Familiare vita di Lucifer e Chloe.

di Arvistloe
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Sorpresa! ***
Capitolo 2: *** Favola moderna. ***
Capitolo 3: *** Benefici dell'amore per un cuore triste. ***
Capitolo 4: *** Momenti più o meno divertenti. ***
Capitolo 5: *** Piume magiche. ***
Capitolo 6: *** Un pazzo, un geloso, un padre acquisito. ***
Capitolo 7: *** Quando tutto crolla(1/2) ***
Capitolo 8: *** Quando tutto crolla (2/2) ***
Capitolo 9: *** Momenti più o meno divertenti (2) ***
Capitolo 10: *** Fortificare la famiglia. ***



Capitolo 1
*** Sorpresa! ***


Amenadiel, appena giunto nell'attico di Lucifer, fu informato da Mazikeen che Chloe aveva visto il volto demoniaco del re dell'inferno, che lo stesso aveva ucciso Cain
" Lucifer ora si trova alla centrale…"
Non le lasciò dire altro, precipitandosi alla centrale di polizia per impedire a Lucifer di fare qualcosa di sconsiderato per tornare nelle grazie di Chloe.

Centrale di polizia. Entrato nella centrale, subito Amenadiel uso la sua magia celeste per rallentare il tempo. Fu sorpreso sentire la voce di suo fratello Lucifer, gridare irritato
"Amenadiel ma che cavolo combini"

Lo vide vicino la piccola cucina della centrale, sempre elegantissimo, con le mani sui fianchi che lo guardava accigliato, ma Amenadiel notò anche qualcosa di nuovo nel fratello, era felice. Una felicità ancora più evidente quando Lucifer, dopo avergli detto
" Ma ti perdono per questo"
indicandogli un bricco del caffè rimasto a mezz'aria con la tazza di Chloe sotto, lo abbraccio sapendo quanto lui odiasse queste cose. Lucifero tornò al bricco mettendolo apposto sulla piccola tavola della cucina, mentre la tazza l'accarezzo leggermente sul bordo prima di metterla accanto al contenitore del caffè. Voltatasi verso Amenadiel, Lucifer gli domando, sempre con un sorriso allegro sul volto
" Cosa sei venuto a fare qui? Vedo che i poteri sono tornati"
Amenadiel annuì di si, aggiungendo
"Sinceramente non mi aspettavo di riavere poteri e ali. Sono ancora alla ricerca di risposte. Ora voglio solo portarti via di qua..."
Lucifer ridacchio
"... se Chloe non vuole più vederti dopo aver visto il tuo aspetto demoniaco, non devi ronzare attorno per riaverla nella tua vita. Può avere ancora più paura, dicendolo ad altri"
Lucifer sorrise scuotendo la testa "Non serve fare nulla per riaverla nella mia vita. Perché caro fratello stiamo insieme da quasi un mese..."
Era raggiante
"... Tutti sono a conoscenza della nostra relazione, naturalmente abbiamo omesso la parte tra paradiso e inferno. Fratello mi sento bene, anzi meglio di bene. Lei mi ama, senza paura o disgusto per la mia parte infernale, comprendendo che fu imposta da nostro padre. Non immagini che emozione quando ci presentiamo a qualcuno, per un caso o privatamente, sentirla dire che siamo partner sul lavoro e nella vita privata. Delle volte non servirebbe, ma lei non si vergogna di affermare con gioia la nostra relazione"
La sorpresa di Amenadiel era immensa.

Attico di Lucifer.

Lucifer convinse suo fratello Amenadiel a tornare nel suo attico, con la promessa che lui con Chloe gli avrebbero detto tutto. Nell'attico di Lucifer, Amenadiel trovò Mazikeen impegnata ad aggiornare un libro contabile del Lux. La demone non alzò neanche la testa dal libro, dicendo all'angelo
" Fammi indovinare..."
scrisse nel libro contabile
"... ha fatto di tutto per farti andare via dalla centrale ma soprattutto stava versando del caffè in una tazza per Chloe?"
Amenadiel annuì di si è Mazikeen rise
"Di certo sono andati nel magazzino prove della centrale o dove, per scopare"
"Cosa?"
Il demone donna gli spiegò che un pomeriggio, dopo aver consegnato un fuggitivo alla centrale, nell'attesa che lo avessero registrato, era andata alla scrivania di Chloe non trovandola. La cosa strana che vide sulla scrivania una tazza con del caffè tiepido e accanto un'altra tazza con dentro del whisky. Curiosa, decise di aspettare nascosta per vedere cosa sarebbe successo. Li vide uscire dal magazzino delle prove, sorridendo complici. Alla scrivania Chloe beveva il caffè, mentre Lucifer la tazza con il whisky " ...finalmente vorrei dire"
Amenadiel versò in due bicchieri dell'alcol, offrendo uno alla demone donna, brindando
" A quei due testoni che finalmente sono felici assieme" Maze accettò, bevendo a sua volta.
Qualche ora dopo, l'ascensore dell'attico si aprì.

CONTINUA

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Capitolo 2
*** Favola moderna. ***


Nell'ascensore dell'attico, Lucifer e Chloe si stavano baciando appassionatamente. Amenadiel, seduto nel divano, era un po' in imbarazzo, mentre Maze seduta in una poltrona, gridò ai due innamorati
"Ma basta! Riposatevi un po"
Chloe lasciò le labbra di Lucifer per nascondere il viso nel petto di lui che disse accigliato a Maze
" Sei sempre una rovina momenti belli…"
Vide il fratello
"...Amenadiel, come promesso ti racconteremo ogni cosa"

Uscirono dell'ascensore, sedendosi Chloe nel divano alla destra di Amenadiel e Lucifer dietro la sua amata detective. Fu Chloe a iniziare il racconto di come l'amore si era rivelato.

Ricordo del giorno, morte di Cain.

Lucifer aveva ucciso Cain. Sentì dei passi veloci avvicinarsi, Lucifer si voltò vedendo con sollievo che era Chloe, stava bene. Lei lo fissava sorpresa, dicendo
"Era tutto vero...tu sei il diavolo"
si disse che forse era sotto shock vedendo Cain morto, ma bastò guardarsi le mani per capire che la sua natura demoniaca, il suo aspetto da inferno si era rivelata. Comprese perché Cain sorrideva soddisfatto prima di morire. Risparmio un urlo al cielo per non spaventare ulteriormente Chloe, ripetendo
" No maledizione, non ora in questo momento"

Lucifer non osava alzare lo sguardo verso Chloe, immaginava fosse scioccata e disgustata. Con tutto se stesso, Lucifer desiderava toglierla da quella situazione, scomparendo dalla sua vita è da quelli che conosceva. Si voltò per andare verso una finestra per volare via, sperando che le sue ali ferite lo avrebbero sostenuto per tornare all'inferno. Qualcosa gli tratteneva il braccio
"Bene"
Alzò gli occhi al cielo, sicuro di aver impigliato la manica della giacca a qualcosa. Si voltò incontrando lo sguardo di Chloe, uno sguardo non di paura o disgusto, piuttosto uno sguardo sereno. Lucifer stava per dire qualcosa quando sentirono la polizia fare irruzione al piano inferiore. Chloe si allontanò da Lucifer, dicendogli mentre fissava la porta da cui sarebbe entrata la polizia
"Vai al tuo attico. Spiegherò io tutto"
voltatasi Chloe non lo vide più, mentre era aperta una finestra. Svelta chiuse la finestra correndo al piano superiore dove aveva visto una scultura di un angelo, con le ali che sembravano fatte di vere piume. Gettò la scultura vicino al corpo di Cain, verso cui senti un odio immenso. Pochi secondi dopo entrò la polizia.

Nelle ore successive per Chloe fu come essere fuori posto, voleva trovare Lucifer, voleva parlare con lui, dirgli finalmente cosa provava.

Lucifer aveva provato a tornare all'attico, ma le ferite alle ali, seppur guarivano, lo facevano troppo piano. Stremato plano in un vicolo, riponendo con immenso dolore le ali.
Si diede dello sciocco anche solo a pensare che Chloe in quel momento potesse provare qualcosa per lui. Si toccò il viso, scoprendolo ancora demoniaco. Quasi rassegnato, si sedette per terra nascosto da uno stracolmo cassonetto della spazzatura.
Appena possibile Chloe lasciò la scena del crimine, precipitandosi al Lux, cercando di non provocare con la sua auto qualche incidente stradale così era in apprensione. Apprensione raddoppiata dal fatto che Lucifer non rispondeva al cellulare. Non trovandolo nel suo attico, Chloe si recò al distretto di polizia. Ella le aveva insegnato come rintracciare un cellulare. Scopri dove era collocato il cellulare di Lucifer.

Nel vicolo Lucifer non si era mosso, sempre seduto per terra accanto il cassonetto della spazzatura. Era stanco di una vita che, pensava, oramai senza Chloe. Prelevo dalla tasca sinistra della giacca il coltello con il quale aveva ucciso Cain. Sinceramente non si pentiva di averlo fatto. Immaginava che sarebbe stato così facile tagliarsi la gola in quel momento per farla finita. Trasalii sentendo la voce di Chloe che lo cercava.

Chloe lo trovò seduto per terra, con le spalle a un muro sudicio, nella mano destra il coltello di Maze. Era ancora nella sua forma da demonio, ma non la guardava, restando sempre con lo sguardo basso. Gli stessi occhi si alzarono stupiti, quando Chloe si inginocchio tra le sue gambe, baciandolo sulle labbra, nonostante fosse sempre nella forma da demone. Lucifer seppur controvoglia allontanò le loro labbra, dicendogli accigliato
"Ti prego non questo, non falsi sentimenti di ringraziamento per averti salvato la vita"
Chloe era stanca del suo atteggiamento, gli occhi le si riempiono di lacrime, bagnandole le guance mentre colpiva con pugni il petto, il viso di Lucifer dicendogli con rabbia
" Maledetto viscido essere senza coscienza… "
Lucifer chiuse gli occhi attendendo tutto l'odio e il disgusto che Chloe provava per lui, non amore. Spalanco gli occhi sentendole dire
"... ti amo, ti amo da sempre. Basta allontanarmi...tu non sei il male, io ti amo anche se rimani così per sempre...perché non lo vuoi capire...perché?"
Lucifer abbraccio la sua Chloe, che lo amava oltre ogni cosa.

Mezz'ora dopo, ingresso abitazione di Chloe.

Lucifer, sempre nella sua forma da diavolo, si precipitò nell'appartamento di Chloe e subito dopo lei. Maze e Trixi sorrisero, vedendolo entrare con la testa avvolta in un foulard di Chloe. Dopo aver chiuso la porta, Chloe disse rivolta a Trixi e Maze
" Pensate la mia sorpresa, sapere da questo signore…"
Indicando Lucifer che si tolse la giacca sporca, accomodandosi stancamente nel divano
"...che tu Trixi conoscevi già tutta la storia di demoni e angeli. Potevi anche avvertirmi…"
Trixi si nascose dietro Maze, la demone donna svelò a Chloe il suo volto demoniaco, dicendole, con la dolorosa consapevolezza che forse avrebbe cacciato dall'appartamento lei e Lucifer
" Chloe tua figlia di nove anni a sempre accettato noi mostri guardando oltre le apparenze"
Chloe non trattene un sorriso, guardando Lucifer che le sorrise a sua volta. Vedendo quella complicità, Trixi uscì da dietro Maze dicendo a sua madre, felice
" Mamma finalmente gli hai detto che lo ami?"
Commossa, Chloe annuì di si, ricevendo un caloroso abbraccio dalla figlia.

Qualche ora dopo.

Maze seduta al tavolo della cucina stava preparando la caccia a un criminale, cercando in internet, attraverso il suo cellulare ogni riferimento.

Per caso sentì Chloe dire a Lucifer, sempre seduto nel divano che si stava riprendendo, di non tornare così presto all'attico
"Non puoi restare da solo in quella specie di museo"
Trixi, che non aveva lasciato un attimo il fianco di Lucifer era contentissima, abbracciando felice Lucifer che le accarezzo i capelli, visibilmente emozionato, ma satana voleva essere realista, dicendo a Chloe
"Chloe non posso restare con questa faccia e questo corpo. Qualcuno potrebbe vedermi"
Chloe si sedette al fianco destro del re dell'inferno, baciandolo. Lei non l'avrebbe fatto andare via per nessun motivo. Improvvisamente la forma da demone lasciò il posto alla forma umana. Lucifer si guardò le mani, toccò la faccia, dicendo felice
"Riesco, posso nuovamente controllare il mio aspetto"
Maze non l'avrebbe mai ammesso, ma vedere Lucifer finalmente felice, con la sua piccola famiglia, la commosse un po'.

Qualche ora dopo.

La demonessa Maze rientro nell'appartamento di Chloe quando ormai stava albeggiando. Quella notte aveva scovato ben due fuggitivi, ma la gioia era offuscata dalla consapevolezza che doveva parlare con Lucifer, per scusarsi della sua collaborazione con Cain. Non dovete aspettare molto, Lucifer era seduto al tavolo della cucina con una bottiglia di vino rosso vicino, versando il liquido in un bicchiere di vetro che in origine era un barattolo di nutella. Sedutasi a lato, Maze vide il re dell'inferno come non lo vedeva da tempo immemore, era sereno. Le indicò la bottiglia di vino mezza vuota
"Maze, prima che Chloe dimostrase di accettarmi per come sono, mi sentivo come quella bottiglia, mezzo vuoto, ma l'altra metà era fatta di solitudine. Risento quella sensazione…"
Maze comprese di quale parlava
"... Quella sensazione come di essere invincibile. Stavolta, nulla ci toglierà questa felicità. Un paio di ore fa, io e Chloe abbiamo finito di dirci tutto. Non esiste più nessun segreto che può dividerci"
Maze però era confusa, chiedendogli
"Quindi? Perché sei qui, non di sopra con lei?"
Lucifer sorrise maliziosamente alla demonessa
"Diciamo che quasi un ora di sesso può bastare. Perché mentre parlavamo, abbiamo deciso di farlo, finalmente vorrei dire. Maze ti rendi conto di quante donne abbia avuto nella mia eternità?..."
Maze annui di si
"... Ebbene fare sesso con Chloe, no aspetta fate l'amore con Chloe un qualcosa di speciale. Non solo un atto per provare il piacere dell'orgasmo, percorrendo il momento dell'arrivo a quel momento come un premio finale, con lei dal primo bacio, la prima carezza diventa piacere, con lei mi sento completo...Maze lo so, sembrò..."
" Veramente felice"
Fini la frase Maze che gli batte sulla spalla
"Complimenti Lucifer. Approfitto che sei in modalità felice per… chiederti scusa di aver complottato con Cain...credevo che tornare all'inferno fosse l'unica cosa giusta, ti odiavo per non avermi riportato. Ora sono contenta di essere rimasta qui, questo mondo, questi umani, non sono noiosi"
Lucifer le sorrise, alzandosi quando fuori era ormai giorno, si stiracchio dicendo a Maze
"Ora pensiamo alla colazione. Non voglio certo che Trixi, Chloe e tu morite di fame".

Fine del racconto di Lucifer e Chloe a Amenadiel

Amenadiel era felice che finalmente le felicità di Chloe e Lucifer fossero unite.

CONTINUA

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Capitolo 3
*** Benefici dell'amore per un cuore triste. ***


Circa un mese prima del ritorno di Amenadiel.Appartamento di Chloe e Lucifer. Mattina presto.

