The Vampire Diaries TV Series - The Novel-

di DarkDarrik
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il Ritrono di Stefan - Prologo - ***
Capitolo 2: *** Il Ritorno di Stefan – Parte I - ***
Capitolo 3: *** Il Ritorno di Stefan – Parte II - ***
Capitolo 4: *** La notte della cometa - Part I- ***
Capitolo 5: *** La notte della cometa - Parte II- ***
Capitolo 6: *** La notte della cometa - Parte III- ***



Capitolo 1
*** Il Ritrono di Stefan - Prologo - ***


Virginia, 6 Settembre 2009

La notte era scura e senza luna sulla strada asfaltata  che portava a Mystic Falls, una cittadina della Virginia.
Il rettilineo era affiancato da entrambi i lati da antichi e alti alberi a cui se ne aggiungevano altre centinaia, anche essi parte del bosco che circondava la piccola città.
Una Jeep nera sfrecciava sulla strada, all’interno dell’auto vi era una giovane coppia di ragazzi originari di Mystic Falls: Darren e Brooke.
Il ragazzo aveva capelli di media lunghezza castano  scuro, occhi marroni e i lineamenti del suo volto erano molto mascolini e squadrati ; fisicamente era atletico e di statura media.
Darren indossava una giacca a vento color sabbia, sotto di essa una camicia bianca, jeans scuri e scarpe da ginnastica nere.
Brooke aveva lunghi capelli ricci e biondi che le cadevano sulla spalle, occhi azzurri e il viso tondeggiante, come il suo ragazzo anche lei aveva una corporatura e una altezza nella media.
La ragazza indossava una giacca di pelle marrone chiaro,un top bianco, jeans e stivaletti neri.
I due erano appena tornati da un concerto fuori città.

«Ho guidato per più di un ora per sentire un tizio  con la chitarra che strimpellava invece che cantare come si deve» mormorò ridacchiando Darren, lanciando uno sguardo dalla strada deserta e poi a Brooke, seduta vicino a lui sul sedile del passeggero.

«Eddai! Non era poi così male! Non essere tragico!» replicò sorridendo la ragazza, lanciando un’occhiata divertita al fidanzato.

«Mi sembrava la brutta copia di James Blunt, e un James Blunt basta e avanza!» affermò Darren, mentre una fitta nebbia iniziava a provenire dal bosco circostante.

«Allora perché sei venuto con me?» domandò smorfiosamente Brooke guardandolo da sopra la spalla.

«Perché ti amo!» rispose secco Darren con un largo sorriso verso la fidanzata, ma ella non ebbe tempo di replicare perché improvvisamente da in mezzo alla nebbia sembrò comparire una sagoma al centro della strada.
Il giovane alla guida della Jeep provò a inchiodare ma fu troppo tardi, la figura venne travolta dall’auto sfondando il parabrezza e rotolando sul tettuccio per poi cadere rovinosamente alle spalle del veicolo.

Darren perse il controllo del mezzo che finì per impattare con forza contro un albero al lato della strada.

Il panico serpeggiò immediatamente tra i due giovani, che si chiesero reciprocamente più volte se fosse tutto apposto, scoprendo che nessuno di loro era gravemente ferito.

«Oh mio Dio! E spuntato dal nulla, che diavolo ci faceva una persona qui fuori in mezzo al niente?» chiese Darren col cuore in gola.

«Che diamine ne so io! Forse si era perso nel bosco!Un cacciatore, un campeggista! Non perdere tempo vai a vedere se è vivo, maledizione!» rispose urlando e tremando Brooke, spaventata come mai nella sua vita.

Il ragazzo si fece coraggio, precipitandosi fuori dalla Jeep, correndo a più non posso verso la sagoma distesa a terra sull’asfalto.
Era immobile e Darren aveva seriamente la paura di poter aver ucciso qualcuno, si chinò disperato sull’uomo riuscendo a notare al suo dito un grosso anello con una pietra blu e con un incisione sopra.
Dopo pochi istanti il giovane si sentì afferrare al collo da una forza sconosciuta e un attimo dopo percepì un fortissimo dolore sulla giugulare, poi lentamente tutto diventò sfocato per Darren, che giurò di aver visto in un lampo quella persona investita, e quasi sicuramente morta, rialzarsi da terra e aggredirlo.

Brooke era in stato confusionario all’interno dell’auto con il cellulare in mano che però non dava segnale,Darren non era ancora tornato e la cosa le fece venire ancora più il terrore che la situazione fosse gravissima.
La ragazza uscì dall’abitacolo e chiamò più volte il fidanzato, non ebbe risposta per qualche interminabile secondo, poi un forte tonfo la fece voltare terrorizzata: il corpo senza vita di Darren era stato scaraventato da chissà dove sul cofano dell’auto. Con un urlo acutissimo Brooke iniziò a correre lungo la strada, ma nulla poteva con la velocità e la forza di che le dava la caccia,fu afferrata e aggredita pochi istanti dopo e la sua vita terminò nella stessa maniera in cui era finita quella di Darren.


 

7 Settembre 2009

Casa Gilbert

“Caro diario, oggi sarà diverso. Deve esserlo. Sorriderò alla gente... e sarò credibile. Il mio sorriso significherà: "Sto bene, grazie"- "Si', mi sento molto meglio". Non sarò più la ragazzina triste che ha perso i genitori.”

Questo recitava il diario di Elena Gilbert, studentessa al terzo anno al liceo di Mystic Falls, dopo la sua recente grave perdita, la ragazza aveva deciso di prendere questo primo giorno di scuola come un nuovo inizio per ricominciare a vivere e a sperare in una vita migliore, anche se sapeva che non sarebbe mai più stata la stessa.

Elena aveva lunghi e lisci capelli castani, occhi color nocciola, zigomi alti, un naso piccolo e labbra leggermente carnose. Aveva una corporatura snella ed atletica ed era di statura  media.
Per il primo giorno di scuola la ragazza aveva optato per  una maglia rossa con il collo a V, un paio di jeans classici, scarpe di tela nere e un’ampia borsa marrone dove avrebbe riposto il materiale scolastico.

Elena scese le scale trovando al piano di sotto sua Zia Jenna, nonché tutrice legale sua e del fratello Jeremy, dopo la morte dei loro genitori i giovani Gilbert erano stati affidati appunto alla sorella della loro madre.

Jenna Sommers era una donna sulla trentina, molto giovanile i capelli erano lunghi mossi e rossi, i suoi occhi erano di un verde-grigio chiaro,il viso era leggermente tondo, gioviale e sereno e sembrava più giovane della sua vera età.

«Ho realizzato che so fare degli ottimi toast» esordì la donna abbozzando un sorriso, appena vide Elena scendere le scale.

La casa dei Gilbert era su due piani, al piano di sopra vi erano le camere da letto, mentre al piano di sotto il soggiorno e la cucina.

«Il segreto di un ottima colazione è il caffè, Zia Jenna!» ribatté sarcastica la ragazza andando a servirsi da sola una tazza di bevanda color nero.

«Qualcuno ha detto caffè?» domandò una voce maschile proveniente dal corridoio, era Jeremy il fratello di Elena.
Aveva gli stessi colori di occhi e capelli di Elena, un fisico slanciato e un altezza leggermente maggiore della media. Aveva un viso fanciullesco, anche se segnato dal dolore, i suoi capelli erano scompigliati e indossava vestiti neri dalla testa ai piedi:t shirt felpa,pantaloni e scarpe da ginnastica.
Nessuno rispose alla domanda retorica e anche lui imitò la sorella servendosi del caffè in una tazza.

«Ehy tutto bene pronto a iniziare la scuola?» chiese Elena osservando il fratello incuriosita.

«Non iniziare per favore, io comunque mi avvio piedi ci vediamo la» brontolò scontate Jeremy per poi sparire dalla vista della ragazza e di sua zia.

«Mi dovrei muovere anche io! Sono in ritardo!» incalzò Jenna che aveva ancora addosso gli abiti da casa e i capelli legati e arruffati.

«Va bene zia, io vado a casa di Bonnie, mi da un passaggio lei in auto.» ribatté Elena dopo aver bevuto il caffè, aver indossato il suo giubbotto di pelle e aver visto Jenna correre al piano di sopra in tutta fretta.

Per fortuna di Elena, Bonnie era in anticipo e la incontrò appena uscita di casa, guidava la sua berlina bianca e accolse l’amica con un largo sorriso.
Bonnie era una ragazza dalla pelle color ebano con lunghi capelli mossi castani, i suoi occhi erano verde smeraldo,le labbra erano carnose e il suo fisico era simile a quello di Elena.
La ragazza indossava un giubbotto felpato viola, un top azzurro, jeans chiari con una cintura marrone e infine delle scarpe scure.

Dopo essersi salutate, le due iniziarono a chiacchierare mentre Bonnie guidava, ma Elena ad un certo punto sembrava come assente mentre l’amica le parlava.

«Mia nonna sta continuando a dire che la mia famiglia è originaria dalle streghe di Salem, che noi Bennet abbiamo dei poteri e che io sono sensitiva! Povera nonna, sta uscendo di testa dovrebbe… Elena ci sei?» raccontò Bonnie per poi finire con un tono annoiato,quando notò che la sua amica sembrava su un altro pianeta coi pensieri.

«Oh si,scusa stavamo dicendo?» domandò Elena tornando alla realtà.

«Dicevamo che sono una sensitiva!» ribatté ironica Bonnie sorridendole.

«Prevedi qualcosa su di me!» affermò divertita Elena guardando la presunta sensitiva.

Di colpo qualcosa impattò sul finestrino dell’auto per poi volare via subito dopo. Le due ragazze si spaventarono e Bonnie inchiodò in maniera fulminea.

«Oddio,Elena mi dispiace, sarà stato un uccello che voleva basso! Devo averlo colpito di striscio!” si scusò la ragazza sapendo il brutto incidente stradale che aveva colpito recentemente la sua amica e la sua famiglia.
Dopo un attimo di shock, la sua amica fece un lungo respiro e poi si girò verso Bonnie con un sorriso.

«Tranquilla, non posso essere terrorizzata dalle auto per tutta la mia vita, forza andiamo abbiamo tanta gente da salutare!« disse infine Elena cercando di scacciare via i brutti pensieri.

La macchina ripartì e solo un breve tragitto separava le due teenager dal parcheggio della scuola.

«Sono una sensitiva e prevedo che quest’anno sia ricco di emozioni e felicità per noi! Il brutto periodo finirà e ci saranno solo cose belle!» affermò Bonnie cercando di dare forza ad Elena e in fondo anche a se stessa.

Entrando nel Liceo di Mystic Falls, gli occhi di Elena si posarono istintivamente verso l’armadietto di Matt Donovan, quello che fino a prima dell’estate era stato il suo fidanzato, ma che lei aveva lasciato ormai da mesi.

Matt era alto, con un fisco prestante e allenato, infatti era il quarterback della squadra di football, i suoi capelli erano di media lunghezza color biondo cenere e i suoi occhi erano di un blu intenso.
Proprio come pensava Elena il ragazzo era li che aspettava di incrociare il suo sguardo, infatti i suoi occhi blu si posarono con malinconia su di lei.

Matt aveva alle orecchie delle cuffiette bianche, indossava il suo giubbotto rosso e nero della squadra di football, sotto di essa una t-shirt bianca e infine calzava jeans e scarpe da ginnastica.

Elena fece un cenno di saluto verso il suo ex, ma lui la ignorò prendendo i libri dall’armadietto e andando via subito dopo.

«Mi odia…» mormorò tristemente la ragazza verso Bonnie, lei teneva molto a Matt, ma non nel modo che lui voleva.
«Non ti odia,è solo troppo orgoglioso per mostrare che ci è rimasto male della vostra rottura.» Affermò la presunta veggente alzando le spalle.

Una ragazza un po’ più alta di loro, dal fisico atletico e slanciato si incamminò verso le due; aveva lunghi capelli biondi, occhi azzurri e un modo di fare sicuro di se e sprizzante.
Indossava un vestito blu che le arrivava fino alle ginocchia e un paio di stivali marroni, lei era Caroline Forbes un’mica di infanzia di Bonnie ed Elena.

«Oh mio Dio!» si annunciò affranta la ragazza abbracciando Elena in maniera inaspettata e vigorosa.

«Come stai? Oh è davvero bello rivederti!»disse Caroline sciogliendo lentamente l’abbraccio.

«Sta davvero bene? Come ti sembra che stia?»aggiunse la bionda guardando Bonnie intensamente.

«Caroline!Sono qui! E sto bene!»si intromise Elena alzando una mano facendo un mezzo sorriso.

«Sul serio? Sei sicura?» continuò insistentemente Caroline,concentrandosi su Elena.

«Sto molto meglio si» taglio corto infine la ragazza,cercando di stemperare l’irruenza della sua amica.

«Oh piccolina!» concluse con un secondo abbraccio Caroline,per poi congedarsi con un saluto ad entrambe le compagne di scuola.

«No Comment…» brontolò Elena scuotendo lievemente il capo.

«Non dirò nulla al riguardo!» promise Bonnie alzando le mani in segno di resa.

 

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Capitolo 2
*** Il Ritorno di Stefan – Parte I - ***


7 settembre 2009

Liceo di Mystic Falls


Jeremy camminava con le mani in tasca verso la scuola, non gli andava proprio di andare in macchina con sua sorella e la sua amica, anche perché aveva una piccola “commissione” da sbrigare.
In quel momento, il giovane, stava pensando a Vicki, la sorella dell’ex ragazzo di Elena, al ragazzo era sempre piaciuta, proprio perché  era stravagante e ribelle  come lui.
Purtroppo per Jeremy, lei era invaghita di Tyler Lockwood, atleta della squadra di football, migliore amico del fratello di lei e in più figlio del sindaco della cittadina ovvero il ragazzo più ricco di Mystic Falls!
Tuttavia, il fratellino di Elena, era riuscito in qualche modo ad approfittare delle costose e lunghe vacanze estive di Tyler per fare dei passi avanti verso Vicki, che però dopo il ritorno del ricco atleta era tornata tra le sue braccia, lasciando Jeremy col cuore infranto.
Jeremy aveva però una passione in comune con la sorella di Matt: ovvero pillole e droghe leggere!
 Il ragazzo si diresse verso il cortile della scuola, nella parte dove si fumava qualcosa di più forte delle sigarette e dove si prendeva qualche pillola più forte che quelle per il mal di testa.
Dopo una rapida occhiata agli studenti nell’area circostante, Jeremy individuò Vicki, appoggiata a un albero con il cellulare in mano, così si avvicinò a passo svelto verso di lei con un sorriso stampato in faccia.
Nonostante la propria situazione famigliare drammatica e il fatto che lei avesse la testa per un altro ragazzo, Jeremy stava bene solo quando la ragazza ribelle era nei paraggi.

«Ehy, Vick! Come va? Ho una sorpresa per te!» esordì sorridente Jeremy, guardandola mentre era intenta a mandare un messaggio col cellulare.

Vicki era alta poco più di un metro e sessanta, aveva lunghi capelli marrone chiaro, mossi che le cadevano oltre le spalle, occhi rotondi di un verde molto scuro, labbra carnose e  un viso un po’ scarno.
I suoi lineamenti non erano molto aggraziati e non era priva di difetti, forse non era la più bella della scuola, ma comunque era un tipo di ragazza che piaceva a diversi suoi compagni di corso.
Fisicamente era magra e slanciata, nonostante non facesse nessun tipo di attività fisica.

«Ehmm…ciao Jer, dimmi tutto» mormorò Vicki distogliendo solo un attimo gli occhi dal cellulare, finendo poi di mandare il messaggio.

Jeremy tirò fuori dalla tasca della felpa nera una bustina con alcune pillole dentro e rapidamente ne offrì una alla ragazza, che lo guardò divertita.
La sorella di Matt tese la mano e il suo amico le passò una piccola pillola che lei ingerì prontamente.

«Non prenderne più di una in tre ore!» si raccomandò sorridente Jeremy, contento di averle aftto una sorpresa.

Tyler aveva appena letto il messaggio di Vicki mentre si guardava allo specchio a pochi passi dalla porta d’ingresso della sua enorme villa.
Egli era alto quasi un metro e ottanta, aveva capelli neri tagliati corti e più lunghi sul davanti, sparati all’insù.
Occhi di un marrone molto scuro, labbra leggermente carnose, un naso lievemente pronunciato e lineamenti misti tra il mascolino e il fine, rendendolo il classico belloccio della porta accanto.
Il ragazzo indossava un giubbino leggero color grigio chiaro e sotto di esso una t-shirt con uno spacco a v dello stesso colore, jeans scuri e scarpe da ginnastica chiare.

Tyler uscì di casa  andando verso il garage dove aveva parcheggiato il suo SUV nero.
Mentre era in viaggio verso la scuola, pensava alle vacanze che aveva appena vissuto e a come si era divertito, l’importante era che Vicki non sapesse niente delle ragazze che aveva baciato qua e là.

Anche se non stava ufficialmente insieme a lui faceva comodo avere una ragazza sempre pronta a fare sesso  senza tanti preamboli e corteggiamenti vari, inoltre i suoi genitori lo avrebbero voluto vedere con una ragazza altolocata, di quelle che ti fanno aspettare mesi per un bacio a stampo.

Assorto nei suoi pensieri, in pochi minuti il figlio del sindaco arrivò a scuola e smontò dal veicolo, parcheggiandolo vicino al cortile.

Tyler camminò per qualche metro nell’ampia area che lui definiva “dei drogati” e, in effetti, non si sbagliava.
Notò Vicki in compagnia del suo “pusher”: Jeremy Gilbert.

Quel poveraccio aveva perso da poco i genitori ed era il fratello della sua amica di lunga data Elena, nonché ex fidanzata del suo migliore amico Matt, perciò si era promesso di andarci piano con lui almeno per un po’.

«Sapevo che ti avrei trovata qui tra i drogati!» esordì arrogante Tyler senza degnare di uno sguardo Jeremy, e fiondandosi tra le braccia di Vicki.
Il ragazzo cinse le mani attorno ai fianchi della sorella di Matt e poi guardò il piccolo Gilbert con un sorriso beffardo.

«Bello smalto! In quale negozio di trucchi lo hai comprato?» chiese il ricco rampollo, notando lo smalto nero sulle unghie dell’altro ragazzo.

Jeremy era un ragazzo cui piacevano i vestiti scuri e il rock, perciò si definiva un “Dark”.

Alcuni membri della band del genere che a lui piacevano usavano lo smalto nero e lui gli aveva imitati.

«Non credevo t’intendessi di smalti, forse tu usi colori più accesi e lo fai di nascosto…» ribatté prontamente Jeremy senza pensarci, due volte.

Tyler cercò di divincolarsi dall’abbraccio di Vicki, che intanto si era portata vicino a lui tenendolo per il giubbino.

«Ty, smettila è il fratellino di Elena, lascialo in pace!» intervenne la ragazza trattenendo Tyler, portando il viso vicino al suo.

«So chi è…la prossima volta se le prende lo stesso!» mormorò il membro della famiglia Lockwood baciando Vicki sulle labbra, per poi lasciarsi andare a un bacio più spinto e passionale davanti agli occhi di Jeremy, che se né andò senza dire nulla mentre si accendeva una sigaretta.

 

 

Bonnie ed Elena passeggiavano per il corridoio affollato della scuola, andando verso l’aula di storia, quando l’attenzione della ragazza mulatta si spostò verso la segreteria della scuola.

«Ehy, chi è quello?» mormorò affascinata l’amica di Elena, osservando un tizio girato di spalle, intento a parlare con la segretaria della scuola, Mrs. Clark.

La donna era un’afroamericana sulla quarantina, che indossava una camicetta lilla e qualche accessorio giovanile per sentirsi al passo con i tempi e sembrava davvero interessata a cosa stesse dicendo quel ragazzo girato di spalle.

«Io vedo solo un fondoschiena…» mormorò Elena disinteressata, dato che con lo sguardo aveva intravisto suo fratello andare spedito verso il bagno.

