La Stanza Numero 4

di Talitha_love
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un Turno Ordinario ***
Capitolo 2: *** Un Paziente Molto Speciale ***
Capitolo 3: *** Una Visita Bollente ***
Capitolo 4: *** Ad Un Passo Dalla Diagnosi ***
Capitolo 5: *** La Prova del Nove ***
Capitolo 6: *** L'Inizio della Terapia ***
Capitolo 7: *** Un Appuntamento Fuori dal Normale ***
Capitolo 8: *** Al Lume di Televisore ***
Capitolo 9: *** Complicazioni ***



Capitolo 1
*** Un Turno Ordinario ***


LA STANZA NUMERO 4

 

 

 

 

CAPITOLO #1 

- UN TURNO ORDINARIO -

 

 

 

 

Sono sempre stata una persona molto mattiniera, quel genere di persona che ha un sacco di energie già alle 8 del mattino, che esce e va a correre prima di andare al lavoro, che dopo una tazza di caffè si sente ancora più piena di grinta e di voglia di iniziare la giornata, hai presente? Ma no… non oggi. 



La mia sveglia suonò esattamente alle 18:00 di sera, dopo un turno di pomeriggio il giorno prima, l’idea di essere stata inserita in un turno serale non mi entusiasmava più di tanto… quanto più attiva sono la mattina presto, tanto più stanca sono la sera stessa, e quella era una di quelle sere. Mi avevano spostata al turno notturno, dalle 20:00 alle 4:00 del mattino, non c’è turno più massacrante, anche perché è proprio la notte che ci sono più emergenze e l’ospedale di popola di gente, ed il fatto che il giorno prima avessi finito invece all’ora a cui adesso mi ero svegliata dal pisolino, mi faceva veramente sentire su un altro pianeta.


Mi alzai dal letto svogliatamente, cercando di svegliarmi dalla dormita che mi ero imposta di fare per riprendere le energie. Mi diressi sotto la doccia, spostando l’acqua da calda a fredda, così per darmi lo scossone finale, anche se mi ci sarebbe voluto un bel caffè… anzi due, o tre… ma cosa dico, sarei andata avanti tutta la notte. 


L’unica cosa positiva del turno serale era il fatto che il giorno dopo e quello ancora seguente li avrei avuti liberi, poiché avrei ricominciato con l’abituale servizio mattinale che mi piaceva tanto svolgere. Ho sempre voluto fare il medico, l’idea di aiutare le persone mi entusiasmava, anche se capii presto che non proprio tutti si meritavano un aiuto e una parola gentile, se poi ti fissavano con sprezzo, e come se gli avessi fatto un favore a terminare presto la diagnosi e levarmi dalle scatole ma, se da più giovane ci rimanevo male, adesso non me ne fregava più nulla: il mio scopo era quello di aiutare il prossimo indipendentemente che mi stesse simpatico, mi mostrasse gratitudine o indifferenza e, capito questo, iniziai a sentirmi molto meglio, svolgendo il mio dovere al massimo delle mie capacità. 


Il mio lavoro mi permetteva di vivere, di abitare in una bellissima casetta, e di sentirmi viva ogni volta che qualcuno di sentiva meglio o guariva grazie alle mie cure. Nulla avrebbe mai potuto rovinare il mio umore, nulla avrebbe potuto mai cambiare ciò che io provavo per quel lavoro, tanto difficile quanto gratificante che era fare il medico. 


Mi diressi in camera da letto con il solo asciugamano addosso, ormai vivevo da sola da qualche anno, e l’essere andata via di casa subito dopo la fine degli studi ed l’aver ottenuto il lavoro dei miei sogni, era stata la decisione migliore che potessi prendere. Certo i miei genitori mi mancavano, ma li andavo a trovare ogni volta che potevo, e loro erano felici così, e anche io. Inizialmente volevo trasferirmi con la mia migliore amica, ma poi lei aveva iniziato a frequentarsi con un ragazzo durante gli studi, tra l’altro della mia stessa facoltà, e avevano deciso di andare a vivere assieme una volta laureati, così decisi di compiere il grande passo da sola, anche se non ero proprio sola, Ino era in fatti la mia vicina di fronte: un giorno, facendole visita, notai questa bellissima casetta proprio di fronte alla sua, e la feci mia, mi piacque subito, e adesso sono due anni che ci vivo.


Tempo di mettermi la divisa, andare al piano di sotto a cenare, e farmi un bel caffè, ed eccomi in macchina, con il mio termos a portata di mano, e la borsa che avrei lasciato nel mio armadietto: accesi il motore e mi avviai in direzione dell’ospedale. 



Il “Konoha Hospital”, lo so, che fantasia, si trovava a 20 minuti di macchina da casa mia ma, per sicurezza, partivo sempre un po’ prima in modo da sviare il traffico, se ce ne fosse stato, anche se di sera, e all’ora in cui attaccavo io, le strade erano sempre molto libere, quindi me la presi con più calma. Passai dallo spogliatoio subito dopo aver timbrato il cartellino per lasciare la mia borsa, la giacca, ed il mio amato termos di caffè che, durante il viaggio, avevo svuotato, diretta nella saletta relax in attesa dell’inizio del mio turno. 

 

- già qui Sakura? - fece Naruto 

- si, ma alla fine mancano 10 minuti all’inizio del mio turno - risposi - te invece? Finisci o inizi? - chiesi a mia volta 

- finisco tra tre ore - rispose il biondo - sono in pausa caffè - 

- oh si… - feci, sedendomi accanto a lui - la macchinetta stasera sarà la mia migliore amica - terminai 

- a proposito: Ino ti cercava, è passata di qui mezz’ora fa, mi ha detto di dirti di raggiungerla nel suo studio - mi disse Naruto 

- oh… - guardai l’orologio, avevo ancora 10 minuti, potevo farcela - va bene, a dopo Naruto - salutai, avviandomi all’ascensore 

 

Naruto era la mia ancora di salvezza durante i miei crolli emotivi, certo fare il medico era bello e gratificante, ma altrettanto era crudele nel momento in cui dovevi avvisare la famiglia di un tuo paziente che quest’ultimo non ce l’aveva fatta, o che gli rimanevano poche speranze di vivere, era li che crollavo molte volte, e non è una cosa a cui ti puoi abituare facilmente, ed in questi casi il mio amico mi dava il sostegno che mi serviva. Naruto mi poteva capire bene, dopotutto era un chirurgo, e chi meglio di lui per capire ciò che si provava in quei casi, non a caso era il mio migliore amico con Ino. 


L’ufficio della Yamanaka era al piano superiore a quello in cui esercitavo io, lei, psicologa, si occupava di aiutare i pazienti con traumi dovuti a qualche specifica operazione, ma anche noi medici andavamo da lei per un sostegno psicologico nei momenti bui, motivo per cui anche lei aveva dei turni non proprio pratici, ma andava bene così, era il “prezzo” da pagare per aver realizzato quello che era il tuo sogno. 


Entrai. 


- è permesso - dissi 


Ino era seduta alla scrivania che esaminava la cartella clinica di qualche paziente, non appena mi vide sorrise. 


- Sakura! - fece, chiudendo il fascicolo e venendomi incontro - a che ora inizi? Sono passata prima ma non ti ho trovata - disse 

sono arrivata adesso, attacco tra 5 minuti, mi ha detto Naruto che volevi vedermi - risposi 

si - disse lei - come stai? - chiese 

bene, un po’ stanca ma… - venni interrotta 

no Sakura - disse seria - come stai? - ripeté, con più serietà questa volta

… - abbassai lo sguardo - bene - dissi solamente 

vuoi parlarne? - chiese l’altra 

no, non adesso, attacco tra poco, non mi va sinceramente - dissi, guardandomi i piedi

va bene - rispose lei - io vado via tra 1 ora, nel caso avessi bisogno sono qui, ok? - disse, sollevandomi il viso 

si, grazie Ino - risposi - ora devo andare - finì


Ci salutammo, quindi mi diressi nuovamente all’ascensore prima di fare tardi in reparto. A proposito del discorso dell’ancora di salvezza e del dare a qualcuno una brutta notizia, è quello che mi successe appena un settimana prima, ma su questo ci ritornerò più avanti… devo farlo. 


Mi diressi in reparto cercando di svuotare la mente da quel ricordo, e concentrandomi su quello che invece avrei dovuto fare da li a poco, mi diressi verso il banco delle infermiere, chiedendo ad Hinata le cartelle dei miei pazienti, iniziando a fare un giro di controlli e visite. Per fortuna su 6 pazienti, solo 1 aveva delle complicazioni dovute alla cure che avevo detto di somministrare, ma non notando particolari miglioramenti, decisi di cambiare; come predetto, la sala d’attesa brulicava di persone quella sera, come tutte alla fine, tra persone che si erano provocate un’ustione, ad altre che si erano tagliate o rotte un arto, fu una serata impegnativa, ma nulla che non avessi già affrontato.


Feci un paio di pause alla macchinetta del caffè, gustandomi quel nettare che mi faceva sentire di meno la stanchezza, concentrandomi su quello che dovevo fare e sullo stare sveglia e vigile fino alla fine del turno. Alla fine c’erano state un paio di emergenze gravi, dal vecchietto che ci aveva fatto lo scherzo di fermare il suo cuore, al ragazzo che era entrato a seguito di un incidente d’auto e che era stato subito trasferito in chirurgia. 



Tornai a casa stanca morta e, dopo essermi cambiata e lavata, toccai il letto addormentandomi in un sonno profondo e liberatorio, uno dei pochi che mi sarebbero stati concessi con l’arrivo del giorno dopo: una sfida mi avrebbe attesa da li a poco.








 

**************************

Ciao a tutti :D
Oggi ho deciso di pubblicare il primo capitolo di questa nuova storia che 
ho deciso di scrivere. Mi è stata ispirata da "Scrubs" non so 
se conoscete la serie tv, mi sono ritrovata a rifarmi una maratona di 
tutte le puntate e mi hanno ispirata questa nuova long. 
Non so ancora quanti capitoli avrà, la sto scrivendo man mano che 
pubblico, ma mi faceva piacere intraprendere una nuova
avventura qui su EFP :D 
Siate clementi sui termini medici ecc. non sono del settore, scusate se 
sbaglierò qualche terminologia *.*
Spero vi piaccia, e che mi recensiate in tanti, ci tengo molto :) 
Un bacio, al prossimo aggiornamento! 


Talitha_love

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Capitolo 2
*** Un Paziente Molto Speciale ***


CAPITOLO #2 

- UN PAZIENTE MOLTO SPECIALE -

 

 

 

 

Quella mattina mi svegliai riposata e di buon'ora, avrei iniziato il turno lavorativo alle 9:00 del mattino, ciò mi dava il tempo di farmi una bella corsetta ed una doccia post allenamento prima di prepararmi la colazione ed indossare il camice. Non sapevo il perchè, ma avevo la sensazione che quel giorno sarebbe successo qualcosa all’ospedale, qualcosa di bello, qualcosa che mi avrebbe influenzata molto, ma anche in modo positivo, me lo sentivo nelle ossa. Munita della mia inseparabile borsa, e carica di energia positiva, mi diressi verso la porta, chiusi casa a chiave e saltai a bordo della mia macchina, diretta al luogo di lavoro. 



Quel giorno, all’ospedale, c’era una calma surreale, nessuno che correva per i corridoi, nessuno che urlava o si disperava, venni sovrastata da un senso di stranezza e irrealismo: possibile che stessi sognando? Andai in saletta medica e trovai Naruto ed Hinata che scambiavano due chiacchiere con un bicchiere di caffè, mi aggregai a loro, salutandoli. 


- ehi ragazzi - feci - che succede oggi? c’è calma in giro - chiesi 

- non lo sai? - mi rispose Naruto, guardandomi interrogativo 

- oggi c’è l’assemblea per discutere del futuro di Kakashi - mi ragguagliò Hinata - è per quello che c’è più calma, - continuò - siamo tutti in ansia di sapere se lo trasferiranno o meno - finì

giusto! Il trasferimento! Mi ero dimenticata! - feci, portandomi le mani in viso


Kakashi era il mio mentore, non potevano trasferirlo, come avrei fatto senza di lui! 


- l’assemblea è iniziata da 20 minuti, dovrebbe terminare a breve - disse Naruto 

- speriamo bene - fece Hinata 

è tutta colpa mia - dissi, coprendomi gli occhi con le mani - se non avessi fatto quella diagnosi non sarebbe successo tutto questo - mi pizzicavano gli occhi 

ma no Sakura! Capita a tutti di sbagliare - mi rassicurò Naruto - e non è stata la tua diagnosi a far succedere tutto questo - 

no, mi sento responsabile, e lui si è fidato delle mie parole ed è andato contro il primario per sostenere la mia idea - dissi 

si ma il paziente è vivo, no? - chiese Naruto 

si… per fortuna - risposi 

allora non è un danno che deve dare preoccupazione, Kakashi sa cavarsela da solo, e la decisione di ascoltare te ha salvato la vita di una persona che sennò sarebbe morta - fece Hinata, mettendomi una mano sulla spalla 


Non sapevo più cosa dire, se Kakashi non si fosse opposto alla decisione del primario di trasferire il paziente in un altro ospedale per dare la possibilità a me di farlo guarire, non sarebbe in questa situazione, e magari il malato sarebbe comunque stato curato bene, anche se per fare la diagnosi esatta ci avevo messo 3 giorni perchè nessuno riusciva a capire cos’avesse. 


