L’incantesimo di Tanabata

di Vianne1013
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 – Una giornata come le altre? ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 – Il nuovo incarico ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 – Hokkaido ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4 – La leggenda dell'incantesimo di Tanabata ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5 – Una notte particolare ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6 – La faccenda si complica…. ***
Capitolo 8: *** Capitolo 7 –Che cosa sta succedendo? ***
Capitolo 9: *** Capitolo 8 – La situazione si complica ancora di più…. ***
Capitolo 10: *** Capitolo 9 - E' davvero un sogno? ***
Capitolo 11: *** Capitolo 10 – La ruota gira….. ***
Capitolo 12: *** Capitolo 11 – …..e gira….. ***
Capitolo 13: *** Capitolo 12 – …..e gira. ***
Capitolo 14: *** Capitolo 13 – Aria tesa… ***
Capitolo 15: *** Capitolo 14 – Ti proteggerò….. ***
Capitolo 16: *** Capitolo 15 – La notte di Tanabata ***
Capitolo 17: *** Capitolo 16 – Epilogo ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Una notte stellata, un cielo così scuro e limpido
una notte serena e tranquilla
riesci a sentirla respirare?
In questa notte ogni desiderio diventa realtà
ogni amore nascosto può vedere una luce nuova
ogni cuore triste può ridere felice
in questa notte così magica
ogni cosa è possibile
ogni preghiera viene ascoltata
ogni speranza si avvera
ascoltami o mio amato
raggiungimi ai piedi di questo ciliegio stellato
ammira con me lo spettacolo del cielo
stringimi con le tue forti braccia
baciami e amami con passione
celebra con me l’incantesimo dell’amore.



- Orihime , mia dolce Orihime –
- Kihoboshi, mio amato –


-Aishiteru….(ti amo) -

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 – Una giornata come le altre? ***


Era una bella giornata di sole.
Kaori si era alzata di buon ora come tutti gli altri giorni e dopo aver provato invano a svegliare Ryo si era diretta alla stazione di Shinjuku per vedere se ci fossero nuovi incarichi.
Una volta constatato con rammarico che nessuno avesse bisogno di City Hunter, si diresse al Cat’s Eye per gustare un buon caffè e fare due chiacchere con la sua amica Miki.
Una volta arrivata entrò nel bar e si diresse al bancone a salutare l’amica.
“Ciao Miki.” Le disse sorridendo.
“Buongiorno Kaori, come stai?”
“Bene anche se non ci sono nuovi incarichi di lavoro.” Disse con aria imbronciata.
“Oh mi dispiace, ma vedrai che presto qualcuno avrà bisogno di voi.” Tentò di rassicurarla Miki. “E Ryo dov’è?”
“Dove vuoi che sia quello smidollato? Sta dormendo come al solito. Anche ieri sera è rincasato tardi.” Disse la donna con un velo di tristezza negli occhi.
Già perché nonostante fossero passati sei mesi dal matrimonio di Miki e Umibozu, dopo la pseudo-dichiarazione di Ryo, i loro rapporti erano rimasti gli stessi, anzi Ryo cercava in tutti i modi di evitare di rimanere solo con lei.
Guardando l’amica così triste, a Miki si strinse il cuore ma decise comunque di cercare di rassicurarla.
“Lo sai com’è fatto Ryo….voglia di lavorare saltami addosso. Avanti ti offro un bel caffè per tirarti su.”disse Miki sorridendo e iniziò subito a prepararlo.
Nel mentre che le due donne erano impegnate nella loro conversazione, il campanellino del bar tintinnò e una volta aperta la porta, sulla soglia comparve Saeko.
“Buongiorno Miki. Ciao Kaori.” Disse la donna bruna togliendosi gli occhiali da sole.
“Buongiorno Saeko.” Dissero all’unisono le due donne.
Saeko si avvicinò al bancone e si sedette accanto a Kaori.
“Qual buon vento ti porta Saeko? Vuoi un caffè?”
“Si grazie. In effetti sono passata sperando di trovare te Kaori.”
“Me? E come posso aiutarti?”
“Ho un nuovo incarico per te e per Ryo…..ma a proposito dov’è?”
“Conosci Ryo….per lui la mattina inizia a mezzogiorno.” Disse Kaori con lieve imbarazzo.
“Già è vero.” Disse Saeko pensandoci su e continuò dicendo “Ti spiace chiamarlo? Devo parlarvi di questo incarico di massima importanza e la cosa è urgente.”
“Si certo. Miki posso usare il telefono?”
“Certo fa pure.”
Detto questo Kaori sparì nel retro del bar e si apprestò a telefonare al suo socio dormiglione.

Ryo era immerso beatamente in uno dei suoi soliti sogni quando il telefono iniziò a squillare ininterrottamente.
Sbuffando l’uomo si diresse ancora assonnato giù per le scale, portando con sé il cuscino su cui stava felicemente dormendo.
La luce forte del sole che entrava dalle finestre della sala, lo colpirono in pieno viso costringendolo a chiudere gli occhi.
Proseguì il suo viaggio verso il telefono ad occhi chiusi e una volta raggiunto l’apparecchio con grande fatica, alzò la cornetta e rispose con tono scontroso.
“Pronto?” disse Ryo.
“Ryo sono io.”
“Kaori? Ma che ti salta in mente? Ma lo sai che ore sono??? E’ l’alba!” urlò dentro al ricevitore.
“Ma quale alba se sono le dieci! Comunque abbassa la voce, vestiti e vieni subito al Cat’s Eye che Saeko ci deve parlare di lavoro.”
“Ma…ma….”
“Niente ma Ryo! Non ci sono incarichi da due settimane e noi stiamo finendo i soldi, perciò corri qui alla velocità della luce intesi?” e non lasciando tempo al povero Ryo di rispondere gli chiuse il telefono in faccia, lasciando un Ryo stupito e assonnato che guardava il telefono con fare interrogativo.
Tornata al bancone, Kaori guardò Saeko e le disse “Sarà qui in poco tempo.”
Saeko le sorrise e insieme finirono di bere il loro caffè in attesa che arrivasse Ryo.



Continua…..

 

 

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 – Il nuovo incarico ***


Sotto un sole cocente, nel pieno quartiere di Shinjuku, un Ryo ancora stordito dal brutto risveglio, stava camminando con la stessa eleganza di un orango, borbottando tra sé.
“Ma che le è saltato in mente a quella pazza di Kaori? Ma lo sa che ore sono? Per me è praticamente l’alba!” disse sbadigliando con foga.
“Ah ma adesso mi sente! Come le viene di svegliarmi così presto? E poi a quel modo?” disse un minuto prima di raggiungere il bar.
Una volta aperta la porta, si trovò di fronte alla visione della bella Miki intenta a servire i clienti e lui non potendo frenare il suo istinto, decise di buttarsi addosso alla donna.
“Mikiiiii! Visione del cielo! Vieni qui dal tuo Ryuccio che ha bisogno di tante coccole!”
Non fece in tempo a raggiungerla che due grandi mani lo afferrarono e lo scaraventarono dietro il bancone del bar. Non c’è che dire a Umibozu bastano poche parole per farsi capire!
“Ahi che male! La mia testa! Ehi brutto scimmione ti sembra questo il modo di trattare un cliente?” urlò Ryo all’omone.
“Io non vedo nessun cliente qui, solamente una zanzara fastidiosa!” gli ringhiò Umibozu.
“Bada a come parli tu…altrimenti….” Disse Ryo.
“Altrimenti cosa?” continuò Umibozu.
“Basta voi due! Smettetela! Avanti Ryo vieni qui che devo parlarti di lavoro.” Disse Saeko.
“Saeko amore mio…sei venuta apposta per me! Quale onore! Vieni che ti ricompenso con un bacio appassionato!” e si rifiondò su Saeko, ma non ebbe il tempo di avvicinarsi perché la poliziotta lo colpì con il gomito destro, facendolo sbattere sul bancone del bar.
“Finiscila Ryo. Devo parlarti di cose serie!”
“Ah fi? He cofa fefi dirhi?” rispose l’uomo ancora incastrato nel bancone.
“Siediti e ti spiego.” Disse la donna.
Ryo si sedette accanto a Saeko e ascoltò tutta la storia.
“Ryo immagino che tu conoscerai la leggenda di Tanabata vero?”
“Tana-che??? Ma che cos’è una roba che si mangia?” disse Ryo con tranquillità mentre sul volto degli altri si dipinse un’espressione stupita, nel mentre che le libellule e i corvi volavano felici per tutto il locale.
“Come non conosci Tanabata?????” urlarono tutti assieme sconvolti.
“No e con questo? Mi volete spiegare di cosa state parlando?”
Saeko si rimise a sedere e iniziò a raccontare la storia di Tanabata.
“La leggenda è di origine cinese e dice che nel cielo vivevano a Ovest gli uomini e a Est le divinità; il pastore Hikoboshi ovvero la stella Altair e la dea Orihime che invece è la stella Vega si innamorarono e si sposarono in gran segreto contro la volontà del padre della dea. Ebbero anche due figli, un maschio e una femmina. Quando il padre lo venne a sapere allontanò i due sposi, riconducendo la figlia nella terra degli dei e, per evitare il ricongiungimento, creò un fiume celeste, la Via Lattea. I due ne soffrirono moltissimo e alla fine il padre di Orihime finì commosso dalle tante lacrime versate e accordò che potessero rincontrarsi, ma solamente una volta l'anno, la settima notte del settimo mese. Perciò ogni anno il 7 Luglio viene festeggiata Tanabata, ci sono fiere e tanti spettacoli e le persone comprano dei rami di bambù e ci arrotolano sopra dei fogli sui quali scrivono i desideri o le poesie e si dice che se il foglio si stacca il desiderio non si avveri.” Prese respiro e poi continuò “Ora sai cos’è la festa di Tanabata. Quest’anno in occasione della festa verrà mostrato il ciondolo chiamato “Il cuore di Orihime.”
“Il cuore di Orihime? Non ne avevo mai sentito parlare.” Disse Kaori incuriosita.
“E’ un gioiello molto prezioso e appartiene alla famiglia Hikinose. Il signor Masuhiro Hikinose proprietario della collana ha deciso di mostrarlo alla festa di Tanabata che si terrà ad Hokkaido la notte del 6 Luglio, solo che da un po’ di tempo gli sono arrivate delle lettere di minaccia in cui è scritto che “il cuore di Orihime” verrà rubato la sera della festa.” Concluse Saeko.
Ryo la guardò e alla fine disse: “Ma cosa c’entra questa cosa con noi?”
“Per l’occasione , il ciondolo verrà indossato dalla figlia del signor Hikinose, Chisato e vorrebbe che voi la proteggeste viste le minacce che le sono state fatte.”
Ryo guardò prima Kaori che gli sorrise e alla fine rispose : “Va bene Saeko. Accettiamo l’incarico.”
“Bene non vedo l’ora di chiamare il signor Hikinose.” Disse sorridendo.
“Certo lo farai con calma ma prima devi pagare i tuoi debiti.” E detto questo le saltò addosso come al solito.
Una fiamma rossa si alzò dalla testa di Kaori, la quale urlò “RYOOOOOOOOOOOO! MALEDETTO!!!! VIENI QUI CHE TI FACCIO SCONTARE I TUOI DI DEBITI!”.
Alla vista di una Kaori così infuriata Ryo iniziò a correre per tutto il bar implorando perdono, ma la donna non volle sentire ragioni e continuò ad inseguirlo brandendo con forza un enorme martello da 200 T e distruggendo il bar sotto gli occhi disperati di Miki e Umibozu, i quali guardarono sconsolati Saeko e le dissero: “Veniamo anche noi ad Hokkaido.” E una volta detto questo continuarono a guardare impotenti l’ennesima distruzione del loro locale.

Continua….

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Capitolo 4
*** Capitolo 3 – Hokkaido ***


Di buon mattino, il gruppetto decise di partire per Hokkaido.
Nella mini rossa c’erano Ryo, Kaori e Saeko, seguiti da Miki e Umibozu nella jeep di quest’ultimo.
Il viaggio non durò moltissimo, il nostro gruppetto arrivò al tramonto e si diresse subito alla casa del signor Hikinose.
La casa era una classica casa giapponese, molto grande, con un enorme giardino sul retro e aveva un aspetto irreale quasi sacro.
“Guarda che casa! Non mi meraviglio che questo caso ti stia tanto a cuore Saeko” la punzecchiò Ryo.
“Finiscila!” gli rispose la donna.
“Senti passi per il viaggio interminabile fino a qui, passi che la casa di questo tipo è enorme, ma mi vuoi spiegare perché sono dovuti venire pure loro due?” disse indicando Umibozu e Miki dietro di loro.
“Beh ecco….” Esitò Saeko.
“Era il minimo visto che per colpa tua il bar è in ristrutturazione e noi siamo momentaneamente senza lavoro.” Rispose Umibozu.
“Ma come colpa mia? E’ colpa di Kaori e dei suoi maledetti martelli!”disse Ryo guardandola in cagnesco.
“Colpa mia??? Se tu ti comportassi bene questo non succederebbe!” gli urlò Kaori.
“Se tu non fossi così violenta non avresti distrutto il bar! Sei sempre il solito mezzo-uomo!”
“Se tu non fossi un maniaco depravato io non dovrei sempre rincorrerti con il martello! Pervertito!”
“Mezzo-uomo!”
“Pervertito!”
“Basta così finitela! Comportatevi bene dobbiamo entrare.” Li riprese Saeko e detto questo entrarono.
Una volta entrati vennero ricevuti dalla governante, la signora Moriko, una donna anziana, di corporatura minuta e di carattere molto dolce e gentile.
“Buonasera, sono la signorina Saeko Nogami, abbiamo un appuntamento con il signor Hikinose.” Disse Saeko alla signora.
“Si, signorina Nogami vi stavamo aspettando. Lasciate pure qui i vostri bagagli, se ne occuperà Nobutoru.”e detto questo chiamò il ragazzo.
“Nobutoru, prendi i bagagli e portali nelle stanze dei signori, fatti aiutare da Shinjo!”
“Si signora.” Rispose Nobutoru.
Era un ragazzo timido, introverso, di corporatura normale, capelli corti castani e grandi occhi neri.
Il ragazzo chiamò il collega e insieme portarono i bagagli nelle rispettive stanze.
“Prego da questa parte.” Disse loro la donna.
Il gruppetto intanto seguì la signora Moriko, che li guidò all’interno di quell’enorme casa e li fece accomodare in una stanza, con al centro un tavolino giapponese dove i nostri amici si disposero attorno.
Dopo alcuni minuti, una delle porte della stanza si aprì ed entrò una ragazza che li salutò sorridendo e disse: “Benvenuti, io sono Chisato Hikinose. Piacere di conoscervi.”
Chisato era una bella ragazza, di corporatura minuta, capelli lunghi neri, grandi occhi neri e un sorriso molto dolce.
La cosa non lasciò indifferente il nostro caro Ryo che non perse tempo e subito cercò di fiondarsi sulla bella Chisato dicendole: “Dolce creatura, io sono Ryo Saeba. Sono il migliore! Non ti pentirai di avermi ingaggiato, ma intanto vieni qui suggelliamo il nostro patto con un bacio d’amore.”
Ovviamente il povero sweeper venne prontamente fermato da Kaori che con una gomitata secca, lo incastrò tra il suo braccio e il tavolino dicendo: “Tieni le zampe apposto tu!”
“Cai cai!” rispose Ryo.
“Salve io sono Kaori Makimura. La prego di scusarlo, sa non ci sta con la testa.” Disse alla ragazza mentre teneva Ryo per il guinzaglio.
“Piacere mio.” Disse Chisato e poi scoppiò improvvisamente a ridere sotto lo sguardo attonito dei presenti.
“Scusate” disse tra le risa “ ma siete troppo buffi. Da quanto siete sposati?” disse la ragazza candidamente.
I due sweeper si guardarono attoniti e successivamente guardarono Chisato balbettando: “Spo-Sposati???”.
“Si. Si vede che siete molto affiatati, quindi da quanto siete sposati?”
A quella seconda domanda Kaori arrossì e Ryo invece urlò “COSA? SPOSATO CON QUESTO MEZZO UOMO? MA DICO SIAMO IMPAZZITI???? CHISATO MIA CARA NON CREDERAI CHE IO SIA GAY VERO???”
“Ma signor Saeba cosa dice? La signora Makimura è una donna veramente molto affascinante. Non capisco perché si scaldi tanto.” Gli rispose la ragazza.
A Ryo cadde un corvo in testa e sul suo volto si dipinse uno sguardo sconvolto mentre su tutti i presenti eccetto Chisato iniziarono a volare una moltitudine di corvi e libellule felici.
Una volta che si fu ripreso dal colpo, Ryo si alzò e recuperando tutto il suo charme,si avvicinò a Chisato e prendendola tra le braccia le disse : “ Dolcissima Chisato, io in verità devo dirti che mi sono innamorato di te a prima vista e vorrei chiederti…..di fare mokkori con meeeeee! “
In pochi minuti un grosso martellone da 500 tonnellate colpì in pieno Ryo, impedendogli di baciare la ragazza.
“Te lo do io il mokkori!!!” gli urlò Kaori.
Nel mentre che Ryo cercava di liberarsi dal monolite che gli aveva lanciato Kaori, Saeko decise di prendere in mano la situazione e si rivolse a Chisato.
“Signorina Chisato, dov’è suo padre? Abbiamo un appuntamento con lui.”
“Mio padre, non è qui al momento.” Disse con aria triste.
Saeko la osservò e alla fine disse: “ Vorrà dire che lo incontreremo domani. Nel nostro ultimo incontro, ricordo che mi accennò ad un’altra leggenda riguardante il cuore di Orihime e volevo saperne di più…”esitò un attimo e poi continuò “ Fa niente vorrà dire che me lo dirà domani.”
Il viso della ragazza s’illuminò e disse : “ Ah ma lei intende la leggenda dell’incantesimo di Tanabata.”
“Si proprio quella. Lei ne sai qualcosa?”
“Mi chiami Chisato per cortesia e diamoci del tu.” Le disse sorridendo di nuovo e poi continuò: “Si certo! E’ una storia che non sa nessuno. Tutti sanno della classica leggenda di Tanabata, ma nessuno all’infuori della nostra famiglia conosce quest’altra leggenda. E’ una leggenda legata alla storia della mia famiglia.”
Il suo volto inizialmente si rabbuiò, ma subito dopo riprese la sua espressione di prima e così iniziò a raccontare a Ryo e agli altri la leggenda dell’incantesimo di Tanabata.


Continua…….

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Capitolo 5
*** Capitolo 4 – La leggenda dell'incantesimo di Tanabata ***


