Won't Be A Problem

di Queen Blake
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1 ***
Capitolo 2: *** 2 ***
Capitolo 3: *** 3 ***



Capitolo 1
*** 1 ***


Won’t be a problem – 1
 
La prima volta che l’hai visto sembrava una giornata come tante al lavoro: stavi tranquillamente disponendo dei barattoli sul loro scaffale di competenza, quando dalla corsia più vicina ti arrivò un terribile frastuono di alluminio, vetro e qualche parolaccia.
Andato a controllare, ti trovasti davanti un macello di proporzioni bibliche: bottiglie infrante, latte ovunque e una quantità spropositata di lattine di tonno sparse per tutto il corridoio. E proprio in mezzo a quel guaio ce ne stava uno ben più grande: un ragazzo, probabile autore del gran casino si cui sopra.
Il tizio alzò di scatto la testa, piantandoti addosso degli occhi castani incredibilmente grandi per un giapponese e accennando ad una risata estremamente rumorosa.
<< Ho combinato un casino, vero?>>
<< Direi>> avevi risposto, avvicinandoti e porgendogli una mano, per aiutarlo ad alzarsi.
Nel frattempo arrivarono anche un paio di responsabili, e l’incidente del latte si risolse con una profusa quantità di scuse fatte con un sorriso ammaliante e l’insistente proposta del ragazzo di pagare i danni.
E poi non ci avevi più pensato.
O almeno così credevi.
 
*
 
<< Ma non sei troppo piccolo per lavorare qua, Iwa-chan?>>
Sbuffi, annoiato, sistemando delle arance di nuovo al suo posto, dopo che il tuo interlocutore ne ha fatto cadere alcune
<< e tu non sei troppo piccolo per andare in giro da solo, Trashykawa?>>
Oikawa alza le mani in segno di resa, accennando a quel sorriso per cui gli va dietro una quantità spropositata delle femmine che frequentano il minimarket, dalle ragazzine della scuola vicina finanche alla tua responsabile.
<< Touché>> ride, continuando a giocherellare con la lista della spesa che aveva per le mani: ci ha tenuto a spiegare, nonostante il tuo interesse pressoché inesistente alla faccenda, che viene nel tuo supermercato solo quando è lì a Tokyo dalla sorella, studentessa all’università, e che in realtà lui viene dalla prefettura di Miyagi.
E poi ha aggiunto che il tuo nome è davvero troppo lungo, quindi non aveva intenzione di chiamartici, preferendovi quel soprannome ridicolo.
<< e comunque sono del ’94, io >>
Borbotti, giusto perché non sai che dire, e vedi quei suoi occhi enormi illuminarsi
<< sul serio? Hai la mia età? Di che mese? >>
<< Giugno>>
<< Sei più grande di me??>>
Sbuffi, di nuovo, mormorando tra te e te, chiedendoti per quale motivo tu debba sopportare questo tormento
<< A quanto pare>>
<< Io sono nato a luglio, comunque>>
<< Non ero particolarmente interessato >>
Mormori, tornando a sistemare la merce sugli scaffali mentre lui continua a blaterare qualcosa su quanto sia una casualità  incredibile e che non ci avrebbe scommesso assolutamente.
<< Ma non hai davvero niente di meglio da fare, qua a Tokyo, che non sia venire al supermercato?>>
Sbotti ad un certo punto, dopo circa una ventina di minuti di chiacchiericcio disordinato.
Il gelo.
Ti volti lentamente, solo per vedere un Oikawa abbastanza rosso, soprattutto sulle guance e sulla punta delle orecchie.
E dire che non l’avevi mai visto arrossire, nonostante la marea di scemenze e battutine a sfondo sessuali che vomita un minuto si e l’altro pure.
<< ohe, Shittykawa, non volevo mica->>
<< è un problema?>> ti interrompe lui
<< Non conosco nessuno qui a Tokyo, per questo sto sempre qua.>>
<< Be’ non mi sembri esattamente una persona timida>>
<< non lo sembro, no>>
Sospiri: in quelle volte che l’hai visto, che non sono nemmeno moltissime, pensavi di esserti fatto un’idea abbastanza chiara di quel ragazzo e della maschera che si porta dietro; ma onestamente credevi che il suo essere estroverso facesse parte di lui, non della maschera.
Oikawa si riprende subito
<< Ma potresti farmi conoscere tu qualcuno, no? >> propone, facendo di nuovo quel sorriso maledettamente bello
<< Eh?!>>
<< Ma si, tu sei di queste parti, perché non usciamo insieme una di queste sere che sono qui a Tokyo?>>
Lo squadri per qualche secondo, cercando di capire se stia scherzando o meno.
<< Ma, davvero?>>
<< Perché no? Potrebbe essere divertente!>>
Sospiri, di nuovo, annuendo lievemente: non sai se ti ha convinto o se vuoi solo sentirti meno in colpa per prima
<< C’è solo una condizione però>>
Pure, pensi in un attimo fugace, per poi tornare a guardarlo, interrogativo
<< Non puoi innamorarti di me!>> ride lui, allontanandosi poi per uscire dal market, probabilmente per evitare che tu possa picchiarlo
<< Non è un problema>> gli urli dietro, trattenendo l’impulso di lanciargli qualcosa in testa.
Il resto del turno lo passi con quella risata che ti rimbomba nelle orecchie.
 
