Il figlio segreto

di Tide
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 17 ***
Capitolo 18: *** Capitolo 18 ***
Capitolo 19: *** Capitolo 19 ***
Capitolo 20: *** Capitolo 20 ***
Capitolo 21: *** Capitolo 21 ***
Capitolo 22: *** Capitolo 22 ***
Capitolo 23: *** Capitolo 23 ***
Capitolo 24: *** Capitolo 24 ***
Capitolo 25: *** Capitolo 25 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


 
Avvertenze:
-Mi baso sui film e sulla mia immaginazione. Dalle legends e da altre fonti prendo quel che mi piace.
-Questo è un seguito della mia storia “L’imperatrice segreta”.
-Avevo segnato “L’imperatrice segreta” come WhatIf? Perché inizialmente volevo che il figlio di Sly Moore fosse poi il padre di Rey. Poi però ho fatto pace col fatto che il padre di Rey sia un clone di Palpatine e ho deciso che Rey può sempre avere uno zio. Perciò niente WhatIf? Per questa storia.
-OOC per sicurezza. È soprattutto per chi è abituato al Palpatine delle legends. Il mio è un po’diverso, almeno sotto certi aspetti. Comunque, basandomi sui film, mi sembra legittima anche la mia interpretazione del personaggio.
-Comincio a pubblicare la storia essendo a buon punto, ma non avendola ancora ultimata. Oltre il ventesimo capitolo potrebbe esserci una battuta d’arresto.
-Sono consapevole che la storia non sia un capolavoro della letteratura, ma non sto cercando di vincere un premio letterario, solo volevo raccontare una storia che avevo in testa.
- Se siete sopravvissuti alle premesse, cominciamo.
 
 
 
 
Capitolo 1
 
“Questi sono gli effetti personali del ragazzo coi capelli rossi.” Disse un poliziotto di specie duros, lasciando sulla scrivania del collega umano un coltellino pieghevole e una catenina con una medaglietta. L’agente umano sollevò lo sguardo verso la cella e tra la manciata di delinquentelli individuò subito un ragazzo dai capelli ramati, che sedeva con un’aria tra l’arrabbiato e l’abbattuto.
“Scommetto che non ha mai rubato prima, a giudicare da come l’abbiamo preso.” Disse il poliziotto, quasi con compassione. Il collega duros lo ignorò e proseguì:
“Ha diciassette anni, si chiama Abnee Moore.”
“Moore? Ha a che fare con quell’umbaran, Fanee Moore?”
“Il ragazzo dice che è suo zio. Lo conosci?”
L’agente umano si strinse nelle spalle
“Ogni tanto ci fa qualche scherzo, ma nulla di che.”
“Allora lo tratteniamo, il ragazzo?”
“Solo un per un po’.” rispose l’umano, osservando distrattamente il coltellino “Coronet è piena di criminali, non possiamo occupare celle con ladruncoli al primo furto.”
Il poliziotto duros annuì, mentre il collega posava il coltellino per prendere la catenina
“Facciamo qualche accertamento, poi …”
L’agente umano lo interruppe
“Guarda, qui c’è un codice.” Disse sorpreso, mentre osservava incuriosito la medaglietta.
“Sicuro che non sia un numero di serie o qualcosa del genere?”
“No, no: è un codice. Aspetta …”
Il poliziotto umano si avvicinò alla cella con la catenina in mano
“Abnee Moore.” Chiamò
Il ragazzo sollevò subito i suoi occhi chiari all’agente
“Moore, è tua questa?”
Appena vide la medaglietta, Abnee scattò in piedi e allungò la mano tra le sbarre
“Ridatemela!”
“L’hai rubata?” domandò severo il poliziotto
“No, è mia. Ridatemela.”
“Così non ti aiuti, figliolo.”
Abnee diede un sospiro un po’esasperato e un po’rassegnato
“Non l’ho rubata” ripeté più calmo “Ce l’ho da sempre: è tutto ciò che ho di mia madre.”
Il poliziotto duros intervenne
“Forse il ragazzo dice la verità”
“I codici non girano tra la gente del settore blu.”
“Potrebbe essere falso, o di poco conto … C’è quel besalisk che falsificava codici : ora ha messo la testa a posto, non farà storie a darci una mano …”
L’agente umano diede uno sguardo a Abnee, mostrando la catenina
“Facciamo qualche controllo, poi te la rendiamo, ragazzo.” Poi tornò dal collega e gli consegnò la medaglietta
“Consulta questo besalisk,  allora. Ci vediamo tra …”
“Una mezz’ora, dovrebbe bastare.”
 



 
 
 
 
 
Angolo autrice:
-Coronet City è la capitale del pianeta Corellia
-Il settore blu è un quartiere malfamato di Coronet City.
- I capitoli di questa storia saranno in linea di massima molto brevi. Sono venuti così.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Capitolo 2
 
Erano passate quasi due ore quando nella stazione di polizia entrò un uomo sulla sessantina, ma in forma, dal tipico aspetto umbarano: magro,pallidissimo, calvo,  dai tratti affilati e gli occhi bianchi, con ombre bluastre sulle tempie, intorno agli occhi e sotto gli zigomi.
“Oh, ecco Fanee Moore.” Fece il poliziotto umano, quasi con cordialità
“Agente” salutò in fretta Fanee “Mi hanno detto che avete arrestato mio nipote.”
“Infatti.”
“Capisco. Furto?”
“Già. Chissà da chi avrà imparato.”
“Non da me.” Rispose Fanee, con perfetta noncuranza “un umbaran non rischia di farsi prendere a questo modo.”
“Prima o poi troverò qualcosa per incriminarti, Fanee”
“Davvero hai tutto questo tempo da perdere?” rispose scettico l’umbaran. Il poliziotto levò le mani in segno di resa.
“Dov’è mio nipote?” chiese Fanee. L’agente gli indicò la cella
“Vai pure. Non abbiamo intenzione di trattenerlo a lungo.”
Abnee  si aggrappò alle sbarre appena vide lo zio
 “Quante volte ti ho detto di non correre certi rischi, Abnee?” esclamò Fanee agitato, prendendo le mani del nipote con un fare da madre in pensiero.
“Mi dispiace” disse il ragazzo, abbassando gli occhi
“Vorrei ben vedere.“
“Mi hanno preso la medaglietta.” Aggiunse Abnee in umbarese, volgendo allo zio uno sguardo smarrito. L’espressione di Fanee si fece tesa, in maniera appena percepibile, ma inequivocabile.
“Niente umbarese” ammonì l’agente, che s’era avvicinato per sentire quel che dicevano.
 “Sei arrabbiato?” chiese Abnee allo zio, di nuovo in galattico base
“Ora sono troppo preoccupato per essere arrabbiato, Abnee“
“è così grave, zio ?…” fece il ragazzo, un po’confuso. Fanee forzò un sorriso e scosse la testa
“Te la restituiranno presto.” Disse.
In quel momento il poliziotto duros entrò nella stazione.
“Finalmente!” esclamò il suo collega umano “Avevi detto mezz’ora, si può sapere che fine avevi fatto?”
“E’ stato più complicato del previsto.”
“Perché?”
“Era un codice con cui il nostro uomo non aveva familiarità”
“Che razza di codice è un codice con cui un falsificatore di codici non ha familiarità?”
“Un codice di identificazione imperiale.”
Sulla stazione di polizia calò un silenzio tombale. Abnee rivolse uno sguardo confuso allo zio, ma questi si limitò a chiudere gli occhi, come qualcuno che cerca di prepararsi a una dura prova.
I poliziotti si volsero a guardare l’umbaran e suo nipote.
“Un codice imperiale?” ripeté l’agente umano tornando al collega “Non è possibile, deve essere falso.”
Il duros scosse la testa:
“è autentico. Il besalisk dice che nessun falsificatore si arrischierebbe a falsificare un codice d’identificazione imperiale.”
“Mi vuoi dire che quel ragazzo ha rubato un codice imperiale?” esclamò ancora il poliziotto umano. Il collega dondolò con imbarazzo sul posto
Fanee intanto aveva fatto cenno al nipote di stare in silenzio e s’era avvicinato ai due agenti.
“L’ho trovata.” Intervenne, attirandosi lo sguardo quanto mai perplesso dei poliziotti “La medaglietta.” Proseguì “l’ho trovata quando ero ancora su Umbara.”
“Il ragazzo dice che ce l’ha da sempre e che era di sua madre” protestò l’agente umano
“ Ho detto ad Abnee che era di sua madre perché è dura crescere senza genitori e senza nulla che li ricordi”
I due agenti si guardarono. Il duros scosse la testa
“Lei non è proprio il tipo che vive in posti dove potrebbe essere perso un codice di identificazione imperiale”
“Qualche alternativa  suona più convincente?” lo provocò Fanee.
“Tutto questo è irrilevante” interruppe l’agente umano “Suo nipote è in possesso di un codice di identificazione imperiale che certamente non gli appartiene. Questa faccenda passa agli assaltatori.”
“Gli assaltatori? Seriamente volete seccare qualcun altro con questa storia?”
Il poliziotto umano raccolse un paio di manette dalla sua scrivania e le mostrò a Fanee Moore
“Sì, seriamente.” Rispose “Posso risparmiarti queste, se non fai storie.”
L’umbaran rimase immobile un istante, coi suoi occhi bianchi fermi sull’agente, i tratti del volto rigidi. Poi prese un respiro e annuì rassegnato, avviandosi verso la cella.
“Zio …” mormorò  Abnee, incapace di esprimere tutto il suo dispiacere per la situazione, mentre Fanee entrava . Lo zio gli rivolse uno stanco mezzo sorriso:
“Almeno siamo insieme. Insieme ce la siamo sempre cavata, finora.”
 
