Un racconto di Natale

di cassiana
(/viewuser.php?uid=29360)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prima Domenica dell'Avvento ***
Capitolo 2: *** 8 Dicembre ***
Capitolo 3: *** Terza Domenica dell’Avvento ***
Capitolo 4: *** Il giorno di Natale ***
Capitolo 5: *** Epilogo: La sera di Natale ***



Capitolo 1
*** Prima Domenica dell'Avvento ***


 
Disclaimer: Trama, personaggi, luoghi e tutti gli elementi che questa storia contiene, sono una mia creazione e appartengono solo a me.
Nota: “Questa storia partecipa a Prompt nevosi e natalizi indetta da Emy Milicchio nel Giardino di Efp”
1) A non sa pattinare e B prova a insegnarglielo
23) Anche da adulto, A non crede di essere troppo grande per un pupazzo di neve, specialmente ora che B è entrato nella sua vita
35) Decorare l'albero è sempre divertente, specie se in coppia, o in gruppo
42) La mattina di Natale con gli occhi di un bambino
PS: Arriverà il momento in cui smetterò di scrivere su questi personaggi...ma non è questo il giorno! 




20201226-130456




Prima Domenica dell’Avvento




La bambina si appoggiava a lui col corpicino magro mentre Malcom finiva di stringerle la stringa del pattino. Lucine lo guardò con il visetto trepidante: era la prima volta che pattinava e l’emozione si mescolava alla paura. Il piumino rosso col cappuccio bordato di peluche bianco e il cappellino di lana abbinato la facevano sembrare un’elfetta e s’intonavano alla perfezione al clima natalizio. Erano andati a Regent’s Park perchè Lucine voleva vedere i pinguini e gli orsi polari allo zoo e con l’occasione Malcom le aveva proposto un giro sui pattini. La pista da pattinaggio quella domenica era gremita di persone che volteggiavano con sicurezza o si aggrappavano incerte ai bordi. Un enorme albero decorato con una profusione di fiocchi e palline attirava l’attenzione dei bambini per il trenino che percorreva le rotaie che giravano intorno alla sua chioma, sbuffando vero vapore. Gli altoparlanti spandevano a tutto volume le note delle canzoni natalizie e le voci di Mariah Carey, Bing Crosby, George Michael e Frank Sinatra si mescolavano col tintinnio delle campanelle e il vociare dei bambini e degli adulti che pattinavano. Nell’aria c’era odore di zucchero, mele caramellate, cioccolata e vino caldo. Malcom si tirò su e sporse le labbra in avanti:
 
- Va bene, ora: tieni il baricentro un po’ basso e prova a tenerti in equilibrio.

Lucine strinse le labbra, ma non lasciò andare la mano del padre.
 
- Non ti preoccupare, ci sono io che ti tengo. Prova!

La bambina si staccò lentamente e il visetto si aprì in un’espressione di gioia quando capì che poteva stare in piedi sulle lame senza cadere. Mosse con titubanza qualche passo. Il petto di Malcom si riempì di orgoglio nel vedere i progressi seppur minuscoli della figlia. Da quando era arrivata la notizia della sua esistenza, otto mesi prima, la sua vita era stata sconvolta del tutto: non immaginava nemmeno quanti e quali cambiamenti poteva portare un bambino, soprattutto uno già grande come Lucine. Aveva avuto la fortuna di trovare un alloggio un poco più grande proprio nella stessa via dove abitava a Clapham e aveva permesso a Lucine di arredare la sua micro cameretta come meglio credeva e questo aveva mandato la bambina fuori di testa dalla contentezza, abituata com’era all’austera camerata dell’orfanotrofio o alle stanze già arredate delle case famiglia a cui era stata affidata. Durante quel periodo avevano avuto numerosi colloqui con il giudice e gli assistenti sociali e stavano seguendo un ciclo di terapia familiare. La bambina era estroversa e tutto sommato di buon carattere. Aveva accolto la notizia di avere un padre con una calma preoccupante, come se sapesse in fondo che prima o poi Malcom sarebbe arrivato. A distanza di quasi un anno padre e figlia si stavano ancora studiando. La psicologa gli aveva spiegato che la bambina avrebbe cercato di metterlo alla prova e testare fin dove poteva arrivare, ma per il momento stavano prevalendo la curiosità e la gioia di un legame ritrovato. Lucine lo chiamò  e Malcom pattinò fino a lei che si teneva ancora ai bordi della pista. 
 
