Zamek - Il Regno dei Regni

di Blue_Wander
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Come desidera il principe ***
Capitolo 3: *** Alleanze per sopravvivere ***
Capitolo 4: *** Verso il primo regno ***
Capitolo 5: *** Il Regno del Fuoco ***
Capitolo 6: *** Una trappola che puzza di bagnato ***
Capitolo 7: *** Senza un piano ***
Capitolo 8: *** Sulla strada delle ombre ***
Capitolo 9: *** Le sorelle Krach ***
Capitolo 10: *** L'oscurità non è un posto sicuro ***
Capitolo 11: *** Il vento che soffia nel posto sbagliato ***
Capitolo 12: *** Che cosa vede il tuo specchio? ***
Capitolo 13: *** Il Guardiano lo sa ***
Capitolo 14: *** Il vero senso della missione ***
Capitolo 15: *** Il battello del lago ***
Capitolo 16: *** Tensioni sulla costa ***
Capitolo 17: *** Il pescatore e l'inventore suo amico ***
Capitolo 18: *** Un'opportunità migliore ***
Capitolo 19: *** Tra l'edera e le spine ***
Capitolo 20: *** Limiti ***
Capitolo 21: *** Troppo forte per combatterla ***
Capitolo 22: *** Soleggiato ***
Capitolo 23: *** Spiacevoli inganni ***
Capitolo 24: *** Cecità ***
Capitolo 25: *** Andandosene via ***
Capitolo 26: *** Senza vita ***
Capitolo 27: *** Il Labirinto del Minotauro ***
Capitolo 28: *** Nate per combattere ***
Capitolo 29: *** Aria di scoperte ***
Capitolo 30: *** Chiaro di luna ***
Capitolo 31: *** Fortezza d'oro ***
Capitolo 32: *** Resa dei conti ***
Capitolo 33: *** La trappola degli specchi ***
Capitolo 34: *** Ritorno al Regno dell'Acqua ***
Capitolo 35: *** Senza dirsi un vero addio ***
Capitolo 36: *** La principessa e la regina ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Ciao e grazie per aver scelto la mia storia!
Mi prendo questo piccolo spazio prima del prologo perché ci tengo a precisare che "
Zamek - Il Regno dei Regni" pubblicata qui su EFP è unicamente una bozza e non è in alcun modo considerabile una storia completa, nonostante sia conclusa. 
Pubblicare bozze, anche se ricolme di errori, è sempre un ottimo modo per studiare con occhio più critico l'andamento del proprio lavoro.
Vi ringrazio ancora per il tempo che state impiegando qui e mi auguro di poter comunque intrattenervi.
Blue💙


Prologo

 

Originariamente il nostro continente era formato da sette regni e i loro abitanti erano devoti ai loro sovrani che praticavano la magia, esattamente come gran parte dei sudditi. Ogni popolazione prendeva i propri poteri dallo spirito guida del palazzo, differente per ogni zona della nazione. I regni, inizialmente, erano in più completa armonia: nessuno prevaleva sull'altro e ognuno dava le proprie risorse ai regni circostanti, così da portare l'equilibrio naturale delle cose fino a tutto il globo. Ogni popolazione adorava gli spiriti che avevano portato loro la vita, dovendo rendere conto solo ai sovrani legittimi di ogni regno. Nonostante ciò, ce ne era uno tra tutti che era il più bello, quello più rigoglioso, pieno di animali e di corsi d'acqua: era il Regno del Tempo, Tachyta, governato dallo spirito dell'Opale e da una coppia di reali, tristemente, senza prole. La loro magia era la più preziosa tra tutte e meravigliava chiunque: riuscivano a governare il tempo, ricavando da questo moltissimi vantaggi. Vista l'importanza di questo potere l'Opale sceglieva a chi donarlo solo dopo aver guardato dentro l'anima di ogni neonato, decidendo se fosse effettivamente capace di domare quel tipo di magia.

Chiunque era affascinato da questa vita così magica della nazione, ma, allo stesso modo, in molti misero in guarda gli abitanti, dicendo loro che la pace non sarebbe potuta durare a lungo, visto che l'invidia fa parte della natura degli uomini. E, in effetti, fu proprio quello che accadde: un gruppo di sei -uno per ogni paese, tranne per Tachyta- entrò nel Regno del Tempo e rubò la gemma guida dal palazzo.

Ciò che successe fu ben lontano dai pensieri di tutti.

L'Opale si fuse con il corpo del re che, come prima cosa, uccise la consorte, dormiente.

Nello stesso istante, ogni pietra preziosa, spirito di ogni paese e simbolo di ogni tipo di magia, si staccò dal proprio palazzo, andando a fondersi con il peccatore che gli apparteneva, trasformando i loro corpi, mutandoli in creature disumane, ma riempiendoli di poteri e rendendoli immortali.

Da dopo quella notte, ogni cittadino di ogni regno si svegliò senza più magia e Tachyta, un tempo il paese più bello di tutti, divenne arido. Fiamme riempirono le foreste e fecero evaporare i fiumi e i laghi, forti raffiche di vento fecero scappare gli animali, un terremoto distrusse le case, sia la luce che l'oscurità abbandonarono tutto il territorio, lasciando spazio ad un eterno grigiore; né chiaro, né scuro.

Gli altri regni non seppero come intervenire: non avevano un esercito e le poche guardie non sarebbero mai riuscite a sconfiggere da sole quelle entità così potenti. Quello fu il motivo per cui, dopo solo un anno, istituirono Zamek, il Regno di tutti i Regni, il regno della Giustizia e dell'Onore, il regno che aveva il compito di sottomettere tutti gli altri. Ovviamente, all'inizio, non tutti furono d'accordo, visto che pensavano che anche questo regno sarebbe stato attaccato e che non avrebbe avuto un vero e proprio potere da cui discendere. Non aveva una storia, non aveva uno spirito da pregare e ringraziare ogni giorno e, effettivamente, chiunque lo affermasse aveva ragione. Ma, i sovrani, ribatterono dicendo che, tanto, nemmeno loro ne avevano più uno.

Con questo persino chi era più scettico si ammutolì.

Zamek fu costruita in un territorio difficile, tra le montagne di Ziràn -Regno della Terra- le dune del deserto di Ignogan -Regno del Fuoco- e il fiume irrigatore di Vellham -Regno dell'Acqua. I confini del continente dovettero cambiare e intorno al Paese del Tempo, una volta meta di tutti almeno una volta nella vita, furono alzate grosse e pesanti mura, impenetrabili a chiunque cercasse di oltrepassarle. Il rapporto tra gli altri regni cambiò e ognuno di loro cominciò a credere di essere il migliore, troncando tutti gli accordi di pace precedenti. In questo modo però, ogni paese, pensando di essere il più forte, dovette anche dimostrare di potersi creare da solo le risorse necessarie per vivere, ma come può mai fare il fuoco a produrre l'acqua?

Zamek rappresentava la salvezza di tutti: la nuova capitale era vista anche come un punto di scambio.

Eppure passarono i secoli e, nella nuova città più importante della nazione, la magia venne dimenticata. Per gli abitanti esistevano solo tre cose: il lavoro, i sovrani e la guerra.

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Capitolo 2
*** Come desidera il principe ***


Come desidera il principe
 

Il trono.

Sfarzoso, sfavillante e indubbiamente regale, in tutti i suoi aspetti. Chiunque ambiva a sedere su quella poltrona ricoperta di morbido velluto e composta d'oro e d'argento. Eppure, Zamek, aveva già il proprio re e erede.

Jeon Jungkook. Quel tale dal nome che esprimeva regalità sedeva sul suo trono di principe, con aria strafottente e visibilmente annoiata. Il suo ventunesimo compleanno era già passato da un bel po' di tempo, ma sua madre, la regina, non aveva cessato la ricerca di una moglie per il figlio. Dopotutto, non poteva essere così difficile trovare una fanciulla in tutto il paese che conoscesse l'importanza di essere regina di Zamek, il più regale tra tutti i regni.

La donna, in effetti, non aveva torto: milioni di ragazze nobili da tutta la nazione erano state riunite nel palazzo, anche coloro che arrivavano da Luskin o Karilin -i due reami più lontani.

Eppure, tra le signorine della più alta nobiltà, ce ne era una che veniva dal popolo dello stesso Zamek. Ovviamente venne notata dal principe per il suo abito sfarzoso, cucito da ella stessa e fabbricato con il tessuto più bello. I due ballarono per ore ed ore, senza accorgersi dell'imminente mezzanotte.

 

-Ohhh, ti amo principe Jungkook!- esclamò una vocina acuta, dando un tono prettamente femminile. Poi, ad un tratto, la stessa divenne profonda e tenebrosa. -Anche io signorina Veral.

Una bambina bionda, stesa sul pavimento decorato da un tappeto dall'aspetto povero ma integro, stava giocando con delle bambole di pezza, ancora in ottimo stato. La prima aveva lunghissimi capelli scuri cuciti sulla testa, la seconda aveva la cute colorata di nero e una corona cucita fissata poco più sopra la fronte, il tutto davanti ad un grosso camino spento.

Nell'udire tutto quel baccano, si affacciò dalla porta una ragazza, guardando la bambina divertirsi con le bambole, ma decidendo comunque di chiederle di fare un leggero silenzio. -Lucille.- la richiamò, facendola alzare in piedi e correre verso di lei. -Che stai combinando a voce così alta? Tuo padre sta ancora dormendo.

-Scusa Veral...- Lucille si inchinò leggermente. -Giocavo a “Il principe e la povera”- sorrise, compiaciuta, porgendole la bambola di quello che, in teoria, doveva essere il prossimo sovrano di Zamek, Jungkook. -Vuoi giocare?- la maggiore divenne rossa, cercando di trovare un modo carino per evitare l'argomento, visto che sapeva perfettamente come sarebbe finita, ma la piccolina cambiò subito espressione, aggrottando le sopracciglia e inarcando leggermente le labbra verso il basso. -Cugina, tu pensi che riuscirai mai a sposare il principe? Io voglio vivere nel suo palazzo con te, per sempre.

Veral sospirò leggermente, pronta a dirle la verità, intenerita dalla domanda così innocente e spensierata della minore. Ma fu un discorso che, in realtà, non riuscì a tenere: qualcuno bussò alla porta. Normalmente non sarebbe stato un problema perché il paese, anche se grezzo, era sempre stato in salute e, soprattutto da quando c'era questo re al comando, la pace regnava con lui. In quegli ultimi tempi, però, Zamek non era di certo il più tranquillo, visti i via vai di carrozze contenenti principesse di tutta la nazione.

La ragazza scostò i capelli lunghi, per poi raccomandare a Lucille di nascondersi, avvicinandosi alla porta, mentre chiunque si trovasse dall'altra parte continuava a bussare insistentemente. Veral stava per chiedere chi fosse, ma una voce la precedette. -Aprite, per ordine del re!- sentì, anche se la voce sembrava provenire da chiunque tranne che da una guardia.

Decise comunque di aprire la porta, visto che non poteva avere la certezza di non trovare un vero soldato. Ma si sbagliava: un uomo, senza divisa reale, le sorrise. -Cosa cercate qui, signore?- chiese lei, cercando di dimezzare lo spazio creato dalla porta.

-Un esca.- disse solamente, trascinandola fuori, chiudendo la porta con una manata. Poi successe tutto in un attimo: udì la corsa di un cavallo e le grida dell'uomo che l'aveva imprigionata nella sua stretta. In pochi secondi fu libera, ma l'impatto la fece cadere.

-State bene?- chiese una voce alle sue spalle. Nel girarsi vide davanti a se una tra le più alte guardie reali di Zamek che aveva già visto diverse volte fuori dal palazzo. -Il principe in persona mi ha chiesto di proteggere questo quartiere con i miei uomini, mi dispiace di essere arrivato tardi. Generale Kim Namjoon, al vostro più completo servizio.- l'aiutò ad alzarsi, porgendole una mano.

Veral arrossì leggermente: il principe aveva chiesto al generale di difendere il popolo invece che se stesso. Questo le dava la conferma di quanto fosse di buon cuore il prossimo re. Guardò per terra il proprio assalitore. -È morto?- chiese, guardando quel ragazzo giovane che ricopriva quella carica già così importante.

Namjoon scosse la testa, ma sorrise. -Non ancora, ma una volta al cospetto del principe, egli deciderà che farsene di questo criminale.

L'uomo, come se non avesse sentito nulla, cominciò a parlare. -Topazio verrà a prendervi tutti, Topazio verrà a prendervi tutti.- ripeté.

-Sta zitto, sporco criminale.- Namjoon gli mollò un calcio sul ginocchio e l'uomo sussultò, ma poi ricominciò a parlare.

-Topazio verrà e Opale vincerà, Topazio verrà e Opale vincerà.

-Pazzo.- ribatté il generale, contorcendo il viso in un'espressione infastidita. -Ti ho detto di fare silenzio.- stava per rifilargli un altro colpo, questa volta sullo stomaco, ma venne fermato da una mano sulla spalla.

-Fermati, Namjoon. Non ne vale la pena.

Il ragazzo si inchinò, davanti a lui un altro giovane uomo con abiti regali e con lo stemma del palazzo di Zamek inciso sulla spallina destra in metallo. Veral rimase imbambolata nel guardarlo visto che le poche volte che ne aveva avuto occasione erano state da metri e metri di distanza durante le varie conferenze in cui riusciva ad intrufolarsi.

Il principe si inginocchiò, girando con violenza e con poca pietà la testa dell'assalitore, notando un orecchino con lo stemma di Vimana. -Viene dal Regno dell'Aria.- Jungkook guardò verso Namjoon, dandogli permesso di alzarsi, per poi girare la testa vero la ragazza, chinandola leggermente. -E lei? Chi sarebbe?

Namjoon guardò gli occhi smeraldini di Veral e si nascose lentamente dietro l'elmo. -Quest'uomo l'ha chiamata “esca” ma non credo che lei ne sappia qualcosa, vostra altezza.- rispose, con tono secco. La castana pensò che fosse strano: con lei era stato molto carino, mentre con il suo principe aveva un atteggiamento molto distaccato, come se fosse solo obbligato a comportarsi in quel modo con lui.

Il principe si avvicinò alla ragazza e sorrise, aprendo la bocca per parlare, non riuscendo però nemmeno a cominciare.

Un pianto sommesso attirò l'attenzione della castana che corse in casa spalancando la porta e vedendo subito lo zio che abbracciava stretta Lucille, in lacrime. La bimba appena la vide sull'uscio si staccò dal padre e si tuffò tra le braccia della maggiore, mentre Jungkook e Namjoon osservavano la scena dalla porta aperta. Il principe entrò e il proprietario della casa si inginocchiò, azione che fece subito scattare la bambina sull'attenti: se suo padre si inchinava voleva dire che quel ragazzo doveva essere il re.

-Tu sei il re?- chiese, staccandosi dalla cugina e indicandolo con un dito paffuto.

Jungkook si accigliò leggermente, poi sorrise, vedendo Veral abbassare il braccio della piccola, riprendendola. -Lucille, devi portare rispetto!

La bionda si divincolò, attaccandosi al pantalone del ragazzo che si abbassò per guardarla meglio. -Allora, se non sei il re, devi essere il principe.- Jungkook annuì questa volta e sul viso di Lucille si accese un sorriso smagliante. Si girò poi verso Veral, riferendosi a lei. -Perché non gli dici che ti piace?

 

Namjoon aveva parlato con Jungkook in privato e il principe aveva semplicemente annuito, così da dare il via libera per il generale di accompagnare Veral a palazzo. Infatti, secondo i due giovani, non era normale che fosse stato il popolo ad essere attaccato; anche se quell'uomo aveva chiamato la ragazza “esca” e, quindi, lei non c'entrava niente, come faceva a sapere con certezza che sarebbe arrivato al cuore del principe? Non poteva sapere che Namjoon stava proteggendo quella zona della città, invece, a quanto pare, non solo ne era a conoscenza, ma era anche sicuro della cosa, come se avesse impartito l'ordine egli stesso, quando Jungkook sapeva chiaramente che non era così.

Per questo motivo portarono la giovane castana a palazzo, sotto richiesta insistente ma educata del generale. Il fatto che, poco prima, il principe l'avesse rifiutata non era altro che un ottimo modo per Namjoon di provare ad ammaliare la fanciulla, cosa che non avrebbe mai ammesso apertamente.

Era anche vero che, però, Jungkook si sentiva estremamente in colpa. Per quel motivo le concesse una richiesta -oltre la visita del castello. E lei chiese solo di poter aiutare il principe e il generale in una simile indagine, visto che, da un lato, era attratta dalle avventure e dai misteri.

La condussero nella biblioteca del castello, più grande di qualsiasi stanza che lei potesse mai esplorare. Meravigliata si guardò intorno, contando mentalmente i libri presenti sugli scaffali, ricolmi e decorati con inserti dorati sul bianco muro di marmo. Era davvero incredula.

Namjoon le si avvicinò, scortandola in uno dei piani più alti della stanza, su per una scalinata dello stesso stile delle pareti. -Il principe chiede di aspettarlo per un momento, si sta occupando del malvivente di prima.

-È davvero un buon principe e sono sicura che diventerà un re meraviglioso.- Veral sorrise, guardando le copertine dei libri appoggiati sulla mensola della sua altezza.

L'uomo non rispose. Gli sembrava così strano: Jungkook l'aveva appena rifiutata dicendole che non entrava nelle sue priorità cercare moglie, ma a lei sembrava non importare per nulla. Continuava ad idolatrarlo come se fosse l'unico ragazzo che i suoi occhi potessero guardare. Certo era che quella ragazzina non era affatto come tutte le altre, visto il suo comportamento. Era come se lei sapesse del rifiuto del principe, come se, la speranza di tutte le ragazze che aveva visto corteggiare il futuro sovrano, lei non l'avesse. Eppure lo rispettava, non sembrava essere innamorata della parte che faceva di lui un principe, ma, in qualche modo, del ragazzo dal cuore nobile e sincero che era sempre stato.

Jungkook salì le scale mettendosi a posto la giacca del suo completo da reale, scusandosi per l'attesa e regalando alla giovane un sorriso un po' triste, ma percependo il suo sguardo attento su di se. Prese un libro da uno degli scaffali più alti, non dovendo nemmeno fare tanta fatica -nonostante Namjoon fosse più alto di lui. Lo poggiò sulla mano sinistra, mentre, con la destra, sfogliava pagine e pagine della storia di Zamek e del resto del continente. -Ho studiato a memoria ognuno di questi libri fin da bambino, ma non c'è niente che confermi le parole dei prigionieri.

Veral alzò un sopracciglio, confusa. -Prigionieri?

Il generale le poggiò una mano sulla spalla, regalandole un'occhiata rassicurante. -Altre persone come quella che hai visto oggi. Loro dicono sempre la stessa cosa: la storia si ripeterà, tutti i regni si dichiareranno guerra e nessun re potrà fare niente per impedirlo.

Namjoon avrebbe continuato, ma Jungkook lo interruppe e lui alzò gli occhi al cielo. -Ma nella storia non c'è niente che dimostri una simile profezia.

-Se posso permettermi, vostra maestà.- cominciò l'altro. -Credo dovreste lasciar perdere quei deviati mentali, sono solo criminali che meritano di essere eliminati.

Il principe lo ignorò. -Devo cercare più a fondo.

In quel momento Veral realizzò che tra i due c'era una strana tensione che le faceva venire i brividi. Da quel pensiero qualcosa le attraversò la mente: la sera precedente c'era stato un avvenimento che le aveva fatto venire quella stessa sensazione.

Non si trattava che di una semplice leggenda, una storiella che qualcuno si era inventato per far spaventare tutti i bambini della nazione. E c'era una cosa che le ripeteva sempre sua madre quando era molto piccola, qualcosa sui miti e sulle fiabe, qualcosa che, in quel momento, le diede il coraggio di parlare.

-Forse so cosa fa al caso nostro.- attirò l'attenzione dei due giovani uomini, distogliendo lo sguardo e fissando un libro dalla copertina in tessuto, morbida e scura. -Beh, è solo una specie di leggenda, ma a ripensarci potrebbe essere una soluzione.- Jungkook le fece segno di continuare. -Prima, il mio aggressore ha parlato di gemme: un topazio e un opale. C'è una storia che Lucille, mia cugina, adora, che parla di un continente come il nostro diviso in sette differenti regni di cui i nomi sono ormai dimenticati. Tutti i paesi si amavano e aiutavano tra loro, diffondendo con l'aiuto delle loro gemme protettrici e della loro magia i doni della natura agli altri popoli, creando un equilibrio stabile. Ma, una notte, un gruppo di sei, uno per ogni regno, si riunì rubando i custodi delle popolazioni, togliendo loro ciò che li rendeva unici e ciò per cui avevano sempre lottato.

-Hai detto che ce n'erano sette, che fine ha fatto l'ultimo regno?- domandò Jungkook, come fosse un bambino curioso.

Veral guardò il pavimento. -La favola non lo dice. Finisce promettendo che un giorno una compagnia di sei si sostituirà a quella precedente e spezzerà l'incantesimo, così che ciò che un giorno fu distrutto...

-Potrà tornare a risplendere.- terminò Namjoon per lei, sconvolto. -Non capisco come una fiaba del popolo possa essere sostituita alla storia.

-Mia madre diceva sempre che dalle leggende si può imparare molto, perché in esse c'è la verità.- ribatté la giovane e Jungkook le sorrise, prendendole la mano, ringraziandola.

Namjoon, a quel punto, non ebbe il coraggio di ribattere.

 

Entrambi accompagnarono Veral a casa. Jungkook aveva insistito tanto, si sentiva ancora in colpa per il suo rifiuto. La verità era molto più semplice di quanto lei potesse pensare -oltre al fatto che lui non la conosceva affatto. Il motivo era evidente, banale, ovvio.

La notte era calata e, anche se a piedi, non avevano faticato molto a trovare la strada per la casa della giovane fanciulla; Namjoon conosceva bene la via per arrivare alle case del popolo, fortunatamente. Jungkook pensò che fosse strano, ma non fece in tempo a ragionarci abbastanza per notarlo, scorgendo qualcosa muoversi furtivo nell'ombra della notte, scesa troppo presto.

Il principe cercò di richiamare l'attenzione del suo generale che, senza perdere tempo, stava praticamente trattando Veral come se fosse lei la principessa e Jungkook solo un semplice schiavo, quando sapeva meglio di chiunque che era praticamente il contrario. Dopo essere stato ignorato da Namjoon, il giovane gli tirò una manata sul braccio, intimandogli di fare silenzio.

-Vostra altezza, che cosa guardate?- chiese il biondo, studiando la figura del suo principe.

Jungkook gli ordinò di tacere, ancora. Qualcosa si muoveva nell'ombra e sembrava starli fissando da dietro i cespugli. Per un attimo il moro pensò di aver persino visto degli occhi piccoli e scuri, ma si auto convinse che fosse solo la sua immaginazione.

-Perché vi siete fermato?- chiese lei sussurrando, sfiorando il tessuto pregiato del giovane rampollo, non azzardandosi a toccarlo.

Jungkook si girò e la guardò negli occhi, posando un dito sulle proprie labbra. -Qualcuno ci spia.- mormorò.

Veral spalancò gli occhi e il principe cercò di avvicinarsi ulteriormente a lei per tranquillizzarla, ma dopo solo pochi istanti si rese conto che non era affatto per la notizia appena data che lei stava sbiancando. Abbassò gli occhi e vide un rampicante di terra salire lentamente su per la gamba della castana che non si mosse e non aprì bocca, cercando di resistere e sperando che uno dei due avrebbe fatto qualcosa per salvarla.

Ma, ovviamente, questo non successe mai.

Dai cespugli che prima il principe stava esaminando con sospetto uscì, con uno scatto poco agile, un altro ragazzo dai capelli biondi, anche se più scuri di quelli di Namjoon. Si gettò ai piedi di Veral e fece per accendere un fuoco con in mano una pietra e un pezzo di legno scuro, ma alla prima scintilla il rampicante si ritirò e la ragazza fu di nuovo salva.

Lo sconosciuto si alzò in piedi e si fece vedere. Il suo sguardo era severo e freddo, guardava Jungkook con disprezzo e superiorità. -Avresti dovuto pensarci tu; un vero principe non si comporta in questo modo con il proprio popolo.

Veral aprì la bocca per parlare, ma il diretto interessato la precedette. -Come osi rivolgerti così al tuo futuro re? Chi credi di essere?

L'altro, visibilmente più grande di Jungkook ma più basso di lui, lo guardò negli occhi, mostrando sotto alla mantella scura una spallina come la sua, ma con lo stemma del Regno del Fuoco. -Il nuovo re di Ignogan.- Namjoon fece per inchinarsi ma il moro gli riservò un'occhiataccia raggelante e l'intruso se ne accorse. -Non preoccupatevi, non ho bisogno di riverenze. Preferirei che il principe di Zamek, il regno centrale, sia più rispettoso.

-Se sei il re, perché indossi indumenti da principe?- cominciò Jungkook. -E poi stento a credere che il re sia morto così facilmente.

L'uomo gli tirò uno schiaffo, ma non si scompose. -Potrei insultarti, ma penso che tu ci riesca benissimo anche da solo.- annuì alle sue stesse parole, mentre il principe cercava di sopportare il dolore del colpo subito. -Apri gli occhi, Jeon. Quello che sta succedendo nel tuo mondo non corrisponde alla verità del tuo popolo. Ignogan non dimentica, mentre, a quanto pare, Zamek sì.- Jungkook lo guardò leggermente accigliato, non capendo a cosa si stesse riferendo. Lo sconosciuto si girò verso Namjoon. -E tu? Che fai, non mi dici niente?

Il generale divenne leggermente rosso. -È un piacere rivederti, Yoongi.

 

-Il tuo generale viene dal mio regno, Ignogan.- spiegò Yoongi. -E quella cosa che ti ha attaccato è stata opera di Smeraldo.- continuò, riferendosi a Veral. I quattro erano tornati a palazzo, accomodati sulle comode poltrone della biblioteca con davanti delle fumanti tazze di tè. -Per qualche motivo Opale vuole catturarti: non cerca solo un'esca per il principe ritardato e il suo generale poco fedele, ma desidera che quella trappola sia tu.

-Non ha senso.- ribatté Namjoon, ma Yoongi lo troncò ancora prima di farlo andare avanti.

-In ogni caso, non renderò vano il sacrificio del precedente re. Combattendo contro Lapislazzuli ha scoperto diverse cose interessanti; peccato che alla battaglia finale non sia riuscito ad avere la meglio, mio padre era davvero un sovrano impeccabile.- il re del fuoco guardò Jungkook, alzandosi in piedi e cominciando a camminare, osservando le mensole ricolme di libri divisi non per genere ma per il colore della copertina. -Peccato che non possa dire lo stesso di te. Avevo grandi aspettative sul futuro di Zamek, ma mi sono ritrovato a pensare che, infondo, se il re diventerai tu, è meglio che non ce l'abbia proprio un futuro.

Jungkook guardò negli occhi Namjoon senza sbattere le palpebre, rispondendo a Yoongi con freddezza e decisione. -E allora, visto che ti infastidisco così tanto, che cosa ci fai qui, nel mio regno?

Il biondo sorrise, poggiandogli le mani sulle spalle da dietro. -Tranquillo, non sono qui per te.- guardò la ragazza e il proprio viso si addolcì. -Il motivo del mio arrivo è lei: tutti gli indizi di mio padre portavano ad una giovane del popolo di Zamek e abbiamo visto tutti che cosa è successo poco fa. Se Opale la vuole non passerà molto tempo prima che riesca ad ottenerla.- si risedette, guardando Jungkook. -Perciò sì, dovremmo proteggerla e sperare che i Jawahrat non riescano mai ad arrivare a lei.

-Jawahrat?- domandò Namjoon, accigliandosi.

Yoongi annuì, guardandolo. -È il nome del loro esercito di servitori. I vostri prigionieri ne fanno parte, ovviamente.- si rivolse nuovamente al principe. -La difficoltà di accettare l'esistenza della magia non dipende dal fatto che ci è stata rubata, Jungkook.

-Dobbiamo andare.- rispose il moro, alzandosi, facendo alzare anche Namjoon, porgendo una mano a Veral. -Starai con noi e ti proteggeremo. Insieme salveremo il continente.- guardò poi il suo generale e il re di Ignogan. -Farò preparare quattro cavalli e del cibo, partiremo domani al tramonto.

Namjoon lo fermò. -Vostra maestà, dove volete andare? Non potete lasciare qui il vostro popolo, hanno bisogno di voi...

Il principe lo ignorò. -La nostra prima tappa sarà il Regno del Fuoco: scopriremo che è successo al padre di Yoongi.- ammise, per poi guardarlo. -Nel frattempo, lunga vita al re.

Uscì dalla biblioteca, chiudendosi le porte dorate alle spalle e trascinando con se la castana, intenzionato a portarla a casa.

-Come desidera il principe.- mormorò Yoongi, sorridendo soddisfatto.

 

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Capitolo 3
*** Alleanze per sopravvivere ***


Alleanze per sopravvivere

 

Le porte del palazzo si spalancarono di colpo, quasi facendo saltare il re di Zamek giù dal trono. Una ragazza dai capelli rossi e vestita di armatura e con la faretra posizionata sulla spalla sinistra, si inginocchiò davanti al proprio sovrano, in quel momento impegnato a dettare un messaggio scritto ad un servo alla sua destra.

-Maestà.- cominciò la giovane ragazza, alzando di poco il viso, i capelli corti leggermente davanti agli occhi. -Seyun è a Zamek.

Il sovrano si alzò in piedi, mostrano il mantello sfarzoso, quasi facendo cadere la corona. -Cosa?!- tuonò, girando lo sguardo verso la guardia in servizio. -Dov'è mio figlio?- il poveretto alzò le spalle e il re borbottò qualcosa di incomprensibile, per poi avvicinarsi alla ragazza, ancora inginocchiata. -Kerasi, cerca Jungkook per me e portalo da lei.

La giovane si alzò in piedi e chinò solo il capo, annuendo e uscendo dall'edificio. Era da quando Jungkook era solo un ragazzino che lei aveva il compito di stargli dietro, riportandolo nella retta via quando cercava di fuggire da palazzo. E pensare che ora era diventato così maturo, così uomo. Erano in molti a pensarla diversamente, ma Kerasi era l'unica che lo conosceva davvero: ricordava ancora quanto dispettoso fosse da piccolo, ma quanto rispetto portava ora a chi era più grande di lui. Nemmeno suo fratello Namjoon era riuscito a creare il solido legame che lei aveva con il principe che, nonostante i suoi ventun anni, era considerato sempre il piccolo erede al trono del regno, il principino a cui era tutto dovuto ma che, in realtà, non aveva mai chiesto niente.

In un quartiere appena fuori da palazzo scorse tre ragazze della sua età, più o meno, vestite in maniera stravagante e con colori improponibili. Spettegolavano su qualcosa che riguardava un piccolo forno li vicino e la rossa cercò di avvicinarsi per sentire che cose avessero da dire.

-Hai sentito?- chiese quella vestita di viola all'amica in giallo. -Quel ragazzo somigliava davvero tanto al principe Jungkook!

La terza, che indossava un abito arancione, diede uno sguardo severo ad entrambe. -E perché mai il principe dovrebbe entrare in una panetteria? Ha ai suoi ordini i migliori servitori e non è di certo il tipo che si sporca le mani.

-Wow.- esclamarono in coro le altre due.

-Lo so perché noi due siamo intimi amici e quindi, ovviamente, lo conosco meglio di chiunque.- concluse.

Kerasi alzò gli occhi al cielo. L'ennesima ammiratrice che inventava storie sul prossimo sovrano; la cosa peggiore era che il popolo ci credeva a quelle assurdità. Ma una cosa era vera: Jungkook non sarebbe davvero mai entrato in un negozio del popolo, non quando la città era invasa da strane creature. Perché mettere in pericolo coloro che desiderava proteggere?

In ogni caso, la giovane aveva il compito di riportare Jungkook a casa, ma controllare un semplice forno appena aperto non doveva farle perdere una grande quantità di tempo, giusto?

Si avvicinò alla maniglia di ingresso, poggiando la mano coperta sulle decorazioni in ferro. Prima di compiere qualsiasi altro movimento ripensò a quello che stava per fare, interrogandosi. Era davvero la scelta giusta?

Oh, al diavolo.” pensò, alzando gli occhi al cielo, spingendo la porta per aprirla. “Sto solo entrando dal nuovo panettiere della zona!

-Buongiorno e benvenuta.- sentì provenire da dietro al banco. Era una voce giovane e allegra, ma sembrava completamente diversa da quella di Jungkook. Dopo essersi guardata attorno, constatando l'assenza del principe, guardò in faccia il suo interlocutore, decisa a salutarlo e andarsene alla svelta.

Ma Kerasi, una volta incastrati gli occhi in quelli scuri di lui, non riuscì a muovere un muscolo.

 

Alcune ragazze erano intente a preparare i cavalli per la partenza imminente del principe e dei suoi tre accompagnatori, mentre Jungkook passeggiava tranquillamente con Namjoon. La notte precedente era stata ricca di avvenimenti.

-Altezza...- cominciò il generale. -Perché volete portare con voi la ragazza? Non sarà pericoloso?

Il principe guardò fisso davanti a se, incrociando le mani dietro la schiena, sporcando di terra l'orlo del lungo mantello rosso. -Non hai sentito le parole di Yoongi? Ha chiaramente detto che Veral è già in pericolo.

Il biondo si chiese da quando l'altro avesse cominciato a chiamarla per nome. La cosa lo infastidiva, ma cercava, invano, di non farlo notare. -Credo comunque che sia più saggio lasciarla in città. Inoltre, scusate la mia insolenza, ma penso che tutta la questione della leggenda sia assurda. Insomma magia, stregoneria, gemme...- continuò, gesticolando un poco. -Perdonatemi, ma lo trovo eccessivo. Persino per Yoongi, sì.- annuì da solo al suo stesso discorso, ma Jungkook fece un gesto negativo con il capo.

-Se suo padre è morto un motivo c'è, Namjoon.- il principe sarebbe andato avanti con la frase, ma non voleva apparire debole agli occhi del generale, segretamente ammirato sotto tutti i punti di vista. La realtà era che il vecchio re di Ignogan era un grande amico di suo padre e ricordava ancora bene le parole che il sovrano defunto gli aveva rivolto da bambino: “Tu hai la stoffa per fare il re” aveva detto, puntandogli un dito contro e scoppiando in una fragorosa risata. “Diventerai anche meglio del tuo vecchio, vedrai.

Il piccolo Jungkook dell'epoca ci aveva creduto fino in fondo, ma di certo non lo avrebbe mai ammesso. Chissà che cosa avrebbe pensato un uomo autoritario e severo come Namjoon di lui che in confronto era un ragazzetto viziato cresciuto tra i soldi e tra l'apprezzamento della gente. Ovviamente, era il principe!

-A proposito di quella canaglia.- iniziò il generale, poggiando le mani sui fianchi. -Chissà dove si è cacciato.

Jungkook alzò gli occhi sulla torre dell'orologio della città. -Ah, sono le dieci.- esclamò, facendo schioccare la lingua. -È in città una delle pretendenti, che seccatura.- si stiracchiò appena.

Namjoon aveva capito benissimo: nemmeno il minore era così scemo da credere alla magia. Il moro cercava una scusa per andarsene da palazzo visto che sua madre non faceva altro che rifilargli appuntamenti con le ragazze dell'intero continente.

Che vita, il povero principe.

Il generale alzò gli occhi al cielo. Sapeva che per il giovane era una scocciatura, ma era suo compito come principe essere fedele alle tradizioni e sposare una ragazza degna del suo rango sociale. Non che gli importasse, comunque. Da quando aveva rifiutato Veral, Namjoon aveva la possibilità di starle accanto e di sollevarle il morale – nonostante sembrasse non servire per nulla.

-Principe, dovete andare a palazzo, sicuramente il re, vostro padre, vi aspetta.- il biondo si inchinò leggermente, anche se, come al solito, gli costava fatica. Sottomettersi al più giovane gli faceva venire il voltastomaco.

-Alzati, Namjoon.- pronunciò, controllando che non ci fosse più nessuno intorno a loro. -È fastidioso quando ti rivolgi a me con quell'aria così estranea.- strinse i pugni e cercò di evitare il suo sguardo. -Quando eravamo piccoli mi trattavi come se fossi tuo fratello e ora sembra che mi conosci appena.

Il generale cambiò subito tono. -Come osi parlare del passato dopo tutto quello che è successo? Tu non...

-Dopo questo viaggio potrai andartene.- lo interruppe. -Non metterai più piede al castello se lo vorrai. Potrai tornare dalla tua famiglia e portare con te la ragazza.- Namjoon arrossì. -Darò ad entrambi tutto l'oro che vorrete, ma devi concedermi questo viaggio. Sei il mio generale e, fino a che sei qui, sei costretto a sottostare ai miei ordini.- lo guardò negli occhi, allungandogli la mano destra. -Allora, ci stai?

-Ci sto.- rispose l'altro, ricambiando la stretta.

-Allora abbiamo un accordo.

 

Alle dieci e mezza della mattina Kerasi non era ancora tornata a palazzo, ma le porte della sala del trono si spalancarono comunque. Due uomini vestiti in modo strano accompagnavano una ragazza dall'abito scuro e dal trucco pronunciato, i capelli neri legati in una treccia lunga fino alla fine della schiena. La ragazza si stava guardando in giro, ma l'unica cosa che fu in grado di vedere fu il re, intento a parlare con un giovane uomo, anch'egli con la corona reale sulla testa con inciso lo stemma di Ignogan.

-Seyun!- esclamò il sovrano più anziano, alzandosi. Andò subito a stringere la mano della giovane che ricambiò, sorridendo cordialmente. Yoongi, dal canto suo, aveva capito che la mora non aveva alcuna voglia di trovarsi là. L'aveva già vista e, per di più, il suo nome era familiare. Chissà dove lo aveva sentito...

-Mi dispiace per il ritardo, sire. Purtroppo abbiamo avuto dei problemi con dei banditi alle porte della città.- si inchinò uno dei due uomini, mentre l'altro annuiva, finendo il discorso del collega.

-I vostri soldati sono intervenuti immediatamente e hanno...eliminato il problema.

Il re scoppiò a ridere. -Un benvenuto particolarmente interessante, eh! Hai sentito, Yoongi?- domandò, mentre l'altro abbozzò un sorriso. -Beh, che posso dire? Siete i benvenuti, anche se non sembra proprio!- Seyun si lasciò sfuggire un verso divertito. Il re stava praticamente prendendo in giro le sue guardie del corpo. -Ora, posso sapere perché siete qui?

Uno dei due uomini aprì la bocca per parlare, ma ciò che le orecchie del re udirono fu la voce soave della regina. -Li ho invitati io. È ora che nostro figlio si trovi una moglie, caro.- spiegò a testa alta, poggiando la mano magra e minuta su quella più grossa e ruvida del marito.

Il re, leggermente scosso, pregò gli uomini di Seyun di seguirlo insieme alla regina, chiedendo a Yoongi di intrattenere la ragazza.

Rimanendo da soli, il biondo, cercò di studiarla. Era sicuro di averla già vista da qualche parte, ma lei non sembrava provenire da Ignogan e non era mai uscito più di tanto dalla sua città. La guardò un altro paio di volte: aveva anche già dimenticato il suo nome, non che gli importasse così tanto. Alla fine Yoongi aveva ben altre priorità. Di certo non era suo compito intrattenere una ragazzina di qualche anno in meno del principe Jungkook – che neanche gli andava troppo a genio. Non sapeva nemmeno perché si stava facendo tutte quelle paranoie.

Seyun. Quel nome gli rimbalzò nella testa con insistenza.

Ecco come si chiamava, Seyun. Certo, era fin troppo familiare e lo aveva già sentito, ma proprio non riusciva a ricordare dove.

Il biondo spalancò gli occhi: in realtà lo sapeva benissimo. -Ho sentito tanto su di te, Seyun. Ora mi ricordo...- cominciò guardandola. -Sei l'idolo di tutto il continente.

Ricevette un suo sguardo annoiato. -Sono io.

-Proprio non capisco.- cominciò lui, portandosi una mano al mento. -Perché non ti nascondi? Perché hai scelto di diventare famosa?

L'espressione della giovane si fece cupa. -Attirerei molta più attenzione se fossi rimasta a Vimana.- gli riservò poi un'occhiata raggelante. -Chi altro lo sa?- chiese, studiando ogni dettaglio del suo interlocutore. Lei, purtroppo, non sapeva nulla su di lui.

Yoongi le si avvicinò, fermandosi solo a pochi centimetri dal suo viso. -Nessuno.- prima che Seyun potesse tirare un sospiro di sollievo, il re ghignò. -Se starai alle mie condizioni, ovviamente.- la mora gli fece segno di andare avanti, allontanandosi un po' e mantenendo lo sguardo. -Al tramontare del sole, io e il principe Jungkook partiremo per Ignogan insieme al suo generale. E a te, naturalmente.

-Perché hai tanto bisogno di me? Non sai cavartela da solo?- rispose lei, scocciata.

-Hai ragione sai.- cominciò il ragazzo, girandole attorno, fermandosi alle sue spalle, sussurrando al suo orecchio, facendole venire i brividi. -Potrei.- si riposizionò davanti a lei. -Ma sai, fa sempre comodo qualcuno che faccia da esca. Non che tu abbia molta scelta, in ogni caso.- concluse, dirigendosi verso la porta.

Seyun si girò nella sua direzione. -Come potrò sapere quando partite?

-Tutto a suo tempo, mia cara.- sparì nell'oscurità della stanza a fianco, lasciando nuovamente entrare nella sala del trono il re, la regina e le guardie della giovane artista.

 

-Quest'uomo ha davvero visto in faccia Ametista?- chiese Namjoon, balzando in piedi, mentre Jungkook gli intimava di calmarsi. -Ma quindi la leggenda è...

-Vera.- concluse Yoongi. -Come avevo detto.

Kerasi si strinse nelle spalle e l'uomo che la accompagnava aggrottò le sopracciglia. La giovane lo aveva portato al cospetto del principe per ben altri motivi, in realtà. Inizialmente il giovane panettiere -che ricordava si chiamasse Seokjin- aveva detto che si era trasferito da Luskin, il Regno della Luce, insieme alla sua famiglia. Erano stati messi in fuga da alcuni abitanti di Vellham, ma quando avevano provato a chiedere sostegno al proprio sovrano, egli gli aveva riso in faccia, dicendo che non si sarebbero immischiati con il volere del paese dell'acqua.

Poi, quando i due arrivarono all'interno delle stanze del giovane Jungkook, Seokjin vide il futuro re di Zamek e l'attuale sovrano di Ignogan parlare di una pietra preziosa, in particolare Lapislazzuli. I due si stavano rivolgendo a lui come se fosse una persona vera, il tutto davanti al generale della città, troppo impegnato a leggere il quotidiano del giorno che era stato consegnato quella stessa mattina.

Kerasi, inizialmente, pensò che i due fossero andati fuori di testa. Poi però notò lo sguardo interessato del proprio accompagnatore e cominciò a capire di non essere a conoscenza di alcune cose. Dopo essersi schiarita la gola chiese delle spiegazioni.

-Sa troppe cose, Yoongi.- cominciò Jungkook, indicando il fornaio con la testa. -Non possiamo lasciarlo qui.- guardò il maggiore che annuì, tenendo i propri occhi su Seyun, intenta a bere una calda tazza di tè.

-Cosa vorreste dire?- chiese Seokjin, sistemandosi leggermente i capelli scuri. -Io ho un lavoro e una famiglia, non posso certo abbandonare tutto e andarmene.

Yoongi gli poggiò una mano sulla spalla. -Hai detto che Ametista infesta il tuo paese d'origine, vero?

-Sì, è con questo?- chiese, affrontandolo.

-Potremmo aiutarti a capirne il perché, se tu ce ne dessi la possibilità.- spiegò. -E poi se non facciamo qualcosa nessuno più avrà una famiglia e i pochi superstiti saranno costretti a vivere sotto una nuvola d'angoscia costante. Vogliamo indagare e scoprire perché queste entità mostruose stanno inginocchiando tutto il continente.

-La cosa strana è che Zamek non ha solo un nemico.- si intromise Kerasi, aiutando una serva che stava mettendo gli abiti del principe in un baule in pelle. -Sembra che le creature della leggenda siano tutte contro il nostro paese.

Jungkook annuì. -Ed è da questo che sono cominciati i nostri problemi. Ora che siamo a conoscenza della causa dobbiamo stanarli e ucciderli.

Namjoon si alzò in piedi e andò verso il nuovo arrivato, squadrandolo. -Perciò vieni con noi o no? Tra qualche ora partiremo e dobbiamo comunicare il numero di cavalli supplementari alle ancelle prima di cena.

Prima della risposta di Seokjin, Kerasi poggiò una mano sulla spalla del fratello. -Certo che veniamo, non hai sentito il re di Ignogan? Più siamo, più avremo la possibilità di uscirne vivi.

Il fratello maggiore della rossa stava per dire qualcosa ma ci ripensò non appena vide Seyun alzarsi dalla comoda poltrona del principe. Poggiò la tazzina sul piccolo piatto in porcellana, decorato da dei piccoli disegni dorati. Fece qualche passo verso Jungkook, fermandosi poi solo per guardarlo in faccia, studiando il suo volto. L'intero gruppo nella stanza la seguì con lo sguardo per tutto il tempo, rimanendo in silenzio, ben in contrasto con la confusione di solo qualche attimo prima, dove ognuno faceva casino e parlava a voce alta.

-Indubbiamente non avete un piano.- proclamò con voce stremata. -Nessuno di voi è convinto di quello che sta davvero per fare, tu meno di tutti gli altri.- indicò Namjoon con un dito, per poi tornare a guardare il principe. -Come pensate di riuscire a muovervi contro le peggiori creature del creato senza un piano?

Yoongi evitò di farla continuare, catturando la sua attenzione chiamandola per nome. -In realtà abbiamo un asso nella manica.

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Capitolo 4
*** Verso il primo regno ***


Verso il primo regno
 

Il sole era tramontato e il principe aveva fatto le cose in modo che i suoi genitori fossero gli ultimi a saperlo.

Si erano riuniti davanti alla casa della giovane ragazza, muniti tutti di un mantello nero con il cappuccio e Namjoon trainava a piedi due cavalli. Uno di questi l'avevano fatto preparare solo per portare quante più scorte di cibo e acqua, nonostante Yoongi fosse inizialmente contrario: il re aveva chiaramente espresso il suo giudizio sulla questione, dicendo che il cibo avrebbero potuto procurarselo da soli. Poi, però, avendo dato un'occhiata rapida a chi lo stava circondando, capì che solo Kerasi ne sarebbe stata in grado. Lasciò perdere e diede il permesso a Jungkook di fare come più ritenesse giusto.

Quando Veral si riunì al gruppo, il giovane principe, aveva notato qualcosa di strano: lei aveva detto all'uomo con cui viveva che avrebbe scoperto che cos'era successo anni prima ai suoi genitori e a sua sorella. Ma la giovane aveva sempre detto di non sapere minimamente nulla sulla faccenda, dichiarando di non avere la più pallida idea di come affrontare la situazione, se non condividendo quella leggenda. Cosa stava nascondendo? Aveva fatto bene a decidere di portarla con se?

-Il cammino sarà più lungo di quello che ci aspettiamo per via dei controlli delle guardie in direzione sud-est.- spiegò Namjoon, ormai sul proprio cavallo con Veral dietro, le braccia avvinghiate alla vita del suo cavaliere per timore di cadere; nel mentre Kerasi divideva la sua bellissima giumenta dal manto scuro con Seyun. -Per questo motivo andremo completamente ad est, fino ai confini del continente, per poi andare a sud verso Ignogan. Il vantaggio è che, prima di entrare nelle terre del fuoco, ci sarà un mercante, un truffatore in realtà, da cui potremo comprare delle armi. Cercherà di derubarci, ma la sua merce è straordinaria.

 

Per tutto il viaggio fino al confine con Ignogan, Veral rimase aggrappata alla schiena di Namjoon, coperta da una sottile camicia bianca, oltre alla cappa nera che portavano tutti, lei compresa anche se inizialmente pensava che non avesse alcun senso, ma una volta calata la notte erano riusciti a mimetizzarsi bene.

I presenti erano stati silenziosi, soprattutto Jungkook che pareva infastidito da qualcosa. Sembrava scocciato e quando Yoongi gli chiedeva qualcosa gli rispondeva in malo modo, facendo alzare gli occhi al cielo al maggiore. Seokjin era stato l'unico chiacchierone per tutto il tempo: faceva tantissime domande e sembrava parecchio interessato alla situazione. Ad un certo punto il principe lo zittì con un gesto della mano, ma l'uomo ci rimase male e continuò il suo discorso a voce più bassa, facendo sorridere Kerasi, alla quale erano rivolte la maggior parte delle domande.

Improvvisamente Namjoon, Jungkook e Yoongi -che stavano davanti agli altri cavalli- si fermarono, facendo sobbalzare Veral. -Che c'è?- chiese, tirando leggermente il mantello scuro del suo cavaliere. -Perché ci siamo fermati?

Il biondo le intimò di abbassare la voce, poggiando la propria mano grande su quella piccola di lei. -Stringi forte se dovessi sentire qualcosa toccarti.- le sussurrò.

La castana cercò di aprire bocca per chiede che cosa stesse succedendo, ma non ce ne fu bisogno. Quando i tre ricominciarono a muoversi vide un cumulo di macerie e, rimasto su in modo disordinato, un tendone sporco di fango con l'insegna ormai rovinata e penzolante.

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-Che significa?- chiese Seokjin, indicando la scritta incisa sul legno scuro e ormai marcio.

-Da Runard.- spiegò Namjoon. -È una lingua antica che deriva da uno degli altri continenti. Se fai parte dell'esercito devi saperli a memoria e per me è stato facile visto che mia madre insistette tanto ad insegnarli a me e a mia sorella.

Il generale si avvicinò alle rovine che circondavano l'emporio di Runard sotto gli occhi di Veral. Il biondo si inginocchiò davanti ad uno dei resti di quelle che sembravano colonne antiche; per qualche motivo sembrava davvero legato a quel posto.

La giovane castana, ancora seduta sul cavallo di Namjoon, guardò intensamente Jungkook: sperava con tutta se stessa che il principe l'avrebbe aiutata a scendere e quando lo vide smontare dal suo stallone il suo cuore cominciò a battere all'impazzata.

Peccato che la magia durò poco. Vide il moro avvicinarsi al proprio generale e poggiargli una mano sulla spalla, ma l'altro si scostò velocemente, infastidito e quasi scottato da quel contatto. La ragazza sbuffò appena, quando poi Yoongi catturò la sua attenzione, afferrandola per la vita, portandola con i piedi per terra, finalmente. La avvicinò a se, allineando le proprie labbra al suo orecchio. -Se vuoi una cosa devi prendertela. Non puoi pensare che quell'idiota del principe capisca ciò di cui hai bisogno.- le sussurrò.

Veral si morse la lingua per non dire niente; nonostante il suo atteggiamento Yoongi era comunque un re. Lo seguì con lo sguardo: si stava dirigendo verso Kerasi e Seyun. La prima era già scesa e stava legando la fedele giumenta ad uno degli alberi vicini. Il giovane re si avvicinò all'artista e, proprio come aveva fatto con Veral, la prese e la fece scendere da cavallo.

-Non ci siamo presentate.- la ragazzina sobbalzò, guardando Kerasi al suo fianco, silenziosa, porgerle una mano. -Sono la sorella minore di Namjoon, mi chiamo Kerasi.

-Veral.- rispose, ricambiando la stretta di mano e regalandole un sorriso sincero. -Fai parte anche tu dell'esercito del principe?- domandò, notando il suo abbigliamento insolito e la faretra piena di frecce con tanto di arco.

La maggiore annuì. -Ho solo due anni più di Jungkook, ma sono stata addestrata per proteggerlo fin da quando ero molto piccola. I miei genitori mi hanno sempre detto che era un lavoro che solo io potevo fare, anche se avrebbe dovuto farlo Namjoon.

Veral cercò di aprire bocca per dire qualcosa, ma fu interrotta dallo stesso generale che, avvicinandosi, chiamò tutti loro per chiedergli di seguirlo. L'uomo li portò all'interno del negozio, ovviamente vuoto e in rovina, eccetto per il tappeto che era stato momentaneamente arrotolato da un lato da Jungkook. Una botola aperta al centro della stanza aveva fatto avvicinare al bordo anche Yoongi e Seokjin che tenevano le tre ragazze dietro alle loro spalle.

-Pare ci siano alcune armi qui sotto.- spiegò Jungkook, mentre Namjoon scendeva dalla scala a pioli traballante. -Chiunque ha svaligiato questo posto non si è reso conto che mancava ancora un pezzo.

-Ho bisogno di una mano.- spiegò il generale, senza neanche farsi vedere. -Ma non vi aspettate nulla di che, non sono abbastanza per tutti. Grazie al cielo alcuni di noi sono già armati.- borbottò l'ultima parte toccando l'elsa della spada, tenuta al fianco sinistro e nascosta dentro al mantello scuro.

Seokjin e Jungkook aiutarono il ragazzo, poggiando sul pavimento tre armi diverse, tutte pesanti e difficili da usare. Seyun si fece strada tra i presenti, afferrando la minigun da cinquemila colpi al minuto. -Questa è mia.- sussurrò, sgattaiolando nuovamente infondo all'emporio, osservandone le caratteristiche e le funzioni.

Yoongi alzò gli occhi al cielo. Non era armato, perciò spettava a lui e al fornaio scegliere tra le due rimanenti, visto che Jungkook e Namjoon avevano le loro fedeli spade, mentre Kerasi si era portata dietro il suo arco e le proprie freccie.

Ma mancava ancora qualcuno all'appello: Veral si stava torturando il pollice, arrivando a strapparsi un pezzo di pelle con l'altra mano, probabilmente non si curava neanche di ciò che stava succedendo. Lo sguardo basso e fisso nel vuoto venne notato solo dal giovane re che cercò di avvicinarsi, fermato poi dalla voce squillante di Seokjin. -Va bene se prendo questa qui?- chiese, indicando la falce gettata sul pavimento.

Yoongi alzò le spalle, annuendo, rigirandosi verso la castana per vederla ridere allegramente con Kerasi che stava facendo una faccia buffa per imitare il fratello che, nel frattempo, si stava infervorando per l'imbarazzo.

-Credo di dovermi accontentare allora.- concluse a voce bassa, tirando su un'ascia alta quasi quanto lui con una punta di metallo all'estremità.

-Mi dispiace per Runard.- iniziò Seokjin, girandosi verso Namjoon. -Avevi detto che ci avrebbe derubato, ma per come stanno andando le cose adesso, i veri ladri siamo noi.

 

Veral fallì per la terza volta a salire sul cavallo di Namjoon e, più per sfinimento che per galanteria, Jungkook ce la mise sopra senza nemmeno dare troppa attenzione al rossore e all'imbarazzo della giovane. -Quanto manca per Ignogan?- chiese al generale dai capelli dorati.

Yoongi evitò di farlo rispondere, avvicinandosi al minore. -Tre ore se continuiamo verso sud, ma con tutte queste armi saremo costretti a prendere la via a sud-ovest. Le guardie del fuoco non ci lasceranno passare.

-Sul serio?!- sbraitò Namjoon. -Andiamo Yoongi, sei il re! Che diavolo hai fatto per non avere il loro rispetto?- alzò le braccia verso di lui, ma venne ignorato.

-Ci vorranno almeno due ore in più.- terminò l'altro, salendo sul proprio purosangue.

Jungkook colpì il proprio interno guancia con la lingua, emettendo un suono seccato. -Ancora cinque ore...- rifletté. -Potremo andare avanti per altre due, ma poi saremo costretti ad accamparci.

-Ne sei sicuro?- chiese Kerasi, affiancandolo e guardandolo negli occhi. -È pericoloso su quella strada: non ci sono alberi per nasconderci e nemmeno montagne che fermano il vento. Più ci avvicineremo e meno il terreno diventerà solido, un misto fangoso di sabbia e acqua.

-Che cosa proponi?- domandò Yoongi, annuendo e consapevole della situazione. -Non possiamo di certo non fermarci mai.

La rossa si portò una mano al mento, guardando verso l'alto. -Che ne dite di fermarci ora?- si girò verso Seyun dietro di lei e la vide annuire felicemente. -Mio fratello conosce bene questa zona e potremo usare il vecchio negozio di Runard come riparo. In più so che c'è un posto all'entrata del regno del fuoco, un piccolo paese che si trova quasi al confine ed è sulla strada. In questo modo avremo un doppio riparo e potremo fare le cose con calma.

A Jungkook l'idea non piaceva molto, ma alla maggior parte dei presenti sembrava un buon piano e lui si adattò. Avrebbe preferito fermarsi solo dopo l'alba, ma sapeva che Yoongi lo avrebbe deriso ancora se lo avesse detto. Non che avesse paura, lui era il principe Jungkook, ma non voleva dare troppo nell'occhio, fermandosi addirittura in un piccolo paese dove, si sa, le voci corrono come il vento.

Era ormai più o meno mezzanotte e Seyun stava facendo la guardia alla porta del tendone anche se nessuno le aveva chiesto di farlo. Non riusciva a dormire e il motivo era ben preciso.

Si girò verso Yoongi, steso per terra con sotto una coperta rossa che divideva con Jungkook. Il più giovane, evidentemente sveglio, cercava di stargli più alla larga possibile, mentre il neo re di Ignogan era a pancia in su con gli occhi chiusi e una mano sullo stomaco. Seyun si rigirò, il viso rivolto verso i cavalli legati ai pochi alberi appena fuori, in modo da poter essere controllati.

Come faceva a conoscere il suo segreto? Sapeva che suo padre era un uomo affascinato dal mistero e, per quanto riguardava lei, non poteva nascondere che la sua vita ne avesse. Ma era proprio quello a renderla affascinante, nessuno sapeva perché.

-Ti disturbo?- chiese sottovoce Veral, sedendosi a fianco a lei, guardando il buio della notte inghiottire ogni cosa. Seyun scosse la testa. -Nemmeno io riesco a dormire...- appoggiò il mento alla mano destra.

-Non ti biasimo...questo posto fa schifo e c'è un tanfo terribile.- rispose una terza voce. Le due ragazze sedute si girarono verso l'intrusa e videro Kerasi sedersi in modo da lasciare Veral al centro. -Mio fratello non faceva altro che muoversi e quindi non sono riuscita ad addormentarmi.

Tutte e tre contemplarono il cielo scuro ricoperto di stelle, la luna non c'era.

-Come mai siete qui voi due?- chiese Seyun, stringendosi di più le ginocchia al petto, nascondendo il viso tra il vestito scuro.

Kerasi le sorrise anche se sapeva che lei non la stava guardando. -Sono la guardia del corpo del principe Jungkook ed è mio dovere seguirlo ovunque vada, anche se non è stato affatto facile farglielo entrare in quella testa quadrata. E tu?

La giovane non rispose subito e si nascose ulteriormente. -Il re di Ignogan mi ha obbligata...e non so quale sia il motivo.- mentì. Lo sapeva benissimo.

Veral aggrottò le sopracciglia, contorcendo il viso in una smorfia imbarazzata, percependo lo sguardo su di lei -Io sono l'esca che serve ad Opale per arrivare a raggiungere il suo scopo.

Sentì che le due ragazze al suo fianco la stavano fissando con gli occhi sgranati, stupite dalla situazione. Certo, non le biasimava: lei era una ragazzina del popolo senza più genitori e certezze. Non sapeva con precisione che cosa ci faceva lì visto che erano state altre persone a dirle che cosa avrebbe dovuto fare. Poteva certo andare contro il volere del principe e del re? Anche se loro, una volta usciti dall'ambito regale, non avevano fatto molte storie quando Namjoon si rivolgeva in modo poco rispettoso o persino maleducato. Significava che, in fondo, erano ragazzi normali, proprio come lei. Nonostante questo non avrebbe comunque nemmeno provato a fare un passo falso, anche perché non era di certo quello il vero motivo per cui aveva accettato.

-Beh...- sentì una mano toccarle la spalla. -Ciò vorrà dire che ti proteggeremo.- esclamò Kerasi, mentre Seyun le sorrideva. -Ora cerchiamo di dormire, domani sarà un viaggio lungo.

 

Seokjin si svegliò per primo e spense la candela che illuminava quel poco che bastava l'interno del tendone per non inciampare sui compagni d'avventura durante la notte. Poco dopo uscì, stiracchiandosi e sbadigliando, facendo comparire delle piccole lacrime al bordo dei proprio occhi che furono prontamente asciugate. Guardò verso i cavalli con il sorriso stampato in faccia, osservandoli mentre strappavano dei frutti maturi dai rami dei pochi alberi lì attorno, cominciando a pensare che sarebbe stato carino da parte sua andare a raccogliere qualche mela da dividere per tutti. Fece per fare un passo, ma si fermò subito.

Guardò in basso e vide l'unica cosa che mai si sarebbe aspettato di trovare. Fango, fin troppo da essere stato creato dalla pioggia. Si sedette sui propri talloni, cercando di stare in equilibrio e non finire con le ginocchia in quel terreno bagnato, si sporse leggermente e studiò alcuni segni lasciati sul suolo paludoso. Impronte.

Non sapeva quando gli altri si sarebbero svegliati, ma se il sole fosse stato alto e caldo come lo era in quel momento per minimo un'altra ora, sicuramente il fango si sarebbe seccato e tutto sarebbe stato più visibile. Era certo che quelle non erano impronte umane, che quella non era semplice terra bagnata. C'era di più.

-Seokjin, giusto?- lo richiamò una voce ancora impastata dal sonno, facendolo girare e leggermente trasalire. Il moro annuì, rivolgendo il capo verso il basso nella direzione di Namjoon, anche se non ce ne era affatto bisogno. -Che ci fai già sveglio?

-Volevo raccogliere della frutta per tutti ma ho trovato queste.- indicò le impronte con il dito. -Abbiamo bisogno di farle vedere al re a al principe.

Namjoon si mise nella stessa posizione di Jin, sospirando con gli occhi chiusi, per poi vedere l'altro guardarlo confuso. -Vedi, non è molto facile svegliare Yoongi e sarà di cattivo umore. Per fortuna, invece, Jungkook è più comprensivo.

L'umile panettiere tornò a concentrarsi sulle impronte, cercando di ricordare dove avesse già visto quelle suole particolari. Sicuramente non erano umane, ma nemmeno animali nonostante sembrassero quasi quelle di un cavallo a due zampe. Seokjin diede un rapido sguardo ai poveri destrieri che mangiavano tranquilli, ancora. Aggrottò le sopracciglia. -Mangiano da troppo tempo.

-Eh?- chiese Namjoon, voltando gli occhi esattamente dove stava guardando il maggiore. -Staranno facendo scorta per dopo visto il viaggio che ci aspetta.

Jin non gli diede retta e, stando attento a non calpestare il fango, si diresse verso la giumenta di Kerasi notandone il pelo umido, la accarezzò dolcemente e si portò la mano bagnaticcia al naso, inalando quell'odore intenso. Fu in quel momento che capì che quella non era affatto acqua. I cavalli erano stati impregnati di una pozione creata in modo da non farli muovere da dove si trovassero. E, nonostante fossero ancora in un territorio di Zamek, sapeva esattamente chi poteva essere stato a preparare quell'intruglio raccapricciante.

Tornò verso Namjoon e lo spronò ad aiutarlo a svegliare tutti gli altri, allarmandoli e praticamente costringendoli ad uscire dal negozio di Runard.

Veral si era avvicinata ai cavalli, cercando di sentire l'odore della pozione senza sporcarsi a sua volta. Per fortuna era brava in queste cose e sperava di riuscire a preparare un antidoto così da poter ripartire al più presto. -Sento puzza di Hydnora, ma è impossibile. È una pianta carnivora che cresce nel deserto ed è molto pericolosa per gli umani, in più il suo frutto è tossico per moltissimi animali.- spiegò, guardando lo stallone di Jungkook addentare persino un ramo per la foga. -Chiunque abbia preparato questa pozione ha trovato il modo per rendere i nostri cavalli molto affamati, ma visto che ce l'hanno addosso, immagino che il loro comportamento derivi dal fatto che stiano inalando il tanfo della Hydnora.

-Quindi?- chiese Yoongi, sbadigliando. -Che si fa?

Veral si strinse nelle spalle, arrossendo un po' nel notare che lo sguardo di Jungkook era fisso su di lei, come quello degli altri compagni. -Beh, quello che facciamo sempre per togliere di dosso gli odori. Li laviamo.

-E come?- ribatté il re. -Il corso d'acqua più vicino è a Vellham.- lo sguardo della giovane si spostò sulle borracce attaccate al destriero portato per trasportare le provviste e Yoongi scosse la testa. -È la nostra unica fonte, moriremo di sete.

Jungkook non gli diede retta, dirigendosi verso l'animale ruminante. -Se non vado errato il paese di cui parlava Kerasi dista tre ore.- ricevette un segno positivo da parte della propria guardia del corpo. -Bene.- si voltò un'ultima volta verso Yoongi. -Ora hai la conferma che non moriremo.- stappò la propria bottiglia e versò l'acqua sul proprio cavallo che, all'improvviso, smise di mangiare.

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Capitolo 5
*** Il Regno del Fuoco ***


Il Regno del Fuoco

 

-Menomale che ci siamo fermati prima di venire qui.- ammise Namjoon, fermandosi davanti alle porte di Ignogan. -Anche se abbiamo mangiato una volta arrivati a Vatra, sono ancora stanco.

Jungkook annuì, facendo notare che anche lui non si sentiva per niente rinsavito, ma che poteva capirlo visto che ormai era chiaro che qualcuno era sulle loro tracce. Non era una cosa da niente sapere che qualche mutaforma era entrato nella loro tenda mentre dormivano. Comunque decise di cambiare argomento, non gli piaceva parlare della notte scorsa visto che l'aveva quasi del tutto passata in bianco e non si era comunque accorto di niente. -Sapete cosa si fa quando si arriva in un nuovo paese? Si va a palazzo a salutarne i sovrani. Eppure Yoongi è qui.

-Ah, giusto.- cominciò Kerasi. -Volevo chiedere, perché non c'è la regina Adara al governo di Ignogan? Tua madre è una donna molto sveglia Yoongi.

-Il popolo di Ignogan è bigotto e tradizionalista. Preferirebbero annegare piuttosto che avere una donna come punto di riferimento.- spiegò Yoongi, quasi come se le persone a cui si riferiva non fossero sue.

-Beh, vostra maestà...- cominciò la giovane con tono sarcastico. -Sarà stupefacente per voi scoprire che una regina può governare anche meglio di un re.

L'altro alzò le mani, lasciando per un secondo la presa sul cavallo. -Guarda che non è a me che devi dirlo.

-Per questo ci siamo trasferiti a Zamek da piccoli, Kerasi.- spiegò Namjoon. -Non saresti mai potuta diventare la guardia del corpo del principe se fossi rimasta qui.

-Non ho molti ricordi a riguardo.- Kerasi si portò una mano al mento, cercando di ricordare. -In realtà mi sembra di esserci praticamente nata a palazzo.- la giovane sentì Seyun stringere la presa sui suoi fianchi, intimandole di fermarsi e lasciandola avvisare gli altri di fare lo stesso.

In lontananza c'era una pattuglia di guardie e, tra le dune dorate del fuori città, si intravedeva Ignogan in cui sorgeva il palazzo in tutta la sua altezza, mentre la sabbia cominciava a dare vita a larghe strade non più così tortuose da percorrere.

Namjoon ricordava il Palazzo del Fuoco: si estendeva in altezza e aveva una sola torre altissima ricoperta di vetrate a mosaico che ritraevano scene di guerra e caccia, esattamente come per alcuni dei piani dell'edificio principale. Non vedeva l'ora di riguardare da vicino quell'immenso palazzo e sentirsi di nuovo a casa.

Veral si strinse al cavaliere nonostante il caldo, in quei minuti di silenzio aveva pensato ad un piano per evitare di farsi scoprire armati dalle guardie. Il generale si voltò e lei si schiarì la voce, attirando l'attenzione di tutti. -Yoongi, la città è circondata solo dalla sabbia, vero?- il re annuì e la ragazza puntò gli occhi su Kerasi e Seyun. -Forse allora so come distrarre le sentinelle.

 

Le cappe nere, tolte già appena erano ripartiti dal loro accampamento, erano state ripoggiate sia sulle spalle di Seyun che su quelle di Kerasi, apposta per farsi notare. Stavano correndo verso l'ingresso della città, sbucando da dietro una duna leggermente più alta delle altre.

Una guardia strinse leggermente gli occhi e tirò una piccola gomitata al collega sulla destra. -Ehi.- cominciò sottovoce. -Ma quella non è Seyun, la cantante?

-Eh?- l'altro cercò di sporgersi in avanti, per poi spalancare gli occhi dalla sorpresa. -Hai ragione, è proprio lei! Ma perché sta correndo?

-Signori! Signori!- cominciò Kerasi, allarmata. -La riconoscete, vero?- chiese, tirando giù il cappuccio dal volto della minore, ricevendo in risposta due gesti positivi del capo. La rossa alzò gli occhi al cielo, quei due babbei stavano fissando Seyun sorridenti e imbambolati, aveva le labbra leggermente schiuse e il respiro pesante per la corsa appena fatta con fatica sulla sabbia. -Qualcuno la sta inseguendo, per favore andate a controllare, vi prego.- recitò, mentre la mora cercava di non ridere, fingendosi spaventata. -Fatelo per la salvezza della nostra idol.

I due soldati gonfiarono il petto e si divisero, iniziando ad avanzare verso il punto in cui avevano cominciato ad intravedere le due giovani, non curandosi dei sei cavalli che stavano entrando nella città da zone diverse. Namjoon e Jungkook -sempre portandosi dietro Veral- stavano entrando dall'ingresso principale appena liberato dalle due sentinelle, mentre Yoongi, Seokjin e il cavallo con le provviste sarebbero entrati da uno dei lati della città. La giumenta di Kerasi raggiunse il principe, ma rimase ferma subito dopo essere passata sotto ordine della proprietaria, la quale, con cautela, cercò di trascinare con se Seyun all'interno, confondendosi con il resto della gente, sbarazzandosi subito delle mantelle.

-Che posso dire?- cominciò Jungkook rivolto a Veral, notando che tutti gli altri si stavano unendo a loro. -Sei davvero brava in queste cose.

-Grazie.- mormorò la ragazza, arrossendo e cerando di nascondersi tra la camicia larga di Namjoon, ancora dietro di lui. Il principe sorrise, ma smise immediatamente quando vide lo sguardo seccato del proprio generale.

Yoongi li superò entrambi, fermandosi subito dopo, assottigliando gli occhi, visibilmente nervoso. Jungkook aggrottò le sopracciglia, mentre Namjoon perdeva il suo broncio, guardando in alto. -Questo non è il castello che ricordavo...- chiarì stringendo la mano della castana dietro di lui. Le vetrate erano state completamente distrutte e la torre era caduta, ridotta al cumulo di macerie che gli ricordava le colonne davanti all'emporio di Runard.

Seokjin alzò lo sguardo. -Guardate.- esclamò, indicando con gli occhi la punta del tetto circolare del palazzo. -Quella non è la bandiera di Ignogan.

Ed aveva ragione. Una bandiera azzurra con al centro disegnate due lance blu incrociate e decorata con il simbolo stilizzato delle onde ai lati si ergeva all'estremità del castello del fuoco.

I sei cavalli avanzarono lentamente, mente Yoongi stringeva i pugni sulle redini e faceva strada. Anche se si mostrava sempre freddo e impassibile, dentro di se si sentiva logorare: aveva abbandonato il campo di battaglia quando avrebbe potuto combattere Lapislazzuli, era scappato per difendere se stesso, quando la cosa migliore sarebbe stata morire per il proprio paese, combattere e mantenere alto lo stato d'onore della famiglia reale Min. Il nuovo re abbassò gli occhi. Lo avrebbe fatto, non era un codardo anche se la sua gente lo pensava ogni giorno di più. Ma poteva biasimarli? Aveva davvero lasciato morire suo padre, scappando verso la pace di Zamek, l'intoccabile regno dei Jeon e del loro piccolo pargolo viziato; vivevano così bene in quella cittadina così tranquilla, ignari dei pericoli presenti al di fuori della loro terra sabbiosa incontaminata, della loro sorgente e delle loro montagne piene di foreste rigogliose. Yoongi, fin da bambino, aveva sempre e solo conosciuto la sabbia del deserto, sempre compatta e dura all'interno delle mura dell'antica città e così granulosa al di fuori. Che cosa c'era di bello da vedere oltre al palazzo? Che cosa poteva valere la pena di svegliarsi dal mondo dei sogni? Almeno lì riusciva ad immaginare le immense praterie di Ziràn. Aveva sempre desiderato vederle. E c'era anche il mare di Vellham, anche se sua madre lo aveva sempre messo in guardia contro l'acqua. Crescendo perse anche la voglia di sognare cosa ci fosse al di fuori: Lapislazzuli era sempre più difficile da sconfiggere e suo padre tornava a casa sempre più stremato.

-Yoongi.- attirò la sua attenzione Kerasi. -Quella è la regina Adara?

Il ragazzo strabuzzò gli occhi per poi fermare il proprio cavallo, scendendoci il più in fretta possibile, correndo dalla donna. -Madre!- esclamò, poggiandole un braccio sotto le spalle. -Che vi è successo?!

Adara si reggeva la veste incastrata sotto al corsetto che altrimenti le avrebbe scoperto le spalle cadendo sul sostegno duro del bustino scuro. -Lui è qui e vi sta aspettando...- mormorò, mentre alcuni graffi si riempivano di sangue e gli occhi le si chiudevano, perdendo i sensi tra le braccia del figlio.

Jungkook si precipitò dal biondo, cercando di fermare il sangue con alcuni brandelli del mantello scuro che avevano usato per viaggiare la sera precedente. -Respira ancora?- chiese, guardando Yoongi annuire. -Portiamola dentro.

Il palazzo era in rovina anche all'interno e alcuni muri presentavano persino dei fori chiusi alla ben in meglio con delle travi fin troppo sottili. Sul trono della grande stanza rossa, ormai rovinata e sporca, stava seduto scomposto un essere orribile con la pelle bluastra e la corona del precedente sovrano era poggiata sulla sua testa. Al contrario della sala del trono di Zamek, questa aveva solo un posto a sedere decorato con incisioni della storia di Ignogan e, ai lati, erano presenti due semplici divani dorati su cui, in teoria, si sarebbero dovuti sedere i principi e le principesse; alla regina non era concesso di prendere parte alle riunioni.

In quel momento però, ai lati di quel mostro con le sembianze umane, sedevano sei ragazze -tre per parte- native della città, costrette da delle sentinelle con l'armatura azzurra e scintillante che stavano loro dietro con le lance puntate sul collo.

-Che piacere.- cominciò Lapislazzuli, alzandosi e spalancando le braccia, facendo così aprire il mantello beige che apparteneva al padre di Yoongi. I ragazzi ne notarono gli anelli rossi e gialli e intuirono che li aveva rubati dalla regina. -Vedo che la mia migliore concubina ha ritrovato il figlio traditore.

Yoongi strinse i pugni, ma Jungkook gli impedì di dire qualcosa. -Non puoi parlarle così.- cominciò, guardando però subito l'avversario accigliarsi. -Ti stai rivolgendo alla regina Adara, madre di questo regno e del suo legittimo re.

Le guardie che minacciavano le altre concubine si girarono verso il ragazzo, pronte a marciare con le loro armi sotto braccio, ma l'autoproclamato re li fermò con un gesto. -Un regno che, come lei, sta cadendo a pezzi.- gli rispose subito dopo. Jungkook assottigliò gli occhi e questa volta fu fermato da Namjoon che gli sconsigliò di peggiorare la situazione con un gesto di negazione del capo.

Veral nel mentre si stava mordicchiando la lingua: in quel poco tempo aveva provato a sviluppare un piano per trarre in salvo le giovani ragazze costrette su quei divani e poteva essere un buon momento visto che le guardie erano concentrate su Jungkook. Peccato che in quel modo avevano gli occhi anche su di lei.

-Ma guarda un po' chi abbiamo qui...- iniziò la creatura dalla zazzera azzurra guardandola negli occhi. -Il topo è finito direttamente nella trappola del gatto.

Namjoon mise la propria mano sull'elsa della spada, pronto ad estrarla a qualsiasi evenienza, mentre con l'altra stringeva la mano della minore. Anche Kerasi e Seyun si erano posizionate davanti a lei, mentre Jungkook cercava di trovare una scappatoia. Non avrebbero potuto girare i tacchi e scappare via sparpagliandosi, la regina Adara era mal ridotta e non avrebbe sopportato la fatica. In più Seyun e Veral non ce l'avrebbero mai fatta a seminare le guardie. Il giovane principe si maledì mentalmente per non essere bravo in queste cose.

 

Le segrete erano talmente fredde che Seyun stentò a credere di trovarsi ad Ignogan. Nonostante ciò comprendeva la scelta, visto che erano destinate a criminali abituati al caldo. Poteva dire che non c'era punizione peggiore.

-Quell'idiota almeno non ci ha separati tutti.- Yoongi sputò per terra. Erano stati divisi in due celle: lui era finito con Namjoon, Seokjin e Kerasi, mentre Jungkook, Seyun, Veral e sua madre erano nella stanza di fronte.

-Non saresti dovuto tornare.- gli disse la madre, attaccata alle sbarre. -Sei il mio unico figlio, Yoongi. Se dovesse ucciderti io...- iniziò a piangere e le altre due ragazze nella sua stessa cella la fecero sedere per cercare di calmarla.

Il vero re chiuse gli occhi e non rispose. La verità era che non avrebbe mai abbandonato suo padre sul campo di battaglia, non avrebbe mai lasciato il suo popolo, non avrebbe mai costretto la madre ad essere schiava di quell'essere. Ma non poteva lasciare che qualcuno lo scoprisse. La sua vita era sempre stata così: doveva passare come quello cattivo per fare del bene alle persone che più amava. Lo avrebbe rifatto, non gli importava delle conseguenze.

Ed era quello che lo aveva fregato.

-Forse so come uscire di qui.- Veral attirò l'attenzione di Jungkook dopo aver fatto addormentare la regina. Il principe le indicò di andare avanti. -Quando hanno chiuso la cella hanno usato l'estremità dell'impugnatura della loro lancia come chiave. Purtroppo non ho visto se è parte integrante dell'arma o è semplicemente fissata sopra, ma in qualsiasi dei due casi potremo riuscire a rubarla e a scappare.

-Assolutamente no.- rispose Namjoon, affacciandosi dalla propria prigione. -Lapislazzuli non aspetta altro che un nostro passo falso.

-Ma non sarà un passo falso.- riprovò Veral. -Fidatevi, se seguirete il mio piano usciremo da qui senza alcun problema e...

-E ci faremo uccidere subito dopo.- terminò il generale, sedendosi in un angolo. -Non funzionerà mai.- la mora si accigliò a quelle parole e si rivolse verso l'interno della propria prigione, guardando Jungkook che le stava sorridendo, dispiaciuto di non poter fare molto per aiutarla.

-Dacci un taglio Joon.- cominciò Yoongi, -Lei cerca di trovare una soluzione.- si appoggiò al muro gelido. -Quello che, in teoria, dovresti fare tu vista la tua posizione sociale.

Il silenzio calò un'altra volta.

Seokjin si avvicinò alle sbarre, estraendo dalla tasca del suo gilet aperto sulla camicia bianca uno specchietto. Si piegò, posizionandolo poi davanti alla serratura, cercando di estrapolarne quanti più dettagli possibile. Ma si arrese un secondo dopo: come aveva detto Veral non c'era altro modo per uscire dalla prigione. A meno che...

-E se trovassi un altro modo?- chiese la giovane mora, riprovandoci mentre Seyun controllava che la regina non perdesse troppo sangue. -Sarebbe rischioso ma è l'unico modo che abbiamo per sfuggirgli.

Namjoon alzò gli occhi al cielo. -Oh, andiamo, ormai siamo spacciati, finiti. La missione è saltata.

-Ti ascolto.- rispose invece Jungkook, guardando Seokjin annuire.

Veral gli sorrise, girandosi verso gli altri ragazzi nella prigione davanti alla sua. -Se cominciaste a litigare attireremmo la loro attenzione e sarebbero costretti a scendere per separarvi. Vi punteranno contro le loro lance per intimarvi di smetterla, ma voi continuerete imperterriti e a quel punto la guardia sarà costretta ad entrare. Vista la lunghezza delle loro armi e lo stretto corridoio, il manico finirà vicino alla serratura e quando noi apriremo la nostra cella voi ne approfitterete e scapperete, chiudendo dentro le due guardie.

-In questo modo il principe Jungkook e Namjoon potranno recuperare le loro spade e Kerasi il suo arco.- terminò Seokjin. -E scapperemo.

Yoongi guardò Namjoon di sottecchi. Il generale non ebbe la forza di ribattere: era un buon piano e non poteva nascondere che non vedeva l'ora di uscire da quella schifezza. Colui che faceva rispettare la legge era appena stato incarcerato. Che razza di situazione, non l'avrebbe mai immaginato.

 

Jungkook era riuscito a sbloccare la serratura della propria cella e prese subito la regina tra le braccia, cominciando a scappare afferrando nel mentre la propria spada appoggiata davanti alla porta delle segrete. I ragazzi dell'altra prigione gli stavano dietro e Kerasi spinse con un calcio una delle due guardie sul pavimento, chiudendolo dentro alla cella in cui era precedentemente imprigionata lei stessa. Veral e Seyun le stavano dietro, mentre l'altro soldato cercava di togliere la propria lancia incastrata nella toppa.

-Che diavolo fai? Insegui le due ragazzine, presto!- gli intimò il più vecchio, vedendolo scattare sull'attenti e correre dietro alle ultime due della lunga fila di fuggitivi.

Il braccio sinistro della giovane guardia afferrò la vita di Veral, mentre con la mano destra tirò Seyun per il retro del colletto. -Il capo sarà molto felice di avervi qui.

Kerasi si voltò e fece per tornare indietro, ma Seokjin la trascinò via per un braccio. -Lasciami!- gli disse, provando invano a divincolarsi.

-Se la caveranno.- le rispose. -Adesso abbiamo bisogno di te.

I sei fuggitivi fecero irruzione nella sala del trono mentre Jungkook e Namjoon facevano strada agli altri quattro e Yoongi teneva stretta la propria madre che, spaventata, cercava di tenere lo sguardo basso. Kerasi scoccò una freccia indirizzata ad uno dei soldati che avrebbe ferito il principe e gli si mise davanti. -Rimango la vostra guardia del corpo, non mi perdonerei la vostra morte.- ammise, facendo stupire il ragazzo più giovane. Era passato tanto da quando non gli portava così tanto rispetto; per lui era come una sorella, aveva dimenticato il suo ruolo in tutti questi anni di conoscenza.

-Via libera!- esclamò Seokjin, indicando agli altri la porta del palazzo aperta. I suoi compagni cominciarono a correre, salendo sui cavalli ancora fuori mentre lui e Yoongi prendevano le loro armi ingombranti che avevano lasciato lì. -Dividiamoci a coppie.- consigliò, affiancando Namjoon con il destriero preso in prestito dalle stalle reali. -Rivediamoci domani mattina e decidiamo cosa fare.

Yoongi annuì, aiutando la madre a salire sul suo purosangue. -Cercate un po' in giro dove passare la notte: anche se siamo un popolo guerriero siamo anche molto ospitali...- il biondo guardò la madre. -Almeno così era fino a quando Lapislazzuli è arrivato. Se direte di venire da Zamek e gliene darete prova vi aiuteranno.

-Dove andrai tu?- gli chiese Kerasi, ormai a fianco a Jungkook.

-A est c'è una piccola comunità di sostenitori di Yoongi.- rispose la regina, aggrappandosi alla vita del figlio. -Andremo lì e sicuramente troveremo riparo e alleati.

I sei si separarono con la promessa di rincontrarsi per salvare le due del gruppo mancanti per cui non erano riusciti a fare nulla. Ma non era solo quello a preoccuparli.

 

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Capitolo 6
*** Una trappola che puzza di bagnato ***


Una trappola che puzza di bagnato

 

Tra le ragazze quasi interamente svestite, due in particolare erano piegate sulle ginocchia. Un collare scuro attaccato ad una catena spessa di metallo le costringeva a stare ai piedi del trono dove sedeva un uomo mostruoso dalla bassa statura. Gli abiti che portava erano molto più larghi rispetto al suo corpo asciutto e sul naso appuntito erano appoggiati degli occhiali dalle lenti spesse e larghe dalla forma triangolare. Sembrava davvero felice di avere tutte quelle attenzioni su di se e pareva che, più che per piacere, si circondasse di ricchezze solo per farsi invidiare. Eppure nessuna delle due giovani al suo cospetto riusciva a capire da chi.

-Vostra altezza.- una delle guardie appena entrata si genuflesse e abbassò il capo. -Gli altri prigionieri sono fuggiti come da lei previsto e si sono divisi in diverse zone della città.

-Molto bene.- Lapislazzuli si girò da un lato, appoggiando le ginocchia su un bracciolo e il gomito sull'altro. -Torneranno a prendere le mie due schiave.- guardò le due ragazze sul pavimento. -Com'è facile trattare con i mocciosi.- si portò un dito al mento, riguardando un'altra volta la guardia. -Sei stato molto fedele, credo dovrei promuoverti.

Il soldato alzò lo sguardo, sorridendo leggermente. -Ma no, vostra altezza, ho solo fatto il mio lavoro.

Lapislazzuli lo fermò, continuando il suo precedente discorso, alzandosi dal trono e facendo apparire la propria lancia, estraendola da una cascata apparsa dal nulla. Gli si avvicinò camminando lentamente. -Vedi, questo mondo è corrotto e pieno di cose terribili. Data la tua lealtà e il tuo senso del dovere meriti una promozione.- posizionò la lama della lancia verso il collo scoperto della guardia che teneva l'elmo tra le mani, mentre l'arma veniva appoggiata sulla spalla del suo sottoposto. -Da semplice soldato io ti proclamo angelo dell'acqua.- con uno scatto il mostro tagliò la gola del povero ragazzo che non emise neanche un suono. Gli schizzi di sangue sporcarono anche il viso di Veral, mentre Lapislazzuli riusciva a coprire Seyun. Si girò verso le ragazze sedute sul divano alla sua sinistra. -Pulite questo casino. Io penserò a pulire la nostra giovane ospite.

 

La stanza da letto del vecchio re doveva essere bellissima. Veral poté notare i dettagli dorati ricamati sulle coperte rosse, bagnate come il resto della camera ed entrambi i cuscini. I mobili erano rovinati e in disordine e la porta che affacciava sul bagno privato era aperta. La giovane si guardò meglio in giro e scrutò, nascosti nell'ombra, dei giovani ragazzi a torso nudo incatenati alle pareti. I capelli di tutti erano lunghi e disordinati, emanavano un cattivo odore e alcuni di loro mostravano delle cicatrici. Invece, tutti, portavano un pendente con lo stemma della città. Erano i superstiti delle guardie del vecchio re. Veral spalancò gli occhi e li contò velocemente. Sei. Sei, come le ragazze sedute sui divani attorno al trono. E Lapislazzuli le aveva chiamate concubine, il letto era sfatto e bagnato. Quelle giovani erano le fidanzate dei soldati del padre di Yoongi e quel mostro dalle sembianze umane li costringeva a guardare mentre lui si prendeva con la forza ciò che, una volta, apparteneva a loro.

-Ti avrei fatto molto di più di quello che ho intenzione di farti.- la castana deglutì alle parole del demone. -Ma non avrei nessun motivo per farlo. Se solo quell'inutile principe non fosse così...forte...sarebbe qui a vederti urlare e implorare di salvarti. E la cosa più bella sarebbe vedere lui invidiarmi e desiderarti almeno quanto tu desideri lui.

Veral non si spaventò e resse il suo sguardo. Aveva capito che quelle creature sapessero molto riguardo lei e non se lo spiegava, ma sapeva che il suo principe non ricambiava i suoi sentimenti e a lei, per il momento, andava bene così. Sapeva che Jungkook aveva ben altre priorità e non poteva perdere il suo tempo per lei; senza contare che il giovane aveva rifiutato le principesse che gli erano state presentate visto che non gli importava maritarsi. Secondo lui non c'era nessuna fretta dato che i suoi genitori erano ancora in vita e in salute. Ma non era solo questo: Jungkook era un animo nobile e sensibile e si era comportato con lei in maniera impeccabile nonostante non provasse niente nei suoi confronti. Veral si era accorta di tutto questo; riusciva a percepirlo perché lei amava davvero il futuro sovrano della sua città e lo conosceva bene nonostante lui non potesse essere dello stesso avviso.

-Non dici niente?- le chiese. -Non ti manca? Non vuoi essere salvata? Non hai paura?

-No.- rispose lei, mantenendo il suo sguardo e ricevendo uno schiaffo bagnato in risposta.

-Hai paura?!- alzò leggermente il tono, mentre Veral rimase impassibile.

-No.- ripeté. Venne di nuovo presa a schiaffi, più volte e più forte, ma non smise di guardarlo negli occhi. Sapeva che non poteva ucciderla: lei era l'esca.

Una voce che non aveva mai sentito si infilò tra le sue orecchie sporche del sangue della guardia che Lapislazzuli aveva ucciso poco prima. -Smettila. Non è con lei che dovresti prendertela.

-Sta zitto!- ordino ad uno dei ragazzi incatenati, smettendo però di colpire la giovane. -Che c'è? Sei invidioso?!- chiese con tono folle, continuando a muovere gli occhi da lui, nascosto dall'ombra, e Veral, esposta alla luce del tramonto riflessa sul pavimento dalla finestra.

Il ragazzo scosse la testa. -No.- lo guardò. -A nessuno importa di lei, nessuno la vuole picchiare, nessuno è invidioso di te al momento.

-Come osi?- esclamò, tirandogli un calcio. -Vuoi che ti porti la tua Saneu? Vuoi che la porti qui, eh?- ripeté sempre più in collera. -Così saresti invidioso di me?

-Ma non puoi, vero?- rispose il ragazzo, rimanendo tranquillo. -Oggi ti sei già servito di lei e se lo facessi una seconda volta morirebbe all'instante. E tu non vuoi questo, mi sbaglio?

Lapislazzuli emise un urletto frustrato ed uscì dalla camera, lasciando Veral sul pavimento ancora sporca del sangue ormai secco del soldato morto.

-Sei ferita?- chiese lo stesso ragazzo, mentre gli altri stavano con il volto basso e fingevano di non aver mai assistito alla scena.

La giovane scosse la testa. -Il dolore è passato.

-Perdona i miei compagni. Lapislazzuli ha...usato tutte loro oggi. Sono distrutti...- spiegò, indicandole di avvicinarsi a lui e lei obbedì, notando che tutti i ragazzi erano trattenuti dal loro busto. Non sarebbero stati in grado di liberarsi anche se avevano braccia e gambe libere perché quelle catene e quel pesante metallo che circondava loro il corpo erano intrisi di magia. Una magia potente che derivava dall'acqua. Veral si posizionò davanti a lui e gli fece continuare il discorso. -Lui prende la sua energia dall'invidia degli altri. In più se l'invidia coinvolge l'amore e scatena un turbine di negatività, la sua forza aumenta a dismisura e l'acqua che gli scorre in corpo come sangue, diventa sempre più veloce.

-È un mostro...- gli disse, senza fiato.

-Sono Lahab, il generale delle truppe di Ignogan. Ho sentito dire che sei un'amica di Yoongi.

Veral annuì, anche se non era troppo certa di quello a cui stava acconsentendo. -Ma non lo disprezzate?

Lahab scosse la testa. -È stato lui a salvare la mia fidanzata, Saneu.- le spiegò, per poi sentire uno degli altri ragazzi emettere un suono divertito e nient altro.

-Non lo sapevo...ma potevo immaginarlo. Anche se si è dimostrato duro si vede che è buono.- la giovane sorrise e Lahab ricambiò a sua volta. -Ma allora come è finita qui?

Il ragazzo dai capelli rossi perse il suo sorriso e abbassò lo sguardo. -Non lo so.- sospirò, per poi riguardarla negli occhi. -Una volta è stata lei a portarci da mangiare e mi ha detto che sarebbe morta se solo non ci fosse stato il principe...voglio dire...Re Yoongi. Mi ha fatto promettere di credere sempre nella bontà dei nativi di Ignogan e nel suo legittimo sovrano.

-Rimani vivo per lei.- Veral gli poggiò le mani sulle spalle. -Il principe Jungkook verrà presto ad uccidere Lapislazzuli e vi ridarà la libertà. Yoongi prenderà il suo posto come re e tutto sarà finito.

-Mi piacerebbe credere alla tua bugia.- le rispose. -Ma il tuo bel principe non ce la farà. Al contrario, più sarà preoccupato e geloso e maggiore sarà la possibilità che perda.

Veral scosse le spalle. -Ma no...

Lahab la interruppe. -Fidati, ci ho provato moltissime volte. Tutti noi ci abbiamo provato e guarda com'è finita.

-Se solo mi facessi spiegare...

Ma il ragazzo la fermò di nuovo. -Credi che io non voglia la libertà? Te lo dico perché è impossibile.

-Lo so ho capito.- lo guardò negli occhi. -Ma Jungkook non è innamorato di me.- chiarì, facendogli dilatare le pupille e alzare le sopracciglia dallo stupore.

-M-ma prima Lapislazzuli ha detto che...

Quella volta fu lei a interromperlo. -Evidentemente non lo sa e non dovrà saperlo.- chiarì. -Ora ascoltami bene.

 

Namjoon svegliò Seokjin appena il sole aveva cominciato a sorgere. Avevano dormito in un edificio che sembrava abbandonato da moltissimo tempo, ma il generale dai capelli dorati aveva spiegato al maggiore che quando era piccolo lo usava con alcuni suoi amici per giocare e che, quindi, ne conosceva ogni nascondiglio.

-Non ti è sembrato strano che Lapislazzuli non abbia ordinato alle sue guardie di inseguirci?- chiese Jin, mentre l'altro gli intimava di prendere la sua falce.

-Certo che è strano.- cominciò Namjoon. -Per questo ora ti insegnerò almeno a difenderti.

Il moro annuì. Non sapeva molto su come si combatteva, non aveva bisogno di impugnare un'arma, almeno non fino a quel momento. Il minore si posizionò davanti a lui. Seokjin aveva capito che il biondo provava qualcosa per la ragazzina che Jungkook si era portato dietro, ma non sembrava troppo convinto di buttarsi a capofitto nel pericolo solo per salvarla dalle grinfie di Lapislazzuli.

Namjoon sguainò la spada e gliela puntò contro. -Ti colpirò, ma non ti ucciderò.

-Beh, grazie per la concessione, credo.- rise il maggiore, stirando le labbra piene e morbide.

L'altro però rimase serio, impassibile. -Per ora prova semplicemente a schivare i miei attacchi.- gli ordinò, fendendo l'aria ancora abbastanza lontano dal maggiore che, di tutta risposta, si coprì il viso con le mani.

-Non la faccia.- implorò. -Non la faccia, per favore.-

Il generale inarcò un sopracciglio. -Che vuol dire? A Lapislazzuli non importa niente se sei bello o brutto e nemmeno ai suoi squali.

Jin tornò a sorridere. -Questo perché lui è brutto.

Il minore sgranò gli occhi e poi tornò serio, senza far trapelare qualsivoglia emozione. -Continua a schivare gli attacchi.- ripeté, cominciando a muoversi più lentamente e lontano dal viso del maggiore. Inizialmente cercò di colpirlo al fianco e prontamente Seokjin lo parò con la lama della propria arma. -Sei sicuro di non averne mai impugnata una?- gli chiese. -Hai dei buoni riflessi.

Il maggiore annuì, continuando a fermare la spada del generale. -Mio fratello maggiore mi colpiva spesso per giocare e, una volta cresciuto, ha cominciato a farlo anche con le mie sorelline. Essendo lui il più grande tendeva ad essere un po' cattivo con loro che, invece, erano coccolate dai nostri genitori. Per questo se n'è andato...

Schivò l'ultimo attacco di Namjoon che però si muoveva più lentamente rispetto a com'era stato abituato fin da piccolo. -Per quanto tu possa sembrare agile, non ci sto andando troppo forte con te.

Seokjin fece un cenno positivo con il capo. Alla fine lo sapeva che non sarebbe stato così avvantaggiato durante la vera battaglia: non era stupido e anche se non veniva da un mondo che lo aveva preparato alla guerra conosceva bene ciò a cui stava andando incontro. -Tua sorella...- cominciò lui, venendo però subito interrotto dall'altro che gli puntò il vertice della spada appena sotto il mento, ad una manciata di centimetri dal collo.

-Non azzardarti.

Il maggiore alzò le mani al cielo, agitandole leggermente. -No no no aspetta.- prese con due dita la lama del biondo e si allontanò. -Volevo solo chiederti se lei avesse scelto o meno di diventare la guardia del corpo del principe.

Namjoon abbassò la propria arma. -Noi non scegliamo.- ammise, con gli occhi bassi. -Pensavo che tu lo sapessi.

Il moro scosse la testa. -No. In realtà io e le mie sorelle abbiamo scelto di aiutare mia madre e mio padre nella panetteria. Esattamente come mio fratello ha scelto di andarsene.

-Beati voi di Luskin, allora.- sospirò. -I miei genitori si sono trasferiti a Zamek quando Kerasi era molto piccola perché volevano vivere una vita agiata.- non fece in tempo a concludere il discorso: una fenice era entrata nell'edificio.

 

Yoongi era ancora nel letto scomodo di una delle case di quella comunità che aveva accolto lui e sua madre. Tuttavia era sveglio con gli occhi puntati sul plafone sabbioso. Per colpa sua due giovani ragazze innocenti erano finite nei guai e non poteva neanche sapere se fossero ancora vive.

Sbuffò, alzandosi. “Non è il momento di piangersi addosso” si disse, uscendo dall'abitazione e scorgendo subito un ragazzo circa della sua età maneggiare l'ascia che aveva preso dallo scantinato di Runard due giorni prima. -Ehi, che diavolo fai?- chiese, rimanendo abbastanza tranquillo e avvicinandosi, infilandosi le mani nelle tasche dei pantaloni.

Il ragazzo sgranò gli occhi e poggiò immediatamente l'arma sul pavimento. -Maestà mi dispiace...io non volevo...- si inchinò, strizzando gli occhi e implorando perdono.

