The way we became a family

di LalaMalfoy
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4 ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


~ Perché? ~

"Sirius"

Il bambino di soli sette anni alzò controvoglia la testa dal cuscino per puntare lo sguardo su quello del fratello minore che lo osservava dalla porta della stanza. A giudicare dal buio fuori dalla finestra doveva essere notte fonda e tutto quello che voleva fare era dormire, ma non poteva ignorare quel bambino smilzo così simile a lui a cui voleva un bene dell'anima.

"Reg" sbuffò con la voce impastata dal sonno "Che vuoi?" 

"Posso dormire con te? C'è un mostro nella mia camera" 

"Magari è solo Kreacher" rispose Sirius con un ghigno, aveva sempre odiato quell'elfo, ma facendogli spazio sotto le coperte

Regulus si accoccolò accanto a lui e, un attimo dopo aver appoggiato la testa sul suo petto, si era già addormentato. Sirius rimase a guardarlo per un po' pensando a quanto era fortunato ad avere un compagno di giochi in quella casa grande e silenziosa, poi lo strinse forte e si addormentò anche lui. 

Quando si svegliò la mattina dopo l'altra metà del letto era vuota e solo il caldo rimasto sulle lenzuola confermava che la presenza del suo fratellino non fosse stata solo un sogno. Regulus probabilmente si era alzato prima e si era allontanato per non rischiare che la madre lo scoprisse lì, non voleva farla arrabbiare e sapeva benissimo che la donna considerava la sua un'azione da deboli, per nulla degna di un Black. 

I sentimenti rendono deboli, i Black non hanno sentimenti.

Scese a fare colazione dove trovò giù tutta la sua famiglia seduta a tavola. A capotavola suo padre Orion stava leggendo La Gazzetta del Profeta, sua madre Walburga, seduta alla sinistra del marito, mangiava la sua colazione con una rigidità e una compostezza artefatte e innaturali e lo stesso cercava di fare il piccolo Regulus. Sirius prese posto alla destra del padre, nel posto che gli spettava in quanto primogenito, e iniziò a mangiare velocemente tutto quello che Kreacher gli aveva messo nel piatto.

"Sirius" 

L'occhiata furiosa e il tono gelido di Walburga bastarono a farlo sedere più composto e a cominciare a mangiare ad una velocità adeguata, sapeva cosa sarebbe successo se non avesse obbedito. Ne era testimone la lieve cicatrice non ancora totalmente rimarginata che aveva sul braccio, inflittagli dalla madre qualche giorno prima perché aveva incidentalmente rotto un soprammobile di inestimabile valore. Quel giorno per la prima volta Sirius si era chiesto se l'oggetto avesse più valore di lui dato che quello non doveva essere nemmeno sfiorato mentre lui era stato picchiato in conseguenza alla sua azione.

Orion uscì di casa molto presto e poco dopo arrivò il loro precettore e i due bambini passarono l'intera mattinata a ripetere nozioni assieme a quell'uomo serio e noioso che sembrava non essere mai contento nella vita. Sirius non ricordava di averlo mai visto sorridere, si arrabbiava se sbagliavano ma non si complimentava mai quando facevano giusto.

Pranzarono in silenzio assieme a Walburga, poi questa disse "Devo uscire a fare delle compere, sarete affidati alle cure di Kreacher, mi raccomando comportatevi come si deve perché mi riferirà ogni cosa non appena sarò di ritorno" 

I due bambini annuirono in silenzio e, finito di mangiare, andarono a sedersi in salotto per una partita a scacchi. Sirius vinse facilmente e si divertì a prendere in giro il fratellino per un po', poi si alzò e si affacciò alla finestra per guardare fuori. Rimase in silenzio a lungo fino a quando Regulus non prese la parola

"Sir, cosa c'è di interessante lì fuori?"  

A quel tempo Sirius non sapeva che diversi anni dopo quella domanda gli sarebbe tornata in mente in circostanze meno serene, non sapeva che avrebbe avuto una risposta molto più veritiera a quella domanda, non aveva idea che lì fuori c'era tutto un mondo che a loro era stato negato conoscere.

"Ci sono due bambini che giocano" rispose solo, poi un'idea gli illuminò gli occhi di una luce che ormai Regulus aveva imparato ad associare ad un guaio imminente "Andiamo a giocare con loro?" 

"Non abbiamo il permesso di uscire di casa" la debole protesta di Regulus venne subito spenta dall'entusiasmo del maggiore che si mise di buona lena a convincerlo 

"In fondo sono solo due bambini come noi, che male c'è?"

Come noi. 

Kreacher stava pulendo i piani superiori quindi i due bambini, facendo molto piano, riuscirono ad uscire senza farsi vedere. Scesero gli scalini davanti a casa e si avvicinarono alla bambina dal momento che l'altro bambino sembrava essersene andata

"Ciao" il primo ad avvicinarsi fu Sirius, da sempre più coraggioso ed estroverso del fratello minore "Sono Sirius, lui è mio fratello Regulus, abitiamo qui vicino. Possiamo giocare con voi?" 

"Che nomi strani" osservò la piccola con tutta l'innocenza di una bambina "Io sono Jane, abito in quella casa lì" indicò un portone dall'altro lato della strada "Ho sette anni, voi invece?" 

"Ne ho sette anche io" rispose Sirius con un sorriso felice "Reg invece è piccolo ne ha solo sei"

"Mio fratello Mike ne ha già otto" disse Jane con un sorriso timido ma contenta di fare nuove amicizie "è andato dentro a prendere il pallone, potete giocare con noi se volete"

In quel momento fu di ritorno anche Mike che, dopo una veloce presentazione, accettò volentieri di far giocare i due bambini con loro e iniziarono a lanciarsi la palla facendo dei semplici passaggi. 

"Sir" sussurrò Regulus al fratello in un attimo di pausa "Credo siano dei Babbani" 

"Credo anche io" gli rispose il fratello ripensando a quante volte i genitori avevano detto che i Babbani erano inferiori a loro e avevano ripetuto che dei Black non dovevano mischiarsi con la feccia 

"Ma in fondo stiamo solo giocando, no?" aggiunse dopo un attimo di incertezza

Non riusciva a vedere niente di male in quella bambina dalle trecce bionde che le scendevano ai lati della testa, gli occhi azzurri e dolci e il timido sorriso sempre sulle labbra. Indossava un vestitino rosa con dei fiori disegnati e delle scarpette dello stesso colore e aveva una macchia di cioccolato sulla guancia per il panino che aveva mangiato poco prima e che aveva gentilmente offerto anche a loro anche se lo avevano cortesemente rifiutato.

Vedeva la sua stessa passione per gli scherzi e lo stesso luccichio birbante negli occhi azzurri del ragazzino che ora era fermo davanti a lui e rideva a crepapelle per lo scherzo che avevano appena fatto spaventando Jane e Regulus. Aveva i capelli leggermente lunghi tenuti indietro grazie ad un codino basso e ormai scomposto a causa delle corse, una maglietta a maniche corte a righe e un paio di pantaloncini corti che lasciavano scoperte le ginocchia sbucciate dai tanti pomeriggi passati a giocare in strada.

