Una Vacanza istruttiva-prologo parte1

di Mel Jason
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** /Una Vacanza istruttiva-prologo parte1/ ***
Capitolo 2: *** Una Vacanza istruttiva-prologo parte2 ***
Capitolo 3: *** Una Vacanza istruttiva-prologo parte3 ***
Capitolo 4: *** Una Vacanza istruttiva-prologo parte4 ***
Capitolo 5: *** Una Vacanza istruttiva-prologo parte5 ***
Capitolo 6: *** Una Vacanza istruttiva-prologo parte6 ***
Capitolo 7: *** Una Vacanza istruttiva-prologo parte7 (ultima) ***
Capitolo 8: *** Una Vacanza istruttiva-1°parte ***
Capitolo 9: *** Una Vacanza istruttiva-1 (seconda parte) ***
Capitolo 10: *** Una Vacanza istruttiva-prologo parte 2 ***



Capitolo 1
*** /Una Vacanza istruttiva-prologo parte1/ ***


UNA VACANZA ISTRUTTIVA – PROLOGO
UNA VACANZA ISTRUTTIVA – PROLOGO

 

[PARTE PRIMA]

 

 

 

SGC: ORE 16:00

 

 

L'SG-1 era tornata da qualche ora da una missione estremamente stressante;  aveva appena avuto il tempo di cambiarsi e di indossare le divise di servizio blu, prima di ritrovarsi in Sala Riunioni per il consueto  rapporto post-missione.

 

“Procedete pure.”- Dichiarò il Generale Hammond con un gesto della mano, e nella Sala calò la penombra.

 

Una figura comparve al lato del grande schermo situato dinanzi a loro;  schermo, che un istante dopo, tramite il telecomando che la figura azionava di momento in momento, si riempì d’immagini che si susseguivano velocemente; una voce femminile iniziò a parlare, seguita da una maschile che proveniva da pochi passi distanti.

 

Le due voci si alternarono a delucidare il senso di quelle immagini, i loro toni, man mano che s’inoltravano nelle loro osservazioni, risuonavano sempre più rapidi; di tanto in tanto, la figura femminile lanciava degli sguardi in direzione degli altri ascoltatori per verificarne il grado d’attenzione, e notò, con disappunto, che una parte del pubblico non prestava la benché minima attenzione.

 

Daniel guardò di sottecchi la persona che gli era di fronte, e scosse leggermente la testa; poi il Maggiore e l’archeologo si rivolsero un breve, ma molto eloquente, sguardo di rassegnazione; perfino il resto dei presenti intorno al tavolo lanciò in modo rapido delle occhiate di disapprovazione verso la persona incriminata.

 

Terminata la loro esposizione, le luci si riaccesero di colpo, e il Maggiore e l’archeologo ritornarono ai propri posti; la donna lanciò di nuovo una rapida occhiata all’incriminato che non dava segno di essersi accorto che le luci della Sala erano di nuovo accese e che la riunione fosse terminata.

 

" Grazie, Maggiore, Dottor Jackson...bene… credo che ora vi meritate un po' riposo: avete una settimana ." -Dichiarò Hammond con un sorriso. - "Potete andare."- Aggiunse mentre si alzava dalla sua poltrona.

 

"Una settimana…! "-Esclamò Jack, alzando di scatto la testa dal foglio su cui aveva scarabocchiato per tutto il rapporto informativo dei suoi due compagni.

 

"Finalmente un po' di riposo." -Aggiunse Sam lanciando un sorriso attraverso il tavolo a Teal’c.

 

"Infine." - Intervenne il Jaffa rispondendo al sorriso del Maggiore.

 

"Generale?"

 

“Generale?”

 

Sam e Daniel avevano parlato nello stesso momento. Daniel con un cenno della mano segnalò a Sam di proseguire.

 

"Ho il suo permesso, signore, per quell’...ehm… affare?" -Chiese Sam con ansia, guardando fisso il suo ufficiale superiore.

 

Il Generale annuì - "Sì, Maggiore. Lo ha." -Aggiunse con tono cordiale.

 

Sam sorrise e lanciò un'occhiata di sottecchi a Teal'c , che ricambiò il sorriso rivoltogli.

 

Il Colonnello guardò prima il Maggiore e poi il Jaffa con aria stupita.

 

Hammond si voltò verso Daniel che aveva ancora il fascicolo del rapporto in mano.

 

"E… per quella...ahm...faccenda? È tutto a posto? Ho l’autorizzazione, vero, Generale?" - Domandò speranzoso l'archeologo alzando le sopracciglia.

 

Jack guardò Daniel e il Generale che si scambiavano rapidamente delle occhiate... in codice…? [ma che diamine sta capitando qui?! - si chiese sbalordito il Colonnello.]

 

"Certamente,figliolo e… faccia una buona…vacanza..."-Rispose l’ufficiale d’alto grado con tono caloroso.

 

"La ringrazio, Generale!" -Esclamò Daniel , e un largo sorriso gli si stampò sul volto.

 

"Buona vacanza, allora. Ci rivediamo fra una settimana. Potete andare." –Aggiunse poi Hammond.

 

"Grazie, Signore." -Risposero in coro i tre membri dell'SG-1 alzandosi contemporaneamente (il quarto inchinò leggermente la testa), mentre il Generale si allontanava per dirigersi nel suo ufficio.

 

"Ehi, Teal'c, che farai con tutto questo tempo libero?" - Chiese Jack voltandosi verso di lui con tono allegro e dandogli una pacca leggera sul braccio.

 

"Io ho già trovato la maniera di riempire il mio tempo libero, O'Neill." -Rispose in fretta Teal’c, distanziandosi da Jack altrettanto rapidamente, e dirigendosi verso il Maggiore, che intanto si era già incamminata verso la porta.

 

"Ehi, Rilassati Teal'c! Non ti sto… chiedendo di venire a pescare con me!..." -Disse Jack con tono quasi offeso.- "Beh, non questa volta...almeno…" -Aggiunse a bassa voce.

 

Dalle labbra di Daniel era venuta fuori una risata soffocata quando aveva visto quanto prontamente Teal’c avesse evitato di cadere di nuovo nella rete di Jack.

 

Il Colonnello si voltò di scatto verso l’archeologo (che abbassò lo sguardo ed ebbe la prontezza di spirito di fingere di schiarirsi la voce), e gli lanciò un rapido sguardo e… torvo.

 

 Daniel finse di sistemare i fogli del suo rapporto.

 

"MaggioreCarter". -Disse sottovoce Teal'c quando si fu avvicinato a Sam.

 

"Teal'c…ti vengo a prendere domani alle sette in punto e si va a casa mia,okay?" -Disse a bassa voce il Maggiore.

 

"Molto bene."- Rispose l'uomo chinando il capo e sorridendo.

 

Jack si voltò di nuovo e vide Sam e Teal'c che stavano confabulando amabilmente fra loro  davanti all’uscita, e questo lo sorprese alquanto; preso dalla curiosità si avvicinò ai suoi due compagni confabulanti.

 

"Carter…?" -Disse con tono incuriosito il Colonnello quando fu abbastanza vicino al suo Comandante in seconda.    

 

"Signore?" - Sam prontamente si voltò verso di Jack.

 

"Che farai in tutto questo tempo libero?"- Le chiese Jack con tono incuriosito.

 

"Il mio tempo libero è già tutto…riempito,signore. Ho dei progetti da …concludere" -Rispose in tutta fretta Sam, poi addolcì il rifiuto con un sorriso

 

 

"...Ehi...era solo curiosità la mia...non era un invito...perché pensate sempre che vi stia per chiedere di venire a pescare con me?!"

 

"Perché è quello che fai sempre, Jack." -Replicò Daniel con tono ironico prima di superare i suoi due compagni  e oltrepassare la soglia.

 

"Non sempre, Daniel!" -Replicò subito il Colonnello, seguendo con lo sguardo il giovane archeologo che si inoltrava nell’ ingresso.

 

Lo vai a chiedere persino agli alieni, Jack!” -Ribatté la voce di Daniel proveniente dai corridoi.

 

E prima che Jack potesse replicare Teal’c decise di dire la sua.

 

"Io concordo con DanielJackson, O'Neill. Tu mostri di possedere una ossessione per la fauna ittica di questo Pianeta e obblighi chiunque a seguirti.” - Dichiarò il Jaffa con il suo solito sguardo stoico ;poi si voltò e abbandonò la Sala Riunioni varcando l’uscita.

 

Sam inclinò leggermente la testa di lato, sorrise, poi si voltò rapidamente e si avviò per raggiungere Teal'c.

 

Il Colonnello rimase sconcertato per qualche istante.

 

"Ehi!...la mia non è un'ossessione! E io non obbligo nessuno. Io invito gentilmente!” - Sbottò poi con tono decisamente offeso, poi sorrise e fece qualche passo; d'improvviso, fece un brusco dietrofront e si diresse verso l'ufficio di Hammond.

 

 

Fine parte prima

By Mel Jason

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Capitolo 2
*** Una Vacanza istruttiva-prologo parte2 ***


UNA VACANZA ISTRUTTIVA – PROLOGO
UNA VACANZA ISTRUTTIVA – PROLOGO

 

[PARTE SECONDA]

 

 

 

 

 

Intanto nel corridoio…

 

 

“Ehi, Teal’c…aspettami.” Esclamò Sam, e il suo compagno rallentò finché lei non l’ebbe raggiunto.

 

“MaggioreCarter…”- Disse Teal’c voltando il capo verso di lei e proseguirono insieme.

 

“Scommetto che non vedi l’ora di uscire dalla Base e di vedere finalmente un po’ di più di… questo nostro posto strano, vero?”

 

Il Jaffa alzò un sopraciglio.

 

“Beh, sei stato tu una volta a definire così  il nostro Mondo, Teal’c.”- Aggiunse il Maggiore.

 

“Lo rammento, MaggioreCarter. Invero, io sono desideroso di poter infine visitare alcuni dei luoghi del vostro Mondo…di persona.”

 

In quell’istante Sam e Teal’c voltarono l’angolo e videro Daniel, appoggiato alla parete di fianco all’ascensore: sembrava soprappensiero e stava giocherellando con la sua scheda magnetica.

 

“Ehi, Daniel.“-Disse gioiosamente il Maggiore- “Daniel…?!” -Ripeté con più insistenza Sam quando non ricevette risposta dall’archeologo.

 

Daniel sussultò leggermente nel sentire il suo nome.

 

“Ragazzi…”-Disse poi con leggero sorriso mentre si raddrizzava.  

 

In quel momento le porte dell’ascensore si aprirono e ne uscì del personale SG; i tre dell’SG-1 si sistemarono all’interno .

 

“Quale sarà la nostra prima destinazione, MaggioreCarter?”

 

“Destinazione…?!” –Chiese stupito Daniel fissando i suoi due amici.

 

Sam sorrise in modo enigmatico, premette il pulsante e le porte si chiusero qualche secondo dopo.

 

 

***

UFFICIO DI HAMMOND

 

 

La porta era aperta, ma Jack diede ugualmente qualche leggero colpo all'uscio.

 

Hammond era seduto alla sua scrivania e stava leggendo dei documenti. Il Generale aveva alzato la testa dalle carte quando li aveva sentiti. 

 

"... Generale?...Ha un minuto?"- Chiese, mentre entrava nella stanza a passi lenti.

 

"Sì, certo. Ha bisogno di qualcosa?”- Hammond mise via i fogli e dedicò la sua attenzione al Colonnello.

 

Jack si sedette sulla sedia di fronte a lui, dopo che l’uomo più anziano gliela aveva indicata con un gesto della mano.

 

"...Ahm...le posso chiedere… a che faccenda si riferiva Daniel?..Se posso...signore?"- Domandò il Colonnello con nonchalance. 

 

Sul volto del Generale apparve un sorriso appena accennato: sapeva che Jack glielo avrebbe chiesto.

 

"Non vedo perché no . Il Dottor Jackson ha chiesto la mia autorizzazione a ritornare su PX3-456...e dato che…"

 

"PX…3-4-5-6...?"-Lo interruppe -“...non è quel Pianeta con quei…?"

 

"Sì, Colonnello."

 

"Ma Generale, non era stato considerato ostile?!"

 

"Quella faccenda è stata già risolta da qualche tempo, Colonnello.” -Lo interruppe il suo ufficiale superiore.-“ Il Dottor Jackson e l’SG-9 hanno chiarito il malinteso.

 

Jack distolse lo sguardo e divenne pensieroso per un momento,poi aggiunse- "…ma Lei non deve mandare Daniel da solo su quel pianeta!"