*
 
E divertente lo è davvero, quando qualche tempo dopo decidi di portartelo dietro in un’uscita tra amici, trasformando una delle vostre classiche serate in qualcosa di estremamente comico: inutile dire che Bokuto e Kuroo, estremamente sensibili alla presenza dei loro simili, hanno riconosciuto in lui un deficiente fatto e finito, e hanno passato la serata a fare gli idioti in tre, invece che in due, con sommo disprezzo di Akaashi, cui tu ti sei tranquillamente accodato.
E si, negherai per sempre quando ti chiederanno se è vero che hai riso come un dannato alle battute sceme del terzetto scemo, e all’imitazione di Bokuto di un volatile non meglio identificato, e quando hanno cominciato a rincorrersi attorno al tavolo con conseguente espulsione più che giustificata dal locale.
Ed è così che vi trova la sorella di Bokuto, ossia mezzi ubriachi e particolarmente allegri in un parco giochi vicino il minimarket, con Kuroo addormentato su una panchina, Bokuto e Oikawa  che si sfidano a chi arriva più in alto sull’altalena e tu e Akaashi tranquillamente seduti a terra, ognuno a controllare con lo sguardo il proprio idiota.
<< Mi ha chiamato Akaashi >> spiega, caricandosi un Kuroo completamente andato sulle spalle e facendo un sorriso di convenienza a Oikawa, pensando probabilmente che sia poco abituato a scenari di questo tipo.
In tutta risposta poco ci manca che Shittykawa gli scoppi a ridere in faccia, mettendosi poi a borbottare frasi sconnesse su gatti e gufi e qualcosa riferito alla frangia di Kuroo, continuando pacificamente a dondolare sull’altalena.
Tu e la ragazza vi scambiate uno sguardo carico di sottintesi, salutandovi poi con la mano e allontanandovi in direzioni diverse: Akaashi con Kuroo sulle spalle e con lei che si tira dietro una sua versione maschile più giovane di qualche anno e parecchio più brilla, tu verso Oikawa, bloccato sulla giostra
<< ohe, tutto bene?>>
<< mi viene da vomitare >> mormora, per poi sporgersi in avanti e rimettendo anche l’anima, riuscendo a non colpirti per puro miracolo.
Ti avvicini da dietro, tenendogli la fronte e le spalle in modo che non cada e che non si sporchi da capo a piedi, aiutandolo a rimanere fermo finché non ha finito.
<< Meglio? >> chiedi dopo un po’, spostandolo sulla panchina, e lui annuisce piano, con gli occhi chiusi e le guance rosse, sistemandosi in modo da potersi poggiare alla tua spalla
<< Non ti incollare, possibilmente>>
<< Per favore… >> mormora, e ti senti morire per un attimo
<< … non credo di riuscire a reggermi >>
<< Va bene, va bene. Vuoi un po’ d’acqua, una mentina, qualcosa?>>
Lui ride, ma non è la sua solita risata chiassosa, quella della maschera; è una risata dolce, quasi sensuale, e ti entra dentro molto più della prima.
<< mentina per favore, Iwa-chan, ho la bocca tutta impastata>>
Obbedisci in silenzio, dandogli un paio di caramelle e lasciando poi che si rassereni contro la tua spalla.
E rimanete così, in silenzio, sotto delle stelle troppo pallide per sembrare vere.
 