"Sirius! Regulus!"

Il gelido e furioso richiamo della madre fece trasalire entrambi i Black che si diressero subito verso di lei. Sirius salutò con un breve e veloce cenno i due nuovi amici prima di seguire il fratello. La donna li afferrò per le braccia e dopo essersi assicurata di non essere vista dai due bambini li trascinò in casa.

Walburba aspettò di rientrare in casa prima di sfogare la sua rabbia sui figli e mentre li sgridava, non solo verbalmente, per come avevano deciso di passare il pomeriggio Sirius si fece avanti e prese la colpa per entrambi prendendo un sonoro schiaffo.

"Non potete stare con loro, sono Babbani, sono la feccia. Voi siete superiori e non potete mescolarvi" fece un attimo di silenzio e poi disse "E ora andate nelle vostre stanze e non vi muovete da lì fino a quando Kreacher non vi dirà di scendere per la cena"

Regulus uscì silenziosamente dalla stanza mentre Sirius si fermò

"Perché?" chiese ponendosi per la prima volta quella domanda

"Perché il tuo sangue ti rende nobile, superiore agli altri" disse Walburga con tono duro

"Sì, ma perché?" insistette il ragazzo

"Non ti ho educato come un bambino insolente e capriccioso" si infuriò allora Walburga colpendolo di nuovo "Va in camera tua prima che mi arrabbi davvero!"

Sirius non rivide quei due bambini a lungo, li osservava giocare dalla finestra ma Kreacher controllava che non si azzardasse mai più ad uscire.

E anche se avevano passato insieme un solo pomeriggio Mike e Jane divennero il primo dei tanti momenti che cambiarono completamente la vita del primogenito dei Black. Quello fu il giorno in cui per la prima volta si fece delle domande, in cui si chiese il perché degli insegnamenti dei genitori e come mai la madre non gli avesse dato una risposta valida.

Quello fu il primo segno delle due strade diverse che avrebbero preso i fratelli Black, il curioso ribelle e il devoto silenzioso.

Per diverso tempo però sarebbero stati ancora due semplici bambini, due fratelli che giocavano nelle stanze e per i corridoi di quella grande casa.

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


~ Toujours pur ~

Sirius quella mattina si sentiva completamente su di giri, tanto che era sveglio dall'alba, aveva già indossato la sua veste da mago e controllato una decina di volte di aver messo nel baule tutto il necessario.

Scese a fare colazione ed era talmente perso nell'immaginare quale sarebbe stata la sua vita a Hogwarts che quasi non si accorse che la madre lo rimproverava aspramente perché la veste non era abbottonata a dovere, solo il colpo di bastone del padre lo fece rendere conto della cosa e subito provvide a sistemare la faccenda con una smorfia di dolore.

La famiglia fece colazione assieme seppur in assoluto silenzio, poi si alzarono e con lo stesso clima si diressero al binario nove e tre quarti. Orion stringeva forte il braccio del figlio per guidarlo nella materializzazione congiunta ma non era una stretta affettuosa, solo possessiva.

Appena arrivati prese a raccomandarsi riguardo il comportamento che avrebbe dovuto tenere a scuola, le regole da rispettare e soprattutto le persone con cui rapportarsi. Sirius ebbe un flash di sua madre che trascinava lui e Regulus lontano da Mike e Jane, ma annuì secco senza una parola.

I sentimenti rendono deboli, i Black non hanno sentimenti.

Quello gli avevano insegnato e così si comportava. Strinse i denti e mise su un'espressione imperturbabile che forse un ragazzino di undici anni non dovrebbe conoscere così bene e a cui non dovrebbe ricorrere tanto spesso quanto lo faceva lui.

"...e ricorda Sirius. Toujours Pur non è solo il motto della nostra famiglia, deve essere il tuo modo di vivere" 

Sirius ascoltava solo per metà le raccomandazioni del padre a cui si erano aggiunte anche quelle della madre non appena era apparsa accanto a loro insieme a Regulus. Era troppo impegnato a guardarsi intorno, a scorgere quelli che presto sarebbero stati i suoi nuovi compagni.

Scorse due ragazzine poco più grandi di lui che si abbracciavano con affetto. Vide un ragazzo decisamente alto che rimbrottava la madre imbarazzato dal fatto che questa cercasse di abbracciarlo davanti agli amici e si chiese come mai lui non ne aveva mai ricevuto nemmeno in privato. Notò un gruppetto di ragazzi e ragazze che ridevano per qualcosa, un ragazzino che faticava nel cercare di caricare il suo baule sul treno.

E poi lo vide. Un ragazzino dai capelli talmente scompigliati che sembrava quasi impossibile potessero stare in quel modo, gli occhiali storti sul naso, un paio di occhi nocciola che esprimevano gioia e divertimento e un sorriso furbo sul volto. Stava ridendo per qualcosa mentre usava suo padre come scudo contro la madre e tutti e tre erano davvero felici.

"Jamie, lasciati abbracciare!" esclamò la donna e allora lui si avvicinò e si lasciò stringere

"Ehi!" si lamentò indignato quando lei lo colpì forte alla nuca

"Figliolo, ti sei davvero fatto fregare da tua madre? Ti credevo più furbo di così" ghignò l'uomo al loro fianco scompigliandogli i capelli

Sembravano davvero felici insieme e Sirius si chiese come mai non badavano a cose come la compostezza e il decoro, per quale motivo ridevano forte e scherzavano prendendosi affettuosamente in giro tra loro senza preoccuparsi dell'etichetta.

"I Potter" disse Orion con tale disgusto nel tono da far sobbalzare il figlio "Sono una delle più grandi famiglie di Traditori del Sangue che ci siano. Saranno anche purosangue ma ormai sono troppo mischiati con la feccia"

"Quello è l'esempio di ciò che non devi diventare" continuò per lui Walburga. E allora per quale motivo sembrava tanto bello?

"Ricorda, Toujours Pur" gli disse un'ultima volta la madre mentre il padre caricava il suo baule "Narcissa ti raggiungerà assieme ai suoi compagni Serpeverde, nonché tuoi futuri compagni, fra poco"

Sirius riuscì a stento a trattenere una smorfia di disgusto e, non appena i genitori si allontanarono, prese il suo baule e si avventurò lungo il corridoio alla ricerca di uno scompartimento con un posto vuoto.

Ne trovò uno in cui c'era solo un baule, mise anche il suo nella retina portabagagli e sedette. Con la testa appoggiata fuori dal finestrino scorse nuovamente la famiglia Potter, senza saperlo era arrivato praticamente dov'erano loro.

"Buona fortuna tesoro" stava dicendo la madre al ragazzino "Comportati bene e studia, divertiti anche ma senza esagerare. Siamo intesi?"

"Ma certo mamma" ghignò lui con tono per nulla credibile

Abbracciò con forza entrambi i genitori e salì sul treno urlando un "Vi voglio bene! Ci vediamo a Natale!"

Sirius si allontanò di scatto dal finestrino per non farsi beccare ad osservarli e un attimo dopo il ragazzo stava caricando il suo baule nello spazio rimasto vuoto.

"Ciao, sono James Potter. Tu sei?"