 

Il tono del Colonnello era stato decisamente irrispettoso e Hammond lo fulminò con uno sguardo.

 

“Mi scusi…” –Disse con tono mortificato Jack, abbassando lo sguardo.

 

"Naturalmente” no, Colonnello.”-Aggiunse con tono pacato.- “Il Dottor Jackson sarà nuovamente accompagnato dall’SG-9; anche se lui stesso mi ha garantito che, ormai, non vi è alcun pericolo per la sua persona…” - Fece una pausa - “Tutti noi abbiamo ottenuto la... benevolenza del capo.” -Disse poi con un sorriso.

 

“Bene…” - Jack alzò lo sguardo e dopo un istante di riflessione, aggiunse- “Sa, Generale, non c’è bisogno di scomodare l’SG-9…accompagnerò io stesso Daniel.”

 

 

***

 

“…di che destinazione stai parlando, Teal’c ?” –Chiese di nuovo stupito, Daniel quando ebbe come risposta solo degli sguardi enigmatici da parte dei suoi due amici.

 

“Porto Teal’c con me. Vorrei fargli visitare un luogo…magico” -Rispose Sam con un grosso sorriso.

 

Teal’c piegò il capo da un lato.

 

Sam e Daniel si scambiarono delle espressioni divertite.

 

“Fidati di me, Teal’c. Ne rimarrai estasiato.”-Aggiunse sorridente il Maggiore, dandogli una leggera pacca sul braccio.

 

Teal’c piegò il capo e sorrise, poi si voltò verso Daniel - “Qual è la tua destinazione, DanielJackson?”

 

“ Oh, la mia destinazione…” -fece una pausa- “la mia destinazione è…” - E pronunciò semplicemente due lettere seguite da quattro numeri.

 

Sul volto dei suoi amici comparve un’espressione di leggera sorpresa.

 

“Non ne vedevi l’ora, vero Daniel?”-Esclamò in tono leggermente canzonatorio Sam

 

Daniel sorrise - “Quel posto mi affascina,e poi l’ho promesso al capo-tribù. Passerò una bella settimana…piacevole…”  - e poi aggiunse sottovoce…” - ne ho davvero bisogno.”

 

In quel momento l’ascensore arrivò al livello in cui vi si trovava l’alloggio di Teal’c; le porte di dischiusero, con passo lento e deciso, lui uscì e poi si voltò verso i suoi due compagni.

 

“Allora a domani , Teal’c.”

 

Teal’c inchinò il capo in segno di assenso.

 

“Mi raccomando. Divertiti, Teal’c.”

 

“Io ho intenzione di fare esattamente questo, DanielJackson. Io ti auguro lo stesso.”

 

“Grazie, Teal’c. “  - Rispose Daniel sorridendo.

 

Sam annuì col capo in direzione del Jaffa, poi premette nuovamente il pulsante; le porte si chiusero e l’ascensore riprese la sua corsa.

 

 

FINE PARTE SECONDA

By Mel Jason

 

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Capitolo 3
*** Una Vacanza istruttiva-prologo parte3 ***


UNA VACANZA ISTRUTTIVA – PROLOGO

 

UNA VACANZA ISTRUTTIVA – PROLOGO

 

PARTE TERZA

 

 

 

 

Raggiunto il suo Lab [ufficio], Daniel era tremendamente elettrizzato (cosa che non gli capitava ormai da molto tempo); si aggirò per la stanza parlando fra sé e sé, decidendo quali oggetti gli sarebbero stati più utili nel suo viaggio; prese in mano il suo zaino (che si era già procurato in anticipo),lo aprì e lo ripose sulla sua scrivania; mentre rovistava nei cassetti per cercare dei taccuini nuovi, s’imbatté in quegli vecchi, su cui vi erano i primi appunti attinenti alla lingua che si parlava su PX-3456… e la sua mente riandò alla primo contatto con quella popolazione; fece una smorfia di disappunto…era stata catastrofica su tutta la linea.

 

La lingua di quel popolo, che aveva in qualche modo intuito essere una derivazione molto particolare della lingua africana del popolo degli Yoruba, in Nigeria, fin dalla prima e catastrofica missione; nel suo tempo libero aveva eseguito, con successo, varie ricerche sulla lingua e su delle possibili variazioni. 

 

La seconda missione diplomatica di rappacificazione con l’SG-9,(dopo aver persuaso Hammond), si era tenuta davanti alla Porta su una altura che dava sul villaggio, poiché ad essi (così il portavoce personale del capo aveva detto loro), non era concesso il privilegio di entrarvi.

 

Il capo-tribù era rimasto seduto su una portantina di legno sorretta dai quattro uomini robusti ed era scortato da altri quattro uomini muniti di armi.

 

Il suo era realmente un aspetto…regale: di bell’aspetto, alto, robusto, barbuto, capelli sale e pepe intrecciati con delle perline verdi; indossava un copricapo a semi-cerchio di piume blu, bianche , verdi e gialle, un pareo blu e bianco lungo fino alle caviglie con dei magnifici disegni stilizzati e annodato dietro al collo, un mantello giallo ocra annodato sulla gola; ai piedi portava dei sandali di colore scuro.

 

Si ricordò di tenere lo sguardo abbassato, quando disse poche, ma mirate, parole, intanto che si toglieva lentamente il giubbotto e depositava a terra le armi (la Beretta e la zat), in segno di pace; poi aveva segnalato all’SG-9 di seguire il suo esempio; consiglio che i soldati eseguirono senza batter ciglio.  

 

Doveva aver già compiuto dei progressi con la lingua poiché il capo-tribù e sovrano,Ndalkym, era rimasto alquanto impressionato che uno degli stranieri arrivati dal Grande Anello Sacro, ora parlasse fluentemente la sua lingua; questo lo mise sotto una luce favorevole e fu  disposto a comunicare con lui personalmente.

 

Lui e l’SG-9 si sedettero in semicerchio attorno alla portantina, dove l’uomo vi rimase per tutto il tempo.

 

Una delle prime cose che gli disse, fu che l’uomo che lo aveva ignobilmente offeso gli porgesse umilmente le sue scuse; lui replicò prontamente (mentendo spudoratamente poiché Jack non n’aveva più voluto sentir parlare di questa faccenda), che era questo il motivo per ora cui lui si trovava lì: chiedere umilmente perdono, e se avesse voluto, accettare le scuse tramite lui, e ‘Ndalkym accettò senza obiezioni ; nel suo discorso che si era preparato scrupolosamente e con fatica, sorrise sarcasticamente quando usò per descrivere Jack, l’espressione ’Mtay”- Mio Signore.

 

Una volta chiesto scusa a ‘Ndalkym ,quest’ultimo permise a lui, o a qualunque persona in sua compagnia, di poter ritornare a proprio piacimento, per soggiornare nel villaggio e far conoscere loro a tutto il suo popolo; lo ringraziò anche da parte della… sua gente, poi gli domandò se poteva sapere qualcosa di più su di loro, sui loro costumi, usanze; il sovrano sorrise e sembrò piuttosto compiaciuto dalla sua curiosità.

 

Il fatto che lo aveva più incuriosito era stato la mancanza di costruzioni nelle immediate vicinanze o di documentazioni scritte, od orali, concernenti i Goa’uld; neanche il nome Olukun gli era familiare, e rimase …meravigliato… dato che il Goa’uld Olukun aveva preso il ruolo di un dio della mitologia Yoruba  

 

Gli unici dati certi che aveva appreso, erano che i Kabùtanga (era questo il loro nome), era un popolo pacifico (se non provocato), che coltivavano strane piante acquatiche usate sia per il loro nutrimento, sia per il loro vestiario, una volta fatto filato dalle donne più anziane del villaggio, le quali poi, consegnavano una grossa parte ai tessitori reali (li aveva intravisti lavorare dietro al recinto che separava le case del villaggio da quella del capo), perché potessero realizzare le trame e i disegni molto particolari delle vesti del capotribù; il rimanente filato era ad uso del villaggio.

 

La loro struttura sociale era molto semplice: il capo-tribù era anche il sovrano assoluto, ed aveva potere di vita e di morte su suoi sudditi e poteva avere più mogli; diversamente, i suoi sudditi potevano averne una soltanto; egli aveva la facoltà di avvalersi di servitori (giovani di entrambi i sessi, di cui nessuno poteva più rivendicare la patria potestà) per la sua corte personale, che erano vincolati a lui per il resto della loro vita.

 

Daniel non vedeva l’ora di far ritorno su quel Pianeta per approfondire i loro costumi ed usanze come aveva promesso a ‘Ndalkym ….ma soprattutto non vedeva l’ora di cambiare aria.

 

 

FINE PARTE TERZA

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Capitolo 4
*** Una Vacanza istruttiva-prologo parte4 ***


UNA VACANZA ISTRUTTIVA – PROLOGO

 

UNA VACANZA ISTRUTTIVA – PROLOGO

 

[PARTE QUARTA]

 

 

 

CORRIDOI

 

Dopo aver parlato col Generale, Jack aveva deciso di informare il suo amico archeologo che sarebbero andati insieme sul Pianeta (aveva deciso di cogliere al volo questa occasione e di passare un po’ di tempo con Daniel e di rammendare la loro amicizia…che aveva subito qualche…strappo dopo la “vicenda del robot ragazza”); quindi ora stava camminando spedito lungo i corridoi dell'SGC che portavano nell’ufficio di Daniel; quando vi arrivò, si soffermò sulla porta aperta e vide il giovane linguista, fermo in mezzo alla stanza, con un’espressione molto concentrata…

 

…poi d’improvviso si mosse e lo vide cercare, e poi introdurre, freneticamente, la piccola videocamera, tutti i nastri che aveva a disposizione, naturalmente il suo registratore portatile, i nuovi taccuini, il suo immancabile diario…e qualche genere di libro… che aveva l’aria di essere un po’ impolverata.

 

Il Colonnello rimase a fissarlo sulla soglia.

 

"Jack…?" - Disse all’improvviso Daniel.

 

L’egittologo aveva percepito dei passi alle sue spalle, e aveva intravisto con la coda dell’occhio l’arrivo di Jack ma aveva voluto ignorare intenzionalmente la sua presenza...almeno per un po’.

 

“Daniel…?” -Rispose Jack senza scomporsi più di tanto ed entrando nella stanza.

 

“Vuoi qualcosa…? Come vedi sono occupato.” -Replicò Daniel

 

"Che stai facendo? -Disse con tono allegro, appoggiandosi allo schedario e infilandosi le mani in tasca.

 

"Non è ovvio?!” -Rispose seccamente Daniel continuando a fare quello che stava facendo.

 

"Oh lo è… …ma che intenzione hai di farci con tutta quella roba, eh?" -Chiese il Colonnello, togliendo una mano dalla tasca e indicando lo zaino che sembrava quasi straripare.-  “Immagino che approfitterai ancora di questa nuova pausa per andare in qualche posto sperduto… su uno sperduto Mondo alieno. Giusto?”

 

"Sì, è così…e sto solo portando qualche oggetto che-che mi è indispensabile per…"-Rispose l’archeologo che però s’interruppe bruscamente a metà frase, non volendo più comunicargli altre informazioni. 

 

" Qualche? – Affermò ironicamente Jack-  “Ti stai portando via mezzo ufficio!  - poi con un largo sorriso aggiunse - “Ricordati di portarti un grosso cappello per ripararti dal Sole di PX3-456.

 

"...Come, scusa?!" – Esclamò Daniel fermandosi di scatto e voltando la testa verso Jack- …“Sai dove vado?!”

 

“Sì.”

 

"E come fai a saperlo?" -Chiese sorpreso Daniel, che decise di posare nello zaino gli oggetti che teneva in mano in quel momento, e di rivolgere la sua attenzione all'altro uomo.

 

"Sai...le notizie volano… " -Rispose Jack con un sorriso malizioso.

 

Daniel corrugò la fronte per un istante. [“Hammond” -pensò- ...beh ,in ogni modo, non era certo un segreto di stato…Jack avrà chiesto a Hammond dove…]

 

“E ci vai… da solo, Daniel?”

 

La voce di Jack interruppe bruscamente il corso dei sui pensieri .

 

“Certo che no.”-Rispose dopo un istante- “Mi accompagnerà di nuovo l’SG-9, se vuoi proprio saperlo,Jack. 

 

Sbagliato.”

 

“Come?! Il Generale mi aveva dato la sua autorizzazione. Ha forse cambiato idea?!

 

“No,non l’ha fatto ma c’è un cambiamento di programma…sarò io ad accompagnarti.”

 

“Cosa?!

 

“Sarò… io- ad-accom-pagna-r-ti.” –Ripeté il Colonnello scandendo bene le parole.

