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di God_Eden_Imperial
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prima Parte ***
Capitolo 2: *** Seconda parte ***
Capitolo 3: *** Terza parte ***



Capitolo 1
*** Prima Parte ***


Non importa quanto siamo lontani...

 

Vincent se ne era andato.
Era partito per il mondo, tornando solo quattro anni più tardi. In quel loro ultimo incontro, si erano abbracciati, dicendosi cose che da tempo avrebbero dovuto rivelarsi. Ma, come dice il detto: meglio tardi che mai.
Gilbert, nonostante tutto quello che avevano dovuto passare, non aveva mai considerato Vincent un peso, anzi. Infondo, se non ci fosse stato lui, si sarebbe sentito solo. Sarebbe stato come se mancasse una metà di se. 
Anche se erano fratelli, erano molto diversi. Se Gilbert era la calma, Vincent era la tempesta. Se Gilbert pensava una cosa, Vincent la diceva. Gilbert ragionava, Vincent agiva. Erano uno l'opposto dell'altro, ecco perché avevano bisogno di stare insieme. 
Non appena Vincent gli disse che il suo tempo ormai era al limite, Gilbert sentì dentro di se un vuoto enorme e, solo in quel momento, si accorse di quanto desiderasse tenerlo accanto. Dopotutto, era suo fratello maggiore, quello era un ruolo che nessuno gli avrebbe mai potuto togliere. Come Lacie era per Oswlad, Vincent era per Gilbert. Il solo pensiero che, una volta divenuto Glen, avrebbe dovuto gettare suo fratello nell'abisso, gli faceva stringere lo stomaco in una morsa dolorosa. In un certo senso, la tragedia di Sablier, aveva salvato la vita a entrambi. 
Detestava Miranda Barma ma, al contempo, gli era grata. 
Dopo che Vincent si era trasformato in sfere di luce, svanendo tra le sue braccia, soffocò le lacrime, rendendosi conto di quante cose avesse voluto dirgli ora che non c'era più. Ma lo avrebbe raggiunto presto e gliele avrebbe dette. Erano destinati a tornare nello stesso posto no?
Anche lui era ormai al limite ma, prima di seguire suo fratello nella loro nuova vita, sognava di rivedere Oz e Alice un'ultima volta. I suoi due piccoli e più cari amici e compagni d'avventura.
Come sempre, Vincent era riuscito a pensare prima al fratello che a se stesso perché, nonostante fosse in fin di vita, aveva fatto un ultimo sforzo per realizzare quel desiderio.
Oz e Alice erano davanti a lui, lo avevano riconosciuto e si erano stretti in un ultimo abbraccio, prima che anche Gilbert lasciasse quel luogo.