Yoongi inarcò le sopracciglia. -Alzati, non sono arrabbiato.- lo guardò meglio mentre obbediva: sembrava un bravo ragazzo e il re notò che avevano lo stesso colore di capelli. Il viso del giovane era costellato di lentiggini e i suoi occhi grandi e verdi gli ricordavano quelli di Seyun. “Perché penso a lei in un momento come questo?

-Mio re, ho una richiesta.- lo distrasse dai suoi pensieri il ragazzo davanti a lui. Yoongi gli diede il permesso di continuare. -Portatemi con voi. Io e gli altri ragazzi del villaggio ci alleniamo con le nostre armi tutti i giorni sin da quando eravamo dei bambini. Vi copriremo le spalle e potremo affrontare senza paura tutti i soldati di Lapislazzuli.

Il biondo sembrò pensarci, ma rispose dopo pochi secondi. -In una normale condizione non vorrei nessuno tra i piedi, tuttavia ho perso due ragazze ieri e non ho modo di sapere neanche se sono vive.- sospirò, cercando di rimanere forte e di continuare a guardare negli occhi il suo interlocutore. -Come ti chiami?

-Sikari, signore.

-Bene, contatta i tuoi amici, partiremo appena siamo pronti per farlo.- fece per tornare dentro alla casa modesta che condivideva con la madre, ma si fermò. -Aspetta, Sikari. Come comunicate qui con il resto della città?

Il ragazzo sgranò gli occhi. Gli sembrava strano che non lo sapesse visto che era il re e che era stato via si e no solo una settimana. Ma Yoongi usciva di rado dal palazzo. -In questa zona della città abbiamo uno degli animali più belli del continente maestà. La fenice.

 

I due cavalli avevano cominciato a correre verso il palazzo.

-Hai un piano?- chiese la ragazza dai capelli rossi, scoccando frecce a vista contro le guardie dall'armatura azzurra. Il ragazzo che stava qualche passo dietro di lei rimase in silenzio. -Tsk, dovevo immaginarlo.- riprese la giovane.

Jungkook sfiorò l'elsa della sua spada. Sapeva che gli sarebbe servito un piano che non possedeva, ma avevano già tergiversato abbastanza, a parer suo, per rimanere fermi a pensare. Erano due notti che non chiudeva occhio ed era molto stanco. Mentre Kerasi dormiva lui si era allenato tutto il tempo, non riuscendo a non pensare al gran casino che avevano combinato; aveva ragione Namjoon a dire che non sarebbero dovuti scappare. Non conoscevano il loro nemico ma non lo avevano tenuto in conto e avevano perso Seyun e Veral, le due persone che avrebbero dovuto proteggere più di chiunque altro. Se la prima tra le due fosse sparita sarebbe stato un grosso problema da gestire, senza contare che Veral era desiderata dal nemico come fosse una specie di trofeo anche se al ragazzo non era ben chiaro il motivo. Veral non possedeva nessun tipo di ricchezza e al giovane principe sembrava strano che la considerassero così importante. Aveva pensato, mentre si allenava la notte precedente, alla situazione della ragazza ma non sapeva molto: la sua famiglia era scomparsa quando era piccola ed era stata presa in carico da suo zio, la quale moglie era morta precocemente. Non capiva bene e si sentiva confuso da quella situazione. Sapeva così poco su di lei nonostante facesse parte del suo regno ed era a conoscenza che avesse qualcosa su cui valesse la pena indagare. Era persino riuscita ad attirare l'attenzione del padre di Yoongi.

-Jungkook!- lo chiamò Kerasi, risvegliandolo dai suoi pensieri e indicandogli qualcosa che si muoveva sinuosamente nel cielo. -Una fenice: Namjoon mi ha sempre detto che è usata per scambiare messaggi nella regione del fuoco. Credo che l'abbia mandata Yoongi, non credo che mio fratello ne abbia trovata una in città.- spiegò, porgendo il braccio fasciato da un guanto d'armatura. Il messaggero ci si poggiò e la giovane gli accarezzò le piume rosse e gialle. -Grazie piccolo.

La creatura si fece fare qualche altra coccola e poi cominciò a parlare, girando la piccola testa verso il ragazzo. -Mi manda il legittimo re. Vuole che il principe Jungkook sappia che sta radunando un esercito di giovani provenienti dal villaggio in cui si trova ora. Il re chiede di aspettare un po' prima di assaltare il castello.- poi emise un verso stridulo tipico da volatile.

-Un esercito?-chiese Kerasi, girando lo sguardo verso il giovane. -Noi dobbiamo salvarle subito!

Jungkook rimase in silenzio; non avevano tempo per aspettare il piano di Yoongi, ma se avessero fatto di testa loro sarebbero stati catturati. La verità era che non avrebbe mai dovuto acconsentire al piano di Veral di fuggire. A quel punto non poteva prendere in mano la situazione solo lui, dopotutto era poco più di un ragazzino. Forse sarebbe stato meglio lasciare quel compito a Namjoon: aveva la stoffa del leader, il ragazzo lo aveva sempre saputo. Non poteva dirlo con certezza, ma credeva che il suo volersi prendere la responsabilità di tutti fosse proprio per compiacere nuovamente il proprio generale.

 

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Capitolo 7
*** Senza un piano ***


Senza un piano


Era l'alba e Seyun dormiva ancora, sdraiata sul pavimento in una stanza buia separata da Veral solo da una sottile parete. La minore era preoccupata: nonostante avesse elaborato un piano in compagnia di Lahab non era sicura che potesse funzionare; sapeva di aver sbagliato in precedenza a non aver dato ascolto a Namjoon, molto più consapevole di lei in situazioni del genere. Aveva fatto il gioco di Lapislazzuli senza neanche saperlo e si malediceva per quello. Non osava neanche immaginare che cosa potesse pensare in quel momento Jungkook di lei, non si sarebbe meravigliata a non vederlo arrivare per salvarla. Perciò avrebbe dovuto salvarsi da sola.

Non aveva molta scelta e per prima cosa avrebbe indebolito Lapislazzuli: Lahab le aveva spiegato che il mostro prendeva la sua forza dall'invidia degli altri, quindi, per sconfiggerlo, le sarebbe bastato agire in modo da fargli perdere tutto ciò che possedeva, indebolendolo usando il suo stesso gioco. Aveva già anche elaborato un piano curato nei dettagli, ma aveva bisogno di tempo e di alleati. Dalla sua parte, oltre a Seyun, poteva contare sugli uomini di Lahab, ma non era sicura che le bastassero.

Sapeva bene che non sarebbe stato saggio da parte sua coinvolgere altre persone nel suo piano, ma, appunto, non aveva alternative. Tuttavia i prigionieri del castello avevano accettato perché non avevano più nulla da perdere. Sapevano che Lapislazzuli aveva già preso loro tutto ciò che poteva essere sottratto e gli rimanevano solo gli amori ormai; un'occasione per salvare le ragazze per cui erano ancora in vita non poteva essere sprecata.

Veral si rallegrò per un secondo, ricordandosi però che avevano tutti accettato perché speravano in un combattente valoroso che avrebbe affrontato il nemico, eliminandolo una volta per tutte. Il suo mezzo sorriso si spense. Sapeva che Jungkook non si sarebbe mai più fidato di lei e questo voleva dire che nessuno sarebbe arrivato per salvarla, quindi aveva dato vita a quella sua strategia Non le piaceva l'idea di ingannare i propri alleati, anche se sapeva dell'inesistenza di un piano migliore. Si stupì di se stessa, da quando era così arrendevole?

Il suono della serratura la fece scattare in piedi, ma appena la porta della sua cella improvvisata si aprì vide il volto paffuto e rigato di lacrime di una delle concubine di Lapislazzuli. Dai capelli legati estrasse una molletta e la porse a Veral, poi strappò con entrambe le mani un pezzo dei suoi pantaloni rossastri e semitrasparenti, allungandolo alla castana che notò le gambe per nulla snelle ricoperte di tagli e morsi. La giovane si ritrasse, inorridita. Che diavolo le era successo?

-P-per favore...- sussurrò. -Saneu mi ha detto che t-tu hai accesso alla s-sua stanza.- balbettò leggermente, come se fosse profondamente spaventata. Veral annuì: Lapislazzuli la lasciava libera per il palazzo anche se era sempre sorvegliata da due delle guardie. Non si era chiesta il perché, era passata solo mezza giornata da quando erano arrivate al castello, quindi non poteva arrivare a conclusioni certe. La voce della ragazza continuò a tremare. -P-potresti da-dare questi al mio Hatyim? Ha i capelli biondi ed è molto bello, ha gli occhi scuri e una cicatrice sul braccio destro che parte dal gomito e finisce sul polso.

Veral fece un cenno positivo con il capo. -Hai qualcosa che desideri fargli sapere?

Inizialmente la ragazza stette in silenzio, poi strappò alcune ciocche dei suoi capelli scuri e si mise ad intrecciarli tra loro, cercando di creare una sorta di treccia che poggiò tra le mani della giovane davanti a lei che la guardò. Sembrava persino più piccola di lei e le sembrava così incredibilmente crudele il fatto che Lapislazzuli la torturasse in quel modo. -Digli solo che non mi sono dimenticata di lui e che lo amo con tutta me stessa. Digli di essere forte per noi per sempre, qualunque cosa accada, ti prego.

La castana annuì. -Te lo prometto.- concluse, guardandola ringraziarla ed uscire.

Fu solo quando la porta si chiuse e i passi si fecero sempre meno udibili che ricordò di non averle chiesto il nome.

 

Una guardia aprì la porta della stanza in cui Veral avrebbe dovuto dormire; la ragazza aveva deciso che doveva assolutamente mettere in atto il suo piano prima che qualcuno rimanesse seriamente ferito. Un altro soldato aprì quella in cui stava Seyun e la condusse nuovamente ai piedi del trono per legarla. Veral invece fu scortata nuovamente nella camera di Lapislazzuli. Come il giorno precedente la trovò tutta bagnata e la puzza di umido le stava penetrando le ossa, impedendole di respirare normalmente. Non sapeva come aveva fatto a non notarla il giorno precedente, forse era per l'ansia o magari perché effettivamente non c'era, non poteva esserne sicura.

-La nostra ospite ha gradito la sua notte a palazzo?- le chiese il mostro, non ricevendo risposta. -Questa sera arriveranno i Jawahrat per portarti da Opale. Non posso credere che sia stato così facile.- bevve un sorso di vino da una coppa argentea. Qualche goccia violacea gli cadde sul viso, finendo per macchiare le lenzuola bianche che accompagnavano la coperta rossa. Il letto su cui era ancora sdraiato era in disordine e Veral cominciò a pensare che non venisse mai rifatto.

Pensandoci quella era l'unica camera in tutto il palazzo ad essere in pessime condizioni. Certo, c'erano stanze completamente distrutte e le mura avevano buchi e crepe ovunque, ma non erano comunque nulla rispetto a quella. La giovane pensò che, probabilmente, doveva essere protetta con una specie di incantesimo, ma tenne a freno la curiosità di indagare. Controllò mentalmente tutti i giovani ragazzi per capire chi di loro fosse Hatyim; anche se ne aveva notato diversi con alcune cicatrici sulle braccia non poteva correre il rischio di sbagliare. Non aveva molte possibilità di agire se prima Lapislazzuli non fosse uscito e quindi non poteva sprecarla.

Era stata fortunata da un lato: lei era rimasta solo poco più avanti della porta e gli dava le spalle, mentre il letto era alla sua destra, appoggiato alla parete su cui era montato uno sfarzoso baldacchino. Sulla sinistra c'erano tre ragazzi incatenati, tra cui Lahab, una stretta libreria con romanzi appartenenti alla regina, una cassettiera in legno e la porta che conduceva al bagno privato, mentre sul muro di fronte a lei erano legati gli altri tre sotto le grosse finestre coperte da delle corte tende rosse. Non voleva essere frettolosa, ma l'ultimo ragazzo gli sembrava corrispondere alla descrizione; fece finta di nulla e rimase ferma, cercando di non guardarlo.

Lapislazzuli scese dal grande letto e poggiò per terra le suole degli stivali alti dalla forma di uno zoccolo di cavallo. Si avvicinò ad un ragazzo vicino alla porta del bagno e gli mise le mani attorno alla testa, senza però toccarlo. Veral aggrottò le sopracciglia, confusa: che cavolo voleva fare?

Il mostro ghignò e in un attimo catene d'acqua legarono i polsi del giovane e l'intera faccia venne immersa in una sfera d'acqua che stava a mezz'aria, governata dalla mente e dalle mani della creatura. Il povero ragazzo trattenne il fiato e chiuse gli occhi, strizzandoli e Lapislazzuli si girò verso la ragazza, ma non disse nulla. La guardò solamente con il suo sorriso perfido e tranquillo, mentre il ragazzo faticava sempre di più a tenere il respiro. Il finto re lo guardò e scosse la testa, perdendo il ghigno ed emettendo dei versi di disappunto. -Non ci siamo proprio, mio prigioniero. Come potevi essere parte delle guardie del re se non riesci a sopportare un po' d'acqua?- lo schernì. -Sei davvero patetico. Non meriti la vita.

Veral rimase impietrita. Voleva davvero fare qualcosa: avrebbe dovuto mettersi in mezzo e lottare per la vita di quell'innocente, ma non riusciva neanche a pensare ad un piano appropriato. La sua mente era completamente vuota. Quando vide che il giovane smise di dimenarsi, Lapislazzuli fermò il suo incantesimo, liberandogli anche le mani. Non poteva dire se fosse morto o meno, ma non sembrava preoccupato di questo, visto che lo sarebbe stato presto a giudicare da tutta l'acqua respirata e nessuno pronto ad aiutarlo.

-Ora devo andare.- ricominciò. -C'è una battaglia divertente a cui voglio partecipare. Guardatemi, sono libero, felice e ho tutto quello che vi è rimasto. Credo che tra un po' porterò qui Latifya, ho proprio bisogno di un po' di carne.- con queste ultime parole uscì dalla stanza, sorridendo. Le sue guardie lo seguirono e chiusero la porta dietro di lui, lasciando il silenzio.

Veral si avvicinò al ragazzo ormai deceduto e cominciò a piangere. I presenti non le attribuivano colpe dato che era solo una ragazzina debole, non avrebbe potuto niente contro di lui. Non si spiegavano un simile gesto da parte di Lapislazzuli: i sopravvissuti gli servivano per prendere più potere, ma allora perché?

In realtà Veral aveva capito. Ora sapeva perché quella ragazza si era presentata da lei la stessa mattina. Evidentemente la concubina che corrispondeva al giovane ucciso doveva essere morta durante la notte, per questo lui non serviva più. Tuttavia non pensava che fosse colpa di Lapislazzuli, sarebbe stato troppo avventato e, in più, sarebbe andato contro ogni suo principio di potere.

Lahab ruppe il silenzio. -Mi dispiace che tu abbia dovuto assistere.- dichiarò, con la testa bassa. Veral si asciugò le lacrime. -Abbiamo bisogno che tu metta in atto il tuo piano, ragazzina. Se moriamo come lui sarà vano il sacrificio che abbiamo fatto fino ad ora, soprattutto se c'è una speranza per andarsene da quest'inferno.

La giovane annuì e deglutì a fatica, non riuscendo bene neanche a respirare e provando a riempirsi i polmoni con quell'aria ammuffita. -Anche per questo sono ancora qui. Lahab, mi sai dire chi tra voi è Hatyim?

Una voce profonda proveniente da sotto l'ultima finestra della parete di fronte a quella dove si trovava prima Veral rispose al posto suo. -Perché mi cerchi, ragazza di Zamek?

La giovane si girò e puntò i propri occhi smeraldini in quelli scuri di lui, mentre gli si avvicinava, abbassandosi. Le ricordava un po' Seokjin se non fosse per i capelli poco curati e lunghi e quella cicatrice di cui le aveva parlato la ragazza quella mattina. Mise una mano nella tasca interna della cappa nera che ancora portava sul corpo e ne tirò fuori gli oggetti della giovane. -Questi me li ha dati lei, sono per te. Dice che devi farti forza e sopravvivere, qualsiasi cosa succeda.

L'uomo riempì i propri occhi di lacrime. -Come si chiama?- Veral si accigliò e lui ripeté la domanda. -La ragazza che te li ha portati, come si chiamava?-

Contorcendo il viso in una smorfia dispiaciuta la giovane scosse la testa. -Non me lo ha detto e io mi sono dimenticata di chiederglielo...- sussurrò l'ultima parte, sembrava tutto davvero surreale.

Ma lui scoppiò a piangere e prese con avidità ciò che Veral gli aveva mostrato. -Latifya odia il suo nome ed è troppo timida per presentarsi. Il fatto che non te l'abbia detto è un segno che era davvero lei.

-Hai già pensato a dove ti procurerai i materiali?- chiese Lahab, riferendosi al piano che la ragazza gli aveva spiegato il giorno precedente.

Veral si portò una mano al mento. -Questo è il problema. Ho bisogno che le ragazze partecipino, se le sue guardie mi scoprissero sarei fregata.- sussurrò. -E a quel punto lo sareste anche voi.- il ragazzo le fece segno di sedersi al suo fianco e lei obbedì. Le disse qualcosa nell'orecchio e la castana sussultò per poi annuire. Si alzò nuovamente in piedi e salutò i prigionieri con la promessa di ritornare.

 

Non aveva molto tempo e sapeva che non avrebbe potuto cercare ciò che le occorreva nel palazzo perché le guardie che la seguivano avrebbero sicuramente avvisato Lapislazzuli. C'erano solo tre posti in cui non la seguivano -la camera da letto del re di Ignogan, la stanza che le avevano dato per dormire e il bagno- in cui sicuramente non avrebbe trovato quel che cercava. Era perciò questo il motivo per cui aveva condiviso il suo piano con Lahab che, avendo la fiducia dei suoi compagni, avrebbe fatto in modo che tutti seguissero alla lettera i consigli della ragazza.

Lapislazzuli aveva detto che i Jawahrat sarebbero arrivati per lei in serata quindi aveva circa la giornata per salvarsi da sola. Non sapeva se le sarebbe bastata, ma doveva almeno tentare.

Sospirò ed entrò in quella che doveva essere una specie di cella, guardando i piccoli occhi degli uomini che le stavano alle spalle dato che erano l'unica cosa che l'armatura lasciava visibile; uno li aveva azzurri, mentre l'altro li aveva scuri. Chiuse la porta e non sentì più nulla. Erano rimasti lì. Veral scosse la testa cercando di concentrarsi unicamente nel salvare se stessa, Seyun e, soprattutto, i prigionieri di Lapislazzuli.

Prese la sua tunica nera e ne strappò cinque lembi, alcuni più spessi e altri più sottili per via della mancanza di un paio di forbici, finendo per farsi male alle mani per lo sforzo. Stava per uscire nuovamente quando ebbe un'idea migliore: se avesse fatto tutto il lavoro da sola avrebbe sicuramente fallito perché le guardie si sarebbero interrogate sui suoi movimenti sospetti. Rimase all'interno della stanza e indietreggiò fino a sbattere contro la parete.

Nulla.

Veral alzò gli occhi al cielo, quelle due guardie erano davvero una seccatura. Si staccò dal muro e ci picchiò più forte con la schiena.

-Che cosa succede?- chiese in modo grezzo uno dei due uomini mantenendo la porta chiusa.

-M-mi sono ferita la schiena...- piagnucolò Veral, recitando. -Per favore, mandate qualcuno!

-Cosa facciamo?- continuò l'uomo, riferito all'altro soldato, mentre la ragazza si lamentava e cercava di fare il più rumore possibile. -La ignoriamo?- la castana deglutì. Non aveva pensato a quello: ma che diavolo le stava succedendo? Non riusciva più a pensare lucidamente.

-Ma sei diventato matto?- rispose l'altro. -Il capo ci ammazzerebbe se venisse a saperlo. I Jawahrat verranno per lei e la dovranno portare a Tachyta da Sua Maestà Opale. Hai idea di quanto valga quella ragazza?

Veral si portò una mano al mento mentre faceva ancora finta di piagnucolare. Lei credeva di essere un'esca per Jungkook, il principe della capitale, ma da quello che aveva sentito sembrava che Opale volesse proprio lei. Ma per cosa?

I passi delle guardie si fecero più lontani e la castana smise di lamentarsi.

Non riusciva a capire che cosa stesse succedendo. Jungkook si era portato dietro Veral solo per far uscire i nemici allo scoperto e sconfiggerli, voleva proteggerla e usarla allo stesso tempo. Ma quella che per lei era stata una certezza fino a quel momento stava cominciando a vacillare. Non capiva proprio il senso di quello che stava succedendo: lei era solo un'orfana, che cosa poteva mai valere in una simile situazione?

Veral sentì nuovamente le guardie avvicinarsi, ma quella volta ci fu qualcun altro con loro. La porta della sua cella si spalancò e una guardia gettò all'interno la ragazzina che le aveva fatto visita quella mattina, ordinandole di prendersi cura della prigioniera se ci teneva alla vita del suo ragazzo.

-Latifya.- la chiamò la maggiore, facendole inumidire gli occhi. -Hatyim mi ha detto che ti ama. Non devi dimenticarlo mai.- concluse prendendole le mani. Cambiò argomento, porgendole i lembi stappati dal suo mantello. -Devi portarli ai ragazzi e dire loro di metterseli sugli occhi e di tapparsi le orecchie. Oggi Lapislazzuli farà uso di tutte voi di nuovo perché si aspetta una battaglia che però non ci sarà e per questo dovete fare il meno rumore possibile.- Latifya annuì e Veral continuò, portando una mano al mento. -C'è un'altra cosa che dovrete fare voi ragazze: ogni tesoro che quel mostro possiede, ogni cosa che usa per farsi invidiare dagli altri...dovete farla vostra, rubarla e tenervela stretta. So che è una richiesta impegnativa, ma è l'unica possibilità che abbiamo per scampare al pericolo.

-P-perché fai tutto questo per noi?- chiese la giovane, massaggiandosi un ginocchio violaceo per via di un livido.

La ragazza la guardò negli occhi e rimase seria, senza risponderle. Lei sapeva il motivo per cui lo stava facendo, ma il pensiero di dirlo ad alta voce la spaventava. Non poteva di certo dirle che non era riuscita a salvare la sua squadra e ora voleva rifarsi con loro, perché altrimenti nessuno si sarebbe fidato di lei.

Una guardia aprì nuovamente la porta. -Ragazzina.- cominciò, prendendo Latifya per un braccio. -Lapislazzuli ti vuole nella camera rossa.- la trascinò fuori e le due si scambiarono un gesto d'intesa poco prima di vedere la porta chiudersi un'altra volta.

In realtà la minore aveva capito.

 

Veral non poté far altro che sperare. Si trovava in una delle stanze del vecchio re e aveva messo appunto un buon piano per rubare la corona. Era fortunata perché Lapislazzuli non la portava e sapeva come distrarre le guardie, sia quelle che seguivano lei che quelle che sorvegliavano la stanza.

Ma non sperava che il suo colpo andasse a segno. Lei stava pregando per i prigionieri, sia quelli in stanza con Lapislazzuli, sia quelle che avevano il compito di rubare in giro per il castello. Lo scopo del suo piano era togliergli tutto in fretta, fargli perdere ciò che aveva rubato a sua volta, privarlo persino del suo potere. Il tutto facendogli credere di essere senza un piano.

Nonostante Veral non avesse passato tanto tempo a palazzo -si trattava di poco meno di ventiquattro ore ormai- aveva capito che Lapislazzuli non aveva tempo per preoccuparsi di lei o dei suoi prigionieri, lui voleva solo usarli come mezzo per avere più potere. In più le era sembrato tanto stupido quanto fuori di testa e di certo non avrebbe sospettato di un attacco dall'interno.

Tra le mani stringeva il suo vecchio mantello nero rovinato per via delle bende che aveva strappato qualche ora prima e, fingendo di singhiozzare, si stava facendo scortare nella camera in cui la corona di Ignogan era custodita. Sentì l'ansia pervaderle il corpo: non aveva mai fatto niente del genere e se anche semplicemente una singola persona non avesse fatto la sua parte sarebbe andato tutto in fumo. Anche il minimo errore di scoordinamento sarebbe potuto essere fatale.

Cominciò a piangere, per davvero.

Bagnando leggermente la cappa che stringeva tra le braccia si accorse che una delle due guardie prese ad accarezzarle in modo quasi amichevole la schiena, come a volerla consolare. Veral per un secondo si chiese se volesse ripensarci.

-Siamo arrivati.- tuonò l'altro soldato. -Conosci già le regole di questa stanza.- Veral annuì e lui aprì la porta rossa abbassando la maniglia dorata, mostrando alla giovane l'interno. Ne stava osservando solo la teca trasparente sotto la quale giaceva una massiccia corona in oro con incastonate delle gemme rosse. Alla castana tornò in mente la leggenda di Zamek che raccontava a Lucille. La pietra preziosa riservata a quel regno era il Rubino. Ma allora perché mandare Lapislazzuli a Ignogan? Secondo l'equilibrio degli elementi l'acqua prevale già sul fuoco, quindi che bisogno c'era di arrivare a quel punto? Non aveva più senso trovarci l'aria che, per natura, sarebbe sconfitta contro le fiamme di Ignogan?

Veral dovette interrompere i propri pensieri quando vide due soldati presidiare la teca imbracciando le loro lance. Li guardò negli occhi azzurri di entrambi e poi poggiò nuovamente l'attenzione sulla corona. In tutto doveva sbarazzarsi di quattro guardie, ma non sarebbe stata quella la parte difficile. Si inginocchiò sul pavimento, continuando a piangere un po' per finta e un po' per davvero. -J-Jungkook...- sussurrò, attirando su di se l'attenzione delle quattro sentinelle. -Principe Jungkook...- quella volta lo disse più forte, senza urlare. -Io vi amo.- si annebbiò la vista da sola incrociando gli occhi e guardando in alto, per poi fare un respiro profondo e cadere a terra.

I soldati cercarono di scuoterla, ma la giovane sembrava non volersi ridestare. -Dovete andare a cercare aiuto, io rimarrò con lei. Se il capo scopre che le è successo qualcosa ci farà ammazzare tutti.- proclamò uno di loro, mentre la ragazza si mordeva impercettibilmente l'interno guancia. Quello non l'aveva previsto.

Sentì i passi delle altre guardie allontanarsi, mentre quella che era rimasta con lei chiudeva la porta con una chiave e si girava verso la giovane. -Puoi alzarti adesso, se ne sono andati e non torneranno tanto presto.- Veral rimase sdraiata sul pavimento e la guardia si abbassò su di lei. -Sei una brava attrice, ma riconosco se qualcuno sta dalla mia parte o meno.- terminò, lanciando qualcosa oltre il corpo della ragazza. Lei aprì lentamente un occhio e vide la stessa collana che aveva notato sui petti scoperti dei prigionieri di Lapislazzuli. Era anche lui un soldato di Ignogan? O l'aveva semplicemente rubata da qualche cadavere? In ogni caso l'aveva scoperta.

Veral si alzò. -Chi sei? Perché vuoi aiutarmi?

-Non sei l'unica che cerca di sopravvivere.- rispose lui, togliendosi l'elmo e mostrando alla giovane il suo volto e i suoi occhi scuri. -Io non avevo qualcuno da cui ritornare, io non avevo trovato l'amore. Lui mi avrebbe ucciso e io non volevo morire. Mi misi la prima armatura che fui in grado di trovare e mi comportai come parte dell'esercito azzurro.

Ma lei aveva già la sua prova. Inizialmente non aveva notato che gli occhi di tutte le guardie erano azzurri, ma quando il ragazzo davanti a lei le aveva mostrato che i suoi erano castani capì. Le stava dicendo la verità.

Il soldato continuò. -So cosa vuoi fare, ma non sarà semplice. Se gli altri scoprono chi sono mi uccideranno e a te non andrà molto meglio.

-Non preoccuparti.- gli disse, assottigliando gli occhi e girandosi verso la corona ancora sotto la teca. -Non ti troveranno.

 

Un ragazzo alto e muscoloso che teneva in mano un qualcosa coperto con quello che sembrava un mantello nero aprì la porta della sala del trono e ci trovò cinque concubine con lenzuola piene di oggetti dorati appartenenti al palazzo. Dietro di lui comparve una figura femminile che l'aiutò a slegare un'altra ragazza incatenata ai piedi della poltrona. Non passò molto tempo che anche le porte del castello si spalancarono e tutti i presenti si girarono a guardare i nuovi arrivati che si stavano sparpagliando velocemente nella stanza. -Lunga vita al re.- si sentì provenire dalle bocche di tutti tranne che da quelle delle due ragazze.

Yoongi era davanti ad un piccolo esercito di giovani e, in prima linea, si potevano contare anche Jungkook, Namjoon, Kerasi e Seokjin.

Seyun alzò le sopracciglia. -Ce ne avete messo di tempo.- ammise sorridendo, mentre Veral non riusciva a togliere gli occhi da Jungkook. Per la prima volta da quando aveva messo piede in quel palazzo si sentiva nuovamente felice.

-Dov'è Lapislazzuli?- chiese Seokjin, assottigliando gli occhi. -Credevo che lo avremmo trovato qui come ieri.- alle sue ultime parole di sovrappose un urlo straziante e l'attenzione di tutti andò sulla creatura che era appena entrata. La pelle bluastra del viso era diventata violacea per la rabbia e gli occhi coperti da quegli orribili occhiali dalle lenti triangolari squadrarono gli intrusi all'interno del castello, per poi poggiarsi su Veral. Lapislazzuli corse verso di lei che mantenne il suo sguardo. Il suo piano aveva funzionato e quello voleva dire solo una cosa.

Lahab si parò tra lei e il mostro.

I poteri del nemico si erano indeboliti e i prigionieri incatenati al muro erano ormai liberi.

-Fatti da parte.- sussurrò al generale la creatura blu. -Altrimenti...

-Cosa?- chiese. -Anche se mi uccidessi, qui c'è un esercito pronto a ricambiare il favore.

Lapislazzuli scoppiò a ridere. -Intendi quella ventina di persone là dietro?- tornò serio di colpo. -Questo è un esercito, ragazzo.- proclamò e nel frattempo tutti i suoi soldati entrarono dalla porta che era stata precedentemente aperta dall'accompagnatore di Veral.

Yoongi cominciò ad avanzare insieme al suo schieramento. Persino Seyun aveva preso nuovamente possesso della sua minigun e stava marciando al suo fianco. Le ragazze ne approfittarono per scappare e portare ciò che avevano rubato a Lapislazzuli in salvo, mentre i superstiti delle truppe originarie di Ignogan si mischiarono con l'esercito dell'unico vero re.

-Io sono il tuo nemico mortale.- cominciò Yoongi, fermandosi a pochi passi da quella che pensava fosse la sua nemesi. -Facciamola finita.- impugnò con più forza e convinzione la sua ascia e Lapislazzuli fece apparire la lancia.

-Ti pentirai di questa scelta.

L'esercito azzurro si scontrava con quello improvvisato del re, lasciando ai due abbastanza spazio per combattere da soli, senza interferenze di alcun tipo. Era la loro battaglia e non sarebbero state perdonate intrusioni.

Jungkook cercava di tenere a bada tre delle guardie che avrebbero provato a colpire Yoongi alle spalle, mentre Seokjin teneva lontano chi cercava di avvicinarsi al loro campo di battaglia, colpendo i nemici con la lama della falce. Seyun e Kerasi si coprivano le spalle a vicenda, schiena contro schiena. La minore sparava a vista, mentre l'altra scoccava e recuperava le proprie frecce dai corpi caduti dei soldati. Solo Namjoon si era precipitato da Veral per proteggerla, ma la giovane notò qualcosa di strano nei suoi movimenti. Erano lenti e sembrava come se non si stesse affatto impegnando, come se stesse combattendo solo perché era stato obbligato a farlo. La ragazza si morse un labbro: probabilmente era colpa sua. Era certa che il generale preferisse di gran lunga combattere al fianco di Yoongi piuttosto che proteggerla anche se era stato lui stesso ad avvicinarsi e a dirle che l'avrebbe fatto.

Veral riposò l'attenzione su Lapislazzuli quando vide che le guardie azzurre erano quasi tutte sul pavimento, anche quelle che nessuno aveva ancora ucciso. I loro corpi cominciarono a perdere acqua al posto del sangue e vide che entrambi i capitani delle due fazioni erano a terra, stremati.

Fu in quel momento che Veral capì. Poteva vedere il motivo per il quale Opale, chiunque fosse, avesse scelto di mandare Lapislazzuli in un regno che già poteva essere piegato dall'elemento stesso. Era così ovvio, la risposta era esattamente lì sotto i suoi occhi

Yoongi non poteva vincere contro Lapislazzuli.

Il mostro si alzò, ghignando. Raccattò la sua lancia che aveva gettato poco lontano e si avvicinò all'avversario. Lentamente la alzò su di lui e il biondo neanche se ne accorse, occupato a riprendere fiato e a stabilizzare la vista offuscata dalla stanchezza.

-Salutami tuo padre.- proclamò, abbassando le braccia.

L'unica cosa che riuscirono ad essere in grado di sentire fu il suono di un liquido che schizzava sul pavimento e sulle pareti.

-E tu mandami una cartolina dall'inferno.- il corpo di Lapislazzuli cadde trafitto da una freccia. Kerasi la recuperò e la creatura cominciò a sciogliersi lentamente. I superstiti si guardarono in silenzio e poi puntarono la sguardo su di lei. -È finita.

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Capitolo 8
*** Sulla strada delle ombre ***


Sulla strada delle ombre

 

Jungkook osservò come le ragazze ritornate al castello aiutavano i feriti con degli unguenti e delle bende pulite. Subito dopo spostò la sua attenzione su Veral che medicava alcuni graffi di Yoongi, per poi guardare Kerasi e Seyun intente a parlare con Lahab e gli altri soldati delle originarie truppe del Regno del Fuoco. Tutto sembrava così pacifico.

Si avvicinò al corpo sgocciolante di Lapislazzuli ancora disteso sul pavimento, attratto da qualcosa che brillava all'altezza del cuore. Il principe si piegò e vide la brillantezza di una gemma che gli riportava alla mente il cielo notturno attraverso il corpo ormai incolore. Il vero lapislazzuli stava incastrato nel corpo del mostro e sembrava che fosse proprio quello il suo cuore, simbolo pulsante della vita.

-C'è qualche problema?- chiese qualcuno che gli fece alzare lo sguardo. Quando vide che si trattava dello stesso ragazzo che aveva trovato con Veral si tranquillizzò. -Siete il principe di Zamek se non vado errato. Il vostro valore è conosciuto in tutto il continente, siete molto apprezzato.- si inchinò.

Jungkook vide Yoongi e Namjoon scambiarsi sguardi confusi, a quanto pare non la pensavano allo stesso modo. -Mi conosci bene.- fece un piccolo sorriso, beandosi dei complimenti e burlandosi di proposito dei due ragazzi davanti a lui. Di norma Jungkook era sempre molto umile, ma quella situazione lo divertiva. -Ma al contrario io non so nulla di te. Come ti chiami?

-Tamir.- rispose, sorridendo appena. -Ero molto fedele al precedente re e ora farò lo stesso con il suo erede.

Il principe sorrise e aprì la bocca per dire qualche parola gentile nei confronti di Yoongi per la prima volta, ma qualcosa lo bloccò. Veral stava camminando verso il cadavere quasi interamente liquefatto e mise entrambe le mani nell'acqua che componeva il corpo della creatura, stringendo la gemma tra i palmi. Alzò lo sguardo sul principe, percependo di essere osservata. -Dobbiamo rimetterla al suo posto, nel palazzo del Regno dell'Acqua.

-No.- nella stanza rimbombò quella voce ormai fin troppo conosciuta. Chi si stava muovendo smise di farlo e chi parlava si interruppe bruscamente nel mezzo del discorso. -No.- ripeté. Veral spalancò gli occhi e Jungkook si mosse verso di lei, il suono veniva chiaramente dalla gemma che la ragazza aveva tra le mani. Nonostante non fosse troppo lontano da lei, il principe non riuscì ad avvicinarsi di più.

C'era uno spirito che stava venendo proiettato dalla stessa pietra. Era proprio come la creatura che avevano affrontato, però quello che vedevano era umano. Lo confermavano la pelle rosea, gli occhi verdi e i capelli biondo cenere. Dall'abbigliamento antico sembrava che fosse in vita da una quantità indescrivibile di tempo.

Lo spirito guardò gli occhi di Veral e la castana si sentì in soggezione. Anche se Lapislazzuli aveva cambiato forma e non era più un mostro, non riusciva a fidarsi completamente di lui. Tuttavia non ne capiva il motivo. Lui fece un piccolo inchino e le sorrise, comprendendo la situazione. -Vi ringrazio.- si guardò intorno. -Mi avete reso libero dalla mia punizione.

-Punizione?- Kerasi aggrottò le sopracciglia.

Lapislazzuli la guardò. -Il lapislazzuli mi aveva trasformato in un mostro, ma ora sono libero.- fece una pausa e riguardò Veral negli occhi. -Non dovete portare le gemme ai castelli. Potrete farlo solo quando avrete sconfitto Opale, altrimenti l'animo che la pietra rappresenta prenderà il possesso di uno di voi e la storia si ripeterà.

-Ma se sono così pericolose, non basterebbe semplicemente distruggerle?- chiese Seyun, facendo voltare immediatamente lo spirito verso di lei.

-Se lo faceste anche il regno affiliato alla gemma andrebbe distrutto.- rispose, secco. Quella volta si rivolse a Yoongi e si inchinò. -Vostra maestà, mi dispiace per tutti i guai che ho causato. Mi avete combattuto come un vero re e avete dimostrato il vostro valore. Non posso rimediare alle mie colpe e il mio tempo sta per finire, ma posso fare almeno qualcosa per rendervi onore.- non disse altro e sorrise a Veral che ancora lo guardava con la stessa espressione incredula. Poi, svanì così com'era arrivato.

Yoongi si sentì improvvisamente addosso qualcosa di pesante. Si toccò la testa: la corona di suo padre era finalmente posata sul capo del suo legittimo proprietario. Guardandosi intorno vide i presenti inchinati al suo cospetto e, ancora una volta, udì quelle parole dalle voci di tutti. -Lunga vita al re.

 

-Siete sicuro di non voler rimanere, vostra maestà?- chiese Sikari, mentre alle sue spalle Lahab e Tamir gli stavano dietro, inginocchiati in segno di rispetto. -Il vostro posto è qui, ad Ignogan. Voi siete il re.

Yoongi non gli sorrise ma il suo tono solitamente apatico sembrava più dolce di quanto ci si potesse aspettare da lui. -Proprio perché lo sono sto andando via.- rispose, ormai seduto sul suo cavallo. Alle sue spalle i suoi compagni di viaggio stavano chiacchierando su qualcosa che riguardava la loro prossima tappa. -Ignogan è salvo adesso e questo è ciò che conta, ma se non fermiamo la radice di questo male i problemi potrebbero tornare ancora una volta.

-Vostro padre avrebbe detto lo stesso.- si intromise Lahab. -Vedo lui nei vostri occhi. Vi ringrazio a nome di tutti, mio sovrano.

Yoongi annuì con il capo. -Sikari, prenditi cura di mia madre mentre sarà in carica. Assicurati che non le accada nulla.

-Signore.- quella volta fu Tamir a parlare, alzandosi in piedi. -Vorrei farvi presente che la strada più breve per arrivare a Tachyta è inaccessibile.- catturò l'attenzione di Yoongi, che lo incitò a continuare. -Ho sentito alcuni soldati di Lapislazzuli informarlo che la strada è stata cosparsa di mine e altre trappole per non permettere ai vostri alleati di passare. Ovviamente non posso essere sicuro che questa informazione sia vera, ma il mio consiglio è quello di prendere la via di Karilin, il Regno dell'Ombra. Come sicuramente saprete è un regno confinante sia con noi, sia con il Regno del Tempo, ma non ci sono mai stato e non sono a conoscenza dei suoi pericoli.

-Ti ringrazio, ne parlerò con gli altri.- rispose per poi salutarli, avvicinandosi successivamente agli altri che lo aspettavano.

Riuscì a scorgere un po' del discorso che stavano facendo le ragazze. -La regina Adara è stata molto gentile a permettere a tutti noi di lavarci e di cambiare i nostri vestiti.- disse Kerasi, abbassandosi la gonna. -Ma questo è un tantino troppo corto per i miei gusti.

Le altre due risero e Seyun le sfiorò un braccio. -Sono di un tessuto molto pregiato e la tinta è permanente e costosa. Mi chiedo perché li abbia dati a noi che li rovineremo sicuramente.

-Sono davvero bellissimi e adoro il fatto che si assomiglino tutti ma che non siano uguali.- continuò la minore tra le tre, seduta dietro la schiena di Namjoon. -E poi trovo che l'abbinamento dei colori sia proprio perfetto per indicare Ignogan.

Yoongi aggrottò le sopracciglia, già stanco di quella conversazione apparentemente così frivola, affiancando Jungkook con il proprio cavallo. I ragazzi stavano parlando di come organizzarsi per la notte e il re decise di spiegare loro la situazione, facendo presente ciò che Tamir era stato in grado di riferire prima di ritirarsi all'interno del castello. Una volta finito vide l'espressione dubbiosa di Namjoon e gli parve strano perché lui era stato il primo a voler finire tutto il più in fretta possibile. Il passare da un altro regno avrebbe voluto dire una probabile battaglia con una nuova gemma pericolosa. Yoongi comunque non ci diede molto peso, Namjoon gli era sempre parso un tipo un po' strano.

Jungkook si rivolse al re, portandosi una mano al mento. -Non ne so molto su Karilin, ma c'è una leggenda che narra di un uomo al suo confine con Tachyta. Lui è chiamato “Il Guardiano” ma nessuno sa chi sia davvero e dicono sia scomparso anni fa a causa dell'innalzamento dei muri.

Il generale si precipitò a rispondere. -Il Regno dell'Ombra è pieno di mostri, quindi potrebbero averlo catturato o potrebbe essersela data a gambe. Ma questo Guardiano dovrebbe avere qualche potere magico?

Yoongi ignorò la sua domanda, anche se Jungkook stava per rispondergli. -Passare da Karilin vorrebbe dire rischiare di venire catturati e metterci in gioco ancora di più.

-Cosa?- domandò Seokjin che fino a quel momento era stato in silenzio. -Vuoi dire che non possiamo solo passare nei suoi territori e andarcene dritti a Tachyta?

Namjoon scosse il capo. -Non credo possa funzionare. Per Ignogan c'era qualcuno disposto a lottare come Yoongi e la regina madre, ma tutti gli altri Regni sono sotto assedio da molto più tempo. In fin dei conti Lapislazzuli per quanto ha governato indisturbato? Un paio di settimane? I nemici che risiedono nelle altre città non saranno inetti come lo era lui e sicuramente saranno più forti, molto più preparati alla guerra.

-Dovremmo lasciare qui il cavallo con le provviste e portare il necessario nelle nostre tasche.- rispose Yoongi, annuendo alle parole del generale. -Se davvero Karilin è così pericolosa non possiamo permetterci distrazioni.- fece una pausa lunga per accertarsi che le ragazze stessero ancora parlando. -In più penso sia molto più saggio lasciare al mio castello Veral. Potrebbe farsi male nel venire con noi o essere catturata di nuovo. È stata fortunata qui, ma non avrà la stessa occasione due volte.

Namjoon annuì, ma Jungkook scosse il capo. -La ragazza viene con noi.- il più giovane vide che il generale stava per lamentarsi ma lo precedette. -Vi spiegherò i miei motivi quando saremo da soli.

I quattro uomini si guardarono, ascoltando le risate delle ragazze che parlavano con Latifya e Saneu, arrivate lì per salutare e ringraziare la minore del gruppo.

Ciò che veniva dopo li spaventava.

 

I loro cavalli stavano camminando da ore ormai e sembrava che la sabbia sotto gli zoccoli cominciasse nuovamente a trasformarsi in terra. Il caldo afoso tipico della regione del fuoco stava pian piano scemando e all'avanzare del tempo sembrava che stesse calando una notte prematura.

-Da quanto tempo stiamo andando avanti così?- chiese Kerasi. -Siamo partiti questa mattina presto, perché ora sembra così buio?

-Nella regione dell'ombra non c'è luce.- spiegò Namjoon. -Non è sempre stato così, si dice che Luskin abbia privato solo Karilin della benedizione della luce.

Kerasi vide Seokjin annuire. -Questo perché Karilin ci ha negato il suo buio e ora la luce che produciamo non ha più la possibilità di creare le ombre all'interno della città di Luskin.

-Intendi dire che ve le ha...rubate?- chiese Veral, marcando l'ultima parola e guardando il maggiore del gruppo pensarci un po'.

-In realtà non è proprio così. Diciamo che ogni ombra che dovrebbe essere proiettata dalla nostra luce prende forma nella città di Karilin e diventa uno di quei mostri di cui parlava Namjoon questa mattina.- fece una pausa per sospirare. -Per questo motivo avrei preferito non passare all'interno della città.

-C'è però una cosa che fa al caso nostro.- si intromise Yoongi. -Ignogan ha permesso a Karilin di usare il suo fuoco per illuminarne le strade. Questo ci farà guadagnare alleati.

Il resto del viaggio fu silenzioso. Tutti notarono che la terra su cui stavano viaggiando aveva cominciato a diventare rocciosa e che in lontananza si stagliava una sorta di catena montuosa avvolta in una strana nebbia. Più si avvicinavano e più diventava buio e indefinito, riuscendo ad orientarsi solo grazie alle cime delle montagne colme di piccole illuminazioni rossastre.

Ognuno di loro era assorto nei propri pensieri e pensava a ciò a cui stavano andando incontro. La magia era sparita dal loro continente molti secoli prima, quindi come aveva fatto Karilin ad animare delle semplici ombre? In più Seokjin aveva detto che quei mostri erano comparsi solo dopo aver tolto l'oscurità a Luskin, quindi come potevano essere stati loro a cacciare via il Guardiano al confine? Oltre che non era ben chiaro il motivo per il quale Karilin volesse, di sua spontanea volontà, riempirsi di quelle creature spaventose. Vista così non aveva proprio alcun senso, almeno non lo aveva secondo la loro logica.

Seokjin indicò che tra le montagne erano presenti dei vecchi sentieri che li avrebbero condotti all'interno della città, protetta dalle alte vette piene di paesi limitrofi, sempre parte della regione dell'ombra.

Il gruppo tornò a fare silenzio e l'unica cosa udibile fu il costante passo dei cavalli.

 

Ormai erano completamente al buio, lasciandosi alle spalle la nebbia e le montagne, arrivando ad un terreno duro e roccioso ma appiattito alla ben in meglio dalla mano dell'uomo. La città era illuminata da delle lanterne in cui bruciava una fiammella che non si sarebbe mai spenta. Tutto era fatto con la pietra e con il legno, portando le vie del regno ad essere nettamente diverse dal palazzo che era stato costruito sull'unica montagna lasciata all'interno della città.

I sette stavano avanzando verso uno dei punti più vicini al centro, superando delle casse aperte contenenti della frutta.

-Pensate che dovremmo prenderne un po'?- chiese Namjoon. -Non abbiamo portato via molto dal castello e non possiamo far morire di fame i cavalli.

Kerasi si girò di scatto verso di lui. -Non essere sciocco! Rubare è un reato e tu dovresti saperlo meglio di chiunque.- Veral rise leggermente per come la ragazza era riuscita a mettere a tacere il fratello maggiore. -Fai attenzione piuttosto, questo buio mi mette i brividi.

Un urlo fu vicino a squarciare i timpani dei presenti. Jungkook e Yoongi si guardarono in faccia, voltandosi per controllare che cosa stesse accadendo alle loro spalle.

Veral era stata catturata da un'ombra dalla forma di un disgustoso cane deforme su due zampe che la teneva stretta chiudendole la bocca. Gli occhi bianchi sembravano quelli di uno spettro e il sorriso lo rendeva più macabro di quanto già non fosse.

Il principe cercò di intervenire ma non riuscì neanche a muoversi, mentre Namjoon era quasi pietrificato. Yoongi era arrivato con un balzo davanti a quella creatura mostruosa brandendo la propria ascia, tagliando in due il corpo semitrasparente dell'aggressore della minore, facendo attenzione a non ferirla, tagliandole alcune ciocche dei capelli castani. Il biondo vide con la coda dell'occhio Namjoon tornare indietro per riprenderla sul cavallo, ma glielo impedì.

-È meglio se la porto io adesso.- disse solo, scendendo per aiutarla a salire per poi posizionarsi davanti a lei, intimandole di tenersi forte.

Jungkook lo affiancò. -Ma come hai fatto a tagliare in due un'ombra?

-Credo siano le armi.- spiegò Seokjin. -Una normale lama non avrebbe mai potuto farlo. Forse è per questo che Runard le nascondeva nel seminterrato.

-Vuoi dire che non c'è modo di combatterle se non con queste?- chiese Kerasi, mentre Seyun teneva stretta la propria arma sotto al nuovo mantello beige.

Il moro scosse la testa. -Il fuoco li tiene lontani, ma...- non fece in tempo a terminare la frase. Il re e il principe che guidavano la fila si erano fermati. Sbirciò oltre i due reali e intravide due figure femminili. La prima era più alta e visibilmente più grande e brandiva due coltelli affilati; stava sorridendo ma non sembrava sincera, come se stesse fingendo. La seconda, al contrario, aveva un'espressione seria e impugnava una katana dal manico decorato. Non riuscì a guardarle troppo bene perché il buio falsava tutti i colori, ma sembrava che la maggiore tra le due avesse la pelle leggermente più scura e questo accantonò la sua iniziale idea di parentela tra i due individui che gli stavano davanti.

-Mi piacciono molto le vostre armi.- disse la più alta, continuando a sorridere. -Potreste darcele?

Veral si strinse a Yoongi e Namjoon si fece rosso di rabbia. -Chi diavolo vi credete di essere?- sbottò. -State parlando a due delle più alte cariche di Zamek ed Ignogan. Sapete qual è la pena per il furto?

Kerasi scosse la testa ricordando che poco prima lui stesso voleva rubare, poi però guardò meglio le due ragazze. -Seyun.- la chiamò sottovoce. -Tu hai girato molto, sai chi sono?

La ragazzina ci pensò. -Potrebbero essere le sorelle Krach.- fece una pausa per guardarle meglio. -Sono due ragazze che vivono rubando, ma dubito che siano davvero imparentate. In ogni caso sono molto temute.

La più alta ricominciò a parlare. -Vedo che la nostra fama ci precede. Ora, ve ne prego, potreste darci quelle armi senza opporre resistenza?

Jungkook tirò fuori la spada dalla fodera e la puntò contro l'altra ragazza che, a sua volta, lo minacciò con la katana. -Fai un altro movimento brusco e sarà l'ultimo della tua vita.- gli sussurrò abbastanza forte da essere sentita solo da lui.

Namjoon e Kerasi scesero dai propri cavalli, pronti a difendere la vita del loro protetto. -Fatti da parte.- la rossa minacciò la ragazzina davanti a se. -Non mi farò problemi ad ucciderti se torcerai un capello al principe!

La nebbia li avvolse e nessuno vide più nulla.

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Capitolo 9
*** Le sorelle Krach ***


Le sorelle Krach

 

Veral si strinse di più a Yoongi che cominciò a sentire un leggero dolore alle costole. Quella nebbia aveva qualcosa di strano e li rendeva nervosi, non sembrava normale. L'unica certezza di tutti era che si trovavano ancora nello stesso punto di prima; riuscivano a percepirlo per il rumore scoppiettante del fuoco che bruciava all'interno delle lanterne. Uno strano vento scompigliò i capelli di tutti e la nebbia si diradò, facendolo cessare.

Yoongi si girò indietro e cercò qualcuno con lo sguardo, ma quella persona non era dello stesso avviso. Tutti avevano gli occhi puntati verso le due sorelle, ma non stavano guardando loro direttamente: una figura femminile alta e con un corpo sinuoso si era posizionata dietro di loro.

Le due ladre si girarono di scatto e la maggiore tra le due perse il suo sorriso. Con un salto si fecero entrambe più indietro, in mano le loro lame scintillavano sotto alla luce dei fuochi.

-Ma guarda, le mie criminali preferite mi hanno portato un regalo.- cominciò, portando una mano completamente bianca come il resto del suo corpo alle labbra colorate di nero. Emise una piccola risata e si fece ammirare meglio, sistemandosi la corona nera formata da cinque punte adagiata sui capelli lattei e poggiando una mano ad un fianco coperto da un body perlaceo e camminando tra i presenti sui suoi stivali dal tacco alto, seguita dal suo mantello sottile e semitrasparente, quasi fosse stato realizzato con le nuvole. Si fermò per un attimo solo quando vide Seokjin e separò leggermente le labbra, poi tornò nel punto in cui era apparsa. -Sarei molto lieta di ricevervi al mio castello, ma prima dovrete riuscire a superare le mie trappole.- sparì, dissolvendosi nel vento che, nuovamente, prese a soffiare forte per poi smettere.

Al suo posto comparve una teca di cristallo e alcune gemelle cominciarono a formarsi intorno a loro. Namjoon e Kerasi si separarono e Jungkook saltò giù dal proprio cavallo, tenendolo fermo per non farlo scappare e gli altri fecero lo stesso, cercando di schivarne il più possibile. Il cavallo di Yoongi venne imprigionato dentro uno dei cristalli che sparì poco dopo, facendo indietreggiare lui e Veral, rimasti poco distanti da lì.

Le due sorelle saltarono su una delle gabbie vuote, mettendo via le armi. -Era solo una copia.- spiegò la maggiore delle due ladre. -Diamante può proiettare la sua immagine grazie alla gemma che ha sul petto. Le conferisce il potere di dominare i cristalli oltre che l'aria.- fece una pausa in cui li guardò tutti, uno per uno. -Mi dispiace se vi abbiamo spaventato, credevamo foste Jawahrat venuti per portare delle notizie da parte di Rubino. Solo le loro armi sono in grado di squarciare le ombre perché sono forgiate con il suo fuoco.- abbassò la testa come se stesse pensando, ma poi li riguardò. -Mi chiamo Blanche e lei è Laila. Siamo cresciute per strada e adesso viviamo così...

L'altra ragazza poggiò nuovamente i piedi sul ciottolato e si inchinò al cospetto di Jungkook. -Ma siamo al servizio di Zamek e dei suoi sovrani.- il ragazzo la guardò con un sopracciglio alzato, sembrava una persona totalmente differente.

-Abbiamo appena distrutto Lapislazzuli.- cominciò Namjoon. -E siamo stanchi per il viaggio.

Blanche non lo fece continuare oltre e gli si parò davanti. -C'è una locanda non molto lontana da qui, ma fate attenzione sono dei truffatori. Vi chiederanno parecchie monete d'oro.

-I soldi non sono un problema.- ribatté

-Vi sconsiglio comunque di andarci.- intervenne Laila.

-Perché vi importa tanto? Solo qualche minuto fa volevate derubarci.- le due si guardarono, indecise. Non sapevano bene se volessero spiegarlo e, anche se avessero deciso di farlo, non avevano idea di come. C'erano così tante cose da dire che avrebbero voluto dimenticare, così tante cose che avevano fatto cominciare la loro triste storia. -Allora?- insisté il ragazzo.

-Non possiamo dirvelo.- gli rispose la minore frettolosa.

Blanche sospirò regalando un sorriso finalmente sincero. -Venite con noi, vi portiamo in un posto.

Jungkook si avvicinò alle due seguito da Kerasi e da Yoongi, mentre Seyun, Seokjin e Veral erano rimasti in gruppo dietro agli altri.

Namjoon sgranò gli occhi e perse la pazienza: gli strinse un braccio, strattonandolo. -Adesso basta giocare a fare l'eroe, il tuo atteggiamento mi ha davvero stancato.- alzò la voce. -Sarai anche il principe ma sei giovane e inesperto, non sei adatto a fare il capo e non è il tuo destino regale che ti conferisce l'abilità di comandare.- Kerasi cercò di zittirlo avvicinandosi, ma lui la spinse via facendola quasi cadere per terra, fermata da Seokjin che le evitò l'impatto. -Tu non sai che cosa è giusto per noi, tu sai a stento che cosa lo è per te; sei solo un bambino viziato che gioca a fare il principe con le nostre vite. Non ti lascerò prendere un'altra decisione, ora comando io e dico che ce ne andremo per la nostra strada.

-Calmati Namjoon-ah.- gli intimò Yoongi con un'espressione apatica.

-No!- esclamò. -Anche tu mi hai stancato. Il fatto che ora tu sia re lo devi solo a noi e al tuo popolo che ti ha aiutato. Saresti dovuto rimanere lì, ti stai comportando da stupido. Da quanto ci conosciamo? Vent'anni? Da quando ti importa degli altri popoli? Da quando ti importa di qualcosa?

Yoongi fece finta di non sentire, ma quelle parole lo ferirono.

A quel punto Jungkook prese parola. -Hai ragione.- annuì. -Faremo come vuoi tu.

 

Seyun si sdraiò sul letto morbido della locanda. Namjoon aveva insistito così tanto, ma alla fine le due sorelle erano andate con loro spiegando che non avrebbero lasciato il re di Ignogan e il principe di Zamek alla completa mercé delle peggiori persone in tutto il Regno. Visto che avrebbero alloggiato in una camera diversa dalla loro il nuovo leader non poteva certamente controbattere. Aveva solo intimato di non provocare fastidio. Però la ragazza doveva ammetterlo: quando il generale si arrabbiava metteva i brividi.

Si alzò leggermente con il busto e vide Kerasi e Veral giù di morale. Riusciva a sentire quello che i ragazzi si stavano dicendo nella stanza a fianco, ma non prestava particolare attenzione. Non è che morisse dall'idea di scoprire che cosa avrebbero deciso, per lei quella situazione aveva poco senso in generale. Se la loro missione era quella di sconfiggere Opale e proteggere la vita di Veral allora sarebbe stato molto più semplice recarsi direttamente al confine, senza fermarsi.

Dopotutto lei era l'unica del gruppo ad essere stata letteralmente costretta ad andare con loro: il re sembrava così sicuro di sapere il suo segreto, ma da quel che era a conoscenza lei non ne aveva ancora fatto parola con nessuno. Era molto probabile che Yoongi neanche sapesse di che segreto si trattasse, che avesse semplicemente tirato a indovinare. Seyun comunque non aveva intenzione di rischiare.

-Che cosa sarebbe successo se uno di noi fosse stato catturato nuovamente?- riuscì a sentire da Namjoon.

-Ve lo avevo detto: Veral sarebbe dovuta rimanere nel mio castello.- spiegò Yoongi. -Sarebbe stata al sicuro.- sbadigliò.

Non riuscì a capire che cosa stava dicendo Jungkook perché aveva abbassato la voce. Girando lo sguardo verso Veral la vide rigida, probabilmente pensava di essere una specie di peso, sentiva di essere portata in giro solo come una sorta di esca e non come elemento essenziale del gruppo. Seyun non stava ascoltando quello che avevano detto in precedenza e quindi, per quel che ne sapeva, avrebbero potuto anche dirlo chiaro e tondo.

Kerasi poggiò una mano sulla spalla della minore. -Ti senti bene?- l'interessata scosse la testa. -Non prendere seriamente le loro parole, sanno che non ce l'avrebbero mai fatta contro Lapislazzuli se non ci fossi stata tu.

Seyun la vide tremare e pensò che stesse piangendo, visto che le dava le spalle non ne era certa.

Qualcuno bussò alla porta ed entrò poco dopo senza prima identificarsi. La ragazza incontrò gli occhi verdi e femminili dell'intrusa, scrutandone la pelle olivastra e i lunghi capelli rossicci legati in una coda da un fermaglio a forma di serpente. Blanche si avvicinò alle tre. -Siete diretti al confine, non è così? Possiamo portarvici evitando Diamante, ma non credo che il vostro amico sarà d'accordo.

-Che hai intenzione di fare quindi?- chiese Kerasi, mentre la nuova arrivata prendeva posto sul bordo di uno dei letti.

-Non vi conosco, ma so che siete le uniche persone in cui riporre le nostre aspettative.- le altre la guardarono stranite, anche Veral che aveva affiancato le amiche, gli occhi ancora un po' gonfi. -Ormai sono passati tanti anni, ma ricordo bene quando trovai Laila. Era una bambina molto piccola e credo fosse quello ciò che mi ha spinto a prendermi cura di lei. Inizialmente cercai qualcuno che volesse adottarla, ma non fui molto fortunata, infatti tutto quel che ricevevo erano porte in faccia e solo poche famiglie rifiutavano cordialmente.- fece una pausa, massaggiandosi la spalla dove un basilisco tatuato si aggrovigliava sullo stelo spinoso di una rosa. -Per sopravvivere rubavo dalle casse del mercato e quel poco che trovavo mi bastava, ma non potevo più prendere così poco anche per lei, così cominciai a rubare alle persone più ricche, prima da sola e poi insieme. Ci procurammo delle armi da un mercante che stava facendo una sosta e poi cominciammo a diventare le più temute in città. Le persone non ci hanno mai guardato chiaramente in viso, quindi cominciarono a pensare che fossimo sorelle, attribuendoci un cognome. Krach significa rubare nell'antica lingua di Karilin per questo pensarono che fosse divertente chiamarci così.- deglutì appena, cercando di ricacciare indietro le lacrime. -Le persone hanno paura di ciò che non conoscono ed è per questo che provano a dare un nome e un aggettivo a ciò che li circonda, ma a volte è meglio conviverci. Più io e Laila diventavamo famose, più i nostri colpi riuscivano ad andare a segno.- spiegò, per poi andare avanti. -Che io ricordi Diamante ha sempre governato in questo Regno e nessuno ha mai provato a impedirlo perché quando la luce ha lasciato Karilin anche la speranza se n'è andata. Il nemico più grande del nostro popolo non è la gemma, ma Luskin.

-Aspetta.- la interruppe Kerasi. -Non siete stati voi a bandire il vostro buio dal Regno della Luce?

-Cosa?!- esclamò, quasi come se le sue parole l'avessero scottata. -E perché avremmo dovuto? Loro hanno la nostra gemma, loro hanno l'ametista. Sarebbe da sciocchi iniziare una guerra con chi ha parte del nostro potere tra le mani. Il problema è che Luskin è abitato da prepotenti: non solo ci hanno tolto la Benedizione del Giorno, ma hanno preso possesso di alcuni fiumi di Vellham. Hanno alzato un muro tra le acque e hanno stregato il loro Mare Notturno con il potere illusorio di Ametista.- si portò una mano alla fronte, triste. -Loro godono della situazione attuale del continente perché credono che il mondo debba perdere ciò che rende speciale ogni regione, diventando uno solo grazie alla mescolanza tra le persone comuni. Non vogliono vedere che abbiamo qualcosa che ci rende speciali e che vogliamo lottare per ciò che siamo davvero.

Per un po' cadde il silenzio. Era la prima volta che le ragazze avevano il privilegio di guardare per bene Blanche visto che la stanza era illuminata da lanterne appese al muro di mattoni grigi che somigliavano a grosse pietre levigate. Non che avessero ben visto Laila, ma bastava per capire che le due non fossero imparentate per davvero e che, di conseguenza, la maggiore tra le due non stesse mentendo. Ma c'era ancora una cosa che mancava all'appello.

-Posso chiederti come hai fatto a procurartelo?- chiese Veral, indicando il tatuaggio sulla spalla.

La ragazza si ritrasse appena, ma non ci pensò due volte nel risponderle. -Qualche anno fa scoprii dell'esistenza dei Jawahrat e provai a tendergli una trappola, ma mi andò male. Mi addormentarono e al mio risveglio fu quel che trovai. Il serpente è il simbolo di Tachyta, per questo ho dovuto comprare questo fermaglio.- disse indicandolo. -Perché se qualcuno mi vedesse con un tatuaggio del genere capirebbe che sono stata sconfitta. Così ho imparato tutto ciò che c'è da sapere sui rettili, fingendo una specie di ossessione.

-E cosa vorrebbe dire la rosa?- chiese nuovamente la minore.

Blanche non rispose subito quella volta, ma non perché non volesse. Anche lei si era chiesta quale fosse il significato del fiore, ma non aveva trovato niente, né nei libri su Tachyta, né interrogando gli altri Jawahrat che era riuscita a mettere al tappeto. Sembrava che nessuno sapesse che cosa significasse il basilisco che si arrampica sulla rosa attraverso le spine. -Mi dispiace deludere le vostre aspettative ma non ne ho la minima idea. Quel che so è che il Serpente è ancora nel Regno del Tempo e si nutre del nulla.

Seyun incrociò le gambe, scoprendo qualche centimetro di coscia per via del vestito troppo corto. -Perché ci stai raccontando la tua storia?- domandò. -Che cosa ha a che fare questo con la nostra missione?

Ancora una volta la maggiore non si scompose e diede subito la risposta a ciò che la mora le aveva chiesto. -L'esperienza: è questa che mi ha portata qui a parlarvi. So che probabilmente non vi fiderete, ma vi prego di ascoltarmi. Io e Laila abbiamo passato tutta la vita a nasconderci e sappiamo bene come evitare Diamante, cercate di spiegare al vostro amico che siamo dalla vostra parte e che non vogliamo farvi del male. Abbiamo cominciato con il piede sbagliato e riconosco la mia colpa, ma abbiamo bisogno di voi tanto quanto voi avete bisogno di noi.

 

La stanza dei ragazzi sarebbe dovuta essere un turbine di voci, ma appena sentirono Blanche andarsene dalla camera delle loro compagne di viaggio rimasero tutti in silenzio. Da quelle pareti sottili avevano sentito tutto ciò che la giovane aveva raccontato. Quello su cui tutti erano d'accordo riguardava le ultime parole della maggiore tra le ragazze, perché era vero che avevano bisogno di loro.

Namjoon si alzò dal proprio letto ed uscì dalla propria stanza e dalla locanda senza dire una parola. Nessuno provò a fermarlo, ma quando Seokjin fu certo che l'autoproclamato leader si fosse allontanato abbastanza, lasciò la stanza e si incamminò nella direzione che pensava il generale avesse preso pensando che, con un po' di fortuna, avrebbe potuto trovarlo e convincerlo a parlare con lui.

Il moro fu abbastanza fortunato perché non appena girò l'angolo del viale in cui era posizionato il loro alloggio temporaneo vide il ragazzo seduto su una cassa del mercato in legno scricchiolante alla luce di una lanterna appena sopra la sua testa. Il maggiore gli si avvicinò senza farsi notare, poggiandogli una mano sulla spalla. -Va tutto bene, amico?

Il generale si girò di scatto e si maledì per aver abbassato la guardia per quell'istante. Quando si rese conto che si trattava di uno dei suoi compagni rilassò i muscoli, ma lo guardò male. -Avrei potuto colpirti così forte in faccia da farti perdere la sensibilità.

L'altro rise e si sedette al suo fianco, aumentando il rumore poco sicuro che il legno emetteva. -Che ci fai qui?

-Riflettevo.- tagliò corto. Poi però cambiò idea e continuò a parlare con il maggiore. -Non voglio mettere nessuno in pericolo, per questo non posso permettere uno scontro con una simile gemma. È troppo pericoloso e la posta in gioco è troppo alta.- pensò che Jin avrebbe continuato il discorso, ma si sbagliava. Andò avanti, sperando di poter ottenere una risposta da lui. -Yoongi conosceva il suo regno e sapeva contro chi si sarebbe scontrato: quella era la sua battaglia, capisci? Ma qui...qui non c'è niente che ci appartiene. Che cosa ci lega a questo posto o a Diamante? Blanche e Laila potrebbero combatterla e liberare il loro popolo, ma se loro non sono abbastanza forti per farlo perché dovremmo eliminarla noi? Ho già rischiato di perdere Veral una volta...

-Lei ti piace...- Namjoon annuì. -È questo che ti ha fatto perdere il controllo con Jungkook?

-Sembra che non dia nessuna importanza alla vita di lei. Avremmo dovuto lasciarla al sicuro e invece è qui con noi a rischiare. Jungkook mi ha promesso che alla fine della missione potrò portarla via e vivere con lei.- spiegò adirato.

Seokjin alzò un sopracciglio, scettico. -Fammi capire bene.- cominciò. -Veral è d'accordo? Alla fine si tratta di lei, non di Jungkook. Lui potrà anche essere il principe, ma se lei non vuole venire con te non potete obbligarla.

Il biondo stava per dire qualcosa, ma ci ripensò. Jin aveva ragione, ma non voleva vederlo. Inoltre sapeva che non era solo per Veral che aveva affrontato il principe e il re.

Anche Seokjin aveva capito che l'amico non aveva detto tutta la verità. Non sembrava proprio il tipo che, di punto in bianco, si innervosisce solo perché la ragazza per cui ha una cotta non è al sicuro. Dopotutto Namjoon era la più alta carica militare di Zamek, non avrebbe rifiutato la possibilità di proteggerla e tenerla al suo fianco così facilmente.

Entrambi si persero nei propri pensieri, fissando le lanterne che risplendevano tra la nebbiolina che avvolgeva le montagne come se fossero stelle.

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Capitolo 10
*** L'oscurità non è un posto sicuro ***


L'oscurità non è un posto sicuro

 

Il proprietario della locanda era un uomo di mezza età con il ventre sporgente appoggiato allo sgabello su cui stava seduto. Le sopracciglia erano talmente folte da coprirgli quasi gli occhi e se ne stava dietro al bancone della reception a contare i soldi, mentre le figlie andavano in giro per la stanza con vassoi di bicchieri stracolmi di alcolici di ogni tipo e varietà. Ogni tanto qualche uomo allungava le mani sui copri minuti delle giovani, ma nessuno -neanche loro stesse- faceva qualcosa per impedirlo.

Il gruppo capitanato da Namjoon si era riunito in un angolo della stanza, mentre quest'ultimo si era recato dall'uomo dalle sembianze goffe che era impegnato a sistemare dei foglietti viola sul bancone.

-Pagherò per la stanza da quattro e quella da tre.- avvisò, lasciando un sacchetto grigio, facendo tintinnare le monete all'interno.

L'uomo avvicinò una mano sporca e tozza e lo prese, portandoselo davanti al volto. Lo aprì con l'altra e poté dire che all'interno c'erano una ventina di monete d'oro. -Non basta per pagare le due camere, ragazzo.

Namjoon alzò un sopracciglio. -Ci deve essere un errore: al nostro arrivo la donna che era al suo posto ci ha detto che avremmo dovuto pagare tre monete d'oro a ora. Siamo stati qui circa otto ore, quindi perché non dovrebbe bastare?

Il proprietario lo fermò con un gesto della mano scura per lo sporco. -Tre monete d'oro a testa. Voi siete in sette se non sbaglio.

Il biondo si girò verso Yoongi e lo invitò ad avvicinarsi. Era stato lui a parlare con la persona che li aveva accolti, quindi ora avrebbe sistemato le cose da solo. -Che diavolo fai?- gli sussurrò cercando di non essere sentito da altri. -Questo qui ha detto che il prezzo era a persona.

Il re si scostò per un attimo e si girò per guardare l'uomo dietro al bancone. -Senta, sono sicuro di aver sentito bene. L'errore è stato vostro non di certo mio, quindi ora vi terrete questi soldi e noi ce ne andremo.

-È evidente che non avete modo di pagare.- ipotizzò. -Ma avete delle belle armi e le vostre amiche potrebbero lavorare nel mio locale. Sono convinto che i miei clienti apprezzerebbero.- i presenti scoppiarono in grosse risate e le dirette interessate riuscirono a sentire il loro discorso su chi tra loro li avrebbe più soddisfatti.

Yoongi alzò gli occhi al cielo e fermò Namjoon dal dare di matto. Si avvicinò ulteriormente e lo guardò fisso negli occhi coperti dalle lunghe sopracciglia. -Credo che tu non abbia capito bene: prova un po' a guardarci, soffermati sul nostro abbigliamento.- gli disse piano. Poi scoprì la spalla destra e l'uomo vide risplendere sotto la luce scoppiettane delle lanterne una spallina simile a quella portata dai principi, ma molto più elaborata e con una scritta posta al centro del simbolo di Ignogan: “Il sovrano delle Fiamme”. -E ora, con permesso.- continuò, risistemandosi e facendo segno di uscire.

-Non così in fretta.- li fermò l'uomo. -Non mi importa niente di chi siete o da dove venite, quello che mi interessa è che paghiate. Capisco di non poter chiedere a vostra maestà le proprie armi o le proprie ancelle.- fece una pausa per prendere fiato. -Ma voglio proporre un accordo.

Namjoon emise un verso infastidito e provò ad uscire comunque, ma due uomini seduti lì vicino si alzarono e lo presero per le braccia, tenendolo fermo. Jungkook scattò come per volerlo soccorrere, ma Yoongi gli fece segno di stare fermo dov'era e il principe obbedì. Perché Namjoon era un uomo forte che si era guadagnato il titolo di generale con la fatica e l'allenamento e, se avesse voluto, si sarebbe liberato in un istante. -Che cosa vuoi?- chiese il re con un cenno del capo.

Il proprietario si alzò in piedi, ma non si mosse. -Non ho potuto non notare dei fantastici purosangue fuori dal mio edificio: vi chiedo di poterli tenere con me come attrazione per i miei clienti. Non mi interessano le loro carni, abbiamo cibo a sufficienza e andrebbero a male, ma ho un certo fiuto per il denaro e le persone farebbero qualsiasi cosa per accarezzare e sfamare i rari esemplari che mi avete portato.

Kerasi stava per rifiutare, ma Yoongi la precedette. -Ci stiamo, ma dovrai restituirceli quando ce ne andremo.

L'uomo rise, ma poi acconsentì tendendo la mano con le unghie sporche di nero al biondo che però non ricambiò e uscì, seguito dagli altri. Namjoon scostò i due giovani che lo tenevano fermo e li guardò male poi chiuse la porta a due ante della locanda, finalmente fuori.

Blanche e Laila li aspettavano da un pezzo e nel veder uscire i due ragazzi dai capelli biondi adirati e nervosi intuirono la situazione.

-Avremmo dovuto darvi ascolto.- proclamò il re e diede una leggera gomitata al minore, cercando di convincerlo a scusarsi.

Namjoon evitò il loro sguardo. -Vi ascolteremo, ma comunque faremo le cose a modo mio.

Le due si guardarono. I loro visi sembravano più dolci.

 

Il cammino sarebbe stato lungo senza i cavalli.

Laila aveva spiegato loro che c'era un modo molto semplice per arrivare a Tachyta e che aveva sentito dire da dei Jawahrat che esisteva un'apertura nel muro. Non era certa che quell'affermazione fosse effettivamente reale, ma non potevano escludere tutte le ipotesi: in effetti non sapevano come avrebbe fatto Opale a farli uscire ed entrare dal vecchio territorio del Tempo se non con una porta.

La città di Karilin era gremita di gente per questo avevano preferito dividersi e incontrarsi alle pendici della montagna su cui si ergeva il palazzo. Laila avrebbe guidato Jungkook, Namjoon e Kerasi, mentre Blanche si era presa in carico Seyun, Seokjin, Veral e Yoongi.

Le due sorelle li avevano avvisati di una cosa prima di separarsi: la roccia sotto al castello era in realtà cava e al suo interno ci viveva l'Idra, il mostro dalle molteplici teste. Li informarono che, secoli prima, quando la tirannia delle gemme era ancora impensabile, tutte le creature che abitavano i Regni erano buone e proteggevano le pietre e i castelli. Quando Diamante e Rubino presero possesso dei luoghi che non gli appartenevano l'Idra e il Minotauro decisero di non schierarsi a favore di nessuna fazione e di uccidere chiunque entrasse nei loro territori, senza distinzioni. Blanche spiegò che lo erano venute a sapere da Diamante stessa che aveva avvertito i Jawahrat. In seguito prese la via a est, mentre Laila quella a ovest.

Quest'ultima sapeva che non sarebbe stato facile, non poteva fingere il contrario. Namjoon non le piaceva, ma apprezzava il tono gentile che Kerasi usava con lei, mentre non poteva ancora esprimere un vero giudizio su Jungkook, il più taciturno tra tutti. Se ne stava sulle sue e cercava di non esprimersi troppo, come se non volesse esternare le proprie opinioni e preferenze. Poteva dire con certezza che era una persona riservata, anche se di certo non se lo sarebbe aspettata dal principe della capitale.

La loro strada fu quella meno tortuosa poiché le persone si avvicinavano di rado a Tachyta e al suo muro, quindi i pochi cittadini che incontrarono furono i proprietari delle abitazioni lì attorno. Subito dopo essere arrivati in una delle strade più esterne ne presero una che riuscisse a ricondurli all'interno, in modo da arrivare alle spalle della montagna e, finalmente, ricongiungersi al resto del gruppo.

Ormai avevano capito che sarebbero arrivati per primi, perciò si fermarono per un po' in un posto poco lontano dal punto di ritrovo. Laila li aveva informati che, visto il viaggio con nessuna brutta sorpresa, aveano un anticipo di circa due ore, quindi potevano risposarsi e recuperare le forze. In più disse loro che l'Idra era una creatura particolare e che avrebbero dovuto tenere la bocca chiusa quando sarebbero passati di lì. Non era di certo il tipo di animale che si sarebbe lasciato comprare da un paio di coccole, quindi non potevano permettersi di non evitare quel combattimento.

La giovane si guardò intorno per un po' di tempo: c'era qualcosa in quel posto che non andava, eppure ci si era fermata così tante volte. Le rocce sulla strada ciottolata erano sempre le stesse e la nebbia, come di consueto, le avvolgeva in un abbraccio mortale. Ma c'era qualcosa di diverso.

La terra cominciò a tremare e un'ombra deforme li sovrastò. Fu in quel momento che Laila capì.

Quello rientrava nei territori dell'Idra.

 

La creatura che incombeva su di loro aveva un corpo di drago ricolmo di scaglie violacee ma privo di ali, con quattro zampe dagli artigli affilati e una coda lunga quanto la propria altezza. Era munita di molteplici paia di piccoli occhi bianchi e di fauci con denti aguzzi da cui riusciva ad emettere strani grugniti.

Jungkook sguainò la sua spada e Kerasi lo affiancò, scoccando una freccia che rimbalzò sul corpo dell'enorme mostro davanti a loro.

-Più in basso, mira al cuore!- le esclamò il principe che, nel frattempo aveva tirato Laila per nasconderla dietro al suo corpo.

-Le frecce non sono infinite, lo sai?- si imbronciò la maggiore.

Namjoon scrutò le teste dell'animale e ne contò nove, tutte con un corno sulla punta del naso. Tuttavia ce n'era una, quella più piccola, che ne aveva anche uno in mezzo agli occhi. Con un balzo si avvicinò proprio a questa, ma una tra quelle più esterne gli si parò davanti e con la sua spada ne tagliò la base. Questa cadde ai piedi di Jungkook che rimase impassibile, girandosi verso Laila e guardandone l'espressione contrariata sul volto.

-Che pensavi di fare?- chiese retoricamente la giovane, allontanandosi da loro. -L'Idra può rigenerare le proprie teste, ma solo quella al centro è considerata il suo punto debole.- li informò, per poi sfoderare la propria katana, affiancando il principe pronta a combattere con loro. -Se la taglierete morirà e non possiamo permetterci che questo accada.

L'animale si alzò sulle zampe posteriori e ci rimase per qualche secondo, per poi allungarne una anteriore in direzione del principe che la schivò prontamente con un balzo. -Che cosa proponi?

La testa che giaceva davanti ai loro piedi divenne cenere e, molto più velocemente di quanto si sarebbero aspettati, la creatura ne fece uscire un'altra dall'interno del collo mozzato, squartando quello precedente. Infuriato emise uno stridio insopportabile e i quattro furono pronti ad una lotta intensa, ma la creatura se ne andò.

-Che succede?- chiese Namjoon. -Mi pareva di aver capito che se ci avesse trovato non ci avrebbe risparmiato. Perché è fuggito?

Laila guardò verso il basso, posando la propria arma nell'apposita fodera. -Non lo so, forse è successo qualcosa.- avrebbe aggiunto altre riflessioni, ma quando sentì dei passi veloci provenire alle loro spalle si voltò a guardare a chi appartenessero.

-State bene?- domandò una voce ormai conosciuta. -Abbiamo sentito i versi dell'Idra.

I presenti si guardarono e lasciarono un sospiro di sollievo: Veral si trovava davanti a loro e tutti gli altri stavano dietro di lei.

 

-Pensavamo ci avreste messo molto, come mai siete già qui?- chiese Laila affiancando Blanche in testa al gruppo. La più giovane si girò a guardare i loro nuovi compagni alle sue spalle, notando Kerasi, Seyun e Veral che camminavano una a fianco all'altra, chiacchierando serenamente.

La maggiore le regalò uno sguardo sorridente, ma Laila sapeva bene che quelle espressioni erano parte della sua maschera. -Diciamo che abbiamo avuto fortuna.- prese la sorella a braccetto e con un dito tracciò dei disegni invisibili, assottigliando gli occhi.

La minore inizialmente non capì e si ritrasse leggermente, poi però fece più attenzione a quei movimenti del dito della maggiore sul suo polso. Quello che prima sembravano disegni cominciarono a prendere forma, trasformandosi in lettere ripetute all'infinito.

...Egue.”

...No ci segue.”

Qualcuno ci segue.”

Laila guardò Blanche con gli occhi sgranati, ma la maggiore le regalò un altro sorriso, poi si girò verso i ragazzi dietro di lei, facendoli fermare davanti ad un edificio alto ed imponente. -Mi dispiace interrompere così il nostro viaggio, ma io e mia sorella dobbiamo entrare per qualche minuto.

-Perché?- chiese Kerasi. -C'è qualcosa che non va?

Blanche scosse la testa. -Al contrario, va tutto benissimo. Questa è la biblioteca di Karilin e ho bisogno di consultare un libro prima di continuare.

-Non abbiamo tempo per questo.- si intromise Namjoon. -Dobbiamo proseguire e arrivare fino alla costa rocciosa del Mar Immortale.

Blanche lo zittì. -Oh, avanti! Non fare il bel tenebroso Kim Namjoon.- gli puntò contro un dito, toccandogli il petto coperto da una delle divise di Ignogan. -Sai bene che ci metteremo pochissimo, non te ne accorgerai neanche.

Il generale arrossì di colpo e finse qualche colpo di tosse, irrigidendosi e non sapendo bene che cosa dire, non facendo nemmeno in tempo a pensarci che le due avevano già salito le scale ed erano entrate all'interno del grosso stabile.

Seokjin mise una mano sulla spalla del minore. -Blanche sembrava strana, vero?

Namjoon rispose solo con un verso di assenso poi i presenti cominciarono la loro attesa.

 

 

 

Angolo Autrice
Ciao!
Mi scuso perché non sono solita usufruire di questo genere di spazi, ma a volte capita anche a me di dover specificare alcune cose.
Come potreste aver notato ho modificato la figura dell'Idra secondo le mie necessità, ma prima di farlo ho svolto una sorta di ricerca per documentarmi sulle vere fattezze della creatura e ho trovato alcuni punti che specificavano che spesso si hanno immagini distorte di essa anche da parte di diversi celebri autori dell'epoca. Ovviamente non mi metto sul loro stesso piano, quindi mi sono limitata a descrivere la versione ufficiale di questo animale con qualche piccola modifica nell'aspetto ed eliminando i caratteri che l'avrebbero resa praticamente invincibile per un comune essere vivente. In più so benissimo che l'Idra è un mostro descritto come “marino” ma ho voluto inserirlo nel Regno di Karilin poiché è uno dei posti più vicini al mare, spero tanto che apprezziate e comprendiate la mia scelta.
Ovviamente tutte le mie intenzioni sono quelle di intrattenere il mio pubblico, quindi il motivo di questo spazio è totalmente a scopo informativo per evitare inutili discussioni o quesiti che mai avranno risposta. Ringrazio chiunque stia leggendo questa storia e chi continuerà a farlo in futuro, siete davvero fantastici!
Direi che per oggi ho finito <3
Blue_Wander

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Capitolo 11
*** Il vento che soffia nel posto sbagliato ***


Il vento che soffia nel posto sbagliato

 

Una volta chiusa la porta alle spalle Blanche si girò verso la minore, prendendola per le braccia e guardandola negli occhi color nocciola. -Che cosa è successo all'Idra?- le chiese rimanendo calma a fatica. -Perché se n'è andato?

La giovane si strinse nelle spalle. -Pensavo di chiederlo a te, credi sia opera di Diamante?

Blanche ci pensò un po', lasciando andare la sorella per allontanarsi leggermente e girarsi verso una delle finestre da cui intravedeva alcune lanterne che scintillavano in uno dei cieli più bui e carichi di nuvole di tutti quelli che aveva avuto l'occasione di vedere negli ultimi giorni. -Diamante è egocentrica e narcisista.- rifletté poco dopo ad alta voce, lasciando che Laila le si avvicinasse, poggiandole una mano sulla spalla. -Lei prende più potere quando può mettersi in mostra, vantandosi del suo aspetto.

-E quindi?- chiese la minore, inarcando un sopracciglio.

-Pensavo solo che non avrebbe motivo di mettere in fuga l'Idra, soprattutto non credo che perderebbe l'occasione di farci uccidere da qualcun altro senza fare nessuna fatica.- la guardò annuire, perfettamente consapevole della personalità eccentrica della dominatrice del loro regno. -In più penso sia improbabile che fosse lei quella presenza che ho sentito: Diamante non ha nessuna familiarità con l'oscurità e l'avremmo riconosciuta subito con tutto quel bianco.

Laila si portò una mano al mento. -Hai ragione, ma hai qualche idea sostitutiva?

-Karilin è grande, poteva essere chiunque.- constatò, non molto convinta. In realtà quella situazione le metteva i brividi. Era abituata a nascondersi e a non farsi scovare, ma c'era qualcosa nell'individuo che li stava osservando che non era riuscita a decifrare, qualcosa che aveva spinto anche sua sorella a non notare la sua presenza.

-Blanche.- la chiamò la mora, attirando la sua attenzione. -E se fosse stata un'ombra mandata da qualcuno?

La maggiore scosse la testa. -Non obbediscono a nessuno e soprattutto non se ne stanno dietro ai cespugli nel più completo silenzio. In ogni caso ci conviene andare adesso, credo si stia per mettere a piovere.

Laila sapeva che Blanche aveva mentito ai loro nuovi compagni d'avventura. Sua sorella non aveva bisogno di consultare nessun libro, ma non si fidava ancora abbastanza per condividere le proprie incertezze. Anche se aveva raccontato loro la propria storia non voleva dire che si sarebbe aperta completamente sotto tutti i punti di vista.

Spalancarono nuovamente le porte della biblioteca pubblica per uscire e si incamminarono insieme verso chi le aspettava.

 

-Okay, siate sinceri.- cominciò Yoongi, scocciato. -Chi se l'è bevuta?

Nessuno alzò la mano e Seyun si strinse nelle spalle. -Non si fidano completamente di noi.- dichiarò con voce tranquilla, lucidando la sua arma con un fazzoletto di stoffa viola. -Possiamo biasimarle?

I presenti si girarono verso Namjoon che arrossì vistosamente, balbettando parole senza senso e frasi incerte, calmandosi solo dopo aver fatto un respiro profondo, distogliendo lo sguardo. -Non ho intenzione di scusarmi.- cominciò. -Ma non perché ancora non mi fido di loro, ho capito che sono delle ottime guide visto che sono cresciute su queste strade e non credo vogliano farci del male...non più almeno.

-E allora perché? Ti stai comportando come un idiota da ieri.- commentò Kerasi, alzando gli occhi al cielo. -Soprattutto con noi ragazze.

Il fratello maggiore si strinse nelle spalle. -Non mi fido di Jungkook, tutto qui.- il minore si indicò con un dito e spalancò gli occhi dalla sorpresa, ma non disse nulla e continuò ad ascoltare. -Se mi darete la possibilità di prendere il comando vi prometto che nessuno di noi si farà più del male e non ci separeremo come è successo ad Ignogan.

-Non capisco.- si intromise Veral. -Parli come se noi non avessimo fiducia in te. Sappiamo che sei consapevole dei pericoli che rischiamo di correre, insieme a Jin e Yoongi ovviamente.- lo vide trattenere il fiato. -Perché sei così teso, c'è per caso qualcosa che desideri farci sapere?

Seokjin la fermò poggiandole una mano sulla spalla. -Veral credo che tu stia fraintendendo.- le sorrise. -Penso che Namjoon intenda che Jungkook sia ancora troppo giovane e inesperto per prendere il comando di una missione così pericolosa. Non vuole perdere le persone più care per lui.

La castana vide il diretto interessato arrossire e rivolgere la sua attenzione al cielo perennemente notturno, in quel momento annuvolato. -Verrà a piovere tra un po', dovremmo trovare un riparo decente.

Jungkook si allontanò di poco rispetto al suo gruppo e Kerasi lo seguì, ma venne fermata da Seyun. Il ragazzo non si sentiva a suo agio. Aveva cominciato quel viaggio per scappare dalle pressioni a cui lo sottoponeva sua madre, ma non avrebbe mai immaginato che si sarebbe venuta a creare una situazione così imbarazzante tra i compagni di squadra. Gli piaceva stare in loro compagnia, ma la situazione generale cominciava ad essere abbastanza fredda. Il giovane principe si era accorto che non parlavano più tra loro come all'inizio: le cose sembravano cambiate rispetto al clima più familiare che aveva trovato ad Ignogan. E tutto era iniziato con le sorelle Krach.

-Dovremmo proseguire sotto la pioggia invece.- Seyun interruppe i suoi pensieri e richiamò a se l'attenzione di tutti. -Questo ci darà vantaggio sull'Idra e su Diamante. Se davvero veniva associata a Vimana, il Regno dell'Aria, allora non riuscirà tanto facilmente ad attaccare sul il territorio roccioso di Karilin.

-Non sottovalutarla.- la rimbeccò Seokjin. -Diamante è qui da secoli ormai, probabilmente ha sviluppato qualche abilità che le permette di fortificarsi anche qui. Ancora non capisco però cosa c'entra l'aria con l'oscurità.

I sette si guardarono attentamente, scambiandosi occhiate curiose e dubbiose, quando la porta della biblioteca si aprì, facendone uscire Laila e Blanche. Quest'ultima sorrideva candidamente e in tono tranquillo spiegò che avrebbero proseguito verso sud-ovest -la direzione dove erano diretti fino a quel momento, in realtà. Chiarì che sarebbe venuto a piovere, ma anche che non era strano vedere Karilin pieno di nuvole minacciose, dopotutto il Regno dell'Ombra era vicino alla costa del mar Immortale su cui splendeva un pallido sole, i primi raggi che riuscivano a raggiungere i confini di quel regno oscuro.

-Ma scusate.- cominciò Kerasi poco dopo aver ripreso il viaggio. -Il Muro dovrebbe essere più a nord rispetto a Karilin, perché stiamo andando verso sud?

Laila la affiancò porgendole una mappa che disse, mentendo, di aver preso dalla biblioteca. -Ora noi ci troviamo qui.- le mostrò con l'indice un punto vicino a delle montagne che la maggiore poteva vedere anche nella realtà grazie alle lanterne che le decoravano, nonostante la nebbia si stesse impegnando a coprirle e renderle invisibili. -Dobbiamo attraversare la periferia e avvicinarci al mare, percorrendone la costa rocciosa per andare a ovest. È lì che si dice ci sia la porta per entrare a Tachyta.

La giovane guardia annuì e poi si girò verso le sue amiche dietro di lei. Veral stava guardando Jungkook con uno sguardo preoccupato visto che quello del principe era rivolto verso il basso, come se qualcuno lo avesse appena rimproverato, mentre Seyun stava parlando con Yoongi che le stava facendo delle domande su Diamante e su Vimana, ma la giovane rispondeva quasi sempre con monosillabi o affermando che per via dei suoi impegni come idol non passava troppo tempo nel regno a cui apparteneva.

L'attenzione di Kerasi si rispostò su Jungkook, quando una mano le si posò sulla spalla. -Va tutto bene?- le chiese Seokjin, regalandole uno dei suoi sorrisi. -Sei preoccupata per il principe?

-Sono cresciuta con lui, per me è come se fosse un fratello minore.- rispose su due piedi, per poi rendersi conto di quello che aveva affermato, correggendosi subito dopo. -Cioè non che mi metta sul suo stesso livello, ovviamente.- ammise agitando le mani all'aria e facendo colorare di rosso anche la punta delle orecchie. -Solo che tengo molto a Jungkook. Ricordo che quando era piccolo e io ero ancora sotto addestramento il suo corpo era molto debole ma non si arrendeva mai. Voleva che le persone non vedessero solo l'involucro o la sua carica di principe, anche per questo è scappato da palazzo alla prima scusa plausibile.

Seokjin si guardò indietro e vide il corpo muscoloso e allenato del minore. -Stiamo parlando di lui, vero?

La rossa annuì sistemando una ciocca di capelli dietro all'orecchio, scoprendo leggermente un tatuaggio sulla nuca, ma il ragazzo non fece domande. -Jungkook era molto insicuro del suo aspetto e voleva impegnarsi ad essere un buon principe che potesse proteggere i suoi sudditi. Per questo fin da ragazzino si è impegnato duramente per raggiungere i suoi scopi e ora...- si interruppe da sola. Lei si fidava di Seokjin, anche perché lui le piaceva molto, era stato un colpo di fulmine per lei, sin da quando lui le aveva sorriso la prima volta con indosso quel camice bianco che, più che un panettiere, le ricordava quello di un medico. Però non era sicura di poter raccontargli la vita di Jungkook e sarebbe stato scorretto nei suoi confronti visto che il principe non avrebbe saputo nulla di più del bel fornaio dalla chioma scura.

Namjoon era rimasto in fondo. La sua mente era completamente vuota, non riusciva a pensare a niente di concreto, fino a quando un pensiero negativo attraversò la sua mente e spalancò gli occhi dalla sorpresa quando Jungkook lo affiancò, chiamandolo per nome.

-Vorrei chiederti scusa.- fece il minore, alzando il capo e guardando le nuvole che si spostavano velocemente nel cielo scuro. -Sei una persona ammirevole e io che ti conosco da sempre posso dirlo con certezza. Sei stato tu a insegnarmi tutto quello che so e ho sempre pensato di volerti compiacere proprio perché sei stato il mio riferimento fin da piccolo. Volevo dimostrarti di poter comandare e condurre un gruppo, di poter farlo come un vero sovrano, ma ho dimenticato di chi è il merito per quello che sono oggi. Per questo credo che debba essere tu il nostro leader e vorrei che gli altri possano venire a conoscenza da te quello che ho imparato io tempo fa.- si interruppe un secondo per guardare negli occhi il generale. -Come guerriero, come essere umano, come amico.

Namjoon perse il suo atteggiamento da duro e il suo sguardo si addolcì lievemente. -Sei tu il principe montato che voleva essere a capo di tutti.

-Continuerò a seguire le tue orme, continuerò a voler imparare da te. La prima volta che ti ho visto al castello il principe mi sembravi tu con quel tuo sguardo fiero e desideravo raggiungerti, essere come te. Ma mi rendo conto di aver sbagliato e avrei dovuto lasciarti la missione fin da subito.

Il maggiore distolse lo sguardo e prese a camminare più velocemente, dando le spalle al principe, continuando a parlargli senza però guardarlo. -Non saremmo arrivati dove siamo se non ci fossi stato tu. Il tuo animo nobile ti ha fatto diventare l'uomo che sei Jungkook, nessun altro ne è responsabile.- infine si voltò quel minimo per guardarlo con la coda dell'occhio. -Ma grazie.

 

Seyun guardò attentamente attorno a lei e constatò che ormai solo Yoongi era rimasto al suo fianco e, con il solito fare schivo, le faceva delle domande per stuzzicarla, quasi si divertisse a sentirla parlare e volesse estorcerle informazioni. Probabilmente la giovane aveva ragione e quindi il ragazzo non aveva idea di quale fosse il suo segreto, ma non voleva rischiare e chiederglielo. Dopotutto Yoongi era sempre stato gentile con lei dopo quella volta e se fosse stato davvero a conoscenza di quello che Seyun nascondeva non l'avrebbe lasciata sola a palazzo sotto occhi indiscreti, in attesa che il principe tornasse.

Infatti non lo aveva permesso davvero.

Non sapeva di preciso a cosa doveva il suo stato di confusione, tuttavia non era ancora sicura di potersi fidare completamente. A lei non importava con chi fosse o che cosa stesse facendo, la sua priorità era mantenere segreta la sua vera identità. Per il momento sarebbe rimasta solo Seyun, l'idol del loro continente che avrebbe raggiunto il cuore di tutti con la sua musica.

-È stata una sorpresa trovarti a Zamek quel giorno.- dichiarò il ragazzo. -Non avrei mai detto che avresti voluto il titolo di principessa.

-Non lo voglio infatti.- rispose continuando a camminare, evitando il suo sguardo per troncare quella conversazione senza fondamenta.

-E allora perché competere per la mano del principe? È questo che non capisco; che cosa se ne fa una come te del trono di un regno senza morale?

-Se davvero conosci il mio segreto dovresti poterci arrivare.- lo rimbeccò.

Yoongi però rimase tranquillo e non si scompose. -Invece è proprio perché ne sono a conoscenza che non capisco.- a quell'affermazione Seyun si girò a guardarlo. -Avevi tutto quello che ti serviva per questa missione, quindi perché cercare di arrivare al cuore del principe? È questo il tassello mancante.

La ragazza non rispose e fece qualche passo in avanti, superando il giovane re, affiancando Blanche e Laila. Lui si girò a guardare indietro e vide Veral camminare nella sua direzione e affiancarlo.

-Che ci fai qui ragazzina? Non dovresti stare con la tua amica soldato?- le chiese, mantenendo lo sguardo fisso su di lei.

La castana gli prese il braccio e lo tirò giù un po' per arrivare al su orecchio. -Sta piovendo.

 

La pioggia stava scorrendo incessante e l'acqua aveva ormai infradiciato capelli e vestiti di tutti. Avevano limitato le chiacchierate al minimo e parlavano solo ed esclusivamente di che cosa fare e di quel che era indispensabile. Blanche e Laila guidavano il gruppo e quest'ultima era incaricata di comunicare i loro spostamenti. -Una volta attraversato il valico tra quelle montagne saremo fuori i territori appartenenti a Diamante e potremo proseguire con più calma.- spiegò a voce alta per farsi sentire nonostante lo scrosciare della pioggia.

