L'antifurto perfetto

di CatherineC94
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Signor Lunastorta ***
Capitolo 3: *** Signor Codaliscia ***
Capitolo 4: *** Signor Felpato ***
Capitolo 5: *** Signor Ramoso ***
Capitolo 6: *** Professor Remus Lupin ***
Capitolo 7: *** I Malandrini ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


L'antifurto perfetto
Prologo

Si guardano tra di loro decisi, anche Peter sempre convinto di quella scelta.
James misura la stanza a grandi passi, meditabondo e di tanto in tanto lancia un’occhiata obliqua a Sirius che spaparanzato sul suo letto  a baldacchino fatica a trattenere un largo sorriso.
L’unico che sembra tentennare è Remus, la sfumatura color miele dei suoi occhi è quasi solidificata e l’espressione sul viso è esasperata, ma sotto sotto è anche divertita.
«Non sono molto convinto di questa cosa, le probabilità che lui riesca a mettere le mani sulla Mappa sono pressoché nulle…» afferma.
Sirius alza il sopracciglio destro, dentro ha una variante molto colorita come risposta ma James lo ammonisce con lo sguardo e braccato si limita al silenzio.
James si alza dalla sedia che occupa da ore con l’espressione di chi si sta preparando a narrare una filippica molto dettagliata ed arguta, Remus se ne rende conto e quasi si pente di quella frase appena pronunciata.
«Caro Lunastorta, lui è capace di ogni cosa e ne siamo certi» esordisce l’amico con sfondo Sirius che annuisce e Peter che lo imita ansioso.
«Lui è capace di tutto!» gli fa eco quest’ultimo con voce ansiosa.
James batte le mani  convinto dicendo:« Grazie Codaliscia hai reso bene l’idea».
Sirius sbuffa, Remus lo ignora.
«James, sai come la penso su voi due» inizia Remus.
«Noi tre» lo corregge Sirius tagliente.
Remus gli getta uno sguardo di fuoco e continua pacato:« Va bene, voi tre. Credo sia il momento di mettere fine a queste stupide rivalità, sai che Lily non approverebbe».
James dondola sul posto a disagio sentendo il nome della fidanzata.
Sirius si alza di botto e con irruenza ride di gusto.
«Remus ma cosa sei diventato?» gli chiede ironico e poi guardando James dice:« Ramoso non lo ascoltare, questa Mappa è la cosa più intelligente mai creata e solo al pensiero che quel viscido essere la tocchi mi vengono i brividi!».
Peter ridacchia e si gela quando Remus lo ammonisce con lo sguardo.
«Felpato ha ragione, non ce lo vedo proprio. E poi, anche tu sai che non è così simpatico come credi» conviene James trafficando sulla scrivania.
Remus ci riflette un po’ e ammette:« Questo è vero, ma non lo siamo nemmeno noi».
Un rumore sinistro proveniente dalla parte più remota del dormitorio suggerisce che Peter sta sgranocchiando la terza confezione di Topi di Zucchero sotto gli occhi dei tre.
«Che c’è? Tutti questi pensieri mi mettono fame!» si giustifica lui facendo ridere gli altri.
Sirius con un sorriso smagliante punta la bacchetta verso la Mappa del Malandrino, pronunciando un incantesimo ben preciso e sussurra: «Comincia tu Lunastorta, pensa un po’ a qualche episodio con Mocci- ahia, c’era bisogno di tirarmi un libro? Va bene, ho capito! Pensa intensamente al nostro caro Piton e dicci cosa vorresti scrivere. Però tralascia i dettagli intimi, vorrei cenare. Ahi! Peter? Me lo daresti un Topo di Zucchero in prestito? Non ti assicuro che ritornerà intatto dopo il posto oscuro che visiterà! Ahi!».