«Però è un bel fondoschiena!» constatò Bonnie dando una leggere gomitata alla sua amica.

A quel punto la ragazza si lasciò sfuggire un sorrisetto tra il divertito e malizioso,osservando che la sua amica aveva ragione.

«Secondo me viene da Seattle e suona la chitarra!» disse convinta la presunta “veggente” incrociando saccentemente le braccia.

«Ti stai facendo prendere troppo la mano con la storia della sensitiva.»  ridacchiò nuovamente Elena,per poi farsi seria un secondo dopo.

«Scusa un attimo arrivo subito.» mormorò con tono flebile, per poi andare abbandonare la sua compagna di classe e andare a passo spedito dove Jeremy era entrato pochi istanti prima.
Bonnie non disse nulla, restando a guardare il misterioso ragazzo, aspettando che si girasse.


Stefan Salvatore contemplava il tramonto dal tetto della propria enorme abitazione, stava pensando al suo ritorno nella cittadina di Mystic Falls e al fatto che aveva deciso di conoscere la ragazza, che tanto gli ricordava un amore perduto molto tempo prima.
Mancava un’ora più o meno a quell’incontro che lui avrebbe fatto capitare casualmente e stranamente era teso, nonostante fosse abituato a situazione ben più critiche.
Stefan era alto un metro e ottanta, la sua corporatura era definita e atletica, aveva capelli castani di media lunghezza,portava sempre un ciuffo  verso l’alto come capigliatura, i suoi occhi erano di un color verde scuro,aveva labbra sottili e lineamenti fanciulleschi, ma abbastanza marcati, come la mascella squadrata e gli zigomi alti.
Il ragazzo indossava un giubotto leggero di pelle marrone, sotto di esso una felpa con cappuccio nera e infine blue jeans e scarpe scure.
Con un salto, Stefan balzò dal tetto dell’edificio e atterrò in maniera impeccabile al suolo senza farsi alcun male, dopodiché a passo lento e rilassato si diresse verso la scuola di Mystic Falls.
I suoi pensieri lo tormentavano, aveva timore di conoscere Elena, di metterla in pericolo in qualche modo, anche se non sapeva come o forse lo sapeva ma non voleva pensarci.

Stefan era determinato a conoscerla, anche se dentro di lui in fondo, era conscio del fatto che era meglio che questa cosa non la facesse, tuttavia il cervello e la ragione erano stati battuti dal suo istinto nella lotta interiore che lo logorava da tempo.
Assorto nei suoi pensieri, il giovane, fece una passeggiata per i boschi che circondavano la sua tenuta e solo dopo arrivò a destinazione, trovando il cortile già ghermito di studenti.

Poco dopo Stefan era in segreteria e parlava con Mrs.Clark, la quale aveva notato che mancava della documentazione riguardante l’iscrizione del ragazzo a scuola.

«Mancano i tuoi referti medici e i documenti scolastici degli anni precedenti» disse la segreteria guardando il giovane in viso, che ricambiò lo sguardo con durezza.

«Controlli meglio, le assicuro che ho portato tutto…» mormorò determinato Stefan senza distogliere lo sguardo da quello di Mrs. Clark.

La donna frugò velocemente tra le carte sulla scrivania e poco dopo sorrise al nuovo arrivato mettendosi una mano sulla fronte.

«Hai ragione,c’è tutto che sbadata! Benvenuto puoi andare.» concluse la donna afroamericana congedando lo studente, il quale dopo un veloce e cordiale saluto, si voltò e lasciò la segreteria.

Andando via, Stefan, incrociò appena lo sguardo di un’imbambolata Bonnie, che lo guardava con ammirazione e qualche metro più in là anche Caroline Forbes sembrò interessata a lui, anche se non era stata notata dal ragazzo.
La bionda ammiccò tra se e sé pensando che quel ragazzo sarebbe stato suo prima o poi , anche solo per sfizio.

Elena entrò a passo svelto nel bagno dei ragazzi, fregandosene apertamente di chi potesse esserci dentro o di che cosa avrebbero potuto dirle.

«Ehy, hai sbagliato bagno!» affermò un ragazzo con una zazzera arancione e una camicia improponibile, quando vide Elena.

La ragazza non gli diede retta, ma vide Jeremy vicino i lavandini e subito lo fece voltare di scatto puntandogli un dito contro.

«Sei già sballato di prima mattina?» accusò la sorella maggiore osservando bene gli occhi del fratello.

«Ma che diavolo…no che dici!» sbottò Jeremy scuotendo la testa infastidito.

«Muoviti, dammi la roba su! Dove la nascondi?!» lo aggredì Elena frugando velocemente nelle tasche del ragazzo.

«Smollami! Lascia stare, non ho nulla!» si difese Jeremy, levandosi le mani della sorella di dosso.

«Smollami? Cos’è? Un modo di dire da fattoni? Sei un grande, zio!» lo canzonò la più grande dei fratelli Gilbert.

Jeremy semplicemente la guardò seccata e sbuffò, stufo dei continui appunti della sorella verso di lui, possibile che lei non capisse che aveva bisogno di evadere dopo quello che avevano passato?

«Ti ho lasciato fare durante i mesi estivi, ma ora è il momento di rimettersi in carreggiata! Sappi che sei vuoi fare il drogato, io sarò sempre pronta a rovinarti la festa, chiaro?! Diamine Jeremy tu non sei mai stato così, non sei tu! Non diventare un’altra persona, ritorna a essere te stesso!« disse seria Elena al fratello,sperando che egli capisse,che lei lo faceva solo per il suo bene a essere dura con lui.
A interrompere i due ci pensò un ragazzo asiatico che uscì dal bagno abbottonandosi i jeans, rimasto sorpreso nel vedere Elena, tuttavia si dileguò in men che non si dica.
Jeremy poco dopò lo imitò limitandosi a scuotere la testa, lasciando il bagno per dirigersi altrove.

Stefan camminava nel corridoio a passo svelto, pronto ad andare verso l’aula di storia, quando qualcuno impattò su di lui uscendo da una porta sulla sinistra.
Era una ragazza dai lunghi capelli castani, poco dopo vide i suoi occhi color nocciola e rimase sorpreso nel riconoscere il volto di Elena.

«Scusa…» disse flebilmente guardandola sorpreso e deglutendo, finalmente si era creata l’occasione di conoscerla, ma era come paralizzato.

Elena guardò il ragazzo, e per un attimo si perse nei suoi occhi verdi, riconoscendolo come quello stesso tizio in segreteria che di spalle prometteva bene.

«Quello è il bagno degli uomini?» chiese curioso Stefan, un po’ sbigottito.
Elena fu presa in contropiede da tutta quella situazione e avvampò d’imbarazzo, farfugliando un po’ prima di prendere parola.

«Oh…ehm…sì, vedi è una storia molto complicata!» bofonchiò impacciata la ragazza, abbozzando un sorriso nervoso.

Poco dopo provò a passare, ma Stefan aveva avuto la stessa idea di andare a destra, ritentò dall’altra parte, ma nuovamente finirono col pensare la stessa cosa.
Stefan non disse nulla, sorrise e si limitò a farla passare, spostandosi a destra.
Elena lo ringrazio sorridendo e poi si allontanò nel corridoio, lanciando a quel ragazzo carino e gentile un’ultima occhiata, prima di svoltare l’angolo ed entrare nella classe di storia.

Cimitero di Mystic Falls


La noiosa lezione del professor Turner era finita, così come anche le altre per quella giornata scolastica, quindi Elena stava camminando verso casa, ma prima voleva passare al cimitero a salutare i suoi genitori e scrivere qualcosa sul suo diario.
La ragazza pensava che durante la lezione di storia lei e il “ragazzo carino dei corridoi” si erano scambiati parecchi sguardi e lo avevano notato  Bonnie, e purtroppo Matt.
La sua amica le aveva mandato un messaggio in classe, e a lezione conclusa le aveva detto che aveva visto Matt infastidito e geloso a proposito di quegli sguardi.
Tuttavia Elena non avrebbe dato tanto peso a tutto questo, per ora voleva solo scrivere un po’ sul diario e stare vicino alla tomba dei genitori.

“Caro diario,sono riuscita a concludere questa difficile giornata, avrò detto di stare bene almeno trentasette volte, ma non vuol dire nulla. La gente ti chiede le cose per abitudine, ma non gli importa davvero di te…”  la primogenita dei Gilbert scrisse sul suo diario quelle parole, mentre stava seduta sotto una statua di un angelo e di tanto in tanto guardava la tomba dei suoi parenti.
La sua attenzione fu catturata da un corvo che stava sulla tomba che lei guardava,l’animale gracchio,mentre un’insolita nebbia si alzava dal terreno.

«Ciao pennuto,sei un po’ inquietante sai?» ridacchiò Elena,mentre osservava la creatura nera e piumata.
La giovane riprese a scrivere sul diario, senza dare più di tanto peso al corvo gracchiante.
Tuttavia la bestia gracchiò sempre più forte, e un senso di inquietudine attraversò la ragazza che si alzò di scatto facendo cadere la sua borsa e il suo diario.

«Sciò,vai via!» intimò  e il corvo si allontanò incitato dalla studentessa, ma poco dopo comparve su un’altra tomba mentre la nebbia era sempre più fitta.

Elena raccolse veloce la borsa e iniziò a fuggire spaventata dalla situazione ,mentre in lontananza,un uomo la osservava nascosto nella nebbia.

Dopo pochi metri di corsa, la ragazza inciampò ferendosi allo stinco con un rovo rinsecchito li vicino,per poi alzarsi e impattare contro qualcuno.
Elena sobbalzò terrorizzata, incontrando nuovamente le fattezze del “ragazzo carino dei corridoi” che la guardavano stranito.

«Tutto bene?» le domandò Stefan con un’espressione preoccupata.

«Mi stavi pedinando?» gli rispose agitata Elena, guardandosi alle spalle.

«No, io beh, ero laggiù e ti ho vista cadere.» si giustificò impacciato il ragazzo.

Stefan era preoccupato per Elena, c’erano tante cose su di lei che per lui restavano un mistero, ma sapeva che la sua stupefacente somiglianza con il suo vecchio amore perduto non era solo una pura casualità.

Elena non si fidava molto di uno sconosciuto in un cimitero, perciò rispose a tono ancora una volta.
«E tu passeggi nei cimiteri spesso?» lo incalzò diffidente la ragazza.

«A dire la verità, ho dei parenti qui…» concluse amareggiato Stefan schiarendosi appena la voce.
Elena si gelò un attimo e poco dopo respirò rilassandosi.

«Scusami…che figura pessima, mi dispiace e che c’era un corvo inquietante sembrava un film horror e… comunque io sono Elena”  disse la studentessa smorzando un sorriso e ponendo fine alla tensione che si era creata tra loro.

«Io sono Stefan…frequentiamo storia,inglese e francese insieme» rispose il ragazzo, sorridendo a sua volta.
Un silenzio imbarazzante piombò per qualche secondo tra i due e poi la giovane prese parola per prima.

«Bell’anello!» esordì cercando un argomento di circostanza.

«Oh grazie, lo porto sempre con me, è un ricordo di famiglia… particolare vero?»rispose lui giocando col suo anello ripetutamente.
Era abbastanza grande, di lapislazzuli blu con un incisione argentea sopra, uno stemma di famiglia, come appunto diceva Stefan.

«Ti sei ferita…” mormorò poco dopo il misterioso studente guardando preoccupato Elena.

Stefan cercò di ricomporsi, visto che era parecchio sensibile al sangue e voleva evitarne la vista, perciò quando la ragazza sollevo il pantalone per controllarsi la ferita, lui voltò il viso verso la strada che portava via dal cimitero.
«Prenditi cura della ferita,io vado… » tagliò corto infine,mentre Elena si metteva apposto nuovamente il pantalone.

«Sul serio non è…»  mormorò la ragazza,ma notò che Stefan era già scomparso, probabilmente dietro gli alberi poco più in la.
Elena non ci pensò due volte a imitare Stefan e lasciarsi alle spalle il cimitero per poi incamminarsi verso casa.

Mystic Gryll


Matt Donovan e il suo amico Tyler Lockwood erano a cena insieme al Mystic Gryll, il pub più famoso della cittadina di Mystic Falls e anche quello più frequentato, soprattutto dagli studenti come luogo di ritrovo pomeridiano.
Il capitano della squadra di football aveva bisogno del suo amico in questo periodo un po’ difficile, Elena lo aveva allontanato e il nuovo arrivato le dava fin troppe attenzioni per i suoi gusti, perciò Tyler era il tipo giusto con cui svagarsi e i divertirsi.
Vicki si avvicinò al tavolo dei due portando un cheesburger al fratello, per  poi voltarsi verso il figlio del sindaco.

«Te ne porto un altro Ty?» domandò in tono quasi sensuale con un mezzo sorriso.
Il ragazzo assentì con un’occhiolino mentre la sorella del suo amico portava via il piatto vuoto di fronte a lui,per poi andare via.

«Non ci starai provando con mia sorella vero?» domandò stizzito Matt, fissando il suo amico.

«No, non ci sto provando!» replicò poco convincente Tyler, che poi si beccò dello stronzo da Matt che non era entusiasta di quello che aveva notato tra l’amico e la sorella.

Jeremy era in disparte col suo drink e guardava da lontano Vicki servire ai tavoli e quando si allontanò da quello di Tyler e Matt lui le si avvicinò.

«Ehy Vick…” esordì il fratello di Elena guardando la ragazza,che poggiava i piatti da lavare dietro il bancone.
«Sto lavorando, scusa non posso starti dietro» tagliò corto Vicki, cercando di non farsi vedere troppo con lui, visto che Matt e Tyler erano qualche metro più in la.

«Perché fai così? Quest’estate era diverso tra di noi» replicò accigliato Jeremy interrompendo momentaneamente il lavoro della sorella di Matt.

«Non puoi continuare a seguirmi come un cucciolo smarrito tutto il giorno!» sbottò lei cercando di non tradire emozioni nella voce, nel caso qualcuno li notasse.

«Però hai fatto sesso col cucciolo questa estate!» affermò stoico il ragazzo con orgoglio.

«Stai zitto! Non voglio si sappia che ho sverginato il fratellino di Elena» sussurrò rabbiosa Vicki fissando in cagnesco il giovane.

«Sverginato più volte, non è stato un caso isolato lo sai!» replicò ferito nel profondo Jeremy inchiodando lo sguardo in quello di lei, che poi lo scostò.

«Abbiamo scopato un paio di volte mentre eravamo fatti, tutto qui! Ora è finita e devi farti da parte e non metterti in mezzo tra me e Tyler» concluse infine la ragazza, finendo di sistemare i bicchieri sul bancone.

«Dai quello è uno stronzo! Sta solo con te perché hai un bel culo!» sbottò ancora una volta il ragazzo infastidito.

«E tu perché mi stai appresso? Per lo stesso motivo no?» tagliò corto infine Vicki riprendendo il suo lavoro, lasciandosi alle spalle uno sconfortato Jeremy.

Bonnie e Caroline erano al bancone, mentre la bionda ritirava il suo drink e guardava la sua amica.

«Tra poco dovrebbe arrivare Elena, l’ho sentita poco fa! » disse Bonnie mentre si allontanavano dal bancone.

«Allora, come è andato il primo giorno di scuola?» aggiunse la ragazza di colore guardando l’amica di infanzia.

«Ho scoperto tutto sul misterioso ragazzo carino che è arrivato da poco: si chiama Stefan Salvatore, è tornato da poco in città i suoi sono militari e si sposta spesso, gli piace il blu e ci sposeremo a giugno!» affermò saccentemente Caroline.

«Hai scoperto tutto in un giorno di scuola?» affermò stizzita la sua amica.

«No, ho scoperto tutto in un ora!» concluse infine la bionda,andando poi a salutare delle sue amiche qualche metro più in la, lasciando sola una pensierosa Bonnie.

Caroline non sapeva che quel ragazzo, aveva notato Elena sopra ogni altra ragazza, la stessa Bonnie era rimasta affascinata da Stefan, ma aveva capito che lui ed Elena avevano avuto subito una chimica particolare.
La bionda però non era una che si faceva di parte, perciò Bonnie sperava solo che le sue due migliori amiche non litigassero per quel ragazzo.

Casa Gilbert

Elena parlava con sua Zia Jenna, mentre si preparava per uscire e raggiungere le amiche al Mystic Gryll.
La ragazza si era cambiata dopo l’incidente al cimitero e aveva optato per un semplice top nero e un paio di pantaloni scuri.
Elena infilò un cappotto blu scuro e una sciarpa di seta viola e poi salutò la zia aprendo la porta di casa, con sua grande sorpresa trovò davanti a lei Stefan che era intento a bussare a casa sua.
La giovane era turbata da vederlo comparire ovunque, ma allo stesso tempo questa nuova conoscenza la intrigava molto,sembrava essere sempre presente anche se non si conoscevano e questa cosa la faceva stare bene.

«Stavo per bussare, volevo scusarmi per essermi allontanato all’improvviso al cimitero e solo che…» esordì Stefan guardando la ragazza negli occhi.

«Immagino sia che ti nausei la vista del sangue giusto?» lo interruppe saccente Elena, visto che aveva intuito il problema di Stefan.

«Esatto,a proposito come va la gamba?» rispose il ragazzo curioso.

«Tutto bene,non era nulla di che! Ma scusa la domanda,come sai dove vivo?» domandò pensierosa la giovane incrociando lo sguardo di Stefan.

Elena era molto sospettosa e combinazione il bel tenebroso era sempre nei paraggi per un motivo o per un altro,tuttavia pareva tutto ma non un malintenzionato.

«Siamo in  una piccola cittadina, ho chiesto a un ragazzo per strada, volevo solo riportarti il tuo diario. Tranquilla non l’ho letto, non vorrei lo facessero col mio» disse Stefan porgendo gentilmente il diario a Elena.

«Grazie! Deve essermi caduto al cimitero. Tieni un diario?» domandò incuriosita la ragazza infilando in borsa il quadernetto dove scriveva le sue cose.

«Si, altrimenti dimentico le cose e i nostri ricordi sono importanti» affermò saggiamente Stefan mentre notava che Elena era pronta per uscire.

«Se devo uscire ti lascio andare…» concluse infine il ragazzo con un sorriso.

«Incontro degli amici al Gryll,vuoi venire?» si limitò a domandare Elena guardando il giovane, che accettò di buon grado camminando a fianco della ragazza.

Mystic Gryll

Al Gryll Bonnie e Matt erano seduti a un tavolo a chiacchierare, mentre Caroline stava parlando con Tyler riguardo un’amica di lei che lo voleva conoscere.
 «Elena come sta davvero?« domandò preoccupato Matt fissando la migliore amica della sua ex ragazza.

«Sono morti i suoi genitori, come vuoi che stia? Fa finta di stare bene, ma soffre molto» gli rispose severa Bonnie incrociando le braccia e poggiandole sul tavolo.


«Ti ha detto qualcosa di me?» chiese affranto il biondo, cercando di sapere qualcosa di più sulla situazione di Elena.

«Non farò da tramite tra voi, se vuoi parlare telefonale!» tagliò corto la mora.

Matt era dispiaciuto per tutta la situazione, Elena era la ragazza dei suoi sogni ed era sua, ora non riusciva a starle accanto in un momento difficile perché lei lo aveva allontanato.
Avrebbe voluto fare di più per lei e per la loro relazione, ma era con le mani legate.

«Mi ha lasciato lei, mi sento a disagio a chiamarla io…» rispose sulla difensiva il ragazzo.

«Dalle tempo Matt, magari si fa viva con te» sospirò infine Bonnie.

 Stefan camminava vicino ad Elena mentre varie sensazioni lo avvolgevano ripetutamente: malinconia, gioia e curiosità erano le principali.
 La fresca brezza notturna accompagnava i giovani verso gli ultimi metri che li avrebbe portati al Mystic Gryll.

