Proteggere Isla Muerta

di Giana_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1. ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2. ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3. ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4. ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5 ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


“Signori vi prego manteniamo i toni ad un volume accettabile” “Come potete solo pensare di proporre una cosa del genere!” “Nessuno avrà abbastanza fegato” “Spenderemo soldi per mandare persone e queste moriranno nel giro di 48 ore” Tutto il tavolo dei consiglieri era in fermento. Alex guardò Erik al suo fianco chiedendoli di cercare un modo per spiegarsi, avevano pensato insieme a questa soluzione ma per ora sembravano le uniche persone in quella stanza o meglio del mondo intero, a credere che fosse fattibile. Erik gli fece segno di continuare ed Alex continuò dicendo “Signori ascoltatemi il governo del Costa Rica non ce la fa più a sostenere questa missione da terra. Ieri c’è stata la terza intrusione in due mesi e a quanto pare son state portate via delle uova. Fortunatamente la polizia del Costa Rica ha catturato i furfanti ma hanno ben messo in chiaro che non lo faranno di nuovo.” “Ma signor Hammond come può pensare di trovare delle persone adatte ad andare su quell’isola e che ci vogliono rimanere e che sappiano oltretutto sopravvivere?” Chiese una delle consigliere due sedie accanto alla sua. “Signora Smith non so se potremmo trovare qualcuno ma al momento è l’unica alternativa.” “Se non mandiamo nessuno saremmo costretti a sterminarli e ripulire l’isola da tutto. I bracconieri non si fermeranno.” Si intromise Erik. Era senza ombra di dubbio il più giovane seduto a quel tavolo ma era anche una delle persone di cui Alex si fidava di più e se lui pensava che qualcosa fosse pericolosa ci si poteva credere. “Signori io ed Erik ci lavoreremo su e vi presenteremo una lista di possibili candidati e se questi acceteranno procederemo. Tutto chiaro?” Disse Alex alzandosi dal suo posto a capotavola. Dietro di lui troneggiava il ritratto di suo nonno, John Hammond.



Angolo Autrice: 
Salve a tutti! vi ringrazio per essere passati a laggere questa storia e vorrei solo scusarmi per la lunghezza di questo prologo che in effetti è breve e completamente staccato dai capitoli successivi ma la ritenevo un'aggiunta carina (non me la sono sentita di metterlo con il primo capitolo che come potrete vedere è già parecchio lungo XD) Perciò non abbandonate la storia prima di leggere i prossimi due o tre capitoli se volete farvi un' idea generale! Grazie a tutti!  -G. M.

 

 

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Capitolo 2
*** Capitolo 1. ***


Lunedì 21/05/2016 laboratori ospedale Santa Chiara, Pisa
 
Vanessa si levò il tutone bianco impaziente di toglierlo. Indossare le tute anticontaminazione era una tortura ma erano necessarie quindi cerco di levarle senza far troppo vedere quanto la scocciasse usarla. Percorse i corridoi fino al suo ufficio e, finalmente, si sedette alla scrivania con l’intenzione di rilassarsi e pranzare ma prima che potesse tirare fuori dalla borsa la sua insalata il Rettore dell’Università, sua sorella gemella Laura e due uomini in uniforme entrarono nel suo studio, chiudendo a chiave la porta. “Rettore salve, mi scusi che sta succedendo? Laura?” Lui le rivolse un sorriso tirato e disse “solo un minuto cara” e poi guardò uno degli altri due signori con lui, quello con la divisa più scura, in attesa. Ad un suo sguardo interrogativo Laura alzò le spalle indicando che non sapeva niente nemmeno lei.

L’altro uomo in divisa tirò le tende e depose dei fogli sulla scrivania davanti a lei dicendo “Firmate entrambe” Vanessa sempre più confusa e un po’ irritata si alzò in piedi e incrociò le braccia dicendo “Qualcuno mi vuole spiegare?”  La sorella prese i fogli e lesse le prime righe “Questo è un accordo di sicurezza e segretezza. Perché dobbiamo firmarlo?” “Mi dispiace signorine non possiamo dirvi altro finché non firmate. Potete anche non firmare entrambe ma in caso una decida di non farlo non può assistere al resto della conversazione” Disse uno dei militari. Laura prese una penna e firmò con poche esitazioni poi porse il foglio e la penna alla sorella invitandola a fare altrettanto. Laura era la più impulsiva delle due e anche la più curiosa impossibile che resistesse a tale tentazione. Vanessa era più cauta quindi non era molto convinta ma la sorella con lo sguardo le disse Firma tranquilla. Guardandola Vanessa si rese conto che per la sorella tutto questo non era una novità. Era una delle ricercatrici emergenti più importanti a livello nazionale e quindi anche internazionale del campo della piccola tecnologia, forse ne aveva già firmati di quegli accordi. Fidandosi del suo giudizio firmò. Mai nemmeno nei suoi sogni più nascosti avrebbe potuto immaginare il resto della conversazione.

“Ottimo Signorine. Dunque quello di cui vorrei parlarvi oggi riguarda un’isola vicina alla Costa Rica, ovvero Isla Sorna. La conoscete?” Laura alzò un sopracciglio con fare tra il dubbioso e il divertito e disse “Ma quella dei dinosauri?” “Esattamente” le due si guardarono per un secondo per accertarsi che non fosse tutto uno scherzo e Vanessa non riuscì a trattenersi dal dire “Perché esiste davvero?” "E ci sono davvero i dinosauri?" aggiunse Laura. "Si signorine. Come mai ne dubitate?" Chiese il militare con un mezzo sorriso "Signore non essendoci la possibilità di controllare o di saperne qualcosa è difficile da crederci, con tutto il rispetto" il Rettore non sembrava contento probabilmente il ‘con tutto il rispetto’ non sarebbe bastato ad evitare ad entrambe una bella ramanzina.
"Non c'è problema signorine, immagino che rientri nel carattere dello scienziato avere dubbi senza prove. Comunque presto ne avrete, forse dopo esserci state ci crederete".  "Aspetti cosa?" "Credo di aver frainteso" dissero le ragazze insieme.
"Avete capito benissimo signorine. Stiamo mettendo su un team di poche persone da mandare su Isla Sorna." "e per quale ragione?" chiese Vanessa sempre più confusa "da quando è nota la sua esistenza molta gente con pochi scrupoli è interessata a depredarne i tesori nonostante sia vietato anche solo sorvolarla." "per una buona ragione” disse Laura sottovoce mentre la sorella diceva "quindi vorreste mandare qualcuno a difenderla? tipo un gruppo di guardiacaccia?" disse Vanessa "Esatto signorina" "e come farete difendere questi guardia caccia?" chiese scettica Laura. “Non possiamo garantire la sicurezza al 100 % ma faremo il possibile per evitare pericoli. È la misura migliore di protezione degli animali a cui la società che possiede l’isola ha pensato. Comunque sono venuto qui a dirvi che ci sono due posti per entrambe con un lauto compenso per voi e per la vostra Università se accetterete. La missione partirebbe tra poco più di una settimana appena il rifugio principale sarà ultimato. Se siete intenzionate a partecipare alla missione siete invitate al meeting che si terrà domani al pentagono con il presidente dell’azienda e gli ufficiali di marina ed esercito incaricati, così potrete conoscere gli altri membri del team. Avete tempo fino a stasera per decidere se partecipare al meeting poi noi ripartiremo dall’aeroporto militare di Roma. Potete portare un piccolo bagaglio per ora.” Poi entrambi fecero il saluto militare al Rettore e alle ragazze e uscirono dalla stanza.

“Rettore spero sia tutto uno scherzo” Disse Vanessa quando i militari erano usciti da un po’ per non farsi sentire. “Direi proprio di no signorine, anche il ministro della difesa mi ha mandato una mail. A quanto pare cercavano da mesi Le persone da spedire sull’isola. Siete state scelte tra molti candidati” Disse il Rettore con sguardo fiero e soddisfatto più di se stesso che di loro. Laura sussurrò alla sorella “Che bello siamo state scelte per nutrire con i nostri corpi dei dinosauri” con sarcasmo. Vanessa soffocò un sorriso e chiese al Rettore “Ma perché siamo state scelte?” “Siamo più buone di altri ricercatori da mangiare?” Aggiunse stizzosa Laura. Il Rettore la fulminò con lo sguardo e disse “Non lo so ma è un gran bel vanto per la nostra Università. Forza andate a fare le valigie”

Entrambe lo guardarono stizzite e Laura disse “Noi non abbiamo ancora accettato niente e lei non può obbligarci!” Il Rettore si mise le mani dietro la schiena e le guardò molto serio “Ragazze mie forse non avete capito quanto pagheranno l’Università per mandarvi laggiù. Avete ragione non posso obbligarvi ma posso rendervi la vita più difficile se restate qui, siete proprio sicure di non voler ripensarci?” Vanessa lo fissò incredula con la bocca spalancata mentre la sorella strinse gli occhi dicendo “Questo è un ricatto bello e buono!” “No, anzi. è un consiglio disinteressato” Vanessa guardando la sorella si rese conto che stava per saltare addosso al Rettore per sbranarlo e si mise tra di loro dicendo “Non può pensare di cavarsela così” Lui alzò gli occhi al cielo con fare esasperato e disse “Ragazze è solo un incontro andate e valutate potrebbe essere un ‘opportunità unica! Vanessa non sarà molto difficile per lei dopo il periodo negli stati centrali dell’africa” “Sfamavo la popolazione e evitavo la diffusione dell’ebola e dell’aids Rettore non facevo da spuntino di metà mattina per dinosauri!” “Ragazze siate ragionevoli andate al meeting e poi decidete quello che è meglio per voi e per l’università. Ora vi lascio a discuterne tra di voi” Il Rettore decise di uscire velocemente dalla stanza visto che entrambe sembravano irate e desiderose di picchiarlo.

Appena si fu chiusa la porta dietro di lui Laura disse “Ci manderei lui a fare da spuntino ai dinosauri con la sua stramaledetta laurea in economia” Vanessa cercò di pensare lucidamente ma ancora non poteva credere che fosse tutto vero. Perciò si mise al computer della sua scrivania e cominciò a cercare tutto quello che poteva sull’isola e su quello che poteva esserci sopra. Mentre Laura si metteva dietro di lei per vedere le arrivò una mail da un indirizzo sconosciuto ma facente parte delle forze armate americane. Allegate a delle semplici parole:
 
Foto risalenti al 2002. Isla Sorna

C’erano almeno una 50ina di foto di bestie mai viste tra cui tirannosauri, raptor, spinosauri… Non molto rassicuranti ma bellissime. Entrambe erano estasiate e impaurite. “Cosa facciamo?” Chiese incantata e terrificata Laura.
 
Signore saremo entrambe felici di partecipare al meeting di domani. Vanessa e Laura
 
Una macchina verrà a prendervi domani mattina alle 8.00 per portarvi all’aeroporto militare. Se vi posso dare un consiglio portate pochi vestiti trucchi e simili e passate la serata con i vostri cari non è così scontato che li rivediate presto.
Ufficiale Brown

 
 
Alle 8.00 precise il campanello suonò e un sottoufficiale dell’esercito italiano venne a prelevare Vanessa e Laura. "Signorine rossi è un piacere portarvi a Roma" disse il militare. Era un ragazzo molto giovane, carino e muscoloso. Laura era troppo stanca anche solo per rispondere dopo la notte passata a fare cose indicibili con la sua ragazza quindi mise lo zaino nel bagagliaio e si mise nei sedili posteriori con gli occhiali da sole infilati per poter nascondere le occhiaie e dormire un po’ nel viaggio fino a Roma. Il ragazzo guardò tutta la scena abbastanza divertito e poi si rivolse verso Vanessa. Lei le sorrise nervosa e mentre lui le prendeva la borsa gli disse “Grazie signore, perdoni mia sorella ma non ha dormito molto stanotte” Mentre lui annuiva, Vanessa entrò nella macchina accanto alla sorella che già respirava regolarmente quindi dormiva già. Il sottoufficiale Lotti, così c’era scritto nel badge con la sua foto appeso allo specchietto, si mise alla guida e partirono.

Mentre Laura sonnecchiava, Vanessa era nervosa per fare grandi cose quindi stette una mezzoretta a guardare fuori poi, troppo nervosa, prese il suo raccoglitore, dove aveva creato una raccolta di informazioni sui dinosauri. Aveva stampato le foto a casa e sotto ad ognuna specie aveva riportato le informazioni ricavate dalle sue ricerche online. Certo le informazioni più generali come dimensioni, dieta… si potevano conoscere dai reperti ossei ma i dettagli, come le analisi dei fluidi il comportamento ecc erano ancora sconosciuti. Sull’Isla Sorna erano presenti 20 specie di dinosauri allo stato brado. Il numero di esemplari non era possibile da conoscere dato che gli animali si potevano riprodurre senza controllo.

“Metti via quella roba prima che vomiti nella macchina di questo povero ragazzo” Disse Laura improvvisamente dopo un’oretta di viaggio in cui non aveva dato segni di vita. “Mannaggia a te mi hai fatto prendere un infarto!” Disse Vanessa dandole una botta col raccoglitore. Vanessa soffriva la macchina quindi non poteva leggere solitamente in macchina. “Avrei bisogno di un caffè…” Disse Laura stiracchiandosi per quanto potesse sul sedile. Anche Vanessa pensò che avrebbe gradito della caffeina e qualcosa da mangiare quindi chiese “Signore possiamo fermarci al prossimo autogrill?” Lui sorrise divertito e uscì all’autogrill.

Laura uscì dalla macchina stiracchiandosi per bene e gettando gli occhiali sul sedile. Laura poi si avvicinò alla sorella, la prese a braccetto e le sussurrò all’orecchio “Secondo te questo qui sa dove ci stanno portando?” Poi indicò il militare che le stava seguendo ad una breve distanza guardandosi un po’ intorno quasi a studiare tutta la zona e le persone. “Boh però ci sta scortando manco fossimo spie o vip...“ Laura si staccò dalla sorella e si mise accanto al ragazzo dicendogli “Allora com’è servire il proprio paese in divisa?” Vanessa conosceva la sorella, poteva sembrare pungente come persona per chi non la conoscesse ma spesso era solo il suo tono. Fortunatamente l’ufficiale sembrava non cogliere la punta di sarcasmo ma anzi rispose “Non è un po’ quello che fate anche voi con i vostri camici e studi?” Vanessa entrò all’autogrill dirigendosi subito al bar mentre Laura diceva “Solo lei indossa un camice io al massimo guanti isolanti” “Già, lo immaginavo…” Disse il militare studiando ancora tutte le persone che gli circondavano.