"Sirius Black" rispose tendendogli la mano un po' incerto

James prese a parlare a macchinetta di tutto quello che gli passava in testa, tanto che Sirius non riusciva quasi ad intervenire.

Entrò anche la proprietaria del baule abbandonato che sedette subito accanto al finestrino, era evidentemente in lacrime.

James e Sirius si scambiarono uno sguardo allarmato e poi il primo le si avvicinò.

"Ehy, va...  va tutto bene?"

La ragazzina annuì tirando su col naso e si asciugò gli occhi dalle lacrime.

"Sicura?" insistette James "C'è qualcosa che possiamo fare?"

"No, non preoccupatevi" la rossa riuscì a rivolgere loro un sorriso tremante e poi riprese a guardare fuori dal finestrino.

In quel momento un ragazzino dai capelli unticci e con già indosso la divisa di Hogwarts fece il suo ingresso nello scompartimento e si diresse verso di lei; quasi contemporaneamente il treno partì.

Per un po' i quattro mantennero vive due conversazioni separate, poi un commento sulle case li fece discutere e i due se ne andarono indignati.

Sirius era intervenuto per difendere quello che sembrava già essere un nuovo amico, ma era molto distratto, non riusciva a non chiedersi cosa ne sarebbe stato del suo smistamento.

"Ehi amico, alla fine la casa non è così importante" disse James vedendolo preoccupato e collegando il cambio d'umore al commento che aveva fatto prima su dove era stata tutta la sua famiglia "Certo Grifondoro è sicuramente dieci volte meglio di tutte le altre, ma in qualsiasi finissi penso mi staresti comunque abbastanza simpatico"

L'aveva buttata sul ridere ma quelle parole avevano scaldato il cuore a Sirius. Nessuno gli aveva mai detto niente del genere prima. I discorsi dei genitori erano sempre stati improntati più su: Serpeverde è l'unica scelta possibile.

"Non credo che i miei la vedano allo stesso modo" ammise amaro esternando per la prima volta la sua preoccupazione a qualcuno

"Allora sono degli stupidi" diretto, senza filtri "Scusa so che non è gentile. È solo che la casa in cui sei smistato non definisce chi sei, come non lo fanno le persone che hai attorno neanche quando sono la tua famiglia. Ognuno è chi decide di essere, sono le scelte che fa a definirlo come persona"

Fece un attimo di silenzio, poi il suo sguardo si illuminò e Sirius che si aspettava quasi un'altra perla di saggezza scoppiò a ridere nel sentire "Fantastico! La signora del carrello"

Divisero i dolci e passarono una giornata che nessuno dei due avrebbe mai dimenticato.

Raggiunsero il castello e come tutti rimasero meravigliati nel vederne la bellezza mozzafiato, spaventarono qualche ragazzina mentre cercava di salire sulla barca e si divertirono da matti a cercare segni della piovra gigante che, come il padre aveva raccontato a James, viveva nel lago.

Si resero subito conto che la Mcgranitt sarebbe stata un osso duro e stettero in silenzio in sua presenza, era meglio aspettare almeno l'inizio delle lezioni per farsi conoscere come i combinaguai che erano.

E poi ecco il momento cruciale. Il cappello era calato sulla testa di Sirius e lui stava aspettando il verdetto tanto temuto.

"Non è un dilemma facile" stava borbottando il cappello "Sei coraggioso, giusto e sincero... saresti un ottimo Grifondoro. Potresti però anche diventare un Serpeverde degno di nota se lo volessi"

Sirius continuava a sentire risuonare nella testa l'eco delle voci dei genitori che ripetevano all'infinito quelle parole Toujours Pur. Poi però sentì qualcosa di diverso, era James che solo qualche ora prima aveva detto qualcosa che l'aveva davvero colpito.

Ognuno è chi decide di essere, sono le scelte che fa a definirlo come persona

"Sicuro?" gli chiese il cappello che ovviamente poteva leggere i suoi pensieri

Si. Pensò Sirius talmente intensamente da sbalordire persino se stesso.

"Quasto fa davvero di te un perfetto... GRIFONDORO!"

La sala intera si congelò per qualche istante, poi i Grifondoro presero ad applaudire con forza seppur scioccati dall'inaspettata svolta degli eventi.

Sirius evitò lo sguardo di Narcissa per non cogliere il suo disgusto, la rabbia e la delusione. Sedette e si concentrò solo sul volto di James che, ancora in attesa che venisse il suo turno, gli sorrideva entusiasta.

Lo smistamento continuò e altri ragazzi, tra cui la ragazzina del treno, si aggiunsero a lui, ma tutto quello che riusciva a pensare era perché diavolo il cognome di James doveva proprio iniziare con la P.

Finalmente anche lui si diresse verso il cappello che ci mise pochi secondi a prendere la sua decisione e un attimo dopo il corvino quasi correva verso di lui. James gli diede una pacca sulla spalla e sedette al suo fianco dicendo

"Sempre detto che sei un tipo a posto"

"E tu non sei completamente normale invece" lo rimbeccò Sirius ridendo "Ci conosciamo da neanche un giorno non puoi dire di averlo sempre detto"

James fece spallucce e si allungò per chiamare qualcuno che conosceva al tavolo, un certo Frank Paciock, un amico di famiglia.

"Ehi Frankie, te l'avevo detto che sarei finito qui"

"Purtroppo non avevo dubbi Jamie"

"Non chiamarmi Jamie" si arrabbiò il più piccolo cercando di sembrare minaccioso "Comunque lui è il mio amico Sirius, Sirius lui è Frank è al terzo anno"

Chiacchierarono un po' con lui e anche con gli altri seduti lì vicino. A tutti James si presentava sempre aggiungendo "e lui è il mio amico Sirius", come se fossero ormai inscindibili l'uno dall'altro, come se conoscere l'uno comportasse automaticamente conoscere l'altro.

Sirius e James divennero amici così, in modo talmente naturale che sembrava fosse scritto, in modo talmente ovvio che era come se non ci fosse un prima, come se loro fossero stati fatti per trovarsi, per diventare fratelli.

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***


~ Amici, nemici e scherzi ~

Le settimane passavano e James e Sirius erano sempre insieme, tanto che le persone si erano talmente abituate a vedere quell'accoppiata da stupirsi e preoccuparsi quelle rare volte che vedevano l'uno senza l'altro. Un giorno Frank aveva addirittura fermato Sirius lungo il corridoio che portava verso la Sala Grande per chiedergli se James stesse bene.

"Perché non dovrebbe?" aveva chiesto il Black confuso

"Non lo so, dov'è?" 

"Si è rifiutato di alzarsi questa mattina quindi l'ho colpito con una caccabomba e ora sta cercando di far andare via l'odore" Sirius lo disse con tono leggero, some se fosse completamente normale colpire il proprio migliore amico solo perché non si alzava dal letto e Frank si ritrovò a scoppiare a ridere sconvolto per come quei due potessero essere così simili senza mai essersi nemmeno visti prima di quel primo settembre.