- Brava Luce! Che dici facciamo qualche giro e poi ci prendiamo una cioccolata calda? Tieni un po’ più basse le ginocchia. 

Gli angoli della bocca le si alzarono lentamente per aprirsi in un sorriso estasiato e la bimba annuì entusiasta. Fecero qualche giro intorno alla pista, cercando di non scontrarsi con gli altri pattinatori. Lucine all’inizio era titubante e in un momento di distrazione piombò col sedere per terra. Malcom allargò gli occhi allarmato, ma la sua esperienza con i bambini gli aveva insegnato come comportarsi, così aiutò la piccola a rialzarsi spronandola e complimentandosi con lei.  Dopo parecchi giri, infatti Lucine si tranquillizzò e iniziò a prendere confidenza con i pattini: ormai andava da sola, senza più reggersi alla mano di Malcom. Tanto che a un certo punto approfittando di una distrazione dell’uomo sfrecciò spericolata ed esplose in una risata di pura gioia quando il padre sorpreso le corse dietro. In quel momento gli ricordò Myra e gli si strinse per un attimo il cuore. A volte si chiedeva come sarebbe stata la sua vita se lui e la compagna si fossero disintossicati e fossero diventati una famiglia.
 
- La prossima volta può venire anche Brenda?
- Certo! Ti piace lei?
- E' buona con me e ti vuole bene. 

Malcom abbracciò la bambina ridendo. Le rubò il cappello e lei lo inseguì  metà indispettita e metà divertita. Quando arrivarono a bordo pista Malcom si appoggiò alla balaustra:
 
- Sono distrutto. Che ne dici di quella cioccolata calda ora? 
- Siiii! 

 
Uno scampanellìo sottolineò lo strillo della bambina mentre entrambi si mettevano in fila. 





 

§Angolino Autrice§


Visto che quest’anno è andata così mi sono sfogata scrivendo questa storia in cui ho inserito tutti i clichè natalizi che potevo! Ho attinto a profusione dai miei ricordi di bambina degli anni ‘80 in cui si riuniva la famiglia in queste tavolate infinite, con nonni, zii, cugini, il cibo, i giochi, la nonna che vinceva sempre e lo zio che rosicava, il cibo, la tombolata, le luci, i regali, un fantomatico quanto educato Babbo Natale che suonava sempre il campanello (ma noi non lo beccavamo mai), le luci, l’ho già detto il cibo? XD Insomma volevo ricreare l’atmosfera di quei momenti felici. Questo è il mio regalo per voi e vi auguro di cuore un Natale sereno. 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** 8 Dicembre ***


8 Dicembre
 
Brenda fece un passo indietro per osservare meglio l’albero, forse avevano un po’ esagerato con le decorazioni, ma l’abete splendeva di luci e colori: era ricoperto di palline e fiocchi oro e rossi, angioletti e campanelli, piccole pigne dorate e mini elfetti vestiti di rosso, la base avvolta da un festone verde brillante. 
 
- Dobbiamo mettere il puntale adesso!