* * *
 Ciao Stelline!
Due cose due e poi vi saluto, giuro; siate clementi, è la mia prima fic su Haikyuu, sono un'anima innocente (forse).
Cercherò di aggiornare entro la prossima settimana, ma la storia sarà comunque abbastanza breve, massimo tre o quattro capitoli in tutto.
Grazie per essere arrivati fino a qui, un bacione e alla prossima!

Blake
 
 

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Capitolo 2
*** 2 ***


Won't be a problem - 2
 
 
<< Ho un problema >> sbotti un giorno, dal nulla, durante un pomeriggio tranquillo al Nekomata, dove vi siete riuniti per assistere ad una partita.
<< Un problema?>> ripete Akaashi, continuando a guardare Bokuto e Kuroo durante il loro balletto sconclusionato, creato appositamente per festeggiare la vittoria della squadra del moro e minimamente interrotto per ascoltarti.
Annuisci, all’improvviso più consapevole di quello che stai per dire
<< io… credo di avere una cotta per Oikawa>>
Il gelo.
Eh cazzo, di nuovo?
Akaashi ti regala uno dei suoi famosi sguardi obliqui, e persino i due idioti smettono di ballare, guardandoti perplessi
<< Amico, credi?>>
<< Ah?>>
Kuroo accenna ad una risatina sottile, mentre Bokuto ti guarda ancora più confuso di prima.
È Akaashi a chiarire la situazione
<< Era abbastanza palese, Iwaizumi>>
<< Lo era?>>
<< Dal momento che odi gli sconosciuti, e le persone rumorose, e Oikawa è o è stato entrambe, direi di si, amico>> ride Kuroo, ricevendo in risposta uno sganassone sulla nuca di tutto rispetto
<< Aspetta, quindi non state insieme? ‘Kaashi mi ha detto così!>> interviene Bokuto, facendo sospirare il suo ragazzo
<< Ho detto che lo pensavo, Bo, non che era vero>>
<< Ma dai, e poi quell’altro lo guarda con degli occhi troppo palesi>>
Ti fermi dal malmenare Kuroo giusto un attimo, spalancando gli occhi verso Bokuto
<< Mi… cosa?>>>
<< Ti guarda tutto il tempo, Iwaizumi, davvero non l’avevi notato?>> insiste lui, lasciandoti così spiazzato da mollare di colpo la presa sulla maglia nera di Kuroo.
<< Sul serio?>>
<< Diamine, lo sapevo che eri scemo, ma non pensavo così scemo>> interviene Kuroo, ottenendo solo di farsi mandare a quel paese alla velocità della luce.
*
 
