Che disastro, Arabella!

di sophiemolko
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Post sbornia al club ***
Capitolo 2: *** Iniziazione al club ***
Capitolo 3: *** Whiskey eterno ***
Capitolo 4: *** Il riscatto ***
Capitolo 5: *** Un bilocale in periferia ***
Capitolo 6: *** Pizzo rosso, stanza nera ***
Capitolo 7: *** Segreti scomodi ***
Capitolo 8: *** L'amore si compra ***
Capitolo 9: *** Un pugno in faccia ***
Capitolo 10: *** Un sogno! Conclusione ***



Capitolo 1
*** Post sbornia al club ***


Arabella alzati!!!

Sono le parole di mia madre che sento ogni mattina.. Che stress.. Mi deve chiamare sempre 2 minuti prima del suono della sveglia, ma quanto può essere fastidioso? La scorsa notte al locale è stato un delirio di gente e a fine serata con i colleghi ho bevuto un po' troppo perciò adesso mi ritrovo con un cerchio alla testa che fa paura e gli occhi abbottonati dal sonno. Si sono fatte le 4 anche ieri e adesso sono solo le 11 del mattino. Letteralmente sono ko!

Mi alzo con gran fatica e mi dirigo verso il bagno. Do un'occhiata  allo specchio e noto con stupore che ieri mi sono ricordata di struccarmi prima di dormire. Che sollievo! Ma sinceramente non mi ricordo di averlo fatto perciò mi scappa una risata come per dire quanto sono scema a fare le cose senza avere la testa. Mi lavo i denti per togliere quella sete da post sbornia e mi metto la tuta. Oggi è una giornata tranquilla teoricamente, il lavoro mi aspetta solo questa sera quindi posso rilassarmi sul divano e fare qualche faccenda di casa. Quando vado in cucina mia madre è già pronta a preparare il pranzo e sinceramente la fame non è presente in me. È troppo tardi per fare colazione e troppi presto per pranzare. Decido di uscire a prendere un po' d'aria ed andare dal nostro cagnolone Thor. Fuori c'è un sole assurdo, mi copro gli occhi perché non sono ancora pronta a tutta questa luce. La mia testa rimbomba ancora con la musica di ieri sera.

Penso alla serata e mi rendo conto che Alex non si è visto ieri, chissà dove sarà stato, mi chiedo. 

E da qui comincio a pensare a quanto sia dannatamente sexy con quel suo stile anni 80 e i capelli pieni di brillantina tirati all'indietro. Quella sua pronuncia nasale e la voce estremamente profonda mi manda fuori di testa ogni volta che mi chiede un drink al bancone. Mi continuo a ripetere di volerlo conoscere e di offrirgli qualcosa da bere ma il capo del club mi sta sempre addosso come una cozza.

Jax, un uomo sui 50 anni, biondo, occhi azzurri, insomma un bell'uomo. Ho sempre avuto un debole per gli uomini maturi e anche Jax inizialmente mi faceva questo effetto ma dopo averlo avuto sempre addosso per giorni interi mi è passata la voglia di provarci. Puzza sempre di alcool e fumo e ha quella maledetta abitudine di sculacciare scherzosamente le ragazze del club quando arriva. Tutte fingiamo ci piaccia ma non è così, lo facciamo solo per tenerci il lavoro. Qualche giorno fa mi ha detto che mi vedrebbe bene sul cubo a intrattenere gli ospiti ma la realtà dei fatti è che a me piace stare dietro al bancone, godermi la scena e preparare degli ottimi cocktail chiacchierando con i clienti, con Alex soprattutto. Mi domando come non mi abbia ancora chiesto il mio nome. Poi penso che nemmeno io ho chiesto il suo, lo so solo perché il buttafuori del locale è un suo conoscente. Mah. Ritorno alla realtà e noto che sono già le 14. Mi preparo un pasto veloce ma il capo mi chiama sul cellulare. Dice che hanno bisogno anche al pomeriggio e mi chiede di andare per le 16. Rispondo di sì e mi sbrigo con le mie faccende. 


 

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Capitolo 2
*** Iniziazione al club ***


Si sono fatte le 15, mi fiondo sotto la doccia, lavo anche i capelli, magari incontro Alex stasera. Mi faccio più bella e sexy possibile, metto anche le ciglia finte e le calze a rete che amo sotto la gonna di jeans. Il top nero di pelle è un must quando voglio conquistare ma forse è un po' troppo per il giorno. Lo metto in borsa e decido di indossare una canotta bianca. Sotto però metto un reggiseno di pizzo nero, rigorosamente nero! Tanto la canotta è coprente e non si vede. Mia mamma mi guarda come sempre schifata e si chiede dove abbia sbagliato con me. Io le rispondo che se mi trova sexy è perché lo voglio essere e perché il mio lavoro al club me lo richiede. Prendo l'auto e mi dirigo al lavoro, mi ferma una pattuglia per un controllo. Un poliziotto molto attraente mi chiede patente e libretto e poi resta a fissarmi le gambe coperte solo dalle calze a rete. Dopo il controllo mi intima di fare attenzione agli sprovveduti e mi fa l'occhiolino. La mia testa già parte e mi dirigo al lavoro quasi bagnata, ma nei miei pensieri c'è sempre la speranza di rivedere Alex anche stasera. Arrivo al lavoro, il capo incazzato mi saluta con la solita pacchetta sul sedere e mi dice che sono molto carina ricordandomi sempre che mi vorrebbe vedere ballare sul cubo. Io rispondo che sto sempre bene dietro al bancone e mi metto all'opera. Sistemo tutta la linea e preparo il ghiaccio. Mi chiedo perché mi abbia fatto venire così presto se non ci sono clienti ancora. Jax, il capo, si avvicina a me e mi chiede di preparargli qualcosa mentre si siede e comincia a dirmi che stasera mi vuole sul cubo a tutti i costi. Io rifiuto con gentilezza, ci tengo al mio lavoro ma non voglio diventare una macchina mangia uomini. Lui comincia a scaldarsi e lo percepisco. Così continuo a sistemare le mie cose e nel frattempo servo i clienti che arrivano al club, stasera suona una band famosa e ci aspettiamo tanta gente. Sono già le 21 arriva Cristina con un borsone pieno di vestiti e il capo compiaciuto mi spiega che Cristina mi farà esibire per la prima volta questa sera. Sconvolta rifiuto nuovamente, non voglio. Jax mi fa andare sul retro e a questo punto sono un po' spaventata perché sono appena le 21 e lui è già ubriaco. Avvicina la sua faccia alla mia e con l'alito di alcol e fumo mi dice che sono una bella ragazza e che attirerei più uomini se ballassi sul cubo. Sto zitta e abbasso lo sguardo involontariamente sulla sua bocca dove noto due denti d'oro. Mi prende la faccia dal mento con una mano e me la alza intimandomi di guardarlo negli occhi mentre mi parla. Ho paura e obbedisco. Lui mi lascia e va a chiudere la porta del magazzino dall'interno. -per favore Jax io non me la sento di ballare mezza nuda davanti a tutta la gente, fammi stare dietro al bancone, farò qualsiasi cosa, farò turni extra, mi fermerò per le pulizie ma ti prego non voglio ballare sul cubo. Ti scongiuro mi vergogno troppo e poi non so ballare- Lui torna indietro, mi prende per i fianchi e mi dice - ti insegno a ballare ora- mi gira di schiena e mi stringe a sè, il mio sedere tocca il suo membro e posso sentire la sua erezione. Inaspettatamente sento anche la mia, mista alla paura di quell'uomo così possente. Mi abbraccia e mi tiene stretta in modo che non mi stacchi da lui, mi dice di muovermi lentamente e di stimolarlo con la danza. Io immobilizzata non faccio nulla. Mi rigira con forza e violenza e mi prende la testa tra le mani, avvicina la faccia alla mia e mi urla di fare la zoccola. Io scatto e indietreggio.

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Capitolo 3
*** Whiskey eterno ***


Mi viene da piangere davanti a lui. Lui non dice una parola e mi guarda. Ho paura mi licenzi -ho bisogno di questo lavoro ma non voglio rendermi ridicola davanti a tutti, non so ballare e non so fare la sensuale con sconosciuti perciò ti chiedo gentilmente di- Mi tappa la bocca con una mano e mi spinge addosso all'armadio con l'altra. -per fare la sensuale basta poco, vedi, già guardandomi così mi fai venire voglia di sbatterti- replica lui toccandomi il seno. Scorge il reggiseno nero di pizzo che avevo addosso e mi chiede perché indossi biancheria così provocante se non ho nessuno da provocare. Io taccio, anche perché ho la sua mano sulla bocca. Sono spaventata ed eccitata, cazzo sono bagnata. Gli prendo il polso per togliere la sua mano dalla mia bocca ma lui mi blocca e in quel momento per svincolarmi mi viene l'idea di toccargli il pacco, durissimo. Lui sorpreso dal mio gesto toglie la mano dalla mia bocca e bloccandomi le braccia al muro comincia a baciarmi. Io ci sto, assurdo.. Mi sto facendo il mio capo. Non capisco più niente e mi lascio andare, tanto ormai sono bagnata. Mi bacia il collo e scorre con le mani sul mio corpo sudato dalla paura e dall'eccitazione. Mi abbassa la canotta dalla scollatura e sposta il reggiseno di pizzo facendo sbucare un mio capezzolo durissimo con il quale continua a giocherellare. Poi smette di baciarmi e comincia a leccarmi il capezzolo toccandomi l'altro seno con la mano. Io immobile mi faccio fare tutto. Poi improvvisamente si stacca - visto?! Sai perfettamente essere sensuale con uno sconosciuto- Cazzo mi ha fregata. Umiliata. Mi sento svenire e mi accascio a terra piangendo e respirando affannosamente. Lui si siede sul tavolo della cucina in magazzino e mi guarda. -esci da qui e vai a lavorare con Cristina, ti voglio sul cubo stasera- Io rossa e imbarazzata ancora con le lacrime agli occhi esco dal magazzino e fatalità al banco e vedo Alex che mi guarda shoccato. Corro via piangendo come una bimba di 5 anni verso gli spogliatoi. Cristina intuisce cosa sia successo e mi spiega che tutte ci passiamo. Io le dico di Alex e della mia figuraccia ma inaspettatamente lei controbatte - ti mangia con gli occhi quello, ogni volta che viene al bancone, lo abbiamo notato tutte e anche il capo che è geloso delle sue ragazze- Merda. Che casino sto facendo. -devo andare da lui? Devo presentarmi? Che cazzo faccio, Cristina? - -tesoro stasera non stai al bancone, la tua occasione è sul cubo- -si ma penserà che sono una sgualdrina- -lui è in uno strip club, potresti pensare che sia un donnaiolo ma quello credimi non ha occhi che per te dolcezza- -dici? Mi inventerò qualcosa- rispondo e poi mi cambio per provare qualche coreografia con lei. Tanto ormai mi sono rassegnata.

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Capitolo 4
*** Il riscatto ***