La vocina di Lucine rimbombò d’entusiamo nel piccolo salone di Malcom. Brenda fece una carezza alla testolina della bambina che sporse in avanti le labbra. Qualche giorno prima avevano praticamente svaligiato il reparto delle decorazioni di Selfridge, ma quello era il primo Natale insieme e voleva dare a Lucine una festa meravigliosa. Era una bambina adorabile e ogni volta che scorgeva in lei una qualche somiglianza con Malcom a Brenda si allargava il cuore d’amore: aveva quello stesso modo di fare il broncio quando era sovrappensiero, lo stesso ghignetto che le faceva alzare solo gli angoli delle labbra, la stessa impulsività e a volte era ostinata proprio come il padre. Nonostante Brenda avesse immediatamente accolto l’idea di accudire la bambina insieme, non aveva potuto fare a meno di provare ansia. Non sapeva se sarebbe stata in grado di essere una buona mamma, se Lucine l’avrebbe accettata o se invece non avrebbe iniziato una guerra psicologica nei suoi confronti fatta di gelosia e dispetti: non era un comportamento difficile da riscontrare nei ragazzini adottati in età avanzata. Per fortuna però Lucine sembrava più che felice di aver trovato dei genitori che le volevano bene o forse doveva ancora elaborare il tutto. Brenda non lo sapeva e perciò cercava di fare del suo meglio. S’inginocchiò vicino alla bambina che appoggiò la testolina sulla sua spalla con gli occhi sognanti:
 
- Pensi che a papà piacerà? 
- Sono sicura di si, tesoro. 

Quando le aveva viste cariche di pacchi qualche giorno prima Malcom era scoppiato a ridere:
 
- Volete trasformarmi la casa nella succursale del villaggio di Babbo Natale? 
- Siiiiii! 

Aveva risposto Lucine con la sua vocetta squillante sorridendo. 
Ora porgeva la stella dorata a Brenda che si allungò per incastrarla sulla punta dell’albero. 

 
- E ora accendiamo l’albero. Spegni la luce centrale, dai!

La bambina si precipitò a premere l’interruttore e quando si voltò, la bocca le si aprì in una O di meraviglia nel vedere l’albero finalmente completo risplendere di luci. La bambina battè le mani estasiata e corse ad abbracciare Brenda che l'accolse a sua volta tra le braccia, piena d'amore.  




 

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Terza Domenica dell’Avvento ***


Terza Domenica dell’Avvento



Con somma gioia di Lucine quella notte aveva nevicato, con i piedini scalzi era corsa ad avvisare Malcom e insieme si erano affacciati alla finestra osservando la coltre bianca che ricopriva la strada. 


- Facciamo prima colazione, poi vogliamo scendere? 

Chiese Malcom accendendo il bollitore. Scaldò una tazza di latte e appoggiò una confezione di wetaabix davanti a Lucine. Intanto aveva acceso la tv dove davano uno speciale natalizio dei Muppets. Si portò la tazza di the in camera e chiamò Brenda:

- Ce la fai a venire oggi? 
- Cercherò di fare tutto il possibile: devo insegnare a fare i biscotti a Lucine. 
- Penso che la tube sia ancora aperta, vuoi che ti veniamo a prendere? 

Con una risatina Brenda gli disse di non preoccuparsi e che si sarebbero visti più tardi. Intanto la voce di Lucine si alzava dalla cucina a tempo con una canzoncina natalizia. Malcom la osservava appoggiato allo stipite della porta con un sorrisetto orgoglioso che gli alzava gli angoli delle labbra. Quando la canzone terminò Lucine si voltò verso di lui che esclamò: 

- Brava! Dai, ora corri a vestirti che scendiamo! 

La neve era abbastanza alta da coprire anche le automobili parcheggiate. Uno spazzaneve del Comune girava per vie di Clapham buttando sale sulla strada. Malcom preoccupato si era portato un sacchetto di salgemma per liberare il parabrezza della sua golf. Lucine accanto a lui, imbacuccata col suo piumino rosso, batteva i piedini e si divertiva a creare nuvolette di vapore col fiato.  

- Papà, facciamo un pupazzo di neve? 