-Vi piacerebbe, vero?- riecheggiò una voce. -Ma non così in fretta miei cari.

Si alzò un vento leggero che fece sterzare la pioggia in modo da colpire più copiosamente il viso dei componenti del massiccio gruppo, poi, tra la nebbia che veniva spazzata via, apparve una figura lattea che tra le mani stringeva uno specchio. Si rimirava sulla superficie liscia dell'oggetto e guardava con gli occhi neri e un po' lucidi tutto quel che più le piaceva del suo candido corpo.

Quando Veral si chiese come facesse la pioggia a non bagnare ne lei ne il suo specchio assottigliò gli occhi e vide un leggero strato di cristallo che proteggeva entrambi. Si portò una mano al mento: non ci vedeva troppo bene con tutto quel buio e soprattutto non era riuscita a pensare a nulla da fare per togliersi da quella situazione scomoda anche perché non voleva metterli tutti in pericolo come aveva fatto nelle segrete del palazzo di Yoongi.

In questo caso però le cose erano andate diversamente; la pioggia che scorreva sui corpi dei suoi compagni le rendeva visibili i loro movimenti ed era riuscita a farsi venire in mente qualcosa, anche se non poteva essere sicura che funzionasse. Ormai era completamente bagnata dalla pioggia, ma riusciva comunque a sentire il rumore delle gocce che cadevano su chi le stava attorno.

La vista di Veral non era mai stata molto buona, ma non poteva dire lo stesso per l'udito.

-Che cosa vuoi?- chiese Namjoon, poggiando il palmo della mano sull'elsa della spada dorata. Jungkook lo fermò, ma non ottenendo risposta il maggiore andò avanti. -Perché ci segui ovunque?

La figura biancastra alzò lo sguardo e smise per un attimo di specchiarsi. Pochi secondi dopo si guardò l'ultima volta, poi il sottile strato di cristallo che avvolgeva l'oggetto cominciò ad ingrossarsi, diventando sempre più spesso per catturare al suo interno lo specchio e trascinarlo con se sotto terra, fungendo da portale per la dimora di Diamante: il castello. -Sei davvero egocentrico.- rispose puntando il proprio sguardo verso un punto indefinito. -Non potrebbe importarmi di meno di voi.

-Che cosa vuoi?- riprovò Jungkook, guardando lo sguardo infastidito di Namjoon. -Rispondi solo a questa domanda.

-Perché dovrei farlo? Solo perché è un bel ragazzo a chiedermelo?- il diretto interessato alzò un sopracciglio, visibilmente confuso. -Sì, credo che tanta bellezza dovrà pur esistere per un motivo.- si rispose da sola e puntò l'indice contro Seokjin, per poi dissolversi con una raffica di vento e comparire alle sue spalle. Circondò le braccia del moro con le proprie e accarezzò il suo petto, arrivando al collo e alle guance, per poi finire con l'affondare le proprie dita perlacee nei suoi capelli scuri e bagnati dalla pioggia che continuava a scorrere incessante. -Non mi importa se morite tutti quanti, ma non posso lasciare che i vermi divorino questa pelle perfetta e questi fili di seta nera.

Veral affiancò Kerasi senza farsi notare da nessun altro. La maggiore le lanciò un'occhiata nervosa, ma la castana scosse la testa, cercando di farle mantenere la calma e le fece segno di girarsi.

-Perché sei sola?- chiese Yoongi. -Dov'è il tuo esercito?

-Sciocco di un giovane re.- quasi non attese la conclusione della domanda. Gli occhi neri si puntarono sulla figura del ragazzo e poi le labbra dello stesso colore si stirarono in un sorriso. -Tutte quelle fanciulle che mi hanno giurato fedeltà...- cominciò, staccandosi dalla sua preda e allargando le braccia. -Guardatevi attorno: che cosa vedono i vostri occhi colmi di speranza? Che cosa vedono i vostri specchi?

Namjoon perse la pazienza e sfoderò la spada, puntandogliela al collo. -Di che cosa stai parlando? Ci sono solo vecchi alberi bagnati.

Diamante gli apparve alle spalle e la spada gli cadde dalle mani. -Ding dong.- sussurrò con tono seducente all'orecchio del generale. -Risposta esatta.- si spostò da lui e guardò tutti i presenti. Le sorelle, in disparte, tenevano gli occhi abbassati e lo stesso facevano il soldato dai capelli rossi e la ragazzina con i capelli lunghi, mentre gli altri l'osservavano stupefatti. -Sapete, i cadaveri umani sono un ottimo fertilizzante. Come potrebbero crescere altrimenti delle forme di vita senza la luce del sole? La magia può dare una mano, ma non è garantito il risultato; invece se sotterri una persona di bell'aspetto, le probabilità che ne cresca un favoloso albero sono molto più alte.

Cadde il silenzio.

Davanti a loro la figura che aveva causato la morte, lo sterminio di giovani soldati e soldatesse solo perché ritenuti più belli di lei. Ormai era chiaro anche a chi non l'aveva capito prima: il vero potere di Diamante era la superbia.

Nessuno si muoveva più, qualcuno tratteneva persino il respiro. Non avevano modo di sconfiggerla. Jungkook guardò verso Namjoon, nella speranza che il ragazzo ricambiasse, invano. Tuttavia focalizzò la sua attenzione su altro, una scena che stava avvenendo solo poco dietro alle spalle del maggiore: Kerasi aveva allungato una mano dietro alla schiena. La pioggia batteva forte, incessante, ma non era l'unica a toccarle il palmo già bagnato. Veral le stava disegnando con un dito degli strani simboli. Lettere. Parole. Frasi. Finalmente aveva elaborato il suo piano.

Il principe riuscì solo a decifrare gli ultimi gesti: “Distruggiamo i suoi specchi”.

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Capitolo 12
*** Che cosa vede il tuo specchio? ***


Che cosa vede il tuo specchio?

 

La strada ciottolata non era dritta, ma era davvero circondata da bellissimi alberi secolari. Ce n'erano di ogni tipo: pini, salici, querce, persino quelli da frutto che, naturalmente, non davano vita neanche ai fiori. Tutti a Karilin si erano chiesti come potessero rimanere in vita così a lungo senza appassire mai, ma ad un tratto era diventato chiaro a tutti il motivo.

La pioggia non dimostrava segni di cedimento: avrebbe continuato a cadere sui loro corpi, tracciandone ogni forma e inzuppando ogni millimetro delle loro vesti già bagnate. Ai loro volti stavano attaccate le ciocche di capelli e gli occhi di tutti dovevano combattere per rimanere aperti nonostante le gocce di pioggia che, come da copione, bagnavano le loro iridi. Alcune scure, altre più chiare. C'era solo una figura immune; li guardava con occhi tranquilli, respirava a pieni polmoni l'aria piovana, fresca e frizzante, dal sapore della vittoria. La pioggia per lei non era certamente un problema.

A sua insaputa però c'era qualcun altro che traeva vantaggio da tutta quella situazione, una figura priva di attenzioni e che se ne stava in disparte, quasi nascosta dietro gli altri e con gli occhi bassi. Di sfuggita sembrava che stesse piangendo e che non avesse abbastanza coraggio per mostrarlo. Ma Jungkook se n'era accorto: quella ragazzina silenziosa e quasi invisibile agli occhi di tutti era riuscita ad ingannare persino i propri compagni, sviluppando un piano contro quel mostro senza essere scoperta, senza usare le parole, senza metterli in pericolo.

Il principe si guardò intorno e vide Seyun guardare verso la mano di Kerasi su cui Veral stava tracciando le sue lettere una ad una. Al contrario di lui, la giovane idol aveva capito tutto quello che la minore aveva voluto comunicare: un piano geniale, forse il migliore tra tutti fino a quell'istante.

Lapislazzuli era una gemma potente e possedeva un numero altissimo di soldati, un castello, armi. Poteva essere battuto solo con la forza, non c'era altro modo. Ma Diamante era una creatura totalmente differente, per quanto simile a livello di potere. A questo Seyun c'era arrivata da sola, ma c'era una sola ragione per la quale si era fidata della mente di Veral, senza neanche provare ad elaborare un piano tutto suo: lei e Diamante erano uguali.

-Siete noiosi.- esclamò la creatura. -Anche voi, purtroppo.- si girò verso le due sorelle che erano rimaste a guardare da lontano. Alzò un mano e con essa anche il vento che prese a far piovere più forte, andando contro ogni legge della natura.

Veral strinse la piccola borsa tracolla con inciso lo stemma del regno di Ignogan per evitare di perderne il contenuto: un piccolo squarcio di cielo notturno ricoperto di stelle, il lapislazzuli. Guardò poi verso Kerasi che le ricambiò lo sguardo, annuendo. Il tempo di agire era arrivato e la ragazza dai corti capelli rossicci aprì prontamente la bocca e prese fiato, incurante della pioggia e del vento. Eppure non ne uscì nulla.

-E chi mi assicura che non ti stai inventando tutto?- chiese urlando Namjoon. -Chi mi assicura che non vuoi solo spaventarci? A me non interessa se li hai uccisi davvero, perché dovrebbe importarmi? Loro si erano schierati con te, hanno voluto mettere a rischio la vita per te.- abbassò la voce di poco, il giusto per farsi comunque sentire. -E questo è stato il tuo modo di ripagarli.

Kerasi si girò di scatto verso Veral che però non disse nulla, limitandosi a scuotere in maniera quasi impercettibile la testa. Aveva messo in conto anche quello.

Il vento comunque non cessò, al contrario divenne più forte. Jungkook non riusciva a spiegarselo: se davvero il suo potere era dettato dalla superbia, Diamante avrebbe avuto bisogno di sapere che qualcuno la stava guardando e ammirando, quando era chiaro che su quella strada di ciottoli del Regno delle Ombre tutti i presenti la odiavano e ripudiavano. Istintivamente voltò lo sguardo verso Seokjin e lo vide imbambolato, quasi stregato. Era fermo, non combatteva il vento come tutti gli altri, le labbra piene leggermente schiuse e gli occhi sbarrati. Non guardava Diamante però.

Il principe riposò lo sguardo sulla figura biancastra, per poi rivolgere altre occhiate sospette al maggiore del gruppo. Diamante era nel suo campo visivo anche se lui non la guardava, ma allora perché diventava sempre più forte? Gli si avvicinò per scuoterlo appena, anche solamente per fargli chiudere gli occhi con la forza. Si specchiò in questi ultimi, guardandone le iridi nere e simili alle proprie. Però dovette ricredersi: all'interno erano ricoperti di sottilissimi vetri.

No. Non vetri. Cristalli.

-Non avrò il potere illusorio di Ametista, ma il mio cristallo è molto più che sufficiente. Vedete, ora il vostro amico guarderà soltanto me.- spiegò.

Jungkook non era comunque convinto. Jin non sembrava affatto rivolgerle attenzione, era solo fermo immobile e lei era nel suo campo visivo. Sembrava più una trappola che una magia, ma chi ci sarebbe mai caduto? Perché convincere le persone di qualcosa che non è né vera né possibile?

Fu in quel momento che il principe capì: Diamante non aveva bisogno che qualcuno la trovasse bella, lei doveva solo credere che fosse così. Il suo potere si sarebbe trasformato nella sua disgrazia.

Si girò un'altra volta verso Veral e Kerasi. Finalmente aveva capito.

 

Quella volta la giovane soldatessa recitò la sua battuta concordata, riuscendo a non far tremare la voce. Dopotutto era pur sempre la guardia del corpo del principe. -Noi sappiamo che cosa brami davvero.

Diamante la guardò, curiosa ma allo stesso tempo infastidita. -Illuminatemi allora.

Di tutta risposta la ragazza scosse la testa, rimanendo seria. -Non così in fretta.- cominciò, alzando un sopracciglio e facendo qualche passo lento verso di lei, fermandosi poco dopo. -Nessuno ci assicura che tu sia la vera Diamante e che questa davanti a me non sia solo una misera copia.

La gemma allora si strappò qualche capello e lo gettò ai piedi di Kerasi, portati poi via dalla bufera creata da lei stessa. -Soddisfatta?- le sussurrò a denti stretti.

-Sì.- disse solamente, annuendo con il capo. -Noi abbiamo quello che cerchi, ma una volta che te lo avremo consegnato dovrai lasciarci andare.

-Come fate ad averlo?- chiese, avanzando verso la ragazza. -Anzi no. Come fate a saperlo?

-Posso rispondere ad entrambe le domande.- Kerasi si voltò verso le due sorelle. -Ma credo che tu sia arrivata da sola alle tue conclusioni.

La creatura si fermò a pochi passi dalla ragazza e la guardò negli occhi. I suoi, neri come le piume di un corvo riflettevano quelli color caramello della guardia, quest'ultima con il viso leggermente alzato per via dei tacchi alti indossati dall'avversaria. La gemma respirava a fatica, Kerasi poté notare delle gocce di sudore. Anche la ragazza stava sudando dalla paura, ma per fortuna la pioggia ne copriva i segni. Finalmente le cose stavano cominciando ad andare per il verso giusto.

Diamante la guardò per un altro po' di tempo, poi fece un passo indietro. -Non lo avete veramente.

Prontamente Kerasi allungò entrambe le mani e le portò sulla superficie del viso di Diamante, senza pensarci due volte aprì i propri palmi e incastrò le dita tra le orbite della creatura, rompendo la sua barriera e cercando di strapparle gli occhi con tutta la forza che le rimaneva nelle braccia.

La giovane infine cadde a terra. Tra le mani due bulbi oculari completamente neri.

Sul volto della gemma erano rimasti due spiragli bui e vuoti come l'oscurità che li circondava. Emettevano aria, ma il vento si era fermato.

-Tu!- esclamò adirata, allungando le mani alla cieca inutilmente. -Come hai osato rovinare la mia bellissima faccia?

Kerasi si era allontanata dal mostro e quel che teneva ben saldo tra le mani sparì in un pulviscolo portato via dagli stessi spifferi delle orbite di Diamante. -È finita.- sussurrò, mentre Veral l'aiutava a rialzarsi.

-No.- le rispose l'amica, avvicinandosi al suo orecchio per non farsi sentire da nessuno. -Ora tocca a me. Grazie, hai fatto un ottimo lavoro.- si allontanò subito da lei e fece qualche passo verso Diamante anche se sapeva che ormai non poteva più vederla. I suoi compagni la guadavano meravigliati e stupefatti, non avrebbero mai immaginato Veral camminare con passo sicuro verso il pericolo. Questo la ragazzina riusciva a percepirlo, ma non interruppe la sua marcia fino a che non fu solo a qualche passo dalla creatura, così vicina che i suoi due spifferi riuscivano a scompigliarle i capelli bagnati.

-Anche se non posso vederti riesco a sentire che sei vicina.- ammise Diamante, senza però provare nemmeno a toccarla. -Non importa quanto ci proverai, non sarai mai più bella di me.

-Tu dici?- domandò la ragazza, quasi neanche aspettando che l'avversaria terminasse. Poi emise un verso divertito. -Dimmi.- cominciò poi, guardandola inginocchiarsi priva di forze dall'alto. -Te lo ricordi il mio volto?

-Perché dovrei? Sei solo un'insulsa sporca plebea.- la provocò, ma Veral rimase impassibile. Namjoon fece un passo in avanti ma Yoongi e Jungkook lo trattennero con un gesto. La minore allungò una mano verso la sua corona e la fece cadere per terra. Poi si guardò vicino alle delicate scarpette rosse di Ignogan e ne mosse una sul ciottolato fradicio per fare rumore, in quell'esatto momento Jungkook sfoderò la spada e colpì una montagna di sassolini portati lì dalla bufera. -Non ti è bastato prenderti i miei occhi? Ora hai distrutto anche la mia corona?

Veral non rispose, ma cominciò a vedere i primi segni di cedimento: Diamante aveva ridotto al minimo i suoi gesti e faceva il possibile per continuare a respirare. Notò che il principe era in procinto di parlare, quindi lo fermò. Se avesse sentito la sua voce avrebbe capito che il rumore del frantumo era avvenuto troppo lontano per essere reale. -Stai cominciando ad indebolirti.- iniziò, tenendo d'occhio la corona che aveva gettato poco distante da se, poi si inginocchiò a sua volta, portando le proprie labbra in linea con quelle del mostro. -Lo capisci il motivo, vero?- si rialzò quando notò il respiro farsi più pesante, ma non fu l'unica ragione. -Ora non portai rimirarti, né in uno specchio, né tramite gli occhi degli altri.- si girò, allontanandosi per affiancare Seyun e Kerasi. -Non sei bella Diamante. Non lo pensa più nessuno.

In quel momento le gocce di pioggia cominciarono a toccare il corpo latteo di Diamante e il silenzio sembrava l'unica soluzione. Tutti speravano che fosse finita, che il male sarebbe stato sconfitto anche quella volta.

Si sbagliavano.

La creatura si alzò da terra ormai bagnata dalla testa ai piedi. Arrancò fino ad arrivare da Seokjin, allacciando le proprie braccia dietro al suo collo in maniera disordinata, guidata dalle ultime raffiche di vento che riusciva ad evocare. Il ragazzo rimase fermo, ma tutti gli altri cercarono di avvicinarsi per difenderlo. Dal terreno sorsero in maniera confusa e asimmetrica delle lastre di cristallo sottili ma robuste abbastanza da proteggere da ogni colpo, si unirono tra loro e lasciarono solamente i due all'interno.

Kerasi provò a scalarla, ma fallì scivolando sulla superficie liscia del cristallo. Seyun la guardò e poi si allontanò dalla maggiore, avviandosi verso uno degli alberi dai rami più spessi. Sarebbe stato rischioso, ma avrebbe dovuto tentare.

Diamante si avvicinò di più al suo amato, poggiandogli un delicato bacio sulle labbra rosee e piene, mentre lui rimaneva immobile, ancora sotto l'effetto dell'incantesimo, l'unico abbastanza potente da non poter essere spezzato facilmente. -Addio per sempre.- sussurrò a fior di labbra, nonostante non potesse vederlo ricordava la sua bellezza.

Passò solo qualche secondo e Diamante venne colpita a raffica da dei proiettili che le squarciarono il petto velocemente, portandola a cadere sul pavimento e a far fuoriuscire getti d'aria dai fori provocati. Seyun si avvicinò al corpo ormai portato via dal vento della gemma, prendendo tra le mani il diamante trasparente, simbolo dell'aria. -Mi dispiace.- sussurrò, facendo in modo di non essere sentita da nessuno.

 

-I miei complimenti.- Yoongi si avvicinò alla minore che ancora lucidava la propria arma con lo stesso panno viola. -Sei riuscita dove il piano stava fallendo.

-Il pano di Veral non è fallito.- lo corresse lei. -Diamante sapeva che sarebbe morta, ecco perché ha baciato Jin, non ci sono altre ragioni.

Il re guardò verso il basso. -Perché lo hai fatto? Credevo che non ti importasse.

Seyun si strinse nelle spalle e poi diede un'occhiata alla sottile pioggia che aveva cominciato a scendere sempre più lentamente. -È così, infatti.

Yoongi indicò Jungkook e Veral inginocchiati con la gemma tra le mani con un cenno del capo. -Non sembrava quando hai scavalcato il cristallo.

-Mi hai vista?- domandò piano, senza guardarlo negli occhi.

Lui emise un verso divertito. -No.- la sentì sospirare. -Ma so comunque come ci sei riuscita.

-Come? E perché ti importa tanto se appena mi conosci?

Yoongi finalmente si decise a piantare le proprie iridi su quelle di lei che ricambiò il gesto con aria affranta. -Sai che cosa diceva mio padre?- lei alzò un sopracciglio. -Che un re non diventa tale per la sua forza o la sua ricchezza, ma per quanto bene conosce il proprio popolo.

La mora scosse la testa. -È di certo molto nobile, ma io non faccio parte di Ignogan.

Il giovane re aprì la bocca per prendere fiato e risponderle, ma la voce profonda di Namjoon lo costrinse a rimandare.

Il generale li stava richiamando tutti lì: il diamante stava brillando. Come era successo in precedenza per Lapislazzuli, la pietra tra le mani di Veral cominciò ad emettere un'accecante luce e a proiettare una figura umana. Una donna molto bella dai lunghi capelli bianchi, vestita di abiti antiquati e con le iridi rossastre comparve davanti ai loro occhi. -Conoscete il fenomeno dell'albinismo? Si tratta di un'anomalia molto diffusa a Vimana, il posto da cui provengo. Grazie per avermi liberata dalla mia prigionia.

Si girò come per andarsene, ma Namjoon la fermò. -Come facciamo a far tornare Seokjin come prima? Perché non si è ripreso quando ti abbiamo sconfitta?

Veral cercò di bloccarlo, ma la donna non esitò a rispondere. -Non sapevo usare incantesimi d'amore, quindi il vostro amico non è in pericolo. C'è solo un modo per guarire dalla vista di specchio, che è imparare a guardare oltre la barriera.- osservò attentamente Kerasi cercare di smuovere l'uomo ancora in piedi, quasi pietrificato. -E non credo che lui ci metterà molto.- regalò un sorriso sincero e i tenui colori del suo corpo cominciarono a sbiadire di più.

La giovane dai lunghi capelli castani si rigirò il diamante tra le mani. Per fortuna era illeso, come se non avessero apportato nessun danno al mostro a cui aveva dato vita. Aprì la sua borsa di pelle color sabbia e lo poggiò delicatamente vicino al lapislazzuli.

-Come ci sei riuscita?- le chiese Jungkook, aiutandola ad alzarsi. -Sei stata incredibile.

Lei arrossì e abbassò lo sguardo. -Esagerate Vostra Altezza, in realtà avevo molta più paura di quanto sembrasse e poi mi è venuto in mente perché avevo visto farlo anche Blanche e Laila.

-Ti prego, ti ho già detto di chiamarmi solo Jungkook. Non hai motivo di essere così formale.- prese a camminare e lei gli rimase accanto. -Sono solo un ragazzo come gli altri, il principe è rimasto al castello.

Quell'affermazione la fece sorridere e lui ne fu felice a sua volta. -So che cosa volete che dica: voi mi credevate analfabeta, non è così?- non aspettò la risposta del giovane e proseguì. -Vi ho visto mentre guardavate me e Kerasi, il vostro sguardo era confuso. Non avete capito subito che io stessi scrivendo, ma credevate che disegnassi all'inizio, dico bene?

-Come lo hai saputo?- si meravigliò.

Lei rise di nuovo leggermente. -Dovete sapere che non ci vedo molto bene, soprattutto al buio, ma quello che riesco a catturare con i miei occhi lo analizzo a fondo. Ecco perché sono brava a sviluppare strategie e scappatoie.- fece una piccola pausa, notando che aveva smesso di piovere. -Ma non mi state di certo parlando per questo motivo. Vi ricordate di mia cugina Lucille?- il principe annuì. -È per merito suo: mi ha fatto promettere che le avrei letto delle storie ogni sera, prima di dormire. All'inizio fingevo di farlo, raccontandole solo quel che ricordavo di quelle favole, ma poi mi chiese di scriverne una per lei.

-E così hai dovuto imparare per forza.- fece qualche passo in avanti. -E che cosa mi dici del piano in se, come sapevi che cosa voleva Diamante?

Veral chiuse gli occhi e scosse la testa. -Oh, quello è stato semplice. Chiunque cerca o vuole qualcosa, altrimenti che scopo avrebbe la sua vita?

-Intendi come avere un sogno?- chiese lui, scettico.

Ma l'altra scosse la testa. -Non necessariamente.

Un urlo straziante si levò in aria e i due si guardarono per poi correre verso il punto in cui avevano lasciato Kerasi e Seokjin, stando attenti a non inciampare sulle rocce mal assestate o a non scivolare sulla strada ancora bagnata. Jungkook si fermò stando attento a non cadere, impugnando la spada per tirarla fuori dall'apposita fodera. L'Idra era tornato.

-Metti da parte quell'affare, stupido principe.- parlò con voce roca e possente tramite le fauci della testa centrale, avvicinandosi all'uomo immobile. -Non sono qui per combattere. Voglio dare una mano a salvare questo giovane.

-Perché dovresti farlo?- rispose Jungkook. -Ci hai attaccati giusto qualche ora fa.

-Ma avete sconfitto Diamante.

-Credevamo che voi foste indifferente sia alle cause del bene che a quelle del male.- chiarì subito Laila. -Per questo vi abbiamo attaccato.

-Lo so. Ed è per questo che ora voglio aiutarvi: il mio corno principale nasconde un veleno che è un antidoto per tutti i tipi di sortilegi e incantesimi, sia buoni che malvagi.- spiegò. -Io però purtroppo non posso darvelo di mia spontanea volontà, dovrete uccidermi per averlo.

Blanche intervenì, sorpassando Jungkook con una manata. -Non se ne parla, se un regno perde la sua Creatura il popolo cadrà in disgrazia.

-Non se quest'ultima può proporre un erede: c'è un mostro dove le ombre si fanno più fitte, si chiama Chimera. Io e lui combattiamo da secoli ormai per avere il trono di Creatura di Karilin; è un valido sostituto ed ha già preso il mio posto. Ora spetta a voi fare la vostra mossa.

-Qual è il vero motivo?- chiese Blanche, guardando l'Idra negli occhi della testa centrale.

-Non posso dirtelo.- rispose. -Non siete ancora pronti per conoscere la verità. Continuate il vostro viaggio e prendete quanto più antidoto riusciate. Ricordate una cosa importate però: dovete usarlo solo se siete certi che si tratta di magia, in caso contrario si trasformerà in un letale veleno che vi logorerà in pochi minuti.

Blanche e Laila si inchinarono al cospetto della creatura.

 

Kerasi e Seokjin camminavano l'uno affianco all'altra e parlavano di quello che era successo. Il ragazzo non ricordava nulla e quello che lo spirito di Diamante aveva detto si era rivelato sbagliato dato che fu l'antidoto dell'Idra che aiutò il giovane a guarire. Il suo sacrificio era stato necessario.

Le due sorelle guidavano il gruppo e una nebbia grigiastra li aveva avvolti da un po'. Non era più buio, ma non c'era neanche luce: il Muro era più vicino di quanto pensassero.

Seyun e Veral stavano parlando mentre gli altri ragazzi erano rimasti in coda al gruppo. La maggiore le riservò un'occhiata dubbiosa. -Perché Diamante ha mentito?- domandò, riferendosi a Jin e a quello che aveva affermato la donna.

-Non credo che abbia mentito.- rifletté l'altra, per poi venire interrotta da una voce mai sentita prima.

-Infatti aveva ragione.- lei si guardò intorno, ma l'unica cosa che fu in grado di vedere fu il Muro: uno squarcio di parete fredda e grigia, esattamente come l'aria che le sembrava di respirare. -Ma guardare oltre uno specchio non è facile se non sei disposto a farlo.- continuò la voce.

Kerasi prese una freccia dalla faretra e Jungkook e Namjoon sfoderarono le proprie armi. Con loro grande sorpresa la nebbia attorno al muro si diradò piano e la figura di un vecchio uomo barbuto e con il viso coperto si parò davanti ai loro occhi. Eppure la voce non era per niente quella di un anziano.

Avevano finalmente trovato il loro Guardiano.

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Capitolo 13
*** Il Guardiano lo sa ***


Il Guardiano lo sa

 

La figura del Guardiano era seduta su una piccola panchina in pietra, probabilmente più vicina ad un piccolo sgabello viste le dimensioni ridotte. Si reggeva su un bastone in legno e la barba scura era così folta e lunga da sfiorare il pavimento con la punta. Sul capo era posizionato un grosso cappello verde che gli copriva tutto il viso e indosso portava una tunica arancione. Non si poteva di certo dire che fosse al passo con i tempi.

-Chi siete?- chiese Namjoon, anche se conoscevano già la risposta.

L'uomo si alzò, tenendosi al bastone con una sola mano e agitando l'altra in aria per un attimo, trasformando la spada del giovane generale in un pesce bello grosso. Namjoon si ritrasse schifato, lasciandolo cadere per terra e udì il vecchio emettere un lamento frustrato. -I giovani d'oggi, non si può neanche più prenderli in giro che diventano subito schizzinosi.- mosse le dita formando delle piccole scintille e il pesce morente sulla strada di pietra grigia tornò ad essere la spada di un tempo, solo zuppa d'acqua. Il generale di Zamek la riprese tra le mani e la mise via, guardando il Guardiano sedersi nuovamente. -Allora, che cosa ci fanno al Muro delle giovani e delicate fanciulle come voi?- chiese rivolgendosi alle ragazze che, per precauzione, si erano riunite tutte.

-Questi giovani guerrieri vorrebbero entrare a Tachyta, signore.- spiegò Blanche, indicando dietro di se le tre ragazze e da un lato i quattro ragazzi. -Io e mia sorella Laila abbiamo solo fatto da guide.

Il Guardiano si alzò un'altra volta e mise le mani sui fianchi. -Ma guarda un po'.- borbottò fra se. -E che ci andate a fare? Lo sapete che è un posto davvero triste?

Namjoon si sporse verso Jungkook. -Altro che guardiano.- sussurrò. -Questo mi sembra solo un ubriacone, andiamo via di qui.- Jungkook annuì e anche lui ripose la propria arma nell'apposita fodera.

-In ogni caso siete nel posto sbagliato, amici del principe di Zamek.- fu abbastanza per attirare le attenzioni di tutti. -Non si entra da questa parte.- si girò verso Laila e Blanche. -Voi lo sapevate, non è così?

-No!- esclamò la minore. -Non siamo delle bugiarde. Sono stati i Jawahrat a condurci qui.

-Non è questa la cosa importante.- cominciò il principe. -Se non si può passare dal muro, allora da dove?

-Dall'altro lato, è naturale.- rispose il vecchio, alzando un dito con la mano con cui non si reggeva al bastone. -Il Muro è protetto da un incantesimo antico e potente e sul mare, dove la pietra non può arrivare, è stata innalzata una barriera magica che non lascia entrare ed uscire nessuno. C'è solo un punto in cui il Muro è stato abbattuto e la barriera non riesce a tenere tutti lontano: dove le due protezioni si incontrano i poteri di entrambe vengono annullate.

Blanche lo ripeté nella testa e poi sgranò gli occhi: erano le esatte parole dei Jawahrat che aveva spiato. -Anche sulle nostre coste dovrebbero incontrarsi e annullarsi. Perché ci stai fermando invece?

Il Guardiano non disse nulla per un po' ed osservò tutti da sotto il cappello senza farsi vedere. -Credo di non essere la persona adatta per rispondere alle vostre domande.- i presenti si scambiarono sguardi confusi. -Sarebbe meglio se chiamassi un giovanotto alto, forte e di bell'aspetto. Lui sicuramente saprebbe come coinvolgervi.

-Hoseok!- si sentì provenire dalle rocce che delimitavano la terra di pietra, dando vita poi ad uno strapiombo sul mare. -Come ti sei permesso?!- la voce era diventata sempre più forte, ma nessuno riusciva a vedere da chi provenisse, la nebbia fitta poi non aiutava di certo a distinguere le figure.

Il Guardiano si girò verso il suono e lasciò cadere il bastone che si frantumò in polvere verdognola, per poi allungare entrambe le mani e lasciare che una luce fluttuante rosa ci si posasse sopra. -Era solo un piccolo scherzo, Rozany.

Kerasi fu la prima a notarlo: quella non era affatto una semplice luce, era una fata dalle ali completamente bagnate che si stava asciugando capelli e vestitino sulle mani del Guardiano.

Rozany si alzò nuovamente in volo. -E che cos'è questo costume ridicolo? Non inganneresti mai neanche un bambino lo sai?- la fatina gli toccò il pollice raggrinzito dalla vecchiaia che, pian piano, tornava ad essere giovane, fino a trasformare completamente quel vecchio dalla barba lunga in un giovane dall'abbigliamento moderno.

-Mi presento.- cominciò il ragazzo con un piccolo inchino. -Io mi chiamo Hoseok e sono il Guardiano del Muro.

 

-Sono orfano.- rispose il giovane Guardiano dai capelli castani alla domanda scettica di Namjoon sui suoi genitori. -Era mia madre la custode, ma quando ero molto piccolo mi abbandonò per stare con l'uomo con cui mi concepì. I Guardiani non possono lasciare il Muro se non nominano un Secondo che lo sostituisca, cosa che succede molto raramente perché nessuno vuole stare a guardare un pezzo di sasso vecchio di secoli.- fece una pausa e Yoongi gli poggiò una mano su una spalla.

-Anche io ho perso mio padre e ho dovuto sostituirlo, ti capisco.

-Non è la stessa cosa. Quando tuo padre è stato ucciso tu eri già un adulto, io avevo pochi anni e non è stato facile per me.- spiegò tranquillo, come se stesse parlando di una persona diversa.

Yoongi sgranò gli occhi. -Come diavolo fai a saperlo?

Hoseok gli rivolse un sorriso. -Il bello di essere un Guardiano è che solo guardando negli occhi una persona si riesce a vedere tutto quello che ha fatto nella propria vita, con eccezioni ovviamente. Non mi interesserebbe molto vedere che cosa fanno i Jawahrat in bagno. Se c'è qualcosa che hai fatto di importante, beh...il Guardiano lo sa.

-Perché questo potere?- chiese Veral, portandosi una mano al mento e avvicinandosi al gruppo.

Il diretto interessato la guardò e fece una faccia sorpresa, poi le sorrise facendo prendere alle sue labbra stirate la forma di un cuore. -Ecco la ragazza su cui non vedo niente.- si avvicinò. -Sei per caso una strega?

Lei si ritrasse un po'. -Lo sapete, siete molto scortese signor Guardiano.

Hoseok si mise a ridere, ma non rispose alla sua domanda e continuò con la sua storia. -Per far andare avanti la generazione di custodi della stessa famiglia viene scelto un uomo o una donna, a seconda della necessità ovviamente, che aiuti il Guardiano ad avere un figlio. Ne basta uno solo purché sia in salute ed è proibito che il padre o la madre di questo bambino non appartenenti alla discendenza rimanga al fianco del custode. Per i miei andò diversamente e quando furono sul punto di essere scoperti tornarono da me per salutarmi un'ultima volta e si gettarono da questo strapiombo.- accarezzò con un dito la piccola fata che si era addormentata sulla sua mano. -Per fortuna poco dopo ho trovato Rozany. Sapete che le fate nascono dai fiori che sbocciano con la luce di Luskin, vero?- i presenti si scambiarono sguardi imbarazzati, mentre Seokjin annuiva con la testa ed Hoseok si congratulò con lui mentalmente. -Ovviamente no. Beh, Rozany è nata dall'unico fiore sbocciato da un albero di ciliegio di Karilin, per questo il suo nome è nella lingua antica del Regno dell'Ombra. Lei mi è sempre stata accanto, è tutta la famiglia che ho.

-Dev'essere stata dura per te.- cominciò Blanche, rimasta silenziosa fino a quel momento. -E mi dispiace. Però noi non possiamo farci niente; i ragazzi non possono entrare a Tachyta e io e mia sorella dobbiamo tornare a casa.

-Perché non vi unite a noi invece?- domandò Kerasi, guardando in direzione di Veral che annuì. -Ci avete aiutato molto e penso che vi aiuterebbe cambiare aria.- fece una piccola pausa per sospirare. -Anche se non abbiamo trovato un modo per entrare nel Regno del Tempo, il nostro viaggio non è finito.

Laila annuì subito, mentre Blanche ancora ci pensava sopra. -Dove andrete ora?- chiese la minore tra le due.

-A Vellham.- rispose il principe. -Ma non possiamo andarci senza passare nuovamente per Ignogan.

Yoongi intervenne, gesticolando un po' con una mano. -Il problema è che i due paesi hanno innalzato un muro che è presidiato dalle guardie di Smeraldo.

Hoseok si portò una mano al mento. -Vellham è la città più grande di tutte e dalla scomparsa di Tachyta è lei ad essere la più ammirata nonostante la gemma che la domina. Questo ha anche suscitato l'invidia di Luskin.- guardò verso Seokjin. -Senza offesa amico.

Il loro discorso venne interrotto da una vocina soave che seguì un sonoro sbadiglio. Il Guardiano salutò la fatina tra le sue mani che si era appena svegliata da un pisolino rigenerante e lei gli diede il buongiorno anche se non potevano capire che ora effettiva fosse per via del grigiore.

Rozany si stiracchiò poi guardò verso Hoseok e gli regalò un sorriso allegro. -Mi è venuta un'idea.

 

Era passata la prima ora di viaggio e Hoseok si rigirava tra le mani un fiore di ciliegio incantato che la fata gli aveva regalato prima di farsi nominare Seconda da lui stesso. Rozany pensava fosse saggio che una persona con i suoi poteri e la sua conoscenza facesse strada al gruppo di girovaghi improvvisati che si erano ritrovati davanti. Certo, il fatto che il loro incontro fosse iniziato con uno scherzo forse non era uno tra i punti più a favore su cui il ragazzo poteva contare, ma quando quel gruppo così eterogeneo aveva cominciato a fargli domande sulla propria storia non era riuscito a fare a meno di raccontare. Dopotutto era sempre stato un ragazzo estroverso nonostante quel che gli era accaduto e non lo avrebbe di certo nascosto per paura di quello che gli altri potrebbero pensare di lui.

Accarezzò nuovamente un soffice petalo di quel fiore, quando una voce profonda interruppe il filo dei suoi pensieri. Si girò di spalle e vide Yoongi e Seyun; il maggiore l'aveva presa per un braccio e lei lo guardava male, mentre l'oscurità senza vita che avvolgeva la prima montagna del Regno dell'Ombra faceva notare a tutti l'assenza della nebbia che avvolgeva ogni cosa solo fino a qualche ora prima. Kerasi e Veral si allontanarono dalla ragazza sotto suo stesso consiglio e affiancarono Seokjin e Namjoon più avanti, mentre Jungkook era rimasto solo con Laila e Blanche a guidare il gruppo verso Karilin. Hoseok comunque non diede peso a tutti gli altri e si concentrò unicamente sulle due voci dietro di lui.

-Quando pensi di dirglielo?- sentì pronunciare Yoongi riferito alla mora che, di tutta risposta emise un verso infastidito.

-Che cosa?- probabilmente aveva alzato gli occhi al cielo, ma Hoseok non poté esserne sicuro perché non la stava guardando.

-Non fare finta di non sapere di che cosa sto parlando.- ribatté. -Tu sai che sono a conoscenza del tuo segreto e se non sarai tu a dirglielo, lo farò io.

Seyun continuò a bisbigliare, ma il suo tono si era fatto più severo. -Mi spieghi perché ti importa così tanto? Pensavo che il nuovo re di Ignogan fosse freddo, impassibile e menefreghista.

-Lo sono infatti.- sghignazzò lui, ma poi si riprese e tornò serio. -Se non lo dirai almeno a Jungkook e a Namjoon rischierai solo di rallentarci. Ci serve che loro lo sappiano.

La ragazza sospirò e continuò a farlo per un paio di volte, poi però ebbe un'idea. -Rispondi a questa domanda: come ho sorpassato la barriera di Diamante?

Hoseok vide con la coda dell'occhio Yoongi sbattere le palpebre con le labbra leggermente schiuse. Lui sapeva benissimo che Seyun non sapeva se il giovane re fosse davvero a conoscenza del suo segreto e quello era un modo per metterlo alla prova. Il Guardiano lo sapeva: conosceva la realtà di entrambi -e quella di tutti gli altri in realtà- grazie al suo potere della vista e quindi avrebbe potuto voltarsi e spiegare loro tutto senza perdere tempo. Ma esitò e non procedette, contemplando la delicatezza che stava ancora tra le sue mani.

-Che razza di domanda è?- proseguì il ragazzo, decidendo comunque di rispondere senza farla aspettare oltre. -Hai puntato la tua arma verso il pavimento roccioso e hai premuto il grilletto. I tuoi proiettili d'aria evocati grazie al tuo dominio ti hanno fatta alzare in volo e sei riuscita a superare la barriera nascondendoti dietro a quell'albero spesso e con le foglie scure.- la guardò, gli occhi verdi della ragazza si aprirono sempre di più dalla sorpresa. -Sei soddisfatta?

Seyun non disse niente ma lo superò, oltrepassando anche Hoseok e affiancando i tre in testa al gruppo. Ora ne aveva la conferma: Yoongi conosceva il suo segreto.

 

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Capitolo 14
*** Il vero senso della missione ***


Il vero senso della missione

 

Namjoon di Hoseok si fidava ed era la prima volta che non sospettava di qualcuno. Certo, non gli piaceva molto il fatto che potesse guardarlo negli occhi e venire a conoscenza di tutto, ma allo stesso tempo il fatto che fosse un Guardiano lo rassicurava sulle sue origini. In più il generale dai capelli dorati era molto felice perché il locandiere brontolone di Karilin aveva reso loro i cavalli che gli avevano fatto fruttare parecchie monete d'oro.

Dopo un giorno intero di cammino erano giunti di nuovo alle porte di Ignogan dove, ad accoglierli, c'erano dei visi familiari e moltissime danzatrici con cestini in paglia contenenti abiti nuovi -più sobri di quelli che ancora si erano ritrovati ad indossare dal giorno in cui lasciarono il Regno del Fuoco. Yoongi, una volta entrati nei propri territori, aveva spedito la prima fenice disponibile al castello per avvisare la madre del loro imminente arrivo.

Appena sorpassato l'ingresso della città Laila balzò giù dal cavallo che condivideva con Jungkook e Blanche fece lo stesso, avvisando però prima Yoongi che l'aveva tenuta dietro di se. Nessuno poteva credere ai propri occhi: i cittadini stavano facendo il possibile per ricostruire Ignogan in tutto il suo antico splendore. Karilin, al contrario, non era stata manomessa ed era diventata molto bella esteticamente con l'arrivo di Diamante. Il regno di Yoongi non era stato così fortunato perché Lapislazzuli aveva preso al popolo tutto il possibile per arricchire se stesso. Il fatto che le persone collaborassero per ricostruire il paese era meraviglioso ed incredibile, ma allo stesso tempo faceva pensare a quanti altri regni rimanessero ancora da salvare. Il loro viaggio non era sicuramente iniziato per andare ad aiutare persone che avrebbero potuto benissimo liberarsi da sole, ma alla fine era quello che era diventato. Il popolo li acclamava al loro passaggio, mentre solo meno di una settimana prima non rivolgevano loro neanche uno sguardo per via della reputazione di Yoongi.

Come cambiano i punti di vista.

-Figlio mio.- cominciò la regina una volta dentro le porte del palazzo, la torre era quasi del tutto ricostruita. -Come sono andate le cose nel Regno dell'Ombra?

Anche gli altri, dopo essersi cambiati, presero posto al tavolo rotondo in una piccola stanza del castello, la bandiera di Lapislazzuli sostituita con quella dello stemma della famiglia Min. Yoongi guardò negli occhi scuri la madre e poi rivolse lo sguardo verso l'ebano di cui il tavolo era stato fabbricato. -Non siamo qui per parlare del nostro viaggio purtroppo. Dobbiamo entrare a Vellham e dobbiamo farlo da qui; qualche idea, madre?

-Non possiamo passare da Zamek, quindi non possiamo nemmeno raggirare il muro che c'è tra voi e il Regno dell'Acqua.- spiegò Jungkook. -Se lo facessimo rischieremmo di venire catturati.

Namjoon annuì e la regina lo guardò mentre parlava. -Inoltre è la strada più breve e non abbiamo molto tempo.

-Posso farvi una domanda importante?- chiese Adara, congiungendo entrambe le mani sotto al mento e poggiando i gomiti sulla superficie in legno davanti a se in un gesto tutt'altro che regale. -Voi conoscete il motivo per cui siete in viaggio?- i presenti si lanciarono sguardi confusi, ma la regina non si scompose ulteriormente e chiese in modo gentile alle ancelle poste ai lati della grande porta della stanza di lasciarli soli. Le quattro giovani ragazze si inchinarono ed uscirono da una sola delle ante, in fila. La regina, una volta udita la porta chiudersi quasi silenziosamente, tornò nella posizione di prima. -Lo sospettavo.

Namjoon strinse i pugni. -E voi, vostra maestà? Che cosa sapete in più di noi?

Adara tracciò con un dito le striature dell'ebano attorno a cui si erano seduti. -Ognuno di noi è nato per portare a termine un compito, ma non si può fare qualcosa e non saperne il motivo.- fece una piccola pausa, puntando i propri occhi in quelli di Veral. -Immagino che tutti sapranno a chi portavano le ricerche del mio defunto marito: una ragazza del popolo di Zamek, l'unica terra rimasta al potere in cui le notizie degli altri regni non possono entrare. Ha sempre avuto confini ben radicati e nessuno poteva oltrepassarli senza il permesso della famiglia reale, ma poi tutto è cambiato quando la regina ha cercato una moglie per suo figlio che presto sarebbe diventato re.

-Intendete dire che la colpa è mia?- chiese Jungkook. -Ho sempre difeso il mio popolo, non ho mai cercato di metterlo in pericolo.

La regina si alzò e prese a camminare intorno al tavolo. -Oh, ma lo so caro. Zamek non riceve le notizie dagli altri regni, ma noi conosciamo bene quello che accade all'interno delle sue mura. Il valore del principe Jungkook di Zamek è leggendario.- si fermò e gli sorrise, ma poi riprese subito a camminare molto lentamente. -Opale vuole Veral e questo è ormai appurato, ma vi siete mai chiesti il vero motivo?

-Potete credermi, non c'è giorno che io non lo faccia.- rispose Namjoon sottovoce per non farsi sentire, ma ricevendo comunque uno sguardo disgustato da Yoongi seduto al suo fianco.

-Lui ha bisogno di lei.- ammise piano. -Vuole che lei stia dalla sua parte e che lo aiuti a conquistare anche il Regno dei Regni.- Adara guardò di nuovo la ragazza che, impassibile ma leggermente rossa in viso, rivolgeva tutte le sue attenzioni al piano in legno su cui aveva appoggiato solo le dita.

-Ma come fa Opale a sapere dell'abilità di Veral?- chiese Hoseok, più a se stesso che agli altri.

-Il Regno del Tempo è ormai dimenticato, ma in passato i suoi abitanti potevano guardare nel passato e nel futuro di ogni persona. Opale ha la stessa abilità ovviamente.- la regina l'osservò meglio. -Anche se sei un Guardiano sei molto giovane, è comprensibile che tu non ne sia a conoscenza.

Hoseok rimase per un po' a pensare, ma non disse niente.

-Quindi?- chiese Yoongi. -Che cosa dobbiamo fare per evitarlo?

Adara emise un verso divertito. -E io che mi aspettavo che mi chiedeste perché Opale vuole conquistare Zamek.- vide il figlio alzare gli occhi al cielo, quindi continuò. -C'è una persona che non fa parte di questo mondo. Egli è un mago, una specie di indovino girovago che viene da un posto molto lontano da questo. Cercate Gerry, lui vi aiuterà. L'ultima volta è stato visto a Vellham ed è lì che state andando.

-Noi lo conosciamo.- si intromise Laila. -Lo abbiamo incontrato spesso, ma non è esattamente la persona migliore del continente. È un mago potente, è vero, ma ogni suo servizio richiede qualcosa in cambio. A volte i suoi prezzi sono anche molto alti...

Hoseok annuì. -Sì, mi è capitato spesso di vedere molta gente che considerava Gerry una persona importante, ma non in senso positivo: spesso volevano ucciderlo, mentre altri gli dovevano del denaro.

La regina scosse piano la testa. -Almeno promettetemi che lo cercherete. È la vostra unica speranza.

Il gruppo si scambiò occhiate nervose, ma poi Yoongi diede la sua parola.

 

-Principe.- cominciò Tamir una volta al fianco di Jungkook. -Potrei farvi una domanda su...- guardò in fondo alla stanza dove Hoseok e le due sorelle stavano parlando. Entrambi non riuscirono a capire di cosa, ma non ci diedero troppo peso. -Su di loro.- il moro annuì con il capo e gli fece segno di uscire e incamminarsi per le scale che delimitavano il muro circolare. Il ragazzo lo seguì e poi espose il suo quesito. -Avete detto che le due ragazze hanno dato un valido aiuto e non voglio mettere in dubbio questo vostro giudizio, ma siete sicuro di potervi fidare di quel ragazzo? Il vostro generale Kim Namjoon ha detto che egli è il Guardiano, ma io ho sentito dire che era scomparso anni or sono.- fece una piccola pausa, vedendo due danzatrici davanti alla porta di una delle stanze che la regina aveva messo loro a disposizione. Le due ragazze erano vestite uguali e i loro capelli erano acconciati allo stesso modo, i loro movimenti erano in sintonia e insieme aprirono ai due le porte. -Non è strano che si presenti ora e che lasci il Muro appena ne ha l'occasione?

-Tamir.- cominciò il principe. -Sei stato un aiuto prezioso e mi sono fidato di te senza battere ciglio, ti chiedo di darmi lo stesso in cambio.

Il soldato si irrigidì subito. -Mi dispiace vostra altezza, non volevo mancavi di rispetto.

Jungkook però lo fermò. -Non fraintendermi, io so che i tuoi sono i consigli di un amico; so anche che il Guardiano era sempre stato dato per scomparso e in più il suo comportamento è sospetto. Però cerca di capire, amico mio, che se mi liberassi di lui metterei in pericolo gli altri regni, mentre se lo tengo sotto il mio controllo potrò proteggerli.

Tamir sorrise e gli poggiò una mano sulla spalla in un gesto confidenziale. -Ma io so che avete qualcuno che desiderate tenere al sicuro più di chiunque altro.

Il principe sorrise, ma poi il loro discorso venne interrotto dalle porte che si spalancavano e davanti ai ragazzi apparve la figura di Veral che, imbarazzata per aver sbagliato, cercò di balbettare qualche parola confusa, finendo però per far sorridere i due davanti a lei.

-M-mi dispiace.- iniziò. -C-credevo che questa fosse la mia camera.

Tamir guardò prima il principe e poi la ragazza. Sorrise di nuovo. -Vostra altezza, credo che Lahab mi stia cercando. Non dobbiamo perdere di vista i lavori, come ben saprete.

Jungkook fece un veloce gesto del capo e il soldato stirò le labbra un'ultima volta ed uscì senza dire nulla dalla stanza, facendo spaventare una delle due giovani danzatrici appena fuori.

-Dovrei andare anche io, scusatemi ancora vostra altezza...- Veral si inchinò e fece per girarsi, ma lui la fermò.

-Quando imparerai a chiamarmi solo Jungkook?- le sorrise. -Puoi rimanere qui, in realtà vorrei parlarti.

La castana allora si inchinò ancora e gli sorrise. -Scusa...Jungkook.- guardò poi verso il pavimento. -Ma non posso restare, non sarebbe giusto.- terminò e uscì, senza dare altre spiegazioni. Quella volta non venne fermata e le due ragazze aprirono la porta appena prima che lei mettesse mano sulle maniglie. -Buonanotte.- disse un secondo prima che le porte si chiudessero.

-Buonanotte.- rispose lui flebilmente, ma lei riuscì comunque a sentirlo.

Jungkook si buttò sul letto e Yoongi uscì dal bagno in camera avvolto da un asciugamano rosso e facendo uscire il vapore dalla porta in legno. Il maggiore si appoggiò allo stipite con le braccia conserte ed osservò il giovane principe togliersi gli stivali e sistemarsi meglio sul comodo materasso ricoperto da lenzuola dorate. Non sapeva perché sua madre lo avesse messo in stanza proprio con lui, anche se molto probabilmente era perché venivano entrambi da due famiglie reali, ma al re mancava la propria stanza e il fatto che fosse costretto a stare con Jungkook in una delle camere per gli ospiti -di cui Yoongi ignorava totalmente l'esistenza- inizialmente gli aveva dato persino l'orticaria.

Eppure dopo averlo sentito parlare con la ragazzina silenziosa che aveva fatto irruzione nella stanza non poteva disprezzarlo del tutto. Il principe perfetto che tutti adoravano si era solo trasformato in un normale ragazzo, uno anche abbastanza impacciato per i giusti del re. Jungkook aveva tre qualità che venivano oscurate dal suo titolo e la più importante era l'onestà, seguita subito dall'umiltà e dalla nobiltà d'animo. Non aveva passato troppo tempo in sua compagnia, preferiva starsene per conto suo o controllare che Seyun stesse sempre alle sue regole, ma ne era trascorso abbastanza per fargli vedere quanto il principe cercasse sempre la via più pura e pulita per vincere. Non cercava di ingannare il nemico, lui aveva sempre cercato di affrontarlo faccia a faccia. Dopotutto era stata Veral con la sua strategia ad illudere Diamante, ma Jungkook era rimasto in disparte, fermo ed impotente.

I pensieri di Yoongi vennero interrotti proprio dal principe che, con una mano sugli occhi, prese fiato e sospirò. -Ora penserai che io sia un idiota.

Il re prese a camminare verso il suo letto e ci si sedette al bordo. -È da quando ti conosco che lo penso.

Jungkook rimase immobile. -Sono scappato per questo motivo: l'unica ragazza con cui mi sento a mio agio è Kerasi.

-Ti piace il tuo soldato?!- chiese Yoongi stupito. -Pensavo la considerassi come una sorella.

-Infatti è così.- spiegò. -Con lei sono cresciuto ed è per questo che riesco a parlarle senza problemi. Non voglio che tu ti faccia un'idea sbagliata, non provo niente per la ragazzina, ma il fatto di non riuscire a parlare mi fa sentire stupido.- gesticolò un po' e attese una risposta da Yoongi che però non arrivò.

Yoongi non lo faceva di proposito, ma non era l'amico adatto per dare consigli. E poi non è che lui d'amore ci capisse tanto. Quando le ragazze cadevano ai suoi piedi, spesso finiva con spezzare loro il cuore anche senza volerlo, quindi non si sentiva nella posizione di aiutare Jungkook con un argomento così delicato.

C'era una cosa che però aveva notato: il principe non aveva mai chiamato Veral per nome davanti a loro.

 

La mattina seguente Veral era di cattivo umore ed era perseguitata da un mal di testa atroce che non faceva altro che aumentare il suo stato d'irritazione. Persino Kerasi non riusciva ad avere con lei una normale conversazione, quindi decise da sola di starsene per conto suo in coda a tutti gli altri dell'ormai troppo numeroso gruppo. Fu Seyun ad avvicinarsi a lei mentre tutti gli altri aiutavano dove potevano i cittadini nella ricostruzione della torre. La maggiore la trovava un'enorme perdita di tempo, invece Veral sapeva che non potevano trattare il castello come un albergo e che avrebbero dovuto ripagare in qualche modo l'ospitalità di Ignogan.

-Luna storta?- le chiese la mora. Avrebbe voluto porgerle un bicchiere d'acqua, ma purtroppo cominciava a scarseggiare nel Regno del Fuoco. -Che è successo?

La castana sbuffò, ma non si tirò indietro dal rispondere. -Il mal di testa mi perseguita e in più ho un brutto presentimento.

Seyun non continuò la conversazione e rimase seduta al fianco della minore, guardando mentre gli altri si davano da fare per aiutare. Assottigliò gli occhi e notò che all'appello mancavano Blanche e Laila, trovandole poi vicino all'entrata del castello intente a parlare con la regina. La ragazza girò subito lo sguardo da un'altra parte: gli interessava ben poco di loro e non voleva che alcune persone potessero pensare il contrario.

-Va tutto bene, Seyun?- la richiamò Veral, ottenendo un paio di cenni positivi del capo come risposta. La minore rimase in silenzio per un po', ma poi si sporse verso di lei leggermente e le toccò una spalla. -Io so che non ci stai dicendo tutta la verità.

La mora si girò di scatto e fece intuire all'altra che aveva ragione. -Che cosa sai?

-Niente.- Veral tornò a guardare davanti a se. -Però so riconoscere qualcuno che porta un segreto.

-Devo dedurre che ne hai uno?- alzò un sopracciglio.

L'amica però scosse la testa. -Una semplice ragazza povera come me non potrebbe mai nascondere qualcosa, ma ammetto che anche io so poco su me stessa. Purtroppo non ho mai avuto la possibilità di indagare.

Seyun sembrò pensarci un attimo. -È per questo che sei qui? Pensavo fosse perché Jungkook te lo avesse chiesto.

Veral arrossì di botto. -M-ma no!- balbettò. -Beh, forse in parte. Ma principalmente perché voglio ritrovare i miei genitori. In realtà non so se sono ancora vivi o meno, nessuno me lo ha mai detto, ma questo viaggio mi aiuterà a ritrovarli dovunque loro siano.

Seyun non rispose. Ancora.

I lavori non sarebbero andati vanti a lungo e le due ricominciarono a guardare i loro compagni sforzarsi per aiutare nella ricostruzione. A nessuna delle due però era chiaro il vero perché.

 

-Abbiamo bisogno di acqua o non sopravviveremo.- spiegò Tamir al re. -Per questo noi saremo felici se abbatterete il muro che Smeraldo e Lapislazzuli hanno fatto costruire anni fa.

Yoongi annuì in risposta e Namjoon si intromise. -Perché hanno deciso di costruirlo? Dopotutto Lapislazzuli aveva molta familiarità con il Regno dell'Acqua.

-Hai ragione.- concordò Lahab mentre chinava il capo come gesto ad alcuni cittadini che lo acclamavano. -Questo è il vero problema: non eravamo autorizzati a ricevere le scorte d'acqua da Vellham. Visto che il vecchio re non accettava di sottomettersi Lapislazzuli fece costruire il muro per obbligarlo ad andare da lui ed implorarlo di dare da bere al popolo.

Il generale vide l'attuale re annuire di nuovo, al corrente di tutto poiché sempre vissuto lì. -Non mi sembra che abbia ottenuto molto.

Tamir rise. -Il nostro precedente sovrano era molto più di un uomo con la corona e lo scettro: era un condottiero, una guida e un soldato egli stesso. Aveva trovato un modo per non farci mancare niente.- Namjoon fece intuire la propria curiosità a riguardo, ma l'uomo scosse la testa. -Purtroppo nessuno sa come.

-Per questo abbiamo bisogno che il muro venga distrutto e faremo il possibile per aiutarvi.- concluse Lahab.

I quattro si erano allontanati per elaborare un piano. Jungkook, Kerasi e Seokjin avevano il compito di tenere d'occhio il popolo in caso di qualche possibile attacco dagli uomini di Smeraldo. Purtroppo però Seyun eVeral erano state lasciate a palazzo in compagnia della regina Adara e delle sorelle Krach che controllavano Hoseok sotto ordine del principe, dovendo fare in modo che il Guardiano non se ne accorgesse.

Purtroppo Yoongi e Namjoon non stavano avendo molta fortuna e non risultava così semplice unire l'acqua al fuoco, non dopo che Lapislazzuli aveva avuto il controllo di Ignogan, ma ai cittadini serviva tornare a contrattare con Vellham, senz'acqua sarebbero stati condannati allo sterminio. All'improvviso però al sovrano venne un'idea. -Forse non siamo costretti a farlo noi.- i due soldati gli chiesero di continuare. -Le sentinelle di Smeraldo non sono un problema, per abbattere il muro invece serve qualcosa di pesante e qualcuno che riesca a trasportarlo senza farsi notare.

-Beh, sì.- ammise Namjoon visibilmente confuso. -Ma questo lo abbiamo detto fin dall'inizio.

Il re però si rivolse a lui con sguardo risoluto. -Lo so.- concluse senza dare spiegazioni, per poi guardarli scambiarsi occhiate curiose.

I tre videro Yoongi allontanarsi verso il palazzo, ma decisero di non seguirlo.

Quello era il suo popolo, il suo regno ed era ovvio che avrebbe capito che cosa fare prima di tutti gli altri.

Da solo.

Spalancò le porte del castello trovandovi all'interno proprio la persona che sperava. Le afferrò il polso ed uscì, abbandonando quelle mura e chi ci stava all'interno; la porta si richiuse alle sue spalle e nonostante il rumore né lui né la persona che aveva portato via si fermarono.

Seyun puntò i piedi solo quando furono vicini ad un vicolo buio senza uscita e notò che Yoongi aveva tutte le intenzioni di portarcela. -Mi dispiace, ma scordati che ti accompagnerò in una strada chiusa con case disabitate e in rovina.

Il re sembrò accigliarsi ma poi scosse la testa quasi disgustato. -Ignogan ha bisogno di te.

-No, Ignogan ha bisogno di Kerasi: è lei che ha ucciso Lapislazzuli e li ha liberati tutti. Io al massimo aspetto che Seokjin saldi il debito che ha con me.- lo interruppe lei. Yoongi mollò la presa e la guardò con le sopracciglia incurvate verso il basso. -Diamante era innamorata di lui, i suoi sentimenti erano sinceri e se posso essere onesta mi è dispiaciuto ucciderla sotto questo aspetto. Lei cercava solo che qualcuno l'amasse.

-Sotterrando cadaveri di persone più belle di lei.- quella volta fu lui ad interromperla. -Un modo davvero nobile per cercare il vero amore.- Seyun non gli rispose e così lui andò avanti. -Comunque non mi importa del panettiere e della sua amica con l'arco e l'armatura. Mi serve la tua magia.

Fu la ragazza ad alzare un sopracciglio, confusa. -Sentiamo, perché il Regno del Fuoco dovrebbe aver bisogno di una dominatrice dell'aria?

-I tuoi proiettili.- Yoongi indicò la sua minigun. -Non sono nient'altro che aria compressa ad una tale velocità da perforare anche la più massiccia delle pietre.- fece un respiro profondo. -In più quell'affare pesa troppo per una della tua statura, non può che significare che lo rendi leggero solo grazie ai tuoi poteri. Ti chiedo di fare lo stesso per me.

Seyun scosse leggermente la testa. -Se lo facessi tutti capirebbero che non sono semplici proiettili.

Di nuovo il sovrano della terra del fuoco interruppe le parole della più giovane. -Non preoccuparti per questo, ci penso io.

 

Namjoon era seduto su una roccia lontana dal muro e si stava torturando l'unghia già rovinata e fin troppo corta di una mano. Guardava da lontano Jungkook che proteggeva Veral con il proprio corpo, nascondendola dietro di se con la spada sguainata e una mano che sfiorava quella della fanciulla che il generale aveva scelto come propria. Il principe stava venendo meno all'accordo fatto con lui a Zamek e nella testa di Namjoon c'era solo una cosa che poteva risolvere la questione: il sangue e la morte. Purtroppo però Jungkook rimaneva il suo principe e fino alla fine della missione si sarebbe dovuto sottomettere al volere del minore.

La voce del re lo ridestò dai suoi pensieri impuri e si alzò in piedi. -Namjoon sfodera la tua spada e sii pronto a combattere. I soldati di Smeraldo saranno appena dietro al muro e non possiamo rischiare.- il generale annuì e prese posizione al fianco di Kerasi, sua sorella minore. Poi Yoongi ricominciò a parlare, poggiando una mano sulla spalla della ragazza dai lunghi capelli scuri al suo fianco. -Molto tempo fa, quando ero solo poco più di un bambino, mio padre fece costruire dei proiettili rivestiti di diamanti incantati in grado di perforare qualsiasi tipo di materia, anche la più intrisa di magia. Erano stati costruiti per un'arma come questa e per fortuna noi ne siamo in possesso.- il suo popolo lo ascoltava con occhi lucidi al pensiero premuroso del precedente sovrano. Peccato che quella era una bugia. -Questa ragazza, questa giovane donna.- accarezzò i capelli di Seyun che gli riservò un'occhiata confusa. -Sarà la nostra salvezza e dovremmo a lei tutta la nostra riconoscenza.- Yoongi si inchinò e i cittadini di Ignogan fecero lo stesso, mentre la mora rimaneva impassibile. Avrebbe solo fatto il suo dovere. -A lei e a mio padre.

Appena quelle parole furono pronunciate il re si alzò nuovamente in piedi e Seyun si girò verso il muro, guardandolo con disprezzo. Si posizionò davanti ad esso e prese la mira al centro, dove in molti avevano provato più e più volte ad abbatterlo. -Abbattiamo questa feccia.- sussurrò in modo che solo Yoongi potesse sentire. Lui le sorrise e lei ricambiò; premette il grilletto e i finti proiettili cominciarono ad uscire così velocemente che nessuno riusciva a vederli, anche se non ne sarebbero stati in grado in ogni caso.

I mattoni scuri vennero spazzati via e si alzò un'enorme nuvola di polvere mista alla sabbia dei confini di Ignogan che li avvolse. Seyun svenì per la troppa energia utilizzata tra le braccia di Yoongi che la prese prontamente per evitarle una brutta caduta.

Veral strinse la mano del principe per la paura di vedere l'esercito del loro nuovo nemico caricarli e serrò gli occhi per non guardare, mentre gli altri si preparavano alla battaglia come potevano. La minore del gruppo sentì Jungkook lasciar andare la spada ed aprì gli occhi.

La verità era che dietro al muro non c'era nessuno.

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Capitolo 15
*** Il battello del lago ***


Il battello del lago
 

Lentamente, ma sempre tra le braccia del re del Regno del Fuoco, Seyun riuscì a svegliarsi e lo sguardo di tutti si andò a fissare su Yoongi che si strinse nel proprio mantello reale. Il popolo voleva sapere il motivo per il quale non stessero combattendo contro l'esercito più forte del continente, ma il sovrano alzò le spalle in segno di disinteresse, cominciando a camminare verso l'entrata della città aiutando la giovane cantante, offrendogli il proprio braccio per riaccompagnarla al castello così da farla adagiare su un letto per riprendersi completamente e ristabilire le forze.
Perché non c'era nessuno dietro al muro che li divideva dalla regione dell'Acqua? Perché le guardie di Smeraldo non erano corse al primo sparo quando sarebbero dovute essere già di guardia? Che cosa era cambiato rispetto a quel copione che, fedelmente, avevano seguito sia Lapislazzuli che Diamante? E soprattutto, perché Opale voleva conquistare Zamek così insistentemente? Chi o cosa lo aveva spinto a tal punto da dare vita ad una guerra tale andata avanti da secoli ormai? Yoongi non riusciva a darsi pace e quando fu abbastanza lontano dalla massa si girò indietro, pronto a guardare la propria gente scatenare su di lui l'ira che da sempre avevano portato dentro; invece l'unica cosa che vide fu Namjoon nascondersi dietro l'elmo che indossava per l'occasione, notando poi Jungkook rassicurare Veral con una mano su una spalla, per poi dirigersi verso un punto indefinito della folla. La sua gente se ne stava ferma immobile e Yoongi capì di essersi sbagliato di grosso: in realtà loro si stavano facendo le sue stesse domande senza attribuirgli la colpa.
Si rigirò e continuò a camminare, cercando di arrivare il più velocemente possibile all'interno del proprio palazzo. Lì ci sarebbero state tutte le risposte che cercava e in più si stava stancando di dover trasportare Seyun e la sua pesante minigun.
-Cerchi di scappare ancora?- chiese una voce allegra alle sue spalle che lo fece voltare, senza però spaventarlo. -Non si fa, lo sai che è da maleducati?- lo riprese puntandogli contro il dito ed agitandolo appena.
-Hoseok, che ci fai qui?- chiese il re, quasi scocciato dalla presenza del Guardiano soprattutto visto che la ragazza ancora aggrappata al suo braccio avrebbe potuto scoprire cose da cui lui voleva tenerla alla larga.
L'altro scoppiò a ridere. -Non si risponde ad una domanda con un'altra domanda, non lo sapevi?
-Ma se lo hai appena fatto tu.- ribatté il sovrano con un sopracciglio alzato, indicandolo alzando la mano libera verso di lui.
Hoseok non poté fare a meno di ridere: prendere in giro quel musone di Yoongi era davvero il massimo per lui. -Tua madre vuole che rientri subito a palazzo; una fenice ha portato una lettera appena prima che il muro venisse distrutto.- tornarono entrambi subito seri. -So che non vi fidate così bene di me e lo capisco, ma posso assicurarti che ho i miei motivi per stare qui. In più ora la regina vi ha incaricato di cercare Gerry e io sarò un valido supporto per voi: riuscirò a capire dove vuole davvero andare a parare quell'uomo.- Yoongi sembrò interessato. -E poi c'è una cosa importante che dovreste sapere, ma vorrei mettere al corrente anche il principe.- venne interrotto da un rumore sempre più vicino e i due si girarono contemporaneamente in direzione dei passi veloci che risuonavano nelle loro orecchie trovandosi faccia a faccia con le sorelle Krach.
-Cattive notizie- li informò Blanche, mentre Laila se ne stava un po' più indietro con il fiatone. -Dobbiamo partire per Vellham immediatamente.

 

Con un abbigliamento comodo e maggiormente consono alla missione appena ricevuta, il gruppo capitanato da Namjoon oltrepassò le macerie del muro ormai abbattuto, passando di fianco a degli uomini dalle braccia forti che stavano portando via il più possibile dei residui rimasti per liberare finalmente il confine da quel peso insopportabile.
-Non dimenticatevi il messaggio che ha portato la fenice.- ricordò la regina mantenendo con entrambe le mani un leggero fazzoletto di stoffa ricamato con del filo dorato. -Smeraldo sa che state arrivando e per qualche motivo desidera ardentemente di farvi entrare nei propri domini. Non fate il suo gioco e tenete gli occhi ben aperti.- Adara fece una piccola pausa per cercare di non far tremare la voce. -Il popolo di Vellham è esattamente come l'elemento che rappresentano: hanno un grande spirito d'adattamento, sono gentili e frizzanti. Il loro unico difetto è che possono essere estremamente pericolosi se ti spingi troppo oltre. È come stare in mezzo al mare: solo finché sei a riva puoi ancora salvarti, poi è troppo tardi per muovere qualsiasi muscolo.
-A meno che tu non sappia nuotare.- ribatté Seokjin, cercando di strappare un sorriso all'interno di quella situazione critica.
Adara stirò le labbra, ma il ragazzo non poté dire con certezza se fosse o meno un gesto sincero come quello degli altri. -Fate attenzione perché non sarà di Vellham che dovrete avere paura, ma dell'essenza di Smeraldo. Scoprirete che la Natura non è sempre nostra amica se dominata da una persona malvagia.
I presenti si guardarono senza un vero motivo apparente, ma poi decisero di comune e tacito accordo di proseguire con gli ultimi saluti e, finalmente, riprendere il loro viaggio.
Dopo un'ora di cammino le gambe di Veral penzolavano dallo stretto molo in legno su cui avevano deciso di effettuare una sosta, mentre le scarpine che le fasciavano i piccoli piedi muovevano delicatamente l'acqua del lago sotto di lei. Nel frattempo gli altri presenti alle sue spalle discutevano su quale fosse la cosa più giusta da fare.
Il piccolo molo presentava un palo in metallo con un cartello in legno che recitava "Battello Moku", seguito da qualche altra scritta sugli orari di arrivo che affermava il passaggio da quell'attracco solo due volte alla settimana -probabilmente per via della previa costruzione del muro tra Vellham e Ignogan. Yoongi e Namjoon pensavano fosse totalmente inutile aspettare: erano quasi sicuri che il battello fosse appena passato e che loro non sarebbero mai riusciti a prenderlo comunque. Laila e Blanche però ammettevano il contrario, poiché sentivano un odore totalmente diverso da quello che di solito si sente vicino all'acqua, uno molto sgradevole e pungente, quasi nauseabondo, ma anche penetrante. Una puzza che in realtà non avevano mai sentito prima, cosa abbastanza comune visto che il loro olfatto si era sviluppato solo seguendo gli odori di Karilin e delle sue ombre, della nebbia e delle montagne. Nonostante questo però le due sorelle conoscevano l'odore dell'acqua cristallina e pulita vista la scogliera appena fuori dalla città ed erano abbastanza sicure che quella puzza che sentivano fosse frutto dell'uomo e non del lago in se.
-Non so dirvi se sia appena passato o meno.- cominciò Seyun interrompendo sul nascere quella fastidiosa discussione. Per quanto la riguardava avrebbero benissimo potuto continuare a scannarsi tra di loro, ma il solo pensare alle ipotetiche lamentele del generale di Zamek le faceva venire il voltastomaco. -Ma ricordo di aver preso questo battello una volta per arrivare a Vellham: è l'unico modo per raggiungere la città dai punti più a sud del continente.
-Anche se aveste ragione, come fate a sapere che Smeraldo non abbia mandato delle guardie ad ucciderci? Non possiamo rischiare, dovremmo dividerci.- ribatté Namjoon.
Jungkook scosse la testa e gli poggiò una mano sulla spalla per calmarlo. -Smeraldo non ci ha mai visti e Opale ha incaricato le gemme di dare la caccia a un gruppo di sei e non uno numeroso come il nostro; potremmo fingerci forestieri e dare delle false identità, un modo per confonderci nella folla del traghetto lo troveremo comunque.
-Jungkook ha ragione- ammise Kerasi, portandosi una mano al mento in un gesto confuso più per ciò che aveva detto il fratello che per quel che effettivamente stava succedendo. -Però c'è una cosa che non capisco.- guardò negli occhi Seyun che l'aveva affiancata. -Anche alla nostra partenza non siamo mai stati in sei ma Lapislazzuli e Diamante ci hanno lo stesso scoperti. Mi chiedo come mai...- sussurrò, non riuscendo comunque ad andare avanti ad esprimere i propri dubbi.
L'attenzione di Kerasi venne subito distolta dalla situazione per posarsi su Laila che stava indicando del fumo nero avvicinarsi pericolosamente, mentre Blanche aiutava Veral ad alzarsi in piedi e non correre un pericolo facilmente evitabile. Solo pochi attimi dopo da dietro le fitte e alte piante acquatiche che oscuravano la visuale del lago si riuscì a vedere la prua del battello che si avvicinava velocemente allo stretto molo in legno.
L'odore nauseabondo si fece sempre più vivo e Hoseok guardò negli occhi la maggiore delle sorelle. -Complimenti.- cominciò alzando un pollice verso l'alto. -Avevi assolutamente ragione.

 

Il proprietario del battello era un uomo basso e magro con una benda sull'occhio coperta alla ben in meglio dai lunghi capelli bianchi. Nonostante i suoi abiti chiari da semplice marinaio, fece intuire presto al gruppo di essere il capitano mentre scendeva dal proprio traghetto tramite un pontile in metallo calato da un complesso meccanismo messo in moto da una manovella.
-Salve buon uomo.- cominciò Seokjin. -Siamo un gruppo di girovaghi che si deve esibire nella città di Vellham. Purtroppo il nostro carro si è rotto mentre passavamo il confine con Zamek.
L'uomo diede un'occhiata rapida ai presenti, ma non si soffermò molto sui loro volti. -Non mi importa della vostra identità. Potete essere semplici umani, Jawahrat, soldati di ogni tipo o Mostri.- rispose in modo sprezzante. -L'importante è che paghiate e che non disturbiate la quiete del mio battello.
Il maggiore del gruppo alzò subito le mani in segno di resa come gesto di pace. -Dico davvero signore, siamo un semplice gruppo di giovani talenti.
Il capitano si mise a ridere. -Già, proprio quello che direbbe qualsiasi Mostro.
Seokjin deglutì rumorosamente, facendo diventare rosse anche le punte delle sue orecchie, grattandosi nervosamente la nuca. -Immagino di sì...
-Sulla mia Moku ci sono solo tre informazioni fondamentali da sapere.- cominciò il capitano con voce leggermente gracchiante. -Il mio personale sarà ben lieto di accogliervi ma non diventerà né vostro amico né tanto meno qualcosa di più: loro appartengono alla nave tanto quanto lei appartiene a me. Le altre due sono molto più semplici: io e i miei marinai non saremo le vostre balie quindi in qualsiasi pericolo vi troviate non sarà un nostro problema; infine, come vi avevo già accennato in precedenza, chi infastidisce gli altri ospiti del battello verrà gettato in acqua vivo e dato in pasto agli animali che albergano il nostro lago.- il sopracciglio spesso e visibile dell'uomo si incurvò verso l'alto in un'espressione quasi gioiosa. -E vi assicuro che sarà un bagno poco piacevole.
-Tutto chiaro.- rispose Namjoon, bardato con una sciarpa improvvisata fin sopra il naso. -Quanto ci costerà un viaggio sul vostro battello? Abbiamo monete d'oro a sufficienza, siamo molto popolari nelle zone del sud.
Il capitano sorrise mestamente. -Tre monete a testa basteranno.- Yoongi rimase in disparte ma passò a Seokjin un sacchetto con la giusta somma di denaro, non prima di averne contato per bene il prezioso contenuto. Il bizzarro individuo che si frapponeva tra loro e il traghetto lo prese subito, aspettando però che il maggiore del gruppo glielo passasse in un gesto educato ma deciso. -Benvenuti a bordo del Battello Moku, entro trentasei ore dovremmo arrivare all'interno della città di Vellham. Il nostro servizio effettua un totale di 15 fermate e ne abbiamo fatte solo tre quindi vi prego di salire a bordo, trovare un posto comodo e godervi il viaggio.
I presenti si scambiarono gesti positivi con il capo e subito dopo, uno alla volta, attraversarono l'apposita passerella in metallo che venne repentinamente tirata su da un giovane ragazzo sorridente con indosso vestiti simili a quelli del capitano, solo neri.
-Benvenuti, mi chiamo Tae.- si presentò, porgendo la mano leggermente sporca a Seokjin che ancora guidava il gruppo e che non attese altro tempo e ricambiò. -Io mi occupo degli ingranaggi del battello, perciò se qualcosa non funziona non esitate a chiedere.- sorrise ancora e solo pochi istanti dopo alle sue spalle comparve un altro ragazzo più basso di lui e con folti capelli biondi molto simili a quelli di Namjoon.
Il nuovo arrivato appoggiò un braccio attorno alle spalle del meccanico di bordo con fare amichevole. -Sono Jimin, aiuto il capitano con la pesca e la gestione della barca.- inchinò leggermente il capo, stirando le labbra carnose in un sorriso gentile. -Se avrete bisogno di qualcosa noi saremo sempre qui a disposizione.
-Siamo solo un gruppo di artisti di strada.- cominciò Namjoon. -Siamo senza pretese.
-Lo immaginiamo.- rispose il più alto. -Ma non vorremmo mai che le le nostre gentili ospiti possano trovare sgradevole il loro soggiorno qui.- strizzò l'occhio e si rivolse a loro con un sorriso gentile. -Potrete comprare gioielli, vestiti e profumi, abbiamo davvero di tutto.
Blanche, Laila e Kerasi si guardarono stupite, chiedendosi come poteva anche solo pensare che delle tipe come loro volessero quelle frivolezze, mentre Seyun e Veral, in disparte dal resto, guardavano il battello che finalmente riprendeva il suo cammino.
-Sento odore di fregatura.- esclamò la minore.
-Nonostante io sia già stata qui una volta ora non posso che trovarmi d'accordo.- Seyun, con il cappuccio alzato sul viso, si strinse nella propria mantella dove, dietro, nascondeva come meglio poteva la propria arma. La toccò senza farsi notare e desiderò ardentemente e per la prima volta di non dover essere costretta ad usarla.

 

Il battello era molto lento, il suo viaggio procedeva spostando meno acqua possibile e Jimin aveva spiegato loro che questo veniva fatto per non disturbare troppo le creature che vivevano nelle profondità del lago. Jungkook si sedette al fianco di Kerasi, propria guardia del corpo e soldato fidato, rimirando il paesaggio verde e azzurro; nonostante l'autunno fosse alle porte Vellham ne sembrava immune.
-Non è sempre stato così, sai?- cominciò la ragazza come se gli leggesse nel pensiero. In realtà Kerasi conosceva fin troppo bene il principe da sapere perfettamente tutto quello che gli passasse per la testa grazie alle sue espressioni e movimenti del corpo. Jungkook era un libro aperto per lei. -Smeraldo preserva Vellham con il suo potere, ma un tempo era la città con gli inverni più freddi ed era grazie a loro che le altre regioni del continente avevano la neve e il ghiaccio. Quello dell'acqua è sempre stato un regno molto bello e senza Tachyta lo è ancora di più.
-Credi che tornerà mai come prima?- chiese lui, guardandola negli occhi.
-Non lo so onestamente.- abbassò lo sguardo e andò avanti sussurrando in modo che gli altri passeggeri non potessero sentirli. -Opale ha già fatto molti danni, ma nessuno sa se le cose miglioreranno o meno. Sono passati secoli ormai dalla loro presa di potere e da quel giorno nessuno più sa che cosa succede o cosa potrebbe succedere. Anche se c'è chi si ribella nessuno lo sa.
Nessuno dei due disse più nulla, limitandosi a scorgere il paesaggio che, mano a mano, si presentava loro davanti.
Poco lontano Hoseok aveva affiancato Yoongi, in piedi con gli occhi chiusi e appoggiato ad una parete. Il guardiano si sedette invece sul bordo dell'imbarcazione e guardò il re. -Ho controllato e nessuno del personale ha cattive intenzioni, nemmeno il capitano. A quanto pare l'unica cosa che gli sta a cuore è questo battello e non hai ancora sentito la parte più divertente.
Yoongi lo fermò con un gesto della mano, senza però guardarlo. -Preferisco dormire, grazie.
Il ragazzo sgranò gli occhi, sbigottito. -E vuoi farlo in piedi?
-Ci stavo riuscendo prima che arrivassi tu.- ammise il re.
Hoseok guardò bene e di fianco a lui vi erano delle casse in legno impilate dietro cui dormiva Seyun, coperta da un mantello rossiccio scolorito dal tempo. Il Guardiano sorrise compiaciuto ma non disse niente, al contrario si alzò in piedi di nuovo e prese il maggiore da una spalla, costringendolo ad avanzare un po', allontanandosi quanto bastava da parlare normalmente ma non troppo da perdere di vista la ragazza.
-Yoongi.- lo chiamò comunque sottovoce. -Ho bisogno di dirti una cosa importante che riguarda uno di noi.- spiegò, guardando l'altro posare lo sguardo su Namjoon e Seokjin.
-Non adesso Hobi.- rispose lui, utilizzando un diminutivo. -E poi hai detto che vuoi che ci sia anche Jungkook e non credo che al momento voglia interrompere la sua conversazione con la sua guardia del corpo.
Il guardiano alzò le spalle e si allontanò per raggiungere Veral che parlava con Jimin e Taehyung -i due marinai che avevano subito dimostrato parecchia simpatia verso di loro- non accorgendosi però di essere osservato da Seokjin che subito fece un cenno del capo a Namjoon nella sua direzione. -Perché non sospetti di quel tipo?- chiese il maggiore. -Sembri fidarti di lui.
Il generale si strinse nelle spalle e bevve un sorso di birra dal calice che gli era stato portato da una ragazza, parte del personale di bordo, in cambio di due monete d'argento. -È così infatti.- rispose una volta mandato giù quel liquido dalla scarsa qualità. -Non mi piace che lui possa sapere tutto di me, ma non mi sembra che sia andato in giro a raccontarlo.- bevve un altro po' e poi si pulì le labbra con il dorso dell'altra mano. -Non che abbia qualche cosa da nascondere, ovviamente. Ma come tu ben sai, ci sono cose che nessuno dovrebbe sapere.
-Tu sapevi di tutta questa faccenda.- ragionò Jin, portandosi due dita sotto al mento. -Ma non volevi ammetterlo all'inizio. È il motivo di questa tua azione che non vuoi che Hoseok scopra?- domandò curioso ma al contempo spaventato dalla risposta.
Il generale sorrise, portando due fossette a formarsi al centro delle due guance. -Che dire, amico mio, hai fatto centro. Ma è tutto inutile ormai, sicuramente lo sa già.
-È una cosa tanto grave?
Namjoon alzò le spalle ma non rispose alla domanda dell'amico, si limitò a guardare Veral da lontano. La ragazza sorrideva genuinamente mentre i due marinai le parlavano di qualcosa che lui non riusciva a capire, ma a giudicare dal volto sereno della ragazza sembravano essere due brave persone con buone intenzioni. Namjoon non sapeva se aggiungerli alla lista di possibili rivali o se semplicemente considerarli bravi nel loro lavoro di attirare la gente su quella specie di nave scadente e anche un po' marcia, visto lo scricchiolio del legno sotto i suoi piedi.
Improvvisamente si ricordò di Jungkook e dell'interesse che il principe aveva mostrato nei confronti della castana, questo lo spinse a guardare nella sua direzione per capire che cosa o chi stesse guardando. Con sua sorpresa lo sguardo del principe era rivolto alle due sorelle che se ne stavano in disparte a guardare la piccola bancarella a bordo del battello pieno di abiti da festa dall'aspetto leggermente bizzarro. Namjoon assottigliò gli occhi e vide che il principe stava guardando Laila intensamente, come se ne fosse rimasto incantato. Notò Kerasi posare una mano su quella grande di Jungkook in un gesto quasi materno e sorrise mestamente, felice finalmente di aver avuto la conferma di quel che sperava ormai da molto tempo. Veral sarebbe stata sua e di nessun altro, nemmeno del principe.
Il generale si alzò di scatto appena la sorella raggiunse Veral e il resto del gruppetto improvvisato per prendere parte alla conversazione, tornò poi dalla ragazza che gli aveva venduto il calice di birra e tirò fuori dai suoi calzoni altre due monete d'argento che gli erano avanzate. Lei gli porse un secondo grosso bicchiere e lui la ringraziò con un mezzo inchino e sorrise mesto, si sedette poi al fianco del principe e gli porse la bevanda alcolica in maniera tale che Jungkook fosse costretto ad accettare.
-Vedo come la guardi.- cominciò il maggiore. -E vedo anche come ti guarda lei.
Jungkook si girò di scatto leggermente rosso. -Cosa ti fa pensare che io la stessi guardando?
Namjoon bevve un po' della propria birra. -Perché è come quando io guardo Veral.- fece un altro sorso e poi tirò su con il naso. Non sapeva se per il vento gelido o per qualche maledetta allergia di cui era all'oscuro, ma neanche gli importava troppo. -Dovresti andare da Laila e parlarle, sai?
-Non so se è una buona idea.- strinse i denti il principe, strofinandosi le mani sudaticce.
-È a questo che serve il liquido che c'è qui dentro.- Namjoon picchiettò il bordo del bicchiere con due dita. -Bevilo e la sua magia comincerà a fare effetto.
Jungkook guardò all'interno, prendendo il boccale dal manico in vetro. -Che roba è?- chiese specchiandosi all'interno. -Il colore non mi convince.
-Avanti, Jungkookie, fai l'uomo per una volta. Un po' d'alcol scadente non ti farà male e aiuterà a sciogliere la situazione.- il generale gli diede una pacca sulla spalla e lo vide, dopo un primo tentennamento, ingoiare la birra come fosse acqua fresca. Ghignò soddisfatto e guardò verso Laila: ora restava a lei fare il resto. Non che si fossero messi d'accordo, Namjoon non aveva intenzione di parlare con lei e probabilmente non lo aveva neanche mai fatto, ma quel che disse al principe era vero: aveva spesso sorpreso la più giovane delle ladre a guardarlo. Lui sapeva che Jungkook era considerato uno dei ragazzi più affascinanti del continente, perciò era abbastanza comune vedere numerose donne ai suoi piedi che però venivano rifiutate ogni volta con educazione, gentilezza e tatto. Persino Veral era stata rifiutata in quel modo e quello era un chiaro simbolo per cui Jungkook la considerasse una ragazza qualsiasi, ma con Laila era stato diverso. Lei si era presentata a lui in un momento di confusione e lo aveva minacciato con la sua katana, giurandogli però subito fedeltà appena scoperta la sua vera identità. Namjoon capiva i sentimenti del principe, ma da un lato non riusciva a trovare il motivo per cui per lui quella volta fu diversa dalle altre.
-A che pensi?- chiese il suo interlocutore con il boccale a mezz'aria.
Namjoon scosse le spalle. Alla fine non gli importava conoscerne la causa, la cosa che premeva era tenere Jungkook lontano da Veral. -Niente di particolare. Bevi tutto mi raccomando, l'ho pagata di tasca mia quella che tu chiami "roba".
Jungkook sorrise e bevve un altro sorso, poi vide il proprio generale alzarsi in piedi e fargli un cenno della mano come per salutarlo. Namjoon si diresse verso Veral e le cinse la vita con un braccio facendola sobbalzare dallo spavento. Sì intromise nella conversazione di cui ormai anche Hoseok e Kerasi facevano parte e notò che l'argomento principale era qualcosa di cui persino lui era all'oscuro.
-Avete mai sentito parlare delle Ombre di Karilin?- chiese Jimin guardando tutti i passeggeri con un'occhiata veloce.
Namjoon e gli altri annuirono insieme. -Siamo molto richiesti nel Regno dell'Ombra.
-Bene.- continuò Taehyung per l'amico. -Ametista può evocare delle creature simili, ma noi li chiamiamo semplicemente Mostri. Sono delle figure spettrali che si rendono visibili e che rubano l'identità delle persone che vedono. I Mostri possono prendere le sembianze solo degli individui che hanno una vita infelice; questo perché gli spettri originali sono stati creati dal potere psicotico di Ametista che li ha subito scaraventati nei paesi confinanti, ovvero Vellham, Ziràn e Vimana.- si fermò e fece andare avanti Jimin.
-I Mostri sono degli infelici: gli manca l'amore e la gioia e conoscono solo la tristezza e la rabbia.- il ragazzo diede di nuovo un occhio agli altri passeggeri. -Questo è il motivo per cui viaggiano da soli o in un gruppo numeroso.
-Per questo il capitano ha sospettato di noi quando ci ha visti.- ragionò Kerasi.
Taehyung annuì, ma fu comunque Jimin a continuare. -Però i Mostri sono riconoscibili facilmente per via della loro specie: la prima è anche la più basilare e sono quel tipo di persone sempre infelici o sempre arrabbiate, la seconda invece è tutto l'opposto e infatti si tratta di Mostri che fingono di poter amare o gioire. Nessuna delle due specie però può avere altri sentimenti, quindi il loro aspetto rimarrà lo stesso solo per ventiquattro ore, poi torneranno a essere quello che sono in realtà.
-Perché Ametista ha creato simili creature? A cosa gli servono?- domandò Hoseok, guardando Taehyung sorridergli.
-C'è una ragazza che Ametista desidera ardentemente. Lei viaggia con altre cinque persone e loro hanno il compito di trovarla.- il ragazzo chiuse lentamente gli occhi. -Ma in realtà le ha create moltissimi anni fa solo per spaventare i regni che confinano con il suo.
-Vuoi dire spaventare di più di quanto già Smeraldo non faccia.- lo corresse Jimin. -Lui può raggiungerti se sa dove sei e se nelle vicinanze c'è della terra. È spaventoso e mette i brividi.
Veral guardò improvvisamente verso il basso, sentendosi tirare la veste scura da qualcuno. Namjoon al suo fianco la copiò e vide un bambino con una piccola palla verde in mano guardarla con occhi dolci ma felici. -Vuoi giocare con me?- chiese alla ragazza porgendole le mani. -I miei genitori non vogliono.- spiegò con il sorriso sulle labbra.
Veral si piegò sulle ginocchia. -Come ti chiami piccolo?
Il bambino alzò le spalle. -Chris.
Jimin copiò i movimenti della ragazza e le si posò a fianco. -È salito ad una delle fermate vicino a Vimana con i genitori e un gruppo di turisti.
-Tu invece?- chiese il bambino guardando Veral negli occhi verdi.
-Lauren- mentì lei sorridendo, inventando un nome credibile su due piedi. -A cosa vuoi giocare?
Il bambino porse nuovamente la palla e allargò il sorriso, mostrando alla ragazza un dente mancante. Veral si alzò nuovamente e lui le prese la mano, allontanandola dal resto del gruppo per portarla in una zona abbastanza vuota per giocare. -Questa è la tua porta.- spiegò indicando delle casse di legno simili a quelle dietro cui dormiva Seyun. -E questa è la mia.- continuò picchiettando su la parete di metallo oltre cui si nascondeva la stanza del capitano. -Il primo che centra cinque volte la porta vince.- terminò poi sorridendo mesto.
Veral sapeva di non essere troppo brava, ma contro quel bambino avrebbe vinto sicuramente, soprattutto perché lui era molto più basso di lei e come tutti i bambini della sua età era abbastanza gracilino. Per questo cominciò a tirare con scarso impegno, mentre lui sembrava mettercela tutta e divertirsi molto più di quel che lei credeva, non è che fosse un gioco così divertente: si trattava semplicemente di tirare una palla dalle dimensioni di una mela, stando attenti a non lanciarla al di fuori del bordo del battello.
Il bambino passò la palla a Veral senza volerlo e rise divertito mentre lei se la rigirava tra le mani, indecisa su che cosa fare. Qualcosa dentro di lei le suggeriva di tornare dai suoi amici, ma quello era solo un bimbo dell'età della sua Lucille, non poteva lasciarlo da solo.
Blanche si avvicinò ai due, lasciando la sorella con Jungkook alla bancarella di vestiti. Affiancò la ragazza e guardò il bambino sorridente. -Veral, chi è questo ragazzino?- chiese a voce alta.
Lei tirò la palla che colpì il muro, facendole ottenere un punto. -Mi ha chiesto di giocare e io ho accettato, perché?
Blanche aprì la bocca per parlare ma il bambino con la testa bassa la precedette. -Non ti chiamavi Lauren?- chiese continuando a sorridere. -Quindi mi hai mentito?- rise di gusto gettando la testa all'indietro. -Volevi forse nasconderti? E perché?- fece una piccola pausa e poi guardò fisso negli occhi della minore. -Potrebbe essere forse perché sei tu?
Il bambino cominciò a gonfiarsi, lacerando la propria maschera di carne e vesti. Si trasformò in uno spettro incorporeo dal tenue colore rossastro, mutando il proprio aspetto velocemente e rivelandosi per il demone, per il Mostro che era in realtà.
Blanche afferrò la mano di Veral e prese a correre velocemente verso la parte opposta del battello. -Un Mostro!- esclamò la maggiore mentre l'altra continuava a correre.
-Avrei dovuto stare più attenta. Stai bene?- si fermò solo un attimo, mentre lo spettro le inseguiva. Veral annuì e Blanche riprese a correre trascinandosela dietro. Quando si girò per guardare dove fosse il Mostro vide solo il capitano del battello con una pistola in una mano.
-Nessuno disturba la quiete del mio battello.- ammise l'uomo. -Non so se fosse l'unico, tenete gli occhi aperti
Blanche fece un piccolo inchino e si guardò intorno, per poi rispostare l'attenzione sulla castana. -Ho sentito parlare dei Mostri dai Jawahrat e quando ho visto il bambino ho subito capito chi era davvero.
Il gruppo al completo si strinse a loro e la maggiore cominciò a spiegare, mentre Namjoon controllava che Veral stesse bene. C'era una cosa che Blanche non capiva: perché quel Mostro aveva attirato Veral anche senza conoscerne l'identità? Opale cercava tre ragazzi e tre ragazze che viaggiavano insieme ma non ne conosceva l'aspetto, anche perché se fosse stato così avrebbe ottenuto Veral molto prima. Qualcosa in quella storia sembrava non andare, ma ancora non aveva capito perché o, nella peggiore delle ipotesi, per colpa di chi.
Anche Jungkook era pensieroso e la giovane donna se ne accorse subito. Il boccale di birra era ancora mezzo pieno sul pavimento del traghetto e il principe interruppe la conversazione che si era venuta a creare tra Namjoon e Yoongi sul da farsi. -Sta calando la notte, dovremmo riposare e difenderci a vicenda per evitare altri attacchi.
-Dobbiamo proteggere Veral.- rimarcò Yoongi, abbastanza contrariato dal fatto che il principe non se ne fosse ancora reso conto, visto che era stato lui a volerla nella missione e che se la ragazzina si fosse fatta male la responsabilità sarebbe stata sua, che l'idea lo allettasse o meno. -Almeno fino a quando non troveremo Gerry.
-Dormirà con due di noi e faremo la guardia a vicenda.- continuò Namjoon, d'accordo con Jungkook per la prima volta dalla partenza.
Kerasi e Blanche si fecero avanti. -Scordatevelo.- ribatté la prima. -Saremo noi ad assicurarci della sua incolumità.- Veral annuì e le affiancò. -Mi raccomando, se ne vedete altri non esitate ad attaccare.

