Destino avverso

di Charlie_Carla
(/viewuser.php?uid=6469)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** DESTINO AVVERSO 1 ***
Capitolo 2: *** DESTINO AVVERSO 2 ***
Capitolo 3: *** DESTINO AVVERSO 3 ***
Capitolo 4: *** DESTINO AVVERSO 4 ***
Capitolo 5: *** DESTINO AVVERSO 5 ***
Capitolo 6: *** DESTINO AVVERSO 6 ***
Capitolo 7: *** DESTINO AVVERSO 7 ***
Capitolo 8: *** DESTINO AVVERSO 8 ***
Capitolo 9: *** DESTINO AVVERSO 9 ***



Capitolo 1
*** DESTINO AVVERSO 1 ***


Destino avverso (1)



Lentamente, molto lentamente il cavallo andava, ed in groppa portava lei, che quasi non si rendeva conto di quell'andatura così lenta.
Si sentiva così persa, lo sguardo rivolto verso il basso, nel vuoto e la mente troppo occupata dai mille pensieri che vi si ammassavano.
Stava ritornando a casa, dopo due settimane trascorse in Normandia, ma forse quello era l'ultimo posto dove sarebbe voluta tornare.
Era fuggita via, era scappata per non affrontare ciò che avrebbe temuto.
Nell'ultimo periodo erano successe tante cose, troppe da dover sopportare, capire e dimenticare.
 Non riusciva a rendersi conto di tutte le avversità che il destino le aveva messo contro, senza che lei le avesse chieste o cercate in alcun modo.
L'andatura del cavallo continuava a cullarla in questi suoi pensieri e no, non voleva ritornare a casa, proprio non voleva.
 
Con i pensieri andò a ritroso a ricordare:

André, il suo più caro amico, fratello…
Le aveva rivelato di amarla[1] .
Anzi di averla sempre amata!

Fu un brutto colpo saperlo, specialmente nel modo in cui le fece la sua rivelazione.
Certo, André era stato molto violento, ma Oscar solo adesso riusciva a capire la sua disperazione, anche lei aveva tanto sofferto per Fersen.
Già Fersen, un altro ricordo da dover dimenticare…
Le disse di non amarla, anzi di considerarla come un amico, il suo migliore amico [2] . 
Calde lacrime le bagnarono il viso, pensava all'amore e a quanto facesse soffrire.
Lei no, non poteva pensare a questo, non era nata per amare, né per essere amata. Era nata per combattere, per dare ordini ed obbedire, era stata allevata per questo. Qualunque cosa avessero detto gli altri lei era un uomo, si, Oscar François De Jarjayes, era un uomo!

Poi, l'ultimo dei suoi pensieri, ma non certo il meno a preoccuparla, anzi era quello che forse la preoccupava più di tutto il resto…
Il Duca Joffrey De Plessis-Bellière[3] .
Un uomo che le incuteva timore.
Era un lontano cugino del Re e da circa un anno risiedeva a corte.
Era un uomo molto potente e riusciva ad ottenere tutto ciò che voleva, da parte sua aveva sempre l'aiuto del Re.
Il Duca aveva anche una grossa fama di libertino, ma era giunta voce che avesse desiderio di sposarsi, in molti si chiedevano con chi? ma lui non ne faceva parola.
Era un uomo molto attraente, quarant’anni, occhi blu, capelli castani lunghi con qualche filo argentato chiusi in una coda, labbra carnose, naso dritto, lineamenti del viso molto marcati e qualche segno di ruga sugli zigomi. La carnagione era olivastra, la figura un po’ robusta ma alta, le spalle larghe, quasi tutte le donne a corte ne erano innamorate.
Ci sapeva fare con le donne, tutte quelle che desiderava erano sue, ma il suo fascino non aveva colpito una persona molto particolare, bella ed irraggiungibile allo stesso tempo.
Da qualche mese aveva messo gli occhi su Oscar, la vedeva tutti i giorni, quando lei si recava a corte per lavoro e non poteva far a meno di restare estasiato da quella figura ambigua, così esile ma tanto forte allo stesso tempo.
Di nascosto da tutti, la raggiungeva nei posti in cui sapeva di trovarla sola e lontani da occhi indiscreti le si avvicinava senza far rumore e ogni volta Oscar, presa alla sprovvista, concentrata come sempre sul suo lavoro, si spaventava, ma egli le diceva di non preoccuparsi che era lì solo per parlare. Sprigionava il suo sorriso più dolce, le faceva molti complimenti, ma ad Oscar non interessavano quei complimenti, tante volte si arrabbiava ma doveva contenere la sua furia omicida, era pur sempre il cugino del Re.
Un giorno, come gli altri, la raggiunse e iniziò ad adularla.
"Signore, non comprendo il perché di tanta ammirazione?!". 
Disse Oscar con voce gelida per non far capire il suo tormento interiore.
"Oh! Madamigella, siete l'essere più bello che io abbia mai visto! E mi è davvero tanto difficile non decantare tanta bellezza!".
Oscar rimase a dir poco sbalordita, aveva gli occhi sbarrati e lo sguardo incredulo, come se non avesse capito quello che le era stato appena detto.
Armatasi di molta forza ed autocontrollo gli rispose: 
"Duca …siete molto gentile, ma non credo che siano complimenti da fare… ad un soldato".
"Oh! Mia cara, avete ragione, ma vedete io non vi vedo e non vi ho mai visto come un soldato, ai miei occhi voi siete e rimarrete sempre una donna! La più bella delle donne, se posso aggiungerlo!".
Le disse il Duca con un sorrisetto compiaciuto, mentre la fissava vedendola un po’ in difficoltà.
Oscar non riusciva a capire, ma dove voleva andare a parare con quel discorso?
 Lei era prima di tutto un soldato, un uomo e non una donna, quei complimenti non li gradiva affatto, anzi la stavano facendo innervosire.
Il Duca non ottenendo risposta parlò per primo, deciso a giocarsi la carta del suo fascino.
"Cosa c'è, Madamigella? Vi ho offeso forse? Se è così, mi dispiace e vi porgo le mie scuse". 
"No, che dite!". Disse lei. " Il fatto è che io non sono abituata a sentirmi dire certe cose, le lusinghe poi…"
Lo disse con tono calmo e freddo, mai e poi mai avrebbe fatto scoprire cosa le ribolliva dentro.
" Si sta facendo tardi ,vi chiedo scusa, ma, il dovere mi chiama!".
"Ma certo, mia cara, andate pure, vi ho recato già troppo disturbo, sapete è così piacevole parlare con voi, ma siete sempre così occupata, che per scambiare quattro chiacchiere vi debbo raggiungere sempre in posti tanto strani!
Mentre sarebbe così bello parlare con voi in un posto… più intimo, come nei miei… appartamenti, oppure in qualunque altro posto vogliate, per me andrebbe bene."

Oscar non sapeva che rispondere."Perché?" Pensava. " Perché? Cosa voleva da lei?"
"Colonnello!". Era la voce di Girodelle, che si accorse del Duca solo quando si avvicinò ad Oscar. "Chiedo scusa se vi ho interrotto, ma colonnello, c'è bisogno di voi, i soldati sono in attesa dei vostri ordini!".
Oscar aveva trovato la soluzione al suo problema, finalmente poteva liquidare quell'uomo senza dare altre spiegazioni, vide il suo sottoposto come un'apparizione venuta a salvarla!
“Grazie tenente, arrivo subito!”
"Duca, vogliate scusarmi!"
Fece un inchino e praticamente scappò via senza attendere risposta.
"Andate!" Disse fra sé il Duca. " Andate pure, ma non scapperete ancora per molto mia cara Oscar, che lo vogliate o no prima o poi sarete mia!"
Oscar molto sollevata, riprese il comando della situazione e dei suoi soldati e sperò tanto di non doverlo incontrare più.
 
 
Nei mesi successivi, per Oscar accadeva l'inferno, quell'uomo se lo ritrovava dappertutto, persino a casa sua a chiacchierare con il padre, era diventato un'ossessione. 
E più lei cercava di liberarsene, di trattarlo in modo freddo, più lui  si avvicinava, finché un giorno, le aveva rivelato di amarla.
Era successo una sera a casa sua, approfittando di trovarsi soli in giardino:
Lui come sempre affermò quanto fosse bella, molto bella!

Oscar, si voltò dall'altra parte, era stanca, non ne poteva più.
"Adesso basta!" Gli disse con rabbia, senza guardarlo in volto. "Basta, vi prego! Io…io, non voglio sentirmi dire queste cose! Io…io, sono un soldato e niente più, non sarò mai una donna!"

Dentro di Oscar c'era una rivoluzione che stava esplodendo, tremava visibilmente, quell'uomo la stava innervosendo come nessuno aveva mai fatto prima.
Aveva i pugni serrati e lo sguardo ancora rivolto verso il basso.
Il Duca per niente sconvolto da quello sfogo, le si avvicinò di più.
Con lo sguardo malizioso, le mise le mani sulle spalle, la strinse forte e le disse: "Io vi amo!".
Oscar a quella rivelazione non resse, come una furia sentì salire il sangue alla testa ed ebbe un capogiro. 
Il Duca molto preoccupato subito la resse per paura che potesse cadere, la prese sottobraccio e l’accompagnò dentro casa.
André, avendo assistito alla scena, si allarmò, subito andò incontro a loro chiedendo cosa fosse successo. Oscar lo guardò ma non riuscì a proferir parola ed egli pensò subito al peggio."Che lui le abbia fatto qualcosa?". Fu il suo primo pensiero. "Se le ha fatto qualcosa…io giuro che l'ammazzo! Duca o no, la mia Oscar non si tocca!".
Ma prima ancora che potesse aprire bocca il Duca lo precedette:
"Presto!  Aiutatemi, Madamigella all'improvviso si è sentita male!"
André non se lo fece ripetere due volte ed accorse in suo aiuto, la prese in braccio e la sdraiò sul divano del salotto, quando…
"Oh! Signore! Cos'è successo alla mia bambina?". Era la voce di Nanny, che avendo visto Oscar in quello stato quasi rischiava un infarto!
"Nonna, sarà il caso di chiamare il dottore?". Chiese André.
"Si André, mando subito qualcuno!". Così Nanny si avviò a cercare un servo che corresse immediatamente a chiamare il dottore.
” No, fermi…sto bene!”, rispose Oscar con voce flebile. “ E’ stato solo un capogiro, ora sto meglio” disse, mettendosi seduta.

Sarà il caso che tu vada in camera a riposarti” disse André.
Nanny aggiunse: “Si, signor Duca…vogliate scusarci, ma il generale e sua moglie non sono in casa, lui impegnato in una missione e Madame a far da dama di compagnia alla Regina. Noi siamo gli unici responsabili della salute di Madamigella Oscar”.
 Il Duca rimasto impassibile per tutto il tempo dietro ad Andrè, guardando Oscar negli occhi le disse:”Mi dispiace di avervi recato disturbo Madamigella, vi lascio riposare, manderò qualcuno domani per sapere come state.
Vi auguro buon riposo…ci vedremo presto a Versailles”. Fece un inchino e se ne andò scortato da un valletto. "C'è tempo!". Si disse! "C'è tutto il tempo per farti capire che sarai mia!".
Oscar lo guardò andar via e in cuor suo sperò di non rivederlo mai più.
Andrè l’aiutò a salire le scale e aspettò fuori la porta mentre la nonna si prendeva cura di lei.
"È successo qualcosa…ne sono sicuro! Cosa ti ha fatto quel maledetto?!”.
Le mani gli tremavano visibilmente, lui era innamorato di Oscar, da sempre, anche se lei non lo sapeva.
Quando finalmente potè entrare nella stanza di Oscar, la trovò a letto, mentre Nanny le stava sistemando i cuscini dietro la schiena.
La guardò con un'infinita dolcezza, aveva il volto stanco e una faccia indecifrabile, come le sembrava fragile e indifesa la sua Oscar!
"Bambina mia, ti porto qualcosa di caldo?" disse Nanny " Così, ti aiuterà a dormire!".
Lei annuì.

André, era rimasto fermo ed impalato a contemplarla, si era molto preoccupato.
Nanny, vedendolo lì imbambolato gli disse:
"André… svegliati! Non dormire… fai compagnia a madamigella! Io vado a prepararle una cioccolata calda".
André ripresosi dal suo torpore le rispose:
"Si nonna!".
"E non stancarla, ha bisogno di riposare".

Ma André, molto preoccupato le si avvicinò e disse:
"Oscar, come ti senti adesso?"
"Non preoccuparti André, ora sto bene è stato solo un capogiro!".
Non convinto, si sedette sul letto a fianco a lei e disse:
Ci hai fatto preoccupare, sai…la nonna quasi rischiava un infarto!”Disse quasi a voler sdrammatizzare.
Riuscendo nel suo intento, sul viso di Oscar affiorò un timido sorriso, ma non convinto le domandò ancora:
"Allora… cosa è successo? E'… per via del Duca… vero?".
Lei non rispose, anzi s'intristì e abbasso lo sguardo.
"Cosa ti ha fatto quel maledetto! Oscar… Dimmelo che lo ammazzo con le mie mani!".
Oscar rialzò lo sguardo e lo guardò con aria incredula.
Si domandava come facesse a sapere che era per il Duca che si era sentita male.

André aspettava trepidante una risposta da Oscar e lei nel frattempo non aveva abbassato lo sguardo, anzi, continuava a fissarlo dritto negli occhi senza proferir parola.
Trascorsero dei lunghi istanti senza parlare, ma erano gli occhi a parlare per loro.
Nel frattempo, André le prese la mano e la strinse forte. Voleva farle sapere che lui le era vicino e che non c'era nulla d'aver paura, che poteva parlare tranquillamente.
Oscar a quella stretta non reagì e non distolse lo sguardo dagli occhi di lui.
Il tempo trascorreva e lei non parlava.

D'improvviso André vide spuntare da quegli occhi turchesi due lacrime che piano piano scesero sul suo bel viso.
"Oscar?".
Fu tutto quello che le riuscì a dire, perché proprio in quell'istante sentirono dei passi fuori la porta. Oscar, in tutta fretta si asciugò le lacrime, Andrè lasciandole la mano si alzò dal letto, non distogliendo lo sguardo, poiché ancora non capiva cosa le fosse successo . Nanny entrando dalla porta, disse:
"Eccomi bambina mia, ti ho portato la cioccolata calda, così riuscirai a dormire meglio!".

Oscar prese la tazza che le porse e bevve la cioccolata.
"Ti ringrazio!". Disse. "Ne avevo proprio bisogno".
"Bene, allora adesso ti lasciamo riposare". Rispose Nanny. "Mi raccomando cerca di dormire, e non preoccuparti per domani, farò avvisare che non vai a lavoro".
"Si, Nanny ti ringrazio, proverò a dormire!".
"Cosa???? Oscar che non andava a lavoro????".

Fu il pensiero improvviso che ebbe André.
Oscar anche quando stava malissimo andava a lavoro e adesso, cosa era successo?.
"Su André andiamo, lasciamo riposare Oscar".

La voce della nonna lo riportò alla realtà, si accorse che Oscar mentre beveva la cioccolata lo guardava fisso negli occhi, stando bene attenta a non farsi vedere da Nanny.
"Cosa significa questo Oscar?". Si disse. "Vuoi forse che io non dica alla nonna delle tue lacrime? Di quello che mi hai fatto capire? Se è così io te lo prometto! Però, perché non mi dici apertamente quello che è successo? Oscar, perché non lo fai?".

"André???" Era di nuovo Nanny. "Allora, vogliamo andare??? Possibile, ancora non sei a letto e già stai dormendo???".
Stavolta Nanny si era arrabbiata.
"Oh! Scusa nonna stavo solo pensando, scusami".
Così entrambi lasciarono la stanza.
Oscar finito di bere la cioccolata, si mise sotto le coperte e cercò di dormire, ma le lacrime rifecero la loro comparsa.
 
 
Erano trascorsi  mesi….
Oscar era ritornata a lavoro 2 giorni dopo, tutto sembrava essere ritornato come prima.
Con André, non fece più parola di quello che era successo.
Il Duca non mollava la presa, ma Oscar cercava tutti i modi per non incontrarlo e di non restare mai da sola.
Nel frattempo Oscar dovette fare di nuovo i conti con se stessa!
Capì che si era innamorata del Conte Di Fersen, il suo cuore di donna prese il sopravvento su tutto! Ma poi tutto finì male. [4]
 Lui le disse chiaramente di amare solo la regina e che la considerava il suo migliore amico, questo la ferì nel suo orgoglio!
Così, un po’ per il Duca e un po’ per il Conte, decise di voler lasciare la guardia reale per altri incarichi e di vivere come un uomo!

Chi la prese davvero male fu di certo André. Quando gli rivelò la sua decisione e che non avrebbe avuto più bisogno di lui, Oscar non si sarebbe mai aspettata una reazione così violenta. [5] 

Era scappata via, nessuno doveva sapere ciò che la tormentava, doveva ritrovare la vecchia Oscar, quella che era sempre convinta di essere un uomo e non una donna fragile e debole.
Dalla Regina, riuscì ad ottenere un altro incarico, doveva comandare i soldati della guardia.
Anche se Oscar sapeva che non sarebbe stato facile, avrebbe affrontato questo nuovo incarico come una sfida, una sfida con se stessa, doveva provarci, ormai era decisa!
Il sole stava già tramontando quando Oscar riemerse dai suoi pensieri, il cavallo continuava la sua andatura lenta. Versailles era vicina, presto sarebbe tornata a casa… 
un senso di angoscia l'assalì.

Immagine digitale realizzata con il mio cellulare Samsung Galaxy Note20 Ultra 5G

 
NOTE 

[1] Non certo nei migliori dei modi. 

[2] Questa sarebbe un'offesa per qualsiasi donna. 

[3] Questo nome l'ho preso dal film-romanzo "Angelica". 

[4] La sapete tutti la storia non è il caso che la racconti.

[5] Anche qui sapete meglio di me cosa è successo.
continua...
 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** DESTINO AVVERSO 2 ***


Destino avverso (2)

 

Il sole oramai spariva dietro le colline, la notte stava calando quando il cavallo si fermò.
Era tornata e niente le sembrava cambiato.

Mentre entrava in casa si sentiva triste, aveva paura, paura forse di incontrare Andrè?

Chi gli venne incontro, felice nel rivederla fu Nanny, che le disse:
"Oh! Oscar, sei tornata finalmente! 
Questa casa sembrava così vuota senza di te. Bambina mia ti vedo così sciupata e dimagrita! Adesso ti preparo un bel bagno caldo e poi ti servirò la cena, vedrai che ti rimetterò in forze!".
Oscar non ebbe neanche il tempo di parlare, che Nanny la tirò per un braccio e la portò in camera sua aiutandola a spogliarsi.
Finalmente, immersa nell’acqua calda della vasca, riuscì a rilassarsi e sentir andar via le fatiche del viaggio.
Con la mente libera esgombra da qualsiasi pensiero negativo, si alzò solo quando l’acqua divenne ormai fredda.
Cenò in camera sua e non chiese mai dove fosse Andrè, anche se le sembrò strano non vederlo in giro.
Seppe da Nanny che il padre era impegnato in una missione, e la madre era dalla Regina. Ultimamente si sentiva molto sola, le mancava la vita di prima, piena di impegni, le mancava il suo amico, suo fratello, le mancava…Andrè!
 