La ragazza prese un sospiro e dopo poco iniziò a raccontare la storia.
“Si tratta di una vecchia leggenda di tanto tempo fa e riguarda i miei nonni Nobuharu e Sachiko Hikinose. Quando erano giovani, i miei nonni s’innamorarono e alla fine combattendo contro i rispettivi genitori sono riusciti a sposarsi. Mio nonno era innamoratissimo di mia nonna e adorava passare le sue giornate a guardare il piccolo fiume che scorreva vicino alle loro rispettive case. Quel fiume le ricordava lei con il suo carattere sereno ma forte, pacato e impetuoso allo stesso tempo. Un giorno mentre si rilassava sotto l’albero vicino al fiume, la sua attenzione fu catturata da un bagliore irreale. Quando andò a vedere cosa fosse, trovò sulla riva una pietra blu che emanava un bagliore innaturale. Mio nonno la raccolse ed essendo un bravissimo orafo la lavorò creando una collana con ciondolo per mia nonna, alla quale diede il nome di “Cuore di Orihime”. Quando da bambina chiesi al nonno il suoi significato mi disse che ogni notte loro si incontravano al fiume, di nascosto e rimanevano ore ad ammirare le stelle. Mia nonna gli diceva sempre che il loro amore era come quello di Hikoboshi e Orihime.”
Chisato riprese fiato, un sorriso dolce e allo stesso tempo triste le comparve sul viso e Kaori notandolo le chiese : “Chisato va tutto bene?”
La ragazza come destatasi da un sonno rispose: “Come?? Ah si…si tutto bene grazie.” E notando l’ora tarda disse: “ Vi finisco di raccontare la storia e poi vi lascio andare nelle vostre stanze si sta facendo molto tardi.”
Riprese ancora fiato e continuò “La sera prima di sposarsi, mio nonno e mia nonna s’incontrarono di nuovo al fiume, lui voleva darle la collana come pegno del loro amore, ma lei fu seguita dal suo vicino. L’uomo si chiamava Ikemoto e mia nonna era stata promessa in sposa a lui quando erano ancora bambini. Ikemoto odiava mio nonno e quella sera deciso a vendicarsi li seguì .Appena li vide assieme preso da folle gelosia, trascinò mia nonna con sé, portandola sulla parte più alta della terra che sporgeva sul fiume. Mio nonno disperato li raggiunse, ma non fece in tempo a impedire che l’uomo gettasse mia nonna nel fiume. Il tutto avvenne sotto i suoi occhi e mio nonno sempre di più preso dalla disperazione si tuffò anche lui nel tentativo di salvarla….” Si fermò i suoi occhi vagarono un momento fra i suoi ricordi di bambina e poi continuò dicendo: “Mi ricordo che mi raccontava spesso questa storia. Mi ricordo che diceva sempre che nel momento in cui raggiunse mia nonna e le loro mani si congiunsero, la pietra della collana che teneva in mano s’illuminò, li avvolse in una luce azzurra e li fece arrivare sani e salvi in terra. Ikemoto scappò via spaventato e nessuno lo rivide più. Le due famiglie preoccupate per mio nonno e mia nonna li cercarono per tutto il paese e li trovarono al fiume abbracciati e avvolti da questa luce azzurra. Una volta raccontanto loro il tutto, gli venne concesso di sposarsi. L’indomani quando ebbero luogo le nozze, nel paese non si faceva che parlare di quello che era successo ai due sposi…..E’ per questo che si parla dell’incantesimo di Tanabata. Tutto questo avvenne la sera del 6 Luglio di tantissimi anni fa. Da allora si dice che il “Cuore di Orihime” abbia poteri magici. Si dice infatti che in presenza di due persone che provino l’una verso l’altra un sentimento di amore vero, nel momento in cui questo dovesse venire minacciato da qualcuno, la collana li proteggerà e li salverà.”
“Vuoi dire che la collana difende l’amore vero?” le chiese Kaori.
“Beh questo diceva mio nonno e lo stesso pensava la gente del posto, dopo aver sentito questa storia. Secondo loro questa collana ha il potere di unire due persone realmente innamorate e di difenderle da chiunque provi a separarle.”rispose Chisato.
“Ah che bella storia.” Disse Miki.
Improvvisamente calò il silenzio nella stanza fino a quando non comparve sulla porta e disse: “La cena è pronta. Prego da questa parte.” E li condusse alla sala da pranzo.
La cena si svolse molto velocemente, si parlò del più e del meno e in poco tempo i nostri amici vennero condotti nelle loro rispettive stanze.
La signora Moriko, condusse Saeko, Ryo e Kaori lungo il corridoio, mentre Nobutoru si occupò di Umibozu e Miki.
I nostri amici vennero condotti ad un grande corridoio al piano di sopra, lo percorsero quasi tutto fino ad arrivare davanti ad una stanza.
Una volta arrivati la signora Moriko disse: “Signorina Nogami siamo arrivati. Questa è la sua stanza. Prego.” E detto questo la fece accomodare in una delle stanze più grandi del piano.
“Beh ragazzi Buonanotte!” disse loro Saeko e chiuse la porta dietro di sé.
“Buonanotte Saeko.” Disse Kaori.
“Ma come??? Dolce Saeko, non hai comunicato alla signora che io e te dormiamo insieme stanotte?” disse Ryo con un viso addolorato.
“Ryo ma cosa dici? Ma che ti salta in mente?” disse Saeko stupita.
“ Come puoi distruggere il nostro amore così???? Non è giusto. Saekooooooo!” e provò di nuovo a saltare addosso alla donna, ma l’ennesimo Kompeito, stavolta di 560 tonnellate lo colpì in pieno e lo fece crollare sul pavimento.
“Sei sempre il solito!!” ringhiò Kaori, davanti ad una impassibile signora Moriko.
Ryo fu costretto a dare la buonanotte a Saeko, trascinato via a guinzaglio da Kaori.
“Prego signori da questa parte.” Disse la signora Moriko e li condusse ad un’altra stanza del piano.
Dopo pochi minuti raggiunsero un’altra stanza, la signora Moriko dopo essersi fermata, guardò Ryo e sorridendo gli disse: “Prego signor Saeba. Buonanotte.”
Detto questo se ne andò via quando la voce di Kaori cercò di fermarla dicendo: “Signora Moriko e io dove dormo?”
La donna si voltò e le disse con tranquillità: “ Con il signor Saeba no?”
E detto questo se ne andò.
“COSAAAAAAAAAAAA??????” urlarono in coro i due.
“No aspetti, signora Moriko!” disse Kaori, ma la vecchietta era già sparita nel nulla.
“E ora cosa facciamo?” disse guardando Ryo.
“Eh non lo so, evidentemente pensavano che fossimo sposati. Acci…questo è un bel guaio!” disse l’uomo grattandosi la testa con fare nervoso e poi continuò dicendo: “Beh tu dormi nel letto matrimoniale, io prenderò una coperta e dormirò da un’altra parte.”
Kaori rimase colpita dal gesto di Ryo e rendendosi conto della situazione disse: “No, non preoccuparti, chiederò ospitalità a Saeko.” E lo guardò sorridendo.
Detto questo entrarono nella stanza e la donna si recò a prendere un cambio per la notte.
Una volta preso il pigiama e il tutto, guardò il socio e arrossendo disse: “ Senti Ryo, io dovrei cambiarmi….non è che potresti girarti un attimo?”
L’uomo come destato da un sonno, la guardò e disse: “Si certo scusami.” E si voltò.
Per Ryo fu molto difficile trattenersi dal voltarsi a guardare Kaori mentre si cambiava.
Riusciva a percepire chiaramente, il rumore degli abiti della ragazza scivolare via, la stanza si stava inebriando del suo profumo e subire tutto questo per lui era una tortura.
Il rumore che sentì successivamente gli fece venire un colpo al cuore, Kaori aveva portato il suo pigiama di seta e ogni volta che quel tessuto toccava la sua pelle, il suono che produceva era come un richiamo sottile.
Ryo cercò disperatamente di resistere per tutto il tempo necessario e temeva di essere sul punto di perdere il controllo, quando alla fine la donna gli disse: “ E’ tutto ok Ryo, ora puoi girarti.”
Contrariamente a quanto avesse pensato, la situazione divenne insopportabile quando si voltò a guardarla. Kaori era avvolta dal pigiama color perla, i capelli rossi scompigliati le davano un’aria molto sexy e la sua aria imbarazzata lo faceva uscire fuori di testa. Le sue labbra così rosse e carnose risaltavano ancora di più, creando contrasto con la sua pelle d’avorio. Le forme della ragazza, anziché essere nascoste dal grande indumento, venivano messe ancora di più in risalto dall’eleganza del tessuto, il suo profumo sempre più inebriante aveva il potere di risvegliare i sensi dell’uomo e tutto questo di certo non lo aiutava a mantenere il sangue freddo.
I suoi occhi vagavano sul corpo di Kaori come voraci predatori e più andava avanti più Ryo non riusciva a trattenersi dal guardarla.
La donna avvertì la tensione che si era creata e facendo leva su tutte le forze di cui disponeva gli disse: “Ora vado. Buonanotte Ryo.”
L’uomo la guardò e alla fine le disse con voce roca: “Buonanotte Kaori.”
Una volta uscita dalla stanza, il cuore di Kaori sembrava stesse per scoppiare.
Cercando di recuperare tutta la calma possibile, si diresse verso la stanza di Saeko e una volta arrivata bussò.
“Chi è?” disse una voce femminile.
“Saeko, sono io Kaori, potresti aprirmi?”
La porta si aprì e Saeko disse: “ Kaori? Che ci fai qui?”
“Scusa il disturbo, non è che potrei dormire qui? Vedi a me e a Ryo hanno assegnato una stanza….ecco” disse con voce imbarazzata e non riuscì a terminare la frase.
“Si?”.
“Ecco…..matrimoniale.”disse la ragazza arrossendo.
“ E non dovresti essere lì con lui??? Perché sei venuta qui?” la provocò Saeko.
“Ecco….io…” disse Kaori arrossendo sempre di più.
La donna si mise a ridere e poi le disse: “ Scherzavo Kaori non fare così. Su entra, certo che puoi dormire qui.” E detto questo la fece entrare.
“Ti ringrazio. Mi dispiace disturbarti, ma non sapevo dove andare. Non potevo andare da Miki….e tu eri l’unica a cui potessi chiedere ospitalità.” Le disse Kaori, sempre più imbarazzata.
“Non ti preoccupare, nessun disturbo. Ma spiegami perché non sei rimasta con lui? Non era quello che volevi?” le chiese Saeko mentre finiva di prepararsi per andare a dormire.
Kaori poggiò le sue cose in un angolo e si mise seduta su uno dei due futon. La sua espressione era molto triste e con grande fatica iniziò a parlare: “ Perché tanto Ryo non voleva stare con me. Non hai visto come si è fiondato su di te per dormire assieme?”
Saeko la guardò e vide quanto amore Kaori provasse per Ryo e quanto la ferisse il comportamento dell’uomo nei suoi confronti.
Lei conosceva bene Ryo e sapeva benissimo perché lui si comportasse così.
Decisa a voler rincuorare Kaori, le si avvicinò e disse: “ Ma Ryo scherza e tu lo sai benissimo.”
“Si ma se un giorno dovesse innamorarsi di qualcuna migliore di me? Se un giorno dovesse dirmi che ama un’altra? Non credo che sarei così forte da sopportarlo.” Disse la ragazza stringendo i pugni sulle ginocchia per evitare di piangere.
“Kaori….non dire così.” Le disse Saeko mettendole una mano sulla spalla.
“ Non lo capisco. Non capisco il suo comportamento, prima mi allontana e mi dice mezzo-uomo e poi….si comporta in modo strano, come prima in camera..” disse la donna con voce rotta.
“In camera? Cos’è successo in camera?”
“Non lo so, gli ho chiesto di voltarsi perché dovevo cambiarmi e lui lo ha fatto, poi però una volta finito, si è voltato di nuovo e ha iniziato a guardarmi in modo strano….”
“Strano come?”
“Non so come dirtelo…..era come immobilizzato, sembrava un blocco di ghiaccio, ma i suoi occhi erano caldi…..”roventi” direi……”
“Roventi?” le chiese ancora Saeko incuriosita.
“Si, erano pieni di fuoco….mi comunicavano una sensazione strana. Mi ha guardato in un modo tale da farmi tremare……” disse Kaori confusa.
“E tutto questo è successo dopo che ti ha vista in pigiama?”
“Si.”
“Capisco.”disse Saeko ridendo tra sé e sé.
“ Io non lo capisco si comporta in modo strano….non capisco perché avesse quello sguardo, ma mi sono spaventata, mi batteva il cuore e appena ho potuto sono scappata via. Mi sento spossata senza forze e di sicuro lui stanotte proverà a fare qualche “visita notturna” a Chisato e io non posso fermarlo.” Disse la rossa sconsolata.
“Non preoccuparti Kaori, non credo che stanotte farà nulla.” Disse Saeko sorridendole.
“Come fai a dirlo?” le disse Kaori guardandola con un’aria incuriosita.
“Istinto. “ e le fece l’occhiolino.
Accortasi dell’ora tarda la donna le disse: ”Dai andiamo a dormire che è tardi.” E detto questo spense la luce e si mise sotto le coperte.
E in pochi minuti si abbandonarono ad un sogno ristoratore.
Ma non fu un sonno tranquillo, almeno non per Kaori……


Continua……

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Capitolo 6
*** Capitolo 5 – Una notte particolare ***


Il suo corpo giaceva nel letto….la luce della luna l’avvolgeva come un manto.
Il suo respiro era sereno e pacato…il suo sonno tranquillo privo di incubi, niente in quel momento poteva destarla.
Lui era lì, attese quel momento per poi muoversi. Entrò nella stanza e chiuse la porta dietro di sé.
Si mise in piedi a guardarla da lontano. Era bellissima avvolta da un manto di bagliore bianco che la rendeva intoccabile come una dea.
La luce della luna metteva in risalto la bellezza della sua pelle color avorio mentre sul viso, la cui espressione era rilassata, le labbra carnose color ciliegia lo invitavano ad essere assaggiate.
L’uomo uscì dall’ombra per essere avvolto anche lui dal candore dei raggi lunari.
L’imponente figura si avvicinò al letto della donna e si sedette accanto a lei.
Aveva sempre adorato vederla dormire, osservarla riposare persa nel suo mondo incantato lontano da tanto dolore e disperazione che aveva sempre accompagnato la loro vita.
La mano potente dell’uomo si avvicinò al viso della dea accanto a lui e l’accarezzò. Le sue mani ruvide assaporarono la morbidezza e la setosità della sua pelle perfetta. Un brivido gli percorse tutta la schiena.
Possibile che quella donna potesse provocare in lui emozioni così forti?
Continuò a guardarla, con tanto amore. Quella donna, quella dea distesa sul letto, era la persona che lui voleva nella sua vita per sempre…..il suo raggio di sole, la sua forza, l’angelo che l’aveva salvato dalle tenebre…lei era l’amore della sua vita e lui la voleva con sé, per sempre al suo fianco.
Un sospiro lo destò dai suoi pensieri, la donna aveva avvertito leggermente la sua presenza e stava reagendo al suo tocco.
Un sorriso comparve sul volto dell’uomo che continuò ad accarezzarle il viso per poi scendere giù verso il collo.
Il tocco da gentile e delicato diventò più forte e possessivo, l’uomo scostò il lenzuolo che ricopriva il corpo della donna e continuò la sua esplorazione.
Le dita iniziarono a vagare, raggiunsero il collo e scesero più giù incontrando la valle tra i suoi seni.
La mano si fermò per poter gustare meglio tanta perfezione e morbidezza.
Le accarezzò entrambi i seni, li sfiorò con fare possessivo e alla fine li strinse forte.
Nel mentre che la toccava, l’uomo si soffermò a studiare le reazioni della donna ancora addormentata.
La sua espressione da calma e pacata si trasformò, gli occhi si strinsero, le linee del viso si indurirono, la bocca si socchiuse e la donna emise un piccolo gemito.
L’uomo sorrise tra sé e continuò a far navigare le sue dita sul corpo di lei.
Individuò in poco tempo le spalline della camicia da notte, che fece scivolare giù lungo le braccia e le lasciò scoperti i seni, la cui pelle d’avorio risplendeva come non mai, mettendo in evidenza le piccole sommità rosa pallido.
La mano dell’uomo navigò ancora, raggiunse uno dei due seni e lo prese a coppa, stringendo il capezzolo tra le dita ed iniziò a giocherellarci.
La donna ebbe un’altra reazione, emise un altro gemito, la sua schiena si inarcò sotto il tocco dell’uomo cercando di approfondire sempre di più il contatto.
L’uomo come spronato da tale reazione continuò il suo viaggio….la liberò dalla camicia da notte e l’ammirò in tutto il suo splendore.
Era bella di una bellezza irreale, era talmente bella da togliere il fiato.
L’uomo rimase a guardarla per un po’ e poi non potè più resistere e riprese il suo viaggio.
La sua mano raggiunse l’addome, mentre i respiri della donna si fecero sempre più affannati e in poco tempo raggiunse il suo ventre.
La ragazza si contorse sotto il suo tocco, i suoi respiri si velocizzarono sempre di più mentre l’uomo proseguiva la sua dolce tortura.
Le dita incontrarono i riccioli ramastri alla sommità e il soffice contatto lo fece sobbalzare.
Il suo viaggio proseguì fino alla pieghe umide tra le gambe della donna e le sue dita iniziarono ad accarezzarle delicatamente.
Il corpo della donna fu invaso da una miriade di scosse elettriche, il suo cuore iniziò a battere alla velocità della luce. Era tutto così reale…troppo reale…..e il troppo piacere la fece svegliare all’improvviso.
La donna aprì gli occhi e vide davanti a sé la figura dell’uomo.
“…Cosa fai tu q-“ non ebbe tempo di terminare la domanda che una mano le tappò la bocca.
L’uomo la guardò con sguardo felino e predatore e le fece cenno di non parlare.
La donna lo guardò e rimase come catturata dal suo sguardo magnetico.
In un attimo l’uomo le fu addosso incastrandola tra il suo corpo e il letto, la guardò dritto negli occhi e le disse: “Non credi che mi meriti un premio per essere riuscito ad arrivare fino a qui?”
“Che premio vuoi?”gli chiese lei stupita.
“Te.” Rispose lui con voce roca e sensuale e si avventò con passione sulle sue labbra.
La strinse a sé, la baciò con una tale passione da rimanerne anche lui stordito e continuò quel che stava facendo prima. L’avvolse in un abbraccio forte, che sembrava essere senza fine.
Il bacio dal principio fu casto, quasi delicato, ma in un secondo momento l’uomo cercò di approfondirlo, chiedendo alla bocca di lei, il permesso per poter entrare.
La donna inizialmente esitò, ma una volta concessogli quel diritto, si ritrovò travolta in una danza erotica.
Le loro lingue iniziarono a muoversi assieme, danzarono un ballo senza musica, dove il loro unico sottofondo erano le sensazioni che provavano in quel momento.
Tenendola stressa a sé, potè sentire le sue forme perfette stringersi contro di lui e la cosa lo faceva andare in estasi.
La strinsè ancora di più a sé e la donna potè sentire chiaramente la sua erezione premerle contro la coscia.
Si staccarono per un momento e si guardarono negli occhi per degli istanti interminabili e poi fu di nuovo passione.
L’uomo si riavvicinò a lei, la baciò, l’assaggiò come una ciliegia fresca e l’assaporò con gran gusto.
Le sue labbra vagarono ricoprendo il suo volto di piccoli delicati baci e poi viaggiarono in giù raggiungendo la parte sensibile del collo.
Niente sembrava importare in quel momento, c’erano solo loro due, nessuna preoccupazione, nessun rimorso, nulla…solo loro e il sentimento che li univa.
Ma l’incanto durò poco perché la donna usando quel poco di forza che le era rimasta in corpo, resistette all’impulso di perdere completamente il controllo sotto il suo tocco e gli disse con un filo debole di voce: “ Non possiamo….è….è sbagliato….lo sai anche tu…noi non….non possiamo……”
“Non è vero che non possiamo, abbiamo paura e non vorremmo che accadesse niente di diverso perché tutto questo ci travolge e ci destabilizza ma……noi possiamo…..” e detto questo continuò a succhiare il suo collo dalla pelle color perla ascoltando con gusto, i gemiti e i respiri affannati provenienti dalle sue labbra.
“Ma….” Tentò di insistere lei, ma l’uomo la guardò negli occhi e le chiuse le labbra con un dito dicendole: “Sshhh nessun ma, nessun perché….nessun ripensamento ….niente….non dire nulla….siamo insieme ora e questa notte è tutta nostra.”
La guardò intensamente per qualche istante e poi la prese nuovamente tra le braccia e bruciante di desiderio, la strinse ancor di piùa sé e prese possesso delle sue labbra……


Continua…………………………

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Capitolo 7
*** Capitolo 6 – La faccenda si complica…. ***


Il mattino successivo Kaori si svegliò con un grande mal di testa e un senso di spossatezza molto intenso.
Le sembrava di aver camminato tutta la notte e di non essersi riposata per niente e inoltre aveva la sensazione di aver fatto un sogno molto strano.
Saeko notò subito un cambiamento nell’espressione di Kaori.
“Kaori stai bene? Hai una faccia.”
“Si sto bene grazie. Non preoccuparti.” Le disse sorridendole e poi si allontanò dicendo: “ Vado a prepararmi.”
Una volta cambiate, lei e Saeko si diressero al piano di sotto per fare colazione e arrivate nella sala da pranzo, incontrarono gli altri che nell’attesa stavano conversando con Chisato.
Kaori osservò per un istante Ryo. Dall’espressione che aveva era sicura che stesse facendo il cascamorto con la ragazza ma lei era troppo stanca e spossata per riportarlo all’ordine e lasciò correre la cosa.
Non appena furono tutti accomodati, la signora Moriko fece servire la colazione e tutti iniziarono a mangiare.
Per qualche motivo Kaori non toccò quasi per niente cibo. La cosa ovviamente non passò inosservata, infatti non appena Miki se ne accorse, le disse : “Kaori ma come mai non mangi? Non ti senti bene?”.
La ragazza non rispose alle domande dall’amica, sembrava immersa in una sorta di trance e la donna dovette chiamarle diverse volte prima di riuscire ad attirare la sua attenzione.
“Kaori….Kaori mi senti??? Sto parlando con te.” Le urlò la donna, scuotendola leggermente.
Come destatasi improvvisamente da un sonno irreale, Kaori guardò l’amica che le stava parlando prima con aria interrogativa, poi cercando di ritornare in sé le disse: “Oh scusami Miki, non ti avevo proprio sentita cosa mi stavi dicendo?”.
La donna sbuffò e le ripetè di nuovo le parole: “ Mi ero accorta che non stai mangiando nulla e ti chiedevo se non ti sentissi male.”
“Ah ho capito…no, non sto affatto male, solo che non ho appetito tutto qui.” Le rispose sorridendo.
“Bah sarà, comunque oggi sei molto strana Kaori, prima ti stavo parlando e non mi hai ascoltato, inoltre non mangi niente, sei sicura di sentirti bene?”
“Ma si, si stai tranquilla, non preoccuparti.”rispose la rossa cercando di tranquillizzarla.
“Sarà…..ma se dovessi stare male avvertimi subito!” disse Miki e tornò a finire la sua colazione.
Kaori sorrise tra sé e sé apprezzando l’interessamento dell’amica, ma dentro il suo animo era turbato dal sogno strano che aveva fatto. Anche se non se lo ricordasse, era sicura che sarebbe successo qualcosa di importante durante quell’incarico, ma notando le occhiate che le venivano lanciate da tutti, compreso Ryo, decise di cacciare quei pensieri dalla sua testa e sforzarsi di mantenere un comportamento normale.
Una volta finito il pasto, Chisato decise di fare una sorpresa ai nostri amici e di accompagnarli a vedere il famoso fiume legato alla storia dei suoi nonni.
Aveva organizzato una specie di pic-nic e con l’aiuto della signora Moriko riuscì a mostrare ai suoi nuovi amici quel piccolo paradiso.
Il fiume era a pochissima distanza dalla casa degli Hikinose e infatti in poco tempo arrivarono a destinazione.
Una volta arrivati, il panorama che apparve loro fu uno dei più suggestivi in assoluto.
Un fiume limpido e quasi trasparente scorreva separando la terra meravigliosamente verde e piena di alberi di ciliegio, il clima era fresco e non si sentiva il terribile frastuono dovuto al caos della città.
Una moltitudine di colori si presentò davanti ai loro occhi, erano immersi in un meraviglioso paradiso e si sentivano tutti come se fossero arrivati in un altro mondo ultraterreno.
Il prato davanti a loro era di un verde splendente e nel momento in cui i raggi del sole sfioravano i fili d’erba, la radura sembrava brillare di luce propria.
L’aria frizzante ed umida, profumava di purezza, di magia, mentre un vento leggero che veniva da lontano agitava i rami di quei giganti rosa.
I nostri amici compreso Umibozu rimasero profondamente colpiti da quella bellissima visione.
Fu Saeko la prima tra tutti a parlare.
“Questo posto è meraviglioso Chisato.”
“Grazie Saeko. Sono felice che ti piaccia. Qui è nato l’amore che ha unito per sempre i miei nonni e io quando posso vengo qui per rilassarmi.” Rispose la ragazza sorridendo.
“E’ stupendo. E’ un posto così romantico, fa un certo effetto essere qui vero Falcon?” disse Miki stringendosi al braccio di suo marito.
Di fronte alle parole della moglie, Umibozu arrossì visibilmente e rispose con un grugnito di affermazione.
Miki vedendo la reazione di suo marito, che piano piano diventò rosso come un peperone, scoppiò a ridere fragorosamente e poi si rivolse all’amica accanto a lei.
“A lui basta niente per arrossire non credi anche tu Kaori?”.
S’interruppe quasi subito e guardò attentamente l’amica che non le aveva dato nessuna risposta e alla fine cercò di attirare la sua attenzione chiamandola: “Kaori???? Kaori cos’hai?”.
Kaori era ferma, immobile come un palo di ghiaccio, i suoi occhi erano vuoti e il suo sguardo rivolto chissà dove, per Miki non c’erano dubbi, non le occorse molto tempo per capire che la donna era in trance e stavolta non sembrava volersi svegliare.
La donna iniziò a scuoterla con violenza per farla svegliare ma non riuscì ad ottenere nulla e così in preda ad una nera preoccupazione decise di chiamare Ryo.
“Saeba! Vieni qui per favore, Kaori si sente male.” Disse la donna con fermezza.
Ryo che stava conversando tranquillamente con Saeko e Chisato, dopo aver udito quelle parole, con il cuore in gola corse subito da Miki e in pochi minuti la raggiunse.
“Che succede?” le disse con voce preoccupata.
“Credo che Kaori stia male, prima ho provato a parlarle ma non mi ha risposto e inoltre non sembra essere molto in sé in questo momento. ”
“Miki tu che conosci questo tipo di cose, sai cos’ha?”.
La donna guardò di nuovo l’amica con aria preoccupata e alla fine disse con sicurezza.
“In base alla mia esperienza nel campo dell’ipnosi, sono certa che Kaori in questo momento sia in trance.”
“In trance????? E com’è possibile?” le chiese Ryo spaventato.
“Il meccanismo della trance generalmente scatta nel tentativo di ricordare qualcosa di antico, qualcosa di seppellito sotto il velo della parte conscia. A volte può essere indotta, altre invece è spontanea.”
“Credi sia stata indotta?”
“No. La trance indotta non avviene così all’improvviso, occorre molto tempo per poter fare in modo che il procedimento funzioni correttamente, mentre in questo caso Kaori è entrata in trance in poco tempo. “
“Cosa possiamo fare?”.
“Non molto. Dovremmo riuscire a portarla in casa e farla stendere in modo da lasciarle il tempo di tornare indietro.”
“C’è la possibilità che non torni?”.
Eccola lì, quella domanda così cruda, così diretta e così spaventosa.
Miki guardò Ryo negli occhi e lui riuscì a leggerne dentro la risposta.
Dopo pochi minuti, l’uomo si staccò dallo sguardo di Miki e guardò la socia. Era persa in un mondo invisibile che soltanto lei vedeva davanti a sé. Lui era spaventato, la situazione era molto dura, c’era la possibilità che Kaori non tornasse più indietro e non tornasse più da lui e lui doveva riuscire a trovare un modo per riprendersela.
Rimase per qualche minuto a guardarla, sotto gli occhi incerti dei suoi amici, poi all’improvviso distogliendosi da quei spaventosi pensieri, la prese tra le braccia e stringedola a sé s’incammino verso l’auto per fare ritorno a casa Hikinose seguito dal resto della compagnia.
Mentre stava camminando con la donna stretta al suo petto, Kaori si svegliò all’improvviso e lo guardò intensamente.
Ryo, avvertendo il suo spostamento, si voltò a guardarla e lei gli donò un sorriso dolcissimo e alla fine gli disse:
“Amore mio.”e si aggrappò con forza al suo collo sotto lo sguardo attonito dei presenti.



Continua………..
 