«Quindi hai iniziato da qualche anno a tenere il tuo diario?» domandò Elena spostandosi una ciocca di capelli dietro l’orecchio.

«Si sembra parecchio, ma è come hai detto tu!» rispose il giovane camminando lentamente in prossimità della porta del locale.

«Siamo un bel gruppo, ti divertirai vedrai!» affermò Elena per poi aprire la porta del locale e entrare insieme a Stefan.

Le reazioni furono molteplici: Tyler e Caroline  smisero di parlare e rimasero un attimo stizziti.
Caroline era abbastanza gelosa della situazione, mentre Tyler era contrariato che l’ex del suo amico fosse in giro con un altro, sperava che Matt si facesse valere.
Il biondo rimase paralizzato e ingoiò un boccone amaro lanciando un’occhiataccia a Bonnie per poi alzarsi.
La ragazza di colore era sicura che Matt non fosse un bullo o una testa calda, ma lo vedeva spedito verso Stefan ed Elena, perciò era moto preoccupata.
Sotto gli occhi increduli di tutti quanti, Matt tese la mano a Stefan e si presentò.

«Hey, piacere io sono Matt» disse semplicemente il giovane al nuovo arrivato, che a sua volta si presentò sorridendo e stringendo la mano al biondo.

«Piacere, Stefan» rispose il ragazzo, successivamente Elena e Matt si scambiarono un timido saluto e il quarterback della squadra di football si allontanò raggiungendo Tyler, che era vicino al tavolo da biliardo.
Caroline invece invitò Elena e Stefan a sedersi al tavolo con lei e Bonnie, e i due accettarono di buon grado.

Tyler porse una stecca da biliardo al suo amico e scosse la testa divertito.

«Credevo facessi qualcosa di più che presentarti e basta…» incalzò il figlio del sindaco mentre sistemava le palle da biliardo sul tavolo.

«Cosa dovevo fare? Ho solo fatto capire che ci sono anche io a lui e soprattutto ad Elena» rispose acidamente Matt mentre si posizionava per colpire con la stecca.

«A pensarci bene, forse hai ragione, sono io che sono troppo impulsivo e lo avrei preso a calci» mormorò Tyler per poi imitare l’amico e colpire le palle da biliardo su tavolo verde.
Matt abbozzò un sorriso amaro e poi continuò la partita con Tyler guardando di tanto in tanto il tavolo dove c’erano le sue amiche e Stefan.

«Quindi sei nato a Mystic Falls?» domandò interessata Caroline, fissando curiosa Stefan.

«Si, ma sono andato via tanti anni fa, quando ero piccolo» rispose cortesemente il giovane.

«I tuoi genitori cosa fanno?» chiese Bonnie successivamente.

«Sono morti anni fa…» mormorò malinconico il ragazzo per poi cercare conforto nello sguardo di Elena.
«Mi dispiace molto,hai fratelli o sorelle?» disse la ragazza mentre fissava Stefan con compassione.
Un’altra cosa legava i due ragazzi,questo dolore anche se Stefan l’aveva superata anni prima e per Elena era ancora vivido il dolore della perdita.

«Nessuno con cui sono in contatto» rispose gentilmente Stefan,per poi essere interrotto da Caroline.

«Domani c’è una festa, quella di inizio scuola, vuoi venire con noi?» domandò la bionda,sperando che lui accettasse in modo da conoscerlo meglio e magari  farsi avanti con lui prima di Elena.

«Tu ci vai?» si limitò a chiedere a Elena,Stefan con un lieve sorriso.

«Certo che ci va!» intervenne Bonnie, prima che la ragazza potesse rispondere, ridacchiando con lei e Stefan.

«Si! Ci andremo tutto insieme!» concluse Caroline forzando un largo sorriso,non avrebbe permesso a Elena di rubarle Stefan.
Poco dopo la bionda si congedò con una scusa e Bonnie la raggiunse per lasciare soli Elena e Stefan.

«Scusa per Caroline, è un po’ troppo esuberante,ma è una brava ragazza!» esordì Elena sorridendo.

«Oh tranquilla,è normale che ti facciano domande quando sei nuovo! Bonnie è un po’ timida giusto?» rispose Stefan alla ragazza.

«Si,ma sono sicuro che andrete d’accordo! Le piaci molto! Non in quel senso! Insomma hai capito!» ridacchiò Elena insieme al giovane che annuì divertito.

«Elena! Io torno a casa con Caroline,le do un passaggio vieni anche tu?» chiese Bonnie con le chiavi dell’auto in mano.
La ragazza apprezzava la compagnia di Stefan,ma non voleva accelerare e rovinare quella conoscenza,così accettò il passaggio di Bonnie.

«Vai pure! Io torno da solo,mi piace fare due passi la sera!» concluse infine Stefan salutando con un gesto della mano e tre ragazze che poco dopo uscirono dal locale.

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Capitolo 3
*** Il Ritorno di Stefan – Parte II - ***


Stefan era tornato  a casa e stava pensando a quella giornata bella,ma per certi versi malinconica e particolare.
Molti pensieri frullavano vorticosamente nella sua mente e nel suo subconscio, perché non riusciva a vivere serenamente la conoscenza con Elena.
Gli sembrava di vivere dentro una menzogna, visto che non poteva dirle la verità su molte cose e, inoltre, quella sua somiglianza  con la sua vecchia fiamma lo faceva ancora di più riflettere.
Il ragazzo era in conflitto con se stesso,stava conoscendo Elena per scoprire come mai fosse uguale identica a una donna del suo passato? Oppure perché lei lo attirava a sé per qualche strano e inspiegabile motivo?
I pensieri di Stefan furono interrotti, mentre si stava cambiando per andare a dormire.
 Zach Salvatore entrò in camera sua con un giornale alla mano e uno sguardo duro e severo sul viso.
Zach era un uomo sulla quarantina, poco più alto di Stefan, i suoi capelli erano castano scuro e tagliati corti e ordinati, i suoi occhi erano blu scuro e portava una barbetta incolta da qualche giorno.

L’uomo indossava un maglione a collo alto grigio e un paio di blu jeans.

«Avevi promesso!» esordì indicando al giovane l’articolo di giornale che teneva in mano.

Stefan lesse rapidamente prendendo il giornale, l’articolo parlava di due giovani ragazzi uccisi al confine della città,probabilmente da un animale selvatico.

«E stato un incidente,sarà stato un leone di montagna…» mormorò preoccupato Stefan, non credendo veramente alle sue stesse parole, aveva davvero paura che fosse stato qualcuno e non qualcosa.

«Conosco il tuo modo di fare, li riduci così male che sembra sia stata una bestia a ucciderli. Credevo tu fossi sotto controllo!» lo accusò Zach, anche se con un po’ di timore nei suoi confronti.

«So controllarmi, non sono stato io.» si limitò a rispondere Stefan,preoccupato per la situazione.
C’era davvero un altro come lui in città?

«Zio Stefan, per favore, Mystic Falls è diversa adesso! C’è pace ed è tutto tranquillo da tanti anni, ma molti ricordano ancora la storia antica  della cittadina. La tua presenza qui è un pericolo per tutti» affermò Zach con tono controllato e diplomatico.

«Non è mia intenzione dare fastidio a nessuno»  rispose secco il ragazzo.

«Quindi perché sei tornato? Dopo così tanti anni?» domandò l’uomo fissando il giovane.

«Non sono affari tuoi.» tagliò corto Stefan infastidito dal suo pronipote.

«So che non puoi cambiare ciò che sei, ma non appartieni più a questo posto.» disse Zach duro e severo.

«E dove dovrei andare secondo te?» ribatté freddo Stefan.

«Non posso dirti cosa fare,ma tornare qui è stato un grosso errore»  concluse infine l’uomo abbandonando la stanza e la conversazione senza aggiungere altro.

Una volta rimasto solo, Stefan, raggiunse un armadio della stanza e lo aprì,all’interno, c’erano decine di diari, con le date più disparate dal 1970 al 2005 e cosi via fino al 2009.
Di tutti questi diari, Stefan, prese quello che sembrava il più antico e lo aprì, all’interno vi era una foto di una dama ottocentesca.
La donna aveva le stesse identiche fattezze di Elena Gilbert, come se fossero state gemelle siamesi.
La  foto aveva una scritta sul margine destro che recitava: Katherine, 1864.


 

 

8 settembre 2009

Elena e Bonnie erano nei corridoi della classe, poco prima che la campanella suonasse.
La ragazza non vedeva il fratello da nessuna parte e aveva intuito che avesse già saltato il secondo giorno di scuola.
Tuttavia le due videro Stefan e poco dopo anche Matt accompagnato da Tyler.

«Non credo di venire stasera, non sono dell’umore di festeggiare» affermò Matt mentre vedeva come Elena aveva salutato Stefan.
Tyler chiuse il suo armadietto e scosse la testa.

«Non puoi continuare a fare così bello! Vieni, magari conosci un’altra ragazza stasera!» lo incitò l’amico mentre lo invitava a camminare verso le classi.

«Io voglio Elena, non un’altra, lo sai Ty!» rispose secco Matt fermandosi di fronte alla classe di storia.

«Come vuoi! Se cambi idea dimmelo che ci andiamo insieme!» concluse Tyler lasciando il suo amico solo, per entrare nella classe vicina a quella di storia.

Caroline aveva fermato Bonnie prima che entrasse in classe e le aveva ricordato che stasera si sarebbero divertite.

«E inoltre è meglio che Elena si goda quelle quattro chiacchere che farà ora in classe con Stefan, perché lui stasera sarà tutto mio!» disse la bionda alla sua amica per poi raggiungere Tyler e la loro classe.

Il Professor Tanner stava spiegando una delle sue nozioni di storia, quando concentrò la sua attenzione su Bonnie.
Il professore era un uomo sulla trentina, di bell’ aspetto e dai capelli e gli occhi scuri.

«Signorina Bennet,quante vittime ci furono nella battaglia di Willow Creek?» domandò il professore con arroganza.
Bonnie,cercò di prenderla con ironia,anche se era impreparata.

«Molte? Troppe? Tante? Non lo so prof…» rispose sarcastica la ragazza, facendo ridacchiare alcuni suoi compagni.

«Da carina a stupida in un attimo…» commentò acidamente il docente per poi portare lo sguardo su Matt.

«Donovan! Vogliamo sfatare il mito del palestrato senza cervello?» domandò Tanner al biondo.

«No a me va bene così ,grazie prof!» rispose divertito Matt, che stava pensando a tutt’altro in quel momento.
Il professore lo ignorò e puntò Elena con lo sguardo.

«Signorina Gillbert?» chiese gentilmente l’uomo alla giovane.

«Non lo so,signor Tanner…»mormorò timidamente la studentessa.

«Sono stato buono con lei, per l’ultimo mese di scuola  l’anno scorso, ma quest’anno le giustificazioni sono finite» affermò severo l’insegnate.

«Le vittime furono 346, a meno che non si contino anche i civili» prese parola Stefan con saggezza e autorevolezza.

«Corretto, signor…» mormorò stupito Tanner fissando il giovane.

«Salvatore» replicò semplicemente lui.

« Imparentato coi fondatori della città?» domandò l’uomo fissando Stefan.

«Si,molto lentamente» disse il ragazzo alzando le spalle.

«Tutto corretto ciò che ha detto ,eccetto per il fatto che non ci sono state vittime civil»  concluse soddisfatto Tanner andando verso la cattedra.

«In teoria, invece, ve ne furono 27, i confederati incendiarono la chiesa, convinti che ci fossero nascoste  delle armi, ma si sbagliarono e ci furono gravi perdite tra i civili rifugiati dentro la struttura. Può provare a cercare negli archivi storici se non è sicuro, professor Tanner» affermò in conclusione Stefan, e poco dopo la campanella suonò, ponendo fine alla lezione e all’imbarazzo del professore.

Matt aspettò  Tyler un paio di minuti, davanti agli armadietti e intanto osservava un dialogo tra Bonnie, Elena e Stefan da lontano.
Il suo amico arrivò in compagnia di Caroline, che lo salutò e lo guardò osservare il trio che stava chiacchierando.

«Avanti, Matt vieni stasera, potrebbe essere l’occasione giusta di riprendertela, magari lo sta facendo solo per farti ingelosire» esordì la bionda, incalzando il ragazzo.

«Quello che gli ho detto anche io, ma non ascolta!» ribatté Tyler, dando una pacca sulla spalla al quarterback.
II biondo trasalì e finalmente riportò lo sguardo sui due e sospirò senza proferire parola.

«Forse farò un salto,non vi prometto nulla » tagliò corto Matt alzando le spalle, per poi abbandonare Tyler e Caroline nel corridoio.

Jeremy aveva una sigaretta in bocca e la stava fumando,mentre parlava con Vicki.

«Quindi stasera ci sei pure tu?» chiese il ragazzo mentre aspirava il fumo della sigaretta.

«Si, ma ci vengo con Tyler, in effetti sto aspettando che lui esca da scuola, tu perché sei qui?» disse la sorella di Matt con le braccia incrociate.

«Volevo solo chiederti se venivi alla festa di questa sera, tutto qui…” alzò le spalle Jeremy per poi buttare a terra la cicca e pestarla.

«Sta arrivando il rampollo viziato, ci vediamo stasera» concluse in fretta Jeremy, che non voleva essere visto   da Elena e sentire le sue lamentele, per aver saltato la scuola ed essere stato in giro tutto il giorno.

«Cosa voleva quel moccioso?» chiese serio Tyler a Vicki, osservando il fratello di Elena in lontananza.

«Nulla ,solo sapere se c’ero stasera, ma gli ho detto che sarei stata con te, perciò tranquillo starà a casa» rispose lei baciandolo sulle labbra per più volte.

«Meglio così o era la volta buona che le prendeva» affermò Tyler con un sorriso arrogante e poi ricambio il bacio rendendolo più passionale.

«Andiamo via da qui, prima che arrivi Matt…» sospirò Vicki al  ragazzo, che si limitò ad annuire per poi allontanarsi con lei verso la sua auto.

«Non mi piacciono gli arroganti, avevo studiato e ho messo in riga Tanner, tutto qui!» affermò Stefan ridendo con Bonnie ed Elena.

«Sei stato fantastico!» ammise Bonnie, che mal sopportava il professore, come quasi tutti i suoi studenti.

«Concordo in pieno!» disse Elena con un largo sorriso, si era sentita quasi protetta da quell’intervento di Stefan e ciò la faceva sentire stranamente bene.
Il giovane, aveva avuto l’istinto di aiutarla in quella situazione e si stava promettendo di farlo anche in futuro.
Egli era preoccupato da ciò che gli aveva detto Zach e voleva che la situazione fosse sotto controllo.
«A che ora ci vediamo stasera?» domandò  Stefan alle ragazze.

«Facciamo che vederci alle venti alle cascate!» disse Bonnie a lui e all’amica.

«Andata! Allora ci vediamo più tardi!» affermò Elena,per poi allontanarsi con Bonnie verso l’uscita della scuola.

Caroline era impegnata in una conversazione telefonica che riguardava l’organizzazione della festa, quando vide Stefan nel corridoio, in pochi secondi staccò la chiamata e sorrise al ragazzo.

«Ciao Stefan! Sei dei nostri stasera? Ho aiutato ad organizzare,quando mi ci metto io d’impegno le cose vengono benissimo te lo assicuro!» affermò entusiasta la bionda.

«Oh si certo,stasera ci sarò! Ora scusami ma devo scappare, mio zio ha bisogno di una mano con… la sua vecchia macchina!« si scusò il ragazzo, lasciandosi alle spalle una sorridente e speranzosa Caroline.

L’ora della festa era arrivata e tutti quanti erano alle cascate mancava solo Stefan all’appello.
Elena e Bonnie stavano chiacchierando vicino al fuoco,Tyler e Vicki amoreggiavano vicino una parete, un po’ in disparte e infine Jeremy era ubriaco da qualche parte li in mezzo e Caroline chiacchierava con le amiche con un drink in mano.
Matt non si era presentato, così come aveva detto.
Stefan cammino lentamente verso il luogo della festa, il giovane indossava un giubbotto leggero grigio chiaro,una felpa con cappuccio nera e sotto di essa una maglietta grigia, infine calzava jeans scuri e scarpe nere.
Nonostante lo separavano diversi metri da Elena e Bonnie, riuscì a carpire cosa si stessero dicendo.

«Dai ammettilo che un po’ ti piace, si vede!» affermò Bonnie ridacchiando verso la sua amica.

La ragazza afroamericana indossava un giubbino marrone, una maglia bianca comoda e larga, dei pantaloni scuri e scarpe nere.

«E va bene! Ammetto che è carino!» arrossì Elena, ridendo insieme a Bonnie.

La più grande dei fratelli Gilbert indossava il suo giubbotto di pelle marrone,un top viola a V con dei bottoncini, una minigonna di jeans al di sotto della quale portava dei collant neri e infine calzava stivali alti marrone scuro.

«Sembra uscito da un libro! Stefan trafisse Elena col suo sguardo penetrante!» esclamò divertita Bonnie ridendo ancora più della su amica.

«Tu sei una veggente, mi potrai dire quali saranno gli sviluppi del libro allora!» la canzonò Elena con sguardo furbo porgendole la bottiglia di birra che reggeva in mano.

«Non è una sfera di cristallo…ma è sempre vetro!» aggiunse con un occhiolino la giovane.

Bonnie si concentrò,cercando di non ridere e poi tese la mano,toccando Elena.
La ragazza rimase impietrita per qualche secondo e poi farfugliò incredula.

«Io…ho visto te al cimitero, c’era un corvo,la nebbia e un uomo che ti guardava” mormorò impaurita Bonnie fissando l’altra liceale.

Elena era sbigottita, aveva vissuto questa esperienza il giorno prima, non né aveva parlato a Bonnie, o meglio le aveva solo raccontato di aver visto Stefan, omettendo la parte inquietante del corvo e della nebbia…e poi non c’era nessun uomo oltre al giovane Salvatore.
Prima che Elena potesse chiederle altro, Bonnie si dileguò e lei decise di lasciarla rilassarle un attimo senza starle addosso.

Quando si volto, si trovò di fronte Stefan e sobbalzò come ad ogni loro incontro.
«L’ho fatto di nuovo vero?» domandò imbarazzato il ragazzo e lei gli rispose con una faccia divertita annuendo.
In parte Bonnie aveva ragione, Stefan sembrava davvero il misterioso ragazzo della porta accanto dei romanzi.
Era gentile,educato e sempre nei paraggi quando lei si sentiva sola, o era uno stalker o forse una conoscenza positiva in un momento negativo, ed Elena voleva credere nella seconda opzione.

«Tutto bene?» domandò Stefan osservando un’Elena un po’ tra le nuvole.

«Si, è solo Bonnie è un po’ strana stasera, nulla di che! Facciamo quattro passi?» disse la ragazza a Stefan per poi iniziare a passeggiare verso il ponte vicino.

«Tutti parlano di te sai?» esordì Elena sorridendo al giovane.

«Ah si? Come mai?» rispose lui camminandole affianco.

«Un nuovo ragazzo misterioso? Fa notizia!» ridacchiò la ragazza.

«Anche tu hai una misteriosa aria malinconica» affermò Stefan osservando il cielo scuro e la cascata al di là del ponte.

«Cosa ti fa credere che io sia triste?» chiese lei imitandolo.

«Ci siamo conosciuti in un cimitero» disse lui sorridendole ancora una volta.

«In teoria ci siamo conosciuti davanti al bagno degli uomini… è una storia lunga! Non siamo proprio bravi a fare chiaccihere frivole da liceo eh?» sentenziò ironica Elena ricambiando il sorriso.

«Non fa per me diciamo!»ribatté Stefan.

La giovane prese un lungo respiro e poi decise di confidare a Stefan che anche lei, come lui,era rimasta orfana.
Lei voleva conoscere meglio lui anche perché forse sapeva come affrontare quel dolore.
Elena raccontò a Stefan dell’incidente con un nodo in gola,e la semplice risposta che lui le diede, però la fece stare bene.

