Dynasty

di love_cookies
(/viewuser.php?uid=757721)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Guerra ***
Capitolo 2: *** Arrivo a corte ***
Capitolo 3: *** Il ballo ***
Capitolo 4: *** Incontri e cambiamenti ***
Capitolo 5: *** Matrimoni e doveri ***
Capitolo 6: *** Elizabeth Woodville ***
Capitolo 7: *** La festa ***
Capitolo 8: *** Il re ed io ***
Capitolo 9: *** Preparativi ***
Capitolo 10: *** In guerra e in amore ***



Capitolo 1
*** Guerra ***


-Non possiedo i personaggi, i fatti sono stati modificati rispetto alla narrazione di The White Queen e agli avvenimenti storici.- 

La guerra tra York e Lancaster continuava, la rosa bianca contro la rosa rossa, cugini contro cugini. La mia famiglia, i Ware, avevano dichiarato fedeltà a re Edward IV di York e quella mattina con il reggimento sarebbe passato proprio tra i nostri territori. Mio padre era già pronto al sorgere del sole per controllare che la casa fosse in ordine e il giardino ben tenuto per fare una buona impressione sul futuro sovrano, mia madre era indaffarata a vestire i miei fratelli più piccoli, mentre io cercavo solo un momento di tranquillità.
I miei fratelli maggiori stavano indossando le loro armature migliori perché si sarebbero uniti alla guarnigione del re accompagnandolo poi fino a Londra dopo l’imminente guerra contro il Lancaster Henry VI. Mia madre era stata benedetta da Dio con una famiglia molto numerosa, sette figli, di cui io l’unica femmina. I due fratellini minori avevano sette e nove anni, mentre i quattro maggiori avevano la stessa età del re e dei suoi fratelli Richard e George, intorno ai venti quindi.

Il corsetto era troppo stretto, ma non mi lamentai, c’era già troppo a cui pensare, cercare di fare una buona impressione e pregare che tutti tornassero vivi dalla guerra. Mi misi a passeggiare nel giardino cercando una rosa bianca da mettere tra i capelli nella speranza di allietare il re con la mia presenza, in mezzo a tanti uomini. La fama di Edward lo precedeva, tutti sapevano che non si faceva scrupoli a prendere ogni donna che gli piacesse, non gli interessava avere una moglie al momento. “Diana! Torna subito in casa, non voglio che tu stia sola oggi.” Mi corse in contro mia madre, aveva paura di quello che degli uomini pronti per la guerra mi avrebbero potuto fare, mi prese sottobraccio e proprio in quel momento iniziarono a sentirsi gli zoccoli dei cavalli in lontananza e man mano che si avvicinavano si poteva distinguere anche il tintinnio delle armature dei soldati a piedi.

 Mio padre mi raggiunse e confermando la paura che aveva mia madre negli occhi mi mise sotto la sorveglianza del fratello maggiore David. Mia madre si preparò all’arrivo del re schierando tutti i miei fratelli attorno a noi. Una famiglia numerosa come la nostra era un buon auspicio, più numerosi erano gli uomini pronti a combattere più i re avrebbero cercato l’appoggio della casata. A fianco del re si trovava un cavaliere che riconobbi dall’insegna, Lord Warwick, cugino di Edward e vecchio amico di mio padre  che salutò con calore e e ci presentò al cospetto del re. Era molto giovane, ma aveva il viso di chi aveva ben chiaro in mente cosa fare del proprio regno, gli occhi azzurri sprizzavano scintille, era pronto per la battaglia e sicuro della propria vittoria, un auspicio aveva predetto l’ascesa al trono: tre soli nel cielo ad indicare i tre fratelli di York. La visita durò poco, ma poco prima della dipartita Warwick, mi si avvicinò “Lady, se vostro padre sarà d’accordo il re ha proposto di presentarvi a corte. È grato per l’appoggio della vostra famiglia sia oggi che nel passato”, avrei raggiunto i miei fratelli da sola, o accompagnata da mia madre pochi giorni dopo la dichiarazione di vittoria ed inizio del regno di Edward IV.

Le settimane passavano, ero terrorizzata, avevo sentito racconti di corte dove venivano create trame ed intrighi contro chiunque, nobili o meno. Ero felice di poter raggiungere i miei fratelli, ma una morsa allo stomaco mi fermava, qualcosa non mi era chiaro, il re avrebbe potuto ricompensare la mia famiglia in centinaia di modi diversi, aveva deciso invece di presentarmi a corte e tenermi lì. Stavo raccogliendo delle erbe medicinali nel giardino quando un messo di Edward arrivò portando una lettera per me “Lady Diana, vi invito a corte personalmente, i vostri fratelli mi hanno salvato la vita in battaglia e ho giurato solennemente a Dio che mi sarei sdebitato in modo adeguato con loro. Siate qui appena potete, sarà data una festa in onore della vostra famiglia e alloggerete negli appartamenti reali. Ho in mente qualcosa di importante per voi. Il vostro sovrano Edward IV di York.” Avevo il cuore in gola, corsi da mia madre a mostrarle la lettera, lei la prese con le mani tremanti e nel leggerla si mise una mano davanti alla bocca dallo stupore. Prese i miei abiti migliori e li mise in un baule da viaggio e chiamò mio padre per avvisarlo che saremmo partite la mattina successiva, di scrivere al re della nostra partenza. Mi avrebbe accompagnata fino a corte, ma sarebbe tornata immediatamente a casa anche se significavano diversi giorni di viaggio in carrozza, ma non poteva lasciare i miei fratelli minori da soli né portarli a corte non essendo stati invitati.

Ben arrivati! grazie per aver letto fin qui! Se questo inizio vi intriga o vi sta piacendo la storia fatemelo sapere!^.^

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Arrivo a corte ***


Ci mettemmo tre giorni per arrivare, alloggiammo presso degli amici che ci ospitarono lungo la strada, la carrozza oltrepassò i cancelli del palazzo e si fermò in uno spiazzo davanti alla costruzione principale, tutto era addobbato a festa, ma non sapevo se fosse per il nostro arrivo o per la vittoria di Edward. Scese prima mia madre aiutata da David, il maggiore dei fratelli e poi fu il mio turno aiutata da Stephen, il secondogenito della nostra famiglia, ci abbracciamo, avevo il cuore che batteva in petto come non mai e salutai gli altri due fratelli che stavano leggermente in disparte. "Venite, vi portiamo dal re!" disse Stephen, "No, aspettate, abbiamo fatto tre giorni di viaggio, permettete a vostra sorella di essere presentabile, è giusto che non sembri una contadina davanti al re" disse togliendomi una foglia dal mantello che mi aveva accompagnato dall'ultima sosta.

