Il male sarà rilasciato

di Beeble
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Millenni ***
Capitolo 2: *** Un anno ***
Capitolo 3: *** Un secondo ***
Capitolo 4: *** Sospeso ***
Capitolo 5: *** L'alba ***
Capitolo 6: *** La profezia ***
Capitolo 7: *** Tutto ***



Capitolo 1
*** Millenni ***


1. Millenni



 

“Quando il diavolo camminerà sulla terra e troverà il suo primo amore, il male sarà rilasciato.”

Il tempo all’inferno scorre infinito, senza giorno né notte, senza bisogno di riposare e nemmeno senza la necessità di stare svegli.

Mi ripeto quella frase come un mantra nella mente, perché non c’è nient’altro che mi tiene qui se non la sicurezza della detective. E quella delle altre persone a cui tengo.

Questo non è più il mio posto.

Solo papà poteva odiarmi così tanto da scrivere una profezia che mi obbligasse a tornare qui proprio quando avevo trovato una ragione per restare sulla terra, una ragione per cambiare, un amore vero.

Ogni tanto li noto.

Li vedo, sono confusi.

Alcuni demoni si distraggono dal loro lavoro per fissarmi.

Mi dico che non è nulla.

Basta uno sguardo e tornano a ciò che facevano.

So che lo percepiscono, il mio dolore, il mio senso di colpa per chi ho lasciato indietro.

 

E così passano i giorni, i mesi, gli anni.

La mia pelle non invecchia.

È difficile ricordare mille anni in più di ieri.

Ma ho il suo volto stampato nella mente. Ho le sue parole impresse a fuoco nel cuore.

Ho la sua anima legata ancora alla mia.

 

 

 

Poi d’un tratto, saranno passati millenni, lo sento.

Ci vuole un secondo.

Una voce chiara nella mia mente.

Forse mio padre sente così le preghiere.

Mi arrabbio ancora, come può non ascoltarle. Sono strazianti.

 

Non ci penso un secondo.

Stendo le ali rosso sangue e mi precipito sulla terra.

Di nuovo.

 

 

Intanto, mentre spicca il volo una piuma cade e si vaporizza appena tocca il suolo.

Nessuno l’ha notata.

Nessuno sa cosa significa.



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Questa fic è nata da un sogno (e un incubo XD) ispirati alla lettura della fanfic  Tre storie, tre favole. di Arvistloe!!
 

 

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Capitolo 2
*** Un anno ***


2. Un anno





 

Atterro in malo modo.

Io non atterro in malo modo. Mai.

Ma non volo da un migliaio di anni, potrei essere arrugginito.

 

Sono atterrato di fronte alla porta di casa della detective.

Sembra appena passato il tramonto.

Ritiro le ali. Spolvero il completo. Busso alla porta senza nemmeno pensarci.

E quando mi apre la porta con gli occhi arrossati ha solo un attimo di esitazione.

“Detective” è l’unica cosa che riesco a pronunciare con la bocca riarsa.

Poi mi investe. Per un secondo ho il dubbio che possa essere entrata direttamente nel mio petto.

La stringo cautamente fra le braccia mentre il cuore minaccia di esplodere.

Mentre la pelle sembra riscaldarsi più di quando ero all’inferno.

“Sapevo che saresti venuto” dice mentre tira su con il naso come chi sta cercando di trattenere le lacrime.

“Charlie” dice ancora stringendomi.

La mia pelle sembra bruciare.

“Sta male”

E in quell’istante la lascio e mi allontano giusto in tempo.

La giacca nel punto in cui la stavo stringendo prende fuoco. Si consuma. Si spegne.

“Dov’è?” se Chloe mi ha chiamato con così tanta urgenza non c’è tempo per discutere.

“A casa”

 

“Torno” prometto.

Annuisce soltanto mentre mi do lo slancio per raggiungere il cielo e vedere cosa posso fare per salvare mio nipote.

 

Una piuma bianca cade anche stavolta dalle mostruose ali di Lucifer.

Chloe la raccoglie. La stringe al petto mentre Trixie la raggiunge all’esterno per chiederle chi era.

Un amico.

Un amico che manca ad entrambe da un anno.

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Capitolo 3
*** Un secondo ***


3. Un secondo


 

 

“Chloe aveva detto che aveva un’idea ma…” Amenadiel mi fissa e poi mi stringe a sé con quel fastidioso modo di fare da fratello maggiore.