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Capitolo 8
*** Capitolo 7 –Che cosa sta succedendo? ***


Una tensione irreale circondò tutti i presenti. Ryo teneva tra le braccia Kaori, che dal canto suo aveva deciso di aggrapparsi al suo collo, stringendolo con forza e urlandogli: “Amore mio” sotto lo sguardo attonito di tutti i presenti.
Cercando di celare il suo nervosismo per la frase appena pronunciata dalla donna e per il fatto che tutti gli occhi dei loro amici fossero puntati addosso a lui e mostrassero un grande stupore, Ryo si rivolse a Kaori e le chiese: “Kaori ti senti bene?”.
La donna si strinse a lui con più forza, premendo il suo seno e le sue forme contro il torace dell’uomo, che dovette fare una gran fatica per mantenere il controllo.
Alla domanda posta dall’uomo, la ragazza non diede risposta alcuna anzi continuò a stringersi con più forza come a non volerlo lasciare più.
L’uomo non demorse e continuò a chiederle: “Kaori mi senti? Stai bene? Per favore rispondimi.” La voce dell’uomo era preoccupata e nervosa e la donna accortasi di questo, lo guardò sorridendo e rispose: “ Si certo, sto benissimo.”
Ryo tirò un sospiro di sollievo e poi continuò dicendo : “ Perché non mi hai risposto subito? Mi hai fatto preoccupare!”
La donna lo guardò ancora senza rispondere.
Preso da un forte istinto di rabbia l’uomo le urlò contro: “ Mi vuoi spiegare perché non mi rispondi?? Kaori cos’hai???”.
Il suo tono spaventò molto la donna che iniziò a tremare dalla paura. L’uomo una volta calmatosi e scacciata l’ansia da preoccupazione la guardò ancora intensamente e cercando di scusarmi per il suo comportamento disse: “Scusami. Scusami tanto Kaori, è che sono molto preoccupato, sei strana in questo periodo. Ti comporti in maniera strana, non sembri più quella di una volta. Che ti è successo?”.
La donna si calmò, lo guardò profondamente negli occhi e vedendo il suo turbamento, allungò la mano verso il viso di Ryo e gli accarezzò la guancia con fare amorevole.
La pelle era dura, un po’ rovinata e l’espressione sul suo viso era contratta, preoccupata quasi terrorizzata.
Kaori, cercando di tranquillizzarlo, gli sorrise dolcemente e con voce serena gli disse: “Amore mio perché sei così preoccupato?”.
“Kaori….” Disse Ryo in un soffio di voce.
“Perché mi chiami Kaori? Tesoro, perché mi chiami in questo modo?”
Ryo s’irrigidì e tenendo sempre Kaori tra le braccia, osservò la sua espressione incuriosita e poi le disse: “Perché è il tuo nome questo, non ricordi?”
“Ma no, questo non è il mio nome.”disse seria e poi continuò “Hikoboshi, tesoro mio, io sono Orihime, perché continui a chiamarmi Kaori?”.
Una nuova aria di tensione si iniziò ad avvertire attorno a loro. Miki, Umibozu Saeko e tutti gli altri che assistettero alla scena, rimasero pietrificati.
La principessa Orihime aveva preso il posto di Kaori? Quindi esisteva davvero? Ma com’era possibile? Come si poteva spiegare razionalmente tutto questo? Come?
L’uomo non si arrese e continuò a parlare con quella che fino a poco tempo fa era Kaori, la “sua” Kaori.
“Kaori, ti prego ritorna in te. Tu non sei Orihime, tu sei Kaori, sei la mia socia…la mia…..” e si fermo non permettendosi di terminare la frase.
Kaori lo guardò ancora e disse: “ La tua? Finisci cosa sono per te? La tua….” E non finì di terminare neanche lei la frase perchè improvvisamente perse di nuovo conoscenza tra le braccia di Ryo.
“Kaori?!?” urlò l’uomo. “Kaori! Kaori mi senti?”.
A quel punto, Miki decise di intervenire in aiuto di Ryo. Si avvicinò a lui e mettendo la mano sulla sua spalla cercò di calmarlo dicendo: “Senza fretta Ryo, lasciale il tempo di riprendersi.”
“Ma non è possibile….non può essere vero.” Le disse guardandola. “Cosa credi che avverrà ora?”.
“Bisogna aspettare che Kaori si svegli, sperando che sia ancora lei.”
“Sperando che sia ancora lei…..e se non tornasse più?” le domandò Ryo con aria cupa.
“Tornerà, non preoccuparti. Sono certa che Kaori tornerà da noi….” e mentre s’incamminava aggiunse “Soprattutto tornerà da te.”
E si voltò precedendo gli altri che la seguirono immediatamente.
Stringendo sempre di più Kaori a sé, Ryo perso nei suoi pensieri s’incamminò verso la macchina.
Era molto preoccupato, temeva per la sorte della donna e non riusciva a pensare ad altro, quando sentendo un lieve movimento vicino al torace, volse lo sguardò verso la donna che teneva tra le braccia e notò che si stava nuovamente svegliando.
Si fermò, s’inginocchiò per terra e tenendo Kaori sempre tra le braccia, avvertì immediatamente Miki:
“Miki!!!! Corri si sta svegliando.”
In poco tempo, due occhi nocciola si aprirono completamente guardandolo con grande intensità e lui ebbe un tuffo al cuore.
Miki li raggiunse quasi subito e si avvicinò a Ryo, in modo da poter vedere Kaori in viso e notare se ci fosse qualche cambiamento evidente.
La donna si guardò attorno e notando gli sguardi pieni di apprensione rivolti su di sè e con voce incuriosita chiese: “Ma cosa avete tutti? Perché mi guardate così?”.
Miki saltò dalla felicità e si buttò subito addosso all’amica per abbracciarla.
“Kaoriiiii sei tu!!!”
“Certo che sono io Miki…ma che cosa stai dicendo?”.
“Per un attimo non sei stata tu!”
“Cosa? Che vorresti dire?”.
“Niente…niente poi ti spiego. Ti senti bene? Sei in grado di camminare da sola fino alla macchina?”.
“Si credo di sì.” E davanti agli occhi di tutti, si alzò allontanandosi dalle braccia di Ryo e si rimise in piedi con facilità.
Miki sorrise per la felicità e anche gli altri sembrarono essere molto sollevati.
“Bene, allora possiamo andare.” Disse Saeko con calma ritrovata.
Successivamente si avvicinano a Ryo gli chiese: “Tutto bene?”.
L’uomo si voltò a guardarla con aria incuriosita e alzandosi in piedi anche lui le rispose: “Certo, perchè me lo chiedi?”.
“Mah….non so prima mi sembravi alquanto preoccupato.” Disse la donna urlando apposta per far si che Kaori potesse sentire tutto quanto.
L’uomo accortosi del piano di Saeko rispose dicendo: “ Ma cosa stai dicendo? Io ero solo preoccupato di doverla portare in braccio fino alla macchina. Tu non lo sai ma quel mezzo-uomo è ingrassata e pesa da morire. Avrei potuto farmi male, avrei potuto rischiare l’incolumità del mio “amico”! Sai quante donne sarebbero rimaste deluse per questo?” disse con faccia da cane bastonato.
Kaori che purtroppo aveva sentito tutto, iniziò a emettere fiamme dal suo corpo e in poco tempo si girò dicendo: “ Ah è così!!! Non eri preoccupato per me, ma avevi paura che pesassi troppo e potessi far male al tuo “amico”!”
“Certo! Perché c’è un altro motivo per cui dovessi essere preoccupato????Guarda che avresti potuto uccidermi con il tuo “peso piuma!” disse e poi si buttò addosso a Saeko.
“Saekuccia, io sono sicuro che tu sia molto meno pesante di lei, perché non svieni tra le mie braccia e lasci che io ti scorti fino alla tua camera da letto?”.
“Ma che ti salta in mente?” gli urlò la donna che lo schiaffeggiò con talmente tanta violenza da farlo volare fino ai piedi di un’arrabbiatissima Kaori, che tirò fuori il suo martello da 900 tonnellate (nuovo per l’occasione) e iniziò a rincorrerlo brandendolo con una forza tale da far tremare tutti.
“Vieni qua brutto pervertito che ti faccio sentire io qualcosa di veramente pesante!” urlò Kaori rincorrendolo.
“Manco morto, mi è bastato portarti in braccio! Perché non entri nella categoria dei pesi massimi? Secondo me potresti fare carriera!”
“Come osi? Maledetto!!!”
E continuarono a rincorrersi sotto gli occhi stupefatti di tutti i presenti.
Mentre stava assistendo a quella scena, Miki si avvicinò a Saeko e le disse sbuffando: “Ah Saeba è sempre il solito. Perché ha dovuto offenderla così? Kaori è molto provata da tutta questa situazione e l’ha presa malissimo. Comincio a nutrire forti dubbi sul fatto che lui sia realmente preoccupato per lei.”
Saeko sorrise e rispose: “Sbagli a pensarla così Miki. Ryo in realtà è molto preoccupato per Kaori e il suo comportamento serve sia a celare tutta la paura che ha provato in quel momento e che prova tuttora sia a verificare che lei sia tornata davvero in sè.”
Miki rimase molto colpita da ciò che aveva appena detto Saeko e osservò i suoi due amici in lontananza che ancora si rincorrevano.
“Vedrai che è come ti dico io.” Le rispose sorridendo e incamminandosi disse: “ Coraggio è ora di andare.”
E detto questo si diresse verso le macchie, seguita dagli altri eccetto Miki.
La donna si soffermò ad osservare i due sweeper che in lontananza continuavano a rincorrersi e osservando con attenzione Ryo disse: “Chissà….forse Saeko ha ragione…..”
E s’incamminò anche lei raggiungendo gli altri.


Continua…………
 

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Capitolo 9
*** Capitolo 8 – La situazione si complica ancora di più…. ***


Una volta tornati alla villa Hikinose, il sole era quasi finito di tramontare. La signora Moriko si mise subito al lavoro per preparare la cena mentre i nostri amici facevano ritorno nelle loro camere.
Una volta che tutti si fossero rifocillati, la signora Moriko annunciò che la cena era servita e i commensali si recarono nella sala da pranzo. Tutti eccetto Kaori che rimase in camera a pensare.
Si era cambiata e adesso indossava lo yukata bianco, coperta da un kimono blu decorato con fiori di ciliegio.
La donna stava seduta vicino alla finestra e mentre il suo sguardo era rivolto al cielo che si apprestava ad imbrunire e alla prima stella che era apparsa in cielo, i suoi pensieri non l’abbandonavano.
Aveva addosso una sensazione di disagio, sentiva una terribile ansia addosso che la rendeva irrequieta ma che allo stesso tempo le aveva fatto perdere l’appetito.
Immersa com’era nei suoi pensieri non si accorse che qualcuno bussò alla sua camera, fin quando distrattamente volse lo sguardo verso la porta e vide sulla soglia Chisato.
“Chisato?!?”
“Ciao Kaori.” Rispose la ragazza.
“Come mai sei qui?”.
“Sono venuta a chiamarti, vedi è finalmente tornato mio padre e vuole vederci tutti nel suo studio.”
“Oh si scendo subito.” Disse Kaori alzandosi mostrando visibilmente poche forze.
“Ti senti bene? Non sei nemmeno scesa per cena.” Le chiese Chisato avvicinandosi a lei per darle un sostegno.
“Si tranquilla, sto benissimo, è che non mi andava molto di mangiare. Ti chiedo di scusarmi.”
“E perché dovresti scusarti? Non c’è nessun problema.” Rispose la ragazza sorridendo.
E detto questo le due donne scesero al piano di sotto per raggiungere gli altri nello studio del signor Hikinose.
Nel frattempo, Saeko, Ryo e gli altri erano nello studio e stavano discutendo animatamente con il signor Hikinose.
“Signor Hikinose le assicuro che Ryo Saeba è un ottima guardia del corpo. Saprà proteggere sua figlia da ogni pericolo.” Disse Saeko all’uomo.
Il signor Hikinose scosse più volte la testa, pensando tra sé e sé e alla fine disse sbuffando: “Non se ne parla nemmeno! Mia figlia non indosserà un gioiello del genere di fronte a tanta gente!”.
“Ma signor Hikinose…” cercò di dissuaderlo la donna.
“Questo è tutto ispettore Nogami, non intendo far correre un così grosso pericolo a mia figlia neanche se la sua guardia del corpo, fosse la migliore in assoluto.”
“Ma mi ascolti…” cercò Saeko invano di far cambiare idea all’uomo.
“Niente ma ispettore Nogami, mia figlia non parteciperà e la questione è chiusa.”
La poliziotta sconsolata, lasciò cadere le braccia sui fianchi in segno di arresa e si spostò per raggiungere un punto della stanza dove sedersi.
“E’ proprio sicuro di quello che signor Hikinose?” disse improvvisamente Ryo.
“Hm? Cosa vorrebbe dire?” disse l’uomo guardandolo torvo.
“Semplicemente che lei ha promesso alla gente del luogo che sua figlia indosserà il cuore di Orihime, la notte di Tanabata. Se la sente di deludere così tante persone? Soprattutto di deludere sua figlia che era così fiera di poter mostrare il prezioso gioiello che suo nonno creò per la sua amata sposa?”.
L’uomo guardò Ryo senza dire una parola e poi cercando di trovare una motivazione valida per controbattere la domanda dello sweeper si perse completamente nei suoi pensieri non accorgendosi dell’arrivo della figlia seguita da Kaori.
“Papà!” disse Chisato sorridendo e corse ad abbracciarlo.
Una volta che Kaori entrò nello studio, tutti gli occhi dei presenti le furono improvvisamente addosso provocandole un senso d’imbarazzo.
Anche Ryo si voltò a guardarla intensamente, Kaori era bellissima avvolta in quel kimono blu, che le donava una grazia e un candore inaspettati, sembrava una piccola bambola di porcellana.
Quando il signor Hikinose vide Kaori, il suo viso s’illuminò di stupore e ignorando tutti i presenti attorno a lui, sottraendosi all’abbraccio della figlia, si avvicinò alla donna e le disse: “ Oh che meraviglia! Signorina lei è veramente bellissima, questo kimono risalta moltissimo la sua delicata bellezza.”
Kaori avvampò immediatamente, mentre i presenti rimasero tutti quanti a bocca aperta, eccetto Ryo che assunse un’espressione seria e chiaramente infastidita.
“La sua bellezza ricorda molto quella della principessa Orihime che si dice essere una donna veramente bellissima e innamorata follemente del suo Hikoboshi.” Continuò l’uomo sorridendo.
“Forse anche lei è pervasa dal dolce tepore dell’amore e questo la rende così bella.”
Kaori stupita da tali parole continuò ad arrossire piena d’imbarazzo per tanta gentilezza.
“Mi dica signorina quel è il suo nome?”
“Ka-Kaori Makimura, sono la socia di Ryo.” Disse con voce bassa.
Il signor Hikinose sorridendo, le prese le mani e le disse: “Signorina Kaori, vorrebbe farmi l’onore di indossare il cuore di Orihime alla festa di Tanabata che si terrà questo sabato?”
Tutti i presenti rimasero sbalorditi da tale richiesta.
Kaori non riuscendo ad emettere alcun suono dalla sua bocca, sgranò gli occhi e guardò il signor Hikinose con stupore.
“Ma signor Hikinose cosa dice?” disse improvvisamente Saeko.
“Ma papà, ero io la persona che doveva indossare la collana.” Disse Chisato visibilmente contrariata.
“Ma Chisato non capisci? La signorina Kaori, oltre ad essere una bellissima donna, degna sicuramente di indossare quel gioiello, è anche la socia del signor Ryo e quindi non correrà pericoli la sera della festa, mentre tu bambina mia, saresti sicuramente più in pericolo di lei.”
“Ma….”cercò di controbattere Chisato.
“Niente ma Chisato, ho preso la mia decisione e non si discute.” Le disse in tono duro.
Chisato a quella risposta, scoppiò in lacrime e allontanandosi dallo studio urlò con freddezza “Papà io ti odio.”
Una volta che la ragazza uscì dalla stanza, fu Saeko ad intervenire una seconda volta.
“Signor Hikinose, la prego di ragionare, Kaori non può indossare la collana alla festa.”
“E sarebbe meglio che lo facesse mia figlia? Vorrebbe mettere in pericolo la sua vita? La signorina Kaori è la socia del signor Saeba, è sicuramente in grado di difendersi da sola mentre mia figlia no e io non voglio che corra alcun pericolo! E comunque ci sarebbe sempre il signor Saeba a proteggerla giusto?”
“Si lei ha ragione ma….”
“Niente ma ispettore Nogami, se volete che il cuore di Orihime venga mostrato alla festa di Tanabata, dovrà essere indossato dalla signorina Kaori, altrimenti io non acconsentirò che la collana esca fuori da questa casa, siamo intesi?”
Saeko annuì, il silenzio calò improvvisamente e noncurante degli altri, l’uomo si avvicinò nuovamente a Kaori e le chiese: “Signorina Kaori accetta di indossare la collana di mio padre?”
Kaori, titubante si guardò attorno e osservò i volti preoccupati e impotenti dei suoi amici, guardò prima Saeko, poi Falcon, Miki e infine si rivolse a Ryo.
L’uomo la guardò intensamente, nei suoi occhi Kaori potè leggere rabbia, fastidio e preoccupazione, la donna sapeva perfettamente che Ryo era contrario al fatto che lei indossasse la collana ma allo stesso tempo non se la sentiva di dire di no e deludere tutti quanti.
Decisa si voltò e guardando il signor Hikinose rispose: “Accetto.”
Il signor Hikinose sorridendo la ringraziò sentitamente e si congedò per via della stanchezza e la fatica del lungo viaggio.
Una volta che l’uomo si fu allontanato, anche i nostri amici uscirono dallo studio e si diressero nelle proprie camere, eccetto Ryo che si recò fuori a fumarsi una sigaretta.
Si sedette su di una delle pietre del giardino ed aspirando volse il suo guardo verso la luna, cercando conforto per la sua mente annebbiata.
Immerso nei suoi pensieri, non si accorse della presenza che comparve improvvisamente dietro di lui.
Quando si voltò improvvisamente, vide Kaori, che lo guardava con aria triste.
Lui la guardò a sua volta e poi si girò e continuò a fumare.
Kaori si mosse in avanti e si sedette su una pietra vicino a lui.
La donna piena d’imbarazzo non aveva il coraggio di parlargli e nemmeno di guardarlo, aveva accettato un incarico pericoloso e sapeva perfettamente che questo mandava in bestia il suo collega.
L’aria leggera della sera, le sfiorò i capelli, ma per lei fu come se un vento gelido le toccasse il cuore, sapeva di aver sbagliato ma allo stesso tempo era fiera di aver accettato l’incarico perché questo dimostrava quanto fosse determinata ad accettare le prove di questo lavoro.
Kaori non riusciva a trovare le parole e sentiva inoltre una sensazione di gelo che proveniva da Ryo, il quale cercando di contenere la rabbia decise di parlare per primo.
“Ti senti soddisfatta ora?” le disse con tono gelido.
“Cosa?” rispose Kaori con voce tremante.
“Ho chiesto se ti senti soddisfatta.”
“Beh….ecco.”
“Hai accettato un incarico troppo grande per te, domani andrai dal signor Hikinose e gli dirai che ci hai ripensato e non vuoi più indossare la collana di Orihime.” Detto questo si voltò e con sguardo tagliente continuò dicendo: “Questo è un ordine Kaori, non discutere!”
“No!” rispose lei con foga. “Non farò come dici tu! Ho accettato l’incarico e lo porterò a termine!”
Ryo si rabbuiò ancora di più e lanciando dietro di sé quel che rimase della sua sigaretta le urlò contro.
“Ma che diavolo ti salta in mente ragazzina? Vuoi per caso essere il bersaglio di qualche kiler ben pagato durante quella festa? Hai deciso di farti riempire di piombo?”
“Ma cosa stai dicendo? Io non voglio che mi accada niente del genere.”
“Allora fai come ti ho detto!”
“No!”
Ryo si fermò impietrito e preso dal nervosismo si alzò in piedi.
Kaori seguì il suo esempio e si voltò dandogli le spalle.
“Sono stanca di essere considerata l’assistente imbranata di City Hunter. Sono stanca di essere considerata quella che non sa fare niente.”
“Ma cosa stai dicendo? Tu sei l’assistente di City Hunter e nessuno mette in dubbio questa cosa!”
“Non mentire Ryo, persino tu non ti fidi di me.”e detto questo si voltò bruscamente.
Gli occhi di Kaori erano gonfi di lacrime, ma l’uomo riuscì a scorgervi dentro tanta rabbia e tanto dolore.
“Kaori….”
“Non cercare di convincermi Ryo, ho deciso che porterò a termine l’incarico e ti dimostrerò chi è veramente Kaori Makimura.”
“Ma io so chi è Kaori Makimura….e..” non riuscì a finire la frase.
“E cosa Ryo? Sai cosa Kaori Makimura prova per te? E tu invece? Che mi dici di te? Tieni a me? Mi ami???? Si certo come no! Come quel famoso giorno nella radura in cui ti sei dichiarato e poi hai ritrattato tutto. Come mi hai sempre dato piccoli barlumi di speranze per poi distruggerli ogni volta che potessi. “
Parole dure che lo colpirono al cuore e in profondità.
“Kaori io non voglio che ti accada niente di male e….”cercò ancora di convincerla.
“Non preoccuparti Ryo so badare a me stessa, ti dimostrerò che so essere una socia degna di questo nome e tu non dovrai più preoccuparti per me. Non sarò più un peso vedrai.”
A queste parole l’uomo non ci vide più e travolto dalla rabbia le rispose:
“E’questo che pensi? Che io mi comporti così perché sei un peso? E’ questo che pensi di me Kaori? Mi credi tanto codardo? Mi reputi tanto ignobile?” le domandò con voce tagliente, mentre si stava stritolando il pugno dalla rabbia.
Spaventata da tale foga Kaori iniziò ad indietreggiare fino ad incontrare il legno duro dell’albero di ciliegio al centro del giardino.
In poco tempo Ryo la raggiunse e rimase a pochi centimetri da lei.
L’uomo si immerse nei suoi occhi e il suo tono da severo e austero passò a calmo e deciso: “Non è per questo che mi comporto così. Sono arrabbiato perché ti hanno messa in mezzo, perché quell’uomo Hikinose ti ha messa in pericolo e io non ho saputo proteggerti.”
Una confessione….dal suo cuore….una colpa quasi celata, la paura di perderla come aveva perso suo fratello Hideyuki, la paura di vederla morire davanti ai suoi occhi……..di perderla per sempre come aveva perso tutte le persone importanti nella sua vita….
Improvvisamente un botto, una scossa, tante palline rosa che scendevano a terra, il profumo di legno, il delicato tocco dei fiori….. Con un pugno Ryo aveva colpito con forza il tronco dell’albero dietro Kaori e aveva fatto cadere a terra miliardi di petalo di ciliegio.
Abbassò lo sguardo ringhiando preso dalla rabbia.
Il cuore di Kaori batteva forte, il suo corpo era paralizzato, bloccato tra il tronco e il corpo caldo di Ryo davanti a sé.
Con i muscoli che tremavano per il nervoso, l’uomo alzò di nuovo il viso e la guardò ancora.
Nel momento in cui Kaori riuscì a focalizzare tutta la situazione, si ritrovò con Ryo chino su di lei, a baciarla.
Un bacio che sapeva di menta, di sigaretta, di rabbia, di passione, di disperazione ma soprattutto d’amore.
Due mani, le cui dita sfioravano la sua schiena attraverso il tessuto bianco, due braccia che sostenevano il suo peso ascoltando la silenziosa preghiera delle sue gambe, labbra che sfioravano le sue, imploranti, piangenti, sofferenti, un profumo di legno vivo, un brezza fredda che niente poteva contro la sua fiamma, un assaggio di quel frutto proibito che erano le sue labbra, rosse, sugose, carnose e tentatrici.
La mente svuotata di Kaori, vagò per il mondo, le sue mani si aggrapparono alla giacca di lui nel tentativo di non farlo andare via, e d’impedire al sogno di svanire.
Rimasero così, attaccati, uniti, dispersi in un sogno che apparteneva soltanto a loro, immersi nella notte scura protetti dai raggi di un’argentea luna.