Sono le 23 e dalla porta dello spogliatoio vedo che Alex è ancora al bancone, sorseggia pianissimo quel bicchiere di whiskey che ha ordinato un'ora fa. Sembra mi stia aspettando. Oppure sta aspettando la band o le ballerine. Ma tra queste ci sarò anche io stasera. Cristina mi fa bere un bicchierino di un liquido trasparente e mi dice che mi darà la carica per la serata, mi fido e bevo. Arriva la band e suonano musica elettronica. Noi ballerine usciamo e cerco di non incrociare lo sguardo di Alex. Lo farò solo quando avrò le luci puntate addosso in modo da non vedere perfettamente e sembrare meno fissata con lui. Balliamo, quella roba che ho bevuto è una bomba e mi da una carica pazzesca. Ogni tanto intravedo Alex al bancone, sempre whiskey in mano, credo li stesso. Mi guarda sempre. Incrociamo lo sguardo parecchie volte. La band finisce la sua esibizione e noi ballerine possiamo finalmente scendere. Vado dritta in spogliatoio dove trovo il capo seduto e con la mia canotta in mano e il top nero di pelle nell'altra. Mi blocco, incavolata ma ancora piena di adrenalina gli chiedo cosa volesse. -adesso ti metti questo top di pelle e la gonna in jeans che avevi prima con le calze a rete. Mi fa impazzire. Vieni in magazzino- -senti Jax ti ho accontentato ballando ma adesso vorrei solo tornare al mio lavoro ordinario- -VESTITI- mi urla davanti alle ballerine che mi guardano incuriosite dalla situazione. -vestiti subito!- Mi cambio in fretta e furia ed esco dal bagno dove trovo ancora lui ad aspettarmi sulla panchina. Non faccio in tempo a mettere le mie cose in borsa che Jax mi prende per un braccio e mi trascina fuori dallo spogliatoio e verso il magazzino. Passiamo davanti al bancone dove incrocio lo sguardo di Alex, sembra percepire il mio disagio e vuole quasi dire qualcosa ma la musica alta copre tutto e io vengo trascinata in magazzino. Il capo ancora una volta mi sbatte al muro e comincia a baciarmi sul collo tenendomi le mani bloccate. Cerco di farlo smettere, la situazione mi mette a disagio e glielo dico. Minaccio di licenziarmi, ci provo ma mi blocca la bocca dicendomi che io non me ne posso andare da lì. Ho paura nuovamente e lui puzza di alcol. Mi libero e corro verso la porta ma la trovo chiusa a chiave e lui ridendo mi mostra le chiavi infilandole nei boxer - vieni a prenderle bambolina- -Jax basta, fammi uscire. Mi stai spaventando adesso- -voglio vedere fino a dove arrivi pur di ottenere quello che vuoi-dice lui. -voglio solo uscire da qui al momento-dico io. Lui ride e mi fa - no, ho visto quel ragazzo al bancone, ti guarda da troppe settimane, è qui solo per te. Vedo che anche tu lo guardi sempre. Chissà se ti faresti sbattere da lui- Sto al gioco, penso sia la soluzione migliore al momento - si, mi piace molto, me lo farei volentieri adesso- Lui un po' incredulo e un po' sfidandomi mi si avvicina - se prendi le chiavi puoi fare quello che vuoi. Ma le devi prendere con la bocca- -oggi hai scelto di umiliarmi? Ce l'hai con me? Perché fai così Jax? - -le mie ragazze non possono essere guardate così insistentemente dai clienti, sono estremamente geloso dei miei giocattoli- -beh io sono un giocattolo rotto, puoi buttarmi- ribatto io. Si avvicina a me e mi prende forzatamente in braccio sulla spalla, ho la testa a penzoloni e gli intimo di lasciarmi. Mi porta in un angolo senza luce del magazzino, dove usciamo sempre la torcia per poter vedere ma questa volta la torcia non c'è, l'ha nascosta lui. Io grido, urlo, gli do un paio di pugni sulla schiena e lo pizzico sul braccio ma nessuno mi sente e lui è troppo forte per sentire il dolore dei miei miseri colpi. Mi butta a terra facendomi male al bacino e non vedendo nulla resto immobilizzata. Lui accende la torcia ma la lascia in alto in modo che io non ci arrivi. Si abbassa dove sono io e comincia a toccarmi ovunque, sembra stia cercando qualcosa. Cerca la zip del top e la trova abbassandola. Me lo sfila letteralmente lasciandomi in reggiseno. Mi copro con le mani ma me le toglie subito cominciando a leccarmi ovunque sul seno. Mi divincolo a più non posso e lo calcio fortissimo ma lui è troppo forte per me. Mi sbatte a terra e mi lega le mani a due scaffali, idem con le gambe. Mi alza la gonna e spostandomi lo slip comincia a toccarmi. Sentendomi bagnata di convince del fatto che mi piaccia. Subito mi dimeno ma alla fine sento che mi piace da morire e comincio a calmarmi e godermi il momento. È davvero bravo. -brava piccola, vedi che ti piace- Annuisco perché in effetti un po' mi piaceva ma mi schifava al tempo stesso. Gli dico che sto per venire solo per farlo smettere e lui va sempre più forte. Fingo di venire, tanto bagnata ero bagnata ma la situazione mi faceva venire il vomito. -sei la migliore- mi dice - ti sei meritata le chiavi per andare dal tuo uomo al bancone. Ogni volta che verrai qui ti farò urlare di piacere. Ti adoro- Mi bacia slegandomi ma lasciandomi a terra e con le chiavi in mano. Poco dopo realizzo lo schifo in cui mi trovo e mi alzo. Corro a sistemarmi, non so che ore siano. Mi specchio sul forno di acciaio e vedo che ho le guance rosse. Prendo una bottiglia di whiskey ghiacciato e me lo appoggio in faccia. Mi ricordo di Alex, penso alla vergogna nel vedermi uscire dal magazzino dopo il capo. Me ne frego, stasera me ne frego. Per conquistarlo prendo un'altra bottiglia di whiskey, la più pregiata, ed esco dal magazzino. Lo trovo ancora al bancone e decido di fare la mia mossa ancora carica di adrenalina. Non riesco a capacitarmi di quello che è appena accaduto, probabilmente realizzerò dopo, penso tra me e me. In preda all'euforia mi avvicino con passo deciso, almeno credo così nella mia mente. -ciao, ti vedo spesso qui, piacere Arabella- -ciao sono Alex, eh si vengo spesso qui, mi rilassa l'atmosfera qui- -ahah l'atmosfera o il whiskey? - -diciamo entrambi ahah- Penso alla sua voce che adesso si sente male per via della musica, gli propongo di uscire in terrazzo dove non c'è musica ed è la sala fumatori, io non fumo ma chissene. -va bene- annuisce- così mi fumo una cicca per concludere la serata- precisa. -prendo questa bottiglia e due bicchieri e ti raggiungo- gli dico. Vado retro al bancone e prendo 2 bicchieri con un cubetto di ghiaccio. Metto tutto nel vassoio e vado in terrazzo. -wow servizio al tavolo- esclama lui ridendo. Cazzo si sente tantissimo la voce profonda e nasale. Adoro! Con piacere noto che non c'è nessuno su, sono pur sempre le 3 di un venerdì sera. Siamo solo io e lui. E il whiskey. Verso un bicchiere a lui e a me, brindiamo e beviamo. -ti ho vista triste prima, non volevi ballare? - -mi leggi nel pensiero forse?- rido io. - si, non volevo ballare ma sono stata costretta, purtroppo fa parte del lavoro diversi adattare- -beh te la sei cavata bene, quel costume argentato di Barbarella ti stava bene- -ah te ne intendi vedo! beh grazie- e arrossisco. La sua voce mammamiaaaaa. -sei molto carina- -anche tu- ribatto io. Non resisto più e mi avvicino per baciarlo, lui fa lo stesso ma in quel momento sale il capo. -bere sul lavoro non va bene Arabella cara- e ride. Io sconvolta mi ricompongo e mi scuso con Alex alzandomi dal tavolo e prendendo il mio bicchiere per ritornare al bancone. Jax mi ferma e mi intima di sedermi subito e continuare la mia conversazione con Alex. Mi scuso con lui e mi ammutolisco. -il tuo capo ti tratta davvero male- Se solo sapesse cosa è successo poco fa, ancora sono incredula. Mi sento così stupida. -no lui è così con tutte- gli dico io. Sono molto turbata dai miei pensieri su quello che è accaduto poco fa, al tempo stesso sono davanti al ragazzo che mi fa battere il cuore da settimane. E’ qui davanti a me. Vedo il suo sguardo posarsi sulle mie gambe e noto che vorrebbe dire qualcosa ma è come se fosse pietrificato, turbato, forse timido. Decido di rompere il silenzio. -Di dove sei?- gli chiedo. -Sheffield- mi risponde fiero. -beh un po’ dovevo aspettarmelo- gli dico- il tuo accento è piuttosto forte per passare inosservato ma con la musica non ho mai sentito bene- che bugiarda che sono. L’ho spiato così tante volte mentre chiacchierava con il buttafuori del locale. -quanti anni hai? sembri giovane per lavorare qui!- -beh, mi serviva un lavoro per arrotondare e arrivare a fine mese e invece mi ritrovo con un lavoro a tempo pieno in un club di spogliarelliste ahaha! Comunque ho 25 anni- -io te ne davo di meno sinceramente. Sembri così dolce e carina, poi sei sempre gentile con tutti qui- mi risponde lui. Io un po’ ridendo gli faccio una battuta sul fatto che sembra essere uno stalker e lui ride abbassando la testa e passandosi una mano tra i capelli mentre l’altra continua a girare il bicchiere di whiskey. Mi fa impazzire questo gesto ma percepisco quanto sia nervoso in questo momento, un po’ a disagio. -ma tu quanti anni hai? non vorrai mica parlare solo di me tutta la sera-rido. -io sono nato nel 1986, ho 35 anni spaccati- -ti giuro che può sembrare una frase da leccaculo ma non li dimostri assolutamente, hai due occhioni da tenero- cazzo.. mi rendo conto di aver pensato ad alta voce. Ma non dimostra affatto la sua età, è un tenerone. Con l’ansia che possa risalire il capo gli prendo la mano e sposto il bicchiere di whiskey, non riesco più a resistergli e mi avvicino a lui con la bocca. Ma stavolta lui mi ferma, mi dice che prima ha fumato e non vorrebbe darmi fastidio. Che premuroso. -no tranquillo, ormai ci ho fatto abitudine al fumo. Non ho mai fumato ma ho sempre frequentato persone fumatrici e riesco a sopportarlo a patto che non mi si fumi in faccia ovviamente- ribatto subito. Voglio dargli un senso di sicurezza perchè lo vedo agitato. -vuoi che ce ne andiamo da qui?- gli chiedo. -ma… il tuo capo non spunta di nuovo vero? non vorrei metterti nei guai- -no, il mio turno è finito esattamente 2 ore fa, ho lavorato per 9 ore consecutive, direi che un po’ di riposo me lo merito ahah- -allora va bene, devi prendere le tue cose?- -si, mi sistemo un pochino e arrivo. Vuoi aspettarmi fuori? ti raggiungo subito- lo rassicuro sul fatto che avrei fatto presto. Scendiamo le scale del terrazzo e noto che molta gente non c’è più, la band sta finendo di sistemare gli strumenti. Alex si dirige verso l’uscita e comincia a chiacchierare con il suo amico bodyguard mentre io corro in spogliatoio per fare il più veloce possibile. Prendo il borsone, mi dirigo in bagno dove trovo Cristina a cui racconto che sto per uscire con Alex. Mi dice che il capo ha raccontato a tutte le ragazze del nostro momento di “intimità”. Mi dice che ora ho fatto l’inizializzazione al club e non si torna più indietro. Con lo sguardo disgustato le dico che se dovesse succedere nuovamente avrò la premura di licenziarmi all’istante. Lei ride e mi dice di sbrigarmi dato che Alex mi aspettava fuori. Decido di darmi una lavata generale veloce, un colpo sotto la doccia con mezza bottiglia di bagnoschiuma per togliermi il pensiero di quanto accaduto in serata. Mi cambio in fretta e furia, adesso indosso shorts di jeans, il mio tubino di pelle e non più calze a rete. Metto le sneakers, una felpa grigia e corro fuori. -Hei bambolina- sento Jax alle mie spalle.Mi giro, lo guardo e senza salutarlo esco. Che bello trovare Alex qui fuori ad aspettarmi. Sta ridendo con Nick, il buttafuori. -Eccola qui la miglior barista- esclama Alex. Io sorrido, salutiamo Nick e andiamo a destra del locale. Completamente persa e con un sorriso stupido non mi rendo conto di cosa sto facendo. Dopo pochi passi mi riprendo - ma dove andiamo?- gli chiedo. -Guarda, io seguivo te ahaha- scoppiamo a ridere. -Io purtroppo vivo con mia madre, non sono solita tornare con ragazzi e sarebbe imbarazzante- gli confesso abbassando la testa e vergognandomi. -Non preoccuparti, se ti fidi possiamo andare da me oppure rimaniamo qui in zona a fare una passeggiata al chiaro di luna- mio dio che romantico, mai un ragazzo aveva fatto così con me. Mi ha messa da subito a mio agio. Decido di fidarmi. -Va bene, accetto la proposta di andare da te allora- gli dico. Arriviamo alla sua macchina, una cadillac verde menta con gli interni di pelle chiara. Stupenda! Gli faccio i complimenti, proprio nel suo stile. Lui è molto orgoglioso del suo gioiellino e me lo fa notare. Attraversiamo la statale ed arriviamo ad un paesino vicino a Sheffield.

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Capitolo 5
*** Un bilocale in periferia ***


