Blood of Gods

di freya magic
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** La scelta dell'armatura - parte 1 ***
Capitolo 3: *** La scelta dell'armatura - parte 2 ***
Capitolo 4: *** L'arrivo del nemico ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


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Blood of Gods

PROLOGO:

 

 

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Diciottesimo secolo…

 

I fulmini squarciarono il cielo notturno, illuminandolo di poco, prima che questo venisse riavvolto dalle tenebre. Era notte fonda e le luci del Grande Tempio erano state tutte spente già da un pezzo. Soltanto quelle di una particolare casa erano ancora accese, soltanto quelle della Sala del Grande Sacerdote erano ancora in uso ed assistevano, mute ed inermi, alla scena che si stava svolgendo al suo interno ormai da ore.

“Sei sicuro di quello che stai per fare, fratello?”

“Sicurissimo. Il Fato ci ha fatto un simile dono, una luce così brillante in un’era così oscura. Sarebbe da stolti non dar retta a ciò che il Fato ha in serbo per noi.”

“Sei sicuro quindi, anche se sai che, dopo questa notte… non la rivedremo più…”

L’uomo sospirò affranto sussurrando un flebile: “Sì, lo so” poco convincente anche per se stesso. Eppure lui non era il tipo da sfidare la sorte, non era il tipo da lasciar perdere un simile evento che si era verificato nella sua epoca per dei meri sentimentalismi. Le sarebbe mancata senza ombra di dubbio, ma non era il tipo da evitare i propri doveri da Grande Sacerdote. Difatti, non lo fece.

Scosse la testa come a voler scacciar via ogni esitazione, levò le mani al cielo e pronunciò le fatidiche parole affinché tutto si svolgesse come da programma. Il rombo dei tuoni riempirono il silenzio, la luce degli stessi illuminò a giorno la Sala e poi… il buio si fece largo fra le tenebre della notte ed avvolse anche quella casa, facendola sprofondare nell’ombra, velocemente.

 

Presente…

 

Death Mask camminava, annoiato come suo solito, per le vie di Atene. Gli era stata assegnata una missione solo quella mattina stessa, ma era riuscito a svolgerla brevemente, nonostante la sua poca inclinazione a seguire le regole della Dea. Era un cavaliere di Athena, aveva persino eseguito un severissimo addestramento pur di diventarlo, eppure… proprio non riusciva a digerire l’idea di prendere ordini da un’altra persona. Un paradosso? Forse. Ma a Death Mask non importava. L’importante era che continuasse a fare come più gli aggradava, con o senza Athena, nulla di più e nulla di meno.

Girò l’angolo e si ritrovò al confine con il Grande Tempio, pronto a raggiungere la casa di sua appartenenza, quando un fulmine improvviso squarciò il cielo, atterrando sul terreno a lui davanti, e scaraventandolo all’indietro.

“Ma che caz-“

Death Mask si coprì gli occhi con il braccio, riacquistò l’equilibrio perso poco prima ed attese che tutta la scena si placasse prima di avvicinarsi per verificare di persona cosa fosse realmente successo. Batté gli occhi, incredulo, quando notò la voragine che il fulmine aveva lasciato nel terreno. Si avvicinò furtivo, temendo il peggio da un momento all’altro, e quando fu arrivato all’inizio della voragine… Aggrottò la fronte, batté ancora le palpebre e sempre più incredulo e confuso domandò:

“Cosa diavolo ci fa qua, una ragazza?”

 

Angolo Autrice:

Buonasera a tutti! 😊 Sono nuova sul sito e questa è la mia prima storia in assoluto, per questo vi prego essere clementi con la sottoscritta... Sono Freya e da sempre sono un’amante dei Cavalieri dello Zodiaco e della mitologia in generale. Questa storia nasce, difatti, da queste mie passioni, unite alla recente lettura di alcuni testi di Rick Riordan ed alla visione di Fate Grand Order e Blood of Zeus su Netflix (insomma, ho fatto un bel mix xD).

Difatti questa storia tratterà e parlerà anche dei figli dei cavalieri d’oro, in un futuro mooooolto ipotetico. Per questo spero di riuscire a fare un buon lavoro e spero di avervi incuriositi almeno un pochino. Stiamo all’inizio, ma ho già in mente tutta la trama e spero di appassionarvi 😊

Inoltre sono sempre aperta alle critiche, purchè costruttive, e spero di riuscire a sentire presto qualcuno di voi 😊. Nel frattempo, vi saluto e… alla prossima!

Baci Baci, Freya

P.S. Tutti i cavalieri sono stati resuscitati dalla Dea.

Non sono state prese in considerazione ne’ le serie “omega”, né “next dimension”, né “legend of sanctuary”.

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Capitolo 2
*** La scelta dell'armatura - parte 1 ***


CAPITOLO 1:

La scelta dell’armatura”

- parte 1 -

 

 

Presente, 10 anni dopo…

 

Una spazzolata ai capelli, una passata di mascara et voilà: il peggio era passato. Legai i miei lunghi capelli argentei nei due soliti codini alti che portavo giornalmente e mi affrettai ad uscire dalla quarta casa.

Quel giorno ci sarebbero stati i combattimenti per le nuove investiture delle vestigia dorate e, nonostante molte di loro fossero già state prese dai rispettivi figli dei “vecchi” cavalieri d’oro, altre erano ancora in gioco, alla ricerca di un papabile e molto probabile nuovo proprietario. La sacra armatura del cancro ne era un esempio.

Death Mask, il mio maestro nonché tutore, non si era scomposto minimamente quando la Dea Athena gli aveva chiesto di cedere l’armatura ad uno dei tanti ragazzi, poco più che ventenni, che popolavano il Grande Tempio. Anzi, mi era parso di cogliere uno strano scintillio quando aveva capito che non avrebbe più dovuto prendere ordini dalla Dea stessa. E conoscendolo, direi che era proprio questo il motivo per cui aveva deciso di abbandonare l’armatura senza troppe cerimonie, a differenza di altri cavalieri suoi pari.

