I'II be there for you

di Heart
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Tempesta ***
Capitolo 2: *** Acqua Mew {Prima Parte} ***
Capitolo 3: *** Acqua Mew {Seconda parte} ***
Capitolo 4: *** Amore incodizionato ***
Capitolo 5: *** Attacco a Pam ***



Capitolo 1
*** Tempesta ***


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I'll be there

                   for you

 
 

 

 

“L’unico vero viaggio,
 non è andare verso nuovi paesaggi,
 ma avere altri occhi.”
-Cit

 

 

1
“Tempesta”

 






 
La luce rosa iniziava a svanire e finalmente quell’assurda missione si era conclusa. Così che, la ragazza poteva ritornare a casa.
Erano passati tre anni dalla conclusione del progetto Mew;anche se i loro poteri erano abbastanza attivi, pensando che tutto potesse r’iniziare da un momento all’altro.
La rossa aprì la porta di casa, salutò i genitori e si recò in camera per cambiarsi.
Si trascinò in basso e appoggiò la testa sulle ginocchia. Quella vita le stava stancando.
Ryan li mandava sempre in una missione segreta per scovare gli ultimi chimeri. Si chiedeva, quando tutto questo sarebbe finito.
Era stanca di lottare contro un nemico inesistente. Gli alieni avevano lasciato la terra proprio quell’anno, portando con sé, l’acqua Mew.
Chiuse gli occhi e si domandò se la sua vita sarebbe cambiata in qualcosa. Beh in effetti qualcosa c’era, come ad esempio che finalmente aveva passato gli esami di ammissione per le superiori con lo stupore di tutti.
La partenza di Mark verso Londra. Anche lei lo aveva raggiunto per qualche mese, ma alla fine si era accorta che le mancava troppo la sua terra e i suoi amici. Tra di loro andava tutto bene, anche se, da un poco di tempo si sentiva prigioniera di quell’amore.
Tutto si stava condensando, e quella sensazione non la lasciava più.
Infine decise di alzarsi e indossare qualcosa di più comodo. Scese di sotto dopo il richiamo della madre, tutto forse sarebbe cambiato, se avesse trovato quella scintilla.
La cena fu come il solito, tra i vari discorsi dei genitori sui fatti quotidiani, intanto Strawberry era immersa in un groviglio di pensieri. Doveva trovare quel qualcosa che le avrebbe portata alla dritta via.
Il buio la stava sovrastando e lei, non piaceva proprio rimanerci.
-Tesoro.- La richiamò la madre, preoccupata per la figlia. La vedeva distante da qualche giorno e non capiva cosa potesse esserle successo. Da quando era ritornata da Londra, il suo stato d’animo era sempre cupo. Sakura, conosceva sua figlia e quel muso lungo significava solo:problemi.
Strawberry si risvegliò da quei pensieri e guardò entrambi i genitori.
-Si- rispose.
-Amore che cosa c’è?-Chiese Sakura, posando la ciotola sul tavolo.
-Nulla.- Disse la rossa.
-Strawberry io e tuo padre discutevamo su una cosa- iniziò la madre, per farla entrare nell’argomento- crediamo che hai bisogno di qualche giorno di relax. Tua cugina mi ha sempre chiesto se potevi andare da lei, purtroppo tra impegni vari abbiamo rimandato, crediamo che adesso sia arrivato il momento- Terminò la signora Momoniya.
La ragazza guardò la madre con la bocca aperta. Sì, da quando era partita per Londra, i suoi genitori erano più flessibili, ma c’era un limite per tutto. Non si spiegava il motivo, forse perché la reputavano matura, o per quel segreto che custodiva gelosamente nel cuore. Credeva che loro lo sapessero che una volta era una mew mew, ma non aveva mai avuto il coraggio di affrontare quell’argomento.
-Parli di Ringo?-Domandò Strawberry.
-Si. Da quando è mancata mia sorella, Ringo, è rimasta sola con suo padre. Le farebbe piacere una tua visita.- Spiegò.
-Ho troppi impegni e poi devo lavorare al caffè- disse Strawberry. Già pensava alla reazione di Ryan. A proposito di quest’ultimo, dopo la sua partenza si era rivelato freddo e insensibile, la trattava sempre male e le affibbiava i lavori più meschini.
-Ci parlerò io con il tuo capo,- si fece avanti Shintaro.
La ragazza ci pensò su, rimase con quel pensiero fino alla conclusione della cena per poi aiutare la madre con le stoviglie.
Il viaggio le avrebbe permesso di rilassarsi e di pensare più lucidamente. L’ultima volta che aveva visto la sua piccola cuginetta, era stato cinque anni fa, dopo la morte prematura della madre.
Decise che sarebbe partita per Hokkaido.
Il mattino successivo era giovedì. Le lezioni si sarebbero tenute in giardino, per studiare la natura circostante e la rossa ne approfittò per chiamare Kyle e dirgli del suo viaggio, nel pomeriggio ne avrebbe parlato meglio.
Oramai Strawberry aveva messo la testa al posto, studiava e s’impegnava nelle varie materie. Voleva che i genitori fossero orgogliosi e del suo futuro che pian piano si sarebbe costruito.
Chiuse i libri e s’incamminò verso il parco, diede la conferma alla madre che sarebbe partita il giorno dopo.
Sakura accettò volentieri la sua decisione e la salutò con entusiasmo.
Giunta al caffè le altre erano già arrivate.
-Buongiorno- disse.
-Finalmente sei arrivata, su, sbrigati e aiutaci. Oggi c’è il pienone!-Puntualizzò Mina.
-Antipatica- disse a bassa voce ma la diretta interessata la sentì ugualmente.
-Ripetilo se hai il coraggio!-Esclamò, mettendo le mani sui fianchi.
-Antipatica- il carattere di Strawberry uscì fuori e da lì iniziò il putiferio.
A fermarle furono le altre, ma solo l’intervento di Ryan riportò alla normalità.
-Voi due smettetela, state dando spettacolo!-Li rimproverò. Mina si girò dall’altro lato e Strawberry si agitò ancor di più.(Gliela dava sempre vinta)
-Muoviti invece di startene ferma. Gli ordini non si prendono da soli.- Terminò Ryan, guardandola in tralice.
-Non ti sopporto!- Alzò le gambe ( come al solito, quando era furiosa), mentre gliene diceva quattro per poi entrare nello spogliatoio.
Quell’antipatico la punzecchiava di continuo, purtroppo la faceva sempre franca. La sua autorità non era nulla alla sua, poteva essere la più forte del gruppo ma Ryan era il capo.
Abbassò lo sguardo. Sembrava che tutti riuscissero bene a ferirla o forse era lei quella debole. Una lacrima scese dal viso, si sentiva prigioniera di quel legame. Perché solo adesso notava quelle piccole cose, il suo cuore batteva, ma per chi? Stava crescendo, e aveva bisogno di conferme. Si disse che quella piccola vacanza le sarebbe servita, ed eccome!
Ritornò alla carica, mascherando quell’alone di solitudine e iniziò il suo turno.
L’orario di chiusura giunse e le ragazze salutarono e rimase solo la rossa a recuperare quella mezz’ora di ritardo. Ryan era sceso di sotto, invece Kyle stava preparando i dolci per il giorno dopo. La rossa finito di sistemare e di prepararsi si recò dal cuoco.
-Strawberry ancora qua?- Disse alzando per un momento la testa a guardare la ragazza.
-Si. A riguardo a quella cosa …?- Chiese timidamente.
-Non ci sono problemi. –Disse il cuoco.
-Ne hai parlato con Ryan?- Chiese, mentre il cuore le andava a tremila.
Perché nominare quel nome, le faceva venire il batticuore? Forse, perché lui si sarebbe arrabbiato, sì, era quello.
-Parlarmi di cosa?- Disse alla fine una voce, il biondo entrò in cucina e trovò Strawberry di fronte a Kyle.
Il moro asciugò le manie rispose.
-Strawberry mi ha chiesto due giorni di ferie-
-Il motivo?-Domandò rivolgendosi alla ragazza, che aveva tenuto il viso chino.
-Devo andar a trovare una persona- disse. Non voleva entrare nei dettagli.
-E’ Mark?-Chiese freddo.
-No. Comunque ritornerò il lunedì.- Apprestò a dire, guardando in faccia Ryan, ma ciò che trovò fu solo uno sguardo tagliente.
-Ragazzina qua si lavora. Da un poco di tempo, stai abusando di una certa libertà. Non lo tollero!- L’apostrofò.
-Ryan non esagerare- lo richiamò Kyle.
-No, Kyle. Deve capire che lei è solo una cameriera. Deve attenuarsi al suo compito. –Puntualizzò.
-Ah così la pensi?- Iniziò Strawberry, con un moto di rabbia.
-Che vorresti insinuare?-
-Scusa se ti ho aiutato per tutti questi anni, ma non credevo che per te non valesse nulla. Ho solo ritenuto giusto darti una mano in tutto, sia con il progetto e sia nella tua vita che era vuota!-Urlò.
-La mia vita è mia!-
-Farne quella che vuoi a me non m’importa. Non m’importa più nulla di nessuno, specialmente di te, Shirogane!- Puntualizzò con forza, ferendo Ryan.
-Stupida bambina! Non sai che cosa stai dicendo- prendendola dal polso e allontanandola dalla cucina.
-Io non sono più una bambina Shirogane, sono grande, ho le mie responsabilità. Solo tu lo credi, apri gli occhi. Io ti ho accettato per quello che sei, non mi ha mai importato dei tuoi soldi o di altro. La gente ti ha usato e tu ci sei caduto come un allocco.- Buttò fuori Strawberry.
-Non credere che sono talmente stupido da non sapere?-
-Lo hai fatto apposta, sei un idiota! C’eravamo noi assieme a te, ma ti sei fatto trascinare…- disse indignata.
-Cosa potevate fare? Strawberry apri gli occhi, il mondo non gira intorno a te. –
-Mi stai offendendo Shirogane. Ma okay. Potrò essere una bambina davanti ai tuoi occhi e non m’interessa – si arrese.
Il silenzio era assoluto.
-La Strawberry che conosco non si sarebbe mai arresa, quella che ho davanti è solo la sua ombra.- Fece notare, girandosi per ritornare in camera sua.
-Sono stanca di lottare per qualcosa che non avrò mai.-
-Chi smette di lottare, può reputarsi morto…- parlò Ryan con il cuore stretto.
-Domani parto.- Disse in fine, aprendo la porta del caffè.
-Fai un piacere a tutti Momoniya, non ritornare più, non abbiamo bisogno di persone incompetenti.- Sottolineò Ryan.
-Vai al diavolo Shirogane!- Sbattendo la porta con forza.
La tempesta si era scatenata, ma non aveva vinto nessuno. Quell’uragano aveva solo ingrandito la voragine.
 