«Non sarai triste per me» fu breve e intensa come risposta ,invece di perdersi in frasi  compassionevoli, era stato diretto e concreto.
Sembrava quasi una promessa ,ed Elena ci crebbe.

Vicki e Tyler si erano appartati nel boschetto vicino,indisturbati, per poter amoreggiare in maniera più spinta.
Il giovane aveva addosso una felpa verde militare e dei jeans, mentre Vicki un giubbotto di pelle nero, un top rosso, leggins neri e stivali dello stesso colore.
Tyler provocò la ragazza baciandola sul collo e palpeggiandole sulle natiche, mentre lei  cercava di divincolarsi per sbollire i bollenti spiriti di lui.

«Non lo faremo contro un albero!» ridacchiò lei opponendosi.

«Dai, è eccitante!” insistette lui portando il corpo contro quello di lei, schiacciandola contro il tronco.

«Ho detto no! Lasciami Tyler! Mi fai male!» gridò lei ponendo fine alla pomiciata.

«Lasciala stare!» sbraitò Jeremy che stava passeggiando con una birra in mano e aveva visto la scena.
Il fratello di Elena era tutto vestito di nero, felpa, pantaloni e anfibi e quasi si mimetizzava nelle ombre.

«Gilbert,hai davvero  superato il limite!» ringhiò Tyler cercando di andare incontro al giovane.
Vicki intervenne afferrando Tyler, strattonandolo, spingendolo intimandogli di andarsene.

«E Va bene, come vuoi, tu che mi dici di no…mai successo!» ribatté arrogante il ragazzo, levando le tende con passo veloce.

«Non avevo bisogno di te» disse acida la ragazza fissando Jeremy.

«A me sembrava di si» rispose lui.

«Era solo ubriaco.» Continuò lei.

«Lo sono pure io,e non sto cercando si stuprarti contro un albero» sbottò bevendo dalla bottiglia Jeremy.

«No, tu sei peggio di lui. Tu mi vuoi conoscere, mi vuoi parlare, vuoi stare con me. Poi vuoi scopare e scopare fino a quando non ti stuferai di me» sibilò infuriata lei.

«Pensi questo?» si irrigidì il fratello di Elena.

«No è quello che so!» concluse infine,lasciando Jeremy ubriaco e pensieroso nel bosco.

Matt aveva infine deciso, dopo mille ripensamenti, di essere presente alla festa di inizio anno.
Tutto sommato era meglio mettersi in gioco con Elena,piuttosto che lasciare campo libero a Stefan.
Il ragazzo raggiunse Caroline che a sua volta lo salutò con un cenno.
La bionda indossava un vestito rosso e un paio di stivali marroni,mentre Matt un piumino smanicato grigio e sotto di esso una folpa bordeux, jeans e scarpe da tennis scure.

«Alla fine io e Tyler ti abbiamo convinto!» esordì la giovane.

«Stare a casa mi faceva solamente stare peggio, so che anche Vicki è venuta qui e stare da solo non mi ha fatto sentire meglio.»rispose malinconico il ragazzo.

«Purtroppo la tua cotta e la mia stando parlando sul ponte laggiù, ma avremo il nostro momento per intervenire, tranquillo!» affermò entusiasta Caroline dando una pacca sulla spalla al suo amico.
Matt guardò a lungo Elena e Matt conversare e poi tornò a concentrarsi sulla bionda.

«Hai visto Tyler o Vicki?» domandò il giovane.

«Erano insieme che bevevano qualcosa, ma non li vedo da un bel pezzo» rispose Caroline.
Il ragazzo si limitò ad annuire, pensando al fatto che l’amico e la sorella avevano qualcosa tra loro, ma poco dopo smise di pensarci e si concentrò a trovare l’attimo giusto per incrociare Elena.

«Sai mi piace molto Bonnie, si vede che è una cara amica!» disse Stefan a Elena appoggiandosi alla ringhiera del ponte.

«Si, la migliore del mondo!» rispose sorridendo la ragazza.

«E Matt…non smette di fissarti» aggiunse lui, osservando il biondo da lontano, seguito poco dopo da Elena che fece lo stesso.

«Matt è quell’amico di infanzia con cui ti metti insieme per vedere se funziona, se può esserci di più » sentenziò seria Elena.
Stefan annuì invitandola a proseguire con un’espressione curiosa.

«E poi i miei sono morti e le cose sono cambiate. Tuttavia ho sempre avuto l’impressione che mancasse qualcosa tra noi.» si confidò lei poggiandosi a sua volta alla ringhiera.

Dopo un paio di istanti di riflessione e silenzio Stefan parlò.

«Mancava passione?» domandò poi con tono basso fissandola negli occhi intensamente.

«Si, mancava passione» sussurrò lei nello stesso modo inchiodando lo sguardo in quello di lui.

Stefan sentiva un trasporto ancora maggiore verso Elena dopo quella conversazione, sentiva un’attrazione particolare, era quasi la stessa percepita per Katherine, ma diversa più particolare più vera e meno impura.
Elena era finalmente libera da un peso, aveva capito cosa non era andato con Matt, non se l’era mai chiesto prima, ma Stefan le aveva fatto chiudere quel quesito rivelando la vera e cruda verità: mancava passione.
Stefan voltò il viso verso l’inizio del ponte e si stropicciò gli occhi.

«Ehm,vado a prenderci qualcosa da bere, muoio di sete» mormorò e poi si allontanò velocemente.
Elena non fece domande e si limitò ad annuire.

Vicki procedeva la sua camminata solitaria nel bosco, non voleva vedere nessuno, voleva stare sola nel buio senza nessuno che parlasse o le rompesse le scatole.
Ad un certo punto sentì qualcosa muoversi dietro degli arbusti,credeva fosse Jeremy che la stesse seguendo per l’ennesima volta.
Chiamò il suo nome, ma non ebbe risposta,a quel punto una strana sensazione la pervase e tornò verso la festa a passo svelto.
In pochi secondi sentì qualcosa afferrarla, credeva di aver visto un uomo, ma non riuscì a riconoscerne le fattezze.
Poco dopo un acuto dolore al collo la pervase e un gridò le si strozzò in gola, il dolore si fece più intenso e i sensi lentamente la abbandonarono, mentre quella presa ferrea e quella pressione sul collo non cessavano.
Infine Vicki perse i sensi arrendendosi a chi l’aveva attaccata per poi accasciarsi al suolo.

Elena pensava che Stefan avesse l’abilità di apparire e scomparire come un prestigiatore, dopo qualche minuto ad aspettarlo, decise di andare cercare lui o per lo meno Bonnie, dato che si era dileguata per tutto quel tempo.
Matt non perse occasione per approcciare una guardinga Elena e si avvicinò cautamente a lei.

«Cerchi qualcuno?» mormoro il ragazzo con fare triste.

«Hey Matt!» si limitò a rispondere la giovane.

«Ho capito che mi hai lasciato in un momento difficile, io ti ho dato tempo, ma sembra che tu questo tempo lo stia usando per stare con qualcuno,non per stare sola.» affermò Matt cercando lo sguardo della sua ex fidanzata.

«Non è come pensi,posso spiegarti…» iniziò Elena ma fu interrotta dal biondo.

«Non ti sto giudicando,fai ciò che credi, ma volevo solo che tu sapessi che io credo in noi e non mi arrendo.» sentenziò il fratello di Vicki con fare da duro e convinto delle sue promesse.
Elena non seppe cosa rispondere e si limitò a ad annuire, poi la sua attenzione fu catturata dalla vista di Caroline che parlava con Stefan e anche Matt lo notò.
Poco dopo egli  si allontanò con la scusa di dare una mano a  Tyler ubriaco che barcollava e chiacchierava con un’amica di Caroline.

«Hey,allora sei qui, anche tu! Sei mai stato alle cascate di notte» sono meravigliose! Se vuoi te le faccio vedere, possiamo andarci anche adesso!» affermò una ubriaca e seducente Caroline a Stefan mentre lo guardava con bramosia.

«Credo tu abbia bevuto un po’ troppo» si limitò a dire il giovane con tono neutro.

«Certo che sono ubriaca, ma la mia offerta resta valida» continuò la bionda insistendo.

«Caroline, io e te, non succederà mai. Mi dispiace.» concluse rapidamente Stefan notando Elena, per poi avvicinarsi a lei senza guardarsi indietro.

«Mi stavo chiedendo se ti avessero rapito!» mormorò divertita Elena.

«Fa cosi con tutti?» rispose Stefan osservando Caroline allontanarsi.

«No! Sei carne fresca,presto passerai di moda!» affermò la ragazza alzando le spalle.

Lei e Caroline erano sempre state amiche,ma la bionda era sempre molto competitiva e a volte antipatica e invidiosa nei confronti di Elena.
Bonnie invece andava sempre d’accordo con entrambe e quando necessario faceva da pacificatrice.
Le attenzioni di Stefan per Elena avevano infastidito Caroline e così di era fatta avanti,ma era stata respinta.

«Ma che diavolo… scusami ma devo raddrizzare mio fratello» sbottò improvvisamente Elena notando Jeremy ciondolare brillo verso il bosco lì vicino.
Prima che Stefan potesse parlare,la giovane inseguì Jeremy che l’aveva notata   e aveva cercato  di dileguarsi.
Elena lo chiamò diverse volte, mentre lui se ne andava a passo spedito verso la boscaglia.
Ad un certo punto inciampò contro qualcosa.
Jeremy cadde rovinosamente a terra e vicino a lui, notò qualcuno steso.
Riconobbe subito Vicki e iniziò ad agitarsi, e lo stesso fece Elena.
I due la chiamarono e la scossero più volte, e poco dopo notarono una copiosa ferita sul suo collo che sanguinava.
Vicki si riprese urlando di colpo, ma rimase cosciente  pochi attimi e poi collassò esamine ancora una volta.
Jeremy la prese rapidamente in braccio e scortato da Elena ritornarono alla festa il prima possibile.
Con grida di disperazione attirarono l’attenzione di tutti.

«Qualcuno ci aiuti!” gridarono Elena e Jeremy,poi il ragazzo si apprestò a posizionare Vicki su un tavolo vicino.
Matt e Tyler erano nei paraggi e corsero in maniera tempestiva verso i fratelli Gilbert.
Chiesero a più riprese cosa fosse successo, e Tyler si attivò per respingere i curiosi.

«State indietro ragazzi! Fatela respirare!» gridò il ragazzo.

«Chiamate un ambulanza!» sbraitò Matt e resto vicino a alla sorella ferita dandole la mano.

«Qualcosa l’ha morsa, l’abbiamo trovata stesa nel bosco!» affermò agitata Elena.

Un ragazzo li vicino passò un panno pulito a Matt e poi prese il suo cellulare e digitò il numero di pronto intervento.
Jeremy notò che Vicki era solo svenuta e respirava regolarmente.
Matt notò in lontananza che , Stefan alla vista della scena,sembrò quasi sentirsi male e scappare via.

In pochi minuti il giovane era tornato a casa,aveva capito benissimo cosa fosse successo a Vicki, i suoi sospetti ormai erano fondati.
Entrò in camera sua e improvvisamente un corvo si posò sulla ringhiera del balconcino della stanza.
La bestia iniziò a gracchiare e poco dopo un uomo fece capolino sulla porta,quasi apparendo dal nulla.
Stefan rimase ammutolito per diversi instanti.

«Damon» si limitò a dire con tono apatico mentre fissava l’uomo di fronte a lui.

«Ciao fratellino!» rispose l’altro con un ghigno sul viso, mentre entrava nella stanza e guardava il fratello con aria di sfida.

L’uomo era poco più basso di Stefan, il suo fisico era quasi identico a quello di suo fratello.
Sembrava avere qualche anno in più, aveva capelli nero pece di media lunghezza, occhi azzurri di un chiaro quasi innaturale.
I suoi lineamenti erano duri e mascolini, labbra sottili, mascella squadrata, zigomi alti e sguardo da duro.
Damon indossava un giubbotto di pelle nero, una t-shirt a “V” dello stesso colore, pantaloni e stivaletti scuri.

«Il corvo è un po’ troppo non credi?» mormorò sarcastico Stefan guardando il fratello, che gli rispose con un’alzata di spalle e un mezzo sorriso.

«Da quanto sei qui?» gli domandò..

«Non potevo perdermi il tuo primo giorno di scuola» ribatté  curiosando tra le sue cose per la stanza.

«Mi piacciono i tuoi capelli, ti stanno bene!» incalzò Damon continuando con il suo fare ironico.

«Sono passati quindici anni Damon» sentenziò il fratello minore dei Salvatore.

«Grazie al cielo! Mi avevano stancato gli anni novanta! Lo stile di quella decade non ti stava propria bene! Ricordati  Stefan: non seguire mai le mode!» affermò ancora una volta canzonatorio il più grande dei salvatore.

«Perché sei qui?» tagliò corto Stefan.

«Mi mancava il mio fratellino!» rispose sarcastico lui avvicinandosi al giovane.

«Lo so bene che odi le cittadine come queste,ti annoiano.»  continuò Stefan.

«Mi sono tenuto impegnato» ribatté il moro.

«Quella ragazza nel bosco è ancora viva, sei stato un po’ distratto» lo canzonò Stefan,parlando di Vicki.

«Potrebbe essere un problema,per te!» rispose enigmatico Damon, facendo intendere che non aveva ucciso di proposito la sorella di Matt.

«Te lo richiedo, come mai sei tornato qui dopo tutto questi anni?» domandò nuovamente Stefan.

«Potrei farti la stessa domanda,ma credo di avere già la risposta, una parola, un nome : Elena» affermò Damon con tono grave e uno sguardo poco raccomandabile.

Stefan non disse nulla, si limitò a stringere i pugni lungo i fianchi.
Non poteva credere che anche il fratello, si fosse accorto di lei, sperava fossero passati un altro paio di anni prima di rivederlo, le cose finivano sempre male quando si riunivano e questa volta non ci sarebbe stata eccezione.

«Sai cosa mi incuriosisce di lei vero? Non ci vuole un genio per capirlo, è identica a Katherine. Letteralmente.»disse il maggiore dei Salvatore.

«Lei non è Katherine.» sibilò a denti stretti Stefan.

«Lo spero per te. Sai bene come è finita l’ultima volta. A parte questo,da quanto non mangi qualcosa diversa che uno scoiattolo?» incalzò Damon coprendo la distanza tra di loro.

«Non provarci nemmeno, non funzionerà» sbottò secco Stefan.

«Su avanti! Andiamo a cercare qualche ragazza e beviamoci qualcosa insieme» propose l’uomo spintonando il fratello.

«Smettila!» ringhiò Stefan mantenendo il controllo.

«Oppure andiamo da Elena che ne dici?!» lo provocò nuovamente Damon spintonandolo ancora una volta.
«Ti ho detto di smetterla!» gridò il più giovane furibondo.

«Riesco quasi a sentire il sapore del suo sangue!»lo provocò Damon.

Stefan perse il controllo, i suoi occhi divennero neri e le sue pupille rossastre, le venature sotto i suoi occhi divennero dello stesso colore.
I suoi canini si allungarono e rivelò la sua vera natura.
Con velocità disumana, si fiondò sul  fratello e lo placcò ,facendolo finire diversi metro più in la.
Entrambi finirono rovinosamente giù dalla finestra che si ruppe in frantumi.
Damon non si era fatto molto male durante la caduta e con la stessa velocità innaturale del fratello si rimise in piedi,raccogliendo l’anello del giovane, che era caduto a terra durante la colluttazione.
Stefan aveva impattato duramente col ventre sul cemento sottostante e si rialzò con più fatica di Damon.

«Ti do un sei dai! Ti è mancato un po’ lo stile, ma la faccia e l’urlo mi sono piaciuti! Mi sono divertito!» esordì il vampiro prendendo in giro il fratello.

«Per te è tutto un divertimento vero? Ma dove ci sei tu la gente muore! Non è un gioco!»ringhiò Stefan tenendosi il costato.

«Ottima osservazione! Ma quello è un dato di fatto, non posso farci nulla» rispose con ironia Damon alzando le spalle.

«Non qui, non te lo permetterò!» lo sfidò il fratello con aria seria.

«La prendo come una sfida!» ribatté il vampiro.

«Damon, per favore sono passati decenni interi, possiamo smetterla una volta per tutte?» mormorò Stefan cambiando atteggiamento.

«Ti ho promesso un’eternità di sofferenza e sto solo mantenendo la mia parola”»rispose sprezzante Damon.

«Stai lontano da Elena»  tuonò il più giovane dei fratelli all’altro.

«Prima ti è caduto questo,sai se quando spunta il sole non lo indossi, tornerai cenere alla cenere. Ma tranquillo te lo ridò» sentenziò il moro porgendo poco dopo l’oggetto al fratello.

Una volta che il giovane si mise nuovamente l’anello al dito, Damon lo afferrò per la gola con forza e trasformò il suo viso come Stefan aveva fatto poco prima.
Il ragazzo sentì dolore per la stretta ferrea  e forte al collo  e rimase sbigottito.
Il più grande dei Salvatore scaraventò con furia il fratello contro la serranda del garage.
Stefan impattò con la schiena contro di essa e poi cadde a terra rotolando prono ai piedi di Damon.

«Non ci riprovare,sono più forte di te ,hai perso la nostra guerra quando hai smesso di bere sangue umano, questa lezione era solo per ricordarti di stare al tuo posto» minacciò Damon fissando Stefan agonizzante, poco dopo un rumore di passi distrasse l’uomo.
il pronipote dei due Salvatore, si avvicinò cautamente per vedere cosa fosse successo.

«Scusa per averti svegliato Zach!» concluse infine il vampiro dileguandosi nella notte.
L’uomo era terrorizzato e osservò Stefan a terra e poi la finestra rotta, per poi tornare rapidamente in casa senza dire una parola.
Per lui avere Stefan  in casa era già un problema, ma occuparsi anche il fratello psicopatico era davvero troppo, doveva prendere provvedimenti e proteggersi il prima possibile.

Matt, salì sull’ambulanza per stare vicino a sua sorella e il veicolo sfrecciò verso l’ospedale di Mystic Falls.
Jeremy e Elena rimasero alcuni secondi in silenzio ancora sotto shock per l’accaduto.
Il più piccolo dei Gilbert aveva paura per l’incolumità di Vicki,che era l’unica persona che in quel momento riusciva a farlo stare bene,nonostante lei avesse  occhidolo per Tyler e non per lui.

«Tra poco arriverà Zia Jenna, torniamo a casa con lei. In ogni caso, vedere la polizia e l’ambulanza mi ha fatto venire in mente brutti ricordi. Ma la gente dopo un po’ dimentica e va avanti, le cose quando capitano agli altri sono facili da dimenticare, tuttavia noi dobbiamo andare avanti proprio come fanno gli altri,anche se le disgrazie sono successe a noi in prima persona» disse Elena al fratello, preoccupato e pensieroso.

«Scrivere il tuo diario vicino loro tomba è come vai avanti tu?»domando serio il ragazzo alla sorella.

«Loro non avrebbero voluto questo» mormorò Elena.
Jeremy si allontanò da lei per sedersi su una panchina poco distante.
Bonnie arrivò,riapparendo dopo la sua bizzarra sparizione avvenuta quasi  due ore prima.

«Porto Caroline al Gryll e le faccio smaltire un po’ la sbornia, non posso portarla a casa ubriaca.» affermò la ragazza di colore.

«Ho già avvisato mia zia,torniamo con lei, tranquilla” rispose tristemente Elena alzando le spalle.

«So di non essere una veggente,tuttavia ho una strana sensazione riguardo a cosa è successo a Vicki,e credo sia solo l’inizio di qualcosa di terribile» sentenziò la giovane,impaurita quasi da se stessa, Elena era troppo in ansia per rispondere, ma non le fu dato modo dato che Bonnie si allontanò verso Caroline a passo spedito.
La attenzione di Elena fu catturato dal rumore di un clacson,era Jenna che richiamava l’attenzione sua e del fratello.
I fratelli Gilbert raggiunsero presto l’auto della zia,desiderosi di chiudere quella inquietante serata una volta per tutte.

