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di Tale Vivo
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** In amore e in guerra tutto è concesso ***
Capitolo 2: *** Io credo nell'anima, lo giuro, lo giuro! ***
Capitolo 3: *** Mi sei scoppiato dentro al cuore ***
Capitolo 4: *** Folle devozione. Silenziosa distruzione. ***
Capitolo 5: *** Bianca come le rose, pallida come la vita. ***
Capitolo 6: *** Brucia, arazzo. Brucia. ***
Capitolo 7: *** Chi dice donna dice danno ***
Capitolo 8: *** Il succo d'arancia non fa sempre bene ***
Capitolo 9: *** I papaveri son alti, alti, alti ***
Capitolo 10: *** L'importante è partecipare, suvvia. ***
Capitolo 11: *** Amor mio, basto io. ***
Capitolo 12: *** Odi et amo. ***
Capitolo 13: *** Non c'è nulla che non va. Nulla. ***
Capitolo 14: *** Paranoie e Burrobirra ***
Capitolo 15: *** O sole mio ***
Capitolo 16: *** La paura fa tre morti. Anche più. ***
Capitolo 17: *** Pan di stelle ***
Capitolo 18: *** Perdono sì, perdono no. ***
Capitolo 19: *** Antistress rosso sangue. ***
Capitolo 20: *** Le novità non sono così male. ***
Capitolo 21: *** Sapore di morte. Sapore di vita. ***
Capitolo 22: *** Amor, ch'a nullo amato amar perdona ***
Capitolo 23: *** Carnevale di porcellana ***
Capitolo 24: *** Gli occhi tuoi belli brillano ***
Capitolo 25: *** Cade la pioggia e tutto casca ***
Capitolo 26: *** La famiglia è la patria del cuore ***
Capitolo 27: *** Un giorno senza un sorriso è un giorno perso ***
Capitolo 28: *** Prendimi l'anima, prendila ***
Capitolo 29: *** La vita tra le mani ***
Capitolo 30: *** Flying Farewell ***
Capitolo 31: *** Polvere alla polvere ***
Capitolo 32: *** Lo Specchio delle Brame ***
Capitolo 33: *** Carpe Diem ***



Capitolo 1
*** In amore e in guerra tutto è concesso ***


Pansy Parkinson, rosso sangue.

 

In amore e in guerra tutto è concesso.

 

 

Il cortile di pietra è distrutto.
Corpi esangui ti circondano: le ferite li sfigurano.
Le tue mani sono rosse, come il sangue che ancora scorre in quelle poche persone in fin di vita.
Sei una Serpeverde, dovrebbe importarti solo di essere viva, eppure ti manca il fiato.
Non hai combattuto.
Hai aspettato che tutto finisse.
Hai guardato il sangue sgorgare dal corpo di giovani ragazzi pieni di coraggio.
Non t’interessava nemmeno come sarebbe finta.
L’importante era vivere.
Ora che sei viva, perché piangi, Pansy?
Il sangue attorno a te non ti è indifferente.
Incroci gli occhi di Draco e ti scoppia il cuore.
Amore e guerra, entrambi rosso sangue.

 

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Capitolo 2
*** Io credo nell'anima, lo giuro, lo giuro! ***


Luna Lovegood, coniglio bianco.


Io credo nell'anima, lo giuro, lo giuro!

 

Saltelli in giardino, imitando il coniglietto bianco che il tuo papà ti ha appena regalato.
È morbido.
È dolce.

Ha gli occhi azzurri.
Anche la mamma aveva gli occhi azzurri.
Anche la mamma era dolce.
Ti siedi a gambe incrociate nell’erba fresca, col coniglio sulle ginocchia.
Affondi la manina nel pelo candido: è così bello accarezzarlo.
Avvicini la guancia alla sua schiena e affondi il viso nel bianco.
Il coniglietto muove le orecchie, e tu sai che è felice.
Anche tu sei felice, perché hai papà. Lui ti vuole tanto bene.
Vuoi guardare gli occhi azzurri del coniglio. Ti sorridono.
Ne sei sicura, Luna: stai accarezzando l’anima della tua mamma.

