Fire and Ice

di evil 65
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il risveglio ***
Capitolo 2: *** Confessioni ***
Capitolo 3: *** Incertezze ***



Capitolo 1
*** Il risveglio ***


Ok, la situazione è questa. Ho recuperato tutto il manga di Attack on Titan…e non solo sono passato dal detestare Eren a considerarlo uno dei migliori protagonisti anime/manga degli ultimi anni, ma ho anche riscoperto l’amore che nutrivo per quest’opera, cosa che mi ha spinto a fare un re-watch completo dell’anime e a guardarmi anche la terza stagione, che non avevo ancora concluso.
Mi sono visto anche gli OVA, e ho apprezzato particolarmente quelli su Annie, aka il Titano Femmina, rapidamente diventata il mio personaggio femminile preferito della serie assieme a Historia.
Fatto sta che mi sono ritrovato ad apprezzare non poco le interazioni tra lei ed Eren…e così ho cominciato a valutare l’idea di una ship tra i due, più per gioco che per altro. Ma il tempo passava e non riuscivo a togliermeli dalla testa. Ho cominciato a cercare fan art su di loro, leggere fic su di loro…e poi ho pure scoperto che nella parodia scolastica della serie, Annie ha una cotta per Eren. E niente, questo è stato il colpo di grazia.
Così…ecco la mia raccolta di one shot dedicata alla coppie. I capitoli non seguiranno un ordine cronologico, alcuni saranno pure ambientati in universi completamente separati, cambierò anche lo stile di scrittura a seconda del tema trattato ecc…
Detto questo, posso solo augurarvi una buona lettura!