Loro annuirono e mi permisero di vedere le mie stanze portando i miei bauli, appena chiusero la porta mia madre tirò fuori un abito che non avevo mai visto "Sapevo che sarebbe venuto il giorno, mi sono portata avanti, questo broccato blu farà risaltare i tuoi stupendi capelli biondi e gli occhi azzurri, il re non potrà resisterti.", arrossii al solo pensiero di compiacere il re, era un bell'uomo, il pensiero dei suoi occhi azzurri mi aveva accompagnato, ma qualcosa in lui m dice va che non era la persona giusta per me.

Indossai l'abito mentre mia madre mi acconciava davanti allo specchio, aveva ragione, l'abito blu con intarsi d'oro accompagnato dal mantello bianco simbolo degli York mi faceva risaltare il viso, i capelli biondi raccolti mi davano l'aria di donna adulta anche se non mi sentivo ancora tale.

I miei fratelli mi precedettero nei corridoi del palazzo, al mio fianco mia madre mi osservava e dava consigli su come comportarmi davanti al sovrano. Arrivammo alla sala del trono e un uomo annunciò l'ingresso della mia famiglia "I cavalieri Ware, Lady Elizabeth Ware e Lady Diana Ware", entrammo tutti assieme: al centro un lungo tappeto che conduceva fino ai piedi del trono posto di fronte alla porta da cui eravamo entrati, ai lati lunghe tavolate con panche e cibo in quantità che non avevo mai visto.

I nobili e le loro mogli ci osservavano mentre davanti a noi il re con la sua famiglia conversavano in attesa che li raggiungessimo, Edward era sul trono seduto, quasi scomposto, forse stanco di ricevere tanta gente nel proprio palazzo, alla sua destra Lord Warwick e i fratelli George e Richard che stavano ridendo. Il mio stomaco si strinse ancora di più, che stessero ridendo di me? Ero terrorizzata, qualcosa non andava nei miei vestiti, nel mio portamento?

I miei fratelli si inginocchiarono e io feci un profondo inchino come mia madre, il re si alzò "Lords e Ladies, qui davanti a voi io dichiaro il mio debito con questa famiglia, i fratelli Ware mi hanno salvato in battaglia rendendo la mia vittoria possibile, ecco perché prenderò la loro unica sorella come mia protetta!". Sgranai gli occhi, sicuramente in sala non ero l'unica stupita del gesto, il re scese dai tre gradini che rialzavano il trono e venne a prendermi la mano. La musica iniziò a suonare e senza nemmeno rendermene conto stavo ballando con Edward IV, era più alto di me con capelli biondi corti e la corona in testa, mi guidava nel ballo e tutto attorno a me girava come un vortice. 

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Il ballo ***


Quando le danze finirono mi accompagnò al tavolo, sarebbe iniziato da poco il banchetto in onore dei Ware, mi fece sedere davanti al fratello Richard, al mio fianco le figlie di Lord Warwick con cui avevo stretto amicizia quando mio padre frequentava la loro casa. “Anne, Isabel, che piacere rivedervi!” dissi, sentendo lo sguardo di Richard su di me, loro ricambiarono il saluto e, forse notando il mio imbarazzo, mi presentarono al cavaliere davanti a me e a quello al suo fianco: i due fratelli di York, Richard e George.

Richard aveva capelli neri e ricci a incorniciargli un viso dalla pelle di porcellana e degli occhi verdi così luminosi che l’accostamento con il nero dei capelli li rendeva ancora più grandi e brillanti, George invece aveva la pelle leggermente più scura con barba e capelli castani, tendenti al rossiccio e degli occhi bruni che parevano scrutare nel profondo chiunque osservasse. “Allora come ci si sente ad essere la protetta di nostro fratello? Sapete Richard voleva quel posto per sé, ma è evidente che gli occhi azzurri hanno battuto quelli verdi” disse George con una risata a cui si unirono le figlie di Warwick, mentre il fratello sembrava infastidito.

“Non so cosa dirvi, non mi aspettavo nulla di tutto ciò, mi gira ancora la testa da tutte le cose nuove, non sapevo nemmeno che il re potesse prendere una protetta anche se non è sposato”. Richard tossì come se avessi detto qualcosa di inappropriato, ma continuò a non mostrare attenzione a me o ai discorsi di George, eppure io non riuscivo a smettere di osservarlo. Mi sembrava ogni secondo più bello, ma cercai di concentrarmi sul secondogenito degli York finché la musica non ricominciò e mio fratello Stephen mi chiese di ballare. “Stai attenta Diana, sai che fama hanno i due fratelli maggiori degli York, prima fatti sposare, mi raccomando. Sembra che George apprezzi molto la tua compagnia. In effetti…” si sporse leggermente oltre la mia spalla “… sembra che ti stia osservando anche adesso, suppongo sarà il prossimo a chiederti di ballare”.

Finimmo il ballo con l’inchino e mi sentii prendere per mano. Stephen aveva ragione, George mi chiese un ballo, al termine del quale tornai a sedermi al mio posto, erano tutti impegnati a danzare o chiacchierare, quasi tutti. Richard era lì davanti a me, bevvi un sorso di vino, il cuore mi andava così veloce che temevo potesse sentirlo, mi guardò: “Spero che mio fratello non vi abbia importunato troppo con le sue battute”. Puntai i miei occhi nei suoi, avrei potuto perdermici, “Al contrario, ha reso una giornata difficile più leggera” mi alzai e lui con me, in segno di galanteria e poi disse “Vi dispiace se vi chiedo un ballo? Mi rendo conto di non essere stato di compagnia come George, ma vorrei rimediare”. Appena la sua mano toccò la mia una vampata di calore mi arrivò al viso, stavo arrossendo davanti al fratello del re, la sua mano fredda teneva la mia. La danza mi parve durare troppo poco, quando finì decisi di ritirarmi nelle mie stanze mentre il banchetto e la festa continuavano.