Scosse la testa e si allontanò con Sirius che lo guardava leggermente stralunato non capendo la reazione del più grande. Riprese a camminare solo qualche secondo dopo e, arrivato in Sala Grande, sedette da solo, lasciando qualche posto nella panca tra lui e il Grifondoro più vicino. Sentiva che non tutti l'avevano ancora pienamente accettato e la cosa gli pesava anche se non lo dava mai a vedere, ma quando era con James non se ne curava perché aveva lui.

Lo vide arrivare accompagnato da quel loro compagno di stanza magrolino e con delle evidenti cicatrici sul viso, doveva chiamarsi Remus se ben ricordava dalle presentazioni che si erano fatti il primo giorno. 

"Dopo mi vendicherò" iniziò James con un cipiglio che doveva essere minaccioso ma che non tangeva minimamente Sirius "Però prima devi sapere che Remus mi ha aiutato a togliermi quella schifezza di dosso quindi si è guadagnato la mia eterna gratitudine"

Remus gli rivolse un sorriso divertito mentre una luce particolare gli brillava negli occhi, a Sirius bastò lanciare uno sguardo a James per capire che l'aveva notata anche lui ed era quello il motivo principale per cui lo aveva invitato a sedersi con loro.

"L'ho aiutato perché non potevo sopportare che quell'orribile odore appestasse ancora a lungo la nostra stanza, ma non posso che complimentarmi per l'ottima trovata per svegliarlo" ghignò infatti il nuovo arrivato

Sirius gli batté una pacca sulla spalla e poi si rivolse a James con un sorriso soddisfatto in volto "Mi sta già simpatico" disse e in un attimo l'espressione dell'amico divenne lo specchio della sua

"Ci avrei scommesso" ammise ridendo 

E fu così che anche Remus Lupin si unì a quello che presto divenne un trio, trovandosi suo malgrado coinvolto nelle loro bravate, ma estremamente felice di essere stato accolto nel gruppo e guardato con amicizia e stima.

La scoperta che era un Mezzosangue, fatta solo per caso qualche giorno dopo, sconvolse Sirius che si ritrovò ancora una volta con quel perché stampato bene in testa. Perché i loro genitori gli avevano sempre insegnato una superiorità che ora, di fronte a Remus, gli sembrava totalmente assurda? Perché lui avrebbe dovuto essere la feccia se invece sembrava un amico sincero e leale? Uno studente dotato e un ragazzo pieno di sogni e voglia di divertirsi? Una persona esattamente come lui e James?

Aveva trovato il coraggio di esporre a James i suoi dubbi solo il giorno dopo e lui aveva sorriso bonariamente e l'aveva attirato a sé per le spalle.

"Mi hanno sempre insegnato che le scelte che le persone fanno, chi sono davvero, conta molto più del cognome o del sangue" gli disse "Non voglio insinuare che i tuoi siano dei bugiardi solo che non riesco a credere Remus inferiore quando potrebbe sicuramente stenderci con un incantesimo o fregarci con uno dei suoi fantastici piani che ci evitano sempre le punizioni. O guarda anche la Evans, sarà petulante e amica di Mocciosus, ma è probabilmente la migliore del nostro anno pur essendo una nata babbana"

"Sai credo che tu abbia ragione" gli rispose Sirius "Il mio cognome avrebbe dovuto farmi finire a Serpeverde, ma io ho scelto di essere un Grifondoro. Proprio come Remus ha scelto di essere una brava persona e un ottimo mago anche se di tanto in tanto è un po' troppo fissato con le regole, non trovi anche tu?" la buttò sul ridere alla fine

"Pienamente d'accordo Compare, dobbiamo decisamente curare questa sua malsana fissazione" rise James contento delle parole dell'amico. 

Era decisamente più forte di lui, si disse l'occhialuto, perché se James era stato cresciuto con certi valori Sirius li stava imparando da solo, pur consapevole che una volta a casa ne avrebbe fatto le spese, ma la cosa non lo impauriva. E quando lo vide ridere con Remus quella sera si sentì estremamente orgoglioso di lui.

Era passato quasi un mese dall'inizio della scuola e Sirius iniziava a sentirsi davvero accettato dai Grifondoro e sempre più incurante degli sguardi disgustati e rancorosi che gli lanciava Narcissa ogni volta che si incrociavano, sostenuta e incoraggiata dai commenti degli altri Serpeverde, quando un giorno camminando verso l'aula di pozioni sentirono degli strani rumori. 

Si avvicinarono lentamente alla porta dell'aula abbandonata lì vicino per capire cosa stesse succedendo e si resero conto che tre Serpeverde che a giudicare dall'altezza dovevano frequentare gli ultimi anni, stavano deridendo e seviziando il loro compagno di stanza, Peter Minus. Era un ragazzino timido e grassoccio che quasi non spiccicava parola e non andava molto bene nelle lezioni, ma questo non giustificava in alcun modo il loro comportamento.

"Dobbiamo aiutarlo" c'era una durezza mai sentita prima nel tono di James tanta era la convinzione con cui aveva pronunciato quelle parole

"Sì" annuì convinto Sirius e stava già facendo un passo avanti in tutta la sua irruenza quando Remus lo fermò alzando un braccio a sbarrargli la strada

"Sono d'accordo con voi" iniziò "Ma come facciamo? Non conosciamo molti incantesimi e non possiamo niente contro di loro se entriamo così. Serve un piano" 

James si illuminò e tirò fuori un mantello dalla tasca della sua divisa dicendo "Vi spiegherò tutto dopo. Li distrarrò, aiutate Peter" poi puntò gli occhi in quelli di Sirius e aggiunse "Penseremo dopo a come vendicarci" 

Gli stava implicitamente dicendo di non perdere la testa e non fare nulla di avventato, aveva paura che gli succedesse qualcosa si rese conto Sirius con talmente tanto stupore che si trovò ad annuire senza nemmeno provare a protestare.

James si infilò sotto il mantello e iniziò a disseminare confusione nell'aula usando il Wingardium Leviosa che avevano imparato il giorno prima e che già padroneggiava alla perfezione per lanciare gli oggetti da un lato all'altro della stanza mentre gli altri due, approfittando della distrazione dei Serpeverde, portarono Peter fuori di lì. 

Lo trascinarono alle cucine, James e Sirius avevano scoperto giusto qualche giorno prima come arrivarci, e lo rimpinzarono di dolci rassicurandolo sul fatto che niente di quello che avevano detto quegli idioti fosse vero. Ci misero un po' a farlo stare meglio perché non aveva un grandissima stima di se stesso, ma alla fine ci riuscirono e passarono il resto dell'ora a mangiare, ridere e scherzare. 

Quella fu la prima ora di lezione che saltarono e probabilmente una delle poche per cui Remus non fece loro una ramanzina, dopotutto era per una buona causa. Da quel momento presero a prestare attenzione a Peter perché non gli succedesse nuovamente una cosa del genere e giorno dopo giorno passava sempre più tempo con loro fino a finire per essere il quarto membro del gruppetto. 

La notte dopo la faccenda Sirius rimase sveglio a ripensare a quello che avevano fatto ad un povero ragazzino indifeso ripensando a tutte le volte che in casa avevano fatto del male a lui per una risposta o un comportamento sbagliato. 

"James" sussurrò al buio

L'amico era, prevedibilmente, sveglio a pensare anche lui a quanto era successo e gli rispose quasi all'istante.