Matt guardava la sorella che lentamente riprendeva conoscenza e ne fu sollevato, era stabile ed era fuori pericolo a detta dei medici.
«Ehy non ti sforzare,andrà tutto bene,sono qui con te» le sussurrò lievemente il biondo.

«Matty,sei qui» mormorò flebilmente Vicki,stanca e provata.

«Mi ha aggredito vampiro…» disse con voce fioca la ragazza per poi addormentarsi nuovamente.
Matt le carezzo i capelli e le baciò la fronte per poi lasciarla riposare e mettersi comodo sulla sua sedia,senza badare ai sussurri confusi della sorella.

»Se in condizione di tornare a casa?» chiese Bonnie preoccupata all’amica mentre erano sedute a un tavolo del Mystic Gryll.

«No» rispose semplicemente la bionda con un espressione triste.

«Perché non ha scelto me? Perché quelli che mi piacciono davvero non mi vogliono?» domandò malinconica Caroline a Bonnie.

«Non né voglio parlare» tagliò corto lei senza battere ciglio.
Aveva evitato l’argomento “Stefan” con Caroline,proprio perché era palese che la bionda era il terzo incomodo tra lui ed Elena.
Tuttavia a Bonnie non piacevano li scontri e litigi, perciò cercava di stare zitta quando possibile, secondo lei Stefan era una conoscenza positiva per Elena.
Inoltre lei era seriamente preoccupata per quello che le capitava da un paio giorni : qualcosa di innaturale e inspiegabile, sensazione strane, sogni ancora più strani e visioni inquietanti.

«Sono sempre inopportuna,dico sempre le cose sbagliate! Ma Elena no,lei è perfetta dice sempre le cose giuste al momento giusto. Tutti preferiscono sempre lei,e tutto questo non è giusto! Io ci provo,do del mio meglio,ma è sempre lei la migliore della due!» si sfogò sofferente Caroline, cercando l’appoggio di Bonnie.

«Non è una competizione Caroline» concluse infine la mora, andando poi verso il bagno.

Damon era soddisfatto del suo operato con Stefan, con la pista lasciata riguardante Vicki, per metterlo in agitazione e per i piani che aveva in mente.
La notte era ancora giovane per lui, e stava escogitando ancora qualche sorpresa per il suo fratellino.
Si era recato al Gryll per un drink veloce,prima di andarsi a fare uno spuntino vero, non una smozzicata come con la ragazza nel bosco.
Si era informato bene prima di uscire allo scoperto con Stefan, sapeva chi erano le persone vicino ad Elena e aveva avuto la fortuna di incontrarne proprio una li al Gryll.
Avrebbe sondato il terreno per stare nella cerchia della piccola Gilbert.
Damon si sedette a un tavolo ordinando da bere e puntò lo sguardo verso Caroline sorridendole, la bionda non si fece pregare e ricambiò notando quel bell’uomo che la fissava.

«Sei da sola?» domandò lui alla ragazza.

«Solo per ora,sai c’è una mia amica al bagno» rispose lei divertita.
Damon non tradì emozioni,ma non voleva essere visto da altri o notato più del dovuto ,gli serviva Caroline da sola.

«Allora sarà per la prossima volta!» affermò prendendo il drink al bancone, invece che al tavolo.
Bevve tutto di un sorso e fece un occhiolino a Caroline
per poi pagare salutare ancora la bionda  e allontanarsi.
Poco dopo sopraggiunse Bonnie ,che  aveva deciso di riaccompagnare a  casa la sua amica.

Stefan era davanti casa di Elena ,aveva paura per lei, voleva proteggerla da Damon, anche se egli non poteva entrare in casa di lei senza invito, come lui stesso d’altronde.
Stefan suonò, sapendo che sicuramente, la ragazza era tornata da poco a casa visto il casino successo alla festa.
Elena aprì la porta quasi subito,sorpresa ancora una volta di vedere Stefan,sapendo del suo problema con la vista del sangue,aveva capito come mai si fosse dileguato.

«So che è tardi, ma volevo sapere come stavi, hai trovato quella ragazza in fin di vita, deve essere stato terribile» disse il ragazzo fissando la giovane.

«Sono mesi che la gente non fa altro che chiedermi come sto» rispose lei con tono ironico.

«E tu cosa dici alla gente?» domandò Stefan.

«Che starò bene prima o poi» sussurrò lei malinconica.

«E ci credi veramente?» chiese il vampiro.

«Chiedimelo domani. Dentro si sta bene, entra per fare quattro chiacchiere, ti va?» disse infine lei con un largo sorriso fissando il ragazzo.

«Sì» rispose semplicemente lui,con un sorriso ancora più grande, entrando così in casa di Elena, dopo essere stato invitato.

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Capitolo 4
*** La notte della cometa - Part I- ***


8 settembre 2009

Lee e la sua fidanzata, Elizabeth, stavano amoreggiando, in piena notte, in una tenda, situata nel bosco di Mystic Falls.

Il ragazzo e la ragazza avevano capelli e occhi scuri, lui indossava una camicia a strisce sottili blu e azzurra e un paio di jeans, mentre lei un maglione bordeux e un paio di pantaloni comodi e larghi dello stesso colore.

I baci tra i due fidanzati s’intensificarono sempre di più, mentre le mani del giovane percorrevano le curve di Elizabeth con tocchi famelici.

«Hai sentito?» domandò lei, fermando momentaneamente l’azione tra loro.

«No, cosa dovrei aver sentito?» brontolò irritato Lee cercando gli occhi di lei.

«Mi era sembrato il rumore della pioggia sui rami, se piove, non potremmo vedere bene la cometa!» affermò dispiaciuta Elizabeth.

«Non pioverà stai tranquilla!» la rassicurò Lee portando nuovamente le labbra su quelle della sua donna.

Lei ricambiò con passione, toccando la schiena e le braccia di lui, per poi scendere verso il basso, sbottonando i suoi jeans.

Il giovane portò le dita sotto il maglione di lei toccandole la schiena nuda, per poi baciarle il collo con insistenza.

«Vado a prenderli, gli ho lasciati in macchina» sussurrò con malizia Lee ad Elizabeth, che sorrise annuendo.

«Non ti bagnare! Perché sappi che pioverà!» lo avvisò ridacchiando la ragazza.

«L’unica bagnata qui sarai tu! Perché non pioverà!» ribatté perverso il giovane alzandosi e sistemandosi, per poi fare un occhiolino ad Elizabeth, che rispose con una smorfia divertita.

Il ragazzo uscì dalla tenda e s’incamminò nel bosco, diretto verso l’auto parcheggiata vicino al ciglio della strada principale.

Elizabeth restò stesa e si stiracchiò, pensando a quelli che sarebbero stati due giorni fantastici: la notte di oggi al campeggio e il giorno dopo, ovvero, la notte della cometa.

I minuti passavano, mentre era assorta nei pensieri e a un certo punto il rumore della pioggia sulla tenda, la fece sorridere pensando alla soddisfazione che avrebbe provato a dire a Lee “ te l’ avevo detto”.

Tuttavia il giovane non tornava, così Elizabeth prese la torcia e uscì dalla tenda, per vedere dove diavolo si fosse cacciato, perché se le avesse fatto uno scherzo l’ avrebbe pagata cara.

Una volta fuori, la giovane non vide pioggia, ma continuò a sentire  dell’acqua che picchiettava sulla tenda.

Sbarrò gli occhi, quando vide intense gocce rosse cadere da un ramo dritte sul tetto della loro capanna improvvisata.

Elizabeth alzò lo sguardo e notò con orrore il corpo di Lee sull’albero, da quale colava sangue da una ferita sul collo.

Il panico e l’orrore la pervasero in quel momento, riuscì solo a trovare la forza di gridare e di correre più forte che poteva verso l’automobile, che sapeva essere poco lontana.

La giovane corse con la torcia in mano più veloce possibile, calpestando l’erba del bosco senza mai voltarsi indietro, aveva perso Lee e ciò la sconvolgeva, tuttavia non poteva pensare, doveva solo agire in quel momento.

Finalmente raggiunse l’auto e lasciò di scatto la torcia portando le mani sulla portiera del veicolo, ma con suo orrore la trovò chiusa, così provo a battere con forza contro il vetro nel tentativo di romperlo, ma fu tutto inutile.

Poco dopo un rumore elettronico sbloccò le portiere della vettura, Elizabeth capì che quello voleva significare che le chiavi di Lee erano in mano al suo assassino e che egli era lì vicino.

La povera ragazza non poté più pensare a nulla, ma sentì solo una forza micidiale crollarle addosso dall’alto e poi una fitta lancinante al collo, in brevi attimi il cielo scuro sembrò risucchiarla e tutto divenne nero.

 

Elena era seduta vicino la finestra a scrivere i suoi pensieri sul diario, la giovane indossava un maglioncino di un blu chiaro, jeans e un paio di scarpe di tela nere.

Oggi si sentiva meglio che negli ultimi mesi, aver conosciuto Stefan le aveva aperto un mondo a parte, e in lei era ritornata la voglia di vivere a pieno le sue giornate.

Dall’altra parte della città anche Stefan si sentiva allo stesso modo, guardando dalla finestra, il vampiro era preoccupato nel sapere che Damon era in casa, ma era più felice che finalmente potesse interagire con Elena.

Jenna percorse il corridoio del secondo piano di casa Gilbert per cercare Elena, da cui voleva un consiglio sul come presentarsi all’incontro con i docenti di Jeremy.

«Ti sembro un’adulta rispettabile?» domandò la donna alla giovane.

Jenna indossava un abito viola scuro a tubino che le arrivava alle ginocchia e un paio di scarpe col tacco scure.

Elena la guardò e poi annuì prontamente, trovando la zia in grande forma.

«Dipende, dove devi andare?» domandò ridendo la giovane seguendo Jenna che stava andando a specchiarsi lì vicino.

«Devo andare a parlare con gli insegnati di Jeremy» rispose la donna.

«Come sto con i capelli in alto?» chiese la zia alla nipote, portandosi su la chioma con la mano destra.

«Hostess Sexy!» commentò divertita la giovane.

Jenna fece ricadere i capelli mogano e mossi sulle spalle e guardò Elena.

«Casalinga disperata!» sentenziò la ragazza contrariata.

«Allora li terremo su! Ti vedo felice oggi, sei solare più del solito!» notò con gioia Jenna.

La donna non vedeva da qualche tempo sua nipote così di buon umore, lei si era presa cura di lei e del fratello dopo la tragedia famigliare e stava facendo del suo meglio.

Tuttavia via i nipoti erano sempre tristi e scoraggiati, non riuscivamo a superare il lutto e neanche la stessa Jenna, ma lei doveva essere forte e sperava di vedere Elena e Jeremy tornare a vivere un giorno e forse quel momento era arrivato.

«Sì sono di buon’umore, il che è molto raro! Perciò ho deciso di sorridere alla vita, passeggiare felice sotto al sole e via dicendo!» disse sorridente Elena.

«Dov’è Jeremy?» chiese infine la ragazza.

«Stamattina è uscito molto presto! Mi ha detto di avere una lezione di bricolage» rispose Jenna finendo di sistemarsi i capelli.

Elena rimase in silenzio per qualche attimo, mentre la zia aveva capito di essere stata presa in giro.

«Nessuna lezione di bricolage vero?» domandò seccata la donna.

La nipote le rispose con una smorfia eloquente del viso sospirando poco dopo.

 

Jeremy aveva passato la notte insonne quel giorno, era troppo in pensiero per Vicki, e voleva andarla a trovare. Appena possibile il giovane si era alzato e vestito con gli abiti scuri della sera prima ed era sceso al piano di sotto per poi andarsene di casa. Camminò spedito verso l’ospedale di Mystic Falls, sperando che l’avrebbero fatto passare e vedere la sua amica.

In parte il giovane si sentiva in colpa, per averla fatta allontanare da sola, poteva anche succedere il peggio e lui avrebbe avuto il rimorso. Il bosco poteva essere pericoloso, l’unico problema della loro tranquilla cittadina erano gli animali selvatici che a volte avevano anche ucciso dei poveri malcapitati.

Alla televisione avevano detto di  Darren e Brooke, due giovani, uccisi da un leone di montagna ai confini della città.

Jeremy ebbe i brividi a quel pensiero e intanto era giunto al piano dell’ospedale, dove era stata ricoverata Vicki. Un’infermiera di colore, dai capelli corti e scuri, con indosso la classica uniforme medica color turchese accolse il giovane .

«Come posso aiutarti giovanotto?» chiese cordiale la donna, sulla sua targhetta distintiva c’era scritto “Haynes”.

«Signorina Haynes, posso vedere come sta la mia amica? Si chiama Vicki Donovan» chiese dolcemente il ragazzo, mentre guardava la donna.

L’infermiera entrò nella stanza della sorella di Matt e la vide dormire, poi sospirò e torno da Jeremy.

«Sta riposando, ma ti faccio entrare cinque minuti, mi raccomando non svegliarla.» concluse infine allontanandosi dalla stanza.

 Jeremy entrò e rimase a debita distanza, preoccupato ma felice di vedere che Vicki stava bene.

 

Liceo di Mystic Falls

Neanche la classica noiosa lezione del professor Tanner poteva rovinare quel giorno a Elena, che non ascoltava il docente intenta a lanciare qualche sguardo e sorriso a Stefan, che ovviamente ricambiava con piacere.

Il vampiro non vedeva l’ora di smettere di sentire parlare quell’uomo di cose che non solo sapeva, ma che aveva vissuto più di un secolo prima.

Elena era semplicemente desiderosa di parlare ancora con il ragazzo che in quel paio di giorni sembrava averle ridato la voglia di vivere.

«La cometa che questa sera vedremo luminosa nel cielo, non era  visibile a Mystic Falls da ben 145 anni. Fu scoperta oltre cinquecento anni fa.» Affermò il signor Tanner mentre girovagava per la classe.

Il docente indossava una camicia blu scura con righe sottili di colore bianco e pantaloni eleganti neri.

L’uomo non aveva dimenticato il brutto scherzo che gli aveva tirato Stefan all’ultima lezione, e non perse occasione per punzecchiare lui e la sua amica Elena.

«Vi sto annoiando? Signor Salvatore? Signorina Gilbert?» incalzò Tanner passando gli occhi scuri da uno all’altra rapidamente, entrambi non dissero nulla e la campanella salvò i due dalla classica ramanzina arrogante del professore di storia.

Stefan non perse tempo e uscì rapidamente dalla classe con Elena per poter scambiare con lei quattro chiacchiere.

Il vampiro indossava una T-shirt nera e un paio di pantaloni scuri, oltre all’avere al dito il suo classico anello, portava una tracolla marrone con dentro i libri di scuola, estrasse un libro abbastanza vecchio e lo porse ad Elena.

«Ti avevo detto che te lo avrei portato!» esordì  sorridente.

«Cime tempestose di Ellis Bell! Sai faccio fatica a credere che avesse usato uno pseudonimo!» rispose Elena prendendo e osservando il libro.

«Tutte le scrittrici lo facevano all’epoca, non erano ben viste nell’ottocento» rispose il ragazzo.

«Come lo hai avuto?» domandò la giovane notando l’antichità del libro.

«Oh è una seconda edizione, un cimelio di famiglia!» affermò Stefan alzando le spalle.

«Lo leggo e te lo ridò allora!» disse la ragazza mettendo il libro in borsa.

«Tanner ci ha punzecchiato anche oggi» sentenziò il vampiro camminando insieme a Elena nel corridoio.

«Siamo partiti col piede storto con lui, potevi evitare di umiliarlo!» lo canzonò Elena ridacchiando.

«Ho solo studiato durante le vacanze estive! Tutto qui!» ribatté lui divertito.

«Stasera allora ci incontriamo per vedere la cometa?» chiese lei cambiando discorso.

«Certo! Sperando che questa volta non succedano tragedie!» scherzò Stefan, che in cuor suo aveva paura che Damon potesse combinarne un’altra delle sue.

Il vampiro voleva tenere lontano il fratello da Elena il più possibile, sperando che egli non facesse qualche stupidaggine, anche se in parte dubitava che Damon potesse fare del male a qualcuno uguale a Katherine.

«Allora ci vediamo stasera!» concluse infine Elena riportando Stefan alla realtà, il vampiro si limitò ad annuire e si allontanò pensieroso.

 

Bonnie e Caroline stavano camminando verso l’uscita della scuola mentre conversavano amabilmente.

La ragazza di colore aveva una maglia grigio chiaro con uno scollo a V, sopra la quale vi era il disegno stilizzato di un angelo dalle ali nere e sotto di essa calzava dei pantaloni scuri.

La bionda indossava una camicia a quadri smanicata blu scura e bianca e una gonna dello stesso colore.

«Quindi sei una medium o una chiaroveggente?» domandò scettica Caroline ala sua amica.

«Tecnicamente mia nonna dice che siamo streghe, ma a volte beve troppo perciò non le do retta!» rispose divertita Bonnie, che tuttavia dopo le strane sensazioni degli ultimi giorni, era in realtà inquietata a parlare di queste cose.

«Sentiti libera di evocare il ragazzo che ho visto ieri sera allora!» affermò ridendo la bionda, pensando a Damon.

Purtroppo non era riuscita a parlargli più di tanto, ma era sicura che dagli sguardi che le aveva lanciato, avrebbe avuto sicuramente la possibilità di conoscerlo meglio.

«L’hai visto solo tu non io!» rimbeccò la giovane con un sorrisetto.

«Magari stasera verrà a vedere la cometa!» affermò speranzosa Caroline.

«Forse potrò conoscere qualcuno di carino anch’io!» sentenziò Bonnie alzando le spalle.

«Potrebbe essere la nostra serata! Che la cometa ci porti fortuna allora!» esclamò festante la bionda.

«A stasera allora! Prevedo un successo!» scherzò infine la ragazza afroamericana per poi salutare l’amica e incamminarsi fuori dalla scuola.

 

 

 

Matt e Tyler erano nel cortile con il moro che stava convincendo il biondo a conoscere due sue amiche da portare a vedere la cometa la sera stessa.

Tyler indossava una polo grigia e pantaloni scuri, mentre Matt un giubbino leggero marrone, una camicia a quadrettini bianca e nera e un paio di jeans chiari.

«Sono amiche di Caroline, una vuole conoscerti e con l’altra ci ho parlato un po’ alla festa dell’altro giorno» disse il ragazzo alzando le spalle fissando l’amico.

«Non sono dell’umore adatto, Vicki è in ospedale e credo di passare la serata con lei. Inoltre lo sai come la penso sul fatto di conoscere un’altra!» rispose malinconico Matt con aria triste.

«Mi hai fatto capire che Vicki è off-limits! E quindi pensavo di conoscere queste due ragazze, devi farmi da spalla dai! Magari ti dimentichi anche di Elena!» continuò Tyler.

«A proposito di lei, dobbiamo vederci fuori da scuola tra poco, quindi ti lascio alle tue amichette!» concluse infine Matt, con un mezzo sorriso.

«Vedi almeno di concludere qualcosa con lei!» incalzò Tyler mentre il biondo si allontanava.

«Fanculo!» rispose con un mezzo sorriso Matt mentre andava verso l’entrata della scuola, al suo appuntamento con Elena.

Le ragazze di cui parlava Tyler si avvicinarono a lui, una era bionda con gli occhi azzurri, che indossava un top rosso e un paio di leggings neri e l’altra era con i capelli e gli occhi castani e vestiva una felpa verde e un paio di jeans stretti.

«Alla fine ci sei solo tu? Matt non c’è? » domandò la bruna dispiaciuta.

«Mi dispiace, ma se volete, posso fare per due!» affermò malizioso il moro fissando la bionda, che fece una smorfia divertita.