Athena voleva una nuova generazione di cavalieri al suo fianco. Si dice che avesse avuto una temibile predizione nella quale tutti i cavalieri della vecchia guardia fossero deceduti per mano di una devastante forza aliena, senza neanche potersi opporre; per questo le era balenata in testa l’idea di poter cambiare il suo schieramento nel più breve tempo possibile. Pensava che, cambiando i possessori delle armature, quelli “vecchi” potessero essere risparmiati e visto che non aveva avuto altre tragiche visioni a riguardo si era convinta che fosse la cosa giusta da fare. Poi, vabbé, di Seiya che si opponeva per mantenere il suo status di cavaliere del sagittario, piuttosto che cederlo al secondogenito di Milo dello scorpione, poco importava.

La priorità era sempre e solo la salvezza del mondo, e basta.

Per questo tutto il Grande Tempio era in fibrillazione. A tutti era stata estesa la possibilità di poter indossare il più alto rango di cavaliere al servizio della Dea. A tutti a condizione che l’armatura li riconoscesse come suo proprietario; ed i casi in cui era successo il contrario erano più del dovuto.

Per questo non era così scontato diventare cavaliere d’oro, nonostante si fosse vinto anche il duello.

La cosa era più ardua di quel che si potesse pensare.

Buongiorno Ker!”

La voce squillante del mio migliore amico mi distraé dai miei pensieri. Mi voltai verso di lui e gli risposi con un energico: “Buongiorno Leo!”

Lui rise, anche se non riuscii a vederlo, ma d’altronde Leo era pur sempre quello che la gente comune chiamava “fuoco fatuo”, quindi più di tanto non ci si poteva aspettare da lui.

Avevo la possibilità di vederli, di poter parlare con le anime dei defunti come se stessi parlando con un essere vivente in carne ed ossa, quindi non me ne preoccupavo più di tanto. Cosa che, invece, la gente del Grande Tempio non vedeva di buon occhio.

Molti pensavano che fossi strana, che non avessi tutte le rotelle a posto – anche se non lo dicevano apertamente, sapevo benissimo cosa gli passava per la testa ogni volta che incrociavano il mio sguardo scarlatto – e che fossi un soggetto assolutamente da evitare. Alcuni credevano che la visione della Dea fosse persino opera mia. Roba da pazzi, ma quando la gente è ignorante non si può far altro che assecondarla. Dopo anni avevo perso la voglia di scontrarmi con loro per tentare di farli ragionare. Quando uno è ottuso e proprio non ci arriva con il cervello c’è davvero ben poco da far capire.

Sei emozionata per il grande giorno?”

Grande giorno… non lo definirei proprio così” risposi, continuando a camminare in direzione dell’arena, facendo finta di non vedere gli sguardi di disappunto che la gente mi riservava quando pensavano che stessi parlando da sola. Quindi praticamente sempre. Probabilmente pensavano che fossi una causa persa o roba del genere.

Come no? Non vuoi provare a partecipare per l’armatura di tuo padre?”

Trattenni a stento una risata quando associai la parola padre a Death Mask. Se fosse stato presente sicuramente gli si sarebbe accapponata la pelle. Per questo risposi: “Death Mask è il mio tutore e maestro, non lo definirei padre

Beh, ma ti ha cresciuta come se fossi sua figlia? Ti vuole bene, in fondo, lo sai”

Sì, forse, però mooooolto in fondo”

Vabbè, piccolo preambolo a parte, direi di rifocalizzarci su ciò di cui stavamo discutendo prima, ovvero: l’armatura. Allora hai ancora intenzione di provarci, vero?”

Mi morsi il labbro e tentennai un po’ prima di rispondergli con il “Sì” meno convincente di tutta la storia. Leo se ne rese conto immediatamente, per questo continuò:

Che cosa ti prende Ker? Fino a ieri era stra-covinta della tua scelta. Che cosa è successo?”

Già, che cosa era successo? Forse mi aspettavo che Death Mask fosse… non so… più entusiasta di come si era mostrato la sera prima, quando gli avevo comunicato della mia decisione di partecipare per l’investitura a cavaliere d’oro. Speravo, non lo so, di avere il suo appoggio, ecco. E quando ciò non era avvenuto mi ero sentita come rifiutata anche da lui, dalla figura maschile che più si avvicinava ad un genitore per me. Insomma, tutti i maestri del Grande Tempio spingevano i propri allievi a tentare la sorte, anche solo per avere il lustro di poter dire “Era mio allievo un tempo…” ed invece solo il mio non vedeva di buon occhio la mia investitura a cavaliere.

Ancora non riuscivo a credere alle parole che aveva pronunciato, solo la sera prima…

Forse, dovresti prendere in considerazione l’idea di rinunciare all’armatura del cancro. E’ un compito oneroso, faticoso e ti lascia decisamente poca libertà di scelta. Fossi in te, ci penserei bene. Non sembra all’inizio, ma al lungo andare diventa una vera e propria schiavitù... Dormici sù, e valuta domani mattina, a mente serena”

A mente serena… certo, infatti ero tutto fuorché serena, maledizione!

Se fino a 12 ore prima ero certa della mia scelta, ora mi sembrava che stessi facendo la più grossa cazzata di tutti i tempi. Forse Death Mask non aveva così torto. Forse avrei fatto meglio a dargli retta e a rinunciare alla mia voglia di voler diventare cavaliere d’oro ad ogni costo. Forse io…

Non ci pensare”

Eh?” le parole di Leo mi riportarono nuovamente alla realtà. Ah già, dimenticavo che quando mi lasciavo andare i miei pensieri potevano essere percepiti anche da Leo. Probabilmente era una sorta di condizione necessaria per vedere gli spiriti… mi sarebbe piaciuto chiederlo a qualcuno, essere istruita meglio sulla mia abilità, ma ero l’unica in tutto il Grande Tempio ad avere quella specie di dono, quindi un addestramento su come utilizzarlo meglio me lo potevo scordare.