 

Daniel rimase a bocca aperta per qualche istante.

 

"…Tu vorresti venire con me?!" - Domandò poi l’archeologo con un tono tra il sorpreso e il sarcastico.

 

"Ehm…...ti dispiace, forse?" - Replicò Jack corrugando leggermente la fronte.-[perché trova così strano che io voglia stare in sua compagnia? Siamo già a questo punto …?]

 

Daniel voleva rispondere [-Da quando ti interessa quello che faccio?!] - invece rispose-  "...Non è questo il punto…Jack."

 

"Ah no, è quale il punto, “Daniel”?" - Il tono del Colonnello era leggermente infastidito.

 

Daniel chiuse gli occhi per un istante e poi li riaprì - "Lo sai dove sto andando?"

 

"Certo che lo…"

 

"Vado dal popolo dei Kabùtanga...è questo il loro nome…” –Lo interruppe Daniel - “Beh, visto com'è andata l'ultima volta..."

 

"Naaah...storia vecchia... dopotutto è gente simpatica..." –Lo interruppe Jack.

 

"Non li hai definiti così, l'ultima volta."- Aggiunse Daniel.

 

"Beh, quello mi ha sputato in faccia! Non mi era sembrato un comportamento molto gentile…nei miei riguardi, Daniel."

 

"Ma io ti avevo detto di non reagire...Jack." -Replicò Daniel con tono irritato e fissandolo con cipiglio. [-se tu mi avessi dato retta…] 

 

Per un momento calò un profondo silenzio, e la tensione fra i due salì alle stelle. I due si fissarono intensamente…

 

Poi l’espressione di Jack cambiò all’improvviso. Daniel credette di leggere negli occhi del Colonnello … una silenziosa supplica …di ammenda o di…perdono; confuso, distolse lo sguardo da Jack per riporlo sullo zaino che aveva davanti e lo fissò a lungo.  

 

"…Beh…in…ogni…caso, ...” - Aggiunse Jack con tono più calmo, qualche istante dopo-  “Ogni incomprensione è stata chiarita, mi hanno detto. Adesso sono nostri… amici, giusto?"

 

"…Sì…” -Rispose tranquillamente Daniel, volgendo di nuovo lo sguardo verso di lui: vide sul volto di Jack un debole, ma sincero sorriso.

 

“…È per questo che io ci vado.” -Continuò Daniel - “Ho pensato, col permesso di Hammond, di andare ad approfondire i loro costumi e usanze...ora che ho un po’ di tempo libero…è una vacanza istruttiva , come la definisco io." - e sul volto di Daniel apparve un sorriso fuggevole. 

 

"Solo tu - e puntò il dito verso Daniel - “puoi associare la parola vacanza all'aggettivo istruttivo, Danny… vacanza significa svago, divertimento, riposo...

 

[...lo aveva chiamato Danny?!...quando era stata l'ultima volta che lo aveva chiamato in quel modo?...Non sapeva perché l’aveva fatto. Gli era venuto spontaneo…]

 

"So qual è il tuo significato della parola vacanza, Jack...” -Replicò Daniel interrompendo lui, questa volta, il corso dei pensieri di Jack.

 

Fece una pausa e aggiunse:- “Sei sicuro di non voler andare a pescare in beata solitudine piuttosto?!" -Ribatté il giovane archeologo con tono sarcastico senza averne avuto l’intenzione, e pentendosene nell’istante in cui quelle parole gli erano uscite dalle labbra.

 

L’egittologo distolse rapidamente lo sguardo da Jack e ripose di nuovo lo sguardo sullo zaino, e in quell’istante si accorse che Jack

 

 

[...lo aveva chiamato Danny?!...quando era stata l'ultima volta che Jack lo aveva chiamato in quel modo?...un’eternità…era passata un’eternità…Jack aveva smesso di chiamarlo in quel modo…tanto tempo fa…e dire che aveva odiato quel diminutivo…ma ora ne sentiva quasi la mancanza…]

 

Jack fissò Daniel e pensò che…[forse il suo migliore amico gli stava “gentilmente” dicendo di non volerlo ...fra i piedi? ...Sperava sinceramente che se avessero trascorso un po' di tempo insieme , le cose fra di loro si sarebbero chiarite...dopo il recente “contrasto” di opinioni che avevano avuto nella Sala della Porta…sentiva che si stavano allontanando…sempre di più …forse era troppo tardi…? ]

 

"O...kay..." -Disse semplicemente Jack con tono amareggiato e facendo dietro- front.

 

Daniel alzò lo sguardo e vide Jack allontanarsi. Provò una stretta al cuore.

 

Decise in quell’istante che doveva accettare quella richiesta di…ammenda…o qualunque cosa fosse… se davvero Jack desiderava stare in sua compagnia, e in qualche modo, tentare di rammendare la loro amicizia… Se le cose stavano davvero così, non doveva lasciarlo andare via.

 

Il Colonnello era quasi giunto fuori della porta, quando l’egittologo fece un balzo e lo afferrò per un braccio.

 

"Jack...aspetta..."- L'altro uomo si voltò lentamente e l'archeologo lasciò andare la presa.- "Ripensandoci...ho-ho bisogno di un-un assistente."- Aggiunse balbettando la prima cosa che gli era venuta in mente.

 

Jack guardò Daniel intensamente, poi il suo volto si rilassò e i suoi occhi brillarono: la sua richiesta era stata accettata.

 

"Assistente? Intendi dire aiutante,collaboratore…?"-Rispose poi con tono spensierato.

 

"Hm…già ,Jack." -Rispose Daniel con lo stesso tono. 

 

"Tu pensi a cercare dei pezzi di pietra anche quando ti trovi in vacanza, Daniel."-Aggiunse Jack con tono scherzoso.

 

"Manufatti." -Lo corresse Daniel– [la forza dell’abitudine] – pensò

 

"Fa lo stesso." -Replicò l’altro con un leggero movimento della mano.

 

Daniel chiuse gli occhi e scosse leggermente la testa ma sorridendo.

 

"In ogni caso ci sto. A che ora si parte?" -Chiese battendo le mani Jack.

 

"Sicuro…? Sarà… un lavoro a tempo pieno. " -Replicò Daniel ancora con il sorriso sulle labbra.

 

"Oh, sicurissimo! Non ne vedo l’ora." -Esclamò Jack.

 

"Guarda che dovremo...dovrai...seguire le loro regole...questa volta…" –Disse il linguista alzando le sopracciglia e guardandolo dal di sopra degli occhiali.

 

"Hai la mia parola di boyscout."- Dichiarò solennemente Jack facendone il gesto.

 

" Tu sei stato nei boyscout?!" –Ribatté con tono scherzoso Daniel.

 

"Ehi! Così mi offendi."- Replicò Jack fingendosi di essersela presa.

 

Daniel sorrise -"Si parte domattina alle...otto...Ti va bene,Jack? Non è troppo presto,”vero”?"

 

"Alle otto mi va bene, Daniel."-Disse il Colonnello con un sorriso.

 

“Bene.” –Rispose il linguista con un sorriso.

 

[forse non tutto è perduto…]

 

[forse non tutto è perduto…]

 

“Bene…okay…io torno nel mio ufficio ho… delle scartoffie da eliminare…volevo dire da compilare, prima di andarmene a casa.” - Detto questo, Jack si avviò verso la porta.

 

E io devo completare delle traduzioni per l’SG-13.”

 

“A domani.” - Aggiunse mentre Jack lentamente lasciava il Lab.

 

“A domani.” 

 

FINE PARTE QUARTA

 

By Mel Jason

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Capitolo 5
*** Una Vacanza istruttiva-prologo parte5 ***


UNA VACANZA ISTRUTTIVA – PROLOGO

 

UNA VACANZA ISTRUTTIVA – PROLOGO

 

[PARTE QUINTA]

 

 

 

 

Appena Jack sparì, Daniel liberò la scrivania, ripose il suo zaino a terra, prese il fascicolo con le iscrizioni che aveva riportato l’SG-13, sparpagliò i libri di consultazione che gli servivano, prese un taccuino e la matita, accese la lampada e si mise subito al lavoro; dopo qualche istante Daniel udì la voce del Colonnello, seguito pochi secondi dopo dalla sua testa, che fece capolino dalla porta.

 

“Se hai intenzione di restare qui alla Base per tutta la notte, ricordati di mangiare qualcosa e di dormire qualche ora, okay?”

 

“Uhm…’kay.” –Rispose laconicamente il linguista, totalmente immerso nel suo compito a casa.

 

“Sì, come no…” - Mormorò il Colonnello mentre si allontanava nel corridoio; quando fu vicino ad una delle guardie che erano stazionate accanto al Lab di Daniel, gli rivolse la parola a bassa voce.

 

 

***

Quella stessa sera: ASCENSORE

 

 

Jack ormai in borghese (pantaloni chiari, una camicia chiara e un giaccone di jeans), era in ascensore per uscire dalla Base e ritornare a casa; ripensò con un sorriso il momento in cui Daniel gli aveva fatto recapitare, dopo la loro conversazione, un lungo elenco delle cose da fare, o meglio, non fare alla presenza del capo-tribù di PX3-456, con allegata una lettera di scusa per il capo che lui aveva usato e che Jack doveva assolutamente imparare a memoria; naturalmente Daniel aveva affiancato la pronuncia esatta di ogni parola; in quell’istante le porte si dischiusero e davanti a lui apparve Sam in abiti civili: jeans,camicetta blu e una giacca di pelle scura.

 

Carter…”- Disse Jack mentre lei vi entrava.

 

"Colonnello..."- Disse Sam salutandolo con un sorriso- "…ho sentito che Lei e Daniel andrete su PX3-456."

 

"Ma come…? Chi?...?…Lascia stare...in ogni modo sì...sarà una…”vacanza istruttiva… a sentir lui." –Aggiunse Jack mentre premette il pulsante 11, e l’ascensore riprese la sua corsa.

 

"Questo vuol dire che…"

 

"Già..."

 

Sul volto di Sam comparve un’espressione di sollievo.

 

"Signore, dica a Daniel di mangiare; quando è troppo preso si dimentica di mangiare, lo sa."

 

"Non ti preoccupare. Me n’occupo io...dovessi ingozzarlo a forza."

 

Sam rise: pensò che il Colonnello sarebbe stato capacissimo di farlo.

 

In quell’istante le porte si aprirono di nuovo: erano arrivati al checkpoint e i due uscirono dall’ascensore.

 

" Ci conto signore.”

 

Il Maggiore e il Colonnello si avvicinarono alla scrivania del Checkpoint e apposero la firma sul registro d’uscita.

 

“Fate buona vacanza, signore e spero di farne anche io una…" –Disse Sam dopo che ebbe finito di firmare.

 

" “Vai in vacanza”,Carter ?!" –Esclamò Jack alzando le sopracciglia.

 

"Sì,signore. “Stavolta sì.”-Rispose il Maggiore con un breve sorriso misterioso, (che non sfuggì al Colonnello).

 

-Mentre i due ufficiali percorrevano i corridoi per prendere il secondo ascensore, Jack rimase in silenzio, gettando ogni tanto uno sguardo incuriosito verso il suo secondo in comando ;poi, una volta giunti all’interno del secondo ascensore, dopo che Sam aveva premuto il pulsante, si voltò verso di Jack .  

 

“Muore dalla voglia di saperlo, non è vero, Colonnello?”

 

“Uhm?” -Fu la laconica risposta di Jack , voltandosi verso di lei

 

“Dove vado in vacanza.”

 

Jack fece spallucce e finse un totale disinteresse che Sam non bevve per niente.

 

“Diciamo che è una promessa che doveva essere mantenuta tanto tempo fa.”

 

Il Colonnello alzò un sopracciglio e rifletté sull’affermazione che aveva appena udito ,poi gli venne in mente il confabulare che aveva assistito poche ore prima fra lei e Teal’c, in Sala Riunioni…aveva forse a che fare con la vacanza di Carter? 

 

Le porte si dischiusero e i due uscirono; Sam si congedò dal suo Ufficiale comandante con un cenno del capo e proseguì verso l’uscita, e verso la sua macchina.

 

Jack restò un po’ perplesso e pensieroso; poi si avviò anche lui.

 

 

***

Quella stessa sera: LAB DI DANIEL

 

 

Una tazzina di caffè, ormai vuota , giaceva sulla scrivania del linguista, l’ultima delle tante che aveva bevuto per continuare a lavorare alla sua traduzione.    