Accosta sulla strada, mi chiede ancora una volta se sono sicura di voler salire da lui, altrimenti mi avrebbe riportata a casa. Apprezzo il suo gesto e lo rassicuro. Saliamo al suo appartamento, un bilocale molto carino e arredato con colori pastello e legno chiaro. Un bellissimo divano di pelle rosso cattura la mia attenzione. Gli chiedo dove posso poggiare il borsone, mi dice che posso metterlo sul divano, tanto c’è posto anche per noi. Mi chiede se ho bisogno di qualcosa e gli rispondo che sto molto bene così, senza nulla. Lui lo stesso prende un sacchetto di patatine e due birre. Non bevo birra ma per stasera posso anche fingere mi piaccia. Lo ringrazio. Ci accomodiamo sul suo divano. -Non accendo nemmeno la tv, immagino che di casino per stasera ne abbiamo sentito abbastanza- -si grazie, qui è molto tranquillo.. beh oddio sono quasi le 4 del mattino- rido io. Lui appoggia la birra sul tavolo ed abbassandosi gli cade un ciuffo di capelli che con cura si sistema nuovamente all’indietro. Non so cosa non mi piaccia di lui, è un mix di tutte le cose che amo e cerco in un ragazzo. Indossa un completo color cammello con una camicia bordeaux a fiorellini giallo ocra. Io sono vestita come una scappata di casa in jeans e top. Due epoche diverse a confronto. Si mette comodo sul divano e appoggia la testa allo schienale, appoggio la birra che non ho nemmeno toccato e mi metto nella sua stessa posizione. -a che pensi?- gli chiedo. -penso che ho una bellissima ragazza accanto a me- e si gira verso di me guardandomi con quegli occhi profondi.- e tu che pensi?- -penso che hai una voce bellissima, profonda- mi giro anche io e guardandoci negli occhi scoppiamo a ridere. Sembriamo due adolescenti alle prime armi. Si sposta e si avvicina a me appoggiando la sua fronte alla mia, quell’odore di brillantina misto a dopobarba si sente tantissimo, ho le farfalle nello stomaco. Chiudo gli occhi, lui mi bacia e mi faccio travolgere. Mi giro sempre baciandolo e salgo sopra di lui, in braccio. Mi prende per i fianchi e mi stringe a sè. Cavolo è bellissimo e dolcissimo. Tocco le sue spalle e sento la seta della camicia così fresca al tatto. Lui mi sposta la felpa che avevo sulle spalle e la lascia cadere a terra. Si ferma un attimo. Mi guarda il braccio e nota un livido che non avevo nemmeno visto. Probabilmente è stato Jax. Gli dico che le ballerine spesso si provocano lividi e rido ma noto che lui non se l’è bevuta molto. -dimmi la verità.. è il tuo capo? è violento? so che non mi conosci, non sono nessuno, uno sconosciuto ma riconosco quando qualcuno mente su un fatto accaduto. Inoltre non mi è piaciuto come ti ha trascinata sul retro per un braccio, sicuramente questo livido ne è la causa- -io.. no.. cioè..non è stato lui.. era arrabbiato prima.. ma non è cattivo…- non so nemmeno mentire cazzo. Mi viene da piangere e da vomitare. Gli chiedo dove si trova il bagno con urgenza e corro. Fortunatamente non vomito ma l’attacco di panico è dietro l’angolo. Mi sciacquo la faccia strappandomi le ciglia finte e togliendo tutto il trucco con la saponetta che trovo. Mi siedo a terra e piango in silenzio. Alex preoccupato bussa alla porta e io piango più forte. Non avendola chiusa a chiave riesce ad entrare e mi intima di alzarmi. Io come una marionetta eseguo e lo seguo fino alla camera da letto. Ci sdraiamo e lui si mette ben distante da me.Io sono ancora un fiume in piena, sconvolta da quanto accaduto in serata e dalla situazione di merda che ho creato con il ragazzo che mi piace. -scusami Alex, io non so che mi prende.. che figura di merda.. penserai che sono una sfigata che sa attirare solo l’attenzione- -ma che cavolo dici? non preoccuparti. Io non voglio sapere nei dettagli ma se il tuo capo ti ha picchiata io farò in modo che tu non debba più mettere piede in quel locale per guadagnare. Ti aiuterò a trovare un altro lavoro- continua lui - ora rilassati perchè qui sei al sicuro, altrimenti ti riporto a casa, lo prometto, non voglio che tu ti senta a disagio- Con le lacrime ancora nelle pupille alzo il busto e mi siedo. Lo guardo, lui è sdraiato con le braccia piegate dietro la testa, una gamba piegata e l’altra stesa, la camicia di seta leggermente aperta sul petto. E’ davvero un bel ragazzo. Mi avvicino e prendo l’iniziativa di mettermi sopra di lui. Lui incredulo mi asseconda nei movimenti e mi bacia con passione. Lo sento che ha voglia e con lui anche io. Mi sposta e si mette sopra di me stavolta, Mi bacia il collo e io sento un sacco di brividi percorrermi il corpo, ho la pelle d’oca. Mi toglie i capelli dalla faccia e mi continua a baciare, ha un buon sapore, sa di whiskey e fumo. Sa di dopobarba e gel. Sento la sua camicia fredda toccare il mio corpo. Lo tocco, gli sbottono la camicia e lui mi aiuta a toglierla. Rimane a petto nudo. Lui apre la zip del mio top e io rimando in reggiseno. Mi fa capire che vuole mettersi sotto le lenzuola e ci infiliamo entrambi continuando a baciarci. Sento le sue mani toccarmi ovunque ma non dove vorrei, forse gli serve il mio consenso. Gli faccio capire che anche io ho voglia e gli sbottono i pantaloni del completo con molta cura, ho paura di rovinarli. Lui se li toglie e li lancia ai piedi del letto. Indossa un boxer nero con i bordini bianchi o grigi, non vedo bene, la luce è soffusa al punto giusto. Mi sbottono i pantaloncini ma lui mi sposta delicatamente le mani perchè vuole farlo da solo. Me li toglie, ora siamo divisi solo dal nostro intimo. Lo bacio su tutto il petto. Mi metto sopra di lui e scendo in basso, sotto le lenzuola coprendomi così lui non mi vede. Gli abbasso i boxer, lui sta fermo, ma come fa ad avere profumo anche qui? Involontariamente comincio a massaggiarlo e poi lo prendo in bocca. E’ bello grande ma sono abbastanza brava. Alex si gode il massaggio e quando sento il suo respiro diventare affannoso mi sposto e ritorno su. Lui ride. -sei proprio perfida- mi dice con quel sorrisino malizioso. Mi spinge sul letto e mi toglie tutto di dosso, sono completamente nuda e tutta sua. Eccitata e bagnata. Si toglie i boxer. Lo sento così vicino.Dopo poco lo sento dentro di me e facciamo l’amore. Poche volte mi è capitato una cosa così passionale e tranquilla, piena di sentimento. A metà amplesso si sposta e prende un preservativo dal comodino, lo infila e continuiamo. Io sono sempre sotto ma decido di girarmi. Mi metto a 4 zampe ma con la faccia appoggiata al cuscino. Lui continua a penetrarmi fino a venire, contemporaneamente a me. Esce e si sdraia. Io mi giro e mi metto vicino a lui rannicchiata sotto le lenzuola. Mi guarda e mi bacia ancora una volta. Poco dopo si alza e si dirige in bagno. Io resto sul letto a pensare alla fortuna di questo momento così bello. Come l’ho sempre desiderato. Vado in bagno e lo trovo in doccia, una bellissima doccia con il vetro trasparente che prima non avevo notato. Mi infilo in doccia sotto l’acqua calda e ci baciamo nuovamente. Con i capelli bagnati noto che gli arrivano quasi alle spalle. Glieli sistemo all’indietro, lui fa lo stesso con i miei lunghissimi. Restiamo abbracciati per qualche secondo. Poi ci laviamo insieme e usciamo. Io resto in bagno per asciugarmi i capelli mentre lui si mette sul divano a guardarmi e a bere birra. -lo so che la birra non ti piace, l’ho capito subito- -scusami- ribatto io raggiungendolo sul divano. -nessun problema, vuoi qualcos altro?- -acqua per favore, solo acqua- gli chiedo un bicchiere. -beh devi idratarti dopo quella che hai perso poco fa ahahah- -io non…- noto il suo sguardo rivolto al letto e vedo che una macchia grande ha scurito le lenzuola grigie- oh cazzo…. in realtà è merito tuo ahahah- scoppiamo a ridere. -mi piaci molto- esclama- sei spontanea..- e poi tace. -ma?.. c’è qualcosa che non va in me?- chiedo. -si- subito non capisco cosa intenda- si voglio sapere se sei in pericolo nel tuo lavoro.. non ho potuto non notare tutte le botte che hai, una ballerina non si fa così male da sola.. e poi ti ho vista ballare solo questa sera, di solito sei al bancone- Lo interrompo subito - scusa non ne voglio parlare, ti conosco da appena qualche ora.. - Lui si fa serio - non mi parli ma non ti sei fatta problemi a venire a casa di uno sconosciuto, avrei potuto farti qualsiasi cosa-. Prendo coraggio per difendermi dalla sua ipotesi - ti osservo fin dalla prima sera in cui sei venuto al locale, ho chiesto a tutti chi fossi e quando nick ha detto di conoscerti mi sono convinta a venirti a parlare.. Stasera per me non è stata una bella serata al club, sono stata costretta a ballare e per il mio rifiuto sono stata abusata dal mio capo. Il livido sul mio braccio ne è la prova. Dopo questa sera non credo di aver paura di un ragazzo gentile che con premura mi chiede se voglio andare a casa sua. Se ho fatto questo significa che mi fido. Nick mi ha detto che avrei potuto fidarmi e che anche tu mi osservavi da tempo-. Lui tace adesso. Mi ha ascoltata attentamente e sta pensando a cosa dire mentre sorseggia la sua birra direttamente dalla bottiglia. -Sai.. - mi dice - coraggioso da parte tua parlare di questo- ma lo vedo ancora perplesso. -Non ti racconto balle, chiedi a Nick su quanto accaduto stasera, tanto lo sa tutto il club.. Il mio capo è famoso per raccontare le sue conquiste a tutti. Ma basta parlare di questo per favore. Se vorrò ti racconterò tutto, non roviniamo la serata ulteriormente- -vestiti, ti porto a casa. Tua madre sarà in pensiero per te- -è abituata ai miei orari-ribatto perché non me ne voglio andare da qui. Mi avvicino a lui, dopo la doccia ha perso quel profumo da dopobarba ma l'odore di whiskey c'è ancora misto alla birra. -ti prego posso rimanere? Non avrai mica la ragazza?? -gli chiedo. Lui alza le sopracciglia e mi dice ridendo - beh l'unica ragazza che vedo è qui sul divano con me, se ne avessi un'altra sarebbe fuori dalla porta a imprecare contro di me ma non sento nulla quindi direi proprio di no. Non ho nessuno, sono solo io qui- Mi consola la cosa. - ma adesso davvero ti voglio riportare a casa, continueremo la conversazione domani se ci sarai al club- Annuisco con un velo di tristezza. -se vuoi ti passo a prendere domani dopo il turno- Io gli lascio il mio numero di cellulare e gli dico di scrivermi un messaggio più tardi. Saliamo in auto e mi riporta a casa. Prima di scendere lo bacio e lo ringrazio per avermi fatta stare bene. -a domani Arabella- -a domani Alex-

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Capitolo 6
*** Pizzo rosso, stanza nera ***


