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Lista capitoli: Capitolo 1: *** /Una Vacanza istruttiva-prologo parte1/ *** Capitolo 2: *** Una Vacanza istruttiva-prologo parte2 *** Capitolo 3: *** Una Vacanza istruttiva-prologo parte3 *** Capitolo 4: *** Una Vacanza istruttiva-prologo parte4 *** Capitolo 5: *** Una Vacanza istruttiva-prologo parte5 *** Capitolo 6: *** Una Vacanza istruttiva-prologo parte6 *** Capitolo 7: *** Una Vacanza istruttiva-prologo parte7 (ultima) *** Capitolo 8: *** Una Vacanza istruttiva-1°parte *** Capitolo 9: *** Una Vacanza istruttiva-1 (seconda parte) *** Capitolo 10: *** Una Vacanza istruttiva-prologo parte 2 ***
L'SG-1
era tornata da qualche ora da una missione estremamente stressante; aveva appena avuto il tempo di cambiarsi e di
indossare le divise di servizio blu, prima
di ritrovarsi in Sala Riunioni per il consueto rapporto post-missione.
“Procedete
pure.”- Dichiarò il Generale Hammond con un gesto della mano, e nella Sala calò
la penombra.
Una
figura comparve al lato del grande schermo situato dinanzi a loro;schermo, che un
istante dopo, tramite il telecomando che la figura azionava di momento in
momento, si riempì d’immagini che si susseguivano velocemente; una voce
femminile iniziò a parlare, seguita da una maschile che proveniva da pochi
passi distanti.
Le due
voci si alternarono a delucidare il senso di quelle immagini, i loro toni, man
mano che s’inoltravano nelle loro osservazioni, risuonavano sempre più rapidi;
di tanto in tanto, la figura femminile lanciava degli sguardi in direzione
degli altri ascoltatori per verificarne
il grado d’attenzione, e notò, con disappunto, che una parte del pubblico non prestava la benché minima attenzione.
Daniel
guardò di sottecchi la persona che gli era di fronte, e scosse leggermente la
testa; poi il Maggiore e l’archeologo si rivolsero un breve, ma molto eloquente,
sguardo di rassegnazione; perfino il resto dei presenti intorno al tavolo
lanciò in modo rapido delle occhiate di disapprovazione verso la persona incriminata.
Terminata
la loro esposizione, le luci si riaccesero di colpo, e il Maggiore e
l’archeologo ritornarono ai propri posti; la donna lanciò di nuovo una rapida
occhiata all’incriminatoche non dava segno di essersi accorto che le
luci della Sala erano di nuovo accese e che la riunione fosse terminata.
"
Grazie, Maggiore, Dottor Jackson...bene… credo che ora vi meritate un po'
riposo: avete una settimana ." -Dichiarò Hammond con un sorriso. -
"Potete andare."- Aggiunse mentre si alzava dalla sua poltrona.
"Una
settimana…! "-Esclamò Jack, alzando di scatto la testa dal foglio su cui
aveva scarabocchiato per tutto il rapporto informativo dei suoi due compagni.
"Finalmente
un po' di riposo." -Aggiunse Sam lanciando un sorriso attraverso il tavolo
a Teal’c.
"Infine."
- Intervenne il Jaffa rispondendo al sorriso del Maggiore.
"Generale?"
“Generale?”
Sam e
Daniel avevano parlato nello stesso momento. Daniel con un cenno della mano
segnalò a Sam di proseguire.
"Ho
il suo permesso, signore, per quell’...ehm… affare?" -Chiese Sam con
ansia, guardando fisso il suo ufficiale superiore.
Il Generale
annuì - "Sì, Maggiore. Lo ha." -Aggiunse con tono cordiale.
Sam
sorrise e lanciò un'occhiata di sottecchi a Teal'c , che ricambiò il sorriso
rivoltogli.
Il Colonnello
guardò prima il Maggiore e poi il Jaffa con aria stupita.
Hammond si
voltò verso Daniel che aveva ancora il fascicolo del rapporto in mano.
"E…
per quella...ahm...faccenda? È tutto a posto? Ho l’autorizzazione, vero, Generale?"
- Domandò speranzoso l'archeologo alzando le sopracciglia.
Jack
guardò Daniel e il Generale che si scambiavano rapidamente delle occhiate... in codice…? [ma che diamine sta capitando qui?! - si chiese sbalordito il Colonnello.]
"Certamente,figliolo e… faccia una buona…vacanza..."-Rispose l’ufficiale d’alto grado con tono
caloroso.
"La
ringrazio, Generale!" -Esclamò Daniel , e un
largo sorriso gli si stampò sul volto.
"Buona vacanza, allora. Ci rivediamo fra una settimana. Potete
andare." –Aggiunse poi Hammond.
"Grazie,
Signore." -Risposero in coro i tre membri dell'SG-1
alzandosi contemporaneamente (il quarto inchinò leggermente la testa), mentre
il Generale si allontanava per dirigersi nel suo ufficio.
"Ehi,
Teal'c, che farai con tutto questo tempo libero?"
- Chiese Jack voltandosi verso di lui con tono allegro e dandogli una pacca
leggera sul braccio.
"Io
ho già trovato la maniera di riempire il mio tempo libero, O'Neill."
-Rispose in fretta Teal’c, distanziandosi da Jack
altrettanto rapidamente, e dirigendosi verso il Maggiore, che intanto si era
già incamminata verso la porta.
"Ehi, Rilassati Teal'c! Non ti sto… chiedendo di venire a pescare con me!..." -Disse Jack con tono quasi offeso.- "Beh,
non questa volta...almeno…"
-Aggiunse a bassa voce.
Dalle
labbra di Daniel era venuta fuori una risata soffocata quando aveva visto
quanto prontamenteTeal’c
avesse evitato di cadere di nuovo
nella rete di Jack.
Il Colonnello
si voltò di scatto verso l’archeologo (che abbassò lo sguardo ed ebbe la
prontezza di spirito di fingere di schiarirsi la
voce), e gli lanciò un rapido sguardo e… torvo.
Daniel finse di sistemare i fogli del suo
rapporto.
"MaggioreCarter".
-Disse sottovoce Teal'c quando si fu avvicinato a Sam.
"Teal'c…ti
vengo a prendere domani alle sette in punto e si va a casa mia,okay?" -Disse a bassa voce il Maggiore.
"Molto bene."- Rispose l'uomo chinando
il capo e sorridendo.
Jack si
voltò di nuovo e vide Sam e Teal'c che stavano confabulando amabilmente fra lorodavanti all’uscita, e questo lo
sorprese alquanto; preso dalla curiosità si avvicinò ai suoi due compagni confabulanti.
"Carter…?" -Disse con tono incuriosito il Colonnello
quando fu abbastanza vicino al suo Comandante in seconda.
"Signore?"
- Sam prontamente si voltò verso di Jack.
"Che
farai in tutto questo tempo libero?"- Le chiese Jack con tono incuriosito.
"Il
mio tempo libero è già tutto…riempito,signore. Ho dei progetti da …concludere"
-Rispose in tutta fretta Sam, poi addolcì il rifiuto con un sorriso
"...Ehi...era solo curiosità
la mia...non era un invito...perché pensate sempre
che vi stia per chiedere di venire a pescare con me?!"
"Perché
è quello che fai sempre,
Jack." -Replicò Daniel con tono ironico prima di superare i suoi due
compagnie
oltrepassare la soglia.
"Non
sempre, Daniel!" -Replicò subito
il Colonnello, seguendo con lo sguardo il giovane archeologo che si inoltrava nell’ ingresso.
“Lo vai a chiedere persino agli alieni, Jack!”
-Ribatté la voce di Daniel proveniente dai corridoi.
E prima
che Jack potesse replicare Teal’c decise di dire la
sua.
"Io concordo con DanielJackson, O'Neill. Tu mostri di possedere
una ossessione per la fauna ittica di questo Pianeta e
obblighi chiunque a seguirti.” - Dichiarò il Jaffa con
il suo solito sguardo stoico ;poi si voltò e abbandonò la Sala Riunioni varcando
l’uscita.
Sam
inclinò leggermente la testa di lato, sorrise, poi si voltò rapidamente e si
avviò per raggiungere Teal'c.
Il Colonnello
rimase sconcertato per qualche istante.
"Ehi!...la mia non è un'ossessione! E
io non obbligo nessuno. Io invito gentilmente!” - Sbottò poi con
tono decisamente offeso, poi sorrise e fece qualche
passo; d'improvviso, fece un brusco dietrofront e si diresse verso l'ufficio di
Hammond.
Capitolo 2 *** Una Vacanza istruttiva-prologo parte2 ***
UNA VACANZA ISTRUTTIVA – PROLOGO
UNA VACANZA ISTRUTTIVA – PROLOGO
[PARTE SECONDA]
Intanto nel corridoio…
“Ehi, Teal’c…aspettami.”
Esclamò Sam, e il suo compagno rallentò finché lei non l’ebbe raggiunto.
“MaggioreCarter…”- Disse Teal’c
voltando il capo verso di lei e proseguirono insieme.
“Scommetto che non vedi l’ora di uscire dalla Base e di vedere
finalmente un po’ di più di… questo
nostro posto strano, vero?”
Il Jaffa alzò un sopraciglio.
“Beh, sei stato tu una
volta a definire così il nostro Mondo, Teal’c.”- Aggiunse il
Maggiore.
“Lo rammento, MaggioreCarter. Invero, io sono desideroso di
poter infine visitare alcuni dei luoghi del vostro Mondo…di persona.”
In quell’istante Sam e Teal’c voltarono l’angolo e videro
Daniel, appoggiato alla parete di fianco all’ascensore: sembrava soprappensiero
e stava giocherellando con la sua scheda magnetica.
“Ehi, Daniel.“-Disse gioiosamente il Maggiore- “Daniel…?!”
-Ripeté con più insistenza Sam quando non ricevette risposta dall’archeologo.
Daniel sussultò leggermente nel sentire il suo nome.
“Ragazzi…”-Disse poi con leggero sorriso mentre si
raddrizzava.
In quel momento le porte dell’ascensore si aprirono e ne uscì
del personale SG; i tre dell’SG-1 si sistemarono all’interno .
“Quale sarà la nostra prima destinazione, MaggioreCarter?”
“Destinazione…?!” –Chiese stupito Daniel fissando i suoi due
amici.
Sam sorrise in modo enigmatico, premette il pulsante e le porte
si chiusero qualche secondo dopo.
***
UFFICIO DI HAMMOND
La porta era aperta, ma Jack diede ugualmente qualche leggero
colpo all'uscio.
Hammond era seduto alla sua scrivania e stava leggendo dei
documenti. Il Generale aveva alzato la testa dalle carte quando li aveva
sentiti.
"... Generale?...Ha un minuto?"- Chiese, mentre
entrava nella stanza a passi lenti.
"Sì, certo. Ha bisogno di qualcosa?”- Hammond mise via i
fogli e dedicò la sua attenzione al Colonnello.
Jack si sedette sulla sedia di fronte a lui, dopo che l’uomo più
anziano gliela aveva indicata con un gesto della mano.
"...Ahm...le posso chiedere… a che faccenda si riferiva
Daniel?..Se posso...signore?"- Domandò il Colonnello con nonchalance.
Sul volto del Generale apparve un sorriso appena accennato:
sapeva che Jack glielo avrebbe chiesto.
"Non vedo perché no . Il Dottor Jackson ha chiesto la mia
autorizzazione a ritornare su PX3-456...e dato che…"
"PX…3-4-5-6...?"-Lo
interruppe -“...non è quel Pianeta con quei…?"
"Sì, Colonnello."
"Ma Generale, non era stato considerato ostile?!"
"Quella faccenda è stata già risolta da qualche tempo, Colonnello.”
-Lo interruppe il suo ufficiale superiore.-“ Il Dottor Jackson e l’SG-9 hanno chiarito il
malinteso.
Jack distolse lo sguardo e divenne pensieroso per un momento,poi aggiunse- "…ma
Lei non deve mandare Daniel da solo
su quel pianeta!"
Il tono del Colonnello era stato decisamente
irrispettoso e Hammond lo fulminò con uno sguardo.
“Mi scusi…” –Disse con tono mortificato Jack, abbassando lo
sguardo.
