che ha lasciato te, tua madre e tuo fratello! Non può tornare e pretendere comprensione, la sua decisione l'ha presa, punto! Ora ne piangerà le conseguenze!- si rese conto che la sua rabbia non era affatto utile alla fidanzata così optò per un consiglio. -Non ci devi andare!- che somigliava a un ordine, ma era un consiglio... in teoria..
-Courtney, sul serio...- sospirò. -Non posso farlo...-
-Come non puoi?! Non gli devi niente!- finalmente si calmò un po' -Essere figli di qualcuno non significa volergli bene per dovere se questa persona ti fa deliberatamente del male.- disse severa, ma leggermente più pacata. -G-Gwen?- la ragazza non sembrava stare meglio, Courtney cominciò a pensare di star facendo un disastro. Non dispiacersi per un individuo simile e non considerarlo nemmeno era una questione di principio per Courtney... se poi sarebbe riuscita realmente a pensare secondo i propri principi se si fosse trovata al posto di Gwen era un altro paio di maniche... ma se Gwen ci stava male era mica colpa sua? I principi di Courtney l'avrebbero aiutata in qualche modo? Forse non stava dando abbastanza valore a come si sentiva Gwen...
-Ecco... Gwen...- tornò a sedersi vicino a lei poggiandole una mano sulla spalla.
-Lo so... ho la faccia di una con le coliche che cerca di sorridere...- disse Gwen alzando il viso verso di lei. -Se non lo incontrerò sarà solo peggio. Non voglio ripensare a questo momento, pentirmi di qualcosa che non ho fatto e restare a chiedermi cosa aveva da dire.- era triste, tesa, ma lucida.
“A differenza mia...” Courtney si sentì in imbarazzo. -Ma... se non te la senti non dovresti.- sospirò abbracciandola.
-Al massimo mi prenderò di collera, ma mi toglierò un pensiero e non avrò nulla da rimpiangere.-
-Scusa...- Gwen si stupì un po' di sentirlo. -Sono così stanca e... e mi sono fatta prendere dalla rabbia.- ammise Courtney cercando di mantenere un tono dignitoso. Le labbra di Gwen si incresparono in un leggero sorriso.
-Va tutto bene... credo di aver scelto il momento peggiore per dirtelo. Una persona svegliata da poco è feroce, non si deve disturbare.- cercò di sdrammatizzare.
-Perchè non me lo hai detto appena tua madre ti ha avvertita?- sperava di non sentire una risposta del tipo “Perchè avresti reagito male e ti saresti messa a urlare e parlare come se dovessi rimproverarmi...” un ipotesi molto dettagliata...
-Non volevo disturbarti, sei molto sotto pressione e ho pensato...-
-Era una cosa importante!- senza volerlo tornò brusca -Non ti fidi?-
-Sì, ma so che non sei in un buon periodo.- Courtney era quasi ferita. -Ma voglio restarti accanto, che razza di relazione è una in cui si fugge non appena c'è una difficoltà?- “Vero papà?” forse non avrebbe dovuto giudicarlo senza avere tutte le informazioni necessarie, ma non riusciva a non pensarlo. -E' per questo che te ne ho parlato, non mi importa se mi dai consigli su cosa fare, utili o meno, voglio solo sapere che sarai qui per sostenermi qualunque cosa accada.- disse portandole una mano bianca al viso. -Rimarrai qui ad ascoltare i miei piagnistei quando l'incontro andrà male o anche se andrà bene?- le chiese.
-Sciocca, è ovvio!- rispose sicura.
Non importava come sarebbe andata. Se suo padre si fosse rivelato una persona che aveva fatto un errore, ma buona. Se avesse avuto delle motivazioni che lei poteva comprendere e accettare. O se magari l'aveva cercata solo per trovare un donatore di organi compatibile e fosse stato pure una persona marcia.
L'importante era avere un rifugio in cui tornare a leccarsi le ferite per riprendersi e poter continuare...

Angolo dell'autrice:
Questo è un capitolo un po' particolare. Sinceramente non mi ispirano molto Courtney e Gwen e le ho trovate forzate in All stars, ma ero curiosa di provare a scrivere qualcosa su di loro perchè l'improvviso interessamento di Gwen per Courtney può sembrare una sorta di  infatuazione se provo  a renderlo più logico... ho uno strano interesse per le forzature e gli errori di All stars... comunque dato che non mi veniva in mente nulla ho deciso di strutturarlo insieme al capitolo di Leshawna(ecco cosa intendevo quando parlavo di coppie non romantiche).
Sono abbastanza soddisfatta del risultato, è stato un capitolo abbastanza interessante da scrivere anche se in diverse parti mi sono bloccata(come al solito, no?)
Comunque, spero che possa piacervi anche se magari non siete interessati a tematiche shojo ai... anche se non penso di farne altri.
Alla prossima!

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Capitolo 5
*** Gwen/Geoff... e DJ ***


-Non potevo fare altrimenti...- disse rassegnata la voce femminile dal telefono, Gwen conosceva abbastanza bene quel tono. -Il nostro rapporto funzionava bene solo fino a quando stavamo attaccati... Beh, in realtà anche prima, quando non stavamo insieme mi stava simpatico, ma c'è davvero qualcosa che non va in noi come coppia...-
"O in me..." a Gwen venne spontaneo completare mentalmente il silenzio dell'amica con qualcosa che secondo lei poteva pensare perchè anche lei si era ritrovata a formulare quel pensiero su se stessa.
-Non può essere che quando non siamo fisicamente vicini mi venga così facile scordare di essere fidanzata!- disse con tono esasperato.
-Bridgette... hai tradito Geoff mentre eri in Australia?- domandò "Non che sia esattamente quella che può fare la predica..."
-No!- negò Bridgette. -Ma stava per succedere... di nuovo... Non so davvero cosa diamine mi succede da quando sto con Geoff.- sospirò. -Io ci ho pensato a lungo e non voglio ferire Geoff, ma se le cose vanno così probabilmente non lo amo poi così tanto.- disse sconsolata. -Giuro, normalmente non sono una fidanzata così pessima! Lo giuro!- si difese lei.
-Tranquilla ti credo...- cercò di rassicurarla. -Quando torni dall'Australia magari ci sentiamo e ne parliamo meglio, va bene?-
-Eh... non credo tornerò tanto presto...- rispose dispiaciuta. -N-no! Non è che abbia trovato qualcuno con cui consolarmi!- aggiunse tempestivamente temendo di essere fraintesa. -Voglio solo stare un po' da sola, solo io e le onde... Tu... credi che sia stata stronza a lasciarlo per telefono?- chiese bisognosa di un parere, Gwen sospirò.
-Vuoi che sia sincera?-
-Lascia perdere... ho capito...-
Finita la telefonata, Gwen, si sentì abbastanza in colpa. Anche se solo per un istante, quando la ragazza le aveva detto di aver lasciato il fidanzato, si era sentita sollevata al pensiero che non solo le sue storie d'amore del reality erano morte con esso. Ad un certo punto quello show era diventato una sorta di trova l'anima gemella! “È comunque terribile sentirsi sollevati se dei tuoi amici si lasciano tanto per non sentirsi l'unica sfigata... e... beh, in realtà..." si rese conto che era da prima di quella notizia non era l'unica sfigata, anzi... "Courtney e Scott si sono lasciati, Izzy e Owen si sono lasciati, ma lei non l'avrà capito e a lui non gliene può fregar di meno, Heather e Al sono una bomba ad orologeria, Leshawna è in una zona grigia che non si capisce, Lindsay si scorderà presto di Tyler, Cody ha guadagnato una stalker... e le altre stagioni chi cacchio le ha guardate! Eh... forse sono leggermente egocentrica a farci caso solo ora... Sì, magari sono stata un po' superficiale... Chissà come starà Geoff..." Non era stato "amore" a prima vista col biondino, anzi, le era sembrato un insopportabile creatura idiota, superficiale, rumorosa e stucchevolmente amichevole... forse non era molto gentile quando formulava giudizi sulle prime impressioni che le facevano le persone nuove e invadenti, però aveva cominciato ad apprezzarlo e lui, per qualche oscuro motivo, l'aveva presa in simpatia ostile com'era. L'aveva spesso invitata alle sue feste ed a uscire con lui e Bridgette, era impressionata da quei gesti per quanto non capisse la testardaggine del cowboy visto che non faceva che rifiutare i suoi inviti. L'idea di andare a una festa non era esattamente invitante da qualunque lato volesse guardarla.

Il giorno successivo si presentò alla porta di Geoff, per accertarsi di come stesse.
-Uh... saresti?- la porta l'aprì un gigante biondo dagli occhi verdi, doveva essere il fratello di Geoff.
-Beh, io sono...-
-Oh! Gwen la cotica!-
"Cotica?!"
-Hey! Fratellino! La pollastra cadavere! La cotica! E' venuta a trovarti fratellinooo!-
-Che bisogno c'è di urlare!?-
-Ops... orecchie delicate, amica.- le sorrise l'urlatore. Gwen entrò in casa mezza stordita e si lasciò guidare nella stanza di Geoff... la puzza era incredibile, il disordine apocalittico, c'erano vecchie scatole di pizza, alcune ancora piene, per terra. C'erano due tizi in rosa apparentemente piagnucolanti e accovacciati in posizione a fagiolo... avrebbe pensato fetale, ma, anche questi a terra, c'erano sparsi dei fagioli così aveva pensato a quelli.
-Inutile fratellone...- disse l'insolitamente cupa voce di Geoff. -Non comprerai la mia felicità... nè con il pollo, nè con le cotiche... il cibo non mi è di alcuna consolazione!-
-Scusa amico, sono un pessimo amico, amico!- piagnucolò l'altro ragazzo in rosa. Un tipo abbronzato dai capelli castani e crespi.
-No, amico! Sono io un pessimo amico, amico! Scusa se ti deprimo così!- ribbattè Geoff.
-Ma è a questo che servono gli amici, amico!- e i due si abbracciarono. Gwen superò l'ostacolo dato dalla puzza e dal ritrovarsi le versioni palestrate di Katie e Sadie davanti e varcò l'entrata.
-Ehi, Geoff?- Gwen gli picchiettò sulla spalla cercando di attirare la sua attenzione.
-Gwen!- esclamò Geoff sorpreso e la tirò dentro un abbraccio. -Amica mia!- disse cullandola in mezzo a lui e all'altro tizio. Stranamente l'istinto di allontanarsi dal fetore di sudore, fagioli e chissà cos'altro non era la sua priorità... o almeno non lo era stata per un momento anche fin troppo lungo per i suoi standard.
-Brody, andiamo e lasciamoli soli...- suggerì il fratellone trascinando via il ragazzo.
-No, Geoooff!-
-No, Brodyyyy!-
-Non fate i melodrammatici! Vi vedrete dopo!- li rassicurò il biondo. Geoff tornò ad abbracciare Gwen.
-Sorella! Sono così contenta di vederti!- Gwen si tappò il naso.
-Non resisto più!- trascinò in tutta fretta il ragazzo in bagno. Non sapeva quale stanza fosse, ma la necessità la spinse a tirare a indovinare. Lo chiuse dentro e rimase all'esterno a guardia della porta. -Non esci se prima non ti fai un bel bagno!- "Mi spiace, ma era ora che qualcuno glielo dicesse!"
-Cavolo, da dove l'ha tirata fuori tutta sta' forza?- disse colpito Geoff. Per un attimo sembrò tornato normale.
-Non lo so... ma in qualche modo dovevo sopravvivere, la natura mi sarà venuta in aiuto...- disse liberandosi il naso.
-Dici che sono stato mollato perchè puzzo?!-
-No... ma continuando così, un'altra non te la trovi!- "Forse dovrei essere più delicata? Non capisco come gestirla..."
-E chi la vuole un'altra?! D'oggi in poi niente più donne! Ne ho abbastanza... credevo che dopo Alejandrasino potessimo superare qualsiasi cosa e invece di punto in bianco, come un onda anomala, una telefonata e puff! Piantato!- piagnucolava il ragazzo. -Avremmo potuto migliorare il nostro rapporto insieme e invece è andata! Sparita!-
-Beh, scusa se sono arrivata fin qui...- sospirò la ragazza. "Anche Trent avrà provato qualcosa di simile... ma è inutile insistere quando si sente che una situazione un funziona o quando non si sente di tenere abbastanza ad una persona da voler insistere..."
-Scusa...-
-Non è niente...-
-Sono davvero felice di vederti, non me l'aspettavo proprio! E' stata una sorpresa e ti dimostrerei anche di essere felice... se non fosse per... s-se non fosse per...-
-Tranquillo, lo capisco.- ad un certo punto credette di cadere all'indietro, sentì mancare il sostegno della porta che veniva tirata verso l'interno del bagno, ma venne afferrata e abbracciata da Geoff.
-Grazieee! E' nei momenti come questo che si scoprono quali sono i veri amici! Quelli che non ti abbandonano!- disse dondolandola di nuovo, doveva averla scambiata per una bambola di pezza...
-Beh, se dici così suppongo che a questo punto dovrò restarti vicina per tutto il tempo necessario a superare la faccenda...-
-Beh, no se non vuoi...- rispose intristito.
-Scherzavo... non sei un fastidio.- disse con un leggero sorriso. “Aspetta... che sto dicendo? Beh, non lo sto sul serio prendendo come impegno...” guardo il dolce, puzzolente ragazzo... “Però un po' di karma positivo fa sempre bene...” si giustificò. -Però sul serio, lavati...-
Gwen decise di andare da Geoff anche nei giorni successivi, preferibilmente quando il fratello era a lavoro, a volte era presente anche Brody. Solitamente giocavano ai videogiochi, anche se non era un'attività che Gwen adorava. Il ragazzo sembrava stare meglio, questa era l'impressione che dava, ma non era sicura se davvero avesse già cominciato a smettere di pensare a Bridgette o se stesse solamente fingendo.
-Sai, ieri ho fatto un grande passo avanti...- Gwen gli diede un'occhiata confusa. -Ho cambiato il mio stato su facebook, sono felicemente single ora. Bridgette? Bridgette chi?- diceva con un sorriso cercando di mascherare po' di astio. -Chi ne ha bisogno di ragazze... Certo, per te Gwen potrei anche fare un eccezione.- ultimamente ci scherzava sopra.
“Anche troppo...”-No grazie, mai pensato a te come ad un uomo.- sorrise stando al gioco.
-...In che senso?-
-Beh... non ho mai visto quelli come te come possibili fidanzati.- rispose sperando di non urtarlo.
-Pensi che con me non si possa costruire un rapporto solido?- domandò citando una delle "cose strane" come le aveva chiamate lui, che gli aveva detto la sua ex.
-No.- sorrise Gwen dandogli una pacca sulla spalla. "Sarebbe anche possibile... per qualcuno che non sia come me..." -E' che le persone così solari ed espansive le ho sempre escluse a priori.-
-Hai degli orizzonti piuttosto ristretti... credo che avrei dovuto rimanere nella fase triste allora. Nah... anche in quel modo troppo poco tenebroso per te.- scherzò il ragazzo.
-Così mi fai sembrare piuttosto superficiale.- lo fissò infastidita.
-Eh, scusa... non pensavo.- vide la ragazza sospirare. -Non penso mai... forse sono troppo stupido per una ragazza intelligente come Bringette, intelligenza che chissà dove era andata a finire con Al... ma comunque troppo intelligente per me...-
-Non è affatto vero.- disse Gwen un po' sorpresa. -Non c'è mica un muro che separa intelligenti e... spensierati.- preferì non dire scemi. -E neanche che le persone intelligenti debbano essere per forza migliori, vedi un po' Courtney... E Duncan non era proprio una genio... chissà magari era anche peggio di te.- rise la ragazza.
-Bugia?- chiese sorridendo, sorriso che lei gli restituì.
-Bugia.- “Grossa bugia.” il punk non era stupido, lo sapeva. -Ma il mio discorso vale comunque.-
-Sai, penso che i tuoi orizzonti si siano allargati un bel po' partecipando al reality.-
-Dici?- lo guardò dubbiosa, il ragazzo le scompigliò i capelli e le adagiò qualcosa sulla testa.
-Ma certo, avresti mai pensato di ritrovarti qui con me,con un cappello da cowboy in testa?- rise Geoff. La ragazza se lo tolse e lo osservò pensierosa.
-Uh... no...-  Le sue labbra, quella rara volta senza rossetto, si distesero in un sorriso.
-Ti ci vuole solo una coda di cavallo e un vestito rosa... o posso prestarti qualche mia giacca visto che le adori!-
-No, grazie.- rabbrividì Gwen. -Lascio a te e Brody gli indumenti rosa barbapapà...-
-A proposito... prima non ti ci avrei vista così amica di un nerd come Cameron...- sogghignò.
-Beh, è un bravo ragazzo... Non ti fare strane idee, non c'è niente tra noi...-
-Ah, peccato!- disse simulando, molto male, solo Bridgette ci sarebbe potuta cascare, di essere ferito. Gwen aveva una smorfia confusa sul volto. -Se potevi innamorarti di uno così insolito per i tuoi gusti, magari anche di me, perchè no?- ridacchiò.
-Smettila di scherza su questa cosa...- disse forse un po' imbarazzata. Geoff la osservò piuttosto confuso, poi le sorrise... non le piacque quell'espressione, le ricordò il sorriso di un altro ragazzo quando la guardava, dai capelli scuri e gli occhi verdi. Forse anche lei stava arrossendo eccessivamente. -Con Cameron ci sto bene perchè non avverto nessun tipo di tensione... così come con te non sento. In questo momento mi sento più tranquilla così, senza possibili ragazzi.- continuava a sentire il peso di quegli occhi e quel sorriso. -Che è quel sorriso ebete?-
-Niente... pensavo solo che è ottimo che tu ti sia aperta un po' e penso che dovresti continuare a farlo.- disse fiducioso. -Non pensi che rifiutare di affrontare ciò ti sembra troppo diverso da te e al di fuori dei tuoi gusti o chiudendoti finirai per annoiarti a morte?-
-Chi dovrebbe sapere meglio di me cosa può piacermi e cosa no?- domandò Gwen quasi risentita.
-Non voglio dire che i tuoi gusti siano sbagliati, dico solo che... eh, lasciamo perdere...- “Avrò detto qualcosa di sbagliato...”
-Scusa...- sbuffò. -Non volevo essere così brusca...- “I miei orizzonti si sono ampliati anche ultimamente...” sospirò guardandolo. Geoff prese il cellulare e le scattò una foto. -Che fai?-
-Volevo solo immortalare una Gwen pensierosa.- sorrise innocente. -Facciamo anche una foto insieme?-
 
DJ aveva appena finito di lavare i piatti, erano ancora presto. Forse sarebbe stata una buona idea uscire a fare due passi, tanto per godersi il sole, magari si sarebbe distratto un po' e avrebbe smesso di pensare allo status su facebook di un suo vecchio amico surfista...
Era dispiaciuto per lui, ma qualcosa gli impediva di chiamarlo o andare a trovarlo... Aveva sentito un feeling particolare col biondino e per lui era stato diverso dai suoi altri amici anche se non sapeva quanto il sentimento fosse reciproco. Nonostante tutto non si vedevano da un po' e DJ non aveva insistito nel cercarlo. Geoff gli era sembrato troppo assorbito da altro. Ora si sentiva fuori luogo a cercare di contattarlo e non capiva neanche tanto il perchè. Normalmente sarebbe stato facile chiamare qualcuno se lo scopo era esprimere dispiacere, in quel caso per una rottura.
“Avrà già qualcuno a consolarlo... suo fratello, qualche amico, quel tale Brody...”
-Non è che ti sei sentito semplicemente trascurato?- disse una voce maschile molto vicina a lui.
-C-c'è qualcuno?- balbettò il ragazzo, teoricamente in casa ci sarebbe dovuta essere solo sua madre a parte lui... All’improvviso, sentì come un rombo di tuono nonostante il cielo fosse sereno ed un improvviso calore sulla spalla sinistra.
-Se fossi io al posto tuo me ne fregherei, ma visto che devo parlare a tuo nome… Lascialo perdere, per lui non eri niente. Gli è bastato trovarsi la ragazza per dimenticarsi di te e metterti in secondo piano - disse la voce assumendo un tono cavernoso. -Ma se proprio insisti… - ora invece si era fatto annoiato. -Approfitta del suo cuore infranto per tornare ad essere importante per lui! E’ una meravigliosa notizia che sia stato piantato! Finché rimarrà solo, avrà più tempo per te! - disse infine tutto sghignazzante. DJ era molto spaventato…
-M-ma… c-che cos’era?! - esclamò facendo un saltello laterale. -Io non penserei mai delle cose del genere! - si guardò intorno e vide comparire sulla sua spalla un Duncan in miniatura con delle corna rosse, delle ali scure e un forcone. DJ urlò mentre il piccolo Duncan lo guardava con aria di sufficienza, il diavolo si chiedeva come mai non fosse ancora svenuto. Anche sull'altra spalla, cominciò a sentire una fonte di calore.
-Non lo ascoltare, devi perdonare Geoff anche se ti ha ignorato ed essere dalla sua parte in questo momento.-
-In pratica deve comportarsi come uno zerbino tipo te? - chiese divertito il piccolo diavolo.
-Visto che sono qui in veste di angelo cercherò di ignorarti, simpaticone… - ribattè la voce proveniente da una nuvoletta di vapore sopra l'altra spalla di DJ.
-Ecco, sono più d’accordo con lui.- disse DJ indicando la sua spalla destra. -Ma che diavolo succede?! -
-Sono qui! Eccomi, il diavolo.- lo chiamò Duncan.
-Mammina!- piagnucolò Dj. Si sentì il suono di uno strumento a fiato e la nuvoletta svanì lasciando il posto ad un piccolo Harold completo di ali chiare, aureola e una veste bianca. Il ragazzo in miniatura stava scacciando via il vapore soffiando in una grossa tuba.
-Bel vestitino! - rise Duncan.
-E’ una tunica, razza di ignorante!- ribbattè Harold. Duncan con un rapido movimento di forcone sollevò l’abito.
-Quando ti deciderai a portare dei boxer?-
-Emh… ragazzi, scusate. - DJ cercò di intromettersi nella discussione, abbastanza nervoso. Harold soffiò con forza nella tuba spazzando via Duncan dalla spalla di DJ.
-Sai, non mi sembri affatto adatto come angioletto… - commentò infastidito Duncan mentre si sistemava la cresta.
-Ah, dovremmo scambiarci di ruoli? Cuore d’oro?-
-Sai dove te la puoi infilare quella tuba? - lo minacciò Duncan. Harold stava per dargli una risposta molto sgarbata, ma venne tempestivamente interrotto.
-Moderate il tono! - esclamò DJ traumatizzato. -Devo aver preso un colpo di sole o qualcosa del genere.- sospirò. -Comunque se mi state sulle spalle mi verrà il torcicollo cercando di seguirvi!- si lamentò il ragazzo e due si spostarono sul tavolo della cucina. -Ma in teoria, non dovreste essere due versioni alternative di me, come nelle Follie dell’imperatore? - domandò cercando di stare al gioco. Harold sembrava stare per dire qualcosa.
-Già, peccato che tu non accetti di avere un lato oscuro.- disse Duncan. -E siccome non ti senti a tuo agio con me se non c’è Geoff a spalleggiarti, e meno male che eravamo amici...- DJ distolse lo sguardo imbarazzato. -Hai affidato il ruolo di mio oppositore ad Harold.-  l'angelo era rosso di rabbia, Duncan lo aveva privato del momento più sacro della giornata... lo spiegone! -Sì, se stiamo guardando Harold con quel vestito candido è colpa tua! - rise il diavoletto. Harold si preparava a soffiare con la tuba, così DJ, per evitare il disastro, decise di calmarlo con un complimento.
-Secondo me quel vestito di dona davvero molto.- per qualche oscura ragione non funzionò ed Harold schiantò DJ contro il muro.
-Tunica!- ripetè. -In che modo ve lo devo far capire...- sospirò. -Stai... stai bene?- domandò dopo realizzando ciò che aveva fatto. DJ rimase accasciato contro il muro, Harold deglutì e si avvicinò.
-E’ divertente quando non viene fatto a me. - commentò Duncan seguendo il collega. -Ma dovrebbero togliere armi musicali così potenti a voi pennuti con l'aureola. Non vorrei vedere Courtney cosa potrebbe farci... del resto se puoi essere un angioletto tu mi immagino che possa esserlo chiunque.-
-Zitto!- disse l'altro mentre svolazzava attorno la testa del malcapitato DJ -Sto controllando le condizioni del nostro protetto...- DJ aprì timidamente gli occhi.
-Oh no...- sospirò. -Non se ne sono andati...- disse fra se e se. I due spiriti lo guardarono storto. -Quindi... Siete frutto della mia immaginazione?- “F-forse dovrei evitare di parlarci... sto impazzando!”
-Boh.-
-Forse...- disse Harold. -O forse mentre dormivo il mio spirito ha cominciato a viaggiare ed è stato richiamato da te. “Cogito ergo sum” penso dunque sono, come diceva Cartesio... e a me sembra di pensare.- DJ non sembrava rassicurato “Sarebbe comunque inquietante...”
-O forse sei solo morto.- sghignazzò Duncan privo di tatto. -Aspetta... ma lo sarei anche io!- questo era meno divertente. DJ era tentato di provare a telefonare i due ragazzi per vedere come stavano, ma l'idea di verificare lo spaventava un po'.
Improvvisamente un oggetto non identificato cominciò a brillare sopra il tavolo, i tre si avvicinarono... Una piccola palla rosa con le ali?
-Oh, cavolo… - disse Harold distogliendo lo sguardo.
-Ehilà!- salutò allegro il nuovo intruso.
-Sai DJ, se la mia mente mi facesse apparire un Owen nudo mi preoccuperei… -
-P-perchè tutto quello successo prima era normalissimo! M-ma certo! - balbettò DJ preoccupato.
-Un tizio nudo... altro tizio con un vestitino... secondo me sei gay.- concluse Duncan.
-Non penso che Owen rientri fra le mie fantasie, lo saprei...- commentò DJ.
-Interpretazione banale... in ogni caso, se il suo tipo è Geoff, biondo, palestrato e altissimo, perchè qui ci siamo noi?- Harold mise in dubbio la sua ipotesi.
-Siamo sempre dei bei tipi, ma non corrispondiamo alla descrizione.- concluse Owen con l'approvazione di Harold.
-Ok, qui c'è un po' di confusione...- sospirò il diretto interessato. -Non mi piace Geoff... n-non mi è mai piaciuto nessuno...- confessò. Aveva sempre ascoltato volentieri e molto attentamente i suoi amici quando parlavano di ragazze, era un buon ascoltatore e avrebbe anche potuto dispensare consigli, ma nei fatti non si era mai realmente infatuato...
-Non sarò alto e palestrato, ma se le pollastre mi saltano al collo un motivo ci sarà.- dichiarò Duncan ignorandolo.
-Per strozzarti...- sussurrò Harold, poi fischiettò fingendo di non aver detto nulla.
-Eh... ecco... in realtà non sono sicuro di quanto fascino tu possa avere, sei un tipo...- disse incoscientemente Owen. -Non capisco bene l'appeal del cattivo ragazzo anche se di solito gli occhi chiari piacciono, ma quel monociglio non è proprio quello che definirei attraente...- continuò con la risata a malapena trattenuta di Harold a fare da sottofondo. -Poi magari togliessi qualche pelo e curassi di più la tua igiene orale... Sul serio, sei troppo peloso... Ora che ci penso, neanche i tuoi capelli sembrano troppo puliti.-
-Sarà attraente Noah...- ribbattè con distacco Duncan.
-Lui ha un appeal tutto suo. Con quel minuto corpicino e quel modo di sgambettare scoordinato quando cammina...-
-Voglio vomitare! Comunque rispetto a voi sono il migliore, dai!-
-Penso di si...- ammise Owen anche se il suo senso estetico riteneva Duncan scarso.  -Ah, Harold senza...-
-T-tranquillo!- Harold continuava ad essere divertito. -Visto che Duncan col suo irresistibile monociglio ci tiene così tanto a essere riconosciuto come attraente...- disse continuando a ridere. Duncan punse Harold col forcone per zittirlo, lui cercò di ricorrere alla fida tuba, mentre il diavolo cercava di tirargliela via.
-No, guardate che non trovo Duncan attraente.- specificò Owen. - e n-non trovo neanche gli uomini attraenti.- ridacchiò nervosamente.
-E chissene se ti piacciano anche gli uomini.- disse Duncan occupato con quella specie di tiro alla fune con Harold.
-Non c'è niente di male Owen... ci piaci così come sei.- disse DJ che si era fatto una camomilla mentre gli sgraditi piccoli ospiti lo ignoravano.
-Ah, grazie ragazzi!-
-Tienilo a mente anche tu DJ...- precisò Harold in qualità di coscienza, nel frattempo perse la tuba e cadde a terra.
-Ancora... ancora con questa storia?- chiese DJ.
-Secondo te perchè la tua coscienza ti sta facendo immaginare tutto questo?- disse Duncan contento del suo trofeo. -Perchè deve essere tutta una tua immaginazione... io non posso essere morto, chiaro?!-
-Cogito ergo sum... tu stai pensando? Se sì esisti e questa non è un immaginazione di DJ, magari sei tu a sognare.- Harold schivò un colpo di tuba.
-Momento, momento... tu dovresti essere un angelo, per la Bibbia, l'omosessualità non è sbagliata?- domandò dubbioso DJ.
-Lo è anche mangiare animali acquatici privi di pinne, insieme a molte altre cose.- Harold scosse le spalle. -Ma un'Entità superiore dovrebbe preoccuparsi di faccende simili? Qualcosa di superficiale come il mangiare una pepata di cozze o il sesso delle persone a cui ci si interessa può davvero macchiare un'anima?-
“Sarebbe più facile prenderlo sul serio se lui e Duncan la smettessero di picchiarsi mentre parlano...” Duncan capì che anziché utilizzare lo strumento per cercare di colpire Harold, sarebbe stato meglio suonarlo, ma il ragazzo in tunica, inorridito, glielo strappò subito di bocca.
-Schifo! Che schifo! L'hai tutta sbavata, ma almeno lo sai come si usa uno strumento a fiato?!- a malincuore Harold, con uno schiocco di dita dovette rispedire a casa la tuba. -Dovrò disinfettarla, sterilizzarla, purificarla con...- una strana oscurità pervase il viso del ragazzo e i suoi abiti si tinsero di rosso sangue. -Purificarla con il fuoco di R'hllor! Che il signore della luce ci protegga perchè la notte è oscura e piena di terrori!- ghignò il ragazzo.
-Duncan... non dovevi contaminare quella tuba con la tua saliva demoniaca, è diventato un eretico strambo!- si agitò Owen.
-Che dici? Quale saliva demoniaca?! Avrà letto qualche strano fantasy prima di di addormentarsi e iniziare il viaggio extracorporeo!-
-Ma quindi siamo frutto dell'immaginazione di DJ o...-
-E che ne so! E che me ne frega!-
-Harold... è tutto ok?- chiese timoroso DJ. La tunica tornò bianca.
-Per favore sbrigati a decidere cosa fare con Geoff e chiudiamo questa cosa! Credo di non stare troppo bene...- rispose mezzo stordito e indebolito. DJ accese il cellulare, titubante controllò un'ultima volta facebook. In un primo momento apparve scioccato, poi fece una smorfia infastidita.
-Beh, sono felice per lui, ci ha messo poco a riprendersi...- disse andandosene bruscamente e mollando il cellulare sul tavolo. I tre spiriti confusi diedero un'occhiata.
-C-che diamine?!- esclamò infastidito Duncan.
-Ah, ma che carini...- disse Owen, intanto Harold era crollato addormentato.
Geoff aveva pubblicato una foto sua e di Gwen con una frase che diceva “L'unica ragazza di cui ho bisogno in questo momento.”-Peccato però, lui e Brody sembravano così una coppietta... e... e anche per DJ mi dispiace... Sai, deve essere brutto prendersi una cotta per il proprio migliore amico... n-non che ne sappia qualcosa.- ridacchiò. -Duncan, dove vai?-
-A perseguitare Geoff!- esclamò lucidando il forcone.

Gwen stava tornando a casa con le buste della spesa. Era un po' che aveva smesso di incontrare Geoff. “Tanto quello sembra essersi ripreso.” sbuffò. “Non mi va di complicarmi ulteriormente la vita... l'unica cosa che voglio ora è un po' di tranq...” Vide Geoff che le correva incontro “Tranquillità... Ma andiamo?! Com'è possibile?!” protestò mentalmente.
-Hey, Gwen!- la salutò con un sorrisetto innocente. -Che coincidenza incontrarti qui per caso...-
-Vicino casa mia...- disse dubbiosa.
-Già proprio una bella coincidenza...- la ragazza gli rivolse uno sguardo severo. -Sai... ieri sera mi ha telefonato DJ, è stato un colpo! Non lo sentivo da una vita! E credo neanche tu... magari una di queste sere dovremmo fare un party tutti insieme!- Gwen gli parve ancora più irrequieta. -Gli ho parlato un po' di quello che è successo ultimamente e mi ha fatto notare che forse col mio modo di fare... magari anche con la frase sulla foto ti ho un po' spaventata e che magari pensi che io stia cercando disperatamente un'altra ragazza solo perchè voglio sostituire Bridgette...-
-Geoff, sei un ragazzo adorabile, dico sul serio, anche se vai troppo di fretta, ma...-
-Ho rivisto Bridgette.- la interruppe sorridendo. -E' tornata dall'Australia e...-
-B-bene... sono felice per te...- “Già, dovrei esserlo...” -Suppongo che tu non voglia farmi fare la parte della nuova Heather di nuovo.- rise nervosamente “Ne ho abbastanza...”
-Non voleva tornare con me, voleva solo scusarsi e spiegarsi meglio. E neanche io volevo tornare con lei. Ecco, con questo il timore di essere la sostituta di Bridgette non dovresti più averlo! Visto che non c'entrava?- disse ingenuamente. Gwen non riuscì a non farsi scappare un risolino. Geoff lo prese come segnale senza dubbio positivo, ma lei tornò quasi subito seria.
-Geoff, andiamo! Se non ha funzionato con Bridgette come dovrebbe funzionare con una come me? Siamo troppo diversi e non credo a “opposti si attraggono”- anche se, suo malgrado, si era ritrovata a pensare a Geoff fin troppo spesso negli ultimi tempi, a cominciare a percepirlo come un ragazzo, a pensare che lui, per quanto assurdo potesse sembrare, era il ragazzo con cui si era trovata meglio in un certo senso. “Neanche chi si somiglia si piglia funziona, visto com'è andata con Duncan...”
-Ma non avevi detto, niente barriere anti-stupidi?- chiese speranzoso il ragazzo. -Non possiamo sapere come andrà se non ci proviamo.-
-Ti sei ripreso da Bridgette, perchè vuoi ritrovarti in un'altra relazione fallimentare a così poco tempo di distanza?- cercò di evitare il suo sguardo.
-Beh, che vita sarebbe senza rischi? Poi potrebbe essere la volta buona per entrambi!- sembrava fiducioso. L'unica reazione della ragazza fu picchiettava nervosamente con le dita sul braccio sinistro. A Geoff cominciò ad avere il dubbio di aver preso un abbaglio, si sentì piuttosto stupido... -Non è che sono solo scuse per non respingermi in modo brusco?- domandò titubante. -Se mi sono sbagliato non insisto, anche se ero convintissimo di piacerti... Avrò confuso e capito male qualcosa...- rispose un po' imbarazzato. Pur mantenendo una parvenza di positività sembrava abbattuto. La salutò cortesemente e le voltò le spalle per andarsene.
-Aspetta!- lo richiamo lei. -Ok, mi piaci.- ammise. -O almeno credo... preferirei rimanessimo solo amici almeno per il momento, per capire un po' meglio la situazione...- sospirò. -Considera anche che stavi con la mia migliore amica e... forse ho un po' paura di cosa potrebbero pensare gli altri...-
-Ho provato a parlarne con Bridgette, lei mi sembrava tranquilla.-
“E che altro doveva dirti? Non dovresti credere a tutto ciò che ti dice una tua ex...” -Preferirei comunque che ci concedessimo un po' di tempo per riflettere, niente fretta, ok?- Il ragazzo la abbracciò.
-Certo! Alcuna fretta! Ti do tutto il tempo di riflettere!- disse fiducioso che le cose sarebbero andate per il meglio. Gwen era un po' arrossata.
-Ed evita di scrivere cose strane sui social...- gli raccomandò una volta che il ragazzo la lasciò libera. -Non che dia troppa importanza a ciò che dicono i simpaticissimi fan del programma su Internet...- in realtà non aveva proprio voglia di riaffrontare una situazione simile a quella che aveva attraversato a causa di Duncan e Courtney e a volte non riusciva a credere che fosse davvero finita. -Ma... Eh... Che hai là?- Geoff nascose tempestivamente un sacchetto viola dietro la schiena.
-Cibo... per gatti...- disse poco convincente, ma Gwen, per il suo bene preferì non indagare oltre, aveva una pessima impressione. Forse non sarebbe stata particolarmente contenta di sapere che dentro la busta si trovava un collage con delle loro foto. “Lo riciclerò come regalo di anniversario o di San Valentino...”
Epilogo...

DJ si sentiva strano... era contemporaneamente triste e sollevato per aver deciso di contattare l'ingenuo, e maldestro, amico e avergli dato dei consigli su come recuperare la situazione con Gwen, e le cose non si fecero affatto più chiare quando Geoff lo avvertì che grazie a lui aveva ancora delle speranze con la gotica... dovette passare altro tempo perchè il ragazzo si sentisse pronto a riallacciare i rapporti con i due... e perchè smettesse di sentire la voce di Duncan che gli ripeteva cantilenano“zerbino”ogni volta che starnutiva...
Duncan si risvegliò dal coma e promise di non separarsi dal suo casco mai più per andare in moto... lo sposò anche mentre si trovava a Las Vegas ubriaco...
Harold fu licenziato dal lavoro di coscienza partime, ma R'hllor decise di premiarlo col potere di incendiare le lame dei coltelli da cucina e gli ombrelli... utilissimo nei giorni di pioggia! Il ragazzo diventò un prestigiatore e in qualità di prete rosso celebrava anche matrimoni a Las Vegas con la benedizione di R'hllor.
Owen andò a consolare Brody, lui in realtà non capiva da cosa visto che la ferita causata dalla Escobar era guarita... ma va beh, alla fine sono diventati buoni amici.

Angolo dell'autrice:
Grazie davvero a chiunque abbia avuto la pazienza di arrivare fin qui, spero che la lunghezza della storia non sia stata un problema... prometto che cercherò di essere più sintetica la prossima volta e di non farmi più sfuggire la situazione di mano come per la parte su DJ tra angeli, demoni e R'hllor(se non avete visto Got probabilmente sarete un po' confusi...) ho davvero dei problemi a tagliare le parti “stupide”... perchè la verità è che sono le parti che preferisco, lo ammetto... spero non siano state un grosso problema... spero...
Eh... forse non ho trattato benissimo Bridgette(solo forse?) né la... Bridgeff(?) mea culpa. In parte era un'esigenza di trama, non sono sicura che la coppia della storia mi piaccia o no, ho trovato un po' carina la loro interazione in un episodio della prima stagione, ma credo sia l'unica cosa che mi da ispirazione se si tratta di scrivere di Geoff.
Ovviamente spero anche che l'oneshot possa esservi piaciuta(la speranza è l'ultima a morire) un vostro parere mi farebbe piacere.

Riferimenti:
-Alcune parti riguardanti l'angelo e il diavolo coscienza sono riprese dal film “Le follie dell'imperatore” uno dei pochi film della Disney a cui sono particolarmente affezionata.
-Il divieto riguardante il mangiare  animali acquatici privi di pinne(e scaglie) insieme ad altri divieti alimentari e non, alcuni piuttosto curiosi, è preso dal Levitico, il terzo libro che compone Torah e la Bibbia.
-R'hllor, chi?!:
R'hllor/Il Dio rosso/Il Signore della Luce è la divinità di un culto delle Cronache del ghiaccio e del fuoco/ Game of thrones. I suoi preti sono i preti rossi(possono essere anche donne) è una divinità legata al fuoco.

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Capitolo 6
*** Dave/Ella ***


Era una bella giornata di sole per passare del tempo al parco in quel insolitamente accaldata cittadina canadese...
“Sarà l'effetto serra? Spero di non prendere un'insolazione... ma alla fine, disgrazia in più, disgrazia in meno...”
Un sole che spaccava le pietre, neanche il suo nuvolone di umore grigio sarebbe riuscito a tenere il ragazzo al sicuro dai raggi...
“Solo un folle potrebbe pensare che una nuvola metaforica possa fare da ombra a qualcuno... ed io non sono mica folle come tutti gli altri concorrenti dell'isola di pahkitew... anche se ho il sospetto che frequentiamo tutti o quasi tutti lo stesso analista... magari lo frequenta anche Chris, ci avrà consigliati lui come partecipanti per quello stupido reality?” si chiese Dave nonostante, spontaneamente, si fosse iscritto per partecipare. “Passando troppo tempo con Shawn rischio di diventare complottista pure io!”
Il povero ragazzo era stato costretto a uscire e farsi due passi dalla sua perfida madre, preoccupata per il fatto che, dopo la fine del reality, il figlioletto non fosse più uscito di casa, e raramente metteva piede fuori dalla sua camera. Dave aveva spiegato che ricominciata la scuola sarebbe ovviamente uscito per frequentare le lezioni, ma la donna non aveva voluto sentire ragioni...
“Un posto con piante e fontane... gli insetti devono adorarlo!” pensò guardingo. “Avrei dovuto portarmi  un cappello...” si lamentò passandosi una mano in cerca di ispida peluria che sperava gli stesse lentamente ricrescendo sulla testa. “Una pelata può scottarsi o ricevere un centinaio di punture di insetto?” mentre il ragazzo se ne preoccupava fece caso ad una voce melodiosa che aveva imparato a conoscere abbastanza bene.
In mezzo ad un gruppo di bambini delle elementari c'era una ragazza bruna dalla pelle chiara e il vestito rosa. La ragazza cantava per i bambini attirando a se diversi uccellini che si univano al suo canto come se dovessero fungerle da coro. Un bambino in particolare osservava un uccellino, la ragazza gli sorrise e facendo poggiare l'animaletto sul palmo della mano, glielo porse, ma il bambino si scostò con aria scontrosa. Dopo qualche parola che Dave non poteva udire, Ella, riuscì a far smettere al bambino di fare il timido e a fargli accarezzare l'animaletto stando attenta che lo maneggiasse con delicatezza.
“Ci sa fare con i bambini.” osservò Dave con un lieve sorriso. “Normalmente mi avvicinerei per salutarla, ma...” ai suoi occhi la prospettiva di andare vicino a quel gruppo di mocciolosi bambini pieni di germi non gli sembrava particolarmente desiderabile. “Avranno tutti la mononucleosi!” si disse angosciato notando con quanta noncuranza si mettevano in bocca qualunque cosa gli capitasse sotto tiro. “E probabilmente anche gli ossiuri!” pensò vedendo un altro bambino giocare con la terra e mettersi le mani in bocca...
Uno dei bambini saltò addosso la ragazza e le attaccò qualcosa in testa. Dave per qualche secondo non seppe se intervenire e come, ma fortunatamente ci pensò una giovane mamma a evitare alla ragazzina di continuare ad essere bullizzata dai bimbi... o forse la donna dai capelli corvini era una maestra? Ma era estate... che fosse una specie di grest?
-Ehi, Ella!- la richiamò il ragazzo una volta deciso di avvicinarsi. Appena lo vide la sua smorfia di tristezza si trasformò in un luminoso sorriso.
-Ah! Allontanatelo subito!- si agitò un bambino, gesticolando e indicandolo.
“E ora che succede?”
-Ha il cancro! Lo contagerà a tutti!- l'agitazione si diffuse fra i bambini che corsero a mettersi dietro la donna dai capelli scuri.
-Eh? No... non c'è l'ho...- spiegò infastidito. -E poi il cancro non è nemmeno contagioso.-
-Bugiardo!- insistette il bambino. -Mia mamma mi ha detto che viene provocato dall'energia negativa e il cattivo umore, tutte cose contagiosissime!-
“Tua madre ha almeno la terza media?” ebbe il buon senso di non dirlo ad alta voce. Non poteva mettersi a litigare con un bambino... o forse si? “Chissà se è vaccinato...”
-Attento che se inciampi e ti sbucci qualcosa mi sa che potresti anche perdere il tetano...-
-Come puoi augurare il tetano a un bambino?!- esclamò sconvolta e infuriata la donna adulta non ben identificata.
-C-cosa? N-no... non gli stavo davvero augurando il tetano! Stavo solo...- sentì una piccola mano avvolgersi al suo braccio, poi venne tirato delicatamente.
-Ehi, David!- lo salutò allegramente Ella. -Quanto tempo...- disse allontanandolo dal gruppo di bambini.
-Sai, non dovresti dire quelle cose ai bambini, il tetano e le malattie sono qualcosa di serio...- Dave sospirò incredulo.
-Non stavo augurando proprio nessun tetano...- si discolpò.
La ragazza lo abbracciò. -Che bello rivederti!- Dave notò che aveva una gomma fra i capelli, anche Ella si accorse che la stava fissando. -Non fa niente, sono solo bambini...- disse attorcigliando i capelli corvini, liberi dalla gomma, attorno a un dito e guardandoli pensierosa. -Anche se dovessi finire per accorciarli, le nostre pettinature corte insieme faranno faville!- disse sorridendo. Dave per un attimo si sentì a disagio, ora sapeva di piacerle... o almeno di esserle piaciuto e la cosa lo metteva in subbuglio... era carina... ma anche strana e pazzoide. Eppure dopo ciò che era successo con Sky, riflettendo sulla sua permanenza sull'isola, quella ragazza, tanto dolce, tanto svampita e tanto stolta era risultata fra i pochi elementi positivi di quella esperienza. Una volta aveva anche pensato di chiamarla, non era sicuro di potersi interessare a quella tipa stramba, ma non gli sarebbe dispiaciuto conoscerla meglio... ma oltre al fatto che non era sicuro di cosa pensasse di lui dopo la fine dello show, dopo l'esperienza con Sky aveva finito per diventare più cauto con le ragazze.
“Perlomeno sembra contenta di vedermi...” si sarebbe aspettato di veder agire Ella in modo diverso? “Beh, era bendisposta anche nei confronti di Sugar!”
-Credevo che per una ragazza rovinarsi i capelli fosse la fine del mondo...- commentò Dave cercando di distrarsi dagli altri pensieri. -Comunque te la cavi abbastanza bene con quei piccoli...- “Sporchi, bavosi e mocciolosi...” -Bambini...-
-Non abbastanza...- sospirò la ragazza. -Con le bambine è abbastanza facile... riesco a tenerle a bada. Per i bambini è un po' più complicato. Credo di non piacergli.- spiegò con un po' preoccupazione.
-Ah, tranquilla... credo sia una fase normale, ai bambini di solito le principesse non stanno molto simpatiche.-
-Già però, se voglio fare la maestra devo imparare a gestire pure loro, sai ho sempre voluto lavorare con i bambini...-
“Fra simili ci si ritrova...”
-Per questo ho chiesto a mia cugina...- indicò la donna di prima. -Se potevo aiutare con i bambini del gruppo estivo, ma ho l'impressione che non stia andando molto bene...-
-Non credo dovresti buttarti giù subito, secondo me sei portata.-
-Infatti non voglio arrendermi alle prime difficoltà.- disse abbastanza fiduciosa. -E' che ultimamente mi sento un po' giù... sono successe tante cose...-
-E c'è anche troppo caldo per ragionarci su...- disse Dave ad alta voce, sventolandosi con un giornale. Ella gli sorrise.
-Sì, anche il caldo può essere un problema...-
-Potrebbe andare anche peggio... potrebbe sbucare Chris McLean da dietro un cespuglio.-
-Se devo dire la verità, il reality non è stata un esperienza tanto terribile...- a giudicare dall'espressione di Dave, il ragazzo non era affatto d'accordo. -Sì, speravo di farmi più amici...- ammise la ragazza un po' delusa. -Ma è stato interessante... e sconvolgente... non credevo potessero esistere persone tanto malvagie quanto Sugar e Scarlet...-
-E Sky...- aggiunse il ragazzo rabbuiandosi, ma probabilmente Ella non lo sentì...
-Forse avrei dovuto cercare di farmele amiche, farle sentire più amate e apprezzate...- a volte i ragionamenti, se così potevano essere chiamati, di Ella, lo facevano andare fuori di testa. Ma il ragazzo si limitò a sospirare.
-Ascolta, consiglio spassionato... se una persona ha un brutto carattere e sembri non stargli neanche simpatica, ma anche se finge di trovarti simpatica... stalle il più lontano possibile!-
-Oh, sei così carino a preoccuparti per me.- disse più addolcita del normale. Dave si sentì nuovamente a disagio.
-Beh... ci sono altre cose che hai imparato dal reality?- domandò cercando di sviare il discorso.
-Forse dovrei cercare di essere meno ingenua e infantile...- rise nervosamente.
“Ecco... questo è un ottimo punto da cui partire.” pensò Dave, abbastanza ottimista.
-Ma non devo certo perdere la mia allegria e il mio entusiasmo!-
-Ok...-
-E non voglio per nessunissimo motivo al mondo smettere di cantare!-
-Beh, se ti fa piacere...-
-Comunque mi sembrerebbe un po' stupido lamentarmi tanto del reality, alla fine è stata comunque un'avventura a cui ho partecipato volontariamente e sapevo come funzionava già dalle scorse stagioni...-
-Già, ma non c'è limite al peggio...- pensò Dave passandosi la mano sul capo.
-Mi spiace...- si scusò la ragazza prendendogli la mano. -Tu in effetti hai accumulato soprattutto molte cose negative da questa esperienza...-
-E immagino di non piacerti più.- disse ritraendo la mano. -Ho anche dimostrato di saper essere un po'... forse abbastanza vendicativo... non esattamente il tuo principe azzurro, eh?- si sentì lo stomaco stretto da una morsa. “Potevi anche intuirlo, si è mai visto un principe con tante allergie e con delle occhiaie come queste?” Ella non disse nulla di particolare, ma arrossì un po', lasciandolo perplesso.
-Non sei esattamente come pensavo... ma non mi dispiacerebbe se passassimo più tempo assieme... sai, se ti senti solo è normale annegare nella frustrazione e nei sentimenti negativi... starti vicina ed esserti amica mi farebbe molto piacere.- ammise candidamente.
-Ah... A-anche a me!-
-Sai, sei un tipo strano, ma mi piaci. Molto meglio di un principe azzurro qualunque, sei... particolare, speciale.- ridacchiò la ragazza. Probabilmente era anche un tentativo di tirarlo su di morale.
-Eh, io a dire il vero sarei il ragazzo normale...- puntualizzò Dave.
-Uh... n-non credo ci fosse davvero gente normale su quell'isola...-
 
Angolo dell'autrice:
Questa volta una breve oneshot, spero tanto possa essere di vostro gradimento. Mi scuso in anticipo per eventuali errori, ma spero non ci sia nulla di particolarmente grave...
Non mi piace molto Dave, ma è stato inaspettatamente divertente scrivere dal suo punto di vista, spero di non averlo reso OOC...
Ella è fra i pochi personaggi di quella stagione che in un certo senso mi piace... sarà che mi aspettavo di non sopportarla, i film disney non mi hanno mai fatto impazzire, in particolare quelli con le principesse e molte canzoni, quindi il primo impatto col personaggio non è stato particolarmente buono, anzi. E forse ho un debole per le ragazze svampite e un po' ingenue...

