Wilderness

di lulumarlene
(/viewuser.php?uid=1122970)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Intro ***
Capitolo 2: *** 2 - La lettera di Moony ***



Capitolo 1
*** Intro ***


Vita segreta di Sirius Orion Black III.

Sebbene i dissapori fra me e mio fratello maggiore furono, per sempre, tanti e frequenti, e le ragioni delle nostre differenze erano tali da non permettermi mai di comprendere la reale natura del suo comportamento, Sirius Black fu per me (non lo seppe mai) fulcro vitale della mia esistenza, una fonte essenziale di sapere, un sinonimo di famiglia, un pilastro importante per la mia crescita personale, una delle ragioni ultime per la mia finale conversione e fu secondo solo a Kreacher.

Tojours pur

Famiglia é uguale a tutto.

Sirius si è sempre distinto per il suo temperamento burrascoso e controcorrente fin dall'infanzia. Ricordo bene le agguerrite liti con mio padre, Sir Orion, con mia madre, Walburga Black. Il culmine fu raggiunto in un estate del '72 in cui, in preda alla disobbedienza e all'avversione più inarrestabile, mio fratello issò immagini di donne e motociclette babbane su ogni parete della sua piccola stanza. Un incantesimo talmente ben impresso da averne impedito la rimozione fino ad oggi. Ovviamente, sono ancora lì, appese, assieme alle bandierine raffiguranti lo stemma della casata di Godric Grifondoro. Grifondoro. Il primo, di tutta una casata Black a fare parte di una fazione studentesca che non fosse Serpeverde. Perfino nostra cugina Andromeda, sebbene anch'essa fu tacciata d'aver gettato disonore, sposando un sanguesporco di nome Tonks, sulla nostra antica stirpe strettamente purosangue, non aveva costituito un'eccezione fino all'arrivo di mio fratello. Mio fratello, non ha mai sposato nessuno, eppure, è come se avesse commesso crimini ben peggiori nei confronti della nostra inestimabile famiglia. Rare volte tentai di avvicinarmi a Sirius per tentare di risolvere ed approfondire il nostro discutibile ed irrisorio legame, ma nonostante ciò la curiosità che mi ha contraddistinto per un esistenza intera, non venne mai meno al desiderio spasmodico di conoscere puntualmente malefatte, piani e marchingegni, del ribelle per eccellenza. La sua piccola allegra officina allestita in garage, la stregata ala in soffitta. (Il cui accesso era consentito attraverso una magica scala a scomparsa ed una sola parola d'ordine per accedervi. Tartufo. La natura delle origini di tale scelta mi furono completamente sconosciute). Sebbene la sua officina, fosse anch'essa difficilmente "fruibile", causa presenza, dovunque, di materiale inaccessibile (che neanche una smaterializzazione di un colossale armadio svanitore avrebbe potuto equiparare) Era la soffitta a richiamare maggiore attrazione e interesse. Cosa nascondeva mio fratello in soffitta? Scritti. Scritti di ogni genere, da una cospicua collezione di Lettere di corrispondenza con un fantomatico gruppo denominato "Malandrini" a buste ricolme di fotografie, alcune a colori, altre dall'artistico ed accattivante effetto seppia, tutte inanimate e di ragazze di cui non ero affatto a conoscenza. Alle spalle della colonna di carta, adagiata sulla scrivania, una pila di riviste babbane di cui ignoravo palesemente l'utilità. A cosa mai potrà servire conoscere la meccanica dei motori, di ingranaggi idraulici, di mezzi di trasporto automobilistici e di altre diavolerie di puro stampo tecnologico ed avveniristico? Un mago diverso. Un essere insolito. Ecco cos'era mio fratello. Ma due oggetti avevano particolarmente destato la mia attenzione: In tutto un laboratorio di vita, maghi e streghe famosi, eran vissuti in quelle mura domestiche, attraverso dei secoli. Tra quelle pareti fredde, tra file di camicie stirate, tra cravatte, tra sciarpe contraddistinte da tinte verdi e argentate (che con Sirius si erano convertite in tinte calde come il fuoco) ed il vento (dapprima freddo e gelido) divenuto di salubre, semplice e genuina boccata, ecco, due specchi. In uno si intravedevano dei castani ciuffi simpatici, accompagnati da due rotondi occhiali dalla sottile montatura, in cui riconobbi le fattezze, di quello strano ragazzo, quell'inseparabile ed appiccicoso amico di nome James Potter. Ma, quello ancora più interessante, era l'altro specchio. Riconoscevo il retrobottega di una improbabile stazione di servizio di periferia, con delle caraffe di caffè fumante e un pittoresco forno illuminato nello sfondo. Poi, di spalle, una lunga cascata di capelli fulvi e dorati. Una giovane con una lunga chioma fluenta, trafficava in quella che aveva tutta l'aria di somigliare ad una piccola cucina. Probabilmente intenta a sfornare delle sublimi torte decorate e a imbottirle, attraverso una sac à poche, con dei fiocchi di crema pasticcera. D'un tratto si volta e scorgo delle piccole lentiggini sulle gote. Gli occhi verdi. Intensi. Con un piglio luminoso e abbagliante. Un viso adornato da labbra chiare e pelle ambrata. Sfortunatamente le sfuggono i servizi pieni di leccornie di ogni genere dalle mani. Un immenso frastuono. Mi ha visto. E l'ho spaventata. Lo sapevo, certo non sono attraente quanto il mio affascinante e conturbante fratello di due anni più grande di me. Ma non pensavo neanche così brutto. Ovviamente, con quelle stupide convinzioni per la testa, non pensai subito che forse la reazione era di sorpresa e che la giovane non mi conosceva per niente. Ma poi dovetti ravvedermi. E lasciai in fretta la soffitta. Prima che anche James, dall'altro specchio, notificasse la mia presenza, scoprendomi. Immaginavo gli occhi di mio fratello sicuramente non tanto felici di vedermi lì. Così corsi, nella "R. A. B." (individuo che ne aveva escogitata un'altra delle sue) e questa volta, l'aveva combinata grossa.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** 2 - La lettera di Moony ***


