Come un sempreverde

di _ K a r i n
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Stone World ***
Capitolo 2: *** Piccoli primi passi ***
Capitolo 3: *** Shishio Tsukasa ***
Capitolo 4: *** Hakone ***
Capitolo 5: *** Harukaze Hana ***
Capitolo 6: *** Regno della Scienza ***
Capitolo 7: *** Il villaggio e Chrome lo stregone ***
Capitolo 8: *** Per la panacea della scienza ***



Capitolo 1
*** Stone World ***


Capitolo Uno:

Stone World

 

Harukaze Hana, nuda, in piedi davanti all’entrata di quella caverna, cominciava a desiderare, con tutta se stessa, di stare sognando. Davanti a lei c’era un paesaggio rigoglioso e poteva intravedere i corpi di tutti gli altri essere umani, i quali erano come l’amico Taiju ancora dentro la caverna, ovvero tramutati in statue. Quello era davvero il Giappone? Quanto tempo era passato?

Hana rimase scioccata, ferma lì in piedi, investita dai ricordi di quella lontana giornata, mentre la paura di essere davvero rimasta completamente sola prese il sopravvento su di lei. L’unica, ultima, preoccupazione della ragazza era stata quella di trovare qualcuno che l’amasse, come Taiju amava Yuzuriha. Ma non si era aspettata quel cambio di eventi. No, quella mattina non avrebbe mai immaginato che si sarebbe trovata in una situazione simile…

 

**

 

-…e dicendo così, lui mi ha rifiutato! Adesso, cosa c’entra il fatto che io e te siamo amici? Da quando in qua, un maschio e una femmina non possono avere un rapporto d’amicizia? Non è illogico, Senku?- esclamò una confusa Hana, mentre si sfogava sgranocchiando pocky nell’aula del club di scienze, nello sgabello a fianco l’amico.

Senku non le rispose nemmeno, conoscendola ormai alla perfezione: sapeva che all’amica d’infanzia capitava spesso di prendersi una cotta per qualche ragazzo e che, ogni volta che si dichiarava, veniva irrimediabilmente rifiutata per qualsiasi tipo di motivo. Sapeva, perciò, che era meglio lasciarla sfogare in silenzio e nel giro di qualche ora si sarebbe calmata e lei gli avrebbe fatto la solita proposta. Accadeva sempre così e Senku, per quanto trovasse illogico quel sentimento chiamato amore, restava comunque ad ascoltarla ogni volta.

-Nee Senku…- lo chiamò sconsolata, appoggiando nel tavolo il capo dai folti capelli ramati, lunghi fino alle spalle, quasi tendenti al rosso.

Senku voltò lo sguardo dall’esperimento che stava compiendo verso la ragazza.

-Dopo la scuola, andiamo a mangiare del ramen… offro io-

Proprio quello a cui si riferiva prima. Anche questa sua voglia di ramen e di trascinarlo a forza era qualcosa che accadeva spesso (soprattutto in quelle occasioni), e Senku, che ci aveva fatto l’abitudine, ormai non ci faceva più caso.

-Ma non dovresti essere al club di karatè, invece? Sei o no il loro capitano?-.

-Nope! Oggi non ci sono allenamenti! Allora, ci stai?-.

Il ragazzo riportò i suoi occhi rossi nel suo esperimento mentre sospirava e annuiva, facendo ritornare il sorriso alla ragazza, la quale adesso raddrizzava la schiena e il capo contenta. Gli altri membri del club osservarono in silenzio quella scena, a cui vi avevano, ormai, fatto il callo. Nella loro mente, un pensiero comune: probabilmente nessun ragazzo riuscirebbe a superare l’ostacolo chiamato “Ishigami Senku”.

In quel momento la porta del club si aprì di scatto e un determinato Taiju vi entrò urlando.

-Senku! Hana! Ho deciso che oggi dopo cinque anni mi dichiarerò a Yuzuriha!-

-Oh, questo si che è interessante. Farò il tifo per te a squarciagola da qui.-

-Davvero? Grazie Senku!-

-No, scimmione. Non ho nessuna intenzione di farlo.-

-Cosa? Non sei dalla mia parte?-

Hana in quel momento si mise a ridacchiare. -Io invece ti supporterò con tutta me stessa anche per Senku, Taiju!-

Il ragazzo le fece un grosso sorriso. -Grazie Hana!-

-…ma come mai questa decisione dopo tutto questo tempo? Cioè, sono felice per te, ma come mai?-

Senku annuì alle parole della ragazza. -Esatto. Non confessarle i tuoi sentimenti in questi cinque anni è insensato.-

Senku si girò prima di continuare.

-Ti fornirò un metodo assolutamente scientifico.-, dicendo così prese un ampolla con un intruglio dentro.

-Questo aumenterà drasticamente la tua secrezione di feromoni. È una sorta di pozione d’amore. La probabilità di successo è del millemila per cento, te lo garantisco!-

Taiju, però, prese in mano l’ampolla, per buttarne via il contenuto, facendo sobbalzare tutti gli altri studenti di quel club scolastico.

-Grazie Senku, ma devo rifiutare! Non voglio affidarmi a questa brodaglia!-

Detto questo, Taiju uscì dall’aula, sempre con un’espressione determinata e Hana lo fissò uscire con un sorriso di ammirazione sulle labbra. Sperava sul serio che la confessione d’amore sarebbe andata bene per lui. La ragazza sapeva, infatti, da quanto fosse innamorato il ragazzo ed essendo Yuzuriha la sua migliore amica, aveva una certa sensazione di come la dolce castana avrebbe risposto.

-Nee Senku… quella non era assolutamente una pozione d’amore, giusto?- chiese, una volta riportando lo sguardo sull’amico.

Il ragazzo sghignazzò mentre lanciava un fiammifero accesso nel contenuto, bruciandolo.

-Esatto, mille punti per te, Ivy! Quella era semplice benzina che ho ricavato dai tappi delle bottiglie di plastica-.

-I tappi delle bottiglie?- un ragazzo del club chiese.

-Stupido, pensa alla composizione del polietilene. Ho solo eliminato l’idrocarburo dalla catena della benzina.- rispose Senku.

-Allora se Taiju l’avesse bevuto sarebbe morto- un altro ragazzo del club esclamò. Hana, che già conosceva la risposta che Senku avrebbe dato, sorrise e allungò la mano per prendere un altro pocky, finendo il pacchetto. La ramata mangiucchiò con entusiasmo l’ultimo bastoncino di cioccolato.

-Ku ku ku… ero sicuro al millemila per cento che quello stupido non l’avrebbe mai bevuta!-.

 

 

Hana, Senku, e altri ragazzi del club di scienze fissavano dalla finestra Taiju e Yuzuriha, scommettendo.

-Scommetto cento yen che lo rifiuta-.

-Facciamo cinquecento-.

-Io metto mille-.

Senku si avvicinava alla macchinetta delle merendine lì vicino per comprare due bibite, una per se stesso e l’altra per Hana, la quale aveva accettato con un piccolo ghigno.

-Diecimila che inaspettatamente ricambia- disse il ragazzo, sorprendendo gli altri.

-Cosa?-.

-Pure io!- esclamò contenta la ramata, aprendo la bibita. Portò i suoi occhi giallastri da gatto sulla coppia, senza spegnere il suo sorriso. Hana sapeva come la pensava Senku sull’argomento “amore”: utile solo a portare in tilt il cervello. E l’amico era qualcuno che non voleva che la propria mente venisse alterata per “simili illogiche sciocchezze”. Invece, lei ne era sempre rimasta affascinata. Harukaze Hana era sempre stata una tipa curiosa del mondo che la circondava, ed era per quel motivo che amava a mai finire il campo della medicina e delle erboristeria. Amava scoprire tutto quello che poteva influenzare la natura e l’uomo, anche le minime cose. Questo comprendeva anche sentimenti come l’amore. Voleva scoprire cosa voleva dire, rimanere perdutamente innamorata e scoprirsi ricambiata, da quella stessa persona. Cosa potesse portare al disinnamoramento, lo stesso che portò i suoi stessi genitori al divorzio, e perchè in altri casi la coppia rimaneva unita a vita. Voleva solo provare con la sua pelle cosa significasse essere in una relazione e capire meglio quel tipo di sentimento. Era questo il motivo che la portava a dichiararsi senza nessun imbarazzo a qualsiasi ragazza o ragazzo che stuzzicava il suo interesse. Come il ragazzo del terzo anno di cui aveva parlato prima a Senku. Che sbagliasse, in qualche modo, il suo approccio? Ah! Quanto voleva un ragazzo—!

I pensieri di Hana vennero bloccati, improvvisamente, dalla vista di una luce verde che avanzava dall’orizzonte. Per la sorpresa fece cadere il succo. Il tempo che il cartone toccò il pavimento… Hana, Senku, Taiju, Yuzuriha e tutto il resto del mondo rimase pietrificato.

 

Hana non riusciva a muoversi, circondata da quella oscurità. Non capiva cosa stesse succedendo e cominciava a provare paura. Si sentiva sonnolente e cominciava a perdere conoscenza. Che sia questa la morte?, si chiedeva e questo pensiero le faceva provare sempre più paura. Però, quella paura, al posto di lasciarla soccombere all’oscurità più totale, le diede l’adrenalina adatta per continuare a provare a restare cosciente. Non voleva ancora morire. Non poteva!

I suoi genitori stavano bene? Momo e Reiko? Il piccolo fratellino Ikki? I suoi amici? Senku, Taiju e Yuzuriha stavano bloccati in questo stesso buio senza fine? Hana decise che non l’avrebbe permesso. Non sarebbe morta senza sapere niente sulla condizione delle sue persone care.

Per questo avrebbe continuato a fare l’unica cosa che poteva fare in quell’occasione: restare cosciente. Pensare, solo pensare e ripensare. Rimanere coscienti per riuscire a sbloccarsi ed uscire da quell’oscurità un domani prossimo. Decise, quindi, di ripetersi, nella sua mente, in ordine alfabetico, il nome di tutti i tipi di piante e fiori che conosceva, con le loro proprietà, forma e funzione. Hana leggeva libri di botanica fin da quando era piccola, per cui la ramata si ritrovava un repertorio abbastanza vasto. Finita con la botanica, passava a tutto ciò che si ricordava di aver letto sulla medicina. Hana ringraziò mentalmente la sua memoria, e anche i suoi genitori, per quelle conoscenze che aveva acquisito.

Il padre, infatti, era un medico e per questo a casa Harukaze si trovavano solo libri di medicina che facevano compagnia a quelli di botanica, l’hobby della madre quando non era al negozio della famiglia materna a lavorare d’artigianato. Hana li aveva iniziati a leggere tutti fin da che aveva memoria, al posto dei soliti manga; grazie alla sua memoria fotografica, perciò riusciva a ricordare tutto ciò che leggeva. La ragazza, però, non credeva che quei libri, e quel talento, le sarebbero servite in quel modo.

Quando finiva quel repertorio, ricominciava nuovamente quel lungo elenco. Non provò a gettare via la spugna nemmeno una volta. Hana sentiva che Senku stesse facendo la stessa cosa, per questo non mollava. Anche se si sentiva sola, non lo era veramente. Si auto-convinse di ciò: doveva farlo. Lo conosceva bene, dopotutto, Senku.

È illogico arrendersi, se hai la forza di continuare”, Hana sapeva che il ragazzo le avrebbe detto quelle esatte parole.

Con un immaginario Senku ad incoraggiarla nella sua mente, Hana si ripeteva all’infinito quella lunga lista. Non importava quanto tempo ci avrebbe messo: era una persona paziente, lei. E poi Senku le avrebbe detto che sarebbe illogico lasciarsi nel panico. Pensare era l’unica cosa che poteva fare in quel momento e quello lei avrebbe fatto. Un giorno si sarebbe liberata da quella paralisi.

 

Passò tantissimo tempo, ma la convinzione di Hana non crollò mai.  Anzi, crebbe sempre di più. Voleva liberarsi da quelle catene che la tenevano imprigionata. Doveva farlo. Doveva.

Sentì il rumore di qualcosa che si spezzava e questo le fece capire istintivamente che fosse arrivato quel momento. Si sarebbe liberata, a tutti i costi!

Con quella determinazione, la pietra che la teneva imprigionata si ruppe e Hana si mise a sedere di scatto, prendendo grosse boccate di ossigeno. C’era un brutto odore nell’aria, ma a lei non interessava.

-Sono libera…- sussurrò con gli occhi giallo-oro posati in alto, sul soffitto di quella caverna, senza però rendersi conto di dove fosse. L’euforia di essere riuscita a liberarsi era così tanta che le si riempirono  gli occhi di lacrime di felicità.

Si riprese presto, però. Il venticello fresco la faceva rabbrividire e comprese il perchè una volta che si ispezionò. Era totalmente nuda su quel terreno roccioso, freddo, e attorno a lei c’erano dei resti di pietra. Dedusse che era ciò che la rendeva prigioniera e che, finalmente, era riuscita a rompere. Sarà l’acido nitrico che sentiva nell’aria? Non lo sapeva con certezza, ma ci avrebbe pensato dopo al perchè e al come. Hana passava, infatti, abbastanza tempo con Senku per sapere immediatamente che doveva esserci, per forza, una qualsiasi reazione chimica, a lei sconosciuta, alla base della sua depietrificazione. Probabilmente si trovava semplicemente nel posto giusto per casualità. O qualcuno l’aveva portata…, dedusse mentre notava accanto a sé il suo amico Taiju, ancora pietrificato.

Passò un attimo a fissare il resto della caverna, con le braccia a coprirsi impacciatamente il prosperoso petto nudo come meglio poteva. Inizialmente aveva sobbalzato nel vedere l’amico, ma dopo avergli toccato delicatamente la pelle del corpo di pietra, comprese che si trattava del vero Taiju, ancora pietrificato.

Hana non riuscì a frenarsi dal stringersi i pugni, con lo sguardo afflitto.

-Scusami, Taiju, vorrei tanto aiutarti, ma per adesso non so come fare…-. Hana si alzò in piedi dopo aver detto quelle parole, promettendosi che avrebbe salvato l’amico a tutti i costi.

Piano piano uscì da quella caverna e, quando i suoi occhi si abituarono alla luce, si bloccò alla vista dello scenario: una foresta rigogliosa si estendeva di fronte a lei e riusciva a intravedere anche altri umani tramutati in statue.

 

 

Dalla luce e dalla posizione del sole, Hana comprese che doveva essere mattina, intorno le nove-dieci. Ma quell’informazione, purtroppo, non l’aiutava in quel momento. Però ringraziava di essersi liberata durante il giorno e non durante la notte, o sarebbe morta dal freddo in un attimo.

Deglutendo, si strinse ancora di più le braccia al petto e cominciò ad esplorare, sperando di incontrare altre persone che si erano liberati come lei. Il solo pensiero di essere da sola in un mondo che somigliava sempre più a quello dell’età della pietra, l’angosciava solamente. Nel tragitto riuscì a coprirsi le parti intime con delle foglie rampicanti, meglio che poteva. Più camminava, più vedeva statue in giro, e più l’angoscia aumentava, insieme alla speranza, che tutto quello fosse solamente un sogno.

Capì di essere vicino ai pressi del terreno dove, una volta, sorgeva la sua scuola, quando vide un particolare albero di canfora. Era così familiare che l’avrebbe riconosciuto fra mille. Guardando meglio, le venne un sorriso mesto: c’era Yuzuriha, in forma di statua, che sembrava come protetta da quello stesso albero.

-Yuzu, anche tu…- potè dirle solamente la ramata, fissandola con aria triste. Il suo pensiero adesso andava verso Senku, che ancora non aveva incontrato. Che anche lui fosse pietrificato?

-Yuzu… questo non è affatto un sogno, non è vero?-, sospirava affranta la ramata dai tristi occhi dorati.

-Non voglio che tu e Taiju rimaniate pietrificati- disse con lo stesso tono triste, prima di avvicinarsi ai piedi dell’albero fino a toccare delicatamente la guancia di pietra della ragazza. -Sono consapevole che sia passato tanto tempo, anche se non so quanto di preciso… non so nemmeno dove sia Senku… ma ti prometto che farò del mio meglio! Io…!—.

Hana lasciò la frase a metà perchè i suoi occhi notarono qualcosa inciso sulla statua. Tolse la mano dall’amica e si focalizzò sull’incisione: “seguite il fiume scimmione, Ivy”.

Grazie a quella semplice scritta l’angoscia che stava iniziando a provare, sparì in un battito di ciglia per lasciar posto alla speranza. I suoi occhi ripresero a brillare, dandole la forza di correre via senza esitazione, per seguire quella indicazione. Non c’era bisogno di nessuna firma, per sapere chi lo avesse lasciato. Hana aveva capito fin da subito che si trattava del suo amico d’infanzia, del fratello maggiore che non aveva mai avuto.

Senza dare nessuna importanza al dolore che stava provando sui piedi nudi, continuava a correre seguendo il fiume, fino a quando non notò una specie di accampamento li vicino. Seguendolo con la speranza nel suo cuore che batteva all’impazzata, Hana smise di correre solamente quando intravide la schiena di una figura fin troppo familiare.

