Il gigante dal cuore gentile (sospesa)

di Patman17
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Inizio ***
Capitolo 3: *** DATS ***
Capitolo 4: *** La compagnia degli Wormmon ***
Capitolo 5: *** Amici da sempre ***
Capitolo 6: *** L'attacco di Stingmon ***
Capitolo 7: *** Contro il nemico ***
Capitolo 8: *** Legame della rabbia e dell'amicizia ***
Capitolo 9: *** Contaminazione ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Sono passati sei anni da quando la DATS sconfisse Yggdrasill e i digimon tornarono nel loro mondo, io al tempo ero molto piccolo e ricordo bene la paura che provavo nel vedere quell'enorme mondo che stava per caderci sopra.
Non ho mai avuto contatti con i Digimon, non sono mai stato curioso anzi ne ero terribilmente spaventato o almeno fino a quando non accadde l'inverosimile. Il mio nome è: Noizu Ikari, 18 anni, 1.85 e stagista come investigatore privato; al tempo vivevo da solo così da potermi isolare, odiavo la compagnia, dato il mio soprannome sia al lavoro che come studente: il gigante cattivo o il poliziotto cattivo. In verità io, ero solamente incompreso, cercavo degli amici e una ragazza come ogni ragazzo della mia età. Tutti avevano paura di me e le incomprensioni di alcuni fatti accaduti erano solamente la punta dell'iceberg.
Al tempo vivevo in un piccolo appartamento a Tokyo, le giornate passavano lentamente e io potevo esser catalogato come un quasi hikikomori, dalla mia avevo solo mucchi di manga shoujo che mi aiutavano ad immaginare come potesse esser la mia storia d'amore, in fondo mi rimaneva solo immaginare.
La mia storia però, inizia ad inizio primavera, quel giorno indossavo la divisa della mia scuola una semplice camicia color blu scuro e dei pantaloni del medesimo colore, si intonavano bene con i miei capelli color nero che al tempo non erano nemmeno così tanto corti.
A scuola tutti mi evitavano o cercavano di attaccar briga con me, fallendo miserabilmente; purtroppo ogni volta che reagisco tutti lo interpretano come attacchi di bullismo, ero arrivato anche al punto di comportarmi come un vero delinquente, o meglio cercavo di risultare il più aggressivo possibile. Ero stanco di tutto questo.
Quel giorno però arrivò nella mia classe una ragazza nuova: Hanabira Haru, alta 1.67, occhi marroni e capelli lunghi, molto lunghi color nero. Aveva un carattere così dolce, gentile e loquace con tutti e, i suoi capelli profumavano di chissà quale bellissimo fiore, ne ero completamente affascinato ma, purtroppo... il professore la fece sedere accanto a me. Ero terrorizzato, cosa stava pensando di me? Le faccio paura? Sono davvero così mostruoso? Erano i miei principali pensieri, si notava che ne ero preoccupato e infatti con quella sua piccola voce così carina e dolce come una ninna nanna mi rivolse la parola, con un grande sorriso. “Noizu-san tutto bene?” Domandò e io, incredulo a ciò che mi era appena accaduto rimasi pietrificato dinanzi a lei, quei secondi di puro imbarazzo finirono non appena trovai coraggio per rivolgerle la parola, o meglio ci provai.

“Sì... tutto bene”.

Andava a meraviglia invece. Il mio unico rimpianto fu non aver avuto il coraggio di dirle di chiamarmi per nome, sembrava una cosa troppo audace per uno come me.
Iniziò l'intervallo e, come al mio solito, mi isolai da tutti in un mio posto “segreto”. La solitudine non mi dispiaceva ormai, dato che ne ero abituato.
Il mio pranzo in solitudine procedeva bene, era il classico bentō preconfezionato.

Andava tutto a meraviglia, la giornata era soleggiata ma non faceva molto caldo. Non si sentiva un suono. All'improvviso però dei rumori di passi si facevano sempre più vicini, girai lo sguardo verso destra e notai Haru che, si sedette accanto a me. Si poteva solo immaginare quanto ero a disagio. Perché una ragazza carina come lei era in un luogo sperduto per la scuola insieme ad un tipo come me? Avrei dovuto chiederlo ma, avevo paura di farle una brutta impressione non avevo per niente coraggio. Non appena rinunciai a rivolgerle la parola, una voce... calma, quasi assonnata mi disse di non aver paura. Avvertivo qualcosa accanto a me, come una presenza che mi confortava. Era davvero una bella sensazione. Trovai il coraggio grazie a quella voce e, con un piccolo semi sorriso le rivolsi la parola.

“Hanabira-san, perché sei qui con me? Non hai amiche... no scusami, dimentica tutto... sono stato maleducato!”.

L'audacia di quelle parole non le dimenticherò mai, me ne ero pentito in un primo momento ma, Haru ne era contenta. L'ambiente circostante sparì come per magia, mentre i nostri occhi si incrociavano. Il suo grande e splendido sorriso mi fece spalancare gli occhi, cosa avrei dato per vederlo più e più volte, era bellissimo. Tutte le paure sparirono all'istante, mentre i suoi occhi ipnotici mi portavano dentro ad un mondo fatto di solamente io e lei; il cuore mi batteva forte e tremavo, tremavo molto come se fossimo al polo sud.
“Ti ho visto solo e... pensavo che potessimo diventare amici, anche io sono sempre sola!”.
Tutto ad un tratto tornai nel mondo reale, non credevo alle sue parole... lei era sola? Proprio come me? Inverosimile! Una ragazza bella come lei doveva avere il ragazzo e milioni di amiche, perché... è sola allora? Perché è come me? Prima che potessi chiederle altro la campanella suonò, l'intervallo finì e lei se ne andò sorridendo, lasciandomi un'ultima sorpresa. Le sue parole piene di dolcezza mi colpirono direttamente il cuore: “Ikari, chiamami Haru!”. Era questo ciò che nei manga veniva spiegato come colpo di fulmine? Meraviglioso.
Finirono le lezioni, Haru mi salutò e io rimasi lì in classe da solo, a pensare a quanto oggi sia stato veramente fortunato ma, questo è solo l'inizio di ciò che sarebbe successo nel tempo a venire.
Tornai in un primo momento a casa per cambiarmi, quel giorno indossai una giacca di color marrone e dei pantaloni che tendevano sul nero. Persi molto tempo a cambiarmi, soprattutto perché mi tornò in mente quella strana voce, forse avrei dovuto smettere di andare a dormire tardi per guardare gli anime.
Con qualche minuto di ritardo arrivai, finalmente, in ufficio la dove mi aspettava il mio capo, un uomo molto misterioso: avrà avuto all'incirca non più di 36 anni ed era alto quanto me, il suo vestiario era il classico di un poliziotto in borghese e soprattutto, era come un padre per me essendo che vivevo da solo sentivo la mancanza dei miei genitori. Il signor Kawa mi aiutava sempre nei momenti del bisogno, gli volevo molto bene.
Quel giorno decise di mandarmi a controllare un piccolo negozio che aveva ricevuto dei strani furti di recente ovviamente, io andai senza fiatare dopotutto era il mio lavoro.
Nel tragitto si sentivano voci strane di problemi informatici nel quartiere, computer, telefoni e quant'altro non funzionavano più. Controllai tutto il quartiere per scoprire qualcosa ma, nulla.
Erano all'incirca le sette di sera quando decisi che era il momento di tornare a casa, avevo fatto abbastanza e purtroppo non trovai nessun tipo di indizio, come se i rapinatori fossero spariti dal nulla senza lasciar nessuna traccia, strano no? Abbastanza direi.
Sulla via del ritorno mi arrivò un messaggio dal signor Kawa dove mi chiedeva espressamente di prendermi cura di lui con l'emoji di un dinosauro... non stavo capendo niente di quel messaggio, lui chi? Era piuttosto confuso come messaggio ma, non gli diedi molto peso anzi avevo deciso di chiedergli spiegazioni proprio il giorno dopo... anche se in quel momento il mio pensiero era Haru, già dovevo chieder consiglio all'unico uomo con qualche esperienza che conoscevo, così presi la palla al balzo e provai a chiamare il signor Kawa ma, il numero non era raggiungibile. Strano, cosa stava accadendo? Pensai, Solitamente era sempre libero.
Ad un tratto però, notai come il telefono ricevette delle interferenze, mi spaventai... credevo che fosse rotto e non avevo i soldi per un telefono nuovo ma, mentre ero sul punto di disperarmi comparve nuovamente la stessa voce calma e assonnata di quella mattina; mi disse di non preoccuparmi, ci sarebbe stato lui da questo momento in poi.
La situazione si stava facendo davvero molto inquietante, mi servivano delle vere e proprie spiegazioni che solo Kawa poteva darmi.