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Capitolo 3
*** Mi sei scoppiato dentro al cuore ***


Astoria Greengrass,
Si innamorò così, come scoppiava a ridere o a piangere. Scoppiò ad amare.

 

 

Mi sei scoppiato dentro al cuore


Astoria non era una ragazza estroversa. Trascorreva il tempo con le amiche d’infanzia.
Astoria era una Serpeverde. Era orgogliosa, ambiziosa e superba.
Astoria aveva sangue blu. Ricca famiglia di origine antica i Greengrass e, ovviamente, Purosangue.
Astoria non si curava degli altri. "Mors tua, vita mea" era il suo motto.
Astoria si preoccupava per sua sorella. Frequentava gente non Serpeverde e ciò non andava affatto bene.
Astoria voleva entrare al Ministero. Niente ragazzi: erano solo una distrazione.
Astoria sapeva che si sarebbe sposata. Con chi? Non le interessava, ci avrebbero pensato i suoi genitori.
Astoria scoppiava a ridere o a piangere. S’innamorò così.
Astoria sposò Draco. Astoria scoppiò ad amare.

 

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Capitolo 4
*** Folle devozione. Silenziosa distruzione. ***


Barty Crouch jr, sentire.

 

Folle devozione. Silenziosa distruzione.

 

 

 

I singhiozzi di tua madre rimbombano nelle viscere.

Le suppliche di tuo padre fanno eco nella pancia.

Gli ordini del tuo Signore riempiono la testa.

Senti ogni parola che ha segnato la tua vita, che ti ha fatto diventare il grande e fedele Mangiamorte che sei.
Risuonano in ogni fibra del tuo corpo, si mischiano al tuo sangue puro e devoto.

L’avambraccio sinistro brucia, Barty.

Lui ha bisogno di te, lo senti.

La tua follia ti porta nell’oblio, nella distruzione.

Lei, questa pazzia, è silenziosa. S’insinua nel tuo cuore nero e accartocciato.

Ti avvii verso la fine, ma non puoi sentirlo: solo l’anima può accorgersene.

Ma tu l’hai fatta a pezzi.

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Capitolo 5
*** Bianca come le rose, pallida come la vita. ***


Narcissa Malfoy, bianco/pallido.

 

Bianca come le rose, pallida come la vita.

 

 

Il vestito bianco sembra una seconda pelle.
La tua immagine allo specchio ti ruba un sorriso: stai per sposarti con l’uomo che ami.
Il matrimonio è combinato, come da tradizione, ma hai avuto fortuna.
Sai che Lucius ti renderà felice, perché è bello, ricco ed elegante.
Il candore delle tue guance sembra tingersi di un lieve rosso, perché anche tu hai un cuore.
Lo senti battere all’impazzata, mentre attraversi il giardino, circondata da rose bianche.
Narcissa Black immersa nel bianco: a volte la vita si diverte.
Come quando t’illude che tutto andrà bene.
Come quando ti frega, regalandoti un futuro che non ha colore.
La tua vita sarà pallida.

 

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Capitolo 6
*** Brucia, arazzo. Brucia. ***


Walburga Black, carne della mia carne.


Brucia, arazzo. Brucia.

 

 

È un Black, dannazione.
Sangue puro, lignaggio antico, cognome nobile.
Carne della mia carne.
Come osa parlarmi così?
Se esce dalla quella porta, non rimetterà più piede in questa casa.
Il suo volto brucia sull’arazzo di famiglia.
L’odore mi riempie le narici.
Puzza di tela bruciata.
Puzza di traditore.
Puzza di reietto.
Puzza di sangue sporco.
Un Grifondoro tra Serpeverdi: vergogna, disonore, disgrazia.
Brucerei anche lui, se solo potessi.
Sarebbe carne bruciata. Carne della mia carne.
Hai lasciato questa casa, Sirius.
Ci hai rinnegato.
Ti abbiamo eliminato.
Non sei degno di essere un Black.
Non sei degno di essere mio figlio.
Non sei degno di essere carne della mia carne.

 

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Capitolo 7
*** Chi dice donna dice danno ***


Cygnus Black, femmine.