<< Ormai manca poco alla fine dell’anno scolastico >>
Ti dice un giorno, sfogliando pigramente una rivista di sport e spettacolo, mentre tu sei alla cassa 4, più silenzioso del solito, complice anche l’orario davvero inoltrato e la giornata massacrante che hai sulle spalle
<< Hai già deciso cosa fare dopo le superiori?>>
<< Brucerò quel ponte una volta arrivatoci, credo >>*
Ridacchia, continuando a leggiucchiare distratto un articolo sui dieci migliori giocatori juniores di pallavolo del Giappone
<< Sai, anche io facevo pallavolo da bambino>>
<< Davvero?>> chiedi, perplesso, lanciandogli un’occhiata defilata: ti ha raccontato di essere sempre stato bravo a scuola e del fatto che punti all’università di Tokyo, la stessa che frequenta sua sorella, ma non pensavi  che fosse un atleta, pur avendo un fisico decisamente adatto allo sport
<< Ho smesso a causa di un brutto infortunio>>
<< In partita?>>
<< No, mi hanno investito>>
Senti il sangue gelartisi nelle vene, soprattutto a causa del tono così tranquillo con cui ne parla
<< E non… non ti dispiace? >>
Lui alza le spalle, sempre con quella maledetta rivista in mano
<< Il mio ginocchio non è più lo stesso, quindi ho dovuto lasciare tutto nelle mani del mio più brillante studente, Tobio-chan, quel dannato genietto>>
<< non mi sembri troppo contento>> ribatti, sprezzante, tornando a guardare avanti.
E certo non ti aspettavi la scena che ti si para di fronte, grazie alla parete specchiata della cassa: un Oikawa con gli occhi pieni di lacrime, che si toglie via dal volto in fretta, e che poi si mette a ridere con la sua solita risata vuota.
<< A quanto pare non era destino>> dice tra le risate, e tu davvero non ne puoi più
<< Destino? Da quando credi in cose talmente stupide?>> sbotti, voltandoti di nuovo verso di lui e strappandogli di mano quella stramaledettissima rivista, per poi buttarla a terra
<< Hey, l’ho pagata quel->>
<< Il destino non esiste, Shittykawa, mettitelo bene in testa>>
<< Be’ se non esiste allora come ho fatto a conoscerti?>> ribatte lui, con quel sorriso furbo, chinandosi a raccogliere la rivista e infilandola in borsa, malamente arrotolata
<< Caso, non lo so, ma di certo non era destino>>
<< Come fai a dire una cosa del genere, Iwa-chan, è ovvio che il destino ci voglia insieme, per quello ci ha fatto incontrare! Sai, a volte ho come l’impressione di conoscerti da tutta una vita>>
<< Forse perché sono l’unico che conosce te davvero e non quella maledetta maschera che tieni addosso?>> rispondi, alterato, assistendo poi ad uno spettacolo completamente inaspettato: Oikawa sgrana gli occhi, quegli occhi ridicolmente grandi, meravigliosamente grandi, e di quel color cioccolato intenso in cui potresti perderti.
In fondo a te il cioccolato è sempre piaciuto.
<< Non… so di che maschera parli >>
<< LO SO IO DI CHE MASCHERA PARLO>> urli di colpo, attirandoti gli sguardi di quei due o tre clienti rimasti e arrossendo fino alla punta delle orecchie.
Lui continua a guardarti con gli occhi spalancati per qualche secondo, poi distoglie lo sguardo
<< Lasciare la pallavolo è il mio più grande rimpianto>> mormora, intrecciandosi le dita
<< L’ho notato >>
<< è solo che… cos’altro avrei potuto fare? Non ero comunque adatto>>
<< Perché no? Che hai di sbagliato?>>
Ride, sempre con la testa bassa, ma non è più quella risata vuota, è una risata vera, ma spenta, e fa più male di quello che pensavi.
<< Facciamo prima se ti dico che ho di giusto, Iwa-chan. Ho talmente tante cose sbagliate, io…>>
<< Io non ci vedo niente di sbagliato in te>>
<< Perché sei un santo, o qualcosa del genere >>
<< Non direi proprio>>
<< Non sono mai abbastanza >> butta poi fuori, guardandoti di nuovo negli occhi, e non pensavi che li avresti mai visti così tristi
<< Non ero abbastanza per la pallavolo, probabilmente non riuscirò ad entrare alla mia università di preferenza, non servo a niente>>
<< Come fai ad essere così stupido pur essendo così intelligente?>> sbotti, dandogli un pugno sulla spalla, perché pensi che in quel momento abbia un bisogno disperato di contatto fisico, e non sai cos’altro fare
<< Sei intelligente. Sei atletico. Sei bello, mannaggia a te, hai le ragazze che ti fanno la fila o non te ne sei accorto?>>
<< Iwa-chan…>>
<< E sei una persona speciale>>
<< Sono una persona sola>>
<< Non più, no>>
Pausa. Realizzi quello che hai detto solo quando vedi i suoi occhi brillare e la punta delle sue orecchie diventare rosse
<< No, cioè, non intendevo… insomma, volevo dire…>>
<< Va tutto bene qui?>>
Mari, la tua responsabile, vi guarda perplessi, almeno finché Oikawa non le scocca un sorriso ammaliante dei suoi
<< Mari-san, credo che sia stata una giornata pesante, Iwa-chan è molto stanco>>
<< Allora vai pure, Iwaizumi, tanto mancano dieci minuti alla fine del tuo turno, ti copro io >> risponde lei, incantata dal fascino del castano ancora accanto a te, e la cosa irrita più di quanto non pensassi fosse possibile.
Ringrazi con un grugnito, strappandoti di dosso il grembiule e infilando la porta senza una parola.
Nemmeno due minuti dopo hai di nuovo Oikawa alle calcagna
<< Quindi… non più?>>
<< Sta’ zitto, Shittykawa>>
Ma anche se non lo dici, sai che non hai intenzione di lasciarlo solo.
Non più, no.
 