 
Note.
Non ce l’ho con Piton, sul serio però amo i Malandrini e quindi eccomi qua. Mi piacerebbe sottolineare il fatto che io sono sicura che loro quattro, come Piton d’altronde, siano dei personaggi che hanno sia lati positivi che negativi. Però, ( chi mi conosce bene lo sa), io adoro sia il libro Harry Potter e il Prigioniero di Azkaban sia il film e da tempo meditavo di scrivere qualcosa sull’origine delle famose frasi scritte sulla Mappa. Fan di Piton non mi odiate e spero di sentire qualche parere da parte vostra; naturalmente scriverò anche gli altri capitoli, insomma tanti capitoli per tutti i Malandrini e credo uno finale, che sarà una sorpresa. Grazie di cuore per la vostra attenzione.
 
 

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Capitolo 2
*** Signor Lunastorta ***


 
«Il Signor Lunastorta, porge i suoi ossequi al Professor Piton e lo prega di tenere  il suo naso mostruosamente lungo lontano dagli affari altrui»
 
 



Remus cammina un po’ sbilenco dopo la lunga e travagliata notte passata nella foresta assieme ai suoi amici. Sorride fra sé e sé ripensando ai ragazzi che in quel momento sono addormentati su qualche poltrona nella Sala Comune e il cuore si riempie di una gioia mai provata prima, anche se in parte si sente in colpa, anzi in difetto per avergli chiesto così tanto. Solitamente, quando inizia certi discorsi James gli lancia qualsiasi cosa che trova davanti, anche Peter in diverse situazioni e Sirius lo osserva cosi male che per un attimo ha timore che gli stacchi qualche arto a morsi.
Così mantiene quella parte dei suoi pensieri relegata nella zona più remota della mente, e baldanzoso scende nella rampa che conduce verso le cucine per  chiedere con gli occhi dolci  un po’ di cioccolato; normalmente non l’avrebbe fatto, ma la spossatezza in corpo lo richiede con forza.
«Remus!» si sente chiamare.
Si volta di scatto e con un sorriso associa la voce al viso di Lily che con passo svelto lo raggiunge.
«Buongiorno Lily» le dice tranquillo.
«Ciao Remus, dove sei diretto?» chiede lei guardandosi attorno circospetta alla ricerca degli altri;  dopo gli avvenimenti durante i G.U.F.O Lily ha deciso che affatturerà James alla prima occasione disponibile e l’amico quando la incontra si dissolve imbarazzato e anche  leggermente impaurito.
«Non dovrei dirtelo, ma sto andando nelle cucine» ammette vergognandosi profondamente di sé stesso.
La vede ridere un po’ imbarazzata e mormorare: «Oh beh ci sto andando anche io, ho finito le Cioccorane».
Remus sogghigna e le fa segno di proseguire verso il grande quadro con la frutta.
«Senza cioccolato non riesco a mettere in moto il cervello e sai, questo non è un periodo così facile» ammette lei con voce fioca.
Remus la guarda dispiaciuto, sa bene che lei tiene molto all’amicizia con Severus e dopo le vicende passate fatica ad accettare le parole che l’amico le ha riservato.
«Guarda un po’ chi c’è in giro! Bene, anzi ottimo» sghignazza una voce perfida alle spalle.
Remus già conosce di chi si tratta e zoppicante si mette davanti all’amica.
«Guarda Severus, due bestie che si accoppiano! » urla Mulciber strattonando Severus Piton con fare canzonatorio.
Sente Lily paralizzarsi dietro le sue spalle e teso stringe la bacchetta nella tasca destra della veste.
«Vattene via Mulciber, o sarò costretto a toglierti dei punti e ad assegnarti una punizione» lo mette in guardia Remus, ma come previsto senza successo.
« Hai sentito Severus, il mostro ci metterà in punizione!» gli fa eco malvagio Mulciber.
«Cosa stavate facendo, una passeggiatina al chiaro di luna?» sussurra tagliente Piton.
«Sev…» bisbiglia Lily abbattuta.
«Non ho niente da dirti, schifosa Mezzosangue» replica gelido.
Remus non riesce più a mantenere la calma, il tono di Lily lo atterrisce e le parole di Piton gli provocano una rabbia immensa. Veloce punta la bacchetta contro il volto del ragazzo e il suo naso comincia a crescere a dismisura.
«E con questo, cinquanta punti in meno a Serpeverde».
 