 

Mi basta un secondo per capire che è distrutto. Da sopra la spalla di mio fratello guardo la dottoressa. L’ho vista in quello stato solo dopo che aveva visto la mia faccia da diavolo.

 

“Come è possibile?” chiede Amenadiel.

“Credo che la detective mi abbia pregato... o qualcosa del genere...” faccio un gesto vago con la mano.

 

“Cosa desideri...” cambio la formula “Cosa posso fare per Charlie?”

“Fatica a respirare, dorme sempre di più, quasi non mangia da giorni… le medicine umane sono inutili… ho fermato il tempo, ma non posso farlo all’infinito… Luci… questa non è una malattia umana… io...”

Ha la voce rotta, non riesce a proseguire.

Parla Linda “L’ha provato a portare in paradiso ma non ci riesce. È troppo umano per resistere al viaggio...” dice fissando il cucciolo d’uomo che stringe a sé.

Il bambino sembra addormentato ma non è un sonno normale, qualcosa non va e sembra grave.

 

 

“Tu credi che io...” sono pietrificato.

“Luci… io non te lo chiederei se non fosse... l’unica possibilità che ho” dice serio.

 

Mi siedo sulla poltrona del salotto. Sono stanco, confuso.

 

Guardo Charlie fra le braccia della madre.

Poso lo sguardo sul volto di mio fratello che sembra invecchiato.

Mi sta chiedendo di fare qualcosa che nella mia vita ho fatto alcune volte.

Ma l’ho fatto eoni fa.

E soprattutto l’avevo fatto quando ero ancora il benvenuto in paradiso.

L’avevo fatto prima di essere bandito.

L’avevo fatto, ed era stato uno dei motivi dei miei litigi con papà.

Potrei azzardare l’ipotesi che persino una delle gocce che fece traboccare il vaso della rivolta riguardava in qualche modo questo.

 

 

Amenadiel mi sta chiedendo di portare la Luce: il significato del mio nome è anche il dono che avevo, prima ancora di essere in grado di tirare fuori i desideri dall’anima delle persone.

Potevo portare la Luce, pezzi di paradiso sulla terra.

Luce che guarisce, che porta la pace, che fa il bene.

 

Mi ci vuole un secondo.

Uso un solo secondo per decidere.

Il diavolo decide in fretta.

Di solito.

 

“Se non ce la dovessi fare...”

 

 

Non sono mai stato melodrammatico quindi non darò abbracci e non ci saranno lacrime.

 

 

 

“Tu devi dirglielo…”

 

 

 

A Chloe.

Che l’amo.

Sottointeso.

 

 

Amenadiel mi fissa con un’intensità che non conosco.

“Glielo dirai tu”

 

 

E mentre Lucifer si dirige verso quel luogo luminoso a cui non appartiene più, un’altra piuma cade, la seconda sulla terra.

 

Amenadiel la raccoglie. La posa accanto al figlio e cinge le spalle della compagna.

“Forse ci siamo tutti sbagliati sulla profezia...” sussurra.

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Capitolo 4
*** Sospeso ***


4. Sospeso


 






La direzione di casa è facile da intraprendere.

Ma più mi avvicino e più sento la mia pelle ripugnante sfrigolare a contatto con la luce.

La mia scelta l’ho già fatta. O riuscirò o morirò provandoci.

 

Mi hanno detto che sono cambiato.

Ma dal canto mio ho sempre lottato per ciò che ritenevo giusto, per ciò che aveva valore.

 

Penso ad altro e continuo a battere le ali.

 

Ma è vero che il vecchio me non avrebbe dato valore alla vita figlio di suo fratello. Non in questo modo, assolutamente non con una scelta del genere...

 

Continuo a battere le ali anche se fa male, fa male da morire.

 

Il vecchio me non si sarebbe curato troppo della detective Chloe Decker se non fosse stata interessata ad andare a letto con lui.

 

Mi volto appena per vedere le mie ali.

Si intravede completamente la struttura ossea sotto di esse. Alcuni tendini sono esposti.

La pelle rossastra è tesa e ormai quasi trasparente.

Le braccia, il volto, tutto brucia e sanguina.

Rifletto in fretta.

Se ce la dovessi fare potrei cadere – di nuovo.