-Senku…- sussurrò lei, e la ragazza non riuscì a frenare le lacrime quando l’amico si girò, mostrandole il suo solito sorriso.

-Ivy, finalmente ti sei svegliata. Non è da te rimanere a sonnecchiare, o sbaglio?- la punzecchiò Senku. Hana comprese, così, che quello non fosse un sogno, che fosse la realtà, e si mise ad abbracciarlo di slancio.

-Senku!-.

Sentire la mano di Senku accarezzarle impacciatamente il capo ramato, le fece sgorgare definitivamente le lacrime dai suoi occhi dorati, che aveva cercato di trattenere.

-Senku! Non puoi capire quanto sia felice di vederti!- si mise a dire tutta in un’unica volta, con il volto sempre appoggiato sulla sua spalla.

-Cioè! Di colpo, dopo quella luce, non sono più riuscita a muovermi, ed era così buio..! Credevo di morire, ma ho continuato a pensare senza perdere conoscenza, perchè continuavo a credere che tu non volessi che io mi arrendessi! E dopo essermi liberata… tutto è così diverso e tutti erano ancora di pietra, come Taiju e Yuzu e credevo che lo fossi anche tu, ma poi ho visto l’incisione—, avrebbe continuato a parlare in modo logorroico, senza riprendere fiato, quando Senku la bloccò. Allora, si scostò leggermente, per riuscire a metterle qualcosa in bocca, con l’intento di calmarla. Lo faceva sempre quando Senku notava la ramata entrare in modalità panico. Hana si zittì subito e inghiottì senza protestare.

-…aspra, ma non male. Erano delle bacche, vero?-.

-Esatto. Ti sei calmata adesso, Ivy?- le rispose, asciugandole il viso dalle lacrime. —Sarebbe illogico lasciarsi prendere dal panico. Sapevo che non ti saresti arresa…- continuò ghignando.

-…un’aspirante medico come te, che ha a cuore la salute degli altri, non si sarebbe mai arresa. Non è vero… Hana!-.

Hana sorrise a quelle parole e si staccò dall’abbraccio in cui aveva steso l’amico, mentre annuiva.

-Si, scusa. Sono solo felice di vederti, tutto qua… non mi sarei mai arresa per nulla al mondo!-.

La corvina si bloccò, subito dopo essersi ripresa dall’emozione del momento, ricordandosi di ciò che a malapena le copriva il corpo.

-Em, Senku… hai qualcosa da farmi indossare che non siano foglie, vero?-.

 

 

-Oggi è il tre settembre 5738-.

Una volta che le aveva mostrato il campo che Senku si era costruito da zero, il ragazzo le diede dei vestiti di pelle d’animale di ricambio. Hana, dopo essersi vestita decentemente, adesso si ritrovava seduta intorno al fuoco, gustandosi i funghi che Senku le aveva cucinato mentre la aspettava. L’amico, seduto di fronte a lei, le raccontò di quando si era svegliato, del fatto che per tutto quel tempo si era messo a contare e per questo sapeva con precisione quelle date, di come aveva capito cosa servisse per la formula di resurrezione, ma che ci stava ancora lavorando sù… tutto quanto.

Hana aveva finito di mangiare nel mezzo del suo discorso, ma rimase in silenzio tutto il tempo ad ascoltarlo. Questa situazione faceva provare alla corvina sempre più ammirazione nei confronti del ragazzo di fronte a lei. Era contenta di aver conosciuto un ragazzo come Senku.

Hana era sempre stata una ragazza semplice e piena di curiosità, la cui indole era quella di voler aiutare gli altri. Aiutare come poteva, meglio che poteva. Per questo la ramata non esitava a sorridergli, una volta finito il suo discorso.

-Ma per iniziare a fare il primo passo per la civilizzazione serve anche Taiju, non è vero?-.

Senku annuì. -Esatto, la tua versatilità e la tua memoria fotografica saranno d’aiuto, ma noi due da soli non bastiamo. Serve più forza lavoro-.

-E Taiju con la sua resistenza, è l’epitome della forza lavoro… OK!- esclamò alzandosi in piedi, piena di determinazione. Strinse la mano destra in un pugno e si picchiettò il petto, con un ghigno sul viso.

-Ti aiuterò come meglio posso, te lo prometto! Lascia la cucina e procacciare il cibo a me! Ti aiuterò a creare tutto ciò che ci può servire! Farò tutto ciò che posso, te lo prometto!-.

Senku le sorrise. -Ci conto, Ivy-.

Harukaze Hana era sempre stata una tipa semplice e piena di curiosità. Magari stava troppo con la testa fra le nuvole, si infatuava di ragazzi e ragazze troppo spesso e passava le lezioni a fantasticare, invece che a seguire gli insegnanti… ma se qualcuno aveva bisogno di una mano, allora avrebbe fatto ciò che poteva. Soprattutto se questo qualcuno era proprio Senku. Per lui, avrebbe imitato una pianta sempreverde. Lui, qualcuno a cui Hana teneva tantissimo, che aveva passato sei mesi da solo, mentre lei, al primo giorno, già stava cadendo dentro il vortice dell’angoscia. Ma no… la ramata si promise di non cedere più a quelle emozioni negative: si sarebbe fatta più seria e avrebbe fatto ciò che le riusciva meglio, come meglio poteva.

 

Il mondo era finito in una seconda età della pietra e il loro obbiettivo era il ritorno della società moderna, de-pietrificando l’intera umanità con il potere della scienza.

 

***

Angolo delle Note:
Salve, sono l'autrice di questa storia! Per prima cosa, mi scuso se trovate degli errori grammaticali oppure ortografici. Ho fatto del mio meglio per corregerli, ma se li trovate, li correggerò immediatamente!
Questa è una storia che ho in testa da qualche tempo e che ho deciso di pubblicare per puro svago. Amo Dr. Stone e sono a pari con il manga e questo mi ha generato un "what if" nel mia mente. Come sarebbe questa storia con un mio personaggio originale? Avevo già creato la mia Hana da un po'... così ho fatto i dovuti arrangiamenti, ho modificato certe cose... et voilà! È nata questa storia!
Purtroppo non sono riuscita ad inserire altro se non il genere "generale" ed ho inserito "spoiler" negli avvertimenti perchè questa storia segue il manga e non so quanti di voi lettori sono a pari con il cartaceo oppure se hanno scelto di aspettare l'anime. Però ci vorrà un po' di tempo prima che arriverò al manga (l'interesse amoroso è pure lontano dall'entrare nella storia), perciò per adesso state tranquilli!
Inoltre, voglio assicurare a voi lettori che questa è una slow burn (o almeno dalla parte di Hana, questo è sicuro, vi dico solo questo).
Se vi piace, lasciate pure un commento. Se non vi piace, fatelo comunque, a patto che siano critiche costruttive! Sono aperta al dialogo! 
Spero vi piaccia questa storia, e che vi piaccia la mia Hana. Vi giuro che è lontana dall'essere una Mary Sue, vedetelo pure con i vostri occhi!

Al prossimo aggiornamento, 
Karin.

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Capitolo 2
*** Piccoli primi passi ***


Capitolo Due:

Piccoli primi passi

 

In quella seconda età della pietra, Hana, accanto a Senku, ci mise poco ad abituarsi a quella nuova situazione. Probabilmente, Hana doveva ringraziare quegli anni in cui, da piccola, faceva parte del gruppo scout e tutte le escursioni e giornate all’aperto persi nella foresta che il capogruppo Reiko faceva loro fare.

Hana era stata il capitano del club di karatè del liceo e delle medie, ma comunque non era abbastanza forte da cacciare grossi animali. Così, con le sue forti gambe, cercava di rimediare con quelli di piccola taglia, funghi e altri cibi che trovava in giro. Non era una grandissima cuoca, ma riusciva comunque a cucinare del cibo commestibile. Aiutava Senku come meglio poteva, anche se erano ancora lontani nel completare il liquido che serviva loro. Ormai era diventato il suo motto: “fare quello che puoi, meglio che puoi”.

Senku, inoltre, approfittava del talento che la ragazza aveva anche per l’intaglio, per farle fabbricare oggetti e dimezzare in due il lavoro d’entrambi.

Hana, inoltre, aveva capito presto che la sua lunghezza di capelli, nell’età della pietra, non era molto pratico, così s’intagliò un fermaglio, da un pezzo di legno, per raccoglierli. Quel fermaglio le rese più facile lavorare senza i capelli a darle fastidio: Hana ringraziò la se stessa più piccola per aver deciso di tormentare i suoi nonni materni nell’insegnarle quell’arte. Ancora adesso, non smetteva di ringraziare la sua natura curiosa e la sua voglia di conoscenza e acquisizione di abilità nuove… di nuovo, non avrebbe mai immaginato che tutto quello che aveva imparato nei suoi sedici anni di vita le sarebbero servite in quel modo.

Questa routine andò avanti per circa un mese. Quando arrivò il 5 ottobre, Taiju si risvegliò dalla pietrificazione e si aggiunse a loro, formando un trio di lavoro. Appena lo vide, Hana si lanciò ad abbracciarlo, proprio come lei stessa fece circa un mese prima, con Senku. Taiju quasi non le ruppe qualche ossa, dalla foga con cui si mise ad abbracciarla, ma per Hana ne valeva la pena. Le era mancato tantissimo. L’aggiunta di Taiju fu una benedizione per Hana e Senku anche per il cui carico di lavoro, il quale si dimezzò ancora di più, nonostante alla ramata toccasse sempre distinguere fra i cibi commestibili da quelli velenosi, che Taiju innocentemente raccoglieva.

 

 

-Cos’è questo vaso? Ci sono altre persone sopravvissute a parte me, Hana e Senku?-.

-L’ho lasciato io lì, cretino-.

-Sei stato tu?!-.

Hana non riuscì a trattenersi dal ridacchiare alla scena tra Taiju e Senku davanti alla caverna in cui si erano risvegliati, prima lei e poi Taiju. La ragazza doveva ammettere che le era mancata quella compagnia: le ricordava di quando avevano aiutato Senku a costruire il razzo alle medie. Mancava solo Yuzuriha e il quartetto sarebbe stato al completo.

-Ripopolare il pianeta è il nostro compito più importante!- esclamò Senku. -Pensi ci siano speranze per il genere umano con solo due maschi e una ragazza?-.

-Hai ragione!-.

-E non vi sembra strano che solo noi tre ci siamo risvegliati dopo più di 3700 anni?- continuò Senku, domandando.

-È vero. La pietra si è corrosa… non è così?- rispose Hana.

-Esatto. Se ipotizzassi quello… kukuku.. non trovate ancora più strano che ci siamo tutti e tre svegliati a poco più di sei mesi di distanza? Non può essere una coincidenza… deve esserci una spiegazione logica a tutto questo!-.

Poi Senku si portò vicino alla caverna e indicò le gocce che calavano dall’alto. -Osserva! Questa è acqua miracolosa prodotta dagli escrementi di questi pipistrelli. Acido nitrico!-.

-Hai detto acido nitrico?- esclamò Taiju scioccato. -Aspetta, perdonami Senku… ma non capisco cosa significa…-.

Hana gli sorrise, mentre i tre si incamminavano verso il loro campo.

-Tranquillo, Taiju. Ti basta sapere che l’acido nitrico è un ingrediente importante per quello che vogliamo creare-.

-Oooh! Ho capito!-.

-Peccato che non sia così semplice…- continuò Senku.

Una volta nel campo, con un campione di piccione gli mostrò cosa dicevano… fallendo con l’ennesimo tentativo.

-Abbiamo provato diversi metodi e materiali diversi… tentato e ritentato, forse centinaia di volte. Purtroppo adesso non abbiamo la strumentalizzazione adatta per studiarlo meglio…-

-Quindi ci sono cose che anche la scienza non può spiegare?- disse Taiju e Senku sghignazzò.

-Ecco il vecchio cliché! È per questo motivo che continuo a formulare nuove ipotesi ed effettuare esperimenti. La scienza è diretta e onesta-.

-…Se solo avessimo del sakè- continuò Senku, poi.

Hana annuì. -Per il nital, già…-.

-Esatto. Con la sua componente alcolica, cioè l’etanolo… combinato con l’acido nitrico potremo ottenere il nital. È un solvente corrosivo usato come detergente in diversi campi industriali-.

-Aspetta un attimo, Senku.- bloccò Taiju -Potresti ripetere quello che hai detto?-

-Il nital? Intacca il legame molecolare dei minerali ferrosi…—.

-No non quello! Non capirò mai un concetto del genere!- lo bloccò nuovamente Taiju.

-Parli del sakè, allora?- intervenne Hana e Taiju annuì forte.

-Si! Con quest’uva non potremmo creare del vino?- esclamò poi,  indicando l’uva che aveva raccolto prima.

I tre si fissarono per un secondo, prima che la lampadina si accese.

-Ben fatto, scimmione!-.

-Grande Taiju!-.

Fu così che i tre iniziarono a produrre del vino fatto in casa. Ci misero tre settimane per finirlo.

-Oh, è venuto meglio di quanto pensassi. È solo dieci miliardi di volte peggio del vino che si trova in un negozio- disse Senku, quando i tre assaggiarono il vino che avevano prodotto.

-M-meglio di nulla…- commentò Hana, dopo un piccolo sorso. La ramata si ripromise di non assaggiare più dell’alcol, o almeno un prodotto come quello che aveva nel bicchiere.

-Avanzeremo un passo alla volta. Da adesso dovremo romperci qualche osso per proseguire! Cominciamo con la distillazione del vino! Cercheremo di produrre brandy!- esclamò Senku.

Fu così che il trio cominciò a lavorare per distillare il vino, entrando dentro la stagione invernale. Ci misero un sacco di tempo e dedizione, ma alla fine durante un tentativo riuscirono a liberare una piuma di piccione. Con la speranza negli occhi provarono il prodotto che avevano ottenuto in uno dei tanti esemplari di piccione pietrificati che Senku conservava per i suoi esempi.

-Taiju, Hana, lasciate che vi dica una cosa… non c’è nulla che la scienza non possa spiegare- cominciò Senku, osservando la pietra intorno al piccione spaccarsi piano piano.

-Cercare una regola che spieghi cosa ci è ignoto… l’instancabile sforzo che percorre quella linea perfettamente retta… questo è ciò che chiamiamo scienza!- esclamò Senku, guardando il risultato del loro esperimento.

Il piccione si era completamente liberato e adesso volava libero nel cielo. Taiju e Hana erano raggianti; finalmente i loro sforzi erano giunti a un qualcosa di concreto.

Senku si sedette, mentre ci pensava su.

-È passato un anno da quando ho iniziato questo esperimento… finalmente ho raggiunto una soluzione dopo centinaia di fallimenti… kukuku… quel percorso perfettamente rettilineo, si raggiunge più in fretta di quel che pensi. Alla fine la scienza vince sulla fantasia. Sto iniziando ad eccitarmi!-.

Poi Senku si riferì al moro. -Taiju, dobbiamo ringraziare la tua uva per tutto questo… perciò puoi scegliere tu la prima persona da liberare dalla pietrificazione! Sei d’accordo anche tu, non è vero Hana?-.

Hana annuì sorridendo. -Certamente!-.

-Grazie Senku, Hana!- Taiju sorrise, la sua risposta era ovvia.

 

**

 

Tutti e tre andarono all’albero di canfora, l’obiettivo era liberare Yuzuriha.

-Quindi se versiamo addosso quel liquido su Yuzuriha… lei verrà liberata dalla pietrificazione?- domandò Taiju euforico.

-Certo! Quando l’ho sperimentato su frammenti di altre statue si sono tramutate tutte in cadaveri-.

-Sei inquietante!-. Hana dovette annuire alla reazione di Taiju.

-Hey, ho provato a riunire i pezzi, ma a quanto pare non possiamo fare nulla se uno è già morto. Sono stati preziosi sacrifici per il nostro futuro, dovremmo dedicare loro una preghiera- rispose Senku e Taiju si mise subito a fare una veloce preghiera buddista.

-Dai risvegliamo Yuzu!- cinguettò Hana. La ramata non vedeva l’ora di poterla riabbracciare (e avere una compagnia femminile).

Stavano per buttare il liquido sulla statua, quando Taiju si bloccò.

-Aspettate! Non possiamo!-.

-Ah?- esclamarono Senku e Hana all’unisono.

-Yuzuriha è completamente nuda! Non possiamo liberarla in questo stato!-.

-Ah! È vero!- osservava la ramata, dandosi della stupida per non averci pensato prima lei stessa. Senku non era dello stesso avviso, però.

-…ed ecco che te ne esci con un’altra delle tue. Certo è un po’ imbarazzante, ma guardati intorno. Siamo nell’età della pietra!-.

-Certo che è importante!-.

-…che importa se mostri le chiappe al vento o sventoli il pisello a destra e a manca?-.

Hana, che era rimasta in disparte a fissare la scena, non sapendo come commentare, si unì al discorso. -Hey, Senku! Io vorrei vedere certe immagini solo se si tratta del mio futuro marito, grazie mille!-.

-Yuzuriha non ha il pisello!-.

