Come un fantasma

di Its a beautiful day
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo Uno ***
Capitolo 2: *** Capitolo Due ***
Capitolo 3: *** Capitolo Tre ***
Capitolo 4: *** Capitolo Quattro ***
Capitolo 5: *** Capitolo Cinque ***
Capitolo 6: *** Capitolo Sei ***
Capitolo 7: *** Capitolo Sette ***
Capitolo 8: *** Capitolo Otto ***
Capitolo 9: *** Capitolo Nove ***
Capitolo 10: *** Capitolo Dieci ***



Capitolo 1
*** Capitolo Uno ***


Pov. Giorgia
"Oh, mio dio" sussurra mia cugina
 
"Non ci posso credere" Veronica si porta le mani alla bocca, meravigliata.
 
"Sì ragazze, è questo" esclamo, gli occhi lucidi per l'emozione. Mi guardo allo specchio: sto indossando un bellissimo abito bianco dal corsetto a cuore e una gonfia gonna di tulle. È il decimo vestito che provo questa settimana.
Osservo le decorazioni di Swarovski del corsetto mentre accarezzo dolcemente la morbida gonna di tulle. È davvero meraviglioso
"Vorrei proprio sapere che ne pensa lo sposo" sorrido
 
"Lo scopriremo il giorno del matrimonio" mi ammicca Giulia
Torno nel camerino, e velocemente torno ad indossare i miei comodi jeans e la mia t-shirt basic.
"Quindi.. È questo!" esclamo alla commessa che sta tenendo in mano il mio vestito
 
"Certo signorina” mi sorride
 
"Allora fra quanto potrò provarlo?"
 
"Non prima di un mese circa" la commessa fa un breve resoconto "Che ne direbbe di venire il 21 maggio?"
 
"Perfetto" annuisco "Allora il 21 maggio sarò di nuovo qui" sorrido
Recupero la mia borsa, e insieme alle ragazze, esco dal negozio. Ci incamminiamo chiacchierando verso un bar dove riposarci un attimo dopo aver girato circa cinque negozi per abiti da sposa.
Ci sediamo nel dehor di un piccolo locale, e ripercorro mentalmente questi ultimi sei anni.
Ne sono successe di cose. Anche troppe forse.
Dopo che Zayn mi lasciò, il 18 maggio di sei anni fa, la situazione precipitò parecchio. Entrai in una sorta di depressione che andava via via peggiorando: per le prime settimane non toccai cibo, infatti persi parecchi chili, talmente tanti che la mia famiglia penso di farmi ricoverare. Solo l'idea mi metteva i brividi, così cominciai a mangiare, giusto per far vedere che non fossi completamente diventata pazza. Passavo intere giornate da sola, chiusa in camera, in uno stato quasi di tranche e non mi accorgevo nemmeno del passare del tempo. Mi rendevo conto solo del dolore che provavo e di quanto mi mancasse Zayn. Di punto in bianco ero stata privata di quello che credevo indispensabile per la mia esistenza quindi andare avanti mi sembrava praticamente impossibile.
Nonostante gli sforzi di Giulia e delle mie amiche, passai giornate in isolamento dove cominciai però ad accettare il fatto che Zayn se ne fosse andato per sempre e che lui non era quello giusto per me, che mi avrebbe portato solo sofferenze.
Nel frattempo mio padre ha cercato piano piano di costruire un rapporto con me. Non dico che ci sia riuscito – ancora mi fa strano pensare di condividere lo stesso padre con Jacob – ma ora finalmente mi sento a mio agio con lui. È venuto anche un paio di volte alla prova dell’abito.
Anche perché ormai fa coppia fissa con mamma. Dopo diciassette anni sono riusciti a realizzare il loro sogno: rincontrarsi e amarsi.
Per Jacob è stato dura da accettare. La separazione dei suoi è stata difficile, ma dopo qualche mese è tornato a parlarmi, supportandomi tanto. È entrato anche tanto in sintonia con mia mamma.
Anche io finalmente ho appianato le mie divergenze con lei. Dopo avermi vista soffrire per Zayn si è scusata per aver sempre minimizzato i miei sentimenti. Sì è scusata anche per avermi nascosto la verità su mio papà.
Da quando si è avvicinata a Mark è rinata, è una donna nuova.
Sorrido.
Il tempo scorreva veloce, i mesi si sono susseguiti con una velocità – che a ripensarci adesso - è destabilizzante. È arrivato il giorno del mio diciottesimo compleanno.
Quel giorno, invece di essere felice, provavo un incredibile peso sul petto. La Nostra promessa era ancora incisa a fuoco nella mia mente. Stavamo aspettando solo questo giorno per sposarci. Questo giorno doveva essere il Nostro nuovo inizio.
Dopo tutti quei mesi, non riuscivo bene a capire cosa provassi per Zayn. Pensavo di non amarlo più, eppure provavo quella pesantezza profonda nell’essere arrivata a questo giorno da sola.
I festeggiamenti sono stati meravigliosi. Ho ricevuto anche una torta a forma di tigre, fatta proprio da Buddy Valastro. Non potevo crederci.
Ancora oggi io e la mia famiglia ci chiediamo chi abbia commissionato quella torta.
Il tempo continuava a scorrere veloce, e per il primo anno e mezzo non ho nemmeno voluto sentir parlare d ragazzi. Sì, ho impiegato più di un anno per poter ricominciare anche solo a parlare con un ragazzo.
Così nell’autunno dell’anno successivo alla partenza di Zayn, ho iniziato una relazione con James, ma è durata ben poco: nonostante fosse passato tanto tempo dalla mia rottura con Zayn, ancora non riuscivo a legarmi sentimentalmente con qualcuno. Così lo lasciai, ma non si arrabbiò, anzi mi comprese.
Con l'inizio della scuola la situazione migliorò leggermente. I miglioramenti maggiori si videro da metà anno in poi. Nonostante la grave crisi, i miei voti salirono parecchio, migliorando notevolmente la mia media.
Infatti, se a scuola stavo "bene" perché in compagnia, a casa per non sprofondare di nuovo nella depressione, passavo ore sui libri di scuola, portando così la mia media da una C a quasi una A.
Presi il diploma con il massimo dei voti, e dopo due anni dalla mia rottura con Zayn, mi concessi una vacanza con i miei amici.
Fu forse la migliore della mia vita, quasi paragonabile all'estate a Miami di tre anni prima. Bevemmo, fumammo e si, ci comportammo da ragazzini, ma da quella vacanza, la mia vita ebbe una svolta.
Decisi di non iscrivermi al college, così trovai lavoro in una libreria.
Avrei passato ore e ore al giorno immersa tra i libri, e nelle pause avrei potuto perfino leggerne qualcuno. Un’occasione che colsi al volo.
Qui conobbi Pamela: una maggiorata dalla folta chioma fulva, che subito si presentò disponibile nei miei confronti. Mi aiutò con in lavoro, mi invitò a casa sua per fare due chiacchiere, e nel giro di due mesi sapeva vita, morte e miracoli della mia vita.
Non a caso sarà una delle damigelle, al mio matrimonio.
Cominciai a lavorare lì verso fine agosto, e così cominciai ad avere i primi rapporti con uomini grandi e adulti. Persone mature, nulla a che vedere con la storia che avevo avuto in passato, grazie anche all'aiuto di Pamela, che in quanto a uomini ci sa fare eccome.
Provai a conoscere qualcuno, e con altri andai anche oltre, ma nessuno mi colpì a tal punto da iniziare una relazione.
Poi circa due anni fa, tutto cambiò.
Io ero cresciuta, lui era cresciuto. Ero andata avanti nella mia vita, Zayn era diventato ormai solo un lontano ricordo, quasi sfocato, come se fosse passato un decennio da quando lo vidi l'ultima volta.
Ci rincontrammo un pomeriggio di Luglio. Lo ricordo come fosse ieri.
Mi presi un giorno da lavoro, per sistemare alcune pratiche burocratiche per il cambio residenza. Avevo infatti appena comprato casa, e avevo bisogno di sbrigare alcune commissioni.
La casa era carina, nulla di lussuoso: aveva due camere da letto, ed un grosso open space in soggiorno. La parte più bella era il grande giardino. Me ne innamorai appena la vidi.
Necessitava però di un paio di lavori. Fu proprio così che ci rincontrammo. Lui era capo cantiere.
Era cambiato molto dall’ultima volta che lo vidi alle corse.
Era diventato estremamente muscolo, il viso dolce sostituito da un’espressione rude di chi ha dovuto rimboccarsi le maniche per arrivare dov’era arrivato.
Inizialmente ci scambiammo poche timide parole, i ricordi di ciò che avevamo fatto anni prima erano ancora vividi nella mia memoria.
I lavori si sono protratti per più tempo del dovuto, ci vedevamo praticamente tutti i giorni.
Abbiamo ripreso a parlare, poi lui mi chiese di prendere un caffè.
Da lì tutto è iniziato.
Mano a mano che passava il tempo il mio rapporto con lui cambiò: cominciammo a passare sempre più tempo assieme, mi passava a prendere dopo il lavoro o nelle pause, mi offriva il pranzo.
Mi ha coccolata, mi ha viziata, mi ha amata.
Anche se ci ho messo un po’, mi sono innamorata di lui.
Ed ora siamo a qui, ad un mese e mezzo dal nostro matrimonio.
Se otto anni fa mi avessero chiesto con chi mi sarei immaginata all'altare, non avrei saputo rispondere.
Se me lo avessero chiesto cinque anni fa, avrei risposto Zayn.
Ed ora, se penso che fra quarantacinque giorni circa, sarò all'altare con Luke, sento le farfalle nello stomaco.
Sinceramente pensavo che non avrei mai più provato un sentimento del genere dopo Zayn, eppure eccomi qui.
Ad amare intensamente quel ragazzo dai capelli biondi e gli occhi azzurri, soffrire per un altro ragazzo, crescere.
Quando facemmo l'amore, circa tre mesi dopo il nostro primo incontro, mi sembrò di tornare ragazzina. Ricordai la prima estate al mare con i miei amici, ciò che avevamo fatto insieme. Eravamo più giovani, più selvaggi. Quando lo facemmo di nuovo una volta rincontrati, provai per la prima volta dopo tanto tempo l'amore sulla mia pelle.
Mi sono innamorata di lui, ma non l'ho capito fino a quando non mi ha chiesto di sposarlo. Solo allora ho capito cosa provassi davvero, e senza esitare ho risposto "Sì" e non me ne pento.
Luke è stato l'unico in grado di capire fino in fondo la mia situazione. Sapeva bene da che tipo di relazione uscissi, sapeva bene quanto avessi amato Zayn. Nonostante gli anni, ha saputo comprendere che avevo bisogno dei miei tempi.
Affrontammo lentamente, ogni passo, finché circa un mese e mezzo dopo il nostro incontro lui mi propose di iniziare una relazione. In quel momento ero la ragazza più felice del mondo.
"Ehi, che stai pensando?" Pamela mi tira una spallata giocosa
 