- se la caverà - disse Naruto, guardando la porta - me lo sento - 


Cercai di riprendermi, alzandomi ed andando a fare il mio solito giro visite, cercando di portare la mia concentrazione su altre persone piuttosto che me o il mio mentore, che stava rischiando di salutarci tutti. Dopo il primo paziente, sentì del clamore in fondo al corridoio, capendo che la riunione era terminata, mi avviai, correndo, in direzione delle voci, vedendo Kakashi che stringeva la mano al nostro primario di medicina, notandomi per poi farmi un sorriso ed un occhiolino, era salvo. 


- Kakashi - chiamai, non appena ebbe finito - allora? - 

tutto a posto, a quanto pare rispondere a tono al primario a seguito di una decisione stupida non è una cosa per la quale si va fuori da qui - mi rassicurò 

oh grazie al cielo! - esclamai - mi dispiace di averti fatto correre un rischio tale! - mi scusai 

se non ci avessi creduto anche io non lo avrei corso, Sakura, quindi smettila di biasimarti per queste cose, e porta avanti le tue idee quando lo ritieni necessario - mi disse, sorridendo

si - con le lacrime agli occhi lo ringraziai, poi feci per tornare al lavoro

a proposto Sakura… - mi richiamò lui - come stai? - fece, serio, sapevo benissimo a cosa si riferisse 

bene - risposi, anche se poco convinta 


Kakashi mi fece un occhiolino e scomparve dentro ad una stanza, era il caso di tornare al lavoro, non volevo rischiare un richiamo. 


Le prime ore della mattina passarono lisce, i miei pazienti stavano tutti riprendendosi per fortuna, le cure che avevo assegnato loro erano corrette ed adeguate al tipo di diagnosi fatta, senza casi di allergia, a parte uno il giorno prima, ne complicazioni ulteriori. 


- ragazzi qui - chiamò d’un tratto a gran voce Kakashi


Tutti noi sottoposti dell’uomo ci avvicinammo incuriositi, solitamente quando ci riuniva attorno a lui era perchè aveva un annuncio importante da fare, o perchè era appena arrivato un paziente dal caso particolare ed importante, il genere di caso che faceva per me. Mi guadagnai le prime file, proprio di fronte all’argenteo, che mi osservava fiero, al mio fianco la mia acerrima rivale: Karin Uzumaki, che voleva soffiarmi tutte le volte la cartella clinica più agognata, ma che la maggior parte delle volte battevo. 


- bambini allora: - iniziò l’Hatake - qui ho una cosina molto interessante che darò ad un solo fortunato, e che dovrà provvedere alle cure di questa persona; premetto che è una persona importante, e che il suo caso mi ha sorpreso, quindi vorrei assegnare questa sfida a qualcuno di voi - disse 


L’argenteo iniziò a spiegare il caso, ritrovandomi affascinata dalle parole dello stesso e volevo a tutti i costi accaparrarmi quella cartella. 


- la mia scelta è ricaduta su due persone in specifico - continuò lui - Sakura, Karin - ci guardò lui - chi se la sente? - 


Neanche bisogna dire che facemmo la guerra per quella cartella, cercando di convincere l’Hatake chi delle due fosse più ferrata in materia, ma io avevo un asso nella manica che lei non aveva. 


- farò gli straordinari per risolvere questo caso, sai che posso Kakashi - dissi 


La mia fortuna era quella di riuscire a concentrarmi sui casi più importanti anche con la stanchezza addosso, e che non mi davo per vinta e riuscivo sempre a trovare la soluzione al caso, facendone la diagnosi corretta, e questo l’argenteo lo sapeva. 


- si! - esclamai contenta con la cartella in mano - grazie, non te ne pentirai! - esclamai 

maledetta - sbuffo la rossa, le feci una linguaccia 


Alla fine con Karin eravamo amiche, ma i casi clinici ci facevano arrivare alla lite, quando in qualsiasi altro ambito andavamo piuttosto d’accordo. 


Mi diressi in saletta medica a farmi un caffè alla macchinetta, sedendomi al tavolo ed iniziando ad esplorare la cartella che avevo appena vinto. 

 


PAZIENTE: UCHIHA SASUKE  

 

NATO A: KONOHA 

 

IL: 23 LUGLIO 1991

 


Saltai le informazioni sulla residenza, numero di telefono e simili, dato che non erano importanti al fine del mio lavoro, concentrandomi sui sintomi che il paziente aveva detto di avere.

 


SINTOMI: IL PAZIENTE MOSTRA LESIONI AL LABBRO INFERIORE ED IN ZONA GENITALE - MACCHIE ROSSE DIFFUSE E PRESENZA DI FEBBRE - ERUZIONE CUTANEA IDENTIFICATA IN MACCHIA ROSSA NELLA ZONA ADDOMINALE



DIAGNOSI: IN CORSO...

 


- ok… direi che dovrei andarlo a visitare di persona - mi dissi, terminando il caffè - Uchiha… - rilessi - non mi è nuovo - riflettei - vabbè andiamo va - 


Mi alzai dalla sedia diretta nella stanza numero 4, dove si trovava il paziente di cui avevo vinto il caso: certo non sarebbe stato facile, anche perchè da una descrizione sintomatica del genere mi stavo già prefissando diversi esami da chiedere di fare. Arrivai alla camera,  bussando alla porta aperta, per poi entrare, non distogliendo lo sguardo dai fogli che avevo tra le mani. 


- Buongiorno, sono Sakura, il suo… - alzai lo sguardo verso il paziente sul letto, sorpresa, da non riuscire a finire la frase subito - m-medico - terminai 


La persona che mi trovai di fronte era un ragazzo, che aveva poco più della mia età, e dal viso di una bellezza disarmante. 


- buongiorno dottoressa Sakura - disse lui, ghignando - non pensavo ci fossero simili bellezze in un posto del genere - disse lui, sfacciato 


Mi ci volle qualche secondo per riprendere coscienza di me stessa e capire dove mi trovavo e che, specialmente, quel ragazzo mi stava guardando con un’aria non proprio “casta” o rispettosa. Mi diedi uno scrollone per riprendermi, che figura ci stavo facendo? Come se fosse l’unico ragazzo che avevo mai visitato in quegli anni di lavoro: mi schiarii la gola. 


- dobbiamo fare qualche esame per capire cosa c’è che non va, signor Uchiha - dissi, cercando di mantenere la calma

signor Uchiha… - pronunciò lui con voce più roca - detto da te, mi ci potrei abituare - finì 


Annuii imbarazzata facendo qualche passo indietro per poi uscire dalla stanza, mi scoprii essere con il fiatone: ma cosa cavolo mi stava succedendo? Ne avevo già visti di bei ragazzi, mi era capitato di avere qualche uscita romantica con qualcuno, anche recentemente a dire la verità, che poi sia andata male era un altro discorso, ma allora: che era appena successo in quella stanza? 


- Sakura, tutto bene? - Karin mi vide fuori dalla camera 4 appoggiata con la schiena alla porta, con il fiato corto 

si si, - mi ricomposi - tutto bene - feci 

chi c’è in questa stanza? - chiese lei, curiosa 

c-c’è il paziente he ho vinto - dissi, facendole vedere la cartella in mano 

ah… ok… - ribattè lei, perplessa - devo andare, la prossima voglio vedere che cosa ti ha sconvolta tanto - terminò 


Accennai un sorriso di circostanza, il che fece dubitare ancora di più la mia collega che tornò al lavoro con uno sguardo interrogativo sul volto. 


- cavolo… - dissi a bassa voce tra me e me - mi sono dimenticata di visitarlo - esclamai


Decisi di prescrivere dei normali esami del sangue e delle urine, così da iniziare ad indagare su cosa questo ragazzo potesse avere per trovarmelo sul letto d’ospedale, quindi presi un grosso respiro e rientrai. Mantenni la calma dicendo all’Uchiha che avevo prescritto degli esami ordinari, sperando di trovare qualcosa già da quelli, porgendogli poi un contenitore per l’esame delle urine, ed avvisandolo che avrei mandato un collega a ritirarlo, mentre io mi sarei occupata di quelli del sangue. Gli chiesi di porgermi il braccio su cui Hinata aveva già messo un catetere venoso centrale, in modo da facilitare le operazioni tra flebo e prelievi, e prelevai il numero di provette che mi servivano per ciò che avevo prescritto di fare. 


- va bene, - dissi, rivolta al ragazzo - li mando in laboratorio e ti faccio saper appena arrivano i risultati delle analisi - continuai - torno tra un attimo per visitarti - 

non vedo l’ora - ribattè lui, ghignando maliziosamente 


Uscii dalla stanza diretta da Hinata, chiedendole se poteva portare le fiale che le stavo consegnando nel laboratorio chimico, quindi rientrai nella stanza 4, visitai il mio paziente normalmente, notando delle macchie rosse sulla zona del ventre e della schiena, ed un eruzione cutanea nella zona addominale: il suo caso, avevo l’impressione, avrebbe richiesto molto del mio tempo.








 

**************************

Ciao a tutti :D
Eccomi con il secondo capitolo! Ho deciso che ne pubblicherò uno 
a settimana ogni mercoledi (tempo permettendo) :)
Ecco entrare in scena Sasuke! Eheh chissà che cosa succederà adesso ^^

Ringrazio tutti quelli che hanno letto la prima parte, le persone che l'hanno 
inserita tra le seguite e preferite, e chi ha recensito! Grazie davvero :D
Spero che anche questo secondo capitolo vi piaccia, e spero mi 
recensiate, 
ci tengo molto :)
Piccolo disclaimer: scusate se certi termini medici possono 
non essere totalmente corretti, ma non sono del settore e sto facendo del mio meglio!
Detto questo vi saluto tutti, vi mando un abbraccio
e al prossimo capitolo, ciaooo :D


Talitha_love

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Capitolo 3
*** Una Visita Bollente ***


CAPITOLO #3 

- UNA VISITA BOLLENTE -

 

 

 

 

  Arrivai in ospedale di buon’ora, con la mia cartella clinica sotto il braccio, mi apprestavo a riguardare gli appunti che mi ero presa il pomeriggio precedente dopo lo stacco dal lavoro. Avevo pensato al caso di Sasuke per tutto il giorno, avevo consultato libri e letto articoli ma, dai pochi esami che avevo fatto fino a quel momento, non potevo ancora giungere a nessuna conclusione: poteva essere da una malattia infettiva ad un caso di allergia, oppure anche fuoco di sant’Antonio, o varicella; la cosa che mi lasciava perplessa, però, era l’eruzione cutanea nella parte addominale del ragazzo, e che addominali che aveva, marmorei


Mi ritrovai a fantasticare con la penna in bocca sull’addome scolpito di un ragazzo che avevo conosciuto da 24 ore, su cui non sapevo assolutamente nulla, e per di più era un mio paziente… ma davvero? - *no Sakura* - mi dissi, dandomi uno schiaffo in viso - *concentrati, non sei una ragazzina, hai 27 anni* - finì. 


Certo Sasuke Uchiha mi incuteva un po’ di timore, era un ragazzo davvero bello, con dei lineamenti puliti e perfetti, il suo fisico, per quanto potei vedere durante la mia visita, era sportivo, sembrava facesse molta palestra, la voce profonda, mi metteva i brividi - *amo le voci profonde* - e gli occhi: neri come una pozza di petrolio, incantavano, mi ci persi dentro più di una volta nel lasso di tempo che avevo passato con lui. 


- ma ora basta fantasticare, non è il luogo ne l’ora - dissi, riprendendo ad esaminare il caso.


Tutto ciò che potevo fare adesso era attendere l’esito degli esami, per poi capire quali altri potevo mettere in lista: non sarebbe certo stata una cosa facile. Quando Kakashi dava a noi medici più giovani dei casi importanti, era anche per metterci alla prova e farci crescere professionalmente, quindi era ovvio che mi dovessi impegnare ancora più del dovuto. 


Il mio cerca persone suonò: erano pronti! 


Mi catapultai da Hinata, chiedendole la cartella degli esami dell’Uchiha, prendendo a controllarli velocemente: certo non erano i migliori valori del mondo, ma… non c’era nulla di anormale. Chiesi all’infermiera di tenerli da parte, che sarei passata a riprenderli più tardi, adesso mi dovevo occupare del giro visite. 


Dimisi due persone quella mattina, ero molto contenta, avevano risposto bene alle cure, fino a guarire definitivamente: era un bel risultato. Mi diressi alla stanza 4 con passo incerto, cartella alla mano e risultati degli esami a portata, fermandomi giusto di fronte ad essa. Entrare a contatto con quell’uomo, avevo capito, mi metteva abbastanza in soggezione, e poi sapevo che pensieri si stava facendo su di me, erano due giorni che non esitava nel fare battutine inerenti al sesso e sorrisi maliziosi, ma no, non ci sarei cascata, per quanto potesse essere bello come ragazzo, non sarei caduta in tentazione, specialmente con un mio paziente. 


Entrai nella camera, potendo notare il ragazzo in piedi davanti alla finestra, osservando il panorama di fuori. 


- buongiorno dottoressa Sakura - fece lui malizioso, girandosi - a cosa devo il piacere oggi? - fece 

- b-buongiorno, sono arrivati gli esami di ieri, ma… - iniziai ma venni interrotta 


- posso vederli? - chiese lui 


Incredula, mi avvicinai, passandogli i foglio che tenevo in mano. Nessun paziente mi aveva mai chiesto di mostrargli gli esami, così iniziai a spiegargli pensando che non capisse tutti i valori e le richieste che avevo specificato di inserire direttamente nella ricetta mandata al laboratorio. 