Continua……

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Capitolo 10
*** Capitolo 9 - E' davvero un sogno? ***


Ancora quella sensazione di fresco, di bagnato, di umido sulla sua pelle…..
Era immersa in una realtà tutta sua, particolare. Vagava come uno spirito smarrito in preda a non si sa quale ansia e il suo cuore animato da una forza misteriosa batteva incessantemente nel suo petto.
Una sensazione familiare di nostalgia, una leggera brezza che le dava il bentornata, un odore di muschio misto a legno vivo e la certezza di non essere sola.
L’eco del suo respiro la faceva sentire sicura e meno sola in quella notte così particolare, in cui il giorno incontra la notte, il sole sfiora per un istante il manto della luna, la luce si fonde con il buio e il confine tra sogno e realtà si spezza in mille frammenti creando le stelle.
In quegli istanti i suoi pensieri erano miliardi, tutti concentrati nella sua mente, tutti risuonanti come un’orchestra impazzita che non riesce a trovare il ritmo giusto.
Impavida e confusa continuava a camminare sul prato trasformato in pietra di smeraldo, il suo corpo fremeva, la sua mente vagava per lidi sconosciuti e il suo petto sembrava essere sul punto di esplodere.
La nebbia era sua amica e consigliera assieme al vento stranamente gelido che soffiava in quel momento.
Si sentiva strana, impaurita ma allo stesso tempo incuriosita, dentro di sé, sapeva che presto sarebbe accaduto qualcosa di meraviglioso al quale non voleva assolutamente dire di no.
Con passo leggero raggiunse quasi ipnotizzata il punto d’incontro, il maestoso albero di ciliegio, il più grande tra tutti quelli della radura e nel tentativo di cercare un sostegno si aggrappò ad un ramo, aspettando il suo futuro.
Trascorsero pochi minuti e la figura di un uomo apparve all’orizzonte.
Il cuore battè all’impazzata, la gola si seccò per l’emozione, le labbra si dischiusero e le sue dita si strinsero con maggior foga al ruvido ramo.
Il tempo di uno sguardo, di vedere il sorriso di lui comparire sul viso e il suo cuore si placò, il suo respiro si calmò e lei si separò dal suo momentaneo sostenitore per andare incontro al suo amore.
“Ci hai messo tanto.” Mugugnò lei quasi come rimprovero.
“Mi dispiace. Ti sei spaventata?” le chiese accarezzandole la guancia con le dita.
“Un po’. Lo sai che camminare da sola di notte m’ inquieta.”
“Non abbiamo altra scelta amore mio, questo è l’unica possibilità che abbiamo per vederci….per adesso.”
La donna lo guardò con aria triste, i suoi occhi erano velati dalla tristezza e dalla sofferenza di dover stare lontana dal suo amore per volontà di altri.
L’uomo vedendo la sua espressione, le sollevò il mento con le dita e la guardò intensamente.
“Ti prometto che presto tutto ciò finirà e tu sarai finalmente mia per sempre.”
E detto questo le coprì il sorriso con un dolce bacio.
L’avvolse in un abbraccio potente riscaldandola con il proprio corpo. La baciò con tanta passione urlante, con rispetto e delicatezza, pregandola di ascoltare la sua richiesta silenziosa.
La voleva, Dio se la voleva, anche lì, anche in quel momento stesso, immersi nel nulla assoluto, l’unica cosa che lui voleva in quel momento era LEI.
La donna comprese la sua richiesta ma aveva paura di quello che sarebbe successo dopo e non sapeva cosa fare, se accoglierla o meno.
Si staccò dal suo incantesimo e lo guardò negli occhi.
“Io non so se sono pronta….”disse con voce lieve.
L’uomo le sorrise con dolcezza, le accarezzò i capelli rossi scomposti dal vento e le disse: “ Non deve essere un obbligo lo sai, io ti amo sempre e comunque e aspetterò se tu vuoi che io lo faccia….ma” s’interruppe, le sue mani tremarono, il suo corpo s’irrigidì dimostrando la sua frustrazione “se non ti tocco in un soffio, se non ti assaggio in un attimo, se non ti faccio MIA, so che presto o tardi morirò perché tale è il bisogno che ho di te, che mi toglie il respiro e non mi permette di vivere.” Concluse abbassando lo sguardo.
Un grido, un tormento che non lo lasciava dormire, respirare, mangiare senza che lui pensasse a lei, senza che desiderasse averla accanto a sé, ogni momento, ogni istante, ogni notte baciata dalla luna.
Cosa avrebbe dato per averla in quell’istante, in cui il suo fuoco bruciava scoppiettante e il suo bisogno urlava così tanto da assordarlo, cosa avrebbe dato…….tutto, la vita e persino l’anima.
Le mani di lei raggiunsero il suo viso e lo sollevarono per poterlo osservare.
I lineamenti si erano improvvisamente induriti per il conflitto che lo attanagliava e lo distruggeva a poco a poco.
Il tormento che lei vide nei suoi occhi la colpì in pieno petto e lei travolta dalle sue emozioni, disse: “Amore mio, cosa posso fare per alleviare il tuo cuore?”.
Lui la guardò intensamente, le prese una mano e la poggiò sul suo cuore e infine le disse: “Amami. Qui, adesso, in questo istante. Amami come io intendo amarti.”
E detto questo la baciò di nuovo.
L’uomo piano piano accorciò la distanza tra i loro corpi e la fece aderire perfettamente al suo, imprigionandola tra le sue braccia.
Il bacio inizialmente fu pacato, tranquillo, leggero come un soffio, ma in poco tempo le labbra di lui chiesero l’accesso alla sua bocca.
Tremante, impaurita ma allo stesso tempo incuriosita da tutto ciò,la donna ascoltò la sua preghiera e dischiuse le sue labbra permettendogli l’accesso alla sua bocca.
Un’emozione improvvisa la travolse, il suo uomo assaporò il succo delle sue labbra, impadronendosi della sua mente con una tale forza da disorientarla.
La donna non sentiva più nulla attorno a sé. Il mondo, gli alberi, il cielo, il vento, il ruscello, ogni cosa attorno a loro taceva come a volerli lasciare liberi di contemplare quello che stava accadendo.
L’uomo le si avventò contro con fare famelico, il suo desiderio era forte e non si sarebbe fermato fino a quando non si fosse sentito pienamente soddisfatto.
In un attimo con forza la sbattè contro il tronco del ciliegio sovrastandola con tutto il suo peso.
Questo comportamento per un attimo spaventò la donna, che rimase per qualche minuto sbalordita da tale foga.
Il temperamento dell’uomo la sorprese positivamente, in fondo l’aveva sempre pensato che lui fosse così: forte, passionale, energetico, incontrollabile, lei sapeva che questo era il suo modo di fare l’amore.
Non dandole il tempo di riprendersi dai suoi pensieri, le si avventò di nuovo contro mirando al tessuto che le fasciava il petto.
In un attimo il tessuto finì in brandelli e le mani ruvide dell’uomo afferrarono i seni della donna con la veemenza degli artigli di un falco.
Li strinse, li accarezzò, ci giocherellò con le dita provocando brividi ed eccitazione nella donna davanti a lui, gustando ogni suo movimento seguito da un gemito e osservando ogni sua risposta alla magia che stava creando con le mani.
Immerso nell’incantesimo sensuale che stavano vivendo le si avvicinò sempre di più, strusciandosi e danzando con il suo corpo digiuno di tutte queste attenzioni e con un filo di voce roca le chiese:
“Sto andando troppo veloce?” le disse tra un sospiro e l’altro. “Ti sto facendo male? Vuoi che smetta?”.
La donna riprendendosi da quel vortice di emozioni, aprì i suoi grandi occhi castani provocandogli un tuffo al cuore e sorridendo gli rispose: “No, va bene. Non ci sono problemi….non smettere.”
Detto questo l’uomo riprese quello che aveva interrotto, gustandosi ogni singola reazione che proveniva dal corpo della donna.
Le sue mani viaggiavano potenti, decise, come se stessero seguendo un sentiero invisibile tra le curve della donna, erano curiose, ossessionate e assetate di lei e non ne avevano mai abbastanza.
Come lui del resto, anche se era la prima volta che la toccava, già non riusciva a staccarsi più…..era come se fosse nato per averla, per assaggiarla, possederla, amarla, era come se qualcuno avesse deciso ancor prima che nascessero, che loro due dovevano stare assieme…..era come se lei fosse il suo DESTINO.
La guardò ancora contorcersi sotto il suo tocco, ansimare chiedendo al mondo attorno a lei di ricevere un po’ d’aria da respirare, pregandolo di farla sua sfiorando il suo fuoco d’amore.
La donna alla fine lo guardò dritto negli occhi. Era meravigliosa, splendida nel suo essere una donna vera, non finta, non una dea, non inventata, ma vera……le guance erano arrossate, le labbra consumate dai baci e dai morsi del suo amante, la fronte piena di sudore e i suoi occhi, pieni d’amore.
Non appena riuscì a riprendere nuovamente fiato gli disse: “Fammi tua. Fammi essere parte di te e diventa parte di me affinchè io possa stare con te per sempre.”
Detto questo l’uomo le sorrise e la coprì di baci pieni di desiderio.
La strinse a sé, l’accarezzò tutta, la osservò godersi le sue attenzioni, fiero del potere che avesse sulle sue sensazioni e infine la fece sua.
Scostando il tessuto di quel meraviglioso yukata blu,facendo scivolare i lembi sulla sua pelle facendola rabbrividire al contatto con l’aria fresca, l’uomo fece risplendere alla luce argentea le sue gambe e accarezzandole s’inchinò per baciarle.
La sua pelle sapeva di menta e muschio, era pungente e morbida allo stesso tempo. L’uomo dedicò molto tempo alle sue gambe, le leccò, le succhiò lasciandole visibili segni rossi, le morse come una creatura affamata e poi seguì un percorso che lo portò ad assaggiare prima la sua femminilità e poi di nuovo le sue labbra.
La donna gemendo nella sua bocca, si godeva con gioia, le attenzioni del suo amante e rimase piacevolmente colpita dalla forza e delicatezza con cui lui la stava amando.
Senza neanche darle il tempo di pensare, preso dalla foga la penetrò con forza.
Una sensazione di bruciore e di dolore, le fecero emettere un improvviso urlo di dolore, silenziose lacrime comparvero ai lati degli occhi e il suo corpo invaso iniziò a tremare.
Quando l’uomo vide le sue lacrime provò a scusarsi: “Amore mio” disse ansimando “ perdonami, avrei dovuto usare più delicatezza con te. Perdonami.”
La donna lo guardò, vedendo il senso di colpa e la vergogna che erano dipinti sul viso e lo accarezzò sorridendo.
“Non preoccuparti amore mio, è un dolore che presto passerà.”e lo abbracciò, aggrappandosi a lui.
Passata la paura iniziale, l’uomo ricominciò a muoversi dentro di lei. Le emozioni che stava provando erano indescrivibili. Il soffio del dolore la stava abbandonando e al suo posto si stava facendo strada il piacere più intenso.
Una….due…tre…quattro….mille spinte che la portarono ad arcuarsi all’indietro, abbandonandosi al sostegno del suo compagno, mille colori nella sua testa, un caleidoscopio di sensazioni nel suo corpo, i muscoli che si tendono,il sudore di lui che goccia dopo goccia le ricopre il corpo, le dita che vagano alla ricerca di qualcosa di invisibile, il respiro caldo maschile, le sue gambe che si aggrappano a lui mentre la riempie di desiderio, i suoi denti che nell’amplesso le mordono il collo facendone uscire il nettare rosso, battiti, respiri, ansimi, odori, umori….un odore metallico di sangue, un odore delicato di donna, uno pungente di uomo, il legno che trema e si agita graffiandole la schiena, i petali di ciliegio che li accarezzano di nascosto e che scendono dall’albero spiandoli come dei piccoli folletti.
E la tensione sale…e sale…..e le sensazioni e il piacere s’intensificano, onde di brivido disconnesse percorrono i loro corpi, il sottofondo musicale è il soffio del vento e il movimento delle foglie che copre i loro urli e i loro gemiti.
Ed ecco che il loro volo è giunto alla fine, i loro corpi ripetono gli ultimi passi e alla fine la danza finisce….l’orgasmo arriva potente e sconvolgente in tutta la sua consistenza lasciandoli uniti, aggrovigliati negli ultimi attimi di un groviglio di emozioni e sensazioni…..e nel mondo attorno al loro, il vento e la luna testimoni silenziosi di tanto amore ripetono a gran voce i loro sussurri….

Ti amo…….Ryo

Kaori…….Kaori……ti amo….



Continua………………

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Capitolo 11
*** Capitolo 10 – La ruota gira….. ***


La mattina seguente Kaori si svegliò con un potente mal di testa che le rese difficile l’alzarsi dal letto e dirigersi al piano di sotto per fare colazione.
Ultimamente i suoi mal di testa erano peggiorati e la cosa non le faceva affatto piacere, inoltre mancavano circa tre giorni al grande evento di Tanabata e lei voleva essere in forma per quella sera.
Con grande difficoltà raggiunse la sala da pranzo e sorreggendosi la testa con la mano destra, nel tentativo di cercare di alleviare il suo dolore cercò di mangiare qualche boccone della colazione preparata dalla signora Moriko, la quale vedendola così pallida decise di domandarle la causa.
“Signorina Makimura, ha un viso molto pallido cosa le succede?”
“Oh signora Moriko, in effetti non lo so, ultimamente sto soffrendo di mal di testa continui e ogni mattina mi sveglio con un senso di spossatezza.” Rispose Kaori.
“Allora qui ci vuole un bel tè al ginseng.” Disse e in pochi minuti sparì in cucina.
Kaori sorrise guardando la vecchietta sparire e rivolse il suo sguardo fuori dalla finestra. Doveva essersi svegliata molto presto quella mattina perché il sole era appena sorto e il giardino si stava risvegliando dal suo tepore notturno.
Quella visione la calmò e le riempì il cuore.
L’arrivo della signora Moriko accompagnata da un dolce profumo destò Kaori dai suoi pensieri.
“Ecco qui signorina. Vedrà che questo la tirerà su e le infonderà tanta forza.” Disse la donna sorridendole.
“Grazie.” Rispose Kaori ricambiando il sorriso.
“Si è svegliata presto stamani come mai? Dormito male?”
“No ho dormito bene, ma all’improvviso mi sono svegliata con questo senso di spossatezza, come se avessi passato tutta la notte fuori, inoltre mi fa male dietro la schiena, mi brucia la pelle e non so perché.” Disse toccandosi istintivamente sopra il kimono.
“Che ne dice di un bel bagno caldo? Allevia il dolore e le preoccupazioni.”
Kaori ci pensò su e alla fine annuì.
“Vado subito a prepararlo. Con permesso.” Ma non ebbe il tempo di dirlo che Kaori la fermò chiedendole informazioni.
“Signora Moriko dove sono tutti? Non ho ancora visto nessuno in giro.”
“Come le ho detto prima, si è svegliata presto oggi. Ha visto che ore sono?”
Kaori fece cenno di no con la testa, non aveva fatto molto caso né all’ora né ad altro, istintivamente aveva deciso di scendere al piano di sotto.
“Sono le sei e mezza adesso.” Rispose sorridendo. “E ora le vado a preparare il bagno.”
Detto questo la vecchietta sparì di nuovo nel corridoio, lasciando Kaori immersa nei suoi pensieri.
Si sentiva molto strana, quei mal di testa così forti non le erano mai capitati e poi così di frequente, inoltre ogni mattina si svegliava sempre più stanca, spossata.
Quella mattina poi era ancora più strana, sentiva un dolore interno all’inguine e ogni tanto un bruciore intimo dovuto a non si sa cosa, aveva anche scoperto qualche goccia di sangue nel futon appena svegliata e la cosa l’aveva turbata visibilmente.
Forse il bagno che le stava preparando la signora Moriko l’avrebbe aiutata a rifocillarsi e le avrebbe calmato tutti quei dolori improvvisi, compreso il bruciore e la sensazione pungente che aveva dietro la schiena.
Si toccò istintivamente la schiena per la seconda volta ed era talmente assorta nei suoi pensieri da non accorgersi della presenza della signora Moriko dietro di lei, tanto che quando la donna la chiamò, le fece quasi venire un infarto.
“Signorina Makimura il bagno è pronto!”
“Signora Moriko!” disse Kaori spaventata “oddio mi ha spaventato!”
“Oh domando scusa signorina, prego per di qua.”
E detto questo le fece strada attraverso il corridoio fino al bagno tutto in legno eccetto la grande vasca bianca rivestita di legno pregiato, come voleva la tradizione giapponese.
La signora Moriko aiutò Kaori a spogliarsi, ma quando le scoprì la schiena bianca urlò per lo spavento.
“Oh signore!” urlò la signora Moriko.
Kaori si spaventò e chiese trepidante: “Signora Moriko che succede?”.
“Ma…. Signorina Kaori, la sua schiena è tutta graffiata e piena di pezzi di legno.” Detto questo ne prese uno fra le dita, lo manipolò con grande abilità e alla fine dopo averlo odorato esclamò “Ma questo è legno di ciliegio!”
“Ciliegio?” esclamò Kaori sorpresa.
“Signorina Kaori, vi siete ferita con del ciliegio….ma com’è successo? Eppure il vostro kimono è intatto!” disse la donna osservando attentamente la delicata stoffa dell’abito blu.
Kaori rimase in silenzio, neanche lei sapeva esattamente cosa fosse successo, ricordava vagamente un misto di sensazioni di piacere, emozione e frenesia.
Le sembrava che fosse successo qualcosa con Ryo, l’altra sera eppure nonostante cercasse di sforzarsi di ricordare, non aveva alcuna memoria visiva di quello che potesse essere accaduto dopo quel bacio che si erano dati.
Possibile che l’avesse stretta con tanta foga da farla ferire con il legno?
Eppure non le sembrava che fosse successo nulla di che, anzi Ryo era stato molto delicato nel baciarla e nello stringerla a sé e poi la signora Moriko aveva detto che il kimono era intatto e lei aveva indossato solo quello ieri sera e per qualche motivo si era anche addormentata indossandolo ancora, diversamente dal solito.
E allora?
Come aveva fatto a ferirsi così?
“Oh ma anche sul collo. Signorina Makimura lei ha dei morsi sul collo e sulle gambe anche.” Detto questo la signora Moriko le passò lo specchio argentato in modo che la donna potesse osservare da sola, i segni presenti sulla sua pelle.
Kaori si specchiò e notò come il suo collo fosse pieno di segni rossi, segni molto simili a dei morsi.
Si sfiorò istintivamente la pelle marchiata e voltandosi a guardare la signora Moriko le disse: “Signora Moriko, io non ricordo assolutamente nulla di come mi sia potuto procurare questi segni così, però le chiedo di non farne parole con gli altri, vorrei che nessuno eccetto lei sapesse di questa storia.”
La donna sorrise e le disse: “Signorina Makimura…”
“Kaori…la prego, a questo punto.”
“Kaori, non si deve preoccupare, io non dirò niente a nessuno. E poi chi vuole che creda alle parole di una domestica?”
“Non è questo il punto, le chiedo solo di mantenere il segreto.”
“Certo sarà fatto. Però non credo che debba vergognarsi di aver passato con il suo fidanzato.”
“Fidanzato?”
“Il signor Saeba! Ho visto come vi guardate, ho notato quanto amore proviate l’uno per l’altra e inoltre….mi è capitato di vedervi discutere nei pressi del ciliegio ieri sera, anche se non era mia intenzione osservarvi.”disse imbarazzata la donna.
Kaori arrossì ripensando nuovamente al bacio che Ryo le aveva dato la sera prima e poi disse: “Ecco…vede signora Moriko…..”
“Kaori…” la interruppè la donna “ lei non mi deve alcuna spiegazione sono cose vostre, volevo solo farle presente che non mi deve giustificare “certi” segni, sono cose tra lei e il signor Saeba.”
Kaori preferì tacere e annuire fingendo che la donna avesse ragione.
“Su ora l’aiuto a pulire bene questi graffi e poi potrà rilassarsi con un bel bagno caldo.” Le disse la donna sorridendo.
Detto questo prese una piccola bacinella di legno e un asciugamano bianco e si diresse verso il rubinetto della splendida doccia di quel bagno enorme.
Riempì la bacinella con acqua calda e tornò di nuovo da Kaori. L’aiutò a liberarsi degli ultimi indumenti e alla fine immergendo il panno nell’acqua iniziò a lavarle la schiena, pulendo i graffi e togliendo tutti i pezzetti di legno presenti.
La signora Moriko le lavò la schiena con cura e delicatezza e Kaori apprezzò moltissimo l’attenzione che la vecchietta le stava dando, aveva una sensazione di benessere e nostalgia, le sembrava un momento incredibilmente materno.
Sotto lo sguardo attento della signora Moriko, come una madre che segue attentamente la figlia, Kaori si fece un bagno rilassante, scacciando tutti i pensieri e le paure che aveva avuto fino a quel momento.
L’acqua calda alleviò i suoi dolori e diede nuovo vigore alla sua pelle e le portò quel sollievo tanto agognato.
Una volta terminato il bagno la signora Moriko, alleviò il bruciore della sua schiena applicandole una lozione a base di Aloe, una pianta il cui nettare aiuta la pelle a rigenerarsi.
Una volta finito di medicarla, l’aiutò a vestirsi raccomandandosi caldamente.
“Bene Kaori, la lozione avrà un effetto immediato, ma dovrà stare attenta quando si spoglia e quando si veste perché comunque la schiena è ancora molto delicata e ci vorrà tempo per togliere quei graffi.”
Kaori la ringraziò sorridendo e i suoi pensieri tornarono di nuovo improvvisamente a tormentarla.
La vecchietta notando la sua espressione cercò di rincuorarla.
“Non si crucci su come si sia potuta provocare quelle ferite presto guariranno.”disse sorridendo.
“Lei ha ragione ma ancora non riesco a capire…..sembra tutto così surreale.”
“In effetti ha ragione….ma forse sta succedendo qualcosa di magico.”
Kaori la guardò incuriosita e la donna continuò dicendo: “ Forse si sta piano piano avverando l’incantesimo di Tanabata……ormai ci siamo quasi no?” E detto questo si allontanò lasciando una Kaori stupita e sconcertata da tali parole, con mille domande che le frullavano nella mente.




Continua………..

