You can, You up

di Angel TR
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** È adorabile! ***
Capitolo 2: *** Non guardatemi mentre mangio, è cattiva educazione! ***
Capitolo 3: *** Gli amici dovrebbero farsi i fatti loro ***
Capitolo 4: *** Ricerche ***
Capitolo 5: *** Vietato fare la damigella in pericolo ***
Capitolo 6: *** Chiamami col mio nome (beh, come altro vorresti chiamarmi, scusa?) ***
Capitolo 7: *** La Vedova ***



Capitolo 1
*** È adorabile! ***


YOU CAN, YOU UP!
... but no can, no bb ;)


1. È adorabile!


7. "Grazie per il supporto morale!"
12. Things you said I wasn't meant to hear
< Gigil: l’impulso irresistibile di pizzicare o stringere qualcuno a cui si vuole bene.


Luo Binghe era così carino! Davvero adorabile. No, ma davvero, Shen Qinqiu non ricordava di aver visto qualcosa di tanto cucciolo dai tempi dei pupazzetti sorridenti con le guanciotte rosse che pescavi nelle macchinette al lunapark.
Con quegli occhi enormi da cagnolino che chiedeva di essere adottato, quella pelle candida chiazzata di rosso per il desiderio e la vergogna, quei ciuffi di onde nere come l'ebano che gli incorniciavano il viso inclinato verso di lui, Luo Binghe era l'epitome dell'aggettivo delizioso.
Gli venne quasi da accarezzargli la testa o pizzicargli una guancia ed elogiarlo «Bravo, Binghe, sei proprio bellino!»

Sei sicuro di voler procedere?, chiese una vocina meccanica; sembrava stesse reprimendo una risata.

Shen Qingqiu roteò gli occhi. Ma guardalo! Come puoi dirgli di no?, chiese di rimando alla vocina, allargando le braccia. Peccato che Luo Binghe fraintese e si gettò su di lui, convinto che quello fosse un invito ad abbracciarlo. Visto? Andiamo, è assolutamente innocuo!, insistette, un sorrisetto sulle labbra.

«Shizun» mormorò il ragazzo, con un tono di pura venerazione. Ah, sul serio! Quando mai qualcuno l'aveva trattato così? Luo Binghe lo faceva sentire come un dio – il che era un po' imbarazzante perché, aiuto, il ragazzo era la sua ombra e a volte temeva di ritrovarselo anche in bagno, con quegli occhioni da cane bastonato e quel richiamo disperato "Shizuuun" – e, ehi, che sensazione stratosferica! Ora capiva un po' quei libri sdolcinati sull'amore che da studente gli facevano storcere la bocca.
Non poté fare altro che cingergli le spalle larghe e muscolose – al che un brivido gli scese lungo la spina dorsale. Ah, se era fortunato! Ma l'hai visto?, chiese tra sé e sé, come se ci fosse un pubblico invisibile.

La vocina tornò alla ribalta, sghignazzante. Certo che l'ho visto. E tu?

Shen Qingqiu inarcò un sopracciglio. Che voleva dire quella guastafeste?

Mentre si lambiccava il cervello, Luo Binghe tirò su col naso: il suo modo chiaramente adorabile di richiedere l'attenzione. Shen Qingqiu riportò lo sguardo su di lui con un sorriso dolce. «Binghe» sussurrò, con un tono di voce che, se fosse stato lo spettatore di quella scena, si sarebbe coperto il viso per la vergogna.
Ma quando vide la cosa, il suo sorriso si trasformò in una smorfia di shock e paura e i suoi occhi si sgranarono.

Cosa diavolo era quello!?

Spostò rapidamente lo sguardo dal visetto carino di Binghe a… alla cosa, sconvolto dal contrasto. Come aveva potuto pensare che fosse adorabile? Signori, Shen Qingqiu ritrattava ogni singola parola! No no, avete frainteso, Luo Binghe non era adorabile come i pupazzetti dalle guanciotte rosse che si pescano nelle macchinette ai lunapark, Luo Binghe era un uomo fatto e finito! Fu come vederlo per la prima volta: la mascella forte, gli occhi profondi, le labbra carnose, il naso dritto, il corpo piazzato e alto. Alto! Luo Binghe lo superava di mezza testa! E poi, la cosa in mezzo alle sue cosce forti. Non sarebbe stata un'esagerazione denominarla "arma di distruzione di massa", no? Oh Buddha, ma come l'avevano svezzato? Con il viagra!?

«Shizun» chiamò ancora Binghe. Oh signori! Che voce profonda e seducente! Altro che delizioso, quello lì era una macchina infernale, il Rocco Siffredi della Cina! (Non chiedete perché Shen Qingqiu conoscesse Rocco Siffredi, concedetegli un poco di privacy.)

La vocina rise. Ma quale Rocco Siffredi! Durerà cinque minuti al massimo. Dài, guardalo, non è adorabile? Forza e coraggio, you can, you up!

Shen Qingqiu roteò gli occhi. Oh, ma davvero? Ora veniva perculato persino da una vocina mentale. Ciao ciao, dignità. «Grazie per il supporto morale, eh!» gridò, sarcastico.

E, ancora una volta, Luo Binghe fraintese.

Avvicinandosi lentamente – Santo Buddha, altro che cagnolino abbandonato, quello era un leone a caccia! E lui era la povera antilope che si voleva pappare! – lo intrappolò tra le sue braccia e sorrise, scoprendo i canini. Shen Qingqiu si sentì le gambe molli. Era pazzo! Pazzamente pazzo! Perché si ficcava sempre in quelle situazioni!? Perché?

«Di niente, Shizun!» rispose felice Luo Binghe.

Shen Qingqiu deglutì, preparandosi all'apocalisse.


N/D: questa raccolta nasce dall'esigenza di colmare il vuoto lasciato dalla prima stagione del donghua xD sarà una raccolta dell'indifferenziata...
Ma... Ma... Ehi, tu! Conosci Scum Villain Self Saving system? No? E che aspetti a leggerlo! È una novel cinese scritta da Mo Xiang Tong Xiu e puoi trovare la traduzione sia in italiano che in inglese AGGRATIS su internet. In più, ha un donghua che fa sbellicare. E poi è l'unica novel dov'è presente il meraviglioso Luo Binghe! Insomma, fai scorrere quelle ditina sulla tastiera e cercalo! Mi ringrazierai. Questa inserzione non è stata sponsorizzata ma se MXTX volesse pagarmi per tale incarico mi farebbe un grandissimo piacere *-*

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Capitolo 2
*** Non guardatemi mentre mangio, è cattiva educazione! ***


36. "Smettila, ci stanno guardando tutti!"
13- Things you said through your teeth / Le cose che hai detto fra i denti