- non sono gli esami migliori del mondo, ma… - iniziai 

- negativi - disse lui - non avete trovato nulla? - fece, guardandomi 


Non mi aspettavo quella reazione, certamente: presi parola. 


- no, non da questi esami, ma dobbiamo fare altri - dissi, sicura 

- ipotesi? - chiese, un po’ arrogante 


Ma che cosa gli stava prendendo, si era arrabbiato? Sono gli esami di routine che si fanno come prima cosa per vedere come procedere dopo! 


- è troppo presto per adesso - dissi, guardandolo tornare verso il letto - mi servono altre informazioni - continuai - e dovrei visitarti di nuovo - finì, sentendo le guance calde 

- certo… - disse lui, un sorriso sghembo stampato in faccia - quando vuole - 


Misi dei guanti chiedendogli di alzarsi la maglietta del pigiama, potendo notare la contrazione perfetta degli addominali marmorei, notai l’eruzione proprio sopra uno di essi, iniziando ad esaminare la sezione interessata: non mi piaceva per niente. 


- le dovrò misurare la febbre - informai, guardandolo negli occhi 


L’Uchiha mi prese una mano, era calda, portandosela alla fronte.


- certo dottoressa - fece, con voce roca


I suoi occhi, come petrolio, incatenati ai miei: non riuscivo a distogliere lo sguardo, mentre notavo il suo viso farsi più vicino al mio. Il rumore della porta che si apriva mi fece scattare, provocandomi un brivido freddo lungo la schiena, facendomi voltare. Il primario di medicina era nella stanza con me ed il mio paziente. 


- buongiorno signore - dissi, cortesemente 

- buongiorno Haruno - mi rivolse un sorriso - Sasuke… - 


Il primario conosceva Sasuke? 


- Itachi - rispose il ragazzo 

- che hai combinato questa volta? - disse il mio superiore - perchè non puoi farti curare nel
tuo ospedale? - 

*il suo ospedale..?* - pensai, osservando la scena in disparte 

perchè sono degli incompetenti quelli, ho chiesto il trasferimento un mese fa - disse il ragazzo 

si, lo stavo valutando - rispose Itachi 

*lo stavo valutando… non mi dire che…* - ero sempre più incredula 


In quel momento anche Naruto entrò in camera. 


- ehi Sasuke! - fece entrando 

- *
ma com’è che tutti lo conoscono?* - mi chiesi perplessa 

non avevo capito fossi qui! - disse nuovamente il biondo - Itachi - salutò 

si, al mio fratellino piace cacciarsi nei guai a quanto pare, speriamo solo non sia nulla di grave stavolta - fece il primario 

*fratellino? Ahhh ecco! Il cognome l’avevo già sentito! Ovvio! Che stupida! Solo adesso inizio a vedere una certa somiglianza* - esclamai sbalordita, adesso capivo già un paio di cose, tranne il fatto che anche Naruto lo conoscesse; guardai il mio amico interrogativa, che mi fece cenno “dopo” con le mani

allora dottoressa: - Itachi guardava me - ha già una diagnosi? - mi chiese 

ehm… - leggermente in imbarazzo risposi, porgendogli i risultati degli esami che avevo fatto fare il giorno prima, e ragguagliandolo sulla visita in corso - devo fare altri esami - dissi, infine 

- bene, mi tenga aggiornato - disse, prima di uscire dalla stanza 


Rimanemmo solo io e Naruto assieme al giovane Uchiha, che guardava il fratello allontanarsi con un’aria abbastanza strafottente: qualcosa mi diceva che tra i due non scorreva buon sangue. 


- ti fai trasferire? - chiese Naruto al moro 

- si, mi sono stufato di quegli incompetenti… - disse con noncuranza - mi danno solo problemi - 

e vuoi venire qui? Pensavo che piuttosto che lavorare con tuo fratello ti saresti fatto tagliare un braccio - rise il biondo 

non ho intenzione di farmi mettere i piedi in testa da lui - riprese fiato - e farei di tutto per levarmi dai piedi quegli inetti dei miei colleghi - marcò l’ultima parola - e poi… - continuò guardando nella mia direzione - adesso ho anche un altro motivo per venire qui - finì ammiccando 


Naruto mi guardò mente arrossivo violentemente, ma che cosa stava insinuando? 


- Naruto puoi uscire? - dissi, guardando il mio amico - devo finire di visitare il signore - finii 

- oh, ok - fece lui, mettendomi una mano sulla spalla - ci vediamo a pranzo? - chiese 

- certo, solito tavolo - ribattei io, guardandolo allontanarsi 


Riportai lo sguardo su Sasuke, che mi guardava malizioso. Ancora non capivo perchè mi facesse quell’effetto, non potevo aver avuto un colpo di fulmine dai, per di più con un mio paziente! E neanche un’infatuazione, l’avrei negato fino alla morte. 


- allora dottoressa - marcò lui - che visita mi fa oggi? - chiese ghignando 

- ehm… dovrei prendere un campione della sua pelle e mandarla in laboratorio, non mi piace per niente quell’eruzione cutanea - dissi, sicura 

- va bene - 


L’Uchiha si sollevò la maglietta, questa volta con fare più sexy, abbassandosi un po’ anche l’elastico dei pantaloni: che bisogno c’era? Arrossii violentemente a quella visione, ero sicura di non aver mai avuto un paziente più sexy di lui: almeno non fino a quel momento. 


Mi voltai diretta a prendere un altro paio di guanti ed un contenitore in cui mettere il campione di pelle che sarei andata a prelevare, tornando poi dal ragazzo, notandolo ammiccarmi. 


- potresti sentire un po’ di dolore - avvertii 

- o piacere? - disse lui, facendomi capire a cosa stesse alludendo


Con l’aiuto di un bisturi prelevai un piccolo lembo di pelle dall’eruzione cutanea, adagiandolo nel contenitore che avrei mandato in analisi da li a poco. 


- male? - chiesi, ancora abbassata a livello dell’addome, esaminandolo 

- no, anzi… - mi alzò il mento con due dita, incatenando i suoi occhi ai miei - delicatissima - disse, con voce roca 


Senza accorgermene, mi stavo mordendo il labbro inferiore. 


- ehm… - distolsi lo sguardo, riportandolo sulla ferita appena esaminata - lo mando subito ad analizzare - dissi 


Nel mentre chiudevo il contenitore con il campione notai, nella zona del basso ventre, qualche macchietta rossa, insospettendomi: avrei dovuto dare un’occhiata. A quell’idea avvampai, mi sentivo bruciare le orecchie, e le mie guance erano viola. 


- tornerò tra poco - mi affrettai a dire, sbrigandomi ad uscire dalla stanza 

- aspetterò pazientemente il suo ritorno - rispose lui


Mi chiusi la porta alle spalle velocemente, quasi sbattendola, andando verso Hinata che stava rispondendo ad una chiamata al banco delle infermiere. Mi appoggiai ad esso, cercando di raffreddare la mia fronte a contatto con il marmo del banco stesso, senza successo. Alla domanda di Hinata su che cosa fosse successo, risposi solamente che: “avrei dovuto esaminare con tutta probabilità la zona genitale del mio paziente, che a quanto pare ci stava provando spudoratamente con me”, nulla di più normale. Anche Hinata si imbarazzò per me, non sapendo che consiglio darmi; le porsi il campione di tessuto che avevo prelevato, chiedendole di portarlo al più presto in laboratorio, che mi servivano i risultati urgentemente, quindi guardai l’orologio, decidendo di andare verso la mensa per concedermi il pranzo. 


Naruto era già al tavolo che mi aspettava, assieme a Sai ed Ino, anche loro in pausa, mi aggregai con il mio vassoio. Notai subito Ino osservarmi, aveva già capito, da buona psicologa, che era successo qualcosa, esortandomi a parlare, quindi, dopo aver atteso anche l’arrivo di Hinata, raccontai loro tutto quando. Ino scoppiò a ridere, Naruto si tratteneva, Hinata arrossiva, mentre Sai era l’unico calmo: 


- secondo me non dovresti farti mettere in soggezione Sakura - mi disse - sei un bravissimo medico, devi svolgere il tuo lavoro al meglio, e anche questo tipo di visita ne fa parte - fini il moro 

- giusto amore, ma ho la sensazione che a Sakura questo tipo piaccia, quindi non può farla così facile - ribattè Ino, asciugandosi le lacrime da riso

grazie Ino… - ribattei io - molto gentile… - 

e non lo nega! - esclamò - allora ho ragione - fece la bionda 

non puoi esserti innamorata veramente di Sasuke, dai - fece Naruto, serio

io non mi sono innamorata, lo trovo un bel ragazzo - ripensai alla visita di qualche minuti prima, arrossendo 

hai avuto il colpo di fulmine - fece Ino 

- no Sakura, seriamente - mi guardò Naruto, serio - non puoi - disse 


Tutti ci ammutolimmo di fronte a quello stato da parte del biondo, che solitamente era il primo a fare battute e scherzare su tutto. 


- ma perchè… - iniziò Hinata - dove sarebbe il problema? - chiese 


Ecco, a quel punto lo volevo sapere anche io: non che mi fossi innamorata, cavolo lo conoscevo da soli 2 giorni e in più le sue tattiche di approccio erano pressoché solo legate al sesso. Naruto iniziò a raccontarci come aveva conosciuto Sasuke e la sua famiglia, a quanto pare le loro mamme erano compagne di scuola da piccole e sono rimaste migliori amiche da quei giorni fino a questa parte, motivo per cui anche loro si conoscevano. 


- è il mio migliore amico, io so che non te ne ho mai parlato, ma non lo reputavo necessario, poi lui lavora in un altro ospedale, quindi non c’è mai stata occasione - fece lui 

- lavora in ospedale? - chiesi io 

e che cosa fa? - fece Ino 

- è medico - rispose Naruto - caporeparto - 


Ora mi spiegavo molte cose, come l’atteggiamento che aveva avuto quella mattina con i risultati degli esami. Benissimo, adesso mi sarebbe venuto contro con tutte le decisioni che prendevo sugli esami che gli avrei fatto fare, eccetera, ottimo. 


- ma perchè hai reagito così alla cosa che Sakura si è infatuata? - chiese Hinata 

- perchè non è una persona raccomandabile per le relazioni - fece lui - e io non voglio vedere la mia migliore amica soffrire - disse, ma ancora non capivo 

ma che cosa..? - mi interruppe 

- ha avuto una sola storia seria, e non è finita bene, ha brutte frequentazioni, e delle abitudini che non approvo: sono riuscito a tirarlo fuori da parecchi giri, anche Itachi mi ha aiutato, ci ha portati alla disperazione delle volte - finì Naruto 


Ne convenni che non era una persona raccomandabile, anche se così non mi sembrava, per di più per il fatto che fosse un medico! Volevo chiedere qualche altro chiarimento, ma il mio cerca persone suonò, e dovetti correre via per un’emergenza. 


Riuscii a rianimare un ragazzo che stava andando in arresto cardiaco, non era il momento per pensare alle questioni personali, Sai aveva ragione: ero un medico, e dovevo visitare Sasuke. Avanzai verso la sua stanza con passo deciso, ero sicura di poter gestire la cosa: entrai, ma alla sua vista mi… bloccai, arrossendo. 


- devi visitarmi? - fece lui 

- si - dissi 


Il ragazzo si mise seduto, incitandomi ad avvicinarmi. 


- no ehm… - arrossii ancora più violentemente - dovresti a-abbassarti i pantaloni - dissi, distogliendo lo sguardo verso il soffitto 

- ah, di già? - fece lui, ammiccandomi 

sono seria Sasuke - cercai di mantenere un contegno - ho visto delle strane macchie rosse stamattina, devo dare un’occhiata - 

- si certo - fece lui, malizioso - tocca pure - finì, sdraiandosi 


Misi un paio di guanti, dopo essermi assicurata che la porta fosse ben chiusa, non avrei sopportato l’imbarazzo di quel momento se fosse entrato qualcuno, mi diressi verso l’Uchiha che, in posizione supina, stava tirandosi giù l’indumento. 


Non potevo dire di certo che avesse qualche problema d’impotenza, dato che il suo membro era già sull’attenti, ed era anche ben dotato. 


- se vuoi puoi anche toccare - fece lui, con uno sguardo che faceva intuire ciò a cui stava pensando 


Allungai la mano, lo dovevo fare, dovevo esaminare quelle macchie rosse. Sulla zona del pube era situata quella che sembrava essere una lesione nodulare rotondeggiante, era dura al tatto, di colore rosso scuro.


- ti fa male? - chiesi, tenendo il pene spostato per esaminare la zona interessata 

- oh tutt’altro - fece lui, con voce spezzata 


Mi accorsi che il fatto che lo stessi visitando lo stava facendo… godere? Lasciai subito andare il suo membro eretto e come il marmo, dicendogli di rivestirsi, andando al cestino, oltre la tenda che separava il letto dalla porta della camera, a rifiatare e levarmi i guanti: mi appoggiai qualche secondo al muro, scoprendomi a mordere il mio labbro inferiore. Mi ridestai subito dai miei pensieri, tornando dal mio paziente. 


- allora come ti è sembrato - fece lui, ammiccando 

- grande - dissi


Arrossii ulteriormente: che avevo appena detto? 


