Bloody Sunset

di Allen Glassred
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Rinascita ***
Capitolo 2: *** 20 years after ***
Capitolo 3: *** Verità svelate ***
Capitolo 4: *** Vision ***



Capitolo 1
*** Rinascita ***


E' una notte piovosa nella città di Roma, ed alcune persone camminano nervosamente in un'immensa sala. " Santo Padre, credete davvero sia il momento? ". Chiede colui che è una delle figure ammantate in una toga di colore rosso, sopra il capo un cappello e sul volto un'espressione preoccupata. L'uomo di bianco ammantato non dice una parola: si limita ad annuire rimanendo seduto. " Dobbiamo fare qualcosa, al più presto ". Sentenzia ancora il misterioso Cardinale, mentre il Capo della Chiesa si alza di lì a poco, osservando l'imponente statua dell'Arcangelo Michele posta di fronte a lui.

" Senza alcun dubbio, è imperativo che la Chiesa intervenga: in questa notte, potrebbe decidersi la sorte intera dell'umanità, e non solo ". Commenta il Pontefice mentre, improvvisamente, due delle quattordici pergamene poste ai piedi della statua si illuminano, rispettivamente di ametista e di bianco.

" Cosa dobbiamo fare? ". Chiede il Cardinale: certamente questa non è una riunione usuale per i rappresentanti della Chiesa, nemmeno il comportamento che tengono rispetta quello usuale e canonico ma, in questa situazione ed in questa notte, è richiesta la massima serietà e tempestività prima che possa accadere una catastrofe che la Chiesa ha sempre cercato di evitare, da quando è sorta.

" Dai tempi di San Pietro, solo alcune e rare volte è capitata una cosa simile: solitamente, non nascono mai vicine. Eppure, questa volta... ". Il Pontefice osserva le pergamene, sulle quali sono rappresentate due bellissime donne: una dalla lunga chioma azzurro chiara, quasi bianca. L'abito del medesimo colore, così come le sue meravigliose ali. Dall'altro lato, alla sinistra della statua, la pergamena rappresentante una donna dalla lunga chioma ametista e dall'abito del medesimo colore, ma dalle ali nere come la notte più profonda, seguita a rimanere illuminata nella propria luce ametista.

" Comprendo ". Fa semplicemente l'uomo in rosso. Il Papa fa un cenno affermativo con il capo.

" Sapete già cos'è necessario che noi facciamo,  per il bene della Chiesa e dell'umanità intera "- L'altro fa un ultimo cenno affermativo poi, insieme agli altri Cardinali, si dirige verso l'immensa porta di quella stanza segreta, nascosta agli occhi di ogni fedele che, tutti i giorni, si reca nella Basilica per poter pregare. Una stanza a cui solamente il pontefice ed i suoi Cardinali hanno accesso e nella quale, imponente, troneggia la statua dell'Arcangelo Michele, con sotto i suoi piedi il serpente che rappresenta Lucifero, signore del male. " Chissà se ha davvero queste sembianze? ". Si chiede l'anziano, inginocchiandosi di fronte alla statua per poi rivolgere uan preghiera a Dio. Poste alla destra della statua, sette pergamene rappresentanti due uomini e cinque donne. Solo alcune sono illuminate, mentre le altre seguitano a rimanere normali pezzi di pergamena con un meraviglioso ritratto sopra. Stesso vale per le altre sette pergamene, rappresentanti tre donne e quattro uomini. Ma una cosa accomuna le quattordici figure: le loro maestose ali. Sette figure alate di bianco e sette di nero.

In una villa romana sono da poco le due.

Una donna dai lunghi capelli biondi e vestita con un lungo abito nero si aggira in un corridoio, mentre un fulmine illumina il suo viso ed i suoi occhi, azzurri come il più profondo dei mari. Poi, il pianto di un bimbo squarcia il silenzio e, poco dopo, un uomo esce da una stanza con in braccio un neonato. L'uomo ha lunghissimi capelli neri e le sue vesti sono del medesimo colore. La donna si avvicina con un pizzico d'agitazione. " Elluka sta recuperando le forze, ma non credo potrà resistere al secondo parto, quando sarà il momento ". Sentenzia perentorio l'uomo, mentre la bionda gli si avvicina qasi senza curarsi delle sorti di colei che dev'essere la madre del piccolo: ora pensa, la sua priorità è solamente una.

" Allora? E' lui? " Chiede, guardando il bimbo. L'uomo annuisce mentre il piccolo lo osserva curioso, i suoi occhi si illuminano di una luce ametista mentre con le manine inizia a giocare con una ciocca dei lunghi capelli dell'uomo.

" Si, Halle: è lui al di là di ogni dubbio, ha il segno sul braccio sinistro. E' il nostro signore, il capo dei sette peccati: primo tra i sette figli di Lucifero a venire al mondo, destinato alla guida delle altre sei incarnazioni demoniache ". Sussurra perentorio il corvino, guardando il piccolo dritto negli occhi per qualche istante. " Vi abbiamo atteso così a lungo, ma finalmente siete qui... ". La donna posa una mano sul viso del bimbo per poi proseguire la frase di lì a poco.  

" Il primo a rinascere, lussuria " Sorride la donna, prendendo in braccio il piccolo e cullandolo come fosse suo figlio. " colui che guiderà i sette peccati verso la vittoria. Mi raccomando: incaricati che quella donna non ci dia noia, non vorrei doverla eliminare in anticipo: il suo compito non è terminato, ma non deve interferire con la crescita del nostro signore ". Commenta, mentre l'altro annuisce.

" Si, Halle: non devi oreoccuparti, Elluka non ci ostacolerà ". Sentenzia, mentre la bionda annuisce e riprende parola solo di lì a poco.

" Ma dimmi: l'altro bimbo? Dov'è? So che quella donna attendeva due gemelli, e che uno di essi... ". Ma lui la interrompe prima che possa terminare la frase.

" E' nato morto " Risponde solamente l'uomo dai lunghi capelli. " E quegli uomini in rosso l'hanno portato via, prima che Elluka si svegliasse e non accorgendosi di noi o forse, semplicemente non gli interessavamo. Non ho idea di cosa vogliano farsene del cadavere di quel bambino nè perchè non abbiano fatto nulla al nostro signore, o almeno provato: non gli avrei mai permesso di fargli del male, in alcun modo ". Riflette un momento: è ovvio si riferisca alle stesse figure che, poco prima, erano insieme al Santo Padre nella Basilica. La donna culla il neonato mentre prende parola di lì a poco.

" Oh, suppongo che il caro Creatore non sia felice: la sua preziosa figliola non ha più un corpo dove rinascere, ora che quel bambino è morto. Dev'essere un brutto colpo per la Chiesa e soprattutto, per le Incarnazioni Angeliche ". Ghigna, ma l'uomo scuote il capo.

" Eppure Halle, io non gioirei: qualcosa mi dice che il Pontefice non starà a braccia conserte mentre i figli di Lucifero rinascono sulla Terra. E non credo abbia portato via casualmente il corpo di quel bambino ". La donna esita un istante ma, in seguito, si lascia andare ad una lieve risata.

" E cosa potrebbero mai fare, con un cadavere? Belial, non ti crucciare per cose che non hanno ragione di diventare un nostro problema, e gioisci: il capo della Incarnazioni Angeliche è morto ancor prima di prendere coscienza di sè, non appena è venuto al mondo. Quella Virtù ci metterà anni a trovare un nuovo corpo, ammesso e non concesso che ci riesca in quest'epoca ". Commenta, ma Belial, questo è il nome dell'uomo misterioso, non pare troppo ottimista. Entrambi osservano la creatura tra le braccia di Halle che, di lì a poco, si appoggia al seno della donna per poi chiudere gli occhi, addormentandosi profondamente.

" Mio signore, vi abbiamo cercato a lungo ed ora, finalmente, eccovi qui: grazie a voi potremo condurre il nostro esercito alla vittoria e risvegliare il sommo Lucifero dal suo sonno ". Commenta, osservando l'imponente statua di un Angelo meraviglioso di fronte a sè. Un angelo dalle ali spezzate, rappresentazione perfetta del loro amato Signore. L'uomo sorride malefico. " Pazientate ancora un pò, mio Signore: presto, i vostri figli rinasceranno e vi consegneranno la Terra ed il Paradiso su un piatto d'argento ". Sussurra mentre, per un momento, nei suoi occhi passa una luce rossa.  

La sacerdotessa lo guarda dopo che, per un momento soltanto anche lei ha puntato lo sguardo su quell'imponente statua. " Dimmi, sei proprio sicuro che l'altro bimbo sia nato morto? E' imperativo sapere se è sopravvissuto, dato che ora è nelle mani della Chiesa ". Commenta, a quel punto l'uomo fa un cenno affermativo con il capo per poi dirigersi in un punto preciso della stanza.

" Ti dico di si: era morto ". Risponde l'uomo, prendendo una spada tra le mani di lì a pochi istanti, spada che passa ad Halle dopo alcuni istanti passati a contemplarne l'affilata lama. " Quando sarà il momento il nostro signore dovrà avere la sua arma, e dovrà cercare gli altri sei peccati: è molto importante ". Sentenzia perentorio, mentre la donna tiene la spada in mano e passa il piccolo all'uomo, prima di farlo finire a terra.

" Noi lo guideremo, non è così? " Chiede la bionda, guardando la creatura ed in seguito l'uomo che, insieme a lei, è stato incaricato di far nascere tutte e sette le Incarnazioni Demoniache in questo mondo.

" No. Io per allora sarò morto per mano di Ira, Halle ". Quelle parole agghiacciano sul posto la bionda, mentre di lì a poco sgrana gli occhi.

" Il bambino nel grembo di tua moglie... è... ". L'uomo non fa caso alla frase balbettata dalla compare e prosegue la frase di lì a poco.
" Sarai tu ad occuparti del nostro Signore e di tutte le altre Incarnazioni Demoniache ". Un tuono squarcia nuovamente il silenzio, lasciando la sacerdotessa quanto meno basita ed attonita: ma cosa significheranno tali parole? Qualche anno dopo, la risposta non tarderà ad arrivare. Ma per ora tutto ciò che si può udire è il forte rumore dei tuoni che squarciano il cielo.