Chi dice donna dice danno

 

 

 

Auguri e figli maschi.
Un maschio, non chiedevi molto.
Volevi un figlio che portasse avanti la discendenza.
Ci sono i tuoi nipoti, ma è diverso.
Sei seduto sulla poltrona di pelle nera, nel tuo ufficio, e tre bambinette giocano davanti ai tuoi occhi.
Tre femmine. Una non bastava, dovevi averne tre.
Tua moglie e tre figlie: più di quanto un uomo possa sopportare.
Le ami, Cygnus, ma a volte sono così stressanti.
Eppure, non sai che le tue piccole donne saranno grandi.
Una tradirà il suo sangue.
Una sarà fedele al sangue.
Una rispetterà le tradizioni.
Ma tu, ora, ti preoccupi solo della tua emicrania: le femmine sanno essere davvero fastidiose.

 

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Capitolo 8
*** Il succo d'arancia non fa sempre bene ***


Ninfadora Tonks, arance.

 

Il succo d'arancia non fa sempre bene


La mamma ti ripeteva sempre di bere la spremuta di arancia, se volevi crescere bene.
Ti diceva che ti avrebbe fatto diventare Auror.
Ora combatti contro cattivi, gli dai la caccia e sei ancora così giovane.
Sei di pattuglia ad Hogwarts.
Remus è accanto a te.
Gli porgi l’arancia che hai in mano: hai fame, ma ti fa piacere condividerla con lui.
Lui, che senti i brontolii del tuo stomaco, rifiuta sorridendo.
Lo baci.
La fame, però, non ha tempo per le tenerezze.
Affondi l’unghia del pollice nella scorza: è più dura del solito.
Il succo schizza ovunque, anche nei tuoi occhi.
«Brucia!»
Dora, sei sempre la solita.

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Capitolo 9
*** I papaveri son alti, alti, alti ***


Alastor Moody,
essere all'altezza, obbligo di metterlo in coppia.



I papaveri son alti, alti, alti

 

Non ricordavo tu fossi così alta.
Ti ricordavo bella, magra e severa.
Ti ricordavo più bassa.
Mi hai appena portato in infermeria: dopo mesi chiuso in un baule, ho bisogno di un letto.
Per una notte, la vigilanza costante può andare a farsi benedire.
Eppure, nonostante la stanchezza, non credo dormirò.
Non ci riuscirò.
Me lo sento, penserò a te tutta la notte.
Perché mi sei mancata.
Perché avevo voglia di vederti.
Perché ho continuato ad amarti.
Il cappello a punta ti slancia ancora di più.
Il verde ti dona.
Ti ha sempre donato.
Non ti ricordavo così alta.
Quando ti starò vicino, Minerva, non sarò all’altezza.

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Capitolo 10
*** L'importante è partecipare, suvvia. ***


 

Bellatrix Black, attesa.

L'importante è partecipare, suvvia.


Avevi atteso così tanto, ma ne era valsa la pena.
Le urla ti divertivano.
Le lacrime ti facevano sentire potente.
Il sangue ti soddisfaceva.
Mancava qualcosa perché tutto fosse perfetto.
Suppliche.
Volevi sentirli supplicare.
Attendevi che ti chiedessero pietà.
Che implorassero di essere uccisi.
La tua prima tortura, Bellatrix, e nemmeno una supplica.
Aspettavi ormai da un’ora.
«Crucio!»
Grida.
Dolore.
Panico.
Le suppliche, però, non arrivavano.
Non volevi smettere, perché avevi atteso per troppo tempo quel momento.
Avevi il diritto di divertirti.
Lacrime.
Sangue.
Convulsioni.
Continuavi il tuo gioco, dilaniando le vite che avevi ai tuoi piedi.

 

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Capitolo 11
*** Amor mio, basto io. ***


Sirius/James, bisogno.

Amor mio, basto io.

 

 

Colazione: pancetta, uova, dolci a volontà. Abbiamo bisogno di forze.
Lezioni: Pozioni, Incantesimi, Storia della Magia. Abbiamo bisogno di una vacanza.
Allenamento di Quidditch: schemi, volo, schemi, tiri liberi. Abbiamo bisogno di scope nuove.
Notte di luna piena: tu cervo, io cane, Peter topo. Remus ha bisogno di noi.
Sabato pomeriggio: ombra, lago, boccino rubato. Abbiamo bisogno di relax.
Mocciosus da solo: bacchette, incantesimi, risate. Abbiamo bisogno di ridere.
Studio in sala comune: scherzi, ragazze, Lily Evans. Abbiamo bisogno di stare da soli.
Letto a baldacchino: stelle, tende, amore. Non ho bisogno di altri, James, perché ho te.

