Io per Te. Tu per Me.

di fulmineo
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** The New Child. ***
Capitolo 2: *** Bonds. ***
Capitolo 3: *** Amicizie. ***
Capitolo 4: *** A Contatto. ***
Capitolo 5: *** Seven years later. ***
Capitolo 6: *** Occasione Persa. ***
Capitolo 7: *** In Volo Verso Te. ***
Capitolo 8: *** Ad Amburgo. ***
Capitolo 9: *** Riunite. ***
Capitolo 10: *** Ricambiare. ***
Capitolo 11: *** Antipatia. ***
Capitolo 12: *** Idiots. ***
Capitolo 13: *** Capire... ***
Capitolo 14: *** Amo Lei. ***
Capitolo 15: *** Opening. ***
Capitolo 16: *** Dinner and... ***
Capitolo 17: *** Contrastanti. ***
Capitolo 18: *** Piano. ***
Capitolo 19: *** Shock e rabbia. ***
Capitolo 20: *** Talking. ***
Capitolo 21: *** Uscire Insieme. ***
Capitolo 22: *** Felice. ***
Capitolo 23: *** Future Mothers. ***



Capitolo 1
*** The New Child. ***


Era una bella giornata, a LA e, a casa loro, i coniugi Eliza e Jeremiah Danvers, si stavano preparando per andare in orfanotrofio.

Finalmente avevano ottenuto il via libera per una nuova adozione perché, nonostante avessero una figlia naturale, Alex, un'Alpha di nove anni, avevano tanto amore da dare e decisero di adottare una bambina.

Con loro vivevano Zari, un'altra bambina che avevano adottato e poi Sara e Laurel Lance, due sorelle che abitavano vicine ai Danvers rimaste orfane e lasciate loro dal loro padre, prima che morisse.

Alex, Zari, Laurel e Sara si volevano molto bene, come vere sorelle.

"Pronta cara?"

"Certo, tesoro! Tu?"

"Pronta!"

I due si sorrisero e salirono sulla loro auto, diretti verso l'orfanotrofio della città, in periferia e, una volta lì, parcheggiarono e scesero dall'auto, prendendosi per mano.

Raggiunsero la porta e suonarono "Buongiorno!"

"Salve! Siamo i Danvers..."

La donna sorrise e li fece accomodare "Vi è stato assegnato un bambino o dovete scegliere?"

"Ci è stata assegnata una bambina..."

"Ok, allora chiedo alla mia responsabile!" Disse la donna e li condusse ad una porta, bussó e ricevette il permesso di entrare "Chiedo scusa, ci sono i signori Danvers."

La donna sui sessant'anni seduta alla scrivania di alzò e li raggiunse "Buongiorno! Vi porto dalla bambina che vi è stata assegnata... Vi avviso, è una ragazzina difficile."

I tre entrarono in una stanza stretta, ove vi era solo un letto e videro una bimba seduta su di esso, tutta raggomitolata, con le ginocchia raccolte al petto.

Sembrava magra e un po' sporca e la sua vista spezzó il cuore di Eliza e Jeremiah, con la donna che le si avvicinò, perché non voleva fare altro se non abbracciarla "Ciao..."

La piccola sollevò lo sguardo e la donna vide due bellissimi occhietti azzurri "Tao."

Eliza le sorrise "Me lo dici come ti chiami e quanti anni hai?"

"Io Kara... E così." Disse, mostrandole quattro dita con la manina sinistra.

"Io mi chiamo Eliza, lui è mio marito Jeremiah. Saremo i tuoi genitori! Sei contenta di venire con noi?"

La piccola, che sembrava un po' a disagio, annuì ed anche Jeremiah di avvicinò "Io sono Jeremiah... Hai qualcosa da prendere?"

Kara scosse il capo ma, prima di andare, dovettero firmare un paio di documenti e la direttrice si fece promettere dai due che mai l'avrebbero riportata indietro, cosa che disgustó i due coniugi.

Lasciarono l'orfanotrofio e, durante la strada, Eliza e Jeremiah capirono che Kara non era molto amata, in quel posto, visto che non aveva nulla e nessuno si curava di lei.

Arrivati a casa, Jeremiah scese dall'auto ed aprí la portiera per Kara "Vieni, tesoro." Disse Eliza, dolcissima, tendendole la mano, stretta con un po' di titubanza e timore.

La piccola scese dalla vettura e, quando entrò in casa, si guardò attorno, spaesata "Guarda... Loro sono le tue sorelle! Alex, Zari, Laurel e Sara!" Avanzó Jeremiah, inginocchiandosi e indicandole.

"Ho un'idea..." Se ne uscì la donna "Adesso facciamo un bel bagno e poi andiamo in città a fare compere! Che ne dite?"

Tutte le bimbe esultarono, mentre Kara guardava tutti con timore, con Laurel che le porse un quadretto di cioccolato bianco "Accie..."

La bionda Alpha guardò la nuova arrivata e le fece una carezza sui capelli sporchi e questo fece apparire un piccolo sorriso sul viso di Kara.

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Capitolo 2
*** Bonds. ***


Eliza salì al piano superiore, tenendo Kara per mano ed entrò in bagno, ove chiuse il buco col tappo e poi aprí l'acqua e vi versó i sali profumati.

Prese poi quattro bottiglie di bagnoschiuma e due di shampoo, sedendosi accanto a Kara "Scegli quelli che più ti piacciono." Disse, dopo averle aperte e Kara, timidamente, le annusó, scegliendo un bagnoschiuma alle rose e uno al cioccolato e lo shampoo ai frutti rossi.

Eliza l'aiutó a spogliarsi e constató, dalle sue zone intime, che era un'Alpha, come le altre figlie.

Quando il bagno fu pronto, Eliza aiutò Kara ad entrare nella vasca, tra la schiuma e qualche bolla, che la piccola cercò di scoppiare e la donna la lavó con scrupolo perché, come già aveva ipotizzato, nessuno si era curato di lei, in orfanotrofio.

Dopo diversi minuti, la donna la fece uscire dalla vasca, le avvolse un asciugamano attorno al corpo e la fece sedere su una seggiola per asciugarle i capelli col phon, le lavó i denti e, infine, la portó in quella che sarebbe stata la sua stanza.

"Ecco, ti ho portato le slip, la maglietta, i calzoncini e le scarpe che le abbiamo preso ieri." Disse Jeremiah, notando subito i bellissimi capelli biondi della piccola.

"Grazie caro!" Sorrise Eliza, rivolgendosi poi a Kara "Adesso li proviamo..."

Inutile dire che i vestiti e le scarpe erano perfetti, Eliza aveva occhio ed un ottimo intuito, anche senza avere mai visto la piccola.

Quando tutte furono pronte, Eliza e Jeremiah aiutarono le più piccole a salire in auto e mise loro la cintura, poi l'uomo guidò in direzione dei grandi magazzini.

Una volta arrivati, dopo aver parcheggiato, Jeremiah andò con Alex a prendere il carrello e le altre rimasero con Eliza "Eccomi! Possiamo andare." Disse l'uomo.

Laurel tese la manina a Kara, tutta titubante, che la strinse quasi subito e Zari fece lo stesso, per la soddisfazione di Eliza.

Zari aveva la stessa età di Kara e Sara, Laurel aveva cinque anni, solo Alex era la sorella maggiore a tutti gli effetti, essendo la più grande.

"Eliza... Quale piacere!"

Eliza, invece, non poté dire lo stesso e forzó un sorriso "Lillian Luthor... Siete tornata?"

"Si, ero stanca dell'Irlanda!" Disse con nonchalance la donna "Anche perché ho dovuto prendere con me il frutto dell'amore adultero di mio marito."

In quel momento Eliza notó una bambina dai lunghi capelli mori e gli occhi verdi "Ciao."

La piccola si limitò a sorridere e fece per rispondere, ma Lillian la strattonó "Comportati bene, Lena!"

Arrivò poi un ragazzo, Lex, figlio naturale di Lillian e la donna lo carezzó sul capo "Il mio bambino!"

"Parlando di bambini..." Avanzó, cercando di fare una carezza a Kara, ma Laurel gli si paró davanti.

"La protegge, ma almeno è un'Alpha... Io mi sono ritrovata a crescere un'Omega!"

"I figli sono figli."

"Non per me."

"La dia a me, allora, così la cresceró con amore!"

"Avrà la sua utilità... Andiamo! Buona giornata."

"Altrettanto." Rispose Eliza, mentre Lena continuava a guardare Kara e viceversa.

"Povera bambina..." Disse Jeremiah ed Eliza non poté essere più d'accordo.

I due coniugi entrarono nel negozio di abbigliamento per bambini e bambine, nel quale fecero scegliere a Kara ciò che le piaceva.

"Cegli." Disse Sara, esortando la piccola, che era intimorita.

"Viene, io aiuta." Offrì gentile Laurel, che mai aveva lasciato la manina di Kara e costei le sorrise.

"Si... Accie." Rispose la piccola, sorridendole dolcemente.

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Capitolo 3
*** Amicizie. ***


Passarono due anni dall'adozione di Kara e costei aveva iniziato la prima elementare e le piaceva molto, andare a sulla, anche perché era in classe con Zari e, grazie al suo bellissimo carattere, si era fatta molti amici.

Inoltre anche Laurel, Sara ed Alex frequentavano la stessa scuola.

Il solo problema di Kara stava nei genitori di alcuni dei suoi compagni e compagne di classe, che avevano insegnato a figli e figlie di non invitarla mai a casa loro perché era stata adottata e questo feriva la piccola, anche se, per fortuna, non tutti erano ignoranti.

Vicino a casa loro era venuta ad abitare una famiglia carina che aveva una figlia, Dinah, che era in classe con Kara e Zari, la quale era quasi sempre a casa loro o con la domestica, visto che i suoi erano spesso via per lavoro.

Finita la scuola, le bimbe salirono in auto con Jeremiah, che le avrebbe portate a casa e, con loro, erano salite anche Ava e Amaya, che vivevano in fondo alla strada.

Amaya era in classe con Kara, Zari e Dinah, mentre Ava era in classe con Laurel.

"È andata bene la scuola oggi?"

Tutte le bimbe annuirono e l'uomo sorrise loro poi, una volta arrivate a casa, le piccole videro Lena tra quattro uomini molto robusti, che parevano scortarla.

Infatti i Luthor si erano trasferiti poco dopo la casa dei Danvers, ma dal lato opposto ma, un paio di mesi dopo il trasloco, Lillian e Lex erano stati arrestati per aver condotto affari poco puliti e molto criminali.

La piccola Omega, per un attimo, incontrò gli occhi di Kara, che le fece un bel sorriso, ma non battè ciglio "Vi sono le sue guardie del corpo... Non ti saluterà, tesoro." Disse Eliza, abbracciando la figlioletta e dandole un bacio sulla fronte.

"Datemi gli zainetti." Avanzó Jeremiah e le piccole obbedirono.

"Entriamo, vi ho preparato la merenda!"

In casa, le bimbe si sedettero a tavola ed Eliza mise loro davanti tre vassoi pieni di pasticcini e poi diede un bicchiere a ciascuna e versó poi la bibita che ognuna voleva.

Dopo aver mangiato, le piccole uscirono in cortile a giocare a palla e Kara vide Lena camminare per strada tra le sue bodyguard "Ciao!" Tentò.

Grande fu il suo sorriso quando vide Lena sorriderle, non vista dalla scorta "Ti ha sorriso." Disse Laurel, carezzandole il capo "Contenta?"

"Si! Io voglio lei amica."

"È un'impresa difficile... Ma sono certa che ce la farai!"

Kara abbracciò Laurel, con la quale aveva un legame molto stretto "Si!"

Presto Dinah, Ava ed Amaya si stancarono di giocare e andarono a sedersi, guardando le cinque sorelle mentre giocavano ed il loro essere Omega le portava a non amare molto le attività sportive.