Arrivato nella nuova villa dei Baskerville, incontrò per prime Charlotte e Lily che gli diedero il benvenuto, trascinandolo subito da Leo.
"Mancavi solo tu. Te la sei presa comoda"
Gli disse in un mezzo rimprovero, ma sorridendo. Gilbert scoprì che, se per lui erano passati pochi giorni, per i suoi compagni Baskerville erano passati mesi. Aveva detto a Vincent che lo avrebbe raggiunto a breve. 
Quanto lo aveva realmente aspettato? 
Finito di sistemare la sua nuova stanza, piuttosto spoglia tra l'altro, si diresse verso quella di suo fratello. Leo gli aveva riferito che Vincent era dovuto uscire per eseguire un compito, senza aggiungere altro. Sperava fosse tornato, non vedeva l'ora di poterlo riabbracciare.
Bussando alla porta, nessuno gli rispose, così entrò. Anche quella stanza era spoglia, proprio come la sua e, per gran sorpresa di Gilbert, era in perfetto ordine, neanche un peluche, o quel che ne rimaneva, fuori posto. Anzi, di peluche, bambole e giochi, nemmeno l'ombra. Questo lo stupì e decise di dare una controllata in giro, per essere certo che Vincent non li avesse nascosti chissà dove. Ogni volta toccava a lui ricucirli ed era una gran fatica. Guardò ovunque: sotto la letto, nell'armadio, dentro il baule, dietro i mobili...nulla di strano. Niente forbici, niente di irregolare.
Non è che ho sbagliato stanza?
Si chiese sentendo la voce di Charlotte chiamarlo. Voltandosi, la vide appoggiata allo stipite della porta e batteva le mani.
"Congratulazioni fratello maggiore, sarai fiero"
"A cosa ti riferisci?"
Chiese confuso e la ragazza sbuffò
"Certo che sei lento a capire! Vedi di aprire gli occhi"
"Ehi!"
Non poté aggiungere altro che Charlotte se ne era già andata. Con un sospiro, uscì dalla stanza per raggiungere il piano inferiore. Dato il suo arrivo, Leo aveva deciso di festeggiare ora che erano al completo, quindi il resto dei Baskerville preparò da bere, qualche spuntino e, ovviamente, non poteva mancare la musica.
Stava scendendo le scale quando sentì il portone aprirsi. Fermandosi, vide la piccola Lily correre verso Vincent che era appena entrato e teneva sulla schiena Noise, mezza addormentata.
"Siete tornati! Siete tornati!"
"Piano Lily, la sorellona deve riposare. La porto in camera"
Giusto, Noise si definiva una sorella maggiore per Vincent. Era così da sempre, quindi, perché ora si sentiva geloso? Non aveva senso.
Gilbert corse di nuovo di sopra prima che Vincent potesse vederlo e lo seguì di nascosto fino all'ultima stanza del corridoio, quella di Noise.
Appoggiandola con delicatezza sul letto, la coprì per bene, sistemandole il cuscino.
"Va bene così?"
La ragazza annuì solamente, sbadigliando.
"Grazie per essere venuto a prendermi"
"Figurati. Ma la prossima volta verrò con te, così eviterai di perderti di nuovo"
Disse Vincent spegnendo la luce prima uscire. Gilbert, che aveva assistito alla scena tenera, si precipito' in camera, sentendo ancora quella fastidiosa sensazione di gelosia. 
Ora capiva come si era sentito suo fratello ogni volta che lo vedeva correre da Oz.
"Sono un pessimo fratello"
"Concordo"
Urlò Lily dal corridoio. Ridendo, scappò via non appena il ragazzo le lanciò un'occhiataccia. Rimase chiuso in camera a pensare a cosa dire a Vincent non appena si sarebbero rivisti faccia a faccia. 
"Non credevo sarebbe stato così complicato"
Disse andando da Charlotte per chiederle di aiutarlo. La ragazza fu ben felice di venirgli incontro e, prima che Vincent potesse raggiungere la biblioteca, lo bloccò.
"Ehi, ehi! Dove pensi di andare bel ragazzo~?"
"Da Leo. Sai che non gli piace restare da solo. Cosa c'è? È successo qualcosa?"
Charlotte negò, mettendo le mani sui fianchi.
"No. Sono qui per avvertirti che c'è una sorpresa in camera tua"
Vincent la guardò incuriosito e, senza aggiungere altro, si diresse verso la propria stanza.
Arrivato davanti la porta, vide la luce accesa dalla fessura e inclinò la testa di lato.
"Che strano"
Disse girando la maniglia.
"Ero certo di aver spento-"
La frase gli morì in gola quando, entrando, si ritrovò davanti Gilbert.
"...Gil..."

 

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Capitolo 2
*** Seconda parte ***


...torneremo nello stesso posto...
 
 
 