 

La notte era calata completamente, ma il battello continuava imperterrito a continuare il suo viaggio, effettuando le fermate necessarie nonostante il buio.
Il sonno stava procedendo tranquillo per tutti quelli che erano riusciti a dormire, mentre gli altri, tra chi non voleva, chi non riusciva e chi non poteva, cercavano di passare il tempo come meglio potevano.
-Sapevi che Vellham è una delle città più moderne del continente?- chiese Blanche a Kerasi, ricevendo un gesto positivo con il capo. -A pensarci mi vengono i brividi.
-Sei abituata a vivere per strada, è normale pensarla così.- rispose la rossa intagliando dei disegni grossolani ed astratti sul legno del proprio arco. -Ma anche Zamek si sta rimodernando, quindi per me non è mai stata una grande sorpresa.
La maggiore si guardò le unghie rovinate e poi nascose la mano. -Tutto ciò che ho fatto è stato per Laila e non me ne sono mai pentita, ma ora mi rendo conto che oltre a Karilin c'era un mondo pieno di opportunità.
-C'era Diamante.- le ricordò, poggiandole una mano sulla spalla. -Non sarebbe cambiato granché. In più sarebbe stato un viaggio lungo ed estenuante, nessuno ce l'avrebbe fatta. Ignogan è un bel posto ma il popolo è un po' chiuso nelle proprie tradizioni, Zamek è impenetrabile senza un valido movente.- guardò la ragazza negli occhi. -Ti prego, non avere ripensamenti su ciò che è fatto. Il passato rimane lì dov'è e l'unica cosa che tu puoi fare è elevarti da questo per trarne del buono.
Blanche non disse nulla ed entrambe passarono quel tempo ad osservare il panorama notturno del fiume. Lei e Laila non erano abituate alla luce del sole e quello spettacolo lontano dagli illuminati paesi limitrofi di Vellham le metteva una certa nostalgia. Un rumore improvviso fece scattare le due ragazze sulle loro armi, ma appena capirono che proveniva da una fenice atterrata sul battello si scambiarono sguardi confusi.
L'animale si avvicinò a Kerasi. -Un messaggio dalla regina: le tracce di Gerry sono state perdute e ora nessuno sa più dove sia. Desidera comunque che voi continuiate il vostro viaggio senza farvi scrupoli, credendo che sarà lui a trovare voi quando servirà. La regina sostiene che sia stato proprio lui ad inviare il messaggio su Smeraldo, quindi vi raccomanda di fare attenzione.- non attese la risposta, si girò e riprese il volo verso il proprio regno.
Il silenzio cadde ancora, ma quella volta fu proprio Blanche a spezzarlo. -Sai, Jungkook oggi si è fatto avanti con Laila.- Kerasi alzò un sopracciglio. -Credo avesse bevuto, ma fortunatamente non ha fatto danni. Non pensavo che il principe fosse uno capace di reggere.
-Jungkook è capace in molte cose in realtà.- sghignazzò l'alta. -Ma parlare alle ragazze non è parte delle sue innumerevoli qualità.- diede una rapida occhiata a Veral, dormiente alle sue spalle. -Non per essere scortese, ma non credevo che tra loro due ci fosse del tenero.
Blanche si strinse nelle spalle e si beò del leggero vento creato dalla velocità in realtà melliflua del battello. -Nemmeno io; pensavo che Jungkook fosse attratto da te visto che vi ritrovavo spesso insieme.
La rossa fece un'espressione confusa, ma non troppo stupita. -Il rispetto e l'amicizia tra me e il principe va oltre tutti i confini ed è più forte di qualsiasi altra, ma sono solo la sua guardia del corpo, nonché fidata soldatessa. Nella vita di tutti i giorni sono la sua migliore amica, ma niente di più. Ci vogliamo bene ma, so che mi capirai, non sono una che si sottomette e lui sarà pur sempre il re un giorno.
-Che mi dici di lei?- chiese allora la maggiore indicando Veral con il capo. -Lui le piace.
Kerasi annuì. -E mi dispiace molto per tua sorella, ma io non posso tradire l'amicizia che ho costruito con Veral. Il mio spirito da soldato me lo impedisce. - sorrise chiudendo gli occhi.
-Eppure Jungkook ha mostrato interesse verso Laila, non verso Veral.- Blanche si portò una mano sotto al mento. -Anche se non hanno avuto chissà quale grande conversazione.
La minore smise di rispondere, ma non perché non avesse nient'altro da dire: in realtà quella situazione le dava sui nervi perché Namjoon già considerava Veral di sua proprietà e lei conosceva bene Jungkook, non si sarebbe mai intromesso perché lui e tutta la sua esistenza erano basati su valori e principi ben radicati e saldi.
Fu nuovamente Blanche a ridare vita alla conversazione. -Siamo così tanto concentrate sul futuro degli altri che ci dimentichiamo completamente dei nostri.
-Che cosa vuoi dire?- chiese l'altra
Di nuovo nessuna risposta; la ragazza sorrise e si alzò in piedi. -Mi ringrazierai.- le poggiò una mano sulla spalla e Kerasi la vide unicamente allontanarsi, notando solo in un secondo momento che qualcun altro si era seduto al suo fianco. Qualcuno a cui pensava da tutta la notte.
-Seyun mi ha raccontato tutto.- disse. -E ammetto che speravo fossi tu a dirmi di Diamante e del suo indovinello.
Kerasi distolse lo sguardo da Seokjin, ma decise di rispondergli, mantenendo comunque un tono freddo. -Le sue parole erano altre bugie. È stato il sacrificio dell'Idra a salvarti, nient'altro.
-Non mi riferivo a quello e lo sai.- anche lui distolse le sguardo. -Seyun mi ha detto che le devo un favore e mi ha spiegato che Diamante era innamorata di me. Ma ha anche ammesso di averti vista preoccupata e nervosa, provare qualsiasi cosa per aiutarmi.
Kerasi raggiunse una tonalità leggermente rosea e si sentì la faccia scottare, ma con il buio della notte era impossibile che lui lo percepisse. -Non potevo lasciarti lì in balia di quella strega. Sono pur sempre un soldato.
La mano del ragazzo sfiorò quella di lei. -Il più grazioso e femminile di tutti.- Seokjin si avvicinò alla figura di Kerasi, accarezzandole il volto con la mano che non era occupata a tenerlo saldo sul pavimento oscillante del battello.
-C-che cosa vorresti insinuare?- chiese l'altra con un filo di voce, guardandolo avvicinarsi alle sue labbra.
-Che comincio a capire il fastidio che provavi verso Diamante.
Nonostante lo avesse sussurrato a fior di labbra nessuno dei due ebbe il coraggio di muoversi.
E purtroppo neanche il tempo di farlo.
Solo pochi istanti dopo non sentirono nient'altro che l'acqua fredda del lago.



Angolo Autrice 
Ciao a tutti e grazie per essere arrivati fino a qui, come probabilmente avrete notato questo capitolo ha subito una specie di bug e non sono riuscita a dividerlo in paragrafi come per il resto della storia. Onestamente? Non ho la più pallida idea del motivo e prometto che cercherò di sistemarlo. 
Ne approfitto per dire che sono ben consapevole che questo capitolo è molto più lungo degli altri, ma che sono stata "costretta" a racchiudere gli avvenimenti del battelo tutti qui per motivi di tempo. 
Spero che nonostante i problemi questo sia stato di vostro gradimento, ne sarei davvero felice!
Alla prossima,
Blue
 

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Capitolo 16
*** Tensioni sulla costa ***


Tensioni sulla costa

 

Il sacco in cui erano stati rinchiusi non era abbastanza grosso per tutti, per questo motivo i diversi marinai del battello dovettero prenderne abbastanza da catturarne almeno due alla volta. Il tessuto era grezzo e spesso, i fili resistenti e ben ritorti e il nodo con cui erano stati chiusi ben stretto.

Veral era finita nel sacco con Yoongi e il giovane sovrano non se ne spiegava il motivo, ma di certo non se lo sarebbe chiesto in una simile occasione, non mentre stava per morire almeno. Si guardò intorno e provò a rompere l'intreccio che li costringeva, invano. Mise un braccio attorno alla vita della ragazza e provò a spingere verso l'alto per far salire il nodo che chiudeva il sacco; guardò il volto di Veral e capì che non avrebbe resistito a lungo e che stava per soffocare. “Non può essere stato Smeraldo, Opale vuole che lei viva.” rifletté velocemente. Per un attimo, nella testa di Yoongi, prese forma il pensiero di lasciarla morire così da cessare tutti i loro problemi. Così come arrivò, il re lo scacciò via, appena prima di sentire una forza tirarlo verso l'alto e, in pochissimo tempo, riuscì nuovamente a respirare. Sentì con le orecchie ancora zuppe d'acqua qualcuno rompere il tessuto grossolano con un oggetto appuntito e la prima cosa che vide solo qualche istante dopo fu il viso sorridente e carico di speranza di Jimin, in una mano un piccolo coltello da pesca.

-Siete vivo, vostra maestà.- gli disse sorridendo, poi si girò verso Veral e tornò subito serio. -Uscite presto, non so quanto resisterà la ragazza.

Yoongi gli obbedì e lo vide portare Veral fuori tra le sue braccia, mentre l'altro marinaio -di cui il re dimenticava sempre il nome- portava su e apriva altri sacchi con l'aiuto di Namjoon che, su tutte le furie, cercava di mantenere la calma e liberava la sua rabbia mettendo più forza nella presa dei sacchi. Il sovrano li affiancò entrambi per aiutare, liberando mano a mano tutti i compagni di viaggio.

-Manca qualcuno?- chiese Taehyung, non ricordando in quanti fossero. -State tutti bene?

Kerasi si guardò in giro. -Dov'è Veral?- chiese, allarmata. Tae le indicò un cespuglio dietro cui Jimin si stava prendendo cura di lei e la giovane soldatessa tirò un sospiro di sollievo.

-Che diavolo è successo, perché siamo stati attaccati?- chiese il re, le mani strette in due pugni pronti a colpire un bersaglio in realtà assente. -E perché voi due idioti siete qui?

Il marinaio prese un bel respiro e abbassò il viso. -Il capitano ha scoperto chi siete quando è arrivata una flotta intera di Mostri. Li abbiamo eliminati tutti, ma poi ha deciso di buttarvi in mare mentre eravate distratti.- fece una pausa. -Io e Jimin abbiamo provato a fermarli ma nessuno ci ha dato retta, quindi hanno gettato anche noi.

-Già, ma hanno evitato il sacco almeno.- sorrise Jimin avvicinandosi al gruppo. -La ragazzina starà bene, si sta svegliando e non credo che vorrà vedere me quando lo farà. Anche se devo ammettere che sono davvero molto bello, anche da bagnato.- fece uno sguardo ammiccante per smorzare la tensione creatasi. Blanche, Kerasi e Laila scoppiarono a ridere, mentre Seyun e il resto del gruppo gli riservava uno sguardo disgustato. Jimin abbassò un angolo della bocca con fare contrariato e poi si strinse nelle spalle. -Non hanno apprezzato.

Dopo essersi leggermente ripresa Kerasi fece per andare dall'amica, ma Jungkook la precedette e lei lo fece passare. Era già abbastanza infastidita dal fatto che il principe avesse mostrato interesse per una persona con cui aveva a stento scambiato due parole, pensava che almeno alla minore dovesse una spiegazione. Kerasi sapeva perché il principe si stava comportando in quel modo, ma non riusciva a pensare che fosse giusto così, nonostante le intenzioni di Jungkook fossero nobili. Non poteva farci niente però, era pur sempre il suo principe prima del suo migliore amico, quindi avrebbe dovuto rispettare ed accettare la sua scelta, qualsiasi questa sarebbe stata.

Dal canto suo Jungkook, quando oltrepassò il cespuglio dietro cui Veral si stava riprendendo, non la faceva così complicata, per lui era tutto più semplice di come pensava il suo soldato migliore. Ma lo stesso non gli risultava così facile parlare con la ragazzina davanti ai suoi occhi e fu costretto ancora una volta ad utilizzare una maschera, sfoggiando il personaggio del principe bravo in tutto, in realtà sempre una parte di lui -che però si era ritrovato a ripudiare.

-Va tutto bene?- le chiese, porgendole una mano per mettersi seduta. Veral annuì e accettò, ma non gli rispose a voce. -Mi dispiace di averti lasciata da sola.

-Non vi dispiacete.- ribatté ancora prima di farlo finire. -Non siete stato voi a gettarmi nel lago mentre dormivo, non siete stato voi a condannarmi a venire cercata da un mostro, non siete stato voi ad obbligarmi a venire qui.- si fermò con la voce incrinata dalle lacrime che stavano scorrendo incessantemente. -Per quest'ultima cosa dovrei biasimare me stessa, in realtà.

Jungkook provò a sorriderle ed accarezzarle una guancia. -Puoi chiamarmi solo Jungkook, lo sai.

Lei si ritrasse quasi scottata e indietreggiò un po'. -Scusate, non posso farlo e vi prego di non obbligarmi. Per me voi non sarete e non potrete essere mai così in basso da poter utilizzare il vostro nome per riferirmi a voi.

-Almeno non avere paura di me. Non evitarmi come sul battello, ho visto che lo facevi.- rise leggermente, ma Veral non cambiò espressione e rimase seria.

-Non voglio più continuare questo viaggio.- rispose poi. -Per favore, riportatemi da Lucille.

Jungkook sospirò e si sentì tirare indietro dalla mano di qualcuno. -Sposati, principe dei miei stivali.- dichiarò Yoongi con voce fredda. -Starò io con lei, i due tizi vestiti da scemi ti cercano.- terminò facendo un cenno del capo vedendolo annuire ed allontanarsi.

Quando furono da soli il re che solo poco tempo prima aveva deciso di sbarazzarsi della persona che aveva davanti, le si mise di fianco e le diede un piccolo colpo con la spalla, sbilanciandosi appositamente per darle fastidio. Non ottenne nessuna reazione. -Te lo ricordi che cosa ti dissi quando ci fermammo da Runard e non sapevi come scendere dal cavallo di quell'idiota di Namjoon?

Veral scosse la testa.

-Se vuoi una cosa devi prendertela.- le ricordò, citando se stesso. -E mi sembrava che stessi facendo progressi da allora.

Yoongi sentì Veral piangere più forte, ma non si arrese -anche se probabilmente avrebbe dovuto.

-So che è triste e so come ti senti.- guardò verso l'alto, ammirando le stelle e cercando di aprirsi senza sembrare un completo bugiardo. -Ma non puoi farti una colpa perché il tuo principe è stupido. E, cosa più importante, non puoi fermarti ora.- le accarezzò i capelli bagnati con la mano umida. -Dovrai portare a termine la tua missione e noi ti proteggeremo nel mentre. E poi le cose non saranno più come prima.- si avvicinò al suo orecchio. -Perché questa volta andrai avanti per salvarti la pelle e non più per il principe.- si allontanò e la guardò negli occhi. -Vedrai che tutto dipenderà da te.

Yoongi vide Veral asciugarsi le lacrime con le mani bagnate e le sorrise. Lui di amore non ne sapeva niente, ne era più che consapevole, ma di certo aveva imparato come prendere in mano le situazioni ed era proprio quello che voleva trasmettere alla ragazzina. La aiutò ad alzarsi e poi ad andare verso Seyun e Kerasi che subito si incamminarono verso di lei per sorreggerla. Mormorò dei ringraziamenti e poi si allontanò dal giovane re.

Il sovrano di Ignogan si avvicinò con passo svelto verso Jungkook e lo strattonò per convincerlo a seguirlo in un punto diverso della costa del lago su cui erano capitati. Il principe lo seguì senza fare storie e Yoongi lo colpì alla guancia sinistra con un pugno che l'altro non evitò -anche se avrebbe benissimo potuto farlo.

-È dal giorno in cui ti ho incontrato che desidero darti una lezione.- spiegò il maggiore, prendendolo dalla camicia ancora bagnata. -E fidati, non puoi immaginare quanto io voglia lasciarti per terra con il naso spaccato in due.

-A cosa devo la tua simpatia?- rispose Jungkook, mostrando i denti bianchi come per deriderlo.

Yoongi sorrise a sua volta. -Lo sai com'è stata la mia vita da principe? Un inferno. Ogni cosa che dicevo o facevo era inutile, nessuno aveva la considerazione che hanno sempre avuto di Jeon Jungkook, il leggendario e coraggioso principe di Zamek.- lo guardò negli occhi ed entrambi persero la voglia di sorridere. -Dimmi, ti sei mai guadagnato qualcosa? Hai mai lavorato duramente per ottenere quel che la vita ti ha donato?- il re lo lasciò andare. -Conosco già la risposta.

-Quindi sei arrabbiato perché mi sono fatto amare dalla mia gente? Perdonami, ma lo trovo estremamente ridicolo al momento. Per cosa siamo qui? Qual è il motivo?

-Namjoon aveva ragione: tu non puoi fare il capo.- rimarcò. -Ricordi a Ignogan, quando ti proposi di lasciare Veral al castello, in un luogo sicuro? Tu rifiutasti dicendo che se lei fosse venuta con noi avremmo avuto la possibilità più alta di vincere.- prese fiato e lo strattonò ancora. -Che cosa avresti fatto se fosse annegata? Che cosa avresti fatto se quello spirito maledetto l'avesse portata via? Sarei molto curioso di vederti lottare contro Opale con lo stuzzicadenti che porti alla cintura.

Jungkook perse il suo comportamento strafottente e guardò verso il basso. -Io non sapevo che lei fosse così importante...

-Beh, io ti avevo avvertito. Le ricerche di mio padre portavano a lei e non lascerò che i suoi piani muoiano con lui per colpa di un principe immaturo e stupido che non sa fare la cosa giusta. E sai perché non ne sei capace? Perché non ti sei guadagnato il tuo titolo, non hai fatto niente per onorare il mondo sfarzoso in cui sei nato.- gli riservò uno sguardo truce e preparò un altro pugno che però non alzò verso di lui. -Sei scappato dalle tue responsabilità di principe, di erede al trono, di eroe solo perché tua madre ti propinava femmine? Sai perché lo faceva? Sai a cosa serve una Regina?- Jungkook non gli rispose, ma Yoongi aveva capito che era a conoscenza delle risposte alle sue domande. -A te non importa del tuo popolo. Tu vuoi essere acclamato come prossimo sovrano, ma non hai fatto mai niente per loro.

-Ti sbagli.- mormorò solamente Jungkook.

-Dimostramelo.- la risposta fu secca e non ammise ripensamenti. Si girò e gli diede le spalle. -E non voglio più vederti appiccicato a quella ladruncola da quattro soldi. Questa è una missione in cui c'è in gioco la nostra vita e c'è solo una persona che sei incaricato di proteggere.- guardò indietro verso il principe. -Solo una.

I due uscirono dal loro nascondiglio e gli altri presenti notarono la guancia rossa e gonfia del principe. Kerasi accorse e lo vide con lo sguardo basso, subito diede una rapida occhiata a Yoongi che era intento a parlare con Jimin sulla resistenza dei sacchi. Non capì lo scopo di quella conversazione ma poco le interessava, al momento la sua priorità era curare la ferita del principe. -Che ti ha fatto?- gli chiese, senza ovviamente ottenere risposta. Fece un cenno con il capo a Seyun che, immediatamente, allontanò Veral dallo spettacolo.

 

Dall'ultima volta che Jungkook parlò con Veral passò una settimana, tempo nel quale dovettero costeggiare il lago per fare attenzione a non entrare nei domini di Ziràn o Vimana. Non che avessero un ordine ben preciso da seguire, ma ormai Vellham era la loro meta, senza contare che Jimin e Tae sarebbero dovuti tornare a casa dalle loro famiglie.

Le porte della città dell'acqua erano ormai molto vicine e prima di oltrepassarle i due marinai si voltarono per fermare il gruppo, unitosi dietro di loro che facevano strada. -C'è una cosa che dovete sapere prima di entrare.- cominciò Jimin.

-Smeraldo, oltre a conoscere la nostra posizione per via della sua magia della terra, è un ottimo cecchino.- continuò Taehyung per lui.

Namjoon li interruppe. -Non ha senso, perché lo spirito della natura dovrebbe imbracciare un fucile?

-Perché Vellham è la città più moderna del continente.- spiegò Hoseok. -E lui vuole abbatterla con la stessa moneta. Tu dovresti saperlo meglio di chiunque, Joonie.- rimarcò il suo nome, quasi volesse insinuare qualcosa, ma l'altro gli riservò solo un'occhiataccia confusa.

Jimin riprese il controllo della conversazione, anche se con molta fatica. -Non è questa la cosa importante: lui trae la sua forza dal disinteresse. Più una cosa non è di suo gradimento o semplicemente lo annoia, più lui diventa forte abbastanza da distruggerla.

-Questo è il punto a nostro favore.- spiegò Taehyung. -Voi gli interessate, voi siete importantissimi. Questo vuol dire che sarà già abbastanza debole da non riuscire a combattere come invece ne saremo in grado noi.

La spiegazione terminò con un gesto del capo di Jimin che intimava loro di continuare, oltrepassando le porte azzurre della città, decorate con autentici lapislazzuli. Yoongi non trattenne uno sguardo disgustato, ma Veral gli toccò il braccio per calmarlo e lui provò a camuffarlo con un sorriso finto che la fece ridere dopo tanti giorni di preoccupazione, per poi sostituire l'espressione divertita con una molto più meravigliata. La città era totalmente opposta all'aspetto della porta: se quest'ultima era antica e costruita con le sole risorse naturali del continente, il resto era tutto costituito da parti meccaniche, macchinari mai visti e una grossa e fastidiosa nuvola di fumo nero.

Le sorelle Krach si tapparono il naso per l'odore insopportabile, lo stesso sentito prima e dopo essere saliti sul battello. Gli altri membri del gruppo ne erano infastiditi, ma non così tanto da farne una questione così drammatica, quindi di tacito accordo decisero di proseguire verso il palazzo. Un enorme castello posto al centro esatto della città, grande abbastanza da far scorrere il fiume principale al suo interno. Da più o meno tutte le torri scorrevano bellissime cascate e tramite un aggeggio meccanico le riciclavano dallo stesso fiume, in modo tale da utilizzare sempre la stessa acqua, senza mai sprecarne di nuova.

-Smeraldo non è mai riuscito a prendere d'assalto il castello.- cominciò a spiegare Jimin con un sorriso soddisfatto in volto. -I nostri sovrani lo proteggono con ardore, ma non è solo questo.

-Lui desidera prendere il potere, ma così facendo si indebolisce.- terminò Hoseok per lui, mentre il marinaio gli riservava uno sguardo stupito. -Io so tutto quel che sai anche tu. Sono il Guardiano del Muro, gli amici mi chiamano Hobi. Non ci hanno presentato formalmente.- l'altro annuì, leggermente infastidito dalla cosa e il castano se ne accorse subito -senza neanche servirsi del suo potere.

Taehyung continuò per l'amico. -Il re e la regina vi aiuteranno. Loro sono lo spirito del popolo e hanno preso il posto del lapislazzuli da generazioni fino a quando è giunta voce che lui e Diamante sono stati sconfitti.

-Sì.- gli rispose Jungkook. -Kerasi e Seyun si sono rivelate essere parte dei sei leggendari guerrieri dopo averli eliminati.- alzò gli occhi al cielo, incredulo anche lui di quello che stava dicendo, anche se ai due ragazzi sembrava tutto così naturale. -Mentre per noi altri...- sospirò come se non ci credesse fino in fondo. -Beh, ancora non ne siamo sicuri.

-Un vero peccato, Altezza.- gli rispose il più basso con un sorriso. -Ma non preoccupatevi, quando verrà il vostro momento anche voi avrete l'occasione di liberare i Regni dai propri oppressori.- la sua espressione cambiò. -Anche se sarà difficile per il Paese della Luce, Luskin.- Seokjin abbassò il capo, ma Jimin continuò. -Loro ci odiano, non sopportano lo splendore del nostro paese, per questo hanno costruito delle mura tra noi e loro.

-Mi sembra di averla già sentita questa storia.- scherzò Yoongi sarcastico, non riuscendo a spiegarsi il motivo di tutti quei passaggi ostruiti tra Vellham e gli altri regni.

Il pescatore comunque non si fece intimorire e continuò. -Ametista ne ha stregato gli abitanti e ora sono sotto il suo controllo. Tutti quanti. Neanche la famiglia reale ne è immune e questo è stato per via delle creature che abitano la loro regione: le fate hanno portato messaggi d'amore e pace per troppo tempo e le nuove generazioni lo hanno preso alla lettera. Pensano che sia giusto che qualcuno ci porti via quello che abbiamo di speciale, pensano che sia corretto l'accettare di essere sotto il controllo diretto di un mostro solo perché i cattivi hanno bisogno di un'altra occasione. Non capiscono che a noi non piace la guerra, ma che nessuno si farà portare via quello che è loro senza prima combattere.- il ragazzo tirò su con il naso e l'amico decise di prendere in mano la situazione.

-Quello che Jimin vuole dire è che Vellham si è guadagnata la fama di città più bella dopo la caduta di Tachyta solo perché ha investito sui migliori inventori e ha dato opportunità alle persone giuste, scelte grazie a delle prove giudicate dalla famiglia reale in persona.- fece un sorriso a tutti e si fermò, il castello poco lontano. -Luskin non ha mai fatto niente per migliorarsi, per questo la loro terra è poco sfruttata e le loro case sono pessime. Loro odiano tutti, ma non perché gli altri hanno fatto effettivamente qualcosa per farsi odiare; il vero motivo risiede nella loro volontà di toglierci quello che abbiamo, volendo prevalere poi loro perché sono abituati a non avere niente, quindi sarebbero gli unici a sopravvivere.

Yoongi e Jungkook guardarono Seokjin e il maggiore del gruppo si sentì in dovere di dare delle spiegazioni. Prese un bel respiro. -Va bene, è arrivato il momento che io vi spieghi come vanno davvero le cose nel Regno della Luce.

 

Quando Seokjin finì di parlare l'entrata del palazzo era solo a pochi passi da loro e si erano fermati solo per fargli terminare il monologo e fare delle domande. La verità era che il ragazzo conosceva bene i problemi che c'erano tra Vellham e Luskin e non aveva mai accettato il modo di pensare del proprio paese, per quello lui e la sua famiglia se ne erano andati. Pensava che fosse giusto aiutare il prossimo, fare il possibile per una persona in difficoltà, amare qualcuno che meritava una seconda occasione, ma sapeva anche quando fermarsi e capiva che quello che il popolo di cui faceva parte non era una buona azione, ma solo un modo per elevarsi a loro volta. E quello gli faceva venire il vomito.

-Perché non lo hai detto subito?- chiese Yoongi. -Quando Kerasi ha insistito per farti stare con noi, aveva detto che sapevi darci delle informazioni utili sul tuo regno e su Ametista. Non hai detto dei Mostri e non hai detto di questo. Quante altre cose ci hai nascosto?

Il ragazzo si strinse nelle spalle. -Non credevo che i Mostri stessero cercando noi e poi il patto era che io vi avrei aiutato a sconfiggere Ametista come credevate. Nessuno ha detto che dovevo parlarvi della mia esperienza personale nella mia città.

Seokjin non era mai stato uno di molte parole. Era di solito silenzioso se non con Namjoon, ormai suo amico, e Kerasi, con cui sperava di avere di più di un rapporto d'amicizia. Certo, aveva scambiato due chiacchiere con Veral diverse volte, ma solo perché lei veniva più o meno dal suo stesso mondo quindi poteva capirlo meglio degli altri, nonostante avesse praticamente dieci anni in meno di lui ergo non riusciva esattamente a comprenderlo in ogni sfaccettatura. A Jin piaceva scherzare e non aveva paura di esprimersi nonostante il suo essere estremamente introverso e avere la cattiva abitudine di far arrossire le proprie orecchie. Era quello il motivo per cui durante il viaggio non aveva detto molto, soprattutto perché pensava che Yoongi, solo di un anno più piccolo, sarebbe stato senza dubbio un capitano migliore in quanto secondo in lista d'età. Poi era sopraggiunto Namjoon e quindi lui non aveva più comunque pensato di dover in qualche modo guidarli e se ne rasserenò.

I suoi pensieri si interruppero quando presero tutti a camminare verso le porte del castello e lui, in coda al gruppo, si limitò a seguirli, accompagnato da Kerasi mentre entrambi rimanevano in silenzio e fingevano che il momento appena precedente non fosse mai accaduto.

La prima stanza del palazzo era completamente bianca, nonostante tutto il resto fosse stata decorato con tinte blu, azzurre e tiffany; un po' troppo forse, ma sicuramente nessuno era lì per giudicare la discutibile scelta di design della famiglia reale. Il trono posto al centro era più piccolo rispetto agli altri due e la principessa di Vellham sedeva in tutta la sua bellezza sopra a un tessuto spesso di un colore tendente al verde, mentre ad entrambi i lati sorgevano quello della regina e del re, come se volessero in qualche modo proteggere la figlia, simbolo della loro discendenza andata avanti ormai da secoli.

All'interno della sala del trono non era presente nessun altro che la famiglia reale, i cui componenti si alzarono dalle loro comode postazioni e presero a camminare verso il numeroso gruppo mostratosi al loro cospetto.

-Vi stavamo aspettando.- rivelò la regina. -Tutti in città sanno dell'arrivo del principe Jungkook e dei suoi compagni.- Yoongi alzò gli occhi al cielo, visibilmente contrariato, cosa ormai abbastanza frequente. -Sono Nahua, la regina di questo regno.

Il gruppo si inchinò e subito prese la parola il re, un uomo alto ma anche molto magro, non aveva di certo l'aspetto imponente dei sovrani che avevano incontrato in precedenza. Lui sembrava molto più tranquillo di quello che doveva rivelarsi in realtà e un po' Yoongi rivide se stesso, spostando poi l'attenzione su altro per non sembrare maleducato. -Perdonate la sfrontatezza di mia moglie, siamo molto felici di potervi avere qui. Ci è giunta voce che voi siete coloro che hanno sconfitto due dei perfidi leccapiedi di Opale e per questo siete i benvenuti nel nostro castello.

-Vostra maestà, re Timal.- intervenne Jimin, inginocchiato ancora sul pavimento latteo. -Vi prego affinché possiate ospitare i nostri ospiti nel vostro castello. È l'unico posto in cui Smeraldo non può entrare.

-Che maleducato.- Jimin trattenne alcuni lamenti di dolore e guardò verso l'alto, incrociando gli occhi della principessa che gli stava calpestando le dita della mano. La giovane riprese a camminare, muovendo di tanto in tanto i capelli argentei, raggiungendo il viso del sovrano di Ignogan. -Io sono Kham, la principessa.- sbatté velocemente le palpebre, avvolta nel proprio abito celeste.

Yoongi fece un paio di versi di assenso e si spostò da lei, allontanandosi per indicare a Jimin di alzarsi. -Non è rimasto molto tempo.- spiegò, anche se non sapeva se quello che aveva ammesso fosse vero o meno. -Il mio nome è Yoongi, sono il re del Regno del Fuoco. Siamo qui perché abbiamo bisogno di protezione.- tutti gli altri lo guardarono confusi, ma lui fece finta di nulla. -Sono anche io un re e so quanto può essere impegnativo questo ruolo e quelli della famiglia reale al completo. Per questo motivo penso che quei due marinai, Park Jimin e Kim Taehyung, saranno guide molto più che sufficienti per la città.

Re Timal abbassò il capo in un segno comprensivo. -Il mio palazzo è aperto per voi, come ho anticipato prima siete i benvenuti. Ma non credo passerete inosservati visto il vostro numero, in molti vi crederanno Mostri.

-Vi ringraziamo per la vostra prudenza, maestà.- iniziò Jungkook, dando manforte al maggiore. -Ma sappiamo bene che cosa stiamo facendo. Vi chiediamo di fidarvi di noi.- il principe non sapeva che cosa avesse in mente Yoongi, ma qualsiasi cosa fosse pregò che il suo piano non comprendesse separarsi in due gruppi.

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Capitolo 17
*** Il pescatore e l'inventore suo amico ***


Il pescatore e l'inventore suo amico

 

Una volta fuori la prima cosa che Yoongi disse fu che dovevano separarsi. Un grande numero di persone avrebbe tenuto i Mostri lontani, ma il popolo avrebbe cominciato a fare delle domande sul loro conto. In quel momento erano in dodici, perciò non potevano dividersi in due gruppi da sei se non volevano che Smeraldo sospettasse qualcosa. Il re di Ignogan aveva pensato anche a quello però e aveva liquidato chi gli era contrario spiegando semplicemente che si sarebbero divisi in tre gruppi da quattro e a capo di questi ultimi ci sarebbero stati Jimin, Taehyung e Hoseok che, grazie al suo potere, poteva facilmente muoversi tra la gente del posto e conoscere quello di cui aveva bisogno senza neppure chiedere.

I gruppi li aveva fatti lui senza sentire storie, per la verità era abbastanza stanco di tutta quella situazione e in più aveva la sensazione che se in quel momento avesse lasciato a Namjoon le redini, probabilmente Jungkook starebbe saltellando via verso il suo lieto fine con la piccola fuorilegge. Yoongi sentiva il conato di vomito avvicinarsi solo al pensiero. Quindi aveva formato i gruppi come meglio credeva, senza accettare lamentele da nessuno.

Jimin avrebbe guidato lui, Kerasi e Seokjin. Non aveva capito se fosse effettivamente stata una buona idea ma gli importava relativamente dei due, in più non facevano troppo rumore quindi per lui erano dei perfetti compagni di viaggio. Taehyung sarebbe stato con Blanche, Jungkook e Veral, mentre Hoseok aveva il compito di fare da guida a Namjoon, Laila e Seyun.

Il moro aveva visto il principe cercare di protestare, ma lui lo liquidò con un gesto della mano e una domanda posta in modo abbastanza scortese che nessuno sentì, ma che bastò per fargli girare i tacchi e tornare dal suo gruppo.

Prima di lasciare gli altri alle loro strade aveva minacciato Namjoon e Laila, intimandogli di tenere d'occhio Seyun perché se le fosse successo qualcosa non avrebbero avuto idea di quello che sarebbe stato in grado di combinargli. Il tutto ovviamente in segreto.

Jimin non era una cattiva persona e Seokjin lo aveva capito bene; aveva solo una pecca: parlava troppo. Erano in viaggio da poco più di dieci minuti e non aveva chiuso la bocca per un solo attimo, forse per smorzare la tensione che, altrimenti, si sarebbe creata, ma il giovane panettiere aveva visto nello sguardo di Yoongi l'espressione truce di un emergente omicida. Anche per questo Kerasi stava passando molto più tempo con il re che con lui. Non che potesse dire qualcosa, ovviamente. Infatti non lo fece e rimase a camminare in coda al gruppo come ormai era solito fare, solo che in quel momento si trovava da solo.

-I miei genitori volevano che diventassi un cantante.- riprese a parlare il giovane marinaio, emettendo una leggera risata -Un idol. Non abbiamo mai avuto molti soldi nonostante Vellham sia una città ricca e così hanno provato molte volte a farmi cambiare idea sul mio destino. Cantare mi è sempre piaciuto, non fraintendetemi, ma ho sempre desiderato farlo tra le sirene della Riva Ghiacciata, la nostra fetta di oceano.- fece una pausa in cui Yoongi borbottò qualcosa di incomprensibile e poi riprese. -Ce n'era una di una bellezza spaventosa: si chiamava Kaìla che vuol dire “conchiglia” nella lingua antica della nostra regione. Da piccolo fece di tutto per farmi spuntare la coda e poter nuotare con lei per esplorare i fondali del suo mare.

-Sembravate molto amici, ma perché ne parli al passato?- chiese Kerasi, onestamente interessata.

Jimin si fermò per un secondo e gli riservò un'occhiata malinconica. -È-è morta.- balbettò quasi incerto, poi riprese a camminare silenziosamente.

Yoongi si girò verso la ragazza e le afferrò la mano. -Non so come hai fatto, ma ti ringrazio.

Jin girò lo sguardo da un'altra parte e li superò entrambi, raggiungendo il minore in testa. -Mi dispiace per la tua perdita, amico.- non ottenne risposta se non un cenno del capo come per ringraziare della premura e poi la voce del re alle sue spalle.

-Stiamo andando al molo per vedere la tua barca, Jimin-ah? Perché ci stiamo allontanando dalla costa?

-Oh non preoccuparti.- fece un piccolo inchino. -Sto cercando di evitare le strade dove sarebbe più facile per Smeraldo sentire la nostra presenza. Vivo qui da abbastanza tempo per conoscerle tutte a memoria e in più appena saremo vicini ci sarà un tunnel costruito da Taehyung tutto interamente in ferro, quindi da lì in poi saremo al sicuro.

 

-Hai detto che il tuo lavoro consiste nell'inventare oggetti?- chiese Blanche, sbigottita dalla cosa. -E come fai?

Taehyung fece un sorriso gentile. -Come faccio tutte le altre cose.- la guardò negli occhi, camminando all'indietro per qualche passo e le mostrò tre dita. -Ingegno, sicurezza e pratica. Senza quest'ultima niente avrebbe senso. Ah e ovviamente ho sempre avuto un grandissimo ammiratore.- si girò nuovamente e finalmente prese a camminare dritto. -Park Jimin.- ne scandì ogni sillaba. -Ha sempre creduto in me, è il mio migliore amico.

-Racconta, cosa vi lega così tanto?- chiese Jungkook, curioso del rapporto così duraturo dei due marinai. -Sembra una bella amicizia la vostra.

-La migliore, nessuna è alla nostra pari. Jimin è più grande di me solo di poco, ma abbiamo la stessa età. Veniamo da due mondi completamente diversi: lui era un ragazzino in cerca di soldi che portava la stessa camicia da tutta la vita e io venivo da Ziràn per scappare dalle pressioni dei miei genitori; sono famosi musicisti, ma io non sono mai stato come loro. Mi piace la musica, ma non tanto da farla diventare la mia professione.

-Fammi indovinare.- lo interruppe il principe. -Volevi fare l'audizione per diventare meccanico qui ma non avevi idea di come fare.

Taehyung rise di gusto, facendo risuonare il suo timbro di voce profondo. -Quando ci incontrammo stavamo scappando entrambi e ci scambiammo i vestiti con la promessa di trovarci di nuovo nello stesso posto il giorno dopo. È incredibile il modo in cui si arrabbiò con me per aver strappato quella sua camicia orribile.- fece un attimo di pausa. -In effetti Jimin si infervora facilmente, quante litigate abbiamo fatto per il cibo!- rise ancora e poi si riprese continuando il suo piccolo monologo. -Ma è il mio migliore amico e abbiamo deciso che qualsiasi cosa sarebbe successa ci saremmo sempre stati, anche più a lungo delle sette estati e freddi inverni, più a lungo delle altre infinite promesse e dei ricordi. Questa è il nostro giuramento.

Blanche sgranò leggermente gli occhi. -Mi dispiace interrompere il momento, ma c'è qualcuno là in fondo e non sembra affatto essere nostro amico.

Una figura dalla pelle verde e dai capelli biondi come la paglia coperti quasi interamente da un cappello nero a punta si stagliava a pochi metri dal gruppo. Jungkook sfoderò la spada e nascose Veral dietro al suo corpo anche se la ragazza cercava in tutti i modi di non avvicinarsi troppo alla sua schiena, mentre Blanche e Taehyung affiancavano il principe, parzialmente confuso dall'abbigliamento stravagante del nemico che si era trovato davanti. Invece che una divisa mimetica per confondersi con il proprio elemento come Jungkook si era sempre aspettato, Smeraldo portava degli appariscenti abiti neri: una camicia, una giacca e dei pantaloni di pelle, degli stivali alti fino a metà polpaccio e un fucile dietro la schiena. Il principe non riusciva a capirne il motivo: perché un simile soggetto avrebbe dovuto vestirsi da stregone?

-Non fatevi ingannare dal suo aspetto.- sussurrò Tae, come se potesse leggerlo nel pensiero. -Ricordate: lui trae la propria forza da ciò che non riesce ad attirare la sua attenzione. Quindi è costretto a indossare ciò che non vuole se ha bisogno di essere più forte.- rivolse all'altro uno sguardo stralunato. -Abbassa quella spada, lui non sa chi sei.

Jungkook fece come detto e abbassò lo sguardo cercando la mano di Veral per tenerla vicino a se, invano perché la minore si era già messa alle spalle di Blanche. Il principe si sentì un po' preso in giro, ma evitò di rimanerci troppo male e riportò gli occhi sulla figura davanti a se che però non c'era più. Si girò alle spalle e la vide solo a pochi passi dalla castana.

-Chi è questa ragazza?- chiese Smeraldo, portando una mano verde sul capo di Veral, la voce fuoriuscita ad intermittenza, come se interrotta da qualcosa presente all'interno del suo corpo in grado di farla alzare e annullare completamente.

-Mia sorella, signore.- improvvisò. -Mia sorella minore.

L'altro si girò a guardarlo negli occhi scuri. -Ah davvero? E come si chiama la tua graziosa sorellina?

-S-Sunhi- balbettò.

-Oh.- esclamò onestamente sorpreso, toccandole i capelli. -Sunhi è un bel nome. Chi lo ha scelto, mamma o papà?

Jungkook aggrottò le sopracciglia, ancora più confuso. -Nostra madre mi diceva da piccolo che se avesse avuto una figlia femmina l'avrebbe chiamata Sunhi, ma perché lo chiedete signore?

La creatura lo riguardò in faccia con aria sconvolta. -Niente, ragazzo. È solo che sono molti anni che non sento quel nome. Mi auguro che il vostro viaggio qui sia come lo avete immaginato, buona permanenza a Vellham.- sparì così come arrivò, lasciandoli soli.

Jungkook non aveva mentito su tutto. Quello che aveva raccontato sulla regina era vero e non riusciva a spiegarsi perché Smeraldo sembrasse così turbato.

Scosse velocemente la testa.

Non erano affari suoi dopotutto, lui doveva solo pensare ad un modo per eliminarlo.

 

-Che dire: benvenuti sulla mia barca.- sorrise il biondo al gruppo capitanato da Yoongi. -Spero di non contrariarvi se vi confesso di non averle dato un nome.

-Ho sempre trovato disgustoso chi lo fa.- ribatté il re con sguardo seccato. Prima di rivolgersi nuovamente al capitano del loro appoggio fino a Luskin fece un cenno a Jin e Kerasi per indicargli di controllare sottocoperta che ci fosse abbastanza spazio per tutti. -Jimin, devo chiederti una cosa importante.- cominciò una volta assicuratosi che gli altri due fossero abbastanza lontani da non sentire chiaramente. -Perché tu e il tuo amico avete deciso di aiutarci? Capisco un interesse comune verso l'eliminazione di Smeraldo, ma ho visto abbastanza opportunisti da capire che non sei parte di questa categoria.

Il minore gli regalò un sorriso sincero e guardò verso le nuvole bianche e candide che adornavano il cielo. -Taehyung mi rimprovera sempre dicendo che sono troppo ingenuo, ma per me è lui la persona buona dei due.- Yoongi stava per interromperlo poiché il discorso iniziato gli sembrasse estremamente fuori contesto, ma il diretto interessato glielo impedì. -Noi vi abbiamo guardato: non siete amici e la gran parte di voi è qui solo per un tornaconto personale, non vi fidate nel prossimo perché siete stati tutti traditi fin troppe volte.- fece una pausa e lo guardò negli occhi. -Dimostreremo che non è come pensate e che c'è sempre una seconda occasione, c'è sempre una speranza.

Il re mostrò i denti, come per volersi burlare dell'innocenza delle parole di Jimin. -O forse ci state solo ingannando; la rotta di questa bagnarola non verrà tracciata verso Opale per consegnargli Veral, mi sbaglio?

L'altro non perse il sorriso. -Quello che hai detto è la prova che ho ragione.- osservò gli occhi confusi del sovrano e la propria espressione si addolcì ulteriormente. -Tu hai bisogno di speranza.

I due smisero subito di parlare quando sentirono i passi di Kerasi e Seokjin riavvicinarsi, la prima tra i due stava marciando e in mano aveva qualcosa che subito mostrò al proprietario. Una lettera scritta a mano su un foglio bagnato e un altro piccolo biglietto ripiegato su stesso molte volte e al suo interno erano stati scritti due nomi e il primo era stato sbarrato.

-Ci ha mentito.- cominciò la rossa, guardando il re per parlare con lui. -La sirena di cui parlava, Kaìla, non è morta. E a quanto pare non riesce a sopportare quell'inventore, Taehyung.

Yoongi alzò gli occhi al cielo e afferrò Jimin per il colletto, sbattendolo contro la cabina. -Se non vuoi ritrovarti un uncino al posto di quella mano come i pirati, comincia a parlare.

-Quando incontrai Tae per la prima volta stavo scappando da un Mostro e fu Kaìla a scagliarmelo contro.- confessò, non riuscendo però a continuare per via di Kerasi.

-Basta bugie, le sirene non hanno voltato le spalle ai veri sovrani di ogni regno.

Seokjin la bloccò. -L'Idra lo aveva fatto invece, eppure mi ha salvato sacrificando la sua stessa vita. Fagli raccontare la sua storia, gli dobbiamo almeno questo.

Il pescatore chinò leggermente il capo come per ringraziarlo. -In pochi sanno che il mondo marino non ha un sovrano, solo una divinità di cui l'unica cosa certa è che è sparita senza mai più fare ritorno. Quando ero più giovane giravano delle voci su di lei, dicevano che era stata mangiata dal basilisco che Opale trattiene nel Regno del Tempo, suo simbolo e fedele compagno.- Jimin sospirò. -Kaìla mi spiegò che non era così. Era vero che era stato il basilisco a catturare la divinità del mare, ma lei sapeva che era ancora viva poiché in possesso di una magia della vista molto rara che le permetteva di vedere mentre dormiva ciò che la divinità vedeva a sua volta. Questa divenne per lei un'ossessione e desiderava con tutta se stessa di andare a salvarla. Il bambino in me che adorava la magia delle sirene divenne scettico e lei s'infuriò, decidendo di rivolgersi all'unica creatura potente abbastanza da aiutarla nella sua missione: Smeraldo. Quel giorno mi recai da lei per l'ora di pranzo come ogni giorno e quando la vidi con quel tipo spaventoso le chiesi spiegazioni.- si fermò un momento. -Mi rivolse un sorriso agghiacciante e mi scagliò contro un Mostro sotto consiglio di Smeraldo.

-E poi hai incontrato Taehyung.- continuò Seokjin per lui. -Sei stato fortunato, non tutti trovano un alleato così velocemente.

-Tra noi c'è stata intesa. Avreste dovuto vederci: lui scappava dai servitori dei suoi genitori, due famosi musicisti, mentre io da uno spettro con la forma di un mostro alato. È stato lui a parlarmi per primo, ad avere l'idea di scambiarci i vestiti e a rivederci per ridarceli. Se non fosse stato per lui non saremmo mai diventati amici come lo siamo oggi.- sorrise e Yoongi lo lasciò andare. -Tae è un ragazzo incredibile e vorrei essere come lui.

 

-Jimin è un ragazzo incredibile e vorrei essere come lui.- se ne uscì Taehyung dal nulla facendo scattare Blanche sull'attenti, la quale non si aspettava una simile frase in quel momento. -Ed è per questo che non gli lascerò rischiare la vita in una battaglia che non è la sua.

Jungkook si fermò immediatamente. -Che cosa vuoi dire? Pensavo che ci avreste portato a Luskin con la sua barca.

L'altro annuì. -Ma non faremo più di questo. Il nostro posto è e sarà sempre a Vellham, noi non vogliamo prendere parte a nessuna sfida suicida e teniamo troppo ai nostri arti per rischiare di perderli contro le gemme di ogni regno.

La maggiore del gruppo si intromise e guardò negli occhi il marinaio. -Avevate detto che ci volevate aiutare contro Smeraldo.

-E sarà così. Ma quando entrerete nel Regno della Luce noi non verremo con voi.- spiegò. -Un favore per un favore in cambio.- rivolse il suo classico sorriso particolare a tutti i presenti. -Non voglio che mi fraintendiate: è solo che so che voi siete temibili guerrieri con armi affilate come lame, Jimin ed io invece solo il pescatore e l'inventore suo amico. Andando verso una morte certa non saremmo eroi, soltanto degli stolti.- il suo guardo divenne finalmente sincero e gentile. -Quindi vi prego di accettare le nostre condizioni.

Jungkook aprì la bocca per rispondere, ma Veral lo precedette. -Voglio essere onesta anche io, visto che tu lo sei stato con noi.- si girò per guardare gli altri due. -Loro non sono gli unici che non dovrebbero continuare questo viaggio. Non faremo altro che mettere tutti in pericolo altrimenti.- la castana avrebbe proseguito ma si rese conto che il suo discorso non avrebbe portato da nessuna parte e il resto del suo gruppo si sarebbe solo fatto domande inutili sulle sue speculazioni. Perciò dopo aver pensato per un paio di secondi le tornò in mente quello che sapeva fare da sempre: creare vie d'uscita. -Faremmo meglio a sconfiggere Smeraldo e far rientrare Vellham tra le città sicure del continente. Non lasceremo che altre vite vengano sprecate senza che sia fatta giustizia.

-Hai un piano?- chiese Blanche, attirando su di se l'attenzione della minore.

-Io ne ho sempre uno.- ribatté. -E ora che ne conosco l'aspetto dobbiamo solo riunirci agli altri. Taehyung, conosci un luogo sicuro dove incontrarci?

-Nessun posto è più sicuro della barca di Jimin.

Veral li superò tutti. -E allora andremo lì.

Nel momento in cui si rimisero in cammino la castana ripensò al suo comportamento e le si strinse il cuore. Stava diventando proprio come Yoongi ed era l'ultima cosa che voleva in assoluto. Non le importava se lui l'aveva aiutata, non le piaceva l'atteggiamento sarcastico con cui si rivolgeva a tutti. Non che potesse farci qualcosa, ma almeno le sarebbe piaciuto evitare di prendere le brutte abitudini del re.

C'era una cosa che però doveva ammettere: aveva avuto ragione fin dal primo momento. Lei era lì solo perché Jungkook glielo aveva chiesto, ma ora che era finita all'interno della situazione interamente e aveva scoperto che sarebbe potuta soccombere alla sua parte oscura avrebbe dovuto solo pensare a se stessa e a come non morire, difendendosi da sola senza aspettare gli altri. Ancora non capiva se i suoi sentimenti per il principe stessero vacillando o meno, ma di certo aveva capito che non poteva affidarsi completamente a lui.

Eppure negli occhi del ragazzo c'era sempre quella gentilezza, quella bontà innata e quei valori che l'avevano incantata fin dalla prima volta. Erano passati anni da quando era solo una bambina che sognava di poter partecipare ad un ballo alla sua corte eppure non riusciva a staccarsi completamente da quel desiderio.

In quel momento meno che mai.

 

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Capitolo 18
*** Un'opportunità migliore ***


Un'opportunità migliore

 

Quando Hoseok e Namjoon salirono a bordo della barca di Jimin, Blanche pensò di svenire sul colpo e Jungkook si precipitò verso di loro seguito da Yoongi, il cui scopo era in realtà la minuta figura sempre elegante e intrisa di mistero che camminava un po' staccata dagli altri. I due ragazzi dell'ultimo gruppo sorreggevano Laila, coperta di graffi e sangue, i vestiti quasi completamente strappati e la katana che era solita portarsi dietro sparita insieme alla cintura a cui era appesa. Il principe si fece avanti per aiutarla, ma Blanche lo ostacolò e lasciò che Hoseok la poggiasse tra le sue braccia, per poi sparire sottocoperta con il corpo ferito e malconcio della sorella.

Jungkook chiese spiegazioni, ma quello che ottenne furono degli sguardi sfiniti e notò dei segni di lotta sia sul Guardiano che sul proprio generale. Stava per girare i tacchi e scendere anche lui per andare a vedere con i suoi occhi, ma la voce di Seyun lo bloccò improvvisamente.

-Dei Mostri ci hanno attaccato.- spiegò, cercando di liberarsi dalla morsa di Yoongi che, imperterrito, controllava che stesse bene nonostante fosse l'unica del gruppo senza neanche un piccolo graffio. -Laila è caduta in uno degli ingranaggi di un macchinario e si è salvata solo grazie alla sua agilità, ha rischiato di venire schiacciata o peggio, forse anche tranciata in due. Namjoon e Hoseok hanno cercato di salvarla, ma alla fine sono dovuta intervenire io.

Yoongi annuì con la testa, intuendo a cosa la giovane si stesse riferendo, mentre Jungkook capiva sempre meno le sue parole. Non ci diede peso e si allontanò, evitando di raggiungere le due sorelle ma anche di stare in compagnia di qualcun altro.

Seyun dal canto suo si allontanò dal re e affiancò Kerasi e Seokjin, chiedendosi dove fossero Veral e gli altri due, ricevendo come risposta solo la stessa domanda.

-Yoongi.- lo chiamò Hoseok. -Grazie per aver inviato la fenice a dirci di venire qui, non sapevamo come fare con Laila in quello stato.

-Non ringraziarmi.- lo interruppe. -Sono solo grato che Seyun stia bene, ma non riesco a capire perché siete stati attaccati. Il gruppo del principe ha persino incontrato Smeraldo che non li ha neanche sfiorati, perché qualche spirito incorporeo dovrebbe prendersela con dei semplici viandanti?

-Io credo abbiano riconosciuto Hoseok, qualche Jawahrat potrebbe aver detto ai nemici che ha lasciato il Muro per unirsi a noi.- ipotizzò Namjoon, mentre Yoongi sembrava scettico.

La conversazione morì lì e ognuno di loro prese a fare qualcos'altro, rendendosi conto che ormai non potevano cambiare quel che era successo e che scoprirne il motivo sarebbe stato probabilmente inutile visto che il re sapeva che una di quelle creature aveva persino attaccato Jimin una volta.

Hoseok sbirciò al di là della scala per il locale in cui Blanche era intenta a lavare via le ferite di quella che considerava una sorella minore; si sentiva un po' in colpa per l'accaduto: lui e Namjoon erano stati talmente tanto attenti a Seyun che avevano dimenticato completamente di tenere d'occhio anche l'altra ragazza. Decise di raggiungere la maggiore e le poggiò una mano sulla spalla, chiamando il suo nome per non farla spaventare e lei si girò, guardandolo con occhi stanchi ma gentili. -Hai bisogno di qualcosa?- gli chiese con un filo di voce.

L'altro scosse la testa. -So quanto questo ti faccia male, mi dispiace per Laila ma vedrai che si riprenderà presto. Anche se sorridi io so che sei triste.

La giovane dai lunghi capelli cremisi si mise a sedere su una delle panche poste ai bordi della piccola stanza della barca in cui si trovavano e invitò il ragazzo a fare lo stesso. -La mia famiglia morì quando avevo quattro anni e mia madre e mia sorella maggiore riuscirono a nascondermi in una cassa del mercato della mia città. Non conobbi mai né mio padre né la sua famiglia, ma da quel poco che so sono stati tutti uccisi anche loro. Non ricordo nient'altro, solo sagome buie di qualcuno che mi saluta per sempre.- prese a giocherellare con lo straccio umido con cui aveva pulito le ferite di Laila. -Ho vagato per giorni, anni. Ero diventata brava a rubare nei grandi mercati e un giorno la trovai all'interno di una cassa piena di arance, nell'identico punto in cui avevano lasciato me. Era nata solo da qualche giorno e nella mano teneva stretto un foglio stropicciato su cui era stato scritto molte volte il suo nome. Chiunque l'abbia abbandonata è stato costretto a farlo: un genitore a cui non importa non si scomoda a donare un'identità al proprio bambino.

-Per questo tieni molto a lei.- rifletté. -È la tua famiglia ormai.- improvvisamente Hoseok si ritrovò a pensare a Rozany, ma poi riposò l'attenzione su Blanche.

-Non voglio che le persone a cui voglio bene rischino la vita.- spiegò alzando leggermente la voce.

Il Guardiano la osservò attentamente. -Allora perché non torni a Karilin? Che cosa ti spinge a rimanere qui.

La ragazza lo guardò negli occhi. -Un'opportunità migliore.

 

Jimin e Veral uscirono dalla cabina del ragazzo, mentre Taehyung sistemava alcuni fogli che erano stati messi in disordine. Entrambi sembravano molto decisi sul da farsi, ma ancora non sapevano che cosa gli altri avrebbero detto, soprattutto perché Laila era stata ferita.

Il ragazzo chiese a tutti coloro a bordo della barca di riunirsi sottocoperta e una volta che anche Yoongi ebbe smesso di lamentarsi, i due cominciarono a spiegare il loro piano.

-Non è stato facile metterci d'accordo.- cominciò il biondo. -Ma alla fine Veral è riuscita a convincermi.- li guardò tutti e poi puntò gli occhi sulla castana al suo fianco. -L'unico modo per ottenere delle risposte sui punti deboli di Smeraldo è parlare con una persona che lo conosce bene e che sarà disposta a tradire la sua fiducia, l'unica in grado di sfuggirgli: Kaìla, una sirena a cui ero molto legato.- Jimin continuò, raccontando in breve quel che successe tra loro e il motivo che li spinse a prendere strade diverse.

-Quando una creatura marina viola le regole del mondo marino viene esiliata, per questo non possiamo evocarla come si fa con qualsiasi altra sirena. Abbiamo bisogno di un rituale: se è stata una trasgressione a ridurla nello stato attuale tutto quello che occorre sarà qualcuno disposto ad elencare alla divinità del mare quel che di positivo ha fatto la sirena nel corso della sua vita.- spiegò Veral, risoluta e precisa nella scelta delle parole da usare. -E Jimin lo farà per noi.

Yoongi la interruppe e gesticolò appena, visibilmente spazientito. -Non hai mai pensato che lei non ci aiuterà? Appena vedrà la faccia del suo amico d'infanzia che ora di mestiere uccide i pesci cercherà di scappare.

-Non lo farà.- lo sorprese la ragazza. -Ricordate come abbiamo sconfitto Diamante? Le abbiamo fatto credere quello che volevamo per sfruttare la cosa a nostro piacimento ed è esattamente quello che dovremmo rifare per Kaìla. Pensateci: da quello che Jimin ha raccontato sembra che lei abbia rischiato tutto solo per salvare la divinità del mare quindi sappiamo quel è il suo scopo e per cosa è disposta anche a tradire la fiducia degli altri.

Il ragazzo al suo fianco sostenne le sue parole e continuò per lei. -Dobbiamo solo farle credere di avere quello che vuole.- fece una piccola pausa e guardò la castana deglutendo a fatica. -E minacciarla se non volesse collaborare.

Jungkook si alzò in piedi e fece come per andarsene. -Non sono d'accordo.

-Siediti Jungkook.- proclamò Namjoon. -Se questo è l'unico modo non ci tireremo indietro.- sorrise ai due in piedi davanti a lui, ma Jungkook non tornò a sedere, così Kerasi lo seguì sotto consiglio del fratello. -Devo essere onesto.- riprese il leader. -Non mi piace questa sirena: voltare le spalle al proprio mondo solo per scopi personali è completamente privo di moralità. Questa divinità potrebbe anche non esistere per quel che ne sappiamo, probabilmente è sempre stata in combutta con Smeraldo.

Jimin provò a dire qualcosa ma Veral lo bloccò. Non avevano tempo per discutere, anche se non sopportava l'idea di dover convincere Jungkook. Si incamminò verso le scale e sentì la voce di Kerasi farsi sempre più alta, intenta a spiegare al principe che quel piano sarebbe stato l'unico modo di vincere contro Smeraldo, una creatura potente in grado di controllare tutto quel che si trovava a contatto con la terra.

La ragazza si nascose dietro al muro della cabina quando udì anche Jungkook perdere il controllo delle sue parole, il tono più alto. -Perché credi che io faccia così?- si innervosì. -Io sono il principe del regno più influente del continente, ma a nessuno sembra importare qualcosa. Mi hanno sempre detto di stare attento alla mia vita e a quella degli altri, che il compito di un sovrano è quello di proteggere. Tu Kerasi sei sempre stata l'unica persona che volevo davvero tenere al sicuro: sei stata al mio fianco come guardia del corpo, come amica, come una sorella.- prese fiato e distolse lo sguardo. -Io sono Jeon Jungkook, il ragazzo dietro alla maschera di principe, ma mi sento il centro del nulla.- cercò di trattenere le lacrime, non aveva alcuna intenzione di mostrarsi debole nonostante sapesse che Kerasi non lo avrebbe mai giudicato. -Sono cresciuto sapendo che sarei stato l'unico vero re della nazione e tutti qui hanno cominciato a criticarmi per questo. Non ho chiesto io di essere principe, non ho chiesto io di nascere. La verità è che mi sento la persona più inutile nel gruppo e da quando siamo partiti faccio solo errori per cui Yoongi continua a rimproverarmi.

Jungkook fece una pausa e l'amica gli prese il volto tra le mani, accarezzandogli le guance e tirandolo a se in un abbraccio confortante, emettendo un verso intenerito mentre lui ancora non capiva dove volesse andare a parare. -Il piccolo principe della famiglia reale Jeon, il piccolo Kookie, è finalmente diventato un uomo.- lui si staccò da lei leggermente rosso e la ragazza sorrise. -Ascoltami, c'è una persona tra quelle che ti giudicano e sgridano che per te darebbe la vita. Devi solo darle un'opportunità per dimostrartelo e a quel punto ci sarà qualcuno nel tuo cuore che desidererai proteggere molto più di me.- lo guardò negli occhi e gli accarezzò una ciocca di capelli scuri ormai cresciuti. -E a quel punto non sarà la parola data a costringerti, ma il tuo cuore.

I due si strinsero nuovamente in un abbraccio amichevole e consolatorio, mentre Veral, ancora nascosta dietro al muro della cabina di Jimin, si era ormai seduta con la schiena appoggiata alla parete e le ginocchia al petto, le lacrime incessanti e le mani giunte sulle labbra per impedirsi di far uscire anche solo quello che poteva sembrare un suono. Improvvisamente si sentì toccare la spalla da qualcuno e i suoi occhi incontrarono quelli gentili e preoccupati di Seokjin. Il maggiore le prese una mano e le asciugò il viso con la manica della sua camicia sgualcita, aiutandola poi ad alzarsi e a tranquillizzarsi almeno quanto bastasse per poter completare il piano che aveva spiegato lei stessa con tanta professionalità.

-So quanto ti fa soffrire cercare di fingere che i tuoi sentimenti non esistano.- le disse pettinandole con le mani dalle dita un po' storte i capelli castani cercando di non farle male. -Quindi dovresti smetterla. Yoongi non è di sicuro il migliore a dare pareri d'amore in questo gruppo, il fatto che in fondo sia una persona buona non vuol dire che devi per forza seguire tutti i consigli che ti dà. A volte è solo una la cosa da fare ed è quella che ti dice lui.- concluse indicandole il cuore dal proprio petto.

Veral gli sorrise e lo abbracciò, impedendogli di continuare a pettinarla come se fosse una bambola di porcellana sul punto di rompersi. -Grazie.- sussurrò. In realtà non sapeva che cosa le dicesse il cuore; forse voleva solo che Jungkook fosse felice? Scosse leggermente la testa e continuò a sorridere tra le braccia di Jin perché quelle parole avevano risvegliato in lei quella stessa luce che le crude parole di Yoongi avevano soffocato con l'oscurità.

E così, mentre il sole tramontava, Veral sperava con tutta se stessa di non sbagliarsi ancora.

 

La mattina dopo Jimin era davvero nervoso. Veral aveva spiegato che la divinità del mare -che esistesse o meno- non era altro che un'entità onnisciente. I suoi poteri erano ovviamente limitati al mondo marino, perciò il ragazzo avrebbe dovuto immergere anche solo parte del proprio corpo per far si che il rituale fosse compiuto. Da quel che aveva letto nei suoi libri sembrava che ogni buona azione passata ricordata facesse prendere circa due minuti di tempo alla creatura esiliata per emergere in superficie, poi sarebbe stata imprigionata nuovamente, tirata verso le profondità del mare da una pesante catena attaccata direttamente al corpo del prigioniero.

Taehyung si avvicinò all'amico e gli poggiò una mano sulla spalla, confortandolo in silenzio per qualche secondo mentre il resto del gruppo si avvicinava alla costa dalla spiaggia dorata senza proferire parola dopo la notte passata tra le mura delle stanze reali. I due marinai andarono loro in contro e il biondo proclamò di essere pronto per il compito affidatogli; avanzò verso le flebili onde mattutine e si immerse fino a metà dei polpacci per poi sedersi e guardare verso l'orizzonte.

Jimin non disse niente per un bel po' e proprio quando il suo migliore amico stava per andare ad affiancarlo si decise a pronunciare le prime parole, facendolo fermare sul posto. -Sono passati molti anni.- dichiarò. -Da quando ti ho conosciuta e da quando ti ho persa.- fece una pausa, non sapendo bene da dove cominciare. -Ero al corrente della tua vera natura, ero io la tua buona azione dopotutto, hai cercato sempre di sembrare buona davanti agli altri perché era così che ti sentivi di essere.- Jimin vide che l'acqua cominciava ad incresparsi. -Park Jimin era un ragazzino povero e solo che nessuno voleva come amico e per dimostrare la tua appartenenza al bene hai scelto di starmi accanto. All'inizio lo hai fatto solo per te.- s'interruppe da solo quando vide il mare tornare calmo, ma poi continuò. -Però le cose sono cambiate perché ti sei resa conto che infondo siamo sempre stati uguali e hai fatto di tutto per offrirmi un'opportunità migliore. Per questo sono l'unico in grado di rivelare quel che hai fatto di buono.- le onde ricominciarono a crescere e quando arrivarono a riva toccando il corpo del giovane, l'acqua prese a brillare e Jimin vide il proprio riflesso più nitido, vivo in un certo senso. Infatti gli sembrava che lo stesse ascoltando, come se l'incaricato a riconoscere il vero dal falso fosse proprio l'immagine di se sotto i suoi occhi. Ci pensò bene, infondo era così: chi meglio di noi stessi sa se stiamo mentendo o meno?

Gli altri presenti non sentirono più nulla e anche se vedevano che Jimin era intento a muovere le labbra, da queste ultime non usciva alcun suono. Gli occhi si puntarono su Veral, l'unica in grado di capire qualcosa in quel momento, ma la castana a sua volta non disse niente. Conosceva la verità: Jimin stava guardando nei suoi ricordi più profondi e stava cercando ogni buona azione che Kaìla aveva compiuto in passato. Non serviva a nulla dirle ad alta voce poiché avrebbe complicato le cose e oscurato il giudizio e la determinazione delle parole dure che avrebbero dovuto riservarle. Ecco perché questi esseri devono essere evocati tramite un rituale prescelto, se non fosse così potrebbero ancora commettere le malefatte che li hanno resi prigionieri. Quando invece deve essere un altro a liberarti elencando quel che hai fatto per onorare la tua posizione di paladino del bene è raro far uscire i prigionieri semplicemente perché nessuno vuole ricordare di essersi fidato del male.

Eppure Veral lo aveva capito all'istante. Jimin era diverso. Si sforzava di dimenticare ma il suo cuore lo spingeva verso di lei perché nonostante le loro strade fossero completamente differenti lo aveva salvato.

L'acqua si calmò di colpo e cominciò a ritirarsi quanto bastava per lasciare Jimin sulla sabbia, impedendogli di toccare nuovamente la superficie incolore. Namjoon e Jungkook posarono le proprie mani sull'impugnatura delle spade alla loro cintura e dalle profondità del mare emerse velocemente una figura minuta ma mostruosa, dotata di denti aguzzi, occhi completamente grigi e coda mangiucchiata con molte lacerazioni sulle pinne. I capelli erano ormai quasi del tutto scomparsi, tranne per una piccola parte del cranio dove, ancora per poco, alcune ciocche ricordavano quella chioma che un tempo faceva innamorare tutti.

-Ehi Jimin, non avevi detto che era la sirena più bella della Riva Ghiacciata?- ricordò Hoseok.

Il giovane si girò con sguardo serio. -Ragazzi, vi presento Kaìla.

-Che cosa vuoi?- pronunciò lei, attirando la sua attenzione. -Perché mi hai evocata?

Jimin stava per rispondere, ma Veral lo precedette. -Sono stata io a chiederglielo. Io sono colei che può darti la cosa che più brami in questo mondo.

Kaìla emise un verso sprezzante dopo averla guardata per bene. Lei la ricordava. -Anche se riuscissi a spezzare questa catena non potresti mai darmi quello che voglio.- fece una pausa per osservare la reazione dell'altra che però non cambiò. -Ciò che cerco non ha niente a che fare con la mia libertà.

Veral rimase impassibile. -Forse.- la creatura sembrò sorpresa. -Ma centra con quella di qualcun altro.- non entrò nei dettagli. Se avesse anche solo sbagliato una parola il loro piano sarebbe potuto saltare.

La sirena si rattristì. -Ho imparato a mie spese che è sbagliato schierarsi con una fazione. La luce e il buio sono identici, il loro scopo è sempre lo stesso.- la guardò fisso negli occhi e ancora si ricordò di lei.

-Ecco perché ti proponiamo un valido compromesso.- aggiunse Kerasi, affiancando la minore. -Noi non ti chiediamo di stare dalla nostra parte, ma solo uno scambio equo.- Kaìla mostrò interesse e la rossa andò avanti. -Jimin ci ha detto che sei stata alleata di Smeraldo. Se vuoi che il tuo desiderio si realizzi dovrai dirci come sconfiggerlo.

-Come faccio a sapere che non mi state imbrogliando?- ribatté. -Perché dovrei fidarmi?

Seyun fece qualche passo avanti, tirò fuori dal mantello la sua arma e mirò alla testa. -Perché altrimenti ti sparerò in faccia.

-Quindi mi state minacciando?- alzò un sopracciglio, visibilmente in difficoltà. -Pensavo che voi foste i buoni.

-Era per essere chiara.- la mora si strinse nelle spalle ma non perse la presa sulla minigun.

Veral riprese il controllo della situazione. -Ci aiuterai?

Kaìla diede un occhio a Taehyung e fece uno sguardo disgustato, poi si girò verso Jimin. -Avresti dovuto pensarci prima.- ghignò ed emise una risata sinistra, mentre il suo aspetto peggiorava: parte della pelle cominciò a marcire e i pochi capelli rimasti si staccarono. Seyun e Veral si scambiarono un gesto d'intesa e la maggiore cominciò a sparare, lacerando il viso già deforme e spaventoso della sirena. L'acqua si macchiò di sangue e come sottofondo al rumore delle onde poteva essere udito solo un pianto straziante.

Eppure Jimin non stava versando nessuna lacrima.

 

Quando tutto si calmò e il lamento sinistro ed incorporeo cessò, emerse dalle profondità del mare un baule. Ed era proprio quello che stava in centro al cerchio creato dai presenti, riuniti tutti sulla barca di Jimin, seduti sul pavimento a prua. Blanche lo aprì con i propri coltelli e all'interno vi trovarono solo altre due scatole completamente fradice. Jimin aprì la prima: qualche bottiglia di vetro con dei fogli arrotolati dentro, un pettine e un ciondolo con una pietra verde dalla forma romboidale. Il giovane lo prese tra le mani: picchiettandoci si rese conto che non aveva alcun valore, eppure gli ricordava qualcosa, era sicuro di averlo già visto ma di certo mai su di lei.

-Che c'è? Trovato qualcosa di utile?- chiese Tae, ricevendo un gesto positivo del capo come risposta.

-Sono sicuro che lo abbiamo già visto questo.- glielo mostrò e l'altro lo fece cadere per terra con una manata mentre Jimin gli riservava un'occhiata confusa.

-Quello è di Smeraldo! Lo ha sempre quando deve fare del male a qualcuno.

Blanche si portò una mano al mento. -Eppure non lo aveva l'ultima volta.

-Che cosa vuoi dire?- chiese il moro

-È semplice: se lo usa solo per uccidere vuol dire che amplifica i suoi poteri, ma se quando lo abbiamo incontrato non lo indossava vuol dire che se ne separa.- vide i due diretti interessati guardarla con occhi vuoti perciò decise di andare dritta al punto. -E quindi che è facile da rubare.

-Pensi di riuscire a recuperare il vero ciondolo?- chiese Jungkook, mentre la ragazza si girava verso di lui per ascoltarlo.

Blanche annuì. -Però non posso andarci da sola, mi serve qualcuno che venga con me.

Il principe aprì la bocca per parlare, ma l'unica cosa che furono in grado di sentire furono dei passi e una voce roca. -Verrò io.- pronunciò, facendo trasalire la rossa che subito si alzò in piedi, guardandosi le spalle. -Non posso mica rimanere a letto per sempre. Prima mi metto in moto e prima guarirò.

-Non se ne parla!- alzò la voce la maggiore. -Laila, se ti catturano verrai uccisa. Devi restare qui.- guardò dalla parte opposta e i suoi occhi incontrarono quelli di Hoseok. -Sarà il Guardiano a venire con me. Non voglio sentire altre storie.

L'altra provò a dire qualcosa ma venne interrotta da Seyun. -Come facciamo a sapere che sia proprio quello il suo punto debole? Potrebbe comunque piantarci una pallottola in fronte.

Seokjin allungò una mano sui messaggi in bottiglia subito dopo aver chiesto con lo sguardo l'approvazione di Jimin. Stappò la prima e ne tirò fuori un foglio stranamente asciutto. Gli diede una rapida lettura e poi lo lasciò cadere per terra: quelli non erano messaggi, ma piani d'attacco.

E sì, Smeraldo li stava aspettando, ma non di certo per dare loro un'opportunità migliore.

 

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Capitolo 19
*** Tra l'edera e le spine ***


Tra l'edera e le spine

 

Yoongi non sarebbe proprio riuscito a sopportarlo.

Kerasi, Seyun e Veral si erano riunite in cabina con Jimin per parlare con lui. E Yoongi non riusciva a capire il perché. Il biondo aveva perso un'amica d'infanzia, ma questo per lui era solo un bene visto che in passato aveva cercato di ucciderlo. In più Seyun diceva sempre di non essere granché interessata a quella faccenda, ma per quel che aveva visto lui gli sembrava che la giovane proveniente da Vimana fosse ben più che coinvolta.

-Tutto bene Yoongi?- chiese Hoseok, facendolo voltare verso di lui per ricevere un verso d'assenso come risposta. -Non si direbbe, il labbro che ti stai martoriando chiede pietà.- cercò di strappargli una risata abbozzando un sorriso timido, ma il risultato fu l'opposto di quello sperato.

-Senti.- cominciò il maggiore. -È già stato abbastanza irritante sentirti flirtare con quella ragazza là giù. Davvero ti sei messo ad ascoltare la sua storia commovente quando ti bastava guardarla negli occhi per sapere tutto di lei?- l'altro divenne rosso fino alla punta delle orecchie. -La parte dell'innocente ragazzo magico potrà funzionare con le donne, ma con me non attacca.

Il Guardiano abbassò la testa. -Avere un potere del genere è come una maledizione. Quando una persona vuole dirti qualcosa per sfogarsi e non può perché sa che ne sei già a conoscenza è semplicemente terribile.- gli poggiò una mano sulla spalla. -Ma io sono pronto ad ascoltarti, Yoongi. Io sono pronto ad ascoltare chiunque ne abbia bisogno perché è la cosa giusta da fare.

Il re evitò lo sguardo del minore. -Veloce a preparare le tue cose, la tua ragazza ti aspetta.- Hoseok percepì un mezzo sorriso sul volto del biondo e si tranquillizzò, annuendo velocemente.

Yoongi non sapeva perché le sue parole uscivano dalla bocca come insulti e non riusciva a capire il motivo per cui, qualsiasi cosa accadesse, dovesse sentirsi nervoso. Tornò a guardare dentro la cabina di Jimin: lui e le altre tre ragazze stavano esaminando tutti i foglietti imbottigliati. Si soffermò su Seyun approfittando del fatto che gli altri fossero tutti sottocoperta. In realtà lui era a conoscenza del perché non riuscisse ad essere di buon umore, ma non lo avrebbe mai ammesso. Il fatto che le interazioni tra lui e la ragazza dominatrice dell'aria fossero diminuite era di sicuro colpa della geniale trovata di Junkook di provarci con Laila. Era più che altro quello il motivo per cui il re se la prendeva con il più giovane: il fatto che Veral fosse triste per causa sua faceva in modo che Seyun e Kerasi le stessero al fianco, mettendo da parte però gli altri componenti del gruppo.

Sentì dei passi provenire dalla breve scalinata e vide Seokjin fermarsi di colpo davanti a lui tenendo nella mano sinistra un bottiglia dalle piccole dimensioni, l'altra nascosta dietro la schiena. -Sei qui per farmi un discorso sulla speranza?- gli chiese, alzando un sopracciglio in un'espressione confusa.

Il maggiore alzò le spalle mostrandogli i due bicchierini che celava nella mano destra. -Ho trovato del rum tra le cose che Tae aveva portato qui per dormire. Pensavo volessi favorire.- dopo un cenno positivo del capo Jin lo invitò a sedersi, versando qualche goccia di quel liquido alcolico. -Allora.- cominciò. -Che ci facevi tutto solo davanti alla cabina?- Yoongi si strinse nelle spalle, ma non gli rispose. Seokjin lo guardò per un po' e dopo sorrise. -Guarda che io ho il tuo stesso problema: vorrei parlare con Kerasi, ma per colpa della situazione non riesco mai a rimanere solo con lei per abbastanza tempo da iniziare il discorso.

-Diciamo pure la verità.- lo interruppe mandando giù la sostanza all'interno del suo bicchiere. -La colpa è solo di Jungkook.

L'altro scosse la testa. -E di Namjoon. È stato lui a dirgli di agire.- si sentì scottare la gola per via del rum, poi continuò. -Comunque ho parlato con Veral e credo che non mancherà molto prima che le cose tornino alla normalità.

-Hai un piano?

-Che domande.- gli sorrise. -Noi plebei ne abbiamo sempre uno.

 

Il viaggio verso la dimora di Smeraldo non era difficile. Secondo la mappa fornita da Jimin si trovava al confine con Vimana, appena prima del fiume che separava le due regioni. Questo subiva una diramazione e il castello della creatura sarebbe stato innalzato prima che il letto subisse la deviazione. Blanche pensava che sarebbe stato molto più semplice passare per la città: se Smeraldo riusciva a controllare la terra avrebbe sicuramente notato due persone sospette passare per la costa. Se si fossero travestiti da viandanti avrebbero attirato meno sguardi e il mostro dalla pelle verde non sarebbe stato in grado di fare loro neanche un graffio.

-Partirai al tramonto?- chiese Laila, ancora sdraiata sotto alla pesante coperta prestatale da Taehyung. Guardò la sorella maggiore pizzicarsi il tatuaggio della rosa con il serpente; non era un gesto abituale di Blanche, non sapeva perché lo stava facendo. -Tranquilla.- sorrise. -Non ti chiederò di venire con te.

L'altra non ricambiò lo sguardo ma smise di torturarsi quel sigillo impresso con la forza. -Sono molto preoccupata. Hai sempre freddo, le ferite non hanno intenzione di chiudersi e appena ti alzi non riesci a reggerti in piedi.- si bloccò per un momento. Neanche quello era da lei: di solito non esitava. -Se devo essere sincera ho paura che al mio ritorno tu possa non esserci più.

-È solo la luce, Blanche.- spiegò. -Ho vissuto al buio tutta la mia vita, non riesco a riprendermi bene con il clima mite e il sole pungente di questa città.- le fissò le iridi verdi e come per magia ricordò il castano vivo delle proprie. -Ma è bello poterlo vedere. Era anche il tuo sogno, giusto? Poter camminare sotto ad un cielo azzurro con tante nuvole bianche che avrebbero avuto il vano scopo di oscurare la luce che emanava.

-Ma ogni cosa sarebbe stata più luminosa di Karilin.- terminò la maggiore, ricordando le sue esatte parole di qualche anno prima. -L'ho detto io.- si fermò di nuovo. -Laila, tu hai bisogno che io rimanga qui a vegliare su di te.- esitò e si maledì. -Ma non posso farlo e non perché è la cosa giusta da fare, ma perché non voglio coinvolgerti. La mia è una scelta egoista e facendo così sto solo facendo perdere tempo prezioso agli altri membri del gruppo, ma non posso nasconderti che ho troppa paura.- la guardò sorridere e non dire niente. -Sei l'unica persona che mi rimane e non posso perderti, ma se tornassi indietro adesso non riusciremmo mai ad avere la vita che abbiamo sempre sognato. Troverò un bel posto e poi tornerò a prenderti: vivremo felici solo noi due e nessuno potrà più farci del male.

Laila le prese le mani. -Glielo dirai?

Blanche abbassò gli occhi. -Solo ad Hoseok. Lo saprebbe comunque, ma sono sicura che non potrebbe mai voltarmi le spalle. Non dopo quello che gli ho detto.

Le due si scambiarono uno sguardo complice. Non avrebbero mai permesso a nessuno di separarle, neanche alla morte. La maggiore sapeva già che prima o poi si sarebbero dovuti dividere ancora per via delle discrepanze all'interno del gruppo, ecco perché appena scoperte le ferite di Laila aveva parlato con Hoseok. Lui l'aveva cercata perché si era sentito in colpa e un simile animo innocente non avrebbe mai sospettato che la giovane cercasse solo di fargli compassione, tirando fuori una vecchia storia che l'avrebbe resa simile al ragazzo, almeno avrebbe funzionato davanti a degli occhi stremati e accecati dalla vergogna per aver messo in pericolo qualcuno. Blanche aveva un punto di forza: i libri. Il suo sapere l'aveva portata a capire che un enorme potere viene indebolito se il corpo di chi lo usa è confuso. E il cuore di Hoseok lo sarebbe stato per tutte le volte in cui avrebbe visto la giovane donna perché ogni qual volta i propri occhi avrebbero incontrato quelli di lei, lui sarebbe stato vittima del rimorso.

-Blanche, sei qui?- chiese Jungkook. -Il Guardiano aspetta solo te per partire.

-Arrivo, stavo solo cambiando le bende.- gli rispose, sorridendo in modo gentile.

Il principe ricambiò. Ma quando risalì le scale ricordò la scena appena vista: la maggiore che gli parlava, le pareti piene di dipinti, la minore che gli rivolgeva uno sguardo dolce, le gote leggermente rosse e i sedili un po' scrostati come segno d'usura.

E le garze sulla fronte di Laila.

Erano sporche di sangue.

 

Blanche aveva ragione. Passando dal centro della città lei e Hoseok non solo accorciarono quello che sarebbe stato un viaggio di molte ore, riuscirono infatti anche ad evitare problemi ed eventuali trappole.

Ed ecco perché, sempre stretti nelle loro mantelle e coperti dal cappuccio ampio, molto in fretta arrivarono davanti al castello di Smeraldo: una fortezza a prima vista impenetrabile, le mura costituite da enormi rampicanti spinati alti fin dove l'occhio non riusciva a vedere. A proteggerne l'entrata solo una guardia dall'armatura verde e grigia che imbracciava un fucile simile a quello del suo padrone.

-Pensi di poterci entrare da qui?- chiese il ragazzo visibilmente confuso.

-Ho affrontato cose peggiori.- si strinse nelle spalle e gli intimò con un gesto di rimanere fermo per lasciarla agire. Cominciò ad avanzare ma il soldato non si mosse e Blanche riuscì a nascondere uno dei coltelli dietro la schiena continuando a camminare, fino a quando il giovane puntò la propria arma contro la figura minuta ma agile della rossa. -Oh vi prego, non vi preoccupate per me, sono qui in veste di informatrice.- non si fermò neanche per esitare e si avvicinò sempre di più al ragazzo.

-Puoi riferire a me.- disse. -Il padrone non vuole vedere nessuno.

-Ma davvero? Beh, credo che invece lo voglia.- con un salto riuscì ad atterrare alle sue spalle mentre il cappuccio cadeva dal suo capo e le lasciava il volto scoperto. Portò il coltello che nascondeva alla gola della guardia che si dimenò sparando alla cieca come segnale.

-Ora il padrone e tutti gli altri sanno che siete qui.

-Bene.- sorrise lei portando l'arma tra le labbra dischiuse del ragazzo e affondando sempre più verso di se, mentre lui si lamentava e cercava invano di fermarla, arrestandosi dopo pochi movimenti, ormai senza vita. Lasciò andare il corpo una volta accertatane la morte. -Dobbiamo muoverci. Questo ragazzo ci ha aiutato a distogliere l'attenzione degli altri soldati, ma il diversivo non durerà a lungo.

Hoseok nel frattempo era rimasto pietrificato. Perché aveva agito in quel modo? Come faceva a sapere che quel giovane uomo avrebbe chiamato i compagni? Perché lo aveva ucciso? Non stava facendo nulla di male, quello era solo il suo lavoro. Anche se si era schierato dalla parte del male lui lo aveva guardato negli occhi e conosceva la sua vita, conosceva ogni motivo che lo aveva spinto a prendere le parti della creatura. Che cosa le dava il diritto di strappargli la vita? Non riusciva a comprenderlo. -Avevi davvero bisogno di ucciderlo?- lei alzò gli occhi al cielo, ma lui non riuscì a vederla. -Almeno diamogli una degna sepoltura.

Blanche si girò e lo guardò. All'inizio non disse nulla. Hoseok diede un ultimo sguardo al cadavere e poi affiancò la compagna di viaggio che gli poggiò una mano sulla spalla. -Al nostro ritorno.

L'interno del palazzo sembrava totalmente diverso dall'esterno: le pareti scure davano un'idea differente da quella provata in precedenza ma al tocco presentavano una superficiale peluria, segno dell'evidente natura dei muri; i due si guardarono negli occhi con espressioni confuse. Perché solo al tatto riuscivano ad oltrepassare l'illusione? Come aveva fatto Smeraldo e soprattutto qual era il motivo? In effetti neanche Hoseok riusciva a spiegarselo: sapeva che Ametista era l'unica tra le gemme a poter utilizzare una magia illusoria, ma non riusciva a capire perché avrebbe dovuto farlo per Smeraldo. Da quello che sapeva non era da loro aiutarsi a vicenda, quindi c'era solo una spiegazione.

-Un dispetto.- lo precedette Blanche, facendo il suo stesso ragionamento. -Come i bambini.

-Forse lo erano.- spiegò l'altro. -Tutte le pietre prima erano umane.

La ragazza inarcò un sopracciglio. -Conosci la leggenda?

Hoseok sorrise mesto. -Io sono il Guardiano del Muro.- s'indicò con il pollice, ma la rossa lo superò.

-Muoviamoci a cercare questo ciondolo, la situazione non mi piace per niente.

 

Il sole era alto e ormai era già pomeriggio. Ogni passeggero della barca aveva qualcosa da fare e così quasi nessuno era nei paraggi. Solo Seokjin e Kerasi avevano deciso di tornare al castello per sbrigare alcune faccende, tra cui quella di mostrare alla famiglia reale le loro scoperte. Yoongi si era rifiutato di accompagnarli quando aveva scoperto che ci sarebbe stata anche la principessa Kham.

-Vostre maestà.- cominciò la ragazza seduta ad un tavolo posto al centro di una stanza azzurra e dalle colonne in marmo bianco. -Questi sono gli averi della sirena Kaìla, alleata di Smeraldo e traditrice sia del mondo marino che di quello terrestre. Abbiamo trovato diversi piani d'attacco tra cui questo.- consegnò al re un foglio ormai asciutto ma leggermente sbiadito su cui comparivano strane forme ed oggetti, accompagnate talvolta da scritte. -Una nostra compagna di viaggio è stata in grado di decifrarlo e sembrerebbe che sia stato progettato per assaltare il palazzo. Purtroppo questo è quello che è rimasto perché al contrario degli altri non è stato scritto con un inchiostro magico.

-Sembra comunque essere in buone condizioni.- constatò la regina Nahua, le mani costantemente occupate a sistemare i propri anelli troppo larghi per le sue dita. -Pensi sia stato fatto sulla terra ferma e poi imbottigliato?

Kerasi scosse la testa in modo convinto. -L'esatto opposto: ci sono diversi tipi di inchiostri, ma ce n'è uno in particolare che possono produrre alcune sirene, di solito sono quelle che vengono arruolate come soldati.- la giovane si interruppe, ma quando vide gli sguardi incuriositi dei due coniugi riprese la parola. -Sbiadisce facilmente se non viene estratto e per questo è difficile da prendere, ma se lo si usa ha una resistenza maggiore sott'acqua rispetto a tutti gli altri, fin dove possibile ovviamente.

Il re le consegnò nuovamente il foglio. -Capisco che siete preoccupati e ringrazio chiunque voglia cacciare Smeraldo dal mio regno. Siamo grati del vostro coraggio e anche per questo devo mettervi in guardia: l'acqua è un elemento mutevole e così può essere usato in molti modi, può prendere qualsiasi forma a seconda di dove si trova e può scorrere tra ogni fessura. È un elemento che non può essere fermato, mai. Se un giorno i rami spinati della rosa che stava aiutando a far crescere dovesse ostacolarla comincerebbe ad essere lei stessa distruttiva, ma così facendo rischierebbe di fare del male anche a quello che c'è intorno.- Timal rivolse uno sguardo gentile alla propria figlia posta dall'altro lato del tavolo bianco dalla forma rettangolare e poi riguardò la diretta interessata. -Sei una ragazza intelligente e nei tuoi occhi riesco a percepire quel che ti ha spinta ad arrivare così lontano. Sono sicuro che tu coglierai il senso della mia metafora.

Una volta finita la riunione Kerasi salì le scale e bussò alla porta di Jin che subito le aprì, mostrandole se stesso coperto da un asciugamano attorno ai fianchi e uno sulla testa per far assorbire quelle fastidiose gocce dal viso. La rossa avvampò e con qualche colpo di tosse fittizio entrò nella stanza fingendo di cercare qualcosa dentro l'armadio che il giovane panettiere divideva con Namjoon.

-Com'è andata?- chiese lui cercando di togliersi di dosso l'acqua rimasta. -Mi sembri scossa, qualcosa non va?

Kerasi deglutì a fatica. -La riunione con la famiglia reale è andata bene.- scosse leggermente la testa, ma che diavolo le prendeva? -Per fortuna si fidano di noi, sarebbe stato imbarazzante dover litigarci per spiegare le nostre ragioni.

-Già, in effetti è strano che accettino così di buon grado qualcuno di Zamek. Dopotutto è proprio quest'ultimo ad aver chiuso i contatti con gli altri, non pensi sia un po' strano?- si sedette sul proprio letto.

Lei gli lanciò un paio di calzoni trovati nell'armadio, richiudendolo appena dopo e cercando di spostare la sua attenzione sul mobilio della stanza mentre il giovane uomo seguiva il consiglio silenzioso appena ricevuto. -Non lo è in realtà. Il merito è della nobiltà d'animo di Jungkook. Il suo valore leggendario ha sempre fatto crescere il rispetto degli altri verso Zamek, altrimenti non sarebbe ancora il Regno dei Regni.

Seokjin la guardò. Era passato un po' da quando era rimasto da solo con la ragazza e i due avevano un vecchio conto in sospeso. Anche Kerasi era dello stesso avviso, ma il suo senso di responsabilità le impediva di fare qualsiasi cosa fosse d'intralcio alla missione. E per lei quello lo era. Jin le fece segno di sedersi al suo fianco e dopo un primo tentennamento la giovane annuì e fece come richiesto. -Sai già quello che voglio dirti.- chiarì subito il maggiore, poggiando i gomiti sulle ginocchia ormai coperte da una morbida stoffa chiara. -Riguarda quello che è successo sul battello.

Kerasi non disse niente.

-I miei sentimenti per te non sono cambiati.- spiegò colorando le sue guance di una leggera tonalità di rosso. -E sono più che sicuro di essere ricambiato.- la guardò sorridendo appena. -Insomma, non ho ancora incontrato nessuna in grado di resistere al mio bel viso.- strizzò l'occhio e lei si mise a ridere.

-Ti piacerebbe, mh?- alzò un sopracciglio. -Che faresti se ti dicessi che mi piace...umh...Yoongi, ad esempio?

Seokjin finse uno sguardo ferito nell'orgoglio e la spinse un po' con il gomito. -Intendi dire che dovrei mettermi la matita nera intorno agli occhi, che dovrei guardare male le persone e tingermi i capelli di biondo?- avvicinò il proprio viso a quello di lei. -Perché sai, anche così non sarei proprio niente male.

Kerasi alzò gli occhi al cielo ma poi sorrise ancora, fissando il proprio sguardo in quello del ragazzo. -Jin anche se volessi non potrei. Sai meglio di me che il principe non può permettersi di avere una guardia del corpo distratta e sono già un bel problema i miei sentimenti per te. Non voglio darti delle aspettative e poi deluderti; spero che tu capisca. Questo è troppo importante...

Seokjin si morse il labbro e senza pensarci due volte prese il viso della giovane tra le sue mani e l'avvicinò a se, posando delicatamente le proprie labbra carnose su quelle tiepide di lei in un delicato bacio durato solo pochi attimi. -Certo che lo capisco.- sussurrò appena dopo, ancora i respiri si mescolavano tra loro. -Ma da quando sono stato curato con il veleno dell'Idra non riesco a smettere di pensare a quello che è successo, a te, al bacio di Diamante. E non c'è giorno in cui non mi maledica per questo.

-Forse Hoseok ha ragione.- non riuscì a smettere di guardarlo negli occhi. -Non è stato l'Idra a guarirti. Forse sono davvero riuscita a rompere da sola la barriera di Diamante.

-Non importa chi è stato.- si avvicinò ancora. -Ricomincerò subito a baciarti. E ti prometto che sarà l'ultima volta fino a quando non sarai tu a venire da me.

Jin riposò nuovamente le proprie labbra su quelle di lei che con il sorriso chiuse gli occhi, allacciando le proprie braccia dietro al collo piazzato del giovane.

 

-Ehi guarda, è qui.- sussurrò una voce maschile ed allegra, portando il silenzio della stanza dalle pareti color carbone a spezzarsi nelle orecchie della giovane donna con lui. Il maggiore indicava una porta, nulla di particolarmente vistoso insomma, una semplice e costruita in ferro senza troppe rifiniture, sembrava essere stata fabbricata con molta fretta. Tra questa e lo stipite si riusciva a intravedere una luce smeraldina fioca e quasi impercettibile.

Blanche poggiò una mano contro il materiale e al tatto le sembrò freddo e liscio. La ritrasse subito e si girò di scatto verso il suo compagno di viaggio. -È reale.- gli prese il polso e lo costrinse a toccare lo stesso punto in cui prima aveva appoggiato le proprie dita. -Non è un'illusione, questa porta è davvero di metallo.

-Altro motivo per pensare che il suo ciondolo sia qui dentro.- gongolò Hoseok, facendole alzare gli occhi al cielo ma anche comparire un piccolo sorriso sulle labbra di cui presto il ragazzo fu compiaciuto. -Però se questa stanza è così importante perché non sorvegliarla? E se fosse una trappola? Non credo che delle ipotetiche guardie lascerebbero questo posto solo perché due intrusi stanno curiosando.

La rossa si portò due dita sotto al mento. -Non hai torto, può essere che ci sia qualcuno dietro la porta pronto ad ucciderci.- vide il castano deglutire. -Forse so come fare, ma ti confesso che non sarà semplice per te.- Hoseok si strinse nelle spalle e si grattò la nuca, ma l'ascoltò. -Onestamente? Non credo che la gemma incastonata nel ciondolo possa essere così luminosa da oltrepassare la porta, perciò hai ragione riguardo al fatto che potrebbe essere una trappola.- si avvicinò al giovane in modo da assicurarsi che lui fosse l'unico a sentire. -Quello che dobbiamo fare è tendergliene una anche noi: dobbiamo far loro credere che siamo scagnozzi di Ametista venuti a sterminare tutto l'esercito di Smeraldo, descrivendo quanto grande e forte sia il nostro. Dopotutto il loro ostile rapporto è solo un punto a nostro favore e se siamo fortunati rimarrà solo un soldato dentro la stanza. A quel punto dovrai solo entrare improvvisando qualcosa, basta che lui non si accorga di me. Pensi di farcela?

-Hai dimenticato il nostro primo incontro?- chiese l'altro. -Sono il maestro dell'improvvisazione.

I due si sorrisero a vicenda.

Ma Blanche si era sbagliata sul suo conto.

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Capitolo 20
*** Limiti ***


Limiti

 

Un rumore di passi svelti si fece sempre più vicino fino a cessare del tutto per far spazio a dei respiri affannati. -Ce l'abbiamo!- esclamò la voce della persona a cui apparteneva quel fiato corto, mentre l'altra ancora non era riuscita neanche a dire una parola. Il primo aveva in mano una finissima catena d'argento con un ciondolo su cui vi era stata incastonata una gemma e la porgeva verso i compagni.

Veral lo strappò dalle mani del giovane, ma lui non oppose resistenza. -Era come temevo.- aggiunse poi guardando verso Yoongi e Seyun. -Non so se vi siete accorti che sia Lapislazzuli che Diamante avevano la propria pietra incastonata da qualche parte: il primo sulla propria lancia che riusciva a far sparire ed riapparire con la propria magia, la seconda invece al centro della corona. A quanto pare per Smeraldo è lo stesso...

-Quindi?- chiese Taehyung leggermente accigliato. -Perché ti preoccupa?

La minore del gruppo si girò verso il molo su cui ancora stavano i due appena arrivati. -Perché questi oggetti fanno parte del corpo a cui appartengono.

L'attenzione generale venne spostata sulla figura dalla pelle verde che ormai Veral stava guardando. Hoseok si ritrasse e Blanche gli si posizionò davanti in un gesto automatico che si ritrovò a maledire, per poi sfoderare i propri coltelli. La creatura però non guardava loro. Gli occhi piccoli erano puntati sulla ragazzina con in mano il proprio pendente.

-Ciao Sunhi.- piegò la testa da un lato ma non distolse lo sguardo. -Oppure dovrei chiamarti con il tuo vero nome? Forse però tu non lo sai in che guaio ti sia cacciata tirando fuori quella vecchia storia.

Namjoon la strinse a se e sfoderò la propria spada, puntandola poi contro il nemico. -Sappiamo cosa vuoi.- sentì Veral cercare di staccarsi, ma lui non glielo permise. -Ma non ti lascerò mettere le mani su di lei.

-Oh, ma da quanto tempo.- rise con la sua disartria accentuata. -Namjoon non ti sei fatto vedere per un po'.

-Di che diavolo stai parlando? Io non ti ho mai visto prima.- mantenne lo sguardo serio e fisso quando finalmente Veral riuscì a liberarsi dalla sua stretta.

Affiancò sia Jimin che Taehyung sussurrando qualcosa all'orecchio di entrambi per poi riprendere il proprio posto davanti alla figura possente di Namjoon. Porse il braccio la cui mano stringeva il ciondolo, ma appena la creatura fece un passo lei lo fermò. -Non puoi usare la tua magia qui, funziona solo sul terreno fertile; anche se ci trasportassi tutti sappiamo che saresti molto debole perché ti interessiamo.

Lui scoppiò nuovamente in una risata liberatoria. -Mi interessi solo tu signorina e, in realtà, non rappresenti una minaccia. Dopo essermi liberato dei tuoi amici ti imprigionerò nel mio castello fino a che i Jawahrat non verranno a prenderti per portarti da Opale. E quando quel momento arriverà lui mi renderà il re di questo regno.- Jungkook e Yoongi si guardarono: era quello che Smeraldo voleva ottenere? -Voglio che sappiate una cosa prima di morire. Non mi è mai interessato niente, non ho mai voluto niente e per questo sono sempre stato il più forte. Ma 23 anni fa successe qualcosa; nacque una persona che il nostro Opale volle a tutti i costi, fino a quando questa sparì dal nostro mondo e da tutti quelli esplorabili. Pochi anni fa ha cominciato a desiderare questa inutile ragazzina povera e ci ha ordinato di cercarla e catturarla, promettendoci l'unica cosa che da soli non avremmo potuto ottenere. La privazione dei nostri limiti.

Jungkook incontrò lo sguardo attento di Hoseok. In effetti lui aveva sempre ammesso di non poter guardare dentro al passato di Veral e forse c'era un motivo ben preciso di cui non era a conoscenza. Poteva essere che Opale avesse stregato la ragazza in modo da non far scoprire ad altri il suo valore. Per il principe quel discorso non aveva alcun significato; Veral era importante e lo aveva capito da subito, appena l'aveva guardata negli occhi, ma non riusciva a comprendere i gesti del nemico. Perché non darle la caccia e basta? Perché voler conquistare tutti i regni? Perché chiamarla esca se alla fine era proprio lei che voleva? Troppi quesiti nella testa a cui non riusciva a trovare la risposta.