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Capitolo 7
*** Courtney&Trent ***


Courtney non aveva mai apprezzato i fast food, tendenzialmente li evitava, ma quel giorno decise di fare un'eccezione per uscire con una sua amica, dopo la scuola. “Forse, dopo le mie disavventure con la cucina di Chef, i miei gusti stanno andando inevitabilmente a peggiorare...” riflettè mettendosi delle patatine in bocca. Sapeva di dover fare qualcosa a riguardo, i cibi salati e oleosi rischiavano di diventare una specie di dipendenza dopo il recente tradimento, sulla tv internazionale, di quell'orco chiodato... ma ci avrebbe pensato poi. Senza accorgersene prese altre due patatine. “No, tu sei più forte del cibo! Forza, resisti!” si costrinse a posarle mentre l'asiatica dai lunghi capelli scuri, seduta al suo tavolo, la guardava dubbiosa.
-Quindi hai intenzione di fare qualcosa?- le domandò.
-Eh andiamo, Emma. Capita raramente che mangi cibo spazzatura...- mentì, negli ultimi tempi aveva comprato molta robaccia, anche se per il momento non se ne notavano i risultati. -Mi sembra un po' presto per insinuare che abbia bisogno di una dieta.- rispose un po' offesa.
-Eh?- l'altra ragazza sembrava spaesata. -No, mi riferivo a Trent e Gwen... da come ne parlavi lungo la strada sembrava che volessi farli rimettere insieme per riprenderti Duncan...-
-Ma di che diamine parli?!- esclamò Courtney scattando in piedi. Emma indietreggiò contro lo schienale, poi le rivolse una smorfia infastidita, Courtney si calmò leggermente. -Ho solo detto che quel tipo patetico è ancora palesemente il suo schiavetto e lei sembra dargli corda. Tutto qua...- sbuffò.
-Si, ma mentre ne parlavi sembravi pensierosa... come se volessi pianificare qualcosa...- disse sospettosa.
-E perchè dovrei?- cercò di impostare il proprio tono come per farla sembrare l'insinuazione più stupida del mondo. -Duncan chi lo rivuole? Sto meglio senza di lui, guardami! Non ti sembro molto più serena e in salute?- Emma la guardò scettica.
-No.- rispose sincera.
-Solo perchè sono venuta in un fast food non vuol dire che mi lascerò andare e ingrasserò. Non ho nessun dispiacere da affogare nel cibo. E anche se fosse, non sono mica tanto patetica da finire così.- rispose lei sulla difensiva.
-No, non intendevo questo, Courtney...- sospirò Emma rassegnata. Quando l'amica cominciava a parlare in quel modo, c'erano da abbandonare le speranze di una conversazione ragionevole...
-Beh, quando Gwen avrà pagato le conseguenze delle sue azioni starò molto meglio. Non voglio che sia lei a lasciare Duncan... aspetto che venga tradita! So che accadrà, com'è successo a me succederà anche a lei. Quella gotica non è speciale e io non ho niente che non vada, è Duncan ad essere chiaramente incline al tradimento.- disse come se stesse cercando di persuadere Emma e se stessa.
-Sembri avercela più con Gwen che con lui...- osservò Emma. -Forse lo ami ancora?- ipotizzò lei senza particola malizia.
-Forse ti sei bevuta il cervello?-
-Pensavo solo che se spingessi Gwen nelle braccia di Trent, non solo avresti la vendetta su di lui, potresti anche farlo tornare da te strisciando. Non puoi riprendertelo, mettendo che tu voglia farlo, certo... se non gli fai prima imparare la lezione.-
-Ripeto, chi lo rivuole?!- ringhiò Courtney. -E comunque come dovrei fare, secondo te?- aggiunse la ragazza. Per un attimo Emma ebbe l'impressione che fosse curiosa.
-Potresti ingelosire Gwen fingendoti interessata al suo ex e...-
-Emma, amica mia, da quando ti sei fidanzata i tuoi neuroni sono migrati altrove.- “Ed era una delle poche con cui riuscivo ad avere una conversazione decente.” pensò ricordando con nostalgia quando l'aveva incontrata durante le medie, in biblioteca. Stavano cercando entrambe un libro di legge, sembrava quasi destino. Non erano mai state compagne di classe ma si erano sempre tenute in contatto da quel giorno. “Ora invece, quando non sta al telefono col suo fidanzato, immagina scenari da commedia romantica di serie Z... che tristezza il periodo rosa...” pensò quasi gelosa.
-O forse da quando tu non sei più fidanzata il tuo ego e il orgoglio si sono espansi incontrollatamente come delle masse tumorali.- ribattè cominciando a perdere la pazienza “Che testa dura...”
-Pensavo volessi entrare anche tu alla facoltà di legge, non di medicina...- sospirò Courtney. -Comunque fa attenzione... Dovresti evitare di farti troppi progetti come al tuo solito, potresti spaventarlo o sembrargli soffocante.- la avvertì. La conosceva abbastanza bene da temere che avesse programmato il giorno delle nozze, la destinazione della luna di miele, il numero dei figli... se era fortunata il suo fidanzato non sospettava dei suoi piani. “E dire che l'ultima volta mi ha detto di voler fare l'avvocato divorzista...” pensò Courtney tamburellando sul tavolo con le dita. -Penso che i fidanzati e la pianificazione non vadano troppo d'accordo...- se c'era qualcosa di simile ad un errore che aveva fatto con Duncan era stato quello “Ho solo sopravvalutato maturità e forza di volontà di Duncan... oltre che il valore che attribuiva a me...”
-Grazie della preoccupazione, ma ho tutto sotto controllo.- rispose l'altra, ingenuamente, facendo spallucce.
“Avevo tutto sotto controllo pure io...”
-E-eh... a proposito di Trent...- Emma cominciò a gesticolare facendole strani segnali.
-Lasciamo perdere quel tuo stupido piano. Con quel perdente non ci starei neanche per finta! È bello, atletico, teoricamente con talento e fascino. Ma preferisce fare l'idiota, strambo e lo zerbino per una tizia con una malsana pelle pallida e screpolata e dei capelli rovinati! Ma che ci troveranno mai in lei?-
-Courtney!- la richiamò Emma disperatamente.
-Gli sfigati li posso anche tollerare, mica dipende da loro... ma Trent... Beh, quello la è davvero...-
-Ciao, Courtney... da quanto tempo...- disse una voce tesa alle sue spalle. Emma sospirò. Courtney lentamente si voltò.
-Ah... ciao Trent.- disse con un sorriso forzato, lo stesso che il chitarrista le restituì.
-Sai, ad alcune ragazze piacciono gli strambi...- cominciò Trent piuttosto irritato.
“Poveretto, chissà chi gli avrà detto questa cavolata?” si chiese Emma “Eh... ripensandoci a Kitty potrebbero piacere...”
-E ad altre piaceranno i delinquenti senza particolari qualità.- Courtney non apprezzò la frecciatina. -Forse mi giudichi un perdente per il mio poter essere strano. Ma almeno non sono un perdente perchè sacrifico qualunque mia buona qualità facendo prendere il sopravvento all'isteria... Buona giornata, Courtney...- se ne andò irritato.
-Mi ha appena dato della perdente?!- esclamò incredula mentre il ragazzo le voltava le spalle.
-Beh...- Courtney prese il contenitore della coca-cola e gliela lanciò beccandolo in testa. -Una perdente avrebbe una così buona mira?!-

Giorni dopo, un pomeriggio, Courtney andò a prendere un gelato sul lungo mare. Le giornate si facevano più calde e presto il suo penultimo anno di liceo sarebbe finito. Tutto era apparentemente tranquillo mentre passeggiava,ma girando ebbe la sfortuna di incrociare una chitarra e il suo proprietario, seduto sul muretto.
-Non hai niente da dirmi?- disse il ragazzo notando che la ragazza era inizialmente intenzionata a superarlo ignorandolo. Courtney finse di pensarci, poi scosse la testa. Alzò gli occhi al cielo vedendo il ragazzo che la guardava storto.
-E va bene... forse ieri ho detto delle cose leggermente sgarbate su di te e ti ho lanciato un bicchiere di cartone, ma va beh, era vuoto e alla fine non ti sei nemmeno fatto male.- scosse le spalle.
-Ok, Courtney... accetto le tue scuse...- disse pur rimanendo poco soddisfatto. Passò qualche secondo.
-E tu? Non hai davvero nulla da dirmi?-
-No...- cercò di rimanere impassibile mentre la ragazza saliva sul muretto sedendosi vicino a lui.
-Sicuro?- insistè fulminandolo con lo sguardo.
-Ho solo ribattuto a quello che tu mi hai detto alle spalle.- si giustificò il ragazzo con calma. -Anzi, ho detto che il problema è la tua isteria, non tu come persona... dovresti solo non essere così facilmente irritabile.- disse cercando di rassicurarla. Non sembrava funzionare, ma continuò per quella strada. -E' anche un peccato. Non ti conosco molto bene, ma non mi sembri una persona così terribile... a Gwen ad esempio sembravi piacere...- sentendolo Courtney sbuffò.
-Beh, se lo dice Gwen, allora... Già, l'approvazione di Gwen è una specie di bollino qualità...-
-Mi fido del suo giudizio, e quindi? Ci si può lasciare, ma restare amici o comunque rimanere in buoni rapporti.- Courtney lo guardò irritata.
-Dovrei forse fare buon viso a cattivo gioco? Come potrei stare bene sapendo che dalla mia infelicità è nata la felicità di qualcuno?- disse estremamente ferita e amareggiata, Trent si sentì a disagio, aveva quasi il timore che la ragazza scoppiasse a piangere, ma svanì presto, l'espressione della castana si incattivì presto nonostante la voce apparisse più fredda. -No, non possono assolutamente farla franca.-
-Capisco... mi sembra difficile rimanere amici di qualcuno che ti ha tradito, la tua situazione è diversa dalla mia.- ammise Trent. -Però...-
-Non mi era sembrato che Gwen ti avesse trattato così bene in realtà...- gli fece presente. “Che razza di zerbino...” -Ma tecnicamente non ti ha tradito con Duncan...- “Ma il suo attaccamento al karma non le ha comunque impedito di tradire me!” -E sembrava che le fregasse e le dispiacesse per te...- “Ma di me che ero sua amica se n'è comunque fregata!”
-Eh... Courtney?- in teoria stava riconoscendo che Gwen non era così male e Trent era contento che qualcun'altro  pensasse che Gwen si fosse preoccupata per lui nonostante tutto. Ma aveva l'impressione che Courtney stesse andando sempre più in escandescenza.
-Che c'è?!-
-Emh... no, ok... lo capisco che tu sia arrabbiata con lei.-
-Quindi accetti che non si possa stravedere a prescindere per la tua ex? Molto bene...-
-Però lo capisci che stai creando problemi a te e non a loro con questo tuo atteggiamento, vero?- Courtney lo fulminò con lo sguardo. -Poi va bene, la tua rottura è molto più fresca della mia quindi sarai ancora un po'...-
-A parte il tuo patetico piagnucolio iniziale, mi sembra che tu abbia superato un qualunque ipotetico astio per Gwen estremamente in fretta.-
-Sai, mi sembra che tu abbia il brutto vizio di scavalcare gli altri quando parlano...- Courtney forse non lo sentì nemmeno.
-E a parte qualche leggera frecciatina non mi sembravi particolarmente in collera neppure con Duncan...- pronunciò il suo nome quasi con disgusto o forse a disgustarla era la mancanza di rabbia del chitarrista nei confronti del punk.
-Oh... ma io sono in collera con Duncan...- Courtney si stupì nel sentire Trent con un tono quasi aggressivo e un'espressione così accigliata. -Ma che ci guadagnerei a fare l'arrabbiato?- sospirò frustrato poi si ammorbidì leggermente pur rimanendo teso. -Justin direbbe delle rughe sul viso...-
“Ah, Justin... Duncan sembrava così geloso di lui... e poco tempo dopo, di me non gli importava già più niente...” pensò ricordando la speranza che le aveva messo vedere il suo ex apparentemente geloso di Alejandro. “Ma era tutta finzione e cosa peggiore, ci sono cascata!”
-E... non mi stai più ascoltando...- constatò Trent.
-Scusa, ma non sono davvero in vena di sentirti fare quello moralmente superiore per cui la rabbia è inutile e non serve a niente.- disse irritata.
-Non lo faccio per sentirmi moralmente superiore.- negò infastidito. -E poi se potessi farlo, anche tu  cercheresti di fingere che non te ne importi nulla per punirli con l'indifferenza, no?- Courtney non potè negarlo. -E poi voglio anche mantenere buoni i miei rapporti con Gwen e se lei è felice... beh... voglio riuscire ad essere felice per lei...- Courtney guardò la sua espressione triste e malinconica, era quasi dolorosa... Trent invece si inquietò incontrando lo sguardo quasi indemoniato di lei. -Eh... parlavo di me, ovviamente, non dico che tu dovresti essere felice per Duncan.- rise nervosamente “Perchè ad un tratto sembra avercela così tanto con me?!” dopo ciò che aveva detto per calmarla addirittura la ragazza gli sembrò più minacciosa.
-Tranquillo, davo per scontato che un pensiero tanto idiota non potesse sfiorarti! Tranquillo!- ma non c'era nulla di rassicurante nel suo modo di dirlo. -Sei ancora innamorato di lei?- chiese infastidita, ma già meno minacciosa.
Trent non disse nulla, ma non c'era bisogno, glielo si leggeva in faccia e lo sapeva anche lui. -E come fai ad essere così calmo con lei e a rimane senza fare nulla?- chiese incredula. Lo trovava abbastanza ridicolo, ma se provava un sentimento così forte, la sua rassegnazione e accettazione le appariva anche più assurda.
-E'-è meglio così... e poi non sono più innamorato...- negò con poca decisione -Solo che continuo a trovarla una brava persona e non riesco ad essere arrabbiato con lei, tutto qua... E anche se fosse, non parteciperei ad un piano come quello che stava ideando la tua amica l'altro giorno...- disse sviando un po' il discorso. -Anche se Gwen si dimostrasse gelosa di me, una ex gelosa non è per forza ancora innamorata e disposta a provare a ricostruire un rapporto. Se io l'amassi ancora, non vorrei illudermi.- Courtney lo guardò con dispiacere. -Ti faccio pena?- chiese perplesso, era troppo sorpreso dalla reazione della ragazza, fino ad un attimo prima una bomba ad orologeria, per essere irritato.
-No!- negò lei infastidita. -Ti trovo comunque patetico...-
-Beh, come vuoi...-  forse lui era una delle poche persone al momento in grado di suscitare in lei empatia... riusciva a dispiacersi per quel ragazzo anche se questo la spaventava... non voleva sentirsi vulnerabile come lui, ma neanche rimanere col dubbio che il suo sentimento nei confronti di Duncan non fosse mai stato così forte in realtà. Che utilità aveva poi, essere così ferita ed in collera, a quel punto?
-Secondo te, è normale non provare nient'altro che odio per una persona che fino a pochi minuti prima amavi?- domandò seria. Trent prese un profondo respiro e si preparò per addentrarsi in quel campo minato.
-Credo che possa succedere, però... sei sicura di non aver nascosto sotto tutta quella rabbia i sentimenti che provi per lui?- “E adesso mi ammazza, è stato bello finchè è durato...” ma nulla, la ragazza sospirò con aria abbattuta.
-Non ho più nessun sentimento positivo da nascondere.- scosse le spalle. Sembrò una constatazione sincera. -Anche quando ho cercato di ingelosirlo, non sono più tanto sicura di averlo fatto sperando che ancora tenesse a me, o sperando semplicemente di ferire lui e Gwen. L'unica cosa che provo per loro ora è odio. Non mi è mai capitato di pensare “Mi manca Duncan” ma solo “Spero che la paghi” vorrei che tornasse da me, certo... ma solo per poterlo ferire io questa volta!- “Di qualunque intensità fosse il sentimento che provavo per Duncan, l'unica cosa di cui sono certa è che sia svanito tutto... ha fatto svanire tutto... Credevo che mi sarei sentita felice di poter dire che un tipo come lui non faceva per me, che non ne avevo bisogno, che non sento più niente nei suoi confronti... invece mi fa sentire vuota...” -S-sai, Emma, l'amica con cui ero quel giorno al fast food, mi ha detto che forse ero più arrabbiata con Gwen che con Duncan perchè provavo ancora qualcosa per lui... ma la verità è che c'è l'ho più con Gwen perchè mi sento più ferita da lei, mi manca più lei che Duncan, capisci?!- si sfogò la ragazza. Si accorse di essersi appoggiata a Trent e che lui le stava accarezzando la spalla. Da quanto erano così?
-Mi dispiace, davvero...- le disse con tatto nonostante l'avesse preso alla sprovvista. Courtney tirò su col naso... da quanto stava piangendo? Divenne completamente rossa, ma i due rimasero in quella situazione per un po'.
Era davvero stanca di imbrigliare troppe energie nella rabbia rischiando di avvelenare le sue giornate e le sue amicizie. Voleva smettere di maledire Duncan e Gwen e andare avanti. E dopo quel pomeriggio e quello sfogo cominciava a sembrarle quasi fattibile.
-Grazie...- disse prima di andarsene.
-Figurati...- le rispose un po' impacciato. Trent la guardò stranito mentre metteva qualche monetina vicino a lui. -Eh, guarda che non giro con la chitarra per chiedere l'elemosina...- lei sorrise leggermente alzando le spalle.
-Ma puoi cominciare ad abituarti all'idea, non si sa mai scegliendo un percorso musicale.- scherzò la ragazza. Anche Trent lo prese come uno scherzo, non gli veniva naturale arrabbiarsi con lei... non sapeva che Courtney lo ritenesse anche un buon avvertimento con cui ripagarlo...
La ragazza se ne andò imbarazzata, anche se dopo le scenate che le era capitato di fare durante il reality non le sembrava il caso di vergognarsi tanto.

Dopo la fine della famigerata quinta stagione, quando seppe del ritorno a casa di Gwen, Trent corse il più in fretta che poteva dal fioraio per poi organizzarsi per incontrarla “casualmente” davanti la stradina che portava a casa sua. Voleva intercettarla ed essere il primo ad accoglierla. Ora che Gwen si era lasciata con Duncan poteva finalmente sperare in una seconda possibilità...
O almeno fu questo che pensò, finche non ebbe visto la ragazza tornare a braccetto con un occhialuto ragazzino afroamericano, molto basso, anche più di lei, con cui chiacchierava e rideva amabilmente.
“S-sono... No, non può essere...” poi li vide baciarsi -...Eh? Sono stato piantato per...-
-Sì, sei stato piantato per Cameron.- gli confermò Courtney mentre osservava la scena mordendo una mela rossa. -Quei fiori sono per me? Che carino...- gli prese il mazzolino di coloratissimi anemoni dai toni freddi. Non l'avrebbe mai ammesso, ma in realtà prendendoli voleva anche evitargli un momento di imbarazzo in caso Gwen li avesse notati...
-Non è proprio il momento, sai?- disse il ragazzo massaggiandosi le tempie e cercando di riprendersi “Era troppo bello per essere vero... ci avevo davvero creduto...” -E tu? Perchè sei qui?- la interrogò, la ragazza sembrò un po' infastidita.
Trent era stato troppo concentrato su Cameron per accorgersene prima, ma a fianco di Gwen c'era un'altra persona con cui la ragazza stava parlando. Sembrava trovarsi molto bene con Zoey... -Non ti sembra di essere un po' troppo possessiva con le tue amiche?- chiese perplesso. -Per te non è tutto perduto, potresti comunque riconquistarti la sua fiducia come amica, la presenza di Zoey non è che cambi molto...- era infastidito oltre che invidioso della situazione della ragazza. -Ma per me invece...- Courtney lo sorprese a riguardare con tristezza Gwen. Sospirò, il ragazzo continuava ad avere una certa influenza su di lei.
-Forza, andiamo.- disse trascinandolo via da quella triste visione. -Per consolazione ti compro un bel gelato.- ne approfittò per prenderlo un po' in giro e sdrammatizzare.
Trent in un primo momento la guardò storto, poi prese a camminare al suo ritmo.
-Grazie...- si limitò a dirle senza lasciare la sua mano. Probabilmente lui non ci fece molto caso, lei sì, ma non disse nulla in proposito, né cercò di lasciargliela.
“Non è importante dopo tutto...” sorrise nervosamente.


Angolo dell'autrice:
Non so perchè, ma mi piace scrivere di rotture e sentimenti andati a male...
A parte questo, non ho mai amato particolarmente questa coppia, né l'ho mai ritenuta particolarmente plausibile, ma quando mi sono avvicinata a questo fandom era abbastanza popolare, così un po' per nostalgia, un po' perchè ero curiosa di farli interagire, ho provato a scrivere qualcosa su di loro... spero che il risultato vi possa piacere.
Gli anemoni a quanto so possono comunicare abbandono(che allegria...) ma li ho scelti perchè sono belli e hanno dei bei colori. Un mazzo di anemoni con colori freddi mi sembrava adatto a Gwen come regalo floreale...
Non so se sono riuscita ad attenermi bene ai personaggi. Probabilmente la cosa più improbabile di tutte è Gwen, ma visto All stars non sarei rimasta stupita di una virata del genere e mi ispirava farla finire così. Non sono molto sicura di Emma e del suo ruolo...
Comunque che il capitolo possa risultare godibile e mi scuso per eventuali errori.
Alla prossima!

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Capitolo 8
*** Noah&Owen ***


-Noah...- lo chiamò, un'ultima volta prima uscire, una donna che gli somigliava vagamente. -Sicuro che per te non sia un problema rimanere a badare ai bambini?- gli domandò in ansia per i cinque figlioletti che stava ponendo nelle mani di quel ragazzo sempre così menefreghista e poco empatico... effettivamente la sorprendeva che si fosse offerto di fare da baby sitter ai suoi bimbi... non poteva sapere che suo marito, l'uomo che l'aspettava in macchina, aveva convinto il nipote con una relativamente cospicua somma di denaro... era disperato, uscivano poco e niente da quando l'ultima baby sitter era andata al college e trovare qualcun altro che volesse avere a che fare con cinque bambini non era facile.
-Nessun problema, zia.- le disse tranquillo. -Tanto tra un po' dovrebbe venire Owen a darmi una mano.-
-Owen? Vi siete riappacificati?- era così sorpresa dalla notizia da non preoccuparsi del fatto che il ragazzone biondo non fosse tanto più idoneo di Noah a prendersi cura dei suoi figli.
-Perchè? Io e Owen avremmo litigato secondo te?-
-Beh, l'hai mollato per quella ragazza, pensavo fosse logico che se la fosse presa. Ok, che non ti preoccupi più di tanto per gli altri, però...-
-Zia, io e Owen non siamo mai stati insieme.- disse accigliato. -E mi avevi detto di aver visto il reality, dovrebbe essere ovvio per te che non...- la donna lo interruppe.
-Pensavo fosse una recita fatta per tranquillizzare tuo padre che non stavi con quel perdigiorno.- aveva capito che il ragazzo si fosse effettivamente messo con Emma solo quando era passato dal fare lo scroccone a casa di Owen a fare la sanguisuga dalla giovane asiatica.. poi anche lei lo aveva cacciato dicendo che la distraeva troppo dai suoi studi... ma stavano ancora insieme. -Poi la recita si è trasformata in qualcosa di più e lo hai lasciato per Emma.-
-Zia... che razza di commedie romantiche guardi in TV?- lo zio, ancora fuori ad aspettare cominciò a suonare insistentemente il clacson.
-Ah... scusa ora devo andare.-
-Tranquilla... non troverai la casa esplosa al tuo ritorno.- la donna si immobilizzò.
-Ho chiuso il gas?!- scappò in cucina a dare un'occhiata, poi se ne andò. Chissà se lo aveva scordato aperto veramente... ma Noah, decise di non soffermarsi troppo su quel affascinante quesito.
Sentendo degli strilli di bambino nell'altra stanza di avvicinò, ma senza alcuna fretta, non era poi così entusiasta di quell'incarico.
Una delle sue cuginette di quattro anni, Ely, si era appesa alle trecce della sorella di sei, Evy. Probabilmente si erano messe a litigare per la bambola che si trovava ai loro piedi.
-Ehì, finitela qui!- disse Noah cercando di dividerle, ma in cambio ricevette solo calci... beh, di bambine piccole, ma gli fecero comunque male. Sentendo una fastidiosa risatina si girò.
Vide Sarah, la cugina di undici anni, sul uscio della porta che lo fissava mostrandosi discretamente divertita.
-Potresti aiutarmi?- le domandò irritato, la bambina scosse le spalle.
-Non mi va.- disse annoiata. -E poi il baby sitter sei tu...- disse il piccolo mostro dai codini castani mentre si sistemava gli occhiali.
-Fortunatamente tra un po' arriverà la cavalleria...- sospirò prendendo in ostaggio la bambola delle saltellanti bimbette.
-Emma?- domandò Sarah.
-Owen.- la bambina alzò un sopracciglio. -Non siamo mai stati fidanzati.- le disse prima che potesse domandare qualcosa. Non si era accorto che la sua famiglia avesse frainteso così la situazione. Nel mentre, Noah, schivando le bambine cercava di tenere la bambola fuori della loro portata.
-Quindi stavi solo sfruttando i suoi sentimenti per i tuoi interessi? Mi sembrava strano che potesse piacerti, proprio non me lo spiegavo...-
-Eh... no, Owen non ha sentimenti, solo spazio per il cibo.- sghignazzò per un attimo. -Scherzo... ma non è interessato a me, questo è sicuro.- le sottili labbra dell'undicenne si distesero in un ampio sorriso.
-Sei proprio bravo a capire i sentimenti delle persone...- a Noah non stava particolarmente simpatica ma dovette distogliere l'attenzione per ridirigerla alle ostinate cugine più piccole che cercavano di arrampicarsi su di lui.
-Ora basta, se continuate così divido la bambola in due e ne avrete entrambe un...- nemmeno finita la frase, le piccole gli saltarono addosso portandogli via la bambola e si congedarono con una linguaccia.
-Ti chiami Noah, mica Salomone...- gli ricordò la saccente ragazzina. Noah sentì altri bambini che litigavano. -Spero per te che la cavalleria arrivi presto.- sghignazzò la piccola.
Sarebbe stato un lungo pomeriggio...

Contrariamente a quanto si sarebbero aspettati Noah e sua zia, Owen se la cavava... tranne che con Sarah che lo evitava come la peste. Per il resto, il ragazzo sembrava abbastanza a suo agio. Probabilmente avendo più fratellini sapeva come muoversi decentemente quando si mettevano a litigare e farli smettere di piangere.
“A quanto pare anche un Owen può imparare dalle esperienze.” sorrise il ragazzo. Dopo un po' Owen si sedette sul divano accanto a lui, sfinito, approfittando del fatto che i due cuginetti maschi si erano addormentati. “Ma il troppo movimento rimane comunque nemico di un Owen.”
-Non ti somigliano per niente...- Quando l'amico gli aveva chiesto aiuto, si era ingenuamente aspettato di dover badare a dei piccoli, poco vivaci, adorabili, Noah in miniatura, non a due gemelli iperattivi che si arrampicavano in mezzo agli scaffali della cucina... le bambine gli era sembrate apparentemente più tranquille... poi avevano improvvisato una sorta di lotta greco-romana... Owen riprese fiato, avrebbe faticato meno se fosse andato a fare una corsa...
-Sai, credo dovresti metterti a dieta.-
-Tu dici?- sorrise, fra una boccata d'aria e l'altra.
-Ti ringrazio, mi hai davvero salvato la vita.- si stiracchiò Noah, stanco per qualcosa che non aveva fatto.
-Dai, a che servono gli amici?- disse il ragazzo abbracciandolo senza fare caso agli scricchiolii che il corpo di Noah produceva.
-La sai una cosa assurda?- chiese una volta libero.
-Uhm... Ah, si... hanno fatto uscire Chris di prigione, di nuovo.-
-Sì, abbastanza assurdo...- valutò il ragazzo. -Ma mi riferivo ad un'altra cosa...-
-Spara!-
-A quanto pare, parte della mia famiglia era convinta che stessimo insieme o comunque che io ti piaccia.- rise Noah.
-Beh, ma infatti tu mi piaci molto!-
-Owen... si intendeva in senso romantico...-
-Ah...- successivamente prese a ridere nervosamente. -Ma certo che... certo che no...-
-Visto?- disse Noah soddisfatto, incontrando con lo sguardo una spettatrice silenziosa. Sarah scosse le spalle e sorrise.
-Beh, ho visto ottusangoli più acuti...- Noah sospirò scocciato.
-Sai, anche se pensi che io sia troppo poco reattivo, dovresti fare attenzione a non stuzzicare troppo le persone.-
-Eh... ragazzi...- si intromise Owen. -Dai, non litighiamo, siamo una famiglia, no? Volevo dire siete...-
-So benissimo come valutare le situazioni.- rispose offesa al cugino. -E poi se riesci tu a trovare amici e fidanzate, può farcela chiunque...- disse ferita. -Gli dici di continuo che dovrebbe fare una dieta e poi non fai niente per fargliela seguire. Non ti preoccupi dello stato di salute del tuo migliore amico? Della persona che rimane li a sopportarti, ascoltarti e darti supporto? Non ti sentiresti male se morisse? Insomma Noah!- lo riprese la ragazzina. -In realtà posso capire che tu non voglia immischiarti tanto nella sua vita privata, peccato che sembri fregartene semplicemente di tutto ciò che non riguarda te stesso.- fremette di rabbia mentre lo rimproverava. -Eppure tu...-
-Sarah, ora stai...- Owen interruppe l'amico, temendo che potesse perdere la pazienza, circumnavigandolo col braccio e spingendolo più vicino a sé.
-Ehi, Sarah, guarda che il tuo cuginetto non è affatto male come pensi.- disse Owen cercando di sdrammatizzare. -Non è da tutti rimanere accanto ad uno come me... Non so rispettare gli spazi personali, le mie puzze potrebbero diventare un'arma biologica...-
-Già, e non fai nulla per trattenerle.- puntualizzò Noah.
-Hai idea del mal di pancia che mi verrebbe se le trattenessi?- domandò preoccupato, accarezzandosi la pancia. -Sai, potrei anche esplodere!-
-Ma dai...-
-Il punto è che diverse persone mi troverebbero imbarazzanti o si stuferebbero in poco tempo di me, ma il tuo cuginetto, il tuo caro cuginetto è sempre con me! Ormai siamo come gemelli persiani!- disse divertito.
-...Volevi dire siamesi?- chiese Sarah.
-Eh... credo...- rispose massaggiandosi una tempia. -Comunque non devi farti ingannare. Anche se Noah non lo dice a parole, il fatto che mi stia sempre vicino significa che mi considera un amico e mi vuole bene. Le dimostrazioni di affetto non sono... non sono da Noah, come le diete non sono da me...- annuì convinto di aver detto qualcosa di profondo. -Ansi, questo è un ottimo modo per capire quando sta male, se Noah un giorno venisse da me e mi dicesse che mi vuole bene saprei che sta delirando o che gli rimane poco da vivere...-
-Beh, contento tu. Ma sappi che se ti trovassi in una situazione in cui Noah dovrebbe aiutarti, anche se ti trovassi in pericolo lui non muoverebbe un dito per te...- lo avvertì cinica la bambina.
-Ma dai, perchè hai così poca fiducia in lui?- sdrammatizzò Owen, poi guardò l'amico.
-Beh... non posso mica sapere come reagirei in una determinata situazione se prima non mi ci trovo.- poi Noah si accorse che situazioni del genere si erano già verificate...
-Comunque tu non preoccuparti, Sarah, non devi essere invidiosa di tuo cugino. Troverai sicuramente delle persone che tengono a te. Una bambina che prende così a cuore un estraneo non può non trovare un amico che le voglia bene.-
Noah guardò Owen sconvolto, poi guardò la bambina che si era fatta rossa come un peperone.
-N-Non sono affatto i-invidiosa di l-lui...- balbettò imbarazzata chinando lievemente la testa.
“Ci ha preso... Owen ci ha preso?!” Noah era ancora incredulo all'idea che l'amico potesse aver intuito qualcosa a cui lui non avrebbe mai pensato. “Suppongo che ai suoi neuroni possa anche capitare di avere qualche connessione fatta bene...” sorrise quasi fiero di lui.
-E-e n-non ero preoccupata per te... insomma... Noah te lo sei scelto tu, quindi... q-quindi...-  la bambina fuggì in preda al panico prima di completare.
-Non capisco... ho detto qualcosa che non andava bene?- chiese il ragazzo piuttosto confuso.
-No, anzi, sei stato bravo.-  lo rassicurò Noah. -Ma...- disse un po' titubante. -Te lo chiedo giusto per esserne sicuro. Non sei mai stato interessato a me, vero?-
-Uhm...- Owen diede l'impressione di starci pensando un po' troppo. -Dai, scherzo.- rise. -Sei il mio migliore amico, ma non per male... ovviamente, il problema non sei tu...- disse girandoci intorno fingendo di aver paura di spezzargli il cuore. -Al momento non mi sento pronto per una relazione.- gli diede una pacca sulla spalla per consolarlo. -Lo so amico mio, è dura...- per un attimo Owen diventò pensieroso. -Beh, certo... se fossi disperato e mi supplicassi non saprei come resisterti... però tu sei felice con Emma e io sono felice per te.- disse Owen con un sorriso rassicurante. -Uh... se fossi innamorato di te dovrei essere perlomeno un po' geloso, giusto?- sembrava effettivamente una domanda, Noah ne rimase un po' perplesso, ma annuì. -Sì... forse è strano che io abbia bisogno di basarmi su questo per capirlo... ma sai, a volte mi sento un po' confuso, quindi...- rise Owen. -Di Izzy per esempio un po' geloso lo ero... mi è anche dispiaciuto quando mi ha mollato...-
-Ma se volevi già lasciarla...- lo interruppe Noah.
-Sì, ma sarebbe stata comunque una separazione sofferta e...-
-Davvero?- Noah non ricordava l'amico particolarmente sofferente.
-Beh... forse non è andata proprio così alla fine.- riconobbe con leggerezza il ragazzo. Noah ci riflettè su.
-In pratica ti importo meno di Izzy? L'Izzy che hai buttato fra le braccia di quello che credevi fosse uno spietato, pazzo, assassino, con la  motosega e l'uncino?-
-Eh... Ehm...-
-Scherzavo.- Noah si mise a ridere. -E poi probabilmente anche io farei lo stesso con te... siamo davvero una bella squadra!-
-In realtà non so se lo farei con te al posto di Izzy... Come hai detto prima tu, dovrei ritrovarmi in quella situazione per saperlo...- riflettè Owen. -Comunque... se io ti avessi risposto che sono innamorato di te, tu come avresti reagito?- domandò curioso.
-Boh...-
-Ti sarebbe dispiaciuto per me e per il mio amore non corrisposto?- lo stuzzicò.
-Non credo...- rispose Noah tenendosi sul vago.
-Non ci credo!- lo canzonò Owen.
-Fa come vuoi.- si limitò a rispondere l'altro. -Però... da domani cominciamo la dieta.-
-Cosa?!- esclamò Owen, anche se, probabilmente Noah si sarebbe arreso e avrebbe abbandonato il progetto facilmente. -Che carino! Sei rimasto impressionato da quello che ti ha detto Sarah?- anche se non si fosse realmente messo ad aiutarlo con la dieta, in fin dei conti, ad essere importante era il pensiero. Noah preferì comunque rimanere schivo.
-Può darsi... forse sì, forse no...-

Angolo dell'autrice:

Di re Salomone, nella Bibbia, si racconta che abbia proposto a due donne che litigavano per un neonato, di cui si proclamavano entrambe madre, di tagliare il bambino in due per accontentare entrambe, in realtà per capire chi era la vera madre e teneva di più al piccolo tanto da rinunciarsi pur di tenerlo in vita.

Sono agnostica, ma pur non avendo dei bei ricordi in proposito ultimamente mi sento in vena di citazioni bibliche... chissà perchè mi vengono proprio nei capitoli di questo tipo...

...E' la mia coppia non canonica preferita, per quanto non riesca a immaginarmi risvolti romantici fra loro, li apprezzo molto più in coppia che come personaggi singoli.
Non so quanto questa accoppiata possa interessare, spero comunque che questo capitolo vi possa piacere e a tutti i curiosi giunti fin qui, vi ringrazio davvero, ma davvero tanto.
Mi piace inserire parentame a caso... anche se temo che Sarah possa risultare una bambina piuttosto fastidiosa, ma anche se fosse, spero non infici troppo negativamente sul capitolo. In generale ho abbastanza paura di gestire i personaggi in modo fastidioso, probabilmente lo faccio con Courtney e forse l'ho fatto anche con Noah... nel complesso non sono particolarmente sicura di come ho gestito i personaggi principali. Se volete darmi un parere sul fatto che il capitolo e i personaggi vi siano piaciuti o no, se avete notato problemi o errori, a me farebbe molto piacere.
Spero abbiate passato un buon ferragosto.
Grazie mille ancora per aver letto, alla prossima!

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Capitolo 9
*** Sky/??? ***


Era passato qualche mese dalla fine di A tutto reality quando Sky ottenne una lettera piuttosto curiosa.
Il mittente era un ex concorrente, Lightning. Il ragazzo aveva una proposta, una competizione fra i concorrenti più atletici del reality. Per la ragazza non era un'idea così facile da rifiutare...
Sky era uno scricciolo, ma uno scricciolo molto determinato e competitivo.
Alle elementari, durante le ore di ginnastica e a ricreazione quando giocava con gli altri bambini, aveva capito di essere portata per lo sport. Sarebbe potuta andare come di solito andava con la maggior parte delle cose a cui si interessavano i bambini, si entusiasmavano all'inizio poi perdevano interesse, ma con Sky così non andò. Mentre competeva, sopratutto se sentiva di stare vincendo o otteneva risultati, si sentiva bene come non le capitava con nessun'altra attività. Quando era arrabbiata, sfogare le tensioni tramite lo sport era in grado di calmarla e apparentemente qualsiasi problema trovava una soluzione, o non sembrava più così incontrollabile. Era qualcosa di quasi miracoloso. Anche il suo essere piuttosto piccola sembrava alla ragazza una caratteristica fatta apposta per avvantaggiarla. Lo sport era il suo destino, ciò che più la faceva spiccare e fungeva da biglietto da visita, anche più della sua etnia, caratteristica piuttosto evidente quando sei di discendenza nativa americana...
A parte quello era una ragazza piuttosto ordinaria, a prima vista cordiale e disponibile anche se competitiva pure al di fuori delle attività sportiva, ma non abbastanza da risultare sgradevole e intrattabile.
Magari la propensione a ruttare quando era nervosa e il fatto che stesse segretamente coltivando quel "talento" non la rendeva molto femminile e anche i suoi gusti in fatto di ragazzi non la facevano sentire in complicità con le sue compagne fin dalle medie.
Non capiva davvero che ci trovassero in quei giovani idoli, cantanti di qualche boy band o attori di qualche film per adolescenti... Ma non capiva granchè neanche dei suoi gusti... La cotta più forte che aveva avuto alle medie ad esempio... non aveva la minima idea del perchè le piacesse così tanto quel tipo... Durante un anno delle medie era stato come lei un membro del gruppo di atletica e partecipava anche ad altri sport, ma era piuttosto sicura che non fossero state le sue capacità a colpirla...
-Mi sembrava che non fosse il tuo tipo, ma dopo averlo visto in azione ho cambiato idea.- le aveva detto la sorella maggiore finita una partita del torneo di palla a volo a cui partecipava anche il ragazzo che le piaceva. Sua sorella aveva un'ipotesi sulle caratteristiche che l'attraevano in un ragazzo. -E' un incapace.- aveva detto con un sorriso. La dodicenne Sky la guardò storto e mise il muso.
-Lui non mi piace!- protestò. -E poi non è... ok, con lo sport è un po' impedito.- ammise irritata. -Ma ha tante buone qualità.- Sky sarebbe voluta tornare indietro nel tempo per chiedere alla se stessa del passato quali fossero... era curiosa di cosa la piccola se stessa le avrebbe riferito. Non lo avrebbe definito un atleta, ma forse avrebbe potuto rincontrarlo se avesse accettato la proposta di Lightning...
-Se non ti piace quel ragazzo, cosa ti ha spinta a voler assistere ad una partita del torneo del liceo? Non ti interessi neanche al torneo della tua scuola media visto che non partecipi...- la sorella le fece l'occhiolino.
"La ragazzina innamorata di un ex compagno di scuola di due anni più grande... un po' clichè..." pensò divertita la Sky sedicenne.
La sua attenzione si spostò su un altro ragazzo legato ad A tutto reality. Il pensiero era meno divertente. Dave era da diversi punti di vista un incapace, concordando con la teoria della sorella, e lei era innamorata di lui... o almeno lo era stata...

Arrivato il pomeriggio del giorno prestabilito, Sky decise di seguire le indicazioni dell'invito e trovò il campo affittato da Lighting, gli altri concorrenti era già arrivati.
C'era Eva che si lamentava di aver scoperto che non c'era nessun premio in denaro.
-Distruggerò tutti! Così imparano a disturbarmi senza ragione!- poi la ragazza si infilò le cuffie.
“Avrebbe dovuto leggere meglio l'invito... Non si accennava a nessun premio...” pensò che non fosse il momento migliore per avvicinarsi alla ragazza e presentarsi.
Vicino ad Eva c'erano Jo, con le braccia conserte, e Brick che si grattava con fare nervoso. Sembravano entrambi a disagio. Brick spostandosi ebbe la sfortuna di andare a scontrarsi con Eva. Nella colluttazione cadde l'mp3 che finì per essere pestato dal ragazzo.
-O-oh... m-mi dispia...-  prima che Brick potesse finire, Eva ringhiò, poi gli saltò addosso.
“Spero che non sia nulla che comprenda un corpo a corpo...” pensò Sky allontanandosi. “Ma chi usa ormai gli mp3?”
Zoey e Mike, probabilmente invitato a causa di Svetlana, sembravano più tranquilli, ma anche troppo innamorati perchè lei ci si volesse avvicinare, non era dell'umore, anche se era abbastanza curiosa di scambiare due chiacchiere con la rossa...
“Chissà se ha mai fatto sport in passato... Anzi, deve per forza! Non si possono raggiungere certi risultati senza alcun esercizio...” pensò sospettosa.
C'era DJ che si portava dietro un nastro per la ginnastica ritmica e parlava con l'organizzatore di tutto, Lightning.
-Dove sono i nastri per gli altri?- domandò confuso.
-Eh? Nastri?- Lightning lo era anche di più. -Con la tua stazza credevo che sapessi fare anche altro... Non ti ho mica invitato qui per uno spettacolino da principesse, altrimenti avrei chiesto anche al quattrocchi del pattinaggio artistico e alle altre due principesse del ghiaccio fissate con la medaglia d'oro.- DJ sbuffò e se ne andò via offeso.
“Forse ha chiamato persone con specialità un po' troppo diverse...” pensò Sky preoccupata per l'esito della gara.
-Scusa Lightning, perchè non c'è anche Alejandro?- chiese Tyler. -E' in gamba, sarebbe stato interessante misurarsi anche con lui.- Sky era un po' sorpresa che anche l'improbabile atleta fosse lì, si chiedeva se credesse ancora suo amico il latino.
“E' un ragazzo veramente ingenuo...” sospirò con un sorriso. Lightning le sembrò a disagio.
-Eh... non mi sembrava adatto, non volevo distraesse le ragazze...- rispose schivo.
-Ehi giovine! Come hai osato non invitarci?!-
-Anche se era uno spin off abbiamo partecipato pure noi al programma!- si lamentarono due anziani tennisti.
-Non sono interessato al tennis e preferirei non ritrovarmi a dover chiamare un'ambulanza causa infarto nel bel mezzo di una gara!- spiegò Lightning esasperato.
-Ehi, ciao!- l'avvicinò Tyler, amichevole.
-Ehi...- Sky gli sorrise a sua volta.
-Non vorrei che fraintendessi, ma noi due non ci siamo già...-
-Sì!- lo interruppe lei con un po' troppa foga e un accenno di risa nervose. -Eravamo nella stessa scuola alle medie e siamo stati nello stesso gruppo di atletica...- “E' incredibile quanto poco tempo abbiamo passato insieme... eppure, per quell'anno è stato una presenza costante nei miei pensieri... Sky delle medie? Se sei qui da qualche mi diresti cosa ci trovavi in questo ragazzo qui?” non certo il gusto per i vestiti... quelle tute rosse che si ostinava a portare... e quelle fascette... un'oscenità! Per Sky sarebbe stato molto meglio con dei colori freddi. “Un bel azzurro cielo...” all'improvviso un ricordo bussò alla sua testa... una piccola Sky che ipotizzava di scrivergli una lettera d'amore in cui gli chiedeva di vestirsi del colore del cielo se accettava e ricambiava i suoi sentimenti. La ragazza del presente arrossì e cominciò a provare fastidio alla pancia. “Che razza di idee imbarazzanti ti venivano in mente?! Sky dodicenne? Io ti disconosco!”
-Ah, infatti! Mi sembrava di averti già vista da qualche parte.- disse divertito, anche se Sky avvertì qualcosa di strano nel suo tono... -A proposito, sei stata in gamba durante il reality, sono proprio curioso di vedere...- poi si accorse di come la piccoletta si chinasse in avanti tenendosi la pancia. -E'... è tutto a posto?- chiese preoccupato. Le pose la mano sulla spalla e lei ruttò tanto forte dal scombinargli la pettinatura. Ancora più rossa si coprì la bocca con le mani.
-Non è che ti serve il bagno?- domandò Tyler sistemandosi i capelli. -Beh, ci sono anche dei cespugli se ti viene da rimettere...- disse cercando di rendersi utile.
-No... non mi serve...- sospirò.
-Sai, ai tempi delle scuola media non avrei mai sospettato che potessi tirare fuori rutti tanto potenti.- rise. -Una bambina così piccola e graziosa, ma anche per questo mi mettevi a disagio...- confessò più divertito che imbarazzato. -Ai tempi non ero come ora e mi sentivo abbastanza a disagio con le ragazze...- raccontò. La notizia non la sorprendeva.
-Una gara di rutti ti avrebbe messo più a tuo agio?-
-Forse.- annuì Tyler.
“Forse se fossi stata ancora più maschiaccio saresti stato più interessato a passare del tempo con me...” pensò nostalgica.
-Allora, come va con Lindsay?- “Che razza di domande fai? E se poi ti chiede di Dave? E se ti giudicasse male per il tuo comportamento con lui?” si sentì nuovamente nervosa. “Però se mi giudicasse male non sarebbe così amichevole, giusto?”
-Eh... ci... ci siamo mollati...-
-Cos...?! M-mi dispiace, vi avevo visti insieme in una foto in un articolo di gossip così davo per scontato che andasse tutto bene!- rispose maldestramente.
-Negli articoli di gossip si parla di coppie in cui va tutto bene?- chiese perplesso. -Non ne ho mai letto uno, non ho la minima idea di come funzionino...-
-Non ho idea neanche io... non l'ho neanche letto, mi sono fermata alla foto.- ammise imbarazzata. I due si guardarono e rimasero in silenzio senza sapere cosa dirsi. -Eh...- Sky decise di rompere di nuovo il ghiaccio. -Com'è successo?- “Questa potrebbe essere una domanda inopportuna, perchè non ci ho pensato prima?”
-Si è scordata che stavamo insieme e si è messa con un altro.- si lasciò sfuggire. -V-volevo dire... l'abbiamo deciso di comune accordo perchè non stavamo più bene insieme.- e rise nervosamente.
“Anche lui è messo male però...” forse era una cattiva persona a tranquillizzarsi a quell'idea.
-Pronto prova? Pronto prova?!- chiamò Lightning, in piedi su una sedia con un microfono. -Ma perchè non funziona?- borbottò picchiettando sull'oggetto.
-Chi glielo dice che il filo non è attaccato a niente?- commentò Sky facendo sorridere un po' Tyler.
-Pazienza!- esclamò Lightning lanciando all'indietro il microfono. A giudicare dal modo in cui si voltò, forse era stato un incidente e gli era sfuggito di mano... -Allora! Grazie mille per essere venuti! Ovviamente non potevate farvi scappare un evento simile, anche se sappiamo già chi vincerà.- il ragazzo rise poi finse un colpo di tosse. -Siete shafritti!- ne finse un altro accompagnato dal suono di Eva che si scrocchiava minacciosamente le nocche, Brick, Mike e Zoey che sospiravano rassegnati e Jo che borbottava.
-Spero che non ci abbia fatti venire qui solo per scegliere qualcosa in cui è avvantaggiato per fare bella figura...- sbuffò Sky. -In ogni caso non sarà facile come crede.- affermò fiduciosa.
-Già e poi io sono estremamente versatile negli sport.- disse Tyler, Sky rise, poi si rese conto che non era una battuta auto ironica.
-Ridevo perchè ho capito una battuta che mi avevano detto ieri...- si giustificò, forse lui neanche la sentì, se era fortunata...
-Inoltre questa è un'occasione davvero speciale...- accennò Lightning concedendosi una lunga pausa drammatica. Jo sbiancò, poi cominciò inspiegabilmente a gesticolare sotto gli occhi confusi dei suoi ex compagni di squadra.
-Che c'è?! Sono perseguitata dalle mosche!- si giustificò sgarbatamente.
-...Un giorno che voglio dedicare ad una persona molto speciale proprio qui fra voi!- continuò finalmente Lightning mentre il gesticolare di Jo si faceva ancora più violento. -Tranquilla Jo, non l'ho scordato! Infatti questa gara è il mio regalo per l'anniversario di fidanzamento!- annunciò giulivo sotto lo sguardo sconvolto dei presenti e quello furioso della ragazza. -Visto che fantastico fidanzato che sono? Altro che pessima memoria, sei una ragazza proprio shafortunata!- la shafortunata fidanzata lo buttò giù dalla sedia e cominciò a sgridarlo.
-Cosa c'è di così complicato da capire in “Non voglio che gli altri lo sappiano o considerati morto”!? Shaimbecille!- nel frattempo Brick aveva cominciato a contemplare il vuoto con Zoey e Mike che cercavano di farlo riprendere.
-Ho l'impressione di essere venuta qui per niente...- sbuffò Sky “Com'è possibile che anche dei tipi come Lightning e Jo abbiano trovato qualcuno con cui stare?! N-non che sia turbata per questo! La Sky romantica l'ho lasciata alle medie... si...”
-E' davvero fortunata anche se non se ne rende conto...- commentò Tyler abbattuto.
-Tyler...- lo chiamò Sky. -Tutto bene?- chiese preoccupata.
-Lindsay era già tanto se si ricordava il mio nome...- continuò Tyler malinconico come se non la sentisse.
-Ehi... Tyler...- continuò a chiamarlo con aria pensierosa.
Nella foga della “pacifica” discussione col fidanzato, Jo fece un movimento sbagliato con la gamba.
-Merd...-
-Jo?- Lightning si preoccupò quando la fidanzata allentò la presa sul suo braccio e perse l'equilibrio.
-Ah! Non è niente!- rispose brusca. -Forse ho preso una storta...- Lighting la prese in braccio e cominciò a correre.
-Tranquilla! Ti porto subito all'ospedale!-
-T-Tu brutto... Mettimi subito giù! Imbecille!- Sbraitò Jo, così forte che potevano sentirli anche se si erano allontanati.
-Non ha messo la testa a posto per niente...- sospirò Zoey.
-M-ma non gli converrebbe usare la macchina?- ridacchiò Mike perplesso.
-Sì dicevo proprio per questo...-
-Li... Li raggiungiamo e gli diamo un passaggio?- propose Brick ancora un po' deluso, ma sembrava essersi ripreso.
-Certo!- gli sorrise Zoey dandogli una pacca sulla spalla.
-Sicuro!- concordò anche Mike.
-Ma dove diavolo vanno tutti?!- ringhiò Eva. Ora erano solo lei, Sky e Tyler, anche il buon umore  del ragazzo aveva deciso di andarsene. -Volete forse dirmi che io, sono venuta fin qui perchè un idiota doveva vantarsi di non essere più single?!- continuò Eva, furiosa più del solito.
-Tranquilla... ha frequentato corsi di autocontrollo...- Tyler rassicurò debolmente Sky, era troppo afflitto per preoccuparsi realmente.
-Ehm, ehm...- una voce familiare, perlomeno per Sky, li interruppe e si avvicinò alla furiosa Eva imprudentemente. -Hai bisogno di una sigaretta per calmarti?- chiese il ragazzo bruno.
-Col cavolo!- rifiutò la ragazza. -Ci tengo ai miei polmoni!- anche Eva lasciò il campo.
-K-Keith?- balbettò la ragazza.
-Ciao, Sky...- la salutò il ragazzo con l'aria di uno che aveva incontrato uno scarafaggio sulla sua strada...
“Nessuno ti chiesto di venire fin qui per vedermi...” era troppo nervosa per pensare che potesse trattarsi di una semplice coincidenza.
-Tranquilla, non sono qui per te...- sbuffò il ragazzo. -Non è mica un problema se quando ho acceso la TV per tifare la mia ragazza, me la sono ritrovata che flirtava tranquillamente con un altro ponendosi qualunque problema tranne quello che era già fidanzata...- ridacchiò nervoso. Sky avrebbe voluto scomparire. -Inizialmente ho pensato, starà fingendo... forse vogliono creare delle coppie per far salire gli ascolti, ma anche in quel caso, perchè non mi ha fatto recapitare un messaggio in qualche modo? E-e poi... ho scoperto solo nell'ultima puntata che mi volevi lasciare, ma non ne avevi avuto il tempo!- si sfogò.
Per Sky, Keith era il cattivo della sua relazione, il ragazzo insopportabile, appiccicoso e prepotente che non sopportava più... “Forse non meritava tutto questo però...” pensò mentre si tratteneva dal ruttare.
-S-senti Keith... io...-
-Non preoccuparti... è acqua passata...- disse cercando di mutare in sorriso la sua espressione contrariata.
-Hai ragione però... però non avrei dovuto... ecco...-
-Non c'è bisogno che ti scusi, non sono venuto qui per me stesso, ma...- disse con una pausa drammatica per poi indicare una sagoma che usciva dai cespugli. -Per accompagnare qui lui che doveva parlarti!- disse insopportabilmente gioioso alla vista di Dave...
-Ciao Sky...- disse Dave cupo, poi inciampò rovinosamente prima di essere uscito completamente dal cespuglio. Il sorriso di Keith si affievolì, poi tornò il tempo di congedarsi.
-Vi lascio soli... non più piccioncini...- e si allontanò per aspettare vicino la sua moto, contento all'idea della sua non più amata Sky alle prese con un isterico Dave...
-Come... come facevi a sapere che ero qui?- domandò Sky nervosa. Non sapeva se essere grata o no, del fatto che ci fosse ancora Tyler molto incerto sull'andarsene o rimanere lì facendo finta di non ascoltare. Stranamente il suo fischiettare nervoso la acquietava un po', ma non era sicura che volesse che fosse lì, in un momento così imbarazzante per lei. Forse lo meritava? Se si metteva nei panni di Dave, ma anche nei panni di Keith di cui non si era minimamente preoccupata prima, non poteva non capire che dei motivi per avercela con lei li avevano...
-Il palestrato squilibrato del secondo cast ha spedito una lettera anche a Jasmine, se l'era portata appresso quando è andata a trovare Shawn dall'Australia un giorno in cui c'ero anche io. Ma visto che abita così lontano, alla fine ha preferito dedicare il suo soggiorno qui in Canada al suo fidanzato.- spiegò infastidito. -Non ho mai apprezzato molto le coppiette, di questi tempi le apprezzo anche di meno...-
-Immagino...- fu tutto ciò che riuscì a dire.
-Però... quel che ho detto al tuo ex sul distruggerti emotivamente, era per convincerlo ad accompagnarmi con la moto visto che Shawn e Jasmine la trovavano una pessima idea...-
“E avrei preferito se li avessi ascoltati...”
-Sai, il tuo ex quando non parla di vendetta nei tuoi confronti è anche un tipo simpatico! Beh... però in realtà siamo diventati amici su facebook proprio per sparlare di te... Ma perchè sto divagando?! Ciò che volevo dire è, se v-vorrai s-supplicarmi di rimettermi con te...- il ragazzo deglutì. -Beh, anche se non vuoi supplicarmi in realtà!- ridacchiò nervoso, poi si buttò a terra. -Anzi, sono io a supplicarti!- anche Tyler, evidentemente a disagio smise di fischiettare. -Beh... dovrei essere arrabbiato! M-ma non lo sono più! E-e... e spero che anche tu non sia arrabbiata con me perchè ti ho ostacolato nella ricerca della vittoria! Insomma, che ne dici... ci rimettiamo insieme?!- il ragazzo era praticamente ai suoi piedi, Sky sospirò.
-Non siamo mai stati fidanzati o niente del genere... n-non ufficialmente...- disse sforzandosi di guardare Dave negli occhi visto che aveva leggermente alzato la testa.
Anche se lo aveva trattato come una palla al piede, a volte era stata piuttosto brusca con lui, aveva cercato di sfruttare lui e i suoi sentimenti a suo vantaggio e lo considerava fisicamente troppo incapace per essere utile. “Beh... è la verità...” lui le piaceva davvero... piaceva, infatti... che utilità aveva dirglielo a quel punto e dargli false speranze? Dopo la finale si era calmata, aveva riflettuto e... -No, mi spiace ma non posso essere la tua fidanzata. Non mi va di stare con un tizio vendicativo...- “Ma non posso fingere di non capire perchè eri arrabbiato...” -... E isterico che mi impedisce di spiegarmi!- era risultata più brusca di quanto avrebbe voluto.
-Andiamo, non mi sembra che tu abbia insistito così tanto per spiegarti!- ribattè il ragazzo. -Così come non hai insistito tanto per dire a Keith che volevi lasciarlo... con o senza spiegazioni non mi sembra proprio che tu abbia agito nel giusto...- disse velenoso.
-Lo so...- sospirò. -E comunque, che ci posso fare adesso?-
-Ma io non voglio che tu faccia qualcosa, voglio solo che tu ti rimetta con me!- supplicò sempre meno speranzoso. -E mi va bene anche se mi hai umiliato davanti agli altri, baciato per manipolarmi ed ero l'ultimo concorrente che volevi per compagno nella finale! Queste cose mi vanno bene, quindi, perchè diavolo non mi dici di sì?! Sembrava che ti piacessi, cosa non va ora?- gridò esasperato mettendo Sky ancora più in difficoltà.
-Eh... scusate se mi intrometto...- disse Tyler titubante mentre alzava la mano come se si trovasse ancora a scuola. -Mi sembra un battibecco molto infantile... non credo sia una buona idea insistere in questo modo, una relazione non può fondarsi ed essere tenuta insieme da questo... dal ti costringo  col senso di colpa perchè ti sei comportata male con me quindi me lo devi... secondo me dovreste cercare di andare oltre invece di ferirvi a vicenda...- propose Tyler. Sky sentì una sorta di nostalgia per un attimo, ma si infastidì.
-Mi vedi ancora come una bambina delle medie? Abbiamo diciassette anni, tu diciannove, non sei così più grande di noi!- Tyler la guardò perplesso, sembrò imbarazzato in un primo momento, poi aggrottò le sopracciglia.
-Ma guarda che volevo solo darvi una mano!-
-La tua è l'ultima esperienza di cui abbiamo bisogno visti i tuoi precedenti e poi perchè prendi le sue parti?! L'hai detto anche tu che ho dei motivi per farla sentire in colpa.!- rispose brusco Dave.
-Non ho detto... Beh sì, non si è comportata benissimo, ma il punto non è...-
-Grazie Tyler, sei davvero d'aiuto!- esclamò Sky risentita e rossa in viso.
-Sono solo neutrale!- spiegò esasperato. -Mi sembra davvero di stare dietro a due marmocchi...- osservò i visi imbruttiti dei soggetti della frase. Sospirò -Ciò che intendevo...-
-Sul serio, eri fidanzato con una tizia che neanche ti riconosceva! Perchè parli?!- disse Dave. -Solo perchè tu ti comportavi da zerbino e accettavi le sue assurdità non significa che gli altri...-
-Intanto zerbino lo sei più di me! Poi non me ne sono mai lamentato perchè quelle cose facevano parte di lei! Sapevo che era così, ma l'ho voluta come fidanzata lo stesso quindi non posso più lamentarmene!- per un attimo sembrava volersi mettere a piangere. -Certe cose non si possono cambiare, tu non puoi cambiare Sky, se così non siete compatibili e vi danneggiate a vicenda, meglio per voi lasciar perdere, no?- singhiozzò. Dave e Sky si avvicinarono a lui.
-T-tutto a posto? V-vuoi sederti un attimo?- chiese Dave avvicinandogli la sedia di Lightning nel tentativo di scusarsi a modo suo.
-Vuoi che vada a prenderti una bottiglietta d'acqua al distributore? O preferisci qualcos'altro?- chiese Sky premurosa.
-R-ragazzi, ragazzi... sto bene... davvero...- rispose Tyler imbarazzato. Dave e Sky si guardarono malinconici. Dave le sorrise, ma lei non ricambiò e scosse la testa, a quel punto il ragazzo smise di sorridere.
-V-vado a chiedere a Keith di riaccompagnarmi...- sospirò. Sky lo raggiunse.
-Aspetta...- sospirò lei.
-Che vuoi?- rispose l'altro velenoso.
-Mi dispiace... se ti ho ferito, forse non sono grachè nel tenere conto i sentimenti degli altri, o forse essendo così vicina al milione gli ho dato la priorità e non mi sono preoccupata di manipolarti... ed è vero che non ti volevo come compagno durante la finale... ma sono un tipo pratico e tu non eri il miglior partner che poteva capitarmi nelle sfide fisiche...-
-E me lo stai dicendo ora perchè?- il ragazzo era dubbioso, poi sorrise. -Ci hai rip...- ma Sky lo interruppe.
-No, non ci ho ripensato.- dovette far fuori il suo entusiasmo. -E penso che andare avanti sia la scelta migliore per entrambi...-
-Ti piace qualcun altro?- la prese in contro piede il ragazzo.
-Non deve essere per forza questa la ragione di una rottura.- specificò Sky girandoci intorno. -E non c'era nessuno che mi piaceva quando ho deciso di non volermi più mettere con te e anche ora... non so se c'è qualcuno che mi piace... forse sì... forse no...- la ragazza si pentì di averlo detto quando vide l'espressione affranta del ragazzo.
-O-ok...- balbettò. -S-sai forse anche io ho qualcun altro che mi piace...- a Sky sembrava una bugia, ma sperava per l'altro che fosse vero.