Vanessa ordinò due caffè macchiati e due pasticcini poi ricordandosi delle buone maniere disse “Signore…ufficiale... Insomma tu vuoi qualcosa? Una camomilla magari così smetti di guardarti intorno come se qualcuno possa seguirci che mi stai mettendo ansia...” Laura e il ragazzo risero poi lui disse “No no grazie. Chiamatemi pure Lotti” Le ragazze bevvero il caffè e conversarono un po’ della famiglia mentre il sottoufficiale Lotti le sorvegliava. Aspettò anche subito fuori dal bagno delle signore, per assicurarsi che non scappassero dalla finestra o che cascassero nel gabinetto probabilmente.

Ripresero il viaggio verso Roma, entrambe le ragazze misero le cuffie nelle orecchie per poter estraniarsi un po’ nell’attesa di arrivare all’aeroporto Romano.

Un paio d’ore più tardi erano arrivate ma il sottoufficiale non entrò nel parcheggio normale. Si diresse verso una delle entrate di servizio mostrando il badge militare. Percorsero qualche centinaio di metri, passando accanto ad aerei fermi in attesa di partire o in manutenzione. Sorpassarono un hangar e dietro di esso videro un piccolo jet militare con un manipolo di persone nelle divise più disparate tutto intorno. Un paio di uomini dell’esercito italiano si avvicinarono subito alla loro macchina per impedirli di avvicinarsi. Il sottoufficiale Lotti fece vedere tutti i documenti in suo possesso, un pacco di fogli esagerato, e i due militari scrutarono sorpresi le ragazze nei sedili posteriori, poi le fecero scendere aprendogli le portiere. Presero addirittura i loro trolley dal bagagliaio prima che le ragazze potessero dire qualcosa. Vanessa non sapeva se questo trattamento di riguardo le piacesse o no considerando dov'erano dirette.

Le ragazze si avvicinarono all'ufficiale Brown che si ergeva con la schiena dritta e fiera anche svettando tra gli altri signori, era evidente che lui era al comando, dato che tutti gli altri eseguivano i suoi ordini. "signorine Rossi, buongiorno. Spero che il viaggio sia stato piacevole. Dobbiamo aspettare un'altra persona che dovrebbe arrivare a breve" Le due si guardarono a vicenda per capire se era il caso di chiedere chi fosse quest'altra pazza persona ma, prima che potessero dire qualcosa, un altro mezzo militare si avvicinò dietro di loro. Dal sedile posteriore scese un uomo sulla 30ina abbronzato con dei pantaloni verdi militari tutti strappati. Mentre si avvicinava Vanessa si rese conto di una cosa "Ehi ma io lo conosco..." poi, mentre si avvicinava, lui le fece un gran sorriso e urlò "Nessaa!" la prese in un abbraccio stritolante e la fece volteggiare in aria. "Charlie! Oh mio dio cosa ci fai qui?" prima che potesse rispondere, l'ufficiale Brown si intromise "il dottor Smith è un membro del team che partirà per la missione. Ora possiamo andare signori, il viaggio sarà lungo" Tutti salirono.

Le ragazze si misero una davanti all'altra, dato che il dottore si mise subito a fianco di Vanessa. L'ufficiale Brown si mise dall'altro lato dell’aereo e tirò subito fuori il computer portatile davanti a sé. Ma non prima di aver detto "signori, cinture di sicurezza prego, partiamo subito". Tutti obbedirono all'ordine, Laura con una faccia di una che viene presa per bambina e che non lo gradisce. Prima che Vanessa potesse presentarle Charlie, lui tese la mano a Laura "Tu sei la sorella di Vanessa, giusto? Io sono Charles Smith. Ho lavorato con tua sorella in Africa per qualche mese con i medici senza frontiere.” Vanessa subito disse “Lui è il dottor sorriso, Lau” “Dottor Sorriso?” Chiese Charles curioso. “Lei ti aveva soprannominato così dato che non smettevi mai di sorridere per più di 10 secondi anche nei momenti difficili” Spiegò Laura. Charles rise del soprannome fortunatamente.

“Insomma anche voi partite per una bella vacanza in Sudamerica a quanto pare” Disse Charlie “A dir la verità non siamo ancora sicure ma abbiamo pensato che informarsi a riguardo era quantomeno interessante” Disse Laura guardando di sottecchi l’ufficiale Brown che nonostante le cuffie e il suo continuo battere sulla tastiera sembrava aver fatto un mezzo sorriso alle sue parole. “Come mai invece tu vuoi partire? Pensavo tu volessi rimanere in Africa per almeno altri 2- 3 anni” “Sì quello era il piano ma un’opportunità cosi non capiterà mai più, giusto?” Laura si rivolse l’ufficiale Brown, dato che dalle sue espressioni era evidente che stava ascoltando ogni cosa che si dicevano, e chiese “Signore possiamo sapere qualcosa degli altri membri della squadra?” Lui chiuse il pc e mentre l’aereo partiva per l’America raccontò qualcosa sui loro compagni e sui loro compiti.

A quanto pare la squadra che sarebbe partita da li a pochi giorni era composta solo da 10 persone 5 civili, 2 membri dell’esercito americano, 1 della marina e 1 dell’esercito del Costarica, nazione di cui facevano parte le isole, e il loro capo squadra, consulente privato dell’azienda Ingen che aveva messo su il Jurassic Park. “Esattamente cosa dovremmo proteggere e da chi?”Chiese Laura. L’ufficiale Brown riaprì il pc e dopo qualche click girò lo schermo in modo che tutti e tre potessero vederlo. Si aprì una pagina web davvero strana che diceva qualcosa tipo “Compra anche tu uova di dinosauro! Mai oggetto più raro...” Poi l’immagine di un altro sito “La cura miracolosa a base di denti di dinosauro …” e poi un’altra “Credi di essere abbastanza coraggioso da poter uccidere un t-rex?” L’ufficiale spiegò mentre faceva scorrere le immagini “Sul dark web si può vendere tutto e qualsiasi esperienza che sia nuova o originale. Gente con pochi scrupoli ha cercato di mettere le mani sui dinosauri o su loro parti del corpo da quando è stata divulgata l’esistenza di Isla Sorna, cosa ovviamente illegale. Finora le forze militari del Costa Rica si occupavano di fermare e arrestare i malviventi ma il presidente neoeletto ha basato tutta la sua campagna elettorale sull’idea che non devono pagare loro per errori commessi da degli americani. Il governo degli stati uniti non vuole prendersi carico di questa sfida e quindi tutto ricade sulla Ingen che o se ne occupa attivamente o deve eliminare tutto.” Forse l’ufficiale Brown era riuscito nella sfida di non far sorridere Charlie per più di 10 secondi.

Tutti fissavano le immagini dei siti nelle lingue più disparate che cercavano di vendere di tutto con tanto di foto allucinanti, anche se molte si potevano riconoscere velocemente come photoshop. “Ed esattamente perché serviamo anche noi oltre a dei militari? Non saremmo molto utili a difenderci e difendere da armi puntate.” Chiese confusa Vanessa. “In un certo senso i militari non potrebbero lavorare senza di voi. Ovviamente serve un medico ma i medici militari non sembravano adatti, dato che quando si hanno paesi e corpi di difesa diversi spesso si possono creare problemi inutili. Servono ingegneri per creare un impianto di sorveglianza fissa e mobile sull’isola che sia in grado di monitorare gli animali, l’isola e i suoi dintorni. Ci serve un chimico farmaceutico in grado di maneggiare medicine, tossine sia per aiutare gli altri membri della squadra ma anche per lo studio degli animali e della vegetazione per limitare l’incidenza di un eventuale impatto umano sull’ecosistema. Gli altri due civili sono una famosa comportamentista animale e un ingegnere informatico che deve occuparsi della comunicazione con la terra ferma per ogni evenienza e di tutto il resto.”

Mentre tutti pensavano già all’importanza dei loro ruoli un’hostess portò un carrello con dei vassoi. Visto il fantastico pranzo a base di schiacciata fumante e insalata fresca con tanto di dessert, tutti decisero di accantonare per il momento le preoccupazioni e dedicarsi al cibo, con tanto di scambi di aneddoti divertenti. Vanessa toccò la punta massima di imbarazzo quando Charlie raccontò di quando al suo compleanno, la sera durante la cena in tenda con gli altri di medici senza frontiere, tutti i ragazzi si erano accordati per cantarle Tanti Auguri in una versione simile a quella di Marylin Monroe e lei era diventata rossissima. La sorella rise tantissimo al sentire la storia. Anche l’ufficiale Brown nonostante si fosse rimesso le cuffie sembrò sorridere.

Dopo il pranzo Charlie crollò a dormire, probabilmente il viaggio dall’africa era stato lungo e sfiancante. Quando il respiro regolare di Charlie confermò che era tra le braccia di Morfeo, Laura prese un fazzoletto di carta avanzato e una delle penne sulla scrivania davanti a loro e disse “Nessa come mai non mi avevi mai detto di aver fatto breccia nel cuore di cotanti giovani e cari dottori?” Lei fece segno di no alla sorella e disse “stai zitta…” Anche se sorrideva. Dopo qualche minuto Laura era ancora concentrata a disegnare qualcosa sui fazzoletti rimasti tanto che non le bastava più come spazio (stava quasi per scrivere sulla scrivania). Vanessa prese dalla borsa il blocco degli appunti e glielo passò. Già che c’era prese il suo tablet per analizzare i suoi dati e iniziare a scrivere il suo prossimo articolo, dato che quando Laura faceva così non voleva mai parlare finché non finiva. Diceva che quando le veniva l’ispirazione bastava una piccola distrazione per farla scappare, infatti non diede segno di riconoscenza per il blocchetto anche se cominciò a ricopiare tutto e a correggere ed aggiungere cose.

A metà dell’articolo Vanessa sentì Charlie batterle sulla spalla per chiederle cosa faceva e lei le fece vedere l’articolo sull’agricoltura cooperativa che stava scrivendo. In pratica con altri ricercatori della facoltà di agraria stavano testando come si potessero influenzare due piante che germogliavano molto vicine per cercare in definitiva di unire certe caratteristiche positive delle due piante madri, senza modificarne il dna nativo. Dato che se il Dna subivano modifiche potevano portare caratteristiche ignote alle generazioni di piante successive, la modifica poteva accentuarsi o cambiare fuori controllo. Aspettandosi un commento anche dalla sorella la guardò, ma vide che si era appisolata stringendo uno dei fogli tra le mani. “Secondo te cosa stava facendo lei invece?” Chiese Charlie cercando di sbirciare i foglietti di Laura ma la sua scrittura era illeggibile pure per un medico, il che era tutto dire. “Mi azzardo a dire una macchina per grattarsi i punti della schiena a cui non si riesce mai arrivare o una per uccidersi.” Disse Vanessa con leggero sarcasmo “Ci vorrebbero tutti questi fogli per questo?” Disse Charlie indicando i 10 fogli pieni di scritte e disegni sparsi sulla scrivania e Vanessa rise di gusto. 

Circa 10 ore dopo l’aereo atterrò in una base militare americana, nello stato di New York. Per loro doveva essere già notte ma li era ancora pieno pomeriggio e il sole che gli batteva sulla testa accentuava il malessere da jet-lag. Laura appena vide il sole cominciò a sentirsi male, tanto che quando si avvicinarono alla macchina, che avrebbe dovuto portarli ai loro alloggi, vomitò tutto il suo pranzo. L’ufficiale Brown parve sorpreso da tale comportamento ma ne Charlie ne Vanessa ne furono turbati. Vanessa sapeva che sua sorella rimetteva quando aveva emicranie forti e Charlie era un medico quindi non poteva turbarsi per del vomito, ma anzi entrambi dissero all’unisono “Qualcuno ha dell’acqua?” Subito uno dei militari della base passò a Laura una bottiglietta d’acqua che lei buttò giù non volente, ma sapeva che altrimenti il mal di testa e lo stordimento sarebbero durati di più.

L’auto portò i 3 e l’ufficiale Brown in uno degli alberghi vicini alla base, in modo che potessero riposarsi prima della riunione di domani con gli altri membri del team. Le due ragazze divisero una camera con due letti singoli e Charlie una camera singola accanto alla loro. Quando le ragazze entrarono in camera videro un cesto di cibo sulla scrivania davanti al letto con un biglietto. 
 
Qualche cibo che può aiutarvi con il jet-lag. Spero di rivedervi in forma domani, sono molto curioso di conoscervi.
A. 
 
Laura provò ad annusare la scatolina che conteneva qualche tisana ma solo l’odore la fece correre in bagno a rigettare. Vanessa addentò una mela mentre osservava il biglietto. Si chiese chi lo mandasse. 
Mentre la sorella riposava a letto, Vanessa scelse di scendere al ristorante per mangiare qualcosa prima di dormire anch’essa. Mandò un messaggio a Charlie per sapere se voleva scendere con lei, se era sveglio, poi si cambiò mettendosi giusto la camicetta che aveva deciso di mettersi anche per l’incontro di domani. Dopo un paio di minuti qualcuno bussò alla porta. Aprì e vide Charlie che le sorrideva, anche lui si era cambiato dato che i pantaloni sporchi di sabbia non sembravano proprio adatti alla cena in un ristorante. Indossava comunque dei jeans e una camicia bianca con le maniche arrotolate ai gomiti che lasciavano vedere le braccia abbronzate. La cosa curiosa è che c’erano due militari nel corridoio che li osservavano e controllavano tutta la zona. Charlie offrì il braccio a Vanessa e poi si incamminarono al piano di sotto. “Quanto vorrei che ci preparassero quelle padellate di verdure speziate che si mangiavano al campo. Non credo troverò mai lo stesso mix di odori…” Disse Charlie mentre scendevano le scale. Ed entrambi si persero nei loro ricordi del campo.

Una volta seduti al tavolo ordinarono entrambi un hamburger e delle patatine, non senza ridere per la stessa ordinazione contemporanea. “Tua sorella non mangia?” Chiese Charlie mentre aspettavano “Sta già dormendo. Sicuramente starà meglio domani con queste molte ore di sonno. Ha sempre sofferto di emicrania.” “Sai qualcuno si potrebbe stupire che tu abbia accettato questa sfida…ma io non più di tanto” disse Charlie mentre versava da bere. Vanessa lo guardò confusa “Tu sei la classica persona che sembra molto mite e tranquilla ma io ti ho visto in africa. Sei una ragazza intraprendente e curiosa.” Lei gli sorrise lusingata “Grazie Charles…” “se tu fossi spigliata anche con le persone avresti ragazzi che ti cascherebbero ai piedi come foglie in autunno” disse Charlie sotto i baffi mentre addentava il suo panino. Vanessa si strozzò con l’acqua che stava bevendo.
 