 

Daniel, che era così preso dal suo compito a casa, non si era accorto (naturalmente), che ormai si era fatta sera inoltrata; quando si alzò dalla scrivania per dirigersi verso gli scaffali che si trovavano in fondo al suo ufficio, una figura ne approfittò per introdursi di nascosto ed appoggiare su di essa un oggetto; quando Daniel vi ritornò vide che sulla sua scrivania era magicamente apparso un vassoio con del cibo e un biglietto con la scritta mangiami!.

 

L’egittologo rimase per qualche istante sconcertato, ed uscì nel corridoio per vedere se vi fosse qualcuno, ma era deserto, a parte le due solite guardie di sicurezza, che gli lanciarono degli sguardi interrogativi; quindi ritornò dentro, alla fine, sul suo viso appare un leggero sorriso; si sedette e prese qualcosa dal vassoio, iniziò a sbocconcellarlo e si rese conto di aver fame e finì il suo pasto con gusto; dopo averlo terminato, ritornò immediatamente alla sua traduzione …naturalmente.

 

 

***

NOTTE FONDA -LAB DI DANIEL

 

…E Daniel era ancora alle prese con la traduzione, gli occorsero ancora parecchi minuti prima di poterla terminare; alla fine la ricontrollò accuratamente, quindi chiuse il fascicolo , si tolse gli occhiali e si strofinò gli occhi perché gli bruciavano…quando…

 

All’improvviso una voce maschile roboante esclamò: “Dottor Jackson è…è ora di riposare!”

 

La voce tonante fece sussultare il povero Daniel che quasi cadde dalla sedia.

 

“Mi scusi, Dottor Jackson.” –Disse la guardia con aria mortificata.

 

Daniel si voltò verso l’uomo che era comparso per magia alle sue spalle, inforcò di nuovo gli occhiali e lo fissò con aria interrogativa.

 

“Ehm… Dottor Jackson, mi segua nelle camerate, per favore.”

 

“Come ha detto,scusi?!” 

 

“Ahm… mi segua nelle camerate, per favore.”

 

“Ehm…Perché…?!

 

“Perché…questi sono i miei ordini, signore.”

 

“Ordini?! Di chi?!

 

Il volto dell’uomo divenne paonazzo e bofonchiò qualcosa che Daniel non comprese del tutto, ma lui intuì, o sperava di aver capito chi avesse dato quell’ordine e rimase … profondamente toccato .

 

“Non importa, Wilson.” – Sul volto di Daniel comparì un sorriso fuggevole.

 

“Se mi vuole seguire, signore.”

  

Daniel decise che aveva bisogno, in effetti, di un po’ di riposo, così chiuse i libri,prese il suo zaino (in modo di essere già preparato) , e seguì Wilson nell’ascensore e poi nelle stanze allestite come dormitorio, dove lo attendeva un letto comodo; si tolse gli occhiali e li appoggiò delicatamente a terra al sicuro ; appena mise la testa sul cuscino, il giovane archeologo cadde profondamente addormentato. 

 

 

FINE PARTE QUINTA

By Mel Jason

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Capitolo 6
*** Una Vacanza istruttiva-prologo parte6 ***


UNA VACANZA ISTRUTTIVA – PROLOGO

 

UNA VACANZA ISTRUTTIVA – PROLOGO

 

[PARTE SESTA]

 

 

 

SGC: IL GIORNO DOPO.

 

 

Daniel era stato svegliato esattamente alle ore 07:00  (dallo stesso Wilson, cui aveva chiesto se poteva recapitare il suo zaino nello spogliatoio dell’SG-1, e la guardia acconsentì senza indugio),  come gli era stato ordinato da qualcuno.

 

Dopo essersi alzato, e inforcato gli occhiali, il linguista si era recato senza deviazioni e automaticamente, in sala Mensa (salutando con un cenno frettoloso al personale SGC che gli augurava il buongiorno), per bersi la consueta tazza di caffè mattutina, e divorare le sue amate focacce. Non vedeva l’ora di gustarsele in santa pace.

 

Una volta seduto ad uno dei tanti tavoli vuoti, portò alle labbra il primo sorso di caffè , chiuse gli occhi e quando li riaprì, vide Jack (in borghese e con uno zaino), davanti a lui con il vassoio della sua colazione (poiché aveva deciso di mangiare alla Base): caffè e dei cereali alla frutta.

 

“Per caso sai dov’è finito Teal’c?!

 

“…’Giorno, Jack.”- Replicò Daniel senza batter ciglio dopo aver allontanato la tazzina dalle sue labbra per rispondere.

 

“Sì,Giorno, Daniel…Allora, lo sai dov’è? Volevo salutarlo prima di andar via, ma nel suo alloggio non c’è . E nessuno mi dice niente. ”-Esclamò sedendosi di fronte a Daniel e sistemando la sua colazione sul tavolo.

 

“Ehm…diciamo che è in libera uscita.” –Replicò il linguista iniziando a tagliare una delle sue focacce.

 

Libera uscita?!

 

“Hmmm.” –Rispose Daniel mentre in quel momento stava addentando un pezzo di focaccia.

 

“…vorresti approfondire?”

 

Daniel ingoiò il boccone e aggiunse- “Sam ha portato Teal’c con se. Sono andati in vacanza insieme, Jack. È abbastanza approfondito per te?”

 

“Ah.”

 

Il Colonnello non aveva mai pensato che Carter e Teal’c avessero vincolato tanto profondamente da andare in vacanza insieme, ma  ne fu piacevolmente… lieto…

 

All’improvviso, le parole di Sam gli risuonarono nella mente “Diciamo che è una promessa che doveva essere mantenuta, tanto tempo fa…” [-promessa che avrei dovuto mantenere io….]-si rimproverò Jack ripensando a quante volte Teal’c gli aveva chiesto di visitare il loro Mondo.

 

“Sam voleva far visitare un…” -tagliò e morse un altro pezzetto di focaccia - “…luogo magico a Teal’c-“ –lo inghiottì –“…così ha detto.” -Aggiunse quando ebbe di nuovo la bocca vuota.

 

Vi fu una pausa: Jack rimase soprapensiero, scervellandosi di capire quale fosse questo luogo magico…ma poi vi rinunciò .

 

“Ti vedo ben riposato, Daniel.” -Disse Jack dopo aver sorseggiato il suo caffè.

 

“ Ehm…ho dormito…”

 

“Vuoi dire che hai dormito ancora sulla tua scrivania.”

 

Daniel scosse la testa- “No, stavolta ho usato un letto.”

 

“Daniel Jackson che riesce ad interrompere i suoi compiti a casa per andare a dormire su un comodo letto?! È un “miracolo.”

 

“Veramente avevo già terminato.” -Ribatté Daniel - “E non lo chiamerei un miracolo

- Aggiunse con un sorriso enigmatico.

 

“Hm?”- Fu il commento di Jack mentre la sua bocca si riempiva di cereali.

 

“…ti sei studiato la pronuncia,Jack?” -Domandò Daniel cambiando completamente discorso.

 

“A§h,g§r§az§ie…p§e§r§ av§e§rmi§…”- Rispose Jack ancora con la bocca piena.

 

“Eh…?!

 

Il Colonnello mandò giù il boccone e poi ripeté- ” Grazie per avermi fatto recapitare il Memo [Memorandum], Daniel. L’ho imparato a memo---ria.”

 

Daniel gli lanciò uno sguardo al di sopra degli occhiali.

 

Jack abbassò lo sguardo poi lo rialzò e si affrettò ad aggiungere: – “Dico sul serio…stavolta andrà tutto per il verso giusto.” 

 

“Oh,lo spero…”- Mormorò l’egittologo sorseggiando il caffè.

 

“Mi ripeti come si pronuncia esattamente questa parola?” -Chiese Jack estraendo il Memo di Daniel dalla tasca della camicia, e puntando il dito sul rigo della pagina in questione.

 

“Quale?” - Chiese Daniel appoggiando la tazzina sul tavolo e sporgendosi verso di lui.

 

“Questa.”

 

“…oh…Tànèywè.”

 

“…temaue?”

 

Daniel emise un profondo sospiro e poi ripeté la parola scandendola -“Tà-né-y-wè.”

 

“Ahhh…tànéywè…ma certo…”

 

“Non devi dimenticare come si pronuncia: il cambiamento di un solo suono può modificare del tutto la frase e invece delle scuse, potresti insultarlo…di nuovo.” 

 

“Oh…e noi non vogliamo questo, vero?”

 

“No…non vorresti davvero subire la pena per aver insultato il capo due volte, credimi.”

 

“Tu sai qual è ?”

 

“Ehm…sì, e non sai quanto stai rischiando grosso, Jack.”

 

“Dai, non può essere così terribile…a meno che non sia…capitale…lo è…?!”

 

“No, no,per fortuna non lo è, ma…” -Jack vide Daniel…arrossire, e questo lo incuriosì alquanto. - “…ma…ehm… diciamo che una parte del tuo corpo ne soffrirebbe molto e… a lungo… ”  -aggiunse il linguista arrossendo ancor di più.

 

Jack alzò un sopracciglio. 

 

Daniel quindi tentò di esprimere a gesti la punizione corporale e dopo un rapido scambio di gesti e di alzate di sopracciglia ,finalmente il Colonnello comprese e restò ammutolito per due lunghiii istanti; infine pronunciò un  Oh soffocato

 

“Già…”- Aggiunse Daniel fissando lo sguardo sulla sua tazzina di caffè ormai vuota.

 

Il Colonnello si schiarì la voce e poi aggiunse: -“ La parte del mio corpo ti ringrazia vivamente, Daniel.” - E gli diede una leggera pacca sul braccio.

 

 

***

NELLO STESSO ISTANTE …

 

 

…in un vialetto di una strada deserta di Colorado Springs, una figura alta e in tuta scura si avvicinò ad un'altra figura vestita alla stessa maniera.

 

Una delle due figure, la più alta delle due (che indossava una bandana scura), stava aiutando l’altra a collocare, e legare, sul mezzo di trasporto rosso fuoco, degli zaini  che erano lì accanto.

 

"MaggioreCarter..."- Nella voce del Jaffa vi era una nota di... apprensione.

 

"Teal'c...allora sei pronto per un'emozionante avventura?"- Disse Sam sorridendogli.

 

"Tu ...sei sicura che non vi sia nessun pericolo, MaggioreCarter?"

 

"Nessun pericolo, Teal'c. Nessuno.” -Lo rassicurò il Maggiore dandogli una leggera pacca sul braccio; quindi mise in moto la sua Harley Davidson.

 

Il Jaffa si coprì (dignitosamente), le orecchie con le mani: quel frastuono era troppo intenso per il suo delicato udito di Jaffa.

 

Il Maggiore sorrise alla scena; si mise il casco e si sistemò sul sedile della sua moto.

 

"Teal'c..."

 

Il Jaffa alzò un sopracciglio.

 

Sam gli fece segno, battendo la mano sul sedile di montare sulla moto, Teal'c esitò per un istante; poi lui si infilò il casco , e con riluttanza si sedette dietro al Maggiore e la moto schizzò via; Sam sorrise quando sentì la stretta del suo amico sui suoi fianchi.

 

"MAGGIORECARTER!… NON È SAGGIO PROCEDERE IN TALE MANIERA!... TU SEI SICURA CHE QUESTO...VEICOLO SIA SICUROOOOOOOOOOOO!?" - Urlò Teal’c mentre le villette situate alla sua destra svanivano in un lampo.

 

"Sicurissimaaaaaaaaaa…" -Rispose gridando Sam senza degnarsi di nascondere il suo divertimento.

 

La voce del Maggiore si affievolì mentre la silhouette della motocicletta diveniva un puntino scuro all'orizzonte.

 

 

FINE PARTE SESTA

By Mel Jason

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Capitolo 7
*** Una Vacanza istruttiva-prologo parte7 (ultima) ***


UNA VACANZA ISTRUTTIVA – PROLOGO
 UNA VACANZA ISTRUTTIVA – PROLOGO

 

[PARTE SETTIMA ED ULTIMA ]

 

 

 

 

SGC: MENSA

 

“Ehi,”-Esclamò Jack guardando l’orologio- “ È ora di prepararsi. Hai finito di mangiare?”- Chiese il Colonnello alzandosi dalla sedia e afferrando il suo zaino.

 

“Uhm, sì” -Rispose Daniel e anche lui si alzò in piedi, prendendo il suo.

 

“Bene, andiamo a prepararci.”-Disse Jack mentre s’incamminava verso l’uscita, seguito da Daniel.

 

 

 

***

SGC: SPOGLIATOIO SG-1

 

Jack si stava cambiando e stava per indossare la mimetica verde SG, mentre Daniel era ancora sotto la doccia; intanto che lui stava finendo di sistemarsi, Daniel uscì ed iniziò a vestirsi.