"Naturalmente” no, Colonnello.”-Aggiunse con tono pacato.- “Il Dottor Jackson sarà nuovamente accompagnato dall’SG-9; anche se lui stesso mi ha garantito che, ormai,
non vi è alcun pericolo per la sua persona…” - Fece una pausa - “Tutti
noi abbiamo ottenuto la... benevolenza del capo.” -Disse poi con un sorriso.
“Bene…” - Jack alzò lo sguardo e dopo un istante di riflessione,
aggiunse- “Sa, Generale, non c’è bisogno di scomodare l’SG-9…accompagnerò
io stesso Daniel.”
***
“…di che destinazione stai parlando,
Teal’c ?” –Chiese di nuovo stupito, Daniel quando ebbe come risposta solo degli
sguardi enigmatici da parte dei suoi due amici.
“Porto Teal’c con me.
Vorrei fargli visitare un luogo…magico” -Rispose Sam con un
grosso sorriso.
Teal’c piegò il capo
da un lato.
Sam e Daniel si scambiarono delle espressioni divertite.
“Fidati di me, Teal’c. Ne rimarrai estasiato.”-Aggiunse sorridente il Maggiore, dandogli una leggera pacca sul
braccio.
Teal’c piegò il capo e
sorrise, poi si voltò verso Daniel - “Qual è la tua destinazione,
DanielJackson?”
“ Oh, la mia destinazione…” -fece una pausa- “la mia destinazione è…” - E pronunciò semplicemente due lettere
seguite da quattro numeri.
Sul volto dei suoi amici comparve un’espressione di leggera
sorpresa.
“Non ne vedevi
l’ora, vero Daniel?”-Esclamò in tono leggermente
canzonatorio Sam
Daniel sorrise - “Quel posto mi affascina,e
poi l’ho promesso al capo-tribù. Passerò una bella settimana…piacevole…”- e poi aggiunse
sottovoce…” - ne ho davvero bisogno.”
In quel momento l’ascensore arrivò al livello in cui vi si
trovava l’alloggio di Teal’c; le porte di dischiusero,
con passo lento e deciso, lui uscì e poi si voltò verso i suoi due compagni.
“Allora a domani , Teal’c.”
Teal’c inchinò il capo
in segno di assenso.
“Mi raccomando. Divertiti, Teal’c.”
“Io ho intenzione di fare esattamente questo, DanielJackson. Io
ti auguro lo stesso.”
“Grazie, Teal’c. “- Rispose Daniel sorridendo.
Sam annuì col capo in direzione del
Jaffa, poi premette nuovamente il pulsante; le porte si chiusero e l’ascensore
riprese la sua corsa.
Capitolo 3 *** Una Vacanza istruttiva-prologo parte3 ***
UNA VACANZA ISTRUTTIVA – PROLOGO
UNA VACANZA ISTRUTTIVA – PROLOGO
PARTE TERZA
Raggiunto
il suo Lab [ufficio], Daniel era tremendamente
elettrizzato (cosa che non gli capitava ormai da molto tempo); si aggirò per la
stanza parlando fra sé e sé, decidendo quali oggetti gli sarebbero stati più
utili nel suo viaggio; prese in mano
il suo zaino (che si era già procurato in anticipo),lo
aprì e lo ripose sulla sua scrivania; mentre rovistava nei cassetti per cercare
dei taccuini nuovi, s’imbatté in quegli vecchi, su cui vi erano i primi appunti
attinenti alla lingua che si parlava su PX-3456… e la sua mente riandò alla
primo contatto con quella popolazione;
fece una smorfia di disappunto…era stata catastrofica
su tutta la linea.
La
lingua di quel popolo, che aveva in qualche modo intuito essere una derivazione
molto particolare della lingua africana del popolo degliYoruba, in Nigeria, fin dalla prima e catastrofica missione; nel suo tempo
libero aveva eseguito, con successo, varie ricerche sulla lingua e su delle
possibili variazioni.
La
seconda missione diplomatica di rappacificazione
con l’SG-9,(dopo aver persuaso Hammond), si era tenuta
davanti alla Porta su una altura che dava sul villaggio, poiché ad essi (così
il portavoce personale del capo aveva detto loro), non era concesso il privilegio
di entrarvi.
Il
capo-tribù era rimasto seduto su una portantina di legno sorretta dai quattro
uomini robusti ed era scortato da altri quattro uomini muniti di armi.
Il
suo era realmente un aspetto…regale: di bell’aspetto, alto, robusto, barbuto,
capelli sale e pepe intrecciati con delle perline verdi; indossava un copricapo
a semi-cerchio di piume blu, bianche , verdi e gialle,
un pareo blu e bianco lungo fino alle caviglie con dei magnifici disegni
stilizzati e annodato dietro al collo, un mantello giallo ocra annodato sulla
gola; ai piedi portava dei sandali di colore scuro.
Si
ricordò di tenere lo sguardo abbassato, quando disse poche,
ma mirate, parole, intanto che si toglieva lentamente il giubbotto e
depositava a terra le armi (la
Beretta e la zat), in segno di
pace; poi aveva segnalato all’SG-9 di seguire il suo esempio; consiglio che i
soldati eseguirono senza batter ciglio.
Doveva
aver già compiuto dei progressi con la lingua poiché il capo-tribù e sovrano, ‘Ndalkym, era rimasto alquanto
impressionato che uno degli stranieri
arrivati dal Grande Anello Sacro, ora parlasse fluentemente la sua lingua;
questo lo mise sotto una luce favorevole e fudisposto a comunicare con lui
personalmente.
Lui
e l’SG-9 si sedettero in semicerchio attorno alla
portantina, dove l’uomo vi rimase per tutto il tempo.
Una
delle prime cose che gli disse, fu che l’uomo che lo aveva ignobilmente offeso
gli porgesse umilmente le sue scuse; lui replicò prontamente (mentendo
spudoratamente poiché Jack non n’aveva più voluto
sentir parlare di questa faccenda), che era questo
il motivo per ora cui lui si trovava lì: chiedere umilmente perdono, e se
avesse voluto, accettare le scuse tramite lui, e ‘Ndalkym
accettò senza obiezioni ; nel suo discorso che si era preparato scrupolosamente
e con fatica, sorrise sarcasticamente quando usò per descrivere Jack,
l’espressione ’Mtay”- Mio Signore.
Una
volta chiesto scusa a ‘Ndalkym
,quest’ultimo permise a lui, o a qualunque persona in sua compagnia, di poter
ritornare a proprio piacimento, per soggiornare nel villaggio e far conoscere loro
a tutto il suo popolo; lo ringraziò anche da parte della… sua gente, poi gli
domandò se poteva sapere qualcosa di più su di loro, sui loro costumi, usanze;
il sovrano sorrise e sembrò piuttosto compiaciuto dalla sua curiosità.
Il
fatto che lo aveva più incuriosito era stato la
mancanza di costruzioni nelle immediate vicinanze o di documentazioni scritte,
od orali, concernenti i Goa’uld; neanche il nome Olukun
gli era familiare, e rimase …meravigliato… dato che il Goa’uld Olukun aveva preso il ruolo
di un dio della mitologia Yoruba…
Gli
unici dati certi che aveva appreso, erano che i Kabùtanga
(era questo il loro nome), era un popolo pacifico (se non provocato), che
coltivavano strane piante acquatiche
usate sia per il loro nutrimento, sia per il loro vestiario, una volta fatto
filato dalle donne più anziane del villaggio, le quali
poi, consegnavano una grossa parte ai tessitori reali (li aveva intravisti
lavorare dietro al recinto che separava le case del villaggio da quella del
capo), perché potessero realizzare le trame e i disegni molto particolari delle
vesti del capotribù; il rimanente filato era ad uso del villaggio.
La
loro struttura sociale era molto semplice: il capo-tribù era anche il sovrano
assoluto, ed aveva potere di vita e di morte su suoi
sudditi e poteva avere più mogli; diversamente, i suoi sudditi potevano averne
una soltanto; egli aveva la facoltà di avvalersi di servitori (giovani di entrambi i sessi, di cui nessuno poteva più
rivendicare la patria potestà) per la sua corte personale, che erano vincolati a lui per il resto della loro
vita.
Daniel
non vedeva l’ora di far ritorno su quel Pianeta per approfondire i loro costumi
ed usanze come aveva promesso a ‘Ndalkym
….ma soprattutto non vedeva l’ora di cambiare
aria.
Capitolo 4 *** Una Vacanza istruttiva-prologo parte4 ***
UNA VACANZA ISTRUTTIVA – PROLOGO
UNA VACANZA ISTRUTTIVA – PROLOGO
[PARTE QUARTA]
CORRIDOI
Dopo aver parlato col Generale, Jack aveva deciso di informare il suo amico archeologo che
sarebbero andati insieme sul Pianeta (aveva deciso di cogliere al volo questa occasione e di passare un po’ di tempo con Daniel e
di rammendare la loro amicizia…che aveva subito qualche…strappo dopo la “vicenda del robot ragazza”); quindi ora
stava camminando spedito lungo i corridoi dell'SGC che portavano nell’ufficio
di Daniel; quando vi arrivò, si soffermò
sulla porta aperta e vide il giovane linguista, fermo in mezzo alla stanza, con
un’espressione molto concentrata…
…poi d’improvviso si mosse e lo vide
cercare, e poi introdurre, freneticamente, la piccola videocamera, tutti
i nastri che aveva a disposizione, naturalmente il suo
registratore portatile, i nuovi taccuini, il suo immancabile diario…e qualche genere di libro… che aveva l’aria di essere un po’ impolverata.
Il Colonnello rimase a fissarlo sulla soglia.
"Jack…?" - Disse all’improvviso Daniel.
L’egittologo aveva percepito dei passi alle sue spalle, e aveva
intravisto con la coda dell’occhio l’arrivo di Jack ma aveva voluto ignorare intenzionalmente la sua presenza...almeno per
un po’.
“Daniel…?” -Rispose Jack senza scomporsi più di tanto ed
entrando nella stanza.
“Vuoi qualcosa…?
Come vedi sono occupato.” -Replicò Daniel
"Che stai facendo?
-Disse con tono allegro, appoggiandosi allo schedario e infilandosi le mani in
tasca.
"Non è ovvio?!” -Rispose
seccamente Daniel continuando a fare quello che stava facendo.
"Oh lo è… …ma che intenzione hai di farci con tutta quella roba, eh?" -Chiese il
Colonnello, togliendo una mano dalla tasca e indicando lo zaino che sembrava
quasi straripare.-“Immagino
che approfitterai ancora di questa nuova
pausaper andare in qualche
posto sperduto… su uno sperduto Mondo
alieno. Giusto?”
"Sì, è così…e sto solo portando qualche oggetto che-che mi
è indispensabile per…"-Rispose l’archeologo che però s’interruppe
bruscamente a metà frase, non volendo più comunicargli altre informazioni.
" Qualche? – Affermò
ironicamente Jack-“Ti
stai portando via mezzo ufficio! - poi con un largo sorriso aggiunse - “Ricordati di portarti un
grosso cappello per ripararti dal Sole di PX3-456.
"...Come, scusa?!" – Esclamò
Daniel fermandosi di scatto e voltando la testa verso Jack- …“Sai dove vado?!”
“Sì.”
"E come fai a saperlo?" -Chiese sorpreso Daniel, che
decise di posare nello zaino gli oggetti che teneva in
mano in quel momento, e di rivolgere la sua attenzione all'altro uomo.
"Sai...le notizie volano… "
-Rispose Jack con un sorriso malizioso.
Daniel corrugò la fronte per un istante. [“Hammond” -pensò- ...beh ,in ogni modo, non era certo un segreto di
stato…Jack avrà chiesto a Hammond
dove…]
“E ci vai… da solo,
Daniel?”
La voce di Jack interruppe bruscamente
il corso dei sui pensieri .
“Certo che no.”-Rispose
dopo un istante- “Mi accompagnerà di nuovo l’SG-9, se
vuoi proprio saperlo,Jack.
“Sbagliato.”
“Come?! Il Generale mi aveva dato la
sua autorizzazione. Ha forse cambiato idea?!”
“No,non l’ha fatto ma c’è un
cambiamento di programma…sarò io ad
accompagnarti.”
“Cosa?!”
“Sarò… io- ad-accom-pagna-r-ti.” –Ripeté il Colonnello scandendo bene le
parole.
Daniel rimase a bocca aperta per qualche istante.
"…Tu vorresti venire con me?!"