"A quanto sono incredibilmente felice ora" sorrido, portandomi un bicchiere di crodino alle labbra.

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Capitolo 2
*** Capitolo Due ***


Pov. Giorgia
Dopo aver salutato le ragazze, mi avvio verso casa. Il sole è abbastanza caldo per essere una giornata di metà aprile, ma una leggera brezza rende la temperatura accettabile.
Osservo sorridendo gruppi di ragazzi che fino a qualche anno fa erano semplici bambini e mi meraviglio dei cambiamenti che hanno subito.
Osservo Jeremy, figlio del panettiere alla fine della strada dove abitavo. Quando frequentavo il liceo era un piccolo ragazzino di dieci anni, mentre ora è un bel sedicenne e se avessi ancora diciassette anni ci farei un pensierino.
Anche Jessy, la figlia della fioraia è cresciuta molto, si è fatta molto più bella, e finalmente ha tolto quell'ingombrante e fastidioso apparecchio suo simbolo di riconoscimento quando era ancora alle elementari. Ora sfoggia una dentatura da far invidia ad una star di Hollywood, che rende il suo viso perfetto.
E poi ci sono io: i miei capelli ora sono corti, un caschetto più lungo sul davanti ha sostituito i miei lunghi capelli adolescenziali donandomi una aria più matura. I lineamenti del mio viso sono marcati, delineando ormai i miei quasi ventitré anni.
Le mie gambe si sono allungate ancora di qualche centimetro, mentre il seno è cresciuto arrivando quasi ad una terza. È il mio orgoglio oramai.
Ma il cambiamento maggiore lo noto osservando la mia mano sinistra: nell'anulare, risplende l'anello di fidanzamento, sottolineando il fatto che sia finalmente diventata.. un'adulta.
Mi fermo, aspettando che il semaforo diventi verde ma un cartellone pubblicitario cattura la mia attenzione
Giorgia. una mostra di disegni dell'artista emergente più quotato dai collezionisti: Jonatha Lewis
Un'automobilista piuttosto scocciato mi riporta alla realtà, facendomi notare che il semaforo è diventato verde, così riparto velocemente.
Dev'essere interessante. Forse potrei parlarne a Luke
Parcheggio la macchina all'interno del parcheggio coperto del centro commerciale e, dopo essermi assicurata di non aver dimenticato il telefono in macchina come faccio di solito, raggiungo i negozi.
Dovrei avere l'appuntamento dal parrucchiere fra una quarantina di minuti, e mentre aspetto approfitto per fare un giro.
Osservo distrattamente le vetrine dei negozi, con la sensazione di essere osservata. Mi guardo attorno, ma non noto nessuno. Un ragazzo con una folta barba nera, è appoggiato al muro, tutto intento ad osservare lo schermo del suo IPhone. Un madre sta trascinando il figlio per un braccio, portandolo lontano probabilmente da un giocattolo che tanto desiderava.
Comincio a camminare ed entro in un negozio. Trovo una maglia, e decido di provarla. Osservo allo specchio come il mio fisico sia cambiato nel tempo, di come io mi sia trasformata. Mi sembra ancora incredibile che ciò che vedo allo specchio sia davvero io.
Il corpo pieno, il petto pronunciato. 
Mi rimetto la mia t-shirt bianca ed esco dal camerino. Fuori da esso il ragazzo con la barba di poco prima mi sta osservando. Non lo guardo troppo, ma dopo avergli dedicato un veloce sguardo, i miei occhi tornano immediatamente su di lui: due occhi nocciola, dalla forma leggermente orientale, mi osservano scrutando la mi reazione
"Zayn?" chiedo, avvicinandomi a lui. Sorride leggermente, quel sorriso che mi rimarrà impresso per sempre
 
"Ciao Giorgia" mi saluta, incrociando le braccia al petto.
In un attimo ripercorro la nostra storia: dal primo incontro, al primo bacio. Dalla nostra prima volta, alle prime litigate finendo a quel maledetto 18 maggio. È tutto così immediato, tutto così reale, che per un momento la testa mi gira, ma esattamente come sono arrivati, i ricordi se ne vanno consumati ormai dal tempo.
"Che ci fai qui? Non sapevo fossi tornato"
 
"Sono in città di passaggio" alza le spalle "Come se cresciuta" squadra il mio corpo, si sofferma sul seno e poi torna fissarmi
 
"Se ti stai chiedendo se sono vere.. Sì, lo sono" sorrido gonfiando il petto "La crescita può far miracoli"
 
"A me andavano bene anche quando erano piccole" quella frase mi mette leggermente a disagio e rimango in silenzio "Che ne diresti di prendere un caffè? Giusto per parlare" o mio dio. Non può chiedermelo davvero.
Non dopo tutto quello che abbiamo passato.
Non dopo tutto quello che ho passato.
La depressione, il dolore, la mancanza. Ho sofferto per lui, e ora non può semplicemente chiedermi 'Ehi, prendiamo un caffè?' come se fossimo due amici che si ritrovano dopo tanto tempo.
Eppure lui non ha alcun effetto su di me. Quando l'ho visto, certo non sono stata indifferente, perché so cosa ha significato per me, però ora è come se fosse una persona qualsiasi. Né più né meno di quel ragazzo alla cassa, o di quella ragazza che sta guardando con aria titubante due paia di jeans.
"Mh, okay. Penso si possa fare" annuisco posando la maglietta, e seguendolo fuori dal negozio.