 

Jack s’infilò il solito berretto da baseball (naturalmente all’incontrario) ,prese i soliti occhiali da sole (stavolta sarebbero stati veramente utili) e li infilò nella scollatura del giubbotto; invece Daniel optò per la bandana verde in dotazione, per proteggersi dal Sole cocente del Pianeta.

 

 

***

SALA CONTROLLO

 

I due uomini ora stavano entrando in Sala Controllo per un rapido saluto al Generale, che si trovava già lì. Daniel aveva con sé il Sagan Box.

 

“Buon giorno” -Dissero quasi all’unisono Jack e Daniel.

 

“Buon giorno a voi.” -Rispose Hammond con un sorriso, lieto nel vedere che i due uomini sembravano avere l’aria di essere molto rilassati e…in sintonia.

 

“Generale, la traduzione per l’SG-13 è sulla mia scrivania.”

 

“Molto bene, Dottor Jackson.”

 

“Noi siamo pronti a partire, signore.”-Aggiunse Jack.

 

“Allora…procediamo.” -Il Generale fece cenno al Sergente Harriman  di iniziare la procedura per attivare lo Stargate.

 

Jack e Daniel scesero gli scalini, percorsero il breve corridoio che li avrebbe condotti nella Sala della Porta, voltarono l’angolo e il portellone si aprì; entrarono nella Sala , raggiunsero la base della rampa e attesero che la Porta si attivasse.

 

Il giovane linguista guardò con entusiasmo il Sagan Box che aveva sotto il braccio: un dono per il capo di ‘456 che aveva promesso di consegnargli.

 

La voce del Sergente, tramite gli altoparlanti, aveva già quasi snocciolato la sua consueta litania.

 

"...6° simbolo, codificato...7° simbolo, agganciato!"

 

Il vortice d’acqua blu fuoriuscì immancabilmente con tutta la sua energia.

 

“Senti, Daniel…chi si occuperà dei tuoi pesci?” -Domandò Jack voltandosi verso Daniel. 

 

Daniel voltò leggermente la testa, sollevò il mento in direzione della Sala Controllo e indicò l’uomo che era in piedi accanto al sergente Davis.

 

“Hammond…?!” -Esclamò Jack soffocando una risata.

 

“ Si è offerto lui.” –Fu la risposta divertita del linguista.

 

"Colonnello, Dottor Jackson, Potete andare." -Esclamò la voce del Generale tramite gli altoparlanti della Sala Controllo -"Ci sentiremo fra 24 ore per un contato radio di routine…” -fece una piccola pausa e poi aggiunse -“ Buona vacanza.”

 

Il Colonnello e l'archeologo si voltarono nello stesso istante, sorrisero al loro ufficiale superiore; quindi si avviarono insieme sulla rampa e attraversarono la Porta. 

 

 

FINE PROLOGO

By Mel Jason

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Capitolo 8
*** Una Vacanza istruttiva-1°parte ***


UNA VACANZA ISTRUTTIVA – 1
UNA VACANZA ISTRUTTIVA – 1°

 

PRIMA PARTE

 

 

 

"Colonnello, dottor Jackson, Potete andare." -Esclamò la voce del Generale tramite gli altoparlanti della Sala Controllo -"Ci sentiremo fra 24 ore per un contatto radio di routine…” -fece una piccola pausa e poi aggiunse -“ Buona vacanza.”

 

Il Colonnello e l'archeologo si voltarono nello stesso istante, sorrisero al loro ufficiale superiore; quindi si avviarono insieme sulla rampa e attraversarono la Porta. 

 

 

***

 

Daniel e Jack apparvero contemporaneamente dall'altra Parte di PX3-456; lo Stargate si disattivò alle loro spalle pochi istanti dopo.

 

Il clima era come Jack se lo ricordava: afoso, pesante, soffocante; decisamente non era il genere di clima che preferiva.

 

L’enorme Sole Bianco era già alto nel cielo glicine; delle lunghe e sottili nubi rosse stavano comparendo all’orizzonte su cui svettavano i contorni, ormai velati, delle cime d’identica altezza della Catena Montuosa.

 

La vista a 180° che si godeva dall’altura dove era collocata la Porta, era mozzafiato; dall’elevata posizione vi si poteva contemplare il magnifico panorama che si estendeva a perdita d’occhio, davanti, e ai loro lati: la lussureggiante foresta, le piccole colline erbose, dalle insolite tinte accese a causa della flora aliena, la grande radura in cui sorgeva Efi, il villaggio dei Kabutanga, situato esattamente al centro, attorniato da alti alberi dai folti rami frondosi.

 

Un’alta palizzata di legno segnava il confine fra l’abitazione del capo e quella dei suoi sudditi; una piccola, ma meravigliosa, cascata che, precipitando da una rupe piuttosto alta si riversava nel fiume al di sotto di essa; e infine, le strisce di terra inondate, poste in senso latitudinale al centro del fiume, su cui i nativi coltivavano le singolari piante acquatiche che già s’innalzavano rigogliose.

 

Jack e Daniel sganciarono gli zaini e li posarono a terra.

 

“Eccoci di nuovo qua.” -Esclamò Jack con un breve e finto sorriso.

 

Il Colonnello si coprì gli occhi con la mano destra per ripararli dai forti raggi; poi fece scivolare la mano sulla tesa del cappello e voltò il berretto in avanti; e usando entrambi le mani si sistemò per bene la visiera sulla fronte.

 

“Già.” –Rispose Daniel con tono felice e voltandosi verso di lui. 

 

Jack stava per infilarsi i suoi adorati occhiali da sole, quando vide il suo amico scuotere leggermente la testa; lui lo fissò con aria interrogativa; si ricordò delle regole; sospirò, e a malincuore, li infilò di nuovo nella scollatura del corpetto Omega. 

 

Il giovane archeologo iniziò a scendere gli scalini, seguito poco dopo dal Colonnello; entrambi con le cinghie degli zaini appoggiati su una spalla. 

 

I due terrestri erano appena giunti alla base della scalinata, quando si accorsero che, al lato destro del piedistallo della Porta erano comparsi ,come per magia, due uomini, o meglio le loro teste; e li stavano fissando con aria sbalordita.

 

“Salve.” -Disse Jack con aria amichevole, sollevando una mano.

 

I due nativi rimasero immobili; infine, ripresesi dallo shock, provocato quasi certamente dalla comparsa del Vortice, si raddrizzarono in tutta la loro altezza; e uscirono allo scoperto.

 

Il Colonnello vide che erano armati di lancia e che venivano verso di lui con atteggiamento serio; l’espressione del suo volto cambiò bruscamente e il suo istinto di soldato stava per scattare.

 

“Jack…”

 

Il tono che Daniel aveva usato lo fece voltare; l’espressione del suo amico gli fece capire che doveva lasciare fare a lui; acconsentì, annuendo lentamente con il capo.

 

Daniel chinò brevemente la testa, la risollevò e pronunciò poche parole; i nativi si avvicinarono a lui; uno dei due soldati alieni (il più alto), rispose con un lieve sorriso; il linguista gli porse il Sagan Box; e mentre l’altro indigeno iniziò a correre (anzi a volare come se avesse le ali ai piedi in direzione del villaggio), l’uomo rimasto iniziò a rigirare fra le mani la scatola grigia e a osservarla con grande interesse.

       

Il Colonnello sorrise, mentre osservava l’espressione incuriosita e affascinata dell’alieno.  -“ Bell’oggetto, vero?” - Aggiunse con ironia.-

 

“Che facciamo ora?” – Chiese dopo un minuto Jack, voltandosi verso Daniel.

 

“Ora aspettiamo.”

 

“Okayy…” – Disse il Colonnello mentre si sedeva sulla scalinata, posandosi lo zaino a fianco; gettò uno sguardo verso Daniel e vide che il linguista aveva già intavolato una conversazione con il nativo a pochi passi da lui.

 

Jack iniziò a tamburellare freneticamente le dita sul suo ginocchio, si tolse il berretto e si scompose i capelli; si rimise il cappello, si guardò attorno, si riaggiustò il berretto; infine osò perfino infilarsi gli occhiali da sole, quando aveva visto, con un altro rapido sguardo in direzione di Daniel,  che lui era ancora occupato col nativo.

 

[Beh, forse, questo posto non sarà così male…all’ombra.] - Si disse Jack- [il panorama di sicuro è incredibile…]

 

Pochi secondi dopo, sul suo volto comparve un sorriso malizioso e posò lo sguardo sullo zaino che giaceva ai suoi piedi; lo aprì e vi guardò dentro: sul fondo, fra le altre cose, giaceva il suo piccolo, e preferito,congegno portatile di divertimento e alcuni numeri della sua rivista preferita; ebbe l’impulso di tirarne fuori uno e di leggerlo, ma ci ripensò, li avrebbe adoperati nei periodi di noi…ehm…di riposo.

 

**

…dopo un’attesa di oltre un quarto d’ora …

 

…passati a osservare Daniel e il nativo in gioiosa conversazione (anche se il fatto di vedere, dopo molto tempo, il giovane archeologo rilassato e di buon umore valeva questo sacrificio); la pazienza del Colonnello stava per esaurirsi, quando, udendo rumori di passi, scattò in piedi e al contempo si tolse gli occhiali, riponendoli nella scollatura ,mentre la chiacchierata fra il linguista e l’alieno s’interruppe bruscamente.

 

L’ufficiale e l’egittologo videro arrivare da un sentiero alla loro destra un folto gruppo: il capo-tribù,la sua scorta personale e il suo rappresentante (che in quella circostanza, il suo ruolo avrebbe avuto scarsa rilevanza).

 

Il Capo-tribù era seduto sulla portantina di legno sorretta dai quattro uomini robusti (che Daniel aveva già visto in precedenza), ed era scortato dai tre, dei quattro uomini muniti di armi; il quarto, che era l’uomo con cui si era trattenuto il giovane archeologo, appena aveva scorto l’arrivo della compagnia, si era precipitato a fianco dei suoi compagni; ma non prima di aver consegnato prontamente il Sagan Box al portavoce.

 

Il linguista notò, mentre il gruppo stava per raggiungere la scalinata, anche una donna, che ultimava la fila, che non aveva mai visto: indossava una lunga veste bianca a maniche lunghe e ampie con dei magnifici disegni stilizzati, aveva la carnagione chiara e il viso affilato; i suoi lunghi capelli, fluenti e ondulati, erano interamente bianchi,o meglio di un bianco argentato, sebbene il volto fosse privo di rughe profonde.

 

Man mano che essi si avvicinavano, scorse altri dettagli: i suoi occhi dalla forma allungata, erano di un colore insolitamente chiaro, che le conferiva un inquietante sguardo magnetico; i loro sguardi s’incrociarono per un breve istante, ma fu sufficiente per mandare dei brividi freddi lungo la schiena dell’egittologo.

 

Daniel distolse a fatica lo sguardo dalla donna, e ritornò a osservare il capo-tribù; e solo in quel momento notò la grande differenza nel suo abbigliamento: l’uomo era vestito molto più…elegantemente dell’ultima volta; il colore blu dominava sulla sua persona, nel copricapo, nel pareo, nel piccolo mantello, nelle perline fra i capelli intrecciati, persino i sandali avevano una sfumatura di blu intenso; al collo indossava una singolare, raffinata ed elaborata collana con perline e pendenti rotondi; anche l’abbigliamento della scorta e dei robusti portatori era più che ricercato, sebbene, naturalmente, non superava quello del loro sovrano .

 

L’egittologo si chiese se fosse davvero una strana coincidenza……che il blu fosse uno dei colori (oltre al giallo, al verde e al bianco), degli Yoruba della Nigeria.

 

-“Che sciccheria.” – Esclamò il Colonnello voltandosi verso Daniel,e con espressione ironica aggiunse- “…Perché non me l’hai detto Daniel? Avrei tirato fuori l’uniforme buona.”

 

Daniel lo guardò semplicemente -“Neanche io mi aspettavo nulla niente del gen…” - l’egittologo s’interruppe a metà frase, i suoi occhi indugiarono sulla collana del capo-tribù.” …genere. Jack, credo che quella collana sia fatta di Naqahdah.”

 

“Ah davvero?” -Fu la risposta laconica del Colonnello, espressa con un tono sarcastico che indicava la sua totale indifferenza.

 

La chiusura degli occhi e un leggero scotimento del capo, fu l’unica replica che l’archeologo fu in grado di esprimere in quella circostanza.   

 

Il Colonnello si pentì subito della sua brusca riposta. – “È una bella collana…molto…artistica. Credi che Carter apprezzerebbe una di quelle per Natale?” –Aggiunse con un tono scherzoso.