Note. Grazie a tutti voi che recensite/preferite/ricordate/seguite questa raccolta, iniziamo con Remus e spero che sia all’altezza delle vostre aspettative. Un abbraccio!

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Capitolo 3
*** Signor Codaliscia ***


 
«Il Signor Codaliscia augura buona giornata al Professor Piton
e gli dà un consiglio: lavati i capelli, sporcaccione!»
 

Si guarda intorno a tratti ansioso, a tratti speranzoso.
Le domeniche mattina sono le sue preferite, nell’aria sente un odore tenue della dolcezza del mattino, mentre la vita si sveglia. Sepolto dalle coperte non dà segno vita, speranzoso quasi.
C’è silenzio, segno che tutti stanno dormendo e quindi richiude gli occhi beandosi del calore.
«Svegliati Codaliscia!» urlacchia qualcuno alla sua destra.
Ma lui fa finta di niente, anzi serra gli occhi simulando l’atto di russare, ma l’amico non demorde, lo sente camminare avanti e indietro fino a quando un dolore sordo sulla pancia gli suggerisce che ha deciso di lanciarsi sopra di lui.
«Peter! Non fare finta di dormire, oggi c’è il Quidditch devi aiutarmi con i ragazzi!» esclama squillante James.
Un altro rumore repentino segnala che Sirius ha scagliato qualcosa contro la testa del migliore amico e Peter giura di sentirlo ringhiare sommessamente qualche imprecazione che per imbarazzo non riesce a ripetere.
Alla fine si arrende e si ritrova per i corridoi deserti del castello assieme a James che parla a raffica e Peter rinuncia a capire a prescindere.
Un vento gelido sferza i loro visi quando mettono piedi nel grande campo costellato da un’erba fitta e verde ricolma di rugiada, si siede malfermo sugli spalti mentre gli altri membri della squadra sopraggiungono con gli occhi arrosati dal sonno mancato.
«Peter! Mancano le pluffe di riserva le andresti a prendere?» chiede James con gli occhi cosparsi da una strana luce flebile.
Peter nemmeno risponde, quando lo vede preso esegue e basta, trotterellando si dirige verso gli spogliatoi, senza rendersi conto che c’è una strana figura ferma dietro una porta.
Si avvicina e rimane sorpreso quando nota che la suddetta figura è solo Severus Piton che sta leggendo un grosso libro.
Un velo di sudore ricopre la base del collo mentre il panico si impossessa del suo corpo; teso, fa una passo indietro pronto a defilarsi piano.
« Non così di fretta Minus» mormora Piton con voce suadente.
Peter deglutisce terrorizzato, si guarda intorno e si ritrova solo.
Lo vede poggiare il grande volume a terra e con un sorriso sghembo alza le maniche della camicia stringendo la bacchetta.
«Dove hai lasciato i tuoi degni compari? Non mi dire che ti hanno abbandonato» esclama con la voce intrisa di rabbia repressa.
Peter indietreggia ancora ormai in preda alla paura più losca e violenta, nel farlo però cade rovinosamente a terra scatenando una grassa risata a Piton.
«L-lasciami i-in pace! L-lo dirò a James!» lo minaccia debolmente.
I suoi occhi si tingono di rabbia gelida e sussurra:« Sei patetico, un inutile e viscido essere umano».
Così dicendo gli volta le spalle, senza degnarlo di attenzione e prendendo il grosso volume tra le mani, scompare verso il castello.
«D-dovresti l-lavarti i capelli! S-sono sudici!» esclama balbettando quando è sicuro che il ragazzo è ormai lontano.
Il suo cuore pulsa ancora violentemente e il sudore imperla ancora il volto; lentamente si solleva la terra e afferrando le pluffe corre via senza voltarsi.
 