-Non è questo il punto, voi due!-

Ma Taiju non lo ascoltò. Invece si caricò in spalla la statua di Yuzuriha, con l’intenzione di portarla al loro campo, vestirla e dopo risvegliarla. Hana approvò totalmente quel comportamento da gentiluomo, nonostante Senku non capisse ancora il motivo di tutto quel trambusto. Durante la scena, però, Senku e Hana fermarono Taiju all’improvviso. Dietro di loro, un vero leone che li squadrava, insieme a delle leonesse.

-Cosa ci fa un leone in Giappone!- domandò Taiju urlando.

-Devono essere scappati dallo zoo, no? I loro guardiani sono stati pietrificati e si devono essere liberati!- gli rispose Senku, mentre cercavano di seminare l’animale. -Proprio ora il soprannome di re degli animali gli sta a pennello!-.

-Già!- annuì velocemente Hana alle parole di Senku. -Io sarei anche brava a karatè, ma so cacciare conigli, non leoni! Quindi, per favore, risparmiate il fiato per correre e basta! Sono in cima alla catena alimentare loro!-.

I tre saltarono giù da un dirupo, ma nonostante ciò il branco di leoni li stava ancora alle calcagna.

-Ma perchè ci stanno alle calcagna?- domandò Taiju.

-Bella domanda- rispose Senku. -Probabilmente ci avranno osservati per un lungo tempo. È la prima volta che vedono dei bipedi-.

-AH! Ho capito… essendo gli unici esseri umani…-.

-Già, ci avranno osservati con cautela prima di attaccare-.

Taiju all’improvviso lanciò la statua di Yuzuriha a Senku e si fermò davanti a loro, con l’intenzione di fare da scudo.

-La scienza è l’ultima roccaforte dell’umanità!- esclamò il castano.

-Senku, tu devi rimanere in vita, insieme ad Hana!-.

I due in questione, però, lo bloccarono immediatamente.

-Non ti azzardare a farlo, Taiju! Non te lo permetto!-disse la prima, con un tono preoccupato e con una punta di panico nella sua voce.

-Il tuo punto forte è la resistenza non il combattimento! Sin dalle elementari non hai mai reagito a nessuno! Riflettici razionalmente, io ho il cervello, tu i tuoi muscoli, Hana la sua versatilità manuale! Dipendiamo l’uno dall’altro! Riflettici razionalmente, quando sarà il momento di fuggire, lo faremo insieme!- gli urlò Senku e Taiju si riprese la statua di Yuzuriha, dando loro ragione e continuando a correre via insieme. Le parole di Senku fecero venire in mente un’idea a Taiju, e ne parlò subito ad alta voce.

-Se non riusciamo a sfuggirli, possiamo provare un azzardo..!-

Senku e Hana seguirono Taiju verso il punto dove aveva prima visto la statua di Shishio Tsukasa, conosciuto in tv come il liceale più forte.

-Scusami Yuzuriha, per adesso ci serve la sua forza! Ma ti prometto che ti risveglieremo subito dopo!- disse Taiju mentre appoggiava la statua della ragazza su un tronco lì vicino.

-Oi scimmione, forza versagli il liquido!- esclamò Senku, tendendo il contenitore del liquido, ma Hana lo prese in mano al posto di Taiju.

-Faccio io!- dicendo questo, Hana versò il liquido su Tsukasa, proprio quando i leoni li circondarono.

-Ci stanno per attaccare!-.

Ma la pietra che circondava Tsukasa si ruppe leggermente, mostrando parte del viso. Taiju subito si mise a chiamarlo.

-Scusaci, ti abbiamo risvegliato dopo migliaia di anni in una situazione in cui sei all’oscuro…-.

-Qual è la situazione?- la voce di Tsukasa risultava calma e ciò sorprese Senku ed Hana.

Senku però si riprese subito e gli spiegò la situazione velocemente.

-Il tuo corpo è ricoperto da una sostanza rocciosa e siamo circondati da un branco di leoni da ore nove a ore due!-

-Ok!- rispose semplicemente lui, prima di liberarsi dalla pietra con solo la sua forza e si mise immediatamente a colpire i leoni. Li abbatté in pochissimo tempo, la scena fece sorprendere il trio che lo guardava. O almeno, il duo. Hana si era ripresa subito a circa metà combattimento e si girò di spalle con le mani a coprirsi gli occhi: non voleva fissare per sbaglio qualcosa del corpo di quel Tsukasa che non avrebbe voluto vedere.

-Riguardo quello che sta succedendo potrete raccontarmi tutto con calma… ma vi prometto una cosa! D’ora in poi non dovrete temere alcun pericolo- promise loro Tsukasa, una volta aver abbattuto i leoni.

-Perchè d’ora in avanti ci penserò io!-.
 

**
 

Nonostante un’iniziale scetticismo di Senku sul tipo di persona che Tsukasa avrebbe potuto rivelarsi, il trio lo condusse nel loro campo. Era vero che sembrava una brava persona, come diceva Taiju, ma Hana comprendeva anche i sospetti di Senku. La ramata sperava solo che non succedesse nulla di male.

-Permettetemi di presentarmi nuovamente. Mi chiamo Shishio Tsukasa, ma potete chiamarmi semplicemente Tsukasa- disse il castano, dopo aver osservato il loro campo.

-I cognomi non rappresentano nulla in questo mondo. Io sono Senku, il cervello. Questo sempliciotto invece si occupa del lavoro manuale e Ivy si occupa di un bel paio di mansioni con la sua versatilità, come botanica, cucina e artigianato.- disse Senku con nonchalance, mentre Taiju e Tsukasa si stringevano la mano.

-Io sono Taiju, il sempliciotto, piacere! Se c’è qualcosa che ti preoccupa, dillo pure a Senku! E se ti senti male, parlane con Hana! Sa un sacco di cose su un sacco di piante!- esclamò Taiju, mentre Tsukasa si girava verso la ragazza.

-Puoi chiamarmi Hana, piacere!- rispose con un sorriso. -Come hanno detto loro sono abbastanza versatile su molti campi, perciò se hai bisogno di qualcosa, basta chiedere!-.

Tsukasa rispose al sorriso e tese una mano anche alla ragazza, che strinse immediatamente.

-Quindi io rappresento la forza combattiva… allora io mi occuperò della caccia- disse alla fine Tsukasa.

Fu proprio come Tsukasa aveva detto: ogni giorno riusciva a cacciare un sacco di grossi animali e a pescare tantissimi pesci, molti di più di quando erano Taiju e Hana gli addetti a raccogliere cibo.

Hana, mentre affumicava i pesci che Tsukasa aveva raccolto, pensò che finalmente potevano fare un passo in avanti per l’obbiettivo che si erano prefissati.

 

***

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Capitolo 3
*** Shishio Tsukasa ***


Capitolo tre:
Shishio Tsukasa

 


-Vi faccio un indovinello divertente.- iniziò Senku, quando Hana finì di affumicare i pesci che Tsukasa aveva raccolto.

-Se vogliamo ricreare una società scientifica, qual è la prima cosa che abbiamo bisogno? La risposta vale dieci miliardi di punti-.

Taiju urlò senza esitare. -Lo smartphone!-

-Ma certo lo smartphone, mi piacerebbe averne uno!- gli rispose Senku con sarcasmo. -Razza di idiota, quanti miliardi di anni sei andato avanti! Se non fossimo già nell'età della pietra, la tua stupida risposta ci avrebbe dato un biglietto sola andata indietro nel tempo! Persino Tsukasa è diventato dieci volte più pallido di quanto non lo sia già!-.

Hana a quella risposta di Senku dovette bloccare la risata che stava per uscirle con una mano sulla bocca, mentre fissava i tre con uno sguardo divertito.

-Il ferro?- pensò, invece, Tsukasa.

-Beh, abbiamo bisogno del ferro, ma ancora è troppo presto. Abbiamo bisogno di qualcosa di ancora più utile.- poi si voltò verso Hana. -tu invece che dici, Ivy?-.

-Mmm, non saprei, ma spero sia il sapone- rispose alla fine, pensando a tutte le volte in cui aveva imprecato per la mancanza di qualcosa che igienizzasse da germi e batteri.

Senku ghignò alla risposta della ragazza. -Sei sulla buona strada, ma comunque dieci miliardi di punti per te!-.

Hana sobbalzò curiosa. -Eh? Ci ho preso?-.

-Ci serve il sapone?- domandò Taiju, sorpreso.

-Beh, ciò che ci serve è qualcosa che possiamo usare in quattro modi diversi, sapone incluso. Sto parlando del carbonato di calcio!-

-Come al solito, non sto capendo!-.

-Intendi il gesso?- rifletté Tsukasa.

-Esatto, la polvere che si utilizza per creare le strisce bianche in un campo di calcio-.

-Quindi dobbiamo cercare il magazzino di una palestra!-.

La risposta di Taiju fece sorridere Hana e rispose prima che a Senku saltasse via una vena.

-Taiju... nell'età della pietra dove lo troviamo il magazzino di una palestra?-.

-Appunto! Siamo 3700 anni nel futuro!- non riuscì a non urlargli Senku, mentre Tsukasa fissava nuovamente impallidito la scena.

Senku si alzò per prendere dalla sabbia una particolare conchiglia.

-Ragazzone, con questa conchiglia ti abbiamo tagliato la barba. Riducendole in frantumi... boom! Otterremo il carbonato di calcio!-

Essendo un lavoro manuale, Taiju non esitò un attimo a iniziare a raccogliere le conchiglie per poi passare a ridurle in frantumi, poco a poco.

Hana si avvicinò a Senku per chiedere una domanda al primo.

-Avevi detto che si potevano usare in altri modi, oltre al sapone. Quali sono?-

Senku gli rispose sghignazzando, parlandole del suo uso per l'agricoltura e della creazione di malta, dopo aver miscelato la polvere con della sabbia. Hana aveva notato che non aveva affatto parlato del quarto uso di cui aveva accennato prima, ma lei comprese che doveva esserci un motivo e sospettava che volesse prima capire se fidarsi di Tsukasa oppure no. Per questo non disse nulla e annuì semplicemente, mentre piano piano creavano tutte quelle cose col carbonato di calcio.

-Senku, sei davvero una persona ammirevole- iniziò Tsukasa a Senku.

-Anche quando mi avete risvegliato, sei riuscito a mantenere la calma e spiegarmi tutta la situazione. Non ho mai visto una persona scaltra, intelligente e brillante come te. Ti ammiro dal profondo del mio animo.-

Senku soppesò quelle parole prima di rispondergli. -Se un uomo fa un complimento ad un altro le cose sono due: o vuole qualcosa o è gay. Cosa stai cercando di dirmi?-.

Tsukasa restò calmo. -Mi ferisci. Non c'è nessun secondo fine. Penso semplicemente che, tra tutti, tu sia l'unico in grado di ricreare una civiltà moderna partendo da zero.-

Il silenzio li avvolse. Hana, che faceva finta di essere occupata con le mani, li aveva ascoltati fin dall'inizio e capì immediatamente quello che stava pensando Senku. Si conoscevano fin da piccoli, era naturale come l'aria per lei.

Per fortuna era arrivato, appena in tempo a cambiare l'aria, Taiju con le nuove conchiglie prese, che adesso aveva appoggiati con la sua solita forza nel pavimento. Chiese a Senku, con la sua solita energia, del quarto uso di quella polvere. Hana si girò a fissarli, aspettando la risposta di Senku, così da potersi adeguare di conseguenza.

-No, sono solo tre. Ho detto tre, no?-.

Taiju ci rise su. -Davvero? Sarà colpa della mia memoria da sempliciotto!-

Hana si alzò e passò la grossa borsa che aveva appena finito di creare a Taiju, dandogli una pacca sulla spalla. -Tranquillo, sarà la stanchezza. Vuoi che ti dia una qualche erba energizzante? Forse è meglio una che faccia riposare bene, però...-.

-Oh! Dici che dovrei prenderne una?- le rispose Taiju in modo innocente, e Hana sorrise. Era riuscita per ora a cambiare argomento, ma dentro di sé, la ragazza aveva capito che, da quel momento, per quel loro gruppo sarebbe andata solo di male in peggio. Era il suo istinto femminile che le parlava; Hana sperava solo in una qualche soluzione pacifica.

Hana comprese che il suo istinto aveva avuto ragione, quello stesso pomeriggio, durante il tramonto. Infatti, mentre Taiju era impegnato a raccogliere conchiglie, Tsukasa parlò sulla riva di quel mare a Senku e Hana insieme.

-Questo mondo di pietra rappresenta la libertà.- aveva iniziato il castano. -Queste conchiglie non sono mai state proprietà di nessuno, né del mare né della terra...-.

Hana e Senku ascoltarono in silenzio mentre Tsukasa raccontò loro della storia di un ragazzino che voleva creare una collana di conchiglie per la sorella minore ammalata che amava la sirenetta, ma non riuscì a crearla a causa di un uomo di mezza età. Questo aveva il diritto di pescare in quella zona, ma, da ubriaco, picchiò il ragazzino con la scusa che stava rubando le conchiglie. Tsukasa si mise a fissare una statua lì vicino mentre raccontava la storia, dicendo che l'uomo della storia e quella statua erano molto simili.

Hana aveva sobbalzato quando Tsukasa, improvvisamente, ruppe la statua di quell'uomo, non aspettandoselo. La ragazza assottigliò gli occhi, abbassando la testa, mentre non smetteva di fissare la testa della statua che rotolava fin sotto i piedi di Senku.

-Tsukasa... sono sicuro che tu ne sia consapevole... hai appena ucciso un essere umano- Senku esclamò, continuando a fissare il castano negli occhi.

-Certo che ne sono consapevole- rispose Tsukasa con una calma che mandava brividi in tutta la pelle di Hana, ma la ragazza fece di tutto per rimanere calma e non far trapelare quello che stava provando.

-Senku.. e anche tu Hana- continuò Tsukasa. -pensate di salvare ogni singolo essere umano. Anche quei luridi bastardi dall'animo corrotto? Si, sono sicuro che avrebbero un briciolo di gratitudine. Se riusciremo a ricreare la civiltà moderna, ci sarebbero riconoscenti! "Quella terra era nostra", "pagaci l'affitto", "paga le tasse"...se dovessero tornare in vita e approfittarsi dei deboli... sarà l'ultima cosa che faranno nella loro miserabile vita.-.

Tsukasa si avvicinò a Senku ed Hana, che stavano in piedi l'uno accanto all'altra. Senku continuava a fissarlo, mentre Hana non smetteva di guardare, in basso, la testa dell'uomo.

-Questo è il mondo di pietra, un paradiso incontaminato. Resuscitando solo i giovani dall'animo puro potremmo continuare a vivere nella natura, dove non vi è proprietà. Questa è l'occasione giusta per purificare il genere umano! Senku.. Hana... non lo pensate anche voi?-

Senku rispose subito, senza nemmeno esitare un poco, guardandolo dritto negli occhi.

-No, non ci ho mai neanche lontanamente pensato. Io sono un semplice ragazzo che si esalta quando sente parlare di robot, tecnologia, astronavi e Doraemon! Con il potere della scienza salverò l'intero genere umano! Ogni singola persona!-.

Hana sorrise nel sentire quelle parole. Sapeva benissimo che lui avrebbe risposto in quel modo, però sentirle, dava ugualmente alla ramata una scossa, dentro di lei. Con quell'adrenalina addosso, aveva finalmente alzato lo sguardo verso Tsukasa, indossando un'espressione seria e determinata.

-Capisco ciò che intendi dire Tsukasa...- iniziò la ramata ed entrambi i ragazzi portarono i loro sguardi su di lei. -Sono una tipa che ama aiutare gli altri, perciò comprendo benissimo. So anche di non essere intelligente quanto Senku... possiedo solo una buona memoria dalla mia. Eppure desidero aiutarlo con tutta me stessa a salvare l'intera umanità. Non mi importa della loro poca gratitudine o se ci sputeranno addosso in futuro. Non rimpiangerò mai... scegliere la scienza e Senku!- concluse Hana con un brillio determinato nei suoi occhi da gatto. Tsukasa continuava a fissarla tenendo per sé le emozioni che stava provando, mentre Senku si lasciava abbandonare ad un sorriso: per un attimo, solo un istante, aveva temuto che potesse scegliere Tsukasa. Si riscoprì grato della scelta dell'amica.

Hana voltò lo sguardo verso Senku, sorridendogli. Senku, allora, cercò di comunicarle qualcosa con lo sguardo e Hana lo conosceva abbastanza a lungo da capire cosa intendeva dirle: non menzionare nulla a riguardo del liquido di depietrificazione.

-Senku! Hana! Tsukasa!- la voce di Taiju che si avvicinava a loro fece distrarre i pensieri dei tre. -Ci siamo riusciti! Abbiamo raccolto acqua miracolosa a sufficienza! Ora possiamo risvegliare Yuzuriha!-.

Hana ebbe l'impulso di schiaffeggiarsi il viso per l'uscita di Taiju. E così fece.
 

**
 

Il gruppetto ritornò nel campo. Mentre Taiju finiva di vestire la statua di Yuzuriha con il vestito che Hana aveva creato, Senku lavorava col liquido.

