Una figlia in Black

di annapuff
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La lettera, un nuovo inizio, nera come la pece ***
Capitolo 2: *** Fine primo mese, capelli verdi ***
Capitolo 3: *** Punizioni e Cortile ***
Capitolo 4: *** incantesimi, un invito, sangue ***
Capitolo 5: *** Una lettera con informazioni importanti, lacrime salate ***
Capitolo 6: *** La festa ***
Capitolo 7: *** Mesi che passano ***
Capitolo 8: *** Putti, ninfe e punizioni ***
Capitolo 9: *** Auguri e arrivederci ***
Capitolo 10: *** Ritorno a casa ***
Capitolo 11: *** Chiarimenti, Halloween ***
Capitolo 12: *** Mooncaf e brutte notizie ***
Capitolo 13: *** non è tutto come appare ***
Capitolo 14: *** Verità sul passato ***
Capitolo 15: *** Capodanno ***
Capitolo 16: *** Rivelazioni ***
Capitolo 17: *** Lo scoppio ***
Capitolo 18: *** Di nuovo amici o quasi ***
Capitolo 19: *** San valentino ***
Capitolo 20: *** Insulti vari ***
Capitolo 21: *** Rappresaglie ***
Capitolo 22: *** Questioni di cuori ***
Capitolo 23: *** Tranquillità no grazie! ***
Capitolo 24: *** Cosa sarà successo? ***
Capitolo 25: *** Fine scuola ***
Capitolo 26: *** Ospiti ***
Capitolo 27: *** Proposta ***
Capitolo 28: *** Elaborando ***



Capitolo 1
*** La lettera, un nuovo inizio, nera come la pece ***


Capitolo 1 Lettera, Un nuovo inizio, Nera come la pece


Tutti i bambini magici di undici anni aspettano con ansia quella famosa lettera che finalmente li potrà dare l’opportunità di andare alla scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts.
Ma una bambina di 11 anni non aveva la più pallida idea di cosa fosse quella famosa lettera.
Una mattina di Agosto questa bambina seduta a tavola  faceva colazione con il solito latte e cereali, quando all’improvviso un barbagianni entrò dalla finestra con una lettera attaccata alla zampetta.
“Anna, cara prendi la lettera dal gufo, non stare lì impalata non la vedi sto pulendo i piatti.” Disse una signora vicino al lavello mentre incantava, con la bacchetta le stoviglie per pulirle.
“Si, si zia, ora la prendo!” disse la ragazzina sbuffando scendendo dalla sedia dirigendosi verso il barbagianni facendo fluttuare per aria i sui capelli neri come la pece.
Presa la lettera, diede dei cereali al volatile che a quanto pare non gradiì.
Si fermò a osservare la lettera e  su di essa trovò scritto il suo nome Anna Lily Black.
Era la famosa lettera di Hogwarts, di cui lei non sapeva nulla.
“Zia la lettera è per me, viene da Hogwarts! Cos’è Hogwarts?” chiese dubbiosa la bambina  avvicinandosi alla Zia
“Per nome di Merlino! Come ha fatto Silente a trovarti fino a qui!” esclamò la zia con disappunto. “è una scuola di magia, dove io e tuo zio andavamo quando eravamo ragazzi.”
“Ma io non devo andare all’Aristin?” Disse Anna dubbiosa
“Si, tu andrai all’Aristin, Hogwarts è in Scozia non puoi andare lì è troppo lontano, manderò una missiva al Preside dicendo che già sei iscritta alla scuola in Italia, ora per cortesia dammi quella lettera e finisci la colazione e poi rimetti a posto il tutto.” Così dicendo le strappo a lettera dalle mani e andò via con la sua solita camminata altezzosa.

Anna Lily Black era solo una ragazzina di 11 anni che viveva dall’età dei suoi 2 anni e mezzo con i suoi zii Maddalena Flawey e Claus Rosier. 
Maddalena aveva preso con sé la bambina dopo la morte della sorella Megan avvenuta un mese dopo la caduta di Voldemort, morte causata per un avada kedavra secondo il ministero ma per opera di chi proprio non si sapeva, il caso era stato subito chiuso come irrisolto e nessuno seppe mai chi fu ad ucciderla.
Maddalena, dopo un paio di mesi quando le acque si furono un po’ calmate sulla caccia ai mangiamorte rimasti, riuscì finalmente a trasferirsi in Italia così da poter raggiungere il suo amato Claus che si fosse dato alla macchia, dopo la caduta dell’Oscuro Signore, no che qualcuno lo avesse mai beccato essere un mangiamorte, ma c’erano dei sospetti dato che il fratello Evan Rosier fosse morto per mano dell’Ordine della Fenice durante un attacco ai babbani.
Claus quella bambina proprio non la sopportava,  secondo lui era feccia dell’ordine della fenice, dato che i suoi genitori erano parte attiva del gruppo, ma dovette accoglierla pur non volendo poiché il sangue della piccola fosse Puro. 
 
Anna non era acconoscenta di nulla che riguardasse la guerra Magica avvenuta nel Regno Unito, né di Voldemort, del bambino che era sopravvissuto,  di come era morta sua madre, e non sapeva neanche il nome di suo padre, sapeva che lui le aveva abbandonate e che non fosse una brava persona. Non sapeva nulla del passato di suo Zio. Lei non sapeva nulla di nulla, anche di quella Hogwarts in cui non sarebbe mai andata.

Aveva una vita molto tranquilla, anche se lei non lo fosse, non vedeva l’ora di poter andare a scuola così da poter finalmente essere libera di essere se stessa, senza la rigidità impostale dai suoi tutori.
Andare a scuola per lei significava finalmente fare amicizia, sperava vivamente che gli altri ragazzini non fossero tutti come Anthony il bambino che ogni tanto veniva a casa loro insieme ai suoi genitori  colleghi di suo zio.
Anthony era l’unico ragazzino con cui lei poteva avere rapporti, ma lo annoiava da morire non parlava quasi mai a meno che non ripetesse le cose dette dal padre, era sempre piuttosto pomposo e rigido nel modo di parlare, di camminare, di sedere. Qualunque cosa lui facesse risultava agli occhi di Anna freddo e rigido.
Lei da  l'altra parte era l’energia fatta persona, che brillava per la fantasia, era allegra e spericolata si arrampicava sugli alberi di nascosto, catturava animali in giardino e per portarli in casa facendo urlare come una megera sua zia, cosa che faceva spesso anche senza animali per casa.
Una volta tramite la magia quella che avviene casualmente nei bambini solo pensando a qualcosa, fece diventare il bagno una piscina scaturendo le urla anche di suo zio che si era ritrovato con una quantità immensa di bolle di sapone e schiuma in qualunque parte del suo corpo.
Non aveva molti amici, ogni tanto si fermava a guardare i bambini fuori in cortile  giocare, lei non poteva andarci perché non erano bambini come lei, lei aveva la magia e non poteva stare con loro, lo zio li chiamava feccia.
E Le ricordava ogni volta che non si poteva immischiare con quel sangue perché il suo era puro. 
Che cosa volesse dire non lo capiva proprio, il sangue era sangue e scorreva nelle vene, nulla di particolare, quindi lo ignorava, come d’altronde anche i suoi zii ignoravano lei per la maggior parte del tempo, a meno che non dovessero rimproverarla, per qualche birichinata che faceva.
Questa era lei una vera e propria malandrina.
 
Incuriosita come sempre da tutto, nel pomeriggio provò a richiedere alla zia di spiegarle meglio cosa fosse Hogwarts ma lei la scaccio con il suo solito modo acido dicendole che non fossero affari suoi.
La piccola decise che fosse meglio non continuare, non era molto in voglia di sentirla urlare, quindi andò in camera sua e mise un appunto sul suo diario sul cercare informazioni di quella scuola appena le sarebbe stato possibile.
 
Dopo giorni di attesa finalmente arrivò il 13 settembre e la piccola fu portata all’Aristin. Finalmente poteva essere libera di essere se stessa.
La scuola situata in un vecchio castello Bizantino in un luogo nascosto della Sicilia su una scogliera vicino al mare, era resa insegnabile sulle mappe e nessuna persona non maga poteva avvicinarsi dato la zona nascosta e nel caso che qualcuno si avvicinasse troppo al luogo, apparivano cartelli ovunque con scritta zona pericolante, pericolo di frana e morte.
Era parecchio grande e ospitava tutti i ragazzi maghi dagli 11 ai 18 anni. Nella parte ovest si trovavano i dormitori divisi per ragazzi e per le ragazze, nella parte est le aule delle lezioni il castello era circondato da cortili e sempre a ovest oltre il cortile c’era una campagna con una piccola foresta, dove all’interno abitavano le creature magiche.
Al centro c’erano una grande area ristoro con la mensa e la stanza svago con tanti divani, dove i ragazzi potevano stare tra di loro.
Quello era il posto in cui Anna sarebbe sfuggita ai suoi zii.
 
Si erano appena smaterializzati davanti a un enorme cancello lei e i suoi zii alle 17 meno dieci, i suoi zii rigidi come due tronchi nei loro abiti di marca.
 La zia indossava un sinuoso abito verde smeraldo i capelli erano avvolti in una crocchia alta che la facevano apparire con la puzza sotto il naso più del solito, lo zio indossava una semplice veste da mago ma tenuta a lucido con la compostezza invidiabile a chiunque, e guardava l’ammassarsi di gente vicino al cancello con aria di sufficienza. Anna era tutta eccitata nella sua divisa e osservava le famiglie con i figli tutti della sua età, cercava di mettersi sulla punta dei piedi tenendosi alla valigia per vedere meglio il castello davanti a se, rischiando di far cadere il trasportino con all’interno il suo gatto nero chiamato Foot per via di una sua zampetta bianca.
“Anna per l’amor di Circe!  Sta composta! E Smettila di saltellare in quel modo!” esclamò la zia in modo scocciato.
“Immagino che in questa scuola come in tutta l’Italia non si facciano distinzione di sangue! Ma tu sei una purosangue comportati a modo!” Diede manforte a sua zia lo zio
Anna si ricompose sbuffando, non vedeva l’ora di poter allontanarsi da quei due manichini che si trovava come tutori.
Ed ecco avvicinarsi a loro la famiglia Cimino con il loro figlio Anthony.
Di conseguenza gli sbuffi di Anna aumentarono e le occhiate ammonitrici della Zia anche.
I suoi zii incominciarono a conversare con la famiglia appena arrivata dopo i soliti saluti cordiali. Anthony si avvicinò a lei con la sua solita stretta di mano e dove Anna con un ghigno strinse più del necessario solo per vederlo vacillare.
Si divertiva tanto e vedere la compostezza del ragazzino cedere.  Athony si avvicino a lei cercando di fare conversazione, cosa a cui il povero ragazzo rinunciò quasi subito, dato alzamento del sopracciglio di quest’ultima.
Finalmente il cancello si aprì Anna sarebbe voluta correre all’interno e lasciare finalmente i suoi tutori ma dovette reprimere tutto e camminare lenta al fianco della zia.
Si avviarono tutti verso il parco a guidare il gruppo di genitori e figli erano due centauri, che si presentarono prima dell’apertura dei cancelli dicendo di essere i guardiani della scuola.
Si sedettero e ascoltarono il discorso della preside Geltrude Giordani sulle regole della scuola, su come sarebbero gestite le giornate, le lezioni, e le presentazioni degli insegnanti. Dopodiché la preside congedo i genitori augurando un in bocca al lupo ai ragazzi e un buon anno e un arrivederci a Cena.
 
Anna si alzò immediatamente dalla sedia pronta a dire ciao ai suoi tutori quando lo zio incominciò a parlare.
“Devo farti un avvertimento prima che tu vada ricordati che provieni da due  delle famiglie purosangue delle nobili 28 dell’Inghilterra, e ti è severamente proibito fare amicizia con chi a genitori senza magia, qui non si fanno differenze di sangue e ciò lo trovo raccapricciante, ma è una cosa che dobbiamo sopportare. Tu sei inglese e come tale hai un’eredità che devi rispettare, ci siamo capiti signorinella?”
“Si signore ci siamo intesi!” Rispose in modo secco Anna sperando che la ramanzina finisse velocemente.
“Ottimo, ora vai con Anthony lui è rispettabile di sangue anche perché ha origini antichissime inglesi” dicendo questo porse la mano alla piccola, e lei la strinse con tenacia.
“Mi raccomando comportati bene. Non vogliamo scocciature!” disse la zia con severità.
“Ora possiamo andare, Ringrazio Salazar che qui non ci sono case in cui la smistano o sarebbe stata una Grifondoro sicuramente come i suoi” disse stizzito lo zio.
“Cos’è un Grifondoro?” chiese Anna incuriosita, sicuramente era un qualcosa che riguardasse Hogwarts
“Non è una cosa che ti riguarda ora, vai e buon anno.” Così dicendo prese sotto braccio la consorte e incominciarono a incamminarsi verso l’uscita.
Anna fece spallucce si guardò intorno per capire cosa dovesse fare e notò i genitori degli altri bambini abbracciarli, e fare raccomandazioni, si domandò cosa si provasse ad avere un abbraccio e una famiglia normale.
Si sentiva tanto diversa da tutti quei ragazzini, come estranea a quel posto, però almeno sapeva che quel luogo era diverso rispetto la fredda casa in cui abitava, cerco di bloccare i pensieri e si avviò verso il portone, dove altri ragazzini stavano andando per raggiungere i due centauri pronti a far vedere a tutti la scuola.
Pronta a visitare la scuola non si era resa conto che Anthony la tallonava,  pensava di essersene finalmente liberata, ma, invece eccolo lì vicino a lei. Sicuramente i suoi genitori gli avevano ordinato di non lasciarla sola neanche un secondo, sbuffava mentre camminava, ma decise di non pensare a Anthony e di seguire la visita dentro la scuola.
L’ultima tappa della visita furono i dormitori dove i ragazzi e le ragazze furono divisi, era un’ampia aria del castello e c’erano parecchie stanze poiché erano divise per 10 posti letto, lei entro nella terza stanza con altre ragazze e riuscì a prendersi il letto vicino alla finestra, e inizio a sistemare le cose.
Parlò con alcune ragazzine presentando e alle 20:00 si avviò con loro a cena. La scuola si era popolata di ragazzi di tutte le età anche quelli degli altri anni erano arrivati a scuola dopo le matricole. La scuola contava su per giù 100 ragazzi per ogni anno, erano in totale sugli 800.
Finita, la cena Anna tornò al dormitorio con e sue compagne e preparò il tutto per il giorno dopo e dopo un po’ di chiacchiere. Aveva un po’ di difficoltà a comunicare con le altre, e ascoltava più che altro, lei era abituata solo a Anthony che non sopportava, quindi, si trovava a essere parecchio impacciata.
Finite le chiacchiere si mise a dormire, felice di essere in quel posto.
 
 

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Capitolo 2
*** Fine primo mese, capelli verdi ***


Capitolo 2 Fine primo mese, capelli verdi

 
Il primo mese passo in fretta, adorava le materie, era bravissima sia in trasfigurazioni ed eccellente in incantesimi, sapeva già pronunciare la maggior parte degli incantesimi che la professoressa insegnava dato che aveva avuto la bacchetta a inizio Giugno ed era stata tutta l’estate a sperimentarne alcuni.
Molti studenti la invidiavano, anche perché già dal primo mese si era inteso che sarebbe stata una delle più bravi studentesse applicandosi poco e niente. 
Naturalmente non era brava in tutte le materie ad esempio Storia della magia, in cui non c’era niente di pratico l’annoiava terribilmente, e aveva anche difficoltà in erbologia, infatti, lei sospettasse avesse il pollice nero anziché verde.
Passava le giornate a seguire le lezioni chiacchierare con le sue compagne di stanza, evitare Anthony per cui una sua compagna si era presa una cotta, cosa che lei non comprendeva proprio.
Nei weekend si esercitava a scovare nuovi incantesimi utili, passava il suo tempo nel cortile e ogni tanto gironzolava per la biblioteca in cerca di qualcosa su Hogwarts, dato che non si fosse dimenticata, di dover indagare a tal proposito.

Un venerdì dell’ultima settimana del primo mese di lezione girovagava per i corridoi diretta alla Biblioteca, quando a un certo punto vide un ragazzo molto tarchiato e grande prendersela con un ragazzino, che lei conosceva di vista, era un ragazzino che si spaventava per tutto e che era quasi svenuto a lezione di volo.
Agì d’impulso, lanciò la sua borsa in aria, tolse la bacchetta che aveva utilizzato per legare i capelli e con uno svolazzamento di quest’ultimi, punto la bacchetta verso il ragazzo la fece roteare puntando ai capelli è urlo “virdis capillus incrementum” dalla bacchetta fuoriuscirono scintille verdi, e il bullo si ritrovò  i capelli crescere in maniera fin troppo velocemente diventando di colore verde acceso, il ragazzino che si trovava a terra a piangere rimase scioccato, guardò Anna impaurito sempre più.
Un gruppetto  formato da 5 ragazzi si trovo a passare in quel corridoio nel momento in cui la piccola stava dando spettacolo e la guardarono con occhi sbarrati senza capir bene cosa stesse succedendo, un ragazzo tale Diego a capo del gruppetto lanciò alla scena uno sguardo misto di shock e di ammirazione specie perché il bullo su cui si era scagliata Anna, tale Michele era suo acerbino nemico da 2 anni e vedendo il ragazzo stava per intervenire lui.
Ma Anna aveva fatto prima, e con un vero ghigno maladrino dipinto sul volto si godeva la scena.
A un certo punto però il suo ghigno si dovette trasformare in una faccia orripilata nel momento in cui i capelli del bulletto incominciarono ad avvilupparsi  sul volto, come fossero tentacoli di un polipo pronti  soffocarlo. Diego ripreso dallo shock inziale dell’essere stato battuto dalla piccola vide, il panico nella faccia di quest’ultima si avvicinò per interrompere il suo incantesimo “finitem incatatem”.
Si guardarono per un attimo, lei grata di averli impedito di uccidere qualcuno, lui con la faccia strafottente.
Dei professori videro la scena a metà e corsero in soccorso.
“Cammileri che cosa stai combinando!” urlò La vicepreside e insegnate di pozioni
“Io, nulla signora vice preside stavo dando una mano!” disse con tutta la calma possibile Diego, ammiccando, e lisciandosi le pieghe della camicia inesistenti.
“Punizione Cammileri! Per una settimana! poteva morire soffocato dai capelli!” urlò la vicepreside inviperita
“Ehm, al dire il vero non è stato lui, a colpirlo l’incantesimo è mio, lo stava interrompendo” disse Anna guardando la donna in difesa del ragazzo.
“Tuo?  Ma quanti anni hai? Di che anno sei?” chiese guardando la ragazzina che era più capelli che altezza.
“Undici, sono del primo anno, Anna Black, e si è mio, ma l’ho lanciato solo perché stava importunando quel ragazzino che ha spinto a terra!” disse indicando il bambinetto, e rivolgendosi a lui disse “Forza, dì alla vicepreside che ti stava importunando!”  Anna si aspettava che venisse in suo favore ad aiutarla ma invece il ragazzino incominciò a tremare sempre più e a guardare sia Anna che Michele il bullo.
“i-oo-io-ioo, non m-ii- ha- fa-tt-oo nuu-l-l-aaaaa si-gn-ora!” disse balbettando
“Cooome????” esclamò Anna “Ma se ti ha spinto e stavi piangendo!” il suo colorito si stava facendo sempre più rosso per l’indignazione
“Signora l’ho fatto per difenderlo e il ragazzo qui vicino a me non ha fatto nulla!” esclamò con le mani sui fianchi guardando prima la vicepreside e poi il ragazzino.
A quel punto Michele si avvicino al bambino gli mise un braccio sulle spalle ghignò ed esclamò “Signora! Io non ho fatto nulla, no piccolo? Ti stavo aiutando a trovare la strada giusta.” Disse guardandolo e stringendo la presa sulla spalla il bambino che  tremava e continuava ad annuire, voleva solo scappare, Anna lo guardava con riproverò con il sopracciglio innalzato, e il bullo continuò indicando Diego e Anna “Loro mi hanno attaccato!”
Anna stava per andare su tutte le furie incomincio a tamburellare con le dita sulla bacchetta avrebbe voluto ficcargliela su per un occhio ma dovette respirare guardare l’insegnate ed era pronta a parlare di nuovo ma fu subito azzittita.
Diego da parte sua aveva l’aria scocciata consapevole del fatto Michele se la sarebbe cavata di nuovo dato che fosseil nipote della vice preside, come fosse consapevole che sarebbe passato lui come sempre per il cattivo della situazione, quella orrenda donna aveva le fette di salame sugli occhi quando si trattava del suo adorabile nipote, cosa c’era di adorabile in lui proprio non lo capiva, era grosso, brutto e puzzava come un troll.
“Mi è tutto chiaro. Black, Cammileri vi voglio dopo cena nel mio ufficio per la vostra punizione che durerà tutta la settimana!”
Anna stava per ribattere ma la Vicepreside la fermò “ Signorina Black se fa un altro fiato la sua punizione aumenterà un giorno in più per ogni parola detta da lei, e mi costringerà a scrivere ai suoi genitori!”
Anna ammutolì improvvisamente e guardò Diego che aveva fatto roteare gli occhi in su per la noia e l’aveva presa per il braccio per bloccarla, se la piccolina avesse parlato sarebbero stati veramente in punizione per tutto l’anno, e poi una settimana non era poi molto per lui abituato anche a di peggio.
“Buona giornata ad entrambi, Michele ti accompagno in infermeria così ti aggiustiamo i capelli.” Dicsse con tono parecchio zuccherino, prese il nipote e se ne andò.
“Per le mutande di Merlino!” esclamò la piccola appena la vice preside avesse girato l’angolo con Michele.
“Signorina Black, linguaggio!” l’ammonì, ridacchiando, altro professore, Davis di difesa contro le arti oscure che era arrivato insieme alla vicepreside e aveva osservato il tutto senza dire una parola, aveva capito che la colpa fosse di Michele ma nessuno poteva far niente in tal senso per risolvere la situazione.
“Mi scusi professore ma è un’ingiustizia!” Esclamò Anna
“è così che va il mondo piccolina, Michele è il nipote della vicepreside e quindi fa quello che vuole ed è intoccabile.” Cerco di spiegare Diego mettendole una mano sui capelli e dandole delle pacche come se fosse un cagnolino, Anna alzò gli occhi su di lui è lo guardò in modo strano, no per quello che le avesse detto, ma per il gesto, non era abituata a tutta quella confidenza fisiche specie da qualcuno che non conoscesse.
“Farò finta di niente è andrò via, bell’incantesimo Black mi dovrà spiegare come si fa” e dicendo questo Davis andò via fischiettando lasciando soli tutti i ragazzi che stavano in quel corridoio.
Anna arricciò il naso per la frase appena sentita non capendo proprio quel Davis pensado che fosse un professore proprio bizzarro.

Poi si ricordò del ragazzino giro su se stessa per guardarlo “TU!” lo indicò, il ragazzino preso dallo spavento urlò in maniera isterica e incominciò a correre via.
Lei strabuzzo gli occhi, e Diego vedendola si mise a ridere,intanto  il suo gruppetto si avvicino a lui.
“Beh sei stato un mese senza punizioni è un record! No? Amico!” esclamò un ragazzo dai capelli corti castani a spatola alto quanto una montagna dandoli una generosa pacca sulla spalla.
“Avrei tanto potuto dargli una lezione io a quel verme!” Rispose Diego.
“Dovevamo fotografarlo quel demente, stava meglio con i capelli verdi si intonano alla sua faccia da vomito” disse ridendo un ragazzo con i capelli biondi appoggiandosi a un altro uguale a lui dandosi il cinque
“Ah secondo voi non l’ho fatta?” esclamò il quarto ragazzo del gruppetto con capelli ricci color pel di carota e la fotocamera appesa al collo “Pensavo stessi per fare qualche incantesimo dei tuoi quando ti sei fiondato vicino a loro e ho scattato la foto, penso di essere riuscito a beccarlo con quella tinta!” disse rivolto a Diego
Anna guardava i ragazzi ridere e scambiare battute, sarebbe dovuta essere in biblioteca ma non sapeva come congedarsi quindi era rimasta lì immobile ad osservare la scena con la bacchetta ancora tra le mani,  ma con il nervoso scemare dato le risate del gruppetto e il loro prendere il tutto alla leggera.
“Scricciolo devi per forza insegnarci quell’incantesimo!” disse il ragazzo montagna, come lo aveva denomino lei appena visto, avvicinandosi alla sua faccia piegandosi notevolmente per via della sua altitudine.
Lei lo guardò perplessa, dovevano essere tutte così le persone normali e no come quelle mummie dei suoi tutori, che non si avvicinavano neanche per sbaglio.
“Va, bene quando volete.” Disse allontanandosi dalla sua faccia, dato che non fosse proprio abituata al contatto fisico e non sapeva se le piacesse oppure no, e poi non capiva perché si stavano prendendo tutta quella confidenza, lei non conosceva neanche i loro nomi.
“Comunque sia, non sono scricciolo ma mi chiamo Anna!” disse con disappunto guardandolo fisso negli occhi.
“Beh in confronto a me lo sei, scricciolo.” Ghignò il ragazzo
Si sentiva notevolmente a disagio in mezzo a tutti quei ragazzi quindi decise di filarsela, si rivolse a Diego e disse “Mi dispiace che ti sia preso una punizione a causa mia, beh io vado, scusa ancora” che tranquillamente le sorrideva, e lei penso che avesse veramente un bel sorriso che li faceva brillare gli occhi neri come pece come i  capelli di lei.
“Tranquilla sarei intervenuto io se non fossi stata così veloce, la punizione l’avrei presa comunque.” E si avvicinò a lei,  
“Toglimi una curiosità perché l’hai fatto?” le disse guardandola fisso negli occhi grigi.
“Quel ragazzino, lo conosco si spaventa per tutto, anche per un manico di scopa, cosa c’è di aver paura di un manico di scopa proprio non lo so! È tanto bello volare!” disse lei redendosi conto che stesse straparlando e cerco di chiudere il discorso “Comunque, volevo aiutarlo tutto qui. Beh io vado ciao!” si giro con una svolazzata di capelli e andò a recuperare lo zaino, e poi i ragazzi la videro andar in maniera molto composta.

“Fantastica quella scricciola! Visto che fattura!” disse il rosso
“Si Nicola, ho visto! È spuntata all’improvviso!” rispose Diego anche lui su di giri come tutto il gruppetto, capitava di raro una scena così assurda.
“Primo anno ho sentito? Sarà un piccolo Genio!” Nicola era super eccitato da quella scoperta.
“è una tipa strana però, avete visto come si è allontanata quando mi sono avvicinato e se l’è presa per lo scricciolo, un po’ suscettibile la bimba, io volevo essere carino!”
“Forse lei non l’ha vista in quel modo sai com’è sei un…” disse uno dei gemelli “Gigante, avrà pensato che volessi mangiarla! L’hai fatta scappare è colpa tua!” finì la frase l’altro gemello
“Io volevo essere gentile! Perché nessuno mi capisce! Diego almeno tu difendimi sono tuo fratello!” disse con far melodrammatico il ragazzo montagna appoggiandosi alla spalla di Diego con la testa facendo finta di singhiozzare.
“Schifo, mi stai sbavando sulla camicia, togliti d’addosso, e poi hanno ragione gli altri l’hai fatta scappare, e comunque sia non sei mio fratello, siamo cugini. Idiota!” dicendo così se lo scrollò d’addosso
“Uhh vedilo a Diego, ammettilo volevi che rimanesse con noi quella  piccolina! Ti sei innamorato no?” il rosso ghignò verso di lui, Diego di sua risposta sbuffo annoiato e disse
“Ecco un altro idiota, primo io non penso alle ragazze, secondo ha 11 anni, è una bambina. Cosa dovrei fare con lei? ” Disse con ovvietà
“Il maniaco sessuale!” disse il primo gemello “Il Pedofilo!” continuò il secondo
“Smettetela! E poi è stato Kevin che le ha chiesto di farci insegnare l’incantesimo no io!” Diego incominciava a irritarsi e a perdere la sua compostezza
“Ma io già ce l’ho la ragazza! Lei è piccola e poi non mi mettere in mezzo mi hai già spezzato il cuore oggi, cuginooooo!”
“Va bene basta ora parlare di lei, andiamo in cortile dovevamo finire il tema d’incantesimi!” così dicendo diede una gomitata a Kevin e si incominciò ad avviare dal lato opposto in cui era andata Anna con tutti i suoi amici che lo inseguivano e facevano i versi e lo prendevano in giro sul fatto che avrebbe passato la sera con la ragazzina.

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Capitolo 3
*** Punizioni e Cortile ***


3 Capitolo Punizioni e cortile
 
All’ora di cena in sala mensa si ritrovo il ragazzino che aveva salvato in quel pomeriggio e lui appena la vide scappo lanciando il suo vassoio facendo un versetto stridulo. Anna alzò gli occhi al cielo, scosse la testa per lo stupore, quel ragazzino era veramente strano, sarebbe stato meglio starli lontano, e col cavolo che l’avrebbe aiutato di nuovo, pensando ciò si avvio al solito tavolo  per la cena.
Lì seduta c’era Ambra che stava parlando animatamente di Anthony e di quanto lo trovasse timido e impacciato in modo tenero, appena vide Anna subito cerco di farla partecipare alla conversazione ma lei rispondeva solo con dei: mmh, si, certo. Non aveva per niente voglia di parlare anche perché le aspettava una punizione a breve, mentre mangiava l’ultimo boccone del suo pollo con patate, senti il tavolo azzittirsi e guardare tutte verso di lei, ingoio il pezzo di patate che aveva in bocca alzo il sopracciglio come al suo solito, senti l’aria muoversi alla sua sinistra e qualcuno sedersi sulla sedia vuota, si girò lentamente e vide quegli occhi neri pece conosciuti nel pomeriggio.
Lui la guardava sempre sorridendo, lei prese un sorso d’acqua con la sua compostezza e poi tornò a guardarlo.
Sarebbero potuti andare avanti per ore a guardarsi ma Diego capì che non fosse il caso quindi parlò per primo, “Se hai finito di mangiare andiamo via insieme” disse con fare accomodante.
“Si ho finito, possiamo andare.”
“Dove andate?” chiese Ambra sconvolta
“Ah mi sono beccata una punizione e per causalità mi sono portata a fondo anche lui non volendo.” Disse in maniera leggera come se la cosa non fosse importante.
“Oh, non ci avevi detto nulla!” disse un’atra compagna tale Jessica.
Anna si domandava come mai avrebbe dovuto dire della sua punizione, non riguardava loro, quindi le guardò perplessa.
“Dai andiamo o quella vipera si accanirà su di noi!” dicendo ciò Diego la prese per il braccio e la trascinò via.
“Ci racconti quando torni!!!” urlò Ambra dal tavolo facendo voltare molte facce, la maggior parte erano di ragazze del secondo e terzo anno che guardavano lui sognanti e lei con occhi inviperiti, e giustamente Anna non ci fece per nulla caso, annuendo alla compagna mentre veniva trascinata via dal ragazzo.

A quanto pare Diego era parecchio popolare a scuola per via dei suoi scherzi ai bulli e per tutte le  punizioni accumulate, piaceva a tutte le ragazze del secondo e terzo anno e anche ad alcune più grandi di lui, questo perché appariva molto come il tipo bello e dannato dato le sue punizioni, l’orecchino all’orecchio e i capelli neri più lunghi del solito legati in un codino.
Se qualche professore di Hogwarts avesse visto quel ragazzo, l’avrebbero sicuramento accumulato a Sirius Black. Ma loro non erano a Hogwarts e nessuno di loro sapeva chi fosse Sirius e tra l’atro lui tralasciando l’aspetto aveva poche caratteristiche di Sirius. Diego era un ragazzo normale che si divertiva a fare scherzi e stare con il suo gruppo, aveva 13 anni e sinceramente non pensava minimamente alle ragazze come un qualunque ragazzo di quella età a parte il suo cugino Kevin, quello alto che Anna aveva rinominato nella sua testa il ragazzo montagna.

E così Anna si avviò tenuta sempre per il polso da Diego verso l’ufficio della vicepreside.
Arrivati davanti la porta Diego lasciò il polso di lei e bussò tranquillamente con la sua migliore espressione spavalda.
Anna si era fermata a guardare il suo polso accaldato per via della  stretta di lui, e non capiva realmente perché la gente si prendesse tutta quella confidenza con lei, e se potesse farlo a sua volta, era un mese che stava in quella scuola e ancora si sentiva un pesce fuor d’acqua per via dell’educazione avuta. La vice preside disse di entrare e Diego le punzecchio il braccio con un dito per farla ritornare alla realtà con un sorriso timido e imbarazzato per niente uniforme a quella Black si avviò prima di lui all’interno dell’ufficio.
La preside disse che avrebbero dovuto mettere l’archivio dei compiti in classe degli anni passati in ordine di anno e di nome per studente e che sarebbero stati in punizione fino al venerdì seguente compreso il weekend.
“Per quante ore al giorno?” chiese Anna aspettandosi il peggio, quella punizione era proprio ingiusta alla fine Michele si era salvato, ok, che gli erano rimasti i capelli verdi ma l’effetto sarebbe svanito nel giro di una settimana, nessuno sapeva il controincantesimo anche perché Anna aveva studiato quella fattura da uno dei suoi libri d’incantesimi inglese. 
“ Verrò io a dirvi quando è ora di smettere, ora andate o rimarrete lì fino a domani mattina, tanto non ci sono lezioni, è tutto preparato nella stanza degli archivi.” Disse e poi chiamò “Tippy!” con un pop l’elfo apparve “mi dica padrona”, “Accompagna questi due ragazzi nella stanza dell’archivio” disse e tornando alla sua pergamena.
L’elfo si inchinò e accompagno i due ragazzi, appena fatto il suo lavoro spari con un pop salutandoli allegramente.
“Quella vipera! Dai mettiamoci a lavoro o quella veramente ci fa stare fino a quando non fa l’alba!” dicendo così prese la prima scatola di fogli e incominciò a frugarci dentro, anche la ragazzina fece lo stesso.

Passarono l’inizio della punizione in silenzio, lei non sapeva di cosa parlare. Lui era nervoso per qualche strano motivo che lei non comprendeva.
Dopo circa un’ora di silenzio finalmente lui disse qualcosa “Domenica vieni con noi in cortile e ci insegni quell’incantesimo?”
“Come?” si era abituata talmente tanto al silenzio che era saltata alla domanda.
“L’incantesimo, hai detto a Kevin che ce l’avresti insegnato” disse con ovvietà lui.
“Ah, il nome di quella montagna che hai come amico è Kevin?” chiese lei, era un passo avanti sapeva finalmente 2 nomi su 5 era un buon risultato.
“Si il suo nome è Kevin, ed è mio cugino, ah! giusto nessuno di loro si è presentato, i due gemelli sono Paolo e Vincenzo, il rosso è Nicola e si prima che me lo domandi gira sempre con la fotocamera gli piace immortalare i momenti, allora l’incantesimo domenica ti va bene?”  richiese come nulla fosse.
“Si, va bene ve lo insegno ma dovrei insegnarvi anche la controfattura perché se no i capelli rimangono di quel coloro per un bel po’, quel bullo sarà una zucchina per una settimana ancora.” Disse tranquillamente, a quanto pare con lui era semplice fare conversazione no come con le altre persone.
“Perfetto! Hai detto zucchina ahahah si da domani dirò a tutti di chiamarlo capitan zucchina!” incominciò a ridere, la sua risata portava allegria, sembrava finalmente che il nervoso che aveva avuto fino a qualche minuto fà fosse del tutto scomparso
“Ma dove l’hai imparato?”
“Da un libro d’incantesimi inglese, a giugno ho avuto già la mia bacchetta e quindi ho passato l’estate ad esercitarmi.”
“Inglese? Tu parli inglese?  E su chi ti sei esercitata?” incomincio a bombardarla di domande
“Si parlo inglese, e io sono inglese sono arrivata in Italia con i miei zii quando avevo 3 anni, ed era un drago di Peluche quello su cui mi sono esercitata, tranquillo non ha più i capelli verdi”
“Buono per il drago, ti prego però non fare la controfattura su Michele lascialo ancora così”
“Non avevo nessuna intenzione di farlo dato che l’ha passata liscia questa tortura la meritava lui e quel marmocchio che ho deciso di salvare.”
“Hai ragione, però ti ho visto in difficoltà perché non hai usato la controfattura quando i capelli gli stavano mangiando la testa?” chiese lui dubbioso
“Perché il draghetto non urlava e non soffocava, non pensavo potesse succedere!” disse lei con ovvietà “Non volevo ucciderlo!”
“Ah. Capito bhe meno male che stavo io allora!” sorrise un po’ di più e le tiro una ciocca di capelli, lei lo guardò strano, irrigidendosi.
“Non potevo farlo?  Ti ha dato fastidio” disse lui distaccandosi un momento
“Ehm, non lo so, io non sono abituata a questo modo di fare, infatti anche quando il tuo amico si è avvicinato e mi ha chiamata scricciolo” Fece una smorfia di disgusto “non sapevo come comportarmi, sono stata cresciuta dai miei zii e loro amano le distanze e non ho mai conosciuto nessuno a parte i loro colleghi di lavoro e Anthony.” Non sapeva perché gli stava dicendo tutte quelle cose, ma si sentiva un’imbranata a non sapersi comportare come le altre persone, ma con lui sembrava semplice parlare.
“Ah, quindi non sai neanche cosa voglia dire un abbraccio?”
“Direi proprio di no, però ho una bella stretta di mano, Anthony penso la odia gli stritolo la mano” disse meno imbarazzata e più malandrina.
Lui incominciò a ridere “Chi è questo Anthony?”
“Figlio di un collega di mio zio è tutto pomposo con la puzza sotto il naso, è del primo anno, Ambra ha una cotta per lui, e Ambra è quella che a urlato al tavolo”
“Capito, e a te sta antipatico, quindi non hai mai avuto amici?  O qualcuno con cui giocare? E Ambra è del primo anno come te? Si possono avere cotte al primo anno? Non siete piccole.” Così lui continuò con la raffica di domande.
“Se siamo tanto piccole a 11 anni perché parli con me? E poi quante domande che fai! Ho notato che le persone si prendono sempre molta confidenza, sarà normale per voi ma per me no! Comunque non ho mai avuto amici.” Si era un po’ innervosita per il piccola, anche se lo era rispetto a lui
“Parlo con te perché qui ci sei solo tu, e poi sei stata fenomenale per la fattura, si faccio molte domande mi stai simpatica!”
“Ok, va bene.”
Continuarono a parlare ancora per un po’ lui le disse di come si era conosciuto con il suo gruppo e di alcuni scherzi che avevano fatto e le punizioni che avevano subito in quegli anni. Anna incominciò finalmente ad aprirsi un po’ di più e a fare domande e a ridere per ciò che lui diceva a mezzanotte Tippy riapparse con un pop dicendo che la punizione era finita. Lui l’accompagno al dormitorio salutandola un po’ a distanza aveva capito che era meglio limitari il contatto dato che lei non era abituata, anche lei saluto ed andò a dormire.
 
Svegliata un po’ più tardi del solito, Anna si fece una doccia e si recò in biblioteca, per iniziare le ricerche su Hogwarts dato che faceva i compiti volta per volta e quindi era  in pari. Finalmente dopo i primi weekend in cui gironzolava per gli scaffali trovò il libro adatto a lei, Storia e Magia di Hogwarts, quindi, decise di prenderlo in prestito, firmo il modulo mise il libro nello zaino e si diresse a pranzo data l'ora. 
Appena seduta al tavolo Ambra, Jessica e Ilenia incominciarono a bombardarla di domande sulla punizione e su Diego, quindi fece un sospiro e iniziò a raccontare, non ne aveva avuto modo la sera prima dato che era rientrata fin troppo tardi e aveva trovato tutte le sue compagne a dormire.
Racconto di come fosse finita in castigo e dei capelli assassini che aveva creato a Michele che gironzolava per la mensa e veniva chiamato Capitan zucchina, a quanto pareva Diego e i suoi amici avevano fatto un buon lavoro di passa parola e tutti lo chiamavano così. Non soddisfatte del racconto le sue compagne, che forse doveva definire amiche, ma che ancora non riusciva dato le sue lacune nei rapporti sociali, incominciarono a parlare di Diego e della sua popolarità, Anna incuriosita seguiva i pettegolezzi a quanto pareva tutte le ragazzine dei primi anni avevano una cotta per lui e anche le sue compagne incominciarono a cinguettare di come lui fosse bello, "Non siamo troppo piccole per parlare di ragazzi e avere delle cotte? Dai abbiamo 11 anni!" esclamò Anna rendendosi conto di aver detto la stessa frase di Diego che tanto le aveva dato fastidio ma che era comunque veritiera, lei non sapeva fare amicizia figurarsi fidanzarsi con uno, e poi l unico riferimento reale di coppia erano i suoi zii e questo la faceva rabbrividire, sapeva altro dai libri che aveva letto, ma quelle erano storie pressoché inventate. "Beh si forse siamo piccole, non dobbiamo fidanzarci, stiamo dicendo che è bello!" disse Jessica sulla difensiva "Si bello e impossibile!" aggiunse Ilenia con un tono sognante nella voce. Continuarono a ciarlare ancora un po', Anna stanca di quelle chiacchiere che trovava visibilmente inutili si congedo con le amiche e si avviò verso il cortile per leggere il librone che si portava dietro.

Dopo parecchie ore trascorse lì, il cortile, si riempì di ragazzi di tutte l' età, lei non ci fece caso e rimase sdraiata in pancia sotto a leggere il librone.  Il tempo passava e lei continuava a leggere e ogni tanto a prendere appunti su un blocco, non molto lontano da lei c'era il gruppo di ragazzi che aveva conosciuto il giorno prima e che facevano una qualche strana gara, Diego l'aveva notata subito ma non aveva detto niente agli altri per evitare i loro commenti sulla ragazzina di 11 anni troppo e dire troppo piccola per lui, ma per cui già provava una grande tenerezza. Dopo la gara, Kevin esclamò "Ehi ma quella non è la scricciola" "Si è lei! Che libro enorme!" disse il primo gemello "Più grande di lei” concluse il secondo gemello "Dai andiamo da lei!" Kevin proprio non resisteva a far danni, Nicola guardò Diego con far indagatorio  aspettandosi la sua risposta "Non vedete che è impegnata lasciatela stare!" "è perché abbiamo fatto battute su te e lei? Dai promettiamo di non farle più, anche perché è la prima volta che noto che sei infastidito per qualcosa" Nicola continuava a guardarlo sperando di poter capire di più, e in quel momento un gatto si fiondò sulla schiena di lei come ad attaccarla "Ha bisogno di aiuto andiamo!" esclamò Kevin vedendo il gatto "Aspetta!" lo fermò Diego, il gatto mise il muso nei capelli della piccola lei mise la mano per acchiapparlo si giro pancia su, alzò la schiena e guardò il gatto con fare inquisitorio gli diede un buffetto su muso lui la mordicchio, e se lo mise sulle gambe accarezzandoli il folto pelo il gatto incominciò a fare le fusa, non contento di solo le coccole incominciò a muovere la zampetta per richiamarla, lei si tolse la bacchetta dai capelli che fluttuarono nell’aria come al solito risplendendo al sole e incominciò a far uscire un nastro da essa che il gatto cercò di acchiappare. I ragazzi la osservavano, Diego sempre più intenerito da quella ragazzetta disse "Visto è suo, non è in pericolo, e poi è solo un gatto dove l’hai visto il pericolo non so! ", nel frattempo Nicola si era avvicinato un po’ a lei senza farsi notare per poterla fotografare, soddisfatto dei suoi scatti tornò dagli amici  i due gemelli iniziarono a saltellare urlando " Vedere, vedere!!" si erano accordi di Nicola e che fosse fuggito per immortalare il momento, Diego che ancora guardava la ragazza, distolse lo sguardo guardo i gemelli e poi Nicola e il suo ghigno e rise di gusto, felice che lui avesse immortalato quel momento. Ormai aveva deciso Anna sarebbe stata la sua protetta, la sua sorellina da proteggere, le avrebbe fatto capire cosa significasse essere abbracciati.
 
La sera arrivò e con essa anche la punizione, come il giorno prima Diego andò al tavolo di Anna per prelevarla e andare dalla vicepreside per avvisarla che stavano per incominciare il secondo giorno di punizione. Entrati nella stanza si misero all’opera.
"Secondo te questi compiti in classe sono gli stessi che daranno a noi?" chiese Anna dubbiosa
"Dubito, secondo me gli cambiano ogni anno" le rispose Diego ma il dubbio incominciava a venire anche a lui
"Mah, perché se così fosse avremo trovato il Santo Graal!" rispose la piccola
"Beh direi che controllare non costa nulla, posso vedere se qualche compito del secondo anno, mi è familiare”
" Ottimo!“
"Aspetta, se è così però andremo contro le regole”
“Beh è colpa della vipera se ci troviamo qui, lei ci ha messo a disposizione il tutto"
" Si ma se i compiti sono giusti che facciamo gli rubiamo?"
“Certo che no! Incantesimo copiante su un quaderno e il gioco è fatto! " esclamò Anna convinta di saperne una più del diavolo
Diego era completamente basito e meravigliato allo stesso tempo
"Sei sicura di avere 11 anni?"
"Si sicurissima, a proposito della mia età ora tutte le mie compagne hanno una cotta per te! È loro pensano sia normale a 11 anni!" esclamò lei con convinzione
Lui alzò gli occhi e la guardò intensamente "Anche tu?" “Io non so cosa è un amico, figurati se capisco cosa sia una cotta, sono brava in tante cose ma ho molto da imparare sui rapporti umani, lo so questo!" disse a mo’ di spiegazione. Lui si riprese dallo sguardo suadente che aveva appena fatto alla piccola, e si ricordò del fatto che avesse 11 anni, e no non poteva fare lo scemo con lei, troppo piccola per lui, malidi i suoi amici che gli mettevano in testa idee strane riprese il controllo di se stesso incominciò a guardarla e percepì un po’ di nervosismo in lei. Quindi con il suo migliore sorriso le tirò una guancia dicendo "Giusto, controllavo solo, non ti innervosire  però! " lei lo guardò stralunata, fece spallucce e torno a lavoro
"Ti ha dato fastidio?"
"Non lo so, penso lo capirò andando avanti, non capisco se devo fare anche io lo stesso" era molto dubbiosa, lui rise si avvicinò con la guancia a lei, "Dai prova!“ 
Lei gli tiro una guancia arricciò il naso si allontanò" è stato strano" e dicendo così tornò di nuovo sui fogli lui rise di gusto lei lo ignorò e tornarono a lavoro.

Note dell’autrice
Volevo ringraziare chi sta leggendo la storia, questo finalmente è un capitolo più  interessante (spero) rispetto agli altri che a mio avviso erano solo introduttivi.
Può sembrare strano il fatto che un gruppo del terzo anno decida di far amicizia con una ragazzina di 11 anni, ma ricordati lei è una Black e i Black si fanno sempre notare, e hanno sempre un aurea misteriosa.  Forse Diego assomiglia un po’ a Sirius, ma non volevo renderlo tale, anche se finisce sempre in punizione non lancia fatture per divertimento, ma solo per difendersi o difendere. 
Domani pubblicherò già anche il IV capitolo, per il momento è tutto!
Baci!
 

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Capitolo 4
*** incantesimi, un invito, sangue ***


Capitolo 4 incantesimi, un invito, sangue
 
Domenica pomeriggio, ore 16:00 Anna era arrampicata su un folto ramo di un albero aspettando Diego e i suoi amici, la sera prima al ritorno dalla punizione, lui le aveva detto che si sarebbero incontrati lì.
Il suo zaino all’interno il libro d’incantesimi era appoggiato ai piedi dell’albero con Foot il gatto nero che dormicchiava lì sopra, era arrivata con quindici minuti di anticipo e aveva deciso di arrampicarsi su, sopra i rami nascosta dalle foglie ingiallite, era in attesa, guardando il resto del cortile.
In lontananza le c’erano le risate dei ragazzi, che si avvicinavano al luogo dell’appuntamento.
“Non è ancora arrivata siamo in anticipo?” chiese Paolo uno dei due gemelli, “No, siamo in perfetto orario!” rispose il fratello Vincenzo.
“Sicuro che viene?” chiese Kevin guardando male a Diego “Ha detto di si, quindi verrà.” Ripose irritato “Beh dai si sa le ragazze sono sempre in ritardo” Kevin la sapeva lunga su questo la sia ragazza Alessia lo faceva sempre aspettare per qualunque cosa, e così molte volte dovette rimanere indietro per andare a lezione perché i suoi amici non volevano aspettare con lui.
“Vedete che è già qui!” esclamò Nicola “Dove, dove?” incominciò a saltellare e a muoversi come uno scimpanzè impazzito Kevin “scricciolooooooooo” incomiciò a urlare.
Diego si sbatte una mano sulla fronte, sicuramente Anna sarebbe scappata per via di Kevin. “Come fai a dire che è qui Nic?”
“Perché quello sopra lo zaino lì a terra è il suo gatto, che tra altro ci sta guardando veramente male! Può un gatto guardar male qualcuno?” Nicola osservava il gatto con preoccupazione.
“Giusto! E il suo gatto, vieni qui micino miciòòò quanto sei caruccio!” Kevin sempre saltellando si avvicinò al gatto con la mano, Foot a cui non piaceva avere a che fare con la gente soffiò e a graffio il Gigante, un urlo lancinante che scaturì da Kevin che si lancio addosso ai due gemelli urlando “Salvatemi quel gatto malefico vuole uccidermi”, tutti ridevano come dei pazzi, Diego era sempre più convinto che Anna sarebbe scomparsa come un Demiguise*.
Anna osservava la scena dal suo ramo, cercando di soffocare le risate. Saltò giù ammorbidendo il terreno prima di atterrare per un rischiare di farsi male, “Come fa un tipo grande e grosso come te ad aver paura di un gatto?” chiese tutti si girarono verso la  ragazzina. “Il tuo gatto è un assassino!” esclamò con fare melodrammatico Kevin lanciandosi a terra continuando a urlare dal dolore. Anna alzò il sopracciglio guardandolo accigliata Diego le si avvicinò sfiorandole il braccio con una mano e le disse “Ignoralo, è tutta scena per attirare l’attenzione, ogni tanto ha mancanze di affetto.”
“Capito, all’incirca, quindi, come si ferma?”
“Se lo ignori, si ferma ma solo per due minuti poi ricomincia a fare l’idiota quindi, noi abbiamo deciso di accettarlo così com’è!” disse Nicola avvicinandosi a lei con la mano tesa “So che Diego ti ha detto i nostri nomi, ma dire che forse è meglio presentarci decentemente, io sono Nicola” lei sorrise e gli strinse la mano.
“Anna, quindi, non si ferma? Ne siete proprio sicuri?” Kevin stava ancora rotolando per terra preso dai lamenti.
“No, non si ferma, abbiamo provato di tutto, io sono Paolo comunque” si avvicinò il primo gemello “Però alla fine ci diverte, quindi forse non abbiamo provato proprio tutto, Io sono Vincenzo!” Sorrise ai due gemelli stringendoli la mano. “Posso provare io?” chiese a tutti ma guardando in fine Diego, come se il suo permesso fosse la cosa più importante.
“Certo fai pure.”  Anna prese il gatto con una mano, tenendo la bacchetta nell’altra si avvicinò a Kevin che ora era sdraiato per terra con la testa fra le braccia e non mugolava più lamenti ma spiava la conversazione.
Pronto ad alzarsi per far prendere paura alla ragazzina, aspettava in silenzio sentendo i suoi passi avvicinarsi, ma lei comunque tenendosi a debita distanza con la bacchetta fece sputare scintille rosse verso il suo sedere, pronunciando un incantesimo sottovoce senza farsi sentire da nessuno. Kevin saltò in piedi guardandola con orrore “Aiutooo” urlò tastandosi il sedere “Sei un assassina come il tuo gatto!” la guardava fisso
“Logico il gatto è mio ha preso da me!”
“Hai tentato di darmi fuoco!”
“Se avessi voluto darti fuoco a quest’ora saresti già cenere, erano solo scintille niente di dannoso.” Disse con ovvietà la piccola, intanto tutti ridevano come dei matti.
“Se hai finito di fare il bambino possiamo incominciare, e poi sarei io quella che ha 11 anni!”
Diego richiamo tutti all’ordine si sedettero a terra e Anna prese il suo tomo d’incantesimi e cominciò a sfogliarlo  cercando la pagina esatta.
 
Lesse la pagina in inglese, tutti loro la guardavano senza dire una parola, poi lei chiese “Are you understand?”
“Sinceramente non abbiamo capito niente stai parlando in inglese e noi non lo sappiamo” disse Diego
Lei arrossì leggermente, non si era accorta del cambio momentaneo di lingua, era molto più abituata all’inglese che all’italiano.
“Oh, giusto scusatemi, non me ne sono accorta” così incominciò a tradurre cosa dicesse il libro.
Dopo un po’ di tempo capirono tutti la teoria, dovevano passare alla pratica, piccolo problema non avevano una cavia, Ad Anna uscì sulla faccia il ghignò più malandrino mai visto fino ad ora e indicò Kevin “Dato che Diego ha detto che ti piace stare al centro dell’attenzione, potresti essere tu la cavia” sorrise sadica la piccola
Kevin indietreggiò e incominciò a fare di no con la testa.
Diego veni in suo soccorso è uscì un peluche dallo zaino “Possiamo usare questo, e dato che è di Kevin, lui sarà pur sempre al centro dell’attenzione”
“NO! Il mio povero Teddy!”  tutti incominciarono a ridere
“Questo può andare! È perfetto! Dai incominciate!” disse Anna ignorando Kevin
Fecero i loro esercizi con un Kevin lamentoso, i due gemelli che si spingevano per poter essere i primi a praticare l’incantesimo, Nicola che immortalava i vari momenti.
 
Mentre si esercitavano, Diego che era riuscito subito nell’incantesimo e nel controincantesimo prese Anna per un braccio allontanandola leggermente dal gruppetto “Tranquilla, riusciranno anche senza la tua supervisione, hai fame? Ho portato dei panini, noi possiamo fare una pausa.”  “Si direi che se la possano cavare senza di noi, e si ho una fame nera” e così si sedettero con le spalle all’albero incominciando a mangiare.
“Ehi perché a noi niente!” esclamò Kevin, che proprio non riusciva a non stare al centro dell’attenzione.
“Voi avrete i panini, a incantesimo imparato, continua ad esercitarti, forza e coraggio mangerai prima o poi!”
“Sei un cugino cattivo, e vicino a lei lo diventerai ancora di più!”
“Lasciali mangiare, e lavora forza! Noi siamo a buon punto solo tu non riesci a fare nulla!” tirandoli un orecchio Nicola lo rimise in regola.
 
Da lontano un ragazzino li osservava da dietro un albero, spiando ogni movimento di lei, aveva una lettera in mano che doveva consegnare e non aveva il coraggio di fare.
Era già un’ora che stava lì a guardarla insieme a quei ragazzi più grandi di lei, aveva promesso a suo padre che l’avrebbe tenuta d’occhio e che avrebbe dovuto dirli se lei si fosse avvicinata a gente con parenti non maghi.  Ma in quella scuola era difficile capire chi avesse solo parenti maghi, e di quei ragazzi più grandi di lui proprio non ne sapeva nulla.
Alla fine si decise ad uscir fuori dal suo nascondiglio e a dirigersi verso di lei con la sua solita camminata da persona importante, con il suo collo tirato e il naso su per aria.
“Black.” Disse guardando la ragazzina che rideva insieme a quel ragazzo più grande, tutto il gruppetto si girò a guardare il nuovo arrivato.
“Cimino.” Anna sorrise in maniera malandrina alzandosi di colpo facendo sobbalzare Diego.
Il ragazzino le tese la lettera e Anna la prese, l’aprì e si accorse che era un invito al compleanno di Anthony a casa sua  fra tre settimane sabato 3 novembre weekend.
 
I ragazzi dell’Aristin almeno fino a quelli del quinto anno potevano tranquillamente lasciare la scuola nei Weekend ma prelevati dai propri genitori e con permesso scritto lasciato in presidenza.  Per quanto riguardava quelli dal terzo anno in su potevano uscire nei weekend alla città vicina l’importante era che tornassero prima del coprifuoco, quelli invece dal sesto in su potevano star via tutto il weekend anche senza essere prelevati dai propri parenti ma sempre con il permesso. Quelli dell’ultimo anno che in Italia era l’ ottavo anno scolastico potevano recarsi all’istituto anche solo per seguire le lezioni senza rimanere nel dormitorio.
 
“Sono invitata al tuo compleanno?” chiese scettica lei
“Si i miei hanno detto di darti l’invito, c’è scritto lì, c’è bisogno dell’abito da sera, non puoi venire sporca di terra o fango o con i tuoi vestiti modificati da casa.” Disse secco
“Ok. Non hai detto nulla però sul riempire te di fango e terra.” 
“Mi sembrava scontato che non fosse una cosa da fare. Ma se hai bisogno di sentirtelo dire, allora va bene. Non puoi riempire nessuno di fango e terra.”
“Sarà come la festa dell’anno scorso? Tutta pomposa e noiosa a parte la torta?” chiese lei malandrina
“Sarà come l’hanno scorso e tu non ti potrai avvicinare alla torta, tua zia non te lo permetterebbe. Dovresti scrivere ai tuoi così ti possono mandare il permesso.  Puoi portare un’amica se vuoi, ma no uno di questi balordi.” Disse indicando il gruppetto
“Ehi moccioso noi non siamo balordi chi ti credi di essere!” Kevin si stava avvicinando a lui
“Non ti immischiare Kev, sono affari di Anna.” Diego lo fermò capendo che la ragazzina, non avrebbe gradito.
“No tranquillo non porto nessuno, ora se hai finito puoi pure andare.” Disse lei secca.
“Non posso andare, mio padre e mio zio mi hanno detto che devo tenerti d’occhio. Sai che non ti è permesso stare con gente con il sangue non magico. Loro sono tutti puri?”
“Non sono affari tuoi! Sei noioso Anthony fai sempre quello che ti dice il tuo paparino e mio zio, sei proprio un idiota. Va’ via!”
“No finchè non mi dici che tipo di sangue hanno.”
Anna sbuffo irritata, “Non ne ho idea, va via o ti affatturo.”  Si avvicinò pericolosamente a lui con la bacchetta.
“Fallo e dirò tutto ai tuoi, sanno già della tua punizione, appena gli dirò che mi hai affatturato ti renderanno la vita impossibile.”
“Pensi che mi importi di quanto possano rendermi la vita impossibile, e comunque sei uno spione, lasciami in pace io e te non siamo  niente, perché non ti vai a fare la tua vita lontano dalla mia.”
“Perché i miei genitori hanno detto di tenerti d’occhio e io lo farò, a meno che tu non faccia un qualcosa per me.”
Anna alzò il suo sopracciglio e lo guardò male, cosa avrebbe mai dovuto fare per quel deficiente proprio non sapeva
“Cosa vuoi?” chiese per pura curiosità
“Che porti alla festa con te Ambra, Ho controllato il suo sangue è apposto.”
“Se la porto con me, tu la smetterai di rompere e di spiarmi?”
“Per il momento si, e non dirò a nessuno di questa amabile confronto tra noi due.”
“Perfetto affare fatto, parlerò con lei stasera, ora va via.” Disse secca dandoli le spalle.
Il ragazzo sorrise e prima di andarsene disse “Dovresti realmente controllare il sangue dei tuoi amici, prima dei tuoi zii così da poterti allontanare da loro.” E se ne andò.
 
“Stupido, idiota, spia di un ragazzino pomposo, altro che i vermi nella torta quest’anno ci finisce lui dentro!” e si sedette a terra di nuovo vicino al suo gatto in silenzio imbronciata.
I ragazzi si avvicinarono a lei “Tutto bene? Immagino che quello sia il famoso Anthony.” Diego si sedette vicino a lei e le accarezzo la testa.
“Si.”
Anche gli altri ragazzi si sedettero vicino a lei, Nicola la guardava intensamente “Cosa era tutto quel discorso del sangue?” chiese
Lei alzò gli occhi dal gatto e lo fissò “ secondo i miei zii esistono vari tipi di sangue quello puro che lo hanno le famiglie nobili ed è interamente sangue magico, e poi c’è quello sporco che ce l’hanno le persone che hanno sia sangue magico che sangue non magico.”
Spiegò la piccola.
“E secondo i tuoi zii, tu dovresti frequentare solo persone con il sangue magico?”
“Si, secondo loro si, mi hanno fatto studiare sin da piccola le *28 famiglie nobili, dell’Inghilterra il mio sangue è Black ed Fawey, quello di mio zio è Rosier, ai miei zii non piace molto l’Italia specie perché non c’è differenza qui ed è difficile trovare famiglie interamente pure, anche perché qui la gente non si sposa tra cugini per mantenere la purezza.”
“Si sposano tra cugini?” chiese Kevin orripilato
“Si, ho mi hanno fatto studiare anche gli alberi genealogici quando avevo 8 anni, e poi mi ripetono sempre il sangue, tu hai sangue puro, non puoi stare con la feccia, appartieni alla nobile casata dei Black, e cose così” disse le frasi con il tono asettico della zia per poi tornare al suo tono normale
“E tu la pensi come loro?” Chiese Paolo
“No, Paolo sinceramente non do molto caso a ciò che dicono i miei zii” disse lei
“ehi! Come fai a sapere che io sono Paolo e non lui” 
“Lo so!” sorrise lei
“Beh ti sbagli!”  disse l’altro gemello “Io sono Paolo!”
“Non che non lo sei, Paolo ha un neo sul collo tu no!” disse lei ridendo gli aveva studiati appena si fossero presentati e aveva notato quel particolare così da poterli distinguere.
I due gemelli sbalorditi la guardavano a bocca aperta. Lei rideva e insieme agli altri alla faccia sbalordita dei due.
“Posso farti un’altra domanda?” Era sempre Nicola a chiedere
“Certo” Anna riprese la sua espressione seria e lasciò perdere le risate
“Cosa succederebbe se i tuoi  zii sapessero che hai amici non del tutto con il sangue magico, perché mia mamma non è magica e anche i genitori dei gemelli non lo sono, e sicuramente anche Diego e Kevin avranno dei parenti non magici nella loro famiglia”
Anna aggrottò la fronte “mmmh, urla strepiti e punizioni penso, ma non so bene, non ha molta importanza sono abituata, alcune volte mi hanno punita come l’anno scorso al compleanno di Anthony era palese che fossi stata io a fare quel enorme danno, mi hanno messa in cantina per un paio di giorno potevo uscire solo per andare in bagno, nulla di chè!”  disse lei facendo spallucce, poi si rese conto delle facce dei amici, ormai aveva capito loro sarebbero stati i suoi amici per parecchi anni
“Ehm dai tranquilli! Non è grave!” cerco di alleggerire la tensione “Volete sapere che ho combinato? Ero in cucina, non dovevo essere là ma ero curiosa di vedere la torta dato che Anthony si stava vantando che sarebbe stata buonissima, e a quattro piani e quindi sono andata a vederla e ho pensato intensamente che sarebbe stato divertente che il ripieno fosse pieno di vermi, e poi puff, al taglio della torta sono usciti una valanga di vermi enormi verdi e marroni, è stato divertentissimo tutti scappavano e questi vermi strisciavano dalla torta a terra diventando giganteschi!” e lei che stava trattenendo le risate al ricordo non ce la fece più e incominciò a rotolarsi per le troppe risa.
Tutti i ragazzi ridevano insieme a lei Nicola fece un bleah, finite le risate Diego disse “Ma non sono stati un po’ severi?”
“Dai, non fare quella faccia preoccupata ormai è passata!” e Anna per la prima volta si sentiva tanto spontanea da tirare un pizzicotto sul braccio a Diego, lui sorrise e decise di spettinarle i capelli.
 
Tornarono a esercitarsi, Nicola rimase con loro due a terra dato che ormai aveva imparato anche lui l’incantesimo.
“Secondo me dovevamo invitare anche il professor Davis per questa lezione d’incantesimi!” esclamò Nicola
“oh, si sarebbe stato divertente, vedere una ragazzina insegnare a un professore!” incominiciò a ridere Diego
“Io lo trovo strano, specie per le sue camicie con i fiori venerdì a lezione ne aveva una con diverse tonalità di rosa e violetto!” esclamò la piccola
“A me piace!” disse Nicola
“Dai era orrenda nessun maschio metterebbe una cosa del genere!” rispose Diego
“Io la metterei!”
“La metteresti? Serio? Ho veramente degli amici strani, che diavolo sta facendo mio cugino?”  Diego era perplesso guardava quel gigante di Kevin saltellare come un pazzo
“Si sarà dato fuoco da solo il genio!”  disse Anna con ovvietà
“Stanno arrivando”
 “Ce l’abbiamo fatta!” Disse Paolo ridendo buttandosi a terra e trascinando il fratello con lui, Kevin dietro di loro improvvisava un valzer con l’orsacchiotto, si avvicinò a loro e anche lui si buttò a terra “Piccolo mio, nessuno più ti farà del male promesso!” strinse l’orsacchiotto a se e gli diede un bacio! “ Dato che sei stato bravo meriti un bacio da tutti loro!” e avvicinò il peluche a Nicola
“Baciami, baciamiiiiiiiiiii” incominciò a strillare dando voce all’orsacchiotto, Nicola per giusta risposta lo spinse e lui cadde sopra i due gemelli che stavano ridendo e così incominciarono una lotta a terra.
Anna gli fissava con gli occhi spalancati “Sono completamente matti” afferrò il gatto che si stava avvicinando a loro. “No,  Foot, potrebbero essere infettivi.”
Nicola rideva di gusto alla battuta della piccola,  Diego scuoteva la sua faccia rassegnata
“Forse dovremmo fare delle ricerche per una cura, deve esserci qualcosa per farli diventare normali!” esclamò Anna
“Penso proprio che non ci sia cura, sono fatti così! E Dai smettetela!” invece di smetterla Vincenzo si avvicinò a Diego e lo trascinò nella valanga di corpi a terra “Ragazzi no!”
Anna che aveva visto lo sguardo di Vincenzo e aveva già capito il tutto si era leggermente allontanata da Diego avvicinandosi di più a Nicola e attaccandosi al suo braccio, e incomincio a ridere mentre vedeva Diego trascinato via, Nicola faceva invece ciao con la mano “Divertiti Diego!” rideva anche lui.
“Dici che dovremmo aiutare” chiese lei guardando Nicola, non si era resa neanche conto che si fosse attaccata al suo braccio, come se niente fosse.
“Ancora no prima devo fare qualche foto, vuoi provare tu ad usare la fotocamera?”
“Si certo! Mi insegni?”
Nicola le spiego come usarla e lei incominciò a fare un paio di foto, per la prima volta in vita sua si stava divertendo, come una ragazzina normale,  finalmente si sentiva normale e no un pesce fuor d’acqua come sempre.
Finite le foto Nicola decise di far fermare i suoi amici dall’uccidere il povero Diego, e disse la parolina magica “è ora di CENA!” sentendo la parola Cena, sia Kev che i due gemelli lasciarono perdere la loro vittima, saltando all’impegni, catapultandosi verso i loro zaini.
“Potevi farli smettere prima eh!” Rimproverò Diego dando una mano a Nicola cercava di tirarlo su, Anna era ancora  presa dalla fotocamera e scattò una foto a Nicola di nascosto appena si girò per richiamare la sua attenzione.
“Vieni a cena con noi?”  chiese
“Mi piacerebbe ma devo parlare con Ambra della festa.” Disse lei imbronciata, “E poi non credo di essere pronta a vedere Kevin mangiare deve essere disgustoso.” Rise infine lei, prese lo zaino e il gatto e si avvicinò a loro “Ti stanno bene i capelli così” disse trattenendo le risate a stento.
Diego si tasto la testa, cercando di aggiustarli, con scarsi risultati dato che aveva perso l’elastico in quella baraonda che si era creata a terra.
Si accorsero che gli altri e tre se n’erano già andati e si avviarono anche loro in sala mensa, Anna salutò entrambi e si avviò al suo solito tavolo.
 
 
 
 
Note dell’autrice
*Demiguise è una creatura magica, vista in animali fantastici e dove trovarli, simile a una scimmia che può rendersi invisibile quando vuole.
*Le 28 famiglie sono le sacre ventotto fanno parte di una lista scritta tra il 1930 e il 1940 in maniera anonima è una lista con tutte le famiglie purosangue.
 
Grazie a tutti per l’attenzione Baci!

 

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Capitolo 5
*** Una lettera con informazioni importanti, lacrime salate ***


Capitolo 5: Una lettera con informazioni importanti, e lacrime salate.
Ultima settimana di punizione era giunta a termine, ancora faceva leggermente caldo anche se ormai novembre si stava avvicinando infatti la settimana prossima sarebbe arrivato il nuovo mese e con esso il compleanno di Anthony, a cui sarebbe dovuta andare per forza, molto controvoglia. Ambra invece a differenza sua era stata felicissima di avere l’onore di andare a quel gigantesco evento e dato l’invito ora sia era imputata a passare del tempo con Anthony cosa che non fece piacere ad Anna dato che ormai i ragazzo cenava spesso al loro tavolo. Lei era costretta a stare in silenzio tranne nelle situazioni in cui litigava con lui, lei insultandolo, e lui rispondendo con freddezza, lanciando frecciatine appena ne aveva l’occasione o minacciandola con sotto testi che solo lei poteva intuire, per giusta risposta una volta dato che i suoi velati insulti non le davano la soddisfazione di andare a segno, poiché  il giovane rimaneva impassibile, Anna aveva deciso di lanciarli una polpetta sulla bianca camicia immacolata, questo portò a un stridolino da parte di Ambra che poi la rimproverò subito, lui con del sugo tra i capelli, il ghignò di Anna sempre più evidente e splendete e una serie di sguardi di rimprovero da Jessia e Ilena che le avrebbero fatto una ramanzina interminabile di quanto lei fosse una cattiva amica e che doveva aiutare Ambra con Anthony. 
Anna giustamente pensava di aver già fatto il suo avendo invitato Ambra alla festa che aveva accettato subito l’invito, ed era subito corsa a mandare una lettera ai suoi genitori, con una lunga descrizione del vestito che le dovevano far recapitare per l’occasione, aveva anche spiegato loro che la famiglia di Anthony era molto importante a Roma, come quella di Anna, e fosse un vero privilegio per lei essere partecipe a quella festa.  Ambra invece era di Milano e anche i suoi genitori erano molto facoltosi e importanti nella città. I genitori accettarono subito, mandando anche un vestito costosissimo. Anna dovette mandare una missiva agli zia dicendo che sarebbe venuta anche Ambra alla festa e spiegando a che tipo di famiglia appartenesse e dicendo loro che era stata un’idea di Anthony invitandola.
Era stata una settimana faticosa, si stava abituando a non parlare con gli zii ed eccola che doveva scriverli per forza, e poi Ambra ormai la seguiva ovunque sperando di poter stare con Anthony, a quanto pare le cene non le bastavano, infatti, quando dovette andare a parlare con Anthony per dargli l’ottima notizia, Ambra decise di seguirla prendendola a braccetto e lei prontamente dopo aver riferito tutto a lui se la filò subito, lasciandoli quella piovra della ragazzina, mai fu fatto da Anna sbaglio peggiore averli lasciati sola aveva causato l’invito da parte di Ambra al loro tavolo e a tutte quelle cene.
 