Mio padre solo sa dove potrei finire. Dall’altro capo della terra. Sarebbe tipico della sua ironia.

 

Poi sbatto contro qualcosa.

O forse qualcosa sbatte contro di me.

Una luce immensa.

Mi avvolge. Mi uccide. Credo. Credo mi ucciderà. La mia pelle è andata.

Intravedo completamente i muscoli delle mie braccia, del mio petto, delle mie gambe.

Anche se non le vedo, sento le mi ali completamente scarnificate.

 

E poi resto sospeso. Sospeso non è solo un modo di dire.

Rimango sospeso come in un tempo e in uno spazio che ci sono ma non hanno collocazione.

Mai sperimentato, ma si vociferava che lo descrivessero così gli umani il loro trapasso, fino al loro arrivo in paradiso.

Sono dunque morto? Non avevo dubbi di dove sarei finito.

Sapevo persino che punizione avrei potuto ricevere per il resto dei miei giorni.

Sempre che non fossi scomparso nel grande nulla.

Mio padre non lo avrebbe permesso, sarebbe stato un lusso per uno come me.

 

E in quell’istante eterno sospeso la mia pelle torna lentamente umana.

Le mie ali cambiano completamente.

Sono quelle ali che avevo tagliato troppe volte per ricordarlo.

Sono ancora più belle… sono più luminose… come quelle che avevo prima della ribellione.

Sono perfette.

È la prima volta che lo penso.

 

“La profezia non era contro di te, la profezia era per te...”

Riconoscerei la voce di mio padre fra mille.

“Ti rendo il tuo dono… usalo con saggezza”

 

E poi nulla.

La luce. Il buio. Ancora la luce. Ancora il buio.

 

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Capitolo 5
*** L'alba ***


5. L’alba

 






 

Apro gli occhi e non so dove sono né quanto tempo è passato dall’ultima volta che… dall’ultima volta che cosa? Cosa stavo facendo?

In un attimo tutto mi torna alla mente.

Lo vedo, è l’alba. Qui è sempre l’alba.

E non posso credere ai miei occhi. Sono in piedi sui gradini che conducono alle porte del paradiso.

 

Non mi devo guardare per sapere che è cambiato il mio aspetto fisico. Quello lo ricordo bene.

E so cosa devo fare.

 

 

Busso.

 

 

“Lucifer?”

 

 

“Lucifero, il portatore di Luce” rispondo.

 

 

La porta si socchiude appena.

Basta così.

Anche questo lo ricordo.

 

Quello che non ricordo è la sensazione di leggerezza e felicità che porta l’avere fra le mani un piccolo pezzo di Luce del paradiso. Ma ora ho fretta e, a tutto il resto che ancora macina nella mia testa, penserò più tardi.

 

Il volto rivolto alla porta, la schiena al cielo e gli occhi socchiusi.

Mi lascio cadere senza aprire le ali per qualche migliaio di chilometri.

Poi le ali mi guidano dove mi porta il cuore.

 

Sulla terra è ancora notte fonda.

 

Li trovo addormentati tutti insieme.

Amenadiel che stringe la mano di Linda, il piccolino fra i due sembra respirare a fatica.

La madre si agita leggermente nel sonno e gli posa una mano sul petto come a controllare che sia ancora lì con loro.

Con delicatezza sposto la sua e appoggio la mia sul petto di Charlie.

Il piccolo profuma di borotalco alla menta.

Lui si sveglia e mi fissa con quegli occhi piccoli che hanno il taglio di quelli di mio fratello e il colore di quelli di Linda.

La mia mano emana una lieve luce che cattura la sua curiosità.

Con le mani trova e prova a spostare le mie dita come a cercare di capire da dove proviene la luce.

Stavolta non mi infastidisce. Strano.

Sembra farmi quasi lo stesso effetto che la piccola ingrata fa alla detective. Impressionante.

Lo sento da qualcosa che mi scatta dentro, Charlie starà bene.

Piano piano sollevo la mano dal suo petto che ora si solleva regolarmente.

Vedo i suoi occhi chiudersi pian piano e riportarlo nel mondo dei sogni.

 

Me ne vado. Gli angeli non stanno a vedere gli effetti di ciò che fanno.

I diavoli, se mai fanno del bene, preferiscono non si sappia in giro e preferiscono non ricevere ringraziamenti.