 

Daniel girò la testa, un’espressione stupita sul volto.- “Non credo, Jack. - Replicò poi con un fuggevole sorriso.- “Sam non mi sembra proprio il tipo da collane.”

 

“Già, lo penso anch’io…Janet?”

 

“Credo che se le facessi un regalo simile, per prima cosa ti esaminerebbe con la sua torcia-penna.”

 

“Au. Meglio di no, allora.”

 

I due amici si scambiarono un sorriso pieno di complicità.

 

La comitiva aliena ormai aveva quasi raggiunto lo Stargate: i quattro portatori si muovevano simultaneamente e con grazia; giunti a pochi passi dalla Porta, essi calarono la portantina al suolo, e una volta posatola, i robusti individui abbassarono il capo e in quel modo rimasero.

 

"Ké tèè Nawqsééé, Dan’yr.” [Noi ti diamo di nuovo il Benvenuto, Dan’yr] - Dichiarò il capo sorridendo solennemente,rivolgendosi naturalmente a Daniel, il quale sorrise a sua volta nell’udire il suo nuovo nome che l’altro uomo gli aveva assegnato.

 

[Ti ringrazio, grande e generoso capo…]- Disse il giovane linguista inchinando il capo.

 

L’uomo, che aveva preso in consegna il Sagan Box, si avvicinò al suo sovrano a testa bassa , allungò un braccio e glielo consegnò, rimanendo al suo fianco.

 

[“Questo è un dono che noi, popolo della Terra, doniamo a te e alla tua gente; esso dimostra che ora le nostre due popolazioni sono amiche] –Disse Daniel rialzando il capo e sorridendogli.]

 

L’uomo barbuto prese fra le mani la piccola scatola e la osservò incuriosito; lo strano simbolo che vi era inciso (il simbolo che rappresentava il punto di origine della Terra), sembrò suscitargli uno strano interesse; alzò lo sguardo dalla scatola grigia e lo posò in direzione dello Stargate…sul simbolo della Terra inciso sulla Porta.

 

Daniel si voltò leggermente seguendo la direzione dello sguardo dell’uomo barbuto.

 

[Sì , grande e generoso capo, la Terra Ho un altro un dono per te, grande e generoso capo.”]-Aggiunse Daniel,guardandolo in volto; si chinò sul suo zaino; lo aprì e ne trasse un oggetto. ]

 

Il capo guardò il giovane linguista con attenzione mentre frugava nel suo sacco; lo vide raddrizzarsi e notò che aveva qualcosa in mano.

 

Daniel , a capo chino, tese le braccia : fra le sue mani vi era una piccola statua di legno in stile Yoruba, rappresentante un dignitario; era solo una riproduzione naturalmente, perché l’originale era esposto nel Museum of Primitive Art di New York.

 

'Ndalkym rimase stupito per un istante, poi sul suo volto comparve un sorriso e fissò a lungo Daniel; dopo vari istanti, riconsegnò il Sagan e la statuetta all’uomo alla sua destra (che la prese senza alzare lo sguardo).

 

[“Grande e generoso capo, ti ricordi del Colonnello O'Neill?]” – Domandò Daniel indicandolo con un gesto della mano.

 

Jack seguendo le istruzioni che Daniel gli aveva impartito, si era avvicinato alla portantina e aveva abbassato lo sguardo, e lo avrebbe tenuto a quel modo finché il capo non gli avesse rivolto la parola.

 

L’uomo dai capelli intrecciati annuì con un rapido e secco movimento del mento.

 

[“Lui-lui è...”] -aggiunse il linguista, balbettando, sorpreso dal modo brusco del sovrano.  

 

[“Ricordiamo colui che ci ha offeso.”]- Asserì, interrompendolo, il capo dei nativi, corrugando la fronte.

 

Daniel, allarmato dall’espressione ostile dell’uomo, lanciò un'occhiata di sottecchi al suo compagno.

 

Jack, sentendo nel tono della voce dell’uomo una certa irritazione, e una certa tensione proveniente dai movimenti del corpo di Daniel, alzò il sopracciglio sinistro; ma non osò sollevare lo sguardo per non peggiorare la situazione.

 

[“Grande capo, egli è un glorioso capo e un uomo di grande onore. Egli ha desiderato venire di persona per porgerti le sue umili scuse…”] –Si affrettò a dire Daniel.

 

Il sovrano sembrò rifletterci su; poi dopo qualche istante, acconsentì con un cenno della mano.

 

“Jack.” -Aggiunse Daniel sottovoce, dando al Colonnello l’imbeccata per agire. 

 

Jack s’inchinò profondamente, come Daniel gli aveva spiegato, e pronunciò tre parole nella strana lingua aliena.

 

Il capo-tribù lo osservò intensamente per qualche istante; alla fine si sporse in avanti, allungò il braccio e appoggiò la mano sulla testa di Jack, e lì restò per un lungo momento; poi la tolse: sul suo volto apparve un’espressione molta soddisfatta.

 

"Tèlkaà. O’Nir" -Dichiarò il capo 'Ndalkym con tono calmo.

 

Jack si drizzò e alzò lo sguardo: vide l’uomo che estraeva una fiaschetta dal suo pareo e prenderne un sorso.

 

Il Colonnello lanciò uno sguardo avvilito verso Daniel; l’archeologo lo fissò con un’espressione di compassione e d’incoraggiamento; in quel momento il capo tribù sputò in faccia a Jack uno strano liquido bianco.

 

Ci volle molta padronanza di nervi, ma Jack riuscì a rimanere completamente impassibile e immobile.

 

"Kàclè Utrè nii" -Dichiarò solennemente 'Ndalkym; poi si rivolse ai quattro uomini con tono autoritario.-“Nacklèè.”

 

I suoi portatori rialzarono la portantina così come l’avevano calata: simultaneamente e con delicatezza; si avviarono giù per una discesa, in direzione del sentiero che conduceva al villaggio, seguiti dal resto della scorta.

 

La strana donna, prima di seguire il suo sovrano, si voltò ancora una volta e gettò uno sguardo enigmatico verso Daniel; quest’ultimo non lo notò essendosi già voltato verso Jack.

 

“Ci ha detto di seguirlo al villaggio.” -Disse Daniel tirando fuori della tasca del giubbetto un fazzoletto e porgendolo a Jack.- "Tieni." - aggiunse con un sorriso e con un pizzico d’orgoglio per il comportamento tenuto del suo amico.

 

”Grazie”. -Rispose il Colonnello afferrando il fazzoletto dalle mani del linguista e asciugandosi il volto.

 

"'Ndalkym ha accettato le tue scuse. È un buon inizio, Jack.” -Asserì Daniel compiaciuto.

 

"Perché non ha sputato anche a te!?"- Replicò il Colonnello con tono leggermente indispettito, infilando in malo modo il fazzoletto, ormai zuppo, nella tasca dei pantaloni.

 

Daniel, con un’espressione divertita mal celata sul volto, non replicò, ma gli fece cenno con la mano di incamminarsi, poi sollevò da terra lo zaino e lo appoggiò sulla spalla; Jack seguì il suo esempio; e i due umani andarono dietro al piccolo corteo.

 

Jack tentò di fare conversazione durante quello che riteneva sarebbe stato un lungo tragitto (e aveva ragione, naturalmente), ma fu fulminato con uno sguardo dal giovane egittologo; che poi gli spiegò, ugualmente, in modo rapido e sottovoce, che non era permesso parlare alle spalle del capo-tribù; Jack scosse la testa e proseguì malvolentieri in silenzio.

 

***

 

MENTRE  SULLA TERRA …

 

Teal'c era ancora all'oscuro di quale fosse la loro meta, se ve n’era davvero una; il MaggioreCarter era stata alquanto vaga, quando gliela aveva chiesto…più di una volta, a dir la verità.

 

"Molto presto lo scoprirai, Teal'c. Sii, paziente."- Aveva risposto il Maggiore per l’ennesima volta.

 

La moto con a bordo Sam e Teal'c, stava continuando il suo percorso in direzione sud, verso la sua destinazione misteriosa.

 

L’indizio che mise sulla buona strada Teal’c, fu il cartello con la scritta che indicava che stavano lasciando lo Stato del Colorado.

 

La moto infine abbandonò la strada principale, s’introdusse nell’I-25 [Interstatale 25] Sud.

 

FINE PRIMA PARTE…

By Mel Jason

 

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Capitolo 9
*** Una Vacanza istruttiva-1 (seconda parte) ***


UNA VACANZA ISTRUTTIVA – 1
UNA VACANZA ISTRUTTIVA – 1°

 

SECONDA PARTE

 

 

 

SU PX3-456

 

…Durante la discesa (con molto sollievo del Colonnello), attraversarono una specie di tettoia di rami intrecciati che impediva ai raggi cocenti del sole di penetrare.

 

Daniel e Jack udirono intorno a loro i versi delle strane creature aliene che abitavano il Pianeta.

 

L’archeologo riuscì anche a vederne una di sfuggita: uno strano bipede piumato dai colori accesi appollaiato su un ramo, che poco dopo volò via; si udivano anche strani suoni gutturali e striduli, che di notte, dovevano davvero suscitare spavento nella popolazione ...almeno in quella più giovane.

 

Daniel osservò con più attenzione la flora aliena del Pianeta ,che dalla sua ultima visita era davvero… esplosa: per tutto il lato destro delle colline, vi erano delle zone di blu e giallo di un tono quasi fosforescente; dai fiori alieni scaturiva, diffondendolo nell’aria, un polline e un profumo molto intenso; ma, stranamente, come notò con stupore e sollievo, non aveva alcun effetto su di lui.

 

Il giovane linguista rallentò il passo; avrebbe voluto fermarsi qualche minuto per contemplare quello splendido spettacolo di colori (a differenza di Jack, che era ancora irritato per…la sputacchiata che aveva ricevuto in faccia), e anche, perché no, prenderne qualche campione per farla studiare ai botanici dell’SGC; ma ciò non era possibile e a malincuore riprese a marciare dietro alla scorta.

 

 

***

…Dopo aver percorso il sentiero, la comitiva stava finalmente per arrivare al villaggio dei Kabutanga.

 

L’elevata palizzata di legno frontale si divise in due, aprendosi silenziosamente.

 

Il linguista e il Colonnello, in coda, entrarono all’interno; sfilarono fra le due ali di folla che si erano create appena il capo tribù era apparso sulla soglia.

 

Tutti i nativi erano a testa bassa.

 

I due umani poterono vedere da vicino le costruzioni del villaggio: modeste capanne circolari bianche di rami intrecciati con tetti a punta; al di là della palizzata, posta nel mezzo, vi si ergeva la residenza del Capo che era di dimensioni molto superiori, ovviamente, a quello dei suoi sudditi; si differenziava anche nella forma, che era quadrata, ma per il resto, era dello stesso colore e con lo stesso tetto a punta.  

 

In lontananza si udiva il suono argentino della piccola cascata.

 

Jack e Daniel ,naturalmente, destarono molta curiosità nella gente del villaggio; ogni tanto i due uomini notavano degli sguardi che si sollevavano timidamente nella loro direzione, per poi ribassarsi rapidamente.  

 

L’abbigliamento della moltitudine di persone che li circondavano, d’entrambi i sessi e di varie età, consisteva, per quanto riguardava la foggia maschile, in semplici parei fino alla caviglia, diversi nel colore e nella lunghezza; mentre quella femminile, più ricercata, consisteva in una lunga veste senza maniche annodata a una spalla che variava nei disegni ricamati su di essa, nella sfumatura dei colori, nell’estensione della veste (in base all’età), e avvolto intorno alla testa portavano una specie di turbante multicolore.

 

Era una gioia per gli occhi quell'esplosione di colori vivaci…soprattutto di…blu,verde, giallo e bianco.

 

La portantina, che aveva proseguito, si fermò ai piedi di un piccolo piedistallo a gradoni situato nel centro del villaggio; i portatori la calarono per posizionarla esattamente sopra di esso; e una volta eseguita quest’operazione, si disposero ai lati del loro sovrano a capo chino; ma la donna misteriosa rimase in piedi dietro alla portantina,forse sopra su uno scalino, poiché la sua testa faceva capolino dalle spalle dell’uomo barbuto.

 

Daniel e Jack, posando a terra gli zaini,chinarono la testa in segno di rispetto, ma i sudditi del re si prostrarono come un sol uomo.