Era sabato pomeriggio, Anna era seduta a terra in cortile, e pensava al fatto che avrebbe visto sempre di meno Diego poichè la punizione era ormai giunta al termine la sera prima, e avevano anche scoperto che i compiti venivano sempre cambiati quindi non avevano neanche potuto copiarne uno solo. Quella settimana era stata anche quella dei compiti in classe quindi aveva potuto passare solo un pomeriggio con lui e gli altri ragazzi con cui stava facendo amicizia,  specie con Nicola con cui faceva foto e si divertiva un mondo e i gemelli le erano stati molto d’aiuto per insegnarle gli insulti più coloriti che conoscessero ignorando lo sguardo di rimprovero di Diego.
Immersa dai sui pensieri, si era appoggiata con la schiena al tronco dell’albero e aveva lasciato il libro per terra stanca di leggere, non si accorse neanche di Diego che si era appena seduto vicino a lei con fare silenzioso, “Ti ho portato un pezzo di crostata al cioccolato, non ti ho vista a pranzo.”
Lei aprì gli occhi lo guardò e sorrise, poi si soffermò sulle sue parole “Hai detto pranzo? Che ora è?” Gli chiese dubbiosa
“Le 16 di pomeriggio”
“Oddio ho dimenticato il pranzo!”  lui incominciò a ridere
“Hai dimenticato il pranzo?” disse sommerso dalle risate “Non ho mai visto nessuno dimenticare il pranzo, Kev preferirebbe morire che saltare un pasto!” continuava a ridere pensando all’espressione di Kev se fosse stato lì, ad ascoltarla.
“La smetti di ridere, l’ho dimenticato perché ero presa dal libro!” sbuffo lei, mettendo su il broncio
“Ok, la smetto solo perché con il broncio sei così carina! Meno male che ci sono io, il tuo salvatore che ti porta il cibo.”
“Eh si meno male, dai sgancia la crostata, mi sa che ho proprio fame!” e così facendo afferrò uno dei due involucri di fazzoletti con all’interno il dolce e incominciò a scartare l’involucro
“Ehi, e il grazie che mi aspetta dove è?” chiese lui risentito
“Non so se te lo meriteresti, dato che stavi ridendo di me, ma non si può dire che io sia una persona maleducata quindi Grazie!” e dicendo così si mise un pezzo di crostata in bocca.
“Molto lady da parte tua ringraziarmi, che stai leggendo di così bello da farti dimenticare tutto il mondo che ti circonda?”
“Storia e magia di Hogwarts!”  disse lei dopo aver ingoiato il primo boccone
“Hogwarts la scuola in Inghilterra?  Come mai leggi su questo argomento, deve essere un po’ pesantuccio dato il  grande libro.”
“Perché io ho ricevuto la lettera da Hogwarts, e non mi hanno mandata, ho chiesto cosa fosse ma nessuno mi ha voluto dire niente, poi mio zio ha nominato due case di Hogwarts, i miei appartenevano a Grifonodoro, e quindi ho deciso di indagare.”
“Anche mia madre è stata a Grifondoro!” Esclamò lui
“Tua madre?” chiese lei confusa
“Si lei è inglese, si chiama Mary Mcdonald ed è andata a scuola lì poi  dopo il suo quinto anno si è trasferita qui, ha incontrato mio padre e poi ha avuto me, mi ha parlato un po’ di quella scuola, dice che secondo lei è meglio della nostra, ma non tornerebbe mai in Inghilterra è riuscita a scappare prima della guerra.”
“La guerra? Che guerra?” chiesa Anna incuriosita
“Ehi sai tante cose del sangue e non sai che c’è stata una guerra per colpa di esso?” chiese lui sbalordito
“No, non so niente, racconta dai!” disse continuando a mangiare la crostata
“Allora, non ne so molto, so solo che durante gli anni in cui mia mamma frequentava la scuola erano incominciate alcune sparizioni e morti strane a gente figli di babbani o a babbani, lì chiamano così le persone senza magie, e un Cattivo mago molto potete aveva radunato una specie di esercito e voleva che solo chi avesse il sangue pure potesse praticare a magia, mia mamma è andata via anni prima che la guerra scoppio attivamente è durata più o meno tre anni, poi si è conclusa con un bambino che è sopravvissuto alla maledizione dell’Avada kedavra, lanciata da mago oscuro che morì” finì di raccontare
“Avada Kedavra che cosa è?”
“è una maledizione che causa la morte, non si sa come, sia riuscito un bambino di 1 anno a sopravvivere e a scatenare la morte di questo mago oscuro potentissimo, un vero miracolo, i genitori del bambino sono morti, mia madre li conosceva.”
“Che brutta storia non ne sapevo nulla, dici che ci sono libri sull’argomento?”
“Come mai ti interessa tanto?  Sbaglio o durante le punizioni mi hai detto che odi storia della magia?”
“Si ma questa è del periodo dei miei genitori, quando mia mamma era viva, è stata trovata morta in casa, mi hanno detto solo questo, forse anche lei combatteva per la guerra.” Disse lei pensierosa
“Può darsi che anche mio zio, abbia combattuto ma ci scommetterei tutto  che fosse dalla parte dei cattivi, lui è fissato con il sangue, forse è per questo che noi siamo in Italia!” esclamò lei
“Forse stai esagerando, faresti di tuo zio un criminale”
“Tu non lo conosci!” Anna si trovava talmente vicino alla verità senza neanche saperlo
“Di tuo padre cosa sai?” Provò lui a cambiare discorso
“Non molto mi hanno detto che è una brutta persona e ci ha abbandonate ed è sparito nel nulla, quando ho studiato gli alberi genealogici gli unici Black dell’età di mia madre erano Sirius e Regulus, è probabile che sia uno dei due, ma non ne so nulla.”
“Forse mia mamma è andata a scuola con loro! Possiamo chiedere a lei se conosceva tua mamma, sai almeno il suo nome?”
“Si il suo nome è Megan Fawley”
“Che dici scriviamo a mia madre?”
“Lo faresti per me? Ma deve essere un segreto i mei zii si arrabbiano ogni volta che chiedo di loro non vogliono che ne sappia nulla!” si guardò intorno con circospezione
“Certo che lo farei per te!” poi la osservo lei ancora si stava guardando intorno.
“ Cosa guardi?”
“Se sta Anthony l’ho beccato un paio di volte seguirmi in giro, ok che abbiamo quasi sempre le stesse lezioni ma mi sta sempre alle costole. Ambra pensa che sia per lei, io so che è per spiarmi. È ovunque anche a cena sta sempre con noi. Ma fin ora non mi è arrivata ancora nessuna missiva da casa con rimproveri vari, neanche quando gli ho scritto per dirli che avrei portato Ambra con noi al compleanno, quindi, dire che non sta spiattellando troppo, ma dobbiamo stare attenti il nemico è in agguato!”
Lui rise, lei assottiglio gli occhi “Visto! che ti dicevo sta uscendo dal portone e si sta dirigendo da questa parte!”
Lui guardò vicino al portone e vide veramente il ragazzino, che si fermò di blocco vedendo Anna e Diego guardarlo e poi tornò dentro.
“è andato via perché l’abbiamo beccato” disse lui
“Sicuramente tornerà più tardi forse è meglio andar via da qui che dici?”
“Si direi di si andiamo nella saletta del terzo anno lì sicuramente non verrà e scriviamo la lettera, ti va bene?”
“Perfetto”
Scrissero la lettere e poi la spedirono con il gufo di Diego soddisfatti del proprio lavoro, incominciarono a giocare a Spara Schiocchio un gioco magico con le carte. Dopo un po’ vennero raggiunti dal restante del gruppo e si ritrovarono tutti a ridere e a scherzare fino all’ora di cena, e decise di accettare l’invito al loro tavolo, dato che non ne poteva più di Anthony. 
 
Il giorno prima del compleanno di Anthony, finalmente arrivò la risposta alla lettera tanto attesa da Anna. Sia Diego che lei, si trovavano un’aula così da non essere disturbati da nessuno o seguiti da Anthony.  Seduti a terra con la schiena appoggiata al muro nascosti da una serie di banchi, Diego incominciò ad aprire la lettera. “Sei pronta le chiese?” “Sono nata pronta, dai apri la lettera!”
Incominciarono a leggere in silenzio seduti vicino.

Caro figlio
Finalmente ti ricordi di scriverci, dovresti farlo più spesso, non smetterò mai di rimproverarti per questo, ci manchi tanto a me e papà.
Come stai? Come stai andando a scuola? Quante punizioni ha già avuto?
Ora poiché ho appena finito l’interrogatorio passiamo all’ essenziale.
Hai fatto amicizia con la figlia di Megan che a quanto pare è una Black?
Certo che conoscevo Megan insieme a Lily, Alice e Marlene condividevamo il dormitorio. Io ero molto più legata a Marlene ma ero comunque amica delle altre tre. Abbiamo passato bellissimi momenti insieme, Megan e Lily erano come sorelle, sempre insieme, Megan era anche l'unica a tollerare il migliore amico di Lily che era un Serpeverde ecco perché si erano trovate tanto unite. Hai detto che Anna abita con sua zia, sicuramente deve essere Maddalena, deduco che ciò sia successo perché non ci fossero stati altri parenti in vita, Maddalena e Megan non andavano molto d'accordo erano gli opposti l’una dell’altra, Maddalena era due anni più grande di noi e smistata a Serpeverde, Megan invece fu l’unica a essere smistata a Grifondoro, della famiglia che era stava tutta Corvonero.
Avevano un rapporto simile ai due fratelli Black.
Quando ho  saputo della morte di Megan, sono andata al funerale, non so tesoro se ti ricordi tu avevi quattro anni e mezzo e partimmo in Inghilterra un paio di volte quell’anno. Dato che c’era stato anche il funerale dei Potter, i Potter erano Lily e suo marito una delle famiglie magiche diventate la più famosa in tutto il mondo dato, il miracolo che ha fatto il loro dolce bambino eliminando la minaccia di Colui che non deve essere nominato. Comunque mi ricordo di Anna al funerale era una bambina  piccola doveva avere almeno 2 anni e mezzo con lunghi capelli nero pece, tu eri piccolo l’hai vista piangere a fine del funerale e ti sei avvicinato a lei dandole un fiore che avevi raccolto nel prato, che tenero che sei stato.
Mi dispiace doverti dire che non so chi sia suo padre, ho perso i contanti con le ragazze verso il loro ultimo anno a scuola perché ero impegnata a fare la mamma, e poi c'è stata la guerra mandare un gufo sarebbe stato rischioso sapevo per certo informata da Marlene che erano tutti membri attivi contro Colui che non deve essere nominato, poi anche la povera Marlene è morta insieme a tutta la sua famiglia e io l’ho saputo troppo tardi al funerale dei Potter.
Sapevo però che Megan era promessa sposa a Regulus ma dubito che lei l'abbia sposato. Sinceramente non so cosa pensare a riguardo, Megan era fantastica e il fatto che sia finita con uno dei due Black penso sia stata una sorte peggiore della sua morte. Regulus era fissato con il sangue, Sirius era l’esatto opposto, o almeno così sembrava, quello che so e che è ad Azkaban la prigione dei maghi in Inghilterra ed ha consegnato lui i Potter a Colui che non deve essere nominato. Penso sia meglio per la ragazzina non sapere chi dei due sia il padre. Posso comprendere il fatto che voglia sapere la verità, e che crescere con Maddalena non sia stata una bella cosa, spero che l’uomo che lei abbia , sposato sia un buon uomo e tratti bene la ragazzina. Se mai lei desiderasse saperne di più sulla madre sarò felice di raccontarle qualcosa, potrebbe venire a casa nostra un giorno, sempre se i suoi zii acconsentirebbero. Vi allego una foto di me, Lily che è la ragazza con i capelli rossi, Marlene la bionda, Alice che è quella con i capelli corti castani e Megan con i capelli neri e lucenti. È del  nostro quinto anno a scuola prima che io le lasciassi. Sono l'unica sopravvissuta, ricordare tutto questo mi spezza il cuore, ma comprendo il voler sapere della piccola specie perché Maddalena, dubito che le abbia detto qualcosa. Un bacio ad entrambi Con tutto il mio affetto.
La Mamma
P. S. Fai il bravo e non farti mettere in punizione.

Entrambi finirono di leggere la lettera Anna si accascio sul divano, era totalmente sconvolta.
Diego si maledisse del fatto che non l'avesse letta prima da solo, ma anche sua madre poteva essere un pochino più delicata. Non sapeva bene cosa fare, fino a neanche dieci minuti prima erano tutti felici di aver ricevuto la lettera, e ora sembrava come se la terra gli fosse scivolata via da sotto i piedi, non  sapeva che fare guardava la ragazzina che aveva la testa tra le mani i gomiti appoggiati alle ginocchia, la testa nascosta, il corpo incurvato e una vasta quantità di capelli a coprirla tutta.
Decise di fare quello che avrebbe voluto fare con più calma, quando lei si fosse abituata di più al contatto fisico, decise di tirarla a sé e stringerla forte in un abbraccio.

Lei era sconvolta, completamente, non sapeva che pensare. Mary le aveva detto che era meglio che non scoprisse chi fosse il padre, un Black fissato per il sangue, uno che aveva finto di essere diverso e che aveva tradito la migliore amica della madre, ed era finito ad Azkaban. Stare con uno di loro due era stata una sorte peggiore della morte, stare con suo padre era peggio che morire, erano le uniche parole che il suo cervello riusciva formulare...
Stare con suo padre era peggio che morire.  
A un certo punto si senti trascinare via, via dal baratro di pensieri in cui stava finendo, calde mani la tiravano via, calde braccia la stringevano forte, il calore del corpo di un altro si univa a lei. Incominciò a tremare, si senti stringere di più, e quindi i singhiozzi incominciarono a farsi largo dalla sua gola, fino ad arrivare alla sua bocca per poi fuoriuscire tutti, le lacrime le incominciarono a cadere dagli occhi chiusi, avvicinò la sua faccia al petto di lui, che le dava calore.

Lui la strinse sempre più a sé a ogni singhiozzo che udiva. Era l'unica cosa che poteva fare, quella ragazzina stava facendo fuoriuscire anni di malori tutti insieme.
Si trovavano in quell’aula soli, tutto era scomparso. Lui la sentiva piangere.
 
Anna si sentì come se tutta la tristezza del mondo fosse lì dentro di sé, due zii crudeli che non la volevano che non l’amavano, una madre morta, un padre che non sapeva chi fosse ma chiunque fosse stato, poteva solo essere peggio della morte, un infanzia sola, senza amici, senza amore. E lei era amore aveva bisogno amore. Aveva tanto bisogno di avere una casa e qualcuno che l'amasse, se ne rendeva conto ora mentre veniva tenuta detratta da lui. In quel momento lui era casa, era famiglia, vita, amicizia, amore tutte cose che lei non conosceva, di cui non aveva mai sentito la mancanza, perché non si può avere la mancanza di qualcosa che non si conosce.
Incominciava a capire solo ora, a capire quante cose non conosceva, quanto le fosse stato negate.

Lui continuò ad averla stretta a sé, i singhiozzi e il pianto diminuivano, ma non aveva il coraggio di staccarsi da lei. Proprio non ci riusciva. Lui aveva bisogno di stringerla forse più di quanto lo avesse lei. Non capiva bene il perché di tutto questo, del perché si fosse tanto affezionato a quella ragazzina, e sinceramente non gli importava. Sapeva che non l’avrebbe mai lasciata andare.

I singhiozzi diminuivano, lei se ne stava rendendo conto, nella sua mente un bambino con i capelli neri e una margherita in mano le si avvicinava. Lei piccola con i capelli sciolti neri come le  pece, con un vestito fin troppo suntuoso e nero per una bambina di quella età era ferma e guardava quella bara che piano, piano andava sotto terra, la sua mamma era lì, gli occhi rossi dal pianto. Sapeva solo che la mamma era lì e non sarebbe più tornata da lei, la zia le l’aveva urlato quella mattina mentre lei piangeva nella stanza perché il vestito le pizzicava il corpo e gridava Mamma con tutta forza della sua voce.  La mamma non sarebbe più tornata, il papà se n’era andato lo sapeva aveva visto la madre piangere per un mese intero di nascosto nello sgabuzzino. 
E quel bambino si era avvicinato e le aveva dato una margherita. Era lui quel bambino che ora era più grande e la stringeva a se.
 
Note dell’autrice
Ho adorato scrivere questo capitolo, penso sia il mio preferito fino ad ora.

*Lascio delle note per chiarirvi l’arco temporale: il primo giorno di scuola in Italia è il 13 novembre e ci troviamo nell’anno 1990 un anno prima la pietra filosofare, Anna è un anno più grade di Harry
Quando Anna prende la punizione è venerdì 12 ottobre quindi a fine mese scolastico, finisce la punizione il 20 sempre di venerdì, questo capitolo è ambientato giorno 27 ottobre, e giorno 2 novembre. Il compleanno di Anthony è sabato 3 novembre.
Altre note per capire un po’ meglio il contesto temporale
  • Nel 1978, i malandrini si diplomano così anche Lilly e Megan e lei rimane incinta a settembre, (così presto e in mezzo a una guerra direte nella vostra testa, fidatevi c’è un perché, Spoiler:
la loro storia verrà prima o poi chiarita e ci saranno tutti i personaggi della prima guerra magica)
  • Megan partorisce Anna il 4 maggio del 1979
  • Lily dovrebbe essere rimasta incinta verso il novembre del 1979 e Harry nasce a luglio nel 1980
  • Quando nel 1981 Harry rimane orfano ha 1 anno e mezzo e Anna ne ha 2 e mezzo, Sirius viene catturato, e Megan a l’8 dicembre muore, uccisa dalla Avada come scritto nel primo capitolo
  • Anna va in affido a sua zia e nel 1982 verso marzo si trasferiscono in Italia.
  • Mary Mcdonalds andava a scuola con i malandrini e Lily e Megan viene nominata nei ricordi di Piton, e la ragazza che avverte Lily che Piton è fuori al ritratto e non vuole andar via ed è vittima anche di qualche cosa fatta con la magia nera da Mulciber ciò accade al loro quinto anno, non si sa più nulla di lei, quindi per me è scappata in Italia dopo il suo quinto anno ha sposato molto presto Tommaso Cammileri perché rimasta subito incinta di Diego.
Questo è tutto! Grazie a chi sta leggendo la mia storia.
 

 

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Capitolo 6
*** La festa ***


6 Capitolo: La festa

Ringraziò mentalmente che fosse sabato mattina e che non avesse lezione così da poter stare di più a letto.
Non era riuscita ad addormentarsi, per via di tutte le informazioni ricevute il giorno prima, per via di tutti quelli avvenimenti.
Dopo aver finito di piangere sulla camicia di lui bagnandola tutta, aveva detto un grazie soffocato, aveva cercato di riprendere la sua solita aria composta, dicendoli che era stanca e voleva andare a letto, lui aveva annuito. Aveva preso sia la lettera sia la foto al suo interno lui le aveva chiesto se voleva tenerle lei,  per risposta lei aveva annuito  erano tornati al silenzio ed Diego l'aveva accompagnata al dormitorio.
Non avevano parlato, lui le aveva restituito il suo spazio e lei se l’era preso subito.

Lui l’aveva capita.

Lei sperava che avesse capito che avesse bisogno solo di tempo.
 
La lettera era rinchiusa nel suo comodino insieme alla foto che non aveva ancora avuto il coraggio di guardare, non si sentiva pronta a tutto ciò. Erano anni che fantasticava sui suoi genitori, sperando in un padre che la venisse a prendere da quel posto che era costretta a chiamare casa. Aveva avuto la certazza che mai nessuno sarebbe andata a prenderla, e pensò che forse fosse meglio così.

Guardò l’orologio, erano le dodici e decise ad alzarsi, andò a lavarsi e si preparò per scendere a pranzo, trovando il dormitorio deserto.
Le sue compagne erano già sedute ai soliti posti, al solito tavolo. Passava sempre i pasti con loro, ma era capitato che dopo la fine della punizione Diego era andanto ogni tanto a rapirla da quel tavolo per farla mangiare insieme il suo gruppetto.
Aveva già cenato con loro tre volte contando anche la cena del giorno prima dove era stata sollevata dalla sedia da un Kevin e poi posata al loro tavolo.
Non aveva detto nulla, era solo impallidita troppo sconvolta da ciò che lui avesse fatto, il restante della combricola aveva riso di gusto per della sua faccia sconvolta della piccola e Diego come al solito aveva rimproverato Kevin, lei si era ripresa in fretta e si era unita a Diego minacciando Kevin che se l’avesse rifatto, s'è la sarebbe vista con Foot.
Dopo quella cena lei e Diego erano andati nell’aula a leggere la lettera.
Non aveva ancora trovato il coraggio di parlare con lui, che era seduto al tavolo con i suoi amici in una postazione comoda per poterla osservare.
Anna pranzava tranquillamente con tutta la sua compostezza, ma sentiva lo sguardo di lui addosso, percepiva la preoccupazione del ragazzo anche a distanza di vari tavoli.

A fine pranzo fu presa da Ambra a braccetto per andare a prepararsi per la serata.
“Ambra sono solo le quattordici alle diciannove verranno i miei zii abbiamo tempo!”
“Ma io non sto più nella gioia!  E poi mi devi dire tutto quello che riguarda la sua famiglia” e così dicendo Ambra afferò Isabel per un braccio ed entrambe uscirono dalla sala mensa per dirigersi al dormitorio, la prima super euforica e Anna invece super imbronciata.

Il pomeriggio per Anna sembrò non finire mai, le era complicato ascoltare tutte quelle chiacchiere e non capiva il perchè di tutta quella euforia. Verso le diciotto dopo lunghe conversazioni tutte riguardanti Anthony si incominciarono a vestire ed uscirono dal dormitorio con anticipo e trovandosi d’avanti Diego e gli altri.
“Ehm cosa fate qui?” chiese Anna perplessa.
“Volevamo vederti tutta elegante scricciolo!” rispose Kevin saltellando “Quanto sei caruccia, fatti dare un bacetto! ” si avvicinò a lei per darle il bacetto ma Anna slittò all’ultimo facendolo sbattere contro la porta.  Ambra rideva come tutti gli altri.
Diego si avvicinò a Kevin “Ancora non ti è chiaro, che la devi lasciare in pace, perché ti fai solo male?” dandoli una pacca sulla spalla.
“Siete veramente carine entrambi.” Disse poi sorridendo. 
“Dai mettetevi in posa vi faccio una foto.” Esclamò Nicola felice 
Ambra afferrò Anna e si mise in posa, e quest’ultima si sforzo di sorridere.
“Perfetta!”
“Vi accompagniamo!” grido Paolo
“Certo che si!” aggiunse il fratello
“Volete venire solo perché siete curiosi e impiccioni di conoscere i miei zii, e io non penso sia una buona idea.” disse scuotendo la testa la piccola
“Mh, penso tu abbia ragione” disse Nicola che si ritrovava in mezzo ai due gemelli, che stavano incominciando a protestare e quindi, li afferrò le orecchie una per uno “Beh noi andiamo! Divertitevi e niente vermi!” disse Nicola spingendo i gemelli
“Prova con delle salamandre!” urlo uno dei due “No con gli scorpioni!” aggiunse l’altro
"Muovetevi e non le date idee strane che già è pericolosa! Kevin anche tu andiamo!” Richiamo Nicola
“Ma io volevo accompagnarla però!” disse piagnucolando
“Muoviti ho detto!” rispose Nicola guardandolo assottigliando lo sguardo
“Va bene mamma, Nicola! Divertiti scricciolo!” e così seguì i tre ragazzi.
“Vi accompagno io se vuoi?” Disse Diego rivolgendosi ad Anna
“Siiii accompagnaci!” cinguettò Ambra
Anna acconsentì e si avviarono verso l’ufficio della preside dove si trovavano i tutori di Anna per andare al compleanno, Anthony era stato già prelevato la mattina da sua madre.
“Torni domani no?” le chiese lui interrompendo il chiacchiericcio di Ambra che spiegava nel dettaglio il suo vestito e chi fosse ad averlo creato.
“Si domani mattina verso le dieci dovremmo essere di ritorno.”
“Ok perfetto siamo arrivati, direi che non è il caso che io entri, quindi vi saluto, divertitevi piccole.” Sorrise ed andò via.
Le due ragazzine entrarono nell’ufficio,  ad attenderle i suoi due tutori, aspettavano in silenzio, la preside aveva provato a fare conversazione, ma dopo un po’ ci aveva rinunciato, dato la freddezza dei due.
“Bene eccovi qui!” disse la zia guardò Anna fissa “Noto che hai messo il vestito che ti ho mandato, molto bene. Per una volta mi sei stata a sentire, lei deve essere la tua amica. Se siete pronte andiamo” disse con un’alzata di spalle dirigendosi verso il camino
“Spero non sia pieno di cenere, signora preside o le manderò i danni per mio vestito, costerà quanto tutto il suo ufficio.” Disse scoccando uno sguardo di disprezzo verso la donna, Anna roteo gli occhi guardò la preside come a dirle scusate ma sa mia zia è una testa di rapa, la preside capì il suo sguardo quasi alla lettera per nulla preoccupata, le sorrise e disse rivolta alla donna “Non si preoccupi è assolutamente pulito, non ci saranno danni, sulla mensola lì c’è la polvere volante, fate come se fosse a casa vostra.”
La zia le lanciò uno sguardo di disgusto, lo zio prese la polvere si fermò a guardare la ragazzina “Prima di andare, se fai qualche danno stasera, studierai da privatista. Ci siamo intesi?” guardandola con cattiveria
“Si, signore” disse lei e l’uomo entrò nel camino, successivamente fecero lo stesso anche la zia e le due ragazzine che salutarono la preside prima di andare.
 
Si ritrovarono nel giardino della suntuosa enorme villa dei Cimino, era stato fatto mettere un camino all’esterno per evitare che le persone sporcassero il pavimento di polvere all'interno della casa. Ambra rimase sbalordita davanti all’immensità della villa, si sentiva piuttosto fortunata a poter partecipare a quel grande evento. Un elfo domestico arrivò leggermente trafelato per scortarli verso la sala principale, dove erano stati posti dei tavoli rotondi per tutto il perimetro. In fondo alla sala c’erano i magicisti con i loro strumenti di musica che intonavano musica rilassante per attenuare l’atmosfera c’erano lampadari di cristallo e candele su tutti i tavoli, insieme a fiori, tutto aveva la tonalità argentata.
La sala contava già sulla cinquanta persone, si sarebbe riempita pian piano durante la serata contando le duecento. Erano stati invitati molti personaggi illustri di Roma, incluso il primo ministro della Magia Italiana, dato che il signor Cimino era il suo segretario, per lo zio quella era un’occasione sempre benevola per poter fare affari succulenti lisciando i baffi, fece segno alla famiglia di andare verso i padroni di casa.
 
Per la sfortuna di Anna c’era anche Michele a quel compleanno il bulletto che aveva rischiato di morire tramite il suo incantesimo dei capelli verdi strangolanti, tornato finalmente al suo colore naturale, era seduto vicino ad Anthony mangiando una quantità immensa di tartine, a quanto pareva il padre di Michele era un esponente molto importante del tribunale del ministero.
Ambra la prese per il braccio e la tirò per avvicinarsi ai due ragazzi e sedersi al loro tavolo.
Il tavolo era fatto di soli ragazzi e dopo un’ora dal loro arrivo si riempì del tutto con ragazzi della scuola oltre ad Anthony Lei a Ambra al tavolo erano accomodati Michele e sua sorella gemella che se non fosse stato per la gonna Anna l’avrebbe scambiata per un maschio piuttosto brutto, due ragazzi che si erano presentati di cui lei aveva già dimenticato il nome appartenenti al quinto anno della scuola, insieme alle loro fidanzate del quarto anno, e un’altra ragazza del terzo.
Tutti gli invitati  erano finalmente arrivati e il padre di Anthony chiamò il figlio a se al centro della stanza, per poi fare un discorso su quanto fosse fiero del suo bambino, alzare il calice e brindare. “Prima che i camerieri servano la cena direi di dare a mio figlio l’onore di aprire le danze! Su ragazzo cercati una compagna e mostra a tutti le tue doti da ottimo ballerino!” Così dicendo si avvicino al suo orecchio per dirli qualcosa, Anthony annuì e si avvicino al proprio tavolo, Ambra era convintissima che avrebbe scelto lei, si specchio nel cucchiaio e si volto verso di lui con occhi languii.
Anthony si avvicinò ad Anna “Black.” chiamò, Anna sbuffo capendo che dovevano per forza ballare insieme, non si era persa il sussurro del padre all’orecchio del ragazzo, si alzò in piedi siccome tutta la sala era rivolta a guardare loro e per evitare di combinare guai e ritrovarsi rinchiusa in casa a imparare tutto da privatista prese la mano che il ragazzo le porgeva e si avviò in pista con lui con la sua miglior smorfia imbronciata.
Forse dovresti leggermente sorridere” le disse lui,
Così va bene?”  chiese lei con un sorriso falsissimo e tiratissimo che lo inquietò parecchio
“Sembra che tu stia per uccidere qualcuno, ma se è il meglio che sai fare allora ok, Black.” disse con tono annoiato
Arrivarono al centro della pista da ballo e la musica incominciò lui le mise una mano al fianco Anna alzo la sua per metterla sulla spalla di lui e incominciarono a volteggiare.
“Sei troppo silenziosa” disse mentre la faceva girare, lei non rispose imbronciata
“Cos’ è la calma prima della tempesta, cosa hai escogitato per rovinare il mio compleanno?” continuò lui a domandarle, lei continuava a stare zitta, volteggiando insieme a lui.
“Black!” la chiamò
Anna sbuffo e guardò i suoi occhi azzurri “Non ho organizzato nulla puoi stare tranquillo” disse con un brontolio
“Mi è difficile crederlo” disse il ragazzino mentre continuava a fissarla,
Lei sbuffo ancora “Mi hanno minacciata, se avessi fatto qualcosa mi sarei trovata a studiare da privatista e sinceramente non ci tengo proprio specialmente ora che…” e si interruppe, rendendosi conto di star  parlando con lui e quindi, torno alla sua  solita compostezza continuando a ballare  e guardandolo gelida 
"Specie ora che ti sei fatta degli amici, stavi per dire quest?.” Disse lui con un tono leggermente più dolce che lei non colse anzi lei pensava che lui stesse puntando a farle del male
“Beh non sono affari tuoi, quando finisce questa canzone, sono stanca di volteggiare e di toccarti, dovrò creare una pozione pulitrice poi, dopo tutto questo.”
Stava provando a comportarsi normalmente ma lui aveva ragione, lei era troppo silenziosa e ciò non era per niente normale, infatti, Anthony percepiva che ci fosse qualcosa che non andasse quindi continuò “Comunque sei troppo silenziosa qualcosa non va” disse mentre le fece fare una giravolta cercando di far parere come se non le importasse di lei.
“Non c’è niente che non va, Cimino come mai tutto questo fare interrogatorio?” 
“Perché quando ci sei tu, mi aspetto il peggio ormai, vorrei poter mangiare la torta quest’anno” disse lui con ovvietà,
“Ti ho detto che non farò niente, poi dovrei sopportare le prediche delle mie compagne e il pianto di Ambra, sto provando a fare l’amica” disse scontrosa perché si giustificava con lui proprio non lo sapeva ma almeno quella conversazione la stava distraendo dai suoi pensieri su suo padre.
“Stai provando ad essere mia amica Black?” chiese lui tentennando e ricomponendosi subito pronunciando il suo cognome con astio, lei sbuffo pensando che lui fosse veramente idiota
“No, sarò amica a te quando l’inferno gelerà, sto provando a fare l’amica di Ambra.”
“Controllavo, ti ho detto che sei troppo silenziosa, da risultare strana, più del solito, sembra ti stia passando il mondo di pensieri per testa.” Disse lui maledicendosi mentalmente per aver parlato troppo, e lei incominciò a insospettirsi.
"Stai ancora facendo la spia in incognito per i miei zii?”
“Sempre malfidente eh? Lascia stare, era meglio che mi fossi stato zitto, così lo rimanevi anche tu Black. E finita la musica puoi andare.” Le lasciò la mano e il fianco fece un leggere inchino così come voleva l'etichetta e andò via verso il bagno, lei un po’ perplessa si avviò verso il tavolo, non aveva proprio voglia di pensare anche a lui dato tutti i suoi pensieri.
 
Si sedette in maniera composta  vicino ad un Ambra che era parecchio arrabbiata, ma lei non se ne accorse nemmeno un po’.
Finalmente dopo tre o quattro canzoni fu servita la cena, si sforzò di mangiare malgrado lo stomaco chiuso.
Ambra parlava con Anthony tornata di buon umore, Michele si strafogava come un maiale stessa cosa della sorella, i ragazzi del quarto anno e le loro ragazze avevano fatto amicizia sembravano un gruppo più unito che mai e avevano incluso anche la ragazza del terzo anno che ogni tanto lanciava occhiatine alla Black ma lei non fece caso a niente e nessuno troppo presa dai suoi pensieri.
La serata sembrava infinita dopo le quattro delle sette portate il tavolo si era svuotato e si erano avvicinati tutti alla pista per vedere lo spettacolo dei magicircensi fare acrobazie, mostrare animali, giochi con il fuoco e incantare i serpenti. Anna che odia la gente che tenesse gli animali in gabbia decise di andar a fare una passeggiata nel giardino.
 
Nel giardino c’era un albero gigantesco avrebbe tanto voluto arrampicarsi, ma sarebbe stato meglio evitare non poteva rientrare tutta sporca.  Quindi incominciò a gironzolare vicino alla fontana, dove si sedette su una panchina, aveva sciolto i capelli per prendere la bacchetta e incominciò a muoverla verso l’acqua della fontana pensando a sua madre, senza rendersi conto aveva creato con l’acqua delle forme di animali che incominciarono a rincorrersi.
“Sei sempre più strana Black.”
“Come?”  sobbalzo lei
“Ho detto che sei strana, anche se molto brava con la magia come ci riesci?” Chiese indicando gli animali, Anna si rese conto in quel momento di cosa indicasse, c’erano un cane un cervo e un lupo fatti d’acqua che giocavano sul bordo della fontana, sembrava come se il cane  tentasse di far cadere il cervo di sotto e il lupo li guardasse con rimprovero.
Sbalordita fece cadere la bacchetta e i tre animali tornarono  a essere semplice acqua della fontana.
“Non so come l’ho fatto? Che fai qui mi spii?” chiese lei
“No, ero uscito per prendere un po’ d’aria ti ho vista e mi sono avvicinato”
“Stanco della tua festa?” disse ironica
“No, ma c’erano dei serpenti a me non piacciono.” Disse con un alzata di spalle, sul viso di Anna si formò un ghigno malefico.
“No, no e no!  Non ti permetterai vero?” sapeva cosa significasse quel ghigno
“Dipende, cosa mi dai in cambio?”
“Ti ho già dato qualcosa Black.” Disse lui con ovvietà
“E cosa sentiamo?”
“Il mio silenzio sullo stato di sangue della gente con cui ti circondi. Specie i due gemelli e quel rosso”
Lei sbarrò gli occhi, “Sai del loro stato di sangue?” impallidì
“Facciamo così io non lo dico, se tu non userai mai i rettili contro di me, affare fatto?” 
“Affare fatto, no che io mi fidi di te, siamo chiari su questo.”
“Beh neanche io di te ma un patto è un patto. Torno dentro, e dovresti farlo anche tu, ci sono altre tre portate e la terza è la torta.”
“Torta che potrai tranquillamente mangiare.” Aggiunse lei alzandosi e seguendolo dentro Ambra vedendoli entrare insieme schiumò dalla rabbia.
Finalmente la serata giunse al termine, al momento della torta c’era un po’ di panico nelle persone presenti l’anno prima e i suoi zii la guardavano in cagnesco, ma tutto andò bene.
Finita la festa tornarono a casa Rosier e sia Anna che Ambra andarono a letto appena arrivate, Anna troppo stanca e Ambra arrabbiata con quest’ultima.
 
Appena tornate a scuola, Ambra se la filò velocemente per andare a parlare con le sue amiche, Anna si fermò un attimo nell’ufficio della preside perché un Grup le si era avvicinato e lei incominciò ad accarezzarli dietro le orecchie “è suo signora preside?” chiese educata.
La preside era veramente una bella donna con capelli lunghi viola e due occhi dello stesso colore, era una metamorfomagus però di solito teneva quell’aspetto, soltanto alla alla prima giornata di scuola evitava i capelli viola,  era una che sapeva il fatto suo, era una bravissima legilimens, e severa al punto giusto, le piaceva molto girare per i corridoi o ogni tanto presentarsi nelle classe e osservare le lezioni e come si comportavano i ragazzi.  Quando era più giovane era stata insegnate di Difesa contro le arti oscura.
“Si, si chiama Merlino, è l’unico ad avere le due code di solito si taglia una delle due quando è piccolo io non ho voluto, se lo porto tra i no maghi faccio un incantassimo di disillusione   su una delle due code.”
“è molto bello, è simile a un cane, ho sempre voluto un cane, ma il mio gatto va bene comunque.”
“Noto che sei tornata, deduco che non hai fatto nessun danno.” Le disse sorridendo “Mi hanno riferito che hai già preso una punizione”
“Si, è stato un incidente.” Disse lei facendo la faccia più da angelo che potesse.
“Si, vedo proprio un incidente” e le sfuggì una risata e continuo con un ammonimento “Spero sia stato isolato.”
“Certo! Ora direi che devo andare, arrivederci signora”
“Comportati  bene Black ti tengo d’occhio!” Anna scappo via e chiuse la porta, la preside si sedette di nuovo alla sua scrivania, si passo una mano sulla fronte, rassegnata al futuro che l’aspettava, poiché quel cognome  Black pronunciava guai, e lei lo sapeva.
 
Disfatta la borsa, Anna si lanciò sul letto, sfinita, il dormitorio era vuoto, si allungo verso il comodino, apri il cassetto, ci infilò la mano e prese la lettera di Mary, aveva trovato il coraggio di guardare la foto, sua madre era bellissima capelli lunghi neri come i suoi, gli occhi azzurri sorrideva, sembrava molto dolce, e salutava con la mano abbracciando sempre di più la ragazza vicino a lei con capelli rosso fuoco e occhi verdi che brillavano come due fari. Si perse a guardare sua madre dimenticandosi delle altre in foto.  Rimase lì ferma a guardarla per ore come incantata.
 
Scese a pranzo solo perché il suo stomaco aveva richiamato la sua attenzione, si avviò come sempre al solito tavolo ma prima che si sedette Jessica la fermò “Non puoi sederti qui!” disse
“Scusa perché? Mi siedo sempre qui.” Rispose lei basita
“Per quello che hai fatto ieri sera, hai ferito i sentimenti di Ambra!”
“Io non ho fatto un bel niente, l’ho anche portata a quella stupida festa in cui non volevo andare!” esclamò lei senza chiedere ulteriori spiegazioni si girò e si avviò al tavolo di Diego con il suo vassoi di cibo.
“Posso sedermi qui con voi?” chiese lei
“Sei tornata!” esclamarono i gemelli felice
Diego spostò la sedia vicino a lui per farle spazio “Certo”
“Com’è andata la festa? Ti sei divertita scricciolo? Dai racconta racconta! Quale danno hai fatto?”
“uff, non ho fatto nessun danno, perché se no non sarei potuta tornare a scuola i miei zii mi hanno minacciata”
“Ahio! Beh hai fatto bene a fare la brava allora, non possiamo perderti! Sei la nostra scricciolo ormai!” Kevin le diede delle tenere pacche sulla testa come se lei fosse un cucciolo.
“Perché le tue amiche si sono arrabbiate con te?” chiese Nicola vedendo le ragazzine guardare dalla loro parte inviperite
“Non ne ho idea hanno detto che ho calpestato i sentimenti di Ambra, io non ho fatto un bel niente, sono stata buona! Lo giuro!” esclamò lei come una bambina offesa a morte
“vabbè prova a raccontarci un po’ cosa è successo, può darsi che  lo capiamo noi, e per noi intendo io e Diego che siamo i più intelligenti”
“Allora ho mangiato, ah ho dovuto fare un lento con Anthony d’apertura, mi ha invitata a ballare non potevo dire di no mi dovevo comportare bene, poi ho mangiato,  non ho insultato Michele che tra l’altro ha una sorella uguale a lui! Poi sono andata in giardino da sola perché non mi piacciono i magicircensi tengono gli animali in cambia non è una cosa bella! In giardino mi ha raggiunto Anthony e abbiamo fatto un patto, io non userò mai i serpenti contro di lui e lui non dirà lo stato del vostro sangue ai miei zii, poi sono rientrata di nuovo cibo, e torta poi niente a casa. Questo è il tutto!”
“mmmh forse hai parlato poco con lei?” chiese Nicola
“Lei parlava sempre con Anthony!”
“Aspetta c’era Michele? Ti ha dato fastidio?” chiese iperprotettivo Diego
“No, non mi ha considerato proprio.”
“Dai non ci pensare alle tue amiche risolverete, ora mangia, perché mangiare è una cosa bella e rende felici!” esclamò Kevin
“Io direi più  che rende montagna!” disse lei cominciando a mangiare.

Finito di mangiare Anna fermò Diego per il polso “Possiamo andare a fare una passeggiata soli io e te?” Lui acconsentì salutò gli altri dicendo che li avrebbero raggiunti dopo.
Camminavano in silenzio vicino al boschetto
“Volevo dirti grazie per l’altra sera, scusa per il pianto, io non piango mai, ma era tutto un po’ troppo. Penso di aver bisogno di tempo però per metabolizzare, no che quello che ha detto tua mamma cambi molto nella mia vita però non so.”
“Cambia qualcosa dentro di te, forse, capisco se mai ne vorrai parlare io ci sono”
“Si lo so, c’eri anche al tempo con la margherita, me lo ricordo sai, mi è tornato in mente.”
“Si anche a me, è strano però sapere che ci siamo già conosciuti, sarà per quello che ci siamo ritrovati.”
“Si, doveva essere destino, comunque guardiamo il lato positivo di tutto, ho capito cosa vuol dire essere abbracciati, anche se non pensavo fosse tutto così bagnato.” E incominciò a ridere, lui la guardo la tirò a se per un braccio e la riabbraccio “Così non è bagnato!” lei lo strinse, “Si direi che così è meglio.”
 
 
 
 

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Capitolo 7
*** Mesi che passano ***


Capitolo 7 Mesi che passano
Era già arrivato dicembre così velocemente come se non se ne fossa neanche accorta,  mancavano due giorni alle vacanze di Natale, lei sarebbe rimasta a scuola , i suoi tutori avevano deciso di partire in Inghilterra quindi le avevano mandato una missiva con su scritto che non potevano portarla perché lo Zio aveva affari troppo importanti da sbrigare e sua zia aveva già una serie di appuntamenti e thè con le donne delle varie famiglie purosangue Inglesi.
Lei aveva preso piuttosto bene, la notizia e non vedeva l’ora per poter far ricerche per farla pagare a quel Bullo di Michele.
Anthony dopo il suo compleanno aveva fatto amicizia con lui e ogni volta che si scontravano magicamente, succedeva qualcosa ai danni della ragazzina, da parte di Michele  mandato sicuramente da Anthony per vendicarsi, troppo vigliacco per agire in prima persona.
Novembre quindi era stato il mese delle battaglie a scuola.
 
Il primo attacco dal fronte nemico era stato una serie di gavettoni contro la Black durante la cena, dove lei si era scagliata contro Anthony difeso da Ambra che continuava a dire che lui non poteva essere stato dato che stava mangiando la sua insalata con la cotoletta di pollo e aveva la bacchetta nella sua divisa verde. Kevin aveva visto che era stato, Michele a farle il bagno e insieme agli altri aveva risposto al fuoco nemico mettendo una ventina di caccabombe sotto il letto di Michele, ringraziando il cielo dormivano in dormitori differenti.
 
Il secondo attacco fu escogitato da Anna che aveva usato l’incantesimo Avifors per trasfigurare i libri di Anthony in uccelli durante l’ora d’incatesimi.
Il nemico rispose tramite i due scagnozzi di Michele, Armando e Giancarlo che fecero evanesciare le sedie in cui erano seduti a cena il gruppo di Diego e Anna, scaturendo le risate di tutta la scuola, non avendo gradito il tutto, il gruppetto un paio di giorni dopo aveva contrattaccato con l’incantesimo della pastoide sui due scagnozzi rinchiudendoli all’interno dello sgabuzzino con all’interno una trentina di biglie che i Gemelli ossessionati da ogni tipo di animale avevano trasfigurato in ogni tipo di insetto esistente, i due scagnozzi riuscirono a essere liberati ore dopo pieni di pustole in faccia e morsi di insetti.
 
Gli attacchi finirono a fine mese quando Anna, Diego e Nicola che passeggiavano tranquillamente per il corridoio del secondo piano furono attaccati da Michele, e i suoi due scagnozzi, fu una battaglia spettacolare le fatture che si lanciavano erano molteplici, il tartagliante,  gambemolli, languelingua, Orcovante e anche un furunculus ben piazziato da Anna alla faccia di Michele il corridoio si era riempito di luci colorate chiunque avesse guardato da foto avrebbe pensato a una serie di fuochi d’artificio.
Finirono tutti nell’ufficio della preside con la Donna che urlava come una pazza.
In quel mese non era stato mai beccato nessuno di loro, ma tutti i professori sospettavano giustamente che c’entrassero tutti loro.
Alla fine del mese si potevano contare parecchi danni alla scuola tra cui sei sedie evanesciate e mai più ritrovate,
una porta dello sgabuzzino rotta,
quattro armature ammaccate,
un allagamento  al terzo piano,
dei libri distrutti,
macchie di bruciature al secondo piano,
e infine il muro della mensa imbrattato con l’inchiostro indelebile e illeggibile con su una scritta che ogni tanto appariva e poi spariva appena qualcuno prova a cancellarla che  vociferava  Michele sei un ippopotamo puzzolente che fu una delle idee migliori di Anna.
Finalmente tra le mani la preside aveva beccato sei di loro, e gli aveva dato una punizione a partire da inizio mese fino all’inizio delle vacanze di Natale, aveva anche aggiunto che per qualunque danno futuro anche senza a prove per incolpare qualcuno avrebbe tranquillamente punito loro sei.
Due giorni prima delle vacanze Anna e il gruppetto si trovavano in una saletta vicino al fuoco, dopo la fine della solita punizione che finalmente si sarebbe conclusa l’indomani.
“Domani finisce la vostra punizione! E sarete finalmente liberi!” Esclamò Kevin svuotandosi il pacchetto di Api frizzole in bocca.
“Si finalmente e poi vacanze! Devo fare delle ricerche!” Esclamò Anna
“Ricerche per cosa? No per qualche scherzo spero? Rischiamo di farci mettere in eterno in punizione!”
“Dai che sarà mai! E poi tu mi aiuterai perchè sei l’unico a rimanere qui per le vacanze come me!”
“uuuh rimarrete insieme da soli? Smack smack smack! Anna e Nicola seduti sotto un alberoooo, si tengono per mano….sidi---coff---oof-n-r-pi-ro-“ Non riuscì a finire la finire la canzone perché Anna gli era atterrata sopra con il cuscino e si era seduta sopra la sua faccia provandolo a soffocare
“Annaaaa!” Esclamò Diego “Così muore!”
“Beh sicuramente sarà un ottimo regalo di Natale per tutti!” esclamò lei poi sentendolo muovere di meno si tirò su e si rimise vicino a Nicola di nuovo.
“Atterrato da una ragazzina! “Ridacchio Paolo
“Tu grande e grosso come una montagna, Ridicolo!” prese in giro Vincenzo ridendo accasciato contro la spalla del fratello.
Kevin tossicchiava, Anna aveva assunto la faccia migliore da angelo.
“Ahio, sei un demonio!”
“Quando imparerai che devi lasciarla perdere?” rimproverò Diego esausto di dire sempre la stessa cosa.
“Come va con le tue compagne, ho visto che hanno smesso di nuovo di parlarti.” Cambiò discorso Nicola
“Si sono arrabbiate di nuovo con me, proprio non le capisco, ma non è un problema poi quando li serve una mano in qualcosa come nei compiti ritornano”
“Perché si sono arrabbiate questa volta?”
“Sempre per lo stesso motivo, per Anthony, l’altra volta era perché mi aveva vista ballare con lui e rientrare dal cortile al suo compleanno, questa volta è perché lui mi ha invitata a passare il natale da lui. Assurdo si aspettava come se io dicessi di si.”
 
La settimana scorsa Anna uscita dalla lezione di pozioni fu fermata da Anthony che l’aveva afferrata per il polso “Black. Devo parlarti!”
E l’aveva tirata dietro un angolo, le sue amiche avevano preso male il tutto. “Che cosa vuoi Cimino, abbiamo lezioni d’incantesimi fra un po’!”
“I miei genitori mi hanno detto che non torni a casa per le feste.”
“Si è così! i miei zii partono, dato che la scuola è aperta si sono tolti il peso di doversi occupare della loro piccola e dolce nipotina, quindi a te che importa?”
“Passi sempre il Natale da noi da quando abbiamo sette anni!” disse lui con ovvietà
“Beh finalmente un cambiamento decente!” esclamò lei
“Io pensavo, invece,” Fece una pausa, guardò un attimo le sue scarpe poi la guardò negli occhi e disse con fare secco  “Che dovresti venire lo stesso e passare le vacanze da me.”
“Ti porti anche i tuoi schiavetti del terzo anno così mi fanno la festa nel giorno delle feste?” chiese lei sprezzante
“No, verresti solo tu. Quindi verrai?”
“No, certo che no. Io lo passo qui il Natale, devo andare e lasciami il polso, ma che ti ha preso! Io proprio non ti capisco” se lo scrollò d’addosso e se ne andò.
 
“Ti ha chiesto di andare da lui a Natale?” chiese Diego
“Si l’ho detto prima, si aspettava anche  un si, Idiota di un ragazzino.”
“Secondo me gli piaci” disse Nicola soprappensiero,  e Diego sbiancò visibilmente.
“Ma che dici sei diventato scemo? Io non piaccio ad Anthony questo è assurdo, e smettiamola di parlare di lui o vomito la mia cena.”
“Sempre una lady eh! Non ti irritare tanto era solo un pensiero, non ho detto nulla di male!” e così chiuse il discorso Nicola, anche se il dubbio gli era rimasto.
“Non dovresti fare pensieri del genere non è sano, Kevin di grazia che cosa stai facendo?” 
“Sto provando a grattarmi un punto della schiena che prude!” disse quest’ultimo come se fosse normale che un tizio gigantesco come lui si fosse appoggiato all’angolo del tavolino a terra cercando di grattarsi preso dalle convulsioni.
“Quello si gratta al tavolino, tu fai pensieri indecenti, i due gemelli si stanno dando schiaffi da soli, non c’è nessuno di sano in questo gruppo a parte me.” Sospirò lei con fare drammatico
“Ehi ed io?” disse Diego indignato dal non essere stato  nominato
“Tu stai guardando il camino intensamente, non è normale come cosa, a meno che tu non ti sia innamorato delle fiamme e ti ci voglia buttare dentro, comunque non sarebbe normale.” Rispose lei tranquilla mettendosi una ciocca di capelli dietro l’orecchio.
Lui la guardò malissimo, “Le fiamme hanno delle forme strane sembrano animali tipo un lupo, un cervo e un cane!” esclamò lui in sua difesa, lei guardò le fiamme c’erano veramente quegli animali lasciò, cadere la bacchetta che stava muovendo nella mano senza accorgersene e gli animali scomparvero.
“Andati via!” esclamò “Giuro che c’erano!”
“Gli ho visti anche io tranquillo!”
“Ops, sono stata io, non so come succede quando sono soprappensiero e gioco con la bacchetta l’acqua, le foglie e a quanto pare anche le fiamme ora, prendono quell’aspetto, ma io non dico nessuna formula!”
“Ciò è strano!”
“Boh, dai forza facciamo una partita a carte? Kevin smettila di distruggere il tavolo! E vieni a giocare! due contro due? Io sto con Nicola!”
E così incominciarono a giocare.
 
 
Erano tutti partiti, e nella scuola erano rimasti circa una cinquantina di persone, poche in confronto agli 800, e così Anna e Nicola si trovarono a passere le feste insieme, tra dolciumi, fotografie e chiacchiere.

Una notte fece un sogno strano si trovava tra le mura di un grande castello ma non era quello della sua scuola era in braccio ad una donna, sua madre ed a un uomo che non riusciva a vedere bene in faccia, e con loro si avviava in quei corridoi, al buio, dai vestiti diceva essere inverno, faceva freddo, si fermarono tutti e tre davanti a un Gargoyle di pietra e si avviarono dentro un ufficio dove dentro stava un vecchio signor con una barba lunga, il sogno non era molto chiaro, non sentiva cosa dicevano gli adulti, lei era in braccio e giocava con una mappa con sopra dei disegni di passi quasi tutti fermi tranne quelli a forma di zampa di gatto che di muovevano.

Al risveglio ricordo di quel sogno e sorrise al ricordo della madre che la teneva in braccio, poi la mappa, le venne subito l'idea, di come sarebbe stato fantastico avere una mappa della propria scuola con su segnato tutte le persone in momento reale, sicuramente sarebbe stata utile a non farsi beccare dai professori nelle sue bravate. Decise di alzarsi e cercare Nicola per raccontargli tutto.
Lo trovò al tavolo a fare colazione ancora assonnato con i capelli in disordine, a quanto pare non si era neanche pettinato.
“Ehilà!” arrivò saltellando al tavolo, da quando Anna frequentava loro, aveva quasi perso la sua compostezza ed era finalmente molto più spontanea e allegra.
“Giorno” disse lui guardando il vuoto con la bocca impastata di biscotti, era in piedi ma ancora stava dormendo.
“Brutto risveglio?”
“Decisamente, sono stato svegliato da uno stormo di fenicotteri canterini, ma non vanno in letargo quei così là?”
“Ah, si gli ho sentiti anche io, ma ero già  sveglia, sembravano posseduti, è dicembre ma oggi non fa tanto freddo, vado a prendere la colazione e torno appena ti riprendi devo parlarti una cosa!”
Dopo colazione nella saletta del terzo anno Anna stava raccontando il sogno a Nicola, e la sua idea di creare una mappa, dato che Nicola era anche il più intelligente del suo anno e molto bravo in incantesimi.
Passarono così le vacanze di Natale a mangiare di tutto e di più,  karaoke la sera, perché Nicola amava cantare, a fare i compiti delle vacanze e specialmente a fare ricerche sulla scuola.
 
Aristin non era stato costruito con la magia a differenza delle altre scuole, ed era anche una delle scuole più recenti create, era un castello Babbano Bizzantino abbandonato che aveva attirato l’attenzione di un mago illuminista che era vissuto durante gli anni del settecento Oronzo Veneto aveva studiato a Beauxbatons come tutti i maghi del settentrione dell’Italia, ed aveva viaggiato molto visitando anche Londra e Hogwarts, aveva avuto l’idea di fondare anche la scuola in Italia, era un uomo molto facoltoso e con molti soldi, ed era riuscito a proporre la sua idea al ministero, che aveva subito approvato.
Decise di fondarla nel meridione dato che era la parte dell’Italia presa meno in considerazione, lì chi aveva dei poteri magici se lo teneva per se, prima del 1700 non c’erano molti maghi e streghe dichiarati solo persone che sapevano leggere le carte, fare il malocchio, e altri rituali semplici, o pozioni usate come unguenti. Ma il meridione che era stato sempre lasciato a se stesso era impregnato di magia quindi posto migliore di quello non c’era altrove.
Ci Vollero anni per creare la scuola di Magia, che fu anche perfezionata dopo la sua morte dai suoi due figli gemelli.  La scuola era ispirata a Beauxbatons, infatti, al sesto si facevano gli esami finali, però  si poteva tranquillamente continuare ad andare a scuola per altri due anni, in cui i ragazzi potevano specializzarsi in ciò che li sarebbe stato utile per il loro lavoro futuro. 
Nella sua visita a Hogwarts si era reso conto che le materie erano uguali a quelle della scuola Francese, quindi aveva deciso di lasciare quelle con in più però Alchimia, materia fatta in Beauxbatons in cui il filosofo era molto bravo. Aveva, inserito anche lingue come materia obbligatoria così al primo anno dove, si insegnavano incantesimi di traduzione, e incantesimi utili per parlare altre lingue.
 
Una cosa che non gli era piaciuta in particolar modo di hogwarts era il fatto che la scuola fosse divisa in case, secondo l’illuminista ciò creava troppe disparità, quindi decise di non inserire quest’ultime.  Le divise, erano magiche e avevano la possibilità di cambiare coloro a descrizione dello studente, infatti, avevano tutti coloro molto differenti, le cravatte per i ragazzi e i fiocchetti a chiudere la camicia per le ragazze invece cambiavano di colore a seconda dell’umore dello studente.
 
Durante le loro ricerche scoprirono molte cose riguardanti la scuola ed erano riusciti anche e recuperare le planimetrie della struttura le più recenti erano di inizio 900 con le ultime migliorie alla scuola.
Per capire che fossero esatte Anna e Nicola passarono la settimana dopo capodanno a perlustrare tutti i luoghi della scuola.
 
Finite le vacanze  tutta la scuola si ripopolo immediatamente, il secondo semestre era alle porte e con esso anche l’inizio di tutti i club della scuola, le settimane incominciarono a passare velocemente.  Anna si iscrisse al club di cucina dove andava anche Kevin che dato che adorava mangiare doveva pur imparare a cucinare.
Nicola era iscritto al club di Fotografia dove riuscì a portare anche Anna, e al di canto e anche incantesimi casalinghi dato che adorava il cucire con la magia, Anna rifiutò di andare agli altri due. I gemelli seguivano il club di danza e il club “prenditi cura delle creature” amavano troppo gli animali e le lezioni di cura delle creature magiche non li bastavano.
Diego invece, era portiere della squadra di Quidditch “occhi brillanti”  e quindi aveva incominciato ad andare agli allenamenti dato che avrebbe dovuto sostenere la prima partita il 20 gennaio quattro giorni dopo il suo compleanno. All’Aristin c’erano sei  squadre di quidditch, il professore di Incantesimi era quello che si occupava di quelle attività e che coordinava le squadre, sceglieva i capitani che successivamente avrebbero scelto i giocatori. Gennaio da calendario contava due partite, tutti gli altri mesi tre tranne giugno che contava l’ultimo partita una settimana prima della fine della scuola.  Vinceva chi faceva il punteggio migliore.
 
Il secondo semestre era molto più pieno di attività rispetto all’inizio della scuola,  infatti anche gennaio giunse quasi al termine molto velocemente.
Il gruppo aveva poco tempo a disposizione per passare del tempo insieme, a parte i pranzi e le cene, Anna ormai era stanca di doversi spiegare con le compagne, quindi aveva deciso di non passare più  i pasti con loro, offese a morte tutte, incominciarono a non parlarle più, ma lei non se ne curò molto, aveva ormai i suoi amici, che stavano diventando sempre di più la famiglia che tanto aveva desiderato.
 
Giorno 16  gennaio, Anna era andata a prendere Diego dall’allenamento di quidditch, aspetto che fosse uscito dagli spogliatori per far uscire dalla bacchetta dei palloncini di compleanno spaventandolo a morte! “Ehi festeggiato, ti sono venuta a prendere non sei felice?”
“Mi hai spaventato! Con i palloncini!”
“Mai che si possa fare una cosa carina ed essere apprezzati!”
“Ma no! Certo che lo apprezzata e anche tanto! Ti ha insegnato Kevin l’incantesimo?”
“No, semmai sono stata io a insegnarlo a lui! Ma che domande fai?” disse oltraggiata poi lo prese per la mano, e con la bacchetta gli fece comparire una benda sugli occhi
“Ti fidi di me?”
“Mmh, non ne sono convinto” lei per risposta gli tirò  un pugno.
“Beh ti conviene, perché ti ho appena sfilato la bacchetta dalla tasca e non potrai toglierti la benda!” lui si tasso le tasche e si rese conto che non aveva più la bacchetta sospirò “Ok, direi che non ho alternative”
“Perfetto tieni la mia mano e lasciati guidare!”
Lei lo guidò pian piano verso la saletta del terzo piano troppo occupata a non farlo cadere non si era resa conto di un ombra che la seguiva, varcata la porta per entrare in saletta l’ombra si fermò.
Lei si fermò verso i divanetti, e gli tolse la benda, Sorpresa gridarono tutti! C’erano un paio di palloncini e uno striscione fatto dai gemelli, alcune foto che fluttuavano  ritraendo Diego con i suoi amici  e vastità di cibo sul tavolo,
“Oggi non si cena in sala mensa ma qui!” disse Nicola
“Sei felice ti abbiamo organizzato una festa!” Disse Paolo “Il cartellone l’abbiamo fatto noi non è bellissimo???” si aggiunse Vincenzo e poi con un occhiata d’ intesa si lanciarono addosso al festeggiato, Anna si scosto in tempo per non finire travolta  da quell’uragano che fossero i gemelli.
Vicino la porta quell’ombra che gli aveva seguiti per tutto il tragitto guardava la scena con invidia.
Il cibo era stato preso dalla mensa, tranne la torta che era stata preparata con la magia da Anna e Kevin nel club di Cucina, dove avevano fatto un disastro inizialmente, Anna si era ritrovata con ricoperta di farina e per vendicarsi aveva aperto due uova in testa a Kevin quando si era abbassato per raccogliere il mestolo fatto cadere accidentalmente da lei. Dopo i clamorosi disastri e risate dal professore di Difesa che gestiva il gruppo erano finalmente riusciti senza alcuna esplosione, a preparare  una torta più o meno commestibile.
 E così passarono la serata tutti insieme a festeggiare il compleanno di Diego, ridendo e scherzando uniti più che mai.   
 
 
 
 
 
 
Note dell’autrice:
 
-Forse questo è un capitolo un po’ noioso rispetto agli altri, ma è un capitolo utile per capire com’ è strutturata la scuola così da non aver confusione più avanti.
È anche un capitolo molto più veloce, infatti, i mesi passano più in fretta, da che ci trovavamo a inizio novembre siamo già a fine gennaio, questo è perché gli avvenimenti fondamentali arriveranno al terzo anno con una Anna un po’ più grande, diversa e con molta più esperienza di vita. E i primi capitoli dovevano essere quelli che sono stati per chiarire i vari rapporti e la nascita delle amicizie.  
 
 
-So che sono piccoli per creare una mappa rispetto ai malandrini, ma Anna ha l’intelligenza del padre, e Nicola è veramente un genio tra l’altro a lui piacciono le arti ed è bravissimo con la fografia e conosce incantesimi per far muovere le foto e stamparle.
 
Poi comunque sono passati 10 anni, quindi c’è stata l’invenzione di diversi incantesimi e pozioni in quegli anni.
 
Essendo più recente e meno storica come scuola a differenza di Hogwarts, Anna e Nicola avevano già delle planimetrie recenti, Hogwarts infatti è molto più antica risalente al 990 e i malandrini hanno dovuto fare la mappa da zero perché avevano fonti di riferimento troppo antiche.
 
È tutto grazie per l’attenzione e a chi sta continuando a leggere, Baci!
 

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Capitolo 8
*** Putti, ninfe e punizioni ***


Capitolo 8 Putti, Ninfe e punizioni

La scuola era tutta diventata rosa, con fiori ovunque e putti che danzavano per aria e che ogni tanto lanciavano frecce se vedevano un ragazzo e una ragazza insieme. Anna a colazione al tavolo con i suoi amici ci era beccata diverse frecce perché era circondata di ragazzi giustamente, innervosita alzò la bacchetta puntò verso i due putti che danzavano sopra il tavolo e gridò come una pazza furiosa "Aguamenti!" il risultato fu che i due putti erano quasi annegati e la creazione di una cascata sopra il tavolo, e un povero Kevin urlante perché la sua colazione era zuppa d’acqua e  piagnucolava per il fatto di non poter mangiare più  la sua torta, "Signorina Black!" la preside si stava avvicinando a lei " Preside non è colpa mia, se quegli orrendi così con le ali mi lanciano frecce da quando mi sono seduta, non sono bene educati, io sto cercando di insegnarli la buona educazione!" disse lei con il sottofondo di un Kevin piagnucolante ammonito da uno sguardo da parte di Diego. La preside era dubbiosa mentre Anna le stava mostrando le 5 frecce che aveva già collezionato.
" Mmh, ma non c'è bisogno di allagare la sala mensa, oddio perché fanno così? "
I due putti si stavano tenendo la gola vorticando come impazziti facendo gestacci e indicando la Black
"Professor Davis qualcosa è andato storto con il suo incantesimo!" esclamò la preside, Davis si avvicinò al tavolo e incominciò a guardare i due putti "Che avete che non va? Adorabili puttini miei dolcissimi!" Anna ebbe la certezza che quel professore fosse veramente strano e giustamente solo uno come lui poteva creare quelle diavolerie di putti!
I putti continuavano a divincolarsi indicando la Black "Ma perché non parlare puttini bellini birichini!"  e loro continuarono ad indicare la Black, i ragazzi erano sconcertati da modo di fare del professore, Kevin aveva anche smesso di piagnucolare, Nicola guardava i putti con una faccia schifata dire che erano bellini e dolcissimi era veramente un’ esagerazione quei cosi erano pelati, grassocci e avevano ciuffi di peli fuoriuscire dalle orecchie, portavano una specie di pannolone. Avevano le guance  fin troppo rosse come se avessero passato la notte con il Dio Bacco a bersi litri e litri di vino, e delle ciglia fin troppe nere, in più avevano anche le labbra truccate con un rossetto rosso.
Sia Davis che la preside guardarono Anna "Ho fatto solo un semplice aguamenti, si saranno rotti con l' acqua ma non è colpa mia!"
"Professor Davis porti questi due putti via di qua e faccia qualcosa per aggiustarli mi stanno facendo venire mal di testa con tutto quel volteggiare, Black per questa volta niente punizione ma solo perché ti hanno tirato parecchie frecce ma non attaccare più i putti!"  rassegnata dal tutto se ne andò, odiava quei così, non avrebbe più permesso a Davis di prendere l’iniziativa di addobbare il castello senza la sua supervisione, sperava vivamente che la Black riuscisse a far sparire tutti quei così senza farsi beccare così che lei non fosse costretta a darle una punizione.
Il professor Davis afferrò i due putti che ancora gesticolavano e se ne andò per poterli curare.
"Strano che non ti abbia dato una punizione" Diego la guardava sbalordito "Non piacciono neanche a lei, gli guarda con una faccia schifata da quando è entrata"
"Strano che un aguamenti gli abbia rotti" Nicola guardava Anna molto perplesso
"Ho lanciato un silencio prima dell aguamenti, chi se li sopportava urlanti e bagnati, forse avrei dovuto lanciarlo anche su Kevin! La smetti di fare così ti vado a prendere un altra fetta di torta!" Kevin aveva ripreso a piagnucolare lei malgrado fosse sempre così dura con lui e gli rispondeva spesso male, lo adorava lo stesso, quindi intenerita dal quella montagna lacrimosa  si alzò e andò a prendere due fette di torta una per Kevin e un altra per lei, Nicola aveva asciugato l acqua i gemelli erano scomparsi dicendo che dovevano andare a dare da mangiare a degli asticelli appena nati.
Dopo aver mangiato la torta si avviarono tutti a lezione e Anna prontamente mise le frecce raccolte dentro lo zaino facendo l’occhiolino a Diego, e tutto ciò preannunciava guai.

La mattina passò tranquilla, i putti avendo visto la fine dei loro amici, impauriti non si avvicinarono più a lei.
Durante il pomeriggio aveva pozioni e l’insegnante divise la classe in gruppi da due e Anna capitò con Anthony per sua enorme sfortuna.  Avevano da preparare la pozione scaccia foruncoli. 
Il procedimento per preparare la pozione era il seguente :
1. Mettere 6 Zanne di Serpente nel mortaio;
2. Frantumare le Zanne con il pestello fino ad ottenere una polvere finissima;
3. Aggiungere 4 misurini di Zanne tritate nel calderone;
4. Riscaldare il miscuglio a 250°C per 10 secondi
5. Togliere il calderone dal fuoco;
6. Lasciare fermentare il preparato per 80 minuti;
7. Aggiungere nel calderone 4 Lumache Cornute e 2 Aculei di Porcospino;
8. Mescolare 5 volte, in senso orario.
9. Agitare la bacchetta

Molto semplice come pozione, piccolo problema c'era il bisogno di farla fermentare per 80 minuti ciò significava noia per la Black. Ringraziò quando l’insegnante disse che in quegli 80 minuti potevano fare un tema sulla pozione, quindi avrebbero potuto riempire almeno un po’ di tempo, ma ad Anna bastavano anche venti minuti per farla.
Incominciarono a lavora, in silenzio lui mise le sei zanne di serpente nel mortaio, lei fece segno di passarglielo e incominciò a frantumarle con tutta la forza possibile, lui la guardò un po’ atterrita ma non disse niente. Da quando Anna non mangiava più al tavolo delle sue compagne, loro a parte per le lezioni dove lei insisteva a sedersi da sola, non avevano mai avuto modo di parlare, e insultarsi.
“Black, vedi che non sono io quello nel mortaio, puoi anche evitare di accanirti contro quelle povere zanne.”
“Sta scritto di fare una polvere finissima, non è colpa mia se non sai leggere!”
“Io so perfettamente leggere, e poi sono più bravo di te in questa materia, fai fare a me prima di far esplodere il calderone, vorrei avere tutti i connotati apposto a fine lezione.”
“Sei più bravo di me, solo perché tua madre è una dei migliori pozioniste in Italia, qualcosa di decente dovevi pur aver ereditato, e poi non ho mai fatto esplodere nulla” così dicendo passo il mortaio lo stesso a lui, se poteva evitare del  lavoro, lo evitava tranquillamente, non le piacevano molto le pozioni doveva essere fin troppo precisa e attenta ma aveva comunque buoni voti, e cercava di impegnarsi il più possibile, tutto sommato non era una schiappa come in erbologia dove le si impigliavano ogni giorno i capelli malgrado lei li tenesse quasi sempre legati, usciva dalle serre sempre tutta sporca di terra. 
Lui non rispose alla sua provocazione prendendo il  mortaio e continuando a  pestare le zanne, lei sbuffo e continuarono a fare la pozione.  Nel momento di lasciarla fermentare incominciarono in silenzio a scrivere il tema di pozioni. Un bigliettino rosa pieno di cuoricini cadde sul loro tavolo diretto ad Anthony che con la solita faccia annoiata lo aprì, senza darli peso. Era da parte di Ambra ed era pieno di cuoricini danzanti. Anna fece una smorfia a tutto quel rosa prese una pergamena e incominciò a disegnare. “Fai anche tu un biglietto di san valentino?” “No, è una festa troppo zuccherosa per me.” Rispose secca continuando a disegnare un cane sul foglio, “Sei solo invidiosa perché non hai ricevuto nessun biglietto.” “Se lo dici tu, forse dovresti rispondere a quel biglietto di cui ti stai andando tanto a vantare.” Disse con una alzata di spalle concentrandosi sugli occhi del cane a cui stava dando una tonalità di grigio.
“Non mi va, non è importante” mise il bigliettino in tasca tornando al suo libro di pozioni che stava sfogliando già da prima.
Finalmente finite le due ore di lezioni Anna rimise il suo disegno nello zaino insieme al restante delle sue cose ed uscì dall’aula in fretta e furia andandosi a nascondere dietro un’armatura, incominciò a trafficare con le frecce rubate incantandole perché andassero a seguire Anthony colpendolo ripetute volte sulla testa.  Soddisfatta del tutto, e del non essere stata beccata si avviò al club di Cucina dove con Kevin avrebbe dovuto cucinare biscotti a forme di cuore e rosa per san valentino, che poi portarono al loro tavolo a cena, dove il restante del gruppo gli aspettava con una corona fatta di fiori, rubati dai gemelli e poi incantati da Diego e Nicola come regalo di san valentino per Anna che arrossì  parecchio violentemente sulle guance e abbracciò tutti in maniera un po’ maldestra, troppo emozionata dal regalo.
 
Le settimane passavano sempre più velocemente, le ricerche sulla mappa furono messe da parte per i troppi impegni e l’aumentare dei compiti in classe.  Diego aveva già giocato tre partite l’ultima a inizio Aprile, tutto trascorreva molto tranquillamente fino a quando i gemelli non annunciarono la nascita di alcuni Snasi che andarono tutti a vedere subito.
“Sono veramente carini!” Anna si era innamorata degli animaletti, “Chissà il danno che farebbero dentro casa mia!” tutti ridevano naturalmente si aspettavano che Anna non guardasse solo l’aspetto e la dolcezza degli animali ma come poterli utilizzare per far danni, cosa che non faceva da troppo tempo, Diego sentendo la sua frase si appunto mentalmente che sarebbe stato molto meglio contare gli snasi e controllarli, nel caso in cui la ragazzina avesse avuto la felice idea di rubarne uno. 
Anna si ritrovò a passare aprile ad andare di nascosto con i gemelli per potersi prendere cura degli Snasi.  Poiché frequentava al primo anno alla piccola non era permesso poter seguire il club degli animali, dato che la materia cura delle creature magiche era una materia del secondo anno, a cui non vedeva l’ora di assistervi lasciando da parte lingue, dato che per lei era una perdita di tempo, sapendo già parlare l’inglese e anche il francese.