"Non possiamo lasciare che la passino liscia, devono capire che Peter è intoccabile, che noi siamo intoccabili e non ci piegheremo alle loro stupide minacce " 

James probabilmente si rese conto che Sirius non parlava solo dei Serpeverde ma stava inconsciamente pensando alla sua famiglia e a quello che sarebbe successo una volta tornato a casa dopo essere stato smistato a Grifondoro, ma ebbe il tatto di non dire nulla e con leggerezza gli rispose 

"Sono d'accordo. Dovremmo proprio organizzare qualcosa per fargli capire con chi hanno a che fare" 

La mattina dopo al tavolo di Serpeverde era pieno di ragazzi che ruttavano sonoramente senza riuscire a trattenersi mentre agli altri tavoli tutti sghignazzavano dalle risate. Era una fortuna che qualche settimana prima avevano deciso di farsi spedire un po' di tutti i migliori prodotti di Zonko per provarli e quale migliore occasione poteva presentarsi?

Alla fine, davanti ai tre che avevano osato avvicinarsi a Peter comparve una lettera scarlatta che, dopo un attimo, prese a gridare sovrastando senza fatica il rumore dei rutti. 

"Solo un piccolo scherzetto per informarvi di quello che succederà se oserete avvicinarvi di nuovo a noi o a uno dei nostri amici. 
Saluti decisamente non cordiali, si spera a mai più rivederci
James e Sirius"

L'intera sala grande si voltò verso di loro che si profusero in profondi inchini salendo addirittura sulla panca per farsi vedere meglio. I Serpeverde erano furiosi, ma ruttavano ancora troppo per riuscire a dire una parola, gli altri studenti applaudivano, ridevano o sorridevano divertiti. Solo in pochi rimasero impassibili di fronte alla scena.

"Potter, Black! Con me! Subito!" l'urlo stizzito della professoressa McGranitt e la conseguente punizione erano una conseguenza ovvia del firmare quella lettera, ma volevano che i diretti interessati sapessero esattamente con chi avevano a che fare e quale modo migliore che farlo sapere a tutta la scuola? 

Quando tornarono in camera alcune ore dopo non sapevano bene come avrebbero reagito i loro due compagni. Peter li accolse subito con ammirazione, professandosi al tempo stesso grato, felice e profondamente divertito. I due lo ringraziarono e guardarono Remus che tra i quattro era sempre stato quello più ligio alle regole, lui li osservò con espressione seria per qualche secondo, poi si lasciò andare a un piccolo sorriso e disse

"Perché non ci avete coinvolti? Magari potevo ricordarvi che firmarsi non è un'ottima mossa per non finire in punizione" 

Risero tutti alle sue parole cogliendo la battuta insita nell'ultima frase, lui aveva capito perché si erano esposti. 

"Una punizione avrebbe infranto il tuo progetto di diventare Prefetto, Rem" sghignazzò James 

"Avrebbe intaccato la tua perfetta reputazione" rincarò Sirius anche lui ridendo

Remus sbuffò fingendosi oltraggiato e i due gli promisero che non li avrebbero più esclusi dalle loro malandrinate, come le aveva chiamate la McGranitt solo qualche ore prima. Ai quattro piacque talmente tanto quel nome che iniziarono ad usarlo sempre di più tanto che ancora prima delle vacanze di Natale tutti li conoscevano come i Malandrini.

I giorni passavano e loro erano sempre in testa ai pettegolezzi per qualcosa che avevano combinato, ma presto divenne di dominio pubblico che erano anche degli ottimi maghi. Si sentiva parlare di quel Lupin che nonostante l'essere così magro e le varie cicatrici lo facessero sembrare fragile e indifeso aveva padroneggiato ogni incantesimo praticamente al primo colpo guadagnandosi il rispetto di professori e studenti, per non parlare poi di Potter e Black che seppure sembrava non studiassero mai né tantomeno ascoltassero le lezioni erano incredibilmente brillanti e riuscivano bene in quasi tutte le materie, in particolar modo Incantesimi, Difesa e Trasfigurazione.

Halloween arrivò e passò. Sirius era stupito da tutte quelle decorazioni e si ritrovò piuttosto divertito da quella strana festa che i suoi genitori sembravano considerare troppo babbana per fargli conoscere. Si travestì volentieri per infastidire Narcissa e convinse gli amici a fare lo stesso, James accettò solo con la promessa che avrebbero architettato un bello scherzo per la cena. Ovviamente non aveva bisogno di farlo promettere perché Sirius era più che contento dell'idea. Presero in prestito il famoso Trick or treat? babbano ma non diedero una vera scelta ai compagni tra le due opzioni.

Pochi giorni dopo fu il compleanno di Sirius che si demoralizzò nel non ricevere nulla da casa, così gli amici si premurano di fargli passare una fantastica e intensa giornata che gli evitasse di avere il tempo di soffermarsi su pensieri troppo tristi. E funzionò davvero perché per Sirius fu probabilmente, e nonostante tutto, il miglior compleanno nella sua vita. 

James aveva senza dubbio letto nei suoi occhi che la malinconia era ancora presente anche se tenuta sotto controllo, ma ancora una volta non disse niente dandogli l'opportunità di parlarne solo quando fosse stato pronto, con i suoi tempi, e coinvolgendolo in un'assurda missione per tenerlo occupato mentre Remus e Peter organizzavano una piccola festicciola nel loro dormitorio.

 

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Capitolo 4
*** Capitolo 3 ***


~ Vacanze da recluso ~

Novembre e dicembre erano passati anche troppo velocemente per i gusti di Sirius che si trovò seduto in uno scompartimento dell'Espresso di Hogwarts senza nemmeno rendersene conto.

Attorno a lui James, Remus e Peter ridevano e scherzavano tentando di alleggerire l'atmosfera. Sapevano tutti e tre che la prospettiva di tornare dalla sua famiglia preoccupava il loro amico, ma non volevano forzarlo ad affrontare l'argomento.

Per tutto il viaggio cercarono di godersi il momento, mangiarono i dolci del carrello, chiacchierarono tra loro e si sfidarono a diverse partite di sparaschiocco e scacchi dei maghi. Tennero la conversazione su argomenti tranquilli, stando attenti a rimanere lontani da terreni scivolosi che avrebbero potuto portarli su una brutta china.

Sirius era grato loro per il modo in cui stavano affrontando la cosa. Li conosceva bene. Sapeva che se Peter si stava mordendo le unghie non era per paura di muovere il pedone nella casella sbagliata, vedeva che Remus era più silenzio del solito e non lo sgridava da diversi giorni ormai.

James poi era tutta un'altra storia. A Sirius non serviva la sua patologica incapacità di celare i sentimenti dietro una facciata, non aveva bisogno che la sua espressione parlasse con lui. Sentiva tutta la sua paura, la tensione, la preoccupazione e la rabbia. Sentiva quanto avrebbe voluto prenderlo con sé e portarlo a casa sua, impedirgli di tornare dai Black. Sentiva quanto lo stesse distruggendo sentirsi impotente in quella situazione.