- ehm… - la mia testa era il tilt totale - la lesione è grande, e non fa pensare a nulla di buono - mi corressi, ma tanto ormai aveva già capito 

si, la lesione - fece lui, sempre con il suo ghigno stampato in faccia 

ora devo andare, ti faccio sapere appena scopro qualcosa - dissi, voltandomi 

oppure potresti fare una visita ancora più… approfondita - aggiunse lui 


Uscii dalla stanza senza degnarlo di una risposta, mi diressi allo spogliatoio a prendere la roba per andare a casa, quindi saltai in macchina e raggiunsi di corsa il vialetto della mia abitazione, chiudendomi la porta alle spalle e buttandomi sul divano. Ma cosa mi stava succedendo? Non era la prima volta che eseguivo una visita del genere, perchè con lui avevo reagito così? Possibile davvero che Ino avesse ragione? Mi guardai il palmo della mano, quella con cui avevo stretto il membro marmoreo di Sasuke, facendomi venire in mente pensieri poco casti: cosa non avrei fatto in quel momento se le circostanze fossero state diverse; avvampai. Decisi di prendere qualche momento di pausa prima di ritornare sul caso Uchiha e cercare di capire di quale strana malattia fosse affetto: certamente adesso avevo un po’ più di informazioni di prima, e potevo iniziare a stilare un elenco. 


La giornata passò, ed io studiai le mie ipotesi. Quella notte lo sognai. 



 




 

**************************

Ciao a tutti :D
Capitolo bollente questo terzo! >.< Mi sa che se continua 
così dovrò alzare da arancione a rosso, ahah!
Spero che vi sia piaciuta la visita del nostro 
paziente preferito, io personalmente ho riso nel mentre lo scrivevo 
nell'immaginarmi la povera Sakura in quella situazione >.<

Fatemi sapere cosa ne pensate :D E grazie 
mille a tutti quelli che stanno seguendo e recensendo 
i capitoli :D 
Un saluto ed un abbraccio a tutti, e al 
prossimo capitolo, ciaooo :D 


Talitha_love

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Capitolo 4
*** Ad Un Passo Dalla Diagnosi ***


CAPITOLO #4 

- AD UN PASSO DALLA DIAGNOSI -

 

 

 

 

Mi svegliai soprassalto al suono della sveglia ripensando al sogno appena fatto, quella è stata la prima notte in cui sognai Sasuke Uchiha. Cercai di calmare il respiro levandomi le coperte di dosso, scoprendomi sudata marcia, decidendo di buttarmi sotto la doccia per raffreddare i bollenti spiriti che quella notte si erano impossessati di me. Mi cambiai indossando una tuta comoda con la quale, dopo colazione, decisi di uscire per fare un po di spesa. 


Approfittando del tempo libero di quella mattina, preparai con calma il pranzo per la giornata e per quelle future, congelando un po’ di cose per avere del cibo pronto in caso di emergenza e turni folli. Dopo pranzo dedicai il mio tempo alla ricerca della malattia che affliggeva quello che, da 3 giorni, era diventato il mio paziente, scoprendomi però, a tratti incapace di riuscire a concentrarmi. Ancora pensavo al sogno di quella notte, nitido nella mia mente: con quale coraggio oggi sarei andata nella stanza di Sasuke? Il fatto era che la visita del giorno prima mi aveva scombussolata alquanto, nonostante non fosse la prima volta che ne facevo una. Nel mio sogno ero in ospedale, avevo appena finito di visitare un paziente, ed ero in pausa nell’area comune per un caffè, quando Sasuke mi prendeva per le spalle, facendomi rovesciare il contenuto nel bicchiere, iniziando a baciarmi per poi spingermi contro il tavolo della zona relax; un attimo dopo mi aveva sfilato le mutandine, entrando prepotentemente in me con il suo membro turgido e marmoreo, facendomi godere come mai prima d’ora. 


Mi scoprii a sbavare con la penna in bocca come una ragazzina che fantastica sulla sua prima cotta adolescenziale, scuotendo la testa per darmi una regolata. 


- ma che cosa fai Sakura? - mi dissi ad alta voce - sei seria? Dopo 3 giorni che lo conosci siamo già a questi punti? - continuai - certo che però… - ripensai al giorno prima - era davvero messo bene… - mi riscossi - no! Ora basta! È un paziente come un altro, quando lo avrai curato non lo vedrai più, inoltre: anche Naruto ti ha detto che non è una persona raccomandabile - ricordai - però… a me non sono mai piaciuti i perfettini raccomandabili - finì sbuffando - sai una cosa? Se deve succedere qualcosa succederà, anche se non farai niente - mi convinsi - quindi lascia che le cose si evolvano da sole - terminai 


Quel discordo di auto-convinzione mi mise in testa più dubbi di quanti ne avesse levati, adesso ero sicura di essermi presa una cotta per un mio paziente, ero nei guai: dovevo parlare con Ino. Chiamai la mia amica, scoprendola già al lavoro, dicendole che nel mio momento di pausa sarei passata a fare un paio di chiacchiere, quindi mi cercai di rimettere al lavoro e collegare i sintomi dell’Uchiha a possibili malattie, quando il mio cerca persone suonò: erano arrivati i risultati degli esami. 


Arrivai in ospedale con un’ora di anticipo, approfittando per andare a trovare Ino che mi aspettava nel suo ufficio. 


- ehi! - disse la bionda - allora come va? - chiese, abbracciandomi 

- eh - mi sedetti sulla poltrona 


Le raccontai tutto, della visita del giorno precedente, al sogno che avevo fatto appena 12 ore prima, a come mi sentivo quando ero in presenza di Sasuke e come la cosa mi faceva stare subito dopo, aspettando un verdetto finale da parte della mia amica che era rimasta tutto il tempo in disparte ad ascoltare. 


- hai avuto un colpo di fulmine, Sakura - mi disse - lo capisco dal tuo sguardo, dal fatto che ti viene da sorridere anche se non lo fai apertamente vedere, e da come sei seduta su quella poltrona - finì


Mi guardai immediatamente le gambe cercando di capire cosa non andasse. 


- hai le gambe divaricate, Sakura - disse la bionda - tu non ti siedi mai così, ciò significa che, data la situazione e quello che mi hai detto, sei attratta sessualmente da qualcuno, in questo caso da Sasuke - finì lei 

- e come faccio? - chiesi, disperata - io non posso, anche Naruto mi ha messa in guardia - replicai 

Naruto però non è te - disse lei - devi capire com’è il tuo paziente come persona, e soprattutto, prima di dargliela… - la interruppi 

INOO - gridai, arrossendo 

cosa? - le scappò da ridere - va bene… prima di fare qualcosa - si corresse lei - devi capire perchè è qui perchè lo sai benissimo che è rischioso! Non è il familiare di un paziente, una persona in visita, ma il paziente stesso che ha contratto una malattia che ancora non riesci ad identificare - 


Ino aveva ragione, non potevo permettermi neanche un bacio, se fosse scappato, non in quelle circostanze, sarebbe stato troppo pericoloso. 


- il fatto è che non credo che lui voglia qualcosa oltre al sesso - disse, guardandomi piedi - allude sempre a quello, e io non voglio una cosa del genere, e poi… - rifiatai - colpo di fulmine… lo conosco da 4 giorni - ribattei 

- io ho avuto il colpo di fulmine con Sai dopo 2 ore che lo conoscevo, fidati… sei anche in ritardo - ribattè lei, sicura 

ok, fantastico - dissi, rassegnandomi - e ora con che faccia torno da lui come suo medico curante? - feci

cerca di essere professionale e di stare attenta, se dovrà sbocciare qualcosa anche da parte sua: fuori dall’ospedale, e post guarigione - disse Ino, molto chiaramente 


Ero completamente d’accordo con le parole della mia amica, quindi cambiò argomento. 


- e per l’altra questione? - iniziò lei - come stai? - 

- bene - feci, abbassando gli occhi al pavimento 

Sakura, lo so che è difficile, ma non puoi andare avanti se non lo affronti - disse lei 

affrontare cosa? - dissi - è stata colpa mia! Tutta colpa mia! - dissi, le lacrime agli occhi 

lo sai che non è così, c’erano poche speranze in qualunque caso, ed i familiari lo sapevano - 

se io non le avessi dato quegli anti-trombociti, sarebbe ancora viva - replicai, una lacrima mi rigò il viso 

no, invece, anche Kakashi te lo ha detto - replicò lei - era rischioso, ma era l’unica cura che potevi avanzare - disse, prendendomi una mano - le hai dato una speranza di cura invece che stare a non fare nulla aspettando l’inevitabile, te ne erano grati anche i suoi familiari - 


Cercai di convincermi che era così, anche se l’idea di non aver potuto fare nulla per salvare la vita di quella ragazza, poco più grade di me, mi faceva stare malissimo. La prima cosa che Kakashi mi disse fu: “stacca le tue emozioni dal lavoro perchè quando succederà che non riuscirai a salvare qualcuno, farà meno male; perchè la verità è che non ci si abitua mai, non importa quante volte succede, non sarà mai una cosa che supererai facilmente, e non ti puoi distruggere dietro ad essa”. Ricordo ancora le sue parole esatte, ed io cosa faccio? Mi innamoro di un mio paziente, devo essere proprio masochista oltre che stupida. 


Asciugai le lacrime ai miei occhi, promettendo ad Ino che sarei andata avanti, quindi ringraziai la mia amica e andai a cambiarmi: il mio turno stata iniziando. 

 


Passai da tutte le stanze ad eccezione della 4 a fare il giro visite, quindi chiesi ad Hinata i risultati dell’esame dei tessuti di Sasuke, scoprendo una cosa poco piacevole. Mi affrettai a raggiungere il moro nella sua stanza, trovandolo a guardare la televisione, che spense subito dopo aver notato il mio arrivo. 


- deve visitarmi di nuovo, dottoressa? - fece - mi abbasso di nuovo i pantaloni? - disse con voce roca e sexy, ammiccando 


Arrossii distogliendo il mio sguardo dal suo, non era il momento quello per fare dell’umorismo. 


- ho i risultati del test di ieri - dissi - ho una teoria, ma dovremo fare un altro esame per sapere se ho ragione - finii, seria 


Si era fatto più serio anche lui, osservandomi, impotente. 


- cosa? - chiese 


Chiusi la porta, prendendo una sedia e accostandola accanto al letto: quello che stavo leggendo dai risultati degli esami non mi stava piacendo, e avevo d’un tratto capito perché dagli esami del sangue non era emerso nulla. 


- Sasuke: che tipo di rapporti sessuali hai? - chiesi, guardandolo negli occhi, arrossendo 

se vuoi ti faccio vedere, sarebbe un vero piacere - disse, ghignando

si… - mi corressi - cioè no! - mi calmai - sono seria - aggiunsi subito - hai un partner fisso? - 

no - rispose lui 

fai sesso protetto? - chiesi, annotando le risposte che mi dava 

non sempre - disse 

ok… - me lo scrissi - frequenti mica… - mi interruppe 

se intendi i bordelli, si, li frequento, anche se ho smesso da un mese - disse lui 

perchè? *domanda sbagliata Sakura! Come: perchè? Che ti frega perché non ci va più! Ecco cosa intendeva Naruto allora* - cercai di correggermi ma rispose prima che potessi dire qualcosa 

perchè ho chiesto di farmi trasferire qui - rispose, alludendo a me 

*cosa?* - lo guardai senza capire 

ti ho notata passando da qui per portare una cosa a mio fratello - spiegò - chiedilo al tuo amico, Naruto - disse infine 


Rimasi a bocca aperta: se fosse questo il motivo per cui Naruto aveva detto che doveva stargli alla larga? Scossi la testa, mi girava, ma su quello avrei indagato dopo. 


- Alcool? Droga? - chiesi 

mai drogato, ho avuto qualche eccesso di alcool ma al tempo dell’università - rispose - perchè che hai trovato? - mi chiese, impaziente 


Dopo aver annotato tutto mi alzai dalla sedia, riportandola dove la presi poco prima. 


- ti devo fare un ultimo esame prima - dissi, facendo per uscire dalla stanza 

aspetta - disse lui 


Vidi il suo braccio oltre la mia testa che teneva bloccata la porta, spaventandomi; mi fece girare di forza, sbattendomi contro l’uscita della stanza, chiusa. I nostri visi erano vertiginosamente vicini, potevo sentire il suo respiro sul mio collo, più lo guardavo negli occhi, più mi ci perdevo, non capendo più neanche dove fossi. Sasuke stava accorciando le distanze, ma io sapevo che non avrei potuto concedere neanche un bacio, non potevo rischiare! Non fui abbastanza forte. Le nostre labbra si toccarono dando inizio ad un bacio appassionato, la cartella con i fogli mi sfuggì di mano, riversandosi a terra, sentii le mani di Sasuke passare dai miei fianchi al mio sedere,sollevandomi una gamba, portandola all’altezza della sua vita, le mie mani sprofondavano nei suoi capelli, morbidi, mentre le nostre lingue di intrecciavano e si esploravano. 


Ebbi la forza di fermare quel bellissimo bacio, anche se pentendomi, avevo già rischiato troppo, lo guardai negli occhi, colma di desiderio, sentendo chiaramente anche la sua erezione contro il tessuto dei miei pantaloni: meno male che avevo messo i pantaloni quel giorni invece della gonna com’ero solita fare. Quanto sarei voluta andare oltre, quanto lo bramavo con il corpo, ma non potevo. 


- aspetta - dissi in un sussurro - abbiamo rischiato troppo - feci 


Lui mi lasciò andare, raccogliendo i fogli da terra, che gli strappai prontamente di mano. 