La primavera era già inoltrata, nel castello molte volte si sentivano canti soavi delle ninfe donne pallide come la luna, con orecchie appunta e capelli di tutti i colori, vestite con abiti fatti di piante e fiori. Esse girovagavano spesso nel castello in quel periodo, facendo crescere arrampicanti con fiori vicino alle finestre e sull’esterno del castello, in quel periodo ogni mattina nelle salette dei vari anni c’erano sempre molti vasi di fiori, e tutto ciò dava al castello un profumo soave e delicato, molte volte facevano apparire sulla testa delle ragazze fiori, e coroncine di fiori, quando si annoiavano sceglievano qualcuno e incominciavano a intrecciare i capelli della povera studentessa riempiendoli di fiori.
Ad Anna capito di essere scelta quasi una volta a settimane e di  dover stare ferma mentre loro, si sbizzarrivano nelle più favolose acconciature fatte di trecce  inserendo nella testa di i piccoli fiori appartenenti alla camomilla. Forse pensavano che mettendole la camomilla in testa l’avrebbero fatta diventare più docile e tranquilla, ma questo non suddette anzi causava solo sonnolenza a chiunque le si avvicinasse. Si ritrovò molte volte un Kevin dormirle addosso. 
L’ultima domenica del mese di Aprile, la giornata incominciava davvero in maniera pessima  non aveva avuto neanche il tempo di aprire gli occhi che stiracchiarsi per bene come un gatto che si era trovata le tre compagne di dormitorio intorno al suo letto che la guardavano con astio. “Ben svegliata!” disse Jessica fredda, “Hai fatto di nuovo piangere Ambra ieri!”, Anna le guardò confusa, non stava mai con loro quindi non aveva idea di come  avesse fatto a fare un torto ad Ambra “sentiamo cosa ho fatto ora?” chiese rassegnata “Anthony non le parla più! È colpa tua!” esclamò Jessica per difendere l’amica che stava zitta con gli occhi arrossati, “Colpa mia? Ma chi lo pensa a quello lì! Levatevi di torno, voi siete Pazze!” esclamò togliendosi le coperte e alzandosi, “è colpa tua! Lui evita Ambra perché gli piaci tu!”
“Ok, è sicuro voi siete tutte pazze, io neanche ci parlo con lui.”
“Ah no? E a pozioni?  Ormai stai sempre in coppia con lui vi vediamo parlare! Stai cercando di fregare il futuro ragazzo a Ambra.” Ormai la professoressa di pozioni aveva deciso che il lavoro di coppia rendeva la classe più attenta e dopo la prima volta aveva notato un notevole miglioramento in tutti e quindi aveva deciso di lasciare che lavorassero sempre in gruppi, ad Anna non era andato giù tutto quello aveva anche protestato ma la professoressa l’aveva rimproverata dicendo che era lei l’insegnate e decideva lei.  Quindi ormai si subiva da febbraio Anthony a ogni lezione.
“Primo sto in coppia con lui per volontà della professoressa, ciò che voi vedete come parlare è più un ringhiarci a vicenda, perché io e lui non ci sopportiamo! Infine a me non interessa lui come non mi interessa nessun ragazzo.” Prese la bacchetta “Ora allontanatevi o vi affatturo, perché mi state dando noia!” le ragazze non si mossero di una virgola, pronte a dare battaglia con un gesto della bacchetta trasformo il suo cuscino in diversi uccelli! Le ragazze incominciarono a urlare e scappare via, Anna prese le sue cose e si avviò a farsi una doccia.
Tornata dalla doccia si trovò la preside in camera, e la camera era coperta di cacche di uccello, per fuggire via si era dimenticata di eliminare gli uccelli.  “Black!” esclamò la preside
“Ehm, che disastro.” Disse lei sconvolta gli uccelli avevano anche distrutto le tende i cuscini e le lenzuola di tutti, e avevano sparpagliato oggetti per tutta la camera.
“Passerai tutta la giornata a ripulire il danno che hai fatto, e ti sei appena guadagnata una settimana di punizione a partire da domani! E pensare che non stavi facendo più danni da prima di natale. Ora fila a lavoro!”
Impiegò tutta la mattinata per pulire il disastro, saltando il pranzo, con i crampi allo stomaco si avviava verso le cucine per cercare del cibo, pensando solo alla fame che aveva si scontrò con cinque ninfe molto annoiate, che appena la videro si illuminarono, Anna provò a fuggirle ma loro incominciarono a intonare  una canzone imparata dalle loro amiche sirene per farla addormentare e così la rapirono  rapita, molto dispettose le ninfe.
Si era risvegliata in giardino circondata da siepi, delle ninfe nessuna tracci ma lei era stata appena trasformata in una bambolina che a quanto pare più annoiate del solito quella volta avevano deciso di trasformare la sua divisa in un vestito pieno di fiori veri, ancora morente di fame cercò di uscire da quel groviglio di siepi per avviarsi alle cucine, non avendo idea di che ora fosse, sempre più nervosa per via di quella orrenda giornata incominciata male e che stava proseguendo in modo orrido camminava tutta innervosita e senza neanche accorgersene sbatte contro Anthony, in quel momento pensò che la sua giornata non poteva andare peggio di così.
“Che cosa ti è successo?” chiese lui incominciando a ridere di gusto, Anna non l’aveva mai sentito ridere in vita sua, spalancò gli occhi “Oddio tu sai ridere?” chiese sempre più sbalordita. Lui si fermò di colpo rendendosi conto di tutto, fece finta di nulla e richiese “Cosa ti è successo, hai deciso di cambiare look. Non penso ti doni, sembri troppo angelica.”
“Lascia stare non sono affari tuoi, levati dai piedi, questa giornata è già pessima senza che ti ci metti anche tu a contribuire” Gli diede una spallata e si incamminò, ma lui incominciò a seguirla. “Oddio perché mi segui?” “Così perché mi annoio e voglio sapere come mai hai questo aspetto da Ninfa dei boschi hai deciso di unirti a loro e così sparire?”
“No, mi dispiace doverti dire che questa scuola non si libererà di me così tanto facilmente, e a quanto pare non sei l’unico che si annoia, anche le ninfe lo erano parecchio oggi.”
“Dove stai andando?” chiese continuando a seguirla
“Ti ho dato la risposta che volevi, perché continui a seguirmi, immagino che se non rispondo anche a quest’altra domanda non mi libererò mai di te.”
“Esattamente, ma ripeto mi annoio.”
“Ok, sto andando in cucina perché non ho pranzato.”
“Ah si, ecco perché il pranzo era così tranquillo mancavi tu a far danni. Penso che verrò con te mi è venuta fame.”
“Nessuno ti ha invitato!” quella giornata per la piccola Black era proprio una giornata no.
“Ho sentito che ti sei presa un’altra settimana di punizione.” Disse lui continuando a far conversazione come se fossero amici
“Ah e da chi l’hai sentito? Dalla tua fidanzatina?” Chiese lei con voce melensa
“Non è la mia fidanzata, mi sta attaccata come una sanguisuga, ma non è la mia ragazza!” lui quella Ambra proprio non la sopportava, troppo oca per i suoi standard
“Come una sanguisuga hai detto? Mmh ad esempio come stai facendo tu con me al momento?”
Lui ignorò di nuovo e chiese “Quindi cosa hai combinato questa volta per finire in punizione?” arrivarono alle cucine e lui le aprì la porta così come gli avevano insegnato i suoi, lei dimostrando di essere una lady decise di pestargli un piede, sorridendo. Chiese agli elfi con gentilezza se potessero preparare un paio di panini e tutti felici loro incominciarono a mettersi all’opera,
“Allora, mi rispondi?”
“Ho litigato con le mie compagne a causa tua! Mi hanno fatto la predica, pensano che sia colpa mia che ignori Ambra, quindi fammi un favore, mangia il tuo panino e vattene da Ambra e smettila di darmi problemi!”  disse prendendo il panino e sorridendo gentile all’elfo che sembrava atterrito dal tono di voce che aveva appena utilizzato.
“Vuoi davvero che vada da lei?”
“Si!”  disse lei con tono secco.
“Ok, allora me ne vado.” Prese il suo panino e uscì da lì lasciandola sola.
Lei appoggiò la testa al tavolo e sospirò.
 Uscita dalla cucina decise di andare in dormitorio, per potersi togliere tutti quei fiori e il vestito d’addosso, mentre camminava nel corridoio per accedere ai dormitori e alle salette capì che forse sarebbe stato meglio se quella mattina fosse rimasta a letto, nel corridoio c’era Michele che vedendola così e avendo una vendetta in sospeso per via dei foruncoli che lei gli aveva causato mesi e mesi fa, decise di scagliare un Ventus sulla ragazzina che, troppo presa dai suoi pensieri non fece in tempo a difendersi.
Quindi incominciarono a volare tutti i fiori del suo vestito rischiandola di accecare, e per colpa dell’incantesimo si alzo anche la gonna mostrando leggermente le sue mutandine.  Dato che veramente al fine non c’è mai peggio in quel momento il corridoio si era riempito di persone, incluse Ambra e le sue amiche, Anthony, Diego e il suo gruppetto, tutti che si dirigevano in sala mensa per fare merenda, e anche la preside che era in giro a fare uno dei suoi controlli.  Anna ormai stufa da quella giornata e troppo arrabbiata per via di quello che aveva appena fatto Michele senza aver visto che in quel corridoio ci fosse tutta quella gente, scagliò un pugno nello stomaco al bullo e incominciò a picchiarlo alla non maghi. 
“BLACKKKKK!” la preside urlò con tutti il suo fiato in gola, ma la ragazzina non si bloccava. Quindi levò la bacchetta e la tolse da sopra Michele immobilizzandola “Con me! Nel mio ufficio! ORA!” Anna liberata dall’incantesimo la seguì nel suo ufficio.
Parlarono per ore dove lei le spiego tutta la giornata. Ma la preside non volle sentire ragioni e la mise in punizione fino a fine  Maggio, esclusi però i weekend, voleva anche farle sospendere i club, ma Anna riuscì a convincerla a non farlo dicendo che poi avrebbe avuto più tempo a disposizione, la preside inorridita decise che fosse meglio lasciar perdere e la mandò via, convinta che quella ragazza fosse proprio una BLACK.
I pettegolezzi della rissa andarono avanti per tutta una settimana, Anna spiego per filo e per segno la sua giornata ai suoi amici e loro si trattennero dal ridere specie perché quando racconto il tutto, aveva ancora le vesti donatele dalle Ninfe ma tutte sgualcite e con fiori pendenti mezzi strappati e i capelli in condizioni pessimi.
“Quindi ora sei punizione fino a fine maggio?” chiese Diego mettendole una braccio sulla spalla con fare fraterno, “A quanto pare!” era ancora nervosa per tutta la giornata ma non disse niente del suo braccio.
“Comunque gli hai fatto un occhio nero sicuro! Picchi duro per essere una pulce!” Disse Kevin con la sua solita risata “Vuoi vedere come picchio anche te? Ora?” chiese lei mostrando il pugno con un ghigno perfido, Diego la tirò a se,  “Dai fai la buona, hai fatto già abbastanza danni.”  Lei sbuffo ma non si mosse e ne approfittò per appoggiare la testa sul suo petto. “Ho un idea, per evitare che finisci nei guai andiamo a prendere da mangiare noi a mensa e lo portiamo quì, così eviti di stare troppo in mezzo alla gente.” “é un’ottima idea! Diego rimane a farmi compagnia! E poi non ho voglia di muovermi da questo divano, sono troppo distrutta! Dovrei togliermi tutta questa schifezza che ho addosso ma proprio non mi va!” disse lei mettendosi più comoda. “Uffa perché sempre Diego! Rimango io con te Fiorellino!” piagnucolava Kevin, e Anna per giusta risposta gli lanciò un fiore che si stava staccando dal vestito ormai quasi in frantumi appallottolandolo “Non mi chiamare Fiorellino! Dopo oggi odio i fiori!” ringhiò lei “Buona, Buona! Rimango io primo perché sono l’unico a saperla far star ferma e buona, se dovessi rimanere tu troveremmo al nostro ritorno il tuo cadavere e lei in fuga per non finire in prigione.” Spiego Diego, tranquillamente iniziando ad accarezzare i capelli della piccola per calmarla, cosa che lei gli lasciò fare tranquillamente, non riusciva proprio a prendersela con Diego.
“E poi se non vieni anche tu Kev ti lamenteresti del poco cibo recuperato, quindi vieni e scegli tu cosa portare! Forza alziamoci.  Gemelli anche voi due!” Nicola diede l’ordine a tutti come una brava mamma, e si avviarono tutti verso la mensa, Anna e Diego rimasero a chiacchierare tranquillamente.

 

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Capitolo 9
*** Auguri e arrivederci ***


 
9 capitolo Auguri e arrivederci
 
La prima settimana di punizioni per la piccola Black fu tremenda e stancante, ma non mostrò a nessuno i segni del suo cedimento. Finalmente il sabato arrivò e lei decise di non studiare malgrado gli esami alle porte, era il suo compleanno e poteva godersi una giornata di riposo, felice anche di non doverlo festeggiare in famiglia, no che i suoi zii ci tenessero a festeggiarla o gli importasse di lei, ma ne approfittavano per dare una grande festa,  da quando aveva compiuto nove anni si nascondeva in cucina a chiacchierare con gli elfi, si faceva solo vedere all’inizio della serata dove era costretta a stringere mani a tante facce sconosciute di cui non avrebbe ricordato mai il nome e poi si faceva vedere per il taglio delle torta. Prima dei nove anni invece stava seduta a un tavolo con Anthony con un sorriso tirato, provando a far conversazione ma il bambino non voleva mai unirsi a lei nei suoi scherzi o nei suoi giochi, infatti, all’età di nove anni Anna smise di proporre ad Anthony qualunque tipo di gioco, e decise che non sarebbero stati mai amici, incominciandolo a ignorarlo o a risponderli male. Lui d’altro canto non rispondeva mai, anzi a ogni modo brusco della bambina attutiva il colpo rassegnato, e aveva incominciato a stare sempre zitto e neanche più a parlare siccome ogni volta che apriva bocca lei gli faceva il verso, o gli diceva che era un bambino pomposo identico a suo padre. Quindi accadeva così all’età di nove anni Anna si nascondeva in cucina e lui la spiava dalla porta.
Quell’anno però non ci sarebbero stati ricevimenti, niente mani da stringere, niente facce estranee, niente nascondini in cucina, e forse se fosse stata fortunata niente Anthony.
Quell’anno sarebbe potuta tranquillamente rimanere a letto e riposare stanca com’era dall’ultimo periodo appena passato, o almeno così pensava lei.
Verso le undici del mattino  era ancora immersa nel sul letto sveglia però, quando sentì la porta aprirsi e la voce dei gemelli urlare “Annaaaaaaaaaaaa”
Lei alzò improvvisamente il busto dal letto mettendosi seduta guardando il suo gruppo di amici entrare nel suo dormitorio e incominciare a cantare tanti auguri a te, Kevin stonando visibilmente e urlando come una cornacchia in calore.
Fu un sollievo per la giovane essere già sveglia perché un risveglio con un Kevin canterino stonante l’avrebbe sicuramente fatta svegliare  di malumore  facendola cadere dal letto.
Vedendo quella scena non poteva far altro che sorridere piena di felicità.
Presa da ciò saltò fuori dal letto senza minimamente vergognarsi del suo pigiama e si lanciò principalmente tra le braccia di Diego, poi i gemelli la sollevarono abbracciandola anche loro, Nicola poi riuscì ad acchiapparla e alla fine Kevin riuscì a stringerla forte a scombussolarle i capelli e a darle anche un bacio sulla guancia.
Dopo tutto quell’affetto lei andò in bagno per cambiarsi, Nicola rimase nella saletta del primo anno ad aspettarla mentre gli altri andavano in giardino a preparare il tutto primo anno.
Arrivata in saletta finalmente, Nicola esclamò “Oggi passi il tuo giorno con noi! Abbiamo organizzato un pic-nic in giardino!”
Si avviarono in giardino insieme Anna saltellando tutta allegra sarebbe stato il primo di una serie di compleanni da ricordare.
Gli altri erano vicino a una grande quercia, aspettandoli seduti su una grande coperta a scacchi rossi , circondati da palloncini tutti colorati, c’era anche il gatto di Anna Foot, che era stato acchiappato dai gemelli gli unici che riuscivano a farli delle carezze e a tenerlo sulle gambe senza che il gatto in questione gli graffiasse o mordesse e per la festa gli avevano messo in testa un cappellino colorato, gli avevano fatti loro con  del cartoncino e gli avevano tutti incantanti per farli cambiare colore e ogni tanto sputavano scintille colorate.
Avevano anche delle trombette per i compleanni che ogni volta che ci fischiavi dentro facevano uscire coriandoli di tutti i colori, appena Anna fu arrivata a braccetto con Nicola, fu immediatamente riempita di coriandoli,  se una cosa del genere fosse successa a inizio ottobre la piccola avrebbe sicuramente sbarrato gli occhi e guardato tutti poi con aria corrucciata,  ora invece dopo mesi e mesi in compagnia di quella banda rideva allegra chiedendo a gran voce di avere anche lei una trombetta.
Passarono il pranzo a mangiare qualunque tipo di cibo che i ragazzi avevano sgraffignato dalla cucina.
Ci fu la torta fatta da Kevin al club di cucina quel venerdì in cui Anna non aveva partecipato per via della troppa stanchezza.  Era diventato bravo a farle ed era una delle torte più buone che mangiasse “è veramente buonissima, perché quando cucino con te le torte non vengono così?   “Perché tu non segui le ricette alla perfezione.” Disse lui con lo sguardo al cielo, ricordando ai disastri della piccola e della torta al peperoncino e menta, “Non è colpa mia se tu sei fin troppo serio quando faccio i dolce!”  disse lei con una linguaccia “Serio? KEV serio? Quando mai?”  I gemelli urlarono insieme sconvolti mentre giocavano con Foot facendolo impazzire con i coriandoli, Anna guardandoli pensava sempre di più che fossero due corpi con un solo cervello, dicevano sempre le stesse frasi e insieme lei sbuffo divertita, “Si è sempre serio, e non ci crederete mai mi rimprovera!”
“Si perché tu fai volare gli ingredienti nelle pentole a casaccio e cose che non dovrebbero mai essere immischiata! Ricordo il peperoncino e la menta? E non era neanche il dolce peggiore, dei biscotti che abbiamo fatto il mese scorso che erano disgustosi parola mia hai messo non so cosa e ho paura a scoprirlo!” esclamò lui come una ragazzina con voce stridula.
Lei rise lanciandosi a terra, di una risata molto cristallina e vera, pensava a tutti  i legumi che ci aveva messo dentro, erano veramente i biscotti più orrendi del mondo, tutti la guardavano sconvolti, i gemelli schifati “Menta?” “Peperoncino?”  chiesero entrambi, mentre lei rideva soffocava le parole come fagioli e lenticchie
“Sbaglio sta dicendo fagioli e lenticchie?” Nicola aveva capito proprio bene
“Sei una pazza ci hai messo i legumi dentro i biscotti? Ti prego dimmi che lascerai il club l’anno prossimo! Non sei per nulla portata tu distruggi il mio povero adorato cibo!” Kevin aveva la faccia di un cucciolo bastonato mentre afferrava Anna per un braccio e la guardava con fare supplice. Lei comunque intenerita da ciò senza darlo a vedere lo fisso intensamente negli occhi e disse “Si lasciò il club, l’anno prossimo mi dovranno sopportare i gemelli!” e fece l’occhiolino a loro, Diego si passò una mano sulla fronte tutto ciò avrebbe portato guai seri, lui cercava di tenere il più lontano Anna dai gemelli, anche perché lei non aveva paura di alcun animale anzi, adorava quelli più pericolosi.
Il pomeriggio passò tranquillo e ci fu l’apertura dei regali “Primo il nostrooooo!” urlarono i gemelli, tutti contenti, Anna aprì il pacchetto regalo e trovo l’interno un’ampolla di cristallo chiusa con all’interno un lilium o detto comunemente un giglio che era riferito al suo secondo nome, non era bianco come quelli comunemente utilizzati come regalo ma era giallo, di solito quello giallo stava a significare falsità o ilarità  in quel caso il significato Anna lo sapeva bene era ilarità dato da chi le veniva regalato il fiore. “Gli abbiamo fatto un incantesimo non appassirà mai ed rimarrà sempre intatto nella ampolla, c’è anche un incantesimo indistruttibile sul vetro così non rischierai di romperlo!” spiegò uno dei gemelli, “non significa falsità questo ma ilarità proprio come noi due che lo regaliamo a te!” spiegò l’altro divertito, Diego era impressionato “Waoo ci avete pensato da soli?”  Anna diede un bacio ad entrambi tutta sorridente e disse un grazie, prese poi il regalo di Kevin il pacchetto era molto morbido al tocco lo aprì attentamente e ci trovò dentro un cane nero di peluche “è bellissimo!” “Lo disegni sempre, ho dovuto usare un incantesimo per trasformare u suoi occhi dandoli la tonalità dei tuoi!” disse lui lei lo abbracciò e per un attimo si perse nei suoi pensieri osservando il cane , “Sapete ho la strana sensazione di aver avuto un cane in passato, quando mia mamma era viva!” esclamò la piccola.
Poi con un’alzata di spalla prese il regalo di Nicola e scartò anche quello, un album di fotografie “Che bello!” guardò la prima fotografia estasiata lei sotto la quercia con che faceva uscire dalla bacchetta un filo e faceva giocare Foot “Quando l’hai fatta questa?” chiese sbalordita lui rise e disse “quando ti abbiamo conosciuta un giorno eravamo in giardino e ti abbiamo vista con il tuo gatto, e ne ho approfittato per fare delle foto, eri troppo caruccia!” e lei diede un bacio anche a lui “Ehi non metterti a guardarlo ora o non aprirai mai il mio regalo, lo guardiamo dopo tutti insieme” lei sorrise e prese il suo regalo  era un braccialetto con una stella simile da abbinare alla collana che portava sempre con lei anche quella con il ciondolo di una stella  con l’iniziale A incisa sul dietro,  il ciondolo del braccialetto invece aveva la lettera D incisa, lei lo guardò emozionata “è un ciondolo uguale a quello della mia collana!”  lui l’abbracciò  e le sussurrò all’orecchio “Così mi avrai sempre con te” lei cacciò le lacrime dentro per via delle troppe emozioni e rimase ancora un po’ tra le braccia di lui godendosi tutto quel calore.
 
Dietro i cespugli, un ragazzino con i capelli castano nocciola e gli occhi azzurri, guardava la scena dell’apertura dei regali, aveva anche lui un pacchetto in mano ed era nascosto, senza aver il coraggio di avvicinarsi. Dopo aver visto con attenzione il regalo che Diego le aveva fatto, si era messo in piedi ed era corso via con la voce di lei nella testa che faceva “è un ciondolo uguale alla mia collana!” arrivato vicino alle mura laterali della scuola si sedette a terra con le spalle inchiodate al muro, incominciò a strappare la carta del pacchetto blu con tutta a rabbia che aveva dentro di se, e poi guardò con occhi fiammanti il braccialetto con un ciondolo con una stella all’interno del pacchetto, lo lasciò cadere prese la bacchetta e gridò “Incendio” vide piano piano il regalo bruciare fino a che non rimase polvere che incominciò a volare via per via del vento che si era appena alzato, per spazzare via quel brutto momento appena verificatosi.
 
 
Il pensiero di doversi dire ciao, per Anna sarebbe stato un vero scossone, si era abituata talmente tanto a condividere tutte le giornate con loro che al solo pensiero che dovesse passare più di tre mesi da sola in quella orrenda casa la faceva star male.
Era il penultimo giorno di scuola gli esami erano finiti, lei aveva passato tutte le materie con voti eccellenti, aveva concordato con la preside l’orario dell’anno prossimo dove aveva tolto come materia lingua e traduzione e aveva messo cura delle creature magiche. 
Nel mese di Giugno per quanto breve fosse dato che la scuola finiva il 20 e no a fine mese, era riuscita finalmente a non prendere più nessuna punizione.
Stava finendo di preparare le valigie quando Diego bussò alla porta “Ehi, passeggiata in giardino? Soli io e te?” lei lasciò le maglie che aveva in mano sul letto e saltellando si avvicinò a lui, ormai in un anno tutta la sua compostezza era svanita, e aveva fatto spazio all’allegria, le era diventato più spontaneo, saltellare, abbracciare e scherzare con gli amici, tutto merito di Diego in special modo, ma buona parte era dovuta anche agli altri, Nicola con cui aveva passato il natale e aveva condiviso momenti fantastici tra canti, lui che la faceva ballare la notte di capodanno, tutti sporchi di panna per via della battaglia avuta allo scoccare dell’anno nuovo. Kevin che da subito si era preso molto confidenza facendo cose da farla rimanere impietrita, finalmente con  il club di cucina era riuscito a farla diventare anche più spontanea con lui, lei ormai aveva preso l’abitudine di saltarli al collo quando lo trovava seduto di spalle solo per farlo spaventare. Per quanto si divertisse a trattarlo male, poi ogni tanto se ne pentiva quindi gli porgeva un ramoscello di ulivo quale una torta, un pacco di caramelle o qualunque tipo di cibarie potesse incorniciare, si era anche meritato un bacio sulla guancia dalla piccola il giorno del  compleanno di lui  e per giusta risposta si era messo a piangere e Anna lo aveva giustamente preso in giro. I gemelli avevano contribuito a tutto questo cambiamento tramite le loro risate, siccome erano i ragazzi più spensierati dell’universo e  trascinandola in giro per la scuola, e facendo a gara a chi si arrampicasse più in alto sugli alberi, e con  gli animali che di nascosto le mostravano. 
A fine anno si era riscoperta essere una nuova persona, aveva ritrovato tutta la vivacità soffocata in quegli anni di vita che aveva vissuto in quella dimora.
Aveva scoperto cosa volessero dire le parole Amici, Amore, Famiglia, Abbracci e Casa. 
Camminavano per il cortile ridendo, per via di un racconto di Diego, i gemelli avevano riempito tutto il cuscino di Kevin di farina e l’avevano fatto esplodere durante la notte scaturendo un infarto a tutti poiché Kevin era balzato fuori dal letto rotolando urlando frasi del tipo “un terremotoooo! Moriremo tutti!” Anna rideva a racconto spensierata “Quindi oggi e la giornata degli scherzi da parte dei gemelli a Kevin?” “Si proprio così, è un loro modo per farsi ricordare e poi dato che è i penultimo giorno non prenderanno nessuna punizione, fanno sempre così dal primo anno.” “Quasi quasi mi dispiace per lui” disse lei “Sei seria?” “beh sai com’è Kevin sembra una montagna potrebbe incutere terrore a chiunque ma in realtà è un cagnolone che vuole solo affetto e non si sa difendere realmente non farebbe male a una mosca, però è troppo divertente da prendere in giro!” “Hai ragione su tutto, l’hai descritto alla perfezione.” “Comunque dato che non si difenderà direi che i gemelli meritano una punizione esemplare che dici?”
“Vuoi fare uno scherzo?”
“No, oggi non ho molta fantasia però ho letto un incantesimo che volevo testare si chiama Farfalus Explodit, è un incantesimo che crea delle farfalle sulla faccia della gente e poi esplodono, niente di pericoloso tranquillo però loro adorano gli animali quindi dopo ci faremo tutti un bella risata!”
“Sicura che non sia pericoloso? Hai un ghigno troppo malandrino!” disse lui con fare inquisitorio
“Non ho nessun ghigno questa è la mia faccia!” Esclamò lei indignata
Continuarono a chiacchierare per tutta la mattinata parlando degli esami dei voti e di come sarebbe stata la loro estate, solo in quel momento Anna si rattristi parecchio, e lui per distrarla le disse di tornare dentro per il pranzo.
 
Il pomeriggio lo passarono in giardino tutti insieme, i gemelli fecero un ‘incantesimo a Kevin per riempirlo di piume Anna di conseguenza fece quello che aveva detto la mattina Kevin la guardò sbalordita “Mi hai difeso? La scricciola mi ha difeso! Questo si che è un anno da ricordare e un penultimo giorno fantastico!” Kevin incominciò a saltellare prendendo il gatto di Anna e abbracciandolo stretto dandoli un bacio sulla testa, Anna lo guardava trattenendo le risate, si le sarebbe mancato Kevin, poi distolse lo sguardo da lui per portarlo su Nicola che sospirava davanti alla scena “Sarà strano da domani tornare a casa.” Anna sorrise gentilmente “Possiamo sempre scriverci!”
“certo che ci scriveremo” disse Diego con far serio.
“Nic ma me le mandi le foto dei tuoi fratellini?” chiese Anna appoggiando la testa al suo braccio come un cagnolino bisognoso di coccole.
“Certo che sì, mio padre mi ha scritto che sono più iperattivi del solito, sarà una lunga estate impegnativa per me, ma dire che sono abituato con i gemelli e Kevin” incominciò a ridere di gusto guardando il terzetto che stava facendo una gara di capriole.
“Quindi avrai il tuo da fare specie senza tua madre” Diego parve riflettere “Come ogni anno, sicuramente vorranno passare tutta l’estate con me, penso che mio padre dia delle ferie alla baby sitter dire che se le sia guadagnate.”  Disse lui con un tono un po’ malinconico,  la madre di Nicola li aveva abbandonati quando lui aveva avuto undici anni, e il padre che utilizzava la magia di nascosto aveva dovuto dire che era un mago e che allo stesso modo lo sarebbero stati i suoi figli, quindi lei se n’era andata impaurita dopo litigate su litigate, dicendo di aver generato dei mostri.  Nicola aveva raccontato tutto ad Anna durante le vacanze di Natale, quando lei gli aveva domandato il  perché non fosse tornato a casa cosa che riguardava  i  pochi soldi che avevano, e poi si era dilungato raccontando tutta la storia. Lei aveva contribuito dicendo che sua mamma era morto e suo padre l’aveva abbandonata, questo abbandono simile di entrambi era uno dei motivi del perché erano diventati molto legati quasi a superare il rapporto di Diego e Anna.  Lei e Nicola, da quelle vacanze di Natale avevano fatto nascere un rapporto d’amicizia molto particolare, che bastava lo sguardo a capirsi e poi il ragazzo la trattava come un suo pari, non dando peso alla sua età. Con Diego era diverso lui la vedeva come una sorellina, utilizzando i guanti d’oro quando si trattava di lei, stava sempre attento se mangiava, se stava bene, se si metteva nei guai, si prendeva cura di lei in maniera quasi ossessiva, quando stava con Diego, ad Anna sembrava di stare con il padre che non aveva mai avuto ma sempre ricercato nella sua vita. Ma ogni tanto quell’amicizia le stava un po’ stretta era abituata a vedersela da sola, con Nicola era molto più libera e meno sorvegliata.
“Verrei a darti una mano io, ma i miei zii non me lo permetterebbero mai.” Disse lei un po’ triste, “Mi mancherai tanto Nic!” Lui l’abbracciò stretta “Lo so che verresti e che non puoi ti voglio bene tesoro.” Lei sorrise si le sarebbero mancati tutti anche fin troppo. Diego li guardava, sorridendo cercando di eliminare quel piccolo pensiero che si stava insinuando nella sua testa, il pensiero di gelosia.
 
Passarono tutta la giornata insieme e alle 23:00 ora del coprifuoco, Anna dovette dire ciao a tutti, avevano deciso di salutarsi quella sera, perché sicuramente non c’era possibilità di farlo l’indomani dato che il gruppo del primo anno era uno dei primi ad uscire. Kevin nei momenti dei saluti scoppiò visibilmente a piangere, troppo emotivo come ragazzo e Anna dovette darli dei colpetti sulla spalla per consolarlo, e lui l’aveva abbracciata e non riusciva a lasciarlo andare.
I gemelli più spensierati non fecero lo stesso ma le diedero un pacchetto con dentro delle uova di rana salterine dicendole così fai impazzire quei tacchini dei tuoi zii.
Nicola la strinse e le sussurrò un ti scrivo appena arrivo a casa.
E Diego si prese l’onere di accompagnarla al dormitorio,  fecero la strada in silenzio un po’ a disagio, lui non sapeva come comportarsi e lei anche di conseguenza, sapeva dentro di se che non trovarsi più il suo sguardo iperprotettivo l’avrebbe fatta star male, era dura doversi distaccare, ma era una cosa che andava fatta. 
Arrivati davanti alla porta lui la strinse, le diede un bacio sulla fronte e disse “Prometto che ti scrivo, e non fare troppi disastri a casa” lei sorrise “Non prometto niente, ci vediamo a settembre” lui le lasciò andare la mano, lei lo guardò ancora per una volta come a voler immortalare il suo viso nella sua testa e andò via. Lui rimase ancora fermo per un po’ con uno strano senso di angoscia dentro, lasciarla andar via era veramente la cosa più difficile che avesse fatto in tutti i suoi quattordici anni di vita, si disse che stava così solo perché era la prima volta di un loro distacco e che sicuramente si sarebbe abituato, ma così non sarebbe mai stato anzi, sarebbe stato anche peggio fra un paio di anni, ma lui non poteva saperlo.
 
 
 
 
 
 
 
Note dell’ autrice
Partorire questo capitolo è stata una tragedia, i personaggi si rifiutano di collaborare, non so perché Anthony ormai sia sempre presente. So che la storia è dal punto di vista di Anna, ma ho già messo in altri capitoli pezzettini dove interagiscono i ragazzi da lontano, o nel quinto capitolo un pezzo dove ci sono i pensieri di Diego mentre l’abbraccia,  penso che andando avanti questo accadrà di nuovo no spesso ma accadrà perché è giusto dare spazio anche a ciò che lei non vede e che succede agli altri.
Ho avuto veramente problemi con questo capitolo, e sinceramente a parte un paio di pezzi non mi entusiasma per niente.
Sto diciamo odiando Diego, non riesco a farlo interagire con Anna,  quindi ho cercato a parole di spiegare il rapporto di Anna e Diego e quello di Nicola e Anna, che sono due rapporti completamente diversi ma unici nel loro modo.
Se all’inizio pubblicavo ogni giorno, ora non sarà più possibile , no perché io non abbia materiale anzi ho tutta la trama della storia, ma l’8 ho un esame di diritto amministrativo e dovrei studiare, quindi se non mi vedete è solo per l’esame! Baci e grazie a chi legge.

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Capitolo 10
*** Ritorno a casa ***


Capitolo 10 Si ritorna a casa

L’estate era passata lenta, ma senza alcun danno e con pochissime punizioni,  la prima ottenuta grazie alle uova di rane salterine dei gemelli dopo due giorni dal suo ritorno esse si erano schiuse nel momento meno opportuno in cui la zia stava prendendo il thè con alcune sue amiche e le rane scappando dalla camera di Anna si erano dirette verso la sala da thè saltellando come delle forsennate sparpagliando thè e biscotti e tartine ovunque, quindi la ragazzina era stata chiusa in camera per due giorni senza pranzo e cena, ma i suoi amici elfi domestici Polly e Daffy le avevano di nascosto portato del cibo.
Dopo di che non aveva fatto altri danni,  passava la maggior parte del tempo in camera a scrivere ai suoi amici in particolar modo a Diego e Nicola, a fare ricerche per creare la mappa della scuola, progetto che aveva messo da parte per via dei troppi impegni scolastici tra cui Club e punizioni.
A inizio Luglio si era ritrovata anche Anthony tra i piedi per due settimane di seguito  poiché  i suoi tutori erano partiti per un viaggio in Inghilterra per affari e l’avevano ingiustamente lasciata a casa del ragazzo. 
Passavano i pomeriggi insieme a fare i compiti delle vacanze quasi sempre in silenzio. Lui si era dimostrato fino troppo taciturno e Anna presa dalla noia aveva incominciato a darli fastidio, ma con il solo risultato da farlo sparire in camera sua. Il ragazzo aveva deciso di evitarla come si evita di solito il vaiolo di drago. L’atmosfera in quella casa era tetra la madre di Anthony passava la maggior parte del tempo a letto perché si sentiva poco bene, il padre era sempre fuori per lavoro. Gli elfi domestici si occupavano di loro, Anthony era sparito e lei non poteva fare molto. Il penultimo giorno Anna, annoia decise di mettere al muro Anthony e scoprire il perché era così sfuggente, metterlo al muro nel vero senso della parola uscito dal bagno il ragazzo fu spalmato con la magia lì.
No che a lei importasse poi molto il suo comportamento, ma era tutto sospettoso fino a prima di maggio il ragazzo la seguiva ovunque, e si ritrovava spesso a discutere con lui.
“Tu”
“Cosa vuoi Black?”  chiese lui con la sua solita voce monocorde da non far apparire la ben che minima emozione
“Perché mi eviti?” chiese lei aggrottando le sopracciglia.
“Non c’è un motivo,  a te perché interessa tanto?”  lei si staccò da lui come, si fosse stata appena scottata
“è strano e da parecchio che non mi stai trai i piedi”  chiese con sospetto
“Ti manco?” chiese rimanendo sempre composto nei suoi modi, ma con una luce diversa. ma la ragazzina neanche si accorse di ciò
“NO, certo che no!” 
“Bene, allora spostati, devo tornare in camera.”
“No, finché non mi dici che hai!” Lei insisteva, senza saperne il motivo specifico di tutto quel suo accanimento nei confronti di lui. 
“Ok,” fece un respiro lui, si scostò leggermente i capelli dalla fronte, avvicinandosi di più a lei guardandola fissa negli occhi, era una cosa che non gli aveva mai visto fare, sconvolta da quel questo e dal suo avvicinarsi sempre di più, Anna si sentì vacillare
“Sto vivendo la mia vita, lontano dalla tua. Sbaglio o sei stata tu a dirmi che non siamo niente un milione di volte?” Disse gelido
“Io, si cer-to” tentenno lei per la prima volta si sentiva persa, c’era troppa tensione nell’aria, sentiva una sensazione strana allo stomaco
“Perfetto, allora fammi andare in camera, così posso continuare a lasciarti libera in pace, come tutte le volte che me l’hai chiesto.” Era sempre più gelido, lei fece dei passi per scostarsi lui la superò senza guardala e se ne andò, rimase lì interdetta, non capiva cosa fosse successo e cosa gli sia preso. Dopo parecchi minuti si ripresa e andò in camera a scrivere a Nicola.
 
 
L’estate era giunta a conclusione ed Anna di fronte al cancello della scuola fremeva dall’entusiasmo i suoi zii le stavano facendo di nuove le solite raccomandazioni sul come comportarsi, sul fatto che non doveva fare come l’anno prima e accumulare tutte quelle punizioni, che lei era di nobili famiglie e come tale doveva comportarsi, che il sangue era importante. Anna non li stava neanche a sentire guardava solo verso il cancello con gli altri ragazzini del secondo anno loro sarebbero dovuti essere i secondi ad entrare dopo i primini che erano già dentro da mezz’ora, si chiedeva che ora fosse sicuramente mancava poco, non aveva un orologio, non lo portava mai odiava quel tic e tio che le mandava i nervi in palla.
Finalmente il cancello si aprì saluto con un cenno del capo gli zii e si avviò con passo tranquillo al cancello, avrebbe voluto correre ma sapeva benissimo che era osservata da quei due manichini suntuosi. 
Arrivata al dormitorio si lanciò sul letto vicino alla finestra quel dormitorio era di colore giallo rispetto a quello dell’anno scorso che era celeste, sprigionava energia vera e pura, come l’anno precedente era riuscita a prendersi il letto vicino alla finestra.  Entrarono anche le sue compagne che appena la videro fecero un segno con il capo, i rapporti si erano raggelati parecchio con Ambra, Jessica e Ilenia, e con le altre sei compagne non aveva mai parlato, ma a lei stava bene così aveva il suo gruppo di amici che la rendevano felice e non aveva voglia di stringere amicizia con altri ragazzini.  Si alzò dal letto e incominciò  a sistemare le proprie cose, si rese improvvisamente conto di aver lasciato Foot nella gabbietta senza averli aperto, quindi lo fece subito, lui però dormiva tranquillo.  Sistemo sul suo comodino l’album di fotografie,  poi mise quella di sua madre e le sue amiche in bella mostra sul comodino, l’ampolla con il giglio dentro perfettamente identico al primo giorno in cui l’aveva ricevuto, e il peluche del cane che aveva chiamato Padfoot.  Guardò l’orologio della camera e vide che mancavano ancora dieci minuti per l’entrata del gruppo di studenti del quarto anno. Quindi si rimise sul letto aspettando.
Si era addormentata, e nessuno l’aveva svegliata nervosa si era alzata dal letto, per dirigersi in sala mensa. 
Arrivata alla porta gli vide seduti tranquilli a chiacchierare, si sentiva nervosa, era da tutta l’estate che aspettava di rivedere i suoi amici, ma non sapeva realmente come comportarsi alla loro vista.
Si riempì il vassoio, fece un respiro profondo e si diresse al tavolo.
“Sera a tutti”  disse in maniera molto pacata
Diego appena la vide saltò in piedi e la strinse forte, “Stavamo per incominciare a preoccuparci, non ti vedevamo arrivare, ma Nicola era certo di aver visto il tuo gatto in giro!”
“Oh, si mi sono addormentata, e nessuno mi ha svegliata” disse lei in imbarazzo sciogliendo l’abbraccio con lui e sentendo calore in faccia le guance le erano diventare tutte rosse. Guardò Diego e sorrise un po’ in imbarazzo si era appena resa conto che era diventato più bello con il passare dell’estate. 
“Finalmente il gruppo è al completo!” urlò Paolo, “Si mancavi solo tu!” esclamò Vincendo facendole l’occhiolino, Lei sorrise di rimando sedendosi tra Nicola e Diego
Come sempre.
Nicola le fece una carezza, “Mi sei mancata” le disse vicino all’orecchio, anche tu sussurrò lei con il sorriso che si faceva sempre più ampio.
Poi guardò Kevin che ancora non aveva detto nulla, e aggrottò le sopracciglia, con fare inquisitorio, lui rise “Sei diventata più grande, e più bella! Incomincerai a fare conquiste Scricciolo e finiremo tutti in punizione per aver affatturato la gente, quest’anno ci sarà da divertirsi” Risero tutti, Kevin doveva pur dire qualcosa di scemo, era Kevin.
Diego rise un po’ di meno guardandola meglio, si era diventata più grande, e si avrebbe affatturato chiunque si fosse avvicinato a lei.
 
 
Dopo un mese avevano ripreso il ritmo delle lezioni e delle giornate,  Anna adorava molto cura delle creature magiche, ogni volta che aveva lezione intavolava discorsi lunghissimi con i gemelli, gli unici a capire realmente la sua passione fino in fondo.
Le sue compagne di dormitorio continuavano a ignorarla e Anthony era come sparito nel nulla, anche a pozioni non era più seduto vicino a lei, Anna però a questo non badava molto, e preferiva stargli lontano dato l’ultima volta e poi lei  aveva il suo gruppo e tanto gli bastava.
Camminavano in cortile un giovedì pomeriggio lei e Diego sotto il sole che stava per tramontare, parlavano della lezione di lui di difesa contro le arti oscure in cui avevano imparato ad affrontare un molliccio  “ e poi le cavallette sono diventate tutti dei cordiali, ma ci è voluto molto perché Kev era proprio in crisi”  stava raccontando lui
“Quindi ha il terrore delle cavallette? Forse dovrei ripensarci al fatto che volevo lasciare il club di cucina sai?  Uno sformato con le cavallette sarebbe una splendida idea da cucinare!” lui incominciò a ridere “Così è la volta buona che a Kev viene un infarto, meglio se lasci il club ancora piagnucola al ricordo dei tuoi danni.”
Continuarono a camminare ridendo “Senti ma nel weekend facciamo qualcosa o voi andate al villaggio?” I ragazzi della scuola già dal terzo anno potevano uscire tranquillamente il weekend dalla scuola e rientrare la sera prima di cena, potevano andare alla città vicina, per fare una passeggiata, shopping prendere un caffè e altro. La città vicina era interamente per persone senza magia. Ma in Italia i maghi avevano pochi posti per stare con i propri simili ed erano abituati a frequentare i non maghi e ad avere case con elettrodomestici, tv, computer, cellulari e quant’altro.
Il Mondo Magico si intregnava tranquillamente con il mondo non magico.
Però nella cittadina stava un Pub particolare che portava attraverso un caminetto a una via fatta di negozi magici, dove si trovavano una libreria magica, un negozio di ingredienti per pozioni, un negozio di giocattoli magici, negozi creati a posta per gli alunni della scuola in cui potevano accedere se mai avessero avuto bisogno di qualcosa.  Non era un grande posto era solo una via con sette negozi. Il pub però era per i non maghi con il proprietario però Mago, che riusciva a combinare i due posti in maniera perfetta.
“mmh” Diego si fece perplesso
“Diego ci sei?”
“Si certo, ci sono e che stavo pensando!”
“A cosa?” si erano entrambi fermati e ora lei lo guardava con sospetto, “La domanda era semplice”
“Si lo so, sabato io e Kev andiamo al villaggio non so gli altri, ma domenica possiamo stare insieme”
“Ok, capito e a cosa c’era da pensare?” qualcosa non andava era da inizio settimana che lo sentiva diverso, diverso come non sapeva dirlo, ma ora in quel preciso momento in cui si era fatto pensieroso, lei aveva come un nodo allo stomaco.
“Che forse dovresti farti degli amici della tua età, e non so qualche Amica, intendo di ragazza”  disse un po’ incerto
“Come?” questa era una cosa che proprio non si aspettava
“Penso che sarebbe giusto per te avere amici della tua età, potresti riprovare a stare con Ambra e le altre forse andrà meglio quest’anno”
“Tu vuoi che rifaccia amicizia con loro dopo come mi hanno trattata? Ogni scusa  era buona per loro per prendersela con me! O perché ero più brava di loro, o perché non volevo Anthony, o perché non aiutavo Ambra, o perché finivo in punizione!” il tono nella sua voce si stava alzando notevolmente, lei se ne accorse e si fermò.
“Era solo un’idea, stai troppo con noi, dovresti stare con quelli della tua età.” Disse lui un po’ incerto.
Qualcosa dentro di lei si spezzo improvvisamente, lui non voleva più essere suo amico, si voleva liberare di lei, e anche gli altri, cerco di cacciare dentro le lacrime, non poteva piangere, quindi, fece come aveva imparato a fare negli anni chiusa in quella casa ogni qualvolta che i suoi zii la trattassero male, prese un respiro chiuse gli occhi un istate, riprese la compostezza che ormai non aveva più quando si trattava dei suoi amici, lo guardò gelandolo con lo sguardo e  disse “Bene. Ho capito farò come vuoi incominciando sin da subito” si girò e incominciò a incamminarsi a pasto di marcia con la testa alta verso l’entrata, lui si sentì gelare sul posto rimase un attimo fermò poi incominciò a seguirla “Anna!” disse “Anna, fermati!” ma lei continuava imperterrita, lui la blocco per un polso “Fermati un attimo parliamo, io lo dicevo per il tuo bene, mi spieghi cosa ti è preso, per favore!”
“Non mi è preso nulla Diego, ho capito cosa intendi, e ho deciso di fare quello che è giusto fare, lasciami il polso, devo andare a lasciare la borsa in dormitorio.” E con uno scossone gli fece vacillare la presa e tornò a camminare
“Ti accompagno!”
“Tranquillo so trovare la strada per i dormitori anche da sola.” E continuò a camminare spedita lui continuò a seguirla a dieci centimetri di distanza, senza sapere cosa fare, non l’aveva mai vista così composta e fredda nei suoi riguardi, come se non le importasse di niente, Anna in realtà era furiosa, non era certa di quanto avrebbe ancora trattenuto le lacrime arrivata al dormitorio ci entrò subito sbattendo la porta, si diresse poi in bagno senza degnare nessuno di un suo sguardo. Si lasciò scivolare a terra con le ginocchia appoggiate al petto, tenute strette dalle braccia e incominciò a piangere con la testa nascosta.  A lei importava, importava, fin troppo.
 
Venerdì sera dopo cena nel dormitorio maschile del quarto anno Diego era legato a una sedia i gemelli uno al lato destro e uno a quello sinistro, Kevin a terra con un pacco di gelatine tutti gusti più uno e il rosso era in piedi di fronte a Diego con le mani sui fianchi la bacchetta puntata sul povero moro legato “Parla! Tu sai qualcosa!”
“Ti ho detto che non so niente del perché non mangia più con noi!” esclamò il poveraccio legato.
Giovedì sera a non vederla scendere a tavola si era preoccupato aveva chiesto a Diego, dove fosse la ragazzina, lui aveva detto che l’aveva accompagnata ai dormitori e poi nulla.
Venerdì a pranzo non si era vista , come anche a colazione, ed Nicola insieme agli altri sembrava più preoccupato, l’avevano però vista nei corridoi e lei appena si era accorta della loro presenza era scappata via.  A cena di lei nessuna traccia, e a quanto pare neanche di Diego nessuna traccia, Kevin aveva smesso di mangiare e pensava che qualcuno poteva averli rapiti ed aggrediti, i due gemelli avevano facce da funerale. Nicola si era innervosito, e aveva dettato legge di andare in camera. Ne era convito c’entrava sicuramente Diego, era strano da giovedì sera e non parlava, Anna era sparita, qualcosa era successo e sembrava che la colpa fosse tutta dell’amico.
Quindi appena era rientrato con una faccia super cadaverica aveva dato l’ordine di legarlo e così i gemelli avevano fatto, Kevin era rimasto invece fermo non sapendo cosa fare.
“Tu sai qualcosa, e da giovedì sera che sembri scosso, e lei non si fa viva! Sei stato l’ultimo a parlarle! E oggi sei sparito dove sei stato parla!”
“Ti ho detto che io non so niente!” urlò Diego “Slegami!”
“Aguamenti” fu la giusta risposta del rosso.
“Diego parla che è successo?”
“Io, non lo so, non ho capito se è arrabbiata o pure no,  ma non ho fatto nulla era solo un suggerimento!”
“Un suggerimento di cosa stai parlando?” era perplesso, e anche stanco qualcosa era successo e Diego non parlava prese un respiro “Mi vuoi dire di cosa avete parlato giovedì pomeriggio?”
“Le ho suggerito, che forse doveva fare amicizia con qualcuno della sua età, riprovare con Ambra!”
“Tu le hai detto di rifare amicizia con Ambra e le altre che la odiano e sono gelose? Gelose per via di Anthony e del fatto che stia con noi?”
“Io ho pensato fosse giusto! Deve avere amiche femmine, noi i weekend molte volte andiamo al villaggio e la lasceremmo sola! Non voglio che stia sola!”
Nicola era perplesso “Se non vuoi lasciarla sola allora non andare al villaggio, non è giusto che le dici di stare con altre persone, così puoi fare i cavoli tuoi!”
“Io non voglio fare i cavoli miei!”
“Ah no? E l’appuntamento che avete sabato tu e Kev con quelle due ragazze non è fare i cavoli propri?”
“Non c’entra nulla è un fatto isolato!”
“Vabbè non me ne frega nulla di cosa pensi tu! Continua il racconto o non riuscirò a capire il perché ha deciso di sparire con tutti! Lei che ti ha risposto?”
“Che non voleva tornare amica ad Ambra perché loro non la sopportavano”
“Certo l’hanno trattata male! E Poi continua”
“E poi le ho detto che secondo me le faceva bene stare con quelli della sua età  e si inizialmente aveva alzato il tono di voce infastidito poi non so mi ha come raggelato con lo sguardo e mi ha detto che avrebbe iniziato fin da subito a cercarsi amici della sua età!”
“Continua!”
“Ehm, si è allontanata ho provato a parlarle ma lei era gelida e andata in camera e  non è più uscita! Ho provato ad andare da lei oggi, le ho chiesto perché non stesse venendo ai pranzi, mi ha risposto perché come hai detto tu dovrei stare con quelli della mia età, mi ha chiuso la porta in faccia e me ne sono  dovuto andare!”
“Sei un completo idiota! E meno male che vuoi proteggerla! Ti picchierei al momento!”
“Dici che pensa che non vogliamo esserle più amici e che vogliamo scaricarla?” Chiese Kevin a Nicola guardandolo da terra con fare perplesso
“Penso di si, e lei è abituata a reagire freddamente quando le fanno del male, e quel cretino le ha detto vatti a cercare dei nuovi amici.” Nicola si rivolse a Kevin, che aveva capito perfettamente il tutto.
“Non le ho detto così! Non volevo che fosse sola quando noi non c’eravamo!”
“Hai voluto alleggerirti la coscienza è questo che hai fatto!
 “Non è vero mi preoccupo per lei!”
“Beh dovresti evitare, di preoccuparti per una cosa a cui lei non pensa proprio! È abituata a stare sola e non ci farà una colpa se la lasciamo i weekend per uscire!”
“Continuo a pensare che dovrebbe avere amici della sua età!”
“E io penso che tu ti senti in colpa perché domani uscite con delle ragazze tu e Kevin, e lei rimane qui.”
“Ok, ora basta litigare!” Esclamò Paolo
“Se ad Anna non va di farsi nuovi amici non dovresti costringerla!” disse Vincenzo
“Certo, e poi lei non sembra avere problemi con lo stare sola, Diego dovresti preoccuparti di meno. Nicola ha ragione!”  continuò Paolo
“Ah beh tutti contro di me vedo! Sono io il suo migliore amico e quello che l’ha fatta entrare nel gruppo è una mia responsabilità!” Diego era furibondo, e stanco di essere legato
“Tua responsabilità, ma ti senti quando parli? Come se importasse solo a te di lei. Non è tua figlia o tua sorella, Anna è un’amica e sa badare benissimo a se stessa da sola! Lasciale il suo spazio perché così stai facendo solo casini!”
“Ok basta! Facciamo che domani ci parlano Vincenzo e Paolo dato che rimangono qui e possono portarla dagli Snasi, se non riescono a risolvere, domenica le parliamo tutti insieme e tu ti scusi!” Kevin si era fatto improvvisamente serio in quella litigata a cui aveva partecipato poco e niente
“Ehm, forse è meglio se le parlo io, poi la convinco a raggiungere i gemelli dagli snasi, ok?”
“Scusa ma tu non vai con loro al villaggio?” Chiese Paolo dubbioso
“No, non più, Anna ha la precedenza!”
“Aspetta! ma che diciamo all’altra ragazza non puoi non venire!” esclamò Kevin “Possono fare i gemelli!”
“Diego si inventerà qualcosa!” Rispose Nicola con ovvietà
“Ecco accusi me di voler scacciare il senso di colpa, e usi Anna come scusa per non uscire con noi!”
“Vi avevo detto che non ero interessato all’appuntamento e voi mi avete inserito senza il mio consenso! Quindi non mi importa cosa hai da accusarmi, se devo scegliere se aggiustare il casino che hai fatto tu e uscire con una tizia cinguettante preferisco la prima scelta”
“Ecco vedi usi Anna!”
“Pensala come vuoi, non m’importa quello che pensi tu ma quello che pensa lei!”
“Ok Basta di nuovo, siamo tutti stanchi, andiamo a letto.”
“Come mai oggi sei tanto maturo?” Vincenzo guardava Kevin perplesso
“Qualcuno deve pur esserlo in tutto questo casino. Anche se faccio il buffone di turno non vuol dire che sono scemo e non capisca Anna. E ora a Ninna tutti! Ho anche finito le caramelle!”
“Perfetto tutti a dormire discussione conclusa!” Esclamò Paolo lanciandosi sul materasso, Vincenzo lo vide e fece lo stesso.
“Perfetto buonanotte!”  e anche Nicola si avviò verso il suo di letto
“Ehm, devo dormire sulla sedia o mi slegate.” Chiese Diego sbuffando
“Ah giusto, Kev sei l’unico in piedi slegalo tu!”
“Okkkkkk!”
Dopo aver slegato Diego andarono tutti a dormire

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Capitolo 11
*** Chiarimenti, Halloween ***


Capitolo 11 Chiarimenti, Halloween
 
Sabato mattina, Anna decise tranquillamente di andare a passeggiare fuori in giardino e di pranzare lì, era passata dalla cucina e si era presa un po’ di cibo da portarsi con se.  Era molto convita che non avrebbe trovato nessuno del suo gruppo in giro perché  sicuramente stavano tutti al villaggio.
Erano giorni che evitava tutti, dopo quella specie di litigata con Diego, che non era stata proprio una litigata dato che lei se ne era andata.
La scelta più matura sarebbe stata parlare con loro.  Ma Anna nonostante i passi avanti fatti, ancora non era riuscita del tutto a capire cosa volesse dire parlare delle proprie emozioni. Anche quando aveva ricevuto la lettera di Mary, la mamma di Diego aveva chiuso subito il discorso con lui e non l’aveva mai ripreso. 
Era abituata così, a non parlare di ciò che per lei fosse importante o che le facesse male,  se le sfuggiva qualcosa lo faceva con una risata, e del sarcasmo come a non darli la dovuta importanza. Ad esempio quando ogni tanto raccontava di episodi delle sue punizioni  avute da piccola dagli zii faceva così, ne parlava come se fossero cose da nulla questo per lei era l’unico modo per sopravvivere a tutto quel dolore, se si fosse detta che erano bazzecole e cosa da nulla a furia di ripeterselo sarebbero diventate tali. Ma non significa che non avesse sofferto alle prime punizioni, e non si fosse chiesta diverse volte perché era così sbagliata. Gli zii le lo facevano pensare, le dicevano sempre che lei era sbagliata, che non sarebbe dovuta nascere.  E dopo i primi anni di sofferenza all’età dei sei anni si era ribellata, era sbagliata e lo sarebbe stata sempre di più,  quindi,  incominciò a dimostrare il suo essere un errore sempre di più con le sue malefatte, se all’inizio erano avvenimenti innocenti fatti con la magia accidentale, dopo diventavano malefatte bene studiate e pianificate. 
Entrata a scuola si era sentita sempre fuori luogo un pesce fuor d’acqua ma poi con il gruppo di amici che si era fatta, si era sentita finalmente apprezzata, e mai più sbagliata.
Fino a due giorni prima, quando lui le aveva detto che doveva cercarsi altri amici, in quel momento si era sentita di nuovo piccola e non adeguata. Nella sua testa era come se pensasse che lui non la volesse più perché si fosse finalmente accorto di quanto lei fosse sbagliata, così come le avevano detto sempre i suoi zii.
Per evitare ulteriore dolore si era chiusa in se stessa, provando a non pensarci e a non incontrare nessuno, così da non dover affrontare in pieno la brutta realtà.
 
Quel sabato mattina si era rifugiata in cortile, cercando di prendere un po’ d’aria e di non pesare a quanto stesse male.
“Posso sedermi con te?” chiese Nicola in piedi vicino a lei, cosa che la fece sobbalzare “Non sei andato al villaggio?” chiese lei, “No, non avevo voglia, Diego e Kevin avevano organizzato un’uscita con delle ragazze senza chiedere la mia conferma, e poiché ero preoccupato per te ho preferito cercarti e dargli buca”
Lei lo guardò dubbiosa, lui rimaneva in piedi aspettando un suo consenso nel sedersi “Posso stare con te?” chiese di nuovo, “Se ti va” rispose lei senza alcuna espressione sul viso con un’alzata di spalle.
“Diego pensa che io ne abbia un po’ approfittato della situazione”
“Di che situazione stai parlando?” chiese lei confusa, arricciandosi una ciocca di capelli che era fuoriuscita dalla treccia laterale.
“Ho detto a loro che non sarei uscito per risolvere il danno che ha fatto Diego, facendoti sparire dicendoti ti trovarti altri amici. Pensa che io ti  stia usando come scusa per non andare al villaggio con loro e quelle ragazze.”
Lei lo guardò perplessa “Ed è così?” continuando a rigirarsi la ciocca di capelli
“Sinceramente? Non lo so, io con loro non ci volevo uscire, ma sarei comunque venuto a cercarti per parlarti.”
“Ok apprezzo l’onesta, ma Diego non ha fatto nessun danno, non c’è bisogno di parlare.” Lasciò andare la ciocca di capelli, e si appoggiò con la schiena all’albero.
“Ah si allora perché ci eviti tutti, e stai sola da giovedì sera? Non mi dire bugie!”
“Ok, non volevo vedere Diego.” disse lei diretta
"Ti va di raccontarmi la tua versione così che io possa avere un quadro completo?”  chiese lui quasi supplice “Solo quello che è successo, no quello che hai pensato, i fatti soltanto poi se non vorrai più parlare non ne parleremo.”
Lei ci penso un attimo poi acconsenti e incominciò a parlare senza guardarlo però “Si, mi ha detto che secondo lui devo farmi amiche femmine o della mia età e io non ho capito il perché l’ha detto, ma l’ha ripetuto diverse volte e gli ho detto va bene e me ne sono andata” la sua espressione era senza un minimo di emozioni, come se la cosa non la toccasse minimamente ma invece era tutt’altro
“Si preoccupa per te, forse ha ragione dovresti, stai sempre con noi” lui non la pensava così ma voleva vedere se la sua teoria fosse giusta, era convinto che  lei pensasse che Diego la volesse scaricare come amica.
“Vi siete messi tutti d’accordo? Se non mi volete come amica basta dirlo!” e in quel momento Anna pensò ed ecco che anche lui diceva le stesse cose,  si stava incominciando a innervosirsi, sentiva da un po’ che gli avrebbe persi e aveva paura di ciò non voleva rimanere sola, ma allo stesso tempo non si sarebbe fatta vedere né debole né in lacrime. Avrebbe voluto mollare là anche Nicola e scappare ma sapeva che con lui sarebbe stato inutile, Nicola l’avrebbe fermata con un incantesimo e l’avrebbe fatta parlare.
“Non ho detto questo, specifico, non ho detto che non ti vogliamo come amica” Nicola ebbe la conferma che il suo pensiero fosse giusto aveva visto negli occhi di lei il luccichio della rabbia, e si era anche irrigidita e quindi continuò
“Se non vuoi avere amiche femmine o della tua età non è un problema ok? Se ti bastiamo noi va bene per me, è una tua scelta e la rispetto.” Quelle parole riuscirono un po’ a calmarla
“Io penso che non si debbano forzare le cose, ho provato con le mie compagne l’anno scorso ma non è andata mi accusavano sempre di non essere una buona amica, ma io ci ho provato!” disse lei quasi urlando, era come se la bolla di sicurezza in cui si era messa stesse per scoppiare, anche perché le parole di lui l’avevano fatta vacillare, le vennero gli occhi lucidi.
“Ok, parliamone un attimo, con calma ” e le fece una carezza
“Tu le vorresti delle amiche?” chiese lui con fare gentile
“Non mi piacciono molto, parlano di trucco e di ragazzi e di come sembrare carine, a loro non piacciono gli animali, neanche arrampicarsi, fare scherzi o testare incantesimi a loro non piacciono le cose che piacciono a me, io mi sento diversa da loro!” disse tutto di un fiato.
“Si tu non sei frivola, e immagino che tua zia cercasse sempre di farti presentare al meglio quindi tu odi le frivolezze no?”
“Si nella mia famiglia si pensa solo al dover apparire, no a come si è realmente.”
“Ok, perfetto per quanto riguarda quelli della tua età, non ti trovi nei discorsi, questo è perché dimostri di più della tua età, e lo so bene”
“L’hai detto tu non io, quindi non devo farmi amici nuovi?” chiese lei incerta
“Certo che no, se non vuoi come hai detto tu non bisogna forzare le cose, ora dato che abbiamo chiarito tutto, te la senti di spiegarmi perché ci stavi evitando?”
Lei rimase ferma e lo guardò, non voleva parlare.
“Ok, ho capito non ne vuoi parlare, ma posso dirti io, cosa pensi secondo me?”
“Mmh, va bene.”
“Penso che tu abbia pensato che Diego non volesse essere più tuo amico e che si volesse sbarazzare di te, e hai dato per scontato che l’avremmo fatto anche noi, Ora se io ho ragione, non devi preoccuparti perché non era questo l’intento.”
“Non volete sbarazzarvi di me?”
“No, per niente e neanche Diego ti ha detto quelle cose perché si sente in colpa a lasciarti da sola mentre noi andiamo al villaggio”
“Perché? Per me va bene che andate al villaggio, io non posso perché non faccio ancora il terzo, dall’anno prossimo ci potrò andare anche io, se voi non ci siete posso fare comunque altro” disse lei con ovvietà, lui incominciò a ridere
“Ma va, io questo lo so che tu non ci faresti mai il problema che ti lasciamo sola, e Diego che si fa le paranoie.”
“Okkkk, e quindi io che dovrei fare ora?” chiese lei dubbiosa
“Quello che vuoi, se vuoi parlare con Diego puoi farlo, se non vuoi allora fa niente, ma devi tornare a mangiare con noi e a stare con noi ok?”
“Non mi va di affrontare l’argomento con lui, e ok torno a mangiare con voi e non vi eviterò più, ma non voglio farmi nuovi amici.”
 “Perfetto, nel caso ci parlo io con lui, e non devi farti nuovi amici se non vuoi, e se la situazione ti va bene così, sei libera di fare quello che vuoi. Va meglio ora?”
“Si va meglio!” lui a vederla più serena sorrise e la strinse a se.
 
 
Nicola poi parlò con i ragazzi la sera stessa prima di scendere a cena per dire che era tutto ok, e pregare Diego di lasciare un po’ in pace Anna e di farsi gli affari propri, l’appuntamento dei ragazzi non era andato granché per Diego, ma alla grande per Kevin. La ragazza che doveva uscire con Nicola era rimasta di sasso quando lui  non si era presentato ed aveva deciso di stare con il broncio per tutta la giornata, insieme all’amica che tentava di richiamare l’attenzione di Diego, ma lui era di pessimo umore e con i sensi di colpa quindi, non aveva prestato attenzione a nessuno.
Le cose piano piano stavano ritornando alla normalità, nel gruppo ma ci sarebbe voluto del tempo.
Anna passava più tempo con Nicola che con gli altri, Diego si era un po’ isolato dal gruppo, e Kev studiava con Alessia la ragazza con cui era uscito e con cui stava facendo amicizia, i gemelli facevano sempre un po’ gruppo a parte. 
Il mese di Ottobre stava giungendo al termine, Diego era finito in punizione perché nel bel mezzo del corridoio Michele il bullo l’aveva provocato e lui che di solito provava ad ignorarlo, quel giorno che era di pessimo umore aveva sfoderato la bacchetta ed era stato beccato dall’insegnate di incantesimi che l’aveva messo in punizione in cucina a pulire le stoviglie dopo la cena senza bacchetta.
 
La scuola era in fibrillazione, perché il professor Davis era riuscito a convincere la preside a dare una festa in maschera in cortile per Halloween. Aveva organizzato tutto lui con l’aiuto di alcuni volontari del sesto anno.
Il cortile era stato tutto decorato, di scheletri, zombie, zucche, fantasmi  c’erano una serie di tavolate piene di cibarie tra cui numerosi dolci sia  del mondo magico che non, musica dal vivo di una Band Rock metal chiamata i Teschi viventi. 
Nicola aveva fatto i vestiti per tutti dato che era molto portato negli incantesimi domestici specie in quelli del cucito e Anna gli aveva tenuto compagnia durante il suo lavoro. La punizione di Diego era finita ma sembrava comunque sempre di pessimo umore.
I gemelli si erano fatti creare due vestiti da Snasi, e Nicola aveva fatto realmente un ottimo lavoro, Kevin era vestito da re di Cuori pronto a far innamorare Alessia di lui, se lo sentiva quella sera l’avrebbe sicuramente baciata.
Nicola era vestito da Vampiro, Diego da Pirata e Anna da diavolessa.
La festa era magnifica, ci fu anche uno spettacolo di danza fatta dai dei Fantasmi.
 
“Anna devi ballare con me!” Nicola la prese per un braccio trascinandola sulla pista da ballo, Diego lo guardò malissimo, incominciava ad dargli noia il rapporto che avevano quei due.
“Oddio che ti è preso?” disse Anna guardandolo sconvolta
“Hai presente quella ragazza a cui ho dato buca quel sabato in cui abbiamo parlato e doveva andare al villaggio?”
“Si beh?”
“Eccola!” fece un segno con la testa a una ragazza con i capelli a caschetto castani e un naso parecchio pronunciato “Mi perseguita! Mi segue ovunque la settimana scorsa è riuscita a mettersi a lezione di trasfigurazioni vicino a me!”  era in panicato
“Deduco che a te non piace!”
“No per  nulla mi ha anche braccato nei corridoi il lunedì dopo che l’avevo scaricata, prima mi ha urlato contro, poi ha fatto gli occhi dolci dicendo che mi dovevo far perdonare.” Anna rideva per via della sua faccia “Continua a ballare non ti fermare!”
“Dai, che sarà mai! Hai provato a dirle che non sei interessato?”
“Si, ma non capisce è una maniaca!”
“Oh buon Merlino aiutaci tu!” continuava a ridere “Vuoi che te la fatturi?” sorrise malandrina lei continuando a ridere
“Magari, ma no, non voglio che prendi una punizione a causa mia.”
Vincenzo e Paolo arrivarono vicino a loro a passo di danza “Possiamo farvi una domanda?” chiese Vincenzo
“Certo!” esclamò Anna
“Vi siete fidanzati?” Chiese Paolo
Nicola e Anna si fermarono di colpo guardandoli in malo modo con le stesse espressioni in viso
“No, certo che no!” disse Nicola
“Ah, penso che dovresti dirlo a Diego sta sfumando di rabbia!” Esclamò Paolo come se fosse cosa da poco.
“Beh ciao ciao,” e andarono via
Si scambiarono uno sguardo e li videro andar via e ricominciarono a ballare
“Dici che erano seri?”  chiese perplessa la Black
“Mhh, non so comunque mi sa che ci devo parlare di nuovo con Diego!”
“Te la vedi tu?”
“Si certo tu continua però a starmi vicino stasera o quella mi mangia!”
Lei si rimise a ridere.
 
Era seduto, a un tavolino “Vuoi qualcosa da bere” si senti chiedere da una voce femminile vicino a lui, sospirò lei non si staccava mai d’addosso dall’anno scorso era una vera piattola
“No grazie sono apposto così”  rispose con il suo fare educato come sempre.
L’altra lei rideva e volteggiava tranquilla, sembrava stare meglio, aveva notato che qualche settimana fa, era un po’ abbattuta, non l’aveva vista neanche ai pasti per un paio di giorni. Ma sembrava stare meglio, anche se non stava più insieme al moro ma sempre con il rosso.  Non voleva pensare a lei, aveva problemi maggiori nella testa come sua madre, doveva essere in pensiero per lei. 
Invece no, la sua testa andava sempre a quella ragazza. Sarebbe impazzito prima o poi, più le stava vicino  più stava male, più le stava lontano più stava male. Non aveva soluzioni, lui per lei non esisteva proprio e qualunque cosa facesse la ragazza non l’avrebbe mai degnato di uno sguardo, neanche come amici figurarsi di più.
“Cosa hai stai male?” La piattola insisteva a fargli domande non lo voleva proprio lasciare in pace
“Si ho mal di testa, penso andrò a dormire”
“Mi avevi promesso un ballo però!” disse lei zuccherosa attaccandosi al suo braccio e sbattendo le folte ciglia. Doveva per forza ballare o non se la sarebbe mai tolta dai piedi quindi acconsenti “Un solo ballo, perché poi vado a dormire” la ragazza tutta felice lo prese per  la mano e saltellando lo condusse sulla pista da ballo, proprio vicino alla coppia che lui stava tanto invidiando da lontano, si scambiarono tutti uno sguardo, il rosso tenne di più lo sguardo su di lui, si guardano per secondi interminabili, poi entrambe le coppie incominciarono a volteggiare.
 
A un altro tavolo un'altra coppia era intenta a chiacchierare lui quanto una montagna vestito da Re di cuori, lei che gli arrivava al petto, piccola e magrissima come uno stuzzicadenti con capelli rosso fuoco e occhi verde oliva sporgenti vestita da regina di cuori. Appena aveva visto lui vestito da re, era saltata di gioia. Ora stavano vicini a parlucchiare.
“Ti vanno dei cioccolatini?” chiese lui in modo amabile, “Si se sono dolci come te!”
“Certo che lo sono, aspetta un attimo!” Prese i cioccolatini a forma di scheletro poi con la bacchetta gli trasformò in cuoricini “Ora vanno meglio non trovi?” chiese lui avvicinandosi un po’ di più a lei, “Sono stupendi!”
“Come te” si avvicinò sempre di più le mise una mano sulla guancia e appoggiò le labbra sulle sue, e lei si avvinghiò con le sue mani a capelli di lui, per poi finirli in braccio continuando il bacio.
 
“Per le mutande di Merlino e Circe!” esclamò Anna fermando la danza e indicando con il dito il tavolo, “Quello è Kevin!!!! Lo vedi Nicola è Kevin!” stava saltellando sul posto “Si sta baciando?” Nicola era visibilmente sconvolto “Sembra più che lei gli stia mangiando la faccia! Ahahahahh Però dai se è felice lui, allora va bene!”
“Si sembra molto felice, direi che dovremmo smetterla di fissarli! E smettila di indicarli” la rimproverò Nicola cercando di farle abbassare il braccio
“Dai perché? sembrano in qualche modo teneri, tipo i cuccioli di coccodrillo!”
“I cuccioli di coccodrillo non sono teneri, Anna!” la rimproverò cercando di fermare il suo saltellio
“I gemelli potrebbero venirti contro se fossero qui, per me sono teneri ho sempre voluto un cucciolo di coccodrillo!”
“Anna i coccodrilli azzannano la gente e se la mangiano!”
“Lo so! Avrebbero mangiato i meie zii!” La sua voce era un misto tra uno estasiato e un euforico continuava  a saltellare cercando di coinvolgerlo
“Oddio! Tu ogni tanto mi inquieti!”
lei rise e si fermò un attimo il suo sguardo andò su Diego
“Senti ma che dici ti posso lasciare un attimo da solo e non so rapire Diego per un ballo? Sta lì al tavolo da solo.” Disse lei dubbiosa non era certa di voler parlare con Diego, ma forse era arrivato il momento di chiarire un po’ e fare il punto della situazione
“Va bene io allora vado dal professore Davis per congratularmi del balletto dei fantasmi. Ti accompagno al tavolo.”