Io direi di provare lo stesso” continuò Leo, imperterrito. Sospirai affranta e lui continuò: “Pensaci bene, alla fine non è detto che anche se tu vincessi il duello potresti essere il nuovo cavaliere del cancro. Hai visto quanti sono stati rifiutati dall’armatura perché reputati indegni? Ecco, magari potrebbe essere il tuo caso”

O magari potrebbe dirmi bene e finirei per diventare cavaliere”

Beh, se mai ci provi mai lo saprai e tutto rimarrà un grande magari e basta”

Mi bloccai quando mi resi conto di essere arrivata all’arena.

Tutto il Grande Tempio aveva presenziato per il grande evento. Maestri ed allievi da tutto il mondo erano giunti solo per poter provare a partecipare. Quel giorno non ci saremmo battuti solo per l’armatura del cancro, ma anche per quella dell’ariete, della bilancia, della vergine e di altre svariate armature d’argento. Come già detto, la dea voleva adottare un restyling totale e su tutta la linea.

Banchetti di ogni genere erano sorti ai lati dell’arena, genti di tutto il mondo si scambiavano prodotti o anche solo opinioni sulle future battaglie che si sarebbero svolte da lì a poco.

In un attimo tutta la mia incertezza sparì. Tutta quell’atmosfera, tutta quella voglia di incominciare e di diventare il futuro cavaliere d’oro mi gasarono a mille, spronandomi a provarci.

E così, alla fine, feci, senza troppe cerimonie.

Sai che ti dico Leo?”

Cosa?”

Si va alla conquista dell’armatura d’oro!”

 

Nella Sala del Grande Sacerdote…

 

I preparativi sono pronti, Grande Sion, possiamo iniziare quando vuole”

Eccellente. Dite agli allievi di prepararsi, inizieremo con le armature d’oro”

Sì” risposero in coro due soldati semplici prima di levare le tende ed affrettarsi ad eseguire gli ordini.

I “vecchi” cavalieri d’oro erano tutti lì presenti, in attesa di potersi congratulare con i nuovi futuri cavalieri d’oro che avrebbero preso i loro posti, anche se molti erano già stati presi nei giorni precedenti dai loro stessi figli.

Tutta l’atmosfera era gioviale e cordiale, mai tutti i cavalieri d’oro avevano avuto modo di riunirsi in un contesto del genere. La Dea però era stata chiara, essendo dei “giochi” per le armature, voleva che anche tutto il contesto rispecchiasse questo suo desiderio, per questo si erano riuniti a parlare del più e del meno fra loro, come mai fatto in tanti anni.

Allora Death Mask, ho sentito che la tua pupilla parteciperà al torneo?” esordì Aphrodite dei pesci, indirizzato al vecchio cavaliere del cancro. Questo mugugnò in segno di assenso, ma non proferì ulteriore parola sperando che, invece, Ker avesse cambiato idea sul da farsi e se ne stesse al sicuro, nella quarta casa del cancro che era la loro abitazione.

Shura del capricorno captò i suoi pensieri e gli domandò:

Non sei felice della sua scelta?”

Diciamo che per lei avrei preferito altro”

Diventare cavaliere d’oro è la più alta carica a cui si possa ambire, dopo il Grande Sacerdote s’intende, che cosa avresti preferito per lei?”

Già che cosa avrebbe preferito per il suo bene? Non lo sapeva neanche lui, ma era come se sentisse che Ker avrebbe fatto meglio a non partecipare al torneo. E non perché indegna dell’armatura, no, di quello non si preoccupava minimamente, c’era dell’altro. Altro a cui, però, non riusciva a dare un nome concreto.

Era perplesso, ma non sapeva spiegarselo. Figuriamoci spiegarlo ad altri.

Non lo so, ma non vorrei che si ritrovasse incastrata in una scelta presa troppo alla leggera”

Shura ed Aphrodite si scambiarono uno sguardo perplesso. Ioria del leone fece il suo ingresso in scena ed affermò: “Allora è vero quel che si dice in giro?” con fare scherzoso.

Death Mask aggrottò la fronte.

E cioè?”

Che con la vecchiaia ti sei ammorbidito, vecchio mio”

Bada a come parli, sono più anziano di te, ma non sono un vecchio. E non ho il cuore tenero” aggiunse, giusto per sottolineare il fatto che fosse un duro dal cuore di pietra.

Tutti e tre i cavalieri iniziarono a ridere e Death Mask incrociò le braccia al petto in segno di sdegno.

Allora? Avete finito?”

Sì certo, scusaci” rispose Ioria fra una presa d’aria e l’altra “In ogni caso, anche mio figlio combatterà per l’armatura del cancro. Per questo è probabile che si scontreranno” poi gli avvicinò la mano per stringerla.

Che vinca il migliore”

Che vinca il migliore? Ma che era? Una presa in giro? La primogenita di Ioria era già stata investita con la sacra aratura del leone ed ora anche il suo secondogenito aveva deciso di gareggiare? Questo era un problema a cui non aveva pensato. Era risaputo quanto i figli di Ioria fossero… dotati, anche troppo per i suoi gusti, e se davvero Ker avesse dovuto combattere con una versione assatanata di Ioria, in miniatura, dubitava che ne sarebbe uscita vincitrice.