Stanca, andò a letto.
Il giorno seguente si sarebbe recata a Parigi e avrebbe iniziato il nuovo incarico affidatole dalla regina.
Piano piano scivolò nel sonno, era talmente stanca che in quel momento anche i pensieri l'abbandonarono. Tutto sommato, fu un sonno tranquillo il suo.


Si svegliò ai primi raggi del sole, si sentiva meglio e riposata. Subito si alzò dal letto, si lavò e si vestì, rimanendo per qualche minuto ad ammirarsi nella nuova uniforme, era pronta per affrontare la giornata, con un misto di paura e di sfida, ora di certo non avrebbe avuto più il tempo di soffrire la solitudine.


Quando scese non toccò nemmeno la colazione, con gran rammarico di Nanny, che l'aveva preparata con tanto amore, la quale si limitò a seguirla per salutarla.

Ad un certo punto, mentre stava per montare a cavallo, si fermò e senza pensarci molto, chiese a Nanny: 
"È da quando sono tornata che non ho visto Andrè, sai dov'é?".
La curiosità prese il sopravvento sul rancore, ma infondo, Oscar lo aveva perdonato, non era più arrabbiata con lui, aveva compreso la reazione del suo gesto.

"Ecco…vedi…" Nanny esitava a risponderle, il viso si fece profondamente triste e serio.
Oscar, si preoccupò e le disse: 
"Ti prego parla…è successo qualcosa ad Andrè?".
Il tono di Oscar era diventato preoccupato.
Nanny cercò di non esitare più e di raccontare tutto ad Oscar.
"Ormai è da qualche giorno che non abbiamo più notizie di lui".
A quella rivelazione Oscar trasalì.
"Lo abbiamo fatto cercare, ma ancora non abbiamo avuto sue notizie, sono così preoccupata!". Disse Nanny fra le lacrime.

Oscar non disse nulla, montò a cavallo ed andò via, ma dentro di lei era molto preoccupata.
Mentre il vento le faceva volare i capelli sul volto, una piccola lacrima scese sul suo viso, poi asciugata dal vento.

Arrivata a Parigi, lasciate fuori tutte le sue preoccupazioni entrò in caserma.
Fu accolta dal colonnello D'Agout: 
"Colonnello D'Agout, vice comandante del reggimento, molto lieto di fare la vostra conoscenza". Mettendosi sull’attenti in saluto militare
"Molto piacere colonnello!". Rispose Oscar.
"Siete arrivato con un giorno di anticipo, vi aspettavamo solo per domani!
Comunque ditemi pure, in che cosa potrei esservi utile?".

"Vedete...colonnello, ho preferito arrivare un giorno prima per conoscere i miei uomini, vi prego di accompagnarmi subito alle loro camerate!".

Il colonnello un po' titubante l'accompagnò e disse:
"Le camerate dove alloggiano gli uomini, non sono splendide...io...non vorrei che voi comandante...".
"Non preoccupatevi!" rispose Oscar senza lasciarlo finire di parlare. [1] 

Nel frattempo un soldato avvertì gli altri compagni che il nuovo comandante stava arrivando alle camerate. Subito misero tutto in ordine e sull'attenti.
Giunti a destinazione, il colonnello aprì la porta e disse:
"Prego comandante"
Oscar entrò con passo deciso e sguardo gelido.
Non appena fu al centro della stanza, con tono freddo disse:
"Soldati! Sono il vostro nuovo comandante e il mio nome è Oscar François De Jarjayes!".
Con lo sguardo cercò di scrutare ogni singolo soldato e all'improvviso si sentì gelare il sangue.
Fra i soldati riconobbe Andrè! 
Rimase per un istante perplessa, meravigliata:
"Cosa diavolo ci faceva fra i soldati della guardia?".
Si domandava.
Si riprese subito, mai e poi mai avrebbe lasciato intravedere i propri sentimenti.

Nel frattempo uno dei soldati "Alain De Soisson", disse:
"Soldati della guardia! Salutiamo tutti il comandante!!
Tutti fecero il saluto militare [2] .



PIÙ TARDI...

Oscar era nel suo ufficio, aveva fatto chiamare Andrè, voleva delle spiegazioni e lui gliele doveva dare. Era nervosissima, prima di tutto pensava a cosa gli avrebbe detto appena fosse entrato da quella porta. D'improvviso sentì bussare e il suo cuore sussultò, era lui, si fece coraggio e disse: 
"Avanti!"
La porta si aprì, Andrè entrò presentandosi con il saluto militare:
"Il soldato Andrè Grandier è ai vostri ordini comandante!"
Oscar se ne stava in piedi davanti alla finestra dandogli le spalle.
Senza voltarsi gli disse: 
"Adesso mi spiegherai…cosa diavolo ci fai qui???"
Il tono di voce voleva essere calmo, ma risultò lievemente arrabbiato.
Andrè non le rispose subito, forse attendeva che Oscar si voltasse verso di lui.
Trascorsero alcuni istanti ed Andrè non parlava.
Oscar s'innervosì ancora di più, si voltò verso di lui e gli urlò contro: 
"Dannazione!!! Ti vuoi decidere a rispondermi???
Ti avevo chiesto di lasciarmi sola!!! Che non avevo bisogno di te!!! Che ci fai qui??? 
E poi…come hai fatto ad arruolarti???"

Andrè le rispose:
"Lo sai….non avrei mai potuto lasciarti sola…tu hai bisogno di me!
E poi se vuoi saperlo, ho un amico fra i soldati…è grazie a lui che mi sono arruolato!"
Il suo tono di voce era calmo e triste allo stesso tempo.
Oscar non sapeva cosa rispondergli, era talmente arrabbiata con lui da non riuscire nemmeno a parlare.
Andrè, capito lo stato d'animo di Oscar le disse:
"Sempre ai vostri ordini mio comandante!"
Facendole il saluto militare se n'andò.
"Fai come ti pare!", disse Oscar, quasi un sussurro, mentre Andrè chiudeva la porta.


Nel frattempo tutti i soldati erano venuti a conoscenza che il loro comandante era una donna, e la cosa non piaceva per niente.
Il giorno seguente, mentre Oscar si preparava per andare al lavoro, Nanny le disse:
"Oscar, ti posso chiedere una cosa?".
"Ma certo!" le rispose Oscar.
"Ecco…volevo sapere se hai avuto notizie di Andrè!
Sono talmente preoccupata!"
"Potrebbe non tornare per molto tempo...si è arruolato nei soldati della guardia"
"Che dici??? Perchè ha fatto una cosa del genere??"
"Non hai motivo di preoccuparti...io e Andrè sappiamo badare a noi stessi, ormai non siamo più dei bambini!".
"Certo!".
Detto questo, Oscar salutò Nanny e si mise in viaggio verso Parigi.

Era nel suo ufficio, quando il colonnello bussò alla porta, Oscar lo fece entrare e disse:
"Che cosa c'è?"
"Comandante! I soldati della guardia, sono tutti schierati sulla piazza. Attendono la vostra presenza per iniziare la rivista"
Oscar annuì.
Così, lei ed il colonnello si avviarono a cavallo verso la piazza.
Forte fu la sorpresa nel vedere che non c'era nessuno.

Il colonnello disse: "Ma che succede? Un attimo fà erano tutti qui schierati!".
Da lontano un soldato si avvicinò verso di loro.
Era Andrè.
Oscar gli disse: "Cosa c'è Andrè?".
"I soldati della guardia si rifiutano di prendere parte alla rivista in onore del nuovo comandante!"
"E per quale motivo si rifiutano?".
"Perchè non vogliono saperne di prendere ordini da una donna"[3] 
Chiesto il permesso di andarsene, Andrè tornò nelle camerate.

Oscar, seguita dal colonnello si precipitò alle camerate dei soldati.
Entrambi entrarono, ma l'accoglienza non fu delle migliori: appena entrata, Oscar si vide arrivare un pugnale a pochi centimetri dal volto, le si gelò il sangue all'istante!
Uno dei soldati stava giocando (diciamo) con il pugnale, lanciandolo vicinissimo alla porta e non si accorse che proprio in quel momento stava entrando qualcuno.
Il soldato fece le sue scuse ad Oscar e le disse: 
"Per la prossima volta, vi consiglio di fare attenzione e bussare".
Oscar, prese il pugnale e si avvicinò verso il soldato che l'aveva lanciato, e subito attaccò dicendogli: "Forse avrei dovuto bussare!!!
Ma tu non hai pensato che in quel momento poteva entrare anche un tuo compagno???" 
Oscar era veramente arrabbiata.
Brandì il pugnale e lo ficcò nella cintura del soldato dicendo:
"La prossima volta che vi scopro a fare questo gioco assurdo, vi sbatto in cella per un mese intero! E adesso ascoltatemi bene... Vi voglio vedere tutti sulla piazza d'armi entro cinque minuti!"

"Non abbiamo voglia di marciare a passo di parata!"
Era la voce di Alain.
"Vi conviene tornare a comandare la guardia reale, qui nessuno sembra disposto a prendere ordini da una donna...mio comandante! Dovete tenere conto che noi siamo famosi per la nostra irruenza, non vogliamo che una donna esile come voi ne abbia a soffrire"
"Io non sono certo violenta per natura, ma sono stata educata a misurarmi con chiunque e se volete sono a vostra disposizione!"
I soldati presero subito la palla al balzo e la sfidarono.
"Molto bene, chi è interessato a battersi con me venga alla piazza d'armi, spada, pistola...io non ho alcuna preferenza".
Detto questo, Oscar, lasciò la stanza, incrociò lo sguardo di Andrè e si avviò verso la piazza.

I soldati volevano che fosse Alain a sfidare Oscar, ma lui disse che non se la sentiva di battersi con una donna, così diede l'incarico ad uno di loro.
Il duello stava per iniziare ed Oscar disse:
"Se io vinco, voi dovrete sfilare tutti davanti a me, se perdo lascerò il comando dei soldati della guardia".
Tutti i soldati accettarono. [4] 

Il duello ebbe inizio:
La forza massiccia del soldato non ebbe la meglio su quell'esile di Oscar.
Così, alla fine, fu proprio lei a vincere e i soldati sfilarono tutti a passo di marcia davanti a lei.



Era ritornata a casa, aveva solo voglia di riposare e di rilassarsi.

Stava riponendo il cavallo nelle scuderie quando sentì una voce da lontano che la chiamava: 
"Madamigella Oscar!!!"
Era la voce di una delle cameriere di Palazzo Jarjayes, che correndo e con molto affanno, le disse: "Madamigella...vostro padre... il generale è tornato e... ha chiesto di vedervi immediatamente!
Vi aspetta nel suo studio…e con lui vi è anche un ospite!"
Oscar subito s'incamminò verso il salone e dopo pochi minuti raggiunse lo studio.
Bussò alla porta ed una voce da dentro la stanza disse: "Avanti!", era la voce del padre.
Entrò e richiudendo la porta disse:
"Mi avete fatto chiamare padre?"
Non appena formulò quelle parole, si voltò verso il padre, e con grande stupore si accorse che non era solo.

Infatti, con lui c'era il Duca De Plessisse-Bellierre.
Il padre subito le disse: "Su, vieni a sederti Oscar!".
Oscar fece come le chiese il padre e si sedette di fianco al Duca.
Lui la guardava, ed ancora non le aveva rivolto la parola e tantomeno l'aveva fatto lei.
"Allora, Oscar!" Disse il padre, con tono calmo e pacato.
"Io e il Duca abbiamo parlato di te!".
"Come di me??? Padre… Io non capisco!!!"
A questo punto Oscar era molto confusa, cosa significava quello che aveva detto il padre?
Intanto il Duca continuava a guardarla senza proferir parola.
Oscar stava incominciando ad innervosirsi.
"Beh! Forse è meglio che ti spieghi tutto il Duca!".
Disse il generale, e senza aspettare una sua risposta si alzò e andando verso la porta, disse:
"Vi lascio soli, così potrete discutere senza interruzioni.
Oscar, io e te parleremo dopo".
Detto questo se ne andò, lasciandola ancora più confusa.

Rimase per un pò a fissare la porta, quando si sentì due occhi puntare addosso, si voltò e vide il Duca che la guardava con aria da gatto sornione.
In quel momento incominciò ad avere paura, era a disagio, non sapeva cosa fare.
Nel riuscire a trovare molto coraggio gli disse:
"Ditemi pure Duca...di cosa volevate parlarmi?"
Lo disse con tono che volevasi dimostrare freddo, ma che risultò percettibilmente tremante.
"Bene, madamigella". Disse il Duca, con il suo solito sguardo malizioso e col tono di voce di chi è sicuro di sè. "Non voglio girarmi troppo nelle parole e passerò subito al dunque"
Oscar, deglutì: "E adesso cosa vorrà dirmi??"
Fu il suo ultimo pensiero!

Disegno digitale realizzato con il mio cellulare Samsung Galaxy Note20 Ultra 5G

NOTE

[1] [2] [3] [4] [ Dialoghi presi dalla puntata n° 29 " Una nuova vita" di Lady Oscar]
continua...

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** DESTINO AVVERSO 3 ***


Destino avverso (3)

Erano trascorsi già alcuni minuti e la situazione stava per prendere una brutta piega, quando finalmente il Duca si decise a parlare:
"Madamigella, io ho parlato con vostro padre, e gli ho chiesto...la vostra mano!".
"Cosa!!??".
Fu tutto quello che riuscì a dire Oscar fra lo sconcerto e l’incredulo.
"Sì, l'ho fatto, poi, mi sembra che io vi abbia dimostrato più di una volta i sentimenti che provo per…voi".
Ma lei, non lo stava neanche più a sentire, nella sua mente ritornavano le stesse parole:
"Ho parlato con vostro padre e gli ho chiesto la vostra mano!".
Se ne stava, ancora lì seduta con lo sguardo nel vuoto, non poteva crederci, era un brutto incubo, non poteva essere vero, sentiva una rabbia interiore che cresceva dentro di lei.
"Allora, madamigella...credo che a questo punto, io mi meriti una risposta!". 
Disse il Duca, mentre la fissava.
Oscar era frastornata, avrebbe tanto desiderato che quell'uomo sparisse dalla sua vita!
Con una strana forza che le venne da dentro, si alzò furiosamente lasciando cadere la sedia a terra lo guardò in faccia e presa dall’isteria, iniziò a ridere, si avviò verso la porta.
Il Duca rimase sbalordito da quella scena.
"Che cosa aveva in mente?", si domandò.
Ecco che non fece in tempo a parlare, a fermarla, che lei, prima di aprire la porta e tornando seria, gli disse:
"Io non sarò mai...vostra moglie, mai e...di nessun'altro!!!!!!!!!
Io non mi sposerò mai...mai...avete capito???".
Detto questo se ne andò via, sbattendo la porta e lasciando il Duca incredulo.
Ripresosi da quel momento, fece una smorfia amara e si disse:
"E' questione di tempo...è solo questione di tempo, mia cara!".

Intanto, a Palazzo Jarjayes, tutti seppero quello che era successo tra Oscar ed il Duca.
Chi ci rimase male fu il padre di Oscar, che dovette scusarsi del comportamento della figlia con il Duca, ma a lei non fece mai parola a riguardo.
 
Il giorno seguente, come tutti gli altri giorni, Oscar andò a lavorare, dalla sua mente aveva già rimosso gli avvenimenti della sera precedente.
Svolse come sempre il suo lavoro, tenendo sempre ben occupata la mente.

Il sole già tramontava, quando fece ritorno a casa.
Adesso, aveva solo voglia di riposare, di stare un po’ tranquilla.
Ma ciò non fu:
Mentre entrava in casa, Nanny le venne incontro quasi correndo e con una faccia indecifrabile.
Oscar un po' si spaventò e subito le chiese preoccupata:
"E'...successo qualcosa?".
Lei invece, felice, le disse:
"Oh! Bambina mia!
Se sapessi...".

Oscar continuava a non capire
"Allora...vuoi parlare?
Dimmi...cos’è successo?".

E Nanny:
"Va nella tua stanza e lo saprai!".
Lo disse con un'aria soddisfatta.
"In camera mia?".
Disse Oscar perplessa.
"Sì, in camera tua!".
Rispose Nanny.
Allora, lei non se lo fece ripetere un'altra volta e corse subito in camera sua.
Davanti alla porta, quasi si bloccò, non sapeva che fare.
Poi, spinta dalla curiosità aprì:
Quello che si trovò davanti fu qualcosa che la sorprese enormemente!
La camera era piena di fiori, di tutti i tipi e le varietà.
"Che cosa significa questo?", disse lei.
Nanny da dietro, le disse:
"E' un regalo del Duca De Plessis-Bellierre, c’è anche un biglietto per te”
Oscar aprì il biglietto e lo lesse, solo poche righe:
“Al fiore più bello di Versailles”
“Non pensi che sia stato gentile da parte sua!".
Aggiunse Nanny
"Gentile...eh!!??".
Disse Oscar, quasi ringhiando, appallottolando e buttando via il biglietto, mentre una rabbia furiosa stava per coglierla. 
"Voglio che immediatamente, tutti questi fiori spariscano dalla mia stanza!
Hai capito?????".

Nanny, rimase perplessa e le disse:
"Ma come...Oscar?".
Non voglio sentir ragioni...fallo e basta!!!
Prima che la collera mi uccida!".

Quest'ultima frase fu solo un sussurro che a malapena riuscì ad udire lei stessa mentre scendeva giù nel salone. Prese una bottiglia di liquore ed un bicchiere, si sdraiò su di una poltrona vicino al camino, si tolse gli stivali, versò nel bicchiere il liquido e lo assaporò.
Era amaro, amaro come le lacrime che le rigavano il volto.
Voleva dimenticare quell'uomo, era diventata un'ossessione, non ne poteva più, era stanca...talmente stanca che finì per addormentarsi sul divano.
Era molto tardi, quando qualcuno entrò nel salone, nel frattempo il fuoco si era spento e la stanza era quasi totalmente al buio, solo la brace delle ceneri riusciva a far intravedere un corpo abbandonato pesantemente sulla poltrona.
Lo sconosciuto le si avvicinò e senza pensarci su, facendo molta attenzione, la prese in braccio e si avviò verso le scale.
Oscar non si accorse di nulla, dormiva profondamente sotto l'effetto dell'alcool.
Piano piano lo sconosciuto salì le scale per non farla svegliare e lentamente aprì la porta della stanza di Oscar.
L'adagiò dolcemente sul letto, le sbottonò i bottoni della divisa e poi gliela tolse imbarazzatissimo, le rimboccò le coperte, ma non poté far a meno di avvicinarsi di più a lei.
S'inginocchiò ai piedi del letto, accanto al corpo addormentato, piano piano le sue labbra si avvicinarono a quelle di lei, fino a sfiorarle delicatamente.
Con una mano prese ad accarezzarle i capelli, quasi non voleva andarsene da quella stanza, via da quella visione tanto desiderata.
Quando poi, fece per andarsene, incautamente lo sconosciuto nel buio, inciampò ai piedi di una sedia facendo molto rumore.
Oscar, svegliata da quel trambusto si alzò di scatto e con suo grande stupore vide lui, lo sconosciuto e gli disse:
"André!!!!! Sei tu?...Che ci fai qui??".
André, essendo stato scoperto, molto imbarazzato le disse:
"Scusami Oscar...avevo finito il mio turno e...siccome avevo due giorni di licenza...quelli che mi hai dato tu, ricordi?".
Oscar fece un cenno con la testa per dire sì.
"Ecco, io...ho deciso di tornare a casa subito, non ho voluto aspettare che facesse giorno".
"Capisco!", disse Oscar.
"Ma quello che non capisco è...che ci fai qui nella mia stanza?".