E si avviarono al tavolo
“Ehi Diego, Anna si è stancata di me e vuole ballare con te, quindi accompagnala sulla pista da ballo, è tutta tua io vado.” E la lasciò lì come un pacco postale.
“Vieni a ballare con me?” chiese lei sistemandosi una ciocca di capelli dietro l’orecchio e aggiustandole corna in testa.
Lui parve pensarci un po’ poi acconsenti con un testo del capo prese la mano che lei gli stava porgendo e si avviarono sulla pista da ballo.
Ballavano zitti per un po’ senza saper bene cosa dire, era da quando avevano litigato che i rapporti erano un po’ imbarazzanti, nessuno dei due sapeva come comportarsi.  
“Senti” incominciò lei, bloccandosi quasi subito guardando i suoi occhi,
“Mi dispiace”fece lui abbassando un po’ lo sguardo
“Anche a me, ho frainteso tutto!” disse lei
“E io non dovevo spronarti ad andare da altra gente, non volevo che pensassi che non mi importa di te, a me importa e anche tanto”
“ Si anche a me, ma non so bene come comportarmi con te, non lo so perché”
“Facciamo finta che non sia successo nulla?” chiese lui supplice
“Beh si alla fine è stato solo un fraintendimento” lo abbracciò
“Ho visto che tu e Nicola passate spesso del tempo insieme” le sussurrò all’orecchio, la domanda lo stava attanagliando dentro dovevo sapere se stavano insieme, pensava che fosse così perché Nicola non dava peso all’età della ragazzina come faceva lui.
Lei si provò a staccare da lui, ma le fu impossibile dato che il ragazzo la stringeva troppo.
Lui aveva paura di guardarla negli occhi e quindi la stringeva più forte per evitare quel contatto tra i loro occhi.
“Si, passiamo del tempo insieme, lui cerca di nascondersi da quella pazza che la perseguita” disse lei tutta di un fiato
“Quale pazza?” chiese lui scettico
“La tizia con cui doveva uscire al villaggio con voi, lo sta un po’ perseguitando, lui la evita stando con me”
“Ah, capito chi, non lo sapevo, quindi tu e Nicola…” la frase gli morì in gola
“Io e Nicola? Cosa? Pensi che stiamo insieme ?” chiese lei ancora stretta a lui
“Ehm”
“Non stiamo insieme, siamo amici e stop! Sarebbe un problema per te?” Lui non rispose il silenzio era atroce, Anna non capiva il suo comportamento, l’amore era una cosa a lei ancora ignota, non ci pensava, non si faceva domande a riguardo. Lei aveva i suoi amici e ciò andava bene. 
“Diego?”  lui si staccò da lei, la guardò e le diede un bacio sulla fronte, “Mi sei mancata in questi giorni” lei sorrise “Anche tu!”
 
 
 
 
Note dell’autrice
Sto provando a cambiare il format da un paio di capitoli, quello di prima era troppo piccolo e tutto troppo attaccato, non riesco a capire se si possa cambiare l’interlinea come su word. Comunque prima o poi capirò il formato di testo che mi aggrava di più.
Adoro Nicola, è una spanna sopra gli altri, primo perché è il più intelligente del suo gruppo, secondo perché ha un’empatia parecchio alta che è difficile da raggiungere, in un futuro potrebbe studiare tranquillamente per diventare un leggimines e ci riuscirebbe anche molto velocemente perché è portato, è un po’ la voce della ragione del gruppo, cosa che di solito lo è anche Diego, ma quando si tratta di Anna perde tutte le rotelle.
Ho comunque ancora problemi a far interagire Anna e Diego, mi sento in disagio a farli rapportare, non so e come se ci fosse tensione tra i due personaggi, spero di venirne a capo.
Che dire di Kev è proprio un tenerone! A me fa tenerezza!
Mi scuso fortemente, non so descrivere le ragazze mi sembrano tutte stupide, è assurdo le faccio tutte oche, non capisco il perché… spero di migliorare e che mi venga l’ispirazione per una nuova ragazza quanto meno intelligente non so e non galline.
Ho messo un pezzo senza dire chi fosse, ma penso si sia capito, se non l’avete capito allora non state seguendo bene la storia e io non ve lo spiegherò.
 
Un grazie a tutti! Baci alla prossima

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Capitolo 12
*** Mooncaf e brutte notizie ***


Capitolo 12:  Mooncaf, e brutte notizie

Le giornate passavano sempre più velocemente, Anna e Diego avevano ritrovato il proprio rapporto.
Nicola dopo una settimana da Halloween finalmente era riuscito a trovare Diego da solo in camera e aveva chiuso la porta esclamando “Pensavi che io e lei stessimo insieme?” Diego saltò per aria per lo spavento facendo volare una coppia di calzini appallottolati che stava sistemando in un cassetto “Io no certo che no!” cercava una via di fuga, stava evitando di rimanere solo con Nicola, ma sapeva che prima o poi quel confronto sarebbe dovuto avvenire.
“A me è giunta voce di si, comunque per intenderci, non mi interessa Anna in quel senso, no perché sia piccola come pensi tu, ma perché la vedo solo come un’amica e nient’altro, ma dovresti incominciare a porti una domanda”
“Che domanda dovrei pormi scusa?”
“Se non mi interessa Anna perché mi da tanto fastidio pensarla con Nicola, che tra altro è un mio amico” e Nicola gli disse la domanda ghignando
“A me non piace Anna, non sono geloso di lei in quel senso! Dovresti saperlo, voglio proteggerla”
“Come vuoi tu, se dici che è così allora ti credo” aprì la porta e se ne andò  fischiettando.
Diego rimase lì nella stanza, lui non aveva una cotta per la piccola, no era impossibile voleva solo proteggerla, forse era meglio se si fosse trovato una ragazza come aveva fatto Kevin, si si sarebbe trovato qualcuna era la cosa più intelligente da fare.
 
“Non mi rubare il bracciale, no, no, non si fa!” Anna era seduta a terra con le gambe incrociate teneva una snaso con entrambe le mani alzato di fronte alla sua faccia
“Forse dovevi venire senza bracciale e collana” disse Paolo
“Lo so, lo so, mi sono dimenticata!
“Come sta andando cura delle creature magiche? Il professor Mango ci ha detto che sei la più brava!”  Disse Vincenzo con orgoglio dando da mangiare agli snasi
“Beh direi ho avuto voi come insegnati ne sapete più di lui! Ma di che la preside finita la scuola ve la da la cattedra?”
“Noi non vogliamo insegnare, andremo in giro per il mondo a scovare nuove creature! Vieni con noi?”
“Si così Diego vi uccide e mi mette in una torre d’avorio rinchiusa!”
“Gli abbiamo detto anche noi che è troppo protettivo con te!” esclamò Vincenzo scuotendo la testa
“Cambiamo discorso, che è meglio, sai il professore ci ha detto di aver trovato escrementi di Mooncaf* infatti gli ha raccolti è gli ha dati a l’insegnate di erbologia per far crescere meglio le piante” disse Paolo tutto emozionato
“Che cosa è un Mooncaf, non l’ho ancora studiato!”
“è un animale ti piacerebbe molto è tenero è pieno di peli morbidi poi ha quattro zampe le dita palmate e un collo lungo con una testa rotonda e gli occhi sporgenti e piccole orecchie! Escono con la luna piena dalla tana e si mettono a danzare! Ti piacerebbe molto!" continuò Paolo
“Secondo me piacerebbe anche a Kevin sembra che tu abbia descritto la sua ragazza ma lei non ha i peli o i piedi palmati ahahahah” rise Anna “Hai detto che escono fuori con la luna piena mmmh”
“Sei de nostri? Il ventidue novembre ci sarà la luna piena!” disse Vincenzo
“Ma di nascosto?”
“No le porte sono tutte chiuse e anche le finestre del primo piano, abbiamo chiesto al professore se potevamo andarci con lui, per lui va bene ma dovremmo chiedere alla Preside e vuole che siamo noi a farlo” spiegò Paolo arricciando il naso, non era molto convinto dell’assenso della preside si scambiò uno sguardo con il fratello che era dello stesso avviso
“Perfetto andiamo, appena abbiamo finito qui, anzi penso che sia meglio mettere la richiesta per iscritto, inviarla tramite gufo e poi aspettare che ci risponde, lo gradirà di più che il piombare nel suo ufficio”  
“Sei grande!” Urlarono i gemelli battendosi il cinque
Dopo aver finito di dare da mangiare agli snasi andarono in saletta a scrivere la lettera per la preside poi con prendendo il gufo di Nicola la inviarono.
 
La preside era nel suo ufficio con Davis a prendere il thè quando un gufo entrò dalla finestra e le porse la lettera.
“Chi è che ti scrive uno spasimante?” chiese Davis facendole un occhiolino
“Nessuno spasimante Alberto! A proposito come sta tuo marito è da parecchio che non viene a trovarti a scuola?”
“Sta molto bene è andato in Norvegia per una grande infestazione di Golum, tornerà fra un paio di settimane e passerà sicuramente qui per un thè”
“Perfetto è invitato sicuramente nel caso possiamo farci portare la cena qui in ufficio e stare tutti e tre insieme, ora fammi leggere la lettera”

Egregia Sig.ra Preside
Salve, Sono la Signorina Anna Lily Black e con me a scrivere ci sono anche Paolo e Vincenzo Genovesi. I due gemelli hanno parlato con il professore Mango di Cura delle creature magiche che pensa ci sia in giro per il cortile un Mooncaf, dato gli escrementi da lui trovati. I Mooncaf di solito escono le notti di luna piena dalla loro tana per andare in campagna, i gemelli hanno chiesto al professore se fosse possibile poterlo andare a vedere. Il professore ha detto di chiedere a lei, questo è il motivo per cui le scrivo per sapere se ci fosse la possibilità giorno 22 novembre di scendere di notte in cortile accompagnati dal professore e sperare di vedere l’animale a scopo accademico. Potrebbe venire anche lei, il fatto che abbia un Grup mi fa pensare che anche a lei piacciano gli animali fantastici come a noi!
Spero in una sua positiva risposta.
Saluti Anna e i Gemelli

“La lettera proviene dalla signorina Black, molto furba quella ragazzina!”
“Mi piace la Black a lezione è una delle migliori, supera anche alcuni ragazzi di quinto” il sorriso si fece più largo
“Suo padre era un ottimo duellante, bravissimo sia in difesa che in trasfigurazioni”
“Conosci suo padre? Sbaglio o lei vive con gli zii?Geltrude”
“Si lo conoscevo, ho insegnato a Hogwarts nel 1976 per un anno difesa contro le arti oscure poi sono dovuta tornare in Italia perché mia madre si è aggravata.”
“Ah si mi avevi raccontato di Hogwarts quando sei venuta qui nell 1980 e ci siamo conosciuti.”
“Si bravo, lei assomiglia molto a suo padre, spero non diventi come lui.”
“Perché dici questo?” chiese lui sconvolto dal vedere la sua faccia triste e pensierosa
“A quanto pare era una spia di Tu-sai-chi e passava informazioni importanti dell’ordine della fenice gruppo che si scontrava contro tu-sai-chi, ha tradito i suoi migliori amici i Potter e per colpa sua che sono morti, e in più a ucciso un altro suo amico che lo accusava di essere un traditore e ucciso anche dodici babbani ha fatto saltare una strada intera per aria!”
“Oddio! Ed è il padre della ragazzina? Lei lo sa.”
“No non penso lo sappia, Alberto non farti sfuggire nulla te ne prego!”
“Sarò muto come un pesce!”
“Ancora non ci credo, Sirius non sembrava così, odiava la sua famiglia puristi di sangue litigava sempre con suo fratello, quando ho saputo la notizia non volevo crederci” disse lei triste,  le piaceva veramente tanto era uno dei suoi alunni preferiti, aveva gli stessi occhi di Anna , con quell’alone di tristezza all’interno che solo alcuni erano capace di scorgere
“Pensiamo ad altro che dice la lettera?” fece lui per cambiare discorso vedendo sulla faccia dell’amica quanto fosse grande il suo dolore in quel momento
“Chiede se è possibile giorno 22 insieme ai gemelli uscire con il professor Mango a cercare un mooncaf che si aggira per il cortile”
“Le darai il permesso? Strano che abbia mandato un lettera e non sia venuta direttamente di persona”
“Ti ho detto che è furba!ahahahah molto ha scritto in maniera impeccabile e mandato prima una missiva con richiesta, dicendomi che il professore Mango era già d’accordo e in più invitandomi perché pensa che dato che ho un Grup mi piacciono gli animali fantastici.” E continuò a ridere
“Ah beh, è andata a segno quindi!”
“Decisamente le dirò di si e parteciperò anche io vuoi unirti a noi?”
“Ma sì non sarebbe male, come idea!”
“Perfetto la chiamo ora nell’ufficio per comunicarle la notizia?”
“Si direi di si, passami un biscotto sono veramente buoni!”
 
Erano le ventitré di sera Anna e i gemelli erano seduti nella piccola campagna della scuola a terra, con loro c’erano anche la preside il professor Mango e il professor Davis.
“Biscotti?” chiese Davis
“Si, grazie Prof!” Anna si avvicinò e prese un biscotto dal cestino, “Sono veramente molto buoni!”
“è una ricetta della mia famiglia, che ho lasciato agli elfi domestici” Disse la preside
“Professor Mango, ma siamo sicuri che ci sia realmente questo animale? È già un ora che aspettiamo” chiese il professor Davis
“Eccolo! Eccolo!” urlarono i gemelli
“Hai la fotocamera?” chiese Paolo ad Anna
“Certo l’ho rubata a Nicola!” Esclamò la ragazza prendendola
“Ragazzi dobbiamo agire con calma senza spaventarlo!” Gli riprese il prof Mango, ma i tre ragazzi si stavano già avvicinando all’animale Vincenzo per primo che gli porgeva del cibo, l’animale guardò tutti e tre intensamente, annuso per aria e saltellando si avvicinò a Vincenzo odorando le bacche che aveva nella mano, fece un verso di apprezzamento e incominciò a mangiare, Anna intanto faceva le foto, mentre anche Paolo si avvinava per accarezzare il piccolo.
La preside da lontano gli guardava  “Sono bravi!”
“Si, i gemelli sono i migliori nella mia materia, ne sanno quasi più di me, incredibile”
“Anche Anna sembra cavarsela, fa cura delle creature anche lei?”
“Si mi ha chiesto di smettere con lingue sa sia l’inglese e il francese parecchio bene, le farò fare un esame l’anno prossimo anche senza che segue le lezioni e sicuramente passerà” rispose la preside
“Un piccolo genio a quanto pare!” Davis la guardava sorridendo, le stava proprio simpatica quella studentessa malgrado i danni che aveva fatto ai suoi adorati putti terrorizzati a vita.
“Si, è studia anche poco, abbiamo avuto un paio di chiacchierate a quanto pare leggeva parecchio da piccola quindi arrivata qui sapeva molto di più di quelli della sua età.”
“Ha avuto qualche punizione quest’anno?” chiese Davis con far curioso gli piaceva tanto spettegolare sugli alunni
“No, sembra si stia comportando meglio, ma l’anno non è ancora finito mi aspetto sempre di tutto.” Disse lei scuotendo la testa rammaricata.
Anche i professori si avvicinarono all’animale e poi lui dopo aver mangiucchiato il possibile andò nel campo a ballare e lasciare i vari segni sul terreno. I gemelli si misero a terra e incominciarono a prendere appunti sulle movenze dell’animale.
A mezzanotte la preside diede l’ordine di tornare nelle proprie camera a dormire, i ragazzi accompagnarono Anna che li ridiede la macchina fotografica di Nicola e dopo essersi salutati andarono tutti a dormire.
 
 Tornati dalle lezioni d’incantesimi  del sette dicembre i cinque ragazzi rientrarono in camera per poter lasciare i propri zaini Nicola si accorse che sul suo letto c’era sia Foot che un biglietto, prese il biglietto con fare critico e ci trovo sopra con una bella calligrafia molto nobile che era quella di Anna le seguenti parole:

Sono dovuta andare via con Anthony sua madre è deceduta, non so quanto starò via forse una settimana. I miei zii hanno voluto così, ti lascio il gatto, avvisa gli altri ti mando una lettera appena mi è possibile con le novità di quando torno. Io sto bene tranquillo
Baci la tua Anna

“Ragazzi!” disse Nicola, nessun lo calcolò “RAGAZZI!” urlò allora
Kevin cadde dal letto, i gemelli che stavano saltando sul letto caddero anche loro, e Diego sbuffo “Che c’è, che hai da urlare ora?”
“Anna è partita con Anthony perché…”  non riuscì a finire la frase che Diego era saltato in piedi e si stava avvicinando ferocemente verso di lui blaterando
“Cosa dove è andata? Com’è partita! Che stai dicendo!!!! Con Anthony com’è possibile?”
“Ehi calmati! Ora vi spiego” tutti si avvicinarono a lui
“Mi ha lasciato il gatto, e un biglietto è partita con Anthony sua madre e morta non sa quando torna ma lei sta bene, ci scrive un gufo appena può, Diego smettila di essere nervoso!”
“Che vuoi! Mi hai fatto spaventare, hai urlato pensavo che le fosse successo qualcosa di grave.”
“Non le è successo niente lei sa cavarsela! Devi smetterla di preoccuparti per lei non è una bambina”
“Ha dodici anni!”
“Due anni in meno di noi ed è molto più  matura di alcuni del nostro anno! Ed è cresciuta sola se la sa cavare benissimo! Sbaglio o avevamo già parlato di questo? Che devi lasciarle spazio e fare l’amico.”
“Beh appunto che è cresciuta sola ha bisogno d’aiuto!”
“Diego per l’ennesima volta non ha bisogno d’aiuto perché è abituata a far da sola, tu ti preoccupi troppo, pensi che sia una piccola principessa da salvare! Vuoi fare tanto il fratello maggiore, ma fidati non potrai mai essere suo fratello! Se vorrà aiuto ce lo verrà a chiedere”
“Io lo sono! La vedo come una sorella!”
“Per quanto ancora la vedrai come una sorella un altro anno? Sei saltato appena hai sentito il nome di Anthony e vicino al suo! Sei geloso, e prima o poi ti accorgerai che non è una ragazzina soltanto!”
“Lei è piccola!”
“Per adesso! Vedremo l’anno prossimo quando sarà un po’ più grande se penserai lo stesso, già quest’anno è cresciuta parecchio ci sono ragazzi del nostro anno che la guardano spesso, attira l’attenzione su di se e no per i suoi scherzi!”
“Chi sono questi ragazzi? Dove sono? Io gli affatturo!”
“E poi dici che non sei geloso! Sei un caso perso, e te ne renderai conto!”  urlando questo prese il gatto e andò via diretto a pranzo.
Kevin si avvicinò a lui con far drammatico scuotendo la testa “Penso abbia ragione, è la ragazza adatta a te ma tu penserai sempre che sia piccola quando crescerà ti renderai conto di tutto e sarà troppo tardi!”
“Concordiamo!” urlarono i gemelli!
“Sei un caso perso, e sei geloso prima lo ammetti, meglio sarà per tutti e smetteremo di sentire urlare te e mamma Nicola” anche Kevin non ne poteva più era da inizio ottobre che Diego e Nicola litigavano su come fosse meglio comportarsi con Anna
“Ah e giustamente ora che ti sei fidanzato sei un intenditore!” Sbeffeggiò così lui
“Basta, mi hai rotto, gemelli andiamo a fare un giro?”
“Si, Diego ci vediamo più tardi quando forse avrai ritrovato il cervello per ragionare” disse Paolo
“Non ne usciremo mai” disse Vincenzo scuotendo la testa e tutti e tre uscirono lasciando Diego da solo a rimuginare sul tutto.
 
Arrivarono nel grande soggiorno di casa Cimino ad accoglierli l’elfo domestico “Salve signorino, Anthony,  suo padre al momento non è in casa e con gli zii della signorina Anna per organizzare il funerale della signora” disse dispiaciuto l’elfo
“Grazi per avermi avvertito, vado in camera mia.” Prese i suoi bagagli e se ne andò così lasciando Anna immobile davanti al camino.
 Passò tutta la giornata da sola seduta in corridoio aspettando che la porta della camera di Anthony si aprisse ma quella rimase chiusa, per tutta la giornata, si era anche addormentata a terra e al suo risveglio si era trovata una coperta addosso, stranita da ciò si disse che era stato sicuro un elfo domestico, vide l’orario ed erano le otto di sera, decise di avviarsi a mangiare, andò in cucina trovando Filly “Immagino che la signorina abbia fame, le preparo qualcosa?”
“Si, grazie Filly, puoi chiamare anche Anthony per la cena non è uscito proprio dalla camera dovrebbe mangiare anche lui”
“certo padroncina ora vado”  si inchinò e scomparve
Riapparse dopo un paio di minuti “Il padroncino dice di non avere fame, io cucino per lei, può accomodarsi nella sala da pranzo sarò subito da lei”
“Ok, grazie Filly” gli fece una carezza e si avviò nella sala da pranzo.
Dopo aver finito di mangiare si rimise in corridoio a leggere aspettando sempre che quella porta si aprisse.  Era mezzanotte quando alla fine decise di aprirla lei, la stanza era molto buia, fece un leggero lumos con la bacchetta, e disse “Anthony?”
Lui non le rispose era sul letto con gli occhi aperti a guardare il soffitto il viso limpido e bianco, ma senza lacrime. “Anthony?” riprovò a chiamare ma la sua voce sembrava un soffio di vento per quando fosse leggera e inudibile, lui continuò a non rispondere, lei si chiuse la porta alle spalle e si avvicinò a letto, si mise ad osservarlo, poi senza dire una parola, si tolse le pantofole salì sul letto e si stese vicino a lui, gli prese una mano appoggiò la testa sul suo petto e rimase così, con lui che non si era mosso minimamente.
Furono svegliati da Filly la mattina dopo trovandosi abbracciati, lui alla fine si era mosso per stringerla a se, lei saltò di lato  rossa di imbarazzo si alzò dicendo velocemente che si sarebbe andata a cambiare, e scappò dalla camera più veloce della luce, confusa si andò a preparare per il funerale, non aveva idea di cosa le fosse successo, del perché del suo comportamento, lei non sopportava Anthony ma sapeva cosa voleva dire perdere una madre e stare sola, ed era terribile. Era in uno stato di confusione totale. Cercò di non pensarci e scese giù in sala da pranzo, dove stavano i suoi zii e il padre di Anthony salutò, disse al signor Cimino che Anthony era sveglio e provò a fare colazione, ma aveva lo stomaco chiuso. Aveva pochi ricordi sul funerale di sua madre, solo il suo pianto, il vestito pizzicante, e la bara che andava sotto terra, e l’anno scorso si era ricordata di Diego e del fiore. 
Anthony scese, aveva gli occhi tutti rossi ed era pallido come un fantasma si sforzò di mangiare un po’ di latte e biscotti e poi tutti si diressero verso il funerale.
Durante il funerale Anna si era seduta vicino ad Anthony, zitta e immobile nel momento in cui la bara stava andando sotto terra gli aveva preso la mano d’istinto, lui guardava soltanto la bara, e non versava neanche una lacrima, troppo scosso per fare altro. Finito il funerale, si spostarono di nuovo a casa Cimino, dove c’era il solito buffet dopo i funerali e all’incirca un centinaio di persone che erano lì per dare le condoglianze. Girovagava per casa, quando il papà di Anthony la chiamò a se per chiederle dove fosse il figlio, lei disse che non lo sapeva e lo andò a cercare. L’ho trovò in camera seduto sul letto.
“Tuo padre ti sta cercando” disse lei con un fil di voce lui sembrò di nuovo non averla sentita, lei si avvicinò e si sedette sul letto vicino a lui, “Anthony, vuole che scendi, avrai tempo per stare in camera, ma ora dobbiamo andare giù, per favore” chiese con fare supplice
Lui si girò a guardarla “Puoi rimanere vicino a me quando stiamo giù?” chiese  con la testa abbassata e guardandosi le mani.
“Va bene” lei lo prese per una mano e lo portò giù.
Finalmente dopo circa sei sette ore la casa si svuotò, era riuscita anche a far mangiare qualcosina ad Anthony, andò in camera a mettersi il pigiama stava per mettersi a letto quando qualcuno bussò alla porta. “Avanti” disse lei , Anthony entrò sempre con lo sguardo basso “Potresti dormire con me?” chiese un po’ imbarazzato aspettandosi un no come risposta, lei si avvicinò a lui in silenzio gli prese la mano, lui la guardò “si va bene, andiamo” e lo portò in camera sua si misero a letto e lui l’abbracciò di nuovo e così si addormentarono.
 
Note dell’autrice
*Mooncaf: è un animale di animali fantastici dove trovarli si vede anche nel film
Mi piace ogni tanto inserire qualche animale fantastico! Colpa di Fierobecco mi ci sono innamorata quando ho visto il terzo film. 
Ho cercato anche di dare un po’ di spazio ai gemelli!

_Non dovevo scrivere già ora della preside che era stata a scuola era una cosa che sarebbe dovuta uscire al terzo anno ma l’ho scritto e  non sono riuscita a fermarmi ma c’era già un riferimento non so se avete notato  ma
nel sesto capitolo sta scritto  
“poiché quel cognome  Black pronunciava guai, e lei lo sapeva.”  Questa frase era un pensiero della preside quando si è messa a parlare con Anna nel suo ufficio dopo la festa
E questo nell’ ottavo capitolo
“la preside inorridita decise che fosse meglio lasciar perdere e la mandò via, convinta che quella ragazza fosse proprio una BLACK.”
Quindi si era tutto già pensato.
Grazie a chi continua a leggere un bacio!

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Capitolo 13
*** non è tutto come appare ***


Capitolo 13 Non è tutto come appare
14/12/1992
Cari Diego, Nic, Kev, Paolo e Vincenzo
È passata una settimana dal funerale, la preside ieri è venuta a parlare con il padre di Anthony e con i miei zii, si è presa la decisione che torneremo dopo le feste di Natale. Anthony a quanto pare non è in condizioni, da dopo il funerale sta chiuso in camera e non esce. I miei zii partiranno domani per l’Inghilterra come sempre, mi hanno ordinato di rimanere qui e occuparmi di Anthony siccome suo padre è tornato a lavoro quindi in casa ci sono solo io e gli elfi domestici.
La preside ha detto che mi manderà tutti gli appunti per le lezioni che perderò. Non è molto preoccupata per lo studio, io e Anthony siamo i migliori quindi pensa che ce la caveremo comunque con ottimi risultati, sempre se Anthony si decida ad uscire da quella stanza in cui si è richiuso, al momento io non so che fare, gironzolo per la casa e poi controllo se ha mangiato il cibo che gli elfi gli portano. Non so bene come comportarmi, dato che io e lui non siamo amici e io non lo sopporto, ma sono dispiaciuta per lui e mi trovo in una situazione che non so gestire, quindi se avete qualche consiglio per me, per favore scrivetemi, l’unica cosa che faccio è dormire con lui la notte, perché ha incominciato ad avere incubi e urla, non so come mai la mia presenza lo faccia calmare, ma a quanto pare è così.  Nicola tu sai sempre cosa fare con le persone, quindi chiedo in particolare a te una soluzione a tutto ciò.
Non ho molto altro da scrivervi, non sono dell’umore.
Vi chiedo un favore potete andare in camera mia a sistemare i miei bagagli e portarli dalla preside, preferisco che lo facciate voi e no i miei zii che verranno domani prima di partire.
Diego per favore prendi tu la foto sul comodino quella di mia mamma e conservala per me, non voglio che i miei zii la vedano e facciano delle domande o mi mettano in punizione, detto questo ora chiudo la lettera scrivetemi quando volete.
Se qualcuno può avvisare Ambra della morte della madre di Anthony mi farebbe un favore, penso non sappia ancora niente e ho visto che gli gironzola sempre intorno penso, siano amici per il momento, se fosse stata la sua ragazza starebbe lei qui e no io.
Vi voglio bene baci
Anna
 

Lessero la lettera, e rimasero un po’ tutti pensierosi
“Quindi la rivedremo all’anno nuovo?” Chiese Kevin incerto
“A quanto pare” rispose Paolo con tono triste
“è strano senza di lei qui” si aggiunge Vincenzo dando qualche pacca al fratello sulla spalla.
“Ok, allora io e Diego andiamo a fare i bagagli di Anna, e se sta Ambra l’avvisiamo  di tutto, poi le scriviamo una risposta tutti insieme” decreto Nicola, prendendo in mano la situazione prima di finire tutti in una valle di lacrime, Paolo era incline a deprimersi con molto poco, cosa che sapevano solo quelli del gruppo ma era molto sensibile di Vincenzo che era quello più forte tra i due. 
“Cugino tutto apposto?” disse Kevin spintonandolo “Dai non fare così passerà in fretta questo periodo, manca a tutti”
“Diego? Che ti prende?” chiese Vincenzo scettico
“Datemi la lettera non ho capito una cosa!” e sfilò la lettera dalle mani di Vincenzo si sedette sul letto e incominciò a rileggerla aggrottando la fronte, e passandosi le mani in mezzo ai capelli in maniera nervosa
“Cosa non hai capito?” chiese Kevin dubbioso
“Che vuol dire dorme con Anthony? Non significa che…” le parole gli morirono in gola
“No, che non significa quello che pensi tu! Sei impazzito!” disse Nicola scuotendo la testa
“Anthony ha appena perso la madre che ti salta in mente?” Chiese Vincenzo sconvolto
“è andato!  Completamente andato!” scuoteva la testa Paolo distraendosi dalla tristezza che lo stava inglobando
“Sei l’unico che ha pensato una cosa del genere! Fatti una domanda e datti una risposta Diego, che sia quella giusta però!”  Nicola era esausto
“I—ooo non so!” lasciò cadere la lettera e si prese la testa fra le mani
“Sei un caso perso!” Kevin ormai non lo sopportava più, era evidente il tutto.
“Io troverò una soluzione, fai tu i bagli devo andare!” si alzò di scatto e scappo via
“Una soluzione?” i gemelli si guardarono con facce incredule
“A cosa?” chiese Kevin guardando prima i gemelli e poi tutti e tre guardarono Nicola, lui era quello che capiva tutto.
“Non lo so, è diventato pazzo! Spero che trovi una soluzione alla sua stupidità! Vado a fare i bagagli di Anna.” E anche lui uscì dalla stanza
“Strano però che Anna abbia dormito con Anthony, non si sopportano o sbaglio?” Chiese Vincenzo
“Beh lui ha perso una madre come Anna, e lei sa essere dolce. E Poi e lei che non sopporta lui, penso neanche con un vero motivo” rispose Paolo
Kevin si era fatto improvvisamente pensieroso, incominciò a camminare avanti e dietro poi guardò i gemelli fece per allisciarsi i baffi che non aveva e disse “Io penso che lui abbia una cotta per Anna, se è così e passeranno tutto questo tempo insieme e Anna sicuramente non lo insulterà perché è in un momento delicato, forse Diego si pentirà di essere così idiota”
“Ahia, saranno danni seri!”
“Decisamente seri!”
 
 
Cara Anna
Qui è Nicola che scrive, abbiamo fatto i tuoi bagagli e consegnati alla Preside, non hai detto niente per Foot, non l’abbiamo dato alla preside, Paolo che è quello più affezionato al gatto se ne sta occupando, non so perché invece graffia in continuazione Vincenzo, tutto ciò è strano, anche perché entrambi sembrano una persona unica, quindi bah. Ho fatto anche i bagagli per Anthony mi sono fatto aiutare da dei ragazzini del suo dormitorio ed ho consegnato anche quelli alla preside.
Io lo so che non sopporti molto Anthony, ma forse c’è di più rispetto all’ idea iniziale che ti sei fatta su di lui, quindi cerca di vedere oltre l’antipatia, penso che tu l’abbia giudicato troppo velocemente, alla fine anche se dici che è un idiota e lo eviti, penso che tu gli sia affezionata, se ti senti di stargli più vicino fallo, senza alcun problema, per il momento stai facendo tutto il possibile.
Ho avvertito anche Ambra non sembrava felice che nessuno l’avesse invitata.
Siamo un po’ tristi del fatto che ti rivedremo solo al rientro delle vacanze, ma sopravvivremo.
 Paolo e Vincenzo ti mandano tutto il loro affetto, e non vedono l’ora di iniziare il club di prenditi cura delle creature magiche per poter stare più con te.
Kevin è sempre con Alessia, è ha incominciato a chiamarla Alessiuccia, amorino, tesorino, cuoricino zuccotto di zucca tenerina, ogni tanto inventa nomignoli nuovi, se tu fossi qua lo prenderesti sicuramente in giro ahahah, ma ti rifarai a Gennaio. Immagina a san valentino cosa succederà!
Diego sta bene, ha detto che appena può ti scrive anche lui.
Non preoccuparti per noi qui va tutto bene!
Quest’anno torno a casa, sai che abito a Tivoli vicino Roma, quindi potrei passare da voi in caso, fammi sapere provo a venire con la scopa o con qualche mezzo non magico.
Fammi sapere se sarà possibile vederci!
Ti Voglio bene Manda le mie condoglianze ad Anthony
Il tuo Nicola
 

Anna sorrise alla lettera appena arrivata da Nicola, le aveva risposto subito.
Lui voleva venirla a trovare, sarebbe stato un po’ impossibile, ma ci avrebbe pensato su, se chiedere il permesso al signor Cimino.
Decise di alzarsi dalla scrivania e andare a controllare se Anthony si fosse alzato erano le 19 di sera, forse l’avrebbe convinto a non cenare in camera.
Entrò in camera senza bussare, lui era sempre lì sdraiato sul letto.
“Anthony” disse, ma lui non la degnava di risposta
“Anthony, prima o poi dovrai uscire di qui, non puoi stare tutto il tempo a letto!” esclamò lei, ma lui non fiatò ancora, lei sbuffo e si avvicinò a lui gli prese la mano e fece per tirarlo su.
“Black. Smettila non sono affari tuoi perché sei ancora qui?” tirandosi su con uno scossone e mettendosi a sedere, lei lo guardò spaesata  “rimango, qui fino alla fine delle vacanze, la preside ha accettato, e i miei zii domani partono, tuo padre sta a lavoro, quindi io sto qui.” Rispose lei, aveva usato un tono accondiscendente, con un po’ una punta di rabbia, ma no con la solita intonazione irritata di ogni volta che discuteva con lui.
“Non c’è bisogno che rimani, hai altre persone con cui stare, meglio di me, l’hai detto tu io e te non siamo amici.” Disse in tono apatico
“Si, lo so, ma ci conosciamo da anni, e io ho perso una madre e tu hai perso una madre, il mio dolore non è sicuramente uguale al tuo io non la ricordo bene, ma so cosa vuol dire vivere senza una mamma. Io so cosa vuol dire stare soli, o non verrei la notte a dormire qui.” Disse lei guardandosi le punte delle scarpe, imbarazzata, lui era rimasto in silenzio di nuovo, non la voleva vicino, sapeva che prima o poi se ne sarebbe andata, loro non erano amici, lei dopo un po’ di silenzio riprese a parlare “ Lo so è strano, io non ti sopporto, ma qui non c’è nessuno e non ti lascerò solo, farò quello che posso, quindi tregua?” e gli porse la mano “Non c’è bisogno, io posso stare solo”
“Lo so, tutti possiamo stare soli, ma a volte e meglio avere qualcuno nei momenti brutti. Non posso costringerti ad accettare il mio aiuto. Puoi fare quello che vuoi.”
Fece per andarsene, si stava incominciando ad  irritare ma non voleva risponderli male, si stava trattenendo fin troppo, ma poi lui parlò “Oggi scendo a cena.” quindi, lei rimase di spalle ferma fece un respiro profondo e disse “Perfetto dirò a Filly di apparecchiare per due, domani ci dovrebbero portare i nostri oggetti che sono rimasti a scuola, Nicola ti ha fatto il bagaglio, me l’ha appena scritto.”
“Nicola il tuo amico?” chiese lui stranito
“Si, ti manda anche le condoglianze, ha avvisato Ambra non gli è sembrata felice del fatto che qualcuno non l’avesse avvisata”
“Capisco,beh non ho pensato ad avvisarla” disse con ovvietà
“Lo so, hai altro a cui pensare, dovrebbe capirlo, ma è abituata a stare al centro dell’attenzione, scendi con me o vieni dopo?”
Lui si mise in piedi e disse “Si, scendo con te, Nicola ha detto altro?”
“Ha detto che secondo lui ti sono affezionata, anche se non ti sopporto, e che se sento di doverti stare vicino dovrei farlo senza problemi”
“Oh,” fu l’unica cosa che riuscì a dire, forse le cose sarebbero cambiate ed eccola lì la speranza, forse sarebbe andata meglio
Lei lo guardò e fece una smorfia “Nicola di solito ha sempre ragione quando si tratta degli altri, e bravo a capire le persone, ma è umano può anche sbagliare, per il momento se vuoi ti starò vicina quando starai meglio la tregua sarà finita” ed eccola che tornava quella di sempre, anche se il suo tono non era sprezzante come sempre
“Va bene” non riuscì a dire altro si dovette accontentare di quello, e si avviarono verso la sala da pranzo per mangiare.
Mangiarono tranquilli in silenzio poi dopo cena Anthony disse “Ti va di vedere un film alla tv?”
“eh? Non ho capito!” disse lei stranita
“Ah giusto, dimenticavo che i tuoi zii non hanno aggeggi non magici in casa come noi e gli altri della comunità magica in Italia, la tv è una specie di schermo dove puoi vedere delle immagini di una storia, e  come un libro solo ad immagini che si muovono, forse lo capiresti meglio guardando” disse lui
“Ehm va bene, si può fare questa tv è in camera tua?”
“Si ne ho una lì”
“Non l’avevo mai vista, ok mi metto il pigiama così sto più comoda e ti raggiungo”
Videro la cassetta della Bella e la Bestia un cartone uscito quell’anno e poi si addormentarono.
 La situazione in casa stava migliorando, il signor Cimino si era rifugiato nel lavoro e stava poco con il figlio, ma almeno Anthony alla fine aveva deciso di uscire dalla stanza, erano arrivati i loro effetti personali dalla scuola, insieme agli appunti delle lezioni e al programma che si sarebbe svolto.
Le mattine facevano colazione, poi studiavano un po’, pranzo studio di nuovo e la cena, la sera invece avevano preso l’abitudine di vedere i film, videro Hook capitano uncino e la famiglia Addams, che divenne il film preferito in assoluto di Anna.
 
Finalmente riuscì a trovare il signor Cimino in casa, con far riluttante si avvicino alla porta del suo studio dopo aver bussato leggermente
“Signor Cimino posso chiederle una cosa?” disse lei
“Certo, cara accomodati”  rispose lui alzando i suoi occhi dal documento che stava leggendo sistemandosi gli occhiali, e facendo segno alla sedia, aveva l’aria stanca e il viso scavato, e l’espressione perennemente triste
“Volevo chiederle se un mio amico potesse venire qui, per un paio di giorni, se non le è troppo di disturbo?” chiese decisa ma un po’ imbarazzata
Lui si  fermò ad osservarla, quella ragazzina le faceva una pena assurda i suoi zii che era costretto a sopportare, per via della ricchezza che avevano e l’influenza nel loro mondo erano orrendi con lei. Lui e la moglie proprio non li reggevano, ma dovevano    farlo, quindi fingevano sempre davanti a loro, come fingevano per tutto.
“Stai parlando di Diego?”  chiese lui
“Ehm, no, come fa a sapere di Diego signore?” chiese lei perplessa, toccandosi di nascosto il bracciale che Diego le aveva regalato
“Anthony ci ha parlato dei tuoi amici, e dello stato del loro sangue” disse lui
Anna sbiancò visibilmente lui se ne accorse e disse “Abbiamo deciso di non dirlo ai tuoi zii, mia moglie pensava che fosse meglio così, ci dispiace volevamo essere più gentili con te, ma abbiamo pensato che non fosse il caso con i tuoi zii.”
“Non sanno quindi di nulla?”
“No abbiamo cercato di proteggerci come meglio pensavamo, noi non siamo come loro anche se tu pensi così, ma capisco il tuo atteggiamento nei nostri confronti, non è facile per te fidarti delle persone vicino ai tuoi zii”
“No per niente, pensavo che fosse come loro, siete molto freddi e impostati.”
“Questo è perché la società e il mondo di cui facciamo parte lo esige, Penso che tu ti sia fermata alle apparenze e ci hai giudicato anche troppo velocemente ma sei una ragazzina quindi è normale, e poi ho visto che comunque stai cercando di dare una mano ad Anthony a tuo modo anche se lui non ti sta simpatico.”
Lei lo guardò ancora più stranita
“Anche il mio amico pensa che io abbia giudicato Anthony troppo spesso, ma mi scusi signore lui è così noioso”
“E tu sei troppo un vulcano pieno d’energia pronto a far danni”  disse lui guardandola un po’ con rimprovero “Ciò che tu chiami noia, noi la chiamiamo educazione, ripeto c’è un modo giusto di comportarsi”
“Io penso che il modo giusto di comportarsi sia quello che ci fa stare meglio. No quello che vogliono gli altri.” Disse lei decisa
“Sei troppo piccola quando crescerai capirai meglio, tornando alla domanda che mi hai fatto, chi è questo amico?”
“Nicola, abita a Tivoli”
“Capisco, può venire se vuole l’importante che i tuoi zii non ne sappiano niente, puoi mandare un elfo a prenderlo, potrebbe venire a capodanno” disse lui
“A capodanno voi non date una festa?”
“Quest’anno no, io sarò fuori per lavoro, sarete soli, se non c’è altro dovrei tornare al mio lavoro
“Certo signore.” Disse lei alzandosi
“Ah Anna, chiedi ad Anthony se va bene se viene questo Nicola”
“Ok, va bene” e se ne andò via un po’ confusa.

Forse aveva veramente giudicato male il tutto, si sentiva veramente stranita le cose stavano cambiando e anche troppo velocemente, bussò alla porta di Anthony.
“Avanti” disse lui mentre stava prendendo il materiale per pozioni
“ehilà,”  disse lei rimanendo vicino alla porta
“Facciamo pozioni oggi”
“Ok, senti volevo chiederti una cosa”
“Che cosa? Mi dai una mano a portare tutto?”
“Si certo, volevo chiederti se per te andasse bene se Nicola mi venisse a trovare, tuo padre ha detto di si, ma ha detto di chiedere a te” disse lei, aspettandosi un no da parte sua, facendo levitare gli oggetti per pozioni.
“Siete fidanzati tu e lui?”  chiese lui imitandola facendo levitare il calderone, provandola a non guardala, temeva quella risposta
“Ehm, no, ma perché lo pensano tutti non capisco” era ancora perplessa, non capiva perché di quella domanda
“Perché avete ballato insieme ad Halloween e passi molto tempo con lui, prima stavi sempre con Diego”
“Mmh, siamo amici, hai raccontato ai tuoi dei miei amici? Tuo padre sapeva di Diego” chiese lei con fare indagatore
“Si, mia mamma” fece un sospirò e trattenne le lacrime “Ogni tanto mi chiedeva di te, per sapere come stavi e le ho raccontato qualcosa, non abbiamo detto niente ai tuoi, non ho mai fatto la spia”
“Però mi spiavi!” disse lei con tono più energico fermandosi prima di scendere le scale.
“Non ho mai detto nulla ai tuoi zii, non l’avrei fatto, so delle punizioni che ti danno, a mia mamma non piacevano, sappiamo della cantina.” Aveva un tono triste nella voce
“Niente di particolare, sono stata molte volte là, non era nulla di chè”
“Ok, comunque non volevamo che ci finissi a causa nostra, già fai danni da sola”
“Io non faccio danni, tu non capisci”
“Si, io non capisco, però tu potevi comportarti bene e non fare tutti quelli scherzi ai tuoi zii, potevi evitare di finire in punizione”  erano arrivati in soggiorno dove avrebbero studiato, Anna incominciò con la bacchetta a sistemare il materiale per pozioni
“Dovevo comportarmi come dicevano loro secondo te? Come fai tu, che ti comporti sempre come dicono gli altri?”  chiese lei con la faccia schifata
“Se l’avessi fatto, forse avresti sofferto di meno non pensi?”
“Non sarò mai quello che gli altri pretendono da me! E comunque non sarei mai andata bene per i miei zii loro mi odiano” la sua voce tremava, lui si fermò a guardarla
“Se ti avessi detto di sì agli scherzi e al fuggire di casa per arrampicarci sugli alberi da bambini, e a tutte le proposte che mi hai fatto saremmo stati amici?” chiese lui avvicinandosi
“Forse, tu non sei mai voluto essere mio amico!”
“Io non ho mai voluto che finissi nei guai, io non volevo fare guai, mi hanno insegnato a comporti bene”
“Ti hanno insegnato a essere un damerino!”  ed eccoli che litigavano di nuovo, lei super irritata e scontrosa con tono accusatorio, e lui apatico con il tono monocorde
“Non mi va di litigare” disse lui sbuffando “Stava andando meglio tra me e te, non voglio tornare a litigare!” si avvicinò sempre di più a lei
“E cosa vuoi? Perché io non lo capisco”  chiese lei
“Provare ad avere un’amicizia?” disse lui, il suo tono di voce era amaro
“Io e te siamo diversi, non abbiamo niente in comune, non penso che possa nascere un’amicizia tra me e te.”
“Allora studiamo.” Si allontanò e prese il suo libro per cercare la pozione da preparare.
“Non mi hai detto se posso far venire Nicola”
“Puoi, sei costretta a stare con me, il minimo che posso fare in cambio e far venire il tuo amico, ora studiamo”
 
Passarono il resto della giornata in silenzio, e anche la cena. Lui disse che era stanco e che per quella sera potevano anche non vedere la tv e lei se ne andò in camera sua imbronciata. Camminava avanti e dietro nella camera, nervosa come non mai, non capiva che stava succedendo, il perché di tanto nervosismo, decise di scrivere a Nicola per raccontargli tutto.
 
 

 
 
Note dell’autrice
C’è stato un visibile cambio di rotta da parte di Anna nei confronti di Anthony, a volte il dolore può far avvicinare due persone, più un buon amico che ti fa ragionare.  Onestamente non ho capito molto bene il perché sia successo questo, ma è successo i personaggi hanno vita propria e la piccola Black fa quel che vuole.
Il prossimo capitolo non so quando la pubblicherò…per oggi e tutto
Grazie a chi sta seguendo il racconto

 
 
 
 

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Capitolo 14
*** Verità sul passato ***


Capitolo 14 Verità sul passato

Caro Nicola
Ciao! Ho parlato con il papà di Anthony e mi ha detto che puoi venire quando vuoi, anche a Capodanno dato che saremo soli qui a casa.
Mi manchi moltissimo avrei bisogno di parlare con te su alcuni fatti, ma preferisco farlo di persona.  Penso che Anthony voglia essermi amico, forse abbiamo litigato o almeno io mi innervosita, lui è rimasto impassibile come sempre.  Poi però oggi non ci siamo rivolti la parola per niente, e non vuole vedere la tv con me.  Io non so come comportarmi.
Comunque immagino che sei già tornato a casa e non starai con gli altri.  Paolo mi ha scritto anche a nome di Vincenzo, sembrava un po’ triste. Kevin anche mi ha scritto e mi ha mandato una foto sua e di Alessiuccia mentre si baciano, quello è tutto scemo! Cosa me ne faccio io di una foto così non lo so.
Senti ma hai novità di Diego perché non mi ha scritto niente e anche io non lo sto facendo! Ok che mi stava lasciando dello spazio come hai detto tu  e sta cercando di essere meno protettivo nei miei confronti, ma così è un po’ esagerato.  Ho la testa piena di pensieri, non sto capendo molto di tutto questo, la morte di una mamma non mi sta facendo bene, faccio anche strani sogni, non so. Vorrei che tu fossi qui, mi sento un po’ persa. Ora vado
Baci la tua Anna

 
Anna spedì la lettera e incominciò a camminare avanti e dietro per la stanza, sarebbe stata la prima notte che avrebbe dormito senza Anthony, forse sarebbero tornati nemici, forse la tregua era già finita, ma le venne in mente la frase “io non ho mai voluto che finissi nei guai.” Lui non aveva mai detto che non voleva essere suo amico, c’era un tempo in cui lo erano stati, ma aveva fatto tutto lei, lei si era offesa   per i suoi rifiuti, per far danni e giocare in modi troppo scherzosi o pericolosi, lei aveva deciso che fosse noioso, lei aveva deciso di prenderlo in giro, provare a sfidarlo a provocarlo per vedere quanto cedere di tutta la sua compostezza, e lui cosa aveva fatto? Aveva subito in maniera passiva sempre, e poi iniziata la scuola si era allontanata subito, voleva crearsi un modo nuovo senza qualcosa che gli ricordasse casa e quindi lui non faceva parte dei suoi piani e lui cosa aveva fatto? Aveva incominciato a stuzzicarla, e lei si era anche abituata a quel tipo di rapporto, aveva deciso di farlo diventare suo nemico, e lui le l’aveva lasciato fare. Lui le aveva lasciato fare sempre tutto. Ma ora era diverso lui non poteva avere lei come nemico, e lei non poteva danneggiarlo perché stava male, quindi ora cosa erano, lei non lo capiva forse erano amici? Ma lei aveva detto di no a ciò aveva  specificato che non fossero nulla e lui non aveva mai detto niente in contrario.  E se… scacciò quel pensiero dalla testa, e si lanciò sul letto soffocando la faccia nel cuscino, aveva la testa che le scoppiava, non voleva pensarci su, non voleva arrivare alla realtà  che fosse lei la cattiva in quel rapporto e no lui.
Si alzò dal letto sbuffo, e fece quello che aveva sempre fatto in quelle ultime sere si avviò verso camera del ragazzo, entrò senza neanche bussare.
Lui senti la porta sbattere e alzò la testa, per guardarla lei era lì di fronte a lui con la faccia corrucciata, e le braccia incrociate al petto come segno di protezione, stettero fermi a guardarsi, lui fece per parlare ma lei lo fermò subito “Non dire niente non voglio parlare, voglio solo dormire.” Si avvicinò al letto si tolse le pantofole e si sdraio vicino a lui.
Anthony non disse nulla la tirò solo più vicino a lei e immerse la testa nei suoi capelli assaporandone il profumo, lei era là, lei si strinse a lui, forse una speranza c’era.
 
Lui incominciò a ricordare il loro primo incontro.
“Ricordati a papà devi comportarti bene ok? Sii educato” disse un uomo aggiustandosi gli occhiali nervoso
“Non c’è bisogno che dici questo il mio bambino si sa comportare”  le rispose la donna dando un bacio tra i capelli al figlio “Non è vero amore?”
“Si mamma! Io farò il bravo non farò sfigurare nessuno” rispose il bambino di sette anni sorridendo
“Lo so che sei nervoso amore, ma noi sappiamo come comportarci andrà bene!” disse la moglie prendendo la mano all’uomo
“è una famiglia importante e il ministro vuole che io abbia contatti con loro dato che sono molto influenti in Inghilterra e Francia  e  ricchi e possono aiutarci a migliorare le cose per il nostro paese, ma non mi piace molto il signor Rosier e penso che non mi piacciano neanche i suoi mezzi, ma dobbiamo farceli piacere il ministro vuole per forza che abbiamo contatti con loro.”
“Ho capito, da come me ne hai parlato sembrano orrendi, ma noi faremo finta di nulla, Anthony faremo finta che ci piaceranno ok?”
“Okaaaay mamma farò il bravo.”
“Perfetto ora andiamo”
Arrivarono davanti alla grande casa Rosier e un elfo gli fece subito accomodare in soggiorno ed ecco la famiglia  che arrivava “Scusate se vi ho fatto aspettare ma la bambina stava facendo i capricci” dietro di loro c’era una piccola bambina con i capelli lunghissimi neri e gli occhi grigi che cercava di divincolarsi dalla presa di una donna che le stava stringendo il polso, “Non preoccuparti Claus nessun problema abbiamo aspettato poco, e i bambini fanno sempre i capricci, siete scusati, lei è mia moglie Francesca, e  mio figlio Anthony” il signor Rosier strinse la mano alla donna e ignorò il bambino “Lei è mia moglie Maddalena e la mocciosa è nostra nipote, la madre è morta e il padre è meglio non dire dove sia” Maddalena lasciò la bambina e si avvicino stringendo le mani dei signori Cimino “Ora sediamoci, sediamoci la cena sarà pronta a momenti.”  E fecero tutti così tranne la bimba che rimase in piedi “ “Forza ragazzina siediti, non stare lì impalata” disse la zia tirandola per un braccio “Dovete scusare mia nipote, ma le buone maniere non le piacciono proprio!” Anna si sedette immobile vicino a loro, e incominciò a guardare il bambino di fronte a lei che fece un timido sorriso. Incominciarono a parlare del più e del meno delle varie notizie della società i genitori di Anthony erano tutti sorrisi e cercavano di mantenere la calma, e di non dire nulla che sarebbe parso offensivo, la  cena proseguì tranquilla fino alla parte del dessert, che scoppiò in aria sporcando tutti di panna “Sei stata tu!”
“Io non ho fatto nulla!” disse la bambina alzandosi e cercando di scappare ma fu afferrata dalla zia  “Maddalena, abbiamo ospiti, dovete scusarci ma Anna non sa contenersi e usa la magia in maniera non giusta” poi guardò la piccola “Vai in camera tua, parleremo dopo della tua punizione!” la bambina lo guardò male e disse “Grazie finalmente.” Dopo essersi ripuliti si spostarono in sala da thè le donne per bere del caffè e gli uomini invece andarono nello studio di Rosier per bere del Whiskey, fumare un sigaro e parlare d’affari.
“Mi dispiace tanto per mia nipote ma non sa proprio come comportarsi, suo figlio si che un bravo bambino, sembra una statua”
Francesca sorrise “Non è stato nulla, non si preoccupi”
“Oh, mia cara dammi del lei, sono sicura che ci vedremo un sacco di volte, per via degli affari dei nostri mariti!” sorrise la donna
“Sono felice di sentirlo, poiché lei è tanto sicura di questo, direi che forse sia il caso che i bambini facciano amicizia potreste venire un giorno lei e sua nipote da me per un thè appena è libera”  le rispose Francesca, sorridendo nella maniera migliore che potesse fare
“Oh ma certo ne sarei lieta, facciamo settimana prossima di martedì?”
“Certo è perfetto martedì sono libera, se posso permettermi penso che sarebbe carino se i bambini provassero già a fare amicizia Anthony potrebbe raggiungere Anna nella sua camera”
“Oh certo, così noi potremmo conoscerci meglio mio cara è un’idea splendida! E suo figlio potrà insegnarle le buone maniere ne sono convinta!” disse prendendole le mani di Francesca
“Polly!” ci fu un pop e l’elfo apparse “Porta il signorino da Anna, e dille che deve stare con  lui e farci amicizia per forza” “Si signora!” disse inchinandosi quasi a toccare il pavimento
“Vai tesoro, così provi a conoscere Anna,” disse la donna incoraggiandolo “Va bene mamma” prese la mano dell’elfo e si ritrovò in camera di Anna  “signorina, sua zia vuole che fa amicizia con il signorino Anthony eccolo qui!” e con un pop scomparve
“Ciao!” disse Anna saltando giù dal letto “Sei il primo bambino che conosco!”  lui la guardò sorrise timido e disse “Ciao piacere”
“Hai visto che cosa fantastica ho fatto con la torta! Sono brava ogni cosa che desidero accade!”
“Forse non dovevi farla si sono arrabbiati con te!” disse il bambino
“Loro si arrabbiano sempre con me! Non gli piaccio!”
“Mi dispiace” mormorò guardandosi le scarpe “Perché stavi facendo i capricci prima della cena?” chiese lui curioso
“Perché il vestito pizzica! Pizzicano tutti i vestiti che mi mettono, e io faccio i capricci ma non me li cambiano mai!” disse lei imbronciata
“Tu conosci altri bambini?” disse lei saltellando e prendendoli una mano
“Io si, gioco a volte con i miei vicini e la mamma mi porta al parco” rispose lui guardando la mano di lei  che lo aveva afferrato
“Sei fortunato, io non conosco nessuno! Salti con me è divertente possiamo saltare sul letto”
“E se i tuoi zii si arrabbiano?” chiese il bimbo incerto
“Sicuro si arrabbiano!” rispose lei continuando a saltellare
“Forse non dovremmo i miei genitori mi hanno detto che mi devo comportare bene” disse lui guardandola.
“Ah” lei smise di saltellare “Io non faccio mai quello che mi dicono! Solo quando le punizioni mi fanno troppo male! Ti comporti bene perché ti fanno male le punizioni”
“Io non sono mai in punizione” disse il  bambino imbarazzato
“Mai?” chiese lei confusa
“Mai se faccio qualcosa di sbagliato i miei parlano con me e mi spiegano cosa ho sbagliato” spiegò lui
Lei era confusa “Ma urlano?” chiese
“No mai, i tuoi zii si?” chiese lui
“Sempre quando si tratta di me”
“Mi dispiace non deve essere bello!” le disse “Perché saltellavi?”
“Perché ho conosciuto un bambino per la prima volta! È sono felice, ora non sono più sola ho te giusto?”
Lui la guardò e sorrise di più “Si hai me, non sarai mai sola!” e lei ricominciò a saltellare.
 

“Si hai me non sarai mai sola” disse lui
“Cosa?” chiese lei alzando leggermente la testa
“No nulla, scusa stavo ricordando non pensavo di aver parlato ad alta voce, avevamo detto di  non parlare.” Disse lui tutto di un fiato
“Che hai ricordato?” chiese lei guardandolo con sospetto, conosceva quella frase
“Il nostro primo incontro, mi avevi detto che eri felice e che non eri più sola perché avevi me.” Disse lui con un filo di voce
“Tu hai risposto: si hai me non sarai mai sola” disse lei pensierosa
“Si era una promessa la mia” disse lui
“Avevamo sette anni” disse come a far intendere che non fosse importante
“Rimane una promessa, anche se non mi sopporti, va bene comunque io lo accetto”
“Non dovresti mantenerla, non dovresti accettarlo comunque, non sei dovuto”
“Perché non sei voluta essere mia amica?” chiese lui un po’ impaurito
“Perché tu non volevi partecipare ai miei scherzi”
“Mi avevano detto di non farlo di tenerti buona, per evitare che ti punissero, ma tu continuavi e ti hanno punita come quella volta che….”  Tentennò lui al ricordo
“Quando mi hanno portato in una stanza e mi hanno fatto male puntandomi la bacchetta contro?” chiese lei incupendosi al ricordo
“Si, quella volta”
“Nessuno di voi mi ha aiutata, ha fatto male! Ho pensato che tutti voi fosse come loro, e tu mi avevi detto che non sarei stata più sola ma io ero sola in quel momento” lei aveva gli occhi lucidi
“Noi volevamo, la mamma tornata a casa si è arrabbiata con mio padre per quello che era successo, ti abbiamo sentito urlare dall’altra stanza ma mio padre ci ha fermato.”
“Capisco forse,  ma forse no, è stato quel momento che ho deciso che non saremmo stati più amici” lei fece per scostarsi e alzarsi
“Anna, mi dispiace noi non volevamo, mio padre si odia per quello che ti hanno fatto per non essere intervenuto, ma tuo zio conosce persone cattive e lui non è buono e non voleva che capitasse qualcosa a noi, quindi ci ha detto di farci gli affari nostri.” Cercava di tirarla a se aveva anche lui gli occhi lucidi
“E lo avete fatto, ma io sono qui lo stesso per te anche se non voglio.”
“Mi dispiace! Io ero piccolo! Non sapevo cosa fare!” lui stava urlando aveva perso la sua compostezza, sapeva che era stato quello il momento in cui lei si era rivoltata contro di lui, lei non l’aveva mai sentito urlare si spaventò e cercò di andare via  ma lui continuava a tenerla per il polso “Ti prego! Non mi lasciare di nuovo non andartene, per favore!” anche lui stava piangendo e lei se ne accorse, e smise di cercare di svincolarsi “Solo per ora, perché tu hai bisogno di me, hai perso tua madre, ma non si possono aggiustare le cose, non voglio più parlarne, Ora dormiamo”
“Ok, va bene torni a letto?” chiese lui, avrebbe voluto parlare provare a risolvere tutto ma lei sembrava irremovibile, annuì e si rimise vicino a lui.  Si erano tenuti dentro tutto quel dolore e non ne avevano mai parlato ed eccolo che spuntava di nuovo, e lei non voleva pensarci preferiva che le cose fossero così, lui e lei nemici e non più amici.

Incominciò a ricordare, loro erano amici, parlavano spesso quando si vedevano, era più lei a parlare e lui ogni tanto rideva al suo modo buffo di fare e ogni tanto le  raccontava qualcosa di quello che faceva e poi eccolo arrivato quell’orribile giorno fu un po’ prima dei suoi otto anni, lei faceva sempre scherzi e danni per casa, quando stava Anthony un po’ evitava perché lui le pregava di non  farli, lei accettava il fatto che non volesse essere coinvolto. Ma in quella sera ci fu un disastro, prima che arrivassero gli ospiti si era subita una super strigliata dalla zia, che aveva incominciato a parlare male dei suoi genitori, e che lei era tale e quale a loro sbagliata, che non doveva nascere, poi era stata obbligata a tenere addosso un vestito, uno di quelli pizzicanti. Era arrabbiata tanto e per una volta non l’aveva fatto apposta i suoi zii l’avevano rimproverata davanti ai genitori di Anthony perché le era caduta una tartina sporcandole il vestito, e la magia era partita da sola, erano esplose le finestre ed era crollato il lampadario, si erano tutti spaventati anche lei, suo zio aveva urlato “ Vuoi ammazzarci tutti come quello omicida di tuo padre!” l’aveva presa e trascinata in cucina, la zia si era un attimo scusata con gli ospiti ed era corsa anche lei in cucina ad assistere alla scena, lo zio aveva levato la bacchetta su di lei e aveva urlato la maledizione, era impazzati dal dolore ed aveva urlato come non mai e poi era stata portata dagli elfi in camera, aveva pianto tutta la notte. Si era chiusa in camera sua per parecchio tempo, non aveva fatto più danni. Dopo mesi si era ripresa ed era tornata la solita peste che era, ma Anthony ogni volta che la vedeva stava zitto e lei gli proponeva gli scherzi ma lui diceva di no, un giorno stanca da tutto ciò gli disse “Non parli mai, non vuoi fare gli scherzi con me noi non siamo più amici, preferisco essere sola!” lui non aveva detto nulla e lei l’aveva preso per un sì. Il loro rapporto si era rovinato del tutto. Lei non voleva più avere amici, lui non l’aveva aiutata e non voleva fare gli scherzi con lei. Lei preferiva stare sola.
 
Lui incominciò a ricordare erano andati via di corsa, dopo che l’avevano sentita urlare in quella stanza, lui non capiva cosa fosse successo, arrivati a casa il padre gli aveva detto di andare in camera sua ma lui era rimasto sulle scale spaventato.
“Andrea! Hanno usato la cruciatus su quella bambina! Come hai potuto fermarmi!” urlava la donna
“Lui è pericoloso è giusto così, non possiamo fare nulla non sono affari nostri”
“Una bambina! È solo una bambina la trattano malissimo quella  donna è spregevole verso di lei!”
“è una bambina che non si sa comportare se non facesse sempre scherzi, ha fatto saltare tutto!”
“Non l’ha fatto apposta non voleva, si vedeva che era arrabbiata per qualcosa, sono spregevoli con lei quando ci siamo noi, figurati quando è sola!”
“Francesca non possiamo fare nulla!”
“Possiamo denunciarli!”
“No, se non vuoi finire ammazzata! Lui è molto potente e non si farebbe problemi a uccidere! Smettila e finiamola qui o potrebbe toccare a nostro figlio!” e dicendo questo lasciò la stanza, la donna cadde sul divano e incominciò a piangere.
Dopo un po’ essersi ripresa cerco di andare in camera ma trovò Anthony sulle scale
“Mammina?”
“Amore mio!” si sedette vicino a lui e l’abbracciò
“Mamma, Anna starà bene?”
“Non lo so amore i suoi zii sono molto cattivi con lei! Ma tu cerca di tenerla d’occhio, veglia su di lei, e prova a convincerla a non fare scherzi, lo farai Angelo mio?”
“Si mamma io voglio bene ad Anna è la mia amica, ma ho paura!”
“Lo so amore, anche io, ma dobbiamo comportarci bene e far finta di null” e lo strinse di più a se.
 

Lui in quel letto fece la stessa cosa strinse Anna più contro il suo petto, l’aveva promesso alla madre che prima che morisse che si sarebbe preso cura della piccola anche se lei non voleva avere nulla a che fare.
 
L’ultimo discorso con la madre fu il giorno prima di tornare a scuola
“Non torno a scuola! Tu stai male, voglio stare con te” disse il ragazzo
“Amore, ti ho spiegato tutto, della mia malattia, sto male da un po’ e fra un po’ arriverà la fine, no, no non piangere” disse la donna che era stesa a letto
“Rimango con te!”
“No, devi andare a scuola e pensare al tuo futuro, poi lì c’è Anna”
“Anna, mi odia non vuole essere mia amica non mi sopporta”
“Ma tu me  l’hai promesso no? Che avresti badato a lei, devi farlo quella bambina ha bisogno d’affetto”  gli disse la  madre con un filo di voce
“Si è fatta degli amici, sta bene ci sono loro con lei, tu hai bisogno di me!”
“Angelo mio, vieni qui nel letto con me e ascoltami bene, anche se lei a deciso di non volerti essere amico, c’era un tempo all’inizio in cui lo eravate, arriverà il momento in cui risolverete tutto, devi avere pazienza, non puoi far nulla per me ma per lei ancora si” gli diede un bacio nei capelli, lui era zitto e l’abbracciava
“Andrà meglio, starai bene, non devi preoccuparti, promettimi che ci proverai con lei a far andare meglio le cose”
“Va bene te lo prometto mamma”
“Bravo il mio ometto”

 
In quel letto, si strinse più a lei e incominciò a piangere, Anna sentì il suo singhiozzare, impaurita non disse una parola ma rimase così stretta a lui.
 
Note dell’autrice:
Ed ecco spiegato il perché non sono amici e il perché Anna ha incominciato a non sopportare Anthony, si è sentita tradita da lui e dai genitori del bambino, lei urlava e nessuno l’ha aiutata quindi ha deciso che la famiglia di Anthony e fosse uguale a quella dei suoi zii e ha incolpato Anthony per tutto, ma lui era solo un bambino, lei si era sentita sola, poi lui non voleva più fare gli scherzi  per proteggerla e lei Anna ha deciso di chiudere e ha incominciato ad infastidirlo dopo un po’, lei faceva i dispetti a chi non sopportava.
Ecco perché lui la lascia fare e sta sempre zitto, sia perché è molto chiuso sia perché una parte di lui si sente in colpa, ma lui vuole bene ad Anna, stessa cosa lei o non gli starebbe vicino in un momento delicato.
Da qui si capisce anche perché Anna non esprime mai i suoi sentimenti o non dice se le fa male un qualcosa e chiude direttamente con le persone. Quando Diego le ha detto di trovarsi altri amici lei non ha chiesto spiegazioni ed ha pensato che la volesse abbandonare e quindi si è chiusa ed era pronta a tornare a stare sola.
Il motivo del perché è riuscita a fare anche amicizia subito con il gruppo di Diego è perché Anna desiderava amici era felicissima quando ha conosciuto Anthony, con Diego e gli altri ha trovato persone che la spalleggiavano e quindi è stato diciamo semplice legarsi.
Ci tenevo a fare dei chiarimenti su questo capitolo un po’ delicato. 
Grazie a chi legge! 

 

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Capitolo 15
*** Capodanno ***


Capitolo 15 Capodanno
 
I giorni passavano lenti, Anna e Anthony continuavano la loro routine nessuno dei due parlò più dei fatti che erano successi quella sera, al dire il vero non parlavano proprio.  Si sarebbe potuto risolvere tutto ma lei, non riusciva a tornargli amica proprio non ci riusciva. Aver ricordato quel momento l’aveva resa più confusa.
Passarono il Natale soli il padre di Anthony era ripartito per il lavoro, sembrasse come se scappasse sempre da quella casa e da suo figlio.
“Tu padre non verrà neanche domani?” chiese lei durante la cena della vigilia
“Non penso è impegnato con il lavoro” rispose lui come se fosse nulla
“Dovrebbe stare con te!”
“Io e mio padre non andiamo molto d’accordo da un po’, va bene così”
“Ma prima andavate d’accordo no?”
“Anna, non mi va di parlarne”
“Va bene sto zitta.” Disse sbuffando e mangiando un po’ d’insalata
“Come stai?” poi chiese
“Come vuoi che stia?” rispose lui sbuffando non si parlavano da giorni e ora lei decideva di fargli delle domande, non la capiva proprio.
“Vediamo un film dopo cena?” cercò di cambiare discorso, era stanca di tutto quel silenzio.
“Va bene, hai deciso di interrompere il silenzio?”
“Non posso?” chiese lei alzando il sopracciglio
“Si puoi, ma non capisco cosa tu voglia da me sinceramente!”
Lei alzò gli occhi al cielo “Controllare come stai”
“Sto meglio, grazie per aver chiesto, che dici il dolce lo mangiamo in camera?”
“Si, odio questo tavolo è troppo grande”
Si alzarono e si diressero in camera di lui per vedere il film con i piattini dei dolci
“Possiamo mangiare sul letto?” chiese lei
“Si, certo”
“Ah te lo permette tuo padre? Non è poco consono?” chiese lei con un ghignò
“Non so tu, ma io non vedo mio padre qui, anche se fosse non penso baderebbe se mangiamo sul letto” rispose lui con una alzata di spalle.
“Mmmh, giusto, strano tipo tuo padre”
“Da che pulpito viene la predica” la tensione stava aumentando prima o poi si sarebbero scontrati di nuovo il discorso dell’altra sera sembrava ancora essere fermo a mezz’aria, lei rise carica di tensione, lui la fissò “Perché ridi?”
“A non lo so mi viene da ridere”
“Io l’ho detto che sei strana” disse lui trattenendo una risata.
Lei si ricompose e si sedette sul letto, “Mi ha scritto Nicola dovrebbe venire giorno 27 a farmi visita, è sempre ok per te?”
“Si, va bene mandali Filly per prenderlo ok?”
“Si certo! Possiamo vedere la famiglia Addams di nuovo?” lui la guardò in quel momento li sembro di vedere la bambina piccola che saltava allegra
“Ti piace tanto eh? Assomigli a Mercoledì!”
“Per me è un complimento lo sai questo vero?”
“Certo, che è un complimento, ti donerebbe più quel look che quello delle ninfe dell’anno scorso” e lui incominciò a ridere al solo ricordo, Anna spalancò gli occhi
“Odio quelle ninfe!” esclamò lei imbronciandosi
“Quella giornata è stata proprio pessima per te” disse lui con un sorrisetto
“Mi sono beccata una punizione di un mese! Colpa dell’amico tuo!” esclamò lei
“Non è mio amico” disse lui
“Ma se stai sempre con lui!”
“Sbagli è lui che ogni tanto sta con me, sempre per via dei nostri genitori” disse lui  tornando apatico
“Anche quell’altro ragazzino?”
“Mirko intendi?” chiese lui
“Si, penso si chiami così” fece finta di non sapere nulla
“Lui è mio amico, gli piace Jessica”
“Ahhhh, quindi siete due coppie!”
“No, non siamo coppie, io non sto con Ambra” sbuffo
“Prima o poi finirete insieme, lei è cotta!” disse lei con ovvietà ghignando
“Come tu finirai con Diego” disse lui ghignando
“Quell’espressione non ti si addice sta meglio a me!” cercò di cambiare discorso, Diego le aveva scritto si e no due frasi per sapere come stava e lei ancora non aveva risposto non sapendo che scrivere, si stavano di nuovo allentando, e questo le faceva male, ma non voleva pensarci.
Lui si accorse del suo sguardo triste, e disse “Metto la famiglia Addams ok?”
E lei annuì.
 