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Capitolo 12
*** Odi et amo. ***


Gideon Prewett; incantesimo;
rating: giallo; crack pairing.

Odi et amo.


Oblivion.
Vorresti semplicemente dimenticare.
Il suo profumo.
Le sue labbra.
Il suo collo.
Amarla ti dissangua.
Amarti la disgusta.
Lei non sarà mai tua.
Lei è di un altro.
Ci sono mille incantesimi per eliminare lui.
C’è una pozione per farti amare da lei.
Ti mordi le labbra mentre la guardi.
Lo sta baciando.
Bacia lui e non te.
Il sapore del tuo sangue ti riempie la bocca.
Il suo sguardo ti lacera le viscere.
Lei ti disprezza.
Ti odia perché non sei tra i Serpeverde.
Ti odia perché, nonostante tutto, le sorridi.
Narcissa ti odia, Gideon, perché ti ama.

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Capitolo 13
*** Non c'è nulla che non va. Nulla. ***


Cho Chang, genere malinconico,
"C'erano cose che volevo dirgli ma sapevo che gli avrebbero fatto male.
Così le seppellii e lasciai che facessero male a me." (Jonathan Safran Foer)

 
 

Non c'è nulla che non va. Nulla.


Cedric.
Harry.
Cedric.
Harry.
Cedric.
Alla fine avevi scelto.
Ti stavi innamorando dei suoi occhi dolci.
Ti facevi spazio tra le sue braccia.
S’insinuava nel tuo cuore.
Rivedi ancora il suo sorriso che svanisce tra le siepi.
Ti hanno portato via l’amore.
Ma c’era Harry, lui era rimasto.
Lui era vivo.
Piangevi per Cedric, t’arrabbiavi con Harry.
Avresti voluto amarlo, ci hai provato.
Il tuo amore però non ti lasciava.
Con Harry piangevi, non riuscivi a parlargli.
Avresti voluto dirgli mille cose, ma gli avrebbero fatto male.
Hai seppellito il tuo dolore, coperto dall’amore.
Non volevi che altri soffrissero per te: hai imparato a convivere con la morte.

 

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Capitolo 14
*** Paranoie e Burrobirra ***


Hannah Abbott,
"C'è qualcosa dentro di noi, che è sbagliato e ci rende simili",

tazza di the/tisana/caffè/quello che volte,

 


Paranoie e burrobirra.
 


«Posso offrirti una burrobirra?»
Dice a me?
Mi sta davvero invitando a bere qualcosa?
I suoi occhi s’incastrano coi miei, togliendo ogni dubbio.
Il suo sorriso è così bello che farò fatica a rifiutare.
Non posso permettermi la felicità, non ora.
Devo ricostruire la mia vita, andata in pezzi con la guerra.
Ho bisogno di stare da sola.
Il tempo per l’amore ci sarà. Forse.
La sua vita è in frantumi da sempre.
Lui ha coraggio.
Dopo tutto quello che è successo, mette in palio il suo cuore col rischio di soffrire.
Le vostre vite sono sbagliate.
Voi siete simili.
Hannah, è solo una burrobirra.
«Volentieri, Neville».

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Capitolo 15
*** O sole mio ***


Ted Tonks, Mazzo di fiori, Genere: Fluff

 

O sole mio.


Violette tenui.
Tulipani bianchi.
Bougainvillea rosa.
Peonie gialle.
Ted, sei una frana con i fiori.
È il vostro mesiversario e non sai nemmeno quali sono i suoi fiori preferiti.
Le regaleresti rose rosse, per esprimere il tuo amore.
Andromeda odia le rose, questo lo sai.
Sospiri, fissando la vetrina del negozio.
Petali gialli attirano la tua attenzione.
Fiori bianchi ti rapiscono.