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Capitolo 2
*** Inizio ***


Non riuscii a dormire quella notte, avevo solo brutti pensieri su me stesso, volevo esser davvero amico di Haru.
Arrivò la mattina, ero distrutto, completamente distrutto. Le occhiaie che avevo mi rendevano ancor più inquietante, che cosa stava accadendo? Vorrei tanto saperlo.
Mi preparai per la scuola, avevo la camicia sfatta e dimenticai il Bentō a casa, che incosciente che ero. Haru arrivò poco dopo di me, mi salutò con un sorriso ma io rimasi impassibile, dal volto della ragazza sembra esserci rimasta molto male, odio il mio carattere.
La lezione iniziò e procedette anche bene, Haru era così concentrata sulla lezione che non notava nemmeno come io la stessi guardando a tratti, era davvero bella. Di colpo, il mio telefono iniziò a vibrare, di nascosto lo tirai fuori dalla tasca e... con sorpresa notai che dei strani simboli, che lingua era? Non avevo mai visto una lingua del genere... che fosse stato hackerato? Appena provai a sbloccare il telefono la stessa voce del giorno prima comparve. “Ti piace, vero?” domandò la voce, con tono più amichevole... era una mia sensazione o sembrava aver più confidenza? Mi inquietava davvero tutto ciò, ho davvero paura. Una volta che la voce sparì il mio telefono riprese a funzionare e la lezione finì, ora c'era educazione fisica.
Presi le mie cose e, traballante cercai di esser il meno appariscente possibile, già... che stupido energumeno che sono. Haru provò a rivolgermi la parola ma, appena dalla sua bocca uscì un suono simil ad una lettera io me ne andai nel mio posto segreto, non avevo voglia di fare lezione.
Nascosto provai a chiamare Kawa che, come la sera prima dava non raggiungibile, perché non mi rispondeva? Io avevo bisogno di lui.
“Tu hai me Ikari!” nuovamente quella voce comparve ma, questa volta, sentivo come una presenza nel mio ginocchio... come una testa appoggiata, ero impazzito davvero? “Forse sono solamente gli effetti del sonno”, pensai in un primo momento ma... quando mi accorsi dove mi trovavo fu troppo tardi, non era il mio posto segreto... ma bensì un bosco. Provai a chiamare qualcuno, niente silenzio totale. Provai a toccare gli alberi, erano composti da dati digitali.
La terra iniziò a tremare ed, un grosso dinosauro con un albero enorme sul suo dorso comparve, era al limite del vero... tutto ciò, era qualcosa che sei anni prima ragazzi come me toccarono con mano, io ero a Digiworld. Incredulo pensai che fosse solo immaginazione, volevo credere che fosse così ma io sapevo che era tutto reale.

“Chi sei tu?”.

Domandai all'enorme dinosauro senza ricevere alcuna risposta.
Riprovai nuovamente a chiamarlo, non voleva rispondere.
Insistevo ancora, ancora e ancora, niente.
Mi arrabbiai moltissimo, urlai forte ma ormai ero tornato nel mio mondo, lì davanti a me c'era Haru spaventata, erano finite le lezioni.
“Ikari dove eri... ho controllato da per tutto, ero preoccupata!” esclamò, il suo tono era palesemente infervorato, mi sarei dovuto scusare, vero? Allora perché non l'ho fatto? Sono rimasto in silenzio, come un bambino. “Non so cosa ti sia accaduto ma, non ti piace l'idea di esser mio amico?” domandò, ormai con trono spento, stava per piangere? No non doveva sporcarsi il volto a causa mia... ma posso fidarmi? Ho paura, tanta paura.

“Haru perdonami, non ho dormito... non mi sento nell'umore adatto...”.

Avrei voluto raccontarle della mia esperienza, non era il momento.
Raccolsi le mie cose, salutai la ragazza con un sorriso, che stonava con le occhiaie, e me ne andai subito a lavoro senza nemmeno cambiarmi, dovevo parlare con il capo assolutamente con urgenza.
La strada era lunga ma dovevo far in fretta. La voce di quello che ormai avevo compreso in parte si faceva sempre più frequente, mi voleva aiutare con Haru... mi stava simpatico, mi diceva delle belle parole, ne avevo bisogno. Arrivai dinanzi all'edificio dove lavoravo, andai nell'ufficio del signor Kawa ma... era completamente vuoto, ogni sua cosa, ogni suo arredo era sparito c'era solo una lettera con un pacco. Presi la lettera e iniziai a leggerla, era davvero confusa:
“Caro Ikari, per favore prenditi cura di lui... io non posso più, sei l'unico di cui io possa fidarmi.”, cosa voleva dire tutto ciò? Chi era lui? La voce? Perché mi sta perseguitando... perché Kawa è sparito.
Seppur confuso presi il pacco, non provai nemmeno ad aprirlo e tornai a casa, erano le 10 di sera.
Presi la strada lunga per tornare a casa lungo un canale, avevo bisogno di pensare un po' alla situazione, il suono dell'acqua mi rilassava parecchio e poi cancellava ogni alone inquietante di questa storia, davvero terapeutico.
Passarono trenta minuti, il rumore dell'acqua cessò, il tempo cessò di muoversi... me ne accorsi davvero in fretta, era impossibile non accorgersene.

Provai a cercare aiuto, inutilmente.
Provai a tornare a camminare facendo finta di niente ma, la strada sembrava non andare mai avanti.
Provai a prendere il telefono ma sbagliai tasca, presi il pacco di cui venne pervaso di luce color verde acceso, si aprì da solo ed uscì fuori uno strano arnese simile ad un orologio del medesimo colore della luce, davanti a me comparve un piccolo dinosauro che mi arrivava alle ginocchia, urlai molto forte.
“Ciao Ikari! Io sono Apatomon... Kawa mi ha chiesto di starti sempre vicino, sono io quella voce!”, era davvero un essere curioso... un dinosauro completamente bianco a strisce verdi e dalle fattezze assonnate, come aveva detto di chiamarsi? Apato...mon? Era un Digimon quindi? Kawa quindi è collegato ai Digimon? È tutto così dannatamente confuso.

“Apatomon... conoscevi Kawa?”.

Domandai, interdetto da tale avvenimento, volevo davvero sapere il loro collegamento e perché tra tutti proprio me.
“Mi aiutò ad integrarmi nel mondo reale, volevo avere degli amici e lui mi ha aiutato parecchio... credevo che saremmo potuti diventar amici ma, era qualcosa di impossibile... ma poi sei arrivato tu!”.
La storia di Apatomon si faceva interessante, Kawa per tutto questo tempo mi aveva preso sotto la sua ala per... regalarmi un amico? Quel vecchio... mi aveva fatto il regalo più bello del mondo, un vero amico con cui condividere le giornate... anche se ne ero ancora abbastanza terrorizzato, che strana l'amicizia.
Finimmo di conversare, il tempo riprese a scorrere e io ed Apatomon arrivammo 20 minuti dopo a casa; parlammo di manga e anime... condivisi con lui tutti i miei manga preferiti, c'era davvero un'enorme intesa.
La mia storia inizia proprio qui, in questo piccolo appartamento a Tokyo. Ancora non sapevo che la persona appena incontrata sarebbe diventata la più importante della mia vita; il mio migliore amico.