Anna era in soggiorno aspettando Nicola con ansia, finalmente ci fu un pop
“Eccoti!!!” urlò lei lanciandosi addosso al ragazzo, lei la strinse “Mi sei mancata baby girl”  “Anche tu tanto!” si sedettero.
“Siediti, siediti, raccontami degli ultimi giorni che mi sono persa”
E Nicola incominciò a parlare e a raccontare le ultime novità.
“Non hai nominato neanche una volta Diego, mi stai nascondendo qualcosa?”
“No niente, Diego ultimamente è strano, e beh litighiamo un po’ per te” disse lui fissandola imbarazzato
“Per me perché?” aveva tipo l’espressione di un lemure
“Perché lui è geloso e  non lo ammette, dice che lo è solo perché sei la sua sorellina, e noi ci siamo stancati di sentirlo dire, cerchiamo di farlo ragionare ma niente!”
“Nicola, pensi che lui sia geloso per altro?” chiese lei dubbiosa
“Si, ne sono convinta e anche gli altri!”
“Senti, mi fai un favore? Lasci perdere, smettila di convincerlo, se mai un giorno proverà qualcosa di più e se ne accorgerà dovrà venire lui da me, per ora lascia tutto com’è, no che sia un granché ora dato che è sparito” e lo guardò supplice
“Va bene, mi starò buono e lo dirò anche agli altri, ma tu? Provi qualcosa per lui?”
“A me piace Diego, lo sai è stato il primo ad avvicinarsi, ma l’anno scorso il nostro rapporto era molto più intimo, quest’anno sembra vacillare in ogni cosa, io non ho il pensiero di volerlo come ragazzo, sinceramente non mi pongo molte domande su quello che provo io” disse lei sinceramente
“Si immaginavo, poi al momento hai altri pensieri no?”
“Si, al momento il mio maggior pensiero è Anthony, io non so come comportarmi, io non voglio pormi domande neanche su questo, ma le domande arrivano i dubbi arrivano, io non so cosa sento, sono molto confusa Nicola!” era in panico
“Senti e se mi parlassi del vostro rapporto tipo, io forse potrei capire qualcosa darti una diversa visione, dato che sei così in panico” le poggiò una mano sulla guancia e le diede un bacio in testa con fare tenero “Ti va di parlarne con Zio Nicola?” e lei rise
“Ci provo ok? Ma tu devi promettermi che non mi giudicherai o non ti arrabbierai, perché penso che la colpa di tutto sia mia!”
“Ti voglio bene, è accetterò qualunque cosa hai da dire ok? Puoi fidarti di me”
“Quando l’ho conosciuto ero felicissima, potevo finalmente avere un’amico, lo siamo stati per un anno circa anche se lui non  voleva che io facessi scherzi, a quanto pare i suoi gli hanno detto di tenermi tranquilla, ma io gli facevo lo stesso senza immischiarlo, era il mio unico amico quindi non volevo perderlo all’inizio.”
“Ok, quando si è rovinato il rapporto?”
“Non so se riesco a parlarne io e lui non ne avevamo mai parlato ma un po’ di sere fa è uscito il discorso e io non so che pensare!” la sua voce era acuta
“Ok, andiamo con calma ora i fatti poi i tuoi pensieri va bene?”
“Ok, va bene , allora un giorno dovevano venire a cena lui e i suoi genitori, mia zia era stata parecchio severa con me mi aveva detto brutte cose, su me i miei genitori, sul fatto che non dovevo essere mai nata, e io ero arrabbiata, molto, a cena mi è caduta una tartina sul vestito e mia zia ha cominciato a urlare…” si fermò stava tremando, non voleva riviverlo di nuovo, lui la strinse a se e incominciò ad accarezzarle i capelli  cercando di reprimere la rabbia per i suoi zii, lei tiro su col naso si stacco da  lui e con gli occhi bassi continuò a raccontare “ Ho fatto esplodere tutto le finestre e il lampadario” la voce tremava “mio zio ha detto che ero come quell’omicida di mio padre” un singhiozzo “Mi ha trascinato in cucina per punirmi, ha alzato la bacchetta ed è stato solo dolore, molto dolore quando ha finito mi ha fatto mandare in camera mia dagli elfi”
Nicola era immobile “nessuno ti ha aiutata? Nessuno l’ha fermato?” chiese con un filo di voce
“Nessuno, mi ci è voluto un po’ per riprendermi, io non ho più fatto danni ma venivo sgridata comunque, alla fine ho deciso di riprendere a far danni una sera Anthony stava da me io volevo fare uno scherzo ma lui mi fermò gli dissi che se non mi avrebbe aiutata non saremmo stati amici mai più”
“Lui non ti ha aiutata, e per questo che non lo siete stati?”
“Si, gli ho detto che preferivo stare sola.  Lui non mi aveva aiutata, non voleva aiutarmi in niente cercava sempre di fermarmi!”
“Lui voleva proteggerti?”
“Si mi ha detto che cercava di non farmi finire in punizione, io ho pensato che fossero tutti come i miei zii, perché non mi avevano aiutata non avevano fatto nulla per fermarli.”
“Capisco, vieni qui, fatti stringere stai tremando, stiamo un po’ abbracciati quando sarai pronta continuerai”
Stettero un po’ abbracciati poi lei continuò  “E quindi dopo quel momento io e lui non lo siamo stati più, amici intendo, e io ho incominciato a farli i dispetti ma lui non rispondeva mai, non reagiva, arrivati a scuola, ho pensato che mi sarei liberata di lui, di qualunque cosa legata ai miei zii, ma lui ha incominciato a provocarmi ogni tanto e a seguirmi e io mi irritavo ed è diventato il mio nemico numero lui.”
“Ti ha lasciata fare tutto quello che volevi a quanto pare senza dire una parola, sai ti dissi che pensavo avesse una cotta per te, non mi sono tanto sbagliato, io penso che lui ti voglia bene, e che si senta in colpa per non averti aiutato, e quindi ti fa fare tutto, senza lamentarsi, quando ti guarda sembra sempre triste.”
“Quindi è colpa mia? Lui vuole essere mio amico e sono io la cattiva della situazione”
“No, io penso che tu ti sia sentita sola per quello che ti hanno fatto e che tu abbia sofferto, e il comportarti che hai sono solo una difesa, non riesci a perdonarlo anche se sai che non è colpa sua perché era piccolo non poteva fare nulla, ma non riesci a essergli amica perché ormai lo hai detto tu lo vedi come nemico numero uno, l’hai identificato così, ma ora sua mamma è morta e tu non riesci a non stargli vicino perché gli vuoi bene.”
“Che devo fare Nic!” chiese lei abbracciandolo in confusione
“Nulla, fa quello che ti viene naturale, senza porti troppe domande, può darsi che con il tempo le cose si aggiustino e tu e lui troviate un altro  modo di rapportarvi.”
“Va bene seguirò il consiglio, sarei persa  senza di te!”
Lui sorrise e la strinse
“Ora vuoi continuare a parlare di qualcos’altro che ti turba, o vuoi fare altro?”
“Fare altro, potremmo includere anche Anthony?” chiese lei
“Certo se vuoi, vallo a chiamare ti aspetto qui.”
Passarono il pomeriggio a giocare a carte, poi si fecero le 19 di sera e Nicola salutò entrambi.
“Volevo chiedervi una cosa, so che sarete soli il 31, se volete potete venire da me, ci saremo io, i miei fratelli e mio padre” chiese Nicola più rivolto ad Anthony che ad Anna.
“Forse , potremmo venire ne parliamo insieme io e Anna e ti diciamo ok?”  disse Anthony
“Va benissimo, vi potrebbe portare Filly, comunque sarebbe una serata tranquilla”
“Non ci saranno gli altri amici vostri?” chiese Anthony non voleva ritrovarsi Diego lo odiava profondamente, lui era tutto quello che sarebbe voluto essere lui per Anna
“No, solo io e la mia famiglia, non preoccuparti.”
“Va, bene  ti faremo sapere” disse
“Perfetto, vieni qui Baby girl fatti abbracciare!” Anna sorrise e saltellò verso di lui
“Ci vediamo presto, grazie per oggi sei unico!” e gli diede un bacio
Anthony fece segno con la testa di saluto, e Nicola andò via.
“Se non ci vuoi andare non è un problema.” Disse lei
“Tu vuoi andarci? Ho visto come ci tieni a lui, sembri più legata a lui che a Diego”
“Sono due rapporti diversi, e si mi piacerebbe Nicola è fantastico, sa mettere tutti a proprio agio, il pomeriggio è andato bene non trovi?”
“Si, è andato bene, senti ci penso un po’ io non ho voglia di festeggiare, ma se tu vuoi andare io rimango qui.” Disse lui apatico, anche se sperava che lei non lo lasciasse
“Io non ti lascio solo in casa, o insieme o niente, vado a vedere cosa cucinano gli elfi per cena” e andò via.
 
Il trentuno pomeriggio erano pronti per andare a casa di Nicola con Filly.
“Nic, siamo arrivati!” esclamò Anna in soggiorno, due piccoli bambini uno di sei anni e uno di sette con i capelli rossi corsero e si lanciarono addosso alla ragazza “Nicccccc è arrivataaaaa”
“Ciaoooo io mi chiamo Ale!”
“Io mi chiamo Simone! Quanto sei bella!”
“Ehm ciao!”
“Oddio ti hanno già catturata, fratellini lasciatela in pace su fatela respirare!”
“Ma noi voglio stare con lei!” disse Ale
“Ehi tu chi sei!” Simo guardò male Anthony
“Io sono Anthony” disse lui un po’ impacciato
“Sei il suo fidanzato? Perché se è così vi dovete lasciare piace a me!” esclamò Simone attaccandosi di più ad una Anna che rideva per la troppa allegria delle due pesti
“No, lei piace a me!” urlò Ale spingendo il fratello
“Ok, ora basta lasciate Anna! Fate i buoni! Hanno una cotta per te da quando gli ho mostrato le tue foto” disse Nicola passandosi una mano tra i capelli
“Non è un problema, sono così carini!” esclamò Anna estasiata dai piccoli
“Vieni ti facciamo vedere la nostra cameretta!” Simone la prese per una mano e Ale per l’altra, trascinandola via.
Nicola e Anthony rimasero soli a guardare la scena “è un piacere vederti Anthony grazie per  essere venuto”
“Grazie a te per avermi invitato, lei ci teneva a stare con te ma a quanto pare mi sa che è stata appena rapita”
“Oh, si i miei fratelli sono delle pesti, non vedevano l’ora di conoscerla”
“E si sono presi una cotta per lei” disse pensieroso, chiunque la vedesse si sarebbe preso una cotta per lei, lui ce l’aveva da un secolo ormai e non poteva farci nulla, incominciò a pensare a quanto fosse bella.
“Tra te e lei va un po’ meglio?” chiese Nicola
“Ehm scusa mi sono distratto puoi ripetere?” chiese Anthony riprendendosi dai suoi pensieri
“Ti avevo chiesto se tra te e Anna va meglio?” ridisse lui
“Si, un po’ meglio, vediamo parecchi film, le piace molto la famiglia Addams” disse per far conversazione
“Ah si è il film adatto a lei, sicuramente”
“Eh si,”  sospirò
Un silenzio pieno d’imbarazzo calò sui due ma poi ci fu un rumore dalla stanza di sopra .
“Ehm forse dovremmo andare a vedere che stanno facendo, mi segui?”
“Si certo andiamo”
 
“Io la regina Black nomino voi due miei fidati cavalieri! Sempre pronti a dover proteggermi e a fare tutto quello che io desiderooooo”  Sentirono dire Nicola e Anthony da dentro la stanza e si scambiarono  uno sguardo scettco, entrarono dentro un po’ dubbiosi e trovarono Anna in piedi con mantello e corona addosso, con una spada di cartone che stava nominando i due bambini in ginocchio cavalieri, poi lei si girò e vide i suoi amici, fece un ghignò e ritornò a parlare ai bambini “Degli intrusi! Fate il vostro dovere miei cavalieri in nome della regale vita della vostra regina! All’attacco!!!”
 I due bambini ghignarono e sguainarono le spade di cartone pronti ad attaccare
Nicola guardò Anthony seriamente preoccupato e disse “Scappa!” lo prese per mano e lo trascinò giù per le scale e poi lo spinse sotto il tavolo della sala da pranzo  “Ehm che facciamo qui sotto? Non siamo veramente in pericolo vero?” chiese Anthony cercando di riprendere fiato per la corsa
“Ci nascondiamo, ti ho detto che sono delle pesti, potrebbero farci di tutto, specie capitanati da Anna” disse Nicola rassegnato e un po’ impaurito
“E quanto dovremmo stare qui? Dai non credo che farebbero chissà cosa, sono dei bambini” disse ma guardando la faccia di Nicola ebbe la conferma che si potevano fare qualunque cosa
“Ah non lo so per sempre penso!”  disse Nicola con un’alzata di spalle
“Per sempre?” disse Anthony sbarrando gli occhi
“Con Anna come regina, direi di si, la maggior parte degli scherzi dell’anno scorso gli ha inventati lei con i gemelli, quindi immagina e poi sta tranquilla da troppo tempo”
“Ne so qualcosa di cosa è capace Anna da bambini ne sapeva una più del diavolo!” esclamò lui con un tono misto tra ilare e il terrorizzato 
“Pietrificus Totalus!” e i due ragazzi che erano nascosti sotto il tavolo non fecero neanche in tempo a guardare Anna che caddero a terra come dei sassi
“Miei prodi cavalieri! Ora tocca a voi prendete i prigionieri e legateli!” Esclamò la Black saltellando.
Quando il padre di Nicola arrivò trovo i due poveri ragazzi seduti a terra spalla contro spalla legati e Anna in una poltrona di fronte a loro con Ale che le porgeva un bicchiere con una cannuccia e Simone che invece le passava le patatine.
“Buonasera a tutti!” esclamò il padre di Nicola
“Ciaoooo Papaàààà!” urlarono i bambini
“Salve papà di Nicola” disse Anna,
“Ehm Nicola tutto bene?”
“Secondo te papà? Ti sembra che stiamo bene io e Anthony?” rispose in maniera acida lui
Anna e i bambini ridevano
“Secondo me si” disse diede due pacche per la testa ad entrambi e andò a lasciare la cartellina sul tavolo
“Papà liberaci!” urlò Nicola
“Papà non può liberarti può farlo solo la Regina!”
“Infatti, lei ha il potere su tutti i suoi sudditi!”  dissero i bambini
“Visto? Non posso liberarvi anche se qualcuno dovrà aiutarmi a sistemare per la cena”
“L’aiuto io signore!” disse Anna alzandosi
“Mi sa che solo tu non basti, forse dovresti liberarli”
“Beh si forse ha ragione, dovrei liberarli così fanno loro tutto il lavoro, Miei prodi cavalieri liberate gli ostaggi, pagheranno il loro affronto aiutandoci a sistemare!”
E i bambini andarono di corsa a liberarli
“Sei una strega no una regina!” sbuffo Nicola
“Ha ragione ci hai tenuti legati per un ora, tu sei completamente pazza!” disse Anthony
“Ah l’ho fatto per voi! Per farvi divertire ahahah” e lei rideva
“Qua l’unica che si diverte sei tu!” esclamò Anthony ma tratteneva le risate era da quando erano entrati in quella casa che non pensava nulla di triste
“Senti non è colpa mia? Se ci fosse stato Kevin non avrei dovuto usare voi due! E poi guarda il lato positivo ho appena creato il mio esercito personale, mi venerano come una Dea, questo vuol dire che sono fantastica!”
“Una Dea?”  sbuffo Anthony
“Fantastica?” sbuffo Nicola poi si guardarono e risero tutti e due
Si misero tutti all’opera  per preparare la cena della vigilia di capodanno, dopo mangiato giocarono tutti a un gioco da tavola aspettando la mezzanotte. L’atmosfera che si era creata era molto bella, si stavano divertendo tutti e Anthony e Nicola parlavano un po’ di scuola e di alcune materie, e in special modo di  Anna che faceva le boccacce con i bambini, Nicola capì che Anthony era innamorato della ragazza, avrebbe voluto aiutarlo Anna ogni tanto guardava Anthony di nascosto per assicurarsi che stava bene e Nicola aveva notato anche questo.  Mentre ogni tanto osservava i due ragazzi , e pensava a un piano per farli riavvicinare pensò a Diego,   forse era meglio farsi gli affari propri per evitare ulteriori complicazioni,  dato che i rapporti non andavano molto bene per via della gelosia del ragazzo.
Alla mezzanotte come l’anno precedente Nicola e Anna fecero una lotta con la panna della torta coinvolgendo tutti, Anthony si lasciò coinvolgere dalle risate e in maniera spontanea come non faceva da tanto, giocò anche lui a mettere la panna in faccia ad Anna, forse le cose sarebbero cambiate, forse potevano tornare amici, lui ci sperava tanto.
 
Molto lontano da lì in Sicilia era appena scoccata la mezzanotte, Kevin faceva un balletto strano, suonando la trombetta, Diego era seduto al tavolo, erano giorni che era distante da tutti e da tutto, il suo pensiero era fisso verso di lei, aveva deciso di prendere le distanze, ma anche se non la contattava il pensiero di lei non diminuiva, si diceva che non poteva essere cotto, di non poter provare nulla di più di un’amicizia per lei. Ma era costantemente geloso, e aveva paura che da un momento all’altro qualcuno le la portasse via, ce l’aveva con Nicola, lui che era uno dei suoi migliori amici, e ora stava con lei.
Era confuso e non sapeva che fare, il telefono squillò “Diego è per te!” lo chiamò la madre, ebbe un tuffo al cuore, il suo pensiero andò a lei forse lo stava chiamando per dargli gli auguri, prese la cornetta del telefono per parlare “Pronto”
“Ciao Diego! Sono Anastasia, volevo farti gli auguri per l’anno nuovo!” la voce era di un’altra ragazza e no di lei un po’ deluso cerco di non far notare e rispose con finta allegria “Ehi ciao Anastasia! Sono felice che mi hai chiamato, auguri anche a te”
Parlarono per un po’ al telefono.
“Anastasia? Chi è Anastasia?” gli chiese Kevin con far inquisitorio appena lui chiuse il telefono
“Una ragazza con cui ho fatto amicizia” rispose lui con un’alzata di spalle
“Ah, ti stai dando da fare? E bravo mio cugino!” disse ridendo dandoli una pacca sulla spalla “Ma ora dammi il telefono devo chiamare la mia Alessiuccia!”
“Va bene tieni!” gli porse il telefono e si lanciò sul divano pensando agli occhi grigi di lei e a quanto li mancava il suo sorriso.
 
 
Note dell’autrice
Capitolo un po’ più leggero, Anna finalmente si scioglie un pochino, decide di giocare con i bambini in quel  modo, perché percepiva la tensione di Anthony e voleva alleggerirla un po’. A Nicola Anthony fa tenerezza vorrebbe aiutarlo ma è preoccupato per come potrebbe prenderla  Diego.
Beh che dire di Diego? A quanto pare è quello che si è beccato la fase dell’adolescente confuso, che nega tutto. 
Non so quando aggiornerò di nuovo penso dopo giorno  8, ma non è mai detto!
Grazie a tutti!

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Capitolo 16
*** Rivelazioni ***


Capitolo 16 Rivelazione

Tornati dalle vacanze, Anthony era stato rapito da Ambra, e lei non lo perdeva mai di vista sperando di potersi finalmente fidanzare con lui come aveva fatto la sua amica Jessica che si era fidanzata con Mirko l’amico di Anthony.  Anna aveva provato a rimanere vicino al ragazzo ma Ambra e Jessica la guardavano sempre in cagnesco, quindi aveva evitato, e dato che Anthony non sembrasse importarsene, aveva lasciato perdere, Anthony avendo visto che Anna si era allontanata pensava invece che fosse lei quella a cui non importasse, e che la ragazza lo avesse allontanato per tornare dai suoi amici.
La situazione nel gruppo era un po’ tesa, Diego evitava notevolmente Anna, Nicola era nervoso ed evitava tutti tranne Anna con cui passava i pomeriggi  in silenzio a studiare né Anthony e Diego venivano nominati nei discorsi, Kevin sentendo la tensione spariva sempre con la fidanzata, e anche i gemelli si erano dileguati.
 
“Tutta questa situazione non mi piace proprio” Paolo era sdraiato sul letto guardando il soffitto
“Anche a me! Mi aiuti sono incastrato” chiese Vincenzo mentre soffocava in torcigliato nella divisa che tentava di togliersi
“Che diavolo stai facendo! Non ti sai togliere neanche la divisa!” urlava Paolo esasperato mentre si alzava per aiutarlo “Ecco ora sei libero” disse alzando gli occhi al cielo
“Oh grazie fratellino adorato ora la situazione va meglio” disse senza la parte della divisa di sopra saltandoli al collo e scompigliandoli i capelli
“Non intendevo la tua di situazione ma quella del gruppo!Lasciami sono triste” Si scossò da fratello e incominciò a cercare qualcosa nei tiretti con il fare nervoso
“Tieni ho io della cioccolata, la tua l’hai finita ieri, questa l’ho rubata a Kevin” ghignò Vincenzo
“Uhh, grazie! Mi sa che erano un regalo per Alessiucciaaaa sono a forma di cuore”
“Pazienza, non doveva lasciarli in giro” si sedette sul letto insieme al fratello e prese tre cioccolatini e se li mise in bocca, Paolo fece una faccia rassegnata
“di-civa sin-tuazz- non-gnnnm-iace?”
“Si dicevo che la situazione non mi piace quella del gruppo ci stiamo tutti dividendo!”
Vincenzo ingoio il cibo e disse “Rapiamo tutti e facciamo una riunione?”
“Non so, Nicola e Diego ancora litigano?” chiese preoccupato
“Non, si parlano proprio”  Vincenzo alzò gli occhi al cielo
“Ehi Gemelli!” Urlò Kevin entrando
“Ciao Kevin!” salutò Vincenzo
Paolo fece una specie di grngh mentre inghiottiva un altro cioccolatino
“Ehi! Quelli erano per Alessiuccia miaaaa!”
“Appunto erano, al passato!” ridacchio Vincenzo “Servivano di più a Paolo è triste!”
“Perché è triste che è successo?”
“Il nostro gruppo è giunto al termine” Disse Paolo guardando la scatola di cioccolatini ormai vuota “è finito come sono finiti questi cioccolatini”
“Ahia, dai non dire così non è finito niente, Diego e Nicola hanno i loro problemi e Anna beh non ho capito cosa ha, ma è strana, sarà un momento passeggiero”  rispose Kevin sedendosi sul letto
“Pesavo di fare una riunione o una serata tutti insieme” Disse Vincenzo
“Mmmh potremmo organizzarla, può venire Alessiuccia?”
“NO!” dissero i gemelli
“è per il gruppo, Alessiuccia non ne fa parte” disse Paolo
“Dobbiamo risolvere non possiamo guardare te che sbaciucchi Alessiuccia!” contribuì Vincenzo con la faccia schifata facendo finta di vomitare
“Voi siete solo invidiosi!” e dicendo questo saltò addosso a i due gemelli, incominciando una lotta.
 
Anna e Nicola camminavano per raggiungere il dormitorio di quest’ultimo per prendere dei libri per poter andare a lavorare in biblioteca,  appena entrati nel dormitorio trovarono i gemelli e Kevin aggrovigliati a terra che stavano lottando
“Ma! Siete impazziti?” gridò la piccola
“Stavamo organizzando una serata da passare tutti insieme, stasera è venerdì  non ci sono lezioni potremmo fare un pigiama party!” urlò Kevin liberandosi di Paolo e Vincenzo e alzandosi di scatto
“Ehm, noi stiamo andando a studiare in biblioteca” Disse Nicola con tono vago
“Daiiii è da parecchio che non stiamo insieme tutti, potete studiare domani, sono un po’ triste ho bisogno dei miei amici” chiese supplice Paolo facendo gli occhi teneri e avvicinandosi ad Anna
“Al dire il vero stiamo lavorando sulla mappa della scuola, ma con scarsi risultati” spiegò Anna cercando di ignorare Paolo, Diego la evitava di nuovo da quando erano tornati dalle vacanze e si sentiva a disagio a stargli vicino.
“Ecco appunto, con scarsi risultati, quindi state con noi!” disse Vincenzo
“è deciso! vado a dire ad Alessiuccia che non posso stare con lei e a prendere Diego!”  e dicendo così Kevin si precipitò fuori dalla porta
Anna e Nicola si scambiarono un’occhiata che voleva dire e vabbè ci tocca e si andarono a sedere sul letto.
“Bene voi rimanete qua, noi andiamo a prendere da mangiare, e non scappate!” Vincenzo prese il fratello per mano e uscirono anche loro.
“Tutto bene?” chiese Anna a Nicola
“Mh, si , ma non mi va di stare molto con loro a te?”
“Non mi va di vedere Diego, sinceramente mi evita e non so il perché” disse lei con un tono un po’ malinconico appoggiandosi al ragazzo.
“mmh” disse lui e si stese sul letto “Ti stendi anche tu con me?”
Lei lo guardò un po’ persa valutando se potesse farlo o no “Ehm”
“Ho capito, meglio evitare giochiamo a mazzo bum intanto?”
“Si è molto meglio”
Stavano giocando già da un po’ quando gli altri entrarono nella stanza.
“Abbiamo preso da mangiare!” disse Vincenzo
“E io ho preso Diego!” si unì Kevin trascinando Diego per il braccio con la faccia imbronciata
“Eccoci qui tutti quanti!” esclamò Paolo finalmente più allegro
Ed subito dopo arrivò il silenzio con un Nicola che li guardava in maniera apatia e un Anna che sorrideva nervosa. E poi un grosso “BOOM” il mazzo di carte esplose facendo saltare il castello che stavano facendo per aria.
“Direi che abbiamo finito di giocare.” Disse Nicola togliendosi le carte da sopra i vestiti.
Silenzio di nuovo.
“Bene io direi di sistemare e mangiare, ho una fame” decise di dire Anna per smorzare la tensione, sistemarono delle coperte a terra misero un tavolino di quelli bassi al centro e incominciarono a sistemare il cibo sul tavolo, Kevin commentava i piatti e i gemelli scherzavano, i restanti tre stavano zitti.
Finalmente si sistemarono a sedere in cerchio intorno al tavolino e per stupore di tutti Diego che si sedeva sempre tra Anna e Kevin fece a cambio di posto con quell’ultimo e finì tra lui e Vincenzo, poi a ruota Paolo, Nicola che come sempre prendeva posso vicino ad Anna.
Vedendo il nuovo modo di sedersi, Anna abbassò lo sguardo sulle sue mani,a disagio, proprio non capiva perché Diego avesse deciso di evitarla, erano due settimane che erano tornati e si erano solo rivolti parole di circostanza. Le risposte alle sue lettere da parte del ragazzo erano state di poche righe, e lei troppo impegnata non aveva indagato oltre.  Ma ora quella situazione incominciava a pesarle. Era come se tutti i dubbi che aveva avuto a Ottobre stesserò riemergendo. Era veramente complicato avere delle amici, si sentiva sempre più spaesata e in preda alle emozioni, quando era sola non era così complicato.
Nicola percepì il disagio della ragazza e le prese la mano, Diego che vide tutto guardò Nicola con uno sguardo pieno d’odio di cui si accorsero tutti tranne Anna e Nicola.
I gemelli si scambiarono uno sguardo tra di loro entrambi pensavano che forse fosse stata una cattiva idea organizzare quella serata, guardarono poi Kevin che sembrava sulla loro stessa lunghezza d’onda. La tensione era palpabile nell’aria sembrava come se tutti avessero perso l’uso della parola.
“Oggi Paolo si è mangiato tutti i cioccolatini che avevo comprato per il mio amoruccio bello!” disse Kevin nel panico
“Beh, non è colpa mia gli ha presi Vincenzo!”
“Non è neanche colpa mia, non dovresti lasciare cioccolato per la camera, com’è che si dice chi va a Roma perde la poltrona, o meglio dire chi sta con la fidanzata perde la cioccolata!” e Vincenzo rise per la sua squallida battuta, Paolo si unì a lui, Kevin li guardò male, Kevin e Diego accennarono a un sorriso molto tirato.  E Anna in panicata da tutta quella tensione provò a essere lei prendendo in giro Vincenzo “Era veramente pietosa come battuta non fa ridere” ma lo disse in una maniera tanto piatta da non sembrare tipico da lei, Diego si girò a guardarla lei sentendo il suo sguardo addosso lò guardò a sua volta.  Fino a poco tempo fa riuscirono a capirsi con gli sguardi, ora invece entrambi non riuscivano a interpretarsi a vicenda.
Silenzio di nuovo.
La tensione sembrava aumentare sempre più. Lei decise di abbassare lo sguardo cosa che di solito non faceva mai per prima. Si sentiva nello stesso modo di quel giovedì  d’ottobre dove aveva pensato che lui non la volesse più come amica.
Quei dubbi le tornarono in testa, sembrava che ormai tutto ciò fosse ormai certo.  Lui e lei sembravano distanti anni luce.
Lui la vide abbassare la testa sapeva di farle del male, ma non riusciva a starle vicino, era stanco di sentire che  tutti insinuassero che lui aveva una cotta per lei, lui non l’aveva e ciò se lo ripeteva in continuazione. Avrebbe tanto voluto prenderla e portala via, stare solo con lei come ai vecchi tempi, ma non poteva farlo, lui non poteva avere una cotta per lei, era troppo piccola.  Ma più le stava lontano più le mancava. Odiava non sapere nulla di lei, delle sue lezioni, di quello che era successo a casa di Anthony, di come stava. Odia il fatto di non sentire la sua risata da più di un mese ormai. 
E Odiava il fatto di essere geloso di Nicola e del rapporto che aveva con Anna. Tutto quello che Nicola e Anna facevano prima lei lo faceva con lui. 
“Si la scricciola ha ragione dovremmo mangiare.”
Mentre mangiavano i gemelli e Kevin provavano a fare un po’ di conversazione e a fare qualche battuta, Anna ogni tanto provava anche lei a inserirsi ma il suo tono era sempre così piatto, come se non fosse realmente lei.
Nicola che di solito l’aiutava in quelle situazioni era ammutolito, non riusciva a dire una parola troppo perso nei suoi pensieri.
Diego provava anche lui a parlare ma sembrava sempre acido quando diceva qualcosa e quando si trovava a dover parlare insieme a lei ammutoliva all’istante.
E la serata passò, colma di tensione e di vari silenzi. Kevin, Paolo e Vincenzo si aspettavano come se da un momento all’altro sarebbe esplosa una bomba. Ma così non fu, e finito di mangiare Anna dicendo che era stanca e scusandosi si fece accompagnare al suo dormitorio da Nicola. 
Durante la strada stettero zitti si salutarono con i soliti baci sulle guance e si dettero la buona notte. Quella serata era stata un vero inferno per tutti.
Nicola tornò in camera senza dire niente a nessuno si mise nel letto troppo preso dai suoi pensieri, e dalle sue paure. Non aveva più il coraggio di stare con i suoi amici, pensava che prima o poi se loro avessero scoperto la verità su di lui, l’avrebbero giudicato male ed escluso.
 
 Camminavano per il cortile come sempre, ma in silenzio.
"Che succede? Sei diverso, sai da quando siamo tornati dalle vacanze di Natale,  eviti gli altri o sbaglio? Cosa ti succede?"
"Anche tu lo sei, sembri triste da un paio di giorni, è per via di Anthony per caso? Ho visto che i vostri rapporti si sono raffreddati " cercò di cambiare discorso il ragazzo
"No, non è a causa sua anzi al dire il vero  io e Anthony ci siamo visti ogni tanto ma per studiare pozioni insieme ma di nascosto da Ambra, ma si può dire che non parliamo neanche, sto così per Diego continua a sparire spesso, dice che è impegnato, anche durante la serata dell’altra sera era distante, ma forse so il perché” disse lei triste
“Pensi che sia colpa mia?”
“Oh no, tu non c’entri e che l'ho visto con una ragazza in un'aula, ieri pomeriggio a quanto pare sparisce con lei."
"Diego con una ragazza? Una che non sia tu?"
“Che vuol dire una che non sia io? " disse lei alzando gli occhi al cielo.
Ottimo il ragazzo era riuscito a cambiare discorso “Beh, lo so che hai solo dodici anni, e che hai avuto altro a cui pensare e no ai tuoi sentimenti, che non ti sei fatta domande a riguardo, e tu e Diego siete come fratelli, e o almeno lui è ancora nella fase in cui ti vede come una sorellina da proteggere, e non ha capito che stai crescendo sempre più e ti ritroverai a essere una bellissima ragazza e dovrà fare i conti con se stesso." Incominciò a spiegare tutto di un fiato
"Hai perso il filo del discorso, o ti stai dilungando troppo, arriva al dunque amico!"
"Ehi, sei tu che mi hai interrotto! C’è un dunque! Dicevo anche se sei piccola stai crescendo e lui è anche geloso marcio di te e io ho sempre pensato che saresti finiti insieme, siete così scontati, anche i gemelli lo pensano.  Kevin non si pone il problema, perché vede solo la sua Alessiuccia!"
“Capito, beh a quanto pare sta con una e quindi ti sei sbagliato sul futuro." disse lei
"Come mai non ti arrabbi per quello che ho detto."
"Perché come hai detto tu ho ancora 12 anni, e non penso a fidanzamenti e cose così, la mia vita va bene in questo modo per adesso, ma non capisco perché lui non mi abbia detto che sta con una, lui mi dice tutto! Sembra che i rapporti stessero andando meglio!" ed eccola che sembrava veramente una ragazzina della sua età che metteva il broncio
"Non farti tanti problemi, non l’ha detto a nessuno, o forse non c'è nulla che lui abbia da dire, e tu ti sarai confusa. Vuoi che indago?"
"No lascia perdere lo capiremo prima o poi, e poi voi due non state andando molto d’accordo ultimamente, beh  ora tocca a te io mi sono confidata ora è il tuo turno"
Lui, la guardò di nuovo, pensava di averla fatta franca e invece ecco che lei dopo tutto il discorso arrivava al punto, non le sfuggiva proprio nulla e quando faceva così dimostrava proprio di essere più grande di quello che era.
“Ma no io non ho niente, e poi ti vedo così triste per Diego dovremmo parlare di questo!” provò a tergiversare lui.
“No, ne abbiamo parlato non c’è altro da dire, lui è distante non si siede neanche vicino a me, mi evita e tutto perché sta con una e non vuole dirlo. Quindi questo è tutto.”
“No che non è tutto, tu stai male e ne dovremmo parlare.”
“No, invece perché parliamo sempre di me, ma qui ci sei anche tu e hai un problema che ti affligge, so che stai male quindi parla! Perché non esisto solo io qui, Quest’amicizia è fatta di me e te. E ora è il tuo turno!”
Lui non sapeva se confidarsi con qualcuno, ma quel segreto lo stava facendo morire dentro, aveva bisogno di parlarne, ma aveva paura del giudizio della gente, di perdere i suoi amici, di ritrovarsi solo. Si era affezionato ad Anna, sapeva anche che lei gli voleva bene era quello con cui stava di più, lei ormai si confidava su tutto con lui, ma non sapeva che fare, proprio no, aveva un enorme paura di perdere tutti e di essere giudicato in malo modo.
"Terra chiama Nicolaaaaa ehilaaaa c'è nessuno in casa???" Anna lo stava scuotendo per un braccio stavano camminando in giardino e si erano fermati, lui si era fermato.
"Nicola!" urlò più forte lei
“Sono gay” disse senza nemmeno accorgersene.
Lei lo fissò non capendo "Cosa vuol dire che sei gay? Scusami ma non conosco questo termine" assunse un’aria dubbiosa, ecco che tornava a essere una dodicenne come tutte le altre.
Lui era sconvolto non capiva come li fosse uscito e ora doveva spiegare anche cosa volesse dire.
"Vuol dire che mi piacciono gli uomini"
"Ti piace Diego per caso e per questo che ti sei allontanato da lui?" il suo sguardo si era indurito.
"No, non mi piace Diego, ti ho detto penso che un giorno finirete insieme"
"Ah meno male" disse sollevata poi spalancò gli occhi orripilata, e lui pensò che finalmente avesse capito il significato delle sue parole e l'avrebbe persa per sempre
"Ti prego dimmi che non ti piace Kevin perché se no potrei vomitare! Kevin è troppo smieloso! "
“Oh mio dio noooooo, che schifo!”
"Ah meno male ti avrei buttato giù dalla scogliera per farti rinsavire" poi continuo a parlare "Niente Diego e Kevin ed è tutto ok! Quindi perché sei preoccupato di questo se non è nessuno di loro due?? Oddio non sarà Michele che schifo!”
“Anna gioia non mi piace nessuno della scuola."
"Ah ok. E perché  sei strano da dopo le feste non capisco? “
"Perché molti pensano che sia una cosa brutta, una malattia, non ci sono molti gay in giro, di solito si nascondono, vengono anche picchiati e uccisi in molti casi. "
"Se qualcuno prova a toccarti io gli salto al collo e me lo sbrano come se fossi un Lupo mannaro" Anna  incominciò a ringhiare saltando al collo di lui e avvicinandosi al suo orecchio imitando il verso di un lupo.
"Stai reagendo piuttosto bene noto, non ti faccio schifo, non pensi che io sia malato" Lei si stacco da lui e gli diede uno schiaffo sulla spalla “Ti faccio diventare io malato! Che cavolo vuol dire che sei malato perché ti piacciono i ragazzi, tu non sei malato, sei scemo perché pensi questo” lo guardò fece un respiro profondo e disse "Giudicare una persona dai propri gusti è come giudicare una persona per il sangue, totalmente idiota e inutile ma la gente lo fa, la gente è idiota! Ma no idiota tipo Kevin che urla piange e sbava addosso alla gente come se fosse un cucciolo da accudire e tanto grande e grosso, ma idiota del tipo Michele e i suoi scagnozzi che sono viscidi!”  e poi lo abbracciò lui la strinse a sé e lei approfitto per darli un bacio sulla guancia.
“Ottimo discorso ragazzina!” Anna e Nicola saltarono spaventati, il professore Davis gli stava guardando con un sorrisetto.
“Professore, non si spiano le conversazioni private!”
“Io non ho spiato niente stavo seduto a un metro da voi ma non mi avete visto!” disse lui con ovvietà, Nicola aveva la faccia dello stesso colore dei capelli.
“Sai ragazzo, un’amica che dice cose del genere dovresti tenertela stretta, come io mi tengo stretto la preside, dato che fa discorsi simili alla signorina Black!”
Entrambi i ragazzi lo guardarono confusi, Nicola ancora rosso in faccia non riusciva a dire una parola quindi Anna decise di dare sfogo ai suoi pensieri “è gay anche lei professore?”
“Certo che non si capisce?” disse ridendo
“Diciamo che sono sposato no legalmente ma nell’86 io e il mio compagno siamo andati in Francia e c’era un pastore protestante che ci ha fatto una specie di Rito dell’amicizia simile e un matrimonio*”
“Waoo, e suo marito com’è? Bello?” chiese Anna ammiccando
Il professore rise “Si mio marito è molto bello, comunque Nicola se hai bisogno di parlare con qualcuno che ha vissuto la tua situazione puoi parlarne con me, senza alcun problema, ma penso che la signorina Black sarà un ottima confidente e amica”
“Ehm grazie professore” rispose Nicola impacciato
Il professore salutò e se ne andò facendo l’occhiolino ad Anna. 
“Tu lo sapevi?” chiese lei
“Ehm no, lo sospettavo ma non ne sapevo niente!”
“Ecco perché ti piacciono le sue camicie sei l’unico a cui piacciono, è una specie di solidarietà tra gay?” Rise lei
“Che fai mi prendi in giro”
“Certo che si, scusa ma è da un po’ che non prendo in giro qualcuno sai Kevin è sempre occupato” disse lei tranquilla
“Sei una pazza!”
“Comunque  quando lo dirai agli altri?”
“Non sono pronto Anna, io non voglio”
“Hai paura che si allontanino? E per questo che li eviti?” chiese lei preoccupata
“Si, un po’, ti ho detto come la pensa la gente” disse lui triste
“Si, ma loro sono tuoi amici e ti accetteranno così come sei, se non lo faranno finiranno giù dalla scogliera semplice” disse lei ghignando
“Perché vuoi buttare tutti giù dalla scogliera?” chiese ridendo
“Boh sarebbe bello vedere il corpo di qualcuno scontrarsi diverse volte contro gli scogli!” rise lei
“Tu la famiglia Addams non la vedrai più lo dirò ad Anthony!”
“Noooo dai ti prego! Mi piace troppo!”
“Non se ne parla proprio! Tu diventi pericolosa!” disse lui rimproverandola
“Nah, io scherzo soltanto , comunque tornando a te, come l’hai capito che prediligi i maschietti?”
“Ho conosciuto un ragazzo, tornato a casa abita nella mia via” disse lui facendo spallucce
“Eh? Dai continua, non farti tirare a forza le parole dalla bocca!” disse lei scuotendolo
“Beh siamo stati un po’ insieme e mi ha baciato, a me piace parecchio, è successo dopo capodanno” disse lui pensieroso
“Wao! Hai una foto?” chiese lei curiosa
“Si, te la mostrò dopo va bene?”
“Perfetto, intanto racconta dall’inizio”
“Va bene”
 

Note dell’autrice
*La storia del Pastore protestante in Francia è vera fu uno dei primi matrimoni omosessuale avvenuti non legalmente (Ho fatto una ricerca XD)
Dovevo mettere un ragazzo gay in crisi con il mondo! E in special modo, come reagisce Anna che pur non sapendo cosa vuol dire gay, lo trova normale come cosa, così come dovrebbe essere
 “Ti faccio diventare io malato! Che cavolo vuol dire che sei malato perché ti piacciono i ragazzi, tu non sei malato, sei scemo perché pensi questo” spero che nessuno se la sia presa per questa frase ma dovevo inserirla perché è una mia frase detta al mio migliore amico quando pensava di essere malato per la sua omosessualità comunque ho fatto reagire Anna con molta più calma di quanto ne abbia avuto io in quel episodio. Quando ho fatto leggere a lui il pezzo mi ha detto che bello sembriamo io e te che libro è?  Gli ho detto che era la mia FF ed ha apprezzato e si è messo a ridere!
Le dinamiche nel gruppo sono cambiate, c’è tensione. La risolveranno? Ah staremo a vedere... In questo capitolo non ho dato per niente spazio ad Anthony ma è stato presente per un bel po’ dovevo concentrarmi un po’ su Diego!

  

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Capitolo 17
*** Lo scoppio ***


Capitolo 17 Lo scoppio

“Oggi ci occuperemo di un gruppo di Asticelli” Paolo saltellava allegro
“Sono i tuoi animali preferiti no?” gli chiese Anna ridendo
“Si, si io li adoro!”
“Bah non capisco perché” disse Vincenzo con uno sbuffo
“Sono adorabili!” esclamò Paolo guardandolo male
“Appunto, io preferisco altri tipi di animali”
“Quelli pericolosi no? Tipo non so un drago? ” disse Anna con ovvietà sapendo i gusti dei gemelli, a Paolo piacevano gli animali di cui si doveva prendere cura, a Vincenzo quelli che doveva domare, prima o poi avrebbe realizzato il suo sogno di poter toccare un drago, lui non vedeva l’ora, Paolo invece era un po’ intimorito a riguardo
“I draghi sono magnifichi!” gridò Vincenzo con vemenza
“Se vuoi finire tutto bruciacchiato allora si!” disse Paolo ridendo immaginandosi il fratello sporco di fuliggine  con i capelli bruciacchiati e avvolto dal fumo.
“Io vorrei tanto vedere un ippogrifo, sono veramente regali come animali, nobili!”
“Pericolosi anche quelli!” disse Paolo ridendo
“No, dai basta un inchino e poi sono tuoi!” disse con tono da saggio Vincenzo
 Finalmente arrivarono al campo vicino al boschetto, dove trovarono il professore Mango con altri studenti che partecipavano al club.
Felici tutti e tre incominciarono a mettersi al lavoro per accudire gli Asticelli.
La situazione sembrava essere migliore, Anna e i gemelli ridevano e scherzavano, non c’era tensione con loro due,  i ragazzi se ne erano resi conto e pensavano che il problema a quanto pare dovesse essere Diego.
Erano le sette di sera, quando andarono al capanno a mettere in ordine il materiale chiacchieravano del più e del meno, erano rimasti solo loro tre a sistemare, gli altri e il professore erano andati via.
“Quindi quest’anno niente club di danza?” Chiese Anna
“Oh, no io ero veramente negato!” rispose Paolo con una smorfia
“Io ero bravo invece!” esclamò Vincenzo convinto.
“Scusa e allora perché non continui solo tu?”
I gemelli si guardarono orripilati
“Beh potete fare cose distinte siete gemelli no siamesi!” esclamò lei ridendo “Pensateci su!”
“Ehm al dire il vero i vorrei provare con il club di pittura” disse Paolo incerto
“Bleah io odio disegnare!” fece una smorfia disgustata Vincenzo
“Beh allora è deciso Vincenzo continua il club di danza, Paolo va a quello di pittura, penso sia il momento che facciate qualcosa di separato” esclamò lei entusiasma
Loro fecero per riflettere, lei li guardava attenta sorridendo sotto i baffi, a un certo punto si fermò sgranando gli occhi inizialmente e poi assottigliandoli.
Era come se il suo stomaco si stesse attorcigliando su se stesso. Rimase ferma immobile, tutto era sparito davanti a ciò che stava guardando, sembrasse come se fosse passata un eternità in quel attimo in cui l’aveva visto.
“Anna, ci sei?” chiese Vincenzo spingendole il braccio
“Chi guarda? Ohh” esclamò Paolo sconvolto davanti alla scena
“Ma quello non è Dieggggg---“ Vincenzo stava per urlare e Paolo gli tappò la bocca improvvisamente dicendo “shh” vicino all’orecchio del fratello per poi tornare a guardare Anna ancora immobile. Paolo prese entrambi per le mani e li trascinò dietro il capanno.
Lei si appoggio al muretto, lì vicino destandosi dallo shock iniziale, Paolo la guardava preoccupato, Vincenzo era ammutolito per la prima volta in vita sua.
“Forse non è come sembra” cercò di dire Paolo
Vicenzo sembrò ritrovare le parole e disse gesticolando “Non è come sembra!!! Diego e una ragazza si stavano baciando!” era sconvolto “Vincè un po’ di tatto no?” rispose il fratello lanciando un’occhiata ad Anna che era poggiata al muretto e li guardava stupita.
“Ehm Anna tutto ok?” chiese poi
“Si certo! Perché non dovrebbe essere ok? Va tutto bene! Forse dovremmo andare, ho una fame! Voi non avete fame? Io tanto ho mangiato pochissimo a pranzo” Disse lei velocissima, parlando a macchinetta con il nervoso nelle parole.
I due ragazzi si guardarono entrambi non sapendo cosa fare nel panico avevano bisogno di Nicola lui sapeva sempre cosa fare.  “Ehm si forse è meglio Kev e Nic si staranno chiedendo dove siamo finiti” disse Paolo
“Andiamo su, su muoveteviiiii andiamo da Nic e Kev!!!!” la sua voce era squillante e nervosa, voleva scappare da quel posto, aveva già visto Diego parlare con quella ragazza in una stanza ma un fatto era parlare un altro era vederlo baciarsi con una. 
Cammino come se stesse marciando verso l’entrata della scuola.
 
Dopo essersi cambiati e puliti si trovarono tutti al solito tavolo per cenare, quella sera con loro c’era anche Alessiuccia, che imboccava Kevin, Anna che di solito l’avrebbe preso in giro ridendo con i gemelli, quella sera era intenta a maciullare con la forchetta il suo pasticcio di carne di cui non stava rimanendo nulla ma solo minuscoli pezzi. I gemelli la guardavano preoccupati pensando che prima o poi sarebbe esplosa, non l’avevano mai vista così nervosa.  Nicola che dopo essersi confidato  con Anna ed essersi confidato stava molto meglio seguiva la scena non capendo guardando  i gemelli con far interrogativo.
Diego che si era accorto del nervosismo di Anna decise di parlare d’istinto “Com’è andato il club di cura oggi?”
Silenzio.
Ci fu uno scambio di sguardi tra Paolo e Vincenzo di notevole disagio.
Anna alzò gli occhi dal piatto guardando Diego con gli occhi ridotti a due fessure minuscole, prese un boccone della poltiglia che aveva nel piatto e poi uscì dalla sua bocca un suono soffocato simile a un grngn.
“Ci siamo presi cura degli asticelli!” disse Vicenzo con voce leggermente stridula
“è stato interessante? Ti sono piaciuti Anna?” Diego provò a rivolgersi alla ragazza di nuovo
“Siiii interessantissimi, tutto molto nuovo! Mi sono divertita tantissimoooo” disse tra i denti con uno sguardo parecchio incazzato, cercando di sorridere, non riuscendoci granché dato che il suo sorriso inquietava parecchio. “Cosa ha che non va?” sussurrò Alessia all’orecchio di Kevin
“Ehm non lo so ma fa paura oggi, più del solito” disse Kevin sconvolto.
“Mi sa che lo ammazza” sussurrò Vincenzo all’orecchio del fratello.
“Mi fa piacere, che tu ti sia divertita” disse Diego con tono leggermente preoccupato
“Anche a me” e poi prese un pezzo di cibo con forchetta con troppa violenza facendo si che il pezzo arrivasse in faccia a Paolo che era alla sua destra.
“ehm grazie” disse Paolo a disagio togliendosi i pezzetti di carne da sul naso
“Io non ho più fame! Scusate sono stanca vado via!” si alzò di scatto e andò via a passo di marcia.
“Che le è successo?” chiese Diego ai gemelli
“Nullaaaaa” si erano appena guardati e avevano deciso di mentire
“Nulla? Sembra che stia per uccidere qualcuno!” esclamò Alessia impaurita.
 “Ha ragione l’amore mio!” disse Kevin
“Che gli avete fatto?” chiese invece Diego con fare inquisitorio
“Noi niente!” dissero loro sottolineando la parola noi
“Allora chi?” chiese lui
“Ehm, non sta a noi dirtelo!” urlò Paolo guardando poi Nicola che stava zitto
ed osservava il tutto.
“Perché hai guardato lui? Tu sai qualcosa!” Diego si rivolse a Nicola guardandolo male
“Io, non so niente, ieri stava normale oggi non l’ho vista. Stai accusando tutti non è che hai fatto tu qualcosa che non dovevi?”
“Io non ho fatto nulla” disse alzando le mani a modo di difesa, e i gemelli si scambiarono un’occhiata, Paolo preoccupato e Vincenzo ghignando.
“A parte ignorarla, si non hai fatto nulla di male” disse Nicola come se fosse cosa da nulla. Diego fece per ribattere ma fu azzittito da Kevin “Per favore se dovete discutere fatelo in dormitorio, no a cena dove ci guardano tutti” annuirono tutti
Alessia invece guardava senza capire cosa stesse succedendo, confusa.
 
Foot stava seduto sul letto e Anna faceva avanti e dietro per la stanza. “Ma ti rendi conto? Non mi rivolge la parola da prima che io partissi, scrive due lettere in croce e ora mi chiede com’è andata al club!”  urlava e il gatto la guardava muovendo la testa
“Quello stupido! Idiota! Imbecille!” continuava camminare e urlare.
“Ahhhh che cosa devo fareeeee Foot! Si stava baciando! Baciando con una!!!”  Anna prese il gatto tra le mani alzandolo vicino alla faccia e lo guardava in cerca di una risposta, e naturalmente il gatto fece “miaooo”
“Che vuol dire miao??? Miao non è una risposta! Cosa devo fare!!”
“Perché parli con il gatto urlando?” chiese una voce vicino alla porta, lei si girò di scatto spaventata  “Oh sei tu, che fai qui?” chiese isterica guardandosi intorno stringendo il gatto”
“Ti ho visto lasciare la sala sembravi turbata”
“Ehm io sto bene Anthony tranquillo!” la sua voce era stridula, lasciò il gatto sul letto
“Oh si, ci credo sei qui in panicata che parli con un gatto con una voce stridula, tutto normale!” esclamò scuotendo la testa
“Ehm, tu non dovresti essere qui, se ti vede Ambra poi mi tocca sopportarmela”
“Con Ambra me la vedo io” disse lui come se fosse cosa da niente e avvicinandosi a lei, Anna fece due passi indietro scontrandosi con il bordo del letto “Io, ehm , va tutto benone!”
“C’entra Diego eh?”
“Tu come lo sai??” chiese lei con lui sempre più vicino 
“Perché diventi strana quando hai problemi con lui”
“Non è vero!” disse lei suonando veramente falsa
“Ti si legge in faccia che menti. Mi dici che è successo? Sembri veramente un misto tra sconvolta e arrabbiata”
“Perché t’interessa tanto?” chiese lei dubbiosa
“Perché mi sei stata accanto in un brutto periodo e tutt’ora il nostro rapporto non è più pessimo come prima, anche se ti costa ammetterlo, tu ci tieni a me come io a te”
Lei era ammutolita e lui era veramente fin troppo vicino a sul viso
“Che c’è hai perso la parola strana come cosa” disse lui prendendo una ciocca dei suoi capelli per sistemarla dietro il suo orecchio fissandola negli occhi intensamente.
Quel gesto le ricordò Diego lui le aggiustava sempre i capelli.
“Anthony lasciami! Voglio stare sola!”
“Anche io volevo stare solo quando stavamo a casa, ma tu non mi hai lasciato”
“Era diverso era morta tua mamma questa è un’altra cosa”
“è comunque un qualcosa che ti fa male” puntualizzo lui non staccando gli occhi da lei.
“Si ma non voglio parlarne con te vai via ti prego.” Il suo tono era quasi supplice, aveva gli occhi come se stesse per piangere e incominciava a vedere sfocato.
Lui notando ciò la prese e la strinse a se.
E lei scoppiò in lacrime, ormai troppo stanca per trattenere il tutto.  Le faceva male, fino a qualche giorno fa non si era mai posta il problema di Diego, ma ora era come se tutto stesse esplodendo l’immagine di lui che baciava quella ragazza , le faceva male, troppo male.
“Diego si è fidanzato no?” chiese lui al suo orecchio
“Si,” furono le parole che uscirono dalla sua bocca senza neanche accorgersene, provò a staccarsi da quell’abbraccio lui la lasciò fare solo per poterla guardare in viso con le dita le asciugò le lacrime e poi appoggiò una mano sulla sua guancia con fare delicato “Sai forse non è destino per te stare con lui, forse il tuo destino è con un altro” disse lui avvicinandosi alle sue labbra, lei si scosto prima dell’impatto come se qualcuno le avesse dato la scarica elettrica.
“Io,…no , che stai facendo? ” balbetto lei provandosi a scostare sempre più, ma era bloccata dal letto dietro di lei
“Io, ti faccio vedere che può esserci un altro nel tuo destino che non sia lui.”
“E saresti tu? Perché?” disse lei sconvolta
“Perché io ci tengo a te, come tu a me, potremmo essere felici insieme, io potrei renderti felice.”
“No.” Disse secca lei “A me piace lui, non voglio te, vattene!”
“Sei solo confusa! Se solo tu mi dessi una chance io potrei dimostrarti quanto ci tengo!” aveva perso per un attimo il suo contegno
“Ma io non voglio, non voglio dartela. Ho appena realizzato che mi piace lui e basta.”
“Si ma a lui tu non piaci, o non saresti così o non ti ignorerebbe da settimane.”
“Non mi importa preferisco stare sola, non voglio te Anthony, io e te non siamo neanche amici andiamo solo cordialmente d’accordo ultimamente, non ti vedo più come un nemico ma non riesco a vederti neanche come un amico figurati come il mio fidanzato, DOVRESTI METTERTI CON AMBRA!”  urlava in preda al panico
“Vuoi che mi metto con Ambra?” chiese lui con voce indurita
“Si!”
“Perfetto, allora se vuoi così sarà fatto” disse lui acido scostandosi e uscendo sbattendo la porta.
Lei si butto sul letto e incominciò a piangere.
Lui incominciò a camminare provando a riflettere sul tutto.
 
Entrati in dormitorio dopo cena, Diego per ultimo sbattè la porta.
“Vuoi dirmi qual è il tuo problema?” urlò contro Nicola
“Il mio problema? Io non ho problemi” rispose lui, in tono pacato sedendosi sul letto
“Invece si! Ce l’hai con me per qualche assurdo motivo!”  Diego era di  fronte a lui in piedi con le braccia incrociate al petto
“Io  non ce l’ho con te, non mi piacciono i tuoi comportamenti nei confronti di Anna.” Disse lui, con tutta la calma di questo mondo
“Comportamenti, io non sto facendo niente!” continuava ad urlare
“La eviti, e lei ci sta male, aveva bisogno di te e le hai scritto si e no due righe durante il natale, dicevi che non ti saresti allontanato da lei e invece la eviti sempre e sparisci con chissà chi”
“Non aveva bisogno di me, lei ormai ha il grande Nicola, colui che capisce sempre tutto, che crede di sapere sempre tutto!” urlò lui
“Il tuo problema è che si è legata a me? Fino all’anno scorso cercavi di inserirla nel gruppo ora invece non ti va bene se qualcuno sia troppo suo amico. Non è un oggetto Diego, non puoi fare sempre ciò che vuoi con lei e ti stai comportando male.”
Diego stava zitto non sapeva come rispondere poi disse la solita scusa
“Le sto lasciando il suo spazio!”
“Beh non so se l’hai capito ma lei non vuole questo, se solo fossi onesto smetteresti di farle del male inutilmente, se solo ammetteresti a te stesso cosa provi andrebbe meglio! Ha passato l’inferno e tu le stai complicando le cose.” Disse lui incominciando a scaldarsi.
“Ti ho detto che non provo quello che pensi tu per lei! Smettila di ripeterlo!”
“E allora perché scappi da lei? Perché la eviti, perché sembra che tu mi voglia morto ogni volta che mi vedi vicino a lei!”
“Perché è piccola e tu non puoi stare con lei!”
“Io  non sto con lei smettila di pensarlo, e non è piccola!”
“A me sembra il contrario e anche agli altri!” disse guardando gli altri
“Non metterci in mezzo!” urlò Paolo isterico
“Non dire che la pensiamo come te, tu non ci leggi nella mente”  continuo per suo fratello Vincenzo
“Non pensiamo che Nic e Anna stiano insieme, a Nic non piace Anna in quel senso questa è un’idea tua non veritiera, solo perché sei geloso!”  Kevin decise di prendere le parti di Nicola
“Ah beh noto che siete tutti contro me, e sono io il matto”
“Non sei matto, sei solo vigliacco” Disse Nicola
“Ripetilo se hai il coraggio! Io non sono vigliacco!” Diego si stava avvicinando a Nicola, e Kevin in quel frangente si mise in mezzo e qualcuno bussò alla porta, un paio di volte, ci fu uno scambio di sguardi e Paolo alla fine andò ad aprire.
Si trovò d’avanti a se Anthony “Ehm Nicola potrei parlarti un attimo?”
“No non può siamo occupati!” Ringhio contro di lui Diego
“Beh qualunque cosa sia, penso che possa anche aspettare” disse sprezzante
“Senti bamboccio non è aria perché non te ne vai!”
“Perché sono qui per Anna”
“Che cavolo vuoi da Anna? Ora la chiami per nome non era Black qualche mese fa? Lei non è tua amica!” continuò a urlare pieno di rabbia Diego
“Da quel che ho capito stasera, non lo sei neanche più tu” disse Anthony impassibile ma con un leggero luccichio negli occhi
“Io sono suo amico tu non ne sai niente! Vattene!”
“Senti non sono venuto a parlare con te ma con Nicola”
“Diego smettila di aggredire tutti solo perché hai deciso di comportarti da idiota, Anthony esco e ne parliamo fuori”
“NO, ne parla qua dentro se ha fatto qualcosa ad Anna lo dirà davanti a tutti.”
Anthony sbuffo e guardò Nicola.
“Diego, vuole parlare con me smettila!” e fece per uscire ma fu bloccato per un braccio
“Senti coso, io non ho fatto nulla ad Anna, a differenza tua ci tengo a lei e non ho paura di dirlo.” Disse schietto Anthony, non era da lui parlare con quel tono arrogante  alla gente ma quel Diego proprio non lo sopportava, non capiva cosa Anna ci vedesse in lui, era scemo, la ignorava e la faceva soffrire.
“Tu che ci tieni a lei! Ma per favore non vi sopportate! E io non ho paura di niente” disse con una risata amara e finta Diego
“Diego non parlare di cose che non sai, tu non sai come sono i loro rapporti, sai com’è non ci sei stato per lei in  questi ultimi giorni, non prendertela con Anthony se ti gira male e ora lasciami il braccio” disse secco
“Lo difendi? Difendi lui e no me?”
“Si perché io conosco la storia, e so come sono i loro rapporti, e si mi dispiace doverti dire che c’è anche Anthony che tiene ad Anna, e statti sicuro che anche lei ci tiene a lui”  Diego si staccò da lui come scottato
“Anna non lo sopporta”  disse lui come a convincersi
“Le cose possono cambiare, prima tu e lei eravate legatissimi, e ora siete distanti anni luce, non sai nulla di quello che le è successo ultimamente e la colpa non è di Anna, ma tua”  si staccò da Diego e lo lasciò lì fermo e immobile per raggiungere Anthony e andare a parlare.
 
“Scusami per la discussione, Diego sta un po’ esagerando stasera”
“è un idiota e un pallone gonfiato, non capisco come sia possibile che possa piacere ad Anna” disse lui con un alzata di spalle
“Mmmh, di cosa mi volevi parlare.”
“Giusto, Anna è in camera sua a piangere, a quanto pare il tuo amico idiota si è fidanzato e lei lo sa, e non sta reagendo bene, e io non posso fare nulla per lei.” Disse secco
“Cosa? Diego si è fidanzato? Tu come lo sai?”
“Non ne sapete niente? Beh sta in giro con una bionda a baciarsi e non l’avete mai visto, strano, ma  Anna l’avrà scoperto.”
“Ah, lei sta male per questo?”
“A quanto pare” disse lui sempre apatico ma con gli occhi tristi
“Ci parlo domani, ora è tardi c’è il coprifuoco, dovresti andare anche tu, grazie per avermelo detto ci penso io.”
“Ok, non mi andava che stava sola, ah te lo dico io perché non so se lei te lo dirà, ma diciamo che mi sono dichiarato ed ho provato a baciarla, non ha reagito bene.”
Nicola impallidì “Ehm, Tu come stai?”
“Io, penso che mi metterò con Ambra, Anna vuole così, sto bene sapevo che non ricambiava, non ha mai ricambiato, ma dovevo provarci non sono Idiota come l’amico tuo.” Disse orgoglioso
“Senti, se ne vuoi parlare con me possiamo non so vederci domani.”
“Grazie per l’offerta, sei l’unico che mi sta simpatico del suo gruppo, ma sei suo amico, no il mio. E penso che per me sia il momento di staccarmi da lei, passerà non dico del tutto ma forse un po’ si. Non è un problema so che ci tiene a me, no come vorrei io ma è così.”
“Si lei ci tiene io lo so, ma non significa che se sono suo amico non posso esserlo anche per te.”
“Invece si perché lei ha bisogno di te, e potrebbe reagire male se diventassimo amici, ora vado grazie per prenderti cura di lei.” E con un segno della testa si voltò ed andò via.
 
Rientrò in camera facendo un grande sospiro.
“Che voleva quel moccioso?” chiese subito Diego
“Diego, era una confidenza privata, sai forse dovresti parlare con Anna se vuoi sapere come stanno le cose, o dovresti essere sincero con noi e dirci come stanno le tue di cose.”
“Ti ho detto che non mi piace in quel senso”
“Ok Diego ti credo, e dato che non ti piace in quel senso per favore evita di sentirti preso in causa ogni qualvolta che qualcuno si avvicini a lei, smettila ti prego di pensare che io stia con lei e di avercela con me, quando io sono solo suo amico.”
“Dimostrami che non sei interessato a lei allora!” disse lui a sfidarlo
Nicola era stufo veramente stufo.
“E come sentiamo? Trovandomi una bella bionda e nascondendola agli amici?” lo guardò con aria di sfida, la rabbia stava per prendere il sopravvento
“Io cosa?”
“Lo sai anche tu?” chiese Vincenzo e Paolo gli dette una gomitata “Shh zitto scemo”
Nicola guardò entrambi “Voi da quanto lo sapete?”
“Da oggi dopo il cljfob? Non riuscì a finire la frase perché Paolo gli era saltato addosso coprendoli la bocca “sta zitto!!!” 
“C’era Anna con voi?” assottiglio lo sguardo
“Noi non sappiamo niente, non ne vogliamo sapere niente, non c’entriamo niente!!!” Paolo era nel panico
“Lo prendo per un si” disse lui a denti stretti
“Ma di che state parlando?” chiese Kevin confusissimo  
“Oh perché non lo chiedi a tuo cugino  è lui che ha i segreti”
“Diego?” Kev era sempre più confuso
“Io non sono l’unico, li hai anche tu! Sparisci da quando siamo tornati eviti tutti noi! Stai sempre con Anna, ma neghi, neghi e neghi tutto”
“Diego hai rotto, vuoi sapere perché vi evito? Lo vuoi veramente sapere? Non è per Anna e ti sbagli su noi due, a me non può piacere lei né ora né mai! Perché sono fottutamente GAY! Ecco perché vi evito!”
Silenzio.
Quindi Nicola ricominciò a parlare preso dalla rabbia di quel momento “Sei tu che stai sbagliando, tu mi accusi per Anna perché hai questa gelosia innata nei suoi confronti, quindi vorresti averla per te ma non lo ammetti e per sfuggire alla tua cotta te ne vai in giro a baciare una bionda,  lei ti ha visto! E tu lo sai che ha paura che la gente l’abbandoni anche se non lo ammetterà mai! Sta male perché tu ti sei allontanato. Diego hai rotto!” e gli sferrò un pugno sul naso, Diego cadde a terra lui appellò il suo pigiama e se ne andò.
 
Bussò alla porta del dormitorio femminile e si trovò davanti Ambra “Anna dov’è?”
Lei indicò il letto senza dire una parola.
Lui entrò “Andiamo dormiamo in saletta, predi gatto e piumone” disse lui vicino al capezzale della ragazza che era con la faccia in mezzo al cuscino, lei alzò gli occhi passò il gatto e il piumone prese un’altra coperta e la bacchetta e si avviò fuori dal dormitorio con lui.
Appena chiusa la porta il vociferare delle sue compagne riempì la stanza.
Si misero nella stanzetta del primo anno, Nicola fece un incantesimo estendibile al divano mentre Anna era ferma e zitta con il gatto in braccio che osservava con gli occhi arrossati.
Lui pose le coperte sul divano e le fece segno di sdraiarsi  vicino a lui.
“Ho litigato con Diego, gli ho tirato un pugno, e ora sanno tutti che sono Gay” disse lui
“Diego si è fidanzato, ho una cotta per lui, sono gelosa e sto male”  disse lei
“Perfetto ne parliamo domani sono distrutto” disse lui stringendola
“Si, lo sono anche io buonanotte Nic”
“Notte Baby Girl”
 
Note dell’autrice
Che dire? Era ora che qualcuno tirasse un pugno a Diego è il classico quindicenne che prova dei sentimenti e cerca di fuggire da questi, facendo danni ad altri, Nicola è molto più maturo di lui, questo perché sua madre se nè andata e quindi ha dovuto badare ai suoi fratelli e crescere più velocemente.
Anna ammette subito la sua cotta, anche se fino a qualche giorno prima non si poneva domande, lei non è la tipa che nega, quindi direbbe tranquillamente qualunque cosa che le passa per la testa senza soffermarsi su, quando si sofferma poi tende a scappare perché ha paura di essere abbandonata, cosa abbastanza normale dato che non ha una madre e pensa che il padre l’abbia abbandonata, e gli zii le ricordano in continuazione di quanto sia sbagliata.  Da quando sta con Nicola tende ad affrontare di più le cose, ma con Diego lei scappa non lo affronta perché perdere lui vuol dire perdere troppo e lo sa.
Anthony si è stancato di non dire ciò che prova e pensava che forse avrebbe avuto più possibilità dicendo tutto, ma in cuor suo sa che Anna non lo ricambia l’ha osservata sempre e sapeva che lei ha occhi solo per Diego, osservando Anna ha osservato Diego quindi l’aveva beccato con la Bionda che sarebbe Anastasia.
I gemelli non vogliono intromettersi, Paolo perché è troppo sensibile e va in ansia, Vincenzo va in ansia per il fratello invece, ma è molto meno riflessivo e quindi parla senza pensarci.
Kev è preso per via fidanzata e poi Diego è sempre suo cugino non riesce a inserirsi nelle discussioni anche perché dovrebbe poi litigare con lui e non l’ha mai fatto. Kev è allegro spensierato, e non vuole stare in mezzo ai problemi.
Penso sia tutto! L’esame è andato bene! Quindi eccomi a pubblicare!

 
 
 

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Capitolo 18
*** Di nuovo amici o quasi ***


Cap 18 Di nuovo amici o quasi

Silenzio aleggiava nella stanza, Kevin si avvicinò al cugino per aiutarlo.
“Non ho bisogno di una mano! Lasciami”
“Smettila di fare l’antipatico fatti aiutare, ti sta uscendo il sangue dal naso”  disse Kevin continuando ad aiutarlo anche se lui cercava di scostarsi
Paolo si avvicinò a lui con la bacchetta, “Stai fermo che faccio finire l’emorragia!” puntò la bacchetta verso il suo naso e disse l’incantesimo.
“Ora va meglio?” chiese poi
“No, va uno schifo!” rispose avviandosi verso il bagno per potersi pulire dal sangue  sbattendosi la porta alle spalle.
“Che facciamo ora?” chiese Vincenzo a disagio
“Ah, boh!” esclamò Kev
“Gli facciamo fare pace!” ripose Paolo con ovvietà guardando i due in malo modo
“Io non voglio immischiarmi” disse Kevin “Non mi piacciono i litigi, odio quando litigano mi fanno pensare ai miei genitori e a quando ero piccolo” disse Kev sedendosi a terra pensieroso, i suoi erano separati da ormai cinque anni, ricordava solo litigate, e mai un momento felice anche prima della separazione, i suoi litigavano sempre, ne soffriva molto, prima di arrivare a scuola era un ragazzino molto solo si chiudeva in camera, quando stava con Diego, faceva finta di nulla dimostrando di essere invece allegro e spensierato, fare l’idiota, comportarsi con leggerezza lo aiutava a non pensare a quanto gli avesse fatto male la sua famiglia. Quindi ogni volta che c’erano problemi preferiva non immischiarsi e far finta di nulla. Odia i problemi.
“Non possiamo non fare niente! Dobbiamo trovare Nic!” disse Paolo
“Sarà da Anna sicuramente, forse è  meglio domani, anche perché ha appena sganciato una bomba!” Vincenzo lo guardava molto indeciso, Vincenzo non sapeva bene cosa pensare a riguardo
“Diego esci dal bagno! Dobbiamo parlare di Nicola” disse Paolo ignorando il fratello e volendo risolvere la situazione, di solito a quello pensava Nic ma era scappato, se non c’era Nic ci pensava Diego ma era diventato idiota dall’inizio dell’anno quindi non si poteva far affidamento su di lui ormai. E il fratello e Kevin non erano pronti a quel tipo di azioni, erano più i tipi che scherzavano e ridevano facendo finta di nulla aspettando che qualcun altro aggiustate tutto, o succedesse magicamente. Quindi era rimasto solo a lui il compito il ingrato di dover aggiustare le cose.
Sbattè la mano alla porta, per richiamare l’attenzione di Diego.
“Un attimo!” urlò da dentro il bagno, era seduto sul Wc chiuso, cercando di pensare, si stava dando dello stupido, tutta quella gelosia, insensata le accuse, Nic l’aveva appena sconvolto con quella rivelazione, non sapeva come sentirsi a riguardo, a parte il sentirsi uno stupido. Non lo aveva mai visto così incazzato in vita sua, Nic non era neanche un tipo violento. Tirò su con il naso, era tutta colpa sua, aveva perso Anna e ora anche il suo migliore amico. 
Era geloso, troppo, si era sentito uno schifo negli ultimi mesi avendo visto, la vicinanza di Anna e Nic, non sopportava quel comportamento, e poi si sentiva in colpa per provare tutto quel odio.  Aveva provato a distrarsi con Anastasia, quando stava con lei non pensava molto, era troppo occupato a pomiciare ovunque, e Anastasia non era la tipa da fare domande e preoccuparsi per qualcosa, ed era anche piuttosto stupida ed oca. Era solo un passatempo per non pensare alla sua gelosia.
Strinse i pugni, era un vero idiota.
“Esci o no?” richiese Paolo fermo davanti la porta chiusa aspettando una qualche risposta.
Lui uscì dal bagno “Ha ragione Nicola sono un idiota!” e si sedette a terra vicino a Kev
“Si lo sei” disse lui triste “Quando vedo te e Nic litigare è come vedere i miei genitori” continuò a dire
“Oh, ecco ora si che mi sento di più una merda!” esclamò Diego sospirando
“Beh poiché hai capito che sei stato Idiota come ci comportiamo con Nic, dovremmo parlargli?” chiese Paolo sedendosi anche lui a terra
“Mmh  Spero non sia innamorato di nessuno di noi” disse Vincenzo dubbioso
 “L’importante è che nessuno di noi si innamori di Anna” disse Kevin guardando il cugino
“No ti prego non ricominciamo, Diego ha la sua bella Bionda!” disse Paolo cercando di evitare l’argomento Anna, provando a fare un po’ di ilarità
“Voi come lo sapete?” chiese Diego invece, pensava di essere stato attento a non farsi vedere, anche se era difficile dato che la ragazza gli saltava al collo ogni volta che lo trovava e lo spingeva in qualche classe o in qualche angolo buio.
“Ti abbiamo visto dopo il club”  rispose Paolo maledicendosi perché sicuramente l’amico avrebbe chiesto di Anna
“Ah, lei mi ha visto?” chiese timoroso
Vincenzo e Paolo si guardarono come a trovare qualcosa da dire ma nulla quindi Vincenzo decise di dire la verità “Si, non ha reagito molto bene, come a cena era nervosa per quello, forse dovresti parlarle”
“Dobbiamo parlare prima con Nic! No perché Anna non sia importante, ma Nic penso stia peggio” esclamò Kevin “Voi che ne pensate del fatto che sia Gay?”
“mmh” i gemelli non sapevano che dire e ciò era una novità.
“Per me non è un problema” disse Diego
“Neanche per me! Più ragazze per noi!” disse Kev
“Ma se tu sei fidanzato! Alessiuccia dove la mettiamo?” Paolo lo guardava male
“Ah si giusto!” rise Kev
“Beh neanche per me, anche se sarà un po’ imbarazzante spogliarci” disse dubbioso Vincenzo
“A me non è mai sembrato che ci guardasse!” guardò con rimproverò il fratello per la frase appena detta
“mmh giusto quindi dobbiamo solo parlarne con lui, che dite Anna lo saprà?” disse Kevin grattandosi la testa “Perché se lo sa, e qualcuno di noi avrebbe da ridire su Nic penso ci ucciderebbe”
“Decisamente specie con la fissa che ha della famiglia Addams!!!” esclamò Vincenzo
“Ok, direi che domani parliamo tutti insieme a cuore aperto e risolviamo?” disse Paolo
“Forse dovremmo farlo ora tipo andare a cercarlo” Diego era pieno di sensi di colpa e si stava torturando i capelli, continuandoci a passarci una mano, spuntavano in tutte le direzioni come se avessero preso vita
“Sta con Anna, sicuramente, meglio lasciarli del tempo, e smettila di maltrattare i tuoi capelli” Kev gli prese una mano e le la fermò.
“Pensi che Anna possa aiutarlo non è il massimo della delicatezza” Vincenzo gli stava guardando con orrore
“Oh sì, è riuscita ad aiutare Anthony quando è morta la madre, e poi non so se vi ricordate l’anno scorso quando Kev si è fatto male, era diventata improvvisamente dolce con lui, lo teneva sempre d’occhio. Ci aveva anche minacciato di prenderci cura di lui!” esclamò Paolo
“Vi ha veramente minacciato per aiutarmi? Oh, io l’ho sempre detto che è tenerina!” esclamò Kevin estasiato “Mi ricordo, quando venne in infermeria mi abbraccio, aggiustava il mio cuscino, mi portava da mangiare, inizialmente avevo paura ma poi mi sono abituato, poi sono guarito e mi ha trattato di nuovo male” rise al ricordo
“Si è tenera, ma non penso ti convenga chiamarla tenerina penso che lei morda!” Vincenzo di stava rotolando a terra per le risate
“Quindi sta in buone mani Nic” Paolo annuiva con fare solenne
“Facciamo tutto domani mattina?” chiese Diego guardadoli uno a uno
“Si, forse direi di andare a letto ora!” urlo Paolo meno nervoso del solito alzando il fratello da terra.
“Ragazzi mi dispiace di essere stato un idiota.” Diego si era alzato in piedi e si stava torturando le mani
“Devi dirlo a Nicola no a noi, anche se le vostre litigate hanno influenzato il nostro umore, poveri noi incompresi ed esclusi!” fece per far finta di svenire addosso al cugino Kevin
“Per noi è tutto apposto!” dissero i gemelli guardandolo
“Ok, se lo dite voi, dai andiamo a dormire che è meglio” Diego scosto il cugino d’addosso e si mise a letto.
 