Mentre le Alpha amavano, per natura, le attività sportive per curare ed allenare il proprio fisico, non si poteva dire lo stesso per le Omega.

Smesso di giocare, Kara corse improvvisamente in casa e prese un pasticcino, un bignè alla crema e poi andò al cancello.

"Cosa fa?" Chiese Ava.

"Io credo di saperlo..." Rispose con un sorriso Alex.

Pochi minuti e ripassó Lena, che passeggiava sempre con la scorta sino al parco e poi tornava nell'enorme casa "Lena!"

La bimba stavolta si fermó e Kara le passó il bignè attraverso le sbarre del cancello. Lena e Kara si persero nei rispettivi occhi, poi la mora Omega sorrise "Grazie." Rispose e Kara le regalò un bellissimo sorriso.

E stavolta non passó inosservato.

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Capitolo 4
*** A Contatto. ***


Nel corso del pomeriggio, dopo aver fatto i compiti, le bimbe giocarono un po', prima di fare il bagno e prepararsi per la cena.

"Che ne dite di fare una passeggiata?"

Le bimbe scattarono in piedi, avvicinandosi a Jeremiah ed uscendo con lui, mentre Eliza avrebbe preparato il pigiama di ognuna.

Fuori, durante la passeggiata, le piccole e Jeremiah passarono davanti alla grande villa di Lena, in cui costei abitava con le sei bodyguard e le due domestiche.

Kara la notò in giardino e, visto che era sola, lasciò la mano del padre e corse al cancello, stringendo le sbarre "Lena!"

La bimba, seduta da sola al tavolino sotto il salice, alzò lo sguardo e sorrise un poco quando vide Kara e, dopo essersi guardata intorno per vedere se ci fosse qualcuno e, dal momento in cui non c'era nessuno, scese dalla sedia e fece cenno a Kara di andare verso sinistra.

"Ma che fa? Di lì c'è la siepe..." Notó Alex, corrugando la fronte.

Kara seguí la direzione indicatale e, giunta alla siepe, vide una piccola apertura nella rete, alla quale Lena si affacció, dopo essersi infilata sotto la siepe "Lena!"

La mora sorrise un poco "Tu chiami sempre... Ma io non conosco..."

"Io Kara!" Sorrise la bionda, tendendole la manina e la mora la strinse, un po' titubante.

"Lena Luthor."

"Io conosce!"

"Kara, tutto bene?"

"Lei sorella, Laurel!" Indicò Kara.

"Ciao." Salutò l'altra bionda.

"Ciao." Rispose Lena, tornando a fissare Kara, che si era messa a frugare in tasca.

La piccola Alpha prese poi due caramelle e un cioccolatino "Tu piace!" Sorrise la bimba.

Lena, nonostante i cinque anni, capí le parole dell'altra ed arrossí "G-Grazie..."

"Io piace?"

La mora sorrise appena "Si."

Kara era felicissima e fissò Laurel "Io piace lei!"

L'altra le carezzó affettuosamente i morbidi capelli biondi "Sono molto felice per te!"

"Miss Luthor!!"

La voce di una delle bodyguard riportò tutte alla realtà "Vai... No voglio te guai."

"Io torna ancora."

"Va bene." Rispose, facendo cenno a Kara di avvicinarsi alla rete e la bionda obbedí, ricevendo poi un bacetto sulla guancia dalla mora.

Il sorriso che Kara le regalò fu bellissimo e Lena arrossí, poi le salutò e uscì dal nascondiglio.

"Tu visto?? Lei dato bacino, come mamma!" Disse Kara, coi suoi occhioni grandi e bellissimi, piena di meraviglia.

Laurel le sorrise, accarezzandola nuovamente "Ho visto! Ma non penso sia come quelli della mamma."

"Io piace lei?"

"Può essere."

La piccola raccontó tutto anche alle altre sorelle, a Dinah, Ava, Amaya e a Jeremiah "Tesoro, secondo me hai fatto conquiste!" Disse, prendendola in braccio e lei si strinse al suo collo, facendogli le fusa.

"Sono stanca..." Lamentó Ava.

"Vi accompagno a casa e poi andiamo a casa." Rispose l'uomo.

Infatti accompagnò a casa Ava e Amaya, che salutarono le amichette, poi tornarono a casa, con Dinah che sarebbe rimasta con loro.

A casa, Kara raccontó tutto anche a Eliza, che fu felice per lei, poi Alex fu la prima ad andare a fare il bagno e, nell'attesa, visto che lei e Zari erano sempre le ultime, si addormentó sul divano, vicina a Sara.

"Kara, tesoro, tocca a te fare il bagno."

Eliza la prese in braccio e la portó di sopra, con la piccola che si svegliò e la donna fece appena in tempo a farle una doccia veloce e metterle il pigiama, che la bimba si riaddormentó.

Nel suo lettino, Kara dormiva con un tenero sorriso dipinto sul viso e, quasi sicuramente, stava sognando Lena.

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Capitolo 5
*** Seven years later. ***


Passarono dieci anni dal giorno dell'adozione di Kara e costei si era integrata benissimo, aveva tanti amici ed amiche e aveva appena finito le scuole medie.

Inoltre, appena finite le elementari, era riuscita a fare amicizia come si deve con Lena, che aveva finalmente deciso di imporsi sulla servitù, con le bodyguard che la lasciavano libera.

E lo stare insieme quasi tutti i giorni, aveva portato Kara ad innamorarsi di lei, pian piano.

Senza contare che a casa erano rimaste solo lei e Zari, visto che Sara, Laurel ed Alex si erano trasferite a Washington appena finite le medie per frequentare l'Accademia Militare.

Però, nella settimana che portava al Natale, tutte e tre avevano fatto ritorno a casa ed Eliza aveva preparato le loro stanze.

"Guardate chi c'è!" Rispose Jeremiah, che era andato a prendere le tre in aeroporto.

Kara e Zari andarono incontro alle sorelle e si abbracciarono "Piccola... Sei diventata davvero robusta, si vedono i muscoli!" Notò Laurel e Kara sorrise, mostrandoglieli.

"Mi sono allenata molto, voglio iscrivermi anch'io all'Accademia!"

"Ce la farai di certo!"

Una volta dentro, anche Eliza riabbracció le figlie, felicissima "E c'è una sorpresa!"

Dalla cucina, la cui porta era chiusa, uscirono le altre amiche, oltre ad Andrea Rojas, la ragazza di Alex, che subito la baciò, così come fecero Sara e Ava, che si erano messe insieme l'anno prima.

A Zari piaceva Amaya, ma costei non sembrava accorgersene, poiché aveva occhi solo per Nate Heywood.

Kara aveva un cruccio per Lena, invece per Laurel la situazione era diversa, visto che lei amava Dinah, ma costei era presa da un suo compagno di scuola, Vincent Sobel.

Le tre ragazze andarono a fare una doccia veloce ed a cambiarsi, poi Kara bussò alla porta della camera di Laurel "Piccolina... Qualcosa non va?"

"Guarda!" Disse, prendendo una scatolina dalla tasca, rivelando un anello al suo interno.

"Wow! Dove l'hai preso?"

"Ho lavorato tutta l'estate, ho consegnato pizze di giorno e fatto la cameriera di notte! Piacerà a Lena?"

"Beh, penso proprio di sì... È un brillante molto bello!" Rispose, carezzandole il capo affettuosamente.

"Vado a darglielo, prima che venga qui... Doveva chiamare le domestiche e le sue bodyguard per gli auguri..."

Laurel fissò la sorella per qualche secondo, poi sorrise "Allora vai! Poi mi racconti eh! Se ti dice no, le farò un bel discorsetto." Scherzó, scroccando le dita.

Kara sorrise e, tutta felice, scese le scale ed uscì di casa, attraversò la strada e, dopo essersi guardata intorno, si intrufoló nel cortile della grande villa tramite il passaggio nella siepe, poi si arrampicó sull'albero che era sul lato della stanza di Lena.

Ma, una volta giunta sul ramo proprio di fronte alla finestra della mora, Kara si bloccó.

Lena era in camera sua in compagnia di un ragazzo ed erano seduti sul letto, intenti a coccolarsi.

Finché il tizio non la notò e Lena guardò la finestra, scattando subito in piedi "Kara!" Chiamò la mora, ma l'Alpha era saltata giù dall'albero e correva via.

La bionda entrò di corsa in casa e salí le scale, entrando in camera sua, in lacrime ed i suoi singhiozzi attirarono Laurel "Piccolina... È andata male?"

"L-La mamma mi ha parlato delle delusioni... M-Ma f-fa male..."

"Ti ha detto no?"

"E-Era in camera sua con un ragazzo... Io la amo, Laurel e lei... I-Io le piacevo, me l'ha sempre detto..."

Laurel abbracciò la sorella, per consolarla, stringendo la mascella e prese la scatolina che Kara aveva fatto cadere sul letto.

Sentirono suonare alla porta e Laurel scese di sotto e, quando vide Lena in soggiorno, le si paró davanti "Tesoro, Kara è di sopra, giusto?" Chiese Eliza.

"Lei non vedrà Kara, mamma, perché questa stronza ha spezzato il cuore di mia sorella!" Riveló, attirando l'attenzione generale, lanciandole in piena faccia la scatolina "Kara voleva proporti di essere la sua ragazza e tu... Tu vieni qui e pretendi di vederla??"

Lena sgranó gli occhi verdi "C-Cosa?"

"Le sei piaciuta fin da subito e le hai spezzato il cuore! Non ti perdonerò mai, sappilo."

"Laurel..." Tentò Eliza.

"No, mamma! So cosa vuoi dirmi, ma non starò calma finché questa tizia non se ne andrà!" Ringhió, tornando poi a fissare Lena "Prendi l'anello e chiedi al tuo ragazzo di mettertelo, almeno su questo risparmiate."

"Io..."

"Sparisci!!" Gridò Laurel e la mora prese la scatolina, caduta ai suoi piedi e corse fuori di casa.

"Sei stata dura, con lei..."

"Tu dici? Pensa che io volevo prenderla a pugni." Ribadí, salendo le scale per stare accanto a Kara.

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Capitolo 6
*** Occasione Persa. ***


Il giorno dopo, si festeggió il Natale e, nonostante tutto, Lena venne invitata da Eliza e Jeremiah, perché comunque ai due dispiaceva il saperla sola il giorno di Natale.

La mora cercava in tutti i modi di incrociare lo sguardo di Kara, di parlare con lei, ma fu tutto inutile.

O Laurel le stava molto accanto, oppure la bionda la ignorava completamente e come poteva darle torto?

L'aveva ferita, le aveva spezzato il cuore.

Ma non avrebbe mai pensato che Kara la ignorasse totalmente.

Il pranzo passò tranquillo, tutto sommato e lo stesso vale a per il pomeriggio, con Lena che leggeva un libro, guardando di tanto in tanto Kara, sperando di trovare un momento in cui fosse sola, ma la fortuna non era dalla sua.

Poi le sorelle aiutarono Eliza a cucinare, specialmente Kara "Non vuoi restare di là?"

"No... Preferisco stare qui."

"Non vuoi proprio parlare con Lena?"

"Lei ha scelto... E mi ha sempre presa in giro. Non voglio più vederla."

Eliza abbozzó un piccolo sorriso e carezzó le spalle della figlia, con Kara che si buttò tra le sue braccia, piangendo tutta la sua sofferenza.

La bionda andò poi in giardino e si sedette sul dondolo "Ciao..."

Kara strinse i pugni nel sentire la voce di Lena, che prese posto accanto a lei, ma non le rispose.

La mora guardava la bionda e quegli occhi azzurri bellissimi che ora le sfuggivano e non si specchiavano più nei suoi.

Cercava quel sorriso bellissimo che le scaldava il cuore e che ora lasciava spazio ad un'espressione dura, che non apparteneva a Kara.

"Lascia stare mia sorella!"

Lena non voleva parlare con Laurel, così prese e tornò in casa, lasciando il posto alla bionda "Grazie..."

