Ombre e segreti

di tessa99_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Buon compleanno Zoe ***
Capitolo 2: *** Metà umani metà angeli ***
Capitolo 3: *** L'addestramento ***
Capitolo 4: *** Quel che non sai ***
Capitolo 5: *** Amare significa distruggere ed essere amati significa essere distrutti ***
Capitolo 6: *** Normalità per poco ***
Capitolo 7: *** Mellartach ***
Capitolo 8: *** La Corte Seelie ***



Capitolo 1
*** Buon compleanno Zoe ***


Prendo in mano il telefono e nonostante la vista ancora sfuocata riesco a leggere l’ora: ore 10 di una soleggiata giornata estiva. Con entusiasmo decido di alzarmi dal letto, tanto ormai i raggi del sole entrano dagli spiragli della serranda e non riuscirei più ad addormentarmi. Mentre scendo gli scalini del letto a castello sento con piacere che il mio canone sta trotterellando per venire a salutarmi. Dopo avergli fatto le feste e notato che i pigroni dei miei fratelli continuano a dormire, decido di andare in cucina per fare colazione. Squilla il telefono è mamma che sicuramente vorrà farmi gli auguri anziché aspettare di vedermi tra un paio di ore.

:” Mamma buongiorno!”
:” Buongiorno amore mio, tanti auguri, come stai?”
:” Tutto bene mamma, te?”
:” Tutto bene, qui a lavoro abbiamo avuto una mattinata da urlo. Ma comunque non ti senti nemmeno un po’ più vecchia ora che hai 18 anni?”

Rido, perché era inevitabile una battuta simile ora che sua figlia maggiore è diventata maggiorenne, per lo meno in Europa. Mia mamma è italiana e si è trasferita negli USA solo dopo aver finito l'università.

Dopo aver riattaccato decido di farmi una bella doccia.
 
Quando finalmente ho finito di vestirmi il mio fratellino Derek, con i suoi 9 anni, decide di corrermi in contro e abbracciarmi per farmi gli auguri. In realtà so che il suo entusiasmo è dovuto al fatto che domani sarà il suo di compleanno ma non ci faccio caso. Saluto anche il colosso del mio altro fratello che ormai mi ha superato in altezza di una ventina di centimetri, mi abbraccia, nonostante io e Manuel non si vada spesso d’accordo apprezzo sempre quei pochi gesti di affetto.
Verso le 19, dopo i vari festeggiamenti in famiglia, mi avvio verso casa del mio ragazzo Travis che mi scorterà alla festa di compleanno dove potrò finalmente festeggiare con tutti i nostri amici. Saliti in macchina ci diamo un bacio veloce, decide di darmi il suo regalo in privato e lo scarto con piacere.
:” Dio, è un bracciale bellissimo, grazie amore.”

È davvero un bellissimo bracciale con incastonata una pietra viola, decido di metterlo subito al polso.

:” Menomale, avevo paura non ti piacesse, sai non sei sempre molto femminile”

Mi schernisce un po’ come sempre, però ha ragione, sono per lo più un maschiaccio ma nonostante questo adoro tutti i tipi di regali.
Arrivati al locale dove faremo un’apericena inizio a salutare tutti i miei amici. C’è David, il mio migliore amico dai tempi delle medie, ormai praticamente un fratello maggiore. Da quando ci siamo conosciuti è la mia ancora, mi ha supportato in tutti i momenti peggiore e nonostante in molti credano che non esista l’amicizia tra maschio e femmina, posso dire che io e lui siamo l’eccezione. Saluto anche gli altri ragazzi del gruppo, c’è Gabriel - anche lui amico fin dalle medie, anche se negli anni ci siamo persi e ritrovati mille volte – Theo e Joey invece sono amici che ho trovato all’università, nonostante i corsi diversi, siamo riusciti a starci accanto.  Saluto anche gli amici che ho incontrato grazie al mio ragazzo, sarebbe più amici suoi che miei ma ormai dopo due anni credo di poterli riputare amici anche io. Malia, Matthew, Kole e Debbie sono stati bravi fin da subito a farmi integrare nel gruppo senza troppi problemi.
Dopo che ci siamo tutti seduti e abbiamo riempito i piatti dal buffet, sento qualcuno urlare il mio nome. Ovviamente non poteva che essere la mia migliore amica Lexie con il suo ragazzo Shane, in ritardo come sempre. Appena mi vede inizia a saltellare e ad abbracciarmi. A differenza mia, che sono sempre stata un po’ più introversa, lei fin da piccola è stata un tornado esuberante. Ci conosciamo da quando avevamo 3 e 4 anni, è come se fosse la mia esatta metà, l’altra metà della mia anima, siamo sempre collegate.
Il momento di spegnere le candeline è tragico da quando ne ho memoria, nonostante le persone che mi circondino facciano parte della mia vita da un po’, essere così al centro dell’attenzione mi fa sentire in imbarazzo. Ovviamente non mancano gli urli e le risate, una compagnia così rumorosa non poteva che essere composta da tutte queste persone che, nel bene e nel male, amo. Come dicono in molti “Gli amici sono la famiglia che ti scegli”, ed io credo proprio di aver scelto bene. Mi accingo a spengere le candeline e ad esprimere il desiderio, quando soffio l’intera stanza viene avvolta da una forte luce gialla, una specie di boato pervade le mie orecchie, subito dopo il buio.
Nonostante gli occhi chiusi sento un contatto freddo, la guancia appoggiata a quelle che credo siano delle mattonelle. Apro un occhio e nonostante la vista offuscata vedo accanto a me Dav, devo aver battuto una bella botta. Intorno a me inizio a sentire dei passi veloci, poi delle voci, la testa scoppia ancora e avrei voglia solo di richiedere gli occhi. Ora che la vista sembra essere tornata normale vedo quattro persone che ci hanno raggiunti in quel che sembra essere una specie di cortile. Sono vestiti in nero, hanno tatuaggi neri di cui non comprendo il significato, ma soprattutto sono armati: un arco, una frusta e delle spade. Mi coglie il panico ma prima che me ne renda conto è di nuovo tutto nero.

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Capitolo 2
*** Metà umani metà angeli ***


Quando mi sveglio tutta indolenzita mi ritrovo in un letto, mi guardo bene intorno e noto di essere in una stanza che ha tutta l’aria di essere una infermeria, non so ancora bene dove mi trovi. Noto che nei letti accanto ai miei ci sono Dav, Theo, Gabriel e Joey. Stanno ancora riposando. La testa mi duole tantissimo però osservando bene il mio corpo non ho lividi, le calze che avevo messo sono bucate probabilmente a causa della caduta però il vestito senza ancora integro. Quando mi guardo il braccio noto di avere una specie di tatuaggio nero, decido di tirarmi su. Mi guardo allo specchio vicino al letto, i miei tatuaggi non ci sono più: né la rosa sulla spalla e né il tatuaggio fatto con mia mamma. Non posso fare a meno di chiedermi dove si trovino tutti gli altri, se stiano bene e soprattutto se siano vivi. Non so cosa sia accaduto ma di sicuro questo non è un ospedale.

Mi avvicino alla porta e decido di aprirla leggermente per guardare nel corridoio, dal soffitto e dalle pareti sembra di essere in una specie di chiesa, la richiudo subito quando sento dei passi avvicinarsi. Mi avvicino al letto dove sta riposando Dav, lo scuoto leggermente ma sembra non volersi ancora riprendere. Gli tocco il braccio e noto che anche lui ha il mio stesso simbolo tatuato. Controllo anche Theo, Gabriel e Joey, anche loro hanno lo stesso tatuaggio. Tento di svegliare Gab, con piacere ci riesco. Per lo meno non sono la sola sveglia in questa situazione che inizia a preoccuparmi. Dove saranno tutti gli altri?

:”Gab, tutto bene? Non ho idea di cosa sia successo né di dove siamo.”

:”Che mal di testa” dice cercando di tirarsi su a sedere e si tocca le tempie. Dopo essersi guardato intorno, mi osserva stranito.

:”Zoe ma dove siamo e dove sono gli altri che erano alla festa?”

:”Gab, non lo so, mi sto preoccupando. Guardati il braccio, anche tu hai un tatuaggio come il mio, ho controllato anche Dav, Joey e Theo e hanno lo stesso simbolo.”

Si osserva il braccio, tocca questo marchio a noi sconosciuto e decide di alzarsi, anche lui nota subito di non avere più i suoi tatuaggi. Il maori sull’avambraccio è sparito. Decide di svegliare gli altri, barcolla verso Theo e Joey e dopo averli scrollati per un po’ riesce nell’intento.

La porta si apre ed entrano due ragazzi, hanno gli stessi simboli sul corpo che ho visto prima di svenire nel cortile. Ci guardano e il ragazzo biondo con gli occhi dorati decide di parlare per primo.

:” Vi abbiamo trovato svenuti nel cortile, vi abbiamo portato dentro, da quale Istituto venite?”

Io e gli altri ci guardiamo, “da quale istituto veniamo?” ma che domanda è. Gab decide di rispondere.

:” Veramente noi veniamo da San Francisco, non che ci sia quello che voi chiamate istituto, almeno che io sappia. Comunque, dove ci troviamo? E cosa è successo?”

I due ragazzi si guardano perplessi. Il ragazzo più alto dai capelli neri corvino e gli occhi blu luminoso si avvicina.

:” Siete all’Istituto di New York, non sappiamo cosa vi sia successo in realtà speravamo ce lo diceste voi. Come vi chiamate?”

:” Io sono Zoe Frazier, loro sono Gabriel Keefe, Theodore Shaw, David Lenox e Joey Fulton.”

Il ragazzo dai capelli biondi ancora più perplesso si presenta.

:” Io sono Jace Wayland, lui è Alec Lightwood. Vi abbiamo portati dentro all’Istituto perché avete la runa angelica ma non sembrate avere cognomi da Shadowhunters.”

Scoppio a ridere:” Cognomi da cosa? E soprattutto cosa è questo tatuaggio che ci avete fatto?”

:” Tatuaggio? È la runa angelica e non ve la abbiamo fatta noi. Alec, credo sia meglio se chiamiamo i Fratelli Silenti.”

:” Si, hai ragione, sembrano non sapere niente.”

Fanno per andarsene ma decido di fermarli :” Dove state andando e soprattutto dove sono i nostri amici? Eravamo a festeggiare il mio compleanno in un locale e poi deve essere accaduto qualcosa, eravamo in 12 e qui siamo solo in 5.”

:” Quando vi abbiamo trovati eravate solo voi 5, non ho idea di dove siano i vostri amici, in ogni caso dopo aver incontrato i fratelli silenti capirete sicuramente meglio.”

Mi assale il panico nello scoprire che gli altri sembrano dispersi, dove sarà il mio Trav? Staranno tutti bene? Guardo gli altri e dalle loro facce capiscono che iniziano a preoccuparsi come me.

.” Jace ha ragione, intanto vi porto nelle vostre camere, lì troverete qualche cambio di vestiti e poi potrete venire a pranzo.” 

Dopo che il ragazzo di nome Alec ci porta nelle nostre camere, fortunatamente tutte nello stesso corridoio, decidiamo di riunirci un attimo tra noi per fare il punto della situazione.

:”Okey ragazzi, non ho capito una parola di quello che hanno detto, runa angelica, Fratelli Silenti, inizio a preoccuparmi … non saremo mica stati rapiti da una setta.” Chiede Dav visibilmente scosso.

Gli metto una mano sulla spalla in segno di conforto, non ho idea di cosa succeda ma di sicuro ho voglia di scoprirlo e sapere dove sono tutti gli altri.

:” Beh, ci porteranno da questi Fratelli Silenti che dovrebbero aiutarci, magari sapranno dirci qualcosa.” Dice Theo sospirando, probabilmente ha ragione, l’importante è non separarci.

:” Allora ragazzi direi di entrare nelle camere, farci una doccia e andare a pranzare come ci hanno detto.” Dico per smuovere la situazione, guardarci in faccia e rimanere in cerchio sicuramente non migliorerà le cose.

Dopo una doccia calda mi sento meglio, mi vesto con i vestiti che son poggiati sul letto di una camera molto minimalista: un letto, un armadio, un comodino e una scrivania. Metto quelli che sono i pantaloni di una tuta e una canotta, entrambi ovviamente neri, sembra che qua il nero vada davvero di moda.

Quando anche tutti gli altri hanno finito ci avviamo verso la sala da pranzo, nessuno di noi sa dove sia, inevitabilmente ci perdiamo, tutti quelli che incontriamo nei corridoi hanno i simboli strani che abbiamo visto sugli altri due ragazzi ma nessuno di loro sembra notarci o interessarsi a noi. Ci troviamo in quella che sembra una sala di comando, ci sono tante persone, su alcune pareti ci sono delle armi con sopra gli stessi simboli che troviamo sui corpi delle persone che ci circondano. Tutti sembrano così impegnati che nessuno nota 5 ragazzi sbalorditi che osservano i movimenti delle persone attorno come fossero in una bolla. Una ragazza con i capelli corvini non ci viene incontro. Dall’espressione dei miei amici capisco che il suo aspetto viene apprezzato, è proprio una bella ragazza che sicuramente sa come mettersi in mostra.

:” Ciao, io sono Isabelle Lightwood, potete chiamarmi Izzy. Voi dovete essere quelli che abbiamo trovato nel cortile. Dalle facce che avete direi che vi siete persi, esattamente dove volevate andare?”

:” Si piacere, io sono Theo Shaw” le dice porgendole la mano in avanti per presentarsi, mossa che anche lei ricambia:” volevamo andare in sala da pranzo, almeno così ci ha detto quello che credo sia tuo fratello.”

:” Allora seguitemi, tanto avevo anche io da pranzare”.

Dopo che Isabelle ci porta in sala pranzo, mangiamo riuniti in un unico tavolo, siamo tutti affamati considerato che non sappiamo da eravamo svenuti dopo il mio compleanno.

Tornati alle nostre camere mi stendo sul letto e guardo il soffitto, un turbinio di pensieri mi fluttuano in testa, credo di scoppiare: non mi capacito di come possiamo essere arrivati a New York, dove possano essere gli altri e se stiano bene, soprattutto non capisco di cosa ragionassero Alec e Jace. Quando sento bussare alla porta mi riprendo un attimo, entra Dav e senza parlare si stende sul letto accanto a me. Non ci vogliono parole, mi guarda e sorride, poi continua a fissare il soffitto perso nei suoi pensieri che sicuramente saranno angoscianti come i miei. A volte tra noi basta rimanere in silenzio vicini per rimettere a posto quello che non va, è sempre stato così. Quando finalmente, dopo una mezz’ora, Alec e Jace bussano alle nostre porte ci avviamo per andare dai Fratelli Silenti. I due ragazzi ci chiedono se sappiamo chi siano, ovviamente la nostra risposta è no, quindi ci avvertono subito che sono leggermente diversi dagli altri Shadowhunters e che grazie alle loro rune erano in grado di poterci aiutare, questo perché le loro rune non le potevano avere tutti i Cacciatori, un ulteriore loro accorgimento fu che non dovevamo spaventarci di loro.

Entrati in quella che chiamano la Città di Ossa, e ora capisco perchè - ossa dei defunti ad ogni angolo - ci scortano insieme ad un fratello silente in una stanza. Dire che fossero diversi era un eufemismo, occhi e bocche cucite, quando parlavano era come averli in testa. Tentarono di calmarci parlandoci nella testa, dicendoci che avrebbero solo fatto alcuni test su di noi e che avrebbero tentato di capire cosa fosse successo guardandoci la memoria.