Il risveglio

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Il sole comincia a sorgere al di fuori delle mura. L'aria è calda, ma non del tutto soffocante.
La finestra è aperta e la luce filtra attraverso le delicate tende come tante particelle dorate, illuminando granuli di polvere che aleggiano nella stanza. 
Rimanendo immobile, Annie aguzza le orecchie e ascolta la città sottostante prendere vita, mentre l’odore di esseri umani misto a quello degli animali da soma inizia a farsi strada nell’edificio.
Ben presto, l’appartamento viene invaso da una cacofonia assordante, assai ben diversa da ciò che ricorda del campo d’addestramento.
La sua mente viene subito invasa dai frammenti delle conversazioni banali che era stata costretta a sopportare per quattro lunghi anni, circondata da ragazze che non potevano comprendere la sua situazione…né la stretta dolorosa che le avvolge costantemente il cuore, un promemoria ricorrente della sua Missione.
Compagne di battaglia…eppure estranee, semplici pedine in un gioco molto più grande e spietato di quanto avrebbero mai potuto immaginare. Nient’altro che questo: carne in attesa di essere divorata per uno scopo più grande.
O, almeno, è ciò che Annie continua a ripetersi, forse per frenare le urla di disperazione che ancora invadono i suoi incubi. Le urla di Carolina…e di Marco. Specialmente quelle di Marco.
Prende un respiro profondo e cerca di concentrarsi sui propri dintorni.
Ormai non è più al campo di addestramento. Qui sia il letto che le lenzuola sono più fini. 
Si era quasi sentita dispiaciuta per Eren, la prima volta che il ragazzo aveva posato gli occhi sui suoi alloggi. Il sentimento era cresciuto nel momento in cui le aveva confessato che il reggimento aveva ritenuto opportuno confinarlo in un castello abbandonato. Non che la notizia l’avesse sorpresa più di tanto, ma aveva comunque provato qualcosa di vagamente simile alla compassione.
 "Non è niente che non riesco a gestire" , aveva aggiunto rapidamente il mutaforma, come se fosse stato in grado di leggere i suoi pensieri.
Annie si era limitata a fissarlo, rispondendo con un impassibile: "Suppongo che sia vero." 
E dopo ciò che gli ha visto fare durante l’assalto al Muro di Trost, ne è fermamente convinta.
Eren Jaeger è molte cose: un ragazzo impulsivo, ingenuo, a tratti immaturo…ma è anche la persona più agguerrita e adattabile che abbia mai incontrato. Qualcuno che fino ad ora era sempre riuscito a superare le aspettative e ad affrontare ogni probabilità a suo sfavore. E lei non può fare a meno di ammirarlo per questo.
Una ventata d’aria le invia un brivido lungo la spina dorsale.
Ad Annie non dispiace sentire il sudore della sua pelle raffreddarsi, ma una parte di lei preferirebbe fare una lunga doccia e dimenticare ogni preoccupazione. Un'altra parte, più vicina al cuore che ancora le palpita nel petto, vuole solo stringere il corpo caldo che sonnecchia placidamente accanto a lei. 
Rimane a fissare il suo viso per qualche minuto e distoglie lo sguardo solo quando lo vede aprire gli occhi, rivelando un paio pupille verdi come un prato d’erba primaverile.
<< Sei già sveglia? >> borbotta con la sua la sua voce bassa e graffiante, ed Annie non può fare a meno di arricciare le labbra.
 << Sono le 8:00 del mattino. >>
<< Oh >> sussurra Eren, dolcemente. I suoi occhi vagano su di lei, insolitamente meticolosi, come se ormai non potessero più fare altro. 
Annie rabbrividisce, distoglie lo sguardo altrove, senza sapere come razionalizzare questa intimità…o il calore generato dal semplice, inesorabile peso del suo corpo accanto al proprio.
Il suo braccio si sposta e una mano scivola sulla sua schiena nuda per avvicinarla. Brevemente, Annie si chiede se sia possibile sentire la mancanza di qualcuno quando non ti ha ancora lasciato.
<< Stai bene?>> lui le chiede, il tono di voce colmo di preoccupazione.
Annie annuisce. Sembra contento, e allora infila il viso nella sua clavicola. Pigramente, lei comincia a passargli una mano tra i capelli, godendosi le fusa che le accarezzano la pelle.
È sorprendentemente facile, a volte, il modo con cui riesce a farle dimenticare la Missione...a farle credere che le cose siano molto diverse dalla crudele realtà in cui sono costretti a vivere.
Ancora non riesce a metabolizzare come sia finita in una situazione del genere, anelando il tocco di un ragazzo così diverso da lei.
Eren è fuoco e fiamme, rabbia e vendetta, coraggio e determinazione. Annie è come un ghiacciaio, freddo e inavvicinabile…ed è una codarda.
“No” si rimprovera mentalmente “Sono solo realista…e mi sono affezionata ad un ragazzo che non capisce come funziona davvero il mondo.”
Ma Jaeger non è più quel ragazzino. L'arruolamento negli Scout lo ha già fortificato; sembra più maturo, ed Annie riesce a intravedere la stanchezza del suo sguardo, accompagnata da un cipiglio più pronunciato. 