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Capitolo 3
*** Capitolo Tre ***


Pov. Giorgia
Cammino a disagio accanto a Zayn, sei anni dopo la nostra rottura.
È impossibile nascondere il mio disagio, visto che cammino a circa dieci centimetri da lui.
Lui invece, ha le mani in tasca, lo sguardo basso, l'espressione seria e persa. Proprio come anni fa, non ha perso quest'abitudine di corrugare in continuazione le sopracciglia. Come se questo movimento lo aiutasse a pensare meglio.
"Ti va se ci fermiamo qui?" mi domanda, rompendo il silenzio e interrompendo quel tic nervoso
 
"Uhm, va bene" annuisco
 
"Siediti pure, vado ad ordinare due caffè" mi sorride. Osservo bene il sorriso: è spento, finto. Quasi tirato
Mi guardo attorno, osservando le persone che camminano veloci per il centro commerciale. Poi do un'occhiata al telefono: 16.35.
Tra venti minuti ho l'appuntamento dal parrucchiere, e questo mi fa tirare un sospiro di sollievo.
"Eccomi, fra poco arrivano" mi rivolge un altro finto sorriso "Allora? Cazzo se sei cresciuta" mi squadra ancora, soffermandosi sul seno
 
"Già" cerco di comprimi "Ormai ho ventidue anni, non più diciassette"
 
"Ventidue, ventidue" ripete portandosi due dita alle tempie "Ne è passato di tempo dall'ultima volta in cui ci siamo visti" alza poi lo sguardo
 
"Un po' " annuisco "Sono cambiate molte cose d'allora" incrocio le mani sul tavolo
Un cameriere dai profondi occhi blu ci posa sul tavolo due tazzine, e un aroma di caffè mi invade le narici. Gli rivolgo un sorriso per ringraziarlo
"Non lo metto in dubbio" fissa ancora il seno, e poi mi guarda le mani. Sbianca leggermente "Quello.. quello è un anello di fidanzamento?"
 
"Sì Zayn," lo guardo negli occhi, lui cerca di reggere il mio sguardo
 
"Lo conosco?"
 
"È Luke"
 
"Luke" abbassa la testa. Cala un inquietante silenzio, interrotto dopo qualche secondo dalla risata di Zayn. Scoppia a ridere, una risata quasi.. sincera "Luke" ripete ancora
 
"Luke.." ripeto io, leggermente spaventata
 
"L'ho sempre saputo. Sempre. Gli sei sempre piaciuta e non ha perso occasione di buttarsi addosso a te non appena me ne sono andato"
 
"Mi dispiace deluderti, ma le cose non sono andate come credi tu" non starò certo a raccontagli della mia depressione, di tutto ciò che ho dovuto affrontare dopo che lui ha deciso di abbandonarmi. Non voglio che sappia come mi ha ridotta.
 
"Certo, lui avrà fatto l'amico gentile, che ti sostiene nel tuo momento peggiore, approfittando della tua debolezza, e tu pensi di esserti innamorata di lui"
 
"Penso?" lo guardo storto
 
"Sì, pensi. È normale pensare di provare qualcosa per qualcuno che ti è stato vicino, ed è stato carino nei tuoi confronti"
 
"Non lo accetto" mi alzo "Non accetto che tu, dopo sei anni, ti ripresenti qui, e metti in dubbio ciò che provo per lui" li lascio due banconote da un dollaro sul tavolo
 
"Giorgia aspetta" si alza
 
"Tu non sai un cazzo" mi volto "Non mi toccare" sposto il braccio "Non sai un cazzo" sputo, prima di lasciarlo solo
 
 
Pov. Zayn
Osservavo i suoi movimenti da giorni ormai. La vedevo entrare nei negozi di abiti da sposa, ma mai avrei pensato che fosse per lei il fottuto abito bianco.
Non pensavo si sposasse. Almeno.. non ancora.
Da un lato sapevo che sarebbe andata avanti. In fondo era solo una ragazzina, per lei sarebbe stato più facile andare avanti. Lo sapevo, ma il mio cuore sperava che non fosse così.
Sperava che in fondo, per quante storie avesse avuto, per quanti uomini avesse frequentato, nel suo cuore ci sarei stato sempre e solo io.
Povero illuso.
Lei è andata avanti, ed è andata avanti bene. Sì sposa, con quel coglione di Luke.
Sapevo già che quel dannato coglione sbavava dietro alla mia fottuta ragazza. Sapevo anche questo.
Ma mai avrei pensato di vederli all'altare insieme.
In realtà mai avrei pensato di vedere Giorgia all'altare con qualsiasi altra persona che non fossi io.
In questi sei anni, non ho fatto altro che pensare a lei, a come stesse, a cosa facesse.
Averla lasciata definitamente, mi ha distrutto. Dopo essermi schiantato contro il muro della statale, ho passato quasi cinque mesi in ospedale, tra coma e terapie riabilitative. Ho rischiato di perdere completamente la mobilità nella spalla, ed il conseguente utilizzo del braccio. Ho dovuto anche frequentare una psicologa, di nuovo.
Stavolta non l’ho maltrattata. Anzi.
Ho frequentato per un po’ i suoi incontri, poi essendo maggiorenne non avevo l’obbligatorietà di seguirla, così lasciai dopo poche sedute.
Ho passato i sei mesi che sono seguiti tra alcool e droghe. Frequentavo un sacco di donne. Saltavo da un letto all’altro. Me ne scopavo quattro diverse a settimana, non mi fotteva più di niente.
Avevo bisogno di quelle donne, perché in loro vedevo lei. Era l'unico modo per averla vicina.
Più di una volta mi è successo di essere lasciato di punto in bianco, perché continuavo a chiamarle sempre con lo stesso identico nome.
Giorgia.
Come se me ne fottesse qualcosa del loro fottuto nome.
Dopo qualche mese di quella vita di merda, mia madre decise che fosse arrivato il momento di ricoverarmi di nuovo. E per la terza volta nella mia breve vita finì chiuso dentro ad una fottuta clinica. Solo che questa volta a farmi visita lei non c’era.
Ho affrontato questo percorso da solo, l’unico appoggio che ho avuto è stata mia madre. Sono sparito dai radar per tutti, anche per Niall e Mirta.
Affrontare la riabilitazione senza di loro, ma soprattutto senza Giorgia, è stato difficile.
Dopo circa sette mesi, mi sono rimesso in carreggiata. Sono uscito dalla clinica completamente ripulito.
Mese dopo mese, il suo ricordo si faceva sempre più sfocato, la vedevo sempre meno nelle altre donne.
Quando il sesso con altre donne ha smesso di darmi la sua immagine, ho smesso di cercare ragazze.
Andavo in giro cercando qualsiasi cosa che mi riportasse alla mente il suo ricordo. Vivevo nel terrore di dimenticare il suo volto, i suoi occhi, la sua voce.
Così cominciai a disegnare. Disegnavo e basta, proprio come a Melbourne, anni prima. Solo che stavolta, lei i disegni non li avrebbe visti.
Passai gli anni che seguirono a disegnare. Per il primo anno, il soggetto principale fu lei, poi col passare degli anni, il suo ricordo si fece meno nitido, così iniziai a disegnare paesaggi, o ciò che la mia mente elaborava.
Un anno fa, la svolta: un famoso critico d'arte proprietario di una famosissima galleria di New York notò i miei disegni e volle esporli nella sua galleria.
Da quel momento in poi, la mia vita ha avuto una spinta verso l'alto: soldi, notorietà, donne.
Da quel momento diventai Jonathan Lewis.
Ricominciai a vedermi con delle ragazze, solo sesso ovviamente, ma stavolta c'eravamo solo io e la ragazza che mi sbattevo.
Di relazioni ancora non ne volevo sapere. Speravo ancora in una possibile riconciliazione con Giorgia.
E ci credevo ancora fino a dieci minuti fa, fino a quando non ho visto quel dannato anello al suo dannato dito.
Lei è andata avanti, è andata avanti senza di me. Questo mi distrugge, ma in fondo lo sapevo. Era solo una ragazzina, è stato facile per lei sostituirmi. È stato facile per lei trovare qualcuno migliore di me.
Sapevo fin dall'inizio che sarebbe successo.