Alla fine di questi lunghissimi test decisero di guardare nella nostra testa per avere più informazioni, le loro facce non celavano emozioni, rimanevano impassibili. Jace e Alec ci dissero che sarebbero tornati dopo una ronda per sapere cosa avessero scoperto i Fratelli Silenti. Il procedimento per guardare nella nostra testa fu doloroso ed estenuante, alla conclusione ricordavo cosa fosse successo. In realtà non aveva comunque senso per me, spegnere le proprie candeline e poi praticamente esplodere per ritrovarsi a New York. Mi ritrovai seduta ed esausta a terra vicino a Joey che mi fece un sorriso di sbieco, capii che anche lui doveva essere sfinito.

:” Anche per te è andata così male?” chiesi per finire questo silenzio.

:” Non me ne parlare, non ho capito niente di quello che mi hanno fatto. Almeno ricordo cosa è successo prima di risvegliarmi in quel letto.” Rispose sconsolato.

:” Sì, anche io ora ricordo, ma non so darne un senso.”

:” Probabilmente non ha senso, come tutto questo” fece una risatina per smorzare la tensione, fece sorridere anche me.

Ci riunirono tutti insieme e quando arrivarono Alec e Jace si decisero a parlare, sempre che si possa dire così.
:” Sono senza dubbio degli Shadowhunters, come dimostrato dalla runa angelica che hanno sul braccio, ma non hanno ricordi appartenenti a questo mondo. Si sono ritrovati qua dopo quella che non crediamo fosse una esplosione bensì un portale che si è aperto dopo lo spegnimento delle candeline. Ha portato qui tutti i presenti al festeggiamento. Dai ricordi che abbiamo visionato del loro mondo non hanno idea di cosa sia il mondo delle Ombre, tanto meno di cosa siano e siete. Abbiamo effettuato il rituale di protezione posto di solito su tutti i neonati Shadowhunters, in questo modo non potranno essere vulnerabili al possesso e all'influenza dei demoni. “

:“Grazie per il vostro aiuto, li riporteremo all’Istituto.”

Il fratello Silente davanti annuisce e se ne va, noi increduli per quello che abbiamo sentito vorremmo avere delle risposte. Jace e Alec si guardano perplessi.

Quando ci portano fuori dalla Città di Ossa si è fatto sera, Alec e Jace continuano a parlare tra loro ignorando il fatto che probabilmente dovrebbero darci delle spiegazioni.

:” Io continuo a non aver capito di cosa hanno parlato questi Fratelli Silenti, quindi se cortesemente anziché ignorarci ci date delle informazioni, ve ne saremmo grati.” Dico rimanendo ferma senza camminare, capisco che i miei compagni hanno apprezzato in quanto sono rimasti anche loro fermi in attesa di risposte.

Alla fine, Alec guardando Jace annuisce, mette le mani incontriate e si decide a spiegarci.

:” Siete Shadowhunters come noi, metà umani  metà angeli. Veniamo anche chiamati Nephilim. Siamo i guerrieri nominati sulla Terra dall'Angelo Raziel. Combattiamo i demoni, manteniamo la pace nel mondo delle ombre e lo teniamo nascosto dal mondo mondano proteggendo gli abitanti di entrambi i mondi. Per il resto vi spiegheremo tutto meglio all’Istituto, credo siano già abbastanza informazioni da metabolizzare tutte insieme.”
Probabilmente le nostre espressioni dovevano essere ridicole, Jace fece una risata.

:” Hanno la stessa espressione sbigottita di Clary.” Continuò ridendo Jace.

:” Che fortuna, altri novellini.” Face Alec palesemente scontento dell’affermazione dell’amico.

Procedemmo in silenzio verso l’Istituto, ripensai alle loro parole, metà umani metà angeli, Shadowhunters. Pensai che dovesse esserci un errore, sembrava tutto uno scherzo.

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Capitolo 3
*** L'addestramento ***


Riposati ma ancora sbigottiti per le informazioni ricevute, dopo una colazione monotona, ci avviamo alla sala di comando. Secondo Jace dovevamo subito iniziare ad addestrarci, come diceva lui: essere shadowhunters di questo periodo non era per niente facile. Oltre a noi si unì al gruppo una ragazza più o meno della nostra età. Piccola, poco più di un metro e cinquanta, ma con un fisico slanciato. Capelli rossi e ricci. A differenza di Isabelle, la ragazza conosciuta ieri, ha un abbigliamento casual.

:” Clary, alla buon’ora. Ragazzi vi presento mia sorella Clarissa. Come voi ha scoperto da poco di essere una Nephilim, quindi si addestrerà con noi.” Disse Jace.

Osservandoli bene non si notavano molto somiglianze. Jace dai capelli biondi, la carnagione pallida, occhi dorati e muscoli scolpiti. Clary minuta e dai capelli rossi, dall’incarnato bianco e con il volto cosparso di lentiggini. Probabilmente Clary deve aver notato le nostre facce a punto interrogativo.

:” Ciao sono Clary, anche io sono nuova di questo mondo a differenza di mio fratello. Tra l’altro ho scoperto davvero da poco che questo soggetto arrogante qua fosse mio fratello.”

:” Credo vogliate sapere perché abbiamo intenzione di addestrarvi da subito. Quello che abbiamo scoperto da poco essere il padre mio e di Clary, è in realtà il criminale più ricercato dai nascosti e dagli shadowhunters. Si chiama Valentine Morgenstern, è il leader di un gruppo di Nephilim, il cui scopo è quello di purificare il mondo sterminando i nascosti e tutti i demoni. Durante la Rivolta il Circolo cercò di rovesciare il Conclave, uccidendo diversi Nascosti e Shadowhunter presenti, credendo che il loro obiettivo fosse abbastanza nobile da giustificare i loro mezzi. Speravano di innescare una guerra tra le due parti e finalmente liberare il mondo dai Nascosti. Tuttavia, i Nascosti furono informati del piano prima della firma, da Jocelyn Morgenstern, nostra madre, che complottò per combattere a fianco dei Nascosti nella Sala degli Accordi. Dopo la Rivolta si credeva che il Circolo si fosse sciolto, Valentine sembrava essersi suicidato nella tenuta dei Fairchild. Abbiamo scoperto che è ancora vivo, sta dando la caccia agli Strumenti Mortali, la Coppa Mortale, la Spada Mortale e lo Specchio Mortale. Sono tre oggetti divini donati dall’Angelo Raziel a Jonathan Shadowhunter, il mio dei Nephilim. Per il momento ha ottenuto uno degli strumenti mortali: la coppa, che era stato nascosto da nostro madre per evitare che cascasse nelle mani sbagliate. Crediamo che Valentine stia creando un esercito, un mondano che beve dalla coppa può trasformarsi in uno Shadowhunter, anche se il processo può ucciderlo.
Ora capite bene che è meglio per voi saper imparare a combattere fin da subito e capire cosa vuol dire essere uno Shadowhunter.”

Dopo un ulteriore dibattito su quello che succedeva e acquisite maggiori informazioni da parte di Clary e Jace decidemmo di addestrarci. Se ormai facevamo parte di questo mondo, che per lo meno fossimo in grado di sopravviverci.

Addestrarsi per 4 ore era sfiancante, avevamo lividi e graffi su tutto il corpo. Alec ci mostrò come guarirsi più velocemente, a quanto pare bastava farsi una runa Iratze e il corpo iniziava a guarire. Ovviamente non tutte le ferite riuscivano a guarire tramite una runa, a volte ci voleva l’intervento dei Fratelli Silenti, altre volte ci voleva solo più tempo per la guarigione. Per disegnarsi le rune avevamo bisogno di uno stilo, dopo che Isabelle decise di insegnarci le rune che riteneva più importanti e spiegandocene le abilità, ci consegnò un libro dove impararne delle altre.

I tre giorni successivi furono prevalentemente utilizzati per addestrarci, dopo che dimostrammo di sapere le rune in quello che possiamo dire sembrasse un test, ci diedero uno stilo a testa. Ci ricordarono che era importante essere accurati nel disegnare il marchio: La forza e l'efficienza delle rune si basa sul talento degli Shadowhunter nella magia runica. Anche il posizionamento delle rune aumentava la loro efficacia, più una runa è vicina al cuore e più è efficace. Perfino la forza con cui si disegna la runa è un fattore importante, più qualcuno preme quando disegna e più il marchio durerà.
Decisero di guardarci appore sul nostro corpo le rune permanenti, la luna della vita, quella della memoria. Sarebbero rimaste sul nostro corpo per sempre, indelebili e sempre utilizzabili.

Alec era davvero un arciere incredibile, era anche un insegnante parecchio duro. Sembrava rendersi conto quando nella mia testa passava altro, secondo lui avevo una mira davvero buona per sbagliare tre volte consecutive. Aveva ragione. La mia testa era da tutt’altra parte. Continuavo a pensare a dove fossero tutti gli altri, i giorni passano ma Travis continua a mancarmi, non sapere come stia o dove sia mi logora dentro. Sembrava fosse una situazione irrisolvibile, gli Shadowhunters avevano già abbastanza problemi, tra le ronde, la caccia ai demoni e l’addestramento di 5 novellini. Per non parlare che uno psicopatico tentava di distruggere tutto quello che conoscono.

:” ZOE! Ci sei?” tuonò Alec all’ennesima freccia scoccata che andò a infilarsi in una colonna.

:” Sì, scusami” non mi ero nemmeno resa conto dei movimenti che il mio corpo stava compiendo.

:” Quale è il problema?” mi guardò con le braccia conserte.

Alzai gli occhi al cielo e decisi di parlare.
:” Ho provato ad usare la runa per localizzare il mio ragazzo e gli altri che erano alla festa. Non ci sono riuscita, ancora non sono abbastanza brava. Però non sapere cosa gli stia succedendo, se stiano bene mi sta distruggendo. Mi sento responsabile per quello che è accaduto.”

Dopo avermi osservato bene Alec sospirò.
:” Ascolta, usare la localizzazione è un’abilità difficile, non tutti riescono allo stesso modo. Soprattutto devi darti del tempo.”

:” E se gli altri non ne avessero di tempo? Se stessero morendo, se fossero stati attaccati da qualcosa, o fossero già morti. Io sarei la responsabile, sarebbe colpa mia. Quindi perché loro e non io?”

:” Facciamo così, quando riuscirai a completare un addestramento con l’arco senza sbagliare a scoccare una sola freccia, chiederò al Sommo Stregone di Brooklyn di localizzare i tuoi amici per te. Hai qualcosa con cui localizzarli per le meno?”

:” Ho il braccialetto che mi ha regalato Travis il giorno del mio compleanno, gli orecchini sono di Debbi. Me li aveva prestati per la festa. Supponendo siano anche loro in gruppo come è successo a noi, potremmo localizzare più di uno di loro con un solo oggetto."

:” Bene, allora cosa aspetti. Allenati un altro po’, dopo vai a studiare demonologia. Se domani sarai in grado di non sbagliare chiederò a Magnus di aiutarti.” Annuì continuando ad esercitarmi. Essere spronata in questo modo poteva davvero aiutarmi, almeno adesso ero in grado di compartizzare di nuovo le mie emozioni.

Anche l’addestramento degli altri procedeva bene, ci stavamo “specializzando” con un’arma specifica, secondo Isabelle erano le armi a sceglierci. Nonostante dovessimo essere in grado di saper combattere con qualunque cosa ci capitasse, avere una propria specialità era qualcosa che contraddistingueva gli Shadowhunters.

 L’arco fu subito la mia arma preferita. Forse anche perché ero stanca di essere malmenata da Jace con la spada angelica, era palesemente il più bravo nel combattere. Non cercava di essere morbido, diceva che dovevamo essere pronti a tutto. Sapeva di essere il migliore e non gli interessava di non mostrarlo, il suo spiccato egocentrismo veniva fuori molto spesso.

L’unica di cui sembrava avere più premura era Clary. Nonostante fossero fratelli, avrei giurato di vedere ben altro nei loro occhi. Ad Alec, il parabatai di Jace, non mancava di mostrare quanto moco sopportasse Clary. Non ne capivo bene il motivo, probabilmente quella ragazza aveva sconvolto troppo velocemente le loro vite e lui doveva aver accusato il colpo più degli altri. Jace, Izzy e Alec sono cresciuti insieme e si reputano fratelli, nonostante Jace sia entrato a far parte della loro vita 7 anni prima, il legame che li unisce è eccezionale.

Il giorno seguente i nostri istruttori decidono di farci combattere tra noi, sia senza spade che con le spade. Formate le coppie mi ritrovo contro Gab. Il mio amico di un metro e ottanta, tutto muscoli, che per anni ha studiato muay thai. Io che alle spalle ho solo i miei due anni di kick-boxing e le poche lezioni prese qui all’Istituto so già che mi ritroverò piena di lividi, probabilmente anche con un naso rotto. Gli incontri che ho fatto erano tutti contro ragazze della mia stessa categoria, non sicuramente contro un ragazzo della sua stazza.

Nonostante pensassi di essere in netto svantaggio rimango colpita nel vedere che grazie alle rune ho acquisito più agilità e velocità, considerando che ero già agile e veloce di mio posso dire che è stato quasi un incontro alla pari. Il naso rotto e i lividi passano velocemente con un Iratze. Poter disegnare queste rune sul mio corpo è una bella fortuna.

:” Tutto bene? Non volevo andarci pesante ma Jace ha detto che se non mi fossi impegnato sul serio avrei dovuto combattere contro di lui.” Mi sorride debolmente Gab, a disagio per aver combattuto contro un’amica di vecchia data. Sorrido anche io, sia perché mi fa piacere che sia preoccupato per me che per il fatto di essere riuscita a dargli del filo da torcere.

:” Tutto bene, tranquillo. Ora vediamo come ce la caviamo con le spade.” Gli faccio l’occhiolino per rasserenarlo.

Quando è il momento di combattere entra nella sala Maryse Lightwood, deve aver fatto ritorno da Idris. A quanto pare dopo la scoperta che Jace, il figlio adottivo, era in realtà figlio di Valentine, Maryse ha deciso di prendere le distanze. Senza notare nessuno di noi, guarda dritta in faccia Jace con lo sguardo cupo.

:” Jace vieni nel mio ufficio, dobbiamo parlare.” Senza troppe domande il ragazzo segue il Capo dell’Istituto.

Alec e Izzy ci intimarono di iniziare a combattere tra di noi. I loro sguardi e i loro movimenti emanano preoccupazione.

Durante il combattimento Jace spalancò la porta, visibilmente frustato ed arrabbiato. Guarda quelli che sono i suoi fratelli adottivi con uno zaino in spalla.
:” Maryse mi ha buttato fuori dall’Istituto.” I due fratelli spiazzati non avevano idea di come controbattere. Anche noi, acquisita l’informazione eravamo allibiti.

Sapevamo che tra i due i rapporti ultimamente erano tesi, ma addirittura mandare via il proprio figlio adottivo sembrava un gesto crudele. Non possiamo scegliere i nostri genitori, che scelta aveva Jace se Valentine era suo padre e se nei primi dieci anni di vita era stato cresciuto da lui.

Clary, sorella di sangue, si avvicina a Jace e lo abbraccia. Probabilmente il ragazzo scosso e troppo orgoglioso per dimostrare di star soffrendo, non ricambia l’abbraccio e si dirige verso l‘uscita dell’istituto.