Si sofferma brevemente sulle minuscole cicatrici filiformi appena sotto gli occhi e la mascella, una prova sempre costante della sua vera natura. La LORO natura.
Annie, al contrario, è rimasta più o meno la stessa – almeno virtualmente – anche dopo gli eventi del muro; fredda e cinica, apparentemente non influenzata dagli orrori della guerra. E questo la disgusta.
"Credimi, non ti piacerebbe restare qui. Le persone di questo posto ti darebbero sui nervi” gli aveva detto una volta, in una situazione abbastanza simile a quella attuale. Eren le aveva baciato il naso per ripicca.
"L’idea di un letto comodo non suona poi così male. Tuttavia… sono dove voglio essere. E fintanto che sei felice, Ann…bhe, suppongo che dovrei esserlo anche io, no? " le aveva risposto con un sorriso giocoso.
Annie avrebbe voluto ridergli in faccia, o deriderlo, o forse piangere; ma invece…era rimasta silenzio.
<< Ehi >> borbotta dopo una lunga pausa, fissando oltre la sua testa verso la finestra aperta, improvvisamente in allerta.
Annie spalanca appena gli occhi.
<< Hm? >> borbotta assonnata.
Il ragazzo sembra armeggiare con le sue prossime parole. << Io ... penso di dover andare.>>
Il momento di pace è finito. 
Nascondendo un cipiglio scontento, si stringe a lui e borbotta: << Al mio ufficiale superiore non importerà. >>
È per lo più vero. La sicurezza nel quartier generale della polizia militare di Stohess è, nella migliore delle ipotesi, carente; e questo nonostante Marlowe si intrometta costantemente nei loro affari. Annie non sarebbe sorpresa dallo scoprire che tutti gli altri ufficiali lo odiano tanto quanto lei.
Il suo compagno si acciglia. << Certo, non importerà al TUO ufficiale. Il capitano Levi, al contrario, mi ucciderà se arrivo di nuovo in ritardo. >>
Annie sorride. << Pensi davvero che non capirà quello che stavi facendo? >>
Il ragazzo arrossisce, serra la mascella e ringhia: << Non è questo il punto. >>
<< Allora qual è? >> chiede innocentemente.
Eren la guarda in silenzio e la sua agitazione lascia il posto a qualcosa di sommesso. << ... non voglio metterti nei guai.>>
Incredula, Annie lo fissa per parecchi secondi, aspettando una sorta di confutazione. Quando lui non ne offre alcuna, si ritrova incapace di trattenere un sonoro sbuffo. << Stai scherzando. >>
Ma non lo è, si rende conto. Sembra ancora incerto mentre lei si solleva appena dal materasso, rivelando la sua forma nuda.
Sorride al rossore che si forma sulle sue guance, sentendosi un po’ compiaciuta.
Non si è mai davvero preoccupata del suo aspetto. Ma da quando ha cominciato a frequentare Eren, è diventata molto più consapevole della sua bellezza ed è felice ogni qualvolta il ragazzo le mostrava un po’ di apprezzamento.
 << Sono uno dei gendarmi più competenti del distretto >> commenta con tono disinvolto << Non finirei certo nei guai per aver fatto sesso con un esploratore. >>
Il dorso della sua mano gli sfiora la guancia, nel tentativo di rassicurarlo.
Eren sbuffa, la testa inclinata per accogliere quella manifestazione di affetto, e le bacia le nocche. << Buon per te. Ciò non cambia il fatto che il Capitano Levi mi darebbe in pasto ai cavalli se arrivassi di nuovo in ritardo agli allenamenti. >>
Annie sospira dal naso e risponde pazientemente: << I cavalli non mangiano carne >>
<< Guarda che lo so >> mormora Eren. << Non sono così stupido. Era solo uno scherzo. >>
Le da un dolce bacio e poi si mette a sedere sul letto. Lei non si muove e rimane a fissarlo mentre comincia a vestirsi pazientemente, dimostrando manierismi che all’inizio non si sarebbe mai aspettata da un ragazzo come lui.
“Ama davvero quell’uniforme” pensa con un pizzico di divertimento.
Osserva le sue dite che serpeggiano sopra la camicia e sente qualcosa di caldo e farsi strada nel suo ventre, accompagnato da un moto di desiderio.
Emette uno strano rumore nel fondo alla gola, colta di sorpresa. Eren la guarda, gli occhi attraversati da un’insolita consapevolezza.
Le sue gambe si agitando in maniera sottile, ma non impercettibile. Esita per qualche istante, ma alla fine riesce a distogliere lo sguardo, le guancie ora macchiate da un rossore assai più prominente.
Sorridendo, Annie recupera la camicia dal pavimento e se la infila. Poi, si siede nuovamente sul materasso e incrocia le gambe nude davanti a sé, forse nel vano tentativo di spingerlo a restare.
<< Tornerai…>>
Si blocca di colpo, mordendosi la lingua e maledicendosi internamente per quel breve attimo di debolezza.
<< Tornerò >> risponde Eren, lo sguardo fisso in direzione della porta << Non so quando , ma ... >>
Si gira verso di lei, il volto adornato da un sorriso pieno di speranza.
Questa volta, è Annie che si ritrova incapace di trattenere un rossore.
<< Va bene >> sussurra, mentre lo guarda fuoriuscire dalla stanza. Quando la porta si chiude, cade all'indietro con un sospiro malinconico, guardando il soffitto.
Lei può aspettare.
Un paio di giorni dopo, riceve una lettera da Reiner…e il suo mondo crolla a pezzi.