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Capitolo 3
*** DATS ***


Passò una settimana da allora, io e Apatomon diventammo amici, o per meglio dire due stupidi otaku che condividevano le giornate.
Era ora di andare a scuola, Apatomon era rimasto a casa a guardarsi degli anime; la strada verso la scuola sembrava diversa, le persone non erano così male? Già, riuscivo a sorridere con così tanta disinvoltura... era questo ciò che significava avere un amico quindi.
Durante il tragitto verso scuola però, delle voci su un nuovo professore si facevano sempre più frequenti, lo descrivevano come l'uomo più bello del mondo con quei capelli biondi e... il suo nobel ottenuto abbastanza recentemente; ero contento almeno qualcuno non avrebbe avuto paura di me.
Entrai in classe, Haru era già lì sorridente di prima mattina; la salutai con un grosso sorriso, tutti i miei compagni rimasero sconvolti... non avevo davvero mai sorriso? Credevo di sì.
“Ikari! Buongiorno, ti vedo di buon umore... è successo qualcosa?” domandò la piccola Haru con la sua tenue vocina carina, solo la sua presenza mi aiutava a star bene, probabilmente se non mi fossi preso una cotta per lei sarei ancora imbronciato ogni giorno.

“Diciamo di sì! Mi sono fatto un nuovo amico!”.

Esclamai felice, tutta la classe nuovamente rimase scioccata... era davvero così strano sentirmi dire che ho un amico? Già lo è davvero, sciocco Ikari... ricordati che sei il gigante cattivo, non meriti amici.
Haru sorrise, disse solamente “sono contenta per te Ikari”, lei credeva in me... credeva nella mia bontà; mi veniva da piangere, questo è ciò che significava esser innamorati? Il cuore batte forte, sento come se fossi totalmente vuoto... ho la nausea e tremo, penso sempre a lei, ogni mio pensiero mi riconduce da lei.
Una fredda folata di vento, però, attraversò la mia schiena... brividi percorsero il mio corpo. Il suono di un gesso su una lavagna distrusse i miei pensieri, alzai lo sguardo verso la cattedra e... chi era lui? Lo aveva scritto alla lavagna... era straniero, mi dava una strana sensazione, come di conosciuto forse lo avevo già visto da qualche altra parte, che sia un tipo di vip? Dal suo aspetto sembrava di sì.
“Il mio nome è Touma H. Norstein, sono il vostro nuovo insegnante!”. Un occhiataccia malevola attraverso la classe fino ad arrivare a me, il suo volto era piuttosto apatico... anche lui credeva che fossi un criminale? Il suo nome continua ad essermi familiare, ma non ricordavo altro.
Le lezioni proseguirono di male e in peggio, i miei compagni di classe venivano bacchettati ad ogni sbaglio con parole fredde e taglienti, faceva paura... sia io che Haru ci trovavamo in difficoltà con lui, per fortuna che Apatomon stava guardando un anime... temevo per la sua incolumità.
Il nuovo professore era davvero bravo a spiegare, era pur sempre il vincitore di un nobel, però peccava di qualcosa; sembrava come se fosse altrove con la testa, seppur era davvero facile studiare con le sue spiegazioni.
Arrivò l'intervallo, Haru mi chiese di andare nel solito posto dove ormai ci soffermavamo a mangiare, sembravamo davvero due amici.
“Ikari, ti piacciono i dolci?” domandò goffamente con la bocca piena di biscotti, una volta presa confidenza stava finalmente mostrando il suo vero carattere... la trovavo ancor più bella così.

“Mhhh, diciamo che li tollero ecco, ne farei anche a meno!”.

Risposi guardando il mio pranzo senza averlo nemmeno sfiorato, ero talmente tanto immerso nei miei pensieri che non sentivo nemmeno Haru urlarmi nell'orecchio, imbarazzante.
Mi ripresi poco dopo grazie ad un suo schiaffo; mi indicò con ancora il cibo in bocca verso destra, in quella direzione si trovava il nuovo professore... e una ragazza? Ci guardammo negli occhi e entrambi ci avvicinammo per origliare la conversazione, che idioti.
“Touma spero per te che ci sia un motivo serio per avermi chiamato! Non sai quanta strada ho fatto per venire a Tokyo...” , disse la ragazza sfoggiando tutta la sua “autorità”, addirittura era in divisa da poliziotta, probabilmente stava ancora lavorando.
“Yoshino, sono ormai passati sei anni da allora giusto? Finalmente... possiamo rincontrarli.”, di cosa stava parlando il professore? Un avvenimento accaduto sei anni fa? Che stiano parlando di quell'avvenimento? Mi voltai verso Haru visibilmente sconvolta da quelle parole, i suoi occhi erano... impauriti? Sì è la parola esatta, Haru aveva paura di qualcosa.
Touma che stai dicendo? Come fai a dirlo? Non mi dire che lui è qui?” quella Yoshino era scioccata al pari di Haru, se non di più; chissà di chi stavano parlando, avvenimento di sei anni fa e una persona che dovrebbe esser qui... il nuovo professore era davvero avvolto dal mistero.
“No, ma ci sono due ragazzi in questa scuola che hanno avuto contatti con il mondo digitale. Voglio fondare una nuova DATS, sai benissimo anche tu, ciò che ti ho appena detto non è normale!”.
I due conclusero la conversazione poco dopo, la ragazza e il professore se ne andarono insieme fuori dall'edificio continuando a parlare di un ragazzo, ma non era questo il punto focale... oltre a me anche qualcun altro ha avuto contatti con i Digimon? E... vogliono fondare una nuova DATS? Quindi loro... erano i ragazzi di sei anni fa che salvarono il mondo.
Io e Haru tornammo in classe uno più morto dell'altro.
Le lezioni proseguirono in maniera normale, non ci dicemmo nulla di ciò che avevamo visto e sentito, era come se nessuno dei due volesse pensarci.
Arrivarono la fine delle lezioni, io e Haru continuammo questo “silenzio”, mi faceva male nasconderle Apatomon ma, se il nuovo professore aveva intenzione di fondare una nuova DATS significa che non potevo rischiare che lei si facesse del male.
Camminammo insieme per un bel po', era buio... e stranamente faceva molto freddo, le luci non erano accese, il vento era come se non esistesse. Non appena provai ad interrompere questo inquietante silenzio, una misteriosa figura atterrò dal cielo dinanzi a noi, non aveva niente di umano.
“Ho... freddo...” disse con voce profonda mentre si avvicinava sempre di più a noi, era un grosso leone bianco completamente ricoperto di ferite, con rabbia ci attaccò senza esitazione.
“Ikari!” esclamò Haru vedendo l'attacco dell'enorme leone bipede, l'unica cosa che mi venne in mente era farle da scudo ma, ero realmente troppo lento; la lama del leone stava per sfiorare Haru quando... una luce color verde ricoprì l'orologio che mi diede Kawa insieme ad Apatomon. Una voce sconosciuta risuonava nella mia mente, ma cosa potevo fare? Apatomon non era con me e io ero troppo lento per aiutarla, avevo paura di perdere la mia amica.

“Ikari!” come un fulmine a ciel sereno, nella mia mente la voce di Apatomon iniziò a risuonare simile ad una dolce melodia offuscando quella precedente; una forte spinta mi fece uscire fuori dalla luce facendomi cadere a terra, accanto al mio volto uno strano oggetto molto simile ad un telefono dal color nero con una lunga linea verde comparve, e con lui anche Apatomon che bloccò con il proprio corpo la lama.