Alec e Izzy anche se con gli sguardi assenti, si girano verso di noi.

:” Per stamani abbiamo finito. Ci vediamo oggi pomeriggio.” Ci informa Isabelle.

:” Ah, probabilmente, ora che Jace non è all’Istituto avremo bisogno di voi per le ronde notturne. So che potreste non essere pronti e che non avete mai affrontato un demone, ma non sarete soli.” Conclude Alec.

Nel pomeriggio riesco finalmente a scoccare correttamente tutte le frecce, Alec lo nota ma decido di non fargli pressione. Deve essere ancora sconvolto per Jace. In realtà mi rendo conto che, per quanto abbia bisogno di ricongiungermi con i miei amici e il mio ragazzo, imparare a combattere e saper tirare con l’arco mi permetterà di essere in grado di sopravvivere, o almeno avere più chance, in uno scontro. Che esso sia con un demone, un nascosto, o un membro del Circolo, sarà tutto da vedere. L’idea di dover fare una ronda notturna mi spaventa, non ho mai visto un demone. Certo, averli studiati e appresi più velocemente grazie alla runa della memoria è un’altra cosa. Nel Codice Shadowhunter ci sono soggetti davvero mostruosi. Per non parlare che alcuni possono prendere sembianze umane, dobbiamo essere noi in grado di vedere i particolari per distinguerli dai normali mondani.

***


Indossata la tenuta, legata alla schiena la spada e l’arco, ci avviamo all’uscita dell’Istituto. Clary, Alec e Izzy ci stavano già aspettando.

:” Ci divideremo in due gruppi: Zoe, David e Theo con me. Gabriel e Joey con Clary e Izzy.”

In gruppi divisi iniziamo a perlustrare la città.

:” Ultimamente ci sono molti più demoni a giro, quindi occhi aperti.” Disse Alec.

Mi affianco ad Alec, seguita da Dav e Theo.

:” Jace tornerà all’Istituto?” domando per evitare che continui questo silenzio.

:” Vedrai che è stato sollo un fraintendimento, tornerà di sicuro. È solo un po’ cocciuto.” Disse Alec continuando a guardarsi intorno nel vicolo.

Da uno dei cassonetti vicino a noi sbucarono due demoni Ravener. Demone con un corpo viscido, lungo, squadrato e nero, una lunga lingua nera, zampe e artigli multipli. Alec scoccò subito una freccia e uccise il primo. Io brandii la mia spada e squarciai il secondo. Mi girai per controllare Theo e Dav, anche loro avevano già le spade in mano.

:” Theo vieni con me, ci spostiamo dall’altra parte della strada. Voi finite di controllare da questa parte.” Disse Alec avviandosi nell’altro vicolo.

Per lo meno avevo il mio migliore amico al mio fianco, questo mi rasserenò un po’ all’idea di finire senza Alec di perlustrare il vicolo. È un cacciatore più esperto di noi novellini, più preparato.

Ci avviammo alla fine del vicolo senza aver trovato ancora altri demoni. Infondo trovammo un paio di demoni Shax. Dav che era più vicino uccise il primo, io rimasta dietro impugnando arco e frecce per fare da guardia. Colpii il secondo in piena testa mentre saltava per colpire Dav.

:” Dovrei essere più veloce nell’uccidere i demoni, il secondo stava per saltarmi in braccio se non ci fossi stata te.” Disse ridendo Dav.

:” Tranquillo, ti copro le spalle come sempre.” Dissi io sorridendo, ci battemmo il pugno.

Quando ci girammo per tornare indietro due soggetti vestiti in nero ci circondarono. Avevano sguainato due spade angeliche. Io e Dav ci preparammo a combattere. Dal simbolo a forma di cerchio che avevano sul collo capimmo di essere davanti a due membri del circolo. L’uomo davanti a me caricò per primo, deviai il colpo e iniziammo a combattere. Non era esattamente come combattere contro i miei amici in addestramento. Si trattava di sopravvivere. Mantenni il sangue freddo sapendo di essere affiancata a qualcuno che non avrebbe permesso mi succedesse qualcosa. Dopo vari colpi di spada iniziai a sperare che Alec sentisse i rumori del combattimento e venisse in nostro soccorso.

L’uomo mi aveva già graffiato la spalla con la spada. Dovevo essere più veloce o avrebbe finito per uccidermi. Con la coda dell’occhio controllai come stesse andando a David, se la stava cavando bene. Questo mi tranquillizzò.
Colpii con un calcio frontale il mio avversario che barcollò all’indietro. Mi fiondai in avanti e lo trafissi al ventre con la mia spada. Dalla sua bocca fioccò un po’ di sangue. Avevo appena colpito, probabilmente in modo mortale, un uomo. Il pensiero mi gelò l’anima mentre tentavo di riprendere fiato, il corpo di lui a terra agonizzante. Sentii un tonfo e mi girai, Dav era a terra disarmato. Mi fiondai davanti a lui e fermai il colpo che avrebbe spezzato la vita di quello che, ormai da anni, era il mio migliore amico. Mentre continuavo ad allontanare l’uomo del Circolo dal mio migliore amico, sperando si rialzasse e armasse in fretta, sentii qualcosa bucarmi il fianco destro. L’uomo che temevo di aver ucciso mi aveva colpito con una freccia.

:” NO ZOE!” Sentii urlare da Dav che si tirò subito in piedi e colpii in al petto il suo assalitore.

ietro di noi finalmente erano arrivati anche Alec e Theo. Avevano pensato loro al secondo assalitore. Le gambe mi cedettero, stavo perdendo abbastanza sangue. Dav mi prese al volo.

:” Andrà tutto bene stai tranquilla.” Disse lui terrorizzato.

Risi ed uscì un po’ di sangue dalla mia bocca.

:” Se lo dici con questa faccia ci credo poco.” Dav, che alla vista del sangue iniziò a tremare, mi guardava ancora più terrorizzato.

:” E’ solo una freccia, tranquillo.” Dissi per cercare di rassicurarlo. Sì, solo una freccia che mi trapassa e che fa un male cane. Sto perdendo troppo sangue, me ne accorsi perché la vista iniziava ad annebbiarsi.

Sentii correre verso di noi.
:” La porto da Magnus, starà meglio.” Sentii dire ad Alec.
Vidi Dav annuire, bianco in volto. Theo che ora si trovava alla mia sinistra mi prese la mano e me la strinse forte. Anche lui era spaventato.
Quando mi prese in braccio Alec per portarmi via svenni per aver perso troppo sangue.

Mi svegliai in un divano per la luce del sole. Ero ancora un po’ intontita ma notai che la ferita era stata bendata e ormai non sentivo più dolore. Mi girai con la testa e sulla poltrona vidi Dav che si era addormentato. Deve essere stato al mio capezzale tutta la sera. Dietro di lui una porta a vetri che dava su una terrazzona. Non ero all’Istituto ma in un loft. Mi misi a sedere decisa a tirarmi su.

:” Ben sveglia fiorellino. Meglio se non ti tiri ancora su. Ti ho medicata e ora stai meglio, ma ancora devi recuperare un po’ le forze.” Parlò una voce dietro di me.

Mi girai e un uomo probabilmente sulla ventina mi sorrise. Carnagione bruna, molto alto e magro, con due spalle larghe. Capelli neri scuri e occhi inclinati e di un colore verde oro, con delle pupille verticali, messi in risalto dal glitter intorno agli occhi. Sembrano proprio occhi da gatto pensai. Dovevo essere davanti al Sommo Stregone di Brooklyn, Magnus Bane.

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Capitolo 4
*** Quel che non sai ***


:” Il tuo amico ti è rimasto accanto tutta la sera, devi essere felice di avere qualcuno che tiene così tanto a te.” Sorrise Magnus facendo apparire con la magia un bicchiere d’acqua che poi mi porse.

Sorrisi per ringraziarlo del bicchiere d’acqua. Sapevo di essere fortunata ad avere Dav al mio fianco. Ormai è come se fosse un fratello maggiore. Negli anni è sempre rimasto accanto a me, nel bene e nel male.

:” Sì, sono proprio fortunata.” Dissi girandomi a guardare Dav ancora assopito sulla poltrona.

:” Alexander mi ha parlato di voi. Vi hanno trovati nel cortile dell’Istituto. Da quanto ho capito non siete esattamente di queste parti, vi siete ritrovati qui con un dono, deve essere stato spiazzante.”

:” Abbastanza. Eravamo alla mia festa di compleanno poi una luce gialla ci ha circondati. I Fratelli Silenti hanno detto che, guardando nelle nostre menti, quello sembrava un portale. Il problema è che eravamo in dodici, ci siamo ritrovati a New York solo in cinque. Non ho idea di dove siano gli altri, per di più essere catapultata in un mondo che nemmeno conosci e venire a sapere di avere delle responsabilità così grandi non aiuta.”

:” Soprattutto non aiuta essere arrivati in un periodo così buio. Comunque, stavi dicendo che siete arrivati qua con un portale, è strano.”

:” Da quello che so, da dove vengo io non c’è magia, nessun mondo delle ombre, niente demoni o Shadowhunters.”

:” Sai, esistono molte dimensioni diverse. Mondi anche alternativi tra loro, non venite necessariamente da qualche altra parte di questo mondo.” Disse Magnus pensieroso.

:” Chiederò ad un altro stregone, un mio amico, è il migliore per quanto riguarda portali e altre dimensioni.”

:” Grazie, sarebbe un grande favore, non saprei come sdebitarmi.”

:” Tranquilla fiorellino, non potrei mai non aiutare qualcuno come voi. Vi siete ritrovati in un mondo che non conoscete.”

Alla fine, anche Dav riesce a svegliarsi. Doveva aver dormito proprio scomodo perché quando si tirò su rimase un po’ a sgranchirsi prima di rendersi conto che anche io ormai ero sveglia.

:” Buongiorno principessa.” Dissi ridendo.

Dav si girò a guardarmi, un sorriso si illuminò sul suo volto.

:” Sei davvero una cretina. Evita di farmi spaventare così di nuovo.” Disse abbracciandomi.

Magnus richiamò la nostra attenzione per dirci che, se avessimo voluto, la colazione sarebbe stata pronta in pochi minuti. Ci spostammo nella cucina e ci sedemmo al tavolo.

:” Grazie per aver aiutato Zoe, siamo in debito.” Disse Dav a Magnus che sorrise.

:” Ragazzi tranquilli, l’unico che mi deve l’ennesimo favore è Alexander.”

La colazione era sicuramente migliore di quella dell’Istituto. Oltre ad avere una varietà di cibo in più, tutto era anche più saporito. L’Istituto per quanto sciuro potesse essere, era molto cupo e triste.
Alec entrò dalla porta d’ingresso della casa dello stregone.

:” A quanto pare Jace torna all’Istituto, in realtà nostra madre tentava di tenerlo al sicuro. L’inquisitrice Herondale arriverà domani all’Istituto e sicuramente creerà problemi.” Dissi non rendendosi conto che eravamo già in piedi.

Lo sguardo di Magnus si illuminò quando Alec entrò nella stanza, come avesse visto l’uomo più bello del mondo. Capii che l’aiuto che mi aveva dato lo stregone doveva essere stato per Alec.

:” Bene, alla fine le cose si risolvono sempre.” Sorrise Magnus :” Se non hai già fatto colazione all’Istituto c’è da mangiare anche per te.”

:” No, grazie sto bene. Zoe, vedo che stai bene.”

:” Sì, grazie a Magnus non ho quasi più la cicatrice.” Sorrisi grata allo stregone che per quanto ne so, avrebbe potuto non curarmi.
:” Ho già fatto rapporto io per quello che è accaduto ieri sera. Sono sicura che all’arrivo dell’Inquisitrice vorrà comunque parlarvi. In ogni caso siete stati discretamente bravi per essere la prima ronda.”
:” Ma cosa volevamo da noi quei membri del Circolo?” Chiese Dav.

:” In realtà non ne ho idea, probabilmente solo togliervi di mezzo come hanno fatto con altri Shadowhunters.” Rispose Alec.

:” Sono contenta che Jace torni all’Istituto, magari ci evitiamo le prossime ronde.”

:” Mi dispiace dirvelo ragazzi ma ormai siete in servizio anche voi, sicuramente non avrete missioni senza supervisione per il momento. Sarebbe come commettere un suicidio assistito nonostante stiate imparando in fretta.” Ripose il cacciatore.

:” Ora Magnus, posso parlarti un attimo in privato?”

Annuì e si spostò insieme al cacciatore in un’altra stanza.

:” Secondo te c’è qualcosa tra quei due?” mi chiese Dav.

:” Probabile. Visto come si è illuminato Magnus quando è entrato Alec.” Risposi io sorridendo.

:” Vero.” Sorrise a sua volta il mio amico, riempiendosi la bocca di altri pancakes.

:” Te che arrivi a notare certe cose, sono sconcertata.” Dissi prendendolo in giro, il mio amico rispose tirandomi una gomitata. Ridemmo entrambi continuando a mangiare.
Dopo una decima di minuti lo stregone e il cacciatore rientrarono nella camera.

:” Bene, David puoi tornare con me all’Istituto. Gli altri hanno già iniziato ad allenarsi.” Disse Alec.

:” Ed io?”

:” Tu riposa ancora un altro po’. Poi ti avevo promesso che se avessi scoccato tutte le frecce correttamente ti avrei fatta aiutare a localizzare i tuoi amici. Rimarrai con Magnus finché non avrete finito, poi ti farà tornare in Istituto con un portale.” Mi disse Alec sorridendo.

:” D’accordo, grazie.” Contenta del fatto che Alec si fosse ricordato.

Dav mi salutò e seguii Alec dentro al portale che Magnus aveva fatto apparire in soggiorno per farli tornare in Istituto.

:” Ora possiamo darci da fare per localizzare i tuoi amici fiorellino. Intanto raccontami un po’ di te.”

Sorrisi imbarazzata, cosa potevo raccontare? Una normalissima ragazza con una normalissima famiglia e dei normalissimi amici. Tutto nella mia vita era abbastanza ordinario. Sicuramente Magnus ha avuto una vita più interessante e movimentata della mia.

:” Cosa vorresti sapere?” domandai.

:” Beh, raccontami di te, sono abbastanza sicuro che ci vedremo molto spesso, tanto vale che sappia qualcosa di te. Così per inquadrarti meglio.”

:” Va bene. Mi chiamo Zoe, ho diciotto anni…”

Mi interruppe Magnus ridendo :” Così la fai sembrare una riunione degli alcolisti anonimi.”

Risi anche io :” Da qualcosa dovrò pure iniziare.”

:” Come stavo dicendo, ho diciotto anni. Ho due fratelli più piccoli di me, due vere pesti, ma gli voglio bene. Il più piccolo si chiama Derek e ha 9 anni. Il mediano che si chiama Manuel invece ha 15 anni, è già un colosso più grande di me, peccato sia una testa calda. Mio padre è americano mentre mia madre è italiana.”

:”Italiana? Che bella l’Italia, mi è sempre piaciuta. L’ho vista trasformarsi nei secoli ma devo dire che ha sempre mantenuto quel fascino storico. Ci sei mai stata?”