E voleva davvero farlo stare meglio ma non poteva perché come lui leggeva James, il corvino riusciva a scorgere negli occhi di Sirius quello che celava al mondo intero e allora era inutile dirgli che sarebbe andato tutto bene, che non era preoccupato, che non lo spezzava sapere come i suoi genitori l'avrebbero trattato perché James semplicemente sapeva che non era vero. E James odiava le bugie.

Quando arrivarono al binario 9 e 3/4 i ragazzi si salutarono calorosamente dandosi appuntamento a quello che ormai era diventato il loro scompartimento per il sette gennaio. Remus e Peter si allontanarono per raggiungere i genitori che avevano scorto nella folla ma James non si mosse e trattenne il migliore amico per un braccio.

"Non so se riuscirai a scrivermi o meno, ma voglio che ti ricordi che io ci sono. Anche se non potrò essere fisicamente con te potrai sempre contare su di me, sul fatto che sarò dalla tua parte in qualsiasi momento della tua vita e qualsiasi scelta farai. Hai trovato delle persone che ti vogliono bene in questi mesi e ti prego di non dimenticarlo a prescindere da quello che diranno o faranno"

Sirius non aveva parole, leggeva una luce ardente bruciare negli occhi del Grifondoro, vedeva il suo sguardo fiero e sentiva il legame che li univa. Sapeva che questa consapevolezza l'avrebbe aiutato e accompagnato in quelle settimane.

"Noi siamo altro, Jamie. Nemmeno la mia famiglia potrà cancellare questo" sorrise sghembo Sirius

"Non. Chiamarmi. Jamie" si infuriò James pur sapendo che l'amico l'aveva fatto apposta per stemperare la tensione "E ora andiamo prima che ci diano per dispersi"

Scesero insieme dal treno, vicini e quasi sincronizzati, ma non si scambiarono nemmeno uno sguardo mentre si allontanavano ognuno verso i propri genitori. Sirius perché era troppo concentrato a tenere lo sguardo fermo in quello di Orion per non mostrarsi debole e cedere, James perché non voleva che l'amico scorgesse la sua paura proprio in quel momento così delicato.

Orion lo afferrò per un braccio senza premurarsi di non fargli male e si smaterializzò con lui senza una parola. Sedettero a tavola e cenarono nel più completo silenzio. Walburga non faceva che lanciare occhiate di fuoco al primogenito e Sirius leggeva nei suoi occhi la voglia di farlo tornare nei ranghi usando le maniere forti, proprio come faceva ogni volta che si comportavano male da bambini.

Incrociò anche lo sguardo di Regulus che sembrava davvero volesse dirgli qualcosa, ma poi lo distolse subito concentrandosi sul piatto e non lo guardò più per tutto il resto della cena.

"Va nella tua stanza Regulus" ordinò secco Orion lanciando una breve occhiata al figlio minore che dopo aver lanciato un'occhiata preoccupata al fratello maggiore eseguì gli ordini senza una parola

"Allora Sirius" iniziò Orion con tono freddo e calcolato "Credo tu sappia che siamo al corrente non solo dell'ignobile esito del tuo smistamento ma anche di ogni altro comportamento indegno della casata dei Black che hai adottato in questi mesi"

Sirius non rispose. Una parte di lui era ancora il bambino triste per aver deluso i genitori, ma prevaleva sicuramente l'animo Grifondoro che non si sarebbe mai abbassato a chiedere scusa per aver fatto quello che credeva giusto.

"Sappiamo della feccia con cui ti accompagni, dei comportamenti irragionevolmente sprezzanti che hai tenuto verso altri Purosangue come te amici della nostra famiglia da generazioni e della condotta di certo non impeccabile a scuola" continuò l'uomo scaldandosi ad ogni parola "Ho visto com'era ridotta la tua veste quando sei sceso dal treno con Potter"

Aveva sputato l'ultima parola con un tale disgusto che Sirius non riuscì a contenersi, a stare zitto. Fin dal primo giorno si era trovato a difendere James quando Mocciosus lo aveva offeso e da quella volta si erano protetti a vicenda. Solitamente lo facevano con battute, scherzi e piccoli incantesimi, quelli che avevano imparato. In quel momento però doveva farlo con serietà e convinzione

"Non dire una parola su di lui. Non osare offendere James"

"Come osi parlare in quel modo a tuo padre? Per difendere un Traditore del sangue poi" sbottò Walburga e lo schiaffo lo colse impreparato tanto da fargli torcere il collo per la forza che la donna vi aveva messo

"James è un ottimo mago e una persona ancora migliore" un altro schiaffo, altro dolore ma dalla bocca del ragazzino non uscì nemmeno un fiato

"Ora" riprese il padre più calmo "Siamo pronti a sorvolare sulla pessima scelta del cappello parlante se ricomincerai a comportarti come si concerne al tuo rango, a mantenere alto il nome dei Black e smetterai di frequentare quei Mezzosangue e quel Traditore"

"Non smetterò di frequentare Remus e Peter per nulla al mondo proprio come non abbandonerò James" rispose Sirius fiero "E continuerò a fare le scelte che ritengo giuste, a comportarmi nel modo migliore per me"

Questa volta lo schiaffo non fu inaspettato, ma fece male lo stesso e a quello ne seguì un altro e un altro ancora, poi un colpo di bastone del padre e altre percosse. Alla fine Sirius era accasciato a terra, le ferite che sanguinavano, ma non aveva mostrato loro il suo dolore e soprattutto non aveva ceduto.

Lo mandarono a dormire ordinandogli di riflettere suelle sue azioni e sulle conseguenze di esse, ma lui si sentiva davvero bene. Era riuscito ad affrontare i genitori a testa alta e in quel momento si sentiva davvero fiero di sé stesso e sicuro che sarebbe riuscito ad affrontare quelle vacanze in un modo o nell'altro.

Per tutta la durata delle vacanze impedirono a Sirius di uscire dalla sua stanza se non per consumare i pasti con gli altri tre. Ogni sera dopo cena Orion mandava Regulus nella sua stanza e chiedeva a Sirius se aveva cambiato idea sul suo modo di fare e sulle compagnie che frequentava.

Ogni sera Sirius ripeteva che non si sarebbe fatto piegare e i genitori rispondevano con la forza, come se davvero pensassero di spingerlo a tornare da loro per paura e spirito di sopravvivenza.

Sirius era stanco, dolorante e distrutto. Lo lacerava dentro sapere che le persone che gli facevano tanto male erano i suoi genitori, rendersi davvero conto che non lo accettavano per la persona che era davvero e che non lo avrebbero mai fatto. Avrebbe pianto se non fosse che era troppo fiero e orgoglioso per permetterselo e si ritrovò a sfruttare, suo malgrado, quello che loro gli avevano insegnato. Quella maschera di indifferenza e gelo che avrebbe dovuto usare a scuola per mostrarsi superiore agli altri la usava invece nei loro confronti per evitare di mostrargli quanto stava soffrendo per quello che gli facevano.

Provò più volte a parlare con Regulus ma i suoi genitori sembravano impegnarsi al massimo perché non avessero contatti. Il massimo che era riuscito a fare era stato augurargli buon Natale la mattina del venticinque. Ogni volta che provava ad azzardarsi a dire qualcosa di più uno dei due veniva mandato nella sua stanza, solitamente Sirius a meno che non volessero parlargli.