- Domandò poi l’archeologo con un tono tra il sorpreso e il sarcastico.
"Ehm…Sì...ti dispiace, forse?" - Replicò Jack corrugando
leggermente la fronte.-[perché trova così strano
che io voglia stare in sua compagnia? Siamo già a questo punto …?]
Daniel voleva rispondere [-Da quando ti interessa
quello che faccio?!] - invece rispose- "...Non
è questo il punto…Jack."
"Ah no, è quale il punto, “Daniel”?" - Il tono del Colonnello
era leggermente infastidito.
Daniel chiuse gli occhi per un istante e poi li riaprì -
"Lo sai dove
sto andando?"
"Certo che lo…"
"Vado dal popolo dei Kabùtanga...è questo il loro nome…” –Lo interruppe Daniel - “Beh,
visto com'è andata l'ultima volta..."
"Naaah...storia
vecchia... dopotutto è gente simpatica..." –Lo interruppe Jack.
"Non li hai definiti così, l'ultima volta."- Aggiunse Daniel.
"Beh, quello mi ha sputato in faccia! Non mi era sembrato
un comportamento molto gentile…nei miei riguardi, Daniel."
"Ma io ti avevo detto di non reagire...Jack."
-Replicò Daniel con tono irritato e fissandolo con cipiglio. [-se tu mi avessi dato retta…]
Per un momento calò un profondo silenzio, e la tensione fra i
due salì alle stelle. I due si fissarono intensamente…
…Poi l’espressione di
Jack cambiò all’improvviso.Daniel
credette di leggere negli occhi del Colonnello … una silenziosa supplica
…di ammenda o di…perdono; confuso, distolse lo sguardo da Jack per riporlo
sullo zaino che aveva davanti e lo fissò a lungo.
"…Beh…in…ogni…caso, ...” -
Aggiunse Jack con tono più calmo, qualche istante dopo-“Ogni incomprensione è stata chiarita,
mi hanno detto. Adesso sono nostri… amici, giusto?"
"…Sì…” -Rispose tranquillamente
Daniel, volgendo di nuovo lo sguardo verso di lui: vide sul volto di Jack un debole, ma
sincero sorriso.
“…È per questo che io ci vado.”
-Continuò Daniel - “Ho pensato, col permesso di Hammond, di andare ad
approfondire i loro costumi e usanze...ora che ho un
po’ di tempo libero…è una vacanza
istruttiva , come la definisco io." - e sul volto di Daniel apparve un
sorriso fuggevole.
"Solo tu - e
puntò il dito verso Daniel - “puoi associare la parola vacanza all'aggettivo istruttivo, Danny… vacanza significa svago, divertimento, riposo...
[...lo aveva chiamato Danny?!...quando
era stata l'ultima volta che lo aveva chiamato in quel modo?...Non sapeva
perché l’aveva fatto. Gli era venuto spontaneo…]
"So qual è il tuo
significato della parola vacanza, Jack...” -Replicò Daniel interrompendo lui,
questa volta, il corso dei pensieri di Jack.
Fece una pausa e aggiunse:- “Sei sicuro
di non voler andare a pescare in beata solitudine
piuttosto?!" -Ribatté il giovane archeologo con tono sarcastico senza
averne avuto l’intenzione, e pentendosene nell’istante in cui quelle parole gli
erano uscite dalle labbra.
L’egittologo distolse rapidamente lo sguardo da Jack e ripose di
nuovo lo sguardo sullo zaino, e in quell’istante si accorse che Jack…
[...lo aveva chiamato
Danny?!...quando era stata l'ultima volta che Jack lo aveva chiamato in quel
modo?...un’eternità…era passata un’eternità…Jack aveva smesso di chiamarlo in
quel modo…tanto tempo fa…e dire che aveva odiato quel diminutivo…ma ora ne
sentiva quasi la mancanza…]
Jack fissò Daniel e pensò che…[forse il suo migliore amico gli stava “gentilmente” dicendo di non
volerlo ...fra i piedi? ...Sperava sinceramente che se
avessero trascorso un po' di tempo insieme , le cose
fra di loro si sarebbero chiarite...dopo il recente “contrasto” di opinioni che
avevano avuto nella Sala della Porta…sentiva che si stavano allontanando…sempre
di più …forse era troppo tardi…? ]
"O...kay..."
-Disse semplicemente Jack con tono amareggiato e facendo dietro- front.
Daniel alzò lo sguardo e vide Jack allontanarsi. Provò una
stretta al cuore.
Decise in quell’istante che doveva accettare quella richiesta
di…ammenda…o qualunque cosa fosse… se davvero Jack desiderava stare in sua
compagnia, e in qualche modo, tentare di rammendare la loro amicizia… Se le
cose stavano davvero così, non doveva
lasciarlo andare via.
Il Colonnello era quasi giunto fuori della porta, quando
l’egittologo fece un balzo e lo afferrò per un braccio.
"Jack...aspetta..."- L'altro
uomo si voltò lentamente e l'archeologo lasciò andare la presa.-
"Ripensandoci...ho-ho bisogno di un-un assistente."- Aggiunse balbettando la prima cosa che gli era venuta in
mente.
Jack guardò Daniel intensamente, poi il suo volto si rilassò e i
suoi occhi brillarono: la sua richiesta era stata accettata.
"Assistente?
Intendi dire aiutante,collaboratore…?"-Rispose
poi con tono spensierato.
"Hm…già ,Jack." -Rispose
Daniel con lo stesso tono.
"Tu pensi a cercare dei pezzi di pietra anche quando ti trovi in
vacanza, Daniel."-Aggiunse Jack con tono scherzoso.
"Manufatti." -Lo corresse Daniel–
[la forza dell’abitudine] – pensò
"Fa lo stesso." -Replicò l’altro con un leggero
movimento della mano.
Daniel chiuse gli occhi e scosse
leggermente la testa ma sorridendo.
"In ogni caso ci sto.
A che ora si parte?" -Chiese battendo le mani Jack.
"Sicuro…?
Sarà… un lavoro a tempo pieno. " -Replicò Daniel ancora
con il sorriso sulle labbra.
"Oh, sicurissimo!
Non ne vedo l’ora." -Esclamò
Jack.
"Guarda che dovremo...dovrai...seguire le loro regole...questa volta…" –Disse il linguista
alzando le sopracciglia e guardandolo dal di sopra degli occhiali.
"Hai la mia parola di boyscout."- Dichiarò solennemente Jack facendone il gesto.
" Tu sei stato
nei boyscout?!" –Ribatté con tono scherzoso
Daniel.
"Ehi!
Così mi offendi."- Replicò Jack fingendosi di essersela
presa.
Daniel sorrise -"Si parte domattina alle...otto...Ti
va bene,Jack? Non è troppo presto,”vero”?"
"Alle otto mi va bene, Daniel."-Disse il Colonnello
con un sorriso.
“Bene.” –Rispose il linguista con un sorriso.
[forse non tutto è perduto…]
[forse non tutto è perduto…]
“Bene…okay…io torno nel mio ufficio ho… delle scartoffie da
eliminare…volevo dire da compilare, prima di andarmene a casa.” - Detto questo,
Jack si avviò verso la porta.
“E io devo completare delle traduzioni
per l’SG-13.”
“A domani.” - Aggiunse mentre Jack lentamente lasciava il Lab.
Capitolo 5 *** Una Vacanza istruttiva-prologo parte5 ***
UNA VACANZA ISTRUTTIVA – PROLOGO
UNA VACANZA ISTRUTTIVA – PROLOGO
[PARTE QUINTA]
Appena Jack sparì, Daniel liberò la scrivania, ripose il suo
zaino a terra, prese il fascicolo con le iscrizioni che aveva riportato l’SG-13, sparpagliò i libri di consultazione che gli
servivano, prese un taccuino e la matita, accese la lampada e si mise subito al
lavoro; dopo qualche istante Daniel udì la voce del Colonnello, seguito pochi
secondi dopo dalla sua testa, che fece capolino dalla porta.
“Se hai intenzione di restare qui alla Base per tutta la notte,
ricordati di mangiare qualcosa e di dormire qualche ora, okay?”
“Uhm…’kay.” –Rispose laconicamente il
linguista, totalmente immerso nel suo compito
a casa.
“Sì, come no…” - Mormorò il Colonnello mentre si allontanava nel
corridoio; quando fu vicino ad una delle guardie che
erano stazionate accanto al Lab di Daniel, gli rivolse la parola a bassa voce.
***
Quella stessa sera: ASCENSORE
Jack ormai in borghese (pantaloni chiari, una camicia chiara e
un giaccone di jeans), era in ascensore per uscire dalla Base e ritornare a
casa; ripensò con un sorriso il momento in cui Daniel gli aveva fatto
recapitare, dopo la loro conversazione, un lungo
elenco delle cose da fare, o meglio, non
fare alla presenza del capo-tribù di PX3-456, con allegata una lettera di scusa
per il capo che lui aveva usato e che Jack doveva assolutamente imparare a
memoria; naturalmente Daniel aveva affiancato la pronuncia esatta di ogni
parola; in quell’istante le porte si dischiusero e davanti a lui apparve Sam in
abiti civili: jeans,camicetta blu e una giacca di
pelle scura.
“Carter…”- Disse Jack mentre lei vi
entrava.
"Colonnello..."- Disse Sam
salutandolo con un sorriso- "…ho sentito che Lei e Daniel andrete su
PX3-456."
"Ma come…?
Chi?...?…Lascia stare...in ogni modo sì...sarà
una…”vacanza istruttiva… a sentir lui." –Aggiunse Jack mentre premette il
pulsante 11, e l’ascensore riprese la sua corsa.
"Questo vuol dire che…"
"Già..."
Sul volto di Sam comparve un’espressione di sollievo.
"Signore, dica a Daniel di mangiare; quando è troppo preso si dimentica di mangiare, lo sa."
"Non ti preoccupare. Me n’occupo
io...dovessi ingozzarlo a forza."
Sam rise: pensò che il Colonnello sarebbe stato capacissimo di
farlo.
In quell’istante le porte si aprirono di nuovo: erano arrivati
al checkpoint e i due uscirono dall’ascensore.
" Ci conto signore.”
Il Maggiore e il Colonnello si avvicinarono alla scrivania del
Checkpoint e apposero la firma sul registro d’uscita.
“Fate buona vacanza, signore e spero di farne anche
io una…" –Disse Sam dopo che ebbe finito di firmare.
" “Vai in vacanza”,Carter ?!"
–Esclamò Jack alzando le sopracciglia.
"Sì,signore. “Stavolta
sì.”-Rispose il Maggiore con un breve sorriso misterioso,
(che non sfuggì al Colonnello).
-Mentre i due ufficiali percorrevano i corridoi per prendere il
secondo ascensore, Jack rimase in silenzio, gettando ogni tanto uno sguardo
incuriosito verso il suo secondo in comando ;poi, una
volta giunti all’interno del secondo ascensore, dopo che Sam aveva premuto il pulsante,
si voltò verso di Jack .
“Muore dalla voglia di saperlo, non è vero, Colonnello?”
“Uhm?” -Fu la laconica
risposta di Jack , voltandosi verso di lei
“Dove vado in vacanza.”
Jack fece spallucce e finse un totale disinteresse che Sam non
bevve per niente.
“Diciamo che è una promessa che doveva essere mantenuta tanto
tempo fa.”
Il Colonnello alzò un sopracciglio e rifletté sull’affermazione
che aveva appena udito ,poi gli venne in mente il
confabulare che aveva assistito poche ore prima fra lei e Teal’c, in Sala
Riunioni…aveva forse a che fare con la vacanza
di Carter?
Le porte si dischiusero e i due uscirono; Sam si congedò dal suo
Ufficiale comandante con un cenno del capo e proseguì verso l’uscita, e verso
la sua macchina.
Jack restò un po’ perplesso e pensieroso; poi si avviò anche
lui.
***
Quella stessa sera: LAB DI DANIEL
Una tazzina di caffè, ormai vuota ,
giaceva sulla scrivania del linguista, l’ultima delle tante che aveva bevuto
per continuare a lavorare alla sua traduzione.
Daniel, che era così preso dal suo compito a casa, non si era accorto (naturalmente), che ormai si era fatta sera inoltrata; quando si
alzò dalla scrivania per dirigersi verso gli scaffali che si trovavano in fondo
al suo ufficio, una figura ne approfittò per introdursi di nascosto ed appoggiare su di essa un oggetto; quando Daniel vi
ritornò vide che sulla sua scrivania era magicamente
apparso un vassoio con del cibo e un biglietto con la scritta mangiami!.
