Dimming Light

di __aris__
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Resta ***
Capitolo 2: *** Lei è mia moglie ***
Capitolo 3: *** Opposti ***
Capitolo 4: *** Una Lunga Eternità ***
Capitolo 5: *** Sei rubini ***
Capitolo 6: *** Un raggio di sole ***



Capitolo 1
*** Resta ***





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Prompt : Ade/Persefone: Ade cerca di convincerla a non andare. Angst

Resta, 221 parole
 


Ormai era pronta: un leggero abito verde aveva sostituito le sontuose vesti della Regina degli Inferi, fiori intrecciati tra i capelli, nessuna gemma preziosa ornava il suo collo.
Anche questo faceva parte dell’accordo con Demetra: era la Primavera che doveva ritornare in superficie.
Ade aveva osservato tutto in silenzio, come faceva ogni anno. Le braccia conserte e le labbra sottili quasi scomparivano sotto la sofferenza di quel momento. “Potresti restare ancora per qualche giorno. I mortali sopporteranno ancora un po’ di inverno.” Dice dopo aver mandato via le ancelle.
Gli occhi di Persefone s’incrociano con quelli del marito attraverso lo specchi. “Devo tornare.”
Ade si avvicina in silenzio, l’unico rumore è quello della veste che fruscia sul marmo. “Non voglio lasciarti andare.” Dice accarezzando le spalle di lei.
Tornerò.” Promette solennemente lei, intrecciando le dita della mano con il marito.
Non mi basta. Anche se so che sarà così.”
Quello che vede Persefone è riservato solo a lei: il potente e temuto dio dei morti le bacia i capelli in un ultima supplica muta. Ma nemmeno tutte le ricchezze degli Inferii avrebbero potuto evitare ciò che il Destino ha voluto per loro: sei chicchi di melagrana, sei mesi nel mondo dei vivi e sei in quello dei morti. E ogni anno Persefone poteva giurare di sentire l’arido cuore del suo sposo spezzarsi.

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Capitolo 2
*** Lei è mia moglie ***





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Prompt: Ade/Persefone, malinconico, Ade!centric: e mentre la Superficie fiorisce, il cuore del dio appassisce.

Lei è mia moglie, 165 parole
 


Sai fratello? Non dovresti prendertela in questo modo ogni volta. Dopo tutto, lei è la Primavera.” gli ripeteva ogni anno Zeus quando gli echi della collera del dio dei morti arrivavano fino sull’Olimpo.
Ma lui che ne sapeva dell’amore?
Del sesso forse quasi quanto Eros, ma dell’amore e della fedeltà coniugale poco. Per lui era facile, passare di avventura in avventura, ma Ade amava un'unica donna e doveva separarsene per metà dell’anno.
Riusciva a sentire Persefone attraverso la vita che faceva nascere dalla terra. Vedeva i mortali gioire dei doni che lei gli elargiva e non poteva che essere geloso di loro. Allora il cuore del dio si inaridiva con la stessa velocità con cui germinavano i campi e Zeus gli elargiva i suoi fraterni consigli. Allora Ade lo guardava dritto negli occhi con fierezza, senza farsi intimidire dall’essere al cospetto del padre degli dei. “Lei è mia moglie.” Rispondeva prima di tornare nel sottosuolo, e perfino le fondamenta dell’Olimpo vacillavano sotto il dolore di Ade.

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Capitolo 3
*** Opposti ***





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Prompt:  i sentimenti contrastanti di Persefone nel giorno del suo matrimonio.
 