*
 
Non pensavi di essere diventato così stupido.
Stupido. Stupido. Stupido.
Davvero, deve essere colpa degli anni passati a scuola con Bokuto e Kuroo, altrimenti non si spiega.
Non sei mai stato particolarmente brillante, ma non eri mai arrivato a questi livelli di idiozia, di stupidaggine, di cretinite acuta insomma.
Non che tu abbia fatto niente di eccessivamente stupido, in realtà.
Hai soltanto mandato un messaggino a quell’idiota di Oikawa.
Scrivendogli che ti manca.
Nel cuore della notte.
Okay, si, è stupido
Calmati, pensi, confuso, terrorizzato.
Puoi sempre dire che eri ubriaco.
Come no, e non lo capirebbe mica, che non eri ubriaco
Bling
Oh cazzo.
Guardi l’orario, colto da un improvvisto terrore: è sabato, sono le due di notte, è stramaledettamente ovvio che quell’idiota sia sveglio e abbia letto quel messaggio stupido, stupido come te.
Non sai davvero più stare senza quella palla al piede?
Leggi la risposta, terrorizzato
“oh, Iwa-chan, quanto sei carino. Sicuro di non aver battuto la testa?”
Quell’idiota, pensi, accennando ad un sorriso.
Ti manca davvero, cazzo.
 