2. Non guardatemi mentre mangio, è cattiva educazione!


Davanti a te si srotolano distese di piatti prelibati – albicocche, pesche, mele, melograni, giuggiole, nocciole, congee, focacce al vapore, wonton, torte di sesamo – tali che, appena vi posi gli occhi spalancati, senti l'acquolina. Sei sicuro che tra poco ti scenderà un filo di bava, rovinando l'apparenza perfetta di Shen Qingqiu.
Il fatto è che ad aver cucinato e trasportato tutto questo ben di dio al tuo tavolo non è altri che Luo Binghe, il quale, adesso, sgambetta davanti a te, impaziente ed emozionato. «Ho cucinato anche questo per te, Shizun!» esclama, tutto contento, gli occhioni da cucciolo splendenti come ceramica appena lucidata.
Provi debolmente a obiettare ma lui non ti ascolta nemmeno e sfreccia nuovamente in cucina. Davanti allo sconcerto degli altri maestri, che ti lanciano occhiate perplesse, ti sfugge una risatina nervosa. Binghe, Binghe! Perché devi sempre mettere in imbarazzo l'impeccabile Shen Qingqiu!? Sei quasi sul punto di cedere alla tentazione di mordicchiarti una pellicina, proprio come ai vecchi tempi da studente, quando Luo Binghe torna correndo dalla cucina alla guida di un intero carrello addobbato nemmeno fosse il servizio di un ristorante cinque stelle. Shen Qingqiu non può reprimere un verso d'orrore alla visione di una meravigliosa orchidea fresca che campeggia gioiosa tra i piatti, salutando tutti i presenti al banchetto.
Osservi terrorizzato l'orchidea venire colta dalle dita di Luo Binghe: ti sembra quasi che il fiore sorrida felice quando ti viene porto. «Per te, Shizun!» afferma a voce alta Binghe, sulle guance due chiazze rosse che lo rendono… stavi per dire "adorabile", Shen Qingqiu?
Ora.
Dovresti, e si sottolinea dovresti, essere furioso per questa vomitevole esibizione adolescenziale di sentimenti e dovresti, eh, sempre dovresti, rimettere al suo posto questo allievo scombinato che ti mette in ridicolo davanti a quanti?, più di cento presenti ma no. No, è più forte di te! Non ce la fai.
Oh, datti un contegno, Shen Qingqiu! Sei conosciuto, sei una figura rispettata, dopotutto!
Schiarendoti la gola, ti sporgi verso di lui e gli sussurri tra i denti per non farti sentire dagli altri: «Smettila, ci stanno guardando tutti!» Sgrani gli occhi per sottolineare il messaggio.
La verità è che un po' ti penti. L'adorabile – no, non adorabile! – Luo Binghe è lì impalato davanti a tutti, così sicuro e fiero dei suoi sentimenti che non prova nemmeno una punta della vergogna del suo maestro, e tu che fai? Lo pianti in asso. E cosa succede quando Luo Binghe viene piantato in asso? Ti si fa strada un pensiero che minaccia di distruggerti: se a Binghe dovesse venire la pessima idea di piangere davanti a tutti, sarebbe ancora peggio di accettare quel… come chiamare quel servizio da Masterchef? Ecco, insomma. Meglio fare finta di niente e andare avanti. Il banchetto deve proseguire.
Sforzandoti di non guardarti intorno – e soprattutto di non guardare Liu QingGe che ti sta letteralmente perforando la guancia – strappi l'orchidea dalla mano di Binghe e l'annusi velocemente come una delicata fanciulla, altro che granmaestro di non-so-ché.
Gli occhi scuri come liquirizia del ragazzo si accendono, così belli e puri che un cielo stellato di mezz'estate cederebbe loro il posto. Oh, al diavolo! Cosa c'è di male nel viziare un poco il proprio discepolo preferito? Allunghi la mano e gli accarezzi velocemente la testa – al che lui sembra letteralmente scoppiare di gioia, come un petardo lanciato a tutta forza la notte del trentuno dicembre.
Non riesci a contenere un sorriso, nonostante quasi tutti i presenti esprimano imbarazzati il proprio dissenso. Tu, felice come una Pasqua, pensi ad affondare il cucchiaio nel porridge preparato dal tuo innamorato.


N/D: Binghe cuoco provetto

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Capitolo 3
*** Gli amici dovrebbero farsi i fatti loro ***


35. "Non ho mai conosciuto una persona più incoerente di te."
30. "Tanto ormai ho perso la concentrazione..."
23. "Non ti stavo ascoltando... dicevi?"
12. "Stavamo giusto parlando di te!"
30- Things you said you hated about me / Le cose che hai detto di odiare di me