"I vostri genitori che hanno detto di questo viaggio?" chiese Charlie cercando di cambiare argomento, per la gioia di Vanessa. "Dato che per il contratto di riservatezza non abbiamo potuto dire praticamente niente, loro pensano che sia una semplice conferenza organizzata all'ultimo. Quindi sono contenti di vedere che facciamo le nostre esperienze e ci diamo da fare” “Se solo sapessero la vera esperienza che vi aspetta non penso la prenderebbero così alla leggera.” "direi proprio di sì" dissero e poi risero con un tono di preoccupazione nella risata. Nessuno dei due sapeva perfettamente cosa gli aspettava, stavano per addentrarsi in cammini mai percorsi. Per non concentrarsi sul loro ignoto futuro, si persero nelle chiacchiere sulle loro famiglie. Charlie non aveva più i genitori, si erano spenti qualche anno prima per una rara e grave malattia, aveva una sorella negli stati uniti che faceva l’insegnante, sposata con due bambini. I genitori delle ragazze erano un professore liceale e una proprietaria di un’associazione di beneficenza per animali. Mentre chiacchieravano finirono di mangiare, scoprirono che il conto era tutto intestato alla ingen, e presero pure un dolce prima di ritornare nelle loro camere.

Quando si salutarono con un abbraccio sincero, Vanessa si rese conto di quanto fosse piacevole avere ben due persone che conosceva e a cui voleva bene in questo team. Forse partiva già con un leggero vantaggio sugli altri.




G. M.

 

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Capitolo 3
*** Capitolo 2. ***




Le due sorelle Rossi e il dottor Smith si stavano dirigendo nella sede della Ingen, per l’incontro con gli altri membri del team. Una macchina era venuta a prenderli molto presto, circa alle 7:30 di mattina. Fortunatamente gli aveva già trovati tutti a fare colazione nella sala dell’albergo. Furono scortati tutti e tre dentro un edificio enorme e interamente di vetro e acciaio, a pochi km dal loro albergo, e fino ad una sala conferenze.

Vanessa, Laura e Charles entrarono nella sala dove erano già seduti una donna bionda, intenta a scrivere sul proprio telefono, e un ragazzo dall’aspetto nordeuropeo che curiosamente aveva un polso legato con delle manette al grande tavolo al centro della stanza e lo sguardo fisso, al centro del tavolo. Dietro di loro entrarono due uomini sconosciuti che parlavano animatamente e l’ufficiale Brown. Lui saluto le ragazze con un cenno, poi andò a sedersi accanto al ragazzo con le manette. L’uomo che sembrava avere più anni tra i due entrati si fermò davanti alle ragazze fermando la discussione e disse “Signorine Rossi è un piacere conoscervi. La vostra fama vi precede” “Oh non sapevo nemmeno l’avessimo” Disse Laura divertita e lusingata mentre entrambe stringevano la mano ai due signori. “è così mi creda. Io sono Alexander Hammond presidente della Ingen e lui Erik Kirby. Sarà il vostro capogruppo sull’isola” “Oh beh … noi non avremmo accettato ancora signore” Disse Vanessa per mettere le cose in chiaro. Alexander, ecco lui aveva mandato la frutta e il cibo. “Perché nessuno vorrebbe andarci dico bene?” Disse con forte accento russo il ragazzo ammanettato.

Il signor Hammond lo ignorò e fece segno a tutti di sedersi, poi disse “Direi di cominciare con le presentazioni di tutti. Dottor Smith comincia lei?” Charles si alzò in piedi si rivolse alle altre persone sedute al tavolo e disse “Salve mi chiamo Charles Smith chirurgo di urgenza specializzato. Nato in Massachusetts al momento non ho una residenza vera e propria visto che fino a ieri ero con altri medici in missione in africa centrale.” “Miracolo il bel dottore che ci eviterà di morire giusto giusto per le prime 3 ore sull’isola” bofonchiò il ragazzo mentre giocava con la catena delle manette.

“Signori il nostro simpatico commentatore fuoricampo è Viktor Zubov ingegnere informatico. È stato arrestato in ucraina mentre scappava dalla Russia dopo aver mandato in tilt i server dell’esercito Russo.” Spiegò Alexander mentre lui sbuffava e diceva “forse era meglio la prigione Russa” “Sicuro che i russi saranno contenti di saperti negli stati uniti, dopo che sei entrato nella lista dei più ricercati per aver violato i server della sicurezza nazionale?” Disse l’ufficiale Brown. Viktor ebbe un fremito di terrore e poi bofonchiò qualcosa in russo. Alexander fece un cenno a Brown e poi si rivolse alla donna bionda che fece un mezzo sorriso imbarazzato e disse “Salve io sono Christina. Vivo a colonia e sono una veterinaria anche se sono specializzata comportamentista di specie pericolose.” Vanessa la guardò e disse “Affascinante… specie pericolose come?” Christina la osservò per un secondo e poi disse “di qualsiasi tipo in realtà. Mi piace pensare che ogni essere vivente abbia qualcosa di affascinante e buono.” Erik e Alexander stavano entrambi sorridendo, mentre Viktor continuava a bofonchiare in russo. Christina era una bellissima donna e sembrava molto competente e profondamente interessata al suo lavoro.

Poi tutti si concentrarono su Vanessa, visto che aveva parlato per ultima, e lei si schiarì la voce, nervosa “io mi chiamo Vanessa. Sono laureata in Chimica Farmaceutica con una specializzazione in tossicologia e diverse tesi sull’alimentazione” Alexander prese la parola e disse “Nonostante siate le più giovani del team siete entrambe parti importantissime. Siamo felici di avervi con noi” Charles fece l’occhiolino a Vanessa mentre Laura si presentava “Laura Rossi. Una laurea in ingegneria robotica e diversi studi sulla microsorveglianza e l’efficienza energetica”. Nonostante fossero le più giovani tutti le guardarono come se fossero le persone più importanti e competenti del gruppo e Vanessa si sentì una leggera pressione crescere.

Dopo un breve istante in cui tutti i personaggi al tavolo si squadravano a vicenda Erik si alzò. “Salve a tutti. Io sono Erik Kirby il vostro capogruppo. Io sono un illustratore e un fotografo, quindi non ho le vostre conoscenze preparatorie ma sono l’unica persona al mondo che ha vissuto per un brevissimo tempo sull’isla Sorna” Spiegò Erik calcando la parola ‘brevissimo’. “Lei ha vissuto veramente sull’isola?” Chiese Laura abbastanza scioccata come tutti. Tutte le persone sedute a quel tavolo avevano visto le foto dell’isola e degli esseri che l’abitavano. “Non per mia scelta in effetti ma questa è un’altra storia” spiegò lui. Le sorelle si guardarono con Charlie, seduto davanti a loro con un sopracciglio alzato ma Erik lasciò correre. “Comunque, io sono qui perché Alex credeva che la mia esperienza fosse quantomeno utile. Insieme a degli ingegneri abbiamo progettato un rifugio che potesse essere più nascosto e sicuro possibile e questo è quello che stiamo costruendo sull’isola.” Sullo schermo dietro di lui comparve un progetto di un rifugio interrato, con alcune foto e simulazioni 3d.
 

1.     Rampa di acciaio di entrata
2.     Posto auto con ufficina
3.     Officina ingegneristica
4.     Zona cucina e sala da pranzo
5.     Impianto video e comunicazione
6.     Laboratorio chimico
7.     Studio medico
8.     Stanza da letto 4x
9.     Stanza da letto 3x
10.  Stanza da letto 3x
11.  Bagni
12.  Sala informatica
13.  Cisterna acqua piovana

 

“Lo state costruendo con dei robot telecomandati a distanza?” Chiese Laura. Erik sorrise contento che lo stessero seguendo interessati. “Certo. La costruzione è stata seguita da una nave cargo della marina a circa 2-3 km dalle coste dell’isola.” “è perfettamente autosufficiente sia a livello energetico sia per provviste e acqua?” Chiese Vanessa notando una cisterna di acqua piovana nel progetto. “non è ancora completata quindi per ora non per tutto, solo per l’acqua. Per la parte energetica abbiamo pensato a molte opzioni ma sono incompatibili con la nostra idea che il rifugio sia quasi interamente invisibile dall’esterno. Stessa cosa per le provviste.” Laura si girò verso la sorella e disse al suo orecchio “dovrebbero vedere i tuoi progetti dei mini orti cooperativi” Alex non si perse lo scambio e chiese “mini orti cosa?” Laura si morse l’interno delle guance per l’imbarazzo di essere stata beccata come una liceale. “Scusi signore mia sorella mi voleva solo punzecchiare” Disse Vanessa cercando di concludere li il discorso, ma Charlie che aveva capito a cosa si riferisse Laura disse “Ti stava dicendo di mostrare il tuo progetto, non è vero?” Vanessa lo guardò cercando di fulminarlo con lo sguardo, ma lui fece un’espressione quasi di un padre che riprende la figlia per essersi sottovalutata. “Quale progetto?” chiese Alex curioso.

Vanessa sospirò nel sentirsi messa all’angolo e tirò fuori dalla sua borsa il suo tablet. Lo collegò ad uno degli schermi accanto a quello usato da Erik e mostrò i suoi appunti e disegni. “All’università stiamo lavorando ad un progetto interdipartimentale sulla agricoltura cooperativa. Lo scopo dello studio è progettare dei mini orti che con pochissimo spazio e minima manutenzione possano avere una produttività molto elevata senza peggiorare la qualità del prodotto finale. Stiamo studiando come si influenzano delle piante in spazi ristretti e in diverse condizioni.” Quando Vanessa si girò verso il tavolo, vide che tutti la stavano osservando.

Tutti con interesse e ammirazione a parte Viktor che alzò un sopracciglio e chiese “E cosa c’entra questo con le medicine che dovrebbero essere il tuo campo di studi?” Laura si girò verso di lui e lo fulminò con lo sguardo. Ecco fatto, Viktor era sulla sua lista nera a vita.

Vanessa punta sul vivo rispose prontamente “Ho fatto domanda io di entrare nel progetto, dato che con il dottor Smith ho passato un anno in africa con i medici senza frontiere e ho visto quanta gente ha bisogno di cibo e non lo ha.” L’hacker scivolo sulla sedia guardando in basso. Laura rise sotto i baffi e fece un cenno di soddisfazione alla sorella. “In effetti il tuo studio potrebbe esserci veramente utile. Farò domanda alla tua università per poter visionare i dati e tutti gli appunti. Grazie Vanessa” Disse Alex.

Vanessa si risedette con un sorriso trionfante mentre Erik continuava a esporre il progetto del rifugio "Come vedete il rifugio è completamente interrato. Sarà possibile accedervi da una rampa per auto o da una botola nascosta tra delle rocce. La camicia esterna a doppio strato permette al rifugio di essere isolato fonicamente e termicamente. Il rifugio ha delle finestre panoramiche che da chiuse sono completamente invisibili. Acqua corrente ed energia provengono da una cisterna per acqua piovana e da una batteria ricaricabile in grado di alimentare il rifugio per una settimana. Abbiamo diviso il rifugio in Officina meccanica ed ingegneristica, poi una sala comune con cucina impianto video e suono che è anche il maggior punto di comunicazione con la terra ferma. Tre stanze da letto due bagni di servizio e due con docce separate e uno studio medico attrezzato con laboratorio annesso e un laboratorio di informatica con dei server performanti" "però..." disse Charlie sorpreso.

Erik finalmente si sedette di nuovo mentre Laura chiedeva "Le comunicazioni avvengono tramite internet?" "sì abbiamo installato l'antenna il secondo giorno. Non si poteva pensare di fare senza" spiegò Alex. "signor Hammond, sono confuso. Lei parla al presente ma a noi hanno detto che il rifugio non è pronto" chiese Charlie "La struttura è pronta e siamo riusciti a portare buona parte dei mobili. Se tutto procede come nei piani il rifugio sarà abitabile tra 3 giorni."

"Signor Hammond posso chiedere perché non sono presenti i militari a questo incontro oggi?” Chiese Laura curiosa senza tanti peli sulla lingua. Vanessa aveva quasi sempre apprezzato questo aspetto della sorella. Certo a volte poteva finire a dire qualcosa di troppo e trovarsi in imbarazzo, ma almeno non si poteva perdere pezzi di informazione e non si asteneva nel correggere le persone quando sbagliavano. I suoi professori non sempre lo apprezzavano. “A parte il ragazzo della marina che deve essere scelto tra due finalisti gli altri già sanno tutto dato che hanno dovuto subire un allenamento intensivo.” “E a noi non serve?” Chiese Christina “Non come il loro. Voi non dovreste mai uscire dal rifugio. Loro devono potersela cavare sull’isola il tempo necessario a rientrare nel rifugio o sapersi nascondere e abbiamo messo a punto qualche tecnica a posta per loro. Voi passerete questi due giorni a prepararvi, prima di partire, qui nella sede della ingen e nella base dove siete atterrati, i militari sono la da due settimane.”

"Non possiamo tornare a casa?" chiese Laura "potreste ma noi preferiremmo di no. La vostra presenza qui deve essere mantenuta segreta il più possibile e dobbiamo fare in modo da non attirare l'attenzione su di voi." spiegò Alex "perché?" chiese Christina "perché finalmente almeno in America la bolla della notizia dell'isola sta scemando e anche il mercato nero americano non sembra più molto interessato alle rarità dell'isola. L'Est-Europa e l'oriente invece sembrano molto interessati. Quindi non vogliamo che si ricominci a parlare dell'isola qui in America per non rischiare di riaccendere il mercato illegittimo." oh... Beh effettivamente non avevano tutti i torti." bene signori se non avete domande direi di proseguire il corso di aggiornamento intensivo, facendo un tour della Ingen per riportarvi poi per pranzo alla base militare. Erik tu puoi andare, grazie amico” Alex ed Erik si salutarono con una stretta di mano e una pacca sulla spalla. Anche se si vedeva che Alex era più grande di Erik sembravano molto amici. Erik fece un cenno agli altri e uscì scortato da un militare.

Alex si alzò ed invitò tutti a seguirlo “Bene signori seguitemi, inizieremo facendovi visionare del materiale video da una sala di sorveglianza” Vanessa come faceva sin dalle gite scolastiche si mise subito dietro Alex e Charlie la prese a braccetto, per starle accanto e chiacchierare, mentre Christina si mise dall’altro suo lato e Viktor si avvicinava a Laura dietro di loro. “Ehi bellissima qualcosa mi dice che lavoreremo a stretto contatto.” “Stammi lontano idiota…” Disse Laura fredda e Charlie sussurrò “Oh iniziamo bene…” Vanessa e Christina risero di gusto e Alex cercò di nascondere un sorriso, anche se sembrava un po’ preoccupato.
Per sviare la sua attenzione dalla freddezza di Laura, Vanessa cercò qualcosa da dire “Christina lei ha fatto anche gli studi a Colonia dove vive?” “Sì sono nata e cresciuta li, anche se negli ultimi anni sono andata un po’ in tutto il mondo per le mie ricerche. Voi tre siete tutti della stessa università?” Chiese curiosa dato che aveva notato sicuramente che le due gemelle e Charlie si conoscevano. “No no. Io e Vanessa abbiamo passato un anno in africa per una missione umanitaria l’anno scorso” Spiegò il dottore. Alex si girò verso di loro fermandoli e disse “Con il nostro studio su di voi, abbiamo scoperto che, 4 giorni prima del vostro arrivo in africa, Christina stava partendo dal vostro stesso aeroporto, dopo i suoi mesi di studio in una riserva di Leoni” “Mancati in africa per trovarsi in sudamerica insomma…” Disse Christina con un sorriso sorpreso mentre Viktor sussurava un “evviva” sarcastico.