 
 
 Note.
Ringrazio tutte le persone che seguono/recensiscono/ricordano e preferiscono questa raccolta. Grazie di cuore

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Capitolo 4
*** Signor Felpato ***


«Il signor Felpato vorrebbe sottolineare il suo stupore
per il fatto che un tale imbecille sia diventato professore».
 
Odia le attese, ogni forma o situazione che lo costringe a stare fermo.
Sbuffa e muove leggermente la gamba destra guardando fuori con un velo di isteria, ma non lo dice a James che sta peggio di lui. Lo vede stringere i capelli e perdersi in qualche volo pindarico che sicuramente ha che fare con Lily Evans e il Quidditch, oppure con qualche avventura clandestina di notte.
Le scartoffie che li circondano sono asfissianti e hanno uno strano odore, che in certi istanti gli ricorda il profumo stantio di sua madre quando decide di mettersi in ghingheri per uscire.
Ride da solo al pensiero, sua madre è spaventosa con qualsiasi mise addosso specialmente quello strano neo alla base del mento. Rabbrividisce impercettibilmente e fa una smorfia disgustata.
«Non starai pensando ancora a quando abbiamo visto Peter sotto la doccia? Se lo stai facendo hai fegato fratello, ma basta perché poi ci penso anche io e non pranzo» bisbiglia con voce fintamente saggia James scatenandogli una risata sommessa.
«Ramoso che ne dici di evadere?» propone Sirius tenendo d’occhio il Professor Lumacorno che li sta sorvegliando.
«Ma come?» chiede James pesando ad ogni possibile via di fuga.
Non fa in tempo a rispondere che la porta si spalanca all’improvviso.
«Oh Lily! Severus! Sono contento di vedervi qui, finalmente!» esclama l’enorme professore con la sua solita espressione tronfia che Sirius paragona a quella di suo padre quando scopre che gli affari illeciti col Ministero sono andati a buon fine.
James è fermo impalato, sta osservando come un pesce lesso la Evans e ancora una volta Sirius si chiede cosa riesca a vedere dietro quel viso da prepotente.
 Mistero, che forse un giorno gli chiederà di spiegare, ma il volto di Piton lo distrae. Sulla sua faccia nota una sorta di compiacimento nel vederli sommersi da una miriade di carte, palesemente in punizione.
«Cari ragazzi, come vi dicevo sono fiero di avervi qua. Siete i migliori del vostro anno, non ho mai conosciuto alunni dotati come voi!» tuba Lumacorno.
Piton è ancor più compiaciuto di prima, come se fosse riuscito a battere James a Quidditch e nella vita, mentre la Evans sorride un po’ a disagio.
«Naturalmente ci sono moltissime altre menti capaci e molto vivaci, solo che mancano di disciplina» esclama il professore gettando un’occhiata carica di significato a loro due.
«Parla di noi?» chiede James con nonchalance.
«Chi non parla di noi, fratello?» ribatte Sirius sfoderando un sorriso smagliante.
«Idioti» sibila Piton.
Sirius annuisce divertito, anche se fanno i bravi, quando Piton lo provoca non può far altro che cedere, non è nella sua natura trattenersi. Rapido appella un vaso di bile di Armadillo e quasi annoiato lo vede riversarsi sui capelli di Piton senza farsi vedere.
«Dannato Black!» esclama furioso e rosso in viso.
Lily Evans lo osserva torva, mentre James tenta di mantenere un’espressione seria e concentrata.
«Cosa c’è Piton? Accusare gli altri senza prove è un atteggiamento da imbecille» afferma sereno Sirius arruffando i lunghi capelli neri.
 
 
 
Note.