L’egittologo rimase per qualche istante sconcertato, ed uscì nel corridoio per vedere se vi fosse qualcuno, ma
era deserto, a parte le due solite guardie di sicurezza, che gli lanciarono
degli sguardi interrogativi; quindi ritornò dentro, alla fine, sul suo viso
appare un leggero sorriso; si sedette e prese qualcosa dal vassoio, iniziò a
sbocconcellarlo e si rese conto di aver fame e finì il suo pasto con gusto;
dopo averlo terminato, ritornò immediatamente alla sua traduzione
…naturalmente.
***
NOTTE FONDA -LAB DI DANIEL
…E Daniel era ancora alle prese con la traduzione, gli occorsero
ancora parecchi minuti prima di poterla terminare; alla fine la ricontrollò
accuratamente, quindi chiuse il fascicolo , si tolse
gli occhiali e si strofinò gli occhi perché gli bruciavano…quando…
All’improvviso una voce maschile roboante esclamò: “Dottor Jackson è…è ora di riposare!”
La voce tonante fece sussultare il povero Daniel che quasi cadde
dalla sedia.
“Mi scusi, Dottor Jackson.” –Disse la
guardia con aria mortificata.
Daniel si voltò verso l’uomo che era comparso per magia alle sue
spalle, inforcò di nuovo gli occhiali e lo fissò con aria interrogativa.
“Ehm… Dottor Jackson, mi segua nelle camerate, per favore.”
“Come ha detto,scusi?!”
“Ahm… mi segua nelle camerate, per favore.”
“Ehm…Perché…?!”
“Perché…questi sono i miei ordini, signore.”
“Ordini?! Di chi?!”
Il volto dell’uomo divenne paonazzo e bofonchiò qualcosa che
Daniel non comprese del tutto, ma lui intuì, o sperava di aver capito chi avesse dato
quell’ordine e rimase … profondamente toccato .
“Non importa, Wilson.” – Sul volto di
Daniel comparì un sorriso fuggevole.
“Se mi vuole seguire, signore.”
Daniel decise che aveva bisogno, in
effetti, di un po’ di riposo, così chiuse i libri,prese il suo zaino (in
modo di essere già preparato) , e seguì Wilson nell’ascensore e poi
nelle stanze allestite come dormitorio,
dove lo attendeva un letto comodo; si tolse gli occhiali e li appoggiò
delicatamente a terra al sicuro ; appena mise la testa sul cuscino, il giovane
archeologo cadde profondamente addormentato.
Capitolo 6 *** Una Vacanza istruttiva-prologo parte6 ***
UNA VACANZA ISTRUTTIVA – PROLOGO
UNA VACANZA ISTRUTTIVA – PROLOGO
[PARTE
SESTA]
SGC:
IL GIORNO DOPO.
Daniel era stato svegliato esattamente alle ore 07:00(dallo stesso Wilson,
cui aveva chiesto se poteva recapitare il suo zaino nello spogliatoio dell’SG-1,
e la guardia acconsentì senza indugio), come
gli era stato ordinato da qualcuno.
Dopo essersi alzato, e inforcato gli occhiali, il linguista si
era recato senza deviazioni e automaticamente, in sala Mensa (salutando con un cenno frettoloso al
personale SGC che gli augurava il buongiorno), per bersi la consueta
tazza di caffè mattutina, e divorare le sue amate focacce. Non vedeva l’ora di
gustarsele in santa pace.
Una volta seduto ad
uno dei tanti tavoli vuoti, portò alle labbra il primo sorso
di caffè , chiuse gli occhi e quando li riaprì, vide Jack (in borghese e con
uno zaino), davanti a lui con il vassoio della sua colazione (poiché aveva
deciso di mangiare alla Base): caffè e dei cereali alla frutta.
“Per caso sai dov’è finito Teal’c?!”
“…’Giorno, Jack.”- Replicò Daniel senza batter ciglio dopo aver allontanato la
tazzina dalle sue labbra per rispondere.
“Sì, ’Giorno, Daniel…Allora, lo sai
dov’è? Volevo salutarlo prima di andar via, ma nel suo alloggio non c’è . E
nessuno mi dice niente. ”-Esclamò sedendosi di fronte a
Daniel e sistemando la sua colazione
sul tavolo.
“Ehm…diciamo che è in libera uscita.” –Replicò il linguista
iniziando a tagliare una delle sue focacce.
“Libera uscita?!”
“Hmmm.” –Rispose Daniel mentre in quel momento stava addentando
un pezzo di focaccia.
“…vorresti approfondire?”
Daniel ingoiò il boccone e aggiunse- “Sam ha portato Teal’c con se. Sono andati in vacanza insieme, Jack. È
abbastanza approfondito per te?”
“Ah.”
Il Colonnello non aveva mai pensato che Carter
e Teal’c avessero vincolato tanto
profondamente da andare in vacanza insieme, mane fu piacevolmente… lieto…
All’improvviso, le parole di Sam gli risuonarono nella mente “Diciamo
che è una promessa che doveva essere mantenuta, tanto tempo fa…” [-promessa che avrei dovuto mantenere io….]-si
rimproverò Jack ripensando a quante
volte Teal’c gli aveva chiesto di visitare il loro
Mondo.
“Sam voleva far visitare un…” -tagliò e morse un altro pezzetto
di focaccia - “…luogo magico a Teal’c-“ –lo inghiottì –“…così ha detto.” -Aggiunse quando
ebbe di nuovo la bocca vuota.
Vi fu una pausa: Jack rimase soprapensiero, scervellandosi di
capire quale fosse questo luogo magico…ma
poi vi rinunciò .
“Ti vedo ben riposato,
Daniel.” -Disse Jack dopo aver sorseggiato il suo caffè.
“ Ehm…ho dormito…”
“Vuoi dire che hai dormito ancora sulla tua scrivania.”
Daniel scosse la testa- “No, stavolta ho usato un letto.”
“Daniel Jackson che riesce ad
interrompere i suoi compiti a casa
per andare a dormire su un comodo letto?! È un “miracolo.”
“Veramente avevo già terminato.” -Ribatté
Daniel - “E non lo chiamerei un miracolo
- Aggiunse con un sorriso enigmatico.
“Hm?”- Fu il commento di Jack mentre la sua bocca si riempiva di
cereali.
“…ti sei studiato la pronuncia,Jack?”
-Domandò Daniel cambiando completamente discorso.
“A§h,g§r§az§ie…p§e§r§ av§e§rmi§…”-
Rispose Jack ancora con la bocca piena.
“Eh…?!”
Il Colonnello mandò giù il boccone e poi ripeté- ” Grazie per
avermi fatto recapitare il Memo [Memorandum], Daniel. L’ho imparato a memo---ria.”
Daniel gli lanciò uno sguardo al di sopra
degli occhiali.
Jack abbassò lo sguardo poi lo rialzò e si affrettò ad
aggiungere: – “Dico sul serio…stavolta andrà tutto per il verso giusto.”
“Oh,lo spero…”- Mormorò l’egittologo
sorseggiando il caffè.
“Mi ripeti come si pronuncia esattamente
questa parola?” -Chiese Jack estraendo il Memo di Daniel dalla tasca della
camicia, e puntando il dito sul rigo della pagina in questione.
“Quale?” - Chiese Daniel appoggiando la tazzina sul tavolo e
sporgendosi verso di lui.
“Questa.”
“…oh…Tànèywè.”
“…temaue?”
Daniel emise un profondo sospiro e poi ripeté la parola
scandendola -“Tà-né-y-wè.”
“Ahhh…tànéywè…ma certo…”
“Non devi dimenticare come si pronuncia: il cambiamento di un
solo suono può modificare del tutto la frase e invece delle scuse, potresti
insultarlo…di nuovo.”
“Oh…e noi non vogliamo questo, vero?”
“No…non vorresti davvero subire la pena per aver insultato il
capo due volte, credimi.”
“Tu sai qual è ?”
“Ehm…sì, e non sai quanto stai rischiando grosso,
Jack.”
“Dai, non può essere così terribile…a meno che
non sia…capitale…lo è…?!”
“No, no,per fortuna non lo è, ma…”
-Jack vide Daniel…arrossire, e questo lo incuriosì alquanto. - “…ma…ehm…
diciamo che una parte del tuo corpo ne soffrirebbe molto e… a lungo… ”-aggiunse il
linguista arrossendo ancor di più.
Jack alzò un sopracciglio.
Daniel quindi tentò di esprimere a
gesti la punizione corporale e dopo un rapido scambio di gesti e di alzate di
sopracciglia ,finalmente il Colonnello compreseerestò ammutolito per due lunghiii istanti; infine pronunciò un Oh
soffocato
“Già…”- Aggiunse Daniel fissando lo sguardo sulla sua tazzina di
caffè ormai vuota.
Il Colonnello si schiarì la voce e poi aggiunse: -“ La parte del
mio corpo ti ringrazia vivamente,
Daniel.” - E gli diede una leggera pacca sul braccio.
***
NELLO STESSO ISTANTE …
…in un vialetto di una strada
deserta di Colorado Springs, una figura alta e in tuta scura si avvicinò
ad un'altra figura vestita alla stessa maniera.
Una delle due figure, la più alta delle due (che indossava una
bandana scura), stava aiutando l’altra a collocare, e legare, sul mezzo di
trasporto rosso fuoco, degli zainiche erano lì accanto.
"MaggioreCarter..."- Nella
voce del Jaffa vi era una nota di... apprensione.
"Teal'c...allora sei pronto per
un'emozionante avventura?"- Disse Sam sorridendogli.
"Tu ...sei sicura che non vi sia
nessun pericolo, MaggioreCarter?"
"Nessun pericolo, Teal'c.Nessuno.” -Lo rassicurò il Maggiore
dandogli una leggera pacca sul braccio; quindi mise in moto la sua Harley
Davidson.
Il Jaffa si coprì (dignitosamente),
le orecchie con le mani: quel frastuono era troppo intenso per il suo delicato
udito di Jaffa.
Il Maggiore sorrise alla scena; si mise il casco e si sistemò
sul sedile della sua moto.
"Teal'c..."
Il Jaffa alzò un
sopracciglio.
Sam gli fece segno, battendo la mano sul sedile di montare sulla
moto, Teal'c esitò per un istante; poi lui si infilò
il casco , e con riluttanza si sedette dietro al Maggiore e la moto schizzò
via; Sam sorrise quando sentì la stretta del suo amico sui suoi fianchi.
"MAGGIORECARTER!… NON È SAGGIO PROCEDERE IN TALE MANIERA!... TU SEI SICURA CHE QUESTO...VEICOLO SIA
SICUROOOOOOOOOOOO!?" - Urlò Teal’c mentre le villette situate alla sua destra
svanivano in un lampo.
"Sicurissimaaaaaaaaaa…" -Rispose gridando Sam senza
degnarsi di nascondere il suo divertimento.
La voce del Maggiore si affievolì mentre la silhouette della
motocicletta diveniva un puntino scuro all'orizzonte.
Capitolo 7 *** Una Vacanza istruttiva-prologo parte7 (ultima) ***
UNA VACANZA ISTRUTTIVA – PROLOGO
UNA VACANZA ISTRUTTIVA – PROLOGO
[PARTE
SETTIMA ED ULTIMA ]
SGC: MENSA
“Ehi,”-Esclamò Jack guardando
l’orologio- “ È ora di prepararsi. Hai finito di mangiare?”-
Chiese il Colonnello alzandosi dalla sedia e afferrando il suo zaino.
“Uhm, sì” -Rispose Daniel e anche lui si alzò in piedi, prendendo il suo.
“Bene, andiamo a prepararci.”-Disse Jack mentre s’incamminava verso l’uscita, seguito da
Daniel.
***
SGC: SPOGLIATOIO SG-1
Jack si stava cambiando e stava per indossare la mimetica verde
SG, mentre Daniel era ancora sotto la doccia;intanto che lui stava
finendo di sistemarsi, Daniel uscì ed iniziò a
vestirsi.
Jack s’infilò il solito berretto da baseball (naturalmente all’incontrario) ,prese i soliti occhiali da sole (stavolta
sarebbero stati veramente utili) e li
infilò nella scollatura del giubbotto; invece Daniel optò per la bandana verde
in dotazione, per proteggersi dal Sole cocente del Pianeta.