Si soffermò sulla figura minuta della giovane. Guardò la pelle chiara in netto contrasto con i lunghi capelli scuri, gli occhi verdi e grandi leggermente assottigliati in modo da perdere quello sguardo dolce con cui non sarebbe riuscita ad intimorire nessuno, la mano ancora tesa verso il nemico e quella tremolante ed incerta che nascondeva leggermente in modo da non rendere palese la sua paura. Ne ricordò la voce chiara e cristallina, i modi di fare decisi ma gentili.

La risata di Yoongi gli fece distogliere lo sguardo. -Ma questo qui fa sul serio?- ammise con la mano stretta attorno alla propria arma. -Davvero è convinto di poterci uccidere? Ma almeno lo sa chi siamo o che abbiamo sconfitto i suoi amici prima di venire qui?

-Oh lo so molto bene.- sorrise stirando la pelle verde attorno alle labbra. -Ma vedi la vostra squadra non è al completo adesso.

Il re aggrottò le sopracciglia. -Pensi che il signor bella-faccia avrebbe salvato la situazione con il suo sguardo-che-conquista? Kerasi potrà anche essere un elemento valido, ma ha già dato prova del suo coraggio altrove quindi perché dovrebbe ucciderti lei quando posso farlo io?- ghignò.

-Yoongi.- lo chiamò il principe scuotendo la testa. -Non provocarlo.- abbassò il tono della voce per non farsi sentire. -Non siamo pronti per una battaglia adesso. Senza Jin e Kerasi c'è un'alta probabilità di perdere.

-Facciamo così.- cominciò la creatura. -Se mi consegnate la vostra amica senza fare storie vi dirò tutto quello che so sulla situazione. Onestamente non sono interessato ad eliminarvi, quindi non mi dispiacerebbe vedere qualcuno dei miei colleghi farlo al posto mio.

-Jungkook.- lo chiamò il generale senza muoversi. -Proteggila.

Il principe fu in procinto di chiedere il motivo ma Namjoon era già scattato giù dalla barca di Jimin, ormai sparito insieme all'amico, per brandire la propria lama contro il collo del mostro contro cui avrebbe dovuto vincere a tutti i costi. I movimenti con cui Smeraldo schivava i colpi di Namjoon erano lenti ma privi di qualsivoglia esitazione, mentre quelli del ragazzo sembravano incompleti, come se volesse ferirlo senza ucciderlo per davvero.

Jungkook prese la mano della castana e la vide rivolgere una sguardo prima alle loro dita intrecciate e poi al suo viso. -Vieni con me e non fiatare.- le ordinò prima di trascinarla sotto coperta con Laila, il pescatore e l'inventore. -Non fatela uscire da qui qualsiasi cosa accada.- girò i tacchi per salire di nuovo e combattere al fianco del generale, ma una volta fuori non c'era più nessuno.

 

Quando Blanche aprì nuovamente gli occhi dopo aver sbattuto le palpebre si ritrovò in un posto completamente diverso. E, come se non bastasse, Smeraldo aveva al collo il proprio ciondolo. Quindi Veral aveva ragione: quella pietra faceva parte del suo corpo tanto quanto la sua mano. Ma allora perché quel preambolo? Che cosa voleva ottenere parlando con loro?

Namjoon continuava a sferrare colpi ma in modo molto più preciso, come se avesse improvvisamente cambiato idea sul destino di quella creatura che fino a poco prima sembrava volesse risparmiare.

La lama gli toccò leggermente la guancia sinistra e dalla ferita si intravide un rovo spinato che lo fece sorridere. -Nessuno vi ha raccontato la storia della rosa spinata?

-No e non mi interessa conoscerla.- brontolò il generale. -In realtà ti strapperei la lingua.

-Non c'è alcun problema, ti aiuto io.- agitò una mano e fece comparire una grande spina appuntita. Aprì la bocca e la infilzò più volte in punti vicini per poi vederla staccarsi e cadere ai suoi piedi. Hoseok si girò dall'altro lato, disgustato dalla scena, mentre gli altri gli riservavano uno sguardo incredulo quando la videro ricrescere sotto la forma di un altro rovo come quello sulla guancia. -Visto?- continuò con la stessa disartria con cui si era sempre espresso. -Mi importa così poco che non sento neanche dolore.

Blanche aveva capito ormai che il corpo delle Gemme era composto dall'elemento che praticavano, ma non pensava che Smeraldo fosse addirittura in grado di rigenerare le parti perdute. Questo le faceva venire la pelle d'oca oltre che il voltastomaco. -Seyun.- chiamò la ragazza poco distante da lei. -L'unico modo per vincere è evitare che si rigeneri attaccando gli organi vitali.

-La testa e il cuore.- concluse la minore per lei. -Se Namjoon non fosse in mezzo potrei colpirlo con i miei proiettili.

La rossa scosse la testa molto lentamente per non rischiare di farsi vedere. -Io cercherò di separarli, tu devi colpirlo appena Namjoon sarà sufficientemente lontano. Sei l'unica a possedere colpi abbastanza veloci da evitare la rigenerazione di quel mostro.- con la coda dell'occhio vide la mora annuire e con un gesto veloce lanciò un coltello ai piedi di Smeraldo che fece balzare all'indietro i due sfidanti. La ragazza corse nella loro direzione e afferrò la lama, da cui si era precedentemente separata, dall'elsa in ebano e si fermò solo una volta sicura di avere il generale alle sue spalle. Quando girò lo sguardo verso Seyun la ragazza stava già premendo il grilletto e Blanche sorrise.

Ma presto dovette ricredersi.

Smeraldo non aveva più un braccio. E sulla lama di Namjoon era comparsa dell'edera. Il tempo di guardare nuovamente quella creatura e dalla poca stoffa di manica rimasta usciva una liana spessa e verde con cui spazzò via i proiettili ad aria della magia di Seyun.

Le due si guardarono e la minore scosse la testa.

-Non potete sconfiggermi usando la mia stessa arma.- ammise il mostro facendo ondeggiare il nuovo braccio dalla forma inquietante. -Basta con questa pagliacciata.

-Ma guarda che coincidenza.- lo rimbeccò Yoongi con un ghigno. -Per una volta siamo d'accordo.

Smeraldo poggiò un ginocchio sul pavimento e la liana al posto della mano divenne sempre più lunga, forando il terreno e uscendo nuovamente sotto i piedi del ragazzo. Yoongi si spostò leggermente con fare annoiato e Seyun colpì ripetutamente il rampicante che si ritirò nonostante i buchi.

Blanche in quel momento capì che quel che ricresce una seconda volta poi muore per sempre. E forse non era l'unica ad averlo intuito.

Namjoon si liberò della pianta sulla sua spada e corse per attaccare ripetutamente e con colpi sempre più sicuri il corpo del nemico. -Yoongi, non so quanto riuscirò a tenerlo impegnato!

La rossa tornò a proteggere Hoseok dietro di se appena vide il re di Ignogan sussurrare qualcosa nell'orecchio di Seyun che subito corse ad aiutare il generale a tenere occupato Smeraldo. La giovane riuscì a staccare quella liana dal corpo del nemico e Namjoon a tenerlo occupato per non farlo sfuggire al proprio controllo. Nel frattempo che Yoongi avanzava piano verso la figura ormai in difficoltà di quello che una volta era un comune essere umano gli altri due riuscirono a metterlo a terra, mantenendolo fermo per evitargli di poter muoversi per evocare qualche altro incantesimo.

Il re gli mise un piede sulla schiena e gli sfilò il fucile poggiato contro di essa, facendo così cadere la propria lancia. -Non hai idea della soddisfazione di poter uccidere qualcuno con la sua arma.

Un piccolo rampicante si fece spazio nel terreno per indirizzarsi verso il collo del biondo, ma Blanche lo tagliò a metà prima che questo potesse raggiungerlo. -Veloce, non voglio salvarti un'altra volta.

Yoongi sorrise e sgranò gli occhi, soddisfatto ancora prima di premere il grilletto. -Salutami tanto gli altri due.- il rumore si fece spazio prepotente nelle orecchie di tutti e il sovrano scoppiò in una fragorosa risata liberatoria.

 

Jimin chiuse gli occhi per via del fracasso. Il principe aveva appena tirato un pugno al muro della cabina. -J-Jungkook, per favore, non farlo più.

-Se dovesse succedere loro qualcosa? Io avrei potuto aiutarli e invece ora dovranno cavarsela da soli.- spiegò il giovane, lo sguardo fisso su Veral che evitava il suo.

Laila attirò la sua attenzione mettendosi seduta. -La missione prima di tutto.- ammise. -Non saresti dovuto scendere qui, ma rimanere fuori con gli altri.- guardò poi l'altra ragazza negli occhi verdi. -E tu avresti dovuto cavartela da sola. Non sembri troppo preoccupata per i tuoi amici, ti diverte vederli in pericolo a causa tua?

La castana alzò lo sguardo su di lei ma non disse nulla. Non aveva bisogno di fare una buona impressione su Laila, sarebbe stata una perdita di fiato ed energie. Veral sapeva perfettamente quale fosse la propria identità e non aveva mai dubbi su come agire nelle situazioni difficili: senza pensarci due volte aveva chiesto a Jimin e Taehyung di proteggere la più giovane delle sorelle Krach sottocoperta in modo da tenere al sicuro anche loro stessi. Anche per questo sapeva molto bene quale fosse il suo ruolo. Non riusciva a sentirsi un peso perché Jungkook l'aveva protetta, in realtà quello la faceva sentire speciale e se Laila non riusciva ad accettarlo quello non era di certo un problema della minore.

-Laila stai esagerando.- la riprese il principe. -Lei vuol dire tutto per la missione e metterla al sicuro è parte del lavoro di qualsiasi di noi. Sono solo preoccupato per gli altri.- perse l'espressione frustrata e si sedette al fianco di Veral. -Dopotutto è così che ci siamo incontrati la prima volta, ti ricordi? Avevo appena chiesto a Namjoon di difendere quella parte della città e ti abbiamo trovata subito dopo.

La ragazza gli avrebbe anche risposto ma dei rumori di passi veloci costrinsero tutti ad uscire, compresa Laila sostenuta dal proprietario dell'imbarcazione e dal suo amico. Il gruppo che era stato trasportato da Smeraldo stava salendo nuovamente a bordo e la maggior parte di loro era sorridente mentre Hoseok elogiava il coraggio con cui Blanche aveva aiutato il gruppo.

-Ragazzi avreste dovuto vedere come ha gestito la situazione.- continuò per chi non c'era. -Lei e Seyun sono state davvero fantastiche e lo avrebbero sconfitto subito se solo quel mostro non fosse stato in grado di rigenerarsi.- un brivido di disgusto gli attraversò la schiena. -Solo pensarci mi fa venire la nausea.

-Siamo grati che state tutti bene.- sorrise il principe. -Ne deduco che lo avete sconfitto.

Namjoon annuì. -Merito di Yoongi. Il nostro re ha capito come sfruttare i limiti del nemico e sapeva che se avesse usato il fucile per vincere sarebbe stato solo perché gli importava di sbarazzarsi di noi.- fece una pausa, forse un po' deluso per non averlo distrutto con la spada. -E lo ha ripagato della stessa moneta.

Il sovrano si fece spazio per avvicinarsi a Veral e le porse lo smeraldo che celava tra le mani. -Credo che questi cosi parlino solo con te, mia cara.

La minore del gruppo lo prese e dovette distogliere lo sguardo per un attimo per evitare il fastidio della forte luce emanata dall'oggetto. Da subito apparve una figura sbiadita di un ragazzo sorridente da folti e ricci capelli scuri, indosso una camicia verde e nera sgualcita, da dietro la schiena era posizionato un fucile e sul capo era posato un cappello verde dalle piccole dimensioni.

-E così non era un bambino.- commentò il Guardiano verso Blanche che ridacchiò appena. -Ne eravamo quasi certi.- si strinse nelle spalle.

-Hai detto che ci avresti aiutati a capire di più su questa faccenda.- cominciò subito la giovane castana. -Ti prego dicci ciò che sai, abbiamo bisogno di quest'ultimo favore.

Il fantasma davanti ai suoi occhi le sorrise ma scosse la testa.

-Cosa?!- si avvicinò Namjoon già pronto a colpirlo un'altra volta.- Perché non vuole collaborare con noi?

La figura quasi totalmente scolorita alzò gli occhi al cielo e aprì la bocca senza farne uscire un singolo suono.

-E questo che dovrebbe significare? Perché se ci sta prendendo in giro distruggo questo pezzo di sasso e lo butto infondo all'oceano.- ribatté il generale.

Veral lo fermò con un gesto e Yoongi gli mise una mano sulla spalla. -Idiota ignorante.- lo chiamò. -Ma non lo vedi che è muto?!

Smeraldo guardò negli occhi di Veral e fece un piccolo inchino come segno di ringraziamento e solo dopo aver ricevuto lo stesso da parte della ragazza sparì come era arrivato e la giovane infilò la pietra insieme alle altre.

-Non vorrei interrompere il momento.- ricominciò Hoseok. -Ma perché il suo castello era stato colpito dal potere illusorio di Ametista? Non mi sembrava una persona cattiva quando era in vita, quindi se non era per dispetto perché rilegarlo in quell'inferno di pietra?

Blanche si portò una mano al mento. -In effetti è un bel problema.

-Perché?- chiese Jimin. -Ormai è stato sconfitto.

-Ametista è il nostro prossimo avversario.- spiegò Jungkook. -E se anche lei era vittima di qualche sortilegio di Smeraldo può essere che non sarà così facile sconfiggerla. Potrebbero esserci trappole di rampicanti ovunque o peggio.

Una voce familiare e dei respiri affannati riempirono le orecchie dei presenti. -Mi sa che siamo arrivati tardi, accidenti!

 

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Capitolo 21
*** Troppo forte per combatterla ***


Troppo forte per combatterla

 

-Taehyung mi ha detto che siamo a metà strada.- spiegò Hoseok avvicinandosi a Blanche. -Mancano ancora cinque ore.- le porse un bicchiere d'acqua che lei accettò.

La grande stanza sottocoperta aveva le pareti scrostate e il Guardiano sapeva che Jimin era costantemente indeciso sul da farsi. Gli piaceva che la sua barca fosse curata, ma allo stesso tempo pensava che l'aspetto vissuto gli conferisse un'aria piratesca. In effetti Hoseok, nonostante sapesse già la risposta, si era sempre chiesto perché egli non avesse dato il nome alla propria imbarcazione. Guardando nel suo passato però aveva scoperto che c'erano state moltissime cose su cui Jimin non riusciva a decidersi.

Riguardò la sua compagna di viaggio alla sua sinistra e, in un certo senso, si sentiva simile al proprietario di quella panca su cui era seduto. Non riusciva a decidersi: lei sembrava sempre così tranquilla e sorridente, ma lui conosceva la verità sulla ragazza e voleva che si fidasse di lui. Ma se c'era una cosa che Hoseok aveva imparato dal guardare dentro la vita degli altri era che è sempre meglio dire la verità, anche quando questa e scomoda.

-Io so cosa nascondi.- dichiarò senza aspettare oltre. -So che stai usando la tolleranza degli altri per poi andartene quando troverai un posto dove stare.- la ragazza non ebbe nessuna reazione sorpresa.

-Sì, lo so.- ammise solamente. -Pensavo di raccontartela in un modo meno brutale, ma mi sbagliavo sul tuo conto. Perché nonostante questo ancora mi parli?- chiese in modo gentile.

Hoseok si strinse nelle spalle. -Non è tanto grave. E poi ci sono persone a bordo di questa barca che hanno segreti molto più grandi. Alcuni sono limitati alla persona in se, altri comprendono tutti noi.

Blanche alzò un sopracciglio girandosi verso il Guardiano, ma ignorò la cosa. -Non voglio farti pietà e non cerco la compassione di nessuno. Quello che ti ho confessato l'altro giorno non era altro che la verità: io e Laila non siamo sorelle ma il destino ha voluto che lo diventassimo e che sopravvivessimo insieme.- tornò a guardare davanti a se. -E così sarà. Solo non a Karilin, abbiamo chiuso con quel posto.

-Non voglio forzarti.- le poggiò una mano sulla spalla. -Ma dovresti parlarne con Jungkook; Yoongi non capirebbe e Namjoon è troppo impulsivo. Solo immaginare la loro reazione mi fa venire male alle orecchie.

La ragazza sorrise. -Sarebbe la cosa giusta da fare, ma io non posso tornare indietro. Quando troverò un posto in cui finalmente mi sentirò a casa allora verrò a prendere Laila e la porterò lì. Ora siamo libere e poi le ho fatto una promessa.

Hoseok le prese la mano. -Forse avresti dovuto parlarne con lei. È una decisione che dovete prendere insieme e non so se sarà pronta a lasciare tutto indietro.- le nascose una ciocca di capelli, di solito raccolti nella solita comoda coda, dietro l'orecchio e poi si alzò dalla panca, salendo le scale e ricongiungendosi con Kerasi, Seyun e Veral lasciando Blanche con le gote leggermente rosse e la bocca socchiusa.

La rossa si schiarì la gola subito dopo essersi ripresa.

Laila era rimasta al castello di Vellham e non lo avrebbe lasciato fino a che Jimin e Taehyung non sarebbero tornati. Non sapeva ancora se la sua decisione fosse corretta, ma il viaggio in barca sarebbe stato lungo e nelle sue condizioni la minore non sarebbe riuscita neanche a muoversi, per non parlare del cambio delle bende e la sanificazione delle ferite che, nonostante fosse passato del tempo ormai, sembrava non volessero cicatrizzarsi.

-Posso sedermi?- chiese una voce a cui Blanche annuì senza nemmeno cercare di capire a chi appartenesse. -Hobi mi ha spiegato la situazione.- fu abbastanza per farle sollevare la testa e vide Seyun guardarla con attenzione. -Ma non mi ha voluto dire cosa nascondi. Non temere, non mi sembra il tipo di persona che sfrutta i suoi poteri in questo modo.- la minore vide che l'altra le stava riservando uno sguardo interrogativo. -Volevo solo complimentarmi con te. È vero che Yoongi ha sconfitto Smeraldo, ma se siamo riusciti ad indebolirlo il merito è tuo. Hai osservato Veral e sei riuscita a riportare le sue tecniche sul campo di battaglia. Impari molto in fretta e per questo ti ammiro.- fece una piccola pausa. -Ma vorrei chiederti una cosa importante. Perché ti interessa? Questa non è la tua battaglia, saresti potuta scappare e aspettare che la situazione si risolvesse senza il tuo aiuto.

-Non è una cosa buona aiutare i compagni in difficoltà?- ribatté con un sorriso.

Seyun però non ricambiò. -Non se questi compagni sono solo uno scudo per una missione secondaria.- Blanche non disse niente ma la minore le poggiò una mano sulla spalla. -Siamo più simili di quanto tu creda.- si alzò in piedi e le diede le spalle. -Per questo ho salvato tua sorella, ma non farti illusioni perché lei è sempre stata d'intralcio alla missione.

Lo sguardo della maggiore divenne duro e Seyun tornò con gli altri alla luce del tramonto che, lento, portava una notte breve per via della luce perpetua all'interno della città di Luskin.

 

Namjoon e Jungkook portavano due lanterne per farsi luce nel buio di quella notte infernale. Sembrava quasi un controsenso trovarsi nel Regno della Luce immersi in tutta quella oscurità.

Luskin non è come Karilin.” aveva chiarito Seokjin prima di sbarcare. “La luce perpetua non arriva gradualmente perché la maledizione è solo sulla città, non sull'intera regione.”

In effetti sarebbe stato troppo facile ritrovarsi tra le vie illuminate in modo graduale; il passare da notte a giorno in un battito di ciglia li avrebbe come minimo resi ciechi, ma sarebbe stato coerente con la tragicità della loro missione. La situazione era esattamente come sembrava: uno schifo.

-Tutto bene?- chiese Jin a Kerasi al suo fianco, ricevendo solo un gesto positivo con il capo. -Non sembra, mi rivolgi la parola a stento da quando ci siamo imbarcati di nuovo.

Veral e Seyun al suo fianco accelerarono il passo, lasciandoli per ultimi in modo che potessero parlare e la rossa invece aspettò che gli altri passassero loro davanti. -Abbiamo sbagliato, Jin.- rispose solo. -Smeraldo ha attaccato i miei amici e io dov'ero quando avevano bisogno di me?

Seokjin abbassò lo sguardo. -Quindi ti sei già pentita?

-Non è questo.- rispose. -Ma avevo ragione a pensare che non avremmo dovuto lasciarci andare. E se Smeraldo avesse preso Veral? E se avesse ucciso Kookie?- utilizzò un diminutivo, segno del fatto che la sua preoccupazione non era data dalla propria carica, ma dall'amicizia che lei provava nei confronti del principe.

Il maggiore le prese una mano. -Ti preoccupi troppo per loro due.- sussurrò. -Jungkook è un uomo ormai e sa cavarsela, in più è molto forte. Avanti, chiunque sarebbe terrorizzato davanti ad uno come lui: con tutti quei muscoli ti gonfia di botte e ti lascia sul pavimento.- Kerasi non riuscì a trattenere una risata sincera. -Quello che voglio dire è che non puoi essere ovunque e loro lo sanno, non te ne fanno una colpa e ti vogliono tutti bene.

La ragazza lo guardò negli occhi ma allontanò la propria mano dalla sua. -Lo capisco.- sorrise e affrettò il passo. -Ma io conosco il mio posto e se non rimedio subito ho paura che tu rimanga coinvolto.

Seokjin la vide avanzare senza di lui. -Per te io rischierei.- aggiunse, ormai troppo tardi. Kerasi non poteva più sentirlo.

Il gruppo si fermò all'improvviso e la voce di Yoongi riecheggiò nella notte. -Che diavolo è questa roba?

-A me sembra nebbia.- rispose Namjoon stringendosi nelle spalle.

Il re lo guardò male. -Grazie generale Kim per sottolineare l'ovvio.

Il maggiore del gruppo si fece strada tra gli altri. In effetti lui sapeva che la città non aveva delle porte fisiche, al contrario a delimitarla era presente solo un fitto strato di nebbia oltre cui era attiva la maledizione del giorno perpetuo. Però nella situazione c'era qualcosa di diverso: nell'aria notturna aleggiava uno strano odore dolciastro, quasi nauseabondo. Guardò la faccia disgustata di Blanche, molto sensibile agli odori, e notò che anche lei era dello stesso avviso. Si portò una mano al mento e si sforzò di ricordare qualcosa, ma in realtà quando la sua famiglia si era trasferita a Zamek era giorno e lui non era mai uscito dalla città prima, quindi non poteva essere sicuro che non fossero presenti dei fiori profumati nella zona. Decise di lasciar perdere e di non allarmare i compagni.

-Io so che cos'è.- rispose vedendoli tutti puntare gli occhi nella sua direzione. -È il passaggio per entrare nella città, lo ha alzato Ametista quando ha preso il possesso di Luskin.

-Non mi fido di quella cosa.- cominciò Namjoon. -Potrebbe essere un trucco per condurci da lei, dopotutto tutte le Gemme sanno che stiamo affrontando questa missione.

-Anche se fosse non c'è altro modo per entrare nella città.- spiegò nuovamente Jin. -Se non volete attraversarlo ora possiamo accamparci per la notte e provare domani mattina, ma vi assicuro che non cambierà molto se non per la nebbia che vi sembrerà più fitta.

-Dovrebbe andare Namjoon e controllare.- ammise Yoongi. -Ha insistito tanto per fare il leader.

Rise alla reazione nervosa del minore, il quale poi però si lasciò andare ricambiando l'espressione furba. -Perché non andate voi, vostra maestà?- fece finta di inchinarsi e sghignazzò un po', per poi venire fermato da una manata della sorella.

-Volete smetterla di fare i bambini voi due?- li riprese. -Guardatevi intorno!- ordinò. I tre ragazzi si girarono e videro Hoseok in disparte con la lanterna del principe tra le mani. -Jungkook è sparito.

Veral prese dal Guardiano il lume lasciato dal minore tra i ragazzi del gruppo e corse tra la nebbia per guardarsi intorno. Un forte odore dolce le inondò le narici e la costrinse a poggiare la lanterna sul pavimento erboso per coprirsi il viso con le mani.

Da fuori la sentirono tossire.

-Veral non respirare quella roba! Esci di lì!- urlò Seokjin nella speranza di essere sentito.

Ma la giovane era già stesa a terra. Tanto vicina al suo principe, ma troppo lontana per riuscire a sentirne il calore.

 

-Emh...Vostra Altezza?- Jungkook sentì una voce in lontananza mentre intorno a lui regnava l'oscurità. -Principe...- sentiva qualcuno chiamarlo, un tono dolce e femminile. -Principe?- sembrava di una ragazza molto giovane e non l'aveva mai sentita prima. -Principe Jungkook, svegliatevi per favore!

Jungkook aprì gli occhi di scatto ritrovandosi su un letto comodo all'interno di una stanza dalle pareti dorate. Si guardò in torno ma niente gli pareva familiare.

-Mi dispiace avervi disturbato Altezza, ma dovete prepararvi.- la voce che sentiva finalmente aveva trovato un volto. In effetti apparteneva ad una fanciulla con gli occhiali e i capelli raccolti in un'acconciatura semplice ma curata, vestita di nero con un grembiule bianco stretto ai fianchi e con il volto costantemente basso. Il principe si ritrovò a fissarla visibilmente confuso e lei arrossì. -Vostra Altezza volete un altro po' di tempo?

Jungkook distolse lo sguardo. -Per cosa?- chiese ingenuamente. -E poi tu chi sei, dove mi trovo?- si toccò i fianchi velocemente notando che la sua spada era scomparsa, ma non fece in tempo a fare altre domande che sentì un grido provenire da fuori.

La giovane cameriera si ritrasse un attimo e girò il viso verso il muro opposto a quello contro cui era stato appoggiato l'immenso letto sopra il quale il principe si trovava. -Sembra che la principessa abbia un problema.- ammise con lo stesso tono dolce che aveva usato con lui. Si diresse verso l'uscita e Jungkook riuscì a sentirla chiamare le guardie per controllare cosa fosse successo.

Il principe ci fece poco caso. Si sentiva abbastanza confuso e non capiva. L'ultima cosa che ricordava era di stare camminando con i compagni di viaggio verso Luskin, ma non sapeva che cosa fosse successo dopo. Non capiva nemmeno perché la ragazza che lo aveva svegliato parlasse di prepararsi per qualcosa. Che cosa stava per succedere e perché non riusciva a ricordare?

Si alzò e vide un manichino con un abito regale da cerimonia. Non era quello utilizzato per i matrimoni, quindi non si stava sposando per fortuna. Non aveva mai visto quel genere di abito maschile, ma sembrava confezionato per qualcosa di elegante ed estremamente importante. A tratti sembrava che fosse quello che suo padre sfruttava per gli annunci reali; ma lui non sapeva nemmeno dove fosse, perché avrebbe dovuto annunciare qualcosa? Il suo sesto senso gli faceva sentire puzza di trappola.

Non che vedesse alternative.

Si vestì in fretta ed uscì per andare a controllare che cosa stesse succedendo, ma una volta aperta la porta dovette fermarsi subito: Namjoon se ne stava lì con un braccio a mezz'aria pronto per bussare. Indossava un'armatura reale senza stemmi o simboli, ma Jungkook non aveva tempo per chiedersi il motivo.

-Ah ma allora sei vivo.- rise il maggiore. -Le domestiche sono preoccupate, sono entrate in molte per svegliarti ma a quanto pare sei stanco ancora prima che arrivi.- il principe assottigliò gli occhi con un'espressione contrariata sul volto. Ma di che diavolo stava parlando? Non ebbe il tempo di chiederglielo perché venne afferrato per un braccio e portato fuori con forza, ritrovandosi così a camminare con il proprio generale in un corridoio bianco immacolato con un lungo tappeto nero dall'aspetto costoso. -Allora hai già scelto chi proclamare? Io posso raccomandarti due o tre ragazzi, ma so che sei puntiglioso perciò forse dovrei lasciare il compito a Kerasi.- il maggiore stava camminando velocemente mentre farfugliava frasi che per il diretto interessato non avevano senso.

-Namjoon.- lo chiamò fermandosi e facendolo girare verso di se. -Mi puoi spiegare che sta succedendo? Stavamo camminando verso il Regno della Luce e poi mi sono risvegliato qui. Cosa devo annunciare ai sudditi, chi devo proclamare e soprattutto per cosa?

Il ragazzo in armatura alzò un sopracciglio, ma poi si mise a ridere. -Ci stavo quasi cadendo! Sei diventato bravo a recitare Jeon, diventare padre affinerà il tuo senso dell'umorismo.- gli diede una pacca sul braccio e lo vide immobilizzarsi.

Le parole di Namjoon sembravano risuonare nella sua testa più lentamente di quanto non fossero in realtà. Si guardò la mano sinistra e vide un anello dorato leggermente bombato ma non troppo vistoso. Riportò lo sguardo sul generale e sulla sua espressione allegra ma sincera. Quindi era tutto vero? Nella stanza accanto a quella in cui si era svegliato c'era sua moglie, una principessa, che aspettava un figlio? Un figlio suo?

-Ho capito.- ricominciò Namjoon con un sorriso. -Vuoi giocare per alleggerire la tensione. Allora vediamo: ti chiami Jungkook e sei il principe del nostro regno. Hai sposato l'unica ragazza a cui hai promesso il tuo cuore, la quale adesso è diventata principessa ed è dall'altra parte del castello a prepararsi. Quattro mesi fa avete scoperto che aspettate un bambino e oggi dovrete annunciarlo a tutto il regno come da tradizione, scegliendo un membro dell'esercito che si occuperà di insegnare al bambino a combattere e un'ancella della principessa che, se sarà una bambina, le insegnerà ad essere una dama perfetta.- prese fiato e poggiò entrambe le mani sulle spalle del minore. -Vi è tornata la memoria, Vostra Altezza? Oggi è un giorno felice, persino Yoongi non sta nella pelle di sentire l'annuncio.

Jungkook gli sorrise. Non ricordava affatto di avere delle tradizioni del genere nel proprio regno, questo perché molto probabilmente quello davanti a lui non era il vero Namjoon, ma un Mostro mutaforma inviato da Ametista. Non aveva prove e neanche armi, in ogni caso però non sembravano volergli fare del male, al contrario il loro scopo era palesemente quello di convincerlo a credere nell'illusione che stava vivendo: non avrebbe potuto dimenticare una persona amata, né che stava per avere un bambino. Doveva fingere di capire che stava succedendo, altrimenti sarebbe caduto nella trappola preparata. Si spostò leggermente dal maggiore e ricominciò a camminare.

Il corridoio dalle mura lattee era presidiato dalle guardie del palazzo rigorosamente nella stessa armatura del generale, solo meno elaborata. Il principe non riusciva a non sentirsi a disagio nonostante ci fosse abituato: il sapere che quelli erano tutti spettri incorporei pronti ad attaccarlo al primo passo falso gli faceva gelare il sangue nelle vene. Doveva assolutamente sapere chi fosse la principessa di cui Namjoon aveva parlato e capirne la natura: se si fosse rivelata un altro Mostro allora poteva considerarsi davvero nei guai.

-Guarda lì.- gli sussurrò il maggiore all'orecchio. -Ecco la tua principessa.

Ma Jungkook la stava già guardando: la figura di Veral, fasciata da un abito femminile ma con gli stessi colori del proprio, era a pochi passi da lui e camminava con il volto basso seguendo alcune donne davanti a se, sembrava andare in una direzione completamente diversa rispetto alla sua. Quindi era lei la ragazza a cui apparteneva l'altro anello? Non aveva alcun senso: Veral non era di nobile stirpe, tanto meno una principessa. Forse non era il momento migliore per pensarci, ma in effetti neanche Seyun avrebbe potuto mai andargli in sposa per lo stesso motivo. Il fatto che fosse un Idol non le dava la possibilità di presentarsi come possibile futura regina, in più lei non sembrava così interessata a lui. Ma allora che cosa ci faceva a palazzo quel giorno?

-Vostra Altezza.- lo chiamò una delle guardie davanti alla parete, risvegliandolo dai pensieri che lo assillavano. -Dovete andare, l'esercito e le ancelle sono già sulla terrazza.- proclamò soltanto.

I due annuirono e il ragazzo in armatura si inchinò leggermente al principe e al suo superiore. Namjoon accompagnò Jungkook fuori e gli mise una mano sulla spalla appena prima di andarsene. -Ricorda, tu sei il nostro unico futuro vero re.

Il principe annuì e lo vide sparire dietro la tenda, subito dopo ne uscì Veral con l'aiuto di alcune delle dame alla loro sinistra. La giovane si posò al fianco del ragazzo e i due si guardarono, come a voler accertarsi entrambi della veridicità nell'identità dell'altro. Lui sospirò sollevato ma preoccupato allo stesso tempo: vista la reazione della ragazza aveva capito che era davvero lei però quello voleva dire trovare un modo per uscire da quella situazione illesi entrambi.

-S-sei davvero tu?- chiese lei, ricevendo un gesto affermativo del capo come risposta.

Il principe vide i suoi occhi riempirsi di lacrime e l'istinto gli comandò di prenderle la mano per confortarla, ma appena le proprie dita sfiorarono quelle di Veral una forza incorporea sembrò strapparli via dai loro corpi e i loro occhi cominciarono a chiudersi, i loro respiri si fermarono nello stesso istante e lasciarono quei fantocci sul pavimento piastrellato della terrazza, cadendo in un sonno profondo che li avrebbe fatti andare via esattamente nello stesso modo in cui erano arrivati.

 

Quando Veral aprì gli occhi si ritrovò in una stanza dalle pareti violacee. Si alzò in piedi trovando Jungkook al suo fianco nella stessa situazione. Ricordando l'accaduto per intero arrossì e si girò dall'altro lato, notando un camino acceso e una debole luce che cercava di entrare dalle finestre coperte da delle pesanti tende scure. La ragazza si rese conto che erano state inchiodate ai muri, quindi chiunque abitasse in quella casa doveva odiare la luce, un vero controsenso visto che fuori era attiva la maledizione della luce perpetua. Sempre che si trovassero ancora a Luskin, dopotutto. Guardandosi attorno notò un divano dall'aria comoda, una libreria in legno dipinto di bianco quasi vuota e un mobile scuro con un vaso di fiori poggiato sopra. Aveva già sentito l'odore che emanavano...

-Era tutto un sogno?- domandò Jungkook tenendosi la testa.

-Un'illusione.- lo corresse lei, girandosi verso di lui. -So dove siamo finiti.

-Sei davvero intelligente come dicono.- si aggiunse una terza voce e i due si girarono velocemente. Sulla porta era apparsa la figura dalla pelle grigia e dai capelli vaporosi come una nuvola di Ametista. La sua intera identità ricordava la nebbia e l'unico occhio scoperto dalla capigliatura era completamente nero, lasciando solo spazio alla piccolissima pupilla verde. -Ebbene, miei cari, non sono qui per combattere.

Jungkook però sfoderò la propria spada, ormai tornata al suo fianco. -Come potremo fidarci di te dopo averci separato dai nostri compagni?

-Se avessi voluto farvi del male sareste già morti. Volevo solo che voi rimaneste soli.- riprese dopo essersi seduta. -Vi ho osservati per così tanto...- si morse il labbro inferiore. -Sapevo che la nobiltà d'animo e lo spirito eroico di Vostra Altezza si sarebbe sacrificato per i compagni e conoscevo il coraggio che avrebbe spinto la nostra Prescelta a seguirlo per accertarsi delle sue condizioni.

Veral sorpassò Jungkook e lo costrinse ad abbassare la propria arma. -Perché lo hai coinvolto? Cerchi me e mi hai presa ormai.

-Voglio confidarvi un segreto.- sorrise. -Io non voglio affatto consegnarti, perché dovrei farti distruggere da Opale?- si alzò in piedi. -Ti odio così tanto che non vedo l'ora di vedere il giorno in cui ti rovinerai con le tue stesse mani.- le afferrò il viso, facendole sentire la stoffa dei guanti scuri, sembrava indossarli per nascondere una specie di deformazione. -E ti strapperò quei meravigliosi occhi.- la lasciò andare appena prima il principe potesse fare qualcosa. -Sono felice di aver fatto la vostra conoscenza perché la prossima volta che ci vedremo sarà anche l'ultima.- Jungkook sparì in una nuvola viola ma prima che a Veral potesse toccare la stessa sorte, Ametista si avvicinò al suo orecchio. -La vita vera non è come nelle favole. I principi non si innamorano delle fanciulle del popolo, non rinunciano alla loro vita agiata per una donna, non si fanno mettere i piedi in testa da qualcuno solo perché nei suoi occhi è riflesso il bene più puro o il male più oscuro. Ti confesserò un'altra cosa: io non so qual è stata la vostra illusione mentre dormivate, ma posso assicurarti che si trattava del desiderio più profondo che avete pensando all'altro. Però, mia mortale nemica, non c'è cosa peggiore di conoscere i sentimenti di una persona e non poter farci nulla comunque.

Veral sparì.

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Capitolo 22
*** Soleggiato ***


Soleggiato

 

Quando si svegliarono di nuovo si trovarono in un comodo letto a due piazze coperti da un lenzuolo chiaro e leggero. Intorno i loro amici li guardavano con facce stralunate soprattutto perché erano apparsi in momenti diversi in mezzo al salotto della casa di Seokjin, ancora di sua proprietà.

I due si guardarono. Avevano fatto di nuovo lo stesso sogno, ancora la stessa illusione: quella volta però sembrava quasi che il loro cervello mostrasse una scena in cui sapevano esattamente chi fossero e accettavano senza ribattere. Sembrava molto più di un semplice sogno, anche se era chiaramente il contrario.

-Dove siete stati per tutto questo tempo?- chiese Kerasi. -Perché avete oltrepassato la barriera senza dirci niente? Perché non ci avete aspettato?

Entrambi non dissero nulla.

-C'è una cosa più importante che dovete sapere.- si intromise Seyun. -Quando abbiamo attraversato la nebbia per raggiungervi siamo finiti direttamente a Luskin, ma voi non c'eravate.

-E appena siete spariti l'odore dolciastro se n'è andato con voi.- finì Seokjin per lei. -Significa che Ametista non vuole solo Veral, ma anche Jungkook.

Il principe annuì. -Lo sappiamo.- fece una piccola pausa. -Ce lo ha detto lei, omettendo ovviamente quel che la spinge a farlo.

Gli altri presenti si scambiarono occhiate confuse, ovviamente tranne Hoseok che già sapeva tutto. L'unica cosa che non riusciva a capire era il motivo per cui Jungkook non riuscisse a vedere la verità. Non c'era bisogno di essere il Guardiano per conoscere i propri sentimenti. Percepì lo sguardo dell'interessato posarsi su di lui e capì esattamente che cosa volesse, annuendo piano per non farsi vedere da nessuno. Non poteva dirglielo in quel momento, non era ancora arrivata l'ora di sapere.

Kerasi si sedette al fianco di Veral. -Ora sapete tutto.- ammise. -Tocca a voi adesso dirci che cosa vi è successo.

Jungkook si strinse nelle spalle ma non ci mise molto a rispondere. -Dopo essere svenuti per un po' ci siamo trovati in una stanza buia con un camino.- non voleva dire completamente la verità perché non aveva senso far preoccupare gli altri di un'illusione priva di significato. Sapeva che Hoseok ne fosse venuto a conoscenza grazie ai suoi poteri, ma non aveva motivo di perdere tempo dilungandosi. -Ametista ci ha solo parlato e una volta finito ci ha teletrasportati qui con i suoi poteri.

-È la nebbia.- spiegò Seokjin. -Imbevuta del suo potere illusorio riesce a farle fare quello che vuole. È sempre stato così, fin da quando gli abitanti ne hanno memoria.

-Perciò è questo che li rende ciechi alle sue malefatte.- ipotizzò Yoongi, annuendo alla sua stessa affermazione, ma ricevendo presto un segno di negazione come risposta.

-Se fosse così anche noi ne saremmo vittime. Invece è come se la maggior parte dei cittadini avesse il suo stesso scopo.- si portò una mano al mento e si mostrò serio sull'argomento. -Ma ciò che rende unici i diversi regni va protetto, non si può pensare di voler mischiare le carte in questo modo, separandoci da quel che ci fa sentire speciali.

-Qual è l'interesse di Ametista?- chiese Veral, alzandosi in piedi. -Smeraldo ha detto che tutti loro hanno dei limiti; è forse la privazione di ciò che ci rende speciali a rappresentare il suo?

Jungkook si sedette sul bordo del letto. -Ma se fosse così perché i cittadini la vorrebbero come guida?

Seokjin si sentì osservato e sospirò. -Io non so altro, davvero. Delle voci dicono che non riesce a pensare lucidamente per via della rabbia che si porta dentro, invece altre sostengono che sia un'anima buona ma dannata per via dei suoi occhi.

-In effetti ha detto che avrebbe strappato gli occhi di Veral.- ragionò il principe. -Ma una persona di questo tipo non credo corrisponda alla descrizione di “buona”.

Il maggiore si strinse nelle spalle ma non disse nulla. Si era unito al gruppo perché convinto di essere d'aiuto, ma non sapeva molto sulla creatura misteriosa di Ametista. Sperava solo di poter andarsene in fretta: Seokjin odiava Luskin.

 

Il manico in legno della scopa che stava tenendo Seyun era bucherellato e Veral non osava avvicinarsi per timore uscisse qualche animale disgustoso così avevano deciso di farle spolverare un po' i ripiani della cucina. Le due erano aiutate da Jin, Hoseok e Namjoon, mentre gli altri quattro controllavano che nessuno si avvicinasse alla deliziosa villetta dalle pareti esterne color panna e i tetti a punta leggermente rosati.

Jin non avrebbe voluto farsi aiutare a pulire la casa, ma non sapevano fino a quando sarebbero dovuti rimanere. All'appello mancavano l'ametista, il topazio e il rubino, ma ancora non conosceva quanto tempo avrebbe richiesto la missione, senza contare lo strano individuo che avrebbero dovuto cercare. Quel tipo poi non riusciva proprio a convincerlo, ma decise che quello non era il momento migliore per pensarci.

-Amico, so che non ti fidi.- lo rimbeccò Hoseok con un sorriso. -Ma avrai spazzato questo punto del salotto almeno una decina di volte da quando abbiamo iniziato.

Seokjin gli sorrise ma non fece in tempo a rispondere per via di un rumore fastidioso. Namjoon aveva appena lanciato qualcosa per terra con forza, schiacciandolo poi con un piede. I due si avvicinarono e il maggiore era già pronto per infuriarsi. -Yah, Namjoon-ah! Non è mica casa tua.- lo videro piegarsi sulle ginocchia e raccogliere qualcosa. Aveva frantumato una specie di scatola nera che Jin non aveva mai visto all'interno delle mura di casa sua. Sembrava essere fatta di un materiale resistente e all'interno erano presenti dei sottili strati di rame, una cosa mai vista prima che di sicuro non apparteneva all'antiquato arredamento della villa.

-Abbiamo sentito degli strani rumori.- cominciò Yoongi seccato. -Quindi Jungkook non scherzava quando diceva che rompi tutto quello che tocchi.- scherzò puntando il pollice verso il principe che rise.

Namjoon si lasciò scappare un verso divertito. -Sembrerebbe che il re abbia voglia di scherzare questa mattina.- tornò subito serio quando percepì lo sguardo truce di Kerasi che gli intimava di non perdere tempo. Si schiarì la gola e continuò. -Appena ho toccato questa strana scatola ho sentito che dentro c'era qualcosa.

-Non ti da il permesso di frantumarla sul mio pavimento!- intervenne il maggiore.

Il generale lo guardò male. -Non è solo questo. Non ho mai visto un oggetto del genere, è stato molto difficile romperlo e in più è ricoperto di fili di rame. Ho capito subito che non apparteneva a nessuno qui, per questo ho pensato che fosse una buona idea romperlo per capire almeno cosa ci fosse dentro.

Seyun si abbassò su ciò che rimaneva dell'oggetto e ne raccolse una parte. -Credo di sapere che cos'è.- ammise, attirando così su di se l'attenzione dei presenti. -Questa scatola era un microfono. Certo, uno molto strano e diverso da quelli abituali, ma pur sempre un microfono.

-Perciò qualcuno ci sta spiando.- concluse Blanche. -Ma chi? E soprattutto perché?

-Piuttosto dovremmo chiederci come ha fatto ad arrivare qui o se ce ne siano altre.- ribatté Kerasi incontrando lo sguardo di Seokjin ma distogliendolo subito dopo. -E anche cosa contenesse. Ne è uscito qualcosa, no?

Namjoon annuì e lo videro porgerle un bigliettino. -Non l'ho ancora aperto, ma è la prima cosa che ho notato e così l'ho preso subito. Però perché inserire un messaggio in una scatola che non può essere aperta?

-Così ne avrete la conferma: non ho bisogno di ricorrere a trucchi per conoscere la verità.- Kerasi alzò la testa dalle righe che aveva finito di leggere. -Sembra quasi che abbia risposto alla tua domanda di proposito.

-A questo punto escluderei l'idea di averne diverse.- ragionò Jungkook. -Ametista può materializzare gli oggetti tramite la sua nebbia, ma dubito sia lei la causa.

Anche il Guardiano annuì alle parole del principe. -Ha ragione. Il messaggio parla di essere a conoscenza della verità, ma noi sappiamo già che lei sa chi siamo.- fece una pausa in cui lo videro tutti pensieroso. -Chiunque sia sa del mio potere ed è per questo che non si fa vedere.

-Hoseok.- lo chiamò Veral, silenziosa fino a quel momento. -Per caso sai se in questo continente o nel resto del mondo esplorabile esiste qualcuno con i tuoi stessi poteri?

-Non saprei, non ho mai incontrato nessuno che lo sapesse con certezza quindi non ho neanche mai avuto accesso a questa informazione. Questo significa che non è impossibile, ma neanche certo.- guardò la ragazza negli occhi e come sempre non riuscì a vederci nulla.

Veral ricominciò subito a parlare. -Io so chi è stato.- si girò verso Yoongi. -La persona che la regina Adara ci ha chiesto di cercare: Gerry.

 

Seyun vide Hoseok chiudere la porta della stanza subito dopo essere entrato con Jungkook.

La ragazza chiuse il libro preso da uno scaffale della stanza che Jin aveva prestato a lei, Kerasi e Veral, riponendolo sul comodino appena sotto una lampada ancora impolverata. Non disse nulla e guardò il maggiore dei due sedersi su una delle sedie, mentre il principe se ne stava in piedi appoggiato alla parete.

-Dobbiamo parlare.- cominciò il Guardiano. Seyun annuì. -Jungkook ha cominciato a farsi delle domande: sa più di quello che pensi.

La ragazza alzò un sopracciglio.

-Per quale motivo eri al castello quel giorno? Non di certo per proporti come futura regina di Zamek, quindi perché?- chiese il principe in modo calmo ma determinato, come per indicare di voler una risposta da lei e non da Hoseok.

Seyun guardò il Guardiano annuire e poi poggiò due dita sulla copertina del libro che stava leggendo poco prima. Il principe dovette staccare la schiena dal muro e sbattere più volte le palpebre per accertarsi di non star immaginando tutto: l'oggetto aveva preso a fluttuare e, completamente da solo, si infilò nello scaffale da cui probabilmente proveniva. -È così.- rispose la mora. -Sono l'ultima in questo continente ad usare la magia.- sospirò. -E Topazio lo sa. Ho chiesto a tua madre, la regina di Zamek, di nascondermi nel vostro castello per un po' con la scusa dei concerti. La figura della cantante Seyun è avvolta dal mistero, le persone che mi sentono cantare conoscono bene i sentimenti che trasmetto...

-Non capisco.- la interruppe. -Allora perché sei qui?

-Topazio ha una debolezza, un limite se vogliamo usare le parole di Smeraldo: la lussuria. Eppure come per tutti gli altri è una lama doppio taglio poiché in grado di dargli anche forza. Ricordi Lapislazzuli? Lui acquisiva più potere quando qualcuno provava invidia nei suoi confronti, ma è stata proprio questa la causa della sua sconfitta.- distolse lo sguardo. -Topazio ha una visione distorta del suo limite e desidera solo le ragazze per cui qualcuno è pronto a combattere.

-Quindi la famosissima idol Seyun di Vimana.- concluse il principe per lei.

-Questo tizio non è solo pervertito, ma anche sadico.- aggiunse Hoseok con una risata per smorzare la tensione.

Seyun però non ricambiò l'espressione. -Penso che tu conosca i motivi per la costruzione del muro tra Vellham e Luskin.- vide Jungkook annuire. -Dimenticali.- ordinò. -Sono bugie perché quella barriera è stata eretta quando la tragedia ha avuto inizio e il grande segreto che la avvolge non è altro che la verità: si tratta di un'illusione di Ametista e quel muro di pietra non esiste, non è mai esistito e mai esisterà in futuro.

Hoseok sorrise, ma il principe rimase serio e non si scompose. -E immagino ci sia una ragione dietro al vostro silenzio.

Quella volta fu il Guardiano a rispondere. -Anche se il muro è finto c'è una ragione per cui è stato messo lì ed è anche parecchio buona. Le sei pietre vengono elencate secondo la nascita del regno d'appartenenza e si trovano tutte sotto l'opale: topazio, rubino, ametista, diamante, lapislazzuli e smeraldo.

-E le gemme sono state divise dal muro per indicare quelle più vicine ad Opale. Queste ultime sono più potenti e infatti sono lontane da Tachyta perché non hanno bisogno di protezione, mentre quelle più deboli che abbiamo affrontato in passato si trovano all'interno di regioni confinanti con il Regno del Tempo.- si avvicinò di qualche passo. -Questo non deve scoprirlo nessuno e se il muro viene attraversato da un essere magico come me o Hobi...

-Sparisce.- concluse l'altro.

Jungkook annuì. -Ma come sai queste cose?

Seyun e Hoseok si scambiarono sguardi complici e poi lei rispostò lo sguardo sul proprio interlocutore. -Non sei il primo da cui ho cercato protezione, in effetti c'è un'altra persona in questo gruppo che è a conoscenza dei fatti quanto voi.

Qualcuno bussò alla porta e il Guardiano l'aprì per far entrare Blanche e Yoongi. -Non vorremmo mai interrompere il momento.- cominciò il re. -Ma c'è qualcuno alla porta.

-E non sembra essere amichevole.- aggiunse infine la maggiore tra le ragazze, attirando su di se lo sguardo dei presenti. La giovane dai capelli cremisi indicò il vetro della finestra che dava sull'entrata della villa.

Un uomo completamente solo aspettava che la porta venisse aperta.

 

-Quindi?- chiese Yoongi una volta recuperati i tre al piano superiore. -Chi apre?

Seokjin fece qualche passo verso la porta. -Sono il più grande e il proprietario della casa, per questo andrò io.- guardò Kerasi, ma la reazione della rossa fu solo un'espressione triste mentre distoglieva lo sguardo. Si rigirò verso l'entrata principale e appena girò la maniglia per aprire l'uomo fece capire di non essere umano trasformandosi per pochi secondi in un Mostro, spettro amorfo e incolore.

-Questo è un messaggio da parte della mia padrona.- cominciò ritrasformandosi in umano. Il suo viso era nascosto dal cappuccio di una mantella che toccava terra, il resto dei vestiti erano estremamente logori e sporchi. -Tra tre giorni lei vi verrà a cercare tutti e ci sarà la battaglia da cui una delle due fazioni uscirà sconfitta.- allungò una mano e da li a poco comparì un piccolo barattolo pieno d'acqua. -Se vincerà la mia padrona allora gli occhi della prescelta saranno il suo premio e verranno messi qui dentro.

-E se vinciamo noi?- chiese Jungkook subito dopo aver affiancato Seokjin alla porta.

-È molto semplice.- cominciò con un tono quasi canzonatorio. -Rimarrete vivi.- ci fu abbastanza tempo per gli altri di scambiarsi occhiate confuse. -Ricordate: verrà a prendervi tutti tra tre giorni a partire da ora.- gli abiti caddero a terra e lo spettro sgusciò via verso il cielo sempre sereno.

Il padrone di casa chiuse la porta e ci si appoggiò contro senza dire niente, mentre Jungkook tornava al piano superiore seguito da Blanche e Namjoon.

-Non ha alcun senso.- disse Veral con il volto tra le mani.

-Già, anche io la penso come te.- annuì Seyun, seduta al suo fianco. -È ovvio che se vinciamo rimaniamo vivi.

La castana vide Kerasi sedersi di fronte all'amica. -Non intendevo questo.- spiegò subito dopo. -I miei occhi vedono male, perché dovrebbe volere qualcosa che non funziona? A lungo andare potrebbero anche diventare completamente ciechi, per questo non ha senso.

-Magari semplicemente non lo sa.- ribatté Kerasi stringendosi nelle spalle.

-O forse degli occhi che non vedono sono esattamente quello che le serve.- Seyun attirò l'attenzione di entrambe. -Che c'è? È assolutamente plausibile.

-Smettila di dire certe cose!- la riprese la maggiore. Seyun alzò le mani al cielo come per discolparsi e Kerasi mise una mano sulla spalla di Veral. -Stai tranquilla, noi non le permetteremo di farti del male.

La minore sorrise ad entrambe, ma poi scosse la testa. -Non è che io sia preoccupata per me.- chiarì sotto le occhiate stralunate delle due. -Semplicemente non riesco a capire se fa parte del piano o meno. Se Opale ha bisogno di me, perché dovrebbero consegnarmi senza occhi?

-Io forse potrei avere un'idea.- si intromise Seokjin che fino a quel momento era rimasto sulla porta ad ascoltare. Si sedette anche lui al tavolo e gesticolò leggermente con le mani. -Non so molto su Ametista, ma ricordo che considerava gli occhi delle persone il dono più prezioso, l'unica cosa capace di calmare la sua ira. Si diceva che è dopo aver rubato gli occhi ad una fata che queste ultime si sono rifugiate in un posto diverso, ma Ametista lascia raramente la sua villa e quindi nessuno sa quanti occhi abbia preso.

-È una specie di collezionista?- Seyun alzò un sopracciglio, abbastanza schifata dalla situazione, ma Jin si mise a ridere e si strinse nelle spalle. La mora sembrò pensare un attimo sul da farsi, non del tutto convinta di rendere pubblico il suo punto di vista, ma una volta visto il volto dell'amica dai capelli castani decise di parlare, omettendo alcune certezze che era meglio non divulgare. -La sua ossessione per gli occhi non vi sembra un po' troppo marcata? Tutte le gemme che abbiamo incontrato avevano una debolezza da cui allo stesso tempo ricavavano forza, ma Ametista sembra solo voler colmare un vuoto nella sua anima.- gli altri tre le fecero segno di continuare. -Invidia, superbia, accidia: questi sono i tratti insidiati dentro i nostri nemici sconfitti da uno di noi, le nostre nemesi mostruose che una volta erano umane.

-E non avrebbe senso avere una nemesi che fa il tuo interesse.- terminò Kerasi per lei, comprendendo il discorso della ragazza. -Vista così sembra solo una copertura, ma non dimenticare che Veral potrebbe non essere la nemesi di Ametista.

Seyun alzò le spalle ma non disse niente. Lo sapeva bene che non sempre il destino era come sembrava: sperava di essere la nemesi di Topazio e di poterlo sconfiggere da sola, ma il destino aveva scelto Diamante per lei. Eppure non poteva forzare il tempo, i suoi compagni dovevano scoprire da soli il tratto della gemma che capitanava il Regno della Luce e, in base a quello, il fato avrebbe tirato fuori l'eroe con il compito di sconfiggerla, riportando le fate all'interno della città e la luna in alto nel cielo notturno.

 

-Siamo soli.- proclamò Seokjin chiudendo la porta della cucina. L'orologio aveva da poco battuto l'ora di cena e così lui e Kerasi si erano offerti di cucinare. Per una volta sembravano persone normali in una casa normale, se solo il sole non fosse stato così insistentemente forte si sarebbero persino dimenticati tutti della magia. -È da quando siamo partiti da Vellham che non succede.- emise un verso divertito. -Ma ho una domanda: nell'esercito di Zamek insegnano a cucinare?

Kerasi sorrise e scosse la testa. -Anche se io e Namjoon siamo nati a Ignogan il nostro posto è sempre stato a Zamek al fianco di Jungkook. C'è chi nel tempo libero studiava e chi invece se ne stava nelle cucine per imparare qualcosa di nuovo e interessante. Secondo te chi è che procurava del cibo al principe di nascosto?

-Sei una buona amica.- concluse lui. -Ma non sembri andare troppo d'accordo con Namjoon.

La rossa prese a tagliare alcune verdure su un tagliere in legno passatole dal proprietario della casa. -Mio fratello non rispetta Jungkook come persona, ma solo come un generale verso il proprio principe. Se non fossimo cresciuti insieme avrei anche potuto capirlo, ma le cose non sono sempre state così. Ormai sono circa dieci anni che Namjoon ha allontanato Kookie senza nessun motivo apparente e questo...

-Ti rende triste.- terminò per lei, poggiando una mano sul dorso della lama che teneva stretta.

Kerasi lo guardò negli occhi. -E arrabbiata.- proclamò. -La verità è che per me tutto questo non ha senso e non vorrei mai che succedesse qualcosa alle persone a me più care.

Seokjin avrebbe sicuramente fatto una battuta per smorzare la tensione, ma purtroppo per lui qualcuno bussò alla porta della cucina, spalancandola subito dopo senza aspettare il consenso dei due all'interno.

-Scusate l'irruzione.- sghignazzò. -Ma il nostro principe sta letteralmente morendo di fame.- Hoseok si appoggiò al muro bianco. Il poco cibo che avevano se l'erano procurato grazie a qualche moneta d'oro spesa prima di raggiungere la villa del maggiore e infatti i due cuochi improvvisati dovettero stare molto attenti alle dosi in modo tale che nonostante il numero dei componenti del gruppo tutti potessero mangiare qualcosa. -Volete una mano per fare prima? Io e Veral siamo molto bravi.- Seokjin emise un verso infastidito e il Guardiano rise nuovamente.

Un luogo pacifico in cui sembravano più amici che compagni di viaggio.

Un luogo da cui presto sarebbero stati strappati.

E la cosa peggiore era la consapevolezza.

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Capitolo 23
*** Spiacevoli inganni ***


Spiacevoli inganni

 

Le 72 ore promesse erano ormai passate. Non che Ametista avesse bisogno di chissà quale sforzo per raccogliere tutto il gruppo visto che si trovavano dentro la casa di proprietà di Seokjin, il quale si ritrovò ben presto teletrasportato da una nuvola viola davanti ad un'abitazione simile alla sua ma dai colori scuri e spenti. Al suo fianco quasi tutti i suoi compagni e all'appello mancavano solo Blanche, Hoseok e Namjoon.

Vide che gli altri avevano sguardi disorientati quanto il suo, ma si sentiva comunque in testa visto che conosceva il luogo in cui erano stati teletrasportati: la villa di Ametista alle porte settentrionali della città.

La porta scura si aprì senza che nessuno apparve sull'uscio, ma di tacito -e comune- accordo decisero di entrare senza indugiare oltre. Jungkook si toccò il fianco e sentì la mancanza della propria spada, lo stesso fecero gli altri subito dopo. Anche la minigun di Seyun era sparita, ma la giovane non si scompose e rimase con la testa alta e le mani strette a pugni per tutta la durata della breve camminata per arrivare all'interno.

I mobili parevano essere messi senza un nesso, regnava il caos e la sporcizia. Per quanto potesse sembrare incredibile l'enorme stanza all'ingresso era illuminata solo da misere candele, pensanti tende porpora coprivano le finestre, le scale per il piano di sopra sembravano quelle di un palazzo e le porte per le altre stanze erano state chiuse a chiave. Una parte del piano superiore era lasciata scoperta e dal parapetto in ebano apparve una figura avvolta dal fumo. I capelli increspati somigliavano a una nuvola carica di pioggia, l'abito attillato fino alle caviglie colorato di un macabro grigio e decorato da fumo verso la metà del busto, gli occhi neri e le pupille verdi iniettati di rabbia repressa, il sorriso con i denti bianchissimi che li accoglieva in una delle maniere più agghiaccianti possibili.

-Sono molto felice di vedervi qui.- fece una pausa per fingere di trattenere una risata. -Disarmati.

-Perché i nostri amici non ci sono?- chiese Jungkook facendo un passo avanti. -Che cosa gli hai fatto?

Il sorriso della Gemma si spense. -Tranquillo, stanno bene dove li avete lasciati.- diede loro le spalle. -Ora, se volete seguirmi, vi spiegherò in cosa consisterà la nostra battaglia.

I compagni si scambiarono sguardi complici e decisero nuovamente senza parlare di seguire il nemico e vedere dove quella situazione li avrebbe portati. Non puoi combattere senza le armi, quindi in cosa consisteva la prova di Ametista? Perché aveva dato loro del tempo per prepararsi quando poi aveva deciso di privarli delle loro uniche fonti di attacco?

La stanza in cui la Gemma li aveva portati era molto diversa rispetto al resto della casa: le finestre illuminavano il mobilio colorato di sfumature gialle e ocra, le tende sottili e dal color panna filtravano pigramente i raggi del sole perpetuo. Sembrava una sorta di biblioteca con grosse librerie ricolme di volumi, piccoli oggetti e qualche pianta -probabilmente finta. Qualche metro della parete era di vetro e dall'altra parte era stata messa in mostra una stanza vuota illuminata da una lampada a soffitto.

-Cos'è quella cosa?- chiese Yoongi indicandola.

-Curioso che tu lo abbia chiesto.- la creatura agitò una mano e la stessa nuvola viola che aveva teletrasportato tutti loro avvolse Veral qualche attimo prima che il principe potesse cercare di afferrale la mano, invano. -Non posso permettere che la persona contesa prenda parte al nostro piccolo gioco. In più ho sentito dire che è molto intelligente e non sarebbe giusto avvantaggiarvi.- Kerasi cercò di battere più forte che poteva sul vetro con il proprio stivale senza ottenere risultati. Ametista la guardò e Seyun le intimò di smettere di tentare, trattenendola da un braccio. -Ovviamente è magico. Gli esseri umani sono così sciocchi!

-In cosa consiste il tuo gioco?- chiese la mora, mantenendo un perfetto controllo dei poteri e della calma.

-È molto semplice: si tratta di scoprire il mio nome umano. Tutti gli indizi sono in questa stanza e quando me ne andrò la porta verrà chiusa dalla magia. Non avete un limite di tempo: per voi apparirà del cibo e dell'acqua, da quella parte apparirà un piccolo bagno.- spiegò indicando una parete su cui sarebbe comparsa la porta. -Dovete solo cercare di non far morire la vostra amica. In questo momento voi non potete sentirla, ma lei sente voi. Voi potete vederla, lei non può. Se troverete la risposta allora il vetro magico sparirà, quando morirà invece sarà segnata la mia vittoria.

-Perciò è per questo che lo facciamo adesso? Per Veral?- chiese Yoongi adirato.

-Oh, mio caro.- cominciò la donna. -È sempre stato per lei.

Dopo quelle parole svanì così come era comparsa e, mantenendo la promessa fatta, una porta si fece spazio sulla parete indicata in precedenza.

 

Era passata un'ora e i cinque chiusi nella stanza avevano un libro in mano per ciascuno. Si erano seduti sui divanetti dorati posti attorno ad un piccolo tavolo sopra ad un elegante arazzo con motivi floreali attorno ad un sole stilizzato.

Kerasi chiuse il suo volume e lo rispose sulla superficie di legno chiaro. -È tutto inutile.- cominciò accasciandosi. -Ci ha evidentemente imbrogliato, non c'è nessun indizio qui.

-Forse stiamo sbagliando metodo.- rispose il principe riponendo il libro tra le sue mani nell'apposita mensola. -Dobbiamo ricordarci che Ametista desidera gli occhi di Veral più di qualsiasi altra cosa al mondo. I suoi indizi non devono essere facili da trovare, altrimenti per lei sarebbe una sconfitta sicura.

-Ametista non agisce a caso.- lo seguì Seyun. -Ci ha dato prova di un piano ben dettagliato quando siamo arrivati. Perciò può essere che la porta apparsa non sia solo per il bagno, ma anche per qualcos'altro.- fece qualche passo verso la stanza dall'entrata in legno scuro. Girò il pomello e oltre vide soltanto una normalissima camera piastrellata. -Ci deve essere qualcosa, sicuramente. Non può averci dato la possibilità di avere una porta se non possiamo usare quello che c'è dietro per vincere.

Seokjin bloccò la giovane. -È stata chiara.- affermò. -Tutti gli indizi sono all'interno di questa biblioteca.- sorrise alla ragazza che gli riservò uno sguardo confuso. -Perciò questo vecchio pezzo di legno è compreso.- lo sfiorò con due dita e sulla porta cominciarono a venire incise delle lettere, divenute parole e infine frasi.

 

La prima lettera è ciò che davvero mi ha spinto in tutti questi anni a tenere con me i miei bambini.

La quarta lettera nasce dall'ultima e dalla terza, ma tra le due preferisce quella che le somiglia di meno all'apparenza.

La seconda lettera dipende da te e dal numero a cui stai pensando. Moltiplicalo per dieci, raddoppialo, sottrai il numero dei regni originari e dividilo per se stesso.

L'ultima è ciò da cui tutto ha avuto inizio: una persona singola, un gruppo di persone o una popolazione intera?

Quella di mezzo ti sembra di vederla, ma la verità è che diventa chiara solo con il buio.

 

-Indovinelli.- ammise Jungkook. -Come vi avevo detto sta cercando di renderci le cose più difficili.

La rossa gli poggiò una mano sulla spalla. -Cerchiamo di restare positivi: sappiamo che il nome è composto da cinque lettere.

-Jungkook ha ragione però.- cominciò Seyun. -Non abbiamo modo di sapere queste cose.

Yoongi si alzò dal divano e si piazzò davanti alla scritta sulla porta. -Qui dice che la seconda lettera viene fuori sommando dei numeri. Potremmo provare, ma sembra una fregatura.

-O forse non lo è.- lo riprese Seokjin affiancandolo. -A volte i numeri possono essere scritti in modo da sembrare delle lettere. Il numero cinque, ad esempio, se scritto di fretta può sembrare la lettera S.

Il principe strappò un foglio bianco da una delle ultime pagine di un libro e prese una matita da uno dei ripiani. -Non credo ci siano altri modi.- sospirò con un sorriso. Jin prese a leggere il testo riguardante la seconda lettera mentre Jungkook scriveva velocemente per poi guardare la carta con uno sguardo stralunato.

-Quanti sono i regni originari?- chiese Yoongi con qualche dito alzato, nella speranza che lo aiutassero a tenere il conto. -Nessuno sa il numero esatto.

-Non ha importanza.- lo rimbeccò Jungkook. -Un numero diviso per se stesso da sempre lo stesso risultato: uno.- alzò lo sguardo verso il maggiore del gruppo. -Che, se scritto di fretta, somiglia ad una I.

Yoongi gesticolò con un braccio, mantenendo un sopracciglio alzato. -Andiamo, pensate davvero che sia così facile? Ametista mette in gioco la cosa che vuole di più con un calcolo matematico?

Kerasi sorrise all'irruenza del sovrano di Ignogan, ma subito dopo raggiunse il principe e disegnò cinque cerchi dentro cui al secondo scrisse la lettera U. -Non si trattava dell'aspetto grafico. Ametista sapeva che avremmo pensato a come scrivere il risultato all'interno del nome e ha creduto che ci saremmo arresi a questo. Il numero 1, per quanto somiglia ad una lettera, rimane un numero e la sua iniziale è una U.

Jungkook terminò di scrivere la parola intera dopo la risposta all'indovinello e passò all'ultima: a cosa si riferiva la domanda? Al loro viaggio? Era plausibile: una persona singola, un gruppo di persone o una popolazione intera? C'era una risposta a tutte quelle domande, ma perché Ametista collegherebbe a loro il proprio nome?

-Non si riferisce a noi, vero?- cominciò Seokjin indicando lo stesso indovinello che perseguitava il principe. -Oltre a Veral non c'è niente che collega le tre cose. In più penso che se al nostro posto ci fosse qualcun altro, nessuno saprebbe la risposta.- diede una rapida lettura un'altra volta a tutto. -Credo che tutti gli indovinelli riguardino la sua vita, sia passata che presente.

-Che noi non conosciamo.- puntualizzò il re.

-Ma Ametista ha detto che tutti gli indizi sono dentro la stanza. Forse c'è un libro che contiene le risposte.- rimarcò invece Kerasi. -O magari dobbiamo cercarli in qualche modo in mezzo agli altri volumi.

Seokjin li interruppe. -Proviamo a rifletterci noi.- si sedette e invitò gli altri a fare lo stesso. -Che cosa avete notato di particolare nella figura di Ametista? Tranne la sua ossessione per gli occhi, ovviamente.

Non ottenne nessuna risposta. Loro non conoscevano i nemici che combattevano e fino a quel momento erano andati avanti solo perché sapevano di doverlo fare. Lui, Jungkook e Veral erano gli unici ad averla incontrata prima di quel momento e comunque sapevano così poco su di lei. Ametista era stata l'unica gemma riuscita ad avere la benedizione del popolo dominato promettendo loro un cielo sereno permanente; il suo obiettivo era quello di rendere tutta la popolazione della nazione schiava di un mondo completamente grigio come successo per Tachyta. Quali erano le sue ragioni? Non poteva essere per invidia perché quella sarebbe stata una caratteristica di Lapislazzuli, ma allora che cosa poteva averla spinta a tanto? Convincere i cittadini di un regno opposto al proprio non deve essere un'impresa facile, soprattutto per una creatura malvagia come lei che ha fatto scappare le fate, fonte di vita di Luskin.

-Io una cosa l'ho notata in lei.- Jungkook si toccò il mento con due dita. -I suoi occhi sembrano sempre arrabbiati, anche se si sforza per fare quei sorrisi inquietanti.

-Forse è per questo che ha bisogno di un nuovo paio di occhi.- Kerasi guardò verso Veral che tremò dall'altra parte del vetro e le sussurrò delle scuse.

Jin poggiò i gomiti sulle ginocchia. -La tua idea potrebbe non essere sbagliata.- si alzò di scatto e rilesse ancora. -Ma certo!- batté il pugno sul palmo dell'altra mano. -Ametista era una persona, faceva parte del gruppo responsabile per aver rubato l'opale che a loro volta facevano parte di una popolazione, quella del continente. Il gesto sacrilego non è stato dettato dall'invidia verso il Paese del Tempo, ma dalla rabbia per non essere stati benedetti con la stessa importanza della gemma protettrice di Tachyta.

-Il tratto di Ametista è l'Ira quindi.- ammise Seyun. -Allora l'ultima lettera è una I.

 

Dietro alla parete trasparente non c'era nulla se non una calda luce artificiale. Veral era appoggiata ad uno dei muri, ma non sapeva quale fosse tra i quattro che la circondava. Cercò di mettere a fuoco strizzando leggermente gli occhi: la sua vista era peggiorata ancora. Sbatté le palpebre e decise di tenerle chiuse per un po'. Ogni volta che provava a dormire faceva sempre lo stesso sogno in cui si ritrovava in un palazzo e incinta da quattro mesi; non sapeva se al principe era toccata la stessa sorte, ma si era ritrovata a dormire poco durante quel paio di giorni. Anche per questo sconfiggere Ametista era diventata una priorità. Per quanto lei amasse Jungkook non lo avrebbe condannato ad una vita che non voleva e non poteva negare di aver tirato un sospiro di sollievo quando era rimasto intrappolato sulla barca di Jimin con lei durante la battaglia con Smeraldo.

Un rumore sordo la costrinse ad aprire gli occhi: non veniva da fuori, ma dall'interno della stanza e la ragazza vide subito che un sacchetto di stoffa nero con un cordoncino viola era comparso al suo fianco. Veral lo prese tra le mani e allargò il nastro, portando la propria mano ad estrarne il contenuto freddo e liscio.

Il barattolo che conteneva il sacchetto cadde sul pavimento ma non si ruppe e la castana emise un verso spaventato che nessuno sentì. Tremò leggermente e subito dopo sentì la voce di Kerasi farle delle scuse. Si girò con sguardo interrogativo, ma poi tornò a focalizzarsi sul contenuto raccapricciante del barattolo che si trovava per terra. In mezzo ad un liquido trasparente galleggiavano un paio di occhi che ancora si muovevano.

Sul tappo bianco una scritta con un pennarello nero: “Hemolele – Divinità del Mare di Vellham

Quindi Kaìla, la sirena che aveva voltato le spalle a Jimin anni prima, aveva ragione. Purtroppo non avrebbe potuto fare niente comunque.

-Guardate qui.- sentì dire nuovamente da Kerasi. -Ho trovato un racconto dal titolo sottolineato. Parla di una madre che ha perso i propri figli durante una guerra e quindi decide di aprire un orfanotrofio.

-È una cosa buona, deve essersi sentita molto sola.- rispose Jin. Veral non capì esattamente che cosa disse dopo.

-Credo di aver risolto il primo indovinello.- affermò poi la rossa. -Ametista ha creato i Mostri, loro sono i suoi bambini. Noi sappiamo che è stato per cercare noi e per spaventare gli altri regni, ma lei sembra l'unica a ricordare della sua vita passata, una particolarmente difficile sembrerebbe.

-E quindi vuol dire che il vero motivo è la solitudine?- chiese Yoongi con un tono scettico. -Mi sembra affrettato come discorso...

Jungkook lo interruppe. -Non credo.- fece una piccola pausa. -Ho trovato una storia scritta a penna di una donna nata con una grave malattia agli occhi ma anche con un grande potere. Sembra che fin da piccola fosse stata messa da parte dalle altre persone, ma che dopo aver incontrato un ragazzo di un altro regno ed essersene innamorata, questo riuscì a scacciare l'ira nel suo cuore.

-Quindi?- chiese nuovamente il re. -Era chiaramente la risposta all'indovinello precedente.

-Quindi l'amore è riuscito a colmare il vuoto lasciato dalla solitudine.- rispose Seyun spazientita. -E Kerasi aveva ragione: Ametista ama i suoi Mostri inquietanti come dei figli, ma il vero motivo che l'ha spinta a tenerli con se è perché non vuole stare da sola.

Veral si riconcentrò sul contenuto vivo per metà del barattolo, poi guardò verso l'unica fonte di luce.

Sospirò.

 

-Non possiamo risolvere la quarta lettera senza prima avere la terza.- spiegò Seyun, ricevendo dagli altri un accenno positivo con il capo. Ripeté a voce alta le ultime due righe dell'indovinello accavallando le gambe e sistemandosi una ciocca dietro l'orecchio.

-È un tranello: per definizione non può esserci qualcosa che diventa più chiaro con il buio.- ammise Jin alzando il tono della voce come suo solito, finendo poi per grattarsi la nuca leggermente in imbarazzo. -Oltre alla luce ovviamente.

-Che una persona è in grado di vedere anche senza l'oscurità a renderla più viva.- ribatté Yoongi. -Se ci fosse tra noi qualcuno di Karilin saprebbe la risposta; comincio a pensarla come Jungkook riguardo questa faccenda.

Kerasi scosse la testa. -Ametista viene dal Regno dell'Ombra e questo è già un indizio per noi. Siamo stati in quella città per un po' e le nostre possibilità sono molto più alte di quanto pensi.- il re si strinse nelle spalle e tornò a leggere il proprio libro.

Seyun si portò una mano al mento e si avvicinò alla porta con l'indovinello. Kerasi non aveva torto quando diceva che Ametista proveniva da Karilin, perciò era possibile che fosse proprio in quel luogo la risposta che cercavano. C'era una cosa che aveva notato entrando e uscendo dal Paese dell'Ombra: la nebbia diventava più fitta all'interno, dove la maledizione della notte perpetua incombeva. Però loro erano in grado di vederla, non era frutto di un illusione, erano sicuri di poterla osservare tra le montagne o i vicoli non illuminati della città.

-Seyun, va tutto bene?- chiese la maggiore affiancandola. -Ti è venuto in mente qualcosa?

La mora sorrise e annuì, girandosi verso i tre ragazzi ancora seduti. -Non so quanto possa essere valida la mia ipotesi, ma un elemento ricorrente nella vita di Ametista è la nebbia. A Karilin ne abbiamo vista molta, i suoi poteri si basano su di essa. È la prima parte dell'indovinello a confondermi: perché non dovresti credere di vedere qualcosa se ne sei entrato a contatto? Non è un elemento astratto e anche se non è possibile toccarlo lascia tracce del suo passaggio come l'odore acre e umido.

I presenti rimasero in silenzio per pensare alle sue parole. L'idea di Seyun sembrava corretta a primo impatto ma nonostante questo non riusciva a convincerli. Come aveva detto lei stessa la nebbia era un elemento concreto, senza contare il fatto che può essere presente anche con il sole.

-In realtà non è sbagliato.- Yoongi ci pensò su un momento. -È molto probabile che la risposta si riferisca alla sua nebbia e non a quella della città di Karilin. Jin ha spiegato che è imbevuta di un potere illusorio se non ricordo male e sono abbastanza sicuro che i suoi poteri abbiano creato la sua nebbia e che quindi sia anch'essa un'illusione.

Seyun lo guardò negli occhi. -Se è così la risposta acquista significato: in quanto finzione non può lasciare altri segni della sua esistenza ed ecco spiegato l'odore dolciastro al di fuori della città. Non serviva a nulla se non a depistarci ed è sparito subito dopo la scomparsa di Veral e Jungkook perché Ametista ha pensato saremmo stati concentrati su altro e non ce ne saremmo accorti.

Yoongi annuì. -Anche se sei in grado di vedere un'illusione in realtà non c'è. Nonostante questo però ha fatto in modo che seguisse le leggi della natura e diventasse più nitida con il buio.

Jungkook prese a scrivere la lettera N al terzo spazio disegnato precedentemente da Kerasi. Mancava solo una risposta, poi avrebbero vinto e liberato Veral, sconfiggendo Ametista per sempre. Non avrebbe voluto ammetterlo, ma da quando erano stati vittime della prima illusione che li aveva visti protagonisti faceva sempre lo stesso sogno che si interrompeva nel momento in cui avrebbe dovuto fare l'annuncio ad un regno sconosciuto di un nascituro in arrivo. Guardò verso il muro di vetro e la vide seduta in un angolo con qualcosa tra le mani...

Non fece in tempo a capire cosa fosse perché Yoongi lo affiancò per leggere meglio. -Perciò la quarta lettera è l'insieme tra la I e la N?

-Se le guardo bene si somigliano.- ribatté Seokjin. Ci pensò per un po' e contò le lettere dell'alfabeto. Una volta arrivato alla I divenne più serio e scandì le altre quattro presenti. La situazione stava sfuggendo di mano e la risposta a quell'indovinello sembrava sempre più lontana. -Forse Sunmi? Sembra carino come nome.

Yoongi lo guardò male e lo liquidò con un gesto della mano. -L'indovinello dice che la lettera è vicina a quella che le somiglia di meno all'apparenza: perché la M dovrebbe somigliare più alla I che alla N?- Jin alzò le spalle, ma non disse niente.

-Cosa ne dite della K? Dopotutto la N è composta da tre I posizionate in vari modi e lo stesso vale per la K, più o meno.- ammise Kerasi con tono incerto, guardando Jungkook per cercare manforte. Peccato che lo sguardo del principe fosse rivolto verso la figura apparentemente appisolata di Veral e il foglio tra le sue mani si stava stropicciando per via della presa troppo forte. La maggiore aveva capito subito che c'era qualcosa che il bel futuro sovrano di Zamek non le aveva detto, ma pensava che fosse una cosa da poco che potesse aspettare. Osservando la preoccupazione negli occhi di Jungkook ci ripensò e gli toccò una spalla. -Ci manca solo una lettera, giusto? Possiamo fare una pausa.- gli si sedette a fianco e lo guardò negli occhi. -Una in cui potresti spiegarci cosa c'è che non va.

Yoongi sbatté una mano sul basso tavolo di legno chiaro. -Non siamo qui per confessarci o per parlare dei nostri sentimenti segreti e farci treccine a vicenda. Volete davvero rimanere qui dentro per giorni? Non è un mio problema quindi io me ne vado.

Kerasi aggrottò le sopracciglia, ma Jungkook non le diede il tempo di ribattere. -Yoongi ha ragione. Salviamo Veral ed usciamo di qui.- poggiò il foglio scritto sulla superficie di fronte e la guardò meglio. Alzò lo sguardo sugli altri e incontrò proprio quello del re.

-Sunhi.- bisbigliò il sovrano. -Il suo nome è Sunhi.

 

Il muro di vetro sparì e Veral fu nuovamente in grado di vederli tutti. Kerasi le corse incontro, ma la minore rimase ferma sul pavimento, la schiena appoggiata alla parete di fronte. Tra le mani un barattolo e la castana lo guardava in lacrime con sguardo spaventato.

-Occhi.- disse con un filo di voce. -Occhi che parlano.

Seyun glielo strappò via dalle mani e se lo infilò nella tasca interna della mantella, aiutandola poi a tirarsi su mentre Kerasi cercava di asciugarle le lacrime.

-Ametista non può essere Sunhi.- ammise Yoongi in tono nervoso. -Smeraldo ha detto che era una persona nata 23 anni fa e scomparsa pochi anni dopo. Questa Gemma invece è qui da secoli e chissà quanti anni ha.

Seokjin distese i palmi delle mani. -Che ti importa, è solo uno stupido nome! Scappiamo da questo posto prima che torni.- cercò di aprire la porta, ma appena sentì la maniglia girarsi i Mostri fecero irruzione spalancandola e spingendo il ragazzo a terra.

Dietro di loro Ametista camminava per entrare con espressione trionfante. Scoppiò in una fragorosa risata inquietante e subito dopo li guardò uno ad uno con la stessa sicurezza di qualcuno che sa di avere la vittoria in pugno. -Forza: urlate, disperatevi e contorcetevi di dolore. Vi trovate al cospetto della Gemma dell'Ira e delle illusioni, forgiata da una goccia di oscurità caduta tra la magia. Il mio vero nome è Sunhi e voi lo avete appena scoperto, vi faccio i miei complimenti poiché nessuno prima c'era riuscito. Gli stolti che hanno tentanto sono diventati tutti miei bambini obbedienti e io mi sono presa gli occhi della persona contesa.

-Perciò le fate non sono mai andate via.- ragionò Jin adirato. -Le hai trasformate nei tuoi mostri!

-È così che chiamate i miei adorabili piccoli?- alzò un sopracciglio. Sospirò, rigettando all'interno del proprio corpo la rabbia che la contraddistingueva. -Questa è la punizione che spetta a chiunque fallisca. Erano talmente stremate che quando hanno visto la loro amica morta me l'hanno consegnata arrendendosi.- fece una piccola pausa. -Comunque, nonostante i miei complimenti, ci tengo a ricordarvi i termini dell'accordo: se avreste scoperto il mio nome il vetro avrebbe lasciato libera la vostra amica. Non ho mai detto che l'avrei lasciata andare io però.

Ametista allungò una mano verso di lei, ma non ne uscì niente. Separò leggermente le labbra e non ebbe il tempo di capire cosa stesse succedendo perché in un attimo si trasformò in una gemma violacea dalla forma ovale. I Mostri al suo fianco si dissolsero, sparendo per sempre come se non fossero mai esistiti.

I sei compagni si guardarono a vicenda quando un rumore di passi prese a farsi sempre più vicino.

Un essere che non avevano mai visto prima si stava avvicinando a loro velocemente. Sul volto portava una maschera che copriva completamente anche la testa. Il suo corpo era stato avvolto da una tuta scura di un materiale elastico sconosciuto, i piedi coperti da lunghi stivali di ferro. Non c'era una singola parte scoperta. A partire dalla testa e terminando alle caviglie era completamente adornato di cavi di rame rivestiti con tubi di gomma di diverso colore che collegavano le varie parti del suo intero corpo. L'individuo si piegò sul pavimento per raccogliere l'ametista. Una volta alzatosi la tirò in direzione di Jungkook che la prese al volo.

-Non preoccupatevi per lei, sarebbe successo comunque da lì a poco.- dichiarò. -Una volta che un umano scopre il nome di una Gemma è questo quello che succede. Sapere il nome di qualcuno da potere.

-Ma allora perché il suo gioco consiste proprio in questo? Non ha alcun senso.- ammise Yoongi. Seokjin lo fermò con una mano sulla spalla.

-Chi sei e perché ci hai aiutato?- chiese Jungkook. Sentì la mano di Veral stringersi attorno al suo braccio e le riservò un'occhiataccia confusa.

-Come dicevo sapere il nome di qualcuno conferisce un potere straordinario sugli altri.- rivelò nuovamente l'intruso. -Ma potete chiamarmi Gerry.

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Capitolo 24
*** Cecità ***


Cecità

 

Con uno schiocco delle dita si ritrovarono tutti all'esterno dell'edificio. Quel bizzarro individuo li aveva avvertiti di chiudere gli occhi perché il tipo di teletrasporto utilizzato sarebbe potuto essere fatale. Non tutti capirono bene che cosa intendesse visto che erano stati spostati nello stesso modo da Ametista, ma obbedirono. C'era solo una cosa che non andava: perché non percepivano più l'intensità della luce del sole che le tende facevano filtrare?

Yoongi sbirciò da un occhio solo ma fu presto costretto ad aprire anche l'altro perché il cielo notturno si era sostituito a quello perennemente illuminato. La luna era tornata a splendere e quindi l'incantesimo di Ametista che aveva privato gli abitanti di Luskin della notte era stato spezzato.

-Vorrei che guardaste i fiori degli alberi davanti a cui vi ho portato.- alzò la voce Gerry, portandoli così tutti ad aprire gli occhi. Le gemme sugli alberi si schiusero grazie ai raggi lunari, accompagnati dallo scintillio violaceo della magia di Ametista. Tra i petali ormai distesi si fecero spazio delle creature alte più o meno come un pollice abbigliate con abiti freschi e colorati, munite di ali leggere e dritte e adorabili orecchie a punta. -La Città del Sole è ormai libera dalla maledizione del giorno perpetuo e le fate stanno tornando. Ma Karilin non sarà dello stesso avviso: è Topazio la Gemma ad averli privati del sole, perciò dovrete sconfiggere prima lui per riportare alla normalità il vostro continente.

-Perché lo stai facendo?- chiese Jungkook palesemente confuso. -Noi non ti conosciamo e non abbiamo niente da offrirti. Oltre ad averci salvati ci stai anche fornendo molte informazioni.

Gerry si tolse la maschera, rivelando un volto scarno ma umano con lunghi capelli scuri. Sorrise. -Ti stai sottovalutando, principe Jungkook.- lo raggiunse e lo guardò negli occhi. -Sono qui per proporvi un accordo.- Yoongi emise un verso divertito, ma questo non fermò la misteriosa figura bizzarra a continuare. -Non chiedo molto, dopotutto sono stato io a volervi aiutare di mia spontanea volontà e per questo non voglio chiedere qualcosa di impossibile.

-Soldi, gioielli? È questo che vuoi?- chiese nuovamente il principe, mantenendo un sopracciglio alzato in segno di spaesamento.

L'altro si mise a ridere. -I miei poteri mi permettono molto più di quello che voi possiate darmi in termini di ricchezze, vostra altezza.- indicò con un dito fasciato dalla tuta ricoperta di cavi prima Kerasi, poi Seyun e infine Veral. La maggiore si auto-indicò, mentre la mora si toccò il mento con la mano, tastando con l'altra la presenza del barattolo contenente gli occhi che avevano causato tanto sconforto nella mente della minore e si sbigottì quando si rese conto che non c'era più. -Chiedo una ciocca di capelli da ciascuna di loro. E ovviamente anche questo.- aprì il palmo della mano e comparve quel che a Seyun era stato sottratto. -Sono gli occhi della Divinità del Mare di Vellham, Hemolele. Quello che tutti sottovalutano è che sono vivi e che hanno conservato i poteri della padrona, il cui corpo è stato distrutto. Quello che la sirena che avete incontrato e ucciso ha visto è la verità: ad Hemolele sono stati strappati gli occhi ed è stata costretta a guardarsi mentre la distruggevano.

-Non metto in dubbio questa tua storia magnifica.- lo interruppe il re. -Ma a che ti serve una cosa così disgustosa?

Gerry si accigliò. -Perché tu cosa te ne fai invece?- Yoongi si ammutolì e distolse lo sguardo senza sapere bene che cosa dire. -Ogni persona ha il proprio nome e la propria identità. Ho i miei motivi per fare questa richiesta, come ho avuto i miei motivi per salvarvi.- si avvicinò alle tre ragazze e mostrò loro un dito. -Vi assicuro che non sentirete alcun male.- ammise. Jungkook diede il suo consenso con un cenno positivo del capo. -Oh, c'è un regalo che vorrei farvi, ma purtroppo so che c'è chi farebbe qualsiasi cosa per farlo al mio posto, qualcuno che aspetta questo momento fin dal principio. Vi darò una dritta però: non fate l'errore di avere pietà.- ripose la maschera sul viso scarno e si allontanò. -Non temete, risponderò alle vostre domande la prossima volta.- sparì nella notte che aveva portato e da quel momento ai sei tornò in mente il motivo principale del loro viaggio.

 

Il camino della casa di Seokjin era stato acceso e aveva riunito tutti i presenti. Jungkook prese la mano di Veral e vi poggiò sul palmo l'ametista, la guardò negli occhi e le sorrise. -Questa penso appartenga a te.

La gemma si illuminò e tra loro e il fuoco scoppiettante apparve la proiezione scolorita di una figura dall'aspetto terrificante. La pelle era grigia, le palpebre erano state chiuse con un filo nero e spesso, sui palmi delle mani era visibile il paio d'occhi che era stato costretto all'oscurità eterna. La giovane donna davanti a loro fece un sorriso imbarazzato nel non sentire nessun commento anche se l'avevano dinanzi a se. -Il mio nome è Sunhi, grazie per avermi liberato.- ammise. -Avendolo fatto senza usare la violenza avrò diritto a più tempo e potrò raccontarvi una storia.

Veral rizzò la testa. -Prima c'è una cosa che vorrei sapere.- la figura annuì con il capo. -Perché hai maledetto anche il principe Jungkook?

Ametista si avvicinò ai due e rivolse loro un sorriso triste. -Oh tesoro, permettimi di andare contro alle tue parole. Io non ho maledetto proprio nessuno e i vostri sogni sono collegati perché voi lo siete in primo luogo, sicuramente più di quanto io abbia sperato per me stessa.

La stanza cadde nel silenzio più assordante che potessero mai sentire. Veral ebbe paura che qualcuno potesse persino udire il battito del suo cuore. In realtà non era sicura che anche lui continuasse a fare lo stesso sogno come succedeva a lei e infatti sentiva di non volersi riferire a quello. Le interessava il motivo per il quale, per la prima volta, qualcuno mostrava interesse per entrambi. Forse si stava solo illudendo, ma le era sembrato che si stessero avvicinando molto più di quanto potessero aver fatto in precedenza e il merito era stato di un nemico.

Ancora non comprendeva quello che l'aveva spinta a tanto.

-Come potete vedere io sono cieca.- sorrise di nuovo. -Sono nata con i bulbi oculari vuoti e per questo da bambina mia madre mi cucì le palpebre per costringermi a non aprirle. Il giorno dopo, al mio risveglio, le mani divennero più grandi e pesanti e quando i miei genitori le guardarono videro che sui palmi erano comparsi un paio d'occhi.- li portò davanti al volto anche se sapeva di non poterli osservare sul serio. -Non che servissero a molto, all'inizio faceva male toccare qualsiasi cosa. Con il tempo cominciarono a fare la loro comparsa delle strane immagini che ritraevano il mio passato e il mio futuro e capì che era quello il loro potere. Passarono gli anni e fui messa ai margini della società per via del mio aspetto. Avevo sviluppato una rabbia profonda per i miei genitori, per i miei coetanei e per tutta la città di Karilin. Una notte scappai a Ziràn facendomi guidare dagli occhi magici e incontrai la prima persona in grado di farmi sentire viva: Nimuel. Voi lo avete conosciuto con il nome di Smeraldo, ma Nimuel era una persona completamente diversa da lui. Nonostante fosse privo della parola dalla nascita io mi innamorai subito, forse perché era sempre al mio fianco o forse perché grazie agli occhi sui miei palmi riuscivo a scorgerne il viso perfetto.- si fermò per un momento e la sua espressione si fece più triste mentre tutti i presenti pendevano dalle sue labbra. -Dopo avergli confessato il mio segreto lui mi portò da delle persone che mi avvisarono della loro imminente partenza per un viaggio lungo e pericoloso. Volevano essere aiutati dal mio potere e io acconsentii per fare colpo su Nimuel che però era innamorato di Alina, Diamante; quando nel mio futuro lo vidi abbandonarmi per lei il mio cuore si riempì d'ira, di nuovo. Desiderai di vederlo distrutto per sempre e così i miei poteri sparirono, questo ci condusse alla rovina ovviamente, ma conoscete il resto della storia.

-Mi dispiace molto.- Veral abbassò lo sguardo. -Non hai fatto niente di così malvagio per meritarti di diventare Ametista.

La figura sorrise e la carnagione grigiastra prese un leggero colorito rosato. -Non disperare per me, dopotutto un mostro rimane un mostro.

Blanche guardò verso Hoseok. -Ecco perché la fortezza di Smeraldo era sotto il tuo incantesimo, era una specie di rivincita?

Ametista scosse la testa. -Non è stata colpa mia. Quella di Nimuel era una punizione per essersi servito della magia per scopi egoisti; in questo modo avrebbe per sempre ricordato la donna a cui aveva voltato le spalle.

-Per questo è stato così facile.- attirò l'attenzione Yoongi. -Smeraldo voleva morire, lo desiderava ardentemente. Ma proprio per questo aveva bisogno che fossimo noi a finirlo.

Hoseok gli rifilò una gomitata leggera. -E tu che pensavi di essere un eroe! Ti eri montato la testa, eh?

-Io sono l'unica Gemma ad aver conservato i miei ricordi da umana.- ricominciò la sua storia. -Ma questo è stato possibile solo grazie alla magia che già scorreva dentro di me. Con il tempo cominciai ad odiare questo mondo, cominciai ad odiare questo regno che stava alle regole di un mostro che non faceva altro che promettere di togliere a tutti quel che li rendeva speciali. Ogni individuo è unico e irripetibile, non possiamo togliere anche questo. Abbiamo già perso le tradizioni e la magia, non possiamo rubare la dignità della gente.- spostò il viso verso destra e sorrise in modo malinconico. -Il mio odio per il mondo mi ha ardentemente fatto desiderare di tornare cieca. Il mio compito era quello di portare la prescelta al cospetto di Opale, ma quando scoprii che Veral non riusciva a vedere bene non volevo altro che sostituire i suoi occhi con i miei. Mi dispiace molto per i problemi che vi ho causato, io davvero non sapevo che il mio stesso gioco avrebbe segnato la mia fine. Forse i palmi delle mie mani che contengono i miei unici occhi mi hanno fatto vedere anche questo, inconsciamente.

Ametista accarezzò la guancia della prescelta bagnata dalle lacrime con il dorso della propria mano. A nessuno fu chiaro come potesse sapere dove si trovava Veral ma non fiatarono.

-Sai dirci qualcosa sulla Sunhi della profezia?- chiese Blanche con un sorriso. -Dopotutto ha il tuo stesso nome.

Scosse la testa. -Nessuno di noi conosce la sua vera identità, solo Topazio e Opale sanno chi è. Ma posso assicurarvi che Sunhi è un nome molto antico che deriva dalla mia epoca, quindi se la proprietaria è viva deve essere una giovane ragazza di Zamek poiché deriva dalle passate lingue di Ziràn e di Ignogan. Il Regno dei Regni si trova in mezzo quindi sono quasi sicura che si trovi lì.

Jungkook si portò una mano al mento. -Mia madre adora questo nome. Può essere che lei sappia qualcosa a riguardo...

-Di certo non è una coincidenza.- ammise Ametista. -Ma penso che farete prima a chiedere a Topazio. Meglio non coinvolgere chi ci è più caro.- sospirò rumorosamente. -Credo di dover andare adesso. Vi ringrazio ancora infinitamente per avermi liberato.- sparì con un sorriso caldo in una forte luce bianca.

Nel bagliore si sentì qualcuno piangere in modo disperato.

Forse Sunhi era stata mandata in un posto diverso da quello che gli altri speravano.

Oppure, molto più semplicemente, dall'inferno si lamentavano di non averle mostrato l'affetto che meritava.

 

Ziràn, la prossima meta, distava un po' meno di due giorni di cammino da Luskin ed era quello il principale motivo per il quale il gruppo numeroso di eroi si era svegliato alla prima alba ed era uscito fuori dal Regno della Luce. Quello della Terra era per lo più montuoso ma, come per Karlin, la capitale era in una vasta valle protetta ulteriormente dalla foresta circolare appena sotto gli alti monti. La regione era cosparsa di boschi e selve, Namjoon poteva scorgere da lontano le fronde degli alberi illuminati dai raggi del sole.

Il viaggio non era stato troppo complesso o faticoso ma il tramonto arrivò prima di quanto potessero sperare e la notte in territorio della Terra avrebbe portato i lupi, animali più o meno comuni al confine e la loro posizione di certo non aiutava. Decisero di accamparsi e riprendere il viaggio il giorno seguente, dividendosi per cercare legna secca per il fuoco. Non sarebbe dovuto essere difficile dopotutto.

-È da un po' che non ci capita di stare da soli.- cominciò Jungkook con un sorriso sincero. -Avevo bisogno di parlarti.

Veral si girò per guardarlo qualche secondo e poggiò una parte di un ramo spezzato tra le braccia del principe. -Sono qui, vi ascolto.- gli diede le spalle e ricominciò a cercare mentre lui la seguiva.

-Ieri hai chiesto ad Ametista perché mi avesse coinvolto.- fece una pausa breve per prendere fiato. -Ma non ti ho mai detto del mio sogno ricorrente.

La ragazza non sapeva se avesse il permesso di parlare o meno, sembrava quasi che volesse discolparsi e che non vedesse l'ora di farlo. -Non mi riferivo a quello.- ripose un altro ramo con gli altri. -Come avete detto voi, io non lo sapevo.

Jungkook deglutì a fatica.

-Ametista è stata ferita da Smeraldo. Il fatto che voglia vederci insieme più di quanto lo vogliamo noi è triste.- continuò dandogli le spalle. -Ma voi ne siete a conoscenza: i miei sentimenti per voi sono sinceri ma senza alcuna pretesa. Vi amo per il gusto di amare, in modo differente dalle altre fanciulle che potranno mai invaghirsi di voi. Non sono innamorata del principe di Zamek divenuto leggenda per il valore delle sue azioni, ma dell'animo impacciato e gentile sotto quella maschera di regalità.