Mia madre sarebbe partita la mattina del giorno dopo e doveva ancora finire di aiutarmi con gli abiti e dei consigli su cosa fare a corte. Tolsi il corsetto, aveva lasciato i segni delle stecche sui fianchi, feci un respiro, finalmente libera. Mia madre entrò in camera mia “Hai ballato con i tre fratelli di York, ero abbastanza certa che Richard non te lo avrebbe mai chiesto, non è tipo. George invece ha dimostrato a tutti di avere già un debole per te, mentre il Re, lui elegante come sempre” disse facendo un giro su sé stessa, finimmo di sistemare gli abiti e mi diede gli ultimi consigli prima di andare a dormire nella stanza a fianco.

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Incontri e cambiamenti ***


Ben arrivati al quarto capitolo! Spero che la storia vi stia piacendo, mi farebbe davvero piacere sapere cosa ne pensate! ^.^

Stephen venne a svegliarci la mattina successiva, avrebbe accompagnato nostra madre a casa per assicurarsi che facesse un viaggio sicuro per poi tornare al castello, misi un abito blu tendente al nero meno elegante di quello della giornata precedente e li accompagnai alla carrozza che li aspettava nel cortile principale del castello. Quando scomparve alla mia vista mi voltai per tornare nelle mie stanze, ma il suono di zoccoli al galoppo catturò la mia attenzione, Richard stava rientrando a palazzo su un cavallo nero con i capelli al vento e vestito di nero, le gote arrossate dalla cavalcata e dal vento freddo di quella mattina gli davano un’aria maestosa.

Mi fermai ad osservarlo e lui mi notò, fece avvicinare il cavallo a me e prontamente un paggio venne a tenergli le briglie mentre scendeva, mi sorrise e venne a parlarmi “Buongiorno Diana, come mai fuori da palazzo così presto?” lasciò il cavallo al giovane, si tolse i guanti e mi porse il braccio per entrare assieme nel castello. “Ho salutato mia madre e mio fratello che tornano a casa, voi invece? Cavalcata mattutina?” lui annuì e fece un lieve sorriso laterale, “Amo il freddo mentre cavalco e ho dovuto fare una cosa per il re… ma non posso parlarvene”. Io annuii, non era mio diritto sapere tutto di come Edward governava. “Potreste indicarmi la via per la biblioteca del palazzo? Ho sentito dire che contiene volumi unici”, mi guardò come se fossi impazzita “Non credevo che vi piacesse leggere, solitamente non è un’attività da donna, o sbaglio?”.

Sentii di nuovo le guance scaldarsi ed arrossire, dovevo rivelargli un segreto, mi sarei potuta fidare? Erano pochi quelli che riponevano fiducia in Richard e nel momento in cui stavo per parlare qualcuno mi chiamò strozzando le parole in gola. “Diana! Sir Richard spero che mia sorella non vi stesse importunando, la conosco abbastanza bene, la terrò lontana se me lo chiedete” disse facendo un inchino, “Non preoccupatevi David, al massimo sono stato io ad importunarla, le ho giusto proposto di fare visita alla biblioteca del palazzo, se per voi va bene”. David era abituato fin da piccolo a prestare attenzione a me nonostante ora fossi la protetta del re, annuì non capendo bene cosa fosse successo e prima di andarsene disse “Sir, state attento che questa donna legge più libri di quanto possiate immaginare, se potesse se ne ciberebbe”. Richard sorrise leggermente mentre mio fratello si allontanava e mi guardò, sentii i suoi occhi verdi su di me e ricambiai lo sguardo sorridendogli.

Stavo leggendo i titoli dei numerosi volumi della biblioteca mentre sentivo che lui mi osservava poi qualcuno bussò alla porta ed entrò re Edward seguito da George, “Cosa ci fai in biblioteca?” gli chiese al che Richard mi indicò ed io feci il mio inchino di saluto “Ah Diana, che piacere vedervi questa mattina, vi state ambientando bene?” io risposi affermativamente. George sussurrò qualcosa al fratello maggiore, ma lui fece di no con la testa, qualcosa non andava, poi mi ricordai che Richard era uscito per questioni diplomatiche. Feci due passi verso la porta per uscire, ma Edward disse “Diana, potreste chiudere la porta e sedervi qui con noi? È giusto che voi sappiate qualcosa.” Eseguì ciò che mi era stato chiesto, presi posto nel divanetto vicino a George che pareva nervoso ed ascoltai.

“Richard questa mattina è andato a recapitare una lettera, è giusto che voi lo sappiate, ho deciso di prendere moglie”, ritenevo fosse un’ottima notizia, ma per gli altri due non pareva tale, qualcosa non andava come avrebbe dovuto. “Fratello, sai benissimo che per un re sposarsi significa fare politica, non puoi sposare quella donna, la famiglia supportava i Lancaster e soprattutto Warwick sta cercando di organizzare nozze con la principessa di Francia, non puoi mandare tutto all’aria così, rischiamo una guerra!” disse Richard, non sapevo di chi stesse parlando ed evidentemente nemmeno George. Il ragazzo timido che non mi parlava il giorno precedente era cambiato, sostituito da uno in grado di alzare la voce contro il re.

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Matrimoni e doveri ***


“Ho deciso di sposare Elizabeth Woodville, non mi serve il vostro consenso, era mio desiderio avvisarvi della decisione presa. Richard ha consegnato la lettera che attesterà il matrimonio come ufficiale”. George era nervoso, nei suoi occhi nocciola qualcosa era cambiato, sembrava pronto ad uccidere se ne avesse avuto la possibilità “Tu non sposerai una Woodville, se la sposerai io mi prenderò la tua protetta e sai che non sono così gentile se sono arrabbiato” si alzò e se ne andò. Io rimasi seduta terrorizzata dalla minaccia, questo avrebbe portato non solo disonore alla mia famiglia, ma anche al re che aveva promesso di tenermi al sicuro. Richard si era alzato nello stesso momento in cui lo aveva fatto George, ma era rimasto nella stanza e stava affrontando Edward mentre io ero completamente immobile, quasi dimenticandomi di respirare, per quello che stava accadendo.