***
SALA CONTROLLO
I due uomini ora stavano entrando in Sala Controllo per un
rapido saluto al Generale, che si trovava già lì. Daniel aveva con sé il Sagan
Box.
“Buon giorno” -Dissero quasi
all’unisono Jack e Daniel.
“Buon giorno a voi.” -Rispose Hammond con un sorriso, lieto nel
vedere che i due uomini sembravano avere l’aria di essere molto rilassati e…in
sintonia.
“Generale, la traduzione per l’SG-13 è
sulla mia scrivania.”
“Molto bene, Dottor Jackson.”
“Noi siamo pronti a partire, signore.”-Aggiunse Jack.
“Allora…procediamo.” -Il Generale fece
cenno al Sergente Harriman di iniziare
la procedura per attivare lo Stargate.
Jack e Daniel scesero gli scalini, percorsero il breve corridoio
che li avrebbe condotti nella Sala della Porta, voltarono
l’angolo e il portellone si aprì; entrarono nella Sala , raggiunsero la base
della rampa e attesero che la
Porta si attivasse.
Il giovane linguista guardò con
entusiasmo il Sagan Box che aveva sotto il braccio: un dono per il capo di ‘456
che aveva promesso di consegnargli.
La voce del Sergente, tramite gli altoparlanti, aveva già quasi
snocciolato la sua consueta litania.
Il vortice d’acqua blu fuoriuscì immancabilmente con tutta la
sua energia.
“Senti, Daniel…chi si occuperà dei tuoi
pesci?” -Domandò Jack voltandosi verso Daniel.
Daniel voltò leggermente la testa,
sollevò il mento in direzione della Sala Controllo e indicò l’uomo che era in
piedi accanto al sergente Davis.
“Hammond…?!”
-Esclamò Jack soffocando una risata.
“ Si è offerto lui.” –Fu la risposta divertita del linguista.
"Colonnello, Dottor Jackson, Potete andare."
-Esclamò la voce del Generale tramite gli altoparlanti della Sala Controllo
-"Ci sentiremo fra 24 ore per un contato radio di
routine…” -fece una piccola pausa e poi aggiunse -“ Buona vacanza.”
Il Colonnello e l'archeologo si voltarono nello stesso istante,
sorrisero al loro ufficiale superiore; quindi si avviarono insieme sulla rampa
e attraversarono la Porta.
"Colonnello,
dottor Jackson, Potete andare." -Esclamò la voce del Generale tramite
gli altoparlanti della Sala Controllo -"Ci sentiremo fra 24 ore per un
contatto radio di routine…” -fece una piccola pausa e poi aggiunse -“
Buona vacanza.”
Il
Colonnello e l'archeologo si voltarono nello stesso istante, sorrisero al loro
ufficiale superiore; quindi si avviarono insieme sulla rampa e attraversarono la Porta.
***
Daniel
e Jack apparvero contemporaneamente dall'altra Parte di PX3-456; lo Stargate si
disattivò alle loro spalle pochi istanti dopo.
Il
clima era come Jack se lo ricordava: afoso, pesante, soffocante; decisamente non era il genere di clima che
preferiva.
L’enorme
Sole Bianco era già alto nel cielo glicine; delle lunghe e sottili nubi rosse
stavano comparendo all’orizzonte su cui svettavano i contorni, ormai velati,
delle cime d’identica altezza della Catena Montuosa.
La
vista a 180° che si godeva dall’altura dove era collocata la Porta, era mozzafiato;
dall’elevata posizione vi si poteva contemplare il magnifico panorama che si
estendeva a perdita d’occhio, davanti, e ai loro lati: la lussureggiante
foresta, le piccole colline erbose, dalle insolite tinte accese a causa della
flora aliena, la grande radura in cui sorgeva Efi, il villaggio dei
Kabutanga, situato esattamente al centro, attorniato da alti alberi dai
folti rami frondosi.
Un’alta
palizzata di legno segnava il confine fra l’abitazione del capo e quella dei
suoi sudditi; una piccola, ma meravigliosa, cascata che, precipitando da una
rupe piuttosto alta si riversava nel fiume al di sotto di essa; e infine, le
strisce di terra inondate, poste in senso latitudinale al centro del fiume, su
cui i nativi coltivavano le singolari piante acquatiche che già
s’innalzavano rigogliose.
Jack
e Daniel sganciarono gli zaini e li posarono a terra.
“Eccoci
di nuovo qua.” -Esclamò Jack con un breve e finto sorriso.
Il
Colonnello si coprì gli occhicon la manodestra per ripararli
dai forti raggi;poi fece scivolare la mano sulla tesa del cappello e
voltò il berretto in avanti; e usando entrambi le mani si sistemò per bene la
visiera sulla fronte.
“Già.”
–Rispose Daniel con tono felice e voltandosi verso di lui.
Jack
stava per infilarsi i suoi adoratiocchiali da sole, quando vide il suo
amico scuotere leggermente la testa; lui lo fissò con aria interrogativa; si
ricordò delle regole; sospirò, e a malincuore, li infilò di nuovo nella
scollatura del corpetto Omega.
Il
giovane archeologo iniziò a scendere gli scalini, seguito poco dopo dal
Colonnello; entrambi con le cinghie degli zaini appoggiati su una spalla.
I
due terrestri erano appena giunti alla base della scalinata,quando si accorsero che, al
lato destro del piedistallo della Porta erano comparsi ,come per magia, due
uomini, o meglio le loro teste; e li stavano fissando con aria sbalordita.
“Salve.”
-Disse Jack con aria amichevole, sollevando una mano.
I
due nativi rimasero immobili; infine, ripresesi dallo shock, provocato
quasi certamente dalla comparsa del Vortice, si raddrizzarono in tutta
la loro altezza; e uscirono allo scoperto.
Il
Colonnello vide che erano armati di lancia e che venivano verso di lui con atteggiamento
serio; l’espressione del suo volto cambiò bruscamente e il suo istinto di
soldato stava per scattare.
“Jack…”
Il
tono che Daniel aveva usato lo fece voltare; l’espressione del suo amico gli
fece capire che doveva lasciare fare a lui; acconsentì, annuendo lentamente con
il capo.
Daniel
chinò brevemente la testa, la risollevò e pronunciò poche parole; i nativi si
avvicinarono a lui; uno dei due soldati alieni (il più alto), rispose con un
lieve sorriso;il linguista gli porse il Sagan Box; e mentre l’altro
indigeno iniziò a correre (anzi a volare come se avesse le ali ai piedi in
direzione del villaggio), l’uomo rimasto iniziò a rigirare fra le mani la
scatola grigia e a osservarla con grande interesse.
Il
Colonnello sorrise, mentre osservava l’espressione incuriosita e affascinata
dell’alieno.-“ Bell’oggetto, vero?” -
Aggiunse con ironia.-
“Che
facciamo ora?” – Chiese dopo un minuto Jack, voltandosi verso Daniel.
“Ora
aspettiamo.”
“Okayy…”
– Disse il Colonnello mentre si sedeva sulla scalinata, posandosi lo zaino a
fianco; gettò uno sguardo verso Daniel e vide che il linguista aveva già
intavolato una conversazione con il nativo a pochi passi da lui.
Jack
iniziò a tamburellare freneticamente le dita sul suo ginocchio, si tolse il
berretto e si scompose i capelli; si rimise il cappello, si guardò attorno, si
riaggiustò il berretto; infine osò perfino infilarsi gli occhiali da sole,
quando aveva visto, con un altro rapido sguardo in direzione di Daniel, che lui era ancora occupato col nativo.
[Beh, forse, questo posto non sarà così
male…all’ombra.] - Si disse Jack- [il
panorama di sicuro è incredibile…]
Pochi
secondi dopo, sul suo volto comparve un sorriso malizioso e posò lo sguardo
sullo zaino che giaceva ai suoi piedi; lo aprì e vi guardò dentro: sul fondo,
fra le altre cose, giaceva il suo piccolo, e preferito,congegno portatile di
divertimento e alcuni numeri della sua rivista preferita; ebbe l’impulso di
tirarne fuori uno e di leggerlo, ma ci ripensò, li avrebbe adoperati nei
periodi di noi…ehm…di riposo.
**
…dopo
un’attesa di oltre un quarto d’ora …
…passati
a osservare Daniel e il nativo in gioiosa conversazione (anche se il fatto di vedere,
dopo molto tempo, il giovane archeologo rilassato e di buon umore valeva questo
sacrificio); la pazienza del Colonnello stava per esaurirsi, quando, udendo
rumori di passi, scattò in piedi e al contempo si tolse gli occhiali,
riponendoli nella scollatura ,mentre la chiacchierata fra il linguista e
l’alieno s’interruppe bruscamente.
L’ufficiale
e l’egittologo videro arrivare da un sentiero alla loro destra un folto gruppo:
il capo-tribù,la sua scorta personale e il suo rappresentante (che in quella
circostanza, il suo ruolo avrebbe avuto scarsa rilevanza).
Il
Capo-tribù era seduto sulla portantina di legno sorretta dai quattro uomini
robusti (che Daniel aveva già visto in precedenza), ed era scortato dai tre,
dei quattro uomini muniti di armi; il quarto, che era l’uomo con cui si era
trattenuto il giovane archeologo, appena aveva scorto l’arrivo della compagnia,
si era precipitato a fianco dei suoi compagni; ma non prima di aver consegnato
prontamente il Sagan Box al portavoce.
Il
linguista notò, mentre il gruppo stava per raggiungere la scalinata, anche una
donna, che ultimava la fila, che non aveva mai visto: indossava una lunga veste
bianca a maniche lunghe e ampie con dei magnifici disegni stilizzati, aveva la
carnagione chiara e il viso affilato; i suoi lunghi capelli, fluenti e
ondulati, erano interamente bianchi,o meglio di un bianco argentato, sebbene il
volto fosse privo di rughe profonde.
Man
mano che essi si avvicinavano, scorse altri dettagli: i suoi occhi dalla forma
allungata, erano di un colore insolitamente chiaro, che le conferiva un
inquietante sguardo magnetico; i loro sguardi s’incrociarono per un breve
istante, ma fu sufficiente per mandare dei brividi freddi lungo la schiena
dell’egittologo.
Daniel
distolse a fatica lo sguardo dalla donna, e ritornò a osservare il capo-tribù;
e solo in quel momento notò la grandedifferenza nel suo abbigliamento:
l’uomo era vestito molto più…elegantemente dell’ultima volta; il colore
blu dominava sulla sua persona, nel copricapo, nel pareo, nel piccolo mantello,
nelle perline fra i capelli intrecciati, persino i sandali avevano una
sfumatura di blu intenso; al collo indossava una singolare, raffinata ed elaborata
collana con perline e pendenti rotondi; anche l’abbigliamento della scorta e
dei robusti portatori era più che ricercato, sebbene, naturalmente, non
superava quello del loro sovrano .
L’egittologo
si chiese se fosse davvero una strana coincidenza……che il blu fosse uno dei colori
(oltre al giallo, al verde e al bianco), degli Yoruba della Nigeria.
-“Che
sciccheria.” – Esclamò il Colonnello voltandosi verso Daniel,e con espressione
ironica aggiunse- “…Perché non me l’hai detto Daniel? Avrei tirato fuori
l’uniforme buona.”
Daniel
lo guardò semplicemente -“Neanche io mi aspettavo nulla niente del gen…” -
l’egittologo s’interruppe a metà frase, i suoi occhi indugiarono sulla collana
del capo-tribù.” …genere. Jack, credo che quella collana sia fatta di
Naqahdah.”
“Ah
davvero?” -Fu la risposta laconica del Colonnello, espressa con un tono
sarcastico che indicava la sua totale indifferenza.
La
chiusura degli occhi e un leggero scotimento del capo, fu l’unica replica che
l’archeologo fu in grado di esprimere in quella circostanza.
Il
Colonnello si pentì subito della sua brusca riposta. – “È una bella collana…molto…artistica.
Credi che Carter apprezzerebbe una di quelle per Natale?” –Aggiunse con un tono
scherzoso.
Daniel
girò la testa, un’espressione stupita sul volto.- “Non credo, Jack. - Replicò
poi con un fuggevole sorriso.- “Sam non mi sembra proprio il tipo da collane.”