“Ehm, ehm” disse una voce
I due ragazzi dormivano tranquillamente senza accorgersi della presenza della stanza.
“Ragazzi!”urlò la voce, entrambi sobbalzavano
“Chi, cosa, perché?” disse Anna alzandosi sul letto in piedi e cercando la bacchetta.
“mhh che succede, che ore sono?” mugolava Nicola
“Perché siete a dormire qui?”chiese  la voce
“Ehm salve Preside!” urlò Anna
“La preside?” spalancò gli occhi Nicola
“E il professore Davis che sarei io!” disse il professore sorridendo
Anna si rimise a sedere guardando i due professori imbarazzata, sperando di non beccarsi una punizione.
 “Ripeto perché siete a dormire qui?” chiese la preside dando un colpetto al prof Davis per farlo star calmo
“Ehm, ho fatto coming out ieri e non volevo dormire nel mio dormitorio, e lei ha problemi d’amore!” disse indicando poi Anna
“Io non ho problemi d’amore! Non dire alla gente che ho problemi d’amore! Ho una reputazione da mandare avanti!”
“Ok mi sono sbagliato tu hai solo problemi seri al cervello!” disse lui ridendo
“Tu hai problemi seri! Non io scemo!” e gli tirò un cuscino
Il professore Davis tratteneva le risate a stento e la preside li guardava rassegnata
“Ragazzi!”
“Ehm ci scusi!” disse Anna riprendendo il cuscino
“Dai Geltrude, non hanno fatto nulla di male!”
“Per questa volta può passare, forse dovreste tornare nei vostri dormitori prima che si svegli tutta la scuola, non fatevi beccare dagli altri, o mi toccherà poi mettervi in punizione!” disse la preside tirando Davis per una mano e portandoselo via.
“è andata bene l’abbiamo passata liscia!” si riaccasciò sul divano la piccola
“Si dire di si, non ti rimettere a dormire! Hai sentito che ha detto non ci dobbiamo far beccare da nessuno, ho un piano ci andiamo a vestire e andiamo a fare colazione”
“La mensa è chiusa genio!” disse lei con ovvietà arricciando il naso “Mi prude il naso uffa! Grattami!”
“Oddio, la mattina tu non sei normale! Alzati andiamo nelle cucine e poi ci andiamo a nascondere da qualche parte, non so vicino alla scogliera”
“Negativo! Vicino la scogliera no! Non voglio rischiare che ti suicidi e che io vada in prigione per un crimine che non ho commesso!” disse lei grattandosi poi il naso su un cuscino come se fosse un cane
“Ok, niente scogliera! Vabbè alzati e vai a vestirti ci vediamo fra 20 minuti, sembri un cane così!”
“Bau!” disse lei per poi ridere, e lui la spinse giù dal divano “Ahia ahahahah” si lamentava ridendo poi ghignò si alzò leggermente con il busto e con una mano afferrò il braccio di Nicola per tirarlo giù. E tutti e due risero insieme.
 
“Chi racconta per primo? Tu no?” disse Anna versandosi del caffè in una tazzona
“Non è troppo quel caffè hai solo 12 anni”
“Quasi tredici fra un po’ di mesi! Non rompere e racconta!” disse lei sorseggiando dalla tazza
“No, fai prima tu!” disse lui imbronciato mangiando un biscotto
“Io non ho molto da raccontare, ho visto Diego baciarsi e mi sono innervosita, ed ho capito che mi piace tutto qui!” disse lei con un’alzata di spalle sbuffando
Alcuni elfi quelli che erano abituati a vedere la ragazza lì dentro si misero a sedere e ascoltavano incuriositi la conversazione
“Ah si proprio nulla di che, non stai raccontando tutto” disse lui guardandola come a dire vedi che lo so
Sbuffo arricciandosi una ciocca di capelli tra le dita nervosa.
“Anthony” disse lui con un ghigno
“Cosa sai?” lei lo guardò male
“So, ma voglio che me lo racconti tu.”
“è più importante il tuo di fatto che il mio!”
“Si ma io devo metabolizzare, quindi incomincia te”
“Sai essere così pesante a volte, uffa!” sbuffo prese un biscotto e lo addentò con rabbia e poi rassegnata incominciò a parlare, sapeva che se non lo avesse fatto per prima lei, Nic non le avrebbe mai detto nulla.
Fece un grande sforzo a dover ammettere come si fosse sentita a riguardo, lui la guardava teneramente, sembrava così vulnerabile e confusa.
“Ok, questo è tutto, tocca a te!” disse lei infine
“Aspetta dobbiamo parlarne meglio”
“No, non c’è niente da dire, e niente su cui ragionare, la situazione è questa io ho una cotta per Diego, lui bacia le bionde, Anthony si è dichiarato ma io ho detto di no, la soluzione è evitare tutti e due come si evita il Vaiolo di Drago. Punto e fine, della conversazione tocca a te.”
“Va bene, ti racconto tutto” disse rassegnato toccava a lui ora, e non poteva non dire nulla.
“Quindi sintetizzando, tu e Diego avete litigato di nuovo per me e ti avevo detto di non farlo, Anthony è venuto da te preoccupato per me, tu sei esploso ti sei dichiarato hai tirato un pugno a Diego e te ne sei andato senza aspettare che loro dicesserò qualcosa, ora sei in panico e pensi di non avere più i tuoi amici?” disse lei sintetizzando il tutto alla velocità della luce
“Si” rispose
“Ok, me la vedo io!” si alzò e lo lasciò lì dirigendosi a passo di marcia verso il dormitorio maschile.

Erano ancora tutti addormentati, Anna chiuse la porta dietro di lei per non far entrare Nicola, accese la luce e incominciò a urlare.
“SVEGLIATEVI DOBBIAMO PARLARE ORA!”
Kevin cadde dal letto attorcigliandosi nel piumone e sbattendo la testa al comodino, Vincenzo mugolò “No, dai Mamma altri cinque minuti” Paolo si mise la testa sotto il cuscino per via delle urla, e Diego si mise a sedere facendo un salto in aria e guardandola stupefatto.
Anna si avvicinò tra i due letti dei due gemelli e grido “Aguamenti, Aguamenti” prima a uno e poi all’altro.
“Sei impazzita!” gridò Vincenzo fradicio.
“No! Ho detto che dobbiamo parlare ORA!”  disse lei come una furia
Diego si alzò dal letto e si avvicinò a lei fiorandole il braccio con una mano lei saltò come se fosse stata fulminata e lo guardò fisso negli occhi, lui fece per avvicinarsi guardandola ma lei si scosto, non aveva pensato aveva deciso di andare in quella camera per sgridarli su Nicola, non aveva pensato che ci sarebbe stato anche lui. Ma non era il momento di pensarci, Nicola veniva prima.
“Siete tutti svegli?” disse freddamente mettendosi al centro della stanza con le mani sui fianchi e il viso serio.
“Si, sei entrata come un uragano era difficile non svegliarci” Disse Kevin che si stava rotolando a terra togliendosi il groviglio delle coperte in cui era intrappolato.
“Ok tutti in piedi!” disse lei come se fosse un comandate dell’esercito, Vincenzo la guardò male, e Paolo preoccupato
“ORA!”
I gemelli si alzarono subito e si misero davanti a lei Diego la guardava sconvolto aspettandosi il peggio, e Kevin lottava ancora con le coperte Anna a vederlo sbuffò punto la bacchetta verso di lui che spalancò gli occhi “No ti prego non farmi del male!!!” lei lo ignorò e disse “Relascio!” Le coperte si levarono di colpo lui fece un respiro di sollievo poi la guardò e lei lo stava fulminando con lo sguardo si alzò in piedi e si mise davanti agli amici tentennando.
Lei incominciò a fare avanti e dietro, per poi fermarsi di colpo.
“So, che sapete che Nicola è gay.” Disse velocemente poi li guardò a uno a uno
“Cosa ne pesate?” chiese, più che una domanda sembrava una minaccia come a dire se vi state facendo dei problemi morirete di una morte lenta e dolorosa.
Tutti guardarono Diego, che capì che toccava a lui parlare “Non abbiamo nessun problema a riguardo, volevamo cercarlo ieri sera ma abbiamo pensato che era meglio lasciarlo con te” disse lui leggermente in ansia
Lei annuì seria mosse la bacchetta verso la porta che si aprì e da cui apparve Nicola.
“Hanno detto che non hanno alcun problema, se mai mi avessero mentito e io lo venissi a scoprire, avranno una morte lenta e dolorosa.” Disse seria “Vado in biblioteca, tu rimani qui penso che sia il caso che parliate comunque.” E fece per andarsene
“Aspetta! Devo parlarti” disse Diego, facendola fermare di colpo, rimase di spalle e gli rispose “Ho da recuperare dei compiti, e poi non abbiamo niente da dirci, continua ad ignorarmi, lo preferisco.” Il suo tono era freddo e distaccato da far male Nicola la guardò male ma lei lo ignorò e lasciò la stanza.

Diego provò di tutto per avvicinare Anna ma ogni tentativo andò in fallimento, lei riusciva sempre a fuggirli, aveva chiesto anche aiuto a Nicola, dopo avergli chiesto scusa ed dopo essersi finalmente riappacificati, ma il ragazzo gli aveva detto che Anna non voleva sentire alcuna parola su Diego. Era in uno stato un po’ pessimo ma cercava di non farlo vedere passando del tempo con la ragazza che stava frequentando, di cui il rapporto era basato solo su strusciatine e pomiciamenti vari.
Qualche giorno prima di San valentino Diego era in camera con Nic e Kev parlando sempre del solito argomento Anna.
“Diego ti avrò detto mille volte, non ne vuole sapere di te, ogni volta che provo solo a nominarti, mi guarda come se mi volesse uccidere, mi ha minacciato che se non la smetto di nominarti non mi parlerà più e ci manderà tutti a quel paese.” Disse esasperato giocando con la bacchetta tra le mani.
“Mai io non capisco il perché si comporti così, ok ho sbagliato ad allontanarmi ma se non mi da modo di spiegare come faccio?”
“Non fai!”gli rispose Kevin con un’alzata di spalle
“Non sei d’aiuto Kev!” lo rimproverò
“Senti non puoi fare nulla, stai con la tua ragazza e lasciala perdere prima o poi tornerà a parlarti” disse serio a quel punto Kevin
“Ha ragione, deve sbollire” si unì Nicola al discorso
“Sbollire cosa??”
“Il tuo rifiutarla sempre” gli rispose con ovvietà
“Nic io non la rifiuto e lei che rifiuta me!”
“Cugino basta! Io non ti sopporto più, hai due soluzioni la prima e lasciar perdere, la seconda è lasciare Anastasia prendere Anna dichiararle il tuo amore con un bacio”
“MA COSA DICI! NON POSSO FARE LA SECONDA”
“Sembri isterico, datti una calmata mi stai facendo venire mal di testa” Nic si prese la testa tra le mani esausto
“Senti, io penso che la piccola abbia una cotta per te come tu per lei, la seconda è un’ottima soluzione”
Diego guardò il cugino come se fosse matto e poi guardò Nic in cerca di risposte
“Non mi guardare io non so nulla, e non ti posso aiutare, o mi ammazza, ci tengo alla mia vita mi ha minacciato di ballare la babuska con me!” disse lui rabbrividendo
“Cosa è la Babuska?” chiese Kevin confuso grattandosi la testa
“Un ballo con i coltelli della famiglia Addams quella ragazzina ha seri problemi con quel film, mi stupisco che Anthony le l’abbia fatto vedere conoscendola.”
A sentire il nome di Anthony, Diego alzò gli occhi al cielo sbuffando.
“Oh, smettila! Anna comunque non parla neanche con lui e lo evita.”
“Ah si? È perché?” chiese con interesse tornando un po’ più allegro, almeno non era l’unico con cui la piccola fosse incazzato
“Perché i loro rapporti sono complicati” vide lo sguardo supplice di Diego e continuò “Erano amici in passato poi successe un fatto in famiglia, e Anna se la prese con lui che non c’entrava niente, quindi, si può dire che si vogliono bene, anche se Anna è una testa dura e non lo vuole ammettere, si erano un po’ riappacificati, ma ora non si parlano, questo è quanto”
“Non è che tu abbia detto molto!”
“Beh questo è quello che ti ho potuto dire” Nicola si passò una mano sulla fronte, pensando che forse era meglio quando si ignoravano.
Bussarono alla porta e Diego guardando si trovò Anna di fronte, con due trecce nere e lo sguardò sempre arrabbiato come nell’ultimo periodo.
“Ehm Nic, devo parlarti un attimo o sei occupato?” chiese lei evitando lo sguardo di Diego.
“Ora ti fai anche le trecce come mercoledì?” chiese Kevin
“Si mi piacciono” Sorrise in maniera un po’ forzata lei
“Sei molto carina così!” Provò a parlare Diego ma lei lo ignorò visibilmente “Nic? Allora puoi se no ci vediamo dopo, ah Kev ti cercava Alessia e penso abbia paura di me, dovresti dirle che non mordo”
“Si tu non mordi uccidi direttamente” disse lui e lei lo guardò male “Ehm ok io vado ciao ciao!” e fuggì
“Si vengo, Diego scusa ma devo lasciarti solo”
“Ehm potreste rimanere qui a parlare” disse Diego bloccando Nicola  e guardandolo supplice Nic invece guardò Anna come a dire eh dai dovete risolvere ma lei parlò con aria di sufficienza dicendo “Sai che c’è, non era importante rimani qui, ne parliamo un’altra volta” girandosi e andandosene via-
“ahahah l’hai fatta scappare!” incominciò a ridere Nic
“Mah! Non c’è la faccio più! Che cosa devo fare!!! E come se non esistessi per lei” e si lanciò con far melodrammatico addosso all’amico
Nic pensò che la giornata sarebbe stata dura, dato che ora era rimasto incastrato con Diego che si sarebbe lamentato per tutto il tempo.

Anna dopo essere fuggita, stava vagando per i corridoi vide un’aula aperta e si rifugiò dentro, lì nessuno l’avrebbe trovata.
Si sedette a terra in fondo all’aula e prese un foglio da dentro la tasca della divisa e lo rilesse, per la centesima volta, sospirando.

Sono stanco, di questa situazione! Non ne posso più mi eviti, e ho notato che eviti anche quell’idiota del tuo amico. Ho provato a parlarti ma tu scappi. Sembri scappare da tutti, e questo non è un atteggiamento da te! Non mi piace vederti così, sei un misto tra l’incazzato e il nervoso.
Ti ho dato del tempo, quello che ti ho detto quella sera era vero.
Io provo qualcosa per te, ma tu rifiuti tutto di me.  Ti scrivo perché vorrei parlarti, ma non me ne dai l’occasione.
Forse dovrei dimenticarti, dovrei lasciarti in pace, far finta che tu non esista.
Dovrei farlo ma è così difficile.
Per favore rispondimi!
Se non avrò risposta entro San valentino, allora farò come vuoi tu e andrò da Ambra. 
Non ci sarò più per te e possiamo chiudere tutto definitamente.
Tuo Anthony

Mancavano due giorni a San Valentino, e lei non sapeva cosa fare.
 
Note dell’autrice
Prima di scrivere le note di questo capitolo, voglio dirvi che mi sono accorta che non avevo messo le note di quello del sedicesimo e ora è stato modificato, non so se vi interessa ma vi avviso comunque.
Ed ecco un altro capitolo che è un po’ di stallo.
Sinceramente non ho molto da dire a riguardo, e sono un po’ bloccata al momento. Non sono per niente soddisfatta, ma ho deciso di pubblicarlo, lo stesso.
Grazie a chi legge! Anche se non ho molte idee se la storia stia piacendo o no, però io per ora continuo!

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Capitolo 19
*** San valentino ***


Capitolo 19: San Valentino

La biblioteca era grande piena di scaffali con numerosi volumi, non c’erano solo libri di magia ma anche libri della letteratura.  A un tavolo illuminato solo da un lumino c’era Anthony che, sfogliava il libro di Storia della Magia con far annoiato e ogni tanto sbadigliava.
Era fermo allo stesso rigo da un tempo illimitato, senza essersene neanche accorto. Rimuginava sulla lettera scritta ad Anna, e pensava che in quei giorni avesse sbagliato tutto sin dal tentativo di bacio della settimana prima. Pensava di essere stato un idiota di aver affrettato i tempi, ma aveva visto un’opportunità e l’aveva colta.  Non era riuscito a trattenersi, era da tempo che desiderasse baciarla, era da tempo che desiderasse stare con lei. Voleva prendersi cura di lei come non aveva potuto fare prima di allora.
“Posso sedermi?” chiese una voce, Anthony si destò dai suoi pensieri e guardò il ragazzo vicino al tavolo che gli sorrideva gentile con i capelli rossi.
“Ciao Nicola, si puoi” disse lui tornando al libro
“Come stai?”
“Piuttosto bene, tu?”
“Bene, anche se sto cercando di nascondermi” disse lui con fare sospetto
“Ah si? Da chi?” lo guardò alzando il sopracciglio
“Quella è la faccia di Anna quando qualcuno dice qualcosa di stupido lo sai?” rise lui con una mano davanti alla bocca per attutire il rumore
“Si, la conosco bene” sbuffo “Da chi scappi?”
“ahh da Diego, abbiamo fatto pace e ora rompe, chiedendomi aiuto per ogni cosa” disse lui scuotendo la testa come a scacciare il ricordo degli agguati di Diego degli ultimi giorni
 “Idiota” disse fra i denti
“Eh? Io?” chiese Nic sbalordito
“No no no! No tu, il tuo amico”
“Ah giusto,” rise “ Tu non lo sopporti”
Anthony alzò gli occhi al cielo e provo a tornare alla materia
“Senti ma per caso hai risolto con Anna?”
“Perché me lo chiedi? Dovresti già sapere la risposta.”
“Non lo so, ieri è venuta in dormitorio perché voleva parlarmi, ma poi ha visto Diego e se ne andata, oggi non l’ho vista pensavo si fosse rifugiata qui, ma ho trovato te”
“Capisco” disse con un fil di voce, spostandosi una ciocca dei capelli dalla fronte
“Quindi?”
“Cosa?”
“Avete risolto?”
“No, e non penso risolveremo.” Disse lui schietto, passandosi di nuovo una mano nei capelli per aggiustarli con fare nervoso
“Dai, forse si! Ad Anna poi le passa, no forse non le passerà mai, però se la prendi di petto e la fai parlare poi lei parla e forse si risolve” cerco di spiegarsi lui con scarsi risultati
“Si la prendo di petto così mi ritrovo in infermeria” sbuffo il ragazzo
“Beh si questo è molto probabile, comunque se ti interessa evita Diego, come se lui puzzasse di caccabomba” ghignò
“Da quel che ho capito, Diego non è interessato a lei bacia un’altra”
“Sinceramente? Diego è interessato a lei solo che è troppo bambino e non lo accetta e nega a se stesso, forse lo capirà quando sarà troppo tardi” confidò lui, gli piaceva Anthony, si vedeva che teneva ad Anna in una maniera molto diversa da Diego, sinceramente forse lo preferiva, anche se Diego era suo amico ma si stava comportando veramente da idiota
“Ah beh felice di venirne a conoscenza” la sua faccia comunicava ribrezzo
“Dato che non avete fatto pace ti sei fidanzato con Ambra?”
“Mi lascerai studiare o continuerai con tutte queste domande?”sbuffò
“Continuerò con le domande, io non devo studiare, ho già fatto tutto,  e poi ti avevo detto che potevamo essere amici.” Non sapeva perché ma voleva essergli amico
“E io ti avevo detto che era meglio di no per Anna” non capiva perché Nicola insisteva tanto, ma alla fine  non gli dispiaceva come cosa, quindi si trovò ad acconsentire “Va ben continua con le domande, ma andiamo via da qui, prima che qualcuno ci rimproveri” disse facendo finta che la situazione non gli andava bene, tanto lo sapeva non sarebbe mai riuscito a studiare.
“Perfetto! So dove andare” e lo aiutò a mettere le sue cose a posto
“E dove vuoi portarmi?” si mise lo zaino sulle spalle
“Eeeeh segreto. Ti fidi fi me?” ghignò
“No per niente” lo guardò scettico e incominciò a pensare che forse sarebbe stato meglio rimanere lì o incominciare ad ignorarlo.
“Devi non hai scelta. E poi io e te siamo stati compagni di sventura in passato” rise lui
“Compagni di che?” aggrottò la fronte
“Di sventura, quando siamo stati catturati e legati a capodanno”
“Ah.Giusto, come dimenticare quella pazza che ci fa legare e i tuoi fratelli che le servono patatine e succo!” rise anche lui al ricordo di loro due spalla a spalla che sbuffano nel vedere Anna in quella maniera servita e riverita.
“Bene andiamo seguimi” e fece strada verso l’uscita
 
Era entrata in biblioteca per cercare Nicola, aveva sempre la maledetta lettera con se, aveva appena sentito la fine del discorso di Anthony e Nicola e si era nascosta dietro  a uno scaffale sbalordita, spiava da un spazio che si era creata tra due libri, non credeva ai suoi occhi, che cavolo ci facevano loro due insieme. Preferì rimanere là seduta ed evitarli. Aveva bisogno di parlare con Nic da giorni per via della lettera, ma prima lo aveva trovato con Diego e ora con Anthony, si disse che forse sarebbe stato meglio tenersi tutto per sé e far finta di nulla. Peggio di così non poteva andare.
 
“Trovata!” disse porgendoli un pezzo di panino che lei non prese
“Come diavolo hai fatto?” chiese lei aggrottando la fronte leggermente sudata erano già due ore che stava lì ad allenarsi e aveva indosso una tuta
“Il professor Davis, mi ha detto che vieni qui ad esercitarti”
“Spione di un professore!” disse lei per poi lanciare un incantesimo contro il manichino
“Hai finito?”
“Si, ho finito, grazie sto morendo di fame!”  si sedette sul banco vicino a lui e prese il pezzo di panino
“Sei pronta per la festa?”  il professor Davis aveva chiesto il permesso alla preside di organizzare una festa di san valentino all’interno della scuola,  bisognava andare in coppia e si aveva l’obbligo di avere i vestiti di colore rosa, la preside come sempre aveva concesso di poter fare la festa, concedeva quasi tutto a Davis, però questa volta gli misi la regola niente putti.
“No, io non vengo, il professore ha detto che si deve andare in coppia”
“Certo che vieni stai in coppia con me” disse con fare logico Nicola
“No, invece non ci voglio venire!” addentò un pezzo di panino con più rabbia
“Se non vieni con me non posso andarci, e daiiiii, non fare l’antipatica!” le tirò un pizzicotto al fianco facendola saltare
“Non faccio l’antipatica io non ci voglio venire, scusa tanto ma voglio evitare di vedere Diego che bacia quella biondina slavata e che si comporta come Kevin tutto amore e zucchero filato.”
“Primo, Diego non è come Kevin dubito che si comporterà così, secondo non puoi evitare la festa solo per lui, terzo io sono tuo amico ti sono sempre vicino, quindi tu d’amica mi dovresti accompagnare”
“Beh sai io penso che puoi trovarti qualcun altro con cui andare” disse lei concisa saltando giù dal banco come a decretare che la discussione fosse finita lì
Lui la bloccò “Non se ne parla, non scappi anche da me ora! Non puoi scappare da tutti, eviti Diego, eviti Anthony. Devi riprenderti e venire alla festa”
“Perché non ci vai con uno dei gemelli o con entrambi sarebbe divertente” disse lei fredda
“Hanno trovato due ragazze a quanto pare, e io voglio andarci con la mia migliore amica, non starò a vederti tutta la sera depressa in camera.”
“A beh quindi preferisci vedermi tutta depressa alla festa?”
“No, alla festa stai con me, e ti divertirai perché così ho deciso!”
“Senti perché non vai a non so a  parlare con qualcun altro tipo Diego o Anthony, oh si va da lui ho notato che avete legato.” Il suo tono era aspro e incazzato
“Cosa?” spalancò gli occhi
“Vi ho visti ieri in biblioteca”
“Ti cercavo, ho trovato lui,  mi sono messo a parlare e poi l’ho invitato al club di canto” era la verità, come lo era anche il fatto che stavano incominciando a legare, all’inizio Anthony appena arrivato al club l’aveva congelato sul posto con lo sguardo, ma dopo un po’ di silenzio da parte sua e di smorfie disgustate, Nicola era riuscito a convincerlo a cantare e alla fine si erano divertiti, avevano pure riso della ragazza del sesto anno che strillava come un gatto in calore.
“Stai diventando suo amico?” chiese seria lei
“Lui non vuole, perché dice che poi io e te finiremo con il litigare, non vuole crearti problemi”
“Tu vuoi essere suo amico?” aveva lo sguardo che non faceva trapelare alcuna emozione
“Mi piacerebbe, penso che abbia bisogno di un amico vero, e non può avere te”
“Ok, va bene, ma evita di parlare di me se puoi”  era la cosa più giusta da fare, lei non poteva essergli amica no dopo quello che lui provava, Nic poteva farlo al posto suo, era meglio così, fino a quando lui non si sarebbe disinnamorato.
“Sei arrabbiata? Non lo capisco” disse grattandosi la testa
“No, non lo sono” sorrise “Hai ragione io non posso essere sua amica, e non sta a me decidere chi sono i tuoi amici o chi puoi frequentare, quindi è ok, però vedervi mi ha fatta rimanere sotto shock, avrei preferito sapere cosa pensassi di lui”  gli diede un bacio sulla guancia per fargli capire che fosse tutto apposto
“Quindi vieni alla festa con me perché non sei più arrabbiata?”
“Devo proprio?” chiese rassegnata
“Si devi andiamo ora! Ti aiuto a scegliere un vestito”
“Non ho niente di rosa!”
“Ma va, infatti, te ne modifico uno io!” rise abbracciandola e slegandole una delle tue trecce “E niente capelli da mercoledì bastaaaa” e incominciò a ridere e tirarla mentre correva per arrivare ai dormitori.
 
La sala era piena di palloncini a forma di cuore rosa, tende rosa, tavoli rosa, tutto rosa Anna la guardava orripilata “Io qui non ci entro!” disse puntando i piedi per terra “Tu ci entri invece!”
“è tutto così orribilmente zuccheroso e ROSA! ROSA! Sembra di stare in una confetteria, non ce la faccio mi viene da vomitare!”
“Andiamo!” ma lei si era attaccata con entrambe le mani a una colonna nel corridoio, lui la prese per la vita e incominciò a tirarla “Andiamo! Staccati da qui!”
“Io non ci entro lì è tutto rosa! Sono allergica echiuffff” finse di starnutire
“Avete visto quanto è bella la mia sala sono stato bravissimo no ragazzi” il professor Davis era appena apparso dietro di loro con uno smoking rosa con dei cuori tutti rossi sopra e aveva una specie di cerchietto con dei cuori che si illuminavano Anna sbarrò gli occhi e si staccò dalla colonna senza neanche accorgersene, si morse la lingua per non dover dire al prof cosa realmente pensasse di quella sala.
“Si professore è stupenda” il ragazzo rideva sotto i baffi guardando di sottecchi Anna,
“Signorina Black lei che ne pensa?” sorrise il prof allegro fissando la ragazza
“Io, ehm io, si carina, è ok, mmh si” balbettò lei, non era brava a dire le bugie di solito diceva tutto quello che pensasse, e in quel momento stava pensando che avrebbe preferito qualunque cosa che stare in quella stanza zuccherosa.
“Poco, poco entusiasmo non va bene così” il professore scuoteva la testa poi prese il suo cerchietto e lo mise in testa alla Black che lo guardava orripilata “Niente musi lunghi stasera, è la serata dell’amore, tieni il mio cerchietto così ti verrà l’entusiasmo!” Anna lo guardava sbigottita sembrava come se il professore stesse saltellando, no non sembrava lui saltellava senza alcun ritegno, come se non fosse un professore ma un pazzo, quel tizio era strano, Anna ancora non riusciva a farci l’abitudine.
“Professore non si preoccupi lo tenga lei!” disse cercando di togliersi il fermaglio senza riuscirci.
“Incantesimo permanente posso dissolverlo solo io! Beh io entro dentro a bere un po’ di bollicine analcoliche divertitevi”
La ragazza aspetto che il professore fosse sparito guardò Nic e urlo “Toglimeloooooo! ORAAAA!”
“Ehm, non si levano, mi sa che le devi tenere per forza” provò ma nulla da fare, trattenne una risata
“Si sta vendicando per i Putti io ne sono sicura!” e incrociò le braccia  al petto mettendo su il miglior broncio mai fatto prima
“Naaaaah, basta si entra!” la prese per mano e la spinse dentro.
 
La serata era iniziata già da un po’.
“In non penso che a lui lei piaccia!” esclamò Nicola durante il Twist facendo volteggiare Anna
“Mmh” disse lei guardandoli, era veramente una visione orrenda lei sembrava una piovra
“Noi l’abbiamo conosciuta, parla solo di trucchi, vestiti e capelli” disse Paolo
“Dovreste vederla poi si specchia ad ogni superficie esistente” continuò Vincenzo con una faccia schifata
“Bella si sembra una modella, ma oca in poche parole, non è per niente il suo tipo” ghignò  Nic
Lei sbuffo “Ma le vostre ragazze che fine hanno fatto?” si rivolse ai gemelli sperando di poter cambiare discorso
“Sono andate a parlare con delle amiche, ma fra un po’ le raggiungiamo”
“Capito, comunque mi sono sembrate carine” provò a fare la gentile
“Si loro lo sono no come quella piovra!” Nicola continuava a guardare Diego che  aveva la ragazza sulle gambe avviluppata al suo collo. Lei finalmente alzò gli occhi verso il tavolo di Diego e vide la scena.
“Io vado in bagno” disse Anna
“Per vomitare?” chiese Nicola ridacchiando, lei lo guardò male e si avviò verso il bagno.
 
Era seduta sulle sue gambe e lo stava baciando, lui non sembrava per niente preso, no non lo era per nulla. Mentre lei continuava a stargli avvinghiata lui guardava Anna ballare con Nicola, e i gemelli. Quella sera si erano divisi in due gruppi in due tavoli separati. Lui era rimasto con Kev e Alessia e la piovra che lo avviluppava.
“Uff che noia!” esclamò lei in tono scocciato staccandosi, lui neanche se ne accorse per come era preso a guardare la pista da ballo.
“Diego ma ci seiiii?” trillò lei
“Ehm si, scusa cosa mi hai chiesto?” chiese lui distratto
“Ti ho detto che noia, sembri non stare qui ma in un altro posto!” la sua voce era squillante da far venire il nervoso, incominciò a scavare nella sua borsetta in cerca dello specchietto per controllarsi il trucco.
“Oddio! Mi devo andare a rimettere il rossetto non posso stare in queste condizioni”
“Si, certo ok” gli rispose lui senza neanche guardarla, aveva visto Anna che stava lasciando la pista da ballo, da sola diretta chissà dove. Pensò che forse potesse raggiungerla .
“Vieni con me!” lei si alzò e lo tirò per un braccio
“Per fare cosa? Ah giusto voi ragazze avete l’abitudine di andare in due in bagno, può accompagnarti Alessia” disse lui
“Ma io con te voglio andarci, daiii, sai il bagno, soli noi due potrebbe essere interessante” le gli si stava letteralmente spalmando addosso.
“Ok va bene” disse lui accondiscendente, tanto ormai Anna non c’era più.
 
Entrati in bagno lei chiuse la porta sbattendola, avvinghiandosi sempre più stretta a lui sbattendolo leggermente violentemente contro il muro e incominciando a baciarlo con molta foga, “Merlino solo sa quanto mi piaci!” disse lei baciandolo più intensamente sulla bocca, e poi andando verso il collo continuando a baciarlo, per arrivare su fino all’orecchio “Dimmi che mi vuoi, che mi desideri e sarò tua” soffio lei mordendoli poi il lobo dello orecchio.
Lui la teneva per i fianchi, “Io certo che ti voglio” disse lui un po’ nel panico balbettando. E lei tornò verso la sua bocca “Ti piaccio vero?” chiese lei scendendo giù con le mani per slacciare la cintura, lui annui passando una mano sulla sua schiena e tornandola a bacia, lei era veramente bella come una modella, lunghi capelli biondi, occhi verdi cristallini, labbra carnose, e lui era un quindicenne in balia degli ormoni.
Il rumore di uno scarico risuonò nel bagno ed ecco Anna che usciva dal bagno per andare verso i lavandini e lavarsi le mani “Ti voglio!” sentì urlare e si girò di scatto verso i due che stavano pomiciando vicino alla porta, aveva sentito dei rumore ma pensava che fosse qualche ragazza che fosse andata in bagno e invece si trovò quella scena davanti.  Dentro di se lo sapeva che non sarebbe dovuta andare a quella stupida festa.  In quel momento sentiva l’impulso di affatturarli entrambi e lasciarli svenuti in quel bagno.  Cerco di ricomporsi e fece una finta tosse per farsi sentire. Niente loro non si erano minimamente accorti di lei. Si avvicinò ai lavelli si lavò le mani e poi si avvicinò a loro “SCUSATE!” disse, i due si staccarono.
Diego sbiancò, Anastasia sembrava solo annoiata da quell’interruzione, era riuscita a staccare la cinta e stava per abbassarli i pantaloni che erano mezzi aperti già. “Che vuoi ragazzina” trillò lei
“Poter uscire da qui, sai com’è, questo è un bagno, la gente ci viene per fare altro, se devi fare quello che fai tu come un riccio in calore, dovresti andare in una camera no in un posto dove entrano tutti.” Disse lei secca
“Non sono affari tuoi mocciosa” disse con il naso all’in su, aggiustandosi i capelli biondi
“Si invece se vieni a rompere mentre sto in bagno, spostati biondina e fammi uscire” disse lei secca con gli occhi pieni di rabbia
“Sei solo una piccola mocciosa invidiosa”
“E tu sei soltanto una cagna in calore spostati”  le diede una spallata e fece per uscire
“Che stupida, non lo sai che è maleducazione interrompere bambinetta” 
Anna si girò di scatto prese la bacchetta la puntò sulla sua faccia e con un sorriso malefico disse “Forunculus”  la faccia della ragazza fu inondata di luce gialla e le scaturirono foruncoli su ogni parte del viso, Anastasia comunicò a urlare tastandosi la faccia.
“Ora ti lascio alla tua privacy” e con un tocco di bacchetta chiuse la porta per poi andarsene, in camera sua, era stanca di quella festa ed era furibonda, non voleva più vedere nessuno.
“Aiutami aiutami!!!” la ragazza urlava, poi si guardò allo specchio e cacciò un grido che fece tremare tutto il bagno si avvicinò  a Diego che era rimasto fermo vicino a muro e lo prese per la camicia
“FA QUALCOSA!” gli urlò in faccia lui si staccò da lei e disse “Io, non posso stare più con te, devo andare!” e fece per andare a rincorrere Anna ma lei lo riacchiappò
“COSA! TU NON PUOI LASCIARMI” urlava come una banshee 
“Invece si!”  riuscì a divincolarsi e la lasciò lì in preda a una crisi isterica.
 
“Penso che mi abbia abbandonato” disse Nic sedendosi al tavolo
“Anna è sparita no?” gli rispose Anthony avvicinandoli delle patatine
“Si ha detto che andava in bagno, ma non è più tornata, non voleva venire a questa festa” prese due patatine
“Immagino, troppo rosa per lei” sorrise lui
“Penso che sia troppo rosa per tutti tranne che per il professor Davis”
“Ah ma lui è gay gli piace il rosa” disse Anthony come se fosse la cosa più normale del mondo
“Tu come lo sai che è gay?”
“Il marito lavora come cacciatore di creature per il mondo è parecchio famoso, ogni tanto va al ministero, mio padre lo conosce ed è molto amico di mio zio” spiegò
“Ah e tu lo conosci?” chiese incuriosito
“Si, una volta sono andato a cena da mio zio prima di iniziare la scuola e stava il prof Davis con suo marito, lui è completamente diverso molto serio, pacato e tranquillo”
“Non pensi male sul fatto che siano Gay?”
“No perché? Mia mamma mi ha detto che l’amore è amore non importa il sesso della persona, loro sono una bella coppia si vede che c’è molta affinità”
“Capisco” disse pensieroso
“Tu hai problemi con i Gay?” Anthony si girò a guardarlo in malo modo
“No per niente.” Disse sorridendo un po’ impacciato
“Meglio, non mi piacerebbe essere amico con chi ha pregiudizi sulle persone.” Disse lui serio
“Siamo amici? Avevi detto che non volevi, per via di Anna” Nicola ghignava
“Si ma tu ti siedi sempre al mio tavolo a parlare, non penso che riuscirò a mandarti via tanto facilmente e poi è piacevole parlare con te” si lasciò sfuggire un sorriso il ragazzino
“Anna ha detto che non è un problema, che per lei va bene” sorrise lui guardandolo
“Avete parlato di me?” chiese incuriosito, Anna non gli aveva risposto alla lettera e lui si sarebbe dovuto mettere con Ambra
“Solo perché ci ha visti in biblioteca ed era un po’ incazzata, poi dopo che gli ho spiegato come la pensavo, lei ha detto che se volevo essere tuo amico non c’era problema, dato che lei non poteva, le andava bene che ci potevo essere io per te”
“Quindi  ha mandato te a darmi la sua risposta” si vedeva che era triste
“Risposta a cosa?” Nic sembrava vagamente confuso
“Risposta alla lettera che le ho scritto, dove le dicevo di darmi una possibilità e che avrei aspettato entro stasera, se non mi avesse risposto mi sarei messo con Ambra” sbuffo lui  odiava doversi spiegare, ma con Nicola le cose uscivano spontaneamente senza che se ne rendesse conto.
“Non ne so niente, non mi ha detto nulla” si chiedeva come mai Anna non lo avesse avvisato di ciò si dicevano tutto loro due
“Vabbè fa nulla, non è un problema.”
“Sai non penso che tu ti debba metterti con una che non ti piace” disse serio
“è l’unico modo per dimenticarla”
“Se pensi di farla ingelosire non penso accadrà, e non la dimenticherai neanche così, è un consiglio che ti do da amico” prese altre patatine e continuò a mangiare
“Beh qualcosa devo pur inventarmi, ma so che non si ingelosirà, sarebbe chiedere troppo” e fece una risata infelice
“NIC HAI VISTO ANNA?”  Diego era appena arrivato di corsa trafelato al tavolo facendo cadere una sedia per terra
“Ehm, no è andata in bagno più di mezz’ora fa, penso sia scappata dal rosa”
“DIEGOOOOOOOO!” si senti un urlo provenire da vicino le porte della sala
“ODDIO! Nascondimi!” e si lanciò sotto il tavolo
Anastasia era entrata nella sala urlando “Dov’è quello stronzo!!! Nessuno lascia Anastasia Bellamino! NESSUNO!”
“Signorina Bellamino che modi sono?” la rimproverò la professoressa di Pozioni
“Sono i modi di una che è stata appena mollata in un bagno con la faccia in queste condizioni”
“Che ha la sua faccia che non va? io non vedo alcuna differenza?” disse il professor Davis facendo scaturire delle risate da un gruppo di persone
“Nessuna differenza fa sul serio????”
La preside si avvicinò e la guardò “Chi le ha scagliato una fattura?” chiese sospettando già del responsabile
“Una mocciosa! Con un cerchietto con dei cuori in testa! Mi ha anche insultata! E quel bastardo del mio ragazzo mi ha mollata in bagno!” Anastasia era furibonda
“Signorina i termini, esigo che non si dicano determinate parole nella mia scuola! Come l’ha insulta questa ragazza sentiamo?” rimproverò la preside,
“Mi ha detto che sono una cagna in calore!” urlò lei tutti quelli nella stanza stavano zitti e osservavano la scena, dei ragazzi incominciarono e a borbottare dicendo che chiunque l’avesse chiamata così avesse assolutamente ragione
“Ma il nome della ragazza qual è?” chiese la professoressa di Pozioni avida di voler assegnare una punizione, lei amava punire gli studenti.
Nicola e Anthony si guardarono, speravano seriamente che Anastasia non dicesse il nome di Anna.
“Non lo so!” urlò Anastasia
“Beh se non lo sa, allora non si può dare nessuna punizione, però se vuole le consiglio un ottimo unguento per prevenire l’acne giovanile, penso che lei ne abbia assolutamente bisogno” Disse il professor Davis sorridendo amabile
“Io non ho l’acne quella stronzetta mi ha scagliato una fattura”
“Signorina Bellamino se la sento dire ancora una parola non consona la metto in punizione, e ora mi segua così le tolgo la fattura, e penso che poi dovrebbe andare a letto a riposarsi” la preside le fece segno di uscire ed entrambe si avviarono fuori.
La sala incominciò a chiacchierare a proposito di quello che fosse appena accaduto in maniera ilare.
I gemelli arrivarono al tavolo di Nic trafelati insieme a Kev e Alessia per commentare con lui la scena. Diego riemerse da sotto il tavolo un po’ provato dal tutto.
I gemelli appena lo videro lo riempirono di domande e lo stesso fece Kev sedendosi e prendendo per in braccio la fidanzata. Diego racconto il tutto, Anthony che voleva alzarsi per andarsene e non trovarsi là fu fermato da Nic che gli fece l’occhiolino come a dire lo so che sei curioso e vuoi sapere anche tu.
“Oddio! Kev ma come fate a essere amici a quella ragazza a me fa paura!” esclamò Alessia stringendosi a lui.
“Nah, Anna è buona, devi solo conoscerla meglio” le accarezzò i capelli Kevin
“Oh si proprio buona come un agnellino” ghignò Vincenzo
“Dovreste dire che è stata lei! Lanciare una fattura così sulla faccia di una ragazza è orrendo” lei era sconvolta
“Non se ne parla proprio!” disse Nic guardandola male
“Merita una punizione!”
“Amore, ti prego non dire nulla che è stata lei, se mi ami fallo per me, Anastasia l’ha insultata pesantemente e Anna è un po’ impulsiva, e penso si sia anche trattenuta” le prese il viso “Ti prego promettimelo”
“Solo per te amore mio! Ma quello che ha fatto non è giusto, sfigurare un viso!”
“Tranquilla un incantesimo e tornerà come nuova, e poi proverà a uccidere Diego!” disse Paolo ridendo
“Sono un idiota!” esclamò il ragazzo in questione
“Noto che il concetto l’hai assimilato bene!” rise Nicola  insieme a tutti tranne Alessia che guardava tutti un po’ sconvolta ed Anthony che aveva appena deciso che quello fosse il momento per andarsene
“Ehm, io andrei, sono un stanco” disse lui alzandosi, e Diego lo guardò non si era accorto che ci fosse anche lui al tavolo e poi guardò Nic  in cerca di una spiegazione.
“Ah, vai già a dormire?” chiese Nic ignorando Diego
“Si, si grazie per la compagnia ora vado” fece un segno di saluto con la testa
“Okkk, buonanotte! ah Anthony, non a tutti i gay piace il rosa” sorrise, il ragazzo per risposta sorrise ed andò via.
 
Note dell’autrice:
Questo capitolo è stato un po’ una faticaccia come l’ultimo, il professor Davis che fa il sarcastico con Anastasia penso sia uno splendore! Ma è solo il mio parere.
Ed ecco Nic ed Anthony che iniziano una sorta d’amicizia, che a me piace tanto! Hanno già passato due giorni insieme uno a casa di Anthony e il capodanno, quindi hanno già chiacchierato. Si trovano molto d’accordo su molte cose, e sono entrambi responsabili, riescono a parlare con una semplicità assurda, Anthony molte volte non si rende conto di dire tutto quello che sta dicendo quando sta con lui, ma si sta abituando.
Passando ad Anna  che secondo me si è trattenuta parecchio alla fine ha lanciato solo una fattura che fa venire i foruncoli poteva fare di peggio. E così ci siamo liberati di Anastasia che è stata nominata poco, ma diciamo che si frequenta con  Diego da dicembre, poco dopo che Anna se ne andata via, infatti lo chiama a capodanno.
Grazie a chi legge! Baci alla prossima
 

 
 

 
 
 

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Capitolo 20
*** Insulti vari ***


Capitolo 20 insulti vari

Erano sedute sorseggiando del caffè la preside e Anna una di fronte all’altra, in silenzio.
“Sono qui perché mi vuole mettere in punizione?” chiese Anna accarezzando Merlino il crup della preside
“Perché dovrei?” chiese lei con disinvoltura
“Non lo so, perché mi ha convocata?”
“C’entri con la ragazza che è stata fatturata ieri?” chiese la preside guardandola con sospetto
“Una ragazza è stata affatturata sta bene?” chiese le con una faccia da finta stupore
“Sta, bene solo un forunculus parecchio potente, ho dovuto darle un unguento, ma è rimasto ancora qualche residuo”
“Se è stato così potente, dubito che io c’entri qualcosa sa frequento solo il secondo anno”  disse la Black con un’alzata di spalle, cercava con tutta se stessa di non ridere.
“Mmh, comunque non sappiamo il nome della ragazza, tu sai qualcosa di tutto ciò?”
“No nulla, sono andata via presto dalla festa perché avevo mal di testa se verrò a conoscenza di qualcosa le farò sapere” rispose lei sorridendo e prendendo un pezzo di ciambella  e guardandosi intorno poiché aveva appena udito un leggero rumore vicino.
“Oh, non c’è bisogno alla fine è stata una fattura innocua, il professor Davis mi ha convinta a lasciar perdere”
“Ah, e come mai mi ha convocata?” chiese Anna sbalordita poiché il professor Davis sicuro sapeva che fosse stata lei a fare quel danno. Quella fattura modificata le l’aveva insegnata lui un giorno quando l’aveva trovata in un’aula a esercitarsi. Strano che avesse lasciato perdere, beh sicuramente era meglio per lei.
“Per i tuoi voti, hai una media altissima, ma nelle ultime prove della settimana scorsa c’è stato un notevole calo, mi domandavo come mai” chiese la preside sorridendo amorevolmente.
“Ah, cercherò di recuperare, ero un po’ distratta” disse Anna abbassando la testa, aveva consegnato un paio di compiti scritti a metà perché troppo presa dai pensieri su Diego, e non riusciva a concentrarsi.
“Anna è importante che tu vada bene, lo so che sei solo al secondo anno ma devi pensare al tuo futuro” disse lei con tono materno, molto preoccupata .
“Lo farò, promesso” Anna sorrise sincera, forse le mamme si preoccupavano nella stessa maniera della preside.
“Va bene, ah Davis mi ha detto che ogni tanto ti eserciti in un’aula, mi piacerebbe sapere il perché?”
“Per il futuro, non si sa mai a cosa si può andare incontro” ghignò Anna pensando a quando sarebbe dovuta scappare e a tutte le fatture che avrebbe dovuto lanciare ai suoi zii, per riuscire a scamparsela
“A cosa alludi?”  chiese sospettosa
“Dubito che i miei zii un domani mi facciano lasciare casa loro in maniera tranquilla, devo essere preparata in caso” disse
“Capisco, va bene è tutto puoi andare” disse pensierosa
“Va bene, è stato un piacere salve Signora”  e andò via, guardandosi sempre intorno perché era convinta ci fosse la presenza di qualcun altro lì dentro.
“Secondo te è stata lei?” chiese la preside alla stanza vuota
“SI, certo che è stata lei” rise Davis
“Alberto non ti vedo, dovresti toglierti l’incantesimo dissillutorio”
“Oh giusto scusami” apparì con la bacchetta in mano affianco a lei per poi sedersi e prendere un pezzo di ciambella
“Hai usato la leggiminens?”
“Non c’era bisogno, lo sapevo già che era opera sua, l’incantesimo è mio ecco perché hai avuto difficoltà a toglierlo”
“Tuo? Cioè uno dei tuoi modificati? E lei come lo conosce?” disse lei guardandolo con rimprovero
“Lei mi ha insegnato quello che ha usato l’anno scorso per la prima punizione che ha avuto, e io le ho insegnato questo,  e forse un altro paio”
“Albertooo” esclamò lei con tono esausto
“Dai, non ho fatto niente di male, poi me ne ha insegnato un altro che le avevo visto fare sempre l’anno scorso, distrae il nemico creando delle farfalle sulla faccia che poi scoppiettano!”
“Sei assurdo! Sei uno dei maghi più dotati che io conosca, ma così immaturo a volte, non puoi insegnare incantesimi del genere agli alunni, specie a lei, e non puoi farti insegnare incantesimi da una ragazzina di 12 anni! ” esclamò lei sbattendosi la mano in faccia, era assurdo che un insegnate prendesse lezioni da una ragazzina.
“Ma mi sta simpatica! È poi ha tanto potenziale, è veramente molto intelligente e dotata”
“Infatti, sta andando male a scuola” disse lei esasperata
“Problemi di cuore con un ragazzo, sta facendo i primi passi nel mondo dell’amore è normale che sia un po’ distratta” disse lui come se fosse una cosa da nulla continuando a inzuppare la ciambella nel caffè
“Si ma sono preoccupata Alfredo, ti ho raccontato di suo padre, e suo zio è un Rosier il fratello era un mangiamorte, ho paura che lei si avvicini alla magia oscura”
“Non sembra interessata a quella, ha degli amici, io non penso possa diventare pericolosa un domani, ti ho detto di come ha reagito sul fatto che il suo amico sia gay, lei è buona”
“Anche suo padre lo era! Si fidavano tutti di Sirius, sono uguali ,lei assomiglia molto a lui, hanno lo stesso tipo di famiglia”  la donna era decisamente preoccupata
“Quindi per paura mi stai dicendo che non devo provare ad accrescere il suo potenziale?”
“Io non lo so, sono solo preoccupata per lei, sembra avere quello velo di tristezza negli occhi, anche se sembra allegra e pimpante, forse avremmo dovuta punirla”
“Anna non attacca se non è aggredita, e poi la leggo spesso, non devi preoccuparti, continuo a tenerla d’occhio io promesso”
“Va bene, ma non perderla di vista” disse lei rassegnata
 
“La preside ti ha messo in punizione per ieri?”
“Merlino in calzamaglia!” saltò per aria, girandosi di scatto e trovandosi Anthony dietro di lei
“Perché Merlino dovrebbe essere in calzamaglia?” chiese lui lasciandosi sfuggire un sorriso
“Ehm non lo so, che cosa sai tu di ieri?” chiese lei  sospettosa
“Più di te sicuramente” ghignò lui
“Spiegati”
“ Ok, ti racconto, camminiamo” lei annuì e lo seguì
“Anastasia è entrata furibonda in sala dicendo di voler uccidere l’amico tuo idiota che l’ha lasciata, e lui giustamente ha deciso di nascondersi sotto il tavolo dove eravamo io e Nicola, poi dopo che Anastasia è stata portata, sempre quel idiota ci ha raccontato di ciò che hai fatto, ti ha messo in punizione?”
“No, non ha le conferme che sono io, ma lo sospetta, anche perché la fattura  che ho lanciato è stata modificata dal professor Davis  che me l’ha insegnata” rispose lei come se nulla fosse
“Ah, e lui te l’ha insegnata in privato! È matto!” rise lui
“Si, è un po’ matto ieri mi ha messo un cerchietto con dei cuori che si illuminavano in maniera permanete sono riuscita a toglierlo solo a mezzanotte” sbuffo lei
Lui rise di gusto camminando con lei nei corridoi,
“Quindi vi ha raccontato tutto, ma proprio tutto di quello che è successo in bagno?”  chiese lei investigando
“Ci ha detto che si stavano baciando e tu eri là, che volevi uscire e lei ti ha incominciato a insultare tu non ci hai visto più e l’hai affatturata” lui aveva la sensazione che Diego non avesse detto il tutto
“Vi ha detto li insulti?” alzò il sopracciglio lei
“Ehm solo che ti ha chiamata mocciosa, immagino ci sia altro”
“Mi ha chiamato ragazzina, mocciosa, stupida e maleducata per averli interrotti, sai com’è io stavo in bagno loro sono entrati senza controllare che ci fosse qualcuno.”
“Tutto questo casino perché hai interrotto un bacio?” chiese lui stranito “E l’hai chiamata cagna in calore per quello?”
“Tu che ne sai di cagna in calore?” rise lei al ricordo
“La bionda l’ha urlato in sala”
“Ah, comunque non era un bacio innocente lei gli stava abbassando i pantaloni” disse lei arrossendo e poi scuotendo la testa al ricordo.
“Ah” disse lui imbarazzato poi si avvicinò e le prese la mano.
“Ehm io devo andare” cerco di liberarsi lei si era appena resa conto di star parlando con lui in maniera tranquilla, lui la tenne stretta.
“No, mi ascolti un attimo ora. So che sei cotta di lui e mi dispiace di averti detto che provo qualcosa per te, e della lettera”
“Ti sei fidanzato con Ambra alla fine?” chiese lei ricordandosi della lettera
“No, ancora no, stavo riflettendo su questo ieri dopo averne parlato con Nicola”
“Se non lo stai facendo perché aspetti una risposta positiva da me, non verrà” disse lei ma no con la solita sfrontatezza ma sembrando un po’ dispiaciuta per il ragazzo
“Lo so, questo, ma vedi ora stavamo parlando tranquillamente io stavo pensando che  non so, forse, potremmo far finta che non si successo e provare di nuovo a essere amici” era in imbarazzo
“Non penso si possa Anthony” lei abbassò la testa
Lui si avvicinò a lei e le alzò il viso con una mano per poterla guardare negli occhi.
“Io invece si, penso che potremmo ricominciare dall’inizio, non so studiare qualche volta, sederci allo stesso banco a pozioni, o a erbologia che non ti piace, fare le cose con calma.” Disse lui provando a cambiare tattica, forse se fossero diventati amici lei  prima o poi si sarebbe innamorata, ora Diego era anche Single e sicuramente avrebbero fatto pace, lui non voleva essere l’unico a non poterle stare vicino.
“Potremmo, forse, ma tu provi qualcosa di più e io lo sai…” lei balbettava
“Sai ultimamente ti capita spesso di balbettarmi vicino” Sorrise lui “Ti metto ansia per caso?”
“Non essere stupido, non voglio ferirti tutto qui, e non so bene che dirti” disse lei con una smorfia innervosendosi leggermente.
“Puoi dirmi che proveremo ad essere amici”
“Ok, va bene” acconsenti lei con le guance che le si colorarono di rosso
“Perfetto, Nic è all’aula di canto, mi accompagni?”
“Si però lasciami la mano” disse lei arricciando il naso.

Passarono la giornata nell’aula di musica con Nic che cantava e Anthony che suonava il pianoforte, Anna invece leggeva.  Ogni tanto chiacchieravano e scherzavano.  Nic era rimasto sbalordito dal vederli entrare insieme, ma aveva preferito non fare domande per evitare l’imbarazzo. Quindi cercava di mettere entrambi a proprio agio.  Però era felice di notare che i loro rapporti stavano andando meglio.

Durante la cena di quella sera si respirava aria di tensione, questo perché Nic aveva minacciato tutti di non parlare del fatto accaduto a san valentino, e anche perché aveva invitato Anthony al loro tavolo che aveva provato a rifiutare, ma che poi aveva ceduto ed acconsentito vedendo il consenso di Anna sul suo viso. Diego avrebbe tanto voluto parlare con Anna, ma appena l’aveva vista con Anthony al seguito si era zittito subito, e continuava a rodere di gelosia. Entrambi i ragazzi si lanciavano sguardi di odio, ma Anna che non guardava nessuno dei due e conversava con i gemelli riguardante le loro partner della serata precedente. Kevin quella sera non c’era stava a un tavolo con Alessia e le sue amiche, siccome la fidanzata aveva terrore di Anna.

Anastasia poi fissava tutti loro da lontano, aveva compreso che la ragazzina che l’aveva sfigurata era del gruppo di lui, lei non ci aveva mai dato peso, non l’aveva mai neanche guardata, troppo presa dal suo riflesso, dato che si credeva la più bella del mondo e imbattibile.
Invece si era sbagliata, lui l’aveva lasciata per quella mocciosa maleducata e rozza. Stava pian piano pianificando la vendetta che sarebbe avvenuta a breve.
 
Il weekend passò e si dovette tornare a lezione, Anna si stava impegnando di più per le materie, e lei e Anthony ogni tanto studiavano insieme così come erano rimasti d’accordo, con loro due c’era sempre Nicola.  Nonostante il suo impegnarsi Anna comunque era ancora distratta dal pensiero di Diego in quel bagno così all’ora di pozioni riuscì per sbaglio a far esplodere il calderone facendo volare robaccia viola per tutta la classe, dovette pulire tutto dopo la lezione senza la magia.
Aveva continuamente in testa la visione del bagno e di lui con i pantaloni aperti da lei. Era seriamente arrabbiata per tutto, sapeva che Diego comunque aveva lasciato quell’oca e subito dopo aveva provato a rincorrerla, ma lei era troppo ancora sconvolta dal tutto.
Il giovedì di quella settimana Anastasia e le sue amiche accerchiarono Anna in un corridoio dopo pranzo, mentre stava andando con Anthony a lezione.
“Pensavo fossi una mocciosa e invece sei una troietta!” esclamò Anastasia
“Spostatevi e lasciatemi passare” disse lei secca
“No prima te la devo far pagare” disse Anastasia con rabbia e le sue tre amiche sfoderarono la bacchetta
“Pensate di battermi?” rise gelida Anna.
“Certo che si noi siamo più grandi e più intelligenti”
“Sul più intelligenti ho i miei dubbi, sembrate un branco di oche starnazzanti” rise la piccola guardandole
Anthony la prese per un braccio “Anna, cambiamo strada”
“Oh e lui chi è? Uno dei tanti con cui te la fai?”
“Cosa intendi?” Anna si stava visibilmente innervosendo
“Quanti anni hai 11? Dovresti stare a giocare con le bambole no a fare la puttanella con i ragazzi”
“Noi ti abbiamo vista sai! C’è lui, poi il rosso e i due identici! Per non parlare di Diego che hai fregato ad Anastasia e quell’altro gigante. Sono sei in tutto” diede manforte una sua amica
“Oh ma che brava sai contare!” Anna batte le mani “Non l’avrei mai detto” il corridoio si stava riempiendo di curiosi che osservavano la scena.
“Si sono sei per ogni giorno della settimana, la domenica te lo sei lasciato libero per riposare le gambe tenute troppo aperte”  disse un’altra delle ragazze
“Tutta la scuola deve sapere quanto sei Puttanella!” urlò Anastasia, Anna prese la bacchetta per puntarla contro Anastasia ma fu atterrata da quest’ultima che le si scagliò addosso prendendola per i capelli.
In quel preciso istante per fortuna, il professor Davis riuscì a farsi spazio tra la folla che aveva sentito la fine della conversazione e tolse d’addosso ad Anna quell’oca di Anastasia con un incantesimo. La Black, nera di rabbia fece per alzarsi e fu bloccata da Anthony convinto che la ragazza avrebbe contrattaccato rischiando una punizione. 
Il professor Davis diventò improvvisamente serio e cacciò tutti i ragazzi dal corridoio causando un fuggì fuggì generale. E ordinò ad Anastasia, il suo gruppetto Anna e Anthony di andare con lui dalla preside per parlare della questione.

“Gerolmina, alunni per te da punire” disse Il professore entrarono in fila inizialmente Anastasia e il suo gruppo e successivamente il professore che teneva, Anna stretta per un braccio imbronciata perché non si era potuta difendere, e che guardava le teste delle ragazze in cagnesco, Anthony in fine a concludere la fila che sperava con tutto se stesso di evitare all’amica di prendersi un’altra punizione.
“Signorina Bellamino di nuovo lei! Oddio no! La Black! Che cosa hai fatto questa volta benedetta ragazza!” esclamò la preside
“Io nulla è stata lei!” Anna urlò indicando Anastasia
“Io non ho fatto nulla! Tu sei una piccola mocciosa impertinente”
“Tu una vacca!” le rispose Anna
“Signorina Black!” urlò la preside
“Ok, basta voi due, zitte!” urlò Davis fece sedere tutti quanti e incominciò a raccontare quello che aveva visto lui alla preside.
“Quindi non sai chi ha incominciato no Alberto?”  chiese lei poi guardando Anna, che stava con le braccia incrociate al petto e sbuffava
“E no, per questo ho portato il signor Cimino come testimonianza” disse lui e fece cenno ad Anthony di spiegare l’accaduto, senza fare una piega in modo lineare includendo anche tutti gli insulti delle ragazze, Anna era rossa di rabbia, i suoi occhi erano come fessure che lanciavano lampi mentre guardava Anastasia
“Lui è di parte! È uno di quelli che si porta a letto!” urlò Anastasia in sua difesa
“Da queste parole, Signorina Bellamino mi fa capire che è colpa sua e delle sue compagne punizione per una settimana pulirete il sesto piano e le aule, e senza la magia, e ora voi quattro tornate a lezione non voglio più vedervi in questo ufficio” disse seria le ragazze si alzarono e andarono via guardando Anna male.
“Signorina Black?”
“Signora Preside io non ho fatto nulla stavamo andando a lezione”
“Nulla a parte l’incantesimo forunculus”
“è la parola di lei contro la mia!” disse Anna ghignando
“Signorina è la seconda volta che ti evito una punizione, per favore cerchi di controllarsi” disse rassegnata
“Ci proverò!”
“Ringrazi il suo amico Cimino se non faccio nulla, credo nella sua testimonianza, e ora non avete lezioni di Difesa? Davis non stanno con te?”
“Oh si certo la lezione siamo in ritardo andiamo!” esclamò il professore tornando ilare come al solito e gioioso, e i ragazzi lo seguirono a lezione.
 
 Dopo cena si trovarono tutti nel dormitorio dei ragazzi, tutti incluso anche Atnhony.
“Quella cagna!” esclamò Nicola
“è tutta colpa mia” disse Diego prendendosi la testa fra le mani
“Si è colpa tua” disse Anthony guardandolo gelido
Anna stava zitta, Kevin diceva parolacce a bassa voce.
“Dovremmo chiuderle in uno stanzino con gli insetti!” esclamò Vincenzo
“Si come abbiamo fatto l’anno scorso con i leccapiedi di Michele” si aggiunse Paolo
“Possiamo metterle cacca di snaso nel letto!” urlò Anna avvicinandosi ai gemelli e prendendo un foglio e una penna.
“E Vermi!” urlarono i gemelli
“Potrei buttarla giù dalla scogliera!”
“No! È una cagna ma nessuno di noi farà nulla, ti sei salvata due volte dalla punizione non puoi salvarti di nuovo”
“MA!” Lei fece per rispondere ma Diego la zittì
“Me ne occupo io, è colpa mia se ce l’ha  con te!”
Silenzio. Anna ancora non gli rivolgeva la parola ed non era molto intenzionata a farlo, ignorò e incominciò a scrivere
“Beh si dovresti, dato che la colpa è tua” disse Anthony
“Io non capisco perché tu ormai ci giri in torno marmocchio”
“Chiedi a Nic sto qui per lui” rispose con un’alzata di spalle  e Diego guardò a Nic con rimprovero
“Non mi guardare così! E non incominciare a lamentarti, sembri peggio di una ragazza con le sue cose”
“Ehi !”  esclamò Anna alzando gli occhi dal foglio in cui stava scrivendo con i gemelli.
Nicola rise e ignorò Anna, “Sta qui perché ormai è parte del gruppo”
“Non sono tanto convinto di voler far parte di questo gruppo”  Anthony ancora fissava Diego in malo modo
“Beh allora dovresti andartene” ghignò il suo avversario
Anna e i gemelli cercavano di ignorare quel battibecco continuando a scrivere e Kevin cercava di dissuaderli prendendo il foglio
“Kev smettila tu fai così solo perché non vuoi litigare con Alessiuccia, un tempo ti saresti unito a noi!” esclamò Vincenzo riprendendosi la lista.
“Nicccc! Stanno escogitando la vendetta contro Anastasiaaaa fa qualcosa!!” urlò Kev piagnucolando
“Spione!” soffio Anna
“Oddio! Ma perché tutte a me?  Sono stanco di farvi da mamma a tutti, devo mettere pace tra loro due e tenere d’occhio Anna e i gemelli, evitando che combinino guai e che Anna rischi la detenzione fino all’ultimo anno e badare a Kevin che piagnucola per tutto e non è d’aiuto” disse esasperato cingendo le braccia al petto
“Se non invitassi Cimino potresti evitare di dover mettere pace, ci sarebbe una cosa in meno per te” sorrise
Anthony intanto si era alzato e aveva rubato il foglio di Anna e lanciando uno sguardo malevolo a Diego
“Se tu, non ti comportassi da bambino Cammileri, eviteremo tutto ciò, Poiché io preferisco ignorarti”  disse Anthony tornando a leggere il foglio, Nic si avvicinò per dare un’occhiata.
“Non se ne parla proprio, non farete niente del genere, voi due!” indicò i gemelli “Dovreste tenerla a bada no stimolarla!”  e strappò il foglio
“Non può passarla liscia no dopo quello che ha detto alla piccola” Vincenzo guardava male Nicola e Paolo annuiva, guardando Kevin che un tempo avrebbe detto lo stesso.
“Voi siete tutti matti, ma litigate sempre?” chiese Anthony più a se stesso che a qualcuno in particolare.
“Oddio tutti a fare i perfettini, perché non vi fate un po’ gli affari vostri e mi lasciate fare quello che voglio?” chiese Anna puntando la bacchetta per aggiustare il foglio
“Perché non puoi finire in punizione ti hanno graziata per la fattura, e poi sbaglio o stai andando un po’ male nei compiti?” la rimproverò Nic
“Spione” Anna guardava Anthony
“Non mi ha detto nulla, ma so del calderone in aria”
“Non l’ho fatto apposta ci ho messo qualche bacca viola in più”
“Le bacche viola non ci andavano stava la bava di lumaca, hai fatto un errore base!” urlò Anthony
“Ti ho già detto scusa per la camicia, non puoi rinfacciarmela in eterno!” urlò Anna
“BASTAAAAAAA” urlò Kevin
E tutti si fermarono dal litigare. “Io non vi sopporto più litigate tutti! Sono stanco di questa situazione io me ne vado!” si alzò ed andò via
“Ma si è rincoglionito?” chiese Anna sbalordita
“Odia i litigi i suoi sono divorziati e litigavano sempre” Diego spiegò guardandola .
“Va bene, va bene non farò niente che sta su quella lista e mi comporterò bene, per Kevin non voglio che abbia un esaurimento per colpa mia.” Disse lei rivolgendosi a Nic e ignorando Diego risedendosi a terra e appoggiandosi a Paolo.
“Farai la brava? Non farai guai?” chiese Nicola scambiandosi uno sguardo con Anthony di scettiscismo.  
“Si, si” annuì lei chiudendo gli occhi e lasciandosi accarezzare i capelli da Paolo
“Voi due la smetterete di darle corda?” chiese poi ai gemelli
“Va bene, ma solo per Kevin anche se lo preferivamo quando faceva scherzi, da quando sta con Alessiuccia è cambiato” disse Vincenzo sbuffando
“Forse sta maturando, cosa che non accadrà mai a voi due!”
“Ehi è merito mio se l’altra volta avete fatto pace!” disse Paolo
“Mmmh”
Anthony non stava bene campendo ma fece finta di nulla preferendo non chiedere.
“E tu la smetti di prendertela con Anthony?” chiese Nicola a Diego
“Posso provarci ma non ti prometto nulla”
“Vabbè è un passo avanti!” prese gli scacchi e fece segno ad Anthony che si sedette a terra per giocare con lui.  Diego sbuffò guardò Anna che stava sdraiata anche lei a terra e parlava con i gemelli del fatto che finalmente Paolo si fosse scritto al club d’arte e invece Vincenzo fosse ritornato a quello di ballo. Sentiva la sua mancanza  immensamente, voleva fare pace con tutto se stesso, ma lei neanche lo guardava. E ora aveva fatto pace con quello stupido di Anthony che Nic invitava ovunque. Era proprio stufo di tutta quella situazione, e si sentiva anche imbarazzato per il fatto del bagno, continuava ad osservarla mentre rideva per via di Vincenzo che si era alzato in piedi e stava dando dimostrazione di alcuni passi, e Paolo continuava ad accarezzarle i capelli, cosa che di solito faceva lui per tenerla calma.
Prese un cuscino se lo mise in faccia e soffoco un urlo, il rumore che ne uscì fuori era simile a un ammmfffu che fece girare tutte le teste verso il letto ad osservarlo. Nic e Anthony si scambiarono uno sguardo, Nico preoccupato e Anthony come a dire che Diego fosse decisamente idiota.  Anche i gemelli si guardarono e decisero di far finta di nulla.  Mentre Anna ora fissava il letto allucinata forse sarebbe dovuta tornare a parlare con lui ma le faceva ancora tutto troppo male.

 
Note dell’autrice:
Ci sono state un po’ di parolacce in questo capitolo, ma si può dire che è l’età in cui si comincia a dirle per ferire. Ora io penso che il raiting vada bene quello che ho messo, se qualcuno sa il contrario e me lo vuole dire mi farebbe un favore.
Forse è un po’ affrettato il rappacificamento di Anthony e Anna, ma bisogna dire che alla fine Anthony sta cercando di accontentarsi anche sé voleva provare a distaccarsi ma con Nic ora come amico gli è molto difficile. E Anna alla fine non ha sentimenti amorevoli nei suoi confronti, quindi alla fine sta accettando la scelta di Anthony l’importante che non si dichiari di nuovo.
Con Diego è diversa la questione lei prova qualcosa e non riesce a far finta di essere solo un’amica per ora, preferisce non averlo proprio finché non le passi la rabbia.  
Il Prossimo aggiornamento dovrebbe essere giovedì! grazie a tutti! 

                                                                  

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Capitolo 21
*** Rappresaglie ***


 Cap.21 Rappresaglie

Marzo era a metà ormai, ed era passato tranquillo senza alcuna lotta tra Anna ed Anastasia. Anna aveva mantenuto la parola. Aveva passato tutto l’ultimo periodo a studiare per recuperare, e ai vari club. A volte andava a quello di musica per sentire Nic cantare ed Anthony suonare il pianoforte.
Passava la maggior parte del suo tempo con i due ragazzi, le mancava Diego anche se il tempo aveva attenuato il dolore. Poiché era a distanza di sicurezza dal ragazzo non volendo si era allontanata anche da Kevin, e lui aveva fatto lo stesso per via della fidanzata che era impaurita da Anna.
Come sempre era a studiare con Anthony, che ormai non frequentava più il gruppetto di Ambra a parte Mirko ogni tanto quando non stava con Jessica.
“Come hai fatto?” chiese Anna nell’aula
“Con la magia?” rispose lui
“Ah ah ah simpatico, ma và! Io non riesco a fare questo incantesimo di trasfigurazione”
“Dai è semplice, non ti stai concentrando abbastanza” disse Anthony poi puntò la bacchetta sulla pietra di Anna e disse “Scribbilifors” e quella diventò una piuma d’oca.
“è una cosa inutile, voglio capire a che mi serve una piuma d’oca!” esclamò lei accasciando la testa sul banco.
“Non puoi saper fare solo quello che a te sembra utile, e comunque non è utile trasformare gli oggetti in animali, tu sai fare quello maggiormente”
“Gli animali sono utili!” esclamò lei ancora con la testa sul banco
“Dai se ci riesci smettiamo di esercitarci” e le diede due colpetti sulla spalla
“Ok, Reverto” la piuma tornò ad essere una pietra
“Con il controincatesimo ci sai fare eh, ora falla diventare una piuma, pensa intensamente, che se ce la fai poi potremmo chiudere tutto”
Lei chiuse gli occhi si concentro “Scribbilifors”  e la pietra diventò una piuma d’oca
“Ci sei riuscita! Se bastava così poco ti proponevo subito di finire di studiare” sbuffo lui ridendo sotto i baffi
“Ah ah ah , oggi sei piuttosto spiritoso e sarcastico”
“Come al solito, dai muoviti forse riusciamo a raggiungere Nic all’aula di musica” Anthony incominciò a rimettere tutto apposto. Lei sorrise, si stava abituando a quella strana amicizia di Nic ed Anthony.