 
 
 
Angolo autrice:
-La faccenda del codice l’ho inventata io. Ho immaginato che ci siano questi codici che identificano i maggiori collaboratori di Palpatine. La domanda è: perché inciderlo su una medaglietta? La risposta onesta è: perché mi serviva per la storia. Comunque ho pensato che probabilmente non è la norma portarsi in giro la medaglietta e che semplicemente Sly abbia voluto che Abnee l’avesse per farsi riconoscere come suo figlio in caso di necessità.  
- Probabilmente lo sapete già, ma l’umbarese è la lingua nativa del pianeta Umbara.
- Cercherò di aggiornare la storia ogni mercoledì e sabato.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Capitolo 3
 
La faccenda passò agli assaltatori e Fanee e Abnee furono trasferiti in una cella di loro competenza, questa volta da soli.
Per molto tempo rimasero in silenzio: Fanee sedeva con la schiena curva e il capo chino, Abnee misurava la cella con passo lento, ma nervoso..
“Mi dispiace” mormorò infine il ragazzo.
“Lo so.” Rispose Fanee, senza nemmeno alzare lo sguardo.
“Davvero non sei arrabbiato?”
L’umbaran scosse il capo
“Non servirebbe a niente. E poi hai già detto che ti dispiace.”
Per un momento tornò il silenzio, poi finalmente Fanee sollevò il volto
“Però, Abnee,” disse “me lo devi spiegare cosa ti è saltato in testa.”
“è da un po’che siamo in difficoltà. Volevo dare una mano.” Rispose Abnee, sempre con lo sguardo basso
“E cosa pensavi di risolvere con un furtarello?”
“Era un inizio …”
Fanee sgranò gli occhi
“Un inizio?” ripeté esterrefatto
“Non intendevo … “ Abnee rinunciò a spiegarsi, scuotendo la testa “Volevo fare qualche soldo mentre cerco un lavoro.”
Lo zio gli rivolse uno sguardo dispiaciuto e chinò di nuovo il capo
“Tua madre mi ucciderebbe per come ti sto crescendo.” Disse.
Il volto di Abnee si scurì un poco
“Zio …” chiamò
“Sì?”
“è vero quello che hai detto ai poliziotti? Che la medaglietta l’hai solo trovata …”
“No, Abnee. È davvero di tua madre.”
“Dunque lei …”
“Aveva un codice d’identificazione imperiale, sì” confermò Fanee con un sospiro
Abnee rimase in silenzio alcuni secondi
“Chi era mia madre, zio?” chiese infine. Fanee sollevò uno sguardo dolente
“Mi hai sempre detto che era una persona importante” continuò il ragazzo, sempre più ansioso “Ma un codice imperiale …”
Lo zio sembrò indeciso se parlare o tacere, ma in quel momento un assaltatore si affacciò per aprire la cella, attirando l’attenzione dei detenuti.
“Vi trasferiscono.” Annunciò semplicemente
“Dove?” domandò Fanee alzandosi subito in piedi
“Su Coruscant.”
“Perché su Coruscant?”
“Io non lo so.” replicò l’assaltatore, mentre faceva uscire e ammanettava i due prigionieri “Ma voi siete quelli del codice, giusto? Avranno scoperto di chi è.”
“E non possono pensarci da qui?”
“è un codice imperiale. Se pensano che può interessare al governo, meglio avervi su Coruscant.”
Abnee e Fanee si scambiarono uno sguardo preoccupato.
L’assaltatore fece loro cenno di camminare col blaster e Abnee ne approfittò per avvicinarsi di più allo zio e dirgli sotto voce:
“Abbiamo sempre evitato Coruscant …”
“Temo che presto saprai perché.” Rispose Fanee tra i denti.









Angolo autrice:
-Come non detto. Cercherò di aggiornare il martedì e il sabato.

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Capitolo 4
 
Fanee ed Abnee furono trasferiti su una navicella per il trasporto di detenuti. Si trovarono di nuovo in cella, di nuovo in silenzio, Fanee di nuovo seduto a capo chino, Abnee sempre più mortificato e turbato per la situazione.
Dall’esterno cominciavano a sentirsi i rumori di avvicinamento al pianeta.
“Zio …” disse infine il ragazzo
“So che ti dispiace.” Rispose Fanee con fare stanco
“Non è questo …”
“Non sono arrabbiato.”
“Lo so, non è neanche questo …”
Allora lo zia alzò lo sguardo , in attesa di una domanda difficile
“Zio, credo che sia il momento di spiegarmi alcune cose.” Disse Abnee. Fanee annuì con un sospiro:
“Sì, temo di sì.”
Abnee attese un istante, aspettando che lo zio proseguisse, ma lui rimase in silenzio.
“Perché abbiamo sempre evitato Coruscant?” chiese allora il ragazzo “Perché non ci siamo mai fermati a lungo in un posto? Da cosa scappiamo, zio?”
“Scappavamo da tuo padre, Abnee.”
“Mio padre?” mormorò il ragazzo con un’espressione confusa e addolorata. Fanee prese un profondo respiro, passandosi le mani sul volto.
“Tua madre era qualcuno di importante nell’Impero.” Cominciò a spiegare “Ma tuo padre è molto più potente di quanto lo fosse lei. Prima di morire tua madre ti affidò a me perché potevo farti sparire con me.”
“Avevi detto che si amavano …”
“Infatti si amavano, a modo loro. Lei temeva che tuo padre ti avrebbe odiato per la sua morte.”
Abnee tacque. Erano informazioni così difficili da assimilare che non riusciva, sul momento , nemmeno a essere arrabbiato.
“Lui è su Coruscant, non è vero?” chiese infine
Fanee annuì gravemente.
Seguì un silenzio pesante tra i due, mentre la navicella si preparava all’atterraggio.
“chi è mio padre, zio?” riuscì infine a chiedere Abnee con un tremito nella voce. Fanee scosse la testa, come se la risposta fosse troppo difficile da dire.
“Zio, ti prego …” insistette il ragazzo, ma in quell’istante la navicella toccò terra. Pochi secondi dopo un assaltatore li stava scortando fuori dalla cella.
 
 
 
 





 
Angolo autrice:
-Questo capitolo è un po’il gemello di quello prima, ma unirli avrebbe prodotto un capitolo di dimensioni abnormi rispetto alla media.

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Capitolo 5
 
Dapprima furono sistemati in una stazione di polizia del Distretto Federale, sorvegliati da droidi poliziotto, ma presto furono di nuovo fatti salire su un velivolo degli assaltatori. Atterrarono  nel cortile d’atterraggio del palazzo imperiale.
Abnee non potè fare a meno di restare a bocca aperta: era l’edificio più imponente che avesse mai visto ed era un posto dove non avrebbe mai pensato di ritrovarsi.
Fanee e Abnee furono dunque accompagnati all’ingresso, dove due guardie, nelle loro divise rosse, li presero in custodia e li condussero all’interno. Furono scortati attraverso immensi corridoi, dove il potere non era esibito tramite ornamenti, ma piuttosto constatato dalla struttura stessa.
Si fermarono in una sala, dopo un viaggio in ascensore e alcuni altri corridoi. Una guardia tirò fuori un dispositivo per ologrammi, dal quale emerse l’immagine azzurrina di un uomo incappucciato
“Portatemi il ragazzo.” Ordinò l’uomo con una voce distorta.
“Sì, signore.”
L’altra guardia spinse avanti Abnee. Fanee cercò di seguirlo, ma fu trattenuto.
“Abnee!” esclamò allora. Il ragazzo rivolse allo zio uno sguardo disperatamente confuso, prima di svoltare l’angolo dell’ennesimo corridoio.
La guardia condusse il ragazzo a un’ampia porta, non molto lontano. Questa si aprì, rivelando quella che doveva essere la sala delle udienze. Infondo ad essa, in piedi davanti a un trono, stava l’imperatore in persona.
Per prima cosa, Abnee notò con un certo disagio l’aspetto deforme del sovrano, poi notò con un sussulto la medaglietta con il codice tra le sue mani.
Subito la guardia fece avanzare il ragazzo e lo fece inginocchiare ad una certa distanza dall’Imperatore. Palpatine non rivolse lo sguardo al suo ospite, ma continuò a guardare assorto l’oggetto che aveva in mano.
“Lasciaci.” Ordinò  e la guardia uscì dalla stanza
“Abnee Moore” proseguì, quando la porta fu di nuovo chiusa “è questo il tuo nome, ragazzo?”
“Sì, sua maestà.” Rispose Abnee, tenendo lo sguardo a terra. Nonostante la voce dell’imperatore suonasse distorta, era eccezionalmente impositiva.
“E questa medaglietta apparteneva a tua madre, dici.”
“Sì, signore.”
“Il codice che vi è inciso era il codice di Sly Moore. È lei tua madre?”
“Sì, signore. Si chiamava così.”
“Cosa sai di lei?”
“So che era qualcuno nell’Impero. E so che è morta durante il parto.”
“E cosa sai di tuo padre?”
Abnee esitò appena, ma subito, quasi d’istinto, decise che era meglio non dire troppo.
“Niente, sua maestà. Mi ha cresciuto mio zio.”
Seguì un lungo silenzio e Abnee sollevò appena lo sguardo, incuriosito. L’imperatore Palpatine stringeva con forza la medaglietta tra le dita, come se si trattasse di qualcosa che non voleva perdere, ma con l’espressione di chi l’ha già persa.
“Sly Moore era mio capo assistente amministrativo durante la Repubblica.” Prese a dire l’uomo “E fu mia consigliera quando sorse l’Impero. Era astuta, abile, insostituibile in ogni sua funzione. È stata al mio fianco come alleata, come assistente. E come donna.”
Abnee si trattenne appena in tempo dall’alzare il capo di scatto in un moto di sgomento.
“Morì dandomi un figlio.” Concluse gravemente l’imperatore. Poi si avvicinò al ragazzo inginocchiato
“Alzati, ragazzo.” Gli ordinò “Lasciami vedere mio figlio.”
Abnee obbedì nonostante le ginocchia deboli e si costrinse a guardare in volto l’imperatore. Palpatine lo scrutava con i suoi penetranti occhi gialli, senza il minimo segno di affetto, con freddezza.
“Non vedo nulla di lei in te.” Disse l’imperatore con un inflessione pericolosamente vicina al disprezzo. “Ma forse saprai dimostrare che mi sbaglio.” Aggiunse allontanandosi di nuovo, mentre la guardia già rientrava per portare via Abnee.
 
 
 
 
 
Angolo autrice:
-Noterete che le descrizioni non sono il mio forte, soprattutto quando non ho una precisa immagine di riferimento (non so se ce n’è per l’interno del palazzo imperiale, ma non ne ho trovate).
- Ero molto indecisa se usare il lei o il voi … Ho deciso per il lei, giusto perché ci sono più abituata.
- E nente ... tipico ricongiungimento famigliare, no?