Siamo alla metà di questa raccolta, mancano esattamente tre capitoli alla fine. Vi ringrazio davvero tanto per la vostra presenza, fatemi sapere cosa ne pensate. Un abbraccio

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Capitolo 5
*** Signor Ramoso ***


 
«Il Signor Ramoso è d’accordo con il Signor Lunastorta,
e ci tiene ad aggiungere che il professor Piton è un brutto idiota»
 
La neve leggera copre i tetti delle abitazioni e il cielo è completamente plumbeo.
James adora quel periodo e da qualche giorno mantiene sul volto un sorriso smagliante che dà sui nervi un po’ a tutti, soprattutto a Sirius che ha boicottato l’uscita al villaggio assieme a Peter, preferendo il caldo camino della Sala Comune.
L’unico ad immolarsi a causa del termine delle sue scorte di piume è Remus, che sentendolo blaterare ininterrottamente già da fuori del buco del ritratto si rinnega per aver accettato.
«A casa staranno già preparando i biscotti che mi piacciono tanto, oh Lunastorta devi proprio raggiungerci a Natale!» esclama James gioioso.
Remus trattiene a stento un sorriso e ribatte: « Solo se ci sarà del cioccolato».
James ride di gusto assicurando che lo salverà dalle grinfie di Sirius, siccome dopo aver lasciato casa dei suoi si è accampato nella sua stanza.
Terminato di percorrere il tragitto verso Hogsmeade, intravedono all’imbocco del piccolo agglomerato cittadino Lily Evans indaffarata con una mole enorme di oggetti.
James arrossisce di botto imbarazzato, quando si rende conto che l’avrebbero incrociata sicuramente.
«Finalmente ho trovato il modo per farti stare zitto» osserva malizioso Remus.
James gli getta un’occhiata torva e arrossisce ancora di più.
«Perché sei così nervoso? Dov’è finita la spavalderia?» chiede ancora Remus provocatorio.
James borbotta qualcosa di indefinito e gli dà un leggero spintone, facendolo così scivolare sul pavimento ricolmo di neve ed atterrare di fronte alla ragazza.
«Remus!» esclama lei presa alla sprovvista.
Il suddetto si tira su ancora malfermo e mugugna nervoso: «James».
Lo sguardo arrabbiato di Lily saetta verso James, che diventa ancora più rosso di prima somigliando ad una grossa mela candita provvista di occhiali rotondi.
«Beh ciao Lily» dichiara sfacciato.
«Potter» sibila lei gelida, ancora non gli ha perdonato ciò che ha fatto l’anno prima a Severus.
« Dove sei diretta? Con questo freddo ecco, dovresti venire con noi a prendere qualcosa di caldo da Madama Rosmerta» azzarda ancora James con voce acuta.
In quel momento il disprezzo di Lily scema in parte alla vista del suo volto arrossato e per un attimo sembra quasi tentata di accettare data anche la presenza di Remus, però all’improvviso scorge una sagoma conosciuta che si avvicina verso di loro.
Impietrita nota che il volto del suo ex migliore amico è livido alla vista di loro tre, sul volto ha un’espressione così tanto disgustata che persino lei se ne sorprende.
James non fa una piega, non vuole in alcun modo farla arrabbiare e Remus osserva l’amico con curiosità divertita.
«Severus» lo saluta lei, ma il ragazzo aumenta il passo senza degnarla di uno sguardo.
Gli occhi di Lily diventano lucidi per un attimo e per l’ennesima volta si sente in colpa per averlo lasciato cadere in un baratro oscuro senza far niente.
«Dannato idiota» impreca James a denti stretti notando l’espressione della ragazza, mentre Remus si incupisce a sua volta.
«Ci sto, vada per qualcosa di caldo da Rosmerta» risponde Lily.
« E coretto» aggiunge malandrino James.
 

Note. 
Grazie a tutti voi che leggete/seguite/preferite/ ricordate la storia. Mancano ancora due capitoli prima della fine, il prossimo e un altro ancora. Spero che questa flash vi piaccia, un abbraccio.