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Cinque anni pi tardi, Roma.

In una stanza una donna tiene tra le braccia la sua primogenita: una piccola dai meravigliosi occhi celesti la quale, di lì a poco, porta un ditino in bocca ed osserva curiosa colei che è sua madre. " Benvenuta al mondo, mio piccolo raggio di sole " Sussurra la mora, osservando la bellissima neonata dagli occhi azzurri tra le sue braccia e posandole un dolce bacio sulla fronte. Un uomo accanto a lei accarezza la piccola sul capo, sorridendo lievemente.

" Doris, la nostra piccola è un vero angelo: guarda com'è bella ". Mormora mentre, alla carezza paterna la piccola emette alcuni vagiti di approvazione, come percepisse già il suo tocco come positivo. Sua moglie annuisce a quella frase.

" In tutti i sensi, Ettore. E' un angelo, in tutti i sensi: Valentina avrà un compito molto difficile da portare a termine. Dimmi, credi che ce la farà? ". Chiede, con la preoccupazione che ogni madre avrebbe nel sapere il destino che quella piccola porta sulle sue spalle. Un uomo ammantato da una veste rossa si avvicina di lì a poco, sorridendo cordialmente.

" Certo che ce la farà " risponde alla domanda posta al marito dalla donna, l'uomo. " Ettore, Doris: aspettavamo con ansia la nascita di vostra figlia, la quarta Incarnazione Angelica a rinascere in questo mondo ". Sentenzia, mentre l'uomo di nome Ettore annuisce.

" Eccellenza! La vostra presenza ci onora ". Sentenzia, mentre l'altro sorride cordialmente.

" Stai comodo, Ettore: immagino abbiate avuto momenti molto concitati, durante il parto di tua moglie ". Fa, dimostrando di conoscere l'uomo sin da vecchia data data la confidenza tra i due. " Tuttavia, lascia che ti ponga nuovamente la domanda che tanto mi assilla, e che sicuramente sta turbando anche il Santo Padre data la tua decisione ". Fa, riprendendo parola di lì a poco. " Sei sicuro? Sei davvero sicuro di volerle tacere la verità? ". Chiede mentre, incuriosita, la piccola prova ad afferrare il copricapo dell'uomo, sporgendosi lievemente dalle braccia della madre.

" Si ". Fa con decisione Ettore, trovando il pieno consenso della moglie. " Capisco le motivazioni del Santo Padre ed apprezzo la sua preoccupazione per noi, tuttavia non ce n'è ragione: Valentina crescerà come una bimba normale. So che prima o dopo scoprirà la verità, ma per il momento almeno, io e mia moglie riteniamo sia meglio non parlargliene. Vero, Doris? ". Chiede, la mora annuisce alle parole del marito. In tono pacaro il Cardinale prova ancora una volta a persuadere i due a ripensarci.  

" Ma dovrebbe prepararsi alla battaglia per quando incontrerà i nemici: i figli di Lucifero sono già sulla Terra, uno ad uno stanno rinascendo e noi abbiamo già perso la Virtù più vicina al Creatore, colui che avrebbe dovuto guidare le sette Incarnazioni Angeliche alla vittoria. Vi prego, pensate alla vostra decisione ". Tenta ancora una volta, ma l'uomo scuote il capo in segno di diniego

" Signore, quando se li ritroverà davanti li riconoscerà, ed i suoi poteri emergeranno sicuramente. Ma per adesso, la bambina deve crescere serena, senza sentire il peso di questa battaglia: ci sarà tutto il tempo per insegnarle ad essere Giustizia, ora lasciamo che sia semplicemente Valentina. Non trova? ". Chiede e, a quelle parole, l'altro uomo non può fare altro chre assentire con il capo.

" Così, avevamo ragione: Justice si è incarnata in vostra figlia ". Fa, mentre Ettore annuisce.

" Si: quando il Santo Padre mi consegnò quella pergamena, fece la cosa migliore: capì subito quale delle Virtù stesse per rinascere e mi mise in allerta ". Commenta, ricordando il giorno in cui, scoperta la gravidanza di Doris, il Santo padre gli spiegò chi sarebbe stata sua figlia e a che destino era destinata e, cosa più importante, gli consegnò il ritratto celeste di colei che risiede nella piccola: una pergamena perennemente illumionata di una calda luce lilla, i linghi capelli e l'abito della donna sono del medesimo colore e le sue ali sono di un colore puro e bianco.  Da parte sua invece, Doris culla dolcemente la figlia che, piano piano, si addormenta tra le braccia della madre.

Nello stesso istante, un bimbo dai capelli ametista e dagli occhi del medesimo colore si trova insieme alla stessa donna che lo fece nascere, colei che considera sua madre. La donna tiene tra le braccia un altro bimbo neonato, poi sorride lievemente. " Tesoro, vuoi vedere il tuo fratellino? " Chiede, non curandosi del fatto che, solo in una stanza accanto a quella in cui loro sono, una donna ha appena perso la vita: Elluka Glassred non è sopravvissuta al secondo parto, ma ormai il suo compito è terminato ed alla donna dalla chioma bionda non pare importare molto. Il bimbo dai capelli ametista non pare ascoltare quello che la donna ha detto, quasi sembra turbato da qualcosa che ha appena percepito fino nel profondo del suo animo: il tatuaggio sul braccio sinistro gli fa quasi male.

" Avverto una forza misteriosa venire da quella direzione ". Indica una direzione precisa, ovvero la casa in cui la bimba di nome Valentina è appena venuta al mondo. " Madre, mi da fastidio ". Conlude poi il bimbo: nonostante i suoi cnque anni d'età sembra ragionare come fosse un quindicenne, ed anche fisicamente dimostra almeno il doppio degli anni che ha. Prende una spada in mano, quella spada che ha trovato solo qualche giorno prima, facendogli avvertire un potere strano in lui e che, al solo contatto con le sue mani si illumina di una forte luce ametista. Halle sorride nuovamente ed abbraccia il bimbo.

" Tu sei un bambino speciale, Allen. Tu guiderai i peccati alla vittoria, non devi spaventarti per questo tuo potere. Capito? Accettalo e basta ". Il bimbo pare capire ed annuisce: crede di aver capito ciò che intende colei che gli ha fatto da madre.

Vaticano, medesimo istante.

Il Santo Padre osserva un bimbo di circa cinque anni di fronte a lui: il piccolo è in ginocchio e, come sempre, prega di fronte alla statua dell'Arcangelo Michele: colui che, secondo il piccolo, gli avrebbe salvato la vita numerose volte. Il braccio del bambino sanguina ancora ed il Pontefice gli si avvicina. " Figliolo, come ti senti adesso? ". Chiede, mentre il bimbo dalla chioma bionda e dagli intensi occhi azzurri si volge verso di lui, dopo aver terminato la propria preghiera.

" Signore, quando finirà tutto questo? Perchè il mio corpo si ferisce da solo, e sento questo costante e forte dolore dentro di me? ". Chiede. Il più anziano si avvicina con pacatezza, aiutandolo ad alzarsi.

" Perchè tu, piccolo mio, sei la sola ed unica persona in grado di sostenere il peso della sofferenza umana: solo a te il Padre ha dato questo delicato compito. A te, che sei la Virtù più vicina a lui ". Spiega, mentre il bambino si volta ancora verso la statua di Michele.

" Ma è stato Michele a salvarmi la vita, tantissime volte. Lui mi da la forza di sopportare questo dolore contino ". Il Papa osserva a sua volta la statua, che pare scrutarlo severamente nonostante, di fatto, sia semplicemente di pietra. " Perchè il Padre ha deciso di farmi soffrire così? Non lo capisco... ". Mormora il piccolo dalla chioma bionda, mentre l'anziano gli pone una mano sul capo.

" Un giorno capirai. Capirai anche tu, mio piccolo Krad ". Commenta, mentre la statua pare ancora osservare i due con aria severa e, per un istante, una luce azzurra pare illuminare gli occhi inanimati e di pietra presenti su quel volto marmoreo.


Salve a tutti i miei fans! Come state? Io abbastanza bene. Spero tanto che vi piaccia questa nuova storia: abbiamo assistito alla nascita di due bimbi speciali ed alla comparsa di un terzo, tenuto in Vaticano niente poco di meno che dal Santo Padre. Chi è? Perchè pare percepire la sofferenza umana acome propria e dice che l'Arcangelo Michele lo ha salvato numerose volte? Seguitemi e lo saprete! Intanto se vi va, potete lasciare le vostre recensioni :D Baci

 

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Capitolo 2
*** 20 years after ***


Trascorrono altri dieci anni dagli ultimi eventi, dieci anni in cui altre incarnazioni, sia Angeliche che Demoniache, hanno fatto la loro comparsa sulla Terra. Anni in cui il piccolo dalla chioma bionda è diventato un bellissimo giovane adolescente, che tiene per mano un bimbo che avrà all’incirca cinque anni meno di lui. Il piccolo dalla chioma corvina osserva l’imponente statua di fronte a lui per poi prendere parola. “ Krad! Perchè mi hai portato qui? “. Chiede incuriosito. A quella frase, da prima l’altro non risponde ma, in seguito e senza distogliere lo sguardo dagli occhi di fatto inanimati della statua decide di dare una risposta.

“ Perchè lui mi ha chiesto questo, Castiel: lui mi ha chiesto di portarti qui, io ho semplicemente eseguito il suo ordine “. Fa, il piccolo pare ancor più confuso: cosa sta dicendo colui che considera da sempre suo fratello maggiore? Quando dice lui, a chi si riferisce?

“ Lui, chi? “. Chiede, guardando in che direzione sia puntato lo sguardo del biondo, i quali capelli si sono notevolmente allungati in questi dieci anni. Di lì a poco Castiel riceve una risposta che, probabilmente, lo lascia di sasso ed incapace di comprenderne a pieno il senso.