Lucifer si svegliò all'inferno, ai piedi del suo alto trono. Era completamente nudo, nella sua forma diabolica, con grandi ali di pipistrello, invece di candide ali da angelo. Cercò di ricordare come era finito lì. Nella sua mente, nei suoi ricordi si vide coricato nel letto dell'appartamento di Chloe con lei. Chiuse gli occhi ricordando che avevano fatto sesso, che si erano addormentati felici e sazi. Una voce lo sorprese. Aprì gli occhi, trovando a circa un metro da lui suo fratello Uriel. Gli sorrideva beffardo, con il pugnale piantato nel fianco. Gli disse indicando con un gesto della mano l'inferno
"Benvenuto dove devi stare"
Lucifer capì che era in un suo terribile incubo. Un incubo da cui uscire era molto difficile. Ricordò uno dei peggiori, ci volle una settimana per uscirne, con maze che lo vegliava, mentre lui era addormentato, disteso nel letto dell'attico. Solo che in quel momento, lui non si sentiva più abbandonato come durante quell'incubo. Raddrizzo la schiena, dicendo a quel Uriel di fronte a lui
"Non rimarrò qui triste e rassegnato. Devo…"
Fece due passi in avanti deciso
"...Devo uscire subito! Devo tornare dalla mia Chloe, voglio essere con quella che considero una figlia, la furba Trixie. Maledetto incubo, non sono più solo e amareggiato"
Quel Uriel scomparve. Iniziò una cosa ancor peggiore per lui. Era sempre all'inferno, in piedi, nella sua forma umana, con indosso il suo miglior vestito. Si trovava in mezzo a due colonne e le sue braccia erano orizzontali al suo corpo, mantenute da catene intorno ai polsi, fissate alle due colonne. Attorno a lui, camminavano in circolo, tutti quelli che avevano assistito alla sua cacciata dal paradiso. Dicevano in modo ossessivo, con disprezzo i peggiori epiteti su di lui
" Fallimento, eretico, abominio, mostro, bugiardo, peccatore, distruttore, degradato, degenerare, abominio…"
Continuando all'infinito. Solo che quella volta, Lucifer non era pieno di sensi di colpa, con il cuore pesante sentendosi solo, veramente un abominio. Strinse i pugni, tirando con forza quelle catene. Non sarebbe rimasto lì come le altre volte, piangendo con la voglia solo di scomparire. Disse, mentre tirava con forza le catene
"Devo sbrigarmi...la detective vuole rivelare a tutti nella centrale la nostra relazione…preparerò una colazione dolce e salata…"
Sorrise appena per l'ultimo pensiero così casalingo, mentre i suoi occhi divennero rosso fuoco. Riuscì a far scricchiolare le catene, facendo fermare le voci. Dentro di sé bolliva la rabbia che urlò al cielo. Con uno strattone si liberò delle catene e sorrise. Si svegliò nel letto con Chloe, avvolta nel suo abbraccio. Sorrise, baciandole le labbra, sentendole dire in un sussurro
"Luci...lucifer"
Lo delizio, lasciandolo tornare nei sogni più belli.

Qualche ora dopo.

Chloe si guardò nell''ampio specchio appeso sopra il lavandino. Non avrebbe mai pensato che la sua vita sarebbe cambiata così in fretta, ritrovandosi ad amare il diavolo, riamata, nientemeno.
Quella mattina lei è Lucifer dovevano tornare al lavoro. Ma quella iniziale voglia con un immenso coraggio di affrontare il mondo, dicendo a tutti che amava, riamata, Lucifer, si era persa quando si era alzata dal letto. Mille dubbi la stavano assalendo, mentre sentiva Lucifer muoversi nella camera.

In cuor suo sperava che l'inchiesta sulla morte di Cain si protraesse di più, invece le cose erano andate velocemente. L'ultima possibilità era un impedimento di Dan o Ella, sapendo della loro relazione, sorvolando sull'aspetto tra paradiso e inferno, ma nessuno dei due ponete problemi.

Sorrise sentendo Lucifer canticchiare. Voleva chiedergli di aspettare nel comunicare al lavoro la loro relazione. Era certa che avrebbe capito i suoi dubbi. Lo trovo in piedi accanto al letto, con indosso solo dei boxer neri di seta, stiracchiandosi. Ancora mezzo addormentato le sorrise correndo nel bagno.

Sentire l'acqua della doccia avvampo Chloe, i ricordi di qualche notte prima, sotto quell'acqua calda, il corpo perfetto di Lucifer, il piacere assoluto raggiunto insieme molte volte, ritornò alla mente con imponenza. Persa in quei pensieri, Lucifer uscì dal bagno con i capelli umidi, alla vita un asciugamano, dicendole, mentre sceglieva in un ampio trolley vicino all'armadio qualcosa da indossare
"Devo ricordare di non mettere l'orologio al taschino del panciotto o un abbraccio di Ella potrebbe strappare la catena"
Chloe annuì di sì, cercando nell'armadio un vestito adatto. Si sorprese sentendo Lucifer dirle
"Grazie Chloe..."
lei chiuse uno sportello dell'armadio per capire a cosa doveva quel grazie. Lo vide mettere sul letto l'abito che aveva scelto, spiegando

" Grazie perché non ti vergogni della nostra relazione. Ti ricordi quel caso dove avevi interrogato tutti quei partner...sessuali? Mi accorsi con dolore che andavo bene per il sesso, ma nessuno avrebbe voluto una relazione seria con me rischiando qualcosa…"
Indossò dei boxer blu e sopra pantaloni grigi
" ...tu invece mi ami anche dopo aver visto la mia faccia. Vuoi addirittura rivelare dove lavoriamo la nostra relazione…"
Indossò la camicia bianca
"...Chloe, prima di conoscerti, ero sicuro di essere indegno, la vergogna per chiunque. Neanche speravo che qualcuno affermasse apertamente una relazione o una amicizia con me... "
Gli occhi di Lucifer divennero lucidi, facendo scuotere la testa al re dell'inferno, dicendo con un timido sorriso
"...Meglio che ci sbrighiamo…"
La sveglia elettronica sul comodino di Chloe segnava le sette di mattina
"... Tu sveglia Trixie, mentre io preparo la colazione per tutte tre"
Uscendo dalla camera con giacca e panciotto sul braccio. Improvvisamente Chloe si sentì un ipocrita ad aver solo pensato di non dire a tutto il mondo della loro relazione.

Alla centrale di polizia.

Ella e Dan riunirono tutti in fondo le scale. Chloe sali alcuni gradini della scala con Lucifer dicendo, mentre lo teneva per mano
"Voglio ...anzi vogliamo comunicare, io e Lucifer l'inizio della nostra relazione"
sigillando il tutto con un bacio a Lucifer. Il resto della giornata fu un seguito di congratulazioni, alcuni che affermavano che era palese fossero innamorati da sempre. Soprattutto Chloe era compiaciuta di vedere Lucifer raggiante e felice.
Le portò la solita ciambella con caffè e un altro per lui allungato con whisky. Prima d'iniziare il lavoro su un nuovo caso, Lucifer le afferrò dolcemente la mano sinistra, baciando il dorso, facendo sorridere Chloe, con il cuore pieno d'amore per lui.

Una settimana dopo giunse il nuovo tenente. Parlò con Chloe e Lucifer subito dopo la piccola festa di benvenuto organizzata nel distretto. Gli disse che se fossero stati due poliziotti, avrebbe richiesto un loro rapporto scritto e come voleva la legge, un percorso psichiatrico per aiutarli a non unire lavoro e vita personale. Siccome Lucifer era un consulente civile, poteva lasciar perdere tutto questo. Il suo unico ordine fu di continuare nel loro ottimo lavoro, auguardo che fossero felici. Usciti dall'ufficio, Chloe e Lucifer si ritrovarono gli occhi di tutti addosso, preoccupati che la coppia così simpatica al distretto fosse costretta a separarsi. Fu Ella a chiedere
"Siamo tutti in attesa. Potete continuare?"
Bastò un bacio dei due, essere mano nella mano per far applaudire tutti felici.

CONTINUA

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Capitolo 4
*** Momenti più o meno divertenti. ***


XX Gelosia in offerta speciale XX

Sabato mattina. Al supermercato.

Lucifer odiava quando le persone prendevano le sue cose, soprattutto senza chiedere. Il giorno prima una delle amanti di Maze aveva usato il suo spazzolino, nel bagno dell'attico. Quella mattina aveva sgridato Maze, ricordandole che nella sua camera nell'attico c'era un bagno. La demone rise, dicendogli
"Abbiamo usato diversamente lo spazzolino"
Il re dell'inferno scosse la testa, mentre percepiva lo sguardo eccitato di una donna. Come ogni volta, chiuse gli occhi che diventarono rossi. Quel gesto spezzata la linea dell'eccitamento. Un gesto che era millenni non faceva, ma in quel periodo voleva essere fedele a Chloe.

Stava per prendere uno spazzolino quando gli sembrò di sentire Chloe dall'altra parte dello scaffale. Sorrise contento. Quella mattina lui era andato molto presto al Lux per firmare alcuni documenti, tranquillo che Chloe non doveva andare alla centrale, lasciandola fare colazione con Trixie. Pensò che potevano passare una giornata assieme, portando Trixie allo zoo. Aveva quasi svoltato l'angolo quando sentì dire a Chloe
" Non sai quanto mi disturba…"
Lucifer era pronta a uccidere chiunque disturbi la sua amata, ma rimase a bocca aperta scioccato, sentendole dire
"...si sempre nel suo essere elegante in modo troppo costoso, lo sopporto
ormai a malapena. Per non dire che fa rumori molesti…"
Lucifer era offeso, sapendo bene di non aver mai fatto rumori molesti. Tornò qualche passo indietro, facendo finta di scegliere uno shampoo.

Dall'altra parte dello scaffale, Chloe stava parlando al cellulare con una collega, esperta di motori di auto, raccontandole dell'olio che usava. Lucifer non immaginava che lei criticava la confezione dell'olio per motore, secondo lei aumentato di prezzo per questo motivo. I rumori molesti erano del motore dell'auto per qualche ora dopo aver inserito l'olio. La collega gli consigliò un olio per motori meno costoso, Chloe rise
"Vuol dire che tradirò l'elegantone…"
Lei si riferiva al costoso olio per motori, ma dall'altra parte dello scaffale Lucifer pensava fosse riferito a lui
"... con questo che sembra meno elegante, ma più pratico. Si già mi piace, credo più resistente. Spingerà bene il motore..."
sempre riferita al motore dell'auto, mentre Lucifer pensava fosse con un altro. Chloe prese in mano la confezione di olio per motori consigliato dalla collega, dicendole soppesando il liquido dentro
"Devo dire che sembra più ben fornito dell'altro. Piuttosto ben fornito"
Lucifer non poteva sopportare oltre. Voleva andare con un altro? Doveva dirglielo in faccia. Quando la vide con in mano una confezione di olio per motori, parlando al cellulare, sorrise contento di essersi sbagliato. Chloe appena lo vide, appoggiò nello scaffale la confezione di olio per motori, andando subito a baciarlo.

Mezz'ora dopo. Camera da letto di un elegante hotel vicino al supermercato.

Lucifer si posiziono supino accanto a Chloe, nel grande letto a forma di cuore. L'hotel nel quale erano, non aveva camere a ore, ma per Lucifer, un socio maggioritario, una delle camere più belle lo diventava. Quella mattina il re dell'inferno, dopo la paura che Chloe volesse tradirlo, l'aveva portato via dal supermercato, chiudendosi in quella camera, volendo fare l'amore con lei.

Chloe, spettinato e ancora immersa nell'estasi del quinto orgasmo, ridacchio ritrovandosi nelle braccia di Lucifer, dicendogli tra baci sul petto del suo diavolo
"Sia chiaro, non mi lamento, anzi sono benvenuti questi momenti per fare l'amore. Solo che mi sembravi preoccupato, più volte chiedendomi se ti amo"
Lucifer non le avrebbe mai detto quello che aveva creduto. Le disse cercando di non dirle una bugia, ma aggirando la verità
"Sai che sono in fondo un insicuro sulla materia amore. Vederti in quel supermercato, mi dava il timore che potevi trovare qualcun altro. Lo so, un po' stupido"
Lo bacio lievemente
"Non ci provare. Sei così dolcemente innamorato di me che ti adoro"

Lucifer era più tranquillo e Chloe provava un sentimento immenso per quel re dell'inferno così forte, bello ma tanto insicuro sui sentimenti dell'amore. Dopotutto, pensò con un po' di amarezza per Lucifer, per eoni era stato sempre accusato di tutto il male del mondo, relegato a restare solo o con demoni o all'inferno dimenticando quasi il significato della parola amore. Lei si sentiva così fortunata a essere capace di vederlo per quello che era, accettarlo anche nella sua versione da demonio, sapendo bene che era sempre lui, il suo partner, il suo amico, il suo fidanzato. Chiuse gli occhi beandosi nel suo abbraccio.

XX Preoccupazione da padre XX

Mattina. Ospedale di Los Angeles.

Chloe e Lucifer entrarono nel pronto soccorso visibilmente preoccupati. Stavano per chiedere informazioni alla zona preposta, quando una maestra della scuola di Trixie gli venne incontro
"Signora Chloe"

Era Catlin, la maestra di educazione fisica, una dinamica donna bruna, alta quanto Lucifer, con indosso una tuta blu scura. Parlando a Lucifer di quella donna, Chloe ebbe modo di dirgli che sembrava la versione femminile del comandante di un esercito

. La maestra prima di parlare con Chloe fissò intensamente Lucifer, ma non con desiderio come accadeva con altre donne, piuttosto sembrava diffidenza. Quasi tenendo sotto controllo Lucifer, la maestra disse a Chloe
"Signora posso parlare di fronte a lui?"
dicendole con voce piatta, non distogliendo lo sguardo dal re dell'inferno. Chloe annuì di si, chiedendole preoccupata
"Al telefono mi hanno detto che Trixie forse a l'appendicite"
La maestra distolse lo sguardo da Lucifer dicendo a Chloe indicandole una stanza
"Proprio così, si trova li dentro…"
Si stupì vedendo Lucifer precipitarsi li dentro
"...Ce un problema. Sua figlia non vuole essere operata. Hanno tentato di farle più volte l'anestesia, ma si agita facendo schizzare la pressione"
Chloe lo sapeva bene, Trixie nonostante quasi undicenne, era terrorizzata dall'anestesia totale, pensando di non risvegliarsi più. Non sapeva proprio come fare, ogni volta i vari dottori le avevano somministrato antidolorifici, facendole passare i diversi malanni, ma l'appendicite doveva essere tolta se doveva essere fatto. Sperava che forse Dan potesse fare qualcosa, ma ricordò che neanche lui era mai riuscito a convincerlo. Si diresse con la maestra alla stanza. Trovarono Lucifer seduto sul bordo del letto che copriva la visuale di Trixie alla porta, parlando con la bambina che rideva, che gli domandò
"Non ci credo, zio Amenadiel odia le siringhe?"
Lucifer annuì di si. Sulla porta della stanza, Chloe fece segno alla maestra di fare silenzio, mettendo un dito sulla punta del naso. Lucifer disse a Trixie con tono calmo
"Trixie comprendo che provi paura per l'anestesia, ma ti giuro che non succederà nulla di male…"
sussurrandole
"...eppoi pensi che con me qui potrebbe succedere qualcosa di brutto?"
Trixie sorrise, aggiungendo molto meno agitata
"Avere un padr… patrigno magico serve"
Chloe quasi si commosse, vedendo Trixie abbracciare Lucifer.

Mezz'ora dopo.

La barella con Trixie addormentata fu portata fuori dalla stanza, diretta in sala operatoria. Lucifer seguì con lo sguardo la barella finché scomparve dietro una porta. La maestra di Trixie disse a Chloe che era vicino una macchinetta per il caffè
"Confesso che io sono diffidente verso un patrigno o una matrigna, avendo visto fin troppi che deleteri per i figli dei compagni. Devo ammettere che il suo compagno mi ispira fiducia"
Chloe annuì di si, spiegando
"Tra lui e Trixie fu comprensione a prima vista. Lucifer non amava molto i bambini, solo Trixie gli ha fatto cambiare idea, diventando per lui importante come una figlia"
Maze comparve all'improvviso, facendo sobbalzare la maestra, ma non Chloe che era abituata oramai. Con durezza Maze disse a Chloe
"Cosa hanno osato fare alla mia umana preferita?"
Chloe sorrise, dicendo alla maestra che si spostò accanto alla detective un po' affascinata e intimorita da Maze
"Ecco l'altra conquista di mia figlia, Maze, una cacciatrice di taglie. Trixie starà bene, si tratta solo di una appendicite …"
Guardò Lucifer che camminava avanti e indietro dalla stanza al corridoio, chiedendo a Maze
"...porta un caffè a Lucifer. Io devo districare dei documenti con la maestra"
Maze alzò la mano, dicendole mentre fissava la maestra persa nel suo sguardo
"Non ti preoccupare Chloe, farò tutto io. Mi aiuterai vero maestra?" Lei annuì di sì, andando con Maze verso la zona informazioni del pronto soccorso.