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Capitolo 6
 
La guardia condusse Abnee alla stanza dove avrebbe soggiornato, lo fece entrare, chiuse la porta e rimase a fuori a sorvegliare.
Era una stanza ampia, non esageratamente lussuosa, ma dotata di ogni cosa servisse a rendere piacevole la permanenza. Abnee non aveva mai vissuto in un luogo tanto curato, comodo e pulito, ma in quel momento non poteva apprezzare nulla di tutto questo. Si lasciò cadere sul letto, senza badare a quanto fosse confortevole, e rimase a fissare il soffitto. Per diverso tempo rimase così, senza nemmeno poter distinguere con chiarezza i propri pensieri ed emozioni, poi finalmente cominciò a realizzare cos’era successo. Aveva conosciuto l’imperatore. Aveva conosciuto suo padre. Suo padre era l’imperatore. Suo padre lo odiava, o poco meno.
Fanee non l’aveva mai incoraggiato a farsi un’opinione  politica e Abnee aveva incontrato sia persone che esaltavano l’imperatore e l’Impero, sia persone che li maledicevano. Lui s’era sempre limitato a pensare che non ci fosse molta differenza tra Impero e Repubblica per gente come lui e suo zio.
L’unica cosa che sapeva dell’imperatore, di suo padre, ora come ora, era che non gli aveva perdonato la morte di sua madre. Abnee non sapeva che uomo fosse Palpatine, non sapeva che donna fosse stata sua madre, non sapeva se voleva scoprirlo o se voleva solo scappare da quella situazione. Il ragazzo si sentì schiacciare da un misto di dolore e terrore.  
E suo zio? L’unica cosa che Abnee voleva era poter parlare con lui, ma chissà dov’era.
D’un tratto il ragazzo  ebbe paura che non l’avrebbe più rivisto. Scattò in piedi dal letto e corse alla porta, schiacciò il pulsante per aprirla, ma rimase chiusa. Allora bussò con forza
“Guardia!” chiamò “Guardia, sei lì? Devo vedere mio zio!”
Nessuno rispose
“Guardia!” gridò ancora , poi strinse i pugni contro la porta e cercò di prendere un profondo respiro, per calmarsi. Come avrebbe detto Fanee, agitarsi non serviva a nulla.
Era chiaro che la guardia non avrebbe aperto e non c’era modo di aggirare la sorveglianza, senza contare che sarebbe comunque stata una cattiva idea. Non restava che aspettare

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


Capitolo 7
 
Abnee attese che capitasse qualcosa seduto a terra, accanto al letto, con le braccia intorno alle ginocchia, cercando di imitare lo zio, quando diceva di essere agitato per qualcosa, eppure se ne stava quieto, magari proprio in quella posizione, magari proprio in attesa.
Erano passate un paio di ore, quando la porta si aprì e un droide protocollare argentato entrò, reggendo un vassoio con del cibo e dei vestiti ripiegati.
Abnee scattò in piedi
“Dov’è mio zio?” chiese immediatamente
“Mi dispiace, temo di non avere informazioni sufficienti a risponderle, signore” rispose il droide con la sua voce metallica “Sono stato incaricato di portarle questo cibo e questi vestiti. La prego, si serva.”
Abnee ignorò il droide e si affacciò in fretta alla porta
“Devo vedere mio zio.” Disse con fermezza alla guardia, che aveva già teso l’arma per impedirgli di uscire.  La guardia non reagì in alcun modo.
“le serve qualcos’altro?” domandò il droide protocollare, avvicinandosi all’ingresso, dopo aver posato il vassoio su un tavolino e i vestiti sul letto.
“Mi serve parlare con mio zio.” Rispose Abnee
“temo di non poter provvedere a questo.”
Il ragazzo diede un sospiro esasperato
“Se non c’è altro, signore” disse ancora il droide “Toglierei il disturbo.”
Abnee si levò dalla soglia per lasciarlo uscire. Appena il droide fu passato, la porta si richiuse.
Abnee si passò le mani sul volto con un altro sospiro, poi si diresse al tavolino e sbirciò il cibo. Aveva un odore e un aspetto invitante ed era molto più raffinato di quel che il ragazzo era abituato a mangiare. Si chiese se sarebbe stato sicuro mangiarlo e concluse che se l’imperatore l’avesse voluto morto, lo sarebbe già stato. Il pensiero lo rincuorò un po’: forse il risentimento verso il figlio che aveva causato la morte di Sly Moore s’era affievolito nel tempo, dopo tutto.
Abnee lasciò il tavolino e si diresse al letto, per osservare i vestiti: erano scuri e piuttosto semplici, ma di alta qualità e impreziositi da ricami lungo i bordi. Li posò di nuovo con cura, come se temesse di sciuparli.
Si mise a passeggiare per la stanza, riflettendo, ora che era più calmo. Decise che non importava quanto lui fosse confuso e agitato: conveniva mostrarsi ben disposti e il più calmi possibile. Perciò si decise a mangiare, anche se l’ansia gli chiudeva un po’lo stomaco e gli impediva di gustare davvero il pasto, poi si lavò con cura e si cambiò gli abiti, il tutto cercando di concentrarsi solo su ciò che faceva. Quando alla fine si guardò allo specchio, non sembrava il figlio di un imperatore, ma si trovò molto diverso da prima. La cosa lo mise un po’a disagio, a dire il vero. Molte cose stavano cambiando, pensò.








Angolo autrice:
-Stavo scordando di aggiornare, scusatemi.

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


Capitolo 8

Era passata almeno un’ora quando la porta della stanza di Abnee si aprì di nuovo
“Zio!” esclamò subito il ragazzo, vedendo Fanee sulla soglia, anche lui vestito in modo più adatto al luogo. Abnee corse ad abbracciarlo e lo zio ricambiò con calore e sollievo.
“Tutto bene, Abnee?” chiese Fanee scostandosi un attimo e guardando con attenzione il ragazzo.  Abnee annuì stringendo le labbra con fare nervoso
“Solo …” cercò di dire, ma la voce gli mancò. Abbracciò di nuovo lo zio, che lo accolse con un sospiro.
“Perché non me l’hai mai detto?” riuscì a chiedere infine Abnee
“Mi avresti creduto?”
“No. Non ci credo neanche adesso.”
Fanee strinse più forte il nipote e gli accarezzò la testa con fare materno.
“Tu l’hai visto?” chiese ancora Abnee “Ci hai parlato?”
“Voleva sapere da dove saltavo fuori. Tua madre non aveva mai parlato di me, ovviamente.”
“Cosa pensi di lui, zio?”
“è come me lo aspettavo.”
“Io non me lo aspettavo e basta.”
Abnee sciolse l’abbraccio e guardò Fanee negli occhi
“Zio, se sai qualcos’altro, qualsiasi altra cosa …”
Fanee scosse la testa
“Davvero, non so altro. Tua madre era una donna riservata.”
“Raccontami di nuovo tutto, senza lasciare indietro nulla.” Insistette Abnee.
Fanee sospirò e chinò il capo alcuni secondi, poi annuì e indicò ad Abnee un divanetto. Si sedettero e Fanee cominciò a raccontare:
“Tua madre venne da me che ti aspettava già da sette mesi. Aveva già quarantacinque anni- tuo padre doveva averne sui sessantacinque, a Sly non importava la differenza d’età, né l’aspetto, a quanto pare. Insomma, non aveva l’età migliore per avere un figlio. Sembrava quasi che se lo sentisse, che sarebbe morta. Voleva avere un piano anche in quel caso, soprattutto perché temeva che tuo padre, l’imperatore, non avrebbe accettato di averla persa a causa tua. Lui non voleva un figlio. Mi fornì i mezzi per lasciare Umbara, a patto che ti portassi con me, se lei fosse morta. Il resto lo sai.”
Abnee aveva ascoltato con attenzione e per un po’rimase a considerare la propria storia.
“Tu credi che mi odi ancora?” Disse poi piano, con la voce incrinata “Mio padre, intendo …”
“Cosa ti ha detto?” chiese Fanee
“Ha detto che mia madre era insostituibile. Poi mi ha guardato e ha detto che non vedeva nulla di lei in me, ma che forse potevo fargli cambiare idea.”
Fanee sollevò lo sguardo, come se stesse considerando per la prima volta l’ambiente in cui si trovava.
“Ci sta trattando bene.” Osservò “Un po’da prigionieri, ma bene. Credo ci stia dando una possibilità.”
Per qualche motivo la sua voce non sembrava affatto ottimista: era seria e concentrata.
Abnee distolse lo sguardo, ancora confuso e allarmato.
“Ora possiamo solo aspettare di vedere cosa succede.” Concluse Fanee scuotendo la testa.
 
 
 
 
 





Angolo autrice:
-Ho cercato di far collimare le età dei personaggi e di rendere la tempistica compatibile con i film (ovvero ho cercato di fare in modo che questi eventi avvengano prima di Una Nuova Speranza). Credo di aver sbagliato al massimo di un anno. Un anno in più o in meno non dovrebbe cambiare la storia comunque. Se ho effettivamente sbagliato, prendetela come una svista.

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


Capitolo 9

Dopo una lunga notte durante la quale era stato difficile addormentarsi e riposare, Abnee fu svegliato dal droide protocollare del giorno prima.
“Buongiorno, signore.”
Il ragazzo sobbalzò e si ritrasse d’istinto
“Le ho portato la colazione” proseguì il droide “Quando avrà finito di mangiare e prepararsi, la guiderò all’ufficio del gran visir Mas Amedda.”
“Perché?” chiese subito Abnee
“Non saprei, signore. Ma suppongo che l’imperatore desideri che voi parliate.”
Abnee, confuso una volta di più, fece per parlare, ma invece scosse la testa con un sospiro. Dopotutto parlare col gran visir non sembrava una prospettiva così terribile e forse poi avrebbe saputo qualcosa di più.
In breve Abnee fu pronto per lasciare la stanza insieme al droide. La guardia li seguì immediatamente.
“Forse può interessarle un po’ di storia dell’edificio, signore?” propose il droide, mentre salivano in ascensore.
“Vorrei una mappa.” Rispose il ragazzo
“Una mappa, signore?”
Abnee si strinse nelle spalle “Serve sempre conoscere il posto dove si sta.”
“Le farò avere una mappa al più presto, signore. Intanto posso darle qualche accenno storico, come le dicevo.” Propose ancora il droide, mentre scendevano dall’ascensore per imboccare un corridoio.
“Certo, grazie.” Disse il ragazzo: Fanee gli aveva insegnato a prestare sempre orecchio.
IL droide incominciò, sempre facendo strada:
“Il palazzo imperiale sorge sull’antico tempio dei traditori jedi. Alla fondazione dell’Impero, il tempio fu preso d’assalto dalla legione 501, guidata da Darth Vader, per estirpare il complotto dei jedi e l’edificio subì ingenti danni. Dopo questi eventi iniziò una consistente ricostruzione, completata in cinque anni, che diede al palazzo l’aspetto odierno. Il trasferimento degli uffici amministrativi e di governo ebbe inizio mentre i lavori erano ancora in corso. Vorrei potermi dilungare ulteriormente, ma siamo arrivati, signore.”
E concludendo, il droide premette un pulsante accanto a una porta. Quando questa si aprì, fece cenno ad Abnee di accomodarsi, poi si ritrasse.




 
 
 
 
Angolo autrice:
-Credo che sia nel nuovo canone che il tempio jedi sia stato convertito in palazzo imperiale.
- Credo che sia sempre nel nuovo canone che Mas Amedda sia diventato gran visir nell’Impero.
- Sto perdendo il filo di dove ho letto cosa … sigh. Spero di non aver fatto qualche errore troppo evidente riguardo questa faccenda del palazzo, ex tempio.
- Ho deciso di ridurre gli aggiornamenti a una volta alla settimana, il sabato.