“ Michele. l’Arcangelo Michele mi ha chiesto di portarti da lui, ed io l’ho fatto. Dopo tutto, sono il suo fedele servitore “. Commenta, mentre un paio di maestose ali bianche fanno la loro comparsa sulla sua schiena ed i suoi occhi si tingono di una luce azzurra, quasi bianca e che, di sicuro, non ha nulla a che vedere con un normale riflesso di luce solare dato che, di fatto, fuori è notte fonda e sui cieli di Roma troneggiano nere nubi dalle quali la pioggia cade incessante. Chi sia il bimbo accanto a Krad non è ancora dato saperlo, ma una cosa è sicura: da dietro una colonna un uomo di rosso vestito osserva la scena. Senza dire nulla e senza farsi notare si dirige nel luogo in cui il Pontefice lo sta attendendo.

“ Santo Padre, sono giunto al vostro cospetto come da voi richiesto “. Fa rispettoso il Cardinale. Il Papa annuisce mentre si volge verso di lui, le mani giunte e lo sguardo neutrale.

“ Allora? Il piccolo Castiel si è ambientato bene, qui da noi? So che per anni è stato cresciuto da un parroco fuori dalle mura del Vaticano, tuttavia… “. Si ferma, come dovesse trovare le giuste parole che tuttavia non arrivano ma che, di lì a poco è l’altro uomo a pronunciare.

“ Si: era tempo che Castiel conoscesse il Vaticano e, soprattutto, che lui e Krad si conoscessero. Sono sicuro Santo padre, avete deciso per il meglio. Il Creatore ve ne sarà riconoscente “. Fa, l’altro tuttavia pare crucciato.

“ Non lo so, ho come la sensazione che le cose ci stiano sfuggendo di mano: i peccati stanno rinascendo uno ad uno, noi abbiamo già perduto Fede e… “. Si ferma, l’altro lo guarda seriamente.

“ Con me potete parlare liberamente, sapete che non tradirò questo segreto che oramai mi porto dietro da quasi vent’anni. Credete davvero che abbiamo perduto davvero la Virtù della Fede? Che il Creatore abbia permesso che il tramite della sua figlia prediletta morisse? “. Chiede. Il Santo Padre mantiene un’aria di mistero mentre, di lì a poco, da la sua shoccante risposta all’uomo che, una volta sentito tutto, non può far altro che sgranare gli occhi sbalordito.

Anche Valentina è cresciuta sana ed in salute. La piccola ha ormai dieci anni, boccoli mogano che sembrano baciati dal sole e vispi occhi celesti che vedono ancora il mondo come il luogo più bello ed incontaminato che esista. La bimba dondola serena sull’altalena, dietro di lei un ragazzo. Un ragazzo che avrà più o meno cinque anni più di lei, la chioma ametista che spesso è motivo di derisione da parte degli altri ragazzi e degli occhi celesti così simili a quelli della piccola che ora sta spingendo lentamente, facendola “ fluttuare nell’aria “ con quell’altalena che, qualche anno prima, fu teatro del loro primo incontro. “ Non puoi andare più veloce? “. Chiede lei, ridendo allegra. Lui la osserva qualche istante per poi fare cenno di no con il capo.

“ No, se ti spingo più veloce rischi di cadere a terra come hai fatto la volta scorsa “. Sentenzia il giovane. Mentre lei sta per rispondere tuttavia, alcuni ragazzini lì presenti iniziano a sghignazzare da prima sommessamente, poi in modo sempre più evidente.

“ Guardatelo: lo spostato fa il babysitter ai mocciosetti! “. Fa uno, l’altro gli fa eco mentre le risate aumentano.

“ E’ vero: mi chiedo però, come facciano i genitori a fidarsi di uno così strambo! Fossi in loro non gli affiderei nemmeno il mio cane “. A quella frase lui stringe i pugni: non si volta nemmeno, non reagisce. Questo fa indispettire gli altri che, scocciati nel non ricevere una risposta e nel non notare nessuna reazione lo afferrano malamente per la spalla.

“ Ehi, sfigato! Parlo con te! “. Fa il sedicenne. “ Non mi rispondi? Hai perduto la lingua? “. Continua a ridere, spingendo a terra il quasi coetaneo. A quella scena tuttavia, sotto lo sguardo attonito di tutti è la bimba ad intervenire. Dopo essere saltata giù dall’altalena si para di fronte al suo migliore amico e, con sguardo infuriato affronta i ragazzi malgrado questi siano più grandi di lei.

“ Lasciatelo in pace! “. Fa arrabbiata, ma i bulli non sembrano intenzionati a darle retta, com’era d’altra parte prevedibile.

“ Oh, guardate! Lo spostato si è fatto un’amichetta “. Ride sguaiatamente uno di essi, l’altro le si avvicina per poi dare uno spintone anche a lei.

“ Levati dai piedi, mocciosa! “. A quel gesto ma soprattutto, a quella frase la piccola si infervora maggiormente: a differenza di Allen lei reagisce istintivamente e, dopo essere riuscita a non finire a terra dopo quello spintone si avvicina e, arrabbiata, da un forte pestone al piede del più grande. “ Ahi!! Maledetta mocciosa! “. Grida, facendo per afferrarla per i capelli. A quella vista tuttavia, qualcosa scatta in Allen: solitamente non reagisce, ma stavolta pensa, stavolta è il momento che ripaghi la sua sola amica per tutte quelle volte che senza esitazione lo ha protetto. Si, pensa: glielo deve. Improvvisamente si alza in piedi e, con sguardo a dir poco furioso afferra il polso di colui che stava per afferrare Valentina. Lo fa con una forza di una tale portata che, per un istante, l’altro teme voglia rompergli il polso.

“ Lasciala in pace, insetto schifoso. Sei solo la feccia dell’umanità… “. Sibila mentre, senza che lei lo noti i suoi occhi si tingono di un intenso ametista. Ma il bulletto ed i suoi amici si, lo notano bene: quel colore che non hanno mai visto negli occhi di nessuno al mondo, quegli occhi che ora fanno loro provare terrore e paura. La presa sul polso aumenta sempre più, l’altro contorce il viso in una smorfia di dolore. “ Meriteresti di crepare seduta stante “. Commenta poi il giovane dalla chioma ametista, l’altro si china a terra mentre il male diventa insopportabile: sembra che la sua pelle bruci o sia stata posta su tizzoni ardenti. Le cose stanno per degenerare quando, da lontano, una voce femminile richiama il più grande.

“ Allen? Tesoro, dove sei? Dobbiamo andare “. Sentenzia la donna dalla chioma bionda. Il ragazzo sembra tornare in sé: lascia la presa sul polso dell’altro, sul quale compare una vistosa bruciatura.

“ s… scusateci! Non vi importuneremo più! “. Fanno all’unisono i ragazzini, correndo via come razzi e capendo che, forse, è il caso di lasciare in pace i due amici. Valentina guarda il suo migliore amico, che di lì a poco prende parola.

“ Stai bene? “. Chiede, accarezzandole dolcemente il viso. Lei annuisce e lui, rassicurato, conclude il discorso. “ Va bene, la mamma mi sta aspettando: devo andare “. Fa, la piccola annuisce semplicemente per poi correre ad abbracciarlo con dolcezza. Lui rimane interdetto qualche istante: cos’è quella sensazione che prova? Questo ancora non lo sa, ma una cosa è certa: da lontano sia Ettore e Doris che Halle hanno osservato la scena e non possono fare a meno di guardare i rispettivi figli con una sorta di preoccupazione.

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Circa vent’anni dopo, Roma.

La giovane avvocatessa rientra a casa, sospirando pesantemente: un’altra dura giornata di lavoro l’ha letteralmente sfinita, ha solamente voglia di farsi un bel bagno e di mettersi sotto le coperte. Ma sa di non poterlo fare, non subito almeno: ha bisogno di fare una telefonata alla madre che, di recente, è purtroppo rimasta vedova. Già, pensa colei che si rivela essere Valentina: il suo amato padre, Ettore Belzenia, è purtroppo deceduto e lei e sua madre sono rimaste sole. Da un po' di tempo lei vive sola, ma non ha mai abbandonato i genitori che abitano a poche vie di distanza da lei. Sta per prendere in mano il proprio telefono ma, quando lo fa nota una notifica: diversi nuovi messaggi e tutti da un solo ed unico mittente: il suo ragazzo. La donna sospira pesantemente per poi lanciare il cellulare sul divano, evidentemente non intenzionata a rispondere ad alcun messaggio. Non può fare a meno infatti, di pensare all’ultima discussione avuta con il fidanzato circa i suoi metodi di lavoro a dir poco scorretti. È infatti anche lui un avvocato, esattamente come lo è diventata lei dopo anni di duro studio ed impegno senza sosta, conseguendo l’agognata laurea con il massimo dei voti. Ma a differenza di lei, che non sopporta le ingiustizie e cerca sempre di aiutare gli onesti e non si lascia mai tentare da metodi poco ortodossi, lui pare essere il suo totale opposto: un avvocato senza scrupoli che, pur di vincere è anche disposto a proteggere delinquenti e criminali e ad usare qualsiasi mezzo per far scomparire eventuali prove a carico dei suoi clienti. Lei ha provato mille volte a farlo ragionare, vanamente: non vuole cambiare, accampa sempre la sua solita scusa: lui è il migliore e non esiste che perda una causa, non importa chi debba difendere o che mezzi userà, ciò che conta è conseguire una nuova vittoria in tribunale. Inizialmente pensa la donna, era diverso: non sembrava essere così senza scrupoli, così spietato e… il filo dei suoi pensieri viene interrotto: qualcuno ha appena bussato alla sua porta con una certa veemenza. “ Un momento, arrivo! “. Fa semplicemente la bruna, alzandosi e riflettendo: ma chi può mai essere a quell’ora di sera? La persona alla porta pare farsi sempre più impaziente, riprendendo a bussare come una furia. “ Ma che modi! Eccomi, sono… “. Non fa in tempo a terminare la frase: non ha il tempo di aprire la porta che chi stava bussando entra senza nemmeno domandare il permesso, in quella che di fatto è casa della donna. “ Ehi! “. Protesta semplicemente lei, ma colui che si rivela essere un uomo la trafigge con il suo sguardo di ghiaccio per poi prendere parola.