 
 
 
 
 
 
 
L’aeroporto di Tokyo era strapieno.
Strawberry stava salutando i genitori, pronta per partire.
-Stai attenta tesoro- l’abbracciò la madre.
-Non ti avvicinare ai ragazzi, mi raccomando- disse Shintaro. Oramai la sua bambina stava crescendo. Ricordava come fosse ieri, quando la sua bellissima Sakura aveva dato alla luce la sua figlia. La piccola era nata prematura e per questo era dovuta stare incubatrice per diverso tempo, ma adesso era forte e grande.
I suoi sedici anni si notavano. Il suo corpo da bambina si stava trasformando, dando così vita a una donna.
I capelli simili alla moglie, quegli occhi profondi dove brillava una luce chiara. La sua fragolina, stava per spiccare il volo.
Le diede un altro abbraccio e poi la lasciò partire, con mille raccomandazioni.
Strawberry dopo i vari controlli, salì sull’aereo e si accomodò al suo posto. C’era un’ora e mezza di viaggio, prese il telefono e lo collegò alle cuffie: attivò play e s’isolò da quel mondo di falsità.
 
Hokkaido era situata nella parte settentrionale del Giappone. Veniva chiamata Ezo o Yezo, nell’antichità, poiché era un’isola al verde… infatti il suo più guadagno era sull’agricoltura.
La ragazza apprese che mancava ormai poco all’atterraggio, dopo che l’hostess la richiamò.
Dopo l’ascesa, prese il suo borsone e si avvio verso l’uscita.
La madre le aveva detto che suo zio Reito sarebbe venuto a prenderla, così con pazienza aspettò il suo arrivo.
-Strawberry?-Qualcuno la richiamò, la rossa si girò verso la voce e s’incontrò con una ragazzina sui 13anni. Portava un caschetto sul rosso, con un cerchietto in testa.
-Ringo?- Domandò dubbiosa.
-Si.- Disse la piccola avvicinandosi alla cugina.
-Bentornata a Hokkaido!- Puntualizzò serena – Dai vieni, papà ci aspetta di là- le prese la mano e la trascinò verso il lato opposto della strada, infatti lo zio era sul marciapiede.
-Strawberry fatti guardare, sei cresciuta!- Affermo l’uomo- quanto tempo è passato dall’ultima volta che ci siamo visti?- Chiese.
-Un poco zio.- Rispose lei.
-Già il tempo vola, comunque Sali. Ti portiamo a casa, sarai stanca per il viaggio- e così partirono.
 
 
Il tempo a Hokkaido era splendido. Strawberry e Ringo dopo aver parlato per tutta la notte, la mattina si fermarono a dormire. Entrambe avevano un temperamento molto simile. Forte e coraggiose. Leale e sorridente. La loro audacia coinvolgeva tutti e questo faceva piacere all’uomo, che vedeva finalmente la sua cara bambina sorridere di cuore, forse era meglio prendere in considerazione quell’offerta che tanto tempo fa aveva declinato.
Li osservò a lungo, poi decise di uscire per andar a lavorare, quelle due sembravano sorelle.
Forse la sua scelta avrebbe portato una luce nuova nella vita della sua unica fonte di vita.
Le due si svegliarono solo dopo mezzogiorno.
-Ahhh!-Gridò Ringo, facendo svegliare Strawberry di soprassalto.
-Che succede?-Gridò la rossa.
-Un chimero!- Disse spaventata, indicando un punto qualsiasi.
-Cosa? Mewberry metam….- si fermò. Si guardò in giro con più attenzione e non notò nulla, solo la cugina che sghignazzava come una matta.
-Troppo forte Berry! Finalmente ti ho smascherato!- Puntualizzo, smettendo di ridere.
-Cosa?!-Urlò la rossa, capendo che la piccola le aveva tirato un colpo basso. Aveva ancora in mano la spilla mew.
-Ringo! Perché tu… Oh per tutti i Kami, tu sai chi sono?-Chiese balbettando.
La piccola annui convinta e poi si avvicinò alla cugina per esaminarla.
-Allora è questa la formula magica per trasformarti in una mew mew.-
- Ringo, lo sa qualcun altro?-Chiese immediatamente.
-No. Stai tranquilla il tuo segreto è al sicuro con me.- Disse decisa.
-Come fai a saperlo?-Chiese Strawberry sedendosi per terra, troppe emozioni.
-E’ stato tutto un collegare, le vicende delle famose mew mew venivano trasmesse in tv e dall’ora ho iniziato a fare delle ricerche ed ecco la scoperta. Mia cugina Strawberry era una di loro, una figata!-Esclamò entusiasta.
La rossa era rimasta di stucco non pensava che Ringo potesse arrivare a quelle conclusioni. Si sentiva spoglia senza quell’identità: si in passato si era detta che quella vita le andava stretta, ma pensandoci meglio era stata una benedizione quel giorno quando tutto era iniziato. Il mondo si era capovolto e aveva conosciuto le sue migliore amiche e anche quell’antipatico di Ryan e non dimentichiamo il futuro pasticcere più bravo del Giappone. La sua squadra era grandissima e le voleva un bene dell’anima.
Era normale sentirsi stretti, in quell’età la libertà era tutto.
-Ringo. Sì. Ero una mew mew. Da tre anni il progetto è finito e come tale noi siamo ritornate a essere delle semplice ragazze.- Spiegò Strawberry, la cugina si sedette accanto e l’ascoltò con attenzione, volendo sapere tutti i dettagli. La rossa si sentiva pian piano più leggera, potendo parlarne finalmente con qualcuno. Ringo si mostrò più matura di quanto pensasse .
-Deve essere stato bello essere una delle eroine più famose del Giappone. Anche se ne avete superate prove e minacce. Alla fine che fine hanno fatto gli alieni?-Domandò.
-Sono svaniti, portando con sé l’acqua mew.-
-Capisco, alla fine tutto si è risolto nei migliori modi.- Alzandosi e andando verso il frigo per prendere qualcosa da bere.
-Ringo non ti senti sola?-Domandò all’improvviso Strawberry.
La piccola le sorrise e poi bevve un sorso di succo.
-A volte, ma poi penso che c’è la mia mamma accanto a me e mi faccio forza. Sai Berry ho sempre voluto una sorella, purtroppo il fato non è stato buono con me. Ma c’eri tu, ti voglio tanto bene Berry.-Abbracciandola forte.
-Lo stesso è per me, Ringo.-
 
 Reito, dopo essere ritornato da lavoro si era ritrovato con una tavola imbandita di prelibatezze. La figlia si era permessa di organizzare una piccola festicciola per Strawberry, l’uomo l’aveva gradita con piacere. Durante la giornata Ringo aveva scoperto le doti straordinarie della cugina nel bruciare tutto ciò che riguardava il cibo, in fine l’aveva confinata fuori da essa per non ritrovarsi carbone per cena. Avevano parlato del più e del meno, dei ragazzi e delle prime cotte. Della famiglia e dei compleanni. In una giornata tutto era ritornata alla normalità, il vuoto era sparito e con sé si era portato via la confusione. Ringo era quella luce brillante che le mancava.
Le giornate trascorsero felici, con i vari battibecchi tra le due che si erano legate profondamente e il giorno dell’arrivederci stava arrivando troppo in fretta.
Strawberry stava sistemando il borsone, quando trovò, infondo a esso una scatolina. Se lo ricordava bene. Durante le vacanze natalizie dell’anno prima, si era recata a Londra per passare qualche giorno insieme al suo Mark, ma lui non c’era quasi mai. Così disperata era uscita. Londra era bellissima per Natale.
Aveva camminato per ore, senza sentire la stanchezza e infine era entrata in una piccola gioielleria. Il suo sguardo si era posato su un ciondolo a forma di mela.
Non aveva resistito e l’aveva comprata.
Quel regalo era ancora lì.
Era un peccato non dargliela, ma le sembrava che mancasse qualcosa. Le venne un idea. Cercò la sua spilla nella tasca e da essa uscì una piccola sfera di luce.
-Proteggila- disse come desiderio. La sfera di luce s’incastonò nell’angolo della mela. Adesso era perfetta.
Nel pomeriggio doveva uscire con Ringo e lì, glie l'avrebbe data come segno del loro legame.
Si preparò e poi mano nella mano si avvicinarono al centro città.
La giornata era cupa, ma non c’era freddo.
-Tesoro- la richiamò.
-Dimmi- le sorrise come risposta.
Si fermarono vicino al parco e Strawberry estrasse la scatolina.
-Questa è per te, per non dimenticare questi giorni bellissimi.- Le porse.
Ringo era senza parole, la prese con le mani tremanti, l’aprì. Al suo interno c’era una collanina con un ciondolo a forma di mela, alla sua destra un alone di luce.
-E’ bellissima Berry- disse quasi in lacrime.
-Mi fa piacere.- Le sorrise, l’aiutò a metterla e in quel momento accadde qualcosa di strano. La mela l'avvolse di
-E’ un ciondolo speciale, dentro di essa c’è una goccia di acqua mew, lei ti proteggerà. Ti voglio bene sorellina- disse, facendo piangere la piccola.
- Anch’io ti voglio bene nee-chan.-
 