Aveva addestrato Ker sulla base delle sue capacità, per potersi difendere e reagire quando il caso lo necessitava, non di certo per fronteggiare un animale quale era il figlio di Ioria. A quel punto sperava davvero che Ker non partecipasse. Non voleva che si facesse male. E forse il suo cuore si stava davvero ammorbidendo troppo negli anni, a forza di stare con la sua piccola peste personale.

Distolse lo sguardo prima di pronunciare:

Non è manco detto che partecipi, quindi io-”

Ma non ebbe modo di terminare la frase quando scorse la sua figura nell’arena, in mezzo a tutti gli altri ventenni pronti a farsi ammazzare, se necessario, per una diavolo di armatura.

Dannazione!

Cosa stavi dicendo, amico mio?”

Niente, niente” si affrettò a dire lui, prima di afferrare con slancio la mano di Ioria.

Che vinca il migliore!”

E che Ker non si faccia ammazzare.

 

 

Angolo Autrice:

Benritrovati 😊 eccomi, di nuovo, con il primo capitolo della storia. Ho deciso di postarvelo subito per farvi avere almeno un’idea di quello che sta succedendo (visto che il prologo diceva tutto e niente). Il prossimo lo pubblicherò verso lunedì/mercoledì, dato che ho deciso che per ora pubblicherò un capitolo a settimana.

Come vedete, Ker ha l’abilità di poter non solo vedere i fuochi fatui, ma anche di poter parlare con essi. Mi sono ispirata ad un certo cavaliere, qualcuno ha capito chi è? 😉

Eh niente… spero di avervi almeno un pochino incuriosito e che la storia, andando più avanti, possa appassionarvi. Ripeto di essere sempre aperta a critiche, purché costruttive, quindi non esitate a scrivere, anche solo nel caso ci fossero errori di battitura o incomprensione del testo. Provvederò subito a modificare o a spiegare, senza problema 😉

Alla prossima, baci baci,

Freya

 

 

 

 

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Capitolo 3
*** La scelta dell'armatura - parte 2 ***


11

CAPITOLO 1:

La scelta dell’armatura”

- parte 2 -



Ker



I duelli iniziarono con la contesa per l’armatura della vergine.

Due tizi che non avevo mai visto in vita mia iniziarono a prendere posizioni all’interno dell’arena. Si salutarono in gesto di sportività e, dopo appena pochi istanti, iniziarono a combattere.

Ero un fascio di nervi.

Forse non avevo preso la miglior decisione della mia vita, ma non sapevo se pensavo ciò per via della paura o perché ne ero realmente convinta. Purtroppo avevo il brutto vizio di agire d’istinto, di fare le cose cavalcando l’impeto del momento, e spesso, ahimè, ne pagavo le conseguenze. Dovevo imparare ad essere più razionale, a non farmi trascinare dalle mie emozioni… Death Mask me lo diceva spesso. Ed io quasi mai lo ascoltavo. Ed ecco le conseguenze: da sola, in mezzo a degli esaltati di tutto il mondo, pronta a farmela quasi sotto dalla paura.

Perfetto. Bravissima Ker, me ne compiaccio.

Riuscivo quasi a sentire la voce ironica di Death Mask che mi riprendeva ogni qual volta facevo una cazzata. Cioè quasi sempre, a detta sua, anche se… in effetti, quasi quasi ora mi pentivo della mia scelta di poco fa, di voler partecipare al torneo.

Alzai lo sguardo verso gli spalti del Colosseo per poter incrociare lo sguardo del mio maestro. Vidi il Grande Sacerdote, Sion, con lo sguardo concentrato, impegnato ad osservare ogni singola mossa dei ragazzi che si stavano ammazzando fra di loro al centro; vidi alcuni vecchi cavalieri chiacchierare fra loro molto pacatamente e quasi scherzosamente; e poi lo vidi. Lui. Nero in volto come se l’avessero appena picchiato.

Distolsi immediatamente lo sguardo da Death Mask. Era chiaro come il sole che avessi fatto una cazzata. Il problema ora era: come diavolo ne uscivo da questo errore?

I duelli continuarono a svolgersi senza sosta, uno dietro l’altro. Per fortuna, stavolta, tutte le armature riconobbero i loro nuovi possessori, senza creare nuovi intoppi anche al Grande Sacerdote stesso. Una ad una tutte le armature d’oro furono prese dai miei “colleghi di avventura”. Una ad una, finché non rimase solo lei: l’armatura d’oro del cancro.

Mi venne quasi un collasso quando anche l’ultimo incontro giunse al termine con la ben riuscita della scelta dell’armatura.

Che cos’hai Ker? Sei pallidissima in volto”

Temo di non sentirmi bene, Leo”

Ed era vero, stavo davvero per sentirmi male.

Andrà tutto bene, stai tranquilla”

Mugugnai come risposta, facendo intendere che mi sentivo tutt’altro che serena, e quando il Grande Sacerdote fece il mio nome, chiedendomi di raggiungere il centro dell’arena, mi mossi con estrema fatica.

Alla fine arrivai e mi soffermai nel punto prescelto, come da sua richiesta, ma non feci in tempo a rilassarmi che il nome del mio avversario mi fece gelare il sangue nelle vene.

Altair, figlio di Ioria del leone e Marin dell’aquila, prendi posto accanto a Ker, di grazia”

Sì, Sommo”

Mi voltai di scatto non appena realizzai che il mio avversario fosse effettivamente lui. Accidenti. Dannazione! Potevo essere più sfigata nella mia vita?

Lo guardai negli occhi e gli domandai, prima di iniziare:

Da quando sei del segno del cancro?”

Lui mi squadrò dall’alto in basso prima di rispondere, freddamente:

Dal giorno della mia nascita”

Ma va? Gente, abbiamo un futuro comico fra noi.

Assottigliai lo sguardo in segno di sdegno e mi girai dall’altra parte, offesa ed adirata.