“ Si può sapere dov’eri? Ti avrò lasciato trenta messaggi e tu non hai risposto! “. Inizia a gridare, senza nemmeno salutarla, nulla. Questo atteggiamento pare infastidire la donna: chiude la porta per evitare che l’intero vicinato senta la discussione, in seguito incrocia le braccia e prende parola.

“ Intanto, buonasera anche a te, Moritz. È bello vedere come il mio fidanzato mi abbia salutata calorosamente e mi abbia chiesto scusa dopo l’ennesima lite, davvero molto commovente “. E’ palesemente ironica e questo non fa altro che infervorare maggiormente l’altro.

“ Io? Chiedere scusa a te? Sei uscita di senno, avvocato? “. Chiede, chiamandola con l’appellativo che ha sempre usato ma che, in quel momento per lei ha un suono totalmente differente ed un significato diverso. A quelle parole Valentina non può fare a meno di rimanere a bocca spalancata per qualche, interminabile istante. Poi prende parola decisamente innervosita.

“ Come, prego? Non pensi di aver un tantino esagerato con le offese, oggi? Non ti sembra di aver esagerato a piombare in casa mia a quest’ora, iniziando a gridare come un fuorsennato? Sei serio? “. Chiede decisamente sbigottita la fanciulla. Lui pare cercare di calmarsi un po': la guarda qualche istante e, in seguito e dopo alcuni momenti in cui lei pensa che finalmente si scuserà, scuote il capo sprezzante.

“ Non è colpa ma se dici un sacco di eresie e critichi ogni cosa che faccio “. Incrocia le braccia contrariato, lei non può fare a meno di rispondergli per le rime.

“ Giuro su Dio, io non ti capisco: sei qui per litigare? Beh io non ne ho voglia, dato che domani si svolgerà la cerimonia funebre di mio padre! Quindi, o ti scusi o te ne vai “. Sentenzia, dando un taglio netto alla discussione.

“ Dio? Dio, Dio, sempre Dio! dov’era il tuo Dio, quando tuo Padre è morto, eh? Perché non la smetti con queste tue sciocchezze da suora? “. Chiede acido ma, a quella frase, lei si avvicina e per la prima volta in vita sua alza le mani su qualcuno, rifilando un sonoro ceffone al giovane.

“ Non ti permettere più di parlarmi in questo modo, hai capito?! Non offendere mai più il Creatore o ciò in cui io e la mia famiglia abbiamo sempre creduto: non te lo permetto! “. Sentenzia alterata: non sa da dove derivi, ma la sua fede è incrollabile e non permette a nessuno, nemmeno al suo ragazzo di infangare il nome del Creatore in quel modo. Innervosito dallo schiaffo lui la afferra per un polso, stringendoglielo così forte che quasi le pare voglia spezzarglielo.

“ Razza di… “. Sibila lui, fermandosi subito dopo: i loro sguardi si affrontano, lei non ha timore di quegli occhi di ghiaccio che sembrano quasi volerla trafiggere.

“ Vattene “. Sibila solamente la bruna, lui tuttavia non pare volerla lasciare andare e men che meno pare volersene andare.

“ Dillo di nuovo “. Sibila, il suo tono tuttavia pare del tutto diverso da quello di prima: non c’è più rabbia, c’è ben altro.

“ Ti ho detto vat… “. Non finisce la frase la bruna: lui è più rapido e, senza darle il tempo di ribattere la zittisce con un bacio. Da prima lei cerca di opporsi, in seguito sembra quasi che quella discussione non abbia più senso, più nessuna ragione di essere. Succede sempre così tra loro: litigano, se ne dicono di ogni ma alla fine, il destino li conduce sempre a riunirsi nel solo modo possibile. Una remota parte di lei le grida di smetterla di continuare a cascarci, di svegliarsi e di porre fine a questa relazione. Ma il resto della sua mente e del suo corpo no: l’avvocatessa si arrende, ricambiando in fine quel bacio con la stessa intensità, come se una calamita invisibile la attirasse irrimediabilmente colui che si rivela essere Moritz Glassred: uno degli avvocati più corrotti di Roma, senza ombra di dubbio. Ma allo stesso tempo il fidanzato di colei che, invece, è conosciuta da tutti come l’avvocatessa più giusta e retta di tutta la capitale. Come abbiano fatto due persone così diverse ad unirsi, solo il destino lo può sapere. A volte anche Valentina si chiede come abbia potuto innamorarsi di una persona simile, chiedersi perché ogni volta finisce per perdonarlo e finire, ancora una volta, per far pace tra le lenzuola. Non lo sa, ma accade. Non lo sa, ma è sbagliato e forse, proprio l’indomani, ne avrà la prova. l’indomani, al funerale del padre, qualcosa di nuovo potrebbe accadere.

 

Nello stesso istante invece, al Vaticano.

Il giovane dalla chioma bionda sembra essere esausto: cade a terra, ferito in più punti del corpo malgrado di fatto, non sia nemmeno uscito dalla Basilica e quindi nessuno lo abbia ferito. A trovarlo in quello stato è proprio il Santo Padre. l’anziano solleva di poco la veste per non incespicare, per poi affrettarsi verso di lui e chinandosi allarmato. “ Krad! Figliolo, riesci a sentirmi? “. Chiede, mentre il giovane che si rivela essere Krad non gli risponde: dentro di sé avverte un dolore che pare quasi voler bruciare ogni cellula del suo essere, nella sua mente voci lontane e meno lontane riecheggiano. Voci sofferenti che, man mano che parlano fanno comparire su di lui nuove ferite. “ Coraggio figliolo, reagisci! Devi farlo “. Lo esorta il Papa. Ma lui rimane immobile a terra, le ali dispiegate e macchiate di sangue.

“ Non ce l faccio più. Perché sempre io, Santo Padre? Perché? “. Chiede. Il Papa cerca di alleviare la sua sofferenza nel solo modo possibile: chiedendo a Dio di intervenire.

“ Mio Signore, ti supplico: placa la sua sofferenza, te ne prego “. Prega accoratamente e, alla domanda del biondo non può fare a meno che porgli una mano tra i capelli con una dolcezza quasi paterna. “ Perchè tu, figliolo, tu sei la Virtù più vicina al Creatore. Sei il redentore che tutti aspettavamo e credevamo di aver perduto, colui che alla fine, ci guiderà tutti verso il Paradiso a capo delle sette incarnazioni Angeliche “. Sentenzia mentre, esausto, lui lo guarda perdendo sangue dalla bocca,

“ Non è vero. Non vi posso guidare in questo stato “. Sussurra: capita sempre più spesso, sente quelle voci, le voci dell’intera umanità. La sofferenza umana prende forma sul suo corpo, provocandogli atroci ferite e patimenti indicibili.

“ Ma certo che lo farai “. Il Santo padre gli prende una mano tra le proprie, come volesse aiutarlo a portare il peso di quella “ croce “ che purtroppo, a causa del suo ruolo solamente lui è in grado di portare. “ non essere adirato: il padre ti ha affidato un’importante missione, anche se è dolorosa. Lo so, è dura ma pensa questo: stai redimendo il genere umano “. Sussurra, ma a quella frase l’altro scuote il capo.

“ No “. Sussurra, cercando di alzarsi. “ Non è così che li redimerò: Michele mi ha detto come devo fare, non è soffrendo io che riuscirò ad aiutare il genere umano “. Tossisce un po' di sangue mentre, per fortuna, le forze sembrano lentamente tornargli e le ferite smettono di sanguinare. “ Devo redimere il mondo nel solo modo possibile: i peccatori devono essere puniti “. Conclude la frase il biondo, lasciando un Santo Padre attonito.

“ Allora, tu sai chi sei realmente…? “. Chiede, l’altro annuisce per poi prendere finalmente parola: una luce guarisce le sue ferite, le sue ali rifulgono di una meravigliosa luce meravigliosa così come i suoi capelli e la lancia che ora è comparsa nelle sue mani.

“ Io sono Fede: sono la Virtù più vicina al Creatore, colui che redimerà il mondo in nome dell’Arcangelo Michele e di mio Padre “. Sentenzia, mentre per un momento nei suoi occhi passa una luce quasi bianca e lasciando un Santo Padre attonito: credeva che Krad non fosse cosciente di chi è in realtà, non totalmente almeno. Ma evidentemente, si sbagliava. Ed ora la Virtù della Fede pare essere ben determinato a redimere il mondo punendo i peccatori. In che modo tuttavia, non è ancora dato saperlo. In tutto questo, un venticinquenne Castiel ha assistito di nascosto la scena, con sguardo colmo di ammirazione e un pizzico di devozione verso colui che, ormai, considera un fratello maggiore.



Salve miei fans, come state? Ecco qui il secondo capitolo di Bloody Sunset, che ne dite? In questo capitolo percorriamo le tappe più significative nell'infanzia di alcuni protagonisti, incontriamo un nuovo personaggio: Castiel. Chi sarà mai? Intanto arriviamo finalmente al vero inizio della storia: Valentina è diventata un'avvocatessa ed è la fidanzata di un avvocato corrotto, che porta lo stesso cognome di Allen. Coinccidenza? O no? Chi è in realtà Moritz? Al Vaticano nel frattempo, in Krad si è risvegliata la coscienza di essere Fede, la Virtù più vicina al Creatore e destinato a redimere il mondo. Castiel ha osservato utto quanto, alla sua sofferenza nel portare su di sè il peso della sofferenza umana ed il suo risveglio come Fede. Cosa succederà ora? Il funerale di Ettore si svolgerà davevro senza intoppi? Rimanete con me e lo scoprirete!

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Capitolo 3
*** Verità svelate ***


L’indomani arriva velocemente, ed il cielo di Roma pare voler piangere insieme alla giovane avvocatessa dalla chioma bruna: Valentina è infatti in chiesa, accanto a lei la madre Doris. Le due donne sono distrutte dal dolore, mentre ad una terza persona tutto ciò sembra essere indifferente: rimane in silenzio, quasi fosse privo di qualsivoglia emozione. E la persona in questione è niente poco di meno che Moritz, il fidanzato di Valentina. La donna fa sedere la madre e fa per raggiungere il suo ragazzo ma, di lì a poco una mano si pone sulla sua spalla. “ Vale, tesoro come state tu e tua madre? “. Una voce: una voce femminile che lei ben conosce, la voce di colei che le è amica da praticamente quando ne ha memoria.