"Sì...hai ragione, scusami, ma...quando sono tornato, tutto il palazzo era al buio, entrando nel salone, ho notato la brace del camino ancora accesa, da cui ho intravisto qualcuno sulla poltrona.
Mi sono avvicinato ed ho visto che eri tu che dormivi, l'aria si era fatta fredda ed ho pensato che ti saresti congelata se saresti rimasta ancora lì!
E poi, dormivi così profondamente che non ho voluto svegliarti, così...ti ho preso in braccio, ti ho portato in camera tua e ti ho messa a letto."

Trascorsero dei lunghi istanti di silenzio fra i due, entrambi non sapevano cosa dire, l'imbarazzo aveva tolto le parole.
André resosi conto che ormai si era trattenuto un po' troppo, le disse:
"Oscar, è ora che io vada...è tardi e tu, devi riposare...buona notte!".
E si voltò per andarsene, Oscar riuscì a dirgli solo:
"Buona notte!".
 
Il giorno seguente Oscar si svegliò molto presto e di malumore, aveva un fortissimo mal di testa, forse causato dall'alcool.
Si preparò e si avviò in caserma, André dormiva ancora.
Arrivò molto presto, così decise di controllare alcune carte che doveva ancora firmare, nel frattempo che tutti i soldati si preparassero per l'esercitazione giornaliera.
Quella giornata, per lei fu lunga, ma tutto sommato si svolse molto tranquillamente. Quando il sole aveva iniziato la prima fase di tramonto, Oscar stava già tornando a casa. Non vedeva l'ora di farsi un bel bagno caldo e riposarsi, sentiva fortemente la necessità di farlo, aveva addosso troppo stress da dover scaricare.
Arrivò a casa, ma anche stavolta non fu un felice rientro.
Infatti, c'era qualcosa che la stava aspettando...

Una volta entrata in casa trovò tutti con una faccia strana, c'erano André e Nanny che la fissavano senza parlare.
Ad Oscar sembrò uno strano comportamento il loro, non sapeva se domandargli il perché, oppure non dire nulla.
Rimase per un po' impalata, vicino alla porta d'ingresso. 
Poi, avanzò di qualche passo e con un sorrisetto ironico disse:
"Ma cosa vi è successo, non mi salutate neanche, vi hanno tagliato la lingua?".
Allora, a questo punto fu André a prendere la parola:
"Hai ragione Oscar, scusaci, ma…ti dobbiamo dire una cosa e…siamo molto preoccupati, perché non sappiamo come potresti reagire…".
"Dirmi una cosa…e cosa???".

Rispose Oscar.
"Oh! Bambina mia!!!!!
Ti prego, non ti arrabbiare!!!!".

Disse Nanny quasi piangendo.
Oscar si sentiva più confusa che mai, voleva sapere, ma quei due giravano attorno all'argomento e non le dicevano niente.
Si stava innervosendo, ma tentando di mantenere la calma, con voce che volevasi dimostrare più pacata che mai, disse:
"Allora…posso finalmente sapere, o volete farmi stare sulle spine?".
"Sì…scusaci di nuovo Oscar".

Disse André.
"Ma se vuoi che io ti dica ciò che ti nascondiamo, devi venire con me!".
Detto questo, André prese Oscar per mano e la trascinò con lui verso il piano di sopra.
Oscar, nel frattempo non sapeva più cosa pensare, senza saperlo si ritrovò di fronte alla porta di camera sua.
Aveva quasi paura a domandargli cosa c'era nella sua stanza, aveva già il sospetto, non di cosa poteva esserci, ma da dove provenisse.
"Allora…Oscar, apriamo la porta?".
"Aspetta Andrè!!!!!
Io…io…ne ho quasi paura!
Già immagino che qui ci sia lo zampino del Duca De Plessis-Bellierre…è vero?".

André non rispose, fece solo un cenno con la testa per dire sì.
Oscar fu presa da attimo di sconforto, prossima alle lacrime chiese sconvolta ad André:
"E' mai possibile che...quell'uomo non capisca...non capisca che io voglia essere lasciata in pace?
Perché André...perché?".

André si avvicinò al suo viso e le disse:
"Vedi Oscar...lui di sicuro non lo capisce...ma tu di certo puoi far in modo che alla fine lo capisca!".
Oscar lo fissava con aria incredula, ancora non riusciva a capire cosa intendesse.
"Ecco...adesso mi spiego meglio!".
Disse André notando il volto perplesso di Oscar.
"Oscar, tu non sei obbligata ad accettare i suoi regali...puoi sempre rimandarglieli indietro...ti pare?
E prendersela per questo non è da te!".

Detto questo André, aprì la porta e la fece entrare.
Una volta entrata Oscar, rimase con gli occhi spalancati e la bocca aperta.
Nella stanza c'erano dei bauli aperti da cui uscivano delle stoffe pregiate, Oscar si avvicinò e vide che erano vestiti, pieni di trine e merletti.
Trovò il solito biglietto in cui decantava e paragonava a quelle stoffe pregiate la sua bellezza.
Quei vestiti che aveva sempre visto indossare a quelle dame che lei definiva "frivole e senza cervello".
"E questi vestiti sarebbero per me?
No, quell'uomo con me non la spunterà mai...se è la guerra che vuole...che guerra sia! Io non cederò mai!".

Detto questo Oscar chiamò Nanny e le disse:
"Non mi importa che ne farai, se li regalerai, se li vorrai tenere per te, se li rimanderai indietro, ma...falli sparire dalla mia stanza, non li voglio vedere più in giro!!!".
 
Era trascorso già un mese dall'ultima volta che Oscar ed il Duca si erano visti, oramai aveva fatto anche l'abitudine ad ignorare che ad ogni suo rientro trovasse un suo pensierino. Il lavoro per lei veniva prima di tutto, ma Oscar ancora non sapeva quello che l'aspettava, ben presto lei ed il Duca si sarebbero rivisti… [1]
 
Disegno digitale realizzato con il mio cellulare Samsung Galaxy Note20 Ultra 5G
 
NOTE 

 [1]Che cattiva che sono...hihihihihi!!!!!!!!! ^__^
continua...
 

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** DESTINO AVVERSO 4 ***


Destino avverso (4)



La vita per Oscar continuava normalmente, o almeno si sforzava affinché continuasse così.
Certo, non era bello ritornare a casa e trovare la presenza del Duca De Plessis-Bellierre, in ogni angolo.
Aveva fatto in modo che  tutti quei regali sparissero dalla sua vista, aveva chiesto a Nanny di rispedirli al mittente, ma lei aveva risposto che sarebbe stata una grande offesa, anche nei confronti dei reali, così decise di regalarli alla servitù.
In questo modo pensò di liberarsi per sempre di questa persona alquanto fastidiosa…così pensò lei…

Un giorno come tanti, in cui stava ancora nel suo ufficio finendo di lavorare, qualcuno bussò alla porta.
"Avanti". Disse, senza alzare neanche la testa dalla scrivania su cui stava finendo di firmare alcuni dispacci.
La persona invitata entrò, richiudendo subito la porta.
Quando Oscar sollevò lo sguardo, rimase per un attimo pietrificata quando vide chi era, tutto si sarebbe aspettato, tranne ritrovarsi lui davanti che la guardava sorridendo.
"Spero di non disturbarvi, madamigella!".
Ora Oscar si trovava faccia a faccia con il suo peggiore incubo!
"Duca…non avrei mai immaginato di trovarvi qui…a cosa debbo la vostra visita?".
Disse cercando di non lasciar trasparire il suo disagio.
"Madamigella…io vi dovrei parlare di una questione urgente, ma non mi sembra questo il posto adatto, se ancora non avete finito vi posso aspettare fuori, potremmo parlarne sulla strada del ritorno…se per voi va bene".
Oscar si sentì in trappola, quell’uomo non le piaceva per niente, ma dovette dare comunque il suo assenso.
Terminò il lavoro o meglio mise solo ordine sulla scrivania e uscì a malincuore dal suo ufficio.
I suoi passi erano lenti e misurati, ogni centimetro l'avvicinava a quell’uomo.
Lungo il corridoio incrociò André, che come la vide le fece il saluto militare, ma Oscar, immersa nei suoi pensieri non si accorse nemmeno di lui.
André un po' preoccupato, la chiamò: 
"Oscar?".
Riemersa dal suo soliloquio mentale, finalmente si accorse di lui.
"André…sei tu? Non ti avevo nemmeno visto!".
"Me ne sono accorto! Ti vedo pensierosa, c'è qualcosa che non va?".

Oscar con un'aria cupa gli rispose:
"André…c'è tutto che non va!",fece un sospiro, quasi di rassegnazione.
" Oscar…spiegati! Puoi dirmi tutto lo sai!".
"C'è una persona fuori nel cortile che…mi sta aspettando per parlarmi".
"E chi è Oscar?".

Poi come un lampo si fece largo un'idea nella sua testa, che lo spinse a formularle una domanda:
" E'…lui…vero? Il Duca De Plessis-Bellierre!?".
"Si...André, è lui!".
"Non posso crederci...e cosa vuole ancora da te?".
"Non lo so...ha detto che vuole parlarmi di una questione urgente!".
"Vuoi che venga con te?".
"No...André, è meglio di no, poi...adesso non è il tuo turno?":
"Si...accidenti! Me n'ero scordato! Comunque...se hai bisogno, io sono qui...va bene?":

Oscar gli fece un sorriso di gratitudine e gli disse:
"Non ti preoccupare...poi, lo sai...io so badare a me stessa!".
Detto questo e sentendosi un po' più sollevata, gli voltò le spalle e si avviò verso il cortile con un passo lungo e deciso.
André l'osservava molto preoccupato, però sapeva che la sua Oscar, se la sarebbe cavata, così anche lui si avviò preparandosi per il turno di guardia.
Intanto Oscar era arrivata nel cortile, vide il Duca che teneva le redini di due cavalli e uno di questi era il suo.
"Duca...non vi dovevate disturbare a prendere il mio cavallo!".
"Oh! Madamigella...non preoccupatevi, ho pensato che così facendo avremmo fatto prima!".

Montarono entrambi a cavallo e percorsero la strada verso Versailles.
Finchè non lasciarono Parigi alle spalle nessuno dei due proferì parola, quindi, abbastanza lontani e nessuno per strada fu proprio il Duca a parlare:
"Bene Madamigella...forse avrete capito perché sono qui?".
Oscar, che fino a quel momento era stata a testa bassa, persa nei suoi pensieri, alzò la testa perplessa e disse semplicemente: "No!".
Il Duca allora continuò la sua conversazione: "Spero che almeno i regali che vi ho inviato siano stati di vostro gradimento!".
"Non so...non li ho nemmeno visti!".

Fu la pronta risposta di Oscar.
Il Duca per niente perplesso, continuò: "Vi ho inviato dei fiori, non li avete ricevuti?".
"No".
"E...gli abiti che ho fatto confezionare apposta per voi?".
"No".
 
Andarono avanti per un bel po', il Duca ad elencare i tanti regali che le aveva inviato, ed Oscar a rispondergli sempre no!
Alla fine, il Duca esausto disse ad Oscar: " Scusatemi Madamigella, ma...non vi stancate a dirmi sempre di no?".
La pronta, rassegnata, ed anche un po' divertita risposta di Oscar fu: 
"No!" [1] .
Con molta arguzia, Oscar stava praticando ciò che le aveva consigliato André, cioè: cercare di far capire al Duca, ciò che ancora non aveva capito, praticamente che lei non era per niente interessata a lui!
Al Duca ci volle un bel po' per riprendersi da quel dialogo alquanto strano.
Trascorsero alcuni minuti, il passo dei cavalli era lento, il sole era quasi del tutto tramontato e nessuno dei due parlava.
Oscar se ne stava con il volto abbassato sperando che tutto finisse in fretta, il Duca stava meditando le prossime parole da dire e di tanto in tanto la fissava senza farsene accorgere.
Parigi era ormai lontana, Versailles era vicina, ed Oscar incominciava a prendere un po' di fiato, si sentiva quasi al sicuro fino a quando, interrompendo quel silenzio,  il Duca prese la parola.
"Certo che non mi rendete per niente le cose facili”.
“Cosa intendete?”Rispose Oscar.
“Allora…Madamigella, che pensereste o cosa fareste se d'improvviso vostro padre venisse arrestato per alto tradimento o qualcosa del genere?".
Oscar frenò d'improvviso il cavallo, era sconvolta, non capiva il senso di quella domanda.
"Duca…che cosa intendete??!! Spiegatevi meglio!!!!".
Il tono di voce era arrabbiato e alquanto sconvolto.
Il Duca fermandosi anch'egli con il cavallo le disse:
"Allora…mia cara, mettiamola così, se voi non farete una cosa per me, vostro padre verrà arrestato!"[2] .
Oscar, continuava a non capire, era così frastornata da quelle parole.
Il Duca scese da cavallo e le porse la mano per invitarla a scendere.
Oscar era più confusa che mai, cosa mai poteva volere, si domandava.
Scese da cavallo, ora erano uno di fronte all'altra.
Oscar, distogliendo un po' lo sguardo gli disse:
"E cosa vorreste da me?".
La sua voce era appena percettibile.
Il Duca con un sorrisetto le disse:
" Vediamo un po'…cosa ne direste di diventare mia moglie?". 
"Che…cosa?".

Rispose Oscar, guardandolo negli occhi e con una voce che lasciava trasparire tutta la sua rabbia.
"Sì…sarebbe ora che vi decidiate a dirmi di sì!".
"No…io non voglio sposarmi, e poi…voi non potete far arrestare mio padre, questo è solo un vile ricatto!".
"Oh! Sì che posso mia cara, non dimenticate che io sono il cugino del Re e posso farlo, e poi pensate alla vergogna che cadrebbe sulla vostra famiglia, nessuno più vorrebbe avere a che fare con la famiglia Jarjayes!”
Poi, sprezzante, aggiunse: “Nessuno, darebbe lavoro alla figlia di un traditore!".
Oscar si sentì ferita da quelle parole e disse:
"Ma non vi crederebbe nessuno, perché io andrò a raccontare tutto, che questo è solo un volgarissimo ricatto!".
"Fate pure…sarebbe la mia parola contro la vostra, non avete niente, nemmeno una prova che attesti ciò, quindi a chi pensate che crederanno?".
"No. Non ci credo, questo è solo un brutto incubo!".
"Per me invece è solo un bellissimo sogno che si avvera, non potete neanche immaginare quanto io vi desideri, e sono disposto a fare qualunque cosa per avervi, anche con il ricatto sì!

Del resto siete voi che mi avete portato fino a questo punto, ma resto pur sempre un gentil'uomo, perché io vi voglio sì, ma fino al matrimonio non vi toccherei, mentre adesso sarebbe così facile approfittare di voi, qui intorno non c'è nessuno, ci siamo solo noi, e se provaste a gridare o a chiedere aiuto nessuno potrebbe sentirvi!".
A quelle parole Oscar rabbrividì, perché guardandosi intorno si accorse che era vero, erano soli, ma lei avrebbe venduto cara la pelle, non si sarebbe di certo arresa a lui.
"Il Duca si avvicinò di più a lei, e le disse:
"Allora…vi do un po' di tempo per decidere, vi consiglio di pensarci bene, ma soprattutto di non dire niente a nessuno, altrimenti chi ne avrà a soffrire in tutta questa storia sarà proprio vostro padre.
Sono sicuro che prenderete la decisione più giusta, senza far soffrire nessuno".

Detto questo si scostò da Oscar e montò sul suo cavallo, ma prima di andare disse:
"Sarò io a farmi vedere fra qualche giorno, e per allora voglio una risposta!".
Detto questo spronò il cavallo al galoppo ed andò via lasciando una Oscar interdetta.
Era rimasta lì impalata per un bel po', cercando di relazionare nella sua mente tutto ciò che le aveva detto il Duca.
D'improvviso sentì dentro di lei un senso di vuoto e poi freddo, tanto freddo!
Montò sul cavallo e lo spronò a gran velocità verso casa. Intorno si era fatto tutto buio tanto da non riuscire più a distinguere niente, perché la notte era ormai calata e le lacrime scendevano da sole impedendole di vedere la strada.
 
Era nel suo letto avvolta dalle coperte e stretta forte al cuscino. La stanza era avvolta dal buio, con le tende alle finestre chiuse, non sapeva nemmeno se fosse giorno o notte.
Nel silenzio che vi regnava, era facile udire i singhiozzi, prodotti dal pianto e lamenti dalla rabbia, che incessantemente non smettevano dalla sera prima.
In casa chi se ne preoccupò di più fu Nanny, dato che, aveva dato ordini che nessuno la disturbasse, non toccò neanche cibo, non aveva mai visto la sua bambina ridotta così.
Il padre e la madre come al solito non erano in casa e quindi non si accorsero di nulla.

Il giorno seguente Oscar decise di reagire e di tornare al lavoro. Riuscì a mangiare qualcosa con gran sollievo di Nanny, quindi si preparò ed andò a prendere il cavallo nella stalla, quello stesso giorno sarebbe rientrato suo padre e lei non poteva farsi vedere in quello stato.
Si avviò verso Parigi e dentro di lei sperò che andando al lavoro, tenendo la mente occupata non avrebbe più pensato, ed era quello che voleva!
Arrivò in caserma e subito andò nel suo ufficio, sulla scrivania c'erano tante carte da firmare, tutto il lavoro arretrato.
Si disse: "E' meglio così, avrò qualcosa da fare almeno!".
Erano passate poche ore dal suo rientro in caserma, nessuno era andato a disturbarla, aveva quasi finito di firmare tutte le carte ed era un po' stanca.
Si alzò un po' e si mise a guardare fuori dalla finestra, tutto era calmo, tutti i soldati erano al loro posto, sembrava quasi un tacito accordo stipulato in silenzio.
Eppure ad Oscar sembrava strano, quei soldati erano sempre così irruenti.
Un pensiero le si delineò nella mente, ed un sorrisetto le spuntò sulle labbra: "Che avessero messo la testa a posto?…No, non può essere!".
In quel momento bussarono alla porta, ed Oscar sussultò: "Che fosse…no…". Fu il suo pensiero improvviso.
"A…avanti!".
Prese un sospiro profondo, il cuore le si era fermato per un istante dalla tensione forte.
La porta si aprì ed Oscar adesso fece un sospiro di sollievo quando vide che era André.
André entrò e fece il saluto militare mettendosi sull'attenti.
"Dimmi André, cosa c'é?".
"Ecco…Oscar, io volevo sapere se stavi bene…ero molto preoccupato per te, specialmente dopo che te ne eri andata da qui con il Duca…mica è stato per colpa sua che ti sei sentita male?".