*
 
<< … quindi il tuo ragazzo è delle mie parti?>>
Kuroo annuisce, cercando contemporaneamente di continuare a bere la sua birra, con conseguente doccia su Bokuto, colpevole solo di esserglisi seduto davanti.
<< Che schifo, Kuroo, Dio >> ride il suo interlocutore, ossia Oikawa, che è stato incluso in un’altra delle vostre uscite di gruppo
<< è di un paesino sperduto di Miyagi, come te>>
<< Ma non frequenta la mia scuola, no?>>
<< No, va al liceo Karasuno>>
<< Oh>>
Silenzio. Tutti si voltano repentinamente prima verso Oikawa, stranamente ammutolito da quella affermazione, e poi verso di te, cercando di capire cosa abbia causato questo cambiamento.
Alzi le spalle, confuso quanto loro
<< Lo conosci?>>
<< Si, lo frequenta To-Kageyama, un mio kouhai delle medie>>
<< L’alzatore prodigio? Si, è nella stessa squadra di Tsukki, me ne ha parlato>>
Oikawa annuisce, continuando a bere la sua birra in silenzio, finché non si sente addosso gli sguardi degli altri idioti al tavolo
<< Io… anche io giocavo>>
<< A pallavolo?>>
<< Già>>
<< Davvero? In che posizione?>> gli occhi di Bokuto si illuminano, neanche gli avessero messo sotto al naso il suo piatto preferito
<< Alzatore, anche io>>
<< E come mai hai smesso?>>
<< Iwaizumi, ti senti bene?>>
Le due domande – quella di Kuroo, in direzione di Oikawa, e quella di Akaashi, rivolto a te, si sovrappongono, e gli sguardi si spostano tutti nella tua direzione
<< I-io?>>
<< Sei tipo, viola, amico>> mormora Kuroo
<< Ahem, no, non mi sento benissimo, vorrei uscire un secondo a prendere un po’ d’aria>>
<< oh, va bene. Ti serve niente?>>
<< Si. Oikawa, accompagnami>> borbotti, alzandoti di scatto e allontanandoti dal tavolo, uscendo da quel locale come se stesse andando a fuoco.
Ti accasci quasi sul muro accanto alla porta, sentendola sbattere di nuovo un attimo dopo, quando la testa bruna di Oikawa fa la sua apparizione, trotterellando vicino a te.
<< … Lo so cosa hai fatto >>
<< Non ho fatto niente>>
<< Mi hai tirato fuori da quella discussione>>
<< Quale discussione?>>
Lui accenna ad una risata, una di quelle vere, che ti scalda il cuore e le guance, già abbondantemente arrossate dall’alcool
<< Grazie, Iwa-chan >>
<< Non ringraziarmi, Shittykawa>>
<< Va bene, va bene >> alza le braccia, avvicinandosi un altro po’, fino a poggiarsi a te.
Rimanete per un attimo così, spalla a spalla, finché non lo senti muoversi
<< Che fai? >> chiedi, mentre ti prende per mano, tirandoti via dal muro
<< Be’ volevo ringraziarti >>
<< Ti ho detto che non devi ringraziarmi >> borbotti, assecondandolo comunque e seguendolo in una stradina vicina al locale
<< Allora mettiamola così, ti sto non ringraziando >> ride, continuando a tirarti anche mentre si lascia cadere contro i mattoni del muro dietro di lui.
E facendo così scontrare le vostre labbra.
Ti allontani di scatto, spingendolo con le spalle al muro, più di quanto non fosse già costretto contro i mattoni.
<< Che cazzo… sei ubriaco, Trashykawa?>>
<< Io, ubriaco? >> continua a ridere << Non sono mai stato ubriaco in vita mia!>>
<< Ti ho aiutato a vomitare non troppo tempo fa>>
<< Ops>> ride, il maledetto, ride ancora, fino a farsi mancare il fiato.
<< Dico sul serio, Oikawa, che stai facendo?>>
<< Cosa, non ti piaccio?>>
Lo guardi con gli occhi sgranati, mentre sul suo volto passa un sorriso che si fa sempre più incerto, ogni istante che passa, fino a tornare serio
<< Io… davvero? Ho capito- ho capito male? Non ti piaccio?>>
<< Certo che mi piaci, non sarei qua altrimenti, ma…>>
<< Non ti piaccio?>> continua a  mormorare, passando a guardare oltre le tue spalle, gli occhi spenti
<< Ti ho detto di si, idiota >>
<< Io pensavo… sei l’unico che mi ha capito davvero, pensavo fosse per quello, perché ti piaccio, e ora mi dici che non è così, e pensare che mi piaci un sacco, ma davvero un sacco, i->>
<< MA MI STAI ASCOLTANDO, DEFICIENTE? HO DETTO DI SI>>
Urli, scuotendolo per le spalle, e il suo sguardo passa da depresso a confuso
<< E allora perché non mi baci?>>
Sospiri, accennando ad un sorriso, complice forse quella birra di troppo, o quegli occhi così dannatamente belli, decidendoti ad accontentarlo.
Sa di menta, e di alcool.
Dolce.


***

Si, siamo arrivati al sodo abbastanza presto.
L'avevo detto che ci sarebbero stati pochi capitoli, ehem.
beh, grazie per essere arrivati fino a qui, una recensione è sempre gradita!
Baci, Blake