-Certo che ti piace proprio impicciarti, eh?- disse Sky una volta tornata. Diede una leggera botta alla nuca di Tyler un po' per gioco, un po' per scaricare il nervosismo.
-Ehy!- protestò il ragazzo. -Guarda che l'ho fatto per la tua e la sua sicurezza. Non si dovrebbero mai lasciare due ex da soli a litigare.- disse serio, mentre si risistemava la fascia.
-Beh... grazie...- non aveva più importanza cosa le fosse piaciuto o le piaceva del ragazzo, e forse nessuno era realmente capace di capire cosa faccia innamorare, si possono trovare spiegazioni a posteriori, ma alla fine sono più scuse che motivazioni reali. Ci si può affidare alla scienza e parlare di chimica... ma che gusto ci sarebbe nel ridurre tutto a quello?
-Di niente... credimi, avrei fatto volentieri a meno di assistervi...- la ragazza gli afferrò la manica lo tranne prima che potesse decide di andare.
-E per quanto riguarda Lindsay... è davvero tutto a posto? Vuoi sfogarti o qualcosa del genere?- domandò Sky raccogliendo il suo coraggio.
-No, è tutto a posto, sul serio... a-acqua passata...- il suo sorriso appariva incerto, ma la ragazza non riuscì a trattenersi.
-Per ripagarti...- disse cercando di guardare ovunque tranne che in direzione del ragazzo. -Potrei offrirti una cena... o magari un pranzo uno di questi giorni... insomma io...-
-Non c'è bisogno.- rispose Tyler un po' perplesso dall'iniziativa improvvisa. -Quello è un nuovo tic? Uh... sempre che ruttare possa considerasi un tic... eh...- sdrammatizzò riferendosi al modo in cui cambiava la direzione dello sguardo cercando di non incontrare il suo. La ragazza si spazientì e decise di affrontare quegli occhi castani.
-Guarda che sto facendo una cosa che non sono riuscita a fare molto tempo fa...- gli anticipò seria. -Ti... ti sto chiedendo di uscire...-
-Oh...- era troppo sorpreso per capire cosa provava.
-E non lo sto facendo neanche con l'aiuto dei bigliettini, te lo sto chiedendo apertamente!- “Questo non migliora di certo le cose!” aveva parlato molto velocemente sperando di finire la frase prima di rischiare di ruttare. “E' infantile, forse troppo infantile!” pensò agitata. -Ascolta...- fece un respiro. -Magari non ti sono sembrata granchè durante il reality, ma quella non era decisamente la situazione in cui volevo innamorarmi, ero lì per vincere, non avevo il tempo per le storie d'amore, mi ero appena lasciata col mio ragazzo... anche se lui non lo sapeva... insomma, era tutto un enorme casino  e non riesco a gestire sentimenti e obbiettivi materiali insieme, ma ora...- Sky si bloccò, non sapeva più cosa dire.
-Ok, le tue motivazioni le capisco... o forse no... eh, volevo dire, non capisco bene i tuoi metodi, io mi sarei comportato diversamente, ma è ok, tranquilla.- la ragazza continuava a sembrare agitata. -E poi, noi del primo cast siamo abituati a ben altre dosi di cattiveria e manipolazione.- cercò di sdrammatizzare. -Anche se ammetto che non abbiamo mai avuto concorrenti con gli occhi che diventano rossi e che cercano di controllare robot impazziti, questo non è mai capitato...- ma visto che Tyler non rispose subito al quesito che interessava a Sky, lei si lasciò prendere dal panico.
-Lascia perdere!- esclamò per poi darsela a gambe.
-Sky, aspetta!- ma il ragazzo inciampò sui suoi stessi piedi e non potè raggiungerla.

I giorni passarono, la ragazza si convinse che non era ancora innamorata di Tyler, si era solo lasciata trasportare dell'emozione e la nostalgia, non poteva aver conservato quel sentimento latente per tutto quel tempo... però dopo quell'episodio tornò spesso a ripensare a Tyler... non riusciva più a toglierselo dalla testa... “Forse contattarlo, trovare qualche scusa per frequentarci non sarebbe così male...” si disse.
Nel frattempo anche Tyler ci aveva riflettuto, inizialmente gli era sembrato strano, quell'ex compagna di scuola con cui non aveva neanche passato tanto tempo che sbucava fuori dal nulla e gli chiedeva di uscire... ma l'idea continuava a farsi strada nella sua testa e finì per apparirgli sempre meno assurda. “In fondo... perchè no?” Alla fine Tyler decise di contattarla e di accettare l'uscita. In fondo non si trattava di un impegno a vita, non avevano molto da perdere.


Nota:
-le differenze di età dei personaggi non sono basate su qualcosa in particolare, anzi, probabilmente gli anni di differenza dovrebbero essere tre anziché due, ma mi serviva per la trama che non fossero tre.

Angolo dell'autrice:
Più che una raccolta di pairing credo che questa stia diventando una scusa per far lasciare gente... In realtà Tyler e Lindsay mi piacciono molto, Sky e Dave... è complicato...
A volte non riesco proprio a scrivere capitoli brevi... non è che allungo il brodo, sul serio, le mie idee comprendono troppe parti per funzionare, non riesco a pensare a cose brevi il più delle volte... spero per voi coraggiosi arrivati fino a qui sia valsa la pena e di essere riuscita a dare abbastanza spazio a Tyler, può sembrare una coppia completamente a caso... e forse è così, ma mi piaceva molto l'idea. Spero che anche per voi non sia stato un capitolo malvagio, che possa esservi piaciuto e che non ci siano troppi errori.
Se avete consigli, commenti, se i personaggi vi sono sembrati troppo ooc, ecc, sarò lieta di ascoltarvi.
Alla prossima!

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Capitolo 10
*** Dawn/Scott ***


A tutto reality era caratterizzato da un presentatore più sadico del normale, da denuncia a voler essere sinceri, da del cibo dubbiamente commestibile e prove che avrebbero anche potuto rivelarsi mortali. Cosa portava degli adolescenti a trovarsi su una barca diretta per quella destinazione così poco felice?
Dawn sapeva bene le sue ragioni, voleva utilizzare i soldi per degli scopi nobili, credeva che le sue capacità le avrebbero dato una buona probabilità di vincere e le foglie di tè avevano concordato con lei. Per quel che riguardava gli altri, poteva provare a scoprirlo concentrandosi sulle loro aure.
"Vediamo un po'..." C'era chi era disposto a sopportare per avere fama e visibilità magari sottovalutando un po' la situazione, come le due ragazze abbronzate, una mora e una bionda che litigavano mentre Dawn guardava la prima, con disapprovazione, inquinare l'atmosfera tramite una bomboletta di lacca spray... poi si accorse di un alone di oscurità che pendeva sulla seconda ragazza, c'era qualcosa di strano. "E' destinata ad attirare sventura, povera ragazza..."
Poi c'era chi si trovava lì per caso e aveva fatto la selezione non pensando di essere preso, come il ragazzo dai capelli ricci e un po' sovrappeso che giocava con una console portatile. "Vuole solo non essere eliminato per primo e non fare brutta figura." La fece sorridere, sembrava un ragazzo tranquillo e semplice.
C'era chi era lì credendosi anormale e sperando di incontrare altre persone strane con cui fare amicizia, come la ragazza rossa e il ragazzo che parlava con lei. Era un tipo ordinario, ma con altri cinque spiriti che dimoravano nel suo corpo. 
Per il ragazzino afroamericano e apparentemente piccolo per la sua età, le spiegazioni che Dawn trovava erano il masochismo, il desiderare una spinta per cambiare vita o entrambe le cose. Il ragazzino sembrava contemporaneamente esaltato e spaventato e questo rendeva la sua aura confusa e difficilmente leggibile.
Dawn si aspettava di trovare anche concorrenti dall'aura potenzialmente negativa che erano lì perchè estremamente fiduciosi delle proprie abilità e della propria superiorità e ne identificò almeno tre, una ragazza bionda e androgina, un ragazzo palestrato afroamericano e... "Ero sicura che c'è ne fosse un terzo..." continuava a perderlo di vista, la sua aura le sfuggiva, come se si manifestasse ad intermittenza. Questo rendeva la biondina ancora più curiosa di scovarlo... Finalmente lo beccò, un ragazzo pallido, dai capelli rossi e l'apparenza rozza. Lui la guardò storto sentendosi osservato, lei non era particolarmente intimidita, ma dopo poco distolse lo sguardo. "Troppa negatività è opprimente... meglio non partire col piede sbagliato..." Dawn si tranquillizzò percependo un'aura particolare provenire da un ragazzo particolarmente sovrappeso.
-B, la tua aura è stranamente verde e violetta, però ti si addice.- si sentì di dirgli esplicitamente posandogli delicatamente una mano sulla spalla. B le sorrise, c'era qualcosa in lui che le ispirava tranquillità.
L'arrivo sull'isola fu peggiore del previsto, non a causa dell'esplosione che fece saltare la nave, quella non diede particolari problemi a Dawn, anche se faceva supporre che il sadismo di Chris stesse peggiorando... ma a turbare la ragazza fu la presenza di animali vittima della radioattività, non si aspettava una situazione così drastica, ma cercò di mantenere la calma concentrandosi sul bene che avrebbe potuto fare alla terra vincendo il milione.

La sera dell'eliminazione di B, Dawn, uscì dalla sua baracca e rimase ferma a riflettere, seduta su quegli instabili scalini di legno. Non si sarebbe stupita se ad un certo punto si fossero rotti sotto il suo peso. "E dire che dei poveri alberi si sono sacrificati perchè io potessi stare seduta qui..." La ragazzina era irrequieta, contro le sue previsioni, il caro B, quel giovane inventore così fantasioso e geniale che li aveva aiutati fin dalle prime sfide, si era rivelato un manipolatore e aveva sabotato la sua stessa squadra. "Ancora non ci riesco a credere..." pensò triste. Si stava affezionando a lui e credeva di poterlo capire, ma evidentemente si era sbagliata. Ma quel giorno le aveva anche riservato delle belle sorprese a parte un ricongiungimento familiare fra scarafaggi...
-Che diamine ci fai qui?- le domandò Scott con tono sorpreso.
-Questa è la baracca delle ragazze...- rispose Dawn. -Tu che ci fai ancora in giro?- gli sorrise curiosa. 
Il ragazzo si agitò. "Ed io che volevo approfittare della notte per disseminare altre trappole!" -I-io... non riuscivo a dormire così ho deciso di farmi due passi!-
-Ah... - l'agitazione del ragazzo la lasciava perplessa, ma quella serata non aveva voglia di indagare oltre. -Neanche io riesco a dormire... sono ancora un po' scossa per B...-
-Bev?- ridacchiò il ragazzo. -Ma se era uno sporco traditore!- si assicurò di ricordarle con foga.
-Già...- sospirò lei “Deve essersi sentito tradito anche lui, forse è agitato per questo.” -Ma dalla sua aura non si capiva... temo di non potermi più fidare dei miei poteri! F-forse l'inquinamento e l'energia negativa interferiscono con la mia lettura...- gli confidò insicura. 
Scott la guardò incredulo, poi le sue labbra si deformarono in un ghigno, ma fece del suo meglio per trattenersi. "Ma quant'è idiota questa?! E' ancora più cretina di quanto mi immaginassi!" pensò divertito... per quanto la sua fortuna era che i suoi compagni di squadra fossero anche più ingenui di lui... delle persone più attente si sarebbero chieste che motivo aveva B di sabotare la squadra perchè una persona normale non avrebbe mai pensato che sabotare la propria squadra, col rischio di essere scoperto o eliminato per altri motivi, fosse da qualsiasi punto di vista un buon piano, ma Scott non era una persona normale...
-Però mi ero sbagliata anche su di te.- gli sorrise ingenuamente la pallidissima ragazzina. -Alla prima lettura della tua aura credevo che fossi molto determinato, ambizioso e sicuro di te... n-non che siano per forza caratteristiche negative...- precisò imbarazzata. -Poi però quando ti ho visto in azione ho creduto fossi un tipo passivo e poco interessato alla competizione, che l'unica cosa che eri interessato a fare era secernere negatività...-
-Però!- ghignò la iena. -Precisi i tuoi poteri paranormali!- Dawn era abituata a sentir prendere in giro i suoi poteri, quindi non rimase molto turbata. -E ora?- fece sinceramente curioso. -Cosa pensi di me ora?-
-Ecco... ti sei preoccupato di dare buoni consigli alla squadra per le eliminazioni. Mi sono sbagliata due volte su di te.- ammise la sconfitta con un sorriso leggero.
"Facciamo anche tre! Trattieniti Scott, non puoi farti scoprire scoppiando a ridere... Lo so che è molto difficile, ma ti prego, trattieniti davanti a tanta stupidità..."
-Sei molto più affidabile di quanto mi aspettassi.- continuò la ragazza.
"Siamo sicuri che in realtà non sia tutto un suo piano per farmi uscire allo scoperto?" cominciò a chiedersi il ragazzo. "Magari vuole puntare su un mio ipotetico senso di colpa... ah, illusa!" pensò infastidito.
-Certo, alcuni tuoi consigli sono stati un po' stupidi, come quello di scegliere il fortino evidentemente messo peggio...-
"Ma devo ringraziare voi idioti che avete seguito le mie indicazioni senza battere ciglio!"
-Non eri troppo collaborativo quando ti chiedevo di aiutarmi a sentire le vibrazioni delle palle di neve, però sei un bravo compagno di squadra.- la situazione era talmente patetica da cominciare ad essere nauseante per Scott. -Ho difficoltà a percepire la tua aura come dovrei, ma forse è solo perchè hai un passato infelice...- gli disse posandogli una mano sulla spalla. Scott ebbe un sussulto, non gli piaceva quel contatto, quella ragazzina così pura e ingenua lo metteva a disagio, ma cercò di trattenersi dalla tentazione di ritrarsi, sarebbe potuto risultare sospetto e avrebbe potuto stimolare la ragazzina a fare nuove irritanti speculazioni. -Chi ha la capacità di parlare con gli animali non può essere cattivo.- concluse la ragazza, era molto più chiacchierona di quel che sembrava, anche troppo...
-Ah... sei quel tipo di ragazza?- sbuffò.
-Che?-
-Quel tipo di ragazzina ingenuotta e irritante che si fissa nel vedere un cuore d'oro che non c'è in un ragazzo e nel volerlo aiutare e curare con amore.- la canzonò poi fece un verso di disgusto. La ragazza arrossì.
-Non sono quel tipo di ragazza!- alzò la voce. -E che c'è di male a preoccuparsi per gli altri!?- chiese molto infastidita. Scott si stupì vedendole quella specie di broncio che probabilmente, secondo la ragazza, sarebbe dovuto risultare minaccioso.
-Mi dispiace...- sospirò il ragazzo, non che gli dispiacesse davvero, ma forse prenderla in giro non era la cosa giusta se voleva sfruttarla a suo vantaggio. -C'è qualcosa che posso fare per te?- chiese risultando però riluttante.
-Non credo che tu possa fare nulla contro l'inquinamento di quest'isola...- sospirò abbattuta. -E poi c'è quella Anna Maria con quelle sue bombolette inquinanti!- Scott sorrise al suo sfogo.
-Beh, basta togliergliele, no?-
-Che intendi?-
-Potresti rubargliele mentre dorme. Tranquilla, io ti farei da palo...- le suggerì come un diavolo tentatore. Non c'era realmente un piano dietro, semplicemente quella notte si annoiava e l'idea di ispirare la candida ragazzina ad compiere un furto lo divertiva.
-Ma... è sbagliato...- la ragazza era combattuta, Scott lo capì subito.
-Non lo è anche inquinare, forse?- fece c'entro, la povera Anna Maria avrebbe avuto un brutto risveglio il giorno dopo, ma era a fin di bene... Dawn se ne andò a dormire felice, sotto sotto, Scott si stava rivelando veramente un bravo ragazzo... peccato che solo pochi giorni dopo si rese conto di essere stata una stupida...

Scott cominciava a farle simpatia, ma durante la sfida, il ragazzo le aveva dato abbastanza sui nervi già sparando quei poveri gabbiani velenosi. "E come se non bastasse sembra che per lui sparare agli animali sia una specie di abitudine!" Poi quando aveva capito che il ragazzo era il vero traditore e aveva sabotato la squadra, qualsiasi simpatia per lui era svanita... 
Aveva giocato con la sua fiducia... anche con quella degli altri, ma in qualche modo si sentiva come se fosse stata tradita solo lei "Ah... n-non dovrei pensare così egoisticamente!" Faceva male pensare che si era addirittura sentita profondamente capita da lui e non avrebbe ammesso di aver provato altro...   non poteva credere di esserci cascata. "Come ho fatto a fidarmi così di lui? E' assurdo..." e per quel fatidico errore, per non aver capito prima la natura di Scott si ritrovò fuori dal reality...
Era combattuta, da una parte voleva guardare il resto delle puntate e vedere Scott subire una qualche punizione, l'universo non poteva davvero lasciarlo impunito. Dall'altra parte non voleva accumulare altra negatività, ma la tentazione fu più forte.
Più guardava il reality più si sentiva frustrata. Scott non era soltanto un traditore, manipolatore e approfittatore di ragazze dall'animo gentile, era anche un idiota... come poteva essersi fatta fregare in quel modo da quell'idiota? Come potevano tutti farsi fregare da quell'idiota?!
Era così arrabbiata da non riuscire a sentirsi male per lui neanche quando il ragazzo si era ritrovato temporaneamente paralizzato, anzi, finì per ridere con gli altri... risata che si ritrovò a rimpiangere a lungo...
Dawn cercò per molto tempo di capire dov'era ricoverato il ragazzo, ma quando finalmente lo scoprì e lo intravide non riuscì a varcare la soglia della stanza e scappò...

Era un pomeriggio tranquillo alla fattoria della famiglia di Scott, o almeno così il ragazzo pensava finchè non sentì sua sorella maggiore urlare. Il ragazzo si armò di mazza da baseball e andò da lei il prima possibile, ma la ragazza gli corse incontro. Sembrava essersi tranquillizzata, qualunque fosse il motivo del suo urlo.
-Fratellino, c'è una specie di intrusa... La ragazza fantasma, è sotto il melo del cortile che chiede di te.- gli spiegò confusionaria.
-...Cosa?-
-Eh, vai lì e capirai.- la ragazza fulva scosse le spalle. -E' una tua vecchia conoscenza, tranquillo, in caso di bisogno basta che mi fai un fischio e vengo lì per accopparla!- scherzò, poi gli pizzicò la guancia. -Nessuno può permettersi di prendersi gioco del mio fratellino, proprio nessuno...- lo rassicurò prima di lasciarlo andare.
Scott pensò subito a Courtney, ma come si era introdotta nel giardino senza che i cani avvertissero? E che intendeva sua sorella con fantasma? "Forse la fine della nostra relazione l'ha distrutta e ora sembra il fantasma di sè stessa... magari è venuta qua per chiedermi di tornare con lei e lo desidera al punto di infrangere la legge e introdursi in una proprietà privata!" pensò Scott vagando in una dolce fantasia. "Mah... e da quando ho tanta fortuna?" il ragazzo tornò alla realtà e sbuffò. Non era neanche sicuro di provare ancora qualcosa per lei... Non era così arrabbiato per ciò che era successo durante il reality, lui aveva fatto di peggio ad altri, ma lei non si era minimamente interessata a rintracciarlo per chiarire la situazione nonostante Scott fosse sicuro che toccasse a lei, non ne sapeva tanto di relazioni, ma era sicuro che non fosse un buon segno. Sì, doveva essere lei a fare il primo passo, si era impuntato...
Il ragazzo sospirò seccato, sotto l'albero c'era solo una piccola svalvolata bionda. Lei sorrise e si alzò per andargli incontro.
-Ciao... da quanto tempo...- il suo tono solitamente pacato si fece quasi nervoso quando si rivolse a lui.
-Già...- Scott non era entusiasta di quella visita ma... -Allora... perchè sei qui?- domandò con finto disinteresse, nei fatti era abbastanza curioso.
-Ecco...- la ragazza si prese del tempo, come se fosse stata colta alla sprovvista e non si sentisse pronta.
"E' venuta fin qui senza prepararsi una risposta?" pensò inarcando un sopracciglio. "Sprovveduta..." nel mentre la ragazza cercava qualcosa nella sua borsa a tracolla.
-Tieni.- gli porse un libro. -E' un regalo per la tua guarigione dalla paralisi, un po' in ritardo forse....-
-Fai davvero schifo come bugiarda.- l'avvisò. -E dire che solitamente sei molto più diretta e sembri dire tutto ciò che ti passa per la testa... o che passa nella testa degli altri, secondo te.- poi il ragazzo lesse il titolo del libro e pensò che probabilmente era realmente un regalo per lui e non una scusa. -Imparare a gestire le proprie emozioni e i rapporti con gli altri... un libro di autoaiuto? Sul serio?- ghignò. -Ok, sei strana come ti avevo lasciata, tutto come dovrebbe essere...-
-Ho pensato che sarebbe stato più adatto di un libro sull'energia spirituale, non mi sei mai sembrato interessato...-   rispose un po' nervosa.
-Era... una battuta?-
-Eh? In che senso? Sono semplicemente dispiaciuta che il libro non sia stato di tuo gradimento.- 
-E che ti aspettavi? Anzi, fossi stato un altro avrei fatto l'offeso!- le fece notare divertito.
-Ma se è per darti una mano!- cominciava ad essere spazientita -E poi dovrei farmi dare lezioni di buone maniere proprio da te? E' assurdo... per quanto tu sia migliorato rimane assurdo...-
-Quasi quando farsi dare consigli dalle foglie di te?- 
-Le foglie di tè mi avevano sconsigliato di venire qua.- confessò determinata. “E' stata solo una mia decisione venire qui!” 
-E tu non ti sei fidata?- fece in tono finto drammatico. -Scioccante!- Dawn lo fulminò con lo sguardo.
-La verità è che mi fa piacere che tu non sia più paralizzato...- ammise.   -E volevo dirtelo di persona... Così come volevo dirti che la tua aura mi sembra più leggera e limpida, anche questo mi fa piacere.- sembrava sincera, ma Scott non amava particolarmente i suoi discorsi sulle auree.
-Per favore, non ricominciamo con questa storia...- disse con le braccia conserte.
-Ok.- la cosa la irritò un po' e sbuffò. -Posso almeno dire che nell'ultima stagione mi sei sembrato meno sociopatico e meschino? Detta così ti piace di più?- Dawn si era sorpresa di nutrire tanto interesse per la quinta stagione mentre la guardava. Ma non poteva non sorridere quando vedeva quello Scott così vivace e sereno, era più forte di lei. Anche se veder nascere i suoi sentimenti per Courtney era stato doloroso, in qualche modo non era riuscita a non sentirsi felice e sollevata per lui...
-Eh...- Scott non sapeva quanto essere felice di quella sua nuova immagine, ma pensava che protestando avrebbe finito per rendersi ridicolo quanto Duncan. "Non voglio scendere così in basso..."
-Perchè sarebbe caduto in basso?- Scott la fissò irrequieto, poi sospirò.
-Dawn, evita i tuoi giochetti da mentalista, va bene?-
-E perchè non credi che io possa realmente percepire le aure? Solo perchè non vedi o capisci una cosa non significa che non esista!-
-Forse è proprio per questo modo di pensare che ti sei fatta fregare come tutti gli altri cretini dal mio piano geniale, non credi?- 
-Non era poi così geniale.- si difese lei.
-Se non lo era, a maggior ragione, la tua situazione non migliora.- rise di gusto finchè la principessa delle fate non gli pestò il piede. -Credevo fossi contro la violenza...- la guardò storto. -A meno che, ad infliggermela non sia qualcun altro, qualche adorabile creaturina mutante della natura per esempio...- Dawn si sentì abbastanza ferita da quella frecciatina. -Quindi sei venuta qui per dirmi che sei contenta dei miei miglioramenti come persona... e per convincermi dei tuoi poteri? Certo che sei un bel po' impicciona... e a me che importa di essere diventata una persona migliore secondo il tuo punto di vista?-
-E normale sentirsi turbati per qualcuno che si ha a cuore e sentirsi sollevati quando si vede che quella persona sta meglio...-
-Aspetta, e da quando ti starei a cuore?- disse sarcastico.
-S-Scott... io... Volevo farti visita mentre eri bloccato all'ospedale, ma non ne ho avuto il coraggio! Non mi era mai capitato di fare qualcosa di tanto meschino quanto ridere di un infermo prima d'ora...- gli confessò turbata. -Mi faceva stare male trovarmi davanti alla prova della mia impurità... merito il tuo biasimo per questo, sono stata una codarda!- si sfogò. “Forse è anche per questo che non sono più riuscita ad odiarti, non ne avevo il diritto... e così i miei sentimenti per te hanno cominciato a ritornare quelli che erano...” Scott trovò il suo dispiacere quasi eccessivo.
-In effetti è qualcosa di strano su cui ridere, dubito che ci sia qualcuno che per hobby si passa il tempo a deridere chi ha subito un qualche incidente. Te lo immagini un tizio simile che gira per gli ospedali?- Dawn non sembrava trovarlo divertente quanto lui.
-E' che mi avevi fatto arrabbiare, mi sentivo così tradita...- aveva realizzato che si stava innamorando prima che lui si rivelasse per quello che era... sarebbe stata la prima volta per lei anche se prima di allora aveva avuto delle simpatie.
-Mah... certo che siete suscettibili tu e gli altri... io l'avrei presa più sportivamente se fossi stato ingannato da qualcuno...- forse era una bugia...
-L'hai presa sportivamente quando ad ingannarti è stata Courtney?- Dawn si sorprese di avergli chiesto qualcosa che poteva ferirlo... beh, le capitava spesso di essere inopportuna, ma di solito era accidentale.
-E' diverso... io ero innamorato di lei...-
-Ero...- ripetè lei fra sè e sé, con una piccola goccia di speranza che le nasceva in petto. -A proposito...- "No, non posso essere così egoista... Forse a rendere migliore Scott è stato anche il suo amore per Courtney, quindi... quindi..." era combattuta. "Ma se fosse davvero finita fra loro... forse potrei... potrei..."
-A proposito cosa?- domandò Scott. Dawn cercò nuovamente di farsi coraggio.
-C'era un altro motivo a parte la vergogna e il senso di colpa che mi impediva di entrare nella tua stanza in ospedale...- il suo stesso battito cardiaco si era fatto assordante, ma Dawn decise di non farsi fermare. -Non riuscivo a sopportare di vedere una persona che amo soffrire!- riuscì ad ammettere. Scott sgranò gli occhi in un primo momento, poi assottigliò lo sguardo e inarcò un sopracciglio.
-Ma scusa... tutto 'sto improvviso affetto per me da dove t'è uscito?-
-Io... è complicato da spiegare e forse difficile da credere, ma...-
-Hai trasformato il tuo senso di colpa in amore, caso chiuso!- la prese in giro. -E poi non eri già innamorata di B?-
-Non prenderti gioco dei miei sentimenti!- disse determinata. -E poi B mi stava solo simpatico, so distinguere le due cose...- finse sperando che la sua inesperienza non si avvertisse.
Scott si sentì sollevato, sperò che non si notasse poi però si decise a confessare.
-Sai, ti credevo una sciocca sprovveduta, angelica e buona come il pane... in una parola, insopportabile! Però...- per un attimo si fece titubante. -Ammetto di essere stato attratto dalla Dawn agguerrita che ho eliminato...- sospirò.
-D-davvero?! Q-quindi?!-
-Quindi niente!- frenò il suo entusiasmo con fare brusco, ma senza lasciar trasparire rabbia. -La mia attrazione è sfumata nel momento in cui tu e gli altri avete riso di me!- ammettere di essere stato ferito gli costava abbastanza, ma se era il modo migliore per levarsela dai piedi... -Ora potresti andare, per favore?- chiese con falso garbo.
-E se non volessi arrendermi e volessi riprovare a conquistarti?- gli chiese molto diretta.
-Fa come vuoi!- sbuffò Scott -Ma ora va...- la ragazza se ne andò, saltellando a cuor leggero, lasciandolo a riflettere e metabolizzare l'accaduto. Era fiduciosa del fatto che decidesse davvero di darle una seconda possibilità, a giudicare dall'aura del ragazzo le speranze c'erano, e che Scott conservasse ancora un po' di amore nei suoi confronti, serviva solo farlo rinascere e ricominciare, questa volta col piede giusto.
"Ho visto un libro sulla cucina vegetariana che potrebbe interessargli!" pensò felice.
-Aspetta, torna qui...- la richiamò Scott. Dawn si avvicinò emozionata.
Scott si chinò lentamente verso il suo viso, la ragazza pensò che quello fosse il momento di chiudere gli occhi e...
-La prossima volta, prima di scagliarti contro qualcosa informati meglio. L'elemento che rendeva le bombolette di lacca inquinanti è stato messo al bando da un po', non dovrebbero essere più tanto dannose.- disse il ragazzo ridendo mentre Dawn spalancava gli occhi incredibilmente imbarazzata. -Ti aspettavi un bacio, eh?- Dawn mise di nuovo il broncio.
-Beh, per quel che ne so potrebbero avere ancora qualcosa di inquinante non ancora identificato... o-o essere difficili da smaltire!- si giustificò incerta mentre il ragazzo continuava a ridere. La ragazza se ne andò, questa volta senza saltelli...

Angolo dell'autrice:

Non so più scrivere finali non aperti... e ho l'impressione di trovarmi meglio a scrivere pairing di Scott e Courtney che non siano la Scottney nonostante sia una delle coppie che preferisco...
Sono piuttosto neutrale su questa coppia, ma ero curiosa di scrivere qualcosa su di loro visto che insieme a B e Dawn, Jo e Brick e Jo e Lightning sono fra le coppie un po' suggerite, ma non concretizzate della quarta stagione(per come la vedo io, comunque, forse prima o poi farò qualcosa anche su quelle che non ho ancora trattato ma al momento non so....) Inoltre volevo scrivere qualche missing moment che accadesse durante il reality e questa coppia si prestava bene a questa cosa secondo me(anche se avrei voluto sfruttarla di più). E ammetto di essermi abbastanza divertita a prendere in giro i personaggi...
Spero che la storia possa esservi piaciuta e mi scuso in anticipo per eventuali errori(per quante volte possa ricontrollare un testo, solitamente mi sfugge sempre qualcosa...)
E voi? Che ne pensate di questa coppia?
Alla prossima!

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Capitolo 11
*** Heather&Harold ***


Era un bar anonimo e poco frequentato, ma era l'ideale se Heather non voleva che li vedessero insieme in quella fredda domenica mattina.
-I cornetti fanno schifo.- la ragazza gettò il croissant morso al ragazzo all'altro lato del tavolino, Harold non era troppo contento della mossa, ma provò ad assaggiarlo.
-E' mezzo crudo...- constatò il ragazzo, posandolo fra loro.
-Che schifo, l'hai morso davvero...- commentò Heather, Harold fece spallucce.
-Quindi... perchè mi cercavi?- Heather si era presentata in casa sua qualche giorno prima, ma il ragazzo le era parso l'ombra di sé stesso, trasandato come non uscisse da giorni, indolente e senza alcuna intenzione di ascoltarla. Non era rimasta sorpresa di scoprire il motivo del suo comportamento, era prevedibile. L'aveva sorpresa di più che l'avesse richiamata per mettersi d'accordo e vedersi.
Si era sistemato quei disordinati peletti che gli crescevano timidamente sulla faccia, e che magari chiamava ottimisticamente barba, e si era pettinato nel tentativo di apparire più ordinato. Ma il tentativo, come la pettinata, era superficiale ed Heather poteva scorgere un fastidioso groviglio castano ramato... lei che si era ritrovata rasata a zero non poteva tollerare una simile dimostrazione di cattiva cura dei capelli!
Accorgendosi delle occhiate truci di Heather, Harold cercò prima di sciogliere, poi di nascondere il nodo, mentre Heather accarezzava un paio di grosse forbici che teneva in borsa. -Heather?-
-Giusto, giusto...- La ragazza smise di concentrarsi sui capelli. -Devi aiutarmi a introdurmi in casa di Alejandro, ho scordato una preziosa collana da lui, la rivoglio!- in un primo momento si godette l'espressione confusa di Harold.
-Tutto qui?- chiese dubbioso. In realtà  Heather avrebbe voluto approfittarne per giocare qualche tiro mancino all'ex, ma non riusciva a decidere. Il coinvolgimento emotivo la metteva in difficoltà, odiava ammetterlo. -Non ne sono sicuro...- era lusingato che Heather riconoscesse le sue doti di scassinatore, ma gli sembrava azzardato.
-In cambio potrei aiutarti a prenderti una piccola vendetta su Leshawna.- ma al suo sorriso si vide rispondere con un'occhiataccia. Forse non avrebbe dovuto esserne sorpresa. “Strategia sbagliata? Oh... gli piace ancora? Patetico... non cambiare mai, eh?”
-Potremmo non funzionare come coppia, ma... siamo ancora amici...- disse un po' titubante. Si accorse che Heather stava ridendo, aggrottò le sopracciglia.
-Ci credi davvero? Poi l'importanza che da Leshawna all'amicizia... dovresti sperare che si scordi di te e ti stia lontana.- Harold era troppo irritato per percepire l'amarezza nel suo riso. Si alzò per andarsene. -Perchè voi due non capite mai quando vi do un consiglio o un avvertimento?- sembrò frustrata, ma non ne era sicuro, Heather sapeva essere una brava attrice.
-Ah, quindi saresti preoccupata per me?- doveva risultare sarcastico, ma era troppo insicuro mentre tornava al tavolo.
-No, non intendevo questo... Ma saresti più intelligente a evitarla, insomma, è un'energumena manesca. Io almeno non picchio nessuno.- Harold la guardò incredulo.
-Ehm... Mi hai preso a pedate giusto l'altro giorno, solo perchè non volevo ascoltarti...-
-Erano pedate di incoraggiamento! Così abbattuto eri raccapricciante, più del solito...- le aveva fatto provare senso di disagio quel giorno. -Allora, visto come sono premurosa?- sbottò infastidita.  -Poi non sembravi neanche farti male, era come stuzzicare un cadavere. Se ti avessi danneggiato non mi avresti richiamato, no? O sei così masochista?- non era stato dell'umore per pensarci quel giorno, ma ora ricordò quasi divertito il modo in cui Heather sembrava frustrata dal non riuscire a fargli fare neanche una piega. “Ho una buona resistenza, che credevi?” pensò sorridendo.
-Sì... masochista probabilmente...-  
-Eh? No... non era per quello...-
-Però non hai lividi e hai ancora tutti i denti mi pare.- gli fece notare sorridendo amaramente, il dente d'oro era stato sostituito, ma quello che le era stato fatto saltare da lei non sarebbe ricresciuto.
Harold cercò nuovamente di sciogliere il nodo con fare nervoso. -Leshawna è molto impulsiva e può lasciarsi trascinare senza tenere conto degli altri.- disse tornando a guardarla. -Ma non lo fa per cattiveria.-
-Questo non la giustifica!- ”Che altro potevo aspettarmi da lui?”
-Credo si sia trattato di una questione di orgoglio... Aveva fatto una pessima figura, si era sentita manipolata. Sentiva il bisogno di concentrare l'attenzione su altro e nessuno le stava facendo problemi per quello che ti aveva fatto, al contrario...-
-Mi ha usato come capro espiatorio, quindi? Ho capito...- sorrise in qualche modo divertita. -E tu senti così tanto il bisogno di prenderne le difese e giustificarla come fosse una creaturina indifesa?- chiese beffarda. -Oppure non ce ne è bisogno, se sono io la vittima, va bene a tutti.-
-La differenza fra voi è che sei più debole, quindi fai meno danni? Per questo saresti nel giusto?-
-Ah, ma a me non interessa essere nel giusto, io voglio...- si bloccò. “Voglio cosa?”
-Sì, chi ha più forza ha anche più responsabilità, credo...- sospirò Harold strofinandosi le mani fredde. -Ma indipendentemente da questo, anche se non sei mai stata una buona amica, ma nemmeno così terribile...-
“...Non terribile? ...Io?”
-Avrei dovuto dirle qualcosa per il modo in cui ti aveva trattata...-
Heather si sentì di nuovo a disagio.-Non mi aspettavo niente da te!- sbuffò. -E nemmeno da lei... Certo, magari se non la lodassi per ogni cosa che fa...- aggiunse infastidita.
-Forse non ero esattamente il più adatto a ispirarla ad essere una persona migliore...- ammise abbattuto, chinando leggermente il capo.
-Eravate una combinazione terribile! Tu poi per prenderne le difese! Mi sorprende che non siamo finiti per tirarci i capelli avvicenda quando ho parlato male di lei!- ma il ragazzo rimaneva con lo sguardo basso e perso nel vuoto. Se non si lasciava smuovere neanche da quelle parole c'era davvero qualcosa che non andava... “Ti sei lasciato indebolire così?” pensò inorridita.
-Hai ragione ad avercela con Leshawna...- finalmente la guardò. -Ma evita di agire contro di lei...- aggiunse serio e vagamente minaccioso.
“Si è ripreso?” -Bravo cavalierino! Anche se al servizio della signora sbagliata!- rimase stranito dalla presa in giro. -Però dovresti riconoscere che da me certi comportamenti te li aspetti, da Leshawna invece... quindi mi ha solo manipolata! Anche quando mi ha detto quelle cose per guadagnarsi la mia amicizia... in effetti solo qualche giorno dopo rideva già di me al dopo show...- disse fra sé e sé infastidita. Harold era sbigottito. -Che c'è?!- ringhiò lei.
-Eh, a parte che Leshawna non ha peli sulla lingua e ha da ridire e ridere su tutti, nemici e amici...- “Non fa caso ai sentimenti altrui... ma amo questa sua crudeltà inconsapevole...” Harold si riprese e continuò -Ma Heather... quando parli di essere manipolata... ti riferisci a quella specie di canzone di incoraggiamento dell'episodio sui film sportivi?- interpretò il silenzio della ragazza come un sì. -La canzone esplicitamente ruffiana, fatta a posta per farsi perdonare di aver detto delle cattiverie?!- era incredulo e divertito, a differenza di Heather. -Non ti ha neanche detto chissà che cosa di così carino, si è limitata a un complimento sul tuo aspetto fisico! Era ovvio che non potevi prenderla sul serio! Mi sono dimostrato più freddo io di te nei suoi confronti!- disse intenerito mentre Heather arrossiva e digrignava i denti. -Le è bastato un complimento da poco per farti sciogliere... sei così abituata ad essere trattata male da chi sa come sei fatta...-  sospirò, ora si sentiva in colpa per non aver considerato i suoi sentimenti. -E' normale che ti sia sentita ferita... e so come ci si sente a cercare di essere amico di qualcuno che non ti considera...- se non trovava un modo per sfruttarli nell'immediato, Heather mal sopportava i tentativi di entrare in empatia, erano una perdita di tempo.
-Ok! Ho sbagliato ad abbassare la guardia nei suoi confronti! È che non me lo aspettavo! Poi lei ha detto che potevo contare sulla sua amicizia... la devo rivalutare come bugiarda e come stratega probabilmente...-
-Non le era di alcuna utilità strategica, oltre a non essere da lei, lo sai anche tu... Non penso volesse mentirti, forse vedendo quanta importanza avevano avuto per te le sue parole e come ti eri fatta affettuosa nei suoi confronti...-
-Ok! Finiamola qui!- lo interruppe irritata -Anzi! Un corno! Se era sincera è peggio! Non riesce proprio a mantenere un rapporto quella!- pensò ad alta voce.
-Veramente con me...-
-No, lasciamo perdere!- cambiò idea di nuovo.
-...Stai bene?-
-Sì... torniamo Alejandro invece...-
-Perfetto. Come ti ha fatto sentire la rottura? Parlami di cosa sent...- Heather lo interruppe di nuovo.
-Non in quel senso! Ma mi stai prendendo in giro?- lui si limitò a sorriderle, non sapeva come interpretarlo. Forse era solo più rilassato perchè non si parlava di Leshawna. -Vuoi aiutarmi, sì o no?-
-Eh...-
-Davvero non ti piacerebbe fare un torto ad Alejandro? Quello che ha manipolato sia te che Leshawna?- cercò di essere accattivante. Il volto di Harold si deformò in un sorriso maligno, ma durò un attimo, poi il ragazzo distolse lo guardo.
-Non saprei davvero...-
-Hai sorriso, ti ho visto!- Il ragazzo cercò di fare il finto tonto mentre Heather continuava ad incenerirlo con lo sguardo.
-Va bene!- Heather era finalmente soddisfatta. -Ma mi aspetto parte dei guadagni della vendita della collana.- Heather non ci aveva nemmeno mai pensato. Harold fu incuriosito da quell'espressione titubante.
-Eh... Perchè no? Venderla... sì...-

Dovettero vedersi varie volte per organizzare il piano. L'atmosfera fra i due era meno tesa, Heather aveva anche rinunciato a tagliargli i nodi a tradimento.
-Sei proprio sicura di voler violare una proprietà privata?- chiese Harold, mentre ricontrollavano le piantine di casa Burromuerto che aveva disegnato sotto la guida di Heather.
-Perchè non dovrei?-
-E' che a volte mi sembri quasi una brava persona...- disse Harold. Probabilmente era solo una scusa, ma Heather lo guardò con pietà.
-Tu hai problemi...-
-Se ci sei rimasta male per Alejandro, ci sono altri modi in cui potresti sfogarti.-
-Di la verità, hai paura, ma non hai il coraggio di tirarti indietro, così vuoi che sia a cambiare idea.- lo prese in giro. -Oppure sei scocciato all'idea di rischiare di perderti le festività invernali per andare fin in Sud America. Io tutta questa voglia di passare del tempo in famiglia non ce l'ho... In ogni caso, ti sbagli, non ci sono rimasta male, è lui ad averci perso.-
-E allora perchè non gli chiedi di ridarti la collana come farebbe una persona normale?- le chiese infastidito. -Era un suo regalo e hai paura che lui pensi che ci tieni?-
-Vai troppo di fantasia, tu!- lo avvertì minacciosa. -Ho detto “preziosa collana”, è normale che la rivoglia. E poi se ci tenessi non la venderei...- si osservarono, che l'avrebbero venduta non ci credeva fino in fondo nessuno dei due. -In ogni caso, ti stai impicciando troppo per i miei gusti.-
-Cavolo, se devo essere coinvolto, voglio almeno saperne il motivo!- Se Heather preferiva chiudersi a riccio, Harold avrebbe dovuto lasciarla fare, ma un po' la curiosità, un po' la scarsa capacità di capire quando non parlare, glielo impedivano. “Però questo atteggiamento potrebbe ritorcesi contro di lei.” Forse c'erano stati dei momenti in cui la difesa di spine di Heather si era diradata lasciando intravedere una ragazza leggermente diversa. “Ma se sono le stesse persone a farti abbassare la guardia a ferirti, le cose si fanno più complicate...”-Se le avessi detto quello che provavi, forse...-  si lasciò sfuggire. Heather lo guardò di traverso, Harold sospirò. -Magari se avessi detto a Leshawna come ti aveva fatta sentire, lei avrebbe capito di aver sbagliato...-
-Ah...- fece con una nota amara. -Ha bisogno che le si dica esplicitamente “AHI” perchè capisca che sta facendo male?- chiese sprezzante. -Inoltre perchè avrei dovuto farlo? Per aiutare la tua bella a crescere come persona?- disse con fare melodrammatico.
-Non lo dicevo per lei! O forse un po' sì... Ma lo dicevo soprattutto per te, maledizione!- Heather lo guardò sorpresa, come osservasse uno strano fenomeno. Lei non era una persona magnanima e incline al perdono. Se era arrabbiata con qualcuno trovava il modo di fargliela pagare. Ma con Leshawna non aveva tentato nulla e finchè non avevano parlato e non l'aveva in qualche modo stuzzicata,  non aveva neanche dimostrato rancore per quello che le era accaduto. “Come se avesse accettato tutto passivamente, come se in qualche modo sentisse di meritarlo... non meritava un'amica di cui potersi fidare e quella era la sua punizione per aver abbassato la guardia... Sarebbe così triste...” Quell'ipotesi stava perseguitando Harold da qualche giorno. “Forse vado davvero troppo di fantasia e mi preoccupo per niente... magari è colpa del suo corpo...” si giustificò. Era bella, senz'altro!
-E in che modo avrebbe dovuto aiutarmi? Sentiamo...-
-Beh, poteva farti chiarire e razionalizzare magari... anche per evitare di ritrovarti a compiere atti stupidi per sfogare la frustrazione... come un furto per esempio...-
-Non è un furto, la collana è mia! Quindi... accetti che la tua cara Leshawna sia stata pessima nei miei confronti?- osservando quell'espressione contrariata, Heather si preparò a sentirlo mentre la giustificava come al solito.
-Può capitare di non tenere conto dei sentimenti altrui...- non lo sopportava quando faceva così ma sembrava più forte di lui. -Nessuno di noi due può dire di non averlo mai fatto... anzi, si può dire che uno di noi due lo faccia quasi per sport.- le sorrise, Heather alzò le sopracciglia mente i lati delle labbra erano tesi e continuavano a puntare verso il basso, poi si rilassarono, alla fine sorrise anche lei.
-Già, modestamente in questo sono una campionessa.- si vantò. -Ma sei comunque insopportabile. Non state insieme, perchè devi farle da avvocato?- domandò stiracchiandosi. Harold sviò il discorso
-Anche tu ed Alejandro vi siete mollati, eppure sembra che io non possa nemmeno nominarlo.- era rimasto un po' sorpreso e abbastanza deluso, si era aspettato di sentirla parlar male di Burromuerto continuamente, invece sembrava un argomento doloroso o forse non voleva dare l'impressione che le interessasse. -E poi, la nostra azione peggiore non rappresenta ciò che siamo davvero. La penso così...-
-Magnifica giustificazione per mettersi in situazioni di merda!- sorrise con aggressività. Le dava sui nervi, si... ma una parte di lei cominciava ad apprezzare le loro chiacchiere. -Se non per le azioni, attraverso cosa dovremmo conoscere le persone?- disse un po' più costruttiva.
-Sì, ma io conosco già Leshawna, posso andare oltre un suo momento di fragilità, è questo il punto.- spiegò determinato nella sua posizione.
-E di me?- domandò sotto un impulso di curiosità -Cosa pensi di me?- ripetè come fosse una sfida. Harold si sentì preso alla sprovvista, la prima parola che gli venne in mente il quel momento fu “preoccupante”, ma ebbe la fortuna di riuscire a riflettere prima di parlare o forse il pensiero era stato più veloce della lingua proprio perchè ciò che voleva dire era incerto. Nel mentre Heather tamburellava sul tavolo con le dita, con ritmo sempre più veloce.
“Sei minacciosa, ma mi fai preoccupare per te... o forse mi preoccupo proprio perchè sei minacciosa... sì, forse ho un debole proprio per le ragazze così, bel destino tragico... però...” -Continuo a pensare che se fossi un po' meno perfida e ti aprissi agli altri anziché respingerli preventivamente, piaceresti a molte persone.- Heather accolse la risposta con una smorfia di fastidio, poi rise.
-Sì, certamente! Se fossi più gentile piacerei a tutti, come no...- si innervosì. -A volte stare per conto proprio è la scelta migliore! È andata male anche con chi teoricamente era più simile a me quindi figuriamoci con gli altri! Ale... si lamentava che non lo tenevo abbastanza in considerazione, che volevo primeggiare in tutto... Bleah! Come se lui fosse Capitan Modestia e Romanticismo! E poi quando mai gli ho detto che era l'amore della mia vita o che per me era più importante di qualunque altra cosa?- “Forse mi sarei potuta innamorare, lo credevo possibile... ma quell'essere lamentoso e viziato non me ne ha dato il tempo!” sperava fosse rimasto un pensiero e non l'avesse detto ad alta voce. Harold, col suo volto pensieroso, non l'aiutava a capirlo. Rimase in silenzio prendendosi il tempo per sbollire. Non voleva piangere per la frustrazione, preferiva preservare le lacrime per quando le sarebbero state utili.
-Trattare gli altri come oggetti di poco conto fa parte della tua natura o è una reazione difensiva?-
-Eh?- cominciava a credere che a pensare ad alta voce, fra i due, fosse lui.
-Considerando la variabilità della della specie umana è improbabile, ma mettiamo che esista qualcuno che non possa piacere agli altri, anche se non nuoce a nessuno, se non cambiando la sua natura e che questo faccia sentire la persona repressa e non realmente accettata. La situazione sarebbe tragicamente ingiusta.- disse quasi solenne. -Bisogna avere il diritto di esistere per sé stessi e stare bene, non si può avere il diritto all'esistenza solo in base a quanto si piace agli altri. Non si può essere condannati solo perchè si è nati con un determinato temperamento...- sospirò. -Non penso sia questo il tuo caso, però.-
-Perchè non sono una poveretta che non fa del male a una mosca?-
-Non sei neanche un'assassina o una che si renderebbe colpevole di tortura e sevizie varie e mi sembri meno cattiva di quello che vuoi pensare, inoltre...-
-Hai degli standard di brava persona davvero ampi!- scherzò. Harold si innervosì.
-Quello che intendevo è...-
-Però mi congratulo con te, hai migliorato le tue capacità di analisi.- lo interruppe.
-Oh... grazie!- rispose lusingato. -Ovviamente crescendo ho imparato ad articolare meglio il mio pensiero, sono maturato e ho sviluppato un metro di giudizio tutto mio. Non sono più un ragazzino di sedici anni...- era buffo quando si sentiva apprezzato e autorizzato a vantarsi, quasi le dispiaceva prenderlo in giro.
“Quasi...” -Certo, ormai a diciotto anni sei un uomo vissuto.-
-Diciannove...- precisò meno entusiasta. Ma anche offendendolo lui non si sarebbe vendicato col silenzio. Era insopportabile stare con una persona che respirava, ma la ignorava come fosse morta.
“E' troppo solo per ignorarmi e perchè io non gli piaccia...” se avesse voluto avrebbe potuto procurarsi compagnia anche se temporanea, ma erano soli entrambi...
-Aspetta! Non era di questo che volevo parlare!- disse esasperato. Heather riprese a ridere. -Guarda che avevo da dire qualcosa di carino su di te...- la guardò di traverso. Anche se non voleva, il viso di Heather si illuminò di curiosità. -Perfida o no, il tuo modo di essere piace a diverse persone.- “Potrei essere un po' invidioso forse, ma...” -Piaci a me per esempio...-
Aveva il dubbio di piacergli davvero... -Non c'è bisogno che sia tu a dirmelo, so di piacerti.- disse eccessivamente compiaciuta, tanto che Harold si sentì a disagio.
-Però non è che trovarti attraente e interessante significhi amarti...-
-Che fai? Lanci la pietra e poi nascondi la mano?- lo prese in giro.
-Beh, probabilmente metà della popolazione ti troverebbe attraente!- si infastidì di più vedendola ridere, o forse no... aveva una bella risata.
-Oh, ti ringrazio!- “Quanto fai schifo a sminuire, santo cielo!” ma col diminuire del riso, scomparve anche l'entusiasmo. -Beh, poi non capisco come tu possa preferire Leshawna a me...- interruppe Harold prima che potesse dire qualcosa. -Lo so, lo so. L'amore e bla bla, cose così...- sbuffò. -Però è frustrante, con o senza Leshawna, piacerti non mi è servito a nulla...- lo guardò storto.-Il milione poteva essere mio, invece...-
-Non capisco. Che avrei dovuto fare, scusa?-
-Vedi, quando ho pensato di aver bisogno di aiuto per riprendermi la collana, ho pensato di scegliere te o Duncan. Così ho cercato di riflettere sui nostri trascorsi per capire chi fosse il più adatto e mi sono accorta di alcune cose che non mi sono chiarissime... Per esempio, tornando all'episodio sulla sfida sportiva, capisco che non volessi eliminare Leshawna, ma com'è che ti sei alleato con Duncan contro di me?!-
-Beh... lui un'alleanza me l'ha proposta per prima, tu non ci hai pensato... forse rispetto alla prima stagione hai perso qualche colpo.-
-Davo per scontato che non avessi motivo di fare l'amicone con Duncan!-
-Non è che tu con me sia stata così più carina con me di Duncan! Perchè avrei dovuto preferirti a priori?-
-Perchè in teoria dovevi provare rancore nei suoi confronti ed essere attratto da me, forse?-
-Sbarazzarmi di Duncan non mi interessava molto... Non sono uno che non serva gelosamente rancore, consideralo un difetto se ti va...-
-Probabilmente sei semplicemente uno di quei tipi che esplodono quando quando accumulano troppa rabbia repressa poi tornano tranquilli. Ho sopravvalutato il tuo rancore come potevo prevederlo?!-
-Forse non sei nemmeno così brava a coltivare e mantenere le alleanze, cara la mia geniale manipolatrice...-
-Credo invece che qualcosa nel tuo cervellino bacato ti impedisce di eliminare Duncan quando sarebbe la cosa più sensata. Ne sa qualcosa Courtney e... fra l'eliminare lui e Leshawna... ricordami, chi hai scelto?-
-Facciamo tutti degli errori...- si giustificò.
-Ora che ci penso, tu hai votato per far vincere lui o Beth?-
-Non ricordo...- disse elusivo. -Ho scelto chi mi aveva divertito durante le prove che avevo scelto per loro...- Heather lo guardò storto. -L'ho detto, non sono uno che tiene rancore!-
-Già, sei troppo ingenuo per decidere saggiamente di chi devi fidarti in base all'esperienza.- gli sorrise amabilmente. -Mi spiace, visti i tuoi bassi standard immagino che il delinquentello ti facesse simpatia, un peccato che non ti abbia più dato conto. Tranquillo, quella mezza calzetta non ti merita come vittima.- scherzò prima che potesse ribattere.
-Non abbiamo avuto molte opportunità di vederci.- poi si interruppe. -Fortunatamente! Ovviante non mi interessa. Non mi riferivo certo a lui quando ho detto di capire come ti sentivi per Leshawna! Non sono così malato da ricercare le attenzioni di bulletti e ragazzi sadici! N-nemmeno di ragazze sadiche ovviamente!- si fermò vedendo che Heather stava per scoppiare. -Lieto di farti divertire...- la fulminò con lo sguardo. Vide una testa con due lunghe code scure sbucare da dietro la porta di una stanza socchiusa. -Credo che la tua sorellina voglia salutarti...-
-Monique! Se hai qualcosa da dire esci fuori invece di origliare!- disse brusca. Una quattordicenne con un vaporoso vestito viola si fece avanti timidamente.
-Mi stupisce solo che nonostante il tuo fidanzato tu stia con questo buffo tipo, tutto qui... le tue compagnie sono peggiorate, sorellina. Ti ho visto con una gigantessa con i capelli viola e ora con questa... pertica...- disse cercando un insulto.
“L'insulto meno sentito mai ricevuto...” commentò fra sé e sé Harold.
-Eri molto più simpatica prima di cercare, maldestramente, di fare la velenosa.- sentenziò Heather poco colpita. -Questo ruolo neanche ti si addice.- disse scompigliandole i capelli scuri. -E la tua bellezza non può neanche lontanamente avvicinarsi a quella di tua sorella maggiore, modestamente.- sorrise compiaciuta. -Poi se vuoi sembrare più matura dovresti evitare lo stile bambola di porcellana.-
-Gotich lolita...- la corresse Harold.
-Tu non hai la minima idea di cosa sia l'eleganza!- disse Monique rivolgendole una linguaccia e battendo in ritirata verso la tua stanza.
-Pensa ancora che stai con Alejandro e che tu debba andare a trasferirti da lui come programmato prima che vi lasciaste?- Heather sentì come la pelle d'oca.
-La mia vita privata non è affare di quella bimbetta!-
-Magari ha paura di sentirsi sola se tu lasci la casa...- ipotizzò Harold.
-Ha sempre quel simpaticone di mio fratello, si preoccupa di più del fatto che possa portarle via il gatto! E poi lo stai rifacendo...- sospirò scocciata. -Smettila di vedere i tuoi problemi nelle altre persone...-
-Ti assicuro che è triste quando una persona che sei abituato ad avere fra i piedi quotidianamente lascia la casa...- Sua sorella si stava trasferendo, tornava di tanto in tanto per prendere roba. Era inevitabile che accadesse, ma c'era comunque qualcosa di malinconico nell'assistere alla stanza della ragazza che si svuotava. “Presto non avrà più oggetti per cui tornare... beh, è giusto così.” ma in un moto di infantilismo le aveva comunque nascosto dei libri... -Quali sono le altre volte in cui l'avrei fatto? Sentiamo...- la sfidò.
-Sei tu quello con i genitori divorziati, tanto per cominciare....-
-Trovavo più probabili i genitori divorziati piuttosto che...-
-Piuttosto che una famiglia che mi odia?- continuò Heather come se non le importasse.
-N-non stavo per dire...- forse gli sarebbe scappato. Più per fare maldestro e poco tatto che per cattiveria. Sembrava che Heather sapesse incassare e che le crudeltà non potessero scalfirla, ma questo non rendeva Harold più tranquillo. -Non ti odiano, forse li infastidisci solo un po'.- “Taglia! L'ultima era da tagliare!” pensò nel panico.
-Certo, come no...- rispose Heather recitando la sua parte.
-Puoi passare il natale con la mia famiglia se ti va.- propose per riparare.
-Anche il discorso sul diritto di esistere nonostante il piacere o no agli altri, era riferito a te stesso, non è così?- continuò Heather ignorandolo.
-In passato ho provato a compiacere gli altri.- si fermò ad osservarla, non sarebbe stato stupito di scoprire che Heather in passato avesse provato a fare lo stesso. A volte sentiva di conoscerla anche se di lei sapeva poco. -Ma mi sentivo a disagio e gli altri non mi accettavano comunque quindi ho cominciato a fregarmene dell'opinione altrui... sì, parlavo un po' di me... ma siamo nella stessa barca, non è così?-
-Io non cerco di fare la brava persona, so che non fa per me. Non che tu ci riesca così bene nonostante la tua ingenuità.-
-Non sono ingenuo! E non cerco di “fare il bravo” per gli altri, lo faccio per me, aspiro ad essere una brava persona.- ammise. -Ci provo... Anche se, in un certo senso, ammiro il tuo fare la vile manipolatrice in mondovisione anche se questo si rivolta inevitabilmente contro di te. Stupido e controproducente, ma affascinante.-
“Che è? Una presa in giro travestita da complimento?”
-Ma sei sicura che sia nella tua natura più profonda e che ti faccia stare bene? In questo momento non mi sembri così. E in generale, non mi sembri neanche psicopatica... Abbiamo tutti un modo per difenderci dagli altri e non so che esperienze tu possa aver avuto, ma non c'è niente di intrinsecamente repellente nel tuo modo di essere, specie quando non sei perfida ad ogni costo...- lei rimase zitta, poi si morse il labbro.
-Ma sì, anche io non disprezzo il tuo non curarti del fatto che gli altri ti trovino imbarazzante, stupido, disgustoso, infantile...- evitò di rispondergli seriamente. Harold sbuffò -Ma dell'opinione di Leshawna ti preoccupi fin troppo per i miei gusti.-
-Le persone a cui tengo sono le uniche di cui mi interessa l'opinione.- ritrattò. -E' normale, no?-
-Meh...-
-Lei si è interessata e preoccupata per me, di come venivo trattato. Mi trovava strano ma mi ha voluto conoscere comunque. In quante dopo aver aver scoperto che ero interessato a loro avrebbero fatto lo stesso? Potrà fare degli errori, anche grossi, ma è una brava persona anche se non è perfetta.- pur difendendola fin dall'inizio, c'era stata una parte di lui che si era sentita presa in giro, ma ora i rimasugli della rabbia erano svaniti. “ E' stato meglio prendermi una pausa di riflessione... per non perdere anche un'amica.” Sentì un piccolo applauso.
-Sai rendere esagerate, melodrammatiche e artefatte tutte le tue dichiarazioni, ma 'sta volta sei stato inquietantemente sincero su te e lei.- rise. -E quindi, mi stai dicendo che i tuoi sentimenti non dipendono solo da una perversione masochista?-
-C-cos..? Ah...- sospirò. -Però devo ringraziarti...- Heather fu sorpresa. -In un certo senso sei stata tu a tirarmi fuori dalla mia stanza. Se non fosse stato per te avrei passato un inverno molto noioso e deprimente! Comunque...- prese a sorridere curioso. -Che opinione hai di me?-
Heather buttò una gomma contro Harold, lui si spostò. -Che sei bravo a schivare.-disse con un sorriso serafico. C'era già stata troppa sincerità per i suoi gusti.