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Capitolo 12
*** Capitolo 11 – …..e gira….. ***


Finalmente anche gli altri si svegliarono e una volta raggiunta Kaori, che non aveva ancora mangiato, fecero tutti colazione assieme.
Nonostante l’atmosfera allegra che si era creata, in quanto Ryo e Umibozu stavano lottando per una scodella di riso sotto gli sguardi divertiti di tutti i commensali, la sweeper era completamente immersa nei suoi pensieri tanto da non riuscire ad entrare in sintonia con tutti gli altri.
Ryo nonostante tutta la confusione se ne accorse e si fermò a guardarla con aria perplessa.
Quando Kaori se ne accorse e incrociò il suo sguardo, il respiro le si bloccò in gola e il cuore iniziò a batterle incessantemente nel petto.
Era incredibile quello che provava tutte le volte che lui la guardava, le sembrava di essere teletrasportata in un posto magico, un posto che solo loro due conoscevano, dove le barriere potevano finalmente disintegrarsi e potevano essere liberi da ogni costrizione, l’uno davanti all’altra.
Si guardarono per qualche istante completamente presi l’uno dall’altra, la donna si perse completamente negli occhi scuri e profondi dell’uomo e lui fece altrettanto con i suoi meravigliosi occhi nocciola.
La magia però durò poco perché Chisato che era insieme a loro, aveva chiesto l’attenzione di tutti perché doveva fare un annuncio importante, così Saeko cercò di destare Kaori dal suo imbambolamento mentre Umibozu colpiva con una gomitata il braccio di Ryo, iniziando così una canizza che cessò soltanto quando Miki li richiamò all’ordine.
Appena tutti furono in silenzio, la ragazza con gioia fece il suo annuncio.
“Signori e signore, vorrei annunciarvi che questa sera, mio padre ci mostrerà in anteprima la collana realizzata da mio nonno come pegno d’amore alla nonna. Finalmente potrete vedere il cuore di Orihime in tutto il suo splendore.”
Seguì un applauso di apprezzamento collettivo e poi tutti terminarono il loro pasto.
Una volta terminata la colazione, le donne si diressero alle terme mentre gli uomini iniziarono a parlare con Chisato della grande festa di Tanabata.
La signora Moriko, condusse le signore alle grandi terme della casa situate in un’ala separata del giardino che donava privacy e relax a chiunque lo cercasse.
Appena entrarono nell’acqua calda, Saeko e Miki gioirono ed emisero dei sospiri di sollievo.
“Ah che meraviglia!” disse Saeko.
“Ci voleva davvero questo bagno alle terme.” Disse Miki a sua volta.
L’unica che rimase comunque in silenzio fu Kaori, che comunque continuava a pensare a quello che era successo in questi ultimi giorni.
“Kaori stai bene?” le chiese Miki preoccupata.
La donna si destò di nuovo dai suoi pensieri e rispose: “ Oh ….Si certo Miki perché me lo chiedi?”
“Perché sono giorni sei strana, oggi come ieri non hai toccato cibo e inoltre non hai detto una parola. Te ne stai in disparte, tutta sola e non dici niente a nessuno. Mi stai facendo preoccupare.”
“Scusami, ma davvero non c’è niente di particolare.” Cercò di rincuorarla Kaori.
“Sei sicura? A me sembra che ieri qualcosa sia successo, soprattutto notando i segni che hai sulla schiena.” Disse Saeko.
“Segni?” chiese l’altra donna.
La sweeper diventò paonazza e presa dall’imbarazzo, si ammutolì e sprofondò quasi completamente nell’acqua calda.
“Kaori, cosa significano quei segni?” la incalzò Miki.
“Ma niente…mi sarò ferita da qualche parte senza accorgermene.”
“Sei sicura che questa cosa non riguardi anche Ryo?” disse ancora una volta Saeko.
Tombola! Centrata in pieno!
“Ryo?!?” chiese sempre Miki e volgendo il suo sguardo alla rossa continuò :“Kaori, cosa è successo ieri sera?”
La donna non sapeva come rispondere, sapeva soltanto che il suo viso era in fiamme e che avrebbe voluto nascondersi ovunque pur di non essere lì.
“Allora??? Kaori rispondi!”
“Lascia stare, te lo dico cosa è successo Miki. Ieri sera non riuscivo a dormire bene perciò avevo deciso di prendermi una bella tisana alle erbe rilassante per calmare i nervi, quando ho sentito delle voci in giardino. L’ora era tarda e mi sembrava strano che ci fosse ancora qualcuno in giro. Per sicurezza che non fosse qualcuno di pericoloso, mi sono affacciata e ho visto lei e Ryo che stavano discutendo animatamente ed un secondo dopo si stavano baciando appassionatamente sotto il ciliegio, forse è a questo che dobbiamo i segni sulla sua schiena giusto Kaori?” disse infine Saeko.
Miki guardò l’amica con aria interrogativa e Kaori non sapendo da che parte prendere le redini della situazione, alla fine cedette agli sguardi inquisitori e disse: “Ecco……si penso di essermi ferita in quel momento, anche se non ne sono sicurissima.”
“Kaori?!? Succede una cosa così bella con Ryo e non mi dici nulla?” disse la mercenaria sconsolata.
“Ecco Miki…..è che mi è sembrata una cosa impossibile, stentavo a crederci, tanto che neanche mi ricordo quando mi sia ferita la schiena, e non capendoci più nulla non sapevo nemmeno cosa dire. Non sapevo nemmeno io se crederci davvero oppure no.” Le disse la rossa dispiaciuta.
La donna la guardò e alla fine sorridendo le disse: “ Va bene Kaori non preoccuparti. Sono molto contenta per te.”
Kaori sorrise e tirò un sospiro di sollievo.
“Non sei arrabbiata allora.”
“No, mi sono solo dispiaciuta un attimo per non averlo saputo da te ma non fa niente….”
“Oh meno male, Miki tu non sai che peso che mi levi.” Rispose sorridendo.
“Si ma ora……”
“……racconta!” dissero in coro le donne.
Una goccia blu, si formò sul volto di Kaori che iniziò a ridere seguita dalle due donne e iniziò a raccontare.
“Beh ecco….abbiamo iniziato a discutere animatamente, è preoccupato per quello che devo fare alla festa di Tanabata, teme che mi possa accadere qualcosa e che lui non riesca a proteggermi.” E detto questo sul suo volto comparve un’espressione piena di tristezza.
“E come siete finiti a baciarvi?” chiese Miki maliziosa.
“Beh ecco…..ha fatto tutto lui….stavamo discutendo come al solito, lui si è arrabbiato, ha dato un colpo al tronco dietro di me e poi mi ha preso con forza e mi ha baciata.” Disse la donna arrossendo al pensiero di tutta la situazione, mentre Miki e Saeko sognavano ad occhi aperti.
“Wow….e Kaori….”
“Si?”
“Com’è stato?” chiese la poliziotta.
Il suo cuore iniziò a battere all’impazzata, il suo corpo ricordò in un lampo, il calore che le trasmetteva la vicinanza del corpo dell’uomo e le sensazioni provate nel momento in cui le labbra di lui sfiorarono le sue.
Paonazza in viso, con un’aria imbarazzata, la donna guardò le due amiche e alla fine disse: “E’ stato meraviglioso.”
“Ahhh che bellooooo!” urlò Miki e si tuffò verso Kaori per abbracciarla forte.
“Congratulazioni Kaori.” Disse Saeko sorridendo.
“Ah finalmente quel pervertito ha messo la testa apposto. Finalmente state assieme! Che bello!” urlò di nuovo la mercenaria piena di felicità.
“Beh non proprio…”disse la sweeper cercando di sopravvivere all’abbraccio dell’amica.
“Come?” dissero le due brune all’unisono.
“Beh non ci siamo detti niente dopo, da quel che ricordo è finito tutto con un bacio, ma non ne sono più tanto sicura….”
“E perché no?” disse Saeko.
“Perché non ricordo niente dopo.” Disse Kaori con aria confusa.
“Non ricordi niente dopo il bacio?” le chiese Miki.
La donna fece cenno di no con la testa, visibilmente imbarazzata.
All’improvviso alla poliziotta venne in mente una cosa e le disse: “Kaori potresti girarti per cortesia? Vorrei vedere le tue ferite.”
“Ah ok.” E detto questo si voltò mostrando alle due donne i graffi presenti sulla sua schiena.
Saeko assieme a Miki, li osservò attentamente e poi le disse:
“Come ti sei sentita appena sveglia?”
“Strana, spossata, stanca come se non avessi dormito. Avevo male alla testa e male alle gambe e…….” improvvisamente arrossì di nuovo e poi continuò dicendo: “ …avvertivo un dolore insolito all’inguine tanto che appena alzata ho notato una macchia di sangue sul lenzuolo.”
“Non può essere il ciclo?”le chiese la mercenaria.
“No, mi arriva solo tra due settimane ed è sempre stato regolare.”
Saeko guardò attentamente la sweeper e alla fine dopo attenta riflessione, le chiese: “ Kaori ma tu sei vergine?”
Sia Kaori che Miki improvvisamente arrossirono e alla fine la mercenaria le disse: “Saeko! Ma che domande fai?”
“Scusa Kaori, ma ti chiedo di rispondermi sinceramente.”
La donna arrossì violentemente e prendendo il coraggio a due mani disse: “Si.”
“Come mai mi domandi questa cosa?”
“Semplicemente perché tutte le cose che mi hai detto, mi hanno fatto ricordare il giorno dopo della mia prima volta.”
“Ma Saeko io non ho mai…..”
“Invece sì.”
Kaori e Miki sgranarono gli occhi all’improvviso e guardarono la donna con aria interrogativa.
“Lo hai fatto eccome. Ieri sera, appoggiata all’albero di ciliegio assieme a Ryo.”
“Cosa??? Ma stai scherzando??? Ryo non ha mai….”
“Ti ripeto che ieri avete fatto l’amore appoggiati al ciliegio!”
“Saeko ma tu come lo sai?” chiese la mercenaria.
“Semplicemente perché le sensazioni post primo rapporto sono quelle…. bruciore interno, gambe pesanti come se avessi corso per tutto il Giappone, testa dolorante e macchie di sangue sulle lenzuola o presenti negli indumenti intimi, inoltre le sue ferite sono troppe e troppo profonde per essere state causate da un semplice bacio.”
“Cosa vorresti dire?”le chiese Kaori.
“Sono troppe innanzittutto, tu ti sei poggiata al tronco e durante un bacio non c’è tutto questo movimento, inoltre sono troppo profonde per essere state fatte con il kimono che ti copriva la schiena, quindi te le sei procurate con la schiena scoperta e c’è solo un motivo per cui fosse scoperta ieri sera. Tu e Ryo avete fatto l’amore, ieri sera, appoggiati al ciliegio.”
Kaori impallidì e poi arrossì improvvisamente.
“Come spieghi il fatto che non se lo ricordi?”
“Questo non so dirtelo, forse il fatto che per tutti questi anni abbia aspettato senza ricevere conferme, le ha impedito di rendersi conto che tutto ciò stava finalmente accadendo.” Rispose sicura Saeko.
“Saeko è impossibile, Ryo non farebbe mai l’amore con me.” Rispose Kaori.
“Non credo sia così. Ho visto che sguardo vi siete lanciati prima a colazione, stavate bruciando insieme, vi siete guardati con così tanta carica sessuale da non lasciare alcun dubbio.”le disse decisa la donna.
Kaori, rimase colpita dalle parole della poliziotta. Allora tutto quello che lei provava quando l’uomo la guardava, lo si leggeva sul suo volto a caratteri cubitali. E Ryo? Anche lui era riuscito a leggere le stesse cose che aveva visto Saeko e che a quanto pare erano chiare a tutti tranne che a lei?
La donna sprofondò il viso rosso come un peperone nell’asciugamano bianco che aveva tra le mani, cercando di far evaporare tutte le sue sensazioni.
Miki la guardò e poi alla fine le disse: “Cosa hai intenzione di fare con questi graffi? Ti fanno male?”
“No la signora Moriko stamani mi ha spalmato una lozione a base di Aloe. Dice che è miracolosa.” Disse Kaori sorridendo.
“La signora Moriko?”chiesero le donne all’unisono.
“Si esatto. E’ stata molto gentile con me.”
“E come mai nessuno sa nulla di questi graffi?”
“Le ho chiesto io di non parlare, nel dubbio che fosse accaduto qualcosa non ho detto nulla.”
Le due donne guardarono Kaori con molta tenerezza, si vedeva lontano un miglio che amava Ryo e che non vedeva l’ora di stare con lui e quel suo pudore, il suo vergognarsi di certe cose che sono comunque normali quando si ama qualcuno, creavano un’atmosfera di tenerezza attorno a lei.
“Vedrai che presto i graffi spariranno.” Le disse Saeko sorridendo.
Kaori sorrise.
“Certo però guardandoti bene, lo devo dire…..ragazzi ieri sera ci avete proprio dato giù…la tua schiena è coperta di graffi …..sembra proprio che vi siate divertiti.” Disse concisa Miki.
“Miki ma cosa dici???” e Kaori arrossì di nuovo, sotto lo sguardo divertito delle donne.
“Scusa Kaori, ma è stato più forte di me.” Disse la mercenaria ridendo seguita a ruota da Saeko.
Dopo aver superato il suo visibile imbarazzo, anche la sweeper iniziò a ridere fragorosamente dimenticandosi di tutta la vergogna provata fino a qualche minuto prima.
In poco tempo le tre donne finirono il loro bagno alle terme e mentre uscirono incontrarono Ryo che le stava aspettando di fuori.
“Ciao Ryo.” Disse Saeko. “Come mai sei qui? Vuoi scortarci in casa?”
“Ciao Saeko, non in realtà stavo cercando Kaori e mi hanno detto che era con voi.”
La donna apparve da dietro Miki e disse: “Eccomi cosa c’è?”
“Posso parlarti un istante?” le disse serio.
“Si certo. Saeko, Miki vi dispiace?” chiese con timidezza la donna.
Le due donne si guardarono e sorridendo sotto i baffi dissero in coro: “ Si certo Kaori non preoccuparti. A dopo.”
Nel mentre che stavano andando via, Miki si girò e guardandoli disse: “ Ah Kaori attenta ai rami.”
E detto queste se ne andarono ridendo.
Ryo guardò Kaori che aveva addosso un’aria visibilmente imbarazzata e le disse: “Rami? Cosa sanno dei rami? Cosa hai raccontato a quelle due?”
La donna con grande imbarazzo, guardò l’uomo e disse: “ Non ho potuto evitare di dir loro la verità. Saeko ci ha visto ieri sera.”
“Ah…. “ esclamò e poi con aria tranquilla continuò dicendo: “Non fa niente, tanto non è una cosa che la riguardi.”
E detto questo si passò la mano tra i capelli.
Kaori sapeva che era nervoso all’idea che qualcuno sapesse cosa fosse successo la sera prima, infatti lui calmava la tensione con quel suo gesto inconfondibile.
“Senti non mi va di parlare qui, anche i muri hanno le orecchie. Ti va di camminare un po’ in giardino?”
La donna accettò e insieme iniziarono a fare una passeggiata nel verde.
“Di cosa volevi parlarmi?” gli chiese Kaori.
“Ecco….volevo chiederti scusa.”
“Scusa? Per cosa?” chiese la donna stupita.
“Per ieri….per come ti ho presa…..sono stato davvero burbero. Ti prego di scusarmi.”
Kaori arrossì al pensiero di quello che era successo ieri e cercando di nascondere il suo imbarazzo disse: “No assolutamente, non mi hai fatto male…. anzi.” disse sorridendo.
L’uomo la guardò e per un istante si perse nei suoi occhi, poi destatosi improvvisamente le disse: “ La prossima volta non sarò così indelicato, te lo prometto.”
La prossima volta? Ryo voleva che ci fosse una prossima volta? Non poteva essere vero. Stava sognando!
“Dici davvero?” gli disse incredula.
“Certo, non so mica un barbaro, lo so come si tratta una donna!” esclamò risentito.
“No intendevo dire….davvero vuoi che ci sia una prossima volta?”
Ryo la guardò sorpreso, con il cuore che gli batteva all’impazzata nel petto e dopo aver tentato in tutti i modi di evitare di saltarle addosso in quell’istante le disse: “Certo che lo voglio, non te lo avrei detto altrimenti. Lo so sono sempre stato un maniaco e un farfallone, ma tutto quello che ti ho detto ieri è vero.”
E detto questo la guardò intensamente, come sapeva fare lui, la spogliò con gli occhi, la bramò con il cuore e con la carne e pregò tutti gli Dei del cielo che riuscissero a fermarlo dal cercare di possederla lì, nel bel mezzo del giardino del loro cliente.
Kaori rimase avvolta dal suo sguardo, la sua pelle bruciò come se si fosse improvvisamente incendiata e ogni cellula del suo corpo voleva soltanto una cosa: LUI.
Entrambi fecero un’enorme fatica per trattenersi e cercarono di portare avanti la loro tanto sofferta passeggiata.
Improvvisamente fu Ryo a prendere la parola dicendole: “ Tra due giorni è Tanabata e tu dovrai indossare la collana del padre di Hikinose.”
Nella sua voce c’era risentimento, rabbia, fastidio e un briciolo di preoccupazione che Kaori riuscì ad avvertire perfettamente e che la portò a guardarlo con aria colpevole.
“Mi dispiace Ryo.” E detto questo abbassò la testa.
Fu allora che l’uomo le si avvicinò, erano di nuovo sotto il ciliegio della sera prima e l’atmosfera cambiò improvvisamente diventando magica.
Le prese il mento con le dita e lo sollevò in modo da incontrare i suoi magnetici occhi nocciola.
“Non preoccuparti Kaori, ci sarò io a proteggerti, non ti mollerò un solo istante, non ti accadrà niente te lo prometto.” Disse sorridendo.
Kaori prima rimase sorpresa, poi gli sorrise dolcemente, dicendo: “Si Ryo. Lo so, tu non mi abbandonerai mai.”
L’uomo sorrise di nuovo e alla fine rendendosi conto di dove fossero le si avvicinò pericolosamente al viso dicendo: “Senti ma una ricompensa non me la merito?”
La donna lo guardò incuriosita e lui continuò dicendo: “Beh non capita tutti i giorni che uno stallone come me, giuri fedeltà ad una SOLA donna.”
Kaori ci pensò su, lasciandolo un attimo sulle spine, poi alla fine disse: “ In realtà dovrei fartela pagare per ogni giornataccia e nottataccia passate per colpa tua ma……”
“Ma non vedi l’ora di baciarmi.” Concluse lui sorridente.
La donna visibilmente imbarazzata iniziò a picchiarlo con i pugni sul torace urlando: “Tu brutto maniaco cosa ti fa pensare che abbia voglia di…….”
E non fece in tempo a concludere la frase che Ryo l’attirò a sé e coinvolgendola in un bacio senza precedenti.
Alla povera Kaori non restò altro che arrendersi all’assalto dell’uomo che si gustò completamente quel contatto così intimo e magico che stavano avendo.
L’uomo la strinse con forza a sé e inavvertitamente le toccò la schiena ferita provocandole un forte dolore che la costrinse a staccarsi da lui e la fece urlare.
Sentendo quell’urlo, Ryo visibilmente preoccupato le chiese cosa stesse succedendo.
“Kaori, che succede? Ti ho fatto male?”
“No Ryo non è colpa tua, mi hai solo toccato sulla schiena dove ho dei graffi che mi fanno male.”
L’uomo scostò un poco il tessuto che le ricopriva la palle e osservò non senza “scaldarsi” la sua pelle chiara e successivamente le ferite di cui stavano parlando.
Guardandola quasi con aria colpevole le chiese:
“Sono stato io a farti questo? Accidenti! Sono stato proprio violento! Ora capisco perché Saeko e Miki ti hanno detto di stare attenta agli alberi. Kaori scusami non volevo!”
La donna sorridendo prese la mano dell’uomo e la strinse tra le sue e guardandolo con occhi pieni d’amore gli disse: “ Ma no, non preoccuparti. In effetti non sono sicurissima che sia stato tu a farmeli…..”
“Che vorresti dire?”
“Ecco….scusa Ryo ma io non ricordo nulla dopo il bacio che ci siamo dati ieri.” Disse la donna con sguardo colpevole e dispiaciuto allo stesso tempo.
“Beh se la cosa può esserti di consolazione, nemmeno io ricordo molto…. so solo che mi sono risvegliato questa mattina …..con a-ahem…. con il tuo “odore” addosso.” Le confessò l’uomo.
“Con il mio….”odore”?” rimarcò la donna imbarazzata all’inverosimile.
“Già e quando mi sono cambiato ho notato dei segni di unghie sulle mie spalle, inoltre ho fatto un sogno molto “strano”.”
“Strano? In che senso?”
“Ecco….ho sognato che facevamo l’amore sotto un albero di ciliegio.”
Kaori lo guardò sbalordita e con grande sforzo confessò anche lei dicendo: “ Ho fatto lo stesso sogno anche io.”
E detto questo abbassò lo sguardo per via del grande imbarazzo.
Ryo rimase sbalordito e cercando di far quadrare le cose alla fine disse.
“Beh le spiegazioni sono due: o l’abbiamo fatto e l’abbiamo vissuto come un sogno, in effetti questo spiegherebbe i miei segni sulle spalle e i tuoi graffi sulla schiena…. oppure abbiamo fatto lo stesso sogno per non si sa bene quale motivo però rimane ancora da chiarire come mai abbiamo questi segni addosso.”
“Credi sia possibile che noi…..abbiamo…..ecco……fatto l’amore senza ricordare nulla?”
“No questo no!” urlò Ryo.
Kaori lo guardò stupita senza fiatare.
Cercando di ricomporsi l’uomo le spiegò il motivo della sua affermazione.
“Non credo sia possibile, perché noi abbiamo nella testa delle immagini che consideriamo parte di un sogno quindi deve esserci successo qualcosa ieri sera.” Poi la guardò e le chiese: “ Tu hai notato qualche cambiamento nel tuo corpo?”
“In che senso scusa?”
“Beh ecco eri vergine prima giusto?”
La donna cercando di non fare caso all’imbarazzo che stava provando in quel momento rispose: “ Beh…s-si.”
“Ecco, generalmente “dopo”, la donna dovrebbe avvertire qualche cambiamento.”
Kaori ci pensò bene su e alla fine come folgorata da un’illuminazione rispose: “ Beh mi sono svegliata molto stanca, come se non avessi dormito, avevo dolori ovunque, mi facevano male gambe braccia e sentivo un bruciore strano mai provato alla zona intima…..e c’è stata anche una piccola perdita di sangue…”
Ryo la squadrò attentamente e chiese: “C’è altro?”
“Ecco…. ho trovato d-dei segni di morsi sulle gambe……”rispose lei ancora più imbarazzata.
“Allora credo non ci siano più dubbi non pensi?”
La donna annuì con il capo.
“Di certo è strano che ce lo ricordiamo sotto forma di sogno e che non ci siano altre immagini dopo quel momento, però sono sicuro che sia successo, anche se tutta la faccenda non mi quadra.”
Ryo la guardò ancora con uno sguardo pieno d’amore e di tenerezza. Il suo sguardo incrociò quello di lei che s’immerse completamente nella magia.
“Kaori, fai attenzione la sera della festa! Tutta questa faccenda non mi piace. Io non ti perderò di vista un solo momento ma tu fai attenzione, sta succedendo qualcosa di strano!” Disse serio.
“D’accordo Ryo. Te lo prometto!”
“Da stasera tu dormirai con me! Non intendo lasciarti sola un minuto di più, inoltre non devi mai allontanarti da me intesi?”
“Ryo , ma……”
“Intesi?”
La donna sospirò e alla fine rispose: “ Intesi.”
E detto questo lui l’attirò a sé abbracciandola con forza, stringendola contro il suo petto con amore, donandole un grande senso di protezione.
L’uomo affondò il viso nella sua chioma rossa e assaporò il profumo di vaniglia e menta che emanavano e sempre stringendola a sé, alzò lo sguardo, promettendo a se stesso che l’avrebbe protetta a costo della vita.


