Pensieri

di Only_ Me
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Impotente ***
Capitolo 2: *** Fallimento ***
Capitolo 3: *** Nella mia testa ***
Capitolo 4: *** Odio ***



Capitolo 1
*** Impotente ***


Fermo. Immobile. Non respirare. Se non fai rumore, se non occupi tanto spazio forse alla fine sprarirai sul serio. Magari. Magari, davvero. Nessuno ti vede. A nessuno importa. Nessuno sa cosa provi, come stai. Forse nessuno proverà a capirlo. Forse nessuno sa, nessuno capisce perché nessuno è come te. Chissà. Magari sei così unico e raro. O forse quelli come te, non sono qui, hanno un posto tutto loro dove starsene da soli, in pace. Chissà. Magari. Magari esiste un mondo popolato da gente come te. Immagini? Gente che ti sa ascoltare, che capisce, gente paranoica e sarcastica, gente spezzata dentro, nel profondo, gente che sa cos'è il dolore, che se ama, ama forte, ma sa andarsene, gente che ha imparato a soffire e ha capito che a volte il gioco non vale la candela, gente disillusa, stupida, infantile a volte, perché un'infanzia non l'ha avuta, gente che si crede grande, ma grande non è, bambini spaventati dietro l'armatura da lupo cattivo, gente vendicativa, cattiva, marcia, malata, con l'anima in fiamme, gente sporca, logora, preoccupata e in perenne ansia, felice a tratti brevissimi. Perché sì, perché sono così. Pessimista, preoccupato, spezzato, marcio, distrutto, bloccato, incastrato, schiacciato in un mondo, in un corpo, in una vita che sta andando a rotoli nonostante faccia di tutto per impedirlo. Impotente. Fermo. Immobile davanti alla tua vita che si sgretola pezzo a pezzo. Ghiacciato. Incapace di agire, costretto ad assistere alla tua stessa rovina. Per mano tua? Per mano di Dio? Del Fato? Del Destino? Non so. So solo che sono fermo, immobile, impotente.

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Capitolo 2
*** Fallimento ***


Perché mi sento così? Ho superato una prova davvero difficile, l'unica cosa su cui mi concentravo da tempo, dovrei essere felice, dovrei sentirmi appagato e non desiderare altro e invece sono triste. Mi sento stanco e triste. Vuoto. E in ansia, di nuovo. Come se non meritassi ciò che ho avuto, le congratulazioni e tutto. Sento che non lo merito. Non merito niente? E mi sento comunque un fallimento. Perché? Dannazione, perché sono così? Che diavolo di problemi mi affliggono? Davvero mi risulta così difficile essere felice per più di cinque minuti? Eppure non penso che sia impossibile... sono io quello strano? O è davvero difficile essere felici? Respirare per più di dieci minuti senza ansia, essere meno apatici, sorridere per davvero, non riempirsi la testa di mille pensieri. È davvero così difficile? Cosa permette alle persone di non sentirsi un fallimento? C'è una formula, un trucco, una magia? Qualcosa? Posso sentirmi… appagato per un po', pensare che ho dato il massimo e che merito le congratulazioni che mi vengono fatte, le cose carine che mi dicono, o no? C'è un momento in cui le merito davvero? O no? Io non lo so, non riesco a capirlo. Come faccio a capire se merito degli apprezzamenti quando per me non dovrei ricevere altro che insulti? Cosa c'è di così sbagliato in me?

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Capitolo 3
*** Nella mia testa ***


