Fiocco rosa a Hogwarts

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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Parte 1 ***
Capitolo 2: *** Parte 2 ***
Capitolo 3: *** Parte 3 ***
Capitolo 4: *** Parte 4 ***



Capitolo 1
*** Parte 1 ***


(Helena Corvonero, figlia di Priscilla Corvonero, è nata nel 982 D.C. e fu tra le prime a frequentare Hogwarts, dopo l’inaugurazione del 990. Non si hanno notizie sull’identità del padre. E se la piccola fosse nata proprio durante la costruzione del castello, rallentandone anche il processo d’apertura? E come hanno preso il suo arrivo gli altri fondatori? E chi è suo padre? A queste e altre domande proveremo a rispondere con questa storia. Rating arancione per l’argomentazione della natalità. Aggiungo che, non potendo ai tempi sapere il sesso dei nascituri, Priscilla si riferirà inizialmente al maschile parlando della figlia che aspetta. Buona lettura a tutti!)
 
Il sole estivo filtrava tra le vetrate, illuminando le mura interne ancora perfette.
Godric camminava sorridente.
Si sarebbero usurate col tempo, quelle mura. Forse i ragazzi le avrebbero imbrattate, forse no. In ogni caso, anche loro sarebbero, col tempo, invecchiate.
“Ancora un anno, massimo due e la scuola sarà aperta. È una cosa meravigliosa!” pensò il mago entrando nella Sala Grande.
All’interno, seduti l’uno dirimpetto all’altro, Tosca e Salazar lo salutarono.
“E Priscilla?” domandò Godric dopo aver ricambiato i saluti.
“Questa mattina presto l’ho vista uscire. Ha detto che doveva andare alla guferia.” Disse Tosca.
“Vorrà sicuramente invitare tutti i maghi più importanti all’inaugurazione della scuola.” Disse Salazar.
“Ma come, non dovevamo stabilire la data oggi?” esclamò Godric.
“In effetti è strano. È vero che il grosso del lavoro l’ha fatto proprio Priscilla, ma è sempre stata aperta alle nostre opinioni.” Concordò Tosca.
“Quello che Priscilla sceglierà, a me andrà bene.” Replicò secco Salazar.
Priscilla entrò proprio in quel momento nella Sala Grande. Indossava un magnifico vestito blu che le scendeva fino ai piedi.
Avanzò verso di loro con un’espressione seria e posata, ma anche chiaramente nervosa: qualcosa non andava.
“Signori, perdonate il mio ritardo. Ho convocato questa riunione per dare un avviso importante.” La maga emise un lungo sospiro. “Ho paura che dovremmo sospendere, almeno per un anno, la preparazione di questa scuola.”
“Sospendere? Ora che abbiamo quasi concluso!?” esclamò stupito Godric.
“C’è qualcosa che non va nella struttura? Dovete richiamare l’architetto?” domandò Tosca preoccupata.
“No, no, si tratta di un fatto personale.” Disse calma Priscilla.
“Qualcosa non va Priscilla? State male?” fece subito allarmato Salazar.
Per la prima volta da quando era entrata nella sala, l’espressione grave della maga si tramutò in un sorriso: “No. Anzi, direi che si tratta di una cosa bella.”
Di fronte a quell’improvviso mutamento, tra i tre maghi scese il silenzio.
Dopo un lungo sospiro, Priscilla annunciò: “Ho scoperto di essere incinta. Aspetto un bambino.”
Seguì una lunga pausa.
Priscilla continuava a sorridere, mentre Salazar, Tosca e Godric erano rimasti immobili a bocca aperta.