Continua…………………

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Capitolo 13
*** Capitolo 12 – …..e gira. ***


La giornata trascorse in maniera tranquilla. Ryo non mollava un attimo Kaori, pretendeva di sorvegliarla costantemente, anche nei momenti in cui lei si recava in bagno.
La cosa a Kaori non fece affatto piacere ed ebbe l’accortezza di comunicare la sua opinione all’uomo sotterrandolo con un Konpeito di 250 T.
Nonostante tutti i boati e le urla che si avvertivano dalle mura di casa Hikinose, comunque le ore scorrevano tranquille e in poco tempo il cielo s’imbrunì e venne l’ora di cambiarsi per la cena.
Scortata dalla signora Moriko e da Ryo, Kaori arrivò nella stanza che inizialmente era stata assegnata ad entrambi e che ora invece veniva usata soltanto dall’uomo.
Visibilmente imbarazzata dalla situazione la sweeper congedò la signora Moriko.
“Signora Moriko, può andare ora, mi cambierò in tempo per la cena.”
La donna guardò la sweeper con aria interrogativa, poi volse uno sguardo interrogativo verso Ryo, che visibilmente imbarazzato cercò di ignorare gli occhi magnetici di quella vecchietta tanto minuta quanto insistente.
“Sicura che non le serva nulla signorina Kaori?”
“Non ho bisogno di nulla signora Moriko. Grazie.”
Detto questo sempre squadrando l’uomo dai capelli corvini, la vecchietta si allontanò e una volta uscita, richiuse la porta dietro di sé.
“Non mi piace quella vecchia, ti sta troppo appiccicata.” Sbuffò Ryo.
“Non trattarla male, si è dimostrata molto protettiva con me.” Lo sgridò Kaori.
“Si tu hai ragione ma…non mi piace, mi ha guardato in modo strano!”
“Forse perché non siamo marito e moglie e nonostante tutto io mi cambio mentre tu sei presente in stanza?”
“Ma che vuol dire? Abbiamo già fatto l’amore è naturale che io stia qui con te no?”
“Si ma lei non lo sa….che noi ab-abbiamo….” Cercò di dire la donna arrossendo violentemente.
L’uomo la guardò con tenerezza e le si avvicinò lentamente.
Quando Kaori avvertì il suo passo, istintivamente iniziò ad indietreggiare, finendo contro la parete della stanza, senza alcuna via di scampo.
In poco tempo Ryo fu davanti a lei e l’osservava con aria bramosa.
Una paura irrazionale assalì la donna, il cuore iniziò a batterle all’impazzata facendole quasi esplodere il petto, uno strano calore le invase il corpo e tutte le sue membra s’irrigidirono improvvisamente.
“R-Ryo…..” disse con un filo di voce.
La sua mente l’abbandonò nel momento in cui l’uomo fu abbastanza vicino da permetterle di assaporare l’odore di muschio bianco del suo dopobarba.
L’uomo la chiuse istintivamente tra il suo corpo e la parete. Le sue mani si poggiarono sul legno chiaro all’altezza del collo della donna e i suoi occhi non abbandonarono quelli nocciola di lei, confusi e allo stesso tempo curiosi.
La mano ruvida di Ryo raggiunse la pelle sotto il mento di lei e gustandone la delicata morbidezza, le alzò il viso forzandola a guardarlo dritto nelle pupille nere come la pece.
A quel contatto Kaori si perse completamente, tutto quello che sapeva era che lei e Ryo erano soli nella loro stanza e che lui aveva intenzioni decisamente poco platoniche nei suoi confronti.
“Ryo……” tentò di dire la donna “Ryo mi devo cambiare ci stanno aspettando.”
L’uomo si avvicinò ancora di più al viso della donna e con voce roca disse: “ E tu lascia che aspettino.”
In un attimo la divorò con fame repressa, con un desiderio pungente quasi disperato.
Come un avvoltoio prese possesso delle sue labbra e le torturò senza pietà, senza permetterle di respirare.
A nulla valsero le proteste verbali di Kaori, tra una boccata d’aria e l’altra, l’uomo non accennò a fermarsi, aveva deciso di farle girare la testa sul serio e niente riusciva apparentemente a fermarlo.
Avvolto dalla frenesia della passione Ryo si tuffò nell’incavo del suo collo e iniziò a marchiarla.
Mordeva…succhiava….torturava la pelle chiara della donna, senza un briciolo di pietà.
Era sua….SUA e di nessun’altro e nessuno l’avrebbe portata via da lui.
“Ryo ti prego….” Implorò esausta la donna.
“Ti prego cosa?” le soffiò lui sulle labbra.
Contrariamente a quanto si aspettasse Kaori disse: “ Ti prego fermati, non possiamo ora…..devo-devo cambiarmi per la cena.”
Niente. L’uomo non ascoltò nessuna preghiera e continuò a soddisfare il desiderio che aveva di lei.
Le sue mani iniziarono a viaggiare sul kimono di seta della donna, mentre le labbra ricominciavano con la tortura precedentemente interrotta.
Impossibilitata a resistere a tale gioco, Kaori perse completamente il controllo.
Con decisione mista a disperazione, si aggrappò all’uomo, strusciandosi con foga addosso a lui e mandandolo completamente in orbita.
L’uomo d’altro canto, si gustava ogni singola reazione della donna, cercando di ignorare la sofferenza provata dalla sua eccitazione soffocata dalla stoffa dei jeans.
Ebbro di tutta frenesia che stava provando, arpionò entrambi i polsi della donna e con una mano l’incatenò sopra i suoi capelli rossi mentre con l’unica sua mano libera si faceva strada tra la seta del kimono e il seno imprigionato in esso.
Il gioco durò poco, il tessuto fragile riuscì a resistere molto poco alla fame di Ryo e in poco tempo le sue dita riuscirono a trovare il capezzolo eccitato di Kaori.
Non passò molto tempo che anche la bocca dell’uomo lo trovò e iniziò a gustarlo con sana soddisfazione.
Ogni movimento della sua bocca mandava scosse elettriche a tutto il corpo della donna che a stento cercava di mantenere la mente lucida.
Ogni suo pensiero venne spazzato via mentre il piacere prendeva il sopravvento nella sua mente.
La tensione continuava a salire, mentre l’uomo marchiava e conquistava la soffice morbidezza del suo seno e la forte caparbietà dei suoi capezzoli.
Kaori era allo stremo delle forze ma ancora non sapeva cosa la stesse realmente aspettando.
Come un fulmine, prendendola in contropiede, Ryo usò la sua gamba sinistra per separare quelle di lei e insinuarsi sotto il tessuto, a diretto contatto con la sua femminilità.
I suoi occhi non lo avevano ingannato, come aveva precedentemente supposto, con sua grande gioia Kaori non indossava la biancheria intima sotto il vestito e questo lo portò ad emettere un ringhiò di soddisfazione.
“Ryo….”
Una supplica che non venne affatto ascoltata, anzi lo portò ad approfondire il gioco con ancor più foga di prima.
La gamba dell’uomo iniziò a muoversi stuzzicando la donna a diretto contatto con la pelle.
Ogni movimento era una scossa e ogni scossa era un gemito che usciva dalla gola di Kaori e che veniva intrappolato dalle labbra affamate di Ryo.
Riusciva a sentirla anche attraverso il tessuto spesso dei jeans, riusciva a percepire quanto desiderio ci fosse in lei, quanto desiderasse inconsciamente essere ancora una volta toccata da lui.
In uno stato quasi febbrile, con il corpo di Kaori stretto al suo, decise di conquistare l’ultima meta che gli spettava di diritto.
Le sue dita vogliose, ruvide, bramose incontrarono il gioiello che la donna custodiva tra le gambe e per poco non gemette di piacere al contatto.
Era umida, era bagnata….Dio se lo era. Era un fiume di miele in piena che inondò completamente la sua mano. Era calda, accogliente ed era SUA….perchè era LUI, l’unico a potersi beare di tanto ben di Dio.
Il piacere che lei di notte si provocava pensando a lui non poteva affatto competere con quello che le stavano facendo provare le dita forti e ruvide di Ryo.
E quando oltre a sfiorarla, iniziarono ad esplorarla intimamente, Kaori sentì che stava perdendo la cognizione del tempo e che l’unica cosa certa era che il suo corpo apparteneva solo a Ryo.
Il gioco continuava ed entrambi erano ormai ad un passo dal venir divorati dal loro stesso fuoco.
Il primo orgasmo di Kaori, arrivò all’improvviso.
L’uomo riuscì ad avvertire le sue pareti contrarsi attorno alle sue dita e mentre veniva inondandolo con il suo piacere, la donna gemette a fior di labbra il suo nome.
Ryo la guardò. Era bellissima, con i capelli arruffati e bagnati, le gocce liquide le contornavano il viso e le accarezzavano la pelle del corpo, mentre le labbra rosa era diventate rosso fuoco ed erano gonfie e martoriate dalla sua voglia di farla godere come non mai.
Ansimante e affannata Kaori guardò il suo amante e lo chiamò.
“Ryo…..Ryo…..”
“Shhh va tutto bene.” Le disse prima di assaporarla di nuovo.
Tra un bacio e l’altro Kaori cercò di attirare l’attenzione di Ryo dicendo: “Ryo ti prego…..”
“Ti prego cosa?” ripetè ansimando, temendo che la risposta potesse essere la stessa di prima.
“Fai l’amore con me.”
E lui ascoltò questa richiesta.
Mentre Kaori scioglieva l’unica cosa che teneva in piedi il suo kimono, Ryo si liberò in pochi istanti di tutti i suoi vestiti e comparve completamente nudo davanti a lei.
La donna lo osservò ammirando il suo corpo statuario e desiderandolo ancora più di prima.
Non passò molto tempo prima che Ryo accorciasse le distanze tra loro e raggiungesse la sua donna in piedi davanti a lui.
L’uomo non smetteva di osservarla, di accarezzare ogni singolo centimetro della sua pelle con lo sguardo e di bramarla ad ogni singolo respiro.
Le prese il viso tra le mani e l’assaporò ancora, per niente sazio del suo sapore.
La strinse a sé con foga mista a delicatezza e sentendola vacillare pervasa da tutte queste emozioni lasciò che cadessero entrambi sul futon poco distante.
Una volta toccato il leggero tessuto del letto, Ryo decise di prenderla in un altro modo stavolta.
La girò facendo aderire le spalle della donna al suo torace e la strinse a sé nel tentativo di tranquillizzarla.
Kaori d’altro canto, decise di lasciare carta bianca all’uomo e si limitava a seguire i movimenti del suo amante.
Non smettendo di toccarla, assaporarla e amarla, Ryo si posizionò dietro di lei e stavolta con dolcezza e delicatezza la strinse sempre con forza a sé e la penetrò.
La donna ci mise un po’ ad adattarsi nuovamente alle dimensioni dell’uomo e non potè evitare di emettere un gemito di dolore.
Accarezzandola con dolcezza, l’uomo le mise una mano tra i due seni e una sul fianco e avvicinandola al suo corpo iniziò a guidarla nei movimenti.
Iniziarono una danza strana, misteriosa, meravigliosa, senza tempo né ritmo.
Kaori iniziò piano piano a gustarsi quelle sensazioni nuove di piacere e avvinghiata al corpo del suo amante lo seguiva istintivamente senza pensare a nulla.
Tutti i loro muscoli erano tesi.
La donna poteva sentire nel suo ventre la forza contenuta nelle spinte dell’uomo che risuonavano dentro di lei.
L’uomo spingeva e si muoveva provocandole scosse e brividi in tutto il corpo. Era forte, dolce, controllato, infuocato….era semplicemente LUI e quello era il suo modo di adorarla.
La stava amando, con dolcezza, con veemenza, con forza, con la delicatezza tipica maschile.
Le stava dicendo che era SUA per sempre, la stava marchiando come SUA e mai nessuno l’avrebbe avuta oltre a lui.
“Sei mia. Solo mia e lo sarai per sempre.” Le disse con voce roca prima di morderle il lobo dell’orecchio.
A sentire queste parole Kaori gemette di piacere come mai aveva fatto finora.
Lo aveva accolto dentro di sè e accettato come suo uomo, amante, compagno e aveva fatto la scelta di appartenergli per sempre.
Ci vollero poche spinte prima che Kaori raggiunse l’orgasmo tanto aspettato, seguita successivamente da Ryo che gemette con foga contro il suo collo e avvinghiati l’uno all’altro si avvolsero nella delicata stoffa del futon.
Ryo le scostò i capelli bagnati da sopra gli occhi e le domandò:
“Ti ho fatto male anche stavolta?”
La rossa scosse la testa in cenno negativo e sorridendo rispose: “E’ stato meraviglioso anche stavolta.”
E stringendosi di nuovo a lui lo baciò.
“Rimarrei avvinghiato a te per sempre.” Le soffiò sulle labbra.
L’incantesimo durò poco perché improvvisamente udirono picchiare alla porta della stanza.
Era Saeko.
“Ryo. Ryo ci sei?”
L’uomo fece cenno alla donna di fare silenzio e si apprestò a rispondere.
“Ah Saeko che vuoi? Stavo facendo una così bella dormita!” mentì spudoratamente.
“Ah davvero?”
“Si davvero. Che accidenti vuoi?”
“Volevo sapere se Kaori è con te. Vi stiamo aspettando per cenare.”
“No non l’ho vista. Perché?”
“Ma che strano. Eppure la signora Moriko mi ha detto che vi ha accompagnato in stanza e visto che Kaori non è nella mia, suppongo si trovi nella tua.”
“Supponi male.” Disse Ryo continuando a mentire sotto lo sguardo interrogativo di Kaori.
“Ryo Saeba se non vuoi pentirti di essere nato dimmi subito dov’è Kaori!” urlò la poliziotta oltre la porta.
“Saeko ti ripeto Kaori non…..” ma non potè terminare la frase che la sweeper gli tappò la bocca e rispose.
“Saeko sono qua che succede?”
“Ah meno male. No niente era solo per avvertirvi che stiamo per cenare. Sbrigatevi!” E detto questo si allontanò.
“Ma perché le hai detto che eri qui? Ora tutti capiranno.”
“Hanno già capito.” Rispose la donna.
“Come? Quando?”
“Stamani quando mi hai lanciato quell’occhiata da ti-voglio-qui-in-questo-istante-togliamoci-i-vestiti-immediatamente.”
Sentite queste parole l’uomo si bloccò e dopo averla fissata per alcuni minuti disse:
“Ma io non ti ho guardata in quel modo.”
“Vorresti forse negarlo?”
Ryo guardò la socia e messo alle strette confessò dicendo:
“E va bene avevo una voglia matta di te……”
Poi guardandola con occhi bramosi e ancora insoddisfatti continuò dicendo: “ E a dire la verità ce l’ho ancora.”
“Altolà!” gli urlò Kaori brandendo un enorme martello da 400 T.
“Ma Kaori-chan il piccolo Ryo ha fame di te.” Disse l’uomo diventando piccolo piccolo alla vista di tale arma.
“Il piccolo Ryo dovrà aspettare!” gli ruggì la donna.
“Ma non è giusto!” iniziò a piangere l’uomo e non ebbe nemmeno il tempo di accorgersene che Kaori, dopo essersi vestita, lo aveva completamente rivestito e dopo averlo minacciato con il martello, lo stava trascinando giù per le scale per raggiungere gli altri a cena.






Continua……….

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Capitolo 14
*** Capitolo 13 – Aria tesa… ***


Con grande dispiacere del povero Ryo, i nostri sweeper raggiunsero gli altri per la cena.
Una volta arrivati, l’uomo osservò gli amici e dalle loro facce complici capì che Saeko doveva aver spifferato a Umi e Miki quello che era successo prima.
L’uomo iniziò subito a guardarli in cagnesco mentre Kaori accortasi più tardi della situazione, cercava di contenere tutto il suo imbarazzo.
Chisato li raggiunse qualche minuto dopo e inziarono tutti a cenare.
Ryo continuò a guardare i suoi amici in cagnesco che dal canto loro lo sbeffeggiavano continuando a ridere sotto i baffi, mentre Kaori cercava di calmarlo ed evitare che si infuriasse ancora di più.
La cena andò avanti tranquilla e in poco tempo tutti quanti terminarono il loro pasto e preceduti da Chisato vennero condotti nello studio del padre.
Appena entrati vennero accolti dal signor Hikinose che li invitò ad accomodarsi.
Ryo non mollò nemmeno un istante Kaori, anche perché una volta entrati si accorse della presenza di un altro individo, un uomo bruno, alto, scarno, che portava un paio di piccoli occhiali dietro i quali si nascondevano due occhi piccoli e molto poco rassicuranti.
Sia Ryo che Umibozu si irrigidirono una volta incrociato lo sguardo di quella figura che iniziò a squadrarli con un ghigno.
Lo stesso fece Miki una volta compresa la situazione e avvicinandosi sempre di più al marito che le circondò le spalle con un braccio.
Nella stanza si avvertì un’aria tesa e molto strana tanto che la stessa Chisato iniziò ad osservare prima il padre e quello strano individuo e successivamente voltò lo sguardo in direzione dei loro ospiti.
Improvvisamente come destatosi da un sonno, il signor Hikinose si avvicinò ai nostri amici per accoglierli e i suoi occhi furono subito puntati su Kaori.
“Benvenuti a tutti voi. Prego accomodatevi devo mostrarvi qualcosa di veramente importante.”disse sorridendo e successivamente si girò dirigendosi verso la sua scrivania sopra la quale si trovava una teca cilindrica coperta da un telo.
I nostri amici si accomodarono. Saeko, Miki e Umibozu sul divano al lato della scrivania, mentre Kaori seguita da Ryo si sedettero sull’altro completamente opposto.
Chisato si avvicinò al padre sorridente, anche lei non vedeva l’ora di mostrare a tutti il meraviglioso gioiello creato dal nonno per amore di sua nonna, per lei quello era un momento importante.
“Prima di procedere però voglio presentarvi il mio socio Masao Asashita, è il mio braccio destro ormai da molti anni ed è l’unica persona di cui mi fidi.
La strana figura alzò lo sguardo e con voce inespressiva disse: “ Piacere di conoscervi.”
“Piacere mio!” ringhiarono in coro Ryo e Umibozu sovrastando le voci delle donne accanto a loro.
Kaori guardò con aria interrogativa l’uomo che accortosi dell’ansia comunicata alla donna, l’attirò a sé stringendola al petto.
Questo gesto non passò inosservato al braccio destro del signor Hikinose, che iniziò a guardare fisso prima Kaori e poi di nuovo Ryo.
Lo sweeper profondamente urtato gli lanciò un’occhiata più tagliente di una lama che lo invitava gelidamente ad evitare di squadrarli in quel modo ma soprattutto Kaori, cosa che a Ryo stava dando un enorme fastidio.
“Bene ora che le presentazioni sono state fatte è ora di mostrarvi la meraviglia che mio padre creò per amore!” e detto questo si diresse verso una teca di vetro coperta da un panno bianco, la prese e la pose sulla sua scrivania sotto gli occhi incuriositi di tutti.
Non appena ebbe tolto l’unico velo che protegge il gioiello dagli sguardi indiscreti, il silenzio calò su tutta la stanza e tutti rimasero allibiti da tale bellezza.
Il cuore era fatto di un cristallo blu come la notte che risplendeva in tutta la stanza, era circondato da tanti piccoli diamanti che ne seguivano alla perfezione il contorno, da entrambi i lati partivano tre lunghi lacci di oro bianco uniti insieme per il quarto iniziale dove sopra erano presenti da una parte e dall’altra 9 piccoli zaffiri rotondi attorno ai quali c’era un tappetto di piccoli diamanti, infine i tre si separavano e si riunivano per creare la chiusura.
Una meraviglia di arte orafa che lasciò tutti senza fiato e allo stesso tempo l’espressione più grande dell’amore di un uomo per una donna.
“E’ veramente bellissima.” Disse improvvisamente Kaori incantata da tale bellezza.
“E’ meravigliosa.” Disse Miki estasiata.
“Si è un capolavoro.” Continuò Saeko.
“Ero sicuro che vi sarebbe piaciuto, ma io credo sia molto meglio indossato, signorina Kaori può venire qui per cortesia?” disse il signor Hikinose sorridendo e porgendo la mano alla donna.
La sweeper ebbe un sussulto al cuore e iniziò a tremare e Ryo accorgendosi di tale reazione la strinse ancora di più a sé con fare protettivo.
Kaori guardò Ryo negli occhi e l’uomo comprendendo il suo segnale la lasciò andare.
La donna raggiunse il signor Hikinose cercando di calmare i suoi nervi che non ne volevano sapere e inoltre la presenza di quell’individuo strano non l’aiutava di certo.
Appena Kaori arrivò il signor Hikinose la fece girare e aprendo la teca contenente la collana la prese e aiutò la donna ad indossarla.
Lo spettacolo che seguì fu talmente meraviglioso da togliere il fiato a tutti.
La collana risplendeva in tutta la sua bellezza di una potente luce blu accentuando la chiarezza del collo della donna, Kaori era meravigliosa avvolta dal kimono e con indosso la collana sembrava davvero essere l’incarnazione della principessa Orihime.
Masao squadrò attentamente la donna, provocando un brivido di rabbia in Ryo, ma l’uomo non curante della sua reazione disse: “Signor Hikinose aveva ragione, è veramente bellissima. La signorina qui presente è decisamente la persona più adatta ad indossarla.”
“Ahahahahahahahaah mio caro Masao non dirmi che sei rimasto affascinato dalla nostra bella Kaori!” disse il signor Hikinose sorridendo.
La sweeper arrossì violentemente ma non di imbarazzo ma di rabbia, odiava il modo in cui quello schifoso la guardava anche se osservandolo attentamente non sembrava realmente interessato a lei.
Miki, Umibozu e Saeko si scambiarono un’occhiata d’intesa, anche loro si erano accorti degli strani sguardi di Masao indirizzati a Kaori.
“Credo sia il caso di tornare nelle nostre stanza, Kaori prima non si sentiva bene e vorrei riportarla in camera, con il vostro permesso.” Disse Ryo deciso guardando gelidamente Masao e poi rivolgendosi al signor Hikinose.
“Oh ma certo signor Saeba, non credevo che la signorina stesse così male altrimenti avrei evitato di disturbarla.” Disse l’uomo.
Ryo raggiunse Kaori che lo guardava con aria incerta, l’uomo si diresse dietro di lei e nel momento in cui cercò di toglierle la collana, la donna si voltò all’improvviso.
Aveva uno sguardo assente e sembrava in trance e sotto lo sguardo di tutti continuò a guardare Ryo dicendo:
“Tu devi proteggerla, devi proteggere la donna. Sei l’unico che possa salvarla.”
“Ma che succede? Kaori ti senti male?” disse improvvisamente Chisato spaventata da tale reazione.
Ryo ignorando gli sguardi spaventati e sconcertati, continuò a guardare la sua compagna cercando di ascoltare attentamente cosa lei stesse dicendo e cosa volesse realmente dire.
La donna continuò a guardare dritto davanti a sé senza dare cenno di risveglio, la sua mano destra era aggrappata saldamente alla manica della sua camicia e il suo corpo era immobile come se fosse una statua.
“Tu devi proteggerla. Proteggi la donna! Proteggi la donna Ryo Saeba!”
“Kaori…..” rispose Ryo in un soffio.
E detto questo perse i sensi.
L’uomo con un movimento felino, la prese tra le braccia prima che il suo corpo potesse toccare terra e la strinse a sé.
“Kaori!!” urlarono all’unisono Saeko e Miki raggiungendoli.
“Kaori!” urlò Chisato correndo verso di loro sotto lo sguardo stupito del padre.
Ryo inizialmente guardò Saeko, poi il suo sguardo si posò su Miki dicendo.
“Credi fosse ipnotizzata?”.
“Anche se fosse è la prima volta che vedo una cosa del genere, non presenta nessun tratto tipico di una persona ipnotizzata, ma quanto di una persona incantata.” Rispose la donna seria.
“Quel che è certo, è che Kaori sembra essere in pericolo, qualunque cosa volesse dire con quelle parole.” Tuonò all’improvviso Umibozu.
“Cosa te lo fa credere?” chiese Saeko.
“E’ da quando siamo arrivati qui che Kaori si comporta in modo strano, mangia poco, è sempre triste, pensierosa e ha questi attacchi improvvisi in cui cade in trance. E’ evidente che c’è qualcosa di strano non credi Ryo?”
L’uomo dai capelli corvini lo guardò attentamente e alla fine rispose: “Si forse hai ragione!”.
Detto questo stringendo con forza il corpo di Kaori al suo, si voltò verso il signor Hikinose e il suo socio che lo stavano guardando con gli occhi sgranati e disse: “Se non vi dispiace vorrei portare la mia socia nella sua camera a riposare.”
“Si che mi dispiace!” urlò il signor Hikinose. “Signorina Saeko cos’è questa storia? La signorina Kaori ha qualche malattia di cui ignoro l’esistenza? Voglio avere delle spiegazioni!” continuò ad urlare divenendo rosso di rabbia.
“Signor Hikinose la prego si calmi.” Cercò di calmarlo la donna ma non ottenne altro che l’effetto contrario.
“No!!!Io non mi calmo finchè non mi verrà data una spiegazione!”. Urlò ancora l’uomo. “Signor Saeba io esigo delle spiegazioni!”
“Papà……” disse Chisato.
Ryo guardò l’uomo paonazzo davanti a sé e con calma irreale disse: “Beh ecco, non credo che questi siano affari suoi!”
“Come osa????”.
“E’ una cosa che riguarda me e Kaori.”
“E cosa ci sarebbe di tanto segreto tra lei e la signorina?”.
A quel punto Ryo non potendo trovare una scusa plausibile a quel comportamento strano che aveva appena manifestato la donna e sotto gli occhi di tutti rispose: “ Beh si da il caso, che Kaori sia la mia compagna, non solo di lavoro ma di vita e credo che “certe” cose a lei non debbano interessare. Se la mia compagna ha qualche problema a livello di salute e si presume che possa esserne io il responsabile non è affatto affar suo! Ho ragione?”.