Edward mi guardò “Voi Diana cosa ne dite?”, in quel momento compresi di essere al cospetto del re e tornai concentrata sull’argomento dell’incontro “Vostra Altezza, non credo di essere la persona adeguata per parlare di queste cose. Certo, i vostri fratelli presentano delle argomentazioni corrette, bisogna vedere entrambi i lati della medaglia”. Edward si sedette sul divanetto al mio fianco “Su continuate, mi sembra al contrario che siate la persona adatta”, sorrisi ed abbassai lo sguardo, Richard era in pedi davanti a me e sentivo il suo sguardo. “Credo che unire le famiglie York e Lancaster sia una possibile strategia per porre fine alla guerra, se vostro cugino stesse veramente organizzando un matrimonio con i sovrani di Francia sarebbe vantaggioso anche quello. A parità di pro e contro io sceglierei quello che dice il cuore, ma voi siete il re non certo una ragazza che ha letto troppe poesie”.

I giorni passarono e il terrore di incontrare George nei corridoi non diminuiva, ero certa che fossero minacce nate da un momento di rabbia, ma sapevo che in fondo c’era del vero. Richard ed Edward erano partiti per risolvere la questione del matrimonio, non sapevo cosa il re avrebbe scelto, ma avevo paura che trovasse modo di far sposare Richard, il mio cuore stava iniziando a provare qualcosa per lui e in contemporanea nasceva la speranza che lui provasse lo stesso per me. Quando gli uomini tornarono il matrimonio era stato compiuto e Edward era pronto ad annunciarlo al regno, Richard appariva scuro in volto, non riuscivo ad avvicinarlo o parlargli, George invece si era ripreso, era tornato a parlarmi come il primo giorno. “Cosa ne dite di fare una cavalcata questa mattina? Prevedo aria di tempesta sopra il palazzo nel pomeriggio e vorrei evitare di discutere con mio fratello tutto il giorno”, ero contenta della proposta, leggermente intimorita ancora, ma vedevo della sincerità nello sguardo di George, non mi avrebbe fatto del male, almeno non quel giorno.

Fece sellare due cavalli, il suo era bianco con una sella degna di un re, intarsiata e decorata, il mio era di un colore chiaro simile al miele, con una sella nera molto elegante per la seduta all’amazzone. Mi furono portati i gradini in legno per potermi sedere senza problemi sull’animale e quando finii di sistemare l’abito partimmo al trotto uscendo dall’arcata del palazzo. “Sapete cavalcare molto meglio di quanto mi aspettassi, i vostri fratelli non hanno mai parlato molto di voi. Potreste forse rubare il titolo di cavaliere?” ridemmo, era un momento di pace prima della tempesta, entrambi lo sapevamo e per questo cercammo di goderci la cavalcata e la tranquillità che una mattina soleggiata poteva offrire.

“Sir George, nel caso in cui ci siano dei festeggiamenti, la protetta del re dovrà fare qualcosa in onore degli sposi?” chiesi, temendo in una risposta affermativa. Lui mi guardò con quegli occhi così profondi e poi sorrise, era un bel ragazzo con i capelli lunghi al vento ed su cui il sole risplendeva dando una colorazione rossa, disse “Facciamo una scommessa, se voi seduta all’amazzone mi battete al galoppo prenderò io il vostro posto in qualsiasi cosa dobbiate fare quel giorno”. Il suo sorriso si allargò, gli occhi erano pronti alla sfida ed io accettai, girammo i cavalli e la sfida iniziò.

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Elizabeth Woodville ***


L’incontro con gli uomini più importanti del regno non andò come sperato da parte di Edward, molti si dissero contrari alla sua unione con Elizabeth di Woodville, ma ormai il matrimonio era stato celebrato e dichiarato valido, perciò vi fu ben poco da fare. In pochi giorni la regina ci avrebbe raggiunti a palazzo ed io sarei diventata la sua dama di compagnia, ero elettrizzata al pensiero, ma prima di tutto bisognava festeggiare e Isabel chiamò a corte il sarto per realizzare abiti adatti per sé, la sorella e me. Non potevamo vestire di oro, sarebbe stato il vestito della regina nel giorno delle nozze e dell’incoronazione, così optammo per tonalità diverse: Isabel scelse una stoffa blu, Anne decise per un tessuto verde scuro che si adattava perfettamente al suo incarnato ed io optai per un blu molto scuro con intarsi in oro e argento.

Il sarto stava prendendo le misure quando Richard entrò senza farsi annunciare e trovando Isabel e me impresentabili, al suono della sua voce arrivò anche Anne, “Lady Diana, siete richiesta dal re… perdonate la mia mancanza di…” ed uscì immediatamente dalla camera. Mi aiutarono a rivestirmi, Isabel e Anne cercavano di capire cosa volesse il re da me, ma nessuna delle tre ne aveva idea. Aprii la porta per dirigermi verso la sala del trono e trovai Richard ad aspettarmi, “Vi conduco io da lui, seguitemi e perdonatemi se prima sono entrato all’improvviso nelle vostre stanze”, disse arrossendo. “Voi sapete il motivo della convocazione?” scosse la testa. Mentre mi accompagnava nei giardini notai alla mano un guanto che conoscevo bene, usato per la falconeria “Avete un falco, Sir Richard?”, lui si guardò la mano inguantata e annuì “Si è un bellissimo animale di razza, l’ho addestrato per anni e il re mi ha chiesto di farlo volare per la sposa durante i festeggiamenti. I vostri fratelli ne hanno a casa?” dissi di no. Eravamo una famiglia ricca, ma non abbastanza da permetterci falchi, eravamo già fortunati ad avere carrozze e cavalli a sufficienza per permettere ai miei fratelli di addestrarsi e spostarsi ad ogni ordine del re.

“Ho sempre sognato apprendere l’arte della falconeria, devo confessarvelo” dissi nella speranza di rendere più piacevole il tempo di conversazione fino ad incontrare il re. “Se volete, un giorno potrei mostrarvi come si fa a richiamare l’animale, certo che siete davvero… diversa” disse e notai con la coda dell’occhio che aveva abbassato il volto, imbarazzato. Non era ancora nulla, se solo avesse saputo il segreto della mia famiglia, magari avrebbe smesso di parlarmi o forse sarebbe stato ancora più stupito? Ero sicura però che non fosse ancora giunto il momento per rivelarglielo. Re Edward era davanti al camino ad attendermi, con lui una bellissima donna della stessa età con lunghi capelli biondi e un sorriso dolce, capii subito che era Elizabeth Woodville, feci i miei inchini e Richard lasciò la stanza. “Eccola la mia protetta, Elizabeth lei è Diana Ware, sarà la tua dama di compagnia, i suoi fratelli mi hanno salvato la vita. Non sarei qui senza la sua famiglia” disse mettendomi una mano sulla spalla e sorridendo alla sua sposa che si alzò e mi venne incontro. Mi prese le mani nelle sue “Sono certa che andremo d’accordo, si vede già che ha ottimo gusto per l’abbigliamento” sorrise ed il re ci lasciò sole.