 

Jeremy arrivò al cortile e notò Tyler alle prese con due ragazze, prima pretendeva di stare con Vicki e ora faceva lo scemo con altre due?

Il fratello di Elena era fuori di se, lui era andato a trovare in ospedale quella che doveva essere la ragazza di Tyler, mentre lui non aveva perso tempo per provarci con le altre.

«Tyler! Scusami se ti interrompo, ma volevo sapere come stava Vicki, so che voi due siete intimi» esordì Jeremy per far fare una figuraccia al suo rivale davanti a quelle due ragazze.

«Sta bene, ma ora levati di torno» tagliò corto il moro seccato e infastidito dal giovane Gilbert.

«Volevo sapere il numero della stanza. Senti, ma quando sei andato a trovarla? E come l’hai trovata, credi uscirà presto?» domandò Jeremy a raffica fissando Tyler.

«Ora ti prendo a calci» minacciò il moro fissando Jeremy con rabbia.

«Parli tanto ma quando hai intenzione di farlo» Fallo adesso dai!” lo provocò Jeremy spingendolo.

Il figlio del sindaco sapeva che se avesse messo le mani addosso a Jeremy, si sarebbe saputo e suo padre non né sarebbe stato contento.

«Vattene. Questa è l’ultima volta che ti avvero» sentenziò infine annoiato Tyler fissando l’altro torvo.

«No, sono io che ti avverto l’ultima volta! Se non la finisci di prendere in giro Vicki e di ferirla, io giuro che ammazzo!» ringhiò Jeremy, per poi andarsene in preda alla  rabbia.

«Avete visto? Mi ha minacciato di morte!» ridacchiò il giovane Lockwood divertito, riportando la sua attenzione sulle due ragazze.

Matt ed Elena camminavano nel cortile della scuola mentre parlavano di Vicki.

«I medici hanno detto che vogliono assicurarsi che non abbia un’infezione, ma domani dovrebbe tornare a casa» disse il biondo preoccupato mentre osservava la giovane.

«Buone notizie finalmente, ci siamo spaventati moltissimo quando l’abbiamo trovata nel bosco» rispose angosciata la ragazza.

«Per fortuna che l’avete trovata» affermò Matt sorridendo appena.

«Hai chiamato tua mamma?» domandò Elena curiosa.

«Si, ci ho provato. Ho lasciato un messaggio, ora dovrebbe essere in Virginia con il fidanzato. Sono curioso di quando si degnerà di tornare.» ribatté amareggiato Matt.

Il giovane notò Stefan poco lontano, seduto a un tavolo, fece finta di nulla e continuò a parlare con la sua ex fidanzata.

Il vampiro stava sentendo tutto, grazie al suo udito speciale, doveva sapere come stava quella ragazza attaccata da Damon.

«Sai mia sorella è stata fortunata, ho sentito che due campeggiatori sono spariti questa notte e non sono tornati a casa» disse il giovane preoccupato.

«Ti ha detto che tipo di bestia l’ha aggredita?» chiese Elena.

«Ha detto che è stato un vampiro! Chissà quanto era ubriaca!» ridacchiò amaramente Matt, mentre Stefan sobbalzò appena alle parole del giovane.

Damon era stato così maldestro da farsi notare prima di colpire?

Non era il suo stile, c’era sotto qualcosa e lui doveva rovinare il piano del fratello.

«Sì, in effetti, è un po’ strana e imbarazzante come cosa» mormorò Elena stranita, poi notò Stefan e si fermò per un attimo.

Forse non voleva che lui la vedesse con il suo ex, avrebbe potuto pensare che lui fosse solo un pretesto per fare avvicinare di nuovo Matt.

«Cosa c’è tra te e il tizio nuovo?» domandò brusco il fratello di Vicki, notando la reazione della giovane.

Elena non ebbe più tempo di pensare e riportò l’attenzione sul biondo.

«Matt, ascolta io non voglio ferirti…» iniziò Elena a disagio.

«Senti lascia perdere, devo andare da Vicki, voglio vederci chiaro sulla storia dell’altra sera» tagliò il corto Matt e salutò la sua ex ragazza, per poi allontanarsi.

Era ferito, non poteva credere di essere stato lasciato per uno sconosciuto, aveva bisogno di Elena in quel momento difficile e lei sembrava esserci per lui sono con la testa, ma per niente con il cuore.

Incamminandosi verso l’ospedale Matt guardò il cellulare, sperando di avere notizie della madre, ma non notò nuovi messaggi.

Elena guardò il suo ex ragazzo andare via e poi cercò Stefan con lo sguardo, ma non lo trovò.

Aveva fatto un’altra delle sue magiche sparizioni, sembrava sensibile e onesto perciò non poteva credere che si fosse arrabbiato solo  perché lei era con Matt visto la situazione delicata.

Sicuramente non voleva disturbare e si era allontanato, sapendo che si sarebbero visti quella sera.

 

 

Stefan camminava a passo spedito verso l’ospedale, quando aveva sentito la conversazione tra Matt ed Elena, era partito in quarta per vedere Vicki.

La ragazza non doveva dire a nessuno la parola “vampiro” poiché erano a Mystic Falls e la storia della città era risaputa, da chi veramente sapeva cosa si era celato nella piccola cittadina.

Le strade a quell’ora erano piuttosto affollate e Stefan non poteva usare la sua velocità da vampiro, ma doveva battere Matt sul tempo.

Il suo piano era quello di usare il soggiogamento vampiresco su Vicki e farle dimenticare da chi era stata ad aggredirla.

 

Matt era andato spedito verso la camera di ospedale di Vicki, ma non l’aveva trovata nel letto, poco dopò la notò dietro di lui e sobbalzò.

La vide come in trans e cercò di calmarla, ma lei inizio a urlare istericamente senza controllo.

Il giovane corse nel corridoio per cercare aiuto e lasciò la sorella nella stanza in preda a una crisi isterica.

Stefan notò la scena e azzardò l’uso della sua velocità da vampiro, afferrò Vicki per le spalle e inchiodò il suo sguardo in quello di lei.

«Calmati e rilassati, l’altra sera ti aggredito un animale selvatico, un leone di montagna. Non è stato nessun vampiro, ora mettiti a riposare e stai serena» disse velocemente Stefan con tono calmo e pacato, per poi saettare fuori dalla stanza.

Vicki eseguì gli ordini e in pochi secondi era coricata con gli occhi chiusi senza dire nulla.

L’infermiera Haynes e Matt tornarono di corsa in camera e videro la giovane riposare.

La donna di colore guardò Matt stranita.

“Sei sicuro di sentirti bene? Tua sorella è serena” domando confusa l’infermiera.

«Io…si vede che si è calmata subito» mormorò stranito Matt per poi rilassarsi e andare dalla sorella, mentre Mrs. Haynes usciva dalla camera.

Il ragazzo seguì la donna afroamericana, per lasciare sola Vicki a riposare, s’incamminò verso il corridoio e gli parve di vedere Stefan.

Il biondo era parecchio incuriosito nel vedere il nuovo arrivato lì all’ospedale, così cerco di raggiungerlo per parlargli, lo segui mentre lui entrava in una camera per le trasfusioni.

Una volta dentro la stanza, non vi era traccia del giovane, Matt cercò anche vicino alla finestra, ma non lo trovò.

Pensando che la mente gli avesse tirato un’ altro brutto scherzo, tornò pensieroso alla stanza di Vicki.

 

Stefan aveva dovuto saltare dalla finestra e correre via, per non cedere alla tentazione del sangue fresco che inebriava tutti i suoi sensi.

Il vampiro era provato, ma era scampato al pericolo e ora Vicki non avrebbe detto a nessuno di essere morsa da un vampiro.

 

Bonnie, Elena e Caroline erano sedute a un tavolino esterno del Mystic Grill e chiacchieravano amabilmente del più e del meno.

«Sapete mia nonna mi ha detto che questa cometa porterà disastri! L’ultima volta che è passata di qui sono morte molte persone!» affermò preoccupata Bonnie.

La giovane aveva sempre più paura delle cose “strane” che le erano capitate negli ultimi giorni. e sua nonna di certo non la stava aiutando!

«Si certo, poi si è scolata un’altra bottiglia e ti ha parlato degli UFO?» commentò ironica la bionda.

«Quindi l’altra sera… tu e Stefan?» chiese maliziosa Caroline, cercando di capire a che punto fossero lei e il nuovo ragazzo che le piaceva.

La biondina sembrava essersi arresa dopo il diretto rifiuto di Stefan, ma era comunque curiosa, dove si fosse spinta la sua amica.

Se lei si fosse tirata indietro, Caroline non lo avrebbe fatto.

«Niente, abbiamo solo parlato» rispose Elena facendo spallucce.

«Parlato? Niente baci o toccatine proibite?» domandò ancora più maliziosa la bionda.

«No! Niente di niente» replicò nuovamente la sorella di Jeremy.

«Avanti Elena! Siamo tra amiche, puoi condividere i dettagli piccanti!»  insistette Caroline.

«Abbiamo parlato per un bel po’, tutto qui!» tagliò corto la giovane.

«Saltagli addosso! Vi piacete! Se a te piace lui e a lui piaci tu! Sesso!» affermò peccaminosa la biondina con un’espressione provocante.

«Molto profonda!» commentò cinica Elena.

Poco dopo la ragazza si alzò e guardò le amiche.

«Dove vai?» chiese Bonnie, che era stata mentalmente assente tutto quel tempo.

«Caroline ha ragione! Devo andare da lui, conoscerlo meglio e vivermi questa nuova conoscenza al massimo!» sentenziò convinta la giovane guardando le altre due.

Con un sorriso le salutò e si voltò di spalle.

«Ricordati di fare sesso protetto!» disse ironica Caroline, ricevendo un richiamo da Bonnie.

Elena non si voltò e scosse la testa, arrendendosi all’esuberanza della sua amica bionda.

 

Jeremy stava scendendo le scale di casa, voleva passare nuovamente da Vicki per le visite serali e sperava di trovarla sveglia.

«Jeremy! Ho preso dei tacos, li mangiamo insieme?» disse Jenna maneggiando una busta sul tavolo.

«No, zia, sto uscendo, mangio dopo!» rispose il giovane, dirigendosi verso la porta di casa.

«Ok è una scusa! Voglio parlarti!» sentenziò la rossa velocemente.

Jeremy si limitò a guardarla torvo e a sbuffare, ma si sedette di fronte a Jenna.

«Al liceo, quando avevo la tua età mangiavo tutta questa roba quando ero in fame chimica. Quando fumavo un po’ troppo mi ingozzavo di tacos!» narrò la donna fissando il nipote.

«Ti facevi?» chiese divertito il fratello di Elena, con un sorrisetto di ammirazione sul viso.

Jeremy non credeva che la zia fosse  una ribelle ai suoi tempi.

Jenna iniziò a mettere mano ai piatti e ai tacos per preparare la tavola.

«Si mi facevo, volevo evadere dalla realtà e sentirmi fuori dalla solita routine, per un po’ funzionava. Ma poi capivo che era uno spreco di salute e di soldi perciò… » la donna parlò e poi si fermò notando che Jeremy si era dileguato alla prima distrazione di lei.

I colloqui con gli insegnati del giovane erano stati pessimi, perciò lei voleva provare a essere comprensiva e parlare con lui, ma se questi erano i risultati, avrebbe  usato le maniere forti.

 

Vicki guardava inorridita il cibo dell’ospedale davanti a se, poi si voltò a fissare Matt appisolato su una sedia lì vicino.

La giovane prese una mela dal vassoio davanti a lei e lanciò  al fratello svegliandolo.

«Che diavolo…» brontolò il biondo intontito.

«Finalmente ti sei svegliato dormiglione!» affermò lei divertita.

Vicki era felice di poter contare sempre su suo fratello e sapeva che sarebbe stato sempre l’unico a non deluderla mai.

«Ti senti bene? Mi hai fatto preoccupare prima con tutte quelle urla» disse Matt guardando la sorella.

Vicki pareva confusa e alzò le spalle.

«Di che parli? Io sto bene!» mormorò la giovane.

«Meglio così! Il dottore ha detto che domani tornerai a casa» affermò contento il biondo.

«Cosa ti ha aggredito di preciso?» domandò interessato Matt.

«Un animale, credo un leone di montagna, cosa poteva essere secondo te?» ribatté scettica Vicki.

Matt era dubbioso, a sua sorella stavano capitando cose strane e lui non riusciva a venirne a capo, ma ci sarebbe riuscito.

Jeremy fece capolino dalla porta, salutando i due timidamente, il biondo fece un’espressione divertita e ricambiò.

«Io vado a prendermi un caffè e farmi un giro!» disse per poi allontanarsi dalla camera ridacchiando, aveva capito che il giovane Gilbert aveva una cotta per Vicki e la cosa lo divertiva.

«Che ci fai qui?» chiese un po’ a disagio la ragazza, che indossava quell’orribile camice da paziente.

«Volevo sapere come stavi, sono passato stamane ma dormivi» rispose il giovane sedendosi sul bordo del lettino.

«Non dovresti essere qui! Hai visto la faccia di Matt? Se sospettasse qualcosa … insomma lo sai che non voglio che si sappia di noi!» affermò Vicki preoccupata.

«Non preoccuparti della gente» ribatté lui con un mezzo sorriso alzando le spalle.

«Tyler sta dimostrando interesse per me» iniziò Vicki ma Jeremy l’interrupe.

« Non devi neanche più preoccuparti di lui! Ho visto che faceva il galletto con le amiche di Caroline, non lo vedo così preoccupato per te. A meno che non si nasconda sotto il letto il Signor Preoccupato!» sentenziò ironico il fratello di Elena.

Vicki un po’ era infuriata della notizia, ma i modi di fare del ragazzo la facevano sorridere.

«Io sono più grande di te ed Elena e Matt darebbero di matto nel saperci insieme!» protestò la ragazza ridendo.

«Ti ho trovata io nel bosco, avrò il diritto di sapere come stavi, o no?» incalzò saccente Jeremy.

«Mi hai trovata tu?»disse  Vicki e divenne seria.

« Si ti ho presa in braccio e ti ho portata dove stavano gli altri» raccontò Jeremy.

«Grazie» rispose semplicemente lei con un sorriso malinconico.

«Di nulla!» concluse infine lui con un sorriso radioso.

Vicki apprezzava sinceramente tutto ciò che Jeremy faceva per lei e come s’interessava, ma lei aveva occhi solo per Tyler.

Tuttavia sapendo che lui non si era fatto e che Jeremy l’aveva salvata e poi continuava essere presente, faceva scattare qualcosa in lei per lui, ma la reprimeva.

Jeremy voleva dimostrare di essere un uomo migliore di Tyler e che i loro famigliari non fossero un problema per lui.

Matt ed Elena erano stati insieme, perché non potevano farlo anche lui e Vicki?

 

 

Elena conosceva di vista la pensione dei Salvatore, era un edificio conosciuto e frequentato in passato, veniva utilizzato come una specie di casa vacanze, ma tutto ciò prima che Elena nascesse.

La giovane sapeva che lì vi abitava Stefan con lo zio, Zach, perciò poiché lui era stato da lei un paio di volte, voleva ricambiare la visita per farsi vedere interessata.

Il ragazzo l’aveva vista con Matt fuori dalla scuola e poi era sparito, e lei voleva essere sicura che di sera si sarebbe presentato a vedere la cometa di Mystic Falls.

Elena bussò alla grande porta del pensionato quasi intimorita, nessuno rispose ma notò che la porta era aperta di un po’.

Chiamò Stefan un paio di volte e poi entrò a piccoli passi nell’abitazione, dopo qualche metro si guardò intorno e ne rimase incantata, vi erano molte stanze e tutte arredate in uno stile antico e particolare.

All’improvviso un corvo entrò dalla porta, passando vicino a Elena che sobbalzò, e poi uscì rapidamente da una finestra aperta.

La giovane rimase col cuore in gola, pensando ai suoi continui incontri con quegli inquietanti pennuti neri.

Elena non ebbe neanche il tempo di riprendersi che si spaventò di nuovo.

Un uomo stava di fronte a lei, senza che lei lo avesse sentito arrivare, egli aveva occhi color ghiaccio, capelli neri di media lunghezza e scompigliati, i suoi tratti erano mascolini e affascinanti.

L’uomo indossava una t-shirt nera con il colletto a V e jeans e scarpe dello stesso colore.

« Io…scusami se sono entrata così, ho trovato la porta aperta» mormorò confusa, affascinata e spaventata Elena.

La visione di quel tipo gli aveva provocato mille sensazioni, negative e positive allo stesso tempo.

«Non preoccuparti, preferisco la tua intrusione, invece che quella del corvaccio» disse Damon con un mezzo sorriso.

La ragazza si limitò a ricambiare il sorriso timidamente.

«Io sono Damon, il fratello di Stefan» si presentò il vampiro inclinando la testa di lato.

Il più grande dei Salvatore, aveva avuto l’ennesima conferma che quella ragazza era identica a Katherine, e la cosa lo sollevava e inquietava allo stesso tempo.

Aveva avuto una cosa in comune col fratello minore, aveva dovuto sorvegliarla a lungo prima di trovare il coraggio di farsi avanti, quel volto e quei modi di fare, gli ricordavano troppo il suo antico passato.

«Stefan non mi aveva detto di avere un fratello» affermò stupita la giovane fissando Damon.

«A mio fratello non piace vantarsi!» incalzò l’uomo con un sorriso sghembo.

«In ogni caso, vieni ti faccio vedere la casa, mio fratello tornerà a breve”» continuò il vampiro cordiale, camminando scortato da Elena fino al salotto.

La giovane era incantata da quella casa e cercava di carpire ogni dettaglio di essa.

«Questo è il vostro salotto?» chiese sbigottita.

«Se così si può definire. Sai guardandoti, ora capisco come mai Stefan è stranamente allegro in questi ultimi giorni. Io credevo che dopo l’ultima non si riprendesse più! Invece mi ha proprio smentito!» sentenziò Damon fissando Elena.

«L’ultima?» domandò stranito la giovane, a quanto pare non solo lei aveva un ex intorno, tuttavia lei era stata sincera almeno.

«Katherine, la sua ex. Strano non te ne abbia parlato, forse non l’ha fatto perché non vuole farti sentire un ripiego. Sappiamo tutti che le cose belle prima o poi finiscono» disse Damon alzando le spalle.

«Parli come se tutte le storie dovessero finire per forza» mormorò indispettita la ragazza.

«Sono un fatalista» ribatté sorridendo l’uomo.

«Ciao Stefan, sei un po’ inquietante lì dietro» continuò il più grande dei Salvatore, voltandosi appena, imitato da Elena.

Stefan fissava con rabbia il fratello, quasi non guardava la ragazza, il suo viso diceva tutto senza che parlasse.

La rabbia lo stava divorando, voleva quei due il più lontano possibile l’uno dall’altra.

«Elena, non mi avevi detto che saresti passata» esordì glaciale il giovane con sguardo duro rivolto verso Damon.

«Ti chiedo scusa, passavo di qua…» mormorò Elena dispiaciuta e imbarazzata.

La ragazza in quei pochi giorni di conoscenza, non aveva mai visto Stefan così freddo e distaccato.

«Non essere sciocca! Puoi passare quanto vuoi! Vero Stefan? Anzi se mi aspetti un attimo ti vado a prendere qualche vecchio filmino e foto di noi, ma ti avverto che da piccolo non era così carino» intervenne ironico Damon.

«Grazie di essere passata, è stato bello vederti» affermò distaccato Stefan senza spostare lo sguardo rabbioso da suo fratello.

«Io devo andare a prepararmi per stasera, ero passata solo per un saluto» tagliò corto Elena, un po’ in imbarazzo e in ansia per la situazione.

La tensione si tagliava con un coltello e lei non capiva quel modo di fare del ragazzo verso lei e il fratello, era forse geloso?

«Damon, è stato un piacere conoscerti!» aggiunse infine la giovane con un sorriso.