Tirò impaziente la giacca di Malcom, alcuni ragazzi più avanti stavano ingaggiando una battaglia di palle di neve e la bambina li guardava invidiosa. Malcom terminò di grattare il parabrezza con l’apposito raschietto:

- Aspetta ancora un momento, tesoro. Forse dopo dobbiamo andare a prendere Brenda. Vuoi farlo con lei il pupazzo?  

Era anni che l'uomo non costruiva un pupazzo di neve, forse da prima ancora che se ne andasse da Leeds, dove con la sorella faceva a gara con i vicini a chi ne faceva uno più bello. Vide il visetto deluso della figlia e fece spallucce, in fondo non era troppo grande per fare un omino di neve. Prese la bambina per mano e si diressero verso il parco osservando che lì sicuramente la neve sarebbe stata più alta e pulita. Scansarono le palle di neve volanti e trovarono un posto dove poter raccogliere la neve. Non erano stati gli unici ad avere quell’idea e il piccolo parco di quartiere era pieno di genitori e bambini. Lucine iniziò a raccogliere la neve e la portava a Malcom che intanto la compattava in una palla abbastanza grande da fare da base e poi la testa. Ogni tanto Lucine faceva un passo indietro con sguardo critico, come aveva visto fare a Brenda quando aveva decorato l’albero e dava istruzioni al padre. Malcom si stava davvero divertendo e accettava di buon grado gli ordini della figlia. 

- Papà ma non abbiamo portato niente per decorarlo! 
- Allora andiamo a cercare due rametti per le braccia e che ne dici di due ghiande per fare gli occhi? 
- E non lo vestiamo? 

Entrambi sporsero le labbra e se Brenda fosse stata lì si sarebbe ribaltata dalle risate. Si guardarono un po’ intorno in cerca di un’idea e poi Lucine s’illuminò:

- Possiamo mettergli una corona! 
- Una corona di neve, così sarà il King degli Snowmen! 

Insieme ammucchiarono un altro po’ di neve e Malcom sollevò la bambina perchè potesse modellarla sul capo del pupazzo. Si allontanarono entrambi di un passo per vedere l’opera finita e batterono il cinque entrambi entusiasti del risultato. Malcom tirò fuori dalla tasca la polaroid che si era ricordato di prendere all’ultimo momento e fece una foto a Lucine abbracciata al pupazzo di neve. Curiosa la bambina osservò la foto che prendeva vita sulla pellicola.

- La regaliamo a Brenda? - chiese con il visetto illuminato - così non si dispiace che non l’abbiamo fatto con lei.

Malcom accennò di si con la testa, le posò un bacio sulla tempia e tornarono a casa mano nella mano, facendosi gli sgambetti e i dispetti come due ragazzini. 

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Il giorno di Natale ***


Il giorno di Natale




Quando Lucine entrò nel salone sbadigliando corse subito verso l’albero circondato di pacchetti. La sera prima era voluta rimanere sveglia per forza fino a tardi per ascoltare i cantanti di carole ed era voluta scendere a cantare con loro. Malcom e Brenda la raggiunsero e insieme iniziarono a spacchettare i regali. 



- Prima il mio per Brenda! 

Esclamò Lucine porgendo alla ragazza un pacchettino rosso con una bella coccarda dorata: era una polaroid incorniciata di Lucine abbracciata a un buffo omino di neve. 

- La cornice l’ha decorata Luce.

Puntualizzò Malcom con voce orgogliosa. Brenda si complimentò con la bambina: 

- La metterò al posto d’onore sul mio comodino!
- E questo è per papà da me e Brenda.

Annunciò con tono cerimonioso ancora Lucine: un carnet di biglietti per dieci partite del Tottenham. A Malcom s’illuminarono gli occhi:

- Come mi conoscete bene! 

A sua volta porse una scatola a Brenda:

- Li ho scelti io! 