Rincaso all'alba, sono le 6 e mezza. Saluto mia madre che sta per alzarsi ed affrontare il suo ultimo giorno di lavoro settimanale alla clinica. È una dottoressa e la ammiro per ciò che fa. Come può essere che una donna così forte abbia una figlia così fragile e facile al tempo stesso? Lei mi chiede se va tutto bene e le dico di sì, non ho voglia di raccontarle nulla. Non mi farebbe più lavorare conoscendola. Ma chi vorrebbe lavorare al club dopo quanto accaduto? Che stupida che sono. Potrei riprendere a studiare e invece… -mamma vado a dormire, sono davvero esausta, mancava una ballerina e mi sono cimentata anche in quello- -non avrei voluto vederti- sorride lei. -mamma non sai che imbarazzo, per fortuna c'erano le luci e il fumo quindi spero non mi abbiano visto ahaha! A dopo, buon lavoro! - -buonanotte principessa sul cubo- se la ride di gusto mentre io vado dritta a letto. Non ho nemmeno il tempo di pensare che mi addormento. Mi sembra di aver dormito 10 minuti quando un rumore di cellulare mi sveglia. Guardo l'ora e vedo che sono le 14. Cazzo! Devo alzarmi. Sono ancora intontita ma sento il cellulare vibrare. Non faccio in tempo ad alzarmi che il cellulare si spegne. Era completamente scarico. Lo attacco al cavo di carica, attendo qualche minuto, nel frattempo vado a lavarmi la faccia e a cambiarmi. Metto la tuta comoda. Accendo il cellulare e mi lancio sul divano ancora rimbambita dal sonno. Il cellulare segna 14 chiamate perse e 3 messaggi. Le chiamate sono tutte di Jax. I messaggi sono di un numero sconosciuto. Li leggo. Il primo dice "hei barista, grazie per la serata". Il secondo "buonanotte" con un cuore e il terzo "spero tu voglia vedermi ancora per stare insieme". È sicuramente Alex, gli rispondo subito. "Ciao Alex, scusami mi sono svegliata solo ora. Grazie della bella serata anche a te, io vorrei rivederti presto" e ci aggiungo l'emoji con un bacino. Ripenso alle chiamate perse di Jax e mi si accelera il battito. Lo devo richiamare? Che cazzo faccio? Prendo coraggio e compongo il suo numero. -oh buongiorno Arabella! Fatto le ore piccole con l'omino del bancone??? - -ciao Jax, che vuoi? - -niente, volevo sapere come mai non mi hai salutato ieri sera prima di andartene. Mi hai mancato di rispetto.- -scusami, non era mia intenzione. Ero molto stanca- -senti, non raccontarmi balle. Ti voglio al club alle 20- -pensavo di prendermi un giorno di ferie oggi, non ne ho mai fatto uno da quando sono qui. Posso? - -no è sabato oggi! Non puoi prendere ferie il sabato! E poi ti voglio qui. Un uomo ieri sera ha pagato il doppio per vederti ballare anche stasera. Ci devi essere! - e riattacca. Cazzo che situazione di merda. Sono incazzata nera, non voglio ballare nuovamente, non voglio diventare una cubista, non voglio che la gente paghi per me, mi sentirei una prostituta. Anzi, dopo ieri sera credo sia questo l'intento di Jax, proprio come con Cristina. Nel frattempo Alex risponde al mio messaggio, per comodità mi salvo il suo numero. Il messaggio dice "stasera sei al club?" Rispondo di sì ma che probabilmente dovrò ballare e non sarò al bancone. Lui mi chiede perché e gli spiego la situazione. Mi dice che alla fine sono brava a ballare e che farei un figurone anche stasera. Aggiunge che adesso deve andare al lavoro e mi ricorda che stasera mi verrà a prendere dopo la serata. Non so nemmeno che lavoro faccia. Si fanno le 19, comincio a preparare la mia borsa e decido che andrò vestita così al club. Mi preparerò là in camerino. Vediamo se Jax mi vuole anche così. Sono all'ingresso e Nick è già presente. Mi ferma prendendomi per un braccio, lo stesso con il livido. -ahi!- esclamo. Nick si scusa e lo rassicuro dicendo che ha toccato proprio il punto giusto e non si deve preoccupare, ho una botta. Poi aggiunge - ieri sera ho visto come ti trattava il capo, Alex me ne ha dato una conferma. Voglio solo dirti che se hai bisogno di aiuto devi solo farmi un cenno ok? Io sono qui anche per la vostra sicurezza. Quell'uomo vi tratta come schiave pur di guadagnare- -ok ok.. Grazie per l'interessamento ma so cavarmela. - Come entro nel club trovo Jax, mi squadra, sono in tuta e non sono bella e sexy come vorrebbe. Mi tira uno schiaffo in pieno viso, quasi da farmi cadere. Nick mi sta osservando dall'oblò della porta e interviene. Io scoppio a piangere per il dolore e per la paura. Esco dal locale ma sento loro due urlare sul fatto accaduto. Nick si schiera dalla mia parte. Poco dopo esce Cristina preoccupandosi per me, mi dice che l'uomo che ha pagato per me è già qui e che Jax me lo voleva presentare credendo arrivassi vestita come la sera precedente. Le spiego che la mia era una provocazione proprio perché avevo immaginato la reazione di Jax e volevo fargli capire che non sono una marionetta. Lei mi chiede di passare dal retro e di assecondare il capo per il mio bene. Ci penso un attimo. Sono ancora scossa e arrabbiata. -Arabella credimi, si tratta di una sera sola… - -ma mica devo andarci a letto, che discorsi sono??? Non sono mica una puttana. Mi deve pagare il triplo se vuole che balli anche stasera.- ribatto io. -quell'uomo paga sempre bene noi ragazze, viene poche volte l'anno ma pretende sempre di trovare una ragazza nuova. La tua unica alternativa è andartene e perdere il posto di lavoro ma Jax sarà furioso e potrebbe vendicarsi.. Ti prego Arabella.. Solo una serata, poche ore con lui.. - -con lui? Ma state scherzando vero? Che vuol dire con lui qualche ora? - -lo sai.. - dice lei. Mi trascina dal retro. Sento ancora Jax e Nick che litigano. Nick mi vede passare in camerino con Cristina e mi lancia un'occhiata di odio e rammarico. Lui ha cercato di aiutarmi e io come una cretina sono entrata lo stesso. Forse sapeva la mia sorte di questa sera. Mi preparo. Stasera il tema è rosso e indosso intimo di pizzo rosso, prestato da una ragazza. Io ho tutto nero nel borsone. Ho un perizoma rosso, un body di vinile rosso che fa casino solo a muovermi. Che ridere, per fortuna c'è la musica. Una gonna di raso e pizzo lunga, anch'essa rossa. Mi arriva ai piedi e tocca a terra ma per fortuna ho un paio di tacchi a spillo neri. Quelli li posso usare. Sono 12 cm in più rispetto al mio metro e 58. Mi guardo allo specchio e ho una guancia rossa, in tema con la serata.. Sorrido vedendo che sono davvero bella vestita così. Poi penso allo schifo che mi aspetta. Devo passare tutta la serata così. Assurdo. Esco dal camerino, Jax vedendomi così esulta e mi fa i complimenti. Nick è fuori ma mi guarda dall'oblò. Incrocio il suo sguardo per un secondo e gli faccio capire che andrà tutto bene. Spero. Jax mi presenta il famoso uomo. Un omone di un metro e 90, carnagione nera, tatuato, capelli rasati, muscoloso, camicia bianca e pantaloni neri, una grossa catena dorata al collo. Dice di chiamarsi Teague e di essere un famoso titolare di una concessionaria. Dice di essere stato stregato da me ieri sera e che avrebbe voluto passare del tempo con me. Jax conferma che passerò del tempo con lui tenendomi la mano sul fianco e stringendomi leggermente per farmi sbloccare e parlare. Sorrido a Teague, annuisco e gli dico che è il benvenuto al club. -te la rubo solo un momento- esclama Jax. Andiamo verso il camerino. Prima che lui possa aprire bocca mi avvicino con fare minaccioso e gli dico - pretendo la tripla paga per stasera, o me ne vado all'istante anche a costo di lasciare il lavoro. Voglio un anticipo- Jax un po' indispettito tira fuori mille euro in contanti e me li mette in mano. - Arabella sei uno schianto, questa è la prima parte di quello che ha pagato quell'uomo per te. Vedi di non farmi fare brutta figura-e conta i soldi davanti a me. Io non ho più scuse, con mille euro in mano mi sentivo davvero una prostituta. Pagata e sfruttata. Ma io quei soldi li volevo. Volevo essere indipendente. Jax esce dal camerino e mi dice di seguirlo. Non ero mai entrata nel privè del club. Una stanza tutta nera, con una striscia di LED sul pavimento lungo il muro. Un divano nero di pelle al centro, rotondo con alcuni cuscini. Sopra mi aspetta Teague mentre sorseggia un gin tonic. Jax mi lascia lì e chiude la porta. Teague è molto tranquillo, mi invita a sedermi con lui. Ma poco dopo la cosa diventa complessa. Mi tocca la gamba fino a scendere sul piede. Mi toglie le scarpe. Accarezza i miei piedi. Subito non capisco ma poi mi viene quasi da ridere. Questo ha il feticismo dei piedi ahaha. Ha pagato per i miei piedi. Che sfigato. Mi bacia i piedi e lecca le mie dita. Mi sdraio completamente sul divano, supina, cercando di nascondere il sorrisetto sul mio viso. Ben presto questa passione per i piedi svanisce e lui comincia a salire sempre di più, con le mani e con la bocca. Mi tocca e mi stringe le cosce. Cerca di togliermi la gonna e ci riesce. Io sono immobile. Gli chiedo di fare più lentamente. Sono un po' spaventata. Un po' tanto. Ma io lo so cosa sta per succedere, io lo so perché mi ha pagata. -ti prego lasciati andare a me, non te ne pentirai- mi sussurra all'orecchio. Sento il suo fiato sul collo. Profuma di pesca, non so perché il suo profumo mi ricordi una pesca. Mi bacia e io lo assecondo. Mi lascio un po' andare, cerco di guadagnarmi 1000 euro. Mi faccio coraggio e gli dico che non voglio un rapporto. Lui mi guarda e pur di farmi stare zitta mi dice - si, va bene piccola, come vuoi- ma so che le sue intenzioni sono altre. Provo a toccarlo ma non vuole, mi dice che non devo fare nulla. Vuole solo giocare con il mio corpo. Da un lato sono sollevata ma dall'altro ho un po' paura. Da sotto il divano estrae 2 manette di pelo rosso. Ho seriamente paura. Lo guardo e mi dice di infilare e chiuderle sui suoi polsi. Incredula eseguo. Sempre meglio a lui che a me. Mi sposto per mettergliele ma lui mi fa aspettare ancora un po'. - prima voglio giocare- mi sussurra. Sorseggia un altro po' di gin tonic, adesso capisco perché sa di pesca. C'è della vodka alla pesca dentro. Che schifezza ahaha. Con delicatezza riprende a toccarmi, sempre più insistente sul mio seno e sul basso ventre. Mi dà uno strattone e mi mette sopra di lui. Mi chiede di dargli uno schiaffo. Io eseguo, mi incita a farlo ancora, eseguo. Ma dove sono finita? Si fa mettere le manette dopo essersi tolto la camicia. Mi dice che nell'armadietto c'è un frustino e di usarlo contro di lui. Lo accontento. Provo anche piacere nel farlo. Mi dice che vuole essere frustrato sui genitali, che uomo strano. Forse è gay, penso.. Nel frattempo continuo a frustarlo. Si fa togliere una manetta e vuole che l'attacchi alla maniglia che c'è sul muro. Mi chiedo fin dove voglia arrivare. Mi dà uno spintone e mi butta sul divano a pancia in su sedendosi su di me. Gli dico che mi fa male. A lui non importa. Con una mano mi prende il collo e stringe. Gli dico di smetterla e lui la smette. -adesso ti rimetti i tacchi e continui a frustarmi- mi ordina. Io eseguo con un po' di timore. Poi mi dice di smetterla, di mettermi accanto a lui e si toglie la manetta. In un momento di distrazione mi sento prendere per un braccio e mi butta nuovamente sul divano immobilizzandomi le braccia in alto e sedendosi sulle mie gambe. Ho paura, mi bacia infilandomi la lingua in bocca, mi bacia il collo, il petto. Mi lascia una mano ma la riprende subito con l'altra. La mano libera gli serve per spogliarmi. Rimango mezza nuda. Mi stimola e mi stringe il seno. Io vorrei solo andarmene. Mi bacia ovunque. Dice che profumo di vaniglia e che mi vuole mangiare. Penso che vorrei andarmene. -non voglio fare sesso- gli ripeto. -oh non preoccuparti, l'ho capito che non vorresti essere qui- continua a toccarmi. -ti prego non voglio, sono a disagio, voglio uscire da qui. Non toccarmi- -adesso taci, ho pagato per stare qui, ti farò licenziare se non stai zitta-e mi mette una mano sulla bocca. Dai miei occhi escono lacrime. Lui continua ad armeggiare con il suo membro e alla fine si fa una sega sopra di me venendo sul mio seno. -oh si - esclama - questo vale tutti i soldi spesi- e mi spalma tutto il suo seme addosso. Mi toglie la mano dalla bocca. Io sto ancora piangendo, il trucco colato. Non c'è nemmeno uno specchio. Si sdraia sul divano come se fosse stanco. Ma era solo compiaciuto dal suo gesto su di me. Gli chiedo se posso andarmene. Mi risponde di no. Non aveva ancora finito. - devo vederla prima- dice. -chi? - chiedo. -non chi ma cosa… E lo sa benissimo a che mi riferisco- -no per favore basta, ti ho assecondato in tutto stasera. Facciamo un'altra volta.- -voglio scoparti- mi dichiara ad alta voce. La stanza è insonorizzata. Ma da fuori sento la musica alta, deve essere tardi. Si alza e viene verso di me, io mi copro con un accappatoio che trovo appeso al muro. Mi blocca al muro e mi tocca insistendo in quel punto. - sei bagnata lo sai? Perché non vuoi? - -il mio uomo mi aspetta fuori, non voglio mancargli di rispetto- -ah il tuo uomo è il buttafuori? Ottima scelta- Annuisco, se avessi detto che il mio uomo era Alex probabilmente l'avrebbe ucciso. Teague era il triplo più muscoloso di Alex e anche più alto. E poi non volevo metterlo in pericolo. -e va bene, per stasera sei stata molto brava. Ma voglio rivederti ancora. Sarò in città a breve. Ne parlerò con Jax, lui è un mio caro amico sai, mi trova sempre la ragazza perfetta. Nessuna si è fatta attendere come te, per questo mi attiri. Ti lascio questi per la sborrata. - mi porge dei soldi, vedo poco e non so quanti sono. Ci rivestiamo, c'è un mini bagno all'interno e mi do una sistemata e lavo via tutti i suoi umori. Mi vesto come prima, sistemo il trucco come meglio posso ed esco. -sei uno schianto Arabella- mi dice. Apre la porta ed esce. Intravedo Nick che mi fissa. Noto che ho la gonna rotta in basso, devo averla prestata con il tacco. Nick si avvicina e mi abbraccia, non capisco. Mi urla in un orecchio qualcosa. La musica è molto alta e non capisco ma lui mi prende per mano e lo seguo. Mi porta in bagno, nella saletta di attesa prima di entrare. Chiude la porta per potermi parlare. Vado verso di lui. - si può sapere che ti prende? Che cavolo fai Ni… - Sento dei passi, mi giro e vedo Alex. Mi tremano le gambe, mi vene da vomitare. Cazzo Alex sa tutto quello che è appena accaduto. -voglio uscire, sto male lasciatemi in pace.- mi giro verso Alex - mi dispiace averti coinvolto- Nick mi blocca la via d'uscita. - Nick lasciami stare non mi va di parlare con voi due, i fatti parlano da soli - incrocio lo sguardo di Alex un po' affranto - perdonami.. Io ho solo accettato soldi in più.. Ti chiedo scusa, ti ho deluso e ne sono consapevole- lui senza dirmi nulla mi prende il viso e mi bacia. -ne riparleremo dopo, ora andiamo via da qui- Annuisco, Nick mi porge una tunica nera di raso rigorosamente rubata dal camerino, glielo deve aver dato Cristina. Ci scorta fino all'uscita e Alex mi accompagna alla sua auto. Gli dico che ho ancora la borsa con tutte le mie cose e i soldi in camerino ma Nick mi fa notare che ha già provveduto a tutto, infatti è tutto nella macchina di Alex.