 

 

 

Adesso Lucifer aveva qualcos’altro di urgente da fare.

 



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Innanzitutto ringrazio Baldr, Glundici, Jskldkdje e Inf4nity per le recensioni lasciate.
Spero che il capitolo e l'immagine di copertina (editata da me) vi siano piaciuti!

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Capitolo 6
*** La profezia ***


6. La profezia

 

È notte fonda, la detective mi ucciderà. O forse probabilmente non lo farà.

Così forzo con un minimo rumore la finestra che dal giardino mi porta direttamente nella sua stanza.

Chiudo la finestra e la osservo nella penombra.

È perfetta come l’ho ricordata per tutti questi millenni.

Vorrei infilarmi sotto le coperte con lei e fare il Diavolo sa solo cosa.

Eppure io, il re del desiderio, mi siedo sulla poltrona accanto al letto.

Pregusto il desiderio. Anche questa è una forma di desiderio. Forse la più sofisticata e difficile.

L’attesa è la forma di desiderio più perfetta e pura che esista.

Ce n’è stata così tanta che ora tremo all’idea che quell’attesa sia finita.

 

Lei è così speciale.

Un piede nudo esce dal piumone scoprendo anche parte del suo pigiama di pile rosa.

Posso vedere dalla forma delle coperte che è raggomitolata su sé stessa come una bambina.

La sola idea che lei abbia potuto chiamarmi dall’inferno mi fa venire ancora i brividi.

Non so come abbia fatto, ma al momento non mi importa.

Sorrido.

 

 

Forse è ora di finirla con questa storia dell’attesa.

 

In fondo sono uno per cui vale la pena svegliarsi alle 2 di notte.

 

 

 

Vorrei svegliarla… ma qualcosa mi distrae.

 

 

 

La colpa è della poltrona… ha l’odore di Maze.

E mi viene un’idea… sempre se Maze mi dà il tempo di parlare.

Non ho mai usato insieme i miei poteri ma… perché no?

 

 

 

Esco dalla stanza e attraverso il salotto a piedi scalzi – sono tornato così sulla terra – facendo attenzione a non fare rumore.

Apro la porta della stanza di Maze.

Un coltello si pianta a mezzo millimetro dalla mia testa sulla porta.

Mi ha mancato di proposito.

Anche con gli occhi chiusi e nel sonno più profondo Maze non mi avrebbe mancato.

“Dammi una buona ragione per non conficcarti il prossimo nel petto” ringhia una voce dal buio.

Apro la mano e la stendo nella direzione della voce, guardo attraverso il buio e le chiedo “Dimmi Maze, cos’è che desideri veramente?”

Sento il secondo coltello cadere a terra. Inoffensivo.

 

 

“Un’anima” sento solo in un sussurro.

 

 

Raggiungo Maze, le poggio la mano sul petto lei spalanca gli occhi.

Mi allontano. Mi fissa confusa, con due occhi che si fanno lucidi.

Poi semplicemente mi oltrepassa e la sento uscire dalla porta di casa.

Non ho idea di quali emozioni possa scatenare la presenza di un’anima in una creatura demoniaca che ha passato millenni e millenni senza averne una.

 

Sto ancora fissando la stanza vuota quando sento dei passi dietro di me.

 

Piccoli passi.

 

“Lucifer?!” domanda una voce meno acuta di quanto ricordassi.

Appena mi volto Trixie mi sta già stringendo – quanto è cresciuta!

Non credo a me stesso ma le poggio una mano sulla schiena.

“Mi dispiace di essermene andato così… Trixie” lei fa un passo indietro e mi tira un pugno.

Ridacchio.

“Non farlo più” dice seria.

“Promesso” dico.

Anche io sono serio.

 

“Ma che diavolo...”

Eccola.

Trixie è cresciuta a sufficienza?

 

Ma ormai i pensieri razionali sono andati. Seguo l’istinto.

 

Mi volto verso la detective e con un passo incrocio la traiettoria della sua camminata assonnata e la bacio.

La bacio come se non ci fosse mai stato nessuno prima e come se non ci fosse nessuno dopo – non ci sarà.

La bacio perché alcune cose non si possono dire, bisogna sentirle.

La bacio e perdo la cognizione del tempo. Lei è come il paradiso e l’inferno, il tempo scorre diversamente quando sono con lei.