Esclamò la bambina e Brenda con una carezza sul capo le rispose che aveva un ottimo gusto, mentre si provava i guanti scamosciati che aveva appena ricevuto in dono. Infine fu la volta di Lucine che si aprì in un enorme sorriso quando vide i regali che aveva ricevuto: un libro pop up della Sirenetta e una bambola che parlava. Si stava divertendo un mondo, quello era il primo Natale che trascorreva in una vera famiglia e la cosa che le era piaciuta più di tutte era andare a scegliere i regali. Sapeva da tanto tempo che Babbo Natale non esisteva eppure credeva nella magia del Natale e aveva pregato tanto ogni anno di avere dei genitori che le volessero bene. Ancora quasi non poteva credere che il suo desiderio si fosse avverato, anche se ogni tanto era un po' arrabbiata con il papà che l'aveva lasciata sola tanto a lungo ad aspettarlo. Ma quella mattina Lucine provava solo tanta felicità. Intanto Best aveva fatto capolino nel salone che da quando c’era l’albero gli era stato interdetto. Lucine si mise le manine sulla bocca osservando il gattino che giocava con i nastri dei pacchetti:
 
- Non abbiamo fatto il regalo a Best! 
- Non ti preoccupare, tutti questi nastri e carte sono un regalo più che sufficiente per lui! 

E per dimostrarlo Malcom lanciò una coccarda a Best che la prese al volo tra le zampine e iniziò a cacciarla saltando e correndo di qua e di là. Lucine rise rassicurata mentre teneva stretta a sè la bambola e aprì  il libro: La Sirenetta era il suo film preferito come dimostrava anche il pigiamino di Flounder che indossava. 
 
- Ora facciamo colazione così poi possiamo vestirci e andare dai genitori di Brenda!

Concluse Malcom pratico con un sorriso sul bel volto. Best si fermò un attimo a guardarlo con la coccarda in bocca, poi corse via verso la cucina come se l’avesse capito. 
Quando arrivarono a casa Jones c’era una discreta confusione: Becky e Richard erano già arrivati col piccolo Noah e mentre lei stava giocando in un angolo col bambino, lui aveva già ingaggiato un dibattito sulla politica estera col padre. Pongo nel frattempo scodinzolava abbaiando, esagitato da tutta quella concitazione.

 
- Per l’amor del cielo Richie, non il giorno di Natale! 

Esclamò Brenda entrando nel salone con una busta per ogni mano. Depositò alcuni pacchetti sotto l’enorme abete dei Jones che era già circondato da numerosi regali. Conoscendo bene i propri parenti Brenda spiegò a Lucine:
 
- Allora questi impacchettati alla perfezione sono della mamma, che come me avrà iniziato a farli da ottobre. Le bustine da lettera sono della nonna, ma non ci sono lettere dentro! - fece l'occhiolino - A proposito Nana dov’è?

Brenda si guardò intorno e annuì rassicurata quando sentì il richiamo della nonna dalla cucina così continuò mentre Lucine ridacchiava:

- Richard e Becky avranno litigato perchè lei era solita comprare i regali tutti insieme in uno dei grandi magazzini lussuosi in una delle città in cui era per lavoro. Invece Richie odia il Natale.
- Tipo il Grinch? 

Sgranò gli occhi Lucine guardando diffidente l’uomo. 

- Non odio il Natale, ma la trovo una festa consumistica che ormai serve solo per far spendere sempre più soldi e arricchire le multinazionali. 
- Infatti di solito comprava i regali da artigiani locali o nei negozi equosolidali. Facciamo che abbiamo raggiunto un compromesso.

Spiegò Becky che intanto si era avvicinata con Noah. Il bambino aveva gli occhioni illuminati dalle lucette dell’albero e sporgeva le manine verso tutte quelle cose luccicanti. Lucine lo guardò titubante e Becky le propose di accarezzarlo. Noah la salutò con un gorgoglio e un sorriso e Lucine si voltò emozionata verso Brenda. Intanto dalla cucina proveniva un profumo delizioso di carne arrostita. Sicuramente Nana aveva preparato le mince pies e Brenda si propose di andarla a stanare dalla cucina. 
 