“ Theresa… “. Sussurra solamente l’avvocatessa, mentre nel sentire quel nome Moritz si volta di scatto ad osservare l’altra donna dalla chioma bionda: la migliore amica di Valentina e psicologa dell’ospedale romano, Theresa. La ragazza si accorge di essere osservata e ricambia lo sguardo, con altrettanto astio: non le è mai piaciuto quell’uomo. Non le è mai piaciuto il suo atteggiamento sia con i clienti che con Valentina, non le sono mai piaciuti i suoi metodi poco corretti usati per vincere le cause e, cosa più importante, il suo sesto senso le dice che non può fidarsi di lui. Non sa nemmeno lei spiegarsene la ragione, eppure nel profondo qualcosa continua a metterla in guardia circa quell’uomo, come se sentisse che non è chi dice di essere. Notando lo sguardo che la sua migliore amica ed il suo fidanzato si sono lanciati, Valentina cerca di smorzare quella tensione che si è venuta a creare. Prende per mano la bionda, che non distoglie lo sguardo smeraldo da quello di ghiaccio di lui, fino a quando non raggiunge il proprio posto a sedere. Ora pensa, la priorità è stare accanto a Valentina e Doris. Doris, che viene raggiunta da un uomo di mezz’età che le pone gentilmente la mano sulla spalla.

“ Doris, mi dispiace moltissimo per la vostra perdita. Le mie più sentite condoglianze, a te e tua figlia “. Sussurra per non fare eccessivo baccano, dato si trovano comunque in chiesa. La mora annuisce mestamente per poi prendere parola.

“ Grazie, Rodolfo “. Fa, mentre Theresa fa posto a colui che è suo padre accanto a sé. Poco dopo, la cerimonia funebre ha inizio. Tutto trascorre senza intoppi, tutto fino ad un momento ben preciso: quello in cui il Prete arriva al momento in cui dovrebbe dare a tutti la benedizione.

“ Dio vi benedica… “. Improvvisamente tuttavia, una risata da prima sommessa poi sempre più forte si leva da in mezzo alla folla: chi sarà mai, si chiede il parroco? Chi è che si metterebbe a ridere durante una cerimonia funebre? Il mistero viene presto rivelato. Valentina osserva sbigottita il suo fidanzato: che gli prende? cos’ha da ridere?

“ Moritz! Ricomponiti, per l’amor di Dio, siamo in chiesa! “. Sibila arrabbiata la donna: come può proprio lui mettersi a ridere in un momento come questo. Lui tuttavia non pare volerla ascoltare: le lancia una breve ed in tensa occhiata per poi tornare a ridere e, in seguito alzandosi in piedi prendendo così parola.

“ Siete solo una massa di patetici imbecilli, tutti voi pretucoli da due soldi! “. Quelle parole gettano il più totale sconcerto tra i fedeli, mentre lui non pare nemmeno interessarsi al fatto di aver creato uno scandalo. Anzi: punta il dito al parroco per poi proseguire la frase. “ Dio, Dio e Dio… ma volete smetterla con questa pagliacciata? Non c’è nessun Dio! Qui, l’unico Dio di me stesso sono io! “. Il Prete lo osserva attonito per poi prendere parola.

“ Blasfemo! Non osare dire questo nella casa del Signore! Come… “. Ma l’altro continua la sua sfuriata a voce più alta.

“ Sta zitto, dannato vecchio! “. Grida mentre, per un momento, il crocefisso posto dietro al parroco trema. “ Dov’è Dio? dov’è mentre i suoi figli muoiono e soffrono, eh? Dove? Ve lo dico io: il vostro caro Dio, ha abbandonato la nave! Non gliene frega niente di voi, prima lo capirete e meglio sarà per tutti voi! “. A quella frase il parroco fa per parlare, ma la paura è più forte: no. No, non lo ha immaginato: ha visto per un singolo istante un bagliore viola attraversare gli occhi di quell’uomo. Valentina lo guarda attonita, incapace di reagire: la cerimonia funebre di suo padre è già di per sé dolorosa, se ora si aggiunge anche il suo ragazzo che si comporta da psicopatico… non termina il proprio pensiero. Lui riprende parola di lì a poco e mantiene quello sguardo folle che, la bruna può giurarci, non gli ha mai visto prima d’ora. “ Qui, il solo ed unico Dio di me stesso sono io! “. Ripete e, a quelle parole pronunciate a voce così alta, come avesse reagito a quel tono di voce il crocefisso cade a terra, mancando di poco il parroco. Nella collutazione l’anziano uomo picchia comunque il capo mentre i fedeli iniziano a creare brusio, sconvolti dall’accaduto.

“ Qualcuno chiami un medico, presto! “. Fa Rodolfo, mentre a quella scena lo sguardo di Moritz torna a puntarsi in quello di Valentina: lei lo guarda decisamente su tutte le furie, lui ghigna sadicamente.

“ Meglio se me ne vado, non intendo assistere a questa farsa un secondo di più “. Sogghigna e, senza darle il tempo di rispondere si avvia verso l’uscita. La fanciulla porta lo sguardo al feretro esanime del padre, prima di scoppiare in lacrime: il funerale è stato totalmente rovinato. Ma questa pensa, questa sarà l’ultima volta che permetterà al suo fidanzato di comportarsi in quel modo.

Tornata a casa la giovane avvocatessa ripensa a quanto accaduto solo poco tempo prima: il crocefisso caduto, il parroco ferito, uno dei fedeli che, essendo medico, lo soccorre. E quel bagliore: quel bagliore viola che seppur per un istante è passato negli occhi di colui che, per lei, è ormai il suo ex ragazzo. Un bagliore di un viola intenso, e… il filo dei suoi pensieri viene bruscamente interrotto: qualcuno è entrato in casa, e lei pensa, c’è solo una persona che avrebbe potuto farlo senza bussare come, d’altra parte, ha fatto solo la sera prima. “ Che cosa pensi di fare?! “. Inizia a gridare colui che si rivela essere Moritz. A quella domanda la donna si volta di scatto verso di lui, riprendendo coraggio e con un pizzico di giusta ira.

“ Esattamente ciò che ti ho detto fuori dalla chiesa, dopo la tua sfuriata: ti lascio! Tra noi due è finita, finita! “. Calca sull’ultima parola, mentre lui la osserva qualche istante.

“ Come osi, razza di sgualdrina che non sei altro?! Tu non mi puoi lasciare, capito?! “. Inizia a gridare, usando epiteti che mai ha rivolto alla donna e lasciandola di sasso: che gli prende? Perché questo cambiamento, non appena la cerimonia funebre ha avuto inizio? Non le importa: forse pensa, è meglio così. Forse è meglio che conosca il vero Moritz, per trovare la forza di liberarsi definitivamente di lui.

“ Posso invece e lo farò: ti ho dato mille occasioni e tu le hai gettate via, evidentemente non ti importa così tanto di me e del nostro rapporto. Quindi è meglio se ognuno di noi va per la sua strada, specie dopo ciò che hai fatto oggi: come hai potuto rovinare il funerale di mio padre?! “. Chiede lei, stanca di sopportare quell’atteggiamento borioso ed arrogante. Non fa in tempo a dire altro: con un gesto improvviso lui le rifila uno schiaffo sul viso, come mai ha osato fare prima d’ora. Colta di sorpresa la ragazza finisce per sfiorare un mobile, senza tuttavia battere il capo, per sua fortuna. Sta per rialzarsi e reagire ma, ancora una volta è lui ad essere più rapido: la afferra per i capelli e la costringe ad alzarsi, attirandola a sé.

“ Forse non hai capito: tu non mi puoi lasciare. Tu mi appartieni, io sono il migliore e non esiste che perda contro una sgualdrina come te. Ti piegherò al mio volere al costo di usare le maniere forti, così impari anche solo a pensare di potermi lasciare “. A quelle parole tuttavia, lei risponde per le rime malgrado dentro di sé senta qualcosa spezzarsi: delusione, rabbia. Ma come ha fatto pensa, a sbagliarsi così tanto? Come ha fatto a non capire la vera natura di Moritz? Perché non ha dato retta a Theresa, quando le diceva che qualcosa in lui non va? Tuttavia, ora queste domande le sembrano inutili: il suo labbro sanguina a causa dello schiaffo ma, senza che abbia il tempo di dire altro si ritrova letteralmente con il viso contro la parete e, avendo picchiato il naso anch’esso inizia a sanguinare. “ Avrei voluto risparmiarti tutto questo, davvero: non volevo arrivare a questi livelli ma tu non mi lasci altra scelta. Se non vuoi capire con le buone capirai con le cattive “. Sibila e, in quel momento la fanciulla si sente perduta: ma che succede? Cosa significano quelle enigmatiche parole? Non ha tempo di pensare ad altro: forse per lo shock subito unito alla giornata pesante, le provoca un mancamento improvviso.

Mancamento dal quale si sveglia dopo un lasso di tempo che lei non saprebbe calcolare. “ Valentina? “. la chiama una voce, seguita da un’altra.

“ Vale? Tesoro per favore, mi fai preoccupare… “. Sussurra la seconda voce femminile. L’avvocatessa apre gli occhi di scatto: cos’è successo, si domanda?

“ Cosa? Dove…? “. Sta per chiedere dove sia finito il suo ex ragazzo e, intuendolo, colei che si rivela essere sua madre Doris prende parola di lì a poco.

“ Se n’è andato: l’abbiamo cacciato via, io e Theresa. Sta tranquilla, non credo tornerà più “. La bruna annuisce mentre, di lì a poco il ricordo di quel bgliore viola negli occhi di Moritz torna a farsi vivo.

“ Aveva… aveva gli occhi viola “. Sussurra, facendo trasalire Doris ma anche Theresa. “ Mamma, Theresa: io non sono pazza. In chiesa, l’ho visto: un bagliore viola attraversare gli occhi di Moritz, come… “. A quelle parole Doris e Theresa si guardano qualche istante per poi annuire. È la madre a prendere parola, aiutando Valentina ad alzarsi mentre Theresa prende l’occorrente per medicarla al labbro ed al naso.