La prima a rompere il silenzio fu proprio Tosca: “Questa è una notizia bellissima! Congratulazioni molte mia cara!” si alzò e abbracciò senza troppe cerimonie la maga, che ricambiò il gesto affettuoso con altrettanto calore.
“Ma da quanto lo sapete?! Quando avverrà il lieto evento!?” domandò Tosca.
“Avevo sospetti da ormai due mesi ma ho avuto la conferma solo oggi: giorni fa ho inviato a una mia cugina guaritrice i miei capelli e ho avuto conferma che probabilmente tra poco mi spunterà una pancia piena. Penso che nascerà in inverno. Stavo anche pensando, sempre che siate tutti d’accordo, che potrei farlo nascere qui.” Spiegò Priscilla.
“Oh! Una nascita è sempre un evento pieno di magia! Sarà di buon auspicio per questa scuola!” disse Tosca eccitata.
Godric si alzò: “Vi faccio le mie più sincere congratulazioni, Priscilla! Davvero una notizia inaspettata ma bellissima! Io… Io non so cosa…”
“Potete abbracciarmi anche voi Godric.” Esclamò Priscilla con una risata.
E Godric lo fece. Abbracciò la nobile maga, ma con più delicatezza di Tosca, sinceramente preoccupato di poterle fare male stringendola troppo.
“Anch’io sono d’accordo con Tosca: la nascita di vostro figlio nella scuola sarà sicuramente una benedizione per queste mura. E avere del tempo in più per lavorare sulla struttura non potrà farci che bene.” Disse Godric, quasi commosso.
“Sono felice che approviate anche voi. La mia cugina potrebbe venire qui e aiutare con il parto. Poi però, con l’estate, riporterò mio figlio al castello della nostra famiglia. Lo farò conoscere a tutti i parenti e… dovrò iniziare a crescerlo.” Priscilla si rese conto che forse ci sarebbe voluto ben più di un anno, ma Godric e Tosca non apparvero preoccupati.
“C’è ancora da fare, possiamo diluire i tempi e magari iniziare a cercare i maghi che verranno a studiare da noi, così come altri che possano affiancarci nell’insegnamento.” Disse Godric.
“Il tempo permetterà alle cose di essere fatte per bene. Meglio non avere fretta ad aprire.” Assentì Tosca.
Priscilla smise di sorridere all’improvviso.
“Salazar, state bene?”
Tosca e Godric si erano completamente dimenticati di lui. Voltandosi si sorpresero a vederlo completamente trasformato: era seduto, immobile, con la bocca ancora aperta e il volto pallidissimo; gli occhi, di solito così inespressivi da sembrare proprio quelli di un serpente, erano spalancati in tutta la loro ampiezza e mostravano un’espressione di puro stupore e… angoscia.
“Io… Io non so che dire Priscilla….” Mormorò il mago alzandosi in piedi “Non so che dire se non… congratulazioni…”
“Salazar, se il ritardare l’apertura…” disse subito Priscilla, ma lui si affrettò a interromperla.
“Non mi disturba affatto! Davvero! Siete voi l’artefice principale di queste mura e mi rimetto a ogni vostra decisione, che so che non prendereste se non per motivi importanti! Ma… vedete è tutto così sorprendente….”
I tre lo osservarono basiti, soprattutto Priscilla: non si era aspettata una reazione così emotiva, di certo non da uno come Salazar.
“Io… Io credo che andrò a… devo fare una cosa. Ancora le mie congratulazioni, milady Corvonero.”
E dopo aver eseguito un profondo inchino, Salazar lasciò la Sala a passo veloce.
 