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


Capitolo 10

L’ufficio era un’ampia stanza dall’arredo funzionale. Alla scrivania di fronte alla porta sedeva uno chagrian dall’aria molto seria. Questi levò lo sguardo su Abnee appena il ragazzo fu entrato, mentre la porta si richiudeva. Per qualche istante lo osservò con la fronte appena corrugata, come trovasse qualcosa di molto curioso nella sua figura.
“Immagino tu sia il figlio di Sly Moore.” Disse infine
Il ragazzo annuì:
“Abnee Moore, signore.”
“Io sono Mas Amedda , il gran visir.” Si presentò solennemente lo chagrian, poi indicò la sedia di fronte alla scrivania
“Prego, accomodati.” Lo invitò.
Abnee sedette
“L’imperatore mi ha chiesto di dedicare un po’del mio tempo a rispondere alle tue domande.”
Abnee assunse un’aria perplessa, chiedendosi a quale delle sue domande avrebbe potuto rispondere un gran visir
“Avrai pure delle domande.” Incalzò Amedda, con aria vagamente spazientita.
“Lei conosceva mia madre?” chiese Abnee.
Amedda parve un po’sorpreso, come non fosse il genere di domanda che si aspettava.
“Quando l’imperatore era cancelliere della Repubblica, io ero vicecancelliere e tua madre era capo assistente amministrativo.” Rispose.
Abnee attese un istante che il gran visir proseguisse, poi chiese ancora:
“E com’era?”
“I nostri rapporti erano strettamente professionali. L’imperatore ha sempre avuto grande stima di lei e a ragione. Quando morì, fu una grande perdita per l’Impero.”
Abnee annuì: s’era aspettato una risposta del genere. Poi corrugò un poco la fronte, chiedendosi se Amedda sapesse qualcosa della relazione che Sly Moore e Palpatine avevano avuto. Chiedere direttamente era fuori questione.
“A lei non sembra strano che io sia qui, che lei debba dedicarmi del tempo … Tutta la situazione, insomma.”
Il gran visir sembrò un po’contrariato dalla domanda
“è insolito.” Ammise “Ma Sly Moore e l’imperatore avevano …”si interruppe un secondo, come se stesse cercando una parola adatta “Una speciale confidenza, direi. Immagino che non voglia vedere il figlio di una sua fidata collaboratrice crescere per strada.”
Abnee rimase in silenzio qualche istante: probabilmente Amedda aveva quanto meno dei sospetti.
“Lei è un uomo discreto, vero ?” osservò infine
“L’imperatore apprezza moltissimo la discrezione.” Rispose il gran visir. Abnee annuì, cogliendo l’implicito suggerimento.
Amedda lo invitò con un cenno a chiedere altro.
“E l’imperatore com’è?” domandò il ragazzo.
Amedda rimase un attimo interdetto
“Come persona, intendo.” Precisò Abnee
“Io conosco l’imperatore come politico. Sulla propria persona mantiene un adeguato riserbo.”
“Ma lei ha passato molto tempo con lui, avrà una sua opinione.”
“La mia opinione è che il nostro imperatore sia il leader che serve a rimediare al caos della Repubblica.” Replicò il gran visir, con fare un po’irritato.
“Mia madre aveva una sua opinione.” Protestò Abnee
“Come ho detto, tua madre e l’imperatore erano in confidenza.”
“A proposito, lei sa perché fossero in confidenza?”
“Credo che avessero molto in comune.”
“Allora la ha anche lei una sua opinione.”
Amedda rivolse al ragazzo uno sguardo severo. Allora Abnee strinse le labbra e abbassò lo sguardo.
“Davvero non hai domande d’altro genere?” chiese Amedda un po’spazientito
“In che senso?”
“Non vuoi sapere qualcosa dell’Impero? Come funziona?”
Abnee scosse la testa
“Non saprei che domanda fare e non capirei la risposta.”
“E non vuoi saperne qualcosa?”
“Io non ho mai pensato di occuparmi di politica.”
“Allora hai qualche altra ambizione per il futuro?”
Abnee rimase un istante con un’espressione confusa
“Un giorno vorrei avere una famiglia, credo …” disse infine.
“Abnee, hai capito che l’imperatore ti sta dando un’opportunità di diventare qualcuno?.”
Il ragazzo strinse ancora le labbra, come a impedirsi di dire qualsiasi cosa. Un padre che non lo amava e che chiaramente non lo considerava nessuno gli stava dando l’occasione di essere qualcuno che lui non voleva essere.
Amedda diede un sospiro
“Il tempo a mia disposizione è terminato. Ti auguro una buona giornata, Abnee” disse alzandosi e comandando l’apertura della porta dell’ufficio.

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


Capitolo 11

Abnee lasciò l’ufficio del gran visir con la sottile, ma angosciante sensazione di aver peggiorato la situazione. Chiese con insistenza di poter vedere lo zio, prima al droide, poi alla guardia. Il primo rispose che non aveva ricevuto istruzioni al riguardo, il secondo non mostrò nemmeno di aver sentito.
Il droide si ripresentò per l’ora di pranzo, con un vassoio.
“Le ho portato il pranzo, signore, e la mappa che aveva chiesto” disse entrando.
Abnee si avvicinò subito con interesse, mentre il droide posava il vassoio sul tavolino per poi porgergli un piccolo dispositivo a forma di tavoletta. Il ragazzo lo accese e un grande ologramma a più livelli si aprì davanti a lui.
“Si può ingrandire un settore della mappa?” chiese
“Certamente, si può selezionare ogni piano. Lasci che le mostri, signore.” Rispose il droide, allungando una mano metallica per dare dimostrazione di quanto aveva detto. “Come può vedere …”
Abnee lo interruppe: una grande sala aveva attirato la sua attenzione
“C’è una biblioteca.”
“Non siate così sorpreso, signore: l’imperatore è un uomo di cultura.”
“Sapere è potere.” Commentò Abnee
“C’è altro che posso mostrarle, signore?”
“No, grazie.”
Abnee chiuse l’ologramma e lo posò sul comodino
“Allora le suggerisco di mangiare il suo pranzo, signore: sarebbe un peccato farlo raffreddare.”
Abnee non potè fare a meno di rivolgere un mezzo sorriso al droide per la sua premura. Poi corrugò appena la fronte
“Posso chiederti una cosa?” disse
“Certa mente, signore?”
“Ti hanno ordinato di essere gentile o sei programmato così?”
“Sono un droide protocollare, signore: siamo noti per la nostra cortesia.”
“Lo immaginavo.” Sospirò il ragazzo, sedendosi al tavolino. Il driode rimase immobile pochi passi più in là. Abnee lo guardò perplesso
“Resti?” chiese
“Ho ricevuto istruzioni di restare a sua disposizione, signore.”
“Oh.” Fece Abnee corrugando la fronte, ancora più perplesso, poi accennò al divanetto e aggiunse “Accomodati, allora.”
“Grazie, signore. Tuttavia non c’è molta differenza per un droide” rispose il droide protocollare, dirigendosi al divanetto.
Abnee iniziò a mangiare con cautela, come se altro oltre al droide lo stesse osservando.
“Come ti chiami?” chiese dopo un po’
“J-3P8“
“Io sono Abnee.”
“Molto bene, signore.”
Abnee sorrise e scosse la testa
“J-3, hai ricevuto istruzioni riguardo a poter vedere mio zio?”
“ Sì, signore: la accompagnerò da suo zio tra un’ora.”
 
 
 






Angolo autrice:
  • Mi pare che i -3P8 siano un modello di droide protocollare (al quale appartiene anche C-3P8) …

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Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***


 
Capitolo 12

Fanee corse ad abbracciare il nipote appena il ragazzo fu entrato nella stanza, poi lo osservò un istante come per accertarsi che stesse bene. Abnee gli sorrise in risposta
“Sono a posto, zio.” Lo rassicurò.
Fanee sorrise con un fare sempre vagamente teso, poi indicò il divanetto
“Accomodiamoci, eh.” Disse. “Raccontami: che novità ci sono?” chiese mentre si sedevano
“Ha voluto che parlassi col gran visir.” Rispose Abnee
“Tuo padre?”
Il ragazzo annuì. Fanee assunse un’espressione concentrata
“Cosa ti ha detto il gran visir?”
“Ha detto che l’imperatore gli aveva detto di rispondere alle mie domande.”
“Cosa gli hai chiesto?”
“Ho chiesto se aveva conosciuto mia madre, cosa pensa dell’imperatore ...”
“E cosa ha detto?”
“ Non un granché, ma credo che abbia almeno il sospetto che io sia loro figlio.”
“Probabile. Ma come ti è sembrato lui?”
Abnee corrugò un po’ la fronte con il sospetto che le domande dello zio non fossero di pura conversazione.
“Mi sembra una persona discreta, fedele all’imperatore. Sembrava un po’ irritato dalle mie domande. Ha chiesto se avevo delle ambizioni, ho risposto che vorrei una famiglia un giorno …”
Fanee gettò la testa all’indietro con un sospiro
“Oh, Abnee …”
“Dirà tutto a mio padre, vero?” realizzò Abnee
Fanee annuì
“Testano le tue attitudini.”
Abnee lasciò cadere la testa sul petto, con aria sconsolata
“E io ho detto tutte cose sbagliate, non è vero?”
Fanee scosse la testa
“Sbagliate …” sospirò “Sei solo stato sincero. Infondo non potevi fare altro: mentire avrebbe potuto essere anche peggio.”
Il ragazzo rimase in silenzio con le labbra strette e uno sguardo preoccupato e nervoso
“Come posso rimediare.”
“Non c’è nulla da rimediare: l’unica è vedere cosa succede.”
Abnee annuì abbattuto.
“E se non trovasse nulla di utile in me?” chiese dopo alcuni istanti.
Fanee scosse la testa a dire che non sapeva rispondere
“Ma tu hai molti talenti, Abnee” aggiunse
Abnee scosse il capo “Ho un talento per mettermi nei guai, sembra.” Rispose con amarezza
Fanee cinse le spalle del nipote per consolarlo
“Presto capiremo cosa fare, Abnee.”
 
Abnee tornò al proprio alloggiò con il cuore pesante, ma con la mente lucida: aveva un’idea. Appena in camera prese la mappa, la accese, individuò la biblioteca e cercò di ricostruire il percorso per raggiungerla.
“Posso esserle d’aiuto, signore?” si offrì il J-3PO.
Abnee fece per declinare l’offerta, ma subito s’interruppe.
“J-3, “ disse invece “Non sarebbe bastato un droide cameriere per  badare a me? Insomma , non è un po’sprecato un droide protocollare?”
“L’imperatore ha ritenuto opportuno così, signore.”
Il ragazzo si chiese se anche il droide avrebbe riferito tutto al suo imperatore. Era senz’altro meglio darlo per scontato.
“Vorrei poter andare nella biblioteca.” Disse Abnee
 “Non ho istruzioni al riguardo, signore, ma posso chiedere.”
“Vorrei poter prendere dei libri.”
“Chiederò, signore.”
Abnee annuì, tornando a studiare la mappa.







Angolo autrice:
- Mi stavo dimenticando di aggiornare. Pardon.