 

“La profezia era tutta sbagliata...” dico con il fiato corto.

“Il male sarà rilasciato… intendeva che sarà rilasciato da me… per quello mi sono abbrustolito ieri sera mentre mi stringevi. Per quello non sono morto andando in paradiso. Per quello sono tornato e ho salvato Charlie… ah ecco, e dato un’anima a Maze… perché Detective… Chloe – mi correggo – tu mi hai fatto capire cosa era veramente importante… tu sei stata la miccia del cambiamento… tu sei stata il pezzo di paradiso che mi ha fatto diventare chi sono adesso… Lucifer l’angelo e il diavolo insieme...”

“Me lo rispieghi quando sarò più lucida?” biascica lei senza staccare del tutto le labbra dalle mie.

Rido mentre lei mi bacia di nuovo.

“Una cosa sola devi sentirla proprio adesso” le sussurro all’orecchio.

“Ti amo Chloe Decker”

Il suo sorriso sembra illuminare il mio universo più di quanto possa fare tutta la luce del paradiso.

 

Ad un certo punto – per quanto mi riguarda potrebbero essere trascorse delle ore – mi volto ricordandomi di Trixie.

Ci fissa con gli occhi spalancati.

Credevo che a 12 anni non si scandalizzassero per così poco.

 

 

Ma non è noi che sta fissando.

 

 

Sono le mie enormi ali che hanno invaso il salotto.

 

 

“Ops.”


(L'immagine non mi appartiene, potete trovare l'originale QUI.)


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Inizialmente questo doveva essere l'ultimo capitolo... ma mi è venuta voglia di spiegare ancora qualche dettaglio...
Approfitto di nuovo per ringraziare tutti quelli che hanno letto e recensito i capitoli di questa storia.

Se anche chi legge senza recensire volesse lasciare due parole, mi farebbe davvero tanto piacere!

 A presto con l'ultimissimo capitolo!

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Capitolo 7
*** Tutto ***


7. Tutto

 

 

Tutto resta immobile.

Io, la detective, le mie ali, la piccola detective in erba.

 

“Trixie” prendo l’iniziativa “queste ali sono...”

“Lucifer non è un bugiardo” dice lei fissandomi truce.

 

“E Lucifer diceva sempre che lui era il diavolo… e il diavolo non ha le ali da angelo...” continua decisa camminando minacciosa verso di me.

 

E così faccio l’unica cosa logica.

O stupida.

Dipende dai punti di vista.

 

 

 

Le mostro i miei occhi da diavolo.

 

 

 

Sono l’unica cosa che mi è rimasta.

Non si può spiegare, lo so e basta.

Per essere Lucifer non potevo essere tutto. Dovevo essere parte di uno e parte dell’altro Lucifer.

 

Trixie si blocca mentre la detective mi stritola il braccio trattenendo il respiro.

 

 

“Non provare a fare il furbo con me un’altra volta...” avverte Trixie ancora severa.

 

Poi vedo che non sta nella pelle.

 

“Tipregotipregotiprego… posso toccarle?” chiede la piccola monella quando ormai ha ormai le mani sulle mie piume.

 

La detective inizia a ridere… una risata fra l’isterico e… la risata di Chloe, beh, come quella della sera del suo compleanno nel mio appartamento quando le avevo spiegato il significato del ciondolo che, aveva ancora al collo.

Ridacchio anche io.

 

Trixie non ha fatto una piega alla vista dei miei occhi da diavolo.

 

“Quelli lanciano raggi laser?” domanda ancora mentre non riesce a staccare le sue fastidiose appendici dalle mie ali.

 

“No” esclamo scenico “Non sono mica superman”

Stringe gli occhi e mi fissa incerta.

 

“Ma voli?” indaga.

 

Chloe continua a fissarci incredula e ancora ridacchia.

 

“No” blocco sul nascere la domanda che arriverà dopo.

“Sì” non posso mentirle.

 

“Allora...”

Sa già di aver vinto. Sa che dovrò accontentarla prima o poi. Quale essere umano non anela a volare con le ali anche se non sono le sue.


“Non ora e non oggi” dico perentorio “un giorno” cedo.

 

La piccola monella ha il cipiglio di sua madre. A quale scopo provare a far desistere una Decker.

 

“Adesso tutti a letto!” ordina la dittatrice.