:” Sì, ogni estate. I parenti di mia mamma sono ancora lì, andiamo a trovarli almeno una volta l’anno. Prevalentemente conosco Firenze, mia mamma viene da lì. Però ci siamo spostati anche a Roma e Milano ogni tanto. Mi piacerebbe tornarci più spesso.”

:” Quindi parli bene l’italiano.”

:” Sì, mamma ci ha fatto crescere bilingue. Ha preferito che non dimenticassimo le nostre origini. Comunque, mio padre è un avvocato mentre mia mamma fa l’infermiera. Sono cresciuta come una bambina normale. Da piccola ho stretto amicizia con quella che tutt’ora è la mia migliore amica: Alexandra, anche se ormai la chiamo solo Lexie. Dopo il liceo ho iniziato il college scegliendo economia. Ho praticato per due anni kick-boxing tipo due anni fa, dopo dieci anni di pallavolo mi ero un po’ stufata anche se ho deciso di riprenderla, il primo amore non si scorda mai.”

:” Sarà anche stata una vita ordinaria ma credo tu fossi molto felice. Hai sorriso tutto il tempo. Invece in amore?”

:” Sì, amo la mia famiglia e mi mancano tantissimo. In amore … rispondo se mi dici cosa c’è tra te e Alec.” Rispondo facendogli l’occhiolino.

:” Che sfacciata” risponde Magnus sorridendo.

:” Si nota tanto?” chiede lo stregone.

:” Ti sei illuminato quando è entrato nella stanza.” Rispondo sorridendogli.

:” Ci frequentiamo, niente di serio. Siamo comunque di due mondi diversi, lui uno Shadowhunter ed io un nascosto, per di più immortale. Guardiamo dove ci porta il tempo.”

:” Secondo me invece è molto bello. Con tutto quello che sta succedendo nel mondo degli Shadowhunter, capire che non tutti hanno idee fasciste verso i nascosti è positivo.”

:” Si, peccato che non so quanto il Conclave accetti una relazione tra uno Shadowhunter e un nascosto, per di più una relazione omosessuale.”

:” Da quanto ho capito di questo mondo mi sembra tutto incredibilmente dittatoriale da parte del Conclave. I rapporti tra Shadowhunter e i nascosti mi sembrano molto difficili.”

:” Perché sei nuova, se tu fossi cresciuta come loro probabilmente il tuo motto ora sarebbe come il loro: dura lex, sed lex.” Risponde ridendo.

Dentro di me traduco quelle parole: la legge è dura, ma è la legge. Sentita spesso come frase tra le mura dell'Istituto. Era davvero il loro motto.

:” Devi sapere che il Conclave in realtà è migliorato su alcune cose nei secoli, prima venivamo braccati e uccisi per il solo fatto di essere nascosti. Ora, almeno in teoria, grazie agli Accordi ci vogliono delle motivazioni valide. Anche se, noi nascosti abbiamo sempre preferito risolvere le nostre problematiche tra noi, senza chiedere una mano agli Shadowhunter. Resta il fatto che ci sono ancora menti contorte all’interno delle loro fila, per questo non ho molto in simpatia voi Nephilim.”

:” Non che mi ritenga davvero una di loro, sono cresciuta da mondana e non vedo il mondo come lo vedono loro. Certo, ci sarà sempre qualche nascosto criminale come ci sarà sempre qualche Shadowhunter criminale. Non faccio di tutta l’erba un fascio e sicuramente non vi colpevolizzo per il solo essere nascosti.”

:” Infatti, tu, Clary e probabilmente i tuoi amici, siete i pochi che riesco a sopportate. Compreso Alexander ovviamente. Non ci vedete come un male da estirpare dal mondo, meglio mostrarvi che alcuni di noi sono persone buone prima che il Conclave metta strane idee nelle vostre teste. Comunque, sono pronto per l’incantesimo di localizzazione, dammi pure l’occorrente per localizzare i tuoi amici. E non scordare di rispondere alla mia domanda sulla tua situazione amorosa”

:” Bene allora già che ci siamo, questo bracciale me lo ha regalato il mio fidanzato, spero funzioni.”

:” Si potrebbe andare, raccontami di lui.”

:” Stiamo insieme da quasi due anni, è una persona buona e gentile. Tra i due è quello con il temperamento calmo. Ci ha fatti conoscere la mia migliore amica, credeva che sarei rimasta una zitella gattara dopo la rottura con il mio ex, quindi mi ha praticamente obbligata. La ringrazio per questo, non fosse per lei non avrei incontrato la persona che ora amo.”

:” Allora cerchiamo di trovare questo giovane che ti fa battere il cuore.”

Su una cartina Magnus fa fuoriuscire dalle mani la sua magia, impregnando il bracciale. Dopo qualche secondo, una forte luce fuori esce dal bracciale, mi acceca un po’. Quando mi giro per proteggere gli occhi la luce si affievolisce.

:” Sicuramente non doveva andare così”.” Parlò tra sé e sé Magnus, abbastanza scocciato.

:” Che succede?” chiedo perplessa.

:” Come puoi vedere il tuo ragazzo sembra essere a New York ma qualcosa non mi permette di localizzarlo con precisione.”

:” Quindi è vivo e sta bene.” Rispondo sollevata.

:” Vivo sì, se sta bene non ne ho idea. Qualcosa blocca il mio incantesimo, una grande magia. Faresti bene ad avvertire Alec di questo.” Risponde inquieto Magnus.

Essendo tra i più potenti stregoni non doveva esser abituato a non riuscire in qualcosa. Sono ancora scossa per quello che ha detto. Trav era vivo ma non era sicuro che stesse bene, cosa poteva essergli successo. E soprattutto perché uno stregone potente come Magnus non riusciva a localizzarlo con precisione?

:” Ora proviamo con l’altro oggetto.” Rispondi Magnus.

Mi tolgo dai lobi gli orecchini di Debbi e li porgo allo stregone :” Tieni, sono gli orecchini di una mia amica.”

:” Perfetto fiorellino, guardiamo se ora ci va meglio.”

Dopo aver rifatto lo stesso procedimento Magnus ora è più sollevato. Non ci sono stati sprazzi di luce accecante, quindi, doveva essere andato bene.

:” La tua amica invece sono riuscita a localizzarla. È all’Istituto di Londra, perciò credo proprio sia al sicuro. Non so dove possano essere tutti gli altri ma Alec mi ha detto che presumi si trovino tutti più o meno nello stesso luogo. Ti basterà far mandare da Alec o Maryse un messaggio di fuoco al Capo dell’Istituto di Londra.”

:” Grazie mille Magnus, spero vivamente stiano bene anche tutti gli altri.”

:” Lo spero anche io per i tuoi amici. Adesso sono le 13, meglio se ti riporto in Istituto. Ti apro un portale, mi raccomando, visualizzi bene il luogo dove vuoi che ti conduca.”

Annuisco, dopo aver ripreso bracciale e orecchini Magnus mi apre il portale. Mi giro verso di lui e gli sorrido di nuovo per ringraziarlo. Risponde con un cenno della mano. Passo attraverso il portale e mi ritrovo all’Istituto.

Davanti a me trovo Izzy e Jace. Si voltano a guardare chi possa essere passato dal portale.

:” Allora stai bene.” Mi sorride subito Izzy.

:” Alec mi ha detto cosa è successo, siete stati davvero bravi a contrastare due membri del Circolo alla prima ronda.” Mi dice Izzy mettendomi una mano sulla spalla.

:” Che ti aspettavi, hanno avuto me come addestratore.” Risponde Jace, egocentrico come sempre. Sono contenta sia tornato all’Istituto, nonostante sia presuntuoso come sempre, devo ammettere che quello che ci ha insegnato con la spada ci ha davvero salvati. Decido di sorridergli.

:” Come se li avessi addestrati solo te.” Risponde Izzy dandogli una gomitata.

:” Sono contenta tu sia tornato all’Istituto. Comunque, dovrei parlare con Alec e poi andare a pranzo. Sapete dove posso trovarlo?”

:” In armeria.” Risponde Jace e mi congedo dirigendomi dove mi hanno detto.

Quando entro trovo Alec che si allena con l’arco, si gira a guardarmi.

:” Magnus è riuscito a localizzarli?” mi domanda.

:” Allora sì e no. Ha localizzato una mia amica, spero che con lei ci siano anche gli altri, si trova all’Istituto di Londra perciò credo stia bene. Per quanto riguarda il mio ragazzo, è sicuro sia New York ma ha detto che c’è una qualche magia che non gli permette di localizzarlo con precisione.” Rispondo un po’ scontenta.

:” Mi spiace, vedrai che riusciremo comunque a trovarlo. Invece per la tua amica parlerò con mia mamma e le farò inviare un messaggio di fuoco al Capo dell’Istituto per avere qualche informazione.”

:” Grazie mille per l’aiuto, adesso vado a mangiare.” Rispondo sorridendogli.

:” Sì, troverai anche gli altri, sono preoccupati per te, saranno felici di vederti.” Mi risponde e continua ad allenarsi.

Mi dirigo in sala pranzo e riesco a trovare i miei amici. Mi vengono incontro sorridendomi e chiedendomi come stessi. Prometto loro che dopo aver preso da mangiare risponderò a tutte le loro domande.
Mangiando racconto loro cosa è successo e che ora sto bene, grazie a Magnus. Gli dico anche che grazie allo stregone ho localizzato Debbi e ne rimangono contenti. Continuiamo a ragionare finché non è il momento di tornare ad allenarsi.

Jace continua con il suo addestramento duro e adesso capisco, gliene sono grata. Ci raggiunge anche Clary un po’ in ritardo, cosa che ha abbastanza fatto incavolare il nostro “addestratore”.
Quando ormai le luci iniziano a calare e dalla finestra in mosaico i raggi iniziano a farsi più arancione capisco che devono essersi fatte le 18. Alec entra dalla porta mi chiama chiedendomi di raggiungerlo un attimo.

:” L’Istituto di Londra ci ha risposto, dice che sono arrivati nello stesso giorno vostro 5 ragazzi. Anche loro con la runa angelica. Si chiamano Malia, Kole, Debora, Alexandra e Shane. Riconosci tutti i nomi?” Mi chiede Alec.

:” Sì, sono i miei amici. Stanno bene per fortunata. Anche se all’appello non manca solo il mio ragazzo, manca anche Matthew.”

:” Riusciremo a trovarli.” Mi rasserena Alec.

Nonostante abbiano così tanti problemi già di loro, il Circolo e Valentine, il fatto che stiano tentando si svegliare la madre di Jace e Clary da quello che sembra un incantesimo, sono contenta che mi dia una mano.

:” Bene ragazzi, per oggi abbiamo finito con l’addestramento. Ci vediamo stasera per la ronda.” Ci informa Jace e ognuno di noi rientra nella propria camera esausto.

***


Questa volta è Jace a decidere i gruppi in cui dividerci. Clary e Izzy insieme a Dav, Gab e Theo. Io e Joey insieme a Alec e Jace.
La ronda si dimostra estremamente tranquilla, qualche demone Shax ucciso prontamente da Jace, ma niente di più. Dopo aver fatto due volte il giro degli isolati che ci spettavano Alec propone di tornare incontro agli altri.
Facendo il percorso a ritroso ed entrando in quello che era il perimetro dell’altro gruppo iniziamo a sentire dei rumori da combattimento. Iniziamo a correre inseguendo il suono dei colpi di spada. Li raggiungiamo in un vasto parco, notiamo subito in lontana Izzy che con la sua frusta tiene a bada alcuni demoni. Dopo che Jace ha valutato la situazione decide di dividerci, Alec imboscato su un albero avrebbe ucciso i demoni e ci avrebbe coperto le spalle. Jace avrebbe pensato a Izzy e Clary, la prima che aveva appena finito di occuparsi dei demoni si trovava braccata da due uomini, la seconda invece si occupava di un demone Ravener. Io e Joey invece avremmo aiutato i nostri amici, suddivisi tra demoni e altri membri del circolo.
Correndo verso di loro noto che da un portale, tenuto aperto da uno stregone dalla pelle da rettile, continuano ad uscire demoni Ravener. Lo urlo a Jace che mi annuisce, capisco che ci penserà lui.

Vado incontro a Dav, occupato in duello con uno dei membri del circolo. Aiuto Gab ad uccidere alcuni dei demoni intorno continuando a tenere d’occhio gli altri. Quando Dav viene colpito con un calcio e cade atterra corro verso di lui e mi paro davanti con la spada saldamente in mano. Mi rendo subito conto di conoscere l’uomo armato davanti a me. Zigomi pronunciati, capelli marrone scuro leggermente arricciolati e occhi marroni. Quello era Trav.

:” Cosa diavolo stai facendo Trav. Perché combatti contro David.” Urlo verso quello che è il mio ragazzo, anche se vedo che dallo sguardo non gli interessa alcunché di quello che ho da dire.

:” Amore mio, ma chi si vede. Secondo te cosa sto facendo? Eseguo gli ordini.” Mi risponde ridendo anche se i suoi occhi continuando ad essere inespressivi.Si fionda in avanti con la spada e io lo respingo. Dopo qualche colpo di spada indietreggio.

:” Smetti Trav, non voglio ferirti.”

:” E chi ti ha detto che io non voglia farlo.” A quelle parole mi freddo, come faceva il mio buonissimo fidanzato a non curarsi minimamente di star combattendo contro la ragazza che dice di amare.
Dav si piazza tra me e lui con la spada di nuovo in mano.

:” Lascia perdere Zoe, ci sto combattendo da un po’. Mi sono reso conto subito che fosse lui e ho deciso di affrontarlo io prima che Izzy potesse fargli del male. È lui ma non è lui perciò allontanati.” Mi dice Dav andando incontro al mio ragazzo e proseguendo a combattere.

Mi casca la spada di mano, incredula per quello che stavo vedendo. Il mio migliore amico e il mio ragazzo che si stavano combattendo. Non aveva senso. Trav non aveva un’indole violenta. Quando mi giro dall’altra parte noto che la persona contro cui sta combattendo Theo è in realtà Matthew. Non capivo cosa stesse succedendo.
Quando lo stregone richiama i membri del Circolo anche Matthew e Trav, dopo aver disarmato nuovamente i miei compagni si allontanano. Con un briciolo di lucidità cerco di fermare uno dei due. Lanciò uno dei coltelli sfilati dalle cosce e lo lancio con precisione verso Matthew. Lo colpisco dietro la spalla ma lui prosegue imperterrito togliendosi il coltello e lanciandolo in terra. Trav si gira ridendo e mi guarda.

:” Tranquilla amore mio, ci rivedremo presto.”

Attraversano il portale e scompaiono lasciandosi dietro solo i resti del combattimento. Continuo a guardare il punto attraversato dai due con una faccia sconvolta.
Alec, Izzy, Clary e Jace ci raggiungono.

:” Tutto bene ragazzi?” Domanda Izzy.

Alec rivolge lo sguardo verso di me, con una faccia interrogativa continua a guardarmi. Mi volto verso di loro, Dav mette un braccio intorno al mio collo.
:” Sì, tutto bene.” Risponde il mio migliore amico per tutti.

:” No, non è vero.” Risponde Gab, visibilmente irritato.

:” I due contro cui stavamo combattendo, quelli che dovevano essere membri del Circolo, sono il ragazzo di Zoe e un nostro amico, Matthew.” Continua Gab.

:” Cosa?” Risponde Alec spiazzato, rivolge lo sguardo verso di me cercando spiegazioni che in realtà non ho.