Ikari perdonami se ho fatto tardi ma ho appena superato l'episodio otto di Gurren Lagann... non credo di essermi ripreso abbastanza. Quello è un regalo da parte di un biondino! È lui che mi ha detto di correre ad aiutarti!” stava parlando del professore? Allora lui sapeva che uno dei due studenti ero io... ma cosa devo fare? Come faccio ad aiutare Apatomon? Mi alzai in piedi prendendo quello strano telefono, una strana aura color verde apparve nella mia mano destra... avevo i ricordi di sei anni fa, che sia qualcosa collegata a ciò? Poggiai la mano sulla superficie dell'aggeggio d'istinto e... accadde l'inverosimile.

“Apatomon digievolve... Diplomon!”.

Apatomon venne ricoperto da una strana luce molto accecante e, poco dopo un grosso dinosauro apparve sul posto suo; era molto simile a quello che vidi al tempo... solamente che Diplomon era più piccolo di lui e aveva meno vegetazione sul dorso.
Il colore verde che prima Apatomon aveva in minoranza prese il sopravvento e con i suoi dieci metri di lunghezza scacciò via l'essere che ci aveva attaccati con facilità, rendendolo solamente un piccolo uovo. Diplomon tornò ad essere il piccolo Apatomon che conoscevo e, un uomo biondo applaudì, non era il professore ma bensì qualcuno di sconosciuto, il suo tono di voce era simile a quello che avevo sentito prima... che sia stato lui a fare tutto ciò?
“Il giovane Norstein allora non aveva torto ci sono davvero altri ragazzi come noi dopo sei anni... Noizu-kun giusto? Domani verrai con noi nella nuova sede della DATS!”. Esclamò, Haru era incredula nel vedere me e Apatomon... ormai non potevo nasconderle più niente, sentivo di aver bisogno di più risposte su tutta questa dannata situazione, perché un Digimon ci aveva attaccati proprio ora? E...come sapeva di Apatomon? Probabilmente alla sede della DATS avrei scoperto la verità di tutta questa storia.

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Capitolo 4
*** La compagnia degli Wormmon ***


Il giorno seguente quell'avvenimento saltai scuola per dirigermi alla DATS, eravamo solo io e Apatomon.
L'edificio era pieno di addetti di tutti i tipi, probabilmente era già da un po' che esisteva. Esplorammo l'edificio più e più volte, non trovammo niente di interessante... o meglio ci eravamo completamente persi.
“Noizu Ikari, giusto?” una voce femminile fermò la nostra disperata ricerca, era una ragazza bionda alta poco meno di me con un grande sorriso, si vedeva che era straniera dai tratti del volto. Fece cenno di seguirla e, senza far domande la seguimmo; l'ansia era palpabile, tutte queste persone a lavoro e tutte queste tecnologie ci mettevano a disagio, non vedevo l'ora di incontrare chi di dovere e chiedere spiegazioni. “Siamo arrivati!” la porta dinanzi a noi si aprì mostrando l'intero centro dell'edificio, il cuore della DATS. Era pieno di computer e personale all'opera e... nella posizione di comandante si trovava lui, il mio professore. Si accorse subito di me e di Apatomon e posando ciò che stava facendo si avvicinò a noi, tremavamo dalla paura ad ogni passo che faceva.
“Quindi uno dei due studenti eri tu... Noizu Ikari giusto? Abbiamo ricevuto dei dati anomali ieri sera, uno dei miei assistenti ti avrà già portato il tuo Digivice Burst. Lavoravi come investigatore no? Allora la DATS è perfetta per te! Per ora, aiutaci a trovare il secondo studente”. Il professore continuava a parlare di questo altro studente, non mi interessava niente di tutto ciò, io e Apatomon dovevamo capire cosa diavolo stava succedendo.

“Sensei, la prego può spiegarci subito se sta accadendo qualcosa?”.

Il professore sospirò, mi invitò a sedermi e tenne fisso lo sguardo sul mio, poggiò sulla scrivania il suo Digivice burst, era molto vecchio e inutilizzato.
“A quanto pare sta per accadere ciò che successe sei anni fa, noi umani vogliamo giocare a fare Dio, il mondo digitale odia questo gioco e ciò significa che il nostro mondo avrà ripercussioni serie. Prima di tutto ciò che hai usato ieri per far digievolvere il tuo partner viene chiamato Digivice burst, venne creato dal dottor Daimon Suguru; ogni essere umano è in grado di produrre digisoul, energia pura che alimenta il Digivice ed innesca la digievoluzione.”, le parole del professore erano così confuse, non sembravano vere... eppure il suo tono era così serio e nostalgico, egli ne parlava come se tutto ciò fosse un lontano ricordo che ormai non potrà più tornare.


“Sensei... quindi io dovrò salvare il mondo reale e quello digitale?”

Domandai impaurito, temevo di dovermi prendere responsabilità che io non volevo avere... sì mi sentivo bene a passare le giornate con Apatomon ma, a quale scopo io dovevo metter in ballo la mia vita e la sua? Certo salverei il mondo ma... io non ne sarei in grado.
“Non solo tu, con te abbiamo tre ragazzi che hanno avuto contatti con il mondo digitale di recente, da trovare ci manca solo il terzo ed è nella tua stessa scuola, ti chiedo solo di trovarlo e convincerlo ad aiutarci, devo contattare lui in qualche modo e voi siete gli unici a poterci aiutare.”, doveva contattare lui? Chi era questo “lui”, il mistero che celava la DATS e l'incidente di sei anni fa era sempre meno chiaro, dovevo solo trovare l'ultimo studente ma... come avrei potuto riconoscerlo? Confusione, totale confusione nella mia mente che fortunatamente terminò non appena degli allarmi iniziarono a rimbombare nell'intero edificio.
“Allarme digimon!” Urlava una voce robotica mentre le addette ai computer cercavano di scaricare più informazioni possibili; nello schermo gigante davanti a noi apparve un'immagine, un digimon insetto bipede... infondo c'era anche scritto il suo nome, Stingmon.
“Allora Ikari, sei pronto ad affrontare il tuo avversario? Non appena avrai trovato l'ultimo studente ti racconterò tutto quanto.” non mi rimaneva altro che accettare, corsi in città insieme al mio partner alla ricerca di Stingmon, il Digivice continuava a mandare segnali verso ovest, sembrava come una bussola... fu proprio grazie a quelle indicazioni che notai un gruppo di digimon simili a bruchi che svaligiavano come se nulla fosse minimarket, accumulavano più cibo possibile per portarlo, presumibilmente, dal proprio capo Stingmon.

“Ehi piccoletti, non vi pare che stiate creando troppo caos?”

Sembravo un vero duro, mi sentivo fighissimo con il mio Digivice ed Apatomon accanto, un vero protagonista di un battle shonen.
Quei piccoli digimon iniziarono una conversazione tra loro, mettendosi come in posa di difesa... erano veramente agguerriti.
“Il boss ha fame e non sarai di certo tu a fermare la compagnia degli Wormmon!”, compagnia degli Wormmon... che nome davvero da anime, quasi persi la voglia di lottarci e di farci amicizia.
Delle forti vibrazioni distrussero l'atmosfera otaku che avevo creato, da dietro la compagnia degli Wormmon apparve proprio Stingmon che infuriato attaccò con pura rabbia me e Apatomon, scacciando ogni suo adepto, anche in modo brusco.
“Vai boss fagliela vedere!” urlavano i Wormmon, che con il loro tifo Stingmon divenne molto più grosso e cattivo, quei piccoletti erano davvero così preparati allo scontro?

“Allora Apatomon ci rimane solo di contrattaccare!”.

La mia mano si inondò di digisoul, con un movimento scenico alla anime la poggiai sul mio Digivice e, nuovamente la magia si avverò.

“Apatomon digievolve... Diplomon!”.