Il giorno in cui dovevano andare all'aeroporto per dirigersi da Al arrivò -Allora, rispondimi per bene...- le chiese Harold all'improvviso. -Perchè hai deciso, tu, di introdurci in casa del tuo ex?-
-Per riprendermi una collana che ho scordato da lui...- rispose perplessa. -Hai forse preso una botta in testa, di recente?-
-Inviato...- disse Harold schiacciando un tasto del telefono. -Leshawna ha insistito che le inviassi una tua confessione in caso ti venisse voglia di fregarmi o di riappacificarti con Alejandro dando a me tutta la colpa dell'intrusione.- spiegò Harold. -Niente di personale ma...-
-Hai parlato di questa cosa con Leshawna?!- esclamò incredula e infastidita.
-Visto che le importa di me?-
-Forse le viene difficile non preoccuparsi di una persona che le fa te... pena volevo dire... In fondo non è così male...- si fece sfuggire. Poi si ricordò di come si era comportata con lei. -Col cavolo che non lo è!- venne interrotta dallo squillo del telefono, era sua madre.
-Dove diavolo credete di andare?!-
-All'aeroporto, non ti ricordi? Per...-
-I voli sono stati cancellati, è prevista una bufera di neve! Tornate dritti a casa!- Heather si sentiva sollevata... La ferita stava guarendo da sola e riprendere la collana le sembrava sempre più una scusa per rivedere Alejandro.
-Heather? Chi era al telefono?- Il mal tempo era un ottima scusa per rinunciare senza dover ammettere nulla. -Heather? Ci sei?-
-Cambio di programma, torniamo a casa... E' prevista una bufera di neve, niente volo. Certo che potevi preoccuparti di controllare il meteo!-
-Potevi farlo anche tu...-
-Di la verità, un po' ci speravi di avere una scusa per delinquere, eh?- Heather era stranamente allegra per una a cui avevano scombinato i piani.
-Ma che dici?!- sbuffò Harold. -Comunque sei ancora invitata per Natale, se ti va...-
-Continua a chiedermelo. Forse potrei impietosirmi e accettare... o forse no...- disse sommessamente, approfittando di una folata di vento.
-Che?-
-Niente.- rispose con un sorriso malevolo. -Assolutamente, niente...-
-Se il tempo peggiora posso fermarmi da te? È più vicino...- disse innocentemente.
-Meh, se ti succede qualcosa non mi va di essere accusata, quindi va bene.-


Angolo dell'autrice:
Questo capitolo è stato molto travagliato, anche perchè è un periodo piuttosto travagliato. L'ho riscritto, cambiato il finale e tagliato parti molte volte e alla fine eccomi qui! In un finale avevo anche ammazzato una comparsa... poi ci ho ripensato e l'ho fatta finire all'ospedale... poi l'ho tolta completamente...
Spero davvero possa piacervi e non risultarvi pesante nonostante la lunghezza. Si tratta di due personaggi e una “coppia” per cui provo sentimenti contrastanti, ma che in un certo senso sono il motivo per cui mi sono affezionata a questo cartone, forse si tratta di personaggi con cui è un po' difficile empatizzare, per cui spero di aver fatto un buon lavoro. Non volevo né giustificare, né rendere innocente Heather, volevo provare a trattare il suo punto di vista e ciò che può provare, anche tramite Harold. Sarei curiosa di sapere il vostro parere, positivo o negativo che sia.
Grazie a tutti quelli che sono arrivati a leggere fin qui, non so quanto spirito natalizio possa trasmettere questa storia... In ogni caso, spero stiate passando buone vacanze.
A presto!

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Capitolo 12
*** Duncan&Crimson ***


Il cimitero diventava un luogo di aggregazione solo durante i giorni dedicati ai morti, in cui si riempiva del colore dei fiori e delle voci di grandi e piccini, gli altri era perlopiù deserto. E Crimson lo preferiva in quel modo, le appariva molto più naturale. Del resto era un luogo sacro dedicato ai morti, non a quei vivi rumorosi che li evitavano e ignoravano la morte per gran parte dell'anno. Le era sembrato il posto migliore per dare appuntamento ad un demone come quello che si era avvicinato a lei quattro giorni prima.

Quella sera era emerso dalla folla, probabilmente evocato dalla musica, e si era diretto verso di lei con andatura sgraziata e barcollante. Le fece tornare in mente la severa voce della nonna“Il diavolo è zoppo!” Sua nonna aveva scordato di aggiungere cose come “Ha un alito pestilenziale che sa di vomito.” e “Si capisce poco e niente di quello che dice, parla come un ubriaco.”
Alla fine Crimson, paralizzata dalla paura, non aveva potuto fare a meno di rispondere di sì con un cenno della testa alle domande dell'oscura creatura e si erano scambiati il numero di telefono.

Ne era consapevole, non poteva essere davvero un demone, Crimson doveva essersi fatta suggestionare dall'atmosfera del locale e, intimidita dall'improvviso approccio del ragazzo, aveva lavorato troppo di fantasia. Ma uscire con quel ragazzo poteva essere una buona occasione per sbarazzarsi di quella timidezza tutt'altro che adatta ad una creatura della notte come lei. In realtà gli aveva dato appuntamento al cimitero anche perchè era uno dei pochi luoghi in cui si sentiva sicura e a suo agio durante il giorno...
Cominciò a sentire il trillo del diavolo di Tartini, era la sua suoneria. Non era davvero lugubre come il nome suggeriva e qualcuno si sarebbe stupito di sentirla partire dal suo telefono al posto di qualche brano metal, ma aveva un che di poetico... era così assorta nell'ascolto che quasi si scordò di rispondere. “Forse dovrei cambiarla...” -Pronto...-
-Dove cazzo sei?!- esclamò una voce esasperata al telefono. Era il demonio.
-Sono seduta sulla lapide di tua nonna, pensavo che in questo modo mi avresti trovata più facilmente.- rispose Crimson con il suo solito tono monocorde.
-E chi se lo ricorda dove sta la tomba di mia nonna! Aspe'... Tu come cazzo hai fatto a scoprire dove si trovava?- sembrava troppo angosciato per non essere un umano... la sua prima impressione doveva essere stata sbagliata, forse nonostante l'apparenza era un ragazzo normale, troppo normale...
-Dimostrare interesse per i tuoi morti mi sembrava un'idea appropriata.- avrebbe dovuto capirlo dai capelli fra l'azzurrino e il verde acqua del tipo che non era poi così minaccioso, chi altri avrebbe scelto un colore che richiamava pericolosamente la calma interiore? Anche gli occhi del ragazzo, ora che ci pensava, erano di un disgustoso azzurro acqua marina, forse tradivano la sua anima...

Duncan sgranò gli occhi, rimase in silenzio a riflettere. Perchè si trovava li? Chi glielo aveva fatto fare?!
-Ehi, ci sei?- chiese la voce priva di emozioni.
“Forse dovrei mollarla qua e andarmene...” si disse massaggiandosi le tempie. Magari era anche una serial killer e l'aveva trascinato in un cimitero deserto per ucciderlo.
-Sì, ci sono. Aspettami, in un modo o nell'altro ti troverò!- sbuffò. “Non esiste che io mi faccia intimorire da una ragazza pelle e ossa! Sono stato pure in galera!”
Quattro giorni prima, durante una serata dedicata al metal nel suo locale preferito, aveva “un po'” alzato il gomito e i suoi amici lo avevano sfidato a chiedere il numero di telefono ad una goth a caso... o almeno questo era quello che gli avevano spiegato gli amici dopo che si era svegliato con i postumi della sbornia e questo numero di telefono scritto lungo il braccio.
Aveva accettato di uscire con questa Crimson, di cui non ricordava bene neanche l'aspetto, più per curiosità. Che tipa doveva essere una che gli scriveva un numero di telefono utilizzando i numeri romani e con una calligrafia tutta fronzoli? Doveva averci messo un'eternità per scriverglielo...
Certo, dopo aver passato un'ora a cercare sta tipa al cimitero cominciava a pensare che non valeva la pena sprecare tutta quest'energia per conoscere meglio una stramboide... forse gli mancavano i tipi strani che aveva conosciuto al reality ed era stato guidato dalla nostalgia, per quanto trovasse fastidioso ammetterlo.
Finalmente la trovò e i ricordi del loro primo incontro cominciarono a riaffiorare , Crimson aveva dei lunghi capelli bianchi davanti, neri nella zona posteriore e lo stesso trucco pesante di quella sera sul viso dai lineamenti dolci e tondeggianti. Sulla pelle portava una spaventosa quantità di cerone... si chiamava cerone quello con cui si truccavano le donne? Forse era cipria? Amianto? “Chi se ne frega del make up e tutta quell'altra roba... ma comunque... no, decisamente non è amianto...” pensò divertito ricordando che si trattava di materiale cancerogeno. Appena lo vide accennare un sorriso, Crimson lo guardò in modo strano, Duncan ricambiò con uno sguardo torvo. “Ma che vuole 'sta qua? Non si può nemmeno più sorridere?” per un attimo ebbe l'impressione che la sua occhiataccia avesse provocato un'espressione rilassata sul viso di quella strana tipa...

Duncan era riuscito a convincerla ad uscire dal cimitero, in teoria Crimson era d'accordo, ma mentre la conduceva per mano, il ragazzo aveva l'impressione che si fosse fatta rigida come una pietra e che puntasse i tacchi sul terreno come se stesse opponendo resistenza e non volesse davvero spostarsi...
-Eh...- sospirò. -Tutto ok?- chiese perplesso. Lei rispose chinando una volta il capo. Il viso della giovane sembrava in ceramica e la sua espressione non variava di una virgola apparentemente. Se non avesse sbattuto ogni tanto le palpebre coperte di nero l'avrebbe presa per morta...
Il volto di Crimson era di suo poco caloroso, ma sembrò diventare man mano più corrucciato... Mentre uscivano dal cimitero cominciarono a sentire delle voci infantili e più si allontanavano, più si facevano forti. Duncan lo collegò intuitivamente con l'umore nero della ragazza.
Cominciò a ridacchiare “Ed io che credevo che Courtney fosse rigida!” rise anche per i ragazzini, erano quattro, fra gli otto e dieci anni. Giocavano lanciandosi gavettoni, correvano e sfruttavano occasionalmente le auto per ripararsi.
Crimson, attraverso i lunghi guanti rosso scuro, gli piantò le unghie sul braccio e quasi si nascose dietro di lui.
Uno dei gavettoni dei bambini lo colpì. Il colpevole gli corse incontro e quando per fare scena Duncan gli diede un'occhiata feroce il bambino si intimidì e fece qualche passo indietro. Poi il ragazzo ghignò.
-Beh, bel colpo, marmocchio!- scherzò.
-G-grazie...- mormorò il bambino imbarazzato.
-Mi daresti qualcuno dei tuoi proiettili?-
-Eh? Umh... si...- un po' confuso gli concesse qualche palloncino pieno d'acqua.
Crimson lo guardò stranita.
-Così, in caso incrociassimo qualcuno che valga la pena bersagliare...- disse divertito, pensò a diverse persone con cui gli avrebbe fatto piacere divertirsi, anche nel contesto del reality gli veniva in mente qualche persona... “Perchè oggi mi sento così nostalgico?!” si chiese.
Crimson per un attimo schiuse le labbra nere, ma sbattè le palpebre e rimase in silenzio.
-Cosa c'è?- domandò Duncan. La ragazza scosse impercettibilmente le spalle.
-Niente...- ancora silenzio. -La tua energia positiva è sorprendente...- ammise in fine.
-...La mia che?-
-Sei così luminoso quando ridi... Mi riempi di sconforto...- confessò. Duncan la guardò rassegnato, poi ghignò e cominciò a far oscillare un gavettone, come se volesse... Una volta capito Crimson indietreggiò, ma prima che potesse cominciare a correre Duncan le tirò due palloncini, mirò alla faccia.  La ragazza gettò un urlo, si accovacciò e si coprì il viso.
-Dai... era solamente uno scherzo! Non è mica acqua santa!- disse Duncan esasperato. Preoccupato si chinò e le pose una mano sulla spalla. -Ehi... Ehi, stai bene?- lei gli colpì la mano.
-Ti sembra che vada tutto bene?!- esclamò scoprendosi il viso per un attimo. Guardandola in faccia, Duncan, non riuscì a non scoppiare a ridere. Il mascara, la cipria e il fondo tinta, forse cerone o chissà cos'altro si stavano sciogliendo rendendole il viso un ammasso di macchie sfocate nere, bianche e grigie. Crimson con orrore tornò a coprirsi il viso e il ragazzo provò a riacquistare compostezza.
Notando che la povera ragazza continuava a stare accovacciata mormorando senza sosta qualcosa di incomprensibile il ragazzo cercò di aiutarla ad alzarsi.
-Vuoi che ti porti a casa, vero?- annuì agitata e gli si attacco al braccio. Per tutto il percorso per arrivare dov'era posteggiata la moto, Crimson fece il possibile per nascondersi dietro la sua schiena.
Trovare casa delle ragazza seguendo le sue indicazioni confuse e imbarazzate non fu facilissimo, ma alla fine arrivarono a destinazione.
Una volta in casa Crimson si fiondò in bagno urlando sotto lo sguardo stranito di Duncan e quello rassegnato di una donna di mezza età con un maglione rosa che vedendo la faccia di Crimson capì immediatamente.
-Problemi col trucco? Di nuovo?- Duncan confermò. -Questa è la prima e ultima volta che ti vedrò, giusto?- chiese la donna portandosi una sigaretta alla bocca.
-Non che ci sia qualcosa che non va in quella che credo sia sua figlia...- la rossa annuì. -Ma non voglio darle false speranza, Crimson non è il mio tipo e no, non credo mi rivedrà più.- disse schietto.
-Se ti fermi alla prima impressione non sei degno di lei, meglio averlo capito subito.- rispose la donna dopo aver buttato fuori del fumo in viso a Duncan, si sarebbe sorpreso se non fosse stato fatto a posta. -Ma in ogni caso, grazie per averla riaccompagnata.-

Crimson uscì dal bagno priva del pallore che le donava il make up e con la parrucca in mano lasciando scoperti i suoi capelli corti e rossi, fu sorpresa di trovare Duncan ad aspettarla.
-Come mai ancora qui?- chiese indossando una maschera da medico della peste precedentemente appesa al muro.
-Ero solo curioso di che aspetto potessi avere senza trucco.- confessò Duncan. -Come pensavo, l'unico tratto che riconosco è la tua faccia tonda e... non mi aspettavo avessi gli occhi azzurri...-  la ragazza emise un ringhio da dietro la maschera. -Guardami bene.- sorrise Duncan. -Il mio look fa spavento e non ci rinuncerei, ma mica entrerei in crisi se mi ritrovassi senza piercing e con i capelli al naturale.- Crimson ringhiò di nuovo mentre si metteva con le braccia conserte.
-Ti faresti vedere nudo da qualcuno che conosci appena? Ecco, per me è la stessa cosa.- sbuffò.
-Non vedo il problema.- rise Duncan. “Porco” gli sembrò di sentire dalla ragazza. -Non mi sembra la stessa cosa... Ma... beh, alla fine ognuno ha la sua armatura, se la tua è il trucco... ok...- scosse le spalle e si mise le mani in tasca con fare indifferente.
-Grazie...- mormorò Crimson. -Sei stato gentile ad aiutarmi a tornare a casa...- ammise. -Non che non ci sarei riuscita altrimenti... un modo lo avrei trovato...-
-Sicuro! Dai nell'occhio normalmente, non ci sarebbe stata tutta questa differenza.- la prese in giro.
-Vuoi farmi delle prediche sul mio abbigliamento?- chiese perplessa. -Non sei mica mia madre...-
-No, figuriamoci! E si tratta anche di un atteggiamento che davvero non sopporto, ognuno può vestirsi come gli pare... certo, il mondo sarebbe meno divertente senza tutte quelle persone che si scandalizzano... Sono talmente insicuri da pensare che un ragazzo che si tinge i capelli e porta gli orecchini sia abbastanza per mettere in crisi i costumi e la società.- disse provocatorio. -Si creativa nel vestirti come vuoi, può uscirne fuori qualcosa di strano, ma quando mai strano significa sbagliato? Il tuo obbiettivo non è piacere a me o a chiunque altro. Vuoi essere libera di esprimerti, dico bene?-
Il suo spirito scherzoso era profondamente irritante, ma riusciva ad essere gentile in qualche modo... o forse stava impazzendo! In ogni caso non sapeva come reagire... Crimson non credeva che i tipi come lui potessero essere rassicuranti e non avrebbe mai avuto il coraggio di avvicinarcisi senza quella che lui aveva definito armatura... era vero, il make up, la faceva sentire più a suo agio quando era in mezzo alla gente. E la faceva sentire fra i suoi simili quando incontrava persone con i suoi stessi gusti nell'ambito della moda.
-Esatto...- confermò. -Il corpo è come una tela...-
-Trovo comunque un po' strano che ti senta a disagio quando sei al naturale.- la interruppe. -In teoria dovresti essere capace di andartene in giro fieramente anche con un merluzzo in testa!-
-No, no sei il mio tipo...- disse prendendolo alla sprovvista. -E probabilmente non saremmo compatibili neanche come amici, non voglio essere scortese, ma non funzionerebbe...-
-Beh, il sentimento è reciproco sorella!-
-E' che sei troppo solare...-
-S-solare?!- disse allibito, nessuno lo aveva mai definito così. “Certo, dal suo punto di vista qualunque cosa potrebbe essere definita solare...”
-Immagini troppe cose esilaranti...-
-Se posso dirlo, detta da te la parola esilarante suona davvero strana! E poi un merluzzo in testa non mi sembra un'immagine così divertente, è umorismo da bambini al massimo.-
-Guarda... sei anche modesto e autocritico...- non sembrava un complimento.
-O... ok...- sospirò e si sedette sul divano. Voleva riposarsi un po' prima di ripartire e tutto sommato, nonostante fosse d'accordo con la ragazza sulla loro incompatibilità, non si sentiva tanto a disagio da avvertire il bisogno di scappare. Anzi, continuava a mantene una certa curiosità nei confronti di Crimson.
-Tu cosa ne penseresti del partecipare ad un reality?- domandò Crimson.
-Flashback del Vietnam...- commentò lui senza neanche pensarci.
-In che senso?- Duncan avrebbe voluto studiare il suo viso, ma continuava a portare quella maschera.
“Non mi ha riconosciuto? Pensavo fosse una domanda per capire se ero davvero io...”
-Sono tv spazzatura e ti fanno sentire disgusto e morte quando li guardi... non in senso buono...- continuò Crimson. Duncan alzò un sopracciglio sentendo l'ultima parte della frase. -Però mi piacerebbe mostrare dei goth seri nella televisione mainstream... e anche vincere non sarebbe male... avevo adocchiato un programma, ma mi servirebbe qualcuno con cui partec...-
-Me ne tiro fuori!-
-Ok...- se era delusa non era possibile saperlo a causa del tono di voce e del viso nascosto.
-Comunque ce ne sono già stati personaggi goth... non so hai mai visto a tutto reality, ma per esempio come goth c'era Gwen...-
-Oh... si c'è l'ho presente... ma lei era più sul pastel goth...-
-Eh?-
-Non ne sono certa visto che ho sempre preferito evitare l'approfondimento della conoscenza con quello stile... per me il pastel goth è eresia...- marcò particolarmente l'ultima parola. -Non quanto il gothic lolita... ma è comunque un eresia...- osservò il viso perplesso di Duncan. -Non sei informato sugli stili?-
-Beh, mi sembra che anche te non ti sia voluta informare... Però no... non me ne frega granchè delle mode... non è che se voglio usare i piercing vado ad informarmi sulla storia dei piercing...-
-Oh... capisco...-
-Non era un goth, ma che ne pensi invece del mio omonimo?- chiese curioso.
-Scarpette rosse da clown, una maglietta nera e crema e un'inguardabile cresta verde speranza...- descrisse inorridita. Duncan ne era abbastanza divertito. -Poi se erano attori, i personaggi erano caratterizzati male... erano due cuori di panna, poi quella Gwen con i suoi sogni su soffici pony e nuvole di marshmallow...- disse a fatica visibilmente destabilizzata. -Il suo non voler essere vista come cattiva... era anche una caratterizzazione incoerente considerando la Gwen della prima stagione se ne sarebbe fregata di ciò che pensavano gli altri di lei.-
“Sì, che diamine è successo a Gwen vorrei saperlo anche io... l'interesse per Courtney deve averle fatto marcire il cervello...” erano passati due anni e non era più riuscito a ricontattarla, se era finita era stata anche colpa sua, si era accorto che lei era importante solo durante la sua permanenza in prigione. Era riuscito a dimenticarla, ma sentire parlare di lei in quel modo lo disturbava... anche se in fondo non aveva detto nulla di sbagliato. -Non ti sembra di giudicare un po' troppo le persone dallo stile?- la provocò il ragazzo.
-Non ho nulla contro le persone col cuore di panna...- precisò Crimson. -Senza la luce non ci sarebbero le ombre... ma le persone così, mi inquietano e gettano nello sconforto, non in senso positivo...-  sembrò riflettere per qualche momento. -Anche se a volte può essere rinvigorente costringersi a confrontarsi con qualcuno di troppo luminoso, ma essere troppo esposti alla luce ti fa sentire voglia di rintanarti al buio in una caverna...-
-Ok...- Duncan continuava a non riuscire a capirla.
-Quei capelli verdi, bluastri... te li sei fatti in suo onore?-
-In onore di chi?!-
-Di Gwen... ci ho pensato quando hai nominato il programma, ma tu sei quello di A tutto reality, giusto? Inizialmente ho pensato di rimanere al gioco ed essere discreta visto che non me lo hai detto esplicitamente, ma ci ho pensato e non mi va di passare per stupida.-
-E' una coincidenza, non c'entrano con Gwen e poi sono di una tonalità differente, non vedi?- sbuffò. La verità è che non ci aveva proprio fatto caso quando aveva scelto il colore. -Comunque no, non eravamo attori, non so perchè la mia ex sia diventata così insicura e bisognosa di compiacere gli altri...- “Courtney!” -...durante l'ultima stagione.-
-Non penso che siamo così in confidenza da parlare di ex e simili...- disse Crimson turbata dalla possibilità di eccessivi slanci emotivi da parte del ragazzo che lei non avrebbe saputo come gestire. -Però suppongo che il reality abbia potuto finire per stressarla e farla preoccupare abbastanza della sua immagine pubblica. Anche tu ne sembravi fissato anche se in modo diverso.-
-Flashback del Vietnam parte due...- sospirò “E' a causa di questo che sono finito in carcere...” -Se vuoi un consiglio da amico, per quanto dubito che ci rivedremo mai...- disse stiracchiandosi prima di alzarsi dal divano. -Non partecipare a nessun reality...- gli mancava quell'ambiente pieno di stramboidi, ma visti certi meccanismi non era un'esperienza che si sentiva di consigliare. “Com'è che andando avanti sono diventato tanto sentimentale?” -E non attaccarti troppo alla tua immagine di creatura oscura. Prendi i cambiamenti come vengono, anche sapersi adattare è una dote...- “Oggi mi sento tanto vecchio saggio dispensa consigli... Forse molto, ma molto, molto, davvero molto alla lontana... 'sta stramba mi ricorda un po' me...”
-Non è la mia immagine, sono oscura proprio all'interno...- affermò. -Ma grazie comunque...-
-Attenzione, tutta questa gratitudine mi fa sentire in imbarazzo!- sorrise Duncan.
-Ah... ah... ah...- probabilmente Crimson stava cercando di simulare una risata.
-Bene...- sospirò Duncan. -Io allora andrei...-
-Sì... ciao...- chiusa la porta Crimson andò a cancellare il numero del cellulare, ma si fermò... non era il suo tipo, non erano compatibili... ma forse non sarebbe stato male tenere il suo numero per sicurezza. Avrebbe potuto avere bisogno di altre delucidazioni riguardo i reality, o di una persona solare e positiva con cui confrontarsi.
Neanche Duncan cancellò il numero... era come se stesse facendo collezione di numeri di telefono di svitati che non avrebbe più avuto il coraggio di richiamare col rischio di ammettere di esserci un po' affezionato.
“Forse una parte di me ha bisogno di persone poco normali di cui circondarsi...”


Note:
-In realtà Crimson e Ennui si frequentano da tre anni nel cartone mentre in questa storia che si verifica un anno prima di missione cosmo ridicola non si fa accenno al ragazzo. Potete interpretarlo come un what if e pensare che ci sia la possibilità che Crimson ascolti il consiglio di Duncan e decida di non partecipare, per quanto riguarda Ennui, lo conoscerà più avanti (è anche una delle poche coppie che mi piacciono.)
-Vista la mancanza della componente kawaii e il fatto che le sue ciocche di capelli rimangono comunque troppo scure, non penso che Gwen possa essere associata al pastel goth(anche se ce la potrei vedere con uno stile un po' più soft e qualche elemento pastello) ho inserito questa associazione solo perchè Gwen ha un look più leggero rispetto a Crimson.  Per la serie, cose che nessuno voleva sapere, ma preferisco precisare.

Angolo dell'autrice:
Sono tornata con la prima storia del 2020! (In realtà ne ho pubblicata un'altra quest'anno, ma era stata scritta durante il 2019)
Spero che la mia raccolta possa ancora interessarvi e che questa oneshot sia di vostro gusto(ci ho fatto caso ora... ma tecnicamente sarebbe “DxC”)
Ho voluto rendere Crimson un po' più immatura e inesperta, come se fosse da poco che debutta come goth, infatti il suo trucco si scioglie facilmente, mentre nella serie finchè non viene prima sciolto dalla sauna non si scioglie a contatto con l'acqua.
Spero comunque che questa Crimson possa esservi piaciuta, per me è stata abbastanza divertente da gestire, mi piacciono le creepy girl in realtà insicure alla Sunako di Perfet girl evolution (shojo un po' ripetitivo che conosco solo io forse...)
Chi più, chi meno, in realtà ho apprezzato un po' tutto il cast di missione cosmo ridicola, però ho poca ispirazione per quanto riguarda il loro inserimento nelle storie...
Che ne pensate delle storia e che ne pensate di Crimson? E Duncan? Vi è piaciuto non vi è piaciuto?
Se avrete voglia di lasciare una recensione sarò più che lieta di ascoltarvi.

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Capitolo 13
*** Mickey/Kitty ***


Un tardo pomeriggio, distesa sul letto dell'hotel, Kitty, postava le foto che aveva scattato in giro per la città, su facebook mentre Emma, andando avanti e indietro si lamentava.
-Sarà stata davvero una buona idea partire senza Noah? Non dovevo farmi convincere da te! Non posso credere di esserci cascata!- diceva mentre si tormentava il viso. Kitty sbuffò.
-Rilassati, Emma! Stare un po' lontana sia dalla tua nuova ossessione... ehm, da Noah... che dalla tua ossessione abituale... ehm, l'università... Ti farà bene, vedrai.-
-Ossessiva? Io?!- la richiamò la sorella maggiore chinandosi su di lei.
-Un pochettino lo sei, dai...- ridacchiò la ragazza indicandogli la quantità con le dita.
Emma ricominciò la sua passeggiata nervosa. -Ossessiva io... andiamo...- farfugliò fra sé e sé.
-Ah, che coincidenza!- esclamò Kitty sedendosi sul letto.
-Cosa?- chiese Emma infastidita.
-Mickey ha commentato una delle mie foto e ha detto che ci troviamo vicino casa sua, non è incredibile? Potremmo incontrare lui e suo fratello e andare a fare due passi insieme, tu mi sembri avere molta voglia di camminare, no?- disse entusiasta Kitty mentre Emma la guardava perplessa.
-...Mickey? E suo... fratello?-
-I gemelli sventura! Non ricordi? Hanno partecipato con noi a missione cosmo ridicola.-
-Ah... aspetta, ma io non avevo sabotato uno dei due?!-
-Eh... sì... hai sabotato proprio Mickey spaventandolo con la storia dei germi... ma tranquilla, sono sicura che non sono arrabbiati con te!-
-Ah... non mi va, sono stanca.- disse la ragazza stendendosi sul suo letto.
-E dai, Emma.- cercò di convincerla facendole il solletico, strategia orrenda.
-Smettila!- ringhiò Emma attorcigliandosi fra le coperte e guardandola storto -Guarda che non tutti hanno le tue energie, dopo una giornata passata a girare per una città certe persone si stancano e con certe persone, intendo me!-
Kitty sbuffò. -Ok, vuol dire che ci uscirò io.- disse mentre scriveva al ragazzo.
-Non puoi uscirci, fraintenderebbero la situazione, poi si lagnerebbero che li hai frienzonati e bla bla bla. Non saranno mai usciti con una donna in vita loro, magari non sono nemmeno abituati a parlarci, ti farai il sangue amaro e ti rovinerai la vacanza!- l'avvertì la sorella maggiore.
-Eh... Emma... guarda che dal punto di vista di Noah tu sei la sua prima ragazza eppure mi sembra che sia sempre stato molto carino con te...- le fece notare Kitty.
-Ma Noah non è un completo disadattato.- lo giustificò Emma.
-Dai, Mickey e Jay sono due ragazzini tranquilli e simpatici inoltre sono piccoli, sono ancora alle superiori, mi sembra di essere un po' troppo vecchia per interessargli no?-
-Hai solo due anni in più di loro...- precisò Emma dubbiosa.
Nel frattempo, a Kitty arrivò una notifica. -Ah, Mickey ha accettato... dice che può venire solo lui perchè Jay ha un... attacco di sonno? Dice che è narcolettico o qualcosa del genere...-
-Ah, visto! Quella della narcolessia è una scusa! Lo interpreta sicuramente come appuntamento galante!-

In un'altra stanza, in un altro edificio, nella stessa città, ma abbastanza minuti prima, un ragazzino dai capelli ricchi e castani soffiava in un sacchetto di carta.
-S-sapevo che non dovevo commentare sotto quella foto!- esclamò agitato.
-M-Mickey, che succede?!- disse spaventato il gemello trovandolo in quelle condizioni. -H-hai visto un ragno da qualche parte?- chiese spaventato con voce stridula.
-N-no! E' Kitty, si trova in città e ci ha chiesto di uscire!-
-AH!- urlò l'altro terrorizzato l'altro. -E' così improvviso! Non sono pronto, ma se non le rispondiamo subito penserà che siamo dei maleducati indifferenti e non ci rivolgerà mai più la parola!-
-Lo so! Che facciamo, Jay?!-
Jay prese dei respiri profondi. -Ok, stiamo calmi! ...Calmi ...Calmiii!- urlò di nuovo con voce stridula. -Abbiamo affrontato di peggio durante missione cosmo ridicola, no? P-possiamo farcela, no?-
-Si! Hai ragione!- sorrise Mickey ancora terrorizzato.
-Bene, buona fortuna col tuo primo appuntamento! E congratulazioni!-
-Ah, grazie fratello... aspetta, cosa?!-
-B-beh, considerando che sua sorella ci ha fatto eliminare mi sembra strano ipotizzare che gli stiamo simpatici, ma Kitty ha chiesto a te di uscire...-
-No, no Jay, guarda che l'invito era per entrambi.-
-Sì... ma magari le piaci e ha invitato me solo per educazione...-
-Ma... lei dovrebbe tipo cominciare l'università... non credo si interesserebbe a me...- disse Mickey dubbioso.
-A maggior ragione potrebbe essere imbarazzata e volerti sviare dicendo di invitare anche me...-
-J-Jay...-
-Sì?-
-E' una scusa per evitare uscire?- chiese Mickey dubbioso, suo fratello non lo avrebbe mai abbandonato e dato in pasto ad una spaventosa universitaria.
-Eh...- Jay guardò in basso imbarazzato. -A te non piacerebbe uscire con una ragazza carina e gentile?-
-B-beh, sì... Kitty è molto carina e gentile.- rispose Mickey abbastanza imbarazzato.
-Perfetto, tu riesci ad ottenere un primo appuntamento ed io riesco ad evitare una situazione a cui non sono pronto. Non ti sto abbandonando, ti sto dando la possibilità di fare un'esperienza nuova... ma... eh... se non vuoi, ci usciamo tutti e due e facciamo una passeggiata per mostrarle la città...-
-In realtà, ora che mi ci fai pensare non mi dispiacerebbe stare un po' da solo con Kitty...- ammise ancora un po' insicuro.
-Perfetto!- esclamò Jay sollevato.
-Ma non credo sia davvero interessata a me...-
-Già... perdonami fratello, era una scusa per convincerti... ero nel panico! Però... puoi provare a fare colpo su lei! Sei simpatico, carino, comprensivo e coraggioso!-
-Aw, grazie... anche tu sei simpatico, carino, comprensivo e coraggioso!-
-Grazie! ...Pensi che fare complimenti a un gemello omozigote sia come come complimentarsi con se stessi visto che siamo estremamente simili caratterialmente e biologicamente?- si chiese Jay.
-Non me lo sono mai chiesto...-
-Non ci facciamo spesso complimenti in effetti...-
-Dovremmo farlo più stesso, è piacevole!-
-Hai ragione! In fondo non c'è niente di male nel trovare sé stessi e qualcuno di estremamente simile a sé una bella persona.- annuì Jay più fiducioso.
-Esatto, forse ti ho dato un po' per scontato, ma la mia vita non sarebbe affatto la stessa senza di te!- disse Mickey abbracciando il fratello.
-Hai ragione! Avere un gemello sempre al tuo fianco è meraviglioso. Non riesco a mettermi nei panni di quelli che la vivono negativamente e che si sentono senza un'identità distinta.-
-Forse è merito delle difficoltà che abbiamo sempre dovuto affrontare insieme! Alla fine non tutti i mali vengono per nuocere!-
-Vero! Non ci avevo mai pensato!- disse Jay mentre il fratello, caricatosi di positività rispondeva al messaggio di Kitty.

Kitty si sentiva un po' a disaggio a quel tavolo per due di un ristorante abbastanza formale, sola con Mickey.
“Ok... forse pensa davvero che sia un appuntamento...” pensò sentendosi un po' in colpa. “E anche se lo fosse non credo sceglierei mai un posto simile per un primo appuntamento, è troppo... troppo.” Il ragazzino ogni tanto alzava gli occhi dal menù per lanciargli un'occhiata o un sorriso nervoso. “Forse è il suo primo appuntamento, deve essere molto imbarazzato, poveretto.” sorrise per farlo sentire più a suo agio, ma Mickey arrossì e nascose la testa con le braccia.
-C-con i capelli corti sei carina...- commentò facendo riemergere il viso.
-Grazie! Ma mi sto un po' pentendo... purtroppo con i capelli sono un po' così, cambio spesso idea sulla lunghezza, ma per ora e piacevole avere un taglio più fresco ed estivo.-
-Ah... immagino...- dopo quella frase rimasero in silenzio per un po'.
-Eh, allora, Mickey... vieni spesso qui?- domandò per rompere il ghiaccio.
Il ragazzo scosse la testa poi aprì la bocca come se si fosse ricordato di poter parlare. -È la prima volta! È... è anche la prima volta che sto da qualche parte solo con una ragazza, lo dico prima in modo da non deluderti e a proposito... Uhm... ti spiacerebbe prendere solo un antipasto? N-nella fretta non mi sono reso conto di non avere abbastanza soldi...- l'avvertì imbarazzato.
Kitty ridacchiò. -N-no, non stavo ridendo di te o qualcosa di simile! Ecco... trovo solo buffa la situazione. Comunque non ti preoccupare, pagherò per me.- si corresse per non far sentire a disagio il ragazzo, ma pensò che non fosse la strategia adatta. “Come capovolgo la situazione?” -Il tuo nervosismo è carino, ma dovresti rilassarti un po'.- “Non sarei granchè come sorella maggiore, del resto Emma... le voglio bene, ma non è mai stata molto rassicurante...” sospirò. “Mi sento un po' in colpa, ma in questa situazione mi sembra naturale cercare di recitare il ruolo di simil sorella maggiore... scusa Mickey...” -Per me andava bene anche fare una passeggiata, sarebbe stato carino avere qualcuno che mi facesse visitare il luogo da non turista.-
-Oh... Jay e io avevamo pensato che se ti avessi fatto visitare i luoghi che visitiamo abitualmente ti saresti annoiata... Sai, tipo... l'ospedale... la farmacia... l'erboristeria, il laboratorio analisi, lo studio del fisioterapista. Magari saresti stata contenta di conoscere un buon fisioterapista o di fare scorte di rimedi naturali e non. Scusa non ci avevo pensato... anche se per il fisioterapista ci sarebbe voluto l'appuntamento... ti sto forse annoiando?-
-No, no... tranquillo...- “Forse avrei dovuto trovare io qualche posto divertente dove andare...” -Possiamo ordinare un antipasto e poi andare un po' in giro ad esplorare.- propose la ragazza.
-E... esplorare?- Mickey la guardò confuso.
-Beh, sì. Andare alla ricerca di zone che non conosci, improvvisare, cercare qualche locale carino dove divertirsi.- il ragazzo sviluppò un leggero tremolio.
-N-non è una cosa che sarebbe meglio fare nella rassicurante luce del giorno?-
-Eh...- Non sapeva quanto spingerlo a fare qualcosa di nuovo fosse uno stimolo positivo e quanto fosse invece un fattore di stress. Per quel poco che conosceva il ragazzo temeva che potesse accettare solo per accontentarla e passare tutta la serata impaurito. -Potremmo farlo domani con i nostri fratelli se ti viene più comodo. Immagino che tu non abbia mai visitato la città da turista. Potrebbe essere un cambio di prospettiva interessante.-
Mickey tirò un sospiro di sollievo, l'idea di passare una giornata con Emma non lo entusiasmava, la ragazza lo inquietava un po' dopo che l'aveva spaventato per farlo perdere. Non le teneva rancore, ma non si sentiva neanche a suo agio.
Di norma solo i bulli e i prof di educazione fisica sfruttavano le debolezze dei due gemelli per umiliarli mentre Emma l'aveva fatto per amore... non riusciva a comprenderla, ma supponeva che questo la rendesse un po' meno spaventosa, anche se sempre spaventosa rimaneva. Ma se con lui ci fosse stato anche Jay sarebbe stato tutto molto più semplice da gestire e infinitamente meno spaventoso... anche se era felice di trovarsi lì con Kitty e sapeva che lui e suo fratello dovevano imparare ad essere più autonomi, Jay gli mancava in quel momento... Cercò di concentrasi sulla scelta di un antipasto che non lo mandasse in ospedale, tanto avrebbe rivisto suo fratello presto. “Forse non sono ancora pronto per cercarmi una ragazza...” sospirò. “Ma è un'esperienza che mi servirà per il futuro e poi Kitty è simpatica. Potremmo diventare amici... sarebbe bello avere un'amica ragazza.”
Mickey si accorse che Kitty stava guardando il cellulare. “Oh, no! Si sta annoiando! Se guarda il telefono significa che si sta annoiando, devo fare qualcosa, devo fare qualcosa! Parlare!”
-Allora, Kitty... non trovi che i nostri nomi siano una combinazione molto strana?- rise nervosamente. -Kitty, gattino, Mickey, come Mickey Mouse! Eh eh... anche se preferirei che non mi mangiassi e la cosa più divertente... è che io sono allergico ad entrambi gli animali!- si sentì davvero stupido in quel momento, ma Kitty fece una piccola risate, sembrava spontanea... era un buon segno... forse...
-Sì, ci avevo pensato anche io. Hai mai notato che gli animali antropomorfi della Disney hanno quasi tutti nomi con la stessa iniziale della specie? E che anche di versi Super eroi hanno nome e cognome con la stessa iniziale? È buffo, non credi?-
-Eh... io in realtà non ne so molto né di fumetti, né di film di supereroi...- ammise. -Preferisco le storie meno di azione... o meglio, mi piacciono quelle di avventure, ma gli scontri non molto...- si accorse che la ragazza era di nuovo al telefono, si sentì di nuovamente nervoso.
-E' mia sorella.- gli spiegò. -Mi ha tempestato di domande, ma tranquillo, gli ho detto che sei un perfetto gentiluomo.- scherzò Kitty.
Mickey in un primo momento arrossì. -In che senso? Non dovrei esserlo? Non le piaccio?- chiese preoccupato.
Kitty sospirò. -Vedi... Emma è molto diffidente, anche ora che ha un ragazzo... mi è sembrata di nuovo un po' ossessionata in questi giorni, così l'ho convinta a girare il Nord America per due settimane con me per farla staccare un po'... so essere molto persuasiva sai?- disse ridendo. -Noah è un bravo ragazzo, ma non è molto abituato a ricevere tante attenzioni e durante gli appuntamenti a quattro lei era così appiccicosa... Io ed Owen abbiamo pensato fosse meglio tenerli separati per qualche giorno per evitare che Noah soccomba alla pressione e fare in modo che mia sorella si riabitui ad essere fidanzata senza togliere l'aria al suo ragazzo.- spiegò.
-Wow, sembri proprio la sorella maggiore fra le due, sei così responsabile!- osservò Mickey -Fra me e Jay non c'è un vero e proprio fratello maggiore quindi non so cosa si provi ma tua sorella deve essere davvero fortunata.-
Kitty sorrise sorpresa. -Grazie! Per tutti sono sempre quella più irresponsabile che pensa sempre e solo a divertirsi...-
-Ne sei sicura?- disse Mickey dubbioso. -Ti preoccupi molto per gli altri e per me e Jay che abbiamo passato poco tempo con te è stato impossibile non notarlo quindi non credo che qualcuno che ti conosca bene possa crederti irresponsabile.- la rassicurò. -N-non che pensi che tu stia mentendo o ti stia sbagliando.- si corresse agitato. -Ma a volte ci si sottovaluta, tutto qua...-
-Potresti avere ragione... grazie!- disse sporgendosi sopra il tavolo e abbracciandolo.
-P-prego...- sospirò era un bravo ascoltato quindi aveva fatto caso anche a quello. -Quando hai parlato di doppio appuntamento ti riferivi a tua sorella, Noah, te e Owen? State... insieme?-
-Eh? Ma no!- rispose divertita -Io non sono interessata né a lui, né ad una relazione al momento.- disse sperando di non ferirlo anche se non era convinta che Mickey fosse realmente interessato a lei. -E credo che lo stesso valga per lui... mi è sembrato di capire che gli piacciano anche i ragazzi e in questo momento sembra interessato ad un ragazzo in particolare... quello di mia sorella!- spiegò con una buffa espressione. -E' un interesse esclusivamente platonico, io ho un particolare sesto senso per queste cose, se gli piacesse in modo diverso me ne accorgerei. Ma mi dispiace comunque un po' per lui, sembra impiegare molte energie su Noah e ho l'impressione che per lui non conti allo stesso modo...- sospirò. -Mi spiace dirlo, Noah è un bravo ragazzo e si vede che Emma è molto importante per lui, ma è anche un po' una sanguisuga che approfitta dell'aiuto degli altri e poi non si interessa più di tanto a loro...- disse imbarazzata. -Gliel'ho fatto presente, non sono una persona che parla alle spalle... neanche una che fa stare male le persone sbattendogli in faccia le cose senza un minimo di sensibilità, però ho avuto l'impressione che a lui non gliene sarebbe fregato niente se glielo avessi detto... e infatti sembra che non gliene sia fregato davvero niente...- sbuffò. -Lui e mia sorella a volte sono impossibili...-
-L'ho già detto, è che ti preoccupi molto per gli altri, non fai le cose con cattive intenzioni, non devi sentirti in colpa se dici o pensi qualcosa di negativo su qualcuno... sono cose naturali.- Mickey cercò di farsi coraggio e sfiorarle la mano sul tavolo, ma non ce la fece e la ritirò.
-Sì, ma a volte si può ferire una persona anche se non si hanno cattive intenzioni... inoltre... mi sa che sto diventando un po' troppo apprensiva con mia sorella, ma mi sento molto vicino a lei e dopo il modo in cui ha reagito alla sua ultima rottura mi sento un po' preoccupata, credo sia una faccenda delicata.- Kitty sospirò, poi accennò un sorriso. -Sei davvero un bravo ragazzo, sono felice di essere qua con te.-
-G-grazie.- sorrise imbarazzato il ragazzo. -Riguardo al tuo sesto senso con l'amore... hai sentito scattate niente stasera?- gli chiese ingenuamente.
-No.- rispose Kitty. -Credo che tu sia solo emozionato perchè stai uscendo per la prima volta con una ragazza e perchè non ti tratto male, ma non mi sembri realmente interessato a me.- poi ci pensò. -Posso sbagliarmi ovviamente... e in quel caso... non sono interessata, non cerco relazioni al momento e non credo cambierò idea per un po', mi spiace.- disse grattandosi la nuca. Illuderlo non era giusto.
-Tranquilla, credo che tu abbia ragione.- le rispose sollevato.
Le sembrava sincero, ma sperava di non averlo condizionato in qualche modo.
I due cominciarono a mangiare, ma Mickey le sembrò un po' strano.
-Hai mal di stomaco?- chiese preoccupata.
-N-no...- rise nervosamente. -Ma vorrei andare un attimo in bagno, con permesso!- disse saltando giù dalla sedia e mettendosi a correre.
Dopo qualche minuto pensò fosse il caso di andare a controllare ma si presentò Jay e sedette al posto del fratello con fare nervoso.
-Ciao Jay... come mai qua?-
-Oh, ciao Kitty ero... M-mi hai riconosciuto?!- esclamò. -Scusa, scusa! È che Mickey si è sentito male ed è in bagno a rimettere... Ma non voleva fare brutta figura così mi ha chiesto se potevo sostituirlo visto c-che l'ho seguito qui... è che ero preoccupato per lui così... così... mi spiace! Come hai fatto a riconoscermi?-
-Beh non siamo gemelle, ma io e mia sorella ci somigliamo moltissimo inoltre lei è sempre stata un po' piccolina quindi sembravamo gemelle, ci siamo scambiate spesso per divertirci forse è per questo che sono così brava a distinguere i gemelli identici.- disse mantenendo la calma.
-Oh, forte... non credo che riuscirei a distinguere altri omozigoti con tanta sicurezza...- si congratulò il ragazzo.
-Ah grazie, ma con o senza questo sesto senso sarei comunque riuscita distinguervi dalla voce...-
-Vero... è un po' diversa... E' un peccato che tu e Mickey non vi piacciate in quel senso, una ragazza in grado di distinguerci anche quando siamo vestiti uguali non sarebbe male.- rise nervosamente.
-Eh... già... Aspetta! Fingersi un'altra persona è molto maleducato! Non bisogna prendersi gioco della fiducia degli altri!- lo richiamò la ragazza. Jay abbassò il capo imbarazzato.
-Non volevamo ingannarti... volevo solo evitare una brutta figura a mio fratello.
-Sì, lo so..- sospirò Kitty. -E' la prima volta che vi trovate in questa situazione quindi lo capisco... ammetto che anche a me è capitato di coprire mia sorella nello stesso modo con più o meno successo... Però, per il futuro è una cosa che dovreste evitare di fare, d'accordo?- consigliò la ragazza scompigliando i ricci castani ragazzo. -Ti do una mano a portare tuo fratello a casa, d'accordo?-
-Sì, sì, grazie mille!-

Nel frattempo una pallida ragazzina bionda al tavolo con sua sorella non aveva potuto fare a meno di ascoltare l'appuntamento dei due.
-Probabilmente direbbe che impicciarsi è sbagliato...- disse a bassa voce la ragazza. Ma sua sorella non aveva spiccicato mezza parola e l'aveva guardata male tutta la sera così il suo udito aveva catturato con interesse tutto ciò che sentiva dagli altri tavoli, in particolare ciò che si dicevano quei due sconosciuti.
Sammy guardò la sorella con sguardo speranzoso.
-Scordatelo, non saremo mai affiatate come quei due gemelli o come quella tizia e sua sorella maggiore!- ringhiò Amy strappando la carne senza neanche usare coltello e forchetta. Purtroppo l'appuntamento di riconciliazione non stava andando granchè bene, per quanto il comportamento di sua sorella fosse un po' migliorato dal reality rimaneva sempre in modalità “tsun” senza traccia di “dere”... forse un lato “dere” un lato affettuoso in Amy non esisteva proprio...
Ma anche la gemella malvagia aveva ascoltato con interesse la conversazione fra i due... magari c'era qualche speranza che volesse un rapporto normale... o forse erano solo entrambe due inguaribili ficca naso...


Note:
-Durante il discorso di congedo, Mickey e Jay fanno accenno al prof di ginnastica che rideva della loro partecipazione al reality quando gliene hanno parlato. Questo mi fa pensare che siano ancora alle superiori mentre Kitty sembra poco più piccola di Emma quindi me la immagino un po' più grande.
-Emma e Kitty si somigliano molto, ma non sono gemelle.
-Per tsundere si intende uno stereotipo comune negli anime(nato dai videogiochi) di un personaggio che appare arrogante e scontroso(anche sgarbato e violento) ma che nasconde un lato dolce e amorevole. La parola dovrebbe nascere dalla fusione fra “tsuntsun”(freddo, imbronciato) e “deredere” innamorato (ma lo stereotipo non viene riferito solo a personaggi innamorati.
Ed... ecco come nasce la battuta verso la fine riferita ad Amy... spero fosse intuitivo anche senza la spiegazione visto che un po' tutti conoscono il termine tsundere, giusto? Perchè sento il bisogno di fare battute e riferimenti stupidi? Perchè?

C'è voluto un bel po', mi spiace... E' un periodo un po' particolare per me e in particolare questa storia mi porta a formulare tante idee, a non sapere su quale concentrarmi, quale ho più possibilità di terminare e quale mi interesserebbe di più portare a termine per prima.
Infatti avevo altri abbozzi di oneshot da terminare, è stato imprevisto che realizzassi proprio questa alla fine...
Vi ringrazio per aver letto, spero che il capitolo non vi abbia annoiati. Non era previsto che andassi a parare tanto sui rapporti fraterni... comunque a me i gemelli sventura piacciono ad essere sincera...
Questa storia mi è stata suggerita da reginaZoey, non avrei mai pensato a questa coppia, sono contenta che me l'abbia suggerita, grazie e grazie per le recensioni che mi lasci di solito. Grazie anche a Farkas per le recensioni e per avermi suggerito il capitolo su Sammy e Brick... e altre proposte per cui non ho trovato idee... mi spiace...
Grazie anche agli altri recensori e a chiunque legga le mie storie anche senza recensire...
No, non è né un capitolo finale, né un congedo temporaneo, pur avendo un'altra long(in realtà altre due) e qualche oneshot continuerò a pubblicare i capitoli per questa storia come al solito, ma per qualche motivo mi sentivo in vena di ringraziamenti, tutto qua!
Se vi va di farmi sapere il vostro parere sul capitolo, mi fa piacere.
Intanto grazie per la lettura e alla prossima!