Laurel baciò la tempia destra di Kara e la tenne stretta a sé "Non devi ringraziarmi... Sei la mia sorellina, è mio dovere proteggerti!"

Kara le posó la mano sulla spalla e poi si poggió a lei "Ti voglio bene."

"Anch'io te ne voglio!" Sorrise Laurel, dando una pacca sulle spalle alla sorella "Su, entriamo... La cena è quasi pronta!"

Infatti fecero in tempo ad entrare che Eliza le mandò a lavarsi le mani e poi tutte a tavola.

Anche durante la cena, gli sguardi di Kara e Lena non si incontrarono mai, nemmeno quando arrivò il momento dello scambio dei regali, con la bionda che rifiutó quello di Lena e non ne aveva uno per lei, visto che il suo era l'anello e nient'altro.

Quando la serata si concluse, Lena salutò e ringraziò per l'ospitalità, quindi tornò a casa sua.

Ma il desiderio di voler parlare con Kara e spiegarle era forte così, dopo aver fatto la doccia ed essersi cambiata, andò ancora dai Danvers e suonó il campanello.

"Lena, tesoro... Hai dimenticato qualcosa?" Chiese Eliza.

"No no, ma... Io... Io devo parlare con Kara. Devo spiegarle, io..."

"Kara è appena andata via con Laurel, Alex, Zari e Sara." Rispose la donna "È andata anche lei in Accademia e Zari ne ha approfittato per andare a sua volta..."

A quelle parole, Lena cadde in ginocchio, in lacrime "A-Allora non... Non potrò parlarle... Non la vedrò più... Non è possibile..."

Eliza si inginocchió davanti a lei e le carezzó i capelli "Mi dispiace tanto..."

Lena, però, non riusciva a smettere di piangere, perché sapeva di aver perduto la sua occasione.

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Capitolo 7
*** In Volo Verso Te. ***


Passarono altri due anni e Kara, così come Zari, si era diplomata a pieni voti all'Accademia Militare, con Eliza e Jeremiah che erano partiti alla volta di Washington per assistere alla cerimonia.

Con loro, ovviamente, vi erano anche Alex e Sara, con Laurel che mancava perché aveva richiesto di andare a lavorare come poliziotta in Europa e la sua richiesta era stata accettata.

La bionda aveva invitato solo la famiglia e nessun altro, per rivelare loro la sua intenzione durante la cena post cerimonia di premiazione.

I due coniugi erano molto emozionati, così come Alex e Sara, che si erano diplomate all'Accademia due anni prima, mentre Laurel otto mesi dopo.

Al termine della bellissima cerimonia, i Danvers e le quattro figlie andarono a festeggiare in un ristorante poco distante dall'Accademia e Kara, dopo aver preso posto e in attesa che lei e la famiglia venissero serviti, uscì per videochiamare Laurel, tanto in Germania era giorno.

"Laurel! Come stai?" Chiese Kara, sorridendo subito.

Anche l'altra bionda sorrise "Benone! Ho visto le foto e il video che mamma mi ha inviato... Eri splendida, sul palco e l'uniforme ti dona!"

"Ti ringrazio!" Rispose Kara "Adesso io, mamma, papà, Alex, Sara e Zari siamo a cena... Nel mentre parlerò loro della mia intenzione..."

"La tua domanda è stata accettata ed approvata?"

"Si! Ho il visto ed il permesso in valigia... Non vedo l'ora di essere con te lì, ad Amburgo!"

Laurel sorrise "Ed io non vedo l'ora di averti qui, piccolina!"

Anche Kara sorrise, poi notó Zari che le stava facendo cenno di entrare "Devo andare, Zari mi sta facendo cenno di entrare... Ci sentiamo quando sto per atterrare!"

"Hai il volo alle due, giusto?"

"Giusto! Ci vediamo presto."

"Assolutamente!" Rispose Laurel, poi si salutarono, riattaccando.

Una volta rientrata, Kara prese posto accanto alla madre e a Sara "Tutto bene, tesoro?" Chiese Jeremiah.

"Si... Ma c'è una cosa di cui voglio parlarvi..."

"Vuoi andare ad Amburgo da Laurel, vero?"

Kara fissó la madre, che la guardava con un dolce sorriso "Ma... Ma come l'hai capito?"

"Siete state insieme fin da piccole, sempre unite... È una visa che sapevamo fin dall'inizio."

"Noi siamo contenti per te... Abbiamo sempre voluto la felicità per tutte voi e così è stato!"

"Almeno possiamo venire a trovarvi!" Se la rise Alex e tutte furono d'accordo con lei.

Anche Kara sorrise "Ho il volo alle due..."

"Quindi fra tre ore..."

"Sfrutteremo tutto questo tempo!"

La bionda fu d'accordo coi suoi genitori e pranzarono, poi pagarono e se ne andarono, una volta finito, per fare un giro in città e scattarsi qualche foto insieme.

Ma l'ora di partire arrivò inesorabile e la famiglia accompagnó Kara in aeroporto, con la bionda che aveva solo un borsone come bagaglio "È arrivato il momento..." Disse Eliza.

"Si... Vi voglio bene!" Rispose l'Alpha, abbracciando uno ad uno i membri della sua famiglia.

Alex fu l'ultima e fissò la sorella "Per quanto riguarda Lena..."

"Non mi interessa. Ha fatto le sue scelte ed io le mie... È come ha fatto Laurel con Dinah. Non dirle dove vado, semmai te lo chiedesse..."

"Come vuoi."

Poi venne chiamato il suo volo e Kara salutò ancora tutti e andò infine a fare check-in, per poi prendere il suo bagaglio e imbarcarsi sul suo volo.

Quando fu a bordo, sistemó il borsone sopra al suo sedile e si mise comoda, scrivendo a Laurel che era in volo.

Ed entrambe le sorelle, dopo un anno passato lontane, non vedevano l'ora di rivedersi.

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Capitolo 8
*** Ad Amburgo. ***


Le quattordici ore di volo passarono ed il boeing con a bordo Kara atterró all'aeroporto di Berlino e prese un treno per arrivare ad Amburgo, giungendo a destinazione in mezz'ora.

Laurel le aveva dato l'indirizzo del Distretto e preferí andare a piedi ma strada facendo, vide in lontananza una macchina che, a tutta velocità, ne tamponó un'altra ed i conducenti di un terzo mezzo che finí di sotto, nell'Elba, così la bionda prese il cellulare "Laurel, sono io! Stavo venendo lì quando ho assistito ad un incidente! Sulla uhm... Grobe Strabe! Ok, io vedo cosa posso fare, ma servono i sommozzatori, un auto è caduta in acqua."

Riattaccó e lasciò i bagagli in custodia ad un senzatetto, poi si avvicinò al ponte, come fece anche una ragazza castana, un'Alpha, ed entrambe tolsero scarpe, giacca di pelle, lasciarono il rispettivo cellulare e si battarono nel fiume, proprio nell'attimo in cui arrivavano le ambulanze ed i vigili del fuoco.

In acqua, le due Alpha riuscirono a far uscire dall'auto un uomo e la donna con lui, che era incinta, portandoli a riva "Ottimo lavoro!" Disse la castana, tendendole la mano "Sono Eva... Eva Van Dongen."

"Kara Danvers." Rispose la bionda, stringendo la mano tesa.

"Scusate..." Avanzó uno dei Paramedici che, nel mentre, avevano prestato soccorso ai feriti, tutti lievi, tranne il ragazzo che aveva causato l'incidente, che si era rotto una gamba "Tenete, una coperta... E dovreste venire con me, in ospedale!"

"Prendo il mio trolley e il borsone." Disse Kara.

"Hai lasciato i bagagli a un senzatetto?" Chiese Eva, che aveva recuperato il suo, di borsone.

"Ha gli occhi buoni, mi sono fidata!"

"Ho fatto buona guardia, signorina!" Le disse l'uomo, sui cinquant'anni.

La bionda gli sorrise "Ne sono sicura! Tieni, questi sono per te."

Gli diede trenta Euro e lui si commosse per tanta gentilezza "Non devi... È stato un piacere."

"Sei stato molto gentile!"

"Farai grandi cose, signorina!"

"Lo spero... Inizierò a lavorare in Polizia." Sorrise Kara e lui, che disse di chiamarsi Jan, fece altrettanto, poi salutò e se ne andò.

Le due Alpha salirono poi in ambulanza con Phillip Haase e l'altro Paramedico, che le portarono all'EKH, l'ospedale della città.

"Sono la dottoressa Jonas... Cos'è successo?" Chiese.

"Sono saltate nell'Elba per aiutare le persone coinvolte nell'incidente." Rispose Haase.

"Due eroine allora!"

"Può essere che dopo la Pizia voglia farvi delle domande..."

"Io devo iniziare oggi a lavorare per il Distretto 21... Mia sorella Laurel lavora lì da quasi un anno." Rivelò Kara, sorridendo.

"Quindi tu sei Kara, la sorellina di cui parla sempre! Io sono l'infermiera Frauke Prinz, lei è Jasmin Jonas."

"Piacere, sono Kara Danvers!"

"Anch'io devo iniziare a lavorare lì... Io sono Olandese, mi chiamo Eva Van Dongen!"

"Collega..."

"Collega..." Rispose la castana, stringendo la mano di Kara.

"Venite... Vi faccio delle analisi e poi vi lascio andare!" Disse Jasmin e le due la seguirono.

Frauke fece un prelievo di sangue ad entrambe, mentre Jasmin chiamò suo zio Martin Berger, uno dei due Commissari "Jasmin! Tutto bene?"

"Si, zio Martin... A proposito, le due nuove leve sono qui, hanno aiutato delle persone coinvolte nell'incidente sulla Grobe Strabe..."

"Stanno bene?"

"Farò loro delle analisi per sicurezza, ma sono in perfetta forma! Lo dici tu a Laurel?"

"Certo... Le aspetto presto." Se ne uscì lui, salutando e riattaccando, come fece anche la mora dottoressa.

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Capitolo 9
*** Riunite. ***


Dopo un paio d'ore, Jasmin ebbe i risultati delle analisi di Kara ed Eva, così andò nella stanza in cui stavano aspettando a dare loro notizie.

"Eccomi."

"È tutto apposto?"

"Possiamo andare?"

Jasmin sorrise "Si, certo! È tutto nella norma, state benone. Mio zio Martin vi aspetta al Distretto!"

"Tuo zio?" Chiese Kara.

"Il Commissario Berger è mio zio."

Kara ed Eva si guardarono in faccia poi, passato l'attimo di stupore, presero la rispettiva giacca di pelle e borsone, salutarono e ringraziarono Jasmin e Frauke e se ne andarono.

Infatti la robusta infermiera aveva spiegato loro che, per raggiungere il Distretto, bastava attraversare il ponte sull'Elba.

Le due Alpha vi arrivarono, venendo accolte da Wolle, il centralinista "Salve... Posso esservi d'aiuto?"

"Siamo Kara ed Eva... Dobbiamo iniziare oggi a lavorare qui."

L'uomo sorrise "Si... Si, certo! Prego, l'ufficio dei Commissari è qui."

Wolle bussó e poi aprí la porta "Martin, Wolf, sono arrivate le nuove colleghe!"

Martin Berger e Wolf Haller si alzarono in piedi e le accolsero, presentandosi, quindi Wolle andò a radunare gli altri colleghi e colleghe.

Uscite dall'ufficio, nel quale Kara ed Eva consegnarono i loro documenti affinché potessero essere dichiarate abili a lavorare nella Polizia di Amburgo, nonostante fossero straniere, le due videro tutti gli altri colleghi e colleghe, anche se Kara non vide Laurel.

"Loro sono Eva Van Dongen e Kara Danvers, le nuove colleghe!" Iniziò Haller "Siate tutti collaborativi e aiutatele ad integrarsi, quando potranno iniziare a lavorare!"

