Torneo Tremaghi-Regulus

di CatherineC94
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Covered Waves ***
Capitolo 3: *** (Av)volto ***



Capitolo 1
*** Covered Waves ***


“Questa raccolta partecipa al Contest “Torneo Tremaghi” indetto da Artnifa sul forum di EFP”
 
 
Covered Waves
 

Emette un sospiro, in attesa.
Fermo, di fronte a quell’enorme armadio stringe smanioso l’impugnatura della bacchetta; i capelli ricadono ribelli e gli occhi saettano. I suoni sono ovattati, non vuole assorbire nemmeno un impeto proveniente da chi lo sta osservando, conscio che lì, di fronte a quella prova c’è solo lui e nessun altro.
Avverte un movimento impercettibile e scatta di rimando, pronto per attaccare.
La domanda che affiora nella sua testa si incentra sul contenuto di quel mobile concavo, insito di intarsi che tanto gli ricorda casa.
Al pensiero di casa, una lama silenziosa e micidiale lo attraversa. Si chiede se anche lui lo sta scrutando e se sta facendo il tifo; non ne sembra molto convinto, i suoi pensieri, le sue attenzioni sono ormai rivolti verso qualcun altro. Scuote la testa scacciando il suo volto dalla mente e mormora l’incanto, spalancando un’anta.
Lo sente, lo avverte quello sciabordio delle onde e si paralizza sul posto. Avverte l’irruenza, la forza di un muro d’acqua, che tanto tempo fa l’aveva quasi travolto, quasi ucciso.
Fa un passo indietro, trattenendo il respiro.
La mente vaga in cerca di un appiglio, un incantesimo per salvarsi da quella forza bruta ma non trova nulla; il vuoto si è impossessato della sua memoria. Il sudore imperla il volto, fa un altro passo indietro e quell’onda scura, da sempre evitata lo travolge in pieno.
Annaspa, l’acqua è gelida e il contatto con la pelle lo destabilizza.
Si muove frenetico, impacciato e quasi bloccato dalla divisa da campione che si appiccica come una seconda pelle; maledice mentalmente la sua inezia in quella prova, nella vita. Il suo non saper lottare per salvare ciò che davvero conta; chiude gli occhi, mentre l’aria viene meno, e il liquido ghiacciato inonda i suoi polmoni.
« É solo acqua Reg»
«Sirius, sto soffocando!»

 
Apre gli occhi di scatto ricordando, sente da lontano le urla degli spettatori, non se ne cura molto.
Non riesce a respirare ormai più, il cuore è in affanno, le braccia sono stanche come il suo spirito, come la sua voglia di lottare in quel mondo già prestabilito.
Con gli occhi socchiusi nota uno sguardo brillante che lo sta osservando al di sopra; riconosce una mano tesa che lo vuole aiutare, proteggere. Deve farcela, per lui che ha sempre avuto il coraggio e la forza di cambiare le cose; afferra la bacchetta e si ritrova fuori da quel mare in tempesta.
Respira a malapena, il corpo è invaso da brividi violenti; nella sua mente, però è soltanto uno il ricordo vivido che custodisce gelosamente.
«Riddikulus!» esclama sicuro.
Gli abissi scuri scompaiono, e sopra di lui appare una coperta di tweed invernale, un tempo usata come nascondiglio segreto, per sfuggire dalle grinfie spietate di Walburga Black.
Ride di gusto, e per attimo quel sogghigno non è il solo nella stanza.
Nemmeno si volta, conosce a chi appartiene.
Alza le braccia festante e la stanza è travolta da un boato.
 
«É solo acqua Reg».




 
Note.
Non so come sia venuta fuori questa flash, so che per un po' ho pensato seriamente chi scegliere per questo contest e poi è venuto  fuori Regulus Black. Come al solito l'allegria mi porta via xD Al di là degli scherzi, spero che la storia vi piaccia; so che non avrei potuto scrivere altro, perché avevo esattamente questo in testa. Grazie ad Artnifa per aver indotto il contest e aspetto, se vi va ditemi che ne pensate, la vostra opinione che conta molto per me; naturalmente anche le critiche. Un abbraccio.

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Capitolo 3
*** (Av)volto ***


(Av)volto
 
«Le hai spezzato il cuore»
«Non ne ha mai avuto uno, come fai a non capirlo?».