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Capitolo 2
*** Confessioni ***


Eccovi un nuovissimo capitolo, ambientato nella stessa time-line del precedente. 
La mia più grande preoccupazione, quando scrivo di questi due personaggi, è quella di renderli troppo diversi dalle loro controparti originali, cosa che spero non sia avvenuta qui. Vi auguro una buona lettura!




Confessioni

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Annie non si sentì affatto sorpresa il giorno in cui Eren Jeager le chiese di seguirlo fino ai confini del campo di allenamento, come aveva già fatto numerose volte nelle ultime tre settimane.
Ormai era diventata la loro routine. Dopo ogni addestramento collettivo, erano soliti allenarsi con il combattimento corpo a corpo lontano da tutti gli altri.
Annie ancora non capiva bene la ragione per cui aveva scelto di accettare la proposta del ragazzo di diventare il suo sparring partner in cambio di lezioni gratuite, soprattutto dopo tutti gli sforzi che aveva fatto per limitare ogni tipo di interazione con gli altri cadetti.
Aveva cercato di convincersi dell’idea che volesse solo mantenersi in forma, sfruttando l’insistenza di Jaeger come vantaggio personale.
Le ci era voluto meno di una settimana per capire che in realtà…lo aveva fatto perché le piaceva passare del tempo con lui, anche se non lo avrebbe mai ammesso a nessuno.
I suoi discorsi appassionati sull’uccidere i giganti e conquistare il territorio al di fuori delle mura potevano essere un po’ tediosi, certo, ma nel complesso Eren Jeager era una persona che poteva rispettare. Era gentile, paziente, appassionato…e reale.
Niente in lui era una menzogna. Era forse la persona più sincera e spontanea con cui avesse mai interagito. E forse era proprio per questo che le piaceva passare del tempo con lui. Perché era così diverso da lei…e dal resto dei Guerrieri. Era qualcuno di cui poteva fidarsi.
Sapeva che anche Eren apprezzava il tempo che passavano assieme, ecco perché non si sorprendeva mai quando le chiedeva di cercare un luogo appartato.
Ciò che la sorprese quel giorno, tuttavia, fu lo scoprire che non l’aveva condotta fino ai confini del campo per lottare…ma semplicemente per parlare.
Parlare…e nient’altro.  Qualcosa che i due non facevano molto spesso.
<< Devo dirti una cosa >> borbottò dopo qualche attimo di scomodo silenzio, il volto adornato da un’espressione incerta, quasi come se non fosse del tutto sicuro di quali parole avrebbe dovuto utilizzare per proseguire.
 Annie non si mosse, né gli offrì alcuna risposta. Semplicemente rimase lì a fissarlo, cosa che apparentemente lo spinse a continuare.
<< Riguarda noi ... o meglio... te. >>
 Distolse lo sguardo, con le orecchie che si tingevano di rosso. Fu quello il primo segnale che fece suonare i campanelli d’allarme nella testa della ragazza. Dopotutto, aveva ormai capito da tempo che Eren era davvero pessimo nel nascondere le sue emozioni; tutto quello che provava era scritto chiaramente sul suo viso. Nei suoi luminosi occhi espressivi e nel suo linguaggio del corpo.
 Annie era sempre stata una persona piuttosto perspicace. Non le ci volle molto per collegare i frammento del puzzle. 