Detto questo, i due superiori tornarono nel loro ufficio, mentre Wolle, Melanie Hansen, Mattes Seeler, Franzi Jung, Hans Moor, Claudia Fischer, Tarik Coban, Pinar Aslan, Kris Freiberg, Henning Storm e Jule Schmidt, ritornati al Distretto così come Alexa Seifart, che era di pattuglia con Laurel.

"Ed eccola qui, l'Alpha più bella di tutte!"

Kara riconobbe subito la voce e si voltò, con un grande sorriso dipinto sul viso "Laurel!!" Gridò la bionda, saltando al collo della sorella.

"La mia sorellina... Sono così felice di averti qui... Sono tanto fiera, di te..."

Laurel aveva gli occhi lucidi ed anche Kara "Grazie... Lo sono anch'io, di te!"

"Hai già un posto dove stare?"

"Si... Avevo cercato e trovato un appartamento, ma stanno facendo dei lavori..."

"Cavolo... Io non ho molto spazio, sto cercando un posto più grande..."

"Se volete, vi posso ospitare io..." Tentó Franzi "Beh, sempre che non abbiate intenzione di andare in albergo e se non vi danno fastidio tre figli..."

Le due ragazze si guardarono in faccia e poi fissarono Franzi "Che?? Tre??"

"Esatto... Emma, Felix e Johanna!"

"Ok, va bene!"

"Accetto anch'io."

"Kara è davvero brava, coi cuccioli." Se ne uscì Laurel.

"Wolle, mi prendo qualche minuto e le accompagno!"

"Vengo con te." Disse Hans "Così, se ci saranno chiamate, possiamo andare."

Franzi fu d'accordo ma, prima che potessero andare, arrivó un uomo alto, un'Alpha, dalla lieve barba ben curata, che si avvicinò alla rossina "Ehi... Possiamo parlare?"

"Ok, va bene." Rispose, allontanandosi col tipo.

"E quello chi è?"

"È Phillip Rost, uno psicologo della Polizia ed è l'ex marito di Franzi!" Disse Wolle "Perché?"

"Niente, semplice curiosità..." Se ne uscì vaga Eva.

"Ti piace?"

"Lui? Assolutamente no! Io ho chiuso col mondo maschile!" Ammise, facendo sgranare gli occhi sia a Wolle che ad Hans.

Franzi ritornò pochi minuti dopo più nervosa che mai e, preso il rispettivo bagaglio, le due nuove arrivate se ne andarono coi colleghi.

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Capitolo 10
*** Ricambiare. ***


Hans e Franzi, dopo aver accompagnato Kara ed Eva a casa della rossina, dovettero andare di pattuglia ed arrestarono tre tizi che avevano causato una rissa con feriti in un locale.

Ma le due Alpha erano incapaci di stare ferme, così cercarono dei lavoretti da fare in casa e non fu difficile, visto che la villetta era in pessime condizioni.

"Dio... Come può Franzi vivere con tre figli in un groviera??"

Eva faticó a trattenere una risata "Come? Un groviera?"

"Beh, guarda... Tubi rotti, lavandini che perdono, muffa, pareti da dipingere, c'è da pulire..."

"Già... Concordo!"

"Che dici, partner? Cerchiamo di rendere la loro vita un po' meno pesante, visto che abbiamo quattro giorni di riposo prima che arrivi il Lunedì?"

La castana le diede il cinque "Certo!"

Così le due Alpha si misero al lavoro finché, alle cinque, non arrivó la babysitter, Tanya, coi tre piccoli Jung "Voi siete le nuove colleghe di Franzi?" Chiese la giovane.

"Esatto! Lei sarebbe?"

"Io sono Tanya, la babysitter! E... Questo posto è... Diverso..."

"Abbiamo sistemato qualcosina... Adesso andiamo in ferramenta."

"Volete che resti coi cuccioli?"

"No no, li portiamo con noi!" Rispose Kara, mettendosi in ginocchio "Che ne dite, piccoli?"

"Io ho undici anni!" Disse Emma, mentre Felix ne aveva sette e Johanna quattro.

Kara sorrise "Ma certo, signorina! Allora volete venire con noi?" Domandó ed i piccoli annuirono, così Tanya se ne andò e le due Alpha si prepararono per uscire.

Proprio la bionda teneva per in braccio Johanna, invece Eva teneva per mano Emma e Felix però, per fortuna, la ferramenta non era lontana e vennero accolte proprio dal proprietario "Salve! Posso aiutarvi?"

"Si... Vorremmo delle latte di vernice bianca e qualcosa contro muffa e umidità! E due pennelli." Disse Eva.

L'uomo annuì e le serví "Potrebbe consegnarci tutto a questo indirizzo?" Tentó Kara, scrivendolo e il tipo nuovamente annuì, le fece pagare e le congedó salutandole.

Tornate a casa, i tre piccoli Jung si sedettero sul divano e Kara accese loro la tele, così che potessero guardare i cartoni animati, poi lei ed Eva, una volta arrivato il materiale dalla ferramenta, si misero all'opera.

Il lavoro procedette, visto che le due ragazze si misero molto d'impegno e, alle sette, avevano finito così, dopo aver buttato tutto ciò che non era necessario, passarono la scopa e lavarono per terra.

"Io ho fame..." Disse Felix.

"Allora, in attesa della cena, vi andrebbe un toast?" Chiese Kara e fu Eva a prepararli, lasciando la bionda ai fornelli.

Franzi tornò un'ora più tardi e non credette ai suoi occhi "Mamma!"

"Ciao! Ma cos'è successo? È tutto diverso... Le cose sono quasi tutte sistemate..."

"Kara ed Eva stavano già mettendo apposto quando Tanya ci ha portati a casa." Disse Emma.

La rossina sorrise e, dopo aver abbracciato i figlioletti, andò dalle due Alpha e le strinse a sé "Grazie... Grazie mille!" Disse, con gli occhi lucidi.

"Abbiamo qualche giorno, prima che venga il Lunedì e siamo più che intenzionate a sistemare tutto!"

"Io... Io non so come ringraziarvi... Siete una benedizione!"

"Esagerata..."

"Vogliamo ricambiare la tua gentilezza! Insomma, senza conoscerci ci hai ospitate..."

"Siete colleghe... L'ho fatto volentieri!"

"Idem per noi."

"Dai, adesso vieni a tavola o la cena si fredda!"

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Capitolo 11
*** Antipatia. ***


Il giorno dopo, Franzi andò al lavoro e lasciò a Kara ed Eva il compito di portare i tre figlioletti a scuola e all'asilo, poi le due Alpha si sarebbero fatte una bella corsetta.

Lasciati i piccoli Jung alle vicine scuole e poi all'asilo, Kara ed Eva optarono per correre lungo l'Elba ma, non sapendo ancora bene come arrivarci, si fermarono a chiedere indicazioni.

E, con loro grande sorpresa, trovarono Jan, il senzatetto che le due avevano conosciuto al loro arrivo ad Amburgo, due giorni prima.

"Signorine!" Le salutò subito l'uomo.

"Jan!" Rispose subito Kara, tendendogli la mano e lui la strinse.

"Andate a passeggiare?"

"Si, ma non sappiamo dove sia l'Elba..." Disse Eva.

"Vi accompagno, così vi mostro la strada!" Offrí il buon uomo.

Insieme fecero la strada e Jan ne approfittó per mostrare loro diverse strade e posti tipici di Amburgo "Grazie! Sei stato davvero gentile." Sorrise Kara e, sia lei che Eva, gli diedero dieci Euro a testa.

Ma, dopo essersi salutati, alcuni giovani si avvicinarono a Jan e uno iniziò a spintonarlo "Ehi tu, barbone! Dammi i soldi che ti hanno dato quelle due bambole!"

"Non voglio guai..."

"Li avrai, se non me li dai subito!"

Eva e Kara, che non si erano ancora allontanate molto, tornarono subito indietro, mentre la bionda chiamava Laurel per avvisarla di quanto stava vedendo.

"Ehi, voi! Lasciatelo stare!"

"Le bambole!"

"Possiamo chiedere soldi anche a loro..." Disse uno dei sei delinquenti.

"Dateci i vostri soldi!"

"Avrete solo guai e una denuncia certa!" Rispose Eva.

Da lontano di sentivano già le sirene delle auto della Polizia, mentre uno dei sei si lanciò contro la due ragazze, ma Kara lo evitó e cercavano anche di non fare loro del male.

Così, non potendo vincere con le due Alpha, due di loro se la presero con Jan, ma Eva si paró tra di loro e il tipo la ferí alla spalla destra.

"Fermi, Polizia!" Gridó Laurel, scendendo dalla volante assieme ad Alexa, entrambe con la pistola in mano.

Il gruppetto venne braccato anche dalla volante di Henning e Jule e vennero arrestati, con Jan che venne portato in centrale affinché rilasciasse una deposizione e lo stesso venne fatto con Kara ed Eva.

Una volta al Commissariato, le deposizioni vennero raccolte in una decina di minuti, poi Jan se ne andò, salutando Kara, Eva e gli altri poliziotti.

"Ma sei ferita!" Se ne uscì Franzi, notando la spalla di Eva.

"Tranquilla, è solo un graffio..."

"Anche i graffi si infettano!" Disse Alexa che, solitamente, parlava poco e niente "Disinfettalo."

"Concordo pienamente!"

Allora Franzi prese per mano la castana e andò verso la cucina del Commissariato, ove fece accomodare Eva e prese il disinfettante.

Nel mentre, arrivó Phillip "Ciao, c'è Franzi?"

"È di là..."

Ma, quando Phillip arrivó sul ciglio della porta della cucina, rimase fermo a guardare la cura e la dedizione con cui Franzi medicava Eva.

"Hai le mani d'oro! Grazie mille."

"Di nulla." Sorrise la rossina.

"Scusa, hai un minuto?" Si intromise Phillip, con tono da superiore.

"Si... Dimmi."

Lui impedí ad Eva di andarsene e Franzi capí che era pronto per fare una scenata "Perché lei e l'altra nuova sono a casa nostra?"

"Casa mia! L'ho ottenuta con sentenza del Tribunale."

"Si si... Ma lei e l'altra non ci devono stare!"

"È casa mia e decido io. Storia chiusa!"

Lui fece per avanzare, ma Eva si frappose tra i due "Gira i tacchi. Hai sentito Franzi, no?"

"Non ti permettere..."

"Stai facendo tutto tu. E adesso vattene e lasciala in pace!"

I due Alpha erano fronte contro fronte, pronti ad attaccare "Che succede qui?" Chiese Haller.

"Adesso basta... Andate tutti a casa!"

"Ha cominciato lui." Disse Franzi e Martin si limitò ad annuire, come anche Haller.

Ormai erano abituati a quelle scene.

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Capitolo 12
*** Idiots. ***


Passarono due giorni e, finalmente, arrivò il Lunedì, con le due Alpha pronte per il loro primo giorno di lavoro.

Le due uscirono di casa con Franzi, dopo aver lasciato i bambini alla babysitter e presero ciascuna una mountain-bike.

La casa di Franzi era un pochino lontana, dal Commissariato, ma qualcosa, o meglio, qualcuno, attirò la loro attenzione "Ma... Ma quelle..."

"Non ci credo!"

"Questo conferma i miei sospetti..." Se la rise Franzi e le altre due la fissarono.

"Cosa intendi?"

"Noi tutti, al Commissariato, pensiamo che tra Melanie e Jasmin ci sia qualcosa... Solo loro due, forse, non l'hanno capito!"

"Beh, starebbero bene insieme!"

"Concordo!" Disse Eva, sorridendo nel vedere Melanie cercare di aiutare Jasmin a salire sul manubrio della sua bici, visto che la dottoressa aveva in mano la sua borsa e teneva la borsetta a tracolla.

Proprio alla castana venne in mente un ricordo che la fece sorridere con un filo di malinconia, mescolata alla tristezza.

"Terra chiama Eva!" Disse Franzi.