3. Gli amici dovrebbero farsi i fatti loro


Era proprio una splendida giornata di sole: la brezza primaverile soffiava gentile sul viso di Shen Qingqiu, gli uccellini cinguettavano e i fiori sbocciavano e… basta, sono finite le metafore e le similitudini sulla primavera – va detto che Shen Qingqiu non aveva mai capito bene la differenza tra le due. Osservando quel paesaggio idilliaco, un sorriso genuino fiorì sulle sue labbra: era da tempo, ormai, che la sua mente e il suo corpo non si sentivano tanto rilassati, tanto calmi, tanto leggeri, senza una nuvola che oscurasse il cielo azzurro…
«Il cinico Shen Qingqiu che sorride davanti alla rinascita della Natura? Tu odiavi la primavera.»
Eccolo, era arrivato l'intelligentone di turno, lo sgamatore seriale, il bello e impossibile – oddio, ora anche lui trovava bello!? Ma che gli stava succedendo!? – Liu QingGe. Shen Qingqiu si voltò, ostentando un'espressione convinta ma che si sgretolò miseramente davanti a quegli occhi indagatori da fenice che tutto vedevano e tutto sapevano. Liu QingGe inarcò un sopracciglio folto davanti al repentino cambiamento di espressioni. Sembrava quasi aspettasse un suo passo falso, pregustandolo come un predatore…
«Con l'avanzare dell'età si diventa più saggi» replicò Shen Qingqiu, modulando la voce affinché desse davvero l'impressione di essere un "vecchio saggio". Incrociò persino le mani dietro la schiena come gli anziani impalati davanti ai cantieri. Recitazione perfetta, centodieci e lode con bacio accademico.
Il sopracciglio di Liu QingGe raggiunse nuove vette. «Ma tu odi la vecchiaia! Lo ripetevi a tutti fino allo sfinimento, ti impastavi persino la faccia di unguenti di cacca di piccione per prevenire le rughe! Shixiong, non ho mai conosciuto una persona più incoerente di te, che fastidio» commentò.
Cacca di piccione!? Shen Qingqiu frenò un conato di vomito. Ma che schifo! Riportando il pensiero a cose più importanti… oh, ci risiamo. Sarebbe stato scoperto e addio. Era ora di riprendere la recita. Nonostante avesse roteato gli occhi e cercasse di fingere di concentrarsi sui ragazzi che giocavano a pallavolo qualche metro in là, Liu QingGe non si lasciava ingannare. Ridusse gli occhi a due fessure e aprì la bocca per interrogarlo nuovamente. Proprio in quel momento, una voce che Shen Qingqiu conosceva fin troppo bene chiamò: «Shizun
Avete mai ammirato il quadro "La nascita di Venere"? Benissimo, scambiate "Venere" con "Adone" e otterrete la versione made nelle campagne cinesi. Persino gli uccellini iniziarono a volteggiare attorno alla testa di Shen Qingqi, intonando una melodia degna dell'arrivo della principessa Biancaneve nei cartoni animati della Disney. No, ma davvero, come ci si sentiva a guardarsi allo specchio e vedere quel ben di dio? Ma non aveva rispetto per l'autostima altrui? Luo Binghe sventolava una mano per salutarlo, zampettando verso il campetto dov'erano radunati i suoi compagni come un aitante capriolo – esistono caprioli aitanti? Qualunque sia la risposta, è per rendere bene l'idea, immaginatevelo. Sfoggiava un meraviglioso sorriso, così luminoso che il sole si impiccò. Gli uccellini circondarono la sua immagine, facendole assumere le sembianze di un quadretto bucolico. Shen Qingqiu sentiva la necessità di sospirare davanti a tale giovanile innocenza e beltà.
«Shen Qingqiu? Ti sei incantato?» Qualcuno schioccò due dita davanti ai suoi occhi e il quadretto tanto carino esplose in mille pezzi.
Shen Qingqiu scosse la testa, sbatté le palpebre un paio di volte e riportò confuso lo sguardo su Liu QingGe che lo stava guardando con tanto d'occhi. «Oh. Non ti stavo ascoltando… dicevi?» biascicò come un balbettante babbuino bamboccione.
A quel punto, Liu QingGe ne aveva avuto fin sopra i capelli: si posizionò affianco a lui, così vicino che Shen Qingqiu poté distinguere il colore del neo sbarazzino seducentemente piazzato sotto l'occhio, e seguì la direzione del suo sguardo, dritto dritto verso l'ignaro Luo Binghe.
Entrambi fissarono per un bel po' lo splendente ragazzo inseguire il pallone. Stretto nella morsa del panico e sentendosi andare a fuoco, Shen Qingqiu fece una smorfia e improvvisò. «Vuoi giocare a pallavolo?» chiese; la voce gli uscì strozzata.
Liu QingGe si girò per sbuffargli in faccia. «Mi sa che sei tu a volerci giocare» ribatté, sarcastico.
Sentendosi osservato, Luo Binghe sollevò lo sguardo e, appena si rese conto che era il suo amato Shizun a degnarlo della sua attenzione, lo abbagliò con un sorriso. Shen Qingqiu ebbe l'esigenza di schermarsi con un braccio: oh, santo Buddha, che esagerazione! Un tantino più brutto potevi farlo, no? Non contento di averlo completamente rincitrullito, Binghe avanzò verso di lui esibendosi in una corsetta rallentata alla Baywatch che Pamela Anderson, spostati. Un momento, aspettate. Baywatch? Perché aveva pensato a Baywatch? Fu solo in quel momento che gli occhi di Shen Qingqiu misero a fuoco il torace nudo di Luo Binghe.
Oh, Buddha, liberami da ogni pensiero peccaminoso. No, no, ti prego, bastoncino, non tradirmi ora!
«Gradisci un po' di acqua e zucchero?» lo canzonò Liu QingGe, suo malgrado divertito.
Sinceramente, signori, ma quale acqua e zucchero e acqua e zucchero? Shen Qingqiu vedeva il mondo sottosopra, caprette che lo salutavano, dragoni sputafiori, ninfe libertine e fontanelle d'acqua: insomma, sembrava essere sotto l'effetto di acidi potenti. Figuratevi se capiva una richiesta complessa come "gradire (ma chi usa il verbo gradire!?) acqua e zucchero"!
«Continuiamo questa discussione un'altra volta. Tanto ormai hai perso la concentrazione» concluse Liu QingGe, godendosi lo spettacolo del suo senior imbambolato dall'arrivo di Luo Binghe.
Le guance arrossate dal sole, la pelle candida brillante – Edward Cullen, sei tu? – gli occhi neri come liquirizia pieni di gioia e amore, così incontenibili che persino la Lady di Ferro si sarebbe emozionata, Luo Binghe si fermò davanti a Shen Qingqiu; pareva una statua di Michelangelo scodinzolante.
Liu QingGe roteò gli occhi. «Stavamo giusto parlando di te. "Sei un allievo promettente"» ruppe l'idillio, scimmiottando il suo senior ma il ragazzo non poteva saperlo quindi rivolse un bel sorriso spontaneo al sarcastico Liu QingGe. Nemmeno lui poteva resistere al fascino di Binghe. Sciogliendosi appena in un ghigno, salutò Shen Qingqiu con un cenno della testa e lasciò i due soli.
No! Prima mi tradisci e poi te ne vai!? Non si fa così! Ora che dico a questo?, pensò Shen Qingqiu, seguendo con lo sguardo la rassicurante figura di Liu QingGe farsi sempre più lontana. Il suo corpo era in fibrillazione a causa della vicinanza del ragazzo seminudo.
«Shidi!» lo chiamò, disperato, allungando le vocali, ma quello scoppiò in una grossa e grassa risata e si allontanò. Pure lui come Adone non sfigurava, eh…
«Shizun, è vero?»
… ma come poteva competere con Luo Binghe? Sforzandosi di non lasciar trapelare il vortice di sentimenti dagli occhi, Shen Qingqiu deglutì. «Certo, Binghe. Ora non deludermi» rispose, ergendosi in tutta la sua statura. Ridicolo, ormai Binghe l'aveva superato e, sinceramente, quel tono di voce tutto serioso non gli si addiceva proprio.
Ovviamente, l'innocente Binghe non poteva saperlo. Il suo sorriso si allargò e si profuse in un inchino a dir poco imbarazzante. Un inchino, oh signore. Shen Qingqiu piazzò velocemente le braccia davanti al bacino, sia mai il fiorellino di loto notasse qualcosa! «Non ti deluderò, Shizun!» promise Binghe, serio. E, in quel momento, l'immagine di ciò che sarebbe diventato tra qualche anno balenò davanti agli occhi di Shen Qingqiu.


N/D: prompt in chiave comica ahahha

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Capitolo 4
*** Ricerche ***


46. "Stanotte ho fatto un sogno stranissimo!"
37. "Esprimi un desiderio! Ma non dirlo ad alta voce, altrimenti non si avvera!"
21. "L'unica cosa che vorrei adesso è ricongiungermi al mio letto e dormire per due giorni di fila!"