 

I due terrestri così si ritrovarono a essere le uniche persone in piedi davanti al capo: Daniel stava per inginocchiarsi, ma lanciando un rapido sguardo a ‘Ndalkym, questi scosse la testa e l’egittologo rimase in piedi; per fortuna, il Colonnello, che teneva d'occhio Daniel di sbieco, fu svelto di riflessi.

 

La strana donna fu l’unica che rimase con il capo dritto, sfoggiando un’aria di superiorità.

 

'Ndalkym pronunciò una sola parola e la folla alzò il capo, si raddrizzò, ma rimase inginocchiata e con lo sguardo abbassato.

 

[“Noi vi abbiamo convocato in nostra presenza affinché voi possiate fare la conoscenza di Dan’yr e del suo signore O’Nir. Essi sono giunti dal Grande Anello Sacro.]

 

A queste parole, la folla emise un'esclamazione di sorpresa, che si acquietò all'istante quando il capo lì ammonì severamente con una parola.

 

[Essi hanno la nostra benevolenza, e quindi sono degni della nostra amicizia."]-Aggiunse poi.

 

"Daniel che dice?"- Bisbigliò Jack guardando Daniel di sottecchi.

 

"Ha detto loro che siamo arrivati dal...Grande Anello Sacro…" -Rispose frettolosamente e a bassa voce Daniel (omettendo la parte riguardante il…suo signore),- “ …e che siamo degni della sua amicizia.

 

"Ahh...ma naturalmente.”

 

["Vieni avanti. Avvicinati a me, Capo O’Nir."]-Disse, accompagnando il gesto della mano alla parola. 

 

Jack fece un passo avanti ,dopo aver udito la rapida traduzione di Daniel, e avendo riconosciuto il suo nome…leggermente storpiato dal capo-tribù.

 

L’uomo barbuto proseguì a parlare.

 

Daniel tradusse per Jack, a bassa voce.- "O’Nir, tu ora sei il benvenuto fra il mio popolo.” -

 

Jack sorrise e sollevando la testa  rivolse lo sguardo verso il capo.

 

["Dan’yr...vieni avanti."] -Aggiunse con un lieve sorriso ‘Ndalkym.

 

Daniel si avvicinò a Jack con la testa abbassata e rimase in quella posizione.

 

["Tu, Dan’yr ,tu che parli la nostra amata e antica lingua, noi ti doniamo con gioia la nostra amicizia e la nostra ospitalità.]

 

[“Io sono onorato e ti ringrazio …grande e glorioso capo…io sono ritornato con immensa gioia poiché desidero ,con il tuo permesso, apprendere di più degli usi e costumi del tuo grande e glorioso popolo…”]

 

[“Il tuo desiderio è invero così intenso , Dan’yr?]

 

[“Sì, grande e glorioso capo…tu sai che nel mio Mondo io studio Popoli del Passato, Storie del Passato…tutto ciò che è venuto prima di noi; io sarei profondamente onorato di poter studiare a fondo la vostra storia e le vostre usanze”]

 

Il capo sorrise fiero ["…Dan’yr, lascia che io veda il tuo volto."]

 

Il giovane obbedì.

 

Gli occhi profondi e neri di 'Ndalkym incontrarono quelli blu di Daniel, e vi rimasero a lungo; alle spalle del capo,la strana donna si chinò e gli mormorò qualcosa nell’orecchio, ma i suoi occhi chiari fissavano quelli di Daniel, che rabbrividì quando incrociò di nuovo lo sguardo della donna.

 

Daniel, infine, riuscì a distogliere lo sguardo da quelli occhi magnetici e li ripose su quelli di Ndalkym; poi la sua mente iniziò a riflettere…: chi era, in realtà, quella strana donna? Una consigliera?…una sacerdotessa? Ad ogni modo, era evidente che possedesse un’influenza di qualche sorta sul sovrano; se fosse buona o cattiva, questo lui non lo sapeva …ancora. 

 

Jack ,di sottecchi,osservò con curiosità la scena che si stava svolgendo davanti ai suoi occhi, e si domandò che cosa stesse accadendo.

 

Alla fine, sul volto di 'Ndalkym, apparve un sorriso molto compiaciuto; solo in quel momento, la strana donna si drizzò, e rivolse un sorriso enigmatico a Daniel.

 

[Noi ti concediamo, di buon grado, di acquisire tutta la Conoscenza della nostra Antica Storia e delle nostre venerate Tradizioni, Dan’yr.]

 

[…Forse, in fondo, è buona.] - considerò Daniel, in riferimento all’influenza della misteriosa donna.

 

 “Daniel?”

 

“Sì?” -Solo in quell’istante,Daniel sembrò ricordarsi della presenza di Jack al suo fianco.                             

 

“Che sta succedendo!?" –Sbottò il Colonnello ma a bassa voce.

 

“È tutto a posto, Jack.” -Rispose il linguista con sorriso.

 

“Ah, davvero?!”

 

“Sì.”

 

“Mi vorresti approfondire il concetto?!”

 

Daniel tradusse rapidamente per Jack il breve discorso che vi era stato.

 

“Oh… Quindi è fatta. Mi dovrò rimboccare le maniche e farti da assistente.” -disse il Colonnello con finta aria di rassegnazione.

 

“Âtààà Nììme.”- Disse l’uomo barbuto con gravità e la folla si alzò in piedi come un’unica persona.

 

["Dan’yr, O'Nir,"]-Disse sorridendo- ["Suwesi vi mostrerà la vostra abitazione...più tardi...vi sarà una festa in vostro onore]

 

La folla ebbe un breve ma intenso sussulto di entusiasmo.

 

Daniel tradusse per Jack; i due terrestri sorrisero e s’inchinarono.

 

[“Una festa? Non vedo l’ora.”] -pensò Jack.

 

“Mitaé. Kriééià.”- Pronunciò con tono solenne il capo. 

 

I portatori sollevarono il capo simultaneamente e rialzarono la portantina; la girarono e si avviarono, seguiti dal resto della compagnia, verso l’abitazione reale, al di là dal recinto; e quando il corteo fu abbastanza lontano, i due terrestri si drizzarono.

 

Subito dopo che l’uomo barbuto sparì all’interno della sua abitazione, la folla finalmente si rialzò disordinatamente; si raggruppò intorno ai due umani, che si ritrovarono a essere l’oggetto della curiosità dei nativi, soprattutto da parte dei bimbi, che erano quelli più interessati: toccavano i capelli di Jack, i suoi occhiali da sole, il cappello da baseball; gli uomini erano interessati agli zaini e fu una bella impresa per Jack doverli allontanarli con delicatezza e impedire loro che li aprissero; le donne invece erano affascinati dagli occhiali, e naturalmente dagli occhi azzurri di Daniel, li paragonavano alle pietre di fiume che scorgevano ogni giorno nel letto del torrente quando vi s’immergevano per fare il bagno.

 

All’improvviso…

 

“Mèèè Teeee.” -Disse in tono perentorio una voce femminile alle loro spalle.

 

La folla, udendo la voce si bloccò; poi si disperse rapidamente in ogni direzione; i due uomini guardarono andar via la moltitudine che si muoveva silenziosa. 

 

["'Mtay O'Nir...'Mtay Dan’yr, "]- Disse la stessa voce , ora melodiosa.

 

Jack e Daniel voltarono la testa nello stesso istante e videro una fanciulla (avrà avuto circa 16 anni), col viso rotondo, a capo chino: era bella come il resto della sua gente.

 

La fanciulla indossava un lungo -le arrivava fino ai piedi, che erano scalzi-- pareo blu acceso annodato alla spalla destra con al centro uno strano, ma magnifico disegno stilizzato:una corona di piume (che doveva rappresentare l’emblema reale), e un copricapo piumato che ricordava un po’ quello di ‘Ndalkym, ma molto meno appariscente e più piccolo.

 

["Salve Suwesi]" – Disse Daniel con un sorriso.

 

"Salve..."-Disse Jack nello stesso momento alzando la mano e scuotendola leggermente.

 

La giovane,timidamente, alzò lo sguardo per un istante: i suoi occhi scuri e vellutati, erano simili a quelli di una gazzella; poi lo riabbassò immediatamente.

 

["Vi prego di seguirmi,'Mtayy."]- Dichiarò la giovane indicando loro il sentiero di fronte a lei.

 

I due uomini presero da terra gli zaini; la giovane si avvicinò a loro, ma rimanendo un passo indietro si sistemò tra Daniel e Jack, e lì rimase per tutto il tragitto.

 

 

***

MENTRE SULLA TERRA …

 

La Harley s’immise nell’I-40 [Interstatale 40] Est…e il paesaggio circostante iniziò a cambiare, divenendo surreale e…magico.

 

FINE SECONDA PARTE

 

By Mel Jason

 

 

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Capitolo 10
*** Una Vacanza istruttiva-prologo parte 2 ***


UNA VACANZA ISTRUTTIVA – 2
UNA VACANZA ISTRUTTIVA – 2° parte

 

 

 

 

I portatori avanzarono sino al centro della dimora reale, e con la consueta sincronia e grazia, posarono la portantina al suolo; s’inchinarono e uscirono, arretrando a capo chino.

 

'Ndalkym non scese subito dalla sua sedia; aveva un’aria pensierosa,lo sguardo abbassato, accigliato, e scuoteva la testa come se temesse qualcosa.

 

Quel qualcosa si manifestò, pochi secondi più tardi, nelle sembianze di tre uomini che, dall’andatura e dal contegno, lasciavano a intendere che non erano delle persone qualsiasi; naturalmente il loro abbigliamento ricercato era un altro chiaro indizio.

 

I tre individui entrarono con passo spedito e sguardo fisso.

 

Il sovrano barbuto sollevò lo sguardo e fissò le tre figure dinanzi a sé con uno sguardo accigliato.

 

“Mio Re” –Disse uno dei tre, dopo essersi inchinato leggermente.-“Noi…” -l’uomo s’interruppe quando vide la mano del suo sovrano alzarsi di scatto.

 

“Non dire un'altra parola,‘Mbani. Sono a conoscenza di che cosa sei--siete venuti ad avvisarmi. Ma io ho preso la mia decisione.”

 

“Ma le nostre Leggi proibiscono…”

 

‘Mbani fu interrotto una seconda volta, con suo grande disappunto.

 

“Forse Nyta ti ha soffiato nell’orecchio e ti ha privato dell’udito?!”– Nel tono di voce del re treccioluto, vi era una più che evidente nota di sarcasmo.  

 

Sul volto di ‘Mbani comparve un’espressione di leggera perplessità che svanì nello stesso modo in cui vi era comparsa. - “No, mio Re. Non l’ha fatto.”

 

“…Bene. Pertanto, non vi è nient’altro di cui discutere. Dan’yr avrà accesso al Tempio Sacro e voi non lo ostacolerete. Mi avete compreso?! Ora, andate a prepararvi per la celebrazione.

 

Un gelido silenzio cadde nella Stanza.‘Mbani e gli altri due dignitari (questo era il loro ruolo), si scambiarono rapidamente delle brevi, ma significative occhiate; si fissarono per lunghi istanti, poi sui loro volti comparve un’espressione di sconfitta.

 

“I tuoi ordini saranno eseguiti, mio Re.”

 

I tre nobili s’inchinarono e uscirono indietreggiando.  

 

'Ndalkym decise di alzarsi dalla portantina, e lo fece come se le sue gambe sostenessero un fardello molto pesante; avanzò lentamente verso il suo letto in fondo alla stanza e vi sedette faticosamente ,abbassando il capo in segno di abbattimento; lo sollevò solo quando sentì un familiare fruscio di stoffa.

 

I suoi occhi scuri e mesti incontrarono degli occhi chiari e serafici.

 

“Sapevo che non mi avresti deluso.” -Disse con dolcezza una voce femminile.

 

 

***

 

I due uomini presero da terra gli zaini; la giovane si avvicinò a loro, ma rimanendo un passo indietro ,si sistemò tra Daniel e Jack e lì rimase per tutto il tragitto; tragitto che li condusse in una zona vicina, ma allo stesso tempo, appartata, dal resto del villaggio.

 

"Come ci ha chiamati?"- Chiese il Colonnello con tono curioso mentre camminavano.

 

"'Mtayy." -Rispose prontamente Daniel.

 

"Sarebbe una specie di San...sai, come in Giappone."

 

Daniel rifletté per un istante. "Sì...diciamo di sì. È un termine di rispetto…”

 

"Mm-tai O'Neill, suona bene, non è vero?"- Lo interruppe Jack con tono compiaciuto.

 

Daniel gli lanciò un'occhiata di traverso e poi lo ignorò, ritornando a guardare avanti a sé.

 

"Non è vero…?!" -Ripeté Jack.