Il grosso dinosauro tornò alla carica, i piccoli Wormmon erano tutto tranne che spaventati anzi, il loro tifo si fece ancor più potente... il loro boss divenne ciò che per noi umani poteva esser considerabile un carro armato. Egli riusciva a bloccare ogni colpo da parte di Diplomon e non solo, i suoi pugni erano così tanto forti che in pochi istanti lo fece regredire in Apatomon.
Quel gruppo di furfanti gioiva nel vedere come il loro boss avesse vinto con pochi colpi, eravamo davvero nei guai... come avremmo potuto vincere contro quel coso?
“Ehi boss stavi cercando me?” una voce simile a quella dei Wormmon si palesò dietro di noi, io e Apatomon ci girammo e con sorpresa vedemmo un altro Wormmon, questa volta però era contro Stingmon.
“Guardate è il traditore! Presto boss finiscilo!” Stingmon caricò di prepotenza contro quel piccolo Wormmon che, con estrema agilità riuscì a schivare il suo presunto ex boss.
“Forza andatevene voi due io so cavarmela!” esclamò mentre grazie alla sua seta riusciva a bloccare i colpi di quel coso, io e Apatomon nel vedere come riusciva a cavarsela decidemmo di dargli ascolto, scappammo in direzione di casa mia.
Vedendo come ormai eravamo ben che lontani, un luccichio negli occhi del nostro aiutante diede la parola fine al suo scontro, riuscendo a legare Stingmon ad un palo, guadagnando tempo per poter fuggire
Si nascose in un vicoletto mentre una piccola figura umana prendeva in braccio il piccolo digimon accarezzandogli la testa, “Mochi grazie a te quei due scemi si sono salvati, direi che ci siamo meritati un dolcetto ma, forse dovremmo tenerli d'occhio ancora per un po' non vorrei che provassero nuovamente ad affrontare Stingmon.”.
Una tenue voce fece da eco in quel vicoletto mentre quella piccola figura se ne andava.

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Capitolo 5
*** Amici da sempre ***


Fin da quando ho memoria non sono mai stata una persona piena d'amici.
Vivevo in un paesino tra le montagne, lì la maggior parte degli abitanti erano anziani e c'erano veramente pochi i bambini, ci conoscevamo tutti. Non amavo stare in compagnia, preferivo giocare con il mio tamagotchi, l'avevo rinominato “Mochi” come il mio dolce preferito, me ne prendevo cura ogni singolo giorno della mia vita e quando moriva facevo in modo che ne rinascesse un altro uguale identico, Mochi era il mio vero migliore amico.
Una volta compiuti 12 anni io e i miei genitori ci trasferimmo a Tokyo per avere una vita migliore, io come al solito non avevo amici se non Mochi; anche nella grande città uscivo solo per prendere i miei dolcetti e poi tornare a casa per guardare i miei anime preferiti. Fu a scuola che un ragazzo mi approcciò, era della mia stessa classe, provò a far amicizia con me ma l'imbarazzo provato mi impediva di apparire interessante... lui però non badava a certe cose, divenne il mio primo vero amico. Il suo nome lo ricorderò per sempre, fu solo grazie a lui che io divenni molto più interessante agli occhi di tutta la classe, mi feci montagne di amici... ma, l'unico importante per me era solo lui.
L'anno dopo quel ragazzo si trasferì a causa di un brutto malinteso, tutta la scuola lo ripudiava e lo considerava un delinquente... io però l'avevo conosciuto, per me era la persona più dolce del mondo; grazie a me lui iniziò a guardarsi molti anime e a comprare manga, ricordo le nostre giornate nelle fumetterie a scegliere un manga da leggere insieme, lui amava gli shoujo con scene romantiche, diceva che avrebbe voluto una storia d'amore così con la ragazza che gli piaceva, il mio cuore sussultava ogni volta che penso a quel dolce sorriso innocente.
Per anni ho sognato il giorno in cui lo avrei potuto rivedere, ogni capodanno chiedevo al tempio di farmi rincontrare il ragazzo che mi aveva cambiato la vita con un semplice sorriso, avrei voluto salvargli la vita come lui la aveva salvata a me, mi sarei impegnata ad ogni costo per ridargli la sua vita spensierata che purtroppo, il suo aspetto inquietante gli aveva portato via.
Durante i primi anni di superiori i miei pensieri verso di lui si facevano sempre meno presenti, ma non lo stavo dimenticando anzi, rifiutavo ogni tipo di interazione con chiunque perché solo con una persona avrei voluto passare il resto della mia vita, quel ragazzo dal cuore gentile che piangeva sempre nel vedere il bacio in un anime.
All'ultimo anno di superiori però, i miei genitori si separarono e io andai a vivere con mio padre, visto che mia madre decise di tornare nel nostro paese natale. Presi il cognome di mio padre e crescendo divenni molto più femminile di quanto ero alle medie. A causa della separazione dei miei genitori dovetti cambiare scuola e, fu proprio durante quel periodo che incontrai un piccolo ladruncolo dalle fattezze di un bruco, era ferito ed era astioso nei confronti degli esseri umani, mi avvicinai lo stesso al piccolo bruco per donargli il mio ultimo dolcetto, egli lo accettò e finimmo per parlare ore e ore della nostra vita. Lui, con quel suo fare molto supponente mi raccontò la vita nella compagnia degli Wormmon; il mondo digitale e infine... di come venne bandito dal suo gruppo. Wormmon si era stancato della vita da ladruncolo, voleva tornare nel mondo digitale senza creare più guai, affrontò anche il suo boss con esiti negativi, desiderava vivere in pace e non come un delinquente il quale ha come unico scopo nella vita è il rubare solo per il suo tornaconto personale. Decisi di chiamare quel piccolo esserino digitale “Mochi” in memoria del mio piccolo tamagotchi e di portarlo con me, non avrei mai potuto lasciare qualcuno così debole e solo alla mercè dei suoi inseguitori.
Arrivò il mio primo giorno di scuola, entrata nella classe notai un ragazzo estremamente bizzarro, tutti lo evitavano o cercavano di litigare con lui... il suo volto era molto familiare, anche il suo nome... o meglio io conoscevo quel ragazzo, era il mio compagno di classe delle medie... il ragazzo che per anni avevo desiderato incontrare nuovamente.
I giorni passavano e Mochi ormai non riusciva più a sopportare la mia dannatissima goffaggine da innamorata, lui era lì nella mia nuova scuola, nella mia nuova classe... come facevo a non fargli notare il rumorosissimo battito del mio cuore? Mi sarei dovuta dichiarare nei giorni a venire, avrei fatto in modo che finalmente quei bulli la smettessero di chiamarlo “gigante cattivo”, lui era il mio dolce gigante che mi aveva fatto scoprire la bellezza nell'avere degli amici.
Arrivò il giorno in cui decisi di dichiararmi, lui non venne a scuola... probabilmente dopo quell'avvenimento era inutile aspettarlo, così non appena misi piede sullo scalino per entrare nella scuola il piccolo Mochi apparve allarmato, aveva visto i suoi ex compagni e il suo boss poco lontano da qui. Io ero spaventata ma, Mochi era davvero ostinato nel lottare e fermarli, era un pazzo si sarebbe fatto uccidere... ma, ogni mia parola era inutile. Così in quella bella giornata in cui avrei detto a lui di amarlo mi ritrovai a dover lottare con un gruppo di ladri e il loro capo.
Quando arrivammo lì sul campo lui e il suo partner erano già sul posto a fare i due scemi otaku, non era cambiato per niente... ma non era il momento, Stingmon era davvero forte come Mochi mi raccontava; i due vennero battuti tempo zero e l'unico modo per salvarli fu intervenire, io mi nascosi sapevo che Mochi avrebbe trovato il modo per non affrontare in modo diretto Stingmon e di salvare quegli idioti. Fu una lotta abbastanza veloce, Mochi riuscì a svignarsela ed a tornare da me, felice e arrabbiata con quel grosso gigante idiota ci dirigemmo a prendere dei dolci.
“Buongiorno Haru-chan, anche oggi affamata di dolci?” domandò il commesso che, come per consuetudine mi diede un pacco con vari dolci all'interno, erano i soliti che prendevo per me e Mochi, questa volta ne avrei dati anche ad Ikari.