Continua…

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Capitolo 2
*** Parte 2 ***


“Cosa è successo, Godric?”
“Tosca, ho paura di averlo capito… avevo dei sospetti da tempo e questa reazione mi da una conferma.”
“Temo di aver capito… È il caso che tu lo segua e gli vada al più presto a parlare.”
“Tosca, non so se sia una buona idea…”
“Ne ha bisogno, Godric. Andrei io, ma sento che avrebbe bisogno di qualcuno il cui grado di confidenza è maggiore. È sempre stato distaccato con me, come con Priscilla. Ma con te le cose cambiano.”
 
Per convincersi Godric ebbe bisogno di mezz’ora di riflessione. Tanto bastò a Salazar per smaterializzarsi a Hogsmade, l’avamposto magico più vicino alla scuola.
Godric lo trovò lì, al pub “Testa di porco”, con gli occhi socchiusi e una pinta di burrobirra in mano.
Il pub era stato messo su da poco e ovviamente in piena estate, di giorno, era deserto.
“È la terza che beve tutta d’un fiato e scommetto ne chiederà un’altra.” Mormorò il locandiere appena vide Godric “Con questo caldo, finirà per sentirsi male.”
“Allora non servirgliela.” Sussurrò Godric.
“Ho un codice da rispettare, Godric: il cliente chiede, il padrone dispone.”
“Allora farò del mio meglio per portarlo via.”
“Sarebbe meglio.” Replicò il cameriere. Si avvicinò e prese il bicchiere vuoto dalle mani di Salazar.
“Un’altra.” Mormorò il mago.
Godric scosse la testa e andò a sedersi davanti a lui: “Sono sorpreso del vostro comportamento. Ma forse non dovrei. Anche i migliori possono cedere all’esasperazione.”
Salazar emise un lungo sospiro e non rispose.
Quando la pinta arrivò, tuttavia, la spinse verso Godric.
“Brindate anche voi alla nuova nascita.”
Godric sorseggiò il liquido fresco con calma. Non disse altro, voleva che fosse Salazar a parlare.
Il mago oscuro rimase in silenzio diversi minuti prima di chiedere a Godric: “Secondo te quando è successo?”
“In primavera, probabilmente, quando si è dovuta allontanare per alcune faccende, ricordi?”
“È stata via solo una settimana.”
“Salazar, basta anche un giorno per…”
“LO SO!” lo interruppe l’altro con un urlo. Poi affondò la testa tra le mani.
Godric si sentì fortemente in imbarazzo, si pentì di essere stato tanto diretto. Però, non sapeva che altro dirgli.
“Abbiamo fatto un patto tra noi. Ricordi? Quando abbiamo deciso di fondare la scuola ci siamo giurati prima di tutto lealtà e rispetto. Non abbiamo escluso l’amicizia, ma ci eravamo detti che in ogni caso dovevano esserci dei confini chiari tra di noi.” Mormorò allora con voce calma.
“Ricordo perfettamente. E io ho sempre rispettato ogni confine. Ma… Ma ugualmente…. Non lo so…” replicò Salazar.
Di nuovo silenzio.
“Credete che sia babbano?” disse all’improvviso Salazar.
“Come?” domandò Godric.
“Lui, il padre del bambino, credieteche sia un babbano? Io credo di no, Priscilla è intelligente, non sceglierebbe mai un babbano.”
“Salazar, come dite voi Priscilla è intelligente e anche abbastanza indipendente da aver deciso di avere questo bambino pur non sposandosi. Dunque, se anche fosse un babbano il padre, se lei l’ha ritenuto il giusto compagno non possiamo che rispettare la sua scelta.”
Salazar fissò Godric chiudendo gli occhi a fessura.
Godric era pronto a discutere, a duellare, a rispondere a qualunque provocazione che Salazar avrebbe ingaggiato per dar sfogo alla sua rabbia.
Invece si ritrovò ad essere sorpreso nuovamente: Salazar si alzò e fece per andarsene senza aggiungere altro. Ma inciampò sui suoi stessi piedi.
Godric lo aiutò a rialzarsi. Lanciò al locandiere un sacchetto di monete e uscì aiutando l’altro a camminare.
Insieme, i due maghi si avviarono sul sentiero per Hogwarts.
“Forse è stato l’architetto che l’ha aiutata a costruire la scuola.” Mormorò Salazar.
Godric sbuffò ma scelse di dargli corda: “Probabile. Sono stati anche amici d’infanzia da quanto ci ha raccontato Priscilla.”
“Non posso andare li e domandarglielo direttamente. Deve essere lei, se lo vorrà, a dirlo a noi.”
“Mi sembra una riflessione saggia Salazar.”
“Comunque dobbiamo aiutarla. Dobbiamo aiutarla se davvero partorirà qui.”
“Certo che l’aiuteremo. Abbiamo fatto un patto tra noi. La lealtà che ci dobbiamo l’un l’altro vale anche per questi eventi straordinari.”
“Ben detto Godric, ben detto…”
Il silenzio che seguì durò fino all’arrivo al castello.
Lì Godric insistette per aiutare Salazar a raggiungere la sua stanza.
Una volta steso sul letto, il mago oscuro crollò addormentato.
 