Nella stanza calò il silenzio, gli occhi dei suoi amici erano tutti sbarrati ed erano puntati su di lui, Chisato rimase sconvolta e lo stesso i due uomini dietro di lei.
Notando l’impossibilità dell’uomo a rispondere e non curante delle reazioni dei presenti chiamò Chisato e le chiese: “Chisato per cortesia, potresti togliere la collana a Kaori per evitare che rimanga incustodita?”.
La ragazza seguì gli ordini e una volta tolto il gioiello dal collo della donna lo ripose nella teca e la richiuse saldamente.
Dopo aver assistito alla scena, lo sweeper si guardò attorno e disse gelido “ Con permesso!” e uscendo, si recò al piano di sopra, chiamando la signora Moriko che lo raggiunse subito.
Ryo si fece accompagnare dalla donna di sopra per farsi preparare il letto per Kaori.
Come svegliatosi da un torpore il signor Hikinose iniziò a parlare.
“Ma…ma……signorina Saeko!!!! Lei mi aveva assicurato che…”.
“Signor Hikinose, non si preoccupi Ryo e Kaori sono due bravi sweeper , l’incarico verrà portato a termine!”.
“Ma….”
“Le ripeto non si deve preoccupare…. e ora se vuole scusarmi mi ritiro anche io nella mia camera ho bisogno di riposo. Buonanotte signor Hikinose, signor Asashita.”
E detto questo la donna seguita da Miki e Umibozu si allontanò dirigendosi al piano di sopra.
I due uomini rimasero soli assieme a Chisato.
“Cosa ne pensi Masao? Avrò fatto bene ad assumerli?”.
“Signor Hikinose, secondo me avete fatto un grande affare ad assumerli….” Rispose sibilando l’uomo provocando dei brividi di terrore nella ragazza e in suo padre.



Continua….

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Capitolo 15
*** Capitolo 14 – Ti proteggerò….. ***


Preoccupata da tutta quella situazione, Miki lasciò che suo marito tornasse in stanza mentre lei decise di andare a controllare come stesse Kaori.
Arrivata alla porta della stanza bussò dicendo: “Ryo posso entrare?”.
“Certo vieni avanti.” Disse una voce maschile all’interno e la donna entrò.
Appena entrata, la scena che vide la lasciò senza fiato.
Accanto alla finestra aperta c’era Ryo seduto assorto nei suoi pensieri, avvolto in un kimono maschile violaceo in tipico stile giapponese, tra le sue braccia stretta a lui, con la testa appoggiata al suo petto mentre dormiva beatamente c’era Kaori anche lei vestita con uno yukata bianco leggero e delicato.
La visione di loro due assieme così fece balzare improvvisamente il cuore di Miki che rimase incantata a guardarli per qualche minuto.
L’uomo sentendosi improvvisamente osservato si voltò verso l’amica e le chiese: “Tutto bene Miki?”.
“Oh si…scusami.” Disse la donna risvegliatasi bruscamente.
“Come mai sei qui?”.
“Volevo sapere come stava Kaori. Si è svegliata dopo quello che è successo prima?”
“No non ancora.” Disse serio, poi abbassando lo sguardo per osservarla continuò “Sono preoccupato, ultimamente è molto strana, mangia poco è sempre assorta e non so cosa stia succedendo.”
“Forse non è ancora il momento di capire.”
Ryo guardò Miki e le sorrise in maniera rassegnata dicendo: “Vorrei essere ottimista quanto te.”
Miki sorrise e gli disse: “Se non fossi così non potrei continuare a vivere nel nostro mondo. Ne vediamo troppe ogni giorno, l’unica cosa che posso fare è vivere nell’ottimismo accanto al mio Falcon.”
“E’ bello sapere che quello scimmione ha trovato una donna come te che lo ama alla follia.” Disse l’uomo sorridendo lievemente.
Miki li osservò sorridendo e alla fine disse: “Non credo che tu sia da meno sai?”.
L’uomo inizialmente rimase stupito, poi abbassando di nuovo lo sguardo, osservò attentamente il viso della donna distesa su di lui e sorridendo di nuovo disse: “Credo che tu abbia ragione.”
“Ryo Saeba! Come ti permetti? Io ho sempre ragione!” disse ridendo.
I due risero per qualche minuto, poi ritornarono improvvisamente seri e Miki riprese il discorso dicendo:
“Ryo dimmi la verità…..pensi che Kaori sia in pericolo?”.
L’uomo sospirò, inizialmente cercò di evitare lo sguardo della donna ma successivamente comprendendo che non aveva via di scampo, la guardò e disse:
“Quell’uomo…quel Masao, non mi piace. Ci ha guardato tutti in modo strano ma con Kaori ha avuto un comportamento diverso….se l’è guardata, se l’è squadrata a fondo e sotto sotto so che stava sogghignando!”.
I suoi occhi si fecero neri, pieni di rabbia…il suo corpo s’irrigidì all’improvviso tanto che Kaori che stava tranquillamente dormendo appoggiata al suo petto, si mosse e si lamentò.
“Non sopporto che la guardi così.” Disse accarezzando i morbidi capelli rossi della compagna.
La donna di fronte a lui osservò la scena con il cuore colmo di gioia e guardandolo con tanta tenerezza disse: “Sono convinta che non le succederà nulla e anche se dovesse ci sei sempre tu accanto a lei no? Ovviamente ci saremo sempre anche noi a darti una mano.”
L’uomo sorrise di nuovo e disse: “Non intendo lasciarla sola un attimo…..la proteggerò a costo della vita!” poi accorgendosi dello sguardo complice e dolce che in quel momento Miki gli stava donando chiese con aria incuriosita: “Che c’è?”.
“Sei cambiato Ryo, non so se sia stata Kaori o questo viaggio ma so solo che sei cambiato. Un tempo non avresti parlato così, non avresti ammesso pubblicamente i tuoi sentimenti e non ti saresti mai fatto vedere con lei tra le braccia.”
“Si è vero….ma non dirlo a nessuno, ho una reputazione da difendere.” Disse fingendo di essere serio.
Miki sorrise e mentre stava per uscire si voltò improvvisamente e gli chiese:
“Senti un po’ Ryo, prima hai detto una cosa importante, che Kaori ha avuto quel malore per causa tua…..è quello che penso?” .
L’uomo la guardò attentamente negli occhi e dopo aver compreso la domanda sorrise leggermente.
“E’ un segreto!”disse e le fece l’occhiolino.
La donna annuì comprendendo e dopo averlo salutato uscì dalla stanza lasciandoli soli.
L’uomo rimasto solo con la sua compagna tra le braccia continuò a guardare fuori respirando l’aria fresca della sera e cercò di rilassarsi nonostante l’inquietudine che stava provando.
Non avrebbe permesso a nessuno di toccare la SUA Kaori…le aveva promesso che l’avrebbe protetta anche a costo della vita.
“Ti proteggerò io Kaori non avere paura.” Le disse in un soffio.
“Paura di cosa?” disse con una voce assopita Kaori.
L’uomo abbassò lo sguardo guardando negli occhi la donna tra le sue braccia che gli donò un dolcissimo e assopito sorriso.
“Da quanto sei sveglia?” disse ricambiando il sorriso.
“Da un po’…..abbastanza da sentire qualche parola del tuo discorso con Miki.”
“Ah si? E cosa avresti sentito?”le chiese alzando il sopracciglio con fare curioso.
“Ho sentito che parlavate di me, del fatto che mi sono sentita male e che Masao non ti piace.”
“…Perciò quel movimento improvviso l’hai fatto di proposito…. Perché…”
“Per tranquillizzarti…ti stavi irritando troppo e la cosa non mi stava piacendo troppo. Non devi preoccuparti eccessivamente per me, sono in grado di difendermi comunque.” Gli disse sorridendo con fare innocente.
Ryo la guardò stupito, poi sorridendo tra sé e sé, le rivolse uno sguardo pieno di dolcezza e le disse: “Mia cara Sugar Boy, lo sai che a volte sai essere disarmante?”.
“Non è questo, quello che ti piace di me?” chiese lei.
L’uomo finse di pensarci su lasciando in sospeso la donna per qualche minuto, poi leggendo nei suoi occhi l’ansia di avere una risposta a quella domanda, le sorrise ancora e accarezzandole la guancia, rispose: “Diciamo che non è SOLO questo che mi piace di te”.
E la baciò, dolcemente, teneramente, suggellando un altro patto con lei, un’altra conferma del loro legame d’amore.
Terminato quel dono d’amore, entrambi si guardarono dolcemente negli occhi per qualche istante, poi improvvisamente l’uomo prese le mani della donna nei suoi palmi e stringendole forte disse:
“Io ti proteggerò a costo della vita Kaori, te lo prometto.”
“Ryo ma….” Cercò di dire la donna senza riuscire a finire la frase perché l’uomo la zittì improvvisamente.
“Lasciami finire per favore. Ti proteggerò davvero a costo della vita, non permetterò a nessuno di farti del male. Questa è la mia promessa nei tuoi confronti.”
La donna lo guardò prima stupita poi dolcemente e alla fine sfiorandoli la guancia con le dita disse: “Lo so e io mi fido di te Ryo, ma non devi preoccuparti troppo, sono convinta che non mi accadrà nulla. Cerca di stare tranquillo.”
“Io non voglio che ti accada nulla, non intendo permetterlo!” affermò serio.
“Lo so e io sono tranquilla proprio perché ci sei tu al mio fianco.”
L’uomo avvicinò il suo viso a quello della donna e continuando a fissarla negli occhi, le sussurrò sulle labbra: “Ti amo Kaori Makimura.”
La donna lo guardò e poi iniziò a ridere, lasciando l’uomo sconcertato.
“Si può sapere perché staresti ridendo?” disse quasi offeso da tale reazione.
“Ho pensato a quanto ti sia costato pronunciare queste parole e che devi averci messo tutto il tuo impegno per rimanere serio.”
A quella rivelazione, Ryo divenne paonazzo e nel tentativo di non ridere, cercò di affermare serio: “ Ehi tu, ma come osi, io so essere un fantastico gentiluomo se voglio!”
“Certo…..quando dormi!” rispose Kaori non riuscendo a smettere di ridere.
“Continui a prendermi in giro eh? Bene allora ti ci vuole una bella punizione.”
E detto questo le si avventò contro iniziando a farle il solletico.
“Noooo Ryo, il solletico non vale!”urlò la donna ridendo.
“Te l’avevo detto che ti avrei punita!” rispose l’uomo continuando a torturarla.
Passarono molti minuti, in cui Ryo torturò senza pietà la donna, facendole il solletico, fino a quando Kaori si arrese e implorò pietà e perdono sempre continuando a ridere.
“D’accordo ti concedo la tregua, però non ti perdonerò facilmente per avermi riso in faccia.” Disse con fare bambinesco.
“Ah no?” disse la donna sorridendo.
“Assolutamente no.” Continuò Ryo serio.
“Neanche se ti dicessi che le tue parole mi hanno fatto saltare il cuore in petto?”
“No.”
“Neanche se ti dicessi che le ho aspettate per talmente tanti anni da non riuscire a credere quando le hai pronunciate?”
“No.”
Fu allora che Kaori gli si piantò addosso a cavalcioni e passando una mano dietro la sua nuca, attirò l’uomo a sé e gli soffio sulle labbra:
“Neanche se ti dicessi che ti amo Ryo Saeba e che non esiste altro uomo nella mia vita oltre a te?”
Lui la guardò sorpreso e felice allo stesso tempo e cingendole i fianchi con le braccia attirandola sempre di più a sé, disse:
“Adesso sì che ci capiamo.”
E la baciò di nuovo, stringendola a sé e assaporandola con eterna gratitudine.
“Ti proteggerò a costo della mia vita, tu sei MIA e nessuno si deve azzardare a farti del male!” le sussurò all’orecchio.
“Non ho paura perché ci sei tu al mio fianco.”
E detto questo lo strinse a sé, appoggiando la testa sul suo petto e addormentandosi gustandosi l’odore aromatico della sua pelle.

Continua…….

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Capitolo 16
*** Capitolo 15 – La notte di Tanabata ***