Arrivò anche a cercare di evadere dalla sua stanza, se così poteva chiamarla dal momento che si sentiva recluso come se fosse prigioniero, di notte per incontrare il fratello ma scoprì che la sigillavano con incantesimi che lui non ancora non sapeva spezzare.

Il trentun dicembre tutti i parenti arrivarono a Grimmuld Place per festeggiare l'anno nuovo e Walburga passò buona parte della mattinata a redarguirlo su quali dovessero essere i suoi comportamenti per la giornata. Lui sapeva benissimo che non era il caso di comportarsi in modo stupido davanti a decine di persone, non voleva rischiare che non lo facessero tornare a Hogwarts. Sapeva che non avevano preso davvero in considerazione quell'alternativa, anche forse ci avevano pensato, per non rischiare di creare domande e pettegolezzi che avrebbero potuto ledere l'immagine della famiglia ma era comunque meglio non rischiare.

Sulle sei di sera, mentre era in salotto intento ad ignorare i primi ospiti Sirius guardò fuori dalla finestra e scorse per la prima volta dopo anni Jane e Mike. Erano avvolti in pesanti cappotti, sciarpe e cappelli di lana e stavano ridendo assieme ai genitori. Mike si divertiva a scompigliare i capelli della sorella che si imbronciava e si tirava giù il cappello fin quasi a coprirsi gli occhi.

Sirius sorrideva e si diceva che avrebbe tanto voluto scendere ad augurare loro buon anno, poi però a un cenno di quello che doveva essere il padre i due si avviarono lungo la stradina fino a sparire e Orion richiamò la sua attenzione. Il momento sparì e Sirius tornò alla realtà.

A tavola sedette tra Regulus e Andromeda, la sua cugina preferita. Lei gli rivolse un piccolo sorriso prima di prendere a mangiare con eleganza ed educazione e Sirius seppe che una persona in quella stanza ancora non lo odiava e anche se era una sola la cosa gli permise di affrontare la serata.

Quando i parenti lasciarono la casa, nella confusione dei saluti, Andromeda riuscì a prenderlo da parte per dirgli "Sei stato davvero coraggioso Sir, sono fiera di te e spero di riuscire a racimolare presto il tuo stesso coraggio. Mi hai ispirata"

"Cosa intendi?" le chiese Sirius, di certo non poteva essere smistata a Grifondoro dal momento che aveva finito Hogwarts l'anno prima che lui vi entrasse come una perfetta Serpeverde

Andromeda gli fece l'occhiolino e con un sorriso disse enigmaticamente "Lo vedrai presto"

"Allora buona fortuna, Dromeda" le rispose Sirius, poi si allontanarono e come se niente fosse andarono a salutare gli altri parenti

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Capitolo 5
*** Capitolo 4 ***


~ Il resto dell'anno ~

"Sirius!"

Il ragazzino si voltò di scatto per incontrare gli occhi la persona che lo chiamava con tanto entusiasmo, con quell'inflessione d'affetto e al tempo stesso di divertimento nella voce che non sentiva dall'inizio delle vacanze.

"James!" rispose con un sorriso che si faceva subito lo specchio di quello del ragazzo davanti a lui "Andiamo al nostro scompartimento prima che il treno parta?"

"E Remus ci faccia la ramanzina perché siamo sempre in ritardo? Meglio di sì" ghignò James

Camminarono spintonandosi a vicenda e ridendo rumorosamente, facendo voltare tutti i ragazzi che erano nelle vicinanze che cercavano la fonte del rumore e sbuffavano divertiti nel rendersi conto che erano quei Potter e Black che ormai si erano guadagnati una certa fama a scuola.

Non ci misero molto a raggiungere lo scompartimento e dentro trovarono Remus e Peter. Il primo aveva un libro aperto davanti mentre l'altro stava mangiando alcune caramelle e nel frattempo chiacchieravano tranquillamente.

L'ingresso degli ultimi due componenti del gruppo aumentò di molto il livello di rumore che c'era all'interno dello scompartimento. Non che Remus e Peter non ridessero o non parlassero, ma James e Sirius facevano ogni cosa con più irruenza, trasporto ed esuberanza.

Il ritorno a scuola insomma fu decisamente piacevole e soprattutto erano tutti e quattro felici di essersi ritrovati.

Passarono i giorni che divennero settimane e poi mesi. La routine era subentrata nelle vite degli studenti, ma annoiava decisamente i più dinamici che cercavano in ogni modo di spezzarla.

James e Sirius sembravano aver deciso di deputare quasi tutta la loro grande intelligenza a questo compito finendo per non essere mai nel posto in cui avrebbero dovuto trovarsi. Solo il fermo, seppur amichevole e gentile, imporsi di Remus faceva sì che non saltassero le lezioni, non molte per lo meno, e che portassero quasi sempre a termine i compiti. Se non fosse stato per l'evidente predisposizione ai diversi campi senza bisogno di troppo studio probabilmente non avrebbero ottenuto quei risultati e forse avrebbero rischiato di non passare l'anno.

Non ritenevano affatto inutile applicarsi e imparare, semplicemente non era in cima alle loro priorità. Erano comunque tutti e due entusiasti di ottenere ottimi voti e puntavano sempre al massimo anche se preferivano saper scagliare un incantesimo con precisione piuttosto che scrivere un tema di due rotoli di pergamena sulla teoria che ci stava dietro.

Remus invece sembrava davvero avido di sapere, a Sirius sembrava divorasse i libri tante erano la velocità, la concentrazione e l'attenzione con cui li leggeva. Era più avanti di chiunque altro col programma teorico e non esitava a leggere grandi tomi di approfondimento sugli argomenti più interessanti.

Peter era quello che aveva più difficoltà, ma tra un sorriso e una cioccorana i tre amici riuscivano sempre a confortarlo e ad aiutarlo a superare i suoi limiti. Non era portato quanto i tre e per questo faceva fatica, ma la sua maggiore debolezza non era tanto questa ma la paura di non essere all'altezza, di fallire, di non raggiungere le aspettative dei suoi amici e familiari.

James e Sirius mettevano a frutto le loro abilità per creare scherzi sempre più fantasiosi e divertenti. Le punizioni piovevano a fiocchi e spesso troppi rubini volavano fuori dalla clessidra di Grifondoro senza che nessuno potesse farci nulla, ma nessuno dei compagni li biasimava perché si divertivano troppo per prendersela davvero. Spesso Peter e Remus si univano a loro e la pianificazione di quest'ultimo, insieme al mantello di James, gli evitavano molto spesso di essere beccati.

I professori erano segretamente colpiti dalla loro padronanza di incantesimi che ancora non avevano insegnato e anche la McGranitt, che più di tutti si occupava di punirli, di tanto in tanto doveva trattenere un sorriso per la loro ultima trovata. Quando ad esempio riuscirono trasfigurare il cibo nei piatti di Piton, che nel corso dei mesi era diventata la vittima preferita dei loro scherzi, e alcuni suoi compagni Serpeverde in viscidi insetti tolse cinquanta punti a Grifondoro e li rimproverò aspramente. Sirius però riuscì a scorgere un sorriso a stento trattenuto, in fondo avevano studiato la trasformazione da oggetto ad animale e viceversa solo il giorno prima e quasi nessuno era riuscito a trasfigurare completamente la tabacchiera. In quel momento invece loro erano riusciti a trasfigurare in contemporanea diversi oggetti e da una considerevole distanza, era una dimostrazione di bravura davvero grande.