"...Gil..."
Ah, che nostalgia. 
Gli sembrava passata un'eternità dall'ultima volta che Vincent lo aveva chiamato in quel modo.
Gilbert era pronto, si era preparato un ottimo discorso da fratello maggiore da dirgli ed era sicuro di sé. Un sorriso si dipinse sul suo viso, al contrario dell'altro che rimase immobile sulla soglia della porta, a fissarlo.
"Ciao Vince, quanto tempo"
Lo salutò amorevolmente, allargando le braccia e aspettandosi che il fratellino gli saltasse addosso da un momento all'altro, come era solito fare. Invece, per sua enorme sorpresa, non accadde. Vincent si limitò a chiudersi la porta alle spalle e spostare lo sguardo altrove.
"Ciao..."
Sussurrò solamente, stringendosi nelle spalle. Gilbert lo guardò perplesso. C'era qualcosa che non andava. Forse si sentiva poco bene?
Passandosi una mano tra i capelli, spettinandoli, pensò di fare un altro tentativo, così aggiunse:
"Ehi, ti vedo in forma. Dai, vieni ad abbracciare tuo fratello"
Di nuovo allargò le braccia, convinto che stavolta Vincent si sarebbe tuffato su di lui dicendogli quanto lo amava e le solite cose sdolcinate a cui Gilbert rispondeva con imbarazzo, rimproverandolo di controllarsi. 
Sì, sarebbe andata di certo in quel modo...o almeno così credeva Gilbert. Di nuovo, Vincent non si mosse e, alzando lo sguardo su di lui, chiese:
"Da quanto sei arrivato?"
"Ecco...poche ore fa...ehm..."
Rispose senza sapere bene come continuare la frase. Non era la prima volta che Vincent si comportava in modo strano, ma arrivare a mantenere lui stesso la distanza tra loro...
C'è sicuramente qualcosa che non va qui.
Si disse Gilbert. Tutto il discorso che era pronto a fargli, dovette metterlo da parte. Gli si avvicinò e, con maggior sorpresa, vide Vincent indietreggiare, facendolo bloccare di colpo.
"Vince...cosa c'è? Sei arrabbiato?"
Doveva assolutamente sapere cosa passava per la testa del più piccolo. Durante la loro precedente vita, era stato lui ad allontanarsi e, alla fine, se ne era pentito. Ora aveva capito quanto Vincent avesse bisogno della sua vicinanza, e lo stesso valeva per lui. Fin da bambino, quando girovagavano per le putride e fredde strade di Sablier, aveva sempre dovuto avere la certezza che qualcuno avesse bisogno della sua presenza. Era la sua unica ragione di vita: avere qualcuno di cui prendersi cura. Se non avesse avuto nessuno, si sarebbe sentito solo e inutile. Prima di incontrare Jack, doveva solo prendersi cura di suo fratello minore, era il suo compito, un suo dovere! Poi aveva incontrato Oz e per lui era arrivato addirittura a farsi distruggere il braccio sinistro da Raven. Braccio che, per sua felicità, era rigenerato non appena ebbe inizio la sua nuova vita come Baskerville.
E ora? Di nuovo era Vincent che doveva proteggere, anche se più di una volta il minore aveva dimostrato perfettamente di sapersela cavare da solo. 
Adesso, però, non gli importava. Nuova vita, nuovo Gilbert, nuovo rapporto con Vincent. Sì, adesso avevano un'altra possibilità e tutto sarebbe andato per il verso giusto. 
Sarebbero stati insieme, avrebbero continuato a servire Leo, ricordando i vecchi tempi, aspettando il giorno in cui si ci avrebbero riso sopra. 
Quel giorno...arriverà?
"Gil...io...sono contento che tu sia qui"
"Allora dovresti dirlo alla tua faccia"
Lo aveva detto come un rimprovero e se ne era pentito un instante dopo. 
Grande, ci siamo appena ritrovati e mi arrabbio con lui solo perché non mi ha abbracciato? In passato lo frenavo sempre quando si avvicinava troppo...che accidenti mi è preso??
Si chiese, sussultando quando Vincent spostò nuovamente gli occhi altrove. 
Chiedersi cosa stesse accadendo era inutile! Doveva parlargli, quindi riprese ad avanzare verso di lui che, a sua volta, indietreggiò fino a finire con le spalle al muro e abbassando il viso non appena Gilbert gli fu a pochi passi di distanza.
"Cosa...fai?"
"Che domande. Mi avvicino a te. Che c'è? Ti da fastidio per caso?"
Stavolta fu Vincent ad avere un sussulto e, esitando, lo guardò finalmente in faccia. Gilbert notò tante emozioni in quegli occhi eterogenei: gioia, rabbia, timore...