 
Ti avvii verso casa, sorridendo.
Adorerà i girasoli, allegri come il suo cuore.
Amerà le calle, delicate come la sua anima.
«Ted, non potevi scegliere fiori migliori».
Ti bacia sulla labbra.
Ti fa sorridere.
La baci sul naso.
Lei è il tuo sole, tu sei il suo girasole.

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Capitolo 16
*** La paura fa tre morti. Anche più. ***


Peter Minus;
''E’ normale che esista la paura in ogni uomo,
l’importante è che sia accompagnata dal coraggio''.

 

La paura fa tre morti. Anche più.

 

 

Dove sono i tuoi amici, Peter?
Li hai traditi, Peter?
Li hai uccisi, Peter?
Chi ti protegge, Peter?
Chi ti fa sentire coraggioso, Peter?
Come vivi, Peter?
Vedi ancora gli occhi verdi di James, Peter?
Senti ancora la voce dolce di Remus, Peter?
Ti manca il bel sorriso di Sirius, Peter?
Dove nascondi il coraggio, Peter?
Hai paura, Peter?
Certo che ne hai. Tu hai sempre avuto paura. 
Ti manca il coraggio, non sai nemmeno cosa sia.
Dare la vita per qualcuno.
Tu hai dato la vita di altri per la tua.
La tua paura non è accompagnata dal coraggio.
Tu non sei un uomo.
Peter, tu sei un topo.

 

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Capitolo 17
*** Pan di stelle ***


Ron/Hagrid; Stelle;  Immagine; Fluff

 

Pan di stelle.

 

 

«Cosa sono quelle righe?».
La voce roca di Hagrid ti accarezza la pelle.
«È l’aurora».
«Tu ne sai molte di cose, Ron».
Abbassi lo sguardo: la sua grande mano si poggia sulla tua.
«Io… insomma… conosco le cose che m’interessano».
Il sospiro dell’uomo ti richiama, vuole la tua attenzione.
I tuoi occhi si posano sulla sua barba crespa.
Poi le labbra.
Il naso
Gli occhi. Ti sorridono.
«Quella stella è l’Orsa Polare, guida i viaggiatori verso nord».
Ti ha portato da Rubeus, perché lui è il tuo nord.
«Sbrilluccica come i tuoi occhi».
Ti accarezza il viso.
I suoi biscotti rocciosi ti sembrano molto più buoni.

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Capitolo 18
*** Perdono sì, perdono no. ***


Dudley Dursley;
''I figli iniziano amando i loro genitori, in seguito li giudicano.
Raramente, se non mai, li perdonano.''

 

Perdono sì, perdono no.


Ti hanno viziato.
Ti hanno ingozzato.
Ti hanno soffocato d’amore.
Non sei cresciuto, te ne rendi conto solo ora.
Avresti voluto maturare, sbagliare, essere punito e chiedere scusa.
Tu avevi ragione, Harry torto.
Tu eri bravo, Harry cattivo.
Tu eri bello, Harry troppo magro.
Tu eri intelligente, Harry stupido.
Non pensi che lui sia uno spreco di spazio.
Sei riuscito a dirglielo.
Ti sei redento almeno un po’.
I tuoi genitori, invece?
Tua mamma ha troppo dolore nel cuore, riesci a capirlo.
Ha perso l’unica sorella, senza dirle che le voleva bene.
Ti ci vorrà del tempo, ma la perdonerai. Ne sei sicuro.
Tuo padre? Deve guadagnarselo, il tuo perdono.

 

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Capitolo 19
*** Antistress rosso sangue. ***


Voldemort/Puffola igmea


Antistress rosso sangue.


La stringeva tra la mani.
Voleva stritolarla.
Una sensazione di potenza lo invase.
Violenza.
Crudeltà.
Voldemort digrignò i denti.
Viveva per il dolore.
I suoi avambracci pallidi si contrassero.
La forza della stretta aumentò.
Le labbra sottili si tesero in un sorriso soddisfatto.
Gli occhi serpentini si socchiusero per lo sforzo.
Poteva usare la bacchetta, ma la sensazione di stringerla tra le mani era troppo invitante.
Le narici si dilatarono: volevano carpire ogni odore.
Voldemort allentò la morsa.
La pelle cadaverica era immersa nel rosso.
Le dita si perdevano in quel colore.
Si muovevano veloci.
Voldemort amava così tanto la sua rossa e morbida puffola pigmea!