Guardo Chloe senza capire.

Trixie prende la mia mano e quella di Chloe e ci porta nel letto della detective.


“Perspicace la piccola umana” dico con uno sguardo malizioso a Chloe.

Chloe mi fulmina con lo sguardo.

 

Capisco il perché quando Trixie si sistema sotto le coperte al centro esatto del letto.

Si raggomitola come la madre e chiude gli occhi.

 

Mando uno sguardo interrogativo alla detective. Cosa significa.

 

 

Lei mi fa solo cenno con la testa.

 

Ritraggo le ali.

Ed eseguo gli ordini dell’unica persona da cui li accetto.

Il mio primo amore, il mio unico amore.

 

Mi stendo sul letto, dal lato opposto di quello di Chloe e mi copro con il piumone in modo da non lasciare la piccola monella al freddo.

 

La detective dall’altro lato mi fissa.

Ci guardiamo negli occhi.

La creaturina è raggomitolata più in basso.

 

“Ormai sono sveglia… e Trixie non si sveglierà fino a domattina ormai… ti va di parlare?” dice sottovoce.

“Questo è oltremodo oltraggioso, detective...” sussurro ammiccando.

Lei mi sorride.

Lei è il mio tutto.

L’unico “tutto” che voglio completamente e incondizionatamente, anche se il piccolo demonietto è inclusa del pacchetto.

 

“Mi sei mancato...” dice semplicemente aspettando poi che sia io a parlare.

 

“Credevo fosse tutta una manipolazione di mio Padre… e non posso dire proprio che non lo sia stata… ma la profezia l’avevamo intesa nel modo sbagliato… e certo, Lui non si è premurato di farmelo sapere… ma diciamo che riesco a capire perché era necessario che facessi questo percorso...” scuoto appena il capo

“Ero esattamente come ogni persona condannata all’inferno: libero.”

Chloe mi fissa più intensamente.

Poi tende il braccio in modo da passare sopra la testa della figlia e mi accarezza i capelli.

 

“Libero di andarmene Chloe, ma non finchè io credevo di meritarlo e di dover scontare quella punizione… Da quando me ne sono andato dal paradiso nessuno ha più creduto in me… le persone mi chiedevano favori, non preghiere, i primi si pagano, le seconde sono gratuite...”

 

Bastano le sue dita fra i miei capelli a farmi perdere il filo del discorso.

“Detective, tu sei stata la prima persona dopo eoni che non aveva nulla da darmi in cambio… e immagino che avessi già crepato a sufficienza la mia anima di diavolo perché io potessi sentirti… il male sarebbe stato rilasciato, nel senso che mi avrebbe abbandonato…”

Sorrido “Lo spettacolo pirotecnico di ieri sera era parte della mia trasformazione. Perché tu detective, per quanto umana, hai una scintilla di paradiso dentro di te”

 

Mi fermo un attimo.

Voglio solo fissarla. Imprimermi ogni istante nella mente, nel cuore. Pensavo non l’avrei mai più rivista.

 

Le racconto della richiesta di Amenadiel, del mio vecchio incarico, del mio viaggio, delle parole di mio padre.

Le racconto di Maze.

Vedo più volte gli occhi della detective farsi lucidi.

 

“E adesso per la prima volta non so cosa farò dei poteri che mi ritrovo, non so cosa farò dei miei occhi da diavolo o delle mie ali da angelo… ma detective, fino a che avrò te accanto, magari riuscirò ad usarli nel modo giusto...”

“E io ho intenzione di restarti accanto per molto tempo” sussurra lei.

Stringo la sua mano con la mia.


“Chloe…”

 

 

 

 

“Ti ho già detto che ti amo?” sussurro con voce leggermente roca.

 

“Ti amo anche io Lucifer”

 

La distanza è ancora troppa.

Stendo le ali.

Ne faccio passare una sopra la piccola monella e poi avvolgo la detective.

Posso sentire il battito del cuore della detective.

Ora battono all’unisono.

Ci addormentiamo così.

 

 

 

Tutti sotto l’ala protettrice di Lucifer.

Metà diavolo e metà angelo.






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Innanzitutto intendo scusarmi per la quantità spropositata di zucchero utilizzata in questo capitolo... XD
E poi, di nuovo GRAZIE DI CUORE a tutti coloro che hanno letto e commentato questa storia!

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