Un rumore leggero di legna caduta si fece spazio tra la radura al di fuori della foresta. Nessuno gli aveva mai riservato quelle parole, voleva correre ed abbracciarla, stringerla a se e non lasciarla andare mai. Ma una mano sulla spalla lo fermò e quando si girò vide il volto cupo di Hoseok, Yoongi poco lontano. Veral avanzò da sola e il principe si girò di malavoglia, dandole le spalle, seguendo i due uomini nella direzione opposta.

-Cosa c'è di così importante?- chiese con tonto scocciato.

-Hobi deve dirci una cosa.- cominciò il re. -E deve farlo da un po' di tempo, quindi chiudi la bocca e ascolta, ragazzino.

Jungkook incrociò le braccia e vide il Guardiano chiudere gli occhi lentamente, come se quello che stava per dire fosse davvero di vitale importanza ma anche triste e difficile da pronunciare. -Sentite.- cominciò con un sospiro. -C'è una cosa fondamentale che voi non sapete.- li guardò negli occhi entrambi per un poco. -Ho voluto che foste voi i primi a saperlo perché vi reputo i più pacati del gruppo e se devo essere onesto non so come reagirebbero Seokjin e Kerasi.

-Jung Hoseok.- lo chiamò Yoongi assottigliando lo sguardo. -Parla.

-Namjoon è un imbroglione.- strinse i pugni e girò lo sguardo dall'altra parte. -Ha fatto il doppio gioco per tutto il tempo: estraeva le informazioni dei nostri spostamenti e le passava ai Jawahrat mentre dormivamo. Il suo scopo è quello di portare Veral fino a Vimana e di consegnarla a Topazio.

Il respiro del re si fece più pesante. -Tsk! Lo avevo detto che quell'idiota era un generale poco fedele.- cercò di spingere Jungkook, ma il ragazzo rimase fermo. -E tu come diavolo hai fatto a non accorgerti di niente? Namjoon non era il tuo punto di riferimento o qualcosa del genere?

Il principe rimase in silenzio. Ripensò a tutte quelle volte in cui Namjoon aveva provato a fargli cambiare idea, tutte le volte che aveva provato a farlo tornare a palazzo, ripensò a Smeraldo che lo aveva riconosciuto e alla sua insistenza nel voler essere il leader della missione. All'improvviso ricordò l'accordo fatto con lui: Namjoon non era mai stato innamorato di Veral, quella era solo una copertura per un piano molto più grande e oscuro. Yoongi aveva ragione, come aveva potuto essere così cieco? Lui ammirava Namjoon, per lui era un modello da imitare, una ragione per andare avanti. Ma quella persona che aveva voltato le spalle a lui e al popolo che giurò di servire per tutta la vita non era il generale, non era l'amico che Jungkook aveva considerato importante fin dal primo giorno.

-Mi auguro che tu abbia avuto una ragione per tenerlo nascosto fino ad ora, Hobi.- lo rimproverò il maggiore.

Il Guardiano annuì. -Anche se non sembra così, Namjoon l'ha fatto per proteggere qualcuno, qualcuno che ama più di quanto lui potrà mai chiedere. Non si tratta di un'amore carnale, sembra quasi un sentimento...- si bloccò per un attimo. -...Innocente. Chi sia la ragione del suo tradimento i miei poteri non mi consentono di vederlo, ma sono convinto che sia qualcuno di molto importante per lui, qualcuno per cui è pronto a rischiare la vita.

-Non mi interessa se quell'idiota è innamorato.- ammise il biondo. -Potrebbe anche aver salvato il mondo ma non può permettersi di infiltrarsi qui come spia e volere anche il ruolo di leader.

Jungkook gli poggiò una mano sulla spalla, nonostante fosse più piccolo era notevolmente più alto di lui. -Sono d'accordo con te, ma dobbiamo mantenere la calma. Io mi fidavo di Namjoon, scoprire di sbagliarmi è un duro colpo anche per me.

Il re si scostò. -Voi restate qui.

-Yoongi, non puoi affrontarlo da solo!- provò Hoseok senza ottenere risultati. Il re si era allontanato e gli altri due erano rimasti da soli.

Il Guardiano si scusò con Jungkook per non averlo fatto presente prima, ma l'altro gli rispose con un sorriso triste di non preoccuparsi. Solo in un secondo momento si rese conto di essere davvero una persona buona e che il suo amico più fidato se ne era approfittato da tempo senza che lui si accorgesse di nulla.

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Capitolo 25
*** Andandosene via ***


Andandosene via

 

Yoongi si appoggiò al tronco di un albero poco lontano da dove Namjoon cercava di raccogliere qualche frutto maturo. Doveva mantenere la calma, comportarsi da duro e non lasciarsi trasportare delle emozioni. Namjoon rimaneva il generale delle guardie di Zamek, forte e preparato più di qualsiasi altro soldato.

-So che sei lì, Yoongi.- cominciò il biondo di spalle. -Perché mi osservi?

L'altro non rispose subito. -Per lo stesso motivo per cui tu ci hai traditi tutti quanti.- si staccò e fece qualche passo verso di lui. -Semplice curiosità.

Il generale emise un verso leggermente divertito. -Ma di che parli? Devi aver sbattuto la testa.

Il sovrano di Ignogan si precipitò con passo svelto dal minore e lo prese dal collo del farsetto stropicciato che l'uomo indossava da sempre sotto alla semplice armatura pratica che, al momento, se ne stava sul prato al fianco di alcuni compagni di viaggio. -Pensi che siamo degli stupidi, non è vero?

-Io non so di che parli.- scandì Namjoon, liberandosi con facilità e dandogli le spalle.

-Negare l'evidenza non mi farà cambiare idea.- spiegò, facendo trasparire una punta di delusione nelle sue parole. -Il Guardiano ci ha detto tutto.

Yoongi lo vide venire percorso da un brivido, fermandosi nel mezzo di un passo. Sospirò e si girò verso di lui, ridendo per una manciata di secondi in modo quasi isterico, per poi fingere di asciugarsi una lacrima. -È divertente.- pronunciò. -Siamo amici da anni ma ancora non conoscevo questo lato di te.

Il maggiore, sul punto di una crisi di nervi, lo raggiunse un'altra volta e gli si piazzò davanti. -Namjoon.- lo chiamò, stentoreo. -Ora basta.- scosse la testa. -Comportati da generale e conserva quel briciolo di dignità rimasta.

L'altro girò il viso leggermente dalla parte opposta e sorrise un'ultima volta. -Guardiano, re, principe.- pronunciò con tono canzonatorio. -Generale.- continuò. -Qui tutti abbiamo dei titoli.

-Ognuno di noi ha un ruolo.- rispose l'altro. -Responsabilità verso le persone che ci circondano, ma prima di tutto verso noi stessi. L'ho imparato proprio in questa missione, un concetto che all'inizio pensavo fosse chiaro per gli altri tranne che a me.

Il minore si allontanò ancora. -Quindi se non faccio quello che gli altri si aspettano da me questo farebbe di me una cattiva persona, giusto?- domandò senza aspettare la risposta. -Ma se ti do una ragione, allora?- continuò. -A chi darai ascolto, al Generale o al Guardiano? A quale carica, a quale titolo?

A quel punto Yoongi non si scompose più. -Mi dispiace, Namjoon.- disse in tono malinconico. -Sapevo che nascondevi qualcosa fin dall'inizio dato il tuo comportamento sospetto, ma non avrei mai immaginato che avresti fatto la spia in questo modo per...- per un attimo non seppe cosa dire. -Per qualcosa che non vale la pena nemmeno di essere confessata.

Il re vide il generale sul punto di dire qualcosa per ribattere, ma dei passi regolari e sicuri si fecero sempre più vicini, facendo così comparire davanti ai loro occhi la figura di Kerasi con qualche ramo asciutto tra le braccia. I due uomini rimasero in silenzio fino a che la ragazza non li raggiunse con un sorriso sulle labbra secche dal fresco vento che aleggiava. Dopotutto il Regno dell'Aria era poco più sud di loro. -Va tutto bene?- chiese, accigliata visibilmente. -Avete certe facce.

Prima che Yoongi potesse rispondere Namjoon avanzò verso la sorella e le mise una mano sulla testa, riservandole un sorriso gentile. Subito dopo l'abbracciò dolcemente, poggiandole un delicato bacio sulla fronte, mentre le accarezzava mellifluamente i capelli. Dopo essersi allontanato quasi subito la guardò negli occhi confusi e si sporse verso il suo orecchio. -Kerasi, sei sempre stata la mia luce e la mia gioia. Ho promesso di proteggerti sempre in ogni caso e voglio che tu sappia che continuerò a farlo.- si allontanò sotto gli sguardi interrogativi dei due e sparì tra la vegetazione.

In quel momento il Re capì che il Generale non sarebbe più tornato.

 

La notte era calata definitivamente e Hoseok aveva il compito di spiegare il motivo per il quale Namjoon non si fosse unito a loro -e non solo per quella cena improvvisata.

Kerasi aveva intuito che qualcosa non andasse: aveva da sempre notato che suo fratello maggiore si comportava in modo strano e, soprattutto negli ultimi tempi, l'atteggiamento freddo e distaccato era diventato più insopportabile.

Quando Hoseok diede la notizia però, la giovane soldatessa, non disse una parola e si limitò a sorridere a sua volta cercando di trattenere le lacrime. Era stata talmente concentrata su Jungkook che aveva perso di vista suo fratello, l'unica parte della famiglia che le aveva mostrato affetto. Seyun abbracciò Veral quando sentì della copertura del, ormai, ex generale, dimostrando verso l'amica la propria parte più protettiva, giurando che gli avrebbe sparato in fronte se solo avesse avuto il coraggio di farsi vedere un'altra volta.

-Forse siamo stati brutali con lui.- aggiunse Hoseok subito dopo. -Namjoon aveva una valida ragione per comportarsi in quel modo, una con cui purtroppo non posso interferire. Sembra che avesse un debito verso Opale.- il Guardiano puntò gli occhi su Jungkook che però non disse nulla e addentò una mela, cercando di fare meno rumore possibile.

Blanche scosse la testa. -Non so se è il caso.- cominciò. -Ma posso dire con certezza che per rischiare la sua carica così importante, in gioco ci deve essere qualcosa che non può davvero permettersi di perdere.- puntò il proprio sguardo su Kerasi. -Forse è solo una mia sensazione, però personalmente sento che non potrà mai esserci nessun legame come quello tra fratelli. Quando Laila è stata ferita sentivo che avrei fatto di tutto pur di poterla di nuovo vedere in salute.

-Cosa stai cercando di dire?- chiese Seokjin, stringendo la mano della giovane soldatessa.

L'altra si strinse nelle spalle. -Solo che dovremmo tenere sott'occhio Kerasi. Ho trascorso abbastanza tempo con voi per comprendere che Namjoon non metterebbe in questione la sua importanza per qualcosa di futile.- guardò nuovamente l'interessata. -Avere un minimo di considerazione in più per Kerasi dopotutto non dovrebbe essere così difficile.

-Posso cavarmela da sola, sono stata addestrata per questo.- si intromise. -Siamo qui per frantumare Opale, giusto?- chiese gesticolando appena. -Io ero quella più vicina a mio fratello eppure non mi sono mai accorta di niente per via del mio lavoro come guardia del corpo. Non merito la protezione di qualcuno che avrei il compito di tenere al sicuro a mia volta.

Blanche scosse la testa. -Non fraintendermi.- si grattò la guancia. -Non ho detto che dobbiamo mettere da parte la missione principale del nostro viaggio, solo che dovremo cercare di tenerti lontana dai guai.- fece una piccola pausa. -Per sicurezza, ecco.

-Sono d'accordo.- sorrise Veral. -Anzi, propongo di dividerci in due gruppi una volta entrati in città. Ora che non ci sono più i Mostri avranno aumentato il numero di Jawahrat nella zona e sicuramente Namjoon avrà già detto che siamo rimasti in otto, perciò non ci fermeranno se viaggiamo in quattro.

Yoongi annuì. -Sì sono d'accordo.- guardò verso il principe. -Comunque io e Jungkook capitaneremo i due gruppi, perciò dovremmo procurarci una mappa e segnare un percorso specifico per arrivare al castello di Rubino.

-La leggenda narra che sia protetto dal labirinto del Minotauro, una delle creature che ha voltato le spalle ad entrambe le fazioni.- spiegò Blanche. -Sembrerebbe anche più aggressivo del Basilisco di Tachyta; molti guerrieri hanno perso la vita, inghiottiti dai rampicanti che circondano i percorsi.

Hoseok sembrò pensieroso. -Ziràn è la città che ha opposto più resistenza dopo Ignogan. Ho saputo da alcuni Jawahrat che Rubino ha eliminato gli ultimi sovrani del regno mangiandoli vivi.

Veral venne percorsa da un brivido e trattenne un conato di disgusto. Solo il pensiero di vedere un simile mostro divorare carne umana le faceva rizzare i capelli.

-Non sappiamo ancora quali saranno i suoi assi nella manica.- spiegò Yoongi coricandosi sull'erba fredda e leggermente bagnata. -Ma a giudicare dalle altre Gemme che abbiamo sconfitto direi che uno dei suoi poteri sarà il fuoco.- Seyun alzò gli occhi al cielo ma non disse niente, mentre Seokjin rideva nell'assistere alla scena.

Mentre il gruppo cercava di dormire come meglio poteva sul terreno scomodo, Veral si avvicinò a Jungkook, l'unico rimasto ancora seduto contro il tronco di un albero. Nonostante quel suo gesto così insolito non disse niente e si limitò poco dopo a poggiare la testa sulla sua spalla. Lui allora le rivolse uno sguardo confuso.

-Cosa c'è?- chiese allora la castana. -Vorreste che i miei occhi fossero scuri come i vostri, che portassi una katana alla cintura e che mi chiamassi Krach di cognome?- gli sorrise e si tirò su.

Il principe arrossì e girò la testa. -N-no, certo che no.

Veral emise un verso divertito ma prese nuovamente le distanze, sedendosi leggermente più lontano. -Mi dispiace per quello che è successo con Namjoon.- confessò sincera, ammirando le stelle del cielo notturno. -E so che voi vi sentite molto in colpa per l'accaduto; anche Kerasi è dello stesso avviso.- Jungkook la guardò nuovamente, quella volta più a lungo di quanto avrebbe voluto. -So che lui era molto importante per entrambi.

-Non riuscirò mai a perdonarmi per aver messo in pericolo tutti. La mia ammirazione per lui mi ha reso cieco.- agitò le braccia in preda alla rabbia. -Come potrò diventare Re se continuo a fare scelte sbagliate?

Quella volta fu Veral a fissare i propri occhi sulla figura statuaria del giovane. Per un attimo ebbe l'istinto di toccarlo, ma ricacciò il pensiero e ricordò la differenza tra i loro ruoli. Solo dopo un attimo silenzioso la ragazza distolse lo sguardo e diede la propria risposta. -Fidarsi non è una scelta sbagliata. Pensateci bene: quando avete cominciato questo viaggio non sapevate niente della magia, ne ignoravate persino l'esistenza. Quando è arrivato Yoongi vi siete fidato di lui e lo avete seguito fin qui, dico bene?- il principe annuì. -E lo rimpiangete?- ottenne un cenno negativo del capo. Veral sorrise. -Ammettiamolo, il nostro Re di Ignogan non è il miglior persuasore del continente.- Jungkook rise un po' e la ragazza si ritrovò soddisfatta di se stessa. -Cosa vi ha spinto a fidarvi?

Il moro non indugiò. -Sembrava davvero disperato. Sotto l'aria da duro ho percepito un senso di bisogno che non avevo mai sentito in nessuno, una tristezza senza eguali.

Veral si appoggiò nuovamente al ragazzo. -Vediamo..umh...avete percepito la stessa disperazione di Lapislazzuli? O di Smeraldo? Di Ametista, forse?- Jungkook rimase in silenzio e sentì la minore sorridergli sulla spalla. -Siete una persona buona, ma non sciocca. Sapete distinguere il bene dal male, qualità insostituibile in un sovrano.

-Ti sbagli.- sussurrò.

-Mi sbaglierò se voi lo vorrete.- rispose di getto. -Ma siete proprio sicuro che sia la scelta giusta?

Jungkook non disse più nulla.

 

L'ingresso di Ziràn, come da copione, si trovava alle porte di una vastissima valle tra la catena montuosa che proteggeva il regno, primo sulla mappa e di conseguenza il più esposto. Nonostante fosse la città più a nord non riuscivano a sentire il freddo pungente che avrebbe dovuto contraddistinguerla, probabilmente per via della secolare presenza di Rubino, creatura legata ad Ignogan, Regno del Fuoco.

Taehyung, l'inventore incontrato sul battello Moku, proveniva dalla stessa Ziràn ma alle domande sul posto rispondeva con frasi molto vaghe. Sapevano che era di origine benestante, ma in effetti nessuno si era mai spiegato come mai una famiglia potente fosse rimasta in piedi facilmente per tutto quel tempo.

Seokjin dal fondo del gruppo si trovò in testa, fermo e palesemente in imbarazzo. Si grattò la guancia in modo indeciso e guardò a destra e a sinistra. Poi si fermò con lo sguardo dritto davanti a se, mettendo le mani sui fianchi. A quel punto si girò verso Yoongi, appena dietro di lui. -Prima di avanzare.- cominciò con le sopracciglia abbassate. -Potrei sapere di preciso dove dobbiamo cercare questa mappa?

L'altro, dal canto suo, si strinse nelle spalle e alzò a mezz'aria entrambe le braccia. -Non sono mai stato qui, di certo non te lo so dire.

-Quindi avete intenzione di andare alla cieca fino a che non troveremo qualcuno disposto a vendercene una?- chiese nuovamente il maggiore del gruppo. Si sbilanciò leggermente da un lato e vide Veral poco lontano. -Hai un piano migliore, vero?

La ragazzina avrebbe anche risposto, ma una figura alle spalle di Jin fece comparire sul suo volto una sguardo confuso. Lo sconosciuto poggiò una mano sul braccio del giovane che per poco non trasalì. Una volta ricompostosi ne notò l'aspetto minuto: portava i capelli lunghi sulle spalle scoperte in un abito leggero che a stento avrebbe riparato dal vento, la pelle caramellata e le labbra strette e colorate di rosso. Poteva avere più o meno la stessa età di Veral e riservava loro un sorriso gentile.

-Siete voi gli stranieri che viaggiano per liberarci da Rubino?- domandò con aria allegra.

-Emh...- rimuginò Seokjin. -No?- cercò di liquidarla con una risposta incerta, ma subito Hoseok si mise in mezzo.

La giovane emise una risata sommessa. -Mio fratello mi aveva avvisato che avreste reagito in questo modo.

Il Guardiano le scrutò le iridi scure e poi si girò verso il resto del gruppo con un cenno positivo del capo. -È la sorella minore di Taehyung.

-Mi chiamo Kim Dalisay, mio fratello mi ha spedito una lettera in cui implorava di farvi da guida una volta arrivati.- strizzò un occhio e mostrò il foglio di carta ripiegato. -Sapete, è stato molto semplice! Tutte queste persone che viaggiano insieme non passano inosservate.- il suo sguardo sembrò malinconico. -In realtà nessuno visita Ziràn da molti anni.

Jin si portò una mano al mento e alzò un sopracciglio. -Dici sul serio? Non era una delle città con più visitatori?

Dalisay gli sorrise in modo meno euforico, ma cercò in tutti i modi di non sembrare triste davanti a quella manciata di sconosciuti. -Venite, vi mostro la città.- proclamò prima di girarsi e dare loro le spalle.

-Possiamo fidarci?- chiese Yoongi nell'orecchio di Hoseok, ricevendo un cenno positivo con il capo. -Come facciamo con il nostro piano?

Il Guardiano scosse la testa e si sporse leggermente verso l'amico. -Vediamo che cosa ha da dirci prima, glielo dobbiamo. Taehyung ci ha dato una mano valida per attraversare il Muro e lei ci ha aspettato per giorni.- il re annuì ed insieme si incamminarono per seguirla.

La città non era come avevano sempre pensato che fosse. Il palazzo, ormai occupato per anni da Rubino, era situato all'estremo est della valle e protetto nel centro del labirinto del Minotauro. Eppure, oltre a quella parte nobile del paese decorata con piante e fiori delicati, il resto era stato raso al suolo. Dalisay spiegò loro che tutti i cittadini avevano provato per secoli a piantare nuovamente qualsiasi tipo di forma di vita tipica della regione, ma i risultati erano stati molto scarsi e che quel che era morto non rinasceva più. Con stupore, dalle parole della giovane, capirono che non era solo colpa di Rubino, ma anche della creatura vitale della stessa Ziràn. Un mago, uno straniero, una notte apparve al Minotauro e gli donò tre tipi di poteri: il primo gli conferiva la possibilità di creare, il secondo quella di cambiare e il terzo, il peggiore di tutti, quello di distruggere. In anni e anni di stabilità, quell'uomo misterioso aveva portato un cambiamento.

-Come sapete tutte queste cose?- chiese Seokjin, incredulo nell'ascoltare le parole della loro giovanissima guida.

Lei lo guardò con i suoi occhi scuri e penetranti, leggermente affusolati ma grandi abbastanza per specchiarvisi all'interno. -Ce lo ha detto il mago, ovviamente.- fece una pausa per girarsi e riprendere la camminata spedita. -Non si presentò, disse che conoscere il suo nome sarebbe stato un potere troppo grande per il nostro popolo. Il suo viso mascherato apparve tra le nuvole dei nostri cieli e ci comunicò il suo messaggio, chiedendoci di stare lontano da quella zona della città.- si fermò ancora e diede un piccolo bacio ad una margherita spuntata tra il terreno ormai arido. -Da quel giorno le cose hanno cominciato a cambiare e Rubino non è rimasta contenta di questo. Così qualsiasi cosa prova nuovamente a nascere...- la sua voce risultò quasi spezzata. -...viene subito sterminata dal suo martello.

Jungkook e Yoongi si guardarono. Non avevano alcun dubbio sull'identità dello straniero di cui parlava Dalisay: Gerry era stato lì.

 

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Capitolo 26
*** Senza vita ***


Senza vita

 

L'abitazione di Dalisay era molto più vicina al castello di quanto credessero e questo spinse il gruppo ad implorarla di non portarceli. Fu allora che la guida comprese la loro idea di dividersi e, nonostante non fosse troppo convinta della cosa, non protestò e li condusse in quella che doveva essere una delle piazze centrali di Ziràn, ormai ridotta a qualche piccolo emporio e albero secco.

-La città si indebolisce.- disse. -E di conseguenza anche la nostra voglia di combattere.

Veral si guardò intorno e si sentì pervasa da un pesante senso d'angoscia. Seyun le fece un sorriso preoccupato a cui rispose con un cenno, mentre Kerasi e Blanche camminavano più avanti. Quella piazza doveva essere un autentico gioiello del paese prima dell'arrivo di Rubino, una delle Gemme più potenti. Senza contare il Minotauro, la creatura custode della regione che aveva voltato le spalle al continente. Eppure c'era qualcosa che non capiva: perché proteggeva colei che aveva reso la sua terra un posto privo di vita? Per un attimo l'attraversò il pensiero che forse non era Rubino a voler proteggere, ma lo scacciò via subito dopo.

-Qui troverete la vostra mappa.- ricominciò Dalisay guardando Yoongi. -Se il vostro piano è quello di formare due gruppi allora credo che la mia presenza sarà solo di peso.

Jungkook le rivolse un sorriso gentile. -Ti siamo infinitamente grati per quello che fai per noi e proprio per questo non potremmo mai metterti in una condizione di pericolo.

La minore annuì. -Mio fratello mi aveva detto che siete delle persone gentili.- alzò lo sguardo verso il cielo. -Vorrei solo che tornasse a casa.

Veral le poggiò una mano sulla spalla. -Non preoccuparti, sono sicura che vi vedrete presto.

A quelle parole la giovane sorrise e spiegò loro che nel Labirinto il tempo scorreva in modo diverso e che quindi sarebbe tornata in quella stessa piazza tutti i giorni e avrebbe lasciato una pietra -aggiunse che avrebbe preferito un fiore, ma che non sarebbe stato il massimo strapparne uno vista la situazione. La videro allontanarsi subito dopo averla salutata e rimasero a guardarla fino a che non svoltò l'angolo di un vicolo.

A quel punto Jungkok si girò nuovamente verso i compagni e indicò in modo molto discreto un piccolo negozio munito di ombrellone da spiaggia aperto dai colori sgargianti e appoggiato al muro in modo che non cadesse. Il proprietario se ne stava fermo affacciato al bancone con le braccia conserte, ma contro ogni probabilità non guardava il numeroso gruppo indeciso sul da farsi, ma gli altri piccoli punti vendita ancora in piedi, probabilmente i pochi viandanti avevano creato una sorta di rivalità anche se nessuno riusciva a dirlo con certezza dato che ognuno offriva servizi molto diversi e si poteva quasi ammettere un monopolio concreto. Quella piazza e tutto il resto della città stava perendo, possibile che il massimo a cui potessero pensare si basava solo sulla competizione?

Yoongi e Seyun si avvicinarono sotto ordine del principe e nonostante fossero ancora lontani dal bancone il proprietario alzò le mani verso il cielo e rivolse loro un grosso sorriso. -Salve, stranieri!- cominciò con voce allegra, Yoongi giurò di poterci notare un pizzico di falsità tipica dei mercanti ma rimase in silenzio. -Io sono Upang Maglakbay, della grandissima discendenza di mercanti Maglakbay. Il mio emporio è il migliore per quanto riguarda i turisti, sapete?

Seyun gli rivolse uno sguardo leggermente irritato dalla parlantina fin troppo allegra. -Stiamo cercando due mappe.

-Mmmh...- fece lui non troppo convinto, passandosi due dita intorno alla bocca. -Dove sareste diretti?

Yoongi si sporse verso di lui, appoggiandosi al banco in legno scuro. -Perché lo chiedi? Una mappa è una mappa.

-Una di tutta la città è molto complessa da reperire e voi ne avete chieste addirittura due. Mi sembrate brava gente quindi spero abbiate di che pagare.- ribatté disegnando dei piccoli cerchi sulla superficie scura con le dita. -Potrebbero arrivare anche a dieci monete d'argento.

-È davvero moltissimo per due fogli di carta con un po' di inchiostro sopra.- disse la giovane senza scomporsi. -Ma le prendiamo.

L'uomo rimase a bocca aperta. Era contento per aver fatto un affare, se solo lo avesse saputo ne avrebbe chieste venti! Eppure quei due non gliela contavano giusta, nessuno sano di mente avrebbe speso l'equivalente di cinque monete d'oro per due mappe quando in una delle piazze vicine c'era un cartellone affisso. Non fece domande e con espressione confusa si recò nel retro-bottega.

-Sei consapevole del fatto che siamo appena stati truffati?- chiese Yoongi senza preavviso. La mora lo guardò dall'alto in basso ma non rispose e tornò a fissare la tenda scura che li divideva da Upang. -I soldi non sono di certo un problema ma Jungkook mi ucciderà quando lo scoprirà.

-Non dirmi che hai paura di un ragazzino più piccolo di te.- Seyun si ritrasse leggermente. -Semplicemente ridicolo.

Il re alzò un sopracciglio ed emise un verso divertito. -Ma sentila! Sei letteralmente diventata famosa per nasconderti; credi che le tue gesta abbiano senso?

-Bella prova.- ammise con un sorriso furbo. -Vorrei solo ricordarti che sei tu quello che si è rivolto a degli stranieri per salvare il tuo popolo. E che è stata Kerasi ad uccidere quella che doveva essere la tua nemesi.

Yoongi non si scompose. -Tu invece hai eliminato Diamante, a chi credi che toccherà l'onore di eliminare il tuo vecchio amico Topazio?

-Questa guerra è tutta sbagliata.- ammise completamente seria. -Non hai notato che qualcosa non va in questa situazione? L'unico avvenimento sensato è che questa città, un tempo la più rigogliosa, sia stata ridotta alle ceneri da Rubino.- sospirò in modo stravolto. -Sembra che qualcuno si sia divertito a mischiare le carte.

Il biondo si toccò il mento in modo pensieroso. -In realtà se ci penso per ora ognuno di noi aveva un collegamento concreto con la Gemma eliminata. Prendi me ad esempio: venivo considerato un inetto dal mio popolo, niente riusciva ad interessarmi e se sono cambiato lo devo solo alla scomparsa di mio padre. Perdendo una persona così cara mi sono reso conto dei miei errori e ho cercato di rimediare; per Smeraldo era la stessa cosa più o meno.

-Ma non è così che funziona una nemesi.- spiegò. -Lei diventa forte quando tu ti indebolisci ed è per questo che una delle due soccombe. Eppure il colpo di grazia è sempre stato inflitto da qualcuno che in battaglia non lo ha stremato.

-Come se una forza esterna decidesse al posto nostro.- ricevette un cenno positivo del capo come risposta, ma poi decise di continuare con un discorso diverso. -Come ti trovi con gli altri?

Quel quesito provocò interesse nella testa della mora perché si fermò a guardare gli occhi scuri del maggiore. -Kerasi è tosta, abbiamo tanto in comune. Veral va protetta, è la priorità della missione, giusto?- il tono utilizzato non era molto convinto.

-Lo vedo che sei affezionata ad entrambe, sai? Dopotutto sono stato io a portarti qui.

Seyun abbassò lo sguardo. -A proposito, lo hai davvero fatto solo perché avevi bisogno della mia magia?

A quelle parole Yoongi ghignò. -Doveva esserci un'altra ragione?

-No.- rispose secca, poi rimase in silenzio e smise di ascoltare le parole del giovane al suo fianco. Non che si aspettava una risposta diversa, in realtà. Al contrario di quello che spesso insinuavano le sue compagne lei non provava nessun interesse per il re di Ignogan ed era abbastanza sicura che lui fosse dello stesso avviso. Pensandoci meglio Seyun si accorse di non essersi mai innamorata veramente, ma riguardando verso le altre due al centro della piazza si rese conto che per loro era stato facile. Per un instante si chiese il motivo, ma poi venne distratta dalla voce irritante del bottegaio, tornato finalmente con il loro ordine.

 

Jungkook prese in mano una mappa e lasciò l'altra a Yoongi. Si sentiva stranamente osservato e si meravigliò quando, guardandosi attorno, notò che i vari proprietari degli altri negozi stavano prestando loro attenzione. Non riuscì a capire come avessero potuto farsi scappare quell'ingombrante dettaglio e ne studiò silenziosamente le posizioni, rendendosi conto che ogni singolo emporio sopravvissuto aveva la più completa vista dell'intera piazza.

-Kookie, c'è qualcosa che non va?- chiese Kerasi in tono gentile toccandogli una spalla per ridestarlo. Lui scosse la testa, ma continuò a ragionare sulla situazione. Cosa aveva attirato l'attenzione dei bottegai? Il principe ne scelse uno: si trattava di una ragazza giovane e a giudicare dalla grande insegna dipinta doveva vendere gioielli. Aguzzò la vista e notò che non guardavano loro, non direttamente almeno. La loro attenzione era dedicata alle mappe che avevano comprato e le seguivano con gli occhi, mentre Yoongi faceva ondeggiare la sua a destra e a sinistra nell'attesa.

-Credo che dovremmo andarcene via.- mormorò. -E anche abbastanza in fretta.

Avrebbe volentieri aggiunto altro, ma all'improvviso tutti i commercianti uscirono da dietro al bancone. Chi scavalcava, chi saltava, ognuno di loro tranne quello che li aveva serviti prese a circondarli. Jungkook li contò: sei. Guardò verso l'alto, quel numero l'avrebbe portato alla rovina, ne era sicuro.

-Che cosa facciamo adesso?- fece Jin in panico guardando verso Hoseok. -Non voglio farmi mangiare la faccia da questi specie di zombie!

L'agitazione nel cuore del principe aumentò a dismisura. Quelle persone non reagivano in modo razionale, sembravano quasi controllate da qualcuno, ma l'unica Gemma in grado di usare l'ipnosi era Ametista, sconfitta qualche giorno prima. Eppure Seokjin non aveva torto, avevano sul serio l'aspetto di chi non è conscio delle proprie azioni. Perché desideravano le mappe, a cosa gli servivano?

-Jungkook, cosa dobbiamo fare?- gridò Kerasi, mentre Blanche tirava fuori i propri coltelli e nascondeva Veral dietro la schiena.

Il ragazzo fece un respiro profondo. -Non feriteli, sono comunque umani. Vogliono le mappe, perciò conviene dividerci subito e scappare verso la nostra destinazione.- li guardò annuire, omettendo il nome del luogo di proposito. -Il gruppo che arriverà prima lascerà un segno del proprio passaggio e farà da esca, mentre l'altro entra all'interno.

Jungkook e Yoongi riuscirono subito a disfarsi dei bottegai e presero due vicoli opposti. Nel frattempo Kerasi corse verso il proprio protetto, seguita da Seyun che in tutti i modi cercava di tendere la mano a Veral, mentre la giovane tentava di liberarsi della gioielliera che il principe aveva tenuto d'occhio. Blanche la notò e tornò indietro, la prese per un braccio e sferrò un pugno contro un altro negoziante.

Quello cadde a terra e la rossa gli passò sopra. -Va tutto bene?- le chiese mentre la ragazza guardava Jungkook aiutare Seokjin a scappare.

-C-credo di sì.- continuarono a correre dietro Yoongi ed Hoseok.

Ziràn non le era piaciuta per niente. Oltre a tantissime strade tutte uguali non c'era molto e le persone che li vedevano scappare sembravano troppo occupate per curarsi di loro. La castana si fermò e costrinse Blanche a fare lo stesso; lei la guardò con occhi confusi poi la vide allontanarsi verso una bancarella di frutta, il cui ragazzo dall'altro lato ronfava e le persone intorno non l'avevano neanche notata. Prese una mela e un foglio con una scritta fatta da un pennarello nero e lo ripiegò velocemente in modo da farlo sembrare una mappa. Lo gettò sul pavimento spoglio e ci posizionò sopra il frutto rossastro.

-Che stai facendo? Corriamo prima che ci raggiungano!- la incitò la maggiore.

Veral si avvicinò con sguardo compiaciuto. -Stai a guardare.- i tre bottegai privi di coscienza fecero capolino da dietro un muro spesso e si fermarono a guardarle. Uno di loro stava addirittura sbavando, ma la minore non si fece condizionare. -Rinunciamo alla mappa. È vostra ora.

Si udirono dei mugugni vittoriosi mentre raccoglievano il foglio ripiegato, tenendo in mano la mela che lo copriva. A quel punto il ragazzo della bancarella si svegliò. Blanche prese Veral per la vita e saltò all'indietro per finire sul tetto piatto di un'abitazione, fuggendo verso la direzione assegnata. -Sei un vero genio.- le sussurrò, lasciando che le guance della ragazzina diventassero leggermente rosate.

Quello che doveva essere un dipendente del proprietario della bancarella di frutta si accorse che uno dei tre aveva in mano un articolo che avrebbe dovuto fruttargli qualche moneta e chiamò a raccolta tutti i presenti. Strillò qualcosa sul grave errore di rubare ad uno come lui, poi divenne impossibile sentire o vedere qualcosa per le due fuggitive perché ormai troppo lontane.

 

-Grazie per avermi salvato, amico.- Seokjin, stremato, si gettò sul suolo rossastro e roccioso, affannato per la corsa forsennata appena fatta. Finalmente avevano seminato quella specie di gruppo di mostri. Il ragazzo non poté fare a meno di chiedersi se non fossero dei veri cerca-guai, ma non ebbe il coraggio di domandarlo. Anche se il principe si era dimostrato molto disponibile e umile nei confronti di tutti, lui non poteva abbassare tutte le barriere tra loro, oltre al fatto che Jungkook lo aveva cacciato fuori dai guai diverse volte e insultare lui e tutti gli altri non sarebbe stata una mossa molto intelligente.

-La tua arma?- chiese il minore con il fiato corto. -Ho come l'impressione che quelle trovate nello scantinato di Runard potrebbero averli attirati ancora di più. Dopotutto sono speciali.

Kerasi, l'unica che sembrava non aver bisogno di riprendersi, batté il pugno sul palmo della mano aperta. -Ma certo, ecco perché Seyun era in difficoltà!

La ragazza annuì. -Ed è lo stesso motivo per il quale tre di quegli zombie hanno preso subito ad inseguire Yoongi.

-Vero, lui aveva sia una mappa che un'arma speciale.- ragionò Jin. -Però perché le volevano? Che cosa se ne fanno?

Jungkook non era abbastanza convinto di quella situazione, sentiva che qualcosa non andava come avrebbe dovuto. Quelle persone erano semplici umani, ne era sicuro, eppure li avevano attaccati e si comportavano come fossero bestie. Non avevano né parlato né cercato un tipo di approccio amichevole. Riguardò la sua mappa. Sembrava solo un semplice foglio di carta con delle macchie di inchiostro unite in modo da formare un oggetto utile, non di certo un qualcosa per cui uccidere o perseguitare. Chiese a Seokjin di guardare la propria arma e il ragazzo gli passò un cilindro dalle dimensioni di un palmo, il principe ne toccò la cima e l'impugnatura cominciò ad allungarsi, la lama della falce uscì e si fissò automaticamente.

Pensandoci non aveva mai visto armi di quel tipo. La loro tecnologia era persino superiore a quella di Vellham, la Città dell'Acqua, la più all'avanguardia di tutte, seguita solo da Zamek. Il ragazzo ricordò che anche la lancia di Yoongi aveva la stessa possibilità ed era per quello che erano riusciti a viaggiare in modo tranquillo un po' ovunque. Guardò verso Seyun: ormai conosceva il suo segreto di dominatrice dell'aria, ma comunque quell'arma non sarebbe dovuta essere destinata a lei. Perché aveva da vendere una mingun senza proiettili di ricambio? Non ricordava di averne visti da nessuna parte.

La ragazza in questione la tirò fuori dal suo mantello. Per fortuna da lì sotto sembrava solo avere una sorta di zaino per le provviste come tutti i normali viaggiatori, se qualcuno le avesse tolto il cappuccio che portava avrebbe sicuramente visto le canne da sparo. -Comincio a pensare che queste armi non siano mai state di Runard.- fece la ragazza, sedendosi a gambe incrociate. Jungkook si stupì, sembrava quasi che gli avesse letto nel pensiero. -Perché tenere sotto chiave solo tre armi? Perché non nasconderci soldi o qualcosa di più?- prese fiato. -Guarda caso proprio tre di noi ne avevano bisogno.

E, guarda caso, quella inutilizzabile è stata trovata dall'unica persona in grado di farla funzionare” ragionò il principe, decidendo di tenerlo per se.

Il suo pensiero andò subito a Veral. Non sarebbe stata capace di maneggiare una spada o un'arma da fuoco, avrebbe rischiato di farsi male e non sembrava in vena di imparare a combattere. Tutta quella situazione l'aveva vista al centro di una battaglia la cui causa per lei era rimasta sconosciuta. Ripensandoci aveva scoperto dell'esistenza dei Jawahrat proprio da Namjoon, l'unico che aveva insistito per farlo rinunciare alla missione.

Seokjin gli poggiò una mano sulla spalla. -Veral è al sicuro.- ammise convinto. -Ma se vuoi tenerla lontana dal pericolo dobbiamo muoverci a riprendere il cammino o arriveranno prima di noi.

Jungkook annuì con un sorriso non troppo convinto; nonostante il suo scetticismo si alzò in piedi.

 

Il gruppo di Yoongi era quasi arrivato a destinazione grazie alla strategia di Veral che aveva fatto perdere le loro tracce. Nonostante quella fortuna si ritrovarono costretti a fermarsi ancora.

Dalisay aveva spiegato loro che il Labirinto era come protetto dal quartiere più ricco della città, l'unico ormai con delle case abbastanza decenti da non rischiare il crollo. Anche per quel motivo pensarono che forse non era stato troppo strano trovare dei Jawahrat in ricognizione; non era una pattuglia comune come quelle già incontrate e la loro divisa bianca li faceva risaltare alla grande, al contrario la solita era scura, a tratti coperta da pesanti componenti di armatura lucida.

-Tsk, la squadra di ricognizione.- cominciò Blanche. -Viene chiamata quando qualcuno di sospetto si aggira attorno ad un posto non autorizzato come questo. Karilin ne era piena, poi però hanno semplicemente smesso di chiamarli.

-Non ci è mai capitato di vederli perché c'era Namjoon con noi, ma adesso è chiaro che siano qui.- Yoongi annuì alle sue stesse parole. -Non mi aspettavo di certo un accogliente benvenuto. Dopotutto questa è la guerra.

Veral si sporse leggermente e osservò i movimenti di quegli strani uomini dal volto coperto. Erano schematici, non sembravano cercare qualcosa di specifico in un posto assegnato come aveva detto Blanche, al contrario, alla giovane pareva solo che volessero sbarrare il passaggio! Si tirò indietro e si rivolse al resto del gruppo. -Non possiamo rimanere qui. Non voglio che il gruppo di Jungkook debba fare da esca.- gli altri tre la guardarono con espressioni stralunate; che cosa significavano quelle parole? La minore lo notò e portò le mani davanti al volto in segno di negazione. -Intendo dire che non riuscirebbero a tenere sotto controllo Kerasi e allo stesso tempo difendersi dal Minotauro.- si grattò la guancia e abbassò la voce. -Da quello che ci ha detto Dalisay sembra molto pericoloso...

La maggiore annuì e fece scattare un coltello dalla tasca della cintura. -Veral ha ragione. Kerasi va tenuta al sicuro almeno fino a che non riusciremo a capire che succede. Dovremmo seminarli comunque, non abbiamo tempo per combatterli, senza contare che sono molti più di noi.

-Hai un piano?- chiese Hoseok alla castana, ma lei scosse la testa all'istante.

-Non potrei elaborarne uno neanche volendo perché non conosco questo posto.- si portò due mani al mento. -Potremo distrarli ma è un'intera pattuglia e qualcuno sicuramente ci noterà.

Yoongi sbuffò. -Okay, ho capito. L'unica cosa da fare è correre il più veloce possibile.- si girò verso Blanche. -Tu e Veral potete passare da un tetto all'altro, ma io e Hobi non siamo abbastanza agili per essere sicuri di non venire notati, perciò cercheremo di seminarli dal basso.

-Che succede se invece ci prendono?- domandò il Guardiano, visibilmente in preda all'ansia.

Il re non si scompose. -Ci penseremo strada facendo.

Blanche raccomandò a Veral di tenersi stretta e con un balzo arrivò sul tetto dell'entrata di un'abitazione, più piccolo e stretto rispetto al resto. -Ci vediamo dall'altra parte.

Yoongi e Hoseok si scambiarono un gesto d'intesa e il maggiore tastò l'interno della giacca per constatare la presenza della sua lancia. Subito dopo i due uscirono allo scoperto, notati dalla squadra di ricognizione che cominciò a lanciare piccole bombe fumogene sui due che, prontamente, cercavano di schivarle quanto bastasse per continuare a vederci qualcosa. Uno di loro, probabilmente il più mingherlino del gruppo, si piazzò davanti a Yoongi. Il re non poté fare a meno di notare la somiglianza e ciò lo fece adirare. Gli diede una gomitata sul fianco, per fortuna quei tizi non erano corazzati e la loro tuta era molto sottile. Mentre continuava a correre borbottava qualcosa sul fatto di non essere così scoordinato come quel tizio e poi si rifugiò in un vicolo scuro.

Hoseok al contrario si era fermato. Si era ripromesso di non guardarli negli occhi, di non lasciarsi distrarre dalle loro vite e di pensare solo a salvarsi la pelle. Eppure non aveva resistito e ormai era troppo tardi, era circondato da uomini alti e robusti. Non erano le loro vite che lo avevano distratto, ma un determinato avvenimento che li aveva visti tutti protagonisti: la squadra di ricognizione aveva ucciso l'unica creatura che aveva accompagnato il Guardiano per tutta la vita. Rozany non esisteva più.

 

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Capitolo 27
*** Il Labirinto del Minotauro ***


Il Labirinto del Minotauro

 

-Posso lasciarti un secondo da sola?- Blanche si girò di tutta fretta verso Veral e la guardò annuire. Vedere Hoseok circondato in quel modo le aveva fatto salire una terribile sensazione. -Non devi saltare, semplicemente rimani qui e cerca di non far avvicinare nessuno. Quando scenderò tutti quanti mi vedranno e cercheranno di raggiungerti.

La ragazzina scosse la testa. -Non preoccuparti per me, mi inventerò qualcosa.

Blanche si inchinò leggermente e le diede le spalle, saltando giù dal tetto della villa su cui si trovavano e percependo il vento che le tirava indietro i capelli. Atterrò sui tacchi bassi degli stivali e alzò lo sguardo verso i Jawahrat che indietreggiarono nel vederla sfoderare i coltelli dalla cintura.

La rossa si alzò in piedi e deglutì, sapeva molto bene che da quella battaglia sarebbe potuta non uscire viva e per un attimo si chiese cosa avrebbe fatto se al posto di Hoseok ci fosse stato qualcun altro. Si sarebbe gettata contro una squadra di guardie fidate di Opale? Aveva sempre creduto di essere in grado di sacrificarsi unicamente per Laila e in un certo senso era ancora così. Allora perché si trovava davanti alla pattuglia di ricognizione dei Jawahrat?

Il sole, già in procinto di sparire dietro le montagne, venne oscurato da una pesante nuvola nera e con stupore della giovane donna pronta ad attaccare, tutti i soldati si dispersero nella zona, liberando così il Guardiano.

Uno di loro lo spinse addirittura a terra. -Siete stati fortunati, bambocci, ma vi possiamo assicurare che torneremo!- cominciò. -Quello stupido mago dovrebbe davvero farsi gli affari suoi.- corse via insieme ai compagni e Blanche si apprestò subito ad aiutare Hoseok, abbandonando le sue lame da qualche parte sul terreno spoglio.

-Stai bene?- chiese, notandone lo sguardo triste.

L'altro scosse la testa. -Mi stavano cercando al confine, non trovandomi hanno ucciso Rozany.

Lei lo strinse a se e anche se non poteva esserne sicura le sembrò che stesse piangendo in silenzio. Gli accarezzò i capelli e cercò di farlo calmare, ma alzando lo sguardo vide che Veral era sparita.

La cercò per un poco, poi sentì il rumore dei suoi passi. -Yoongi mi ha fatta scendere.- cominciò la minore. -Ha detto che il Labirinto è subito dopo questo quartiere.- Blanche alzò lo sguardo su di lei, nella speranza di farle capire che quello non era proprio il momento.

La giovane avrebbe anche ceduto ma il re si fece avanti, abbastanza spazientito dalla situazione. -Alzatevi.- ordinò. -Alzatevi entrambi. Mi dispiace molto per la tua perdita amico, ma non possiamo permetterci il lusso di fermarci. Anche mio padre è morto per questa situazione inaccettabile e sono l'unico che può assicurarti che è solo andando avanti che riuscirai a darle onore.- lo scosse per la spalla libera dalla stretta di Blanche. -Non rendere vana la sua morte.

-Non raccontarmi queste cose.- rispose l'altro in tono triste. -Le so già.- a quel punto si alzò, obbedendo finalmente all'ordine imposto ed entrambi si incamminarono in silenzio verso la direzione indicata da Yoongi.

Veral e Blanche si scambiarono sguardi confusi, ma anche loro si misero in marcia.

Il re non aveva mentito: il Labirinto del Minotauro si trovava a pochi minuti da dove si erano trovati costretti a fermarsi e infatti con loro stupore erano arrivati primi. I fiori sbocciati erano moltissimi e l'aspetto delle siepi era curato nei minimi dettagli. Nessuno avrebbe mai creduto che quello era lo stesso posto in cui, se osavi sfiorare quelle meravigliose foglie, saresti stato mangiato dalle stesse senza troppe cerimonie.

Le loro scarpe toccavano una terra arida e rossiccia, mentre a meno di un metro la vegetazione cresceva senza problemi. Era così che quella creatura aveva sfruttato il potere di creare? Dando la vita solo a quello che lo circondava? Veral strinse a se la borsa a tracolla che portava. Come avrebbero sconfitto il Minotauro senza ucciderlo? Quando una creatura muore senza avere successori anche la stessa regione cesserà di esistere.

Blanche tagliuzzò la corteccia dell'unico albero presente nei pressi dell'ingresso. -Così sapranno che siamo già qui.- subito dopo i quattro varcarono la soglia che si richiuse alle loro spalle.

 

L'entrata del Labirinto era chiusa e un segno confuso era stato inciso sull'albero posto al suo fianco.

-Direi che sono arrivati prima loro.- constatò Seokjin con le mani sui fianchi. -Come hanno fatto? Noi abbiamo corso per tutto il tempo!

Kerasi scosse la testa. -Non è il caso di farsi tanti problemi. Ora che il Minotauro è impegnato dovremo trovare la via per l'entrata del palazzo.- fece qualche passo avanti e poi si girò verso i compagni. -Che cosa sappiamo di Rubino?

-È l'unica donna tra le Gemme ad essere dotata di un'arma. Dalisay ci ha detto che è molto aggressiva: spesso organizza una specie di competizione in cui ci si sfida nel corpo a corpo. La leggenda che la avvolge dice che divora i perdenti, ma nessuno l'ha davvero mai vista mangiare una persona.- spiegò Seyun in tono tranquillo. -I suoi poteri sono legati al fuoco ed è per questo che la terra della città è bruciata. In realtà sembrerebbe che il martello utilizzato come arma sia in se stesso l'origine dei suoi poteri, ma su di lei non c'è niente di certo. Rubino è riuscita a salire al trono solo di recente e fino ad allora viveva nell'ombra.

Seokjin la guardò con occhi sgranati. -Come sai tutte queste cose? Sei formidabile!

La mora distolse lo sguardo. -Io provengo da Vimana che è poco più sotto di Ziràn. In più non dimenticare che grazie alla mia carriera mi è capitato di viaggiare molto: le informazioni di cui sono a conoscenza sono molto basilari, chiunque rimanga qui per una settimana riuscirà a capire che queste persone vivono la loro vita nonostante tutto.- lo sguardo del ragazzo si fece interrogativo e Seyun tirò un sospiro spazientito. -Come il loro elemento, gli abitanti di Ziràn sono molto concreti e il loro stile di vita si basa su ciò che è necessario. Per questo noi non abbiamo attirato la loro attenzione più di tanto, qui ognuno cerca di non avere problemi. Ogni popolazione ha le proprie tradizioni, alcune caratteristiche che le rendono uniche come l'elemento che le accomuna.

Jungkook controllò entrambi i lati del labirinto e notò che il castello aveva due aree scoperte in cui le siepi magiche erano completamente separate. Si avvicinò alla parte in cui vi era posizionato l'albero e notò una torre munita di parecchie finestre aperte. Assottigliando gli occhi notò un confuso via vai di servitù, perciò era probabile che lì alloggiasse Rubino; non gli pareva una buona idea quella di presentarsi subito sotto alle sue stanze, se qualcuno li avesse scoperti sarebbe stata la fine per loro. Tornò indietro con passo svelto, affacciandosi al lato destro del castello e dall'unica parte piatta del tetto faceva capolino un grosso comignolo scuro, senza contare il forte odore di carne che emanava: perciò quelle erano le cucine. In effetti il principe non sapeva quanto tempo fosse passato, il sole era tramontato del tutto da circa un ora, questo rendeva le cose più semplici perché nel palazzo avrebbero anche potuto trovarsi degli alleati, di certo lui conosceva bene ambienti come quello.

Tornò dai compagni e rivolse loro un sorriso compiaciuto. -Credo di avere una buona idea.- ammise, spiegando il suo piano che, nonostante l'aria un po' grezza, li convinse. Dopotutto poteva funzionare benissimo, tre su quattro avevano la più completa padronanza delle proprie possibilità, ma nonostante quello anche Seokjin era riuscito a diventare un buon guerriero, anche se improvvisato. Malgrado usasse quelle parole per fare una battuta nei momenti più morti, la falce gli sembrava simile da usare alla pala da forno della panetteria dei suoi genitori. In effetti il giovane uomo non aveva alcun dubbio: una volta tornato indietro avrebbe continuato il suo lavoro precedente.

Il gruppo si recò silenziosamente nella zona indicata dal principe e ne poterono notare le siepi separate da una piccola cassa di legno alla base dei vasi. Probabilmente era stata inserita per far passare la servitù e poi non era più stata rimossa per evitare incidenti.

-Se non ci fosse stata questa, come saremmo entrati?- chiese Jin sorpassandola appena dopo Jungkook.

-Spesso le fortezze come questa hanno passaggi segreti che conducono all'esterno.- spiegò il minore. -Il mio obiettivo era quello di cercarne una, ma quando mi sono avvicinato e ho visto che c'era un modo più semplice ho pensato che fosse meglio fare così.

-Jungkook non è mai stato uno a cui piaceva complicarsi la vita.- Kerasi alzò le spalle e aiutò Seyun a scavalcare la cassa di legno.

I presenti trattennero una risata e insieme guardarono verso l'edificio.

 

-Di qua.- fece Yoongi con aria sicura, nonostante dentro di se non avesse la minima idea di cosa stesse facendo. Svoltò verso sinistra solo per trovare un altro vicolo cieco; gli altri tre alle sue spalle si sentirono quasi in dovere di dire qualcosa, ma non gliene diede l'occasione e tornò indietro da solo, facendosi spazio senza proferire parola.

Era da un po' che andavano avanti così, in realtà.

Non si aspettavano granché, ad essere sinceri da quando erano entrati avevano notato che sarebbe stato pressoché improbabile arrivare alla fine entro un giorno. A quel ricordo Veral spalancò gli occhi e guardò verso il cielo. Il crepuscolo non era mai durato così a lungo e il sole non sembrava essersi abbassato da quando erano entrati.

-Dalisay ci aveva avvisato.- le disse Blanche con un sorriso, anche lei si era accorta della stessa cosa. -Il tempo scorre diversamente qui.- riprese a camminare e lasciò la ragazzina per ultima.

Veral portò una mano al mento. Ricordava le parole di Dalisay, non era solita dimenticare certe cose, però quella storia non la convinceva affatto. Sembrava che all'interno del Labirinto il tempo si fermasse, senza aver bisogno di scorrere in modo differente. In effetti questo ne spiegherebbe la rigogliosità, sarebbe assurdo pensare al Minotauro che protegge il palazzo di Rubino come qualcuno che usa la magia per creare la vita. Alla ragazza era venuto il sospetto, però ne dubitava a sua volta per la stessa ragione. Quella Creatura era un nemico che li avrebbe affrontati presto.

Yoongi si fermò all'improvviso e Hoseok finì per sbattere il naso contro Blanche, ormai davanti a lui. -Che cosa è successo?- mugugnò con voce dolorante.

-Stiamo andando dritti per troppo tempo.- ammise serio, senza girarsi. -Nessuno svincolo, nessuna diramazione. Lo vedete il muro davanti a noi?- gli altri emisero versi positivi. -Ho contato cinque minuti, ma non ci siamo mai arrivati.

Quella situazione non faceva altro che confermare la teoria di Veral. Il tempo si era fermato. Era sicura di essersi mossa, ma alle sue spalle, solo poco più indietro, c'era lo stesso svincolo in cui si erano infilati per sbaglio. L'unica differenza era che in quel momento si trovava alla sua destra, ma nulla di più. Yoongi aveva contato cinque minuti secondo il concetto di tempo normale, aveva cercato, utilizzando questa tecnica, di controllare il Labirinto. Per quel motivo erano tornati al punto in cui il re aveva cominciato a tenere il conto. Il concetto di Tempo, dal momento in cui qualcuno mette piede in quel luogo, cessa completamente di esistere.

Aprì la bocca per spiegare la sua scoperta ma si interruppe da sola e si girò nuovamente. Lo svincolo si trovava alla sua destra. Prese a camminare sempre più velocemente fino ad imboccarlo, trovandosi davanti un breve rettilineo che, solo alla fine, presentava una diramazione a tre.

Lo sapevo!” esclamò nella sua testa.

-Veral, ci siamo già stati qui. È lo stesso di...- Blanche dovette interrompersi da sola nel vedere una strada diversa.

-Prima?- chiese retoricamente l'altra con uno sguardo allegro. Intanto anche gli altri due le raggiunsero. -In un certo senso è vero, ma è proprio per questo che è la strada giusta.- Hoseok ridacchiò. Neanche lui riusciva a capire esattamente quello che Veral intendeva, per un po' dimenticò il peso che attanagliava il suo cuore. -A proposito, Yoongi non contare più i minuti.

Il re si finse visibilmente offeso, ma non disse nulla.

Blanche però non sembrava convinta. -Come facciamo a sapere che non sia una trappola? Potresti esserci caduta.

La castana scosse la testa. -Vedi, qui il concetto di tempo non esiste.- cominciò. -Quindi il prima e il dopo non corrispondono, anzi posso dire con certezza che non esistono più. Ci sono solo tante piccole strade delimitate da altissime siepi, se ti giri dall'altra parte lo spazio intorno a te è completamente opposto e quindi lo è anche il percorso corretto.

A quel punto nessuno disse più nulla e continuarono a camminare fino ad arrivare alle deviazioni. Era la prima volta che vedevano tre strade diverse anche nell'aspetto: nella prima erano cresciuti moltissimi fiori colorati, nella seconda tra le foglie spuntavano frutti maturi, nell'ultima invece le siepi erano spoglie e quasi secche.

Il gruppo fece per imboccare la prima via, ma Veral richiamò la loro attenzione. -Guardate il terreno.

-È pieno di impronte.- constatò Yoongi. -E allora?

-La maggior parte delle persone che sono entrate in questo Labirinto non è mai uscita. I superstiti si possono contare sulle dita di una mano, ce lo ha detto Dalisay.- i tre annuirono, ma nessuno di loro riuscì a capire dove volesse davvero arrivare. -Se prendiamo i primi due sentieri rischiamo di fare la loro stessa fine.

Il re sembrò disgustato. -L'ultimo sembra pronto a farci arrosto.

-Però non ha torto.- ammise Blanche. -Spesso è la strada meno agibile quella corretta.

-Creare, cambiare e distruggere.- ripeté la minore. -Ha usato un incantesimo per ogni diramazione.

-E tu vorresti farmi entrare in quello della distruzione?- Yoongi alzò un sopracciglio, non condivideva i metodi di quella ragazzina suicida.

Lei ribatté subito. -Beh, è il simbolo del Minotauro fin dall'antichità. In tutti i modi in cui lo vedo mi sembra sempre più quello corretto.

Gli altri tirarono un sospiro rassegnato e annuirono alle parole della minore. L'ultimo sentiero aveva il terreno dissestato, ma era quello più largo viste le siepi secche. In più Hoseok constatò che non avevano più il loro potere e che quindi, come per il resto della città, quello che era morto non era più sfruttabile.

La strada sembrava interminabile, ma al contrario di quella precedente si muovevano sul serio perché l'imboccatura si allontana ad ogni loro passo. Per qualche secondo la terra intorno a loro tremò, ma Veral scosse la testa. -Probabilmente vuole solo spaventarci.

Nello stesso esatto momento il sole del tramonto venne oscurato da un'ombra e la terra tremò un'altra volta. Il Minotauro era appena apparso alle loro spalle.

Blanche, che chiudeva il gruppo, tirò fuori i suoi coltelli e la bestia davanti a lei fece come per attaccare. Hoseok si frappose tra i due, nascondendo la ragazza dietro la schiena e subendo il colpo della creatura. Cadde al suolo e le due ragazze vi si chinarono per ridestarlo, mentre Yoongi sfoderava la sua lancia per puntarla contro quel mostro.

-Non mi preoccuperei per il vostro amico.- spiegò il Minotauro. -È vittima del potere di distruggere.

 

Nella cucina del castello Seokjin inalò quel profumo di cibo vero che tanto bramava. Erano ancora nascosti dietro la porta di servizio e facevano capolino nella stanza solo le loro teste.

-Via libera.- ammise il principe, facendo qualche passo all'interno subito dopo.

Una voce alle sue spalle lo costrinse subito a fermarsi. -Uh? E voi chi siete?- domandò. I quattro ne notarono la proprietaria: una giovane donna dai tratti tipici di Ziràn, i capelli scuri dai riflessi rossicci tirati indietro in una coda e una divisa bianca indosso. Reggeva un cesto pieno di verdure probabilmente appena raccolte e se ne stava ferma con espressione interrogativa. Non sembrava spaventata, reazione abbastanza normale in qualcuno che è abituato ad avere soldati sanguinari in ogni angolo. -Allora? Se non volete dirmi i vostri nomi almeno fatemi passare.

Jungkook le sfilò la cassa pesante tra le mani e la poggiò su uno dei ripiani dell'enorme stanza. Nonostante quel buon profumo era completamente vuota, non poté fare a meno di chiedersi perché i Jawahrat non la controllassero. -Ecco qui.

-Ti ringrazio, in effetti era molto pesante.- ammise la ragazza con un sorriso. -Quindi? Che cosa ci fate a palazzo. Sembrate viaggiatori, mh?

Il principe annuì. -Avrete sicuramente sentito parlare di noi, ultimamente siamo al centro di ogni notizia.

Lei scattò sull'attenti. -Santo cielo, quindi voi siete il principe Jungkook di Zamek! Si raccontano tante cose su di voi, eppure nessuno ha mai detto che siete così bello.- emise una risata un po' frivola, ma poi cambiò subito atteggiamento. -Voi dovete essere Kerasi e il suo amico panettiere, vero?- Seokjin si sentì ferito nell'orgoglio, ma non proferì parola. -Qui ne sentiamo di tutti i colori con i soldati in giro per il castello, ma non ho bisogno dei pettegolezzi per riconoscere Seyun. Conosco a memoria tutte le tue canzoni, sai cara? Ho obbligato persino mio marito ad accompagnarmi al tuo ultimo concerto!- fece un verso sorpreso e si interruppe. -Che sbadata! Non mi sono neanche presentata. Mi chiamo Kanin, lavoravo come cuoca per la famiglia reale poco prima che subentrasse Rubino. Mio marito Manok è stato assunto pochi anni prima di me ed è ancora molto fedele all'antica corona. Vi ammira molto, sapete? Pensa che stiate facendo qualcosa per cui valga la pena aiutarvi.

Kerasi non poté fare a meno di interromperla. -Aspetta un attimo.- la donna la guardò con un sorriso. -Quindi vuoi dire che potrete aiutarci? Dobbiamo arrivare da Rubino senza farci scoprire dai Jawahrat.

L'altra si mise a ridere. -Ma che assurdità! Non ci sono Jawahrat nel palazzo.- alzò un dito in modo risoluto. -Come le altre Gemme anche Rubino ha un corpo che appartiene solo a lei. Si chiamano Alharas, come vuole l'antica lingua di Ignogan, il paese da cui proviene.

-Beh, ci aiuterai?- chiese nuovamente Seyun, abbastanza spazientita.

-Certo che vi aiuteremo.- una nuova voce fece capolino nella discussione e un uomo alto e dai folti capelli scuri si avvicinò al gruppo. Anche lui indossava la divisa delle cucine, ma al contrario di Kanin la sua era nera, ne dedussero che era un suo superiore.

-Manok, che gioia vederti!- ammise la giovane donna stringendosi a lui. -Hai origliato la nostra conversazione?

L'uomo alzò le mani al cielo con un sorriso, ma non fece in tempo a rispondere per discolparsi che Jungkook li interruppe bruscamente. -Ci chiedevamo se potevate mostrarci uno dei passaggi segreti utilizzati dai reali in caso di assalto. Di solito vengono costruiti appositamente dalle loro stanze fino alle cucine, per questo abbiamo pensato di intrufolarci qui.

Manok, con grande sorpresa del principe, scosse la testa. -Conoscete bene i progetti dei palazzi, vostra altezza, ma con rammarico vi dico che noi non sappiamo dove possano essere situati simili tunnel. La famiglia reale non ci comunicava queste cose e non saprei neanche dirvi se esistono in primo luogo.- subito dopo però il suo viso riprese ad illuminarsi. -Nonostante questo ci sono vari modi in cui si può raggiungere la torre degli alloggi e da lì si accede facilmente ad una scala interna che era stata costruita in caso di emergenza. Rubino e le sue guardie non la usano mai, quindi sarà molto facile così evitarle.

I quattro si scambiarono sguardi confusi, ma non rifiutarono l'offerta e decisero di seguirli.

 

Una volta guardata la torre dall'interno fu subito tutto più chiaro. Si trattava di moltissimi gradini a chiocciola posti ai lati di un'altra colonna più piccola, molto probabilmente all'interno era cava e presentava la scalinata che Manok aveva nominato quando erano ancora nelle cucine. In effetti aveva senso una volta capito come funzionava. I gradini posti in quel modo somigliavano ad una liana spinata e la vernice verde utilizzata non rendeva meno ovvia la similitudine. Erano poste altre camere prima di quella di Rubino, ma il passaggio segreto conduceva direttamente di fronte alle sue stanze. Infatti Manok aveva spiegato che in cima alla rampa si trovava un ampio pavimento con un tappeto simile a un prato fiorito. Secondo lui era l'unica traccia di magia buona rimasta dello spirito dello smeraldo, ma Kanin non era d'accordo e sosteneva che fosse un semplice tappeto fabbricato con dei particolari materiali. In ogni caso, una volta arrivati in cima dalla scala segreta, poterono constatarne la presenza; ai lati dell'unica porta colorata di un verde più intenso erano stati disegnati due alberi e qualche esempio di fauna locale, ma in alcuni punti erano presenti delle bruciature.

Seokjin assunse un'aria leggermente preoccupata. -Non voglio essere cremato vivo.- bisbigliò. -Oltre al dolore sarebbe uno spreco polverizzare una tale bellezza. Molto meglio essere ibernato, almeno mi conserverei per sempre.- si strinse nelle spalle, ma Kerasi lo colpì piano con il gomito. -Che c'è? Volevo sdrammatizzare.

-Jin ha ragione.- cominciò serio il principe, il maggiore intanto guardò la ragazza in attesa di scuse ufficiali. -Al contrario delle altre volte noi non abbiamo mai visto questo nemico. Kanin e Manok ci hanno detto che una volta entrati verremo attaccati dagli Alharas, ma che non sorvegliano mai la sua porta dall'esterno per via della loro presenza alla base della torre. Fino ad ora le loro informazioni si sono rivelate corrette, ma non sappiamo nulla sul modo in cui combatte lei.

Seyun annuì. -Ma cosa possiamo fare? Ormai siamo qui.- diede un occhio alla scarsa illuminazione e poi tornò a guardare Jungkook. -Idee?

-Veral avrebbe saputo cosa fare.- ammise Kerasi.

Nessuno disse altro, ma neanche fecero in tempo. La porta si spalancò e una sfera di fuoco fece come per andarsi a schiantare contro il muro di fronte eppure deviò il suo corso e finì per puntare la giovane soldatessa che, prontamente, si spostò e la fece spegnere nell'impatto con la parete della traiettoria iniziale.

Due guardie con l'armatura rossa lucida munite di arco e frecce si misero ai lati della porta. Nonostante li stessero puntando non arrivò nessun attacco e uno si limitò a parlare. -Lei vuole vedervi.

-Immediatamente.- continuò l'altro.

I quattro si scambiarono sguardi confusi, ma non se lo fecero ripetere due volte. Forse avrebbero potuto arrivare ad un compromesso, forse anche lei ricordava la sua vita precedente e voleva soltanto riposare in pace.

La stanza non era altro che uno studio con grosse librerie ricolme di volumi dall'aria pesante. Al centro era posto una scrivania bianca dalle gambe lavorate e una sedia dello stesso stile era posta subito dietro. In effetti dovevano ammettere che solo la cima della torre era molto rovinata, il resto del palazzo era tenuto in maniera incantevole. Rubino doveva essere una creatura tranquilla, nonostante le voci terribili sul suo conto.

I soldati li scortarono fino a un'altra camera, probabilmente quella in cui i precedenti sovrani riposavano. Il letto era stato coperto da un telo bianco e gli altri mobili erano stati rimossi. Un pungente odore di carcasse in decomposizione li scosse terribilmente, portandoli a chiedersi cosa o chi ci fosse sotto a quel lenzuolo. Subito dopo però vennero inebriati da un dolce profumo di torta. Seokjin se ne riempì i pomoni, non riusciva a non pensare a casa.

La porta alla loro sinistra si aprì lentamente e ne uscì una figura dalla carnagione caramellata, i lunghi capelli vaporosi del colore delle ciliegie e un abito rossastro composto da lana e velo in uguali quantità. Tra le mani reggeva una ciambella dalla glassa bianca e una coppa argentata. I loro occhi si spalancarono quando la videro far sparire tutto all'interno della sua bocca.

Si girò sorridendo verso di loro ed evocò la propria arma da un muro di fuoco che si dissolse appena dopo. La appese al gancio della cintura, rendendola visibile da dietro la schiena. -Era da molto che volevo conoscerti, lo sai?- il gruppo si guardò a vicenda e i due Alharas li lasciarono soli. Prese a camminare con estrema tranquillità e si fermò solo una volta vicina alla finestra, pochi passi lontano da Kerasi. -Tempo fa Ametista mi disse che noi ci somigliamo molto.- poggiò le mani sulle spalle della ragazza. -Però ho come l'impressione che tu morirai prima.

Strinse la presa e la trascinò giù, frantumando il vetro e provocandole qualche graffietto -la giovane ringraziò mentalmente l'armatura per averle evitato ferite più profonde. Kerasi provò a divincolarsi ma i suoi sforzi si rivelarono inutili: sembrava quasi come se fosse paralizzata, vittima di un incantesimo. Evitò gli occhi rossi iniettati di sangue della creatura sopra di lei guardando verso il basso e notò una barriera luminescente. Stava per cadere all'interno del Labirinto.

 

La barriera non si era spezzata. Aveva semplicemente permesso a entrambe di entrare. Lo stesso capitò a Jin, Seyun e Jungkook.

Veral li vide materializzarsi all'interno del Labirinto, illesi e in piedi, in momenti diversi. Blanche teneva la testa del Guardiano sulle sue gambe. Respirava a fatica, ma la sua parte magica riusciva a renderlo più resistente di un semplice umano. Yoongi si scontrava con il Minotauro poco lontano e cercava di stare attento a non toccare le siepi che lo circondavano. La maggiore si sentiva soffocare: Hoseok era stato colpito per colpa sua. Anche se avrebbe dovuto aiutare il re di Ignogan non riusciva neanche a muoversi.

Veral però non distolse lo sguardo da Rubino. Era la creatura che mangiava vive le persone e vedere i suoi amici così tanto vicini a lei la terrorizzava. Le dispiaceva per Hoseok, lui era sempre stato gentile con lei nonostante costituisse il suo limite, però in quel momento non riusciva a pensare lucidamente. Era successo così in fretta: il Minotauro usava i suoi poteri, Yoongi si buttava a capofitto su di lui, Rubino e Kerasi compaiono davanti ai loro occhi e infine appare Jungkook con Seyun e Seokjin.

Il Minotauro scagliò Yoongi contro una siepe, ma il principe tagliò i rampicanti con la sua spada per aiutarlo. -Stai bene?- domandò. Ottenne un cenno del capo. -Che cosa è successo?

-Hobi è stato colpito.

Jungkook alzò gli occhi al cielo: perché Yoongi doveva essere sempre così? Comunque prese posto al suo fianco e puntò la lama contro il nemico. -Non vogliamo farti del male.- alzò la voce. -Sappiamo che se ti eliminiamo anche Ziràn morirà. Arrenditi e noi ti lasceremo in pace.

-Non posso!- esclamò il Minotauro con rabbia. -Voi me le porterete via, ma loro sono mie e soltanto mie. Questo posto l'ho costruito per loro, non per voi. Lo avete rovinato con i vostri stupidi giochi di magia.- sembrava stesse delirando. -Ma io le riavrò indietro, le riavrò indietro!- fu in procinto di caricarli ma i due lo schivarono semplicemente spostandosi. Finì con la faccia sulla siepe e si liberò facilmente. -Poveri illusi, le mie trappole non hanno effetto su di me.

Veral aveva ascoltato con cura ogni parola. Chiunque avrebbe creduto che quella bestia stesse solo farneticando e forse in un certo senso era così. Eppure era riuscita a scorgere un briciolo di umanità anche in lui, per certi versi le sembrava di trovarsi nuovamente davanti ai mercanti fuori controllo di quel pomeriggio. Le sembrò davvero bizzarro: in un luogo privo di Tempo come quello, riusciva ancora ad avere pensieri sul passato.

Un campanello d'allarme si fece spazio tra i suoi pensieri e il viso scarno di Gerry le tornò in mente. Aveva subito capito che fosse lui il vero responsabile della faccenda, ma tutto sembrò improvvisamente più chiaro quando collegò i due avvenimenti. Era stato Gerry a stregare i mercanti, era stato lui a far si che si dividessero in un momento di confusione così che lei potesse andare lì. Aveva donato al Minotauro tre abilità. Scosse la testa. Non tre abilità, tre incantesimi.

Frugò d'impulso all'interno della borsa a tracolla e trovò tra le gemme una fiala contenente del liquido violaceo. Gli occhi le si inumidirono: aveva completamente dimenticato di quell'antidoto ottenuto grazie al sacrificio dell'Idra. Nonostante tutto le era sembrata la Creatura più fedele al Regno tra tutte quelle che aveva conosciuto. In cuor suo sperava che il suo sostituto, la Chimera, sarebbe stato valido quanto lui.

Strinse la fiala al petto e ringraziò. Subito dopo fece spostare Blanche che la guardava con espressione interrogativa. Tolse il tappo e versò qualche goccia dell'antidoto sulle labbra del Guardiano.

-Ma che stai facendo?!- la rimproverò la maggiore. -L'Idra si è raccomandato di non versarla se non si era stati colpiti da un incantesimo.

-E così è stato.- ammise tranquilla la minore. -Gerry ha dato al Minotauro tre tipi di magie ed Hobi è stato colpito dall'ultima donata, il potere di distruggere.

Il Guardiano emise dei versi infastiditi e strinse gli occhi. Quando si calmò provò ad aprirli e Veral lasciò spazio a Blanche, mentre lei chiudeva la fiala e la riponeva nuovamente nella borsa a tracolla.

Si concentrò nuovamente sul Minotauro, ora che Hoseok abbracciava la giovane donna dai capelli rossi il pericolo principale era stato superato. Il principe e il re non sembravano in difficoltà, però. La Creatura, al contrario, respirava a fatica ed i suoi movimenti erano diventati sempre più lenti.

-Fermo.- ordinò Jungkook a Yoongi. -Credo che non riesca più a gestire i suoi poteri: fino ad ora i suoi avversari erano semplici contadini disarmati. Non dobbiamo ucciderlo, tienilo bene a mente.

I due si spostarono verso Rubino che ancora cercava di colpire Kerasi. La ragazza si muoveva il più velocemente possibile e scoccava frecce, aiutata dalla minigun di Seyun, mentre Seokjin stava attento a liberarla dai rampicanti che le si attorcigliavano intorno alle braccia.

Approfittando della situazione il Minotauro si alzò sulle zampe e con le sue ultime forze balzò per arrivare alle spalle di Veral. Il principe lo notò e corse verso di lei, la ragazzina guardava quel mostro terrorizzata e per un attimo vide il viso sorridente di Lucille nella sua testa. Chiuse gli occhi in attesa di un colpo che però non arrivò.

Quando li aprì si trovò Jungkook davanti con la lama sporca di sangue e udì un tonfo che fece fermare anche la battaglia alle loro spalle: il Minotauro era stato sconfitto per sempre.

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Capitolo 28
*** Nate per combattere ***


Nate per combattere

 

Nel momento in cui Jungkook si voltò emise un sospiro di sollievo nel vedere Veral illesa e le riservò un sorriso gentile. Non durò a lungo perché dietro le spalle della ragazza Rubino aveva ricominciato ad attaccare. Lo sguardo del principe divenne severo. Kerasi non sarebbe resistita da sola a lungo: possedeva un'arma e aveva preso parte ai più duri allenamenti dei classici soldati, superandoli tutti in maniera eccellente, meglio di come aveva visto fare a qualsiasi uomo. Nonostante questo nei duelli il fratello Namjoon era avvantaggiato dalla spada utilizzata che, oltre all'attacco, si sarebbe resa utile un minimo anche nella difesa. La soldatessa però non poteva utilizzare il proprio arco come scudo e, in fin dei conti, era quello il motivo che l'aveva spinta a eccellere negli allenamenti dove era richiesta una maggiore agilità e stabilità corporea.

Jungkook comunque conosceva bene la bravura dell'amica e non si sarebbe di certo spaventato più del dovuto in una battaglia come un'altra. L'unica differenza era che le frecce che la giovane scoccava si polverizzavano a contatto con la carne della Gemma, immediatamente.

La rossa si portò una mano alla faretra e con suo stupore notò che era vuota.

-Hai esaurito le tue vane probabilità di sconfiggermi.- parlò la creatura. -Ti schiaccerò con il mio martello e ti carbonizzerò. Non vale neanche la pena divorarti, mi accontenterò dei tuoi amichetti.- reggeva la propria arma dalle dimensioni abnormi su una spalla. Le estremità erano incandescenti e ogni volta che lo batteva sul pavimento, la terra cominciava a fumare.

-Perché lo fai?- chiese la ragazza. -Noi possiamo aiutarti a ritrovare la persona che eri un tempo.

Il ghigno della Gemma per un attimo sembrò malinconico, ma poi tornò ad essere lo stesso di sempre. -Allora non capisci.- fece una pausa e fece roteare il martello, per poi farlo tornare alla posizione iniziale. -Perché credi che io ti odi tanto? Perché credi che io voglia eliminarti?- nella testa della ragazza balenò il pensiero che forse Rubino poteva ricordare già chi fosse, ma si ricredette. -Io non so chi fossi in passato, ma neanche mi interessa. Anzi, posso dire con certezza di disprezzare ogni cosa che potrebbe anche solo provare a ricordare la vecchia me. Per questo ho allontanato Ametista.- la Gemma sembrò esitare. -Voglio darti una possibilità però: sei una ragazza forte, hai lottato con coraggio nonostante le tue possibilità fossero scarse e mi hai davvero impressionata. Prendi posto come mia spalla e io dimenticherò la nostra somiglianza.- si fermò e trasformò il suo sguardo caritatevole in uno molto più duro. -Altrimenti sai cosa ti aspetta.

Kerasi non volle neanche aspettare la fine. Come poteva pensare che si sarebbe unita a lei, una creatura malvagia che aveva corrotto il suo amato fratello, un mostro che divorava persone innocenti e che si dilettava a banchettare senza la minima vergogna sul sangue di chi aveva messo se stesso nella creazione di un regno. Con la testa alta fece un passo avanti. -Mi disgusti.

Seyun ricominciò a sparare verso Rubino che venne colpita dalla sua magia e si voltò. Alzò il martello per colpirla, ma Seokjin ne aveva tagliato l'impugnatura e così la parte più pericolosa dell'arma giaceva al suolo. Adirata la Gemma si girò nuovamente e lo spinse con una manata bollente, probabilmente una delle dita era stata colpita e come per tutte le altre creature affrontate si stava lentamente trasformando in quello che era realmente: fuoco.

-Sai che cosa hai fatto, piccolo mortale?!- chiese lei mentre lui si teneva la parte del petto che bruciava. -Hai distrutto la fonte dei miei poteri!- Jungkook si piazzò tra i due mentre Rubino avanzava, ma lei lo spinse via con un altro colpo. Si piegò così verso Jin e avvicinò il proprio volto al suo.

Il ragazzo strizzò gli occhi e girò la faccia.

Lui non poteva saperlo, ma Rubino era diventata di pietra.

 

-Che cosa facciamo con lei in questo stato?- domandò il re. -La mettiamo su un tetto e aspettiamo che una simpatica rondine faccia il suo dovere?

-Yoongi!- esclamarono in coro. Il ragazzo però non sembrava affatto dispiaciuto e si sedette da qualche parte vicino ad un vaso. Ormai la maledizione delle siepi non era più attiva, ma il crepuscolo eterno cominciava a stancarlo.

Il corpo del Minotauro era rimasto per terra e anche la condizione di Rubino non era variata. Anche se il Tempo non scorreva nel Labirinto sembrava che da sempre questa regola fosse esente per la morte. Ovviamente, avrebbe aggiunto qualcuno.

-Qualcuno sa dire perché non si è ancora tramutata in gemma?- chiese Blanche, guardando Veral.

La ragazza si strinse nelle spalle. -Rubino è l'unica ad aver deciso di scindere il suo corpo e la sua magia in questo modo. Avete detto che ha evocato quel martello gigante, perciò probabilmente è questa la ragione che l'ha spinta a farlo. Sapendo che una volta colpita il suo corpo diventava comunque incandescente come lava non le serviva tenere con se anche la sua essenza magica. Almeno credo sia così.

-Ma non ha senso!- si intromise Kerasi con rabbia. -Il suo distruggere le mie frecce non era dato comunque dalla magia?

-Non è esatto.- spiegò la minore. -Vedi, il rubino che è nel suo corpo ha sempre sprigionato il dono del fuoco. Forando la carne dell'essere umano non ci sarà solo che...- non seppe bene come dirlo. -...quel che rimane della gemma.

Seyun indicò la soldatessa con un pollice. -Mi trovo d'accordo con lei. Anche se il concetto di Veral fosse corretto, chi ci dice che non ritornerà per vendicarsi? Finché le cose stanno così non posiamo darci pace.

-Qui viene la parte difficile.- ammise la castana. -Il vero rubino è composto praticamente quasi unicamente di magia. Per questo si è pietrificata. Non ha sufficienti poteri per vivere, ma conserva ancora la stabilità del corpo umano e delle piccole percentuali della gemma che le evitano di trasformarsi.

Blanche deglutì a fatica. -Quindi non è né morta né viva?

Veral annuì. -In ogni caso, distruggendo la sua arma Seokjin l'ha sconfitta. Su questo non ho dubbi, anche se la ferita sul petto gli è costata cara. Un po' più su e avrebbe colpito il cuore.- d'istinto la giovane guardò verso il principe, ma non disse nulla.

Jin infatti era stato lasciato riposare vicino a Yoongi. Dovevano muoversi ad uscire da lì e portarlo a palazzo per essere curato, ma non avevano idea di come fare. Era quello il motivo del nervosismo e della fretta, almeno per la maggior parte.

Un bagliore intenso si levò dal corpo del Minotauro e i presenti furono costretti a coprirsi gli occhi per la quantità ormai insopportabile di luce. In un attimo però il cielo cambiò: l'incantesimo che avvolgeva il labirinto era svanito e un principio di alba cominciava a farsi spazio nel cielo notturno.

Tornarono tutti a puntare gli occhi sulla figura del mostro e davanti al corpo esanime erano comparse tre figure sinuose, alte e dall'aspetto magnifico.

-Sorelle.- iniziò la prima. -Inchiniamoci al cospetto di chi ci ha reso libere.- le tre si prostrarono in senso di profondo rispetto e gratitudine. -Eravamo prigioniere del Minotauro che ci aveva assorbite nel proprio corpo. Siamo riuscite ad uscire solo facendo appello a tutti i nostri poteri.- fece un sorriso gentile. -Noi siamo le Ninfe della Vita, Creature del Regno della Natura, nato sotto il nome di Ziràn e forgiato secondo il volere del grande spirito dello Smeraldo.

Nessuno poteva credere alle proprie orecchie. In effetti erano talmente presi dalla situazione che avevano dimenticato completamente di aver eliminato il Minotauro, sarebbe dovuto venirgli il dubbio quando la città era rimasta in piedi nonostante quello.

-Sappiamo bene che siete confusi.- continuò la seconda. -Ma Ziràn prima non era la Città della Terra come ora. Certo, domina ancora sulle piante, sui fiori e sulle montagne, ma un tempo ogni forma di vita era creata grazie all'armonia tra il Tempo e la Natura.- la sua espressione divenne triste. -Il Minotauro si affezionò subito a noi, ma dopo aver costruito questo posto divenne morboso e la sua gelosia lo portò ad appellarsi ad un mago potente che gli insegnò un incantesimo oscuro per costringerci in lui.

L'ultima si offrì di terminare il discorso. -E così il nostro trono di Creature del Regno passò subito nelle sue mani. Le persone lo disprezzarono e gli girarono alla larga, ma con il tempo ci dimenticarono. Stare qui ci piacerebbe molto ma abbiamo tanto da fare nella nostra regione, non è vero sorelle?- le tre si sorrisero e si strinsero le mani

-Capiamo perfettamente.- ammise Jungkook a nome di tutti. -Ma prima potreste aiutarci con alcuni problemi della battaglia? Il nostro amico è rimasto ferito e Rubino è ancora in quello stato, noi non possiamo continuare il nostro viaggio senza risolvere questo problema.

-Il nostro debito con voi non ha eguali, vostra altezza reale.- riprese la prima sorella. -Saremo ben felici di fare un passo avanti verso il nostro saldo.- fece un cenno del capo alla ninfa più giovane e lei mosse una mano dalla carnagione azzurra verso la figura di Rubino. La pietra che la circondava si staccò e tra i cocci apparve la gemma. Yoongi corse subito a prenderla. -Per quanto riguarda il vostro amico noi non possiamo farlo guarire in modo istantaneo, ma possiamo darvi questa.- la seconda ninfa porse verso Kerasi una fiala contenente un denso liquido verde. -Spalmatelo sulla scottatura appena vi riposerete, vedrete che farà miracoli.

Le tre abbassarono il capo e si girarono per andarsene.

-Un'ultima cosa.- Veral le fermò. -Quali sono i vostri nomi?

La prima ninfa le riservò il sorriso più dolce che qualcuno le aveva mai fatto. -Io sono Creazione, le mie sorelle sono Cambiamento e Distruzione.- fece una pausa. -È stato molto bello avere tempo per conoscervi.

Nonostante tutto la ragazza aveva la sensazione che stesse parlando proprio con lei.

 

Quando arrivarono nella piazza del mercato Dalisay era appena arrivata e stava posando una grossa roccia sulla seduta di una panchina in pietra senza schienale. Quando li vide sorrise e si avvicinò, il sole del primo pomeriggio le illuminava il volto sereno.

-Sono sorpresa.- ammise. -Nessuno è riuscito ad uscire dal labirinto così in fretta. Che è successo?

-Il principe ha sconfitto il Minotauro.- spiegò Yoongi con uno sbadiglio. -E così ha liberato le tre Ninfe della Vita, Creature originarie della regione.

Dalisay si portò una mano al mento. -In effetti il Minotauro è sempre stato un po' strano nei nostri confronti, non ci siamo mai sentiti protetti da lui in alcun modo.- cambiò espressione. -Ho pregato affiché andasse tutto bene e vedervi interi significa che avete vinto anche contro Rubino, no?

Il re passò la gemma a Seokjin. -È stato lui a portarci alla vittoria.- ammise mentre il ragazzo arrossiva, ancora aiutato da Kerasi ad avanzare. -Sembrerebbe un buon ascoltatore, sarà per questo che la sua panetteria va così bene.

Scoppiarono a ridere e il maggiore del gruppo sentì nuovamente una fitta al cuore per la nostalgia di casa. Voleva tornare il prima possibile.

-Mi auguro di non disturbare una così piacevole chiacchierata.- si intromise una voce calma. -Ma non potevo di certo mancare questa volta.

Jungkook si voltò di riflesso e gli puntò la lama della spada alla gola. -Perché sei qui?

Gerry comparve alle sue spalle e il principe gli riservò un'occhiataccia nervosa. -Non preoccuparti mio giovane amico, non sono qui per te.- si era presentato senza casco e così ne poterono notare il sorriso furbo. -Ma per voi, dolce signorina.- prese le mani di Veral tra le sue fasciate dai guanti. -Quando toccate le gemme compare per l'ultima volta lo spirito di un umano. Il potere della prescelta è meraviglioso.

La ragazzina si tirò indietro. -Perché vi comportate così? Avete corrotto queste persone e il Minotauro, come mai siete stato così crudele?

Il mago allargò il sorriso. -Speravo in questa domanda.- si avvicinò al suo volto solo per un istante. -Sei molto intelligente, mi domando come mai.- fece una pausa. -Ebbene, vi rivelerò il mio segreto, ma ormai dovreste conoscermi: io non regalo le informazioni.

-Che cosa vuoi?- chiese Jungkook, visibilmente irritato.

-L'antidoto con cui avete guarito il vostro Guardiano è molto potente.- ammise. -Ho sentito dire che avete dovuto uccidere l'Idra per averlo.

Il principe camminò verso Veral per farselo consegnare ma la ragazza fu restia. La creatura lo aveva affidato a loro perché sapeva di potersi fidare, lo avrebbero usato solo a fin di bene. Gerry invece sembrava interessato più alla controindicazione che al resto. Jungkook le riservò uno sguardo gentile, ma lei aveva imparato a conoscerlo, percepiva che lui non aveva la minima idea di cosa stesse facendo. Con uno sonoro sbuffo gli porse la fiala e lui la poggiò sulla mano coperta del mago. -Parla ora.

-Le mappe, i mercanti, persino quella creatura mostruosa, erano tutti sotto il mio controllo.- cominciò. -Vedete, anche voi in un certo senso siete sotto il mio controllo, forse non direttamente, ma per tutto questo tempo avete fatto esattamente quello che volevo che faceste. E ammetto che siete stati molto bravi perché adesso ho quello per cui sono venuto.- alzò la boccetta e Yoongi provò a sfilargliela dalle mani, Gerry però fu più veloce e si materializzò dall'altra parte. Alzò un dito dell'altra mano. -Una volta stretto un patto non si può venire meno ad esso.- il suo sguardo cambiò. -Altrimenti mi riprenderò quello che vi ho dato in cambio, anche con la forza se necessario.

-Lo sai, sbruffone, l'unica cosa che vorrei darti ora è un pugno tra i denti.- borbottò il re, ma Jungkook lo fermò. Il principe pensò che forse stava diventando un'abitudine. Il mago si finse offeso ma non se ne andò.

Seokjin si avvicinò a Veral e le porse il rubino. -Facciamola finita, così questo qui se ne ritorna da dove è venuto e noi possiamo continuare.- le sussurrò all'orecchio.

Veral emise un verso divertito e toccò la gemma che si illuminò immediatamente, poco dopo la proiezione dello spirito si fece spazio tra il gruppo. La donna possedeva un corpo muscoloso e un viso dai lineamenti molto duri, indossava un'armatura rossa e sorrideva.

Quando i suoi occhi incontrarono quelli di Gerry la sua espressione divenne disgustata. -Che ci fa qui questo mago da quattro soldi? Mi hai messo i bastoni tra le ruote ogni volta che ne hai avuto l'occasione.

Dal canto suo lui la salutò in modo tranquillo, ma quasi malinconico. I presenti non riuscivano ancora a capire se fosse loro amico o nemico.

-Siamo lieti di averti incontrata e ci dispiace tanto di averti fatto del male durante la battaglia.- spiegò Veral in modo calmo, sembrava di avere davanti una persona completamente diversa.

Lei ignorò le parole della prescelta e si girò verso Kerasi. -Non ho molto tempo a mia disposizione.- le poggiò le mani sulle spalle. -Ma devo ringraziarti. Sono stata allevata da un soldato, non ho mai conosciuto l'amore dei miei veri genitori. Fin da bambina mi hanno detto di proteggere il mio Regno, ma io non gli ho dato importanza. Ero troppo occupata a guardare i regni degli altri per preoccuparmi del mio. Non sono stata un buon soldato, ma tu mi rendi onore e hai dimostrato di poter valere più di tutti gli uomini del continente.- si fermò un attimo e le poggiò un bacio sulla fronte che la ragazza poté sentire solo leggermente. -Noi non siamo uguali, sbagliavano a paragonarci. Mi sarebbe piaciuto vivere anche solo un po' della mia vita con le tue stesse virtù.

Una lacrima della ragazza sfuggì al suo controllo. Quella doveva essere la sua nemesi eppure sentiva di volerla proteggere. -Non è così, abbiamo qualcosa in comune. Siamo entrambe nate per combattere.

Il viso duro della proiezione si riempì di lacrime e sparì.

Le sarebbe piaciuto venire sconfitta da lei, dopotutto.

 

Il viaggio per Vimana era ormai cominciato da qualche ora, ma non sarebbe comunque durato a lungo. La città della Terra e quella dell'Aria erano diventate molto vicine dalla nascita di Zamek, questo però non aveva affatto diminuito le discrepanze tra i due regni. Comunque Seyun conosceva la strada e faceva da guida, le faceva piacere tornare nella sua città, ma odiava il fatto di dover nuovamente fare i conti con Topazio. Certo, prima di cominciare quel viaggio non possedeva un'arma -soprattutto una di quella portata- ma solo pensare al suo viso le faceva venire il voltastomaco.

Veral conversava con Yoongi, Blanche e Hoseok in fondo alla fila, mentre Jungkook seguiva in silenzio Seyun nella speranza di ricordare la via in futuro. Kerasi e Seokjin si trovavano in mezzo e proprio mentre il ragazzo cercò di iniziare una conversazione, il principe si voltò verso di lui. -Credo dovremmo fermarci un po'.- ammise. -Jin ha bisogno di medicare la bruciatura.

Il sole era tramontato e il villaggio in cui si erano fermati non era molto grande, poteva contare sì e no una dozzina di casette messe in fila in modo che si guardassero l'una con l'altra. Da fuori sembravano spaziose, ma non si permisero di intrufolarsi in nessuna nonostante le scomodità della strada.

Seokjin era sdraiato su un paio di travi di legno e aveva lasciato il gilè e la camicia tra le braccia di Hoseok. Veral passò a Kerasi la fiala con l'unguento regalata dalle ninfe e la ragazza si diresse verso di lui. Arrossirono entrambi, ma lei si mise subito all'opera. Non avevano modo di coprire la medicina con un panno, quindi avrebbero dovuto aspettare che si asciugasse all'aria aperta. Erano fortunati che a Vimana aleggiasse sempre un leggero venticello, avrebbe fatto si che penetrasse in poco tempo.

-Come stai?- le chiese lui mentre lei adagiava qualche goccia densa sulla scottatura.

-Bene.- rispose con tutta fretta, apprestandosi a spalmare l'unguento.

Jin le fermò la mano dal polso. -La verità, Kerasi.- le fece un bel sorriso. -A me puoi dirlo e infondo condividiamo segreti più grandi.- concluse con un occhiolino e poi si mise a ridere.

Lei avvampò nuovamente e fece solo un sorriso. -Questo ruolo, questa vita insomma, è quello che ho sempre sognato. Io volevo servire il principe, i miei genitori non hanno fatto alto che ripetermi che da piccola era il mio più grande sogno.- deglutì a fatica e continuò a spalmare. -Loro non sono mai stati molto affettuosi con me e probabilmente si aspettavano di avere un altro maschio dopo mio fratello, come sai non ci sono molte ragazze nell'esercito. Nonostante la mia bravura in tutte le discipline che mi avevano imposto, non ero mai come Namjoon, al contrario quando ero piccola sentii che stavano facendo un favore a qualcuno nel crescermi.- Seokjin fu in procinto di dire qualcosa, ma lei lo precedette. -È ovvio che parlassero di Jungkook. Mantenendomi fino alla maggiore età hanno fatto si che lavorassi al servizio del principe come volevo.- sorrise in modo malinconico. -Rubino mi ha fatto tornare in mente queste cose. Siamo più simili di quanto lei volesse credere.

Kerasi chiuse la boccetta e la ripose al suo fianco. Jin le prese una mano, non voleva che andasse via. -Ti dispiace che io abbia ucciso la tua nemesi? Significava molto per te, avresti allontanato una prospettiva di vita sbagliata.- Kerasi scosse la testa. -E allora perché sei così triste?

-Mio fratello è innocente, sono sicura che sia così.- ammise seria. Il ragazzo per un attimo non capì. -Ma una parte di me crede che sia solo colpa mia. Non so se questo corrisponda alla verità, però ho paura nel scoprirlo. Volevo diventare un soldato senza macchia ed essere al servizio delle persone che si battevano per il bene del proprio regno, volevo proteggere Zamek in compagnia di Jungkook.- sentì gli occhi riempirsi di lacrime nuovamente. -Mi rendo conto solo adesso che Namjoon era il mio vero fratello e che avrei dovuto riservare a lui le mie attenzioni.

-Tu e Jungkook siete cresciuti insieme e mi pare di aver capito che fosse Namjoon ad averti esclusa dalla sua vita ancora prima che tu prestassi servizio.- vide Kerasi annuire. Le accarezzò il volto. -Allora ti prego non darti colpe.

Lei sussurrò il suo nome e lo vide spingersi verso di se per posarle un bacio delicato sulle labbra. Nonostante quello il suo cuore non riusciva a darsi pace.

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Capitolo 29
*** Aria di scoperte ***


Aria di scoperte

 

In città erano tutti in fermento per l'arrivo del loro orgoglio, di colei che aveva reso celebre l'importanza e la superiorità di Vimana. Il gruppo era ancora lontano dalle porte eppure sentivano schiamazzi e vedevano una quantità esorbitante di persone allegre per chissà quale ragione. Solo quando fecero il loro ingresso capirono che la causa di tanto movimento era la cantante che li accompagnava.

-Ignorateli.- ammise lei con espressione seria. -Se vi fermate non ci muoveremo più. Conosco una persona che ci ospiterà.

-Aspetta, non andiamo a casa tua?- domandò Veral visibilmente confusa. -Non vuoi vedere i tuoi genitori?

Seyun sembrò fermarsi per un solo istante ma cercò di non darlo a vedere continuando a camminare. -Sono morti.- confessò. Rimase in silenzio e proseguì.

La minore abbassò lo sguardo ma Hoseok le toccò una spalla. -Non preoccuparti, non potevi saperlo.- la rincuorò. La castana non era molto convinta ma annuì. Per lui era facile, sapeva esattamente che cosa fosse successo, eppure scorgeva un'espressione dubbiosa anche sul suo volto. Forse Seyun mentiva?