C'era qualcosa di diverso nella luce che emanavano.
"No, solo..."
Non terminò la frase, limitandosi a prenderlo per mano e dirigersi verso il letto, facendolo sedere. Gilbert non oppose resistenza, ma lo guardò più confuso di prima.
"Vince...?"
Si stava preoccupando. Non era da lui un comportamento così distaccato nei suoi confronti. 
"Ascolta, Gil...io...vorrei che non mi guardassi più come un fratello"
Ah, falso allarme. Era il solito. Gli avrebbe dovuto spiegare per l'ennesima volta che c'era un limite da non superare. Ma almeno ora aveva la certezza che tutto fosse come sempre...quanto si sbagliava!
Stava per rispondere quando Vince lo precedette, aggiungendo:
"Voglio essere un estraneo per te"
Gli occhi di Gilbert si spalancarono, il fiato gli mancò e percepì chiaramente il suo cuore saltare un battito.
Cosa? No...impossibile...doveva per forza aver sentito male...sì, non c'era altra spiegazione plausibile. Aveva la testa piena di pensieri che le parole, appena pronunciate dall'altro, gli erano arrivate confuse. 
Deglutì rumorosamente, nonostante avesse la bocca completamente asciutta.
"Scusa...non credo di aver capito...puoi ripetere?"
Sussurrò. Vincent tirò un sospiro silenzioso e, facendo un passo indietro, disse:
"Durante questi mesi ho pensato molto...a me...a te...a noi...e sono arrivato alla conclusione che sarebbe meglio se stessimo lontani. Insomma...dopo tutto quello che ci è successo...vorrei evitare altri problemi. Non voglio più soffrire, non voglio più avere paranoie e soprattutto..."
Esitò e Gilbert si immobilizzò, timoroso del continuo.
"Non voglio più stare con te"
...
"Mi prendi in giro?!"
Aveva urlato Gilbert scattando in piedi e facendo saltare Vincent per lo spavento. Stava per allontanarsi ma il maggiore glielo impedì, afferrandolo saldamente per il polso. 
"Spero tu stia scherzando! Si può sapere cosa ti salta in mente?! Perché adesso ti metti a dire certe idiozie?!"
"Gil...mi fa male"
"Pensavo che ormai la folle idea di scomparire ti fosse passata!"
"M-mi è passata"
"E allora cosa significa quello che hai appena detto?! Proprio ora che ci siamo ritrovati, tu-"
Si interruppe di colpo, capendo a cosa si riferiva Vincent. Aveva provato ad abbandonarlo molte volte eppure non ci era mai riuscito. Sapeva che il minore, molto spesso, se ne accorgeva e, nonostante vedesse la persona più importante della sua vita correre via, non aveva mai provato a fermarlo. Non gli era mai corso dietro...si limitava a guardarlo sparire, poi chiudeva gli occhi e piangeva in silenzio. Piangeva perché sapeva che Gilbert aveva fatto la scelta giusta e, anche se voleva disperatamente che tornasse indietro, allo stesso tempo desiderava che non lo facesse, che lo lasciasse da solo. Vincent si sarebbe lasciato morire senza fare nulla, in quell'angolo sporco di vicolo, ma poi Gilbert tornava. Gli sussurrava che gli dispiaceva, che si pentiva e lo abbracciava forte, ripetendogli che era la sua unica ragione di vita.
Vincent avrebbe tanto voluto morire un attimo prima delle solite scappatelle del fratello, così Gilbert non avrebbe avuto rimpianti e non sarebbe mai tornato indietro. 
Avrebbe trovato la felicità e non sarebbe successo nulla di male. Aveva sempre pensato a Gil, fatto tutto solo per Gil. Aveva tradito, ucciso, recitato e desiderato la morte per tutta la sua esistenza, soltanto per Gilbert. 
Si ripeteva di essere felice con lui solo per nascondere la verità, ovvero il suo dolore.
Quando non stavano insieme, Gilbert sembrava così libero...
Ma poi gli aveva rivolto parole gentili, lo aveva salvato e abbracciato, risanando il loro rapporto.
Vincent gli era grato...ma proprio per quel motivo, voleva evitare che andasse nuovamente tutto a rotoli.
Era stato difficile per lui, ma era la decisione migliore da prendere. Non gli importava se Gilbert non sarebbe stato d'accordo.
Stavolta avrebbe pensato solo a se stesso. Come voleva il cappellaio, stavolta non avrebbe usato il "per qualcun altro". 