Il tempo sembrava allagarsi e il sole apparve.
L’aria era satura di odori, soprattutto di erba appena tagliata.
Le due giovane sorelle camminarono spensierati tra le vie del centro, sostando per più delle volte nelle pasticcerie. Strawberry le parlò di Kyle, un ragazzo gentile e premuroso. Della sua dote di pasticcere, di come sapesse lavorare bene il dolce, fin dall’inizio. Poi si soffermò sulle sue amiche/compagne di avventura, caratterizzandole con i loro vari caratteri, del piccolo Mash che la seguiva di continuo, che purtroppo per il momento si trovava in revisione. Parlò a lungo dell’argomento “Mark” e dei loro problemi.
E infine di Ryan, il ragazzo americano che da un poco di tempo la conduceva nella confusione più assoluta.
Ringo l’ascoltava con attenzione, cercando d’imprimere tutte quelle notizie nella sua mente, perché sapeva che d’allora Berry le avrebbe chiamata per sfogarsi.
-Credo che tu debba pensare piano. Vivi l’istante e cogli l’attimo. – Le propose Ringo, mentre gustava il suo gelato.
-Forse hai ragione. Sai, sembri più grande di me, dovrei essere io a consigliarti.- L’ammonì con un sorriso.
-Che ci puoi fare, la mia saggezza è nota- disse, mentre si puliva la bocca con un tovagliolo.
-Ne ho sentito parlare.-Aggiunse sconsolata.
-Avrai anche tu, le tue doti. E solo che li devi ancora scoprirle.-
-Lo so, ci vuole solo del tempo.- Parlo, per poi finire il suo gelato al lampone.
Rimasero in quel centro commerciale fino alla conclusione della merenda, mentre il tempo diventava nero. Il bar si trovava al piano terra e dalla loro postazione si poteva ammirare la strada e i loro passanti.
Fino a che successe qualcosa, infatti all’improvviso un frastuono si sentì e i vetri della vetrata tremarono. Strawberry rizzò le orecchie e prese d’istinto il braccio di Ringo e cercò di allontanarsi dalle vetrate. I suoi sensi di gatto l’avvertita di un pericolo, infatti poco prima che qualcosa prendesse senso, si avvertì un forte scossone. La terra tremò sotto i piedi delle due cugine.
-Ringo stai accanto a me.- Disse autoritaria Strawberry, avvicinandosi a un pilastro.
-Un terremoto!- Urlò nel panico la ragazzina, che abbracciò il corpo della rossa.
-Dobbiamo uscire da qui, subito!- Puntualizzò, ma non ebbe il tempo di far nulla, infatti, la terra tremò ancora più forte e per proteggere Ringo dalla caduta dei massi le fece scudo con il proprio corpo. Il caos non era nulla al confronto a quell’evento drammatico. Per diversi minuti si sentiva solo il terreno rompersi in due e gli oggetti cadere, le urla erano diventate confuse e attonite.
Un solo attimo e la giornata si era trasformata nell’inferno.
Alla fine del disastro s’iniziò a risentire le voci, i vigili del fuoco erano arrivati e anche la polizia e i vari organi statali. Strawberry che grazie ai suoi poteri aveva creato una barriera intorno a lei era illesa, Ringo ne fu felice.
-Tesoro, tu resterai qui. Tra poco arriveranno i soccorsi, io devo andare ad aiutare le altre persone- disse all’improvviso la rossa. La piccola sgranò gli occhi a quell’affermazione.
-No, ti prego non mi lasciarmi!- Urlò disperata.
-Starò bene.- le sorrise- Sono una mew mew è il mio compito aiutare gli altri- spiegò, inginocchiandosi per guardarla sul viso.
-Mah- cercò di dire Ringo.
-Ti voglio bene sorellina- disse rialzandosi, prese la spilla e in poco tempo si trasformò in Mewberry. Ringo la vide allontanarsi sempre più…un’altra scossa si fece sentire e chiuse gli occhi.
 
 
 
 
 
Angolo dell’autrice:
Salve.
Finalmente dopo tanto tempo riesco a scrivere questa storia.
E’ da molto che mi frulla in testa e per mancanza di tempo e di un problema, che purtroppo mi assilla di continuo, “gli errori”, mi fermo e lascio stare. Adesso ho deciso di postarla nel bene e nel male.
Vediamo se vi piace e poi si vedrà.
Per il momento vi lascio con un capitolo aperto.
La storia non sarà troppa lunga, lo spero, vorrei arrivare sui ventiquattro capitoli.
Come avete appena letto ho incluso un nuovo personaggio, Ringo che è la cugina di Strawberry, spero di aver descritto bene il loro legame, come primo capitolo credo che basti. Nel prossimo vedremo le cose cambiare.
Spero che qualcuno mi seguirà, alla prossima.
Heart
 
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Capitolo 2
*** Acqua Mew {Prima Parte} ***


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2
“Acqua Mew”
{Prima Parte}

 




Erano passati sette giorni dal disastro.
Hokkaido era irraggiungibile a causa del terremoto.
I voli o le piatte forme di comunicazioni erano disconnessi.
Il caos.
I Tg non parlavano di altro, del dramma avvenuti in quei giorni.
La maggior parte delle cose erano distrutte.
Case. Edifici. Strade. Metropolitane.
Hokkaido non esisteva più.
Era sprofondata.
-Le ultime notizie dal nostro inviato.- Lasciò spazio il giornalista, avviando la diretta, anche se, le immagini non si vedevano benissimo.
“Buongiorno. Siamo qui … al centro della città. Ciò che vediamo è solo distruzione e morte, ancora non è stimato il numero, né di quelli feriti. Si nota devastazione e paura. Fin da questa mattina, il terreno non ha smesso di vibrare. Le alte sfere si stanno organizzando e inviando l’esercito, per aiutare questa gente che ha perso tutto.” Comunicò l’inviato, con un microfono in mano, quelli di vecchia data.
“Abbiamo intervistato alcuni abitanti, ma dalla loro bocca non sono uscite né parole, né lacrime. Tutto è avvolto nello shock. La città è sprofondata con i suoi abitanti. Rimando la linea allo studio.” Chiudendo la comunicazione.
La giornalista rimane per un momento in silenzio per poi continuare a parlare, il televisore si spense e il silenzio calò in quelle mura.
-E’ spaventoso. Un’isola stava per precipitare negli abissi, e una fortuna che ancora in piedi?- Chiese una ragazza dai capelli blu, si strinse fra le sue braccia per darsi un contegno. I disastri naturali non possono essere prevenuti, ma si chiese semmai qualcuno se n’era accorto.
-I collegamenti con Hokkaido sono interrotti, posso immaginare la confusione, che c’è lì.- Aggiunse un ragazzo alto e moro, la sua lunga chioma castana, oscillava pensieroso.
-Chissà che fine ha fatto Strawberry, non abbiamo più sue notizie.- Fece notare una bambina dai capelli biondi.
-Già. Spero che stia bene.- Aggiunse un’altra ragazza, mentre si aggiustava  gli occhiali.
-Sicuramente sarà bloccata in qualche aeroporto, i voli sono tutti interrotti al nuovo ordine. –Terminò una voce, appena entrata nel posto in cui lavorava.
-Bentornata Pam.- Salutò il moro.
-Ciao ragazze, Kyle.- Lo apostrofò, per poi voltarsi verso un ragazzo che se ne stava in disparte, guardando la tv oramai spenta.
-Ryan tutto bene?- Domandò Pam, il biondo si risvegliò dai suoi pensieri e fece un gesto veloce con la mano e poi si avviò verso la sua stanza.
Da un poco di tempo percepiva qualcosa di strano, ma non riusciva a capire di cosa si trattasse. L’unica cosa che aveva capito, riguardava  Strawberry. Sperava che stesse bene.
 
 
 
 
͝͝͝͝͝͏
 
 
Due settimane dopo
Una sveglia trillò. Al terzo richiamo, una mano avanzò verso il comodino e la staccò.
Un sospiro uscì fuori dalle coperte. Si fece forza con i gomiti piantati sul materasso per issarsi e uscire dalla coltre di stoffe.
Girò lo sguardo verso la finestra della sua camera e osservò il cielo, che era cupo. Il sole era nascosto da nuvoloni neri e all’orizzonte si travedevano lampi di luce.
Si stropicciò gli occhi e poi si alzò, mise prima un piede e poi l’altro. Oramai era passati quattordici giorni dall’accaduto. Da quel giorno la sua vita si era sgretolata. Tutto si era dipinto di grigio e la luce dei suoi occhi era sparita. Si avvicinò allo specchio e si fissò, ciò che vedeva era solo una ragazza vuota. Si sentiva in colpa, si toccò il petto, dove risiedeva il suo cuore. Lui batteva e lottava ogni momento, per permetterla di vivere la sua lunga vita.
-Non ti dovevo lasciare sola.- Disse, mentre una lacrima scivolava solitaria sulla guancia.
-Devo farmi forza. Devo mantenere la mia promessa.- Si guardò ancora allo specchio, per poi prepararsi per la scuola.
Da ormai sette giorni, aveva ripreso le lezioni.
Ma il vuoto rimaneva ugualmente.
Scese di sotto e si sedette per mangiare la sua colazione.
-Buongiorno Cara- Sorrise la donna, che le presentava come madre.
-Giorno mam…- ingoiò le lacrime e afferrò il toast. Lo imboccò e cercò di mandarlo giù.
La donna si avvicinò e le accarezzò la testa dolcemente- so che è difficile, ma c’è ancora speranza. Lei è forte- sorrise, la lasciò per prepararsi anche lei per il turno di lavoro. Sakura Momoniya era un’anima in pena, tutto si era rovesciato e adesso cercava di raccogliere i cocci di quel domani.
-Buona giornata- urlò, mettendosi le scarpe e dirigendosi verso la sua scuola. Si doveva fare forza, tutto si sarebbe risolto.
 
 
 
La giornata si presentava buia.
La pioggia arrivò come promesso, bagnando i tetti di ogni costruzione.
La rossa, dopo le lezioni si avviò verso casa.
Si cambiò e uscì nuovamente.
Era ora di dare un significato alla sua vita. Voleva darsi una svegliata.
Prenditi cura dei miei amici”le aveva detto una voce in sogno, da quella notte, la sognava di continuo. Con i suoi sorrisi luminosi e pieni di speranza. Le doveva la vita e sicuramente non avrebbe fallito.
-Ci riuscirò!- Disse a se stessa.
Ed eccola. La costruzione tutta rosa. Si trovava vicino al parco e già notava la fila per entrarci.
Si mise in coda, per studiarla meglio. La struttura era molto carina, con le parete rosa e lampone. Le finestre a cuore. Con l’andare del tempo, si avvicinava all’entrata. Notò con un sorriso le cameriere, con la loro uniforme, ognuno di loro aveva un colore personalizzato. Notò con stupore la modella, Pam Fujiwara. La ragazza era alla porta per accogliere i clienti, sembrava piuttosto fredda. Non sorrideva mai.
-Benvenuta al caffè Mew, sei sola?- Chiese Pam.
-Si.- Rispose lei.
-Prego, accomodati. Adesso manderò una mia collega per l’ordinazione.- Affermò Pam, facendola sedere in un piccolo tavolino anch’esso rosa, compresa la sedia.
L’atmosfera era tranquilla. Dentro si sentiva quell’aria di frizzante e di avventura. Non capiva il motivo, ma probabilmente era causato dalla presenza della vecchia squadra Mew Mew.
Una Lory indaffarata e con lo scarso equilibro arrivò, ma per sua sfortuna le cadde un bicchiere con del gelato, e coincidenza volle che fosse la testa della giovane arrivata.
Lory mortificata, iniziò a balbettare più che non posso.
-Zitta!-Disse a un certo punto Ringo.
Lory rimase ferma, spaventata. Ringo si alzò e si avviò verso il bagno che cortesemente Pam le aveva indicato. Non si aspettava che una ragazza dai super poteri, fosse così incapace. Berry aveva ragione. Sorrise a quel pensiero.
Quando uscì dal bagno, si ritrovò di fronte a un ragazzo biondo. Indossava una camicia nera e un pantalone bianco, rammentò le parole di Berry a suo riguardo. Allora era lui il famoso Ryan Shirogane, niente male, un bellissimo ragazzo.
-Mi dispiace per lì convenevole. Offriamo noi- disse.
Ringo lo fissò allungo. I suoi occhi azzurri la penetravano e la studiavano. Non capì il motivo, ma ritirò lo sguardo per fissare qualcos’altro. Adesso tutto le quadrava.
-Grazie.- Disse lei, mettendo via il fazzoletto nella borsa. Quella volta non fu Lory a prendere l’ordinazione ma Mina.
-Che preferisci?-Chiese la ballerina.
-Crostata di fragole- rispose, dandole il menù. Mina la osservò giusto un momento per poi uscire dal suo campo visivo.
Appoggiò il gomito sul tavolo e iniziò a fissare fuori dalla finestra. Ormai si era fatto buio, la pioggia non voleva cessare, chissà se un giorno tutto si sarebbe risolto. Aveva perso tutto.
-La tua crostata. Scusami per prima- annunciò Lory.
-Fa niente- rispose lei, non diede nemmeno tempo alla ragazza di andar via, che le chiese una cosa.
-Scusa.- la richiamò.
La ragazza ritornò ai suoi passi e le fu subito accanto- dimmi.-
-Ho notato il cartello fuori, cercate una cameriera?- Domandò. Girandosi a guardarla.
Lory incontrò i suoi occhi castani per poi rispondere.- Si. Ma dovresti parlare con Ryan. –Rispose, per poi vagare lo sguardo sull’intera sala, ma del biondo nessuna traccia. – Lo potresti trovare dopo la chiusura, te lo presento io.- Terminò per poi lasciarla sola con il suo dolce.
 