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Capitolo 4
*** Capitolo Quattro ***


Pov. Giorgia
La seduta dal parrucchiere mi ha rilassata notevolmente, dopo la discussione con Zayn.
Sono appena uscita, sventolo i capelli nell'aria: sono leggerissimi e profumati, il che mi mette di buon umore.
Continuo a specchiarmi in ogni vetrina, però un senso di angoscia rimane lì, a metà del mio petto.
Non voglio rivedere Zayn, e non per paura di poter ricadere nella sua trappola. Mi ha fatto dannatamente incazzare il fatto che abbia potuto mettere in dubbio ciò che provo per.. Luke.
Luke. Dovrei dirgli di averlo rivisto? Di aver rivisto il ragazzo di cui mi ero follemente innamorata, e per cui ho rischiato di farmi male davvero dopo la sua sparizione dalla mia vita?
Prima di tornare a casa, rimango ferma a nel parcheggio del centro commerciale. Chiamo a turno le mie amiche, raccontando loro cos'è successo e chiedendogli un consiglio.
Giulia e Pamela, più grandi e più "esperte" in materia mi consigliano di parlarne con Luke, mentre le altre mi consigliano di lasciar perdere e di parlarne solo nel caso che le visite di Zayn diventino più frequenti.
Decido di optare per la seconda. Perché creare scompiglio, per un solo incontro durato sì e no una decina di minuti?
Se Zayn si dovesse ripresentare ancora, allora potrò cominciare a prendere in considerazione di parlargliene.
Dopo un'ora e un quarto passata a parlare al telefono, torno a casa.
Luke non dovrebbe essere ancora tornato dal lavoro, ma dovrebbe tornare a momenti.
Non vedo l'ora di dirgli dell'abito
Dopo circa una ventina di minuti dal mio arrivo a casa, Luke rientra
"Ciao Tesoro" gli vado incontro sorridendogli
 
"Ciao" mi sorride, prendendo il mio viso tra le mani e baciandomi delicatamente
 
"Andato tutto bene a lavoro?"
 
"Diciamo, a parte quell'incompetente di Winsor che non è in grado di montare nemmeno un mobile Ikea" comincia a raccontarmi del nuovo cantiere a cui sta lavorando e delle mancanze professionali di un suo collega, sfogandosi con me. Appena ha finito, si volta verso di me "E a te? Com'è andata la giornata di prova d'abito?"
 
"Molto bene amore, ho trovato l'abito" sorrido. Lui è seduto sul bracciolo del divano, la faccia ancora tesa dal nervoso.
 
"Mi fa piacere, non vedo l'ora di vederti camminare lungo la navata" il viso si rilassa, un piccolo luccichio brilla in fondo agli occhi, mi sorride
 
"Anche io! Già mi ci immagino col mio vestito da principessa, il bouquet di fiori, il lungo velo che mi cade sulla schiena e la marcia nuziale" comincio a imitare la camminata che tra soli quarantacinque giorni dovrò fare, camminando verso di lui
 
"Scommetto che sarai bellissima" mi attira in mezzo alle sue gambe, le mani che afferrano il mio volto, e le sue labbra si posano sulle mie, baciandomi stavolta con un'intensità maggiore rispetto a prima
 
"Lo spero" ansimo mentre le sue mani stringono i miei fianchi, togliendomi il respiro e la parola.
Mi desidera. Lo desidero.
Si alza dal bracciolo, e senza staccare le labbra dalle mie, mi fa spostare sul divano, sdraiandosi su di me.
E facciamo l'amore, assaggiandoci l'un l'altro, desiderandoci l'un l'altro.
Tutto ciò che è successo con Zayn oggi si annulla sotto il suo tocco, torno ad essere felice e spensierata.
 
                                                                                                                              ---
 
"Buongiorno" saluto Luke sorridente
 
"Buongiorno amore" ricambia il sorriso, posandomi il solito casto bacio che mi da quando ci salutiamo
 
"Ecco la tua tazza di caffè e  due uova strapazzate, hai bisogno di energie per affrontare la giornata"
 
"Grazie, ma mi daranno solo più energie per spaccare la faccia a quella testa di cazzo" scuota la testa, portandosi la tazza di caffè alla bocca "Ne prendo una forchetta solo" sorride
 
"Davvero non ne vuoi nemmeno un pezzo?"
 
"No grazie mille tesoro" sorride "Ah, ho visto dei cartelloni in città, di una mostra. Si chiama 'Giorgia'. Che ne diresti di andare?"
 
"Oh sì, volevo giusto parlartene. Mi piacerebbe molto andare. Dev'essere interessante"
 
"Perfetto oggi quando torno da lavoro passo a prendere due biglietti. Adesso scappo, sono in ritardo. Ciao amore, ti amo"
 
"Ciao tesoro, ti amo" ci scambiamo un altro casto bacio prima di separarci.
 
                                                                                                                              ---
 
Cammino distrattamente per le strade della città, cercando di arrivare puntuale al lavoro.
Dovrei essere in libreria fra circa due minuti, allora accelero il passo.
Quando arrivo, Pamela è trepidante di attesa: è curiosa di sapere com'è andata ieri sera
"Ce l'hai fatta ad arrivare allora! Dio, pensavo ti fossi persa! Allora racconta tutto!"
 
"Ciao Pam" rido "Non gliel'ho detto. Non voglio crear casino per un evento isolato. Ho deciso che se lui si farà di nuovo vivo, allora gliene parlerò"
 
"Sì, possiamo dire che è una scelta saggia. Complimenti donna"
 
"Grazie mille" scoppiamo a ridere entrambe.
La nostra giornata di lavoro inizia molto presto: i primi clienti cominciano già ad arrivare dopo circa un mezz'oretta dopo dall'orario di apertura.
Le giornate in libreria si alternano in giornate in cui l'afflusso di clienti è bassissimo, o giornate come oggi in cui l'afflusso di clienti è molto alto, e gli attimi di respiro sono davvero pochi.
Io e Pamela ci dividiamo i clienti, e per un'oretta circa non abbiamo un minuto di riposo.
Verso le 10.30 circa, il numero di clienti all'interno del negozio cala, finché il silenzio torna a regnare, mentre un signore legge incuriosito la trama di un libro e una ragazza osserva dubbiosa lo scaffale dei libri per bambini.
Pamela sistema alcuni libri che sono stati presi e poi spostati nello scaffale sbagliato, mentre io leggo alcune pagine de "La Lettera Scarlatta".
Il suono del campanello ci avvisa che un cliente è appena entrato nel locale. Alzo lo sguardo, per dedicare un sorriso al possibile acquirente, ma appena riconosco la figura che sta distrattamente guardo gli scaffali il mio sorriso scompare: Zayn è qui.

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Capitolo 5
*** Capitolo Cinque ***


Pov. Giorgia
"Che ci fai qui?" lo fulmino con lo sguardo
 
"Avevo bisogno di un libro" si giustifica
 
"Un libro?" lo guardo storta "E per chi?"
 
"Mia madre" risponde prontamente
 
"Perfetto, Pamela sarà ben felice di servirti. Pamela!" chiamo infine la mia collega, sperando di riuscire a fuggire da quell'incontro imbarazzante
 
"Dimmi.. Oh" Pamela si blocca osservando Zayn: si morde il labbro, e lo squadra dalla testa ai piedi
 
"Pamela, questo è Zayn"
 
"Che? Cosa?" sgrana gli occhi, e cerca di ricomporsi
Zayn la osserva, molto interessato. I suoi occhi esplorano il suo corpo, soffermandosi sul seno e anche lui si morde il labbro.
Una sensazione di disgusto mi assale. Certe cose non cambieranno mai.
"Preferirei che mi servissi te" Zayn mi dedica la sua attenzione
 
"Non mi sembra il caso. Pamela è competente quanto me in campo letterario. Potrà aiutarti a trovare il libro perfetto per tua madre"
 
"Voglio che mi serva tu" aggiunge a denti stretti, appoggiando i pugni stretti al bancone
 
"Per favore, queste tue scenette da bad boy potevano funzionare quando avevo diciassette anni, non ora" riprendo in mano il libro, chiudendo la conversazione.
 