- dimmi che succede - fece, mettendomi il braccio oltre la testa, avvicinandosi nuovamente 

ti prescrivo un altro esame, sarà la prova del nove - dissi, con la voce ancora colma di desiderio 


Sasuke si distanziò, tornando al letto, permettendomi di uscire dalla stanza: mi diressi di corsa in bagno, dovevo calmarmi e pensare a cosa fosse appena successo.








 

**************************

Ciao a tutti :D
Buonasera con il quarto capitolo! Mi sa che 
dovrò ad un certo punto alzare l'asticella veramente al rosso ^^"
Questo capitolo mi è piaciuto particolarmente da scrivere, ma il mio preferito deve 
ancora arrivare >.<

Vi chiedo se potete lasciarmi qualche recensione, così che 
possa avere un riscontro e potermi migliorare, 
ci tengo molto a sapere la vostra opinione :D 

Detto questo vi ringrazio tanto per seguire la 
mia storia :D Vi mando u
n saluto ed un abbraccio a tutti, e al 
prossimo capitolo, ciaooo :D 


Talitha_love

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Capitolo 5
*** La Prova del Nove ***


CAPITOLO #5 

- LA PROVA DEL NOVE -

 

 

 

Aprii il rubinetto dell’acqua per bagnarmi il viso, sentivo i vestiti bagnati dal sudore, e ancora le gambe mi tremavano dall’adrenalina di qualche minuto prima: davvero avevo baciato Sasuke? O era stato solo un sogno? Per quanto bello potesse essere stato, avevo anche commesso un tremendo errore: baciare una persona che è finita in ospedale per malattia ed ancora senza una diagnosi, non era proprio raccomandabile, no anzi, era una tragedia, specialmente se Sasuke aveva quello che sospettavo. Esaminai l’interno della mia bocca alla ricerca di qualche ferita per mezzo la quale la malattia poteva venirmi trasmessa, ma non trovai nulla, anche esaminando Sasuke le volte precedenti non avevo trovato più nulla, quindi mi tranquillizzai: se lo fosse venuta a scoprire Ino mi avrebbe fatto il terzo grado, o meglio quando lo scoprirà, dato che era impossibile nasconderle qualcosa. 

 

Mi cercai di riprendere, all’ira della mia amica avrei pensato più tardi, adesso avevo una faccenda ben più urgente da sistemare. Mi avviai al laboratorio chimico, recuperando delle provette che mi sarebbero servite per il test sierologico che sarei andata a prescrivere al mio paziente, affrettandomi a tornare in camera da lui: se avevo supposto bene, non c’era tempo da perdere. Lasciai la cartellina medica ad Hinata, prescrivendo l’esame ed entrando, quindi, nella stanza 4: Sasuke era sul letto, lo sguardo nel vuoto, assorto nei suoi pensieri. 

 

- allora? - chiese, nella mia direzione

ti devo fare il test TPHA - dissi, solamente


L’Uchiha mi diede il braccio in cui era posto l’ago, permettendomi di prendere il campione di sangue che avrei mandato subito ad analizzare. 


- quanto ci vuole? - mi chiese, a prelievo terminato 

entro domani mattina avremo i risultati - dissi, e uscii

 


Non entrai nella stanza di Sasuke per tutto il restante turno di lavoro, non potevo fare altro per lui, potevo solamente aspettare i risultati del test che, con l’urgenza che avevo messo, sarebbero stati pronti la mattina seguente, all’inizio del mio turno di lavoro. Mi diressi in mensa a cenare, sorpresa di trovare anche Naruto, questa volta solo, mi sedetti con lui. Dopo qualche istante di silenzio, in cui lui mi aveva chiesto un paio di volte se andasse tutto bene, mi decisi a rispondere. 


- me lo ha detto - iniziai 

cosa? - chiese lui 

che va a prostitute - ribattei 

- già… - fece lui - ora capisci? Non voglio che ti faccia del male, lui non riesce a farne a meno - 

mi ha detto anche che da quando mi ha vista un mese fa ha smesso di frequentare quei luoghi - aggiunsi - e… - 

e? - insistette lui 

ci siamo baciati - terminai 

cosa? Sakura ma sai che rischio hai corso, non sai neanche perchè è qui! - si arrabbiò lui 

lo so, ma non è stata una cosa che potessi evitare - abbassai lo sguardo - mi dispiace - 

con permesso… - disse il biondo, alzandosi - devo andare a scambiare due parole con il mio amico - fece 

Naruto aspetta - lo presi per un braccio - forse so che cos’ha - dissi


L’Uzumaki mi guardava in attesa che proseguissi il discorso. 


- gli ho prescritto un test, sapremmo con certezza domani mattina - ripresi - il TPHA - finì


Il biondo sgranò gli occhi. 


- lo sapevo - fece lui - tu stai bene? Fatti controllare! - disse, in preda al panico 

già fatto, nessuna lesione alla bocca, e neanche lui - aggiunsi - per favore, non dirgli nulla, sono io il suo medico - lo pregai 


Riuscii a far ricredere Naruto sull’andare da Sasuke a “parlargli”, se c’era qualcuno che doveva dirgli cos’aveva, quella persona dovevo essere io. Finimmo di cenare in silenzio, riprendendo i nostri turni, per poi timbrare il cartellino d’uscita. 


Quella notte non riuscii a chiudere occhio, avevo una sensazione di ansia mista ad adrenalina: ansia per l’esito del test, adrenalina per il bacio che Sasuke mi aveva dato: speravo solo sarebbe andato tutto bene. 


 

§


 

Quella mattina mi svegliai controvoglia, non avevo dormito molto bene, ed ero contenta che il giorno dopo avrei avuto il giorno libero, mi dovevo riprendere un attimo. 


Scesi dal letto buttandomi sotto la doccia tiepida, per poi vestirmi e fare una colazione veloce: non avevo tempo per mangiare tanto, mi ero alzata più tardi del solito, non essendo riuscita ad addormentarmi subito. Preparai il mio amato termos di caffè, quel giorno ne avevo davvero bisogno, e mi diressi al luogo di lavoro. Nel mentre del tragitto il cerca-persone suonò: ecco i risultati degli esami; accelerai verso l’ospedale. 


Mi catapultai da Hinata nella speranza che, leggendo quei referti, potessi essermi sbagliata, anche se il mio senso senso mi diceva che avevo azzeccato in tutto e per tutto la diagnosi, e cosi fu. Rimasi qualche secondo con il foglio in mano, indecisa se andare subito da Sasuke o se prima passare in ufficio dal primario, dato che mi aveva detto di tenerlo informato, ed optai per la seconda opzione. Mi fermai davanti alla porta del mio superiore, avevo il battito accelerato, ed il fiato corto, ma dovevo avvisare anche lui: bussai. 


- avanti - disse 


Aprii la porta dell’ufficio, salutando il signor Uchiha che, dietro la scrivania, mi rivolse un sorriso gentile. 


- Haruno, buongiorno - disse lui - ha qualche novità su mio fratello? - chiese 

si signore, - iniziai


Spiegai ad Itachi tutto ciò che avevo fatto in quei giorni per avere la certezza sulla diagnosi che stavo per fare, porgendogli alla fine i documenti che tenevo in mano, così che potesse esaminarli da se. 


- capisco… - disse, leggendo i referti - metti subito in pratica la cura, per fortuna l’abbiamo presa in tempo - disse 

si, subito - ribattei io - ho voluto avvisarla per primo perchè mi sembrava giusto farglielo sapere - aggiunsi 

apprezzo signorina Haruno, e ne terrò conto - rispose lui, gentilmente - passerò più tardi a far visita a Sasuke, può andare - mi congedò

si, buona giornata signore - salutai 


Uscii da quel ufficio con un paio di chili di meno, una era fatta, adesso toccava a Sasuke. Mi diressi con passo deciso nella stanza 4, ancor prima di fare il mio ordinario giro di visite, trovando Sasuke seduto sul letto, nella stessa posizione di sempre, a guardare la televisione. 


- buongiorno - dissi 

a te - rispose lui - dimmi - 

ieri ho richiesto di farti un test… il TPHA, che è risultato positivo - iniziai 


Sasuke non parlava, si limito a sgranare gli occhi, abbassando lo sguardo, arrabbiato. 


- sifilide - disse 

si, è esatto - risposi - per fortuna l’abbiamo scoperto in tempo, inizieremo in questo momento la terapia - informai 


Era freddo rispetto al giorno prima, non vedevo più il ragazzo che avevo baciato. 


- stai bene? - azzardai, si rivolse a me 

bene? - disse, furioso - quella puttana mi ha attaccato la sifilide! - sbraetò 


Mi feci indietro, meno male che avevo chiuso la porta, sennò l’avrebbe sentito tutto l’ospedale. 


- sono qui per curarti, Sasuke - dissi 

esci - disse


Rimasi pietrificata un istante. 


- voglio stare da solo - mi disse, fulminandomi con lo sguardo 


In quel momento non seppi perchè, ma mi si riempirono gli occhi di lacrime, e sentì una rigarmi il viso: mi sentivo come se stesse dando la colpa di tutto ciò a me. Mi asciugai prontamente la guancia, cosa che lui notò, cambiando lo sguardo da furente a sorpreso per avermi fatta piangere, quindi feci per uscire. 


- Sakura aspetta - urlò, ma mi ero già sbattuta la porta alle spalle 


Riportai la cartella da Hinata la quale notò subito che c’era qualcosa che non andasse, chiedendomi se stavo bene, ma in quel momento non mi andava di parlare, le sorrisi gentilmente, annuendo, iniziando quindi il mio giro abitudinario di visite.








 

**************************

Ciao a tutti :D
Come state ragazzi? Spero tutto bene, scusate il piccolo ritardo, 
ma ieri ho dovuto fare un pre-esame a scuola guida e delle
pratiche per poter fare l'esame vero e proprio 
per la patente superiore, e sono stata abbastanza presa!
Prometto anche che cercherò di scrivere capitoli
più lunghi come mi è stato fatto notare :) solo che questi li avevo scirtti in precedenza 
e non riesco a cambiarli in quanto andrei a fare casini con i seguenti ^^"
Spero che anche questo vi sia piaciuto e vi ringrazio tanto per seguire/recensire
la mia storia :D

Se potete lasciarmi qualche feedback anche per
questo capitolo sarei molto contenta :)

Detto questo vi saluto, vi mando un abbraccio e al prossimo capitolo!

Talitha_love

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Capitolo 6
*** L'Inizio della Terapia ***


CAPITOLO #6 

- L'INIZIO DELLA TERAPIA -

 

 

 

Cercai per tutta la giornata di stare alla larga dalla stanza di Sasuke, l’idea di rivederlo non mi entusiasmava, per di più dopo essersela presa con me che cercavo di aiutarlo; passai un po’ di tempo nella sala relax davanti ad un caffè fumante, pensando al da farsi. Dovevo iniziare la terapia, non potevo lasciar passare altro tempo, ed il mio turno sarebbe finito da li ad un’ora: avevamo preso la malattia in tempo, ora questo era prezioso. Buttai giù gli ultimi sorsi di caffè e mi diressi nella sala medica a prendere l’occorrente per dare inizio alla terapia stessa. 


Essendo Sasuke allo stadio secondario, preparai la dose specifica di penicillina in siringa, portandomi tutto l’occorrente dietro per eseguire la prima iniezione. Bussai alla porta e feci per entrare, notando il letto vuoto; pensai fosse andato in bagno, quindi aspettai qualche minuto, ma non sentendo rumori, decisi di chiamarlo. 


- Sasuke?! - dissi - dobbiamo iniziare la terapia! - aggiunsi 


Nessun rumore proveniva da quella stanza però, men che meno da bagno; poggiai sul letto il contenitore con la siringa e l’occorrente, notando un dettaglio che mi fece rabbrividire: il catetere venoso centrale! Sasuke era scappato?! 


Mi precipitai fuori dalla stanza nel panico, corsi da Hinata a chiederle se avesse visto passare il mio paziente, ricevendo un no come risposta, quindi passai al piano B: Naruto. Era il suo migliore amico, doveva sapere dove potesse essere diretto. Mi recai in chirurgia, notando che il mio amico stava eseguendo un’operazione, gli feci segno di uscire un secondo, facendolo venire verso di me e lasciando tutto nelle mani di Sai. 


- che c’è di urgente Sakura? Sto operando - disse lui 

Sasuke è scomparso - dissi - sai dove potrebbe essere andato? - 

oh cazzo - Naruto si sbalordì - quando? Perchè? - chiese lui 

gli avevo detto che era positivo a test TPHA, mi ha mandata via, sono uscita, ho continuato il giro visite ma quando sono tornata con la prima dose di terapia non c’era più, tu sai dove potrebbe essere andato? - dissi  

sifilide - rispose Naruto - è andato al bordello: quartiere di Konohagakure 3a strada, è un palazzo rosso, frequenta sempre lo stesso da anni, è andato li, sono sicuro - disse 

grazie - lo ringraziai velocemente

tienimi informato! - mi urlò 


Mi precipitai agli spogliatoi, recuperando il cappotto, quindi andai all’entrata dell’ospedale per dirigermi alla macchina, quando incontrai Itachi. 