 
 
Alla chiusura Ringo si presentò di fronte alle mew, Ryan e Kyle.
Le luci della sala principale erano spente, rimanevano solo quelli della cucina e dell’ingresso.
-Quanti anni hai?-Chiese Ryan.
-Tredici.-Rispose, senza togliere gli occhi d’addosso.
-Ryan quel posto è di Strawberry, non è giusto!- Protestò Paddy, ma il biondo non le diede conto.
-Ti faccio ricordare che la sottoscritta non è ritornata. E poi, -fermandosi – con un sms, non si può scusare che non ci sarà per un tempo limitato.-
Kyle e Pam l’osservarono consapevoli che l’americano soffriva. Sicuramente la rossa si era trasferita dal “suo” Mark e non aveva il coraggio di dirlo.
-Il tuo nome?-Domandò Ryan.
-Ringo! L’ho già detto!- Protestò la piccola. Le sembrava che il ragazzo non le dava attenzione.
-Modera la voce, mocciosa.- La freddò lo scienziato.
-Voleva dire il cognome.- Intervenne Kyle, rimproverando Ryan del suo carattere.
-Ringo Akai- annunciò nervosa, quel tipo le dava sui nervi.
-Domani ti presenterai nel primo pomeriggio e farai una prova, nella serata ti faremo sapere la decisione- terminò Kyle con un sorriso, congedandola.
Ringo fece un inchino e uscì dal caffè, la pioggia non si era fermata. Antipatico!procedette a passo sostenuto fino a giungere a una villetta, le luci erano accese, segno che i suoi zii erano ritornati. Prese le chiavi e l’inserii.
-Bentornata cara, la cena tra poco è pronta- affermò Sakura. Si notava da un miglio suoi occhi umidi e rossi, dovuti al pianto. Tutto questo era colpa sua.
Annuì e si precipitò in camera.
Si chiese quando sarebbe finito quel supplizio.
 
 
 
Il pomeriggio di prova si era riscontrato decisivo e Ryan l’aveva assunta effettivamente. Ringo ogni giorno, tranne la domenica, si recava al caffè. Ormai il tempo passava velocemente e l’inverno faceva capolino.
La temperatura era scesa.
Ringo stava servendo un altro tavolo, cercando di distrarre la mente da quelle grida. Le oche stavano bisbigliando, perché avevano notato Ryan. Il biondo aveva il suo repertorio. Soprattutto quando aiutava le altre, con il servizio e questo succedeva nel fine settimana, ma da un poco di tempo, spariva per lunghe ore o non spuntava proprio. Ringo si chiese se era colpa del progetto, chissà.
-Finalmente è finita! Ho i piedi distrutti-, mormorò Mina sedendosi sulla sedia.
-Già. Oggi c’erano più clienti del solito.- Sbuffò Paddy, scendendo da una delle sue palle.
-Su, ragazze.- Parlò Lory.
-Ma non ti fa male la schiena?- Domandò all’improvviso Ringo, le sue colleghe si girarono per darle attenzione. – Hai fatto più inchini di tutti. Io al tuo posto mi sarei buttata a terra.- Puntualizzò la rossa.
-Ma chi credi di essere mocciosa!- Intervenne Mina.
-Mocciosa a chi? Ho tredici anni e no 10!- S’innervosì Ringo.
-Non cambia tanto. – Mormorò Mina, incrociando le braccia. Quella ragazzina le dava sui nervi, assomigliava a una certa persona.
-Baka- ringhiò Ringo.
-Ti stritolo!- Urlò Mina, iniziando a rincorrere Ringo, le altre rimasero ferme a osservarle e proprio in quel momento un flash apparve nelle loro menti. Quelle vicende assomigliavano tanto ai litigi tra Mina e Strawberry.
Era impossibile.
Le due non si conoscevano, era solo una coincidenza che la ragazza aveva occupato il suo posto, avesse il suo stesso colore dei capelli.
-Per favore non distruggete il caffè -disse, Kyle. Mentre avanzava con un carrello con dei dolci.
Le due riprese si fermarono, ma non si rivolsero la parola per tutta la durata della merenda.
A fine di serata si recarono negli spogliatoi.
Parlavano del più e del meno, tranne Ringo, che si sentiva fuori posto.
All’improvviso sentirono un allarme, le quattro ragazze corsero verso il laboratorio, dove trovarono Ryan davanti al computer. Lo schermo lampeggiava e su un riquadro segnava con rosso la parola “nemico”.
-Che cosa significa?-Chiese Mina.
-Gli alieni sono ritornati.- Aggiunse Kyle.
-E’ vero Ryan? –Domandò Pam. Il ragazzo annuì.
Il biondo si guardò in giro per vedere se la nuova acquistata fosse nei paraggi e porse alle ragazze le spille.
-Correte. Fateci sapere che succede.- Esclamò. Le quattro ragazze si trasformarono, senza accorgersi che due occhi li stava osservando.
Ringo rimase a fissarle fino a che non si allontanarono, ecco il covo segreto delle mew mew.
-Ryan sei sicuro che si tratta degli alieni?-Chiese l’amico, lui annuì convinto. Dai monitor scrutavano le azioni delle loro paladine, fino a che un lampo di luce investì le mew mew, portandole ad atterrare malamente al suolo.
I due ragazzi rimasero a fissare il computer senza proferire parola, fino a che le ragazze ritornarono al loro aspetto originale.
-Che cosa succede? Perché si sono ritrasformate?-Domandò Kyle allarmato.
-Non lo so. Devo intervenire.-Disse sbrigativo uscendo.
 
 
 
 
Intanto  al parco, le mew oramai senza poteri cercavano con sforzi inutili di fronteggiare il nuovo nemico.
-Chi sei? Fatti vedere!- Gridò Pam.
Si sentì solo una risata e poi il silenzio. All’arrivo di Ryan le ragazze erano riunite. I loro ciondoli si erano tramutati in pietre.
-Ragazze state bene?- Domandò l’americano. Le ragazze annuirono, ma mostrarono i ciondoli ormai morti. Non disse nulla e si avviò con loro al caffè, per parlare meglio. Appena giunsero, trovarono Kyle con Ringo.
-E lei che ci fa qui?- Disse arrogante.
-Ha visto tutto, sa chi sono le mew mew- spiegò Kyle. Le quattro ragazze rimasero in silenzio, aspettavano che qualcuno sbloccasse la situazione.
-Vattene!- Urlò Ryan senza controllo.
-No!- Gridò di rimando. Detto questo Ryan, non ci vide più, afferrò Ringo da un braccio e la strattonò. Da quel gesto, successe qualcosa d’inaspettato.
Una luce forte avvolse Ringo che brillò come un diamante, buttando a terra Ryan.
-Chi sei?-Blaterò Pam, sorpresa come le altre.
-Ringo…- iniziò a dire, ma un chiarore la trasformò cambiandola; dopo che il bagliore scomparve, di fronte a loro c’era una ragazzina da un costume rosso.
-No. MewRingo.- Annunciò seria.
 
 
 
 
 
 
 
Note dell’autrice:
Sono tornata.
Non so il motivo, ma c’è qualcosa che non va.
Boh.
Iniziamo a entrare dentro la storia, e già abbiamo un piccolo avviso del nuovo nemico.
Ryan in questo capitolo è insopportabile, scusatemi, ma il poverino sta male.
Per Ringo è tutto da scoprire.
So che poi mi chiederete che fine ha fatto Strawberry, ma tutto al suo tempo. Vi allego l’immagine di Ringo versione Mew.
Alla prossima.
Heart
Perdonatemi per gli errori, se c’è qualcuno che mi può aiutare nel correggerli, si faccia a vanti.
 
 

 

Ringo. MewRingo. Chi volesse far parte del gruppo The Magic Diary

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Capitolo 3
*** Acqua Mew {Seconda parte} ***


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3

Acqua Mew

{Seconda parte}

 

-Io sono MewRingo-.

Tutti rimasero in silenzio a quella scoperta. Come era possibile? Ringo non era una mew mew e non aveva nessun tatuaggio. Ryan ripreso da quello shock, si avviò verso i laboratori per controllare meglio. Le altre lo seguirono, lasciandola sola. Ringo accorta che tutti erano andati via, chiuse gli occhi mentre una lacrima le scendeva sulla guancia.

-Mi dispiace Berry, volevo un'altra reazione invece ho sbagliato tutto.- Disse, mentre le lacrime si facevano più prepotenti, alla fine annullò la sua trasformazione per cadere piano a terra e scoppiare a piangere.

-Chi sei realmente?-Chiese Mina, ma appena formulò la domanda la ritirò. La ragazza non era in grado di rispondere.

-Ringo. Stai calma noi non ti faremo del male.- Iniziò a dire Kyle, inginocchiandosi per aiutare la piccola.

-E' tutta colpa mia-, disse lei, con la voce interrotta.

Un ciondolo cadde al suolo, facendolo vedere a tutti. Non era come gli altri: aveva delle piccole ali ai lati.

Ryan tentò di prenderlo, ma una barriera lo respinse.