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Capitolo 13
*** Capitolo 13 ***


Capitolo 13

Fanee aveva fatto del suo meglio per istruire il nipote: gli aveva insegnato tutto ciò che ricordava della propria educazione, che era stata molto buona, e gli aveva fatto frequentare ogni biblioteca pubblica che era stato possibile nei loro viaggi. Era un buon insegnate Fanee e Abnee aveva imparato ad amare libri e datapad. Il risultato era un’istruzione e una propensione per la cultura sorprendenti  per un ragazzo cresciuto viaggiando o sostando nei quartieri poveri di qualche città.
Quando mise piede nella biblioteca del palazzo imperiale, con J-3PO a fianco e la sua guardia alle spalle,  Abnee non potè fare a meno di restare qualche secondo ad ammirarla: era una sala imponente e luminosa, con nicchie laterali colme di datapad e tavoli e dispositivi per le ricerche nella corsia centrale.
“Questo ambiente era adibito a  biblioteca già nel tempio jedi, sono state necessarie solo poche modifiche.” Prese a spiegare J-3PO “Quanto al contenuto, i testi jedi conservati sono andati perduti a seguito dell’intrusione di un jedi superstite. Ora la biblioteca ospita materiale di ogni genere che possa essere di qualche  interesse per l’imperatore e i suoi consiglieri.”
“E cosa legge l’imperatore?” chiese Abnee avanzando lentamente nella sala
“Non saprei, signore. Ma l’imperatore possiede anche una biblioteca privata nelle sue stanze.”
“Dunque qui vengono per lo più i consiglieri.”
“Esattamente, signore.”
Abnee annuì sollevato: preferiva incontrare suo padre il meno possibile. Il sentimento sembrava reciproco d’altra parte.
“Per iniziare vorrei sapere di più su Coruscant, J-3.”
“Geografia o storia, signore?”
“Entrambe, grazie.”
“Le interessa qualcos’altro?”
Abnee sorrise. Gli interessava quasi tutto
“Vorrei sapere qualcosa di più anche sui jedi.” Rispose
“Provvedo subito, signore.”
 
In breve Abnee si trovò seduto a uno dei tavoli centrali, assorto nella lettura, circondato da datapad. Aveva tutte le intenzioni di passare lì il resto della giornata e di potare qualche libro anche nella sua camera. Se l’imperatore era davvero un uomo di cultura, avrebbe apprezzato.







Angolo autrice:
- Ho l'impressione che ci sia qualcosa che dovrei specificare, ma sto caricando il capitolo di fretta, perciò mi limito a sperare che sia tutto chiaro e sensato.

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Capitolo 14
*** Capitolo 14 ***


 
14
Abnee si svegliò un po’di soprassalto al buongiorno di J-3. S’era addormentato la sera prima leggendo e aveva il letto cosparso di datapad.  Il ragazzo si passò le mani sul volto e si stropicciò gli occhi, tirandosi su a sedere.
“Buongiorno, J-3.” Rispose al droide
“Ho portato la colazione, signore.”
Abnee annuì distratto e prese a raccogliere insieme i datapad
“Devo riportarli in biblioteca o posso tenerli per un po’?” chiese
“Gli argomenti che ha scelto non sono dei più richiesti, signore. Se qualcuno dovesse chiederne, allora li restituirà.”
Abnee sorrise alzandosi dal letto
“Bene, molto bene. Voglio prenderne altri, J-3.”
“Altri, signore? Ne avete già dieci.”
“Ho incontrato degli altri argomenti di cui vorrei sapere qualcosa di più .” disse dirigendosi al tavolino dove J-3 aveva lasciato la colazione, s’interruppe un istante poi soggiunse
“Vorrei portare alcuni datapad a mio zio.”
Il droide rimase un momento confuso
“Temo che non sia possibile, signore. A quel che so, solo lei è stato autorizzato a prendere libri in prestito.”
Abnee diede una smorfia di disappunto.
“Quando potrò vedere mio zio?” chiese ancora
“Credo nel pomeriggio, signore.”
Abnee finì in fretta la colazione e si preparò per lasciare la sua stanza, scelse alcuni datapad da leggere in biblioteca e si avviò insieme a J-3. Cominciava ad abituarsi all’idea di trovarsi nel palazzo imperiale, di avere la compagnia di un droide protocollare, di vedere un’impassibile guardia ogni volta che usciva dalla porta. Poteva persino passare abbastanza tempo con Fanee e ora aveva a disposizione una biblioteca. Finché non pensava a suo padre, riusciva ad essere quasi sereno.
“Che argomenti cerca oggi, signore?” domandò J-3 quando furono sulla soglia della biblioteca.
“Cerco altro materiale sulla Forza.” Rispose Abnee, corrugando appena la fronte, chiedendosi cosa avrebbe pensato l’imperatore di quell’argomento.  Il ragazzo non aveva una netta posizione al riguardo: aveva conosciuto persone che credevano ancora alla Forza e persone che la consideravano una superstizione. Quanto a lui, non aveva fatto una vita che avesse molto a che fare col misticismo, ma aveva sempre provato una certa fascinazione per l’idea di una Forza che attraversa ogni cosa e per quelle persone che potevano percepirla,  a parere loro o d’altri. L’impero invece sembrava avere in antipatia il concetto della Forza e chi sembrava aver qualcosa a che fare con essa. Eppure, contro ogni logica, non era sicuro di cosa ne pensasse l’imperatore .
“Cerco qualcosa anche sui sith, J-3” aggiunse mentre il droide si stava già allontanando.







Angolo autrice:
- Mi scuso per il gran ritardo con cui aggiorno.Purtroppo la vita è piuttosto concitata ultimamente e non sto riuscendo a dedicarmi alle fanfiction. Purtroppo potrei aggiornare con notevole irregolarità in futuro.

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Capitolo 15
*** Capitolo 15 ***


Capitolo 15
 
Abnee passò il resto della mattina in biblioteca e sarebbe rimasto ancora, se J-3 non gli avesse ricordato che era ora di pranzo. Appena finito di mangiare il ragazzo chiese di poter vedere suo zio e il droide assicurò che avrebbe potuto fargli visita un’ora dopo. Abnee passò quel tempo ancora leggendo.
“Sembri di buon umore oggi.” Osservò Fanee con un sorriso quando il nipote entrò nella sua stanza.
“Ho trovato la biblioteca.” Rispose Abnee ricambiando il sorriso. Fanee rise
“Non mi stupisce.” Poi aggiunse con fare più serio “Mi sembra di capire che ti lasciano usarla.”
Il ragazzo annuì “Posso andarci, prendere dei libri e persino portarli in camera.”
“Molto bene. E cosa hai preso?” chiese ancora Fanee con attenzione. Non stava semplicemente facendo conversazione e Abnee lo colse. Il ragazzo corrugò un po’ la fronte e chiese
“Cosa credi che pensi lui della Forza?”
Fanee scosse la testa con un sospiro
“So che all’Impero non piace, “ aggiunse subito Abnee “ Ma all’imperatore? Tiene dei libri sull’argomento, alcuni non sembrano nemmeno di parte.”
Lo zio allargò le braccia
“Può darsi che l’Impero avversi la Forza per convenienza” disse “ e che l’imperatore sia interessato all’argomento.”
“Ma può darsi che invece non gli piaccia.” Replicò Abnee sconsolato.
Fanee sedette sul divanetto con uno sguardo assorto.
“Non so, Abnee” disse infine “ ma credo che l’imperatore potrebbe facilmente fingere di odiare qualcosa perché gli conviene.”
L’idea consolò un poco Abnee, che preferì comunque cambiare argomento. Andò a sedere accanto allo zio e chiese curioso
“E tu cosa pensi della Forza, zio?”
Fanee si appoggiò allo schienale e per un attimo rimase a guardare il soffitto, poi sorrise e si volse al nipote
“Ti ricordi Takodana?” gli chiese
“Sì, mi ricordo.”
“E ti ricordi di Maz?”
Abnee annuì con un sorriso. Aveva sempre provato simpatia per la minuta aliena che gestiva la taverna su Takodana.
“Lei credeva alla Forza.” Proseguì Fanee “ Ti piaceva così tanto quando parlava del tempo dei jedi.”
“Tu non eri contento.”
“Non volevo che ti entusiasmassi troppo. A Maz non piace l’Impero e …”
“E io sono figlio dell’imperatore.” Concluse Abnee con una lieve smorfia
Lo zio allargò le braccia, poi riprese
“Non so se ho mai creduto davvero alla Forza, Abnee.” Disse con calma, riflessivo e un poco riluttante“Ma a volte quando eri piccolo sembrava che te lo sentissi quando eravamo in pericolo, quando era ora di lasciare un posto. Maz vedeva qualcosa in te.”
Abnee rimase sorpreso
“Tu credi che io sentissi la Forza?” chiese perplesso
“Credo che lei lo credesse. Io non so cosa dirne, Abnee, e non voglio metterti strane idee.” rispose Fanee.
“E poi non ho più avuto di questi presentimenti?” chiese ancora.
“Poi sei cresciuto, credo. Ti sei abituato a pensare la Forza come una leggenda, forse con un fondo di verità, ma sempre una leggenda.”
Rimasero in silenzio, Abnee ancora stupito, Fanee di nuovo guardando assorto il soffitto, come stesse ripensando a quanto aveva detto. Poi l’umbaran rivolse uno sguardo preoccupato al nipote
“Questo te lo dico perché voglio che tu sappia a cosa stare attento, Abnee. “
Il ragazzo annuì ancora confuso e lo zio gli passò una mano sui capelli, in un gesto di affetto e protezione.









Angolo autrice:
-Ho pensato che l'abbeveratoio di Maz Kanata su Takodana sia il genere di posto dove Fanee e nipote potrebbero essere passati qualche volta.
- Finalmente riesco ad aggiornareeeeeee!!!!! Per il prossimo capitolo temo dovrete aspettare anche più a lungo: devo sistemare molte cose al suo interno prima di pubblicarlo e la vita non accenna a farsi meno impegnativa. 

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Capitolo 16
*** Capitolo 16 ***


Sly lo aveva cercato nella Forza e lui le aveva subito risposto
“Sly …”
Sheev …
Era bastata quella parola mormorata appena a confermare i suoi peggiori presentimenti.
“No …”
Aveva sentito tutto ciò che lei era troppo debole per dire, aveva percepito rancore, dolore, paura e sollievo nel poterlo sentire un’ultima volta. Aveva risentito tutto ciò che loro erano stati – alleati, complici, amanti- e tutto ciò che avevano provato l’uno l’altro – rispetto, diffidenza, affetto, passione, sfida, sospetto …
“No! Sly, no!”
Sheev …
Poi freddo e silenzio sempre più intensi, un’assenza nella Forza. Sly Moore non era più.
 
Solo nelle sue stanze, l’imperatore meditava, la medaglietta col codice di Sly Moore stretta nel pugno. Pensava sempre a lei in meditazione: era una fonte sempre viva di potere nel Lato Oscuro.
Contemplando le proprie emozioni una ad una, nella loro profondità, Palpatine cercava di renderle sue alleate per fare chiarezza. Sapeva che le sue percezioni riguardo Abnee Moore erano offuscate. Non aveva visto nulla di valore nel ragazzo, nulla che giustificasse minimamente la sua esistenza invece di quella della madre. Non poteva credere che fosse figlio di Sly. Non poteva credere che fosse figlio suo. Eppure la Forza, il Lato Oscuro suggerivano diversamente.
 