- Nana! Hai visto che ti dicevo? - disse rivolta a Lucine - Stanno tutte e due rinchiuse qui dentro come cenerentole. Ciao, mamma.
- Il pranzo di Natale non si cucina da solo. Vieni qui tesorino, sei proprio una bella bambina! 

La nonna abbracciò Lucine e con fare cospiratorio le allungò un pezzetto di crostatina. Sapeva che alla bambina piacevano i suoi biscotti di frolla e non mancava mai di fargliene trovare una ricca scorta quando veniva a trovarla con Brenda. 

- Nana così le fai passare l’appetito! 

La rimproverò Brenda, infatti. Ma nonna e nipote erano ormai alleate e se la ridevano sotto i baffi. Dopo qualche altra chiacchiera a un segnale di Kathie nonna e nipoti tornarono in salone facendo cenno agli altri che il pranzo era pronto. Si misero tutti intorno alla tavola e la padrona di casa entrò trionfante tenendo tra le mani una pirofila in cui era adagiata un’oca enorme. Peter, in quanto capofamiglia aveva il compito di sporzionare il volatile. Fu distribuito il ripieno, una salsa di mela speziata e una alla menta e ciotole colme di carote al burro, rape e patate arrosto. Richard aveva il suo tempeh che la madre aveva cucinato proprio come l’oca e quando provò a farlo assaggiare al figlio, il bimbo lo sputò con faccia disgustata scatenando l’ilarità di  Becky che scoppiò a ridere. C’era un’aria festosa e tranquilla intorno al tavolo, rumore di stoviglie e risate. Malcom sorrise con dolcezza a Brenda, allungò una mano ad aggiustarle una ciocca di capelli dietro l’orecchio, mentre lei accarezzava la testolina della bambina tra loro. Quando l’avevano portata in famiglia le prime volte, avevano avuto paura che Lucine sarebbe rimasta intimidita, ma lei dopo un inizio di naturale timidezza sembrava essersi integrata alla perfezione col resto della famiglia. Kathie era raggiante e viziava i due bambini senza ritegno. Sperava che Brenda e Malcom avessero dei figli loro un giorno, ma i Jones avevano accolto quella bambina come facevano con tutti coloro che i figli portavano in casa. Intanto Pongo scodinzolava sotto al tavolo cercando di rimediare qualche bocconcino proibito. Accanto ad ogni piatto insieme al Christmas pudding fu posta una specie di grossa caramella: tirando i lembi di ogni pacchetto si provocava uno scoppiettio e saltavano fuori coriandoli e stelle filanti argentate. Pongo iniziò ad abbaiare eccitato e Noah si spaventò un poco al frastuono. Ma ben presto il dolce riportò tutti alla calma. perfino Richard ne prese una porzione, mentre veniva deriso da Becky. 
 
- Perchè litigano sempre? 

Chiese Lucine in bagno mentre Brenda cercava toglierle una macchia di cioccolato dalla magliettina. Lei fece una risatina.
 
- Non litigano, è il loro modo di comportarsi: l’hanno sempre fatto. 

Lucine sporse le labbra incerta e Brenda si inginocchiò per essere al livello dei suoi occhi:
 
- Ascolta, ogni coppia ha il suo linguaggio d’amore. Il loro è quello di punzecchiarsi, ma si adorano e Noah è la dimostrazione. 
- Anche tu e papà avete il vostro? Vi guardate sempre e sorridete come se... - esitò - è come se avete un segreto che sapete solo voi.