Pov. Zayn
Ha preso in mano quel fottuto libro, e ha ripreso a leggere.
Ha ripreso a leggere, quando io sono qui davanti a lei.
Patrizia è in piedi accanto a me, osserva la scena imbarazzata.
Continuo a fissare Giorgia per qualche secondo, per poi lasciarla perdere e dedicare la mia attenzione alla sua collega.
Una plasticata con una quinta di seno, dai capelli rossicci mi accompagna in mezzo agli scaffali, continuando a blaterare cose che non ascolto.
Il suo culo e sicuramente più interessante, mentre sculetta compresso dentro un paio di jeans probabilmente di una taglia in meno di quella che dovrebbero essere.
Mi attizza, e parecchio, ma sono tornato per restare. Sono tornato per restare accanto a Giorgia, ed a nessun’altra.
Anche se.. gli occhi vogliono la loro parte.
Cerco di concentrarmi sulle sue parole, e decido di scegliere il primo libro che trovo.
Sono venuto qui unicamente per vedere Giorgia, per avere quel minimo contatto con lei di cui ho bisogno, e lei mi smolla ad un'altra ragazza.
Questo suo continuo rifiuto mi distrugge, sono constanti conferme che il suo amore per non esiste più.
E fa male, fa male avere la conferma che ciò che ho temuto negli anni successivi alla mia partenza, si sia avverato.
Ho sperato che, in fondo, il suo amore per me non sarebbe mai passato. Un po' come quei diabetici amori che si leggono nei libri.
Povero illuso
"Prendo questo" liquido velocemente Patrizia, prendendo il primo libro che mi capita davanti e allontanandomi poi da lei "Puoi battermelo in cassa almeno?" dico a Giorgia, intenta ancora a leggere quel dannato libro
 
"Certo" si alza, mi toglie il libro dalle mani, e più velocemente di quanto sperassi conclude l'operazione "Ecco, a te" mi porge una busta con dentro il libro e torna a sedersi
 
"Senti okay, forse abbiamo iniziato col piede sbagliato"
 
"Forse?" alza un sopracciglio "Tu.."
 
"Non iniziare, per favore" la blocco "Non avrei dovuto dire quello che ho detto riguardo a Luke, lo so. Ma se tu potessi darmi un'altra possibilità.."
 
"Di possibilità in passato te ne ho date anche fin troppe, e chi è rimasta scottata sono sempre stata io. Sono stanca di bruciarmi Zayn" sospira
 
"Non sono qui per bruciarti ancora. Sono tornato per essere ciò che cura le tue ferite"
 
"Ho già una persona che cura le mie ferite. Una persona che finalmente mi ama e mi tratta come merito. Ho passato un anno e mezzo della mia vita, ad essere il tuo giocattolino, adesso basta"
 
"Non doveva andare così" scuoto la testa
 
"Non sono stata io che ho scelto. Ha fatto tu in modo che le cose andassero così"

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Capitolo 6
*** Capitolo Sei ***


Pov. Giorgia
Dopo una lunga giornata torno a casa. Pamela non ha fatto altro che scusarsi per come ha reagito alla vista di Zayn.
Detto sinceramente non mi importa. Non importa che tipo di reazione abbia avuto, non mi interessa se dovessero scopare.
Semplicemente non mi importa più. Lui fa parte di quella parte di passato con cui ho definitivamente chiuso, ed ora non mi riguarda più.
Oggi non sarebbe dovuto venire in libreria. Non mi stupisce il fatto che sappia dove io lavori, visto che è sempre riuscito ad ottenere le informazioni che voleva. In un modo o nell'altro.
Non sarebbe dovuto venire, e adesso dovrei iniziare a prendere in considerazione di parlarne con Luke.
La cosa mi preoccupa un po': non voglio che Luke si innervosisca per la presenza di Zayn in città, e tanto meno non voglio che si senta minacciato da lui.
Ma come biasimarlo? Se fossi al suo posto, sarei completamente terrorizzata dal ritorno di una sua ex che ebbe una tale importanza per lui.
Cerco di prepararmi un discorso, in modo da potergliene parlare, senza creare eccessivo scompiglio, ma le parole sono come bloccate.
Rientro a casa, Luke mi sta aspettando con in mano due calici pieni di vino.
"Amore mio!" mi viene incontro baciandomi "Dobbiamo festeggiare!"
 
"Cosa?" rido, leggermente spiazzata
 
"Indovina chi è riuscito a procurarsi l’appalto per la costruzione del nuovo palazzo comunale?"
 
"Oh mio dio!" mi porto le mani alla bocca "Non ci credo, bravissimo tesoro!" lo abbraccio, baciandolo di nuovo
 
"Era proprio quello che ci voleva. Potrò darti il matrimonio che meriti, in vero stile principesco. Ristrutturare finalmente casa, comprarti l'auto nuova e.."
 
"Sh" lo blocco "Sono orgogliosa di te, e non per i soldi che porti a casa. Sono orgogliosa di te per tutto l'impegno e la passione che metti nel lavoro che fai. Sono orgogliosa perché tutto questo ti viene correttamente ripagato"
 
"Ti amo amore mio" mi bacia, posando i calici sul tavolo e afferrandomi per i fianchi. Li stringe, quasi a lasciare i segni delle sue mani, poi bacia dolcemente il collo.
Devo raccontargli di Zayn, del suo ritorno, prima che sia troppo tardi. Ma come posso raccontarglielo ora, che è così dannatamente felice?
Mi sfila la maglietta, e dal collo scende giù arrivando al seno "Non merito un premio?" mi sussurra nell'orecchio
 
"Certo che sì" lo prendo per mano portandolo in camera da letto.
 
                                                                                                                  ----
"Ho comprato due biglietti per la mostra" Luke mi accarezza la schiena, mentre aspettiamo che il respiro si calmi, e la pelle si asciughi
 
"Fantastico! Quando andiamo?"
 
"Volevo andarci domani pomeriggio, visto che hai il pomeriggio di riposo"
 
"Perfetto" gli sorrido, e mi posa un casto bacio sulle labbra.
Ho la testa appoggiata sul suo petto. I suoi pettorali sono caldi e umidi, il sudore rende la sua pelle leggermente appiccicosa e luminosa.
Le grosse braccia sono strette intorno a me. Una che mi carezza, l'altra che mi stringe la mano.
I capelli sono spettinati, leggermente umidi e i grossi occhi azzurri osservano il mio corpo nudo e umido.
L'intensità del suo sguardo a volte mi mette ancora a disagio, nonostante stiamo assieme ormai da parecchio tempo.
Nonostante il sudore, si sente ancora il profumo aspro e pungente della sua acqua di colonia che mi fa chiudere la bocca dello stomaco ogni volta che la sento. Proprio come una ragazzina.
Osservo il suo fisico scolpito, steso accanto al mio e capisco che non c'è nulla di meglio al mondo.
Nulla che io voglia di più che passare il resto della vita assieme a lui.
La mano scivola lungo la sua tartaruga, arrivando a sfiorare delicatamente i solchi della 'V'.
Mille fantasie mi passano per la mente, e non posso evitare di sedermi a cavalcioni su di lui e riprendere a baciarlo, impaziente di sentirlo di nuovo dentro di me.

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Capitolo 7
*** Capitolo Sette ***


Pov. Giorgia
La mattinata in libreria è passata velocemente: c'è stato particolare affollamento che mi ha tenuta occupata per un bel po', e inoltre ho dovuto sistemare negli scaffali i nuovi arrivi. I momenti liberi sono stati davvero pochi, e la giornata di lavoro è passata in un attimo.
Dopo aver sistemato le ultime cose, ho lasciato la libreria per raggiungere Luke.
Ho letto molte recensioni sulla mostra, è sono tutte ottime. Hanno descritto l'artista come un'eccellenza dell'arte e hanno descritto i suoi disegni come vere e proprie opere d'arte.
Per quanto riguarda Luke, non sono ancora riuscita a parlargli di Zayn, in quanto stamattina quando mi sono svegliata lui era giù uscito.
L'unica traccia della sua presenza era il suo profumo sul suo cuscino, e un vassoio con dentro un bicchiere di succo e due croissant posato sul suo comodino accompagnato da un biglietto *Buongiorno amore mio, ti amo*
Ora lo sto raggiungendo ad un ristorante non molto lontano dalla galleria, e se ne avrò il coraggio, gliene parlerò.
Ma sono spaventata, non so esattamente da cosa. Ho paura per la reazione che potrebbe avere, o per i pensieri che possano scaturire nella sua testa.
Non voglio che lui si senta minacciato da Zayn, perché per me davvero non vale più nulla. Ma come spiegarglielo?
"Ciao amore" Luke mi sorride, baciandomi castamente
 
"Ciao" sorrido "Grazie per la colazione" lo abbraccio
 
"E di che? Visto che non abbiamo potuto farla assieme, te l'ho fatta trovare accanto" ricambia il sorriso
Mi prende per mano, e mi porta all'interno del ristorante. Mi racconta della sua giornata che, al contrario della mia, è stata molto leggera.
Lo ascolto parlare, lasciandomi cullare al suono dolce della sua voce. Osservo come gli brillano gli occhi, tutte le volte che parla del suo lavoro, e sento che non potrei essere più felice e fiera di lui.
Nemmeno durante il pranzo riesco a dirgli di Zayn, e lascio cadere l'argomento.
Usciamo dal ristorante, per raggiungere la galleria.
Fuori da essa, un numeroso gruppo di persone si scambia commenti e pensieri sui disegni appena visti, mentre altri aspettano curiosi di entrare.
Non appena arriviamo davanti, un gruppo di persone si volta a guardarci, bisbigliandosi qualcosa
"Amore, sbaglio o ci stanno guardando?" chiedo a Luke
 
"Sembra di sì" risponde dubbioso "Vuoi che vada a parlarci?"
 