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Capitolo 14
*** Spud/??? ***


-Quindi, com'è che hai rimediato un appuntamento?- chiese nuovamente incredulo, il giovane cassiere del bar dai lunghi rasta biondi.
-Eh...-
Rock sospirò mentre aspettava con pazienza che l'amico rispondesse.
-Allora...- cominciò Spud, poi si bloccò.
-Allora?- lo incoraggiò Rock.
-Quegli uccellini sono così carini e intonati.- commentò osservando dei passerotti fuori dal bar. -Mi ricordano la ragazza con cui devo uscire.- disse facendo sentire Rock sempre più scoraggiato. Era abituato alla poca prontezza di spirito dell'amico, ma quella notizia era assurda e doveva saperne di più e subito!
“Ovviamente sono contento per lui... ma mi chiedo quale disperata abbia accettato... magari vuole fregarlo in qualche modo.”
-Spud, con calma, ma spiegati! Per favore!-
-Uhm... due giorni fa ho sentito un buon odore...-
-Ti prego, dimmi che non ti sei messo ad annusare le ragazze... Potresti essere frainteso e finire dietro le sbarre.-
-Eh? Ma perchè dovrei farlo? Le donne puzzano e si mettono addosso profumi che le fanno puzzare ancora di più. Molto meglio l'odore naturale del corpo, amico.- gli sorrise.
-Eh... ok... Ti sarai lavato immagino, giusto?- domandò uscendo da dietro il bancone e annusando il ragazzo. Spud ci riflettè, non ricordandoselo cominciò ad annusarsi per conto proprio. Il tutto sotto gli occhi imbarazzati dei clienti.
-Direi sì.- disse Spud.
-Confermo, congratulazioni. Ti sei ricordato di lavarti, amico!-
-Grazie, amico.-
-A-aspetta e la ragazza?!- chiese con impazienza.
-Giusto... ho sentito un buon odore e l'ho seguito. E c'era un cesto con delle brioche su una panchina, bello! Così le ho mangiate.-
Rock attese, ma capì che Spud aveva, secondo lui, finito la storia. -Eh... bello, e la ragazza?-
-Quale ragazza?-
Rock cadde con la testa sul bancone. -Quella con cui hai l'appuntamento!-
-Ah... beh... il cesto apparteneva ad una ragazza.- Spud finì di nuovo la storia.
-T-tutto qui?- balbettò Rock esasperato. -Una tizia ti ha chiesto di uscire perchè le hai mangiato la merenda?! Inoltre chi è che gira con un cesto di brioche?! Sicuro di non esserti immaginato tutto?!-
-Umh...- Spud si interrogò. Prese il cellulare. -No, ho qui il numero, bello.-
La palpebra inferiore di Rock si mise a pulsare.
-Oh giusto... era triste e piangeva...-
-Perchè le hai mangiato la merenda?- Rock temendo che Spud si bloccasse nuovamente si pentì della battuta, ma per miracolo, l'amico continuò.
-No...  era perchè un tipo con cui si sentiva aveva cominciato a ignorarla, poi lei gli aveva chiesto perchè e lui le aveva detto che era stufo di lei, che era seccante ecc... una brutta storia, insomma. Io sono rimasto ad ascoltarla e la ragazza alla fine ha detto che ero simpatico e mi ha chiesto se potevamo sentirci, poi mi ha chiesto di uscire.-
-Ok...- Rock non sapeva cosa pensare. Poteva esserci qualcosa sotto.
-Ahooo! Cassiere! Se tu e il tuo fidanzato la volete finire qui ci sarebbe gente che vorrebbe pagare!- urlò un cliente, anche altri cominciato a fare rumore.
Spud ricominciò a riflettere. -Ho un fidanzato?- chiese Spud confuso. -Non ricordavo di essere gay... Uhm...-
-La cassa non è il luogo giusto per flirtare! Levati ciccione!- gridò un altro cliente.
-Ehi! Pensa alla tua brutta faccia!- lo riprese Rock arrabbiato.
-Umh... vado in bagno.- lo avvisò Spud. Rock sospirò, non si era neanche accorto di essere stato insultato.
Mentre Rock si rimetteva a servire i clienti, entrò una pallida corvina con vaporosi abiti rosa ricoperti di merletti e si sedette a un tavolo.
La ragazza rimase un'ora al tavolo senza chiedere niente. Rock avrebbe dovuto chiederle di uscire dal bar, ma non se la sentì e nessun altro se ne preoccupò. Tutti gli impiegati del bar tendevano a battere la fiacca...
La ragazza guardava il vuoto con occhi lucidi così, Rock, si avvicinò. -Eh, signorina...- attirò la sua attenzione. -Tutto ok?- la ragazza cominciò a singhiozzare.
-M-mi ha dato bucaaa!-
-Oh... mi spiace...-
-Oh... ciao, Ella.- Rock riconobbe la voce alle sue spalle come quella di Spud. La ragazza che aveva davanti sgranò gli occhi.
-S-Spud?! N-non credevo arrivassi più!-
-Eh... ero in bagno...- spiegò calmo, Spud. -Umh... quanto tempo ci sono stato?- chiese rivolto a Rock la cui palpebra aveva ripreso a ballare.
-Oh, Spud. Mi spiace di averti reso così nervoso da farti confinare in bagno!- disse la ragazza addolorata. L'espressione di Spud cominciò lentamente, molto, molto lentamente, a mutare per diventare perplessa. -Forza, andiamo!- disse allegra tirandolo per il braccio prima che il ragazzo avesse avuto il tempo di completare il cambio di espressione facciale.
“Una ragazza... pure carina... C-com'è possibile!?” mentre continuava ad essere afflitto da tic nervosi sentì darsi una pacca sulla spalla, sì girò.
-Mi spiace per com'è finita con il tuo ragazzo...- gli disse dispiaciuto un cliente. -Ma... non è che ti andrebbe di tornare alla cassa, per favore?-
-Vorrei distruggerla con un lancia fiamme quella cassa!- disse mentre tornava al suo posto strisciando i piedi.
-Eh, lo so, è dura! Ma sei ancora giovane e carino... più o meno... troverai sicuramente qualcun altro...-

Spud si era presto stancato di camminare, in quei giorni stava avvertendo, con molto ritardo, tutta la stanchezza che non aveva avvertito durante missione cosmo ridicola. Così i due erano rimasti bloccati sulla panca del loro primo incontro da una trentina di minuti, ma non sembrava un problema reale per nessuno dei due.
-...Eh? Stavi dicendo... che questo tizio che ti ha scaricata era rimasto scottato da un'altra tizia, Sky, giusto?- Spud stava cercando di seguire il discorso della ragazza, a quanto pareva, era stata una concorrente di un reality avvenuto in contemporanea a quello a cui aveva partecipato lui. Aveva detto qualcosa di strano sul fatto che era un segno del destino che si fossero incontrati e aveva cominciato a parlare della sua esperienza, ma andava troppo velocemente per il ragazzo.
Ella rise, priva di malizia. -Ma no, sciocchino.- gli toccò la punta del naso. -Di quello stavo parlando prima, ora parlavo della mia grande amica Sugar!- disse allegra.
-Oh...- anche Spud rise. Non era davvero infastidito dalla situazione, inizialmente aveva pensato che la ragazza si sarebbe immediatamente stufata della sua incredibile lentezza, ma non era ancora avvenuto e non aveva fretta. Finchè la pazienza della ragazza durava, era bello.
Forse a Spud non sarebbe dispiaciuto riuscire a seguire un discorso come una persona normale, ma per lui, la normalità quella era e non sentiva il bisogno di assorbire tutte le parole che gli venissero dette, gli bastavano le impressioni. Anche riuscire a capire a grandi linee avendo a disposizione poche informazioni era un talento, dopo tutto.
-Potresti parlare un po' più lentamente, per favore?- chiese educatamente Spud, anche se quella era una domanda che normalmente diminuiva progressivamente i punti pazienza del suo interlocutore.
-Oh, ma certo... Mi spiace, a volte parlo un po' troppo... Sugar mi rimprovera spesso per questo.-
-Nah... il problema è mio.- affermò Spud tranquillo. -Sono un po' lento.... a meno che non si tratti di musica, con quella vado forte.- annuì fiducioso.
-Davvero?- disse la ragazza con un luccichio negli occhi. -Siete un bardo? Perchè vedete, io adoro cantare!- disse alzandosi e piroettando su se stessa.
-...Perchè parli tutta strana all'improvviso?-
-Mi spiace, mi sono lasciata prendere dall'entusiasmo...-
-Fa niente, sei buffa...-  visto il tono con cui era stato detto, Ella interpretò il commento come positivo. -Chiederò a Rock di scrivere una canzone su di te.- le disse. Ella sorrise entusiasta. -Una canzone per una ragazza in rosa che gira e cinguetta fra le piume... non è per niente nel nostro stile.- rise Spud. -Ma forse Rock potrebbe farne qualcosa... anche se all'inizio potrebbe non esserne proprio entusiasta.-
-Oh, no... no, non voglio essere motivo di litigio fra voi due!-
-Tranquilla, sore'! Se è andato tutto bene fra noi fino ad ora figurati se... se... uhm, che stavo dicendo? Scusa, a volte perdo il filo...-
-Non scusarti, il tuo essere... su un'altra lunghezza d'onda e tutto un altro ritmo ti rende speciale. Qualcosa di estraneo dal mondo, ma dentro il mondo.-
Spud piegò le labbra un po' confuso.
-Io spesso mi sento così...- sospirò Ella.
-Io no... mi sento perfettamente a mio agio... Se piaccio va bene, ma se non piaccio va bene lo stesso. Sono troppo pigro forse.- ammise con leggerezza. -Ma di solito le persone mi accettano facilmente.- disse positivo.
-I-io invece... ho mentito, Sugar non è una mia grande amica...- sospirò Ella. -Qualunque cosa faccia non le va bene.- chinò il viso con tristezza.
-Beh, non si può piacere a tutti. Dovresti lasciarla perdere...- suggerì.
-M-ma non posso.- disse tristemente la ragazza. -Non posso arrendermi... lo so che non si può piacere a tutti, ma non riesco a sopportare che qualcuno mi detesti tanto, devo aver fatto qualcosa a cui devo rimediare.-
-Umh... non vorrei dire, ma forse insistendo ti rendi solo antipatica.- suggerì Spud. -Con me di solito l'insistenza non ha effetti positivi, mi fa solo sentire a disagio... e in trappola... come quando un professore ti fa rifare per la quinta volta un compito, insomma, prof, io avrei preferito tenere l'insufficienza se proprio non c'è speranza, eh! Umh... non so se mi sono spiegato...- il viso di Ella era colmo di disperazione.
-Quindi la sto perseguitando?!- realizzò -E se voglio davvero dimostrarle il mio affetto, dovrei lasciarla andare... stai dicendo questo?- chiese sconsolata.
-Eh... ho detto questo?-
-Hai ragione... anche se ora è doloroso, devo accettare la situazione...- sospirò ancora un po' triste.
-Beh, non è detto che con la tua amica sia un addio definitivo. Magari ha solo bisogno di una pausa... magari una lunga pausa... ma prima o poi potreste tornare amiche. Io e Rock a volte ci prendiamo delle pause l'uno dall'altro, lui è fantastico e mi fa sempre svuotare il suo frigo, ma a volte sento il bisogno di avere i miei spazi e stare un po' tranquillo. È troooppo energico ed è un assennato lavoratore, un vero stacanovista! Una volta, alle superiori, abbiamo litigato e mi ha dato del ciccione, sai sentirselo dire da un amico è tuuutta un'altra cosa.- Ella annuì rapita dal non avvincente racconto di Spud. -Non ci siamo sentiti per un bel po'... poi però siamo tornati amici.-
-Ho capito cosa mi vuoi dire.- sorrise la ragazza. -Non deve essere un addio definitivo, ma è meglio che io e Sugar ci prendiamo una pausa, giusto?-
-Ottima idea.- convenne Spud. Ella rise piano.
-Sei molto più saggio di quello che sembra, da un bardo dovevo aspettarmelo.-
-...Saggio?- Spud rise sorpreso e ci pensò. -Suppongo di sì... sì, credo... potresti avere ragione. Saggio... suona bene!-
-Ma... ci sono mai delle volte in cui vorresti apparire più normale agli altri?- chiese Ella con riluttanza.
-Umh... è proprio una domanda difficile...- Spud riflettè. -Non ho idea di come ci si senta ad essere normali, quindi non so se potrebbe piacermi di più ma sto bene così. La normalità ha un aria così noioosa... e come rocker mi sento di sostenere l'anticonformismo con fierezza... ops...- si interruppe ridendo. -Avrei dovuto rispondere così dall'inizio. Pensare troppo fa proprio male, ti allontana dalle conclusioni più ovvie e istintive.-
Ella accettò la risposta. -Hai proprio ragione. Devo essere me stessa e non invidiare una realtà che in fondo non conosco così bene. E devo anche avere più fiducia nelle risposte che ho dentro e ascoltarle... nessuno può sapere cosa è meglio per me, di me... si, sei davvero un savio.- annuì mentre il ragazzo la guardava dubbioso.
-Ho la mezza impressione... che tu stia interpretando parecchio ciò che dico... Forte. Questo è essere creativi.- annuì fiero. -In fondo la musica non si ferma al testo, tutto ciò che ti suggerisce ha valore e rende il brano un'esperienza unica per ognuno di noi.- disse mentre la ragazza annuiva affascinata.

Rock smise di osservarli da dietro il cespuglio e se ne andò. Era stato sorpreso di vedere Spud cavarsela più o meno normalmente con una ragazza, era quasi commosso e lei sembrava troppo strana e sprovveduta per volerlo fregare.
“Chi l'avrebbe detto che conoscesse la parola “stacanovista”? Non pensavo che qualcuno l'avrebbe mai usata per riferirsi a me.” soffocò una risata. “Comunque devo stare attento... Spud rischia di diventare il leader accidentale di qualche movimento filosofico se esistono tante altre persone come quella Ella...”

Una sera, Rock stava pulendo il bancone dopo che suo padre aveva chiuso prima il bar.
-Vuoi una mano?- chiese Spud.
-Sì, grazie...- sospirò Rock. -Il vecchio se l'è presa perchè ho lasciato il posto di lavoro l'altro giorno...- sbuffò.
-L'appuntamento è andato bene, forse mi piace quella tipa.- rispose Spud... era due giorni prima che Rock glielo aveva chiesto.
-Oh, fantastico, deve essere così se ci hai messo così poco per accorgertene ed elaborare la risposta... comunque... sono contento per te, bello.-
-Oh...- Spud ebbe una realizzazione.
-Che c'è?- chiese Rock curioso.
-Ma noi siamo fidanzati, quindi non dovrei uscire con una ragazza...-
-Eh?- poi Rock si ricordò di quello che era successo con i clienti del bar -No, Spud, io non sono il tuo ragazzo.- gli disse Rock mentre distrattamente puliva. -E' che i clienti non sono capaci di distinguere un'annusatina intima, da una di cortesia e una amichevole.-
-Quindi ci siamo lasciati? Oh, mi dispiace, come e quando è successo?-
Rock si limitò a sospirare, dopo una dura giornata di lavoro non aveva tante energie per stare dietro alle stranezze del suo amico.

Angolo dell'autrice:
Beh, questa cosa mi è venuta a caso dopo una notte insonne... è stata strana, anche se divertente da scrivere.
Spero che la sconclusionatezza dei personaggi non renda il tutto strano e spiacevole, è stato un esperimento e spero sia riuscito. Spud non è proprio un tipo di personaggio che si adatta ad una fanfiction (anche se ho cercato di non farlo uscire troppo dal personaggio, ci sarò riuscita?) e non credevo avrei mai scritto qualcosa su di lui... comunque anche se è una macchietta, l'ho trovato divertente... e adorabile!
Contro le mie aspettative, i personaggi di missione cosmo ridicola mi hanno dato abbastanza ispirazione... è la mia stagione preferita dopo Azione, ma non credevo che i personaggi si potessero prestare bene a delle crack pairing(infatti non sono riuscita a separare realmente le squadre negli ultimi due capitoli)
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto, se volete dirmi qualcosa in merito, sono sempre qui a disposizione.
A presto!

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Capitolo 15
*** Alejandro/Courtney ***


“Che senso ha vincere se devo condividere la prima classe con quell'idiota, traditore, sacco di immondizia putrida, figlio di...!” Courtney trattenne un sussulto, aveva finito di piangere per quel perdente. Avrebbe voluto essere più imperturbabile e godersi la prima classe nonostante la presenza di quel cane, ma la pazienza non era una sua dote...
Doveva concentrarsi su un ragazzo decisamente più meritevole. “Non mi farò battere da Heather...” se non fosse riuscita a vincere il milione, riuscire a conquistare Ale poteva essere qualcosa per cui partecipare alla terza stagione di quel reality pezzente poteva aver avuto un senso...
“Ha mai avuto un senso partecipare senza la certezza di vincere e mettendo la propria dignità come posta in gioco?” Si ricordò com'era ingenua all'inizio. Credeva di essere mentalmente e fisicamente superiore agli altri e di poter calcolare tutto... vincere con l'astuzia le sfide senza sprecare neanche troppe energie e invece già alla prima prova si era ritrovata perdente con un “simpatico” pollo-cappello... Non si era fatta più umile, ma più realista si.
Ma non era il momento di perdersi in ricordi imbarazzanti anche se era piacevole ritornare con la mente a quando DunCane gli sembrava attraente quanto un procione ricoperto di immondizia.
-Hola chica, che fai nella zona dei perdenti? La seconda classe non ti s'addice.- disse una voce maschile dalla piacevole musicalità.
Courtney si sentì subito meglio, sorrise e si lasciò baciare la mano dal galante ispanico dagli occhi grigio-verde -Non è il posto giusto neanche per uno come te...- non riuscì a non ridacchiare. Sperava di apparire più solare che scemetta.
Più che di amore si trattava di ammirazione. Alejandro era un ragazzo simpatico, intelligente, perfettamente capace di controllare se stesso e gli altri, oltre ad essere atletico e attraente. Ma erano perfetti l'uno per l'altra... e a giudicare dal modo in il suo sangue si agitava e il viso le bruciava quando lo vedeva, sentiva la sua voce o percepiva le sue labbra non poteva negare di esserne infatuata.
Non l'aveva neanche considerato quando stava con Duncan. Da questo punto di vista, forse essersi liberata dell'orco chiodato non era male. Lei meritava un partner migliore di quel coniglio lì... ma sentiva che qualcosa non andava... c'era uno strano attrito fra lui ed Heather... non Gwen, l'originale Heather, e aveva imparato a sue spese che a volte dietro certi attriti potevano nascondersi sentimenti di diversa natura...
Non potè fare a meno di fulminare Heather con lo sguardo, ed era sicura che di partenza l'asiatica la stesse già guardando male. La ragazza dai capelli corvini assottigliò gli occhi guardando lei e Alejandro con disgusto e si alzò per spostarsi più infondo all'aereo, il più lontano possibile da loro per dimostrare il suo disinteresse.
-Il sole non dovrebbe essere geloso della luna.- disse Alejandro notando lo sguardo incandescente che Courtney aveva per Heather.
-Luna, eh?- ripetè la ragazza infastidita.
-Eh... volevo dire... asteroide insignificante.- si corresse il ragazzo.
Courtney sbuffò -Te lo darei anche come consiglio spassionato, evita i rapporti odio-amore, sono avvincenti nelle tele novelas e nei romanzi rosa, ma non funzionano, sono solo frustrati!- disse severa.
-Ma Heather per me è insipida e insignificante. Anche se non mi fosse indifferente, sparirebbe in confronto a te.- sorrise rassicurandola. Era molto convincente, ma anche lei era convinta che Duncan non fosse il suo tipo...
Courtney si guardò intorno; Cody si era rintanato in bagno e Sierra era davanti la porta ad attenderlo perchè il disgraziato non poteva stare lì per sempre... forse avrebbe dovuto consigliare al ragazzino di denunciarla per stalking e molestie, ma era troppo contenta di poter avere un po' di privacy con Ale e non gliene fregava granchè di quel piccolo insignificante dai gusti discutibili... come Cody e Sierra fossero arrivati fino in fondo alla competizione era per lei un mistero...
-Finalmente un po' di intimità.- commentò Alejandro come se potesse leggerle nella mente. O più che altro aveva capito che gli occhi della ragazza stavano cercando di individuare dove si trovavano gli altri perdenti
-Già.- sorrise Courtney e gli avvicinò un piattino con un cucchiaino e due fette di torta bianca. -Ero venuta per condividere con te la torta del mio “matrimonio fallito”- disse facendo delle virgolette con la mano libera.
-Preferisco evitare i dolci, ma... credo che per te farò un'eccezione.- Disse prendendone un piccolo assaggio -Per te deve essere dura condivide la vittoria con Duncan. Ma se ti può consolare, eri davvero splendida in abito da sposa, anche se avrei preferito che i costumisti fossero più originali, ti avevo già vista con quel modello indosso...-
-Che pretendi, le menti creative dietro lo show sono più che altro braccia rubate all'agricoltura...- rispose dissimulando il suo sentirsi lusingata per il fatto che ricordasse l'abito viola da principessa che aveva indossato durante la seconda stagione.
-Sai, i colori chiari si intonano splendidamente col tuo incarnato, ma anche il viola ti sta d'incanto...-
-Okeeey... puoi anche smetterla di ricoprirmi di complimenti.- si morse il labbro cercando cercando di trattenersi.
-Tranquilla, ho molte altre frecce al mio arco...- sorrise beffardo.
Si rese conto di adorare quel sorriso... sospirò. -Duncan mi ha messo in guardia da te, sai?- osservò l'espressione tesa del ragazzo. -Ha cercato di scusarsi...- “Codardo, vuole solo un'alleata e si rende conto che io sono l'unica degna!” -E per dimostrarmi la sua buona fede ha ammesso di essersi messo d'accordo con te e di aver finto di essere geloso mentre provavi a far colpo su di me... Mi ha anche detto che secondo i vostri ex compagni di squadra hai fatto il casca morto anche con Bridgette e Leshawna...-
-E tu gli credi?- domandò freddo.
-Gli occhi li ho. Ho visto come ti sei comportato con quelle ridicole ochette traditrici.- non provava particolare pena né per quel mezzo cervello annacquato del biondo, né per quello sfigato, meschino e disgustoso del quattrocchi, ma era una questione di principio, sopratutto dopo aver subito un tradimento. -E Duncan è un cane a recitare, ripensandoci, fingeva palesemente di essere geloso.- “Come ho fatto a non capirlo subito?! Maledizione!” ma il fatto che anche quella scema di Gwen ci fosse cascata la consolava. Forse avrebbe dovuto provare pena per lei visto che Duncan si era già dimostrato un fidanzato penoso, non si era minimamente preoccupato di avvertire la sua nuova ragazza. “E' il tipo di ragazzo che Gwen si merita, se crede di contare davvero per lui, si sbaglia...” le sue labbra si piegarono in un sorriso compiaciuto mentre si perdeva fra i suoi pensieri malevoli.
-Ma non sembri arrabbiata...- constatò Ale incuriosito.
-Già.- confermò. Era imbarazzante ma l'orgoglio non superava l'ammirazione che provava per il ragazzo, era amore o la dimostrazione della vulnerabilità di un cuore frantumato? -Non ti biasimo per aver cercato di trarre vantaggio dalla situazione, sei stato intelligente e ormai mi rendo conto che in questo gioco cercare di manipolare gli altri è fondamentale, purtroppo...-
“Purtroppo? Non mi sembri molto convinta... Forse anche a te piacerebbe manipolare gli altri, ma prima dovresti essere capace di controllare perlomeno te stessa...” non si sentiva in colpa per chi era genuinamente buono, per logica si sarebbe dovuto sentire anche meno in colpa per una come Courtney... “Ma esistono realmente persone genuinamente buone? Non si tratta forse solo di persone troppo poco intelligenti per sfruttare gli altri a loro vantaggio?”
-Però...- Courtney parve un po' intimidita. -Ora vorrei che mi vedessi come una vera alleata.- disse più sicura.
“Si... si sta infilando nella mia trappola pur essendo consapevole della mia vera natura? È forse più stupida di Leshawna e Bridgette?” pensò sorpreso.
Courtney interpretò positivamente il suo stupore. -Del resto ti sarai reso conto che sono una valida alleata e che c'è una certa sintonia fra noi.- disse sentendosi incoraggiata. Doveva approfittare della sorpresa del ragazzo per partire all'attacco con sfrontatezza se voleva conquistarlo, come alleato... e forse come qualcosa di più... non era ancora sicura di vederlo come un potenziale fidanzato o un vantaggioso alleato...
Alejandro rise e le accarezzò il viso affettuosamente. -Come vuoi, chica.-
con una persona genuinamente buona, o meglio stupida, era impossibile parlare alla pari, Courtney non era neanche al livello di Heather che era parecchio sotto di lui come intelligenza, ma aveva del potenziale. Rispettarla per essersi invaghita di lui nonostante tutto, era difficile, ma erano davvero poche le persone meritevoli del suo rispetto al di fuori di se stesso...
-Perfetto!- esclamò la ragazza gettandogli le braccia al collo e facendo finire a terra il pezzo di torta. Era infantile, ma carina quando era entusiasta anche se il suo lasciarsi andare così alle emozioni mal si intonava con l'essere una perfettina.
Non era sicuro neanche lui del perchè, ma Alejandro si ritrovò a baciarla... durò un attimo, fu un bacio superficiale, ma Courtney si staccò da lui disorientata.
-Allora... a domani cara Courtney...- la salutò con un elegante cenno del capo, impeccabile come sempre per quanto confuso dalla svolta che lui stesso aveva dato alla situazione, non si era neanche assicurato che Heather li stesse guardando per ingelosirla, infatti con ogni probabilità non li aveva affatto visti...
-Beh, si... a domani allora...- sorrise Courtney particolarmente allegra, neanche l'idea di tornare in prima classe dal suo ex la turbava più.
“Beh... il bacio sarà comunque utile alla mia alleanza con Courtney...” disse una parte di lui “Ma il bacio era superfluo, lei pendeva già dalle mie labbra...” diceva un'altra parte di lui. “E' superflua anche la mia alleanza con lei... ma ben venga...” c'era un'altra spiegazione, magari l'aveva baciata a causa del senso di colpa? “E' responsabile del suo essere sciocca... non dovrei sentirmi in colpa... giusto?” alla fine decise di non pensarci più e il bacio si rivelò tanto superfluo da non essere neanche mostrato nelle puntate dello show...

Anno differente, location differente, facce nuove e vecchie, ma, con gran gioia di... nessuno, stesso conduttore.
La sera in cui Courtney si unì alla squadra degli avvoltoi malvagi, Alejandro decise di darle il benvenuto... Con tutti che cercavano di portare dalla loro parte la bisognosa di attenzioni e insicura Gwen, Courtney poteva essere una pedina utile da portare dalla sua parte... Ma l'ispanico decise di rimandare vedendo la ragazza troppo alterata mentre si toglieva le sanguisughe che la dark le aveva fatto gentilmente finire addosso...
Ben presto il ragazzo si scordò completamente di sfruttare Courtney a proprio vantaggio e una volta eliminata Heather, era probabilmente inutile cercarsi altri alleati, almeno secondo la ragazza stessa: “Dopo quello che hai fatto ad Heather, non credo proprio che troverai un alleato, Al.” gli aveva detto ostile, seduta sulla scalinata mentre consumava una disgustosa colazione da perdente.
Nonostante non avesse apprezzato per niente quel “Al” mentre si dirigevano verso “l'esaltante” prova della giornata, Alejandro si avvicinò alla ragazza.
-Però durante il tour mi hai sostenuto nonostante i miei metodi, o mi sbaglio?- le disse col suo solito tono suadente. La ragazza lo guardò storto. -E non sembri neanche particolarmente adirata considerando i tuoi standard.- ma la ragazza continuò per la sua strada. -Aspetta.- disse prendendole la mano.
Lei si girò rassegnata. -Che c'è?-
-Sono stato felice quando mi hai sostenuto nella finale del tour...- confessò. -E' bello sentirsi apprezzati per quello che si è da qualcuno che ha più neuroni di Lindsay... ma capisco che dopo aver baciato Heather tu possa esserti sentita tradita e che per questo tu non abbia più cercato di contattarmi. Ma mi sembra di aver pagato il mio errore, no?- ma la ragazza non sembrava sciogliersi. -A proposito, grazie per esserti dispiaciuta per il modo in cui ho passato un anno rinchiuso in uno sgraziato pupazzo metallico...- disse sarcastico. -Sul serio, ho vissuto un trauma ma nessuno sembra essersi preoccupato per me, questo è anche un ennesimo reato da parte di Chris ma sono certo che la farà franca come al solito...-
-Non mi sembri così traumatizzato e sei ancora interessato a Heather nonostante la sua insensibilità...- disse tenendo le braccia conserte.
-Eh... è semplicemente strategia...-
-Non mi interessa, raccogli quel che semini.- disse con tono gelido. -Le persone sarebbero più gentili ed empatiche con te se...-
-Non mi sembri esattamente la persona giusta per queste critiche...-
-Sono una persona corretta, solo che non sono sdolcinata e ho ben in mente i miei obbiettivi... e tu sei davvero sciocco se non te ne rendi conto...- gli occhi della ragazza erano incandescenti. Alejandro era abbastanza scoraggiato. -Senti... sono maturata, ormai e ho riacquistato i miei principi, non vado più dietro ad uno che gioca a sporco come te. Non ti odio con passione, ma ho deciso di lasciarmi alle spalle te, quell'altro delinquente di Duncan, tutte le stupide relazioni intrecciate durante il reality...-
-Mi sembra che tu sia tornata amica con Gwen nonostante la breve e superficiale simpatia che vi ha unite...- insinuò.
-Gwen è fantastica e sincera! Inoltre mi viene difficile immaginare che tu ne sappia qualcosa dell'amicizia...- rispose irritata. -Quanto a te... non potevo aspettarmi nulla dal nostro rapporto, ero solo un alleata che tu non ritenevi neanche al tuo livello! Ora che la ferita lasciata da Duncan si è finalmente rimarginata, mi rendo conto di quanto sono stata...- si innervosì -Sciocca... davvero sciocca...- disse frustrata. -In ogni caso, sappi che non hai più alcun ascendente su di me. Ho smesso di andare dietro ad un ideale di perfezione... ho capito che i galanti perfettini non sono realmente il mio tipo... ma neanche i delinquentelli traditori tutto fumo e niente arrosto. È inutile farsi delle aspettative sul proprio tipo ideale così ho deciso di rilassarmi e prendere le cose come vengono...-
-Già, suppongo che Scott non possa essere considerato perfetto ed è l'ultima persona a cui mi aspettavo ti interessarti, siete proprio un imprevisto...- disse un po' divertito.
-Non c'è niente di ufficiale fra noi.- precisò, indecisa su cosa potesse aspettarsi dal contadinotto.
-In ogni caso, grazie per avermi definito un ideale di perfezione.- disse con un lieve inchino.
-Ehm... ok, capisci quel che vuoi capire... l'importante è che tu comprenda anche che non diventeremo alleati!-
-Sì, l'ho capito...- sospirò Alejandro.
-Bene... senti, nel remoto caso in cui Heather decidesse di darti un'altra possibilità... rifiuta... lo dico per il tuo bene, siete entrambi pessimi... non finirà bene.- lo mise in guardia.
-E me lo stai dicendo perchè?- chiese con occhi indagatori.
“Non lo so... mi sono rammollita!” -Mi fai pena, ora che mi ci fai pensare. Essere sequestrato e tenuto dentro a un robot pancione... forse hai effettivamente pagato per la tua condotta... In ogni caso, se ti andasse di essere gentile con me per questo anche se non ho intenzione di diventare tua alleata...-
-Mi spiace, non ti aiuterò gratuitamente...-
-Peccato...-
-Già... peccato.- rimasti completamente soli si sentivano un po' imbarazzati. -Se vuoi, per ripagare la tua più o meno genuina pena nei miei confronti posso fingere di sperare che fra te e Scott vada tutto bene e che tu possa avere una relazione decente...-
-Ah, grazie...- rispose per niente convinta.
-COURTNEY E AL! VOLETE SBRIGARVI A RAGGIUNGERCI?!- disse l'irritante voce di Chris dagli altoparlanti.


Angolo dell'autrice:
In teoria avrei diverse idee su cui scrivere... in pratica mi sento abbastanza demoralizzata per vari motivi e io e l'estate non siamo proprio compatibili quindi le cose vanno... moolto lentamente...
Confessione; prima di All Stars, questa era la pairing sia di Courtney che di Alejandro che preferivo... non so perchè, ma li avrei visti bene insieme se Al non l'avesse vista solo come una pedina, erano potenzialmente in sintonia per me.
Inizialmente volevo inserire la coppia in questa raccolta in collegamento col capitolo su Heather e Harold, poi ho cambiato idea e non avevo più intenzione di scrivere un capitolo su di loro, ma mi sono ricordata che in All stars ad un certo punto uno Scott molto confuso chiede a Courtney se ha mai baciato Alejandro e lei risponde di si... visto che l'evento non viene mai mostrato mi è venuta l'ispirazione per scriverci io qualcosa.
Spero che questo mio tentativo di trattare il punto di vista dei personaggi possa piacervi e non stonare troppo col loro comportamento durante il tour... mi diverte abbastanza scrivere dal punto di vista di una Courtney infuriata col suo ex, lo ammetto... spero non risulti troppo fastidioso in particolare in caso non vi piaccia Courtney, io ho dei pareri contrastanti su tutte le componenti del triangolo a dire il vero.
Grazie dell'attenzione, se vi va di esprimere il vostro parere sul capitolo, mi fa piacere come sempre.
Alla prossima!

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Capitolo 16
*** Alejandro/??? ***


Era un pomeriggio tranquillo nell'arioso salotto della proprietà dei Burromuerto.
La padrona di casa voleva rilassarsi un po' davanti la televisione, ma disteso sul divano ci trovò già il figlioletto più piccolo, piccolo angelo diciassettenne, con lo sguardo perso nel vuoto. Situazione insolita, raramente Alejandro passava così pigramente la giornata, raramente i suoi occhi solitamente vivaci e maliziosi erano così vuoti.
-Hijo... cos'hai? Ti vedo turbato...- domandò preoccupata la donna. Era ormai di mezza età, ma ancora piacente. Aveva una folta massa di ricci castani e due vispi e sottili occhi verdi.
-Niente mamà, sono solo un po' impensierito.- la rassicurò il giovane che aveva ereditato il suo sguardo.
-Racconta pure, mi vida.- gli disse con un caloroso sorriso pensando che il figlio ne avesse bisogno.
-C'è una persona con cui non so più come comportarmi.- ammise, solitamente Alejandro era abituato a vedere le persone che lo circondava come pedine e sapeva sempre il ruolo da assegnare ad ognuna.
-Ti infastidisce? Ti ha fatto qualcosa?!- esclamò vendicativa, preoccupata che il figlio potesse essere vittima di qualche ignobile invidioso.
-No, anzi... è una persona che ho sempre visto come qualcuno da sfruttare e teoricamente questa persona lo sa, ma per qualche motivo ha continuato a starmi intorno...- spiegò.
La madre sapeva che il figlio era sveglio abbastanza da sapere del suo carisma e del fascino che esercitava sulle donne, quindi escluse che potessero essere quelle la motivazioni.
-Forse ti sta intorno per una questione di denaro. Certa gente accetta di farsi sfruttare di buon grado se pensa di poter essere ricompensata con qualche bigliettone e magari qualche regalo. Gioielli, macchine...- si rese conto di stare comunque sottovalutando l'intelligenza del figlio. Lei e il marito l'avevano educato fin da piccolo a non farsi sfruttare dai falsi amici, ma ad essere lui a sfruttare e spremere come un limone il prossimo.
-No, è questo il problema. Non mi ha mai chiesto proprio nulla, né regali, né soldi, né particolari attenzioni.-
La donna credette di capire con cosa aveva a che fare il figlio, sicuramente una ragazza completamente vittima dell'amore e dell'ammirazione che nutriva per Alejandro, ma era normale che a volte sbucasse una tipa simile nei dintorni di suo figlio, non capiva come questo potesse turbarlo... “Oh... è possibile che il mio bambino... No... non può essere, che sciocca!”
-Ti dirò mamà, non mi è mai capitato prima, ma penso di sentirmi in colpa per questa persona... in questo momento non mi serve, ma penso che anche se mi servisse eviterei di approfittarmene, stento a riconoscermi!-
La donna stava per commuoversi. -Vorresti che questa persona non ti stesse più intorno per liberarti del senso di colpa?-
-No... e sento quasi il bisogno di fare ammenda per il modo in cui mi sono comportato... non ho neanche più di tanto l'impulso omicida quando dice cabronate e, credimi, ne dice parecchie!- finalmente capì. -Per questo mi sento turbato! Voglio farmi perdonare anche se non mi rinfaccia nulla! A-aspetta... Mamà? P-perchè ti sono venuti improvvisamente gli occhi lucidi?!-
-N-niente...- “Il mio bambino è innamorato! Non so se essere felice che gli piaccia una bestia ignorante... ma non l'ho mai visto farsi tanti scrupoli nell'usare qualcuno, deve essere amore!” Sapeva che non si trattava del primo amore serio di Alejandro, ma era comunque emozionata. -Sono solo felice che tu abbia finalmente trovato una persona così speciale!-
Alejandro rimase interdetto, poi balbettò. -S-speciale?- ci riflettè, era possibile davvero per lui considerare un'altra persona, sopratutto così differente da lui, dalla perfezione, speciale e non in senso dispregiativo? -Ma no mamà... non esageriamo...-

Il giorno dopo, aperta la porta di casa, Lindsay si ritrovò davanti Alejandro. Un ottimo inizio di pomeriggio, non c'era nessun dubbio. Per di più, il galante ispanico portava con sé un mazzolino di fiori selvatici.
-Señorita, buenos dias.- disse porgendoglieli con un lieve inchino. Poteva anche essere un manipolatore, ma l'eleganza e l'educazione prima di tutto.
La ragazza arrossì e ridacchiò. -Scusa Josè, ma ho già un ragazzo.- Alejandro cercò di trattenere un espressione di disgusto, improvvisamente “Al” non sembrava così male come soprannome.
-E a proposito, il tuo ragazzo dovrebbe essere qui con te, giusto?- chiese con un sorriso forzato. La ragazza lo indicò, era di spalle davanti il frigo e portava una strana giacca.
-Tyler, mi dispiace disturbarti proprio mentre sei a casa della tua adorabile...- “Oca, oca maledetta...” -Fidanzata...- “Non hai idea del traffico incredibile che ho fatto per trovare posteggio per poi scoprire che a casa tua non c'eri, maledetto! Ho anche preso l'aereo privato per arrivare fino a quest'insignificante cittadina!” -Ti andrebbe di venire ad una partita di calcio con me? Ho i posti in prima fila!- ma si accorse, finalmente, che davanti al frigo non c'era Tyler, ma una ragazza con un taglio di capelli corto. -Ma che ca...-
-Accetterei volentieri!- rise sommamente la ragazza. -Ma non sono Tyler. Piacere, Paula... la sorella di quell'adorabile sciocchina...- disse affettuosamente. -Lindsay, il tuo ragazzo è in bagno!-
-Ops...- sorrise innocentemente la biondina sotto lo sguardo incredulo di Alejandro.
“Ma... me l'ha fatto a posta!? Non può essere così... Sì, è così, cretina... solo che a volte me lo dimentico!”

Alejandro, nell'attesa del ragazzo, era stato intrattenuto dalle chiacchiere delle due ragazze. Fidanzata o no, Lindsay manteneva il suo atteggiamento da oca giuliva... flirtare con la ragazza di un tipo di cui saresti teoricamente diventato amico... Fantastico inizio! Proprio quando aveva deciso di comportarsi bene...
-Scusa Lindsay... ho mal di testa, non mi va di parlare ora...- la biondina gli sorrise e si allontanò, Paula lo guardò con sospetto.
-Quindi, tu e Tyler siete buoni amici, ora? Credevo ti fossi solo approfittato di lui? Ti ho valutato male?- chiese curiosa la castana dagli intensi occhi celesti.
-Beh, in un reality si finge, si inganna... si fa tutto per vincere, no? È normale e Tyler è abbastanza intelligente da comprenderlo.-
Paula rise... la sua risata rumorosa sembrava sempre più sgradevole per le orecchie di Alejandro. -Tyler? Intelligente? Lo è poco più della mia sorellina... ma lo è abbastanza per non riuscire a passare sopra a tutte le volte in cui Lindsay si scorda di essere la sua fidanzata... E' apparentemente molto paziente ma... forse non è quello giusto per lei, se lo fosse, non si scorderebbe di lui di continuo, no?-
-Perchè mi stai dicendo tutte queste cose sgradevoli sulla tua sorellina e la sua relazione, piccola vipera?- chiese l'ispanico assottigliando lo sguardo.
-Perchè temo tu voglia mettere in atto un alejandrata...-
-Una che?!- “Chi vi ha dato il permesso di storpiare così il mio magnifico nome?!”
-Fa solo che sia veloce ed indolore...- sospirò Paula continuando a parlare di qualcosa che lui non capiva. -Tyler mi ha detto tutto...-
“Tutto cosa?” ma il ragazzo fece finta di capire, non gli andava di perdere tempo con quella sciroccata. -Vado a vedere se Tyler è annegato nel water, con permesso...-
Il ragazzo dovette tornare indietro a chiedere informazioni accorgendosi di non sapere dove si trovava il bagno. E una volta raggiunta la stanza non poteva credere a quello che vedeva. -Oh.... sei stato realmente capace di addormentarti sul water? Scherziamo?!-
Tyler cominciò a riaprire gli occhi svegliato dalla voce. -Aaaalè?- cantilenò assonnato.
Alejandro si sentì turbato da quell'ulteriore storpiatura del suo nome, ma involontariamente sorrise e sospirò. “Devo essere andato...”
-Ehilà... bello addormentato, vuoi venire a vedere una partita di calcio? Ho i posti in prima fila.-
Tyler sbadigliò, poi annuì.

Così si risvegliò una ventina di minuti dopo, nella macchina dell'ispanico.
-Ah! Rapimento?!- esclamò, poi si voltò verso Alejandro sorpreso, inseguito infastidito, dall'urlo. -Oh, sei solo tu Alejandro.- sorrise sollevato. -Dove stiamo andando?-
-Alla partita di calcio, non ricordi?-
-Uhm... vagamente... Scusa, avevo un test importante di fisica questa mattina a scuola. Così ho passato la notte in bianco a studiare...-
-E come è andata?- chiese Alejandro per fare conversazione, ma si aspettava male. Solo una persona ingenua può aspettarsi buoni risultati dal privarsi del sonno per accumulare malamente informazioni...
-Eh...- fece Tyler sconsolato.
“Esattamente come mi aspettavo...”
-Ho dormito tutta l'ora, è stato inutile!-
Alejandro si lasciò scappare un sorriso. -Avresti fatto schifo comunque, ma ammiro la tua determinazione e il tuo impegno!-
-Beh... grazie?- prevedibilmente, Tyler non se la prese troppo.

Inaspettatamente per Alejandro, l'amico non gli sembrava molto entusiasta mentre guardava la partita.
-Tyler? Tutto a posto?-
-Eh... Si! Solo... mi aspettavo qualcosa di diverso quando mi hai detto calcio...- disse seguendo con lo sguardo il giocatore che calciava la palla.
-Pensavi al football americano?- chiese infastidito Alejandro.
-Beh... si! Non conosco neanche le regole di questo gioco, perchè il goal di prima non valeva? E perchè i giocatori si buttano a terra fingendo di essersi fatti male? Nel football si fanno male sul serio, questo sport invece sembra un po' gaio...- disse incurante dello sguardo sempre più infastidito dell'ispanico. -Eh...- Tyler arrossì. -Non è che mi hai portato qui perchè vuoi confessarmi qualcosa?- insinuò sospettoso. Finalmente si accorse dello sguardo omicida che l'altro. -Ok, niente... è uno sport sicuramente molto virile, mascolino e per niente gay...-
-Che razza di sportivo sei? Troglodita privo di gusto...- sospirò l'ispanico. -Comunque io non capisco le differenze fra football americano e rugby... e sarebbe il calcio quello complicato?- disse leggermente infastidito.
-Scusami.- rise Tyler. -Sei stato davvero molto gentile a portarmi qui.-
Ma nonostante il ritrovato entusiasmo, ad un certo punto il ragazzo crollò addormentato sulla spalla di Alejandro.
-Eh... Tyler?- vedendo che cercare di svegliarlo era inutile, cercò di spostarlo facendolo cadere sulla spalla del vicino di posto.
-Ehi!- esclamò burbero l'uomo.
-Ok, me lo riprendo...- disse Alejandro arrendendosi al ragazzo che dormiva appoggiato a lui. In fondo era stata sua la splendida idea di portarselo dietro nonostante fosse evidentemente assonnato.
Ciò nonostante non era del tutto infastidito dalla situazione. Si era molto ammorbidito nei confronti di quell'idiota... nonostante l'avesse palesemente sfruttato durante il reality era comunque rimasto inspiegabilmente dalla sua parte. Era stato sempre Tyler l'unico a preoccuparsi delle sue condizioni dopo lo show...

Quel giorno di diversi mesi prima, nella sua camera di ospedale aveva sentito uno strano rumore, come se qualcuno fosse inciampato dando una facciata a terra, così si era girato verso la porta.
-A-Alè!?-
-Tyler?- Alejandro era stupito, ormai non sperava più che qualcuno venisse a trovarlo. -Ehi, che sorpresa!- gli sorrise più sincero di quanto avrebbe voluto. Non si sarebbe mai immaginato di essere felice di rivedere quel tipo...
Tyler si mosse velocemente verso il suo letto e inaspettatamente lo abbracciò.
-Ah, amico! Temevo di trovarti tutto sfigurato e bruciacchiato!- esclamò con entusiasmo.
-T-Tyler? Cosa stai facendo? Mo... mollami...-
-Ah, sono così felice!-
-Tyler! Contegno! Staccati!-
-Ops... Scusa, mi sono lasciato prendere un po'...- sorrise calorosamente. -Ma, com'è che non sei tutto ustionato?-
-Beh... era tutto un montaggio, tanto per rendere la cosa più entusiasmante per il pubblico e inserire un finale a sorpresa. In realtà sono solo stato calpestato...- confessò. “Speravo che sapendomi in condizioni gravi... lei sarebbe venuta a trovarmi...” -Del resto pensi che Chris potrebbe imprigionare dentro un macchinario il figlio di un diplomatico e passarla liscia?-
-Meno male, ero preoccupato.-
-Perchè?- chiese incupendosi. Passata la contentezza di avere una visita inaspettata, venivano fuori sospetto e frustrazione. -Ti ho manipolato, perchè sei contento che io stia bene?-
-Che persona credi che io sia?! Non potrei mai essere felice di vederti ustionato... non sei neanche un omicida...-
-Ma gli altri non mi sembrano essere stati particolarmente solidali...- “Heather non è venuta... anche Courtney che faceva tutta la lecchina non è qui! Quell'idiota della tua fidanzata neppure!”
-Abbiamo tutti i nostri problemi e impegni... gli altri non erano in così buoni rapporti con te quindi magari si sentono anche un po' fuori luogo a farti visita. Certo, c'era Heather, ma ti ha scaricato, mentre Courtney l'hai messa da parte, al posto loro sarei a disagio e non avrei la minima idea di cosa dirti.- spiegò ingenuamente. -Noi invece siamo diventati amici quindi...-
-Amici?!- quasi rise. “Ma sei scemo? Sì, lo sei... e non capisco perchè non te lo dico a voce alta! Ormai la maschera è venuta via, perchè dovrei curarmi di non ferirti?!” -Ripeto, guarda che ti ho usato... e se ti dava fastidio Duncan per aver tradito la sua fidanzata cosa dovresti pensare di me che le ho ingannate un po' tutte?- chiese sgarbatamente. “Vattene! E non attaccarmi la tua demenza, razza di idiota!”
-Lo so ma... forse mi fai pena... mi sembri così solo... e... mi sei sempre stato inspiegabile simpatico...- spiegò debolmente.
-I-io farei pena?!-
-Ehi! Guarda che non ti stavo insultando...-
-E tu? La tua fidanzata ha cercato di stordirti pur di avere l'onore di aiutarmi!-
-A-anche Heather ti ha fregato davanti le telecamere! E... e... non è neanche venuta qui a trovarti, no?- balbettò Tyler finalmente avvertendo della genuina rabbia, peccato si manifestasse in quel modo imbarazzante. -Mi dispiace... Ma si vede che ho sbagliato a cercarti...- disse risentito.
-A-aspetta!- anche Alejandro era sorpreso che quel patetico suono uscisse dalle sue labbra. “Non puoi lasciarmi solo!” si morse la lingua per impedirsi di dirlo. La disperazione doveva averlo colpito più forte di quanto pensasse e ora che si trovava davanti ad una persona che era venuta a cercarlo, senza avere un legame di sangue con lui, corrodeva le sue viscere con più violenza. Non voleva abbandonare l'illusione che qualcuno al di fuori della sua famiglia potesse volergli bene nonostante il suo comportamento...
-O... Ok...- balbettò Tyler stupito.
A giudicare da quella reazione, Alejandro doveva apparire proprio disperato. Sospirò e si coprì il volto con le mani. -Devo sembrare proprio orribile...-
-Ma no...- sdrammatizzò Tyler dandogli una leggera pacca sulla schiena. -Aspetta che passi il gonfiore e il tuo viso tornerà bello come prima.- lo rassicurò fiducioso.
I due ragazzi si tennero spesso compagnia durante la convalescenza. Tyler si era rivelato inaspettatamente piacevole nonostante non fosse il più intelligente o carismatico fra i ragazzi che Alejandro aveva conosciuto. Lo sportivo per modo di dire, non lo guardava come un tipo che poteva fargli dei favori o un ragazzo attraente... era semplicemente un amico... narcisista forse... un po'... tanto... tanto manipolatorio... ma sotto tutti quegli sgradevoli strati c'era un amico dal punto di vista di Tyler e il ragazzo riusciva a vedere attraverso quegli strati con sorprendente facilità.
Anche grazie a lui, Alejandro si rimise più velocemente del previsto e riguadagnò tutta la fiducia in sé stesso che quel fallimento chiamato A tutto reality gli aveva tolto...

-Ehi... Tyler?- lo richiamò bonariamente.
-Che mi sono perso? Chi ha vinto?- domandò sbadigliando.
-Tanto che te ne importa?- sospirò l'ispanico alzandosi dal sedile. Vedendo che il compare era ancora mezzo assonnato gli dovette porgere la mano per aiutarlo a rialzarsi. Tyler la guardò immobile per qualche secondo.
-Tyler? Vuoi che facciamo notte?!- si spazientì.
-No... è che mi è venuto in mente il nostro primo incontro, tutto qua...- disse imbarazzato decidendo di alzarsi da solo. Mentre l'ispanico se ne stava già andando, l'altro perse tempo stiracchiandosi.
-Possibile che basti una sola notte in bianco per buttarti giù?-
-Che vuoi che ti dica? Sono abituato ad avere una vita sana.- rispose il ragazzo. -Beh... mi spiace di aver dormito durante tutto l'ap... ehm... uscita! Durante tutta l'uscita!-
-Hai detto qualcosa?- chiese l'ispanico che era già più avanti.
-Niente!- si affrettò a rispondere.
-Senti...- disse Alejandro con tono cupo mentre entravano in macchina. -Va tutto bene con Lindsay?-
Tyler sospirò. -Non esattamente...-
-Dovresti trovarti una ragazza più affidabile.- sentenziò il guidatore.
-No... il problema sono io.- ammise Tyler. -Lindsay non è una ragazza particolarmente concentrata, si stava impegnando per migliorare ma...  E' difficile ricordarsi di qualcuno che non è più interessato a te... c'è qualcun altro...- si pentì di aver aggiunto quel particolare. -N-non so perchè l'ho detto... mancanza di sonno, forse...- deglutì.
-Se non vuoi parlarne, tranquillo, non sono mai stato particolarmente pettegolo o interessato alle chiacchiere, non mi interessa sapere...-
-Tu...- lo interruppe Tyler.
Alejandro fu nervoso per un attimo, poi aspettò fiducioso che Tyler continuasse la frase facendogli capire di aver completamente frainteso.
-Tu... insomma... Si tratta di te...- rimasero in silenzio per un tempo indeterminato, ma percepito come molto lungo.
-Ah... capisco... Quindi anche tu mi vedi come qualcuno di attraente...-
-Cos... Cosa?! Mi disp... Aspetta! Sei sinceramente infastidito dal fatto che io possa essere interessato a te solo perchè sei attraente o stai cercando di manipolarmi per rivolgere la mia confessione contro di me e farmi sentire in colpa?- chiese confuso. -Guarda che è stata una cosa molto difficile da realizzare per me... ci ho messo del tempo per capire e accettarlo. Sono cose strane di cui accorgersi all'improvviso inoltre...- “N-non sei la persona più facile di cui innamorarsi! Sei così sicuro di te e manipolatorio... non so mai quando posso realmente fidarmi!” -Ho scordato cos'altro volevo dire... Tu... che ne pensi comunque?-
-Eh... passo...- il grande Alejandro... era paralizzato e non sapeva più cosa rispondergli...
-Passo?-
-Passo...-
-Ok... passo...-

Il tragitto fino a casa di Tyler sembrò durare il triplo. Ma nessuno disse più niente finchè Tyler non uscì dalla macchina.
-Grazie per avermi riaccompagnato...-
-Di niente...-
-Comunque... Non mi interessi sono per il tuo aspetto se eri realmente preoccupato per quello... mi sembra strano visto che la tua quasi relazione con Heather mi sembra si basasse su quello... ma suppongo che tu possa essere cambiato ed avere insicurezze nuove o... forse stavi realmente cercando di manipolarmi? Senti, non lo so... sono stanco... comunque, spero potremo rimanere amici... in ogni caso...-
-Eh...- “Lasciami temporeggiare... non so che fare... aiuto.” -Sì, rimarremo amici in ogni caso...- rispose Alejandro un po' incerto.
-Lo sapevo... Ho incasinato tutto...- sospirò Tyler grattandosi la nuca.
-E ne hai parlato con la sorella di Lindsay, vero?-
-Potrei... essermi lasciato sfuggire qualcosa in effetti...-
-Come hai fatto?! Le hai detto qualcosa del tipo... Ehi! Ma lo sai che non mi piace più tua sorella, ma mi piace un ragazzo!-
-A volte ho difficoltà a tenermi le cose dentro quando mi sento in colpa, lo sai!-
-Sì... e questo è il motivo per cui non ti affiderò mai un segreto...- disse Alejandro cercando di essere un po' più rilassato.
-Se venissi a sapere che io e Lindsay ci siamo lasciati, e avverrà, non pensare che sia perchè mi faccio qualche illusione o qualcosa del genere.- lo avvertì serio.
-Non c'era bisogno che me lo dicessi...-

Alejandro ricordava poco del tragitto rimanente che lo aveva portato dalla macchina, all'aereo, alla macchina, a casa sua. Era stato troppo occupato sui suoi pensieri per concentrarsi sul mondo esterno. Gli sembrò quasi di essersi teletrasportato sul proprio letto...
Poteva perdonare quell'idiota per avergli fatto pensare che, forse, passare il tempo con un idiota, non era poi così male?
Poteva perdonarlo per avergli fatto apprezzate l'avere un idiota per amico?
Poteva perdonarlo per aver trasformato Alejandro Burromuerto stesso in un idiota a cui piaceva, forse, un altro ragazzo idiota e per averlo costretto a rendersene conto?
“Ho perso neuroni stando con lui! L'unico vocabolo che mi viene in mente in questo momento è idiota! Chi me l'ha fatto fare di voler passare questa giornata con lui?! Heather era mia eguale ed era una ragazza... lui invece... non ci avevo mai pensato... e stavo meglio prima di pensare che potessero piacermi anche i ragazzi... e i cerebrolesi... P-perchè sto prendendo così sul serio la sua confessione?” sospirò rassegnato. “Sono diventato un idiota anche io e la cosa peggiore... è che mi va bene!”

Casa Burromuerto era in fermento quel mezzogiorno. Dopo due mesi di comportamenti strani da parte di Alejandro, il ragazzo era improvvisamente migliorato e qualche giorno prima aveva rivelato ai genitori di essersi fidanzato e che avrebbe portato la fortunata a conoscerli quel giorno per pranzare tutti insieme... beh, in realtà non aveva parlato di una ragazza, gli aveva giocato uno strano scherzo... in ogni caso, i coniugi Burromuerto erano felici.
Finalmente la porta di ingresso si decise ad aprirsi.
-Mamà, papa!- li chiamò il figlio accanto a... ah... non era uno scherzo...
-Eh... Sera... Sono Tyler... Dovreste ricordarvi di me, ero anche all'ospedale...- disse il ragazzo un po' a disagio, lo stavano guardando in modo molto strano. -Volevo dire buon giorno...- si corresse il ragazzo con molto ritardo, poi si girò leggermente verso Alejandro.
-Mi avevi detto di non avergli tenuto nascosto che sono un ragazzo...- bisbigliò nervoso. -Non avrai mica voluto fare l'effetto shock? Non è divertente...-
-Ma gliel'ho detto...- rispose sottovoce.
-M-ma certo Tyler!- disse il padre del ragazzo risvegliandosi dallo stato di pietrificazione. -Ora ricordo...-
-Ah, già, Tyler.- anche sulla madre il maleficio si sciolse. -In effetti mio figlio mi aveva parlato di... una persona speciale... dalla descrizione dovevo capirlo subito che parlava di te!- disse la donna con un sorriso nervoso. -Manca solo Josè, poi possiamo metterci a tavola, dovrebbe tornare a momenti!- parlò con esagerata esaltazione. I genitori erano molto stupiti ma stavano facendo del loro meglio per adattarsi e non fare strane figure. Alejandro era anche stato in un periodo delicato e volevano evitare di creargli problemi.
-Oh, no... ho saputo che Josè non verrà...- spiegò Alejandro falsamente dispiaciuto.
Tyler lo guardò con curiosità, quando furono soli Alejandrò gli rivelò con un sorriso affilato: -E' in un altro stato al funerale de su chica.-
-Cosa?!- esclamò sconvolto Tyler.
-Tranquilo, tranquilo! Ha ricevuto un informazione falsa, la chica è viva e vegeta.- annuì sereno.  -Non sono un asesino, no? Lo hai detto anche tu tempo fa.- gli fece l'occhiolino.
-Lo hai fatto perchè ti vergogni di me?- domandò Tyler sospettoso.
-Non lo avrei voluto qua neanche se fossi stato una ragazza... è un incompatibilità fra me e mio fratello, non c'entri.- lo rassicurò a modo suo. Tyler decise di fidarsi e passarono un pranzo tutto sommato gradevole...

Angolo dell'autrice:
Non era il capitolo che avevo intenzione di pubblicare ora anche perchè l'ultimo era sempre su Al, ma mi sono un po' bloccata con gli altri a cui volevo lavorare quindi ho deciso di riprendere questo. Questo capitolo l'avevo cominciato dopo quello su Heather e Harold, poi l'ho messo da parte per vari motivi, ero anche insicura se inserire effettivamente l'aspetto romantico o lasciarlo ambiguo e alla libera interpretazione di chi legge se c'era quel tipo di interesse o no, come ho fatto in altri capitoli.
Spero non risulti forzata come scelta, anche se, è una raccolta di crack pairing ed è un po' inevitabile che le accoppiate risultino strane.
Non si capisce bene perchè Tyler si ritrovi nella squadra di Al, mi darebbe un po' fastidio che l'abbia fatto solo per fare piacere a Lindsay mettendo completamente da parte le sue opinioni per poi essere stordito dalla stessa nell'episodio finale... (Mi piace Lindsay, non mi dispiacciono lei e Tyler come coppia ma che diavolo mi combina?) Paradossalmente l'ipotesi che Tyler provi una specie di lealtà nei confronti di Al è più dignitosa come cosa per me...
Ho pensato di fare questo capitolo perchè alla fine trovo carino che per quanto un personaggio possa comportarsi male ci sia comunque un altro personaggio disposto a sostenerlo nonostante tutto... ho un cuore tenero in fondo... come? Non si vede?
Grazie per la lettura, spero che il capitolo possa esservi piaciuto e che i personaggi non siano risultati strani o forzati.
Alla prossima!