“Già,
lo penso anch’io…Janet?”
“Credo
che se le facessi un regalo simile, per prima cosa ti esaminerebbe con la sua
torcia-penna.”
“Au.
Meglio di no, allora.”
I
due amici si scambiarono un sorriso pieno di complicità.
La
comitiva aliena ormai aveva quasi raggiunto lo Stargate: i quattro portatori si
muovevano simultaneamente e con grazia; giunti a pochi passi dalla Porta, essi
calarono la portantina al suolo, e una volta posatola, i robusti individui
abbassarono il capo e in quel modo rimasero.
"Ké
tèè Nawqsééé, Dan’yr.” [Noi ti diamo di nuovo il Benvenuto, Dan’yr] - Dichiarò
il capo sorridendo solennemente,rivolgendosi naturalmente a Daniel, il quale
sorrise a sua volta nell’udire il suo nuovo nome che l’altro uomo gli
aveva assegnato.
[Ti
ringrazio, grande e generoso capo…]- Disse il giovane linguista inchinando il capo.
L’uomo,
che aveva preso in consegna il Sagan Box, si avvicinò al suo sovrano a testa
bassa , allungò un braccio e glielo consegnò, rimanendo al suo fianco.
[“Questo
è un dono che noi, popolo della Terra, doniamo a te e alla tua gente; esso dimostra
che ora le nostre due popolazioni sono amiche] –Disse Daniel rialzando il capo
e sorridendogli.]
L’uomo
barbuto prese fra le mani la piccola scatola e la osservò incuriosito; lo
strano simbolo che vi era inciso (il simbolo che rappresentava il punto di
origine della Terra), sembrò suscitargli uno strano interesse; alzò lo sguardo
dalla scatola grigia e lo posò in direzione dello Stargate…sul simbolo della
Terra inciso sulla Porta.
Daniel
si voltò leggermente seguendo la direzione dello sguardo dell’uomo barbuto.
[Sì
, grande e generoso capo, la Terra…
Ho un altro un dono per te, grande e generoso capo.”]-Aggiunse
Daniel,guardandolo in volto; si chinò sul suo zaino; lo aprì e ne trasse un
oggetto. ]
Il
capo guardò il giovane linguista con attenzione mentre frugava nel suo sacco;
lo vide raddrizzarsi e notò che aveva qualcosa in mano.
Daniel
, a capo chino, tese le braccia : fra le sue mani vi era una piccola statua di
legno in stile Yoruba, rappresentante un dignitario; era solo una riproduzione
naturalmente, perché l’originale era esposto nel Museum of Primitive Art di New
York.
'Ndalkym
rimase stupito per un istante, poi sul suo volto comparve un sorriso e fissò a
lungo Daniel; dopo vari istanti, riconsegnò il Sagan e la statuetta all’uomo
alla sua destra (che la prese senza alzare lo sguardo).
[“Grande
e generoso capo, ti ricordi del Colonnello O'Neill?]” – Domandò Daniel indicandolo
con un gesto della mano.
Jack
seguendo le istruzioni che Daniel gli aveva impartito, si era avvicinato alla
portantina e aveva abbassato lo sguardo, e lo avrebbe tenuto a quel modo finché
il capo non gli avesse rivolto la parola.
L’uomo
dai capelli intrecciati annuì con un rapido e secco movimento del mento.
[“Lui-lui
è...”] -aggiunse il linguista, balbettando, sorpreso dal modo brusco del sovrano.
[“Ricordiamo
colui che ci ha offeso.”]- Asserì, interrompendolo, il capo dei nativi, corrugando
la fronte.
Daniel,
allarmato dall’espressione ostile dell’uomo, lanciò un'occhiata di sottecchi al
suo compagno.
Jack,
sentendo nel tono della voce dell’uomo una certa irritazione, e una
certa tensione proveniente dai movimenti del corpo di Daniel, alzò il
sopracciglio sinistro; ma non osò sollevare lo sguardo per non peggiorare la
situazione.
[“Grande
capo, egli è un glorioso capo e un uomo di grande onore. Egli ha desiderato venire
di persona per porgerti le sue umili scuse…”] –Si affrettò a dire Daniel.
Il
sovrano sembrò rifletterci su; poi dopo qualche istante, acconsentì con un
cenno della mano.
“Jack.”
-Aggiunse Daniel sottovoce,
dando al Colonnello l’imbeccata per agire.
Jack
s’inchinò profondamente, come Daniel gli aveva spiegato, e pronunciò tre parole
nella strana lingua aliena.
Il
capo-tribù lo osservò intensamente per qualche istante; alla fine si sporse in
avanti, allungò il braccio e appoggiò la mano sulla testa di Jack, e lì restò
per un lungo momento; poi la tolse: sul suo volto apparve un’espressione molta
soddisfatta.
"Tèlkaà.
O’Nir" -Dichiarò il capo 'Ndalkym con tono calmo.
Jack
si drizzò e alzò lo sguardo: vide l’uomo che estraeva una fiaschetta dal suo
pareo e prenderne un sorso.
Il
Colonnello lanciò uno sguardo avvilito verso Daniel; l’archeologo lo fissò con
un’espressione di compassione e d’incoraggiamento; in quel momento il capo
tribù sputò in faccia a Jack uno strano liquido bianco.
Ci
volle molta padronanza di nervi, ma Jack riuscì a rimanere completamente impassibile
e immobile.
"Kàclè
Utrè nii" -Dichiarò solennemente 'Ndalkym; poi si rivolse ai quattro
uomini con tono autoritario.-“Nacklèè.”
I
suoi portatori rialzarono la portantina così come l’avevano calata:
simultaneamente e con delicatezza; si avviarono giù per una discesa, in
direzione del sentiero che conduceva al villaggio, seguiti dal resto della scorta.
La
strana donna, prima di seguire il suo sovrano, si voltò ancora una volta e
gettò uno sguardo enigmatico verso Daniel; quest’ultimo non lo notò essendosi
già voltato verso Jack.
“Ci
ha detto di seguirlo al villaggio.” -Disse Daniel tirando fuori della tasca del
giubbetto un fazzoletto e porgendolo a Jack.- "Tieni." - aggiunse con
un sorriso e con un pizzico d’orgoglio per il comportamento tenuto del suo
amico.
”Grazie”.
-Rispose il Colonnello afferrando il fazzoletto dalle mani del linguista e
asciugandosi il volto.
"'Ndalkym
ha accettato le tue scuse.È un buon inizio, Jack.” -Asserì Daniel compiaciuto.
"Perché
non ha sputato anche a te!?"- Replicò il Colonnello con tono leggermente
indispettito, infilando in malo modo il fazzoletto,ormai zuppo,nella
tasca dei pantaloni.
Daniel,
con un’espressione divertita mal celata sul volto, non replicò, ma gli fece
cenno con la mano di incamminarsi, poi sollevò da terra lo zaino e lo appoggiò
sulla spalla; Jack seguì il suo esempio; e i due umani andarono dietro al
piccolo corteo.
Jack
tentò di fare conversazione durante quello che riteneva sarebbe stato un lungo
tragitto (e aveva ragione, naturalmente), ma fu fulminato con uno
sguardo dal giovane egittologo; che poi gli spiegò, ugualmente, in modo rapido
e sottovoce, che non era permesso parlare alle spalle del capo-tribù;
Jack scosse la testa e proseguì malvolentieri in silenzio.
***
MENTRE
SULLA TERRA …
Teal'c era ancora all'oscuro di quale fosse
la loro meta, se ve n’era davvero una; il MaggioreCarter era stata alquanto
vaga, quando gliela aveva chiesto…più di una volta, a dir la verità.
"Molto presto lo scoprirai, Teal'c.
Sii, paziente."- Aveva risposto il Maggiore per l’ennesima volta.
La moto con a bordo Sam e Teal'c, stava
continuando il suo percorso in direzione sud, verso la sua destinazione
misteriosa.
L’indizio che mise sulla buona strada
Teal’c, fu il cartello con la scritta che indicava che stavano lasciando lo
Stato del Colorado.
La moto infine abbandonò la strada
principale, s’introdusse nell’I-25 [Interstatale 25] Sud.
Capitolo 9 *** Una Vacanza istruttiva-1 (seconda parte) ***
UNA VACANZA ISTRUTTIVA – 1
UNA VACANZA ISTRUTTIVA – 1°
SECONDA PARTE
SU
PX3-456
…Durante
la discesa (con molto sollievo del Colonnello), attraversarono una specie di
tettoia di rami intrecciati che impediva ai raggi cocenti del sole di penetrare.
Daniel
e Jack udirono intorno a loro i versi delle strane creature aliene che
abitavano il Pianeta.
L’archeologo
riuscì anche a vederne una di sfuggita: uno strano bipede piumato dai colori
accesi appollaiato su un ramo, che poco dopo volò via; si udivano anche strani
suoni gutturali e striduli, che di notte, dovevano davvero suscitare spavento
nella popolazione ...almeno in quella più giovane.
Daniel
osservò con più attenzione la flora aliena del Pianeta ,che dalla sua ultima visita
era davvero… esplosa: per tutto il lato destro delle colline, vi erano
delle zone di blu e giallo di un tono quasi fosforescente; dai fiori alieni
scaturiva, diffondendolo nell’aria, un polline e un profumo molto intenso; ma,
stranamente, come notò con stupore e sollievo, non aveva alcun effetto su di lui.
Il
giovane linguista rallentò il passo; avrebbe voluto fermarsi qualche minuto per
contemplare quello splendido spettacolo di colori (a differenza di Jack, che
era ancora irritato per…la sputacchiata che aveva ricevuto in faccia), e
anche, perché no, prenderne qualche campione per farla studiare ai botanici
dell’SGC; ma ciò non era possibile e a malincuore riprese a marciare dietro
alla scorta.
***
…Dopo
aver percorso il sentiero, la comitiva stava finalmente per arrivare al
villaggio dei Kabutanga.
L’elevata
palizzata di legno frontale si divise in due, aprendosi silenziosamente.
Il
linguista e il Colonnello, in coda, entrarono all’interno; sfilarono fra le due
ali di folla che si erano create appena il capo tribù era apparso sulla soglia.
Tutti
i nativi erano a testa bassa.
I
due umani poterono vedere da vicino le costruzioni del villaggio: modeste capanne
circolari bianche di rami intrecciati con tetti a punta; al
di là della palizzata, posta nel mezzo, vi si ergeva la residenza del
Capo che era di dimensioni molto superiori, ovviamente, a quello dei suoi
sudditi; si differenziava anche nella forma, che era quadrata, ma per il resto,
era dello stesso colore e con lo stesso tetto a punta.
In
lontananza si udiva il suono argentino della piccola cascata.
Jack
e Daniel ,naturalmente, destarono molta curiosità nella gente del villaggio; ogni
tanto i due uomini notavano degli sguardi che si sollevavano timidamente nella
loro direzione, per poi ribassarsi rapidamente.
L’abbigliamento
della moltitudine di persone che li circondavano, d’entrambi i sessi e di varie
età, consisteva, per quanto riguardava la foggia maschile, in semplici parei
fino alla caviglia, diversi nel colore e nella lunghezza; mentre quella
femminile, più ricercata, consisteva in una lunga veste senza maniche annodata a
una spalla che variava nei disegni ricamati su di essa, nella sfumatura dei
colori, nell’estensione della veste (in base all’età), e avvolto intorno alla testa
portavano una specie di turbante multicolore.
Era
una gioia per gli occhi quell'esplosione di colori vivaci…soprattutto
di…blu,verde, giallo e bianco.
La
portantina, che aveva proseguito, si fermò ai piedi di un piccolo piedistallo a
gradoni situato nel centro del villaggio; i portatori la calarono per posizionarla
esattamente sopra di esso; e una volta eseguita quest’operazione, si disposero
ai lati del loro sovrano a capo chino; ma la donna misteriosa rimase in piedi
dietro alla portantina,forse sopra su uno scalino, poiché la sua testa faceva
capolino dalle spalle dell’uomo barbuto.
Daniel
e Jack, posando a terra gli zaini,chinarono la testa in segno di rispetto, ma i
sudditi del re si prostrarono come un sol uomo.
I
due terrestri così si ritrovarono a essere le uniche persone in piedi davanti
al capo: Daniel stava per inginocchiarsi, ma lanciando un rapido sguardo a
‘Ndalkym, questi scosse la testa e l’egittologo rimase in piedi; per fortuna,
il Colonnello, che teneva d'occhio Daniel di sbieco, fu svelto di riflessi.