Tipico di Altair dare certe risposte. Non dovevo neanche meravigliarmene più di tanto visto che era uno di quelli che mai si era degnato di rivolgermi la parola perché troppo “strana” per i suoi standard. Che poi lui fosse un invasato dei cavalieri, specie quelli d’oro come suo padre, quello era tutta un’altra cosa. Per gente del genere o la pensavi come lui oppure non eri degno neanche di respirare la sua stessa aria, neanche di essere notato, figuriamoci se potevi essergli amico. Anche se, oltre a Leo, non è che io avessi avuto modo di stringere amicizie al Grande Tempio dal mio arrivo. Ero sempre troppo strana per la gente, troppo riservata rispetto agli altri bambini… troppo… tutto. E nessuno aveva mai voluto neanche darmi una chance per dimostrare quanto fossi, in realtà, una ragazza - ed un’amica – leale.

Se ci ripensavo, non facevo che intristirmi e basta.

Ker, focalizzati sulla battaglia”

La voce di Leo mi riportò alla realtà. Aveva ragione. Il Sommo Sacerdote stava rileggendo il regolamento prima della battaglia, per assicurarsi che fosse un combattimento onesto e leale. Anche se, da come la vedevo io, non c’era nulla di onesto nel combattere contro un ragazzo che aveva ricevuto un addestramento da cavaliere fin dalla nascita. Alla fine erano solo 10 anni che mi allenavo. Uno sputo a confronto.

Quindi quel regolamento era quel che si dice tutto fumo e niente arrosto.

Che gli sfidanti prendano posizione, prego”

Mi voltai verso Altair con la stessa flemma con cui lui si voltò verso di me.

Che arrogante.

Il Grande Sacerdote iniziò il conto alla rovescia, prendemmo posizione e nel giro di poco iniziammo a duellare.



Death Mask



Ero in ansia. Come mai lo ero stato nella mia vita.

Per ora ancora non era successo nulla di grave, dovetti ammetterlo, ma vedere Ker che prendeva colpi da quella miniatura di Ioria, proprio non riuscivo a digerirlo. Certo, non è che le prendesse solo, le dava anche, ma ero comunque in ansia. E poi: da quando in qua Ioria aveva sfornato un figlio del cancro? Io ero ancora perplesso pure su questo punto.

Death Mask, rilassati”

Quando si parla del diavolo… Ioria fece la sua comparse accanto a me e mi cinse il collo con un braccio, amichevolmente. Anche se io, personalmente, non ci vedevo nulla di amichevole in tutto ciò, ma vabbé, dettagli.

Sono rilassato” risposi, non levando mai gli occhi dalla mia piccola peste e continuando a seguire lo scontro, colpo dopo colpo.

Piuttosto mi domandavo…” iniziai, invece “Da quando tuo figlio è del segno del cancro?”

Beh, da quando è nato, mi sembra evidente”

Alzai gli occhi al cielo, tralasciando lo squallore della sua battuta da quattro soldi, e ritornai al punto principale:

Credevo avessi due figli, entrambi nati sotto il segno del leone”

In effetti… il giorno in cui è nato Altair poteva trarre in inganno, essendo l’ultimo giorno del cancro, ma, ahimè, dopo aver consultato anche le carte astronomiche devo confermare che è nato, effettivamente, sotto il segno del cancro, e non del leone”

Maledizione. Ed io come cazzo facevo a non saperlo?!

Ah, ora comprendo” mi limitai ad affermare. Poi continuai a seguire l’incontro, concentrato, ma Ioria non ne volle sapere del mio silenzio e mi domandò:

Invece, ora ho io una domanda da chiederti”

Alzai un sopracciglio, perplesso. Ora cosa aveva che non gli tornava?

E cioè?”

Il volto di Ioria si fece più serio, più tetro. Abbassò la voce e continuò:

Hai mai fatto caso a quanto il cosmo di Ker sia…”

Potente?” cercai di scherzai.

Oscuro” senza riuscire nel mio tentativo.

Se ne era accorto. Dannazione! Ed assieme a lui chissà quanti altri se ne erano resi conto ne corso degli anni.

Ker pensava che il motivo per cui non fosse ben vista al Grande Tempio fosse perché riusciva a vedere i fuochi fatui e parlava con le anime dei defunti, io sapevo invece quale fosse la realtà: la gente aveva paura. Paura di lei e del cosmo oscuro che, senza neanche farci troppo caso, emanava anche solo respirando. Era così da quando l’avevo trovata, dieci anni prima, in quel vicolo all’ingresso del Grande Tempio. Ed era così anche oggi. Era rimasto tale anche negli anni, ed anzi, più andava avanti col tempo e più questo emanava una coltre oscura, buia, che difficilmente si riusciva a celare. Ovviamente glie ne avevo parlato, ma lei era convinta che il suo misero cosmo – così lo definiva lei – c’entrasse poco e che la gente non la volesse perché la reputassero strana.

Purtroppo la realtà era ben diversa da quella che una ventenne riusciva a scorgere con i suoi occhi.

Sentii un cosmo enorme sprigionarsi nell’aria e mi focalizzai di più sull’incontro, lasciando perdere Ioria e le sue congetture.

Altair iniziò ad espandere il suo cosmo fino al limite estremo, schizzò alla velocità della luce in direzione di Ker e, con un colpo fulmineo, la scaraventò all’indietro, verso il muro alle sue spalle.

Deglutii, perplesso per quello che era appena accaduto. Ma sopratutto, per quello che sarebbe potuto accadere da un momento all’altro. Quando Ker perdeva il controllo… beh… era incontrollabile, e speravo davvero che questa volta si desse un contegno.

La mia piccola peste emerse dalle macerie da lei prodotte e si avventò su di lui ad una velocità impressionante.

Niente, aveva perso le staffe, come sue solito.