Brenda sorrise e annuì, la bambina aveva davvero un grande spirito d’osservazione, avrebbe dovuto parlarne con Malcom. Dopo pranzo furono aperti i regali con grandi risate e cantato canzoni natalizie più o meno intonate. Alle tre in punto accesero la tv per ascoltare il discorso della Regina, mentre tutti ascoltavano più o meno annoiati Richard fremeva per commentare, ma come ogni anno si astenne perchè Nana adorava la monarchia. Ma la donna non riusciva mai a finire di sentire il discorso dato che si addormentava regolarmente prima della fine! A seguire c’era sempre La vita è una cosa meravigliosa e mentre il film scorreva in sottofondo gli adulti bevevano birra e si accanivano in una partita a scarabeo, i bambini giocavano tranquilli in un angolo e Pongo sonnecchiava ai piedi di un'altrettanto sonnecchiante Nana. Becky stava tornando in salone, Richard l’aspettava sulla soglia e la trattenne per un braccio:
 
- Non me lo dai un bacio? 

Le indicò il vischio con il mento.

- Non hai bisogno di appostarti sotto al vischio per baciarmi, scemo!
- Guarda come giocano tranquilli - continuò lui riferendosi ai bambini - Speriamo che Noah stanotte non faccia i capricci.

Becky fece un cenno affermativo sollevando le spalle. Erano rimasti fermi sotto la porta e Richard l’aveva attirata a sè in un abbraccio più stretto, abbassando la voce:
 
- Sai, non mi dispiacerebbe metterne in cantiere un altro.
- Nei tuoi sogni.
- Ho detto mettere in cantiere, ma in effetti pensavo di…

Le mormorò all’orecchio quello che pensava di farle e Becky allargò gli occhi e scoppiò una risatina a metà tra lo scandalizzato e il deliziato.  
 
- Bibi non perderti in chiacchiere, abbiamo da vincere una partita qui! 

Brenda richiamò l’amica con un sorriso e Malcom ne approfittò per piazzare altre due lettere sul tabellone, lei se ne accorse e accusò il fidanzato di barare. Lui sollevò le labbra in un ghigno e le rubò un bacio per zittirla. Quando i cittadini di Bedford Falls iniziavano a cantare Auld Lang Syne, alla fine del film, voleva dire che era arrivato il momento di salutare. Così sazi e carichi di pacchetti e avanzi adulti e bambini si scambiarono gli ultimi abbracci e auguri. La serata era fredda, punteggiata dagli scoppietii dei mini fuochi d’artificio e dalle urla e risate di chi si attardava nei festeggiamenti. Malcom, che portava in braccio una Lucine esausta e camminava mano nella mano con Brenda, si sentì l’uomo più realizzato al mondo. Lei gli sorrise con dolcezza e lui rispose soffiandole via dal volto una ciocca ribelle: mancava solo un piccolo particolare per rendere quel Natale davvero perfetto e non vedeva l’ora di tornare a casa.

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Epilogo: La sera di Natale ***


Epilogo
La sera di Natale




Lucine dormiva abbracciata al nuovo peluche di Bastian e Malcom e Brenda la osservavano dalla porta della cameretta. Aveva anche fatto un capriccio perchè avrebbe voluto guardare per l’ennesima volta La Sirenetta nonostante le si chiudessero gli occhietti dal sonno e ci era voluta tutta l’autorevolezza di Malcom per convincerla ad andare a dormire. Ma poi non avevano quasi fatto in tempo a darle la buonanotte che era crollata non appena messa la testa sul cuscino.

- Era proprio stanca povera piccola.

Mormorò Brenda accostando la porta. 

- Già: ha avuto una giornata piena di emozioni. Spero che si sia divertita.
- Credo proprio di si. Queste feste famigliari iniziano ad essere decisamente estenuanti! 
- Sei stanca?

Le appuntò una ciocca ribelle dietro l’orecchio. Brenda appoggiò il viso alla mano dell’uomo:

- Un pochino, niente che una notte di sonno non possa risolvere. Già essermi potuta togliere le scarpe è un gran sollievo!
- Speravo...devo darti ancora il mio regalo.

Brenda sgranò gli occhi sorpresa:

- Un altro? Pensavo fossero i guanti il tuo regalo. E perchè non me l’hai dato davanti agli altri? 
- Vieni, volevo farti una sorpresa. 