All'inizio non ne era stata così sicura, ma dopo le prime due settimane di allenamenti in solitaria aveva cominciato a valutare l’ipotesi che Eren Jaeger fosse attratto da lei. Non solo per il modo con cui aveva iniziato a guardarla, ma anche per gli strani regali che aveva cominciato a farle dopo ogni allenamento: una roccia dai contorni lisci e variopitni trovata nei pressi del lago vicino al campo, una fionda costruita a mano…tutte cose che aveva trovato piuttosto sciocche, ma che per qualche ragione aveva finito con l’accettare lo stesso.
Annie non era mai stata prima sotto il mirino di un ragazzo, ma perfino un cieco si sarebbe accorto della cotta palese che Jeager aveva sviluppato per lei. Era semplicemente troppo ovvio nei suoi manierismi.
"Ragazzo sciocco" , pensò . "Ti spezzerò  il cuore" . 
Ma lo avrebbe fatto nel modo più indolore possibile.
<< Me? >> chiese con tono apparentemente incuriosito.
Eren annuì goffamente.
<< Non so bene come spiegarlo >> mormorò, dondolandosi sulla punta dei talloni << è solo che ...>>
 Si interruppe con un sospiro. Sollevò una mano sul petto – nel punto esatto in cui si trovava il cuore – e prese un respiro profondo.
Le tese la stessa mano e lei la guardò con aria interrogativa, prima di intrecciare le sue piccole dita con quelle del ragazzo. Erano calde. Sempre così caldo, come ogni volta che si allenavano assieme.
La tonalità pallida della sua pelle creava un evidente contrasto con la carnagione olivastra del moro, ma cercò di non darvi troppo peso.
<< Qui >> mormorò, mentre guidava la sua piccola mano sul suo petto. 
Annie sussultò al percepire l’inconfondibile battito di un cuore umano. Così forte e veloce da poterlo sentire rimbombare dentro di sè.
<< Lo senti, non è vero? >>  sussurrò con uno sguardo frustrato << Sta battendo così velocemente, e non stiamo nemmeno duellando. Lo fa per causa tua, Annie. >>
La bionda lo guardò negli occhi e vide il proprio riflesso ondeggiare nelle profondità di un mare d’erba.
<< Eren… >>  disse, la voce più ferma che mai, << Cosa stai cercando di dirmi?>>
Il ragazzo lasciò cadere la sua mano e si morse nervosamente il labbro inferiore. La confessione era lì, proprio sulla punta della lingua…ma non riusciva a tirarla fuori.
Gli sfiorò delicatamente il braccio. << Eren… >>
<< Mi piaci! >> sbottò tutto d’un fiato. 
Eccolo. Chiaro e semplice. Anche se Annie aveva previsto questo risultato, non riuscì a frenare il rossore che cominciò a farsi strada sulle sue guance…né l’accelerazione improvvisa del suo battito cardiaco. 
"Una risposta naturale", pensò. "È comprensibile."
<< O meglio, penso che tu mi piaccia >> aggiunse, avvicinandosi a lei, << Prima non ne ero del tutto sicuro… Non ho mai prestato molta attenzione a certe cose, capisci?  E poi…diavolo, sto parlando come un idiota... >>
Scrollò appena le spalle. <<  Ma sì…mi ci è voluto un po 'di tempo per realizzare cosa provo per te. >>
Un altro passo in avanti: << E allora ho capito…che mi importa di te, Annie. E non perché mi piace allenarmi con te…ma perché MI piaci come…come persona. >>
Oh” 
Annie deglutì a fatica e distolse lo sguardo.
<< Va bene >> rispose con un sussurro  a mala pena udibile. Perché in fondo…cos’altro avrebbe potuto dirgli?