Iniziarono a scannarsi a suon di colpi prodotti a velocità impressionanti, per essere due allievi privi di armatura, e si atterrarono e si rialzarono più e più volte. Fino a che non accadde quello che temevo. Fino a che Ker non perse completamente il controllo.



Ker



Stavo perdendo. Me lo sentivo.

Eppure io, non volevo affatto perdere. Non volevo affatto risultare sconfitta per mano di Altair, il figlio di Ioria. No, non volevo. Per questo mi rialzai dal terreno, pronta a combattere ancora.

Ero dolorante ed avevo iniziato a sanguinare dalla testa; la vista era leggermente offuscata e faticavo a respirare, probabilmente per via di alcune costole incrinate.

Combattere contro di te è solo un’offesa per me, arrenditi, così questa tortura finirà!” esordì il mio avversario, con disprezzo.

Mai!” sputai io con tutto il mio fiato in corpo. Non ero tipa che si arrendeva facilmente, figuriamoci con uno sbruffone ed esaltato quale era lui. (L’ho già detto quanto Altair mi stesse sulle palle, vero?)

Allora perisci sotto i miei colpi, donna!”

Caricò il suo colpo nella mia direzione. Un pugno mi fece piegare in due ed una presa da karate mi fece atterrare al suolo sulla schiena, facendola inarcare. Lui si sporse sopra di me, per osservarmi con disprezzo, dopodiché caricò un altro colpo ed affermò:

E’ finita, Ker”

Girai la testa di lato aspettando il colpo da un momento all’altro, ma questo non arrivò mai.







Fluttuavo immersa nell’oscurità. Accanto a me decine e decine di fuochi fatui volteggiavano, sparsi qua e là, illuminando di poco lo spazio presso cui mi trovavo.

Atterrai lentamente sul suolo e sempre lentamente mi tirai su col busto, per osservare dove mi trovassi.

Di fronte a me si ergeva una distesa di fuochi fatui, un sentiero tortuoso in mezzo al terreno, ed ai lati di esso si ergevano delle gabbie, altezza umana, con altri fuochi fatui al suo interno.

Il resto era completamente buio.

Ma… dove sono?”

Una lieve brezza accarezzò i miei capelli argentei, liberandoli dalla stretta dei nastri e facendoli librare al vento.

Mi voltai a 360 gradi per cercare di capire come ci fossi arrivata in quel luogo e quando mi ricordai di aver fluttuato nell’aria poco prima, alzai lo sguardo sopra di me, notando la forma della struttura presso cui mi trovavo. Dovevo essere caduta in una specie di conca, una conca buia, desolata e completamente avvolta nelle tenebre.

Come ci ero finita là dentro? Come avevo fatto ad entrare in un luogo simile?

Ricordavo la battaglia e poi… un colpo che non era mai arrivato, ma non ricordavo di essere caduta o di essere sprofondata nel terreno.

Doveva essere successo qualcosa, ma cosa?

Un bagliore dorato catturò tutta la mia attenzione. Strizzai gli occhi a causa della troppa luce, alzai lo sguardo e mi ritrovai con l’armatura del cancro che fluttuava proprio sopra la mia testa. D’istinto allungai la mano destra, mi alzai sulle punte dei piedi e con le dita la toccai quel poco che bastava per far sì che essa illuminasse tutta la sala e diffondesse la sua luce ovunque. Fui inondata dal suo bagliore anche io e quando riaprii gli occhi mi ritrovai di nuovo nell’arena.

Le urla degli spettatori avevano lasciato il posto ad un vuoto imbarazzante. Il silenzio regnava sovrano ed anche il vento pareva essersi ammutolito per chissà quale motivo. Mi voltai di colpo, alla ricerca del mio avversario, e quando le mie iridi incontrarono le sue color mare, quasi il mio cuore perse un battito.

Altair mi guardava, senza parole, grondante di sangue, in ginocchio, tenendosi le costole sinistre con il braccio destro e con lo sguardo corrucciato. Solo una frase riusciva a pronunciare mentre mi guardava:

Non è possibile”

Mi resi conto che effettivamente guardava me, ma non incrociava più il mio sguardo, bensì le vesti che indossavo in quel momento. A quel punto mi costrinsi a guardarle anche io e rimasi… senza parole.

La voce del Grande Sacerdote si levò fra gli spalti, arrivando forte e chiara a tutti i presenti.

L’incontro è così concluso. L’armatura ha deciso: salutate Ker, il nuovo cavaliere del cancro!”

Stavolta collassai per davvero e nel giro di poco tempo tutto fu di nuovo buio.





Angolo Autrice:

Buonasera a tutti! ^^ chiedo scusa per il ritardo, visto che avrei dovuto aggiornare ieri, ma ultimamente il lavoro non ne vuole proprio sapere di mollarmi, per questo ho potuto aggiornare solo adesso... spero che il capitolo vi sia piaciuto :) così come spero che vi abbia intrigato un pochino di più dei precedenti ;)

Dovrei aggiornare mercoledì prossimo, salvo complicazioni. Nel frattempo ringrazio tantissimo le persone che hanno recensito i precedenti capitoli (grazie davvero ^^), ma anche chi ha solo letto ed ha dedicato un po' del proprio tempo a leggere la mia storia.

Grazie a tutti <3 A presto, baci baci, Freya

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Capitolo 4
*** L'arrivo del nemico ***


1

CAPITOLO 2:

"L'arrivo del nemico"



Camminava lentamente, in mezzo al chaos attorno a sè, facendo attenzione ai cadaveri dei guerrieri caduti poco prima. Il terreno era intriso di sangue, esattamente come lo era il suo mantello; la terra era squarciata in due, come se anche esse stessa fosse dilaniata al suo interno e soffrisse per quanto si stesse svolgendo sulla sua superficie; il vento ululava forte, in balia anche lui stesso dell'impeto della guerra; Ares, il dio della guerra e degli impeti violenti, era anche lui sul campo di battaglia ed assieme ad Eris, la dea della discordia, ed a Kydoimos, il Tumulto, rappresentavano in tutto e per tutto la Triade divina della guerra.