Alex invitò il gruppo ad entrare nella stanza davanti a loro mentre spiegava a tutti “Come potete immaginare non abbiamo molto materiale audio-video sull’aspetto dell’isola. Le immagini satellitari però possono già darci molte informazioni utili.” Si trovarono davanti ad una sala con una parete con decine di schermi ai lati e due più grandi al centro con davanti il tavolo di comando.
Alex si sedette alla postazione di controllo e mostrò l'immagine dal satellite dell'isola "può zoomare signor Hammond? Magari si riescono a riconoscere alcuni degli animali" chiese Christina avvicinandosi interessata "sfortunatamente non si può. Questa è l'ultima immagine satellitare che abbiamo ma è di un paio di anni fa quando i satelliti non avevano una definizione comparabile a quella di ora. Poi abbiamo deciso di installare dei disturbatori elettromagnetici che impediscono ai congegni elettrici di avvicinarsi per cercare di impedire il bracconaggio. Però, durante la costruzione del rifugio, abbiamo fatto delle riprese con un gruppo di 3 robot telecomandati, per guidare lo scavo e la costruzione in sé, e qualche dinosauro è stato ripreso." pochi click e sul secondo schermo accanto alla mappa comparirono frammenti delle riprese.
La telecamera puntava ad una escavatrice senza nessuno nell'abitacolo intenta a preparare una buca in una piccola radura circondata da alberi tropicali, ma accanto ad essa dagli alberi uscì un anchilosauro che sembrava molto piccolo, praticamente un cucciolo. Dietro di lui un altro membro della sua specie sembrava richiamarlo a sé e questo tornò indietro fino a scomparire nuovamente tra gli alberi. "era un genitore e un piccolo?" chiese Laura "molto probabilmente una madre e un cucciolo di qualche settimana di vita" disse Christina poi aggiunse "signor Hammond mi può mostrare il punto di costruzione del rifugio?" sull'immagine del satellite comparì un puntino rosso a nord-est dell'isola in un punto circondato da metri di vegetazione su tre lati e da un ammasso di rocce sul lato più settentrionale.
"Dalla prima mappa che mi avete fornito ricordo che una zona di nidificazione era li vicino, dico bene?" "sì di un paio di specie erbivore in una radura più a nord. Abbiamo scelto quella zona perché è immersa nella zona abitata solo da erbivori che preferiscono nascondersi lì nella foresta tropicale e i carnivori non sembrano interessati ad inoltrarsi così in là." " come fate a saperlo?" chiese Laura. "Abbiamo monitorato l'isola in vari punti per 4 settimane prima e durante la costruzione del rifugio e avevamo anche delle foto e delle mappe termografiche di prima del dispositivo antibracconaggio" "Signor Hammond potrei visionare tutto il materiale che avete?" "Certo Christina. Direi che potremmo lasciarla qui, mentre noi finiamo il giro, se vuole" Alex lasciò la sedia alla Kiren e portò gli altri fuori.
"Signor Hammond come mai i nostri tempi sono così stretti?" chiese Charles "il governo del costa rica e l'america hanno stretto un patto a riguardo, per garantire una efficiente e veloce transizione in cambio entrambi hanno impegnato risorse per costruire il rifugio e garantiscono che in caso di bisogno una nave o un mezzo aereo possa raggiungere la costa dell'isola nel più breve tempo possibile.” 


Dopo pochi minuti arrivarono in un’officina meccanica di prim’ordine piena di macchine e strumenti che Vanessa non aveva mai visto, ma gli occhi di Laura si illuminarono. “Wow…” Disse la ragazza. “Sono contento che le piaccia. Qui abbiamo costruito parte dell’attrezzatura usata sull’isola. Li sul tavolo le ho messo la lista dei materiali e degli strumenti e dei macchinari che abbiamo e che potremmo avere per essere portata sull’isola. L’unica cosa a cui deve stare attenta sono le dimensioni limitate dell’officina sull’ isola.” Spiegò Alex mentre Laura si guardava intorno. Ormai l’avevano persa.
“Signor Hammond credo che ormai mia sorella sia distratta da questo ben di dio. Posso rimanere qui con lei mentre voi signori finite il giro se vuole” “in realtà Nessa sto pensando al progetto che ho fatto sull’aereo e potrei farlo ora” disse Laura tirando fuori il quaderno “Laura non mi sembra il momento ora…” Disse Vanessa cercando di riportare la sorella coi piedi per terra “è il momento perfetto invece perché l’impianto gps che ho disegnato può tornarci utile da subito da quello che ho visto prima. “Impianto GPS?” Chiese Viktor che parlava per la prima volta da ormai tanto tempo, che potesse sembrare che fosse andato via.
Laura lo guardò in cagnesco, anche se magari non si rendeva nemmeno più conto che lo faceva. “Sì ho disegnato un impianto per i dinosauri così da poter monitorare i loro spostamenti dal rifugio.” “Oh questo è interessante” Disse Alex avvicinandosi al tavolo da lavoro dove Laura cominciava già a lavorare. “e non è tutto stavo ragionando sul processo di impianto e credo di aver pensato ad un modo per impiantarlo a distanza e forse senza che l’animale se ne accorga” Disse Laura sempre più esaltata. “Come pensi di fare?” Chiese Alex ormai dandole del tu. Effettivamente Laura e Vanessa erano più giovani di Alex quindi era strano sentirsi dare del lei da lui. “Ho disegnato un congegno piccolissimo della forma come… come faccio a spiegarlo… come una scheggia del legno che con il movimento è più facile che penetri che ne esca. Quindi la si potrebbe sparare con un fucile od un’arma simile a distanza e il semplice movimento dovrebbe farla penetrare di più.” “E come pensi di alimentare il circuito?” Chiese Viktor guardando il progetto “Stavo pensando di inserire un diodo particolare che trasformi il calore dell’animale in energia. Anche se finche non lo provo non posso dire se funzionerà per tutti gli animali, quello andrà testato direttamente su di loro, dato che non conosciamo il profilo della temperatura corporea alla perfezione” disse Laura
“Pensi di poterlo già costruire oggi? Tipo un prototipo?” Chiese Vanessa alla sorella. Laura già sembrava molto presa dal suo progetto e quindi fece velocemente cenno di sì verso la sorella e cominciò a dare ordini a Viktor per aiutarla a costruirlo. “Direi che gli abbiamo persi entrambi” Commentò Charles appoggiandosi a Vanessa. Alex si girò verso gli ultimi due e gli indicò la porta con un sorriso confuso e sorpreso, dicendo “Bene effettivamente l’ultima sala che voglio farvi vedere interessa solo voi due quindi seguitemi”. 

Appena chiusero la porta Vanessa si avvicinò ad Alex e disse “Signor Hammond mi scuso se il comportamento di mia sorella è sembrato scortese, ma lei quando pensa di poter costruire qualcosa si esalta, e di solito non fallisce se la può tranquillizzare” “Tranquilla Vanessa, me ne rendo conto. Quando si crede nel proprio lavoro ci si crede fino in fondo. Mio nonno era così e ha creato molto” “Suo nonno?”
Chiese Charles “sì il solo signor Hammond. John Hammond” “Quel John Hammond?” “Sì Charles noi siamo tutti qui a causa sua in un certo senso, ma io ho sempre ammirato la sua forza e il suo voler spingere sempre più in la i suoi limiti. Il suo unico problema era fidarsi troppo delle persone come abbiamo tutti capito.”

Giunsero davanti ad una doppia porta e quando Alex passò il suo badge personale per aprirla, rivelò una stanza talmente grande da poter sembrare un hangar per aereo. “abbiamo adibito questa stanza a deposito per la vostra missione, inventariando tutto. Su quel tablet alla scrivania potete vedere cosa abbiamo preso e cosa dovrebbe arrivare nei prossimi giorni. Quindi direi che vi posso lasciare qui a dare un’occhiata e a segnalare le cose che vi sono basilari per il vostro lavoro. Che ne dite se passo di nuovo da voi tra un paio d’ore, che devo anche chiamare qualcuno alle forze armate del Costa Rica?” Entrambi fecero un sorriso a 32 denti e salutarono Alex mentre questo rispondeva al telefono.

“Oddio ma questi hanno miliardi di euro di macchinari!” Disse scioccata Vanessa mentre scorreva la lista dei macchinari. Alzò gli occhi dal tablet e vide che Charles si stava arrampicando sugli scaffali alla ricerca di qualcosa. “Forse mi sono perso qualcosa ma i soldi della Ingen da dove vengono?” “Da quello che ho capito hanno abbandonato il campo controverso dell’ingegneria genetica dopo il Jurassic Park e ora si dedicano alla distribuzione di energia con un occhio di riguardo per l’energia verde” Disse Vanessa andandogli in contro “ma cosa stai facendo lassù?” aggiunse guardandolo con il tablet in mano. “Ho visto un apparecchio simile ad uno che conosco, una risonanza magnetica super veloce fantastica, un mio collega me ne aveva parlato la settimana scorsa. Volevo vedere se era davvero quello” “E lo è?” “Non lo so cerca nella lista l’articolo 54671 e dimmi che dice.” Vanessa digitò il codice nella barra di ricerca e lesse “Macchina di risonanza Philips-Yung, Blah blah, risonanza e tac total body… blah blah… durata di un esame completo 22 secondi. Aspetta solo 22 secondi?!””sììì è lei!! È veramente incredibile! Speriamo di poterla portare”  Charles sembrava un bambino davanti ad un giocattolo costosissimo.

“Charlie posso chiederti una cosa?” Chiese Vanessa mettendo via il tablet. “Certo Ness” disse lui mentre continuava a studiare il suo nuovo giocattolo. “Come fai a non essere spaventato? Come fate tutti ad essere così tranquilli mentre io me la sto facendo addosso?!” Lui si mise a gambe incrociate su uno scatolone e guardandola disse “Tu pensi di essere l’unica ad avere paura? Anche noi altri siamo spaventati! Nessuno sa cosa ci aspetta su quella isola.” I due si guardarono negli occhi per qualche secondo. Erano diventati bravi a capire l’una l’emozione dell’altro in africa e anche se era passato del tempo Vanessa poteva leggere paura ed ansia nei suoi occhi, e probabilmente lui vedeva lo stesso in lei. “Cerca di convincerti che potrà andare tutto bene. Pensa a tutte le precauzioni che stanno prendendo. E se qualcosa andrà male noi saremo pronti. Come si dice spera per il meglio ma preparati al peggio.” Vanessa già considerava Charlie suo amico e quasi un fratello maggiore oltre che un leader ed un grande oratore. “Da quando sei così saggio e maturo?” Chiese Vanessa tentando di chiudere li la loro conversazione. Era inutile stare li a pensare a tutto quello che poteva andare storto. A giudicare dalle attrezzature e i discorsi di Alexander e di Erik avevano preso tutte le precauzioni a cui potevano pensare, e loro erano sicuramente ne sapevano di più. Almeno così si doveva sperare… Charles disse ridendo “Ognitanto mi capitano momenti di lucidità”.




G. M.

 

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Capitolo 4
*** Capitolo 3. ***




I ragazzi entrarono nella base e poi nella mensa comune. Già molti soldati erano lì seduto a mangiare e tutti guardarono incuriositi il gruppetto, cercando inutilmente di non farsi notare dallo sguardo severo dell'ufficiale Brown. Tra gli sguardi di tutti saltava agli occhi quello di Erik che stava chiacchierando con un altro militare seduto al tavolo poco distante dall’entrata. Appena li vide entrare lui sorrise a tutti e si congedò dal soldato per andargli incontro. ”Ragazzi spero il giro sia andato bene” Disse sorridendo ma tradendo una leggera preoccupazione. Difficile capirne il motivo. Strinse la mano all’ufficiale Brown che se ne andò facendo a loro un cenno col capo e richiamando agli ordini alcuni soldati nella mensa fin troppo curiosi. “Venite pure così ci sediamo e mangiamo in attesa che arrivino gli altri membri del team” Disse Erik accompagnando il gruppo verso il bancone della mensa e poi, con i loro vassoi, verso un tavolo libero. Vanessa si mise seduta accanto alla sorella davanti a Charlie che aveva accanto Christina, mentre Viktor si mise accanto alla sorella per continuare a discutere di progetti e aggeggi. Vanessa non capiva una parola di quello che si dicevano captava solo ogni tanto qualcosa che conosceva tipo ‘calore’ ‘energia’ ‘batterie’. Erik si mise a capotavola, tra Charlie e Vanessa e cominciando a mangiare molto lentamente e con calma chiese “Allora come è andato il giro?” Si capiva che era più intenzionato a conoscere i membri del suo team e i loro pensieri che ad una semplice risposta scontata. Charlie parlò per primo e disse "è stato illuminante, Erik. Si comprende che per noi è tutta una novità ma voi ragionate da tempo su una soluzione del genere" "è vero ma anche no" disse lui, ridendo come di uno che la sa lunga poi aggiunse "Alex ci aveva pensato da tempo e siamo diventati amici nel realizzarla nel giro degli ultimi due mesi" Erik parlava di Alex davvero come un amico anche se si percepiva una reciproca ammirazione anche professionale. Pensando a questo Vanessa si rese conto che in realtà non era la professione ad aver portato Erik a quel tavolo quindi curiosa chiese "Signor Kirby ci può raccontare della sua esperienza sull'isola?” Lui la guardò fermandosi con una forchetta ferma tra il piatto e la bocca e per un attimo sembrò combattuto poi in un attimo il suo sguardo cambiò in qualche modo e lui cominciò a raccontare, guardando il tavolo davanti a sé, la sua storia. Raccontò del paracadute impigliatosi su un albero, durante una gita all’avventura con la madre, di aver trovato un camion rovesciato su un fianco e di essere rimasto li da solo a 12 anni per molti giorni, fino a quando non erano riusciti a trovarlo e riportarlo a casa. Sbirciando gli altri al tavolo che lo stavano tutti guardando aggiunse “Per questo ho deciso di diventare illustratore e poi fotografo. La mia storia fa venire gli incubi anche a me dopo anni e quindi preferisco raccontare quella di altri con le immagini” Mentre tutto il team erano pensierosi per la storia di Erik solo Viktor ebbe il coraggio di chiedere “Allora perché ha deciso di tornarci?” Lui fece un mezzo sorriso e alzò le spalle “Forse mi sono stancato di raccontare le storie di altri, almeno per un po’“ Mentre lo diceva sembrò avere per la prima volta l’età che aveva che doveva essere la stessa delle gemelle più o meno in base alla storia appena raccontata. Era incredibile che un ragazzo a soli 12 anni fosse riuscito a sopravvivere a quell’orrore doveva essere già allora molto in gamba per la sua età.