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Capitolo 17
*** Noah&Izzy ***


Era passato qualche giorno dall'eliminazione di Noah da quella stupida terza stagione canterina.
Certo, inizialmente la cosa  lo aveva molto infastidito. In teoria, grazie a lui, la sua squadra aveva vinto ma Chris aveva cambiato le regole in corso d'opera solo perchè voleva realizzare lo stramaledetto triangolo che avrebbe sicuramente fatto infuriare i fan, quindi che Courtney e Gwen rimanessero in gara, senza meritarlo, proprio quando era tornato Duncan, era l'ideale per il poco professionale conduttore.
Ma il ragazzo aveva deciso di non sprecare troppe energie per arrabbiarsi o cercare degli avvocati a cui dare in pasto i suoi soldi.
Del resto perchè aveva deciso di partecipare a quello stupido show? Era stato sicuramente un errore di valutaz... ah, giusto... la motivazione era  che procurasi immeritatamente quella somma era il modo migliore per realizzare l'aspirazione di Noah, vivere di rendita!
La sua fastidiosa famiglia di stacanovisti aveva cercato di dirgli che la sua fisicità, mancanza di resistenza e buona volontà non lo rendevano proprio adatto ad una competizione... ma Noah sapeva che in questo tipo di programma si poteva anche essere una chiavica, l'importante era accattivarsi la simpatia degli altri concorrenti e il ragazzo era sicuro che il suo incredibile carisma avrebbe avuto effetto!
...Perchè fino a quel momento non aveva funzionato? Perchè i suoi compari erano degli ignoranti, egocentrici!
“Va beh... andrà meglio la prossima volta... l'ideale sarebbe trovarmi qualcuno disposto a scarrozzarmi durante le sfide... o perlomeno a darmi una mano... il problema è un altro, perchè sono costretto a rimanere insieme agli altri ex concorrenti finchè la stagione non finisce?!” Noah sospirò mentre si riposava sul divano della sala comune. Si stiracchiò affondando le spalle nello schienale prima di ricordarsi che era scomodo.
“Nemmeno i soldi per comprarne uno decente hanno...”
Notò dei filamenti fulvi e aggrovigliati scendergli vicino. Sgranò gli occhi e deglutì. Non aveva bisogno di alzare il capo per capire chi c'era aggrappato allo schienale del divano e lo osservava con nefaste intenzioni.
“Uno... due...” si disse Noah. “Tre!” Scattò in avanti e cercò di scappare ma inciampò rovinosamente sulla moquette.
Il suo predatore scoppiò a ridere. -Oh, Noè, Noè...- disse Izzy tenendosi teatralmente l'addome. -Dove credevi di andare?- gli chiese giocosa aiutandolo a sollevarsi mentre Noah la osservava con sospetto e diffidenza. -Insomma, io cerco di conoscerti meglio e tu mi sfuggi così?- sospirò fingendosi annoiata. -Guarda che non ti mangio mica...- sorrise mostrando i denti. -Tanto sono sicura del tuo pessimo sapore...- ma sembrava osservarlo con interesse.
Noah non si sarebbe sorpreso se avesse cercato davvero di assaggiarlo, era meglio non abbassare la guardia... -Con tutto il rispetto, la curiosità non è reciproca...- sospirò il ragazzo che annoiato lo era realmente. -Avrai sicuramente già ottenuto qualche ordine restrittivo, non è che per caso ne vuoi un altro?-
-Ma mica sei così interessante!- protestò Izzy come una bambina infastidita. -Sei troppo normale...- disse con aria di superiorità. Afferrò il braccio di Noah che credeva di potersela svignare approfittando del momento di distrazione della ragazza. -Ma il mio ragazzo ha deciso che gli piaci e questo porterà le nostre strade ad essere più intrecciate!-  a Noah quel discorso non quadrava. -Così... è il caso di conoscerci un po' meglio, no? Tranquillo, non sono affatto gelosa...- questa volta sorrise un po' tesa e poteva essere un sentimento normale... anche se era strano attribuire qualcosa di normale ad Izzy.
-Scusami, forse non ho capito bene...- la interruppe, Noah, rassegnato. -Primo, non sono il tipo di Owen! Adesso è tardi, ma ti saresti dovuta preoccupare di tipi come Justin o il caro Al...- sibilò infastidito l'ultimo nome troncandolo apposta.
-Oh, mio ingenuo Noah...- Izzy scosse la testa. -Possibile che tu non ti renda conto di quanto sei infidamente attraente?- ad un certo punto il tono divenne accusatorio. -Justin invece non lo considero. Quello c'ha i poterih pissici! Fortunatamente perdono efficacia stando molto a contatto con lui...-
In un'altra stanza, un povero indifeso Justin, si teneva il petto sentendo qualcosa spezzarsi al suo interno a causa di una distorsione nell'equilibrio cosmico.
-Ma per curiosità...- disse Izzy. -Cosa intendi con “adesso è tardi”? Pensi che non dovrei più preoccuparmi delle attenzioni di Oweenino per i ragazzi? O... è tutto un piano per farmi abbassare la guardia?-
Noah non era sicuro della situazione in cui si stava ficcando, Izzy stava cominciando a somigliare pericolosamente ad una normale ragazza gelosa...
-No, non è un mio piano, ma sì, non devi più preoccuparti del suo interesse per altre persone...- decise di essere sincero, un lato di lui era curioso della reazione di Izzy. -Perchè non sono più affari tuoi, non sei la sua ragazza...-
Izzy rise, reazione deludente, ma c'era qualcosa di strano in quel suono...
-Ah... ed io che credevo fossi un tipo serio...- sorrise nervosamente. -Bello scherzo, ci ho quasi creduto...- sembrava aver perso la voglia di parlargli, se ne stava andando e se, qualche minuto prima, Noah ne sarebbe stato contento, in quel momento sentiva il mefitico impulso di spiattellare addosso alla ragazza la verità.
-Non ricordi? Mi ha raccontato che l'hai mollato perchè eri diventata troppo intelligente per lui, sai, quando hai cominciato a dire di essere “Genialoide”...-
-Oh giusto! Genialoide... a lei Owìn non è mai piaciuto...- sembrò intristita. -Ma quella è Genialoide e lei ha un brutto carattere, sempre con la puzza sotto il naso.- la biasimò bonariamente mentre Noah si innervosiva. -Certo che ha combinato un guaio! Ma beh, vuol dire che gli darò la buona che in realtà non l'ho lasciato quando sarà eliminato... o quando vincerà ma non so... uhm... Alejandro sembra forte...-
“Questa è l'ultima goccia!” -No, ascolta...- Noah sorrise poco amichevolmente. -Se non lo avessi lasciato tu, ti avrebbe lasciato lui quel giorno stesso! Sveglia, lui non ti sopportava più! Si è finalmente accorto di quanto sei pazza e pericolosa per la sua incolumità...- si accorse dello sguardo agguerrito di Izzy solo all'ultimo, gli occhi verdi sembravano infuocati. -Eh... Izzy?-
-Ah? Io sarei quella pericolosa?! Dopo che lui mi ha buttato fra le braccia di un tizio che credeva un serial killer?! E io che l'ho pure perdonato per quello! È il peggior fidanzato che abbia mai avuto! Erano tutti degli smidollati che prima mi promettevano la luna poi fuggivano con la coda fra le gambe m-ma... m-ma credevo che almeno a lui... c-credevo che almeno a lui le mie stranezze stessero bene...-
Vedendo quegli occhi precedentemente spaventosi, ora umidi e tristi, Noah non era più spaventato ma cominciava a sentirsi un po' un verme... “L'avrebbe scoperto comunque in un modo o nell'altro...” si giustificò “Meglio accettare la realtà il prima possibile... come quando dissi a mio cugino di sei anni che Babbo Natale non esiste e che non avrebbe mai più rivisto la nonna perchè era morta e decomposta dentro una fredda bara...”
-Credevo che non mi avrebbe mollato per così poco... era sempre così affettuoso... non ho affatto notato che si stesse stancando di me...-
Noah avrebbe avuto qualcosa da dire, ma l'espressione triste e sbiadita della solitamente vivace Izzy, lo bloccò.
Lasciò scappare via la ragazza prima che scoppiasse in lacrime. Non aveva voglia di ascoltare una ragazza che piangeva a causa sua. “A causa di Owen in realtà! Beh... non è neanche colpa sua, alcune persone devono proprio capire che se qualcuno le lascia non è per forza stronzo, semplicemente non sta più bene nella coppia... Non si possono costringere le persone a stare con qualcuno se non vogliono! È mica un sequestro di persona la relazione?!” ma anche guardando la situazione da un punto di vista più razionale il suo senso di colpa non migliorava apparentemente... “E poi... perchè mi interessa prendere le difese di Owen?”

-Katie... sei sicura di quello che vuoi fare?- chiese Sadie all'amica. Negli ultimi giorni le sembrava fuori di testa! Erano sempre state così in sintonia, ma in quello non poteva capirla...
-Certamente Sadie, come puoi non capire? Gli intelligenti sono i nuovi fighi!- disse con occhi sognanti mentre Sadie simulava di stare vomitando.
-M-ma l'hai visto?! Quel coso è così magro, non ha neanche un muscolo! E poi è così noiosoooo!-
-Ah, non sei abbastanza profonda per capire, Sadie! Di profondo hai solo lo stomaco!- disse brusca Katie.
-C-cosa?!- esclamò offesa l'altra.
-Non puoi davvero capire quanto Noah sia affascinante quando dice cose intelligenti con quel tono annoiato! Nemmeno io saprei spiegarlo bene!- ma Katie sembrava troppo intontita perchè le due cominciassero a litigare.
-Allora vuol dire che Trent me lo prenderò io...- sbuffò Sadie.
-Uhm... ok...- rispose Katie poco interessata.
-Katieeee! Ma stai delirando?!- esclamò allarmata.
-Izzy!-
-E' la voce del mio amato!- disse con tono soave. -Ma perchè stava pronunciando il nome di un'altra?!- improvvisamente divenne incazzata così andò a controllare la situazione.
Sadie sospirò e seguì l'amica, ma la trattenne dall'entrare nella sala comune da dove sembrava arrivare la voce dell'insignificante Noah.

-Ehi... Izzy...- ripetè Noah goffamente, mentre la ragazza, seduta sul divano, teneva braccia e gambe incrociate oltre a esibire un muso lungo e offeso.
Noah sospirò nervoso, non era riuscito a togliersi di dosso quell'insensato senso di colpa. “Dai, non ho fatto niente di male...” si disse dandosi coraggio. -Volevo scusarmi per ieri. Forse non volevi saperlo da me di aver scaricato uno che voleva già scaricarti... ma magari è meglio così! In fondo lui non mi sembrava tenerci poi così tanto a te, anche se eravamo nella stessa squadra mi scordavo di continuo che stavate insieme eppure ho un'ottima memoria...- rise in modo incerto e timido, Izzy non sembrava in vena di scherzare. “Forse aspettare solo un giorno per poterle parlare e farle accettare la realtà è stato stupido... mi aspettavo fosse molto più insensibile...” -Non credevo che foste poi tanto interessati alla vostra privacy... quindi ho ipotizzato di potermi fidare dell'apparenza pensando che le cose si fossero raffreddate fra voi...- Izzy continuava a non rivolgergli la parola, anzi strisciando lungo il divano si allontanava da lui e cercava di non guardarlo. -Sei sicura di essergli mai interessata?- Noah sentiva nuovamente la fiamma della malvagità, ma cercò di attenuarla. -L'hai detto anche tu che ti ha buttato addosso a quello che credeva essere un assassino, no? Forse hai fatto male a perdonarlo fin dall'inizio, ma finalmente vi siete lasciati, quindi le cose stanno andando nel verso giusto, congratulazioni Izzy!- cercò di rincuorarla a modo suo.
-Ma che fai? Il venditore porta a porta che mi deve convincere a sostituire il mio aspirapolvere con uno nuovo?- gli domandò con uno sguardo affilato.
Noah indietreggiò istintivamente mantenendo la calma. “In fondo... non sembra più tanto triste, missione compiuta, no?”
-A che gioco stai giocando, gamberetto?- continuò la ragazza minacciosa. -Volevi che io e Owen ci lasciassimo... perchè? ...Lo vuoi tutto per te?-
-Eh? Ok, forse ho sbagliato a discutere con una pazza...- sospirò rassegnato.
-Ho visto la puntata incriminata! Mi hai mentito!- lo accusò Izzy mettendosi in piedi sul divano e gesticolando contro Noah.
-...Cosa?-
-Sei stato tu a dargli la spinta per lasciarmi facendogli credere fosse una sua idea! Un piano malvagio davvero notevole...- annuì come se si stesse davvero congratulando. -Ma Owen ha cambiato idea! Era così triste che Genialoide l'avesse lasciato ma tu, continuando ad attuare le tue trame oscure hai cercato di farmi credere il contrario! Ma... stai tranquillo... ti perdono!- Izzy sorrise come se fosse tutto a posto... Noah, sentiva sempre più  il bisogno di darsela a gambe, quella tizia era davvero instabile! -E visto che sembri così interessato a stare intorno a Owen, continuo a credere che dovremmo conoscerci meglio!- il suo sorriso sembrava molto sincero... e Noah sapeva che le persone che sorridevano troppo erano degne di essere guardate con molto sospetto...
-Splendido...- disse Noah con l'entusiasmo sotto le scarpe. -Facciamo un altro giorno che ora devo studiare...-
-...S-studiare?- Izzy ripetè la parola come se fosse per lei del tutto nuova.
-Sì, non è estate e anche se ci tengono qui praticamente in ostaggio, preferirei non essere bocciato. Non noti che stanno tutti più o meno studiando nel tempo libero per non rimanere indietro?-
-Ma io non ho bisogno di studiare...- dichiarò Izzy. -Vuoi forse dirmi che tu che fai tanto il genio ne hai bisogno?-
Ma Noah era deciso a tornare nella stanza che gli era stata assegnata. “Forse se la ignoro smetterà di seguirmi...” pensò mentre si tappava le orecchie per non dover ascoltare la fastidiosa vocina della sua ostinata seccatrice.

-Oh diavolo! Ecco perchè non sono tutti in giro! Stanno studiando! Finito lo show dovremo tornarci a scuola!- disse Sadie in preda all'agitazione.  Ma Katie era troppo occupata a fissare il suo nuovo interesse. -Katie... davvero, ora che sappiamo che è anche un bastardo possiamo lasciarlo perdere?- chiese speranzosa.
Katie si voltò lentamente con lo sguardo da indemoniata.
-Ok, forse non ha detto a Izzy che era stata lasciata per cattiveria...- ragionò Sadie. -Comunque rimane il fatto che gli piacciono gli uomini biondi e obesi quindi non sei decisamente il suo tipo.-
-Aspetta... vuoi forse dirmi che hai più possibilità tu?!- disse la ragazza minacciosa.
-Ma sei forse impazzita?!- sbottò Sadie. -Oh, è vero! Ho più possibilità...- rise per un attimo. -No, no Katie, non ammazzarmi!- protestò la ragazza gesticolando. -Ma se sei così interessata, chiedigli di uscire e vediamo come va, forza!- Sadie decise di incoraggiarla sforzandosi anche di sorridere.
-Non ci riesco! Sono troppo in imbarazzo!- esclamò la ragazza muovendosi come se avesse bisogno di svuotare la vescica.
-Va beh, troppo tardi, tanto è rientrato nella sua stanza...-
-Eeeeeh?!-
-Zitte!- sentirono urlare ad alcuni altri ex concorrenti nelle loro stanze.
-Un po' di silenzio, stiamo cercando di studiare!- disse uno.
-Io in realtà stavo giocando ai videogiochi, ma fa lo stesso... Silenzio!- disse qualcun altro di non ben identificato.

Il giorno dopo, Noah uscendo dalla propria stanza incontrò Izzy nel corridoio... lo stava nuovamente guardando male.
-Sai Izzy... se ti danno dei medicinali è meglio prenderli... mi sembra che il tuo tono dell'umore abbia qualche problema...-
-Sembra che Owen senta la tua mancanza... sai a volte ti nomina... mentre non sembra mai nominare me... Sai, carina la canzone che mi ha dedicato in Giamaica, eh... carina, carina, canta anche bene, non lo avrei mai detto... ma nonostante questo,  sembra sentire molto più la tua mancanza che la mia...- gli disse fra un'occhiataccia e l'altra.
“Melodrammaticità a parte, sembra quasi una ragazza normale che si rende conto che qualcosa nella sua relazione non sta andando bene...” riflettè Noah un po' incuriosito.
-Ok, psicolabile...- sospirò. -Posso farmi perdonare in qualche modo per qualcosa su cui non ho il minimo controllo?-
-Sì, qualcosa ci sarebbe...- riflettè Izzy. -Potresti uscire con Katie.-
-...Eh?- Noah credeva di aver perso la capacità di comprendere il linguaggio umano. -Come scusa?-
-Beh, è carina... Ha uno stile discutibile sì, non ha il mio fascino o quello di Owen ma... non si può avere tutto dalla vita, no?- gli disse Izzy.
-Ha l'intelligenza di una vecchia ciabatta...-
-Sciocco, le ciabatte mica sono esseri viventi!- Izzy sorrise apparentemente divertita.
-E poi è una superficiale, sicuramente non le piaccio...-
-Ah... te l'ho già detto, sei infidamente attraente...- disse Izzy infastidita. -Fidati, lei ti chiederà di uscire e tu accetta, vedrai!-
-Facciamo finta che sia così... a te che interessa? Non mi piace il tuo e...- “Se dico ex mi uccide?” non ne era sicuro. -Non mi piace Owen, quindi non è che faccia qualche differenza se esco o no con una vecchia ciabatta senziente.-
-Uhm però... potrebbe essere interessante, anche per te... dai, non essere superficiale! Esci con qualcuno che normalmente non frequenteresti, potresti rimanere sorpreso!- disse fiduciosa la ragazza.

Noah non si sarebbe aspettato che il giorno stesso, la rumorosa amante del rosa Katie, gli avrebbe chiesto di uscire così in seguito si organizzarono.
Prima di incontrare la ragazza, Noah incontrò qualche altro ex concorrente intenzionato a rivolgergli la parola. “Perchè questa improvvisa popolarità tutta in una volta?”
-Noah, caro amico a cui non avevo mai rivolto la parola prima...- esordì Trent con ironia e un sorriso sollevato. -Ti cedo volentieri Katie, comportati bene con lei.- gli diede una pacca sulla schiena.
-Eh... non sei mica suo padre...- commentò Noah perplesso.
-Già, grazie Noah...- sospirò Justin. -Con una ragazza delfino in meno ad emettere ultrasuoni tutto il tempo, forse riuscirò a fare il mio riposino di bellezza.-
-Infatti, quelle due sono davvero rumorose...- disse Leshawna massaggiandosi una tempia. -Forse se Katie sarà occupata con te si limiterà un po' e anche Sadie, senza qualcuno a cui stare appiccicato potrebbe calmarsi così potrò riposarmi un po'. Quindi fa in modo che l'appuntamento vada bene! E grazie...- anche lei gli diede un'amichevole pacca sulle spalle.
-Riposarti? Hai uno strano modo di riferiti alle disequazioni...- si intromise Harold. -Sono contento che stia diventando rilassante per te, ti ho anche preparato mezza pagina di nuovi esercizi...- disse il ragazzo, contento di rendersi utile, Leshawna rise nervosamente.
-Ehi... Noah, non è che porteresti pure Harold all'appuntamento?- bisbigliò la ragazza.
-Noaaah, grazie!- esclamò DJ. -Anche io avevo difficoltà a studiare come Leshawna a causa di quelle due che facevano casino tutto il giorno!-
-Già studiare... era proprio la mia intenzione, guarda...- commentò Leshawna rassegnata.
-Ehi Noah, congratulazioni e buona fortuna.- si avvicinò Bridgette con un sorriso mite. -Meno male, Geof cominciava a sentirsi sospettoso a causa della popolarità che hai improvvisamente acquistato anche fra le fan...- rise nervosamente. -Ah, non avresti dovuto cercare di approfittare del freddo per abbracciare una ragazza impegnata...- disse riferendosi a sé stessa.
“...Eh? Vuoi davvero farmi la morale?” si trattenne dal dirlo ad alta voce perchè non voleva problemi anche col surfista sbaciucchiatrice seriale, gli bastava Izzy che in quel momento lo guardava allegra e piena di aspettative. “Ma che gliene frega a lei...” e poi c'era Sadie che sembrava volesse sbranarlo. “Ok... forse il cibo comincia a scarseggiare e sta pensando di darsi al cannibalismo...” pensò moderatamente preoccupato.
-Ehi Noah, allora andiamo?- chiese Katie. La ragazza portava un abito da sera rosa e i capelli sciolti, peccato portasse comunque diverse mollettine... sempre rosa ovviamente!
“Pff... ma quanti anni dovrebbe avere?” Noah cercò di trattenersi dal ridere, poi si portò la mano ai capelli e sospirò accaldato e imbarazzato. “E' carina...” ammise. “Ma penso che andrà male, siamo totalmente incompatibili.” pensò nervoso. -Ok andiamo...- acconsentì poco entusiasta. Katie lo guardò dubbiosa, ma cercò di ignorare la sensazione che ci fosse qualcosa che non andasse e fece strada uscendo dall'edificio.

Come Noah aveva previsto, finì per passare il tempo perlopiù zitto mentre Katie parlava di qualunque cosa le venisse in mente, a volte aspettandosi la complicità che aveva con Sadie e rimanendo delusa. Gli sorrideva imbarazzata quando succedeva, forse per questo gli veniva difficile essere sgarbato... o forse l'essere stato per la prima volta invitato ad uscire da una ragazza lo spingeva a provare una sensazione dolciastra e imbarazzante... gratitudine e desiderio di farsi piacere la persona in questione...
“No! Non posso farmi condizionare... è gentile... e suppongo che non sia stupida per scelta... ma non posso farmi ingannare da questa sensazione, sono superiore a certe cavolate! Vero? È poi è sicuramente una superficiale! Ci deve essere qualcosa sotto se improvvisamente sono diventato interessante... che sia una strana moda?” -Katie, per curiosità...-
-Sì? Dimmi pure!- rispose allegramente staccandosi dal suo frullato.
-Come mai hai invitato proprio me? Pensavo che i tuoi tipi fossero più che altro quelli come Al, Justin e il chitarrista...-
-S...- si ricordò di dover frenare gli stupidi impulsi -Eh...- “Non posso rispondere che mi piacciono altri ad un appuntamento!” -Sei molto interessante anche tu! Guarda un po'... hai problemi di autostima come la mia amica Sadie?- “Sono sicura che andranno d'accordissimo! E lei sarà la mia damigella! Oppure dovrò stare attenta... potrebbe accorgersi del fascino di Noah e cercare di rubarmelo! Ah, quella strega!”
-Ok, grazie... ma cosa avrei di interessante di preciso?- chiese sospettoso.
-N...non saprei spiegarlo... Però quando eravamo alla spiaggia dei perdenti ho sempre pensato che fossi simpatico...-
-Simpatico?- “Non mi sembra di essere mai stato molto gentile con lei e l'altra...” -A me non risulta che ci siamo parlati così spesso...-
-E già... è un po' difficile parlarti... hai un aria così intelligente, giudicona e fredda... sembra molto difficile attirare la tua attenzione e non essere giudicati male...-
-Eh? Non avevi detto che ti sembravo simpatico? Inoltre... do davvero questa impressione?- “Credevo di essere un attore migliore...”
-Te l'ho già detto! È difficile da spiegare, hai mai sentito dire cose tipo... con i sentimenti non si ragiona o cose così?- spiegò confusamente. -Però quest'anno mi sei sembrato più alla mano e alla fine, se passare il tempo con uno come Owen ti va bene, significa che non sei poi così inavvicinabile quindi perchè non provare a conoscerti meglio?-
“In effetti è vero... perchè non ho allontanato Owen invece di dargli anche consigli gratuiti su come gestire la sua vita privata? Forse sono... socievole?” realizzò sconvolto, non avrebbe mai immaginato di potersi dare quell'aggettivo.
-Mi spiace... forse fare il primo passo invitandoti è stato un po' da maleducata?- chiese Katie indecisa... si chiese se era per quello che Noah non era stato così loquace, magari si era sentito a disagio con una ragazza così intraprendente. “Katie, la ragazza intraprendente... però suona bene!”
-Ma no, è stata un'ottima trovata! È scocciante il primo passo, quindi me lo risparmio volentieri... Inoltre se fosse stato per me non t...- “No, se le faccio capire che non mi piace rischio di trovarmi un'altra ragazza pignucolante... o forse non dovrei preoccuparmi troppo sul suo acume?” -Inoltre non si può mai sapere se la persona che ci interessa ci ha notati o no, quindi è una buona idea prendere l'iniziativa per farci considerare.- corresse il tiro improvvisandosi esperto. “In realtà prendere un due di picche è scocciante... Ma in fondo non è crollato il mondo quando Bridgette mi ha respinto, no? Non è un consiglio così sbagliato...”

Per quanto non fosse stato l'appuntamento del secolo, Noah non se ne pentì del tutto.
Forse Izzy aveva ragione, in fondo uscire con persone molto diverse da sé non era male. Anche se non si era sentito troppo a suo agio. “Se ci fosse stata Izzy, non mi sarei dovuto preoccupare di offenderla.” rise del suo stesso pensiero. “Uscire con Izzy? Ah! Che idea assurda!” fischiettò e cercò di non pensarci più. “Però... se con Katie non è stato così disastroso e Owen non è così male, forse... p-potrei pensare... a Izzy?” il tarlo della curiosità stava cercando di aggredirlo. “Ecco qual'è il problema dell'aprire i propri orizzonti! Non sai più come orientarti e cominci a temere che chiunque possa piacerti!” sbuffò e se ne tornò in camera a leggere... ma qualcuno lo stava aspettando davanti la porta con un sorriso a trentadue denti...
-Ehi Noah! Com'è andata?- Noah fece finta di non sentire Izzy e si fiondò nella stanza chiudendole la porta in faccia. -Maleducato! Ti ho dato una mano, no? È andata davvero così male? Ma anche se fosse potrebbe comunque essere un'esperienza utile per il futuro!-
-Va via...- “Diavolo tentatore...” rispose Noah con voce cupa. Il ragazzo sentì qualcuno che sbuffava, poi dei passi che si allontanavano. “Uhm... strano che abbia mollato così in fretta...” riflettè. “Ma che dico, strano? Molto meglio così, dovrei dire! Sì... esatto... molto meglio...”

Il giorno seguente non poté fare a meno di cercare con lo sguardo una chioma fulva e nodosa... Erano i sensi di colpa per il modo brusco in cui l'aveva trattata il giorno precedente? “Può darsi...”
La scoprì intenta a infastidire Eva e Leshawna... “Certo che non ci tiene proprio alla sua incolumità questa!”
-E dai! Perchè non vi sfidate in un bell'incontro di lotta libera?- propose la rossa con entusiasmo. -Voglio vedere chi è la più forte! Così potrò sfidarla!- ghignò divertita.
-QUANTE VOLTE DEVO DIRTELO CHE...- Eva fu interrotta da Leshawna che o non ci teneva alla vita o era fiduciosa di non dover temere nulla dalla donna dai capelli corvini.
-D'accordo...- sorrise l'afroamericana con un'espressione fintamente pacifica.
-COSA?!- esclamò Eva, Izzy sembra euforica e incredula.
-Ma... ci servirà un sacco da boxe con cui allenarci... e se usassimo te?- continuò con sguardo apertamente minaccioso. A quel punto anche Eva sorrise malevola.
-Prima dovreste riuscire a prendermi!- dichiarò la ragazza fulva scappando. Poi si girò e sorrise aspettando che le due la inseguissero. Leshawna sospirò portandosi una mano ai capelli.
-Ah! Con quella squilibrata tanto è inutile!- sbuffò Eva allontanandosi. A quel punto Izzy tornò con aria offesa.
-Ehi! Ma perchè non mi state inseguendo?!-
-Ciao Izzy.- Noah decise di avvicinarsi. Ma Izzy si riparò dietro Leshawna e gli fece una linguaccia.
-Scusa per ieri... ad essere sincero non è andata male, ero solo stanco e non così entusiasta di parlarne con te...- Non sembravano esattamente scuse accorate, ma Izzy sembrò riprendere il buon umore.
-Dovresti fidarti un po' di più della sottoscritta! Ho sempre ragione, sono l'occhio che tutto vede e tutto sa, l'oracolo di Delfi mi fa un baffo! Io sono...-
-Calmati un po' con le arie o la tua testa si gonfierà e prenderà il volo!- rispose Noah abbastanza infastidito.
-E tu sei un superficiale...- sghignazzò Izzy con aria soddisfatta.
“Superficiale?” ripetè in mente un po' imbarazzato. -Non montarti la testa e non crederti cupido... non è andata poi così bene, non voglio più uscirci, semplicemente non è stato così tragico passare del tempo con una persona così... beh, come Katie...-
-Ma è stata comunque un'esperienza... ti ho aperto la mente, no?- chiese Izzy soddisfatta.
-Eh... in un certo senso...- Noah non era così sicuro che fosse una cosa positiva. -Non è che era tutto un tuo piano in modo che aprissi la mente e ti considerassi come possibile ragazza?- la buttò giù come ipotesi assurda e scherzosa, ma se ne pentì subito. Izzy e Leshawna lo fissarono in modo strano e quest'ultima sembrava un po' a disagio... o forse aveva una colica, con Izzy non poteva mai dirsi. -Che c'è? Lei può tirare fuori ipotesi assurde di me che complotto per sabotare la sua vita sentimentale e io no?-
-Scusami tanto, ma...- si intromise Leshawna. -Hai detto che non hai più intenzione di frequentare Katie... ecco, non sarebbe il caso di dirglielo?! È tutto il giorno che confabula felice con Sadie e si fa idee errate su voi due! Che razza di modi hai tu?- lo richiamò infastidita.
-Ok, hai ragione... glielo dirò subito.- ma vedendo Katie con un'aria veramente allegra in compagnia della sua amica, ebbe l'impulso di nascondersi dietro Izzy e Leshawna troppo sorprese per reagire. Quando le due amiche per la pelle se ne furono andate, le due ragazze che aveva usato come nascondiglio lo incenerirono con lo sguardo.
-Che cambia se glielo dico domani? O dopo domani... Beh, non ho mai scaricato una ragazza, potrò o no essere a disagio?-
-Ok, hai bisogno di tempo, hai ragione... ti do un'ora, massimo una e mezza...- minacciò Leshawna. Nel mentre Izzy rimuginava guardandolo storto.
-Noah, non fare il codardo.- disse la rossa stranamente seria. -O vuoi forse cercare di tenere il piede in due scarpe come Duncan?- Noah e Leshawna si scambiarono uno sguardo confuso.
-Izzy, guarda che non dicevo mica sul serio quando ho suggerito che fossi interessata a me...-
-Ma non parlavo di me, sciocco! Ma del povero Owen! Eh, non ci pensi a Owen?!-
-Ok, io me vad...- Leshawna lo trattenne tirandolo per il gilet. -Da che pulpito! Tu hai avuto il coraggio di dire ad Harold che non ti interessa?-
-N-non è così semplice la cosa... e non è neanche proprio come dici tu...-
-Non mi sembra di averti chiesto di risolvere la fame nel mondo, mi sembra qualcosa molto semplice invece... ma che posso aspettarmi da una che non ha neanche il coraggio di dirgli che non vuole studiare con lui?- disse Noah compiaciuto. Leshawna lo gettò a terra in malo modo e si diresse verso Harold che stava parlando con DJ.
Izzy e Noah la seguirono come due avvoltoi, Izzy agitò le braccia in quelli che secondo lei erano gesti di incoraggiamento.
-Ha...-
-Sì? Qualcosa non va, Leshawna?-
-Scusa, ma non voglio più il tuo aiuto per le materie!- disse tutto d'un fiato. -Vorrei pensarci dopo per conto mio, ma tu sei così... così...-
-Oh... Ok, non c'è problema.-
-Sei così assennato... Eh? Davvero?-
-Ma certo. Mi faceva piacere stare con te a darti una mano, ma se per il momento vuoi riposarti o se preferisci cavartela da sola, a me va bene.- ripetè il ragazzo pacificamente.
Izzy applaudì, Noah sghignazzò. Leshawna pensò che non era il caso di strangolarli con tutti quei testimoni.
-Beh, sembra che abbia il pomeriggio libero...- disse Harold sovrappensiero, Leshawna lo guardò con interesse. -DJ, vuoi giocare con me alla Play?-
-Ma certo!- rispose felice il ragazzo. -Ho anche io bisogno di un po' di riposo, mi sta esplodendo la testa!-
-Eh... Harold in realtà a me farebbe piacere se...- ma Justin si intromise interrompendola.
-Posso unirmi a voi? Mi sento un po' giù, vedere Al in televisione mi deprime...-
-Sicuro!- rispose i due.
-Ma... Aspettate che voglio giocare anche io!- sbuffò Leshawna sentendosi lasciata indietro. “Maledetto! Passare un po' di tempo insieme, da soli e senza libri no?!” Harold per un attimo la guardò con sospetto pensando che fosse interessata a causa di Justin. Leshawna lo trascinò per la mano. -Forza! Andiamo!- Prima di sparire fece un gestaccio a Noah e Izzy. DJ e Justin però pensarono fosse rivolto a loro.
-Che scena patetica!- commentò Noah soddisfatto. -Ma almeno mi sono liberato di...- c'era ancora Izzy che lo guardava con un sorriso ferale.
-No Noah caro... non puoi mica giocare così con i sentimenti di una povera fanciulla...-
-Hai cominciato tu... lasciando in sospeso le cose, magari potrei cambiare idea e considerare realmente Katie quindi...- ma Izzy continuava a guardare con disapprovazione. -Ti interessa così tanto dei presunti sentimenti di Owen?- sospirò infastidito senza essere sicuro del motivo.
-Non esattamente...- per un attimo sembrò nuovamente una ragazza normale indecisa. -Ma mi darebbe fastidio se per pigrizia e codardia ti prendessi gioco dei sentimenti di qualcuno.- disse con aria autorevole. -Forse avrei dovuto dire a Katie di non aspettarsi nulla quando le ho suggerito di chiederti di uscire... ma mi sembrava brutto perchè se non te lo chiedeva non c'era speranza a prescindere...-
-Lo sapevo che eri tu il mastermind dietro a tutto questo!-
-Upupupupù...-
-...Ma che razza di risata era?!-
-Scusa... non so come mi è uscita!- confessò divertita la ragazza.
-Ok... andrò incontro al mio destino e chiarirò con Katie... non per sollevarti dal senso di colpa, ma perchè prima o poi mi troverò nei guai comunque per questa storia, me lo sento.- però le sorrise amichevolmente.
-Faccio il tifo per te!- disse la ragazza saltando. -Grazie...- disse a voce più bassa, ma sempre udibile.
Alla fine Noah fece, suo malgrado, piangere Katie, venne inseguito da una Sadie furiosa, molto più veloce di quello che poteva sembrare... e nonostante quello sembrasse l'anno giusto per la sua popolarità, non ottenne niente di buono, sua primavera doveva ancora arrivare...
In realtà ottenne l'amicizia di Owen, che rivelandogli che si era divertito molto in sua compagnia si dimostrò disponibile a partecipare con lui ad altri reality strani e in generale a tenerlo lontano dalla noia.

Tornando da casa della sua fidanzata, Emma, durante la fine di un pomeriggio, Noah venne privato momentaneamente della vista dalle mani di qualcuno.
-Aiuto! Rapimento!- urlò a squarcia gola nella speranza che qualcuno lo soccorresse.
-Chi sono?-
-Una che non sa salutare normalmente.- sospirò il ragazzo calmandosi. Addirittura, sorrise leggermente rivedendo la ragazza dai capelli fulvi e ricci e che si intonavano alle nuvole rossastre del tramonto.
-Quanto tempo, gamberetto!- disse facendo il saluto militare.
-Quanto tempo, già...-
-Dove vai di bello?-
-Torno a casa. La mia fidanzata deve studiare sodo se vuole un giorno mantenermi.- disse fiero.
-Ah, buon per te! Si tratta della tizia di quel reality?- Noah annuì -Alla fine hai fatto proprio bene a non trovarti la ragazza quell'anno... non avresti avuto tempo libero per partecipare ai reality con Owen e non avresti finito per trovarti una futura fonte di stabilità economica alternativa ai soldi di un premio...- lo punzecchiò.
-Le probabilità che una coppia si lasci sono alte, ovviamente non ci sto per quello, io...- “Davvero devo dirlo a lei?” pensò imbarazzato.
-Forza, su! Non fare il coniglio... siamo nati nell'anno del Bisonte, no?- sorrise Izzy sfidandolo.
-Non ho idea di come funzioni l'oroscopo cinese e nemmeno mi interessa...- temporeggiò poi si fece coraggio. -Io... amo davvero Emma...- disse imbarazzato dalla strana situazione. Izzy lo applaudì.
-Non capisco il tuo imbarazzo, avete comunque fatto i piccioncini in TV, ma comunque, complimenti!-
-Tu invece? Come te la passi?-
-Da un punto di vista sentimentale, passo, ma non mi lamento. Da un punto di vista sociale va perfettamente, sono ricercatissima!- disse con allegria. Noah non era sicuro se si stava riferendo alle amicizie o alle forze dell'ordine.
-Non è che mi hai fermato perchè vuoi nasconderti a casa mia, vero?-
-Ehi! Non interrompere! Allora, stavo parlando della mia vita... la mia vita... la mia vita di studente è una bomba! E in biologia faccio faville! Anche lì... sono ricercatissima!-
-Spero non come ecoterrorista...- commentò Noah, in realtà si stava un po' divertendo.
-Come sta invece Owen?- chiese con un sorriso pacifico.
-Uhm... come al solito... come un Owen. Mangia, dorme... mi sta appiccicato... si comporta in modo socievole con chi capita... l'ho già detto che mi sta appiccicato? Beh... non me ne lamento, è un buon amico e non ne ho mai avuto uno così stretto...-
-Un po' mi spiace che tu me lo abbia portato via... oltre ad avermi portato via anche te stesso.- fece una risata appena accennata e nostalgica.
-Non ti ho portato via Ow... eh... in che senso ti avrei portato via me stesso?- chiese sospettoso.
-Non riesci proprio a capire la portata distruttiva del tuo fascino, che fastidio.- Noah si sentì un po' a disagio. -Tranquillo, sono sentimenti appassiti prima di poter fiorire. È... tipo togliersi uno strano sassolino dalla scarpa... molto strano... a spirale... e verde a pois viola...-
-E' un modo contorto per dirmi che avevi una potenziale cotta per me, non ti piaccio più, ma trovi buffo il potermelo confessare ora?- la ragazza annuì energicamente. -Come facevo a piacerti? Ti avevo appena fregato il fidanzato.-
-Allora lo confessi!-
-Parlavo dal tuo punto di vista, Izzy...-
-Beh... era una sensazione strana... sei un ottimo venditore di aspirapolvere!- Noah non riuscì a seguirla. -Intendo che grazie a te ho razionalizzato in fretta la rottura con Owen... già ti trovavo interessante prima e anche a causa di quell'impicciona di Genialoide ho cominciato a... provare degli strani sentimenti conflittuali nei tuoi confronti... Ma non potevo accettarlo, mi avevi portato via il ragazzo! Anche per questo ho pensato di spingerti a uscire con Katie... Pensavo di fare qualcosa di buono per lei che non aveva alcuna speranza se non avesse fatto il primo passo, per te che magari saresti diventato meno zuccone... e per me che mi sarei liberata di una distrazione come te. Mi sono sentita strana quando dicevi che non volevi stare con Katie... ma non avevi il coraggio di dirglielo... E' stato buffo. Mi sentivo gelosa e tradita da una parte... In colpa dall'altra perchè non era giusto nei confronti di Katie, più rimandavi, più rischiavi di complicare la situazione... Bene, mi sento molto più libera ora, lo sai?- disse stiracchiandosi. Il sole era già tramontato e i suoi capelli avevano smesso di brillare di luce riflessa.
-Come mai una ragazza spigliata e spontanea come te non mi ha detto niente? Capisco la storia di Owen ma...-
-Dopo avermi trovato una pessima fidanzata per Owen mi avresti mai guardato in quel modo?-
-Forse anche tu mi piacevi un po'...- confessò. Izzy aveva ragione... era una sensazione strana e liberatoria parlata di quei principi di sentimento mai germogliati.
-Eh?!- la ragazza rimase stupita.
-E' stata colpa delle circostanze...- si giustificò. -Ero improvvisamente diventato popolare così ho cominciato a considerare l'ipotesi di potermi trovare una ragazza... tu mi avevi aperto la mente facendomi prendere in considerazione di poter stare anche con persone completamente diverse da me, Owen me lo aveva un po' dimostrato e forse era anche del senso di colpa nei tuoi confronti che mi ha costretto a considerarti come un essere umano anziché un animaletto strano e pericoloso...-
-E hai rinunciato per pigrizia? O anche lì è stato perchè ti preoccupavi di Owen?- domandò lei con un sorriso tranquillo, quasi assonnato.
-Ti avrebbe lasciato comunque e per la sua sopravvivenza non eri il massimo, come se lui non fosse di suo abbastanza pericoloso per sé... Però in effetti... prima gli dico di lasciarti, poi mi metto con te... Sarebbe stata una situazione disagiante, fraintendibile, faticosa e sconveniente.- il solo pensarci gli sembrava un casino.
-Già, povero Owen, ci sarebbe rimasto malissimo!- sembrava sinceramente dispiaciuta all'idea di immaginarlo in quella situazione. -Ma in realtà non è stato il bene di Owen a fermarmi. Ero un po' arrabbiata con lui... poi c'era esplosivo che voleva direttamente farlo fuori! Anche se avevo razionalizzato che era una perdita inevitabile per cui non valeva la pena rimanere troppo male, non me la sentivo comunque di rimettermi in gioco per qualcuno... sopratutto per un ragazzo troppo normale e troppo poco paziente come te. Non avrebbe mai funzionato.-
-Wow... sai anche essere razionale quindi?-
-No, ma ho un ottimo istinto di sopravvivenza!-
-Anche io ho pensato che eri troppo strana per me... e che il tuo monito sull'ampliare i miei orizzonti nella pratica funziona solo fino a un certo punto.-
-Ha funzionato abbastanza. E per quel che ho visto sei diventato davvero forte! Beh... non dal punto di vista fisico...- gli prese un braccio e glielo mosse come se fosse un tentacolo. -Braccino...- commentò ridacchiando.
I due si congedarono tranquilli, ma ad un certo punto Noah si voltò e la chiamò ad alta voce.
-Izzy! Se vuoi puoi farti viva di tanto in tanto! Anche Owen sarebbe felice di rivederti! Ed Emma e sua sorella potrebbero essere felici di conoscerti! Sopratutto Kitty! Per Emma speraci meno...-
-OK!- urlò Izzy di rimando.


Angolo dell'autrice.

Finalmente ho aggiornato anche questa storia!
Questo capitolo mi aveva davvero bloccata e uno dei motivi era che non riuscivo a farlo breve... e infatti... Beh, spero possa piacervi nonostante la lunghezza!
Sentivo il bisogno di scrivere un capitolo su questa pairing per lo stesso motivo per cui ho fatto il capitolo su Trent e Courtney.
Anche questa era una pairing molto popolare quando ho iniziato a impicciarmi nel fandom di A tutto reality. Così un po' per curiosità, un po' per nostalgia, volevo vedere come sarebbe venuto un capitolo su loro due.
Ho aggiunto Katie per lo stesso motivo... Già, pure la Notie era una coppia popolare perchè... non ne ho la minima idea dell'origine di questa crack pairing... è un mistero! Ma mi ha fatto piacere poter scrivere anche su Katie e Sadie (e anche se dovrebbero avere la stessa personalità confessione; preferisco Sadie...) e usare il capitolo come scusa per nominare brevemente anche qualche altro personaggio. Sì... se avessi tagliato gli altri personaggi sarei riuscita a ottenere una storia breve... ma in realtà non riuscivo a trovare qualcosa che mi permettesse di scrivere esclusivamente di Noah e Izzy e che mi soddisfacesse(inoltre ho tagliato diverse scene...)
Non sono sicura di come mi sono venuti Noah, Izzy e la loro interazione... Izzy mi viene piuttosto difficile come personaggio e in alcuni punti ho dovuto per forza farla più normale (anche se per me il personaggio è più razionale di quel che sembra...) e cercare di fare qualcosa su lei e Noah che avesse senso col cartone mi era difficile e non so se ci sono riuscita, ma per qualcosa di AU non avevo idee che mi piacessero.
In ogni caso, spero possa risultarvi un capitolo piacevole!
Scusate se vi ho trattenuto troppo allungo e grazie infinite per l'attenzione e la lettura.
Alla prossima!

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Capitolo 18
*** Lightning/??? ***


Quella mattina, un entusiasta Lightning sentiva il bisogno di condividere con qualcuno la sorpresa che aveva avuto all'entrata della scuola.
Sapeva già con chi voleva parlarne e il caso volle che il prescelto fosse proprio davanti agli armadietti. Era il suo migliore amico Jo, un ragazzo biondo, amante delle tute. Aveva un viso che sarebbe stato anche grazioso se non avesse avuto quella perenne espressione aspra e la sua voce era stranamente poco virile... Perlomeno per il punto di vista di Lightning, apparentemente convinto che Jo fosse un ragazzo...
-Oh, Joooo!- la chiamò Lightning canticchiando.
-Oh, merdaaa...- Jo rispose con una cantilena a denti stretti.
-Perchè così scontroso di prima mattina?-
-Perchè così esaltato di prima mattina? Di che ti droghi? Guarda che è piuttosto grave per un atleta e comunque, io non ti coprirei...- lo minacciò scherzosamente. Sapeva che nonostante i numerosi, numerosissimo difetti, Lightning era un persona corretta e responsabile... beh, perlomeno per tutto ciò che riguardava lo sport e la cura del proprio corpo...
-No...- rise il ragazzone. -Ma ho incontrato una persona!-
Jo lo guardò storto, il suo entusiasmo le fece trapelare un'informazione in più -Eh... è giunta anche per te la primavera?- chiese infastidita.
-Prima... vera? Ma stai bene? È autunno! ...Giusto?!-
-Lascia perdere, era una metafora...- disse la ragazza massaggiandosi le tempie. Nonostante facesse sporadiche battute che potevano far intendere il contrario, era abbastanza convinta che il ragazzo fosse asessuato. Aveva le sue ammiratrici, ma sembrava non notarle... “Non è neanche capace di riconoscerla una ragazza, questo qua!” escludeva che fosse gay, era spesso circondato da uomini, ma gli unici muscoli a cui sembrava prestare attenzione erano i propri.
-Metafora di che?-
-Lascia perdere, mi scoccio...-
-Ah, tanto si scoccia anche Lightning... Inoltre... perchè mi hai interrotto?! Stavo per raccontarti una roba davvero incredibile! Non puoi capire proprio le sha-coincidenze della vita!-
-Ok, racconta!- esclamò irritata.
-Eh... ragazzi guardate che la prima campanella sta per suonare. Se vi fermate qui a chiacchierare arriverete in ritardo...- li avvertì Cameron sistemandosi gli occhiali.
-Ma sai quanto me ne importa, cricetino!- lo canzonò Jo.
-Sarà per un'altra volta, trichechino... Jo... non vorrei criticare i tuoi soprannomi, ma i trichechi non erano grossi? Perchè trichechino?-
-S-sei, s-sei...- Jo prese un respiro e decise di trattenersi. -Sei un idiota... allora, cosa volevi raccontarmi?- ormai era curiosa.
-Ho incontrato la mia fidanzatina della seconda elementare!- disse entusiasta. -Non è una coincidenza incredibile?-
-Tu  in seconda elementare avevi cosa?!- disse Jo incredula “ 'Sto stronzo! Io non ho mai avuto mezzo ragazzo!” si sfogò mentalmente. -Chissà che razza di stramboide deve essere...-
-Beh... era una bambina molto buffa con un caschetto rosso...-
Jo non potè fare a meno di cercare nella sua memoria tutte le immagini di ragazzine fulve che ricordava di aver visto a scuola... “C'è quella quattrocchi con il tuppo che parla esclusivamente di cose incomprensibili da cervellona e che si crede la più intelligente del mondo... poi c'è la piccola squilibrata riccia che una volta, quando eravamo in piscina, mi ha addentato... e... forse una darkettona? O al naturale era biondiccia, non ricordo... Suppongo possano essere tutte e tre stramboidi, ma non so se le vedrei con questo qui... però da bambini...” vide che Lightning se ne stava andando. -Ehi! Dove credi di andare?!-
-Beh, in classe. Lightning ha finito la storia...- rispose Lightning.
-No! Lightning non ha finito la storia! Jo vuole saperne di più!-
-Ah... ok... suppongo che Lightning sia un narratore migliore di quel che credeva!- ghignò il ragazzo.
-Sì, sì... mettila come vuoi!-
-Allora, era una bambina che giocava spesso con i maschi... anche se non era per niente un maschiaccio... beh, non era neanche molto femminile... era particolare! E i maschi la prendevano spesso in giro... siccome mi sembrava un po' un pesce fuor d'acqua, nel mio immenso spirito di gruppo e altruismo...-
-Siamo sicuri di star continuando a parlare di te, vero?- Lightning la ignorò.
-Le ho dato l'onore di essere coinvolta in una mia dimostrazione di abilità. Le ho chiesto di tenere in equilibrio una mela in testa affinchè potessi calciarla via...-
Jo guardò incredula. -Le hai calciato la testa?!- esclamò.
-No, ovviamente...- Lightning la guardò abbastanza offeso. -Con una dimostrazione di maestria incredibile ho colpito solo la mela.-
-E... questa masochista è diventata la tua fidanzatina perchè hai rischiato di darle una pedata in faccia?!-
-Sono abbastanza convinto che questa sia stata la prima cosa che l'ha colpita di me! Disse qualcosa tipo che ero fantastico, poi si è imbarazzata ed è arrossita facendo un sorrisino molto carino.- ricordò allegro.
-I bambini sono creature davvero assurde...- commentò Jo fra sé e sé.
-Poi comunque le piaceva passare il tempo con me ed ammirarmi così... è diventata la mia fidanzatina per quell'anno...-
-Ed è riuscita a sopportarti per un anno?! Che era, 'na martire? Effettivamente dal tuo racconto sembra una bimba molto docile...- disse con una smorfia indecisa. “Ed è questo il suo tipo anche ora? In ogni caso, credo di poter togliermi di mente l'idea che si tratti della pazza, riccia e morsicatrice, della cervellona con la pettinatura di mia nonna e... in realtà la darkettona sembra molto timida quando la spogli del trucco e la parrucca... forse, forse...”
-In realtà... non proprio, a volte diventava piuttosto suscettibile... Una volta ha anche avvelenato il cibo degli altri bambini per vendicarsi.-
-Avvele-cosa?!- “Ok, ricciolina e nonna-capelli non sono da escludere dalle ipotesi!”
-Aveva conservato del cibo avariato. Poi lo ha anche mischiato con qualche pianta, ma nulla di mortale ovviamente...- ridacchiò nostalgico. -Era una tipa molto intelligente, ma parecchio strana! Comunque non ci siamo mollati, sono io che mi sono dovuto trasferire. Lei mi regalò anche un nastrino rosa come ricordo, che carina! Chissà se è ancora a casa da qualche parte...-
“Stronzo! Non mi dai neanche un contentino in cui mi dici che sei stato mollato malamente dalla squinzietta! Calma Jo... non devi essere gelosa di una storia infantile, chiunque è capace di avere una storia alle elementari... Tranne te evidentemente... No! Zitta personalità numero 603!”
-Senti, ma com'è che si chiama questa qui?-
-Oh! Si chiama... Hannah? Zoya? Nora? Daria? Eh...-
Jo scoppiò a ridere. -Se non lo sai tu! Non sono neanche nomi simili... sei assurdo! Come hai fatto a parlarle senza neanche ricordarti il suo nome?-
-Eh...- era estremamente insolito, ma Lighting sembrava a disagio.
Jo sgranò i predatori occhi azzurro-violetto. -Non le hai parlato? L'hai solo vista e me lo sei venuto a dire... ma non le hai rivolto mezza parola?- Lightning evitò di risponderle, Jo trasse comunque le sue conclusioni.