L’indomani mattina alle prime luci dell’alba, mentre Kaori e Ryo stavano dormendo beatamente nella stanza che era stata loro assegnata all’inizio vennero interrotti da una presenza improvvisa.
La signora Moriko infatti appena terminato di svolgere le sue faccende quotidiane, si diresse nella loro camera e svegliò improvvisamente Ryo facendogli quasi prendere un colpo.
“Signor Saeba si svegli!” urlò la donna nell’orecchio del povero Ryo che appena la sentì fece un balzo in aria per poi ricadere sul futon.
“Signora Moriko ma è impazzita?!?” urlò di contro l’uomo appena sveglio con aria molto arrabbiata.
“No affatto, anzi lei deve andarsene immediatamente da questa stanza.” Continuò la donna cercando di non fare caso all’improvvisa “nudità” del suo interlocutore.
“Ma come? Ma cosa dice? Questa è la mia camera e io sono un ospite non può trattarmi così!”.
“Posso eccome!” disse l’arzilla vecchietta.
“Che cosa?”.
“Si lei deve andare via perché oggi è Tanabata ed io devo preparare la signorina Kaori per la grande festa di stasera!” rispose ferma.
“A quest’ora?!? Ma la festa è questa sera perché mai deve iniziare a farlo proprio adesso?”
La vecchietta divenne paonazza e non potendo più trattenersi urlò con tutto il fiato che aveva in gola:
“PERCHE’ LA PREPARAZIONE DI COLEI CHE DEVE INTERPRETARE LA PRINCIPESSA ORIHIME E’ MOLTO LUNGA!”.
Ryo rimase impietrito dalla reazione della donna e guardandola con gli occhi sbarrati ma sempre cercando di mantenere il suo sangue freddo chiese:
“Ah sì? E cosa ci sarà mai di tanto lungo da fare?”
La piccola signora stava per rispondere quando intervenne Kaori che nel mezzo di tutto quel baccano si era svegliata di soprassalto e cercando di capire cosa stesse succedendo si era avvicinata ai due litiganti assistendo indisturbata alla discussione.
“Per favore Ryo non essere scortese. Signora Moriko vuol spiegare gentilmente a me cosa dobbiamo fare oggi?”.
La vecchietta intenerita dalla delicatezza della domanda di Kaori, si calmò e addolcendo il suo tono rispose:
“Signorina Kaori, lei oggi ha da fare moltissime cose. Lei sa che il signor Hikinose è molto legato alle tradizioni perciò ho degli ordini precisi. Prima di tutto dopo aver fatto una colazione a base di frutta fresca e thè verde, le devo fare un bagno con il latte di mandorle per rendere chiara e morbida la sua pelle, successivamente devo curare il suo corpo con olio di mandorle e pettinarle i capelli con gli antichi pettini giapponesi che appartenevano alla signora, devo procedere con un’acconciatura tradizionale infilandole tra i capelli un ramo di ciliegio e un pettine d’argento, infine dopo averla truccata per l’occasione, devo vestirla con il kimono tradizionale azzurro e viola, decorato con i piccoli petali di ciliegio.” Poi si fermò un istante e sospirando disse: “Era il vestito della signora…..il padre del signor Hikinose lo fece fare appositamente per lei dopo quella famosa sera……..però se la signorina Kaori decidesse di non voler fare queste cose io….mi farò da parte.”
E detto questo abbassò la testa per riuscire a sopportare il passaggio dei ricordi nel suo cuore e il dispiacere che le avrebbe arrecato un rifiuto.
Kaori guardò con tenerezza la signora Moriko e successivamente guardò intensamente Ryo che ricambiò il suo sguardo e gli disse: “Ryo credo che ora sia il caso che tu ci lasci….abbiamo da fare.”
E pronunciate queste parole guardò sorridendo la vecchietta che ricambiò il sorriso a sua volta e il cui volto s’illuminò di gioia.
L’uomo guardò le due donne e comprese quanto fosse importante per loro che la Festa di Tanabata andasse bene.
Non ebbe il tempo di riprendersi che improvvisamente le due donne iniziarono a spingerlo violentemente fuori dalla stanza.
“Ma cosa fate? Siete pazze? SONO COMPLETAMENTE NUDO!” urlò disperatamente Ryo nel tentativo di resistere.
A quell’affermazione tanto privata quanto ormai pubblicamente dichiarata Kaori arrossì violentemente non perdendo tuttavia la forza nelle spinte che stava infliggendo al povero Ryo.
“Signore è il caso che lei smetta di opporre resistenza ed esca da questa stanza!” disse ferma la vecchietta.
L’uomo guardò prima la piccola donna davanti a lui e successivamente volse i suoi occhi alla sua donna e dopo averle sorriso disse: “D’accordo signora Moriko, me ne vado ma prima voglio una cosa in cambio dalla mia donna.”
E dopo essersi avvicinato con passo delicato rubò un dolce bacio dalle labbra di Kaori.
“Sono sicuro che sarai meravigliosa.” Le soffiò sul volto in maniera sensuale.
E detto questo se ne andò con aria triste.
Una volta uscito si ritrovò addosso gli occhi dei suoi amici che lo guardavano sghignazzando.
“Cos’è ti hanno scacciato dalla stanza maniaco?” disse ridendo Umibozu.
“Uhm finiscila di ridere brutto scimmione!” sbuffò urtato l’uomo, poi guardando la donna accanto a lui disse:” Mikiiiiii il povero Ryuccio ha tanta fameeeeeeee”.
Ma non riuscì a raggiungere la donna perché un Kompeito di 130 T lo colpì in pieno e lo sbattè contro il muro di fronte.
“GUAI A TE SE CI RIPROVI MANIACO!” urlò una furibonda Kaori dall’altra stanza.
“Kaorichan scusamiiiiiii!” cercò di dire l’uomo con aria afflitta ma la donna non volle sentire ragioni e chiuse la porta senza degnarlo di uno sguardo.
“Dai Ryo appena ti riprendi ti attendiamo per fare colazione.” Gli disse sorridendo Saeko prima di raggiungere gli altri al piano di sotto.
Non appena Ryo si ricompose, raggiunse gli altri per la colazione e cercò di rilassarsi ma non riuscì a farlo completamente per via della preoccupazione che aleggiava nella stanza.
“Ma quanto accidenti ci mettono? Hanno rubato la mia stanza!” disse l’uomo innervosito.
“Sei molto strano oggi Ryo.” Gli disse Saeko.
“Da cosa le deduci?” rispose serio l’uomo distolto improvvisamente dai suoi pensieri.
“Dal fatto che negli ultimi giorni sei sempre stato attaccato a Kaori e che oggi sei nervoso al pensiero di non vederla per chissà quanto tempo.” Rispose Miki.
“Non è come pensate.” Rispose sempre più determinato l’uomo.
“Senti, lo so che sei preoccupato per Kaori, ma non sei da solo a proteggerla, ci siamo anche noi.” Disse fermamente Saeko.
“Non permetteremo che le accada niente!” rispose ferma la mercenaria mentre il marito annuiva dietro di lei.
Ryo guardò attentamente i suoi amici e alla fine disse: “ D’accordo! Dovremo averla sempre sotto gli occhi, considerate che la festa è seguita da tantissime persone e ci sarà tantissima gente e io non voglio che qualcuno approfitti della confusione per far del male a Kaori!”.
Miki, Saeko e Umibozu annuirono contemporaneamente e diedero la loro disponibilità allo sweeper.
La giornata trascorse molto tranquillamente, mentre Kaori veniva accudita e preparata per la festa dalla signora Moriko, Ryo e gli altri si occupavano di discutere dei loro ruoli e delle loro posizioni per proteggere Kaori e le persone accanto a lei.
Saeko e Ryo decisero di dire al signor Hikinose che sarebbe stato utile avere anche Miki e Umibozu come guardie del corpo per lui e sua figlia, vista la mole di gente prevista per l’evento.
L’uomo accettò di buon grado.
Quando finalmente la sacra preparazione terminò, al signor Hikinose e agli altri fu concesso di vedere Kaori.
Era un sogno. La sua pelle bianca risaltava ancora di più grazie al bagno di latte a cui era stata sottoposta e al kimono che stava indossando. I capelli rosso fuoco erano stati pettinati a dovere ed era adornati con un antico pettine d’argento ed un ramo di ciliegio in fiore. Le labbra erano di un color rosa vellutato e il colore del viso era reso leggermente più bianco dal trucco che le era stato fatto, sulle guance era stata passata della terra color pesca e infine la collana risplendeva superba e gloriosa al suo collo. Ultimo decoro, uno scialle lungo color viola decorato finemente con motivi floreali di pizzo traforato.
Tutti rimasero a bocca aperta non appena la videro, soprattutto Ryo che rimase incantato da quella visione, anche se un pizzico di gelosia iniziò a farsi lentamente strada nel suo cuore.
“Kaori sei bellissima!” urlò Chisato battendo le mani con gioia.
“Grazie Chisato, in realtà questo posto era tuo!” disse la donna con rammarico.
“Non dirlo neanche per scherzo, tu sei perfetta, mio padre ha fatto bene a scegliere te!” disse sorridendo la ragazza.
“Ti ringrazio.” Rispose la sweeper con riconoscenza.
“Kaori sei meravigliosa!” disse Miki entusiasta, mentre Umibozu annuiva in segno di affermazione.
“Si è vero sei uno splendore!” concordò Saeko.
“Grazie a tutti.” Disse la rossa sorridendo poi con il cuore in gola, il suo sguardo si posò su Ryo che era stato l’unico a non aver detto una parola.
Sentitosi chiamato in causa, anche per il fatto che tutti i presenti si girarono automaticamente verso di lui, cercando di mantenere la sua freddezza l’uomo disse: “ Wow Kaori……finalmente… lo sai che sembri davvero una donna?”.
“Come?????” disse la sweeper furibonda e fece per prendere il suo grosso martellone quando Saeko e Miki la fermarono mentre Umibozu assestava un bel pugno sulla testa di Ryo.
“Ma che diavolo fai scimmione?” disse lo sweeper urtato.
“Ti sembra questo il modo di trattare Kaori?”. Rispose l’omone.
“Bada ai fatti tuoi!”.
“Umibozu lascialo stare, è evidente che a lui non piaccio per come sono combinata.” Disse Kaori con un velo di tristezza in volto.
L’uomo si accorse della sua espressione e s’irrigidì.
“Non gli dia retta signorina Kaori, lei è un sogno, fossi meno vecchio prenderei in considerazione l’idea di chiederla in moglie!” disse ridendo il signor Hikinose.
“Ma signor Hikinose cosa dice?” disse la donna arrossendo.
“Papà!” lo rimproverò Chisato mentre Ryo s’irrigidiva pesantemente a quella dichiarazione.
“Cosa ho detto?” disse l’uomo stupito.
“Niente, niente, vieni lasciamo in pace Kaori che deve riposarsi prima di stasera.” Disse la ragazza trascinando con sé il padre.
“Andiamo anche noi, dobbiamo ancora prepararci per stasera.” Disse Saeko mentre si accingeva ad uscire dalla stanza seguita da Miki ed Umibozu.
“A dopo Kaori!” disse la mercenaria e poi guardando Ryo continuò: “Tu non vieni?”.
“Un minuto e arrivo.”disse lo sweeper, poi rivolgendosi alla vecchietta le chiese: “Signora Moriko può lasciarci da soli un attimo? Devo parlare con la mia socia.”
La donna lo guardò attentamente e poi disse: “ Va bene ma avete dieci minuti e signor Ryo cerchi di trattare bene la signorina intesi?”.
“D’accordo.”
E detto questo la vecchietta se ne andò lasciandoli da soli.
L’aria era tesa, Kaori guardava Ryo senza dire una parola mentre l’uomo cercava invece qualcosa di carino da dire.
“Allora cosa volevi dirmi?” disse la sweeper con tono pacato ma freddo.
“Ti chiedo scusa per prima non volevo offenderti.”
“Hai solo detto quel che pensavi non vedo perché dovrei offendermi.” Disse la donna con voce rotta.
L’uomo si avvicinò a lei, le passò una mano sotto al mento delicatamente e le sollevò il volto per poter incontrare i suoi occhi.
“Ti prego non piangere, quello che ho detto non è ciò che realmente penso.”
“Allora perché lo hai detto?”.
“Ero teso e nervoso e ho cercato di calmare la tensione, non pensando che ti avrei distrutta con le mie stupidaggini.”
La guardò intensamente, a Kaori sembrò di volare nel perdersi nei suoi occhi neri.
“Sei meravigliosa, sei un sogno, sei veramente bellissima Kaori, quando ti ho vista mi è mancato il fiato per quant’eri bella e sono anche un po’ geloso che stasera tutti potranno ammirare la tua bellezza.”
E detto questo la baciò con dolcezza e con tanto amore.
Fu un bacio senza precedenti, Kaori riusciva a percepire ogni singola sensazione provata da Ryo, ansia, possesso, gelosia e amore, tanto tanto amore che l’uomo provava per lei.
A malincuore si separarono e lui sorridendole di nuovo disse: “Meglio smettere o non risponderò più di me.”
La donna gli sorrise con dolcezza.
“Ah un’altra cosa.” Disse mentre iniziò a scavare dentro la maglietta vicino al collo dal quale si tolse una cosa luccicante, la chiuse nella mano e la poggiò sul palmo di Kaori e le fece chiudere le dita sul metallo caldo.
Quando la donna dischiuse le dita vide una cosa che non si aspettò di rivedere dopo così tanto tempo.
“Ma Ryo questo è il tuo medaglione!” disse guardandolo sbigottita.
“Voglio che lo tenga tu, così saprai che io sono sempre vicino a te.” e stringendo la mano della donna nella sua la baciò di nuovo per poi staccarsi all’improvviso e andarsene via senza dire una parola.
Kaori sorrise e strinse al cuore la mano con dentro il medaglione donatole da Ryo.
La sweeper passò il tempo immersa nei pensieri fino a quando non venne improvvisamente interrotta.
“Signorina Kaori è ora di andare.” Disse la signora Moriko comparsa improvvisamente sulla soglia.
“Di già?”.
“Si signorina sono tutti ormai pronti andiamo!”.
Kaori seguì la donna che la condusse alla macchina del signor Hikinose, una limousine nera vecchio stile che in poco tempo li portò alla famosa festa di Tanabata.
Una volta scesi dalla macchina, seguiti da Ryo e dagli altri, Kaori, il signor Hikinose e sua figlia vennero condotti ad una carrozza color azzurro e viola che seguì l’intero itinerario passando attraverso le bancarelle della festa.
Tutt’intorno c’erano tantissime lampade che rievocavano le luci delle lucciole decorate con carta azzurra e viola con motivi fatati, le bancarelle vendevano ogni tipo di prelibatezza e inoltre i venditori del bambù urlavano a gran voce per richiamare l’attenzione dei passanti.
Nel mentre che la carrozza era in viaggio, un venditore si avvicinò a Kaori e le disse: “Principessa tenete questo e scrivete il nome del vostre principe. Spero che stavolta Tanabata faccia il vostro desiderio d’amore!”e in poco tempo sparì tra la folla.
Kaori guardò tra le mani, aveva un ramo di bambù con due foglietti ed una penna, sorrise ed istintivamente scrisse il suo nome e quello di Ryo e li attaccò alle foglie.
Chisato che si accorse della scena mentre il padre era intento ad osservare e a salutare gli abitanti attorno a sé, domandò: “Lo ami?”.
“Di chi parli?”.
“Di Ryo. Lo ami tanto?”.
La sweeper ci pensò su, sorrise e alzando la testa guardò Chisato dicendo: “Più della mia stessa vita.”.
“Allora ti auguro di essere felice assieme a lui.” Disse la ragazza sorridendo.
“Grazie.” Rispose Kaori.
“Dobbiamo andare, su Chisato, signorina Kaori muoviamoci.” Le interruppe il signor Hikinose.
Una volta scesi, raggiunsero una specie di palco in cui ad aspettarli c’era Masao che andò loro incontro.
“Buoansera signor Hikinose, signorina Chisato e…..signorina Makimura.” Disse l’uomo squadrando la sweeper.
“Buonasera.” Rispose freddamente Kaori.
“Signorina Makimura mi permetta di dirle che stasera è veramente un incanto.” Disse l’uomo sibilando.
“La ringrazio.” Continuò la donna sempre più fredda.
“Per di qua.” Disse Masao che fece strada a Kaori, la quale si ritrovò davanti ad una folla enorme che la guardava.
“Buonasera a tutti.” Iniziò a dire il signor Hikinose parlando attraverso un microfono. “Stasera siamo tutti qui riuniti per festeggiare Tanabata! Ma prima voglio presentarvi la signorina Kaori Makimura che per stasera sarà la principessa Orihime e indosserà la collana fatta da mio padre e donata a mia madre come pegno d’amore. Ho il piacere di presentarvi il “Cuore di Orihime” disegnato e creato da mio padre ed indossato per voi stasera dalla principessa Orihime.”
Ci fu un lungo applauso e un grande clamore mentre il cuore di Kaori iniziò a battere all’impazzata mentre con tanta fatica cercava lo sguardo di Ryo tra la folla.
Alla fine lo individuò, era poco distante dal palco e la guardava serio e determinato e successivamente incontrando i suoi occhi le sorrise cercando di tranquillizzarla.
La donne sorrise dolcemente e determinata si recò davanti alla folla che l’acclamò a gran voce e l’applaudì con grande gioia.
Una volta terminato il suo ruolo Kaori venne condotta dietro il signor Hikinose dal suo socio Masao, il quale strinse con molta forza il suo braccio e l’avvicinò decisamente troppo a sé.
“Signore e signori ora che avete visto il gioiello della nostra famiglia non mi resta che augurarvi buon proseguimento nei festeggiamenti e divertitevi!”.
“Che cosa accidenti sta facendo?” disse Kaori guardando Masao.
“Cerco di assicurarmi che lei sia al sicuro!”sibilò l’uomo.
“Mi lasci immediatamente!”.
“Oh ma cosa succede qui? Masao lascia immediatamente la signorina, non è cortese che tu la tratti in questo modo!”.
“Zitto vecchio rincitrullito!”.
“MASAO???? COME TI PERMETTI ESIGO CHE TU LASCI IMMEDIATAMENTE IL BRACCIO DELLA SIGNORINA KAORI!” urlò forte l’uomo.
“Non così in fretta Hikinose!” disse l’uomo tirando fuori una pistola.
“Oh mio Dio è una pistola!” urlò una donna provocando un fuga generale dei festeggianti mentre Ryo e gli altri cercavano disperatamente di raggiungere il palco.
“Masao! Ma cosa fai?” chiese l’uomo spaventato mentre stringeva a sé la figlia.
“ Semplicemente mi prendo quello che mi spetta! Il cuore di Orihime!”.
“No! Non puoi!”.
“Non posso dici? A me non sembra, quello che non può fare niente sei tu!” ringhiò l’uomo puntando la pistola verso Hikinose.
“Mi lasci immediatamente!” urlò Kaori nel tentativo di liberarsi dalla stretta di Masao.
“Oh no principessa, tu vieni con me, mi serve una garanzia!”disse avvolgendole un braccio attorno al collo e stringendola al petto.
“Lasciami andare! Ryooooooooooooooo!” urlò con gran voce Kaori.
“E’ inutile che urli, il tuo amichetto non verrà a salvarti” sghignazzò Masao.
“Invece ti sbagli!” tuonò una voce dietro di lui.
Ryo comparve sul palco improvvisamente seguito da Miki, Saeko ed Umibozu.
“E bravo Saeba, in quattro contro uno eh?!? Ma io ho un asso nella manica!” ringhiò Masao mentre attirava ancora di più a sé Kaori e le puntava la pistola alla tempia.
“Ryo!” urlò la donna guardandolo negli occhi.
“Sta tranquilla Kaori andrà tutto bene!”.
“Ahahahaha ma certo che andrà tutto bene mia cara. Andrà bene solo se il tuo amichetto ci farà andare via senza opporre resistenza!”.
“Questo mai!” ringhiò l’uomo.
“Allora non mi dai altra scelta!” urlò Masao premendo il grilletto.
“NOOOOO! Ryoooooo!” urlò disperata Kaori.
Ryo e gli altri si abbassarono in tempo prima che il proiettile li raggiunse e nel momento in cui lo sweeper prese la pistola e la puntò su Masao, quest’ultimo prese Kaori e la usò come scudo.
Sia Saeba che gli altri che avevano tirato fuori le pistole si fermarono alla vista di tutto questo.
“Avanti Saeba uccidi la tua compagna!” urlò sghignazzando l’uomo.
Ryo s’irrigidì, i suoi occhi fissarono quelli disperati di Kaori e alla fine abbassò l’arma.
“Bravo. Abbassate le armi anche voi!”urlò guardando Saeko e gli altri.
“Fate come vi dice!”.
“Ma Ryo….” Cercò di dire Saeko.
“FALLO!” tuonò lo sweeper.
E tutti gli altri le abbassarono contemporaneamente.
“Molto bravi….ora buttatele a terra e calciatele via!”.
Ryo e i compagni fecero quanto ordinato e mentre Masao avanzava tra loro usando come scudo Kaori, li guardò e disse: “Ma grazie, addio poveri sciocchi. Addio Saeba.”
“Non preoccuparti ci rivedremo.”
E detto questo una volta puntata la pistola alla tempia di un povero passante lo fece salire con loro in carrozza e partirono a grande velocità.
“Ryo cosa pensi di fare?” domandò Saeko.
“Che domande la vado a salvare no?”.
“Noi veniamo con te!” disse Miki.
“No restatene fuori e occupatevi di Hikinose e di Chisato. Questa faccenda riguarda solo me!” ringhiò con foga.
“E come pensi di salvarla? Con un ramo di bambù?” gli chiese Umibozu.
“Cosa vorresti dire?”.
L’omone non disse una parola, tirò fuori da dietro la schiena una pistola e gliela diede.
“Vai a prendere Kaori e fagli male….molto male a quel pallone gonfiato!” disse Umibozu con un ghigno malefico.
Ryo ghignò guardando l’amico e dopo aver rubato un cavallo ad un passante, corse all’inseguimento di Masao.
“Credete che ce la farà?” domandò preoccupata Chisato.
“Ryo ama molto Kaori e quando lui tiene a qualcuno niente è impossibile.” Le disse Saeko sorridendo.
Nel mentre che la poliziotta e gli altri scortavano Hikonose e Chisato a casa, Ryo era sulle tracce di Masao e di Kaori.
“Si sta dirigendo verso il fiume dei nonni di Chisato, perché diavolo la sta portando lì?” pensò Ryo titubante.
“Dove accidenti stiamo andando” urlò infastidita Kaori.
“Calma, se hai pazienza lo scoprirai!”.
“Sei un essere ignobile! Maledetto! Ryo ti troverà!”.
“Farai meglio a chiederti se mi troverà prima che tu sia annegata mia cara!”disse l’uomo sghignazzando.
“Ma cosa diavolo dici?” disse Kaori iniziando a tremare furiosamente sotto lo sguardo perfido di Masao.
Non passò molto tempo prima che raggiungessero la meta prevista.
“Siamo arrivati principessa! Prego dopo di lei!” disse l’uomo puntandole contro la pistola.
Una volta scesi, il povero cocchiere scappò via a gambe levate e li lasciò da soli.
“Perché siamo qui?”chiese Kaori riconoscendo il posto che le aveva mostrato Chisato, il posto dove i suoi nonni rischiarono la vita.
“Attendiamo il tuo amico Saeba.”
“Ryo? Cosa c’entra lui adesso?” chiese la donna spaventata.
“Semplicemente voglio evitare che mi perseguiti in eterno e tu mi darai una mano!” disse l’uomo ridendo.
“Quindi questa è una trappola? Vuoi uccidere Ryo? Era tutta una montatura allora!” urlò la sweeper.
“No, non era una montatura, io volevo davvero la collana ma tu e il tuo amichetto vi siete messi di mezzo e ora voglio vendicarmi!”.
“Tu sei un essere spregevole!” urlò la donna con disgusto.
“Grazie, troppo buona.” Disse l’uomo ghignando.
“Non appena arriverà il tuo Saeba vi ucciderò assieme così potrete essere uniti in eterno!”.
“Non starai cantando vittoria troppo presto Masao?” una voce ferma e familiare parlò dietro di lui.
“Saeba ma che piacere rivederti!”.
“Non per me!” gli ringhiò in faccia.
“Stavo giusto facendo amicizia con la tua donna, ragazza graziosa un po’ troppo chiacchierona.”
“Mi dispiace che non ti abbia allietato il viaggio perché a me la sua voce piace e anche i suoi modi bruschi!”.
“Visto che l’ami così tanto sarà bene fare in fretta.” Disse e dopo poco sparò il primo colpo.
Ryo l’evitò facilmente e sparò a sua volta.
Davanti agli occhi di Kaori iniziò un duello senza precedenti, dietro di lei la cascata che generava il fiume ai loro piedi rombava con furia e la temperatura fredda dell’acqua le accarezzava con dolcezza il viso.
Istintivamente si strinse accanto all’unico albero di ciliegio presente nella radura mentre i due uomini non accennavano a smettere di spararsi.
Tutta le tensione si bloccò in un istante, ad entrambi era rimasto un solo colpo ed ora si fronteggiavano con fierezza e caparbietà per l’atto finale.
“Devo ammettere che sei bravo, mi hai dato del filo da torcere, ma questo duello lo vincerò io!”.
“Sei troppo sicuro di te finirai per perdere!”.
“Dici?” ringhiò con soddisfazione Masao e puntata la pistola contro Kaori sparò.
Il colpò andò a segno, la donna guardò Ryo e successivamente cadde in acqua priva di sensi.
“KAORIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII!” urlò l’uomo.
“Ahahahahaha povero Saeba, perdere la tua donna così sotto ai tuoi occhi perché non sei stato in grado di proteggerla! Quanto mi dispiace!”.
Un brivido di odio percorse il corpo di Ryo che guardò il suo avversario dritto negli occhi.
“Mi dispiace ma vincerò io…..non te l’avevo detto? Ho con me una pistola di riserva! Addio Saeba!”.
Ma non fece in tempo a prendere la mira, che Ryo sparò il suo ultimo colpo prendendolo dritto al cuore.
“Porta i miei saluti all’Inferno bastardo!” disse lo sweeper con odio.
Poi con tutta la disperazione che aveva in corpo si tuffò cercando di salvare Kaori.
“KAORIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII!”
L’uomo cercava di lottare contro la corrente per raggiungere il corpo esanime di Kaori molto lontano rispetto a lui.
Cercò con tutte le sue forze di lottare contro la corrente mentre la furia dell’acqua lo trascinava con forza verso la fine della cascata, cercò con tutte le sue forze di raggiungere la sua donna ma non ci riuscì.
Nel frattempo Kaori si era svegliata e stava subendo la stessa sorte di Ryo.
“KAORIIIIIIIII!”
“RYOOOOOOOOO!”
“Cerca di aggrapparti a qualcosa!”
“Non ce la faccio!”
“KAORIIIIIIIIIIII!”
“RYOOOOOOOOOOOOOO!”
Invano cercarono di raggiungersi resistendo alla furia di quella cascata che voleva separarli definitivamente fino a quando nel momento in cui entrambi stavano per perdere definitivamente i sensi, un grande vortice ed un bagliore avvolse prima Kaori e poi Ryo e li circondò completamente.
Immersi in un bagliore azzurro, Ryo e Kaori si svegliarono e s’incontrarono di nuovo.
L’uomo strinse con forza la donna.
“Kaori….stai bene?” disse con voce disperata.
“Si sto bene.” Disse la donna stringendosi con foga a lui.
“Dove siamo?” chiese Ryo.
“Non lo so….”
“Posso dirvelo io….”una voce femminile sconosciuta parlò all’improvviso.
“Chi sei?” chiese lo sweeper.
Improvvisamente attraverso il bagliore apparvero due figure, un uomo e una donna giovani e bellissimi. La donna era vestita di azzurro e viola e aveva una scialle simile a quello che si vede nelle raffigurazioni delle dee, mentre l’uomo era vestito in maniera semplice, da contadino e aveva legata alla cintura una trebbia.
“Noi non ci conosciamo, ma io vi ho visti spesso….” Continuò la donna.
“Chi siete?” chiese Kaori incuriosita.
“Io sono te e tu sei me….”rispose sorridendo la donna.
“Che vuol dire? Chi sei?”.
“Io sono Orihime e lui è Hikoboshi.” Disse indicando l’uomo dietro di lei che fece un inchino.
“Non è possibile….voi non esistete.”disse Ryo risoluto.
“Le persone prima di voi non la pensavano così.” Disse l’uomo con voce pacata.
“Oh mio Dio…..allora siete stati voi a salvare Hikinose e la sua sposa.”esclamò Kaori portandosi una mano alla bocca.
L’uomo e la donna annuirono in segno di conferma.
“Perché ci avete salvati?” chiese lo sweeper.
“Vi avevamo visto dall’inizio del vostro viaggio e temevamo che vi capitasse qualcosa di brutto, così appena quell’essere spregevole ha rapito Kaori abbiamo deciso di intervenire attraverso la collana.”
“La collana….” Disse Kaori toccando il gioiello al suo collo.
“Già.”
“La collana protegge gli amanti e gli amori destinati a stare insieme per sempre.”
“Si esatto, ma non può salvare la vita alle persone.”disse Orihime.
“Allora perché Kaori è qui e sta bene? Masao le aveva sparato e l’aveva presa al cuore.”
“Credo che quello sia per merito tuo Ryo.” Disse Hikoboshi.
“Mio?”.
Dal sotto il Kimono indossato da Kaori uscì fuori il medaglione di Ryo praticamente distrutto.
“E’ stato questo a fermare il proiettile.” Disse Hikoboshi sorridendo e poggiando il medaglione nella mani di Kaori.
“Vuoi dire che….”
“E’ stato il tuo amore a salvarla Ryo.” Disse Orihime sorridendo.
Kaori con le lacrime agli occhi guardò Ryo e successivamente gli buttò le braccia al collo sorridendo.
Hikoboshi ed Orihime assistettero a quella scena sorridendo quando improvvisamente si destarono dicendo.
“E’tempo di andare.” Disse la principessa.
“Grazie di tutto.” Disse Kaori.
“Non dovete ringraziare noi ma il vostro amore che ci ha permesso di aiutarvi. Addio Kaori, addio Ryo e grazie.”
“Per cosa?”chiese la sweeper.
“Per averci permesso di aiutarvi e di risvegliare l’incantesimo di Tanabata.”disse Orihime.
“Grazie a voi per averci salvato.” Rispose Ryo.
“Addio!” dissero all’unisono i due spiriti e aggiunsero “A proposito…..Kaori quando tornerai a casa troverai una bella sorpresa.”
E detto questo sparirono nella volta celeste.
Ryo e Kaori avvolti dal bagliore azzurro arrivarono sani e salvi alla radura vicino al fiume.
“Stai bene?” disse lo sweeper guardando la sua compagna.
“Si, sto benissimo.” Rispose la donna sorridendo.
“Scusa se ci ho messo tanto.”
“Sei venuto a salvarmi e lo hai fatto a costo della vita, il resto non ha importanza!” disse la donna.
“Ti amo Kaori.” Le disse Ryo.
“Ti amo anche io.”
E si baciarono dolcemente avvolti dal bagliore delle stelle e dalla magia di quella sera.
“Ma la finiamo con queste smancerie?” urlò Umibozu illuminandoli con i fari della jeep.
I due sweeper si staccarono improvvisamente e Ryo e Umibozu iniziarono a litigare come due bambini.
“Kaori stai bene?” chiese allarmata Saeko.
“Sì sto benissimo!” le rispose la rossa.
“Abbiamo visto un bagliore azzurro dirigersi da questa parte. Ma cosa è successo?”
“Un miracolo, siamo stati salvati.”
“Da chi?”.
“Dall’incantesimo di Tanabata.” Disse Ryo guardando sorridente Kaori che si avvicinò a lui e lo abbracciò con forza sotto gli sguardi stupiti degli amici.
“Ma cosa vorrà dire?” disse Miki.
“Mah non lo so secondo me sono caduti e hanno battuto entrambi la testa!”disse Saeko.
“Allora vogliamo andare? Ci perdiamo i festeggiamenti!”tuonò Umibozu.
“Si si, arriviamo!” disse Miki al marito. “Ryo, Kaori non venite?”.
“Si arriviamo subito!” rispose Kaori che mentre si allontanava dal fiume abbracciata a Ryo, volse il suo sguardo su nel cielo e pensò:
“Addio Hikoboshi, Addio Orihime e grazie!”
E mentre i nostri amici si diressero alla festa di Tanabata, due stelle nel cielo brillavano più delle altre come a festeggiare anch’esse l’incantesimo di Tanabata.


Continua…….

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Capitolo 17
*** Capitolo 16 – Epilogo ***


Una volta ritornati alla festa, Kaori continuò ad essere la principessa Orihime, ma dopo aver raccontato al signor Hikinose e a Chisato, quello che era accaduto al fiume, l’uomo decise che anche Ryo doveva far parte della festa e lo fece diventare il pastore Hikoboshi, ovviamente non senza essere stato preso in giro da Umibozu e gli altri.
La festa procedette senza interferenze, tutti quanti si divertirono molto e in poco tempo anche l’incarico di Ryo e degli altri terminò e venne l’ora di tornare a casa.
Si scoprì infatti che era stato Masao a minacciare Hikinose e la sua famiglia mandando le lettere minatorie, con il chiaro intento di rubare la collana.
Tutti quanti compreso Ryo lasciarono il posto a malincuore, portando con sé comunque un bellissimo ricordo.
Il signor Hikinose insistette per donare la collana a Kaori, ma quest'ultima rifiutò dicendo che l’unica persona che avesse diritto a possedere quel gioiello fosse Chisato.
Ma le sorprese non erano finite, quando tornarono a Shinjuku, la nostra Kaori si diresse dal Doc per trovare una spiegazione ai suoi disturbi e scoprì di essere incinta di poche settimane.
La notizia riempì di gioia sia Kaori che Ryo che come tutti i futuri papà cambiò radicalmente tanto da diventare irriconoscibile. Non stava più nella pelle per l’arrivo del suo bambino e riempiva costantemente di attenzioni la sua Kaori.
Nove mesi più tardi venne alla luce una bellissima bambina e il nome che le venne dato fu Orihime.
La notizia del cuore di Orihime fece il giro del mondo e tutti seppero che si era verificato per una seconda volta il miracolo dell’incantesimo di Tanabata.
La vita ad Hokkaido riprese normalmente e le stagioni si susseguirono senza nessun evento particolare, ma nonostante tutto quando arrivava qualche forestiero che chiedeva informazioni su Tanabata e sul cuore di Orihime, gli veniva raccontato di Ryo e di Kaori , del cuore di Orihime e di quello che accadde “la notte dell’ Incantesimo di Tanabata”.


Fine.

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