Il pranzo andò avanti tra le chiacchiere, Charlie chiese qualcosa in più ad Erik sulle sue fotografie, mentre Viktor e Laura continuarono a parlare di energia e impianti voltaici e Vanessa chiese a Christina di poter vedere alcune delle immagini sul tablet facendole qualche domanda. Christina sembrava già aver capito molto dalle poche immagini che aveva, come le zone di nidificazione e come gli animali si erano spartiti l’isola, trall'altro le spiegò che l’unico controllo demografico che la Ingen aveva fatto era abbattere buona parte dei dinosauri capaci di volare dato che erano riusciti a scappare dalla maxi voliera che avevano costruito. “Quindi non ci sono più loro?” Chiese Vanessa quasi dispiacendosi per gli animali e poi sentì una risata silenziosa alla sua destra di Charlie o Erik ma la ignorò non sapendo perché ridessero. “in realtà sono riusciti a chiudere la gabbia, vedevo in una foto, con alcuni nidi e famiglie ancora dentro quindi qualche esemplare ancora dovrebbe esserci anche se molti meno.” “Che peccato…” Disse Erik sottovoce con sarcasmo. Vanessa si rimise seduta normale, notando che si era praticamente sdraiata sul tavolo per parlare con Christina, e chiese ad Erik “Perché questo sarcasmo? Non ti piacciono tutti i dinosauri?” Erik fece un’espressione strana e disse “No direi proprio di no…” Vanessa stava per chiedere di più ma si disse che se non ne parlava da solo non voleva parlarne o non era importante. Quindi lasciò perdere addentando la sua mela dal vassoio, sperando fosse stata lavata.

Pochi minuti dopo, quando tutti avevano finito di mangiare, l’ufficiale Brown si avvicinò seguito da 3 soldati. Due di loro avevano la stessa divisa se non per qualche simbolo diverso, il terzo aveva la divisa a maniche corte e leggermente più chiara degli altri, ed era anche quello più diverso dei tre. Aveva i capelli neri lunghi legati in uno chignon improvvisato, come quelli che si faceva anche Vanessa a volte, e la spalla destra aveva un tatuaggio di quella che sembrava una lucertola su un ramo. Probabilmente lui veniva dal Costa Rica. “Signori voglio presentarvi 3 degli altri membri del team Kyle Johnson e James Williams della 47esima brigata, specializzati in tiro a distanza ed orientamento ed esplorazione, e Louis Cruz dalla marina del Costa Rica” Kyle e James sembravano avere poco più di 20 anni mentre Louis aveva forse 30 anni. I due americani rimasero sull’attenti mentre Louis si avvicinò e cominciò a stringere le mani amichevolmente a tutti i presenti al tavolo. L’ufficiale Brown diede il riposo ai suoi due e poi si congedò in modo che il gruppo potesse parlare più liberamente. “Sedetevi con noi ragazzi direi di fare un breve giro di presentazioni per non partire confusi” Dopo che i civili si erano presentati, più o meno come quella mattina parlò Louis “Io sono Louis, sono di Monteverde, Costa Rica ho 30 anni e mi sono arruolato già da 10 anni. Inizialmente difendevo dal bracconaggio e da altrettanto loschi uomini le nostre foreste ma poi sono passato alla riserva dell’ Isla Muertes.” Erik scosse la testa a quel nome che approssativamente significavano isole della morte per Vanessa “Io sono Kyle, 25 anni, di cui 5 nell’esercito nella brigata dell’ufficiale Brown insieme a James.” James fece un sorriso timido e disse “Ciao a tutti, Sono James anche io 25 anni e da 5 anni nell’esercito” Vanessa cercò di studiare le tre persone che si erano appena seduti per capire qualcosa in più. Louis sembrava una persona calorosa, amichevole e sorridente. Kyle le sembrò abbastanza neutra come personalità, tranquillo ma distaccato. James era il più silenzioso e da come guardava i civili dinanzi a sé sembrava essere molto curioso ma diffidente. “Merda…” Disse Erik riportando l’attenzione di tutti su di lui “Mi dispiace ragazzi ma devo portare loro all’ospedale direi di continuare un altro giorno questa chiacchierata. “ Aggiunse rivolgendosi ai militari. Loro fecero un cenno di assenso e tutti si alzarono per andarsene salutando i tre al loro tavolo. “Erik perché ospedale?” Chiese Laura confusa “Visita medica e vaccinazioni obbligatorie” disse Erik accompagnandoli fuori e poi verso una jeep militare. “saranno anni che non faccio un check-up” disse Viktor quasi divertito dalla situazione. 

Il resto della giornata fu un turbinio di visite mediche molto accurate ed anche invadenti, non molto apprezzabili. Fecero fare a tutti i civili test cardiologici anche sotto sforzo, della vista, dell'udito, analisi del sangue e delle urine. Si riunirono tutti in una sala di aspetto e uno per volta a turno venivano chiamati singolarmente nei diversi studi, mentre compilavano un test di domande a crocetta, per un’eventuale anamnesi in cui chiedevano anche cose molto personali tipo rapporti non protetti, dipendenze, tatuaggi... Il quiz di Vanessa era senz'altro quello più noioso da leggere. Non aveva mai avuto rapporti non protetti anche se un paio di ragazzi li aveva avuti, non aveva dipendenze e non ne aveva mai avute ma aveva un tatuaggio. In realtà lei è Laura avevano fatto un tatuaggio di coppia, ognuna aveva l'iniziale dell'altra in corsivo con un fiore stilizzato accanto sul bacino. Se l'erano fatte quando Vanessa stava per partire per l'africa per pensare all'altra, ogni tanto quando lo guardavano, e ai loro genitori che si chiamavano Lorenzo e Vittoria. Poi fecero i vaccini consigliati per andare in costa Rica e a fine giornata Vanessa non ne poteva più si sentiva come se l'avessero toccata ed esaminata in 10 mila persone. Aveva bisogni di farsi una doccia e recuperare dignità e controllo di sé. Uscita dalla sala delle vaccinazioni, Vanessa vide che tutti gli altri che avevano finito erano tutti seduti sulle panche in sala di attesa e sembravano distrutti quanto lei. Charles aveva la testa appoggiata alla mano col gomito sul bracciolo e la testa di Christina con gli occhi chiusi sulla spalla. Forse si era appisolata ed era scivolata su di lui. Charles si accorse che Vanessa lo guardava e le sorrise. Lei gli indicò Christina accanto a lui per chiedere cosa era successo e lui tentò di fare spallucce senza svegliarla e aggiunse piano "si stava addormentando e le ho detto di appoggiarsi pure se aveva bisogno e ora dorme. Penso che tra tutto quello che è successo avesse bisogno di qualche minuto di tranquillità" Vanessa gli fece un cenno di apprezzamento silenzioso e andò a sedersi accanto alla sorella che si teneva la testa con entrambe le mani e si massaggia a le tempie" principio di emicrania?" chiese Vanessa "spero proprio di no". Viktor era quello che sembrava il meno provato mentre aggeggiava con un mini-portatile sulle ginocchia. Per fortuna poco dopo comparirono in sala d’attesa Alex ed Erik “va tutto bene ragazzi ora torniamo in albergo” disse Erik con un sorriso tranquillo. Vanessa si alzò, mentre Charlie svegliava Christina, e chiese “Quando avremo i risultati?” “veramente sono già arrivati a noi e siete tutti sani come pesci, apparte il dottor Smith che ha una leggera carenza di vitamine, probabilmente per il periodo in Africa” “sì mi era già capitato” Disse lui tranquillo poi Erik aggiunse “Comunque possiamo inviare anche a voi i risultati entro stasera” “grazie” Disse Vanessa e lui le sorrise. Non lo aveva notato molto fino ad ora ma Erik era un ragazzo molto carino. Aveva un bel fisico, anche se un po’ meno muscoloso dei militari americani la pelle abbronzata ed uno sguardo molto gentile circondato da dei capelli biondi sbarazzini. Sulle braccia conserte si vedevano microscopiche cicatrici irregolari anche se poco visibili fortunatamente. Notando lo sguardo di Vanessa su di lui, Erik sorrise e disse “Ora andiamo in albergo così potete riposarvi prima di cena” Il viaggio in macchina fino all’albergo fu fortunatamente breve e una volta dentro tutti andarono velocemente nelle proprie stanze.

Vanessa si buttò subito sotto la doccia mentre Laura diceva “Vado alla ricerca di un antidolorifico dagli altri oppure chiedo alle nostre guardie del corpo di andarmene a prendere uno!” e subito uscì. Dopo una breve doccia Vanessa stava già molto meglio e quando rientrò la sorella che sventolava fiera una bustina di ibuprofene si mise al tablet e vide con piacere che Erik aveva mantenuto la promessa mandando tutto il fascicolo medico di entrambe. “Sono arrivati i risultati delle visite se li vuoi vedere” disse Vanessa alla sorella mentre scorreva i suoi. Fortunatamente erano tutti nella norma a parte qualche decimo in meno di vista rispetto all’ultima visita oculistica che però era di un bel po’ di anni prima. Anche laura buttò no sguardo veloce ai suoi e poi si fiondò sotto la doccia. 
Controllando il resto della posta Vanessa vide che gli era arrivata una mail dalla sua università, in realtà Alex gliel’aveva girata con un sotto testo:

La tua università ci ha appena mandato i dati del tuo studio aggiornati ad oggi. Forse potremmo progettare una serra per il rifugio, guarda pure i dati e fammi sapere. Potresti farlo direttamente quando partite con il team, aggiungere una stanza è fattibile in 24 ore quindi il tempo c'è. 
A. 


Vanessa diede uno sguardo veloce agli appunti dei colleghi e capì che poteva disegnare un orto per il rifugio di 3 metri quadrati più o meno in grado di produrre cibo organico per tutte le 10 persone. Ad un certo punto qualcuno bussò alla porta della loro camera di albergo interrompendo il progetto. Laura uscì in pigiama dal bagno con il fon in mano e i capelli avvolti nell'asciugamano sulla testa. "ma chi è?" chiese poi aprì la porta. Fuori c'erano James, Kyle, Louis vestiti eleganti con delle camicie perfettamente stirate e i capelli sistemati ognuno diversi. Louis aveva un mezzo raccolto, Kyle gli aveva scombinati mentre quelli di James erano un po' più disciplinati. "Ragazze vi va di berci qualcosa tra noi davanti ad una pizza e parlare di quello che non si trova sul proprio dossier?" chiese Louis che aveva bussato. "ragazzi sarebbe un piacere ma Alex ci ha chiesto di non farci vedere, sapete?" disse vanessa ancora seduta alla scrivania mettendosi seduta con le gambe incrociate. Laura si girò e sbuffò verso la sorella, tanto sonoramente che perfino i ragazzi fuori la sentirono e ridacchiarono. " veramente pensavamo di andare sul tetto dell'albergo" disse Louis sorridendo mentre Kyle e James mostravano bottiglie di tequila e bustine di patatine, mentre arrivava Charles con una pila di pizze. Laura si illuminò e batté le mani alla sorella Vanessa rise e alzandosi disse sconfitta "va bene dateci 5 minuti per prepararci". "ok intanto chiamiamo Viktor e Christina" disse Kyle poi Laura chiuse la porta in fretta e poi si fondò a vestirsi. 