C'è una voragine. Un'enorme voragine nera, profonda e senza fine. La sto guardando dal parapetto sovrastante come ogni volta che mi trovo in quel luogo. Osservo le rocce scoscese che spariscono nello strapiombo. Il cielo intorno a me è grigio, promette temporale. So che non c'è nessuno oltre me in questo luogo dimenticato da Dio. Né persone né animali. Nessun'anima viva. Non riesco a staccare gli occhi dal nulla a pochi passi da me. C'è qualcosa dentro di me, qualcosa di oscuro, una voce calda, suadente che accarezza le mie membra e mi assicura che se mi lasciassi andare, se facessi un passo avanti, se mi gettassi nel vuoto, sarebbe tutto facile, sarebbe come essere accolti da calore profondo e rassicurante, che ogni problema, paranoia, ogni sensazione brutta sparirebbe per sempre. Dovrei solo fare un passo avanti. I miei occhi sono come incollati, ipnotizzati, da quella voragine. Lasciarsi andare sarebbe così semplice. Molto più semplice che combattere ogni giorno contro di essa, molto più semplice che ignorare quella voce che con il passare del tempo ha iniziato a logorarmi l'anima, molto più semplice che sorridere e fare finta di niente, che rispondere "Sto bene, è tutto okay, sono felice", quando so benissimo che non sono altro che bugie. Dovrei solo ascoltare quel mostro che sulla spalla mi sussurra di fare un passo avanti, lasciarmi cullare dalla sua voce calda e ubbidirgli. Sarebbe così facile. Mi riscuoto quando qualcuno mi appoggia una mano sulla spalla e mi scuote appena, sbatto le palpebre più volte e mi giro verso il nuovo arrivato. "Eri incantato." Deglutisco, metto a fuoco ciò che mi circonda: non c'è nessuna rupe scoscesa, nessuno cielo grigio e nessun mostro sulla spalla, sono seduto su una sedia di un bar circondato dai miei amici. Era tutto nella mia testa. È sempre tutto nella mia testa…

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Capitolo 4
*** Odio ***


Hai mai odiato qualcuno? Ma intendo, quell'odio profondo e viscerale. Sei mai arrivato a pensare che se determinate persone morissero, la tua vita sarebbe incredibilmente migliore? Hai mai pensato di allontanarti e ignorare totalmente qualcuno? Una parte della tua vita? L'hai mai fatto? Hai mai odiato davvero? Io non lo so. Forse lo faccio ogni fottuto giorno della mia vita. Ogni fottuto giorno da quando mi alzo la mattina fino a quando vado a letto la sera e la cosa più triste di tutte è che la persona che odio è sangue del mio sangue. E non è una persona qualsiasi, no. È mia madre. La mia fottutissima madre. E io la odio. Così dannatamente tanto. Quando penso alla mia infanzia ricordo principalmente momenti tristi con lei. Certo, ce n'erano anche di belli, davvero. C'erano momenti in cui era fantastica e stavamo insieme e giocavamo e mi aiutava a fare i compiti e mi abbracciava e mi sentivo così tanto felice. Ma poi c'erano dei momenti in cui era orribile e mi diceva cose orribili e lo faceva per farmi stare male. Ricordo ancora una frase che mi disse un giorno mentre mi stava urlando contro: "Io ti dico tutte queste cose così, anche se ora non ti importano, un giorno quando starai davvero di merda, ti torneranno in mente e starai anche peggio". E, grazie mamma, davvero. Una stellina d'oro per te. Sotto la colonna di "Cose da dire per essere una pessima madre". Ma in ogni caso. Mia madre, sì. Mia madre che è arrivata a tanto così dal tradire mio padre. Mia madre che se la prende se non diciamo le cose esattamente come vuole lei. Mia madre che urla il 99% della giornata. Mia madre che critica le mie amicizie, le mie relazioni, i miei hobbies. Mia madre che non fa altro che chattare con chissà chi e quando si stacca dal telefono urla contro chiunque di noi in casa e si aspetta anche che le diamo ragione e che diamo contro a mio padre. Mia madre che probabilmente odia mio padre, ma non ha le palle di lasciarlo. Mia madre che è costantemente insoddisfatta della propria vita e riversa su di me e mio fratello e mio padre i suoi problemi. Mia madre che urla e urla e urla e ci fa una merda costantemente, sempre a tutti. Mia madre che minaccia di uccidersi una volta sì e l'altra pure. Mia madre che critica mio padre in continuazione, sempre e lo fa una merda se per caso lui si azzarda a dire che nella pasta non c'è abbastanza sale. Mia madre a cui non importa un cazzo dei nostri problemi, ma solo dei propri. Mia madre che parla delle sue amiche come se fossero la sua famiglia e tratta noi come spazzatura. Mia madre che dovrebbe amarci e mantenere un clima piacevole in casa, ma tutto ciò che fa è distruggere sempre tutto. Mia madre che mi ha messo al mondo e ha detto che era meglio se non fossi mai nato perché per colpa mia non ha potuto finire i suoi studi. Mia madre che è più volubile del tempo. Mia madre. E la cosa più triste è che ci sono momenti in cui penso che se ne andasse o sparisse, farebbe un favore a tutti noi. E mi sento una merda, davvero una merda a pensarlo, ma è così. E mi dispiace…

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