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Capitolo 3
*** Terza parte ***


...questo è il nostro destino. 

 

Vincent aveva preso la sua decisione, voleva che lui e Gilbert si allontanassero e così fu, nonostante il maggiore cercasse di fargli cambiare idea, anche a costo di inseguirlo per tutta la villa solo per potergli parlare.
Il resto dei Baskerville non si intromettevano, a parte la piccola Lily che ogni tanto faceva domande scomode per poi venire trascinata subito via da Charlotte.
Leo, capendo perfettamente il ragionamento di Vincent, decise di aiutarlo. Lui aveva avuto gli stessi pensieri nei confronti di Elliot. Si somigliavano, quindi come poteva non sostenerlo?
Per questo, ogni volta che vedeva Gilbert bloccare il minore per parlargli, Leo si inventava una scusa qualsiasi per allontanarli, del tipo:
"Vincent voglio andare il biblioteca. Vieni con me"
Oppure:
"Ho voglia di andare giù in città. Vincent accompagnami"
O ancora:
"Ho una riunione importante con i precedenti Glen. Vincent aiutami a prepararmi come si deve"
Ogni volta riusciva a far deviare il discorso e Gilbert iniziava a non sopportarlo.
Provava...gelosia?
Le giornate ormai passavano in quel modo: se si incontravano per i corridoi della villa, Vincent lo evitava. Durante i pasti gli si sedeva il più lontano possibile senza nemmeno rivolgergli una parola. Quando uscivano, Vincent veniva trascinato da Leo che si attaccava al suo braccio come un bambino. Va bene, sentiva ancora la mancanza di Elliot, ma così era esagerato, no?
Non c'era nulla da fare. Più Gilbert provava ad avvicinarsi, più sembrava esserci qualcosa che lo teneva distante. Era come se si fosse creato un muro tra di loro.
Come poteva fare? Non voleva che le cose andassero avanti in quel modo ridicolo. Doveva trovare una soluzione al più presto!
Durante quel periodo, Gilbert osservò Vincent con attenzione e si accorse di molti cambiamenti. Primo tra tutti, Vincent aveva smesso di tagliuzzare i peluche e non teneva più le forbici con se; aveva completamente cambiato modo di parlare e di relazionarsi con gli altri; non ci furono più scenate da bambino capriccioso o cose simili; non aveva lasciato crescere i capelli come un tempo e questo a Gilbert non piacque. Pensava che stesse molto meglio coi capelli lunghi.
Inoltre, non faceva più il donnaiolo, non mostrava sorrisi falsi e si prendeva cura di Noise che era ancora piuttosto incasinata, poverina.
Le raccontava spesso di Echo e Zwei, le lavava i vestiti, la aiutava ogni volta che ne aveva bisogno e le sistemava i capelli in modo che avesse tutti i giorni un'acconciatura differente. Le comprava regali, gli portava personalmente da mangiare quelle volte che era troppo debole per alzarsi dal letto e restava al suo fianco quando stava male. Quando accadeva, erano gli unici momenti in cui Leo non lo cercava ogni dieci minuti anche solo per avere le sue attenzioni.
Il suo fratellino gli sembrava tutt'altra persona. 
Era migliore, migliore di tutti...migliore di lui. 
Era a questo che si riferiva Charlotte quando gli aveva detto: 
"Sarai fiero"
Ora lo aveva capito e sì, era orgoglioso di suo fratello, ma era anche arrabbiato per come si stava comportando nei suoi confronti.
"No che io mi sia comportato meglio in effetti"
Aveva rivelato una volta a Charlotte che annuì.
"Vero, come fratello hai fatto pena"
"Wow...grazie, eh"
"Ma come amico nessuno ti batte. Visto tutto quello che sei arrivato a fare per quel ragazzino dagli occhi verdi"
Gilbert le lanciò un'occhiata.
"Hai capito dove voglio andare a parare?"
"Veramente no"
Rispose e uno sbuffo da parte di Leo catturò l'attenzione di entrambi. Il nuovo Glen stava leggendo, con Lily in braccio che dormiva sbavando.
"Sei proprio baka"
"Cos-"