Non avendo portato vestiti eleganti entrambe erano abbastanza casual, Laura pantaloni al ginocchio e vita alta neri e t-shirt bianca con scritto "trust me i'm an engineer" con degli ingranaggi dietro ed una mezza coda che metteva in risalto le punte verdi. Vanessa si era messa una tuta bianca di cotone che aveva portato perché era molto comodo anche d'estate con dei fiorellini rosa e viola, lasciando i capelli sciolti. Salirono le scale di servizio con Christina verso il tetto dove i ragazzi le aspettavano. Quando arrivarono sul tetto dell'albergo i ragazzi stavano già chiacchierando e mangiando patatine "oh si pizza vi prego" disse Laura fiondandosi subito su di un pezzo. Gli diede un morso ma fece una smorfia come se fosse cattiva "dimenticavo che siamo in America" ma la mangiò comunque davanti alle risate. Le ragazze su unirono per mangiare le cibarie mentre chiacchieravano di cibo e annessi. Infatti venne fuori che la pizza era uno dei cibi preferiti da tutti insieme agli hamburger ed altri comfort food, Laura non mangiava carne rossa, Louis era vegetariano "oh ottimo perché metteremo una serra nel rifugio quindi mangeremo principalmente vegetariano probabilmente" disse vanessa mentre addentava la crosta della sua pizza. Capiva perché Laura avesse fatto una smorfia assaggiandola, non era certo buona come quella italiana ma era comunque accettabile. Accettato questo fatto si chiese quando avrebbe rimangiato pizza e si disse che avrebbe mangiato e bevuto tutte quelle pietanze che non potevano essere preparate in un rifugio. “Allora cosa volevate sapere di noi?” Chiese Laura, seduta su di un muretto a gambe incrociate mentre si mangiava le patatine. Louis fece uno sguardo sorpreso e disse “Oh beh non saprei di preciso raccontiamoci qualcosa di generale” Tutti sembrarono un po’ straniti e confusi ma poi Charles si alzò e con il suo solito sorriso disse “Ok, Io sono Charles anche se mi chiamano tutti Charlie. Dunque… sapete la mia età e il mio lavoro cosa aggiungere… Ho una sorella con cui ho un buon rapporto anche se vedo poco. I miei genitori non ci sono più…. Sono bravo a cucinare e mi piace sperimentare con i gusti. Ho sicuramente difetti ma non mi viene in mente uno in particolare ora come ora…”Si presentarono anche gli altri nuovamente seguendo la sua lunghezza d’onda e Vanessa poté sapere che Louis aveva ben tre sorelle più piccole, di cui una minorenne, con cui scambiava Meme tutti i giorni oltre ad aggiornamenti sulle loro vite, sua madre era rimasta nel cottage immerso nella riserva di Monteverde diventando una biologa anche se non aveva studiato, suo padre non c’era più e era appassionato di avventure e escursioni nella natura e definiva il suo più grande difetto essere logorroico e spesso ripetitivo, cosa che le sorelle gli ripetevano spesso. Kyle era figlio unico aveva come hobby quello della pesca tramandato dal padre anch’esso militare che già da poco più che bambino gli aveva insegnato a cacciare e pescare, prima che lui abbandonasse la prima se non con rare eccezioni. James aveva un fratello di poco più grande di lui che faceva l’avvocato come la loro madre e collaborava con un studio specializzato nell’assistenza legale per le famiglie che non potevano pagare un normale studio di avvocati, il padre era dirigente di un’azienda di import-export. Disse anche che era quasi ceco da un occhio per un incidente alla base ma era in via di guarigione. Anche i civili raccontarono qualcosa di più di loro. Christina rivelò che studiava gli animali potenzialmente pericolosi ma era terrorizzata dagli insetti come blatte e scarafaggi, tra le risate di tutti, e che si era recentemente allontanata dai genitori dato che erano testimoni di Geova e lei aveva voluto allontanarsi dalla religione e girare il mondo. Aveva visto negli ultimi 3 anni 8 stati in 4 continenti e gli unici che le mancavano erano l’America meridionale e i due poli. Viktor rimase vago sul suo lavoro e sui suoi hobby, forse spaventato dai ragazzi che erano comunque militari. Laura raccontò di avere la ragazza in Italia e scoprì di essere l’unica impegnata del gruppo, anche se Louis aveva un mezzo flirt di cui però non voleva parlare. Disse poi che anche quando non lavorava la sua passione era la tecnologia anche quella vecchia e aggiunse di aver preso la scossa 3 volte e di essersi bruciata con dei componenti elettrici dato che soprattutto quando era ispirata spesso diventava distratta e poco rigorosa sulla sicurezza. Poi arrivò in fine il turno di Vanessa e disse “Oh Beh io sono Vanessa, anche se tutti mi chiamano Nessa e nel mio tempo libero ascolto musica e mi piace ballare. Fino a qualche anno fa seguivo pure un corso di danza moderna poi sono diventata troppo grande ed impegnata purtroppo” disse con una smorfia all’ultimo. Le mancava l’appuntamento fisso con la danza. Inizialmente era passata ad un corso di Zumba ma gli impegni lavorativi l’avevano impedito di continuare. Poi Louis colse la palla al balzo e disse “Dai facci vedere qualcosa Vanessa!” “COSA?” “Sì dai!” Aggiunsero anche gli altri poi Charlie disse “Dai balliamo insieme come abbiamo fatto quella sera al campo!” Vanessa non seppe se era perché aveva bevuto 2 o 3 bicchieri di tequila o se perché in realtà volesse un po’ mettersi in mostra e ballare disse “Ok ok va bene, Balliamo. Però balliamo tutti!” poi tirò fuori dalla tasca il cellulare, che conteneva buona parte della sua musica, e fece partire un brano dal ritmo quasi di salsa. Prese per mano Charlie e si fece prendere da lui e dal ritmo. Vanessa sapeva già che Charlie era abbastanza bravo a ballare e alla fine addirittura le fece un casquè. Quando Vanessa si tirò su Louis le chiese di ballare con lui la prossima canzone, mentre Charlie lo chiedeva a Christina e lei scoprì con felicità che lui era molto bravo e sapeva seguirla anche in una canzone dal ritmo molto veloce e riuscì a fare qualche figura più complessa con lui. Stava per chiedere a James di ballare ma qualcuno si schiarì la gola all’ingresso al tetto richiamando l’attenzione di tutti. Erik era li con le braccia conserte con tanto di tuta e pantofole che li guardava con un mezzo sorriso, dicendo “Ragazzi per favore mi ha chiamato l’ufficiale Brown incazzato nero più di 6 volte chiedendomi di dirvi di tornare alla base e sarà anche il caso che andiate a dormire tutti” I soldati si congedarono tutti con Louis che diede un lungo abbraccio stritolante a Vanessa e anche i civili piano piano li seguirono giù per le scale fermandosi al loro piano. Anche se erano un po’ indispettiti per la brusca interruzione erano tutti abbastanza stanchi per dormire. A Vanessa sembrò di percepire del disagio in Erik che guardava il gruppo andare a dormire e si chiese se fosse perché non avrebbe voluto essere il capo o se magari si sentiva escluso o per qualche altra ragione. Dato che la tequila le aveva dato un po’ di coraggio pensò di dire ad Erik qualcosa tipo magari domani sera sali sul tetto con noi ma appena si voltò per dirglielo lui la bloccò con un “buonanotte” deciso che la costrinse a chiudere la bocca e ad entrare in camera sotto il suo sguardo. 



G. M. 


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Capitolo 5
*** Capitolo 4. ***




Un trillo fastidioso ma che riconosceva svegliò Vanessa il mattino dopo alle 8:30. Subito cercò di alzarsi per rispondere al telefono o buttare giù a seconda di chi era e quasi cascò per terra per i giramenti di testa. Riuscì ad arrivare al telefono sulla scrivania e guardò lo schermo. “Ciao mamma" "Bimba mia come va il seminario? Ci è arrivata la mail che verrà prolungato non sanno fino a quando. Tutto a posto?" "Sì, mamma non ti preoccupare. Ci hanno chiesto di rimanere un po' per... Per visitare alcune università e parlare con alcuni luminari" disse lei cercando di crederci un po' anch'essa, altrimenti la madre non ci avrebbe creduto "Mmm... Tu non me la racconti giusta... Non mi sembri il tipo da fare vacanze inaspettate (tua sorella sì ma tu no) quindi mi vuoi dire dove siete?" merda... Beh effettivamente non era certo una donna stupida "Mamma non preoccuparti siamo a New York davvero ma non posso dirti altro. Abbiamo firmato un accordo di riservatezza ricordi?" "Uff… e va bene diciamo che anche se non so cosa state facendo mi basta sapere che ognuna guarderà le spalle dell'altra e che vi vedrò appena possiate... Però sappi che non sono contenta!" naturalmente... Pensò lei alzando gli occhi al cielo "Mamma ma vuoi parlare anche con Laura?" disse Vanessa girandosi verso il letto della sorella, ma lei non c'era. "No no tranquilla ci ho scambiato qualche audio poco fa ma mi aveva detto che non era con te quindi ti ho chiamato" menomale perché non aveva idea di dove fosse. Stava per chiedere alla madre dov'era Laura ma considerando quello che aveva appena detto sul coprirsi le spalle a vicenda non era proprio una buona idea. Probabilmente era solo scesa a fare colazione "Hai fatto bene mamma grazie è bello sentirti. Babbo è con te?" "No ciccia è a scuola per una riunione ma mi ha detto di salutarvi e che quando volete ci risentiamo magari insieme" "Va bene mamma devo andare ci sentiamo appena possibile, ok?" "Ok ciccia ricordati che sono fiera di entrambe, ok?" Own... La loro madre era una persona non molto sdolcinata ma questo voleva dire che quando diceva una cosa simile la intendeva davvero. "Grazie mamma. Bacio a te, babbo e tutti i cani!" "Anche a voi tesoro!" chiuse la chiamata e si vesti per scendere a fare colazione.
 
C'era della gente a fare colazione nella sala dell'albergo ma molto poca. Probabilmente la Ingen aveva comprato tutte le stanze sol loro piano per la loro sicurezza. Che cosa inutile.... Mentre entrava nella sala vide pochi tavoli in là Charlie che la chiamava con la mano. Al tavolo con lui c'erano solo Erik e Christina. Si avvicinò al dottore e chiese "Buongiorno a tutti, qualcuno ha visto mia sorella?" Erik stava leggendo dei fogli di chissà cosa con una tazza nell'altra mano e, non staccando gli occhi dal foglio, disse "Lei e Viktor si sono fatti accompagnare mezz'oretta fa alla Ingen. Penso che dovessero discutere con gli altri ingegneri ed Alex delle fonti energetiche." "Oh, ok....grazie... " Vanessa rimase un po' stranita dalla reazione secca di Erik e anche Charles aggiudicare dalla sua espressione. Forse era ancora un po' arrabbiato per ieri sera pensò vanessa andando al buffet. Ma che ragione ha per arrabbiarsi?! Stiamo facendo tutto quello che vogliono e anche di più fornendo gli studi nuovi! Considerando che dovremmo tutti convivere in una lattina avrebbe fatto bene a non sconfinare con i suoi ordini soprattutto se non erano necessari... Pensò lei prendendo un paio di cornetti, una spremuta fresca e un espresso italiano. Andò a sedersi accanto a Charlie a gustarsi la sua colazione non dando peso ad Erik che era davanti a lei ancora preso dai fogli. Ogni tanto aveva la curiosità di sbirciarlo ma combatté col suo istinto.
Fortunatamente Charlie introdusse l'argomento dei mini orti, per chiedere qualcosa di quello che sarebbe stato messo nel rifugio, e quindi parlarono di quello. Anche se anche Christina era seduta al tavolo con loro, non partecipò alla conversazione, troppo presa dal suo telefono. Quando finirono la colazione arrivò un messaggio simultaneamente a tutti dall'ufficiale Brown
 
Ragazzi buongiorno. I ragazzi mi hanno chiesto di chiedervi di allenarvi con loro qui alla base oggi. Se siete interessati posso mandare un’auto a prendervi tra 20 minuti.
 
I tre si guardarono con sguardi che dicevano ‘perché no?’, quindi Charlie rispose a nome di tutti.
 
Ottima idea!
 
Vanessa e Christina si fiondarono nelle loro camere a vestirsi e farsi una doccia consapevoli che ci avrebbero messo molto di più dei ragazzi. Infatti gli altri due la presero con molta più calma. Già che aveva qualche minuti Vanessa si depilò bene le gambe così da
potersi mettere gli shorts per fare ginnastica e si legò i capelli lunghi in una bella coda di cavallo bella alta, per stare fresca. Quando andò alle scale anche Cristina la raggiunse e le due chiacchierano un po' su cosa si aspettavano da questo allenamento, anche se nessuna delle due ne aveva un’idea precisa. Arrivate all'entrata i ragazzi erano già lì in attesa e quando si avvicinò Vanessa percepì lo sguardo di Erik su di lei ma si costrinse ad ignorarlo. Se avesse avuto qualcosa di ridire doveva parlare altrimenti lei non gli doveva niente.
 
Tutti piuttosto nervosi salirono sulla jeep che era appena arrivata fuori ed andarono alla base. Entrarono dentro fino ad una piccola pista di decollo con un paio di piccoli aerei militari parcheggiati ai lati dove i 3 militari aspettavano sull'attenti con le braccia unite dietro la schiena, accanto all'ufficiale Brown. Scesero dall'auto tutti mentre l'ufficiale Brown diceva "Signori bentornati. Con i miei ragazzi ed Erik stavo pensando di trasformare quest'allenamento in un test". I civili si misero di fronte ai militari, inconsapevolmente imitando la loro posa, mentre Charles chiedeva "Un test? Cioè?" "Dobbiamo valutare quanto i militari abbiano imparato e quanto siano pronti per partire quindi accoppieremo uno di voi con uno di loro. Vi insegneranno alcune delle tecniche e vi diranno alcune delle cose da sapere ed io ed Erik vedremo come va." Oh allenamento di coppia pensò Vanessa incuriosita anche se un po' preoccupata, sperava di non far fare brutta figura al ragazzo in coppia con lei. Forse leggendo un po' di preoccupazione in lei, Louis che era davanti a lei le fece un sorriso e l'occhiolino e lei gli rispose con un sorriso incerto. "Bene direi che potete anche accoppiarvi con la persona innanzi a voi" disse l'ufficiale Brown dando poco peso alle coppie. Louis si mise accanto a Vanessa mentre James si accoppiava con Charlie e Kyle con Christina. A Vanessa quasi venne da sorridere a pensare che erano stati accoppiate le due persone più silenziose e si chiese quante parole avrebbero scambiato nell'arco della giornata.
 
"Bene signori, abbiamo preparato molte sfide per voi, vedremo quante riusciremo a fare oggi. Dottore lei va al corso sull'orientamento al simulatore, Christina alla palestra per l'arrampicata e qualche prova fisica, Vanessa e Louis avete la prova di guida col mezzo militare" Oddio iniziamo bene... "Io vengo con voi al percorso" oh sempre meglio pensò super nervosa Vanessa dopo il commento dell'ufficiale. “Civili ricordate che non stiamo seguendo nessun tipo di protocollo ufficiale quindi sentitevi liberi di fare tutte le domande che avete” Tutti annuirono e si dispersero
mentre Vanessa e Louis andarono verso una jeep militare con delle ruote alte come la vita di Vanessa e una struttura a gabbia metallica che lasciava aperto il veicolo ma protetto. Quando vide il mezzo Vanessa fece un’espressione terrorizzata senza accorgersene o almeno così sembrò dall’espressione divertita di Louis nel vedere la sua. “Stai tranquilla non è difficile come sembra da guidare. Tu sei forse anche più facilitata di noi dato che sai usare il cambio manuale. In Italia imparate con quello giusto?” “Beh sì è vero ma come mai lo sai?” Louis scrollò le spalle mentre diceva “Non ricordo chi me lo ha detto” Poi aprì la portiera del passeggero porgendo la mano a Vanessa. Lei per un attimo fu sorpresa da tale galanteria poi quando si trovò a salire capì che non sarebbe riuscita a salire senza il suo aiuto. Louis si mise al posto di guida e l’ufficiale Brown nei sedili posteriori. Luois mentre portava la macchina al percorso, costruito apposta per il loro allenamento cercò di spiegare a Vanessa come guidare un mezzo 4x4 pesante come quello ma potente. A parole capì poco ma Louis, vedendo la sua confusione le disse che era molto più facile da capire alla guida che non con un semplice discorso teorico. Quando arrivarono al percorso che era un piccolo 8 sterrato con due colline, una più ripida dell’altra e una pozza gigante lungo la strada, Louis aiutò Vanessa a salire al lato guida. Prima che potesse mettere in moto il mezzo, lei sentì dietro di lei una voce dire “Buona Fortuna, signorina rossi” Vanessa si girò confusa, dato che non era stato l'ufficiale Brown a parlare. Lui stava reggendo un tablet con lo schermo verso di lei. Vanessa vide che era in video conferenza con Alexander nella stessa sala dove si erano incontrati il giorno prima. "Oh salve signor Hammond..." "Non ti preoccupare di me Vanessa fai come se non ci fossi" Sì facile a dirsi... Poi Vanessa fece il primo giro di percorso seguendo le indicazioni di Louis che ogni tanto le diceva cose tipo ‘ora dai meno gas, ora un po’ di più, cambia quando senti che i giri del motore sono troppi’ Finito il primo giro, Vanessa pensava di aver fatto un pessimo lavoro dato che Louis aveva dovuto correggerla più volte ma l'ufficiale Brown le disse "Ottimo lavoro, Vanessa" "Davvero?" chiese sorpresa lei girandosi. Sia l'ufficiale sia Alexander sorridevano soddisfatti. "Certo! A noi si spengeva la macchina di continuo ai primi giri!" disse Louis ridendo. Vanessa batté le mani come una bimbetta suscitando l'ilarità degli altri poi disse "Posso fare un altro giro o dobbiamo tornare?" "Fai pure, puoi provare a battere il record dei ragazzi" disse l'ufficiale Brown "Sì provaci..." disse con tono di sfida Louis.