Opposti, 163 parole
 



Persefone osserva il suo riflesso stentando a riconoscersi. Non indossa la solita veste di lino leggero ma un sontuoso abito blu con fiori ricamanti il fili d’argento e pietre preziose. Il velo sulla testa è trapuntato di diamanti, sembra un cielo stellato.
La figlia di Demetra, Kore, era scomparsa da qualche parte tra la Superficie e l’Averno. Davanti a lei c’era Persefone Regina degli Inferi.
Ma lei chi è?
È colei che faceva fiorire i campi? O la sovrana del Regno dei Morti?
Come può da sola conciliare questi opposti?
Ama sua madre, la fioritura, ama vedere i germogli che diventano alberi o spighe dorate. Ma ama anche il suo sposo e l’oscurità che lo circonda, il suo rigore, i sui silenzi ricci di significato.  
Ama entrambe le metà della sua vita: non potrebbe trascorrere l’eternità senza rivedere sua madre come non potrebbe mai abbandonare Ade. E allora forse può essere la Primavera e la Regina dell’Oltretomba. Forse lo sta già facendo.

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Capitolo 4
*** Una Lunga Eternità ***





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prompt: "Da questo momento sarai solo mia"

Una lunga eternità, 228 parole

 
La dea della primavera in quel momento poteva essere scambiata per una semplice mortale: raggomitolata in un angolo, tremante e con le vesti stracciate.
Perché?” domanda con un filo di voce ad Ade che la osserva, imperturbabile.
Perché è il nostro Destino. E perché così nessuno potrà darti la colpa di avermi amato.
Persefone si rialza recuperando la fierezza che dovrebbe appartenere alle figlie di Zeus. È scalza e quel marmo è la cosa più fredda su cui abbia mai posato i piedi ma non le importa. Non le importa nemmeno che i brandelli della tunica lascino ben poco all’immaginazione del suo rapitore. Non è slanciata come Atena, anzi, ma nemmeno l’incolmabile differenza di statura le impedisce di avvicinarsi al dio dei morti e sputargli sul viso. “Tu mi hai sottratta a mia madre, ai miei campi e ai miei fiori. Io non ti amerò mai.”
Ade si pulisce la guancia con gesto lento. Nessun essere mortale o divino oserebbe mai fare quello che Persefone ha appena fatto. Chiunque altro sarebbe morto in pochi istanti. Ma non alzerebbe mai la mano contro la sua sposa. Sa che un giorno sarà lei stessa a desiderarlo, a concedergli il suo cuore, lo ha stabilito il Destino. Deve solo avere pazienza. “Nessuno verrà a riprenderti quaggiù, da adesso sarai solamente mia per l’eternità.” Dice calmo “E l’eternità è molto lunga, Primavera.”

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Capitolo 5
*** Sei rubini ***





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Prompt:  Ade/Persefone: Sarebbe mai riuscita a odiarlo davvero?

 

Sei rubini, 168 parole




 
Persefone guarda l’anello che ha al dito: un serpente in oro bianco che si morde la coda, decorato da sei rubini rossi come il sangue. L’anello è stretto, quel che basta per non poter essere sfilato facilmente. I rubini sono piccoli come i semi di melograno che l’avevano legata per sempre ad Ade.
Sua mamma glielo ha chiesto infinite volte, perché avesse mangiato quei semi, e lei aveva sempre risposto che era affamata. Una scusa puerile, visto che non sarebbe mai morta di fame, ma a Demetra era sempre bastata perché le permetteva di vedere ancora sua viglia come la vittima innocente di un complotto orribile.
Ma ogni volta che Persefone ammirava i riflessi del sole estivo nei rubini non si sentiva una vittima: aveva scelto lei di mangiare quei chicchi, come aveva scelto Ade come sposo. Forse avrebbe dovuto odiarlo, come faceva sua madre, ma non ci era mai riuscita. Almeno lui le aveva concesso di scegliere se restare o abbandonare lui e il suo regno d’ombra.





 

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Capitolo 6
*** Un raggio di sole ***





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Prompt: Ade e Persefone, Persefone ad Ade: sarebbe più facile se voi provaste a farvi conoscere da me.