"No no, non importa, entriamo" lo trascino via, cercando di trascinare via anche il mio senso di disagio.
Ci mettiamo in fila, e dopo una decina di minuti riusciamo ad entrare. L'aria all'interno è pesante, afosa.
Le luci e la grande quantità di gente all'interno, fanno salire la temperatura del locale.
Noto ancora qualche sguardo che le persone mi dedicano, e una strana sensazione mi assale.
Mi giro per guardare il primo disegno e il cuore mi si ferma: ritrae una ragazza dormente, sdraiata su un letto. I lunghi capelli rossi le coprono le spalle, mentre delle lenzuola la coprono dalla vita in giù.
Ma quella non è una ragazza qualsiasi. Osservo altri disegni: subito accanto al primo, un altro disegno, ma stavolta un ritratto.
Anche il respiro mi si blocca: il soggetto del ritratto sono io.
 
 
Pov. Luke
La galleria è piuttosto affollata, e molto gente continua a fissarci. O meglio, fissa Giorgia.
Non riesco a capirne il motivo.
Cerco di farmi spazio per arrivare al primo disegno. È molto bello, ritrae una ragazza che dorme, dai tratti non troppo sconosciuti, anche se il viso non si vede bene, in quanto coperto dal braccio.
Sposto lo sguardo sul secondo, e sgrano gli occhi: è un ritratto, è un ritratto di Giorgia, di circa due anni fa.
Aveva ancora i capelli lunghi, sempre disordinati, quel bel sorriso da adolescente che dopo la scomparsa di Zayn è diventato sempre più raro.
Mi do una rapida occhiata attorno: la maggior parte dei disegni ritrae sempre lo stesso soggetto, come se l'artista fosse un pazzo ossessionato.
Questi non posso essere disegni astratti, i tratti sono troppi simili ai suoi, per essere nati dalla testa di una persona che non la conosce.
"Cosa mi rappresenta tutto questo?" ringhio, voltandomi verso di lei
 
"Io-io non capisco.." sembra più confusa e disorientata di me, persa in quella stanza che la ritrae in ogni possibile momento della giornata
 
"Hai un minima idea di chi possa essere stato?" le chiedo. Non faccio in tempo a finire la frase, che la vedo sbiancare.
Ha gli occhi fissi in un punto della stanza. Seguo la direzione dei suoi occhi, fino ad arrivare ad un minuto ragazzo con una folta barba scura.
Non riesco a riconoscere subito chi sia, finché non ci nota: orientali occhi marroni ci guardano.
Si focalizzano prima su me, e poi su Giorgia. Le sorridono, per poi tornare su di me, e fulminarmi.
Lo osservo ancora, e lo riconosco: Zayn, quel bastardo figlio di puttana è qui.
Stringo i pugni lungo i fianchi, e stringo i denti
"Amore, calmati per favore" non appena capisce la situazione, Giorgia si volta verso di me, afferrando le mie braccia tese con le sue piccole manine.
 
"Lasciami" ringhio e raggiungo Zayn "Che cosa ci fai tu qui?"
 
"Dovrei chiedervelo io" mi sorride, cercando Giorgia con lo sguardo
 
"Guarda me, figlio di puttana" spunto, cercando di distogliere la sua attenzione dalla mia ragazza
 
"Luke per favore" la voce di Giorgia è tremante, mentre cerca di portarmi via
 
"Ehi piccola" Zayn le sorride cercando di avvicinarsi
 
"Prova a toccarla, e ti spacco la faccia" ringhio ancora, portando lei dietro di me. Gli anni di lavori pesanti hanno dato i loro frutti: sono cresciuto fisicamente, ed ora riesco a coprirla molto bene, togliendola completamente alla sua vista
 
"Gliel'hai detto dei nostri incontri?" le domanda Zayn. Mi si blocca il respiro. Che cosa?
 
"Cosa?" mi volto verso di lei. È impaurita, pallida, mentre cerca le parole
 
"Non è come credi, te lo posso giurare. Non ci sono andata a letto, non l'ho visto nemmeno volontariamente. Ci siamo incontrati al centro commerciale, e poi in libreria"
"E quando pensavi di dirmelo?" sono incazzato nero, vorrei solo spaccare la faccia a quel bastardo
 
"Io volevo dirtelo, ma ultimamente eri così felice per il tuo lavoro e il resto. Non ho avuto il coraggio" ha gli occhi lucidi, e le guance rosse
 
"Andiamo via di qui" la prendo per mano, e mi allontano velocemente da Zayn che osserva la scena divertito: ha ottenuto proprio quello che voleva.
Saliamo in macchina, entrambi silenzio. Lei tremante si mangia le unghie, guardando fuori dal finestrino, mentre io medito silenziosamente su tutto ciò che è successo.

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Capitolo 8
*** Capitolo Otto ***


Pov. Giorgia
Mai avrei potuto immaginare che quella mostra fosse di Zayn.
Mai avrei potuto pensare che "Jonatha Lewis" potesse essere lui.
Un altro cambio di nome, un'altra identità.
Tanto meno avrei mai pensato che quella mostra potesse essere su di me.
Mi mangio nervosamente le unghie, in preda al panico.
Avrei dovuto parlarne prima con Luke, almeno avrebbe saputo. Avrebbe saputo che lui era qui, e non sarebbe rimasto così sconvolto alla sua vista.
Tutto ciò che è successo è così dannatamente assurdo: cerco di trovare le parole giuste per descrivere la situazione al mio futuro marito, ma non riesco a parlare.
"Sei, sei arrabbiato?" chiedo
 
"Io.. Sono sconvolto, incazzato" si gira a guardarmi non appena ci fermiamo ad un semaforo "Da quanto sapevi che era qui?"
 
"Non molto, davvero. La prima volta che l'ho incontrato è stato quando ho fatto la prova d'abito. Dopo la prova sono andata al centro commerciale, e lì l'ho incontrato"
 
"Casualmente?"
 
"Per quanto mi riguarda sì. Non sapevo fosse al centro commerciale. Non sapevo nemmeno fosse in città. Ti prego, credimi" gli accarezzo la guancia, coperta da un sottile strato di peluria
 
"Perché è tornato?" sospira
 
"Io non lo so, e non mi interessa davvero. Io ora amo te. La sua occasione con me l'ha avuta e l'ha sprecata. Voglio sposare te, solo te amore mio" lo bacio, ma veniamo interrotti dal suono di un clacson proveniente dalla macchina dietro di noi
 
"Non è che io non ti creda ma.. lui è stato così importante per te" stringe il volante
 
"Ero una ragazzina, è stato anni fa Luke. Ora sono una donna, voglio di più. Quel di più che riesci a darmi solo tu" gli accarezzo la mano che stringe il cambio
 
"Vorrei poterti credere" sospira, tenendo lo sguardo fisso davanti a sé.
 
 
Pov. Luke
Mi accarezza dolcemente la mano, mentre il silenzio è l'unico assordante rumore nella macchina.
Lei ama me, lei vuole me.
Non vuole più Zayn nella sua vita.
Sono parole dette perché realmente così stanno le cose, o per farmi sentire meglio?
So quanto cazzo è stato importante per lei quel coglione, so quanto l'ha amato.
Come le brillavano gli occhi non lo scorderò mai.
Possibile che tutto quell'amore che lei provava sia svanito?
Per quanto fosse ragazzina all'epoca, era abbastanza grande da poter trovare l'uomo con cui avrebbe potuto passare il resto della sua vita.
E per qualche tempo lei l'aveva trovato.
Stringo il volante, tirando un respiro profondo.
Lei non sapeva. Lei non sapeva che lui fosse qui, lei non l'ha mai cercato.
Eppure si sono trovati, si sono trovati e visti.
"Lui ha parlato di 'incontri' "
 
"Cosa vorresti dire?" mi domanda perplessa
 
"Che ci sono stati più incontri"
 
"Ce ne sono stati due: uno al centro commerciale ed uno in libreria"
 
"È venuto il libreria?"
 