Charing Cross Road non era mai stata troppo lontana dal 12 di Grimmauld Place. Kreacher incontrava spesso Ging, un elfa domestica che lavorava da Shrunken Heads a Nocturn Alley. Segretamente gli spacciava un po' di polvere di corno Bicorno in cambio in cambio di 2 falci o di un buon bicchiere di brandy, mestamente servito in povere coppe, al paiolo magico. 

~

Scotch, ma non invecchiato, giovane come te 
E sentore di erba, erba fresca appena tagliata
Sembra come avere in bocca un post sbornia smaltito sul letto di fiori di colza d'una selvatica foresta scozzese. 
Non si trattava assolutamente di Amortentia, ma d'una bevanda di spessa consistenza. Fangosa. Un retrogusto acre di piscio di folletto misto ad aringa trangugiata a colazione. Che alitosi. 
Spasmi e contorsioni allo stomaco ed eccomi lì, riflesso nello specchio,un sedicenne bello e dannato. 
in garage il rumore della motocicletta volante mi avverte che sei sgattaiolato fuori casa l'ennesima volta, all'insaputa della povera mamma, sfrecciando verso chissà dove. Ed io sgattaiolo dalla mia stanza, diretto alla tua, pregando che nessuno mi incroci in corridoio.
Tartufo. Ed eccomi di nuovo in soffitta. Ma no, questa volta non le provocherò alcun spavento, il brutto Regulus è uscito fuori di scena e ha fatto spazio al fortunato fratello maggiore, sempre più affamato di curiosità, e di voler scoprire chi sei. Cosa nascondi. Chi è quella ragazza.
Si, lo so, sembro un pazzo ossessionato da te. Ma la realtà è che apparte l'aspirante mangiamorte, non possiedo molta ammirazione a scuola. E fare il serpeverde non richiede particolare coraggio, ma elevata prudenza. Siamo due opposti, poche cose ci accomunano. Tu devoto alla tua bacchetta io devoto alle preziose pagine dei miei libri. Tu incantesimi di difesa ed io pozioni. Tu un appassionato amante della vita io un superbo ammiratore del Signore Oscuro.
Salgo la scalinata ma questa volta gli specchi sono vuoti. Scorgo bene dettagli e particolari degli sfondi di entrambi i luoghi. Ma nessuno vi si staglia. Ne la vivace canaglia James, ne la femminile bellezza ne la femminile dai guizzanti occhi verdi. 
Non so che fare. Mi ero preparato così tanto ad incontrali. Chissà qual'è il nome di quell'angelo dai capelli fulvi e al contempo dorati. Chissà cosa state tramando tu e James alle mie spalle. Lo sguardo segue lo sgabello, le gambe del tavolo adornate dalle zampe di tre uccelli, il teschio al quale sono ancorate le tue piume sul tavolo, l'inchiostro verde scuro brillante tra gli intarsi sfregiati del legno, e una pergamena ripiegata finemente su se stessa... no, un momento, ma quello è un rosso porpora con cui nessuna delle tue piume sembra essere stata bagnata, in più quella non è palesemente la tua calligrafia!

" 14th Dec 1974
Caro Felp,
Finalmente ci siamo. La mappa è pronta, l'ho allegata alla fine di questa lettera, adesso non ci fermeranno più. 
Amico mio, se non fosse che di specchi gemelli ne possiedi due in quella tua maledetta stanzetta, lassù e non uno, penserei che la nostra corrispondenza è così assidua che sembriamo una vecchia coppia di fidanzati. E talvolta, te lo confesso, c'ho pensato davvero. (scherzo) Certo però che tu possiedi quell'immenso cuore. La tua lacrima facile la conosciamo un po' tutti, quasi quanto la fama da consumato playboy che ti precede, nonostante la tenera età, confessa, sei un giovane vecchio! Io, invece, non parlo! Perché se ti confesso su chi mi si sono posati gli occhi ultimamente mi taglieresti la testa e la getteresti nel lago nero alle maridi e senza pensarci due volte! La gente spesso ci vede dopo le nostre scorribande per la scuola, abbracciati e goliardici, così tanto che temo che prima o poi ci faremo espellere definitivamente, altro che punizione! Però io ti vedo amico mio e, sei bellissimo; la Stamberga è complice di tutti i nostri piccoli segreti. E al mattino, quando torniamo in dormitorio con i vestiti e i corpi completamente stracciati e sfregiati, la gente pensa chissà cosa combiniamo la notte. Eh, già! che grande ilarità. Spesso credo che il tuo animo solitario sia in realtà nobile foriero di un così umile romanticismo. Ogni volta che ti osservo fissare James credo che prima o poi troverai il coraggio di confessarglielo... ma nel frattempo sorrido ai tentativi dell'amica del Mocciosus di rifilarti l'ennesima delle amiche sue... che so... come quella biondina dell'ultima volta. Quella tale, quella Marlene McKinnon (suvvia, non è poi così tanto male!) Non è lei ma va bene, d'accordo, ma comunque, ok, ci siamo capiti.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3956471