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Capitolo 6
*** L'attacco di Stingmon ***


Erano passati pochi giorni dallo scontro con Stingmon, ero amareggiato ma credevo ancora di potercela fare.
In molti quel giorno a scuola parlavano di varie rapine da parte di ladri sconosciuti, parlavano tutti come se fosse un fantasma a farle, avrei voluto spiegare a loro che erano dei digimon a farli ma il sensei mi aveva chiesto espressamente di fare silenzio.
“Ikari buongiorno!” esclamò Haru con dei dolcetti tra le mani, come al solito stava dando sfogo alla sua golosità di prima mattina.
Mi accompagnò in classe, poggiammo i nostri zaini sul banco e un strano verso fuoriuscì dallo zaino di Haru, spropositatamente più grande del solito.

“Buongiorno Haru! Cosa ha di strano il tuo zaino?”.

Domandai incuriosito, probabilmente aveva trovato un animaletto per strada e non voleva farlo scoprire.
Il comportamento di Haru cambiò all'improvviso, i suoi balbettii davano cenno che stava nascondendo realmente qualcosa, non avevo diritto di impicciarmi così continuai a farmi i fatti miei proseguendo con un altro discorso.
“Hai sentito delle ultime voci? Sembrerebbe che a scuola si siano avvistati quei famosi fantasmi che stanno rapinando i negozietti... cosa ne pensi tu?”, la notizia mi colse impreparato, la compagnia degli Wormmon era qui a scuola? Allora anche lui doveva esser qui.
La lezione del sensei Touma iniziò, ero abbastanza preoccupato dalla situazione di Stingmon nella scuola e Haru se ne era accorta, continuava a mandarmi bigliettini con su scritto se fossi preoccupato per i “fantasmi”, non bastava un semplice sorriso per farle passare la preoccupazione a quanto pare.
Un urlo squarciò l'atmosfera che si era creata con la lezione, il Sensei mi guardò... era davvero furioso con me, potevo capirlo solo dallo sguardo.
“I fantasmi sono qui! Stanno distruggendo la scuola!” le urla disperate degli altri studenti crearono trambusto, ci voltammo verso i corridoi per capire cosa stesse succedendo... da dietro, quella grossa arma da combattimento di Stingmon sfondò le finestre della nostra classe sbraitando una specie di segnale per gli altri Wormmon, la scuola finì sotto attacco e con me non c'era Apatomon.
“Ikari!” un urlo familiare interruppe la mia disperazione, Haru con il suo zaino venne presa dagli Wormmon che nel mentre avevano appiccicato con la loro seta gli studenti sul muro, rimanemmo solamente io ed il Sensei, circondati.
“Ahah il boss aveva ragione dovevamo aspettare il momento giusto per la nostra vendetta! Presto portiamo la ragazzina ed il traditore verso il varco!” esclamò uno degli Wormmon mentre Stingmon con la sua imponenza creava un varco attraverso l'edificio, lasciando me ed il Sensei incapaci di reagire.

“Sensei...”.

Non ebbi il tempo di terminare la frase, con furia mi prese e mi lanciò sul muro... i suoi occhi e il suo respiro... potevo sentirli su di me, trasudavano rabbia e delusione.
“Ikari io ti ho dato una possibilità, pensi che sia un gioco? Guarda quanti studenti sono rimasti coinvolti dalla tua debolezza... dovevi esser il suo successore ma hai fallito ogni mia aspettativa. Se tu fossi stato più forte e invece di fare il buffone avessi lottato con tutto te stesso ora avresti vinto. Se tutto ciò è un gioco oggi stesso riporteremo Apatomon nel mondo digitale.” Faceva male sentire certe parole dette con tale furia... era vero, sono stato negligente in quella lotta, ma questa volta avevano esagerato. Avrei salvato Haru. Corsi verso l'uscita facendomi strada fra le trappole di seta mentre una voce calma e dolce mi accompagnava con un suono delicato, una melodia che infondeva calma... non capivo da dove provenisse quel dolce flauto ma... mi infondeva coraggio? Mi dava la sicurezza necessaria per affrontare Stingmon.
Dinanzi a me c'era solo il nulla, non sapevo cosa fare e dove andare.... Apatomon si trovava a casa mia e chissà quanto ci avrei messo nel tornare indietro per poi cercare qui nei dintorni Stingmon, ero disperato... mi ero fatto troppe aspettative nel riuscir a far qualcosa di impossibile.
“Ikari!” un eco familiare ondeggiava per la via, una volante della polizia si fermo dinanzi a me, le porte si aprirono e... nel posto passeggeri c'era Apatomon in compagnia della ragazza che era venuta a parlare con il Sensei. Con il sorriso mi accolse nell'auto, era in divisa.... probabilmente la DATS l'aveva fatta venire durante il suo turno, mi dispiaceva per lei.
“Quindi sei tu quello che secondo Touma potresti esser il “suo successore”, io sono Fujieda Yoshino, ero nella DATS anche io! Touma mi ha chiesto di portarti Apatomon, sapeva di questa imboscata... vuole fare il duro ma sta provando a farti assomigliare sempre di più ad una nostra conoscenza”. avrei voluto farle un sacco di domande... volevo sapere di chi parlavano ogni volta ma avevo timore, mi sentivo poco all'altezza di quelle dannate aspettative che riservavano ogni volta su di me, come se io potessi salvare la mia unica amica da solo.

“Yoshino-san.... secondo te riuscirò a salvarla? Vorrei rispettare le vostre aspettative ma... non ho trovato nemmeno il secondo studente!”.

Esclamai, affranto e disperato. Yoshino rise rumorosamente, mi diede una pacca sulla spalla e riprese l'inseguimento di Stingmon premendo l'acceleratore. “Chi ti dice che tu non l'abbia già trovato? Comunque siamo arrivati, è il tuo momento Ikari, salva la tua amica!”.
Non sapevo cosa intendesse con quella sua affermazione ma... per Haru, Apatomon e per tutta la DATS avrei portato alla sede l'uovo di quello Stingmon.

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Capitolo 7
*** Contro il nemico ***


Appena sceso dalla macchina andai dritto, in una strada che portava ad un parco.
La seta degli Wormmon rendeva il tragitto un'impresa ardua, io ed Apatomon finivamo spesso impigliati. Più ci avvicinavamo a lui e più la seta era presente, fino a trovarci davanti degli Wormmon a barricarci la strada.
“Andatevene via noi vogliamo solo il traditore” dissero all'unisono creando un grosso fortino con la loro seta. Parlavano del Wormmon che ci aveva salvati? Era l'unico che mi veniva in mente. Ma allora perché rapire Haru? L'adrenalina e la rabbia coprivano i miei pensieri mandandomi in tilt, dovevo affrontare i miei problemi con le cattive.
“Ikari conserviamo le energie per il capo, se digievolvessi sarebbe più facile è vero ma Stingmon è parecchio forte e non voglio stancarmi prima di affrontarlo!” Esclamò Apatomon ponendo quindi in me una scelta, sfondare il fortino con Diplomon o provare con la forza? Non c'era tempo per scelte simili, avrei fatto il possibile per liberare Haru. Lasciai indietro Apatomon ed iniziai a strappare la seta che proteggeva probabilmente l'entrata del parco.
“Ikari...” La voce di Apatomon non riusciva a raggiungermi, sentivo solo il desiderio di andare avanti fino alla fine creando sempre di più un varco verso il mio obiettivo.

“Ancora un altro po' Apatomon...”.