Chloe tornò da Lucifer seduto nella stanza, che guardava fuori dalla finestra. Le disse mentre gli porgeva un bicchiere con caffè, che allungò con il wishy nella fiaschetta
"Andrà bene. Una operazione di routine. Si andrà bene"
Chloe si sedette sul letto, sorridendo a Lucifer. Sapeva bene che in quel momento ogni ulteriore di discorso era superfluo. Appoggiò la mano sinistra sulla spalla del compagno che accenno un si, per poi svuotare il bicchiere dal caffè, centrando il cestino della spazzatura vicino la porta.

Mezz'ora dopo riportarono Trixie in stanza. Ci volle un quarto d'ora perché si svegliasse, trovando intorno al letto sua madre, il padre Dan, la demonessa Maze, la maestra di ginnastica della scuola e Lucifer. A quest'ultimo rivolse un sorriso grato, dicendogli un po' infinita l'anestesia
"Gra...zie"
Lucifer si avvicinò baciandole la fronte, sentendo verso questa umana un amore paterno che non credeva di provare mai.

CONTINUA

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Capitolo 5
*** Piume magiche. ***


Los Angeles. Appartamento Chloe e Lucifer. Sera.

Trixie entrò nella sua camera da letto non molto felice. Avrebbe desiderato aiutare Lucifer che stava preparando la cena, ma sia Lucifer che sua madre gli avevano ricordato i compiti di scuola, per il giorno dopo. Rassegnata si sedette alla sua piccola scrivania, un regalo di Lucifer, che le disse
"Sei molto intelligente. Meriti un posto speciale dove studiare o anche solo giocare"
Alla cena era invitato anche Amenadiel, per trovare un modo di rimandare il ritorno all'inferno di Lucifer. La bambina, adorava sentire i discorsi così pieni di stranezze magiche dei due fratelli.

Mezz'ora dopo.

Quasi alla fine dei compiti di scuola, Trixie si stiracchio. Non riteneva giusto così tanti compiti che i maestri le davano, dicendo a se stessa
"Sono impegnata, con tutte queste belle cose magiche nella mia vita. Eppoi sono grande, quasi dodici anni"

Prima di tornare al compito di matematica, decise di fare una pausa, dirigendosi all'armadio nella camera. Aprì un'anta prendendo una grossa scatola di cartone rosa, con dei pony disegnati sopra. Con cura appoggiò la scatola sul suo letto, togliendo il coperchio. Nelle pieghe di un lenzuolo bianco, brillavano delle candide piume d'angelo bianche. Erano piume delle ali di Lucifer.

In varie occasioni, aveva raccolto con il permesso di Lucifer, delle sue piume da terra, per l'esattezza ben quaranta. Piume senza luce divina, che era visibile nelle piume ancora attaccate alle ali di Lucifer. Nonostante tutto, Trixie si era occupata di ogni piuma con parsimonia. Le aveva lavate con acqua tiepida, asciugate con pazienza, pettinando ogni parte con una piccola spazzola delle sue bambole. Tutto quel lavoro la premio con le piume che brillavano di una luce divina. Una lucentezza che Trixie amava, delle volte, usare per far diventare la sua camera un luogo magico. Ridacchiando felice, spense la luce della camera. La luce delle piume nella scatola illuminava tutto a giorno.

Fuori la camera, Lucifer si avvicinò alla porta, per dire a Trixie che era pronta la cena. Si bloccò vedendo una luce divina uscire da sotto la porta, aprendola preoccupato. Trovò Trixie accanto la porta con un gran sorriso, notando una scatola sul letto che emanava quella luce. Avvicinatosi, Lucifer rimase senza parole. Delle sue piume, che credeva morte, splendevano di grazia divina. Solo una dedizione, un amore infinito potevano rendere semplici piume così lucenti. Lucifer senti Trixie chiedergli
"Lucifer, sei arrabbiato? Avevi detto che potevo tenerle"
Lucifer sorrise, perché la bambina non capiva che quella era la dimostrazione più alta di quanto tenesse a lui. Anni prima, quando era andato a cercare le sue ali rubategli, trovandole appese come un trofeo di caccia, aveva percepito dolorosamente che avevano perso ogni grazia, morendo per il suo abbandono, ma soprattutto perché umiliate in quel modo. Invece da quelle piume, lui sentiva pace, grazia divina, segni che erano state curate. Disse a Trixie senza voltarsi
"Trixie sono contento di averle lasciate a te. Anzi…"
Abbraccio la bambina, felice di quel momento
"...questa luce vuol dire che sono state ben tenute, con tanto amore. Non immagini quanto sia importante"

Una fitta al petto, ricordò a Lucifer che senza altra soluzione, sarebbe dovuto tornare all'inferno, almeno per un anno. Cercando di non far trasparire a sua tristezza, si concentrò alla bella scoperta delle sue piume.

Mezz'ora dopo.

Durante la cena, Lucifer capì che Amenadiel, non era riuscito a trovare un modo per rimandare il suo ritorno all'inferno. Per lo stesso motivo, Trixie aveva smesso di seguire i discorsi tra Lucifer e Amenadiel, sentendosi profondamente triste. Con poca fame, arrotolo degli spaghetti alla forchetta, dispiacendosi di lasciare gli spaghetti con le polpette di carne e pomodoro speziato, che secondo lei Lucifer era l'unico a fare benissimo. Ottene di poter tornare nella sua camera, riprendendo la scatola delle piume, ma non trovò il coraggio di aprirla, pensando che quelle sarebbero state le uniche cose rimastagli di Lucifer per molto tempo. Cercando di non piangere si nascose sotto le coperte del letto, ma i singhiozzi di pianto la scossero.

In cucina, Lucifer raggiunse Chloe. La sua amata, con la scusa di riempire la lavastoviglie, cercava di piangere da sola. La detective si trovò nell'abbraccio del re dell'inferno, che le disse, sentendola piangere con il viso nel suo petto
"Chloe, non fare così. Saranno solo un paio di mesi"
Chloe lo strinse forte in un abbraccio disperato, dicendogli con voce rotta
"Anche solo un ora senza di te, per me sarebbe troppo. Non meriti l'inferno"
Quelle parole erano zucchero e veleno per Lucifer. Tentando di alleggerire quel momento così triste, Lucifer le raccontò delle sue piume che Trixie aveva reso luminose. Amenadiel, che era rimasto seduto al tavolo, guardò Lucifer esterrefatto
"Luci ma lo dici solo ora?..."
Lucifer era confuso
"...le tue piume con una grazia propria possono creare barriere. Barriere che solo tu puoi togliere. Luci potrai rimandare quasi per sempre il tuo ritorno all'inferno"
Chloe guardò Amenadiel, sorridendogli, senza liberare dal suo abbraccio Lucifer.

Trixie si svegliò sentendo bussare alla porta della sua camera. Mezza assonnata, senti la voce di Lucifer chiederle
"Trixie, posso entrare?"
Rispondendogli la bambina
"Si, entra Lucifer"
Lucifer entrò, sedendosi sul bordo del letto, dicendogli visibilmente felice
"Trixie mi servono quelle piume. Grazie a loro potrò bloccare le porte dell'inferno, così da non dover tornare più"
Trixie si stropicciò nuovamente gli occhi, credendo di sognare. Lucifer le disse, notando la scatola con le piume su una sedia lì vicino
"Capisco che sarà difficile la separazione. Quindi dimmi cosa posso fare per ripagarti"
Trixie abbraccio Lucifer, dicendogli con voce piagnucolante
"L'unica cosa che desidero, che tu pa...particolare magico mio amico, non resti all'inferno che odi. Ti voglio qui con noi"
Lucifer si sorprendeva sempre, quanto fosse importante per Trixie. Abbraccio a sua volta quella piccola umana che gli faceva provare sentimenti paterni.

Fuori la camera da letto di Trixie, Chloe e Amenadiel attendevano l'esito. L'angelo disse a Chloe, visibilmente in ansia
"Trixie deve dargli le piume di sua spontanea volontà, altrimenti non funzioneranno"
Chloe annuì di si, dicendogli convinta
"Certo che gli darà le piume. Anche più di me, Trixie vuole Lucifer qui con noi"
Proprio Trixie aprì la porta, seguita da Lucifer con la scatola tra le braccia, dicendo ad Amenadiel molto più sollevato
"Forza fratello. Procediamo a questo lavoro"
Amenadiel raccolse tra le mani una sfera di energia celestiale, dicendo a Lucifer
"Grazie a questa, mentre stiamo nell'inferno non saremo influenzati, dove un'ora corrisponde a un anno"
Scomparsi, Chloe abbraccio Trixie.

Un ora dopo.

Senza molta concentrazione, Trixie seduta nel divano, cercava di seguire il film Frozen alla tv. Sua madre era seduta con Maze vicino al tavolo della cucina, parlando delle volte sottovoce.

Più di un ora prima, Lucifer e Amenadiel erano tornati all'inferno con la scatola delle piume di Lucifer. La bambina sperava funzionasse, anche se un po' le dispiaceva non avere più quelle piume di cui occuparsi. Alla fine la vinse il sonno.
Sogno un vortice di piume dorate che le creava un abito degno di una principessa Disney. Una voce le disse
"Che spreco. Erano così belle quelle piume. Lucifer prende e prende. Sarai arrabbiata con lui"
Trixie scosse la testa. Poco più in là, vide sua madre ballare con Lucifer, sorridendo felice. La voce però incalzava
"Dovresti essere arrabbiata. Potevi diventare ricca, vendendole in internet"
Trixie sorrise, dicendo con sicurezza alla voce
"Non l'avrei mai fatto. In quelle piume c'erano anche dei sentimenti di Lucifer. Era triste quando vide le sue ali vendute all'asta"
Trixie sorrise commossa, immersa nei vari ricordi di Lucifer accanto a lei quando serviva, Lucifer che la ascoltava sempre attentamente. Lucifer protettivo con lei e sua madre.

Fu risvegliata da un urlo, sedendosi nel divano coperta da un plaid. Un po' assonnata, si alzò dal divano, vedendo sua madre abbracciata a Lucifer, con Maze e Amenadiel visibilmente felici.

Lucifer non si era mai sentito così libero dall'inferno. Grazie alle sue piume curate da Trixie, aveva creato con Amenadiel una barriera a ogni porta dell'inferno che solo lui poteva togliere. Solo una porta era rimasta aperta, quella da cui entravano le anime dannate o uscivano le anime redente.

Trixie si avvicinò, trovandosi nell'abbraccio di Lucifer, che le disse, raggiante con gli occhi lucidi
"Trixie sei la benedizione della mia eternità. Da quando sei entrata nella mia vita, con tua madre, avete spazzato via ogni solitudine, ogni dolore che mi trascinavo da sempre"
Quelle parole commossero ulteriormente Chloe che si unì all'abbraccio con Lucifer e Trixie.

Il giorno dopo, mattina.

Per festeggiare, si era deciso di andare tutti alla villetta sulla spiaggia di Lucifer. Trixie era entusiasta di non andare a scuola, alzandosi prima del suo solito per preparare la borsa per quella giornata speciale. Apri l'armadio per prendere il costume da bagno, notando la zona vuota dove era la scatola con le piume. Era felice che Lucifer potesse restare con loro, ma un po' le mancavano quelle lucenti piume. Cercando di ricacciare indietro ogni tristezza preparò la borsa.

Nel soggiorno, Trixie trovò sua madre che controllava le ali di lucifero. Vedendola, Lucifer le disse
"Non vorrei mai aver portato qualcosa dall'inferno…"
Trixie annuì di si, unendosi alla madre nel controllo delle ali, ma Lucifer le disse
"...Trixie comprendo quanto erano importanti per te quelle piume. Per questo, se vuoi, puoi prendere una decina delle mie piume. Non mi importa se non ricresceranno, sapendo che sono in buone mani"
Trixie era confusa
"Perché non ricrescono?"
Lucifer sorrise compiaciuto al tocco di Chloe tra delle piume, rispondendo a Trixie
"Quelle piume le avevo perse in momenti di forte stress. Per fortuna ultimamente non provo uno stress così forte da perdete le piume. Ma ti ripeto, non mi importa che mi mancheranno una decina di piume, in un certo senso le meriti. Su scegli. Non preoccuparti se vedi del sangue. Procedi"
Trixie accarezzo le piume, dicendo convinta
"Non potrei mai farlo. Sono bellissime qui insieme. Ti ringrazio ugualmente Lucifer"
Chloe bacio la fronte di sua figlia, orgogliosa che fosse cosi sensibile.

Qualche ora dopo, spiaggia di fronte la villetta di Lucifer.

Lucifer si distese sotto l'ombrellone, chiudendo gli occhi, sorridendo mentre sentiva Chloe, Trixie, Amenadiel, Linda e Maze intento nel preparare una grigliata di carni varie. Lui si era offerto di dirigere tutto, ma gli avevano detto che era il festeggiato della giornata.

Lo raggiunse poco dopo Chloe, scoprendo che si era addormentato. Gli sembrava così strano senza il suo solito completo elegante. Invece il suo re dell'inferno aveva indossato per quel giorno in spiaggia, un paio di pantaloncini neri corti, con una camicia di seta con le maniche corte blu scura. Con cautela, Chloe si distese accanto a lui, accoccolandosi nel suo fianco destro. Nulla poteva più dividerli. Non si accorsero che sulla strada, un angelo li guardava con odio. Quell'angelo era Michael, il gemello di Lucifer. Provava invidia e rabbia verso quel fratello che riteneva troppo felice. Strinse i pugni guardando tutta la felicità delle persone con Lucifer, giurando di distruggerla.

CONTINUA

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Capitolo 6
*** Un pazzo, un geloso, un padre acquisito. ***


Il gemello di Lucifer, l'angelo Michael urlò esasperato davanti una porta dell'inferno. La sua idea era di aprire le porte, per dare un bel po' di grattacapi al fratello, scoprendo con rabbia le barriere. Dall'unica porta aperta, i demoni non potevano uscire. Furioso, lasciò l'inferno, comparendo dall'altra parte della strada dove c'era la scuola di Trixie.

Guardò Chloe salutare Trixie che entrava a scuola. Nella mente allucinata dell'angelo, tornarono i ricordi che lo rendevano piu furioso. Ricordi che erano punte di lancia nell'animo.
Adamo ed Eva erano ancora nell'eden. Lui innamorato di Eva. Si vide spingere Lucifer fuori dal paradiso. Lucifer disperato, si attaccò al braccio destro e l'ala rompendole. Ricordò quando tornato nell'eden, trovò Lucifer con Eva. Sentiva nelle orecchie le risate di Lucifer. Chiuse gli occhi, provando anche un po' di piacere, rivedendo Eva strangolata da lui. Il parlottare di persone che si avvicinavano a lui l'obbligo a dileguarsi.

Centrale di polizia. Quello stesso pomeriggio.

Dalla sua scrivania, Dan guardò Chloe intensamente, mentre Lucifer si avvicinava. La detective annuì di si, alzandosi e sorridendo al suo partner, dicendogli qualcosa all'orecchio, facendolo sorridere. Insieme si diressero nella sala riunione, dove Chloe chiuse le tapparelle. Lucifer seduto in una delle morbide sedie imbottite, chiese a Chloe che si sedette accanto a lui
"Non credo che tu voglia farlo qui. Visto che soprattutto io, non amo molto questi bordi taglienti del tavolo. Su dimmi"

Chloe si sedette di fronte a lui, tenendogli la mano destra nelle sue. Sapeva bene, quanto Licifer odiava intromissioni nella loro vita familiare, anche se era Dan. Con delicatezza gli domandò
"Lucifer ti fidi di me?..."
Lucifer iniziò a preoccuparsi, annuendo di si
"...quindi mi puoi promettere che qualunque cosa ora ti dirò, tu non andrai da Dan per discutere? Soprattutto mi prometti di essere concorde con me quando parleremo con Trixie?"