 
Vanessa fece del suo meglio ma non batté il loro record nonostante fece 4 giri completi del percorso sempre più veloci e senza bisogno di correzioni ulteriori. "Vanessa riportaci da dove siamo partiti. Dobbiamo lasciare il mezzo anche agli altri” Disse l’ufficiale Brown interrompendo il suo divertimento. Lei fece un’espressione dispiaciuta ma si lasciò guidare dalle indicazioni di Louis al punto di partenza. Quando arrivarono ad aspettarli c’erano Charles, James ed Erik. “Finalmente!” Disse il dottore con un’espressione di finto fastidio quando Vanessa saltò giù dalla macchina. L’Ufficiale Brown scendendo disse “Scusate signori ma qualcuno si stava divertendo al percorso” Vanessa alzò le spalle mentre rideva. Mentre gli altri salivano in macchina con Brown, Louis affiancò Vanessa chiedendo ad Erik “Noi andiamo alla palestra ora giusto?” Lui fece un sorriso molto distaccato, disse di sì a Louis e girò i tacchi verso la palestra. Anche Erik aveva in mano lo stesso tablet di Brown quindi forse anche lui era in comunicazione con Alexander quindi Vanessa cercò di non fare commenti.
 
Fecero pochi metri ed entrarono nell’edificio affianco alla pista da dove erano venuti e videro che l’hangar era stato diviso in zone diverse. C’erano 4 simulatori diversi con i visori, e in uno c’era Christina che sembrava un robot con tutta l’attrezzatura addosso, con a fianco Kyle, ugualmente attrezzato. Nelle altre due zone c’era una parete di arrampicata in una e nell’ultima un semplice tavolo con un raccoglitore ad anelli pieno di fogli. Erik si mise a sedere al tavolo poggiando, il tablet girato verso la parete di arrampicata, sfogliando il raccoglitore. Vanessa lo guardò cercando di capire cosa ci fosse nel raccoglitore ma Louis la guidò alla parete di arrampicata e le mise l’imbracatura. Più che una parete vera e propria sembrava una grande tavola di legno formata da numerosi alberi uniti insieme. “Sei mai stata in quei parchi dove i bambini scalano le pareti colorate?” Chiese Louis assicurando l’imbracatura sua e di lei. “Non proprio” Disse lei osservando l’enorme parete. “Non ti preoccupare. L’importante è fare passo per passo e non guardare in giù” Disse lui cominciando già a scalare. Dopo un paio di metri di altezza Vanessa già sentiva un po’ di fatica ma era abbastanza contenta che riusciva a salire anche se molto più lentamente di Louis “Ehi ma perché ci arrampichiamo su un albero?” Chiese lei non capendo il nesso tra questo allenamento e quello fatto prima. “Se qualcosa di pericoloso ti segue a terra su un albero abbastanza alto sei al sicuro.” Sentì urlare Erik da terra. Si era avvicinato con il tablet in mano. Inavvertitamente lei guardò giù e si rese conto dell’altezza che aveva fatto, che era molto più di quello che si aspettava. Nonostante provasse un po’ di paura riuscì a rispondere a tono ad Erik “Ma se tu sei riuscito a nasconderti sotto terra!” Poi riprese a salire mentre Louis se la rideva. Anche Alexander commentò “La ragazza sa il fatto suo...” Erik alzò gli occhi al cielo e disse “Per la precisione sotto un camion” “Dai Vanessa un altro paio di metri poi abbiamo finito e c’è la parte più bella” La richiamò Louis “Che sarebbe?” Disse lei “Lasciarsi scendere!”
 
Grazie alle dritte di Louis, Vanessa arrivò in cima e poi scese con spingendosi con le gambe sul muro. Era stato molto faticoso arrivare in cima ma soddisfacente “Grande Nessa!” Disse Louis tendendo la mano in alto davanti a lei una volta scesi e lei gli batté il 5 nonostante il fiatone. “Ora riprendete fiato che dovrete fare la prova di corsa” Disse Erik scrivendo qualcosa sul tablet. Oddio era sempre stata una frana alla corsa... “Corsa? Perché?” “Studiando le mappe abbiamo stabilito che ci possa essere almeno un rifugio o un nascondiglio sull’isola ogni 2 km quindi dovete cercare di correre per almeno due giri esterni di questo capannone.” Spiegò Erik “Sìì io non penso di potercela fare” Disse Vanessa facendo segno di no con la testa. “Tranquilla Vanessa lo sappiamo. Farai il possibile e quando sarai stanca Louis ti porterà in collo fino al completamento dei due giri.” Spiegò Alexander. Vanessa non capì bene allora dov’era la prova. “è una prova per lui più che per te questa” disse Erik voltandosi con un’espressione leggermente irritata.
 
Con calma uscirono dall’edificio ed iniziarono la prova. Vanessa riuscì a completare un giro, nonostante all’ultimo le sembrasse di star per vomitare, quindi Louis la prese in collo come se fosse un semplice zainetto e corse veloce a completare anche il secondo giro. Frenò di colpo un paio di metri dopo la linea del traguardo e iniziò a saltare con entrambi le mani alzate come un pugile vittorioso. “Ehi ma che fai? Fammi scendere!” Disse Vanessa ridendo “Oh già mi ero scordato che tu eri li” disse poi la fece scendere mentre Kyle, uscito da poco dal capannone, diceva “Sei proprio uno spaccone amico!” Erik era rientrato prima ancora che finissero il secondo giro ma Christina e Kyle stavano uscendo nell’attesa del proprio turno sul fuoristrada. I due si diedero il 5 e cominciarono a vantarsi delle loro prove di forza mentre Vanessa si avvicinava a Christina che sembrava un po’ scombussolata “Ehi tutto bene Christina?” Le chiese lei. Lei si ricompose velocemente e disse con un sorriso “Sì sì solo che non avevo mai provato un simulatore di realtà virtuale mi ha un po’ scombussolato” Vanessa ricordò che anche per lei era stata una strana sensazione la prima volta con un simulatore ed era stato un semplice gioco con una consolle a casa. “Louis adesso andiamo noi al simulatore?” Chiese Vanessa al suo partner. Lui diede una pacca a Kyle e fece un cenno a Christina mentre diceva “Sì è la prossima e l’ultima prova prima della pausa pranzo” Mentre loro entravano arrivava anche il mezzo con Charles a bordo che parlava animatamente. Louis la tirò dentro prima che potessero incontrarsi e iniziare a parlare.
 
La prova del simulatore portò Vanessa nel cuore della foresta tropicale con Louis. Insieme dovevano trovare degli oggetti con una mappa a disposizione ed evitando alcuni pericoli fissi come piante velenose e incontrando animali della zona. Era una prova divertente e se non fosse stato per il peso del visore sulla faccia Vanessa non si sarebbe ricordata di non essere davvero in una coloratissima foresta. Louis sembrava a casa sua e lei si chiese se la foresta che vedeva era simile a quelle dove era cresciuto. Glielo chiese anche e lui le parlò un po’ di casa sua mentre cercavano gli oggetti. A casa sua era stato morso da animali sconosciuti talmente tante volte da diventare ininfluente oramai, ma sua madre conosceva tutte le piante che potevano guarirlo, basandosi sulle vecchie leggende delle tribù native da cui lei proveniva. Scrivendo quello che i suoi antenati conoscevano sulle piante tropicali era diventata una biologa botanica importantissima anche se non aveva una vera e propria preparazione di studi sopra. Il suo libro, pubblicato sotto pressione proprio di Louis, era stato tradotto in molte lingue e veniva usato in alcune università come testo di studio.
 
Trovarono i cinque oggetti molto velocemente tanto che quando si tolsero l’armamentario l’ufficiale Brown, rimasto ad osservare sullo schermo del computer cosa vedevano loro con i visori, disse “Siete stati il gruppo più veloce ragazzi, ottimo!” I due si diedero il cinque poi Louis stritolò in un abbraccio Vanessa, facendola volteggiare in aria. Vanessa fu quasi dispiaciuta di aver finito la prova, gli era piaciuto esplorare quell’ambiente sconosciuto con Louis, un ottimo compagno di squadra che conosceva molti dei pericoli che avevano incontrato. “è stato lui particolarmente bravo signore.” E Louis fece un gesto eccessivo con la mano colpendole piano il braccio come a dire ‘oh ma dai...’ “Bene. Vuol dire che il nostro allenamento è stato adeguato” Disse l’ufficiale riguardando
alcune delle immagini della loro prova.
 
La voce di Alex uscì dal computer “Bene signori direi che vi siete meritati una tranquilla pausa pranzo. Ufficiale riporti tutti all’albergo così possono mangiare tranquilla cosa vogliono al ristorante, lontano degli occhi dei militari” “Tutti, signore?” Chiese Brown “Sì Brown anche i militari. Solo Erik no che viene alla ingen per un incontro con il consiglio” Mentre Louis sorrise contento di poter uscire un po’ dalla base Vanessa si rese conto che il fatto di non pranzare con Erik la tranquillizzava. Ogni volta che lui od Alex erano con lei si sentiva sotto esame. Le sembrava che quando lei non guardava lui, Erik la studiava valutando se fosse all’altezza. Mentre Brown si concentrava più sui suoi. “Vanessa anche tua sorella e Viktor vengono a pranzo in albergo. Anche loro hanno bisogno di un po’ di pausa” Lei sorrise, contenta all’idea di rivedere una faccia amica con cui poter parlare di tutto e non solo dell’imminente missione.
 Mentre si dirigevano alla macchina con la quale erano venuti Vanessa pensò che il rifugio sarebbe stato completato già domani secondo le stime di Alexander. Erik era appoggiato alla macchina con gli occhiali da sole addosso e sembrava prendere qualche raggio di sole in quella breve pausa. Charles aveva ancora il fiatone, dato che aveva appena finito di correre i suoi due giri. James e Louis scambiarono qualche parola con l’ufficiale per il rientro mentre a Vanessa venne un dubbio “Erik ma noi partiamo domani?” Lui la osservò ancora per un istante prima di risponderle “In verità sì. Domani mattina. Un aereo militare ci porta in Costa Rica da li prenderemo una macchina fino al porto e poi un traghetto ci porterà fino alla costa dell’isola. Saremo al rifugio domani sera” Tutti guardarono abbastanza scioccati Erik. Avevano tutti capito che la partenza era imminente ma sapere che era l’ultimo pranzo e l’ultima notte come persone normali, non come esiliati guardiacaccia era abbastanza terrorizzante per tutti a quanto pareva. Anche quando arrivarono Christina e Kyle l’umore era abbastanza teso ancora. Solo Charlie e Louis guardandosi decisero di dover distrare il gruppo e quindi si lanciarono nel raccontare aneddoti su aneddoti su tutti gli argomenti che gli passavano per la mente. Riuscirono a far ridere gli altri ma tutti erano ancora visibilmente preoccupati.



G.M.
Note dell'autrice
Vi prego perdonatemi per i termini un po' colloquiali toscanacci! Il mio sangue sa di pappa al pomodoro e vino di Bolgheri... soprattutto il secondo a dir la verità <3 


 

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Capitolo 6
*** Capitolo 5 ***




Quando il gruppo arrivò in albergo vennero scortati dalle loro guardie direttamente nella sala da pranzo. Ad un tavolo rotondo grande, leggermente appartato c'erano già seduti Laura e Viktor che stavano parlando animatamente scrivendo qualcosa su di un foglio. Quando Laura alzò lo sguardo e vide tutti disse "oh finalmente almeno posso smettere di parlare con questo che mi fonde il cervello" Viktor rise dicendo "perché tu sei una persona testarda!" "almeno quanto te" disse lei levando i fogli che avevano davanti alla svelta. Vanessa si mise accanto alla sorella ansiosa di raccontarle delle prove fatte la mattina che lei non aveva visto. Mentre tutti raccontavano dei loro risultati confrontandosi i camerieri portarono menù a tutti. Vanessa scelse un classico hamburger con verdure e salsa di cipolle in agrodolce che le faceva venire l'acquolina in bocca, la sorella scelse lo stesso panino ma con un hamburger di verdure. I militari scelsero quasi tutti la pasta con il ragù a parte Louis che prese un risotto, Viktor e Charles optarono per una bistecca e Christina per un sandwich blt. Ognuno aveva le proprie preferenze e Vanessa si disse che chiunque avesse cucinato nel rifugio avrebbe avuto vita difficile con 10 persone con gusti tanti diversi.
 
"Laura ma come mai tu e Viktor eravate alla ingen stamattina?" chiese Vanessa, addentando contenta il suo hamburger "Abbiamo disegnato dei pannelli solari per il rifugio molto efficienti e anche in grado di muoversi ed essere trasportati per sfruttare al massimo la luce solare." disse lei concentrata pienamente sul suo cibo, evidentemente anche lei aveva fame. Mentre tutti mangiavano si scambiavano tutte le informazioni possibili che conoscevano sulla loro missione dato quello che avevano imparato oggi. Anche se Vanessa capiva perché dovessero partire al più presto, si sentiva in possesso di troppe poche informazioni. I militari erano molto più preparati di loro, sapevano da settimane di stare per partire infatti conoscevano tutto quello che si poteva sapere sugli animali presenti sull'isola, naturalmente e per mano umana, sulla vegetazione autoctona e sulle persone che ne minacciavano il già debole equilibrio. Tutte queste informazioni erano raccolte nel quaderno che Vanessa aveva visto alla base e lei si chiese se avrebbe avuto l'occasione di leggerlo. Sfortunatamente ricevette un messaggio da Alexander.
 
Vanessa oggi puoi venire alla ingen? Dobbiamo modificare il progetto del rifugio per aggiungere l'orto ed è più facile se ci sei anche tu.
 
Certo ci sarò
 
Ottimo. La scorta ti accompagnerà qua dopo il dolce e il caffè

 
Dolce...? Pensò Vanessa. Poi una cameriera portò su di un bel vassoio una bellissima torta red velvet con decorazioni di frutta. Nessuno se lo aspettava e tutti furono piacevolmente sorpresi. Vanessa disse "il dolce ce lo offre Alexander” Per informare gli altri. I militari stavano affondando la bocca nei loro pezzi di torta con pochi riguardi mentre sua sorella tagliava fette per tutti dicendo “nel senso che dobbiamo pagare il resto del pranzo?” E tutti risero per la sua involontaria battuta. Quando Vanessa assaggiò la torta fece un mugolio da quanto era buona. Quando riaprì gli occhi, dopo un secondo di estasi, Louis davanti a lei si toccò la punta del naso facendole uno strano sorriso. Vanessa chinò il capo non capendo cosa volesse dire e lui rise dicendo "Ness hai della glassa sul naso" a lei venne da arricciare il naso per cercare di vedere, prima di pulirsi e vide che anche gli altri risero per la smorfia che aveva fatto. Così il dolce e il caffè furono goduti da tutti tra le risate.
 