Continua…

 
(L’architetto a cui si fa riferimento nella storia è il “leggendario” Architetto di Hogwarts che ha progettato la scuola insieme a Priscilla: https://harrypotter.fandom.com/it/wiki/Architetto_di_Hogwarts
Di lui voglio parlare in una storia in futuro. Per il resto dato “l’anomalo” comportamento di Salazar, sebbene io lo trovi perfettamente plausibile vista la caratterizzazione da me data fin’ora al personaggio, ho deciso di aggiungere OOC tra le note. Altra cosa importante: il patto di cui parla Godric è una mia invenzione. Ne parlerò in futuro nella storia che riguarda l’incontro dei fondatori)

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Capitolo 3
*** Parte 3 ***


“Milady Corvonero, vorrei farvi le mie più sincere congratulazioni! Tosca mi ha annunciato il lieto evento e la notizia mi ha reso profondamente felice!”
Il Frate Grasso*, più sorridente che mai, fluttuava davanti alla maga, che ricambiò il sorriso.
“Sei molto gentile, Frate. So che per voi fantasmi l’arrivo di un bambino è un momento di gioia.”
“Sempre! È segno che la vita si muove ancora! Per chi, come me, è bloccato, è comunque un monito di speranza!” rispose il fantasma prima di fluttuare via.
Priscilla era nel cortile a godere del piacevole sole estivo. Tosca la raggiunse poco dopo.
“Ho visto il Frate.” Disse.
“È venuto a farmi le congratulazioni.” Mormorò Priscilla carezzandosi la pancia, non ancora visibile “Ho deciso di tenermi la sorpresa: non saprò se è maschio o femmina finchè non nascerà. Esistono tanti modi per scoprirlo, ma ho deciso che non voglio saperlo.”
“Se ritenete che sia meglio la sorpresa, molto bene.” Disse Tosca.
Ma Priscilla notò che la sua voce era strana: “Tutto bene Tosca? O c’è qualcosa che vi turba?”
Tosca non rispose subito. Prima si accomodò su una delle panchine in pietra che avevano da poco installato, poi fissò Priscilla: “Sono un’ottimista per natura. Vedo sempre il lato buono di ogni cosa… Ma sono anche una che è nata in una famiglia numerosa che viveva in una comunità magica molto unita. Nella nostra vallata si contavano più di dieci nuclei familiari, ciascuno con oltre tre figli. Ho assistito a molte gravidanze. Abbiamo una marcia in più rispetto ai babbani ma non è mai facile….”
Priscilla le sorrise calorosamente.
“È bello che voi vi preoccupiate tanto per me, Tosca. Ma vi assicuro che andrà tutto bene: mi fido della maga che ho scelto come levatrice e anche se sarà pieno inverno, quando nascerà, le mura della scuola ci proteggeranno dal freddo e da qualunque altro pericolo.”
Tosca, lentamente, annuì. Poi abbassando lo sguardo, proseguì: “Forse mi odierete per quanto sto per chiedervi ma…”
“Volete qualche notizia del padre.” La interruppe Priscilla.
Tosca arrossì, mentre l’altra esibì un altro sorriso, molto più malinconico.
“So già che lui non sarebbe d’accordo a sposarmi. Mi sta bene. Sono sicura che il bambino potrà crescere bene anche senza un padre. Sono sempre stata indipendente, me la caverò bene anche da sola. E quando sarà abbastanza grande per capire le spiegherò tutto.”
“Ma almeno lui… sa che…”
“No. E credo sia meglio così.”
Tosca si vergognò molto di essere andata tanto nel profondo con le domande, ma le sembrava che Priscilla non fosse affatto disturbata dal risponderle.
Tuttavia, sentiva che già solo con quel punto di partenza quel bambino, o quella bambina che sarebbe nata, non avrebbe mai avuto vita facile.
“Mi sembra che l’unico che non ha preso bene la notizia è Salazar.” Disse all’improvviso Priscilla.
Tosca sospirò. “Credo sia semplicemente rimasto molto sorpreso. Non se lo aspettava.”
“Mi dispiace, probabilmente è per il ritardo nell’apertura della scuola; so che lui ci tiene molto, ma non credo che rinviare di qualche tempo sia così grave. Anzi, c’è ancora bisogno di fare alcuni lavori.”
Tosca arrossì leggermente: “Priscilla, temo che non sia per la questione dell’apertura che Salazar abbia reagito… in quel modo…”
Priscilla si alzò e disse in fretta: “Non è ora di pranzo?”
Tosca capì che la maga voleva evitare l’argomento. Le sembrò anche a lei la cosa migliore da fare. Si alzò sorridendo: “In effetti l’arrosto è pronto…”
 