La ragazza osservò il tutto attraverso i suoi occhi scarlatti, dello stesso colore del sangue che insudiciava il terreno e le sue vesti.

Il suo obiettivo non era la guerra, no, quella l'avrebbe lasciata volentieri alle altre divinità lì presenti. Il suo obiettivo altro non era che le anime dei defunti. Per questo continuò a camminare nel campo di morte, indisturbata, incurante di tutta la situazione che si stava svolgendo attorno a lei. Come in trance, come in balia di chissà quale forza superiore ed estranea a lei stessa.

Arrivò ai piedi di un soldato, un cavaliere, pronto ad esalare il suo ultimo respiro in quella vita. Si chinò su di lui, accarezzandogli il volto, facendolo calmare un poco affinché la sua anima trovasse la pace che tanto agognava, e quando questo spirò, si affrettò a chiudergli gli occhi e a depositargli due dracme su entrambe le palpebre.

"Vedrai, da oggi, troverai la pace che desideri. Non preoccuparti e non dubitarne, mai. In assoluto. Da oggi... incomincia la tua nuova vita"



Ker



Mi svegliai di soprassalto, madida di sudore e con il fiato in gola.

Faticavo ancora a capire che razza di sogno avessi appena fatto, il senso ed il motivo per cui l'avessi fatto, ma soprattutto: faticavo ancora a credere a quello che era successo quella mattina. Ero diventata il nuovo cavaliere d'oro del cancro. Roba da non credere.

"Vedi di annullare l'incontro!"

"Non posso fare nulla, Death Mask, smettila di insistere!"

"Sei il Gran Sacerdote, CERTO che puoi!"

"L'armatura l'ha scelta! Mi dispiace, amico mio, ma DAVVERO NON POSSO FARE NULLA"

Le urla del mio tutore, Death Mask, e del Gran Sacerdote, Sion, risuonarono fino alle pareti della mia stanza, al piano superiore della quarta casa del cancro. Era chiaro come il sole che il mio maestro non volesse in alcun modo che diventassi il nuovo cavaliere del cancro. Come era chiaro il fatto che, a cose fatte, ormai non si potesse più tornare indietro, o variare la situazione. Il Grande Sacerdote aveva ragione: l'armatura mi aveva scelta. Non c'era altro da aggiungere. Quindi non c'era altro che Death Mask potesse fare per opporsi, se non urlare.

Mi intristii pensando che non mi reputasse degna di indossare l'armatura che, fino a qualche mese fa, indossava lui stesso.

Forse mi reputava una debole; una pappa molle; e non aveva mai avuto la faccia tosta di dirmelo apertamente. O forse non pensava fossi all'altezza... come molti altri cavalieri all'interno del Grande Tempio, d'altronde... Chi può dirlo... fatto sta che non ce la feci più a sentire le urla dei due cavalieri, così mi girai in direzione della finestra, la aprii e mi calai dal balcone. Poi, con la notte come mi alleata, mi defilai dalla quarta casa e mi incamminai verso l'unico luogo dove potessi sentirmi realmente compresa e capita: il cimitero dei cavalieri.



Nella Stanza di Athena...



La dea Athena passeggiava inquietata, avanti ed indietro, sulla liscia superficie della sua stanza, senza sosta.

Si era svegliata nel cuore della notte con una brutta sensazione addosso. Eppure era strano anche per lei, visto che non aveva fatto alcun tipo di sogno o incubo di cui preoccuparsi, come invece era solita in quel periodo. Erano mesi e mesi che gli Oneroi si divertivano a mandarle brutte visioni. Mesi e mesi in cui i corpi e le membra dei cavalieri non facevano che martoriarle la testa, avvilirle l'animo e renderla agitata dalla mattina alla sera. Spesso accadeva che, mentre parlava con un suo qualsiasi cavaliere, non faceva che vederlo morto; o privo di alcuni arti; o con le viscere fuori dal corpo. Una visione da far accapponare la pelle. Per questo si era convinta che, cambiare i possessori delle armature, fosse una buona soluzione per preservare le vite dei vecchi cavalieri. E visto che non aveva avuto più alcuna visione da quando il suo progetto era incominciato, si era convinta di star procedendo nel migliore dei modi, dopo aver scongiurato morti non necessarie.

Eppure...

Qualcosa non quadrava, non quella sera per lo meno.

Fece dietro front, pronta a camminare con più enfasi, quando un cosmo estraneo iniziò a spargersi per tutto il Grande Tempio.

Si voltò di scatto, nella direzione da cui proveniva quel cosmo, sotto la Statua a lei dedicata e quando si rese conto da chi provenisse, iniziò a tremare leggermente.

"Non è possibile... tu... perché sei qui?"

"Lieto di incontrarti, Athena. Sai, è da tanto che volevo incontrare una delle mie nipoti predilette. E visto che sono qui... Che ne dici di farci una chiacchierata?"





Nella quarta casa del cancro, Death Mask e Sion si bloccarono all'istante non appena percepirono un cosmo ostile espandersi per tutto il Santuario. Si voltarono entrambi in direzione delle stanze della dea e, prima di lasciare la quarta casa, Sion affermò:

"Devo andare. Rimanderemo ad un'altra volta la nostra discussione"

"Vengo con te, più siamo e meglio è" rispose l'ex cavaliere del cancro, iniziando ad espandere anche lui il suo cosmo. Sion lo guardò, serio in volto.