«Il piacere è stato tutto mio» ribatté lui con un delicato baciamano ottocentesco.

Stefan sembrava una statua, fermo e rigido puntato verso il fratello.

«Stefan? Stefan?» ripeté più volte la giovane impossibilitata a raggiungere la porta per uscire.

Dopo qualche istante il vampiro fece passare la giovane, che lasciò casa Salvatore con mille pensieri e dubbi su due misteriosi fratelli.

«Bella ragazza, ha carattere! Tu invece mi sembri stanco e provato. Sei stato in ospedale?» disse arrogante Damon fissando il fratello.

«Dovevo sistemare i tuoi casini» rispose secco Stefan giocherellando nervosamente col suo anello mentre fissava serio l’altro Salvatore.

«I trucchetti da vampiro hanno funzionato? Se non ti nutri bene, lo sai che diventano difettosi» mormorò fintamente preoccupato il moro.

Il punto di Damon era quello di dimostrare al fratello che doveva tornare a nutrirsi normalmente, gli aveva già dimostrato con la forza e con la velocità che si era indebolito e ora voleva fargli vedere che anche il suo potere coercitivo era instabile.

Stefan aveva altre preoccupazioni, era teso perché non sapeva quanto tempo Elena e Damon avessero condiviso.

Aveva capito che era stata lei ad andare al pensionato e non Damon che l’aveva portata li, il che era un bene, ma non sapeva cosa volesse realmente il fratello dalla giovane.

Sperava di non scoprirlo e di allontanarlo in qualche modo.

«Da quanto lei era qui?» chiese brusco Stefan.

«Che ti prende? Hai paura di rifare il remake del 1800? Per questo motivo giochi a fare l’umano alle superiori?» lo imbeccò Damon sardonico.

Il bruno s’incupì di colpo, odiava il suo passato e non voleva ripeterlo.

«Io non sto giocando affatto» affermò mesto il più giovane dei due fratelli.

Il moro si avvicinò all’altro vampiro lentamente e lo fissò intensamente.

« Invece si, lo sai bene che possiamo legarci agli umani solo per morderli e nutrirci, non c’è altro modo» sentenziò Damon cinico.

«Tu piuttosto a cosa giochi?» ribatté curioso Stefan.

«Ti basterà aspettare e vedere» concluse secco il moro, per poi lasciare la stanza e terminare la conversazione tra i due.               

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Capitolo 5
*** La notte della cometa - Parte II- ***


Casa Gilbert

Jenna era alle prese nel ripulire la tavola ed Elena la stava aiutando, la donna era sollevata di indossare finalmente i comodi vestiti casalinghi: un maglioncino color salmone e dei pantaloni da ginnastica grigi.

«Stefan credo abbia dei grossi problemi con suo fratello e anche a dimenticare la sua ex! Sono curiosa se per stasera si farà vivo» affermò Elena mangiando una cucchiaiata di gelato.

La ragazza era rimasta sbigottita dal comportamento di Stefan verso il fratello, doveva ammettere che Damon l’aveva colpita da come era precipitato nella sua vita.
Le aveva raccontato di questa Katherine e in più era dannatamente affascinate, cordiale e gentile, il che poteva portare Stefan a essere geloso di lui e a volerlo allontanare.
Il più piccolo dei Salvatore non era sembrato infantile ad Elena, ma probabilmente era perché lei non lo aveva mai visto alle prese col fratello.

«Ti è andata bene tutto sommato! Almeno non ha problemi con la mammina o non si fa di anfetamine!» rispose ironica Jenna osservando la nipote.
Ad un certo punto Jeremy rientrò in casa e passò nel corridoio, fiondandosi su per le scale, aveva fumato dopo essere stato da Vicki ed era abbastanza fatto.

«Jeremy! Dove diavolo sei stato tutto il giorno?» tuonò Jenna arrabbiata rincorrendo il nipote.

«Che c’è? Altre storie da drogata? Tranquilla zia, ho capito eri forte ai tuoi tempi! Sei forte pure ora!» mormorò Jeremy con una faccia da ebete e alzando il pollice verso Jenna, per poi salire le scale.

In risposta la zia gli lanciò contro una mela, facendo scoppiare a ridere Elena che osservava la scena.

«Ahia! Perché lo hai fatto?» brontolò Jeremy colpito dal frutto dietro la nuca.

«Ascoltami bene! Se non fili dritto a scuola ti metto in punizione!» affermò la donna puntando un dito contro il giovane!

«Autorità materna! Mi piace!» commentò divertito il più piccolo dei Gilbert, per poi fiondarsi in camera sua.

«Era fatto?» domandò Elena tenendo le risate.
Jenna annuì alzando gli occhi al cielo.

«Io adesso mi cambio e scendo, sta tramontando il sole e devo dare dei volantini  e poi andare a vedere la cometa» disse la ragazza alla zia.

«Divertiti anche per me! Vedrai che spunterà quel tizio!» la rincuorò infine Jenna.

Ospedale

Vicki dormiva serena, quando ad un certo punto si svegliò, decise di alzarsi per andare in bagno e lavarsi la faccia.
Entrò nel bagno della sua camera di ospedale e aprì il rubinetto chinandosi per sciacquarsi il viso, ma quando tornò sù e si guardò allo specchio, vide il viso dell’uomo che l’aveva aggredita nel bosco e in pochi attimi la tragica situazione si ripeté.
Fortunatamente la giovane si svegliò urlando, scoprendo che quello era stato solo un incubo, non né poteva più di stare chiusa li dentro, così decise che sarebbe uscita al più presto.

Mystic Falls

Elena e Bonnie stavano passeggiando per la piazza principale distribuendo volantini, un pò prima della venuta della cometa.
La ragazza afroamericana indossava un vestito blu elettrico che le arrivava poco sopra il ginocchio e calzava degli stivali alti marroni, mentre Elena aveva addosso un giubbottino di pelle beige, sotto di esso una camicetta porpora, leggins neri e un paio di stivali simili a quelli dell’amica.

«Quindi non ti ha detto più detto nulla? Per stasera intendo» domandò Bonnie, girandosi verso la bruna.

«Ora che ci penso, non ci siamo mai scambiati i numeri!» affermò incredula Elena.

«Diciamo che quella è la base per iniziare a comunicare» commentò secca la mora.

«Forse non è ancora il momento» sentenziò confusa Elena; in effetti com’era possibile che non fossero mai scambiati i numeri?
«Chi lo decide quando è il momento?» chiese scettica Bonnie.

«Non sono pronta!»

«Nessuno lo è! Le cose capitano e basta»

«Per lo meno mi sto mettendo in gioco» rispose stoica Elena.

«A me non pare, sembra che ti inventi scuse per non buttarti a capofitto nella situazione» concluse sincera Bonnie, zittendo Elena.

Caroline fissava le due mentre un ragazzo le stava parlando, ma lei neanche lo stava a sentire.
La bionda indossava un abito giallo canarino e degli stivali scuri, sperando di catturare l’attenzione del ragazzo conosciuto la sera prima, nella speranza che in serata si fosse fatto vivo.
Le sue preghiere sembravano essere state esaudite quando scorse Damon dall’altra parte della strada mentre la guardava interessato.
Caroline partì in quarta per andarlo a salutare, ma non lo vide più da un momento all’altro, così iniziò a pensare di avere le visioni e sospirò incredula.

Pensionato Salvatore


A casa Salvatore un pensieroso Stefan era intento a vestirsi mentre Zach faceva capolino nella sua stanza.

«Cosa ci fa Damon qui? Come mai è tornato a Mystic Falls?» domandò intimidito l’uomo fissando lo zio.
Egli indossava un maglione nero e dei pantaloni grigi, mentre il vampiro stava indossando una camicia marrone.

«Sono tornato io, perciò è qui per rendermi la vita difficile» rispose atono Stefan mentre si preparava.

«Siamo in pericolo, se quella ragazza all’ospedale parla siamo nei guai» sentenziò Zach preoccupato.

«Non lo farà ci ho pensato io» ribatté Stefan.

«Sei sicuro che funzioni?» chiese l’uomo.

«Non lo so, non sono forte quanto Damon» replicò il vampiro mentre indossava il suo giubbotto di pelle marrone.

«Se non funzionasse cosa farai?» domandò ancora Zach.

«Ci penserò, ora devo andare» tagliò corto Stefan snobbando il problema.

«Ne vale la pena zio? Questa ragazza per cui sei tornato?»

 

Mystic Grill

Jeremy fu sorpreso di vedere Vicki al Mystic Gryll, dato che poche ore prime era in ospedale.

«Ehy, che ci fai qui?» domandò  avvicinandosi alla sorella di Matt.

La ragazza era contenta di vederlo, le rivelazioni che le aveva fatto all’ospedale si erano rivelate veritiere, visto che aveva visto Tyler in compagnia di due oche mentre si pavoneggiava al tavolo da biliardo.

«Parlavo con Robert, rientro a lavoro domani, e io che speravo di potermi fare un week end tranquilla dopo essere stata aggredita da una bestia» disse ironica Vicki osservando Jeremy.

Lei indossava una maglia senza maniche grigia e un paio di pantaloni scuri, mentre lui una maglia un po’ più chiara con dei bottoni sul petto, una felpa e jeans neri.

«Almeno stai meglio?» chiese il moro preoccupato.

«Non proprio» replicò lei sofferente tenendosi il grande cerotto bianco che aveva sul collo.

«Il dottore ti ha dato qualcosa?» domandò Jeremy.

«Si, ma niente di forte, roba da bambini» ridacchiò lei.
Il ragazzo si guardò intorno e poco dopo le passò un flacone di pillole.

«Queste dovrebbero aiutarti» sentenziò furbescamente il giovane.

«Grazie, Jer» ribattè sorridente lei mettendo via il flaconcino nella tasca dei pantaloni.

«Ti va di vedere la cometa insieme più tardi?» le chiese Jeremy speranzoso.

«Potrei essere interessata, tu aspettami fuori, parlo con Robert e vengo da te» rispose lei con un largo sorriso.

 

Tyler osservava la scena in lontananza, senza più prestare attenzione alle due amiche di Caroline che starnazzavano  intorno.
Il giovane Lockwood non sapeva cosa provava, se gelosia o semplice irritazione per quel moccioso di Gilbert che continuava a ronzare attorno a ciò che era suo.
A Tyler non era mai importato molto di Vicki, ma da quando Jeremy si era messo in mezzo qualcosa in lui era cambiato, anche se non lo dava a vedere a nessuno.
Era una questione di principio, nessuno doveva marcare il territorio di Tyler Lockwood, cosi si avvicinò cercando di farsi perdonare l’indifferenza di quei giorni che Vicki aveva passato in ospedale.

«Ehy Vicki, stai meglio?» domandò lui con disinvoltura, interrompendo la chiacchierata tra i due.

«Come se ti importasse qualcosa di me» rispose acida la sorella di Matt, per poi allontanarsi velocemente dai due ragazzi.
Jeremy con un’espressione di trionfo guardò il rivale, che cercò di provocarlo con le sue solite frasi, ma che questa volta non scatenarono reazioni da parte del fratello di Elena, che si allontanò beffardo dal locale.

 

La cometa era ormai alta nel cielo, ben visibile per tutta la notte ormai e i cittadini di Mystic Falls erano nella piazza centrale della cittadina con lo sguardo verso l’alto e una candela in mano.
Caroline porse una candela ad Elena e andò ad accendere con la sua quella di Matt che era poco lontano.
Bonnie ed Elena cercarono Stefan con lo sguardo e poi sospirarono guardandosi.

«Su vai ad accedere la sua candela!» sussurrò Caroline a Matt, indicandogli con il capo Elena.
Il biondo sorrise appena alla sua amica e poi fece come gli era stato suggerito.

«Grazie» disse la bruna osservando il biondo negli occhi senza aggiungere altro.

Le faceva male vedere Matt stare così, ma sarebbe stato peggio prenderlo in giro e illuderlo.
Gli voleva bene come ad un fratello ,e questa cosa non le permetteva di lasciarlo andare, anche se sapeva che lui era innamorato di lei.
Con un po’ di imbarazzo i due ex fidanzati si separarono andando ad accendere le candele di altre due persone, nel caso di Elena, questa persona fu Stefan.
La giovane sorrise spontaneamente alla vista del vampiro, che ricambiò altrettanto felice.
Dopo uno scambio di saluti i due osservarono in alto la cometa starsene li luminosa e bella nel cielo notturno.

«Sai quella cometa vaga da migliaia di anni nel cielo tutta sola» esordì Stefan.

«Bonnie dice che porti tragedie» ribatté ironica Elena.

«Io credo sia una palla di neve e ghiaccio che è intrappolata in una traiettoria senza possibilità di cambiare direzione» affermò il più piccolo dei Salvatore.

«Un po’ triste come situazione» ironizzò ancora la giovane.

«Ti chiedo scusa per oggi, ero fuori me» mormorò imbarazzato il vampiro.

«Passi molto tempo a scusarti» rispose divertita Elena.

«Non è stata colpa tua» continuò Stefan.

« Non mi avevi parlato di Damon» incalzò seria lei.

«Non siamo molto legati, è molto complicata la nostra relazione» sentenziò lui.

«Immagino, sai mi ha anche parlato di Katherine, la tua ex» continuò secca la giovane.
Stefan fu preso in contropiede e rimase in silenzio per qualche istante.

«Sono cose successe tanto tempo fa» rispose semplicemente lui.

«Senti, ti capisco, ho perso anche io i miei genitori, ho un fratello complicato, ho una strana amicizia imbarazzante con il mio ex. Forse non è il momento di conoscerci meglio, abbiamo parlato è stato bello, ma è andata così, non siamo pronti a voltare pagina» disse seria Elena, per poi spegnere la candela ed allontanarsi da Stefan.

Le sensazioni dei due erano molto simili, avevano trovato e perso qualcosa in pochi giorni e il fatto di rinunciare non piaceva a entrambi, specialmente il vampiro che ci aveva messo mesi per farsi avanti e trovare il  coraggio di parlare alla giovane.

 

Mystic Grill

Damon era seduto al bancone del Gryll a bere un drink, indossava i suoi soliti abiti neri: giubbotto di pelle, t- shirt e jeans.

«Io ti conosco» mormorò una ragazza li vicino guardandolo per bene.
Il vampiro si voltò e vide Vicki che lo guardava stranita.

«Che peccato…”»mormorò lui infastidito per poi continuare a bere.
La ragazza si recò nel bagno farfugliando qualcosa, si sentiva come se le mancassero dei dettagli su quel tipo losco al bancone.
Damon, aveva tutti i pezzi del puzzle al posto giusto, poteva fare un altro tentativo nel fare tornare Stefan un vampiro normale, che si nutre di sangue umano.
Doveva dimostrare al fratello che i poteri vampirici erano utili solo se funzionavano perfettamente, così con la velocità disumana si fondò nel bagno e si portò dietro Vicki in un lampo.
La voltò e se la mise in spalla per poi saettare a super velocità fuori dal locale dalla porta sul retro, dirigendosi verso il tetto di un edificio poco lontano.

Elena aveva deciso di rinunciare alla nuova conoscenza con Stefan e si era messa con Caroline e Bonnie a un tavolo del Gryll per chiacchierare.
«Questa storia della sua ex, e di suo fratello che lui mi ha tenuto nascosto, non mi fido più. Abbiamo avuti giorni per parlarne, ma non ha mai accennato a nulla» affermò la giovane passandosi una mano tra i capelli.

«Secondo me dovresti dargli la possibilità di spiegarsi meglio, vi conoscete solo da tre giorni!» intervenne Bonnie.

«Se qualcuno inizia a mentirti già prima di conoscerti, vuol dire che non è degno di fiducia»sentenziò saccente Caroline alzando le spalle.

«Scusate ragazze, torno subito!» aggiunse la bionda, per poi alzarsi e andare a salutare le sue amiche, che lei aveva accoppiato per quella sera con Matt e Tyler.

I due entrarono in quel momento nel locale parlando tra di loro.

«Lo so che ho fato lo stronzo con tua sorella e mi dispiace, tuttavia oggi mi sono scusato con lei» disse il moro al biondo.

«E quelle due tizie di oggi?» commentò Matt scettico.

«Dopo che tu hai rifiutato l’invito me ne sono tirato fuori anche io, mi sono sentito in colpa…»affermò Tyler alzando le spalle.

La verità era che ci era voluto Jeremy per far sentire in difetto il figlio del sindaco, un po’ per gelosia e un po’ per esame di coscienza, il ragazzo aveva capito che uscire con le amiche di Caroline non era la mossa migliore.

«Io ho fatto la scelta migliore, ho visto Elena discutere con il tizio nuovo, credo che sia finita ancora prima di cominciare» sentenziò Matt con un mezzo sorriso, puntando lo sguardo alla sua ex e alle due amiche sedute al tavolo.
Tyler si limitò ad annuire compiaciuto e insieme andarono a sedersi con il trio, salutandole.
Caroline poco distante stava ascoltando le amiche lamentarsi del mancato doppio appuntamento con i due suoi amici, incenerendoli con gli occhi per la pessima figura che le avevano fatte fare.

«Uno è preso dalla sua ex e l’altro è semplicemente scemo, mi dispiace ragazze, gli farò la ramanzina!»tagliò corto la bionda congedando le due, per poi sedersi al tavolo con tutti gli altri.
Jeremy raggiunse tutti gli altri seduti al tavolo e chiese di Vicki, dato che l’aspettava fuori da parecchio.

«Dicci tu dov’è, sei tu il suo stalker» rispose arrogante Tyler, suscitando reazioni da parte di Elena e Matt.

«Non la trovo, dovevamo vederci qui fuori» affermò preoccupato il giovane.

«Mi dispiace spacciatore, forse ha trovato di meglio da fare» replicò a sua volta il figlio del sindaco.
A quanto pare la situazione stava degenerando in fretta.

«In che senso spacciatore?» domandò basita Elena a Tyler.

«Chiedilo a lui» rimbeccò il giovane Lockwood, indicando col capo Jeremy.

«Vuoi litigare adesso?» affermò furente il ragazzo, stringendo i pugni e guardando con odio il rivale.

«Tanto lei con te non ci viene! » lo incalzò ancora il moro, provocandolo con fare arrogante e presuntuoso.

«Invece l’ha fatto per tutta l’estate!» rispose a tono Jeremy, senza pensare che lo aveva detto davanti a tutti.

«Si, certo» ribatté ironico Tyler.

«Tu sei stato a letto con Vicki Donovan?» esordì stupefatta Caroline, questo si che era un bel gossip, il fratello di Elena e la sorella di Matt!
Tyler era incredulo, e cercava di non dare peso alla cosa, ma gli bruciava enormemente sentire quelle cose.

«E io non ho dovuto insistere da ubriaco contro un albero» aggiunse Jeremy, punzecchiando il giovane Lockwood.

«Di cosa stai parlando? Tyler che diavolo sta dicendo?» intervenne arrabbiato, Matt, sentendo parlare in quel modo di sua sorella.

Il biondo era preoccupato per Vicki, e non voleva credere che lei fosse andata a letto con i due ragazzi.
Sapeva che lei e Tyler si piacevano, ma addirittura che lui avesse provato a forzarla lo mandava in bestia. Per quanto riguardava Jeremy, non ci credeva, sapeva che il giovane Gilbert voleva solo rispondere a tono al suo amico per non fare figuracce.

«Non ascoltatelo, è solo un teppistello» tagliò corto Tyler, nettamente in svantaggio in quel confronto, ma era sicuro che quel ragazzino l’avrebbe pagata cara.

«Sentite, per ora mi importa trovare mia sorella, se volete darmi una mano bene, se no fuori dai piedi!» tuonò Matt, prendendo il controllo della situazione.

«Noi controlliamo i bagni» affermò Bonnie, allontanandosi con Caroline.

«Io vado sul retro» mormorò Tyler, tagliando la corda.

«Cercherò nella piazza principale» affermò infine Matt, recandosi verso l’uscita del locale.