Lucifer la guardò sorpresa. Si alzò dalla sedia camminando nervosamente nella sala riunione. Il re dell'inferno odiava le parole

Dan
parlare seriamente
Trixie

in un discorso con Chloe, perché voleva dire che il padre di Trixie pretendeva che lui, fosse fuori qualcosa che era nella vita di Trixie. Come qualche tempo prima, lui aveva dovuto smettere di andare alle lezioni pomeridiane di cucina con Trixie, organizzate dalla scuola della sua figlia acquisita. Il motivo era perché Dan era geloso delle lodi alle capacità culinarie di Lucifer, ma soprattutto quanto fosse affiatato con Trixie.

Lucifer tentò di calmarsi, per non andare da Dan per spaventarlo con la sua figura da diavolo. Disse a Chloe, tornando nella sedia di fronte a lei
"Continua. Giuro su tutto quello che vuoi. Mi fido di te"
Intrecciando le sue mani con quelle di Chloe. La detective era molto colpita, dal tentativo di calma apparente di Lucifer, sapendo bene che era una pentola a pressione quando si trattava di Trixie o lei.

Con cautela Chloe gli disse
"Almeno di fronte a degli estranei, soprattutto se Dan si trova nei paraggi o quelle persone possono conoscerlo, tu non devi prendere in braccio Trixie…"
Lucifer stava per dire qualcosa ma Chloe continuò svelta
"...perché molti genitori, hanno consigliato a Dan di fare palestra, assumere qualche integratore, visto che tu riesci a prendere in braccio una ragazzina di quasi tredici anni, seppur piace a Trixie che si vanta di un patrigno forte come un supereroe"
Quell'ultima parte piacque a Lucifer. Ma imperterrito, tornò per il re dell'inferno il fastidio per l'intromissione di Dan, in qualcosa che lui riteneva solo di Trixie e suo. Non che Lucifer ogni minuto prendesse in braccio Trixie, ma quelle volte che capitava era un momento veramente felici per Trixie e Lucifer. L'ultima volta, il giorno prima, l'aveva presa in braccio nell'appartamento, per evidenziare la felicità di Trixie per aver superato un esame difficile di matematica.

Come avrebbe desiderato il re dell'inferno dire a Dan che la sua era solo gelosia, vedendo che lui aveva un migliore rapporto con Trixie.

Tentando di trattenere il disagio che sentiva, Lucifer disse a Chloe mentre cercava la sua fiaschetta nella giacca
"Concordo che delle volte esagero con la forza, dimenticando di trovarmi tra esseri umani..."
Trovò la fiaschetta, bevendo un sorso
"...va bene, ritengo che tu abbia ragione. Non prenderò più in braccio Trixie se ci sono estranei, perché il padre prima assente con conati di gelosia, vedendo il bel rapporto che intrattengo con sua figlia, si sente così debole. Va bene, lo accetto. Stasera se permetti vorrei parlarne io da solo con Trixie "
Bevendo nuovamente dalla fiaschetta, mentre Chloe annui di si, ma con una richiesta
"Non devi mettere Trixie contro Dan. Giuralo"
Lucifer alzò gli occhi al cielo, dicendo
"Lo giuro"
Riponendo la fiaschetta nella tasca interna della giacca, dicendo a Chloe, che si sentiva in colpa
"Tornerò tra mezz'ora, devo fare una cosa per il Lux. A dopo"

Lucifer era furente con Dan, trattenendosi dal dirgli qualche cattiveria, passandogli accanto.

In realtà, Lucifer non doveva fare nessuna commissione per il Lux, voleva stare da solo con i suoi pensieri, guidando per Los Angeles, cercando di rilassarsi.

Lucifer, era consapevole che il padre di Trixie, era Dan, ma anche lui sentiva un senso di paternità verso quella piccola umana. Quella piccola umana che lo aveva accettato dal primo momento, quando gli adulti intorno a lei, ritenevano Lucifer solo un mostro. Molto tempo prima, era arrivato alla consapevolezza che neanche per una figlia sangue del suo sangue, avrebbe sentito un attaccamento cosi forte come con Trixie. Perché Trixie si era insinuata nel suo cuore con determinazione e allegria, un cuore che il re dell'inferno credeva non possedere.

Quasi senza accorgersene, giunse alla spiaggia. Scese dall'auto, guardando dal marciapiede qualche audace che con il maltempo incombente, stava sulla spiaggia. Guardò un padre con i figli, più interessato dal suo cellulare. Quella scena, per Lucifer fu ulteriore conferma che con Trixie aveva un rapporto padre e figlia speciale. Lui era prima di tutto amico di Trixie, suo confidente anche più della madre. Ridacchio, dicendo a se stesso
"Io sono il padre del cuore, un padre che va oltre il sangue"

Tornando nella sua decappottabile, decise di parlare lui con Trixie quella sera, sapendo bene quanto sarebbe stato difficile non dire qualcosa contro Dan. Sorrise, pensando che molto presto, sarebbe stata lei a non voler essere presa in braccio, iniziando il periodo della gelosia paterna, per i vari pretendenti per quella umana che aveva assimilato, secondo Lucifer, il fascino migliore dei latini e di sua madre.

Mezz'ora dopo.

Sollevata, Chloe vide Lucifer tornare alla centrale con una gonfia busta di plastica di un supermercato, ma soprattutto sorridente. Passando accanto la scrivania di Dan, gli lasciò un pacchetto di ciambelle, facendo ridere Chloe quando il suo ex marito le mostrò che sulle due ciambelle aveva fatto scrivere
Detective Stronzo

Fu la volta della Lopez, cui Lucifer lasciò una confezione di mini ciambelle che lei adorava, con una mega bottiglia di acqua minerale super gassata, altra passione della scienziata.

Giunto da Chloe, Lucifer si sedette accanto a lei, baciandola sulla bocca, facendola arrossire. La detective arrossi ulteriormente quando Lucifer le diede una confezione di ciambelle a forma di cuore. Mentre assaggiava una, Chloe gli disse
"Ero preoccupata che ti fossi offeso"
Lucifer le sorrise
"Mi credi così infantile? Però io sarò per sempre il padre del cuore per Trixie, un amico per lei"
Quelle parole commossero Chloe, che cercando di non dimostrarlo, mostrò a Lucifer il file sul computer di un caso.
Miniera abbandonata fuori città.

Il gemello di Lucifer, l'arcangelo Michele, usò la magia angelica per riattivare il sistema d'illuminazione della miniera. Si guardò intorno, percorrendo la miniera. Arrivato alla fine, trovò una grotta sfoglia, dicendo con un sorriso che sembrava più un ghigno
"Un ottimo posto per quella umana"

Due giorno dopo. Pomeriggio. Appartamento di Chloe e Lucifer.

Chloe stava per aprire la porta dell'appartamento, guardando Trixie felice che teneva tra le braccia una busta della spesa. Quella mattina, Lucifer le aveva promesso d'insegnarle come preparare dei muffin con cuore di cioccolato. Improvvisamente una mano guantata coprì la bocca di Chloe. Tra le grida di Trixie, Michael sfodero le ali, per portare via Chloe. Sicuro ormai di avercela fatta, Michael scivolo per terra, perdendo la presa sulla detective. Dietro di loro, Trixie aveva rotto ai suoi piedi una bottiglia di vetro piena di olio d'oliva.

Furioso, Michael insegui Chloe e Trixie nel parcheggio del condominio, dove le due umane volevano salire in auto per scappare. Nel tragitto, Chloe telefonò con il cellulare a Lucifer che era al Lux, gridandogli cosa stava succedendo.

Riuscirono ad arrivare all'auto, ma Michael sfondo con un pugno il finestrino accanto a Chloe. Una stupita detective, vide sua figlia prendere da sotto il sedile anteriore, in un cassetto segreto preparato da Maze, un lungo coltello demoniaco, colpendo diverse volte il braccio dell'assalitore. Michael ritirò il braccio sanguinante, decidendo di portare con sé la ragazzina. Con un nuovo pugno, l'angelo pazzo, rompete il vetro dietro, colpendo Trixie in faccia stordendola.

Lucifer mentre volava da Chloe e Trixie, comprese dalla descrizione che era suo fratello Michael. Con terrore vide l'auto di Chloe ribaltata e distrutta. Rinfoderate le ali, guardò nell'auto non trovando nessuno.

Chloe, si svegliò in un cespuglio. Muovendosi appena comprese che aveva la gamba destra rotta. Tentando di fermare Michael, l'angelo pazzo l'aveva gettata in alcuni cespugli vicino il parcheggio, portando via Trixie. Si mosse sentendo Lucifer chiamare lei e Trixie. Con le ultime forze, prima di svenire, Chloe lo chiamo.

Miniera abbandonata.

Trixie ripassava mentalmente tutti gli insegnamenti di Maze, sull'autodifesa e persino durante un rapimento. Seguendo uno dei consigli della demone, fece finta di essere svenuta durante il volo. Lei aveva sentito parlare del gemello di Lucifer. Ma si disse, non era tanto uguale al suo padre acquisito Lucifer.

Nella miniera, in fondo, Michael buttò Trixie che credeva svenuta sopra della paglia. Con rabbia, l'arcangelo si tolse la giacca e il dolcevita, guardando il braccio destro pieno di ferite, provocate dal coltello demoniaco. Nei suoi piani voleva uccidere Chloe dopo averla stuprata, per poi far ritrovare il corpo da qualche parte a Lucifer. Decise solo di uccidere Trixie, facendola a pezzi, per far soffrire ancora di più il fratello. Con una smorfia, strappò alcune piume dalle sue ali, mettendole sulle ferite al braccio.

Attico di Lucifer.

Linda era seduta nel divano, accanto a Chloe distesa supina, ancora incosciente con la gamba destra guarita da Amenadiel. Preoccupata, la dottoressa guardò verso il balcone, dove un arrabbiatissimo Lucifer era trattenuto da Amenadiel. Il re dell'inferno voleva far del male a due angeli a qualche passo da loro. I due angeli erano Gabriel e Siad, quest'ultimo il sostituto di Michael al comando dell'esercito celeste.

Un esasperato Lucifer si allontanò da Amenadiel, che disse a Gabriel con rabbia
"Solo ora ci informate che Michael era stato rinchiuso perché completamente pazzo? Soprattutto tu Gabriel mi sorprendi"
L'angelo bruno si fece avanti contrito
"Non posso dire altro che chiedere il vostro perdono. Credevamo di poterlo contenere, ma era una illusione"
Lucifer gli urlò con gli occhi rosso fuoco
"Se fa del male a mia figlia, io giuro che consegnerò Michael nelle mani dei miei demoni più perversi, sadici che sono contenuti lontani dal resto dell'inferno terrorizzando gli altri demoni. Subito dopo, raderò al suolo l'intero paradiso"
Chloe chiamò Lucifer, facendo correre nell'attico Lucifer.

Amenadiel guardò suo fratello abbracciare Chloe, dicendo a Siad
"Esiste un modo per ritrovare Michael? Come può celarsi così tanto a ogni magia?"
I due angeli si guardarono colpevoli. Fu l'angelo soldato a spiegare
"Premetto, io chiesi a nostro padre Dio che venisse giustiziato. In Michael non esiste più la grazia divina, dopo essersi macchiato dell'omicidio di Eva..."
Amenadiel era scioccato
"...La quale prima donna umana era scappata dal giardino dell'eden, con un altro angelo. Michael era stato incaricato di ritrovarla, solo…"
Gabriel abbassò lo sguardo
"...appena la trovò, l'ha strangolata uccidendola. Io lo ripeto, avevo chiesto che fosse giustiziato. Ma Dio nostro padre, decise solo per una detenzione, da cui scappò con facilità. Amenadiel non pensavamo mai che volesse vendicarsi anche di Lucifer, nel peggior modo. Io per quanto posso, forse un modo per sapere dove si trova la rapita l'ho trovato…"
Siad tirò fuori dalla tasca dell'armatura, molto simile a quella dell'antica Roma, un grosso medaglione rotondo di ferro chiaro, dicendo ad Amenadiel
"...Usando questo si creerà una connessione tra la madre e la figlia. Così li troveremo..."
Abbassò la voce guardando nell'attico verso Lucifer
"...sperando che la rapita sia viva"

Nell'attico fece il suo ingresso Maze che urlò arrabbiata
"Io faccio in pezzi minuscoli quell'uccellaccio maledetto, mangiandogli il cuore di fronte a lui mentre muore"
Ma Lucifer le disse quasi sottovoce, lasciando Chloe a Linda
"Tu devi restare con Chloe se scopriamo dove si trova Michael. Non vorrei che dopo Trixie, tentasse di portarmi via anche lei..."
Un sospiro tremante fece chiudere gli occhi a Lucifer, cercando di ricacciare le lacrime, con Maze che gli appoggiò una mano al braccio destro, dicendogli
"Ti ricordo che io alleno Trixie alla autodifesa. Sta tranquillo, gli darà filo da torcere"
Lucifer annuì di si, ma dicendole a denti stretti
"L'ho già detto, se le succede qualcosa, distruggero il paradiso"
Maze gli batte sulla spalla
"Io sarò accanto a te"

Amenadiel rientrò dal balcone con Gabriel e Siad.

Qualche minuto dopo.

Seduta alla scrivania di Lucifer e sua, Chloe con gli occhi chiusi teneva tra le mani il medaglione. Ma la preoccupazione non le permetteva di concentrarsi. Con delicatezza, Lucifer le appoggiò le mani sulle spalle, dicendole
"Amore mio riprova, pensa che io sono con te"
Chloe accarezzò una mano di Lucifer, riprovando. Dall'altra parte della scrivania, Linda, Amenadiel, Gabriel e Siad erano in attesa.

Miniera abbandonata.

Con cautela, Trixie nascose nella mano un pezzo di ferro, trovato sotto la paglia, mentre Michael, dopo essersi curato il braccio, indossò un altro dolcevita grigio. Ridacchiando, prese un pezzo di corda per strangolare Trixie. La bambina riportò alla mente gli insegnamenti di Maze, di colpire gli occhi, i fianchi o in mezzo le gambe. Si preparò, scattando come una molla, quando Michael si piegò su di lei, incrociando le gambe al braccio dell'angelo pazzo. Con forza gli conficcò nell'occhio destro il pezzo di ferro. Velocemente corse lungo la miniera. Per fermare quell'angelo, all'imboccatura della miniera staccò il filo elettrico, colpendo una trave della miniera, facendo crollare l'ingresso. Sapendo la forza dell'angelo, si arrampicò su una stradina accanto la miniera, posizionandosi proprio sopra, per gettare sopra l'angelo altre grosse pietre in bilico. Ma con sorpresa, vide nella vegetazione una jeep.

Trixie vide poco più in là un paio di cacciatori, che capì erano di frodo. Salì sulla jeep, guidandola verso la strada. Da un anno, Lucifer le dava lezioni di guida, dietro approvazione di Chloe, insegnandole soprattutto i trucchi per ogni tipo di guida o veicolo. Nel frattempo, Michael aveva sfondato l'entrata crollata della miniera. Stava per togliersi il ferro dall'occhio, ma sentendo i cacciatori gridare che una bambina gli aveva rubato la jeep, volò per riprendere Trixie.

Nella jeep, Trixie chiamò sua madre, usando il cellulare di uno dei cacciatori, mentre procedeva a tutta velocità su una lunga strada diritta, scoprendo che era in una zona quasi desertica di Los Angeles.

Nell'attico, Maze urlò il grido di guerra dei demoni, dicendo entusiasta
"Lo sapevo! La mia migliore allieva!"
Chloe era davvero felice, perché Trixie era oramai capace di difendersi da sola, grazie agli insegnamenti di Maze e Lucifer.

La detective, felice ma allo stesso tempo preoccupata, telefonò a Lucifer, spiegandogli cosa gli aveva detto Trixie.

Michael atterrò sul tetto della jeep. Stava per dare un pugno per sfondare, ma fu sbalzato sulla strada da Lucifer che lo riempi di pugni. Vedendoli sullo specchietto laterale, Trixie fermò la jeep, facendo inversione a u.