La castana parve cadere dalle nuvole e si voltò verso le amiche "Si... Si, scusatemi... Solo un ricordo..."

"Vuoi parlarne?"

"Io... Io avevo una ragazza, a Maastricht. Si chiamava Esmee e lavorava con me al Commissariato di Linburg Sud..."

"E poi?"

"Noi due, dopo qualche mese, abbiamo iniziato a frequentarci... Si era appena ripresa, dopo un brutto incidente mentre era ad un posto di blocco..."

"Oddio..." Se ne uscì Kara "Era capitato anche ad un ragazzo che era con me in Accademia..."

"Lei in quel caso fu fortunata perché si salvò dopo due mesi di coma... Ma..." Si interruppe la castana, chinando il capo.

"Ma?" Esortó Franzi, sperando che l'amica continuasse, mentre Kara aveva intuito che qualcosa non era andato per il meglio, temendo anche il peggio.

"Lei venne uccisa dal suo ex fidanzato... Aveva provato a seguirlo, lui era un criminale molto pericoloso e, a Liegi, lui le tolse la vita, pugnalandola, prima di scappare."

Gli occhi di Franzi divennero lucidi, mentre parcheggiava la bici negli stalli fuori dal Commissariato, così come fecero Kara e la stessa Eva" Mi dispiace tanto... Non volevo farti aprire un cassetto doloroso..."

"Non è colpa tua, non potevi saperlo."

Franzi l'abbracció e Kara fece lo stesso "Ehi! Non pensavo fosse la giornata degli abbracci!" Se ne uscì Mattes, arrivato in quel momento.

"Non lo è." Ribadí Franzi, senza lasciare Eva, così il ragazzo entrò.

Le tre ragazze rimasero abbracciate diversi minuti, tanto che Hans e Henning, vedendole, scelsero di non chiedere "Sto bene, ragazze..."

"Sicura?" Chiese Kara.

"Sicura." Ripeté Eva, mostrando alle due colleghe una catenina, al centro della quale vi era un anello.

"Quello è..."

"È l'anello che volevo regalare ad Esmee prima che venisse uccisa. Non fa ridere? Tutto ciò che mi resta di lei è questo..."

"Non è divertente, ma è davvero bello." Sorrise Kara "Se io avessi potuto... Se fossi stata così forte da poter passare sopra a ciò che mi è successo, forse..."

"Siamo due idiote." Disse Eva e Kara sorrise un poco.

Franzi, invece, alzò gli occhi al cielo "Io rinuncio a capirvi... Ci vediamo dentro, non metteteci molto."

"Dai andiamo!"

"Sai... Hai ragione. Siamo due idiote!" Se ne uscì Kara "Ci siamo lasciate sfuggire la felicità dalle dita!"

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Capitolo 13
*** Capire... ***


Il primo caso per Eva e Kara non fu impegnativo, visto che si trattava di acciuffare un borseggiatore così, dopo essere andate in incognito al parco con Alexa e Laurel, il tipo venne preso ed arrestato.

Ovviamente rivelò anche ove fosse la refurtiva, recuperata poi da Henning e Jule a casa del ladro.

Ma, una volta tornati al Commissariato, la pace durò poco, visto che il telefono di Wolle squilló "Distretto 21, sono Wollenberger... Frauke! Che succede? Cosa??"

L'uomo ottenne l'attenzione generale "Che succede?" Chiese piano Mattes, ma Wolle fece cenno di aspettare.

"Avviso Martin e mando subito qualcuno!" Disse, riattaccando e trovandosi davanti i volti dei colleghi, che volevano risposte.

"Cos'è successo?"

"Un tizio ha preso in ostaggio Jasmin, nel suo ufficio!"

Appena sentito il nome, Melanie prese e uscì di corsa dal Commissariato, diretta all'EKH.

Una volta lì, con uno sguardo che avrebbe incendiato tutto e tutti, raggiunse l'ufficio di Jasmin e, fuori da esso, trovò Frauke, Haase e Helen, che la notò subito "Melanie!"

"Dov'è il tizio?"

"Eccolo! Guarda... Ha in mano una pistola e minaccia la dottoressa!"

In quel momento arrivarono Kara, Eva, Mattes, Henning e Jule, ma Melanie aprí la porta dell'ufficio di Jasmin e vi entró "Ehi, lasciala!"

"No no no! Voglio dei medicinali e lei non me li vuole dare!"

"Non aiuterò mai la sua dipendenza da farmaci!" Ammise Jasmin.

"Lasci andare la dottoressa."

"Ti ammazzo, ho una pistola!"

"Spara pure... Oppure sai già che è finta?" Chiese Melanie e il tizio, preso in contropiede, cadde in ginocchio, disperato e Mattes, entrato, lo ammanettó e lo lasciò a Henning.

Jasmin corse subito tra le braccia di Melanie "Ho avuto così paura... Non sapevo che la pistola fosse finta!"

"Tranquilla..." Rispose la bionda, abbracciandola "È tutto finito..."

"Si... Grazie..."

Jasmin tornò poi al lavoro, assistita da Frauke, mentre Helen guardava Melanie allontanarsi, rimproverata da Mattes e capí.

Capí che Melanie non era innamorata di lei e il suo cuore non le sarebbe mai appartenuto e questo le faceva male.

Anche al Commissariato, Martin, dopo aver ringraziato Melanie per aver salvato Jasmin, le riservó una bella lavata di capo, visto che aveva agito senza aspettare il suo collega.

Una volta uscita dall'ufficio di Martin e Haller, Melanie entró nella stanzetta che usavano come cucina per prendere un buon caffè e tirare un po' il fiato "Stai bene?"

La bionda notò Laurel e sorrise "Si... Mi sono presa una bella lavata di capo da Martin, però per il resto sto bene."

"E Jasmin?"

"Sta bene, il tipo aveva una pistola finta... Voleva solo dei farmaci per drogarsi e basta."

"Lei ti piace, vero?"

Melanie sorrise un poco, teneramente "Mi piace molto! E vado letteralmente in bestia, quando so che è in pericolo... Non ci vedo più dalla rabbia! Non sopporto l'idea di saperla in pericolo..."

"È così che ci si sente, quando si è innamorate! Io è da un po' che non provo quel sentimento, ma sono davvero felice per te."

"Grazie!" Sorrise un poco Melanie "Ma dimmi un po'... Come sta andando Kara?"

Laurel sorrise subito "Va davvero forte! Si trova bene con Eva, è motivata, si impegna..."

"Mi ricorda te il giorno del tuo arrivo qui, quasi un anno fa!"

"Su, torniamo al lavoro... O prendo la mia seconda lavata di capo della mattinata!" Scherzó Melanie e Laurel fu d'accordo con lei.

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Capitolo 14
*** Amo Lei. ***


Il resto della giornata passò piuttosto tranquillo e, alle sette e mezza, i nostri poliziotti si prepararono per andare a casa, avendo finito il turno.

"Andiamo a berci una birra?" Propose Tarik, tirando la tenda che separava lo spogliatoio maschile da quello femminile.

"Chiudi la tenda!" Lo beccó Alexa, sempre impassibile e il ragazzo di origini Turche obbedí.

L'invito venne accettato da tutti che, insieme anche a Wolle, Martin e Haller, uscirono dal Commissariato e si trovarono davanti Helen, così i colleghi lasciarono sole lei e Melanie.

"Ciao... Sei stata davvero in gamba stamattina!"

"Grazie..." Sorrise la bionda Alpha.

"Senti... Verresti a mangiare una pizza con me?"

"Sei davvero gentile, ma ho già un impegno coi colleghi... Vuoi unirti a noi?" Chiese, gentile come sempre.

La dottoressa di colore sorrise appena e scosse il capo "A te piace Jasmin, vero?" Domandò allora e Melanie chinò il capo.

Infatti la bionda non voleva ferirla, visto che ben sapeva quanto fosse sensibile, dal momento in cui avevano già avuto una breve relazione.

"Si... Mi piace molto!"

"Ne sei innamorata?"

"Helen..."

"Rispondimi, ti prego, così posso mettermi il cuore in pace."

Melanie la fissò e prese un respiro profondo "Si. Io amo lei!"

Dagli occhi di Helen scesero piccole lacrime e Melanie l'abbracció "Mi dispiace tanto..."

"Tranquilla... Almeno ora posso andare avanti con la mia vita."

"Ci vediamo..."

"Certo. Buona serata!" Disse, andandosene, così Melanie raggiunse gli altri.

"Tutto bene?" Chiese Mattes.

"Si si... Finalmente abbiamo chiarito."

Il ragazzo le sorrise e salirono sull'auto della bionda, che diede anche un passaggio a Hans.

Arrivarono in una pizzeria in centro e, dopo aver parcheggiato, vi entrarono "Ehi... Stasera si balla! Peccato non ci sia mia moglie."

"Perché, tu balli?" Chiese Claudia.

"Tu no?" Ribadí Haller.

"Ehi, io ho preso i posti!" Se ne uscì Jule, arrivata per prima, visto che era in moto.

"Alexa, stai bene?"

"Io in moto con lei non vado più!"

"Dopo ti do un passaggio." Offrì Melanie e la ragazza di origini Vietnamite accettò volentieri.

Entrate in pizzeria, i nostri notarono Jasmin, seduta da sola ad uno dei tavoli "Perché non la inviti?" Chiese malizioso Mattes, avvicinandosi a Melanie, che lo fissó accigliata.

"Non serve che me lo dica tu!" Ribadí la bionda Alpha, avvicinandosi al tavolo di Jasmin, che si voltò, trovandosi davanti la poliziotta.

"Melanie! Che bella sorpresa... Come mai qui?"

"Un hamburger e una birra in compagnia... Tu?"

Jasmin vide suo zio Martin e gli altri colleghi del Distretto, poi tornò a fissare Melanie "Lo stesso... Volevo rilassarmi, dopo stamattina e..."

"Ti capisco, non devi spiegarmi... Senti, vuoi venire con noi? Così sarai in compagnia..."

"Ok, va bene! Volentieri." Rispose la mora, indicando poi al cameriere ove portare il suo ordine.

Gli altri, ovviamente, erano felici di vedere che Jasmin si era unita a loro ma, visto che glielo aveva chiesto Melanie, non avevano dubbi in proposito e Martin abbracció la sua amata nipote.

Presto le chiacchiere andarono sul piano amoroso, perché tutti preferivano lasciare il lavoro fuori dal privato "Voi due... Non vi siete mai innamorate?" Rivolse Henning a Kara ed Eva "Di Laurel lo sappiamo, ma di voi no!"

Franzi, rammentando il racconto di Eva, la fissó, ma la castana si fece forza e raccontò quanto le era accaduto e lo stesso fece poi Kara, con Laurel che le carezzó le spalle.

Con le due ragazze era meglio non toccare l'argomento amore, visto che le loro ferite erano ancora fresche.

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Capitolo 15
*** Opening. ***


Passò una settimana, durante la quale Jule ed Alexa si erano messe insieme, con i nostri poliziotti che continuavano a svolgere alla perfezione il loro lavoro.

Anche se non era una settimana facile per Franzi che, finalmente, stava per ottenere il divorzio da Phillip.

"Tranquilla, respira... Qualcosa non va?" Chiese Hans.

"Si... Vedi, ci sarà sicuramente anche lei..." Rispose la rossina, riferendosi a Nicole Fink, un'avvocatessa molto brava e nuova compagna di Phillip.

"Tu devi restare impassibile... Fai finta di niente!"

Franzi prese un respiro profondo "Si... Cercherò di fare così..." Se ne uscì, poco convinta, lasciando la saletta ristoro del Commissariato.

Ma, mentre si incamminava, visto che il Tribunale era a venti minuti di distanza a piedi, Franzi venne raggiunta da qualcuno "Aspetta!"

La ragazza si voltò e vide Eva "Ehi... E tu che ci fai qui?"

"Voglio starti accanto e sostenerti!"

Allora la rossina sorrise un poco, arrossendo "Io... Ti ringrazio..."