Elizabeth fece un giro attorno a me in attesa che i passi del marito svanissero nell’eco del corridoio poi mi rivolse la parola “Sono così felice di avere qualcuno dalla mia parte finalmente! Ovviamente tutto ciò che dirò resterà confidenziale… ho già capito a chi non piaccio in questa corte ed ho davvero bisogno di qualcuno che mi aiuti a superare tutto questo”. Annuii, non sapevo di cosa stesse parlando esattamente, ma intuii che centrasse Warwick “Non preoccupatevi, la mia bocca sarà sigillata. Potete fidarvi di me come se fossi il vostro stesso cuore”. Mi sorrise e poi aggiunse “Cosa ne pensate delle sorelle Neville?”, non sapevo cosa rispondere, con Isabel ero diventata qualcosa di simile ad un’amica, ma non abbastanza da conoscerla veramente mentre Anne era così riservata che ogni giorno mi sembrava sempre più impossibile da comprendere. “Lady, Isabel e Anne sono due ragazze molto semplici, ma allo stesso tempo facilmente controllate dal padre… se temete lui dovrete temere anche loro, ma non credo che Isabel o Anne da sole possano essere un pericolo”.

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** La festa ***


Lei comprese le mie parole e poi mi chiese di spazzolare i suoi lunghi capelli biondi, continuammo a parlare. Nel mentre arrivò la madre che confermò i timori sulla famiglia Neville. Richard Neville, Lord Warwick, aveva protestato con il re per la scelta di sposare una Woodville e pare avessero litigato, i servitori stavano evitando in tutti i modi di presentarsi da Edward temendone le ire. Erano pochi quelli davvero felici delle nozze, nemmeno Richard e George parevano favorevoli all’unione, ma avevano promesso di schierarsi dalla parte del fratello in qualunque caso. Io al contrario ne ero entusiasta, Elizabeth era una ragazza davvero gentile, non spadroneggiava verso le dame di compagnia o i servitori e come lei anche la madre e le sorelle si dimostrarono molto gentili.

Giunto il giorno della festa per le nozze e l’incoronazione stavo aiutando la futura regina ad indossare l’abito d’oro e il mantello mentre ripassava il giuramento che avrebbe fatto sul trono a poche ore di distanza quando entrò Richard Neville seguito dalle figlie. “Come da consuetudine saranno le mie figlie in quanto figlie di un duca ad accompagnarvi al trono, le ho accompagnate qui per voi. Lady Diana, mostrate loro come posizionarsi per il mantello”, si voltò e stava per uscire quando Elizabeth si alzò in piedi dallo sgabello su cui era seduta, al suo fianco la madre aveva gli occhi serrati, evidentemente innervosita. “Sir Richard, grazie, ma saranno le mie sorelle e non le vostre figlie ad accompagnarmi”, ritenevo fosse la scelta peggiore, già non scorreva buon sangue tra le due famiglie, così facendo avrebbe solo peggiorato la situazione. Quando fu l’ora di avviarsi verso la cattedrale uscimmo dalle sue stanze e con grande sorpresa trovammo i due fratelli di Edward ad attenderci, George mi porse il braccio “Come vi avevo promesso Diana” disse guardandomi e godendo della mia sorpresa, “Per oggi rivolgetevi a me per qualsiasi mansione che vorreste affidare a Diana, mi ha vinto una scommessa ed io sono un uomo di parola”. Richard era confuso. I fratelli di York erano vestiti di bianco con intarsi d’oro, estremamente eleganti ed aprirono la parata scortando il re alla cattedrale, ma lui avrebbe assistito nascosto all’incoronazione della moglie, io presi posto nelle prime file, tra la mia famiglia al completo riunita per un momento così felice.

I banchetti durarono l’intera giornata, il re e la regina passarono il tempo a parlare tra di loro, si vedeva che era un matrimonio d’amore e non per vantaggio politico, io ero seduta davanti a George che stava raccontando della scommessa ai miei fratelli e a Richard, i primi mi guardavano arrabbiati, il secondo invece pareva più ammirato. Quando la regina si alzò George fece lo stesso ed annunciando la mia vittoria a cavallo all’intera sala andò ad aiutarla, ormai ero sulla bocca di tutti quando andammo ad assistere ai giochi, sentivo che bisbigliavano, ma avevo paura di sapere di cosa esattamente.

Il primo ad esibirsi a cavallo fu mio fratello David seguito da Stephen e poi Sir Richard con il suo falco, un animale davvero bello che sapeva guidare con maestria. Rimasi incantata a vedere come riuscisse con un semplice gesto io una corda indicargli quali acrobazie fare, ne rimasi affascinata tanto da non notare che mi stava guardando e tendendo una mano “Vostre maestà, è evidente che oggi sia il giorno fortunato di Lady Diana, non solo George la sostituisce nell’unica cosa che dovrebbe fare, ma come da promessa le insegnerò a richiamare il falco”. Ero rossa in viso, più delle pietre preziose che si trovavano sulla corona reale, non sapevo cosa fare o cosa dire e fu uno sguardo della regina a farmi capire che la cosa era ben accetta, almeno da lei.

La mia famiglia era sempre più nervosa ed infastidita, che li stessi mettendo in ridicolo? Dovetti accettare infine l’invito di Richard, mi mise in suo guanto alla mano sinistra e, posizionandosi dietro di me prese il mio braccio protetto dal cuoio e lo sollevò, era così vicino che potevo sentire il suo profumo e il respiro caldo tra i capelli. Fece un movimento con la sua mano destra richiamando il falco che arrivò direttamente sul guanto dimostrando ancora una volta l’ottimo addestramento. Tutti applaudirono ed io insieme al fratello del re ci togliemmo di scena.