La
strana donna fu l’unica che rimase con il capo dritto, sfoggiando un’aria di
superiorità.
'Ndalkym
pronunciò una sola parola e la folla alzò il capo, si raddrizzò, ma rimase
inginocchiata e con lo sguardo abbassato.
[“Noi
vi abbiamo convocato in nostra presenza affinché voi possiate fare la
conoscenza di Dan’yr e del suo signore O’Nir. Essi sono giunti dal Grande
Anello Sacro.]
A
queste parole, la folla emise un'esclamazione di sorpresa, che si acquietò all'istante quando il
capo lì ammonì severamente con una parola.
[Essi
hanno la nostra benevolenza, e quindi sono degni della nostra amicizia."]-Aggiunse
poi.
"Daniel
che dice?"- Bisbigliò Jack guardando Daniel di sottecchi.
"Ha
detto loro che siamo arrivati dal...Grande Anello Sacro…" -Rispose
frettolosamente e a bassa voce Daniel (omettendo la parte riguardante il…suo
signore),- “ …e che siamo degni della sua amicizia.
"Ahh...ma
naturalmente.”
["Vieni
avanti. Avvicinati a me, Capo O’Nir."]-Disse, accompagnando il gesto della
mano alla parola.
Jack
fece un passo avanti ,dopo aver udito la rapida traduzione di Daniel, e avendo
riconosciuto il suo nome…leggermente storpiato dal capo-tribù.
L’uomo
barbuto proseguì a parlare.
Daniel
tradusse per Jack, a bassa voce.- "O’Nir, tu ora sei il benvenuto fra il
mio popolo.” -
Jack
sorrise e sollevando la testarivolse lo
sguardo verso il capo.
["Dan’yr...vieni
avanti."] -Aggiunse con un lieve sorriso ‘Ndalkym.
Daniel
si avvicinò a Jack con la testa abbassata e rimase in quella posizione.
["Tu,
Dan’yr ,tu che parli la nostra amata e antica lingua, noi ti doniamo con gioia
la nostra amicizia e la nostra ospitalità.]
[“Io
sono onorato e ti ringrazio …grande e glorioso capo…io sono ritornato con immensa
gioia poiché desidero ,con il tuo permesso, apprendere di più degli usi e costumi
del tuo grande e glorioso popolo…”]
[“Il
tuo desiderio è invero così intenso , Dan’yr?]
[“Sì,
grande e glorioso capo…tu sai che nel mio Mondo io studio Popoli del Passato, Storie del
Passato…tutto ciò che è venuto prima di noi; io sarei profondamente onorato di
poter studiare a fondo la vostra storia e le vostre usanze”]
Il
capo sorrise fiero ["…Dan’yr, lascia che io veda il tuo volto."]
Il
giovane obbedì.
Gli
occhi profondi e neri di 'Ndalkym incontrarono quelli blu di Daniel, e vi
rimasero a lungo; alle spalle del capo,la strana donna si chinò e gli mormorò
qualcosa nell’orecchio, ma i suoi occhi chiari fissavano quelli di Daniel, che
rabbrividì quando incrociò di nuovo lo sguardo della donna.
Daniel,
infine, riuscì a distogliere lo sguardo da quelli occhi magnetici e li ripose
su quelli di Ndalkym; poi la sua mente iniziò a riflettere…: chi era, in realtà, quella strana donna? Una consigliera?…una sacerdotessa? Ad ogni
modo, era evidente che possedesse un’influenza
di qualche sorta sul sovrano; se fosse buona o cattiva, questo lui non
lo sapeva …ancora.
Jack
,di sottecchi,osservò con curiosità la scena che si stava svolgendo davanti ai
suoi occhi, e si domandò che cosa stesse accadendo.
Alla fine, sul volto di 'Ndalkym, apparve
un sorriso molto compiaciuto; solo in quel momento, la strana donna si drizzò,
e rivolse un sorriso enigmatico a Daniel.
[Noi ti concediamo, di buon grado, di
acquisire tutta la
Conoscenza della nostra Antica Storia e delle nostre venerate
Tradizioni, Dan’yr.]
[…Forse, in fondo, è buona.]
- considerò Daniel, in riferimento all’influenza della misteriosa donna.
“Daniel?”
“Sì?”
-Solo in quell’istante,Daniel sembrò ricordarsi della presenza di Jack al suo
fianco.
“Che
sta succedendo!?" –Sbottò il Colonnello ma a bassa voce.
“È
tutto a posto, Jack.” -Rispose il linguista con sorriso.
“Ah,
davvero?!”
“Sì.”
“Mi
vorresti approfondire il concetto?!”
Daniel tradusse rapidamente per Jack il
breve discorso che vi era stato.
“Oh… Quindi è fatta. Mi dovrò rimboccare le
maniche e farti da assistente.” -disse il Colonnello con finta aria di
rassegnazione.
“Âtààà Nììme.”- Disse l’uomo barbuto con
gravità e la folla si alzò in piedi come un’unica persona.
["Dan’yr, O'Nir,"]-Disse
sorridendo- ["Suwesi vi mostrerà la vostra abitazione...più tardi...vi
sarà una festa in vostro onore]
La folla ebbe un breve ma intenso sussulto
di entusiasmo.
Daniel tradusse per Jack; i due terrestri
sorrisero e s’inchinarono.
[“Una
festa? Non vedo l’ora.”] -pensò Jack.
“Mitaé. Kriééià.”- Pronunciò con tono
solenne il capo.
I portatori sollevarono il capo
simultaneamente e rialzarono la portantina; la girarono e si avviarono, seguiti
dal resto della compagnia, verso l’abitazione reale, al di là dal recinto; e
quando il corteo fu abbastanza lontano, i due terrestri si drizzarono.
Subito
dopo che l’uomo barbuto sparì all’interno della sua abitazione, la folla
finalmente si rialzò disordinatamente; si raggruppò intorno ai due umani, che
si ritrovarono a essere l’oggetto della curiosità dei nativi, soprattutto da
parte dei bimbi, che erano quelli più interessati: toccavano i capelli di Jack,
i suoi occhiali da sole, il cappello da baseball; gli uomini erano interessati
agli zaini e fu una bella impresa per Jack doverli allontanarli con delicatezza
e impedire loro che li aprissero; le donne invece erano affascinati dagli
occhiali, e naturalmente dagli occhi azzurri di Daniel, li paragonavano alle
pietre di fiume che scorgevano ogni giorno nel letto del torrente quando vi
s’immergevano per fare il bagno.
All’improvviso…
“Mèèè
Teeee.” -Disse in tono perentorio una voce femminile alle loro spalle.
La
folla, udendo la voce si bloccò; poi si disperse rapidamente in ogni direzione;
i due uomini guardarono andar via la moltitudine che si muoveva silenziosa.
["'Mtay O'Nir...'Mtay Dan’yr, "]-
Disse la stessa voce , ora melodiosa.
Jack e Daniel voltarono la testa nello
stesso istante e videro una fanciulla (avrà avuto circa 16 anni), col viso
rotondo, a capo chino: era bella come il resto della sua gente.
La fanciulla indossava un lungo -le
arrivava fino ai piedi, che erano scalzi-- pareo blu acceso annodato alla
spalla destra con al centro uno strano, ma magnifico disegno stilizzato:una
corona di piume (che doveva rappresentare l’emblema reale), e un copricapo
piumato che ricordava un po’ quello di ‘Ndalkym, ma molto meno appariscente e
più piccolo.
["Salve Suwesi]" – Disse Daniel
con un sorriso.
"Salve..."-Disse Jack nello
stesso momento alzando la mano e scuotendola leggermente.
La giovane,timidamente, alzò lo sguardo per
un istante: i suoi occhi scuri e vellutati, erano simili a quelli di una
gazzella; poi lo riabbassò immediatamente.
["Vi prego di seguirmi,'Mtayy."]-
Dichiarò la giovane indicando loro il sentiero di fronte a lei.
I due uomini presero da terra gli zaini; la
giovane si avvicinò a loro, ma rimanendo un passo indietro si sistemò tra
Daniel e Jack, e lì rimase per tutto il tragitto.
***
MENTRE
SULLA TERRA …
La Harley
s’immise nell’I-40 [Interstatale 40] Est…e il paesaggio circostante iniziò a cambiare,
divenendo surreale e…magico.
Capitolo 10 *** Una Vacanza istruttiva-prologo parte 2 ***
UNA VACANZA ISTRUTTIVA – 2
UNA VACANZA ISTRUTTIVA – 2° parte
I portatori avanzarono sino al centro della dimora reale, e con la
consueta sincronia e grazia, posarono la portantina al suolo; s’inchinarono e
uscirono, arretrando a capo chino.
'Ndalkym non scese subito dalla sua sedia; aveva un’aria
pensierosa,lo sguardo abbassato, accigliato, e scuoteva la testa come se
temesse qualcosa.
Quel qualcosa si manifestò, pochi secondi più tardi, nelle
sembianze di tre uomini che, dall’andatura e dal contegno, lasciavano a
intendere che non erano delle persone qualsiasi; naturalmente il loro
abbigliamento ricercato era un altro chiaro indizio.
I tre individui entrarono con passo spedito e sguardo fisso.
Il sovrano barbuto sollevò lo sguardo e fissò le tre figure
dinanzi a sé con uno sguardo accigliato.
“Mio Re” –Disse uno dei tre, dopo essersi inchinato leggermente.-“Noi…”
-l’uomo s’interruppe quando vide la mano del suo sovrano alzarsi di scatto.
“Non dire un'altra parola,‘Mbani. Sono a conoscenza di che
cosa sei--siete venuti ad avvisarmi. Ma io ho preso la mia
decisione.”
“Ma le nostre Leggi proibiscono…”
‘Mbani fu interrotto una seconda volta, con suo grande disappunto.
“Forse Nyta ti ha soffiato nell’orecchio e ti ha privato
dell’udito?!”– Nel tono di voce del re treccioluto, vi era una più che evidente
nota di sarcasmo.
Sul volto di ‘Mbani comparve un’espressione di leggera perplessità
che svanì nello stesso modo in cui vi era comparsa. - “No, mio Re. Non l’ha
fatto.”
“…Bene. Pertanto, non vi è nient’altro di cui discutere. Dan’yr
avrà accesso al Tempio Sacro e voi non lo ostacolerete. Mi avete compreso?!
Ora, andate a prepararvi per la celebrazione.
Un gelido silenzio cadde nella Stanza.‘Mbani e gli altri due
dignitari (questo era il loro ruolo), si scambiarono rapidamente delle brevi,
ma significative occhiate; si fissarono per lunghi istanti, poi sui loro volti
comparve un’espressione di sconfitta.
“I tuoi ordini saranno eseguiti, mio Re.”
I tre nobili s’inchinarono e uscirono indietreggiando.
'Ndalkym decise di alzarsi dalla portantina, e lo fece come se le
sue gambe sostenessero un fardello molto pesante; avanzò lentamente verso il
suo letto in fondo alla stanza e vi sedette faticosamente ,abbassando il capo
in segno di abbattimento; lo sollevò solo quando sentì un familiare fruscio di
stoffa.
I suoi occhi scuri e mesti incontrarono degli occhi chiari e
serafici.
“Sapevo che non mi avresti deluso.” -Disse con dolcezza una voce
femminile.
***
I due uomini presero da terra gli zaini;
la giovane si avvicinò a loro, ma rimanendo un passo indietro ,si sistemò tra
Daniel e Jack e lì rimase per tutto il tragitto; tragitto che li condusse in
una zona vicina, ma allo stesso tempo, appartata, dal resto del villaggio.
"Come ci ha chiamati?"- Chiese il Colonnello con tono
curioso mentre camminavano.
"'Mtayy." -Rispose prontamente Daniel.
"Sarebbe una specie di San...sai, come in
Giappone."
Daniel rifletté per un istante. "Sì...diciamo di sì. È un
termine di rispetto…”
"Mm-tai O'Neill, suona bene, non è vero?"- Lo interruppe
Jack con tono compiaciuto.
Daniel gli lanciò un'occhiata di traverso e poi lo ignorò,
ritornando a guardare avanti a sé.
"Non è vero…?!" -Ripeté Jack.