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Capitolo 7
*** Segreti scomodi ***


Chiedo cosa sta succedendo. Alex mi confessa che quel certo Teague è il suo capo. Lavora per la concessionaria di Cadillac di Sheffield. Mi crolla tutto addosso. Gli dico che ho fatto credere all'uomo di essere la fidanzata di Nick così non dovrebbe avere problemi. Lui mi dice che non importa quello che ho detto. -non devi rivederlo mai più. Quello ha mille donne, ti trasmetterà qualche malattia.- Ma io lo rassicuro - non abbiamo avuto rapporti, ho rifiutato. Ma ha detto che tornerà solo per me qui al club- Alex esclama - cazzo ti ho detto che non lo devi vedere più, è pericoloso e non dovresti nemmeno pensarci!- -ho ceduto ai soldi, quello ha pagato per me, Jax mi ha dato mille euro in contanti e Teague me ne ha dati ancora per assicurarsi che io ci fossi anche la volta successiva, sono nella merda… lo so.. non ne sapevo nulla.. scusami, perdonami.. se non vorrai più vedermi lo comprendo.- -sei nella mia auto, ti sto portando a casa mia, come puoi pensare che non voglia vederti più?- -perchè fai questo?- gli chiedo. -non lo so, mi sto affezionando e ho paura di perdere nuovamente tutto- Capisco che probabilmente ha sofferto per qualche donna in precedenza. Non indago. -grazie- mi limito a dirgli. A casa sua ho modo di vedere quanti soldi mi ha dato Teague, sono altri 500 euro. Lui mi vede mentre conto i soldi e resto basita, con lo sguardo nel vuoto. -sei consapevole del fatto che quello abbia potuto ucciderti in una stanza con solo accesso dall’interno? Nick ha provato a convincere Jax perchè già sapeva come sarebbe andata. Jax sa che quello è il mio capo, probabilmente lo avrà detto Nick. Siamo nella merda entrambi. Appena scoprirà che gli hai mentito andrà su tutte le furie, forse perderò il lavoro- -no no no… non deve accadere… riportami al club, sistemo tutto Alex, lo giuro- -sistemare tutto vuol dire che ci vai a letto e questo non lo accetto- -non sono mica la tua ragazza- ribatto! -non ti sei fatta problemi a dire che lo fossi di Nick però.. posso aiutarti? mi piaci cazzo! e non voglio sia solo la cosa di una sera.. voglio provarci.. magari tu non sei della stessa idea io non- -ho combinato un guaio Alex, ho rovinato tutto, ho pensato solo a me stessa. Tu mi piaci molto, mi piaci dalla prima volta che ti ho servito al banco. Sono entrata in un circolo vizioso di soldi e sesso, devo uscirne per poter stare con te. Se mollo tutto ora mi verranno a cercare per riprendersi i soldi, chi lo dice a mia madre che faccio la puttana?- -non ti azzardare! Non lo sei! - si agita e mi prende per le spalle coperte da quella tunica nera che mi tiene al sicuro. -mi chiedo cosa ci trovi in me.. Lavoro in un night club, sono due sere che mi vedi fare la troia e ancora mi cerchi.. Tu sei pazzo. Ci conosciamo da appena un giorno, non puoi essere affezionato. Credo sia solo attrazione.- -io invece non credo. Sai, prima stavo con una donna, una collega che conoscevo da anni, alla fine si dichiara e ci mettiamo insieme. Io stravedo per lei da un giorno all'altro, mi fa impazzire. Viene a vivere da me, dopo quasi 2 anni scopro che mi tradisce. Io ci resto di merda ma non glielo dico. Resta a vivere da me fino alla scorsa primavera e poi la caccio nel peggiore dei modi. La vedo tutti i giorni al lavoro ma mi fa schifo guardarla negli occhi. Tu sei nella mia vita da nemmeno due giorni, ne sono successe di tutti i colori eppure sei qui, ti ci ho portato io, ti sto guardando negli occhi e non mi stancherò di farlo a breve sai. - -io mi ci sono persa nei tuoi occhi neri.. Da tempo… ciò non spiega perché ti prendi cura di me così- -sai cosa, dovremmo dire a Teague che stiamo insieme.. - -ma non stiamo insieme…. E dirlo ti metterebbe in pericolo, potresti perdere il lavoro Alex. Non lo farò mai- -basta, adesso basta con questa storia… - Cerco il cellulare per scrivere un messaggio a mia mamma. Ci trovo un messaggio di Jax. Lo leggo ad alta voce con Alex lì vicino "Teague è stato molto contento, ha pagato ulteriormente per vederti lunedì perciò ci conto. Una parte del compenso va a te. Ah, la prossima volta non indossare il perizoma. Non gli piace. Buonanotte zuccherino." Alex bolle di rabbia. Io sono senza parole. Ci scambiamo lunghi sguardi, entrambi stiamo pensando a cosa dire. Scrivo a mia madre che dormo da un'amica. Le dirò di Alex solo quando sarò sicura di noi, se si può definire noi. Lui è così carino, mi prepara una felpa grigia e un paio di pantaloni di tuta neri, i suoi. Mi invita a sistemarmi, non mi vuole vedere con quel body addosso, con quella gonna trasparente, con quei tacchi. Ciò nonostante mi dice che sono bellissima ma che mi preferisce in tuta, si addice meglio alla mia personalità. Vado a cambiarmi in bagno, lascio la porta aperta apposta, lui infatti mi segue. Ci lasciamo andare alla passione sul piano del lavandino. È così bello e delicato. Questa volta non usa il preservativo, ce ne siamo dimenticati entrambi. Quando lo realizziamo è troppo tardi ma lui fa in modo di non venire in me. Si sposta su un asciugamano. -beh questo implica che non ci dovranno essere altri rapporti estranei a noi due- ride. -da parte mia puoi contarci- e lo bacio. Lui capisce che non sono venuta e finisce la cosa con le sue mani. Sante mani. Un lago sul pavimento del bagno. Per la seconda volta. Mi propongo di pulire il disastro ma lui mi impedisce di farlo - ci penso io, vai pure a dormire- e io vado nel suo letto. Mi fiondo sotto le coperte che sanno di lui, ha pure cambiato le lenzuola dal giorno precedente. Nemmeno il tempo di realizzare dove sono e crollo. Mi sveglio di soprassalto per una botta che sento. È qualcuno che bussa, Alex sta dormendo e lo sveglio. - stanno bussando- gli dico. Lui scatta in piedi e mi guarda - non sto aspettando nessuno- fuori dalla porta continuano a bussare ma al rumore dei pugni si aggiunge una voce maschile. - ALEX!!! ALEX!! - Capiamo che si tratta di Nick e lui gli apre. Nick chiede subito dove sono io. Mi faccio vedere e lui sembra sollevato. Dice che qualcuno mi ha tagliato le ruote dell'auto. Cazzo le avevo appena cambiate. Mi spiega di aver litigato con Jax per me. Io non me ne capacito e cammino nervosamente per la stanza. Nick se ne esce con - guarda che Jax sa benissimo che stai con lui, per questo ti sta facendo questo con Teague, è un pezzo di merda con tutte le ragazze ma con te si è proprio superato-. Io allora decido di parlare. Racconto tutto quello che mi ha fatto Jax. Racconto dello stupro, racconto delle botte, racconto del fatto che mi abbia venduta a Teague come un oggetto rotto da buttare. Racconto tutto. Ho davanti due uomini increduli. Alex si alza e mi abbraccia. Nick si prende la testa con le mani e la scuote. È ora di agire. Insieme andiamo al club, è domenica ed è chiuso quindi ci sarà solo Jax. E infatti lo troviamo lì. Lo minacciamo tutti e tre. Io per prima lo minaccio di fargli chiudere tutto e di denunciarlo per stupro. Le prove ci sono, le telecamere sono ovunque per registrare i suoi video malati su cui segarsi in solitaria. Per una volta ho visto Jax dalla parte del più debole. Non dice una parola, alza le mani e se ne va. Cosa abbiamo concluso? Nulla. Nessuna conclusione. Che rabbia. Chiamo un carro attrezzi per la mia povera auto e mentre aspetto che la sistemino chiamo mia mamma. Nel frattempo Nick e Alex vanno alle rispettive case dopo essersi accertati di non vedere Jax intorno a me. Dico a mia mamma che probabilmente non lavorerò più al club, le dico che tornerò a casa in giornata non appena avrò finito con l'auto. Lei quasi sollevata dalla notizia dice che mi aspetta a casa. Torno alla mia casetta, coccolo il mio cucciolone Thor e non appena vedo mia madre corro ad abbracciarla piangendo. Le racconto che il capo mi ha spinta ieri sera ma ovviamente non le dico tutta la verità. Lei mi dice che ho fatto una scelta saggia. Riprenderò a dare ripetizioni e fare la babysitter. Vedo un messaggio di Alex "tutto bene? Sei a casa?" rispondo si e lo ringrazio per tutto. - ah mamma… Mi vedo con un ragazzo che lavora alla concessionaria di Cadillac- lei ribatte - avevo intuito che ci fosse un uomo di mezzo. Sono contenta che ti abbia fatto aprire gli occhi su quel club di drogati. - e sorride. Ora mi sento calma e in pace con me stessa. Forse nella mia vita qualcosa andrà bene. La domenica passa tranquilla, mi scrivo con Alex ogni tanto e poi in tardo pomeriggio mi addormento sul divano. Mi sveglio per ora di cena, pizza con mamma. Che bello! Lei nota il livido sul mio braccio e le dico che è colpa della spinta ricevuta dal capo. Lei mi dice che dovrei denunciarlo ma io ribatto - mamma è un uomo troppo facoltoso, ha già fatto perdere il lavoro a me, non vorrei che lo facesse perdere anche a te.- in quel preciso momento suona il campanello, lei è tranquilla credo sia il compagno e vado ad aprire. Mi trovo davanti quell'omone di Jax.. - c.. Ciao.. Che ci fai a casa mia a quest'ora? - Mia madre furiosa dice di lasciarlo fuori, che non si deve permettere di toccarmi più. Lo intima di andarsene. Lui con la calma più estrema del mondo esclama - signora, voglio solo parlar con sua figlia un attimo, me lo permette? - mia mamma sfoggia un sonoro e secco NO! e chiude la porta. Lui si attacca al campanello. Continua a suonare. Allora decido di uscire io nel vialetto di casa. So che mia mamma mi guarda dalla finestra e sono al sicuro. Jax subito con un sorriso mi dice che si scusa per quanto accaduto. Poi si gira di spalle alla finestra per non farsi leggere il labiale e mi dice di non provare a scappare da lui aggiungendo - se vai in giro a raccontare anche sono una cosa di quello che hai subito faccio perdere il lavoro a quel mezzo uomo che ti stai scopando, lo so perfettamente chi è. Per questo ti ho venduta a Teague. Per dispetto, per non avermi assecondato.- -Jax ma scusami cosa pensavi facessi? Ho 25 anni, mi sono sentita usata e stuprata, non pensi a come possa stare? Mi hai letteralmente venduta a quell'uomo senza il mio consenso. Sono riuscita a cavarmela una volta ma la prossima non ci scappo. Potevo urlare quanto volevo ma in quella stanza insonorizzata poteva pure uccidermi e vi sareste accorti di me il giorno dopo.- -oh lui non ti ucciderà. Sai benissimo che vuole- -beh io non voglio mica scoparci per farti contento- -non vuole scoparti , vuole solo umiliarti- -cosa? E perché? - -perché l'ex ragazza di Alex è sua sorella, lui non sopporta che sia stata lasciata lo scorso anno, non vuole vendicarsi su Alex, sarebbe troppo evidente la cosa. Ti sta usando.. Ha convinto me a far da tramite. Mi ha pagato profumatamente. Lui ha notato Alex al locale che ti guardava sempre e ha approfittato del fatto che l'altra sera vi ha visto insieme- Io stupita e basita non sapevo nulla di tutto ciò. -il tuo ometto non ti ha detto nulla? Povera cucciola, comincerai anche tu con la vendetta vedrai- -mi stai prendendo in giro, vuoi tirarmi dalla tua parte dopo quello che mi hai fatto- e con il dito lo spingo sul suo gilet di pelle per fargli capire quanto sono incazzata - mi stai raccontando palle per parlarti il culo, hai paura di una mia denuncia eh? - -beh se non mi credi amen.. Ti resterà il dubbio ugualmente, buonanotte tesoro- e se ne va con la sua Harley svegliando tutto il quartiere con il rombo. Rincaso. Mia mamma curiosa fa mille domande, io mi limito a dirle che voglio essere lasciata sola. Corro in camera mia. Alex mi scrive, mi chiama ma non rispondo. Come ha potuto non dirmi una cosa del genere? È lunedì mattina. Decido di recarmi alla concessionaria a vedere questa fantomatica ragazza nera. Dopotutto non ce ne saranno molte. Parcheggio appena fuori dalla concessionaria, il giusto per poter studiare i movimenti delle persone. Indosso un jeans blu, t shirt bianca, giubbotto di pelle e un cappellino nero con occhiali da sole per non farmi riconoscere. Ho raccolto i capelli dentro il cappellino per farli sembrare più corti. Ma prima di entrare decido di individuarla. La vedo, di sicuro è lei. Vedo anche Alex intento a mostrare un'auto ad un acquirente. Approfitto del fatto che sia distratto per andare diretta verso lei. Le chiedo di mostrarmi una Cadillac che ho visto in parcheggio e con una scusa la faccio uscire. Non mi dichiaro. La voglio studiare. Lei bellissima, gentilissima, non sembra affatto una stronza epocale. Elegante con un tailleur nero a tubino e una camicetta bianca. Mi mostra una Cadillac da 127 mila euro. Non ho mica tutti questi soldi. Ma chissene, le chiedo di mostrarmi qualcosa di più. Mi porta nella parte più lussuosa del negozio, c'è anche Teague, cazzo se mi vede è la fine. Mi tengo il cappello schiacciato e gli occhiali e parlo a bassa voce. Passa Alex, elegantissimo, bellissimo, mi dice -buongiorno signora, benvenuta- poi si gira di scatto perché nota qualcosa di famigliare: la borsa… Cazzo mi ha riconosciuta. Cerca di far finta di nulla ma mi tiene d'occhio con lo sguardo. Concludo la mia visita ma la ragazza mi chiede un nominativo per tenermi in contatto in caso di sconti o nuovi modelli disponibili. Mi invento qualcosa al momento - mi chiamo Sara Teller- che nome di merda. Cerco di leggerle la targhetta con il suo nome ma non riesco, i suoi capelli neri lunghissimi coprono tutto. Teague alza lo sguardo ma per fortuna non mi riconosce, merito dei capelli corti. - oh mi scusi non mi sono presentata, sono Victoria Morrow, piacere. Spero di rivederla presto, arrivederci. - La saluto e me ne vado il prima possibile, Alex mi fissa per tutto il percorso di uscita dal concessionario. Salgo in auto e scoppio a piangere di rabbia. Che ingenua che sono. Chissà cos'altro mi nasconde.