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Il re ed io ***


Richard mi stava accompagnando al mio posto al tavolo dove si trovava tutta la mia famiglia, io vedevo i loro visi e sapevo già che qualcosa non andava bene, non sapevo esattamente quale delle tante cose li avesse fatti arrabbiare così profondamente, ma sapevo che mi si sarebbero ritorte contro tutte. Richard salutò mio padre e fece il baciamano a mia madre per poi tornare a riporre il falco nella sua gabbia, i miei genitori aspettarono che fosse abbastanza lontano ed iniziarono “Ma cosa succede? Vuoi gettarci tutti nel ridicolo? Sei la sventura di questa…”, la frase si interruppe bruscamente. Re Edward e la regina Elizabeth si erano avvicinati al tavolo, tutti ci alzammo al loro cospetto con una reverenza poi lei parlò “Sir Ware, dovreste essere fiero di vostra figlia, non solo è la perfetta dama di compagnia, è anche in grado di battere George di York a cavallo montando all’amazzone e di richiamare un falco. Una donna così è difficile incontrarla”.

Mio padre la ringraziò con un profondo inchino mentre ad uno dei miei fratelli più piccoli sfuggi “E non sa fare solo questo!”. Ci voltammo verso di lui ed il re chiese spiegazioni, ma intervenne mia madre cercando di sviare il discorso, proprio in quel momento arrivarono anche Richard e George che non capivano quale fosse il motivo per cui a mio fratello venisse impedito di parlare. “David, che problema c’è?” chiese il secondo fratello di York con il suo sorriso impertinente, cercando il supporto di mio padre con lo sguardo provò a riassumere i complimenti della regina, ma il fratellino riuscì a divincolarsi dalla presa di mia madre e urlò con tutto il fiato che aveva in gola “È più brava di David con la spada!”.

Calò il silenzio. Nessuno degli ospiti parlava più, il re e la regina mi fissavano, mia madre aveva preso per un braccio il piccolo Francis, i fratelli maggiori osservavano il sovrano ed io avevo lo sguardo basso, rossa in viso con la netta sensazione che si George sia Richard mi stessero osservando. Fu Edward a spezzare il silenzio dopo che il mio segreto più grande era stato rivelato alla festa più importante del regno “Se davvero siete così brava con la spada, avrei avuto bisogno anche di voi in battaglia al fianco dei vostri fratelli!”, tutti risero e mia madre cercò di negare le parole del fratellino, ma nessuno la ascoltava più “Avete dei talenti nascosti Lady Diana, perché non ci mostrate quanto siete brava? Affrontate uno di noi, ancora meglio… affrontate il re!” disse George. Alzai lo sguardo ed incrociai quello di Richard, stava sorridendo, ma cercava di nasconderlo, Edward aveva accolto la sfida, si stava già facendo aiutare a togliere il pesante mantello, estrasse la spada e prese quella di George e me la porse.

La mia famiglia era pronta a disconoscermi, cosa avrei dovuto fare? Farlo vincere? Dimostrare la mia bravura? Optai per la prima opzione. Il duello iniziò, lui era molto veloce e con abiti adatti al combattimento, io avevo un corsetto stretto e un’ampia gonna che mi riducevano la possibilità di movimento. Dopo pochi scontri tra le lame riuscii a colpirlo, bilanciai il colpo in modo da non fargli male, ma strappai un lembo della casacca dorata che indossava. “Avreste potuto ferirmi così facendo, lo sapete?” mi chiese ed io annuii, cercai di proporre una tregua, ma lui insistette, “Dopo quello che ha detto vostro fratello dovete dimostrare se siete davvero così brava” e cercò di colpirmi, ma mi abbassai in tempo per schivare e contrattaccare nel punto esatto in cui era più debole: la gamba sinistra.

Andai di piatto riuscendo a non ferirlo o rovinare gli indumenti, ma costringendolo ad inginocchiarsi. Fu allora che si arrese, depose la spada, si alzò e mi baciò in fronte “Se mai avessi bisogno di cavalieri saprò da chi venire”. Riprese l’arma e tornò dalla moglie ed il banchetto riprese, ma io cercai di stare lontana il più possibile dalla mia famiglia finchè tornammo all’interno del palazzo per proseguire le danze nelle sale reali. I musici erano disposti in un angolo della sala ed iniziarono a suonare ad un segnale del re, fu proprio lui con la sposa ad aprire le danze a cui si unirono numerosi rappresentanti delle famiglie fedeli al re tra cui i miei genitori. Io ero nell’angolo opposto ai suonatori, nella speranza che nessuno mi notasse nella penombra creata dalle candele dopo il tramonto del sole, ma lui mi vide e si avvicinò. I capelli ricci si erano leggermente allungati dal primo ballo che avevamo fatto insieme, gli occhi verdi erano luminosi e sfoggiava un sorriso che non gli avevo mai visto “Lady Diana, posso avere l’onore di un ballo con voi?” cercai di rifiutare, ma lui mi prese con gentilezza la mano e, rapita dallo sguardo, mi lasciai trascinare al centro della sala.

Sentivo la sua mano sul fianco e quando fu il turno di sollevare la dama la presa fu forte e sicura, ero ormai certa che provasse qualcosa per me, ma prima che riuscissi ad accorgermene mi stava sussurrando all’orecchio di seguirlo nei giardini di erbe aromatiche e così feci.

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Preparativi ***


La luce argentata della luna si rifletteva sul suo abito bianco rendendolo simile ad un angelo, le spalle larghe della giacca parevano le ali e i capelli leggermente mossi da una brezza gli davano un’aria divina.

“Lady Ware”, qualcosa non andava, non mi aveva mai chiamata così, “Devo confessarvi una cosa… George” il mio cuore batteva così forte che quasi non riuscivo a sentire quello che diceva. “George si è alleato con Warwick per detronizzare Edward, ha chiesto il mio appoggio, ma ho rifiutato.” Sgranai gli occhi, tutto mi sarei aspettata, ma mai una rivelazione simile, mi mise una mano sul fianco e mi tirò a sé e continuò “L’idea è di far sposare le due figlie Isabel e Anne con George e me per renderle duchesse ed avere così maggiori pretese al trono, ma dovete sapere che ho rifiutato…” sospirò e si avvicinò a me “Ho rifiutato perché intendo sposare voi Lady Diana”.