“ Io ti credo, amore mio: ti credo “. Sentenzia la mora, attendendo il ritorno della bionda. Theresa torna di lì a poco, mentre Doris la guarda annuendo lievemente. “ Theresa, mia cara: è ora di raccontare anche a Valentina come stanno le cose “. Sentenzia e, a quella frase l’altra trasale.

“ Di cosa state parlando? Mamma, Theresa: così mi spaventate “. Fa, mentre dalla borsetta Doris estrae un’antica pergamena, su cui il ritratto della donna dai capelli lilla fa bella mostra di sé. In seguito lo porge alla figlia.

“ Innanzi tutto, tesoro mio, devi sapere che i sogni che ti accompagnano sin da piccola non sono semplici visioni oniriche: sono vere e proprie visioni “. Sentenzia perentoria Doris, Valentina afferra il ritratto mentre, osservandolo, non può fare a meno di sussultare.

“ Ma questa donna, la conosco! Io la sogno sempre, mi dice delle cose… “. Theresa prende parola di lì a poco tempo, ponendo una mano su quella dell’amica.

“ Perchè lei è Justice: la virtù figlia di Dio, rinata usando te come tramite. Vedi: ciclicamente la battaglia tra le sfere celesti e quelle infernali si ripete. Fino a questo momento, Dio è sempre riuscito a trionfare grazie all’aiuto dei suoi cinque Arcangeli elementali suoi figli, ed all’aiuto delle sue figlie, le sette Virtù Cristiane. Hanno relegato Lucifero ed i suoi figli, i sette peccati capitali, nelle profondità dell’inferno e posto un sigillo. Fino a quando tale sigillo non si è spezzato, nella nostra epoca: i figli del diavolo sono rinati, così come le figlie di Dio, che il Creatore ha fatto incarnare sulla Terra usando dei tramite destinati ad esse fin dalla nascita, anzi: che sono nati proprio a questo scopo. E tu Vale, tu sei Justice, o Giustizia: lo scudo di Dio, colei che dopo Fede vanta di essere una delle virtù più forti e vicina al Creatore. Anche i peccati capitali si sono incarnati sulla Terra usando dei tramite, loro scopo è riuscire a liberare Lucifero dalla gabbia e ridargli il suo vero corpo. Il compito di noi Virtù è impedirlo “. Valentina sgrana gli occhi sconvolta: non le è difficile credere a tutto ciò. Sin da piccola si è domandata cosa significasse il tatuaggio sul suo seno, tatuaggio a forma di bilancia del quale la madre ed il padre non le hanno mai spiegato le origini. Sin da piccola delle visioni con protagonista una donna dalla chioma lilla non la fanno riposare del tutto tranquilla ma, allo stesso tempo, le trasmettono un senso di pace. Sin da piccola sa che, in fondo, la sua nascita ha uno scopo ben preciso. Ed ora ha capito qual’è: lei incarna Giustizia, lei è la giustizia. Ecco spiegata l’origine del suo carattere retto ed incorruttibile. Ma un momento: Theresa ha forse detto “ noi “? cosa significa? E come mai sa tutte queste cose? Perché sua madre non pare sorpresa di nulla?

“ Aspetta un momento! Ma tu… tu non mi sembri sorpresa, mamma: come mai? E Theresa: hai forse detto noi? Non capisco… “. Ammette, Doris prende parola di lì a poco tempo.

“ Il Santo Padre ed i suoi Cardinali, ci spiegarono che tu eri una bimba speciale sin da quando eri ancora nel mio grembo. Furono loro ad informare me e tuo padre, spiegandoci cosa sarebbe successo. Avrebbero voluto che ti dicessimo subito come stavano le cose, ma io ed Ettore abbiamo preferito non caricarti di questo pesante fardello, nella tua infanzia almeno, abbiamo semplicemente voluto farti crescere come Valentina, una bimba normale “. Sussurra la mora. Valentina annuisce: capisce le ragioni della madre, in fin dei conti come può biasimare lei ed il padre per averla voluta proteggere e farla crescere serena, senza preoccupazioni? Ma ancora un tassello manca a quel puzzle così complicato.

“ Ma in tutto questo, Theresa cosa c’entra? Perché lei non sembra essere sorpresa? “. Chiede la bruna. La madre annuisce semplicemente per poi spiegarle la situazione.

“ Rodolfo, il padre di Theresa, fu informato a sua volta dal Papa che sua figlia sarebbe stata una delle sette virtù Cristiane rinate sulla Terra “. Quelle parole sono come un fulmine a ciel sereno per Valentina: significa forse che anche la sua migliore amica…? Non fa in tempo a concludere il pensiero. “ Purtroppo Mary, la madre di Theresa, morì dandola alla luce. Per Rodolfo fu un colpo durissimo, tuttavia non perse mai la sua fede incrollabile. A differenza mia e di Ettore, decise di parlare sin dall’infanzia alla sua bambina di che battaglia la attendeva e di che cosa, di chi sia lei in realtà. Per questo non è sorpresa “. Sorride lievemente Doris. Valentina punta lo sguardo in quello di Theresa, la quale allunga una mano e mostra un tatuaggio a forma di arco. “ Giustizia, ho il piacere di presentarti Speranza “. Fa poi sua madre, Valentina rimane sconcertata: dunque Theresa sarebbe l’incarnazione angelica della Virtù della speranza? Ora che ci pensa, tutti i tasselli stanno finalmente collimando ed unendosi alla perfezione, incastrandosi al loro posto.

“ E Moritz? Cosa c’entra lui con questa storia? “. Chiede poi l’avvocatessa. Stavolta è Theresa a parlare, con un pizzico d’astio.

“ Crediamo che quel bastardo sia un’incarnazione demoniaca, un tramite di uno dei sette figli di Lucifero. Per questo abbiamo cercato in tutti i modi di allontanarlo da te, prima che ti corrompesse “. Valentina si sente quasi mancare e, se non avesse avuto la sedia dietro di sé sarebbe senza dubbio finita a terra. Ha bisogno di un po' di tempo per elaborare tutte quelle informazioni, pensa.
 

Altrove, in un luogo al momento sconosciuto.

L’uomo cade a terra, sconcertato. Colui che gli sta di fronte ha degli occhi di un ametista brillante e tra le amni tiene una spada. “ Che cosa c’è, Jackson? Non ti ricordi di me? “. Chiede quasi con noncuranza, come se tenere in mano una spada e cambiare il colore degli occhi da azzurro ad ametista fosse la cosa più naturale del mondo. “ Oh, andiamo! Eppure, vent’anni fa ti divertivi parecchio con me, no? Tu ed i tuoi amichetti vi divertivate ad umiliarmi in tutti i modi possibili, me lo ricordo bene. Ma ora, pensa che ironia la sorte: sei alla mia mercè. Cosa direbbe tua moglie, se sapesse che tipo di locale frequenti? “. Chiede, mentre sul volto dell’altro si dipinge un’espressione disperata: la moglie non deve venire a sapere nulla, o chiederà il divorzio e lo rovinerà, oltre a non fargli più vedere i figli. Vedendo la sua disperazione il misterioso uomo dagli occhi ametista ghigna sadico. “ Chissà cosa direbbe tua moglie, se sapesse che suo marito se la fa con le puttane in un night club? “. Lo deride, l’altro indietreggia senza nemmeno alzarsi da terra.

“ Ma tu chi… chi sei?! “. Grida impaurito: la moglie non deve scoprire nulla! A quella semplice domanda l’altro rimane in silenzio qualche istante. In seguito si inchina e lo guarda intensamente.

“ Io? Io sono il tuo desiderio proibito, sono colui che non ti fa dormire la notte, io sono… “. Si ferma: dei passi precedono una voce femminile.

“ Mio caro, non dovresti giocare con le prede, sai? Perché non lo metti sotto incantesimo e basta? “. Chiede una donna, una bella donna dalla chioma rossa e dall’abito piuttosto succinto che lascia ben poco spazio all’immaginazione. Ai piedi delle scarpe con un vertiginoso tacco a spillo, su cui cammina alla perfezione.

“ E perché mai non dovrei? In fondo, io e Jackson siamo vecchi amici. Merita un trattamento speciale “. Fa, palesemente ironico lui. Gli occhi di lei si tingono improvvisamente di un intenso arancione.

“ Ti prego, sbrigati o ti ritroverai senza preda. Ti assicuro che questa sera, sono capace di fare qualsiasi cosa “. Sogghigna sadica, spaventando l’altro.

“ No, no, no… chi diavolo siete voi?! “. Grida, facendo ridere colui che da prima si stava divertendo un po', ma che ora si è deciso a fare sul serio.

“ Ci sei andato vicino, ma no. Non siamo il diavolo “. Sentenzia, mentre lei riprende il discorso di lì a poco.

“ Io sono Gola “. Si presenta, mentre per un momento il tatuaggio sopra il suo seno si illumina di una luce arancione.

“ E io sono Lussuria “. Conclude il discorso lui, osservando gelidamente colui che, in quel preciso istante, sente i sensi intorpidirsi mentre il suo sguardo si fa vitreo. “ Ah, peccato: avrei voluto giocare ancora un po' con lui “. Sbuffa semplicemente il giovane uomo dalla chioma ametista. La donna lo guarda un momento, avvicinandosi e posando il capo sulla sua spalla.

“ Te lo avrò detto mille volte: se vuoi giocare con qualcuno, non farlo con le prede. Fallo con me “. Sentenzia, mentre di lì a poco un ghigno compiaciuto si forma sul viso di lui.

“ Mi stai invitando? Ricorda chi sono, Lucrezia “. Finge di resistere, lei lo osserva un momento per poi ghignare a sua volta.

“ Ti conosco da diciotto anni. Credi che non sappia cosa rischio a giocare con te, capo? “. Chiede, rivelando che colui con il quale sta parlando è niente poco di meno che Lussuria: il capo dei sette peccati capitali rinati in quest’epoca.