:” Sono loro ma non sembrano loro, i loro sguardi erano vuoti e si comportavano come se non gli interessasse chi avessero davanti.” Risponde Dav.

:” Non gli interessava minimamente che avesse davanti a me, era interessato solo ad uccidermi. Ha detto che ci saremmo rivisti presto.” Rispondo continuando a guardare in terra, troppo sconvolta per sostenere gli sguardi dei quattro cacciatori.

:” Ora sappiamo perché Magnus non fosse in grado di localizzare con precisione il tuo ragazzo, mi spiace Zoe ma temo dovremmo far rapporto.” Mi dice Alec.

:” Vedremo cosa fare, intanto torniamo in Istituto.” Risponde Jace.

Ci spostiamo verso l’istituto, Dav mi prende per mano come a sostenermi. Non ci sono bisogno di parole, sa che sono sconvolta e che non ho voglia di parlare.
Rientrata in Istituto mi chiudo in camera ed entro in doccia. Mi siedo aspettando che l’acqua calda sul mio corpo porti via tutto questo. Come fosse un brutto sogno.

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Capitolo 5
*** Amare significa distruggere ed essere amati significa essere distrutti ***


Mi alzai durante la notte, troppo frastornata per dormire. Dopo due incubi consecutivi da cui mi svegliai sudata decisi di alzarmi dal letto. Magari un po’ di allenamento avrebbe placato i miei pensieri. Era come se tutto intorno e dentro di me fosse rotto. Nella mia testa era come essere intrappolata in carceri con le porte spalancate.

Continuavo a tirare pugni e calci al sacco da boxe. Da quando sono cresciuta l’ho sempre tenuto in conto che le persone mi avrebbero deluso, per questo ho sempre tenuto un certo distacco. Non mi sono mai negata gli affetti, ma se mi avessero, non mi sarei stupita. Almeno era così prima di Trav. Lui aveva fatto cascare tutti i miei muri. Aveva trasformato il mio essere fredda e scostante grazie all’amore, ed io avevo deciso di crederci dopo un po’, decidendo di buttarmi a capofitto in quella relazione, convinta che non avrebbe fatto male come la precedente. Mia mamma mi disse che fin da piccola mettevo troppo cuore in tutto quello che facevo ma che col tempo, a causa di varie circostanze avevo iniziato a creare dei muri tra me e le persone. Alcuni erano riusciti a tirarli giù e non mi avevano deluso, come Lexie e Dav, altri invece avevano aperto ferite che, nonostante il tempo, bruciavano ancora. Troppo assorta nei miei pensieri per rendermi conto di non essere più sola nella stanza.

:” Non sono l’unico nottambulo quindi.” Disse Jace dietro di me.

Mi girai asciugandomi il sudore dalla fronte con la mano.

:” Eh già.” Risposi sorridendo e tornando a colpire il saccone sperando che, colpo dopo colpo, avrebbe tolto questo dolore da dentro di me.

:” C’è un motivo se noi Nephilim riteniamo che le emozioni siano di intralcio. Ci rendano più instabili ed impulsivi e questo che potrebbe ucciderci. Ti racconterò una storia: c’era una volta un bambino, quando compì sei anni suo padre gli regalò un falco da addestrate, perché i falchi sono rapaci, uccelli assassini, gli disse suo padre, i cacciatori del cielo. Al falco quel bambino non piaceva, e al bambino non piaceva il falco. Il suo becco affilato lo rendeva nervoso e i suoi occhi acuti sembravano sempre osservarlo. Quando gli si avvicinava, il falco lo colpiva con il becco o con gli artigli. Per settimane i suoi polsi e le sue mani furono costantemente coperti di sangue. Il bambino non lo sapeva, ma suo padre aveva scelto un falco che aveva vissuto libero per più di un anno ed ara quindi quasi impossibile da addomesticare. Ma il bambino ci provò, perché suo padre gli aveva detto di insegnare al falco ad obbedire, e lui voleva compiacerlo.
Stava sempre con il falco, e lo teneva sveglio parlandogli e suonandogli della musica, perché gli avevano detto che un uccello stanco era più facile da addomesticare. Imparò tutto sull’equipaggiamento da falconiere: i geti, il cappuccio, i ganci, il guinzaglio che legava il falco al suo polso. Avrebbe dovuto tenere il falco sempre incappucciato, ma decise di non farlo: provò a sedersi dove l’uccello lo poteva vedere mentre gli accarezzava le ali, per fare in modo che si fidasse di lui. Lo nutriva con le proprie mani: all’inizio il falco non mangiava, poi iniziò a mangiare tanto selvaggiamente che il suo becco tagliava la pelle del palmo del bambino. Ma il bambino era felice dei suoi progressi e voleva che l’uccello imparasse a conoscerlo, anche se doveva versare il proprio sangue perché questo accadesse. Il bambino iniziò ad apprezzare la bellezza del falco, a vedere che le sue ali erano fatte per volare veloce, che era forte e agile, feroce e delicato. Quando si tuffava in picchiata, si muoveva come la luce. Quando imparò a girare in cerchio e a posarsi sul suo polso, il bambino quasi urlò per la gioia. A volte l’uccello gli saltava sulla spalla e gli infilava il becco in mezzo ai capelli. Il bambino sapeva che il suo falcone lo amava e quando fu certo che non era solo addomesticato, ma perfettamente addomesticato, andò da suo padre e gli mostrò ciò che aveva fatto, aspettandosi che fosse fiero di lui. Suo padre invece prese in mano il falco, che ora era addomesticato e fiducioso, e gli spezzò il collo. «Ti avevo detto di insegnargli ad obbedire», disse il padre gettando il corpo senza vita dell’animale. «Tu invece gli hai insegnato ad amarti. I falchi non devono essere cuccioli affettuosi: sono animali feroci e selvaggi, aggressivi e crudeli. Questo uccello non è stato addomesticato, è stato rovinato.» Più tardi, quando suo padre lo lasciò solo, il bambino pianse sul cadavere del suo animale, finché suo padre non mandò un servitore a prendere il corpo dell’uccello per seppellirlo. Il bambino non pianse mai più e non dimenticò mai ciò che aveva imparato: che amare significa distruggere, e che essere amati significa essere distrutti.


:” Che cosa macabra. Davvero orribile.” Risposi allibita. Belle storie che raccontano i Nephilim ai propri figli per educarli, pensai dentro di me.

:” Stessa espressione di quando la raccontai a Clary. Voi ragazze siete troppo fragili. Orribile quanto vuoi, però l’insegnamento dietro la storia è vero.” Rispose Jace facendo spallucce.

:” Invece te cosa ti tiene sveglio?” chiesi cercando di evitare il fatto che avesse appena detto una cosa sessista.

:” Avevo bisogno di scaricarmi un po’. Se vuoi possiamo combattere insieme.”

Dalla mia faccia Jace doveva aver colto il mio disappunto.

:” Ci vado leggero, promesso.” Disse Jace alzando le mani.

Annuii. Magari il dolore fisico avrebbe placato quello interiore.
 
***
 
Nel pomeriggio arrivò in Istituto l’inquisitrice Herondale. Ci riunimmo nella sala centrale.

:” Dopo quello che è accaduto questo Istituto è fuori controllo.” Disse l’inquisitrice guardandoci con un pizzico di ribrezzo.

:” Il Conclave ha deciso che sarò io a capo dell’Istituto fino a nuovo ordine. Vedremo se le cose torneranno nell’ordine che gli compete.” Proseguì zittendo con lo sguardo chiunque avesse da ridire.

:” Valentine è ancora in questa città. La missione principale di questo Istituto sarà scovare Valentine e riprendere la Coppa Mortale.” Disse incamminandosi verso i presenti e mettendosi davanti a Jace.

:” Invece per quanto riguardo te: Jonathan Christopher Morgenstern, a causa delle tue azioni sarai portato nelle celle della Città di Ossa e verrai interrogato con la Spada Mortale.”

:” Imogen per l’Angelo, è solo un ragazzo.” Disse Maryse mettendosi al fianco del figlio adottivo.

:” Sì, un ragazzo cresciuto da Valentine. Ricordati bene Maryse: dura lex sed lex.” Rispose l’inquisitrice Herondale.

I due uomini capeggiati da Imogen Herondale ammanettarono Jace e lo scortarono alla Città Silente.

L’inquistrice iniziò subito i suoi interrogatori partendo dalla “figlia di Valentine”.

:” Mamma ma non può farlo.” Disse Alec avvicinandosi alla madre.

:” Temo di sì Alec. Adesso l’Istituto è sotto il suo controllo, meglio se fate esattamente quello che dice. Un suo ordine è un ordine del Conclave.” Disse Maryse ricomponendosi.

:” Jace non ha colpe, non può essere arrestato solo perché figlio di Valentine.” Continuò Isabelle.

:” Isabelle, è più complicato di così. Credo sia anche una questione personale: il figlio di Imogen, Stephen Herondale faceva parte del Circolo. Lui morì e quando la moglie di Stephen, Céline, venne a saperlo decise di suicidarsi. La cosa peggiore fu che era incinta. " Rispose la madre dei giovani Lightwood.

:” Ma è terribile.” Dissero i fratelli.

Anche noi, ascoltando, ci rendemmo conto di quanto fosse terribile una situazione simile. Imogen Herondale doveva avere una vera e propria ossessione per Valentine, incolpandolo per tutto quello che è accaduto alla sua famiglia.

***
 
Quando l’Inquisitrice finì di interrogare Clary e i fratelli Lightwood decise che toccava a noi novellini. Iniziò da me.

:” Siediti pure.” Disse l’inquisitrice seduta davanti a quella che, poco prima, era la scrivania di Maryse.

Mi sedetti e la guardai, continuava a fissarmi.

:” Sai, il Conclave ha dei dubbi su voi giovani arrivati. Nonostante i Fratelli Silenti ci abbiano detto che siete Nephilim, il vostro arrivo crea abbastanza sospetto.” Disse la donna continuando a guardarmi come se volesse scrutarmi dentro.

:” Signora Inquisitrice, capisco i suoi dubbi ma noi non sapevamo niente di questo mondo, tanto meno di quello che stesse succedendo.” Risposi.

:” Ne sono certa, i Fratelli Silenti ci hanno detto che non avete ricordi di questo mondo, ma nonostante questo, dall’ultimo rapporto ricevuto ieri da parte di questo Istituto siamo venuti a conoscenza che due di voi fanno parte del Circolo. Tra l’altro uno di loro è anche una persona a stretto contatto con lei signorina.” Mi disse in tono accusatorio l’Inquistrice.

:” Sì, ma non avevamo notizie di loro. Abbiamo scoperto che alcuni di noi sono anche all’Istituto di Londra. Dei due ragazzi che ha menzionato invece non sapevamo niente, sapevamo solo che erano vivi.” Risposi io cercando di mantenere la calma.

:” Questo però ci fa intendere che le vostre menti possano essere corrotte da un uomo come Valentine, per questo temiamo che siate un pericolo, potreste essere delle spie.”

:” Le ripete che non eravamo a conoscenza di niente di questo mondo.”

:” Bene, adesso mi dica. I suoi due compagni avrebbero motivazioni per seguire un uomo come Valentine?” chiese la donna.

:” Non che io sappia. Sono piuttosto sicura che in realtà non ne abbiano proprio. Non so se sia a conoscenza della storia mondana ma, tutto questo è molto simile a quello che successe nella Seconda Guerra Mondiale. Valentine è convinto che i nascosti siano inferiori e che vadano sterminati a causa del loro sangue impuro. Anche un altro uomo aveva queste idee basate sulla purezza della razza. Face deportare tutti coloro che non erano ritenuti “puri”. Tra queste persone, vi era la nonna di uno dei giovani che adesso sembra siano membri del Circolo. La donna, che era un’adolescente a quei tempi, fu l’unica della famiglia a sopravvivere. Possa assicurarle che lui non prenderebbe mai parte ad una causa così aberrante. In ogni caso, non sembravano nemmeno loro, era come se fossero controllati da qualcosa o qualcuno.” Risposi abbastanza irritata.

:” So quanto i mondani si siano combattuti nell’arco dei tempi. Quello che il Conclave si chiede è quanto ci metterà una giovane ragazza innamorata a decidere di seguire il suo ragazzo e tradirci.”

:” Non prenderò mai parte ad una carneficina del genere, ma proverò comunque a salvare i miei due amici da qualunque cosa li stia controllando.” Risposi convintamente.

:“Sempre che si possano salvare. Cercherò di credere alle sue parole, in ogni caso sappia che il Conclave vi tiene sotto stretta osservazione, ancora non sappiamo quanta fiducia si possa riporre su di voi. Detto questo può andare.” Mi disse l’inquisitrice e mi fece cenno con la mano di andare.

Mi alzai e mi diressi all’uscita della porta. Avevo appena detto all’Inquisitrice tutto quello che sapevo, se avesse deciso di non riporre la fiducia su di noi che lo facesse. L’unica cosa che mi interessava era riunire tutti i miei amici e tornare da dove venivamo. Per quanto riguardava Trav e Matthew ero decisa a fare qualunque cosa per riportarli sulla giusta strada, per quanto potessero decidere di combatterci, sarebbero tornati dalla nostra parte. Il fatto era che, nonostante tutti i buoni propositi, anche io credevo poco a tutto questo. Probabilmente Jace aveva ragione: amare significa distruggere ed essere amati significa essere distrutti.

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Capitolo 6
*** Normalità per poco ***


Il mattino seguente, quando le luci dell’alba iniziarono ad entrare debolmente dalla mia finestra per finire sul cuscino, mi alzai. Dopo tante ore di buio sembrava quasi che la luce mi ferisse gli occhi. Guardai fuori dalla finestra. Avevo sempre amato l’alba ma da quando ero qui ero molto meno presa dalle cose che davvero mi interessavano. Il sole era appena sorto e il chiarore dell’alba accarezza dolcemente gli alberi fuori dall’Istituto. Il rosso si prendeva spazio nel cielo. Mi ritrovai a sorridere pensando al mio fratellino Derek che avrebbe sicuramente citato uno dei suoi film preferiti vedendo questo spettacolo scarlatto «Sorge un sole rosso. Stanotte è stato versato del sangue.»

Quando scesi per andare verso la mensa mi resi conto che nella sala principale c’erano Clary, Alec, Isabelle e Jace. I primi tre in tenuta da combattimento. Mi avvicinai per capire cosa ci facesse qui Jace, il quale avrebbe dovuto essere interrogato con la Spada dell’Anima tra poche ore.

:” Ragazzi tutto bene?” domandai guardando le loro facce sconvolte.

:” Valentine ha preso la Spada Mortale.” Rispose Clary.

:” Ha attaccato la Città di Ossa con un demone della paura e ha trucidato diversi fratelli silenti.” Mi disse Jace.

:” Cosa? Ma come è possibile?”. Studiando dal Codice avevo scoperto che i fratelli silenti erano abili combattenti, non avrebbero mai permesso a Valentine di avvicinarsi ad un altro degli Strumenti Mortali. A quanto pare il sole rosso era sorto per un motivo: era stato davvero versato del sangue.

:” Alcuni fratelli silenti sono praticamente morti di terrore a causa del demone della paura. Quelli che comunque avevano tentato di fermare Valentine sono stati uccisi.” Continuò Alec.

:” E’ un cosa davvero terribile, cosa dirà ora l’Inquisitrice? Ha già abbastanza dato di matto.” Risposi io.