 

"Sì, Jack. Suona molto bene." – Replicò l’archeologo senza neanche voltarsi.- “…come stavo dicendo, è un termine di rispetto…e poiché ha pronunciato prima il tuo…credo che sia riservato solo alle persone di una certa età…”

 

Jack alzò le sopracciglia. “Ha chiamato anche te in quel modo, se non sbaglio… vecchio mio.”

 

In quel momento, Suwesi si fermò davanti ad una grande capanna che non era differente dalle altre del villaggio; ma qualcosa, nel suo aspetto, fece capire ai terrestri che era …diversa.

 

"'Mtayy..."-Disse la loro accompagnatrice, inchinandosi di nuovo.

 

["Grazie, Suwesi."]-Le disse gentilmente Daniel nella sua lingua.

 

Jack tentò di ripeterne il suono,ma invano, e alla fine si arrese.- “…La stessa...cosa che ha detto lui." -Aggiunse Jack con nonchalance.

 

Suwesi pronunciò, con, un sorriso, una parola molto gutturale.

 

La giovane si avvicinò alla capanna e, mettendosi di lato (per non dare le spalle ai due Mtayy), alzò delicatamente, con una sola mano, l’orlo della tenda di tessuto leggero che copriva l’entrata della capanna; poi, fece cenno loro di entrare, e i due uomini entrarono seguiti, poi, dalla ragazza.  

 

L'arredamento della capanna consisteva in: due giacigli di paglia su una lastra di pietra rialzati da terra posti in fondo e uno di fianco all’altro, a destra, vi era un lungo tavolo di legno rettangolare; ai due lati vi erano due aperture circolari ricoperte da un telo; sulla scura parete frontale vi era affisso un arazzo su cui vi era l’emblema reale che copriva l’intera parete.

 

"Bell'arredamento."-Disse Jack posando a terra il suo zaino.

 

"Ti aspettavi un albergo a quattro stelle,Jack?" -Replicò Daniel, facendo altrettanto.

 

"Beh...veramente...no..."- Disse sottovoce il Colonnello.

 

Suwesi rimase perplessa dall’espressione delusa di Jack.

 

Daniel notò l'espressione della donna e tossì leggermente, Jack si voltò verso di lui e lui capì l'antifona.

 

"Bello."- Ripeté Jack -"Mi piace." -Aggiunse sorridendo a 32 denti.  

 

Il Colonnello e l'archeologo videro anche che vi erano due paia di sandali sistemati ai piedi dei giacigli.

 

La donna sorrise, poi con un ampio gesto della mano li indicò.

 

Daniel e Jack si avvicinarono ad essi e notarono che sopra vi era qualcosa che era stato ripiegato accuratamente; l'archeologo si chinò, prese in mano l’oggetto dal suo letto e lo spiegò con cura : era un lungo pareo di colore blu chiaro; al tocco era soffice,leggero, ma al tempo stesso resistente; sull’indumento vi era ricamato lo stemma reale.

 

[“Essi sono un dono del mio sovrano per voi; gli stessi tessitori reali li hanno tessuti.”] –Disse la giovane con tono molto fiero.

 

Daniel tradusse per Jack, poi proferì parole di elogio per i tessitori mentre Jack andava verso il suo letto; prese il suo pareo e lo spiegò: era di colore verde mela.

 

I due uomini si scambiarono delle occhiate interrogative per qualche secondo.

 

"Pianeta che vai..."- Disse Daniel, alla fine, con serena rassegnazione.

 

“…Okayy…” -Disse Jack con altrettanta rassegnazione, ma nella sua voce vi era una leggera sfumatura di disappunto.  

 

["Qualcosa non va?] -Chiese con tono preoccupato la giovane.

 

Daniel si voltò verso di lei.- ["No, Suwesi, va tutto bene. Grazie."]-Disse con sorriso cordiale.

 

La giovane ricambiò il sorriso, si inchinò, e uscì dalla capanna a ritroso e a capo chino.

 

Jack riprese il suo pareo verde mela, si mise a sedere sul letto e iniziò a spogliarsi; Daniel seguì il suo esempio.

 

 

***

Daniel si era già cambiato (ma aveva tenuto la bandana), ed ora era seduto sul lettino; dal suo zaino tirò fuori la piccola videocamera.  

 

“Hai già intenzione di usarla?”- Chiese Jack, che era in piedi davanti a lui mentre terminava di allacciarsi il pareo.

 

“Hm? Sì, certo” -Disse Daniel mentre estraeva una minicassetta dallo zaino.- “Vorrei riprende la festa.”-Aggiunse inserendo la minicassetta nell’apposita apertura. 

 

Te lo permetterà?”

 

“Beh, ha già detto che è favorevole che io studi la loro cultura.”

 

“A studiarle, non a farsi riprendere da uno strano oggetto. Sai, hai presente quella faccenda del …rubare la propria anima e via dicendo?!”

 

“Quella è una credenza dei Nativi Americani, Jack…anche se, veramente, anche…gli…”

 

“E chi mi dice che non l’abbiano anche loro?!”

 

“Perché ti preocc…“ -Daniel s’interruppe, quando vide Jack fare una strana espressione di dolore, il che gli fece ricordare all’improvviso quello che gli aveva detto a proposito della punizione.

 

"Oh…per quello…sta’ tranquillo, non c’è pericolo. Nessun pericolo. Ma per scrupolo glielo chiederò. Contento?"

 

Jack annuì con aria felice, poi si voltò e raccolse da terra il suo corpetto Omega e lo indossò. 

 

“Oh. Giusto.” Disse l’archeologo, e guardandosi in giro, lo vide che giaceva alle sue spalle, lo prese e se lo infilò.

 

"…Sai, ti dona questo pareo..." Aggiunse Daniel.

 

"Anche a te, Dannyboy." -Replicò il Colonnello, dandogli una pacca sul braccio mentre si dirigeva verso il suo lettino.

 

Daniel ,al quel diminutivo, aveva automaticamente corrugato la fronte per un istante, poi aveva sorriso.

 

"Questo… letto non è poi così male." -Disse Jack sdraiandosi e rivolgendo la testa verso Daniel.

 

"Già...non è poi così male." -Aggiunse il linguista seguendo l'esempio di Jack e voltandosi istintivamente verso di lui.

 

D’improvviso, la luce fosforescente biancastra del Sole, che filtrava dalle tende,iniziò a svanire lentamente…e un’intensa luce azzurrastra ne prese il posto.

 

Il Linguista e il Colonnello, incuriositi, si alzarono simultaneamente e si avvicinarono all'apertura del lato destro; Daniel sollevò il telo che copriva lo spiraglio e videro...che era sceso il crepuscolo!

 

"È già …sera…!?"-Esclamò Jack spiando l’esterno dal di sopra delle spalle di Daniel.

 

"A quanto pare...qui le giornate sono molto corte."-Rispose Daniel voltandosi verso il suo amico.

 

“Non lo sapevi?”

 

“Beh, non ho mai avuto il modo di verificarlo.”

 

Jack fece una smorfia fra l’offeso e il mortificato.

 

 

**

Jack e Daniel (che per istinto inconscio, aveva afferrato la videocamera), uscirono dalla capanna e alzarono lo sguardo: videro che un corpo celeste -forse si trattava del satellite dello stesso Pianeta rimasto invisibile fino al quel momento-, aveva completamene oscurato il Sole! Davanti ai loro occhi si stava svolgendo un’eclisse di Sole…aliena!

 

Il Sole bianco, coperto dal satellite, ora irradiava una luce azzurrastra anulare su tutto il villaggio.

 

L’aria si era fatta piacevolmente fresca. I due terrestri s’inoltrarono lentamente nel villaggio.

 

Vi era un insolito silenzio; e, quando raggiunsero il centro del villaggio, notarono che qua e là vi erano dei piccoli falò che ardevano solitari, ma in giro non c’era nessuno…almeno così sembrava.

 

All'improvviso, il silenzio fu spezzato da un grido e Jack e Daniel furono circondati dalla gente del villaggio che, allegramente, danzava, cantava e suonava strane musiche al tempo di tamburi (e quant’altro); dei servitori apparvero, alle loro spalle, come dal nulla, con grandi vassoi pieni di pietanze.

 

Il capo-tribù (anch’egli apparso dal nulla),era già seduto, a qualche passo più in là, al suo posto di onore su un scanno e sorrideva fiero; poi lanciò uno sguardo di rimprovero alla giovane che gli era accanto.

 

Suwesi si avvicinò a Daniel e a Jack, che si erano prontamente allontanati dalla folla, per non essere travolti dalla loro festosa irruenza.

 

["'Mtayy O'Nir,'Mtay Dan’yr, stavo per venire da voi per accompagnarvi qui"]-Disse la donna, quasi mortificata.

 

Daniel restò sorpreso dal tono di Suwesi.

 

"Che ha detto?"-Domandò Jack, avendo notato anche lui lo strano tono di voce.

 

Daniel tradusse velocemente per lui senza voltarsi.

 

"Ah, non importa. Di’ al tuo capo che, come vedi, sappiamo come orientarci. Non ci serve una babysitter.”- Replicò Jack.

 

"Vuoi che glielo traduca?" -Ribatté Daniel, voltandosi.

 

Jack gli lanciò uno sguardo di sottecchi alquanto accigliato.

 

["'Mtayy...] -Aggiunse poi la giovane, indicando loro di seguirla.

 

"Portaci dal capo." -Disse Jack mentre seguiva la donna.

 

[“O'Nir, Dan’yr"] - Asserì ‘Ndalkym annuendo lievemente, e con orgoglio, mentre i due uomini si sedevano accanto a lui (impresa che Jack trovò difficile da eseguire con quel pareo stretto, mentre Daniel, al contrario non ebbe alcuna difficoltà).

 

["grande e generoso capo...”]- Disse Daniel, abbassando la testa e poi rialzandola .["noi ti ringraziamo per averci invitati alla tua tavola...]-aggiunse poi.

 

Ndalkym notò con curiosità l’oggetto che l’archeologo aveva fa le mani.

 

[“grande e generoso capo”…]- Iniziò Daniel.

 

[“Dan’yr…a te è consentito chiamarmi col mio nome di nascita. Ma a te solo.”] -Disse il re rivolgendo lo sguardo verso Jack.

 

[“È un grandissimo onore che mi rendi…’Ndalkym...io…”]

 

[Spiegami, che cosa è questo strano oggetto?]

 

[Oh…è uno strumento per me molto utile…mi aiuta nel mio lavoro…]

 

[Qual è il suo scopo?]

 

[Ah. Ecco…Riesce a catturare le immagini…]

 

[….È un oggetto magico, dunque?]

 

[Per me lo è—Ti faccio vedere come si usa.]

 

Daniel accese la videocamera e la puntò verso il cielo per alcuni secondi; poi fermò la registrazione e la mandò indietro di qualche secondo; poi, mostrò a ‘Ndalkym quello che aveva appena ripreso, sul piccolo monitor.

 

Sul volto del re barbuto apparve un’espressione traumatizzata: i suoi occhi si spalancarono all’inverosimile ,e un’esclamazione gutturale gli uscì dalle labbra; e Daniel, per un istante, credette di aver commesso un errore madornale.

 

 

***

SULLA TERRA

 

Il Jaffa seppe che erano quasi giunti a destinazione quando Sam iniziò a rallentare, per poi fermarsi del tutto sotto un piccolo pendio.

 

Teal'c e Carter scesero dalla moto quasi contemporaneamente;i due si tolsero il casco e li sistemarono sulla moto.

 

"Ecco, siamo arrivati." Disse con tono compiaciuto Sam.

 

Teal'c la fissò e alzò un sopracciglio.

 

"Beh, quasi...dobbiamo salire lassù." - E detto questo, s'incamminò spedita; poi girandosi, per scrupolo, per vedere se, effettivamente, il suo amico la stesse seguendo; e, infatti, lo scorse a pochi passi dietro di lei; e quando furono in cima, lo sguardo stupito -era dir poco- del suo compagno di viaggio la fece sorridere soddisfatta.

 

Teal'c vide apparire davanti ai suoi occhi uno scenario che aveva visto solo una volta, su una piccola cartolina esposta in un negozio nel...1969: Il Gran Canyon ora si trovava davanti a lui nella sua magnificenza.

 

"Bella vista, vero, Teal'c?" -Disse sorridendo Sam posandogli la mano sul braccio.

 

"Invero, MaggioreCarter." -Rispose con un leggero sorriso il Jaffa, voltandosi verso di lei; poi, sia lui ,sia il Maggiore, ritornarono a contemplare il Gran Canyon.

 

 

FINE SECONDA PARTE

 

By Mel Jason

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