Insieme, a piedi, arrivarono al Tribunale, vi entrarono e, salite in ascensore al terzo piano, trovarono Phillip e Nicole fuori dall'aula nella quale sarebbero dovuti entrare.

"Lei che ci fa qui?" Chiese lui.

"I poliziotti sono sempre in coppia, non lo sapevi?" Ribadí Eva, seria e tranquilla, quasi a voler schernire lo psichiatra.

Phillip serró la mascella e si allontanò, sperando di calmarsi, mentre Franzi andò in bagno.

Invece Nicole si avvicinò ad Eva "Non c'è niente da dire... Quella poliziotta ha un ottimo gusto, in fatto di Alpha..." Sussurró, sfiorando i bottoni della camicia della castana.

"Non mi sono mai piaciute le gatte morte... La pregherei di lasciarmi stare. Preferisco vedere come sta la mia collega..."

A Nicole non andò giù l'esser stata piantata lì e la sua gelosia, nei confronti di Franzi, era aumentata.

Eva, dal canto suo, raggiunse Franzi in bagno "Ehi... Arrivo subito."

"Stai bene?"

"Si si, solo un po' di tensione..."

"Ok... Vieni, andiamo."

Arrivato il loro turno di entrare in aula, il giudice Hendriksen fece accomodare tutti, poi diede parola al rispettivo legale di Franzi e Phillip, con costoro che vennero poi anche chiamati a testimoniare.

Solo che l'avvocato di Phillip cercava di screditare Franzi in tutti i modi "Lei non ha nessun sostegno. Come crede di poter ottenere la custodia dei suoi figli?"

"Io ho molte persone che mi aiutano..."

Il tizio, per dare spettacolo, si guardò attorno "E dove sarebbero tutte?"

"L'avvocato ha ragione?" Chiese allora il giudice alla rossina.

Ma, prima che Franzi potesse parlare, Eva si alzò "Con permesso, Vostro Onore..."

"Lei chi è?"

"Sono l'Ispettore Capo Eva Van Dongen, abito e lavoro con la signora Jung." Disse, in tono formale, mentre Phillip si alzava.

"È quella che se la porta a letto!"

"Al contrario." Rispose Eva, impassibile "Io sono quella che l'aiuta a guardare i vostri figli quando tu rifiuti di prenderli perché vuoi stare tranquillo con la tua nuova compagna."

Phillip si ammutolí e il giudice lo fissò "È vero, signor Rost?"

"È... È capitato solo una volta..."

"Se ben ricordo, cinque volte solo lo scorso mese." Chiarí Eva.

"Allora non c'è altro da dire." Avanzó il giudice "I tre piccoli sono affidati esclusivamente alla signora Jung... Lei li potrà vedere solo a weekend e vacanze alternati!" Esordí l'uomo, battendo il martelletto.

L'aula si svuotó, con Phillip e Nicole che se ne andarono dopo aver guardato malissimo Eva e Franzi. "Vieni con me..." Disse la rossina, tirando l'altra verso il bagno.

"Che..." Tentò Eva, prima che Franzi la tirasse a sé per rubarle un bacio molto dolce e pieno di gratitudine.

"Grazie..." Sussurró la più bassa, contro le labbra dell'altra.

"Di nulla!" Sorrise la castana "Su, torniamo in Commissariato e stasera ti porto a cena!"

"Affare fatto!"

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Capitolo 16
*** Dinner and... ***


Come promesso, dopo essere tornate al lavoro ed aver dato la notizia ai colleghi, Franzi ed Eva completarono il turno.

"Che ne dite di andare a mangiare una pizza, per festeggiare?" Propose Wolle.

"Io ci sto!" Rispose subito Mattes, in accordo con Jule ed Henning.

"Io non posso, ho già un impegno..." Disse Franzi.

"Anch'io... Ci vediamo domani!"

"La cena sarebbe stata in tuo onore..."

"Se volete festeggiare, fate pure! Io vado a casa coi miei figli... Voglio stare un po' con loro!"

"Giusto!" Sorrise Melanie "E... Anch'io passo! A domani."

Allora le tre se ne andarono e gli altri presero la direzione del centro, per andare in pizzeria.

Franzi ed Eva si erano capite con uno sguardo, perciò avrebbero cenato a casa e non fuori.

Però la prima ad arrivare a destinazione fu Melanie che, presa la sua auto, andò al vicino ospedale, trovando Jasmin fuori ad aspettarla "Ciao!" La salutò la mora Omega appena la vide.

"Ciao! È molto che aspetti?"

"No, sono appena uscita..."

"Allora sei pronta ad andare?" Chiese la bionda Alpha, aprendole la portiera.

"Galante..."

"Solo per te!" Sorrise Melanie che, una volta chiusa la portiera, salí e mise in moto, dirigendosi verso una gelateria in centro.

Trovato il posto, dopo aver parcheggiato, le due scesero ed entrarono in gelateria, si sedettero ad un tavolo e diedero poi il rispettivo ordine al cameriere "Mi piace qui."

"Allora, se vorrai, ci verremo spesso!"

"Volentieri!" Rispose Jasmin, mentre venivano servite.

Gustarono il rispettivo semifreddo, chiacchierando e divertendosi poi, una volta finito, Melanie pagò e poi uscirono, così da fare una passeggiata e la bionda tese la mano alla mora, che la strinse.

Camminarono un po', guardando i negozi e fermandosi poi ad un chiosco per un hamburger con patatine "Mi sono sporcata?" Chiese la bionda, notando che Jasmin la fissava.

"Hai un po' di maionese qui..." Sussurró, avvicinandosi e pulendo il lato destro della bocca di Melanie col tovagliolo.

E la bionda la stupí quando, dopo aver posato la mano sulla sua, si sporse verso di lei e le rubó un bacio dolcissimo, subito corrisposto "Wow..."

"Wow si!"

Nel mentre, a casa loro, visto che Kara era andata ad abitare vicina a Laurel, Eva stava cucinando, mentre Franzi era andata a fare il bagno ai figli.

La castana scelse una semplice pasta con prosciutto, panna e funghi, che i piccoli adoravano e poi, come dolce, c'era il gelato.

I tre bambini mangiarono con gusto e, molto spesso, Franzi li guardava interagire con Eva e sorrideva, perché non pensava di poter trovare qualcuno che amasse tanto i suoi figli, senza conoscerli.

Ed Eva, nemmeno avesse sentito i suoi pensieri, sollevó lo sguardo e le sorrise, facendole l'occhiolino.

Dopo aver mangiato il gelato, i piccoli salutarono Eva e Franzi salí le scale per metterli a letto, poi tornò di sotto.

Eva era seduta sul divano e la rossina la raggiunse, sedendosi vicina a lei "Sei fantastica, con loro..."

"Mi piacciono, i bambini. Ho sempre voluto averne di miei..."

Franzi la fissò e, quando gli occhi di Eva trovarono i suoi, le due ragazze si unirono in un bacio dolcissimo "Eva..." Sussurró l'Omega, miagolando un poco quando le labbra dell'altra trovarono il punto pulsante della giugulare "Ti voglio..."

"Anch'io..." Ringhió la castana e, presa in braccio la collega, salì le scale e la portò in camera da letto, ove la distese e la seguí a ruota, pronta e decisa ad amarla e Franzi non aspettava altro.

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Capitolo 17
*** Contrastanti. ***


Il mattino seguente, Melanie e Jasmin si svegliarono presto, scambiandosi dolci bacetti sotto le lenzuola e decidendo poi di proseguire la loro dolce attività sotto la doccia.

Lo stesso stavano facendo Eva e Franzi, approfittando del fatto che i tre figli della rossina stessero ancora dormendo "Non vorrei mai smettere..." Sussurró Franzi.

"Nemmeno io!" Rispose Eva, leccandole il marchio che le aveva lasciato e l'altra fece lo stesso.

Franzi si sistemó a dovere, lasciando che Eva la prendesse e la facesse sua, perché le due si amavano tantissimo.

Fu il pianto di Johanna a interrompere la loro attività, anche se la rossina raggiunse l'apice del piacere "È sveglia..."

"Vado io, tu riposa."

"E tu? Non riposi?"

"Adesso mi interessa di più aiutare te." Rispose la castana, alzandosi dal letto e indossando un accappatoio, per poi andare dalla piccola.

Poi le due poliziotte li aiutarono a lavarsi, vestirsi e fecero colazione in soggiorno con croissant e latte caldo, infine Franzi ed Eva, dopo aver fatto la doccia ed essersi vestite, accompagnarono Johanna all'asilo ed Emma e Felix a scuola.

Dopo diversi minuti, non appena arrivarono al lavoro, Martin e Haller radunarono tutti "Stamani all'alba c'è stata una rapina nella filiale di una grande azienda farmaceutica... La titolare e due dipendenti stanno venendo qui per sporgere denuncia."

"In America la titolare è una persona molto in busta, quindi discrezione..."

Tutti annuirono e non si accorsero di chi era arrivato "Ma... Kara... Laurel..."

I poliziotti si voltarono e le due ragazze chiamate non credettero ai loro occhi quando si trovarono davanti nientemeno che Lena, Dinah e Sam Arias "Vi conoscete?"

"Si."

"No!"

"Decidetevi..."

"Voi, prendete le loto deposizioni..." Se ne uscì Martin "Voi due, nel nostro ufficio."

Kara e Laurel seguirono i due boss nel loto ufficio "Parlate... Le conoscete?" Chiese allora Haller.

Le due sospirarono "Si... Le conosciamo." Rispose Laurel, notando che per Kara l'argomento era ancora doloroso e fu proprio lei a raccontare tutto ai due capi.

"Ok... Potete indagare, ma non fatevi coinvolgere qui al lavoro."

Le due annuirono, ma Martin permise solo a Laurel di andare "Kara, vorrei che tu parlassi con mia moglie Karin. Lei è un'assistente sociale, ma aiuta anche le persone ascoltandole..."

"Credo... Credo che mi farebbe bene. Grazie." Disse la bionda.

"Rimani seduta qui... Quando arriva la faccio entrare." Aggiunse Martin, prendendo il cellulare.

Intanto, in sala interrogatori, Melanie mandò Mattes a prendere un bicchiere d'acqua per Lena "Posso fare una domanda?"

"Come sta Kara?"

Melanie sollevó il capo e lesse molti sentimenti, soprattutto amore, negli occhi della mora "Sta bene ed è una poliziotta molto brava!"

"Davvero?" Chiese la mora, sorridendo un poco.

"Si... È una ragazza di cui ci si può fidare, ha un ottimo istinto."

"Mi fa piacere..." Rispose Lena, cercando di mantenere un tono neutrale, ma Melanie vide piccole lacrime negli occhi dell'altra e capí che provava ancora sentimenti molto forti, nei confronti di Kara.

Ma non poteva dire lo stesso della bionda collega, visto che mai aveva sentito Kara nominare Lena, però a lei non piaceva ficcare il naso negli affari altrui, anche se non negava mai il suo sostegno ad un'amica in caso di bisogno.

"Faccia anche una lista di tutto ciò che è stato rubato." Disse, mentre tornava Mattes.

Ma Lena, ora, era solo felice di aver ritrovato Kara, dopo poco più di due anni passati senza avere sue notizie.

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Capitolo 18
*** Piano. ***


Karin arrivò in pochi minuti e subito notó lo stato in cui si trovava Kara, che pareva essere piuttosto scossa.

La donna la portò fuori e si poggiarono al parapetto a guardare l'Elba e le barche che lo solcavano "Dimmi... Cos'è successo?"

Kara sospirò "Quella ragazza, Lena... Si tratta di lei." Iniziò, raccontando tutto alla donna.

"Capisco... È una situazione molto complicata e delicata. E tu, tesoro, stai già soffrendo molto, per avere solo diciotto anni..."

L'Alpha le regalò un tenero sorriso "Il brutto è che io non l'ho mai dimenticata. Ed ora che l'ho rivista, non so cosa pensare..."