:” Non ne ho idea, sicuramente dirà che è stata in qualche modo colpa mia.” Rispose Jace.

Probabilmente aveva ragione, avrebbe fatto di tutto per distruggerlo. Decisi di andare a fare colazione per evitare di subirmi il delirio di Imogen Herondale.
Mentro facevo colazione insieme agli altri che piano piano mi raggiungevano, Isabelle si avvicinò con il vassoio al nostro tavolo.

:” Posso ragazzi?” chiese.

:” Sì tranquilla.” Risposero i ragazzi che erano ben contenti di avere intorno una ragazza così bella.

:” Ieri non vi ho chiesto su cosa vi avesse interrogato l’Inquisitrice, mi sembrava strano che fosse interessata a voi, siete parte del mondo invisibile da poco per sapere esattamente cosa stia succedendo. È andato tutto bene?” domandò.

:” Diciamo pure che ci ha fatto intendere che il Conclave ci controlla. Dice che il nostro arrivo di questi tempi e soprattutto in quelle modalità è risultato sospetto. Praticamente ha insinuato che fossimo seguaci di Valentine, venuti qui per fare la spia.” Rispose Theo continuando a mangiare i suoi pancakes.

:” Riassunto estremamente corretto Theo. Poi mettiamola così: il fatto che due di noi adesso facciano parte del Circolo è sembrato ancora più ambiguo. Se prima avevano dubbi su di noi, che comunque i fratelli silenti avevano sventato, adesso si fidano ancora meno di noi.” Rispose Gab addentando una mela.

Continuai a guardare il piatto senza proferire parola. Quello che mi aveva detto l’Inquisitrice il giorno prima mi aveva abbastanza indispettito.

:” Tutto bene Zoe?” mi chiese Izzy.

:” Sì, tutto bene. Per quanto riguarda l’Inquisitrice diciamo che ha messo in dubbio la mia lealtà nei confronti del Conclave, che poi di per sé è collegata solo al fatto che io sia una Nephilim. Come pretende che io sia leale al 100% a qualcosa che praticamente non conosco? Soprattutto ha detto che secondo lei, il fatto che uno dei membri del Circolo sia il mio ragazzo, poteva risultare una minaccia.” Risposi riniziando a mangiare.

:” E questo perché mai? Non avete dato dimostrazione di non essere leali in alcun modo, avete perfino combattuto contro i vostri amici.” Risposi lei abbastanza sbigottita.

:” Izzy voi ci avete addestrato, vi fidate di noi. Viviamo sotto lo stesso tetto ma per il Conclave, nel mio caso soprattutto, il fatto di avere una persona vicina che fa parte del Circolo significa che c’è una possibilità che io cerchi di seguirla e cambi la mia lealtà.” Risposi.

:” Okey sì può essere ma non credo lo fareste. Vero?” chiese lei.

:” Non farei mai parte di una specie di setta che ha in mente di fare una carneficina.” Risposi.

:” Abbiamo saputo cosa è successo alla Città di Ossa, qui le voci girano velocemente. Che è successo con l’Inquisitrice?” chiese Joey.

:” Ha delirato. Stava quasi per incolpare Jace ma mia madre si è messa in mezzo. Quindi Imogen ha deciso che Jace sarà “prigioniero” nel loft di Magnus.” disse lei quasi ridendo.
Effettivamente prigionia nel loft di Magnus era praticamente un’esagerazione. Quel loft e soprattutto Magnus tutto mi facevano pensare tranne che ad una prigione. Poi Magnus come carceriere? Ma chi volevano prendere in giro.

:” Magnus farà sicuramente uscire di testa Jace.” Disse Izzy divertita. 

:” Molto probabile.” Risposi ridendo anche io.

:” Resta ora da scoprire cosa voglia fare Valentine con la Coppa e la Spada.” Disse Izzy. Il suo sguardo era abbastanza preoccupato.

:” Comunque, stavo pensando, voi ragazzi non avete vestiti qui. Nessun cambio di abito che sia effettivamente vostro. Stamani vi allenate e oggi pomeriggio andiamo a prendere qualcosa da vestire per voi.” Rispose contenta Izzy.

Non che lo shopping fosse esattamente tra le mie passioni preferite: quando entravo in un negozio non trovavo niente che, provandolo varie volte, mi piacesse davvero. Prevalentemente sfruttavo mia mamma oppure davo retta a quello che Lexie apprezzava a colpo d’occhio.

:” Non siamo praticamente mai usciti dall’Istituto, ci sta come idea.” Rispose David.


 
***
 
 
Izzy molto contenta decise di mostrarci le strade di New York. Quando ci mostrò la strada con la maggior parte di negozi decise che noi ragazze avremmo dovuto dividerci dai ragazzi.
Mi portò in un negozio dove gli abiti erano decisamente troppo sgargianti per me. Non che non fossero belli, solo evitavo di mettermi in tiro, se non per occasioni “speciali”.

:” Tra poco dovrebbe raggiungerci anche Clary.” Disse Izzy continuando a controllare ogni abito del negozio.

Io davo un’occhiata in maniera titubante. Izzy con il suo 1,75 probabilmente non si rendeva conto che alcuni abiti su di me non avrebbero fatto lo stesso effetto che su di lei.

:” Oh ecco qui, provalo.” Disse Izzy tirando fuori un abito nero che mi sarebbe arrivato a metà coscia. Era un tubino attillato con delle striature laterali, quasi a rincalzare l’abito. Le spalline erano sottili e dietro si incrociavano tra loro.

:” Ah nono. Non è esattamente l’abito per me.“ Risposi io cercando di sorridere.

:” Dai entra in quel camerino, che ti costa provare.” E mi passò l’abito facendomi un grosso sorriso per convincermi.

:” Eh va bene, lo provo soltanto.” Dissi io alzando gli occhi al cielo esasperata, sapevo che non avrei potuto averla vinta con lei.

Entrai nel camerino e mi spogliai. Le rune sul mio corpo in intimo mi facevano ancora un po’ effetto. Ne sfiorai una sull’avambraccio. Decisi di provare questo abito. Addosso non mi stava male, era un po’ strano per me indossarlo, sempre troppo abituata ad un abbigliamento casual. Uscii dal camerino.

:” Che ti avevo detto Clary, non le sta d’incanto?” Disse Izzy con gli occhi scintillanti.

:” Beh avevi proprio ragione.” Disse Clary sorridendomi.

:” Non mi sento proprio a mio agio.” Dissi ridendo timidamente.

:” Tranquilla, sta tentando di trasformare anche me.” Disse Clary ridendo.

:” Non vi sto trasformando, vi dimostro che siete delle belle ragazze che possano indossare certi abiti mettendo in mostra le proprie forme.” Disse lei esasperata.

:” Comunque lo prendi.” Disse Izzy indicando l'abito e alzandosi dalla poltrona su cui si era seduta.

Ci dirigemmo verso la cassa e pagai. Adesso ci dirigevamo verso negozi più alla mia portata. Parlavamo tra di noi del più e del meno. Clary mi disse che da poco aveva deciso di intraprendere una relazione con quello che era il suo migliore amico storico: Simon. Isabelle non mancò di dire che aveva proprio un faccino da nerd un po’ sbadato ma Clary gli tirò una gomitata. Dai negozi successivi presi un paio di magliette nere e bianche, un golfino e un giubbotto di pelle nero. Non mancò ovviamente il giudizio negativo di Isabelle a riguardo. Poi passai a prendermi un paio di leggings neri, un jeans e una tuta per allenarmi, anche se sapevo che non sarebbe stata solo per allenamento. Nel negozio di intimo scelsi mutande e reggiseni classici, decidendo anche di prendere un reggiseno sportivo rosa e uno bianco. Dietro avevano le spalline che si incrociavano, sarebbero stati sicuramente comodi.

Quando ritrovammo gli altri decidemmo di avviarci verso l’Istituto. Il telefono di Izzy squillò, era Alec. La telefonata fu breve ed Izzy rispose soltanto dicendo che saremmo tornati velocemente all’Istituto.

:” Scusate ragazzi ma adesso dobbiamo tornare velocemente all’Istituto.”

Al rientro Alec ci informò che erano stati trovati i corpi di uno stregone e di un membro del popolo fatato completamente dissanguati. L’Inquisitrice disse ad Isabelle e Alec di occuparsene cooperando con altri due Shadowhunters che erano arrivati insieme ad Imogen. Ne approfittai per andare a cambiarmi ed indossare qualcosa di nuovo che fosse davvero mio. Quando finii di cambiarmi andai in camera di Dav che stava leggendo mentre gli altri erano sparsi per la sua camera. Mi misi a testa all’ingiù sul suo letto. Era stata una giornata apparentemente normale e infatti ci trovammo a parlare e scherzare tra noi come avevamo sempre fatto. Dopo due orette decidemmo di scendere giù per allenarci tra noi con la spada. Per i ragazzi più che un allenamento sarebbe stato una sfida per dimostrare chi fosse il migliore a combattere, infatti ero decisa a non partecipare. Classico pensai tra me sorridendo. Scesi le scale decisi di fermarmi da Isabelle per chiedere come fosse andato il controllo dei corpi. Parlava con un uomo alto dai capelli blu-neri e con le orecchie a punta che indossava un'armatura marrone argentea con un disegno di scaglie sovrapposte. Capii che dovesse essere un membro della Corte Seelie. Dagli sguardi sembravano molto intimi anche se non si sfioravano. Izzy si girò a guardarmi e si ricompose in poco.

:” Eccoti, avevo proprio bisogno di te Zoe. Questo è Meliorn.” Mi disse sorridendo.

Porsi la mano a Meliorn che la prese e se la porto alla bocca facendo un elegante baciamano.

:” Piacere di conoscerti Zoe.” Disse lui. A guardarlo da vicino mi resi conto che aveva un segno a forma di foglia sulla guancia.

:” Il piacere è tutto mio.” Risposi io.

:” Meliorn mi ha appena riferito che la Regina Seelie ha chiesto un’udienza a Jace e Clary.” Mi disse Izzy ma qualcosa mi fece intuire che non fosse tutto.

:” Bene, allora dovremmo chiamarla, dovrebbe essere fuori con Simon.” Le feci notare.

:” In realtà ha chiesto anche di te, David e Gabriel.” Mi disse.

:” Ah, e come mai?” chiesi rivolgendo lo sguardo a Meliorn.

:” Io riporto solo quello che mi riferisce la mia signora, non pongo domande.” Mi disse l’uomo.

:” Va bene, avverto gli altri che si stanno allenando allora.” Dissi e andai verso la sala dove i miei amici si stavano allenando.
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Mi rendo conto che non sia un capitolo interessante ma avevo bisogno di un tratto che facesse da passaggio ai due capitoli. Perciò a chi mi sta leggendo chiedo scusa per la banalità. Spero comunque vi stia piacendo la storia, un abbraccio.

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Capitolo 7
*** Mellartach ***


Radunati Gab e David andammo incontro ad Isabelle ed Alec. Meliorn era andato via.

:” Venite ragazzi, andiamo a prendere Jace da Magnus.” Disse Alec.
:” Clary ci raggiungerà là.” Aggiunse Izzy.

Non conoscevo la strada per il loft di Magnus, l’ultima volta che c’ero stata ero svenuta e sicuramente non ricordavo come fossi arrivata, perciò seguimmo Alec ed Isabelle che ci facevano strada.

:”Ciao Alexander.” Disse Magnus aprendo la porta, poi si guardo dietro.
:” Ciao anche a te Isabelle, fiorellino e David. Ah, c’è un altro arrivato a quanto pare.” Proseguì Magnus.

Salutammo Magnus e Gab si presentò.

:” Come sta Jace?” chiese Alec.
:” Non lo so, di solito se ne sta disteso immobile sul pavimento.” Disse Magnus.
:” Che cosa?” chiese Alec ma la risata di Magnus lo interruppe :” Non è divertente.” Proseguì il giovane dagli occhi azzurri.
:” E’ così facile prenderti in giro. Ma sì, il vostro amico sta bene. Continua a mettere in ordine la casa e le mie cose. Non riesco più a trovare niente. È ossessivo.” Disse Magnus alzando gli occhi al cielo.
:” Sì, Jace ama che tutto sia in ordine.” Disse Izzy facendo spallucce.
:” Dobbiamo parlargli.” Disse Alec serio.
:” Che succede?” disse Magnus facendosi serio.
:” La Regina Seelie ha chiesto di vederlo.” Disse Izzy.
:” Bene, non credo che l’Inquisitrice abbia deciso di farlo andare alla Corte Seelie.” Disse lo stregone.
:” No, infatti, preferiremmo che lei non ne sapesse niente. Meliorn lo ha detto ad Isabelle ma in modo confidenziale.”
:” E come mai Meliorn ne ha parlato con te?” disse Magnus guardando Isabelle con la testa leggermente storta.
:” Oh beh…” fece per iniziare Isabelle.
:” La Regina deve sapere della loro storia segreta, non poi così segreta a quanto pare. Per questo la richiesta non è passata al Conclave.” Disse Alec per velocizzare il discorso.
:” ALEC!” lo guardò Isabelle decisamente irritata.
:” Oh, ma guarda un po’, qualcuno è un amante dei nascosti.” Gli fece Magnus ridendo e facendogli l’occhiolino.
:” Okey ma parlando di cose serie, farai uscire Jace di nascosto per andare alla Corte Seelie?” disse Alec guardando in maniera penetrante Magnus.
:” Alexander hai idea di cosa mi farebbe il Conclave se venisse a sapere che ho fatto uscire il figlio di Valentine senza il loro consenso.” Disse serio Magnus.
:” Sarà una cosa veloce.” Disse Izzy :” Meliorn ha detto che è una cosa importante. Temo sia dovuto al corpo dissanguato che abbiamo trovato: era di un membro del popolo fatato.” Proseguì Izzy.
:” Un altro corpo dissanguato?” disse Magnus facendosi cupo.
:” Sì, un membro del popolo fatato e il corpo di uno stregone.” Disse Alec.
:” Ce n’è stato un altro.” Disse Magnus girandosi a pensare.
:” Come?” disse Izzy.
:” Il corpo di un lupo mannaro con collo e polsi tagliati, anche lui dissanguato. Non ne avete saputo niente perché i lupi erano convinti fosse opera dei vampiri. Volevano occuparsene da soli.” Disse Magnus.
:” I vampiri non operano esattamente in questo modo però.” Disse Gab.
:” No infatti.” Disse Magnus sovrappensiero.
Sembrò tornare tra noi solo quando qualcuno suonò alla porta. Doveva essere Clary. Magnus andò ad aprire.
:” Ciao biscottino e ciao uomo-topo.” Disse Magnus.
:” Mi chiamo Simon.” Rispose un ragazzo che non avevo mai visto ma capii che dovesse essere il suo ragazzo. Entrò insieme a Clary nel loft. Era un ragazzo non troppo alto e mingherlino, con capelli e occhi castano scuro. Gli occhi risaltavano molto per le belle e lunghe ciglia che li contornavano. Portava gli occhi, aveva davvero la faccia un po’ a nerd come diceva Izzy.

:” Non sapevo avresti portato il mondano.” Disse Alec.
:” Oh, avanti, Alec. Come se Simon non fosse mai stato qui.” Disse Clary in sua difesa.
:” E sappiamo tutti come è andata a finire vero uomo-topo.” Disse Magnus ridendo.
:” Io vado da Jace ad informarlo intanto.” Disse Alec levandosi da questa situazione. E si incamminò verso una stanza che doveva essere quella di Jace.