Vimana era molto diversa dalle città che avevano visitato fino a quel momento. Il cielo era sempre sereno e privo di nuvole, il leggero vento non smetteva mai di soffiare rendendo il caldo del sole più piacevole. La città era stata forgiata su tre colline così molte strade erano in salita e solo al centro vi era un territorio pianeggiante, dove si trovava il castello. Seyun notò che Jungkook lo guardava. -Topazio è stato furbo. Prima viveva nella proprietà più grande dopo il palazzo, ma dopo aver catturato l'attuale regina di Vimana ha fatto costruire un altro castello in cima alla collina più ad Ovest. L'attuale re è sempre stato molto malato e senza di lei non riuscirà a governare.- lo sguardo del principe divenne duro e la mora lo notò. -Sta calmo, avrai la tua occasione per tirargli un pugno. Fino a quel momento devi startene buono, già il fatto di dover condividere la distruzione della mia nemesi con qualcun altro è abbastanza irritante.

-Che cosa vuoi dire?

Seyun gli sorrise. -Che te lo cedo.- lo sorpassò e affrettò il passo ridendo. Kerasi gli poggiò una mano sulla spalla, per fortuna Jin si stava riprendendo e riusciva almeno a camminare da solo. Sembrava che l'unguento delle ninfe fosse davvero miracoloso.

Passarono pochi minuti prima che si trovassero costretti a fermarsi. Blanche tastò i coltelli riposti nella cintura. -Qualcosa non va?- chiese, non trovando risposta e avvicinandosi a Seyun in testa al gruppo: la giovane mora si stava inchinando alla maestosa Creatura di Vimana, Pegaso. A sua volta lui aveva il capo chino, probabilmente nutriva un profondo rispetto per l'idolo della nazione. Blanche vide che anche gli altri si stavano inchinando e così seguì il loro esempio. Non le era molto chiaro il motivo, ma non fece domande.

-Deve essere stato un viaggio stancante.- ammise con voce tranquilla. -Ma sono grato che siate sani e salvi.- si alzò e lo stesso fecero gli altri. -Non potrò mai ringraziarvi per aver liberato le Ninfe della Vita. Noi Creature abbiamo dovuto fare un giuramento che ci imponeva di mantenere il silenzio, il prezzo sarebbe stato il nostro popolo. Grazie al vostro intervento siamo liberi di onorare il ricordo delle Sorelle.

-Ne siamo onorati.- sorrise Seyun. -Ma è stata una casualità: non avevamo idea che il Minotauro non fosse la vera Creatura

-Rispetto la tua testimonianza, ma mi permetto di aggiungere che solo un animo nobile avrebbe potuto spezzare un simile sortilegio.- Pegaso spiegò le ali -Vi do il benvenuto nella Città dell'Aria e mi auguro di potervi essere d'aiuto almeno la metà di quanto voi avete fatto per il continente.- fece un ultimo inchino e poi spiccò il volo con un balzo.

 

Quando la porta si aprì trovarono una bellissima donna dai capelli raccolti. -Seyun, mia cara!- con fare sofisticato avanzò verso la ragazza e la strinse in un abbraccio.

-Lei è Iya, la mia insegnate. È merito suo se sono diventata una Idol.- sorrise. Sembrava davvero felice, non era comune vederla in quello stato.

La donna li fece entrare e poi chiuse la porta in tutta fretta, sicura che nessuna guardia li avesse visti. La casa era enorme e si trovava vicino ad una sartoria molto frequentata. Normalmente un gran numero di persone avrebbe dato nell'occhio in città, ma visto il traffico generale era risultato quasi impossibile venire notati. Dopotutto erano quasi al centro della città in una delle fasce orarie più affollate.

All'interno la dimora era stata arredata con pochi mobili indispensabili, nonostante Iya sembrasse una persona d'alta classe anche lo stile dell'arredamento lasciava a desiderare. Per un attimo Veral ricordò casa sua e pensò che fosse ben migliore di quella, ma non si lasciò distrarre.

-Ho ricevuto il tuo messaggio qualche giorno fa.- ammise la donna salendo l'imponente scalinata e facendo segno di seguirla. -Ho sparso voce per la città che terrò un ballo in tuo onore.

-Iya, ti ho spiegato che questa missione è molto importante, non ho tempo per le feste.- Seyun sembrava contrariata, ma la donna fece finta di non ascoltarla e continuò il suo discorso.

-Sono tutti molto felici che il nostro orgoglio sia tornato. Le persone hanno bisogno di speranza, come sai il re è molto malato e qui non abbiamo soldati qualificati per contrastare Topazio e il suo esercito.

-Sono davvero così forti?- chiese Yoongi all'orecchio di Hoseok. Il Guardiano si strinse nelle spalle, per qualche motivo non riusciva a ricordare nessuna informazione su un'armata così potente.

-Comunque il ballo sarà solo per una sera e vorrei che tu ti esibissi.- spiegò Iya con espressione irremovibile. -Non dimenticare che domani è l'anniversario del tuo debutto ed è tradizione che dopo tre anni la tua insegnante organizzi un evento. Sei la stella più luminosa, ma sei sparita per più di due mesi e il tuo successo non durerà per sempre. Ti ho insegnato la costanza, ma se ti conosco non hai fatto pratica neanche una volta da quando sei partita.- Seyun si ritrovò a deglutire rumorosamente, in effetti era da tanto che non cantava. -Perciò ora non ti lamenterai. Lo farai per te stessa e per il popolo.

-Non essere dura.- le disse Kerasi. -Meritiamo una festa dopo tutte le battaglie che abbiamo intrapreso.

La ragazza guardò Veral che non sembrava molto convinta; le sorrise comunque e così accettò dopo aver sospirato. Iya sembrava su di giri, ma il gruppo aveva capito che l'opinione della cantante contava relativamente: quella donna avrebbe comunque organizzato il necessario anche senza il consenso di Seyun.

Anche il piano superiore era molto grande. Certo, non era presente una stanza per ognuno di loro, ma la padrona di casa si diede da fare per sistemare qualche brandina. Si fece aiutare da Jungkook e Seokjin -indubbiamente i due con le spalle più larghe- e alla fine riuscirono ad arrangiarsi come meglio potevano. Nella stanza delle ragazze però rimaneva parecchio spazio perché Seyun non avrebbe dormito con loro: infatti lei possedeva una stanza singola in quanto aveva sempre vissuto in quella dimora.

Il principe si sedette sulla brandina, avevano deciso che Seokjin avrebbe dormito sull'unico vero letto. Nonostante fosse migliorato, le sue condizioni potevano essere critiche e avrebbe potuto guarire molto prima se avessero passato più tempo in un luogo pulito.

-Ci sono molti completi da uomo.- ammise Hoseok. -La signora Iya era sposata in passato, ma poi il marito è scomparso senza dire una parola.- spiegò subito dopo continuando a rovistare tra gli armadi. -Ha spostato tutto in questa stanza per gli ospiti nella speranza che tornasse o che le potessero servire per un nuovo alunno.

-E hai scoperto tutto questo guardandola negli occhi?- domandò Yoongi con un sorriso. -Scommetto che le donne farebbero la fila per te se solo uscissi di più. Almeno tu riesci a capire le loro azioni prive di logica e razionalità.

Jungkook gli tirò una gomitata sul fianco e il re chiuse la bocca. Il Guardiano comunque si mise a ridere e incrociò le braccia al petto. -Il mio è un lavoro a tempo pieno e non ho tempo per occuparmi di quello che dice il nostro amico brontolone.- si portò la mano alla bocca per coprire un sorriso. -Senza contare che guardando nel tuo passato ho trovato molte più azioni irrazionali e illogiche di quante tu possa immaginare.

Il sovrano arrossì, ma prima che potesse dire qualcosa Jungkook toccò la spalla di Hoseok. -Ho bisogno di farti delle domande.- ammise, poi lo vide annuire. -Cosa sai su Topazio e sul suo esercito? Perché questa gente lo teme anche se sembrano illesi?

Il Guardiano scosse la testa e la sua espressione si fece scura. -Avrei voluto dirtelo in un momento più discreto, ma ammetto che speravo in questa domanda.- deglutì a fatica, quello che stava per dire sembrava incredibile persino a lui. -L'unica cosa che sono riuscito a captare riguardo l'armata di Topazio è la paura. Sembrerebbe che ne siano terrorizzati, ma non l'hanno mai vista chiaramente, al contrario sembra quasi un esercito fantasma.

-Ed è possibile una cosa del genere?- Seokjin venne percorso da un brivido, quella storia non prometteva nulla di buono, però Hoseok scosse la testa.

-No.- anche lui sembrava scosso, non lo avevano mai visto così. -Tutto ciò che sanno è che lui ha al suo servizio una quantità illimitata di servitori e che combatte con una spada.- vide Jungkook toccare l'elsa della propria. -In principio aveva il potere della Luce dalla sua parte, ma da qualche tempo non riesce più ad utilizzarlo.

-Ed è a questo che gli serviva Seyun.- terminò quindi Yoongi per lui. Il Guardiano gli riservò un'occhiataccia. -Che c'è? Non sei l'unico a conoscere i suoi segreti!

Hoseok alzò gli occhi al cielo e continuò. -Lei non lo sa. Crede di essere solo una delle tante, ma è una dominatrice dell'aria, l'ultima con precisione, il che la rende più forte e preziosa di chiunque altra.

Seokjin balzò sull'attenti. -Cosa? Volete dirmi che Seyun è...magica?!- gli altri lo ignorarono e lui mise il broncio, sul punto di aggiungere qualcos'altro, ma il re lo fermò e si alzò dalla propria brandina su cui era coricato.

-Aspetta, noi sappiamo che il limite di Topazio è la lussuria, giusto?- vide i presenti annuire. -E sappiamo che si appropria di sole donne per cui qualcuno è disposto a combattere.- di nuovo ricevette cenni positivi. Per un po' non disse nulla, non era sicuro che stesse per dire la cosa giusta. Di certo era l'unica plausibile, ma ancora non aveva capito perché a nessuno fosse venuto in mente. -Io non credo lo faccia per cercare un duello.- ammise con un filo di voce e con lo sguardo fisso. -Ma per creare qualcuno che combatta al posto suo.

 

-Hai già in mente qualcosa per domani sera?- chiese Kerasi a Blanche, ma la maggiore la guardava con sguardo interrogativo. -Iya ci ha detto che possiamo prendere in prestito tutto quello che vogliamo. Molti abiti sono di Seyun, altri erano suoi.

A cena la donna aveva spiegato che la festa sarebbe stata in maschera in modo da non destare sospetti. Molto probabilmente quella era un'idea di Seyun, dopotutto lei aveva provato spesso a non dare nell'occhio con un travestimento in passato.

L'evento avrebbe avuto luogo nel palazzo estivo della famiglia reale, ormai aperto solo per eventi importanti. La cantante ricordava di essercisi esibita solo una volta e quel concerto era stato un vero e proprio successo.

-Credo di non venire.- ammise Blanche. -Non sono mai andata ad un ballo o ad una festa, non sono eventi adatti ad una ladra.

Kerasi le strinse una mano. -E questo viaggio? Non dirmi che non ti ha cambiata: so che lo hai sempre fatto in fin di bene, ma rubare è comunque un reato.- le fece un sorriso gentile. -E noi ti aiuteremo, abbiamo fatto una promessa.

La maggiore ricambiò l'espressione serena ma non annuì; forse la ragazza aveva ragione ma non si sentiva comunque pronta a partecipare ad un evento mondano. Sapeva così poco sulle sue origini -solo dei vaghi ricordi- ma era sicura che un mondo fatto di frivolezze non le sarebbe mai appartenuto.

-Dalle un po' di tempo.- Veral rincuorò Kerasi che stava già perdendo ogni speranza. -Anche io non sono abituata ad eventi di questo tipo, però non vedo l'ora.

-Quindi sai già che cosa indossare?- chiese l'amica con una mano al mento.- Perché sono completamente senza idee!

La porta della stanza si aprì e Seyun fece capolino con una scatola colorata tra le mani. I dettagli e la scritta erano elegantissimi e la appoggiò sull'unico letto presente dove avrebbe dormito Blanche. -Pensavo che forse poteva fare comodo.- ammise notando le altre con sguardo interrogativo. -Me l'ha portato Iya ma credo di non indossarlo. Ho pensato che forse potesse piacere a Veral per la festa di domani.- la ragazza alzò il coperchio e lo appoggiò sulla coperta. Lentamente e con attenzione tirò fuori un abito del colore del cielo confezionato interamente in velo e tulle su una fodera della stessa tinta chiara. -Era stato prodotto per la principessa di Vimana ma è scomparsa prematuramente e non ha mai potuto usarlo. È stato donato a Iya dalla famiglia reale, ma personalmente indossare il capo di un morto mi ha sempre fatto impressione.

Veral divenne rossa in viso, non aveva il portamento di una principessa e non voleva di certo offenderne il titolo. Era una semplice popolana, senza contare che non ricordava l'ultima volta che era stata in grado di indossare un abito formale -che non era pregiato neanche la metà di quello mostratole. Sul punto di rifiutare guardò Kerasi per trovare un appoggio ma l'amica le prese le mani con uno sguardo carico di speranze. -So quello che stai per dire.- disse. -Ma prova ad immaginarti ballare con Kookie alla festa con questo splendido abito.- la castana voleva interromperla ma lei non gliene diede l'occasione. -Sei sempre molto formale con lui anche se ti ha detto tante volte di non esserlo.- ammise convinta. -Domani sera potrai danzarci come una vera principessa e considerarti alla sua pari.

-Già.- aggiunse Seyun con un tono saccente. -Magari se sarai convincente come principessa ti sposerà senza pensarci due volte.

Rise persino Blanche, ma l'espressione imbarazzata dal volto di Veral non accennò a sparire. Lei amava davvero Jungkook, i suoi sentimenti per lui erano più forti di qualsiasi magia o sortilegio, ma non era un'ingenua e conosceva la legge. Il suo era un amore impossibile senza alcuna pretesa, però non voleva illudersi. Il principe era una persona gentile e lei era sempre stata disposta a dimostrargli l'affetto che provava e nonostante non ne volesse in cambio, lui si era dimostrato molto protettivo nei suoi confronti. Certo, lei era la Prescelta, ma negli ultimi tempi lo trovava diverso rispetto al solito.

-In realtà non sono qui solo per questo.- Seyun interruppe i suoi pensieri. -Sì, sono convinta che Veral sarà un incanto con questo abito, ma devo dirvi una cosa importante.- agitò le mani e il vestito prese a fluttuare lentamente come una nuvola passeggera. Le tre sgranarono gli occhi. -Non vi ho detto niente perché non volevo farvi carico del mio segreto ma adesso che sono così vicina a Topazio ho bisogno che voi sappiate: sono l'unica che ha conservato una traccia magica in tutta la Nazione ed è per questo che i miei genitori si sono separati quando ero molto piccola. Sono cresciuta con mia nonna fino a quando Iya non mi ha preso sotto la sua ala. Lei ne è a conoscenza, ma nessun altro lo sa oltre Yoongi, Jungkook e Hobi ovviamente.- fece una piccola pausa. -In realtà è molto probabile che anche Jin lo sappia a questo punto, i ragazzi sono dei veri pettegoli.- alzò al cielo lo sguardo e fece tornare l'abito sul letto. -Volevo scusarmi per non essere stata sincera completamente, vi considero amiche importanti e non voglio che voi pensiate il contrario.

Veral corse ad abbracciarla e si sentì nuovamente in imbarazzo: come aveva potuto farsi quei problemi così frivoli e schiocchi mentre la sua amica conviveva con una situazione così complessa? Le sussurrò delle scuse e le promise di indossare l'abito e di fare il tifo per lei.

Mentre Kerasi sorrideva, Blanche si sdraiò sul letto.

Sapeva che quelle parole non erano rivolte a lei.

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Capitolo 30
*** Chiaro di luna ***


Chiaro di luna

 

Il palazzo d'estate era gremito di gente e Seyun vi si trovava all'interno per le prove del controllo del suono. Kerasi fu costretta ad andare da sola, accompagnata unicamente da Hoseok e Seokjin, in quanto Veral, Jungkook e Yoongi non erano ancora pronti, mentre Blanche si era categoricamente rifiutata di partecipare: la ragazza adorava la musica ma non si sarebbe mai inserita in una simile festa.

-E quindi vi siete vestiti da principi.- ricapitolò Kerasi con uno sguardo stralunato. Per quanto potesse apprezzare una simile visione, le sembrava un'idea un po' sciocca.

-Noi non siamo dei nobili.- spiegò quindi Hoseok, sghignazzando appena. -Per noi questi abiti così raffinati sono una maschera perfetta.

-Sì, penso che sia così.- la ragazza annuì, ma non era troppo convinta. -E che cosa indosseranno Yoongi e Kookie?

-Yoongi ha detto che si sarebbe mascherato da spettro.- ammise Jin ridendo. -Dice che è quello che diventerà se non riuscirà a dormire su un letto comodo.- Kerasi si portò una mano sulla fronte, possibile che il re di Ignogan, il suo regno natale, doveva sempre comportarsi così? -Però Jungkook non ce lo ha detto.

Immediatamente lo sguardo dei due si posizionò su Hoseok. -Tu lo sai di sicuro!- esclamarono in coro, ma lui alzò le mani in segno di resa.

-Beh sì, ma fidatevi è meglio che non lo sappiate.- rispose e poi si avvicinò ai due in modo discreto. -Ha davvero un ottimo motivo per nascondere il suo costume.- la sua espressione si fece nervosa. -E poi io non sono mica uno spione!

I tre risero insieme e si fermarono appena prima di arrivare davanti alle porte del palazzo. Seyun e Kerasi avevano scelto insieme il loro costume e la prima aveva optato per un semplice abito di velluto nero adornato di cappello a punta e una maschera dalla forma allungata, mentre la seconda aveva scelto un completo da pirata con dei comodi pantaloni rossi e un paio di lunghi stivali di pelle nera, senza farsi mancare il cappello caratteristico. Era stata fortunata ad aver trovato quel costume tra quelli di scena di qualche vecchio teatro che aveva deciso di donarli ad Iya, l'istruttrice di Seyun che l'aveva portata in alto nel mondo dello spettacolo.

Un alto ragazzo dai capelli corti che indossava una divisa elegante li fece entrare, richiudendo subito la porta alle sue spalle.

 

Ormai gli invitati erano tutti arrivati, il cibo e le bevante a buffet erano riforniti di continuo vista la richiesta parecchio frequente. Era da molto tempo che non si dava una festa come quella e gli ospiti erano sempre più carichi di energie per ballare a ritmo delle canzoni della voce melodiosa di Seyun, il prezioso diamante della città.

Yoongi si avvicinò a Hoseok appena annunciarono qualche minuto di pausa, in modo che la cantante potesse rinfrescarsi prima della prossima esibizione. Il minore gli porse un calice contente un liquido trasparente e l'altro lo buttò giù tutto d'un fiato per poi rivolgere al Guardiano uno sguardo disgustato. -Che diavolo era questo?

Lo vide alzare le spalle. -Immagino una bevanda tradizionale.- scoppiò a ridere mentre l'amico riempiva il calice con dell'acqua in una brocca.

-Non pensavo che dell'alcol potesse essere così disgustoso. Si può sapere perché me lo hai fatto bere?

Hoseok gli diede un colpo sulla spalla. -Non comportarti da vecchietto, Yoongi!- ammise con un sorriso. -E dimmi che cosa succede.

Il sovrano si riempì la bocca d'acqua ma l'altro alzò un sopracciglio contrariato e lo costrinse ad emettere un verso infastidito. -Che differenza fa? Tanto lo sai benissimo.

L'amico annuì. -Questo non cambia le cose.- rispose poco dopo. -Anche se conosco i tuoi problemi io non ti leggo nel pensiero, perciò dimmi come ti senti.

-Un idiota.- ammise, per poi buttare giù il resto del contenuto del bicchiere, il retrogusto della bevanda precedente non accennava ad andarsene. -Dopotutto lo sai: ho chiesto a Seyun di venire con noi perché è lei che mio padre diceva di cercare. Sapeva che ci fosse una ragazza che conservava la propria magia e lui voleva trovarla per aiutarlo nella guerra contro Lapislazzuli.

Il Guardiano emise un verso di assenso. -Hai mentito a tutti dicendo che cercava Veral per mantenere il suo segreto, conosco i sentimenti che ti legano a Seyun.- per un po' entrambi non dissero nulla. -Ma allora il problema qual è? Ormai tanto lo sanno tutti.

Yoongi però non sembrava così sicuro a riguardo. -Hobi, questo è il suo segreto e io non posso non rispettarlo. È stata lei di sua spontanea volontà a dirlo a tutti gli altri, escludendo te e Jin.

-Ed è una bella cosa.- provò nuovamente lui. -Dovresti dirle quanta ammirazione hai per lei.- il sovrano stava per interromperlo, ma l'altro lo precedette. -Seyun è una bella ragazza ed è famosa in tutto il continente, ha flotte di pretendenti che non aspettano altro che lei. So che tu sei il Re e che non puoi permetterti simili distrazioni, ma se non fai ora la tua mossa la perderai per sempre.

Il biondo la guardò da lontano mentre ripassava le canzoni in un angolo della stanza, sorvegliata da Iya e qualche guardia del palazzo estivo in cui aveva luogo la festa. Per un attimo ricordò la discussione che aveva avuto con lei quando si erano trovati davanti a Upang Maglakbay in cui lui le aveva mentito, dicendo che non aveva avuto altri motivi per costringerla ad andare in missione. Sospirò e distolse lo sguardo. -Sai, credo di averla già persa.

Hoseok non disse nulla e scelse di rispettare la sua scelta. Dopo tutti quegli anni passati a guardare nel passato delle persone aveva imparato a tenere la bocca chiusa.

 

Le danze erano ricominciate e gli invitati si erano riuniti appena sotto al piccolo palco per ballare. -Sono contento che tu sia felice.- ammise Jin in coppia con Kerasi. Fu lui ad insistere, lei non credeva di aver scelto la maschera adatta per un ballo vero e proprio. -Aspetta di mangiare il mio famosissimo pane all'uvetta, tutti i brutti pensieri svaniranno in un secondo.

La rossa scoppiò in una fragorosa risata e il ragazzo vestito da principe arrossì un po'. -Tu scherzi sempre!- spiegò, poi la sua espressione rimase serena. -Hai deciso quindi che tornerai a lavorare con la tua famiglia al negozio?- ricevette un gesto del capo affermativo. -Ne sono felice.- guardò verso l'alto e poi posò i propri occhi nei suoi. -Io invece ho intenzione di andarmene.

-Cosa?!- esclamò senza curarsi del tono di voce fin troppo alto. -Non puoi farlo, Jungkook ha bisogno di te!

Kerasi rise ancora: Seokjin era il solito esagerato e nella sorpresa aveva finito per allontanarsi da lei quanto bastasse per urtare una signora alle sue spalle. La voce di Seyun si incrinò e il suo tono si fece divertito. Gli invitati invece gli rivolsero un'occhiataccia e poi ognuno tornò alla propria danza, colpevoli compresi. -Non è la fine del mondo e non sarà per sempre.- ammise subito dopo la ragazza. -Vorrei tornare ad Ignogan e magari potrei lavorare per la regina Adara. È la mia città natale e grazie a Rubino ho capito che devo tornarci: Zamek non è mai stata la mia vera casa anche se ero convinta che lo fosse.

-Ascoltami, so che lei ti ha ricordato te stessa in qualche modo e io lo capisco.- insisté. -Ma il tuo posto è quello dove hai le persone che ti amano.- si interruppe nella speranza che lei dicesse qualcosa ma non ottenne nulla. -Il mio è un pensiero egoista e non voglio perderti. Se sei stanca di fare il soldato puoi venire a lavorare con me: sono incredibilmente bello, canto splendide canzoni e faccio battute esilaranti...

La ragazza lo guardò negli occhi tristi e nonostante le dispiacesse non avrebbe mai cambiato idea per amore. Certo, sapeva che Jin gli sarebbe mancato più di chiunque altro, ma come poteva ritornare indietro senza suo fratello? Namjoon li aveva traditi e aveva provato a ingannare Veral per portarla via con lui, ma sapeva che aveva una valida ragione per farlo. -Vivere con te sarebbe stupendo e io ti amo.- gli accarezzò il volto. -L'ho capito dalla prima volta che ho messo piede nella tua panetteria e tu mi hai sorriso con quel camice che ricordava più un dottore che un fornaio.- rise e risollevò anche il morale del moro. -Ma non posso rimanere a Zamek senza conoscere prima le mie origini. Io non so nulla del mio regno, i miei genitori e Namjoon vengono da lì, ma io ho come la sensazione di non c'entrare nulla con quel posto.

Tra i due si venne a creare una situazione di assoluto silenzio. Seokjin non voleva insistere, anche lui sentiva di amarla e di certo non si sarebbe mai sognato di toglierle la libertà di viaggiare in cerca di se stessa. Dopo la faccenda di Namjoon, Kerasi non aveva avuto molto tempo per distrarsi e quella festa era l'unico vero motivo per cui si stava divertendo, non si sarebbe mai permesso di toglierle anche quel barlume di piacere. Con la coda dell'occhio guardò Jungkook -con il suo bizzarro costume- che se ne stava appoggiato alla ringhiera dell'ampio balcone, più simile alle dimensioni di un enorme terrazzo. Dalla parte opposta della sala Veral parlava con un ragazzo dal capelli neri e dall'aria nobile, Jin aveva sentito che era un vecchio amico di Seyun e gli pareva si chiamasse Lukas. Non che fosse importante, ma si chiese se il principe -quello vero- fosse così triste per via di quella scena.

-Non preoccuparti per lui.- lo risvegliò la giovane, avendo notato l'interesse del suo cavaliere per gli amici. -Si trova in quello stato da quando è iniziata la festa.- si mise a ridere. -Credo sia per via del costume.

Seokjin avrebbe senza subbio ribattuto ma dovette rimandare visto che Iya aveva annunciato un'altra pausa più breve. I due si separarono con un bacio delicato scambiato cercando di non essere visti, poi il moro raggiunse Hoseok e Yoongi, mentre Kerasi affiancava Veral.

Senza farsi notare anche Seyun scese dal palco e si avvicinò alle amiche, mentre il ragazzo con cui la minore stava parlando faceva un piccolo inchino e si allontanava. -Ehi, che succede?- domandò.

Le due si voltarono e Kerasi poggiò un braccio sulle spalle della castana. -Il tuo amico sembra essere interessato alla nostra prescelta.

Veral cercò di divincolarsi e porse le mani avanti. -Non è come sembra, mi ha chiesto solo perché Jungkook se ne stava tutto solo vestito in quel modo.- abbassò lo sguardo. -Credo si senta a disagio. Ed è lo stesso per me, non è affatto facile fare la principessa.

Le amiche le sorrisero e lei ricambiò lo sguardo, felice di averle accanto.

 

Sentì dei passi avvicinarsi a lui e fu in procinto di voltarsi in malo modo e rifiutare categoricamente qualsiasi fanciulla lo invitasse a ballare, ma nel momento in cui si girò i suoi occhi si posarono sulla figura minuta di Veral. Si sforzò di farle un sorriso, ma lei riprese a camminare e si fermò solamente una volta appoggiata alla stessa ringhiera su cui vi era lui, appena poco lontano. Jungkook allora tornò alla sua posizione precedente e le rivolse uno sguardo accigliato -Va tutto bene?- chiese, ottenendo un cenno positivo del capo. -Perché sei qui invece che dentro, non ti piace la festa?

-Che buffo, pensare che sono venuta qui per farti la stessa domanda!- Veral rise, ma probabilmente si stava costringendo. Jungkook non poté non notare che non aveva usato l'onorifico per la prima volta, lo considerava un passo avanti, quello era certo. -Questa sera sono venuti in tanti a chiedere perché preferivi stare da solo.- il ragazzo fu preso alla sprovvista e non seppe bene che cosa dire, non l'aveva mai sentita parlare in quel modo. Tra i due ci fu qualche attimo di silenzio in cui ammiravano il cielo stellato uno a fianco all'altra, mentre la luce della luna illuminava il panorama naturale davanti ai loro occhi. Il leggero vento si infiltrava tra i loro capelli e i punti in cui i vestiti non riuscivano a coprire la loro pelle erano diventati gelidi. -Posso chiederti perché hai scelto una simile maschera?- chiese lei ad un tratto. Erano arrivati alla festa in momenti diversi, quindi non aveva avuto modo di chiederglielo. Il fatto era che vederlo con un paio di calzoni corti, una camicia bianca sbottonata leggermente e logora in più punti, degli scarponi infangati e una fascia ambrata che faceva da cintura si era rivelata una sorpresa un po' per tutti.

Jungkook si voltò di scatto, ma non rispose subito. Per un secondo gli era balenata l'idea di mentirle, ma poi la scacciò: dov'era finito il suo valore di principe? Anche se si era vestito da semplice pescatore non significava che avrebbe potuto raccontare falsità. Era stato Jimin a dargli l'idea, dopotutto lui apparteneva proprio a quella categoria di lavoratori e lo aveva visto molto vicino a Veral viste le loro origini. Comunque non voleva arrivare dritto al punto subito, non era sicuro di essere in grado di spiegare le cose come stavano. -Era qualcosa che nessuno si aspettava da me.- ammise tornando a guardare il cielo. Aprì la bocca per aggiungere altro, ma non fece in tempo perché Veral lo precedette.

-Capisco.- annuì. -Devo riconoscere che questo abito è estremamente bello e che se Seyun e Kerasi non avessero insistito così tanto non avrei mai potuto onorare il pensiero della vera principessa di Vimana. È sicuramente in un posto migliore di questo.

-Vuoi dire che non sei stata tu a volerti vestire in questo modo?- forse lo domandò con un po' troppo dispiacere nel tono perché Veral sobbalzò, ma poi gli rispose con un sorriso, sempre evitando il contatto visivo.

-Seyun è arrivata con questo vestito, è stata una sua idea, ma Kerasi le ha dato manforte. Inizialmente mi sono opposta, non sarei mai riuscita a rendere omaggio alla proprietaria legittima di questo abito.- si avvicinò a lui tanto quanto bastava per sussurrare ed essere sentita comunque. -La fattura sembra davvero complessa e la stoffa è molto leggera!- tornò al suo posto e rise.

Jungkook ci pensò un attimo. -Sei molto bella.- le disse senza imbarazzo.

Veral si fermò e si allontanò un poco. -Se l'ho indossato però è anche perché speravo che per una volta non mi sarei sentita così diversa al tuo fianco. Ma poi ti ho visto entrare vestito come Jimin e ho capito che per quanto io mi impegni non riuscirò mai, neanche in una simile occasione, ad essere alla pari del principe. Alla fine è stato praticamente tutto inutile.- lui riuscì a notare una sottile vena di ironia, ma la lasciò continuare. -Non importa, ho detto abbastanza sciocchezze per questa sera.

Cominciò a camminare verso l'entrata del salone, ma il principe la fermò prendendole la mano e scuotendo la testa. -Non è come credi, mi sono vestito così per lo stesso motivo.- vide che sul volto della ragazza si era dipinta un espressione confusa. -Pensavo che in questo modo avrei potuto starti vicino, proteggerti in ogni momento e dirti quanto ti reputo speciale senza che tu potessi sentirti in dovere di essere formale. Volevo convincerti di essere solo Jungkook e non il principe di Zamek che tanto ammiri.

La castana avvampò e si avvicinò nuovamente. -Pensavo di averti detto di essere innamorata del ragazzo e non della carica che ricopre.- gli riservò un sorriso triste e cambiò totalmente atteggiamento. -È davvero gentile da parte tua, ma ormai non fa alcuna differenza. Quando tutto questo sarà finito ti innamorerai di una splendida principessa e dimenticherai il resto.

Lui le accarezzò una guancia e gli tornò in mente il suo sogno ricorrente. Nonostante la sconfitta di Ametista lui continuava a sognare di dover fare l'annuncio ai sudditi di un bambino in arrivo ed era sicuro che lei fosse dello stesso avviso. -Per ora la sola splendida principessa è qui davanti a me.

 

Seyun aveva ripreso a cantare e Jungkook, con la massima delicatezza, aveva invitato Veral a ballare, aprendo così un'altra sessione di danze a cui si aggiunsero la maggior parte degli ospiti. Erano parecchio stupiti di vedere il principe prendere parte ai festeggiamenti dopo aver passato gran parte del tempo affacciato al balcone. Nonostante ciò furono anche molto contenti perché sembrava che quell'evento stesse prendendo una piega più interessante con una persona così influente.

A Jungkook in verità non importava molto degli altri o della festa. -Dove hai imparato a danzare?- chiese a Veral che abbassò il viso.

-Credo che tu non vorrai saperlo, il tuo giudizio su di me potrebbe cambiare completamente.

Entrambi si misero a ridere, ma poi il principe riprese il discorso. -Vorrei conoscere di più su di te.- la guardò per qualche istante, poi il suo sguardo si fece dubbioso. -Per caso ti è più capitato di fare quel sogno?

Lei annuì. -Quasi tutte le notti.- ammise, poi gli rimandò la domanda con lo sguardo e lui ebbe la sua stessa reazione.

-Perciò quell'illusione non era solo indotta da Ametista e dal profumo dei suoi fiori.- ragionò. -Ma allora che cosa è successo realmente?

Veral divenne rossa. -Quando mi ha fatta rimanere sola con lei mi ha detto che la sua unica colpa è quella di averci fatto dormire, ma che quel che abbiamo visto è solo frutto dei nostri desideri.- spiegò. Jungkook non sembrava troppo convinto della notizia così lei si ricompose. -Qualcosa non va?

Sorrise e scosse la testa. -No.- si avvicinò di più al suo viso. -È tutto perfetto.

Veral ricambiò lo sguardo, ma non disse nulla. Il principe le stava nascondendo qualcosa, riusciva a percepirlo da qualsiasi parte visibile del suo corpo, persino i suoi capelli sembravano essere in tensione. Spesso si era posta le sue stesse domande, perché lui avrebbe voluto desiderare un futuro con lei quando la prima cosa che le aveva detto erano state parole di rifiuto? Certo, Jungkook era sempre molto gentile e forse se Lucille non gli avesse mai spifferato il suo segreto, probabilmente adesso non starebbe ballando con lui, anzi con tutta probabilità lei sarebbe ancora a casa. Dopotutto la missione era cominciata perché il principe voleva scusarsi con lei per averla rifiutata senza neanche conoscerla e Veral aveva chiesto in cambio proprio di saperne di più sulla faccenda. Si rese conto di avere dei ricordi magnifici.

La canzone finì e prima che potesse iniziarne una nuova un soldato entrò di tutta fretta dalla porta principale e si gettò ai piedi di Iya. -S-signora...- ansimò. -Lui è qui, g-gli altri so-sono tutti...- prese fiato. -Morti.- poi si accasciò a terra e chiuse gli occhi.

Yoongi si gettò sul cadavere e provò a farlo rinvenire senza successo, le porte della terrazza si spalancarono e i vetri si ruppero in mille pezzi. La figura di un uomo dalla pelle ambrata e i capelli color nocciola entrò nella stanza, era abbigliato da festa, sembrava quasi che si aspettasse di essere invitato. Il suo sguardo si puntò su Seyun, poi si spostò su Veral e vide che Jungkook la stava stringendo a se. L'uomo fece un passo in avanti e il principe sfoderò la spada che aveva nascosto sotto la fascia.

-Ma guardate che bella festa e quanta bella gente!- avanzò ancora, aprendo le braccia come per godersi tutto quello che non gli apparteneva. -Soprattutto fatemi dare un occhiata alla mercanzia, ho ricevuto segnalazione che qui c'è qualcuno pronto a far parte del mio esercito.- si avvicinò a un paio di ragazze tremanti, tutte avevano capelli lunghi e un leggero abito azzurro. -Non vorrei farvi perdere tempo.- disse in seguito. -E vi dico che so esattamente chi voglio.- Jungkook sapeva che cercava Seyun, ma d'istinto strinse maggiormente Veral al suo petto. -Ragazzo con la spada.- lo chiamò. -È inutile che la nascondi, se ti scoprissi con la Prescelta ti ucciderò e poi me la prenderò.- la castana allora si divincolò e si sciolse i capelli legati. -Ecco gli occhi che hanno fatto impazzire Ametista, non vedo l'ora di vederli riempirsi di lacrime per me.- camminò verso di lei, ma la ragazza non si mosse e puntò il proprio sguardo nel suo.

Il principe le prese la mano e la tirò indietro, ma lei scosse la testa. -Non preoccuparti.- gli fece un sorriso e lui la strinse di più, poi la lasciò andare. -Grazie per esserti fidato.

A quel punto l'uomo era così vicino che se Veral si fosse girata le loro labbra si sarebbero sfiorate. Lei riuscì a percepirlo e con uno scatto, dopo aver stretto i pugni fino a far sbiancare le nocche, gli tirò un pugno sulla guancia. E nonostante la ragazza fosse molto più piccola rispetto a lui, la figura imponente cadde a terra rovinosamente.

Seyun scoppiò a ridere e prese la sua arma da dietro la tenda del palco, scese i gradini e posò un tacco della sua scarpa sul petto dell'uomo. -Credevi davvero che saremmo venuti qui disarmati? Sei un idiota oltre che un porco, Topazio.- la gemma sembrava divertita dalla situazione e in un secondo la mora si trovò sul pavimento, senza fiato.

-Altri vogliono provare a sfidarmi? Conosco qualche trucchetto che non è niente male.- guardò Jungkook che si era piazzato davanti a Veral di nuovo. Perché si era preso il suo colpo se palesemente avrebbe potuto fermarlo? Il principe assottigliò lo sguardo, non aveva ancora capito quale fosse il suo piano.

Pochi secondi dopo si trovò a terra, la maggior parte delle ragazze della festa lo stavano tenendo fermo e la spada era stata gettata lontano. Il ragazzo riconobbe alcune delle fanciulle che lo avevano invitato a ballare e si maledì per essere stato così stupido.

-Okay, adesso tu verrai con me.- esclamò schioccando le dita. Veral cadde in ginocchio, più o meno nella stessa situazione di Seyun, mentre Kerasi e gli altri venivano attaccati dalle altre ragazze. Si voltò verso Iya che guardava il pavimento con occhi tristi. -Hai fatto un ottimo lavoro, piccola.- le disse in tono gentile. -Ma ormai non mi servi più.- la donna provò a scappare ma Topazio le trafisse la gola con la propria spada. Alzò l'indice in segno di negazione. -Se non volevi morire avresti dovuto rimanere fedele alla tua protetta.

-S-sei un mostro!- provò Veral mentre vedeva Seyun piangere dalla rabbia poco lontano.

Lui la ignorò. -Se non vuoi vedere il tuo principe in una bara di vetro, sbrigati e vieni con me.- la trascinò per un braccio ed uscì dall'ingresso, poi le porte le si chiusero davanti al volto e vedere i suoi amici era diventato impossibile.

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Capitolo 31
*** Fortezza d'oro ***


Fortezza d'oro

 

Le porte della casa in centro appartenente a Iya erano chiuse. I ragazzi si guardarono indecisi sul da farsi, ma poi Jungkook tirò un calcio alla serratura e quella cadde dall'altra parte in modo che potessero così entrare. Sulla scalinata nell'ingresso si palesò Blanche con un'espressione curiosa, ma quando incontrò lo sguardo dei compagni divenne subito seria e notò che vi era un membro in meno. -Perché Veral non è con voi?- chiese in tono incredulo, dove si era cacciata quella ragazzina?

Seyun diede un pugno al muro e Jungkook salì le scale senza dire una parola, oltrepassando la maggiore che ancora non aveva idea di che cosa stesse succedendo. Non aveva mai visto il principe con quella faccia, sembrava davvero sconvolto.

Kerasi le poggiò una mano sulla spalla. -Lascialo perdere, è arrabbiato con se stesso. Ripartiamo tra qualche ora.

Blanche stava per protestare: era notte fonda e lei era l'unica a sapersi muovere nell'ombra. Non disse nulla però, non era sicura che sarebbe servito a qualcosa. Veral era scomparsa, Iya non aveva fatto ritorno, i ragazzi sembravano sconvolti e stremati.

La soldatessa fece come per raggiungere Jungkook, ma una volta in cima fece segno a tutti di seguirla. -Ha bisogno di noi, ora più che mai. È poco più che un ragazzo in fondo, non possiamo lasciarlo da solo in un momento come questo.- guardò Seyun e si rivolse a lei. -E non lo faremo neanche con te. Ti prometto che troveremo una soluzione anche al tuo problema.

-Non puoi riportare indietro i morti.- ammise la mora, il suo tono non sembrava triste però. -E anche se fosse, Veral è mia amica e non la lascerò da sola.- nonostante le sue parole non sembrava aver cambiato atteggiamento; Blanche non riusciva ancora a capire se fosse sincera o meno.

Kerasi si sforzò di sorridere. -Rimani qui un attimo.- lanciò a Yoongi uno sguardo d'intesa, ma il ragazzo non ne sembrava entusiasta. Lei gli riservò un'occhiataccia che non ammetteva repliche e lui sbuffò. La maggiore sarebbe scoppiata a ridere nel vedere quella scenetta, ma non le pareva il momento quindi si morse la punta della lingua e prese a seguire l'amica al piano di sopra, copiata da Hoseok e Seokjin

La soldatessa aprì la porta della stanza in cui Jungkook aveva appena finito di cambiarsi, allacciando la cintura da cui pendeva la fodera della spada. Kerasi e gli altri tre gli apparvero alle spalle e quando il moro vide il Guardiano lo prese per il colletto della giacca da finto principe e lo sollevò con irruenza. -Perché non ci hai detto che Iya era dalla parte di Topazio?- alzò la voce. Le due ragazze cercarono di tirarlo giù, ma lui le fermò. -Sono sicuro che tu lo sapevi, ma se ce lo avessi detto adesso Veral non sarebbe stata catturata, forse Iya stessa sarebbe rimasta viva.

-Jungkook!- lo riprese l'amica. -Non dimenticare che Seyun può sentirti, è ancora molto scossa dalla notizia.

Il principe lasciò il colletto di Hoseok e si sedette sulla brandina, il castano fece lo stesso e si mise al suo fianco. -Non voglio mentirvi.- ammise. -Perciò anche se vi sembra impossibile vi chiedo di credermi quando vi dico che non ne avevo idea.- si sentì quattro paia di occhi addosso nonostante Blanche non avesse ancora capito granché. -Non so perché, ma non avevo neanche percepito il solito vuoto come per Namjoon o per Veral, sembrava quasi come se non fosse mai accaduto.

-Ma deve essere accaduto.- ribatté Kerasi. -Perché Topazio avrebbe dovuto mentire? Senza contare che non può essere una coincidenza, è successo tutto troppo in fretta per non essere stato pianificato.

-Lui non sembra essere un nemico comune.- ammise il Guardiano. -Guardandolo non solo ho avuto la conferma che il potere della Luce lo ha abbandonato, ma ho scoperto che si è impossessato di talmente tante donne che è riuscito a controllare il suo limite. Può uccidere anche solo con quello, Seyun e Veral se la sono vista brutta.- stava per aggiungere altro ma la porta si spalancò ancora e ne entrarono i membri che mancavano all'appello. I due sembravano sconvolti, non li avevano mai visti in quel modo, si comportavano in maniera strana: Yoongi si avvicinò a Kerasi e deglutì a fatica, bianco come un lenzuolo le porse un foglio arrotolato su se stesso con un buco al centro.

-Abbiamo sentito bussare all'ingresso e quando abbiamo aperto la porta c'era questa sull'uscio.- la mora alzò una freccia robusta. -Incastrato c'era quel foglio.

La soldatessa lo passò al principe che gli diede una rapida occhiata, poi lo gettò sul pavimento. Si alzò e prese il mantello rosso. -Dove stai andando?- chiese lei. -Non te ne vai senza di noi.

-Invece sì.- ammise senza esitazione. -È una cosa che devo fare da solo e per questo non verrete con me, il mio è un ordine.- Kerasi aggrottò le sopracciglia, le era venuta voglia di tirargli uno schiaffo, quello non era il principe che conosceva!

-Jungkook ha ragione.- confermò Yoongi. -Noi siamo gli unici che possono riuscire in questa impresa. Torneremo prima che voi possiate notarlo.- stava per avviarsi verso l'uscita, ma l'altro lo fermò.

-Vale anche per te. Non voglio mettervi tutti in pericolo, avete visto che cosa è capace di fare e mi sembra anche abbastanza forte.- rivolse un sorriso gentile alla sua guardia, poi guardò Yoongi e Jin. -Voi due, proteggete le ragazze e il Guardiano, sono loro i bersagli principali di Topazio.- guardò Seyun e ne notò l'espressione dura. -Ho bisogno di un cavallo, sai dove potrò trovarne uno?- la ragazza fece un cenno positivo con il capo, poi però il sovrano si mise in mezzo.

-Sarai anche il principe, ma io rimango pur sempre il re.- vide Jungkook sospirare. -I tuoi ordini sono come la sabbia del deserto per me: non valgono niente!

-Zamek è un regno più importante di Ignogan.- spiegò allora l'altro spazientito. -E poi Seokjin non riuscirà a combattere da solo, non con quella brutta ferita.- si avvicinò al suo orecchio. -Se non rimani, non sono sicuro che rivedrai intera la tua Seyun.

Uscì subito dopo e l'idol lo seguì.

 

Seyun era appena rientrata e appoggiò la mantella che le copriva il lungo abito scuro che ancora indossava sul piccolo gancio dorato attaccato alla parete. Pochi secondi dopo vide Yoongi e Hobi scendere le scale con una grossa asta di legno. La mora li guardò con un sopracciglio alzato: da dove se l'erano procurata?

-Abbiamo dovuto staccarla da un armadio.- spiegò il Guardiano con sguardo dispiaciuto, anche se non poteva leggerle nel pensiero non era complesso notarne il disappunto. -Serve per tenere la porta chiusa.

-Se Jungkook non fosse così maledettamente irruente forse adesso potremmo dormire in pace, senza contare che ovviamente sanno dove siamo.- borbottò il re.

La ragazza non disse nulla e con un gesto della mano sollevò la lastra e i chiodi che stavano sul mobile all'ingresso, probabilmente portati lì dai due ragazzi in precedenza dato il martello poco distante. Con un secondo movimento più veloce i battenti furono chiusi definitivamente.

-Forte!- esclamò Hoseok allegro.

Seyun sbuffò e si recò al piano di sopra, non riusciva a capire perché quell'idiota di Yoongi si fosse portato dietro il Guardiano e non Kerasi, ma preferì non fare alcuna domanda. Entrò nella sua stanza e con stupore ci trovò proprio la soldatessa con Jin, la ragazza gli stava medicando la ferita: nonostante l'unguento delle Ninfe i vestiti del ragazzo si erano rovinati nell'impatto e quella misera benda data da Iya all'arrivo non avrebbe di certo tenuto a lungo, facendogli rischiare una brutta infezione.

La mora uscì nuovamente e andò nella stanza dove ancora si trovava Blanche nonostante non le appartenesse. Le due si guardarono per un po' ma nessuna ebbe il coraggio di dire qualcosa, così Seyun aprì un cassetto dell'armadio imponente -conosceva a memoria tutti gli spazi della grande casa, anche quelli che non avrebbe dovuto nemmeno guardare- e ne tirò fuori un paio di camicie pulite.

-Perché lo fai?- chiese la maggiore ad un tratto. -Mi pare che avessi detto che non ti importava di niente e di nessuno.

Seyun però non si fermò a guardarla e rispose senza esitare. -Tu hai i tuoi motivi per aiutarci, io ho i miei.

-Mi sembrava di aver capito fosse perché li consideri amici.

-Kerasi e Veral sono mie amiche.- ribatté subito dopo. -E provo un profondo rispetto per gli altri.- poi non disse altro e chiuse la porta alle sue spalle. Non voleva essere dura con lei, ma Blanche non era di certo lì per bontà d'animo, voleva solo viaggiare e portare sua sorella in un posto luminoso. Secondo Seyun era una cattiva idea, lei aveva girato un po' tutte le regioni e nessun posto era come Vimana, la sua città natale. Non importavano i brutti ricordi che la perseguitavano in ogni via o in ogni negozio, sapeva perfettamente che l'avevano resa l'idol di cui tutti andavano fieri, persino lei stessa.

Sospirò e raggiunge nuovamente la sua stanza, entrandoci dentro senza bussare. Non le interessava molto, quella dopotutto l'avevano occupata senza chiedere il permesso, probabilmente era stata la scelta peggiore che avessero mai fatto. Comunque sorrise nel vederli solo conversare in modo sereno, un dolore le attraversò il petto, ma non disse nulla.

-Abiti puliti.- ammise. -Vedrai che starai meglio.

-Umh?- fece Kerasi confusa. -Pensavo che ti facesse strano indossare i vestiti dei morti.

Seyun si mise a ridere, ma senza scomporsi. -Non so se il proprietario fosse morto.- cominciò. -Ma di sicuro non si accorgerà di qualche camicia mancante.

La rossa corse ad abbracciarla, ma evitò di toccarla con le mani ancora sporche. -Sei una vera amica.

La minore ricambiò la stretta dopo qualche momento. Dopo tanto tempo si sentiva davvero felice: quanto era passato da quando qualcuno le aveva mostrato affetto? Iya c'era sempre per lei, ma era una donna molto severa ed esigeva la perfezione. Nonostante ciò Seyun sapeva che le voleva bene, il mistero dietro al suo tradimento non le avrebbe dato pace; che cosa le aveva offerto Topazio in cambio di Veral? Deglutì a fatica e pensò al peggio, poi sciolse l'abbraccio. Aveva assolutamente bisogno di distrarsi. -Qualcuno ha letto il messaggio indirizzato a Jungkook? Io e Yoongi eravamo talmente preoccupati dall'accaduto che non ne abbiamo avuto il tempo.

Kerasi lo tirò fuori dalla tasca. -L'ho preso io, ma in effetti non ho avuto molto per guardarlo.- lo srotolò e rimase a fissarlo per un po'. Lo richiuse e lo riaprì con uno sguardo sconcertato. I due stavano per chiederle che cosa ci fosse scritto, ma lei li precedette entrambi, mostrandoglielo direttamente.

 

Qualcuno per cui si è disposti a combattere”

 

La soldatessa fu sul punto di urlare. Era quello che aveva fatto cambiare idea al principe? O aveva solo confermato la teoria iniziale di partire da solo? Cominciava a capire l'odio che Seyun provava nei confronti di Topazio: sentiva un formicolio alle mani e avrebbe tanto voluto infilargli una freccia in mezzo agli occhi. Era più che ovvio si trattasse di una trappola, eppure Jungkook non era mai stato troppo ingenuo su queste cose. Che cosa gli aveva fatto abbandonare il buon senso?

Kerasi guardò l'amica nel tentativo di trovare uno sguardo carico di speranza, ma questo non avvenne. Seyun tratteneva le lacrime.

 

-Portatela nella mia stanza- cominciò l'uomo tirando indietro i capelli castani. -Ci penseranno le altre a spogliarla e addobbarla in modo consono.

Veral provò a divincolarsi, senza successo. Era trasportata da tre ragazze, una era sicuramente più giovane di lei, sembrava quasi una bambina, mentre le altre due potevano avere l'età di Blanche. Il suo castello pullulava di giovani fanciulle, non ne aveva vista una che fosse avanti con l'età. Le sembrava strano infatti che Iya fosse stata truffata dalla gemma, ma decise che quello non era il momento migliore per pensare ai problemi di qualcun altro. Mollò una gomitata sullo stomaco alla ragazzina che le teneva la bocca chiusa e quella cadde per terra; Veral continuava a pensare che Topazio era stupido e che invece di chiedere a quelle tre incapaci, avrebbe potuto imbavagliarla come tutti i malviventi rispettabili, si domandò perché non approfittare di quel vantaggio. -Pensi davvero di poterci fermare? Portandomi qui li hai attirati tutti e ti faranno a pezzi come gli altri prima di te.

Lo vide ridere. -Non credo proprio.- la guardò e si avvicinò al suo volto. Veral sentì che la presa sul suo corpo era più debole. Giurò di udire il respiro delle ragazze alle sue spalle farsi più veloce. La castana non riusciva ancora del tutto a liberarsi, ma sentì un senso di disgusto provenirle dall'interno. -Non preoccuparti però, non ho intenzione di forzarti, vedrai che nel momento in cui mi guarderai negli occhi capirai che il tuo desiderio è più forte di quello che vuoi pensare e alla fine cederai. Nessuno può resistere, al contrario degli altri miei defunti colleghi, il mio limite e la mia forza sono innati nel cuore e nella mente di tutti.

Era quello che importava quindi, pensava di poterla comprare solo perché si auto-considerava di bell'aspetto? Sembrava una discussione ridicola, abbastanza da mandare Veral su tutte le furie. -È davvero solo questo che conta per te?- chiese in tono serio. Sembrava che la sua rabbia fosse svanita nel momento in cui quelle parole avevano sfiorato i suoi timpani. -Perché sappi che non ti trovo né bello né desiderabile, come potrei? Hai minacciato me e i miei amici...- venne subito interrotta.

Topazio le prese le guance tra il pollice e le altre quattro dita. -No no no.- con l'altra mano fece muovere l'indice in segno di negazione. -Io ho minacciato te e il tuo principe.- la lasciò andare e gli occhi della ragazza cominciarono a riempirsi di lacrime dal dolore. Non poteva neanche massaggiarsi la parte lesa visto che le due ragazze le stavano ancora tenendo le braccia. L'ultima invece era ancora stesa sul pavimento, ma non riusciva a convincersi di essere stata lei a farle quello, probabilmente era l'effetto che quel viscido di Topazio faceva a quelle galline che aveva al suo servizio. -Comunque tu non sei mia prigioniera, sei mia ospite.- fece una pausa e le diede le spalle. -Almeno questo dipende da te: se sceglierai di governare come mia regina e di concederti a me, allora eviterò che Opale ti porti via e risparmierò i tuoi amici.- iniziò a camminare. -Ma non potrò fare nulla per il principe di Zamek, lui è già in viaggio per venire a salvarti. È un peccato che morirà nel tentativo.- si allontanò e sparì dietro una porta, concludendo con una risata isterica che riecheggiò nell'intero palazzo.

Veral era di nuovo prigioniera in un castello. La volta precedente era successo con Lapislazzuli, ma quello era un inetto e a nessuno importava molto di lui, Topazio invece aveva al suo cospetto un esercito fedelissimo a cui aveva giurato amore vero. Non avrebbe trovato un aiuto in quel palazzo neanche se ci avesse provato con tutte le sue forze, quindi non aveva scelta avrebbe dovuto comportarsi nello stesso modo in cui aveva sempre fatto tutto: cavandosela da sola.

Certo, a detta della creatura, Jungkook stava arrivando per lei, ma anche se fosse non avrebbe potuto aspettare che giungesse senza nemmeno provarci. La Gemma non sembrava di certo amichevole e anche se i suoi metodi si erano rivelati sciocchi più di una volta, il suo atteggiamento così sicuro le faceva pensare che avesse un piano, uno anche parecchio pericoloso.

Ad un tratto si rese conto che la ragazzina che le teneva coperta la bocca era rimasta ancora accasciata sul pavimento. -La vostra amica la lasciate lì per terra?- domandò alle altre in tono confuso. -Potrebbe sentirsi male.

-È morta.- spiegò quindi una delle due. La voce sembrava provenire da sinistra, ma Veral non ci mise la mano sul fuoco. -Il desiderio a cui è stata sottoposta dal nostro Padrone era troppo forte per il suo corpo.- detto ciò continuarono a camminare nel silenzio.

Nel palazzo lavoravano solo ragazze e man mano andava avanti ne incontrava una quantità sempre maggiore. Molte erano quasi completamente nude, coperte solo da piccoli triangoli di stoffa e per un attimo il pensiero che fosse quella la trappola a cui alludeva Topazio le balenò in mente -in quanto aveva tutta l'aria di essere un piano stupido.

La sua stanza era bianca e dorata e sembrava solo una camera da letto vuota in cui si entrava solo ed esclusivamente per dormire. La ragazza ne fu sollevata: era talmente impolverata che si capiva non fosse solito usarla, poteva solo significare che non aveva ancora intenzione di appropriarsi di lei. Si chiese se avrebbe funzionato, in ogni caso. Di certo non era come le altre ragazze, quello sarà pur valso qualcosa, no? Il terrore si impossessò di lei nuovamente quando vide altre due giovani fanciulle più o meno identiche che non aveva mai visto con in mano una stoffa gialla, un metro da sarta e una forbice.

-Dobbiamo prendervi qualche misura.- fece la prima. -Il Padrone è molto contento di voi, siete il suo ultimo acquisto.

-Sbrigati Igolka!- esclamò la seconda. -Se Myla ci trova qui saremo nei guai con il Padrone.

-Nikta ha ragione.- ribatté allora di nuovo la prima, avvicinandosi a Veral con un sorriso. -Myla è incaricata di lavare tutte le nuove arrivate e purificarle. È la più anziana di noi e anche se è molto severa ha sempre un occhio di riguardo nei nostri confronti.- l'altra annuì vigorosamente e la indusse a continuare. -Da quello che sappiamo lei è stata la prima a venire qui ed è l'unica di cui il Padrone non si è mai sbarazzato.

Nikta a quel punto le intimò di fare silenzio. -Zitta! Non puoi parlare così o verrai punita, Igolka.- si rivolse a Veral con sguardo gentile e le si avvicinò con tutta la stoffa tra le mani. -Non datele retta, vedrete che il Padrone sarà molto buono con voi.

La ragazza si ritrasse. Non le piaceva molto l'idea di doversi considerare un oggetto alla mercé di Topazio e in più non avrebbe lasciato che qualcuno la separasse dall'abito regalatole da Seyun in onore della principessa di Vimana. A quel pensiero si fermò un secondo a guardare i volti delle due giovani davanti a se: Igolka e Nikta sembravano poco più di due bambine, che cosa ci facevano in quel palazzo? Le tornò in mente la ragazzina che le teneva la bocca chiusa ed emise un verso terrorizzato. Come aveva potuto appropriarsi della loro innocenza e della loro vita? Di colpo ricordò lo sguardo triste con cui aveva lasciato Lucille, non poteva fare altro che pensare a lei nelle situazioni difficili, riusciva a calmarsi e a riflettere. Non poté non chiedersi il motivo.

Qualcuno bussò alla porta chiusa e Veral trasalì quando vide che anche le espressioni sui volti delle due piccole sarte erano cambiate.

 

Jungkook era arrivato al cancello della fortezza. La sua strada non venne bloccata da nessuno, neppure una singola guardia al controllo. Non riuscì a mantenere uno sguardo nervoso: era chiaro che volevano farlo cadere in trappola, lo era stato fin da quando Topazio si era presentato a quella stupida festa. Al pensiero il cuore gli diventò un po' più leggero e ricordò all'improvviso il motivo del suo viaggio. Non era stato semplice, doveva ammetterlo, ma a cavallo ci aveva impiegato molto meno del previsto; ringraziò Seyun mentalmente. Non solo per il cavallo, ma anche perché con il suo dono era riuscito ad avere il coraggio di parlare con la sua principessa o almeno colei che ne faceva le veci. Sarebbe stato facile convincere suo padre, ma senza titolo nobiliare non avrebbe potuto fare granché con sua madre. La regina non era di certo la campionessa del tatto.

Vide che anche le ultime porte da superare si spalancarono davanti ai suoi occhi, ma fu costretto comunque a fermarsi: una barriera magica composta da un sottile strato di luce si frappose tra lui e l'interno. Jungkook sospirò e smontò da cavallo. -Mi dispiace molto ma credo che la nostra avventura finisca qui.- gli fece un sorriso e accarezzò il muso scuro.- Tornerò a prenderti prima di andare via, mi raccomando.- il destriero sembrava quasi avesse capito alla perfezione.

Il principe guardò la barriera con le braccia incrociate. Che cosa avrebbe dovuto fare? Si voltò e prese il primo ramoscello disponibile, gettandolo attraverso. Si sentì uno sciocco quando lo vide bruciare, però non se la sentiva di dare per scontato qualcosa di così importante come quello. Topazio gli era sembrato spietato, di certo non gli avrebbe reso la vita più semplice di quello che già era stata. Ispezionò le pareti, ma non sembravano esserci iscrizioni particolari. Si rimise a fissarla come se fosse il più affascinante dei dipinti.

E poi sbatté le palpebre il più velocemente possibile, incredulo.

Le striature luminose erano state disposte in modo da formare alcune lettere, eppure sembravano illeggibili, quasi come se fossero solo dei segni disegnati su un muro disposti a casaccio. Ricordava bene quando da bambino disegnava sulle pareti delle torri del palazzo, era sempre Kerasi a ripulire tutto prima che arrivassero i suoi genitori. In effetti, era sempre lei a risolvere i suoi problemi, ma lui le aveva giurato protezione e fedeltà, si conoscevano da così tanto che sentiva di averla al suo fianco da sempre. Certo, si riferiva ad un periodo dove era più basso, con i capelli tagliati a scodella e un'iperattività tipica dei bambini, quando ancora sognava il mondo degli adulti con impazienza.

All'improvviso si rese conto che la chiave di quell'indovinello era proprio nella sua statura: quei segni allungati sembravano calzare a pennello con la sua similitudine. Si piegò sulle ginocchia e guardò verso l'alto. “Ora che ti sei inchinato, sei il benvenuto” diceva la scritta.

La barriera sparì e Jungkook si alzò in piedi.

 

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Capitolo 32
*** Resa dei conti ***


Resa dei conti

 

Davanti a se trovò una stanza diversa da quella intravista da dietro la barriera ormai dissolta. Non si capacitò di questo, come era potuto accadere? Jungkook scorse una figura dietro la tenda ambrata che si trovava di fronte a lui, gli ricordava vagamente quando Lapislazzuli controllava Ignogan, sembrava come se ci fosse un uomo seduto sopra una poltrona, le sagome longilinee di due donne mantenevano due grosse foglie di palma e il principe ricordò di averne vista una poco dopo aver attraversato il cancello principale.

-Benvenuto nella mia dimora, Vostra Altezza.- cominciò l'ombra facendolo bloccare sul posto. -Devo ammettere che speravo di farti arrosto con la prima prova, ma sembri un tipo bello tosto. Ne sono sorpreso però non ti nascondo che sono anche curioso. Il mio palazzo è pieno di trappole.- Jungkook fece qualche passo avanti, ma dovette arrestarsi subito dopo: la scena davanti ai suoi occhi era diventata tremolante. La voce ricominciò a parlare e si accorse che aveva un suono simile a quello delle melodie di Seyun, quasi metallico. -Per arrivare al tuo trofeo dovrai superarne altre due. Di solito sono un numero molto più elevato, ma per te ne ho fatte costruire di così complesse che ti ci vorranno anni, secoli per superarle.

Quando Jungkook capì che la scena mostratagli non era reale questa era già sparita. Di nuovo vide l'atrio del palazzo. Non era la Sala del Trono come spesso accadeva, sembrava solo una stanza con tante porte. In effetti Topazio non aveva alcun bisogno di vedere i sudditi del regno, il principe si maledì per averlo anche solo pensato.

Il castello comunque era vuoto. D'istinto si portò una mano all'elsa della spada pensando ad un'imboscata, ma poi ricordò le parole della Gemma: non sarebbe mai stato così stupido a chiedere a qualcuno di affrontarlo in un corpo a corpo, sapeva che avrebbe vinto senza neanche impegnarsi troppo. Jungkook si era preparato a cose come quelle per tutta la sua vita, non si sarebbe mai sognato lontanamente di perdere in una simile prova. Si sforzò di ricordare cosa non aveva mai imparato a fare bene, ma non fece in tempo a trovare una risposta vera che la porta alle sue spalle si richiuse con un tonfo rumoroso. Una di quelle davanti a se invece si aprì e solo in quel momento si accorse che avevano tutte un decoro diverso, sembravano simili ai semi delle carte però non era molto sicuro che significassero qualcosa. Sospirò e la oltrepassò, il decoro su quella porta aveva il disegno dei fiori accompagnato da una targhetta dorata. “Sfera Spirituale: riconciliazione e grande tristezza

Senza ulteriori indugi proseguì e quella si richiuse subito dopo, come se lo stesse aspettando nelle profondità più recondite della sua anima.

 

Igolka e Nikta si misero sull'attenti quando videro la figura imponente dai lunghi capelli bianchi e un abito argentato con un lungo strascico entrare nella stanza. Myla non era una ragazza giovane come le altre che aveva visto, ma Veral non si sentì di considerarla anziana. Per certi versi le ricordava Nahua, la regina di Vellham, il Regno dell'Acqua. Anche il suo vestito sembrava quello di una persona di classe, ma da quello che avevano detto le due giovani sarte Myla non era altro che l'incaricata alla purificazione delle nuove arrivate. Ricordò quello che Seyun le aveva detto sulla regina di Vimana e Veral non poté fare a meno che collegare le cose: sapeva che non ci voleva un alto quoziente intellettivo per arrivarci, quindi era convinta di poter fare molto di più che giungere alla conclusione che quella donna era in realtà la vera sovrana.

Myla la guardò dall'alto solo per un poco, dopo girò il volto dalla parte opposta. -Lasciateci sole.- ordinò alle due ragazzine.

-M-ma Myla, non abbiamo ancora finito.- provò Igolka; Veral aveva capito che era la più innocente e dolce delle due. -Il Padrone vuole che il suo abito venga terminato per domani.- la donna nemmeno le guardò, così Nikta trascinò fuori l'altra sussurrandole qualcosa riguardo la possibilità di entrare più tardi e che comunque avrebbero dovuto sbrigare altre faccende come la scelta del modello e del tipo di punto per il confezionamento.

Quando fu certa che le due ragazzine furono abbastanza lontane, Myla si gettò sul pavimento e prese tra le sue le mani di Veral, i capelli e il vestito erano sparpagliati sulle piastrelle decorate. La giovane avrebbe trovato quella scena poetica, ma non riusciva a concentrarsi su quel tipo di cose. -Scappa.- le disse soltanto con sguardo addolorato.

Per l'altra fu abbastanza naturale rivolgersi a lei come se fosse rimasta la regina. -Maestà.- cominciò abbassando il capo. -Anche se volessi farlo non posso rischiare semplicemente aprendo quella porta e fuggendo tra i corridoi di un palazzo mai visto.

Lei sembrò stupita e allentò la presa sulle mani di Veral. -Nessuno mi ha più chiamata così da tanto tempo...- sospirò e gli occhi le si riempirono di lacrime. -Indossi l'abito di mia figlia.- in effetti avrebbe dovuto capire che per lei doveva essere singolare quella scena. Comunque decise che non le avrebbe raccontato tutta la storia, preferì solamente annuire. -Come hai capito che sono la regina? Myla è un nome comune in queste zone...

-Non conoscevo il vostro nome.- ammise così la castana, stringendosi nelle spalle. -Ma non è stato difficile, basta guardarvi per capire che siete differente. Topazio deve tenere molto a voi, dopotutto siete sempre la regina.

Myla deglutì. -Non mi ha mai soggiogata per davvero, il mio cuore ha sempre opposto resistenza. Il suo potere è limitato a chi non ha mai provato cosa vuol dire innamorarsi davvero.- sembrò fermarsi per poco, indecisa su come continuare. -Per questo cerca ragazze sempre più giovani.- la sua espressione cambiò radicalmente, ma non disse altro.

Il pensiero di Veral non poté non andare a Jungkook. Quindi le prove a cui sarebbe stato sottoposto servivano solo per capire quanto fosse forte il loro legame? Non sembrava essere una sfida facile, il principe non sapeva nulla su di lei, non aveva alcun motivo per cui avrebbe dovuto innamorarsi. Ma come poteva basarsi su quello? Lei lo avrebbe amato comunque come aveva sempre fatto. -Topazio sa che io sono innamorata di Jungkook.- solo dopo averlo affermato ad alta voce capì. -Ha bisogno che io lo veda ferirmi, che smetta di provare affetto nei suoi confronti.

Vide la regina annuire. -Sì, è così. Non è insolito, lo fa spesso, tutte le volte che c'è qualcuno disposto a combattere per una delle sue conquiste. Per il tuo principe però ha in serbo qualcosa che nemmeno io conosco.- le sfiorò una guancia. -Bambina, lascia che ti metta in guarda: Topazio è spietato e fino ad ora ha sempre ottenuto quel che voleva. Però se nel tuo cuore c'è speranza e amore, vedrai che non rimarrai soggiogata dal suo aspetto.

Solo pensare a quel viso le fece venire il mal di stomaco e così si ritrasse. -Non è solo questo!- un po' si pentì perché fu un gesto maleducato, ma lo sguardo di Myla non sembrava offeso. Evitò lo stesso di andare avanti e cambiò argomento. -Comunque non posso stare qui senza fare nulla in attesa di Jungkook. Non sono sicura nemmeno che lui sia qui, quindi non ho molta scelta se non quella di cavarmela da sola.

-Che cosa avevi in mente?- le domandò.

-Conoscete bene questo posto, no?- ricevette un verso di assenso come risposta. -Allora mostratemi ogni anfratto, ogni nascondiglio e passaggio segreto. Jungkook mi ha detto che ogni fortezza ne ha.

La regina si alzò in piedi e le porse una mano per aiutarla a tirarsi su. -Se qualcuno ci ferma rimani in silenzio e fa parlare me.- la castana non poté fare altro che annuire e seguirla fuori.

 

Jungkook si ritrovò in una stanza più o meno vuota. In realtà non capiva molto, c'erano tante bare di cristallo impolverate che emettevano una strana luce, ma il resto era buio e quindi ipotizzò che non ci fosse niente da vedere e che, di conseguenza, fosse vuota.

Ripensò alla targhetta sulla porta ma non riuscì a capirne il vero significato, che cosa avrebbe dovuto fare? A cosa alludeva con le parole “sfera spirituale”? Avrebbe dovuto smettere di farsi domande e cercare un modo per uscire da quella brutta situazione. Si voltò verso il punto in cui era entrato, ma la poca luce emessa non gli permise di vedere la porta o un'altra via di fuga. Anche se quella situazione era impensabile, non riusciva ad averne paura: Topazio sembrava un nemico differente da quelli affrontati fino a quel momento, però c'era qualcosa nei suoi modi che non lo spaventava completamente.

-Ti serva da lezione.- sentì provenire da quello che sembrava essere il fondo della stanza. -La prossima vota impara qual è il tuo posto!- in quel momento Jungkook trasalì. Non riusciva a vedere da chi provenisse quella voce, la stanza era così buia che gli sembrava essere in un tunnel sotterraneo pieno di piccole candele al lati del muro, però la trovò estremamente familiare. Sembrava quasi la sua.

-M-ma io non posso farci niente.- rispose un'altra, sembrava quella di un bambino così si decise a seguirla. Veniva dalla stessa direzione della prima, però non vedeva nessuno. -Pensavo fosse la cosa giusta da fare.- di nuovo venne pervaso dalla sensazione familiare precedente. -Io sono il principe.- giurò di aver sentito un rumore singolare, come di una scatola che si apre. -Il principe Jungkook.

Un paio di mani si attorcigliarono intorno al suo collo, le dita facevano pressione e si sentì mancare l'aria. Sfoderò la spada e provò a colpire il suo aggressore, non ebbe successo -non riuscì a sentire la lama contro un corpo vero e proprio- però quello lo liberò. Jungkook si voltò di scatto e vide se stesso, gli occhi iniettati di sangue e lo sguardo contorto in un ghigno soddisfatto. Osservò al di là delle spalle del suo clone: una delle bare era aperta, così si girò e quella dietro di lui conteneva la figura di un bambino apparentemente dormiente. Era lui da piccolo.

-Tranquillo.- lo rassicurò l'altro. -Io sono l'unico che può uscire dalla bara.

Il vero principe aggrottò le sopracciglia. -Che cos'è questo posto? Perché sono qui?

-Queste sono tutte le parti di te a cui hai rinunciato.- spiegò. -Ogni volta che un essere umano prende una decisione, le opzioni che scarta finiscono qui. Il futuro che non viene scelto, la stanza della resa dei conti.- sguainò la spada e si gettò verso Jungkook che prontamente si difese, facendo pressione sulla lama per far indietreggiare il suo nemico che però fece lo stesso. -Comunque credevo che non volessi farti domande, potresti impazzire se continui così!- si mise a ridere e poi fece uno scatto all'indietro.

Jungkook, d'istinto, lo copiò. Sembrava quasi che quel tipo sapesse esattamente quello che voleva fare, che potesse persino leggergli nel pensiero. -Perché tu puoi uscire, che cosa ti rende diverso?- domandò mentre recuperava il respiro.

Non rispose subito e gli diede le spalle. -Io sono il primo ad essere arrivato qui. Quando sei nato hai lasciato da parte il tuo lato oscuro, sei stato proclamato paladino del bene e già tutti sapevano che saresti diventato una leggenda, un eroe.- fece una pausa. -Io rappresento tutti gli aspetti negativi che hai eliminato dalla tua vita: vizio, sfacciataggine, rancore, inerzia, apatia, superbia e ostentazione.

-È per questo che vuoi affrontarmi?- riprovò allora. -Sono stato addestrato a combattere per tutta la mia vita, cosa ti fa credere che vincerai facilmente?

Il clone sembrò divertito. -Che atteggiamento!- lo prese in giro, fu talmente evidente che Jungkook giurò di sentire un altro se stesso dentro una bara scoppiare a ridere. -Come vedi, nonostante io sia finito qui diversi anni fa, sono un uomo adesso, uguale a te in tutto e per tutto.- si fermò e lo attaccò nuovamente, il principe lo trovava prevedibile e non ebbe problemi a parare anche quel colpo. -Anzi, posso affermare con certezza di essere migliore. Pensi di aver fatto sempre le scelte giuste?

Con un balzo all'indietro Jungkook si separò dal suo nemico per poi avvicinarsi di nuovo in modo da avere il tempo di studiarne un punto accessibile per ferirlo senza danneggiare gli organi vitali. -Sì visto che sei chiuso qui dentro senza poter fare del male a nessuno.- rispose ad un tratto, cercando di provocargli una ferita sfiorando la gamba sinistra.

La lama della sua arma lo oltrepasso e quello scoppiò di nuovo a ridere. -Credi davvero di potermi sconfiggere? Dopotutto, sono stato addestrato a combattere per tutta la mia vita.- ripetendone le esatte parole si mosse velocemente nella sua direzione, Jungkook cercò di spostarsi in fretta, non avrebbe fatto in tempo a parare quel colpo. Forse lui non riusciva a ferirlo, ma la spada del suo nemico era vera e gli aveva provocato un taglio al fianco destro da cui perdeva una distinta quantità di sangue. Non che potesse vederlo, comunque. -Non dovresti sforzarti e non dobbiamo combattere per forza.- ammise. -Lascia che io prenda il tuo posto come legittimo erede al trono e lascerò che la tua amata possa restare qui con te per il resto dell'eternità.

-Non salirai mai sul trono di Zamek.- sussurrò a denti stretti, l'altro però riuscì a sentirlo e gli mollò un calcio che lo lasciò sul pavimento scuro della stanza.

-Succederà comunque, anche se non sarai tu a concederlo di tua spontanea volontà.- gli puntò la lama al volto. -Ti ferirò mortalmente, ucciderò la tua principessa e regnerò per sempre incontrastato secondo le mie regole.

Il principe aveva cominciato a sputare sangue, come poteva un singolo graffio renderlo così debole? Aveva sopportato molto più di quello in passato. -Kerasi e gli altri ti fermeranno.- non riuscì a pronunciare una frase più lunga.

-Ucciderò anche loro.- tagliò corto. -Tranne una.- mostrò i denti bianchissimi, solo in quel momento Jungkook aveva notato che non somigliavano affatto alla propria particolare dentatura. Il clone fece apparire la sosia di Laila. -Ancora non riesco a credere come tu abbia fatto a farti scappare una ragazza come questa!

Strinse i pugni mentre le due figure in piedi davanti a lui sorridevano in maniera inquietante: per certi versi sembrava che quel tizio non fosse davvero se stesso, eppure sapeva cose che non aveva detto a nessuno e che da sempre teneva solo per se. Quando non era riuscito a colpirlo aveva pensato che si trattasse di uno spettro della sua mente eppure aveva scorso dei dettagli che non avevano alcun significato per lui. Forse sapeva come combatterlo però, aggrappandosi proprio a quelle cose per lui prive di significato.

Si alzò e si pulì il sangue che pendeva dalle sue labbra. In quel momento sentì che la ferita al fianco cominciava a chiudersi.

 

Myla aveva chiesto ad una delle ragazze-soldato di presidiare la porta della stanza in cui solitamente si lavavano le nuove arrivate. Veral constatò che la regina era ben voluta e rispettata, quasi come se conservasse ancora il suo titolo nonostante tutto. Malgrado quel bel pensiero però Myla non perse tempo e una volta dentro al locale doccia fece come per svitare il getto attaccato al muro. Appena dopo la luce si spense e la parete divenne una porta. La castana attese di abituarsi all'oscurità e guardò la donna in attesa di spiegazioni. -Topazio non può usare il suo potere da tempo, ma ne ha conservato un po' ed è in grado di sovrapporre un'immagine ad un'altra se questa si trova alla luce.

Veral non sembrava troppo convinta però non poté fare altro che seguire Myla nel tunnel che le si era aperto davanti agli occhi. La ragazza aveva espresso il desiderio di vedere più o meno tutte le vie di fuga, ma Myla le aveva spiegato che non avrebbe potuto farlo perché Topazio sarebbe stato in grado di trovarle. In più, sempre grazie alla regina, sapeva che aveva richiesto la presenza di tutte le ragazze nell'atrio appena lei sarebbe stata pronta. Avrebbero potuto ingannarlo per qualche ora, ma non avevano abbastanza tempo per un simile piano così contorto. Per quanto Veral fosse intenzionata a scappare sapeva che sarebbe stato impossibile senza una buona strategia.

E non l'aveva.

Le capitava spesso quando era sottopressione e pensava che sarebbe stato positivo conoscere i passaggi segreti del palazzo, dopotutto quello che voleva fare era tornarsene indietro e con un'alleata come Myla non avrebbe avuto difficoltà. Topazio però si era rivelato furbo, Veral si chiese se non conoscesse la verità.

-Dove conduce?- domandò allora, riferendosi al passaggio.

-Alla sartoria. Igolka e Nikta erano due apprendiste della modista di città, sono devote ma anche molto gentili; inventeremo una scusa per farci aiutare, ma ti chiedo di non parlare ancora per qualche ora.- Myla si fermò all'improvviso. -Lo senti anche tu questo odore?- Veral scosse la testa. Non si meravigliò, il suo olfatto a volte percepiva dopo un po' le fragranze e i tanfi. -Bruciato: qualcuno ha innescato la trappola di Topazio.

-Ed è tanto grave?- chiese quindi la castana allarmata.

La regina la prese per le spalle. -Chiunque sia stato adesso giace carbonizzato sul pavimento dell'atrio del castello.- prese fiato e la guardò negli occhi. -Prega che non si tratti del tuo principe.

Da quel momento in poi il tragitto fu silenzioso. Veral era sicura che Jungkook non sarebbe mai stato così stupido da cadere in una delle trappole della Gemma, ma era preoccupata che qualcosa fosse andato storto. Il suo cuore accelerò e il suo passo invece si fece più lento. Doveva uscire il più velocemente possibile e andare a controllare, ma non poteva rischiare. Se si trattasse di una trappola per farla uscire allo scoperto? Forse Jungkook nemmeno si era messo sulle sue tracce. Scosse la testa. Lei lo conosceva, non lo avrebbe mai fatto!

Degluti: per qualche ragione non ricordava più a chi stesse pensando.

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Capitolo 33
*** La trappola degli specchi ***


La trappola degli specchi

 

Non ricordava più e le sembrava di essere finita nelle profondità più recondite di un oblio. Comunque non si fermò e continuò a seguire la regina nel passaggio segreto per il laboratorio di sartoria. Almeno quello sapeva perché lo stesse facendo. Eppure le mancava un pezzo, uno che quando cercava di recuperare le faceva scoppiare un violento mal di testa.

-Manca poco.- avvisò la donna. -Però non possiamo trattenerci troppo, quando Topazio non ci vedrà arrivare saranno guai.

Veral si trovò ad annuire, leggermente confusa. -Fuggire è la priorità.

Myla si girò a guardarla per un attimo, ma poi non disse nulla e continuò. Non capiva se la giovane la stesse prendendo in giro o se cercava solo di convincersi che il suo principe non stava per correre il rischio peggiore della sua vita.

Eppure la castana non aveva idea che ci fosse qualcosa al di là di quel motivo. All'improvviso si era ritrovata a pensare a qualcuno che non aveva mai incontrato e di cui non conosceva nemmeno il nome. Nonostante quell'evidente stato di instabilità inconsapevole non riusciva a sentirsi tranquilla, era come se avesse perso una parte di se stessa. Ormai avevano attraversato la porta del passaggio da meno di trenta minuti, ma quella sensazione l'aveva da poco. Comunque non era in grado di spiegare a se stessa cosa fosse cambiato. Certo, nei suoi ricordi c'era una figura sbiadita che non sapeva a chi appartenesse, però ne aveva passate davvero tante dall'inizio di quella missione perciò probabilmente aveva solo sognato. Non era sicura che fosse quella la verità, qualcosa le diceva che c'era di più, però non riusciva a scavare a fondo nella sua memoria.

Myla abbassò una leva e i mattoni del muro si separarono quanto bastasse per farle passare. Vennero investite da una luce artificiale fortissima e furono costrette entrambe a coprirsi gli occhi; una volta abituate notarono Igolka e Nikta alle prese con il taglio della stoffa. Entrambe le ragazzine le guardavano con espressioni incredule. Probabilmente le due non avevano idea che ci fosse un passaggio segreto che conduceva proprio nel loro laboratorio.

Istintivamente fecero un piccolo inchino in segno di rispetto ma Myla non se ne curò. -Abbiamo bisogno del vostro aiuto.- ammise allora, schiudendo nuovamente le labbra per cominciare a spiegare. Veral era molto curiosa, quella era una delle cose che non ricordava per niente. Eppure non riuscì a dire una parola e le presenti rimasero meravigliate. Che cosa le era successo? -La stanza delle possibilità rinnegate...- esclamò in un sussurro, portando una mano alla bocca. Le due piccole sarte sobbalzarono e Veral poté notarne gli occhi lucidi.

Myla spalancò la porta che dava sul corridoio, aspettandosi di trovare diverse guardie chiese a Veral di nascondersi, ma al contrario si trovò solo un uomo. Era coperto da un'armatura pesante che gli copriva anche la testa, sapeva che da secoli Topazio concedeva ad alcuni Jawahrat alcune delle sue schiave e per questo parecchi di loro avevano giurato fedeltà anche a lui, promettendo di servirlo come avrebbero fatto per Opale. -Il padrone vi vuole tutte nell'atrio e si aspetta che la prescelta sia pronta.

Myla mantenne l'espressione austera che era abituata a tenere. -Comunicategli che le sarte stanno confezionando l'abito richiesto e che non ho intenzione di far girare qualcuno per il palazzo vestita con stracci come quelli in cui è stata portata qui.- prima che quello potesse rispondere chiuse la porta a chiave e si incamminò verso l'armadio. -Avrete qualcosa della sua taglia qui dentro, no?

Igolka e Nikta le mostrarono la sottoveste dell'abito che avevano intenzione di confezionare e la regina la prese senza neanche guardarla. Sembrava abbastanza coprente, però l'intreccio che aveva dato vita al tessuto dava l'idea di essere prodotto con un telaio scadente: diversi fili si erano spezzati nel processo ed erano stati fatti parecchi nodi per sistemare il problema, chiunque avesse fatto quel lavoro aveva persino dimenticato di nascondere i buchi: la qualità era davvero scarsa. -Si tratta di una fodera da lavoro in realtà.- ammise Igolka, come se avesse notato il suo sguardo confuso. -Purtroppo era l'unica che avevamo, al Padrone non piacciono i ritardi.

Veral si sforzò di sorridere ma non disse nulla, cominciava ad avvertire la paura.

 

Aveva recuperato le forze nel momento in cui aveva capito che cosa stesse succedendo. Per tutto quel tempo si era sforzato di pensare che quel demone di se stesso facesse parte della sua mente e che dovesse trovare un modo per distruggere e sopprimere quella parte così disumana che gli stava davanti. Si era reso conto di aver sbagliato quando si era sentito morire per un unico graffio.

Se fosse stato una parte di lui perché avrebbe voluto spodestarlo? Non aveva alcun senso. Lo aveva indotto a pensarla in quel modo perché quel tipo sembrava conoscere ogni segreto della sua anima, ma nel momento in cui aveva cominciato a capire e quindi a riprendere le forze lo aveva visto indebolirsi. Tutto quello che li circondava era sparito, erano rimasti solo loro due.

-Tu non sei me.- gli disse. Nell'oscurità poté vedere una crepa sul volto del suo avversario. -Quello che ho fatto, tutto ciò che ho scelto mi ha portato ovunque volessi.- quella volta sentì chiaramente il rumore di un vetro che andava in frantumi.

-Le tue qualità non ti porteranno alla gloria.- riuscì a dire l'altro, ma la voce di Jungkook lo sovrastò completamente.

-E hai ragione.- cominciò. -Ed è per questo che sarò in grado di uscire.- nel pronunciare quelle parole la porta di ingresso si palesò nuovamente. -Ascoltami.- ripose la spada, ma il suo avversario non fece lo stesso. -Ogni cosa che succede in questo mondo accade per una ragione, anche se noi pensiamo di fare delle scelte è il destino che ci spinge verso un futuro preciso. Ho capito che sei una sorta di manichino, vero?- gli fece un mezzo sorriso ma l'altro non disse nulla. -Questa stanza si trasforma in base a chi ci entra, ma ci sono dei dettagli che nemmeno questo tipo di magia può riportare.

-Anche se tu avessi ragione non cambia nulla. Noi siamo la stessa persona e che ti piaccia oppure no un giorno io mi sostituirò a te!- provò ad attaccarlo di nuovo e le crepe sulla sua pelle sparirono. Jungkook non riuscì a capire molto bene, si era abituato abbastanza a quell'oscurità da vedere almeno un minimo eppure non riusciva a comprendere il significato di quegli avvenimenti. La porta si spalancò e venne tirato indietro da una forza incorporea, sembrava quasi che qualcuno volesse salvarlo, ma solo Topazio sapeva delle trappole e da quello che aveva potuto vedere non gli sembrava di essergli troppo simpatico.

Quando sbatté le palpebre si trovò nell'atrio in cui aveva imboccato la via la prima volta, la differenza era che il varco aperto era quello su cui in precedenza aveva notato la figura delle picche. Il principe non era sicuro di volerla attraversare. Certo, non aveva nemmeno un graffio e quello poteva significare solo che aveva superato la prova, ma non poteva fare a meno di sentirsi irrequieto. Tornò a guardare la porta con il simbolo dei fiori e come pensava ormai si era chiusa su se stessa, probabilmente quel manichino che impersonava il suo lato malvagio era ormai tornato ad essere un contenitore vuoto e privo di anima. Gli tornò in mente il se stesso bambino che aveva visto nella bara. Anche quello era una specie di manichino oppure faceva solo parte della trappola? Se non avesse ragionato probabilmente ci avrebbe lasciato la pelle, Topazio non scherzava quando diceva che ci avrebbe messo molto. Fece un sospiro di sollievo e scosse la testa. Adesso mancava solo una prova, la precedente l'aveva superata, aveva lasciato vivo il suo alter ego e ne era uscito illeso comunque.

Guardò la porta aperta con il simbolo delle picche e si avvicinò abbastanza per leggere la targhetta con l'iscrizione: “Dimostrazione della Realtà: aspetti negativi e risoluzione dei problemi

 

Ormai era passato molto tempo da quando Jungkook se ne era andato e Kerasi non aveva la minima idea di cosa fare. Anche se Yoongi era convinto di aver preso le redini del gruppo, lei sapeva che la maggior parte delle aspettative erano sulle sue spalle. Dopotutto non era strano: lei era la guardia personale del principe e nonostante quell'importante titolo lei lo aveva lasciato andare. Non era passato un solo secondo in cui non se ne era pentita, Jungkook costituiva un elemento della sua famiglia nonostante l'assenza di un effettivo legame di sangue. Se lui non fosse stato il principe probabilmente avrebbe desiderato nascere come sua sorella maggiore e in effetti era quello che si sentiva per lui, anche quando Namjoon aveva cominciato ad escluderli dalla sua vita entrambi si erano rimboccati le maniche per arrivare insieme ai loro risultati.

Certo, Kerasi era contenta che il suo migliore amico avesse finalmente trovato una ragazza per cui valesse la pena mettersi in discussione -soprattutto perché quella in questione era una sua amica- ma non riusciva a convincersi che quella dovesse essere una cosa che il principe avrebbe dovuto fare da solo. Provò a scacciare quel pensiero, non doveva preoccuparsi perché come le avevano ripetuto molte volte Jungkook ormai era un uomo e sapeva difendersi da solo. Ma allora lei a cosa serviva?

Si arruffò i capelli in preda alla disperazione. Erano diventati più lunghi dal giorno della partenza, erano passati poco più di due mesi e non aveva di certo avuto il tempo di pensare a tagliarli dall'inizio della missione.

-Forse dovresti smetterla di pensarci.- le disse Seyun sedendosi al suo fianco.

-Jin?- chiese l'altra di rimando forse in modo troppo sgarbato, ma l'amica non se ne curò.

-Gli ho detto di farsi una doccia e di preparare la cena.- nessuna delle due si guardò. -So che aspettavi lui, ma non credo potrà aiutarti con il tuo problema.- le porse la borsa di pelle in cui Veral custodiva le gemme, qualche benda e l'unguento delle ninfe. Kerasi non la prese. -Forse dovresti smetterla di pensarci.- ripeté. -E prendere una decisione in merito.

A quel punto la rossa alzò lo sguardo sulle iridi di Seyun. -Hai sentito Jungkook, no? Ci ha ordinato di rimanere tutti qui, non possiamo disobbedire ai suoi ordini.

La minore osservò il plafone. -Quindi preferisci assecondare i capricci di un principe che non ha idea di cosa sta facendo invece che aiutare un amico nelle grinfie di Topazio?

-Non è quello che ho detto!- esclamò quindi. -Io vorrei sul serio salvare Veral, ma questa è una cosa che Kookie deve fare da solo.

-Non parlavo di lei.- ammise, quasi non le fece neanche finire la frase. Kerasi abbassò gli occhi. -Devi fare una scelta: puoi considerarlo come un ordine del principe che servi in modo fedele e impeccabile o puoi considerare le sue parole come quelle di un amico, un fratello accecato dalla rabbia che vuole solo vendicarsi.- l'altra rimase in silenzio per un po' così Seyun le prese la mano. -Lo sai, io sono qui con te e non mi muoverò di qui se non vorrai. Ma ricorda che laggiù non c'è solo il principe che hai scelto di proteggere, anche la sua futura principessa.

La soldatessa comunque non proferì parola e guardò la ragazza dai lunghi capelli neri avviarsi verso l'uscita, riponendo al suo fianco la borsa che Veral aveva lasciato prima del ballo insieme all'abitino bianco che indossava. Senza di lei ogni cosa sembrava sbagliata, non c'era nessuno che poteva organizzare un piano per uscire da quell'impiccio. Probabilmente ci sarebbe riuscita da sola, ma non era sicura che lei e Jungkook si sarebbero effettivamente incontrati, Topazio aveva dato l'idea di essere il nemico più temibile affrontato fino a quel momento.

Avevano fatto tanto per arrivare a Vimana sani e salvi, non poteva rischiare di mandare in aria tutti i loro sforzi, che cosa sarebbe successo se Jungkook avesse fallito? Solo il pensiero le mise i brividi. Si alzò dalla brandina e afferrò i vestiti di Veral, posizionandoli alla rinfusa dentro la borsa. Uscì dalla stanza e scese le sale in tutta fretta, entrando in cucina e poggiando le mani sul tavolo in modo da richiamare l'attenzione dei presenti -ovvero Seyun, Blanche e Hoseok.

-Preparatevi perché stiamo per partire.- vide che la ragazzina stava sorridendo.

 

Quando Jungkook entrò nella stanza, come la prima volta, la porta si chiuse da sola e poi scomparve. La targhetta non significava granché per lui: non era mia stato un bugiardo, non si considerava nemmeno troppo bravo a fingere. Al contrario era sicuro che qualche volta si fosse smascherato da solo – come quando combinava qualche marachella, ad esempio.

All'interno la stanza era molto simile alla precedente, però al posto delle bare c'erano degli specchi. Era ancora troppo lontano da questi per capire che cosa riflettessero o perché si trovassero proprio lì, ma non gli era risultato difficile comprendere il legame che avevano con l'iscrizione fuori dalla porta. Non c'è oggetto migliore per simboleggiare la realtà, almeno così la pensava lui. Dopotutto anche le persone stesse sono specchi, solo che è difficile rendercene conto.

Il soffitto non riusciva nemmeno ad intravederlo, era come se lo spazio fosse stato inghiottito da un tiepido fumo nero, ma imponenti lampadari facevano capolino illuminando l'ambiente in modo flebile, quasi come se non fosse stato acceso del tutto. Nonostante questo Jungkook trovava ancora più difficile vederci qualcosa. Al posto della porta d'ingresso c'era il vuoto, perciò capì che non aveva semplicemente cambiato stanza, era come aver proprio cambiato mondo, dimensione. Ma come poteva Topazio avere una simile magia? Per un momento che parve infinito vide l'immagine di un uomo dalla folta barba e dalla pelle grigia e traslucida allo stesso tempo. Non riusciva a distinguerne bene i tratti, però dovette faticare per liberarsi dalla sensazione di gelo e oppressione che gli aveva lasciato.

Prese a fare qualche passo verso il corridoio di specchi. Non sembravano magici e avevano una pesante cornice in legno lavorato, mentre i supporti erano stati ricavati da un materiale diverso che non aveva mai visto. Ipotizzò che venisse da Luskin vista l'origine della Gemma, ma quando quel pensiero gli sfiorò la mente la sensazione tornò a perseguitarlo.

Scelse così di concentrarsi sul riflesso e non poté credere ai propri occhi: vide Veral come addormentata, le braccia lungo i fianchi e l'abito azzurro da principessa. Poggiò un palmo sulla superficie liscia del vetro che riuscì ad oltrepassare e sentì una mano gelida afferrargli il polso. Il principe si ritrasse e dallo specchio uscì una ragazza totalmente diversa. Quella si mise a ridere e poi si dissolse nell'oscurità.

Proprio mentre cercava di avanzare ancora in preda allo sconforto sentì una voce incorporea. Non sembrava quella di Topazio, ma non poteva esserne sicuro perché ogni parola risuonava come un'eco lontano. -Non farti ingannare dalle apparenze perché avrai solo altri due tentativi per ritrovare la tua fanciulla.- cominciò. -Se non l'avrai trovata dopo il terzo fallimento capirai che da fare non ti sarà rimasto più nulla.- nel momento in cui l'eco si spense Jungkook capì di essere rimasto completamente solo.

Non aveva idea del motivo per cui quella persona lo stesse aiutando – non sapeva nemmeno se considerarlo un aiuto – però gli era grato. Poteva sbagliare altre due volte e quando notò che in tutti gli specchi era riportata la stessa immagine intuì ulteriormente che cosa volesse dire. Ma come avrebbe trovato Veral? Quegli specchi sembravano schermi su cui era stata proiettata la stessa figura, come poteva riuscirci in questo modo? Si avvicinò ad un altro specchio per esaminarlo e notò un piccolo neo sulla palpebra sinistra. Non era sicuro che si trattasse di Veral, lo avrebbe notato dopo tutto quel tempo passato in missione, giusto? Non che si fosse soffermato troppo sui dettagli, certo. Gli venne in mente il se stesso che aveva visto nella stanza precedente: anche lui aveva qualcosa di diverso, come se la magia riuscisse a rendere una persona uguale ad un'altra solo in percentuale.

Si sentiva comunque confuso, era davvero in quel modo che avrebbe recuperato Veral? C'era un corridoio infinito di specchi e se si fosse messo a controllarli tutti non sarebbe più uscito, che cosa c'era in lei che poteva essere riconoscibile da quella posizione? Non trovava la risposta, tutti i riflessi erano uguali, eccetto per qualche dettaglio che con tutta probabilità poteva anche essere nascosto.

Percepì di nuovo quella sensazione opprimente e riprese a camminare.

Topazio lo aveva avvisato: ci avrebbe messo anni, secoli per esaminare tutti gli specchi. Era quindi per quella specifica prova che lo aveva messo in guardia. Ma allora la precedente a cosa gli era servita? A dire il vero dal suo incontro con il fantoccio si sentiva più leggero, come se finalmente avesse smesso di sentirsi sulle spalle il peso del mondo. Eppure lui ancora si reputava il responsabile del rapimento di Veral la notte del ballo. Quando tempo era passato ormai? Non riusciva a capire perché si sentisse in quello stato di oblio, quasi come se stesse sparendo. Si guardò le mani e poi le scarpe: era ancora se stesso in carne ed ossa – almeno lo sperava.

Si fermò e sospirò amareggiato, poi estrasse la spada e provò ad inserire la punta all'interno di un altro specchio. Il vetro non si frantumò e anzi si fece oltrepassare, poi la lama venne respinta e dalla cornice uscì un'altra ragazza sconosciuta che gli regalò uno sguardo ammiccante. Jungkook fece finta di non vederla e quando questa sparì lui si specchiò nella superficie vuota. La luce permetteva di vedere poco, ma riuscì a notare le occhiaie e lo sguardo stravolto; non ricordava quando era stata l'ultima notte in cui aveva dormito in modo decente, dall'inizio della missione aveva sempre cercato di rimanere vigile, ma qualche volta era capitato che si estraniasse completamente nel sonno. Nonostante il suo aspetto si rese conto di non stare sparendo. Lui era ancora lì.

 

Veral non poteva dire nulla perché ogni tentativo veniva soffocato, ma anche se così non fosse non avrebbe avuto la più pallida idea di dove si trovasse, per non parlare poi di quello strano ragazzo che girovagava da solo per una stanza ricolma di specchi con una spada. Lo aveva visto cercare di infilzare il vetro di quello davanti a lei, ma se doveva essere sincera non era sicura che ci fosse riuscito poiché la schiena di quella specie di cavaliere le impediva la visuale.

Non che le importasse, ovviamente. La sua priorità era quella di uscire dal palazzo, ma l'ultima cosa che ricordava era di aver raggiunto l'atrio con Myla e le due sarte. Pensandoci bene le era sembrato di essersi svegliata in una specie di sogno, come se le immagini che vedeva non fossero reali eppure non era sicura che fosse proprio così, si era accorta quasi subito di trovarsi intrappolata nello specchio. In effetti il suo scopo era quello di uscire, quindi attirare l'attenzione di quel cavaliere non suonava più come un'idea stupida.