E mentre pulivano tutti i vasi da notte dell'infermeria lamentandosi per la fatica anche Remus, nonostante cercasse di fare il serio e il dispiaciuto, non riuscì a non lasciarsi andare ad una grossa risata.

"È stato fantastico!" esclamò alla fine "Non ero sicuro che saremmo riusciti a trasfigurare tutta quella roba e invece è uscito tutto alla perfezione"

James e Sirius si scambiarono uno sguardo ghignante e poi il primo disse "Neghi ancora di essere un Malandrino degno di questo nome, Rem?" facendo sbuffare l'amico che però ancora una volta non trattenne un sorrisetto

Una persona che certamente non apprezzava i loro modi da fare era Lily Evans. Considerava James e Sirius due ragazzini presuntuosi, boriosi e pieni di sé che credendosi migliori degli altri andavano in giro per i corridoi atteggiandosi a re della scuola e comportandosi come se fossero superiori e intoccabili. Nei confronti di Remus e Peter era meno apertamente ostile, vedeva che Remus era più pacato e anche concentrato nello studio era anche capitato che si trovassero allo stesso tavolo della biblioteca a studiare e scambiassero qualche parola. Non prestava poi molta considerazione a Peter che gli sembrava semplicemente seguire gli altri tre come un cagnolino. Il fatto poi che James avesse scoperto nell'infastidire Lily il suo nuovo passatempo preferito non aiutava affatto.

Le amiche e compagne di dormitorio di Lily avevano invece una diversa considerazione dei ragazzi.

Marlene McKinnon conosceva James da quando erano bambini dal momento che Fleamont Potter e Daniel McKinnon erano migliori amici fin da ragazzi, lei, i suoi tre fratelli, James e Frank Paciock erano cresciuti giocando assieme e per questo sapeva chi era James e gli voleva bene nonostante le numerose invettive di Lily.
Fermandosi a chiacchierare con lui aveva ovviamente conosciuto molto anche gli altri tre e ora le stavano molto simpatici anche loro.

Mary Macdonald condivideva con James e Sirius la passione per il quidditch e spesso veniva coinvolta nelle loro conversazioni quando sedevano vicini durante i pasti o nei momenti di svago che passavano in sala comune. Aveva imparato a conoscerli e apprezzarli e di conseguenza era successo lo stesso con Remus e Peter.

Alice Prewett era una ragazza dolce e decisa, era probabilmente la più legata a Lily e non aveva avuto modo di parlare più di tanto con loro anche se bisognava dire che non li disprezzava quanto la rossa.

Nel loro dormitorio c'erano anche Emily e Caroline, ma non avevano molto a che fare né con le loro compagne né con i Malandrini. Se ne stavano per lo più tra loro a ridacchiare e fare gossip.

I quattro Malandrini comunque continuavano la loro vita per lo più indifferenti al resto del mondo, erano insieme e per questo erano felici. James non vedeva l'ora di iniziare il nuovo anno per fare i provini per la squadra di quidditch, Sirius pur amando il quidditch non era sicuro di voler giocare per Grifondoro ad essere sincero lo affascinava l'idea di fare il cronista ma ancora non sapeva bene cosa gli interessava davvero.

Remus di tanto in tanto spariva e i suoi amici iniziavano a preoccuparsi per lui. Inizialmente aveva detto loro che la madre era malata e si sentivano in pensiero per lui, non volevano che succedesse qualcosa a qualcuno della sua famiglia perché sapevano che l'amico ne sarebbe rimasto distrutto. Col tempo però quelle che usava per andarsene cominciarono a sembrare sempre di più delle scuse, man mano che lo conoscevano meglio notavano i suoi comportamenti. Vedevano il segni di quando mentiva, si torturava leggermente le mani e aveva un tono lievemente diverso dal solito. In più sembrava sempre stare male quando si avvicinava il momento di partire, iniziarono a pensare che fosse lui a stare male e provarono a parlargliene ma lui disse che stava semplicemente facendo dei controlli per assicurarsi di non aver ereditato la malattia della madre e che questi lo debilitavano un po'.

James, Sirius e Peter non erano affatto convinti della cosa ma non erano riusciti a cavargli altre spiegazioni. Decisero di stare a vedere come si evolveva la situazione senza pressarlo ma promettendo di stare attenti a ogni stranezza che potesse far capire loro cosa stava succedendo davvero.

E così anche gli ultimi mesi passarono e prima di rendersene conto i quattro amici si trovarono seduti un'ultima volta al tavolo di Grifondoro per il banchetto di fine anno. Le decorazioni rosse e dorate non lasciavano spazio a dubbi di alcun genere, ma la conferma della classifica da parte del professor Silente fece comunque esplodere al tavolo un boato assordante. Tutti i ragazzi alzarono in piedi e batterono le mani con entusiasmo, alcuni urlavano, altri fischiavano, qualcuno addirittura batteva i pugni sul tavolo. James e Sirius saltarono sulle panche e iniziarono a gridare cori non propriamente gentili e solo il tempestivo intervento di Remus evitò quello della McGranitt.

"Bene" la voce di Silente, per quanto bassa e pacata come sempre, fece calare un istantaneo silenzio sulla Sala Grande "Voglio complimentarmi ancora una volta con i Grifondoro per la loro vittoria e augurare a tutti voi una buona estate. Mi raccomando, approfittatene per divertirvi e rilassarvi perché sono sicuro che quando tornerete i miei colleghi saranno più che felici di inculcarvi nuovamente un sacco di nozioni in testa" sorrise bonariamente ai suoi studenti e fece una breve pausa prima di continuare con tono più serio.

"Vi prego anche di stare attenti, le sparizioni cominciate già lo scorso anno si stanno facendo più frequenti e per essere al sicuro dovete prendere coscienza di questo fatto, non ignorarlo. So che il Ministero e la Gazzetta assicurano che la situazione è sotto controllo ma vi raccomando di tenere gli occhi aperti soprattutto se vi capiterà di girare da soli in luoghi abitati da babbani che sembrano essere i più colpiti"

Il silenzio che seguì quelle parole fu il più completo che i Malandrini avessero mai sentito in Sala Grande, persino loro non mossero un muscolo consapevoli della serietà del discorso e della situazione. Potevano essere considerati degli scapestrati burloni ma non erano stupidi e di certo non prendevano sottogamba certi eventi.

Alla fine fu il preside a spezzare il momento, tornando a sorridere infatti disse "Ma ora non è il momento di rattristarci, dobbiamo festeggiare la fine dell'anno e mangiare a sazietà" batté le mani e un attimo dopo i tavoli erano completamente imbanditi e il chiacchiericcio cominciò istantaneamente a risalire mentre i ragazzi si affrettavano a servirsi.

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