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Capitolo 6
*** Professor Remus Lupin ***


Professor Remus Lupin 

Ancora le mani gli tremano, ha dovuto trattenersi ma in qualche modo ce l’ha fatta, senza sapere come. La porta del suo ufficio sembra una salvezza quando la scorge davanti agli occhi; apre piano la grossa porta di legno e distrutto, crolla sul pavimento poggiando la schiena su di essa.
Come ha fatto Harry a trovare la Mappa?
Respira a malapena, sente che sta per perdere quel minimo di autocontrollo che solo in dodici anni è riuscito a costruire, ma in quell’istante, solo in quel piccolo ed infinitesimale momento vorrebbe sprofondare e non ritrovarsi più.
Nelle mani stringe quella vecchia pergamena logora, che lo costringe a rivivere momenti, emozioni e luoghi che ha dovuto rinnegare per riuscire per lo meno ad esistere.
Gli occhi sono ormai ricolmi di lacrime al pensiero di James e Lily, che nella grande tomba a Godric’s Hollow riposano da anni e Peter… il piccolo e debole amico che Sirius ha distrutto, sbriciolato. Una leggere pressione dall’interno dello stomaco lo induce a deglutire, sofferente.
Dopo tutti quegli anni, forse l’opzione di tornare ad Hogwarts è stata totalmente sbagliata, ma proteggere Harry gli è parsa l’unica scelta sensata.
Si alza vacillante, poggia malamente la pergamena sulla scrivania voltandosi e singhiozzando disperato.
Il tradimento di Sirius è qualcosa che non è mai riuscito a comprendere e forse accettare; ricorda bene quelle lunghe notti a discutere della sua voglia di scappare da quella famiglia e nei suoi occhi ha solo scorto dolore.
Come ha potuto compiere un gesto così tanto malvagio?
Forse è stato ingenuo come James, nel vedere che hanno fatto così tanto, nel constatare che hanno accettato il mostro che risiede dentro di lui e non ha badato alle sfumature.
Se chiude gli occhi si rivede fermo davanti alla lapide bianca quell’estate mentre le lacrime hanno rigato per ore le sue guance cosparse da graffi; li ha implorati di dargli la forza per proteggere il loro Harry, per riuscire  a prenderlo e consegnarlo alle autorità.

 
« James non c’era bisogno di tutto questo cioccolato»
«Certo che c’è bisogno Lunastorta, però ascolta, che rimanga tra noi
ne ho rubato un po’ dalla scorta di Sirius»
«Questa volta ci morderà, ne sono certo».

Batte violentemente i pugni sul tavolo respirando a fatica.
Non vuole pensarci, non deve farlo per la sua salute mentale. Deve essere forte  e riuscire a fare ciò che si è ripromesso di fare; ma il compito si sta dimostrando sempre più arduo, soprattutto da quando ha incontrato Harry. Così simile a James, che rivede in ogni sua smorfia o movimento, ma con l’animo di Lily, con la sua innata bontà e gentilezza. Patisce tutti i giorni un tormento troppo grande, una malinconia troppo forte ma glielo deve ai suoi due migliori amici, deve proteggere Harry a tutti i costi anche se conosce bene le capacità di Sirius e immaginarselo davanti con la bacchetta sfoderata lo strazia profondamente.
Afferra la bacchetta e puntandola verso la Mappa sussurra: «Giuro solennemente di non avere buone intenzioni».
 
 
 
Note
Siamo ormai quasi giunti alla fine di questa piccola e umilissima raccolta il prossimo capitolo sarà purtroppo l'ultimo, questa volta facciamo un salto nella mente di Remus, ormai professore ad Hogwarts. Sono sicura che, tutti quanti abbiamo pensato almeno qualche volta cosa ha provato di fronte agli eventi del terzo libro. Vi ringrazio davvero tanto, vi sono immensamente grata perché non ritenete banale questa piccola idea. Un abbraccio e buone feste, l’ultimo capitolo lo pubblicherò il 28.