Le gambe quasi mi cedettero a sentire quelle parole, in poche settimane eravamo passati dal parlarci appena a una proposta di nozze. Feci due passi indietro cercando di allontanarmi, avrei voluto dire di si immediatamente, magari baciarlo, ma sentivo che qualcosa non era risolto “Non avete timore di una donna cresciuta come un uomo? Capace di combattere con la spada e andare a cavallo?” chiesi, ormai il mio segreto era noto a tutta la corte. “Assolutamente no, sono elementi che vi rendono ancora più speciale ai miei occhi. Siete bellissima e so che se mai ci sarà una guerra, a quanto pare tra non molto, non dovrò temere il peggio mentre sarò via” disse ed io sorrisi, “Sir Richard, credo che dovrete comunque temere il peggio perché in caso di una guerra io sarò a combattere al vostro fianco”.

Mi sorrise si avvicinò e mi baciò. Aveva le labbra morbide e dolci come il miele, teneva le mani sulla mia vita ed io portai le mie ad intrecciarsi nei riccioli. Non so per quanto rimanemmo lì, ma quando ci sciogliemmo dal bacio e tornammo al banchetto tutti avevano notato la nostra assenza e fu George ad urlare alla folla che per fortuna eravamo ricomparsi. Cercai di scherzare con lui e rendere la situazione leggera, ma la mia mente era fissa su una parola “traditore”, non potevo guardarlo senza pensarla e non riuscivo nemmeno a parlare con le due ragazze Neville, ma Richard mi aveva vietato di parlare con Edward.

Le settimane passarono e il timore della rivolta di Warwick si avverò, George aveva sposato Isabel e poco dopo lei era già in attesa del primo erede. A corte i cavalieri come i miei fratelli e Richard si stavano preparando per affrontare l’esercito di Warwick e io continuavo a fare la dama di compagnia di Elizabeth finchè un giorno qualcosa cambiò. La regina che stava per dare alla luce il primo figlio del re mi prese per mano e disse di seguirla, sapeva che di me si sarebbe potuta fidare “Non dovrai farne parola con nessuno” ed io annuii e la seguii fino ad un piccolo fiume non troppo distante. La vidi raccogliere un sasso da terra e sotto di esso vi erano tre fili “Scegline uno, è una tradizione della mia famiglia e sento che tu ormai ne fai parte” accettai e presi il filo centrale “tira a riva l’altro capo, forza” mi incitò, qualcosa nel fiume era attaccato al cavo, era pesante e feci fatica a portarlo ai miei piedi. Inizialmente non capii di cosa si trattasse, poi lo raccolsi e capii, era un pugnale con fodero ricco ed elaborato.

Elizabeth notò che un secondo cavo vi era rimasto legato “Questo è il tuo destino, il fato ha qualcosa di molto particolare in serbo per te: due fili, non era mai successo. Forza tira a riva il secondo” e così feci e trovai un anello, aveva le decorazioni simili al fodero del pugnale e la regina mi spiegò “Avrete un matrimonio, ma dovrete combattere per esso, tenete, questi sono vostri” disse porgendo ciò che avevo ripescato.

Tornate al castello incontrai David e Stephen che chiesero alla regina di poter parlare con me in privato “Tu lo sapevi vero?” mi chiesero, non avevo idea di cosa stessero insinuando e scossi la testa per dire di no. “Tu non sapevi che Sir Richard voleva prenderti in sposa ed è partito quattro giorni fa per chiedere a nostro padre la tua mano?” ero più stupita di loro, sapevo che aveva quell’intenzione, ma non credevo così presto, prima di una guerra civile tra i fratelli York. “Ah Lady Diana, eccovi!” sentii dietro di me e vidi i miei fratelli inchinarsi, mi voltai e feci la reverenza al re “Posso parlarvi? I vostri fratelli possono rimanere se preferiscono” io annuii e così Edward spiegò perché Richard fosse partito per andare a casa di nostro padre.

Non era come avevano appena detto David e Stephen, era andato a chiedere a nome del re se mi fosse stata concessa la possibilità di partecipare alla battaglia. Qualcosa di mai sentito prima, una donna in guerra? Sono la regina Maud lo aveva fatto, ai tempi dell’Anarchia, ma era la legittima erede ed era giusto che combattesse per il trono e per suo figlio, io invece non ero nessuno, figlia di un Lord. “Voi siete l’unico suddito che è riuscito a mettere in ginocchio il re senza detronizzarlo o ucciderlo, avete una bravura mai vista con la spada e suppongo anche con altre armi se sono stati i vostri fratelli ad allenarvi. Vi voglio al mio fianco se devo andare in battaglia. Sento che potreste cambiare le sorti del mio regno”, lo guardai, osai puntare i miei occhi dritti nei suoi e chiesi “Come posso venire in guerra con voi? Sarebbe un onore per me, ma in quanto donna non sono ammessa sul campo di battaglia”, lui sorrise “Perché dovremmo dire che siete una donna? Sarete uno dei miei cavalieri, dividerete la tenda con Richard o con David e viaggerete sempre in armatura.”

Mi girava la testa, sarei andata in guerra come guardia del re, al suo fianco, vicino a Richard, a combattere. Come aveva previsto la regina vedendo il pugnale che avevo tirato fuori dal fiume. Edward mi diede appuntamento per la mattina dopo nelle armerie per capire cosa avrei potuto indossare e poi cercare un cavallo da acquistare. Arrivai puntuale, vestita come sempre, corsetto e gonna, mi aggirai tra i vari armamenti in attesa del re, ma ad arrivare fu Elizabeth, la regina. “Ah per fortuna ha mandato me, dovrete provare le armature Diana, non potete indossare un abito!” fece segno ai soldati di preparare ciò che avrei potuto portare in battaglia e di portare tutto nelle sue stanze, noi li seguimmo.

“Allora il primo filo vi porterà in battaglia, ma il secondo dovrebbe portarvi un matrimonio… chi sarà il fortunato a conquistare il vostro… ah capisco” disse fermandosi e sorridendo. Non stavo prestando attenzione perché il mio sguardo era fisso su di lui, era tornato. Mi venne in contro e la regina ci lasciò soli.

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** In guerra e in amore ***


Nel corridoio vuoto e silenzioso si avvicinò, sentivo l’odore del cavallo e del viaggio in mezzo ai boschi, aveva il mantello nero sporco di foglie, i capelli scompigliati, ma lo sguardo felice. Mi mise le mani sui fianchi “Vostro padre ha dato il permesso per farvi venire in guerra” disse e mi baciò. Durò poco perché sentimmo in lontananza i passi di un servitore, “Sir Richard, io non so se sia una buona idea…”, lui sorrise e se ne andò senza ascoltarmi, ma rimandando a più tardi i discorsi.