"Sei sicuro? Ormai, non sei più un cavaliere di Athena, non sei costretto a-"

"Lo so, ma non posso permettere che qualche bastardo metta a repentaglio la vita del Grande Tempio" e di Ker, avrebbe voluto aggiungere, ma si guardò bene dal dirlo.

A quelle parole Sion gli rivolse un cenno del capo, con fare concitato, poi iniziò ad espandere anche lui il suo cosmo.

"Va bene. Andiamo" rispose, dunque, il Grande Sacerdote.

"Sì!" fu la sola risposta che ottenne da Death Mask, dopodiché si affrettarono ad uscire dalla quarta casa per raggiungere gli alloggi della dea.



Al cimitero dei cavalieri...



Ker



"E così... tuo padre non vuole che tu sia il nuovo cavaliere del cancro"

"Leo, te l'ho già detto: Death Mask non è mio padre"

"Sì, sì, vabbè, dettagli. Ciò non toglie che non capisco perché non voglia. Cioè, è assurdo, non trovi?!"

"A chi lo dici, Leo... A chi lo dici..." sussurrai, infine, più rivolta a me stessa che non a Leo. Sospirai affranta, mi accasciai al suolo e mi rannicchiai sulla ginocchia, poggiando la fronte su di esse ed iniziando a guardare il vuoto.

Era stata una giornata pesante: il dubbio iniziale prima del combattimento, l'arena, il duello con Altair, l'investitura... mi sembrava tutto assurdo, tutto privo di senso. Soprattutto quello strano sogno che avevo fatto poco prima.

Chissà cosa voleva dire in realtà, pensai fra me e me, iniziando a ricordare solo in quel momento ciò che era successo nel duello con il figlio di Ioria. Corrucciai la fronte, alla ricerca di risposte che non riuscivo ad ottenere o tardavano ad arrivare. A quella strana visione che avevo avuto, non riuscivo proprio a darle un senso. Insomma, un attimo prima mi trovavo nell'arena, pronta a pestare di botte Altair e l'attimo dopo mi ritrovavo in quella specie di conca oscura, piena di fuochi fatui. Senza contare che al risveglio mi ero ritrovata con indosso l'armatura dorata del cancro.

Davvero senza senso, non c'era che dire.

L'esplosione di un cosmo oscuro mi riportò alla realtà. Alzai la testa di scatto e mi girai in direzione delle stanze della dea Athena.

"Alzati da terra, la dea necessita della tua presenza"

Mi voltai di scatto non appena udii quelle parole e mi ritrovai di fronte una donna, una ragazza forse, ma non riuscivo a distinguerla bene per via del cappuccio che le copriva il volto. Indossava un mantello color cremisi e quelli che mi sembrarono degli anfibi neri lucidi. Ma oltre a ciò non riuscivo a distinguere nient'altro.

Mi alzai dal suolo ed arretrai leggermente, cauta verso la donna che mi fissava ostinatamente.

"Chi sei tu?" domandai con voce flebile, cercando di mantenere una certa compostezza. Anche se il cosmo ostile che la ragazza produceva lasciava intendere tutto fuorché fosse un essere affabile.

La ragazza rimase un attimo in silenzio prima di affermare:

"Non ha importanza chi sono io. La tua priorità ora è la dea Athena. Quindi smettila di piangerti addosso e vedi di muoverti"

"Io non mi piango addos-" tentai di replicare lei, ma fui interrotta dall'intervento brusco della ragazza.

"NON MI INTERESSA! MUOVITI E BASTA!"

La sua voce doppiata mi fece accapponare la pelle ed arretrai ancora, spaventata.

Chi era quella donna? E perché mi ordinava di recarmi dalla dea?

Lei parve leggermi nel pensiero e, cercando di ricomporsi, affermò: "Non sei tu il nuovo cavaliere del cancro?"

Che domanda era? Certo che lo ero! Anche se da una manciata di ore, ma lo ero a tutti gli effetti! L'aveva detto persino Sion, il Grande Sacerdote, quindi non poteva essere diversamente.

"Sì!" quindi affermai, più sicura rispetto a prima.

"Allora corri! La dea ha bisogno di te!"

Stavolta le sue parole non mi spaventarono, anzi, mi elettrizzarono, facendomi salire l'adrenalina in corpo. Aveva ragione: ero un cavaliere di Athena e dovevo smetterla di piangermi addosso.

"Ker..." sussurrò Leo, cercando di riportarmi ancora alla realtà.

"Dobbiamo andare, Leo" fu la mia risposta. Ed era vero. Dovevo correre, e veloce anche.

"Sì"

Mi voltai ancora una volta in direzione delle stanza della dea, strinsi i pugni e recuperai tutto il coraggio che avevo dimenticato di possedere; poi, mi girai in direzione della scalinata ed iniziai a correre. Sorpassai la ragazza senza esitazione alcuna. La vidi sorridere appena con la coda dell'occhio, ma non me ne curai troppo. La dea Athena aveva bisogno d'aiuto.

Ed il suo cavaliere stava arrivando.



Angolo Autrice:

Buonasera a tutti! ^^ chiedo scusa per il ritardo... di nuovo... ma, sempre causa lavoro, proprio non ce l'ho fatta ad aggiornare prima la storia. Spero non me ne vogliate. Così come spero che il capitolo vi sia piaciuto, anche se di passaggio. La storia sta iniziando a prendere forma e vi anticipo che nel prossimo ne vedremo delle belle.

Vi avviso che probabilmente lo pubblicherò fra due settimane (visto i miei impegni lavorativi), tuttavia, nel caso dovessi terminarlo prima, arriverà fra una settimana, come al solito.

Come sempre ringrazio tantissimo le persone che hanno recensito i precedenti capitoli <3, ma anche chi ha solo letto ed ha dedicato un po' del proprio tempo a leggere la mia storia.

Grazie a tutti <3 A presto, baci baci, Freya

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