Posata la tazzina uno dei militari che facevano loro da scorta si avvicinò all'orecchio di Vanessa per dirle "signorina rossi quando è pronta l'accompagno alla ingen" Vanessa si alzò dicendo "signori il signor Hammond mi aspetta alla ingen. Divertitevi oggi" i ragazzi la guardarono incuriositi ma Vanessa pensava già di passare in camera sua a cambiarsi quindi pensò che fosse meglio non far aspettare Alexander. Baciò la sorella sulla guancia e si lasciò scortare nella hall. "vado un secondo a cambiarmi. Due minuti" disse salendo alla svelta verso la loro camera senza nemmeno aspettare la risposta della sua scorta. Si mise una delle sue camicette preferite bianca con le maniche larghe e dei pantaloni neri a vita alta stretti ma elastici e comodi. In un paio di minuti era già pronta scese di corsa e andò via scortata da un militare.
 
Entrando alla ingen vide subito Alexander che l'aspettava e le veniva incontro. "Grazie di essere venuta Vanessa, vieni andiamo nel mio ufficio" lei gli camminò accanto mentre entravano nell'edificio e salivano agli ultimi piani con l'ascensore. "Oh signor Hammond grazie per la torta era magnifica" disse Vanessa ricordandosi della buonissima torta appena mangiata. Lui la guardò come se lo stesse ringraziando inutilmente per un gesto semplicissimo per lui. "Oh non ringraziarmi è il minimo che potessi fare. Tu e gli altri non state solo salvando degli animali e un’isola ma anche la mia azienda. Un'azienda che è attiva da ben 3 generazioni e spero di non essere io a causarne la chiusura." "beh diciamo che non sarebbe proprio colpa tua..." disse lei guardandolo di sottecchi. Quando le porte si aprirono e i due si incamminarono verso lo studio di Alex, lui disse "è tecnicamente vero ma mi sento responsabile comunque" Vanessa cercò di soppesare le sue parole e disse “è ammirevole che tu sia attaccato all’azienda della tua famiglia. Pensi che tuo nonno si sarebbe aspettato che il futuro della ingen e il tuo sarebbe stato così?” Alex si fermò davanti ad una porta di vetro opacizzato con sopra il suo nome scritto, ma invece di entrare sembrò riflettere qualche secondo e disse “Non lo so… ma lo spero tanto” Poi gli fece un sorriso sincero anche se con un sottotono un po’ malinconico. Poi prima che il discorso potesse continuare lui aprì la porta dell’ufficio e invitò Vanessa a sedersi alla sua scrivania accanto ad una ragazza già seduta.
 
“Vanessa questa è Alicia Simmons è stato uno dei nostri migliori ingegneri ed ora è uno dei responsabili per la vostra missione. Lei ha disegnato il rifugio e ne ha supervisionato la costruzione da remoto” Alicia tese la mano a Vanessa che la strinse con energia come il nonno le aveva sempre detto di fare “Signorina Rossi è un piacere per me conoscervi. Finalmente vi conosco di persona e non come un semplice fascicolo.” Alicia era una donna veramente stupenda, il corpo snello ma con delle leggere curve era fasciato da un tubino nero semplice, i capelli biondi e lucenti come miele le ricadevano in ciocche dallo Chignon, le labbra erano rosso rubino e gli occhi verdi erano circondati da degli occhiali tondi dorati quasi quanto i capelli che la facevano sembrare una diva degli anni 80. Quando Vanessa le disse un semplice e intimidito “è un piacere anche per me” prima di lasciarle la mano, sentì un complesso di inferiorità invaderle il corpo. Cercò di distrarsi subito e chiese “è a conoscenza dei cambiamenti che vogliamo fare?” Alicia tirò fuori dalla sua borsa un tablet ponendolo sulla scrivania davanti a loro e disse “Alexander mi ha accennato qualcosa su di un orto ma non ho capito molto bene, quindi spiegami tutto. E dammi del tu ti prego”

Alexander rimase abbastanza in disparte ponendosi però dietro la sedia di Vanessa in piedi per poter vedere, mentre lei le spiegava il suo progetto. Un orto di 3-4 metri poteva produrre cibo per 10-12 persone garantendo vitamine, carboidrati, fibre e proteine vegetali. Vanessa disegnò una aiuola di 3x1,2 metri con piantate diversi tipi di verdure e legumi scrivendo a fianco le condizioni ottimali che necessitava per lavorare al meglio. “Quindi saranno necessari innaffi manuali con tempistiche diverse a seconda della zona dell’orto, oltre a concime, luce solare e ossigeno durante la notte.” Alicia osservò il suo disegno e il progetto del rifugio sul suo tablet e riflettendo disse “Ok la cisterna di acqua piovana dovrebbe bastare per voi e per l’orto secondo le nostre stime. Per quanto riguarda la luce i lucernari sono stati già installati in alcune zone quindi potremmo rivalutare il loro uso” Alicia diede qualche comando al tablet che aveva e questo fece vedere dei rettangoli bianchi sovrapposti al progetto, i lucernari installati. Vanessa indicò la sala dei server, accanto alla cisterna, e disse “Forse potremmo mettere l’orto qui e spostare i server nell’attuale laboratorio chimico. Così ci sarà la luce, l’acqua sarà vicina e io potrò lavorare li tranquillamente” Alicia scrisse con una pennina le correzioni sul tablet poi cominciò a stilare una lista delle cose che doveva fare per renderlo realtà. “Calcolando le tempistiche l’orto potrà essere aggiunto entro domani sera, mentre i robot montano i mobili nelle camere. Voglio valutare anche di aggiungere un cassonetto che preveda la raccolta di rifiuti organici per il concime ma dovrò vedere se è possibile aggiungere una zona per il suo trattamento perché temo che il ricambio d’aria così limitato potrebbe causarvi un’intossicazione per i gas” Poi Alicia alzò lo sguardo verso Alex come a chiedergli se doveva procedere ma lui rise e disse “Alicia sai che non devi chiedere il mio parere, va benissimo. Ora va a lavorare” Lei gli sorrise contenta e abbracciò Vanessa come farebbe un’amica, dicendole in un sussurro “Buona fortuna” Poi andò a mettere in pratica la loro idea. “è stato più veloce di quello che pensavo” disse Vanessa girandosi per guardare Alex. Lui fece una faccia sorpresa e disse “Vanessa siamo qua da ormai più di due ore” Lei non si era resa conto che fosse passato tanto tempo, Alicia era una persona molto piacevole ed era stato quasi bello parlare, fare calcoli e progetti con lei anche se la testa le scoppiava.

L’interfono sulla scrivania di Alexander si accese con un breve segnale e si sentì una voce femminile dire “Signor Hammond, il signor Kirby è qui con l’ospite che stava aspettando” “Oh giusto me lo stavo scordando. Falli pure entrare” Erik entrò nello studio seguito da un ragazzo con i capelli rasati e una camicia che lasciava intravedere un corpo muscoloso e forte. Anche il viso esprimeva una forza bruta con i lineamenti duri e la mascella rigida. Mentre Erik entrava rimase sorpreso nel vedere Vanessa li, evidentemente Alex non lo aveva avvertito, ma l’altro ragazzo rimase impassibile con una faccia degna di un giocatore di Poker. “Oh non sapevo che fossi qui Nessa” Disse Erik guardando un po’ lei e un po’ Alex. “Nessa e Alicia hanno aggiunto l’orto al rifugio.” Disse lui. Poi aggiunse subito “Nessa questo è Jack Lawrence. È l’ultimo membro del team.” “Oooh giusto. È un piacere conoscerti io sono Vanessa Rossi” “Tu sei la giovane chimica quindi…” Disse lui stringendo la mano che Vanessa gli aveva porto. Non lo disse come fosse stata una domanda, era una constatazione di un fatto che non gli piaceva un granché a giudicare dal tono. Vanessa non poté fare a meno di chiedersi se aveva fatto qualcosa di sgradevole o se semplicemente si fosse inventata la sfumatura negativa. Alexander ricevette una chiamata che lo distolse ed Erik era distratto dai fogli di appunti che Vanessa aveva fatto per spiegarsi poco prima con Alicia, quindi nessuno si era accorto di niente. Non sapendo cosa rispondere Vanessa fu costretta a dire solo “Esatto sono io…” Jack continuava ad osservarla con attenzione e con un’espressione infastidita che Vanessa non si spiegava proprio ma non sapeva bene come uscire da quella situazione spiacevole senza sembrare una ragazzina pregiudizievole. Fortunatamente Alexander le offrì la via di fuga “Nessa, io ed Erik dobbiamo parlare con Jack, perciò tu vai pure. La persona che ti ha accompagnato ti riporterà in albergo” Vanessa, finalmente, poté staccare lo sguardo da quello di Jack e sorridere ad Alexander prima di congedarsi abbastanza in fretta ma non troppo da dare qualche sospetto.
 
Quando Vanessa si chiuse in macchina si sentì come se per la prima volta in tutto il giorno nessuno la osservasse e la analizzasse. Non si era mai sentita così giudicata come nelle ultime 48 ore e non era una sensazione piacevole, ma, si disse, era sicuramente una fase passeggera. Chissà se anche gli altri membri del team si sentivano giudicati come si sentiva lei. Se era così non lo davano a vedere di certo.
 
Quando arrivò all’albergo era ancora presa dai suoi pensieri quindi si incamminò verso la sua camera ma fu fermata dalla receptionist che la richiamò prima che salisse le scale. “Signorina Rossi, il Signor Hammond mi ha chiesto di farla accompagnare nella nostra spa in attesa dei suoi compagni” “Oh… Allora vado su a prendere un secondo le ciabatte ed un asciugamano” “La ragazza disse subito “No No non c’è bisogno troverà tutto alla spa” Anche se l’argomento doveva essere abbastanza normale per lei, la ragazza sembrava nervosa per qualcosa. Decisa a farsi gli affari suoi e farsi notare il meno possibile, come Alex le aveva chiesto di fare, si fece accompagnare alla spa da uno degli addetti dell’hotel. Dopo che si cambiò con il costume l’accappatoio e le ciabattine di cortesia dell’albergo, entrò nel centro benessere e rimase affascinata. L’albergo possedeva una palestra ultramoderna con impianto audio per sentire la propria musica preferita, una sauna di legno che profumava di menta e pepe, una meravigliosa piscina nella zona più buia con tanto di piastrelle blu lucenti e scure che facevano sembrare la piscina una piccola parte di oceano e un idromassaggio che sovrastava la piscina, facendo cadere l’acqua dal bordo come una cascata. Dato che non c’era nessuno e aveva almeno ancora un’oretta prima che potessero arrivare gli altri si tolse accappatoio e si mise i pantaloncini per correre un po’ sul tapis roulant e poi rilassarsi a pieno. Prese il telefono, mandò un messaggio veloce al padre che non sentiva da un paio di giorni e poi attaccò la sua musica preferita per poter correre. Dopo una 20ina di minuti decise che aveva sudato abbastanza, quindi si spostò in piscina per rinfrescarsi un po’. Sedendosi sull’ultimo scalino di entrata poteva bagnarsi fino al petto lasciando le spalle fuori quindi si sedette e si godé il suono della cascata solamente.
 
Sfortunatamente la calma non durò molto. Sentì delle voci parlare animatamente all’entrata e voltandosi vide che entravano Charlie, Christina, Laura e Viktor, anche loro con costume e asciugamani dell’albergo. Charlie appena vide che lei era già li le sorrise con un accenno di sfida e poi si scrollò con velocità l’accappatoio per poter correre in acqua e schizzarla il più possibile, nonostante le sue proteste. Christina e Laura entrarono con molta più delicatezza mettendosi sedute come lei e cominciarono a parlare dei loro allenamenti e a chiedere di quello che aveva fatto lei alla ingen. Lei raccontò di Alicia, anche Laura e Viktor l’avevano conosciuta la stessa mattina, ma soprattutto di Jack e quando le fecero domande su di lui non seppe bene cosa rispondere. Era innegabile per lei che il loro primo incontro non fosse andato per niente bene quindi non era così facile capire che persona fosse quindi si mantenne molto sul vago, preferendo dare dettagli sul fisico e sul modo di porsi molto rigido senza commenti su come si fosse rapportato con lei. “Ok quindi è alto, forte e rigido… Praticamente hai appena decritto un armadio, Ness” Disse Laura guardando la sorella con un sopracciglio alzato. “Ci saremo scambiati solo 4 parole cosa pretendi?” Disse Nessa ridendo. Poi cercò di sviare il discorso sulle prove che avevano fatto loro alla base. Laura lasciò che la sorella chiese agli altri un sacco di particolari sul loro allenamento ma Vanessa ogni tanto vedeva che la guardava con uno sguardo che diceva che sapeva che nascondeva qualcosa. Ignorò tale sguardo il più possibile, specialmente davanti agli altri, non voleva fare una brutta figura con le persone con cui avrebbe dovuto convivere in una lattina su di un’isola a km dalla civiltà.

Dopo un’oretta che tutti si stavano rilassando la receptionist entrò nella spa e disse “Signori ora potete rientrare nelle vostre camere, dentro troverete una sorpresa dal signor Hammond” Tutti si guardarono a vicenda cercando di indovinare la sorpresa e il motivo ma ogni idea sembrava più folle o stupida delle altre. Dopo una breve doccia alla spa si diressero tutti nelle proprie stanze. Quando Laura entrò per prima disse “Oh e questi?” indicando dei vestiti stesi sui loro letti. Entrambe presero i vestiti per vederli meglio ed erano sicuramente troppo eleganti per un collegamento logico con una missione come la loro. Sulla scrivania c’era un biglietto accanto ad una borsa piena di trucchi e pennelli nuovissimi.
 
Stasera siete invitati al mio attico per festeggiare la vostra partenza. Questi sono solo un minimo ringraziamento da parte mia per voi tutti perciò fatevi belli come non mai per una cena speciale con voi tutti e alcuni delle persone che lo hanno reso possibile. Le macchine vi verranno a prendere alle 19:30
 
P.S. Spero che i vestiti vi piacciano. Alicia li ha scelti qualche giorno fa dando un’occhiata ai vostri profili social

 
Vanessa guardò subito che ore fossero e vide che avevano più o meno un’ora per prepararsi e, considerando che erano in due con un solo bagno, sarebbe stata necessaria tutta.


G. M.

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