Oscar, rimase molto colpita da quelle parole, il desiderio di raccontargli tutto era forte, ma lei non poteva e così decise di mentirgli.
"No, André…semplicemente non mi sono sentita bene, un'influenza che mi ha tenuta a letto per un giorno, non ti devi preoccupare…adesso va tutto bene…credimi!".
André non sapeva se crederle o meno, la sentiva diversa, c'era qualcosa che ella gli nascondeva, ma non voleva e non poteva insistere così le disse:
"Sono felice di questo Oscar, adesso con il tuo permesso vado!".
"Certo…vai André!".

Così André andò via ed Oscar, ritrovatasi sola in quella stanza, il pensiero di quell'uomo le riaffiorò forte nella mente e non potè far a meno di provare tanta rabbia.
Quella giornata terminò ed Oscar stava ritornando a casa, quanti pensieri, dubbi ed angosce la tormentavano.
Arrivò a casa, il padre era rientrato ed aveva chiesto di lei, così Oscar bussò alla porta del suo studio.
"Padre, sono io, posso entrare?".
"Sì entra!".

Così entrò e richiuse la porta dietro di lei.
"Siediti Oscar…è tanto tempo che non facciamo una chiacchierata io e te, io sempre impegnato con il mio lavoro e tu con il tuo…non riusciamo mai ad incontrarci!".
"Sì…è vero padre!".
"Allora…che mi racconti? Va tutto bene con i tuoi uomini, hanno finalmente accettato il fatto di essere comandati da te?".
"Sì, padre…all'inizio è stata molto dura, ci sono stati alcuni malintesi non solo con me, anche con André 
[3] , erano molto diffidenti, ma adesso almeno si fidano del loro comandante!".
"Ne sono felice per te!".
"Vi ringrazio padre!
Adesso…raccontatemi di voi…come va il lavoro?".
"Oscar…non ti nascondo che ultimamente, tutti gli spostamenti che ho fatto con il mio reggimento mi hanno stancato tanto!
Poi sono accadute alcune cose che mi hanno dato molto da pensare!".
"Quali cose padre?".
"Ecco…vedi Oscar, durante le nostre missioni sono accadute delle cose alquanto strane…sono spariti fucili, munizioni ed alcuni documenti molto importanti".
"Ma come è possibile padre?".
"Ho anche fatto fare delle perquisizioni negli accampamenti dei soldati, ma…niente, non è emerso nulla! Se dovesse succedere qualcosa, la responsabilità sarebbe solo mia e ciò mi spaventa un po'!".
"Cosa pensate che potrebbe succedere padre?".
"Se quei documenti finissero in mani sbagliate, la colpa cadrebbe su di me e…potrei affrontare il tribunale giudiziario, essere dichiarato colpevole, arrestato e…la nostra famiglia potrebbe cadere in rovina, il nostro onore perso! Oh! Non ci voglio neanche pensare!".
"Padre…non preoccupatevi…vedrete che non accadrà nulla!".
"Lo spero Oscar…lo spero!".

Oscar aveva visto per la prima volta il padre così avvilito e incominciò ad affiorarle nella mente il terribile pensiero che la causa di tutto fosse proprio il Duca De Plessis-Bellierre. 
Purtroppo, dentro di lei, incominciò a delineare la decisione da prendere, un senso di nausea provava verso quell'uomo, era la rovina della sua vita!
Trascorsero altri tre giorni, in totale erano cinque, Oscar sentiva sempre di più salire l'angoscia dentro di lei al solo pensiero di dover rincontrare quell'uomo.
Seduta sulla sedia del suo ufficio, le braccia conserte appoggiate alla scrivania, busto eretto e gambe rilasciate, era immersa nei mille pensieri che la stavano portando alla disperazione. Era confusa, tanto confusa.
Avrebbe voluto fuggire, ma per dove? Si chiedeva, e poi il problema non sarebbe cambiato, suo padre sarebbe stato ugualmente arrestato, la disgrazia sarebbe caduta lo stesso sulla sua famiglia. 
Dal tanto dolore che aveva dentro formulò ad alta voce:
"Ma io non voglio sposare quell'uomo!!!! No, non voglio!!!!!".
D'improvviso qualcuno bussò alla porta, Oscar sussultò, si ricompose immediatamente, sperando che nessuno si accorgesse di questa sua debolezza.
"Avanti!".
Disse.
La persona invitata ad entrare entrò facendo il saluto militare e disse:
"Buongiorno comandante, spero di non avervi disturbato!".
"No, Alain dimmi cosa c'è?".
"Ecco comandante è appena arrivato un messaggero chiedendomi di farvi avere questa lettera e che era molto urgente!".

Detto questo Alain le porse la lettera.
Oscar la prese e disse:
"Ti ringrazio Alain…puoi andare adesso".
"Si comandante!".

Detto questo salutò militarmente Oscar, aprì la porta ed andò via.
Oscar aveva fra le mani quella lettera e vide che non c'era il mittente. Pensò si trattasse di ordini militari, dato che l'uomo, che l'aveva consegnata ad Alain, aveva detto che era urgente. Così l'aprì e con suo grande stupore lesse le poche righe che conteneva:

Vi aspetto domani sera dopo il vostro lavoro,
allo stesso posto dove ci siamo lasciati l'ultima volta!
Spero con la vostra decisione.
J. De Plessis-Bellierre

Duca J. De Plessis-Bellierre. Disegno digitale realizzato con il mio cellulare Samsung Galaxy Note20 Ultra 5G
Duca J. De Plessis-Bellierre. Disegno digitale realizzato con il mio cellulare Samsung Galaxy Note20 Ultra 5G
  
NOTE 

[1] Dialogo preso più o meno da una delle puntate (di cui non rammento né il titolo, nè la puntata e né il dialogo per intero! Praticamente non so nulla! ^__^) del film-romanzo "Angelica".


[2] Lo so che ho trovato una scusa banalissima, ma non sono riuscita a pensare altro! 

[3] Mi riferisco a quando André creduto una spia, venne pestato da alcuni soldati.
continua...
 
 
NOTA DELL’AUTORE:
Mi scuso tantissimo per avervi fatto attendere così tanto, ma fra lo studio, la Laurea ed il lavoro da insegnante pendolare (Caserta-Roma, Roma-Caserta tutti i giorni), non ho avuto proprio tempo  per aggiornare, ora che sono in vacanza, cercherò di essere più veloce per i prossimi aggiornamenti.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** DESTINO AVVERSO 5 ***


Destino avverso (5)


Il mattino seguente Oscar si alzò di malumore, tutta la notte non aveva chiuso occhio, nella mente ritornavano come un'eco le poche righe della lettera arrivata il giorno prima:
"Vi aspetto domani sera dopo il vostro lavoro,
allo stesso posto dove ci siamo lasciati l'ultima volta!
Spero con la vostra decisione.
J. De Plessis-Bellierre".

In groppa al suo cavallo si stava dirigendo verso Parigi, ma nella sua testa c'era solo confusione, tanta confusione!
Arrivata in caserma andò subito nel suo ufficio, aveva voglia di starsene da sola, non voleva mostrare a nessuno il suo stato d'animo, tantomeno la sua debolezza.
Tutto sommato quella giornata si svolse normalmente, ma terminò troppo in fretta per lei.
Stava preparandosi per rientrare a casa, o meglio per andare all'appuntamento con il Duca, che angoscia che provava nel dover rivedere quell'uomo.
Andò nelle scuderie per prendere il cavallo, e con stupore qui vi ci trovò André!
"Oscar...ti stavo aspettando, vieni il cavallo è pronto!".
D' improvviso si ricordò di avergli dato tre giorni di licenza, e adesso lui voleva tornare a casa con lei.
André non doveva sapere dell'appuntamento, non poteva ritornare a casa assieme a lui, doveva cercare una scusa qualsiasi, anche la più banale, ma doveva!
"André... perché non mi precedi?
Io ho alcune commissioni da fare prima di tornare a casa".


"Oscar, non c'è problema, se vuoi vengo con te, ti faccio compagnia!".
"No, André sarebbe stupido aspettarmi, hai tanto atteso questa licenza...adesso dovresti correre subito a casa!".
“C'è qualcosa che non và Oscar?".
"No! Il fatto è...che...vedi...tua nonna, si, tua nonna non vedeva l'ora che tu tornassi a casa! Manchi da più di un mese e...sai le persone anziane come sono...era così impaziente di rivederti, su vai!". 
"Va bene, non mi hai tanto convinto, comunque, adesso vado... però tu promettimi di tornare presto...ho voglia di bere del buon vino con te accanto al camino e chiacchierare un po'...sai, mi devi raccontare ancora di come è andata l'altra volta con il Duca!".

Oscar con un sorriso amaro gli rispose:
"Certo André, ma adesso vai, prima che faccia buio".

Così André spronò il cavallo e si avviò verso casa.
Oscar lo vide allontanarsi e provò una fitta al cuore, ultimante la situazione fra loro due era cambiata, da amico-fratello-nemico, ora lo sentiva più vicino, a volte indispensabile, avrebbe tanto voluto dirgli tutto, lui di certo un consiglio glielo avrebbe saputo dare, ma non poteva, in ballo c’era troppo. 
Trascorso il tempo necessario, in modo che André non fosse più visibile all' orizzonte, Oscar montò a cavallo e si avviò lentamente al suo appuntamento.
Parigi, dietro di lei era ormai distante, solo pochi chilometri, pochi minuti, la dividevano ancora dal rivedere quell' uomo.
Quando arrivò, trovò il Duca seduto sotto ad una quercia e il cavallo che vagava nelle campagne intorno.
Si fermò e scese da cavallo, ma esitava ad avvicinarsi a lui, quanto le costava tutto ciò!
Così, il Duca vedendo incertezza in Oscar, fu lui ad avvicinarsi a lei, con un sorriso beato e soddisfatto di chi è sicuro di sé!
"Bene Madamigella...siete arrivata finalmente, vi stavo attendendo da un bel po', avete avuto molto da fare?".

"No è che...". Non riuscì a continuare la frase che rispose lui per lei.
"Capisco, diciamo che avete avuto modo di riflettere molto di più durante il tragitto".


"Sì...diciamo così".


"Allora...cosa avete deciso?".
Oscar deglutì, fece un respiro profondo e gli disse:
"Secondo voi?"
"Non so...voi mi avete sempre detto di no, adesso non so se vi siate decisa o meno, se i miei ragionamenti vi hanno convinta! Adesso ditemi tutto perché non so se riuscirò ancora ad aspettare".
"Non mi sembra che voi...mi abbiate dato molta scelta!
Se io non accettassi, la mia famiglia cadrebbe in rovina...ed in parte avete fatto già qualcosa...siete stato voi a far sparire documenti molto importanti per mio padre, vero?".

"Forse...comunque non avete nessuna prova che colpevolizzi me".
"Già ...ma se accettassi, l'unica a soffrirne sarei io!".
"Non dite così, io non vi farei mancare nulla, vi tratterei meglio di qualunque sposa, vi lascerei fare tutto ciò che vi aggrada, verrete a vivere con me alla reggia di Versailles, ogni sera un ballo, indosserete i vestiti più belli fatti cucire per voi dalle migliori sartorie di Parigi, sareste sempre al centro dell'attenzione, la più ammirata, più anche della stessa regina...che gratificazione sarebbe per me, soprattutto perché sareste mia!".
A quelle parole Oscar si sentì gelare.
"E’ questo che volete? Che state cercando? Una conquista? Un trofeo da esporre a chiunque incroci il mio cammino? E...di cosa io ne pensi, non vi importa? Che io non vi ami, al fatto che vivrei male tutta questa situazione...non lo prendete nemmeno in considerazione?".
"No, perché sono sicuro che prima o poi mi amerete, col tempo imparerete ad amarmi e ad ignorare anche chi vi sta attorno, nei vostri confronti possono mostrare solo ammirazione".
Oscar d'improvviso si rese conto di dover frenare lacrime che stavano per uscirle dagli occhi. Il Duca se ne accorse, si avvicinò a lei e le disse:
"Non piangete mia cara", con le dita le asciugò una lacrima che comunque non riuscì a impedirle di scendere sul viso, "vedrete che vi renderò tanto felice", e la strinse fra le sue braccia.
Oscar presa così all’improvviso si dimenò e urlando disse: “Lasciatemi, non mi toccate!!!”.
Il Duca alzando le mani, si scostò da lei era stanco di aspettare, fino al quel momento era stato gentile, poi con tono freddo le disse: 
"Adesso ditemi...cosa avete deciso?".
Oscar, lo guardò negli occhi e gli chiese a sua volta:
"Se...io accetto di diventare vostra moglie...che garanzie mi date che alla mia famiglia non accadrà nulla?"
"Ecco...ci ho già pensato. Quando ci sposeremo...al momento di sottoscrivere il documento delle nozze firmeremo anche un altro documento in cui dichiaro che alla vostra famiglia non accadrà nulla. Lo firmerete anche voi, perché avete accettato queste condizioni, ma prima di allora il documento non sarà fatto vedere a nessuno, al momento gli unici a saperlo siamo io, voi  ed il notaio che lo ha redatto e che lo tiene in custodia!"[1] 
"Allora...direi che adesso ho aspettato abbastanza...voglio una vostra risposta!".
"A questo punto...io non ho scelta, sono obbligata a dirvi di sì! E tutto questo non sapete quanto mi costi!".
Il volto di Oscar si trasformò in una maschera di freddezza mentre guardava il Duca estasiato che se la rideva tra sé tutto soddisfatto. 
Lui aveva vinto e lei perso, non se lo sarebbe mai perdonato.
A questo punto il Duca le si avvicinò di nuovo, le prese la mano portandosela alle labbra e la baciò per poi congedarsi, a quel bacio Oscar trasalì ma non disse nulla.
Nel frattempo la notte stava per calare e presto sarebbe diventato tutto buio.
 Il Duca, si diresse verso il suo cavallo, ma prima di salire le disse:
"Mi avete reso l'uomo più felice di questo mondo, anche se so che voi non mi amate, comunque...verrò domani a parlare con vostro padre...ma voi stasera dovete accennargli del mio arrivo. Mi raccomando, non deludetemi, ma soprattutto non dimenticate il nostro patto!".
Detto questo montò a cavallo ed andò via.

Oscar, era come annientata, come avrebbe detto a suo padre che aveva accettato di sposare il Duca, dopo che lei lo aveva rifiutato, come poteva?
Quando arrivò a casa con il buio, non avrebbe voluto vedere nessuno e rinchiudersi nella sua stanza, ma una volta entrata trovò André vicino al camino che leggeva un libro.

"Finalmente sei tornata...mi stavo annoiando qui tutto solo, la nonna non ha fatto altro che rimproverarmi, mi ha detto che ho preso delle brutte abitudini in caserma, che sono diventato maleducato...e tu che mi dicevi che non vedeva l'ora di vedermi, era meglio se restavo in caserma!".
 
In altre occasioni la scenetta di Andrè sarebbe risultata comica ma lei non era dell’umore adatto per scherzare, non gli disse nulla aveva uno sguardo profondamente triste e lui se ne accorse.
"Oscar?
E' successo qualcosa?
Perché questo sguardo triste...Oscar?".


Ma ella lì impalata non gli rispondeva.
André si alzò dalla sedia e cercò di avvicinarsi, ma lei gli voltò le spalle e andando via di fretta disse:
"Scusami André, ma devo parlare con mio padre".
André rimase molto perplesso...cosa stava succedendo?

Arrivata fuori la porta dello studio del padre, bussò chiedendogli di entrare.
Una volta dentro la stanza gli disse:
"Padre...vi dovrei parlare!".
"Certo Oscar, siediti!".
"Ecco...forse è meglio di no, preferisco stare in piedi".


Oscar non voleva sedersi, voleva rimanere in piedi per scappare via il prima possibile, questo perché, non riusciva a parlare con il padre guardandolo negli occhi e sapendo di mentirgli.
"Va bene Oscar...dimmi ti ascolto!".
Così fece un respiro profondo e tutto d'un fiato gli disse:
"Domani, verrà il Duca De Plessis-Bellierre a parlare con voi".
Il Generale rimase molto sorpreso, il fumo della pipa che stava fumando gli andò quasi di traverso, sapeva bene cosa fosse successo fra loro due l'ultima volta e adesso?
"Oscar...non capisco spiegati!".
"Verrà a chiedervi...la mia mano".

A quel punto il padre si alzò dalla sedia e con un'espressione meravigliata le disse: 
"Cosa? Sei sicura di quello che dici?
L'altra volta lo rifiutasti, adesso cosa è successo?".


"Ecco...io ci avrei ripensato...allora non lo conoscevo bene…".

"Oh! Oscar questo vuol dire che accetti di sposarlo? Se è questo che vuoi, io sono felice per te!".

Oscar si sentì terribilmente male, aprì la porta e quasi correndo disse a suo padre:
"Scusatemi padre, ma adesso non riesco a parlarne!".

Scappò, andò a rifugiarsi nella sua stanza, lontana da tutto e tutti.
Conoscendo il carattere di Oscar, il padre pensò che era scappata via per non mostrare i propri sentimenti, troppo orgogliosa per mostrarsi debole davanti agli altri, dell’amore poi…per lei erano sentimenti nuovi. In cuor suo approvava questo matrimonio.
 
L'indomani arrivò e tutti sotto ordine del Generale, si diedero da fare per l’ospite molto importante che avrebbe fatto loro visita.

Intanto Oscar se ne stava rintanata ancora nella sua stanza, non si era nemmeno recata al lavoro, per lei era tutto così doloroso. L'unico che ancora non ci aveva capito nulla in tutta questa storia era André.
Arrivò il pomeriggio, e verso le cinque il Duca De Plessis-Bellierre, con la sua lussuosa carrozza entrò nella villa dei Jarjaies.
Fu fatto accomodare nel salone dove ad attenderlo c'era il Generale, il quale nel frattempo aveva fatto chiamare Oscar.
Così dopo brevi frasi di circostanza, si venne subito al dunque.
Il Duca chiese la mano di Oscar, ed il Generale molto felice gli disse che gliela concedeva con tanta gioia, perché era stata la figlia stessa ad esprimere questo desiderio.
Dopo un po' bussarono alla porta, la porta si aprì ed Oscar entrò.

"Bene!". Disse il Generale, rivolgendosi soprattutto ad Oscar, “Io ed il Duca abbiamo parlato e come da tuo desiderio gli ho concesso la tua mano! Dobbiamo festeggiare...Duca vi pregherei di farci l'onore di restare a cena con noi!".

"Vi ringrazio e accetto molto volentieri  e...a voi Oscar fa piacere se resto?".

Oscar fu presa alla sprovvista, ma raccogliendo quel poco di coraggio che aveva, disse:
"Ma...ma certo...che domande mi fate?".

"Ma Oscar...ti sembra questo il modo di rispondere al Duca? Per di più, ora che sta per diventare tuo marito?".

Oscar non sapeva che rispondere, a toglierla dall'imbarazzo fu proprio il Duca.
"Suvvia, Generale...non mi sembra il caso di prendersela per così poco".
Detto questo strizzò l'occhio ad Oscar, mettendola ancora più a disagio. 
Il Generale continuò:
"Eh! Mio caro Duca...dovrete avere molta pazienza con lei".