 
Non sa nemmeno quale sia la sua meta, sente solo che deve camminare senza fermarsi. Nella sua mente, le immagini si susseguono imperterrite e potenti; non riesce a collegare nessun ragionamento logico al contrario, vorrebbe soltanto urlare per rendere reale quell’immane rabbia che sente provenire dal profondo. I pugni sono stretti e tesi verso il basso, il gelo sferza il suo volto ma a Regulus non importa; continua a vagare, nell’oscura ed infinita notte che lo annienta impedendogli di respirare. Si ritrova ai margini frastagliati del grande lago e malfermo cade al suo limitare; una parte di lui vorrebbe gettarsi in quel liquido chiaro e letale.
Si scopre impotente per un tale gesto, forse codardo, ma la sua improvvisa solitudine dettata dalla scelta atroce del fratello di abbandonare casa, gli ha fatto comprendere quando in realtà la sua stessa vita sia priva di senso. Sente un vuoto all’imboccatura dello stomaco, proprio perché la gelida determinazione di Sirius è la prova che in verità lo ha abbandonato.
Il gelo adesso non è solo fuori, nei cupi alberi e nella superficie traslucida del Lago Nero; la sente dentro, che pian piano lo divora, pezzo dopo pezzo. La sua solitudine lo avvolge, come un parassita si aggancia prepotentemente ad un altro essere e lentamente lo intacca, fagocitando ogni parte.
Attorno a Regulus la notte è color del ghiaccio, anche l’erba e l’acqua sono stagnanti in quel mondo privo di vita; nota che l’aria è ormai solidificata e nella testa un turbinio di voci lo assalgono facendolo crollare a terra tremante. Gli occhi saettano e con un sussulto nota sulla riva opposta un Dissennatore che si avvicina famelico; comprende che quello sterminato inverno non è solo in lui, al contrario.
Disteso sull’erba, osserva il cielo e sorride con gli occhi ricolmi di lacrime.
Quello è forse il momento buono per lasciarsi divorare dall’essere, che uccidendolo gli agevola la fine che tanto brama a causa di una vita che non ha mai provato appieno come gli altri. Non afferra nemmeno la bacchetta, rimane inerme in attesa di poter essere avvolto dalla morte e godere del vero calore che non ha mai ricevuto in tutta la sua vita.
«Posso abbracciarti, madre?»
«Un vero Black non cede a questi inutili sentimentalismi, ricordalo sempre».

 
Il Dissennatore è vicino ma decide di non fare nulla; le sue mani putride lo afferrano e chiude gli occhi sereno. Si riscopre ancora bambino, nel grande salotto di Grimmauld Place e sta stringendo sua madre che ride amabilmente, mentre Sirius prende il posto sulle sue gambe trattenendo a stento una pernacchia. Le lacrime solcano le sue guance e la mano afferra la bacchetta di riflesso.
«Expecto Patronum!» urla straziato.
I suoi occhi seguono un enorme animale che scaccia l’essere al confine della Foresta Proibita; Regulus respira a malapena piegato sulle ginocchia. Singhiozza violentemente ricordando quell’immagine mentale falsa conscio che, ancora una volta è avvolto dal nulla.
 



 
 
Note.
Seconda prova! Eccomi qua.
Prima di tutto ringrazio tutti voi che avete votato/recensito/seguito/ricordato/preferito la mia prima flash, spero che questa sia all’altezza delle vostre aspettative. Nella prima prova ho analizzato il rapporto di Regulus con il fratello, invece in questa lo troviamo devastato anzi straziato dal fatto che in vita sua non ha mai ricevuto amore. La madre, una donna algida  non gli ha mai riservato parole o gesti affettuosi e il fratello, l’unica via di salvezza lo abbandona ( mi riferisco alla fuga di Sirius datata probabilmente durante il 1975); così Regulus è schiacciato dagli eventi, da una profonda tristezza che pian piano lo divora e per un attimo quasi pensa di mettere fine alla sua vita. Però un’immagine, falsa, immaginata letteralmente lo salva momentaneamente lasciandolo alla fine più devastato poiché sa bene che una scena del genere non sarebbe mai esistita. Vi abbraccio e vi ringrazio.

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