"Io ti consiglio di procedere a piccoli passi... Correre troppo potrebbe portarti a soffrire."

"Lo farò... Pian piano."

Anche Karin sorrise, mentre uscivano le tre ragazze dal Commissariato e Lena notó subito Kara così, scusatasi da Dinah e Sam, prese e avanzó verso di lei, senza avvicinarsi troppo.

"Su, vai..." Sussurró Karin, sorridendole teneramente e carezzandole le spalle "Sta aspettando solo te..."

Allora Kara si fece coraggio e mosse un paio di passi, avvicinandosi a Lena "Io... Ti trovo bene..."

"Posso dire lo stesso di te... Tutto apposto con la denuncia?"

"Si, la tua collega, l'Ispettore Capo Hansen è stata molto gentile." Sorrise un poco la mora.

"Melanie lo è davvero."

L'Omega mosse un ulteriore passo verso Kara, che fu tentata di retrocedere, ma rimase dov'era, mentre Lena la strinse forte a sé "Sono felice di averti ritrovata!"

Kara teneva le braccia tese lungo il corpo ed i pugni stretti "Ok, io... Io devo andare..." Tentò la bionda, cercando di vincolarsi dall'abbraccio della mora.

"Si... Scusami..."

La poliziotta notó gli occhi lucidi dell'Omega "Tranquilla. Ti faremo sapere se scopriamo qualcosa."

"Certo." Sorrise un poco Lena, asciugandosi le lacrime "Spero ci vedremo ancora... In circostanze migliori..."

"Starai qui ad Amburgo, ci vedremo di certo..."

"Già." Rispose Lena, chinando il capo e sollevandolo poi "Jack... Non fa più parte della mia vita. Un giorno ti racconterò..."

"Io non voglio sapere nulla, di questa storia... È il motivo per cui sono andata via! L'hai dimenticato?"

"Scusami!" Disse di scatto Lena, mettendosi le mani davanti al viso, chiudendo gli occhi, spaventata.

"Ehi... Non ti colpirei mai! Come hai potuto pensare che io..."

"Mi spiace... Io... Io vado..."

Lena se ne andò poi a grandi passi, seguita da Dinah, che fece un cenno di saluto a Kara, la quale fermò invece Sam "Scusami, ma... Cos'è successo a Lena? Prima..."

"Adesso devo andare, ma ci vediamo qui alle sette... Ok? Ti spiegherò tutto."

"Va bene. Grazie!"

Anche la castana Omega se ne andò, mentre Karin si avvicinò a Kara "Sembra che abbia passato degli anni difficili... Come ti dicevo, dovrai procedere piano, per piccoli passi."

"Si... E sono intenzionata a scoprire cosa le è successo!" Disse decisa la bionda Alpha "Io sono letteralmente scappata perché il pensiero della sua vicinanza e il saperla con un altro, mi devastava... Mi sono giocata la felicità e ora, forse, si scopre che lui potrebbe averle fatto del male??"

"Non lo so..." Sospirò Karin, carezzando le spalle dell'altra "Ma, se così dovesse essere, avrà bisogno di avere al suo fianco un'Alpha forte e generosa come te."

"Farò del mio meglio... Dopotutto sono una poliziotta."

"Certo, ma non avrà bisogno di una poliziotta. Le servirà un'amica... Una persona forte!"

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Capitolo 19
*** Shock e rabbia. ***


Finito il turno, i nostri poliziotti si cambiarono e si prepararono per andare a mangiare un hamburger e bere una birra.

Fuori dal Commissariato, il gruppetto vide Jasmin, con Melanie che l'abbracció subito "Che bello vederti... Tutto bene oggi?"

"Si. Tu?" Chiese la mora.

"Tutto bene! Ed ora che sei qui, va anche meglio." Ammise Melanie, in un sussurro, avvicinandosi ulteriormente per baciare l'Omega, che la corrispose.

"Finalmente! Era ora." Disse Mattes, mentre Martin abbracciava felice la nipote e Henning mangiava molta invidia, visto che amava ancora Jasmin.

Tarik era seccato per via delle telefonate di Pauline, la sua ex e madre di suo figlio Lukas, idem Laurel, che riceveva messaggi su messaggi da parte di Dinah.

Invece Eva e Franzi si presero per mano "Anche noi abbiamo qualcosa da dire..."

"E sarebbe?" Domandò Haller.

"Ci siamo messe insieme!" Rivelò Franzi e Jule alzò le mani.

"Anche io e Alexa!"

"Che???" Avanzó uno scioccato Hans, davvero incredulo.

"Si si!" Sorrise Jule, facendo le fusa all'altra, piuttosto imbarazzata.

Invece Kara scorse Sam da lontano, che arrivava dal ponte sull'Elba, dietro a Frauke, Haase, Antonio, Arne e Malte "Io devo parlare con lei... Ci vediamo dopo."

"Vuoi che rimanga con te?" Offrí Laurel, carezzando le spalle della sorella, ma la bionda scosse il capo.

"No... È una cosa che devo fare da sola."

"Resto io qui ad aspettarla e poi vi raggiungiamo..." Disse Karin, fissando poi Kara "Va bene?"

"Si... Grazie..."

Poi la bionda prese e, mentre tutti se ne andavano, s'incamminó verso il ponte e Sam l'aspettava al centro di esso "Ciao..."

"Ciao... Allora puoi raccontarmi di Lena?" Chiese l'Alpha.

Sam prese un respiro profondo e tornò a fissare la poliziotta "Lena è sempre stata innamorata di te... E già la sua specie di storia con Jack non era salda, poi quando lei, durante uno dei tanti litigi, gli ha detto di essere innamorata di te, lui..."

Sam si interruppe e Kara, pur temendo il resto, voleva sapere "Lui?"

"Ha iniziato a picchiarla... L'aveva addirittura segregata e siamo stati io, la tua famiglia ed i vostri amici, ad aiutarla! E non ti dico come l'abbiamo trovata..."

Kara sentí il suo stomaco torcersi "Io... Ho capito... Grazie per aver parlato con me..."

"Lei ti ama. Ti ama così tanto che non si è mai concessa a lui, venendo picchiata anche per questo! Ti prego, non abbandonarla..."

"Io... Parlerò con lei... Ma ora devo andare... Grazie ancora. Buona serata!" Disse in fretta la bionda, incontrando il lieve sorriso di Sam.

Kara tornò da Karin e la donna andò verso di lei "Tesoro... Com'è andata?"

"S-Scusa... Io... Io devo..." Tentò, poggiandosi al parapetto per dare di stomaco, tra le lacrime.

Karin le carezzó le spalle e, quando Kara parve riprendersi, la donna la condusse alla sua auto "Andiamo dagli altri... Ti va?"

L'Alpha annuì e, strada facendo, raccontò tutto a Karin, tra le lacrime "E io l'ho abbandonata... Io..."

"Non devi farti dilaniare dai sensi di colpa! Non potevi saperlo... Tu ormai eri qui. Ma ora hai la possibilità di rimediare, se lo vorrai..."

"Io... Non ho esperienza, con queste cose..."

"Lo accetto un consiglio?"

"Certo..."

"L'amore ed il tempo guariscono anche le ferite più brutte e profonde."

Kara fissò la donna e pensò alle sue parole, quindi decise che, come prima cosa, avrebbe parlato con Lena.

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Capitolo 20
*** Talking. ***


Il giorno dopo, Kara decise di andare da Lena, portandosi dietro Eva, che sarebbe rimasta fuori dalla L-Corp, il grattacielo tutto di proprietà della giovane Luthor.

"Sicura di farcela?"

"Si..." Rispose la bionda prendendo un respiro profondo "Devo togliermi questo peso dal cuore..."

Eva le posò le mani sulle spalle "Senti, se la ami ancora diglielo. Ok? In questo momento lei ha bisogno di un'Alpha forte e tu lo sei! Vai e prenditi la felicità... Te lo dice una che pensava di non trovare più l'amore."

Kara le sorrise appena, poi scese dalla volante per entrare nel palazzo "Mi scusi... Cerco Lena Luthor."

"Ultimo piano! Il suo ufficio è l'attico..." Rispose la guardia di sicurezza e Kara ringrazió.

Prese così un'ascensore e premette il bottone per l'attico, arrivandovi in un paio di minuti ed uscì poi, guardandosi attorno.

"Posso esserle utile?" Chiese un'impiegata.

"Jess, ci penso io. Kara riconobbe Sam "Buongiorno... Lieta di rivederla."

"Puoi darmi del tu!" Sorrise l'Omega e Kara fece lo stesso "Cerchi Lena, vero? Il suo ufficio è quello, con le porte di vetro temprato."

"Ok... Grazie."

Sam se ne andò e Kara prese un altro respiro profondo, si avvicinò alla porta e bussó "Avanti."

Allora Kara entrò, richiudendo la porta "Ehm... Ciao..."

Lena si alzó subito in piedi, incapace di credere ai suoi occhi "Kara... Ciao!" Disse, raggiungendola "Cosa ti porta qui? Avete trovato i ladri?"

"No... Io... Io sono qui per te." Disse Kara "Ieri sera ho parlato con Sam."

Allora Lena capí e chinó il capo, per poi tornare a fissare Kara "Ok... Capisco..."

"Mi dispiace di essere andata via e di averti lasciata in balía di quel verme e... E ti chiedo di perdonarmi, anche se il mio comportamento è stato imperdonabile."

"La colpa è stata mia, che mi sono lasciata abbindolare dalle sue parole e dai modi gentili... Lasciando da parte la sola persona che mi abbia mai amata veramente. Di questo mi sono pentita ogni giorno!" Riveló Lena, con gli occhi lucidi.

"Ed io mi sono pentita di averti lasciata senza spiegazioni, scappando quasi come una ladra."

Lena si avvicinò a Kara e costei l'accolse tra le proprie braccia, perché le era troppo mancato l'abbracciarla veramente ed anche la mora si perse nelle sensazioni che l'essere tra le braccia della bionda le infondeva.

"Purtroppo ho un meeting con gli investitori... Ma una sera possiamo uscire, che ne dici? Così mi dai vedere Amburgo..."

Kara sorrise un poco "Domani sera può andare bene?"

"Benissimo." Sorrise a sua volta Lena e prese un biglietto da visita, porgendolo alla bionda "Il mio indirizzo, il numero e la mail."

"Ok... Ecco il mio."

Lena prese il biglietto e poi diede un bacio sulla guancia a Kara "Non vedo l'ora che sia domani sera..."

"Anch'io."

"L'uniforme ti dona."

La bionda arrossí un poco "Grazie... Tu stai bene con qualsiasi cosa indossi." Ammise Kara ed anche Lena arrossí un po'.

Si salutarono con un abbraccio e poi Kara se ne andò "È una meraviglia, come mi hai sempre detto!" Se ne uscì Sam, entrando nell'ufficio di Lena.

"Lo è davvero!" Accordó l'altra "Gli investitori sono arrivati?"

"Si! Li faccio accomodare."

Nel mentre, Kara arrivò al pianterreno e uscì dal grattacielo, salendo sulla volante "Com'è andata?"

"È stato piuttosto veloce perché ha un meeting... Ma domani sera usciremo insieme."

"Sono felice per te!" Ammise Eva, abbracciandola e Kara fece ok stesso.

Chi meglio di Eva poteva credere nelle seconde possibilità, lei che per prima ne aveva avuta una?

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Capitolo 21
*** Uscire Insieme. ***


Il giorno seguente, dopo un'altra giornata di lavoro, durante la quale i nostri avevano risolto brillantemente un caso, tutti si prepararono per tornare a casa.

"Andiamo a bere qualcosa?" Propose Jule, assieme a Henning.

"No... Io ho un impegno!" Sorrise Melanie, mettendo la sua cuffia.

"Anche noi!" Risposero assieme Eva e Franzi, prendendosi per mano.

"Anch'io passo..." Concluse Kara.