4. Ricerche

Shen Yuan odiava le feste universitarie. Potete spiegargli cosa ci fosse di divertente nell'avvelenarsi lo stomaco con litri di birra scadente e distruggersi i timpani con quella musica da discoteca a palla? Bene, se le odiava tanto, perché si era presentato alla suddetta festa? Per farla breve, aveva deciso di mettere piede in quella stupida discoteca per smaltire il nervosismo e la stizza che pesavano sul suo stomaco come macigni. Stupida novel, stupido autore!, rimuginò come un vecchio bisbetico.
Proprio mentre rosicchiava quelle parole tra i denti, assomigliando a qualcuno che aveva subito una paralisi facciale, una cosa che aveva le sembianze di una torta, con una candelina in cima, gli fu piazzata davanti al naso. «Esprimi un desiderio! Ma non dirlo ad alta voce altrimenti non si avvera!» biascicò una voce femminile. Shen Yuan sollevò lo sguardo per incontrare il viso di una ragazza palesemente ubriaca. Allarme rosso, allarme rosso. Shen Yuan temeva le persone ubriache, specialmente se questi erano studenti universitari: tendevano ad appendersi al braccio e sciogliersi in lacrime su quanto la vita da studente li stesse riducendo a pezzi. Brividi. Così, come se invece di una ragazza ci fosse una bomba ad orologeria, Shen Yuan sorrise obbediente e soffiò la candelina. Desidero che quello stupido romanzo "Il fiero e immortale cammino demoniaco" faccia una brutta fine!
Sprecare un desiderio per un romanzo. Ah, questi giovani di oggi…
Dopo un'ora precisa persa a vagare tra la folla in cerca di uno spazio vitale libero, Shen Yuan si sentiva già esausto. «L'unica cosa che vorrei adesso è ricongiungermi al mio letto e dormire per due giorni di fila» grugnì a nessuno in particolare. Ma si sa che a una festa universitaria tutti sentono tutto e un gruppetto di ragazzi che stavano chiacchierando lì vicino scoppiarono a ridere. «Ma se c'è lezione domani!» esclamarono, come se avesse detto una cosa particolarmente buffa.
Shen Yuan li fissò imbambolato poi una campanellina nel suo cervello si accese con un drin. Preso dal suo odio per "Il fiero e immortale cammino demoniaco", aveva completamente rimosso dalla testa che il suo, di cammino, lo portava dritto dritto davanti al computer del laboratorio informatico.
Doveva assolutamente ritirarsi nelle sue stanze.
Forse a causa della terribile musica house che l'aveva stordito, forse a causa di un alcolico proveniente da chissà quale buco, Shen Yuan sognò cose bizzarre quella notte. Sognò il temibile protagonista maschile del romanzo, Luo Binghe, che piangeva a dirotto abbracciato alle gambe del disgraziato Shen Jiu. Sognò di essere Shen Jiu e di cambiare la trama del romanzo fino a trasformarlo in un'opera letteraria di prestigio. Niente male, no? Il problema era come aveva cambiato la trama del romanzo. Da dove gli erano uscite certe scene!? Come poteva solo immaginarle!? Non aveva mai guardato porno in vita sua! Luo Binghe, sì, quel Luo Binghe, il protagonista maschile della novel, lo chiamava devoto e intanto baciava ogni centimetro del suo corpo con venerazione, dalla fronte, al naso, alle guance, la bocca, il collo, sempre più giù, sempre più giù… Shen Yuan si svegliò quella mattina ricoperto di sudore e… altre cose. Restò sconvolto. Che orrore. Che vergogna! Maledetto Aeroplano innalzato verso il Cielo, tu e i tuoi nickname ridicoli, tu e il tuo protagonista da film porno!
Arrivò al laboratorio barcollando come uno zombie. Per qualche sgradevolissimo motivo, non riusciva a togliersi quelle scene dalla testa. Sentiva gli ansiti dell'invincibile protagonista – e che ansiti! Shen Yuan voleva morire – nelle orecchie come se fosse lì presente. Doveva avere proprio una brutta cera perché un collega si sporse e gli chiese: «Ma che hai?»
Shen Yuan si riscosse e sventolò una mano. «Stanotte ho fatto un sogno stranissimo!» rivelò, più a se stesso che al collega. Quello lo guardò comprensivo e tornò a girarsi verso il suo computer.
Il computer.
Shen Yuan si mordicchiò un labbro. Ora doveva concentrarsi, giusto? Smetterla di pensare a Luo Binghe, con quei capelli scuri e fluenti che gli solleticavano il viso, gli occhi di ossidiana, i muscoli scattanti che gonfiavano elegantemente la pelle candida… oh, ma andiamo! Shen Yuan saltò dalla sedia. Fortunatamente, siccome si trovava all'ultima fila, nessuno lo notò. Aprì la finestra del programma e si collegò al gruppo, in attesa delle istruzioni della professoressa. Tutto inutile. Le parole fluivano da un orecchio all'altro senza ostacoli, sostituite dai gemiti e dalle suppliche di Luo Binghe… Shizun, Shizun... Oddio! Come in trance, Shen Yuan decise che quella stupida novel non poteva averla vinta su di lui e, bloccando la condivisione schermo, digitò velocemente cinque parole su Internet.
La maestosa figura del protagonista maschile gli apparve davanti agli occhi come un miracolo. Gli si appannarono letteralmente gli occhiali. Ah, Aeroplano Innalzato verso il Cielo! Che design magnifico, che personaggio micidiale hai creato! Complimenti, complimenti vivissimi! Eppure, qualcosa non quadrava. Nel suo sogno, Luo Binghe aveva perso l'aria glaciale e sinistra che emanava in quell'immagine e sembrava quasi sottomesso, scalpitante, un po' infantile ma decisamente adorabile.
Shen Yuan corrugò la fronte quando si rese conto di quali assurdi pensieri circolassero nella sua testa. Mai più, mai più avrebbe messo piede in una festa universitaria! Nuocevano alla sua salute! Immerso in quelle considerazioni, non si era accorto che le teste degli studenti erano girate verso di lui.
«Pss, Shen Yuan… condividi lo schermo!» sussurrò un collega con urgenza, facendo un cenno del capo verso la professoressa che lo stava trafiggendo con gli occhi. Oh, merda, dannata novel, ora anche una ramanzina si era beccato per colpa sua!
Ora. Se Shen Yuan avesse avuto un briciolo di concentrazione in più, si sarebbe reso conto che, prima di attivare la condivisione schermo, avrebbe dovuto chiudere la finestra e cancellare le ricerche per eliminare ogni traccia del misfatto. Invece, chiuse soltanto la finestra.
Sullo schermo di tutti gli studenti, professoressa compresa, apparve la pagina di ricerca di Shen Yuan. Solo quando la professoressa cliccò sulla barra di ricerca, Shen Yuan realizzò il guaio che aveva combinato.
Oh, cazzo.
L'ultima ricerca effettuata spuntò allegramente sui computer di tutti i presenti e nessuno poteva sbagliarsi sul suo significato. Luo Binghe. Famoso protagonista maschile di una dannata novel Stallion. Sexy. Non ci si poteva sbagliare. Sexy.
Dalle bocche delle ragazze presenti scapparono vari risolini e persino la professoressa inarcò un sopracciglio. Eh, sì, anche lei aveva letto il romanzo incriminato e probabilmente anche lei aveva digitato le stesse identiche parole su Internet: Luo Binghe sexy official art.