Il volto di Eren venne attraversato da un lampo di sorpresa. << Ehm…Va bene? >>
<< È tutto quello che volevi dirmi?>>
 Ed ecco che i suoi occhi vennero attraversati da un baglior ferito, forse un po’ irritato.
"Adesso ti spezzerò il cuore."
<< Hai un pessimo gusto per le donne, Jaeger.>>
<< Che cosa? >> borbottò, fissandola incredulo, << Che diavolo dovrebbe significare ...? >>
 E i suoi occhi si spalancano per una frazione di secondo, apparentemente cogliendo il significato dietro alle sue parole.
<< Oh, Annie..non sei una persona così male. A volte sei un po’ abrasiva, certo >> aggiunse con un sorriso diverto  << Ma a parte questo…penso che tu sia fantastica. Dico davvero. >>
Il tono della sua voce si fece più dolce e compì un ulteriore passo in avanti, avvicinando a lei  ancora di più. Così vicino da spingerla ad indietreggiare, quasi per puro istinto. 
L'espressione che ricevette in cambio le fece contrarre il cuore in modo insolito. 
<< Annie, sono serio, non penso che tu sia una persona orribile. >>
<< ... Ma lo farai >> mormorò la bionda, scuotendo la testa << Prima o poi scoprirai che razza di persona sono davvero. E quando lo farai…Ti schiaccerà. >>
<< Annie ...>>
<< Sei una brava persona, Eren >> un altro passo indietro << In realtà…sei troppo buono per me.>>
Fu allora che il ragazzo cominciò a sentirsi frustrato, come accadeva  ogniqualvolta che le cose si facevano troppo complicate. Perché doveva essere tutto sempre così dannatamente complicato?! 
Marciò verso di lei e la prese per le spalle, impedendole di voltarsi. << Cosa stai dicendo ... Annie ... Annie, guardami. >>
Ma lei non lo fece. Non poteva. Perché sapeva che se lo avesse fatto…sarebbe stata incapace di resistergli.
<< Sono lusingata, Eren. Ma...>> prese un respiro profondo << Non sono una persona gentile come te. Finirò solo per ferirti. >>
La lasciò bruscamente, visibilmente scioccato dalle sue parole. << Ma non sono…!>>
Prima che potesse continuare, Annie alzò la mano destro e glie la posò sulla guancia per placarlo. 
La sua voce gli si bloccò in gola, sostituita da un gemito sorpreso.
Vide le sue mani chiudersi a pugno, ma per il resto rimase immobile, in attesa.
<< È meglio se rimaniamo come siamo >> continuò Annie, i suoi  occhi azzurri fissi in quelli del compagno d’addestramento  << Siamo qui per diventare cadetti. Tu vuoi ancora uccidere tutti i titani, no? Meglio non cercare inutili distrazioni, va bene? >>
Eren abbassò lo sguardo, mentre ogni barlume di determinazione abbandonava i suoi occhi. << Quindi stai dicendo che non ... vuoi ...?>>
<< Forse se ci fossimo incontrati in circostanze diverse. Forse se non ci fossero mostri giganti che vagano al di fuori dalle mura >>
“E al loro interno.”
Annie abbassò la mano.
<< Ma al momento non è un’opzione praticabile >> terminò impassibile.
I suoi occhi guizzarono brevemente su di lui, il che si rivelò subito un errore.
 Lo sguardo di angoscia scritto sul suo volto fu a dir poco straziante… il segno del rifiuto era troppo da gestite anche per lei. 
Si voltò di scatto, incapace di sopportarne la vista. << Trovati una ragazza gentile, Eren. Qualcuno degno della tua fiducia. >>
E, detto questo, gli passò accanto, non prima di aver notato le sue spalle abbassarsi.  
“Mi dispiace.”