“ Allora giochiamo, a tuo rischio e pericolo “. Ribatte semplicemente lui, per poi voltarsi ed avviandosi verso l’entrata di un locale, seguito a ruota da Lucrezia e da un Jackson totalmente privo della propria volontà.

 

Salve miei fans, come va? Ed ecco qui il terzo capitolo, che ingrana subito la quinta e ci fa vedere come Moritz, fidanzato di Valentina, rovini la cerimonia funebre di Ettore. La donna decide di lasciarlo e lui non la prende bene, solo l'intervento di Doris e Theresa la salva. Le due donne le rivelano tutta la verità, o comunque una buona parte di essa. Molto è ancora avvolto nel mistero e deve essere scoperto. Intanto fanno la loro comparsa sulla scena Gola e Lussuria: chi saranno mai i loro tramite? Beh, se volete scoprire di più non vi resta che continuare a seguirmi!

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Capitolo 4
*** Vision ***


In un luogo di cui a nessuno è dato sapere esattamente la locazione, un luogo immerso in una placida luce che non pare mai volersi spegnere, qualcuno pare essere turbato. Posa dolcemente una mano su quella della donna incosciente, seduta su un trono e alla parvenza addormentata. “ Mia adorata sorella, sono qui “. Sussurra la persona misteriosa, di cui scorgere i lineamenti risulta del tutto impossibile. “ Presto squarceremo il velo di sonno che ti ottenebra la mente, te lo prometto. Fino ad allora, tuttavia, dovrai pazientare ancora un po' “. Sussurra semplicemente colui del quale si capisce solamente che si tratta di un uomo: un uomo alato, maestose ali bianche che sembrano quasi voler ricoprire interamente il suo corpo, come a proteggerlo.

“ La battaglia sta per cominciare “. Sentenzia un’altra figura, sempre avvolta in ali che ne celano l’identità e che coprono anche il suo volto. “ Egli lo aveva predetto, sarebbe successo tutto a Roma e nel Vaticano “. Sentenzia, l’altro fa un cenno affermativo con il capo, il suo volto così come quello dell’altro totalmente celato dalle sue ali.

“ E’ vero, non ci resta che attendere gli sviluppi di questa battaglia che le sette Virtù sono state chiamate ad affrontare e confidare in loro “. Sentenzia a sua volta, mentre l’altro non proferisce parola. “ Avverto il tuo turbamento: cosa lo provoca? “. Chiede. l’altro rimane in silenzio qualche istante.

“ Nulla. Non è nulla “. Detto ciò gli da le spalle, dispiegando poi le sue ali, più di due sicuramente, ed alzandosi nuovamente in volo sotto lo sguardo ora non più celato dell’altro. In tutto questo, la misteriosa donna non apre gli occhi e seguita a rimanere in quella sorta di sonno privo di sogni. l’identità di queste persone non è ancora palese, ma sembrano sapere molte più cose di quello che sembrerebbe.

 

**********************************
 

Moritz Glassred torna alla propria casa, meglio dire la propria villa: è furioso per quanto accaduto. Non solo Valentina lo ha lasciato, oltre a questo Doris e Theresa si sono intromesse e, usando il potere di Speranza e l’arco di Hope sono riuscite a cacciarlo prima che potesse dare una lezione alla donna. “ Maledetta sgualdrina che non sei altro, questa me la paghi “. Sibila tra i denti il giovane avvocato, sbattendo malamente la giacca sul divano ed allentando il nodo della cravatta: sente come se la collera gli stesse prosciugando ogni particella di ossigeno, il respiro è irregolare mentre, per un momento, nei suoi occhi passa un bagliore viola. “ Puttana! “. Si altera e, con il solo sguardo manda in frantumi uno specchio lì vicino. “ Te la faccio pagare, te lo giuro. Ti pentirai amaramente di avermi lasciato in quel modo, così come la pagheranno la tua cara mammina e quell’altra sgualdrina della tua amichetta del cuore “. Posa entrambe le mani sul tavolo, respirando profondamente: deve cercare di calmarsi. Una voce alle sue spalle lo fa da prima sussultare.

“ Wow, fai sul serio? “. Chiede semplicemente, entrando nella sala come se nulla fosse. “ Stai disperdendo Grazia demoniaca ovunque, se continui così distruggerai il tuo tramite nel giro di un’ora, Pride “. Lo chiama semplicemente, l’altro non si volta ma pare riconoscere la voce molto bene.

“ Io sto bene: Pride non mi sta affatto distruggendo, sono solo dannatamente incazzato “. Inizia, per poi voltarsi verso chi gli ha rivolto la parola. “ Ma tu? Quando sei tornato, esattamente? Ti credevo al tuo night club, insieme a Lucrezia “. Fa, mentre l’altro giovane dalla lunga chioma ametista scuote le spalle con noncuranza.

“ Sono venuto a vedere cosa stavi combinando, a quanto pare ho fatto bene: ti sei fatto mettere nel sacco come uno sciocco, ora quella donna e quella Virtù sanno chi tu sia e non solo: probabilmente aiuteranno Giustizia a risvegliarsi, ti rendi conto? Tutto per la tua incapacità “. Sibila l’ultima parte con un pizzico di malcelata alterazione. L’altro stringe forte i pugni quasi fino a farseli sanguinare: dovrebbe resistere e controllarsi, ma le parole escono dalla sua bocca ancor prima che il suo cervello possa dar l’ordine di trattenerle.

“ Tu mi hai ordinato di tener d’occhio quella puttana, io l’ho fatto! Non è colpa mia se poi ha iniziato ad interessarmi davvero, non è colpa mia ciò che è successo dopo, e… “. Ma non finisce la frase: l’altro punta la mano verso di lui e, solo stringendo lievemente il pugno i suoi occhi si illuminano di un intenso ametista.

“ Idiota! “. Grida, mentre improvvisamente Moritz inizia a sentirsi poco bene: cade in ginocchio mentre inizia lentamente a sanguinare dalla bocca. “ Dovrei ucciderti, qui seduta stante. Ma non lo farò, non stavolta: sei mio fratello, dopo tutto. Ma tieni bene a mente le mie parole… “. Si avvicina lentamente, l’altro sente un dolore atroce in tutto il corpo. Dolore che si placa solo quando il giovane dalla chioma ametista abbassa la mano, chinandosi per poter arrivare alla sua altezza. Gli afferra il mento con due dita e lo costringe a guardarlo, occhi negli occhi. “ … azzardati ancora una volta a deludermi, azzardati ancora una volta a fallire e ti garantisco che non sarò più così clemente con te. Mi sono spiegato? “. Chiede. Il bruno annuisce, smettendo anche di sanguinare mentre gli occhi dell’altro rimangono di un intenso ametista. Si alza da terra, dove invece Moritz rimane in ginocchio per poi puntare lo sguardo di colore viola in quello dell’altro, suo fratello maggiore e capo delle incarnazioni demoniache.

“ E va bene, Allen. Sarà come vuoi, ma ora? Cosa pensi di fare? “. Chiede, stringendo lievemente il pugno per mascherare la propria collera. Colui che si rivela essere Allen sogghigna lievemente, pensando al suo nuovo piano che, ne è certo, darà più frutti del precedente.

“ Chissà. Forse, farò visita alla nostra cara Valentina. Anche se dubito potrà riconoscermi, sarà un piacere giocare un po' con lei “. Sogghigna sadicamente, riflettendo: anche se si rivedranno come Allen e Valentina, la fanciulla così come chiunque altro non potrà mai capire che lui e Lussuria sono la stessa persona malgrado sicuramente potrà notare l’aspetto praticamente identico, non potrà comunque ricollegare il tramite al figlio di Lucifero, non finché il suo potere demoniaco lo proteggerà ed impedirà a chi che sia di scoprire la sua identità. Almeno, fino a quando lui non deciderà di giocare a carte scoperte, ma per questo pensa, c’è ancora tempo. Ora vuole solo divertirsi un po' con la bella avvocatessa. “ Che c’è, fratellino? Ti vedo agitato “. Chiede il giovane, quasi come gli importasse davvero o non avesse capito cosa Moritz pensa. L’altro si alza finalmente da terra per poi pulirsi la bocca, ancora lievemente sporca di sangue.

“ Credi sarà semplice come con le altre due? Non sottovalutare quella puttana. Potresti finire per pentirtene “. Sentenzia. Suo fratello gli da ancora le spalle, dopo che in precedenza si è voltato per poter uscire dalla stanza. “ In oltre, non senti la presenza di quell’uomo? “. Chiede. Allen rimane ancora in silenzio e, finalmente, di lì a pochi istanti prende parola.

“ Certo che lo percepisco. Dimentichi? Io e lui abbiamo un legame profondo “. Ghigna malefico, tuttavia l’altro non pare dello stesso avviso e non è affatto convinto e men che meno tranquillo.

“ Non lo sottovalutare: già una volta ha quasi scoperto la posizione della nostra villa, non è un nemico da poco “. A quella frase Allen si volta di scatto verso di lui, gli occhi brillano ancora di un intenso ametista.

“ E’ morto, Moritz: ed i morti non mi fanno paura “. Dette queste enigmatiche parole fa comparire la propria spada nelle sue mani, in un lampo dello stesso colore dei suoi occhi e dei suoi capelli. “ Pensiamo a sbarazzarci della Chiesa, piuttosto: stanno diventando troppo fastidiosi, per i miei gusti “. Sentenzia ma, a quelle parole il fratello scuote il capo.

“ Non credo sia saggio aggredirli in casa loro: perché non aspettiamo che si muovano? Sono sicuro che lo faranno, a quel punto potremo facilmente sbarazzarcene. Adesso potrebbero godere della protezione di quegli Arcangeli e di Dio stesso “. A quella frase tuttavia, il capo dei peccati capitali si lascia andare ad una fragorosa risata.

“ Certo! Come no, il caro e premuroso Dio “. Fa, con una malcelata ironia. “ Dio non ha tempo per questo, fratello. Ma hai ragione: lasciamo perdere la Chiesa, almeno per ora. Ho voglia di divertirmi un po' con la nostra cara Giustizia, dato il tuo fallimento credo sia ora che io scenda in campo personalmente “. Fa, calmandosi un po' mentre suo fratello minore non può fare altro che guardarlo qualche istante, per poi incrociare le braccia al petto. Non sa perché ma non riesce a rimanere totalmente tranquillo.