Lucifer colpì nuovamente al viso Michael, premendo ancora di più il pezzo di ferro nell'occhio del suo gemello, facendolo urlare per il dolore. Con rabbia, Lucifer gli arpiono il collo con una sua enorme mano da demonio, dicendogli
"Credevi sul serio te l'avrei fatta passare? Non dovevi neanche posare il tuo sguardo ignobile sulle persone che amo…"
Lo alzò in piedi, con le ossa del collo di Michael che scricchiolavano
"...Non meriti altro che la morte. Io sono pronto a tutto per difenderle"

Il tempo si fermò, con Gabriel che cercava di togliere Michael dalla mano di Lucifer, non riuscendoci, dicendogli
"Non ucciderlo, Dio Padre gli cancellerà la memoria, chiudendolo tra le anime vuote del purgatorio"
Ma Lucifer non lo ascoltava. A pochi passi Siad stava in piedi con le braccia incrociate sul petto, desiderava la morte di Michael per lui un obbrobrio dell'esercito angelico.

Amenadiel non avrebbe permesso a Lucifer un nuovo peso sulla coscienza, dopo Uriel. Riattivo il tempo, sussurrando qualcosa a Trixie. La ragazzina si attaccò al braccio di Lucifer, urlandogli
"Pa...Lucifer lascialo alla giustizia del paradiso. Non facilitargli la pena che deve subire. Ascoltami ti prego"
Il re dell'inferno aprì la mano, lasciando che Gabriel prendesse Michael svenuto. Senza guardarlo, Lucifer disse ad Amenadiel, mentre prendeva in braccio Trixie
"Per il bene del paradiso vai con loro. Assicurati che abbia la punizione"
Volando via con Trixie.

Nel cielo.

Trixie adorava volare in cielo con Lucifer o Amenadiel, incantata dalle loro ali che trovava magnifiche. Lei aveva visto le ali di Michael, ma le aveva trovate spente, come il cervello dell'angelo pazzo.

Con sorpresa, Trixie vide delle lacrime bagnare la guancia di Lucifer, dicendogli
"Non devi essere triste. Io mi sento bene. Visto che l'ho fatto penare abbastanza?"
Il re dell'inferno sorrise a Trixie, dicendole mentre si asciugava con il palmo della mano le lacrime
"Giusto. Tu sei una degna allieva di Maze, anzi la migliore. Devi perdonarmi, ero molto preoccupato"
Trixie gli buttò le braccia al collo, piagnucolando
"Sono forte, ma perché ero sicura che tu mi cercavi"
Lucifer ricambio l'abbraccio di Trixie, consapevole che per quella figlia acquisita avrebbe fatto di tutto.

Qualche ora dopo. Appartamento di Chloe e Lucifer.

Dopo che Trixie ebbe una chiacchierata con Linda, la psichiatra disse a Lucifer, Chloe e Maze
"Non ce neanche bisogno di fare delle sedute aggiuntive. Trixie a oramai una capacita unica, quella di assimilare il meglio in ogni occasione. Visto che con quel gemello pazzo, le cose non sono andate in tragedia, vi assicuro che potete andare avanti con le vostre vite, non avendo strascichi futuri"
Facendo tornate la piccola famiglia all'appartamento.

L'unica cosa che dispiacque a Trixie erano gli ingredienti per fare i muffin, buttati per terra di fronte al loro appartamento. Un problema che Lucifer risolse in meno di un ora, facendo portare un auto nuova per Chloe e gli ingredienti per i muffin.

Nella pace del loro appartamento, riuscirono a tornare alla normalità, soprattutto quando Amenadiel confermò che Michael era rinchiuso in purgatorio, tra le anime senza memoria.

Lucifer, con orgoglio, dopo aver spiegato a Trixie come fare dei muffin, la vide farne alcuni, non eccelsi come i suoi, ma accettabili.

Sedute nel divano, Maze e Chloe, stavano gustando dei muffin, bevendo del vino, guardando la scena di Lucifer, maestro di alta cucina, che insegnava alla sua allieva preferita, dopo i muffin, come creare delle cotolette degne di un ristorante stellato. Chloe disse alla demone, percependo un senso di tranquillità che poche ore prima credeva impensabile

"Non posso proprio lamentarmi, mia figlia a ormai le capacità di un ninja"
Decidendo che se Dan, avesse nuovamente manifestato gelosia, mettendosi tra Lucifer e Trixie, lo avrebbe gambizzato sparandogli. Maze era proprio orgogliosa della sua migliore allieva.

CONTINUA

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Capitolo 7
*** Quando tutto crolla(1/2) ***


Sabrina, una giovane donna metà umana e metà apprendista strega dell'oscurità, comparve una mattina nella vita di Lucifer, chiedendogli il pagamento di un favore fattogli da un suo antenato
"Ti ricordi re dell'inferno? Ti stavano per riportare all'inferno, ma un mio antenato mago, durante il medioevo in Inghilterra ti liberò. Tu gli lasciasti la tua parola di esaudire un suo desiderio o di un suo discendente. Ebbene io voglio una notte di sesso con te. Dal tramonto all'alba mi dovrai soddisfare"

Lucifer guardò confuso la ragazza a pochi passi da lui. Era di media altezza con un fisico magro, capelli biondi che non arrivavano alle spalle, pelle chiara in contrasto con occhi verdi. Cercando di mostrare il sorriso più sincero, Lucifer le disse
"Chiedimi qualunque altra cosa, ma fare sesso con te mai, per nessun motivo. Sono impegnato con una donna, non voglio tradirla, perdendo l'unica donna che abbia mai amato. Ti prego Sabrina, chiedimi qualunque altra cosa"

Sabrina alzò le spalle, canticchiando
"Il diavolo perde la parola data, il diavolo bugiardo"
Lucifer le afferrò un braccio dicendole nervoso
"Va bene. Dovremmo andare in un'altra città. Soprattutto sei maggiorenne?"
Sabrina ridacchio, dicendogli mentre gli mostrava la carta d'identità che la poneva maggiorenne da qualche mese
"Non puoi non farlo. Re dell'inferno, decidi se vuoi perdere la parola data. Non ti preoccupare, voglio anch'io che nessun altro sappia di questo nostro...atto"
Lucifer percepì da quella giovane donna la magia nera in dosi massicce. Le ridiede la carta d'identità, portandola nel parcheggio, dove la fece salire nella corvette.

Una decorazione natalizia per strada, ricordò a Lucifer che mancava quasi una settimana a Natale. Spero che il suo passato non rovinasse tutto. Quel passato quando non pensava minimamente di poter esser felice con un solo amore, formando una famiglia.

Durante il viaggio verso l'aeroporto, Lucifer si maledisse per non riuscire a mentire, neanche per salvare il suo rapporto con Chloe. Per non doverle mentire era scomparso, decidendo di portare Sabrina in un elegantissimo hotel di New York usando un altro nome.

Chloe era confusa oltre che preoccupata. Quella mattina una ragazza bionda era arrivata in centrale, cercando Lucifer, presentandosi come Sabrina. Dopo aver parlato in privato con la sconosciuta, il re dell'inferno era letteralmente scomparso, inviandole solo un messaggio testuale, che la inquieto

"Chloe ti prego, fidati di me. Ti amo"

Lei decise di fidarsi.

New York. Nella camera dell'hotel, tramonto.

Lucifer guardò il tramonto dal balcone dell'hotel. Si sentiva in trappola, ma soprattutto sperava che Chloe non lo venisse mai a sapere. Sabrina uscì canticchiando dal bagno della camera, con indosso un accappatoio bianco di cotone, dicendo a Lucifer
"Io sono pronta. Ti ricordo che siamo al tramonto"

Lucifer rientrò nella camera, chiedendo alla ragazza che si era infilata nuda sotto le coperte del letto matrimoniale
"Ma perché vuoi farlo proprio con me?"
La ragazza seduta nel letto, ridacchio, spiegando
"Come perché? Quante streghe tu hai iniziato al loro lato oscuro con il sesso"
Lucifer scosse la testa
"Tutte bugie di stregoni per fare sesso senza problemi. Mai l'ho fatto"
Sabrina si distese supina nel letto, dicendo a Lucifer che avrebbe fatto di tutto per cancellare quel momento
"Vorrà dire che io sarò la prima. Su vieni, ti piacerà, pensa sei il primo..."
Lucifer si stava per strozzare mentre beveva altro whisky dal bicchiere
"...ancor meglio la prima apprendista strega che battezzi nel modo più piacevole"

Rassegnato, Lucifer si tolse la giacca, dicendo alla giovane donna nuda nel letto
"Può anche darsi che non funzioni. Negli ultimi tempi sono più propenso solo alla donna che amo"
Sabrina emise un piccolo urlo. Lucifer le disse
"Aspetta prima che faccia qualcosa"

La giovane donna gli indicò la sua schiena. Lucifer non capiva cosa volere dire, non vedendo le ali fuoriuscite. Improvvisamente le braccia di Lucifer divennero nella sua versione bruciata, ma come erano quando Maze lo tirò fuori dalla fossa infernale. Dopo poco, tutto il corpo di Lucifer, divenne allo stesso modo. Sabrina urlò spaventata.

Poco dopo.

Linda fu un po' sollevata di ricevere una videochiamata da Lucifer nel suo portatile. Ma appena lo vide la preoccupazione torno doppiamente. Il viso di Lucifer era quasi del tutto nella sua versione bruciata. Ma le bruciature erano come fresche, sgorgando sangue dalle ferite. Con voce raschiante, Lucifer le disse
"Linda aiutami, ti prego"
Cercando di trovare tutta la calma, Linda gli disse
"Raccontami tutto"

Qualche ora dopo.

Maze bussò alla porta della camera d'hotel, con accanto Linda. Avevano deciso gli non dire nulla a Chloe, finché non avessero capito come stava Lucifer.

Aprì la porta Sabrina. La giovane apprendista strega, rivestita, era visibilmente terrorizzata. Linda la fece da parte entrando, riconoscendo Lucifer lamentarsi. Lo trovò disteso nel letto pieno di sangue. Il re dell'inferno era supino, completamente nudo, nella sua versione bruciata. Le ferite, le bruciature erano come fresche, vive. Maze saltò sul letto, parlando con Lucifer in una lingua che Linda non conosceva. La demone guardò Sabrina con odio, ringhiandole contro. Sabrina non ebbe modo di scappare, arpionata per il collo dalla mano destra di Maze che le disse furiosa
"Tu vorresti essere una strega? Non farmi ridere. Dovevi percepire che la sua aurea era negativa"
Strinse ancora di più la gola di Sabrina che pianse spaventata, scoprendo che le sue magie non facevano nulla a Maze. Linda scosse la demone, quasi urlando
"Maze non puoi ucciderla, forse dopo. Ora dobbiamo pensare a Lucifer, si contorce dal dolore"
Maze colpì alla testa Sabrina che svenne.

Lucifer era bloccato in un incubo. Non un incubo della sua fallita ribellione, la tortura o altro. L'incubo era lui che con la valigia in mano usciva dell'appartamento di Chloe e suo. Lui che sconvolto, guardava Chloe e Trixie con un altro uomo. Il peggio fu vedere lo stesso uomo, affiancare Chloe alla centrale. Disperato, allungò le mani in avanti, tentando di riprendere l'immagine di lui, felice con Chloe e Trixie.

Maze era disperata, non sapeva cosa fare per aiutare Lucifer. Mentre Linda cercava di ragionare. La dottoressa ricordava che nella videochiamata, prima di svenire del tutto, Lucifer le aveva detto che lui non voleva fare sesso con quella giovane donna. Le disse piangendo che gli aveva offerto di tutto, ma lei voleva solo quello.

La demone tentò di bloccare Lucifer, che di contorceva dal dolore, coprendolo con un lenzuolo, lasciandogli fuori solo la testa. Sperando funzionasse, Linda quasi sussurro all'orecchio di Lucifer
"Lucifer non perdere la speranza, Chloe capirà che non avevi scelta. Tu possiedi un subconscio molto forte, facendoti diventare così pur di non tradire Chloe. Sei riuscito. Quella strega non vuole più niente da te, guardala"

Maze ringhio contro Sabrina, che con evidenti segni sul collo, si avvicinò al letto, dicendo a Lucifer
"Ti restituisco la parola data al mio antenato. Non voglio nulla"
Maze le indico la porta, facendo uscire in fretta e furia Sabrina dalla camera.

Linda continuò con Lucifer. Il re dell'inferno non si contorceva più dal dolore, tornato nella sua forma bruciata ma senza sangue
"Vedi? Non dovrai tradire Chloe. Ora torniamo a Los Angeles. Parlerai con Chloe, sono certo ti capirà. Puoi tornare nella forma umana?"
Lucifer scosse la testa
"Non ci riesco...Non posso"
Maze gli disse
"Ti porterò all'attico per ora"
Lucifet gridò disperato
"No! Io voglio andare all'appartamento dove abito con Chloe e Trixie. Deve…"
Fermandosi contento, vedendo le braccia tornare normali. Linda fu felice, perché Lucifer si stava tranquillizzando.

Qualche ora dopo, camera da letto di Trixie.

Chloe disse a Trixie che Lucifer era impegnato con il Lux. Fu un modo per permetterle di dormire serena. Solo che Trixie aveva notato una strana tristezza negli occhi di sua madre
"Mamma, forse avete litigato?"

Chloe scosse la testa, coricandosi nel letto con la figlia, dicendole con finta tranquillità
"Nessun litigio. Solo questioni di lavoro per Lucifer. Sai che a tante strade per non pagare neanche dei lavori per il Lux"
Trixie sorrise annuendo di si.

Poco dopo.

Chloe aprì la porta, coprendosi la bocca quando vide com'era combinato Lucifer. I vestiti erano il ricordo sbiadito dell'eleganza di Lucifer, con i capelli arruffati. Preoccupò soprattutto Chloe che i piedi di Lucifer fossero fasciati, sostenuto dal lato destro da Maze, mentre Linda era qualche passo più indietro. Istintivamente, Chloe lo abbraccio, sentendolo dirle disperato
"Ti giuro non ce stato nulla, lo giuro"
Chloe lo guardò confusa, ma decise di rimandare ogni domanda a quando si fosse sentito meglio.

Maze aiutò Chloe nel cambiare Lucifer, mettendogli un pigiama di seta blu. Disteso nel letto, Lucifer cade subito nel sonno. Chloe fece segno a Maze di uscire dalla camera.

Dopo aver chiuso la porta, con cura di non far rumore, Chloe domandò un po' sottovoce a Maze
"Vuoi dirmi cosa gli hanno fatto? Maze perché la gamba destra e fasciata quasi fino all'inguine? Mentre della gamba sinistra solo il piede?"
Linda si avvicinò, dicendo a Chloe
"Ti spiegherò io ogni cosa. Sediamoci in soggiorno"

Mezz'ora dopo

Chloe si alzò dal divano, dicendo a Linda
"So cosa devo fare. L'unica cosa"

Maze, vicino la porta della camera di Chloe e Lucifer, disse alla detective prima che entrasse
"Ricorda che si sente molto debole, ma sopra ogni cosa ti ama. Non ti dico altro"
Allontanandosi.

Nella camera da letto.

Chloe guardò Lucifer con gli occhi lucidi. Aprì l'armadio tirando fuori un trolley.

La mattina dopo.

Lucifer si svegliò con un mezzo sorriso. Alzatosi, scoprì che la gamba con il piede erano guariti. L'euforia, perché Chloe aveva dormito con lui, si frantumo vedendo il suo trolley con il borsone vicino l'armadio. Con mano tremante aprì la sua parte dell'armadio, scoprendo che era vuoto. Si sedette ai piedi del letto respirando con affanno, cercando di non piangere, ma dovette liberare le lacrime per non soffocare.

Trixie busso, aprendo leggermente la porta. Vedendo Lucifer seduto ai piedi del letto, lo raggiunse felice. Vedendola, Lucifer si asciugo rapidamente gli occhi, cercando di sorridere. La figlia acquisita del re dell'inferno gli domandò preoccupata
"Perché piangevi?"
Lucifer abbozzo un sorriso, dicendogli con la voce rotta
"Trixie, mi serve un tuo abbraccio"
La bambina, contenta lo accontento. Lucifer chiuse gli occhi, cercando di dimenticare che sarebbe stato nuovamente solo.

CONTINUA

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Capitolo 8
*** Quando tutto crolla (2/2) ***


Paradiso. Biblioteca.