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Capitolo 8
*** L'amore si compra ***


Arrivo a casa dove trovo la moto di Jax. È in casa mia, con mia madre. Scopro che le ha dato dei soldi per farmi tornare a lavorare al club. Mi supplica di tornare, mi promette il triplo della paga e meno ore. -ci sono mille ragazze disposte a lavorare per te, perché insisti con me? - -inutile dire che sei indispensabile cara- -io posso tornare ma solo se mi fai stare al bancone, niente palco, niente cubo, niente black room, niente segreti- -annuisce ma so che sta mentendo- Prendo un foglio, scrivo le mie richieste e lo faccio firmare. So che non è niente ma serve a me, psicologicsmente parlando. Mia mamma contrariata dalla cosa mi dice che sto facendo una strinzata ma Jax è bravo con le parole, lo so benissimo. Infatti la convince di rispettare il patto. Pausa pranzo. Nessun messaggio di Alex, meglio così. Ma sono convinta mi abbia riconosciuta. A metà pomeriggio gli scrivo, consapevole del fatto che mi avrebbe risposto alle 18 minimo. "ciao, posso passare da te stasera?" E infatti alle 18 risponde "ciao, finalmente rispondi. Certo passa pure per le 21" Chissà cosa deve fare prima. Bene, alle 20 mi preparo, mi vesto come lei alla concessionaria. Gonna a tubino, camicia bianca e giacca nera. Identica. Ho solo le scarpe diverse. Arrivo da Alex, lui mi apre e capisce subito tutto esclamando - oh dio non ci credo eri tu!- io mi agito e inveisco - come hai potuto nascondermi che stavi con sua sorella?? Sarei potuta morire l'altra notte! Dovevi dirmelo Alex, come posso fidarmi di te? - Lui si difende - era successo tutto così in fretta, non era rilevante la cosa, cosa dovrebbe centrare in tutto questo il fatto che stavo con Victoria? - Ancora più infuriata ribatto - c'entra che Teague ha pagato Jax, mi ha comprata per umiliarmi come vendetta verso la sorella che hai lasciato- -lei mi tradiva! Ho sopportato fin troppo e sono scoppiato cacciandola da casa mia.. È passato un anno, come può essere ancora incavolato?? Poteva semplicemente licenziarmi - -mi ha comprata Alex, capisci??? COMPRATA. Come si fa con gli oggetti, con le puttane cazzo!!! Ha usato me invece che scagliarsi contro di te…Finiamola qui. Non farti vedere mai più e lo stesso farò io- e corro via sbattendo la porta di casa sua. Lui mi rincorre ma riesco a salire in macchina e ad accelerare prima che lui arrivi. Lo vedo dallo specchietto retrovisore. In strada con le mani nei capelli, sconvolto. Piango, piango infinitamente. Prendo la statale e mi faccio un giro di un'ora in auto per sbollire la rabbia. Verso le 23 torno a casa. Mia mamma già dorme e vado in camera anche io. Ascolto un po' di musica e dormo. Al mattino di martedì realizzo l'accaduto dei giorni passati. Sono uno straccio, a pezzi, non so che fare della mia vita. Jax mi chiama al cellulare - ciao posso contare su di te oggi dalle 18 alle 23?- -ciao Jax, posso venire dalle 15 alle 20?- -perché? - -non voglio fare tardi in questi giorni, ho parecchi impegni, per favore- in realtà non volevo vedere Alex per un bel po'. -abbiamo un patto, lo rispetterò, a dopo-. Arrivo al club alle 15 in punto. Jax mi abbraccia e mi ringrazia. Mi chiede spiegazioni sull'orario. Gli dico che non voglio vedere alcune persone. Lui intuisce. Mi fa lavorare al bancone come avevo chiesto. Non c'è l'ombra di Teague. Sono sollevata. Il pomeriggio va liscio. Verso le 19:30 conincio a sistemare le mie cose al bancone per la ragazza successiva. Saluto tutte, mi fermo un attimo a parlare con Jax. -posso ridarti tutti i soldi che mi hai dato se non mi fai incontrare quell'uomo- -non c'è bisogno, non tornerà, ha detto di aver avuto la sua vendetta- -ah, ok menomale.. E la tua vendetta?-gli chiedo. -anche io l'ho avuta.. Sei tutta mia e del club, niente più uomini di mezzo- Sorrido un po' stranita dalla gentilezza. Saluto e mi avvicino all'uscita, noto che non c'è Nick. Mi assale un dubbio sul fatto che possa essere stato licenziato. Mi giro verso Jax e lui alza le mani in segno di arresa. Merda che casino ho fatto. Ho un po' di senso di colpa. Arrivo a casa, trovo un mazzo di rose rosse, credo siano di mia madre e le poggio sul tavolo della cucina. Apro il cellulare, nessun messaggio, nessuna chiamata. Riempio la vasca e mi rilasso. Mia madre nel frattempo torna dal lavoro, sale su dalle scale e mi bussa al bagno - hei, come è andata? - -bene - rispondo - come mi aspettavo, tutto tranquillo, ha tenuto fede alla sua parola- -ma che dolce il ragazzo con cui ti frequenti, magari tuo padre a essere fatto questo per me dopo un litiglio- -che cosa intendi? - esco dalla vasca e con l'accappatoio esco dal bagno. - mamma cosa intendi dire? - -beh il mazzo di rose sul tavolo, non hai letto il biglietto? - -pensavo fossero per te, ora vado- Scendo di corsa le scale. Apro la busta "ciao Arabella, perdonami sono un cretino, non voglio perderti. Voglio vederti ancora e se fosse l'ultima voglio almeno salutarti, non me ne hai dato la possibilità ieri. Ci sono tante cose che vorrei dirti. Ricordi la nostra promessa? Vorrei mantenerla ancora per un po'. Chiamami. Alex" Mia mamma sorride. Io no. Sono incazzata. -dai su cosa avrà mai fatto sto ragazzo? - -mi ha nascosto una sua relazione passata per cui ho rischiato di farmi prendere a botte- -ma sei scema? Ti sta cercando per scusarti, una relazione passata non può compromettere una relazione presente. Sono tutte scuse che inventa la tua testolina. Dai chiamalo- -dopo, forse- ribatto. Sono ancora troppo arrabbiata per chiamarlo. Non lo faccio. Dopo cena mi chiama lui ma non rispondo. -mamma! Domani andiamo alla concessionaria, ci facciamo servire da lui. Te lo faccio vedere. Poi mi dici tu. - - va bene, ma hai intenzione di comprare una Cadillac? Potremmo cambiare la nostra se c'è qualche offerta- -come vuoi.. Domani vediamo- Ignoro un'altra sua chiamata. È il mattino seguente. Io e mia mamma andiamo in concessionaria, stavolta niente incognito, mi faccio vedere. Da fuori lo cerco. Vedo lui e Victoria che discutono. Lui indossa un completo blu, una camicia azzurrina ed è bello come sempre. Lei oggi ha un tubino di pelle, sembra una pantera. Ci credo fosse stregato da lei. Entriamo e lui mi riconosce. Mia mamma chiede subito di una Cadillac in particolare, Victoria si avvicina a noi ma Alex la precede e ci serve. Lei percepisce una certa tensione. Ci porta sul retro. -mamma lui è Alex- -piacere signora- -piacere mio caro, dai mostrami qualcosa che vorrei cambiare auto- Lui è un po' imbarazzato ma sempre professionale mostra una bella auto a mia mamma. Lei innamorata chiede di sedersi e lui le apre la portiera. Ma mia mamma non si accontenta, chiede di poter fare un giro di prova. Ogni tanto io noto che si gira verso di me e mi fissa. Arriva Victoria con suo fratello Teague. Incrociamo lo sguardo, mi riconsoce. Teague decide di fare il giro di prova con mia mamma ma io insisto per andare con loro. Mi viene impedito da Victoria - solo due persone per volta, è la prassi- mi dice. Lei percepisce la tensione che si è creata in quella sala, mia madre vuole a tutti i costi fare il giro di prova ma io ho paura. Chiedo se può andar Alex con lei. Mi viene risposto di no dallo stesso Teague. - Alex è un addetto alla vendita, non fa prove- Convinco mia madre a non fare il giro. Ma lei insiste e va con Teague che mi fissa insistentemente. Victoria gli chiede se va tutto bene e lui dice di avermi già vista da qualche parte. Io fingo indifferenza ma Victoria non se la beve. Alex si è dileguato per cercare una via di fuga ha approfittato di un nuovo cliente. Mamma è con Teague, non sono tranquilla. Conto i secondi al termine della prova. Non passano mai. Quando tornano tiro un sospiro di sollievo. Mi dice che vuole concludere la vendita. Teague le ha fatto un buon prezzo di cui è incredula anche Victoria. E io lo so bene il perché. Compriamo l'auto. Una Cadillac color panna, interni neri e cromati in oro. Bellissima. In cambio lascio la mia auto a loro. Tolgo le mie cose e la saluto per l'ultima volta. Usciamo, Alex mi fissa mentre serve un altro cliente e mi fa il gesto del telefono. Vuole che lo richiami. Uscendo mia madre dice che Teague è stato molto gentile con lei. -ci credo mamma, ci credo - aggiungo io. Torniamo a casa con la nostra nuova macchina bellissima. La adoro! Tornate a casa non posso che pensare alla scena penosa che si è creata. La giornata scorre fino alle 14, ora di prepararsi per il lavoro. Decido di farmi accompagnare da mamma, non mi fido a portare la Cadillac al club. Ancora una volta non vedo Nick fuori ma un altro bodyguard. Mi presento, si chiama Lucas, un brasiliano veramente bello e muscoloso. Jax mi dice di aver parlato con Teague riguardo alla Cadillac. Dice che in cambio dello sconto vorrebbe vedermi un'altra volta. -mi dispiace, non gli ho chiesto io lo sconto e nemmeno mia madre. Doveva pensarci prima- Jax risponde - veditela con lui, arriverà più tardi.- Un po' impaurita mi gioco la carta del bodyguard. Gli spiego che quest'uomo mi ha importunata e che dovrebbe tenerlo d'occhio. Infatti poco dopo Teague arriva. Vedo Lucas che lo spia da fuori mentre Teague si siede al bancone da me. -volevo solo vederti, per dirti quanto sei bella. Scusa se sono stato rude. Ero sopraffatto dalla rabbia ma la storia già la sai. Victoria mi ha fatto ragionare perciò ti porgo le mie scuse. Accetti un passaggio a casa più tardi? - -io accetto le sue scuse ma purtroppo devo declinare l'invito. Ho già un passaggio di ritorno. - in realtà non ho un passaggio, dovrò andare a piedi ma mento spudoratamente per salvarmi la pelle. Lui abbassa lo sguardo, si alza in piedi e sbatte un pugno sul bancone. Mi punta un dito contro - sei un'ingrata e maleducata, non meriti nulla- mi sputa addosso e mi lancia il drink bagnandomi tutta. Lui esce dal locale. Jax impotente assiste alla scena. Io ormai non ho più lacrime né parole. Semplicemente mi infurio. Prendo un bicchiere pieno di ghiaccio e vado per lanciarlo addosso a lui ma Jax mi ferma il braccio proprio sul più bello. -non vorrai mica morire stasera? - -non me ne frega un cazzo.. Hei Teague? - Lui si gira e gli lancio il ghiaccio. - questo per stimolare il tuo cazzo moscio- Jax incredulo cerca di fermare la situazione ma è contento della mia reazione. Teague si asciuga la giacca e viene nuovamente verso di me. Mi prende per il collo e mi trascina a sé, Lucas interviene e mi salva la pelle. Teague se ne va. Jax gli intima di non tornare al club, gli dice che non è più gradito. Si preoccupa per me è mi chiede se sto bene. Io sono solo un po' scossa ma sto bene. -perché tutta questa apprensione nei miei confronti? - gli chiedo. -Teague può fare quello che vuole qui ma sa che non deve picchiare le mie ragazze. Questa è una cosa che avrà conseguenze. E lui lo sa bene. - -ok, grazie- rispondo continuando a sistemare le cose. Mi ripulisco e mi asciugo la faccia e la maglietta con un phon in camerino. Sono le 20, turno finito. Esco e vedo la Cadillac di Alex. Mi guardo attorno ma non c'è lui. Proseguo per la strada di casa guardandomi attorno. Lui sbuca da un vicolo vicino. -hei Arabella! - -mi stai seguendo? - -no, ti stavo aspettando. E comunque ciao eh- -ciao, sto andando a casa ora, ci sentiamo- Tira fuori una rosa da dietro la schiena e me la porge -non è molto ma voglio chiederti scusa per tutto- Mi giro all'indietro, Lucas è vicino a noi, mi sento sicura. Accetto la rosa. -grazie, non dovevi- cerco di rimanere fredda ma vederlo così fragile mi scioglie. Non dico altro. -posso accompagnarti a casa? - mi chiede. Esito un attimo. - e va bene, ma solo perché sta per piovere- Lui è contento, andiamo verso la sua auto. Salgo e sento un profumo femminile. - è salita una donna? - Gli chiedo. -no, ti ho preso una cosa- mi porge un pacchettino che ha proprio quel profumo da donna. Dentro trovo una felpa grigia. La mia, non capisco. Sotto la felpa c'è un tubino nero di michael kors. -ma sei impazzito? Costa tantissimo! Non me lo merito- prendo la felpa e faccio per uscire dall'auto ma lui mi blocca, blocca la portiera. -lasciami andare per favore, voglio andarmene- mi porge un altro pacchetto con un paio di scarpe Louboutin nere e rosse, classiche. Io sempre più sconvolta. Lui ribatte - vieni da me, ti prepari, indossi tutto e se ti piace ti porto fuori a cena. - lui questa sera indossa un completo nero, camicia griga con due gemelli scintillanti ai polsi e i suoi capelli pieni di brillantina. Lo guardo negli occhi, quei suoi occhi neri, profondi. Mi ci perdo. Scoppio in un pianto isterico. Lui si preoccupa, mi calma con le sue parole. -rimandiamo la cena, non c'è fretta, ti porto a casa - -no, andiamo a cena, sono solo nervosa- Andiamo a casa sua, mi cambio e mi sistemo. Mi sta tutto molto bene. Sono davvero bella. Esco dal bagno. -wow, sei bellissima, come ti immaginavo- -perché? - chiedo -cosa? - -perché tutto questo? - -Come posso dimostrare che ci tengo a te? Le rose non le hai volute, ho pensato che non ti piacessero i fiori- -no no le rose sono bellissime, grazie. È tutto msgnifico.