Si portò una mano dietro la nuca e sporse le labbra in avanti, sembrava incerto e questo mise sul chi vive Brenda.

- Sai, a proposito di eventi famigliari - riprese il discorso lui - credo che ufficiosamente noi potremmo sembrare... ecco... una famiglia.
- Ufficiosamente.
- Si, nel senso che con Lucine e tu che abiti ancora da sola, ma facciamo tutto insieme…
- E quindi?
- Potremmo rendere le cose un po’ più...ah, permanenti.

Brenda allungò le labbra in un sorriso. Forse sapeva dove Malcom volesse andare a parare e l’emozione stava iniziando a farle tremolare la base della gola. Ma non voleva rimanere delusa se ciò che sperava non si fosse concretizzato, per cui trovò più sicuro prendere un po’ in giro il fidanzato. Con un sospiro Malcom la prese per mano e la portò in salone, Best s'insinuò non visto dietro di loro, l'albero riluceva di lucette e creava un'atmosfera suggestiva. Malcom la fece sedere sul divano e le intimò di chiudere gli occhi. Rassicurato che lei non stesse guardando infilò la mano tra i rami dell’abete nel punto più profondo che potesse raggiungere.

- Stai sbirciando? Ahia!
- Che cosa stai combinando? - si mordicchiò l’unghia di un pollice - Posso aprire gli occhi adesso?

La differenza del peso sui cuscini del divano le indicò che Malcom le si era seduto così vicino che potè annusare un refolo del suo odore, poi sentì un lieve scatto e lui che tirava un respiro. 

- Va bene, puoi aprire gli occhi adesso.

La prima cosa che vide fu il volto emozionato di Malcom, i suoi dolci occhi castani che la osservavano con apprensione. La seconda fu la scatola tra le sue mani, di quel colore verde caratteristico e i lacci bianchi che pendevano ai lati. E finalmente gli occhi di Brenda si fissarono sull’anello col minuscolo brillante incastonato che brillava come una stella in miniatura. Si mise una mano sulla bocca, ammutolita. 

- Quello che cercavo di dirti era che vorrei che la nostra diventasse una vera famiglia. Se tu vuoi…
- Certo che lo voglio, Mal! Ti amo così tanto e Lucine, lei lo sa?
- Anche io ti amo. E puoi ringraziare lei dato che mi ha dato il tormento perchè ti facessi la dichiarazione stasera. Anzi sospetto che volesse rimanere alzata proprio per questo. Dai metti l’anello adesso!

Entrambi pasticciarono emozionati con l’anello, le dita tremanti e finalmente Brenda sollevò la mano ad osservare il brillante: una promessa di felicità suggellata dai loro baci. Best intanto, ignaro di tutto, si era accoccolato nel nido creato dai festoni alla base dell’albero, guardò con occhi socchiusi gli amanti sul divano e iniziò a fare le fusa. 





§Angolino Autrice§


Avete visto? Malcom ha fatto la proposta a Brenda proprio la sera di Natale, che romantico! Anche se l'idea gliel'ha data Lucine...quella bambina mi sa che è una bella furbina! E dunque eccoci alla fine di questa storiella (o raccoltina, ancora non ho capito che cosa sarebbe!) natalizia. Anche se ormai abbiamo scavallato l'anno, quindi Buon Anno a tutti e grazie a chi ha perso due minuti del suo tempo a leggere questa cosina. Grazie e spero di avervi fatto trascorrere qualche momento di serenità e dolcezza. A proposito di dolcezza su quel tavolo potrete trovare le siringhe d'insulina, credo ne abbiate bisogno. E visto che avete avuto la pazienza di seguirmi nel mio fantastico mondo fluffoloso ho deciso di regalare un capitolo extra a rating rosso che trovate qui (perchè non volevo alzare il rating di questa!) 

 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3952623