-Acqua Mew! Acqua Mew!- Esclamò all'improvviso Mash. I ragazzi si voltarono verso il piccolo robottino. Com'era possibile che fosse lì? Non e che si trattasse di qualche suo frammento? Solo allora Ryan si accorse con stupore, che quando Ringo lo aveva afferrato intorno a lei si fosse formato una barriera. Lei possedeva l'acqua Mew.

-Hai un frammento dell'acqua mew?- Domandò Ryan.

Ringo riprese la spilla e si alzò velocemente.

-Scusatemi io non dovrei essere nemmeno qui.-Continuò con il pianto, mentre le ciocche dei capelli l'avvolgevano.

-Che significa?-Domandò Pam.

Ringo la guardò negli occhi. La modella a quegli occhi si ritirò un attimo indietro. Quello sguardo, quegli occhi pieni di energia adesso si stavano affievolendo. Chi era realmente quella ragazzina e perchè aveva tanto in comune con una delle sue migliore amiche?

Ritornò ai suoi passi e le porse una mano. Era troppo spaventata e sconvolta per parlare.

Pam con l'aiuto di Kyle portano Ringo in una delle stanza del caffè, intanto le altre mormoravano parole senza senso. Ryan era sceso in laboratorio ad analizzare i dati. L'acqua mew aveva reagito al suo dna e questo significava che anche lei era stata esposta a quell'esperimento, ma i risultati erano tutti negativi. L'unica opzione era che Ringo si era trasformata perchè c'era qualcosa che la collegava ad essa, ma cosa? Ritornò su e trovò l'amico parlare con la modella.

-Come sta?-Chiese.

-Si è addormentata.- Rispose l'amico, mentre si appoggiava al muro. -La cosa è piuttosto ambigua. Ringo non è una mew mew, ma si può trasformare come le altre. Non ha né tatuaggio, né segni rivelanti . Potremo farle delle analisi.- Ryan annui e si preparò per quelle esami, Kyle gli stava dietro e Pam non li lasciava nemmeno per un attimo. Arrivati di fronte alla stanza sentirono dei sussurri. L'aprirono e trovarono una Ringo che piangeva probabilmente per un sogno.

-Ti prego non mi lasciare. Ti prego!-Gridò forte.

-Ringo calmati, si tratta solo di un sogno.- Cercò prontamente di calmarla Pam. Ma la piccola si dimenava, gridava parole senza senso, il suo dolore era forte e la sofferenza che prima non era uscito fuori stava sfociando tutta in una volta.

-Ryan su sbrigati!- Urlò il cuoco, intanto fermava Ringo.

Ryan con un abile mossa, catturò un braccio della piccola e uscì fuori una siringa dalla tasca. Nel momento in cui l'ago stava per entrare una forte energia si sprigionò dal corpo di Ringo. I tre sentirono una voce uscire da lei.

Lasciatela!

L'energia era talmente forte che li scagliò contro le pareti, il caffè vibrò per un attimo.

Non permetterò a nessuno di toccarla!

Con questo ultimo avviso scomparve.

-Ragazzi che cosa è successo?- Mina, Lory e Puddy giunsero in fretta al piano superiore, quando arrivarono trovarono gli amici privi di senso.

-Non ci sto capendo più nulla!-Affermò la ballerina.

-Calmati Mina, cerchiamo di fare piano- , disse prontamente Lory cercando di far attenzione dove mettere i piedi.

-Ragazze il ciondolo di Ringo sta brillando.- Annunciò Puddy. Toccò il pendente e la luce la contagiò, si sentiva piena di energia.

-Puddy...che hai ?-Domandarono le due rimaste.

-E' una strana energia. Mi sento rinata e come se le forze si fossero rinnovate.-Spiegò la Mewgialla.

-Credo che la nostra soluzione è Ringo. Ha un aura così pura, lei ci salverà- mormorò Lory.

-Ma siete fuori di testa? Non vedete che stato sono loro?-Indicò gli altri a terra.

-Mina non guardare con gli occhi, ma con il cuore. Ringo è la nostra speranza-. Spiegò decisa Lory.

Sì, ne era convinta. Quella ragazzina era arrivata per un motivo e lei ci credeva al destino.

-Io sono con te Ringo.- Disse.

 

Io sarò sempre accanto a te, Ringo. Sussurrò una voce accanto alla piccola.

 

 

Erano passati altre due settimane e Ringo era effettiva una mew mew, anche se non usciva in missione come le altre. Le analisi su di lei, non portavano in nessuna parte. Ryan e Kyle lavoravano giorno e notte per sciogliere quel dilemma. Ma ogni volta che tentavano di toccarla, quella barriera usciva fuori. Chissà chi era che la proteggeva con tanta costanza.

In quel momento la ragazzina era osservata dalle altre, mentre lavorava come cameriera. Le poche informazioni che avevano su di lei, non erano abbastanza e lei non voleva parlare. Era come se dietro ci fosse una promessa.

Il clima del caffè era instabile. I nemici non avevano più attaccato, e se lo avrebbero fatto non potevano far nulla. Le loro spille erano diventate di pietra.

Ormai il tempo passava e la chiusura della struttura si avvicinò. Le ragazze erano negli spogliatoi che si cambiavano, intanto i due ragazzi parlavano in cucina.

-Kyle non so può che pesci prendere, le anali non indicano nulla. Quella ragazza è spuntata dal nulla e se fosse una nostra nemica? Non sappiamo neppure chi sono loro-, disse Ryan.

-Meglio non fasciarsi la testa prima di romperla Ryan. Me lo sento, presto avremo le nostre risposte.- disse il cuoco.

-I giorni passano e non scopriamo nulla. E poi...- si fermò.

-Lo so. E da un poco che non abbiamo sue notizie.- disse Kyle.

 

 

 

-No!-Urlò una voce.

I ragazzi drizzarono le orecchie e si precipitarono dove provenivano le urla. Trovarono Ringo urlare contro un telefono, piangeva. Era disperata.

-Sto arrivando!-Chiuse la chiamata e si precipitò fuori, ma prima che attraversasse il portone principale, Pam l'afferrò.

-Che succede?-

Ringo si girò di scatto.

-Mia sorella sta morendo!- Esclamò.

-Dove si trova?- Chiese.

-Ospedale di Tokyo.-Disse.

-Facciamo prima in macchina, su sali.

La corsa in ospedale fu frenetica. Le vie erano piene e Pam dovette prendere diverse scorciatoia per giungere in più fretta possibile. Alla fine arrivano a destinazione. Ringo non chiese nemmeno informazioni e prese l'ascensore e schiacciò il pulsante verso il quarto piano, in breve giunsero e andarono direttamente verso l'aria destinata alla rianimazione. Pam la seguiva senza fiatare, quando voltarono di nuovo si fermò di scatto. Ringo arrestò il passo e si schiacciò contro il vetro della sala, per poi buttarsi tra le braccia di una donna. La conosceva. Perché non ci era arrivata prima?

-Non è possibile- mormorò avvicinandosi al vetro.

Dentro la sala c'erano diversi dottori che cercavano di salvare la vita alla persona che stava per morire. Pam non piangeva mai, ma in quel momento i suoi occhi si riempirono di lacrime.

Il telefono squillò e la riportò alla realtà. Non riusciva a parlare, i suoi occhi erano fermi dentro quella sala.

-Pam sei in linea?-Chiese la voce di Mina.

-Dovete raggiungermi.- Mormorò con la gola secca.

-Perché?-domandò la ballerina.

-Ascoltami una buona volta Mina!-,chiudendo la comunicazione.

Furono i minuti più lunghi della sua vita. Chissà se loro avrebbero avuto la sua stessa reazione.

Adesso capiva tutto. I suoi genitori si erano allontanati per saperne di più, invece Ringo non si era mossa un momento.

Gli altri arrivarono dopo venticinque minuti e la trovarono seduta in una di quelle scomode sedie di plastica. Il suo colorito era pallido e le mani le tremavano.

-Pam che ti succede?- Kyle prontamente le afferrò le mani. La ragazza crollò e pianse. Non si era mai comportata in quella maniera, di sicuro c'era qualcosa che non andava.

Quando si riprese chiamò gli amici e li portò vicino al vetro di quella stanza, dove la piccola Ringo non si era staccata nemmeno per un momento.

-Lei si trova qua.- Disse.

-Lei chi?-Domandò Ryan.

-Strawberry.- disse piano. In un momento tutti fissarono la finestra.

I loro occhi non credevano a ciò che vedevano.

La loro Strawberry era su un lettino, pallida e in tubata.

-Non può essere!-Esclamò Mina, portandosi le mani alla bocca.

-Che cosa le successo?-disse Lory, mentre confortava Puddy.

-Mi ha protetto.- Disse all'improvviso una voce dietro alle loro spalle.

Il gruppo si girò e trovarono Ringo con il ciondolo in mano.

-Le avevo detto che non mi doveva lasciare, ma lei mi ha sorriso. Era il suo compito proteggere le persone, era così luminosa e bella. La mia Berry sembrava che fosse la luce stessa. Quel giorno tutto si disintegrò. Ho perso lei e mio padre.- Raccontò Ringo.

-L'unico ricordo che ho di lei è questo ciondolo- afferrando la mela che portava al collo.

-Dov'è successo?- Mormorò Kyle.

-Strawberry era venuta da me, ad Hokkaido. Mi aveva detto che aveva bisogno di cambiare aria e di riflettere, da un poco di tempo si sentiva confusa. Mi ha parlato di voi e del suo segreto, quella stessa mattina mi regalò questo ciondolo e mi promise che mi avrebbe sempre protetto. Quel pomeriggio il terremoto ci prese e ci separò. Mi donò l'acqua mew e se ne andò. Alla fine mantenne la sua promessa, ma l'unica cosa che volevo era che lei restasse accanto a me.-

-Ringo, tesoro...tu non hai nessuna colpa- disse la madre di Strawberry.

Gli altri la guardarono, lei sapeva chi fosse realmente sua figlia.

-Non mi guardate in quella maniera. Una madre sa sempre chi è sua figlia. Anche con due orecchie in testa e una coda. La mia Strawberry è unica al mondo è lo saputo fin dall'inizio.-. Disse, mentre raccoglieva le lacrime in un fazzoletto. - I dottori dicono che presto si sveglierà, ma ci vuole del tempo. Forse sentendo le vostre voci ...potrà uscire da quell'oblio.- Disse uscendo.

-E' colpa mia, infine. Berry non sarebbe in quelle condizioni se io non l'avrei pregata di andare in quel centro commerciale.- affermò Ringo scoppiando nuovamente a piangere.

-Non è colpa tua. Forse è solo nostra che non l'abbiamo capita, spingendola lontano da noi- disse Lory abbracciandola, per poi essere seguita da Puddy, Mina e infine Pam.

Kyle osservò Ryan.