"Andiamo Generale...se vostra figlia fosse stata come le altre donne forse adesso io non sarei nemmeno qui, a me piace proprio perché è così".
Detto questo si alzò ed andò vicino ad Oscar, le prese la mano e gliela baciò.
Oscar a quel contatto trasalì di nuovo.
"Bene mia cara, che ne direste se facessimo due chiacchiere da soli?".
Oscar guardò il padre sperando in un cenno di diniego.
"Certo!". Disse il Generale.
"Andate pure...vi faremo chiamare non appena sarà tutto pronto".

Così, lasciati soli, si recarono in giardino in modo da passeggiare e parlare del loro patto senza essere ascoltati da altri.

"Vostro padre ne è rimasto molto contento".
Disse il Duca per rompere il ghiaccio.
"Cosa?".
Oscar era appena riemersa dai mille pensieri che le assillavano la mente, e non aveva udito le parole del Duca.
"Dicevo...mia cara che...vostro padre è rimasto, molto contento di questo fidanzamento".

"Ah! Sì...certo!"

"Su, mia cara Oscar, non vi abbattete così...forse adesso ve ne risentite, ma vedrete che vi renderò una donna molto felice!".

"Una donna?", pensò Oscar, che ne sapeva lei di come si sentisse una donna, certo era stata innamorata di Fersen, ma adesso era tutto diverso.
Lei aveva sempre pensato ed agito come un uomo e adesso?
Mentre continuavano a passeggiare in giardino, qualcuno da lontano nascosto dietro ad una siepe li stava spiando.
Costui era André che alla notizia del fidanzamento di Oscar con il Duca per poco non si faceva venire un infarto, decise di indagare a fondo su questa storia.
A questo amore improvviso di Oscar verso il Duca, non ci credeva, c'era qualcosa sotto e lui lo voleva scoprire.
La sua Oscar, il grande amore della sua vita, presto si sarebbe sposata con quell'uomo che fino al giorno prima lei aveva rifiutato:
"Oscar...non sposare quell'uomo, Oscar...parlane con me!
Io lo so che tu non l'ami, io so che cosa provi per lui...niente, non provi niente!".

Queste parole venivano dal cuore di André, dal suo profondo, ma non emersero: morirono soffocate dal pianto, un pianto muto e silenzioso.


Disegno digitale realizzato con il mio cellulare Samsung Galaxy Note20 Ultra 5G

NOTE 

[1] Lo so che è una cosa stupida quello che ho scritto...ma qualcosa mi dovevo pur inventare? ^_^
continua...
 

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** DESTINO AVVERSO 6 ***


 

Destino avverso (6)




Oscar era stata costretta ad ascoltare tutti quei discorsi fatti dal padre e dal Duca, come si sentiva umiliata, impotente, non potendo reagire.
Era stato tutto combinato, tutto deciso senza che lei lo avesse voluto:
Il fidanzamento, il matrimonio...tutto!

Entro pochi giorni avrebbe dovuto dire addio per sempre al suo lavoro. Aveva già firmato tutto per lasciare l'incarico da comandante, senza dare la benché minima spiegazione ai suoi soldati della guardia.
Era stata costretta!
Fu il Duca che glielo impose:
"Dovrete lasciare il vostro lavoro e vivere finalmente come una donna...indossare vestiti femminili e buttare via tutte queste uniformi e abiti da uomo!".
Questo le disse quella sera a cena a casa sua, ed il padre accondiscendeva in tutto. Per quell’occasione tornò anche la madre dalla Reggia, per stare vicino alla figlia e congratularsi con entrambi del fidanzamento.
Nessuno in quel momento si prese la briga di chiederle se ne fosse d'accordo o meno.
In ogni modo riuscì a far sì che fino al fidanzamento lei avrebbe vissuto come sempre:
Vissuto come un uomo e comandato i soldati della guardia!

Il fidanzamento si sarebbe svolto tra un mese esatto alla Reggia di Versailles, dove avrebbero partecipato il Re, la Regina e tutti i nobili più in vista a corte.
Oscar avrebbe dovuto vestirsi con abiti femminili ed essere ammirata da tutti come futura Duchessa De Plessis-Bellierre.

Su di un'altra cosa Oscar aveva insistito, che fino ad allora nessuno avrebbe dovuto conoscere l’identità della futura sposa del Duca, nemmeno i Reali dovevano esserne a conoscenza, lo avrebbero scoperto tutti nel momento in cui ci sarebbe stato l'annuncio delle future nozze.
Il Duca non fece obiezione, anzi lo divertiva questo mistero sulla sua futura consorte.
Anche Madame Jarjayes fu pregata di non dire nulla alla Regina.

Quella sera stessa quando tutto fu finito, Oscar si ritirò nella sua stanza, ma quando aprì la porta e la stanza sì illuminò con la candela che portava in mano, vi trovò qualcuno al buio che l'aspettava seduto su di una poltrona con le gambe accavallate, un braccio appoggiato al poggiolo, la testa inclinata da un lato sorretta dall'altro braccio, con la mano sulla fronte che copriva gli occhi.
Oscar un po' spaventata domandò:
"Andrè...che ci fai qui?".
Nel frattempo chiuse la porta dietro di sé e poggiò la candela sul primo mobile che trovò.
"Ti stavo aspettando Oscar".
Disse con voce bassa, dura e decisa.
Oscar rimase un po' perplessa, adesso anche Andrè voleva qualcosa da lei?
Con uno scatto Andrè, non attese risposta:
Si alzò e si pose davanti a lei guardandola negli occhi.
Oscar ebbe timore, gli occhi di Andrè sempre tanto dolci, adesso erano freddi, il suo sguardo era di ghiaccio, glaciale, puntato su di lei.
Avendolo così vicino provò ad indietreggiare, ma lui l'afferrò per un braccio e la portò più vicina a lui.
Adesso erano occhi negli occhi.
Oscar ebbe paura, l'ultima volta che vide Andrè fuori di testa, fu quella volta che la baciò contro la sua volontà [1] .
Lui continuava a fissarla sempre con quello sguardo, Oscar non riuscendo più a sostenere quegli occhi puntati contro, disse con voce amara:
“Andrè...cosa vorresti fare? Continuare il discorso di tempo fa?” Andrè rendendosi conto di quello che stava facendo, tolse la presa dal braccio di  Oscar  e con lo sguardo basso le disse: “Perdonami”.
“Voi uomini…siete abituati a prendervi sempre tutto con la forza?”. Continuò Oscar.
Andrè mortificato le disse: “Avevo promesso che non ti avrei mai più fatto una cosa come quella e…non era mia intenzione farti del male adesso, voglio solo capire che cosa sta succedendo?!
Oscar...ti prego, dimmi tutto...io lo so che non ami il Duca…che lo odi...come puoi sposarlo?Per favore Oscar…dimmelo!".

Il tono di voce si era fatto implorante.
Oscar non parlava, afflitta andò verso il letto per sedersi continuando a pensare che a lui non poteva dirgli la verità, proprio non poteva!
Andrè la seguì, restò un po’ a fissarla per poi continuare a chiedere risposte.
Erano passati alcuni minuti e dopo varie insistenze da parte di Andrè, Oscar prese la parola e disse:
"Andrè…ci sono cose che non si possono spiegare…che il destino ci ha messo contro…e che bisogna accettarle così come sono!".
"Oscar…ma cosa stai dicendo?".
"Oh! Andrè ti prego…non chiedermi spiegazioni…io non posso dartele!".
Detto questo dal viso di Oscar fece capolino una lacrima.

Nella testa di Andrè, c'era solo confusione, rimase basito, non comprendeva il senso di quelle parole, cosa c'era sotto? Lui voleva scoprirlo, e al più presto.
Ormai non riuscendo ad avere una risposta si congedò da lei e si ritirò in camera sua, dove non riuscì neanche a dormire tormentato com’era dai dubbi.
 
Erano trascorsi alcuni giorni:
A casa Jarjaies si stavano dando tutti da fare, erano tante le cose da preparare per madamigella Oscar e la festa di fidanzamento che si sarebbe svolta alla Reggia di Versailles.
Oscar era davvero distrutta, da un lato c'era la frustrazione di tutto quello che le stava accadendo e dall'altro il dover mantenere il segreto, quanto le costava tutta questa farsa.

Non aveva nessuno con cui confidarsi, raccontare il suo tormento, si sentiva sola, terribilmente sola, ed in questo nessuno poteva aiutarla.
A volte pensava che forse avrebbe potuto dirlo ad Andrè, ma lui come avrebbe reagito poi, forse sarebbe stato peggio.
Quanti problemi, quanta rabbia e amarezza da dover sfogare.

Intanto il Duca veniva a farle visita tutti i giorni, spesso restava per la cena, dopo passeggiavano in giardino e lui le raccontava tutti i progetti del fidanzamento e del matrimonio.
Oscar ogni volta rimaneva come svuotata, come se quella situazione non le appartenesse, che non fosse lei a vivere quella vita, ma qualcun'altra.
 
Erano trascorsi già quindici giorni, dalla sera in cui il Duca venne a chiedere la mano di Oscar. 


Nanny con l’aiuto di Madame Jarjayes e le cameriere, le stava cucendo il vestito per il fidanzamento, essendo tutto segreto, non si potevano chiamare altre sarte, poi avendole già cucito in passato un altro abito era molto abile nel farlo.
L’abito era di un rosa pallido, con un'ampia scollatura a forma di cuore davanti che lasciava intravedere gran parte del seno, delle spalle e della schiena.
Il busto era stretto e la gonna non era molto gonfia, il panneggio scendeva lento e morbido sulle sue gambe.
Quando Oscar provava il vestito su richiesta di Nanny e della madre a quest'ultime venivano le lacrime agli occhi nel vederla. Nanny rifletteva sul fatto che molto presto la sua bambina si sarebbe sposata, andata via e lei non l'avrebbe più vista scorrazzare per casa assieme al suo Andrè.
Non avrebbe più potuto rimproverarla quando si comportava troppo da uomo e metteva la sua vita in pericolo, non avrebbe più curato le sue ferite e rammendato le sue camicie [2] .

Ad Oscar invece, quando provava quel vestito, venivano sì anche a lei le lacrime agli occhi, ma per un altro motivo.
Tutto ciò le sembrava così assurdo, era tutta una farsa per lei, perché darsi tanto da fare per un uomo che lei non amava e che mai avrebbe amato??
 
Trascorse una settimana e come concordato, Oscar dovette abbandonare il suo incarico da comandante dei soldati della guardia.
Come fu doloroso quell'addio, tutti i soldati erano tristi, non si spiegavano quell'abbandono, in poco tempo si era fatta voler bene, anche dai più indisciplinati, come Alain.
Alcuni avevano cercato di saperne il motivo, ma invano.
Oscar rispondeva sempre che erano motivi personali.

Tutti insieme salutarono il loro comandante in una parata d'addio!
Qualcuno non si preoccupò di qualche lacrima che poi giustificò come un qualcosa che gli era entrato nell'occhio.

Oramai il tempo era arrivato…di abbandonare le armi, le uniformi, gli abiti da uomo…tutta la sua vita consegnata ad un uomo che non amava!
Intanto Andrè decise di tornare la sera a casa tutte le volte che non sarebbe stato di turno, questo, per stare più vicino ad Oscar, ma soprattutto per capire quello che c'era sotto ed evitare che ella commettesse errori e di non sposare il Duca. Lui sapeva che Oscar non l'amava, ne era convinto, nel caso Oscar si sarebbe davvero sposata con quell’uomo aveva già deciso di restare fra i soldati della guardia e di non tornare più a casa, senza di lei non avrebbe avuto più senso tornare.

Quando Oscar lo ritrovava quasi tutti i tardi pomeriggi a casa, non  domandò il motivo, il perché lo aveva capito benissimo.
Mancava ancora una settimana  per il fidanzamento, era quasi tutto pronto, soprattutto il vestito.

Nel frattempo, il Duca quando la sera andava a trovarla le raccontava che alla reggia tutti, anche i reali, stavano morendo dalla curiosità di sapere chi fosse la donna che presto sarebbe diventata la futura duchessa De Plessis-Bellierre, che gli facevano tante domande, ma con grande abilità, sviava sempre la risposta su di un altro argomento.
 
Spesso le diceva che desiderava tanto vederla vestita con abiti femminili, era sicuro che con l’abito lungo doveva essere incantevole!

Oscar, invece, provava paura per quel momento, timore, avrebbe avuto tutti gli occhi puntati addosso, sarebbe stata al centro dell'attenzione di tutti ed era ciò che non voleva assolutamente che accadesse!


Intanto altri giorni erano trascorsi e oramai il fidanzamento si sarebbe svolto il giorno successivo.
Oscar se ne stava rinchiusa in camera sua senza che nessuno la disturbasse, sdraiata sul letto, con una mano che le copriva gli occhi, a pensare ad una soluzione che potesse salvarla da questa orrenda situazione.
Non si sentiva più lei, e si ritrovava spesso ad interrogarsi nei suoi soliloqui: “Che fine ha fatto la vecchia Oscar??? Quella che non si piega di fronte a niente e nessuno??? 
Possibile che sia bastato così poco per farla piegare? Piegare al volere di un uomo che non ama? E che non vuole? Com’è potuto accadere?Come???”.

Immersa nei suoi mille pensieri non sentì bussare alla porta e non si accorse nemmeno che qualcuno entrò.
Ancora con gli occhi coperti, avvertì un fruscio, abbassò la mano, si voltò e vide che la sua sensazione era giusta.
"Andrè? Sei tu? Perché sei qui?".
Nel frattempo si mise seduta.

Andrè la raggiunse e si sedette ai bordi del letto, le prese una mano e l'accarezzò, il suo sguardo era dolce ma preoccupato.
Oscar rimase sorpresa da quel gesto, però non le dispiaceva.
Lei gli voleva bene, anche se ancora non aveva capito in che modo, però gli voleva bene.

Andrè molto serio, la fissò negli occhi e le disse:
"Oscar…adesso basta!
Mi devi dire che sta succedendo…io non ce la faccio più a vederti così!
Ti prego Oscar…confidati con me, lo sai che puoi parlarmi di tutto…non lasciarmi fuori.
Io soffro con te e credimi…gli altri non lo vedono, non se ne sono accorti, ma io ti vedo…ti vedo soffrire ed è uno strazio!".


Oscar rimase colpita dalle parole di Andrè, dalla dolcezza che aveva usato nel pronunciarle.
Fece un bel respiro profondo, si asciugò una lacrima furtiva che le scese sul viso con la mano che le restava libera.
Prese il coraggio e gli disse: 
"Andrè, io ti dirò tutto…ma tu mi devi fare una promessa!".
"Ma certo Oscar…lo sai, di me ti puoi fidare!".

Oscar abbassò lo sguardo, i suoi occhi ora guardavano quella mano amorevolmente trattenuta fra quelle di Andrè che l'accarezzava dolcemente.
Fece un altro respiro, e senza distogliere lo sguardo, iniziò a parlare:
"Quello che sto per dirti non dovrai mai dirlo ad anima viva…capito?".
"Si Oscar".
"Ecco…vedi Andrè…tutta questa storia è tutta un ricatto".

Andrè rimase sorpreso, lasciò la mano di Oscar, l'afferrò per le spalle e scuotendola piano, le disse:
"Oscar…che vuol dire?
Quel maledetto ti sta costringendo a sposarlo per uno sporco ricatto?".
"Si Andrè…è così!".

Gli occhi di Oscar erano diventati lucidi.
"No…no…io non ci posso credere…e in che modo ti ha ricattato, Oscar?".
"Lui…lui mi ha detto che se non lo avessi sposato…sarebbe accaduto qualcosa di spiacevole a mio padre, e…che poi, tutto sarebbe ricaduto sulla mia famiglia!".
Andrè ascoltava, ma si rifiutava di comprendere, ma soprattutto accettare ciò che ella gli stava rivelando.

Oscar rialzò lo sguardo ormai le lacrime scendevano copiose sulle sue guance.
Andrè avrebbe tanto voluto fermare quel fiume in piena che sgorgava dagli occhi della sua amata.
"Andrè…io ho dovuto accettare, non potevo rifiutarmi…lui in qualche modo stava già provvedendo a mettere nei guai mio padre…ed io non potevo permettere questo…lo capisci?".

"Si Oscar…lo capisco…ma non lo condivido!
Perché ti sei arresa?
Perché…non hai reagito?
Non l'hai denunciato?
Io non capisco Oscar…proprio non capisco!".


"Andrè…e come potevo?
Io non ho niente per dimostrare ciò…nemmeno uno straccio di prova!".


"Hai ragione…ma non ti preoccupare…in qualche modo faremo…tu quell'uomo non lo sposerai…tu non lo vuoi…vero?".

"Andrè, certo che no…io non lo amo…non lo voglio sposare!".

"E se…raccontassimo tutto…non so…a tuo padre…o alla regina?".

"No!!! No Andrè, mi hai promesso che non lo avresti rivelato a nessuno!".

"Si, scusami Oscar".

"Io non posso rivelarlo a nessuno, lui farebbe invece di tutto per far cadere la mia famiglia in disgrazia…ed io non voglio che per colpa mia debbano soffrire!".
"Oscar…ma non è colpa tua, tu…di colpe non ne hai".
"Si Andrè, ne ho…dal momento che…vuole me…io non posso fare questo torto alla mia famiglia, loro non meritano di soffrire per colpa mia.
Avessi qualche prova almeno…avrei un motivo per cui lottare".


Andrè riprese entrambi le mani di Oscar, le strinse forte e le disse:
"Io sarò sempre con te Oscar…ora non sei più sola…ti aiuterò a superare questo momento e vedrai che andrà tutto per il meglio!".
"Ti ringrazio Andrè, sei molto caro…ti voglio bene!".

 
Il gran giorno arrivò e tutto il Palazzo Jarjaies era in subbuglio.
Tanti erano i preparativi e tutti si davano da fare.
Oscar era ancora nella sua stanza, dormiva e nessuno per il momento osava svegliarla.
Andrè era rimasto con lei fino all'alba, aveva asciugato le sue lacrime e tenuta stretta fra le sue braccia, l'aveva coccolata, accarezzata, le aveva anche proposto di fuggire insieme, ma ella aveva risposto che anche fuggendo le cose non sarebbero cambiate. Alla fine rimase con lei finché non si addormetò.

Vegliò il suo sonno e quando vide spuntare dalla finestra chiusa le prime luci dell'alba, capì che era giunto il momento di andare, doveva tornare in caserma.
A malincuore lasciò la stanza, ma era un po' rasserenato, perché Oscar dormiva ed il suo volto sembrava sereno.
Prima di chiudersi dietro la porta, diede un ultimo sguardo ad Oscar e tra sé, disse:
"Il Duca non ti avrà mai…mai, io ti aiuterò in tutti i modi…mia Oscar.
Ti amo…ti amo…oh! Quanto ti amo!

Nessun Duca ti porterà via…da questa casa…via dai ricordi e…da me!".

Disegno digitale realizzato con il mio cellulare Samsung Galaxy Note20 Ultra 5G

NOTE 

[1] Vedi puntata n=° 28. "Un innamorato respinto".