Arrivati nell’aula di musica trovarono Nic e Diego insieme.
“Ehilà!” disse Anna entrando per poi fermarsi e guardare Diego.
Diego vide Anthony e sbuffo “Come mai qui? Sei ovunque”
“è qui perché dobbiamo provare! come sono andati i compiti?”Nic guardò prima Diego malamente e poi i due ragazzi sorridendo
“Bene, anche se la signorina qui è sempre distratta” e Anna per giusta risposta gli fece la linguaccia, lui sorrise poi guardò Diego “E tu che ci fai qui?”
“Piove troppo forte l’allenamento è stato interrotto” aveva ancora la sua tuta, e stava seduto su un banco con i capelli un po’ bagnati che li ricadevano sugli occhi e le braccia incrociate al petto e il muso, di pessimo umore perché il giorno dopo aveva la partita e il tempo era pessimo. Ad Anna sembrava in qualche modo tenero, Diego era un patito del quidditch e ogni volta che non poteva fare un allenamento si intristiva sempre e la ragazzina di solito lo portava nelle cucine a prendere una cioccolata calda, questo però succedeva l’anno prima, e sembrava veramente tanto tempo fa.
“Beh dai incominciate!” disse sedendosi su un altro banco di fronte a Diego che continuava a guardarla imbronciato.
I due ragazzi provarono a creare la musica per una canzone che stava scrivendo Nicola, Diego rimase lì tutto il tempo in silenzio e Anna invece leggeva tranquilla, il libro d’incantesimi.

Dopo le prove tornarono in dormitorio per lasciare le proprie cose e poi andarono a cena.
La cena passo tranquilla a parte il brontolare di Diego “Piove un casino, domani sarà un disastro la partita!”
“Andrà bene sei un ottimo portiere!” gli rispose Kev battendoli una mano sulla spalla
“Ma cosa? I battitori quest’anno fanno schifo”
Anna cercava d’ignorarlo, poichè ogni volta che stava così di solito ci pensava lei a fargli tornare il buon umore, Kevin infatti scosse la testa guardandola, ora toccava a lui consolare il cugino.
“Dai non fare così il depresso! Mangia un po’ di dolce al cioccolato così ti sentirai meglio!”
“Non mi piace il cioccolato!”  disse arrabbiato ricordando le cioccolate calde con Anna e poi guardandola, lei distolse lo sguardo e incominciò a giocare con  la forchetta con il suo dolce.
Anthony alzò gli occhi al cielo, e sbuffo “La smetti di lamentarti è tutto il giorno che lo fai!”
“Senti moccioso se non mi vuoi sentire vattene”
“Non sono l’unico che è stanco delle tue lamentele, lo sono anche gli altri, solo che non te lo dicono perché sono tuoi amici”
“Non è vero! Lo dici apposta per darmi fastidio”
Anthony fece per ribattere ma Anna, gli prese la mano che teneva poggiata sul tavolo e lo guardò supplice, lui sbuffo e stette zitto. Diego vedendo il gesto si bloccò di colpo irritato al massimo.
“Ciao amorino!” arrivò Alessia che diede un bacio a Kev “Ehi ciao! Dov’eri finita oggi? Non ti ho visto proprio!”
“Oh si scusa ero a studiare con delle amiche, com’è andata la tua giornata”
“Tranquilla fino ad ora, che mi sto subendo Diego e la sua ansia per la partita di domani, sono riuscito a evitarlo tutto il giorno perché ho studiato pozione con i gemelli aiutando Vincenzo che è un vero danno.  La tua di giornata come è stata tesoruccio?” gli racconto lui accarezzandole i capelli
Anna intanto stava dicendo all’orecchio di Anthony se per favore potesse evitare di parlare con Diego e il ragazzo in questione li stava guardando male, sospettando che ormai fossero una coppia.
“La mia è andata benone, a proposito di Diego, gli ho portato un tonico rilassante così l’ansia sparirà tieni tesoruccio!” e gli diede una boccetta con il tonico dentro
“Sei un amore! Così si addormenterà e non romperà più a nessuno!”
“Ehi KEV! Smettila di trattarmi male! Grazie Alessia sei molto gentile”
Anna intanto fissava Alessia che al ringraziamento di Diego aveva fatto un sorriso tirato molto strano. 
“Lo dovresti prendere in camera almeno mezz’ora dopo aver mangiato, ora vado devo vedermi con delle compagna facciamo un pigiama party stasera!” disse squillante
“Allora mi abbandoni di nuovo?” Kevin l’abbracciò
“Eh si dai Kev, tu puoi approfittarne per stare un po’ con i tuoi amici, fai il bravo amore ti amo!” gli diede un bacio e poi salutò tutti con la mano.
“Se abbiamo finito di mangiare possiamo andare in camera? Anna, Anthony venite anche voi?” chiese Nicola che più che una richiesta sembrava un ordine.
“Ehm, ok, si veniamo anche noi” disse Anna un po’ a disagio alzandosi
“Perfetto perché Anna ci devi aiutare a fare delle ricerche su un nuovo animale!” Esclamò Vincenzo prendendola sotto braccio
“Se Anna sta con voi, tu stai con me possiamo lavorare sulla canzone ancora un po’ se ti va?” si rivolse ad Anthony
“A me andrebbe una partita a scacchi, abbiamo lavorato tutta la giornata sulla canzone” disse Anthony
 “Va bene comunque!”
“Aspettate! Se Anna sta con i gemelli, e Nicola con Anthony, io mi devo sopportare il pazzo ossessionato dal quidditch?” disse Kevin affranto per poi guardare Anna male
“Smettila di guardarmi così” Esclamò lei
“Uffa ma perché???” piagnucolo e Anna alzò le spalle come a dire tocca a te non rompere è tuo cugino
“Non devi sopportarmi posso fare altro anche solo” sbuffò lui
“Dai non fare l’offeso! Ma certo che starò con te sei mio cugino!”  si affrettò a dire, sentendosi subito in colpa.
 
“Quindi secondo voi se andiamo dentro il bosco di notte potremmo trovare questo animale?”  chiese lei dopo aver avuto la spiegazione da Vincenzo
“Io non sono convinto, sembra pericoloso” Paolo non era per niente convinto
“Sempre se esiste, è solo un tentativo” disse Vincenzo serio
“Shh, parlate a bassa voce o ci sentono!” sussurrò Anna guardando poi in direzione di Nic e Anthony che chiacchieravano mentre giocavano a scacchi, e poi verso Kevin e Diego che stavano anche loro giocando all’impiccato annoiati con Diego che ogni tanto si lamentava.
“Ah giusto mamma Nicola non sarebbe d’accordo” Vicenzo abbassò la voce
“Ragazzi non lo sono neanche io!” Paolo proprio non voleva
“Dai che sarà mai? Un po’ d’avventura” Vincenzo diede una botta a Paolo
“Allora qui dice che la Marabbecca* si trasforma in mostri o donne per attirare l’attenzione di uomini e bambini e che poi incarna la paura peggiore della nostra mente, un’animale tranquillo che ci può portare alla morte no?” sbuffo Vincenzo
“Dice uomini e bambini, siete salvi con me, e poi è simile a un molliccio!”
“Si, ma col molliccio c’è un incantesimo con questo no!” Paolo provava a convincerli a non farlo “E poi non ci daranno mai il permesso!”
“Infatti, non lo chiediamo!” esclamò Vincenzo
“Ahia se lo viene a scoprire qualcuno siamo fritti!” Anna guardò Nicola
“Aaaaah” Kevin urlò e poi si sentì un tonfo che proveniva da Diego caduto dal letto.
“Che cavolo state combinando voi due!” esclamò Nicola che aveva fatto un salto dalla paura ed era di spalle ai ragazzi sul letto. Diego era a terra e il suo corpo non si vedeva per via della prospettiva in cui tutti erano posizionati, Anna guardò Kevin e vide preoccupazione sulla sua faccia, si alzò in piedi e corse a controllare.
Kevin era bianco cadaverico e indicava il punto dove era caduto Diego.
“Diego!” Anna era vicino al ragazzo a terra svenuto, Nicola la raggiunse “Che è successo è svenuto?”
Kevin indicava la boccetta in maniera confusionaria e in preda al panico, Nicola con l’aiuto di Anna tirò Diego al centro della stanza e incominciò a controllare il cuore se battesse, la ragazzina era immobile e aspettava un responso, i gemelli erano pallidi vicino ai piedi di Diego, Anthony si era avvicinato alla boccetta per osservare e vedere se capiva qualcosa “Ha bevuto questo ed è svenuto?” chiese a Kev che annuì guardando il cugino terrorizzato.
Diego spalancò gli occhi. “Diego stai bene?” chiese Nicola
“Mmmh si mi fa male la testa che è successo?” disse cercando di mettersi seduto aiutato da Nicola
Anna riprese a respirare, lui stava bene.
“Oddio stai bene!” e lo abbracciò di slanciò senza rendersene conto “Che spavento! Non farlo mai più!”
Si staccò da lui e lo guardò negli occhi, i suoi occhi neri erano diventati chiari quasi trasparenti, si allontanò per osservarlo meglio. “Nic, forse dovremmo portarlo in infermeria” disse piano
“Perché! io sto bene!” disse con voce elettrizzata Diego, si alzò in piedi “Sono in perfetta forma! Mai stato meglio ragazzi!” e improvvisò una corsa sul posto, Anna preoccupata si avvicinò a Nicola e gli sussurrò “Guarda gli occhi” Nicola gli vide e aggrottò la fronte confuso.
“Cugino, non fare così sei appena svenuto!” Kev lo guardava preoccupato come tutti nella stanza
“Sto benissimo!” urlò lui e poi guardò Anna e si bloccò
“Ma tu sei Anna!” disse come se fosse stato appena reduce da una botta in testa
“Ehm si” rispose lei incerta
“Si tu sei proprio lei!” e si avvicinò “IO TI AMOOOOOOO” lei spalancò gli occhi e si trovò poi avvinghiata in un abbraccio immobile e poi lui incominciò a riempirla di baci sulle guance.
“Diego che diavolo fai!” Nic si era messo in mezzo per levarli Anna che era visibilmente sconvolta e non riusciva a fare nulla.
“Lei è mia! Vattene tu che vuoi!!” urlava Diego spingendo via.
“Diego datti una calmata! Sembri un maniaco!”
“Io non lo sono, io sono innamorato di questa bellissima principessa”  esclamò lui estasiato riguardando Anna che si riprese al sentirsi chiamare principessa e fece un faccia schifata.
“Dobbiamo portarlo in infermeria!”
“Oh mia cara, dolce, tenera e bellissima amata non si può curare quello che ho!” le aveva preso le mani e si era inginocchiato “Questo è un mal d’amore! Amore per te, per cui scalerei le montagne, nuoterei nelle cascate, lotterei con un orso a mani nude! Tutto per la mia amata”
“è uscito fuori di testa, prima o poi doveva accadere”  disse Kevin confuso
“Diego lasciami, hai uno sguardo strano mi fai paura!”
“Paura di me! Io non ti farei mai del male mia dolce regina del mio cuore!” si alzò di scatto e fece per darle un bacio sulle labbra “IMPEDIMENTA!” urlò Anthony sguainando la bacchetta e Diego volo all’indietro andando a sbattere contro l’armadio.
“Anthony!!”  urlarono i gemelli “Come ti è saltato in mente!” urlo Kevin cercando di raggiungere il cugino per aiutarlo ad rialzarsi “TU! Mio acerrimo rivale, nemico, antagonista! Battiti lealmente per il cuore della bella!” si stava avvinando ad Anthony per sfidarlo a duello,  spostando Kevin che aveva provato ad aiutarlo, Nicola fece per fermarlo ma Diego lo immobilizzò con la bacchetta e Nic cadde a terra immobile
“Che stai facendo” urlò Kevin prendendolo per un braccio ma Diego immobilizzò anche lui, i gemelli impauriti urlarono come dei forsennati correndo verso di lui provando a fermarlo ma anche loro caddero a terra.
Anna era sconvolta dalla scena
“Siamo soli io e te! Ora battiti da uomo a uomo, in un vero duello, io lo so che la ami, ma lei sarà mia!” si avvicinò a due cuscini e gli trasfigurò in due spade e ne lanciò una ad Anthony che si girò verso Anna per capire cosa fare “Angard!” urlò Diego e Anthony fece a mala pena a parare il colpo con la spada impaurito, e incominciò a indietreggiare. Diego fece un altro affondo e Anthony parò di nuovo. “Basta! Diego fermati” urlava  Anna saltellando sul posto in piena crisi isterica.
“Mia amata, mi piacerebbe, ma non posso proprio e per te che mi sto battendo!” e continuò a sferrare colpi su colpi, i rumori delle spade che si colpivano risuonavano tra la stanza “BASTA BASTA BASTA!” urlava la piccola in panico la spada sfiorò il bracciò di Anthony a ciò bastò a strapparli la camicia e a fargli un taglio.
“Sognum!” urlò Anna disperata colpendo Diego da dietro la schiena che cadde a terra, Anthony sospirò e si lasciò cadere a terra esausto dal duello.
“Ce ne hai messo di tempo!” urlò Anthony
“Ero in panico cosa vuoi da me!” urlò lei isterica
“Ha immobilizzato tutti, come cavolo ha fatto!” urlò anche il ragazzo preso dal panico
Anna incominciò a risvegliare tutti.
“Ma che cavolo è successo!” Nicola guardava Diego russare per terra
“Incantesimo del sogno” rispose Anna
“Si lo so questo! Prima che cosa è successo!”
“Cosa facciamo!” Kevin sempre più in panico
“Ha bevuto quel tonico della tua fidanzata ed è impazzito!” Anthony urlò contro Kevin
“Portiamolo in infermeria!” urlarono i gemelli “ORA!” urlò Paolo “Prima che si svegli!” urlò Vincenzo
“No!” Anna guardava la boccetta sul letto “Lo portiamo da Davis! Lui ci aiuterà meglio di chiunque prendete la boccetta! Kev tu prendi Diego!”
“Ma se è stata una pozione non dovremmo andare dalla prof di pozioni?” chiese Anthony
“Quella odia tutti ci metterebbe in punizione da Davis ora!”  

Corsero tutti verso l’ufficio di Davis, Nicola fu il primo ad arrivare e a bussare, ma nulla nessuno rispose. Anna incominciò a bussare come una pazza “Professore!!! APRITE!” erano tutti con il fiatone per la corsa ma la piccola aveva ancora la sua voce che al momento risultava essere squillante.
Kevin aveva Diego sulle spalle e si fece aiutare dai gemelli a farlo scendere era sfinito per il peso e la corsa.
“Che cosa facciamo non c’è!” esclamò Nicola in panico
Si guardarono tutti in panico senza sapere cosa fare “Infermeria è l’unico modo no?” disse Anthony.
“No, io e Nic andiamo dalla preside lì ci sarà Davis! Voi rimanete qui!” urlò Anna
“E se si sveglia e ci immobilizza e tenta di uccidere Anthony?” chiese Paolo sconvolto
“Incarceramus!”Disse Nic muovendo la bacchetta su Diego e delle corde lo legarono stretto
“Che cavolo hai fatto? Non puoi legarlo con una fattura!” disse Kevin porgendosi sul cugino e provando a slegarlo “Sei impazzito” la realtà era che tutti erano impazziti Vincenzo si scagliò su Kevin per fermarlo “LASCIAMI non può stare legato, sta male!”
Paolo era a terra appoggiato con le spalle a muro e si dondolava abbracciato alle sue gambe singhiozzando.
“Deve, è pericoloso! Quel tonico l’ha fatto impazzire!” urlò Anthony
“Non è stato il tonico di Alessiuccia!” urlò Kevin
“Beh ha bevuto quello e poi è impazzito, quindi è stato quello!” urlò Anthony
“Ok basta, stiamo perdendo tempo Anna, andiamo!” e Nic la prese per la mano e incominciarono a correre verso l’ufficio della preside.

Entrarono senza neanche bussare trafelati e si trovarono davanti seduti vicino alla scrivania trasfigurata in un tavolino la preside, il prof Davis e un bellissimo uomo vestito elegantemente che teneva per mano Davis che stavano mangiando una torta e bevendo del liquore.
“Per Circe! Balck! ” Esclamò la preside
“Professor Davis deve venire subito!” urlò Nicola
“Che sta succedendo?” chiese la preside alzandosi
“Diego è stato avvelenato!” urlò Anna
“COSA?” urlarono Davis e la preside
“No, non lo sappiamo ha bevuto un tonico e poi è svenuto e si è ripreso, i suoi occhi erano diversi quasi trasparenti e poi  ha dichiarato il suo amore per Anna immobilizzato tutti, e lottato contro Anthony con delle spade!” urlò Nicola in preda al panico
“Non dire di no, quel tonico era avvelenato! Se becco Alessia la uccido è stata lei!”
“Non sappiamo se sia stato il tonico! Alessia è la fidanzata di Kevin perché avrebbe dovuto fare questo?”
“Che ne so io?? Perché è un’altra pazza? È stato il tonico!” litigavano tra di loro come dei pazzi furiosi
“Ragazzi!” urlò la preside
Si bloccarono entrambi ancora con il fiatone per le corse e le urla
“Dove si trova ora il signor Camilleri?” chiese Davis
“L’abbiamo lasciato lì davanti al suo ufficio con gli altri nostri amici, Nic l’ha legato!” Disse Anna
“Come legato? Perché?” chiese la preside sconvolta
“Perché avevamo paura che si risvegliasse è uccidesse Anthony!” gridò Nicola
“Non potete legare uno studente!”
“Si ma è impazzito!!!” urlò Nic
“Perché non siete andati infermeria?” chiese l’uomo meravigliosamente bello che teneva per mano Davis
“Perché il professor Davis anche se è strano, è il più bravo con gli incantesimi! Lei è suo marito waooo!” disse Anna fermandosi a guardando l’uomo innamorata
“Strano?!?” disse Davis sconvolto e alla preside sfuggì un risolino che trasformò in una tosse
“Ok, muoviamoci andiamo da Camilleri!” disse poi e tutti uscirono dall’ufficio.
 
L’avevano finalmente portato in infermeria, il professor Davis con l’infermiera Cinzia si stavano occupando di lui, mentre la preside e il marito del professore stavano esaminando la boccetta in cui erano rimaste delle gocce, i ragazzi stavano tutti in piedi all’inizio dell’infermeria aspettando di avere notizie. Kevin era il più nervoso di tutti, non capiva che cosa fosse successo, e non voleva credere che fosse stato il tonico della fidanzata a fare quello a suo cugino. Era impaurito al massimo, Anna gli aveva preso la mano preoccupata anche lei, scambiandosi degli sguardi nervosi con Nic, entrambi stavano riflettendo su cosa centrasse Alessia in tutto questo.
“Ragazzi” chiamò Davis dopo circa un ora
Tutti si precipitarono dentro riempiendo di domande il professore.
“Basta, se fate mille domande e non ci date tempo di rispondere non avrete mai delle risposte” Disse la preside severa, e così si creò il silenzio.
“Ok, ora vi spiego, gli hanno dato una specie di filtro che faceva uscire le emozioni represse” spiegò Davis guardando Nic
“Quindi si è dichiarato ad Anna perché la ama e scagliato contro Anthony perché è geloso di lui?” chiese Nic, Anna si guardò le scarpe e Anthony sbarrò gli occhi
“Penso sia possibile, non so se ami la signorina Black, ma avendovi osservati un po’ ho notato che loro due si sono allontanati, forse lui voleva fare pace e il filtro ha diciamo aumentato i suoi sentimenti facendoli esplodere” spiegò ancora
“Sei stata tu a dargli il filtro!” disse Kevin indicando Anna
“Ma sei impazzito! L’unica cosa che ha bevuto è stato quel maledetto tonico!” urlò lei “Perché avrei dovuto?”
“Non lo so! Ma è impossibile che sia stata Alessia!” Kevin era decisamente confuso, non poteva essere stata la sua ragazza
“Il filtro era nella boccetta che ci avete dato” disse il marito di Davis
“Si, Riccardo ha ragione, dobbiamo parlare con la tua fidanzata Kevin, manderò un elfo a chiamarla”  disse la preside allontanandosi un attimo per chiamare l’elfo
“Camilleri deve rimanere in infermeria a riposare voi dovreste andare.” Disse il professore
“Non se ne parla proprio! Dobbiamo sapere cosa sia successo!” disse Nicola preoccupato e voglioso di sapere la verità.
“Va bene rimanete” disse tranquillamente e Riccardo lo guardò male
“Tu autorità nulla eh” disse sarcastico
“Lei è suo marito quindi?” chiese Anna guardandolo e sorridendo
“Ehm si piacere Riccardo” disse lui incuriosito poi guardando il marito che annuì
“Posso farle una domanda?” chiese lei amabile sorridendo sempre più
“Ehm certo” chiese lui perplesso aspettandosi di tutto da quella ragazzina dato che il marito gli aveva raccontato di lei
“Sono venuta a conoscenza che lei va in giro per il mondo a catturare, creature, disinfestare posti, e si trova spesso davanti a mostri e demoni, mi chiedevo se lei avesse mai visto un Marabecca? O se questo animale esistesse e lei è un esperto a tal proposito.” Chiese lei angelica
Riccardo spalancò gli occhi incredulo, si aspettava di tutto ma no una domanda così assurda in un momento del genere, poi sorrise, d'altronde lui era abituato alle cose strane aveva sposato suo Afredo.
“Marabecca hai detto? mmmh come sei a conoscenza di questo animale” chiese poi sospettoso
Lei sorrise evitando di guardare i gemelli che ghignavano alle sue spalle.
“Io leggo molto, e dato che lei è qui ne volevo approfittare per chiederle delle informazioni”
“Si, esistono, ne ho cacciato uno qualche anno fa, si trovano in Sicilia, e sono molto pericolosi, non consiglio di andare a cercarli signorina”
“Ah, no non volevam- volevo cercarlo, era una curiosità grazie dell’informazione, quindi c’è un incantesimo che si può usare quando lo si trova davanti a se non so tipo un ridikkulus per i mollicci?” chiese ancora lei
“Conosci anche i mollicci, non gli abbiamo mai fatti, sono nel programma dell’anno prossimo” disse il professore stupito
“Come ho detto leggo molto!” lei sorrise “Comunque professore Davis suo marito è veramente un figo da paura!” esclamò lei facendo arrossire entrambi gli uomini
“Anna!” urlò Nicola
“Ti sembra il  momento di chiedere di un marebicca? E di dire che il marito del professore è figo?” la guardò sconvolto Anthony, passandosi una mano tra i capelli arruffandoli.
“Beh hanno detto che Diego sta bene, chissà se potrò rivedere di nuovo il signor marito del professore Davis!” disse lei come se fosse la cosa più normale
“Assurda! E poi dici che il professor Davis è strano!” Nicola la rimproverò
“Non ho mai detto che non sono strana, essere strano è un complimento per me, strano equivale a non banale, io non capisco a volte il professor Davis e forse non lo capirò mai, tipo per tutto il rosa di san valentino.  Ma a me piace mi insegna le fatture!”
“Cosa fai?” chiese Riccardo al marito
“Io, insegno, sono un professore” disse facendo finta di nulla e poi fischiettando
“Vedi che ho capito cosa intendeva la ragazzina! A volte sei così irresponsabile, Geltrude lo sa cosa fai?”
“Si lo sa!” esclamò lui ridendo
“Immagino che ti giustifichi sempre! Sono l’unico maturo qui”
I ragazzi osservavano tutti la conversazione trattenendo le risate.
Arrivò la preside a interrompere “Davis, Riccardo venite con me così interroghiamo la signorina?” loro annuirono e si avvicinarono , e si mosse anche il gruppetto
“Ehi voi no! Aspettate fuori vi diremo noi cosa è successo se potremmo”
E i ragazzi sbuffarono e si rimisero a sedere, commentando il tutto.  Tranne Kevin che stava in disparte confuso, e disse a tutti di lasciarlo in pace.
 
 
Note dell’autrice
*Marabecca, creatura di leggende Siciliane che servivano a spaventare i bambini.
Ed ecco che si vede anche il marito del professor Davis, Anna chiede cosa sia il Marabecca a Riccardo no perché le interessa d’avvero ma perché non vuole che si parli del fatto che Diego possa essere innamorato di lei quindi decide di cambiare discorso con una domanda stupida ahahahah
Mi sono resa conto che questo gruppo litiga veramente tanto, gli adoro! Si vogliono bene ma litigano come dei pazzi!
Alla prossima che penso arriverà più tardi del previsto, sono momentaneamente tornata a casa per l’estate e c’è tanta gente da vedere, penso che settimana prossima sarà più tranquilla per scrivere
Baci! Grazie a tutti, ah scusate se ho ritardato avevo detto ieri ma non ci sono riuscita.
 

 
 
 
 

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Capitolo 22
*** Questioni di cuori ***


Capitolo 22 Questioni di cuore

La vicenda del filtro si era risolta, alla fine dopo parecchio tempo chiusi in una stanza la preside e il professor Davis con il marito, erano riusciti a far parlare Alessia, che tra le lacrime e singhiozzi aveva ammesso di aver dato lei il filtro a Diego, ma che non sapesse cosa fosse.  Voleva in tutti i costi entrare nel gruppo di Anastasia da anni, il gruppo di Anastasia era definito come il gruppo delle più belle del quarto anno.  Farne parte era un onore.
Anastasia, dopo aver visto la vicinanza di Alessia al gruppo di Diego aveva incominciato a trattare bene la ragazza ed includerla. E dopo un po’ le aveva detto che se avesse voluto far parte del gruppo avrebbe dovuto superare un test,  che consisteva nel dare quel filtro a Diego senza fare domande.
Anche Anastasia fu chiamata per chiarimenti e dopo urla pazzesche, la preside giunse alla conclusione che Alessia si sarebbe presa un mese di punizione e Anastasia sarebbe stata sospesa per una settimana.
Il gruppetto fu aggiornato di tutto e se ne andarono tutti dritti a dormire.
La mattina dopo Anna era appostata vicino all’entrata nascosta, pronta ad aspettare Anastasia, Diego era uscito preso da Nicola ed entrambi avevano visto Anna, stavano per andare a salutarla ma apparse Anastasia scortata fuori dal professore Davis. Anna alzò la bacchetta prese la mira e sussurrò “Capillus Damnum” i capelli di Anastasia incominciarono a cadere ciocca per ciocca. La ragazza cacciò un urlo incredibile il professor Davis spalancò la bocca incredulo a quello che stava vedendo poi si girò a cercare il colpevole e vide Anna dietro una colonna. “Black!”urlò incredulo non pensava che lei avesse potuto fare una cosa così e farsi per di più beccare in quel modo così semplice. Anna era certa del fatto che non l’avrebbe mai passata liscia, Davis l’adorava e la proteggeva sempre, ma era stata colta sul fatto, fece per parlare ma non ebbe il tempo “PROFESSORE! Sono stato io!” urlò Diego, Anna lo guardò pronta per parlare ma Nicola le fece cenno con la testa di stare zitta.
“Camilleri, lei?” Davis guardava sia lui che Anna, senza saper bene cosa fare.
Anastasia era a terra in lacrime con i capelli caduti che la circondavano, guardando Diego con odio e anche Anna.
“Si professore io, per via del filtro di ieri, l’ho vista e non so ho fatto l’incantesimo colto dalla rabbia, mi dispiace”
“Black lei non ha fatto nulla?” chiese Davis
“No, stava venendo per incontrarsi con noi per fare colazione!” disse Nicola, Davis lo guardò torvo.
“Ci vediamo nel mio ufficio tutti e tre dopo colazione, ora devo risolvere il problema dei…” si fermò e guardò la ragazza, aveva veramente perso tutti i capelli e piangeva come se le fosse morto qualcuno.
“Andate via, ci vediamo dopo.”
“Ok!” esclamò Nic prendendo Diego per una mano e poi afferrando Anna.

Li condusse in una classe e chiuse la porta.
“Come ti è venuto in mente!” Nic urlava in faccia alla Black
“Sei così sconsiderata, sei impazzita! L’hai rasata a zero davanti a un professore! Hai superato il limite! La punizione non te la leva nessuno questa volta!”
“Io ho superato il limite? E quella vacca che decide di avvelenare la gente?”
“Quella cretina è stata sospesa per una settimana, perché hai dovuto agire? Spiegamelo!”
“Dai Nic, non urlare” disse Diego tirandoli un braccio
“Non ti immischiare!”
“Invece si, perché riguarda più me che te, è colpa mia!” Diego si sentiva ancora in colpa
“Colpa tua? No qui la colpa è di Anna che non doveva agire! Avevi promesso di non vendicarti di non fare niente della lista!”
“ Infatti, non era sulla lista quell’incantesimo, la promessa l’ho mantenuta” disse Anna ghignando
“Quando andiamo nell’ufficio ti prendi la tua responsabilità e ti becchi la punizione”
“Va bene, che sarà mai” disse lei facendo spallucce
“No aspetta non puoi, ho detto che sono stato io, ho un alibi, me la prendo io!” disse Diego
Silenzio, Anna ancora non rivolgeva la parola a Diego.
“Per favore, puoi tornare a parlarmi? Non ce la faccio più senza di te, ho sbagliato ad allontanarmi e a fidanzarmi con quella, scusami, avevo paura di provare qualcosa per te!”
“Provi qualcosa per me?” chiese lei in imbarazzo il suo cuore aveva fatto una capriola
“Come amica! Sei la mia migliore amica, e mi manchi”  si affretto a dire lui
Nicola si allontanò da loro e sbuffo un qualcosa simile alle parole assurdo  e idiota si avvicinò al muro e incominciò a sbatterci la testa, prima o poi i suoi amici gli avrebbero fatto venire un ictus
“Anna ti prego!” disse Diego avvicinandosi a lei e poi abbracciandola, Anna non fece resistenza anzi si lasciò abbracciare, anche lei non ce la faceva più a quel distacco.
In quel momento era come tornare indietro nel tempo al loro primo abbraccio, quando aveva scoperto qualcosa sui suoi genitori e si era sentita persa nel sapere di suo padre, scacciò quei pensieri sulla sua famiglia dalla testa, si sentì stringere sempre di più, si sentì di nuovo protetta come non mai.
Quando abbracciava Nicola non era uguale, era un abbraccio in cui si sentiva coccolata, compresa. Era un tipo di abbraccio dolce.
Quando invece aveva abbracciato Anthony nel letto nel periodo delle vacanze di Natale era un abbraccio  diverso ancora, lì era come se lei cercasse di dare al ragazzo conforto.
Quando abbracciava e gemelli e Kevin invece erano quei tipi di abbracci allegri, pieni di energia.
Gli abbracci con Diego erano diversi, erano i più particolari, erano quei tipi di abbracci che ti fanno sentire a casa, che ti riempiono il cuore, abbracci di cui senti il bisogno, che senza ti senti perso, quei tipi di abbracci che vorresti non far finire mai.
Le mancavano quegli abbracci, le mancava avere lui sempre al suo fianco, era così naturale averlo sempre vicino a sè. 
Lei appoggio l’orecchio al suo petto per sentire il battito del suo cuore, era accelerato. Si strinse di più a lui, era come se tutto in quel momento fosse scomparso e fossero rimasti solo loro.
“Sono migliore quando sto con te, da solo divento idiota, ho bisogno di te” gli sussurrò all’orecchio, sentendola più stretta a se.

Un brivido percosse tutta la schiena della ragazza, era il momento di prendere una decisione, continuare ad averlo nella sua vita solo così a metà o chiudere definitamente con lui. In entrambi i casi si doveva mettere il cuore in pace.

Lui provava qualcosa per lei ma solo come amica.

Lei non sarebbe mai stata vista come un’Anastasia, lui non la vedeva come una ragazza con cui poter stare, ma solo come una piccola da proteggere, come una sorellina.

Doveva accettare questo.

“Va bene” Annuì lei distaccandosi da lui
“Va bene?” chiese lui incerto guardandola fissa “Mi perdoni? La smetterai di ignorarmi?” chiese supplice
“Si, la smetterò di ignorarti” acconsenti lei sorridendo leggermente in imbarazzo
Nicola lì stava fissando scuotendo la testa, ma sorridendo soddisfatto.
“Ora che avete risolto, dobbiamo andare da Davis, per risolvere il pasticcio che Anna ha combinato!” disse facendoli saltare in aria, si erano dimenticati entrambi per un momento dell’esistenza dell’amico.
“Andiamo, così mi prendo questa punizione!” esclamò Anna comunque sorridendo
“NO, me la prendo io la colpa” disse Diego guardando prima la piccola e poi Nicola
“Fate come volete, ci rinuncio, non ho ancora fatto colazione, e già sto urlando come un pazzo. Ve la lascio sbrigarvela da soli” disse alzando gli occhi al cielo con rassegnazione
Anna guardò Diego che sorrise e la prese per mano “Perfetto allora parlo io! Andiamo”
E tutti e tre andarono verso l’ufficio di Davis.
 
“Quindi sei stato tu?” chiese Davis
“Si certo professore”
“E che incantesimo hai scagliato?” chiese lui
Anna si guardò le mani, ecco ora si sarebbe presa la punizione, Nicola era in piedi dietro di lei e guardava il soffitto per non guardare Davis.
“Ehm…” Diego non sapeva cosa rispondere
“Black, il tuo primo incantesimo è stato per dei capelli, qualcosa mi dice che l’incantesimo è tuo, dato la non risposta del signor Camilleri.” Disse lui serio, raramente lo era, ma c’erano occasioni in cui lo diventava
“Cosa mi aspetta?” chiese lei guardandolo colpevole
“Punizione, sapevo che eri stata tua, c’è il tuo tocco, e poi il signor Camilleri è troppo debole per lanciare una fattura del genere, vorrei sapere perché?”
“Perché mi dava ai nervi, mi ha insultata, mi ha attaccata, è stata lei a scrivere quella frase vicino al muro dell’entrata, e ora ha avvelenato Diego, può darsi che così la smette di girarmi intorno.”  Disse lei severa e risentita, la settimana prima avrebbe voluta affatturarla quando era apparsa una scritta sul muro dove c’era scritto Black la puttanella dell’Aristin, ma i ragazzi l’avevano tenuta buona,  Anna era dall’incontro del bagno che fremeva per darle una lezione, specie perché non si era neanche potuta difendere quando l’avevano attaccata in corridoi.
“Ho la sensazione che questa guerra non finirà mai, non posso non punirti, anche perché la signorina Bellamino rimarrà pelata fino a che la pozione della crescita non faccia effetto e ci vorrà quasi un mese.” Disse il professore
“Ottimo sarà senza capelli per un mese!” disse Anna
Diego la guardava preoccupato “Professore me la prendo io la responsabilità!”
“No, tu non hai fatto nulla, non tocca a te, ora voi due uscite devo parlare con la Black in privato” Nic tirò Diego per un braccio e lo condusse fuori.
 
“Perfetto ora siamo soli io e te, direi che una settimana di punizione possa andare. Darai una mano in infermeria a sistemare le pozioni e il tutto”
“Mmmh, penso mi debba dare  qualcosa di più pensante come punizione professore” disse lei un po’ indecisa
“Uff, penso che ne parlerò con la preside, non sono bravo con le punizioni” disse dubbioso.
“Non lo è per niente, mi ha fatto rimanere perché vuole l’incantesimo che ho usato?” ghignò Anna
“ahahaha, no lo conosco già, volevo sapere come stavi”
“Arrabbiata?” disse sarcastica  
“Anna, devi trovare un modo per sfogare la rabbia, che non sia attaccando gli studenti, ora io capisco che sei arrabbiata per tutto quello che ti è successo, ma non puoi fare così” provò a rimproverarla lui
“Lo so, ma è l’unico modo che conosco, io ci sto provando” disse lei esasperata
“Va bene, continua a provarci, prima di fare qualcosa pensa a quali potrebbero essere le conseguenze, e questo riguarda anche il Marabecca, non lo fare” l’ammonì Davis
“Io non devo fare nulla, ero solo curiosa”
“Anna, ti tengo d’occhio e anche la preside, ed è inutile che ci provi, è una branchia della magia troppo complicata per una ragazzina della tua età!”
“Lei non dovrebbe però usare il  leggimines su di me, lo so che è troppo complicata, ma mi incuriosisce”
“Fra qualche anno potrai provare a leggere qualcosa a riguardo, verso la fine della scuola ci proveremo se vorrai imparare occlumazia”
“è una promessa?” chiese lei sorridendo
“è una promessa, ora vai e non dirlo a nessuno, ti farò sapere la tua punizione”
“Va bene, a dopo Professore, ah suo marito è veramente bello!”
“Anna vai via!” urlò lui ridendo, lei fece l’occhiolino e uscì fuori.
 
Nei giorni seguenti Anna stava svolgendo la sua punizione senza fiatare. Aveva promesso a Davis di non combinare più danni promessa che sicuramente non avrebbe mantenuto, poiché lei e i gemelli si stavano informando sul Marabecca, e avevano deciso che per aprile avrebbero provato a cercarlo.
 
Kevin era sul suo letto a guardare il soffitto, la stanza era vuota, erano passati ormai tre giorni da quando aveva scoperto che la sua fidanzata aveva avvelenato suo cugino, e non aveva avuto ancora il coraggio di parlare con lei e la ragazza non lo aveva cercato.
“Kev?” chiamò Diego
Nessuna risposta .
“KEVIN!” urlò allora
Si sentì un brontolio provenire dal ragazzo e poi un tonfo, che voleva dire che fosse caduto a terra come era solito fare.
“Sei proprio un imbranato!” disse sbattendosi la mano in fronte
“Ahio, che vuoi?” chiese bruscamente provando a rialzarsi da terra
“Vedere come sta mio cugino, anche se forse dovresti controllare tu me” disse come se fosse ovvio
“Una merda! Tu stai in splendida forma a confronto” si sedette di nuovo sul letto, aveva lo sguardo triste
“Dovresti parlare con Alessia sai? Chiederle perché l’ha fatto sentire la sua giustificazione” si sedette accanto al cugino
“Non ci sono giustificazioni ti ha avvelenato!” esclamò Kev prendendosi la testa fra le mani
“Beh non era proprio un veleno più un filtro simil d’amore, e io sto bene ora”
“Non dovresti essere furibondo?” chiese guardandolo perplesso
“C’è Anna che ha parecchia rabbia per compensare tutti!”  rise lui
“Tu e lei avete fatto pace finalmente, lei è arrabbiata con me mi sa” disse sempre più depresso
“Perché? Comunque è per questo che non sono arrabbiato, quella schifezza che ho ingerito mi ha fatto far pace con la piccola” Diego si grattò la testa imbarazzato
“Perché l’ho accusata di averti dato il filtro, per difendere Alessia”
“Ahhh, non penso se lo ricordi, da quello che mi ha raccontato Nicola eravate piuttosto tutti in panicati , Anna dopo che sono svenuto mi ha anche abbracciato, peccato che io non ricordi nulla di cosa abbia fatto sotto filtro.”
“è stato uno spettacolo te che volevi infilzare Anthony”provò a ridere Kevin
“Ecco quello vorrei ricordarmelo non lo sopporto, ormai sta sempre con noi, colpa di Nic!”
“Quindi tra te e Anna tutto come prima?” indagò Kevin
“Si, più o meno c’è un po’ d’imbarazzo, ma quando sta Anthony, quando stiamo soli invece è diverso stiamo bene.”
“Le dichiarerai il tuo amore per lei?” chiese in maniera suadente Kevin
“Non sono innamorato di lei! È una mia amica e basta!” rispose nervoso diventando rosso in viso
“Il filtro faceva uscire le tue emozioni represse, quindi, tu dovresti essere innamorato di lei!” l’abbracciò
“Ero in quello stato perché mi mancava e volevo che mi perdonava, non sono innamorato! tu e Nic siete fissati!”
“Se lo dici tu!”si stese sul letto
“Dovresti smetterla di guardare il soffitto e andare a parlare con lei! Alzati!” incominciò a spingerlo con scarsi risultati, e incominciarono una lotta, alla fine Kevin si arrese e no perché stesse perdendo ma perché era giusto andare finalmente a parlare con la sua ragazza.
 
Kevin era appena uscito dalla stanza e si era avviato nella saletta, Alessia era seduta a un tavolo intenta a studiare la individuò subito e si sedette vicino a lei, facendola sobbalzare.
“Oh, sei tu” disse lei imbarazzata
“Si, dobbiamo parlare”
“Mi eviti da giorni, e ora vuoi parlare?!!” le rispose alzando leggermente il toni di voce facendo girare alcune persone a guardare
“Io stavo riflettendo!”
“Su cosa? Su come lasciarmi! Io avevo bisogno di TE!” incominciò a piangere
“Mio cugino aveva bisogno di me” disse lui in un soffio “No, non piangere!”
“Io non voglio stare più con te! dovevi starmi accanto in una situazione del genere!”
“Cosa? Mi stai lasciando? Tu hai avvelenato mio cugino solo per poter stare nel gruppo di quelle vipere!”
“Io non volevo avvelenarlo! Tu dovevi venire a parlare con me! E invece mi hai evitata!”
“Avevo bisogno di riflettere, ripeto hai dato un finto tonico a mio cugino che l’ha fatto impazzire, dire che il minimo sia che io sia confuso!”
“Beh a me non importa! Tu dovevi stare con me e al primo problema sei scappato! Non sei affidabile!” urlava lei in preda alla lacrime prese i suoi libri e andò via scappando. Lui rimase fermo nella stanza senza capire come fosse potuto succedere, e a domandarsi come fosse possibile che fosse lui l’irresponsabile e non lei che aveva avvelenato qualcuno per un po’ di notorietà, sbattè la testa al tavolo, sempre più confuso.  
 

“Fermo!” Anna gli afferrò la mano
“Cosa?” la guardò Anthony con sospetto
“Non ci va’ la pelle di girilacco, qui non sta segnata! Che cavolo combini tra me e te quello bravo in pozioni sei tu!”
“Ehm, sono un po’ distratto” mise la pelle apposto e prese il libro per leggere di nuovo le istruzioni della pozione
“L’ho notato, lo sei da giorni! Si può sapere perché?”
“Ti interessa d’avvero?” Anthony non la voleva guardare in faccia
“Beh se te l’ho chiesto dire di si, ma che domande fai!” prese delle bacche e le buttò nel calderone
“Senti, lascia perdere. Non sono troppe quelle bacche” disse lui guardandola male
“Pensi di incutermi paura con quello sguardo? No non sono troppe sei tu che non riesci a fare una pozione oggi no io!” chiese lei scettica
“No, non ti voglio incutere paura, ma ti dico di lasciar perdere” insistette lui
“No, invece mi dici che c’è che non va’?”
“è finita la pozione? È quasi la fine dell’ora dobbiamo consegnarla” cambiò discorso lui
“Altri tre giri e dovrebbe essere pronta. Mi dici cosa non va?” insistette lei
“Siamo a lezione” incominciò a fare i tre giri.
“Ok, allora è un si per dopo” sorrise malignamente lei prendendo una fiala per  versare la pozione, lui la guardò e sbuffo, non aveva per niente voglia di parlare con lei di ciò che li stesse passando per la testa.
Finita la lezione, Anthony fece per scappare ma fu afferrato dalla Black e condotto in un corridoio che non aveva mai fatto e sbattuto dentro uno sgabuzzino.
“Tu sei completamente matta, volevi spezzarmi il polso?” chiese  annoiato guardandosi intorno.
“Stavi scappando, e io voglio delle risposte” rise lei
“E le vuoi qui dentro? La gente ci viene a pomiciare!” disse lui scuotendo la testa
“Ah si? Non lo sapevo io mi nascondo quando faccio qualche danno” sorrise maligna lei.
Lui sbuffò passandosi una mano sulla fronte “Si è piuttosto intimo qui dentro, sai siamo spiaccicati l’uno con l’altra”
“Ehm giusto, sai da sola non è tanto stretto” le guance le si arrosarono leggermente
“Ok, quindi usciamo?”
“No, finchè non mi dici cosa non va” Lo bloccò lei prima che riaprisse la porta, mettendosi di spalle ad essa e trovandosi faccia a faccia con lui, molto vicini.
“Non ho nulla che non va’, ti ho detto di lasciar perdere, usciamo” Lui si stava innervosendo , cercò di spostarla
“Mi fai arrabbiare così!” esclamò lei rimanendo ferma appoggiandosi di più di peso alla porta per impedirlo di aprirla
“Ti incazzi di più se ne parliamo, riguarda Diego ok? Non lo vuoi sapere!!” disse lui sapeva che se non le avrebbe detto qualcosa come minimo sarebbero rimasti in eterno lì dentro.
“Lui che ha fatto?” chiese lei
“Nulla, ma mi odia, e lo sappiamo entrambi, e non mi piace il fatto che siate tornati amici, per colpa sua ti sei presa un’altra punizione.”
“Primo non ti odia, provate tutti e due una leggera antipatia tra di voi, secondo non sono affari tuoi se siamo tornati amici, terzo non è colpa sua se sono finita in punizione ha provato anche a prendersi la colpa per me.”
“è odio da parte di entrambi, io non voglio che ti faccia del male!”
“Sei ancora cotto di me o ti è passata?” chiese lei schietta odiava i giri di parole non voleva fare quella domanda perché temeva la risposta, ma era inutile girarci intorno
Lui smise di guardarla e guardò in alto.
“Beh, il tuo silenzio, mi da la risposta, senti non devi preoccuparti del fatto che io possa stare male per Diego, ma più che altro che tu possa stare male per via mia.” Disse lei sbrigativa
“Io non sto male per te.” rispose lui secco, cercando di apparire vero, cosa che non convinse nessuno dei due.
“Si invece perché ti stai accontentando di avermi come amica quando vorresti qualcosa di più, e lo stesso che faccio io per Diego quindi capisco, i sentimenti sono tutti un casino. Sai ci ho pensato sarebbe stato più semplice per entrambi, se mi fossi piaciuto tu, ma non è così e non è una cosa che si possa decidere. Non so se mi spiego”
“Si, ho capito, ora possiamo uscirne e non parlarne più?” proprio non la voleva affrontare quella conversazione.
“Se ti va bene così, allora ok”
“Si va bene così per ora. Andiamo a pranzo” e si diressero a pranzo.
 
Note dell’autrice:
Questo capitolo è stata una tortura, sarà che ho cambiato luogo per scrivere e quindi è passata un attimo l’ispirazione. Mi piacerebbe dirvi il prossimo capitolo quando uscirà ma non lo so sinceramente il 23 non è stato scritto, ma è pronto già il 24, scrivo in maniera strana lo so.
Spero di riuscirci per il fine settimana così da avere due capitoli più o meno ogni settimana, ma non lo so perché sono in vacanza e non ho un momento di pausa.
Grazie a tutti quelli che leggono! Un bacione!
Mi dispiace se il capitolo fa schifo, a me non convince per nulla.

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Capitolo 23
*** Tranquillità no grazie! ***


Capitolo 23: Tranquillità no grazie!

“Gigante!”  urlò lei entrando dentro la stanza
“Mmh” un lamento fuoriuscì da sopra il letto, un ragazzo montagna stava disteso con il cuscino a schiacciarli la faccia
“Noto che stai molto meglio, di quanto pensassi!” disse sarcastica
“Vat—en-vi-a” mugolò Kevin attraverso il cuscino.
Anna saltò sul letto senza la minima grazia “Non capisco il cuscinese, Sorry!” provò a toglierli il cuscino poi prese la bacchetta e lo fece grazie ad essa.
“Che vuoi? Sono depresso!” si coprì la faccia con le mani.
“E da due giorni che non esci fuori da qui, hai saltato tutti i pasti? Di cosa ti cibi? Di piume d’oca all’interno dei cuscini? “ disse lei ridendo della sua battuta.
“Non ho fame! Vattene!” si coprì ancora di più la faccia
“Sicuro, sicuro? Perché qui ho una torta al cioccolato per te” cantinellò lei ghignando
“Torta?” si alzò di scatto a sedere “Dove???” chiese poi guardandola con degli occhi allucinati
“Ti do la torta, se la smetti di essere depresso” si rivolse a lui nello stesso tono in cui una mamma rimprovera il figlio con il dito indice alzato davanti alla faccia di lui.
“Uff, di solito è Nicola la mamma. Dai dammi la torta!” disse a mo’ di bambino capriccioso
“Si, infatti, doveva venire lui, ma impazzisce già con tutti. Poi Diego non è riuscito a farti alzare quindi è toccato a me” disse lei con un’alzata di  spalle
“E tu pensi di convincermi con la torta?”
“No, la torta è una gentilezza, io ti convinco affatturandoti”  sorrise maligna lei
“Ok, mi alzo!” rispose  impaurito
“Prendo la torta allora” sorrise e andò a prendere la torta che aveva posato sul letto di Diego
“Ho una fame!”
“Logico non hai mangiato, ora mangiamo la torta e mi stai a sentire”
“Devi proprio ascoltarti?” chiese lui sempre impaurito “Per  favore non farmi del male!”
“Tieni, mangia e sta zitto così puoi ascoltare” disse lei porgendoli la torta lui annuì in trappola
“Allora, mi hanno consigliato di essere il più gentile possibile, quindi ci proverò.” Prese un respiro profondo e continuò
“Non puoi chiuderti in una stanza e marcire qui! La tua morte deve essere per mano mia!”
“Questo non è essere gentile!” si lamentò lui
“Ti ho detto stai zitto e mangia! Devo parlare io!” e li diede uno schiaffetto sul braccio
“Tu non hai fatto nulla di male! Lei è una deficiente ed è intorto per un po’ di notorietà ha deciso di avvelenare il cugino del suo fidanzato, è una stupida, è lei che si dovrebbe vergognare e nascondere in una stanza, no tu! Una così è meglio perderla che trovarla!”  fece una pausa per guardarlo un attimo e continuò a parlare
“Quindi smettila, meriti di meglio, avresti dovuto mollarla tu, lei è una bambina, ti ha dato le colpe del tuo distacco, ti stava incollata come un polipo allo scoglio, è una fifona, ed è falsa, ed è anche brutta, ti avrebbe lasciato appena avrebbe trovato qualcun altro, non ti amava realmente, meriti molto di più!”
“Mah!” esclamò lui ma lei lo azzittì con il segno della mano
“Tu sei una montagna, un po’ frignone, hai paura di tutto, sei imbranato, mangi quanto una balena, e sembri sempre con la testa fra le nuvole!”
“Scusa ma tutti questi mi sembrano insulti, non mi stai aiutando a riprendermi!”
“Ti ho detto di stare zitto! Sto parlando io.  Mi hai fatto perdere il filo uff!” fece una pausa per pensare a cosa dire
“Ah giusto! Tu sei proprio un danno! Ma hai un buon cuore, sei divertente, affettuoso, e anche sensibile, sei tipo un orsacchiotto gigante, e sei romantico ogni ragazza dovrebbe voler stare con uno come te, perché di una cosa sono sicura, tu ci sei sempre per gli altri, forse un po’ meno nei momenti di crisi, ma poi ci sei, hai solo bisogno dei tuoi tempi.” Sorrise ad un Kevin un po’ confuso  e incominciò ad addolcire il tono della voce rendendolo anche più lento
“Troverai un'altra ragazza, meglio di questa che ti renderà felice, se non dovesse succedere, hai comunque noi che ti vogliamo bene. Kev sono tutti preoccupati sono due giorni che stai chiuso qui e già si sente la tua mancanza, quindi smettila di deprimerti, e riprenderti.” Lei si avvicinò a lui e l’abbracciò
“Ti voglio bene, se vuoi la butto dalla scogliera?” rise vicino al suo orecchio stringendolo
“Non so cosa dire” disse lui con gli occhi lucidi
“Che alzerai il culo e verrai in saletta dove ti aspettano tutti e che ritornerai a mangiare non puoi diventare una collina” rise lei poi si staccò si alzò e gli porse la mano per farlo alzare, Kevin le sorrise imbarazzato. Era stato strano il discorso di lei, ma non si poteva di certo aspettare carinerie e dolcezze dalla ragazza, era famosa per i suoi modi bruschi, ma comunque si sentiva meglio, aveva appena deciso che avrebbe trascorso la fine dell’anno scolastico con il suo gruppo a divertirsi e non a pensare a nessun’altra ragazza quantomeno ad Alessia.
 
E anche marzo era finalmente giunto a conclusione, dopo un avvelenamento, una punizione, un’amicizia ritrovata, e la fine di una relazione.
Kevin era leggermente ancora depresso per la rottura ma cercava di non darlo a vedere, concentrandosi sul club di cucina e cucinando vagonate di biscotti, che i ragazzi erano costretti a mangiare.
I gemelli continuavano a fare ricerche sul Marabecca pronti per la missione, e la piccola ogni tanto gli aiutava.
Anna passava però molto tempo con Diego recuperando il loro rapporto, parlando di tutto e di più. Finalmente la vicenda di Anastasia era stata dimenticata, la ragazza dopo essere tornata indossava sempre dei foulard per coprire la pelata, e ogni volta che vedeva Anna scappava impaurita, e la piccola ghignava soddisfatta. Alessia alla fine non era entrata nel gruppo di Anastasia e stava sempre da sola, Kevin cercava di ignorarla anche, se però avrebbe voluto poterle stare accanto, ma i suoi amici avevano ragione lui meritava di meglio.
Nic e Anthony passavano molto tempo insieme, Nic cercava di distrarre Anthony che era sempre nervoso a causa del rapporto Diego/Anna.
“Vuoi parlarne?”
“No, sto studiando”
“Eh dai, parliamone!” supplicò punzecchiando con la matita sul braccio
“Ti ho detto di no”
“Vuoi che ti distragga Diego così passi del tempo con lei?”
“No” disse secco
“Si lo vuoi!” rise lui
“Nic, ho detto di no, e non voglio parlarne” aveva sempre il suo solito  tono distaccato
“Lei ti manca, manca anche a me, non riesco ad avere un minuto da solo con lei!” sbuffò
“Vuoi che sia io a distrarre Diego?” lo guardò a modo di sfida
Nic si passò una mano nei capelli e incominciò a ridere “Oh si, non durereste due minuti da soli”
“Infatti, scherzavo” alzò gli occhi al cielo
“Siamo rimasti solo io e te” gli poggiò un braccio sulla spalla con far drammatico
“A me così va bene” alzò gli occhi per guardarlo
“Ti va bene stare solo, soletto con me?” ghignò lui
“Si se la smetti di parlare di lei” sbuffò voltandosi verso di lui finendo faccia a faccia
“E io che pensavo che fossi diventato mio amico solo per stare più vicino a lei” sorrise Nic
“Cosa vuoi? Hai bisogno di conferme sulla nostra amicizia?” sbuffò lui
“Voglio affetto!” e si lanciò ad abbracciarlo
“Io vorrei studiare!” Disse esasperato ma dandoli qualche colpetto sulla schiena
“Tu studi troppo”
“E tu mi distrai troppo, dai staccati fammi finire il paragrafo”
“Solo quello e poi andiamo al parco?” si strinse di più al suo collo
“Si va bene, basta che mi fai finire, oggi sembri proprio un bambino capriccioso non è da te questo comportamento” disse con tono finto irritato, ma sorridendo comunque nascosto con la faccia nei capelli di lui. Si staccarono e Anthony tornò al suo libro mentre Nicola ridendo incominciò ad accarezzargli i capelli con la mano sinistra e con la destra invece scarabocchiava sul suo quaderno da disegno.

Passata una mezz’oretta e finito il paragrafo si avviarono in giardino e andarono a sedersi sotto un pino, Anthony si appoggiò con la schiena al tronco e tirò fuori un piccolo libro di poesie, e Nic si mise davanti a lui con il quaderno da disegno e ritornò al disegno che aveva incominciato qualche giorno prima.
“Hai capelli diversi dall’altro giorno” sospirò cancellano alcuni tratti
“Scusa?” disse in tono ironico lui alzando leggermente lo sguardo e sorridendo sempre nascosto dal libro, mostrando solo gli occhi.
“Devo cambiarli ora, questo ritratto non finirà mai” sospirò ancora senza guardarlo aggrottando la fronte
“Ce la farai, tranquillo devi solo impegnarti” ridacchiò
“Io mi impegno sempre, è il libro dell’altra volta?”
“Non sia mai che io abbia cambiato anche il libro oltre che i capelli, e comunque i capelli sono uguali sei tu che me li hai arruffati, prima in biblioteca”
“è ingiusto perché ho sempre le colpe io con te?”
“Perché io le ho sempre con Anna” rise lui
“Tutti sono in torto per quanto riguarda lei” sospirò continuando ad aggiustare il disegno “Cosa leggi?”
“Poesie”
“D’amore? Leggine una!”  disse eccitato
“Ok, va bene.” Si guardarono un attimo, si sorrisero e poi Anthony incominciò a leggere
“Ti chiesi perchè mai posi il tuo occhio di buon grado nel mio, come una stella vivida del cielo
in un oscuro flutto. Tu mi guardasti a lungo, come si saggia un bimbo con lo sguardo,
poi mi dicesti con tenerezza: Ti voglio bene perchè sei tanto triste.*”

Arrossì leggermente sulle guance e rimase nascosto dietro il libro, Nicola appena aveva incominciato a leggere si era fermato e aveva provato ad osservarlo, ma il ragazzo era nascosto.
“Bella! Ti voglio bene perché sei tanto triste” ripetette l’ultima frase pensieroso
“Me lo stai dicendo?” domando lui con un ghignò, Nic non ebbe il tempo di rispondere che venne interrotto da una voce allegra e pimpante
 “Ehi ciao ragazzi!” Anna arrivò vicino a loro con Diego al seguito
“Ciao baby girl, ah Diego ci sei anche tu, beh stai sempre insieme a lei!” sorrise un po’ amaramente Nic
“Si ci sono anche io non sei contento!” disse lanciandosi su di lui
Anna rise e guardò Anthony e si sedette vicino a lui, rubandoli il libro, lui la lasciò fare come sempre.
“No per niente, mi rubi sempre la mia migliore amica, vorrei passare del tempo con lei!” disse provando a scollarselo d’addosso
“L’ho appena incontrata, non è stata per niente con me oggi!”
“Se lo dici tu! Immagino che con il vostro arrivo ho finito di disegnare”
“Cosa disegni?” Diego prese il quaderno  e si mise a guardare il ritratto di Anthony “Ah.” Disse con una smorfia.
“Che avete fatto di bello?” chiese Anna
“Studiato, cosa che immagino che tu non abbia fatto” rispose Anthony sospirando
“I miei voti vanno meglio mi basta seguire lo sai!” rise lei
“Si lo so, sei un genio anche se sfaticata” le tirò un pizzicotto e lei gracchiò e incominciò a farli il solletico
Diego sbuffava, visibilmente infastidito e Nicola li diede una gomitata come a dire fatti gli affari tuoi.
Passarono il pomeriggio a parlare tutti e quattro, fino a quando non arrivarono i gemelli a rapire di nuovo Anna, e Diego decise di andare via, aspettandosi un Nicola che andasse via con lui ma che invece si era appoggiato con la testa sulle gambe di Anthony e stava lì beato con gli occhi chiusi a rilassarti.
 
Qualche giorno dopo, il gruppetto camminava dopo cena nel corridoi, tutti diretti alla saletta del quarto anno per poter stare un po’ insieme.
Anna e Vincenzo camminavano vicini un po’ più indietro rispetto agli altri confabulando  
“Stasera quindi?”
“Si verso le 2 di notte così nessuno se ne accorge”
“Perfetto, tuo fratello l’hai convinto?” lei guardò Paolo che stava parlando con Kevin e Diego più avanti
“Si, l’ho minacciato” rise lui
“Shh, parla piano che ci sentono” sussurrò lei
“Ok, allora alle due ci vediamo nel corridoio, la finestra da dove dobbiamo uscire l’hai già incantata?”
“Certo, io sono intelligente, no come te” E fece una linguaccia
“Che fate voi due lì indietro?” urlò Nic che gli aveva visti che si erano fermati.
“Stavo per picchiare Vincenzo che mi ha tirato i capelli!” inventò lei subito dando una gomitata al ragazzo che la guardava ridendo
“Lo picchi in saletta muovetevi” disse Nicola scuotendo la testa e gli altri risero
“Ne parliamo meglio stanotte, è tutto organizzato andiamo prima che capiscano” disse lei a bassa voce tirandolo poi per un braccio per raggiungere gli altri più avanti.
 
Era notte fonda.
“Nicola svegliati!”
“Mmmh”
“Nicola!!!!”
“Che vuoi!”
“I gemelli sono scomparsi, Diego svegliati anche tu! Lumos!” urlava Kevin
“Oh spegni la luce Idiota!” esclamò Diego mettendosi le coperte sulla testa per coprirsi dalla luce
“Che vuol dire i gemelli sono scomparsi?” chiese Nicola con la voce impastata di sonno
“Non lo so non ci sono!”
“Anna!” esclamò Nicola mettendosi a sedere
“Anna cosa?” chiese Diego alzandosi anche lui di colpo lanciando le coperte via
“Loro confabulano sempre insieme, può darsi che stanno con lei!”
“Ma sono le 2 di notte Anna dovrebbe stare a dormire!” rispose Kev con ovvietà
“Ma Anthony mi aveva avvertito che secondo lui stava confabulando qualcosa con i gemelli, e io gli ho risposto che sicuro parlavano di creature magiche!” disse Nicola come se avesse avuto un illuminazione
“Mmmh” Kevin incominciò a tastarsi la testa come a cercare anche  lui un’illuminazione improvvisa “ASPETTATE!” esclamò  i due ragazzi lo guardavano in cerca di risposte
“Anna aveva chiesto di un maracoso al marito del professore o sbaglio?”
“Cavolo no! Saranno andai a cercare quell’animale super pericoloso!” Nic e Kev sembravano aver capito tutto
“Marachè?  Di che parlate?” chiese Diego confuso
“Quando sei stato avvelenato Anna ha chiesto al marito del professore Davis di un animale mostruoso e il marito ha detto di non andare a cercarlo! Sicuro quei tre idioti sono andati nel boschetto.!”
“Sicuri? Paolo è un po’ pauroso non farebbe una cosa del genere non credete?” chiese Diego confuso
“Sicuro ci sono andati!” Nic si era alzato in piedi e camminava nervoso per la stanza in cerca di un piano
“Dai ragazzi forse ci stiamo preoccupando troppo, forse i gemelli sono andati a prendere da mangiare, e Anna al momento sta dormendo in camera sua”
“Mmmh, aveva promesso di non fare più danni no Nic?” chiese Kevin
“Si, ma sapete com’è fatta! E poi eri tu il primo ad essere preoccupato!” lo rispese Nicola guardandolo severo
“Ragazzi, basta dobbiamo darle un po’ di fiducia! Lasciamo stare, se ha promesso di non fare più danni dobbiamo crederle!” Diego cercò di difendere la ragazzina
“Si ma mancano i gemelli! E poi Anthony mi aveva avvisato di tenerla d’occhio!”  Nicola era decisamente nervoso
“Oh, tu e questo Anthony! Ti fidi più di lui che di me?” sbuffò  Diego
“No, ma quando si tratta di Anna tu tendi sempre ad assecondarla, o a vederla come buona!”
“Cosa che non lo è! Hai visto che ha rasato i capelli di Anastasia!” si aggiunse Kevin alla conversazione
“Beh l’ha fatto per me!” cercò di difenderla Diego
“Aveva già avuto una punizione Anastasia, Anna poteva non intervenire e lo sai!” Nicola lo guardò con rimproverò
“Quindi che si fa?” chiese Kevin provando a tornare ciò che era veramente importante
“Io dico di darle il beneficio del dubbio e tornare a dormire sicuramente i gemelli avevano finito le loro scorte di cioccolato e basta, ci preoccupiamo troppo!”
“Forse ha ragione lui” disse Kevin guardando Nicola
“Va bene torniamo a dormire, domani vedremo qual è la verità” acconsentì Nicola
 
La mattina dopo quando si svegliarono non trovarono i gemelli, Diego provò a non far vedere di essere preoccupato, provando a convincere gli altri e due che di sicuro erano già scesi a colazione, cosa a cui non credeva neanche lui dato che Vincenzo era sempre l’ultimo a svegliarsi. Si vestirono tutti e scesero per far colazione, incontrarono Anthony che stava uscendo dal dormitorio con aria un po’ perplessa.
“Anna?” chiese Diego appena lo vide
Anthony lo guardò e scrollò le spalle, poi si accorse che mancavano i gemelli e guardò Nicola perplesso .
“Dai ci staranno aspettando a colazione!” esclamò Diego un po’ in panicato
“Anna non c’era in dormitorio è strano mi aspetta sempre per scendere insieme.” Disse Anthony secco
“Il Marabecca sicuro!” esclamò Nicola guardando male Diego
“Non possiamo saperlo, andiamo a fare colazione, poi vediamo!”
“Perché non sei preoccupato?” chiese Nicola perplesso
“Perché sto cercando di darle fiducia!” esclamò Diego e Anthony sbuffò alzando gli occhi al cielo pensando che Diego era veramente idiota, e sottovalutasse Anna. E poi incominciò a parlare con Nicola di tutto quello che stesse succedendo e delle loro preoccupazioni.
Seduti al tavolo, erano tutti zitti e si guardavano intorno aspettando i loro amici senza mangiare il nulla.  Era giunta l’ora di andare a lezione e il professor Davis si avvicinò al tavolo.
“Ragazzi dov’è la Black?” chiese lui, i ragazzi si guardarono in cerca di una risposta ma a nessuno veniva niente in mente. Il professore era fermò a guardarli aspettando una risposta.
“UN MOSTRO IN GIARDINO!!!” urlò un ragazzo entrando in sala mensa con l’affanno.
Si creò scompiglio tra tutti quanti. La preside si alzò in piedi e riportò il silenzio tra tutti, ordinando di stare fermi in quel luogo e con i professori si avviò verso il cortile. I ragazzi si guardarono impauriti pensando tutti al Marabecca.
“Oddio! Cosa è quel coso!” gracchiò spaventata la professoressa di Pozioni un grosso anfibo color marrone con detti aguzzi e una specie di corno con una lampadina e tanti occhi, era al centro del cortile con le sue zampe palmate e faceva un verso stridulo
“Quello è un Marabecca! Non avvicinatevi, mostra le paure più nascoste che avete” esclamò il professore Mango stupito ed emozionato
“Cosa ci fa qui questo animale?” chiese la Preside sconvolta rimanendo con la bacchetta puntata vicino al professore di Incantesimi che aveva creato uno scudo
Il professor Mango la guardava confuso, “Non è ho idea di solito non escono in giro preferiscono i posti umidi come pozzi o lagune, almeno che non abbiano fame e decidano di uscire fuori per catturare persone e mangiarle”
Si guardarono un po’ tutti spaventati.
“Ok, sappiamo cosa fa! Come lo sconfiggiamo?” Chiese la professoressa di Trasfigurazione
“Non è ho idea ho solo sentito parlare di questo animale so che è molto pericoloso” rispose il professore un po’ spaventato ma pur sempre emozionato per la vista del mostro.
Davis e la preside si scambiarono uno sguardo e poi lei prese la decisione di far entrare tutti dentro e di far in modo che il castello fosse impenetrabile dal mostro tenendolo specialmente caldo dato che l’animale amava i posti umidi.
Fu data l’allerta a tutti e le lezioni furono sospese e si trovarono tutti nella sala mensa al sicuro.
La preside intanto cercava di organizzare un piano con gli altri professori mentre la professoressa di Pozioni faceva l’appello per controllare se tutti gli alunni fossero al sicuro.
“Coff, coff, Geltrude”  tossì la prof di pozioni
“Si Penelope, dimmi” rispose lei un po’ stizzita per l’interruzione
“Mancano tre alunni all’appello”
“Come tra alunni chi sono?”  chiese preoccupata
“La Black e i Gemelli Olivieri”  disse secca lei.
La preside e Davis si scambiarono uno sguardo di puro terrore.
 
Note dell’autrice
*la poesia è presa di Hermann Hesse
E sono in ritardo! Queste vacanze mi fanno perdere la cognizione del tempo, facciamo che i capitoli usciranno una volta a settimana, perché a quanto pare non riesco a farne uscire due! Ops.
L’ho pubblicato solo perché ci tenevo a darvi qualcosa da leggere. Ma ho seri dubbi sul tutto sembra che i pezzi siano scollegati tra di loro. È più corto del solito, penso che anche il prossimo sarà corto.
Mi ero sbagliata non ho il 24 pronto ma il 25 quindi non so quando pubblicherò di nuovo dato che devo scrivere un capitolo intero e non ho fantasia
Grazie se mi state ancora leggendo!

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Capitolo 24
*** Cosa sarà successo? ***


Capitolo 24 Cosa sarà successo?

Notte antecedente: Ore due di notte, primo piano finestra ala ovest.

“Ahio!” esclamò Anna
“Scusa non ti avevamo vista!”  esclamò Vincenzo
“Shhh, fate silenzio, per di qua!”
“Ragazzi io non sono ancora convinto di fare questa cosa, sembra pericolosa!” disse Paolo sottovoce
“Ormai abbiamo deciso e si fa” disse deciso il fratello spingendolo per avvicinarsi alla finestra
“Salto prima io? Ok?” disse la ragazzina posizionandosi sul cornicione senza neanche sentire la risposta dei due saltò giù
“Oddio è saltata!”
“Certo che è saltata ahahah, lo sai com’è fatta dai salta prima tu Paolo e poi io!”
“Va bene” disse tentennando Paolo “aaaaah” urlò per via della spinta del fratello
“Ma sei scemo che cavolo urli!” Anna gli diede una botta sulla testa al ragazzo che era dolorante a terra in ginocchio già morente di paura, non fece in tempo ad alzarsi che il fratello lì cadde addosso
“Ahio!”
“Perché cavolo non ti sei spostato!” urlò Vincenzo che cercava di rialzarsi
Anna si sbattè la mano in fronte incominciando ad avere seri  dubbi sulla riuscita della missione, quei due erano veramente un danno, “La smettete di fare baccano, dai alzatevi” disse sbuffando
“Ok ora dove si va?” chiese Vincenzo in piedi sollevando Paolo che si lamentava silenziosamente per via dei dolori causati dalla caduta e dall’atterraggio del fratello sopra di lui
“Ma sei idiota? Come dove si va! È un mese che ci lavoriamo sopra!” Anna incominciava realmente a innervosirsi
“Ah si giusto, nel boschetto e poi cerchiamo il ruscello!”
“Io non sono convinto!” disse Paolo
“Io vi ammazzo fra un po’ muoviamoci, prima che ci becchino!”
E tutti e tre si avviarono verso il boschetto.
Camminavano da già mezz’ora e del ruscello nessuna traccia
“Forse dovremmo tornare indietro, fa freddo, e qui non c’è il ruscello!” esclamò Paolo
“Ormai ci siamo è inutile tornare indietro!” lo spinse in avanti Vincenzo
“Fate silenzio o sveglierete tutti gli animali!” trillò la piccola
“Ecco il ruscello!” indicò Vincenzo
“Che si fa ora?” chiese Paolo
“Ci avviciniamo e guardiamo un po’ intorno, ma perché non vi ricordate il piano!” sbuffo lei di nuovo incominciandosi ad avvicinare al ruscello
I due gemelli si guardarono un po’ impauriti, ora anche Vincenzo non era convinto del tutto della missione, anche perché il ruscello era molto scuro, gli alberi si muovevano per via del vento che fino a poco tempo prima non c’era e la nebbia si stava alzando improvvisamente.
“Ho  paura!” disse facendo sbattere i denti Paolo che si era avvinghiato al braccio del fratello.
“Facciamo un giretto se non troviamo nulla subito, convinciamo Anna ad andare via” disse Vincenzo sperando realmente di non trovare nulla, era pieno di entusiasmo fino ad un attimo prima e non sapeva perché appena aveva visto il ruscello avesse incominciato a sentire ansia e a sentirsi irrequieto.
“Ok, facciamo veloce!” disse Paolo  sempre tremando e poi girandosi per guardare il punto dove fosse andata Anna “Dov’è?” chiese al fratello non vedendola
“Chi?” rispose confuso Vincenzo
“Come chi? Anna! Testa di rapa!” esclamò lui impaurito non vedendola
Vincenzo incominciò a guardarsi intorno “Eccola!” indicò il ruscello “Andiamo!” e lo tirò per un braccio
“Ma sta camminando sull’acqua? Come fa a camminare sull’acqua?” chiese confuso e in preda al panico Paolo mentre si avvicinavano e bloccando il fratello subito dopo
“Anna! Che stai facendo?” urlò Vincenzo
La sagoma che stava sul ruscello sentendo le voci si girò lentamente verso i ragazzi,  era una bellissima donna, vestita di bianco che sorrideva malignamente verso i due giovani.
“Quella non è Anna!” esclamò Paolo sconvolto, mentre la donna si avvicinava leggiadramente continuando a camminare sull’acqua e guardandoli leccandosi le labbra, e di Anna nessuna traccia. Il freddo aumentava e anche la nebbia che incominciò a circondare il ruscello, dagli alberi provenivano rumori di rami che sbattevano tra di loro per via del vento, ululati, striduli, versi di animali. Davanti a loro poi  improvvisamente apparve il corpo di Anna a terra in una pozza di sangue ed entrambi provarono a urlare per lo spavento, ma l’urlo non uscì fuori, tutto di loro era immobilizzato solo gli occhi si muovevano prima guardando il corpo della piccola e poi guardando la donna che pian piano si stava avvicinando a loro cambiando aspetto e trasformandosi nell’orrido Marabecca.
Fu come se una forza misteriosa li spinse a terra in ginocchio.
I ragazzi erano troppo sconvolti dalla vista del corpo inerme e pieno di sangue davanti a loro,  non riuscirono a capacitarsi di nulla intorno a loro.
Il marabecca si faceva sempre più vicino a loro due, con la bocca già aperta, pronto a inghiottire le sue vittime.
Era vicino, tanto vicino e pronto a mangiarli, i ragazzi erano sempre fermi in ginocchio che non si muovevano pietrificati dal terrore, senza rendersi conto che la loro fine era vicina.
L’acqua del ruscello dietro al Marabecca prese a danzare, trasformandosi in tre animali, un cane, un cervo e un lupo che attaccarono la creatura alle spalle, che caddè a terra contorcendosi per un po’.
Il Marabecca riuscì a liberarsi ed a scappare verso il boschetto nella direzione da dove i ragazzi erano arrivati.
Poi per i due gemelli fu il buio e svennero.
 