Quando tornai dalla regina aveva già mandato via le guardie e preparato gli indumenti da provare, aveva scartato quelli troppo grandi o sporchi e mi intimò di spogliarmi. Mi tolsi il corsetto e lei vide i segni delle stecche e le ferite che in anni di addestramento si erano accumulate sulla schiena “Quelle vi fanno male?” chiese avvicinandosi e toccando quelle più recenti, me le ero fatte poco prima che il re arrivasse alla nostra dimora per reclutare Stephen e David.

Dissi di no, ormai ero talmente abituata che il dolore durava solo poche ore, “Sapete, credo di aver capito per chi è l’anello che avete trovato…” continuò con un sorriso malizioso mentre mi aiutava ad indossare la prima giacca sopra la fasciatura e la camicia che mi avrebbero aiutato a nascondere le forme “Non so di chi stiate parlando” cercai di sviare, ma era chiaro come la luce del giorno che tra me e Richard ci fosse qualcosa, molto più di semplice attrazione ormai. “Vi rivelerò un segreto, Edward non ha ancora capito come mai suo fratello abbia insistito così tanto per andare di persona a chiedere a vostro padre il permesso per avere voi in battaglia…” rise e proseguì “io l’ho capito dal giorno dell’incoronazione invece. Ve lo ha già chiesto?” ero troppo rossa in viso per negare ancora, cercai di non dare risposta, ma cedetti e raccontai tutto.

Trovata l’armatura e confessato i miei sentimenti per il fratello del re alla regina andai alle scuderie per il cavallo vestita nuovamente con l’abito e il corsetto. Elizabeth venne con me e gioì nel momento in cui vide i due fratelli York parlare di quale fosse l’animale adatto a me. Per Edward me ne sarei meritata uno dal pelo bianco, come la rosa, per simboleggiare la mia fedeltà, Richard insisteva invece per uno più riconoscibile, così da poter comprendere dove fossi nella mischia. Aveva giurato a mio padre di vegliare su di me.

Elizabeth mi mise una mano sul fianco, come se fosse stata un’amica d’infanzia e disse “Forse un cavallo bianco pezzato? Ne ho visti di stupendi a nord.” Decisero di farmi provare qualche animale già presente nelle scuderie, il re fece cenno ad una guardia di portare i gradini di legno per aiutarmi a montare, ma lo fermai. Presi il sottosella lo misi sul cavallo che avrei montato, poi gli legai la sella con le staffe e vi salii con un movimento fluido senza aiuto, come mi aveva insegnato Stephen che intanto ci aveva raggiunto e sorrideva.

“Andiamo a fare una passeggiata?” proposi e tutti i presenti accettarono, per la regina fu preparata una sella da amazzone mentre io ero a cavalcioni, come un uomo e me ne resi conto solo dopo uno sguardo di mio fratello mentre gli altri sellarono i cavalli con finimenti semplici. Se dovevo essere un uomo in guerra avrei dovuto cavalcare così e non potevo fare altrimenti.

La partenza delle truppe era fissata, partimmo quando il sole non era ancora in cielo e la luce della luna iniziava a svanire dietro l’orizzonte, mi trovavo in testa alla colonna con i cavalieri più importanti. Richard al mio fianco mi teneva compagnia parlando del più e del meno, del cibo che avrebbe voluto mangiare al ritorno o dell’ennesima figlia femmina partorita da Elizabeth. Ero felice della sua presenza e della compagnia, mi sentivo al sicuro con lui a fianco. La marcia durò ore, brevi soste per abbeverare i cavalli o far mangiare le truppe e poi ripartire con passo serrato per arrivare e montare l’accampamento.

Le fasciature avevano retto bene il viaggio e nessuno, a parte chi già lo sapeva, notò la mia presenza e questo mi diede la possibilità di osservare quegli uomini sotto una luce diversa. Edward era come sempre cordiale e pronto allo scherzo, ma negli occhi aveva una luce scura, stava andando in battaglia contro suo fratello e non voleva che i tre soli di York venissero divisi o uccisi. Richard aveva lo sguardo più all’erta, sembrava pronto a combattere da un momento all’altro nonostante cercasse di non dimostrarlo, ma scoprii tardi quella sera che il motivo non era la battaglia.

Venimmo tutti convocati nella tenda del re per parlare delle strategie, ma furono allontanati tutti tranne i miei fratelli, non capivo perché dovesse essere così segreta la cosa. “Diana, potete togliere l’elmo, lo avete portato tutto il giorno, suppongo sarete stanca” disse Edward e così feci, sciolsi anche i capelli biondi che avevo tenuto raccolti per nasconderli, dovevo essere una strana visione perché tutti mi stavano fissando. Richard si avvicinò e mi prese la mano. Lo guardai non capendo cosa volesse fare e dopo avermi sorriso si voltò verso il fratello che fece un segno a David e tutto mi fu chiaro.

Entrò il prete nella tenda e per mia grande sorpresa io e Richard ci sposammo la sera prima della battaglia davanti al re e a parte della mia famiglia. Al momento dello scambio degli anelli io mi ricordai di quello travato assieme al pugnale, estrassi l’arma dal fodero e tolsi l’anello che avevo incastrato sull’elsa e mio marito me lo mise al dito suggellando così i voti. “Dovrete rimandare la prima notte, non voglio che due dei miei migliori cavalieri siano stanchi domani, eh fratellino?” e così dicendo ci congedò. Rimisi l’elmo ed uscimmo, ero convinta che avrei passato la notte in tenda con i miei fratelli, ma seguii Richard, volevo passare ancora del tempo con mio marito, ripetevo quella parola mentre lo seguivo e non riuscivo a crederci, sentivo il freddo metallo dell’anello prendere lentamente la mia temperatura corporea adattandosi.

Elizabeth aveva correttamente previsto tutto, ma ora dovevo difendere non solo il re e i miei fratelli in guerra, anche il mio unico amore ed ora sposo.

Stiamo forse giungendo alla fine della storia? Intanto fatemi sapere cosa ne pensate!^.^

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3955275