-Ehi, Lightning!- finita la lezione, Jo richiamò l'amico con la testa coricata sul banco. -E' un illusione ottica o stai davvero pensando a qualcosa...- commentò vedendo che non le prestava attenzione.
-Non riesco a ricordare il nome della bambina...- disse frustrato.
-Andiamo a cercarla?- chiese Jo. Aveva l'insana voglia di osservare Lightning in quella situazione.
-Cos... p-perchè?!- esclamò Lightning agitato.
-Sei diventato timido?- chiese Jo compiaciuta, con sorriso ferale.
-Lightning non è timido! Ma... non vede perchè dovrebbe farlo...-
-Per scoprire il nome della fanciulla, magari...- gli sorrise.
-Uhm... sai, non è che me ne freghi poi tanto...- il ragazzo si alzò, Jo lo seguì nonostante non avessero la lezione seguente insieme.
-Eddaaai! Non sei curioso di parlare con questa qui? Hai ragione, è una bella coincidenza trovarla qua... magari è il destino! Davvero non vuoi andare incontro al destino!- “Non ricordo di aver mai detto tante minchiate di fila in sedici anni di vita!”
-Ah, il destino! Sha-occhezze! Roba da femmine! Sei forse una femmina?!-
-Sì!-
-...- Lightning lo guardò stranito.
“Dai che forse una buona volta lo capisce! Dai!”
-Ah... c'ero quasi cascato, amico mio.- disse riacquistando il sorriso mentre Jo lo perdeva.
-E te pareva...-
Ad un certo punto Lightning si bloccò... stava osservando due sfigati piuttosto magrolini e vestiti male che chiacchieravano davanti gli armadietti. Uno dei due era effettivamente una ragazza dai capelli rosso brillante, raccolti in due codini...
-E' lei?- chiese impaziente Jo.
-Eh... eh, no!- Lightning era troppo poco convincente così Jo lo spinse verso la ragazzina rossa accanto il tizio con i capelli castano rame.
“Ah, ma la conoscono... è Zoey... In effetti... tipa strana... docile, ma che può incazzarsi... sì, corrisponde all'identikit! Perchè non ci ho pensato subito?!” si sentì un po' nervosa, non sapeva a che risultato avrebbe portato costringere Lightning a parlarle e farsi riconoscere. “Tanto, Zoey, odia i palestrati senza cervello...”
Zoey e l'altro tipo li fissarono straniti e un po' a disagio. -C-ciao, Jo...- disse la ragazza con un sorrisetto insicuro. -Il tuo amico ha qualche problema?-
Lightning sembrava pietrificato. Era una situazione impagabile quanto frustrante per Jo.
Pur di non guardare Zoey negli occhi, Lightning, indirizzò il suo sguardo verso il tizio.
Zoey convincendosi che Lightning volesse parlare con il ragazzo, li salutò e iniziò ad andarsene.
-Zoey, aspetta! Lightning! Che fai?! Valle dietro!- Niente, continuava a starsene immobile osservando il tizio.
-Eh... tutto bene?- chiese il ragazzo. Gli prese il polso per contare i battiti.
Lightning granò gli occhi e Jo cominciò a realizzare. “Capelli castano rame... effettivamente... beh, rossi... Perchè non sono poi così stupita?!”
-Hai un po' di tachicardia...- gli disse il ragazzetto sistemandosi gli occhiali. -Potresti avere un po' di febbre o... non so, hai forse mangiato o bevuto qualcosa di strano? Non vedo perchè dovresti essere agitato in questo momento... vuoi essere accompagnato in infermeria?-
Lightning a quel punto si sbloccò e continuò a fissarlo appoggiando, con finta confidenza, il braccio all'armadietto. -Sha-Ehi...- era l'”ehi” flirtante peggiore che Jo avesse mai ascoltato...
Lo sfigato, abbastanza disorientato si guardò intorno, poi sorrise leggermente e scosse le spalle. -Ehi...- rispose, con fare amichevole.
-Ehi?- ribattè Lightning.
-...Ehi?- lo imitò di nuovo il ragazzo.
-...E...ehi?-
-Ehi...- questa volta il tono del quattrocchi era palesemente scocciato.
“A cosa diavolo sto assistendo?!” si chiese Jo. “E' più emozionante il corteggiamento degli scarabei stercorari! O l'accoppiamento dei criceti! Almeno ci sono buone probabilità che si mangino o mangino i piccoli!” Jo decise di prendere in mano la situazione e togliere di mezzo Lightning.
-Allora, sei Hannah, Zoya, Nora o Daria?- gli domandò la ragazza.
-A che gioco state giocando, voi due? Scusate ma non vi capisco...- disse il ragazzo sospettoso.
-Come ti chiami?!- chiese Jo spazientita.
-Harold...- sbuffò il ragazzo.
-Bel nome!- disse Lightning. -Anche se poco femminile... ma ora lo ricordo!-
-Poco fem... femminile?- disse fra sé e sé Harold. Lightning gli fu di nuovo davanti. Il quattrocchi indietreggiò infastidito.
-Ti sono familiare in qualche modo?- gli chiese Lightning ripresa la confidenza in sé.
-Sei il capitano della squadra di football... e sei parecchio bravo...-
-Ah, grazie! Sono contento che tu mi segua!- gli fece l'occhiolino.
-...Prego?- Harold arrossì leggermente.
-Ma... non ti ricordo proprio nient'altro?-
-No, mi spiace.- Harold scosse le spalle anche se cominciava ad empatizzare con la frustrazione di quello strano ragazzo.
-Com'era il tuo primo fidanzato?-
-...Cosa?!-
-Troppo diretto, ma allo stesso tempo troppo indiretto, Lightning... com'è che non ne azzecchi una?!- si irritò Jo.
-Non ho mai baciato un ragazzo!-
-Tranquilla, ognuno ha i suoi tempi. È sano che sia così.- disse Lightning con tono molto tranquillo e rassicurante.
-Oh... grazie...- Harold sorrise. -Ah... aspetta... in che senso “tranquilla”?- il ragazzo ridacchiò. -Oh, cavolo... cavolo... cavolo! Temo ci sia un fraintendimento, sono un uomo!-
-Eh... e-eh?-
-Già... e sono piuttosto sicuro che questa sia la prima volta che mi rivolgi la parola... ma... dove pensi di avermi incontrato?-
-Lui si chiama Lightning...- si intromise Jo mentre l'amico si prendeva il suo tempo per realizzare. -Ed è convinto che tu sia la sua fidanzatina delle elementari.-
-Oh!- improvvisamente le labbra del ragazzo si tesero in un sorriso. Poi divenne paonazzo e l'espressione pur rimanendo sorridente si fece nervosa. -L-Lightning?! S-scusa, non ti avevo proprio riconosciuto!- Lightning sembrava abbastanza offeso. -E' che dal modo in cui tutti ti descrivono a scuola, sembri completamente diverso dal compagno di classe che conoscevo...-
-Eh?! Perchè, cosa dicono di Lightning?!- disse infastidito Lightning. Harold balbettò un po'..
-E che devono dire? Che sei un imbecille! Oltre che aggressivo e megalomane...- intervenne Jo.
-Sha-gelosi...- sbuffò Lightning. Harold sembrò tranquillizzarsi e lo guardò con curiosità.
-Perchè? Com'era 'sto debosciato da bambino?- gli chiese Jo curiosa.
-Beh, sicuramente vanitoso lo era, ma aveva buoni motivi per essere fiero di sé...- disse il quattrocchi bonariamente e Jo lo studiò con perplessità. -Ma era veramente molto gentile e affidabile.-
-Beh! Lighting è ancora gentile e affidabile...- disse Lightning.
-Mi fido.- affermò Harold lasciando trasparire una sorta di tranquillità. Lightning ricominciò a squadrarlo con interesse mettendolo a disagio.
-Scusa, ma quindi, eri o non eri la fidanzatina del citrullo?!- chiese Jo spazientita.
Harold arrossì e rise nervosamente. -N-non mi sono mai definito c-così... e... non credevo neanche di piacergli... pensavo fosse un... una simpatia a senso unico in realtà...-
-Io... ti ho regalato una penna una volta...-
-Ah, era importante? Non me ne ero accorto...- disse imbarazzato Harold, spostandosi i capelli.
-E ti ho sempre prestato le cose per la scuola ogni volta che le scordavi! Devi ammettere che eri molto distratta... eh, distratto..-
-Eh, già!- ammise. -Ma... credevo di darti fastidio... quindi... ti piacevo?- chiese incredulo.
-Eh... aspetta, era al contrario! Io piacevo a te... ma accettavo i tuoi sentimenti e tu non mi infastidivi... era così che funzionava la relazione...-
-Le cose fra bambini tendono a essere più arzigogolate di quanto dovrebbero... beh, ovvio visto che ammettere che ci piaccia qualcuno era un po' un disonore...- Harold sospirò un po' nostalgico guardandosi le punte dei piedi.
-Scusa... ma perchè gli hai regalato un nastrino per capelli rosa?- chiese Jo. “Comincio a sentirmi di troppo...”
-Non era un nastro per capelli! Lo usavo come papillon quando ci si dovevamo vestire eleganti per le foto di classe...-
-Rosa?!-
-Perchè? C'è c'è di male?- chiese Harold infastidito. Effettivamente, sotto la giacca blu portava una camicia rosa.
-Esattamente! Cosa c'è di male?- approvò Lightning avvicinando amichevolmente il ragazzo a sé non notando che arrossiva eccessivamente.
-Comunque...- esordì Harold allontanando quel braccio da sé. -Prima di capire che fossi un ragazzo..-
-Quest'idiota non l'ha capito! Glielo hai detto tu!- ci tenne a precisare Jo un po' inacidita. -Magari gli dici che sono una ragazza visto che ci sei?-
-Prima tu ci stavi provando con me?- continuò ignorando Jo.
-Eeeeeeeh...- Lightning temporeggiò con quel verso. Jo era nervosa inspiegabilmente. -No, non ho tempo per le ragazze! E non mi è mai venuto in mente di pensare ai ragazzi...-
-Ok...- Harold guardò verso il basso, forse era un po' deluso.
-Perchè? Tu ci stavi?- Lighting sembrò prenderlo di sorpresa.
-Ho una ragazza!- rispose frettolosamente Harold. -Beh... non è ancora la mia ragazza. Comunque chiedevo solo per curiosità... non è mai capitato che qualcuno ci provasse con me! Anche se una volta, una, nell'euforia di una sua sega mentale mi è saltata addosso baciandomi senza permesso...- ricordò infastidito. “Non si è neanche preoccupata di essere coperta di vomito! E mi ha scaricato dalla neonata relazione immaginaria il giorno dopo!”
-Ah, in effetti sembra facile assaltarti.- commentò innocentemente Lightning. Harold lo fulminò con lo sguardo. Il cervello di Lightning ebbe una pessima idea così il ragazzo afferrò l'altro e lo sollevò da terra mettendoselo in braccio.
-Waaaaah! Ma che fai?!-
-Eh, sei abbastanza alto, ma rimani spaventosamente leggero.- Lightning scherzò muovendolo un po' bruscamente.
-A-a-aah! Che diavolo?!- nel tentativo di aggrapparsi meglio gli piantò le unghie nel braccio.
-Ahi!- esclamò Lightning guardandolo storto.
-S-scusa! Ma volevo evitare di finire a terra...-
-Non ti fidi?-
-Di uno che sembra avermi preso per una bambola?- scherzò Harold per gestire la paura di cadere e l'imbarazzo che stavano andando a confondersi. Alla fine, dopo un momento di tensione, davano più l'impressione di giocare e osservarsi reciprocamente.
“Ma ...Si piacciono? Com'è che Lightning ha tutto questo successo mentre io niente?!” rimuginò Jo infastidita.
-Ah, ciao Jo! Hai un nuovo taglio di capelli? Ti sta bene!- si complimentò Brick inventandosi una scusa. Jo lo scacciò ringhiandogli contro.
“Ah... non ho neanche uno straccio di ammiratore...” sospirò la ragazza.
Vide avvicinarsi una donna afrocanadese, medio bassa e incarne, ma dall'apparenza forte e un'espressione omicida. -Eh, zuccherino... che stai combinando?- disse la donna celando meglio che poteva la sete di sangue che solo Jo sembrava fiutare.
-Ah! Ciao Leshawna... Oh, no! L'ora di biologia!- rispose Harold innocentemente.
-Già... siamo parecchio in ritardo...- ribattè Leshawna. Rimasero qualche secondo in attesa.
-Lightning... mettimi giù!- era tenuto troppo sollevato per scendere comodamente.
-Oooh giusto, giusto...-

-A dopo Han... Harold.- lo salutò Lightning. Harold gli fece un cenno della mano e seguì Leshawna che sembrava un po' nervosa.
-Comunque... hai proprio dei gusti strani...-
Harold si sentì un po' a disagio. -Non va proprio a tuo favore come cosa.- provò a sorridere.
Lei imitò l'espressione. -Beh, io sono un eccezione, ovviamente!- poi sospirò. -Di norma dovrei appoggiarti, ma... Lo squilibrato del football? Ti consiglierei di evitare...-
-Hai frainteso... decisamente frainteso... e poi, mi sei sembrata un po' gelosa, no?- “...che mi significa, ti appoggerei?” pensò rassegnato.
-Eh... temo di poter diventare un po' possessiva nei tuoi confronti andando avanti...- si sistemò i capelli tradendo il proprio fastidio. -Ma non sei mio... e non mi interessi in quel senso, quindi non va bene...-
-Ah... non va bene...- bisbigliò fra sé e sé deluso. “Non te n'è fregato nulla neanche che Beth mi baciasse...”
-Dico sul serio, fai attenzione. Quel tipo mi sembra sospetto...-
Il ragazzo sospirò. Non ci aveva pensato, ma Leshawna poteva avere ragione.

Era quasi una settimana che Lightning era strano, non alla Lightning maniera...
-Un penny per i tuoi pensieri...- propose Jo sospirando. Si sentiva stranamente morbida nei suoi confronti ultimamente.
Il ragazzo alzò la testa dal banco con aria da morto vivente. -Pensavo fosse solo un'impressione, ma è ufficiale... la ragazzi... quel ragazzo mi sta evitando...- disse infastidito. -Ogni volta che lo incrocio cambia strada... ed è anche incredibilmente bravo a svignarsela e volatilizzarsi come se non ci fosse mai stato! E dire che da bambino era un completo impedito!- disse incredulo. -Quando riesco a parlargli cerca di chiudere il discorso in fretta, tira fuori un sacco di impegni, quando gli ho chiesto il numero di telefono si è messo a fare uno strano discorso sulla salute e le ossessioni dell'epoca moderna... non lo so, comunque il punto era essere contrari all'uso dei cellulari... ma sono abbastanza sicuro che fosse una scusa, l'ho visto con un computer! Se ha il computer non ha senso che non abbia un cellulare! No?- sembrava esaurito.
-Non è che lo hai approcciato in modo strano o intimidatorio?-
-In che senso?-
-Boh, sollevarlo da terra, mettergli addosso le mani mentre parli...-
-So perfettamente come si parla con qualcuno e lo si mette a suo agio.-
-Sei invadente e inopportuno da morire!-
-Ma che dici?!-
-Quando qualcuno ti ispira simpatia fai troppo l'amicone e ti prendi molte confidenze dando per scontato che l'altro abbia la stessa considerazione di te...-
-Io sono sicuro che nessuno si sia mai lamentato...-
-Non è colpa mia se sei semi-sordo alle lamentele! Senti, capisco che il rifiuto faccia male...-
-Lightning? Rifiutato?!-
-Ma ti stai fissando troppo con quello sfigato! Non ti vuole intorno? Perfetto! Lascialo perdere!-
-Hai ragione! Non vuole il tempo di Lightning! Quindi, non merita il tempo di Lightning!- disse salendo sulla sedia con entusiasmo. -Però... non è lui a interessarmi ero...-
-Sì, ok... eri tu a interessare a lui, lo so... lo so...-
Lightning sembrò rasserenarsi. -Però... dov'è il mio penny?-
-Lightning... Era un modo di dire! Va beh, l'importante è che il problema sia risolto...- col passare dei giorni, Jo si rese conto che il problema non era affatto risolto, così decise di agire...

Era da qualche giorno che Lightning aveva smesso di seguirlo. Harold era un po' dispiaciuto di averlo evitato senza dargli spiegazioni. “Forse sono solo stato paranoico, magari voleva davvero essere amichevole...” ma si sentiva sollevato in parte e libero di abbassare la guardia.
All'improvviso sentì una manata sull'armadietto. -McGrady!- lo richiamò una cupa voce femminile, girandosi riconobbe Jo. -Va a parlare con Lightining.- gli ordinò.
-Altrimenti?- rispose lui con tono acidulo.
-Se non ti sbrighi potrebbe cadere preda del mio fascino femminile...- minacciò imbarazzatissima.
Harold si lasciò sfuggire una risatina. -P-pfff... B-buona fortuna. F-faccio il tifo per te...- disse cercando di trattenersi.
-Senti, diciamo le cose come stanno... Sei fra le cose meno virili e allo stesso tempo meno graziose che mi sia capitato di vedere. Le probabilità che un uomo o una donna ti trovino attraente sono minime! Dovresti prendere al volo questa opportunità...-
-Secondo te dovrei essere un disperato che accetta chiunque gli dia un minimo di attenzione?!- chiese risentito.
-Lo trovi attraente, è palese.-
-E quindi?-
-E per qualche oscuro motivo non sembri schifato dalla sua personalità. Un'opportunità di conoscerlo te la puoi anche dare. Vuole solo fare amicizia perchè lo incuriosisci, ma puoi fargli cambiare idea! È un ottima occasione per uno come te, no?-
Harold la guardò disorientato, poi sospirò. -Questo... è davvero molto triste...-
-Sì, è triste accettare di essere una persona triste, lo so...-
-Non mi riferivo a me...  tu credi veramente che essendo troppo poco femminile e graziosa non troverai nessuno?-
-Cosa?!-
-E' quello che mi hai detto! Non essendo né virile, né grazioso, per te, non ho speranze quindi devo andare dietro al primo che mi guarda. Ma di conseguenza tu...-
-Non rigirare la frittata, strizzacervelli!-
-Non so nemmeno se considerarti un'amica fantastica per Lightning, o una tizia a cui non frega niente di mollare un amico con uno che lo ha schifato per giorni...-
-Ah!- Jo sbuffò. -Ho fatto delle ricerca su di te... fino a un mese fa eri vittima di bullismo e scherzi da parte di degli scemotti popolari. Per uno in particolare, secondo me, potevi anche denunciarli per molestie sessuali...-
-Sì, certo... Un ragazzo costretto a stare nudo davanti delle ragazze viene considerato solo comico... lamentarsene a livello penale mi avrebbe solo fatto sembrare ridicolo... e mi avrebbe esposto ulteriormente...- guardò verso il basso nascondendo le proprie emozioni. -Quindi? Hai trovato qualcosa con cui ricattarmi?- chiese relativamente tranquillo, non si sentiva particolarmente minacciato da Jo.
-Hai evitato Lightning perchè pensavi che ti stesse prendendo in giro e si fingesse amichevole o peggio interessato, per ottenere qualcosa con cui umiliarti o per sfruttarti, vero?- disse sicura di sé.
-E' quello che avresti pensato al posto mio?- chiese schivo.
-Pensi davvero che un imbecille come Lightning possa fare qualcosa del genere?- chiese irritata.
-E che ne so! Non lo conosco! Era solo un mio compagno delle elementari!- si agitò. -Di base sono quello strano e imbarazzante e vengo attaccato con le scuse più disparate... non so come gli altri potrebbero prendere un mio potenziale interesse per un ragazzo... E-e... se fatte ai miei danni, le molestie verrebbero viste come tali... o...- confessò irrequieto.
-Quindi il vero motivo è questo?- chiese Jo a disagio, grattandosi la cute.
-Non proprio... spero che non mi piaccia mai un ragazzo, ma non credo mi opporrei troppo se accadesse... hai azzeccato ipotizzando che non mi fidi di Lightning. Sei intelligente... o particolarmente compatibile col mio punto di vista...-
-Ma Lightning è troppo cretino per architettare un inganno! E nonostante la fama che si è fatto è un bravissimo ragazzo!- lo difese con fervore. -Dovresti, anzi, ritenerti fortunato ad aver catturato la sua attenzione! Sei debole, incapace...-
-Faccio pattinaggio artistico e ho pure vinto qualche premio...- ribattè irritato. -Inoltre...- il ragazzo prese una rincorsa per buttarsi a terra facendo la verticale, si diede una spinta con le mani per lanciarsi in aria e riatterrare nelle posizione di partenza per poi ripetere l'esercizio una seconda volta. -Non sarà il tipo di forza che intendi tu...- disse riprendendo fiato. -Ma direi che non sono così scarso, eh?- la sfidò.
-Roba da saltimbanchi e cheerleader.- sentenziò Jo.
-Non sottovalutarle... ignorante! Ma... fammi capire. Se ti piace Lightning, perchè cerchi di incoraggiarmi?-
-C-Cos... Ma che idea ti sei fatto?!-
-Non sei la sola ad aver fatto delle ricerche, e se ti senti libera di trarre conclusioni su di me, io farò lo stesso...-
-Non è che mi piaccia, è che non lo odio! È una cosa totalmente diversa!- sbottò la ragazza.
Harold sospirò. “E' una situazione alla Leshawna? Tipo... sono molto affezionata a te, eccessivamente affezionata a te... ma non mi interessi in quel senso o odio le relazioni, almeno credo? Oppure...”
-Non credo che a Lightning freghi qualcosa se sei poco femminile, insomma... se pensi che possa interessargli io...- scosse le spalle.
-Ripeto! Quel tizio mi fa orrore!- ribattè Jo.
-Oh! Quindi non è l'unica possibilità che ha una poco femminile di trovarsi qualcuno?- la prese in giro imitandola.
La ragazza ringhiò. -Ok, mi spiace per averti detto che sei senza speranza...- disse a denti stretti. -Non so se abbiamo qualche possibilità...-
-Allegria...- commentò Harold.
-Ma nemmeno a me farebbe impazzire mettermi col primo che capita... o dover essere costretta a vestirmi da femmina e-e truccarmi da femmina...- sembrava rivivere ricordi molto spiacevoli.
-Beh... io non mi fiderei di qualcuno interessato a me solo per come mi vesto...- annuì Harold.
-Esattamente! Poi immagina di doverti fingere femminile per tutta la durata di una relazione e dover indossare cose che detesti, trovi brutte e scomode per tutta la durata di una relazione!-
il ragazzo sgranò gli occhi. -In... in effetti... Non mi piace pensare che l'amore sia una cosa così superficiale...-
La ragazza simulò di vomitare, sfottendo il suo discorso.
Il ragazzo la guardò storto. -Che pensi del mio abbinare salmone, verde prato e blu chiaro?-
-Fa cagare! Sopratutto il rosa! Ti giustifico solo se sei daltonico!-
-Ipocrita, io sulle tue tute non ho detto nulla di male... Mi sa che con Lightning non ci parlo...- disse indispettito. La ragazza ringhiò. -Non mi sta più seguendo, no? Quindi Lightning ha risolto e tu ti stai preoccupando per niente.- concluse Harold.
Jo decise di farsi più ragionevole. -Lightning a causa tua è pensieroso...- gli disse seria. Harold sembrò perplesso. -E Lightning non ha un cervello!- continuò Jo allarmata. -Ti rendi conto che la situazione è grave?! Non devi uscirci! Semplicemente soddisfa la sua curiosità nei tuoi confronti, chiacchiera, dagli il tuo numero di telefono, renditi disponibile ad uscire con lui!-
-Non avevi detto che non ero costretto ad uscirci?-
-Intendevo uscire in senso amichevole, ok? Del tipo fare due passi, tanto potrei venire anche io...-
Harold sospirò e provò ad andarsene. “Strano, non mi segue?” probabilmente aveva deciso di dargli il suo spazio per riflettere.
-E spiegagli che sono una ragazza!-

Non era permesso, ma Lightning stava consumando il suo panino con la carne seduto sugli scalini.
Quando era di cattivo umore teneva le regole ancora meno in considerazione.
La ragazzina non meritava la sua attenzione, ne era certo... ma era comunque frustrante che lo evitasse, non aveva ancora digerito la cosa. “Ah! Tranquillo, te la risolvo io!” gli aveva detto Jo, il giorno prima, in tono scazzato.  “Chissà cosa intendeva...”
All'improvviso percepì una leggera pressione sulla spalla, vide delle dita pallide, lunghe e affusolate.
-C...- prima che il visitatore potesse completare l'inquieto ciao, Lightning lanciò un urlo e rischiò di poter rotolare per le scale. Fortunatamente l'unica vittima fu il panino.
-Harold! Potevo morire!-
-Ops...- rispose il ragazzo con un sorriso teso. Poi sospirò. “Dai... devo togliermi il pensiero...” -Senti...- cominciò, poi vide che Lightning lo guardava storto così si innervosì. -Jo... mi ha detto... mi ha detto di dirti che lei è una ragazza...-
-Uhm... Ok...- rispose Lightning con aria diffidente. -Lo so...- continuò. -Però è divertente quando si innervosisce.- confessò leggermente più allegro. -Inoltre mi sento più a mio agio se la considero come un ragazzo. Non devo pensare a come comportarmi... a cosa posso e non posso dire... beh, è più comodo.- confessò.
-Ah, ok... in effetti non hai l'aria di uno...- si interruppe percependo lo sguardo ostile.
-Niente altro da dirmi, Harold?-
-Mi spiace di averti evitato senza darti spiegazioni... ho i miei casini mentali e n... non posso parlartene, mi spiace...- cercò lo sguardo dell'altro ragazzo, Lightning continuava a fissarlo con freddo fastidio. Sospirò, gli dispiaceva, ma in parte pensava fosse meglio così. -Se ti serve ancora, posso darti il mio numero...-
Lightning lo guardò con sdegno. -Meh... e chi lo vuole!- distolse lo sguardo, poi tornò a sbirciare Harold. Gli sembrava un po' sollevato. -Dammi quel numero!- sbuffò indispettito.
Harold sussultò. -Uhm... ok...- disse sorpreso. Si accovacciò vicino a lui per passargli il numero.
-Sei... tranquillo indipendentemente dalla mia risposta...- osservò Lightning dubbioso.
-Eh... diciamo che mi sono tolto un pensiero e non avevo aspettative né positive, né negative nel venire a parlarti. Solo molto nervosismo! In parte c'è ancora...- confessò. -Mi fa comunque piacere se non sei così arrabbiato con me...- provò a sorridere un po'. -Non sono esattamente mister popolarità, sai?- scherzò cercando di mettersi a suo agio.
-Ok...- sbuffò Lightning. -Sembri così incasinato, che in fondo una seconda possibilità mi sento di dartela.- disse con tono di superiorità.
Harold lo vide comunque con positività, gli sembrava più sereno e familiare. Gli ispirava abbastanza simpatia. “In fondo, sembra ancora un bravo ragazzo...” sorrise leggermente.
-Dovrai uscire con me.- affermò Lightning.
Harold sgranò gli occhi, poi sorrise nervoso. -Ah si... mi farebbe piacere uscire con te e Jo... sarebbe divertente...- disse cercando di salvarsi.
-Eh, no caro! Solo noi due... così impari a tenermi sulle spine...- ghignò avvicinandoselo. Harold lo stava guardando malissimo. -Allora, che ne dici?- sospirò lasciandogli un po' di spazio.
-E... ecco...- il sospetto tornò sotto forma di coro nella sua testa “E' una trappola! Trappola! Aiuto! Mi vuole fregare! Trappola, trappola, trappolaaaah!” -Ah, ok...- sbuffò Harold. “Perchè muoio dalla voglia di cadere in una trappola?! Mi odio così tanto?! Ah... Fanculo! Tanto nulla può compromettere ulteriormente la mia vita sociale a scuola... giusto?”
-Non ho capito bene...- gongolò Lightning.
-Ho detto, ok.- ribattè Harold con più sicurezza, poi ci ripensò. “Però... non ho più le energie per affezionarmi a qualcuno che potrebbe tradire la mia fiducia... Ma se comincio a ragionare così non potrò più legare con nessuno...”
-Perfetto!- disse Lightning sollevandolo da terra. Harold arrossì e cominciò a sgambettare per farsi posare. -Ci vediamo dopo, allora...- disse mettendolo giù.
Harold riprese fiato e cercò di abbassare le palpitazioni. “D-deve essere un incubo! Di ritorno dalla seconda elementare...” sospirò. “Era piuttosto imbarazzante nei suoi confronti all'epoca...” pensò con imbarazzo e un po' di tenerezza.
-Eh... andiamo alla mensa insieme? Il mio pranzo è morto... e a te mangiare qualcosa in più non può far male.- suggerì Lightning tornando indietro.
-Uh... Perchè no?-


Angolo dell'autrice:

Se non state seguendo Dramarama (estremamente probabile, a differenza mia, avrete un ottimo istinto di autoconservazione...) probabilmente questa combinazione vi risulterà molto casuale, beh, anche se lo stesse seguendo vi potrebbe sembrare uno spunto debole, ma ci vuole poco per trovare spunto per delle crack-pairing (anche se magari ci sono coppie che nel cartone avrebbero più spunti ma per cui non mi viene alcuna ispirazione...)
Praticamente, nell'episodio in cui viene introdotto Lightning, Harold, dopo che il bambino nuovo gli ha diviso a metà una mela in testa, lo definisce “handsome” (attraente/bello) poi si corregge imbarazzato, gli sorride e arrossisce. Ho trovato la cosa curiosa anche per un motivo che non c'entra col cartone in sé... quando ho saputo che sarebbe subentrato Lightning nel cast, ho pensato che magari avrebbero potuto usare il suo confondere maschi e femmine per qualche scenetta, è il personaggio che più facilmente mi sembrava compatibile con questo tipo di scena era Harold, quindi mi sono sentita un po' una veggente (scarsa, ma sempre veggente) quando ho visto che effettivamente avevano costruito una scenetta queer proprio con questi due... anche se con motivazioni e implicazioni molto diverse da quelle che avevo ipotizzato io...
Comunque, spero che questo capitolo e le interazioni fra i personaggi vi siano piaciute.
Se volete anche darmi qualche parere, mi fa piacere, sarò lieta di ascoltarvi.
Alla prossima!

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Capitolo 19
*** AnneMaria&Zoey ***


Zoey era un po' a disagio mentre aspettava al tavolino di una caffetteria, ma si diede forza convincendosi di star facendo la brava ragazza.
In ritardo, “Sicuramente, elegantemente in ritardo, secondo lei...” un'abbronzata italo-americana, dalla chioma spaventosamente gonfia e ondulata, decise di farsi viva.
-Ehilà, principessa Leia!- la salutò Anne Maria con apparente confidenza.
A Zoey non piaceva quell'insensato nomignolo, ma le diede il beneficio del dubbio convincendosi che non l'avesse fatto per infastidirla e cercò di sorriderle calorosamente.
-Ciao Principessa Bitorzolo, come va?- vide che Anne Maria aveva cominciato a guardarla male. -Ehm... era solo una battuta simpatica sulla tua capigliatura...- si giustificò la rossa.
Anne Maria si sistemò, infastidita, la capigliatura, ma si sforzò di tornare cordiale. -Ah... carina... che senso dell'umorismo eccezionale che hai...- ma non era affatto credibile.
Le due sospirarono. Zoey le sorrise cercando complicità almeno nel disagio, Anne Maria cercò di imitarla continuando ad apparire poco genuina. “Almeno ci prova, credo...” -Allora, Anne Maria, di cosa volevi parlarmi?- ma Anne Maria stava ordinando, poi mandò via il cameriere. -S-scusa... ma se volevo anche io qualcosa?- disse risparmiandosi un commento anche sul fatto che avesse ignorato la sua domanda.
-Tranquilla, per far prima ho ordinato anche per te.-
-Ok... comunque dicevo, come mai mi hai in...-
-Prima mangiamo!- la interruppe Anne Maria con eccessiva euforia.
-Ok...- mormorò Zoey un po' sospettosa.
Zoey si vide arrivare una cheesecake... nonostante si fosse messa a dieta... Ringraziò comunque Anne Maria del pensiero che rispose vantandosi del proprio ottimo gusto e le due cominciarono a chiacchierare, o meglio, Anne Maria cominciò a parlare dei fatti suoi.
A Zoey faceva anche piacere quella specie di atmosfera leggera che si stava generando, ma si sentiva manipolata...
La rossa sospirò e si alzò dalla sedia. -Ehi! Dove vai?- la chiamò Anne Maria.
-Senti, a me fa piacere socializzare, per quanto non capisca da dove ti sia uscita questa voglia... ma preferirei che mi dicessi perchè mi hai spinta a venire qui, prima di tutto.- disse con tono stizzito.
Anne Maria la guardò un po' stupita, poi fece un sorriso compiaciuto. -Quindi questa creaturina spaventata è capace di imporsi? O almeno di provarci che è meglio di niente...-
-Beh sì... E non sono una creaturina spaventata...- disse tornando al posto. -Forse lo ero quando mi hai conosciuta, ma mi sono rafforzata.- le sorrise con fierezza. Anne Maria rise causandole qualche perplessità.
-Mi spiace, ma per quanto tu possa essere una buona... decente... attrice, non mi hai mai incantato. La povera timida e solitaria Zoey? Ma se ti sei messa a socializzare subito? Avrei capito se avessi fatto la parte di quella solitaria per scelta che poi cambia idea, un po' come la darkettona del primo cast, ma per come te l'hanno messa giù gli autori dietro lo show, non era affatto credibile! Poi guardati... non sarai al mio livello, ma per un allupato medio sei comunque uno schianto... chi ci crede che gli altri ti tenessero alla larga?-
-Sei! S-sei!- Zoey arrabbiata cercava le parole giuste. -Sei una superficiale!-
-Oh... oh, no! Che offesa!- disse Anne Maria facendo scena.
-Che altro dovrei dire?! Sei troppo megalomane per capire quanto una persona possa essere insicura! L'aspetto non c'entra un cazzo!-
-Ooooh? Hai davvero detto una brutta parola?- chiese divertita. Zoey digrignò i denti tenendo le braccia conserte, poi si alzò. -Beh, se sei migliorata così facilmente, significa che l'insicurezza non era poi un problema così grosso, eh?- continuò Anne Maria.
Zoey non riuscì a resistere dal rispondere e tornò indietro. -Non che una megalomane come te possa capire, ma l'insicurezza porta a ingigantire i problemi!-
-Ok... facciamo che ti credo e tu non stavi recitando... e del tuo fidanzato? Che mi dici?-
-Che sei un insensibile! Aveva un disturbo!-
-Un disturbo che guarisce con la forza dell'amore... molto credibile! Un amore così puro che quello non voleva neanche metterti al corrente del suo disturbo... una relazione che comincia con una bugia così importante... amore puro... ok...- la sfottè allegramente. Era sorpresa che la rossa, non più solo di capelli ma anche di faccia, non stesse venendo alle mani.
-Essere rifiutata da Mike ti ha scottato tanto?- Zoey finse un sorriso compassionevole.
-Ok, santarellina. Visto che fai tanto quella sensibile, facciamo un gioco... premettendo che a me di quel debosciato non potrebbe fregarmene meno, va a ritroso e mettiti nei miei panni...- propose Anne Maria. Poi tamburellò sul tavolo, con le lunghe unghie ingellate e multicolore, mentre attendeva pazientemente.
La rossa di rabbia, cercò di mettere da parte quel sentimento per riflettere, anche se ciò significava fare il gioco di Anne Maria. “La batterò al suo stesso gioco!” si fece forza... anche se concentrarsi con quel rumore di unghie rinforzate era un'impresa...
La rabbia di Zoey si spense parzialmente, per quanto l'atteggiamento di Anne Maria continua ad irritarla, sospirò. -Dal tuo punto di vista, ero io a lamentarmi e vederti come una stronza perchè non ricevevo attenzioni da un tizio palesemente interessato a te... e ti sei sentita tradita da Mike che dal tuo punto di vista si è solo finto interessato a te facendoti fare la figura della stronza scema... Perchè tu non credi che Mike fosse davvero malato, ma che fosse tutta una scenata  fatta per il reality di cui  eri all'oscuro...- Anne Maria applaudì soddisfatta. -Uhm... beh sì, suppongo che visto dall'esterno, il disturbo di Mike possa apparire abbastanza sospetto, ma se lo conoscessi un po' meglio...- per un attimo ebbe l'impressione che sul volto di Anne Maria fosse apparsa un'espressione colpevole...
-L'ho visto il tuo fidanzato, eppure non mi ha convinta...- disse infastidita.
-Ora non ha più il disturbo...- Zoey sospirò, sapeva che era inutile. -Quindi mi hai invitata qui per toglierti qualche sassolino dalla scarpa? O volevi che ti dessi qualche soddisfazione litigando?- “Volevi farmi abbassare al tuo livello per sentirti meglio e pensare che in fondo ero pessima come ti sembravo?” quell'ipotesi la soddisfaceva, la faceva sentire vincente anche se quel moto d'orgoglio le attivava anche un po' di senso di colpa...
-Tu come mai hai accettato?- chiese Anne Maria evitando nuovamente la domanda.
-Ti sembrerà strano, vista la pessima considerazione che hai di lui, ma è stato proprio Mike a convincermi.- disse Zoey con aria sognante. -E' un così bravo ragazzo! Evidentemente vuole che non abbia conti in sospeso ed è preoccupato che col tuo carattere tu abbia difficoltà ad essere sincera e amichevole!-
Anne Maria la guardò storto. -Non riesci proprio a non fare quella moralmente superiore, eh?- disse stizzita, poi assunse nuovamente un aria colpevole, almeno per mezzo secondo. -Ma forse Mike ha ragione, sei davvero troppo santa per chiunque...-
-M-ma no... non vorrei che mi avessi fraintesa, non mi considero né una santa, né nulla del genere... anzi, non sono bravissima a capire quando devo stare zitta per non ferire qualcuno, a quanto pare...-
-Odio le false modeste anche di più delle santarelline...- Anne Maria la fulminò con lo sguardo. -E poi, chi avresti ferito? Se bastasse così poco, non sarei la meraviglia che hai davanti in questo momento!- disse fiduciosa. Ma il sorriso amichevole di Zoey la fece spegnere... -Ma ammetto che sei più dignitosa di quanto mi aspettassi, credevo di riuscire a farti frignare come una vitella o che mi avresti aggredita come una gatta pazza... per questo ti ho chiesto di incontrarmi in un luogo dove ci fossero testimoni...- confessò scherzando.
Zoey decise di prenderla con filosofia. -Beh, avendo a che fare con un ex galeotto, ho dovuto imparare ad essere molto paziente.- disse la ragazza facendo l'occhiolino.
Anne Maria rise. -Galeotto? Parli del mollaccione dalla cresta verde?-
-Non comprendo perchè comportarsi in modo decente debba essere un male per il fascino di un ragazzo.- disse Zoey offesa, teneva le braccia conserte e dondolava le gambe.
-Il così detto, orco chiodato, ti piace?- chiese Anne Maria in tono ammiccante. Zoey rise divertita facendo spegnere nuovamente il suo sorriso.
-Hai completamente frainteso.- la rossa sembrava spaventosamente innocente. -Anne Maria? Qualcosa non va?- chiese Zoey notando il turbamento della ragazza.
-Eh... Diciamo che un codardo, mi ha affidato un compito molto sgradevole!- sbottò Anne Maria innervosita. Zoey sembrò guardarla con compassione e sincera curiosità. -Merda, vuoi proprio rendermi il tutto più difficile, eh?- sbuffò Anne Maria sotto voce, anche se Zoey cominciò a insospettirsi un po'. -Beh, sono sicura che riuscirai a reagire bene, sembri diventata abbastanza forte e ragionevole, devo ammetterlo... mi verrebbe pure da credere che la parte della ragazza solitaria, non fosse una recita, pensa un po!- sorrise nervosamente, temporeggiando un'ultima volta. Forse si ingannava sulla resistenza di Zoey e voleva solo sentirsi meno in colpa. Ma ora mai, doveva portare a termine il suo compito di ambasciatore. Non farlo sarebbe stato ingiusto anche nei confronti di quella ragazza con cui avrebbe preferito non simpatizzare... sì, avrebbe decisamente preferito che Zoey le avesse lasciato l'impressione di essere una ragazza falsa...

Tutto era cominciato quando, una sera, Anne Maria aveva trovato una sgradevole sorpresa nel suo pub preferito. Anche se infastidita, andò comunque a sedersi al bancone vicino al noioso e insignificante ragazzo che si era preso gioco di lei, quasi due anni prima. Lei non era il tipo da tirarsi indietro davanti un potenziale litigio...
-Ma guarda un po' chi si rivede!- disse Anne Maria con un compiaciuto tono di sfida. Ma non ebbe nessuna risposta, Mike la ignorò limitandosi a sospirare osservando tristemente un bicchiere dall'insolito liquido bianco che si trovava davanti a lui.
-Pure maleducato, eh?- disse infastidita. Ma visto che l'altro continuava a non rispondere , Anne Maria cominciò a sospettare che il ragazzo, dall'aria triste, non stesse fingendo.
-Ooooh!- esclamò la ragazza strizzandogli un orecchio. Finalmente il ragazzo reagì, urlando e cadendo all'indietro.
-A-Anne Maria? Ma che ti è saltato in mente?!- disse arrabbiato, il ragazzo ancora disteso sul pavimento.
-Beh, se ti lamenti, significa che stai bene.- disse la ragazza con un sorriso beffardo. Gli porse la mano per aiutarlo ad alzarsi. Il ragazzo accettò l'aiuto, poi a giudicare dallo sguardo turbato che le rivolse, se ne pentì.
-Allora, Mike, che cosa ci fai qui di bello? E da cosa dipende quell'espressione da tizio a cui sono morti, pesce rosso, gattino, uhm... nonna... amico immaginario... a proposito, Vito come sta?- disse irritata sull'ultimo punto.
Mike evitò il suo sguardo. -Non sono affari tuoi.-
-E cosa stai bevendo?- chiese ignorando l'umore del ragazzo. Prese il bicchiere sospetto e annusò. -Latte?!- esclamò perplessa. -Beh.... sì, in effetti è molto nel tuo personaggio...- sbuffò.
Il ragazzo se ne stava andando, così lo seguì.
-Sei anche una stalker ora?- chiese Mike spazientito.
-Hai l'aria di uno che ha due scelte; esplodere e fare qualcosa di molto stupido o buttarsi sotto un ponte. Mi annoio, quindi, ho deciso di venirti dietro per prevenire una tragedia. Non hai bisogno di ringraziarmi, tranquillo.- disse più seria del dovuto.
-Perchè mi prendete tutti per un cretino!- esplose calciando un sasso che rimbalzò contro dei lampioni e per poco non finì per colpire Anne Maria in testa.
La ragazza si spaventò, Mike si sentì in colpa. -M-mi spiace è che... è che...-
-A-ah...- lei rise nervosamente. -Tranquillo, è stato un quasi incidente... beh, se mi fosse finito in testa ti avrei linciato! Se mi avessi uccisa sarei tornata in vita e ti avrei linciato! Oppure avrei contattato tramite seduta spiritica dei miei parenti per dirti di linciarti!- disse trattenendo l'umore furente. -Ma... non è successo nulla, quindi va tutto bene...-
-I-io ho un problema...- confessò Mike.
-Ah, sì? Solo uno?-
-Non intendo quello delle personalità... è un altro...- disse Mike. Anne Maria, pur non avendoci mai creduto, lasciò perdere, aveva troppa dignità per mostrarsi ferita.

Mike le raccontò di avere problemi con la sua ragazza Zoey. La sentiva distante e si sentiva geloso... sembrava che la ragazzina rossa e crocerossina di fosse interessata molto a Duncan andandolo a visitare in galera tutte le volte che poteva. Aveva pure trascinato Mike ad andare a prendere Duncan quando era stato rilasciato. Lo aveva pure costretto a partecipare ad una festa per dare il benvenuto a quell'imbecille e, la sera, Zoey aveva prestato tutta la sua attenzione al delinquente mentre quello la, le faceva evidentemente gli occhi dolci. Uno spettacolo atroce per Mike...

-Quindi... credi di essere un cornuto, giusto?- riassunse Anne Maria con sentimenti contrastanti sulla situazione. Non riusciva a sentirsi del tutto dispiaciuta per quell'imbroglione di Mike, non riusciva a non sentirsi annoiata da quei toni lagnosi, ma non riusciva nemmeno a sentirsi del tutto indifferente.
-No! Zoey n-non mi tradirebbe mai...- per Anne Maria, quella era la faccia disperata e il tono di qualcuno che conosceva benissimo la verità, ma non voleva accettarla.
“Ah, però in fondo la rossa non ha un così cattivo gusto, mi piace quel coatto di Duncan... peccato per quel lato da debosciato zuccheroso mostrato nell'ultima stagione! Persino, Mike, a confronto, sembrava un vero uomo...”

Neppure Anne Maria sapeva cosa l'avesse portata a quello, ma i due si ritrovarono in un motel, con Mike raggomitolato scenicamente in un angolo ripetendo ossessivamente “Non posso farlo”
La ragazza si sentiva irritata e ferita. -Senti, non ti ho manco sfiorato e non ti sto costringendo a fare niente!- disse scocciata.  -Se vuoi andartene, quella è la porta!-
Mike alzò lo sguardo completamente spaesato.
“Come ho fatto a trovarlo in qualche modo attraente?” -Anche se... se ti hanno fatto le corna è tuo dovere restituirle... devi metterti al suo livello se vuoi riuscire a perdonarla e continuare ad amarla, altrimenti distruggerai la tua relazione...- “Perchè continuo a trovarlo attraente?” non gliene fregava granchè della relazione di quella sdolcinata coppietta di ipocriti, era semplicemente annoiata e inspiegabilmente interessata al ragazzo, ma era anche sicura della sua logica quindi stava a suo modo facendo un'ottima azione! ...Giusto?
-Senti, Anne Maria, non sono affatto convinto...-
-E allora, cazzo, perchè mi hai seguita fin qui? Sei forse un cagnetto al guinzaglio?-
-Non lo so...-
-Io ti ammazzo... se non fosse illegale, io ti ammazzerei...- disse incredula.
-Devo andarmene!- esclamò Mike alzandosi.
-Perfetto, io non ti fermerò!- sbottò Anne Maria.

La mattina seguente si svegliò accanto ad un Mike in preda ai sensi di colpa. -E dai...- disse sbadigliando la ragazza. -Non è stato così terribile.- tentò di abbracciarlo, ma il ragazzo di alzò dal letto.
-Mi dispiace, devo andare...- disse gravemente. -Il mio posto è là. Il mio amore...-
-Stai liquidando un'italo-americana citando una canzone italiana dei tempi di mia nonna?!- disse incredula.
-Ah... ecco perchè Vito mi ha suggerito questa frase...- disse imbarazzato.
-Ma va a fare in... ma vattene, vah!- ma finita la frase si accorse che il ragazzo se l'era già svignata. La ragazza sospirò, poi chiese a voce alta. -Ma ti sei almeno vestito?-
Infatti il ragazzo tornò imbarazzato a riprendere i vestiti sotto gli occhi giudicanti di Anne Maria.
-Sei tu che mi hai messo in questa situazione...- sbuffò Mike.
-Ah, sono io il fidanzato di Zoey? Non lo sapevo! Senti, ti ho solo tentato, tu hai fatto tutto da solo. Prenditi, le tue responsabilità...-
-Ma ti diverte tanto vedere gli altri distrutti?- rispose Mike dopo un po', il tempo di elaborare.
-Sì, direi che gli ipocriti se lo meritano!- rispose immediatamente Anne Maria e se ne andò. Mike era tentato di seguirla, ma si trattenne non sapendo cosa dire e fare.

Qualche giorno, dopo la ragazza vide una figura familiare che si sporgeva dal ponte.
-Mike! Non buttarti di sotto! Solo perchè sei un inutile, ipocrita, traditore, mortalmente noioso, non meriti di morire!- urlò Anne Maria, gesticolando mentre cominciava a salire sul ponte.
-Cosa?!- urlò Mike. Per sbaglio si mosse troppo e cadde nel fiume. Per fortuna sembrava ancora vivo, a giudicare dal modo in cui si agitava.
-Non ti annegare! Resta lì a galla che ne parliamo! Possiamo risolvere qualunque problema!- gli urlò la ragazza.
Il ragazzo si mosse fino a riva. La ragazza lo afferrò per le spalle e lo scosse. -Come ti è saltato in mente di tentare il suicidio?! Sei forse pazzo?! Ok, in effetti...-
-Suicidarmi? Stavo solo guardando il panorama mentre pensavo a cosa sto facendo per la mia vita!-
-Ah... Beh, era comunque pericoloso! Infatti...-
-Anne Maria! È successa una cosa terribile!- la interruppe. -Zoey... Z-Zoey...-
-Ti ha mollato? È incinta e non sai di chi?- ipotizzò.
-No! Molto peggio!- disse il ragazzo angosciato. -Ho scoperto che non mi ha mai tradito!-
-Scusa... ma davvero... No... Non capisco... Niente da fare...-
-Come fai a non capire! Io sono stato un fidanzato terribile! Mi sono sentito geloso inutilmente! Non mi sono fidato e l'ho tradita...- confessò inchinandosi. -Non sono al suo livello! Non sono affatto al suo livello!-
Anne Maria sentì una strana sensazione allo stomaco “Sensi... di colpa?” -Beh... ciò che ti rimane da fare è... beh... dirle la verità e vedere se ti perdona?- ipotizzò insicura. Il ragazzo alzò lo sguardo impaurito, era molto espressivo... -Oppure puoi nascondere la cosa è non pensarci mai più... Senti non lo so, sono una ragazza seria io! Non mi sono mai ritrovata in questa situazione...- ammise disorientata. Il ragazzo la guardò dubbioso. -Oh! Non sono fidanzata quindi posso fare ciò che voglio! Ma sono molto seria come fidanzata, dovresti smetterla di giudicare dall'aspetto e gli atteggiamenti superficiali, lo sai?-
-I-in realtà... in realtà credo che dovrei lasciarla...-
-Eh?!-
-Beh... non sono capace di fidarmi di lei mentre Zoey è così perfetta... non posso più stare al suo fianco...-
-Sei sicuro che non sia tutta una scusa per giustificare il fatto che lei non ti interessi più? O che non siate, entrambi, più così interessati l'uno all'altra?-
-M-ma cosa ti salta in mente?!-
-Allora, magari dovresti aspettare di essere un po' più lucido prima di fare qualcosa di cui ti potresti pentire...-
-E come faccio a gestire i sensi di colpa?!-
-Senti, ma io, che ne so?!-

Qualche giorno dopo, il ragazzo le telefonò dicendo che era arrivato alla conclusione che non poteva fare altro che lasciare Zoey e le chiese il favore di confessarlo alla fidanzata con la scusa che se fosse stata Anne Maria a riferirglielo, Zoey avrebbe capito quanto lui fosse un soggetto codardo e inaffidabile accettando più volentieri la rottura. Secondo lui, lo stava facendo per lei... Secondo Anne Maria era tutta una pessima giustificazione mentale per nascondergli che codardo lo era davvero e non aveva bisogno di fingere...

“Ah... perchè ho accettato di immischiarmi in tutto questo?!” Anne Maria confessò finalmente il tradimento di Mike e il suo ruolo in esso.
Le rosse labbra di Zoey si dischiusero in un sorriso incredulo in un primo momento. Col passare dei secondi, la ragazza, si fece sempre più nervosa e cominciò ad andare avanti e indietro per il bar rimuginando. Infine chiamò a Mike per verificare. Il ragazzo, dopo diversi squilli a vuoto, si decise a risponderle.
Anne Maria era un po' a disagio durante la scenata della ragazza al telefono, ma era contenta che, almeno per il momento, la rossa non stesse rivolgendo la sua rabbia verso di lei che era innocente... beh... più o meno...
Zoey, pallida come un lenzuolo si sedette davanti Anne Maria, quest'ultima non sapeva cosa risponderle ed era abbastanza sicura che fosse meglio non dirle nulla. Ma Zoey la guardava con due occhi ardenti, desiderosa di qualcosa.
-Che vuoi che ti dica a parte, mi dispiace... oppure... vuoi sdraiarti o dell'acqua con lo zucchero se ti senti male?- era consapevole che atteggiarsi a salvatrice dopo ciò che aveva fatto, l'avrebbe solo irritata, ma non sapeva come altro reagire, anche se la rossa stava agendo meno da pazza di come temeva.
Ad un certo punto Zoey afferrò un bicchiere e lo spaccò sul tavolo...

Prese il pezzo di vetro più grosso e lo piantò nel mezzo degli occhi di un'incredula Anne Maria, facendo implodere il naso per affondare nel cranio e arrivare all'encefalo con la tipica fisica improbabile dei film splatter.
La rossa se ne andò portandosi via il vetro sgocciolante... prossima destinazione...
“Mike... o chiunque tu sia...”

Ma questo accadde solo nell'immaginazione di Zoey che in realtà scoppiò a piangere.
In un primo momento, Anne Maria provò a toccarle la schiena come per confortarla. Non c'è la fece, pagò il conto per entrambe e scappò lasciando la ragazza ad esaurire le proprie lacrime in solitudine, ma osservata dagli occhi dei clienti.
“Mi spiace, ma le ragazze in lacrime, non sono il mio forte! Sopratutto se c'entro io!”

Alla fine, nonostante il senso di colpa, o forse proprio a causa di esso, Mike e Anne Maria continuarono a frequentarsi... Forse Mike si era stancato di una ragazza perfetta o di una relazione così piena di aspettative ed un'attrazione di fondo per Anne Marie rimaneva a causa del “defunto” Vito.
Ad Anne Maria, non importava così tanto farsi domande. Non si sarebbero mica sposati... semplicemente si trattava di un ragazzo buffo, ma in qualche modo inspiegabile attraente per lei. Caratterialmente non era il suo genere, ma prendersi una pausa dagli spacconi poteva essere interessante... Aveva ancora il dubbio che Mike fosse comunque un falso inaffidabile... ma l'avrebbe verificato con la frequentazione, non aveva fretta.
La povera Zoey, invece,  rimase chiusa in casa a deprimersi per un po' tornando a diffidare dagli altri.
Fortunatamente, pur lasciandole tempo e spazi personali, Cameron, Gwen e Duncan, si misero d'impegno per farla riprendere. Anche se arrabbiati, sapevano che il tempo avrebbe guarito ogni ferita, dovevano solo fare attenzione a farle guarire nel modo giusto evitando la formazione di eventuali cicatrici...


Angolo dell'autrice:

Questo capitolo è fatto cercando di seguire il suggerimento di Farkas di fare qualcosa su Anne Maria e Mike o Anne Maria e Zoey... mi spiace che sia un capitolo sull'infedeltà e con un finale non proprio lietissimo suppongo... spero che questo non lo renda sgradevole, ma era l'unica cose che mi ispirava per tentare di lasciare che i personaggi fossero riconoscibili un minimo... Anche se ho reso Mike abbastanza male, probabilmente...
Nulla contro Anne Maria, sono totalmente neutra sul personaggio(in realtà non è un problema di Anne Marie, quasi tutti i personaggi del secondo e terzo cast, mi hanno lasciato questa “non impressione”) Però è stato interessante scrivere su lei e Zoey.
Grazie molte del suggerimento e grazie a tutti quelli che leggeranno il capitolo, se voleste lasciarmi qualche impressione, mi fa piacere.
Alla prossima!

Nota:
La canzone suggerita da “Vito” è “Tanta voglia di lei” semplicemente, l'ho sentita alla radio, mi è rimasto in testa il ritornello e c'entrava pure abbastanza con la situazione, così ho finito per scriverla quando mi chiedevo cosa far rispondere a Mike... A volte ho idee strane... a volte? Uh...

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Capitolo 20
*** Beverly/Dawn ***


Aveva contribuito a farlo prendere in giro negli anni, ma quello non era il primo dei suoi problemi, anche se a volte si chiedeva perchè i suoi genitori l'avessero chiamato in quel modo e in generale perchè alcuni genitori dessero certi nomi ai figli... divertente per esempio chiamare la propria figlia “Ikea” però per un attimo di divertimento del genitore, la prole potrebbe portarsi dietro un nome attira prese in giro per anni, forse per tutta la vita.
Il suo nome non era così assurdo, era semplicemente “Beverly”
Perchè si lamentava quindi?
Beh, la nostra cara “Beverly” era in realtà un lui.
Era un ragazzo mulatto che soffriva di obesità e mutismo selettivo. Tuttavia cercava di non risultare insicuro e ci riusciva bene. Aveva un'aria calma, rassicurante e dopo la prima impressione strana che solitamente dava, riusciva a conquistarsi un po' di fiducia quando faceva scoprire le sue doti di inventore e la sua intelligenza.
Questo non lo rendeva esattamente popolare, perlopiù veniva avvicinato perchè utile e perchè a volte le persone erano più serene nelle vicinanze di qualcuno che parlava poco, o non parlava affatto, ma ascoltava i loro problemi e riusciva ad offrire soluzioni pratiche.
Non era sicuro di cosa l'avesse spinto a partecipare alla quarta stagione di “A tutto reality”, guardando le stagioni precedenti  aveva notato che le capacità non contavano. I simpaticoni potevano fare grossi errori o non fare nulla di utile ma andare comunque avanti nel gioco, addirittura concorrenti esplicitamente indegni di fiducia e maligni venivano portati avanti dalla parlantina e l'ingenuità dei compagni di squadra. Inoltre aveva l'impressione che il conduttore si intromettesse un po' troppo per proteggere dall'eliminazione concorrenti popolari o utili al dramma cambiando regole improvvisamente, chiudendo un occhio davanti gli imbrogli o annunciando convenientemente che la sfida non era ad eliminazione quando a rischiare era qualcuno che serviva ancora ai suoi piani o a quelli degli autori dello show.
Insomma, per quanto capace, Beverly, avrebbe dovuto prevedere di essere messo fuori gioco prematuramente e ingiustamente.
Con quel cattivo umore, anche se la popolazione della spiaggia dei perdenti non fosse stata costituita solo da lui e dalla mitomane logorroica Stacy, probabilmente non sarebbe riuscito comunque a godersi il resort.
Forse era dispiaciuto perchè quei soldi gli avrebbero fatto comodo e avrebbero potuto finanziare un bel po' di progetti? O il motivo era che avrebbe voluto mettere in mostra il suo talento ancora per un po'?
Beverly non ci aveva mai pensato a fondo, credeva che gli stesse bene essere quello silenzioso sullo sfondo che dava una mano quando poteva, ma magari in realtà aveva voglia anche lui di stare un po' sotto i riflettori. Nonostante la logica gli suggerisse fin dall'inizio che rimanere a lungo fosse improbabile per lui, forse una parte di lui aveva davvero desiderato e creduto di poter sfidare le dinamiche del reality ed uscirne vincitore...
Il ragazzo scosse la testa, era stato eliminato e un tipo silenzioso come lui non sarebbe mai stato rimesso in gioco da quella dramaqueen sadica del conduttore.
Avrebbe dovuto riflettere un po' di più sui suoi bisogni e su cosa cambiare di sé per soddisfarli. Ma non era così semplice eliminare o aggirare un ostacolo come il mutismo e anche se ci fosse riuscito non poteva imparare a parlare in modo carismatico così dal nulla. Inoltre per lui, non parlare rimaneva rassicurante e rilassante.
Doveva accettare che in quel momento la sua mente brillante e pragmatica non gli era di grande aiuto.
Il ragazzo sospirò, senza che se ne fosse accorto era già sera. Si distese nel nido gigante che aveva costruito e piazzato sul tetto dell'edificio principale per sfuggire alle chiacchiere di Stacy.
Gli dispiaceva, ma non riusciva a reggerla, era il suo opposto polare. Una ragazza totalmente priva di logica e senso della realtà che non faceva altro che parlare.
Per quanto lui potesse essere abituato ad ascoltare, amava il silenzio e in quel momento non avrebbe retto le chiacchiere di Stacy come sottofondo per i suoi pensieri.
-B, eccoti!- disse una vocina familiare ma insolitamente determinata.
Beverly sussultò e col battito cardiaco accelerato si voltò lentamente. Sopra il tetto, dietro di lui, c'era in piedi una piccola figura femminile dai lunghi capelli chiarissimi che lo incatenava a sé con quegli occhi espressivi e un leggero sorriso.
-Sono molto felice di rivederti.- gli disse Dawn, per un attimo gli sembrò un po' nervosa.
Beverly aveva il cuore il gola. Cosa ci faceva lei lì? Secondo i suoi calcoli un concorrente così grazioso sarebbe dovuto rimanere più a lungo! Inoltre perchè gli metteva tanta ansia vederla? E perchè lei sembrava contenta di vederlo?
-B... Stai bene? Sembri agitato...- disse la ragazza con aria preoccupata.
Poi Beverly si sentì sciocco e si calmò, l'alternativa alla sua compagnia era Stacy. Si sentì di nuovo in colpa, ma le cose molto probabilmente stavano in quel modo. Successivamente si sentì anche stranito da sé, di solito non si faceva tanti problemi quando qualcuno andava a parlargli.
Dawn gli porse un oggetto. -Offerta di pace...- sembrava una di quelle candele profumate e teoricamente rilassanti.
Beverly era un po' perplesso ma accettò comunque l'oggetto randomico facendo apparire un lieve sorriso sul viso della ragazza.
Lei si schiarì la voce come se dovesse farsi coraggio per dire qualcosa. -Mi spiace per non averti dato fiducia e aver creduto subito a Scott...-
Il ragazzo spalancò gli occhi, forse aveva capito qual'era il motivo del suo disagio nei confronti di Dawn. Anche gli altri ex compagni di squadra avevano creduto a Scott senza problemi, ma probabilmente gli dispiaceva di più per Dawn perchè rispetto agli altri sembrava più intelligente ed intuitiva. Sì, doveva essere quello.
Il ragazzo pose la mano sulla spalla della ragazza e le sorrise per comunicarle il suo non serbare rancore nei suoi confronti. Scott non gli sembrava un tipo attraente ma suppose che alla ragazza dovesse piacere. Non si spiegava in altro modo il fatto che si fosse fatta abbindolare tanto facilmente e non poteva biasimarla. Anche se non avendo mai avuto una cotta non poteva capirla a fondo, sapeva che era difficile ragionare razionalmente con gli ormoni a palla, secondo la biologia era così.
La ragazza stava arrossendo per qualche motivo. -G-guarda che non ho mai avuto una cotta per Scott!- esclamò imbarazzata e anche un po' infastidita.
Beverly ritirò la mano stupito. Aveva ipotizzato che la capacità di lettura delle aure della ragazza dipendesse dagli autori dello show che le avevano dato delle informazioni extra sui concorrenti e le avevano detto di recitare la parte della mistica, ma le intuizioni della ragazza erano tanto buone da farla sembrare davvero capace di poter afferrare i pensieri altrui. In parte si sentì a disagio, per lui essere capito non era la norma.
-Mi piacerebbe davvero fargliela pagare a quello là...- sbuffò la ragazzina.
Beverly poteva empatizzare col suo sentirsi tradita, un po' si era sentito così anche lui. Deglutì cercando di scacciare la sensazione, non voleva avercela con lei o con gli ex compagni di squadra. Anche se sospettava che almeno un po' Dawn avesse recitato durante la loro permanenza sull'isola, si trattava di un evenienza che era d'obbligo tenere in considerazione partecipando ad un reality. Beverly era abituato ad osservare gli altri ed era abbastanza sicuro che nonostante tutto quella ragazzina fosse una brava persona, per quel motivo aveva escluso fin dall'inizio l'ipotesi che fosse in combutta con Scott dall'inizio. Il fatto che fosse andata da lui per scusarsi gli bastava ed era abbastanza curioso di conoscere quella ragazza al di fuori del gioco. Sperava che lei gliene desse la possibilità.
Nel mentre la ragazza si era seduta a gambe incrociate, teneva gli occhi chiusi, ma aveva un' espressione che celava a fatica del rancore.
Come se si fosse sentita osservata, Dawn aprì gli occhi. -Sto meditando, voglio purificare la mia aura dalla negatività provocata dal quel... q-quel sociopatico!- dopo quel piccolo sfogo, la ragazza guardò verso il basso sentendosi un po' in imbarazzo, poi sospirò e richiuse gli occhi per continuare a meditare. -Grazie del pensiero B, ma non c'è bisogno che mi accompagni alla mia stanza, rimarrò qui per un po'. Mi piace la tua compagnia e la tua aura mi aiuta un po' a calmarmi.-
Beverly annuì e tornò a osservare le stelle dal suo nido ancora stupito dalla quasi lettura del pensiero di cui era capace quella ragazza.