- Haruno - disse - dove vai? Non hai finito il turno - ricordò lui 

no signore è un’emergenza, si tratta di suo fratello - dissi io 

che c’è? - chiese 

è scappato, sto andando a cercarlo, temo possa fare una cosa della quale si potrà pentire - risposi 

vengo con te - mi informò, con un tono che non permetteva repliche 


Non potendo ribattere accettai la cosa, diretta al posteggio con Itachi: presi la macchina e partimmo. Il quartiere di Konohagakure non era distante, era a pochi isolati dall’ospedale, ci vollero 10 minuti per raggiungerlo.


- è qui? - chiese l’Uchiha 

Naruto mi ha detto che è un luogo che frequenta spesso, mi ha detto che è probabile lo troveremo qui - risposi 


Proprio in quel momento scorgemmo Sasuke uscire da un edificio rosso, proprio di fronte  a dove avevo appena messo la macchina, Itachi si precipitò fuori, correndo verso di lui, atterrandolo. Lo riportò in auto come si porta un bambino che ha appena fatto un capriccio, non come un uomo di 29 anni, questo mi fece capire un altro particolare del carattere di Sasuke, cercai di distogliere lo sguardo quando Itachi lo infilò in macchina e si sedette con lui nei sedili posteriori. 


- vai Sakura, torniamo in ospedale - disse il primario 

subito - risposi, accesi la macchina e partii 


Appena arrivammo in ospedale, Itachi riaccompagnò il fratello in stanza, chiudendosi la porta alle spalle, sentii le voci al di fuori di essa, capii ciò che era andato a fare Sasuke, e la cosa mi spaventò abbastanza: era andato al bordello per picchiare il gestore che gli aveva affidato una ragazza che lo aveva fatto ammalare. Questi scatti d’ira non mi piacevano per niente; rimasi ad aspettare tutto il tempo fuori dalla porta, nell’attesa di poter entrare a mia volta. 


Passarono ancora un paio di minuti quando l’uscio si spalancò, ed Itachi uscì, dicendomi di entrare ed iniziare la terapia; mi diressi prontamente a prendere l’occorrente per un’altra dose di penicillina, tornando velocemente alla stanza 4. Sasuke era sul letto, sguardo basso, furioso. Rimasi in silenzio nel mentre che preparavo la dose in siringa, iniettandola nel braccio del moro che, senza battere ciglio, si fece pungere: prima di uscire presi parola. 


- Perchè? - chiesi, lui alzò lo sguardo su di me 

perchè quell’infame mi ha dato una troia infetta - ribattè lui, pieno di rabbia 


Che termini per descrivere una ragazza che fa quel genere di lavoro per mantenersi, non era giusto. 


- e tu non ci andare - ribattei 

non mi avrebbe visto comunque mai più, ma volevo fargliela pagare - rispose lui 

Sasuke, non fare cose di cui ti puoi pentire - dissi, ferma 


Lui mi guardava, lo sguardo incatenato ai miei occhi smeraldini che si perdevano in quei buchi neri. 


- non me ne sono pentito, infatti - ribattè lui 

ma che hai fatto? - chiesi, perplessa 

gli ho spaccato il naso - disse 


Un brivido freddo mi salì lungo la schiena. 


- s-spaccato il… - mi venne un giramento di testa 


Sasuke notò il mio capogiro, e mi prese al volo, facendomi atterrare sul letto: adesso era proprio sopra di me. Nel giro di pochi secondi le sue labbra erano nuovamente sulle mie, in un bacio che mi stava lasciando senza fiato, l’avevo aspettato un altro bacio, lo ammetto. 


- mi pento solo di non essere venuto qui prima - disse lui, ad un soffio dalle mie labbra 


Sorrisi come una scema, come se non fosse successo nulla prima di quel momento, come se fossi su un pianeta diverso, era una sensazione che non avevo mai provato con nessuno prima di allora. Mi alzai di scatto sentendo la maniglia della porta girare, rimettendomi a posto come meglio potevo: era Hinata che, mandata dal primario, si accingeva a rimettere a Sasuke il catetere venoso centrale. 


- quanto ci vorrà? - mi chiese lui 

sei al secondo stadio, quindi 2 settimane di terapia, e poi rifacciamo il test - dissi, sicura 

me le fai tu le punture? - disse, ammiccando, Hinata uscì dalla stanza paonazza 

si - risposi - verrò qui anche domani che è il mio giorno libero a farti la puntura - aggiunsi, quindi feci per uscire a mia volta - ah e… astieniti da ogni rapporto sessuale fino alla negatività del test TPHA - 

peccato - disse lui, con voce roca, avvicinandosi al mio viso - mi sarebbe piaciuto vedere cosa c’è sotto questo camice - mi sussurrò all’orecchio 


Viola in viso uscii dalla stanza, il mio turno era terminato da un’ora, quindi decisi di tornare a casa. Prima di andare alla macchina passai in chirurgia, ad avvisare Naruto che andava tutto bene, per poi mettermi alla guida e concedermi un po’ di meritato riposo: ne avevo davvero bisogno.








 

**************************

Ciao ragazzii :D
Come state? Eccomi con il seguito della storia :)
Spero che vi piaccia; i capitoli nuovi, 
prometto, che saranno più lunghi, ma questi li avevo già scritti, e mi
viene davvero difficile modificarli ^^" 

Se potete lasciarmi qualche recensione, sarei molto contenta,
e vi ringrazio tanto :)

Detto questo vi saluto, vi mando un abbraccio e al prossimo capitolo!

Talitha_love
 

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Capitolo 7
*** Un Appuntamento Fuori dal Normale ***


CAPITOLO #7 

- UN APPUNTAMENTO FUORI DAL NORMALE -

 

 

 

Mi alzai di buon umore per la prima volta dopo giorni, ero contenta di essere riuscita recuperare il sonno perduto dell’ultima settimana, e avevo deciso mi sarei presa la giornata tutta per me, emergenze lavorative permettendo. 


Mi alzai dal letto all’alba delle 10 del mattino, diretta in bagno in cui mi preparai la vasca per concedermi un po’ di relax e skin care, la mia pelle ne aveva decisamente bisogno, misi dei sali profumati alla lavanda in quantità, in modo che facessero tanta schiuma quindi, dopo aver portato il fidato libro che stavo leggendo al momento, mi immersi nel tepore quell’acqua che era proprio alla temperatura giusta. Misi una maschera purificante in viso e mi lasciai trasportare dal suono in sottofondo di musica rilassante e dalle parole del romanzo che stavo, ormai, terminando e che stavo amando. Dopo una ventina di minuti di ammollo, azionai anche i getti a idromassaggio, che mi diedero la botta finale di relax: mi sarei potuta addormentare nuovamente. 


Mi sciacquai via la maschera dal viso, svuotando la vasca e lavandomi via gli ultimi residui di schiuma di dosso, peccato, ci stavo così bene, ma dovevo andare a fare la spesa per la settimana, e lo volevo fare prima di passare in ospedale oggi pomeriggio. Scelsi degli abiti comodi: un paio di collant, un maglione/vestito color bianco panna, un paio di parigine nere che arrivavano poco sopra il ginocchio ed una cintura sul vestito per accentuare il punto vita, quindi misi un paio di stivali alti, mi truccai velocemente, presi il cappotto e, borsa alla mano, uscii. 


Non ci misi molto a fare la spesa, pensando alle esigenze di tutta la settimana a seguire, il giorno prima mi ero fatta una lista, ed ero riuscita a trovare tutto il necessario: miracolo. 


Per una delle poche volte riuscii a preparare il pranzo in tranquillità, ed a mangiare con calma, non mi succedeva spesso, solitamente, nei giorni di turno, pranzavo o cenavo un po’ più velocemente, per non rischiare di fare tardi. Mi presi la prima parte del pomeriggio per preparare il pranzo per la settimana che stava arrivando, in modo da non trovarmi all’ultimo indecisa su ciò da mangiare, o con una voglia che doveva rimanere insoddisfatta fino a quando non sarei stata un po’ più libera con i turni, quindi uscii nuovamente di casa. 

 


La via per l’ospedale fu insolitamente tranquilla, anche se erano le 16 del pomeriggio, non incontrai particolare traffico, lo avrei sicuramente beccato sulla via del ritorno, ah le gioie. Mi diressi nella stanza 4 passando per gli spogliatoi solo per riporre la borsa che al momento non mi serviva, tanto sarei rimasta poco, dovevo solo fare una puntura: presi l’occorrente dal magazzino delle scorte, e mi diressi nella sala relax a preparare la dose di quella giornata, trovando un Naruto sul divano a sbaciucchiarsi con Hinata. Quest’ultima, vedendomi entrare, arrossii violentemente, scansandosi dal moro che si girò dalla mia parte:


- Sakura, - iniziò - ma non è il tuo giorno libero? - chiese, sorpreso di vedermi li 

si ma devo fare una puntura a Sasuke, è sempre un mio paziente - risposi, mentre preparavo la siringa 

ah davvero… - fece lui, furbacchione - di solito dai ad Hinata le cure dei tuoi pazienti quando sei in festa - sorrise 


Non ci avevo pensato, in effetti avevo sempre fatto così, Hinata era la mia assistente fidata, lasciavo solo a lei il compito di guardare i miei pazienti. 


- ah giusto… Hinata sei già andata? - chiesi, rossa in viso 

si, ma non mi ha lasciato neanche preparare la siringa, ha detto che aspettava te - disse lei, arrossendo teneramente 

oh ok, allora vado - dissi, ringraziandola comunque per aver curato gli altri miei pazienti 

vedo che mi hai dato retta comunque - iniziò Naruto, mi voltai 

lasciala stare, Naruto, - replicò la corvina - non puoi comandare il cuore, lo sai anche tu - finì 

promettimi di stare attenta - mi disse, serio il biondo 

si - sorrisi 


Ringraziai nuovamente la mia amica per aver preso le mie difese, alla fine sapevo che Naruto mi diceva quelle cose perché mi voleva bene, e non riuscivo proprio ad arrabbiarmi con lui. 


- altrimenti lo ammazzo - aggiunse, infine, l’Uzumaki 


Si prese una gomitata nelle costole da Hinata, che lo guardava rassegnata, ed un risolino da parte mia, ero fortunata ad avere un amico che ci teneva così tanto a me; mi diressi verso la stanza 4. 


- permesso - dissi, entrando 

ce ne hai messo di tempo, dottoressa - ghignò Sasuke 

ehi è il mio giorno libero, non dovrei neanche essere qui - replicai, appoggiando il contenitore in cui avevo riposto la siringa, sul tavolino vicino al letto 

onorato - fece lui, sempre con il solito sorrisetto in viso 

dai, - presi la siringa - tiralo fuori - dissi, senza pensarci 


L’espressione sul volto di Sasuke si accese maliziosamente, che avevo appena detto? 


- il braccio, ovviamente - mi affrettai ad aggiungere

sicura che non intendessi il mio amico la sotto? - disse lui, prendendomi in giro 

… - avvampai - sicura - dissi 


Perchè dovevo fare sempre quelle figuracce quando ero con Sasuke? Il ragazzo mi porse il braccio, l’opposto rispetto al giorno precedente, in modo da non trafiggere sempre lo stesso, non emettendo fiato neanche questa volta. 


- bene - feci - ci vediamo domani, direi - dissi, mettendo il cappuccio sull’ago per non rischiare di pungermi 

a che ora attacchi? - chiese lui 

alle 10:00 - risposi - perchè? - 

scommetto che sai cucinare bene - disse lui

*è per caso un complimento quello?* me la cavo, perché? - chiesi, non capendo 

ti aspetto qui stasera alle 20:00 - disse 


Non riuscivo a capire, era una richiesta di appuntamento quella? O era un ordine… mi suonava più come l’opzione numero 2. 


- eh? - dissi io

cucinami qualcosa di buono - ribattè lui, coricandosi sul letto, accendendo la televisione 


Era decisamente un ordine quello. 


- non puoi mangiare quello che ti pare - feci, risoluta 

io faccio sempre quello che mi pare - ammiccò lui - e comunque se per un giorno non mangio la minestrina della nonna che fate qui, non mi succederà proprio nulla - ribattè 

ma… - ricordai il fatto che anche lui fosse un medico, non sapendo come ribattere 

a stasera, bella - fece Sasuke, infine, cacciandomi fuori dalla camera


Mi ritrovai fuori dalla stanza con la bocca aperta, sbalordita per quello che fosse appena successo. 


- ho un appuntamento - esclamai a bassa voce, tra me e me, ma con un po’ troppo entusiasmo - in ospedale - aggiunsi, riflettendo, con un po’ di… “repulsione…” - e devo tornare a fare la spesa - mi dissi ulteriormente 


Mi diressi velocemente al supermercato, senza neanche passare da casa, ritrovandomi a girare senza meta, non spendo cosa prendere da cucinare: che guaio, non potevo fare brutta figura! 


- In più non conosco neanche i gusti di Sasuke, come faccio a preparare qualcosa! Che cretina, dovevo informarmi prima! - mi dissi, quando ebbi l’illuminazione - Naruto! - 


Presi velocemente il cellulare, componendo il numero del mio amico, che non tardò a rispondere, per fortuna era in pausa tra un intervento e l’altro, quindi iniziai a bombardarlo di domande. 


- un appuntamento qua? - chiese lui, sbigottito - Sakura! Siamo in ospedale! - fece con un po’ di ribrezzo nella voce 


Certo, un appuntamento romantico in ospedale non era proprio il massimo, c’erano malattie e persone che non stavano bene, non era proprio il luogo ideale per una cosa come quella, con urla ed emergenze tutt’attorno. 