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Capitolo 20
*** Le novità non sono così male. ***


Fenrir Greyback, novità.


Le novità non sono così male.

 

Ti guardi le mani, zampe.
Ti accarezzi la pelle, peli.
Ti gratti la testa, graffi.
Ti tocchi il volto, muso.
Parli, ululi.
Ululi alla luna piena. Rotonda, perfetta.
È la tua prima trasformazione, una novità.
Corri per vedere com’è.
Salti, più in alto e più in lungo del solito.
Ridi, ululando.
Dietro di te senti dei passi.
Odore di animale.
Odore di lupo, mannaro.
La tua razza ti ha raggiunto, fate gruppo.
Vi avvicinate ai confini della foresta.
Un paesino dorme, tranquillo.
Scegli una casa, scegli un bambino.
Fa caldo, la finestra è aperta.
Un balzo e sei vicino al letto.
Mordi. Sangue.
Ti piace follemente.
Sarai la sua novità.


 

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Capitolo 21
*** Sapore di morte. Sapore di vita. ***


Albus/Gellert/Ariana, sapore

 

Sapore di morte. Sapore di vita.


Il sapore del potere t’inebriava, Albus. Lui era bello, giovane e potente: lo amavi. Ti stordiva anche solo pensare a Gellert, al gusto dei giorni trascorsi con lui. Sperimentavi, conoscevi e diventavi grande, perché con lui era tutto in funzione del Bene Supremo. Tuo padre  era ad Azkaban per proteggere tua sorella: povero sciocco.


Ariana, la tua piccola e dolce Ariana. Ti manca, vero Albus? Avresti voluto ancora una volta il sapore della colazione la domenica mattina, tutti insieme a tavola. Felici, accanto al fuoco a Natale. Felici, al lago d’estate. Felici, prima che tutto crollasse. Sei pentito. Nella tua bocca, adesso come allora, c’è il sapore della vita.



 

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Capitolo 22
*** Amor, ch'a nullo amato amar perdona ***


Rodolphus Lestrange,
Non illuderti: la passione non ottiene mai perdono.
Non ti perdono neanch'io, che vivo di passione.
(Pier Paolo Pasolini)

 


Amor, ch'a nullo amato amar perdona

 

 

Ti ho amato, sai? Come ho fatto, a dire il vero, non saprei. Perché tu eri devota, fedele e passionale; lo eri con lui. La mia vita è stata per te, che davi la tua vita per lui. Ti amavo in ogni modo, in ogni attimo, in ogni sogno. Tu gli appartenevi: me lo dicevi ogni notte. Per lui eri una serva, la più leale forse , ma sempre una pedina da muovere ridendo; io ero la tua marionetta, dipendevo dai fili nelle tue mani.
Bellatrix, non illuderti che tornerò a riverirti: la passione non ottiene perdono, mai. E io, che vivo di passione per te, mai ti perdonerò.

 
 

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Capitolo 23
*** Carnevale di porcellana ***


Draco Malfoy, maschera.

Carnevale di porcellana

 

Hai appena rotto un vaso: tua madre s’arrabbierà. Cocci di porcellana circondano i tuoi piedi. Bianchi, lisci e delicati come la tua infanzia. Era bello crescere senza maschera, Draco. Hai sedici anni e già fingi una vita che non vuoi. Il tuo viso di ceramica fine e pallida è bello come pochi, crepato come nessuno. Una maschera precaria, vacillante, indossata per volere altrui, per il bene di tua madre e di tuo padre. La tua pelle è rossa per le lacrime, il naso irritato dai fazzoletti, le labbra sanguinanti per i morsi, ma nessuno li vedrà mai, i segni del tuo dolore.











 

 


Questa drabble ha partecipato al contest Drabble e Angst, un duo vincente! di Psiche_, classificandosi terza e vincendo il premio Truly Angst.