Il giorno dopo, Dawn passò molto tempo con lui.
Una parte di Beverly voleva pensare di piacerle, l'altra continuava a ricordargli che l'alternativa era la povera ma fastidiosa Stacy.
A Dawn era piaciuto di più Scott. Sì, lui aveva dei lineamenti sgradevoli, ma almeno parlava e questo rendeva più facile fidarsi forse. Quell'ipotesi lo feriva più di quanto volesse ammettere.
Dawn gli aveva parlato parecchio di quel ragazzo fulvo, sembrava abbastanza arrabbiata e questo lo faceva sentire un po' meglio per lei.
Temeva che quel ragazzo potesse piacerle perchè era problematico, ma Beverly sapeva che essere intrigati da qualcuno perchè desiderosi di aggiustarne i problemi era un pessimo motivo per instaurare una relazione, soprattutto se la persona anziché farsi aiutare sembrava decisa a voler sfruttare le debolezze altrui. Gli faceva piacere che Dawn fosse capace di rendersi conto che era bene non insistere su quell'infatuazione.
Dawn sembrava anche abbastanza arrabbiata con sé stessa, non si dava pace per il fatto di non aver intuito immediatamente la natura di quel ragazzo e allo stesso tempo faceva fatica ad accettare che una persona potesse essere tanto manipolatoria.
Ascoltarla era in qualche modo liberatorio per Beverly. Forse perchè quella ragazzina di solito così pacata era buffa quando sembrava nervosa e infastidita quindi era una visione insolita ed interessante da studiare. Oppure il motivo più onesto per cui era piacevole vedere qualcuno sfogarsi su Scott era che Beverly non poteva farlo o meglio, nessuno poteva ascoltarlo e uno sfogo non ascoltato era più frustrante che soddisfacente.
-Beh, sono contenta di essere interessante da osservare, ma insinui un po' troppo spesso che mi piacesse o che mi piaccia Scott e gradirei se la smettessi e se ti fidassi quando ti dico che per me quello non rappresentava niente.- disse la ragazza con aria imbronciata tenendo le braccia conserte.
Beverly chinò il capo in segno di scuse, cominciava ad abituarsi e a trovare quasi piacevole che Dawn lo capisse così facilmente.
-Scott mi aveva incuriosito un po', volevo provare a capirlo e speravo di riuscire a trovare qualche spiraglio per andare d'accordo, ma purtroppo non era fattibile.- spiegò la ragazza. -Però, ripeto, lui non mi piaceva. In realtà...- la ragazza arrossì leggermente, poi si interruppe. -Non voglio cambiarti se non sei a tuo agio nel farlo. Personalmente troverei fastidioso il non riuscire a parlare, ma se tu ti senti davvero meglio così, non ho intenzione di giudicarti e sono contenta per te, però... Credo che sfogarsi in prima persona, anziché immedesimarsi ascoltando lo sfogo di un'altra persona potrebbe essere più piacevole e salutare. Lo dico perchè prima mi sei sembrato un po' frustrato dal non poter esprimere tu stesso i tuoi sentimenti avversi verso Scott. A me piace passare del tempo con te anche se non parli.-
Beverly alzò le spalle e le sorrise. A lui stava bene ascoltare e basta, erano pochi i momenti in cui si sentiva insoddisfatto di non poter dire la sua, preferiva comunicare tramite le azioni. Ma anche se avesse voluto non avrebbe potuto cominciare a parlare così di punto in bianco, così preferiva non pensarci troppo.
-Capisco... ma se volessi dell'aiuto per esercitarti, io sono disponibile! Ma forse dovremmo entrare di più in confidenza perchè tu ti senta davvero a tuo agio...- disse la ragazza rimuginando. -Comunque... Hai davvero dei begli occhi.- gli disse un po' nervosa.
Beverly si sentì a disagio, quasi nessuno faceva caso ai suoi occhi. Pensò che quella della ragazza fosse una strategia per entrare più in confidenza, ma funzionava meglio attraverso uno scambio di complimenti e lui non aveva modo di ricambiare.
Sì guardò un po' intorno e vide dei fiori di ibisco rossi così ne prese uno e glielo mise tra i capelli, pensava che fosse una comunicazione efficace.
La ragazza diventò rossa, fece una buffa smorfia e un saltino all'indietro. -G-grazie...- balbettò imbarazzata. -Però preferirei che non mutilassi più un essere vivente p-per comunicarmi che sono bella e apprezzi i miei complimenti...-
A Beverly gelò il sangue, si chiese come aveva fatto a non pensarci.
-Non fa niente... purtroppo noi esseri umani non siamo educati a dare alle altre forme di vita lo stesso valore che daremmo ad un nostro simile così se abbassiamo la guardia, è naturale per noi ritrovarci a ferire altri esseri viventi...- disse tristemente la ragazza, ma si sforzò di sorridergli. -Facci più attenzione d'ora in poi, va bene?- gli disse con un tono pacifico. Beverly annuì e notò che nonostante tutto, la ragazza non accennava a levarsi il fiore.
-Beh, se lo facessi il suo sacrificio sarebbe ancora più inutile, non trovi?- disse guardando verso il basso con un'espressione nervosa. -Comunque... non lo dico per infastidirti lo giuro, ma... posso chiamarti Beverly? N-non è per prenderti in giro, davvero! È che mi piace molto come nome, inoltre Bev sarebbe un soprannome così carino!-
Davanti a quello strano entusiasmo, Beverly, anche se un po' a disagio, non potè fare a meno di annuire accontentando la ragazza che lo ricompensò con un sorriso particolarmente luminoso. Forse anche i suoi genitori gli avevano dato quel nome pensando che fosse carino? Non lo sapeva, non lo aveva mai chiesto perchè li aveva sempre trovati gentili nonostante avessero dei modi un po' strani e ingenui quindi non gli sembrava giusto dirgli quanto quella loro scelta lo aveva messo in difficoltà.
I due si diressero alla piscina ma videro una massa relativamente grossa e rosa che galleggiava in acqua come un cadavere.
-Oh no!- esclamò Dawn pensando al peggio.
Lei e Beverly corsero verso il corpo morto di Stacy che alla fine tanto morto non era visto che sentendoli arrivare la ragazza per lo spaventò cominciò ad agitare sgraziatamente gli arti rischiando di affogare per davvero.
Beverly e Dawn con tutti i vestiti si gettarono in acqua per soccorrerla.
-Ragazzi, lo capisco di essere un'attrice spettacolare, ma in quel momento stavo solo mettendo in pratica una tattica di nuoto inventata dalla mia trisavola! O forse senza accorgermene ho svolto con successo un rituale di evocazione visto che fino ad ora mi sembravate spariti nel nulla...-
I suoi soccorritori avvertirono della tristezza nel suo tono così si sentirono in colpa per averla lasciata da sola tutto quel tempo e per compensare rimasero tutto il giorno ad ascoltarla per recuperare il tempo perduto.

Giunta la sera riuscirono finalmente a distaccarsi dalla ragazza per andare nel loro posto sul tetto. Erano stremati, ma Dawn sembrava abbastanza soddisfatta. -Spero che un giorno Stacy possa trovare qualcuno che stia davvero bene con lei, non merita di stare da sola.-
Beverly annuì, in quel momento pensò di adorare Dawn e la sua gentilezza. Non si sentiva più ipocrita, aveva temuto che il motivo per cui ne apprezzava la compagnia nonostante le irrazionalità fosse il suo aspetto, invece era davvero una ragazza adorabile oltre che semplicemente sopportabile e graziosa.
-Forse... anche Scott non dovrebbe rimanere da solo?- mormorò Dawn tristemente.
Beverly nonostante fosse arrabbiato con Scott, forse anche a causa dell'influenza di Dawn, pensò che probabilmente era vero. Ma doveva essere Scott per primo a smettere di vedere gli altri come oggetti, inoltre era ingiusto che qualcuno si auto-costringesse a passare il tempo con una persona con cui non stava bene per dovere e spirito di sacrificio.
Beverly sapeva bene che per molti passare il tempo con lui potesse non essere piacevole ma non avrebbe mai voluto costringere qualcuno a subire la sua compagnia silenziosa.
-Bev, stare in tua compagnia non è affatto una tortura.- gli disse Dawn dandogli la mano.
Beverly apprezzava il modo in cui la ragazza cercava di rincuorarlo, ma in realtà non si sentiva così a disagio per quel pensiero. Non piacere a tutti era naturale e lui stesso mal digeriva il costringersi a passare il tempo con persone che non gli piacevano ma non avrebbe trovato giusto considerare sé stesso, o altri, cattive persone per un motivo simile. Anche se doveva ammettere che piacere a più persone non gli sarebbe dispiaciuto.
-Sei pieno di buone qualità, dovresti avere più fiducia in te stesso... forse tutta la storia di Scott ti ha abbattuto un po'...- riflettè la ragazza.
Beverly si accorse che in realtà si sentiva molto più tranquillo da quando era arrivata Dawn. Non pensava più alla sua esclusione dalla gara e non si sentiva più in difetto per il mutismo.
-Mi fa piacere.- disse la ragazza sorridendo calorosamente.
Lui pensò che fosse un peccato non poter comunicare con tutti con quell'efficacia. Non si era mai sentito così connesso a qualcuno. Forse se si fosse liberato del suo mutismo si sarebbe sentito in quel modo con più persone? Quel pensiero lo metteva in tensione.
-So che cambiare ti sembra molto difficile, ma non c'è fretta, cerca di rilassarti un po' e di goderti questi momenti di serenità. Poi ti organizzerai per risolvere eventuali problemi a poco a poco... è più fattibile e meno scoraggiante che visualizzare il problema come un invincibile ammasso unico di cui sbarazzarsi tutto d'un fiato, no?- gli disse Dawn. -Dai, sono sicura che ci riuscirai a liberarti di qualunque cosa affligga la tua aura.- la ragazza gli diede una pacca sul braccio per confortarlo.
Anche se Dawn stava pensando troppo positivo per i suoi gusti, Beverly voleva crederci inoltre apprezzava il pensiero dell'amica, forse un po' ingenua, ma piena di buone intenzioni.
-Preferirei sentirmi presa più sul serio, ma capisco la tua posizione. Inoltre ho qualcosa da confessarti...- disse tesa, anche Beverly si sentì allo stesso modo all'idea che gli avesse nascosto qualcosa di tanto grave da farla sentire nervosa.
-Ho trascurato Stacy perchè passare il tempo con te mi piace molto... ma davvero, davvero molto...- ammise imbarazzata. -Stavo pensando che magari potremmo uscire insieme e cercare di non perdere i contatti una volta tornati a casa... c-che ne dici?-
Beverly annuì, era molto contento della proposta, anche se non capiva perchè la ragazza si fosse fatta tanti problemi. Non gli era sembrata così tanto timida.
Dawn tirò un sospiro di sollievo. -Grazie. Meno male...- gli sorrise timidamente. -E' la prima volta che ho un ragazzo, quindi se ti sembro troppo strana non farci caso, ok?-
Beverly ebbe un sussulto, per poco temette di cadere giù dal tetto.
-Oh uffa... te lo avevo detto che non mi piaceva Scott!- disse Dawn con un piccolo sbuffo. -E probabilmente è proprio per questo che ho subito creduto a quello... il mio debole per te mi ha reso piuttosto irrazionale e facile da ferire...- ammise. -Come hai fatto a non accorgertene, Beverly? Non sei forse intelligente?- nonostante l'imbarazzo, lo prese in giro giocosamente.
-N-non mi consideravo un possibile be-bersaglio di interesse... per... per questo non ho preso in considerazione la possibilità.- riuscì a parlare anche, se balbettando, lasciando sia Dawn che sé stesso di stucco.
Avrebbe voluto aggiungere altro; “Visto, so parlare, non ho alcun problema, è solo che mi secca” “Balbetto semplicemente perchè la mia voce è fuori allenamento, non perchè mi venga difficile parlare.” “La verità è che la mia mente pensa a troppa roba e se dovessi esprimerla anche solo in parte tramite la voce non si capirebbe nulla e mi innervosirei!” ma non riuscì a dire nient'altro davanti all'espressione commossa di Dawn che lo assorbì completamente. O forse era solo una scusa visto che aveva parlato fin troppo e anche solo pensare di costruire altre frasi e pronunciarle lo stancava da morire!
-Tranquillo, non è un problema!- disse la ragazza gettandogli le braccia al collo. -Ma è comunque un timido, ma importantissimo passo avanti nella nostra relazione! F-finalmente riesco a sentire la tua voce!-


Angolo dell'autrice:

Finalmente aggiorno questa raccolta! Mi ero bloccata perchè il capitolo che avevo pianificato aveva bisogno di più capitoli così l'ho lasciato quell'idea in sospeso per il momento, poi ci sono stati vari contrattempi e a livello di storie ho finito per concentrarmi su altro.
Sono indifferente sia a questa potenziale coppia che alla “Dott” ma considerando la prima stagione per come hanno presentato e fatto interagire Dawn e B ho sempre avuto l'impressione che sarebbero dovuti diventare una coppia e sarei stata un po' curiosa di vedere una cosa simile quindi ho voluto provare a metterli insieme in un capitolo di questa raccolta e questo è il risultato. Un altro motivo per cui ho fatto questo capitolo è che mi era venuta voglia di scrivere qualcosa sulla quarta stagione, non mi aveva fatto proprio impazzire e soprattutto il primo impatto non era molto positivo, ma aveva del potenziale a parer mio.
Non sapevo bene come caratterizzare B, non so se è così che la maggior parte delle persone l'avevano immaginato, non so nemmeno se io me lo sarei immaginato così, ma questo è il modo in cui mi è venuto più naturale gestirlo. Purtroppo non sono abbastanza brava da gestire un personaggio muto in una narrazione scritta. Quindi alla fine mi sono concentrata sui suoi pensieri invece di descrivere solo il suo comportamento e le sue azioni.
Detto questo, grazie per aver letto il capitolo, spero possa essere stato di vostro gradimento!
Se volete darmi qualche parere ne sono contenta, ovviamente.
Alla prossima!

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Capitolo 21
*** (Scary Girl)Lauren/Damien ***


Damien era un ragazzo molto intelligente, ma a volte se ne dimenticava... Tipo le volte in cui insisteva nell'indossare giacche imbottite abbinate a pantaloni pesanti e maglioncini primaverili durante l'estate per una questione di stile. O come quella volta in cui gli venne la splendida idea di partecipare ad A tutto reality senza avere la minima idea di come funzionasse il programma!
Pensandoci a posteriori, avrebbe fatto meglio ad approfittare che il programma non fosse alla prima edizione per studiarselo un minimo ed era stato molto ingenuo a pensare che gli avrebbero dato dei soldi senza che dovesse fare niente.
Decisamente non aveva fatto una figura brillante, aveva passato il tempo a cercare di essere eliminato perchè troppo spaventato da quelle sfide anormali e rischiose per poi cambiare idea proprio nell'episodio in cui i suoi compagni hanno deciso di eliminarlo pensando di fargli un piacere...
“Beh, almeno è finita...” pensò affondando nel divano della sua dolce e tranquilla casetta.
In teoria sapeva che avevano già deciso di organizzare una stagione di rivincita fra lui e gli altri. Ma il suo cervello aveva deciso di mettere l'intelligenza in pausa per fargli ignorare beatamente quell'informazione.
In realtà non era l'unica informazione che il suo cervello stava cercando di ignorare... era da qualche giorno che a casa gli arrivavano regali strani...
Libri horror con fiori e foglie secche fra le pagine... “Foglie di piante velenose o tendenzialmente usate in pozioni medievali...” ricordò stranito.
Gli erano arrivate anche sculture composte da piccole ossa, probabilmente di pollo... aveva ricevuto anche arrivata una specie di poesia che finiva con qualcosa del tipo “Le tue urla sono musica per la mia anima.”
Damien per un attimo si era inquietato poi il suo cervello aveva trovato delle spiegazioni comode “Saranno regali per la vicina... magari ha trovato un fidanzato fissato con robe dark... o è perseguitata da un maniaco?”
Ma aveva chiesto alla ragazzina e gli era sembrata sincera quando gli aveva detto che non aveva avuto problemi di questo tipo, beh, non aveva neanche uno spasimante gotico, ma Damien continuò a non sentirsi particolarmente preoccupato “Sarà sicuramente qualcuno che ha sbagliato indirizzo, peccato che si ostini a rimanere anonimo, come faccio a rintracciarlo e fargli capire che gli hanno dato l'indirizzo sbagliato? Ah, che stupido...”

Un giorno Damien, mentre tornava a casa dopo essere stato con degli amici a prendere un gelato, era molto sovrappensiero. Talmente sovrappensiero che scoprì di star passeggiando nel cimitero comunale.
In sua difesa poteva dire che era un posto ben tenuto e con tanto verde? Se camminava guardando il cielo quello sembrava semplicemente un parco come un altro...
“Ok, forse ero un bel po' distratto per non essermi accorto di essere finito qui...” disse guardandosi intorno con una smorfia nervosa.
Cominciò a sentirsi un po' a disagio, il cielo precedentemente limpido aveva cominciato a ricoprirsi di nuvole ma rimaneva comunque un soffocante caldo estivo “Perchè mi ostino a portare questa giacca? E senza sole anche portare il cappello perde di senso...”
Improvvisamente cominciò ad avere l'impressione di essere seguito, ma era piuttosto sicuro che si trattasse solo di suggestione.
Cominciò a venirgli in mente lo stereotipo del nero nei film horror che moriva sempre per primo.
“Perchè penso a questa cosa? Neanche so se è uno stereotipo basato su qualcosa di vero. Mai visti tutti 'sti film horror... Forse ci sto ripensando perchè sono finito, non so come, in un cimitero? Forse c'entrano anche quegli strani regali...”
Ad un certo punto gli venne l'illuminazione e capì che forse conosceva la persona che aveva mandato quei macabri regalini e se era come pensava, non c'era stato alcun errore, era proprio lui il destinatario...
Per un attimo Damien rabbrividì ricordandosi di quella ragazza... poi si tranquillizzò. “Va beh, perchè dovrei preoccuparmene ora? Ok, sono in un cimitero, ma mica salterà fuori da dietro una tomba a caso... E poi non ricevo più niente di strano da quasi una settimana! Sicuramente si sarà stancata...”

Fin da bambina, Lauren aveva avuto sempre avuto un debole per il macabro. C'era qualcosa nelle cose troppo allegre e colorate che l'aveva sempre urtata!
Amava invece spaventare gli altri bambini, vederli tristi e scioccati quando rovinava i loro sogni infantili... ricordava con affetto quando si era messa ad avvertire i compagnetti che Babbo Natale non esiste, come funziona il sesso, che tutti loro sarebbero morti e che i loro corpi si sarebbero dissolti nel modo più puzzolente e inelegante possibile!
Ma aveva un debole per l'estetica infantile quando si trattava di vestiti... amava gli indumenti delle bambole di porcellana, i fiocchi e le pettinature infantili, peccato fosse tutto un po' troppo pastelloso o dai colori vivaci.
Quando a dieci anni aveva conosciuto lo stile gothic lolita si era semplicemente innamorata! E alla prima occasione era andata a tingere i suoi capelli biondi di una specie di viola livido. La faccia disperata di sua madre era stata così divertente! Uno dei loro ricordi più cari e teneri...
Ma non aveva continuato la sua passione per il macabro solo da un punto di vista estetico. Aveva coltivato anche l'interesse per i serial killer, per i film e i libri horror, per l'esoterismo e il romanzo gotico... Beh, era una ragazzina piena di impegni! Del resto il suo interesse per i ragazzi tardava ad arrivare e questo, insieme al suo modo infantile di acconciarsi e vestirsi, la faceva apparire come una bambina inquietante da evitare, quindi non è che avesse molti amici con cui passare il tempo. Perlomeno, non aveva molti amici vivi...
Forse un'altra cosa che aveva solidificato il suo amore per l'estetica e per lo stile macabro quando era bambina, era stato il programma “A tutto reality” in particolare con una sua concorrente...
Gwen era molto graziosa, minuta e delicata come una bambola e il suo stile nel vestire e nel truccare non era tanto pesante ed esasperato da diventare antiestetico agli occhi di Lauren. Sì, da bambina aveva avuto un grosso debole per lei. Era stata una cotta per una celebrità abbastanza fugace, Lauren si era presto resa conto che l'amore di Gwen per il macabro era superficiale, alla fine, quella concorrente era solo una ragazzina romantica e insicura come tante che andava dietro i classici fighi con la chitarra o cattivi ragazzi tutto fumo e niente arrosto. Ma che nausea!
Però, anche se breve, era stato un amore intenso. Sapere dell'esistenza di ragazze così l'aveva fatta sentire meno sola... nel suo piccolo e noioso paesino, non c'era nessuno che condivideva i gusti estetici e tematici di Lauren. La biblioteca ordinava libri di Anne Rice solo per lei, non aveva nessuno con cui parlare di quei libri sui vampiri... anche la bibliotecaria le chiedeva “Ok, piccina... ma mi spieghi perchè mi chiedi questi libri? Non preferiresti qualcosa di più allegro, romantico e adatto alla realtà? Se proprio ti piacciono i vampiri... potresti provare Twilight!”
La Lauren sedicenne rabbrividiva al solo ricordare i brutti momenti in cui aveva effettivamente provato a leggere quel piagnisteo di Twilight... La cosa peggiore era che non solo ci aveva provato, ma aveva persino finito la saga senza farci caso! Quella mormona dell'autrice doveva aver fatto qualche patto col demonio per rendere quella roba estremamente scorrevole... altrimenti non si spiegava come avesse fatto a finire una saga odiandola nel mentre!
Tornando a Gwen, l'aveva accidentalmente incrociata in un museo mesi prima. Né nei capelli, né nel trucco, c'era traccia della dark che era stata. La cosa aveva un po' intristito Lauren, ma allo stesso tempo le aveva messo una strana curiosità. Era stato come rincontrare una vecchia amica e trovandola completamente diversa, sentire il bisogno di scoprire cosa le era successo mentre non si erano viste.
Purtroppo non si conoscevano davvero. Quindi Lauren non poteva avvicinarsi così dal nulla.
O meglio, avrebbe potuto farlo, ma sarebbe stato davvero scocciante e deludente se la sua ex beniamina avesse reagito chiamando qualcuno che la portasse via con la forza e se avesse disapprovato il suo stile e i suoi codini violacei, quindi evitò.
Ma si stranì scoprendo di approvare finalmente i gusti di Gwen per gli uomini. Era in compagnia di un ometto afrocanadese tappo e deboluccio.
“Deve essere davvero semplice da spaventare!” pensò ghignando mentre se ne andava saltellando un po' malinconica ma tutto sommato soddisfatta.
Attenzione, anche se per Lauren, Gwen, era stata una dark troppo leggera e troppo poco interessata al macabro e anche se Lauren aveva una leggerissima, o forse no, ossessione per i serial killer, il sangue e le ossa, non è che fosse realmente una che avrebbe ammazzato qualcuno. Sapeva che il gioco non valeva la candela e che probabilmente l'omicidio era molto meno soddisfacente di quanto sembrasse. Purtroppo... “Che gusto c'è in una persona dalle belle urla che muore e non può più far risuonare la sua voce nell'aria desolata di questo triste mondo?”
Si limitava a sfogare i suoi bisogni leggendo libri e fumetti macabri e guardando film horror. Al massimo partecipava a giochi di ruolo ed escape room o cercava immagini disturbanti o direttamente disgustose su siti internet specializzati. Oppure spaventava le persone quando poteva farlo o le osservava in situazioni in cui avrebbero donato le loro lacrime e urla spontaneamente in luoghi come i cinema, gli ospedali e i funerali.
Insomma, robe legali e sicure... e c'era un'altra roba legale e sicura, più o meno, per accontentare la sua sete di sangue... Partecipare alla nuova stagione di A tutto reality!
E così aveva fatto, ma era stato un po' deludente, era rimasta troppo poco!
Ma aveva trovato una persona persona interessante e dal modo di strillare adorabile...
Una piccola e vergognosamente sentimentale parte di lei era stata curiosa di vedere se il programma avrebbe attirato altri squilibrati come lei... e non li aveva trovati! Ma la sua attenzione era stata ironicamente catturata proprio da quell'improbabile sciocco finito in A tutto reality senza neanche conoscere il programma.
Per quanto potesse trovare carine le strilla di Damien, Lauren non era stata spinta ad andare in vacanza nella sua città da un sentimento serio. Era che si annoiava, così aveva pensato di provare a corteggiarlo a distanza con dei regali.
Sì, Lauren non aveva la minima idea di come si corteggiasse un adolescente maschio, sopratutto in quell'epoca. Ma alla fine chi se ne fregava? Tanto non era niente di serio!

Un pomeriggio Lauren era andata a saltellare nel cimitero comunale e chi aveva avvistato li se non la sua adorabile preda?
Forse i suoi regali l'avevano suggestionato e portato lì? Quindi gli erano piaciuti?
“In effetti è più o meno intelligente! Se lo rapissi, sono sicura che potrei spingerlo a interessarsi alle cose che piacciono a me!” ghignò silenziosamente. “Ah, scherzo... non sono brava a prendermi cura degli esseri viventi, lo ucciderei per sbaglio dopo pochi giorni, un gioco che non vale la candela.”
Però continuò a seguirlo saltellando con passo innaturalmente silenzioso. Ma doveva fare attenzione a non andare troppo velocemente se non voleva farsi scoprire. La giacca imbottita di Damien a causa del calore e del suo essere un indumento ingombrante e poco aerodinamico lo rendeva piuttosto lento.
“Che preda premurosa a darsi la zappa sui piedi da sola! È perfetto!”
Ma Damien si girò a guardarla con aria sorpresa e atterrita.

-Oh, ho riso ad alta voce?- chiese la ragazza con la sua vocetta stridula.
Per un attimo il piede di Damien si mosse come se volesse girarsi e fuggire, ma sembrò rinunciarci subito. Si mise a braccia conserte e la guardò con aria severa.
-Ah, sai che scappare sarebbe inutile?- chiese Lauren avvicinando troppo il viso a quello del ragazzo che indietreggiò leggermente.
“Sì!” pensò Damien. -No, ti stavo comunicando che non mi piace... essere pedinato...- voleva usare un tono più autoritario, ma aveva tremato leggermente.
Lauren sorrise divertita. Damien temeva che fosse capace di fiutare le bugie. Ma tutto sommato, mentre non impugnava un martello pneumatico o altri oggetti potenzialmente mortali sembrava solo una ragazzina strana e un inquietante...

Damien si ricordò di quando era piccolo... Veniva preso in giro perchè veniva considerato un secchione così giocava spesso da solo.
Era anche un bambino che si spaventava molto facilmente mentre giocava solo nel parco. Per esempio quando il vento gli scombinava gli indumenti o quando si impigliava la giacchetta agli arbusti e credeva che qualcuno lo stesse tirando, o quando gli arrivava addosso una foglia secca o un insetto che il piccolo Damien scambiava per altro.
Ad un certo punto cominciò ad immaginare che un alieno, un fantasma o uno spirito di qualche tipo potessero spuntare dal nulla dopo averlo osservato a lungo.
Ma pensò che magari avrebbe potuto fare amicizia con un eventuale entità inquietante che si fosse interessata a lui.
Lo pensava un po' perchè era solo, un po' per paura. Magari se avesse fatto simpatia all'entità, essa non l'avrebbe aggredito o maltrattato. Ma una parte di lui sarebbe stata anche genuinamente curiosa di fare amicizia con un essere simile.

Damien sospirò e mantenne la calma. -Vuoi venire con me a prendere un gelato?- un po' titubante lo chiese alla ragazza.
Lei lo guardò con una smorfia cupa e sospettosa facendolo raggelare. La ragazza, poi con un' espressione stupita spalancò gli occhi chiarissimi talmente tanto da dare l'impressione che potessero caderle dalle orbite e fece un passetto indietro.
-Uhm... Ok, perchè no?- rispose lei felice sorridendo tanto da mostrare le gengive.
Damien si incamminò con lei un po' frustrato. Avrebbe potuto trovarla carina se non avesse fatto tutte quelle smorfie inquietanti.
O forse no, tolto il fattore inquietante, il suo carattere la faceva sembrare troppo piccola...
“Una bambina feroce, magari appartenente a qualche specie che mangia carne umana e tende a giocare con le prede...” pensò il ragazzo, osservando con perplessità il saltellare spensierato di Lauren. Se gli fosse sembrata un tantino più civile, in realtà Damien avrebbe potuto invidiare un po' quel modo di fare spensierato e istintivo, forse sarebbero addirittura potuti andare d'accordo. Del resto, anche lui aveva spesso la testa fra le nuvole.  
“Però, ovviamente non l'ho invitata per la nostalgia indotta da un ricordo d'infanzia o per curiosità e sensazione di potenziale affinità... E' che non mi fido affatto a stare solo con una come lei in un cimitero! Mi sento molto più sicuro in un posto affollato!
Meglio tenerla tranquilla e amichevole piuttosto che scappare e farmi inseguire o pedinare per gioco... Anche se spero non mi chieda di pagare per lei... Ho già speso i soldi per un gelato oggi! Maledizione, perchè non mi è venuta un'altra idea per attirarla fuori dal cimitero?”


Angolo dell'autrice:

Finalmente dopo secoli, pubblico un nuovo capitolo di questa raccolta, evviva!
Mi spiace, sono stata molto impegnata negli ultimi tempi e i capitoli che volevo cominciare a scrivere per un motivo o per un altro non ho ancora avuto il tempo di metterli giù...
Mi è venuto in mente questo abbinamento in modo un po' stupido. Lavorando ad una fanfiction su Diabolik Lovers, il mio senso del romanticismo si è probabilmente un po' distorto quindi quando ho sentito un determinato commento inquietante di Lauren su Damien ho pensato che fosse praticamente una dichiarazione d'amore XD

(Contesto; Diabolik Lovers è una visual novel, da cui hanno tratto un brutto anime, almeno secondo me, in cui una tizia con i neuroni non sempre funzionanti si ritrova bloccata in una casa con sei vampiri dai neuroni non sempre funzionanti e con dei simpatici disturbi comportamentali e tendenze sadiche. Detta così sembra un'atrocità... ed effettivamente è stata una lettura molto frustrante! Ma interessante... Ma frustrante... Ma interessante... Ma...)

Più che un capitolo vero e proprio sulla coppia, questo è un po' un capitolo di presentazione e descrizione dei personaggi e del loro rapporto, probabilmente.
Non so se sono riuscita o meno a “catturare” i personaggi. Damien non riesco a inquadrarlo del tutto mentre Lauren è molto piatto come personaggio. E' una tipica ragazzina sadica e inquietante che potresti trovare in alcuni anime e manga incrociata ad Izzy. Ho voluto provare a contestualizzarla un po', alla fine questo tipo di personaggio inquietante attira sempre la mia attenzione.
Non so in quanti avranno visto l'ultima stagione e saranno interessati a leggere questo capitolo, non so neanche se generalmente questa stagione con i suoi personaggi sia piaciuta o meno (Io non so bene cosa pensarne) ma spero che questo capitolo possa esservi piaciuto, se volete darmi qualche parere mi fa molto piacere.
Alla prossima!

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Capitolo 22
*** Zee & MK ***


Il paesaggio scorreva velocemente attraverso il finestrino del treno, troppo velocemente per goderselo, ma la voce del giovane uomo era lenta, dolce e rilassata nel tentativo di richiamare un'atmosfera serena che fungesse da riparo dal frenetico mondo esterno:
-Mi risvegliai senza un tetto sulla testa circondato da strane creature. Ma sentivo nel mio animo che non erano cattive. Potrebbe sembrare strano considerando che mi hanno portato via una gamba, ma sono stato io ad accettare.
Quelle creaturine disorientate avevano bisogno di una saggia guida, ma non potevano accettare un essere umano. Dopo essere stati cacciati per secoli dalla nostra specie hanno subito un trauma, così ho dovuto sacrificare la mia gamba per ricordare una creatura a loro più familiare e rassicurante. Uno spirito dotato di una gamba sola...-
-È di un solo occhio, ma gli occhi li hai entrambi, no? O vuoi dirmi che uno dei due è di vetro? Potresti tirarlo fuori per dimostrarmelo?- Mary Kate, detta MK, si era scocciata di ascoltare il racconto fantasioso di Hezekias detto Zee.
"Tra tutte le persone con cui dovevo condividere un treno per ritornare a casa dal reality, proprio questo qui?! Se credessi al karma comincerei a sospettare di aver fatto qualcosa di male durante lo show..."
-Wow Merry! Quindi conosci anche tu lo spirito giapponese ombrello, con una sola gamba e un solo occhio?-
-Eh? Il cosa? No... È che nell'anime da cui hai scippato le presunte origini della tua gamba in meno, oltre alla gamba, al personaggio viene levato anche un occhio... Comunque non chiamarmi Merry. Sono MK.- MK era un po' indispettita.
-Ah, Merry, quindi ti piace "In Spectre"? Io l'ho abbandonato alle prime puntate... troppo da cervelloni... Bello eh! Ma non proprio nelle mie corde!- disse Zee allegro all'idea di aver trovato uno spunto di conversazione con la freddo compagna di viaggio.
-Ahm... Se In Spectre ti sembra cervellotico...- commentò MK con biasimo. Non voleva continuare la conversazione ma vedeva Zee troppo carico e temeva che avrebbe ricominciato con altre assurdità così preferì direzionare lei la conversazione: -Ti piace la mitologia?- "Per carità, probabilmente avrà visto qualche fanart del mostro ombrello oppure sarà citato in un videogioco..."
-No, no... La mitologia sembra carina! Ma quando in biblioteca ho provato a leggere un libro sull'argomento mi ci sono addormentato sopra! Ma i libri con le figure mi piacciono... Non è un peccato quando smetti di fare le elementari e non ti danno più il permesso di fare i disegni alla fine del tema?-
-No... non penso che mi sia mai mancato aggiungere disegni nei compiti... anzi, una seccatura in meno...-
-Uhm... suppongo che abbia senso... In realtà conoscevo il mostro ombrello perché un supplente quando ero alle medie era molto appassionato di folclore. La vera storia di come ho perso la mia gamba gli era piaciuta molto! Vorresti sentirla?-
-Ci sei nato con una gamba in meno.- affermò MK spazientita. -Fammi indovinare, tua madre ha preso qualcosa che non doveva durante la gravidanza? O si stratta di qualche anomalia genetica?-
-Wow... come fai a sapere la vera storia della mia gamba?- chiese il ragazzo sorpreso, anche lievemente inquietato.
-Ho sabotato telecamera e microfono dei confessionali e vi ho spiati tutti. Non lo sapevi?-
-Uhm... no.- gli occhi poco attenti di Zee la osservarono con inusuale interesse. -Hai delle doti inaspettate MK, è un peccato non sentirti parlare di più!-
MK lo guardò storto, poi sorrise divertita. -Seeeh... sono sicura che ameresti ascoltare la sequela di commenti sgradevoli e sarcastici che mi passano per la testa qualunque cosa io veda... Le persone odiano sentirsi dire la verità, ma sì, sono certa che per uno come te sarebbe completamente differente!- disse sarcastica.
-È interessante in realtà.- disse Zee dandole una pacca sulla spalla. Se MK fosse stato fisicamente più aggressiva l'avrebbe addentata quella mano, ma non lo era così Zee continuò ignaro: -Abbiamo un modo di ragionare completamente opposto.-
MK si scrollò di dosso la mano del ragazzo, poi sbuffò. -Già... Tu sei quello convinto che sia divertente regalare emozioni inventando cavolate su come avrebbe perso una gamba che invece non era lì dall'inizio...-
-Beh, la mia condizione genera curiosità, sarebbe deludente scoprire che la mia gamba non c'è mai stata, non credi?-
-Meh... non vedo cosa dovrebbe esserci di soddisfacente nel raccontare una ridicola storia che va a finire con un'amputazione.-
-È bello trovare il divertimento anche nelle piccole, Merry. Il segreto è non ragionarci troppo e rilassarsi.-
MK sbuffò. Si buttò con la schiena all'indietro sullo schienale in una posizione poco aggraziata. Alzò il cappello per non farlo aderire alla testa e poggiarlo a fare ombra sugli occhi. -Voglio dormire, non disturbarmi...- disse la ragazza sospirando.
-La piccola e misteriosa ragazza viaggiava da sola su quel treno...- narrò Zee descrivendo la sua compagna di viaggio. -Ma non aveva un'aria da bambina innocente, i suoi... semi-lunghi capelli neri, poco curati non esprimevano una particolare femminilità. Cosa significavano? Era stati lasciati crescere in rappresentanza di una promessa con qualcuno o con sé stessa? Vestiva fieramente fregandosene della moda, portava una larga giacca rossa che aumentava il suo mistero... dentro quella giacca poteva nascondersi qualunque cosa...-
MK si rianimò con un sospiro rassegnato. Mise una mano dentro la sua giacca. -Ok, ti restituisco il portafogli...-
-Ah grazie... Cosa?! Quanto te l'ho dato?!-
-Non me l'hai dato, cretino! Sono una cleptomane, ricordi?- disse la ragazza un po' compiaciuta.
-Oh...- mormorò Zee riprendendo l'oggetto senza mostrare particolare astio.
MK non lo sopportava... Non voleva perdere energie rimuginandoci troppo, ma non lo sopportava... -Comunque tengo i capelli lunghi semplicemente per mi secco ad andare dal parrucchiere, così quando si allungano troppo li accorcio da sola a casaccio. Inoltre è per dare meno nell'occhio. Una ragazza con i capelli lunghi risulta più anonima.-
-Ti serve essere in incognito?- chiese Zee incuriosito. La ragazza lo guardò storto e non rispose. Zee continuò. -Io invece porto i capelli lunghi perché mi piacciono.-
-Ok, buon per te.-
Zee si alzò dal sedile, forse per andare al bagno ed MK si rilassò al pensiero di poter stare finalmente un po' tranquilla da sola. La magia si spezzò quando Zee tornò con due confezioni di noccioline e due bibite e gliele offrì. MK ne approfittò:
-Non credere che ti restituirò i soldi spesi per pagare, io non te l'ho chiesto, mi hai preso queste cose di tua iniziativa.-
-Tranquilla, l'ho fatto in amicizia.- disse il ragazzo con soddisfazione.
-Non pensare neanche che ti ripagherò con la mia amicizia...- precisò la ragazza.
-Che progetti hai una volta tornata a casa?-
-Nessuno... Nessuno che io voglia condividere con uno sconosciuto su un treno...-
-In effetti non ci siamo parlati durante il reality. Ma se cominciamo a conoscerci non saremo più sconosciuti.- a Zee sembrava di aver detto qualcosa di molto intelligente.
MK sbuffò -Non sei uno sconosciuto per me, ho spiato tutti i tuoi confessionali. Finisci per sentire un po' di intimità nei confronti delle persone che spii, sai? Ma il bello di questo tipo di intimità è che non è reciproca! Io ho avuto uno spiraglio sulla tua coscienza e la tua personalità, tu invece in mano non hai niente. Per te sono una completa sconosciuta ed è così che deve rimanere. Hai compreso?- gli disse soddisfatta della sua stessa spiegazione.
Zee le parve un po' perplesso e per la prima volta davvero a disagio. -...Quindi sei una pervertita?-
MK alzò gli occhi al soffitto -No...-
-Ok.- disse il ragazzo rassicurato. -In realtà per me non sei una sconosciuta. Tutto ciò che hai detto e fatto mi dice molto su di te. Sei una che non passa affatto inosservata.- le fece notare.
MK lo guardò storto, per un attimo ebbe la brutta impressione che qualche tipo d'intelligenza il ragazzo, l'avesse.
In effetti era stato quello il suo problema ad A tutto reality. I confessionali rubati potevano essere un ottimo strumento di strategia e ricatto che avrebbero potuto portare MK in finale, invece era stata eliminata prima di poter usare la sua arma perché non era riuscita del tutto a farsi passare inosservata. Il suo modo di parlare sarcastico e negativo alla fine era uscito fuori ma il vero passo falso era stato pubblicare quel video sul profilo di Giulia, si era fatto scoprire come un'ingenua.
-Ah, hai ragione, poteva filare tutto liscio, potevo essere un fantasma che rivelava la sua vera natura solo nel finale, invece ho peccato di hubris facendomi smascherare da sola.- ammise la ragazza. Il tono era frustrato, ma mantenne un sorriso. Forse per nervosismo, forse per orgoglio, forse per entrambi.
-...Ti sei ubriacata? E quando?- chiese Zee sorpreso.
-Ho detto hubris, non hubris-acata...- sottolineò MK un po' infastidita. -Significa che ho peccato di orgoglio, è latino...- “No, aspe' forse era greco...”
-Ah... I miei genitori sono latini! Ma non avevo mai sentito parlare di ibris. Si può sempre scoprire qualcosa di nuovo! Incredibile!- Zee sembrò affascinato.
-È HUBRIS. Non ibris... e con latino mi riferivo alla lingua degli antichi romani, non allo spagnolo o al portoghese dell'America Latina!-
Zee si limitò ad un "Oh..."
Mk sospirò per l'ennesima volta, poi cercò di tirarsi su -Nonostante tutto ne è valsa la pena.- affermò soddisfatta. -Ho potuto mostrare al mondo la vera, negativa, aggressiva, sgarbatissima, Giulia!-
-Uhm... a me in realtà Giulia non è sembrata così cattiva o la più cattiva... quello che aveva sgridato era un velociraptor scorretto in stile Jurassic Park... Inoltre anche Bowie emanava abbastanza malignità... Non ho capito perché ad un certo punto tutti vi siate convinti che la peggiore fosse Giulia. Anche tu in realtà hai delle vibrazioni da cattivo...- osservò Zee senza malizia.
MK mise le braccia conserte e sbuffò. -Velociraptor o meno, Giulia è stata troppo crudele! Gli ha praticamente distrutto l'autostima!- insisté MK con gli occhi lucidi.
-Oh, sei sensibile.- osservò Zee incuriosito. -Però scusa... Tu avresti potuto danneggiare l'autostima di Giulia con quel video...- le fece notare con un po' di perplessità.
Il viso di MK era corrucciato. -Se lo meritava! Ha costruito la sua immagine di influencer sulla falsità. È vero, lo fanno tutti, ma bisogna calcolare i rischi. Se la tua vera te stessa è troppo differente da quella che mostri sui social prima o poi qualcuno se ne accorgerà e ci marcerà sopra. Ah, la dura legge della società...- disse la ragazza dandosi un'aria rilassata e menefreghista.
-Non riesci proprio ad essere sensibile nei confronti di Giulia, eh?-
Nonostante il concetto, il tono di Zee non appariva affatto di rimprovero, era come se stessero parlando del più e del meno. MK lo detestava, non poteva fidarsi di una persona che si mostrava così... chissà cosa nascondeva nel profondo e cosa voleva ottenere... Con un temperamento simile, Zee sarebbe stato perfetto per entrare in qualche setta dall'aria hippie.
-Quando verrai preso in giro o guardato dall'alto in basso da una persona che si crede Dio sceso in terra, potrai capire le mie ragioni e il perché Giulia meritava di essere smascherata.-
-Oh, cavolo, non avevo mai notato che Giulia ti prendesse in giro, mi spiace.-
-Non l'ha fatto direttamente! Ma appartiene palesemente a quella categoria di persone... Inoltre stava guardando tutti dall'alto in basso, stava parlando alle nostre spalle nei confessionali, ci stava ingannando tutti cercando si farsi passare per ciò che non era!-
Zee appariva terribilmente confuso. -Aspetta...- disse ad MK facendo cenno di stop con la mano, poi si grattò il mento mentre rimetteva in ordine i pensieri. -Ah, ecco cosa non mi quadrava!- disse soddisfatto. -Scusa Merry, ma guardare gli altri dall'alto in basso, prenderli in giro alle spalle e non, ingannare e cercare di farsi passare per qualcuno che non si è, non è tutto ciò che hai fatto e hai cercato di fare tu?- aveva capito cosa non gli quadrava, ma continuava ad essere perplesso:
-Eri infastidita da Giulia perché ti stava rubando il lavoro o pensavi che lo stesso svolgendo meglio di te?- ipotizzò.
MK lo guardò stizzita, ma arrossì. A Zee venne un'altra illuminazione: -Ah, ora ho veramente capito... Hai il cervello bloccato ai concetti di noi contro di loro. Vedi Giulia come rappresentante di una categoria completamente diversa dalla tua, magari in immeritato vantaggio, quindi pensi di essere autorizzata a fargli dei torti per riequilibrare la situazione o darle ciò che si merita. Sono un genio! Anche se... non sono molto d'accordo con la tua concentrazione del mondo... non siamo clan, noi abitanti del mondo, siamo un unica grande famiglia...- disse sereno.
MK ringhiò -È proprio a causa di questo modo di ragionare che sei stato eliminato dal gioco... sei stato super gentile con tutti ed ecco come sei stato ripagato! Anzi, è stata proprio la tua gentilezza idiota ad intralciare e irritare gli altri che non ne potevano più di te!-
-Uhm... Sì, si hai ragione.- commentò Zee, poi la guardò con curiosità. -Comunque... perché ti stai scaldando? Oh... sei così dispiaciuta per me che ti stai arrabbiando al mio posto? Ah, grazie!- il ragazzo, lusingato, abbraccio la compagna di viaggio. MK si paralizzò, era come se la sua anima avesse lasciato il suo corpo per il trauma.
Poi Zee si staccò. -Ma io sto bene, non devi preoccuparti per me.- disse fiero, poi notò la ragazza prosciugata delle energie e le chiese preoccupato: -Tu... Tu invece stai bene?-
Passarono diversi minuti. MK infastidita aveva rimuginato sul modo in cui Zee l'aveva fatta passare per ipocrita. -Comunque, anche senza il mio intervento, quando A tutto reality sarebbe stato messo in onda, tutti si sarebbero accorti della vera natura di Giulia. Non sono io ad aver fatto qualcosa di male, sono le persone cretine che pensano di poter nascondere le cose mentre vengono riprese dalle telecamere...- borbottò.
-Vero.- Zee concordò. -Inoltre penso che Giulia debba proprio ringraziarti. Ho avuto l'impressione che per lei mostrare e accettare la sua vera natura sia stato estremamente liberatorio! Sembrava rinata! Inoltre ha scoperto che molte persone la apprezzano per quello che è e si sentono a loro volta liberati guardandola esprimere la sua negatività! Sì, Giulia ha accettato il suo ruolo nel mondo con molta grazia...-
-Già... era proprio l'effetto che desideravo ottenere... L'ho fatto ovviamente per il suo bene...- borbottò MK frustrata. "Possibile che in tutto ciò sia stata fregata solo io?!" Poi sospirò -Visto... La verità, anche se brutta è la via migliore...-
-Però si può anche trasformare in realtà una piacevole bugia.- farneticò Zee.
-Smettila di dire cazzate...-
-O fare di una bugia un'esperienza reale che si ripercuote positivamente sulla realtà!-
-Oh! Ma c'è la finisci con le minchiate!-
Zee sussultò per un pizzico che MK gli aveva dato. La guardò contrariato. Dopo diversi minuti di silenzio le chiese di nuovo: -Ora che il reality è finito, tu cosa farai?-
MK era di nuovo con la schiena buttata sul sedile e il copricapo a farle ombra sugli occhi come se volesse di nuovo provare ad addormentarsi.
Ma la ragazza sospirò e rispose. -Continuerò la mia vita grigia come se niente fosse... magari cercherò di vendere le informazioni e gli oggetti che ho raccolto, ma per il resto, non cambia nulla, non mi è successo nella di significativo in questo reality. Non sono cresciuta come persona, non ho fatto esperienze che abbiano ribaltato la mia ribaltato la mia visione dell'esistenza, non ho nemmeno fatto amicizia con nessuno.- disse MK. -Proprio come volevo.- Precisò con un sorriso per evitare fraintendimenti.
Ma vedendo Zee che continuava a guardarla con perplessità cercò di spiegarsi: -Un reality non è un buon posto per farsi degli amici o per migliorarsi come persona.-
-Io in realtà penso che qualunque occasione, se utilizzata bene e vista con lo spirito giusto, possa risultare utile e piacevole.- disse il ragazzo. -Ma tranquilla, hai sempre la prossima stagione per avere un'esperienza più divertente.- le disse fiducioso.
-Odio le persone che cercano di forzare i loro bisogni e desideri su di me.- disse MK fulminandolo con lo sguardo. -Io sono io. Tu sei tu. Siamo radicalmente diversi.-
-Hai ragione, scusa.- ammise Zee.
Anche il fatto che si arrendesse con tanta facilità era per MK molto fastidioso. -Comunque non ho molte possibilità di vincere in una seconda stagione.- ammise MK. -Il mio punto di forza era nascondere le mie doti per agire alle spalle degli altri colpendoli di sorpresa. Ma ormai, che posso sabotare telecamera e attrezzature per spiarli o manipolarli a mio vantaggio è stato scoperto.- disse la ragazza abbastanza infastidita.
-Ah, quindi ti serve qualche trovata nuova? Non disperare, sei intelligente, sono certo che troverai qualche trucchetto per farcela. E ora che so di che pasta sei fatta, sarò molto curioso di guardare cosa farai la prossima volta!- le disse con entusiasmo.
MK strinse le spalle e cercò di ignorare il ragazzo "Ho... Un amministratore?" si disse stordita.
Poco prima che il treno arrivasse alla fermata di Zee, il ragazzo la chiamò. -Ehi. Ci scambiamo i numeri di telefono? Così magari ci teniamo in contatto.-
MK lo guardò storto, ma accettò. Preferiva non disdegnare nessun tipo di informazione nel caso potesse tornare utile in futuro. Inoltre le interessava un po' poter tenere sotto controllo Zee... Il ragazzo era irritante come pochi! MK era riuscita a tenere le distanze e a non farsi influenzare da nessuno durante il reality ma in quelle due ore di viaggio, il cretino era riuscito a mandare tutto a gambe all'aria! L'aveva fatta rimuginare e l'aveva messa in imbarazzo... Ciò lo rendeva degno della sua attenzione.
Del resto, se un genio, schivo e sarcastico come MK non si fosse di tanto in tanto costretta a stare vicino a persone sciocche, positive ed espansive, si sarebbe congelata lentamente nella noia e nell'apatia.
Se Zee era genuino nella sua stupidità poteva sfruttarlo, se non lo era poteva sfruttare quelle informazioni a suo vantaggio. Si poteva dire che comunque fosse andata, avrebbe vinto.
"Beh, più o meno... Scoprire la deludente natura delle persone è un triste lavoro... ma qualcuno dovrà pur farlo, no?"


Angolo dell'autrice:

Eccomi qui di nuovo! In realtà avevo scritto questo nuovo capitolo della raccolta già da un po', dovevo solo ricontrollarlo, ma già ho difficoltà a non procrastinare quando c'è una temperatura vivibile... figuriamoci in estate... (ho diverse cose teoricamente pronte per essere pubblicate da mesi ma che in pratica non trovo mai il tempo e il coraggio di ricontrollare... sono un caso perso...)
Di solito non metto insieme personaggi che non hanno mai interagito a meno che non veda un filo comune che li lega, in questo caso ho fatto un' eccezione perchè nel bene e nel male sono probabilmente i personaggi che mi hanno colpito di più (anche i due ex/non ex fidanzati mi sono rimasti un po' in testa... una cosa sanno fare gli scrittori di questo cartone, far mollare le coppie... perchè se ne sono scordati proprio 'sta stagione? O forse l'ho trovava una sotto trama strana solo io...) e perchè, anche se non sempre apprezzo il clichè degli opposti che si attraggono, mi piace mettere insieme personaggi più solari e personaggi più cupi.
MK non mi è dispiaciuta perchè è un'adolescente abbastanza plausibile come carattere e poteva avere del potenziale sia come personaggio da far aprire, sia come possibile antagonista. L'ho trovata un po' fastidiosa e ipocrita a volte, ma alla fine ci sta, apprezzo che i personaggi abbiano dei lati anche fortemente negativi.
Mentre su Zee ho dei sentimenti contrastanti, l'ho trovato un po' divertente e mi è venuto difficile non tifare per lui, allo stesso tempo spesso la combinazione di ingenuità e buoni sentimenti mi infastidisce nei personaggi (preferisco quelli che manifestano sia sentimenti negativi che positivi) e in generale il modo di parlare del personaggio spesso mi fa un po' antipatia...
Non so se sono riuscita a caratterizzare decentemente i personaggi, spero di sì, spero anche che questo capitolo possa piacervi e se mi lasciate un parere sono molto contenta!
Alla prossima!

Appunti: “In spectre” è un anime di due stagioni da dodici episodi che parla di spiriti del folklore giapponese e leggende metropolitane. E' carino (anche se non ho finito la seconda stagione a causa di impegni) ma forse potrebbe risultare noioso ad alcuni? Gli episodi hanno spesso una struttura un po' insolita e credo che il ritmo possa essere percepito come lento, magari non è il tipo di storia che si aspetta chi si avvicina a questo anime, è... una specie di investigativo? Non saprei come descriverlo... Comunque mi è venuto in mente scrivendo la storia per la questione della gamba mancante di Zee e anche perchè la protagonista dell'anime spesso mentirà per mestiere si potrebbe dire.

Anche il mostro ombrello nominato da Zee è un mostro del folklore giapponese, il Karakasa-Obake (dovrebbe significare letteralmente mostro ombrello...) di solito è raffigurato con un solo occhio e una gamba ma a volte può essere un po' più antropomorfo.
E' la prima cosa a cui ho pensato pensando ad un personaggio di “In spectre” anche se è umano, ma forse non è un riferimento voluto, ma qualcosa a cui ho pensato solo io ^^'

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