- -ma allora cosa non va in noi? - -dimmi la verità Alex. - -possiamo andare a cena? - -no voglio saperla ora! - -Victoria ha litigato con Teague dopo la vendita della Cadillac. Lui ha confessato tutto quello che aveva architettato, pensa che voleva fare altro con te ma lei lo ha preso a schiaffi davanti ad alcuni clienti. La storia tra me e lei è acqua passata da un anno, ci siamo lasciati tutto alle spalle. Lui ha inventato la storia della vendetta perché era geloso di me e te. - -stasera è passato al club, mi ha minacciata davanti a jax e mi ha sputato in faccia. Gli ho tirato il ghiaccio addosso e lui mi ha preso per il collo. Jax si è infuriato e lo ha cacciato per sempre dal club. Non so se possa finire tutto qui, io ho paura Alex. - -sei con me ora, non con lui.. Stai tranquilla. Dai andiamo a cena ora- Mi porta in un ristorante di pesce a Sheffield, tutto buonissimo. Torniamo a casa sua, facciamo l'amore come non l'abbiamo mai fatto finora. Mi chiede di rimanere a dormire e accetto. Mi sento sicura e protetta con lui. Prendo il telefono, un messaggio di mia madre dice "l'uomo della concessionaria mi ha invitata a cena, ti lascio le chiavi di casa nel solito posto in giardino" vedo che il messaggio è di due ore fa. Mi sale il panico, lo faccio leggere ad Alex. Lui mi dice di chiamarla. -ciao mamma come va? - -ciao cara, tutto bene, siamo a cena da Dinner Loise, molto bello qui, dopo cena Teague viene da noi per un caffè, tu cosa fai? - -io sono da Alex mamma, resto qui stanotte. Fai attenzione a quell'uomo per favore. Non è quello che sembra. Chiamami se qualcosa non va. - -va bene non preoccuparti, sei troppo apprensiva- e riattacca. Sono molto nervosa, fosse per me sarei già al ristorante e spiarli. Alex decide di chiamare Teague al cellulare. Lui risponde e me lo passa - ciao Teague, sono Arabella - lui tace - qualsiasi vendetta tu abbia in mente sappi che mia madre non c'entra nulla e non merita di essere trattata male, lasciala in pace, prenditela con me- Alex mi prende il telefono - brutto pezzo di merda ascoltami: hai già combinato abbastanza casini, lascia stare una donna innocente- Teague non dice una parola e riattacca. Io non so che fare, Alex mi tranquillizza dice che finché sono tra la gente non c'è problema. -ma il problema è che dopo vanno a casa mia, io non posso fare nulla capisci- -non succederà nulla- mi rassicura. Ci abbracciamo e ci addormentiamo. Il mattino seguente Alex si alza prima di me, si prepara per il lavoro. Oggi il suo completo è nero ma diverso dalla sera precedente. Ha una camicia bianca. Lo osservo dal letto. Quanto è bello. Ha ancora i capelli da sistemare, stanno diventando lunghi. Viene verso di me e mi trova sveglia - buongiorno- -buongiorno- mi alzo verso di lui e in modo provocante gli dico - vorrei comprare una Cadillac, la sua- e mi appoggio suo petto - nera con gli interni bianchi- indicando la camicia. Gli passo una mano tra i capelli umidi, lui mi stringe e mi bacia sedendosi sul letto sopra di me. -devo scappare piccola, quando torno questa Cadillac sarà tua, ti lascio una copia delle chiavi, chiudi tutto prima di uscire. Sei bellissima- dandomi un bacio corre via. Oggi non ha messo la brillantina, ha i capelli al naturale, un po' ricciolini. Lo saluto e mi preparo. Sistemo un po' tutto in casa, faccio pure la cucina, voglio che sia tutto perfetto al suo rientro. Suona il campanello fingo di non essere in casa ma dalla finestra spio fuori. È Nick. Esco in terrazzo e mi faccio vedere. Mi chiede di salire. Non so che fare ma gli apro. Lui sale velocemente le scale ed entra. Gli dico che non c'è Alex, è già al lavoro. -io cercavo te, non Alex- -ah.. Perché? - -non lavoro più al club, me ne sono andato- -ho notato.. Per colpa mia? - -no no tranquilla, ho cambiato casa insieme a Valerie, la mia ragazza, è incinta. - -wow congratulazioni! - e lo abbraccio - dimmi di cosa hai bisogno- -voglio assicurarmi che tu ed Alex stiate bene, lui è un mio grande amico - -si tutto bene qui sai..- mi ricordo di mia madre- ora devo andare scusami- -aspetta un attimo Arabella. Io ti cerco anche per altro. Avrei bisogno di soldi. So che Jax te ne ha dati un po' più del solito- -io.. Non… Non li ho qui con me.. Quanto ti serve? - -te li darò, mi servono mille euro per una cura che deve fare Valerie, non sta bene, mi sei venuta in mente tu, mi sto odiando da solo ma non so che fare- -Alex lo sa? Non voglio essere cattiva Nick ma di inculate ne ho prese parecchio e quei soldi fanno comodo anche a me- -lui non sa nulla, ti prego- -ok passa da casa mia alle 14:30 circa. - -ti ringrazio infinitamente- e se ne va. Sistemo le ultime cose e corro a casa. Mia madre è già al lavoro. Trovo tutto in ordine, un suo bigliettino sul tavolo della cucina dice "Teague è stato molto gentile, ho passato una bella serata" Mi preparo il pranzo e cerco i soldi per Nick. Li metto in una busta bianca. Lui arriva, mi chiede scusa per il disagio e per avermi chiesto i soldi. Io glielo do dicendogli di farne un buon uso. Mi saluta e se ne va. Forse dovrei dirlo ad Alex. Mi preparo per il lavoro. Sono in ritardo. Arrivo al club. Con sorpresa trovo Teague fuori dal locale. Non può entrare, mi fa cenno di avvicinarmi con il dito. -che vuoi? - -la tua mammina è molto carina sai, ma non come te.. Sogno ancora di poterti scopare- -lascia stare mia mamma, schifoso- -ho 2mila euro qui se dopo il lavoro vieni via con me- -Mai più, vattene- gli urlo. Jax percepisce la tensione e viene fuori. Chiede a Teague di andarsene. Lui mi guarda - la mia proposta è valida sempre quando vorrai- Penso a Nick… Ne avrà bisogno. Ma ritorno alla realtà e mi dico che non voglio fare quella vita nuovamente. Lui se ne va, entro al club e lavoro. Il pensiero dei soldi mi tormenta. Si sono fatte le 20. Finisco gli ultimi clienti del mio turno. Esco, Alex non c'è. Guardo il cellulare e trovo una chiamata persa da lui. Lo richiamo ma non risponde. Mi preoccupo, corro a casa sua. Dei ladri sono entrati rovinando tutto. Cazzo. Richiamo Alex ma non risponde. Chiamo Nick ma non risponde. Sono agitata, impaurita. Non so che fare. Vado alla concessionaria, tutto chiuso. La macchina di Alex però è lì. Suono il campanello ma nessuno apre. Piano b.. Faccio scattare l'allarme della concessionaria. Qualcuno arriverà. Arriva la polizia e subito dopo Teague. Li rassicura di lasciarmi andare. Io sono spaventata gli urlo contro. -sto cercando Alex, la sua auto è qui.. Lui no..cosa è successo??? - la polizia se ne va, restiamo io e Teague. Entriamo in negozio. Silenzio tombale. - mi vuoi parlare? Che cazzo succede???? Dov'è Alexander? - Noto del sangue a terra nella zona dell'ufficio di Alex. Guardo Teague - che succede? Cos'è questo? Dov'è? - Urlo e do di matto, lo prendo a pugni. Mi blocca le mani. Mi spinge al muro dentro l'ufficio di Alex. Mi tiene stretta, non riesco a muovermi. Mi stringe il collo e svengo per asfissia. Dopo un po' di tempo rinvengo. Sono mezza nuda, a terra. C'è del sangue intorno a me.. Il mio. Mi ha stuprata mentre ero incosciente. Lui passeggia per il negozio, sento il rumore dei suoi passi.. - finalmente-esclama - non è piacevole trombarsi una mezza morta sai - -cosa vuoi da me? Dov'è Alex? - dico parole senza senso. Cerco il telefono ma la mia borsa non ce più. Esco e sento un dolore al basso ventre, sono tutta sanguinante. -aiutami, sto male, sto per svenire- esclamo. Lui mi prende al volo. Rinvengo a casa sua, credo. Sono ancora sporca tutta intontita credo mi abbia drogata. Mi alzo e vedo che vicino a me c'è la mia borsa con tutte le mie cose la prendo e mi dirigo verso il l'unica porta della stanza che vedo. Fuori dalla porta trovo lui mi chiedo dove voglio andare e gli rispondo che me ne devo andare da qui devo trovare Alex. Mi invento qualcosa. Con una scusa gli chiedo se può andare a prendermi un bicchiere di acqua. Lui si assenta per qualche secondo io esco di casa sono libera Sono in strada. C'è la mia vecchia macchina nel vialetto, è aperta e ci sono le chiavi. La prendo e sfreccio verso l'ignoto verso casa mia. Appena arrivata a casa cerco nuovamente il cellulare provo a richiamare Alex non mi risponde nessuno, chiamo Nick non risponde nessuno. Sono ancora in macchina, decido di andare a casa di Alex ma trovo un sacco di pattuglie sotto casa sua. Intuisco che qualcosa di grave è successo. Abbasso il finestrino dell'auto e fermo un agente chiedendogli cosa sia successo. Lui mi risponde che tentato un furto nella casa e che il proprietario è stato aggredito e si trova all'ospedale di Sheffield. Mi precipito al pronto soccorso dove trovo Victoria un po' disperata. -che cavolo succede Victoria?- -Alex...mio fratello….- sta piangendo. -Alex cosa? Tuo fratello l’ho appena visto ed è meglio che non racconti… dimmi di Alex per favore- Lei non riesce a parlare, continua a singhiozzare. Mi rivolgo ad un medico - sto cercando Alex… - mi rendo conto che non conosco il suo cognome.. Victoria rompe il silenzio - Turner- ah è così che si chiama allora. Sono proprio pessima. Il medico si fa serio, io sono impaziente, insisto per avere informazioni- mi dica almeno se è vivo!!!!- il dottore annuisce ma aggiunge subito - ha diverse fratture alle costole, il setto nasale rotto, è stato picchiato pesantemente durante la rapina- mi giro verso Victoria- è stato tuo fratello? dimmelo!- lei annuisce e si copre il volto con le mani. La porto fuori. Le racconto l’accaduto di poco prima. -mio fratello non sta bene, è dipendente dalla droga e sta peggiorando nell’ultimo periodo, va aiutato.- -va aiutato? mi ha stuprata e ha quasi ucciso Alex, come puoi dire che va aiutato lui??? ti sei bevuta il cervello?? senti io non ti conosco, non so che rapporto hai con Alex, non credo mi debba interessare…- mi interrompe. -Alex ti ha chiamata per chiedere aiuto, non hai risposto- -cazzo ero segregata a casa di Teague- le mostro i miei pantaloni sporchi di sangue a livello dell’inguine - ti è chiaro ora? tuo fratello va arrestato!- -non hanno nessuna prova contro di lui, lo sappiamo solo noi- -io sono la prova! mi ha stuprata e forse drogata!- rientro al pronto soccorso, fermo una dottoressa e le dico di essere stata stuprata e che volevo fare un controllo. Lei mi fa l’accettazione, Victoria nel frattempo non può fare nulla, non può negare l’evidenza di ciò che è accaduto. Il test del dna del suo sperma lo conferma. Si tratta di violenza, dico alla dottoressa che Alex Turner è vittima dello stesso uomo. Lei mi confessa che Alex è arrivato mal ridotto, un coltello conficcato nello stomaco. E’ stato operato di urgenza e se va tutto bene lo dimettono tra una settimana. Mi dice di andare a casa, le lascio il mio numero per eventuali aggiornamenti. Esco dall’ospedale, Victoria non si muove da lì. Non so dove andare. Teague mi può trovare ovunque. Prendo coraggio e mi reco alla stazione di polizia di Sheffield, mostro i documenti relativi allo stupro, confesso l’aggressione e il sequestro di persona, racconto pure dell’aggressione e rapina ad Alex, gli dico delle sue condizioni critiche. Si crea una situazione di agitazione in caserma, scatta la ricerca all’uomo. Il poliziotto molto gentile mi dice che posso rimanere in caserma. Chiamo mia madre, le dico di non preoccuparsi e di chiudersi in casa. Lei mi dice che Teague sta cercando di entrare forzatamente in casa nostra, avviso subito la polizia e resto al telefono con mia madre fino al loro arrivo. Teague viene catturato. Sono sollevata. Viene portato in caserma, lo vedo, lui vede me. Mi sputa addosso ma sono troppo lontana e non mi prende. Lo rinchiudono in cella senza la possibilità di chiamata. e’ accusato di rapina, aggressione, sequestro, stupro e tentato omicidio. Ritorno in ospedale, Victoria non c’è più. Ritrovo la dottoressa, mi avvisa che l’operazione deve ancora finire. -posso rimanere?- -la faccio accomodare nella stanza del paziente, lei è la ragazza?- -si….si...sono la sua ragazza- dopotutto lo ha sostenuto anche lui perciò posso dirlo. Non sarei qui a preoccuparmi se non fosse così.