"Una volta, ha detto che stava cercando un libro" annuisco.
Quel bastardo figlio di puttana. L'ha seguita ed è pure riuscito a scoprire dove lavorasse.
Incredibile.
Come farò a tenerlo lontano da lei? Come potrò impedire che lui la porti via da me?
La forza dei ricordi può abbattere tutto quello che faticosamente abbiamo costruito, e io sono so che cazzo fare per mantenere insieme i pezzi.

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Capitolo 9
*** Capitolo Nove ***


Pov. Giorgia
Sono passate circa due settimane "dall'incidente" della mostra.
Zayn non si è più fatto vivo, se non per messaggio. Non so come abbia fatto ad avere il mio numero, fatto sta che dopo il primo messaggio, ho eliminato tutti i seguenti senza nemmeno leggerli.
Non importa cos'abbia da dirmi, non importa più.
Luke ultimamente è sempre nervoso, teso. Non ha fatto altro che accompagnarmi in ogni posto io dovessi andare, senza lasciarmi un attimo sola.
La situazione inizia a diventar pesante, ma non voglio litigare con lui per questo, perché capisco benissimo il motivo di questo suo comportamento.
Come dargli torto?
Pulisco nervosamente il piano da cucina, cercando di eliminare i residui di sporco.
Luke è al lavoro, oggi è il mio giorno libero. Vera ancora di salvezza in questo periodo.
Cerco di tranquillizzarmi ascoltando un po' la radio, ma non aiuta.
Ad un certo punto vengo attirata da qualcuno che bussa alla porta
"Zayn?" esclamo, vedendomi il tenebroso ragazzo davanti a me
 
"Non rispondi ai miei messaggi" entra in casa, sorpassandomi
 
"Non mi sembra il caso che tu stia qui"
 
"Perché?" mi domanda "Oh, allora fate sul serio" osserva disgustato delle riviste da sposa
 
"Certo che facciamo sul serio. Ci sposeremo tra meno di un mese"
 
"Che spreco" scuote la testa
 
"Che vorresti dire?"
 
"Una ragazza come te con uno come lui"
 
"E con chi dovrei stare? Con uno come te?"
 
"Io ti ho amato, come probabilmente nessuno mai farà. Nemmeno Luke. Ti ho amato come non ho mai amato nessuna, e dopo di te non potrò mai amare nessun'altra donna come ho amato te. Saranno tutte un gradino più in basso"
 
"Avresti dovuto dirmi queste cose parecchio tempo fa, adesso valgono meno di zero"
 
"Come fanno ad esserti così indifferente le mie parole se davvero mi hai amato?"
 
"Non mettere in discussione il mio amore per te" ringhio "Ti ho amato Zayn, ma il dolore che mi hai provocato ha superato di gran lunga l'amore che ho provato. Come sono stata dopo che te ne sei andato tu non lo sai. Ora non posso nemmeno immaginare di tornare ad amare te, tornare a stare con te. Vivere come ho vissuto anni fa. La gente non cambia, perché tu dovresti farlo?"
 
"Perché ti amo. Ti amo più di Luke" scoppio a ridere
 
"Ti amo, ti amo, ti amo" ripeto "Quanto sei ridicolo"
 
"Giorgia, per favore.."
 
"Zayn, basta. Amo Luke, voglio passare il resto della mia vita con lui. Avere dei figli con lui. Voglio le sue certezze, i suoi baci. Voglio le sue mani addosso a me. Voglio camminare lungo la navata della chiesa e vedere lui all'altare"
 
"Non sai quanto facciano male le tu parole" dice a denti stretti, stringendo i pugni lungo i fianchi
 
"Ti devo ringraziare"
 
"Ringraziare?" ride
 
"Grazie a te sono cresciuta, ho capito come funziona il mondo. Grazie a te ho sofferto, ho capito che ce la si può fare anche nei momenti più difficili, quando tutto ti sembra crollare addosso. Grazie a te ho trovato l'uomo della mia vita" Zayn scoppia in una fragorosa risata.
Rimango in silenzio, a guardarlo ridere, provando solo un senso di delusione per aver provato ad avere con lui qualche sorta di relazione.
"Adesso è il caso che tu te ne vada" Luke irrompe nella stanza, facendo calare il silenzio.
 
Pov. Luke
Ho ascoltato l'intera conversazione.
Quando sono arrivato, Zayn stava guardando disgustato delle riviste sul tavolino accanto al divano.
Giorgia sembrava agitata, ma è riuscita a far tacere quel figlio di puttana.
Il mio cuore ha iniziato a battere a mille non appena lui ha cominciato a ripeterle quanto l'amasse.
Come può dire che di amarla più di me? Cosa ne sa lui di cosa provo io?
Avrei voluto spaccagli la faccia, ma perché interrompere sul pezzo più importante?
Ho aspettato che Giorgia concludesse il discorso, e non potevo essere più felice.
Ora sono sicuro più che mai di quello che provo, di quello che prova Giorgia.
Ora più che mai sono sicuro di volerla sposare, di voler passare il resto della mia vita con lei.
"Adesso è il caso che tu te ne vada" metto fine alla conversazione
 
"Luke, io.." Giorgia sbianca
 
"Tranquilla amore, ho sentito tutto" le sorrido "Penso che lei sia stata più che chiara" mi volto verso Zayn.
Ha gli occhi lucidi, i pugni ancora stretti lungo i fianchi. È tremante davanti a noi
 
"È davvero così?" sussurra
 
"Mai stata più sicura" risponde Giorgia, cingendomi con un braccio la vita
 
"Non è giusto. Non è giusto" ripete, prima di lasciare casa nostra
Giorgia tira un sospiro, come se avesse smesso di respirare quando quel coglione ha messo piede in casa nostra.
Sentire ciò che ha detto a Zayn, con quel tono così sicuro, ha cancellato ogni possibile dubbio che io potessi avere.
Ogni paura, ogni incertezza. Sparito tutto, quando l'ho vista così sicura in un momento che avrebbe dovuto renderla così vulnerabile.
L'abbraccio, baciandole la testa
"Ti amo amore mio" sussurro
 
"Anche io, mio futuro marito" la sento sorridere contro il mio petto.

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Capitolo 10
*** Capitolo Dieci ***


Pov. Giorgia
Mi guardo allo specchio.
Ho i capelli raccolti, non chissà in quale grande acconciatura, ma almeno mi liberano il viso.
Glitter e mollette li decorano. Mi sembra di essere tornata ai tempi della prima comunione.
Un grosso fermaglio mi blocca i capelli, e fa cadere un lungo velo dietro di me.
Il trucco leggero mi dona un'aria acqua e sapone.
Osservo l'anello di fidanzamento, sulla mano tremante.
Finalmente ci siamo. Finalmente il mio sogno sta diventando realtà.
Sto per sposare l'uomo che amo, sto per creare una vita insieme a lui.
Mi alzo in piedi, e osservo il mio pomposo vestito da principessa, e il mio stomaco si chiude.
Gli occhi diventano lucidi, ma ricaccio dentro le lacrime per evitare di rovinarmi il trucco.
"Due minuti e iniziamo" il prete mi avvisa, rivolgendomi un enorme sorriso
 
"Va bene" annuisco, e torno a guardarmi.
Non potrei essere più fiera di me. Del percorso che ho affrontato, del sorriso che nonostante tutto ciò che ho affrontato è ancora lì sul mio volto.
Ripenso alla droga, a Zayn, a tutte le volte che è andato via per poi tornare e andare via di nuovo, tutto il dolore che passato.
Tutte le volte che ho pensato di non farcela, che non riuscivo ad alzarmi dal letto, quando la mancanza mi ancorava al letto.
Tutto questo mi ha portato fin qui, a guardarmi in piccolo specchio in una stanzetta laterale di una delle chiese più belle di Greenville.
Qualcuno bussa alla porta
"Sei pronta?" mi chiede mia cugina
Annuisco solamente, incapace di emettere qualsiasi suono.
Poco dopo parte la marcia nuziale.
Mio padre mi accompagna lungo la navata, mentre un centinaio di persone mi guardano meravigliate.
Mia cugina e mia madre si asciugano le lacrime con dei fazzoletti, mentre i miei fratelli sono tesi, con le bocca serrata, probabilmente cercando di trattenere la commozione.
E Luke. Oh, Luke quant'è bello.
Stringe nervosamente le mani davanti a sé, mentre mi guarda meravigliato camminare verso di lui.
Sul suo volto, un sorriso che parte da un orecchio, e finisce nell'altro.
Appena sono abbastanza vicino, mi porge la mano, aiutandomi a salire i piccoli gradini posti prima dell'altare.
Mi sposta il velo, e i suoi incantevoli occhi blu mi guardano
"Sei bellissima" sussurra, un leggero luccichio negli occhi.
 