Appena si era avvicinata al ruscello mentre i gemelli erano intenti a parlare, il Marabecca era apparso a lei nella sua forma reale pronto ad attaccare ma dalla sua bacchetta improvvisamente senza che lei se ne fosse accorta erano spuntati quei tre animali che già le erano apparsi nella fontana a casa di Anthony il giorno del suo compleanno e nel fuoco in saletta un altro giorno. Si erano frapporsi tra lei e il mostro che aveva cambiato immediatamente obiettivo e si era trasformato in una donna per attaccare gli altri, Anna non aveva potuto subito scappare per salvarli perché aveva la visuale coperta dai tre animali che l’avevano circondata per proteggerla.
Poi finalmente aveva preso la bacchetta e aveva spedito i tra animali verso gli amici.
Vedendo il Marabecca scappare si avvicinò a loro provando a farli rinvenire ma nulla da fare.
I tre animali formati d’acqua erano comunque sempre lì a circondarla per proteggerla.
Dato che i due ragazzi non si svegliavano, aveva deciso di levitarli e trascinarli nel boschetto in cerca di un riparo.
Trovato il riparo, gli animali scomparvero e lei cerco in tutti i modi di far rinvenire i suoi amici, piena di terrore, sapeva che respiravano ancora, ma niente, proprio  non riusciva a farli riprendere. Si appoggiò alla grotta in cui si era rifugiata e incominciò a piangere in preda al panico, non sapendo cosa fare e del tutto distrutta dai sensi di colpa.
 
Presente: aula vicino alla sala mensa dove i professori stavano elaborando un piano per il Marabecca

“Come tre alunni? Chi sono?” chiese preoccupata
“La Black e i Gemelli Olivieri” disse secca lei.
La preside e Davis si scambiarono uno sguardo di puro terrore.
Davis a sentire il nome di Anna ricordò della domanda del Marabecca a suo marito e senza dire nulla scappò via dall’aula per poter andare via camino a prendere Riccardo. La preside sconvolta e impallidita per aver sentito il nome della Black gli incominciò a urlare contro ma lui non le rispose.
Scappava a tutta corsa verso il suo ufficio, arrivato prese la polvere voltante entrò nel camino pronuncio il nome di casa sua e incominciò a viaggiare tramite camino, atterrò con un rumore assurdo sul tappeto del suo soggiorno.
“Ric! Amore!” urlò come un pazzo, il marito a sentire le urla accorse dal bagno con solo l’accappatoio in vita.
“Che succede?” rispose lui con i capelli bagnati che gli ricadevano sulla fronte e tenendosi l’accappatoio con una mano, visibilmente impaurito.
“Marabecca, Black!” riuscì a dire in ginocchio sul tappeto cercando di riprendere fiato.
“Ha trovato quel mostro? Come diavolo ha fatto?? Prendo l’occorrente per catturarlo!” non lo fece neanche rispondere e andò verso la stanza dove teneva l’occorrente per  catturare il mostro.
Tornarono a scuola il più veloce possibile e andarono dritti dalla preside per spiegare il piano per catturare quella bestiaccia, le protezioni erano state messe su tutta la scuola i ragazzi erano tutti seduti in mensa impauriti.

Anthony stringeva la mano così forte a Nic quasi da spezzargliela ma il ragazzo non fiatava preoccupato anche lui per via della situazione. Kevin era appoggiato con la testa al tavolo in crisi, senza muoversi e Diego camminava su e giù  come un pazzo cercando un modo per poter uscire fuori e cercare Anna.
Dopo parecchio tempo e vari sforzi degli insegnati Riccardo con molta astuzia riuscì a catturare il mostro ed a imprigionarlo in un marchingegno creato da lui. Presero tutti un respiro di sollievo, per la vittoria appena ottenuta, ma i professori sapevano che non si potevano ancora rilassare perché dei ragazzi scomparsi non c’era nessuna traccia, quindi decisero di dividersi per andare nel boschetto a cercarli.
“Dobbiamo andare anche noi a cercarli!”  esclamò Diego
“No, secondo me dobbiamo lasciar fare a professori” disse Anthony in risposta
“Vedi lo sapevo io, che a te non importa di Anna” lo accusò Diego con il dito puntato
“Senti, noi siamo solo dei ragazzini, potremmo fare più danni che altro, è la scelta più responsabile la mia, e ciò non significa che a me non importi di lei” disse lui con un tono molto apatico, senza neanche rivolgerli uno sguardo.
“Oh si certo, la scusa, questo è perché sei un moccioso e hai paura.” Lo punzecchiò ancora Diego
Kevin si batté la mano sulla fronte a vedere il solito litigio, che poi chiamarlo litigio era assurdo dato che era come se Diego litigasse da solo.
“Pensala come vuoi, non m’importa del tuo giudizio, sei vuoi farti ammazzare vai pure non è un mio problema” rispose lui
“E certo, così poi potrai averla tutta per te, se io non ci fossi più!” sbuffò Diego risedendosi improvvisamente e incrociando le braccia come a concludere la discussione
Nic e Anthony si scambiarono uno sguardo d’intesa, come a dire che il pericolo di andare anche loro nella foresta fosse appena stato scampato.
Kevin guardò il cugino scuotendo la testa e sospirando, poi tornò il silenzio tra il gruppo intento ad aspettare.  
 
Anna aveva svegliato i due ragazzi dopo parecchi sforzi solo verso la mattina, con suo sollievo dopo aver passato ore ed ore di panico pensando che non si sarebbero più risvegliati. I gemelli erano ancora scossi da tutto e non parlavano molto.
Nel boschetto era ancora tutto oscuro  per via delle nuvole e del temporale che li aveva incastrati lì per questo non avevano potuto far ritorno a scuola.
Finalmente dopo un’infinità di ore ad aspettare, infreddoliti e affamati, finì di piovere e in lontananza si sentivano arrivare delle voci.
Anna si porse fuori alla piccola grotta in cui erano riparati per poter sentire meglio, sentì urlare il suo nome, ma rimase comunque ferma in posizione d’attacco con la bacchetta puntata d’avanti a sé, non poteva essere sicura che non fosse il marabecca pronto ad attaccare di nuovo.
Finalmente riconobbe la voce di Davis e con la bacchetta decise di far uscire delle scintille rosse per far segno della loro posizione.
“Eccovi!” esclamò la preside
“Ehm salve” disse Anna cercando di non apparire distrutta, ma riuscendoci poco, aveva il volto pallido, i cappelli arruffati con foglie incastrate ovunque, gli occhi cerchiati dal non aver dormito per nulla e color  rosso sangue per il troppo pianto.
“Oddio avete un aspetto terrificante! Subito in infermeria!” disse Davis
“Che è successo ai gemelli?” si rivolse la preside ad Anna dopo aver visto i due ragazzi a terra accucciati che sembravano non essersi accorti della presenza degli insegnanti, ancora scossi.
Anna fece una smorfia, prese un respiro e disse “Non lo so sinceramente, non l’ho capito c’era un mostro vicino a loro, poi sono svenuti e sono riuscita a trascinarli fino a qui ma ci ho messo tanto per risvegliarli e ora sono in questo stato” si guardò i piedi mordendosi un labbro mortificata, la preside si rese conto che aveva gli occhi rossi, per il pianto fatto la notte, le diede una leggera pacca sulla spalla.
“Ok, andiamo a scuola, capiremo là il tutto”
Il professor Davis e la professoressa di trasfigurazioni trasfigurarono due barelle e ci posarono i ragazzi e le fecero levitare, Anna disse che lei avrebbe camminato.
Passarono parecchio ore in infermeria sotto le cure dell’infermiera Cinzia fino ad addormentarsi, troppo stanchi tutti e tre. La preside aveva deciso di interrogarli dopo che si fossero ripresi del tutto.
Il gruppetto era stato avvertito dal professor Davis del ritrovamento dei ragazzi, e dopo svariate ore in cui si erano appostati fuori dall’infermeria, all’orario del coprifuoco furono cacciati via, era già un giorno che non vedevano i loro amici, ma non potevano farci niente Anna e i gemelli dovevano riposare, specie i gemelli che si stavano pian piano riprendendo dallo shock.
                                       
La mattina dopo Anna si prese la colpa di quello che fosse successo, e dopo aver raccontato tutto nei minimi dettagli, anche della magia inconscia che aveva fatto, lasciando un po’ stupiti tutti.
“Quindi questi animali sono comparsi così dal nulla?” chiese la Preside
“Si è accaduto altre volte quando ero immersa nei pensieri, ho visto che prendono forma sia nel fuoco che nell’acqua, ma le altre volte erano piccoli come una mano questa volta erano molto più grandi di me”
“Forse perché la quantità d’acqua era maggiore, quindi tu non hai detto nessun incantesimo e nulla, sembra un tipo di magia protettiva antica, ma non so molto a riguardo Geltrude tu?” stava ragionando Davis
“Neanche io ad esserne sincera.” Rispose la preside
“Beh, ringraziamo che sia finita bene questa orrenda faccenda, i gemelli dovranno prendere delle pozioni per gli incubi e riprendersi dallo shock ci vorrà un po’ ma poteva andare molto peggio” disse Davis stiracchiandosi sulla sedia mettendo le mani dietro la testa, come se tutto fosse risolto.
La preside lo guardava allibita, Anna voleva ridere della solita scenetta ma non ci riusciva ancora scossa e con i sensi di colpa che la stavano divorando, quindi rimase zitta al suo posto.
I gemelli, si erano appena svegliati e furono condotti nell’ufficio dall’infermiera, la preside li fece accomodare e ascoltò anche il loro resoconto della vicenda accaduta.
Furono sospesi tutti e tre dal gruppo degli animali e Anna si prese una punizione che sarebbe durata per tutto l’anno scolastico, e un avvertimento che se avesse fatto qualche altro danno poteva dir addio alla scuola in eterno. Furono chiamati anche i genitori di tutti e tre, quelli dei gemelli erano preoccupatissimi e passarono tutto il resto della mattina e il pomeriggio con i loro figli a riempirli di coccole ed affetto ma anche di rimproveri, sempre all’interno dell’infermeria dove stavano ancora cercando di riprendersi.

Anna vide arrivare quella pazza di sua zia dopo pranzo che stava urlando come una belva per tutta la scuola.
“Eccoti! Screanzata di una ragazzina! Sono stufa! Stai sempre a fare danni!!!” urlava sempre più ogni genere di rimprovero e di insulto.
Dopo circa un’ora di grida e insulti, finalmente la zia se ne andò lasciando tutti basiti, la preside e Davis avevano provato a fermarla con scarsi risultati, ed Anna aveva fatto spallucce, si era seduta sul letto e zitta aveva ascoltato tutte le urla senza dire niente, senza sbuffare o alzare gli occhi al cielo come era solita fare in quelle situazioni. Non ne aveva le forze, e i sensi di colpa ancora la stavano tormentando.
Appena quella megera aveva lasciato la stanza Anna, aveva chiesto una pozione per dormire dicendo che era stanca e si addormentò velocemente.

Dopo cena al gruppetto era stato dato il permesso di andare a trovare i loro amici.
Appena lì videro rimasero basiti per il loro aspetto ancora distrutto, e tutta la rabbia e la voglia di rimproverarli svanì subito. Diego e Nicola si sedettero sul letto dei gemelli provando a fare un po’ di conversazione e abbracciandoli, Anthony che voleva andare da Anna rimase immobile ad osservarla senza riuscire a fare un passo verso di lei, Diego invece dopo un momento di incertezza si avvicinò a lei abbracciandola, lei non ricambiò l’abbraccio ma lo guardò con lo sguardo vuoto e disse “Non  c’è bisogno di abbracciarmi”, lui si stacco con riluttanza senza sapere bene cosa fare, voleva stringerla a se e non lasciarla più ma si sentiva impotente per il rifiuto appena avuto.

Dopo poco furono mandati via tutti per lasciarli riposare. E il gruppetto andò in camera per parlare della situazione.
“Quei deficienti!” esclamò Nicola appena varcata la porta della camera
“Nic!” lo rimproverò Diego
“Cosa vuoi? Sono arrabbiato, hai visto come stanno? Non posso neanche sgridarli! Lasciami sfogare!” urlava il rosso lanciandosi sul letto
“Nic ha ragione, hanno un’aspetto orrendo, chissà cosa diavolo è successo in quel bosco” disse Anthony spalleggiando l’amico e sedendosi vicino a lui sul letto.
“Forse dovremmo chiedere al professor Davis cosa è successo? Così da poter aiutarli meglio i nostri amici” si fece serio Kev
“Si direi di si andiamo domani e parliamo con Davis così da poter capire come comportarci, io non ho idea di cosa fare, avete visto Anna in che stato è?” disse Diego
“Quella sciocca, ha deciso di farsi espellere, non impara nulla!” Nic era decisamente arrabbiato per la situazione
“Hai ragione, ma cerca di calmarti, ormai il danno è fatto! Dobbiamo solo tenerla sotto controllo di più ed evitare che combini altri guai” gli disse Anthony
“Sono stanco di tenerla sotto controllo, vado a farmi un giro devo sbollire la rabbia!”  dicendo questo si alzò per andarsene, ma Anthony lo afferrò dal polso
“Da solo non vai da nessuna parte, vengo con te” disse con tono deciso, Nicola lo fissò poi abbassò lo sguardo e annuì ed entrambi uscirono dalla stanza in silenzio
Diego e Kevin si scambiarono uno sguardo preoccupato per Nicola.
“Ora dobbiamo preoccuparci anche per lui?” chiese Kev
“Nicola non lo capisco proprio ultimamente, lui e quel Anthony!”
“Che c’è da capire scusa? Sono diventati amici”
“Non sembra farli bene! Non è più il Nicola che conosciamo, ora si arrabbia sempre, prima era così comprensivo, ora non lo è più, pensa solo a se stesso, prima invece cercava di capire gli altri, ora è come se gli altri non esistono e venisse prima lui di tutto.”
“Esageri, io non vedo questo!” disse Kevin scuotendola testa “Senti, cugino, siamo tutti scossi per quello che è successo, quindi è normale essere un po’ nervosi, Nicola sta affrantonado la situazione a modo suo, io dico di concentrarci sui gemelli e Anna, e cerca di far tornare tutto alla normalità”
“Waoo, da quando sei diventato così maturo?”
“Dopo aver sperimentato l’amore e una delusione ho capito tanto, capita di diventare maturi” gli rispose Kevin, cercando di cambiare la sua voce e facendola diventare simile a quella di un uomo vissuto e maturo, “ Capirai un giorno” sospirò e si lanciò sul letto
“A volte sei proprio cretino sai?”  rise Diego lanciandoli un cuscino, per un momento si era dimenticato di tutto facendo trascinare dal cugino.                                                                                                                                                                                                                                                                                               
Intanto nei corridoi Nicola e Anthony camminavano in silenzio verso una meta sconosciuta.
“Vuoi parlare?” chiese Anthony con un filo di voce.
“No.” Rispose Nic secco, per poi fermarsi e guardarlo intensamente.
“ehm.. si?” chiese Anthony sentendosi a disagio
“Capisco come ti sei sentito in tutti questi anni, finirò anch’io con non parlare più con lei prima o poi!” disse amareggiato
“Hai detto due secondi fa che non volevi parlare…e ora te ne esci con questa frase?”
Nic si passò una mano tra i capelli, e rise amaramente “Non voglio parlare ma poi ti guardo e mi viene naturale” disse con un’alzata di spalle
“A quanto pare stiamo nella stessa situazione, succede anche a me con te” si lasciò sfuggire un sorriso il ragazzo “Forse è meglio andare a dormire” disse un po’ a disagio e l’altro annui nello stesso disagio e poi senza più dire nulla si avviarono ai rispettivi dormitori.
 
 
 
Note  dell’autrice
Avevo spiegato che il marabecca agli uomini si tramutava in una donna bellissima per attirarli a sé, e che mostrava le paure più interne delle persone, in quel momento per i gemelli la loro paura era che Anna fosse morta ecco perché vedono il cadavere.
Il professor Davis pensa che sia una magia protettiva molto antica, ma nessuno comunque sa nulla di essa nello specifico, ma sono tutti grati che ci sia dato i risultati che nessuno è morto.
Questo capitolo è stato più corto rispetto agli altri, ma è andata comunque bene dato che non avevo la più pallida idea di quando avrebbe visto la luce del sole.
Mi dispiace per tutta questa attesa, ma avevo un blocco. Spero che questo blocco sia finito e di poter ricominciare a pubblicare!
Non so se ci sia ancora qualcuno a leggere… ma io pubblico lo stesso baci!

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Capitolo 25
*** Fine scuola ***


Capitolo 25: fine scuola

Il giorno dopo andarono a chiedere spiegazioni tutti quanti al professor Davis, che gli racconto per filo e per segno cosa la ragazza avesse raccontato.  E dicendoli di cercare di trattare i ragazzi più gentilmente possibile.
Dopo la chiacchierata con il professor Davis, a Nicola era sparita la rabbia della sera precedente e ricordandosi lo stato dei suoi amici aveva deciso di mettere una pietra sopra a tutto. Dimostrandosi più  maturo di quando già fosse. Aveva capito durante la notte mentre si rigirava nel letto che urlare contro la ragazza non sarebbe stato utile a nessuno. Ma si sentiva davvero tanto arrabbiato a vederla in quello stato, teneva a quella ragazza ormai più di chiunque altro. Era come una sorella per lui.  E Aveva rischiato di perderla solo perché lei aveva deciso di buttarsi come sempre in una delle sue solite avventure. Proprio non la capiva, non capiva come potesse essere tanto sconsiderata.

Il mese di aprile passo tranquillamente il gruppo teneva sempre più sotto controllo i tre ragazzi. 
Che dopo quell’avventura avevano dovuto fare i conti con loro stessi. Paolo e Vincenzo erano rimasti tramautizzati da quella paura che il mostro gli aveva mostrato, ma pian piano si stavano riprendendo.
Anna era colpa di sensi di colpa. Per Anna ci volle un po’ di più dato i continui sensi di colpa. Passò un mese intero da sola a scrivere e fare ricerche su magie di protezione antiche, cercando a volte di far riapparire quei strani animali. Ma di loro nessuna traccia.
L’unico con cui passava il suo tempo era Diego, super premuroso nei suoi confronti, che si preoccupava a livelli sempre più maniacali della ragazza, controllando se mangiasse, studiasse e riposasse bene.  Anna malgrado la sua apatia e il suo essersi spenta in quell’ultimo mese, ogni tanto si trovava a sorridere per quelle attenzioni che il ragazzo le dava, ancora innamorata di lui.
Rifiutava più e più volte la compagnia di Nicola e Anthony che ormai erano pappa e ciccia, con qualunque tipo di scusa le venisse in mente. Gli evitava perché sapeva che prima o poi le avrebbero fatto una ramanzina assurda, per quello che aveva combinato e per il comportamento che stava avendo di completa chiusura.

Uscita dalla bibblioteca con i suoi libri per le ricerche sbuffando venne a un certo punto trascinata dentro una stanza.
Anna si divincolo per cercare di sfuggire ma, malamente fu spinta su una sedia e immobilizzata dalla magia davanti a lei Nicola “Ora io e te parliamo!” disse con tono di voce arrabbiata a quanto pare il ragazzo dopo un mese di continui rifiuti e silenzi da parte della ragazza, aveva deciso di agire. Doveva farlo con Anthony come aveva organizzato, ma alla fine optò che era meglio trovarsi solo con la sua migliore amica, forse ex dato l’ultimo periodo.
“Cosa ho fatto ora?” chiese lei non per niente felice di essere stata trascinata in una stanza e immobilizzata
“Nulla di dannoso” disse lui “Ma sono stanco di vederti isolata, provo a parlati da un po’ ma sfuggi sempre”
“Di cosa mi vuoi parlare sentiamo” disse lei sbuffando
“Rivoglio la mia Anna piena di energie che scherza con noi e sta con noi, no quella con lo sguardo vuoto che sta zitta e chissà a studiare cosa!”
“Non sto studiando niente di pericoloso, se è questo che ti preoccupa” disse lei sbuffando “Tranquillo non ne voglio fare altri di danni”
“Non ti stavo accusando!” disse lui
“Ah no, perché per qualunque cosa mi accusi e mi fai una ramanzina, sempre in continuazione! Sembra di stare a casa dei miei zii, non va mai nulla bene, quello che faccio non va mai bene, a quando sto per conto mio sbaglio, sono stufa! Lasciami andare, non voglio sentire le tue  critiche, se non ti vado bene cercati un'altra amica!” urlò lei in preda a uno scoppio di ira voleva divincolarsi, scappare da quell’aula ma era immobilizzata non poteva farlo era diventata rossa dalla rabbia, in quel mese si era tenuto tutto dentro e sapeva che prima o poi sarebbe scoppiata
“Io non ho detto che non mi vai bene.” Disse Nicola con un filo di voce tremando, guardava la ragazza e la sua rabbia e capì che Anna stava soffrendo dentro, con un tocco della bacchetta la libero, ma lei rimase seduta si mise le mani in faccia e incomincio a piangere, lui la guardò sconvolto.
“Anna io…”  tentennò provandosi ad avvicinare
“Mi dispiace! Mi dispiace di essere un tale casino, di far danni, di agire senza pensare! Di essere così sbagliata!” urlò tra i singhiozzi accartocciandosi sempre di più su se stessa come a voler scomparire
Con uno slancio Nicola l’abbracciò “No tesoro, non sei sbagliata! Ho esagerato, scusami! Io non ti sgrido perché voglio criticarti. Ma solo perché ho paura che un giorno con le tue avventure rischierai la vita o ti succederà qualcosa di brutto, io ho paura di perderti. ”
“Ho quasi ucciso i gemelli!” urlò lei
“I gemelli stanno bene, tranquilla, cose del genere possono capitare!” disse lui stringendola di più a se.
“No invece, non succede a chiunque di rischiare di uccidere degli amici!” pianse di più lei.
“Ok, si non succede, ma l’importante e che ora voi stiate bene e tu abbia imparato la lezione! Scusami se ti rimprovero sempre e che ho veramente paura che tu ti possa fare male. Io cerco di proteggerti, noi come gruppo cerchiamo di proteggerti.” Disse lui per poi alzarle il viso e baciarle la fronte  “Andrà meglio, capiremo come poter stare meglio” disse lui e lei continuò a rimanere abbracciata a lui.

Dopo quello sfogo avuto con Nicola, Anna tornò nel giro di un paio di settimane la solita ragazza di sempre, scherzava di più  e rideva.

Decise con Nicola di riprendere i lavori fatti l’anno prima per la mappa della scuola, e anche i gemelli si misero ad aiutare insieme a Kevin.
Tutto andava meglio le giornate passavano tranquille, Diego e Anthony cercavano di andare più d’accordo ignorandosi ma si trovavano spesso a ringhiarsi contro, anzi era Diego che ringhiava verso il ragazzo  che stava zitto e sbuffava.

Verso fine dell'anno, dopo i mesi passati tranquilli Anna l’ultimo giorno di scuola stanca dei rimproveri dell’insegnate di Pozioni le faceva da mesi e stanca di essere insultata da lei ed essere presa di mira a ogni lezione le fece un incantesimo che portò l’insegnate a rimanere con i pantaloni attaccati alla sedia e provandole tutte non riuscì a staccarsi dovettero intervenire il professore Davis e la preside con un incantesimo tagliuzzante sui pantaloni della donna che rimase con i pantaloni bucati mostrando le mutande a una classe intera.
Non c’erano prove per incolpare Anna o qualcun altro.

Ma questo porto a una litigata tremenda tra Anna e Anthony .
“Perché? finalmente erano mesi che ti comportavi bene!” disse il ragazzo in piedi davanti a lei che era occupata a fare le valige. “Perché non la sopportavo più, hai visto come mi tratta” disse lei incazzata
“Si, e ti ho detto di andare dalla preside a parlarne, ma tu come sempre decidi di seguire la via più stupida” disse lui
“Ecco e ci risiamo! Un’altra ramanzina da parte tua, mi raccomando ora vai a raccontare tutto al tuo amico Nicola così viene anche lui a rompere”
“Sei assurda, non vuoi proprio capire” disse lui scuotendo la testa
“Non, era una cosa pericolosa solo un incantesimo incollante! Nulla di grave! E non mi hanno beccata quindi perché discuterne?” chiese lei molto acidamente
“Perché se ricominci, tornerai a far danni, e non mi piace il tuo sguardo, stai per tornare a casa, voglio che stai calma con i tuoi zii”
“è tutto fiato sprecato Anthony lo sai, non starò mai calma con loro, mi ribellerò per sempre”
“E finirai ammazzata per questo un giorno! Loro sono pericolosi”
“Lo so! Ma arriverà il momento in cui io vincerò e me li toglierò dalle scatole!” disse lei tremando
“Si, ma non è ora per favore stai calma, se non vuoi farlo per me o per te, fallo per il gruppo!” disse lei
“Gruppo? Oddio tu parli di gruppo, tu odi gli altri! Specialmente Diego!” disse lei
“Non odio nessuno, non sopporto Diego perché ti sta appiccato, e ti fa fare tutto quello che vuoi, non è giusto per te!” esclamò lui incazzato perdendo ogni minimo di controllo
“Cosa vuol dire non è giusto per me?” disse lei confusa
“Lo sai cosa intendo, sei ancora innamorata di lui, ma non è il ragazzo giusto per te, è troppo permissivo, non ti aiuta a crescere, te le fa passare lisce tutte, è poi è uno smidollato”
“Smettila di parlare male di lui! Oddio oggi sei assurdo, vattene non voglio parlare più con te!” disse lei provando a spingerlo via ma lui la blocco per le mani per poi girarla e tenerla ferma. La schiena della ragazza si schianto contro il petto di lui che con una mano teneva le braccia di lei bloccate e con l’altra il suo busto.
“Io, invece parlo! Perché sono stanco, di far finta sempre di niente. Ho passato un momento orrendo quando eri scomparsa in cerca del marabecca, ho provato a starti vicino ma hai sempre preferito Diego, solo perché lui è docile con te, non ti rimprovera, e ti ho visto nei restanti mesi starli attaccata come un piccolo cucciolo che vorrebbe di più.  Non ti darà di più! Sono stanco di vederti così. E sono stanco di lui che continua a trattarmi di merda. Ma non ti rendi conto?” Anthony era esausto aveva lasciato correre per troppo tempo quell’ultimo scherzo che Anna aveva fatto alla professoressa, l’aveva fatto esplodere.
“Lasciami” disse con un soffio di voce gli occhi stavano incominciando a pizzicarle
“No, non capisci! Lui non va bene per te! smettila di illuderti, smettila di fare danni. Smettila per una volta!prova a fidarti di me a sentire me!”
“Lasciami ti ho detto!” disse lei con uno scossone e lui lasciò andare eccoli di nuovo faccia contro faccia incazzati, lui che si era lasciato andare di nuovo ai suoi sentimenti, dopo mesi di ansie, e lei di fronte a lui che lo rifiutava di nuovo.
“smettila di essere innamorato di me! Smettila!” disse lei
“Tu smettila di esser innamorata di quel deficiente!”
“Vattene! Non voglio più sentirti! Stai rovinando tutto! Vattene Anthony ORA!” sembrava furiosa aveva deciso di far uscire la rabbia, lui abbozzo e uscì fuori adirato.

La loro ultima cena passo silenziosamente,  nell’aria si sentiva tensione. Kevin aveva provato a fare conversazione con Anna ma lei stava zitta, lanciando di tanto in tanto sguardi di odio verso Anthony
“Sei triste perché torniamo tutti a casa domani?” chiese Diego accarezzandole i capelli lei lo guardò come sempre con occhi sognanti, per poi maledirsi mentalmente, e avere dentro la sua testa le parole di Anthony  - lui non ti vuole, smettila di illuderti sembri solo un piccolo cucciolo che vuole qualcosa di più che mai avrai-
“Si un po’” rispose lei chinandola testa a disagio
“Dai ci sentiremo per lettere!” disse “Ti scriverò ogni giorno”
“è vero e poi dai ci vedremo anche da Anthony come abbiamo concordato” disse Nicola all’oscuro dell’ultima litigata dei due  “No Anthony?” disse guardandolo ma il ragazzo non disse nulla anzi si alzò “Scusate, sono stanco io vado a dormire” disse per poi guardare Anna arrabbiato e andarsene
“è successo qualcosa tra voi due?” chiese Paolo avendo intuito che qualcosa non andasse
“No, nulla.” Disse lei cercando di evitare lo sguardo pungente di Nicola che aveva assottigliato lo sguardo in cercando di capire i comportamenti strani dei due.
“Beh , meglio che se ne sia andato! Se avete finito andiamo in camera passiamo l’ultima sera tutti insieme come sempre! Lui non è indispensabile” disse Diego allegro pensava che finalmente poteva godersi una serata senza quel moccioso che tanto non sopportava. 
“Quando la finirai di avercela con lui e di diventare maturo io proprio non lo so” disse Nicola
“Oh per favore non ricominciata a litigare!” disse Kevin mettendosi in mezzo
“Per favore, cercate di stare tranquilli è la nostra ultima serata” disse Vincenzo
“Si dobbiamo passarla bene specie dopo l’ultimo periodo, finalmente stiamo tutti bene” disse Paolo
“Ok, va bene non litigherò con nessuno” acconsentì Nicola per poi alzarsi e fare segno a tutti di andare in camera.
Diego prese Anna per mano e andarono tutti a passare la loro ultima serata insieme cercando di essere più spensierati possibili, dopo quell’anno tremendo che avevano appena vissuto.
 
La mattina dopo Nicola prima di raggiungere suo padre era riuscito a intercettare per  cinque minuti Anthony che gli aveva raccontato il tutto. “Quindi tu e Anna avete chiuso?” chiese il rosso
“Penso di si. Ho combinato un macello, mi sono fatto prendere dalle emozioni fin troppo represse” disse lui
“Dai tranquillo con Anna litigi del genere succedono spesso, farete pace e in caso ci proverò a parlare io con lei, per aiutarti.  Io ti capisco non deve essere semplice, Diego a volte è proprio un idiota, è uno dei mie migliori amici ma con te fa l’idiota” disse lui passandosi una mano tra i capelli angosciato.

L’altra persona che si sentiva nello stesso stato  di Nicola  era Anna che si stava avviando al cancello per poter dover tornare in quel posto orrendo, che non sarebbe mai riuscita a chiamare casa. Ma era la sua vita e quindi abbozzando un sorriso tirato si avviò con la zia.
Sarebbe stato anche molto difficile vedersi con Nicola, dato la litigata con Anthony. Avevano concordato tutti di vedersi a casa del ragazzo, ma sicuramente dopo la grande litigata quell’accordo era ormai nullo.  Non avrebbe messo da parte l’orgoglio tanto facilmente, preferiva rinunciare a vedere i suoi amici che darla vinta al ragazzo. Eh si l’esperienza del Marabecca era ormai passata e lei era tornata cocciuta come prima, pronta a far danni, lei non imparava mai a quanto pare.
 
Angolo dell’autrice:
Questo capitolo fa schifo, ma veramente. Ho deciso di pubblicarlo lo stesso perché se no rimanevo bloccata all’infinito. Quindi ho deciso di fare un salto temporale e passare direttamente a fine anno. La storia stava andando troppo lenta quindi ho deciso di accelerare i tempi.
Mi dispiace, per questo contrattempo, e perché forse il mio modo di scrivere sia cambiato dopo mesi di assenza.
Ma vi prometto che dal prossimo capitolo ci saranno cose più interessanti, e in più pubblicherò già  tra domani e dopodomani  il 26 capitolo già finito per farmi perdonare!!!
Non vi preoccupate prometto di metterci più impegno un bacio!!!
 

 
 

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Capitolo 26
*** Ospiti ***


Capitolo 26: Ospiti

Qualcuno busso alla porta, “avanti” disse Anna.
“Non sei ancora pronta! Ti ho detto di metterti il vestito nuovo! Fra mezz’ora arrivano e tu sei ancora vestita in malo modo! E dove diavolo trovi quei vestiti! Sembri una babbana per Salazar vestiti! Subito! Non possiamo sfigurare!” e così dicendo sbatte la porta
Anna che era seduta alla scrivania e stava scrivendo una lettera sbuffo si avviò vicino alla sedia prese il vestito, fece una smorfia schifata e incominciò a vestirsi.
Era Luglio inoltrato, un mese in quella orrenda casa. Si era tenuta buona, non si sa come, senza far danni, anche per fin troppo tempo.

Suonarono al campanello la zia urlò il suo nome, Anna maledisse la vecchia megera e si avviò giù in sala da thè dove la zia era in piedi con un vestito prugna, fin troppo trucco in faccia, e i suoi gioielli più costosi, e una spilla grande quanto un pugno con un serpente pieno di rubini. “Sta dritta! Forza!”
Ed ecco lì suo zio far entrare la famiglia che tanto aspettavano e per cui quei due poveri elfi Polly e Daffy avevano tanto sgobbato nelle ultime settimane per tirare al lucido la casa e cucinare per la cena di quella sera.
“Cissy mia cara, da quanto tempo!” disse la zia avvicinandosi alla donna e baciandole le guance
“Oh, Maddalena non è più lo stesso senza di te Londra!” disse la donna con i capelli biondo platino l’aria altezzosa
“Mia cara Maddalena è un piacere rivederti.” Disse il marito biondo platino con capelli lunghi quasi quanto la moglie anche lui molto suntuoso, e altezzoso.  “La prego di presentarle mio figlio, Draco Lucius Malfoy.” Il ragazzino con la stessa capigliatura del padre e molto asciutto di fisico. Tutta la famiglia aveva tratti aristocratici quasi alla pari dei suoi zii.
“Piacere signora” e fece un leggero inchino, Anna da dietro osservava la scena facendo finta di vomitare, per poi ricomporsi subito “Anna vieni a presentarti non stare lì impalata sciocca ragazzina”
“Piacere” disse controvoglia sorridendo forzatamente
“Per Circe! Ti abbiamo insegnato a presentarsi”
“Oh, tranquilla Maddy, è tale e quale al padre lo percepisco subito, anche lui si comportava in questo modo da ribelle”
“Mio padre? le conosce mio padre?” chiesa Anna osservando meglio la donna ora incuriosita
“Oh sì la peggior tragedia di tutto la famiglia Black, la mia povera zia Walburga ha bruciato il suo ritratto dall’albero genealogico di famiglia, una pecora nera, senza dubbio!”
“Oh, Cissy, tragedia, una tragedia! Ogni tanto capitano le mele marce, e questa  ragazzina lo è sicuramente!”
Anna alzò gli occhi al cielo sbuffando “Oddio ora sono diventata anche una mela, è un complimento rispetto alle altre cose che mi dite zia.” Disse con fare arrogante
“Tu!” la zia si voltò verso di lei
“Io?” ripete lei con fare di sfida
“Mocciosa smettila! Non funzionerà mia cara delinquente, stai cercando di farti spedire in camera, ma tu parteciperai alla cena  di stasera e a tutte quelle che dirò io e passerai del tempo con Il figlio di Lucius,  comportandoti bene” disse lo zio afferrandola per un braccio “Ah si? E io che pensavo vi facessi un favore chiudendomi in camera, sbaglio o non sono degna del sangue viscidamente puro e nobile che mi scorre nelle vene?” continuava ad affrontare lo zio a testa alta anche se la presa sul braccio stringeva forte.
“Ti sto avvertendo!”
“Oh, l’unico modo per tenermi a bada sarebbe un imperio ben assettato, ma chi ti dice che io non sappia combatterlo?” rise la ragazzina
“Una cruciatus non la sai respingere però, te la ricordi l’hai già provata sulla tua pelle sciocca di una ragazzina” Draco guardava la scena terrorizzato
“Claus non credo sia il caso, potresti rischiare grosso.” Disse Lucius appoggiando una mano sulla spalla di Rosier “La ragazzina si comporterà bene no?” disse in maniera viscida avvicinandosi a lei.
“Oh io non ne sarei certa se fossi in lei” continuava a ghignare, non avrebbe mai permesso a nessuno di trattarla a quel modo era più forte di lei doveva sempre ribellarsi, se ci fosse stato Anthony l’avrebbe sicuramente guardata con rimprovero come a dire che non avesse imparato niente degli eventi passati, ma Anthony non c’era, e in più avevano litigato e non si parlavano da fine scuola.
“Oh la mettiamo così? E se ti dico che verrai chiusa per l’eternità in una cantina e non vedrai più la scuola?” disse lo zio
Ecco il suo punto debole la sua scuola.
“Perfetto, hai vinto. Ma ora lasciami il braccio, starò zitta e limiterò il mio sarcasmo.” Disse lei, lui la lasciò andare
“Volete sicuramente accomodarvi nelle vostre camere vi faccio strada, Ragazzina accompagna Draco nella sua”
“Oh si e poi ci prendiamo un bel thè” disse la zia prendendo a braccetto Cissy
“Vieni coso andiamo” disse Anna a Junior Malfoy prendendolo per il braccio.
“Anna!!!” urlò la zia
“Ah giusto, scusa, mi ero dimenticata, avrò un problema di memoria non accadrà più, signorino Malfoy mi segua che le mostrò la sua camera per i prossimi giorni in cui resterete in questa magnifica dimora”  e lo tirò ignorando le urla di sua zia che la rimproverava.  

Cari Kev, Diego e Nicola
La favolosa famiglia di amici dei miei genitori è arrivata oggi. Sono talmente tanto simpatici come il quadro del terzo piano che urla non appena ci passi accanto, e rischia di farti cadere per una rampa di scala e farti rompere il collo.
Sono la nobile famiglia Malfoy, tutti biondi platinati e viscidi come un’ Anfesibena* se non avete idea di cosa sia allora chiedete a Paolo e Vincenzo loro sono bravissimi in cura delle creature magiche.
Il padre è un aristocratico, che si crede il re del mondo, la moglie è identica a mia zia e adora alla follia il suo figlioletto Draco, che è il più bravo di chiunque a scuola, che appartiene ai serpeverde la casa dei viscidi di Hogwarts e che l’anno prossimo sicuramente sarà cercatore della squadra di quidditch della sua casa e batterà sicuramente Harry Potter.
Durante la presentazione, ho cercato di comportarmi al meglio possibile, ma forse con scarsi risultati, mia zia mi ha riempito di vestiti che dovrò indossare durante la permanenza della deliziosa famigliola felice, e per dirvela tutti non ce ne sta uno che non pizzichi. Non capisco per quale motivo pizzicano tanto i vestiti da ricchi.
Comunque la prima sera è passata senza alcun problema, nel senso io non ho fatto danni, e ho provato a comportarmi bene.  Oggi  ho dovuto trattenere il signorino figlio biondo platino, secco come una scopa per tutto il pomeriggio, da brava ragazza quale sono ancora, non sono riuscita ad appicciare una gomma da masticare sulla sua sontuosa  testa, però quando non vedeva gli ho sputato nel thè! Ora questo lo so che non è molto femminile, ma lui ha detto che era il thè migliore che avesse mai assaggiato, quindi questo mi porta a non avergli fatto nessun torto, dato il gradimento del mio regale sputo.
Ora immagino le vostre facce, quella di Nicola ha una smorfia a dire non è possibile che lei l’abbia fatto, è proprio un caso perso. La faccia di Diego è molto simile allo stupore, dato che pensa nella sua testa che io sia una piccola principessa da salvare anima in pena e gli sarà difficile credere che io abbia fatto una cosa del genere, ma infondo la sa la verità, io non sono una principessa ma sono più che altro molto più simile a una Chimera se infastidita.
Kevin ora tocca alla tua di faccia, sicuramente da quando hai letto spunto al mio super elenco delle facce dei tuoi due compari lì ti starai sganasciando dalle risate e urlando frasi del tipo “Brava la scricciolaaaa è una grande! Formidabile!” e si sono una grande e sono formidabile, ma se non la smetti di fare tutto il casino che stai facendo giuro che quando meno te lo aspetti, sputerò anche nella tua di tazza. Ora sicuramente avrai una faccia sconvolta e guarderai i tuoi compari come a chiedere se io sia capace di fare una cosa del genere, sicuramente Diego ti tranquillizzerà, ma tu non lo ascoltare lui pensa che io sia un angelo caduto dal cielo e fidati che si sbaglia enormemente, quindi stai più certo che da ora in poi dovrai stare attento a qualunque cosa berrai.
Tornando all’amabile famiglia, hanno un povero elfo domestico impaurito da tutto si chiama Dobby si è messo a piangere quando gli ho dato delle pacche sulla testa, povero elfo non ha la più pallida idea di cosa vuol dire essere trattato con amore, un po’ come me circa due anni fa prima di conoscere tutti voi.
Ora devo chiudere la lettera perché è quasi ora di cena. A proposito di cene indovinate un po’? Domani viene anche la famiglia Cimino, spero tanto che il piccolo Malfoy si innamori di Anthony e se lo porti via. Cosa che non accadrà mai. Nic immagino che il tuo amichetto di abbia raccontato di cosa sia successo, anche se non ne sono sicura perché non ne hai mai parlato per lettera. Comunque sia abbiamo litigato di nuovo prima della fine della scuola. Quindi pensate a me e all’orrenda serata che mi aspetta con  Anthony che mi lancerà sguardi di rimproverò ogni volta che farò una battuta, o dirò una frase sarcastica  e con puristi del sangue con il naso all’insù  e con una scopa su per il c…. non continuo perché rischio seriamente di far venire un lieve infarto al povero Diego!
Baci a tutti, Kev a te niente così perché mi va
La vostra scricciola che spera di sopravvivere alla serata. 
P.s. se non vi arriveranno notizie di me sarà perché sarò finita di sicuro in punizione dopo la cena di questa sera.

I tre ragazzi si guardarono sconvolti dopo aver letto la lettera anche perché avevano fatto tutto quello che la ragazzina aveva detto.  Diego fece per prendere penna e foglio per rispondere ma Nicola con un movimento di bacchetta lo fermò.
“Ehi, vacci piano! Scrivo io”
“Ma che sei scemo! Liberami” disse lui arrabbiato
“No, scrivo io è la mia migliore amica”
“E anche la mia” continuò a dibattere Diego
“Si, ma è casa mia quindi decido io!” disse l’altro facendo spallucce
“Kevin aiutami” si rivolse al cugino che si era seduto scuotendo la testa
“Ma perché tratta male solo me!” disse piagnucolando ignorando il cugino e la sua richiesta d’aiuto
“Dai non lo fa veramente, lei scherza così con te” disse Nicola incominciando a scrivere
“Ehi aspetta come mani hanno litigato Anna ed Anthony?” chiese diego con un sorriso gigantesco
“Non sono affari tuoi, ma per il litigio non potremmo incontrare da Anthony, lei insiste a non parlare con lui e lo stesso fa il ragazzo”
“Quindi non la vedremo?” chiese Diego facendo scomparire il sorriso
“Si, non la vedremo. Che succede questo ti disturba, eri tanto felice fino a un attimo fa che lei non parlasse con il tuo rivale” rispose sarcastico Nicola provando a scrivere
“Io… aspetta in che senso rivale?” chiese lui assottigliando gli occhi “Non insinuerai ancora che sono innamorato!”
“Oh per favore non ricominciate!” disse Kevin stanco di tutto quello
“No, tranquillo, non dirò nulla sono stanco di essere la voce della ragione e non essere ascoltato fate tutti quel che cavolo vi pare! E lasciatemi scrivere!” disse Nicola per poi tornare alla sua lettera.  Mentre gli altri ragazzi si scambiarono uno sguardo sconsolato.

Note dell’autrice
Ed ecco a voi! "finalmente!" direte alcuni personaggi presi dalla storia Canon la fantastica famiglia Malfoy, penso di averli resi un po’ male, peccato sembra come se io gli odiassi ma in realtà mi piacciono molto come personaggi incluso Lucius forse per via dell’attore ma dettagli.
 ED ecco come promesso il capitolo per farmi perdonare, allora lo so che è più corto rispetto agli altri, ma ho deciso di accorciare il tutto da ora in poi per non rimanere bloccata, pardon ma serve per farmi continuare spero capirete
Ora nel prossimo capitolo ci saranno altre lettere, e questo mi rende felice perché mi piace scriverle! Ci si rivede Lunedì prossimo che pubblicherò il 28 capitolo e vi lasciò il titolo che è: rullo di tamburi!
 "PROPOSTA."

Si è un titolo di merda, ma non so proprio darli e quindi dettagli! Oggi mi sento allegra! Forse perché sto tornando a scrivere questa FF che tanto mi mancava!
Un bacio a tutti grazie per chi legge!
*Anfesibene  è un serpente della mitologia greca con occhi brillanti e con due teste una ogni estremità del corpo.
*Le lettere sono prese un po’ d ispirazione da 70’ student’s una ff che ha preso spunto da Shoebox Project altra ff. Mi sono piaciuti molto quei capitoli, quindi non ho resistito ad usare anche io l’idea

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Capitolo 27
*** Proposta ***


Capitolo 27:proposta

Ad Anna sicuramente rinchiusa in una torre d’avorio e incatenata
È Nicola qui che scrive a nome di tutti, voleva scrivere Diego ma al momento è immobilizzato dal sottoscritto e Kev si è nascosto sotto il tavolo piagnucolando e chiede a gran voce perché tu sia tanto crudele con lui, cosa che lo sappiamo tutti non lo sei ma fai solo finta.
Hai sputato nella sua tazza e ha gradito? Non ci posso credere, no che tu abbia sputato, ma che abbia gradito. Comunque Diego non crede al fatto dello sputo pensa che tu l’abbia detto solo per scherzare, quanto è ingenuo quel ragazzo? Troppo  si pensa che tu sia un angelo caduto dal cielo, cosa forse vera ma sei atterrata dal diavolo lui non ti ha voluto perché troppo malefica e ti ha rimandato su per rendere la vita impossibile a Kevin.
Qui a casa mia va tutto tranquillamente, ogni tanto usciamo e andiamo al cinema o a fare delle passeggiate, delle ragazze in pizzeria ci hanno provato con noi e Kevin era tutto far moine, e quasi si commuoveva da ciò, io le ho ignorate concentrandomi più sui maschietti, ma ahimè niente amore in vista, e Diego beh le ha fatte accomodare, ma non è successo niente di che, si scrivo questo per vedere se ti ingelosisci un po’, cosa che sicuramente avverrà ma che tu non ammetterai mai dato che dici che la cotta ti è passata.  La tua cotta non passerà mai, come Diego non ammetterà mai di essere stracotto di te, dovresti prendere l’iniziativa e fare tutto tu, ma ti rifiuti di sentire il caro Zio Nicola, beh affari tuoi!
Passiamo oltre non voglio influire troppo su di te, poiché sono al corrente della orrenda situazione che stai passando.
Ti supplico non fare nessun danno! Ho bisogno della mia migliore amica a scuola, o come faccio a vivere se no? E tu hai bisogno di me, e questo lo sai. 
Mi dispiace che Anthony, debba sopportare te, penso che tu debba fare di nuovo pace con lui, ti prego non fare danni alla cena, lo sai Anthony rischierebbe l’infarto lui ci tiene a te, e non vuole che tu ti faccia male, lui è solo scoppiato dopo mesi e mesi di preoccupazione, quindi per favore cerca di capirlo e perdonarlo come lui perdona sempre te per i tuoi atteggiamenti tanto autolesionisti.
Se entro una settimana non abbiamo tue notizie ci inventeremo qualcosa per venire a prenderti, rischiando anche la pelle, ma per gli amici questo e altro. I ragazzi staranno un'altra settimana qui dubito che riusciremo a vederci, specie perché hai ospiti, nel caso potremmo organizzare io e te dopo Anthony, ah no continui a fare la cocciuta e a non voler far pace con lui quindi nada de nada, 
P.s. La lettera gli altri e due non l’hanno letta quindi stai tranquilla per quello che scrivo
Ti mando tutto il mio affetto
Lo fa anche un Kevin terrorizzato da sotto il tavolo e un Diego immobilizzato sulla sedia che sicuramente ti scriverà appena possibile.
Baci Baby Girl il tuo Nic.

Bussarono alla porta della sua cameretta, Anna ripose nel cassetto la risposta appena arrivata nel cassetto “Avanti”
“Ehi” Anthony aveva aperto la porta era cresciuto di cinque centimetri, in solo un mese e mezzo aveva un completo blu e un timido sorriso.
“Ah sei tu entra, veloce e chiudi!”
Lui fece come gli era stato detto, lei riprese la lettera dal cassetto e con la bacchetta lanciò un incantesimo un po’ complesso che aveva imparato, l’incantesimo faceva in modo che solo lei potesse leggere quelle parole.
“Dovevo rendere la lettera inleggibile a gente che non fossi io.”
“Ah è di Diego?” disse con una smorfia
“No, di Nic, mi dice di trattarti bene in questa serata, ti hanno mandato a chiamarmi immagino”
“Si e volevo chiederti se potessimo avere una tregua solo per oggi, penso tu abbia bisogno di un amico, e Nicola  mi ha scritto”
“Ah, tradimento!” esclamò lei ma stava sorridendo
“Va bene, stai per chiedermi di comportarmi bene no?”
“Si, ma immagino che non lo farai” disse rassegnato
“Ci proverò solo perché stai tu” disse lei, anche se si erano litigati da poco, per l’ultima punizione che aveva avuto, lei si sentiva un po’ sollevata ad averlo accanto a sé, anche se poi nella sua testa una parte di se diceva di fare danni.
“Ok, scendiamo”

Scesero a cena Anna salutò tutti compreso il signor Cimino, e si sedette composta a tavola, Anthony faceva conversazione con Draco parlando di Quidditch e poi un po’ di scuola, no che ad Anthony li stesse simpatico, ma sapeva come fingere.
A fine sera lo zio si alzò in piedi per fare un annuncio.
“Oggi io e Lucius abbiamo preso una decisione, sperando che essa possa essere portata avanti. Quindi vi annunciamo che da oggi in poi Anna e Draco sono promessi sposi, così da poter finalmente riunire delle famiglie purosangue e mandar avanti la purezza del sangue” disse per poi brindare con Lucius
“Oh Cissy non è una bella notizia, riusciremo entrambi a raddrizzare la ragazzina!”
Anna spalancò gli occhi e si alzò di colpo.
“Ragazzina ormai è deciso, è inutile che incominci a fare una sceneggiata delle tue, siediti ora!” disse lo zio guardandola severamente
Anna stava per ribattere ma Anthony si alzò e la prese per mano “Signor Rosier” disse
“Si ragazzo dimmi pure.”
“Volevo dirle che io e Anna siamo fidanzati.” Disse tenendola stretta provando a salvarla.
Il signor Cimino lo guardò, sapeva che quel tentativo che il figlio stava facendo era per proteggere Anna per via della promessa fatta alla moglie.
“Oh” disse Maddalena
“Anche il mio sangue è puro, e non so se ha notato quando ci sono io Anna si comporta meglio di recente.”  Disse continuando a mantenerla stretta, Anna era immobile sperava che il tentativo di Anthony funzionasse ma ne dubitava fortemente avrebbe tanto voluto lanciare il tavolo all’aria.
“Andrea sapevi di questo?” chiese lo zio al signor Cimino
“Sapevo che erano diventati molto amici dopo la morte di mia moglie, penso che i ragazzi non abbiano detto nulla per non creare problemi, sicuramente un’idea di mio figlio, è una situazione un po’ critica lo so, ma forse potremmo metterci tutti d’accordo per risolverla nel migliore dei modi.”
“Forse è meglio se io te e Lucius ne parlassimo nel mio studio con un bel sigaro che ne dite” Entrambi gli uomini annuirono.
“Noi ci spostiamo in sala da Thè qui fa troppo caldo no Cissy?”
“Si va benissimo, mia cara”  e anche le due donne andarono via lasciando i tre ragazzini da soli

“Ehm voi siete fidanzati?” chiese Draco con un’espressione schifata in viso
Anthony e Anna stavano vicino e si guardavano, ignorando Draco.
“Non fare quella faccia” disse Anthony sbuffando rivolgendosi alla ragazza
“Ah no e che faccia dovrei fare? Ti rendi conto? Io promessa sposa a lui? E tu perché sei intervenuto, non avresti dovuto!” Anna si accasciò sulla sedia
“Ah non dovevo? Ho evitato un disastro, avresti incominciato ad urlare e forse a lanciare incantesimi ovunque.”
“Evitato? Pensi che cambieranno idea? Oh no tu ci speri! Dato che sei innamorato di me! Pensi che così staremo insieme!”
“Tu hai una cotta per lei?” si intromise Draco passandosi una mano nei capelli platinati.
“Vuoi star zitto coso! Non sono affari tuoi!”
“Ah no, sono io che dovrò sopportarti per il resto della vita, dovresti portami rispetto”
“Io ti ci sputo sopra al rispetto per te!” disse alzandosi di scatto avvicinandosi minacciosamente a lui
“Stai buona così peggiori le cose” Anthony la tirò per un braccio
“Anthony lasciami!” disse ringhiando
“No, fino a quando non ti calmi, non puoi toccarlo, finiresti nei guai, la smetti di essere una testa calda, incomincia a riflettere e non ad agire prendendotela con tutti.” Disse lui tenendola ferma per la vita e urlandole all’orecchio da dietro
“Ti ho detto di lasciarmi! Ti preferivo quando ti facevi gli affari tuoi! Cos’è ora sei diventato il mio principe azzurro pronto a salvarmi, pensi di conquistarmi così.”
“Non sto facendo questo! Siamo amici io e te, o almeno lo eravamo prima di litigare di nuovo, mi dispiace di essere innamorato di te e mi dispiace che tu lo sia di Diego che comunque non ti ricambia.”
“Smettila di intrometterti! Me la cavo da sola” disse lei
“Si come l’ultima tua trovata del bosco? O come quando hai fatto perdere i capelli ad Anastasia? O l’aver attaccato la professoressa alla sedia l’ultimo giorno?”
“Anastasia se lo meritava e lo sai, la professoressa anche! Il bosco è stato un terribile errore, lo so questo!”
“Devi imparare a regolarti! Non puoi agire così hai sentito la preside! Vuoi essere espulsa? Vuoi che i tuoi zii ti rinchiudano in cantina? Devi capirlo, ci sono altri modi più furbi per agire, i tuoi non lo sono, sono avventati!”
Lei cerco di prendere un respiro era veramente stanca di tutti quei rimproveri.
“Ok, cerco di calmarmi, ma questa situazione è assurda, sono promessa sposa a quel coso!” esclamò indicando Draco che gli guardava allibiti
“Voi italiani siete strani, come può piacerti quella belva io non lo so.” Disse con il naso all’insù
“Ti ho detto di tacere o giuro che ti tiro un pugno sul naso!” esclamò lei tenuta sempre da Anthony che alzava gli occhi al cielo.
“Ok ora basta siediti, troveremo una soluzione. Forse annulleranno”
“E si mi ritroverò promessa sposa a te!” disse sbuffando e risedendosi
“Si, ma quando sarai grande potremmo annullare, quindi per una volta puoi provarti a fidarti di me. E a considerarmi un amico?”
“Non penso che possiamo essere amici, Anthony tu hai una cotta per me, tutto questo non funziona”
“Si, lo so. Senti mi dispiace sono esploso, non avrei dovuto” disse mettendo per l’ennesima volta il suo cuore da parte, ma era troppo impaurito da quella situazione, lei avrebbe fatto danni, e una parte di se credeva che i suoi zii lo stessero facendo apposta, non poteva lasciarla sola. Non l’avrebbe più lasciata in pericolo in quella casa, l’aveva promesso a sua madre.
“Non ti lascerò sola in questa situazione, troveremo una soluzione, per favore calmati” disse passandole dell’acqua
Intanto Draco gli osservava sbuffando, non era per niente felice di quella situazione, ma non poteva permettersi di andare contro suo padre, e poi il sangue puro doveva essere salvaguardato.
“Se non funzionasse il tuo piano?” chiese Anna con le mani tremanti dopo aver bevuto
“Allora accetterai e poi quando sarai maggiorenne, troveremo una soluzione. Manca ancora tanto” disse lui
“Cinque anni” disse lei sospirando
“Appunto possono succedere tante cose in questi cinque anni, non reagire per ora per favore accetta la loro decisione, si più furba di loro”
Una risata venne da parte di Draco che gli guardava
“Non mi sembrate molto furbi, state parlando davanti a me, dirò tutto a mio padre”
“Tu non dirai niente a meno che non vuoi ritrovarti me come moglie e una futura vita con una pazza che tenterà in ogni maniera di farti fuori, non ti conviene, avermi come moglie” disse lei a denti stretti
“Io sono bravissimo con la magia saprò tenerti a bada” disse lui
“Io non ci conterei se fossi in te” sorrise maligna lei
Draco la guardò spaventato, ingoiando la saliva che aveva in bocca, senza più dire una parola pensò che fosse sarebbe stato meglio farsi i fatti propri, avrebbe trovato un modo in futuro per non trovarsi legato a quella pazza di una ragazzina, si sarebbe potuto lamentare più avanti con la madre, non era un problema tanto grave per lui.
Rimasero zitti e seduti senza più discutere fino a quando, i padri dei ragazzi e lo zio non tornarono in giardino.
“Ehm. Ehm” disse lo zio attirando la loro attenzione
E tutti e tre i ragazzi si girarono a guardarli.
“Abbiamo concordato che voi due vi lascerete, e che Anna ormai è promessa sposa a Draco, questo è tutto” disse con voce solenne lo zio
Anna e Anthony si guardarono era come avevano immaginato, niente li avrebbe fatti desistere da quella scelta.
“Anthony, noi dovremmo andare, forza figliolo saluta e andiamo”
“Va bene, padre” poi si girò verso Anna e disse vicino al suo orecchio “ti prego stai calma” per poi salutare e andare via
“Se questo è tutto io andrei in camera mia” disse secca la ragazza
“Oh, si puoi andare” disse lo zio guardandola con sospetto. E lei si avviò verso camera propria pronta a distruggere tutto.

Angolo dell'autrice:
Tadàààààààà  povera cara! Un malfoy come promesso sposo, o povero Draco, Anna lo ucciderà. 
Grazie Anthony per essere intervenuto, anche se non è riuscito a risolvere nulla.. cosa succederà ora? eeeeh mistero! lo capiremo solo scrivendo! 
Un Bacio a tutti! A martedì prossimo! 

 

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Capitolo 28
*** Elaborando ***


Capitolo 28: elaborando 

Caro Nicola

Non sono rinchiusa da nessuna parte, oh no avrei preferito questo a quello che è successo.
Questa lettera è solo per te non la divulgare con gli altri per favore, lo farò io a tempo debito di persona.
Che dire ho provato a comportarmi bene, e così ho fatto solo per non causare problemi ad Anthony. Ma a fine serata boom! È successo un casino, a quanto pare i miei zii e i genitori di quel viscido biondino imbecille hanno deciso che siamo promessi sposi, questo perché veniamo da due casate di sangue pure e dobbiamo porta avanti la specie. Assurdo! Dopo aver letto questo sicuramente sarai super preoccupato, ma tranquillo non ho fatto nessun danno è intervenuto Anthony dicendo che eravamo fidanzati e tutti ci hanno lasciati soli per discutere una soluzione a questo imprevisto. Io e Anthony abbiamo litigato di nuovo questo perché io stavo perdendo le staffe e ho rischiato un paio di volte di spaccare il naso di quel figlio di papà biondo platino.
Conclusione di tutto, io rimango promessa sposa a quel coso biondo, in più c’è il divieto di vedere Anthony, ottimo se mai io dovessi incontrarlo verrò punita a colpi di cruciatus, se mai io dovessi rifiutare tutta questa situazione sarà lo stesso. Mi è stato detto tutto questo oggi quando mio zio ha voluto parlare con me nel suo ufficio.
Per il momento ho deciso di comportarmi bene, quindi sto accettando tutto questo cercando di rimanere calma. Si so che è incredibile a crederci, ma lo sto facendo solo per voi.
Quindi stai tranquillo non ti preoccupare
Non ho molta voglia di scrivere altro quindi concludo qui il tutto.
La tua Anna che cerca di controllarsi per non far preoccupare gli amici.
Baci
 
Anthony
Avrai saputo da tuo padre il divieto che ha imposto mio zio di non vederci più, ti mando questa lettere di nascosto, non rispondere per favore.
Volevo solo dirti che non ho fatto nessun danno e che starò buona. Mio zio mi ha minacciata di cruciatus e di non mandarmi neanche più a scuola.
So anche che ha minacciato tuo padre, dicendoli che se non mi starai lontano succederà qualcosa di terribile a te e a lui.
Lo so che sono una pazza istintiva e mi caccio nei guai sempre, che sono sconsiderata, che faccio impazzire tutti.
Ma sono buona, e non permetterei mai a qualcuno di ferire le persone a cui voglio bene.
Questa è la mia battaglia, e le conseguenze delle mie azioni devono ricadere solo e solamente su di me.
Volevo dirti grazie per aver provato questa volta a salvarmi. Ma la realtà dei fatti è che non puoi farlo. La realtà è che non voglio più averti nella mia vita, non permetterò a quei pazzi dei miei zii di fare del male ad altre persone.
Devi dimenticarmi. Queste sono le ultime parole che ti dirò. Ti prego accettale
Anna

Scrisse l’ultima lettera piangendo, era l’unica soluzione. Le minacce di quella mattina erano state veramente terribili. Non avrebbe mai permesso a nessuno di farsi male per colpa sua. Aveva imparato, aveva ancora in mente la grotta dove si era rifugiata con i gemelli che erano in uno stato ti shock e di come non era riuscita a fare niente per aiutarli. Era ancora terrorizzata da tutto ciò, ma non l’aveva detto a nessuno.
La sera prima era stata calma, no solo perché Anthony l’avesse fermata ma proprio perché c’era lui lì e aveva paura che gli sarebbe successo qualcosa. Poi quando se ne erano andati, aveva visto nel viso del signor Cimino spavento, anche dal modo di come aveva preso il figlio per il braccio parecchio strettamente, e se l’era filata troppo velocemente.
Aveva capito che fosse successo qualcosa di brutto nello studio, suo zio non era tipo di trattare qualcosa con calma, e non avrebbe mai fatto uno sgarbo a quel Malfoy.
Aveva un piano, tenersi alla larga da Anthony per proteggerlo, e l’avrebbe dovuto fare anche a scuola. Poi aveva deciso di tenersi calma. Ma aveva in mente di minacciare il figlioletto adorato della famiglia Malfoy, per convincerlo a far desistere i suoi genitori da quella decisione tanto assurda.
 
Quel giorno si trovò a vagare per casa cercando di trovare una soluzione a tutto quel casino, passando davanti allo studio dello zio, sentì arrivare delle voci, stranita perché pensava di essere sola in casa si avvicino per spiare da uno spiraglio aperto della porta.
Dentro stavano suo zio e il signor Malfoy che parlavano e lei incuriosita come sempre si accosto per sentire meglio.
“Devo ridarti questo Lucius forse è ora di utilizzarlo” disse Rosier con un ghignò
“Dici che con questo riusciremo a sbarazzarci di un po’ di sanguesporco?”
“Il signore oscuro ci aveva detto, che sarebbe servito a riaprire la camera dei segreti, può darsi che il mostro che è lì dentro faccia qualche vittima”
“Può darsi che ci libereremo di Potter, una volta per tutte, dovrà pagare prima o poi per quello che ha fatto al signore oscuro”
“Quindi dici che non diventerà mai un mago oscuro da poter seguire, che le voci sono sbagliate”
“è identico ai suoi genitori traditori e sangue sporchi, ed è un grifondoro”
“Allora è ora di farlo fuori, prendi il diario e cerca di farlo entrare a scuola”
Anna, rabbrividì, Harry Potter, sapeva chi era, doveva fare qualcosa,  ma come? Come poteva aiutarlo, lei abitava a miglia di distanza era impossibile, avevano parlato di un diario, confusa si chiese come fosse possibile che un oggetto potesse creare danni, e poi di una camera segreta con un mostro, che cavolo, era confusa indietreggiò urtando un mobiletto,
“Cosa è stato?” disse Lucius.
Anna incominciò a scappare, non volendo essere scoperta.

Si era nascosta in uno sgabuzzino cercando di ragionare e fare mente locale
C’era un diario che avrebbe dato delle istruzioni a qualcuno per aprire una camera nella scuola in Inghilterra, camera con un mostro, che avrebbe potuto uccidere Potter, il bambino sopravvissuto, e altri ragazzini con il sangue non puro, era una cosa assurda da capire, ma comunque erano nel mondo magico quindi fece spallucce. Aveva letto Storia e Magia di Hogwarts ma non ricordava niente di mostri,  e non poteva neanche andare a controllare non aveva quel libro in casa. Incominciò a camminare su e giù per il piccolo sgabuzzino. Doveva trovare un modo per tenere al sicuro il ragazzo, un modo ci sarebbe stato.
Poi le venne l’idea e si precipitò in cucina, correndo come una pazza
“Dobby!” l’elfo la vide “Signorina Black mi dica signorina” inchinandosi
“Dobby non c’è bisogno di inchinarsi, ho ascoltato una conversazione tra mio zio e il tuo padrone, su Harry Potter!” l’elfo annuì  tremando “Harry Potter, il bambino che è sopravvissuto, prima di lui  noi elfi eravamo maltrattati, ma Dobby lo è ancora”
“Lo so Dobby, ma dobbiamo aiutarlo! Mio zio ha dato al tuo padrone un diario che non ho capito bene farà uscire un mostro nella scuola che ucciderà chi non ha sangue puro. Vogliono che questo mostro lo uccida. È a rischio vita e io non posso fare nulla sono bloccata qui!”  cercò di spiegare il tutto velocemente all’elfo che la guardava preso dalla conversazione
“Dobby aiuterà signorina, Dobby lo farà per la sua amica!”
“Devi impedire a Harry di andare a scuola! In tutti i modi possibili!”
“Certo signorina conti su di me!”
“Perfetto Dobby! Ora vado nessuno deve sapere nulla. Ci aggiorneremo dopo” disse sentendo dei rumori dalla stanza accanto

Corse a rifugiarsi in camera sua, aveva deciso di agire mossa da un groppo allo stomaco lei non lo conosceva a proprio Harry sapeva solo la sua storia. ma qualcosa dentro di lei le disse che doveva aiutarlo anche se da lontano.
Prima quella proposta assurda di matrimonio, ora un mostro e il bambino che era sopravvissuto era a rischio morte. Era tutto un casino la sua vita, era stanca, di lottare ma non avrebbe mai smesso.
Prese un foglio e incominciò a scrivere un piano d’azione.
  1. Minacciare Draco così da evitare quella proposta di matrimonio
  2. Provare a rubare quel diario e distruggerlo
Si quelli erano i suoi obbiettivi, doveva decisamente evitare quel matrimonio. E non poteva lasciare che il povero elfo facesse tutto il lavoro da solo.
Doveva agire, ma doveva anche stare attenta a non farsi beccare da nessuno o sarebbero stati guai seri. E la sua vita sarebbe stata a rischio.

Quella sera dopo cena si intrufolò nella stanza del biondino facendolo spaventare a morte
“Io e te dobbiamo parlare” disse chiudendo la porte con un tocco di bacchetta e puntandola sul ragazzino.
“Cosa vuoi, vattene via pazza” disse con voce rotta Draco già impaurendosi della ragazza
“Non vado da nessuna parte. Ora tu ti siedi buono buonino e mi stai a sentire” disse
Il ragazzo ingoio la saliva che aveva in bocca e tremando si sedette sul letto con gli occhi sbarrati, e quella pazza furiosa sarebbe diventata la sua promessa sposa, era proprio nella merda.
“Ora, noi risolveremo questa situazione, perché io mai e poi mai sarò tua moglie in un futuro”
“Anche io non sono felice di questo” disse lui guardadola
“Perfetto siamo d’accordo che questo matrimonio non sa da fare, quindi tu parlerai con il tuo adorato paparino e gli farai cambiare idea” disse lei in tono di sfida
“Mio padre non cambierà mai idea, farebbe uno sgarbo a tuo zio, non può permetterselo. Non mi ascolterà” disse lui tremando
“allora convincerai tua madre, stravede per te, incomincerai a dirle ogni giorno che non sei d’accordo e lei prima o poi convincerà tuo padre” disse lei
“Io, non posso mettermi contro la mia famiglia per te”
“Beh non devi farlo per me, ma per te stesso, questa situazione non garba a nessuno dei due.” Disse lei sprezzante
“Io, ci proverò ma non ti assicuro nulla”
“Oddio sei proprio un pappamolla, assurdo, mai potrei sposarmi con un codardo come te!” disse lei sbuffando
“Io non sono un codardo!” diventò rosso in viso
“O si sei uno smidollato, vedi di diventare uomo e di risolvere questo pasticcio, perché fidati Coso, la vita con me sarà tremenda!” lo guardò con un sorriso diabolico per poi andarsene via.

Stupido bambinetto biondo, non riuscirà mai a convincere la sua famiglia a desistere. Beh risolverò prima o poi, nel caso lo ammazzo dopo averlo sposato. Intanto pensava lei dirigendosi in camera.
“Che fai in piedi nei corridoi” una voce meschina le arrivò alle orecchie
“Ero andata a prendere dell’acqua ora non si può neanche bere” disse sbuffando guardando il signor Malfoy
“Tu ragazzina non mi piaci per nulla, identica ai tuoi genitori”
“Beh io non le piaccio ma intanto vuole sbolognarmi a suo figlio, forse dovrebbe trovare qualcuno di meglio non crede?”  disse lei ridendo giocando con la bacchetta tra le sue mani
“Questi  non sono affari che ti riguardano piccola peste, fila a letto” disse con tono autoritario
“Oh,non sono affari miei? Certo che lo sono è la mia vita”
“Forse non ti è chiaro che la tua vita non appartiene a te”
“A quanto pare neanche la sua appartiene a lei, da quello che ho capito mio zio è più potente di lei, o non avrebbe accettato questa stupida insensata richiesta di matrimonio, cercano di liberarsi di me dato che sono un problema e a voi tocca tenermi” rise ancora lei
“Tu piccola insolente”disse prendendo la bacchetta
“Sta per cruciarmi a casa dei miei zii? Le mie urla si sentirebbero ovunque,lei pensa che sia una mossa saggia?”girandosi per poi andarsene
Uno stupecifium la colpì al centro della schiena facendola volare per tutto il corridoio per poi andarsi a schiantare contro un mobile, causando un rumore assurdo.
Cerco di alzarsi, ma il dolore era atroce, guardò da lontano il signor Malfoy, senza trovarlo. Maledicendolo in mente cerco di nuovo di alzarsi, quel codardo aveva colpito una ragazzina alle spalle per poi scappare, prima o poi l’avrebbe pagata, aveva una vita davanti.
“Che cavolo stai facendo?” disse lo zio uscito dalla camera al rumore
“Cerco di alzarmi non si nota?” disse lei sprezzante
“Oh, sei proprio una ragazzina assurda, non sai neanche camminare senza cadere, sistema tutto e vai in camera! Smettila di disturbare!” e così dicendo sbattè la porta rientrando in camera.
Stupidi tutori, stupidi Malfoy pensò lei alzandosi finalmente e andando in camera per buttarsi sul letto cercando di reprimere il dolere e la rabbia che le fumavano dentro.

Angolo dell'autrice:
Eh si quel diario è il famoso diario! Vi ricordo che Anna sa la storia di Harry per via della lettera della mamma di Diego che è Mary una ragazza amica di sua madre da giovane. Quindi lei poi fece delle ricerche e scoprì anche del signore oscuro e tutto il resto. 
Vi ricordo anche che Anna è un anno più grande di Harry e che col fatto che le famiglie sono legate, lei ha passato quasi un anno con il bambino quando erano piccoli, solo che non se lo ricorda! Ma sono legati e anche fin troppo. 
In questo capitolo la vediamo prendere una scelta allontanarsi da Anthony, questo le fa male. 
E vediamo anche fare piani con quel povero elfo domestico di Dobby! 
Beh alla prossima baci

 

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