 

 
 

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Capitolo 24
*** Gli occhi tuoi belli brillano ***


Tom Riddle Senior, Occhi.
Quei maledetti occhi mi fottevano sempre.
Ci facevo l’amore solo a guardarli.
(C. Bukowski)

 


Gli occhi tuoi belli brillano


«Chi diavolo sei?»
La donna davanti a me piange e non risponde. I suoi singhiozzi m’infastidiscono. Voglio sapere dove sono e perché mi trovo con lei.
«Dov’è la mia Cecilia?»
Lei mi guarda, gli occhi vuoti si riempiono di dolore. Non m’interessa: io desidero solo la mia amata. I suoi occhi chiari ed infiniti, belli da far male. Occhi. Quegli occhi che mi fregavano sempre, a cui non sapevo dire di no. Cecilia e i suoi occhi, con cui facevo l’amore solo a guardarli.
«Portami a casa, subito».
La donna, raggomitolata a terra, mi indica la porta. Esco senza indugiare: un cavallo mi attende.
Cecilia, chiudi gli occhi e aspettami.

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Capitolo 25
*** Cade la pioggia e tutto casca ***


Helena Corvonero, Pioggia.

 

Cade la pioggia e tutto casca


La pioggia dell’Albania non è come quella in Scozia, leggera e carezzevole. In Albania la pioggia è pesante. Grava sulla tua anima, Helena, e porta a galla le tue colpe. L’invidia per tua madre ti ha portato qui, tra le foreste, con il diadema in un albero e la malinconia nel cuore.
«Helena».
La voce profonda del Barone ti percuote.
«Torna ad Hogwarts».
Inizi a correre. Le tue grida si mischiano ai tuoni, le tue lacrime sono pioggia. Il Barone è dietro di te, lo sai. Scivoli sull’erba umida, ma non è il suo verde che ti terrorizza. Un lampo e non senti più nulla.
La pioggia, ora, ti attraversa.

 

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Capitolo 26
*** La famiglia è la patria del cuore ***


Andromeda Black, famiglia.

 

La famiglia è la patria del cuore

 

 «È una femmina».
Le lacrime ti rigano il viso, mentre un Medimago ti porge un fagotto bianco. Due piccoli occhi vispi ti fissano e due manine si agitano in aria. La tua bambina ti sorride e i suoi pochi capelli diventano viola.
«Ted!»
La porta del bagno si spalanca e tuo marito corre accanto al tuo letto.
«Andromeda, stai bene?»
Si è preoccupato, ma il tuo sorriso lo calma. Gli mostri la piccola e i suoi occhi brillano, posandosi sulla testolina viola.
«Così non la perderemo mai».
Lo baci, perché ti manca casa. E lui, il tuo Ted, ha il sapore di casa, di amore.
Ted e Ninfadora, la tua famiglia.

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Capitolo 27
*** Un giorno senza un sorriso è un giorno perso ***


Sirius Black, Bocca

 

 

Un giorno senza un sorriso è un giorno perso


Combatti, Sirius, perché è giusto. Proteggi Harry, duella come solo tu sai fare. Combatti fino allo stremo.
Le labbra di Bellatrix si muovono veloci. Quella bocca che da piccolo ti baciava sulle guance e ora si posa sul suo braccio sinistro. Quella bocca desiderata da molti, ottenuta da pochi, rifiutata da uno solo. Quelle labbra che ora ti uccidono.
«Avada Kedavra!»
Ride di gusto, la tua tanto odiata cugina. La bocca rovinata da una smorfia di trionfo, ora si spalanca, stupita. Stai guardando Harry, e ti scusi perché soffre per te. Stai morendo, ma il tuo ultimo gesto è l’unica cosa buona che la tua bocca sa fare: sorridere.

 

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Capitolo 28
*** Prendimi l'anima, prendila ***


Priscilla Corvonero, Vuoto

 

Prendimi l'anima, prendila


«O me o loro».
La sua voce riecheggiava nella sua mente. Le aveva imposto una scelta: lui, l’amore della vita, o loro, gli amici di sempre. Il sangue o la testa.
«Salazar, io…».
Priscilla non finì mai quella frase. Salazar lasciò la stanza senza voltarsi.
Lei, l’intelligente e saggia Corvonero, crollò a terra, avvolta nel suo panico.
Aveva scelto la strada giusta per il suo cervello, ma non per il suo cuore. Pulsava ancora, nonostante fosse vuoto. Perché lui la riempiva in ogni istante, coi suoi sguardi, i sospiri, le carezze. La riempiva coi suoi baci.
Salazar se n’era andato, portando con sé l’essenza di Priscilla.
E lei rimase senz'anima.