Dissi con voce rotta dalla fatica, più scavavo, più la seta diventava densa e robusta... quei piccoletti avevano fatto un lavoro perfetto per impedirmi di arrivare da lei.
Finalmente dopo svariati minuti il forte cadde, un varco verso il parco si aprì e, appena recuperai fiato, corsi nuovamente verso il punto che il Digivice segnava.
Riuscivo a vedere il parco finalmente, un grosso portale per il mondo digitale si ergeva accanto a Stingmon ed una gabbia di seta proteggeva Haru, mancava veramente poco ancora un po' e l'avrei salvata.
“Squadra numero due fermate il rompi scatole!” Urlò un Wormmon mentre altri tre provarono a farmi impigliare nelle trappole di seta, potevo muovermi a malapena facendo dei piccoli e rozzi passi lenti, era stramaledettamente densa ed appiccicosa.
“Ikari resisti agli impulsi della rabbia, supererai anche questo ostacolo!” Esclamò Apatomon, si stava preoccupando inutilmente per la mia lucidità... ero abbastanza lucido da poter creare nuovamente un varco senza il bisogno di Diplomon.

“Tranquillo Apatomon, non mi tirerò indietro questo non è un gioco giusto?”.

Iniziai a colpire la seta che ci impediva di muoverci liberamente con i miei pugni, oramai coperti di digisoul. La seta che sembrava così dura e fastidiosa iniziò a spezzarsi, seppur colpire il terreno era doloroso dovevo continuare così, anche la seconda ondata era acqua passata ormai.
Ci avvicinammo sempre di più, potevo sentire Haru urlare il mio nome, ero distrutto ma mancava seriamente l'ultimo sforzo... un ultimo passo per arrivare nel parco.
“Squadriglia di difesa è il momento!” Un urlo distorse la mia ultima visione felice, prima che me ne accorsi mi trovai lì, a terra, totalmente impedito da ogni movimento, la stanchezza e il dolore avevano preso il sopravvento... mi trovavo legato come un salame ai piedi di Stingmon.
“IKARI!” Esclamarono Apatomon e Haru che, sconvolti, entrambi provarono ad aiutarmi, purtroppo inutilmente: Haru era chiusa nella seta e Apatomon era impotente dinanzi a Stingmon che faceva la guardia.
“Ora che entrambi gli scocciatori sono sistemati capo siamo pronti per chiamarlo?” Domandò il Wormmon che dava ordini a tutto il resto del gruppo. Stingmon iniziò ad avvicinarsi in maniera minacciosa ad Haru. Sussurrò solamente di cedergli il traditore ma lei, ovviamente non replicò. Haru era coinvolta con questo gruppo allora... stava difendendo un loro traditore? Impossibile... non avrebbe mai fatto una cosa così rischiosa senza chiedermi aiuto.
Stingmon sembrò infastidito, con la sua tecnica avvicinò il proprio “pungiglione” ad Haru, in quel momento qualcosa sembrò sbloccarsi; una melodia dolce di un flauto, una voce calda che infondeva un senso di calma. Della luce e un misto di suoni simili a dei tuoni circondarono il campo di battaglia, l'orologio che il signor Kawa mi aveva dato si illuminò come la prima volta e, su Apatomon apparvero dei strani simboli che potevo magicamente leggere: rabbia vi era scritto.
“Ikari ti prometto che salveremo la tua amica insieme!” Esclamò Apatomon, trovando la forza di cui aveva bisogno per liberarmi e contrastare in questo modo Stingmon che, spaventato da quelle strane scritte indietreggiò verso il portale.

“Apatomon non pensi che ci siamo un pochino trattenuti vero? Allora... scateniamoci!”

Esclamai, caricando con tutta la digisoul che mi era rimasta il digivice.
Apatomon era diverso, era più forte per qualche strano motivo... cosa erano quei simboli? Perché potevo leggerli?

“Apatomon digievolve... Diplomon!”

Il parco venne presto coinvolto dalla enorme stazza di Diplomon, alberi e giochi caddero a terra dinanzi alla rabbia di Diplomon pronto per riprendersi la sua vendetta.
“Wormmon chiamate il capo non c'è tempo da perdere!” Urlò Stingmon tremante dinanzi alla nostra vera potenza, seppur mi turbò sapere che oltre lui ci potesse essere un altro capo probabilmente più forte.... che stessero cercando di portare il traditore da lui? Questo era l'unica spiegazione che potevo dare a quel portale.
Mentre lo scontro fra Diplomon e Stingmon andava avanti non persi tempo e liberai Haru che scossa scoppiò a piangere cercando di comporre una frase che ahimè non riuscii a comprendere.
“Pungiglione venefico!” Esclamò Stingmon colpendo con grandissima forza Diplomon facendolo barcollare. Avevamo ancora poco tempo prima che quel portale potesse diventare pericoloso, ciò che era accaduto ad Apatomon stava spingendo strane figure dal portale al mondo reale, saremmo stati attaccati nell'arco di poco tempo.

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Capitolo 8
*** Legame della rabbia e dell'amicizia ***


Il combattimento proseguì a favore di Stingmon, Diplomon non riusciva a star dietro alla velocità del suo avversario... Eravamo spacciati.
Rumori inquietanti venivano dal portale per il mondo digitale, ombre enormi di quelli che sembravano esser scarabei rinoceronti giganti stavano per attraversarlo... Non avevo altra scelta, avrei chiuso il portale in qualche modo con o senza aiuto di Diplomon.
“Ikari?” Con voce rotta disse Haru vedendomi abbandonarla lì in mezzo a quel campo da battaglia, pur di salvarla avrei sacrificato tranquillamente la mia vita.
Avvicinandomi a quel portale il mio corpo venne pervaso dalla digisoul, una luce color verde chiaro accecò per un attimo chi si trovava dall'altra parte... Perché il mio corpo reagiva così? Non feci in tempo a trovare risposta che delle scritte comparvero, scritte in una lingua sconosciuta... Era qualcosa che avevo già visto altre volte, riuscivo a comprendere quella lingua come se fosse il Giapponese... Ma di cosa si trattava? Come pochi minuti prima comparve la scritta: rabbia.
Il mio digivice andò come in interferenza con quella scritta, la mia digisoul veniva assorbita contro la mia volontà e a sua volta venne mandata a Diplomon, l'ombra di quello che sembrava esser un cavaliere apparve per un attimo in una visione di una Tokyo in rovina, un mondo che poteva esser visto dal cielo sembrava cadere sulle nostre teste... Questo era il futuro? Apatomon era quel cavaliere? No impossibile... Lui era un dinosauro come poteva diventare un cavaliere.
“Ikari!!” Esclamò con forza Diplomon che sembrava esser diverso, il suo corpo ricoperto di una luce verde dava vita ad una nuova forza, nel suo dorso si potevano leggere nella stessa lingua sconosciuta la parola “rabbia” non potevo far altro che notare come la forza di Diplomon cresceva a dismisura mentre il portale sembrava perder energia, la mia stessa presenza dava interferenza... Non mi rimaneva che fare una cosa allora: entrare nel portale.
Misi una mano all'interno del portale, la mia aura color verde stava pian piano “appassendo” mentre una voce dolce accompagnato da un suono oltremodo calmante mi chiamava.
Il mio corpo sembrò come sparire scomponendosi in un cumulo di dati, mentre la visione di una isola sul cielo si piazzò davanti a me, era questo ciò che succede quando si muore?
Vedendo la scena Diplomon urlò disperato, le energie erano terminate... Quella luce lo aveva sfinito tornò ad esser un patetico Apatomon incapace di fare molto mentre quello stesso Stingmon dall'apparenza distrutta puntò ad Apatomon il proprio pungiglione, si poteva udire il suo ridere di gusto anche da quell'isola meravigliosa.
“Icchi...” pronunciò Haru asciugandosi le lacrime, aveva assistito pienamente a quello che sembrava esser il mio sacrificio con annessa sconfitta di Apatomon, non riusciva più a rimanere impassibile a quel massacro.
“Mochi... se mi senti non possiamo permetterci di esser delle zavorre, lo dobbiamo ad Icchi...”
Haru dalla sua tasca tirò fuori quello che sembrò esser un digivice dal colore rosa e bianco, la sua mano si coprì di digisoul dal colore rosato e, poggiandola sulla superficie del gadget una luce di speranza apparve da quello che sembravano esser macerie.