 

 

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Capitolo 3
*** Incertezze ***


Ecco un altro capitolo, ambientato in una time-line diversa rispetto ai primi due.
Vi auguro una buona lettura!

 


Incertezze

Eren trovò Annie esattamente dove si era aspettato di scovarla: nel capannone del campo in cui i cadetti riponevano la attrezzature di volo dopo ogni lunga giornata di allenamento.
Quasi nessuno vi si recava mai dopo il tramonto, e questo lo rendeva il luogo perfetto per nascondersi se qualcuno voleva passare del tempo da solo.
La ragazza se ne stava semplicemente lì dentro, seduta a terra e con il volto coperto dalle braccia, nascosta nell’oscurità.
<< Hei >> le sussurrò col tono più tranquillo che riuscì a trovare. Dopotutto, l’ultima cosa che voleva era che si spaventasse e lo attaccasse per puro istinto.
Per fortuna, Annie non sussultò nemmeno e si limitò ad alzare la testa.
Un paio di occhi freddi come il ghiaccio incontrarono quelli del ragazzo, suscitandogli un brivido lungo la spina dorsale. Certe volte poteva essere davvero spaventosa.
<< Ti ha mandato Reiner? >> chiese impassibile, non lasciando trasparire il minimo segno di rabbia o irritazione. La cosa non lo sorprese più di tanto. In fondo, Annie era sempre stata brava a mascherare le proprie emozioni.
Inconsciamente, Eren si passò una mano fra i capelli. << Non proprio, no. >>
<< Oh…quindi non sei a conoscenza della nostra piccola discussione… >>
<< In realtà, mi ha parlato della vostra “piccola discussione” >> la interruppe << Ma non mi ha detto dove trovarti. >>
A quelle parole, lo sguardo sul volto di Anni si fece molto più affilato. << Bene >>
<< Tuttavia, penso che abbia ragione >> aggiunse rapidamente Eren.
La ragazza di fronte a lui gemette sonoramente, come se avesse appena sentito qualcosa di particolarmente fastidioso.
Suo malgrado, Eren si ritrovò incapace di trattenere un sorriso di fronte a quella bizzarra manifestazione di umanità. Non era niente di troppo esplicito, ma era bello vederla mostrare qualche emozione, ogni tanto. Sembrava quasi una ragazza normale.
<< Puoi grugnire quanto vuoi, ma non cambierà nulla >> commentò il cadetto con una scrollata di spalle, ricevendo un’occhiataccia ad opera della bionda.
<< Non mi importa cosa pensano gli altri >> sibilò lei << Mettetevelo bene in testa: NON ho una cotta per Berthold. >>
Eren si limitò ad inarcare un sopracciglio. << Eppure, ogni volta che io e Berthold andiamo ad allenarci con le attrezzature, tu cerchi sempre di venire con noi. >>
<< E solo per questo pensi che mi piaccia? >> ribattè l’altra, con una marcata nota di sarcasmo.
L’adolescente sbuffò sprezzante.
<< Beh, tu mi odi >> disse con tono di fatto.
Con sua sorpresa, tuttavia, gli occhi di Annie vennero attraversati da un lampo conflittuale…come se la sua dichiarazione l’avesse in qualche modo offesa.
<< Non ho mai detto di odiarti >> borbottò a bassa voce.
Eren la fissò incredulo.
<< Sì, lo hai fatto! >> esclamò, con tono molto più rabbioso << Ormai ho perso il conto di quante volte tu me l’abbia detto! Inoltre, ho ancora i lividi che mi hai causato l’ultima volta che ci siamo allenati nel corpo a corpo. >>
La bionda gemette una seconda volta.
<< Vattene >> ringhiò attraverso i denti, mentre affondava nuovamente la testa tra le braccia.
Eren rilasciò un sospiro scontento.  << Va bene, me ne andrò >>
<< Bene… >>
<< Ma prima di andarmene… >>
<< Ok, ora mi hai veramente stufato! >> sibilò l’altra, per poi alzarsi in piedi con un balzo << Esci di qui, prima che decida di pulire il pavimento con la tua faccia! >>
Eren si bloccò di colpo e rimase in silenzio, incapace di proferire parola.
Gli sguardi di Annie potevano essere spaventosi, certo, ma mai avrebbero potuto reggere il confronto con la visione che aveva appena preso posto di fronte a lui. La ragazza sembrava assolutamente terrificante: i suoi occhi parevano braci ardenti sul punto di riversare la propria furia su chiunque sarebbe stato così sciocco da sfidare la sua volontà.