-Accidenti questo non è abbastanza nemmeno per una persona sola!-

-Cosa? Accidenti, ero così emozionato che... vado a prenderne dell'altra!-

Hana e Senku videro di sottecchi come Tsukasa abboccò all'amo e si fece dire da Taiju dove si trovava la grotta, con la scusa che era il più veloce.

Senku si stiracchiò, facendo finta di nulla. -Se ne è andato?-.

-Si, ad alta velocità per giunta!- gli rispose Hana, mentre Taiju annuiva forte contemporaneamente.

Senku, allora, si sbrigò a creare il liquido depietrificante, approfittando dell'occasione per liberare Yuzuriha.

-Senku! Che sta succedendo? Non avevi detto che non era abbastanza?-

-Pensavi davvero che non avessi lasciato un recipiente abbastanza capiente per prepararne una?- rispose Senku, mentre Taiju annuiva comprensivo.

-Giusto! Ma allora perchè hai lasciato andare Tsukasa?-

-È un'esca a doppio taglio. Non volevo che fosse presente al risveglio di Yuzuriha, anche a costo di mostrargli la posizione della caverna-.

-Ma perchè? Non è un bravo ragazzo?-

-Non sai leggere tra le righe, eh? Non ho il minimo interesse nel suo sfarzoso piano di creare il mondo definitivo. Quello che mi eccita è questo gioco della civilizzazione-.

Taiju, sentendo la risposta di Senku, comprese. -Ok, ho capito! Non c'è bisogno di nessuna spiegazione! È successo qualcosa, vero? Mentre non c'ero!-.

-Esatto.- iniziò Senku. -Shishio Tsukasa potrà anche essere un bravo ragazzo... ma resta comunque un assassino!-.

Una volta che Senku finì di creare il liquido, risvegliarono immediatamente Yuzuriha. Hana fissò con il sorriso sulle labbra il corpo di Yuzuriha che poco a poco, grazie alla soluzione, si liberava dalla pietra che la rendeva prigioniera. Alla ramata vennero persino le lacrime agli occhi, mentre Taiju sorreggeva il corpo della castana che, ormai libero, stava per cadere.

-Yuzuriha! Mi senti Yuzuriha!- urlò Taiju, mentre la castana riapriva gli occhi.

-Taiju... sei tu?-

-Si! Si! Scusami se hai dovuto attendere 3700 anni!-

Yuzuriha ridacchiò debolmente. -Non ho idea di quello che stai dicendo, mi sono appena svegliata... però, mm! A quanto pare sono viva e vegeta... grazie a te che mi hai protetto... non è forse così, Taiju? Sei stato tu... grazie!-.

Hana portò entrambe le sue mani nelle sue guance, godendosi la scena con felicità. Fissò con tenerezza Taiju piangere, mentre diceva alla castana che era merito di Senku, che aveva passato un anno a sviluppare il nettare della resurrezione.

-Scusate se interrompo la vostra toccante riconciliazione, ma dobbiamo sbrigarci prima che torni Tsukasa- iniziò Senku, rivolgendosi ai due castani. -Dovete scegliere tra due opzioni! Piano A: ve ne andate immediatamente e cercate un luogo in cui vivere. Piano B: lotteremo per mettere fine alla serie di omicidi di Tsukasa!-

Hana cercò con tutta se stessa di bloccare il sorriso divertente che le stava uscendo nel vedere la scena davanti a sé. Taiju e Yuzuriha non avevano esitato a rispondere con la seconda opzione che Senku avevano dato loro, nonostante Senku facesse di tutto per far capire loro la gravità della situazione.

Hana si mosse a mettere una mano sulla spalla di Senku. -Senku, tutti e tre siamo prontissimi ad aiutarti! Non importa cosa dirai!-.

Taiju annuì alle parole della ramata. -Esatto! Se Tsukasa sta davvero distruggendo le statue...se sta davvero uccidendo delle persone... allora farò di tutto per-.

-Non sto uccidendo per piacere personale. È solo il metodo che ritengo più corretto.-

La voce di Tsukasa interruppe Taiju, il quale, insieme a tutti i presenti sobbalzarono nel sentirlo all'improvviso. Hana portò le sue mani al petto mentre si voltava. Sapeva che era veloce, ma non pensava così tanto.

-Sto semplicemente dando una sfoltita alla popolazione per creare un nuovo mondo.-

Taiju si mosse mettendosi davanti ai tre.

-Senku, Hana... se dovesse accadere il peggio, prendetevi cura di Yuzuriha! Fermerò Tsukasa..!-

Taiju si mosse in avanti, verso Tsukasa. Hana guardava la sua schiena con occhi sgranati, capendo perfettamente che Taiju non sarebbe riuscito a fare nulla, soprattutto contro un uomo che ha abbattuto un leone a mani nude. Anche Senku era dello stesso avviso e prese immediatamente la balestra che aveva costruito qualche sera fa, e che aveva nascosto, lanciando una freccia verso Tsukasa.

Hana vide attentamente la scena, mentre Tsukasa fermava la freccia e, velocemente, dava un calcio in faccia a Taiju, il quale riuscì ad incassare il colpo. Lo stesso Tsukasa si sorprese, affermando lui stesso che fosse la prima volta che qualcuno ci riusciva.

-...ad ogni modo...prima non solo non sei riuscito a colpirmi, ma non ne avevi la minima intenzione... perchè?- chiese Tsukasa e lui rispose con una frase che lo sorprese.

-Perchè non concepisco colpire un altro essere umano! Però tu puoi colpirmi quanto ti pare, non mi importa! In cambio voglio che tu smetta di distruggere quelle statue! L'omicidio è una brutta cosa!-.

Tsukasa era rimasto confuso. -Non capisco... non è nemmeno una sorta di patto... non c'è uno scambio di interessi!-.

Hana si morse l'interno della bocca per evitare di fare qualcosa di poco appropriato e consono per la situazione... come ridere, ad esempio.

"Spero che Taiju non cambi mai", si mise a pensare la ramata.

-Perchè invece non cerchi di farmi smettere di colpirti?-.

-Non mi importa quante volte lo farai, io non ti fermerò!-.

-Che mi dici, invece, della ragazza che avete appena risvegliato? Cosa faresti se dicessi che intendo ucciderla?-

Taiju si mosse subito per mettersi di fronte alla ragazza, la quale, finalmente, capiva le parole e la gravità della situazione che prima parlava Senku. Tutti restavano in silenzio a guardarsi. Hana voleva aiutare i suoi amici a uscire da quella situazione, ma non sapeva cosa fare. Era vero, dopotutto, che sapeva difendersi, ma sapeva benissimo che non era all'altezza di Tsukasa. Poi non amava combattere col pensiero di ferire. Non era per quel motivo che era entrata a far parte del club di karatè e ne era diventata il capitano. Hana aveva l'animo di un vero dottore: preferiva cercare altri modi, più pacifici, per risolvere conflitti.

All'improvviso, Taiju cadde a terra, svenuto e ad Hana venne una brillante idea: lei lanciò un rapito sguardo di sottecchi verso Senku, il quale capì subito cosa le passava nella mente.

-Taiju!-

Yuzuriha lo chiamava, mentre Hana si rivoltava verso il castano per guardarlo preoccupato e Senku sospirava.

-Ed ecco che il calcio fa effetto.-

Hana, avvicinandosi al ragazzo, annuì alle parole di Senku. -È vero. Come minimo ha una forte emorragia e dovrà stare al riposo per un paio di giorni- finì lei, spostando gli occhi verso Senku che le annuiva.

-Uhm. Suppongo che sia giunto il momento di separarci. Taiju dovrai proteggere Yuzuriha... più di quanto proteggeresti la statua di un bambino.- disse Tsukasa, voltandosi. -Io invece farò quello che riterrò necessario. Non permetterò a niente e nessuno di fermarmi.-

Tsukasa si allontanò con quelle parole. Hana strinse i pugni, fissandolo andare via. Dentro di sé, la ramata avrebbe davvero voluto una soluzione pacifica, ma nonostante tutto, Hana sapeva non sarebbe stato possibile ed ingoiò giù quell'idea. Con lo sguardo cercò Senku, il quale stava parlando loro dell'unico modo per sconfiggere uno come Tsukasa, ovvero creare la polvere da sparo.

Mentre lo ascoltava, Hana sorrise e, allora, si schiaffeggiò le guance con le mani: il suo compito non era affatto cambiato. Avrebbe continuato ad aiutare i suoi amici come poteva, meglio che poteva.

-OK!- affermò determinata la ramata, mentre si voltava nuovamente verso Taiju. Yuzuriha e Senku fissarono Hana, curiosi della sua reazione improvvisa.

-Forza Taiju, adesso ti puoi alzare! Se dobbiamo creare questa polvere da sparo non possiamo impigrirci nemmeno per un secondo!-.

Senku ghignò verso la ragazza, affermando che Hana avesse ragione e calciando Taiju, allo stesso tempo.

-Aspettate! Ma non aveva bisogno di giorni per riposare?- domandò Yuzuriha e le rispose Hana.

-Oh, ho detto quelle cose solo perchè c'era Tsukasa e Senku mi ha dato corda. Ovviamente, se fosse stato una persona normale, adesso sarebbe quasi morto... ma qua parliamo di Taiju! L'epitome della resistenza!- poi si rivolse verso il ragazzo a terra con un piccolo sorriso. -Stai bene, non è vero?-

Il suddetto interpellato, annuì, mettendosi a sedere. -Certamente!-.
 

***

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Capitolo 4
*** Hakone ***


Capitolo Quattro:

Hakone

 

Il quartetto partì immediatamente per Hakone, dopo aver allestito “la scena della fuga” per Tsukasa. Era una strada lunga 80 km a piedi, ma piano piano camminavano, cercando di seminare Tsukasa il più possibile. Yuzuriha si era emozionata, quando scoprirono di essere arrivati a Kamakura, proprio vicino al Buddha di bronzo, ed Hana l'aveva seguita a ruota, abbracciandola stretta.

Dopo quella pausa, continuarono a camminare, passando anche attraverso fiumi. In una di quelle occasioni, si fermarono un attimo a liberare una parte del piede di Yuzuriha che era ancora bloccata dalla pietrificazione. Senku stava spiegando loro che non era il liquido della resurrezione a ridare energia, ma, al risveglio, le piccole crepe che si erano formate, sono state sigillate. Era per questo che erano sopravvissuti, nonostante le crepe che ognuno di loro possedeva. Hana si era toccata, per tutto il tempo della spiegazione, la sua crepa all’altezza della clavicola, a forma di lunga rondine stilizzata. Sotto sotto non le dispiacevano quelle crepe; li considerava come dei piccoli tatuaggi.

-Se volete una vera formula per riprendere le forze, aspettate di arrivare a destinazione- aveva detto loro Senku. Taiju, Yuzuriha e Hana si guardarono un attimo prima di capire cosa intendeva.

La loro destinazione era Hakone, e questo voleva dire anche qualcosa per cui i tre rimasero eccitati per tutto il tempo: le terme!

 

**

 

Hana si lasciò abbandonare nell’acqua calda di quella sorgente termale, che avevano trovato ad Hakone. Poco prima, aveva creato un divisorio con i legni che Taiju le aveva recuperato, e così i quattro potevano godersi il bagno tranquillamente.

-Come mi mancava un bel bagno caldo!- esclamava Hana a nessuno in particolare.

Aveva appoggiato la testa nel bordo roccioso, tutta distesa, e aveva gli occhi chiusi, in pieno relax. La ramata sentì Yuzuriha annuirle.

-Si… questa formula per recuperare le forze funziona davvero-.

Dall’altro lato della staccionata, nella parte dei ragazzi, le ragazze sentirono Senku e Taiju commentare.

-È una fortuna che il Giappone sia ricco di vulcani.- aveva detto Senku. -Raggiungere queste terme aveva un solo ed unico scopo… avere una fonte illimitata per l’ingrediente principale della polvere da sparo, lo zolfo!-.

Hana aprì gli occhi per fissare il cielo stellato, mentre ponderava le parole di Senku per un po’, anche dopo che il ragazzo uscì dall’acqua.

-La nascita della polvere nera, eh…-.

-Qualcosa non va, Hana?- domandò Yuzuriha e Hana abbassò lo sguardo verso l’amica.

-Nulla- le sorrise, consapevole di averle mentito, prima di alzarsi. -Beh, io esco adesso, o non lo farò mai più- finiva, ridacchiando ed uscendo dall’acqua, lasciando Yuzuriha dentro. Senku era già uscito dall’acqua prima per iniziare a raccogliere lo zolfo, lasciando Taiju dentro nella parte maschile, così Hana decise di raggiungere l’altro suo amico d’infanzia, dopo essersi vestita.

 

 

Hana trovò Senku tutto concentrato a raccogliere zolfo. Così, inginocchiandosi lì vicino a lui, la ragazza prese un martello e cominciò ad aiutarlo.

Rimasero in silenzio per tutto il tempo, entrambi trovandolo quasi rilassante. Per Hana la vicinanza di Senku le dava conforto. La ramata, infatti, stava cominciando a provare ansia. Le intimoriva non riuscire a creare la polvere da sparo in tempo, che Tsukasa potesse raggiungerli prima, che potesse succedere qualcosa di brutto a Senku, o ai suoi amici. Per questo anche solo la compagnia dell’amico d’infanzia o un suo sguardo, bastava per calmare, almeno un poco, questi suoi pensieri. “Ora”, pensava Hana, “se solo la mia mente smettesse di produrre questi pensieri e di preoccuparsi…”.

Hana sentì, ad un tratto, Senku sospirare e, senza accorgersene, lui le fece un buffetto sulla fronte. La ramata lo guardò con i suoi occhi da gatto sgranati, chiedendosi mentalmente perchè il ragazzo lo avesse fatto.

-Pensi troppo, Ivy- le disse lui, lasciando i suoi occhi rossi su di lei.

-Ma-.

-So benissimo come funziona il tuo cervello. Quando pensi troppo, cominci ad andare in panico e chi ti ferma più, poi- Senku spostò il suo sguardo davanti a sé. Era vero, non per nulla la conosceva da quando erano compagni di classe alle elementari, a sei anni, quando ancora Hana non riservava sguardi per nessuno tranne per il suo libro di botanica. A Senku non piaceva quando alla ragazza veniva quello sguardo. Preferiva quando sorrideva, o quando cercava di trattenere le risate, o ancora il suo sguardo serio, ma divertito al tempo stesso, mentre intagliava; anche se, tutto questo, non lo avrebbe mai detto ad alta voce, ovvio.

-Non preoccuparti troppo…- continuava piano, ma vigoroso allo stesso tempo, facendo sorridere la ramata. Quel suo tono le lasciava intendere che no, lui non sarebbe andato da nessuna parte e che, in qualche modo, riusciranno ad avere la meglio su Tsukasa al millemila per cento.

-Ok, ok, ho capito. Sarebbe illogico andare in panico per nulla, giusto?- si mise ad esclamare, per poi mettersi a ridere.

-E adesso cosa?- Senku smise per un attimo di raccogliere zolfo per riportare il suo sguardo su di una Hana che non smetteva di ridere.

Lei lo fissò sorridente. -Mm, nulla!-.

Aveva ragione, si disse Hana mentre riprendeva a raccogliere zolfo. Sarebbe andato tutto bene.

-Quali sono gli altri elementi per questa bellissima polvere nera? Ti aiuto a prenderli tutti!-.

Senku, prima di risponderle, sorrise nel vederla di nuovo spruzzante di energia. Era quella la Hana che conosceva.

 

**

 

Il giorno seguente cominciarono a creare la polvere da sparo con tutti gli ingredienti che Hana e Senku avevano recuperato dal luogo. Capirono di esserci riusciti quando Taiju, per poco, non fece una grossa esplosione, ma grazie al fumo provocato fecero una grossa scoperta. Si era innalzato, infatti, una colonna di fumo in una direzione opposta da Tsukasa: questo significava che, molto probabilmente, esistevano altri umani vivi, oltre a loro. Senku decise di continuare a mandare un segnale di fumo, anche a costo di farsi scoprire da Tsukasa e tutti approvarono il piano.

Mentre Taiju si allontanava per prendere della legna, Hana aiutava Yuzuriha nel cercare legnetti lì vicino. Improvvisamente, però, la ramata aveva sentito uno spostamento dietro di lei e si era girata a vedere di cosa si trattava, ma ciò le aveva raggelato immediatamente il sangue. Non riuscì a spostarsi o a difendersi che lei, insieme a Yuzu, vennero prese in ostaggio. Hana strinse i pugni, per la rabbia che provava verso se stessa. Tsukasa si era mosso fin troppo velocemente, anche per lei che doveva essersi abituata ai suoi movimenti veloci. Odiava sentirsi così patetica.

 

Senku si alzò lentamente e si girò, mettendo a fuoco Yuzuriha e Hana presi in ostaggio da Tsukasa, con una lancia puntata alla gola di entrambe.

-Se crei le armi scientifiche riportando alla luce l’era precedente, scoppieranno altre guerre e torneremo a vivere in un mondo dominato dalla corruzione.- aveva detto Tsukasa. -Per evitare che ciò accada, farò tutto quello che ho in mio potere, usando la violenza se necessario-.