 

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Capitolo 29
*** La vita tra le mani ***


Remus Lupin,Tremare

 

La vita tra le mani

 

 

Brividi ti percorrono la schiena, perché un’emozione così forte non l’hai mai provata. Dora, la tua amata Dora, ti sorride, stanca per lo sforzo e felice per la vita. Tra le braccia tieni un piccolo esserino spelacchiato, che ti guarda con grandi occhi marroni. I capelli diventano azzurri: una cosa l’ha presa da Dora. È anche bello come lei. Le mani tremano, il cuore vibra e l’anima esplode. Ted, il tuo piccolo Ted, è dolce e paffutello. Sei padre da poche ore, ma l’emozione non cessa, aumenta. Lo stringi a te e tremi, perché è splendido averlo tra le braccia. Perché è il frutto del tuo amore per Dora.

 

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Capitolo 30
*** Flying Farewell ***


Fierobecco, Addio

Flying Farewell

 

 

Voli nella notte, voli verso il castello. Harry e Hermione ti guidano, Sirius ti saluta. S’inchina e ti carezza tra gli occhi. Ti piace, quando qualcuno ti coccola. L’uomo si siede e tu riprendi il volo. Prima di andartene del tutto, però, sorvoli per due volte la capanna: Hagrid ti mancherà tremendamente. Ti ha allevato, amato e rispettato. Ti voleva, e ti vuole, bene. Voli basso accanto alla finestra, lui ti guarda e sorride felice. Grazie per ogni cosa, amico mio. Sono solo un Ippogrifo, ma per te ero speciale. Ogni volta che volerò, penserò a te, mezzo gigante buono. Addio, Hagrid.

 

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Capitolo 31
*** Polvere alla polvere ***


Colin Canon, Polvere

 

Polvere alla polvere


Ti sei ripreso da poco. Non ricordi bene il sapore delle Mandragole, perché il tuo corpo tornava caldo con molta calma. Sei stato pietrificato e non hai memoria di come sia successo. Avevi la tua fedele macchina fotografica in mano, questo è ben impresso nella tua mente. Sei nell’ufficio della professoressa McGranitt per chiederle di riaverla: devi fare molte fotografie durante la cena finale, o tuo padre non ti crederà.
«Canon, devi però sapere una cosa».
Il tono della donna non preannuncia nulla di buono.
«Quando abbiamo aperto la macchina fotografica, il rullino è divenuto polvere».
Perse, svanite, polverizzate. Le tue magnifiche immagini.
Un anno ridotto in polvere.

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Capitolo 32
*** Lo Specchio delle Brame ***


George Weasley, Immagine


Lo Specchio delle Brame

 

Ho preso a pugni tutti gli specchi del mio appartamento. Ho costretto la mamma a togliere tutti quelli che aveva in casa. Angelina ne ha comprato uno che usa solo lei e che nasconde nell’armadio, lontano dai miei occhi.
I miei occhi, che somigliano così tanto ai tuoi. Gli occhi in cui, fino a tre anni fa, mi specchiavo e mi trovavo. Sai, Fred, perché non voglio più specchiarmi? Perché mi dà i brividi vedere qualcuno identico a me e sapere che non sei tu.
Fratello, io non voglio più specchiarmi perché non mi specchio in te.

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Capitolo 33
*** Carpe Diem ***


Viktor/Hermione,
‘’Forse è questa la felicità, non un sogno,
non una promessa, solo un istante.’’
(Delphine De Vigan)

 

Carpe Diem

 

 

Non dice nulla, Viktor. Si limita a guardarti mentre studi. Si siede accanto a te, ignora chiunque lo aduli, e trascorre ore ed ore con gli occhi fissi su di te. Ogni tanto azzarda una carezza al dorso della tua mano, ma è talmente veloce che quasi non te ne accorgi. Eppure sei felice.

 Non apri bocca. Hai paura di non dire la cosa giusta. Perché Hermione non è un sogno, non è una promessa, ma è l’istante che va vissuto appieno. Hermione è l’istante colmo di felicità. E la felicità si merita solo parole perfette.

 

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