[2] A buon intenditor poche parole! ^_^
continua...
 

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** DESTINO AVVERSO 7 ***


Destino avverso (7)

Lo sguardo di Oscar era vuoto mentre si guardava allo specchio, vestita come le avevano imposto, i capelli raccolti davanti, mentre dietro le ricadevano a riccioli, il viso truccato e i gioielli che l'adornavano.
Si guardava…ma di chi era quell'immagine che vedeva riflessa…di chi era?
Eppure non era nuova a tutto questo, tempo fa si era agghindata così anche per Fersen e adesso perché non c'era la stessa emozione di quella volta?
La madre, Nanny (che l’aveva già vista vestita da donna, addirittura nel manga anche la madre) ed altre cameriere che l'avevano aiutata nel prepararsi, stentavano a credere che quella fosse veramente Oscar. Era bellissima, chiunque avrebbe ostentato nel riconoscerla, eppure tutta quella bellezza non traspariva dai suoi occhi velati da tanta tristezza!
Non tutti se ne accorsero, forse pensando che era dovuto all'emozione, al fatto di vestire per la prima volta da donna e al non sentirsi a suo agio.

Ormai era quasi ora, e così incominciarono ad avviarsi, ad Oscar tremavano le gambe.

In fondo alle scale c'era suo padre che l'aspettava, il quale rimase il più sbalordito, stentava a riconoscerla, era bella, bella al di là di ogni immaginazione.
Subito le andò vicino, emozionato e con gli occhi lucidi le prese la mano e l'aiutò a scendere gli ultimi gradini, una volta giù, le disse:
"Oscar…sei proprio tu?
Fatti guardare…Dio, Oscar…". 
Non continuò la frase, la commozione prese il sopravvento e le lacrime copiose gli rigarono il volto.
Oscar non disse nulla, rimase sorpresa dalla commozione del padre, per lei era molto difficile parlare in quel momento, si sentiva ancora più in colpa per quel ricatto, accenò appena un sorriso, anche se era un sorriso amaro.

"Sei bellissima figlia mia!
Mi ricordi tanto tua madre da giovane".

Detto questo, si asciugò le lacrime, prima che si mettesse a piangere di nuovo le riprese la mano e la condusse verso la carrozza.
Anche Andrè la vide e anche lui non poté far a meno di emozionarsi da tanta bellezza. I loro sguardi si incrociarono per un istante e negli occhi di Oscar lesse un'infinita tristezza.
In cuor suo soffriva tanto, non poteva sopportare che la sua Oscar finisse nelle grinfie di quel Duca.
Anche lui andò con loro, era tornato in tempo per mettersi alla guida della carrozza che li avrebbe condotti alla Reggia.
 
 
La Reggia di Versailles, quella sera era gremita di gente, nessuno volle mancare, vi era la più alta nobiltà riunita per questo grande evento, poichè essendo nobile la futura sposa del Duca, doveva essere noto a tutti chi fosse ed invece, stavano tutti morendo dalla curiosità.

Tanta curiosità veniva di sicuro dalle donne, specialmente quelle che avevano amoreggiato in passato con il Duca, qualche cortigiana che avrebbe voluto trovarsi al posto della futura sposa e che provava nei suoi confronti tanta invidia.

Nell'enorme salone oltre alla musica che accompagnava l'attesa, si sentiva un gran vociferare, bisbigliare, ma soprattutto quello che si faceva di solito…malignare!

Intanto ancora non si facevano vedere, né il Duca, né la futura sposa e né i reali.
L'attesa diventava snervante per alcuni che di pazienza ne avevano poca.
Trascorsa circa mezz'ora arrivò il Duca, tutto vestito per bene, da gran sera, molte donne quasi si trattennero dallo svenire, talmente sembrava bello e affascinante ai loro occhi.
In molti gli si avvicinarono, chiedendo notizie, ma lui ancora non rivelava nulla, si defilava assicurando che mancasse ancora poco e il segreto sarebbe stato presto svelato.

Non lo lasciava trasparire, ma anche lui era molto curioso, si immaginava la sua Oscar, ma non riusciva a darle sembianze da donna, o meglio, non riusciva a vedere la sua immagine vestita da donna.
Anche per lui era tutto avvolto nel mistero, ciò lo divertiva, dadogli quel senso di vittoria nei confronti di Oscar, era finalmente riuscito a piegare il superbo comandante…la donna soldato.
Presto sarebbe arrivata, si presto sarebbe arrivata, era questo che rimbombava nella sua testa, era ciò che voleva.
 
Intanto la carrozza dei Jarjayes, era arrivata alla Reggia.
Oscar non volle scendere subito lasciò che i suoi genitori si avviassero per primi, lei li avrebbe raggiunti dopo un po', entrando da una porta secondaria.
Non voleva che la gente la notasse subito, si sarebbe intrufolata fra di loro inosservata.

I coniugi Jarjayes fecero il loro ingresso, al Duca batté forte il cuore, immaginando che dietro di loro sarebbe entrata anche Oscar.
Aspettò qualche minuto, ma niente!
La sua ansia si trasformò in delusione e andò dal Generale per chiedere spiegazioni.
Il Generale lo rassicurò, dicendogli che non c'era nulla da preoccuparsi.
Gli spiegò la situazione e subito il suo volto tornò sereno.
"Dovrete aspettare solo un altro po' Duca".
Disse il Generale.
"Oscar è bellissima…credetemi!".
Quest'ultima frase il Generale la pronunziò con voce commossa.
 
Intanto Oscar era rimasta in carrozza, sola con Andrè, lui si era seduto con lei all'interno per parlarle.
"Allora…te la senti di affrontare tutto questo?".
Disse Andrè.
Oscar aveva lo sguardo rivolto verso il basso e si tormentava le mani, era evidente che fosse nervosa.
Andrè non poté far a meno di guardare quelle mani che si muovevano nervosamente, mise una mano su quelle di Oscar per fermarle, allora lei trasalì, alzò lo sguardo e lo fissò negli occhi.
"Oscar…allora?".
"Allora…cosa?".

Rispose Oscar come se si fosse appena svegliata.
"Sei convinta di quello che stai facendo?".
"No Andrè…però lo sai…devo farlo!".
"Oscar…?".
"Ora devo andare…ti prego Andrè…accompagnami tu".


Andrè fece un accenno con la testa e poi l'aiutò a scendere. Com'era fragile la sua Oscar, non l’aveva mai vista così, neanche con Fersen, le strinse forte la mano, per farle capire la sua vicinanza.
Oscar avvertì quella stretta, si voltò a guardarlo, com'era bello il suo Andrè, per lui provava un qualcosa che va ben più in là di un semplice affetto.
Si avvicinò di più a lui, Andrè rimase bloccato, gli appoggiò delicatamente le labbra sulla sua guancia in un bacio delicato, lo guardò negli occhi e gli disse:
“Andrè c’è una cosa che non ti ho detto…”.
Ci volle un attimo prima che Andrè si riprendesse ed elaborare ciò che aveva appena sentito da Oscar.
“Cosa non mi hai detto?”.
“Ecco…quando…ci sarà il…matrimonio, oltre all’atto, firmeremo anche un documento redatto da un notaio dove viene menzionato che il Duca non farà nulla alla mia famiglia”.

Detto questo cercò di avviarsi verso la Reggia, ma siccome la strada non era uniforme, aveva paura di inciampare con quel vestito, ma soprattutto con i tacchi delle scarpe.
Andrè ripresosi da quella confessione raggiunse Oscar e con una speranza in più nel cuore aiutò la sua amata.
Si avviarono verso una porta secondaria, Andrè guardò per primo e le disse:
"Entrando da qui c'è poca gente, non dovresti dare nell'occhio".
Così Oscar diede un ultimo sguardo ad Andrè e prima di intrufolarsi fra la mischia , disse:
"Andrè…tu vali molto più di mille Duchi…".
Andrè per quella serata, aveva ricevuto l’ennesimo colpo al cuore, la sua Oscar…che avesse speranze?

Andrè aveva ragione, era tanta la confusione che nessuno si accorse di lei, anche grazie ad un ventaglio che le copriva il volto.
Gli sguardi erano tutti puntati verso l'entrata principale è da lì che aspettavano che entrasse la futura sposa del Duca.
A poco, a poco raggiunse i suoi genitori inosservata.
Oscar, se ne stava appoggiata ad una parete in un angolo della sala con i genitori davanti, in modo che nessuno la vedesse.
Era molto nervosa, ma quel piccolo nascondiglio le dava un po' di respiro, non avvertiva il peso degli sguardi di quella gente addosso.
Nel frattempo gli invitati incominciarono a spazientirsi e chiedevano spiegazioni al Duca, il quale chiese loro di poter pazientare ancora un po'.
In realtà anche lui era molto impaziente e decise di rivolgersi di nuovo al Generale.
Con molta difficoltà lo raggiunse, arrivò solo a dirgli:
"Ma allora…Generale, dov'è vostra figlia?".
Il Generale si spostò e gli lasciò vedere la donna nascosta dietro di lui appoggiata al muro.
Negli occhi del Duca si poteva leggere uno stupore infinito, mai avrebbe potuto immaginarsi che Oscar vestita da donna fosse così bella, bella da togliere il fiato.
"Oscar…siete bellissima…io non ho parole!".
Solo questo riuscì a dirle, poi le prese una mano e la baciò.
"Aspettate qui non vi muovete, questo gioco sta incominciando a divertirmi".
Detto questo andò via e si avviò verso il centro del salone e fece smettere di suonare ai musicisti.
"Allora, miei cari invitati, sono molto felice che siate venuti tutti…forse state aspettando che vi riveli chi sia la mia futura sposa?
Siete curiosi, vero?
Ebbene per adesso vi dico solo che ella è qui in questa sala, ma è troppo presto per dirvi chi è, più tardi all'annuncio delle nozze vi svelerò chi sia…ma se nel frattempo volete cercarla, fate pure, ma dubito che riuscirete a capire chi sia!".


Improvvisamente il silenzio che si era creato per ascoltare il Duca, si trasformò in un bisbigliare molto forte, che un po' riuscì a placarsi quando la musica riprese.

Oscar se ne stava ancora lì nascosta, aveva il cuore che le batteva all'impazzata, si domandava come avrebbe reagito quando tutti avrebbero saputo chi si nascondesse sotto questo travestimento.
"E Andrè?", si domandava dove fosse ora Andrè, e di come le sarebbe piaciuto averlo adesso al suo fianco.
Lui si che avrebbe saputo come darle conforto.
 
Intanto fuori dal salone vicino ad una vetrata, c'era Andrè che seguiva tutto di nascosto.
Si disse che per ogni evenienza non avrebbe lasciato Oscar da sola.

Il Duca intanto avvertì i Reali che erano appena giunti nella grande sala, anche loro spazientiti, che dovevano aspettare, era davvero questione di poco ormai.
 
Era trascorsa un'ora ed ancora niente!

Il Duca non era andato più vicino ad Oscar, proprio per non far capire a nessuno che fosse lei la futura sposa.
Intanto nessuno era riuscito a capire o avere notizie su questa donna.
La gente incominciava a stancarsi di questo gioco, soprattutto i Reali.
Oramai non si poteva più aspettare, il Duca se ne accorse.
Senza dire niente a nessuno andò vicino ai musicisti e fece smettere di suonare.
Tutti si girarono a guardare il Duca, anche loro sapevano che oramai era ora.

Il Duca si portò di nuovo al centro della sala e disse:
"Vostre Maestà, Signori e signore, vi prego, un po' di attenzione!
Lo so che ormai siete stanchi di aspettare, ma vi dico subito che la vostra attesa è finita!".


Oscar dal suo nascondiglio incominciò a tremare come una foglia, i genitori la guardarono e cercarono di rassicurarla, loro credevano che la sua paura fosse il solo farsi vedere vestita così da tutta quella gente.

"Signori vi invito tutti a prendere una coppa di champagne per brindare", continuò il Duca.
Attese cinque minuti in modo che tutti potessero prendere il loro bicchiere.

Dopo questa attesa riprese il discorso:
"Signori permettetemi di presentarvi la mia futura sposa!".
Il Duca alzò un braccio verso la direzione in cui si trovava nascosta Oscar.
I genitori si fecero da parte lasciando vedere Oscar a tutti.
Il Duca fece segno con la mano ad Oscar di andare da lui.
Gli occhi erano tutti puntati su di lei, dopo un primo silenzio di stupore, ne sopraggiunse un altro per decantare la bellezza di quella donna.

Oscar avanzò verso il Duca, avrebbe voluto camminare al suo solito modo, avrebbe fatto subito, invece, l'abito, le scarpe ed il tremore alle gambe le impedivano i movimenti.
Arrivò piano, piano al centro della sala davanti a tutti.
Il Duca le prese la mano, la baciò e disse:
"Signori, ecco la mia futura sposa".

Tutti rimasero incantati dalla bellezza di quella donna, adesso incominciavano a chiedersi chi fosse?
In molti pensarono che ella doveva essere straniera, una donna così a corte non si era mai vista, anche se qualcuno la riconobbe come la “Contessa straniera” che tempo fa si presentò a Corte e danzò con il Conte Di Fersen. (Grande assente di quella serata).
Oscar aveva lo sguardo basso, non riusciva a guardare in faccia a tutta quella gente, si sentiva esposta come un fenomeno raro che si poteva andare a vedere al circo. Il fatto che ancora nessuno l’avesse riconosciuta la faceva sentire protetta.

La prima a prendere la parola fu la Regina:
"Duca insomma…abbiamo atteso tanto di quel tempo, diteci prego, qual è il nome di questa bellissima donna?".
"Si…perdonatemi Vostra Maestà!
Scusatemi signori…"
, rivolgendosi anche a tutta la sala.
Nel frattempo prese due coppe di champagne, una la porse ad Oscar, l’altra la innalzò invitando tutti a farlo e concluse:
"E' con vero piacere che annuncio il mio fidanzamento ufficiale con questa bellissima donna…che avrò la fortuna di sposare fra un mese esatto!
Ebbene…lasciate che vi presenti la mia futura moglie…in molti la conoscerete già, anche le Vostre Maestà la conoscono molto bene, ma diciamo che…vestita così non l'avete vista mai!
Signori facciamo un brindisi speciale ad Oscar François De Jarjaies, presto futura Duchessa De Plessis-Bellière"
[1] .

In quel preciso istante che venne pronunziato il suo nome, Oscar chiuse gli occhi, riuscì solo a sentire il gran vociferare che le si era creato attorno.
Quando riaprì gli occhi, aveva cento…mille occhi increduli puntati addosso.
Tremava visibilmente, il Duca si accorse del suo stato e le mise un braccio intorno alla vita e le disse sottovoce che non c'era nulla da preoccuparsi.
Poi la portò con sé, verso i Reali.
La Regina era incredula:
"Madamigella…siete proprio voi?".
Oscar si inchinò verso i Reali in un modo un po' goffo, lei non era abituata a farlo con quei vestiti.
Il Re congratulandosi disse al Duca: “Mio caro cugino, non posso che congratularmi con voi…siete riuscito a conquistare la donna più ambita di Versailles!”.
In sala c’era anche Gerodelle, sottoposto di Oscar per anni, lui nutriva dell’affetto per lei, non si era mai dichiarato ed ora vedendola così, bellissima e prossima alle nozze con un altro, gli si spezzò il cuore. Non potè far altro che brindare alla sua felicità e abbandonare la sala per riprendere il suo lavoro di sorvegliaza come capitano delle guardie reali.
In molti ripresi dallo stupore fecero gli auguri ai futuri sposi.
Il Duca riaprì le danze invitando Oscar a ballare.

La festa andò avanti fino all'alba, solo qualcuno era rimasto in disparte a guardare la festa, egli era Andrè!
Il quale avendo visto tutto nascosto dietro ad un finestrone, aveva vissuto momento per momento tutti gli stati d'animo di Oscar, in quella serata e non solo.
Aveva sofferto con lei e continuava a soffrire, impotente aveva assistito a tutto ciò, fra un mese quell'uomo gli avrebbe portato via la sua Oscar.
"No!
No!
No…maledetto, tu non te la porterai via, no…non me la porterai via!".

 
Disegno digitale realizzato con il mio cellulare Samsung Galaxy Note20 Ultra 5G e Paint dal PC  
NOTE 

[1] Lo so l'ho tirata troppo per le lunghe…cavoli! Un po' di suspance! ^_^
continua...
 
NOTA DELL’AUTORE:
Mi ritrovo di nuovo a chiedere scusa per avervi fatto attendere ancora (nonostante la storia sia stata già scritta anni fa, ma la revisione cerco di farla sempre accurata), stavolta più che il capitolo in sé ad essere revisionato è stato il disegno a farmi perdere tempo, l’avrò fatto e rifatto centomila volte e non mi convinceva per niente. A dir la verità, penso ancora che avrei potuto far di meglio, ma se continuavo ad aggiustare l’avrei odiato e sarei andata avanti ancora per mesi.
Detto ciò spero che la storia vi stia piacendo e per i prossimi capitoli cercherò di aggiornare il prima possibile, grazie.

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** DESTINO AVVERSO 8 ***


Destino avverso (8)

 
Era ritornata all'alba, aveva ballato tutta la notte con quell'uomo che presto sarebbe diventato suo marito.
L'aveva messa in mostra per farla ammirare da tutti, esposta come una bambola, "Una bambola che parla e cammina"[1] .
Gli sguardi, quelli, se li era sentiti sempre addosso e pesavano come macigni.
In tutta la sua vita non aveva mai provato qualcosa di simile, era una sensazione orrenda.

Adesso lì, nel suo letto, abbandonata sotto le lenzuola non riusciva a riposare, si rigirava in continuazione, anche se aveva ballato per tutta la notte, non sentiva dolore ai piedi o ad altre parti del corpo, l'unico dolore che avvertiva era quello interiore, quello che le pulsava nel cuore e nella mente.
 

Nei giorni successivi il Duca veniva regolarmente a farle visita e tutte le volte non faceva altro che decantare la sua bellezza, poiché dal giorno del fidanzamento le era stato imposto di non vestirsi e comportarsi più da uomo, gli unici vestiti che si ritrovava nell'armadio, erano da donna.
Ogni giorno era bellissima, sempre un vestito diverso che metteva in risalto le sue forme, lasciando trasparire tutta la sua femminilità.
Eppure tutto ciò non era stata lei a volerlo, erano stati gli altri ancora una volta a decidere per lei.
Oscar si ripeteva che in quelle vesti non si sarebbe mai abituata, gli abiti erano troppo scomodi, le scarpe poi, una vera e propria tortura.
Si chiedeva quanto ancora sarebbe durata tutta quella farsa, ma amaramente constatava che non sarebbe mai finita perché alla fine avrebbe dovuto sposarsi.
 
Quando restava da sola e aveva un po’ di tempo, per occupare la mente era solita sedersi sulla poltrona del salottino di camera sua per leggere un libro.
Quel pomeriggio, mentre leggeva “La nouvelle Heloise” [2],  rifletteva sul fatto di averlo già letto in passato e di non avergli dato l’importanza che meritava, ammise a se stessa di averlo rivalutato tanto.
Un leggero colpo alla porta la fece trasalire e riemergere dalle sue riflessioni.
Una delle cameriere, dopo aver chiesto ed ottenuto il permesso, entrò e disse:
"Madamigella…è arrivato il Signor Duca, l'ho fatto accomodare nel salone…vi sta aspettando".
"Si…grazie, adesso scendo…digli che sto arrivando".
"Con permesso, Madamigella".
 Detto questo la cameriera con un inchino si congedò.