-Quindi hai pensato che devi uccidere quel cervellone di Senku!- gli rispose Senku, ridacchiando sarcastico. -sei troppo gentile… scegliere una pena capitale sta facendo commuovere persino gli Stati Uniti-.

-Si, esattamente! Ma prima che mi dici di rivelarmi la formula per la depietrificazione?-.

Hana, da quel momento in poi, si era come spenta. Non riusciva a muoversi, pensando solo al brutto presentimento della sera prima, e a quanto si fosse rivelato reale. Non tremava, ma non riusciva a muovere nemmeno un muscolo. Senku aveva provato a bluffarlo, ma Tsukasa non ci era cascato, ottenendo solo un taglio di capelli più corto per Yuzuriha e una Hana ancora più impietrita e tremante. Soprattutto quando, in un atto di coraggio, Yuzuriha si era mostrata impavida e aveva allontanato la lama dalla gola di Hana per puntarla tutta verso la sua, chiedendo all’amico di non rivelare nulla, perchè così non poteva toccarlo.

Hana aveva sgranato gli occhi. La ragazza cercava davvero un piano, ma la sua mente era troppo nel panico, ed impaurita, per riuscirci. Non riusciva a smettere di tremare. Non le veniva in mente niente. L’unica cosa che poteva fare era rimanere lì, impotente e pietrificata, odiando con tutta se stessa quella sensazione. Hana vide Senku rivelare il segreto dietro la formula e Tsukasa allontanò via le due ragazze per avvicinarsi al ragazzo. L’odio e la rabbia che provava verso se stessa aumentò solamente, nel vedere quella scena con i suoi occhi dorati, mentre il suo cervello lo rifiutava.

 

-Io aiuto te e tu aiuti me, che ne dici, Ivy?-.

 

Hana impallidiva sempre di più, non riuscendo a non urlare il nome dell’amico, mentre Tsukasa colpiva Senku con un rapido colpo alla nuca. Immediatamente, lacrime uscirono copiose dai suoi occhi, mentre vedeva Senku cadere senza vita per terra, di fianco a Tsukasa. Solo in quel momento, notò che il suo fermaglio era caduto per terra, lasciando i suoi capelli ramati liberi a solleticarle le spalle, ma ad Hana non importava. Strinse forte i suoi pugni, abbassando la testa e coprendo entrambi i suoi occhi con i ciuffi. In lontananza, poteva sentire Taiju urlare loro, correndo verso la loro direzione, ma non riusciva a sollevare lo sguardo.

La sensazione di vuoto e di disgusto, che provava verso se stessa, era troppo forte dentro di lei. Riusciva solo a pensare a quella scena, a come, tutto ciò che aveva assistito, pietrificata, non fosse da Senku. C’era qualcosa che non le quadrava affatto. Però, le vennero in mente anche dei ricordi, la promessa che lo stesso ragazzo le aveva fatto, da bambini. Promessa, che lei aveva infranto: non era riuscita ad aiutarlo. Era stata solo d’intralcio.

Sono inutile. Scusami, Senku… scusami!”.

 

 

***

Piccola Nota:

Salve a tutti! Ecco un nuovo capitolo... spero che non ci siano errori. Ho fatto del mio meglio per correggerli, come al mio solito, però se ne trovate mi scuso in anticipo! 

Finalmente, sono arrivata a questa parte... Ho scritto così tanto che ho dovuto dividere in due questo capitolo, ma nel prossimo troverete del flashback su Hana e del bel character development! Ma, tranquilli, lo pubblicherò tra poco! Quindi aspettate questo doppio aggiornamento!

 

Al prossimo capitolo,
Karin.

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Capitolo 5
*** Harukaze Hana ***


Capitolo Cinque:

Harukaze Hana

 

Il primo libro che Harukaze Hana aveva letto era stato uno sulle piante velenose, all’età di quattro anni. Trovandolo più interessante del libro di fiabe che la madre le aveva regalato, aveva finito per leggerlo tutto in un attimo. Ma la curiosità sull’argomento era solo cresciuta, così era passata a leggere altri libri, come erbe curative, i tipi di alberi che si trovavano in Giappone, per poi passare a piante di altri stati e regioni del mondo. Piano piano, l’argomento l'aveva interessata così tanto che aveva iniziato a pensare quanto fosse bello riuscire a curare qualcuno, con un miscuglio di elementi naturali, oppure quanto fosse interessante la ricerca di sempre più cure per il bene delle persone, iniziando a restare ammaliata dal lavoro di medico del padre. Così decise di leggere persino i libri di medicina che aveva il padre nella libreria di casa. Inizialmente i suoi genitori, fra una litigata e l’altra, non volevano che leggesse libri così difficili per la sua età. Però quando videro i suoi occhi brillare e, soprattutto, quando capirono che la loro bambina capiva (e si ricordava in modo perfetto) effettivamente cosa c’era scritto, la lasciarono fare e, anzi, l’aiutarono il più possibile. Li amava così tanto che se li portava ovunque: al negozio dei suoi nonni ogni qual volta la madre la portava con sé ad aiutarli, quando uscivano per andare da qualsiasi parte e persino a scuola. Li lasciava perdere solo quando i nonni le insegnavano l’arte dell’intaglio e di creazione di oggetti, oppure quando doveva andare a dormire. Non aveva amici e Hana non si prodigava nemmeno a farseli, tanta era la voglia di leggere i suoi libri. Proprio per questo motivo divenne famosa per essere la “bambina dei libri difficili”, attirando anche l’attenzione di qualche piccolo bullo in erba. Era in questo clima che, in prima elementare, Hana aveva finito per incontrare il suo primo amico: Senku.

Era la ricreazione quando uno di quei bulli aveva preso Hana da parte e, per darle fastidio, le aveva rotto delle pagine del libro che aveva portato quella volta. Se ne era poi andato via ridendo, insieme a due suoi amici, lasciando la ramata da sola a fissare la condizione del suo caro libro. Si era seduta sul pavimento e, senza dire nulla, cercava di aggiustarlo, in qualche modo, con le sue manine tremanti e gli occhi che cominciavano a diventare lucidi.

-Oi Harukaze, finalmente ti ho trovato- la ramata sentì, dietro di lei, la voce di un bambino chiamarla, ma non gli rispose né si girò a guardarlo.

Quel bambino era Senku. Dopo aver visto cosa la bambina era solita leggere e quando aveva sentito dai maestri quanto fossero sorpresi degli organi umani ben fatti che lei aveva creato con solo dell’argilla, durante una lezione di arte (seriamente, erano rimasti davvero scioccati che Hana fosse solamente una bambina), Senku si era deciso di andare a cercarla per farsi aiutare con l’esperimento che voleva ricreare. L’aveva trovata seduta a terra e, notando come era ridotto il libro una volta avvicinatosi, aveva capito subito cosa era successo. Così ghignò per l’idea che gli era appena venuto in mente.

-Hey Harukaze- l'aveva richiamata, sedendosi accanto a lei per terra. Hana finalmente alzò lo sguardo per fissarlo, ma non gli rispose.

-Haruka—, tsz troppo lungo- Senku fece poi un piccolo ghigno, nel notare l’immagine di una pianta in particolare tra i fogli strappati del libro, trovando subito un soprannome adatto per lei.

-Oi. Ti aiuterò a rimettere a nuovo questo libro e in cambio mi aiuterai con l’esperimento che sto facendo. Io aiuto te e tu aiuti me, che ne dici, Ivy? Ci stai?-.

Hana strabuzzò gli occhi un attimo, prima di comprendere le parole del suo compagno di classe. -…un esperimento?-.

-Esatto. Un esperimento scientifico. So che sei brava a creare oggetti e avrei bisogno della tua bravura e mano ferma-.

Per Hana era la prima volta che qualcuno, che non fossero i suoi genitori o maestri, la notava e le chiedeva qualcosa di simile.

Scienza, eh? Anche la medicina è scienza”, rimuginava Hana, fissando lo sguardo sincero del bambino. Si ritrovò a sorridere, i suoi occhi d’oro non lacrimavano più.

-Va bene, ci sto- gli disse, con lo stesso piccolo sorriso.

L’avrebbe aiutata a sistemare il suo prezioso libro e, in cambio, avrebbe potuto ricambiare il favore con un esperimento scientifico che stuzzicava la sua curiosità. Quella situazione la incuriosiva ed emozionava tantissimo, dandole lo stesso sentimento che aveva provato quando aveva letto il suo primo libro sulle piante. Inoltre, non le dispiaceva il soprannome che le aveva affibbiato.

Dopo questo evento, Hana non smise di girare intorno a Senku e anche a lui non dispiaceva la sua compagnia. In particolare, dopo che avevano scoperto di abitare l’uno di fronte all’altro. Si incontrarono, così, sempre più spesso, aiutandosi a vicenda con i propri esperimenti. Anche quando Hana non aveva nulla da fare, andava da Senku. A lei piaceva davvero tanto la sua compagnia, e quella del padre Byakuya, e la cosa era ricambiata. Era insieme a Senku quando fecero la conoscenza di Taiju e strinsero immediatamente amicizia. Quando, poi, i litigi dei suoi genitori cominciavano a peggiorare sempre di più, ormai Hana non esitava più a prendere la corda, creata da lei stessa, per aiutarla a scavalcare meglio dalla finestra e arrivare all’albero del giardino di casa, per poi scendere senza problemi e andare subito nel condominio di fronte alla sua immensa casa, nell’appartamento degli Ishigami. Ad Hana non era mai importato farsi degli amici, ma si era ritrovata fortunata ad avere Senku e Taiju, accanto a lei, nel suo piccolo universo.

 

 

-Andrò nello spazio- aveva risposto Senku al maestro, alla domanda sul tema sul proprio futuro, davanti a tutta la classe.

-Oh, vuoi fare l’astronauta—.

ma ci andrò ora- disse subito dopo, bloccando il maestro.

Ad Hana brillarono gli occhi dall’emozione nel sentire le parole di Senku, seduto davanti a lei. Si emozionò così tanto che le venne un’idea e agitò immediatamente la mano in alto, per essere la prossima a rispondere al maestro. L’adulto le diede il permesso di rispondere con un sorriso. Hana, così, si alzò pimpante, con un sorriso sornione sulle labbra.

-Diventerò un medico!-.

-Oh, come tuo padre—.

Hana continuò subito, bloccandolo a sua volta. -E andrò nello spazio insieme a Senku!-.

Il bambino si girò subito con un’aria interrogativa. -Ah?-

Hana gli fece semplicemente un grosso sorriso. -Siamo amici, quindi avrai bisogno di me! Non puoi fare nulla da solo, lo sai bene, Senku!-.

Senku ridacchiò alla sua risposta semplicistica, prima di rivoltarsi. -Fai come vuoi-.

Hana gli rispose sempre con sorriso sulle labbra, mentre si risiedeva.

-Ovviamente!-.

 

**

 

Scusami Senku. Ti avevo promesso che ti avrei aiutato con tutta me stessa, ma sono stata solo a guardare. Sono inutile…” si mise a pensare Hana seduta a terra, fissando il corpo senza vita di Senku, accanto a due piangenti Yuzuriha e Taiju.

Aveva tantissima voglia di continuare a piangere, ma adesso non ci riusciva più. Non con Tsukasa che stava lì a fissarli.

-Hana- la chiamò improvvisamente il liceale più forte, e la ramata voltò lo sguardo verso Tsukasa. Stranamente non provava nessun rancore e non aveva in testa nessun tipo di vendetta. Si sentiva semplicemente svuotata, come se ci fosse qualcosa che non le quadrava in quella situazione.

Tsukasa, a sua volta, aveva notato il suo atteggiamento e, per quel motivo, si mise a pensare che, magari, avrebbe potuto ancora portare la ramata dalla sua parte.

-Hana, non potresti riconsiderare la mia proposta? Vieni dalla mia parte e aiutami a creare un mondo pacifico. Mi sarebbero di grande aiuto le tue abilità.-

Tsukasa restò fermo, mentre la fissava, allungandole la mano. Taiju e Yuzuriha si bloccarono e si misero a fissare la ragazza preoccupati. Hana, invece, continuava a fissare solamente Tsukasa, conscia degli sguardi dei suoi due amici.

-…hai bisogno di me?- il suo tono sorpreso fece sorridere Tsukasa, il quale le annuì immediatamente. Il tono con la quale il castano le disse che aveva bisogno di lei, la fece sorridere. Leggeva nel suo sguardo che era sincero. Taiju e Yuzuriha si preoccuparono sempre di più, pensando che potesse accettare e andare da Tsukasa. Sapevano, infatti, quanto la ragazza non riuscisse a dire di no, quando qualcuno richiedeva il suo aiuto.

 

 

**

 

Harukaze Hana aveva sempre amato cercare di essere d’aiuto agli altri. Era anche uno dei motivi per cui aveva deciso di assecondare la madre e andare a frequentare un gruppo scout dove Reiko, una vecchia amica della madre, vi lavorava. Aveva finito per trovarlo divertente, così aveva deciso di frequentare il gruppo ogni estate delle elementari, nonostante questo significasse meno tempo per stare con Senku e Taiju. Questo, però, fino a quando non venne l’estate della sesta elementare. Lì accadde un incidente, durante una escursione nei boschi, lontano dalla città.

Inizialmente era tutto normale e si stava divertendo con le attività di gruppo. Però, quando vide che un bambino più piccolo si era allontanato dal percorso, perdendosi, Hana decise subito di andare a cercarlo. Aveva infatti saputo che, anche se erano rari, degli orsi potevano uscire in quella zona di montagna ed era preoccupata per il bambino. Così si mise immediatamente nelle sue tracce e, grazie ad un libro che aveva letto, si ricordò come seguire le tracce, trovando subito il piccolo.

-Tranquillo, ci sono qui io adesso! Resteremo insieme, fidati di me!- gli aveva detto lei per rassicurarlo. Era riuscita, così, a calmarlo e si era anche alzato in piedi per seguire Hana verso gli altri che lo stavano cercando.

Però, improvvisamente sentirono il bramire di un orso lì vicino. Era spaventoso per i due bambini, nonostante Hana non volesse ammetterlo. Intimò subito di scappare e corsero a perdifiato verso il luogo dove avevano messo sù le tende: Hana ringraziò la sua memoria per questo. Credendo che il bambino la stesse seguendo dietro di lei, continuò a correre. La paura che sentiva, la faceva tremare tutta e, preoccupata com’era nel cercare di destreggiarsi tra gli alberi, non aveva notato che il bambino non la stesse più seguendo, non udendolo nemmeno le sue urla che la intimava di aspettarlo.

Smise di correre solo quando avvistò Reiko: non ci pensò due volte ad abbracciarla di slancio con le lacrime agli occhi.

-Siamo salvi! Reiko, l'ho trovato e siamo tornati in tempo!-

Alzando lo sguardo, notando quello ancora preoccupato della donna e non sentendo nemmeno il bambino, comprese tutto, con terrore.

Accadde tutto velocemente. Reiko era felice di vederla sana e salva, ma l’aveva sgridata per essersene andata a cercare il bambino senza permesso, facendo preoccupare tutti. Dieci minuti dopo, riportarono nel campo anche il bambino scomparso. Hana si era avvicinata a lui, preoccupata, ma non riuscì a dirgli niente che lui l’aveva fissata con odio.

-Avevi detto che saresti rimasta con me, ma quando sono caduto, sei scappata! Non ti sei nemmeno fermata ad aiutarmi! Sei una bugiarda! Dillo che lo hai fatto apposta!-.

Quelle parole cariche d’odio, insieme al suo sguardo lacrimante, la colpirono così tanto che non riuscì a dire nulla. La cosa peggiorò solamente quando tutti gli altri bambini di quel gruppo scout non le parlarono più e la fissavano con aria giudicante. Purtroppo, nemmeno lo sguardo e le parole di Reiko riuscivano a calmarla.

Quell’escursione finì in quel modo. Quando finalmente ritornò a casa, i suoi genitori erano così preoccupati per lei che non la volevano nemmeno lasciare andare. Hana aveva chiesto loro semplicemente due cose prima di rinchiudersi in camera: di lasciare il gruppo scout e di non dire nulla a Senku e Taiju. Non voleva disturbarli per nulla, aveva motivato lei, mentre i due adulti accettarono, preoccupati.

Quest’evento provocò tra i due coniugi Harukaze un altro litigio, diverso dagli altri. Anche Hana capiva che fosse molto più serio. Questa volta, però, era rimasta in camera sua, sotto le coperte ad abbracciare il cuscino. Quella era la prima volta che non andava a rifugiarsi da Senku. Sapeva, infatti, che se fosse andata, sarebbe finita per dirgli tutto, e questo Hana non voleva. Non voleva davvero disturbarlo.

La ramata, però, odiava sentirsi in quel modo. Non seppe cosa fare fino a quando lo stesso Senku, due giorni dopo, sapendo che era tornata, aveva bussato innocentemente alla sua porta e, insieme a Taiju, l’avevano trascinata via dalla camera per aiutarli a costruire una solita idea di Senku: un ennesimo razzo.