Sembrava non avere altro talento che la passione per lo studio, eppure l’imperatore era ormai certo che quel ragazzo senza ambizione nascondesse infondo del potenziale. La Forza era con lui, ancora assopita, e guidava la sua curiosità e le sue scelte nelle materie di studio.
Palpatine aveva desiderato distruggere quel figlio sin dal momento in cui era nato, lo desiderava tutt’ora e lo avrebbe fatto senza esitazione se non fosse stato per quel sottile tremito nella Forza che aveva percepito appena Abnee era stato in sua presenza.
Addestrato al punto giusto – abbastanza da saper usare la Forza, ma non abbastanza da essere una minaccia- avrebbe potuto rivelarsi un’utile risorsa e Palpatine non era uomo da sprecare simili opportunità.
L’imperatore digrignò i denti, stringendo ancora più forte la medaglietta di Sly.
 Avrebbe potuto disfarsene in qualsiasi momento del ragazzo, nel caso non fosse stato all’altezza, ma per il momento, se voleva sapere se vi fosse del vantaggio nel tenerlo in vita, doveva sopportare di stare accanto a quel figlio e istruirlo. Di certo non poteva fidarsi a delegare il compito a Vader.












Angolo autrice:
E dopo millemila anni, finalmente aggiorno! Non sono convinta di questo capitolo, ma se continuavo a modificarlo non aggiornavo mai più. Ho dei capitoli già pronti, ma devo controllarli e trovare tempo di metterli su efp. Ultimamente sono molto impegnata e sono sempre stata pessima a gestire il tempo libero.
Beh, poi dovevo consolarmi dal fatto che il nuovo canon adesso ha una sua storia per Sly Moore. Ma 1) non vedo perchè dovrei considerare i fumetti del nuovo canon, dal momento che non consideravo quelli delle legends, salvo spunti che mi aggradano, 2) tanto la mia storia è un movieverse, no?
Spero di ripresentarmi presto su questi schermi! 

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Capitolo 17
*** Capitolo 17 ***


Capitolo 17

Pochi giorni dopo, Abnee si stava preparando come al solito per andare in biblioteca, quando J-3 avvertì
“Oggi è in programma la manutenzione mensile della biblioteca, signore.”
“Oh” fece il ragazzo un po’deluso “E dunque è chiusa?”
“No, signore. Solo sarà più affollata e meno adatta allo studio del solito.”
“Vorrei andare comunque.” Rispose subito Abnee. In tutta la sua permanenza al palazzo imperiale, il ragazzo aveva incrociato solo qualche impiegato  nei corridoi e un paio di figure che potevano essere dei consiglieri nei dintorni della biblioteca. In entrambe i casi aveva ritenuto saggio non tentare di conversare. Ma sentiva che con degli operai o degli elettricisti avrebbe potuto esporsi un poco e magari avere una conversazione qualunque, come se fosse tutto normale. Sarebbe stato contento di avere un’interazione del genere anche se avessero dovuto rispondergli malamente.
In realtà la manutenzione, che riguardava l’apparato elettrico, creava ben poca confusione nell’ampia biblioteca: una squadra di cinque elettricisti e due piccoli droidi armeggiava intorno a dei pannelli, che di solito quasi sparivano nella parete.
Abnee si avvicinò ad uno degli elettricisti, un giovane uomo sulla trentina.
“Le do fastidio se osservo?” chiese, mostrando forse più interesse di quel che avrebbe fatto normalmente. L’elettricista lo guardò un poco perplesso, poi sorrise.
“Non c’è problema.” Rispose, compiaciuto che qualcuno si interessasse al suo lavoro.
“Immagino non capiti spesso che qualcuno lo chieda.” Disse Abnee. L’uomo rise
“Nossignore.”
“E questo lo fate ogni mese?”
“Sei nuovo di qui, eh?”
“Già.”
L’elettricista distolse un attimo lo sguardo dal suo lavoro e diede un’occhiata ad Abnee
“per cosa ti hanno assunto?”
Abnee si strinse nelle spalle
“Mia madre lavorava qui, io sono una specie di ospite.”
L’uomo sgranò un po’gli occhi e Abnee scosse la testa “Non sono una persona importante, se è quello che ti chiedi.”
L’elettricista tornò a sorridere
“Beh, non credevo che l’imperatore si preoccupasse dei figli dei semplici impiegati. Gli fa onore.”
Abnee non rispose e distolse lo sguardo in cerca di una scusa per cambiare argomento. L’occhio gli cadde sulla cassetta degli attrezzi appoggiata a terra.
“A cosa serve questo?” chiese indicando un arnese a caso.
L’elettricista rise
“sei proprio interessato. Quello serve per i cavi elettrici … A proposito” aggiunse indicando un cavo giallo con delle prese ad entrambi i capi  “mi passeresti quel cavo?”
Abnee obbedì.
“Questo” disse l’elettricista “serve a collegare i droidi al sistema, per vedere se c’è qualcosa che non va che non vediamo.”
Abnee annuì, mentre uno dei piccoli droidi si avvicinava con un ronzio, pronto a farsi collegare.
“Questi sono droidi fatti apposta, ma volendo si potrebbe collegare qualsiasi droide, anche il tuo protocollare.”  Proseguì l’uomo “In effetti è un semplice cavo universale: va bene con tutti i droidi e funziona con qualsiasi sistema.”
Il droide dell’elettricista diede un suono allegro che strappò una risatina ad Abnee. L’elettricista sorrise
“Significa che va tutto bene.” Spiegò “Avremo il pomeriggio libero.”
“E si intende anche di droidi?” chiese Abnee
L’uomo scosse la testa “Solo quel che serve per il lavoro, amico. Se ti interessa posso spiegarti qualcosina, però.”
Abnee sorrise ed annuì, pronto a proseguire quella conversazione finchè fosse stato possibile.










Angolo autrice:
- Salve gente! In futuro continuerò ad aggiormanere in maniera irregolare, ma spero più frequentemente di quanto io abbia fatto in questi mesi. Purtroppo non posso assicurare nulla.
-Finalmente un po' di umanità al palazzo imperiale!

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Capitolo 18
*** Capitolo 18 ***


18
 
Ormai era quasi un mese che Abnee e Fanee Moore risiedevano forzatamente nel palazzo imperiale e il ragazzo s’era fatto una sua routine: ogni mattina andava in biblioteca, il pomeriggio parlava con suo zio, raccontandogli tutto ciò che studiava e leggeva. Avrebbe potuto essere rassicurante, se Abnee fosse riuscito a evitare di chiedersi per quanto ancora poteva durare quella situazione. Si aspettava da un momento all’altro un evento che avrebbe spezzato quel singolare equilibrio.
Anche quella mattina, il ragazzo s’era sistemato a uno dei tavoli della biblioteca ed era immerso nella lettura, anzi nella rilettura, di un datapad sulla Forza. Più ne leggeva, più gli sembrava che l’argomento fosse trattato in maniera lacunosa. D’un tratto un lieve suono di passi gli fece alzare lo sguardo. Riconobbe immediatamente la figura ammantata di nero che si avvicinava. J-3 s’inchinò e persino la guardia in rosso chinò il capo in segno di rispetto, quando l’imperatore fu ad alcuni metri da loro. Abnee invece rimase immobile, quasi paralizzato, ma con uno sguardo che curiosamente aveva più del perplesso che dello spaventato.
“Ho sentito che passi molto tempo qui in biblioteca.” Disse l’imperatore con un fare calmo, ma sempre impositivo. Abnee annuì soltanto.
“Un modo lodevole di impiegare il tempo” approvò Palpatine
“Grazie, signore.” Riuscì a rispondere il ragazzo. L’imperatore accennò al datapad che il ragazzo teneva davanti a sé sul tavolo.
“Posso vedere?” chiese
Abnee obbedì con un gesto automatico e un’espressione un po’confusa. Palpatine diede uno sguardo al datapad.
“Vedo che ti interessi a questo argomento.” Osservò e per un istante sembrò ponderare la cosa, poi restituì il datapad e proseguì “Immagino che debba cominciare a sembrarti piuttosto superficiale ciò che trovi in questa biblioteca, al riguardo.”
“Un po’.” Ammise Abnee, sempre  un poco incerto.
L’imperatore annuì
“Capisco. Potrei farti avere letture più approfondite dalla mia collezione privata. Potresti trovarle stimolanti.”
Abnee rimase un istante in silenzio chiedendosi come rispondere, sorpreso.
“Mi piacerebbe, signore.” Rispose infine, con la netta impressione di aver fatto un’ottima imitazione di un droide.
Palpatine scrutò un istante il ragazzo e nei suoi occhi gialli e penetranti Abnee intravide qualcosa che non avrebbe saputo definire, ma che strideva con l’offerta quasi cordiale dell’imperatore.
“Molto bene.” Concluse Palpatine, voltandosi . Abnee lo osservò allontanarsi e uscire dalla biblioteca, poi si lasciò cadere sul tavolo, nascondendo il volto tra le braccia con un sospiro.
“Sta bene, signore?” domandò subito J-3 “L’imperatore le fa un grande onore prestandole dei libri dalla sua biblioteca privata, dovrebbe essere contento.”
Il ragazzo sollevò lo uno sguardo un poco esasperato al droide, poi scosse la testa “Non so cosa pensare, J-3.”
Il droide piegò appena la testa di lato con un fare incredibilmente espressivo.
“Cosa intende, signore?” chiese sorpreso
Abnee sospirò di nuovo e decise di dare una spiegazione innocua
“Non sono abituato a … queste cose.”
“Oserei dire che l’imperatore la ha in simpatia, signore. Non sarei così preoccupato al suo posto.”
Il ragazzo non potè fare a meno di rivolgere un mezzo sorriso all’ingenuità del droide.  Ma in effetti Abnee era confuso: se non poteva credere che suo padre avesse qualche simpatia per lui, il gesto di prestargli dei libri sembrava in qualche modo un segno d’apertura e come mutamento non sembrava tanto terribile.










Angolo autrice:
- Volevo sistemare qualche dettaglio di forma in questo capitolo, ma ho deciso di saltare la revisione per non allungare ulteriormente i tempi.