Ci presentammo a Simon, era un ragazzo alla mano e simpatico. Magnus ci informò che si sarebbe assentato un attimo e si diresse in una delle stanze del loft. Pareva pensieroso.
Quando tornò in soggiorno aveva in mano un grosso tomo antico che continuava a leggere. Intanto anche Alec e Jace ci degnarono della loro presenza.

:” Ecco! Esattamente quel che pensavo.” Disse Magnus leggendo ancora a capo chino. Alec si avvicinò a lui per dare una sbirciata al libro.
:” Non sei in grado di leggerlo. È scritto in purgatico, una lingua demoniaca Alec.” Lo avvertì subito Magnus.
:” Temo che chi sta dissanguando i corpi in realtà abbia un buon motivo per farlo. Anzi in realtà sappiamo anche esattamente chi è.” Disse Magnus serio.
:” E sarebbe?” chiese Alec.
:” Il loro sangue, ovviamente.” Disse Magnus.
:” Aspetta, riconosco questo disegno, è Mellartach.” Disse Alec prendendo il libro dalle mani di Magnus e girandolo verso di noi.
:” La spada dell’anima?” disse Jace un po’ sconcertato.
:” Sì, come stavo appunto per dire – disse Magnus guardando storto Alec e riprendendosi il libro – il sangue serve per il Rituale della Trasformazione demoniaca. È questo che sta cercando di fare Valentine.”
:” Il cosa cosa?” chiese Clary aggrottando la fronte.
:” Ogni oggetto magico ha un allineamento – disse Magnus iniziando a spiegarsi – quello della Spada dell’Anima è angelico, come quello delle vostre spade. Questo perché il suo potere non deriva solo dall’invocazione di un nome angelico ma direttamente dall’Angelo. Valentine vuole rovesciarne l’allineamento e farne un oggetto di potere demoniaco.” Finì Magnus tra le nostre facce sconcertante.
:” Penso di essermi un po’ perso.” Disse Simon grattandosi la testa.
:” In quel caso a cosa gli servirebbe?” chiese tirandosi gli occhiali su con un dito.
:” Se il suo potere demoniaco fosse pari a quello angelico avrebbe il potere sui demoni, oltre alla protezione della Coppa Mortale, che è limitata, potrebbe chiamarli a sé e costringerli a eseguire i suoi ordini.” Disse Magnus.
:” Un esercito di demoni?” chiesi io un po’ impaurita.
:” Potrebbe perfino portarli a Idris con quel potere.” Rispose Magnus.
:” Ma Idris non è devo stanno tutti i cacciatori? Che senso avrebbe, annienterebbero i suoi amici demoni velocemente no?” disse Simon che era sbiancato.
:” Non proprio… i demoni vengono da altre dimensiono e non sappiamo quanti siano. Potrebbero essere migliaia o un numero infinito. Le protezioni non riuscirebbero a respingerli tutti. “ Disse Jace.
A quell’affermazione il sangue di tutti si gelò. Sentivo il mio stomaco contorcersi. Dav mi guardava, anche lui spaventato.
:” Okey ma ancora non ho capito a cosa gli serva il sangue dei nasvosti.” Disse Alec.
:” Per eseguire il rituale bisogna arroventare la Spada finché non è incandescente, quindi raffreddarla quattro volte, ognuna nel sangue di un giovane nascosto. “ Spiegò Magnus.
:” Oh mio Dio, quindi non ha ancora finito.” Disse Clary allarmata.
:” Ne manca ancora uno.” Proseguì Izzy.
:” In realtà due. Con il giovane figlio della luna non è andata a buon fine. È stato interrotto prima di prendere tutto il sangue necessario.” Precisò Magnus.
:” E’ già a metà dell’opera. Probabilmente può già trarre un certo potere dalla Spada, tipo richiamare i demoni.” Disse Magnus.
:” Dovremmo avviarci per parlare con la Regina Seelie, probabilmente sa qualcosa in più di noi.” Disse Jace.
:” Poco ma sicuro, quella sa sempre tutto.” Disse Magnus.
Jace si girò verso di noi :” Non è per niente sicuro andare laggiù. Fosse per me non verreste ma, siccome la Regina Seelie ha chiesto udienza anche a voi non creerò problemi. Sappiate però che anche se le fate non possano mentire, rigirano tutto a loro pro. Si divertano a parlare per rime e indovinelli. Inoltre, è meglio che non tocchiate, mangiate e beviate niente di quello che offrano. E per favore, fate parlare me.”
:” Ai suoi ordini Signor Capitano.” Dissi a Jace per tentare di sdrammatizzare.
Lui mi guardò storto ma Magnus si mise subito a ridere, seguito da Simon. Anche Dav e Gabr avevano apprezzato ma tentavano comunque di far i seri.
:” Non sapevo avesse chiesto anche di voi.” Disse Magnus guardandosi e mettendo una mano sul mento.
:” Credo lo abbia fatto un po’ a caso in realtà. Noi non ne capiamo il motivo.” Disse Dav.
:” Oh, caro, capirai che la Regina Seelie non fa mai niente caso.” Disse Magnus.
:” Vengo con voi.” Disse Simon.
:” No.” Disse immediatamente Jace.
:” Se è così pericoloso come dite vengo anche io, non lascio entrare Clary in quel posto senza di me.” Disse Simon allargando le spalle come a farsi più grosso.
:” Idiota, è una Shadowhunters. È in grado di cavarsela da sola, anzi saresti d’intralcio.” Rispose Jace.
:” Oh, per l’Angelo, smettetela.” Disse Clary esasperata.
:” Simon è troppo pericoloso per un mondano entrare alla Corte.” Disse Clary con uno sguardo gentile avvicinandosi al suo ragazzo.
:” vengo con te lo stesso.” Disse lui prendendole le mani. Si scambiarono un tenero e leggero bacio sulle labbra davanti ad un Jace nauseato.
:” Okey smettetela. Avviamoci.” Disse lui.
:” Conosco l’entrata segreta. Seguitemi.” Disse Izzy.
:” Cerca di non farti ammazzare alla Corte. Se muori avrò parecchie spiegazioni da dare.” Disse Magnus guardando Jace.
:” Sì, sì.” Rispose Jace noncurante e avviandosi verso la porta.
:” Alec rimarrà qui come scambio.” Disse Magnus e quella sembrava davvero una pessima scusa.
:” Certo.” Rispose Jace girandosi a guardare lo stregone e Alec, chiuse la porta facendogli l’occhiolino.

Ci ritrovammo in un parco. Ci affacciamo su un laghetto circondato da muschi e piante. Intanto si era fatta sera. Guardai in alto per osservare il cielo punteggiato di stelle, era davvero uno spettacolo bellissimo. Il paesaggio davanti agli occhi era incorniciato dai grossi alberi del parco.

:” Sbrigatevi, avete tempo solo finché la luna rimane immobile.” Ci informò Izzy. Non aveva un gran senso la frase per noi tre che infattici guardavamo con una faccia a punto interrogativo.

Avanzammo nel laghetto e quando l’acqua mi arrivò più o meno al petto Jace ci disse di fermarci.  Davanti a noi il riflesso della luna scintillava nell’acqua come un vassoio d’argento.

:” Ora seguitemi.” Ordinò Jace.
Si avviò verso il riflesso argenteo, quando fu dentro per un istante vacillò. Poi cadde all’indietro nell’oscurità.

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Capitolo 8
*** La Corte Seelie ***