Quando, quel pomeriggio, era ritornata a casa, Hana comprese qualcosa: non voleva più sentirsi in quella maniera. Così, da quel giorno in poi, decise che avrebbe aiutato tutte le persone che avevano bisogno di una mano come poteva, meglio che poteva. Così da dimostrare che poteva farcela, se decideva di impegnarsi; non sarebbe scappata una seconda volta. Nessuno le avrebbe più dato della traditrice bugiarda. Anche lei sarebbe stata d'aiuto per gli altri. Sarebbe stata come un sempreverde: dalle radici ferme e dai folti rami rigogliosi che avrebbe abbracciato tutti, senza preoccuparsi delle intemperie del tempo. Non importava che genere di persone sarebbero state: se avevano bisogno di lei, gli avrebbe aiutati. Per se stessa. Per non sentirsi più in quella maniera. Magari, così, quel peso che la ramata sentiva dentro, sarebbe scomparso.

Così decise di iniziare dai suoi genitori, che non si parlavano ancora. Quella stessa sera, li fermò, entrambi, per parlare.

-Mamma, papà… se non vi amate più… perchè state ancora insieme?-.

Quella domanda aveva lasciato i suoi genitori, Takeo e Mikan, spiazzati, ma fu l’inizio di una lunga e sana chiacchierata di famiglia.

 

 

 

Qualche giorno più tardi, Hana stava passando il pomeriggio da Senku, come al solito. Era una normale giornata, accavallando un esperimento di Senku con uno di Hana (aveva detto loro di voler imparare a cucinare e li avrebbe usati come cavie).

Erano immersi in quello che stavano costruendo, quando Hana aveva parlato, improvvisamente, spiazzando i due ragazzini.

-I miei hanno deciso di divorziare e mamma si vuole trasferire in un appartamento nell’altro lato della città, vicino ai nonni-.

Hana li aveva così spiazzati che rimasero solamente a guardarla, con occhi strabuzzati. La ramata si riprese subito, notando la loro reazione.

-AH! Ma tranquilli, io ho deciso di restare qui con papà, perciò andremo comunque nella stessa scuola media!-.

Taiju fu il primo a riprendersi, dandole una pacca sulle spalle, affermando che fosse felice che non sarebbe andata lontano. Senku le sorrise, continuando a trattarla normalmente, ma anche Hana aveva notato che aveva ingentilito i suoi modi. Hana sorrise teneramente verso i suoi due amici: non li avrebbe mai potuti lasciare, ammise a se stessa. Quella sera, prima di ritornare a casa, Byakuya le aveva scompigliato i capelli dolcemente. Hana non ne aveva capito il motivo, ma, alla fine, non le importava conoscerlo, perchè le aveva riscaldato il cuore.

Una volta iniziate le medie, Hana non era stata inserita nella stessa classe di Senku e Taiju. Però si era fatta una nuova amica in quella nuova. La sua compagna di banco, Yuzuriha.

I suoi amici d’infanzia avevano notato, però, un cambio di atteggiamento nella ragazza. Sapevano che amava aiutare gli altri, però avevano, anche, notato come avesse portato la cosa ad un livello estremo. Era così grave che, fra tutti gli studenti, si era sparsa la voce negativa che Hana avrebbe accettato di aiutare tutti in qualsiasi cosa, se le ponevi la richiesta. Era per quel motivo che, per esempio, Hana aveva accettato di entrare nel club di karatè: la presidentessa l’aveva reclutata perchè non aveva abbastanza membri femminili per partecipare al torneo nazionale. Senku e Taiju, come anche Yuzuriha, l’aiutarono come potevano, ma era testarda. Anche alle superiori aveva mantenuto quella sua determinazione nell’aiutare chiunque avesse bisogno di lei: amici o estranei. Motivi genuini o con secondi fini.

 

**

 

Hana si alzò dal terreno roccioso e si incamminò verso Tsukasa. Stranamente non riusciva a frenare il sorriso. Prima si era sentita arrabbiata, delusa, poi triste, ma adesso si sentiva stranamente calma. Per questo sorrideva.

Hana era conscia che quell’incidente con il gruppo scout l’aveva traumatizzata più del dovuto. Sapeva anche che Senku aveva avuto ragione, ogni volta che le intimava di poter rifiutare quelle richieste. Ma non era mai riuscita a dire no, era più forte di lei. Stavolta, a chiedere il suo aiuto, era Tsukasa. Anche se le sembrava più sincero, non era diverso dagli altri.

Hana sapeva che, in altre circostanze, avrebbe accettato con un sorriso, cercando di fare del suo meglio. Ovviamente, solamente in altre circostanze.

Hana si fermò davanti a lui, il quale le tendeva ancora la mano verso di lei, aspettandosi che lei la stringesse. Il gesto che, invece, lei fece, le venne naturale come l’aria e fece sorridere Taiju e Yuzuriha.

La ramata aveva schiaffeggiato via la mano, dolcemente, ma il suo sguardo si era fatto più serio di prima, abbandonando il sorriso di pochi secondi fa.

-Preferirei morire o rintanarmi in solitudine, da qualche parte molto lontano da te, piuttosto che aiutarti a realizzare questa tua utopia!-.

Harukaze Hana aveva sempre cercato di abbracciare le richieste di tutti, come un sempreverde teneva le sue foglie senza pensare alle intemperie del tempo. Questa volta, però, si era stancata. Stavolta avrebbe tracciato una linea; avrebbe deciso da sé chi e come aiutare. Troppi avevano abusato della sua gentilezza, che mascherava il trauma che aveva subìto. Sentiva che la sua pazienza avesse raggiunto il suo limite.

-Ti avevo già detto da che parte sto.- concluse lei, continuando a guardare fissa negli occhi Tsukasa. -La mia risposta è la stessa di prima. Non cambierò idea così facilmente..!-.

-Taiju!- urlò, infine, il nome dell’amico, girandosi improvvisamente, comunicando con lo sguardo cosa voleva fare. Fortunatamente, Taiju la comprese all’istante, mentre Tsukasa si irrigidiva. Lui, fino a quel momento, non aveva smesso di osservarla con i suoi occhi sgranati, non aspettandosi una reazione simile dalla ramata.

-Certo, Hana!-. Nello stesso momento, Taiju aveva sollevato un grosso masso, per poi lanciarlo verso Tsukasa al momento giusto. Mentre Hana correva verso Taiju, fungendo entrambi da distrazione per Tsukasa, Yuzuriha indietreggiò indisturbata e, approfittando del momento, gli lanciò il recipiente della polvere da sparo. Tsukasa lo colpì con un calcio, rompendolo, ma nello stesso momento fece attrito con il masso lanciato da Taiju, provocando una esplosione.

Yuzuriha, Hana e Taiju, con in spalla Senku, scapparono via da Tsukasa, approfittando della confusione provocatasi.

 

 

***

 

Piccola Nota:

Rieccomi! Mi scuso per gli errori, se li troverete. Ho provato a correggere come potevo!

Comunque, spero vi sia piaciuto! Ci tengo molto a questo capitolo, a far conoscere il background di Hana. Dopotutto, è ciò che l'ha resa così dolce e gentile con il prossimo. Nel prossimo capitolo, troverete la sua risoluzione! Seguirà Senku, oppure Taiju e Yuzuriha?

Vedrete nel prossimo aggiornamento!

Karin.

 

 

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Capitolo 6
*** Regno della Scienza ***


Capitolo Sei:

Regno della Scienza

 

Hana correva, insieme a Taiju e Yuzuriha, il più lontano possibile via da Tsukasa, entrando dentro il bosco, sotto la pioggia battente. Inaspettatamente, dopo il rifiuto che aveva dato a Tsukasa, la sua mente si era svuotata dalle emozioni negative che stava provando fino a poco prima, così da riuscire a farla ragionare lucidamente. Solo in questo modo la ramata comprese un fatto importante, il quale aveva inizialmente tralasciato. Si diede immediatamente della stupida, per non averlo notato subito.

-Ok, basta così. Siamo abbastanza lontani- esclamava con fermezza Hana rivolta ai due amici, fermandosi in quel punto imprecisato del bosco. Voltandosi verso Taiju, continuò. -Appoggia Senku per terra delicatamente. Devo controllare una cosa-.

Taiju annuiva e fece come Hana gli aveva chiesto, ancora con le lacrime che copiosamente gli uscivano dagli occhi castani.

-Cosa possiamo fare, Hana?!-.

La ragazza non riuscì a trattenere un mesto sorriso.

-Taiju... e anche tu Yuzu... non avete notato qualcosa di strano in Senku?-.

I due la guardarono straniti. -Che intendi dire?-.

La ragazza si inginocchiò accanto al corpo senza vita dell'amico d'infanzia. Una volta che la ramata ebbe la mente lucida, libera di ragionare, aveva capito subito dell'incredibile scommessa che quel malato della scienza aveva fatto.

-Senku si è sacrificato per me e Yuzu. Non lo trovate strano?-.

Le parole di Hana colpirono nel segno e Taiju comprese al volo cosa la ragazza volesse intendere.

-Senku... si è sacrificato per voi? Ma lui non lo farebbe mai!-.

Hana annuì. -Appunto. Inoltre ha fatto in modo di farsi colpire deliberatamente al collo. Ricordate che ultimamente Senku aveva lo strano vizio di scrocchiarlo? Per quale motivo, secondo voi?-.

-È vero!- Sia Taiju che Yuzuriha capirono subito cosa la ramata intendeva dire. -Non lo aveva prima... quindi questo vuol dire che...!-.

-Si! Se ho ragione...-.

Hana alzava delicatamente il busto di Senku, portandosi ad esaminare il suo collo, precisamente dietro la nuca, sotto gli sguardi dei due amici. Sorrise sollevata, dopo aver scostato parte dei capelli, nel vedere di aver avuto ragione. Yuzuriha e Taiju si sorpresero della scoperta: una parte della pietra vi era ancora rimasta attaccata, nascosta dai capelli, proprio come il piede di Yuzuriha qualche tempo prima.

-Ma questo vuol dire..!-.

-Esatto! Presto il liquido della resurrezione!-. Taiju non si fece ripetere due volte e lo versò, speranzoso. La pietra si ruppe subito dopo.

-La pietra si è rotta! Allora è possibile che...-.

-Forza svegliati, Senku! Non moriresti mai in un posto del genere! Non ora! Ne sono certo!-.

-Senku.. apri gli occhi, per favore! La tua scommessa... l'ho recepita forte e chiaro! Anche se tu possiedi una brutta fortuna... io le vinco sempre le scommesse!-.

Rispettivamente Yuzuriha, Taiju e Hana lo avevano accerchiato e lo chiamavano ad alta voce, sotto la pioggia, mentre speravano con tutti loro stessi in quel miracolo scientifico.

In quel momento, smise di piovere e i tre spostarono il loro sguardo da Senku al cielo, notando come la pioggia e i tuoni avevano attutito le loro grida e che, adesso, dovevano stare attenti per non farsi sentire da Tsukasa. In quell'esatto momento, sentirono una risata a loro conosciuta e si voltarono tutti e tre, di nuovo, verso Senku con le lacrime agli occhi.

-Sono colpito... sei riuscita ad intuire la situazione del mio collo solo da quel minimo indizio, non è vero, Ivy?- Senku, da seduto e con gli occhi cremisi pieni di luce, guardava il trio con un ghigno stampato in faccia. -Beh... tutti e tre vi meritate dieci miliardi di punti!-.

Gli occhi color oro di Hana si fecero lucidi nuovamente, mentre un ghigno tremante si faceva strada sul viso della ramata.

-Beh.. lo avevi detto tu stesso... che era illogico impanicarsi!-.

La ragazza si sentiva felice, mentre le lacrime le cadevano silenziose sulle guance. Rise nel vedere Taiju stritolare Senku, e questo ultimo spostarlo via malamente. All'improvviso, le vennero in mente le parole del ragazzo della sera prima. Aveva avuto ragione anche quella volta: Senku non sarebbe andato da nessuna parte.
 

**
 

-Adesso Tsukasa crede che io sia da qualche parte all'altro mondo, mentre io saprò sempre la sua posizione. Riuscite a pensare ad un vantaggio migliore di questo? Perciò voi tre vi unirete al suo impero come spie!-.

Immediatamente, Senku si mise a spiegare il loro piano di azione contro Tsukasa, insieme alla missione extra che sussurrò solo a Yuzuriha e Hana (Taiju avrebbe mandato tutto all'aria se sapesse di quel dettaglio). Yuzuriha e Taiju annuirono subito, dicendo che avrebbero fatto del loro meglio. Hana, però, era rimasta pensierosa per tutto il tempo. Ad un certo punto, annuì verso se stessa e alzò la mano destra in alto, catturando l'attenzione dei tre, che ancora stavano confabulando sul loro futuro piano.

-È un ottimo piano e tutto... ma c'è un piccolissimo dettaglio che non dovrebbe essere tralasciato- disse Hana con tono calmo e abbassando la mano. I suoi tre amici la guardarono con uno sguardo interrogativo.

-Che dettaglio?- domandò Senku per tutti e tre.

-Non credo che qualcuno come me, che ha espressamente richiesto la propria morte piuttosto che seguire Tsukasa, possa andare dalla sua parte come se niente fosse... capirebbe in un nano secondo il nostro piano, no? Ha più senso fingere che io, Taiju e Yuzu ci siamo litigati e divisi...- rispose la ramata con nonchalance, ad occhi chiusi e braccia incrociate. Taiju e Yuzuriha sobbalzarono, un'aria di comprensione nel loro viso.

-AH! È vero!- aveva esclamato Taiju e Yuzuriha annuì appresso.

-Giusto! Me ne ero quasi dimenticata pure io-.

Senku era sbalordito. -Che.. che cosa hai fatto?!- esclamava, cercando di trattenersi, mentre Yuzuriha gli spiegava in breve cosa era successo poco prima fra Tsukasa e Hana.

-Per questo, è meglio se le spie siano solo Taiju e Yuzu. Io ti seguirò a reclutare gente per il regno della scienza. È la cosa migliore e più logica da fare, no?- continuò Hana, non curante dello shock dentro Senku.

-Aspetta, cosa—.

Senku fece per risponderle, ma Hana lo aveva bloccato, puntando le sue serie iridi dorate, da gatto, su quelle profonde cremisi di lui.

-Ti avrei seguito comunque, anche senza questo problema con Tsukasa. Ci conosciamo fin da piccoli, Senku. Non sei solo un amico per me, sei diventato un fratello... è ovvio al millemila per cento che avrai bisogno di me e della mia versatilità per reclutare persone!- i suoi occhi brillavano, la sua voce era chiara e limpida, quasi come se Hana si fosse tolta un peso sulle spalle, dicendo quelle parole.

Aveva sempre amato aiutare gli altri, ma crescendo questa sua indole era diventata qualcosa che l'appesantiva dentro, proprio come un veleno, che agiva lentamente e gradualmente. L'unica persona che non le sortiva quell'effetto era proprio Senku. Il loro rapporto si era sempre basato sull'aiuto reciproco: la ramata sapeva sempre che il ragazzo ci sarebbe stato, anche se lei avesse incasinato qualcosa. Quella consapevolezza la portava, stranamente, a fare del suo meglio, proprio perchè sapeva che Senku non l'avrebbe mai giudicata male e non l'avrebbe mai tradita. L'affetto che provava per lui, Hana lo sapeva, andava ben oltre l'amore romantico che da sempre ricercava: era qualcosa di simile ad un amore familiare. Prima non mentiva, Senku per lei era davvero un fratello. Era famiglia. Proprio per questo motivo, Hana si mise a fissarlo con un'espressione che esprimeva quanto lei non avrebbe accettato alcuna risposta negativa. L'avrebbe persino seguito di nascosto, anche se lui non voleva!

Senku aveva compreso quei suoi sentimenti. Per questo motivo, non potè far altro che sospirare con la testa abbassata, prima di rialzarla, mostrandole il suo solito ghigno. Gli ricordava quella volta che, in prima elementare, aveva deciso da sola che l'avrebbe seguito, letteralmente, fin dentro le profondità dello spazio sconfinato. Proprio come quella volta, lui non sarebbe mai riuscito a dirle di no. Probabilmente, si disse il ragazzo, la viziava troppo.

-Fai come vuoi- aveva esclamato, facendola gioire. -Tanto mi seguiresti comunque, anche se dicessi di no-.

Hana ridacchiò sù, per risposta. -Ovviamente!-

Senku era sicuro che, con quella risposta, la ragazza si riferisse ad entrambe le sue affermazioni: non sapeva se esserne contento oppure no. Però, sapeva che la cosa non gli importava.

-Perfetto!- esclamò Taiju -Da questo momento, io e Yuzuriha saremo le spie all'interno dell'impero di Tsukasa... mentre voi, Senku e Hana, creerete un esercito rivoluzionario. In poche parole, combatteremo su due fronti-.

Senku ridacchiò. -Esattamente. Dovremo dirci addio con le lacrime agli occhi- disse con sarcasmo, prima di dividersi tranquillamente in due piccole coppie in direzioni opposte. Hana salutò con un sorriso i suoi amici, prima di raggiungere Senku, che intanto aveva iniziato ad incamminarsi.