“ E se Fede decidesse di farsi vivo? “. Chiede e, a quella frase il maggiore pare perdere istantaneamente ogni ilarità. Riflette un momento mentre la spada si circonda di Grazia Demoniaca.

“ Fede? Che venga pure: questa spada lo sta aspettando da quando entrambi siamo nati “. Senza dire altro esce dalla stanza, lasciando solo il fratello che non può fare a meno di farsi più di una domanda.

 

Sono trascorsi diversi giorni dalla rivelazione sconcertante che Doris e Theresa hanno fatto a Valentina. La fanciulla è a casa e non può fare a meno di riflettere: lei è un’incarnazione Angelica, il tramite di Giustizia, o Justice che dir si voglia. Una delle sette figlie di Dio risiederebbe in lei, se ci pensa la cosa la sconvolge ancora. Eppure sa che è vero, sa che le parole della madre e della migliore amica sono vere e non solo perché le conosce e sa che non le direbbero mai una menzogna. No: lo sente nel profondo, come se colei che risiede nel suo corpo le stesse parlando e la stesse guidando, così come ha fatto sin dalla sua nascita. “ Justice, la figlia di Dio… “. Sussurra semplicemente l’avvocatessa. Anche quel giorno, così come nei precedenti decide di non presentarsi al lavoro: troppa confusione aleggia nella sua mente, ha bisogno di riordinare le proprie idee e di accettare al cento per cento il suo ruolo. Poi, esattamente quale sarebbe il suo ruolo, pensa? Cosa dovrebbe fare? È sola, disarmata, non ha nulla per poter combattere. Viene definita “ lo scudo di Dio “, ma lei non ha alcuno scudo che potrebbe proteggerla in caso questi nemici, i figli di Lucifero, decidessero di attaccarla. E loro, si chiede? I nemici sapranno chi è lei? E se si, come mai ancora non l’hanno aggredita? Cosa stanno aspettando? Sanno che è debole, sanno che non è ancora pienamente cosciente dei propri poteri, allora cosa stanno aspettando? Oppure non sanno nulla e lei ha completamente sbagliato con la sua ipotesi? Più cerca risposte più nuove domande si accumulano nella sua mente, costringendola a rigirarsi nel letto più volte senza riuscire a prendere sonno. Non fino a quando, improvvisamente, una voce a lei sconosciuta le parla attraverso la sua grazia: una voce calda che lei non conosce, una voce che le dice di dormire e che starà a vegliare su di lei fino a quando non sarà mattina, che nessuno potrà attaccarla, non quella notte per lo meno. “ Chi sei…? “. Sussurra solamente, chiaramente nessuna risposta giunge mentre i suoi occhi iniziano a farsi pesanti fino a chiudersi. Lei sprofonda in un sonno quasi innaturale, mentre le immagini di San Raffaele e San Michele poste sul suo comodino cadono a terra misteriosamente.

 

Ed è in quel momento che la visione di Valentina ha inizio.

 

Si trova in un posto a lei sconosciuto: i suoi piedi sono scalzi e lei indossa un lungo abito di color lilla, che lascia scoperte solamente le spalle mentre il resto delle braccia è fasciato in ampie maniche. “ Dove sono? E come ho fatto ad arrivare qui? Non capisco “. Sussurra. Malgrado in quel luogo faccia molto freddo lei non pare percepirlo, anzi: è come se un costante calore si irradiasse in tutto il suo corpo. “ Ah, ora ho capito: sono a casa “. Sussurra solamente e come se, improvvisamente e senza un’apparente ragione avesse riconosciuto il luogo in cui è giunta. Un luogo che le mette un’infinita nostalgia. “ Eppure, io non dovrei essere qui. Non dovrei… “. Sussurra, mentre lentamente delle sensazioni che non le appartengono iniziano a farsi strada in lei. O meglio: le appartengono ma è come se allo stesso tempo fossero di qualcun altro, è una sensazione che non crede di aver mai provato prima d’ora. Cammina ancora in quel luogo puro ed incontaminato, in cui il solo colore a prevalere è il bianco, contrastato solamente dal blu intenso del cielo sopra di lei. “ Cosa? No… “. Fa improvvisamente, una sensazione la pervade e la terrorizza allo stesso tempo. “ Aspetta! Aspetta un momento, no! Non è ancora il momento per me “. Fa, guardando una figura alata proprio di fronte a lei: non ha solo due ali e lei non sa come, ma riconosce che si tratta di un arcangelo. “ Aspetta! Non sono ancora pronta! Papà ha detto che non è il momento, no! “. Continua a gridare, la misteriosa figura lascia cadere un cristallo a terra. Lei non sa perché ma grida, poi il nulla assoluto.

 

L’avvocatessa apre gli occhi di scatto, spaventata: il cuore tamburella nel suo petto come fosse un tamburo, non riesce a quietarsi nemmeno mettendosi seduta. “ Ma cosa…? “. Mormora, cercando istintivamente le immagini sacre che da sempre tiene accanto a sé, sul comodino. Non trovandole si allarma immediatamente. “ Oh no: dove sono finite?! Dove sono?! “. Si dispera, come fosse una cosa di vitale importanza. Non appena le nota entrambe a terra esce immediatamente dalle coperte, inginocchiandosi a raccoglierle e stringendo a sé l’immagine sacra di San Raffaele. “ Non capisco: cosa mi sta succedendo? E chi era quell’essere alato? “. Si chiede, raccogliendo in seguito anche l’immagine di San Michele e stringendole entrambe a sé, come potessero fornirle maggior protezione dalle visioni che, lentamente, stanno iniziando a farsi sempre più realistiche. Specie da quando ha scoperto di essere un’incarnazione Angelica e di avere una missione molto importante. Eppure pensa, è altrettanto certa che quelle visioni siano reali. Forse ne deve parlare con qualcuno, prima che la situazione le sfugga di mano.

 

Nello stesso momento, Theresa sta camminando solitaria per le vie di Roma. Ha appena smesso di lavorare, l’ultimo paziente l’ha trattenuta più del dovuto e così ha finito per far tardi. Mentre cammina non può fare a meno di riflettere: è da tanto tempo che lei e Doris volevano parlare a Valentina della sua natura angelica, lo avrebbero voluto fare prima e le dispiace che abbia scoperto tutto quanto in una circostanza tanto brutta. Tuttavia pensa, ora il loro compito è aiutarla a capire la situazione ed accettarla: i nemici non staranno certamente aspettando i loro comodi e, senza dubbio, prima o dopo qualcuno si farà vivo e loro dovranno trovarsi preparate. La giovane psicologa tuttavia, non sa che qualcuno sta tenendo d’occhio ogni suo spostamento da un po'.

 

Il giovane dalla chioma corvina si appoggia al muro, accendendo una sigaretta e sbuffando pesantemente. “ Non credi che dovremmo rientrare? “. Chiede la donna dalla lunga chioma mogano accanto a lui, incrociando le braccia al petto. Lui non le risponde così, contrariata, la ragazza lo chiama nuovamente. “ Edward! Sto parlando con te, mi vuoi rispondere? “. Chiede, mentre lui sbuffa pesantemente.

“ Torna tu se vuoi, io ho ancora da fare “. Taglia corto, lei pare perdere ulteriormente la pazienza e gli si avvicina.

“ Oh certo, tener d’occhio quella sgualdrina è più importante che un ordine del capo, no? Preferisci farti punire piuttosto che smettere di giocare al detective! “. Tuona innervosita la bruna. Lui non dice nulla, limitandosi a inspirare fumo per poi farlo fuoriuscire in una nube che si dissolve di lì a poco.

“ Tornerò solo quando avrò verificato una cosa, sta calma: non intendo farmi punire dal capo “. Fa semplicemente, mentre un bagliore rosso passa per un istante in quegli occhi di ghiaccio che a molti mettono paura. “ Non capisco perché ti scaldi così tanto “. A quella frase lei gli da le spalle, mantenendo le braccia incrociate ed ancora contrariata.

“ Perchè non voglio che ti faccia del male, stupido che non sei altro “. Commenta solamente. Lui sorride leggermente: ormai la sigaretta è terminata e, dopo aver gettato a terra e pestato il mozzicone abbraccia da dietro la ragazza.

“ Non devi aver paura per me, sta tranquilla: so bene quello che faccio, il capo me ne sarà grato. Ed anche nostro Padre, il sommo Lucifero “. Ghigna cinicamente, negli occhi di lei passa un bagliore verde mentre si volge verso l’altro.

“ Finalmente sei tornato “. Sussurra, mentre lui annuisce e non scioglie l’abbraccio per nessuna ragione.

“ Anche tu, vedo che sei tornata. È bello poterti parlare “. Sogghigna, lei si lascia stringere mentre posa il capo sulla sua spalla.

“ Non mi piace il modo in cui guardi quella sgualdrina. Non mi piace come guardi quella Virtù e la sua volgare tramite “. Sussurra quasi, lui non dice nulla ma, di lì a poco, il suo sguardo torna a puntarsi su Theresa.

“ Te l’ho detto: me la vedrò io con Hope, non devi temere “. In un lampo nero un coltello fa la sua comparsa nella sua mano libera, gli occhi di lui rimangono di un rosso incandescente mentre riflette: forse pensa, è ora che anche lui scenda in campo e dia una mano al suo capo nella sconfitta dei figli di Dio. E soprattutto pensa, è tempo di accelerare i tempi: suo padre Lucifero deve risvegliarsi quanto prima e conquistare la Terra ed il Paradiso, costi quel che costi.


Salve a tutti, come state? Ed eccomi con il capitolo quattro: abbiamo visto degli esseri alati parlare, chi potranno mai essere? Chi è la donna addormentata? Intanto Valentina ha una strana visione, delal quale decide di parlare a theresa e Doris: chi è l'uomo che ha sognato? E perchè gli avrà detto che non era il suo momento? Intanto Theresa sta per incontrare un nuovo nemico, chi sarà mai? E perchè pare avercela tanto con Speranza? Continuate a seguirmi e lo saprete!

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