Allora Laurel e la stessa Eva si avvicinarono alla bionda Alpha e la prima abbracciò la sorella "Mi raccomando... Se hai bisogno di qualcosa, chiamami!"

"Va bene. Grazie!" Rispose la bionda, ricambiando l'abbraccio.

Poi Kara se ne andò e gli altri fecero lo stesso poi, fuori dal Commissariato, i nostri non credettero ai loro occhi quando si trovarono davanti Kim Dobers, che aveva lavorato con loro un paio d'anni prima.

"Kim!!" Se ne uscì Tarik, abbracciando la castana ragazza.

"Tarik... Stai bene?"

"Benone! Ma anche tu sei in forma..."

La ragazza gli sorrise "Da domani torno a lavorare con voi..."

"Davvero??"

"Si. Sarà il mio aiuto." Rivelò Wolle.

"Ottimo... Vieni a bere qualcosa con noi?" Chiese Mattes e la castana accettò di buon grado.

"Tarik!"

Il gruppetto si voltó e il ragazzo di origini Turche, che teneva Kim a braccetto, vide Pauline, la madre di suo figlio Lucas, col piccolo per mano.

"Pauline... Come mai qui?" Chiese, staccandosi dai colleghi per andare dalla ragazza e, soprattutto, dal figlioletto di tre anni.

"Devo andare a cena con Christian... Puoi tenere Lucas?"

"Certo, lo porto a cena con noi!"

"Ok. E... Chi è quella che ti stava vicino?"

"Una collega, una cara amica. E scusa, perché lo chiedi? Tu hai una vita, quindi posso averla anch'io!"

"Non quando c'è Lucas!"

"Lui sta sempre col tuo compagno quindi starebbe anche con la mia. Ok?" Chiese in tono duro.

"Ok ok. In fondo è giusto... Beh, ci vediamo domani!"

Pauline se ne andò e Tarik prese in braccio Lucas, felicissimo di stare col suo papà e tornarono dagli altri.

Nel mentre, Kara era arrivata alla L-Corp ed attese Lena nell'edificio, innanzi all'ingresso.

La mora la raggiunse dopo diversi minuti "Ciao, eccomi! Scusa se ti ho fatta aspettare..."

"Ciao! Nessun problema... Sono appena arrivata e poi sono molto paziente."

Lena sorrise d'istinto "Lo so... Me lo ricordo bene."

"Pronta per andare?"

La mora annuì e se ne andarono insieme, con Kara che le offrí il braccetto, quindi si diressero verso un approdo, ove vi era ormeggiato un traghetto.

"Non sono mai stata su un traghetto..."

"Per vedere Amburgo, un traghetto che fa il giro turistico è l'ideale!"

Lena sorrise e, arrivate sul ponte della nave, un giovane si avvicinò loro "Buonasera! Avete una prenotazione?"

"Si... Un tavolo per due a nome Danvers." Rispose Kara.

Il ragazzo le accompagnó al loro posto ed attese i loro ordini, poi se ne andò a portare le ordinazioni in cucina.

"Kara... È bellissimo qui!" Disse Lena, letteralmente meravigliata.

"Dovevo farmi perdonare... Questo mi sembrava il modo migliore."

"Non hai nulla da farti perdonare... Ma io si. Solo che non riuscirò a organizzare un appuntamento più bello di questo..."

Kara sorrise appena "Non serve..."

Vennero poi servite e passarono tutto il tempo a chiacchierare e divertirsi.

Lena si era immaginata le uscite con Kara proprio in questo modo e, per lei, questo era un ottimo inizio.

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Capitolo 22
*** Felice. ***


Il giorno dopo, Kara arrivò puntuale in Commissariato alle nove e andò nello spogliatoio a cambiarsi, trovando lì Melanie, Franzi ed Eva.

"Ehi... Com'è andata con Lena?"

"Molto bene!" Sorrise la bionda "È stato bello, uscire con lei... L'ho portata a cena sul traghetto, quello che fa il giro del porto di Amburgo!"

"Bello!" Se ne uscì Eva, mentre Franzi sorrideva, dandole una pacca sulle spalle, abbracciandola poi.

"Ho come un dejavu..." Disse invece Melanie, incrociando le braccia.

"È stato il tuo primo appuntamento con Jasmin..." Rispose Kara "Ieri mattina le ho scritto per chiederle consiglio, poi ho organizzato i tutta fretta... Ma il risultato è stato ottimo!"

Le tre poliziotte sorrisero alla loro collega, poi arrivó Wille, piuttosto trafelato "Melanie, ti vuole Frauke al telefono! Mi ha detto che è urgente."

La bionda uscì subito e andò alla postazione del collega a rispondere "Si, Frauke, dimmi... Che cosa?? L'ho lasciata io venti minuti fa e stava bene... Ok, arrivo subito!"

"Ehi, che è successo?" Chiese Mattes.

"Jasmin è svenuta improvvisamente, mentre visitava una paziente!" Rispose sbrigativa, prendendo e uscendo di corsa dal Commissariato.

Melanie arrivò di corsa all'ospedale che si trovava di fronte al Commissariato, attraversando il ponte sull'Elba "Melanie!"

La poliziotta vide Frauke e la raggiunse "Cos'è successo? Come sta?"

"È svenuta all'improvviso... Haase e Antonio l'hanno soccorsa in tempo..."

Allora Melanie venne accompagnata nella stanza in cui Jasmin era stata portata "Melanie..." Sussurró appena Jasmin, che cercava di alzarsi.

"No no no, resta giù..."

"Ascolta la tua innamorata." Disse Antonio, col suo immancabile accento spagnolo, facendo l'occhiolino alla sua collega, che sorrise appena.

"Cosa mi è successo?"

"Sei svenuta... Non ricordi?"

"Si... Voglio sapere il motivo..."

"Ti abbiamo fatto un prelievo di sangue... Presto avremo gli esiti..."

Jasmin si limitó ad annuire e Melanie la prese per mano, sedendosi accanto a lei "Ci sono io, ok? Non vado da nessuna parte..."

La dottoressa strinse la mano della sua amata "Grazie..."

"E di cosa, amore?" Chiese la bionda, sorridendo alla sua amata, poi fissò Frauke "Per favore, avviseresti Berger e Haller?"

"Ci penso io!" Rispose la robusta infermiera, lasciando la stanza.

Tutti lasciarono la stanza e le due innamorate rimasero sole, prese a scambiarsi coccole e piccoli bacetti ma, quando Antonio ritornò qualche minuto dopo per controllare se stava meglio, Jasmin lo allontanó e, a fatica, entrò nel bagno della stanza, nel quale diede di stomaco.

"Jasmin! Jasmin, stai bene?"

La mora uscì dopo un paio di minuti con un'espressione sconvolta "Mi... Mi sento male..."

Prima che Antonio potesse parlare, arrivò un'infermiera "I risultati delle sue analisi!"

"Grazie." Rispose Antonio, dando la busta a Jasmin, che l'aprí, lesse quanto scritto e la sua espressione divenne un misto di shock e meraviglia, incredulità.

Antonio prese i fogli, li lesse e sorrise, mise il tutto sul comodino e uscì "Che succede? Tutto bene?"

Jasmin fissò Melanie e le sorrise, con gli occhi lucidi "M-Melanie... Melanie, sono incinta..."

La poliziotta, rimasta inizialmente scioccata, presto sorrise e abbracció la sua Omega, che si strinse a lei "Oddio... Oddio, noi... Noi avremo un bambino!"

"Si... Noi avremo un piccolo o piccola! O più di uno..."

Adesso Melanie era più tranquilla e tiró un profondo sospiro di sollievo, poi prese il cellulare e scrisse un messaggio che inoltró ai colleghi ed infine baciò con passione la sua Jasmin, felice come non mai.

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Capitolo 23
*** Future Mothers. ***


Passarono un paio di settimane e, mentre Jasmin e Melanie avevano scoperto che sarebbero diventate madri di due cuccioli e pianificavano il loro matrimonio, anche Alexa era in dolce attesa, per la gioia di Jule.

"Abbiamo un po' di sostituzioni per maternità da fare..." Disse Haller, poco felice di compilare scartoffie e avere a che fare con troppa burocrazia.

"E mi sa che non abbiamo ancora finito..."

"Ommamma..."

Infatti Franzi si era appena avvicinata ad Eva e le aveva dato un pacchetto regalo "Cos'è?"

"Aprilo..." Sorrise la rossina, circondandole le spalle con le braccia e dandole un bacio sulla guancia.

Eva scartó il regalo e rimase colpita quando vide una maglietta rosa con scritto -La miglior mamma del mondo-.

"Ma... Ma..."

"Congratulazioni!" Disse Melanie, abbracciando Franzi prima di sedersi alla sua scrivania e anche Tarik fece lo stesso.

"Sono incinta... Diventerai madre!" Rivelò Franzi ed Eva si alzò in piedi per prendere in braccio la sua amata e darle un bacio dolcissimo.

"Anch'io, sapete?" Se ne uscì Tarik, prendendo una foto dal portafoglio e la mostró con orgoglio, prendendo a braccetto Kim "Sarò di nuovo papà! Lukas avrà un fratellino o sorellina!"

"Sono davvero felice per te... Te lo meriti!" Sorrise Claudia, abbracciando il suo partner e poi Kim.

"Avrò tanti nipotini acquisiti!" Se ne uscì felice Hans.

"Anche io e Dinah avremo dei figli..." Sorrise Laurel.

"Ed anche io e Lena!" Rivelò Kara che, la settimana prima, si era messa con Lena e progettavano già la vita insieme e, inoltre, avevano preso i ladri che volevano vendere online le apparecchiature rubate alla L-Corp, restituendole a Lena.

"Mi farai diventare zia?"

"Assolutamente si!" Sorrise Kara, abbracciando la sorella, che fece altrettanto, baciandola sul capo.

"Anch'io non vedo l'ora di avere dei nipotini!"

"Farò del mio meglio..." Rispose la sorella maggiore, facendo l'occhiolino all'altra.

Poi Martin uscì dal suo ufficio che divideva con Haller con aria severa "Su su, al lavoro! Basta battere la fiacca!" Ordinò e tutti uscirono di pattuglia, meno Melanie e Mattes, visto che la bionda doveva andare in ospedale per assistere ad una visita di Jasmin "Io vado!"

Nuovamente Martin uscì dal suo ufficio e si avvicinò alla sottoposta "Melanie..."

"Dimmi."

"Jasmin ha la visita, giusto?"

"Giusto!" Sorrise emozionata la bionda "Non vedo l'ora!"

"Tenetemi aggiornato..."

"Certo!" Rispose Melanie, lasciando il Commissariato e percorrendo il ponte sull'Elba, giungendo all'EKH.

Raggiunse il reparto di Ostetricia e Ginecologia al quarto piano, trovando lì Frauke "Ciao!"

"Ciao... È successo qualcosa a Jasmin?" Chiese subito la bionda.

"No no, sta bene e ti sta aspettando. Le ho solo portato due pacchetti di patatine e una bottiglietta d'acqua..."

"Capisco... Ti ringrazio!"

"Di nulla!"

Frauke indicò poi a Melanie la stanza in cui si trovava la mora che, appena la vide, le sorrise "Melanie..."

"Ciao, amore..." Salutò la bionda, sedendosi sulla seggiola accanto al lettino e baciandola dolcemente.

"Siete pronte?" Chiese la ginecologa.

"Pronte."

L'esame consisteva in un test per controllare che i feti fossero in perfetta salute e, anche se a Jasmin era stata fatta un'anestesia locale, questa era leggera e Melanie voleva essere lì con e per lei.

La poliziotta rimase lì con la sua dottoressa fino al primo pomeriggio, quando ebbero la bellissima notizia della sanità dei loro piccoli.

E la loro felicità non solo raddoppió, ma addirittura triplicó quando Jule, Kara, Eva e Laurel, con la rispettiva compagna, decisero di sposarsi il loro stesso giorno.

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