Eren sapeva bene quanto la bionda potesse picchiare forte. Per quanto fosse migliorato nel combattimento corpo a corpo, era fermamente convinto che le sarebbero bastate solo un paio di mosse per spedirlo nell’infermeria del campo. Ecco perché dovette fare appello a tutta la forza di volontà che aveva in corpo per sostenere lo sguardo della ragazza e riprendere a parlare.
<< Puoi minacciarmi quanto vuoi, ma Reiner avrà ancora ragione >> dichiarò impassibile, cercando di non lasciar trasparire la paura che provava in quel momento.
La ragazza fece un passo in avanti e lo afferrò per il colletto.
Stava per picchiarlo, ormai ne era completamente sicuro. Ma nonostante questa consapevolezza, decise di non demordere. Era Eren Jaeger, per l’amor del cielo! Colui che un giorno avrebbe sradicato tutti i titani! Non si sarebbe lasciato intimidire da una ragazzina poco più grande di lui.
<< Annie…non puoi imbottigliare i tuoi sentimenti in questo modo >> sussurrò molto più dolcemente << So che ad una persona come te può sembrare spaventoso…aprirsi con gli altri, intendo. Hai paura che la persona che ti piace non restituirà i tuoi affetti… Ma tutti gli esseri umani si sentono così, prima o poi! >>
La bionda rimase in silenzio, e per qualche ragione Eren trovò il tutto ancora più spaventoso. Non fece alcun tentativo di colpirlo, ma neanche di lasciarlo andare. Si limitò a fissarlo con i suoi occhi del colore del cielo, impassibile, quasi come se stesse cercando di leggere direttamente la sua anima.
Il ragazzo deglutì a fatica e ostentò un timido sorriso. << Quello che voglio dire è…perché non provare? Alla peggio di rifiuterà. Certo, sarà un momentaccio, ma sono sicuro che una persona forte come te riuscirà a superarlo. Oppure potrebbe andare in tutt’altro mo…Uh! >>
Annie si porse in avanti e posò le proprie labbra sulle sue.
La mente di Eren sembrò bloccarsi, e il tempo attorno a lui parve rallentare.
“Annie mi sta…baciando?” fu l’unica cosa a cui riuscì a pensare, mentre la ragazza si sporgeva in avanti e approfondiva il contatto.
Le sue labbra sapevano di bacche e vennero accompagnata dall’aroma di pini e foglie autunnali.
Quando i due ragazzi si separarono, Eren non potè fare altro che fissare la bionda e sbattere lentamente le palpebre.
Non poteva credere a quello che era appena successo. Annie Leonheart, la ragazza dal cuore di ghiaccio e la persona più inavvicinabile del campo…lo aveva appena baciato.
Per un attimo, fu quasi tentato di darsi un pizzicotto per confermare o meno se stesse sognando. Tuttavia, l’impronta umida delle sue labbra sulle proprie non lasciava alcun dubbio sul fatto che fosse realmente successo.
Annie arrossì appena e distolse lo sguardo.
<< Mi dispiace >> sussurrò con un tono di voce talmente basso che perfino il ragazzo ebbe difficoltà a sentirla, nonostante fosse a meno di un passo da lei.
Deglutì una seconda volta e cercò di ignorare l’intensa sensazione di calore che cominciò a farsi strada nel suo petto.
<< No, no, è stato…>>
Si fermò, non del tutto sicuro di come terminare la frase.
<< … Piacevole >> borbottò dopo qualche secondo, pensando che fosse la parola più giusta per indicare ciò che aveva appena sperimentato.
Entrambi gli adolescenti arrossirono intensamente, gli sguardi fissi in direzione del terreno. Nessuno dei due sembrava essere ben sicuro di come procedere.
Rimasero in quella posizione per quasi un minuto buono, dondolandosi a disagio sulla punta dei talloni.
Quando quel lasso di tempo giunse al termine, fu Annie la prima a rompere il silenzio.
<< Posso baciarti ancora? >>
<< Ti prego, fallo. >>
E non furono più visti dagli altri cadetti per il resto della serata.
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Ebbene sì. In questa ipotetica time line, volevo che fosse Annie a fare la prima mossa.
E a differenza di Eren, Annie è quel tipo di persona che preferisce esprimere i suoi sentimenti con le azioni, piuttosto che usare le parole.


 

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