Amenadiel entrò nella biblioteca con un mezzo sorriso. Nei lunghi corridoi domandò a diversi angeli che mettevano apposto dei libri
"La custode dove posso trovarla?"
Tutti gli indicarono una porta in fondo a un corridoio, dove erano ammassati molti libri. Busso. Una voce di donna disse da dentro
"Entra chiunque tu sia"

Amenadiel entrò in una stanza piena di libri, dove in un angolo c'era un piccolo letto singolo con un comodino vicino, su cui c'era una lampada con una cornice di una foto. Poco più in là su una poltrona c'erano ammassati dei vestiti, per terra delle scarpe. Proprio di fronte una grande vetrata c'era una scrivania, piena di libri, fogli. Dietro la scrivania chinata su un libro, una donna anziana, dai capelli bianchi raccolti in una coda di cavallo. La donna disse senza alzare la testa
"Amenadiel riconoscerei il tuo camminare tra mille. Dimmi, cosa ti serve?"

Amenadiel non sapeva proprio come dirglielo
"Maze ha finalmente potuto trovare i corpi di Lucifer e tua madre. Trixie, oggi pomeriggio li metteremo nel centro del giardino, quello qui vicino. Certo saprai che il vento infernale ha fatto diventare tutti gli esseri viventi come statue di pietre. Se vuoi esserci"

L'anziana che era Trixie scosse la testa
"Non posso perdere tempo. Ti ricordo l'accordo fatto con tuo padre Dio? Cercherò un modo per tornare indietro nel tempo, per il tempo che avrò da mortale, lavorando come custode capo della biblioteca in paradiso. Alla mia morte naturale, diventerò un angelo, abbandonando questa idea di tornare indietro nel tempo. Come vedi Amenadiel, io non posso vantare più di molto tempo. Grazie ugualmente"
Amenadiel uscì dalla stanza molto triste.

Qualche ora dopo.

Trixie si svegliò a notte fonda, dopo aver dormito come quasi ogni notte appoggiata alla scrivania. Tentando di svegliarsi, si stropicciò gli occhi. Ma la novità di Amenadiel gli aveva fatto perdere ogni concentrazione. Si alzò dalla poltrona, andando al piccolo letto, sedendosi sul bordo. Era molto magra, con indosso una tunica grigia. I capelli bianchi raccolti in una coda di cavallo, incorniciavano un viso molto pallido e pieno di rughe. Con mano tremante accese la lampada sul comodino, guardando con gli occhi lucidi la foto nella cornice. Era una foto di lei da bambina, che abbracciava Lucifer, assieme a sua madre, seduti nel giardino pubblico vicino il loro appartamento. Con il cuore in pezzi, Trixie abbraccio la foto, lasciando che calde lacrime gli bagnassero le guance. I ricordi tornarono come coltelli nel suo cuore.

Si vide bambina che abbracciava Lucifer, la mattina che lo trovò in lacrime nella camera da letto nell'appartamento. Poco dopo era corsa in cucina, avvertendo sua madre che Lucifer era volato via dalla finestra. Sua madre disperata aveva chiamato Maze, spiegando

"Credevo mi avesse sentita ieri notte. Avevo deciso di andare con lui e Trixie per qualche giorno allo chalet in montagna. Avevo messo anche i miei vestiti nelle borse. Ma apprendo la sua parte dell'armadio, deve aver pensato che lo volessi cacciare dall'appartamento. Deve aver dimenticato che oggi si lavano i vestiti che si usano poco. Per questo l'armadio e mezzo vuoto. Il cellulare sembra disattivato. Maze aiutami, non vorrei che faccia qualche pazzia, Linda ha detto che era terrorizzato che lo lasciassi. Non l'avrei mai fatto! Pur di non tradirmi con quella strega era diventato sofferente. Maze ti prego troviamolo"

Trixie anziana chiuse gli occhi, ricordando il loro viaggio in auto fino all'attico. Risentiva ogni volta nelle orecchie l'urlo di sua madre, quando trovò Lucifer morto. Il re dell'inferno si era tagliato la gola con un coltello di Maze, nel letto della sua camera nell'attico. Il resto fu per Trixie un qualcosa di confuso. Ricordava solo le finestre della camera che scoppiarono. Lei si trovò per terra coperta da Maze. La demone la proteggeva da un vento caldissimo.

Comparve Amenadiel che con le sue ali le proteggeva. Lacrime inumidirono le guance di Trixie anziana, sempre con gli occhi chiusi, vedendo nei suoi ricordi solo altro dolore. Maze che la diede nelle braccia di Amenadiel, mentre intorno a loro il vento caldissimo stava distruggendo tutto. Sempre Maze, oramai nella sua versione da demone, che diede a Trixie la foto in cornice che Lucifer teneva sul comodino dell'attico, dicendole
"Addio tesoro"

In pochi attimi, l'angelo e Trixie furono al cancello del paradiso. Molti angelici avevano salvato altri angelici o umani. Con Trixie c'era anche Linda, che anni dopo gli racconterà tutta la storia della strega Sabrina, di come aveva sconvolto le loro vite. Venne anche a sapere che suicidandosi Lucifer, le porte dell'inferno si erano aperte, riversando sulla Terra il vento infernale. Il vento aveva fatto diventare tutti gli esseri organici come statue di pietre, non permettendogli di andare all'inferno, purgatorio o paradiso, scomparendo del tutto.

Trixie non accettò mai di diventare un angelo, a differenza di Linda, oramai rassegnata che il loro mondo sulla Terra era perso. Era sicura che In quella biblioteca ci fosse un modo per tornare indietro nel tempo. Il suo unico obiettivo era fermare la strega Sabrina. Ma in quei giorni stava perdendo ormai le speranze.

Uno dei giardini del paradiso. Notte.

Un po' indecisa, Trixie si avvicinò alle due statue di pietra poste su un piedistallo. Era senza parole. Seppur senza definizioni del viso, si riconosceva una donna in ginocchio che piangeva un uomo disteso per terra. Inserì la sua mano anziana in quella aperta della statua di pietra che era Lucifer, dicendogli mentre guardava la statua che era sua madre
"Non può finire tutto così. Per un malinteso, un maledetto malinteso…"

Delle lacrime bagnarono le guance dell'anziana Trixie
"...magari foste qui con me. Mi mancate così tanto. Mi manca tutto. Mi manca papà Dan, mi manca la nonna Penelope. Ma soprattutto mi mancate voi due. Mamma e tu Lucifer…"
Trixie scosse la testa
"...no! Papà Lucifer! Tu sei stato sempre un padre per me. Il mio amico magico. Senza di te sarei stata così infelice. Papà Lucifer per qualche tempo ti odiai, ritenendoti uno sconsiderato a esserti suicidato sapendo cosa sarebbe successo. Ma tu non lo sapevi, nessuno lo sapeva. Tu eri solo disperato, pensando di aver perso la tua famiglia. Perché tutto deve essere così difficile? Sono così stanca"

Con fatica, Trixie salì sul piedistallo, stendendosi accanto a Lucifer, mettendo la testa sulle gambe della madre, chiudendo gli occhi.

Trixie si svegliò nello stesso giardino, ma bambina. Una musica da valzer la fece voltare dove erano le due statue di pietra. Invece, c'erano Lucifer e sua madre che ballavano sulla musica del valzer. Lei ridendo felice li raggiunse. Subito Lucifer la prese in braccio, dicendole
"Trixie perché stavi piangendo?"
Sua madre le accarezzo i capelli. Trixie scosse la testa, dicendo
"Solo un brutto sogno. Un incubo"
Sua madre le disse, dopo averle posato un bacio su una guancia
"Un viaggio in corvette ti darebbe piacere?"
Trixie rispose con entusiasmo
"Si certo. Sarebbe bellissimo"

Prima di salire sulla corvette, Lucifer disse a Trixie
"Trixie perdonami per quello che ho fatto…"
Guardando Chloe che affianco la Trixie bambina
"...non vedevo altra strada per far finire il dolore tremendo che avevo nel cuore"
Trixie li guardò sorpresa, divenendo la Trixie anziana, chiedendo ai due
"Ma voi due non siete frutto dei miei sogni?"
Chloe scosse la testa
"Nelle statue abbiamo lasciato una minuscola essenza di noi due. Abbiamo atteso che ci portassero da te, per dirti addio in modo migliore"
Trixie abbraccio sua madre, con un braccio unendo a loro due Lucifer, scossa da singhiozzi di pianto, urlando
"Non andate via. Vi prego! Portatemi con voi"
Sua madre le disse, mentre Lucifer le accarezzava i capelli, dandole piccoli baci
"Noi diventiamo nulla. Non vogliamo che lo sia anche tu. Devi vivere. Mio tesoro siamo certi che farai grandi cose, rendendoci orgogliosi di te"
Lucifer guardò Chloe che annuì di si. Trixie tornò bambina, seduta nella corvette con sua madre e Lucifer.

Trixie si svegliò nel giardino, quando ormai era giorno. Odiava quei momenti, quando la realtà le toglieva i sogni. Sempre più triste, scese dalle statue, dicendo in un sussurro
"Addio, mamma e papà Lucifer"

Tornando alla biblioteca.

Nella biblioteca, l'anziana Trixie si distese nel suo piccolo letto, abbracciando la foto tanto amata, decidendo di non alzarsi più.

Nel giardino del paradiso.

Azrael si avvicinò alle statue che erano state Lucifer e Chloe. Commossa posò una rosa rossa nella mano aperta del fratello, facendo una carezza al viso, dicendo scossa da singhiozzi di pianto
"Mi lamentavo così tanto...Non volendo essere l'angelo della morte, ma ora mi manca esserlo. Lucifer, Chloe sono rimasta nell'ombra prendendomi cura di Trixie…"
Cade in ginocchio con le mani sulla faccia
"...Non avendo il coraggio di starle accanto, perché mi ricorda così tanto voi due, la Terra di cui resta solo una landa desolata, dove solo i demoni possono vivere. Ma non posso aspettare oltre. Deve tornare indietro nel tempo per rimettere le cose apposto. Non mi importa se per un angelo che apre un varco temporale…"
Si alzò in piedi, asciugandosi delle lacrime
"...viene punito con la scomparsa da ogni piano di realtà. Lei può rimettere le cose apposto"

Biblioteca.

Un lieve battere alla porta svegliò Trixie. Con poca voglia di alzarsi, si diresse alla porta. Stava per aprire la porta, quando improvvisamente di fronte a lei si aprì un portale. Dall'altra parte della porta, Azrael scomparve, punizione per aver utilizzato la magia di andare indietro nel tempo, ma scomparve con un sorriso. Dall'altra parte, Trixie indossò un cappotto lungo e nero, saltando nell'apertura temporale.

Los Angeles. Giorno dell'incontro della strega Sabrina e Lucifer.

Trixie ricomparve in un vicolo, riconoscendo, con il cuore in gola, l'entrata del Lux dall'altra parte della strada. Vide entrare Maze. Commossa, controllo una tasca del cappotto, contenta di avere portato un coltello. Velocemente si diresse verso la centrale, sperando di fermare la strega Sabrina.

Poco dopo.

Quasi tutti quelli nella centrale si precipitarono fuori in strada. I freni di un autobus, parcheggiato in una salita si erano rotti. L'autobus era vuoto, ma un collega di Chloe le disse, con accanto sempre Lucifer
"Un vero miracolo. Solo una vittima. Una ragazzina che attraversava la strada, una certa Sabrina"

Lì vicino, l'anziana Trixie sorrise. Lei aveva tagliato i freni dell'autobus, uccidendo la strega Sabrina senza fare altre vittime. Provò una strana sensazione, comprendendo che la sua realtà si stava sfaldando, ma era felice.

Lucifer fermò Chloe dal rientrare in centrale, proponendogli
"Possiamo andare per un caffè da qualche parte? Ti vedo un po' scossa"
Chloe sorrise, annuendo di si. Mentre si dirigevano nel parcheggio interno, l'anziana Trixie non vista li guardava.

Quello stesso pomeriggio.

Sia a Lucifer che Chloe, Trixie era parsa un po' troppo silenziosa.

L'anziana Trixie si sedete su una panchina dall'altra parte della strada, dal quale poteva vedere il patio, dove vide se stessa bambina sedersi. Poco dopo arrivò Lucifer che di sedete accanto a lei. L'anziana Trixie si portò le mani al petto, percependo che stava per scomparire, sussurrando a quella se stessa
"Chiamalo papà...lo merita...chiamalo papà"
Scomparendo dalla panchina. In paradiso, nella biblioteca comparve in un libro delle regole la frase

"Quando il re dell'inferno si suicida usando un coltello o altro che lo cancella dai piani delle realtà, le porte dell'inferno si spalancano, portando l'apocalisse sulla Terra. Questa regola, questo ammonimento diventi parte di ogni re dell'inferno"

Sentendo una risata felice perdersi tra i corridoi.

Nel patio, Lucifer chiese a Trixie

"Sei stata molto silenziosa. Capirai che io e tua madre siamo un po' preoccupati"
Trixie sorrise appena, dicendogli
"Lucifer devo parlare proprio con te"
Il re dell'inferno passò dall'essere preoccupato a temere di averla delusa in qualche modo. Trixie si alzò in piedi mettendosi di fronte a lui, dicendogli con sguardo serio
"Premetto che mio padre Dan si trova d'accordo con me…"
Lucifer tremo, di solito Dan era d'accordo per allontanarlo da Trixie
"...visto che ormai fai parte della nostra famiglia, ti piacerebbe, saresti contento…"
Trixie abbassò lo sguardo
"...Ti chiamassi da ora in poi…"
Trixie respiro profondamente
"...Ti chiamassi papà Lucifer...se forse non vuoi capirò"
Trixie fu piacevolmente sorpresa di trovarsi nell'abbraccio di Lucifer, che le disse con la voce rotta
"Sarei onorato che tu mi chiamassi papà Lucifer. Trixie grazie, grazie"

Chloe uscì sul patio, ricevendo la notizia da un commosso Lucifer.
Rientrati, Lucifer domandò a Trixie
"Per dolce da dopo cena cosa preferisci? Budino o gelato?"
Trixie sorridendo gli disse
"Papà Lucifer andrà bene qualunque cosa"
Correndo in cucina, mentre Chloe si avvicinò a Lucifer un po' commosso, che le disse
"Chloe sono felice"
La cui amata gli disse
"Era qualcosa che doveva succedere. Lei ti adora, tu le vuoi bene come fosse una figlia tua, papà Lucifer"
Sorridendo si avviarono in cucina.

CONTINUA

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Capitolo 9
*** Momenti più o meno divertenti (2) ***


_XX La figlia del cuore XX_

La gravidanza di Linda aveva reso molto felice Trixie, soprattutto sapendo che il padre della nuova vita era Amenadiel. Lei stimava molto quelle due persone.

Ma una mattina, mentre Trixie era a scuola, un piccolo dubbio si insinuò nel suo animo.

Quella mattina, durante una pausa tra le lezioni, aveva raccontato con tutta la felicità che poteva, della gravidanza di Linda ai suoi compagni di banco. Stava per cambiare argomento, quando un compagno di classe che conosceva poco, gli disse
"Mi dispiace che farai la mia stessa fine..."
Trixie non capiva cosa voleva dire, continuando il bambino
"...il mio patrigno sembrava adorarmi. Poi successe che il fratello aspettava un figlio dalla fidanzata. Ti dico solo che il mio patrigno può dirsi il padre di suo nipote, riuscendo anche nel far innamorare di quello sgorbio mia madre. Io sono ormai solo un ospite a casa mia. Rassegnati Trixie, finisce sempre così. Non posso neanche andare con mio padre che vive in Europa"
Trixie scosse la testa, dicendogli sicura
"Papà Lucifer non lo farà mai. Sono sicura"

Qualche giorno dopo, Trixie disse a Lucifer, seduto al tavolo in soggiorno, intento nel controllare la sua posta elettronica tramite il cellulare
"Papà Lucifer non muoverti da qui. Devo mostrarti una cosa importante"
Lucifer le disse non alzando lo sguardo dal cellulare
"Non ti preoccupare, non mi muovo di qua, avendo molto da leggere"

Orgogliosa, Trixie si diresse nella sua camera, prendendo dallo zaino di scuola, l'ultimo compito in classe di matematica, superato con un voto altissimo.