Lo guardò meglio: sembrava stremato, come se avesse fatto un lungo viaggio per arrivare fino a lì, probabilmente cercava una ragazza che Topazio aveva rapito. Myla le aveva accennato qualcosa sull'amore e sapeva che la Gemma bramava solo le ragazze che hanno qualcuno disposto a combattere per loro, perciò si chiese come facesse ad averne così tante. Possibile che riuscisse a mettere fine ad ogni tipo di sentimento?

Un campanello d'allarme si fece spazio tra i pensieri della giovane: chi aveva raggiunto Topazio per riprendersi la regina? Il suo cuore era rimasto forte ed aveva la speranza, come accennato in precedenza da ella stessa. Ma come aveva fatto? Davvero la creatura più temibile e spaventosa dopo Opale aveva perso contro l'amore che provava Myla nei confronti del re? Veral scosse la testa, non poteva amare un sovrano che era rimasto seduto mentre lei veniva fatta schiava da un oppressore magico con un basso quoziente intellettivo. Ma quindi che cosa l'aveva resa immune al suo potere?

Guardò verso uno specchio poco lontano e vide una figura femminile addormentata con il vestito della principessa di Vimana, lo stesso che anche lei aveva indossato per il ballo in onore di Seyun. Non vedeva benissimo vista la lontananza, ma non le ci volle molto per capire che si trattava di se stessa. Spostò lo sguardo sul cavaliere. Quindi lui era venuto per lei? Ma non aveva idea di chi fosse, come avrebbe potuto dimenticarlo altrimenti? Veral ci vedeva poco ma la sua memoria funzionava benissimo. Di nuovo ebbe la sensazione di essere in un sogno. Qualcosa di annebbiato c'era in effetti, un momento della sua vita o forse una persona, non ne era sicura. Di una cosa però aveva la certezza: era stata colpa di Topazio e probabilmente anche le altre ragazze avevano subito lo stesso.

Myla allora? Ripercorse con occhi chiusi tutte le informazioni assimilate dalla regina e ricordò una delle prime cose che le aveva detto: “Indossi l'abito di mia figlia”. L'amore che Topazio distruggeva poteva anche essere di quel tipo, giusto? Però la principessa era scomparsa prematuramente, quindi l'amore di Myla era rimasto invariato e Topazio non aveva potuto fare niente per distruggere il loro legame.

Ricordò le prove di cui le aveva parlato la regina e del momento in cui aveva cominciato a sentirsi confusa. Si sforzò di dare un volto alla persona a cui stava pensando nonostante il dolore alla testa, ma l'unica cosa che riusciva a vedere era quel cavaliere che si aggirava tra gli specchi come un fantasma.

-Jungkook.- sussurrò. Il nome le scappò dalle labbra, non riuscì nemmeno a rendersene conto e non aveva idea a chi appartenesse. In quel momento però vide quel ragazzo avvicinarsi a lei e schiuse le labbra. Il suono che percepiva era come ovattato dal vetro che li separava e non capì che cosa le stesse dicendo. Provò a parlare ancora ma le parole le morirono in gola. Un nome non le bastava a ricordare e la magia di Topazio non sarebbe svanita prima di quel momento.

Lui poggiò entrambe le mani sulla superficie liscia, anche se sapeva che non poteva vederla lei fu in procinto di fare lo stesso. Subito prima un bagliore di luce avvolse entrambi e quando Veral riaprì gli occhi si ritrovò di nuovo nell'atrio, al suo fianco c'era ancora quel ragazzo.

 

Quando il bagliore si affievolì Jungkook vide che tutti gli specchi avevano cominciato a crollare, andando in frantumi. Qualche scheggia gli infilzò la carne, ma non sembrava troppo preoccupato per se stesso, quanto per il fatto che era sicuro di aver trovato Veral, ma questa era sparita appena dopo. Il suo vetro era stato il primo a incrinarsi e ad andare in mille pezzi, poi gli altri lo avevano seguito.

Si girò verso il punto in cui era entrato ma la porta non era comparsa. Non aveva trovato Veral, però era sicuro di non aver superato il limite di errore consentito, quindi che cos'era successo realmente?

Tra il rumore generale udì nuovamente la voce che lo aveva aiutato in precedenza. -Qualcuno si è intromesso nella tua storia.- riuscì a sentire, questa volta le parole arrivavano in modo più chiaro. -Vincilo, altrimenti si prenderà la tua vita, la tua bella e la tua gloria.

-Come faccio ad uscire di qui?- urlò per sovrastare il fracasso degli specchi.

-Usa ciò che lui ha usato.- cominciò. -Ma a differenza sua mai dovrai mostrarti adirato. Il potere e il trono vanno protetti, che cosa succederà se ad averli saranno degli inetti?

Jungkook strinse i denti: qualcosa gli diceva che era colpa del tizio che aveva affrontato nella stanza precedente. Però non si trattava solo di un manichino? Come aveva fatto ad uscire dalla camera con il simbolo del fiore?

In effetti lui era uscito perché una forza incorporea glielo aveva permesso. Perciò non aveva superato proprio un bel niente. Ecco perché l'altro se stesso era riuscito ad intromettersi.

Sentiva che la voce stava per tuonare un'altra volta, ma la porta comparve e si spalancò allo stesso momento. In lontananza vide Kerasi che gli tendeva una mano. -Corri Jungkook!- lo chiamò. Il ragazzo si guardò indietro e nell'oscurità vide un volto. Qualcuno lo stava osservando. Scosse la testa e corse il più velocemente possibile verso l'uscita e la stanza cominciò a crollare dietro ai suoi passi, come se stesse cessando di esistere. Afferrò per un pelo la mano della soldatessa prima che il terreno sotto ai suoi piedi sparisse nell'oscurità.

La porta si richiuse e lui prese fiato. -Grazie per avermi salvato.- ammise respirando a fatica. -Non so cosa avrei fatto senza di voi.

-Non ringraziarci.- borbottò Yoongi. -Un tizio che ti somigliava ha portato via Veral e non siamo riusciti a fermarlo per salvarti la pelle.

Jungkook serrò i pugni: aveva ragione quindi. Era stato il se stesso rinnegato ad intromettersi, ma perché? Lui non aveva interessi verso Veral, quindi che cosa sperava di ottenere portandola via?

-È inutile disperare.- una voce profonda li fece voltare tutti. -La vostra amica è già stata portata via dai miei uomini. Grazie anche all'aiuto del nostro amico principe che ha voluto risparmiare la parte di se più spregevole e spietata.- Topazio si ergeva davanti a loro con la grossa lama della spada rivolta verso il basso. Sembrava un'arma molto pesante ed era sporca di sangue. La gemma sembrò notarlo. -Oh non preoccupatevi, oggi mi sentivo buono e ho riunito una dolce famiglia. La regina potrà finalmente riabbracciare la principessa.

Seyun aprì il fuoco, ma lui sembrò schivare tutti i proiettili. Fece un gesto d'intesa a Kerasi che subito aggirò il bersaglio seguita da Jin, Yoongi e Blanche che lo attaccavano alle spalle, riuscendo solo a ferirlo lievemente. Topazio fece roteare lo spadone e costrinse i quattro in formazione ad allontanarsi.

Hoseok picchiettò sulla spalla di Seyun. -Adesso si aspetterà altri proiettili, è il momento di dargli ciò che vuole così che Jungkook potrà attaccarlo ed avere la meglio.- lei annuì e caricò nuovamente, mente lui si difendeva con la larghezza della lama. -Jungkook, adesso!- esclamò quindi il Guardiano.

Il principe estrasse la spada e corse frontalmente verso il nemico dalla guardia alta che seguiva i proiettili d'aria della ragazza. Si chinò per schivarli e con decisione lasciò che la propria lama squarciasse Topazio da un fianco all'altro. Un'esplosione di luce li spinse tutti all'indietro e li costrinse a chiudere gli occhi in tutta fretta per non accecarsi.

Subito dopo il primo ad aprirli fu Seokjin che, alzatosi in piedi, si abbassò di nuovo per raccogliere la gemma. Tornò indietro e la poggiò tra le mani di Seyun anche se era Hoseok a tenere la borsa di Veral. -Lei non c'è.- ammise quindi, riferendosi alla prescelta. -Quindi è giusto che lui sia sotto la tua custodia.

La ragazza accettò e si tirò su il cappuccio.

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Capitolo 34
*** Ritorno al Regno dell'Acqua ***


Ritorno al Regno dell'Acqua


Il viaggio sarebbe ricominciato subito e la loro tappa era Vellham, di nuovo. Avevano deciso che una volta arrivati avrebbero cercato Taehyung e Jimin, chiedendo loro un altro passaggio per arrivare direttamente al confine di Tachyta, dove i Jawahrat avrebbero portato Veral.

O almeno quella era l'intenzione.

Poco dopo essere usciti dal palazzo Jungkook si trovò faccia a faccia con il suo altro. Aggrottò le sopracciglia in preda alla rabbia, poi sentì Yoongi toccargli la spalla per farlo voltare. -Hai un doppio?!- esclamò incredulo. -Fantastico, ne sopporto a malapena uno.- alzò gli occhi con sarcasmo e Kerasi lo fermò con una manata, subito prima di intimargli di fare silenzio.

-Lui è il tizio che ha portato via Veral.- confermò Seyun. -Non è proprio identico a te e abbiamo capito subito che c'era qualcosa di diverso.- quando lui la guardò la cantante si strinse nelle spalle. -Ehi, non guardare me. Se avessero fatto a modo mio salvando la tua principessa, adesso saresti caduto nel vuoto.

Jungkook non disse niente e riposò lo sguardo sull'individuo uguale a lui che gli stava davanti. -Come sei uscito dalla stanza con il fiore?- chiese a denti stretti.

-Tu non mi hai sconfitto, devi dare la colpa a te stesso.

-Ma ho superato la prova.- ripose allora lui. -Sono riuscito a tornare indietro.

L'altro rise. -Se lo avessi fatto adesso sarei morto. Non possiamo vivere entrambi, prima o poi uno di noi due si sostituirà all'altro e rimarrà solo l'unico vero principe.

Kerasi poggiò una mano sulla spalla del vero Jungkook. -In cosa consisteva esattamente questa prova?

-Non lo so, ho cercato di colpirlo diverse volte ma la lama ha sempre oltrepassato il suo corpo. Lui al contrario ci riusciva e ogni graffio sembrava come essere spellato vivo.- venne percorso da un brivido. -Non avevo indicazioni, solo una scritta: “Sfera Spirituale: riconciliazione e grande tristezza

Al pronunciare quelle parole il doppio contorse il viso in un'espressione addolorata. -Tu credi di essere la persona giusta per ricoprire questo ruolo? Io so chi sei veramente e quella ragazza avrebbe solo dovuto ringraziarmi. Qualsiasi destino ha una prospettiva sicuramente migliore di quella in cui si è bloccati al tuo fianco.

La rossa riposò lo sguardo sul principe, ma lui non disse niente. -Kookie, che cosa vuole dire?

-Il ragazzo che tanto ammirate è debole ed egoista.- pronunciò con voce sprezzante mantenendo il mento leggermente alzato. -Perché pensate che si sia unito al vostro gruppo di disperati? Quello a cui mirava fin dall'inizio era la fama, il successo per aver salvato il continente.- cominciò a fare qualche passo verso di lui. -Vediamo, cosa lo ha spinto ad indagare sulla questione? Ve lo dico io: un uomo che diceva essere venuto per rivendicare il dominio di Topazio.- allargò le braccia. -Ma vedete per caso uomini al suo cospetto?- attese qualche istante e poi sorrise. -Avete la vostra risposta.

Kerasi gli toccò una spalla. -Sta dicendo la verità?- il principe non rispose, ancora. Allora si rivolse al doppio. -Questo non ha senso. Se fosse come hai detto non avrebbe sconfitto Topazio, il suo cuore deve essere puro.

-Certo, visto che ha riversato tutto il male su di me.- rispose appena dopo, quasi non le fece nemmeno terminare la frase. -Ma lo ha detto lui stesso, non si può andare contro al destino prescritto nemmeno se si volesse. Tu sei nato per brillare e non importa come ci riuscirai, anche se questo significa sacrificare il superfluo.- nel dirlo indicò il resto del gruppo.

-Jungkook non lo farebbe mai.- Kerasi, più veloce che poté provò a scagliargli contro una freccia, ma quello la prese prima che lo colpisse.

-Sei prevedibile.- le disse. -Ma ho una bella storia per te ed immagino che tu voglia sapere che cosa successe a tuo fratello quel giorno di otto anni fa, quando, una volta a casa dopo una missione, cambiò completamente atteggiamento. Povero ragazzo, aveva solo sedici anni ed aveva già scoperto che il suo principe era in realtà un inetto.

A quel punto nessuno disse più una parola e un vento innaturale cominciò ad alzarsi.

 

-Non adesso.- sentì nella sua testa. Il gruppo davanti a lui si era ormai separato per via dell'imminente bufera. Eppure non era come pensava, anche gli altri lo avevano sentito e tra loro si fece spazio una figura coperta da una tuta che avanzava verso di lui. Quando smise anche il vento cessò -Non lascerò che una copia, un semplice pupazzo, renda inutile il lavoro di secoli.

Il doppio non si scompose. -E tu chi diavolo saresti?

Jungkook voltò lo sguardo per osservare Kerasi e il resto del gruppo. Il vento aveva fatto in modo che tutti loro si dividessero, ma dalla sua parte non era rimasto nessuno. Notò un pizzico di diffidenza negli sguardi dei suoi compagni, ma dopo aver controllato che stessero tutti bene ripuntò lo sguardo sul suo alter ego.

Gerry, rimanendo fermo davanti a lui con la sua tuta ricoperta di cavi di rame, lo scaraventò a terra. -Io sono colui che ha reso possibile tutto questo, che ha impedito la distruzione e il caos; io sono colui che ha istituito Zamek e che ha dato un legittimo re ad un regno di superstiti.- ammise allora senza togliere la maschera. -Io sono il dio di questo mondo.

Quando cominciò a camminare ulteriormente verso il doppio, Kerasi raggiunse il principe e gli si aggrappò alla manica. -Devi fermarlo.- implorò -Non sappiamo che cosa succederà se sarà lui a sconfiggerlo al posto tuo.- il ragazzo però non si mosse e il briciolo di speranza nel cuore della soldatessa sembrò sparire.

Il clone indietreggiò aiutandosi con le braccia, ma per la foga cedette e Gerry riuscì a raggiungerlo. Gli afferrò il collo con le mani fasciate dagli strani guanti caratteristici. -Lo sai, sei davvero un essere inutile. Non facevi parte dei piani di nessuno e meriti di tornare nel tuo oblio.- entrambi vennero inghiottiti da una nuvola di fumo grigio e quando questa sparì Gerry era solo.

-Do-dov'è finito?- balbettò Seokjin all'orecchio di Hoseok.

Probabilmente usò un tono troppo alto perché lo stregone gli rispose senza esitare. -Nella stanza delle opportunità rinnegate. O almeno questo è il nome con cui la conosco io.- spiegò con tono indifferente. -È stata creata da Opale, come più o meno tutto il castello di Topazio.- si voltò verso Jungkook e cambiò direttamente argomento. -Ti ho tirato fuori da quella stanza per farti avere più tempo in quella in cui era chiusa la Prescelta.- esclamò -Non c'era tempo per farti concludere la prova in maniera leale, Topazio non avrebbe voluto consegnartela comunque, almeno così avresti avuto qualche vantaggio. Perdendo tempo ti sei fatto sfuggire l'unica occasione che avevi per rimediare al tuo errore.

-Quindi eri tu che mi hai spinto fuori.- il principe si toccò il mento con fare curioso. -Perché non mi hai detto che cosa avrei dovuto fare arrivato dentro la stanza delle picche?

-E magari anche scegliere per te?- nessuno poteva vederlo da dietro la maschera, ma erano abbastanza sicuri che avesse un'espressione accigliata. -Non funziona così quella prova. E poi perché avrei dovuto farlo? Io sono solo uno spettatore che si diverte a cambiare il corso della storia rimescolando le carte ed intervenendo.- notò le espressioni confuse sui loro volti e fu costretto a sospirare. -Sai come si sconfigge un nemico di quel genere? Accettandolo come parte di se stessi e coesistendo in un unico individuo.- spiegò con calma. -Poetico.- aggiunse con tono canzonatorio. -Ma non nel mio stile.- di nuovo cambiò atteggiamento. -Non potete esistere entrambi, dopotutto lo sai già, ma la regola vale solo se rimanete in due corpi distinti. È questo il motivo per cui hai notato dei tratti diversi dai tuoi.

-Non può essere così- ribatté Jungkook. -Lui sapeva molte più cose di me, per esempio su Namjoon. Non avevo idea di quello a cui si stesse riferendo.- vide Gerry annuire vigorosamente.

-Come rappresentante di una vita che avresti potuto vivere ma che hai scartato, molte delle sue certezze sono opposte a quelle del vero individuo.- fece una pausa. -Lui vive.- ammise poi. -Anche se tu non lo vedi lui vive e fa le sue scelte esattamente come tu fai le tue. Sfidando Namjoon in passato ha avuto una risposta alle sue domande e così credeva di avere una possibilità in più contro di te. Ma non ha tenuto conto del fatto che il futuro è immutabile, non importa cosa tu faccia.- lo stregone si incamminò verso l'uscita del giardino del palazzo e quando passò a fianco a Seyun, lei si ritrasse. -Quel pezzo di sasso che hai tra le mani è inutile senza la Prescelta e non ho intenzione di rubarlo.

-Ma vorrai qualcosa in cambio giusto?- domandò quindi Jungkook. -Tutto ha un prezzo per te.

-No.- lo interruppe. -Mi basta aver ristabilito l'ordine delle cose. Non preoccupatevi, ci saranno molte occasioni in cui ci rivedremo, il destino è dalla parte di chi crede in lui.- con quelle parole sparì in una fitta nebbia innaturale che non avevano mai visto prima.

Seyun e Jungkook si guardarono. Entrambi avevano notato qualcosa.

 

Vellham era ancora più bella di come la ricordavano e la sorpresa più grande fu, una volta arrivati, vedere che ogni singolo cittadino aveva ripreso a venerare lo Spirito del Lapislazzuli, facendo sventolare una bandiera azzurra che raffigurava lo storico simbolo dell'elemento della città.

Il castello, con le sue avanzate tecnologie, sembrava migliorato, come se carico di nuova speranza. Dal portone principale una numerosa folla di giovani ragazzi componeva la lunga fila ed ognuno di loro aveva in mano un oggetto diverso.

-Sarà impossibile entrare.- ammise Blanche. -Non abbiamo tempo per metterci in coda.

Yoongi alzò gli occhi al cielo. -Tua sorella è l'ultima persona che vorremo nella squadra.- la maggiore lo guardò male, ma lui continuò. -Se rinunci tu non mi farò problemi ad andarmene subito di qui.

Seyun annuì e Kerasi scosse la testa in preda alla disperazione. Il viaggio per Vellham non era stato semplice: Jungkook aveva a malapena parlato e non interveniva neanche per rispondere alle provocazioni di Yoongi; Seokjin e Hoseok avevano fatto di molto allungare il cammino per via delle varie soste per evitare di passare le notti nei punti dove i Jawahrat effettuavano i loro controlli, facendolo così diventare da dodici ore di viaggio a quasi ventiquattro; Seyun aveva stretto il topazio tra le mani senza mai lasciarlo, sembrava fosse quasi diventata un ossessione e in più tutto il morale del gruppo era a terra. Veral non era mai stata l'anima della festa, ma usando il suo dono era riuscita spesso a tirarli fuori da brutte situazioni, spesso anche imbarazzanti.

Quando arrivarono a Vellham, Jungkook si era fermato per dire che avrebbe proseguito da solo verso la barca di Jimin e Taehyung e che li avrebbero aspettati lì. Kerasi non fu d'accordo ma tutti gli altri annuirono vigorosamente. Dopo la rivelazione del suo alter ego non sapevano più bene che cosa pensare di lui. Credevano che fosse il principe senza macchia che non aveva paura di affrontare i problemi, pensavano di trovarsi davanti ad un vero e proprio gioiello di purezza e bontà. Incredibile come la loro idea si fosse ribaltata con una semplice frase.

Comunque quella più confusa rimaneva la fedele soldatessa e Seokjin fece di tutto per tirarle su il morale con scarsi risultati. Ci era rimasta molto male, era stato un duro colpo da accettare e forse non lo aveva fatto del tutto. Come avrebbe potuto? Conosceva Jungkook da tutta la vita, non poteva di certo immaginare di essere presa in giro da lui. Una parte di lei si maledì per aver scelto il principe al posto di suo fratello, ma se ne pentì subito. Dopotutto era pur sempre il suo lavoro proteggere il futuro di Zamek. Se si fosse mostrata debole scegliendo Namjoon al posto di Jungkook probabilmente avrebbe perso la sua occasione. Nel suo cuore però sapeva che non era una questione di carriera.

Scosse la testa e cercò di riportarsi alla realtà. -Sentite, so che siamo tutti un po' in crisi in questo momento.- cominciò -Jungkook è andato chissà dove e a noi è toccato il compito di prendere Laila. Ma lo stiamo facendo solo per Veral, non per lui. È vero che le sue intenzioni non erano nobili come credevamo e che non lo fa per bontà ma è anche vero che il suo contributo è reale ed ha lavorato duramente per arrivare fino a qui.

-Se gli fosse importato qualcosa della missione non si sarebbe lasciato scappare l'unica persona con il potere di aiutarci.- ammise Yoongi. Gli altri gli riservarono un'occhiataccia e così non disse più nulla.

Hoseok al contrario prese parola. -Scusate se non ho mai detto nulla.- esclamò con sguardo triste. -Quello che ha detto il suo doppio è vero e Jungkook voleva estendere il suo valore, farsi conoscere anche fuori dalle mura di Zamek. Ma non è solo questo, la cosa che voleva di più era la libertà.- i membri del gruppo si strinsero attorno a lui. -Era sempre impegnato a risolvere le questioni interne alla città e così un giorno sua madre lo chiamò nella sala del trono per dirgli che sarebbe cominciata una ricerca per trovare la principessa perfetta a diventare la futura regina. Jungkook non voleva sposarsi e non cercava l'amore di nessuno.

-Fino a che non ha conosciuto Veral.- suppose Blanche e concludendo per lui.

-No.- la ragazza lo guardò strabuzzando gli occhi, le era sembrato che quei due fossero affiatati fin dall'inizio. -La prima volta che si sono incontrati c'è stato un disguido e lui le ha spiegato di non essere interessato a nessuna ragazza in particolare e che non aveva intenzione di trovarne una.- il Guardiano fece una pausa. -Si è innamorato di lei perché gli ricordava il suo lato gentile, il se stesso che aveva lasciato alle spalle per diventare un capo forte e una guida per il suo popolo.

-Quindi stai dicendo che è cambiato per lei?- domandò spezzante Yoongi. -È incredibilmente stupido.- Seyun gli tirò una gomitata e lui ritornò ad appoggiarsi alla colonna, borbottando qualcosa di incomprensibile.

Hoseok comunque scosse la testa. -Vi state sbagliando ancora. Jungkook non ha mai avuto bisogno di cambiare, ma solo di qualcuno che lo facesse sentire una persona, qualcuno senza pretese che rimanesse malgrado gli errori commessi. Riflettendo sulla personalità apparentemente forte di Veral si è reso conto di averla trovata, ripromettendosi che avrebbe fatto di tutto per tenerla con se.

-Ma anche Topazio lo sapeva e lo ha preceduto.- concluse correttamente Seokjin. -Ma come ha fatto? Non è che aveva una specie di spia anche lui, vero?

-Questo io non lo so.- il Guardiano si strinse nelle spalle. -Ma Gerry ci ha detto che è stato Opale a creare il castello e le sue trappole, questo vuol dire che probabilmente per Jungkook non c'era altro da fare, non avrebbe potuto cambiare il suo destino in alcun modo.

Li interruppe un gran trambusto che li fece voltare verso il portone principale del palazzo, poi una voce stridula e leggermente fastidiosa si fece spazio nelle loro teste. Per sfortuna l'avevano riconosciuta.

 

Jimin e Taehyung non erano sulla barca. In effetti non poteva pretendere di trovarli nello stesso modo in cui li avevano lasciati. Loro, al contrario di lui, continuavano le proprie esistenze. Per quel che ne sapeva avrebbero benissimo potuto cambiare vita, non li conosceva così bene da fare supposizioni.

Jungkook si sedette sul molo.

Ma cosa sperava di ottenere? Lo aveva sempre saputo che mentire e ingannare erano cose terribili, figuriamoci per una persona del suo rango. Sospirò. Aveva desiderato con tutto se stesso di poter tornare indietro, di poter rimediare ai suoi errori. Solo il pensiero di aver commesso simili azioni lo portò ad interrogarsi su se stesso. In quel viaggio le persone non avevano fatto altro che ripetergli quanto fosse valoroso senza conoscerlo davvero, come avrebbe potuto guardare Veral con la consapevolezza di essere arrivato a tanto solo per scopi personali? Ripensò alla sera del ballo in maschera in onore di Seyun in cui si era presentato vestito da pescatore, al momento in cui l'aveva vista indossare quell'abito del colore del cielo. Aveva trovato la sua principessa ma l'aveva lasciata andare senza riuscire a riprenderla.

Si voltò di scatto quando sentì delle voci allegre provenire dalla spiaggia. D'istinto portò la mano all'elsa della spada ma quando l'identità dei due venne svelata si tranquillizzò subito: i due marinai stavano camminando verso la barca chiacchierando animatamente, il principe sentì qualcosa riguardo a dei ravioli ma decise di non soffermarcisi troppo. Tra le mani entrambi avevano delle buste di carta da cui spuntavano della frutta matura e qualche bottiglia di vetro contenente diversi liquidi colorati.

-Ehi, ma quello non ti sembra Jungkook?- domandò Taehyung con un sopracciglio alzato, con il dito indicava il ragazzo ormai in piedi sul modo che li salutava.

-Sono già tornati!- Jimin sorrise all'amico e poi entrambi si diressero verso il principe, meravigliandosi di vederlo tutto solo. -Ma dove sono i tuoi compagni?- subito il biondo assunse un'espressione preoccupata. -Non dirmi che...

Jungkook alzò le mani per tranquillizzarlo. -No no, gli altri stanno bene. Sono andati a prendere Laila a palazzo.- comunque non stava sorridendo. -A Vimana abbiamo perso Veral. Sappiamo solo che è stata portata a Tachyta dai Jawahrat.- i due lo guardarono con i visi contratti in espressioni confuse. -Non voglio mentirvi, siamo qui perché ci chiedevamo se poteste portarci al confine del Regno del Tempo con la vostra barca.

-Capisco che ne abbiate bisogno, ma io e Jimin non vogliamo avere problemi.- rispose Tae con tono dispiaciuto. -Abbiamo perso il lavoro al battello per aiutarvi, questo è abbastanza.

Jimin fissò lo sguardo sull'amico, ma ne ignorò le parole. -Di cosa si tratta esattamente?- il minore gli riservò uno sguardo nervoso.

-Non sappiamo cosa succederà quando affronteremo Opale.- spiegò quindi Jungkook. -Se qualcosa dovesse andare storto abbiamo bisogno di qualcuno che possa prendere Veral e portarla via il più velocemente possibile.

-È una missione suicida- cominciò il minore tra i due marinai. -Jimin non possiamo accettare.

-Hanno fatto così tanto...- ammise l'altro. -Tra tutti hanno chiesto a noi di aiutarli, è un vero onore Tae.

Il principe scosse la testa. -Non lo chiedo a nome di tutti.- i due marinai si voltarono per guardarlo. -Veral non è solo la Prescelta, è anche la futura principessa di Zamek. Se lo vorrà, ovviamente.

Taehyung scosse la testa ma Jimin annuì. Jungkook non poteva negare di sentirsi confuso. Lo avrebbero aiutato? Non se la sentiva di arrivare al punto di dargli un vero e proprio ordine, sapeva che sarebbe stato sbagliato. Non voleva aggiungere quest'altra malefatta alla lista.

L'inventore sospirò. -Forse sappiamo a chi rivolgerci.- ammise con frustrazione. -Però si trova a palazzo. Il consigliere di re Timal è un anziano veggente, verremo con voi se lui dirà che è il caso.

Jimin gli sorrise e Jungkook fece lo stesso.

 

La principessa Kham si era avvinghiata al braccio di Yoongi. Il ragazzo cercava in tutti i modi di togliersela di dosso senza successo, così Seyun gli fece segno di chiudere la bocca e recitare la parte dell'indifferente più totale.

Blanche era stata scortata nella stanza tenuta per Laila e nonostante Hoseok avesse insistito per accompagnarla lei pensava che non sarebbe stata una buona idea, conosceva la sorella e sapeva che le cose sarebbero state imbarazzanti per tutti. Il Guardiano aveva annuito, ma in realtà era una cosa di cui era già a conoscenza.

-C'è un altro motivo per cui avete deciso di tornare?- domandò Timal sorridente. -Non sembra una visita di cortesia.

Kerasi ricambiò il sorriso. -In effetti è così: cerchiamo un modo per entrare a Tachyta e sappiamo che questo è l'unico passaggio in cui le barriere magiche sono nulle.- guardò Hoseok. -È così, no?

Timal precedette il Guardiano e annuì. -Sì, ma come pensate di arrivare? L'apertura è appena dopo la foce del fiume, presidiata da truppe di Jawahrat armati fino ai denti.

Le porte della sala del trono si aprirono. Incredibile pensare che solo pochi attimi prima c'erano ragazzi ammassati solo per entrare a chiedere la mano della principessa. Dai battenti entrarono tre figure di cui una camminava leggermente più avanti e capitanava le altre due.

-Forse ho io una soluzione.- ammise la voce più vicina, mentre le porte venivano prontamente richiuse. -Sempre che vogliate sentirla.- Jungkook si incamminò verso quel che rimaneva del gruppo seguito da Taehyung e Jimin.

-Vostra Maestà.- iniziò il maggiore inchinandosi insieme all'amico. -Se siete d'accordo vorremmo chiedere udienza al Saggio, il vostro consigliere. Queste persone hanno fatto tanto per noi, hanno liberato il nostro popolo dall'oppressione di Smeraldo, hanno fatto si che il nostro regno potesse ricominciare a splendere come in passato. Nonostante ciò io e il mio amico siamo in disaccordo sul da farsi e vorremmo che lui, sotto la vostra approvazione, accettasse la nostra udienza.

Il moro gli diede un colpetto sulla spalla. -Jimin.- sussurrò. -Stai parlando troppo.

Kerasi cercò di trattenere una risata e il re di Vellham sembrò fare lo stesso. Senza rispondere verbalmente fece un gesto alla guardia in piedi di fianco ad una porta piccola e stretta piena di decori di gemme blu. Quello la aprì e ne uscì un uomo dalla statura minuta e dalla folta barba bianca, in testa portava un cappello stravagante che terminava con un piccolo campanellino il quale nascondeva i capelli -sempre che li avesse.

-Alza la testa figliolo, ai miei tempi i giovani non portavano così tanto rispetto!- il Saggio si posizionò di fronte al re, poi gli voltò le spalle per guardare il gruppo di giovani avventurieri. Mise le mani ai fianchi fasciati da una tunica larga. -Perbacco, la situazione è più grave di quanto pensassi.- si girò ancora verso Timal e poi si sedette per terra con un sonoro tonfo che fece preoccupare più o meno tutti i presenti, poi chiuse gli occhi sovrastati da delle pesanti sopracciglia. Rimasero tutti ad aspettare qualche secondo, poi si udì un sonoro russare.

Il re sospirò. -Non fateci caso.- ammise. -Il Saggio è molto più anziano di quanto si creda. Sembra impossibile ma quando le Gemme hanno preso possesso della nostra nazione lui era solo un bambino.

Yoongi strabuzzò gli occhi mentre Kham gli stritolava il braccio. -Ma è impossibile! Quanti anni ha, scusa?

Il russare cessò e il vecchio scattò in piedi. -Non si chiede l'età ad un signore anziano, razza di maleducato! Ai miei tempi era tutto alla rovescia, i giovani erano molto più educati.- a quel punto si ritrovarono davvero confusi. Solo pochi attimi prima aveva ammesso il contrario. Timal si strinse nelle spalle ma non disse nulla. -Diciamo che ho qualche secolo.- subito dopo tornò a ronfare.

-Il Saggio è stato consigliere reale per generazioni, ha visto molti re cadere in battaglia.- il suo sguardo si fece triste. -A volte anche per colpa sua. La leggenda narra che quest'uomo sia l'unico discendente diretto dello spirito dell'opale, ma non essendo originario di Tachyta questa teoria non è mai stata ufficializzata.- lo guardò per qualche attimo. -A lui piace semplicemente pensare che il suo compito non è finito e che fino a che non porterà nuovamente alla gloria Vellham non potrà lasciarsi andare. È per persone come lui che non ho potuto cedere al dominio di Smeraldo.

Senza paura Seyun avanzò una domanda. -Come spera di portare alla gloria il vostro regno? Con tutto il rispetto maestà, ma non mi sembra in grado di fare un discorso sensato.

Timal fece un respiro profondo. -Vi sta prendendo in giro. Il Saggio non regala le informazioni, cerca prima di capire se chi le chiede merita di avere le risposte che cerca. Lo fa per se stesso è chiaro, ma in un certo senso è anche per gli altri. A volte conoscere la verità è la strada peggiore.

Gli occhi del vecchio si riaprirono. -Sei davvero noioso, Timal. Quando eri piccolo ti piacevano tanto i miei scherzi.- nel guardare verso il re ne notò l'espressione genuinamente disponibile e così si voltò verso il gruppo. Jimin stava per parlare di nuovo, in procinto di spiegare che cosa necessitassero. -Non ne ho bisogno, pescatore, so esattamente perché siete qui.- si tirò su le maniche. -Opale vi sta aspettando.- ammise. -Ormai ha quello che vuole, la Prescelta è nelle sue mani e la userà per trasformare tutto il continente in quel deserto arido e grigio che è adesso l'antico Regno del Tempo. Permetterà solo ai cinque leggendari guerrieri di entrare nelle sue terre, ma ognuno di questi dovrà superare una prova, una che non conosce tempo, una che comporterà una vera resa dei conti.- si girò verso Kerasi. -Arciera che non conosce sconfitta alcuna.- poi guardò Seyun. -Dominatrice che ulula al vento che le appartiene.- infine guardò verso il basso. -È su di voi che ricade l'aspettativa. Cercate di non deludermi.- tirò giù le maniche e il tessuto cominciò a tirarsi sulla pelle che a sua volta si restringeva, arrivando a fondersi con esso. La figura divenne sempre più piccola, poi sparì in una scintilla per lasciare il posto ad un piccolo cavo di rame.

Jungkook lo raccolse subito e ne notò la scritta incisa. “Io so che avete visto.”

Il gruppo guardava invece verso il re. -Credo che il suo compito sia finalmente finito.  

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Capitolo 35
*** Senza dirsi un vero addio ***


Senza dirsi un vero addio


 

Ormai era tutto pronto per salpare e anche se Jungkook non era ancora sicuro di cosa sarebbe successo con i compagni aveva deciso che sarebbe stata una buona idea cominciare a farsi perdonare tornando ad essere la persona gentile e senza macchia che tutti credevano che fosse.

Il problema infatti non era lui.

Una giovane donna con i capelli rossi legati in una coda alta accompagnata da una ragazza visibilmente più piccola, varcarono la soglia della barca abbastanza ampia da trasportare il gruppo al completo. Le due, mano nella mano, fecero segno agli altri di salire i gradini che li dividevano. Con stupore non dovettero aspettare molto.

-Noi non partiamo.- ammise Blanche con il vento che le solleticava il volto.

Yoongi emise un verso di superiorità. -Ve lo avevo detto io.- poi si zittì da solo senza aspettare che qualcuno glielo ordinasse.

Kerasi prese le mani della maggiore tra le sorelle. -Sappiamo che per te questo viaggio significa molto, ma allo stesso modo tu sai che sarai sempre la benvenuta quando torneremo a casa.

-Siamo state lontane a lungo.- spiegò la rossa. -Io e Laila vogliamo vedere il mondo, viaggiare adesso che è libero.

-Stare così lontano da casa ci ha fatto capire quanto ci manca il nostro villaggio.- concluse Laila. -Insieme vogliamo ricominciare una vita diversa.

Kerasi sorrise, poi si girò verso Seyun. La minore scuoteva la testa e la soldatessa fece lo stesso. Sembrava importarle ben poco, avviso che lei non poteva condividere visto che per le due sorelle aveva sempre provato una certa simpatia ed ammirazione, senza sapere che dall'altra parte c'era lo stesso. Forse comunque non era solo quello. La maggior parte delle attenzioni che Blanche dava a Laila le facevano sentire sorelle e in questo modo Kerasi si specchiava nella loro situazione, ritrovandocisi.

Jungkook, in disparte dal resto del gruppo, guardava le onde del mare. Nonostante non ci fosse abituato si sentiva come a casa, forse anche meglio. Si ritrovò a sospirare. Gli altri non avevano preso bene il suo comportamento, ma tolleravano la sua presenza in silenzio e senza troppe cerimonie. L'unica amichevole era stata Seyun. Alla ragazza sembrava non importare niente se non della sua amicizia con Kerasi e Veral. Anche quando aveva scoperto che Iya l'aveva tradita, anche quando l'aveva vista morire lei non aveva battuto ciglio. Jungkook non poté fare a meno di pensare che fosse una strana ragazza quando si palesò al suo fianco. -Non vieni a salutare? Anche Hoseok se ne ritorna a casa.

Il principe affondò il mento sul palmo della mano. -Alla fine se ne vanno tutti.

-Già.- ammise la cantante. -Hai fatto un casino e sei davvero un disastro come persona.- dall'angoscia Jungkook appoggiò la fronte al vetro dell'oblò. Seyun gli tirò una gomitata sul fianco. -Io ti capisco, sai? Cerchi di fare quello che gli altri si aspettano da te, cerchi di essere un buon principe e condottiero. Anche io ci ho provato una volta: volevo essere una brava figlia, una brava cantante, una brava maga. Non è mai bastato.- fece una pausa e lui la guardò. -Allora ho deciso che mi sarei elevata come artista per arrivare sempre più in alto, nascondendo a tutti la vera me e cercando di colmare il vuoto che i miei genitori avevano lasciato.- inconsciamente guardò verso le figure controluce che si stagliavano appena sopra i gradini. -Di nuovo, non è mai bastato.- riposò lo sguardo sul principe e gli poggiò una mano sulla spalla. -Poi sono arrivate Kerasi e Veral e il vuoto ha cominciato a riempirsi.

-Cosa vuoi dire?- chiese allora. -Non capisco

Seyun gli tirò un leggero colpo sulla testa. -Non puoi diventare un re senza una regina, non puoi governare senza la fiducia del tuo popolo. Ma se per primo menti ai tuoi amici, come puoi sperare che degli sconosciuti si affidino alla guida di un finto re? È così che gli impostori diventano leggenda, Jungkook.- a quel punto però il principe aveva già capito. -Uccidendo l'oppressore che pensa solo ad elevarsi. Perché al contrario di quello che tutti pensano noi siamo obbligati a vivere per gli altri.

Concludendo gli diede le spalle e sparì nella luce che emanava il sole, finendo per essere parte delle stesse figure che si vedevano in precedenza. Il principe sospirò. Ancora una volta si sbagliava.


 

Il viaggio sul battello era ormai terminato e senza Hoseok era sicuramente stato più silenzioso. Quasi tutti pensarono che fosse principalmente una sfortuna, ma da un lato era stato bello dormire durante la notte nella più assoluta quiete.

-Non possiamo procedere.- ammise quindi Taehyung, al timone. -Dovremmo lasciare la barca qui e farla a piedi.

-È quasi l'alba.- constatò Seokjin. -Sarà facile entrare in città, la pattuglia di Jawahrat verrà cambiata presto, dobbiamo approfittare di quel momento e intrufolarci all'interno delle mura.

-Cosa sappiamo del castello di Opale?- domandò Kerasi.

Seyun indicò un punto sulla mappa lasciata aperta sul tavolo rotondo. -Che da le spalle al mare e che dista poco dall'entrata della città. Sarà facile arrivare a piedi e ci vorrà poco, la cosa fondamentale da ricordare è la discrezione.- per qualche motivo si girarono tutti verso il re.

Yoongi alzò gli occhi al cielo. -Non mi è mai piaciuto farmi notare, voglio solo starmene indietro e dormire quindi non guardate me.

-Comunque.- riprese la cantante. -Ogni singolo anfratto sarà presidiato da almeno due Jawahrat, quindi dovremmo fare attenzione. Non abbiamo tempo per elaborare un piano che funzioni, l'unica cosa che possiamo fare è cercare di coglierli di sorpresa e passare inosservati.

-Non sarà facile.- Kerasi prese parola. -Non conosciamo le mosse di Opale, ha sempre agito per mano di altri ed è un nemico che nessuno ha mai affrontato prima. Rappresenta l'ignoto e l'ultimo stadio dei limiti, l'avidità.

Seokjin si portò una mano al mento. -C'è qualcosa che mi sfugge in tutto questo però. Perché Opale ha bisogno di Veral, che cosa la rende la Prescelta di cui tutti parlano?- il ragazzo gesticolò appena, ma nessuno seppe dargli una vera risposta.

Il quesito posto non era totalmente sbagliato. Opale era in cerca di Veral da ancora prima che tutto cominciasse e non poterono fare a meno di chiedersi come facesse a saperlo. Dopotutto, come aveva detto Smeraldo, all'inizio erano alla ricerca di una ragazza chiamata Sunhi, in vita da molti anni prima che nascesse Veral stessa. Chi aveva passato ad Opale le informazioni su di lei e dov'era in verità questa misteriosa fanciulla scomparsa?

Il sole era quasi sorto e ormai era l'ora di andare.


 

Infiltrarsi all'interno di Tachyta era stato molto più semplice di quanto credessero. Qualche pattuglia di Jawahart giaceva stesa sul pavimento, alcuni erano stati costretti ad ucciderli, ma altri si erano solo assicurati di farli dormire per un po'. Di certo non avevano tempo per mettersi a combattere e ad obbligarli ad arrendersi.

La città oltre ad essere deserta era grigia ma non completamente distrutta. Sulla via per il castello notarono addirittura qualche fiore privo di colore. Sembrava che il tempo si fosse fermato e con lui tutto quello che era stato creato nel continente dall'opale stesso. La luce e il buio avevano scelto di lasciare Tachyta per sempre.

-Il palazzo.- sussurrò Seyun indicando in modo da farsi a stento sentire dai compagni. Ognuno di loro indossava un lungo mantello scuro ed erano coperti da un pesante cappuccio. -Dobbiamo cercare un ingresso secondario non sorvegliato. Jin, Kerasi, Yoongi: voi tre controllate ad ovest, alle spalle del castello; Jungkook, Jimin, Taehyung a voi toccherà la zona est. Io salirò sul tetto e cercherò di coprirvi le spalle con la mia magia.- sui volti appena visibili degli altri membri scorse espressioni insicure ma non si fece intimorire. -Se nel frattempo doveste trovare un'entrata fatemi un cenno e chiamerò il gruppo del lato opposto.

Senza aspettare la giovane cominciò ad incamminarsi verso il castello, non curandosi del resto. Non era sicura nemmeno lei che avrebbe funzionato, ma guardando bene la forma della fortezza si rese conto che c'era un'unica possibilità di sfruttare lo spazio dall'alto: la torre. Era solo una ed era posizionata nella parte centrale della reggia per dividere le due aree, quindi non avrebbe dovuto faticare per scalarla, soprattutto grazie alla sua magia. Non sapeva ancora se avrebbe funzionato anche in un simile luogo ma aveva imparato a conoscere i suoi compagni e sapeva che non avrebbero iniziato con i loro compiti finché lei non sarebbe stata in cima, al sicuro.

Certo, sempre che fosse davvero sicura.

Con sua sorpresa però più si avvicinava alla torre e più notava l'assenza di guardie di ogni genere. Possibile che tutti Jawahrat fossero in giro per la nazione senza preservare il loro sovrano? Seyun pensò che fosse impossibile. Doveva trattarsi di un'imboscata, non c'era altra ragione. Si girò di scatto verso il punto in cui si trovavano i suoi compagni ma erano ancora tutti lì, esattamente come li aveva lasciati, che cercavano di capire il punto migliore per raggiungere la zona a loro assegnata.

Quando si voltò nuovamente vide davanti a se un uomo in armatura che brandiva una strana arma simile ad un pugnale. Seyun si ritrasse e cercò di allontanarlo con la magia. Con stupore ci riuscì veramente. Prese da dietro la schiena la sua minigun e la tenne alta per imbracciarla comodamente. Il tizio con l'armatura si alzò dallo scossone ricevuto e cominciò a correre verso il portone d'entrata.

-Vi stavo aspettando, cari ospiti.- ammise una voce proveniente dall'alto.

Seyun strizzò gli occhi per vedere meglio: sulla torre a cui puntava era comparsa una figura imponente dalla pelle opalescente. Dietro di lui, come se fosse un ombra, c'era qualcun altro ma era troppo nascosto per poterlo identificare.

I suoi compagni uscirono allo scoperto e lui si mise a ridere. -Pensavate davvero che senza il mio permesso sareste entrati qui? Io ero a conoscenza di ogni vostro minimo movimento, pensiero addirittura.- aprì le braccia. -Ecco qui gli eroi che hanno sconfitto i miei sottoposti: Lussuria, Ingordigia, Ira, Superbia, Invidia e Accidia. Ogni limite corrisponde ad una vostra mancanza, ve lo hanno mai detto?

-Conosciamo la leggenda.- ammise Yoongi con tono di sfida. -Peccato che tu l'abbia cambiata a tuo piacimento.

Opale fece finta di ritenersi offeso. Davvero pensavano che perdesse il controllo in quel modo? Il giorno che aspettava da una vita era ormai alle porte, come potevano credere che si sarebbe lasciato scappare la possibilità di conquistare Zamek solo con delle miserabili parole? Lui aveva la situazione sotto controllo, loro invece non avevano niente.

Jungkook sfoderò la spada e l'uomo in cima alla torre si mise a ridere. -Ho visto tramite il mio potere questa scena molte volte, ma dimmi quando ti è tornato utile quell'aggeggio?

-Ho distrutto il tuo braccio destro, non provocherei la persona che potrà farti a fettine se fossi in te.- sussurrò il principe a denti stretti.

-Ma per favore.- Opale agitò una mano con fare indifferente. -Senza i tuoi compagni saresti stato spacciato. Una falce, una lancia e un'arma da fuoco senza proiettili. Chi lascerebbe tali armi incustodite? Ho detto io allo stregone di posizionarle in un punto in cui le avreste trovate, ho detto io al mio fedele servitore Kim Namjoon di portarvi lì.- sorrise in modo meschino. -Come ci si sente ad essere stati traditi da ogni punto di vista?

Yoongi però scoppiò a ridere. -Ti rendi conto che hai dato modo di sconfiggere più facilmente tutti i tuoi sottoposti a delle persone che dovevano solo compiere il loro destino?

Opale però non sembrava minimamente disturbato dalla cosa. -Loro erano tutti sacrificabili. Credete davvero che mi sarei basato su altri per arrivare al mio dominio assoluto? Una volta che Zamek sarà sotto il mio controllo la stessa sorte scenderà sulle altre regioni della nazione.- fece finta di pensare, poi mostrò un sorriso inquietante e si spostò di lato. -Immagino che sia bello, una volta arrivati fino a qui, poter avere un confronto con un vecchio amico, un membro della famiglia.- l'ombra alle sue spalle avanzò in modo che il grigiore potesse leggermente rischiarare il suo volto. Namjoon sembrava come ipnotizzato, i suoi occhi non si muovevano e si era fermato appena prima del bordo. Jungkook puntò lo sguardo su Kerasi. La ragazza non gli staccava gli occhi di dosso, ma nonostante la sua preoccupazione palpabile non fece un singolo movimento azzardato. -Credo sia arrivato il momento di raccontare una bella storia, chissà solo se sarete ancora vivi per ascoltarla?

Dopo quelle parole il terreno sotto ai loro piedi cominciò a sprofondare e nelle loro teste risuonava solo la disturbante risata di Opale.

Poi tutti loro si trovarono nella stessa stanza nera, solo che nessuno sapeva della presenza degli altri.


 

Seyun non vedeva nessuno dei suoi compagni, ma il buio aveva lasciato spazio ad una sala riccamente arredata. Sui divani sedevano un grosso numero di uomini e la ragazza giurò di averli già visti. Forse si trattava di ammiratori o forse semplici abitanti della sua città. Dalla grande porta bianca uscì Iya con un inchino.

Seyun si ritrasse quasi scottata. Nonostante quel gesto, il motivo di tanto sgomento le fu sempre più estraneo. Il desiderio che c'era in lei di tornare indietro non esisteva più, al contrario non sapeva nemmeno che quello in cui si trovava non era un vero luogo. Aveva pensato a delle altre persone una volta arrivata, ma la verità era che non vedeva più nessuno nella sua testa. I nomi che aveva pronunciato non avevano volti.

Quando l'immagine proseguì si rese conto che non riproduceva i suoni e che la sua tutrice aveva convocato uno dei ragazzi all'interno della stanza, richiudendo subito dopo i battenti. Come fosse un fantasma la giovane attraversò il muro e vide se stessa. Di nuovo ebbe una sensazione familiare, ma svanì subito dopo. La sua copia era leggermente diversa da se: la pelle era di un tenue colore ambrato, i capelli sembravano della stessa tinta del miele. Persino i suoi occhi, di norma di un verde molto chiaro, sembravano giallognoli.

Anche se Seyun sentiva di aver perso dei ricordi, sapeva perfettamente che la figura davanti a se era Topazio. Solo che aveva il suo aspetto. A guardare bene quella scena in effetti sembrava che quel mostro si fosse proprio sostituito a lei. Riposò lo sguardo sul ragazzo. Non sembrava felice di essere lì ed aveva davvero un'aurea familiare. Quella volta la sensazione non sparì. Ne studiò attentamente i lineamenti, ormai aveva capito di essere praticamente un fantasma. Somigliava vagamente all'aspetto con cui lei aveva conosciuto Topazio, ma per certi versi le ricordava se stessa.

Mentre l'immagine andava avanti come una registrazione muta Seyun sentì qualcuno arrivare alle sue spalle. Si girò prima che questi potesse toccarla, ma davanti ai suoi occhi vide solo un'ombra luminosa dalle vaghe sembianze umane. -Non perdere mai il controllo.- ammise quest'ultima. La cantante, sbigottita, non rispose e diede così agio a quella voce profonda e rassicurante di continuare. -Sono i tuoi ricordi che ti permetteranno di capire cosa devi fare. Grazie ad un vecchio amico hai una possibilità.

Seyun sfiorò con le dita affusolate la borsa a tracolla che apparteneva a Veral. Doveva essere Kerasi ad indossarla, ma era rimasta a lei in modo da poter custodire il topazio con le altre gemme. Si fermò un attimo. Non aveva la minima idea di quello a cui stava pensando: chi erano Kerasi e Veral? Custodire il topazio? Estrasse la gemma cautamente ed ebbe l'impulso di disfarsene. Poco prima di lanciarla lontano la luce che le aveva parlato entrò al suo interno e in quell'istante Seyun ricordò ogni cosa. Raggiunse la sua sosia che non poteva vederla, imbracciò la sua minigun e mirò alla sua tempia. -Bang.- mimò con le labbra mantenendo lo sguardo fisso. Quando premette il grilletto vide lo spettro di se stessa steso a terra. Invece che raggi di luce, i buchi allagarono di sangue il pavimento.

Lo spirito del Topazio l'aveva aiutata, grazie a lui si era liberata di quell'incantesimo della memoria. Era tornata indietro, pian piano la stanza aveva cominciato a sparire per lasciare spazio al vuoto. Sorrise compiaciuta: aveva distrutto la sua nemesi.


 

Yoongi lo capì subito che sarebbe stato più complicato per lui.

Quando la stanza nera si trasformò, si ritrovò nel suo castello. Tutto era esattamente come lo ricordava, tranne per un particolare: i componenti del gruppo erano lì nella sala del trono e alle loro spalle si stagliava la loro figura paterna. In più erano tutti illuminati da una forte luce azzurrognola.

Yoongi emise un verso scocciato e si incamminò verso il portone che lo avrebbe portato all'esterno. Lo spinse senza pensare a niente ma non riuscì ad aprirsi. Cercò allora di applicare più forza, ma ottenne lo stesso risultato. Per un po' gli balenò in testa l'idea di tirare una spallata al battente, ma la scacciò subito dopo. Tornò a guardare i suoi compagni -i suoi amici- che lo guardavano come delle statue di cera, poi intravide sua madre. La donna faceva segno al figlio di raggiungerla ed era l'unica che si muoveva tra tutti i presenti.

Come aveva fatto a non vederla quando era entrato? Finse di non pensarci e si diresse verso la regina a passo svelto, ogni volta che i suoi pedi toccavano terra aumentava la velocità dello spostamento. Quando si fermò, la donna gli diede uno schiaffo sulla guancia, ma Yoongi non vacillò.

-Guarda.- gli disse indicando verso le figure immobili. -Jungkook è più giovane di te eppure ha sempre preso il posto del padre come condottiero. Tu hai ucciso il nostro re.- Yoongi non rispose dandole il privilegio di continuare. -Come ci si sente a vedere tutti i propri amici tra le braccia dei loro padri dopo aver perso il proprio? Se solo tu fossi stato meno inetto e più devoto, adesso il popolo avrebbe una valida guida. Tu sei scappato, hai abbandonato il tuo regno un'altra volta, hai fatto in modo che tuo padre morisse, mi hai strappato via mio marito.

-Credi che io non lo sappia?- domandò allora senza scomporsi. -Io non ho mai voluto essere re, non ho mai voluto essere neanche il principe, perché so che non sarò mai come lui. Il regno ha bisogno di un leader e non ho mai chiesto di essere scelto.- Adara alzò di nuovo il braccio per colpirlo, ma questa volta lui la precedette. -Mia madre, la regina, lo sa bene.- continuò allora Yoongi. -Il fatto che tu invece stia dicendo questo prova che tu non sei chi dici di essere.

-Ma cosa cambia?- la figura bluastra stirò le labbra in un sorriso terrificante. -Tu vuoi un padre giusto? Ti senti incompreso nel parlare con i suoi amici: il principino è cresciuto circondato dall'amore di tutti, il traditore che credevi un amico ha una forte famiglia alle spalle, persino il panettiere sembra avere una situazione migliore della tua.- Yoongi la lasciò andare e lei prese a camminare in cerchio, come se lo stesse intrappolando. -La senti quella sensazione? Attanaglia il cuore e la mente, senti un nodo allo stomaco, c'è qualcosa che non va come sarebbe dovuto andare da sempre. Perché sono solo? Io conosco le tue domande private.- la “regina” continuò ma il ragazzo non le prestava tanta attenzione, era fisso nel guardare quelle statue. C'era qualcosa che in effetti non funzionava a dovere. -Tuo padre non ti ha mai amato. Perché altrimenti avrebbe voluto lasciarti fare come volevi? Sapeva che saresti stato una nullità in confronto a lui.

Yoongi alzò gli occhi al cielo. -Se non stai zitta non riesco a pensare.

La “regina” scoppiò a ridere talmente forte che fu costretta a chiudere gli occhi. Quando li riaprì il suo viso si contorse in una smorfia stupefatta e dolorante. La lama della lancia di Yoongi le aveva trafitto il petto.

Il corpo della donna cadde a terra e il re riprese la propria arma per poi deporla. Si avvicinò alle statue di cera mentre la stanza iniziava a sparire e si posizionò davanti a quella di Kerasi.

L'uomo che le toccava la spalla non era lo stesso che la toccava a Namjoon.

Yoongi allungò una mano ma un istante prima si ritrovò nella stanza nera.

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Capitolo 36
*** La principessa e la regina ***


La principessa e la regina


 

Seokjin la stanza nera non la vide, in realtà l'unica cosa che fu in grado di percepire fu una strana luce biancastra proveniente dall'alto in una sorta di spazio infinito. Nonostante ciò sapeva esattamente dove fosse, semplicemente aveva capito che la sua mente aveva lasciato il proprio corpo. Non poteva controllarlo in alcun modo, ma riusciva a sentire qualsiasi cosa gli accadesse o vedesse, come se fosse uno spettatore nel corpo di qualcun altro. Si concentrò su questo. Non era la prima volta che accadeva.

In effetti a pensarci attentamente era successo durante il combattimento con Diamante; aveva avuto più o meno la stessa sensazione - essere stato buttato fuori dal proprio corpo. Per qualche motivo però aveva dimenticato. Gli avevano spiegato di essere stato vittima di un incantesimo, ma non era sicuro sarebbe bastato per superare quella che sembrava una prova difficile.

Ebbe la sensazione di essere in pericolo e riuscì a percepire qualcuno avvicinarsi al suo corpo. Non poteva controllarlo e quindi non poteva comandargli di fuggire quando focalizzò il volto della persona avvicinatasi. Diamante se ne stava semplicemente davanti a lui, ferma come se fossero vittime della stessa maledizione.

-Per favore- disse. -Perdonami.

Seokjin fece qualche passo indietro, anche se il suo corpo in realtà era rimasto fermo nell'oscurità in cui era atterrato. Vedeva il viso della Gemma davanti a se solo in penombra e quindi non poteva essere sicuro, ma gli era sembrato che stesse piangendo.

-Ti ho di nuovo costretto nell'incantesimo della vista di specchio.- ammise con voce triste. -Ma ti assicuro che è l'unico modo che avevo per parlarti.

Il ragazzo si portò le mani ai capelli. -Quindi sei sempre stata tu la mia nemesi...- sussurrò, convinto che non potesse sentirlo.

In realtà Diamante annuì piano. -Sì.- fece una pausa e un passo avanti, il corpo di Seokjin quella volta si mosse all'indietro. Il viso della donna si contrasse in un'espressione addolorata. -Il mio nome era Alina ed ero la più bella di tutte.- ammise guardando verso il basso. -Non avevo bisogno di un uomo, ma volevo comunque che quello più bello avesse occhi solo per me.- emise un verso divertito, nascondendo una nota di disappunto. -E alla fine hanno strappato i miei. Bizzarro, non credi anche tu?

Jin, ancora incredulo nell'aver effettivamente ricevuto una risposta, rimase fermo e non disse più niente per qualche secondo.

-Ho aspettato secoli prima di innamorarmi.- riprese allora Diamante. -Ma mi sono resa conto di aver preso qualcosa che apparteneva ad un altro.- gli accarezzò una guancia e quella volta il corpo di Seokjin non si ritrasse. -Voglio farmi perdonare e per questo dovrei andare dalla tua vera ragazza, però non mi è concesso. Ti dirò come uscire da qui, purtroppo non funzionerà fino a che rimarrai intrappolato lì dentro.

-Non importa.- ribatté il ragazzo, ormai sicuro di ottenere una risposta. -Dimmi come fare.

-Dovrai uccidermi con la tua arma: forgiata con una potente magia e un materiale apposito è in grado di sconfiggere ogni Gemma al solo sfiorarla.- annuì semplicemente alle sue stesse parole. -Opale non lo sapeva quando le ha fatte mettere nel vecchio capanno di Runard dallo Stregone-Senza-Nome.

Seokjin trasalì. -Ma questo vuol dire che Kerasi non riuscirà a superare la sua prova.

Percepì Diamante sorridergli in modo gentile. -Un'arma non è l'unica cosa ad uccidere, sai?

A quel punto Jin non riuscì più a stabilire un contatto con l'esterno. Fu come se non ci fosse più niente da vedere. Era sicuro che Diamante -Alina- fosse ancora presente e non sopportava di non sapere cosa stesse succedendo. Per qualche motivo gli tornò in mente la prima volta in cui era successo: Diamante gli aveva detto di essere davvero vittima dell'incantesimo della vista di specchio, ciò significava che era già stato in quella situazione - anche se non la ricordava per nulla. Una volta tornato alla normalità, Seyun gli aveva detto dell'indovinello che la Gemma aveva rifilato loro prima di sparire: doveva imparare a guardare oltre lo specchio che imprigionava i suoi occhi, ma come?

Si distrasse senza rendersene conto. Ricordò il momento in cui andò da Kerasi la notte che passarono sul battello Moku, il modo in cui si era dichiarato a lei. Forse fu proprio per via di quella bizzarra situazione con Diamante, ma quello che Seyun aveva detto sulla soldatessa dai capelli rossi e sulla maniera in cui lei aveva tentato di salvarlo standogli accanto per tutto il tempo, aveva alleggerito il suo cuore già ammaliato. Quando lei confessò di voler tornare ad Ignogan i suoi sentimenti non vacillarono nonostante non condividesse la sua scelta. Kerasi non era il tipo di ragazza che aveva pensato per se, ma con lei era davvero riuscito a vedere oltre lo specchio e l'aveva scelta nel momento in cui aveva messo piede erroneamente nel suo negozio.

Tornò in se immediatamente: lui era davvero già stato in quella situazione.

Completamente.

Chiuse gli occhi e nel momento in cui li riaprì aveva ripreso possesso del suo corpo. Il suo cuore ebbe un sussulto: le sue mani erano ancora sul manico della falce, la lama era conficcata nel petto di Diamante e il sangue gli aveva macchiato il volto.

Si piegò verso il suo orecchio. -Sei perdonata.


 

Jungkook non ebbe il tempo di pensare perché al suo arrivo - qualsiasi fosse il posto in cui si trovasse ovviamente - già c'era qualcuno. Inaspettatamente si trattava dello stesso Namjoon, ma a differenza dell'uomo che tanto aveva imparato ad ammirare da ragazzino la figura davanti a se aveva uno strano colorito verdognolo. Non dovette aspettare molto per capire che si trattasse di Smeraldo, ma quando sfoderò la spada quella gli si sfilò dalle mani e andò a conficcarsi nel terreno.

Fu in quel momento che notò il posto in cui si trovava.

Era Zamek e ne era sicuro, ma sembrava strana, spenta. Certo, non era mai stata una città piena di colore o di vita, però non l'aveva mai vista in quel modo; la riconosceva, ma era come trovarsi in un posto nuovo al tempo stesso. Ripuntò lo sguardo sulla spada, poi guardò il finto Namjoon. -Che cosa hai fatto al mio regno?- chiese. Non ottenne risposta né subito dopo né tantomeno aspettando. Notò che anche i suoi sudditi mancavano e sospirò sottolineando il disappunto.

Guardandosi intorno riconobbe persino il quartiere dove abitava Veral. Tendeva a dimenticare che si trattasse di una ragazza qualunque, dopotutto quella missione era iniziata proprio per proteggerla e di certo non era abituato a simili situazioni. Non poté non chiedersi se fosse davvero un'illusione o la straziante verità. In ogni caso fece finta di nulla e si concentrò su Smeraldo. -Perché sei qui?

Quella volta però la Gemma non lo fece attendere neanche un secondo. -Perché ti disprezzo- ammise. -E quindi sei la mia nemesi.

Jungkook alzò un sopracciglio. -Non ha alcun senso e non è così che funziona.- poi fece un grosso respiro. -Persino la mia spada si rifiuta di combattere: tu non sei la mia nemesi.

-O forse tu non sei in grado di battermi.- sussurrò a denti stretti il nemico. -Dopotutto hai fatto così tanto per assomigliarmi, qualsiasi cosa io facessi tu ti sei impegnato al massimo per farla meglio.- il principe non poté non assumere quell'espressione confusa che lo aveva sempre contraddistinto. Ma di cosa stava parlando quel mostro? Non credeva sul serio che lo avesse scambiato per il vero Namjoon, giusto?

Il moro scosse la testa. -Non è affatto così. Io ammiravo il ragazzo forte e intelligente che aveva giurato di stare al mio fianco. Ma Namjoon, quello vero, ha fatto la sua scelta e io non posso portarlo a pensare qualcosa che lui non condivide.- fissò le iridi smeraldine della creatura. -Ed ecco perché nonostante tutto io ancora lo rispetto.

Smeraldo rise ed in quel momento Jungkook notò l'assenza di disartria nella sua voce. Forse si sbagliava, quella non era la creatura che avevano già affrontato, si trattava solo dello spirito della gemma. Ma allora perché la sua spada aveva deciso di non combattere? Nella testa del ragazzo sembrava tutto sempre meno sensato.

Ma che cosa rappresentava in realtà lo smeraldo? L'accidia? No, quello era il limite che aveva contraddistinto l'uomo che si era fuso con lui. E allora cosa? La natura, la terra di Ziràn? Forse, ma era abbastanza per farlo considerare dal principe una vera e propria nemesi? Per che cosa Smeraldo – l'uomo che avrebbe dovuto combattere – aveva fatto la differenza nella sua vita? Non sapeva darsi una vera risposta, lui non era presente al combattimento, quindi poteva parlare solo delle altre occasioni in cui ci aveva avuto a che fare.

Qualcosa gli venne in mente in realtà. Lui era stato il primo a parlare di Sunhi, la misteriosa precedente prescelta dal nome che sua madre, la regina, avrebbe dato ad una futura principessina. Una coincidenza bizzarra, aveva pensato al momento, dopotutto non aveva modo di vederla diversamente. Ma non riusciva più a percepirla solo come tale.

Alzò lo sguardo su “Namjoon” e assottigliò gli occhi.


 

A Kerasi non andò meglio perché quando la stanza nera si trasformò nel castello di Zamek vide subito che c'era qualcosa di diverso. Davanti a se c'era uno specchio in cui riusciva a riflettersi i capelli rossi e gli occhi color nocciola. La pelle pareva leggermente rossastra, ma non era l'unica cosa strana: stava indossando un vestito da principessa e una corona dorata.

Cercò di fare un passo avanti, ma si bloccò. Non stava guardando un riflesso, lei era dentro lo specchio. Batté sul vetro ma di tutta risposta la se stessa dall'altro lato le mollò un calcio che la fece indietreggiare ed uscì. Kerasi sbatté le palpebre velocemente, che diavolo stava succedendo? Perché c'era una tizia identica a lei nel palazzo abbigliata con simili indumenti?

Si girò e diede le spalle alla stanza del castello che conosceva come quella riservata al principe Jungkook. Davanti a se c'erano miliardi di specchi in cui si rifletteva un angolo diverso del palazzo. Si affacciò ad uno dalla cornice rotonda che era posto nella sala del trono e rivide la sua copia agghindata come una regina. Solo il pensiero di portare una corona così pesante tutto il giorno le fece venire il mal di testa. Ripuntò lo sguardo sulla se stessa al di là dello specchio. Quella corona, quel vestito, li aveva entrambi già visti. Il suo cuore ebbe un sussulto. Quelle cose appartenevano davvero alla regina! Perché avrebbe dovuto incoronare una copia di se come tale? Che cosa era successo alla vera sovrana di Zamek?

-Non lo hai capito ancora?- sussurrò la sua copia. -Questo è il posto dove dovresti stare: il trono di Zamek ti spetta di diritto.

Kerasi aggrottò le sopracciglia. -Smettila di dare i numeri e vieni a combattere.- preparò una freccia nell'arco, pronta a scoccarla.

-Che motivo avrei di mentirti?- domandò allora. -Tu sei nata principessa, la primogenita della famiglia reale.- la soldatessa mollò la presa, ma la freccia rimbalzò sulla superficie riflettente e lei fu costretta a schivarla per non venirne colpita. La copia emise un verso divertito. -Il tuo vero nome è Jeon Sunhi e sei la vera erede al trono, nonché la vera prescelta.

La ragazza scosse la testa. -Quello che dici non ha alcun senso. Perché avrebbero dovuto abbandonarmi per poi rivolermi con loro?- poi serrò le labbra. -La tua è solo una trappola per farmi dubitare di me stessa.

-Vedila come vuoi.- ammise la ormai nuova regina. -Ma nel profondo della tua anima sai che ho ragione. Perché non ricordi nulla di Ignogan o della tua infanzia? Perché hai sempre voluto stare al fianco di Jungkook, quel ragazzino viziato che ha sempre avuto quello che ti spettava? Perché i tuoi genitori non ti hanno mai considerato come invece hanno fatto per Namjoon?

Le parole ferirono Kerasi come fossero coltelli, ma provò a non cedere distogliendo lo sguardo. -Anche se volessi crederti, come potrei essere Sunhi? Si sospetta che quella ragazza sia morta anni fa, altrimenti Veral non avrebbe potuto prendere il suo posto.

-Conosci le Forbici del Destino?- domandò. Non aspettò la risposta per continuare a parlare. -Sono delle cesoie magiche in grado di recidere qualsiasi tipo di fato. Quello che tu hai sempre considerato un fratello di sangue quel giorno di otto anni fa si mise in viaggio per cercarle dopo aver scoperto la tua vera identità. Non sapeva però che è Opale a possederle e pur di salvarti strinse un patto con lui.- fece una pausa. -Perciò se te lo stavi domandando sì, sei la ragione per cui Namjoon ha voltato le spalle alla nazione intera.

Kerasi cadde a terra: l'invincibile soldatessa era stata sconfitta.


 

Quando Seyun, Yoongi e Seokjin aprirono gli occhi Jimin e Taehyung erano spariti. Kerasi e Jungkook giacevano addormentati sul pavimento della stanza in cui erano stati spostati. I tre si guardarono intorno: l'interno del palazzo era stato modificato con la magia, lo si intuiva dal modo in cui ne era stata preservata la bellezza, un castello sempre nuovo che non si usura. Il tempo si era fermato anche lì, ovviamente.

-Non voglio rompere l'atmosfera, ma avete fatto anche voi dei sogni stranissimi o ho solo bevuto troppo?- domandò Seokjin spezzando il silenzio creatosi.

-Non si trattava di sogni.-rispose Seyun. -Erano prove.- fece una pausa e fissò lo sguardo su Kerasi. -Mi preoccupa il fatto che non si siano ancora svegliati.

Yoongi curiosò tra i pochi mobili della stanza semivuota in cui si trovavano. -Non mi farei troppi problemi, Jungkook e Kerasi sanno quel che fanno, ci raggiungeranno presto.

-Come fai a non capire?- fece la cantante alzando gli occhi al cielo. -Noi avevamo le armi speciali, loro non riusciranno a superare nessuna prova di Opale senza.

Jin stava per rispondere, ma lo scatto della serratura lo zittì. Lentamente la porta si aprì, togliendo il fiato ai tre presenti nella stanza. Quando la persona dietro al battente fu totalmente visibile Yoongi si ritrovò a stringere i pugni più del dovuto. C'era un uomo sotto allo stipite, uno che conoscevano alla perfezione o almeno era quello che credevano.

-So cosa state per dire.- li interruppe prima ancora che iniziassero. -E la vostra risposta è no, non mi manda Opale per combattere. In realtà nessuno sa che sono qui.- sospirò e guardò in basso a sinistra, poi entrò e chiuse la porta.

-A meno che tu non sia qui per liberarci, puoi girare i tacchi e andartene.- sibilò il re.

Namjoon scosse la testa. -Sono qui per spiegarvi perché non posso farlo.- si sedette sul pavimento vicino a dove giaceva la sorella. Fece per accarezzarle i capelli ma Seyun gli fermò il polso e gli fece un cenno di negazione con il capo. Il generale sospirò e si allontanò. -Prima di tutto dovete sapere la verità: nessuno può aiutare Jungkook e Kerasi a superare la loro prova, loro sono gli unici a poterlo fare accettando chi sono veramente come avete fatto voi.- guardò uno per volta i suoi vecchi compagni. -Un'eroina che poteva essere la sua stessa nemesi, un re che non ha idea di come ricoprire il proprio ruolo, un ragazzo qualsiasi pronto a sacrificare se stesso per chi ama di più, un principe che deve tutto al proprio nemico e una futura regina senza corona a cui è stato strappato tutto.

-Che cosa vorresti dire con questo?- domandò la ragazza assottigliando gli occhi verdi. -Pensi che ci sia tempo per risolvere i tuoi indovinelli?

L'altro sospirò. -Ventitré anni fa il re e la regina di Zamek diedero alla luce una bambina. La chiamarono Sunhi, sperando che crescendo sarebbe stata buona e felice, prestando così fedeltà al significato del suo nome.- cominciò. -Il giorno dopo si presentò alla porta del palazzo un uomo abbigliato di un'appariscente tuta coperta di cavi di rame, sul volto portava una maschera e diceva che non avrebbe rivelato a nessuno il suo nome reale. Il re lo fece accomodare all'interno e quello raggiunse la nascitura con la sua magia; le guardie lo attaccarono, ma le armi non riuscivano a scalfirlo e così ebbe il tempo necessario per compiere quello che avrebbe dovuto fin dall'inizio. Maledì la principessina, rendendola la Prescelta in grado di sconfiggere Opale e riportare la pace.

-Non mi sembra un granché come maledizione.- sbuffò Yoongi.

-In cambio avrebbe dato la sua vita.- continuò Namjoon. Il re ammutolì. -I sovrani si confidarono con i regnanti di Ignogan e questi presero in carica la bambina, cambiandole il nome ed affidandola alla moglie del generale delle truppe del loro esercito, in altre parole mia madre.

Seokjin lo fermò nuovamente. -Aspetta, stai dicendo che Kerasi è Sunhi?!

-E che è anche la sorella maggiore di Jungkook, quindi la vera erede al trono di Zamek.- continuò Seyun per lui.

Namjoon si ritrovò ad annuire. -Il re e la regina di Zamek non riuscirono a stare senza di lei per molto, quindi ci fecero trasferire lì con la scusa di necessitare delle guardie da addestrare fin da giovani per il piccolo principe appena nato.- guardò vero il basso. -Jungkook si affezionò subito a noi, non faceva niente da solo ed eravamo come dei veri fratelli.

-Tutto questo è molto toccante.- lo interruppe Yoongi. -Ma non ci importa di quello che avete fatto quando eravate dei feti, va avanti.

Jin gli tirò una manata per zittirlo, poi il generale continuò. -Andò avanti così per dodici anni, poi otto anni fa durante un allenamento ricevetti la visita di un certo Gerry. Quest'uomo dotato di poteri magici mi mostrò che cosa successe in passato, spiegandomi cosa sarebbe accaduto una volta tornata la pace e che esisteva un modo per evitarlo.- poi guardò la ragazza dormiente. -Mi misi alla ricerca della Forbici del Destino, delle cesoie magiche che possono scambiare il destino di qualcuno con quello di un'altra persona. Le trovai a Tachyta ovviamente, il Regno del Tempo che governa il Destino di ognuno, e nel momento in cui le toccai comparve Opale. Subito dopo arrivò anche Gerry e mi sussurrò il nome della persona con cui avrei dovuto fare lo scambio.- si mise le mani tra i capelli. -Quando Opale sentì quel nome diede di matto, ma le forbici fecero il loro dovere. In cambio mi chiese di giurargli fedeltà e di aiutarlo a riprendersi la Prescelta.

-Che cosa vuoi dire?- chiese quindi la cantante. -Perché avrebbe dovuto riprendersela?

Namjoon la guardò con occhi vuoti. -Conoscete la leggenda, giusto?- annuirono. -Veral non è una ragazza qualsiasi del popolo, lei è la regina di Tachyta che il re ha ucciso dopo essersi fuso con la gemma della città. Ed ora, dopo secoli, si è incarnata nell'unica famiglia con origini del suo regno natale, prendendone parte come la Prescelta.- si fermò e continuò solo poco dopo. -Questo fa di Sunhi solo un mero oggetto di confusione, solo un modo per confondere Opale e le altre Gemme così da prendere tempo fino al momento in cui Veral fosse nata e cresciuta.

-Per questo non hai avuto scrupoli verso di lei.- ammise Jin a testa bassa. -Kerasi è stata strappata alla sua vera vita solo per distogliere l'attenzione dalla Prescelta.

La porta si aprì nuovamente e una nuova voce si aggiunse al gruppo. -Ed è il momento in cui le perdite di tempo vengano cancellate.


 

Opale spinse una Veral incosciente nella stanza con gli altri. Seyun la fece levitare verso di se prima che cadesse sul pavimento, ma la creatura colpì la cantante con un incantesimo e le fece fermare. La Prescelta cadde al fianco di Jungkook ancora dormiente e così Opale camminò verso di loro, mollandogli un calcio che li fece solo finire più vicini. -Guardateli.- cominciò. -La dolce poverella innamorata del principe vedrà morire il suo vero amore e non potrà fare niente per salvarlo perché non ricorda di averlo mai neanche conosciuto.

A quel punto Veral aprì gli occhi e come prima cosa vide il volto familiare di qualcuno che però non ricordava di avere mai visto. Era un ragazzo il cui sonno sembrava tormentato da qualcosa, come se ci fosse una verità inaccettabile che attanagliava il suo cuore. Veral si spostò leggermente e si guardò intorno: riconobbe tre dei suoi amici che al momento le riservavano sguardi confusi, poi Namjoon e infine un uomo dalla pelle opalescente agghindato con abiti sfarzosi.

Riguardò il ragazzo di prima e sentì che il mal di testa aveva ricominciato ad annebbiarle la mente. Malgrado la confusione c'era qualcosa – un nome – che la perseguitava da quando era stata liberata da quello specchio. Jungkook. E ogni volta che lo ripeteva nella testa il dolore diventava più forte.

-Veral, cara.- cominciò l'uomo. -Concentrati suoi tuoi amici, guarda bene i loro volti perché quando metterai piede fuori da questa stanza saranno tutti morti.

La ragazza non disse niente ed annuì. Quando quell'uomo parlava sentiva esattamente il contrario di quello che provava quando guardava il volto del giovane steso per terra. Il suo viso non era familiare eppure era sicura di averlo già visto ed ogni volta che parlava non riusciva a dirgli di no. Sembrava quasi come se fosse vittima di una sorta di incantesimo. E più passavano i giorni e più dimenticava cose che ricordava fossero importanti.

Seyun le si avvicinò, piegandosi sulle ginocchia. -Veral, che ti è successo?- le chiese cercando di rimanere tranquilla. Ma l'altra scosse solo la testa come se non capisse di cosa stesse parlando. -Davvero non ti ricordi di lui?

La castana non disse niente, di nuovo.

Yoongi mise una mano sulla spalla della cantante. -Siamo arrivati troppo tardi, 'Yun.- esclamò con sguardo basso.

Seyun si liberò della sua stretta con forza e poggiò le mani sulle braccia dell'amica. -Come puoi aver fatto tutto questo per lui ed averlo dimenticato?

La testa di Veral era solo più confusa. Sapeva che c'era qualcosa di importante che doveva fare, ma proprio non riusciva a ricordarlo. Tuttavia quando voleva parlarne le parole non uscivano.

-Come puoi esserti dimenticata del tuo vero amore?- chiese di nuovo in un sussurro. -Allora tutti i tuoi discorsi sui sentimenti che avevi per lui? Tutte quelle volte che non hai ceduto alla sconfitta e hai subito le peggiori angherie? Hai intenzione davvero di arrenderti alla volontà di un incantesimo? Vale di più di quell'amore duraturo, profondo e senza pretese che hai sempre riservato ad unica e sola persona? Vale di più di Jungkook, il principe che ti ha scelta come sua principessa?

Nel sentire quel nome gli occhi di Veral si riempirono di lacrime. Si gettò sul suo corpo e lo abbracciò mentre dormiva, bagnando il volto perfetto con il suo pianto. Opale provò di nuovo a colpire Seyun con un incantesimo, ma Yoongi e Seokjin si misero in mezzo, deviando il colpo con la lama delle loro armi. -Prenditi cura di lei, qui ci pensiamo noi.- ammise Jin.

Namjoon sfoderò la spada. -Non avrò pietà.- avvertì.

Il re mostrò i denti bianchi in un ghigno furbo. -Perfetto.

Veral comunque non ricordava nulla. Ovvio, lo sfregare delle lame e gli schiocchi degli incantesimi mortali non l'aiutavano a concentrarsi, ma non era sicura fosse solo per quello. In ogni caso considerava un passo avanti l'assenza di dolore all'interno della sua mente. Non poteva controllare le sue lacrime e non sapeva perché stesse piangendo, ma nell'ammirare il volto associato a quel nome che ronzava nella sua testa sentiva un misto di emozioni tutte insieme che venivano fuori attraverso i suoi occhi. Schiuse le labbra e cercò di dire qualcosa, senza successo. Forse era ancora troppo presto.

La sua vista scarsa le permise di vedere Seyun imbracciare la sua minigun e unirsi alla battaglia. “Sarà tutto inutile.” pensò. “Non possono sconfiggerlo da soli.”

Ma perché?

In effetti non conosceva la ragione, era così e basta.

Un'altra figura sul pavimento attirò la sua attenzione. Era una ragazza dai capelli rossi e a tracolla portava una borsa che ricordava appartenerle. Si avvicinò ulteriormente e si inchinò su di lei mentre le lacrime presero a scendere più forti. Con il pensiero sussurrò delle scuse e le sfilò la borsa in pelle con la massima cautela. Si allontanò un po' e la aprì, guardandoci all'interno. C'erano delle pietre preziose e qualche ampolla ricolma di liquidi colorati. Non ricordava perché però.

Fu attratta dall'ametista e la prese tra le mani.

Una fortissima luce violetta avvolse la stanza e costrinse la ragazza a chiudere gli occhi per l'intensità. Quando li aprì il rumore della battaglia era cessato: gli altri presenti erano rimasti immobili come statue e lei sentì finalmente di aver ripreso il controllo della parola.

-Io non mi ricordo di te.- disse subito, avvicinandosi ancora al ragazzo con gli occhi chiusi che portava quel nome così importante per lei. Strinse a se l'ametista, senza lasciarla andare. -E non so cosa sia successo tra noi.

Sentì una voce in sottofondo ma questa sparì subito dopo, era come se la luce la stesse proteggendo in una bolla di sapone impenetrabile. Fu subito sostituita da un'altra, decisamente più tranquilla ed amichevole. “Continua pure cara, prendi il tuo lieto fine e compi il tuo destino

-Ma mi hai salvata dallo specchio ed è il momento che io ricambi il favore.- poggiò la gemma tra le mani del giovane. -Come si fa nelle favole.- si avvicinò ulteriormente e nascose una ciocca di capelli dietro all'orecchio per poi accostare le proprie labbra a quelle del ragazzo, toccando così nel mentre l'ametista che Jungkook aveva tra le mani con il petto.

Di nuovo la luce intensa invase la camera ed i presenti ripresero a muoversi. Lentamente il principe aprì gli occhi e Veral si allontanò facendo lo stesso. Specchiandosi nelle sue iridi scure si rese conto di aver recuperato la memoria e si scostò ulteriormente, arrossendo violentemente. Jungkook si mise seduto davanti a lei e le sorrise. -Grazie.- sussurrò, per poi stringerla in un abbraccio. -Scusami se ti ho lasciata andare, non succederà mai più.- la sentì singhiozzare silenziosamente. -Te lo prometto, principessa.

Opale si precipitò su di loro. -NO!- esclamò adirato. -Come sei riuscita a liberarti dell'incantesimo della memoria?- domandò con il petto gonfio, respirando lentamente.

Veral e Jungkook si alzarono e lei lo guardò in modo gentile. -Perché io lo amo.- la ragazza si avvicinò. -Non deve per forza finire male Glawon.- ammise in tono tranquillo, riferendosi a lui con il suo vero nome. -Ametista è riuscita a liberarsi da tutto il male che attanagliava la sua anima ed ora è libera.

Ma Opale non sembrava dello stesso avviso. -Odio il fatto che tu sia tornata.- ammise. -Si muore una volta sola Veral, ma a quanto pare a te non è bastato.- scagliò contro di lei un potente incantesimo e la ragazza fu costretta a girarsi e chiudere gli occhi, pronta all'impatto.

Il quale però non arrivò.

Namjoon si era messo in mezzo, proteggendola con il suo corpo. La spada era caduta sul pavimento e le sue forze l'avevano abbandonato quasi completamente; Veral riuscì a prenderlo tra le braccia prima che cadesse. Allungò una mano verso la guancia candida della minore. -Mi dispiace, Vostra Maestà.- fece sul punto di spirare. -Ci ho provato. Per favore prendetevi cura della mia sorellina.- subito dopo chiuse gli occhi.

La ragazza gli fece una carezza. -Non ti dispiacere, hai saldato il tuo debito.- poi poggiò la fronte a quella del generale.

Opale emise un verso frustato e si gettò su entrambi. Quella volta fu fermato da Jungkook e dalla sua spada. -Sento di essermi perso qualcosa, perché Kerasi sta ancora dormendo e perché questo mostro parla come se ti conoscesse?

Non ottenne risposta.

La ragazza chiese a Seyun di prendersi cura del corpo di Namjoon, poi una volta assicuratasi della condizione di tutti alzò il viso verso Opale e prese la mano del principe che ancora teneva stretta l'ametista. Il mostro si allontanò subito. -Io non so perché ho dei ricordi che ti riguardano.- ammise. -Ma comprendo i tuoi sentimenti.- si girò verso il principe. -L'amore è una debolezza che rende le persone incapaci di ottenere quello che vogliono davvero. Arriva solo lasciando indietro qualcosa di altrettanto prezioso.- lui le sorrise e lei ricambiò. -Sei ancora in tempo, Glawon.

Con un grido Opale lanciò lo stesso incantesimo che aveva ucciso Namjoon, Jungkook fece per nascondere Veral dietro al proprio corpo, ma la ragazza scosse la testa e lasciò andare l'ametista dalla sua mano. Le altre gemme uscirono dalla borsa a tracolla e si posizionarono davanti a loro, affiancando l'unica già presente e formando un cerchio fermo a mezz'aria in grado di difenderli entrambi.

-Io ti ho amata Veral.- ammise Opale mentre le gemme avanzavano verso di lui. -Ma al tuo fianco non sarei mai arrivato dove sono ora.

Senza capire il motivo la ragazza comprese le sue parole. -Guardati intorno, Glawon.- spiegò allargando le braccia. -Sei rimasto esattamente dov'eri prima.

Opale cominciò a piangere e la sua magia s'indebolì. Le gemme lo circondarono e presero a girare velocemente tra loro, reclamando la sua anima nel vortice creatosi. La pelle opalescente cominciò a scalfirsi, scheggiarsi e spezzarsi, frantumando il corpo immortale e immutato, lasciando spazio alla gemma ovale e brillante, abbandonando così l'anima dell'uomo ormai consumata ma finalmente libera.

Veral svenne e le gemme caddero sul pavimento della stanza. Finalmente era tutto finito.

-Urgh.- s'intromise una voce. -Che mal di schiena, ho dormito sul pavimento per tutto questo tempo?

Seokjin corse verso Kerasi appena risvegliatasi e ormai seduta. Le sorrise e l'abbracciò. -Ho avuto paura di perderti per sempre.

-Anche io.- ammise. Poi, riguardandolo negli occhi, si fiondò nuovamente su di lui, baciandogli le labbra in un gesto impulsivo ma sicuramente gentile.

-Veral si sta riprendendo.- spiegò Jungkook vedendola riaprire gli occhi. -Va tutto bene?

Lei annuì piano e si tirò su. Prese tra le mani il topazio e l'opale stesso. Quest'ultimo rimase uguale, ma l'altra gemma si illuminò immediatamente e da questa uscì lo spirito che la impossessava. Veral sospirò. -Ciao.- ammise poi con il sorriso.

Lo spettro scolorito si inchinò e poi si diresse verso Seyun, le prese le mani per poi baciarle entrambe. -Non ho molto tempo, ma voglio dirti che mi dispiace.- la cantane annuì, ma si tirò indietro comunque. -La tua insegnante, Iya.- cominciò dispiaciuto. -Lei ti ha amata come una figlia, non ti ha mai tradita. Se non avesse fatto come dicevo l'avrei minacciata con la tua vita, ti imploro di perdonarla.

Seyun mantenne il suo sguardo. -Sarei morta con onore per difendere la mia amica.- ammise mentre Veral le riservava uno sguardo rassicurante. -Sicuramente lei avrebbe fatto lo stesso per me.

Topazio si inchinò nuovamente e si rivolse alla Prescelta. -Vostra Maestà, vi auguro di vivere a lungo.

La ragazza sorrise e lo vide sparire subito dopo.

Quando si girò verso Kerasi la vide in lacrime sul corpo di Namjoon, mentre Seokjin le raccontava l'accaduto con espressione seria. Cercò di incamminarsi verso di loro, ma Jungkook le prese una mano e scosse la testa. -Ti prego.- implorò. -Non andartene ancora.

All'improvviso la porta si spalancò ed entrarono le tre Ninfe, seguite da almeno un rappresentante di tutte le Creature. Fece un certo effetto non vedere più l'Idra nel gruppo, ma nessuno disse niente. La maggiore tra le sorelle si fece avanti. -Combattenti, guerrieri valorosi che avete liberato la nostra nazione, siamo qui per aiutarvi nella parte finale della vostra missione. Date a noi Creature le gemme dei nostri rispettivi Regni, in modo che, una volta incastonate al loro posto, possano rimanere controllate da noi per il resto dell'eternità.

La sorella di mezzo riprese il discorso. -In cambio noi vorremmo spiegarvi cosa succederà d'ora in poi.- cominciò. -Tachyta, il Regno del Tempo, sta tornando alla vita. Tuttavia un regno senza sovrani non può durare, per questo abbiamo bisogno che Vostra Maestà prenda il suo posto immediatamente.- poi guardò verso Kerasi. -Ma anche Zamek ha bisogno della sua erede al trono, non possiamo fare attendere la verità.

L'ultima sorella annuì. -Noi non possiamo donare una nuova vita al vostro amico.- spiegò. -Ma possiamo prendere con noi il suo corpo e farlo diventare un'eroe della nazione, spargendo il suo valore leggendario.- poi riguardò verso Veral. -Il Basilisco ti incoronerà regina e in quel momento l'opale ti apparterrà di diritto.

-Io vorrei soltanto tornare dalla mia famiglia e riabbracciare Lucille.- disse solo, mentre Jungkook le stringeva una mano.

-Fidati di noi.- fece la seconda delle sorelle. -Lascia che il tuo destino si compi e vedrai che ciò che un tempo era perduto potrà tornare ad essere.

La prima Ninfa batté le mani.


 

[una settimana dopo]

Il palazzo di Tachyta era tornato a splendere. Le mura esterne, un tempo grigiastre, usurate e rovinate erano di nuovo del bianco puro originario, lo stesso identico di quando la città era stata costruita sull'ordine della Gemma del Tempo, creatrice della vita e del suo concetto. Insieme al palazzo anche il resto della città era tornata in salute e in cielo il sole batteva più forte che poteva.

Il Basilisco aveva incoronato Veral dopo la sconfitta di Opale e subito dopo aveva cominciato a piovere, l'acqua portò con se la vita della natura, ristabilì i vecchi torrenti e fece tornare gli animali. Ma della popolazione non c'era ancora traccia. La Creatura aveva spiegato che non basta portare una corona ed uno scettro per essere regina, in quanto anche l'approvazione degli altri regni era fondamentale. Al sentire quelle parole il volto di Jungkook si illuminò di gioia, promettendo che avrebbe spedito gli inviti a tutte le regioni il prima possibile e che solo allora ci sarebbe stata la vera cerimonia.

Ed ecco il motivo per cui la Sala delle Incoronazioni era gremita di gente. Veral se ne stava davanti ai battenti pronta ad entrare, non sapeva il motivo ma tutto quello aveva un tono familiare. Sembrava quasi che fosse già stata in quella situazione.

Sentì un rumore alle sue spalle e voltandosi riconobbe il muso della Creatura che avrebbe avuto il compito di incoronarla. Si avvicinò e lasciò che lei accarezzasse la testa squamosa. -Maestà.- cominciò. -Quando sarete regina agli occhi degli altri non potrete più tornare indietro, qualsiasi cosa accada. Scegliete con saggezza e non ripetete gli errori del passato.

-Non succederà.- gli sorrise; subito dopo lo vide strisciare verso la Sala, il portone si aprì non appena la oltrepassò, poi lo vide richiudersi lentamente.

Aveva visto abbastanza: c'erano tutti quelli che avevano avuto il piacere di incontrare durante i loro viaggi, Hoseok, Blanche e Laila, Kerasi con Seokjin, Seyun, Yoongi, persino le creature degli altri regni si erano nuovamente riunite per assistere alla cerimonia. Taehyung e Jimin erano rimasti a Tachyta con lei da dopo la battaglia finale, ma al momento erano seduti insieme a Dalisay, la sorella del minore che li aveva aiutati nella Città della Terra.

Mancava qualcuno all'appello però.

Non appena lo notò sentì un paio di braccia forti abbracciarla da dietro, poggiando poi il mento sulla sua spalla. -Sei pronta?

-Credo di sì.- ammise Veral, scostandosi gentilmente per guardarlo negli occhi.

Jungkook scosse la testa. -Io invece penso ti manchi qualcosa.- le diede le spalle e trafficò con qualcosa che non le diede agio di vedere nonostante lei cercasse persino di mettersi sulle punte delle scarpette per scoprire la ragione di tanto mistero. Quando il ragazzo si girò nuovamente verso di lei le porse una piccola scatola nera dalla forma allungata decorata con un motivo floreale sui toni del bianco. -Non è qualcosa da regalare ad una regina.- cominciò lui. -Ma mi auguro che ti possano piacere come sono piaciuti a me.

Quando la ragazza la aprì trovò un paio di occhiali dalla montatura sottile e delicata. Alzò nuovamente lo sguardo verso il principe. -Sono stupendi!- esclamò emozionata e quasi senza fiato, abbracciandolo e sentendolo ricambiare la stretta.

Una donna dai capelli chiari aprì le porte. -Vostra Maestà, tocca a voi.- le sussurrò. I due si allontanarono, poi Jungkook prese gli occhiali dall'interno della custodia e glieli sistemò al meglio, vedendola sorridere dolcemente, senza sapere bene cosa dire.

-Adesso sei pronta.- sussurrò, per poi prenderla sottobraccio e portarla al cospetto del Basilisco, camminando su quel lungo tappeto dorato in quella sala dalle pareti bianche e brillanti, decorate con colonne tortili e antichi dipinti. Quando arrivarono lui la lasciò e si sedette sulla panca più vicina.

Veral rimase girata verso l'altare dove la Creatura armeggiava con un piccolo diadema dalle dimensioni di una spanna, tutto decorato con sottili foglie dorate ed incastonata nel centro una pietra simile all'opale. Quando il Basilisco si rigirò verso di lei, la tiara prese a fluttuare sul suo capo, incastrandosi infine nella pettinatura curata e già riccamente decorata con piccoli fiori bianchi. La regina prese un bel respiro e si voltò verso la platea, notando con la coda dell'occhio uno scettro simile al diadema svolazzarle accanto; lei lo prese ed entrambe le pietre brillarono, riconoscendo la legittima erede al trono.

-Per troppo tempo Tachyta è rimasta senza un successore.- cominciò la Creatura. -Ed è tempo che quel che era stato strappato torni a vivere di nuovo.- prese un bel respiro per iniziare la vera cerimonia, ma le porte si aprirono un'altra volta, lasciando entrare un uomo dal volto coperto che indossava una tuta ricolma di cavi di rame.

Jungkook si alzò di scatto e sguainò la spada, piazzandosi davanti alla sua regina per proteggerla. In poco tempo si unirono anche tutti gli altri, puntando le proprie armi contro la figura controversa di Gerry. Con le mani alzate in segno di resa continuò ad avanzare e si fermò solo a metà della stanza.

-Non preoccupatevi della mia presenza, so che non è gradita altrimenti penso mi avreste invitato.- ammise in tono quasi divertito. -Sono qui per proporre il mio dono alla nuova regina.

Il principe si fece avanti. -Non è gradito.- rispose con espressione dura. -E adesso sparisci.

-Oh, davvero?- ribatté lo stregone -Pensavo che la nostra Prescelta volesse riabbracciare la sua famiglia.- si spostò di lato e dal portone entrò una bambina dai capelli biondi, accompagnata da un uomo dal viso stanco e con ormai i capelli completamente bianchi.

Gli occhi della regina si riempirono di lacrime e si portò le mani fasciate dai guanti alle labbra, poggiando poi lo scettro sul pavimento lindo della sala, precipitandosi dalla sua piccola famiglia, mantenendo l'abito alzato per non inciampare. Si abbassò all'altezza della bambina e la strinse a se. -Veral mi sei mancata.- le disse all'orecchio, mentre con le piccole manine cercava di stare attenta a non rovinarle l'acconciatura.

-Anche tu mi sei mancata molto, Lucille.- esclamò allora, riuscendo finalmente a guardarla bene senza doversi sforzare e notando quella scintilla all'interno dei suoi piccoli occhi così simili ai suoi.

Gerry si tolse la maschera e Jungkook lo affiancò, guardando entrambi quella tenera scena. -Erano rimasti fuori e le guardie non volevano farli entrare.- spiegò il mago.

-Come facevi a sapere chi fossero?

L'altro sbuffò come se fosse rimasto offeso. -Ragazzo, io so tutto.- spiegò. -Chi credi che abbia fatto in modo che Veral non morisse? Chi credi che abbia tirato i fili della faccenda per tutto il tempo? Pensi che sarebbe stato così interessante se non ci fossi stato io?

Jungkook lo squadrò, ancora abbastanza confuso. -Hai strappato mia sorella al suo vero destino, hai lasciato che Namjoon morisse e hai aiutato Opale a condurci da lui. Vuoi anche sentirti ringraziare?- sbuffò infine.

Nel frattempo Veral tornò davanti all'altare e riprese lo scettro, facendo così sedere nuovamente tutti i presenti ai propri posti in modo che il Basilisco potesse terminare la cerimonia. -Vero, non lo nego.- continuò Gerry al fianco del principe. -Ma dopotutto sei qui, giusto? Hai la certezza di vivere una vita felice con la tua regina, in un regno di cui, scavando nella tua memoria, avrai già visto qualche stanza.

Il ragazzo trasalì, ricordando il sogno ricorrente che lui e Veral erano soliti fare prima di sconfiggere Opale definitivamente. Anche quello era frutto della magia di Gerry? Scosse la testa, non era sicuro che fosse quella la domanda che aveva intenzione di fargli. -Perché hai fatto tutto questo?- chiese sottovoce, cercando nel mentre di ascoltare anche la cerimonia.

-Ragazzo, che domande.- esclamò insieme ad un verso divertito. -Mi annoiavo.


 

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