"Sì, Jack. Suona molto bene." – Replicò
l’archeologo senza neanche voltarsi.- “…come stavo dicendo, è un termine di
rispetto…e poiché ha pronunciato prima il tuo…credo che sia riservato
solo alle persone di una certa età…”
Jack alzò le sopracciglia. “Ha chiamato anche te in quel
modo, se non sbaglio… vecchio mio.”
In quel momento, Suwesi si fermò davanti ad una grande capanna che
non era differente dalle altre del villaggio; ma qualcosa, nel suo aspetto,
fece capire ai terrestri che era …diversa.
"'Mtayy..."-Disse la loro accompagnatrice, inchinandosi
di nuovo.
["Grazie, Suwesi."]-Le disse gentilmente Daniel nella
sua lingua.
Jack tentò
di ripeterne il suono,ma invano, e alla fine si arrese.- “…La
stessa...cosa che ha detto lui." -Aggiunse Jack con nonchalance.
Suwesi pronunciò, con, un sorriso, una parola molto gutturale.
La giovane si avvicinò alla capanna e, mettendosi di lato (per non
dare le spalle ai due Mtayy), alzò delicatamente, con una sola mano, l’orlo
della tenda di tessuto leggero che copriva l’entrata della capanna; poi, fece
cenno loro di entrare, e i due uomini entrarono
seguiti, poi, dalla ragazza.
L'arredamento della capanna consisteva in: due giacigli di
paglia su una lastra di pietra rialzati da terra posti
in fondo e uno di fianco all’altro, a destra, vi era un lungo tavolo di legno
rettangolare; ai due lati vi erano due aperture circolari ricoperte da un telo;
sulla scura parete frontale vi era affisso un arazzo su cui vi era l’emblema
reale che copriva l’intera parete.
"Bell'arredamento."-Disse Jack posando a terra il
suo zaino.
"Ti aspettavi un albergo a quattro stelle,Jack?"
-Replicò Daniel, facendo altrettanto.
"Beh...veramente...no..."- Disse sottovoce il
Colonnello.
Suwesi rimase perplessa dall’espressione delusa di Jack.
Daniel notò l'espressione della donna e tossì leggermente, Jack si
voltò verso di lui e lui capì l'antifona.
"Bello."- Ripeté Jack -"Mi piace." -Aggiunse
sorridendo a 32 denti.
Il Colonnello e l'archeologo videro anche che vi erano due paia di
sandali sistemati ai piedi dei giacigli.
La donna sorrise, poi con un ampio gesto della mano li indicò.
Daniel e Jack si avvicinarono ad essi e
notarono che sopra vi era qualcosa che era stato ripiegato accuratamente;
l'archeologo si chinò, prese in mano l’oggetto dal suo letto e lo spiegò
con cura : era un lungo pareo di colore blu chiaro; al tocco era
soffice,leggero, ma al tempo stesso resistente; sull’indumento vi era ricamato
lo stemma reale.
[“Essi
sono un dono del mio sovrano per voi; gli stessi tessitori reali li hanno
tessuti.”] –Disse la giovane con tono molto fiero.
Daniel tradusse per Jack, poi proferì parole di elogio per i
tessitori mentre Jack andava verso il suo letto; prese il suo pareo e lo spiegò:
era di colore verde mela.
I due uomini si scambiarono delle occhiate interrogative per
qualche secondo.
"Pianeta che vai..."- Disse Daniel, alla fine, con
serena rassegnazione.
“…Okayy…” -Disse Jack con altrettanta rassegnazione, ma
nella sua voce vi era una leggera sfumatura di disappunto.
["Qualcosa non va?] -Chiese con tono preoccupato la giovane.
Daniel si voltò verso di lei.- ["No, Suwesi, va tutto bene.
Grazie."]-Disse con sorriso cordiale.
La giovane ricambiò il sorriso, si inchinò, e uscì dalla capanna a
ritroso e a capo chino.
Jack riprese il suo pareo verde mela, si mise a sedere sul letto e
iniziò a spogliarsi; Daniel seguì il suo esempio.
***
Daniel si era già cambiato (ma aveva tenuto la bandana), ed ora era seduto sul lettino; dal suo zaino tirò fuori la
piccola videocamera.
“Hai già intenzione di usarla?”- Chiese Jack, che era in
piedi davanti a lui mentre terminava di allacciarsi il pareo.
“Hm? Sì, certo” -Disse Daniel mentre estraeva una minicassetta
dallo zaino.- “Vorrei riprende la festa.”-Aggiunse inserendo la minicassetta
nell’apposita apertura.
“Te lopermetterà?”
“Beh, ha già detto che è favorevole che io studi la loro cultura.”
“A studiarle, non a farsi riprendere da uno strano
oggetto. Sai, hai presente quella faccenda del …rubare la propria
anima e via dicendo?!”
“Quella è una credenza dei Nativi Americani, Jack…anche se, veramente,
anche…gli…”
“E chi mi dice che non l’abbiano anche loro?!”
“Perché ti preocc…“ -Daniel s’interruppe, quando vide Jack fare
una strana espressione di dolore, il che gli fece ricordare all’improvviso quello
che gli aveva detto a proposito della punizione.
"Oh…per quello…sta’ tranquillo, non c’è pericolo. Nessun
pericolo. Ma per scrupolo glielo chiederò. Contento?"
Jack annuì con aria felice, poi si voltò e raccolse da terra il
suo corpetto Omega e lo indossò.
“Oh. Giusto.” – Disse l’archeologo, e guardandosi in giro,
lo vide che giaceva alle sue spalle, lo prese e se lo infilò.
"…Sai, ti dona questo pareo..." Aggiunse Daniel.
"Anche a te, Dannyboy." -Replicò il Colonnello, dandogli
una pacca sul braccio mentre si dirigeva verso il suo lettino.
Daniel ,al quel diminutivo, aveva automaticamente corrugato la
fronte per un istante, poi aveva sorriso.
"Questo… letto non è poi così male." -Disse Jack
sdraiandosi e rivolgendo la testa verso Daniel.
"Già...non è poi così male." -Aggiunse il linguista
seguendo l'esempio di Jack e voltandosi istintivamente verso di lui.
D’improvviso, la luce fosforescente biancastra del Sole, che filtrava
dalle tende,iniziò a svanire lentamente…e un’intensa
luce azzurrastra ne prese il posto.
Il Linguista e il Colonnello, incuriositi, si alzarono
simultaneamente e si avvicinarono all'apertura del lato destro; Daniel sollevò
il telo che copriva lo spiraglio e videro...che era sceso il crepuscolo!
"È già …sera…!?"-Esclamò Jack spiando l’esterno dal di
sopra delle spalle di Daniel.
"A quanto pare...qui le giornate sono molto
corte."-Rispose Daniel voltandosi verso il suo amico.
“Non lo sapevi?”
“Beh, non ho mai avuto il modo di verificarlo.”
Jack fece una smorfia fra l’offeso e il mortificato.
**
Jack e Daniel (che per istinto inconscio, aveva afferrato la
videocamera), uscirono dalla capanna e alzarono lo sguardo: videro che un corpo
celeste -forse si trattava del satellite dello stesso Pianeta rimasto invisibile
fino al quel momento-, aveva completamene oscurato il
Sole! Davanti ai loro occhi si stava svolgendo un’eclisse di Sole…aliena!
Il Sole bianco, coperto dal satellite, ora irradiava una luce
azzurrastra anulare su tutto il villaggio.
L’aria si era fatta piacevolmente fresca. I due terrestri
s’inoltrarono lentamente nel villaggio.
Vi era un insolito silenzio; e, quando raggiunsero il centro del
villaggio, notarono che qua e là vi erano dei piccoli falò che ardevano
solitari, ma in giro non c’era nessuno…almeno così sembrava.
All'improvviso, il silenzio fu spezzato da un grido e Jack e
Daniel furono circondati dalla gente del villaggio che, allegramente, danzava,
cantava e suonava strane musiche al tempo di tamburi
(e quant’altro); dei servitori apparvero, alle loro spalle, come dal nulla, con
grandi vassoi pieni di pietanze.
Il capo-tribù (anch’egli apparso dal nulla),era già seduto, a
qualche passo più in là, al suo posto di onore su un scanno e sorrideva fiero;
poi lanciò uno sguardo di rimprovero alla giovane che gli era accanto.
Suwesi si avvicinò a Daniel e a Jack, che si erano prontamente
allontanati dalla folla, per non essere travolti dalla loro festosa irruenza.
["'Mtayy O'Nir,'Mtay Dan’yr, stavo per venire da voi per
accompagnarvi qui"]-Disse la donna, quasi mortificata.
Daniel restò sorpreso dal tono di Suwesi.
"Che ha detto?"-Domandò Jack, avendo notato anche lui lo
strano tono di voce.
Daniel tradusse velocemente per lui senza voltarsi.
"Ah, non importa. Di’ al tuo capo che, come vedi, sappiamo
come orientarci. Non ci serve una babysitter.”- Replicò Jack.
"Vuoi che glielo traduca?" -Ribatté Daniel, voltandosi.
Jack gli lanciò uno sguardo di sottecchi alquanto accigliato.
["'Mtayy...] -Aggiunse poi la giovane, indicando loro di
seguirla.
"Portaci dal capo." -Disse Jack mentre seguiva la
donna.
[“O'Nir, Dan’yr"] - Asserì ‘Ndalkym annuendo lievemente, e
con orgoglio, mentre i due uomini si sedevano accanto a lui (impresa che Jack
trovò difficile da eseguire con quel pareo stretto, mentre Daniel, al contrario
non ebbe alcuna difficoltà).
["grande e generoso capo...”]- Disse Daniel, abbassando la
testa e poi rialzandola .["noi ti ringraziamo per averci invitati alla tua
tavola...]-aggiunsepoi.
Ndalkym notò con curiosità l’oggetto che l’archeologo aveva fa le
mani.
[“grande e generoso capo”…]- Iniziò Daniel.
[“Dan’yr…a te è consentito chiamarmi col mio nome di nascita. Ma a
te solo.”] -Disse il re rivolgendo lo sguardo verso Jack.
[“È un grandissimo onore che mi rendi…’Ndalkym...io…”]
[Spiegami, che cosa è questo strano oggetto?]
[Oh…è uno strumento per me molto utile…mi aiuta nel mio lavoro…]
[Qual
è il suo scopo?]
[Ah. Ecco…Riesce a catturare le immagini…]
[….È un oggetto magico, dunque?]
[Per
me lo è—Ti faccio vedere come si usa.]
Daniel accese la videocamera e la puntò verso il cielo per alcuni
secondi; poi fermò la registrazione e la mandò indietro di qualche secondo;
poi, mostrò a ‘Ndalkym quello che aveva appena ripreso, sul piccolo monitor.
Sul volto del re barbuto apparve un’espressione traumatizzata: i
suoi occhi si spalancarono all’inverosimile ,e un’esclamazione gutturale gli
uscì dalle labbra; e Daniel, per un istante, credette di aver commesso un
errore madornale.
***
SULLA TERRA
Il Jaffa seppe che erano quasi giunti a destinazione quando Sam
iniziò a rallentare, per poi fermarsi del tutto sotto un piccolo pendio.
Teal'c e Carter scesero dalla moto quasi contemporaneamente;i due
si tolsero il casco e li sistemarono sulla moto.
"Ecco, siamo arrivati." Disse con tono
compiaciuto Sam.
Teal'c la fissò e alzò un sopracciglio.
"Beh, quasi...dobbiamo salire
lassù." - E detto questo,s'incamminò spedita; poi girandosi, per
scrupolo, per vedere se, effettivamente, il suo amico la stesse seguendo; e,
infatti, lo scorse a pochi passi dietro di lei; e quando furono in cima, lo
sguardo stupito -era dir poco- del suo compagno di viaggio la fece sorridere
soddisfatta.
Teal'c vide apparire davanti ai suoi occhi uno scenario che aveva
visto solo una volta, su una piccola cartolina esposta in un negozio nel...1969: Il Gran Canyon ora si trovava davanti a lui nella
sua magnificenza.
"Bella vista, vero, Teal'c?" -Disse sorridendo Sam
posandogli la mano sul braccio.
"Invero, MaggioreCarter." -Rispose con un leggero
sorriso il Jaffa, voltandosi verso di lei; poi, sia lui
,sia il Maggiore, ritornarono a contemplare il Gran Canyon.