“Mochi digievolve... Stingmon”

Un urlo disperato faceva da padrone in quelle macerie di un campo da battaglia inesistente, una luce rosa scattò contro lo Stingmon nemico che inerme venne trafitto da un pungiglione venefico, cadde scomponendosi in piccoli dati digitali fino a comporre un uovo, con lui anche i piccoli Wormmon fecero quella fine, lo Stingmon ricoperto dalla luce rosa non fece distinzioni.
“Haru...chan...? Eri tu l'altro studente?” Domandò Apatomon sdraiato a terra mentre da quella misteriosa luce apparve il piccolo Mochi, il salvatore dell'ultima volta.
“Presto non abbiamo tempo, Ikari si trova nel mondo digitale ora dobbiamo trovare un modo per recuperarlo... Gli ufficiali di Plutomon non devono accorgersi della sua presenza!” Disse Mochi mentre provava in tutti i modi ad aprire il portale per il mondo digitale nuovamente, fu solo l'attimo dopo in cui Haru si avvicinò che comparve una strana luce rosa, una scritta in quella lingua strana in cui recitava “amicizia”, mi risvegliai pochi minuti dopo lì a terra, non ricordavo nulla di quello che avevo visto.

“Che diavolo è successo...? Haru?”

Domandai scioccato nel vederla con un digivice e un digimon, avevo trovato sia il nuovo membro per la DATS che... sconfitto Stingmon? Ero incredulo.
Poco dopo arrivarono i rinforzi, Yoshino con quello strano biondino che mi invitò alla DATS la prima volta, il suo ruolo era avvolto dal mistero e con sorriso ci prese in custodia verso le infermerie della DATS, avevo tante domande ma pochi ricordi coerenti per farle.
“E così vi siete finalmente riuniti, adesso vi riposerete e poi ci direte che cosa è questa storia dei varchi digitali, ok?” Disse il ragazzo mentre con disinvoltura prese il telefono per fare una chiamata a Tohma sensei, lui sicuramente sapeva anche troppo.

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Capitolo 9
*** Contaminazione ***


Io e Apatomon rimanemmo quella notte all'interno della DATS per accertamenti, Haru e Mochi vennero scortati nella propria abitazione da Yoshino entusiasta di poter parlare con lei.
Molti ricercatori passavano per la stanza di riposo per controllare l'instabilità della mia digisoul, nessuno di loro aveva mai visto niente del genere: ero in grado di aprire i varchi per il mondo digitale.
Non ci capivo molto a riguardo e sicuramente capivo meno dei dati anomali di Apatomon, ogni ricerca, ogni controllo dava alla luce un nuovo dato bizzarro.
Apatomon era composto principalmente da dati non appartenenti a lui, e quei dati davano vita alle scritte in “digicode” così li chiamavano.
Il digicode non era altro che l'alfabeto del mondo digitale, il fatto che io potessi leggerlo era perché la mia digisoul era contaminata da quei dati strani di Apatomon.
Norstein sensei passò l'intera notte a lavorare sui resoconti delle analisi fatte e su quello che avevo vissuto, a quanto pare quell'esperienza strana non era altri che il passaggio per il mondo digitale e stavo per arrivare in quella strana isola. Non esistevano dati al riguardo di quel luogo, era qualcosa di sconosciuto anche per chi ci era già stato una volta.
“Ikari come stai? Spero che i letti della DATS siano comodi!” La stessa figura che mi aveva aiutato più di una volta apparve con un timido digimon simile ad un pipistrello a suo accanto, chi era quel ragazzo? Con degli strani arnesi mi misurava la digisoul con risultato sempre instabile.
“Mhh questa situazione è strana, sai Ikari sei un tipetto interessante... Se continui così il grande capo ti darà una ricompensa!” Esclamò con un sorriso stampato sulla faccia.

“Chi sei tu?”

Domandai in maniera maleducata, tutte quelle informazioni mi avevano confuso alla grande non riuscivo a pensare frasi più educate.
“Xavier, vengo dall'Inghilterra sono un agente della DATS anche io incaricato nel trovare membri utili.” Aggiunse allontanandosi dalla stanza in men che non si dica. “Il mio partner è un PicoDevimon spero di far amicizia con te! Ciaociao!” E fu un attimo nel ritrovarmi da solo senza nemmeno Apatomon, era un po' che non accadeva.
Finalmente mi rilasciarono, la DATS era così frenetica... Non mi era mai capitato di vedere un luogo con così tanto movimento. “Allora Ikari come stai? Dovresti esser fiero hai trovato lo studente e sconfitto Stingmon.” Non ero per niente felice di ciò... Non ero riuscito a difendere Haru come mi ero prefissato anzi era stato tutto il contrario.

“Sensei io...”

La frase venne stoppata dall'arrivo di un ragazzo misterioso, avrà avuto la mia età ed era accompagnato da una lucertola bipede gialla.
“Agumon hai visto? Questa è la DATS è il nostro momento di brillare!” Esclamò il ragazzo creando un gran trambusto all'interno dell'enorme edificio. “Oh Ikari lui è il terzo ragazzo viene dall'Austria il suo nome è Alexander.” Non appena il sensei lo presentò mi corse in contro tirandomi delle grosse pacche, quante energie aveva ancora? “Ahah tu sei Ikaruccio vero? Mi hanno parlato di te... Fai più paura da vicino ma tranquillo non oserei mai far del male ad un amico!” Le urla del ragazzo erano così potenti da mandarmi in confusione tempo zero, voleva picchiarmi? O si aspettava che io lo picchiassi? Era così strano il modo in cui parlava. “Alex secondo me non ti ha sentito bene... Guarda la sua faccia!” Disse la lucertola guardando verso di me con un grande sorriso, davvero doveva per forza dirlo? “Allora Ikari io sono Alex da oggi saremo amici per la pelle!” Urlò letteralmente a pieni pomoni causando un grandissimo eco per tutto l'enorme edificio, molti addetti si spaventarono a tal punto che nessuno si accorse che Apatomon era scappato per cercarmi.

“Ti avevo sentito... Va bene va bene Alex basta che non urli più...”

Devastato dai colpi e dalle urla non riuscivo più a reggermi in piedi, ci fu bisogno nuovamente degli infermieri della DATS e altri mille accertamenti.
Ripiombati nuovamente nell'infermeria – con questa volta Apatomon anche – ci ritrovammo a parlare con calma per far amicizia.
“Quindi lui è il soggetto strano? Sai hanno trovato anche in Agumon qualcosa di simile, i suoi dati sono fatti principalmente da dati esterni e la mia digisoul era contaminata.” Dopo miriadi di grida finalmente qualcosa di sensato uscì dalla bocca di Alex, così il suo partner si chiamava Agumon, interessante.
“Ehm... Posso?” Non troppo dopo comparve anche Haru che timidamente ci raggiunse con un Wormmon fra le braccia, ancora non potevo crederci.
“Tu sei Haruccia vero? Sei venuta qui per i controlli vero? Non è strano che tutti e tre abbiamo una digisoul contaminata ed i nostri partner siano fatti in maniera differente dagli altri digimon?” Era da un po' che ci stavo pensando, era alquanto strano sapere che avevamo tutti questa cosa in comune. “Oh... Un amico di Ikari piacere! Sì sono io Haru...ccia? Comunque sono stata convocata come membro ufficiale della DATS anche io e mi hanno chiesto di avvertirvi che fuori città è stato avvistato un digimon ferito... Il sensei teme che possa diventare pericoloso.” Disse con autorità, aveva acquisito tanta sicurezza dal dopo scontro, i digimon erano riusciti a stravolgere le nostre vite e io avevo sempre più bisogno di comprenderli di più e soprattutto capire questo mistero.

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