 
Un raggio di sole, 627 parole

 



Persefone ride, una risata nervosa dettata dalla disperazione del momento. Non è felice, non ancora. Le mancano i fiori, i campi e la luce del sole. Le manca la vita della superficie e odia sia lui che il suo mondo di morte.
Parli di Destino, ma se mi innamorerò di te non sarà perché è ciò che hanno visto le Moire.”
Ade la guarda negli occhi restando in silenzio per qualche istante. Il suo è uno sguardo difficile da sostenere mentre la scruta, scavando in cerca dei suoi pensieri più profondi. Una parte di lei vorrebbe scappare, ma non avrebbe senso: il palazzo del Signore dell’Oltretomba è oscuro e pieno di pericoli. E poi si richiuderebbe su di lei prima ancora che possa vedere le alte mura di ossidiana che lo circondano. Ormai sa che non può scappare dal suo rapitore e dai suoi occhi di ghiaccio, può solo affrontarli. “Pensi di avere una scelta dunque.” La sua voce è bassa e calma, Persefone si deve quasi concentrare per essere sicura di capire ogni parola.
Penso che dovresti fare qualcosa se davvero vuoi che mi innamori di te.”
Allora vuoi che ti seduca.”
Le guance di Persefone diventano immediatamente rosse come le mele mature mentre Ade si avvicina. Maldestramente cerca di nascondersi nel mantello porpora che le ha regalato, guarda il pavimento nero sperando di poterci sprofondare. Non vuole essere come una delle tante mortali con cui Zeus passa le giornate. Vuole tornare a casa da sua madre, vuole rivedere il sole e annusare fiori di campo inebriandosi del loro aroma. Non vuole essere toccata da Ade e forse non lo vorrà mai. “Dico che dovresti permettermi di conoscerti, perché dubito che Cupido verrà fin quaggiù per farmi innamorar di te.”
Ade sorride e Perdefone sospetta che quel sorriso appena accennato sia il suo equivalente di una grassa risata. “Sei più coraggiosa di quanto immaginassi.” Dice continuando a camminare fino a oltrepassarla e fermarsi sulla balconata della sua stanza prigione. “O magari sei solo più impertinente di quanto tu immagini.”
Persefone vorrebbe ribattere ma sente che il dio sta usando i suoi poteri. È abituata ad assistere ai prodigi di Zeus o Poseidone, ma è la prima volta che vede Ade usare la sua magia e lei non riesce nemmeno ad aprire bocca. Immediatamente l’Averno inizia a scuotersi e crepitare, perfino le anime urlano e Persefone piò giurare di avvertire il cambiamento nelle viscere, come se il Sottosuolo le scorresse nelle vene.
Quando tutto è finito il dio le si avvicina, l’unico rumore che sente è il fruscio del martello intervallato da passi cadenzati. “Non ho parole soavi da dirti o storie da raccontare, dolce Primavera. Le parole si usano in Superficie, ma possono ingannare. Qui solo le nostre azioni hanno valore.” E con la mano indica il punto in cui si trovava fino a pochi istanti prima e dove ora cade un flebile raggio di sole. È sottile come i fili dell’arcolaio di Atena ma nell’oscurità dell’oltretomba luccica più dell’oro.
Persefone si avvicina e allunga una mano fino a sentire di nuovo il calore del sole sulla pelle.
Non durerà che per qualche ora, ma da oggi fino all’eternità il sole splenderà nell’oltretomba solo per te.”
Domani si arrabbierà perché se si deve accontentare di quel minuscolo raggio di sole è solo colpa di Ade, ma oggi è troppo felice per non accettare quel dono. “Grazie.” Dice tornando vicino al dio.
Ade le accarezza la guancia con un pollice e Persefone si stupisce ancora una volta di come le sue mani siano calde in quel mondo gelido e morto. “L’oscurità e la solitudine sono i fardelli peggiori. Non posso cambiare i nostri destini, Primavera, ma farò il possibile perché tu soffra meno di quanto feci io.”



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