N/D: mi fa troppo ridere Shen Yuan studente che inizia a fare strani pensieri su Binghe ahahahha

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Capitolo 5
*** Vietato fare la damigella in pericolo ***


38. "Prima sbarazzati di quella cosa, grazie!"
39. "Me l'avevi promesso!"
40. "È la quinta volta che me lo chiedi."
41. "Vieni a darmi una mano!"


Vietato fare la damigella in pericolo

Luo Binghe sprizzava gioia da tutti i pori mentre sgambettava verso la stanza del suo Shizun, tra le mani un vassoio sul quale campeggiava il suo congee preferito. Sapeva che probabilmente i suoi sentimenti erano sciocchi e infantili e il suo Shizun era una persona intoccabile, irraggiungibile, troppo perbene per poter anche solo prendere in considerazione i suoi sentimenti. A volte, Luo Binghe si sentiva ancora un discepolo di appena otto anni che a stento riusciva a toccare il lembo delle vesti di quel maestro etereo.

Ma di anni ora non ne ho più otto, cercò di incoraggiarsi Binghe, per darsi forza. E il mio Shizun l'ho superato, anche se di poco.

Il solo ricordo degli occhi da fenice del suo maestro al suo stesso livello gli scatenò un brivido lungo la spina dorsale e quasi andò a sbattere contro la porta della stanza di Shen Qingqiu. Aveva sollevato il pugno per bussare quando udì una voce agitata esclamare: «No!»
Luo Binghe si tese: era Shizun! Cos'era successo? Perché era così esagitato?

«Shidi, è la quinta volta che me lo chiedi. Non voglio farlo, smettila» continuò Shen Qingqiu. Dal tono di voce, sembrava tremendamente imbarazzato.

Appena Luo Binghe seppe chi era l'interlocutore, il cuore gli perse un battito. Liu QingGe… il suo acerrimo rivale. D'accordo, è bello e forte… ma non quanto me. E io sono anche più giovane!, protestò silenziosamente tra sé e sé. Quando quel pensiero fu formulato, Binghe se ne pentì un po'. Liu QingGe era un grande aiuto per il suo Shizun e spesso l'aveva tolto dai guai quando Binghe non era presente. D'altronde… quello era esattamente il motivo per cui la sua gelosia aveva ragione di esistere.

Dalla stanza, giunse finalmente la voce appena alterata dell'imputato. «Me l'avevi promesso!»

Un sospiro di sconfitta. «E va bene» acconsentì Shen Qingqiu. «Mi spoglio. Prima, però, metti via quella cosa!» aggiunse, quasi spaventato.

Mi spoglio!? Quella cosa!?

La mente di Luo Binghe si svuotò del tutto e il vassoio gli cadde dalle mani. La ciotola si ruppe in mille frantumi, il contenuto si sparse sul pavimento, allargandosi a macchia d'olio. Il sorriso sul suo volto sfiorì come una rosa che avevano dimenticato di annaffiare. Luo Binghe non aveva nessuna esperienza ma persino un novellino come lui riusciva a cogliere le implicazioni di quello scabroso scambio di battute.

Il suo amato Shizun lo stava tradendo.

In realtà, tecnicamente non poteva tradirlo visto che non stavano insieme ma sinceramente a chi interessavano quei dettagli! Luo Binghe si sentì amaramente tradito, come se il suo cuore fosse stato trafitto da una spada. Senza pensare alle conseguenze, buttandosi a peso morto sfondò la porta. «Shizun!» chiamò, come un cucciolo di tigre ferito.

La scena che si presentò sotto i suoi occhi lo lasciò di stucco.

Shen Qingqiu, le pallide spalle scoperte, indietreggiava con le mani parate davanti a sé per bloccare la micidiale avanzata di Liu QingGe il quale teneva tra le mani nascoste dietro la schiena… una sanguisuga!? Luo Binghe spalancò la bocca.
Due teste si voltarono a guardarlo.

«Binghe, che ci fai qui?» sbottò Shen Qingqiu, atterrito. Tentò malamente di coprirsi le spalle, come una timida fanciulla. «Non guardare!» lo rimproverò. Nonostante fosse un uomo di tutto rispetto, in quel momento aveva tutta l'aria di un un bambino colto di sorpresa con le mani nella marmellata.

Dalle labbra di Liu QingGe scappò un ghigno. Ecco, lui non sembrava per niente imbarazzato, per esempio. «Binghe, vieni a darmi una mano. Ti sto offrendo un'opportunità che non puoi rifiutare, ascoltami bene… blocca il tuo Shizun tra le braccia» lo invitò, tentatore come un bellissimo diavolo. «Shixiong, sta' tranquillo, non ti succederà niente» promise, rivelando finalmente la temibile sanguisuga nascosta. Il ghigno sul suo volto si allargò.

Sul viso di Shen Qingqiu si dipinse un'espressione di puro orrore. «Binghe, non farlo, salvami da quella cosa!» urlò, scagliandosi letteralmente tra le braccia del suo discepolo.

Il suo corpo si immobilizzò. Che sogno! Che redenzione! Luo Binghe non poteva crederci: il suo amato maestro chiedeva protezione proprio a lui! Era il suo momento per redimersi e guadagnarsi tutta la sua fiducia. Schiarendosi la gola, avvolse le braccia attorno al corpo scattante di Shen Qingqiu e professò eroicamente: «Ti salvo io, Shizun!»

Ma Shen Qingqiu si divincolò dalla presa e gli rivolse uno sguardo stralunato, nemmeno avesse visto un fantasma. Doveva avere la febbre perché le sue guance erano rosse come due mele. «Santo Buddha, no! Non posso cedere!» esclamò, la voce stridula. «Questo maestro accetta la sanguisuga» affermò tremulamente.
Sotto gli occhi increduli di Luo Binghe e quelli divertiti di Liu QingGe, il posato maestro Shen Qingqiu si gettò sulla sanguisuga che dimenava allegramente la propria codina, felice di infliggergli quella punizione meritata.


N/D: Binghe troppo insicuro di sé per capire ahahahha

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Capitolo 6
*** Chiamami col mio nome (beh, come altro vorresti chiamarmi, scusa?) ***


50. "Ehi, non mettermi fretta!"
10. "Poteva andare peggio..."
17. "Adesso ti metterai comodo e mi racconterai tutto!"
2- Things you said after you kissed me / Le cose che hai detto dopo che mi hai baciato

Avvertimento: Lemon? Lime??