Oscar si alzò e ripose il libro sotto un cuscino del suo letto, poi andò verso lo specchio per darsi una sistemata.
Dopo una settimana stentava ancora a riconoscersi, pensava che quello specchio non avrebbe più riflesso la sua vera immagine.
"Guardati!".
Si disse.
"Guardati Oscar…guarda come ti hanno ridotta! 
Quella non sei tu…no, non sei tu!".

Gli occhi le erano diventati lucidi, prima che iniziasse a piangere, con le mani sistemò qualche piega sul vestito e uscì dalla sua stanza per recarsi nel salone.

Una volta arrivata, si ritrovò faccia a faccia con quell'uomo.
"Oh! Mia cara, siete arrivata, finalmente!".
Detto questo il Duca si alzò, le prese la mano e la baciò.
Oscar queste smancerie non le sopportava, specialmente da lui.
"Sto contando tutti i giorni, uno per uno…finché non diventeremo marito e moglie!".
Continuò, lasciando Oscar a bocca aperta, che per trattenersi dalla rabbia si voltò dall'altra parte.
Poi, lui le mise una mano sulla spalla facendola trasalire, lei si voltò cercando di allontanare quella mano.
Il Duca per nulla intimidito le disse:
"Allora, mia cara…veniamo alle cose pratiche. Ho scelto il vostro vestito da sposa, è un mio regalo, dovrete essere la sposa più bella che nessuno abbia mai visto!
Domani, verranno le sarte per prendere le vostre misure…ne siete felice?".

Oscar, stava letteralmente bollendo dalla rabbia, lo guardò negli occhi furiosa come non mai. Da quando era entrata nella stanza non aveva aperto bocca, l'aveva lasciato parlare, poi non riuscendo più a sostenere la situazione e approfittando del fatto che erano soli, gli rinfacciò con voce trattenuta, tutto il veleno che aveva dentro:
"Felice?
E di che dovrei essere felice?
Forse di sposarmi contro la mia volontà?
Di avermi messo in mostra, per vostro piacimento?
Di aver rinunciato a ciò che ero per essere diventata quella che non sono?
Grazie a voi!!!
No…non potete chiedermi se sono felice quando dentro sto sopportando le pene dell'inferno.
Non avete alcun diritto di chiedermelo…voi lo sapete bene perché ho accettato di spo…".

"Toc, toc!".
In quel momento qualcuno bussò alla porta interrompendo Oscar.
La porta si aprì ed entrò il Generale, Oscar sbiancò letteralmente: "Che avesse sentito tutto?".
Si chiedeva.
"Scusatemi, se sono entrato senza aspettare risposta…ma sentivo gridare e…mi sono preoccupato è successo qualcosa?".
Disse il Generale, guardando Oscar negli occhi.
"No Generale, anzi scusateci se vi abbiamo disturbato…ma sapete, a volte amo discutere con vostra figlia…ah ahah!".
Fu la pronta risposta del Duca.
Il Generale rise anche lui, mentre Oscar doveva reprimere la rabbia che aumentava sempre di più.
"Bene adesso che è tutto risolto, spero che anche stasera ci onorerete della vostra presenza a cena!".

"Oh! Generale…mi dispiace…ma vedete, ho un impegno urgente, magari domani sera…ero solo venuto per informare Oscar, che domani arriveranno le sarte per provare l'abito da sposa!".

"Capisco Duca e vi ringrazio…il vostro è un bellissimo dono!".
Poi rivolgendosi ad Oscar, le disse:
"Oscar, spero che almeno tu abbia ringraziato il Duca?".

Oscar, fu presa alla sprovvista, non seppe che rispondere, in suo aiuto, venne di nuovo il Duca.
"Ma certo Generale, non vi preoccupate…inoltre, mia cara“.
Rivolgendosi ad Oscar.
” Siamo stati invitati ad alcuni balli, sono tutti molto ansiosi di rivedervi…ora vogliate scusarmi ma devo proprio andare!".

Detto ciò andò vicino ad Oscar, le prese la mano, la baciò e strizzando un occhio le disse:
"A domani mia cara!". E si congedò.
Il Generale si offrì di accompagnarlo alla carrozza.
Oscar era proprio fuori di sé, avrebbe tanto voluto dare un calcio a qualcosa, riuscì solo a battere un piede a terra, quell’uomo era così irritante.
Quando il padre rientrò, per non farsi fare altre domande, si congedò con una scusa, ritornando in camera sua quasi correndo. Incurante del vestito, che le intralciava la corsa, appena mise un piede sulla scala, inciampò nell'abito e cadde a terra facendosi male.
Rivolta a terra non riusciva ad alzarsi per il dolore, in suo soccorso arrivò Andrè. Era appena tornato dalla caserma, ancora in divisa, entrando in casa sentì un rumore e qualcuno lamentarsi. Andando a controllare con suo grande stupore, ma soprattutto paura, trovò Oscar a terra.
"Oscar?
Ma cosa ti è successo?".


"Ahia!
Ahia!
Mi fa male, mi fa male Andrè!".


"Ti fa male?
Ti fa male cosa???".


"La caviglia… ahia!
La caviglia!".


Andrè si abbassò verso di lei, le prese il piede che gli indicava, toccò la caviglia con un po' d'imbarazzo e le disse:
"Oscar…è qui che ti fa male?".
"Aaahiaaa!
Sii!".

Oscar stringeva i denti, certo che quelle scarpe poi, non le calmavano il dolore.



Disegno digitale realizzato con il mio cellulare Samsung Galaxy Note20 Ultra 5G e programma Paint dal PC  




In quello stesso momento Andrè, si ricordò di quando erano bambini, e di quanto Oscar gli facesse tenerezza in certe situazioni. Le tolse la scarpa ed accarezzò quel piede, avvolto in una calza bianca di seta, salendo fino alla caviglia, ma vedendo che le faceva ancora male, le mise un braccio sotto le gambe ed un altro dietro la schiena alzandola da terra prendendola in braccio. Oscar fu stupita da quel gesto, per paura di cadere si aggrappò con le braccia al collo di Andrè e molto imbarazzata gli disse:
“Cosa stai facendo?”.
“Mi sembra ovvio, ti fa male la caviglia, non puoi camminare ed io da bravo gentiluomo mi offro di portare in camera sua una dolce donzella in difficoltà!”. 
Oscar rimase senza fiato e provò una forte emozione, tale da farle dimenticare il dolore, erano tante le cose che le passavano per la testa in quel momento stretta fra le sue braccia, si sentiva a casa.
Senza accorgersene si ritrovò seduta sul letto con Andrè vicino che continuava a massaggiarle la caviglia, forse le aveva anche detto qualcosa, ma lei non l'aveva udito.
Sentiva che le piaceva, sì le piacevano le attenzioni di Andrè, il suo cuore batteva forte e la sua mente vagava.
Improvvisamente sentì mancarle il respiro per quel qualcosa che le balenò nella mente, qualcosa che la sorprese più di quanto lei stessa non avesse mai immaginato.
"Io quell'uomo non l'amerò mai, non posso amarlo…no, non posso amarlo…nel mio cuore c'è già un altro uomo! 
Egli mi conosce bene, sa tutto di me, quello che voglio, quello che penso…ancora prima di me!
Mi è sempre stato vicino…da una vita, è una vita che sta con me!
Non mi ha mai abbandonata, nemmeno quando sono stata io a chiederglielo! 
Mi è sempre restato accanto…sempre…come adesso.
E' mai possibile che tu mi voglia ancora bene…Andrè?
Che tu ti prenda cura di me…sempre?
Oh! Che ingrata che sono stata con te…Andrè!
Non si può tornare indietro, purtroppo non si può!".


D'improvviso le vennero le lacrime agli occhi, guardava Andrè e pensava alla sua vita in breve cosa sarebbe diventata, non lo avrebbe avuto più al suo fianco.
"E' solamente una semplice slogatura Oscar".
Disse Andrè preoccupato.
"Un po' di riposo e passerà tutto!".
La guardò e notò le sue lacrime.
"Oscar?".
Lei ricambiando lo sguardo, si buttò verso di lui e lo abbracciò piangendo fortemente.
Andrè a sua volta l'abbracciò e cercò di darle tutto il conforto di cui aveva bisogno.
Quando si calmò, le accarezzò il viso e i capelli, lei si lasciò accarezzare da quelle mani, lo guardò in viso e vide che sorrideva, dandole il coraggio di parlare:
“Perdonami…lo so che non è da me…< Un vero uomo non piange mai >, ripeteva in continuazione mio padre, quando cercavo a stento di trattenere le lacrime…ma le ho trattenute per troppo tempo…”.
Andrè voleva infonderle tutta la tenerezza e l'amore che da sempre provava verso di lei, ora che si era calmata decise di scherzare un po’ con lei, con una faccia semi-seria e in tono da bacchettone, le disse:
“Comunque Madamigella, ci terrei ad informarla che lei ha messo su molto peso!”.
Oscar per un attimo lo guardò interdetta e disse:
“Cosa?”.
“Si mia cara e non penso di dare la colpa al vestito con tutte quelle sottane!”.
In tutta risposta Oscar prese un cuscino da dietro di sé e glielo lanciò contro urlandogli:
“VAI AL DIAVOLO ANDRE’ GRANDIER!!!!”.
Andrè riuscì a schivare il cuscino per una frazione di secondo, il quale andò a schiantarsi sul pavimento.
Entrambi si guardarono per un po’ in cagnesco, non resistendo, alla fine scoppiarono in una fragorosa risata.
Andrè era riuscito nel suo intento!
Nel trambusto, il libro che Oscar aveva nascosto sotto il cuscino, cadde a terra con un tonfo, facendoli spaventare.
Andrè si chinò a raccoglierlo da terra, guardò la copertina e sorpreso glielo porse dicendo:
“Bell’arma di difesa, se mi avessi lanciato questo al posto del cuscino mi avresti sicuramente tramortito…che modo indecoroso per un soldato…perire per colpa di un libro!”.
Oscar, imbarazzata si riprese il libro e lo nascose dietro di se dicendo:
“Smettila di fare il commediante…non te lo avrei mai lanciato”.
Andrè guardandola incerto le disse:
“Ho i miei dubbi…”.
Oscar piccata, gli stava per rispondere, quando Andrè la prevenne dicendo:
“Da quando ti dai a questo tipo di lettura?”.
 
“Perché…tu ne conosci il contenuto?”.
 
“Si…l’ho letto!”.
 
“E come lo descriveresti?”.
 
“Fantasia romantica”.
 
“Eh!?
Tutto qui?”.
 
“Perché, tu lo descriveresti diversamente? E poi se tuo padre scoprisse con che tipo di libri si intrattiene la figlia…poveri noi!!!”.
 
“Smettila di dire stupidaggini!!”.
 
“Ma io non scherzo per nulla!”.
 
 “Confesso…”, continuò Oscar un po’ imbarazzata, “che questa…è la seconda volta che lo leggo.
La prima volta l’ho trovato troppo sdolcinato, non l’ho capito, certe dinamiche erano fuori dalla mia portata…ma ora rileggendolo…e con tutto quello che sta succedendo…mi ritrovo molto nei panni di Julie[3]”.
Andrè rimase molto sorpreso da questa confessione, ma per non imbarazzarla oltre, le disse:
“Bene…ora che stai meglio chiamo la nonna e ti faccio portare la cena in camera così non affatichi la caviglia, va bene?”.
 
“Si, grazie”.
 
Purtroppo questo momento di felicità durò solo poche ore, il giorno seguente arrivò e molto presto arrivarono anche le sarte.

Erano in tre, dato che mancava meno di un mese alle nozze, il vestito doveva essere terminato il più presto possibile, infatti, era già in parte cucito, bisognava solo adattarlo al corpo di Oscar.
Durante le prove erano presenti lì per controllare che tutto andasse bene anche la madre e Nanny.
Ora che quell’incubo si stava concretizzando veramente, Oscar sentiva una morsa dentro di lei, avrebbe tanto voluto sfogare la sua rabbia e dire a tutti la verità, ma non poteva.

I bei momenti vissuti la sera prima con Andrè, erano diventati solo un lontano ricordo. Il dolore alla caviglia era passato, era bastato un giorno di riposo per calmare tutto.
Pensò che era un bene che lui adesso si trovasse in caserma, e che non l’avesse vista vestita in quel modo, si era risparmiato questo ennesimo dolore.
 
L’indomani si alzò molto presto, in casa dormivano ancora tutti, guardò dalla finestra, il giorno ancora non aveva illuminato il cielo che era grigio e scuro, minacciando un temporale. 
Voltandosi poi, si ritrovò a guardare quel manichino con sopra il suo vestito da sposa, ancora da finire, che le ricordava che fra tre settimane si sarebbe sposata con quell’uomo.

Fu colta da una disperazione improvvisa, decise di andare a fare una passeggiata a cavallo per prendere un po’ d’aria, il suo Cesar, da quanto tempo non lo vedeva. Aprì l’armadio, ma i suoi propositi morirono in quel momento, i soli vestiti che si trovavano all’interno erano da donna e con quelli non avrebbe potuto salire in groppa al suo cavallo. Decise comunque di uscire, non ne poteva più di stare chiusa in casa, si sentiva impazzire, prese il primo vestito che le capitò, si vestì in tutta fretta, senza badare se lo avesse allacciato bene e corse giù.
Senza fare troppo rumore, uscendo fuori un brivido la scosse, c'era un vento freddo e lei portava solo un abito leggero che non le copriva né le spalle e né le braccia.
Avrebbe potuto svegliare Andrè e chiedergli di accompagnarla, ma quella notte era di turno, sarebbe tornato solo in tarda mattinata. Persa nei suoi pensieri s’incamminò dietro casa verso il boschetto, assaporando quella sensazione di libertà che non sentiva da tanto tempo, del vento sulla faccia. Stava albeggiando, ma dopo un po' che camminava, incominciò a piovere e siccome lei non aveva alcuna intenzione di rientrare in casa, era troppa la pena che portava nel cuore, s'inoltrò sempre più nel boschetto vagando sotto la pioggia e senza una meta precisa.
Il terreno incominciava a farsi paludoso e con quelle scarpe le risultava difficile proseguire, stizzita se le tolse lanciandole contro un albero, quegli aggeggi infernali le impedivano di sentirsi libera, se avesse potuto togliersi anche il vestito lo avrebbe fatto molto volentieri, oltre ad impedirle di muoversi liberamente  si era tutto ricoperto di fango.
 
Intanto a Palazzo Jarjayes con l’arrivo mattiniero delle sarte che erano venute per finire il vestito, si accorsero che Oscar non era in casa.
La prima a notare la sua assenza fu Nanny, che andando in camera sua per svegliarla, non trovandola pensò si fosse già alzata.
Trovò il letto disfatto, la camicia da notte sul pavimento e l’armadio aperto. La cercò affannosamente per tutta casa senza risultato e preoccupata corse ad avvisare prima Madame Jarjayes e a sua volta il Generale. Le sarte furono congedate con una scusa, se si fosse saputo che la futura sposa era sparita sarebbe scoppiato uno scandalo.
Fuori pioveva incessantemente, il Generale con altri servitori andarono alla sua ricerca, avevano valutato tutte le ipotesi, anche il rapimento.
In casa c'era tutto non aveva portato niente con se, nemmeno il cavallo, quindi non poteva essere scappata o essere andata lontano, doveva essere nelle vicinanze, specialmente sotto quella pioggia torrenziale.
 
Oramai era tarda mattina, Madame De Jarjayes e Nanny, erano sempre più disperate.
"Dove è andata Oscar?".
Si domandavano.
Neanche il Generale con i servi riusciva a trovarla.
"Oscar…Oscar!".
Erano le grida di chi la cercava.


Nel frattempo rientrò Andrè dal turno di notte, stanco morto voleva solo riposare, quando stava per mettere il suo cavallo nella stalla Nanny gli andò incontro e gli spiegò tutto.
Andrè sospettando la causa del comportamento di Oscar si lanciò alla sua ricerca. Il giovane controllò dapprima se Cesar fosse ancora nella stalla ma lui era lì, montò preoccupato sul proprio cavallo e corse via al galoppo nella speranza di ritrovarla presto.
 
Erano ore che Oscar vagava sotto quella pioggia battente, era fradicia, l'acqua e il freddo pungente le erano entrati nelle ossa, ma lei non lo sentiva.

Oramai allo stremo delle forze, il vestito inzuppato ed infangato le impediva ogni movimento, stanca e sfinita si accasciò su di un masso e cadde a terra priva di sensi.

Andrè vagava come un pazzo senza meta, la pioggia non accennava a diminuire e ciò rendeva ancora più difficile la sua ricerca
"Dove sei Oscar…dove sei?".
Continuava a ripetersi.
Vagò intorno alla casa, poi, si ricordò del boschetto e pensò:
"Forse è lì!".

Così subito si addentrò, la chiamava a gran voce, ma niente.
Decise di perlustrare tutto il boschetto, dopo quasi mezz'ora di ricerca, vide un qualcosa di strano da lontano, avvicinandosi scese dal cavallo e raccolse ciò che trovò a terra, era una scarpa femminile, doveva essere di Oscar.
Vagando con lo sguardo trovò anche l’altra scarpa, preoccupato ancora di più pensò che doveva trovarsi nelle vicinanze.

Decise di proseguire a piedi e dopo vari minuti, intravide qualcuno sdraiato a terra.
Era lei, la riconobbe, subito corse gridando il suo nome:
"Oscar!!!".

Quando le arrivò vicino ebbe quasi paura di toccarla, sembrava morta.
Andrè non capiva, perché lei si trovasse lì, sotto la pioggia.
"E' stata la disperazione…vero amore mio?".
Le disse.
Fece per prenderla in braccio, restò quasi bloccato sentendo che era gelata, provò a chiamarla, ma niente.
Provò a sentirle il cuore, e anche se appena percepibile lo sentì battere ancora.
Allora la prese in braccio e in groppa al suo cavallo corse come un pazzo verso casa.



NOTE 

[1] Questa frase, tutta completa è: "Lei assomiglia ad una bambola che parla e cammina".
E' un complimento fattomi da un signore…almeno credo che lo sia! °_°
[2] La nouvelle Heloise: è un romanzo epistolare, pubblicato nel 1761, dello scrittore e filosofo Jean-Jacques Rousseau. (Nel manga Oscar l’ha letto veramente,  non una, ma due volte).
[3] La nobildonna Julie d’Étanges aveva rinunciando all’amore per un uomo di rango inferiore, il suo precettore Saint-Preux, sposando invece un maturo amico del padre, M. de Wolmar.
continua...

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** DESTINO AVVERSO 9 ***


 
Destino avverso (9)

Oscar si era ripresa dopo due giorni in cui aveva dormito profondamente a causa della febbre alta, di tanto in tanto riapriva gli occhi, ma poi stanca, sfinita, sprofondava nell'oblio della febbre.
Tutti le erano stati accanto, Andrè non si era mai mosso dal suo capezzale, aveva chiesto e ottenuto aiuto dal Generale per poter avere dei giorni di permesso dalla caserma.
Non l'aveva mai abbandonata e a lui, Oscar, una volta sveglia aveva raccontato il motivo di quel gesto.