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Capitolo 9
*** Un pugno in faccia ***


Le ore passano interminabili, collego il telefono al caricatore portatile, per fortuna ne ho sempre uno con me. Sono le 3 del mattino, nessuna notizia dalla sala operatoria. Mi addormento sulla poltrona della stanza. Mi sveglio quando sento delle voce vicine, guardo l’ora: sono le 3:47. Un’equipe di medici e infermieri riportano Alex in stanza, è ancora sotto l’effetto dell’anestesia. Tutto fasciato in vita e sul naso. Mi fa troppa rabbia vederlo così. Il medico chirurgo mi dice che è stato fortunato, la lama del coltello non ha intaccato organi importanti, una piccola lesione alla milza e qualche costola rotta. Per il setto nasale nessun problema, si riassesterà da solo. Li ringrazio e torno a sedermi sulla poltrona. Lo osservo incredula. Avvicino la poltrona al letto e gli prendo una mano. Ogni tanto ha qualche spasmo involontario che mi fa sussultare. Attendo il suo risveglio ma mi addormento nuovamente. Mi risveglio con i primi raggi del sole che attraversano la tenda,lui ancora dorme. Vedo una chiamata persa da mia madre e la richiamo. -ciao sono in ospedale, purtroppo Teague ha aggredito Alex e non sta molto bene. Starò qui oggi- -ciao va bene, se ti serve qualcosa fammi sapere. Qui tutto ok per fortuna, ci sono alcuni agenti che sorvegliano la casa da ieri sera. Sono al sicuro ora.- -mi fa piacere, ci sentiamo più tardi, è tutto finito mamma- -a dopo tesoro- La dottoressa Samantha che mi aveva accudito la sera prima si ripresenta, mi dice di andare a casa, Alex non si sveglierà oggi in quanto è sotto anestesia pesante per il dolore. La ascolto, vado a casa. Ma vado a casa di Alex. I fabbri stanno lavorando alla porta per sistemarla, Nick ha preso provvedimenti utilizzando i soldi che gli avevo prestato. Era il suo modo per ridarmeli e lo apprezzo molto. Nota le mie condizioni pessime. -vado a farmi una doccia- prima però vado nell’armadio di Alex e prendo una sua felpa, ha il suo profumo. E’ una felpa lunga, ma mi servono comunque dei pantaloni, trovati. Nick non mi fa domande, sta riordinando il casino creato da Teague. Mi faccio una doccia bollente, non ho coraggio di guardare il mio corpo allo specchio. Mi rivesto e mi asciugo i capelli. Sono lunghissimi, mi arrivano al sedere. Faccio due trecce, prendo una forbice dall’armadietto del bagno e le taglio. Ora i miei capelli castano scuro arrivano alle spalle, li lascio nel cestino del bagno. Non li voglio più vedere. Quando esco trovo ancora Nick, sorride. -stai bene anche così, anzi, stai meglio- è convinto di darmi un po’ di sollievo e infatti è così. Mi guardo attorno, la casa è un disastro. Tutta la cura che Alex aveva messo nei dettagli distrutti da una bestia senza scrupoli. Guardo il cellulare, nessuna chiamata. Penso a lui, costantemente, e nel frattempo riordino tutto quel casino. Mi fa ancora male il basso ventre, chissà cosa mi ha fatto quell’essere schifoso. Non ci voglio più pensare, penso al presente, al mio bene. Il fabbro termina il suo lavoro e Nick lo paga, lo ringrazio. Mi squilla il telefono,corro a vedere, è l’ospedale. -p..pronto?- rispondo con un nodo in gola e mi siedo sul divano. Dall’altra parte trovo la dottoressa Samantha - salve, il signor Turner è sveglio, cosciente e sta bene. Quando vuole può venire a trovarlo ma resterà qui in osservazione ancora qualche giorno- -arrivo subito- avviso Nick, lui vuole sistemare casa. Io corro in ospedale. Alex è stato avvisato dalla dottoressa del mio arrivo e mi accoglie alzando la mano, non riesce a sorridere per via della benda sul naso, me lo fa notare. -hei- esclamo. -hei- riesce a pronunciare a malapena lui. -non ti agitare, tranquillo, ti tengo la mano. Per oggi basta questo, mi basta sapere che sei vivo- Mi stringe la mano, lo apprezzo. Resto con lui qualche ora, ma lui continua ad addormentarsi e svegliarsi, gli tengo sempre la mano. Gli parlo, gli dico che sistemeremo tutto. Non so se mi capisce, non è cosciente al 100%. La dottoressa mi chiede gentilmente di lasciare la l’ospedale in quanto l’orario di visite è terminato. -ci vediamo domani campione- gli do un bacio sulla fronte, lui dorme ancora. Sono le 14, mi fermo a prendere un trancio di pizza e vado diretta al club. Jax mi accoglie preoccupato, nota il mio cambiamento nei capelli, mi dice che devo prendermi una pausa, non importa se manco qualche giorno. Lo ringrazio e torno a casa mia. Mia madre è al lavoro, ne approfitto per sistemare qualche faccenda e cambiarmi. Lavo e cose di Alex, butto nel cassonetto le mie. Non le voglio più vedere, non le voglio nemmeno lavare dal sangue. Mia madre non le deve vedere, chiudo il sacchetto e lo butto. Metto le cuffiette e mi guardo un film. Si fa sera, Nick mi chiede per messaggio se è tutto ok, dico di sì e che ritornerò domani mattina a casa di Alex. -passo da te, ti devo dare le chiavi nuove, non le hai prese stamattina- -va bene grazie- Poco dopo mi consegna le chiavi e lo faccio entrare per un caffè. -Come sta Valerie?- chiedo. -Bene, la cura sta facendo effetto, stavamo rischiando di perdere il bambino ma tu ci hai dato una grossa mano con quella somma- -l’ho fatto per una buona causa- aggiungo io. -ho fatto sistemare la porta di Alex. Inutile dire che non voglio nulla in cambio- -Nick, siamo pari. Grazie per tutto!- Torna a casa mia madre, le presento Nick e lei lo ringrazia per avermi aiutata in questi giorni difficili. Si è fatto tardi, Nick se ne va e io e mamma ordiniamo del cinese per cena. Nessuna delle due ha voglia di cucinare. Ceniamo in silenzio, ci scambiamo solo qualche sguardo, dopo cena andiamo nelle nostre stanze fino al mattino successivo. Il mio cellulare suona alle 10 in punto. Un messaggio, Victoria. “ciao sono Victoria, se vuoi passare a prendere alcune cose di Alex in concessionaria vieni pure, ci sarebbe anche la sua auto da riportare a casa” Le avevo dato io il mio numero al momento dell’acquisto dell’auto. Mi faccio accompagnare da mamma. Entro nell’ufficio di Alex, lo stesso dove sono stata stuprata da Teague. Mi fa uno strano effetto vedere tutti quei fogli sparsi per la stanza. Prendo il suo portafogli e le chiavi dell’auto. Me ne vado. Salgo nella sua Cadillac, mi guardo un po’ intorno. Noto molta cura. Guardo nel suo portafoglio, la sua carta di identità di qualche anno fa ritrae un Alex giovincello e tenero. Gli occhi dolci non gli sono mai spariti penso. Penso a quando potrò rivederli presto. Mi reco a casa sua, parcheggio l’auto e salgo. E’ tutto in ordine, merito di Nick. Mi preparo qualcosa da mangiare a casa sua, del semplice riso bianco andrà benissimo. Mangio e sistemo la cucina. Chiamo Jax. -ciao Jax, scusami volevo chiederti se posso saltare anche oggi. Alex ha bisogno di me. - -Ciao Arabella, tranquilla, tieniti tutta la settimana libera. Ci vediamo appena riesci.- -dai sabato torno, promesso- -va bene, ciao- la telefonata si conclude. Jax è molto apprensivo ora. Chissà cosa gli è scattato dentro. Forse è merito di Cristina. Vado all’ospedale. Oggi è visibilmente sofferente. Sta male. Non riesce a guardarmi negli occhi, mi stringe la mano e basta. Io soffro, soffro tantissimo. Il medico che c’è oggi mi dice che è normale. Domani toglieranno la fasciatura al naso.Forse giovedì tornerà a casa. Sono un po’ più sollevata ora. Torno a casa sua, ci resto per tutta la serata, passo la notte lì, sola con la testa in mille pensieri. Il mattino seguente mi reco subito all’ospedale, gli hanno tolto la benda dal naso, ha un grosso ematoma. Lui sta ancora male ma il dolore è relativo alle costole. Dovrà portare un busto ma è fuori pericolo, domani lo dimettono. La giornata passa tra un giro e l’altro. Vado a casa mia, prendo alcuni vestiti e li porto a casa di Alex, non so dove metterli. Decido che li lascerò nella valigia. Vado a fare un po’ di spesa per i prossimi giorni, il frigo e la dispensa scarseggiano. E’ molto strano fare cose per una casa che non è tua, mi chiedo se sto facendo la cosa giusta, il mio cuore e il mio cervello me ne danno una conferma quando passando davanti alla corsia dei dolci noto degli waffles già pronti. Penso a quanto piacciano ad Alex, li prendo. Torno a casa sua e sistemo il tutto. Victoria mi chiama per sapere come va, la rassicuro. Lo stesso fa Nick, che però chiede anche come sto io. Jax mi manda dei messaggi per assicurarsi che io stia bene. Tutti ora si preoccupano per me. E’ una bella sensazione. E’ giovedì mattina. Chiamata dall’ospedale. -Signorina Tully?- -si,sono io- -il paziente Turner sta per essere dimesso, passa lei a prenderlo?- -certo tra 20 minuti sarò lì, grazie- Infilo le scarpe e parto. Lui è così fragile, ci mettiamo un po’ per salire sull’auto, sta soffrendo visibilmente, non dice una parola. Io gli parlo costantemente ma non ricevendo risposta taccio, ha bisogno di silenzio. Arriviamo a casa, controlla tutto, nota la porta nuova, nota l’ordine e la cura nel sistemare tutto. Lo accompagno a letto, si addormenta subito, gli lascio il cellulare a portata di mano.

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Capitolo 10
*** Un sogno! Conclusione ***


Verso le 20 si sveglia. -Arabella…- pronuncia con un filo di voce. Io ero sul divano, mi precipito da lui - hei ciao, dimmi sono qui- -acqua- Gli porto da bere con una cannuccia, a piccoli sorsi beve tutto il bicchiere di acqua. Mi siedo accanto a lui. Mi fissa. -la.. la dottoressa mi ha raccontato tutto.. mi dispiace non averti potuto proteggere- -non ti devi dispiacere di nulla, è successo. Ora siamo qui insieme e stiamo bene. Lui è in carcere a marcire per il resto dei suoi giorni- ribatto io. -stai facendo troppo per me… sei davvero un sogno- mi dice abbozzando un sorriso, più che altro una smorfia mista al dolore. -tu avresti fatto lo stesso per me, ne sono sicura sai. Adesso signor Turner si riposi- rido facendo la voce grossa. Gli do un bacio in fronte e mi sdraio a letto con lui. Ci addormentiamo fino a tardo pomeriggio. Mi prendo cura di lui per i giorni a seguire. Arriva sabato, Jax vuole sapere se tornerò al lavoro ma qui non posso lasciare Alex da solo. Rimando di un’altra settimana. Lui comprende. Mi promette che mi verrà incontro in questo periodo difficile. Accompagno Alex a togliere i punti all’ospedale. Gli tolgono anche il busto, con piacere scoprono che la costola rotta si è saldata. Ancora qualche giorno di riposo e tornerà come nuovo. Il livido sul volto sta scomparendo. Torniamo a casa. Io non sono più tornata al club per due mesi, il tempo che lui si riprendesse, e forse anche io. Stiamo bene insieme, siamo complici in tutto. Alex ha ripreso a lavorare in concessionaria. Vado spesso a trovarlo, mi piace vedere come lavora, come si pone con gli altri clienti. Lo provoco sempre. Victoria mi propone un posto al front office e accetto. Lavoro qui tutte le mattine tranne la domenica, sto molto bene. Passano i giorni, i mesi. Arriviamo a stare insieme per un anno. Lui mi chiede di sposarlo e ovviamente accetto! è l’uomo dei miei sogni! Il nostro matrimonio si svolge in un parco di Sheffield. Bellissimo, lui sempre elegante, quanto mi piace quel suo modo di vestire vintage. Io ho l’abito dei miei sogni, ampio, bianco. Sono passati 5 anni da quel giorno. Ad oggi siamo felici, sposati, lui lavora ancora alla concessionaria, io pure. Qualche sera vado ad aiutare Jax al club ma solo bancone, come promesso. La mia vita travagliata finalmente ha un senso ed è bellissima! Squilla il cellulare, mi sveglio di soprassalto. Mia madre mi chiama sempre due minuti prima del suono della sveglia. Apro gli occhi, era solo un sogno. Un sogno che sembrava durato anni. Mi accorgo che ho dormito solo 5 ore.. beh 5 ore intense!!! Realizzo che sono in ritardo per andare al lavoro al club, almeno quello era vero. Stasera suonano gli ARCTIC MONKEYS. Rivedo ALEX, lo stesso del mio sogno. Quanto è bello. Suonano Arabella e io fantastico ancora sul mio sogno iper realistico fino a quando lui non arriva veramente al bancone. -Ciao, un whiskey per favore!- Eseguo.. mi fissa con i suoi occhi profondi. Se ne va con la sua ragazza. Fine.

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