Il biondo aveva lo sguardo perso nel vuoto. Quello sguardo lo aveva già visto.

Di sicuro si sentiva in colpa, ma lui aveva speranza, Strawberry non sarebbe morta. La sua missione ancora non si era compiuta.

-Riprenditi presto, amica mia.

 

 

 

 

 

 

 

 

Nota dell'autrice:

Salve.

Si lo so, scusate il ritardo.

Ma ho un problema con gli occhi e non riesco a scrivere. Anche adesso ho un prurito pazzesco e non dovrei essere davanti allo schermo, ma ci sono. Questo capitolo doveva essere scritto la settimana scorsa, ma non avevo idee per il continuo. E' stato un parto scriverlo. Ogni volta mi fermavo a una frase. E' breve, ma meglio di nulla. Finalmente si è scoperta dov'è la nostra Mewberry chissà come finirà.

Nota ho cambiato il titolo, be la volete la verità. Questa trama risale a tanto tempo e già lo so, ma per tempo e anche per via delle altre fiction non lo scritta . Avevo fatto il banner e avevo scelto anche il titolo, ma poi lo lasciata andare. Oggi le ho dato un titolo diverso, ma ritrovando quell'appunto ho voluto riprenderlo, credo che ci stia bene.

Alla prossima.

Heart

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 4
*** Amore incodizionato ***


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4

“Amore incondizionato”

 

 

 

Mi dispiace piccola, non sono riuscita a proteggerti. Dovrebbe essere il mio compito, ma fallisco sempre. Sei la mia luce e la mia speranza. So che non ci lascerai. Tu sei forte. Mi hai sempre consolato, regalandomi i tuoi sorrisi. Devo dirlo a volte sono stato invidioso della tua forza d'animo. Anche se ti crollava il mondo, riuscivi a sfruttare l'occasione per diventare più forte. Ti ho sempre ammirata.

Le giornate sono sempre uguali, da quando non ci sei più. Ho immaginato tanto in questo ultimo periodo. Mi sembrava così irreale la tua assenza. Sei tutto per me, ritorna da me Strawberry.

Due settimane erano passate da quella rivelazione e ogni sera, quando i dottori se ne andavano, un gatto le andava a trovarla. Le portava una rosa bianca e la poneva sul piccolo tavolino che aveva accanto.

Le raccontava gli episodi della giornata, delle sceneggiate tra Mina e Ringo. Gli ricordava molto quelle tra lei e la ballerina. Le figuracce di Lory e l'affetto che Pam dimostrava per la più piccola del gruppo.

Ryan si alzò da quella scomoda sedia e la fissò in volto. Era bellissima anche in quel momento, le sfiorò con le labbra la fronte e poi se ne andò.

Le sue abitudini non erano cambiate, le ore di sonno erano poche, ma lui se li faceva bastare. Il giorno se ne stava in laboratorio ad analizzare dati e poi la sera stava da lei.

L'alba era prossima. Osservò il cielo cambiare colore e si avviò verso casa con il cuore pesante.

 

 

 

 

 

Il caffè Mew era strapieno.

La fila era infinita.

Tutte le cameriere erano stracolmi di ordinazioni e non riuscivano a riprendere aria.

La giornata si era aperta con il frastuono di un tuono e poi della pioggia. Ringo si era svegliata presto e dopo la scuola, si era recata al caffè. Ormai quell'abitudine non l'avrebbe più lasciata. Si sentiva più a suo agio, dopo aver confessato quel segreto. Lei era una di loro, anche se non capiva che ruolo avesse nel progetto contro gli alieni. Tuttavia il suo sorriso anche se mascherato, quel giorno non voleva uscirne fuori.

Aveva una brutta sensazione all'interno.

La notte non le aveva portato consiglio. Berry non le aveva fatto visita e si era preoccupata. Cercò di stirare un sorriso e continuare il suo compito, ma veramente c'era qualcosa di strano.

Chiuse gli occhi e respirò a fondo.

-Tutto bene?-Domandò Paddy.

-Diciamo.-Disse, massaggiandosi lo stomaco.

-Ragazze, Ringo sta male.-Richiamò Paddy, vedendola contorcendosi dal dolore. Si accasciò al suolo con forti crampi, fino a che una tenue luce si diffuse sul corpo. Era rosa e sfavillante.

Va tutto bene, sorellina. Le sussurrò una voce che lei riconosceva molto bene.

Avverti la squadra. Il nemico sta per attaccare. Disse sta volta più decisa.

Berry che cosa significa? E perchè ti sento solo io? Domandò.

Siamo legati. E' strano anche per me, ma mi viene naturale. Disse. Fai presto piccola mia, stanno arrivando!

 

Ringo si alzò dal pavimento, mentre tutti gli occhi erano puntati su di lei.

-Che cosa ti è successo?-Chiese Pam, sorreggendola.

-Siamo in pericolo. Ci stanno per attaccare. Lo so che è strano, ma vi prego fidatemi di me.-Affermò. Nessuno fiatò, poi Kyle le volle credere. Chiese alle ragazze di scortare tutti i clienti fuori e di chiudere. Non sapeva nemmeno lui perchè lo stava facendo, ma uno strano calore gli diffuse nel corpo.

Fatto tutto ciò il salone risultò vuoto. Nessuno poteva essere ferito da un eventuale attacco.

In quel momento arrivò Ryan e vedendo che non c'era nessuno e chiese spiegazioni, ma proprio in quel momento un oggetto frantumò una finestra del caffè. Tutti rimasero fermi.

-Chi è stato?-Domandò furiosa Mina. Non poteva essere un alieno, loro comparivano dal nulla.

-Ferma Mina. -La riprese Pam, guardandosi in giro. Non c'era rumore, la natura era silenziosa.

-Sembra tutto normale, anche se... ho una strana sensazione- balbettò Paddy. In quel preciso istante, Ringo si accasciò al suolo, urlando dal dolore.

Fu in quell'istante che tanti piccoli sassi irruppero dentro il locale. I ragazzi cercarono di evitarli, ma erano veloci e a volte sparivano per poi colpirli.

-Ahi!- urlò Paddy essendo colpita in testa.

-Chi li lancia? Non vedo nessuno!- buttò giù Mina.

-Ci stanno attaccando.-Propose Pam, per poi prendere Ringo che ancora era per terra sotto tortura di quell'attacco. Si ripararono dietro le mura della sala. Tutti gli occhi si puntarono sulla mewrossa.

-La stanno attaccando dall'interno. Ryan che proponi di fare?-Chiese Kyle.

-Le ragazze hanno perso i loro poteri, se ci fosse una possibilità...-imprecò.

Il biondo ci pensò allungo, ma l'unica cosa che gli veniva in mente era di fuggire. Non potevano correre il rischio di imbattersi nel nuovo nemico.

-Ritirata.- Sussurrò.

Tutti annuirono e presero il corridoio. Ringo fu trasportata da Kyle.

 

 

Sorellina resisti sto venendo da te.

E' pericoloso. Se potessi aiutarli.

Trova la luce dentro di te, Ringo. Mi hai detto che ognuno ha uno scopo nella vita, io credo che tu sei molto importante per il gruppo. Fidati di te stessa. Non arrenderti al dolore. Tu sei più forte.

Ringo vedeva la sua Berry, le stava sorridendo.

Si era chinata e la sorreggeva con le sue braccia, le calmava l'anima.

Vai e combatti, mewRingo. Disse per poi dissolversi.

 

Intanto che Ringo parlava con Strawberry gli altri erano stati costretti da una forza sconosciuta ad uscire dal nascondiglio. C'era qualcuno che li chiamava dal folto della boscaglia. Ryan cercava inutilmente di riprendere possesso dei suoi muscoli, come tutti gli altri.

Fu in quel momento che apparve un ragazzo. Aveva due occhi neri e capelli sul grigio. Indossava una tenuta come quella di Kisch, anche se il colore era diverso, tra il grigio e nero. Due orecchie appunta e un sorriso inquietante stampato in faccia.

-Mi avete proprio deluso. Voi sareste le famose mew mew? Tks, che idiozie. Siete solo delle marionette. Ahaha – rise. Tutti lo videro. Quello era il nuovo nemico, finalmente si era fatto vedere.

Mina era alterata, ma non riusciva a parlare. Quell'individuo possedeva uno strano potere.

-Siete finite.- Affermò. Aprì la mano e fece scaturire tutta la sua energia in quel punto, apparve una sfera nera dove poi la gettò sul gruppo.

Ryan e Kyle cercarono di protestare, le loro ragazze erano in pericolo. La polvere si alzò e coprì la visuale.

-Blue!- L'alieno venne richiamato. Alla sua destra comparve un altro ragazzo, stavolta dai capelli biondi. I suoi occhi erano rosso sangue. Guardava il compagno di cagnesco.

-Yuzen che ci fai qua?-Chiese.

-Ho avvertito una strana energia da queste parti.- Spiegò.

-Come vedi ho eliminato le mew mew, adesso potremo attuare i nostri piani-Rise soddisfatto. Ma lo sguardo di Yuzen non era convinto.

-Non ridere troppo Blue, le mew mew sono ancora vive.-Dichiarò indicandole con il dito.

Dietro la coltre di fumo si stagliava una barriera.

-Com'è possibile?-Esclamò il ragazzo.

Guardò bene e vide una ragazzina dal costume rosso che teneva in mano due oggetti alquanti strani e da lì, fuorusciva una strana energia che aveva protetto le mew mew.

-Ragazze vi proteggo io.-Disse Ringo.

Dopo le parole di Strawberry si era alzata e aveva combattuto contro quel male. Si era trasformata e aveva cercato quella luce che aveva dentro. Era stato d'istinto sussurrare le parole “fiocco di Ringo” aveva detto, ed erano apparse le sue armi.

Era orgogliosa di se stessa. Finalmente era un aiuto per le sue amiche.

-Io le proteggerò!-Disse seria, mentre minacciava i suoi nemici.

-E da lei che proviene quella strana energia.-Sussurrò Yuzus.

-Bene. Allora vediamo come reagisce a questo.- Disse Blue. Chiuse gli occhi e si concentrò. Cercò la mente della ragazzina per poi ordinarle di stare ferma e di prendere il colpo, tuttavia l'animo si scontrò con una barriera piuttosto forte e non riuscì a sopraffarla.

-E' protetta a dovere.- disse all'amico.

-L'ho notato. Chi sei?-Chiese, osservandola.

-Sono MewRingo.-Affermò decisa.

-Un'altra mew. Non ne sapevamo niente, comunque non è un problema. La tua barriera non resisterà per sempre, vi siete salvate, ma al prossimo attaccò vi uccideremo tutti.-Disse Blue per poi scomparire con l'amico.

Ringo li guardò sparire per poi girarsi verso gli amici che si erano liberati.