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Capitolo 19
*** Capitolo 19 ***


Capitolo 19
 
“è successa una cosa, zio.” Esordì Abnee quel pomeriggio, entrando nella camera di Fanee. L’umbaran si fece subito attento, indicò il solito divanetto e disse:
“Siediti e raccontami tutto.”
“Ho incontrato mio padre.” Cominciò il ragazzo. Lo zio lo scrutò un istante come per capire come fosse stato l’incontro. Abnee si strinse un poco nelle spalle
“Non è stato male.” Disse.
Fanee parve un po’rassicurato, ma subito diede un sospiro sconsolato
“Non credo sia stato un caso, sai.”
Abnee annuì
“Credo proprio che sapesse dove trovarmi.”
“Il che vuol dire che voleva vederti.” Concluse Fanee “La domanda è: perché?”
“Si è offerto di prestarmi dei libri dalla sua biblioteca privata.”
Lo zio distolse lo sguardo e corrugò appena la fronte. Rimase immobile qualche secondo, sotto gli occhi perplessi e un po’preoccupati di Abnee.
“Cosa pensi, zio?” chiese il ragazzo.
Fanee quasi lo ignorò:
“Libri sulla Forza?” domandò
“Credo di sì, perché?”
L’umbaran scosse la testa
“è solo che la Forza comincia ad essere un po’troppo presente in questa storia.”
“Cosa intendi, zio?”
Fanee scosse ancora la testa, come a dire di non fargli più caso del dovuto
“Forse sono solo un vecchio sospettoso con troppo tempo per pensare, Abnee.” Disse “ E forse l’interesse dell’imperatore per la Forza è puramente accademico. Anzi, finora è la cosa più probabile.”
Abnee rimase un momento in silenzio, poi sgranò un po’gli occhi
“Credi che lui sappia usare la Forza?”
Fanee levò le braccia in segno di difesa
“Io non credo niente, Abnee. Solo che mi hai raccontato dei jedi e dei loro nemici, ti lamentavi di non trovare del materiale più preciso su di loro. E mi sono ricordato di alcune cose di quando ero giovane e di quello che raccontava Maz … Insomma, ho cominciato a pensare che i jedi non siano stati eliminati per un complotto politico. Non solo, almeno.”
Abnee rimase ancora in silenzio qualche istante, incredulo.
“Credi che l’imperatore sia un sith?” riuscì a domandare infine.
“Come mi pento di avertene parlato.” Sospirò Fanee, passandosi le mani sul volto “Maz aveva le idee molto chiare su chi fossero i buoni e chi i cattivi “ proseguì  “Ma io non ho le stesse certezze. Voglio solo che tu stia attento, Abnee. Il fatto che tuo padre voglia aiutarti ad istruirti può essere un buon segno, ma può anche essere altro.”
Abnee ascoltò con un’espressione preoccupata e attenta. Suo zio gli sorrise con mesta dolcezza e allungò una mano per accarezzargli la testa con premura
“Ora temo di averti preoccupato più del necessario.” Disse
Abnee non gli  rispose, solo lo abbracciò in un gesto pieno d’affetto e gratitudine.  
 









Angolo autrice:
-Sono certa che dovrei precisare o chiarire o annotare qualcosa, ma sto aggiornando di fretta. Pardon.
 

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Capitolo 20
*** Capitolo 20 ***


 
20
 
Cominciò una nuova fase nella permanenza di Abnee al palazzo imperiale. Suo padre gli fece avere dapprima dei datapad, poi veri e propri libri dalla mole sempre più imponente e dalle pagine sempre più segnate dal tempo e dalla consultazione. Abnee non poteva fare a meno di immaginare tutte le persone che avevano studiato su quei libri come ora faceva lui, leggendo avidamente e girando ogni pagina con reverenza.  Malgrado la situazione precaria in cui si trovava, il ragazzo sentiva il senso di entusiasmo che dava scoprire un nuovo mondo e un nuovo modo di vederlo. Adorava ogni parola di quei libri e amava imparare i diversi aspetti della Forza.
Fanee non poteva fare a meno di sorridere al nipote quando questi parlava con tanto trasporto dei suoi studi e nascondeva come meglio poteva la diffidenza e la preoccupazione.
Poi un giorno il ragazzo fu convocato dall’imperatore. Abnee seguì la guardia con il senso di angoscia e soggezione che gli dava sempre l’idea di incontrare suo padre. Entrò nella sala del trono senza la forza di tenere alto lo sguardo. Fece per inginocchiarsi, ma la voce distorta dell’imperatore lo fermò
“Non è necessario.”
Allora Abnee rimase immobile, gli occhi sempre a terra. Seguì un momento di silenzio che il ragazzo avrebbe quasi trovato confortante, se non fosse stato per l’impressione di avere addosso gli occhi scrutatori e giudicanti del padre.
“Hai trovato interessanti i libri che ti ho fatto avere?” chiese infine Palpatine.
“Molto, signore.” Rispose Abnee con uno sforzo, chiedendosi fosse più difficile chiamare signore  il proprio padre o chiamare padre  un uomo che l’avrebbe voluto morto alla nascita.
“Cosa ti ha interessato di più?”
La sorpresa fece alzare per un istante lo sguardo ad Abnee, come se così potesse verificare di aver capito bene la domanda. Forse dopotutto suo padre si stava davvero interessando a lui.
“Vorrei sapere di più sul rapporto tra il Lato Oscuro e il Lato Chiaro …”
“Dovresti già sapere che sono opposti aspetti della Forza.”
“Sì, lo so. Pensavo solo che non si limitassero a scontrarsi.”
Di nuovo vi fu silenzio, di nuovo Abnee sentì addosso lo sguardo dell’imperatore, ma questa volta il ragazzo provò a sollevare gli occhi per vedere che espressione avesse il padre. Il volto di Palpatine era sempre difficile da interpretare, ma ad Abnee sembrò quasi che fosse colpito. Abbassò lo sguardo appena incontrò gli occhi gialli e scostanti dell’imperatore.
“Io ho studiato entrambi.” Disse Palpatine “ Il Lato Chiaro non ammette il Lato Oscuro perché ne sarebbe schiacciato.”
Abnee avrebbe voluto ribattere, ma strinse le labbra e rimase immobile.
“Tu non ti fidi di me, non è vero?” domandò Palpatine, come constatando un dato di fatto.
Il ragazzo rimase in silenzio, mentre il cuore cominciava a battergli forte per il disagio. Come poteva rispondere?
Essere sincero sembrava l’unica opzione.
“Io non so cosa pensare, signore …”
“Lascia che ti dica, ragazzo, che non avresti potuto fidarti di un jedi in quanto alla conoscenza della Forza.”
Abnee sollevò d’istinto uno sguardo incuriosito e interrogativo. L’imperatore sorrise appena, come se la reazione fosse quella che si aspettava
“I jedi studiarono a lungo il Lato Chiaro della Forza, elaborarono un codice sul quale basarono il loro ordine. Ma fecero tutto questo prima ignorando il Lato Oscuro, poi temendolo poiché non ne avevano conoscenza. Come puoi vedere tradirono da subito la parte del loro codice che dice Non c’è ignoranza, c’è conoscenza. Non è il genere di insegnante che vorresti, vero ragazzo?”
Abnee corrugò appena la fronte, non certo di aver compreso il messaggio. Palpatine sollevò la mano per impedirgli di parlare e proseguì:
“I sith nacquero da quei jedi che non vollero limitare la conoscenza. Avendo studiato il Lato Chiaro, scoprirono il potere del Lato Oscuro. I loro insegnamenti non ignorano il Lato Chiaro, lo superano. Ti è chiaro?”
Abnee annuì, ancora un poco confuso
“Continuerai a studiare e capirai che non è di me che devi fidarti, ma di queste menti aperte, se vuoi perseguire la conoscenza.” Concluse l’imperatore, facendo cenno alla guardia di portare via Abnee.  









Angolo autrice:
-Attenzione: da qui in poi troverete considerazioni molto personali sul Lato Oscuro, il Lato Chiaro e sulla Forza. Credo che ogni fan abbia la sua visione in materia. Come al solito, misto vario di fonti, selezione di quel che mi garba e una buona dose di speculazione personale.
- Forza e coraggio: da Marzo dovrei riuscire ad aggiornare in maniera un po'più regolare.
-Se non ci sentiamo più, Buone Feste!

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Capitolo 21
*** Capitolo 21 ***


21
 
Si instaurò una strana sorta di rapporto tra Abnee e Palpatine. Non era certo un rapporto padre-figlio, ma era comunque un rapporto, il che lasciava il ragazzo una volta di più totalmente confuso. L’imperatore forniva ad Abnee libri sempre più dedicati al Lato Oscuro e alla storia e al pensiero sith e periodicamente convocava il ragazzo nella sala delle udienze o interrompeva il suo studio in biblioteca per verificare il suo apprendimento. Abnee da parte sua studiava con passione. Adorava ogni parola che leggeva. Non era sempre d’accordo con quanto studiava, ma amava imparare del Lato Oscuro e dei sith e ragionare sulla loro filosofia.
 A volte ad Abnee pareva che una risposta corretta o un’osservazione intelligente mettessero l’accenno di un sorriso soddisfatto sul volto dell’imperatore, altre volte che gli facessero serrare le labbra con irritazione.
“Non credo che sia scontento del tuo livello di conoscenza” aveva detto Fanee, quando il nipote gliene aveva parlato “Forse non gli piace l’idea di ammettere che hai delle doti.”
Nonostante questa sconfortante idea e l’incertezza che produceva in Abnee, il ragazzo cominciava a sentirsi abbastanza fiducioso da fare alcune domande sulla Forza. L’imperatore aveva sempre delle belle risposte che Abnee si riservava sempre di considerare e mettere in dubbio appena aveva del tempo libero. C’erano poi altre domande che in quella nuova situazione tornavano in primo piano per il ragazzo, ora che poteva sperare di avere una risposta. Così, dopo circa un mese, Abnee si decise a chiedere se poteva fare una domanda e quando l’imperatore glielo concesse, il ragazzo abbassò lo sguardo, certo di non voler vedere la reazione del padre, e chiese:
“La amava?”
Ad Abnee non servì nemmeno alzare gli occhi per percepire il gelo che era calato. Dopo qualche istante lungo un’eternità, l’imperatore rispose soltanto:
“Più di quanto volessi.”
E con un cenno ordinò che le guardie portassero via il ragazzo.










Angolo autrice:
- Sono tornata!!! Spero di poter tornare a dedicarmi di più alle fanfiction, dato che ho appena finito il corso che mi ha impegnata tanto nell'ultimo anno e mezzo. Anche se mi aspetto di avere una vita più impegnata d'ora in poi, sperabilmente per via del fatto che potrei cominciare a lavorare ...
 