"Quello che vuole dire Lottie, è che potresti smettere di essere un fratello per lui, accontentando così la sua richiesta, e iniziare a comportarti da amico"
Spiegò alzando gli occhi dal libro e puntandoli su Gilbert.
"Ora hai capito?"
Non servì una risposta. Gilbert si precipitò fuori dal salone, in cerca di Vincent che stava uscendo dalla stanza di Noise. Prima che si potesse allontanare, lo afferrò facendolo voltare verso di se. Vincent, colto di sorpresa, sbarrò gli occhi, non aspettandoselo.
"G-Gil?"
"Vieni con me"
Il più piccolo non poté controbattere che Gilbert lo portò in camera, chiudendo a chiave.
"Ehi, ma che fai? Apri subito!"
Esclamò Vincent cercando di togliergli la chiave di mano, ma senza successo.
"No, devo parlarti"
"Ma io non voglio parlare con te!"
"Lo farai comunque"
"Questo è sequestro di persona! Guarda che mi metto a urlare"
"Prego, fa pure. Urla, nessuno verrà e te lo dico con certezza perché mi sono appena messo d'accordo con gli altri"
Vincent, di nuovo, si ritrovò con l'amaro in bocca e incrociò le braccia al petto, scostando il viso. Mise un broncio adorabile e si finse offeso.
"Di che vorresti parlare, sentiamo?"
Chiese, cercando di ignorare il battito del cuore che accelerò non appena Gilbert si avvicinò a lui. Stringendosi nelle spalle, si costrinse a non guardarlo, anche se fu molto difficile e, infatti, fallì quando il maggiore disse:
"Dimmi che mi ami"
Subito gli rivolse un'occhiata parecchio confusa.
"Cosa?"
"Me lo dicevi sempre...dimmelo di nuovo"
"P-perché all'improvviso te ne esci con una cosa simile???"
"Potrei chiederti la stessa cosa"
Esclamò afferrandogli i polsi prima che si potesse allontanare. Vincent sussultò, cercando di liberarsi, ma Gilbert era molto più forte, quindi dovette arrendersi.
"Ti ho detto i motivi e...non m'importa se non li accetti"
"Hai detto bene, non li accetto e mi sembrano assurdi. Ma su una cosa sbagli..."
Costringendolo a guardarlo negli occhi, lo avvicinò più a se e, con uno sguardo gentile, aggiunse:
"La verità è che ti importa...sì, ti importa ancora molto di me, anche se adesso lo neghi"
Vincent si sentì avvampare per essere stato scoperto. Cercò di controbattere ma non sapeva come fare, quindi non disse nulla. 
"Vince..."
"N-no...ti sbagli"
"Sappiamo bene entrambi che non è così"
Sussurrò mentre Vincent soffocava le lacrime. Non voleva piangere davanti a lui anzi, non voleva piangere e basta. Si era ripromesso che non avrebbe più sofferto...allora perché stava accadendo? 
Non poteva pentirsi della sua decisione ma, allo stesso tempo, tutto quello che desiderava era gettarsi tra le braccia di Gilbert, affondare il viso nel suo petto e lasciarsi avvolgere dal suo profumo famigliare e protettivo. 
Non poteva...non doveva cedere.
Trattieniti...trattieniti!
Pensò senza accorgersi che Gilbert gli si era avvicinato maggiormente, intrappolandolo in un abbraccio, come se avesse letto i suoi pensieri. Vincent sbarrò gli occhi e il suo cuore saltò un battito.
"G-Gil?"
Il ragazzo non rispose, limitandosi a stringerlo più a se. Il più piccolo era immobile, non sapendo se ricambiare o spingerlo via. Non voleva allontanarlo, per nulla al mondo. Si sentiva così bene tra le sue braccia...
"Vince...?"
Lo chiamò sentendolo singhiozzare e, staccandosi di poco per poterlo guardare in faccia, sbiancò.
"T-ti prego...tu non...io non..."
Erano davvero rari i momenti in cui lo vedeva piangere. Sentendosi in colpa, lo lasciò andare lentamente e, per sua sorpresa, fu Vincent ad abbracciarlo, affondando il viso nel suo petto, bagnandogli la camicia.
Scoppiò in lacrime e Gilbert lo strinse molto forte, accarezzandogli la schiena per consolarlo anche se servì a poco, ma almeno avevano fatto un piccolo progresso.
Non voleva che Vincent si allontanasse. Le cose sarebbero cambiate e ci avrebbe pensato lui stesso a sistemarle.
 

 

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