6. Chiamami col mio nome (beh, come altro vorresti chiamarmi, scusa?)


«Shizun» chiamò Luo Binghe; la voce rotta dagli ansiti solleticò la pelle morbida dell'orecchio di Shen Qingqiu. «Shizun» ripeté.
Shen Qingqiu avrebbe voluto tanto chiudere gli occhi, godersi il momento – beh, per quanto la goffaggine di Binghe lo permettesse – e lasciarsi andare ma, nonostante fosse sballottolato dai colpi quasi furiosi dei fianchi di Binghe, non poté non coprirsi il volto con le mani per la vergogna.
Santo Buddha, perché doveva chiamarlo proprio Shizun durante quei momenti!? Insomma, lo faceva sentire un vecchio depravato che carpiva la virtù del giovane allievo e n-o-n era così, ok? Shen Qingqiu era giovane… non quanto il ragazzo che lo stava martoriando in quel momento, ok, ma era giovane – o, almeno, non era un vecchio decrepito.
Sbattendo i denti sotto quelle spinte incessanti, riuscì a dire quasi rabbioso: «Non chiamarmi Shizun
Il ciuffo scuro di Binghe gli solleticò la guancia quando alzò appena la testa per scoccargli uno sguardo confuso. «Come dovrei chiamarti, allora, Shizun
Shen Qingqiu non avrebbe saputo dire quale divinità lo trattenne dal roteare gli occhi. Non so, Binghe, ormai siamo sposati, guarda cosa stiamo facendo su questo letto sgangherato; potresti chiamarmi forse, ma dico solo forse, con il mio nome?, avrebbe voluto sbottare, eppure quelle tre ultime paroline finali lo bloccarono.
Il mio nome.
Una volta, Shen Qingqiu aveva avuto un nome. Riflettendo su quella vita che ormai pareva non appartenergli più, il suo sguardo si perse nel vuoto e, ovviamente, Luo Binghe si impanicò.
«Shizun! Questo discepolo è inutile! Come potrei chiamarti se non Shizun?» chiese, alzando il tono di un'ottava per l'ansia. Aveva finalmente smesso di spingere – grazie, dei! Pensavo di spaccarmi in due –, improvvisamente bloccato dall'orrore di aver ferito in qualche modo, qualunque modo, il suo amato maestro. «L'alternativa sarebbe Shen… Qingqiu» sussurrò quel nome come se fosse qualcosa di divino e sacro e lui fosse solo un indegno profano.
Dalle labbra di Shen Qingqiu sfuggì un sospiro intenerito e una mano si sollevò per posarsi sulla testa scura di Luo Binghe. È proprio un fiorellino, pensò, nonostante il "fiorellino" lo superasse in altezza e in ampiezza – guardate quelle spalle, signori! – e fosse impegnato giusto un attimino tra le sue gambe. Eppure, lo sguardo adorante che gli rivolse mentre riceveva la sua carezza poteva solo solidificare la sua opinione.
Fiorellino Luo Binghe non demorse. «Questo discepolo vorrebbe saperlo se questo rende felice Shi… » si fermò giusto in tempo e si morse il labbro inferiore – ah, che immagine spettacolare. Se solo Shen Qingqiu avesse potuto immortalare ogni suo gesto ed espressione…
Quel pensiero lo riportò proprio al punto della questione: il suo vecchio nome. Erano anni, ormai, che nessuno lo chiamava più così; quel suono si era trasformato in un ricordo sbiadito che vagava in un angolino della sua memoria. A volte si scopriva a mormorarlo tra sé e sé, quando Binghe era lontano e non poteva sentirlo. Solo Liu QingGe l'aveva beccato una volta e, fissandolo con quegli occhi da fenice che tutto vedevano e tutto sapevano, aveva chiesto: «Chi è Shen Yuan?»
Eh, bella domanda. Chi è Shen Yuan?
Shen Qingqiu azò lo sguardo per incontrare gli occhi già pieni di lacrime di Luo Binghe. Quel bambino aveva il magico potere di evocare lacrimoni grossi così che strozzavano il suo cuore, costringendolo a fare qualsiasi cosa pur di fermare la tragedia imminente. Le sue dita corsero ad asciugargliele e le sue labbra si schiusero in un sorriso rassicurante. Tenendogli il viso tra le mani come se fosse il diamante più prezioso al mondo – eh, beh – si fece coraggio e gli disse: «Te lo dirò, Binghe»
Avvicinò le labbra al suo orecchio, sorpreso di scoprire che egli stesso stava tremando. «Chiamami Shen Yuan» gli rivelò in un sussurro. Oh, che sensazione liberatoria! Un peso gli era scivolato dal cuore: finalmente Binghe sapeva!
Si scostò appena per poter osservare la sua reazione e i loro occhi si incontrarono.
«Shen Yuan?» mormorò confuso il ragazzo.
Oh, come suonava bene il suo nome sulle labbra di Luo Binghe! Shen Qingqiu – o, meglio, Shen Yuan – si lasciò finalmente cadere sul cuscino, i capelli neri si sparsero come una coltre di seta. Si sentiva in pace ma così in pace con il mondo che si sporse per posare un bacio sulla bocca del ragazzo.
Sorpreso, Luo Binghe sbatté le palpebre e gli rivolse un'occhiata confusa. «Chi è Shen Yuan, Shizun?» domandò.
Shen Qingqiu corrugò la fronte. Aveva soddisfatto la sua curiosità, ora perché non riprendeva dove si era fermato e smetteva di fare tutte quelle domande!? Per distrarlo, strinse le gambe attorno ai suoi fianchi e lo trasse a sé. Un violento rossore si diffuse sulle guance di Luo Binghe eppure il suo corpo imponente restò immobile.
«Non ho mai sentito nessuno chiamarti così» notò. Aveva le vene del collo tese per lo sforzo di non spingersi dentro di lui.
Così non andava. Binghe era troppo acuto, ricordava ogni singolo dettaglio della vita del suo Shizun: le sue orecchie da cucciolo fedele si drizzavano appena captavano un'informazione. Shen Qingqiu doveva assolutamente distogliere la sua attenzione! Con un colpo di reni – ah, la sua povera schiena! –, ribaltò la posizione e si costrinse a rivolgere un sorriso seducente allo sbalordito ragazzo sotto di sé, prima di ricadere sui suoi fianchi con un sonoro pa! Gli vennero le lacrime agli occhi dal dolore: era così che i nemici del conte Dracula si sentivano quando venivano impalati? Se ora Binghe non smetteva di fargli domande…
E, invece, due mani forti gli strinsero la vita, impedendogli ogni movimento. «Aspetta, Shizun, per favore. Adesso mettiti comodo e raccontami tutto su questo nome» disse e, per un attimo, il suo tono di voce gli ricordò che, dietro l'apparenza da fiorellino, si nascondeva un uomo fatto e finito.
«Non mettere fretta al tuo maestro, Binghe» tentò di frenarlo Shen Qingqiu, modulando il suo tono di voce per risultare minaccioso.
Ma Luo Binghe non era più un ragazzino; inoltre, lo stato e la posizione in cui Shen Qingqiu si trovava in quel momento non lo aiutavano proprio a sembrare rispettoso. Con i capelli scuri sparsi sulle spalle bianche e nude, le guance rosse a causa dello sforzo, gli occhi scintillanti, il suo aspetto era tutto tranne che rispettoso; anzi, richiedeva tutta l'attenzione di Luo Binghe. Eppure, nonostante fosse evidente quale effetto avesse su di lui, Binghe non spostò gli occhi dal suo viso, alla ricerca di una risposta – il che era ammirevole, davvero, e rese Shen Qingqiu ancora più sicuro del suo piano.
Dignità mia, ci si rivede nella prossima vita, salutò con la manina, immaginando la sua dignità svignarsela.
«È il mio nome, Binghe. Sei l'unico a saperlo» tagliò corto.
Una mezza verità è sempre meglio di una totale bugia, no?, si complimentò da solo, prima di chinarsi sul ragazzo che aveva corrugato la fronte: si potevano quasi vedere le rotelle del suo cervello mettersi velocemente in moto.
E, infatti, la sua bella bocca si aprì per dare voce ai suoi dubbi. «Davvero? Ma se…»
Shen Qingqiu soffocò ogni protesta con un bacio. «Potrei mai mentire a mio marito?» mormorò a fior di labbra. Poté quasi avvertire sulla sua pelle il brivido che scosse Luo Binghe a quelle parole. Ti prego, Buddha, ti prego, assistimi in questa santa missione! Prestami le doti seduttive di Marilyn Monroe per una notte, una soltanto!, supplicò nella sua mente. Deglutì prima di supplicarlo nella sua migliore imitazione di una seducente diva anni Venti: «Fammi tuo».
A quel punto, signori e signore, gli occhi di Binghe stavano letteralmente sprizzando scintille. Con un braccio, gli circondò la vita e lo trascinò sotto di sé.
Grazie, Buddha, domani accenderò mille candeline per te!