I due restarono in silenzio per i primi minuti, fin quando la voce lontana di Taiju non li fece bloccare. Quando si girarono, lo videro che li guardava con il pugno destro chiuso, alzato più in alto che poteva.

Hana sorrise, mentre sentiva Senku sogghignare.

-Dovrete attendere un altro po' per il nostro ritorno. Ma avete già aspettato 3700 anni... in confronto, cosa sono pochi mesi o qualche anno?- aveva esclamato, mentre prendeva la bandiera del regno della scienza e lo sventolava in alto, come risposta verso Taiju.

Hana, di ricambio, alzò il suo stesso pugno, più in alto che poteva, saltellando sul posto e con il suo sorriso stampato sulle labbra. Concordava con tutto ciò che Senku aveva detto: il loro regno della scienza, alla fine, avrebbe trionfato!
 

**
 

Hana e Senku stavano tranquillamente camminando. La ramata si era portata le mani a tastare i suoi capelli, affermando di doversi creare un altro fermaglio (al posto di quello che aveva perso), quando sentirono un rumore che aveva bloccato entrambi. Videro un albero cadere all'improvviso e, con uno scambio veloce, i due decisero di andare a controllare.

C'era una ragazza, bloccata sotto il tronco dell'albero.

-Hey, ma voi siete... una delle due ragazze coraggiose di prima e lo stregone gentile che ha cercato di salvarle... allora sei sopravvissuto!-.

Hana non aveva esitato un istante ad avvicinarsi e provare ad alzare il tronco con le sue forze. Dall'altro lato, anche Senku provava con un bastone a fare leva per alzare il tronco. Entrambi senza riuscita.

-È troppo pesante, come la liberiamo?-.

-So cosa fare- aveva risposto il ragazzo ad Hana, prima di rivolgersi alla bionda intrappolata. -Riesci a resistere fino a sera? Se non ce la fai userò la poca polvere da sparo che resta per far saltare via il tronco. Però se riesci a resistere... anche se ci metteremo tanto da farti preferire di morire, riusciremo sicuramente a liberarti! Sei l'unica a poter rispondere a questa domanda! Quale delle due opzioni scegli, decidi!-.

La bionda li guardava con aria decisa. -Si, i miei organi e le mie ossa stanno bene. Posso resistere!-.

Hana sorrise alla pronta risposta della bionda. -È l'ora del mio esperimento preferito! Dimmi cosa devo fare di preciso e te lo creo in un attimo- Hana si rivolse subito a Senku e, insieme, cominciarono a costruire quello che serviva, senza perdere un secondo. Cercarono di fare più in fretta che potevano, ma alla fine era pomeriggio inoltrato quando, con il tramonto alle loro spalle, riuscirono a completarlo: la carrucola. Era di un materiale grezzo, certo, ma sarebbe bastato. La bionda li aveva fissati per tutto il tempo da dove era intrappolata e, adesso, aveva un brillio sorpreso sui suoi occhi blu.

In un attimo, usufruendo dei pesi di Senku e Hana, riuscirono ad alzare il tronco, liberandola.

-Questo non ha niente a che vedere con la saggezza di quell'Archi qualcosa... è opera vostra, compiendo passo dopo passo, risolvendo un problema dopo l'altro e combinando le risposte... la vostra fede incrollabile... Mi chiamo Kohaku e credo di essermi innamorata di voi due-.

Senku e Hana la guardarono scioccati.

Il primo fece un verso disgustato. -Che schifo, ma ti sei seriamente innamorata in una situazione del genere? E di tutti e due poi?-.

-Scusami, ma non posso darti una risposta, così su due piedi quando nemmeno ti conosco!- aveva risposto Hana, cercando di rifiutarla con garbo e con una reazione contraria a quella del ragazzo, nonostante il rossore in viso e le mani sulle guance, cercando di nascondere il suo gongolamento e l'emozione interiore.

-Avete completamente frainteso! Stavo cercando di dire che mi piacciono le persone come voi e che mi piacerebbe lavorare con voi!-

-Ah, in questo caso mi fa piacere... essere innamorati è la principale fonte di illogicità-.

-Eeeh... ha senso! È un peccato... ma capisco!-.

 

Si era fatta sera e, dopo aver acceso un fuoco e mangiato qualcosa, Hana si addormentò rapidamente: era stata una giornata così caotica, che la fatica l'aveva rapidamente presa non appena aveva chiuso gli occhi. Senku sospirò nel vedere che non si era completamente coperta e sistemò meglio il sacco a pelo della ragazza.

-Hey... siete fratello e sorella, voi due, per caso?- aveva chiesto Kohaku, incuriosita.

Senku ci riflette sù un attimo, prima di risponderle, ricordando di quello che Hana gli aveva detto prima di dividersi da Taiju e Yuzuriha.

-...Ci conosciamo fin da piccoli, Senku. Non sei solo un amico per me, ma sei diventato un fratello... è ovvio al millemila per cento che avrai bisogno di me e della mia versatilità per reclutare persone!-.

-...si. Hana è mia sorella.- rispose, prima di distendersi e provare a dormire.

Kohaku non rispose, ma Senku le aveva appena, inconsciamente, ricordato della sua, di sorella: Ruri.

 

-Quel ragazzo dai capelli lunghi di ieri... state combattendo contro di lui, giusto?- aveva detto loro Kohaku, mentre raccoglieva la grossa brocca piena zeppa di acqua termale. -Posso aiutarvi, non posso mica correre con la coda fra le gambe-.

-Esatto- aveva annuito Senku, mentre le parlava del paese governato dalla scienza che lui e Hana intendevano costruire.

-Ma veniamo al dunque. Abbiamo bisogno di forza lavoro.-

-Allora dovresti seguirmi! Avevo intenzione di tornare al villaggio dopo aver raccolto l'acqua calda.-.

-A proposito, ma a che ti serve quest'acqua?- aveva chiesto Hana, che era rimasta in silenzio a fissarla riempire la grande brocca.

-Per un bel bagno caldo non appena arrivata a casa per recuperare le forze- le aveva risposto, pensierosa.

La ramata fece un verso di comprensione, mentre Senku la guardava sorpreso. -Non importa dal punto di vista in cui ti guardo, sei il ritratto della forza stessa. Perchè mai una leonessa vivace come te avrebbe bisogno di recuperare le forze?-.

Il commento fece saltare un nervo alla ragazza. -Non sono una leonessa! E non serve a me, ma a mia sorella maggiore!-.

Hana la fissava, mentre la bionda prendeva in braccio la brocca piena d'acqua e addolciva la sua espressione pensando alla sorella.

-Ad essere sincera, mia sorella è solo una palla al piede. Specialmente la sua salute, ultimamente non sta per niente bene. Vorrei solo scambiare il mio corpo sano con il suo...-.

-Quel vaso dovrebbe contenere meno di 50 litri d'acqua. Non è affatto sufficiente per farsi un bagno. Portare qualcosa di così pesante... più volte per lo stesso tragitto... giorno dopo giorno- aveva commentato Senku, mentre Hana annuiva alle sue parole.

Con uno strappo al cuore, l'avvicinava, prendendole le mani che reggevano la brocca e un brillio determinato sui suoi occhi color oro.

-Ti aiuterò io, possiamo fare un poco all'uno durante il viaggio! E poi le tue ferite non sono guarite del tutto! Quando arriveremo al villaggio, vedrò personalmente tua sorella e che ha di male! Ho letto tantissimi libri di medicina, forse posso aiutare!- esclamava Hana tutto d'un fiato, travolgendo Kohaku.

-Dici sul serio? Puoi davvero aiutarla?-.

Hana annuì determinata, prima di prendere in mano il grosso vaso. Le tremavano le braccia e aveva già la faccia rossa per lo sforzo. Non aveva creduto che fosse così pesante, ma poteva farcela.

-Dai... fai... strada...!- disse arrancando, incamminandosi senza voler fermarsi. Aveva detto di aiutarla a portarlo e lei lo avrebbe fatto.

-...Sei sicura, posso portarlo io- aveva cercato di dirle Kohaku, ma Hana la bloccò, cercando di sorriderle.

-Tranquilla... non devi... sforzarti...-.

-Non ti posso vedere, dai qua, lascia fare a me- aveva sospirato Senku. La ramata non ebbe, però, il tempo di avvisarlo, che lui le strappò via il vaso... per essere schiacciato immediatamente dal peso.

-Se solo mi avessi lasciato avvisare...- sospirò Hana.

Kohaku, accanto a lei, aveva la stessa espressione in viso. -Forse sei tu quello che non dovrebbe sforzarsi-.

-In questo mondo di pietra, sono tutti gorilla tranne me? Persino Ivy...-

-Gorilla? Leonessa era decisamente più carino!-.

-Io preferirei essere una scimmietta... sono così carine!-.

-Non è questo il punto, voi due!-.

Senku, alla fine, con l'aiuto della ramata, costruirono in poco tempo una specie di macchina, con le ruote della carrucola che avevano costruito il giorno prima. Era decisamente grezzo e Hana ci salì sopra solo perchè costretta, ma non odiava la velocità con cui stavano andando, nonostante fosse decisamente sopra la media. Era bello, poi, vedere la faccia e la reazione estasiata di Kohaku, la quale saliva per la prima volta su un macchinario del genere.

-Siamo arrivati, Senku, Hana!- esclamò la bionda, ad un certo punto.

L'arrivo non fu dei migliori (finirono a gambe all'aria e il prototipo di macchina distrutta), ma la vista fece dimenticare a Senku ed Hana del dolore della brusca frenata.

-Benvenuti al mio villaggio!-.

***

 

 

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Capitolo 7
*** Il villaggio e Chrome lo stregone ***


Capitolo Sette:

Il villaggio e Chrome lo stregone

 

Hana e Senku guardarono il posto con una espressione sorpresa. Mentre Kohaku diceva loro che erano in tutto 40 abitanti, i due si fissarono, capendo di pensare la stessa cosa: si stavano ponendo le stesse domande. Da dove provenivano?

Avevano raggiunto un ponte di legno, quando stavano per essere attaccati da due figure. Kohaku li intercettò subito.

-Kinro, Ginro, non attaccateli! Mi hanno salvato la vita!-.

Hana, da dietro accanto a Senku, li osservò: erano due ragazzi, uno biondo e più basso, l'altro più alto, ma castano. Entrambi avevano in mano una lancia. "Le guardie del villaggio?", si domandava Hana.

Il biondo fu il primo a parlare.

-Sai benissimo che non è permesso, Kohaku. Sono le regole. È vietato l'ingresso agli stranieri, così è stato deciso, no? Farai arrabbiare il capo-.

L'altro lo seguì a ruota. -Lo dirò nel modo più semplice possibile: le regole sono regole. Non esistono esseri umani fuori dal villaggio, così loro due devono essere stati in passato dei criminali che sono stati esiliati. Non possiamo lasciarli entrare, anche se ti hanno salvato la vita.-.

-Oh, sembra proprio che non abbia altra scelta... volete combattere contro di me, in questo preciso momento? Ooooh, che guaio! Due contro uno, avete un vantaggio schiacciante!- aveva esclamato Kohaku, minacciosa, facendo tremare il biondo e sudare freddo l'altro.

Hana fissava Kohaku con occhi estasiati, pensando quanto fosse fantastica quella ragazza. Senku inizialmente sospirò alla reazione della ramata, poi si avvicinò all'acqua calda del vaso, facendosi prestare il sapone che Hana teneva nel suo borsello fatto a mano, che aveva all'altezza della vita.

-Sembra che la situazione si stia riscaldando parecchio. Come se non bastasse stai facendo una faccia spaventosa-.

Hana sorrise, mentre fissava la faccia sogghignante di Senku. Aveva compreso immediatamente cosa volesse fare per sorprendere persone native che non conosceva la scienza e che la scambiavano per stregoneria: bolle di sapone.

L'effetto fu immediato e proprio come Hana immaginava: si erano messi a guardare con sospetto e quasi con meraviglia le bolle, per farle poi scoppiare.

-Eeeh, quindi sono a questo livello- commentò Senku. Hana non rispose perché stava cercando di trattenere il sorrisetto che le era uscito.

-Perfetto! Indottrinerò con la scienza tutto il villaggio e le renderò mie alleate!- continuò ad alta voce Senku, mentre Kohaku lo fissava stranita, commentando che era lui, adesso, ad avere una faccia spaventosa.

-Se questo è il tuo piano per cominciare, allora devi andare da Chrome!-.

-Chrome?-.
 

**
 

-Ehi Chrome!-.

Il ragazzo biondo stava correndo per chiamarlo, quando era arrivato un altro ragazzo, con i capelli castani e una specie di bandana sulla fronte.

-Non temere Ginro, sono già pronto! Li stavo osservando e sono arrivato di corsa!- poi si girò, rivolgendosi verso Senku e Hana. -Yo! Mi chiamo Chrome e sto per farvi perdere la testa! Io sono... il magnifico stregone!—.

-Contaci... io sono Senku, lo scienziato-.

-Hana, scienziata e tuttofare del gruppo! Piacere!-.

-Sembra che le voci abbiamo un fondo di verità. Ci risparmi la fatica di cercarti- aveva esclamato Kohaku.

-Kinro, Ginro, non fatevi spaventare da questi trucchetti da quattro soldi. Queste robe potete farne a volontà con la liscivia del carbone!-

L'affermazione di Chrome sorprese Senku e Hana. Mentre Chrome e Kinro conversavano, il primo dicendo al secondo di non interferire in un duello di stregoneria, il suo punto forte, Hana fissava la scena in silenzio con un brillio incuriosito.

-È pericolo sfidarci qui, gli altri abitanti del villaggio potrebbero venire coinvolti. Andiamo da un'altra parte!- aveva esclamato Chrome.

Li portò in uno spiazzale aperto lì vicino, con una casa di legno costruito su dei spintoni.

-Bene, aspetta un attimo! Ci metterò solo un secondo!- dicendo questo, Chrome entrò in un lampo dentro la casa.

Era logico per tutti lì che, in realtà, doveva prendere qualcosa che teneva lì, lo scontro era solo una scusa. Hana trovò, comunque, la cosa adorabile. Come adorabile era lo scontro fra i due, tra semplici reazioni al calore e con una palla di zolfo come generatore elettrostatico. Senku spiegava cosa faceva e Hana faceva commenti su quanto fossero adorabili quelle reazioni da esperimenti delle elementari.

-Chrome... in questo villaggio primitivo hai pensato a tutto questo da solo?- aveva chiesto Senku alla fine. -Quelli dentro al tuo magazzino... i minerali utili e i materiali scientifici... li hai raccolti tutti per conto tuo?-.

-Proprio così! Cosa ne puoi sapere tu!- rispose Chrome. -Fin da bambino ho raccolto tutto quello che mi circondava. Poi li prendevo, li sbattevo contro l'altro, li mischiavo, li bruciavo... e se succedeva qualcosa di strano, quella era stregoneria! Cos'altro potrebbe essere!-.

Hana sorrise a quello che il ragazzo aveva detto. Sapeva benissimo, anche senza vederlo, cosa pensava Senku e anche lei concordava. Tsukasa non avrebbe potuto estirpare del tutto la scienza dal mondo!

-Allora, dovresti unirti al nostro gruppo!- disse Hana, sorridendo in modo sornione.

-Che cosa?- aveva provato a dire il castano, sorpreso dalle parole della ragazza, ma Senku gli si avvicinò con un ghigno.

-Ivy ha ragione, di questo passo sarai una delle persone che verrà sicuramente uccisa da Tsukasa. La tua unica scelta è di unirti al regno della scienza!- esclamò, prima di fissare la casa. -E ovviamente donerai questo tuo magazzino scientifico al regno!-

Hana annuì, sempre divertita. -Mi pare logico-.

Ma Chrome li bloccò: prima lo avrebbe sfidato in un'ultima sfida con in gioco il magazzino e se stesso. Oggetto di questa era l'aritmetica.

Hana seppe subito chi sarebbe stato il vincitore, perciò non si meravigliò nel vedere Chrome, a terra, sconfitto.

 

Entrando dentro il magazzino di Chrome, Senku e Hana avevano entrambi un brillio eccitato negli occhi.

-Guarda quanta varietà di campioni... devi aver passato anni a raccoglierli!- esclamava Senku, fissando i minerali, pietre e tutta la vasta collezione del castano. Da dietro Hana annuiva e aveva puntato i suoi occhi sulle erbe (notando che fossero tutte erbe medicinali) che aveva raccolto.

-Oddio, hai anche una vasta varietà di erbe! Emerocallide, coptide... wow! Con questa puoi farci una tisana rilassante... e quest'altra, invece, è ottima per arrossamenti e punture di insetti... Sei fantastico, Chrome!—.

Anche Chrome gongolava emozionato. -Quando si tratta della mia collezione, nessuno può battermi!-.