Salazar tornò a comportarsi normalmente. Godric si sentiva ogni giorno più felice, Tosca invece diventò sempre più premurosa.
Circondata dalle attenzioni dei suoi tre amici, Priscilla passò i mesi che precedettero il parto felicemente.
 
Continua…



(Ho scritto una storia sul Frate Grasso come primo fantasma di Hogwarts. Fa parte di questa serie dedicata ai fondatori, la potete trovare qui: https://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3946892&i=1  Nelle wiki dedicate a Tosca si dice che lei venga da una "vallata", e molti fan suppongono che facesse parte di una famiglia numerosa. Nella mia versione - perchè viste le scarze informazioni tocca lavorare di fantasia - ho immaginato che nella vallata vi fossero altre famiglie magiche,e che lei stessa avesse tanti fratelli e sorelle. Avevo pensato di scrivere 12 all'inizio, ma ho rinunciato per mantenere tutto più sul vago. Diverso è il discorso del padre di Helena: a parte notizie dalle fanfiction, non ho trovato nulla e dunque ho deciso di mantenerlo "ignoto". Il prossimo capitolo sarà l'ultimo)

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Capitolo 4
*** Parte 4 ***


Quell’inverno fu particolarmente rigido.
Il castello aveva già visto due nevicate. Ma quella di quell’anno fu realmente feroce.
Tanto che Tosca e Godric ricorsero a degli incantesimi per toglierla dai tetti che, per quanto spioventi, si stavano riempiendo di neve e ghiaccio tra una tegola e l’altra.
L’operazione era molto difficile, in quanto dovevano sporgersi dalle finestre.
In quella particolare mattinata, però, Tosca non sembrava di grande aiuto.
“Sembra che quest’anno l’inverno sia una vera furia.” Mormorò Tosca.
“Siete preoccupata per Priscilla?” domandò Godric lanciando un altro incantesimo che sciolse in un attimo la neve.
“Ormai si capisce che manca poco. Lei stessa lo sente. Ma la sua parente non è ancora arrivata.” Rispose lei.
Il mago allora chiuse la finestra e andò a metterle una mano sulla spalla:“È normale, siamo tutti preoccupati. Ma fin’ora le cose sono andate bene.”
“Lo so. Ma non posso fare a meno di pensare che qualcosa non va. Anche l’idea che cresca qui… nella scuola. Non so, immaginate l’angoscia del dover sempre imparare qualcosa.”
Godric si avvicinò e gentilmente prese le mani di Tosca.
“Siete una maga che ha molto intuito. Ma bisogna pensare per il meglio adesso, per Priscilla e per il suo bambino.”
Tosca annuì.
“Ora venite, andiamo a togliere la neve dalla porta principale.”
I due maghi percorse assieme i corridoi della scuola fino ad arrivare e uscire con difficoltà nel cortile, dove riuscirono a accumulare parecchia neve, creando un passaggio.
“Non ho voluto essere severa con Salazar. Ma poteva quantomeno aiutarci! Credevo che gli fosse passata…” mormorò Tosca.
“Anch’io.” Disse Godric “Ma il suo atteggiamento si è fatto sempre più scostante con l’andare dei mesi. Poi quando Priscilla ha annunciato l’arrivo della sua parente mi ha detto solo che non voleva interferire e si è isolato.”
Tosca annuì e riprese a lavorare.
All’improvviso afferrò il braccio di Godric.
“Una scopa! Una scopa nel cielo!”
 