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Capitolo 7
*** I Malandrini ***


I Malandrini
 
«Quindi, dovremmo esserci» afferma Sirius mal celando un tono di voce misto tra il compiaciuto e l’orgoglioso.
Tutti e quattro fissano la Mappa del Malandrino che pronta all'uso giace sul tavolo nel loro dormitorio.
«Lasciatemelo dire, tutto questo impegno profuso mi ha distrutto e mi ha messo una stanchezza…»  esclama James stiracchiandosi e provando a trattenere uno sbadiglio.
«E una fame» aggiunge ossequioso Peter.
«Giusto Codaliscia! Una fame da lupi » conviene con un tono di approvazione  James facendo così arrossire Peter che lo sta osservando con uno sguardo che sfocia in mistica venerazione e contemplazione.
«Chissà cosa staranno preparando nelle cucine» chiede Sirius indossando il mantello.
Remus li guarda sbigottito.
«Aspettate dove state andando?» chiede interdetto.
«Dove stiamo andando semmai» ribatte Sirius e James annuisce convinto.
«Manca poco alla mezzanotte e sapete bene che se ci trovano in giro ci toglieranno così tanti punti che  ci vorranno almeno altri quattro anni ad Hogwarts per riuscire a riguadagnarli» esclama veemente.
James scoppia a ridere.
«Lunastorta cosa c’è che non ti torna in quel super cervello da prefetto? Abbiamo il Mantello di James, la Mappa e poi siamo noi. Chi ci troverà mai?» risponde Sirius come se il tutto fosse un’ovvietà palese.
Remus si trattiene in quel momento per evitare di affatturarlo e dopo aver riacquisito un po’ della razionale lucidità che lo caratterizza mormora isterico: « Avete, anzi abbiamo passato quasi sei anni qui in punizione, perché solo per stanotte non ci mettiamo a letto? Domani abbiamo anche  Trasfigurazione!».
Tutti e tre lo fissano interrogativi.
«Che sarà mai Trasfigurazione? Sono un genio in quella materia» dichiara James ritrovando il suo gemello adolescente e superbo che da tempo ha rimpiazzato con una versione più matura.
«Già e poi ho fame anche io e Peter. Vero Peter? Insomma Lunastorta guardalo, non sei minimamente dispiaciuto nel saperlo affamato?» aggiunge Sirius.
Un vena sta per esplodere sulla sua tempia.
«Mancano poche ore per scendere giù e fare colazione» sussurra perentorio.
James si avvicina,  cinge le  sue spalle con cameratismo e gli dice: «Non fare storie Remus, non mi dire che non vorresti bere una buona tazza di cioccolata calda?».
Remus ormai sconfitto sospira e senza fare ulteriori storie si stringe sotto il mantello argenteo di James.
«Mi hai pestato i piedi! Togliti da lì!» ringhia Sirius in sua direzione.
Remus sorride provocatorio e non lo degna di uno sguardo, mentre James trattiene una risata forzatamente.
Sotto il Mantello dell’Invisibilità di James sorride felice come non mai; osserva uno ad uno il volto dei suoi amici e ne trae una profonda gioia. Da bambino, non ha mai pensato di poter avere così tanto nella sua vita, ma da quando li ha incontrati sente che ogni cosa andrà per il verso giusto.
Non ha più paura della luna, non ha più timore di ciò che sta succedendo al di fuori, ci sono i suoi amici e tanto gli basta.
«Chi ha osato palparmi? Non ci provate o vi schianto!» urla  rabbioso Sirius.
Remus ride, immensamente felice.
 
 


Note.
Siamo giunti purtroppo alla fine di questa raccolta.
Solitamente scrivo cose più angst o impegnative dal punto di vista del contenuto, ma devo ammettere che da tempo desideravo scrivere e pubblicare una raccolta così, semplice e che facesse un po’ sorridere voi che leggete. Non è un mistero, io adoro i Malandrini e spero inutilmente ogni giorno che qualcosa prima o poi spunti, ma nel frattempo scrivo su di loro. Vi ringrazio immensamente, tutti voi che avete letto/recensito/seguito/ricordato/preferito la storia; vorrei ringraziare particolarmente lapacechenonho. Grazie per la tua presenza, gentilezza e attenzione, ormai il tuo parere è importante. Un abbraccio a tutti.
 

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