"Anche tu" rispondo, un nodo allo stomaco che quasi mi fa svenire
Il prete inizia a parlare, ma io non lo ascolto. Vedo solo Luke, in tutta la sua bellezza.
Con quello smoking nero, è davvero sexy, e mi convinco sempre di più di aver fatto la scelta giusta.
Luke è la scelta che avrei dovuto fare fin dalla prima volta che Zayn scappò.
Se l'avessi fatto, probabilmente sarei stata ancora più felice di quanto non lo sia ora, ma probabilmente non sarei la persona che sono.
Penso che ogni scelta fatta nella mia vita sia stata una scelta giusta a modo suo, perché mi ha resa la persona che sono oggi.
Responsabile, matura, meno impulsiva, più forte. Non sono più una ragazzina, sono una donna.
Una donna che finalmente sta per sposare l'uomo che ama.
 
 
Pov. Zayn
Appena il cortile della chiesa si svuota, inizio ad avvicinarmi alle grandi porte.
Non ho il coraggio di entrare, non posso vederla sposare un altro uomo.
Dopo la conversazione avuta quel maledetto giorno, non ho più provato a cercarla.
Non avrebbe avuto senso. Lei ormai è innamorata di lui, perché soffrire ancora?
Se lei fosse stata ancora innamorata di me, avrebbe ceduto alle mie parole.
E invece più parlavo, più lei risultava sicura del suo amore per quel coglione.
E quando ha iniziato a dire quanto lo amasse, che voleva una vita con lui, lì ho capito che non potevo più fare nulla.
Che l'avevo persa per sempre.
E poi è arrivato lui.. Dio se l'avrei ucciso. L'avrei ucciso a mani nude, giuro!
Mi ha cacciato di casa, lei non ha fatto nulla per impedirlo.
Sono andato via, e ho pianto. Come una fottuta ragazzina.
Ho pianto perché ho capito dopo sei anni di averla persa.
Per sei anni ho seguito i suoi movimenti, i suoi cambiamenti. Le sono stato sempre vicino, anche se lei non se n'è mai accorta.
Nemmeno quando mi sono imbucato al suo diciottesimo, dove ho fatto recapitare una torta a forma di tigre creata proprio da Buddy Valastro, quel pasticcere di quel programma tv.
Lei lo desiderava tanto.
Ho cercato di farla stare meglio con queste piccole cose, mi sono assicurato che stesse bene.
Più il tempo passava, più lei migliorava, anche se quasi impercettibilmente.
Da un lato sapevo che stava ricominciando a vedere dei ragazzi, sapevo che stava andando avanti, ma mai avrei pensato potesse andare così avanti.
Forse perché stupidamente pensavo che, come me, lei non mi avrebbe mai dimenticato, e che se fossi tornato lei sarebbe tornata da me, e avremmo avuto anche noi la nostra sorta di 'E vissero per sempre felici e contenti'.
Avevo visto che avesse cominciato a frequentare Luke, ma non mi ero preoccupato, proprio perché lei non aveva mai dimostrato un vero interesse verso di lui.
Ho decido di tornare quando ho cominciato a vederla entrare nei negozi di abiti da sposa con le sue amiche, pensando ingenuamente, che lei fosse solo d'accompagnamento.
Mi è tornata in mente la notte passata a Miami, quando le diedi l'anello, il giorno del suo compleanno.
Le dissi che l'avrei sposata anche in quel momento, e dopo sei anni, avevo ancora voglia di vederla attraversare la navata e venire verso di me, con uno di quei suoi fottuti vestiti da principessa che tanto amava.
Così ho deciso di tornare. L'avrei riconquistata, e nel giro di sei mesi l'avrei sposata.
Ma poi lei mi ha raccontato la verità. Mi disse che si sarebbe sposata con quell'idiota e tutto per un attimo mi è crollato addosso.
Non potevo crederci, ma erano comunque anni che non ci vedevamo, avrei ancora potuto conquistarla prima del matrimonio.
Così l'ho cercata, le ho scritto, senza mai ottenere risultati.
Fino al quel fatidico giorno, in cui tutte le mie speranze sono andate distrutte
Quando ho capito quanto lei lo amasse, tutto mi è crollato addosso, e sì, ho pianto.
Adesso sono fuori dalla chiesa in cui un altro uomo sta sposando la donna che amo e mi sento così vuoto.
La marcia nuziale inizia, così prendo coraggio ed entro.
Mi tengo il cappello per coprirmi in parte il viso, e cerco di non guardarmi in giro, per non destare sospetti.
La osservo camminare, bellissima come sempre, verso di lui, e mi sento sempre più svuotato mano a mano che lei avanza.
Lui le porge la mano, lei la prende. Si guardano, si sussurrano qualcosa, si sorridono.
Mi immagino al suo posto, vederla davanti a me, così bella da togliere il fiato.
Ascolto la funzione, sentendomi sempre peggio, e riesco a malapena a trattenere le lacrime quando le pronuncia "Lo voglio".
Quando si baciano, dopo lo scambio degli anelli, arrivo al limite.
Esco velocemente dalla chiesa, raggiungendo la macchina.
Piango di nuovo, osservando i due neo sposini uscire dalla chiesa, mentre un bagno di folla tira in aria riso e petali bianchi.
Risate, urla di gioia arrivano fino a me, facendomi provare un dolore mai provato.
La osservo scendere le scale impacciata, limitata dal grosso vestito, col sorriso sul volto.
Sorriso che non nasconde nostalgia o pentimento.
Un sorriso vero, quasi come quelli che faceva quand'era con me, ma ancora più bello.
Osservo ancora la massa di gente che si riunisce attorno agli sposi urlando e facendo gli auguri.
Poi, li guardo salire su una ridicola auto d'epoca, e andare via, seguita da una ridicola carovana strombazzante.
Rimango fermo, nella mia auto, maglia e pantaloni macchiati dalle mie lacrime, a fissare il cortile della chiesa dove rimasugli di coriandoli e riso sono la testimonianza che tutto ciò a cui ho assistito è successo davvero.
Mi sento esausto, svuotato da qualsiasi cosa, perché Giorgia mi ha portato via qualsiasi cosa.
Quell'insopportabile diciassettenne si è portata via qualsiasi cosa, e sei anni dopo, ha caricato sulla sua ridicola auto d'epoca quei pochi frammenti di me che rimanevano, togliendomi tutto.
Sono privo di energie, faccio fatica quasi a respirare, perché il peso di tutto ciò che abbiamo passato mi schiaccia, come se fossi sotto un macigno.
Rimango lì, come un fantasma, ad osservare i resti di ciò che avrei voluto fosse mio.

 
Angolo Autrice

Ciao ragazze,
con questo capitolo siamo giunti alla conclusione di un lungo percorso.
Spero che questa storia vi abbia fatte emozionare, sognare, scappare un po' dalle realtà di tutti i giorni, soprattutto in un anno così difficile come quello appena passato.
Sto continuando a scrivere, ho in mente molte idee.
Una storia è già completa, sto aspettando solo di finire la seconda parte per pubblicarla.
Purtroppo sto passando un periodo difficile. Per quanto la scrittura mi aiuti ad isolarmi dai pensieri, riuscire a mettersi davanti al computer e riversare tutto il proprio dolore non è così facile.
Cercherò di sfuttare questo periodo difficile per essere più produttiva, per creare contenuti migliori in grado di trasmettervi qualcosa.
Ringrazio di cuore tutte le persone che dopo anni - perché ho ripreso a pubblicare dopo ben tre anni - hanno sempre atteso con tanta ansia che io pubblicassi i capitoli. È grazie a voi che ho continuato a pubblicare, grazie a voi ho ritrovato la voglia di scrivere.
Vi auguro il meglio, spero di tornare in fretta a pubblicare qualcosa.

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