-Sei stata grande Ringo!-Disse entusiasta Paddy.

-Si. Grazie a te siamo ancora vive- affermò Lory.

I due americani sorrisero e ringraziandola.

-Dovete ringraziare Strawberry, è stata lei a darmi la forza di reagire.- Confessò.

-In che senso?- Domandò Kyle.

-Mi ha parlato. Mi ha fatto sentire a casa. E' grazie a lei che sono riuscita a liberarmi da quel dolore e scoprire il mio potere nascosto. -Sorrise. Detto questo smosse le sue bacchette e attaccò le ragazze.

-Ma cosa?...-

Nessuno si aspettava una mossa del genere.

Mina, Lory, Paddy e Pam si coprirono il viso con le braccia;tuttavia quell'attacco a sorpresa non fece nessun danno.

Le ragazze riaprirono gli occhi per notare una strana luce intorno al proprio corpo, per canalizzarsi sul palmo delle loro mani.

-Ma cosa?- disse Mina.

E dal lì che ebbe la trasformazione.

Le quattro ragazze mutarono in mew mew.

-Ringo come ci sei riuscita?- Disse Kyle.

-Ve lo detto ho scoperto il mio potere nascosto. Vi ho guarito e vi ho ridato i poteri.- Annunciò.

-Adesso è tutto chiaro.- Dichiarò Ryan sorridendo.

-Cosa?-

-Sei il nostro jolly. Tuttavia voglio documentarmi su questo. Ritornarono al caffè ragazze, vediamo che cosa sa fare la nostra Ringo.- Borbottò Ryan.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

°°°°

Salve.

Dopo mesi ritorno con un nuovo capitolo, anche se.

Mi sembra un poco credibile. Mi sono trovata preoccupata, poiché non riesco più a scriverla. Cioè che i personaggi mi sembrano stupidi. La volete la verità? Sembra scritta da una bambina. Si, la trama può essere avvincente, ma manca qualcosa.

Cmq ho dato una piccola svolta. Abbiamo la comparsa dei nuovi nemici e del potere di Ringo.

Su quest'ultima la mia idea si basa di prendere spunto sul videogioco delle mew mew, dove Ringo appare. La sua storia è del tutto diversa dall'originale, ma sui suoi poteri no.

Come avete letto ha la capacità di ridare l'energia o guarire le mew mew, e nei prossimi capirete meglio.

Ditemi voi come vi è sembrato. Ah si. Ho ri modificato il titolo e fatto una nuova locandina.

A presto.

Heart

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 5
*** Attacco a Pam ***


                                 5
                             “Attacco a Pam”
 
 
Era una bellissima giornata. La primavera stava per giungere, nell’aria si avvertiva quell’odore delicato dei Sakura.
Ringo era appena uscita da casa e si stava incamminando verso il caffe. Non ricordava che le giornate a Tokyo fossero così luminose. Oramai era passato un bel po’ di tempo, si era affezionata al gruppo mew, loro adesso riuscivano a comprenderla anche se c’era sempre quel silenzioso ma che la tormentava.
Il suo ruolo nella squadra era solo provvisorio, lei non era una mew mew come le altre. Non aveva dna modificato, era un jolly come l’aveva soprannominata Ryan. Il suo potere derivava dalla goccia di acqua mew nel suo ciondolo. Tale mistero era ancora evanescente, ma lei sapeva che tutto era collegato alla sua Berry. Quando giunse all’entrata era ancora presto, così entrò in silenzio per andarsi a cambiare. La divisa era troppo kawaii. Con calma iniziò a sistemare i vari tavoli e cose, aspettando le sue college. Non aveva fatto particolari amicizie, si teneva sempre distaccata per paura. Aveva perso fin troppe persone importanti ed per questo era ancora scottata.
Chiuse un momento gli occhi e ispirò profondamente. L’aria del caffe era rilassante e dolciastro. La sua Berry aveva vissuto tante emozioni in quel luogo, lei non doveva essere lì. Le colpe di quell’accaduto la riempivano di rimpianti e la rendevano debole. Quante volte aveva pianto in silenzio. Quante volte credeva che la vita non fosse buona con lei, ma ogni volta che quei pensieri la dilatavano un dolce e caldo abbraccio l’avvolgeva. Non erano solo i suoi genitori, ma anche la sua nee-chan che vegliava su di lei.
Sorridi mia piccola Ringo. Le aveva sussurrato nella notte Stawberry.
-Buongiorno Ringo. –Una voce gentile la risvegliarono dal suo pensiero. Lory l’era di fronte con un grande sorriso. La neofocena aveva intuito il suo stato d’animo della piccola e non era la sola. –Già pronta per questa giornata? –Domandò per poi andare anche lei a cambiarsi. Pian piano tutte le ragazze furono al suo fianco e quando Ryan girò il cartello da “chiusi” ad “aperto” il tram di ogni giorno iniziò.
 
-Sono distrutta! –Esclamò Puddy buttandosi sopra una sedia a forma di cuore.
-Non mi sento più i piedi. –Parlò Mina, mentre sorseggiava uno dei suoi the.
-Come se tu avessi fatto chissà cosa, -disse Ringo guardandola storta –hai fatto meno di tutti, sei rimasta più del tempo seduta a dare direttive come se fossi la padrona! –Puntualizzò con le braccia conserte. Quella risposta non fu gradita dalla ragazza e cominciò a ribattere su quell’atteggiamento scontroso. I restanti sospirarono come d’abitudine, notando troppo spesso le immagini con l’amica rosa.
-Smettetela! –Gridò Ryan esasperato. Il ragazzo era diventato più morbido con Ringo, ma il suo atteggiamento era rimasto invariato. Si sentiva colpevole anche se non esternava i suoi pensieri. Le mancava come l’ossigeno, ma rimaneva silente con lo sguardo perso oltre l’orizzonte. Pochi riuscivano a comprenderlo, ma cercavano di dargli spazio. Era stata una scoperta bruciante, la loro amica era in coma ed ancora non si era risvegliata. I dottori non sapevano dare una spiegazione logica, le ferite del corpo erano guarite. L’unica speranza erano le visite continue dei suoi amici.
-Ragazze vi ho portato la merenda, dopo tutto il vostro lavoro ve lo meritate. –Kyle entrò con un carrello pieno di dolci. Il suo sorriso era contagioso per eccetto i due ragazzi che avevano quel macigno nel cuore.
La merenda fu uno schiamazzo e una risata da Lory e Puddy che tentavano di rialzare l’umore della squadra. Mina non degnava uno sguardo alla nuova new entry, Pam aveva gli occhi lontano. I suoi sensi da lupo percepivano qualcosa, ma non riusciva a captare il segnale giusto. Kyle si avvicinò per farle assaggiare un bignè alla crema, i due si fissarono negli occhi, come se quello sguardo valesse più mille parole. La modella prese il dolce e lo mangiò con calma. –Troppo dolce per il mio palato, ma complimenti Kyle. –Disse sorridendogli.
-Sapevo che mi avresti detto la verità. –Il pasticcere le fece l’occhiolino per poi farla arrossire, ma la ragazza prontamente si voltò per non essere fissata con sospetto.
-Io me ne vado. – Pam ruppe il silenzio e si recò verso lo spogliatoio, aveva un impegno a breve, cosi uscii dalla sala grande per poi essere seguita dalle altre che finito le loro mansioni si recarono a cambiarsi. Ryan e Kyle rimasti soli, sospirarono. Era dura. –Stai tranquillo, Ryan. –Il pasticcere ritornò alla sua cucina. I pensieri dell’americano erano molti, come ad esempio il nemico. Non sapevano chi erano o cosa volessero. Ringo era stata una boccata d’aria, ma la cosa che premeva i più era…se tutto quello che era accaduto era correlato. Si grattò la testa e si rifugiò nel laboratorio.
 
 
Il servizio fotografico era finito tardi, erano passati le ventitré di sera e Pam stava ritornando a casa. Il suo appartamento era vicino al parco e aveva deciso di farsi quattro passi per rilassarsi. La sensazione del pomeriggio non voleva cessarle di attenuarsi. Qualcosa sarebbe successo, qualcosa che l’avrebbe cambiata e maturata, ma non riusciva a capire in cosa. All’improvviso si fermò. Appoggiato al palo del lampione stava un ragazzo. La penombra non lo faceva distinguere, ma Pam si avvicinò comunque anche se i suoi sensi l’avvertivano del pericolo imminente.
Il ragazzo si presentava vestito bene ed elegante. Il corpo slanciato e da un comportamento fiero. Quando alzò lo sguardo fissò gli occhi di Pam. I due si fissarono in silenzio, la ragazza ebbe un brivido lungo la schiena e cercò con la mano il ciondolo che portava sempre con sé. Quel ragazzo non era umano, nemmeno lei lo era del tutto, avendo un dna modificato, ma la sua mente le ripeteva “alieno”. Nemmeno il tempo di realizzarlo che il ragazzo si parò di fronte a lei con una velocità sorprendente e spalancò gli occhi.
Pam rimase inerme.
Lo sguardo del suo avversario erano rossi. Due rubini scarlatti.
-Chi sei. –Pronunciò. Aveva un groppo in gola, avvertiva il suo corpo pesante.
Il ragazzo sorrise compiaciuto. –Hai una grande forza, donna. –Mostrando i suoi lunghi denti. –Con me, purtroppo non attacca. Sono molto equilibrato e potente su questo potere e tu cadrai ai miei piedi. –Pam s’innervosì a quell’atteggiamento, chi si credeva di essere? Non metteva in dubbio la sua qualità di potere, ma lei era padrone di se stessa. Con determinazione ruppe quell’incantesimo che la teneva bloccata per poi saltare indietro e trasformandosi, sicuramente le sue amiche l’avrebbero presto raggiunto.
-Non senti freddo con questo costumino? –Prendendola in giro, mentre si avvicinava di nuovo a lei. Pam si sentiva debole, forse il suo potere condizionava i suoi movimenti?
-E ‘inutile cercare di difenderti. Ho il potere di farlo – e con questo alzò la mano e Pam si sentii ruotata. La modella iniziò ad accusare vari fastidi, le girava la testa, il suo corpo non voleva star fermo. Il nemico intanto se la rideva, era troppo facile giocare con la mew lupo.
-Che cosa volete da noi? –Pam aveva la nausea dopo tutti quei giri, quando aveva toccato terra si era permessa di prendere aria come se non ce ne fosse. La sua freddezza l’aiutò a riprendere il filo logico e fare le domande che le servivano per capire, anche se stava male.
-Il mio nome è Yuzen. Siamo qui per conquistare questo mondo, credevo che si fosse capito. –Scherzò alzando le spalle.
-Questo pianeta non è in vendita! –
-Lo vedremo. –
-Fiocco d’energia! –Sfoderò la sua arma e si lanciò contro Yuzen che la fermò con l’indice della mano. Pam era stupida, ma continuò il suo attacco, anche con le mani nude. Non si poteva arrendere, il lupo dentro di sé urlava vendetta.
Il combattimento durò poco, ma per lei fu eterno. Le sue energie erano state sottratte e pian piano iniziò a vedere palline colorate davanti agli occhi, Yuzen accorgendosi del malore della mew, si avvicinò a lei e la morse con impeto al braccio. Pam urlò di dolore, quel dannato le stava rubando tutta l’energia e non solo. Per fortuna quell’attacco venne rilasciato e lei poté di nuovo respirare. Le altre la raggiunsero e la circondarono per proteggerla, intanto mew Ringo le ridava l’energia perse.
-Lascia la nostra amica! –Urlò mew Mina puntando il suo fiocco verso il nemico.
-Non ho paura di voi, ma voi ne dovete avere di me e dei miei compagni. Ci rivedremo presto, mew mew. –E scomparve nel buio fitto.
 