L'entusiasmo di Trixie scese non trovando Lucifer dove lo aveva lasciato, chiedendo a Maze che guardava un film di guerra alla tv
"Ma papà Lucifer?"
Maze le disse, sorridendo felice per il film
"Una telefonata di Linda lo ha fatto uscire di corsa"
Quella decisione di Lucifer, incrinò un po' la convinzione di Trixie che mai il re dell'inferno l'avrebbe preferita al nipote o la nipote in arrivo. Triste, appese al frigorifero, con una piccola calamita il compito.

Non fu l'unico caso nel quale Lucifer corse in aiuto di Linda, dimenticando qualche promessa a Trixie. La bambina cercò di non rimpaciargli quelle mancanze, sperando fossero solo dovuti al buon cuore del suo padre acquisito, visto che Amenadiel si era defilato.

Le cose precipitarono un giovedì.

Lucifer era seduto con Linda nella sala d'attesa del suo ginecologo. Cercando la fiaschetta, trovò in una tasca interna un foglio piegato in due. Con sorpresa, vide che era la mini locandina dell'Amleto, in scena quel pomeriggio nella scuola di Trixie. Una riduzione dell'opera di William Shakespeare, preparata dal corso di recitazione che seguiva Trixie, che interpretava Ofelia.

Cercando di non mostrare la sua agitazione a Linda, Lucifer cercò di trovare Chloe, telefonando alla centrale di polizia. Sperava, nonostante impegnati, Chloe o Dan potessero correre da Trixie, non potendo lasciare sola Linda. Si diede dello stupido, per aver dimenticato quel momento importante per Trixie. Soprattutto perché lui aveva aiutato Trixie a imparare la parte, giurandole di esserci.

Lucifer non poteva immaginare cos'era successo. Trixie, non vedendolo nel posto a lui riservato, sicura fosse con Linda, aveva sbagliato più volte la sua parte, venendo sostituita.

Fu Chloe corse alla scuola, trovando Trixie dietro le quinte del palco, costruito in palestra, scossa da singhiozzi di pianto. Cercando di calmarla, Chloe le disse
"Devi essere paziente. Papà Lucifer tenta di aiutare Linda. Lei non manca mai per lui"

Trixie, con il viso nascosto nella spalla della madre, le disse con la voce rotta
"Mamma...lui preferisce il sangue del suo sangue che attende Linda...anche se resta solo lo zio...Mamma mi sono illusa. Potevo accettare tutto questo se fosse stato per un fratello o una sorella che attendevi tu...ma non per altri"
Chloe era sorpresa delle parole di Trixie, dicendole mentre le accarezzava i capelli, quasi cullandola
"Trixie ti sbagli. Tu per lui sei una figlia. Ora andiamo a casa, quando torna chiarirà ogni cosa"

Trixie le fece una richiesta che la preoccupò
"Mamma per favore, non voglio vederlo. Chiedi a papà Dan se posso andare con lui da stasera, non da domani venerdì. Ti prego"
Vedendola così disperata, Chloe telefono a Dan.

Nello stesso momento.

Accompagnata alla sua abitazione Linda, Lucifer si diresse all'appartamento sotto l'attico dove abitava Amenadiel. Il fratello stava guardando la tv, vedendolo entrare dall'ascensore gli andò incontro, chiedendogli
"Dimmi, come sta Linda?"
Lucifer lo sbatte con violenza al muro, dicendogli dopo un ruggito
"Tu devo prenderti cura di Linda. Io non posso esserci per lei sempre. Oggi per andare con Linda, mi sono perso la recita scolastica di Trixie"
Amenadiel abbassò lo sguardo, annuendo di si
"Va bene. Lo trovo giusto…"
Guardò il fratello che era furente, sorridendo timidamente
"...scusa Luci. Da oggi non devi essere tu presente al mio posto. Chiedi scusa a Trixie da parte mia"
Lucifer si allontanò da lui, visibilmente preoccupato, dicendo mentre tornava nell'ascensore
"Devo chiedergli io scusa. Da più di una settimana sopporta la mia mancanza, le mie dimenticanze. Spero di non aver perso mia figlia"
Amenadiel si sentì terribilmente in colpa.

Appartamento di Chloe e Lucifer.

Dan aveva accettato con piacere di avere Trixie un giorno prima.

Nella sua camera, Trixie preparava lo zaino, per andare con suo padre. In quel momento sperava di non incontrare Lucifer. Aprì appena la porta sentendo che proprio Lucifer era rientrato. Svelta chiuse a chiave la porta, sperando che Lucifer non la aprisse con la sua magia. Insicura, Trixie si allontanò dalla porta, restando vicino la scrivania nella camera. Lucifer batte nervosamente alla porta, dicendole
"Trixie per favore, ti posso spiegare perché non ero alla recita. Mi dispiace"

Chloe si avvicinò a Lucifer indicando Dan sulla porta che ridacchiava, dicendogli a bassa voce
"Lucifer non dimostrare a Dan che qualcosa non va. Lasciala andare con lui, la rabbia sarà meno pesante. Lunedì le spiegherai…"
Bussando alla porta
"...Trixie su esci. Così vai con papà. Lucifer non ti fermerà"
Lucifer domandò amareggiato a Chloe
"Non sono più papà Lucifer?"

Trixie aprì la porta, correndo come un fulmine verso la porta, uscendo. Dan prima di chiudere la porta, disse a Chloe e Lucifer
"Difficile la paternità?"
Uscendo. Chloe trattene Lucifer, che le disse con gli occhi lucidi
"In questo momento odio profondamente Dan e Amenadiel. Soprattutto Amenadiel, non posso credere come mi abbia usato. Chloe…"
Guardando la sua detective preoccupato
"...cerca di parlare con Trixie. Deve capire che non volevo preferire la vita che attende Linda. Anzi grazie a voi due mi interesso di queste cose. Chloe devi dirglielo, non voglio perdere l'affetto di mia figlia"

Chloe lo abbraccio, sentendolo respirare affannosamente con la fronte sulla spalla destra. Sperava che le cose potessero migliorare, avendo bisogno l'uno dell'altro Trixie e Lucifer.

Qualche ora dopo. Abitazione dei genitori di Dan.

La preparazione della festa di compleanno per la nonna paterna di Trixie, la distrasse un po' dai suoi pensieri. Solo che ogni tanto, nel suo cellulare, le arrivava qualche messaggio testuale di Lucifer, pieno di faccine, facendola un po' sorridere, ma ricordando i giorni prima, non rispondeva.

In serata, Amenadiel arrivò alla festa di compleanno con un regalo per la madre di Dan. In un primo momento, Dan credeva che Amenadiel volesse parlare con Trixie, invece l'angelo era lì per lui. Nel portico dell'abitazione, l'angelo disse a Dan
"Non voglio di certo entrare negli ambiti familiari di te con Chloe e Lucifer. Ma stavolta dovresti essere un po' meno contento"

Dan ridacchio, raccogliendo le braccia sul petto, dicendo all'angelo
"Amenadiel cosa dovrei fare secondo te? Io ti considero un amico nonostante tu sia fratello di quello. Dovrei aiutarlo con Trixie? No grazie. Io sarei molto più felice se Trixie comprendesse che deve stare lontano da quello. Comprendo che Chloe può amarlo, posso anche accettarlo in un certo senso, si tratta di una donna adulta. Ma Trixie resta una bambina, facilmente influenzabile"

Amenadiel sorrise, accigliandosi Dan. L'angelo gli spiegò
"Ti assicuro che Chloe, più di Lucifer, avrebbe voluto dire a Trixie le varie volte nel quale ti sei introverso nella loro vita famigliare. Ma mio fratello gli ha sempre detto di non farlo, non volendo turbare il rapporto di Trixie con te. Quindi se metterai una buona parola per lui con Trixie, sarebbe qualcosa di giusto. Aiuterai anche me, perché mi sento terribilmente in debito verso mio fratello, avendo solo io la colpa di avergli dato Il mio impegno di stare accanto a Linda"

Dan dovette ammettere con sé stesso che Lucifer non aveva mai usato i suoi momenti di gelosia, per il suo rapporto con Trixie, contro di lui. Disse ad Amenadiel, con sincerità
"Per quanto possa essere felice di questa divisione, vedo Trixie molto giù. Ride senza quel luccichio negli occhi…"

Guardando il suo sconosciuto amico angelo
"...facciamo così. Devi dirlo a Chloe e Lucifer. Specifica che lo faccio per Trixie, devi chiarire con Lucifer"

All'appartamento.

Chloe aprì la porta ad Amenadiel, dicendo all'angelo sottovoce
"Amenadiel ti consiglio di andare via. Lucifer rimane piuttosto arrabbiato con te"
L'angelo alzò le mani in segno di resa
"Comprendo i miei sbagli. Ma sono certo, quello che devo dire a Lucifer gli farà piacere"
Chloe si fece da parte, facendolo entrare.

Lucifer era seduto nel divano che scriveva al cellulare. Vedendolo si alzò, dicendo indispettito al fratello
"Credo che l'abitazione di Linda sia da altra parte. Persino il tuo appartamento. Quindi cosa vuoi?"
Amenadiel si avvicinò al fratello con un ampio sorriso
"Come ben sai, Linda riesce nell'impresa di farti capire quando sbagli. Io soprattutto la stavo perdendo. Non fossi andato da lei oggi, aveva deciso di allontanarmi del tutto dalla vita creata assieme. Ma non posso pensare a un futuro con lei o almeno far parte della vita della nostra prole, senza rimettere apposto il casino in questa famiglia per colpa mia. Quindi sono andato da Dan, parlandogli da amico. Forse ha trovato una soluzione. Ascoltami Luci"

Quella notte.

Trixie rimase nell'abitazione dei suoi nonno paterni con suo padre. Dan nel divano letto in soggiorno, mentre Trixie trovò posto in un piccolo divano letto, in quella che era stata la camera di suo padre, diventata da anni sartoria di sua nonna.

Quella notte per Trixie addormentarsi fu molto difficile. Non le piaceva cos'era successo con Lucifer, ma non le piaceva neanche come di era sentita quasi abbandonata da quello che considerava un padre. Provò con tutta se stessa di trovare la voglia di parlare con Lucifer, ma Il ricordo del suo fallimento durante la recita scolastica non gli permetteva di farlo.

Chiuse gli occhi, sperando di addormentarsi. Riuscì anche a sognare, ma il sogno diventò un incubo. Era iniziato piuttosto bene. Lei era al Lux, durante quella che sembrava una festa di compleanno. Lucifer, in smoking, salì sul bancone del bar, dicendo ad alta voce a tutti quelli riuniti nel night club
"Ora voglio presentarvi la festeggiata, parte del mio cuore. Eccola"

Indicò verso Trixie che felice si fece avanti, ma Linda la spinse di parte, facendo strada a una ragazzina mulatta, che corse verso Lucifer che saltò dal bancone abbracciandola. La bambina diceva felice
"Grazie zio, grazie"
Il cuore di Trixie si spezzò ulteriormente, sentendo dire a Lucifer
"Tu sei l'unica persona che sento come una figlia"

Sconvolta, Trixie fece alcuni passi indietro, per scappare via. Qualcosa la freno. Dietro di lei c'era una donna anziana. La donna era alta, magra, vestita completamente di nero, in contrasto con i capelli bianchissimi. L'anziana le disse

"Mia cara, io non posso dirti come. Ma io sono parte di te. Una parte che non dovrà mai esistere nel futuro. Io ti mostrerò qualcosa. Al tuo risveglio non ricorderai me o cosa ti mostrerò, ma nel cuore persisterà la consapevolezza che quel re dell'inferno ti vuole bene come una figlia"

La donna le porse la mano che Trixie strinse, non provando timore verso quella sconosciuta.
Trixie si trovò nel Lux, in corso una delle notti con balli e clienti. La musica a tutto volume si abbassò, dicendo l'anziana a Trixie
"Questi sono gli incubi di Lucifer. Esplora, lo potrai fare finché lui non si sveglia. Nel suo incubo lui non può vederti. Ricorda, gli manchi"

Trixie lo vide. Vide il re dell'inferno seduto a un tavolo intorno la sala da ballo. Le sembrava molto triste. Rivolse lo sguardo dove guardava Lucifer, restando esterrefatta.

Al tavolo vicino era seduta lei con suo padre Dan e Amenadiel. I tre erano intenti in una partita a Monopoly. Trixie vide se stessa dire, dopo aver tirato i dadi
"Se ti allontani dal re dell'inferno perdi tutto…"
Quella Trixie sorrise al padre Dan
"...pur di allontanarmi da quel mostro, va bene se perdo tutto"

Al tavolo accanto Lucifer abbasso la testa, sentendo una voce dire
"Sul serio credevi potessi piacergli?..."
Risate con la voce che continuava
"...papà Lucifer? Veramente?"

Lucifer rimase solo nel nigh club vuoto. Intorno al tavolo comparvero Uriel e il gemello Michael che indicandolo lo deridevano. Non sopportando oltre, Trixie voleva correre per difenderlo, ma vide la scena cambiare. Lucifer era di fronte la porta della camera di Trixie, immobile mentre la sua voce diceva come una preghiera
"Sono suo padre...sono papà Lucifer...sono suo padre"

Trixie si svegliò di soprassalto, nello stesso momento Chloe aveva svegliato Lucifer, nel letto accanto a lei, dopo averlo sentito piagnucolare nel sonno
"Sono suo padre...sono papà Lucifer"

Trixie non ricordava cosa avesse sognato, ma provava nel cuore la voglia di parlare con Lucifer.

La mattina dopo.

Seduti al tavolo di legno fuori un fast food, Trixie e Dan facevano colazione, guardando nel cellulare i video del compleanno del giorno prima. Una voce fece trasalire Trixie. Sua madre si avvicinò al tavolo, dicendo sorpresa
"Che coincidenza. Anche voi per la colazione qui"
Trixie gli domandò, spegnendo il suo cellulare
"Ma papà Lucifer non ha fatto la colazione?"
Chloe scosse la testa, spiegando
"Non era molto ben disposto. Così siamo venuti qui, per una colazione da asporto. Già che sono qui, Dan vorrei dirti qualcosa, mentre attendo la colazione da portare via. Trixie te lo rubo per poco"

Trixie annuì di si, accendendo il cellulare. La successiva voce le fece battere il cuore
"Trixie possiamo parlare? Non voglio che il nostro rapporto sia incrinato o peggio distrutto. Capisco di aver sbagliato nell'essere stato così tanto preso da Linda…"

Si sedette dall'altra parte del tavolo dov'era lei
"...ma non volevo certo sostituirsi. Tu per me sei importante come una figlia, ti considero come sangue del mio sangue. Ecco…"
Abbassò lo sguardo
"...volevo dirti solo questo. Se vuoi dirmi qualcosa, ma ti prego non ferirmi con il silenzio"
Trixie guardò quell'essere così speciale, quel re dell'inferno che non era il male, ma puniva il male. Il suo sguardo preoccupato gli spezzò il cuore, raccontando della rivelazione del suo compagno di classe sul patrigno che era più affezionato al nipote. Gli fece presente quanto era stata ferita non vederlo alla recita
"...Il problema, papà Lucifer …"
Quel riferimento a lui come padre, fece sperare Lucifer
"...che io sono gelosa di te. Se potessi permetterei solo la mamma di starti vicino. Ma capisco che non può succedere. Voglio andare oltre tutto questo. Papà Lucifer io odio essere arrabbiata con te. In fondo ti sei preso cura di Linda, dimostrando che sei una brava persona. Cercherò di non dubitare più che mi vuoi bene"

Lucifer diede il suo cellulare a Trixie, dicendole
"Sono molto logorroico quando parlo di te o tua madre. L'altro giorno, Linda ha fatto questo video, per inviarlo a Maze. Guardalo, capirai molte cose"
Trixie vide una ripresa un po' nascosta. Lucifer diceva a qualcuno di fronte a lui

"Si sono padre. Padre di una splendida piccola donna, attualmente di quasi dodici anni, Si chiama Beatrice, ma le piace meglio Trixie. Posso affermare con sicurezza, prima che fosse parte della mia vita, ero triste e solo. Grazie a lei sono cambiato. Mai avrei aiutato qualcuno come faccio con Linda, credendo tutto in questo mondo fosse inutile. Invece Trixie, mia figlia, mi ha fatto capire che le brave persone come Linda devono essere aiutate. Vedo Trixie come il faro nella mia vita che era molto agitata in un mare di solitudine"

Dal fast food, Chloe vide con piacere Trixie abbracciare Lucifer. Vide l'ex marito un po' infastidito, dicendogli
"Dan hai fatto la miglior cosa"
Dan sbuffo, dicendogli accigliato
"L'ho fatto per Trixie. Non certo per il tuo fidanzato"
Chloe sorrise a Dan, riconoscendo che l'ex marito era una brava persona.