Priscilla stava leggendo un volume dedicato alla creatura fantastica nota come “maiale verrucato”. La stessa creatura che le era apparsa in sogno e che le aveva permesso di trovare la collina dove sorgeva Hogwarts*.
Tanti erano stati i maghi a cui era apparsa in sogno quella strana creatura. E Priscilla leggeva i nomi sperando di trovarne qualcuno che le piacesse. Ne aveva già selezionati tre maschili e due femminili e voleva un terzo anche tra quelli.
Aveva letto di numerose credenze, magiche e babbane, su come capire se si trattava di un maschio o di una femmina. Ma alla fine, nessuna l’aveva convinta.
Preferiva non fare previsioni e tenersi la sorpresa.
“Hilda… No. Artemisia… No. Helena…. He-le-na. Mi piace!” mormorò la maga sorridendo.
Si portò una mano alla pancia, ormai enorme, carezzandola affettuosamente.
“Helena ti piace? Che ne pensi? Lo aggiungiamo alla lista?”
Con sua grande sorpresa, questa volta sentì chiaramente un calcetto.
“Oh! Ti piace proprio allora!”
Si stava appuntando il nome su un foglio, quando la piuma le cadde dalle mani.
“Oh no…”
Priscilla si alzò, sentendo un dolore fortissimo su tutto il basso ventre. Riuscì a camminare e a raggiungere la porta.
“Non devo cadere. Non devo cadere.”
La spalancò e si affacciò sul corridoio.
Vide Salazar fermarsi di botto non appena incrociò il suo sguardo, girarsi e allontanarsi.
“SALAZAR! STA NASCENDO!” gridò Priscilla “DEVO ANDARE IN INFERMERIA! ORA!”
 
“È un grandissimo piacere per me conoscervi di persona, milady Tosca! E anche voi milord Godric! Il vostro coraggio è ben noto presso noi Corvonero!”
La maga levatrice chiamata da Priscilla e bassa e mingherlina, con i capelli di un biondo diafano e la pelle bianchissima. Tuttavia, indossava delle vesti praticamente estive e stava a piedi nudi nella neve.
Per quanto felici del saluto, Godric e Tosca l’osservavano preoccupati.
“Non preoccupatevi, io e l’inverno è come se fossimo tutt’uno. È una lunga storia. Un giorno, se ci sarà occasione, ve la racconterò.”
“Beh, che dire, allora benvenuta milady.” Disse Godric, ancora incerto, eseguendo un lungo inchino.
“Venite, entriamo, spero abbiate fatto buon viaggio e che… se anche sembrate amare il freddo voi possiate gradire del vin brulè caldo.” Disse Tosca prendendole la scopa.
“Oh! Assolutamente! È la mia bevanda preferita!”
I tre entrarono e  furono subito raggiunti da Salazar che scese le scale di corsa: “Sta nascendo il bambino!”
Godric e Tosca si bloccarono immobili. L’infermiera invece chiese: “Dov’è adesso mia cugina?”
“In infermeria!” Salazar iniziò a salire i gradini a due a due seguito dalla donna che si rivelò altrettanto veloce.
Godric e Tosca fecero del loro meglio per raggiungerli.
Quando arrivarono alle porte dell’infermeria, Salazar non si vedeva e dall’interno provenivano già delle urla.
“Temo che tu dovrai aspettare qui.” Tosca bloccò il mago sulla porta.
Godric non potè protestare. Annuì e rimase fuori in attesa.
“Ci vuole tanto coraggio a essere genitori. Soprattutto mamme. Mi ricordo ancora quel villaggio… una donna stava morendo di parto e mia madre la salvò. Quando il marito ci denunciò, lei si prese tutta la colpa, disse che era lei la vera strega e bruciarono sia lei che il bambino… Chiunque sia il nascituro, nasce fortunato. Le famiglie nobili del mondo magico se la sono sempre cavata molto bene…”
Godric iniziò a fare avanti e indietro per il corridoio.
Dopo aver cercato di fare coraggio a Tosca, si scopriva a capire bene il suo nervosismo: cosa sarebbe successo se Priscilla fosse morta? Era una delle colonne portanti del progetto della scuola. A quel punto che sarebbe successo? Che avrebbero fatto? E Salazar? Come avrebbe reagito alla sua morte? Lui sarebbe stato il primo a lasciare? E se invece fosse morto il nascituro o la nascitura? E se fossero stati gemelli?
Era tanto perso nei suoi pensieri che per poco non andò a sbattere contro Tosca.
La donna era raggiante, con lacrime di commozione che le scendevano dagli occhi.
“T-Tosca!”
“È fatta…. È stato… È stato incredibile… Quella levatrice ha le mani d’oro. E visto che stavamo pensando di prendere un’infermiera, direi che l’abbiamo trovata!” Disse Tosca.
Godric ci mise diversi secondi per capire.
“Ma… Aspetta è già finito!? Ma...!”
“Priscilla sta bene. E anche la piccola. È una femmina. Priscilla vuole chiamarla Helena.”
 