Ci ritrovammo catapultati per terra completamenti bagnati. Clary ed io avevamo tutti i capelli appiccicati alla faccia, perfino Dav sembrava che in quel momento avesse una frangetta. Rimediò subito scuotendo la testa e stropicciandosi i capelli con le mani.
:” Mi stai inzuppando ancora di più.” Gli fece notare Gab.
:” Ops.” Rispose Dav facendogli un sorrisetto colpevole.
Ci trovavamo in un corridoio scavato nella terra, illuminato solo da un muschio che luccicava flebile. In sintesi, eravamo sottoterra, “ottimo” pensai tra me e me sospirando.
:” Simon tutto bene?” Chiese Clary.
:” Si sì, sono solo zuppo.” Disse sorridendole.
:” Come tutti, se non lo avessi notato siamo passati da un lago.” Gli disse Jace.
:” Oh, ma davvero? Non me ne ero proprio accorto.” Gli rispose ironicamente Simon di rimando.
:” Ragazzi basta. Andiamo ora.” Disse Clary per placare gli animi.
:” E comunque qui nessuno mi aveva specificato che saremmo stati sottoterra, se trovo qualche insetto penso che impazzirò.” Dissi.
:” Hai avuto meno problemi a combattere i demoni che a passare per questo corridoio.” Mi fece notare Jace.
:” Gli insetti non hanno le dimensioni di un demone, quello lo noti.” Gli risposi.
:” Okey adesso aspettiamo qui. La Corte saprà che siamo arrivati.” Disse Jace.
:” E come farebbero?” domandò Simon. Domanda che in realtà ci stavamo ponendo un po’ tutti. Faceva incredibilmente fresco qui sotto ed essere bagnati fradici non aiuta. Mi strinsi tra le braccia aspettando che uno dei cavalieri della Corte venisse a prenderci.
:” La Corte sa tutto quello che succede sul suo territorio. Il nostro arrivo non sarà passato inosservato.” Rispose Jace, stranamente evitando di punzecchiarlo. Clary si girò e gli fece uno sguardò grato.
:” Meliorn!” Dissi indicando la fata maschio che si avvicinava a noi.
:” La Regina della Corte Seelie ha chiesto un’udienza con i cinque Nephilim del gruppo. Volete seguirmi?”
Clary si mise vicino Simon e gli poggiò una mano sulla spalla :” E il nostro amico?”
:” E’ un mondano, non sono ammessi alla Corte.” Rispose impassibile.
:” Quindi dovrei rimanere qui da solo, non so, aspettando di diventare un albero?” disse Simon.
Meliorn sembrò pensarci su :” Potrebbe essere molto spassoso.”
:” Non è un mondano come gli altri. Di lui ci si può fidare, ha combattuto molte battaglie con noi.” Disse Jace.
:” Non entreremo senza Simon. Poi è stata la tua Regina a chiederci udienza.” Concluse Clary.
:” Come desiderate. Che non si dica che la Corte non rispetta i desideri dei suoi ospiti.” Disse Meliorn divertito. Poi si girò e inizio a guidarci lungo il corridoio. Noi lo seguimmo in silenzio e lui non si voltò a controllare.
Il corridoio sfociava in un’ampia sala col pavimento di terra battuta e le pareti ornate di colonne di pietra avviluppate da tralci e fiori vivaci in un’esplosione di colori. Vi erano fate che danzavano al ritmo di una strana musica. Avevano i capelli – di colore azzurro, nero, castano, scarlatto, dorato metallico e bianco ghiaccio – ondeggiavano. Senza rendercene conto la musica sembrava attirarci. Io e Clary facemmo un pass in avanti come trasportate dalla musica. Jace ci tirò indietro per un braccio e ci fulminò.
:” Ma cosa?” disse clary. Eravamo come stordite.
Disegnò sui nostri bracci dei marchi, poi si girò verso Gab e Dav e face lo stesso.
:” Guardata adesso.” Disse indicando con la testa i ballerini.
Avevano completamente un altro aspetto, erano ancora bellissimi, ma ci gelò comunque il sangue. Un ragazzo che ballava, con la pelle verde veleno, mentre roteava ci mostrò una gabbia toracica vuota al posto del petto quando gli si aprì la giacca. Jace ci fece cenno di proseguire, aggirammo i danzatori e andammo verso l’estremità opposta della sala. Percorremmo un altro corridoio, Clary teneva saldamente Simon.
:” Forte quella musica, un po’ country un po’ rock and roll.” Disse Simon.
:” A voi non è piaciuta?” chiese Meliorn.
:” Oh nono, ci è piaciuta anche troppo.” Rispose Clary sorridendo.
Meliorn si fermò quando raggiungemmo una cortina frondosa interseca nella parete.
:” Queste sono le stanze della Regina. È venuta dalla sua Corte settentrionale per occuparsi della morte del giovane elfo. Se dev’esserci una guerra, vuole essere lei a dichiararla.” Ci disse Meliorn.
:” Fantastico.” Ci disse ironico Gab nelle orecchie.
La cortina era fatta di tralci fittamente intrecciati, Meliorn li scostò e ci introdusse nella camera dall’altra parte.
La stanza era semplice, con le pareti rivestite di stoffa chiara. Fuochi fatui brillavano dentro vasi di vetro. Su un basso divano era adagiata una splendida donna, circondata da quelli che dovevano essere i suoi cortigiani.
:” Mia Regina le ho portato i Npehilim.” Disse Meliorn facendo un profondo inchino.
La Regina si raddrizzò. Aveva capelli lunghi e rossi che sembravano fluttuare come foglie al vento. Gli occhi erano di un azzurro trasparente, lo sguardo tagliente come un rasoio.
:” Cinque di loro sono Nephilim. L’altro è un mondano.” Disse la Regina posando uno sguardo interessato su me, Gabriel e David. Ne avvertimmo lo sguardo, come un macigno sulle nostre teste. Meliorn sembrò farsi piccolo ma la Regina non lo degnò di uno sguardo. Posò un’occhiata su Clary e Jace.
:” Le nostre scuse, mia signora.” Disse Jace facendo un passo avanti a noi e frapponendo il suo sguardo.
:” Siamo responsabili del mondano. Gli dobbiamo protezione. Per questo lo teniamo con noi.” Proseguì lui.
La Regina inclinò la testa di lato, adesso la sua attenzione era rivolta tutta a Jace.
:” Un debito di sangue? Verso un mondano?” mormorò.
:” Mi ha salvato la vita.” Spiegò Jace. A quelle parole Simon si irrigidì vicino a Clary.
:” La prego, mia signora. Speravamo che avreste capito, dato che abbiamo saputo che è gentile quanto bella, e in tal caso, bè la sua gentilezza deve essere davvero sconfinata.” Disse Jace.
La Regina sorrise compiaciuta.
:” Sei affascinante come tuo padre, Jonathan Morgensten.” Disse e fece un segno verso i cuscini sparsi sul pavimento.
:” Venite, sedetevi. Mangiate qualcosa. Bevete. Riposate. Si parla meglio con le labbra bagnate.”
Meliorn ci condusse verso un mucchio di cuscini di seta, vicini al divano della Regina. Pensai che sederci soltanto non avrebbe potuto nuocerci, bastava non assaggiare niente.
Una pixie bluastra ci si avvicinò reggendo un vassoio con sei tazze d’argento. Ognuno di noi prese una tazza, all’interno vi era un liquido ambrato in cui vi galleggiavano petali rosa. Simon posò la tazza accanto a sé.
:” Non ne vuoi?” chiese la Pixie.
:” No grazie, l’ultimo intruglio delle fate che ho bevuto non mi ha fatto molto bene.” Mormorò Simon sorridendole timidamente.
Avevano un odore inebriante, intenso e delizioso. Jace ci guardò cautamente.
:” Non ne bevete nemmeno una goccia.” Ci disse silenziosamente come a non voler farsi sentire. Posammo le tazze come aveva fatto Simon.
:” Dunque, Meliorn mi ha detto che sostenete di sapere chi ha ucciso il figlio del nostro popolo nel parco. Anche se mi sembra che qui non ci sia nessuno mistero. Un giovane elfo dissanguato… Mi portate il nome di un vampiro? Ma tutti i vampiri sono colpevoli di aver infranto la legge e andrebbero puniti di conseguenza. Malgrado l’apparenza, noi fate non andiamo tanto per il sottile.” Disse la Regina.
:” Siamo quasi certi che l’assassino sia qualcun altro che cerca di gettare sospetti sui vampiri per restare nell’ombra.” Disse Jace.
:” Ne avete la prova?”
:” La scorsa notte sono stati uccisi anche i Fratelli Silenti, nessuno di loro è stato dissanguato.” Disse Jace.
:” Questo cosa avrebbe a che fare con il nostro popolo? I Nephilim morti riguardando i Nephilim.”
:” E’ stata rubata la Spada dell’Anima, per questo sono stati uccisi i Fratelli Silenti. Sa cosa è Mellartach?” chiese Jace.
:” La spada che fa dire la verità ai Nephilim. Noi fate non abbiamo bisogno di un oggetto simile.”
:” E’ stata rubata da Valentine Morgenstern. Ha ucciso lui i Fratelli Silenti. Noi pensiamo abbia ucciso anche il vostro ragazzo. Necessitava del sangue di un figlio del Popolo Fatato per eseguire un rituale di Trasformazione della Spada. Per farne uno strumento utilizzabile. Non si fermerà, ha bisogno di altro sangue.”
:” Del Popolo Fatato?”
:” No, sangue di nascosto. Gli serve il sangue di un vampiro e di un lupo mannaro.”
:” Non mi pare che ci riguardi.” Rispose la Regina con noncuranza.
:” Ma ha ucciso uno dei vostri? Non vuole vendicarsi?” disse Clary.
:” Non subito. Siamo un popolo paziente avendo tutto il tempo del mondo. Valentine Morgenstern è un nostro vecchio nemico … ma abbiamo nemici ancora più vecchi. Siamo disposti a stare a guardare e stare a guardare.”
:” Sta evocando i demoni, sta creando un esercito…”
:” Demoni. Sono di vostra competenza, non è vero, Cacciatori?”
La discussione proseguì per quelle che mi sembrarono ore. Ero affamata e stanca, il buon odore del liquido mi continuava a tentare ma mi feci forza per resistergli. Jace continuò a spiegare alla Regina che non era lì per dargli ordini in nome del Conclave. Le spiegava che quella non era solo la loro guerra ma che era di tutti, Valentine odiava tutti i nascosti. La Regina lo schernì dicendo che non sentiva il minimo affetto per il padre anche se pensava che quella fosse solo una messinscena, Clary ribatté prontamente a quell’affermazione. Loro odiavano il padre.
:” Chi avrebbe mai pensato che i piccoli esperimenti di Valentine gli si sarebbero ritorti contro?” disse la Regina ridendo. Ci guardammo tutti allibiti, di cosa stava parlando?
:” Esperimenti?” disse Gab.
:” Il nostro popolo sa mantenere i segreti. I nostri e quelli degli altri. Quando rivedrai tuo padre, Jonathan, chiedi a tuo padre quale sangue scorre nelle tue vene.” Disse la Regina.
:” Come desidera, mia signora. Bè credo che abbiamo finito.” Disse Jace e ci alzammo sgranchendoci le gambe.
:” Un momento.” Disse la Regina alzandosi.
Un altro Pixie arrivò con un vassoio di argento contenete tre tazze. Si avviò verso me, Gab e Dav. Ci posò sulle mani le tazze, noi ci guardammo allibiti. Rivolsi lo sguardo verso Jace, i suoi occhi dicevano chiaramente “NON BERE”.
:” Se voi tre avete intenzione di andare, prima dovrete bere questi.” Disse la Regina.
:” Ma mia signora, se li berranno dovranno restare qui.” Disse in nostra difesa Jace.
:” No, cari bevete pure. Le mie creature ne hanno bisogno per essere al loro meglio.” Disse la Regina sorridendoci.
:” Le sue creature?” la guardai aggrottando la fronte. Jace ci guardava allibito.
:” Vedete miei tesori, ho preso spunto da un vecchio nemico. Quando Valentine Morgenstern venne dichiarato morto io non ne fui fermamente convinta, sapete finché non si vede il corpo non se ne può essere certi. Perciò ho deciso di avere una specie di garanzia per difendermi. Come saprete bene nel mio regno vi sono porte per altre dimensioni e mondi paralleli. È da lì che ho preso voi.” Disse divertita la regina, un guizzo di euforia dagli occhi.
:” In che senso? Nel loro mondo non c’è magia, niente di tutto questo.” disse Jace allarmato.
:” Per questo erano i candidati perfetti. Nel vostro mondo i Nephilim hanno adempiuto al loro compito secoli prima perciò si sono ritirati. I nascosti non esistono più poiché i demoni sono stati sconfitti. Anche sé, come ben sapete, le dimensioni demoniache sono tante, perciò anche se per il momento il loro mondo è al sicuro per il futuro non si può mai sapere. Il sangue dei Nephilim non è scomparso, nei secoli si sono mescolati tra i mondani. Solo alcune delle più antiche famiglie sono rimaste ad Idris per tramandare i saperi della vostra gente, così se ci fosse di nuovo bisogno dei Cacciatori sarebbero in grado di ripartire. Avevamo notato che nella cittadina dove abitavano vi erano più soggetti con sangue Nephilim, così, quando voi tre eravate ancora in grembo abbiamo fatto dei piccoli esperimenti per rendervi più potenti. Ad ognuno di voi abbiamo mescolato sangue di un nascosto. I vostri poteri però sono latenti al momento. Nonostante abbiate ricevuto le rune, quando vi abbiamo portati qui dal vostro mondo, abbiamo fatto in modo che non bruciassero il sangue di nascosto nel vostro corpo. Speravo bastasse ad attivare i vostri poteri dormienti ma ho bisogno che beviate questo infuso. L’altra ragazza lo ha già preso e devo dire che sembra stare bene, non ne sono certa ma per il momento sembrerebbe aver reagito bene. Quindi ora, miei cari bevete.”
:” Ma cosa? Quale altra ragazza?” chiesi io, all’Istituto di New York ero l’unica ragazza arrivata.
:” Alta, capelli neri, molto carina. Si trova all’Istituto di Londra. Come si chiamava, Lili, Lola...” Disse la Regina sovrappensiero.
:” Lexie.” Risposi io, la mia migliore amica. Ero ancora più preoccupata. Adesso che aveva bevuto quell’infuso chissà cosa le poteva accadere.
:” Quello che ci ha fatto è spaventoso, non beviamo proprio niente.” Disse Dav visibilmente arrabbiato.
:” Suvvia ragazzo, non ve ne ricordate nemmeno. Eravate i migliori soggetti, nonostante in quella cittadina molti ragazzi avessero sangue di Nephilim, ho preferito voi. Siete stati concepiti più o meno nell’arco degli stessi tre mesi, perciò era anche più facile tenervi d’occhio. Non avrei mai pensato che poi sareste stati amici. La festa era il momento migliore per portarvi qui, i vostri amici sono stati un effetto collaterale ma alla fine anche loro hanno sangue di Nephilim.”
:” No.” Risposi indietreggiando.
La Regina Seelie non se lo fece dire due volte, dei rampicanti iniziarono a salirci dai piedi e in poco eravamo completamente bloccati.
:” Bevete e voi potrete andare.” Disse la Regina.
Continuavamo a non rispondere.
:” Quando Valentine sarà stato sconfitto potrete tornare qui e farete ritorno al vostro mondo insieme ai vostri amici.” Disse la Regina.
La Regina guardò uno dei suoi sudditi e gli indicò noi con la testa, lui si alzò e ci venne incontro. Prese dalle mani la tazzina a Gab e gliela portò alla bocca, fu praticamente obbligato a bere. Poi toccò a Dav che nonostante provasse a divincolarsi bevve lo stesso. Infine, toccò a me. Guardai i miei amici che intanto erano stati liberati dai rampicanti, sembravano stare bene. Chiusi gli occhi e bevvi quel liquido caldo e dolce. La sensazione non fu così male. Quando finì anche i rampicanti si ritirarono dalle mie gambe e mi lasciarono libera.
:” Non è stato così difficile.” Ci disse la Regina Seelie, per quanto quella bellissima e potente donna mi facesse paura, la guardai con disprezzo. Come poteva aver fatto esperimenti su dei feti? Nemmeno sapeva cosa sarebbe accaduto, se fossimo sopravvissuti. Soprattutto ora non sapevamo cosa ci sarebbe accaduto.
:” Non guardatemi così. Dovete al me il fatto di essere così versatili, se avete appreso tutto velocemente e bene.” Disse la Regina soddisfatta.
:” Ora possiamo andare?” Disse Gabriel a denti stretti.
:” Voi cari potete andare, anche il mondano, pure tu Jonathan.” Disse la Regina, poi si girò ed indicò Clary.
:” Lei deve rimanere. Una volta che il nostro cibo o le nostre bevande oltrepassano le labbra di un mortale, quel mortale è nostro.”
:” Ma io non ho bevuto niente!” disse Clary stordita, girandosi verso Jace. :” Sta mentendo.” Proseguì.
:” Le fate non mentono” disse Jace in stato confusionale. Non si era ancora ripreso da quello che aveva detto su di noi e ora, pensare che sua sorella debba rimanere alla Corte, non aiutava.
:” Guardale le dita e dimmi se non le ha leccate per pulirle.”
:” Sì, ma dal sangue. Un folletto mi ha morso il dito, sanguinava…” disse Clary in sua difesa.
:” Immagino che avrei dovuto aspettarmi un simile trucco.” Disse Jace paonazzo.
:” Perché lo fa? Cosa vuole dai noi?” disse Jace disgustato.
:” Forse sono solo curiosa. Non mi capita spesso di aver sottomano dei giovani cacciatori. Come noi, voi, fate risalire il vostro linguaggio al cielo; e questo mi intriga molto.”
:” Se vuole studiare un cacciatore, non le servirò granché. Non ne so niente e non ho ricevuto alcun addestramento.” Disse Clary sinceramente. Aveva ragione, probabilmente avevamo imparato più noi nell’ultimo mese che lei da quando era arrivata.
:” In realtà, Clarissa Morgenstern, tu sei proprio la persona adatta.” Disse la Regina con gli occhi che le brillavano.
:” Grazie ai cambiamenti che tuo padre ha operato in te, tu non sei come gli altri Cacciatori. I tuoi doni sono differenti.”
:” I miei doni?” Chiese Clary sconcertata.
:” Il tuo è il dono delle parole che non possono essere pronunciate e quello di tuo fratello è il dono dell’Angelo. Tuo padre se li assicurò quando tuo fratello era piccolo e tu non eri ancora nata.”
:” Mio padre non mi ha dato niente. Neppure un nome.” Disse Clary con disprezzo.
:” Voi del Popolo Fatato non mentite, ma, a voi si può mentire. Temo che tu sia stata ingannata o presa in giro, mia signora. Non c’è niente di speciale in me o in mia sorella.” Disse Jace.
:” Possibile che non lo sappiate?”
:” Io so che non lascerò mia sorella qui. Dal momento che non c’è nulla che tu possa imparare da me o da lei, perché non ci fai il favore di liberarla?” disse Jace in modo freddo e sgarbato.
:” E se ti dicessi che potrebbe essere liberata da un bacio?” disse la Regina divertita in un largo sorriso.
:” Il bacio che libererà la ragazza sarà quello che lei desidera di più.” Disse la Regina.”
Fu lì che capimmo. Non era Simon, ma Jace. Sembrava che Simon fosse stato schiaffeggiato. Clary gli rivolse uno sguardo, sembrava gli si volesse avvicinare ma rimase ferma.
:” Perché lo fai?” chiese Jace.
:” Ma come, pensavo di farti un favore.” Jace avvampò ma evito di guardare Clary.
:” E’ assurdo, sono fratello e sorella.” Disse Simon.
:” Non devi farlo, Clary, è un trucco…” disse Simon, sempre più stizzito.
:” Non un trucco. Una prova.” Lo corresse Jace.
:” E’ solo un bacio! Dopo potrà andarsene di qui.” Dissi loro.
:” Sì, è solo un bacio.” Disse Clary come a convincersi.
Si avvicinò al fratello e si toccarono le labbra. Poi le labbra si schiusero e fu molto più che un semplice bacio. Quello era desiderio reciproco, le mani di Jace che scorrevano dai capelli di Clary alla schiena. Sembravano come in una bolla. L’intero pubblico della Corte rimase col fiato sospeso e anche noi. Simon avevo uno sguardo disgustato. Quando si staccarono Clary si girò a guardare la Regina con sguardo a sfida.
:” E’ stato abbastanza bello?” disse Clary.
:” Ti sei divertita?” disse Jace.
:” Sì, ci siamo divertiti. Ma non tanto quanto voi due.” Disse sorridendo.
:” Suppongo che possiamo andare adesso.” Disse Gab.
:” Sì.” Disse la Regina.
:” Cosa ci accadrà adesso?” chiesi alla Regina.
:” Il vostro corpo muterà un po’, all’interno di ognuno di voi c’è uno specifico sangue di nascosto: Gabriel sangue dei figli del Popolo Fatato, David sangue dei figli della Luna e Zoe sangue dei figli di Lilith. Acquisirete nuove capacità ma non so quanto il vostro corpo cambierà.” Disse la Regina.
:” Fantastico, andiamo incontro all’ignoto.” Ironizzai io.
Meliorn ci condusse fuori dalla Corte e ci depositò nel parco.
:” Sarà meglio riportati da Magnus, prima che l’Inquisitrice noti la tua assenza.” Disse Clary rivolta a Jace.
:” Meglio se vengano anche loro. In caso dovessero davvero cambiare, meglio che non lo facciano all’interno dell’Istituto. Il Conclave sarebbe interessato a loro.” Disse Jace.
:” Bene i miei vado con Simon allora.” Disse Clary cercando di trovarlo con lo sguardo. Si girò ma non lo trovo.
:” Se n’è andato.” Disse Gab.
:” Cosa?” disse Clary che iniziò a correre e chiamare Simon in ogni direzione, finché nemmeno i nostri occhi riuscirono più a vederla.
:” Noi andiamo da Magnus. State bene?” disse Jace.
:” Per il momento niente di anomale. Se mi dovesse spuntare una coda e del pelo da lupo sarò lieto di fartelo sapere.” Disse Dav, ovviamente era preoccupato e non ce l’aveva con Jace, ma con qualcuno doveva pur prendersela.
Jace lo guardò storto ma decise di non controbattere così decisi di incamminarsi.
Quando arrivammo al loft Magnus ci aprii.
:” Come è andata alla Corte?” chiese lui.
:” E’ stato molto, diciamo, interessante.” Disse Jace.
:” Bene, come mai loro sono qui?” chiese Magnus.
:” Per stasera saranno nostri coinquilini. Meglio che non tornino in Istituto nelle loro condizioni.” Disse Jace. Parlava come se stessimo per morire o trasformarci i brutti mostri. Magnus dovette scrutarci per bene ma continuava a non capire.
:” Spiegati meglio.” Disse a Jace.
:” Non sono semplici Shadowhunters e presto lo capiremo meglio.” Disse lui e si diresse verso la sua stanza lasciandoci in sala con Magnus che continuava a guardarci un po’ allibito.

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