Tutti e tre esaminavano e commentavano i materiali emozionati, sotto gli occhi di Kohaku, Kinro e Ginro che non capivano il perchè di tutta quella eccitazione. Alla fine, i tre si allontanarono: Kohaku per andare dalla sorella a darle il vaso pieno d'acqua calda, mentre Kinro e Ginro ritornavano al loro posto di guardia. In uno degli esperimenti, Senku aveva persino immerso la lancia di Kinro nel recipiente, rendendolo d'oro, dopo averlo riscaldato sul fuoco.

-E quale sarebbe l'utilizzo di questa stregoneria?- aveva chiesto la guardia. Senku scrollò le spalle.

-Nulla di che... però ti chiami Kinro con il kanji di lupo dorato, giusto? Non credi che una lancia d'oro sarebbe perfetta per te?- aveva detto.

Ovviamente era un modo per cercare di averlo dalla sua parte. E anche se Kinro diceva di non essersi venduto, per Hana era logico che gli piaceva davvero tanto quella lancia dorata e che, magari, sarebbe stato un poco più flessibile verso la loro parte.

-A proposito, Chrome... come mai hai solamente erbe medicinali?- aveva chiesto Hana, una volta che i tre ritornarono dentro il magazzino.

Il ragazzo assunse un'aria triste.

-Si, beh, le ho raccolte, ma non ero sicuro della loro efficacia. Sono stato l'unico abbastanza folle da volerle testare, così le ho testate su me stesso. Se posso curare la malattia di Ruri, raccoglierò tutto il necessario. È per questo che sono diventato uno stregone!-.

Hana abbassò la testa, triste per quella situazione. Aveva immaginato che fossero per la sorella maggiore di Kohaku.

-Io non mi considererei un'esperta, ma so tante cose sulla medicina. Come ho detto a Kohaku... se solo potessi vederla, potrei visitarla e capire che cosa abbia...!-.

"E sperare di poterla curare...", concluse Hana mentalmente.

-Potresti sul serio farlo?- esclamò subito Chrome alle parole di Hana. -Esiste davvero una stregoneria... cioè una scienza, che può salvare Ruri?-.

-Beh, esiste una sorta di cura per tutto, ma non abbiamo il materiale necessario per produrlo- aveva risposto Senku, dopo che Hana gli aveva lanciato uno sguardo.

Successivamente, il ragazzo, aiutato da Hana, passò ad illustrare a Chrome del mondo moderno di 3700 anni fa e del giorno fatidico in cui tutte le persone del mondo si sono tramutate in statue. Alla fine del racconto, il castano era scoppiato in lacrime dal nervoso.

-Chi è stato a causare la pietrificazione? Se scopro chi è, giuro che lo ammazzo! Non ti fa bruciare dalla rabbia? Quello che i miei antenati hanno lentamente costruito in milioni di anni... quella assurda, folle civiltà scientifica! Completamente distrutta, in un istante! Come potrei rimanere impassibile di fronte a ciò!-.

Hana gli sorrise, intenerita dalla rabbia e dal nervoso che provava quel ragazzo per aveva appena scoperto tutto. Per questo motivo, non riuscì a controllarsi e gli mise una mano fra i capelli, scompigliandoli un poco, proprio come faceva una volta con il suo piccolo fratellastro Ikki.

-Non preoccuparti, Chrome!- esclamava Hana. -Non so che piani aveva quel tipo che ha pietrificato il mondo, sempre se sia stato una persona... ma io e Senku, siamo liberi! I nostri ricordi sono intatti! Per questo quella civiltà scientifica non è persa! E non si tratta solo di noi due, vero Senku?-.

La ramata voltò lo sguardo verso l'espressione ghignante dell'amico.

-Esattamente! Sono anche dentro di te, dico bene Chrome?-

Hana tolse le mani dal capo del castano, sorridente, mentre questo annuiva deciso.

-Vi aiuterò a costruire il regno della scienza! Creerò una medicina straordinaria e curerò la malattia di Ruri!-.

 

***

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Capitolo 8
*** Per la panacea della scienza ***


Capitolo Otto:

Per la panacea della scienza

 

Hana sorrise nel vedere Kohaku e Chrome, pieni di speranza, chiederle cosa servisse per curare Ruri. Prima, lei e Senku ne avevano parlato e l’unica cosa possibile era solo una.

-Abbiamo bisogno di antibiotici- aveva esclamato la ramata e Senku si mise a spiegare per lei.

-Uccidono i batteri che investono il corpo umano: la panacea della scienza!-.

Hana si mise una mano nella guancia destra, sospirando. -Purtroppo non posso entrare nel villaggio e visitarla… ma non possiamo nemmeno farle un esame del sangue per come siamo messi. Di conseguenza, non posso sapere con precisione che malattia possa avere… possiamo, però, fare un tentativo!-.

A quelle parole, Chrome e Kohaku partirono in quarta, chiedendo cosa avesse bisogno. Hana rimase quasi scioccata nel vedere come non dubitassero nemmeno un secondo delle sue parole, o di quelle di Senku. Era, però, una bella sensazione, lei non poteva negarlo.

Senku, allora, si mise a spiegare come non avessero gli strumenti necessari e, per quel motivo, avevano solo due modi per produrre l’antibiotico e ne avrebbero scelto solo uno, quello più efficace per la loro situazione: produrre il sulfamidico usando le rocce.

-Se la situazione è questa allora… la risposta è ovvia no?- esclamava Chrome e Senku gli rispose, con il suo solito tono.

-Dovresti saperlo ora, no? Noi non siamo né Dei né geni. Un passo alla volta, è questo il modo in cui lavoreremo per creare tutto ciò.-.

Così avrebbero intrapreso il cammino della roccia.

 

 

Senku e Hana si misero a spiegare meglio le leggi della natura e tutto quanto. Ci misero un’intera giornata, ma alla fine scoprirono varie cose. Come l’asse spostato del pianeta e il magnete di Chrome.

Hana era rimasta parecchio sorpresa, da quelle nuove informazioni.

L’indomani si misero tutti e quattro a cercare sabbia ferrosa nel fiume.

-Wow! Guardate quanta sabbia nera!- esclamava Kohaku emozionata e Hana sorrise alla reazione della ragazza. L’alba dell’era del ferro era finalmente giunta!

Mentre Kohaku urlava contro i due ragazzi che si erano fermati, di continuare a lavorare, Hana sospirava, pensando a come le sarebbe piaciuto avere più persone ad aiutarli: la loro mappa era davvero lunga e non sapeva fin quando Ruri sarebbe riuscita a resistere.

In quel momento notarono un’anguria che si avvicinava verso di loro e la ramata si mise a fissarla, incuriosita. La curiosità crebbe, soprattutto quando, da quell’anguria, ne era appena uscita una bambina.

-Suika! Che ci fai qui, ci hai seguiti?- le domandava Kohaku, curiosa, mentre Senku chiedeva chi fosse a Chrome.

-È un soprannome credo, perchè indossa sempre quel guscio di anguria- rispose, prima di notare il magnete che la bambina aveva in mano, strappandolo dalle sue mani.

-Ah, dannazione hai preso uno dei miei magneti senza chiedere?!-.

Ma notarono che non fosse un magnete ma sabbia ferrosa.

-Suika… vuole solo aiutare.- cominciava a dire la piccola. -Visto che ho sempre questo guscio in testa, non sono mai utile a nessuno… probabilmente sarò così anche quando sarò grande… è per questo che quando vedo qualcuno in difficoltà…-.

Senku la bloccò. -Va bene, piantala col monologo…-.

Hana sorrise sornione, sia perchè sapeva cosa Senku avrebbe detto, sia perchè quella Suika le era immediatamente entrata dentro. Comprendeva davvero, dopotutto, la voglia di aiutare il prossimo della bambina.

-Parlando seriamente, ti sono riconoscente. Il regno della scienza non ripudia nessuno. Accetteremo tutto l’aiuto possibile, piccolo o grande che sia.- Senku si avvicinò, dandole in mano la sabbia ferrosa. -Poi una nanerottola come te è dieci milioni di volte perfetta per raccogliere la sabbia ferrosa. Dacci dentro, Suika-.

Anche Hana si avvicinò a lei, facendole un grosso sorriso e accarezzandole il guscio di melone in modo dolce.

-Grazie per il tuo aiuto! Ti siamo davvero grati!-.

Così Senku e Hana continuarono a raccogliere sabbia ferrosa.

-È la prima volta… che qualcuno non chiede a Suika del suo guscio. Devono aver capito che Suika non vuole mostrare il suo viso e non hanno affrontato il discorso…!- rifletteva ad alta voce la bambina, contenta e un poco imbarazzata per come la gentile ragazza ramata le aveva accarezzato la testa (era la prima volta che le succedeva e ne era rimasta davvero felice).

Chrome e Kohaku, invece, si fecero immediatamente stroncanti.

-Hana può darsi… è gentile e carina, dopotutto… ma Senku non lo conosci bene, gli stai dando troppo credito- aveva detto la biondina.

-È vero, Hana è un angelo a confronto… a Senku non importa l’aspetto, basta che si uniscano a lui- fece, invece, il castano, concordando con Kohaku.

-Suika raccoglierà un sacco di sabbia nera!- si mise ad esclamare la piccola, prima di partire in quarta.

-Ma chi sei Momotaro? Vedi di non affogare!- le urlò appresso Chrome. Quelle urla, però, bloccarono Senku e Hana, i quali si fissarono interrogativi, prima di voltarsi verso Chrome.

-Conoscete Momotaro?- aveva domandato Hana e Senku l’aveva seguita a ruota.

-Ma non conoscevate né Dragon Quest né Monster Hunter… chi è stato a raccontarvela?-.

Fu così che compresero: era Ruri quella ad aver loro raccontato di Momotaro, ma non solo. Conoscevano tante altre storie, con moltissimi riferimenti della loro epoca, che Hana e Senku non comprendevano. Come, infatti, facesse lei a sapere di quelle cose? Divennero entrambi sempre più curiosi di conoscerla.

Soprattutto se piaceva a Chrome, come i due avevano appena intuito dalle parole di Kohaku, mentre lei spiegava quanto il ragazzo facesse tenerezza da quel punto di vista.

 

 

Dopo aver raccolto la sabbia ferrosa, si misero a lavorare il ferro. O almeno ci provarono. Nel tentativo, finirono così stremati, che ebbero un urgente bisogno di trovare dell’ulteriore forza lavoro: fu così che entrava in azione detective Suika. La piccola, verso sera, ritornò raccontando loro cosa avesse scoperto, mentre cenavano. Le prime  notizie riguardavano le tre sorelle scintillanti: Garnet, Sapphire, Ruby. In sostanza, volevano un fidanzato.

-Beh, le capisco- aveva commentato Hana a se stessa, a bassa voce. Aveva iniziato ad intagliare con un piccolo coltello un pezzo di legno per farne un fermaglio. Non ne poteva più dei capelli sciolti che le solleticavano il viso, distraendola.

-Aah, certo che le donne parlano proprio a sproposito. Per questo le odio- commentò invece Chrome. Kohaku gli fece notare che anche lei, Ruri ed Hana erano donne, domandandogli se odiasse anche loro.

-Cosa c’entra, Hana è troppo gentile e pura per essere odiata… mentre tu, Kohaku, a differenza sei un gorilla-.

Hana cercò di ignorare, imbarazzata, il commento di Chrome (non riusciva affatto a vedersi come lui l’aveva descritta), mentre Kohaku quasi lo prese a pugni.

Mentre continuavano la conversazione di prima, a Senku venne un’idea per attirare persone usando il cibo e Hana comprese immediatamente cosa intendesse.

-Puoi farcela, Ivy?- le disse ghignando e la ramata rispose con un sorriso sornione.

-Dammi gli ingredienti e creerò una pietanza deliziosa!- gli rispose lei, imitando il suo ghigno. Gli altri tre, osservandoli, compresero quanto fossero simili, nonostante le differenze sostanziali fra di loro. Hana poteva sembrare un angelo, con tanto di ali bianche ed aureola, mentre Senku poteva somigliare ad un diavoletto con corna, coda appuntita e ali nere… ma questo non aveva assoluta importanza.

Non era per nulla difficile, per quel trio, credere che fossero fratelli.

 

 

Il giorno seguente…

-Non penserete mica di creare del cibo?-.

-Quella mica è scienza-.

Mentre Hana si era messa a spiegare a Kohaku e Chrome il motivo per cui anche la cucina sarebbe scienza, in modo abbastanza euforico, Senku fissava l’oggetto che Suika teneva in mano per giocare col suo cagnolino. Ebbe immediatamente un’idea.

-Ivy… che ne dici del pabbio? Puoi cucinarlo?-.

Hana si voltò a fissarlo un secondo, pensandoci un attimo, prima di sorridere entusiasta.

-Ci posso provare… ah, mi erano mancati i miei esperimenti culinari! Ok, ho deciso! Finalmente potrò offrirti quel piatto..!-.

Mentre cominciarono a cercare gli ingredienti, Senku sorrise nel vedere Hana pimpante alla prospettiva di cucinare: era da tanto che non la vedeva così. Aveva, ovviamente, capito che piatto intendesse cucinare la ramata: il caro vecchio ramen. Si ricordava, scuotendo la testa, infatti, della loro piccola, e allora quasi insignificante, promessa. Adesso assumeva tutto un altro valore. Il ramen di Hana… dopo tutti questi anni. Senku non vedeva l’ora di assaggiarlo.

 

Hana, guardando le reazioni di Kohaku, Chrome e Suika, credette immediatamente di esserci riuscita, positivamente, nel cucinare il ramen delizioso che voleva creare. Per lei, dopotutto, la cucina era sempre stato un piccolo hobby rilassante, come l’intaglio.

Hana sorrideva, godendosi le loro espressioni, mentre esclamavano ad alta voce quanto fosse buono e che fosse la prima volta che assaggiassero un cibo così delizioso. Quasi non credettero ci fosse del pabbio, dentro. La ramata, poi, si voltò verso Senku, curiosa di sapere la sua opinione, come sempre.

-Allora? Come ti pare?- le chiese lei, vedendolo continuare a mangiare con un sorrisetto sul viso.

-Prova tu stessa- le disse lui. Hana gonfiò le guance, non capendo perchè Senku non le dicesse chiaro e tondo la sua opinione, come era solito fare. Prese le bacchette e si portò un boccone in bocca.

Hana impallidì, mentre lo inghiottiva a malapena. Un conato di vomito le era quasi salito in gola. Prima di parlare nuovamente, cercò di calmarsi un attimo.

-Probabilmente è il ramen più brutto che abbia mai cucinato… come fanno a mangiarselo e a dire che sia buono?- disse Hana, con aria delusa, a Senku, il quale si era messo a ridere. Sapeva che la ragazza avrebbe avuto quella reazione.

-Questo ramen selvatico… per persone come loro, che non hanno mai assaggiato un piatto così sofisticato… andrà bene, si- gli rispose lui e Hana sospirò, prima di annuire. Non prima di promettersi di migliorarlo, ovviamente. “Che spezie potrei usare, questa volta?”.

 

 

Proprio come Senku disse, il ramen selvatico fu un successone. Aveva attratto tutti, i quali erano rimasti estasiati dal sapore unico, non immaginando come una ragazza straniera, come lo era per loro Hana, potesse creare una pietanza simile.

-Questo mi fa venire voglia di bere qualcosa… tipo cola-.

Hana e Senku si bloccarono sentendo quelle parole. Con uno sguardo fra loro si compresero all’istante. Lo sconosciuto, non essendo né un abitante né amico di Senku e Hana, venne immediatamente circondato da Kohaku, Kinro e Ginro, mentre la prima gli ordinava di rivelare chi fosse, e se fosse un alleato di Tsukasa. Hana lo fissava curiosa: quel tipo aveva un’aria familiare, ma non capiva dove lo avesse visto. La ramata non dimenticava facilmente il viso di qualcuno che aveva incontrato, con la memoria fotografica che si ritrovava.

Inizialmente, il tipo fece il finto tonto, dicendo che fosse sempre stato da solo, da quando si era liberato dalla pietra che lo imprigionava.

-AH!-. Improvvisamente Hana aveva urlato una esclamazione, facendo voltare tutti verso di lei.

-Ora ricordo! Certo che ti ho visto… in televisione! Sei Asagiri Gen! Il mio fratellino amava il tuo show e mi costringeva a vederlo con lui-Hana annuì contenta verso se stessa, felice di essere riuscita a collegare i dati. -Devo dire che non eri per niente male, eh!-.

-Beh, grazie per il complimento- gli fece il ragazzo, sorridendole.

Kohaku le chiese se fosse amico suo e Hana scosse la testa. Senku rispose per lei.

-Nah, è solo un mago che scrive libri spazzatura sulla psicologia-.

-Oh, hai letto i miei libri? Sono felice di sentirtelo dire… ma spazzatura? È piuttosto rude da parte tua…- rispose Gen.

Hana aveva annuito senza pensarci. -Si, ha ragione lui, stavolta, Senku. Non sai quanto mi hanno aiutata i suoi libri!-.

Mentre Gen la ringraziava, dicendo di essere contento che qualcuno li avesse apprezzati, e con un Senku che sospirava, scuotendo la testa…Hana si mise a sperare in una soluzione pacifica, per quella situazione.  Era, per caso, troppo idealista?

Come sarebbe andata a finire?

 

***

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