La voce della musa

di mercurioingocce
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** inchiostro ***
Capitolo 2: *** quinta dimensione ***
Capitolo 3: *** mano ***



Capitolo 1
*** inchiostro ***


Sottili luccichi d’inchiostro,
una piana bianca sotto il mio tocco.
La mia mano scorre, traccia, fiorisce,
è tutt’uno con la mente,
ed ella emerge.
Emerge dalla polvere, si erge dal grigio.
La sua pelle s’arrossisce, diventa concreta.
Volteggia nell’aria, porge i suoi occhi;
all’opera sono destinati, impalpabili.
Sfioro la sua gote, l’aria m’accoglie
Scompare, riappare, ride beffarda.
Ha lo sguardo di bosco, l’incendio divampa,
fiammeggiante, turbante, irreale,
Il fumo m’assale ed annega il respiro.
Scie nere colano dal mio ingegno
e si dispongono in danze ordinate.
Il fiore è sbocciato nella sua meraviglia:
la carne si è cristallizzata, gli occhi son fieri,
e la solitudine mille volte la rende più cara.
 
Il bocciolo si è svelato dal profondo dell'artista,
le muse l’hanno protetto e si sono rivelate.
Lei si è mostrata, le angosce sono impresse,
ma le masse saranno ora degne di carpire i suoi segreti?

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Capitolo 2
*** quinta dimensione ***


La perpetua bramosia
di labbra impolverate
mi è stata negata.
La mia casa tanto ambita
tra gli incavi del collo
mi è stata strappata.
A parlare poi del dolce sospiro,
il soffio di vita del petto,
la voce si incrina a ricordarlo.
E come Zeus rincorre le fanciulle
il suo sguardo persegue la mia memoria:
tre volte mi ha mirato
e tre volte il mio cuore ha infuriato.
 
Ma ricado nel soffice
tanto palpabile quanto il marmo
desiderando ben altro e vivente appoggio.



Qualche notte fa l'ho sognata, più viva e reale che mai, più vera del vero. Le emozioni, potenti e soffocanti come se ella fosse stata realmente accanto a me, sono resuscitate dal torpore, e distintamente ho toccato le sue labbra e le sue membra. Tre volte mi ha guardato, distante, con un blocco di fogli tra le mani, e infine si è avvicinata, permettendomi di trovare riparo tra i suoi arti. E infine 
tanto ho desiderato un bacio sulla sua bocca screpolata, che posso percepire ancora oggi la delusione della sua dissolvenza, scottante e prepotente.
 

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Capitolo 3
*** mano ***


Porcellana,
fine delicatezza
Fragilità
è nelle mie dita,
tenera e carezzevole
eppur sfuggente
come se potesse
rivelarsi come illusione.
La stringo troppo duramente?
La mia presa è troppo salda?
Temo di frantumarla,
le lascio libertà
ma s’appiglia dolcemente
solida, concreta, irreale.
E mentre il cuore si scioglie,
lei tiene insieme i pezzi di me.

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