Le guance rosee, paffute, un po’ grinzose anche se asciutte; le mani piccole strette alla veste della mamma, ripiegata dopo la prima poppata; gli occhi scuri grandi e vispi; una piccola massa di capelli scuri sulla testina tonda.
Così Helena Corvonero si presentò a un emozionato Godric.
“Oh Priscilla è bellissima! Congratulazioni!” esclamò il mago che fece il possibile per non commuoversi.
Priscilla stava bene ma era evidentemente molto stanca.
La levatrice, al suo fianco, l’aiutò a bere da un calice.
“Adesso, cugina mia, dovete riposare.”
Priscilla chiuse gli occhi e si addormentò, mentre la donna sistemò la piccola in una culla al suo fianco.
Godric si avvicinò e le prese la mano.
“Avete fatto un ottimo lavoro. Eravamo molto preoccupati. Talmente tanto da non avervi chiesto il vostro nome!”
“Vivien milord, mi chiamo Vivien.”
Godric si chinò alla donna, mentre Tosca l’abbracciava.
“Grazie davvero!”
“Oh milady Tosca, anche voi avete aiutato.”
“Salazar!”
Le due donne si voltarono e guardarono nella stessa direzione di Godric.
Salazar era apparso sulla soglia dell’infermeria.
Lentamente, il mago avanzò.
“Come sta Priscilla?” domandò.
“Bene, sta riposando ora. Ma tu…” tentò di dire Tosca.
“E il bambino?”
“È una femmina, si chiama Helena. Ascolta Salazar…” provò a replicare Godric.
“Voglio vederla!”
La voce del mago era così ferma che nessuno ebbe il coraggio di negare il permesso.
I tre si fecero largo e lasciarono avvicinare il mago alla culla.
Salazar si chinò sulla piccola. Essa lo guardò con gli occhi spalancati, per nulla spaventata.
Il mago cercò ovunque la traccia di un padre, babbano o mago che fosse. Ma l’unica cosa che riusciva a vedere era la miniatura di Priscilla.
“È bella come sua madre.” Mormorò il mago oscuro, prima di lasciare l’infermeria senza salutare nessuno.
 
FINE

 
*Per sapere di più sul “maiale verrucato” leggere la storia di Hogwarts. Prometto di scrivere una ff anche su questo https://www.wizardingworld.com/features/origins-of-hogwarts-school-of-witchcraft-and-wizardry
 
(Cari lettori e lettrici, buonasera. Anche questa avventura dei Fondatori è giunta a termine. Non vedo l’ora in questo nuovo anno di scrivere tante altre storie su di loro per poter concludere questa serie che mi sta appassionando scrivere! Ho anche avuto l’occasione per introdurre il personaggio di Vivien, prima infermiera di Hogwarts! Parlerò anche di lei presto! Detto questo, grazie a tutti voi che avete speso del tempo per leggere questa storia! Potete trovare altre avventure dei fondatori – che sto scrivendo in ordine un po’ sparso ma raggruppando nel giusto ordine cronologico – nella mia serie “Quattro fondatori per un castello”. Alla prossima!)

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