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Capitolo 22
*** Capitolo 22 ***


Capitolo 22
 

Fanee sospirò e lasciò cadere il mento sul petto quando Abnee gli raccontò di aver chiesto all’imperatore se davvero avesse amato Sly Moore.
“Domanda sbagliata, vero?” disse Abnee sconsolato.
Fanee scosse la testa
“Scomoda, diciamo.”
“Peggiorerà la situazione?”
“Beh, raffredderà i rapporti. Non che fossero caldi … Ma credo che l’imperatore sorvolerà sull’incidente, se ha qualche progetto.”
Abnee sospirò mettendosi a sedere con un’espressione assorta, chiedendosi che progetti potesse avere suo padre. Fanee sedette accanto al nipote e gli mise una mano sulla spalla.
“Ce la caveremo, Abnee.” Cercò di rincuorarlo, ma senza mettere vero ottimismo nella voce “ Il futuro potrebbe non essere così terribile, infondo.”
“Ma meglio non aspettarselo, vero?”
“Spera nel meglio, preparati al peggio.” Confermò Fanee.
Abnee sospirò ancora, curvando ancora di più le spalle e appoggiando i gomiti alle ginocchia. Per un istante rimase in silenzio, poi scosse la testa.
“Sai, zio … A volte quasi spero che un giorno potremo avere buoni rapporti, io e lui. Non dico normali, ma … insomma … A volte spero quasi che un giorno possa guardarmi senza pensare che non dovrei esistere.”
Lo zio diede un mezzo sorriso sconsolato.
“Lo capisco, Abnee. Ma hai davvero motivo di desiderarlo?”
Abnee sollevò uno sguardo interrogativo su Fanee, pronto ad ascoltarlo.
“Tua madre non voleva che tu lo odiassi.” Proseguì l’umbaran “Diceva che avresti avuto più possibilità … beh, di avere buoni rapporti, diciamo. O quasi. Quel che voglio dire è che forse troverete un equilibrio abbastanza stabile, abbastanza vantaggioso per lui e abbastanza decente per noi. Ma in nessun caso devi farti delle illusioni Abnee.”
Abnee annuì, poi si raddrizzò per appoggiare la testa sulla spalla dello zio.
“La nostra vita là fuori era abbastanza difficile.” Osservò d’un tratto.
“Già.” Rispose Fanee accarezzando i capelli del ragazzo come avrebbe fatto una madre.
“Ma mi manca la nostra vita, zio.” Concluse Abnee.







Angolo autrice:
Eh no, la vita reale non si sta semplificando. Almeno si sta complicando in maniera prevalentemente positiva. Cari lettori, vi chiedo perdono. Ad ogni modo voglio rassicurarvi che questa storia non è ancora in secca, solo probabilmente aggiornerò in modo molto irregolare.

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Capitolo 23
*** Capitolo 23 ***


23
 
Fanee aveva ragione: la domanda di Abnee sembrò essere dimenticata o quasi. Il ragazzo continuò a studiare e l’imperatore continuò a verificare il suo apprendimento, sempre con quel misto di soddisfazione e di scostante freddezza.   Abnee a volte cercava di spiare il suo volto per cercare di capire cosa suo padre provasse durante i loro incontri ed era propenso a credere che dovesse essere un notevole sforzo per lui stare accanto al figlio che non aveva mai voluto e la cui nascita l’aveva privato di una donna come Sly Moore. Eppure era disposto a fare tale sforzo e il ragazzo non poteva fare a meno di chiedersi se si trattasse di un gesto di buona volontà nei suoi confronti o qualcos’altro e che ruolo avesse in tutto questo la sua istruzione sui precetti del Lato Oscuro secondo i sith. E di nuovo cominciava a chiedersi per quanto questa nuova situazione sarebbe continuata.
La risposta arrivò dopo un altro mese, mentre Abnee finiva di esporre l’ultima lezione appresa all’imperatore, nella sala delle udienze. Palpatine dal trono lo interruppe con un cenno.
“Il tuo impegno da buoni frutti, ragazzo.” disse “Ma cosa pensi di quanto hai studiato?”
Abnee rimase un momento sorpreso. Non si aspettava una domanda del genere e a dire il vero avrebbe preferito tenere per sé i propri giudizi personali: non era certo che sarebbero del tutto piaciuti a suo padre.
“Sono concetti saggi.” Rispose infine il ragazzo.
“Ma?”
Abnee scosse la testa
“Nulla.”
“Non mentirmi” ammonì severo l’imperatore.
“Immagino siano saggi anche quelli sul Lato Chiaro.”
“Sai tutto ciò che serve del Lato Chiaro: la pace è una menzogna. Non può esserci saggezza basandosi su una menzogna.”
Abnee scosse ancora la testa con aria un poco abbattuta
“è solo un’idea che avevo.” Disse.
“Vedo che la teoria non è sufficiente a farti chiarezza.” Concluse Palpatine “Solo la pratica ti farà davvero comprendere ciò che hai studiato.”
 








Angolo autrice:

-Salve, perdonatemi, le cose vanno così. Devo ammettere che ho anche perso motivazione ad aggiornare, ma ancora non voglio dichiarare incompleta la storia: credo che prima o poi riuscirò a finirla.
- Abnee continua ad essere disperatamente confuso.
 

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Capitolo 24
*** Capitolo 24 ***


Capitolo 24
 
Quando fece visita allo zio, Abnee lo abbracciò appena lo vide. Fanee ricambiò con premura.
“Cosa succede, Abnee?” chiese subito
“Non lo so di preciso.”
Lo zio diede una risata sommessa, che, per quanto fosse intesa per rallegrare Abnee, aveva sempre un sentore di amaro.
“No, non siamo nelle condizioni di sapere qualcosa di preciso.” Disse, sciogliendo l’abbraccio “Ma sei turbato, si vede. Dimmi perché.”
“L’imperatore ha detto che non capirò veramente quello che studio finché non farò della pratica.” rispose Abnee con un’espressione un po’preoccupata “Non so cosa intende di preciso, ma ho un gran brutto presentimento.”
Fanee aveva distolto lo sguardo e guardava lontano con un volto di pietra, come stesse cercando di vedere cosa sarebbe successo.
“Zio?” fece il nipote, sempre più in apprensione. Fanee gli strinse la spalla, come per assicurarsi la sua attenzione, e tornando a guardarlo negli occhi disse:
“Qualcosa cambierà senz’altro, Abnee. Ma promettimi che non cambierai tu.”
“Cosa intendi?”
“Ricordi quello che hai detto al gran visir, riguardo le tue ambizioni? Hai detto che ti sarebbe piaciuto avere una famiglia, un giorno.”
Fanee aveva un tono fermo e urgente e Abnee era sempre più allarmato
“Sì, lo ricordo.” Rispose il ragazzo, confuso per l’ennesima volta
“La tua idea di ambizione non è la loro, Abnee. Ciò che vuoi tu non è ciò che vogliono loro. Non so cosa intenda tuo padre dicendo che ti serve la pratica, ma qualunque cosa intenda temo non sarà qualcosa che ti piacerà. Non so cosa succederà, ma credo che sia il caso di prepararsi a cambiamenti poco gradevoli. Se andrà diversamente tanto meglio, ma …” L’umbaran si interruppe, fissando gli occhi spalancati di Abnee, poi scosse la testa con un sospiro.
“Mi dispiace spaventarti, Abnee. Forse dovrei dirti che andrà tutto bene. Ma non è ciò che è successo a me.” Cinse le spalle del nipote col braccio, lo guidò al divanetto e lo fece sedere con calma e con un’espressione assorta e mesta.
“Quando avevo la tua età, hanno detto anche a me di passare alla pratica, diciamo” riprese più quieto, ma sempre grave “Di dimostrare -a persone non molto diverse da tuo padre, credo- che ero degno della casta in cui stavo. Potevo cambiare, diventare come loro e non subire troppi danni, o non cambiare ed essere disconosciuto e gettato nelle caste basse.”
Fanee tacque un momento e si voltò a guardare Abnee con un’espressione stanca e triste, ma colma d’affetto. Il ragazzo ricambiava con uno sguardo sempre confuso e preoccupato, ma accogliendo sempre con gratitudine ogni parola dello zio. Fanee diede un mezzo sorriso e strinse a sè il nipote.
“Vorrei poter fare di più che metterti in guardia e allarmarti.”sospirò.



angolo autrice:
- Non mi sono ancora arresa. Senz'altro caricherò almeno i capitoli che ho già pronti, ma ci vorrà del tempo.
- Fanee è per me un esempio di quanto possa essere eroico essere dei perdenti.

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Capitolo 25
*** Capitolo 25 ***


Per prima cosa, Palpatine insegnò ad Abnee a percepire la Forza, a distinguere quando  si trattava di Lato Oscuro e quando di Lato Chiaro. Al ragazzo non dispiaceva quel genere di lezioni: gli sembrava di sedersi a guardare un fiume dove l’acqua scorreva sempre alla stessa velocità e nella stessa quantità, ma ora più placida, ora più tumultuosa.
I primi problemi cominciarono quando si trattò di raggiungere la Forza, specialmente il Lato Oscuro, in meditazione. Abnee non aveva altro motivo di farlo che non innervosire troppo il suo insegnante. Certo, era curioso di imparare cose sulla Forza, ma non era interessato ai suoi poteri, soprattutto se il prezzo da pagare era quello che aveva detto suo zio. Tutto questo rendeva il suo approccio poco convinto e i suoi cauti sforzi poco efficaci.
La meditazione per Abnee aveva del buono e del cattivo. Il cattivo era dover richiamare momenti dolorosi, pensieri dolorosi, cose che agitavano il suo animo quando gli sembrava che non gli fosse di alcuna utilità. Il ragazzo aveva provato a utilizzare emozioni positive per raggiungere il Lato Oscuro e aveva ottenuto qualche risultato, ma suo padre gli aveva detto di lasciar perdere quell’approccio.
"Se devi meditare sulla gioia medita sulla gioia che da avere il potere di raggiungere i proprio obiettivi, superare i propri limiti. Ricorda quanto dice il codice. Devi ancora imparare molto prima di poter gestire le emozioni più dolci, diciamo, senza che queste siano una tentazione verso il Lato Chiaro.”
Il buono invece era imparare a osservare le emozioni, imparare a distinguere con esattezza cosa si stava provando e per quale motivo. Questo era essenziale per poter effettivamente utilizzare le emozioni e il Lato Oscuro, senza che questo prendesse il sopravvento sopra la volontà dell’individuo. Provare emozioni e scegliere il Lato Oscuro era un conto, gestirli e averne il controllo per dirigerli verso uno scopo, era un altro.
Il punto era sempre che Abnee non aveva una vera motivazione per impegnarsi davvero, né alcuna intenzione di pagare il prezzo necessario.
Fino a quel momento Palpatine s’era limitato ad osservare gli scarsi progressi del ragazzo, con uno sguardo indecifrabile che Abnee trovava sempre più inquietante. Era l’ennesima situazione che non poteva durare per molto.
“Forse devi ancora conoscere un dolore tale da scuoterti.” Disse un giorno l’imperatore con una calma che comunque non poteva sembrare innocua. Abnee, seduto a gambe incrociate davanti a una sfera metallica che faticava a sollevarsi da terra, fece appena in tempo ad abbandonare la meditazione, facendo cadere la sfera, e sollevare uno sguardo perplesso e un poco allarmato. Poi Palpatine tese le mani e una scarica di fulmini colpì il ragazzo.






Angolo autrice:
- A onor del vero, questo capitolo non credo mi sia venuto un gran chè, ma non ho tempo per sistemarlo.
- Yep, la situazione comincia a peggiorare ...

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