- lo so, ma non ho potuto neanche rifiutare, più che una richiesta mi è suonato come un ordine - ribattei - allora? Che gusti ha? - chiesi nuovamente 


Naruto mi illuminò, quindi decisi cosa preparare, mettendo nel cestino tutto l’occorrente; arrivata a casa iniziai a cucinare, avevo 4 ore di tempo, potevo farcela.







 

**************************

Ciao ragazzii :D
Eccomi qui con un nuovo capitolo:
perdonate il ritardo, ma sono state settimane un po' difficili, ho dovuto dare 
un esame (non ricordo se l'ho detto ma sto prendendo la patente per gli autobus
per motivi di lavoro) e la settimana prossima inizio le guide, per non parlare del CQC che sto preparando
e frequentando🙈 E ieri era il mio compleanno, quindi si, non sono riuscita a trovare un
momento libero! Spero nonostante tutto che il capitolo vi piaccia, 

fatemi sapere cosa ne pensate perfavore☺️
Noi ci vediamo al prossimo, ciaooo!

Talitha_love

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Capitolo 8
*** Al Lume di Televisore ***


CAPITOLO #8 

- AL LUME DI TELEVISORE -

 

 

 

 

Finii di comporre i bento con mezz’ora di anticipo, approfittando per andarmi a dare una rinfrescata e rifarmi il trucco, decisi di tenere gli stessi vestiti che indossavo quando andai a fare la puntura a Sasuke, non credendo fosse adatto mettere un vestito da sera, dopotutto eravamo pur sempre in ospedale, e non volevo dare troppo nell’occhio: presi l’occorrente, saltai in macchina e partii. 



Trovai Sasuke nella sua camera con una tenuta differente, aveva messo una camicia ed un paio di pantaloni più eleganti scuri, ed era semplicemente bellissimo. Salutai educatamente, arrossendo in viso, appoggiando la borsa termica sul letto, che avremmo usato anche da tavolo. 


- vedo che ti sei cambiata - ironizzò lui 

- non posso venire vestita da sera, Sasuke, siamo in ospedale, dopotutto, ed io qui ci lavoro - ribattei, facendogli una linguaccia 

che mi hai preparato di buono? - chiese, vedendomi aprire la borsa 

qualcuno mi ha detto che vai matto per gli onigiri con pomodorini e tonno, quindi ne ho preparati due ciascuno e come primo, invece, noodles saltati con verdure e gamberetti  - illustrai, tirando fuori tutto 

ho l’acquolina in bocca - fece lui 


Gustammo quella cenetta al lume di televisore, rigorosamente mutato, iniziando a parlare delle nostre rispettive vite così da conoscerci meglio: raccontai a Sasuke il mio percorso, il perchè avevo deciso di diventare medico, la prima volta che persi un paziente per colpa di un… errore, e lui fece lo stesso con me. 


La sua storia era un po’ più complicata della mia: la famiglia di Sasuke era all’antica, quelle famiglie i cui genitori tengono che i propri figli seguano i propri passi, la madre del ragazzo, infatti, esercitava come medico/psichiatra, mentre il padre era un famoso chirurgo, grazie alla sua bravura era riuscito ad inaugurare il proprio ospedale, che era riconosciuto come uno dei migliori dell’intero Giappone, quello in cui Sasuke lavorava al momento, e da cui aveva chiesto il trasferimento. Itachi, il fratello maggiore, nonché primario del “Konoha Hospital”, aveva intrapreso la stessa, ma diversa strada del genitore, diventando un bravissimo ed informatissimo medico, sempre alla ricerca di nuovi metodi per applicare le cure in modo che fossero più efficaci, sempre fuori città per qualche seminario o corso di aggiornamento, e poi c’era Sasuke. 


- posso dire di essere considerato la pecora nera della mia famiglia - disse - io non volevo più studiare, finito il liceo volevo prendermi un anno sabatico, volevo godermi anche solo un anno, senza fare niente, anche se non è che abbia avuto mai bisogno di lavorare… - fece una pausa - ai miei però, non andava bene, e mi iscrissero alla facoltà di medicina, la stessa che aveva frequentato mio padre, che voleva diventassi un chirurgo come lui - continuò - non potei oppormi, ma mi vendicai comunque, scelsi il ramo medico, invece che chirurgico per la specialistica, e questo lo fece infuriare, ma almeno ebbi una rivincita - 


Mi venne spontaneo chiedergli perchè Naruto mi avesse parlato di droga ed alcool, e lui rispose che a vent’anni, a causa dello stress provocato dalla famiglia, aveva iniziato a bere, ed era quasi finito in coma etilico. 


- da li mio padre non mi ha più detto niente, finiti gli studi mi ha assunto nel suo ospedale, ma io voglio andarmene da li - disse, con sprezzo 

non hai un buon rapporto neanche con tuo fratello, a quanto ho notato, perchè venire qui? - chiesi 

ti sbagli… - si fermò - Itachi è l’unica persona che mi è sempre stata accanto, l’unico che mi aiutava nello studio, l’unico che mi capiva in quella famiglia, probabilmente se non ci fosse stato io… sarei morto - 


Mi si bloccò il boccone in gola, come morto? Lo guardai. 


- e anche Naruto - aggiunse - quella testa quadra non si fa mai gli affari suoi - disse, accennando un sorriso, poi si fece serio - non ho mai detto nulla di tutto questo a nessuno - fece, guardandomi 

davvero? - chiesi - non ti sei mai confidato neanche con una partner? - 

non ho mai avuto una partner fissa, volevano solo i miei soldi ed il nome di famiglia - disse, sprezzante - che schifo - finì 


Terminammo la cena in silenzio, non sapevo cosa dire dopo tutto ciò che mi aveva raccontato, quindi decisi semplicemente di godermi la serata non fiatando, non potevo dire nulla di confortante, e non volevo che Sasuke mi etichettasse male. 


- ma allora perchè vai a prostitute? - chiesi, non riuscivo a tenerlo per me 

- è il mio sfogo - disse - quando faccio sesso non penso a niente, mi sento libero - disse 

- … - subito non seppi cosa rispondere, poi lo guardai seria - perchè mi stai dicendo tutto questo, Sasuke? Ci conosciamo da una settimana - finii

- lo so - disse lui 


D’un tratto spostò di scatto il tavolino su cui avevamo adagiato i bento, prendendo a baciarmi con foga, sapeva di spaghetti e gamberetti, mi sorpresi a rispondere in modo così vorace, come se dentro di me fosse scattata una molla, come se stessi aspettando quel momento da tutta la vita. Ci coricammo su quel materasso del lettino d’ospedale, continuando quella meravigliosa danza, opera delle nostre lingue, reprimendo il buon senso che mi diceva che fosse tutto sbagliato, che era sempre malato


Una mano di Sasuke scivolò sul mio fondoschiena, palpandolo, e facendomi emettere un gemito tra le sue labbra, la sua mano mi percorse nuovamente la schiena, finendomi sul seno. Le scariche di adrenalina mista desiderio che sentivo in quel momento erano indescrivibili, che cosa mi stava facendo questo ragazzo? Ero come assuefatta, non riuscivo a fermarmi, dimenticandomi persino di trovarmi sul mio luogo di lavoro. 


La mia mano scivolò sul suo petto, esplorandolo, la contrazione dei suoi muscoli era palpabile, erano tonici e perfetti, sembrava veramente un Dio greco: mi ritrovai a slacciargli la camicia, per poter assaporare meglio il mio tocco su di lui. I suoi addominali erano perfetti, lisci e tonici, si vedeva che passava molto del suo tempo libero in palestra: interruppi per un secondo il contatto tra le nostre bocche, posizionandomi a cavalcioni su di lui, la sua erezione che spingeva contro le mie mutandine, la potevo sentire chiaramente, e mai come in quel momento desideravo fare sesso con qualcuno. Presi a baciarlo, comandando i giochi a mia volta, ma una vocina nella mia testa mi distraeva: “fermati Sakura, non puoi” disse “sei ancora in tempo, fermati!” aggiunse, ma io non riuscivo ad ascoltare, ero drogata di quei baci, del suo corpo, del suo… tutto; “fermati Sakura! È malato!” finì. 


Diedi un’ultimo schiocco di bacio a quelle labbra perfette, ansimando, sentendo umidità nel mio interno coscia: cosa stavo facendo? 


- non possiamo, Sasuke - dissi, con il fiatone - sei ancora malato - finì 


Il moro, lo sguardo deluso, godeva dell’immagine di me, sopra di lui, con l’intimità già completamente bagnata, che poteva chiaramente avvertire dal sottile strato di tessuto che ci divideva. 


- mi dispiace - dissi nuovamente, il mio fiato si era un po’ calmato 


D’un tratto sentii la maniglia girare, qualcuno stava entrando nella stanza 4. Con un sussulto, mi affrettai a scendere da Sasuke, cercando di ricompormi, nel tentativo di essere non beccata in flagrante, e sperando di non essere addirittura licenziata. L’uomo entrò, fermandosi ai piedi del lettino, guardando entrambi, io, in piedi vicino al letto del moro, con un respiro un po’ più agitato del normale, Sasuke, ancora coricato sul letto, con la camicia sbottonata e ancora il rigonfiamento nei pantaloni dovuta all’erezione di qualche minuto prima. 


- Haruno, cosa ci fa di nuovo qui? - chiese 

- ehm… io… - guardai il primario in preda al panico - io sono venuta a… - venni interrotta 

- è venuta a controllare l’eruzione cutanea che avevo sugli addominali - intervenì Sasuke, indicando il punto, solo allora mi resi conto che era sparita - e io l’ho invitata a cena - aggiunse, indicando i bento sul tavolino 


Itachi ci guardava stranito, se la sarebbe sul serio bevuta? 


- capisco - fece il mio capo - quindi che cosa ne ha dedotto? - rivolto a me 

- b-beh… - il mio respiro, finalmente, si era regolarizzato - che le cure stanno funzionando correttamente - mi avvicinai a Sasuke - come può vedere, qui, la zona è ancora rossa, ma sembra essere tornato allo stato di una macchia - dissi, indicando il punto 

- bene, ottimo lavoro, Haruno - fece - ero passato per visitarti velocemente, non pensavo fossi in compagnia - disse, rivolto al fratello 


L’Uchiha senior fece per uscire dalla stanza, soffermandosi sull’uscio, e voltandosi per l’ultima volta:


- ah Haruno… - fece rivolto a me - la prossima volta che vieni in ospedale per una visita di controllo, indossa il camice - finì, quindi se ne andò, non attendendo risposta, chiudendo la porta. 


Mi sedetti sul letto, sospirando di sollievo, era passata; guardai Sasuke, preoccupata. 


- tranquilla, gli parlo io - fece


Mi trattenni un’altra oretta, arrivando a casa per le 22:30. Mi buttai direttamente sul letto, sfinita, ripensando a ciò che era appena successo, al desiderio che avevo sentito in quel momento: mi addormentai con ancora quei vestiti addosso, il suo odore nelle narici, il suo sapore sulle labbra.







 

**************************

Ciao ragazzii :D
Come state? Eccomi con un nuovo capitolo! 
Scusate il ritardo, ma mi sono dovuta prendere una pausa necessaria: questi mesi sono stati 
un po' pieni, a fine Gennaio mi sono iscritta per prendere la 
patente superiore "D", ho iniziato il corso di abilitazione e dovuto
studiare per gli esami, ma ora, dopo 4 mesi, ho la patente in manooo!! Mi 
manca ancora l'esame di abilitazione, motivo per cui devo ancora studiare e non so con quale 
cadenza aggiornerò, ma la storia andrà comunque avanti :D

Mi sentivo di dovervi dare una spiegazione.
Vi ringrazio tanto per leggere e recensire, mi date un sacco di forza e 
motivazione! (se solo le giornate avessero più ore per fare tutto avrei 
aggiornato molto prima!)
 Spero che anche questo capitolo un po' piccantello
vi sia piaciuto, 
fatemi sapere cosa ne pensate perfavore☺️
Noi ci vediamo al prossimo, ciaooo!

Talitha_love

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Capitolo 9
*** Complicazioni ***


CAPITOLO #9 

- COMPLICAZIONI -

 


 

 

Tornare all’ospedale il giorno dopo fu un poco imbarazzante, il primario di medicina del mio reparto mi aveva quasi beccata a pomiciare con un paziente che, guarda caso, era anche suo fratello, nella sua stanza, sul luogo di lavoro stesso, per fortuna, almeno, era il mio giorno libero. 


Mi svegliai rendendomi conto, la sera prima, di non essermi neanche messa il pigiama, tanta era l’adrenalina, quindi mi buttai sotto la doccia indossando, infine, il camicie da medico, dirigendomi al lavoro. Naruto era nella sala relax, mia tappa fissa prima di incominciare il turno, gustandosi un caffè in compagnia di Hinata, la quale mi salutò radiosa: qualcun altro, oltre me, doveva aver passato una buona serata. Il biondo mi chiese subito, vedendomi arrivare, come fosse andato l’appuntamento, ed io finii per raccontargli tutto, non tralasciando alcun particolare, suscitando una reazione sorpresa da parte di lui. 


- forse tu riuscirai a portarlo sulla strada giusta - disse - non ha mai offerto appuntamenti a nessuna ragazza, sei la prima dopo anni… - finì, guardandomi

prima dopo anni? - chiesi - perchè? - aggiunsi 

lui con le ragazze ci va solo a letto, non gli interessa il romanticismo, a detta sua sono: “cose da stupide femminucce” - mi informò 


Continuammo a parlare per qualche minuto, rendendomi conto che, alla fine, io Sasuke non lo conoscevo ancora per niente, a parte ciò che ci eravamo raccontati la sera prima, a proposito del nostro passato. 