In realtà, di candeline avrebbe dovuto accenderne la metà per lo stato dolorante in cui si ritrovò una mezz'ora dopo ma, puntellandosi su un gomito per scrutare il viso rilassato di Binghe nel profondo del sonno, non poté trattenere un sorriso. «Beh, poteva andare peggio» concluse.
Ripensò al modo in cui il ragazzo aveva sussurrato il suo nome – il suo vero nome – quando aveva seppellito il viso tra i suoi capelli per smorzare un gemito…
Dignità mia, credo che nemmeno nella prossima vita ci rivedremo, constatò Shen Qingqiu, mordendosi un labbro prima di allungare la mano verso Luo Binghe.

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Capitolo 7
*** La Vedova ***


45. "Ha un sapore orribile!"


7. La Vedova


Era una meravigliosa serata di mezza estate e un profumo dolce pervadeva l'aria, rinvigorendo l'animo dei discepoli del Picco Qing Jing.
Eccome se avevano bisogno di essere rinvigoriti!
Solo pochi mesi erano passati dagli eventi della Conferenza dell'Alleanza; pochi mesi erano passati da quando il maestro Shen Qingqiu aveva perso il suo discepolo preferito, Luo Binghe. Ah, Shen Qingqiu, Shen Qingqiu! Che uomo distrutto, che maestro annientato, che anima perduta! Ogni sera, lo vedevano barcollare verso l'alloggio dove il ragazzo aveva trascorso gli ultimi anni della sua breve vita prima di morire per mano di crudeli mostri assassini. Ogni sera, lo sentivano piangere come…
«Una vedova che ha perso il marito» bisbigliò un discepolo, sporgendosi verso il compagno che lo guardava con tanto d'occhi.

Dall'altro lato della stanza, le orecchie che fischiavano, Shen Qingqiu seppellì il volto tra le mani. Certo che l'udito sopraffino non era d'aiuto: non sarebbe possibile inventare un meccanismo di filtraggio, eh? No, per dire, certe sciocchezze non vorrei sentirle, pensò, stizzito.
Negativo, giunse prontamente la risposta del sistema. Dalla bocca di Shen Qingqiu uscì un flebile lamento che si guadagnò le occhiate compassionevoli di tutti gli accomodati ai tavoli. Questo, ovviamente, la ormai soprannominata "Vedova" non poteva saperlo e quindi continuò a mugugnare e borbottare imprecazioni, appartenenti al gergo più basso del cinese giovanile, ben poco adatte alla sua elegante persona, verso il sistema e tutto l'universo.
Avrebbe continuato a oltranza – indisturbato perché gli altri erano convinti che la disperazione l'avesse fatto delirare, portandolo a parlare una lingua sconosciuta – se una mano gentile non si fosse posata sulla sua schiena incurvata. Shen Qingqiu girò appena il capo per cogliere lo sguardo rassicurante di Yue Qingyuan. Anche lui, chiaro, era stato plagiato dalla versione che ormai circolava sul Picco; tradotto, anche lui credeva che l'impassibile maestro Shen Qingqiu si fosse tramutato in uno spirito piangente da trattare con estrema cautela, come quegli scatoloni con la dicitura "s.o.s. fragile".
Shen Qingqiu lo sapeva bene e, per questo, sfoggiò un bel sorriso sereno. «Shixiong» salutò.
Peccato che Yue Qingyuan interpretasse quel sorriso in tutt'altro modo. Con sommo orrore, Shen Qingqiu osservò comparire sul viso del signore del Picco un'espressione pietosa, del tipo "Poverino, finge di stare bene ma io lo conosco e so che soffre!". Aiuto!
«Shidi» intavolò il discorso Yue Qingyuan, prendendo posto di fronte a lui. «Come va? Hai mangiato qualcosa?» chiese, la voce morbida e cadenzata, dall'effetto istantaneamente calmante – insomma, il tipico tono che si usa con i pazzi.
Shen Qingqiu avrebbe voluto piangere davanti a quel sorriso compassionevole, quegli occhi dolci da mucca e quelle mani giunte sul tavolo che parevano un'immagine degna dei migliori ritratti delle madonne. Ma che vi prende a tutti quanti!? Smettetela di trattarmi come un mutilato di guerra!, avrebbe voluto urlare come un isterico, peggio di quando era stato bocciato a un esame o di quando la connessione internet era saltata giusto mentre rinnovava lo schifoso abbonamento a quello schifoso sito dove aveva letto quella schifosa novel di quello schifoso Aeroplano Innalzato verso lo schifoso Cielo. Una scintilla disgustata doveva essere balenata nei suoi occhi perché la "Comprensione Fraterna" si dipinse sul viso di Yue Qingyuan.
«Capisco» disse solamente, sottovoce.
No, non capisci niente! Shen Qingqiu si agitò sulla sedia, a disagio. «Non è come pensi…» iniziò ma la mano sollevata di Yue Qingyuan lo fermò subito, stop.
«Non devi spiegarmi nulla. Questa è una serata perfetta per rilassarci e goderci del buon vino, non trovi?» propose.
Shen Qingqiu non poté far altro che accennare uno sconcertato sorriso sbilenco. Stai facendo tutto tu, fratello. Perché rifiutare il vino offerto dal signore del Picco? Quella era stata una giornata stressante, ergo se lo meritava proprio!
Una caraffa di vino fu servita al tavolo e Yue Qingyuan non si risparmiò, versandogliene un abbondante bicchiere. Con un cenno, Shen Qingqiu tracannò il vino.
Mossa sbagliata.
L'alcol bollente scorse nella gola per riversarsi come un fiume in piena nel suo stomaco vuoto, scatenando un incendio che si propagò per tutte le pareti in quattro e quattrotto. Il liquore iniziò a lottare con il suo stomaco sensibile; Shen Qingqiu trattenne il reflusso e cercò di dissimulare alla bell'e meglio. Maledizione, era vero che non aveva mangiato ma n-o-n per quel motivo, ok!?
«Ha un sapore orribile» sussurrò tra sé e sé.
Tentò di coprire i colpi di tosse con il pugno chiuso e, proprio in quel momento, qualcuno iniziò a cantare, accompagnato dalle note incalzanti di un guqin.
Shen Qingqiu restò sconvolto, così sconvolto che dimenticò di tapparsi la bocca cosicché un bel colpo di tosse risuonò per tutta la stanza. Ma come diavolo era possibile che un discepolo della Cina fantasy conoscesse il testo di una canzone giapponese anni Ottanta!? E perché mai nessuno sembrava meravigliarsi di ciò? Perché nessuno si chiedeva "Accidenti, capisco la lingua di una terra mai vista prima!"? Perché!?