«Vengo con te!» aggiunse Jeremy, ma venne strattonato e trattenuto da Elena che lo guardò in cagnesco.

«Tu invece stai con me, che diavolo hai per la testa?» sibilò la giovane a denti stretti. Non poteva credere che lui era stato con una ragazza più grande, la sorella del suo ex! E la storia dello spaccio era stata la goccia che aveva fato traboccare io vaso.

«Tra i due discorsi e quelli di Jenna, mi state facendo impazzire!»mormorò seccato Jeremy.

«Se vuoi smettiamo di parlarti e ti mandiamo da uno psicologo, oppure in un centro di riabilitazione!» ribatté Elena furiosa.

«Nessuna delle due! Vado a cercare Vicki!» tagliò corto Jeremy, uscendo a passo svelto dal locale senza voltarsi indietro.

Matt camminava a passo spedito verso la piazza della cittadina, dopo ciò che era successo recentemente alla sorella era davvero nel panico.
Il giovane incrociò Stefan che si stava dirigendo al Gryll.

«Hey, hai per caso visto mia sorella?» domandò il ragazzo al vampiro.

«Ciao Matt, no ma terrò gli occhi aperti» rispose educatamente il più piccolo dei Salvatore.

«Senti, ti ho visto all’ospedale l’altro giorno» incalzò Matt serio e curioso.
«Ero lì per una visita”»mormorò corto Stefan, preoccupato da quella conversazione, Vicki poteva essere in pericolo e Matt lo reputava sospetto, questa cosa non andava bene.

«Capisco. Solo per fartelo sapere, io mi prendo cura di Elena da anni, lo faccio e lo farò sempre. Ricordatelo bene.»affermò duro il biondo, con un tono aspro che non gli si addiceva.
Il vampiro fu distratto dal suo udito potenziato, che aveva percepito le voci di Damon e Vicki in lontananza.
Stefan si congedò velocemente annuendo e chiedendo scusa a Matt, che rimase basito da questo suo atteggiamento passivo e schivo, sempre più sicuro che quel tipo non gli piaceva proprio per niente.

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Capitolo 6
*** La notte della cometa - Parte III- ***


Stefan in pochi attimi fu sul tetto, dove Damon teneva in ostaggio Vicki.

«Ottima velocità, hai mangiato qualche coniglietto?» domandò ironico Damon, appena vide il fratello muoversi con i suoi poteri da vampiro.
Stefan ignorò le sue parole e cercò di calmare la situazione, restando sulla difensiva, lo conosceva e sapeva che non doveva provocarlo se voleva salvare la ragazza.

«Lasciala andare» intimò il più piccolo dei Salvatore all’altro.

Damon fece sporgere Vicki dal bordo del cornicione e poi fissò Stefan.

«Se proprio devo» mormorò il moro fingendo di gettare di sotto la giovane, per poi lanciarla malamente verso Stefan.
Vicki gridò in preda al panico e si accasciò a terra tremante, in mezzo ai due vampiri.

«Tranquillo, stavo solo scherzando» mormorò cinicamente Damon passando lo sguardo da Stefan a Vicki.
Il moro voleva che suo fratello capisse che doveva avere i suoi poteri nel pieno delle loro facoltà, o sarebbe stata una lotta impari.

«Cosa succede?» domandò spaventata Vicki, confusa e disorientata da quella situazione e da quei due ragazzi.

«Chi ti ha attaccato la scorsa notte?» domandò Damon alla sorella di Matt.

«Non lo so, una bestia forse» rispose quasi meccanicamente, ma molto dubbiosa.
Stefan capì che il suo soggiogamento si stava affievolendo, in quanto i suoi poteri vampirici erano deboli in confronti a quelli di Damon.
Il più grande dei fratelli si accovacciò vicino a Vicki e la guardò in faccia.

«Pensaci bene» disse con un mezzo sorriso.
Dopo un attimo di smarrimento la ragazza prese parola.

«Un vampiro, è stato un vampiro! Sei stato tu!» affermò terrorizzata.

Damon prese il viso della giovane tra le mani e inchiodò lo sguardo in quello di lei.

«Stefan Salvatore ti ha fatto questo! Lui è un vampiro, un assassino!» pronunciò lentamente e soggiogò la ragazza in pochi attimi.

Vicki ripeté in maniera fredda e apatica le parole del vampiro, mentre Stefan protestava inutilmente per far smettere il fratello di plagiare la mente di quell’innocente.
Damon strappò il cerotto dal collo della giovane e la lanciò contro Stefan, che la prese al volo. L’odore del sangue così vicino, mando il più giovane dei  Salvatore in crisi, lui aveva molto più brama e voglia di nutrirsi del fratello maggiore. Stefan aveva rinunciato al sangue umano da molto tempo e vederlo sgorgare, anche se poco, lo metteva a dura prova, tanto da scatenare l’involontaria trasformazione del suo viso.
Fu necessario per lui scaraventare a terra Vicki e cercare di mantenere l’autocontrollo.
Damon era stizzito dalla grande forza di volontà di suo fratello, ma ancora non si arrendeva.

«Avanti, i trucchetti da quattro soldi che hai ora sono niente in confronto ai veri poteri di un  vampiro, lo sai anche tu. Basta che bevi un po’ da lei e poi la soggioghi. Oppure puoi lasciarla andare e farle gridare a tutta la città che i vampiri sono tornati a Mystic Falls!» affermò Damon fissando il fratello che cercava di contenersi alla vista del sangue.

Stefan fece un lungo respiro e si mise a guardare l’altro vampiro intensamente.

«Lascia che vada a gridare a tutti che la città è di nuovo infestata dai vampiri. Lascia che mi trovino, che mi incatenino e che mi piantino un paletto di legno nel cuore, così finalmente morirò e mi libererò di te per sempre.» sentenziò con tono amaro il più giovane dei fratelli Salvatore.
Damon rimase basito per qualche secondo, poi con sufficienza si avvicinò a Vicki e la tirò su da terra, soggiogandola ancora una volta.

«Dimentica gli ultimi minuti, va tutto bene. Hai solo preso qualche pillola di troppo» disse con atono il vampiro per poi avvicinarsi a suo con fare trionfale.

«Cosa è successo? Dove sono? » chiese intontita la ragazza ai due fratelli.

«Ti senti bene?» chiese subito Stefan preoccupato.

«Mi sono strappata i punti, ma sto bene. Mi sa che ho preso troppe pillole» affermò sorridendo Vicki, per poi allontanarsi intontita dal tetto, andando verso le scale per scendere di sotto.

«Sono contento di essere tornato a casa, credo che resterò qui, questo posto ha bisogno di un po’ di azione» affermò Damon al fratello.

«Cosa diavolo hai mente questa volta?» chiese seccato Stefan guardandolo.

«Questo lo so io, tu devi solo, puntini,puntini,puntini. Saluta Elena da parte mia!« concluse infine il moro, lanciando un’ultima occhiata  al fratello, per poi sparire dalla sua vista a velocità di vampiro.
Damon non avrebbe mai rivelato il suo piano al fratello, egli non avrebbe capito le sue intenzioni e lo avrebbe fatto fallire e questa volta non se lo poteva permettere.
Stefan rimase da solo su quel tetto alcuni attimi, pensando a cosa potesse voler escogitare il fratello, Damon odiava Mystic Falls, qualcosa di importante doveva averlo portato in città e lui doveva scoprirlo il prima possibile.

Mystic Grill

 

Matt cercava di curare le ferita di Vicki ad un tavolo, mentre Caroline e Bonnie gli osservavano  poco lontano sedute ad un altro posto. Stefan entrò nel locale, e fu subito visto da Matt che gli rivolse la parola immediatamente.

«Mi ha detto che l’hai trovata che vagava sul tetto» affermò preoccupato il biondo mentre guardava il vampiro.

«Sì, esatto» si limitò a rispondere Stefan, tirando internamente un grosso sospiro di sollievo per come si era conclusa quella storia che coinvolgeva anche Damon.

«Ti ringrazio molto Stefan, ti sono debitore» disse Matt con un flebile sorriso, appena visibile.
Il più piccolo dei fratelli Salvatore si limitò ad annuire e ricambio quel mezzo sorriso, per poi raggiungere Bonnie e Caroline.

«Ciao ragazze, avete visto Elena per caso?» domandò cortese ma serio Stefan, era davvero preoccupato per la giovane, per quello che né sapeva Damon poteva già essere andata a importunarla.

«Ciao Stefan, Elena è andata a casa poco fa, ma ti lascio il suo numero di telefono, lei adora messaggiare! Puoi dirle che mi sono permessa di lasciarti il suo contatto!» rispose Bonnie, prendendo dalla borsa carta e penna e scrivendo su un pezzo di carta il numero della sua amica.
Caroline osservava in silenzio, segretamente gelosa del fatto che il ragazzo potesse scriversi con Elena e non con lei.

L’atteggiamento di Bonnie,  che cerava di supportare il rapporto tra Stefan e Elena, non le piaceva per niente. Perché la sua amica non poteva aiutare lei con Stefan, invece che farlo con Elena?
Il vampiro si limitò a ringraziare e ad annuire, per poi prendere il pezzo di carta di mano a Bonnie, in quel  momento sia la ragazza che Stefan furono percorsi da un brivido lunga la schiena.
La giovane era certa di aver percepito una pessima sensazione dopo quel tocco, la più brutta che avesse mai sentito in vita sua.

«Cosa ti è successo?» chiese allibita al vampiro, fissandola incredulo.
Stefan finse di non capire, ma sapeva benissimo che nella famiglia Bennet era insediata la magia da secoli ormai.
Caroline osservò la scena, senza badare al comportamento della sua amica più di tanto e quando Bonnie con una scusa si congedò per andare via guardò Stefan.

«Fa spesso così, a volte da di matto!» mormorò con un sorriso divertito, sperando di risultare simpatica, tuttavia il vampiro si limitò ad annuire, per poi allontanarsi dal locale senza aggiungere altro.

Matt uscì dal bagno del Gryll, nello stesso momento uscì anche Bonnie dai servizi delle donne e i due si incontrarono.

«Tutto bene? Mi sembri sconvolta» domandò curioso il biondo.

« Si, non mi sento molto bene, tutto qui» rispose secca la giovane con un mezzo sorriso.

«Così ora Stefan ha il numero di Elena, credevo avessero rinunciato ancora prima di iniziare» disse Matt un po’ deluso.

«Il discorso credo sia più complicato di così» ribatté Bonnie pensierosa.

Tyler notò Vicki vicino alla porta di servizio del locale e si avvicinò a lei guardandola sorridente.

«Ti ho cercato ovunque, ero molto preoccupato per te» esordì il ragazzo guardando la sorella dell’amico negli occhi.

«Davvero? Eppure mi ha trovato Stefan, il tizio nuovo» mormorò stizzita Vicki.

«Ha solo avuto più fortuna, io sono andato nel bosco, li era più pericoloso!» ribatté ridacchiando il figlio del sindaco.

«Devo concedertelo, sei stato coraggioso per me» riconobbe la ragazza con un mezzo sorriso.

«Volevo chiederti scusa per molte cose, ma non sono bravo con le parole» affermò Tyler alzando le spalle.

«E come vorresti scusarti, sentiamo» chiese la sorella di Matt curiosa.

Il ragazzo avvicinò il viso a quello di Vicki, e poco dopo premette le labbra su quelle di lei, cercando infine la lingua di lei con fare lento e passionale. La giovane non si oppose e ricambiò quel bacio, mentre gli metteva le braccia attorno al collo per stringerlo.
Tyler le cinse i fianchi e intensificò quel bacio passionale chiudendo gli occhi e assaporando il sapore delle labbra di Vicki e anche la sua vittoria, per aver conquistato lui la donna contesa con Jeremy.

Il giovane Gilbert osservò la scena da lontano, era incredulo e iniziò a scuotere la testa per poi allontanarsi furente dal locale.
Non riusciva a capire come aveva fatto Tyler a farsi perdonare da Vicki, dopo che era stato solo Jeremy ad aiutarla in quei giorni difficili, mentre il figlio del sindaco si faceva gli affari suoi.
Afflitto e dispiaciuto, prese la strada di casa, mentre un nodo alla gola e lacrime di fuoco gli scorrevano sul viso.

Mystic Falls

Caroline stava camminando verso la sua auto, circondata dal silenzio e dall’oscurità, quando ad un certo punto le chiavi dell’auto le scivolarono di mano.
Una volta raccolte e tornata in posizione eretta, Damon comparve davanti dal nulla prendendola alla sprovvista, facendola sobbalzare.

«Scusami, non volevo spaventarti!» affermò il vampiro, con un ghigno sul viso.

«Non preoccuparti, speravo di rivederti dopo l’altra sera» ammise la bionda rilassandosi e osservando bene quel ragazzo che la attirava molto dal suo modo di fare.

Aveva parlato di lui a Bonnie, in modo che non fosse Elena l’unica con una nuova cotta all’orizzonte.
Damon osservava la ragazza come se fosse una preda succulenta, lo sarebbe stata, ma aveva anche altri programmi per lei.

«Lo so che volevi rivedermi, per questo ti ho cercata» sentenziò il più grande dei Salvatore.

«Sei presuntuoso» ribatté la biondina.

«Non sai quanto …» rispose infine il moro con un sorriso malizioso.
Caroline rispose a quel sorriso magnetico e poi si schiarì la voce.

«Ti va di farmi compagnia fino a casa? Non mi va di guidare di notte da sola» mormorò la ragazza, mordendosi appena il labbro.

«Dove andiamo, Blondie?» rispose semplicemente il vampiro montando a bordo dell’auto, appena aperta dalla giovane.

Caroline si mise al posto dei guida e inserì le chiavi nel quadro, per poi accendere la vettura.

«Ti faccio vedere dove abito, cosi la prossima volta mi vieni a prendere tu» disse la bionda, per poi avviare l’auto e uscire rapidamente dal parcheggio.

«Potrei pensarci seriamente, dipende da quanto sarà divertente il tempo passato insieme» rispose enigmatico Damon guardando fuori dal finestrino.

Caroline mentre guidava, pensava che avrebbe fatto la sua mossa appena possibile, non si sarebbe fatta scappare un ragazzo cosi affascinante e misterioso, era molto meglio di Stefan, Elena poteva tenerselo.
Il più grande dei fratelli Salvatore, stava mettendo in moto il suo piano, Caroline sarebbe stata molto più utile da viva che come spuntino notturno, questa cosa gli faceva mentire i numerosi usi che poteva fare di quella ragazza così desiderosa di attenzioni.

Pensionato Salvatore

Elena era davanti alla porta del pensionato dei Salvatore, una volta preso coraggio suonò il campanello e poco dopo apparve Stefan, che aprì la porta.

«Ciao, disturbo» chiese timida la giovane.

«No, figurati ero ancora in piedi, mi piace vivere di notte. Vuoi entrare?» domandò Stefan con un lieve sorriso.

«Vieni fuori tu, così osserviamo meglio la cometa» ribatté Elena.

La ragazza voleva evitare di incontrare Damon, dato che voleva parlare solo con il più piccolo dei fratelli. Sarebbe stato imbarazzante anche  trovare lo zio di Stefan, dato che era un po’ tardi per una visita.

«Sono contento che tu sia passata, mi è dispiaciuto come ci siamo lasciati prima» sentenziò il vampiro serio, raggiungendo Elena fuori dal porticato dell’abitazione.

«Il fatto è che avrei voluto tornare a casa e scrivere tutto sul mio diario, come faccio da quando mia madre me né regalò uno all’età di dieci anni.
Poi ho pensato che sarebbe stato meglio raccontare tutto direttamente a te.»
Stefan ascoltò attentamente e poi sorrise debolmente.

«Cosa avresti scritto sul tuo diario?» chiese dolcemente, curioso e emozionato al tempo stesso.

Elena pensò rapidamente a cosa avrebbe scrivere, ma che aveva avuto il coraggio di dire a Stefan proprio quella sera, la ragazza sapeva che era poco che si conoscevano, ma era conscia del fatto che certe emozioni non puoi controllare, che sia stato un giorno o un anno.

«Avrei scritto: Caro diario, oggi ho convinto me stessa che era giusto arrendersi, non prendersi rischi e non mettersi in gioco e abbandonarsi allo status quo della cose. Poi ho capito che stavo solo accampando scuse inutili per…» affermò Elena per poi fermarsi e guardare altrove.

«La verità è che ho paura che se mi concedo di essere felice, qualcosa di terribile poi mi porterà via di nuovo tutto. E non potrei sopportarlo» concluse infine inchiodando gli occhi in quelli del vampiro e avvicinandosi a lui.
Stefan ricambiò intensamente il suo sguardo e poi parlò.

«Vuoi sapere cosa avrei scritto io?» domando il più piccolo dei fratelli Salvatore.

La ragazza annuì senza parlare, rapita dalla voce e dallo sguardo di quel ragazzo misterioso e affascinante.

«Ho incontrato una ragazza, abbiamo parlato ed è stato epico. Poi siamo tornati alla realtà. Ma vedi Elena il fatto è che la realtà e questa e noi ora siamo qui insieme» affermò Stefan sempre più vicino alla giovane.

Elena posò le labbra su quelle del vampiro, che ricambio molto lentamente quel bacio casto.
Poco dopo la giovane si scostò da Stefan, emozionata e imbarazzata da quella sua mossa avventata, poco dopo le loro labbra si unirono ancora e la mano di Stefan accarezzò la guancia di Elena dolcemente, mentre assaporava ancora una volta le labbra morbide di quella ragazza. Identica al suo amore perduto un secolo prima.

 


Stefan aveva accompagnato Elena a casa, e i due si erano lasciati con un’ ultimo bacio  a fior di labbra, la ragazza era emozionata in camera sua e non riusciva a pensare ad altro.
Erano passati pochi giorni da quando conosceva quel ragazzo, era come se una forza l’avesse attratta verso di lui in maniera inspiegabile.
Stefan annotava nel mentre le sue emozioni sul diario, non provava sensazioni così forti da decenni ormai, Elena era speciale e sentiva come se fosse destinato a stare con lei, era quasi lo stesso legame che sentiva di avere con Katherine un secolo prima.

Casa Forbes

 

Damon e Caroline erano sull’uscio di casa Forbes e chiacchieravano amabilmente.

«Sai, mia madre fa il turno notturno, sarà andata via da poco e tornerà domattina, perché non sali?» chiese in maniera provocante la biondina al vampiro.

Il più grande dei fratelli Salvatore non rispose, ma si limitò a premere le labbra su quelle della ragazza, per poi cercare la sua lingua con voracità, Caroline rispose con irruenza al bacio, tenendo i capelli corvini del ragazzo tra le sue dita.

Damon e Caroline si scambiarono un bacio sensuale e travolgente, mentre indossavano solo più il loro intimo.
Il vampiro baciò il collo della ragazza e poi scese verso il suo stomaco con una scia di baci lenti, poco dopo afferrò l’elastico delle mutandine della biondina e gliele sfilò agilmente.
In pochi attimi fu poi dentro di lei, iniziò a muoversi ritmicamente, mentre Caroline gli cinse i fianchi con le gambe e il collo con le braccia.
I gemiti della bionda erano sempre più forte mentre Damon la possedeva con vigore, sfruttando tutta la lunghezza di cui disponeva.
Prima di esplodere di piacere dentro la giovane, snudò le zanne e la morse sul collo, iniziò a nutrirsi del suo sangue, mentre Caroline aveva un orgasmo e lui svuotava il suo piacere dentro di lei.
L’orgasmo e il sangue nella sua gola, mandarono in estasi il vampiro e la sua amante, la quale dal piacere unito al dolore svenne pochi attimi dopo vicino a lui, poco dopo che si era sfilato dal loro rapporto.
Con un ghigno soddisfatto, il vampiro mise le mani dietro la nuca e si pulì il mento con un cuscino, per poi girarlo dall’ altra lato metterselo dietro la testa, chiudendo infine i glaciali occhi azzurri.

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