Chi s'infuriò enormemente fu il Duca che inveì contro il Generale, dicendogli che questa era una cosa inammissibile, trovare la futura sposa priva di sensi sotto la pioggia battente, da sola e per di più in un bosco, senza essere vista da nessuno, cosa avrebbe pensato l’intera corte se si fosse saputo?!

Il Generale, molto rammaricato, si scusò con il Duca giurandogli che non sarebbe più accaduto nulla di simile, mantenendo il dovuto riserbo sulla faccenda.

In un primo momento il Generale diede tutta la colpa ad Andrè, essendo egli, il più vicino ad Oscar, questa volta non si era preso cura di lei come avrebbe dovuto.
Poi, riscosso da quel momento d'ira si scusò, ormai Oscar non viveva più da uomo e Andrè era ancora arruolato, quindi quella di proteggerla non faceva più parte delle sue mansioni.
 
 

Una volta sveglia, Oscar liquidò tutti con la storia che voleva fare una passeggiata da sola, di essersi inoltrata nel bosco e che una volta sorpresa dalla pioggia era andata in cerca di un riparo e che non riuscendo più ad orientarsi, non era stata in grado di tornare indietro.
Il Duca non credendo a queste parole, rimasti soli con la servitù, chiese a tutti di uscire dalla stanza per poterle parlare in privato.
Mentre le cameriere ed Andrè con un assenso di Oscar stavano lasciando la stanza, Nanny non si mosse di un passo.
Il Duca spazientito rivolto a Nanny disse: “Forse non mi avete sentito?”.
Nanny per nulla intimorita rispose: “Certo che vi ho sentito Signore!”.
“E allora perché non uscite!!”.
Il Duca si stava alterando di più.
“Perché io non lascio la mia bambina sola con un uomo, anche se è il futuro sposo, specialmente in camera da letto e in questo stato!”.
Anche Nanny indispettita alzò un po’ la voce.
Il Duca stava per inveire su di lei, quando intervenne Oscar.
Duca! Non vi permetto di trattare così la mia balia, infondo si sta solo preoccupando per me.
Nanny, ti prego, lasciaci soli, sarà per poco, te lo prometto…il Duca è un gentiluomo, non oserà farmi nulla, poi, in caso contrario, lo sai…io mi so difendere da sola!”.
Le ultime parole le disse facendo un occhiolino e sorridendo a Nanny, mentre al Duca rivolse uno sguardo truce.
Calmata Nanny, la quale uscì dalla stanza, il Duca iniziò a fare avanti e indietro davanti al letto di Oscar borbottando, mentre lei lo fissava in attesa che parlasse e pronta a controbattere.
Quando, poi, finalmente si calmò, si fermò davanti a lei e disse:
“Io, non ho creduto ad una sola parola di ciò che avete detto per giustificare l’accaduto, vi rendete conto di quello che sarebbe potuto succedere?
Se era una messinscena per rimandare o annullare il matrimonio, potete anche scordarvelo…non dimenticate il nostro patto…”.
“E come potrei dimenticarmene???”
Intervenne Oscar, irritata e amareggiata.
Bene! Ora che lo ricordate, se non volete che metta in atto quello che potrebbe succedere se non verrà rispettato, vi consiglio di non fare più questi colpi di testa!
Per questa settimana il ballo a cui eravamo invitati è saltato, dando come scusa una vostra indisposizione, ma la prossima settimana e oltre ci sarete!!!
Domani, torneranno le sarte per completare l’abito da sposa…abituatevi  presto sarete mia moglie e tante cose cambieranno!!!”.
Detto ciò, si congedò lasciando Oscar ancora più sconfortata.
 
 
Trascorsa questa breve parentesi di paura, tutto era tornato come prima.
I preparativi per il matrimonio continuavano, oramai mancavano solo due settimane.

A volte trascorrevano giorni senza che Oscar ed Andrè si vedessero, lei sempre trascinata ovunque a far acquisti, balli, pranzi, cene…e lui o in caserma o a casa ad occuparsi di altre mansioni.

Negli ultimi tempi, Andrè per soffocare il suo dolore e per cercare una soluzione, quando usciva dalla caserma rincasava sempre molto tardi.
Andava da solo nelle taverne a bere per dimenticare, fu una di queste sere che in una taverna incontrò Alain.

"Andrè!Vecchio mio…
 Perché non mi hai detto che venivi qui?
Saremmo potuti venire insieme".

"Ciao Alain…in realtà è stata un’improvvisata, ho vagato senza meta!".

I due si sedettero ad un tavolo, ordinarono da bere ed incominciarono a chiacchierare.
Il discorso ricadde subito su Oscar, Andrè subito si rabbuiò e divenne silenzioso.
"Andrè…il comandante fra pochi giorni si sposa…è per questo che sei venuto qui ad ubriacarti?".

Andrè abbassò lo sguardo, cercò di trattenere le lacrime che con forza volevano uscirgli fuori.

"Allora Andrè…perché non rispondi?".

Andrè continuando a non rispondere, prese il boccale di birra che gli aveva appena portato l'oste e lo ingurgitò tutto d'un fiato.
Alain lo guardò con gli occhi sbarrati, mai aveva visto il suo amico ridotto così.

"Stai proprio messo male amico mio!".

Disse Alain con voce bassa, ma aveva capito tutto quello che stava provando il suo amico.
Andrè, lo guardò, poi riabbassando lo sguardo gli rispose solo con un flebile:
"Si!".
“Però, tutto questo dal Capitano non me lo sarei mai aspettato, sapeva benissimo quanto tu l’amavi, sembrava che ci tenesse a te e invece…”.
“Alain, non è come sembra purtroppo…”.
“Che vuoi dire?
Che stavolta il padre è riuscito nell’intento di costringere la figlia a sposarsi?”.
“No…”.
"Non vuoi proprio raccontarmi nulla?".
Andrè, rigirando il boccale ormai vuoto fra le mani, gli rispose:
“Non è facile…”.
“Tu provaci!”.
Gli rispose Alain sempre più convinto di poterlo aiutare.

Così, fra una chiacchiera e l'altra, fra un bicchiere e l'altro, Andrè finì per raccontare tutto ad Alain, sapendo che di lui ci si poteva fidare.

"Ma è assurdo!
Com'è possibile che il comandante ceda ad un ricatto come questo?".


Disse Alain incredulo.

"Ti prego Alain…non gridare, hai promesso di mantenere il silenzio!".

"Oh!
Si, scusami, non volevo!".


"Vedi Alain…il fatto è…che io ho promesso ad Oscar che non avrebbe sposato quell'uomo, o meglio, che non sarebbe mai… stata sua!".

"E adesso non sai come fare, vero?".

"Già…l'unica soluzione sarebbe quella di fuggire, ma… alla fine sarebbe salva solo lei, mentre la sua famiglia cadrebbe in rovina!".

"Beh!
E' una bella gatta da pelare questa…ma forse insieme si potrebbe trovare la soluzione…che ne dici?".


E gli strizzò l'occhio.

Andrè un po' meravigliato gli rispose:

"Alain… tu hai forse una soluzione?".

C'era tanta apprensione in quella domanda che Alain mostrò un sorriso soddisfatto ad Andrè, e gli disse: 

"Non proprio…ma forse…".

Così, Alain, raccontò ad Andrè ciò che aveva in mente, ed entrambi si dissero che la cosa era rischiosa, ma che tutto sommato, avrebbe tolto Oscar via dalle grinfie di quell'uomo[1] .
 



Era trascorsa una settimana, Oscar era sempre molto agitata, nervosa e stava quasi sempre rinchiusa in camera sua.

Andrè, come sempre continuava a svolgere le sue mansioni, ad Oscar non fece mai parola di ciò che stava preparando con Alain, il quale incontrava quasi tutte le sere per sistemare il loro piano.

Il Duca come sempre, continuava a recarsi tutti i giorni a Palazzo Jarjayes per far visita ad Oscar e a rimanere a cena con la famiglia.
In queste cene si parlava, si rideva, si facevano progetti…tutti, tranne Oscar che rimaneva sempre in silenzio.

Molte volte scherzando ridevano di lei, ma ella presa com'era dai suoi pensieri nemmeno se ne accorgeva, attirando così l'attenzione dei presenti, e quando le si chiedeva il perché di quella sua stranezza, ella rispondeva che aveva mal di testa e a volte con questa scusa riusciva a liberarsi di tutti e a ritirarsi nella sua stanza.

Al di fuori della porta si potevano udire i suoi singhiozzi, le urla di rabbia soffocate con il cuscino, ma nessuno li sentiva, tranne Andrè, fermo dietro la sua porta l’ascoltava e gli si straziava il cuore.
Era grande il suo amore per Oscar, tanto grande da non farsi scoraggiare dagli eventi, anzi avrebbe lottato per lei fino alla fine.
 



Erano trascorsi cinque giorni, al matrimonio ne mancavano solo due, tutto era pronto.
Quando si entrava nella stanza di Oscar vi si poteva vedere padroneggiare nel suo splendore l'abito da sposa messo su di un manichino.
Esso era di seta, color oro, molto ampio, rifinito con pizzi, merletti e ricami, non molto scollato né sul davanti nè dietro.
Di sicuro, Oscar, sarebbe stata la sposa più ammirata ed invidiata di Versailles.
Ma ad ella ciò non importava, stava malissimo, a che valeva essere la più ammirata, invidiata, se alla fine sarebbe stata la sposa più triste e disperata!
 



Un altro giorno era trascorso, il conto alla rovescia ormai volgeva al termine, ed il giorno seguente ci sarebbero state le nozze.
In casa Jarjayes, tutto era pronto, tutta la servitù indaffarata nei giorni scorsi, ne approfittò per riposarsi un po'.

La giornata trascorse piano e silenziosa:
Oscar, aveva chiesto di voler rimanere tutto il giorno in camera sua e di non voler essere disturbata.
Dopo aver trascorso una notte insonne e mezza giornata dal trattenersi a non fare in mille pezzi quell’orribile vestito che l’indomani avrebbe indossato, ormai stanca e senza più lacrime si addormentò in un sonno agitato.

Quel pomeriggio Andrè era andato da Alain, per mettere a punto le ultime preparazioni del loro piano e con lui era stato a casa del Conte Gerodelle, non era stato facile ottenere ciò che gli chiedeva, ma alla fine ci era riuscito[2].

La sera stava ormai calando quando prese la strada del ritorno, arrivò quando il buio aveva già oscurato tutto.

Oscar si era da poco svegliata e vane furono le insistenze da parte di Nanny per farla cenare.
Non voleva vedere né sentire nessuno, voleva starsene da sola.

Andrè dopo un po' che era rincasato chiese alla nonna notizie su Oscar, lei gli rispose che aveva detto di volersene stare da sola e che non aveva voluto nemmeno cenare.

Allora, Andrè, decise che più tardi sarebbe andato da lei.
 
Era notte fonda ormai, quando Oscar sentì bussare alla sua porta, in un primo momento voleva far finta di non aver sentito, o che stesse dormendo, poi visto che insistevano a bussare e dopo aver sentito la voce di Andrè che la pregava di farlo entrare, decise di aprire.
Era ancora in camicia da notte dalla notte precedente, si mise su una vestaglia ed andò ad aprire.
Aprì solo con la chiave e lasciò che Andrè aprisse la porta ed entrasse da solo.

Quando egli entrò si meravigliò, la stanza era immersa nel buio, Oscar non aveva acceso nemmeno una candela, così cercò di far luce, con il candelabro che aveva in mano.
Cercò Oscar, la vide era voltata di spalle vicino alla finestra.

"Oscar!".

La chiamò e lei lentamente si voltò, la vide, non riuscì a spiegarsi cosa provò in quel momento, aveva il cuore straziato.
Oscar era in uno stato pietoso: aveva gli occhi rossi, gonfi e le sembrava così piccola e fragile [3] .

Oscar guardando lo stupore di Andrè, abbassò gli occhi e con voce strozzata, gli disse:
"Andrè… perché sei venuto, avevo chiesto di restare da sola".

"Oscar, io non potevo lasciarti sola nel tuo dolore".

Allora lei, voltandosi di nuovo di spalle gli disse:

"Andrè…ti prego, non aggiungere altro!".

Andrè posò il candelabro su di un mobile, le si avvicinò e cercò di abbracciarla, ma lei dimenandosi, lo pregò di lasciarla stare, non voleva essere toccata da lui, perché poi, non avrebbe avuto più il coraggio di lasciarlo. 

Voltandosi verso di lui poi, incominciò a piangere.

"Oscar…non puoi ridurti così per colpa sua!".

Si voltò nuovamente di spalle e strinse forte davanti a sé la tenda della finestra.

Andrè si avvicino da dietro, la strinse forte a sé e le disse:
"Oscar…io ti amo…ti amo tanto…anch'io sto soffrendo…tanto, come te!".

Senza aspettare risposta, la prese in braccio e la portò sul letto, si sedette vicino a lei, tenne la sua testa sulle proprie ginocchia e carezzandole il viso ed i capelli restò con lei finché non si calmò e sicura fra le sue braccia si addormentò.
Rimase tutta la notte a vegliare il suo sonno agitato, promettendole a bassa voce che tutto si sarebbe sistemato.

Prima dell'alba se ne andò lasciandola dormire, ma prima si soffermò a guardarla e contemplando la sua bellezza le diede un bacio lieve sulle labbra. 

In mattinata fu svegliata da Nanny.
Per prima cosa le fu fatto fare un bagno, poi, Nanny con l'aiuto di altre cameriere iniziarono a vestirla, Oscar si sentiva morire.

Era una sposa incantevole, quel vestito, le stava proprio bene, per i genitori era difficile descrivere quanto fosse bella, una perfetta sposina agli occhi di tutti.
L’acconciatura a boccoli con un cerchietto di fiori incorniciavano tutta quella bellezza, quasi come fosse stato un quadro dipinto da un pittore.

Disegno digitale realizzato con il mio cellulare Samsung Galaxy Note20 Ultra 5G
  

Ormai giunta ora, si avviarono tutti verso la carrozza, anche stavolta l'avrebbe condotta Andrè.
Da lontano mentre Oscar veniva accompagnata dai suoi genitori, sfiorò lo sguardo di Andrè.
Tante erano le cose che avrebbe voluto dirgli, la disperazione che aveva dentro, cresceva sempre di più.
Stava per abbandonare la sua casa, i suoi affetti…il suo Andrè.

Durante il tragitto, Oscar rimase per tutto il tempo in silenzio, mentre i genitori, felici chiacchieravano allegramente.
Una volta arrivati davanti alla Cattedrale di Notre Dame, il padre le prese la mano e l'accompagnò verso l'altare, dove c'era il Duca che l'aspettava.

La Cattedrale era gremita di gente, tutti gli invitati ammirarono la sposa, una sposa incantevole.
Ad Oscar il cuore batteva all'impazzata, avrebbe tanto voluto avere Andrè vicino a lei per darle coraggio, invece lui rimase nascosto dietro ad una colonna a vedere tutto.
Arrivata all'altare il Duca le disse che era bellissima!
Poi ci fu la cerimonia religiosa, tutto si svolse normalmente, ad Oscar quanto costò pronunciare quel sì!

Verso la fine del rito religioso, ci fu anche il bacio degli sposi, cosa che Oscar non voleva assolutamente, ma che il Duca quasi la costrinse a fare, avvicinandosi e baciandola.
Oscar, oramai odiava a morte quell'uomo, tanto, che con lo sguardo lo fulminò.

Alla fine del rito, sia Oscar che il Duca oltre a firmare il documento di matrimonio, firmarono anche il contratto con cui il Duca l'aveva ricattata.
Il Duca disse al prete, mentendogli, che quel contratto era solo una formalità, che era un patto che avevano stretto lui ed Oscar e che non c'era nulla di illegale.
Finito tutto, alla Reggia si svolse il gran ricevimento, con la presenza dei Reali.

Ci furono danze e cibo a quantità, Oscar suo malgrado dovette danzare con il Duca, recitando ancora la sua parte di brava sposina, a tavola non toccò praticamente cibo.
Tanti brindisi furono fatti in loro onore ed ella doveva anche sforzarsi di sorridere, far vedere che era felice.
 
Andrè era nei paraggi a controllare la situazione, il quale si fermò anche a parlare con Gerodelle per discutere di alcune cose.

Era notte inoltrata, ed arrivò la fine del ricevimento, tutti gli invitati andarono a salutare gli sposi, fra questi, anche i genitori di Oscar, ciò la rese ancora più triste, avrebbe tanto voluto andare via con loro.
Anche i Reali si congedarono, poi ci fu il ritiro degli sposi.

Oscar fu portata in un'ala della Reggia, dove era meno sorvegliata, e dove risiedevano gli appartamenti del Duca.
Fu fatta entrare nella stanza da letto e qui, fu preparata per la prima notte di nozze dalle cameriere.
La camicia da notte che le avevano fatto indossare era molto scollata e trasparente, quasi si vergognava a farsi vedere così da loro.
Poi le fu data anche una vestaglia, in modo da coprirsi un po', mai come negli ultimi tempi il suo corpo, le sue forme erano state messi così in mostra.
Dentro Oscar cresceva sempre più la paura e lo sconforto.
Ormai preparata per la notte, fu lasciata dalle cameriere sola, in camera, avrebbe tanto voluto fuggire, andarsene via e non tornare più.

Riuscendo a trovarsi per un attimo sola, pensò ad Andrè, ma questa pace durò poco perché, d'improvviso si spalancò la porta ed entrò il Duca, Oscar ne fu quasi terrorizzata.

Anche lui era in tenuta da notte, le si avvicinò e disse:

"Siete bellissima…e questa notte sarete anche mia…tutta mia!".

Poi estrasse dalla tasca della vestaglia il contratto del ricatto, lo mostrò ad Oscar dicendole che lei ormai gli apparteneva e che senza di quello non avrebbe mai potuto liberarsi di lui.
Poi, aprì un cassetto della scrivania, posto in un angolo della stanza, vi mise il documento all'interno della cassettiera, chiuse a chiave e ripose la chiave nella tasca della vestaglia.

Nel frattempo Oscar era rimasta a guardarlo in silenzio, sentendo sempre di più, dentro di sé il disprezzo per quell'uomo.
Poi, le si avvicinò e le afferrò le braccia talmente forte da farle male, impedendole così di muoversi.

Oscar cercò di divincolarsi, dicendogli di lasciarla stare, che lui non aveva il diritto di farle questo.

Poi stringendola più forte verso di sé tentò di baciarla, Oscar, si sentì spacciata, quando all'improvviso…?????[4]
NOTE

[1][2]Vi piacerebbe sapere ciò che si sono detti quei due-tre, vero?
Mi dispiace, ma lo scoprirete nella prossima puntata (Se continuerete a leggere questa storia ^_^). 

[3] Piccola casualità con il titolo della canzone di Drupi! ^_^


[4] Continuate a seguire la storia e lo saprete…un po' di suspance ci vuole! ^_^
continua...
 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3955321