- Ino che ti ha detto? - chiese Hinata, aggiungendosi alla discussione 

beh ecco… - tentennai, mi ero scortata di dirglielo - stavo giusto andando a dirglielo - finsi, alzandomi dalla poltroncina 

preparati alla cazziata, Sakura - mi informò Naruto, guardandomi storto

si… grazie… lo so da me - mi avviai allo studio della mia amica 


Bussai alla porta, ricevendo un “avanti” come risposta, notando, però, che già una seduta fosse in corso, dicendo ad Ino di non preoccuparsi, che glie l’avrei detto più tardi, chiedendole di scrivermi quando aveva un po’ di tempo libero per starmi ad ascoltare; quindi tornai in reparto e diedi inizio al mio turno di lavoro. 


Passai da tutti i miei pazienti, dimettendone alcuni ed aggiungendone di nuovi alla mia lista, preparando l’iniezione per Sasuke, che mi salutò con il solito ghigno aggiungendo: - “quando esco da qui mi aspetto di terminare ciò che abbiamo iniziato ieri sera”- facendomi arrossire violentemente, il ritorno nella mia testa di quelle immagini mi fece venire caldo, così uscii dalla camera velocemente, continuando ciò che dovevo fare, tra esami e nuove diagnosi per pazienti appena acquisiti.


Verso metà pomeriggio notai, al banco delle infermiere un uomo, alto, che chiedeva informazioni alla ragazza di turno circa un paziente, non me ne preoccupai, succedeva continuamente, ma non direttamente in reparto, motivo per cui mi stranì un po’, anche se, potevano averlo mandato per il semplice fatto che la persona che desiderava trovare, fosse proprio li; lo vidi dirigersi al corridoio, ed entrare nella stanza 4: da Sasuke.


Non diedi subito molto peso alla cosa, era normale che parenti ed amici venissero a trovare i pazienti ospedalizzati, quindi continuai tranquillamente l’attività che stavo svolgendo; passò qualche minuto dal momento in cui quel signore fece ingresso nella stanza 4, ma quando sentii un colpo assordante alla porta di quest’ultima, mi misi in allarme: che stava succedendo? 


Mi diressi verso la camera interessata, con passo tranquillo, ma un po’ agitata in cuore, quel colpo mi aveva stranita, possibile che il signore fosse caduto? Mi fermai davanti alla porta, osservandola: sentii chiaramente un altro colpo questa volta più forte e dal suono metallico, cosa che mi convinse ad entrare, qualcosa stava andando storto. Appoggiai il palmo sulla maniglia, quando questa si girò completamente, e venni investita dall’uomo che poco prima vi aveva fatto il suo ingresso: la camicia imbrattata di sangue, si teneva il naso, barcollando: -*ma che cazzo è successo?*- mi chiesi, spostandomi per non rischiare di cadere. L’uomo chiamò un medico a gran voce, tenendosi il setto nasale dal quale stava sgorgando sangue: impanicata entrai, andando verso Sasuke; non che fosse messo meglio, si teneva a sua volta il naso, il camice da ospedale sporco di sangue, era in piedi reggendosi al letto. 


- Sasuke! - dissi - ma che cazzo è successo? - domandai, in panico 


Il moro mi fulminò con lo sguardo, carico d’odio, spostandolo prontamente alla porta da cui l’estraneo era appena uscito: fu li che notai che, per terra, erano presenti delle gocce rosse che si facevano strada sin fuori, di sicuro quello dell’aggressore. Mi protrassi verso Sasuke, cercando di capire la gravità del danno, ma quest’ultimo, in quel momento, si rifiutava di collaborare, continuando ad osservare la porta insistentemente, quasi aspettando che il tizio rientrasse, quindi, con passo deciso, mi diressi fuori, osservando la situazione. Notai l’aggressore seduto su un lettino libero, facendosi medicare da Karin, che aveva prontamente bloccato l’emorragia: gli andai in contro.


- chiamate la polizia - dissi ad Hinata, che osservava la situazione preoccupata 

subito - fece la corvina 

non lasciatelo andare via! - urlai infuriata, al reparto 


L’uomo si alzò, venendo verso di me con fare minaccioso: lo vidi alzare il braccio destro, caricando quello che avrebbe dovuto essere uno schiaffo, quando questo crollò a terra: Karin l’aveva colpito alla testa con una bottiglia, salvandomi dall’aggressione. 


- stai bene? - mi chiese la rossa, venendo verso di me 

si, sto bene, grazie - feci, con il cuore a mille 

ma che cazzo succede qui? - mi chiese la rossa, alterata, osservando l’uomo che giaceva al suolo 

non lo so - risposi - legatelo ad un letto fino all’arrivo della polizia - feci, guardando Karin negli occhi 


Detto ciò, mi affrettai a tornare da Sasuke che, ancora nella stessa posizione in cui lo avevo lasciato, guardava l’entrata, infuriato: mi chiusi la porta alle spalle. 


Avanzai verso il moro, che sosteneva il mio sguardo con il suo carico di rabbia e rancore, quindi decisi a prendere parola: 


- fammi vedere - ordinai 

non è niente - disse lui, schietto 

questo lo deciderò io - dissi, mettendogli una mano sul polso, pronunciai con voce ferma - dai fammi vedere - mi addolcii 


Il ragazzo spostò il braccio, lasciandomi vedere quanto danno fosse stato causato: per fortuna nulla di grave, a parte il naso sanguinante, ed il labbro rotto. Mi presi il mio tempo per medicarlo, raccogliendo ciò che mi serviva dal deposito, ed iniziando la procedura di medicazione stessa, non pronunciando una parola: sono quando ebbi finito mi decisi a dire qualcosa. 


- mi dici chi cazzo era quello… e cosa cavolo è successo? - dissi, ferma


Lui mi guardava, impassibile, non dando segno di voler rispondere: provai a sostenere quello guardo truce, ma non ce la facevo, sembrava quasi che mi stesse giudicando in qualche modo. Mi voltai verso la porta, afferrai la maniglia e girai, ma prima di uscire mi voltai: 


- la polizia sta arrivando, magari ti faranno qualche domanda - dissi, voltandomi - preparati - 


Notai lo sguardo sorpreso di lui, sicuramente non se lo aspettava, quindi mi richiusi l’entrata alle spalle, appoggiandomi su di essa: sentivo gli occhi pungermi per chissà quale motivo. Mi ristabilii sulle mie gambe, volevo andare a controllare come fosse la situazione dall’aggressore di Sasuke quando la porta dietro di me si riaprii, ed una mano afferrò il mio braccio, riportandomi dentro, facendomi trovare faccia a faccia con colui che, pochi minuti prima, mi aveva appena fulminato con lo sguardo. Mi guardava intensamente, negli occhi ancora la scintilla di rabbia, sul viso un espressione infuriata, cercai di sostenere lo sguardo, ma mi piegai, gli misi le braccia intorno al collo, alzandomi sulle punte, abbracciandolo, affondando la testa nell’incavo del suo collo; Sasuke non ricambiò subito la stretta, ma dopo qualche minuto cedette, stringendomi in vita. Dopo qualche minuto decisi di sciogliere quell’abbraccio. 


- che è successo? - feci, ancora premuta contro il suo petto 

è il tizio del bordello che ho picchiato qualche giorno fa - disse solamente 


All’improvviso collegai tutti i puntini: era venuto a vendicarsi


- se hai chiamato la polizia verrà sbattuto dietro le sbarre - aggiunse Sasuke, lasciandomi andare 

perchè dici questo? - chiesi 

perché il bordello che gestisce è illegale - rispose

e tu lo frequenti - dissi, con un po’ di sprezzo 

frequentavo - corresse lui - mi spiace di averti fatta preoccupare - disse, portando, finalmente, il suo sguardo su di me 

ti avevo detto di non fare cose di cui ti potevi pentire - ribadii 

qualcosa mi dice che quello che ne è uscito peggio sia proprio lui - disse, accennando un ghigno 


Gli diedi una pacca sul petto, sorridendo esasperata, con gli occhi un po’ lucidi. 


- ok… ha il naso rotto - confessai, dandogli ragione - ma non è una cosa per cui festeggiare Sasuke, ti potevi mettere in guai ancora più seri - terminai 

non potevo fargliela passare liscia - disse 

certo… - risposi  


Mi voltai, accingendomi ad aprire la porta per tornare alle mie mansioni, quando sentii le mani di lui accarezzarmi i fianchi, il suo respiro sul mio collo che aveva preso a mordicchiare. 


- S-Sasuke… - ansimai 


Lui si fermò, spingendo il bacino contro i miei glutei: lo sentivo chiaramente; le sue mani scesero, arrivando a sfiorarmi l’interno coscia: così non andava bene, e non potevo permettermi nemmeno un minimo errore, o mi sarei ammalata anche io, mi voltai di scatto, notando il cambiamento nel suo sguardo che adesso era voglioso, mi avvicinai alle sue labbra, socchiudendo gli occhi, notandolo fare lo stesso, quindi sussurrai: 


- te la vedi tu con tuo fratello, giusto? - feci, ad un soffio dalle due labbra


Quindi mi voltai di scatto, aprendo la porta alle mie spalle, girandomi nuovamente prima di chiudere, accennando un sorriso malizioso al suo sguardo sorpreso. 


Ripresi a respirare solo quando chiusi l’entrata alle mie spalle, cosa mi stava facendo provare quel ragazzo in così poco tempo di conoscenza? Non avevo mai sentito nulla di tutto ciò per nessuno prima di lui, e questo “giocare” stava iniziando a piacermi. Persa nel miei pensieri notai, sul cellulare, un messaggio: - sono libera se vuoi venire - era Ino, decisi di raggiungerla immediatamente, ne avevamo di cose di cui discutere, ed io avevo decisamente bisogno di una pausa. 


 

§


 

Ragguagliai la mia amica su quanto fosse successo da qualche giorno prima a quel parte, a come si era evoluta la mia “relazione”con Sasuke, all’aggressione di pochi istanti prima, aspettandomi, a discorso finito, un bel cazziatone: e me lo sarei meritato! Avrei incassato senza replicare nulla, perchè aveva ragione, ero stata un’imprudente, e mi meritavo quelle conseguenze. Terminai il discorso guardando la mia amica, che mi osservava senza proferire parola: 


- allora? - iniziai - non dici nulla? - incalzai, scavandomi la fossa 

sei un’incosciente - iniziò lei, ecco che sarebbe partita la predica - ma per quanto ti possa dire, tutto ciò non servirà a niente, perchè ormai tanto è successo… - disse, appoggiandosi allo schienale della poltrona - quindi posso dire solo di essere felice per te - sorrise 


Stavo sognando o cosa?


- nessuna cazziata? - dissi, sorpresa 

sei adulta e vaccinata, Sakura, che ti devo dire? - rispose lei 

oh… - tirai un sospiro di sollievo 

tanto fai sempre il cavolo che ti pare, quindi sarebbe anche inutile - aggiunse lei, girando il coltello nella piaga

*eccola* - pensai

sei incredibile, chiedi consigli e poi fai quello che vuoi, Sakura hai corso un gran rischio, e lo corri tutte le volte che anche solo lo baci, ma questo non te lo devo certo dire io - continuò, alzandosi dalla poltrona - promettimi solo di stare attenta - finì

te lo prometto - dissi solamente, accennando un sorriso 

bene - fece lei, sorridendomi a sua volta - e la polizia? - chiese 

giusto! Devo andare! - mi alzai di scatto - magari devo raccontare cos’è successo - dissi, facendo per correre via. 


Raggiunsi la porta, sentendo sulla spalla il peso della mano della mia amica, che mi aveva raggiunto, facendomi voltare. 


- sappi che nonostante tutto sono molto contenta per te, fronte spaziosa - fece, sorridendo 

grazie, Ino - sorrisi - ma non chiamarmi fronte spaziosa - dissi, offesa, mi sembrava di essere tornate a scuola 

ti chiamo così tutte le volte che mi pare se fai stupidaggini - fece una linguaccia - e veramente… - tornò seria - stai attenta, - disse - a tutto - sottolineò 

si - risposi 


Quindi girai la maniglia ed uscii, dirigendomi al piano inferiore, dove un poliziotto aveva già fatto il suo ingresso.







 

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Ciao ragazzii :D
Sorpresaaaa! Buona Pasqua a tuttiii!❤️
Mi dispiace essere sparita per quasi due anni, e di ricomparire 
come se nulla fosse ed improvvisamente, ma ne sono successe di cose in questo lasso di tempo!
Fondamentalmente ho cambiato 2 lavori, e non avevo più tanto tempo per scrivere, 
essendo che, i turni che svolgevo, mi portavano via gran parte della giornata!
Mi dispiace di essere scomparsa, ma la voglia di scrivere e di
portare a termine la storia c'è, datemi solo un pochino di tempo😅
Tra l'altro ne sto scrivendo anche un'altra, ma quella aspetto un po' prima di pubblicarla🙈
Spero di riuscire ad aggiornare presto, mi metto adesso alla stesura del prossimo capitolo!💪

Spero, comunque, che questo capitolo vi sia piaciuto, 
fatemi sapere cosa ne pensate perfavore☺️
Noi ci vediamo (spero presto) al prossimo, ciaooo!

Talitha_love
 

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