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Capitolo 3
*** 3 ***


Won't be a problem - 3
 
E alla fine ci siete arrivati anche voi, all’ultimo giorno delle superiori, alla consegna dei diplomi.
Il tuo telefono trilla incessantemente da stamattina, colpa delle telefonate di congratulazioni di parenti di cui avevi scordato l’esistenza e le foto che ti hanno mandato Bokuto e Kuroo – Bokuto che insegue Kuroo, Bokuto con Akaashi sulle spalle, Kuroo accanto alla testa bionda del suo Tsukishima, venuto appositamente a Tokyo per l’occasione, e poi Bokuto con i ragazzi della sua squadra, Kuroo e Tsukishima che si baciano, Akaashi che guarda Bokuto con un sorriso dolce.
Ti è spontaneo sorridere  a tua volta per ognuna di quelle foto, pur se nessuna di queste è quella che volevi, ossia un qualsiasi segno di vita da quell’idiota.
Bling
Non fai nemmeno in tempo a pensarlo, che ti arriva un MMS da Oikawa.
Una foto di… una moneta? No, una medaglia? Che diamine è?
“Te lo metto da parte? Stanno combattendo per averlo”
Un bottone, realizzi.
Il fottutissimo secondo bottone dell’uniforme di quell’idiota.
“non ti azzardare”
“ a fare cosa?”
Sei praticamente bordeaux, lo sai, lo senti, e gli sguardi perplessi dei tuoi compagni non aiutano.
Ma non ti importa: puoi anche perdere il self-control per una volta, pensi, pigiando sui tasti fin troppo forte.
“ Quello è mio”
 “e allora dillo”

Assottigli gli occhi: ci risiamo.
È dalla sera di quel fatidico bacio che Oikawa insiste sul fatto che non ricorda assolutamente nulla di quanto successo, e che vuole una dichiarazione da parte tua.
Una di quelle cose zuccherose e smielate da shojo manga, si.
Ovviamente non gli credi, fosse altro perché del bacio invece si ricorda anche troppo bene, quindi hai deciso di ignorarlo per un po’, almeno fino ad ora
“perché devo dirti qualcosa che già sai?”
“che cosa?”
“che mi piaci, idiota. Ora sei contento?”

Seguono lunghi minuti di silenzio, intervallati da un paio di foto stupide di Kuroo e Bokuto che fanno delle smorfie alla camera, verosimilmente scattate da Akaashi.
Bling
“va bene, te lo porto a Tokyo la prossima settimana”

Idiota.
Ti ha fatto cedere alla fine.
 
*
 
<< Matematica, quindi >>
Annuisci, guardando nel frattempo il tuo Iwa-chan inseguire Bokuto nel cortile di casa sua, probabilmente per picchiarlo
<< Mi sembra la strada giusta >>
<< E quando ti trasferisci?>>
<< La prossima settimana>>
Kuroo annuisce a sua volta, divertito, soffiandosi via la frangia da un occhio e continuando a bere il suo tè freddo
<< Sai, devo dirtelo, non pensavo che sarebbe mai arrivato a questo punto in una relazione>>
Lo guardi, perplesso
<< Che intendi?>>
<< Iwaizumi… è sempre stato una persona estremamente timida e riservata. Alle superiori non ha stretto amicizia con nessuno, probabilmente perché non ha voluto, e quello che ha con me e con Bokuto è un legame che abbiamo voluto tutti, ma che ha iniziato lui, altrimenti non credo ci avrebbe lasciato avvicinare>> dice, guardando ancora quei due che si rincorrono
<< Con me è diverso?>>
<>
Sorridi, alzando gli occhi per guardare il cielo, ancora pieno di sole, poggiando le braccia indietro per sostenerti
<< Anche lui mi rende felice>>
<< Ne sono sicuro>>
<< Hey! Di che parlate?>>
Bokuto si butta a terra, sull’erba accanto a voi, ridendo ancora, mentre Iwa-chan si siede accanto a te, con il respiro corto per averlo inseguito per tutto il cortile.
<< Oh, sai, di tutto e niente>>
E rimanete così, in mezzo al sole, aspettando il domani.
 




***

Una fine scontata - e stucchevole, ahem- per una storia che beh, era abbastanza scontata e stucchevole.
Mi è comunque piaciuto scriverla, e se siete arrivat* fino a qua, spero che vi sia piaciuto leggerla!
Mille grazie per essere giunti con me alla fine.Un commento è sempre gradito!

Baci, Blake

 
 

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