«Resta con me… piango alla tua porta a mezzanotte ma tu non torni e, intanto, le stagioni passano» intonava la voce.

Shen Qingqiu compì un giro di centottanta gradi verso Yue Qingyuan. A bocca spalancata, indicò un punto imprecisato dall'altro lato della stanza in un gesticolare che voleva dire "Lo vedi anche tu? Ti pare il caso?". L'unica risposta che ottenne fu un sorriso impietosito e un altro bicchiere di vino che andò a unirsi al precedente nel suo stomaco vuoto. Due, tre. Al quarto bicchiere di vino, Shen Qingqiu non tratteneva più le lacrime causate dal bruciore infernale allo stomaco.
E Yue Qingyuan continuava a osservarlo come una madonna misericordiosa che rassicura i miscredenti facendoli ubriacare a suon di fiumi di vino.
E qualcuno continuava a cantare, con quel guqin che riusciva misteriosamente a riprodurre il ritmo city pop, nostalgico e accattivante, della canzone anni Ottanta.

«Quando busso alla tua porta sento un vuoto nel petto. E, di nuovo, un'altra stagione passa».

Yue Qingyuan diede qualche colpetto gentile alla mano di Shen Qingqiu, ormai abbastanza ubriaco da non riuscire a controllare le reazioni del suo corpo ma abbastanza lucido da esserne cosciente. Senza dire niente, offriva il proprio conforto come un Avenger difende gli Stati Uniti senza chiedere lingotti d'oro in cambio. «Sfogati, fai bene» Shen Qingqiu credette di averlo sentito dire.
Ormai, era chiaro come tutti i presenti facessero palesemente finta di non vedere la scena, distratti dalla musica orecchiabile; ma i loro occhi, se avessero potuto, sarebbero schizzati fuori per piantarsi davanti al salice piangente e tossicchiante chiamato Shen Qingqiu.
«Poverino, è stato un duro colpo» bisbigliò qualcuno.
«Eh già, è a lutto proprio come una vedova» aggiunse qualcun altro.
«Ho sentito dire che chiama il nome di Luo Binghe nel sonno…»

A quel punto, Shen Qingqiu si accasciò sulla sedia, sfatto. Ma quale vedova e vedova!? Sono solo ubriaco! Postumi da sbornia o quello che sia, mai sentiti nominare!?, avrebbe voluto dire loro. Ma tanto nessuno l'avrebbe ascoltato: piaceva troppo la versione non-canon secondo la quale al maestro Shen Qingqiu mancava il suo discepolo preferito Luo Binghe, rifletté.
Luo Binghe.
Davanti agli occhi annebbiati di Shen Qingqiu, si materializzò come in una visione miracolosa il bellissimo viso del ragazzo, con quei folti capelli scuri e gli occhi di ossidiana che lo guardavano veneranti. Un sospiro lamentoso si levò dalle labbra secche a causa dell'alcol di Shen Qingqiu. Luo Binghe, Luo Binghe!

Alle sue orecchie giunse assordante l'ultima strofa della canzone: «Resta con me… Io resterò davanti alla tua porta a piangere per sempre. Un'altra stagione se ne va».

A quel punto, un bel singhiozzo da ubriaco riecheggiò per la stanza. Shen Qingqiu ebbe la decenza di coprirsi la bocca; peccato che non avrebbe mai potuto coprire il suo aspetto. Il viso bianco cadaverico chiazzato di rosso, gli occhi lacrimosi iniettati di sangue, i capelli disfatti… era chiaro come il sole a tutti: la canzone aveva fatto ricordare al povero maestro in lutto il suo amato discepolo!
Occhi pietosi, occhi pietosi ovunque che lo fissavano in modo pietosamente pietoso.
«Voglio andarmene» riuscì a farfugliare Shen Qingqiu, incapace di reggere tutta quell'attenzione immeritata – era sempre stato timido lui, mai partecipato alle recite scolastiche nemmeno per una piccola parte.
Yue Qingyuan, comprensivo, si alzò e aiutò il barcollante maestro a reggersi in piedi.
«Non sto piangendo per Luo Binghe» biascicò Shen Qingqiu ma tutto quello che giunse al micidiale udito dì Yue Qingyuan fu "Luo Binghe". Il signore del Picco annuì e carezzò pacatamente la schiena della vedova, guidandola verso casa sulle note jazz di Miki Matsubara che si propagavano nella notte di una mezza estate fantasy cinese.


Stay with me…
真夜中のドアをたたき
帰らないでと泣いた
あの季節が 今 目の前
~
I cry at your door at midnight but you never come back
And the seasons go by

stay with me…
真夜中のドアをたたき
心に穴があいた
あの季節が 今 目の前
~
And when I knock on your door I feel a hole in my heart
Again another season will pass

stay with me…
真夜中のドアをたたき
帰らないでと泣いた
あの季節が 今 目の前
~ I'll stay at your door crying for you forever
Another season goes by
Miki Matsubara - Stay with me


N/D: sono tornata ehehhehe vi consiglio di leggere questa fic con la canzone di sottofondo perché è uno schianto ahahahah

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