-Pam stai bene? –
-Tranquilla Mina, grazie all’aiuto di Ringo adesso va meglio. –Disse la ragazza, ma dentro di sé si sentiva strana e poi quel morso le bruciava il sangue. Per fortuna la trasformazione si era sciolta e nessuno notò la ferita ricevuta. Quell’alieno era un vampiro oltre tutto, come era possibile?
-E’ meglio che i ragazzi controllano i tuoi parametri –disse Lory apprensiva, ma Pam le disse di no. Stava bene e voleva solo riposare. Così convinse tutte che il giorno dopo si sarebbe fatta visitare.
 
 
Il nuovo giorno arrivò troppo in fretta. Ringo era preoccupata, la sua Berry non le aveva fatto visita nella notte ed era qualcosa di strano. Il cielo era grigio e la primavera sembra che fosse sparita. Il caffe era già aperto, salutò gli altri e si cambiò. Pam ancora non era arrivata e poi apprese che doveva finire prima un impegno e più tardi sarebbe giunta. La mattinata passò tranquillamente, Pam era stata controllata dalla testa ai piedi, stava bene e aveva parlato con la squadra delle informazioni ricevute.
-Tutti con la mania di conquistare questo pianeta! –Puntualizzò Mina.
-E’ un pianeta grande e pieno di risorse. –continuò Lory pensierosa.
-Non possiamo mai stare tranquille, però. –Terminò Puddy con quell’aria da ragazzina.
Ryan non parlò.
 
La giornata trascorse serena, tralasciando i vari pensieri dei ragazzi. Ognuno si chiedeva quando il tutto sarebbe finito, ma era un mistero. Forze negative erano sempre pronti a scontrarsi con il bene.
Nel pomeriggio inoltrato, quando la clientela diminuii sì avvertì un tonfo. Tutti rizzarono le orecchie per poi notare una figura per terra.
-Pam! –
Tutti accorsero verso la modella, si notava che la ragazza respirava a fatica ed aveva la febbre alta. La modella un momento prima stava bene e un attimo dopo aveva perso i sensi. Kyle prontamente e preoccupato la portò di sopra e tutti notarono quell’attaccamento, ma non prestarono tante attenzioni. Il moro con l’amico iniziarono a monitorarla e notarono il gonfiore nel braccio.
-E’ un morso! –Esclamo Ryan allarmato. Sicuramente quella febbre era causato da quello, iniziò a rovistare tra le varie bottiglie per trovare qualcosa per la sua amica, ma non aveva nulla contro un morso di un vampiro.
-Perché non fate nulla! –Mina era agitata, la sua Pam soffriva e non si era ripresa dalla perdita dei sensi. Perché si stava verificando del quel fenomeno, prima Stawberry e poi Pam? Che fosse tutto un piano?
-Urlare non serve a niente. –Kyle stava cercando di stare calmo, ma era più preoccupato di tutti. Il biondo conosceva bene e notò il suo attaccamento con la modella, e non perse tempo a capire il reale motivo, ne fu felice.
 I macchinari non riuscivano a rintracciare il nome della tossina, intanto Pam era incosciente e la febbre non voleva diminuire.
 
 
 
Pam stringeva i denti. Sentiva troppo caldo e il suo corpo si stava sciogliendo a quel potere. Era debole e fragile. Quell’affermazione la ruppero. Il suo scudo si era dissolto ed ora, era sola. Nessuno la poteva aiutare. Il passato giunse come un pugno. La sua vita le scorreva come una pellicola infinita. Pianse come poche volte nella sua vita. Credeva che tutto si fosse messo al suo posto. Kyle le aveva illuminato il cammino che da tempo era diventato grigio. L’amore del pasticcere l’aveva ridato la luce smarrita. Tuttavia si accorse che le sue paure erano ancora lì, e solo lei poteva liberarle.
Respira Pam, non sei sola. Si disse. Ma la consapevolezza che lo era la riportarono nel baratro.
 
 
Il luogo in cui si trovava era freddo.
Si teneva le braccia e le gambe strette. Attorno a sé esisteva solo il grigio della paura.
Ogni colore era stato risucchiato dalle sue insicurezze. Le barriere del suo spirito erano state distrutte e come tale, adesso si ritrovava in balia dei sentimenti mai affrontati. Il fulcro del suo malessere si trovava lì, di fronte a lei. Quella sfera conteneva le sue ansie e paure profonde.
Ho paura.                                               
Ho paura. Si ripeteva.
Quella cantilena le dava fastidio, ma non riusciva a risvegliarsi.
Quelle ombre la rincorrevano.
Basta! Gridò con forza. Lei non era fragile o forse sì? Aveva mascherato le sue emozioni fin per troppo tempo, adesso era il momento di affrontarle. Credeva in se stessa, aveva fatto passi da gigante negli ultimi anni. Si era aperta a nuove emozioni, aveva riso e pianto, ma non si era mai abbattuta. Aveva dato fiducia e ne aveva ricevuto. La stretta si allentò, aveva il potere di farlo, perché era Pam ma anche una guerriera.
Il freddo pian piano fu sostituito da un tiepido calore che proveniva da dentro di sé.
Aiutatemi. Il suo grido superò le barriere dello spazio tempo e fu allora che una figura evanescente apparve.
Le lacrime le scorrevano sul viso, cercò di toccarla, ma era inutile.
-Ciao Pam. –La voce era calda e gentile, -non vedevo l’ora di parlare un poco con te. Da quando sono in questo stato solo Ringo riesce a sentirmi. –
-Stawberry. –Cercò invano di non piangere più, ma l’emozioni erano forti e con le sue barriere distrutte non riusciva ad essere la ragazza fredda.
-Non sei sola. E’ il tuo grido mi ha condotto da te, anche se ero già con qui. –Spiegò la rosa. –Questo mio stato non mi permette di essere vera, ma solo spiritualmente. In questo ultimo periodo sono successe tante cose, ed io mi sento diversa. Oh…invece di consolarti, mi sto sfogando. –Disse la ragazza, smuovendo i capelli e ridendo. Pam non ci pensò in un attimo si ritrovò con le sue braccia intorno al suo corpo.
-Non sarai mai sola. La paura che ti circonda svanirà, datti il tempo di lasciar andare, non ti servono più. Nuove sorprese ti attendono e saranno magnifiche. – Le sorrise.
-Di che cosa stai parlando? –La modella era confusa, quale sorprese la stavano aspettando, ma l’amica pose la sua mano sul ventre e dal lì un calore intenso la fece spaventare.
-Non può essere. –
-Non essere tesa. Lei ti porterà una gioia immensa e aprirai un altro capitolo della tua vita. –
Pam sembrava incredula. Solo una volta era capitato, ma già avevano creato qualcosa di così unico. Non sapeva se sorridere o piangere, ma fece entrambe le cose. Scoprirlo in questo modo era inverosimile.
-Perché non avverto nulla. Oh…-fermandosi, la mew rosa stava sorridendo,-la stai proteggendo, non è vero? Ecco perché non ho sintomi. –Affermò guardando la sua amica negli occhi.
Stawberry era cambiata, adesso ne aveva la conferma. Si era evoluta. Il suo sguardo era più maturo e rilassato, la confusione che molte volte la mettevano alla prova era svanita…in quel momento sembrava un angelo.
-Non lo sono. – Le confermò.
-Ritorna da noi, ci manchi. –Stringendole la mano.
-Appena sarà il momento. Devo ancora fare delle cose, ma state tranquilli. Io sarò sempre presente anche se voi non mi sentirete. – Il suo spirito stava per svanire.
-Stawberry ho ancora tante domande senza risposta.  Perché adesso? Che cosa c’è in ballo? – L’amica la fissò seria, ma dalle sue labbra non uscì nessuna parola. Certe domande non dovevano essere svelate.
-Sarai libera delle tue scelte, io sono con te e credo anche loro, ti vogliamo bene. Pam per favore aiuta Ringo. –La voce della rossa scomparve nei meandri di quella dimensione.
-Lo farò. Te lo prometto. –Pam chiuse gli occhi e prese un lungo respiro, era pronta per ritornare dai suoi amici.
Adesso si sentiva meglio.
 
 
 
-Blue che cosa succede? –Disse Yuzen vedendo il compagno aprire gli occhi.
-L’abbiamo persa. Qualcuno la liberata dal mio controllo! –Gridò contrariato, nessuno riusciva a liberarsi così facilmente. Quella sconosciuta forza era riuscita a farlo in poco tempo. Quelle ragazze quale potere avevano a disposizione?
-Tranquillo, presto saranno nelle nostre mani. –
 
 
 
 
 
 
 
 
Buona sera.
Sorpresa.
Buona epifania a tutti. Non sono un fantasma come la nostra Berry, ma reale.
Oggi ho avuto una illuminazione e ho voluto scriverla subito, anche perché poi non avrei più trovato il tempo di scriverla.
Ho già trascritto alcune idee per i prossimi capitoli, che ahimè li avevo ma non li trovo più, per fortuna la storia sta prendendo una linea più concisa e la mia mente non dimentica facilmente alcune cose, anche se alle volte mi lascia un buco in mente.
Ritornando al capitolo, forse non viene compreso bene. Ho dato modo di far sviluppare la storia, dando i primi indizi anche se sono nascosti e pochi. La storia ha una trama ben precisa e pian piano vi svelerò tutto.
 La pazienza è una virtù. J
Nei prossimi vorrei dare più carattere e spessore, sperando di non continuarla tra un anno J cercherò di non abbandonarla.
Ditemi come vi è sembrato, sono pronta alle critiche…so bene che ci saranno gli errori, ma non ho paura.
Grazie di essere giunti qui.
Heart
 
 
 

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