Trixie saluto affettuosamente sua madre e Lucifer il suo padre acquisito, per rivedersi quel lunedì. La bambina vedendo Dan uscire dal fast food gli andò incontro, abbracciandolo felice, dicendo contenta
"Grazie papà, papà Lucifer mi ha detto che una tua idea questo incontro. Grazie, grazie ti voglio tanto bene"
Dan pensò che quel Lucifer non era così pessimo come pensava. Solo che il ricordo di Charlotte era un dolore troppo grande.

_XX Il covid della discordia XX_

Los Angeles. Mattina. Lux.

Seduti al bancone del bar, Lucifer e Maze controllavano dei documenti del Lux. Poco prima, gli addetti alla pulizia avevano finito di pulire il locale. Da quanto il night club aveva ottenuto la certificazione covid free, i clienti si erano triplicati, permettendo a Lucifer di aumentare lo stipendio a Maze, che si occupava di tutto intorno al night club, lasciando il re dell'inferno libero per il suo lavoro con Chloe e la vita famigliare.

Ma delle volte, Lucifer doveva firmare lui dei documenti. Dopo aver apposto l'ultima firma, Lucifer sospiro sorridendo, mentre Maze sorseggiava il suo drink, dicendo al suo capo, un po' accigliata
"Magari tutti i nightclub avessero la magia anti covid che ce su questo edificio. Alcuni dei miei migliori partner sessuali non sarebbero in quarantena infettati dal covid"

Lucifer ridacchio, dandole i documenti firmati, dicendo al suo demone
"L'unica cosa che non mi dispiace, dover stare molto di più in casa, con le mie donne preferite. Abbiamo organizzato maratone di film, giochi in scatola o via computer. Poi non comprendi quanto sia hot l'appartamento nei week end che Trixie si trova da Dan"
Maze alzò le spalle, portando la cartelletta con i documenti nell'ufficio lì vicino, dicendo a Lucifer prima di entrare
"Niente da fare, io mi annoierei"

Il cellulare di Lucifer suonò. Tornando dall'ufficio, Maze vide Lucifero lanciargli uno sguardo incredulo, che diventò perplesso ascoltando qualcuno al cellulare. Lo sentì dire con un mezzo sorriso
"Va bene Chloe. La convinco io. Ti porto Trixie in un quarto d'ora. Tranquillizza il detective stronzo"
Chiuso il cellulare, Lucifer spiegò a Maze
"A scuola di Trixie stavano facendo il tampone per il covid. Lei con altri compagni di classe sono scappati…"
Lucifer sorrise scuotendo la testa
"...gli altri sono stati trovati. Manca solo Trixie, che aveva inviato un messaggio testuale a Chloe dicendole di essere al sicuro. Grazie a Ella hanno scoperto che si trova qui"
Maze si guardò intorno
"Qui non la vedo"
Lucifer indicò sopra di loro, comprendendo Maze che Trixie era all'attico. Lucifer diventò serio
"Naturalmente il detective stronzo doveva dire la sua. Sta schiumando invidia da quando Trixie mi chiama papà e sono tra le persone legalmente responsabile di Trixie. Se non fosse per le mie umane preferite, gli avrei fatto fare un viaggio all'inferno. Comunque lo stronzo, sapendo che Trixie si trova qui, sta minacciando Chloe di chiedere al giudice di allontanarmi, se Trixie non farà il tampone, perché io sarei una cattiva influenza"
Maze lo tranquillizzo, mentre andava verso l'ascensore
"Non succederà mai. Qualunque giudice vedrebbe quanto bene fai a Trixie"

Nell'attico

. Trixie sentendo il ding dell'ascensore si nascose nella libreria, portando lo zaino della scuola. Un po' si vergognava, visto che si vantava di essere una coraggiosa undicenne. Coraggio che l'aveva abbandonata, vedendo come era eseguito il tampone. Sperando chi era entrato nell'attico non la trovasse, si fece piccola piccola dietro una poltrona.

Entrato nell'attico, Lucifer decise di non rivelare a Trixie le cattiverie del padre Dan. Dopo aver controllata l'ora, chiamò Trixie
"Trixie vieni fuori, sono io papà Lucifer…"

Dire papà Lucifer, faceva sentire proprio bene il re dell'inferno, soprattutto perché non era una scelta di Trixie dovuta perché figlia naturale. Era stata una decisione dal cuore di Trixie che lo aveva scelto come padre acquisito
"...non ce nessun altro con me"
Timidamente, Trixie si affacciò dal corridoio, lasciando cadere lo zaino sul pavimento, correndo ad abbracciare il suo padre del cuore, piagnucolando
"Papà Lucifer sembra una tortura infernale. Ti prego fammi restare qui" Lucifer le appoggiò una mano sulla schiena, mentre l'altra le accarezzava i capelli, dicendole con tono amichevole
"Trixie, sai bene che lo farei. Ma devi fare il tampone per due motivi. Il primo per la tua salute. Il secondo che conosci quanto critici ci sono sul fatto che io...sono io. Criticano che per la mia cattiva influenza non vuoi fare il tampone"
Come voleva dirle che era l'invidia di suo padre Dan.

Trixie si allontanò lentamente da Lucifer, prendendo lo zaino sul pavimento, dicendo un po' tremando, ricordando come dovevano eseguire il tampone, tenendo il mento alzato, come le aveva insegnato Maze, quando voleva nascondere la paura
"Va bene. Lo faccio. Sono due ottime ragioni. Ma soprattutto per la seconda. Se sento qualcuno parlare contro di te, metto in pratica gli insegnamenti di Maze"
Lucifer sorrise piuttosto compiaciuto.

Pochi minuti dopo.

Vedendo parcheggiare la corvette, Chloe che era di fronte la scuola con altri genitori, tirò un sospiro di sollievo. Come tutti, indossava una mascherina, la sua chirurgica. Sia Lucifer che Trixie, indossarono la mascherina prima di scendere dalla corvette. Trixie non era molto contenta, ma l'aveva giurato al suo padre acquisito.

Dan si avvicinò a Chloe, anche lui con la mascherina. L'ex marito disse a Chloe, deluso di aver perso quel punto a favore contro Lucifer
"Così l'ha convinta. Bene"
Chloe gli rispose sottovoce
"Stai diventando ridicolo tentando una guerra contro Lucifer per l'amore di Trixie. La perderai"

Dan non ebbe modo di controbattere, arrivando Trixie con accanto Lucifer. La bambina disse ai genitori
"Faccio questa tortura medievale solo perché mi ha convinto papà Lucifer"
Avviandosi verso la scuola.

Lucifer aggiustandosi i gemelli, disse a Chloe ignorando Dan
"Aspettiamo noi per riportarla all'appartamento o lo deve fare qualcun altro?"
Chloe si avvicinò a Lucifer, dicendogli
"Aspettiamo noi due, Dan deve tornate alla centrale"
Mentre Dan si allontanò accigliato, Chloe si accorse che la corvette era con il tettuccio, sentendo ancor più amore per Lucifer. Perché Lucifer odiava la corvette con tettuccio, ma per non incappare in pioggia o altro con le persone cui teneva, optava per quella.

Nella scuola.

Trixie si registrò, attendendo nell'infermeria con altri il suo turno, cercando di non far vedere che tremava. All'arrivo dell'addetto con il tampone, respiro un paio di volte, permettendo che lo usasse prima in bocca, poi nel naso, tossendo alla fine, ricevendo un bicchiere di carta con un po' d'acqua. Uscita dall'infermeria, Trixie tirò un sospiro di sollievo, avviandosi all'uscita.

Fuori la scuola.

Trixie corse felice verso il suo padre acquisito e sua madre, dicendogli un po' rauca
"Tutto fatto. Una cosa terribile. Ma giuro non scapperò più se devo farlo nuovamente. Dimostrerò di essere la degna figlia di due detective e un re dell'inferno tosti"
Quel farlo entrare così nella sua famiglia, commuoveva sempre un po' Lucifer, non avendolo mai fatto neanche la sua famiglia originale. Il re dell'inferno, domandò a Chloe, cercando di nascondere gli occhi lucidi
"Dobbiamo andare alla centrale oggi?"
Chloe scosse la testa, intrecciando la mano destra alla figlia, aggiungendo
"Per oggi abbiamo finito di lavorare. Andiamo a casa"

Poco dopo erano nell'appartamento, preparando tutte tre insieme il pranzo.

FINE ….MA SI CONTINUA CON ALTRE STORIE...

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Capitolo 10
*** Fortificare la famiglia. ***


Attico di Lucifer. Mattina.

Linda e Amenadiel giunsero all'attico di Lucifer per dirgli che stavano assieme. Durante la gravidanza di Linda, la nascita del figlio Charlie, si erano avvicinati, decidendo di convivere.

Si stupirono, trovando sul divano e sul bancone dei liquori almeno dieci grandi scatole di cartone rigido, riempite quasi tutte di vestiti e oggetti vari.

Lucifer comparve dalla camera da letto con una serie di camicie di diversi colori, con addosso una di cokore rosso, abbottonata a metà. Mentre sistemata le camicie in una scatola disse a Linda
" Passo successivo dottoressa, mi trasferisco definitivamente da Chloe e Trixie. Vero qui al Lux solo per gestire il nightclub. Ho comprato il monolocale accanto al nostro l'appartamento. Da oggi useremo come magazzino quelle due camere. Nei prossimi giorni andremo per svuotare un magazzino. Dove avevano messo un sacco di roba Chloe e Trixie. Ora non serve, visto la comodità di due ampie stanze in più ..."
Rivolto ad Amadaiel
"...potresti trasferirsi tu qui nell'attico. Tutti gli incartamenti sono nella camera blindata nel mio ufficio giù al Lux, con roba magica o altro. La conosci vero quella camera blindata?"

Amenadiel annuì di si, era una vera immensa camera blindata, che sarebbe rimasta intatta se tutto l'edificio del Lux sarebbe crollato. L'angelo guardò Linda chiedendole
"Ti andrebbe di vivere qui con Charlie?"
Linda annuì di si con entusiasmo.

Lucifer si sedette vicino una delle scatole sul divano, dicendo ai due
" Vorrei dimezzare il tempo di ritorno a casa di Chloe...no scusate a casa mia e Chloe. Quindi vi dico che sono felice, perché volete convivere, sopratutto qui..."
Lucifer si alzò, dicendo ad Amadaiel un po' emozionato per quella ufficializzazione del suo rapporto con Linda
"...Giù ce la jeep in garage, metti dentro quelle due scatole piene sul bancone. Dottoressa…o meglio Linda, visto che sei di famiglia..."
La dottoressa arrossi
"...vieni con me, devo prendere alcune cose importanti nella libreria"

Nella libreria oramai vuota, Lucifer le passò una scatola del Monopoli.
"Come detto prima, le cose pericolose sono nella stanza blindata sotto nel mio ufficio. Qui devo prendere solo cose che porto nell'appartamento. Apri la scatola Linda"

La fece, rivelando che era piena di disegni di Trixie, ma soprattutto un grande album per foto con immagini varie da quando aveva conosciuto Chloe. Continuò prendendo altre scatole di giochi da tavola e dei giochi per computer. Disse alla dottoressa mentre prendeva due foto incorniciate su un tavolino, in una lui con Chloe, nell'altra loro due con Trixie
"Linda in certi momenti credo di sognare. Lei mi ama e mi accetta. Non credevo mai avrei potuto avere la mia piccola famiglia. Me l'ha chiesto lei di trasferirmi definitivamente con loro. Un regalo dopo l'altro dal destino. Trixie che mi vuole chiamare papà, ora questo. Sono così felice"

Linda era commossa, Lucifer aveva finalmente trovato una famiglia. Tentando di cambiare argomento per non piangere
"Il pianoforte? Lo lasci qui?"
Lucifer le rispose
"Lo porteranno all'appartamento domani dei traslocatori. Oggi ho fatto insonorizzare una zona delle due camere, cosi potrò usarlo senza disturbare i vicini"

Amenadiel lì raggiunse
"Mancano solo altre tre scatole che sono vuote"

Riempiti anche queste, prima di entrare nell'ascensore, Lucifer disse a Linda
"Sono entrato qui solo, con Maze sì, ma in fondo solo. Ora mi trovo tanti amici ma soprattutto una figlia e una compagna..."
Dando ad Amenadiel la chiave dell'attico
"...goditelo. Io vado dalla mia famiglia"

Giunti all'appartamento di Chloe e Lucifer, tre buttafuori del Lux che attendevano nel parcheggio, portarono le scatole dentro, lasciandoli nel soggiorno. Prima di chiudere la porta, Lucifer, insieme a Chloe e Trixie, cambiò la targhetta sotto il numero dell'appartamento, dove avevamo aggiunto il nome di Lucifer Morningstar.

Un anno dopo. Corridoio che dava all'appartamento.

Due file di amici, parenti (quelli ben voluti), persino Dan e Ella ( ancora all'oscuro della vera natura di Lucifer), accolsero con un lungo applauso Lucifer e Chloe, in abiti da cerimonia. Neanche mezz'ora prima, nella chiesa di padre Frank, l'angelo padre Frank li aveva sposati. Raggiante, Lucifer prese in braccio stile sposa Chloe, portandola oltre la soglia dell'appartamento.

Nel soggiorno, Lucifer dopo un bacio appassionante con Chloe, rimettendola sul pavimento, disse a tutti gli invitati che entrarono nell'appartamento
"Ringraziamo tutti di aver partecipato al nostro matrimonio, con un piccolo rinfresco qui. Dovete scusarci se non abbiamo organizzato nulla di enorme, ma fra un ora partiamo per la una di miele. Però per chi vuole, stasera al Lux, sotto la supervisione di Maze, grande festa con tutto gratis fino all'alba. Volevo anche dire a tutti, io personalmente…"

Lucifer tentò di nascondere in una risata un singhiozzo di pianto, con Chloe che l'abbraccio dal fianco destro e Trixie, Maze, Amenadiel e Linda commossi
"...grazie, per la pazienza con il quale avete accettato questo eccentrico proprietario di night club. Ognuno di voi, può dirsi un costruttore della mia felicità. Ora guardo con tristezza com'ero prima, perché nonostante la mia amica preziosa Maze…"
La indicò e Maze si asciugo una lacrima
"...Non credevo mai possibile poter essere felice con una splendida donna…"

Bacio la mano di Chloe intrecciata alla sua
"...diventando il padre della più magnifica delle figlie…"
Indicò Trixie che si asciugo delle lacrime, inviandogli un bacio con la mano
"...Ora se volete scusarci, ci cambiamo per partire"

Amenadiel indicò con Azrael un grande buffet sul tavolo della cucina e il bancone.
Al lancio del bouquet da sposa, questo finì tra le mani di Maze che neanche si era sbracciata come le altre donne.

Poco più tardi.

Nel parcheggio, Trixie e Maze salutarono Lucifer e Chloe che andavano via in corvette. Non vedendoli più, Trixie disse divertita a Maze con in mano il bouquet da sposa di Chloe
"Già sai chi sarà il fortunato?"
Maze guardò poco più in là. Una donna asiatica, vestita come lei, sorrideva. La demone disse a Trixie, tornando all'appartamento
"Potrebbe essere anche una lei. Su andiamo. Per questa settimana devi stare da tuo padre. Io intanto, coltiverò qualche relazione personale"

Guidando la corvette sulla Pacific Coast Highway, ammirando l'Oceano Pacifico, con Chloe appoggiata alla sua spalla, Lucifer ricordò quella strada del suo destino che lo portò a quella felicità. Una lacrima dalla guancia di Lucifer fu portata dal vento sulla spiaggia, finendo nella mano di Dio, che disse guardando la corvette scomparire all'orizzonte
"Auguri figlio mio"

Fine della fanfiction.

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