Uomini... Santi o Peccatori?

di Fakir
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Verso il Santuario ***
Capitolo 3: *** Le Virtutes Theologikos ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Narra una leggenda che quando l’umanità è minacciata dalle forze del male, facciano la loro comparsa i leggendari Saints di Athena, giovani cavalieri che, forti di sacre vestigia d’oro, d’argento e di bronzo che custodiscono in loro il mistico potere delle stelle, combattono sotto la guida della vergine dea guerriera, in nome della Giustizia. Sono conosciuti anche come cavalieri della speranza perché in loro e nella loro incrollabile fede in Athena risiede la sola speranza degli uomini di poter spezzare le catene dell’oscurità.

In quest’epoca la dea Athena si è incarnata in una fanciulla che dopo essere vissuta, in Giappone, nell’ombra, per tredici lunghi anni sotto lo pseudonimo di Saori Kido, guidando al posto del nonno adottivo la grande fondazione Graude, ha fatto ritorno al Santuario di Grecia, luogo a lei consacrato e unico baluardo dell’umanità contro le forze del male. Da lì, circondata dai suoi sacri guerrieri ha combattuto a difesa delle umane genti affrontando Poseidone, Ares, Discordia, Apollo e Artemide, senza contare le battaglie contro i Titani affrontate, prima della sua rivelazione al mondo, dai suoi cavalieri più valorosi, i Gold Saints. Ultimo nemico da sconfiggere al temine di una battaglia che si ripeteva ogni 250 anni e qualche decennio in un continuo ciclo di rinascite, è stato il sommo Hades, Signore degli inferi, il cui corpo mitologico è stato spazzato via e lo spirito sigillato. Tale battaglia ha però preteso come tributo di sangue la vita di quasi tutti i Saints di Athena e la distruzione del Santuario. I pochi sopravvissuti, gravemente feriti nel corpo e nello spirito sono stati sollevati dalla stessa loro dea dal compito di combattere, mentre Athena è rimasta a vivere in un Santuario in decadenza e semi deserto. Il ricettacolo umano del dio, unico tramite possibile tra la divinità e il mondo degli umani è il Saint di Athena protetto dalla costellazione di Andromeda: Shun e si trova il Giappone assieme al convalescente Saint di Pegasus: Seiya

La sconfitta di Hades ha però condotto il mondo dell’oltretomba e i suoi abitanti nel caos e dagli abissi più profondi degli Inferi dove erano stati rinchiusi, sono fuggiti demoni e oscure forze primordiali che, ritenendo gli dei responsabili del loro esilio nel luogo chiamato sub-inferno, si sono abbattuti sul mondo creato dagli stessi dei e dato in dono agli uomini, per compiere la loro vendetta conducendo l’umanità alla rovina.

Per far fronte a questo pericolo il dio Eros, non riuscendo a rimanere indifferente alle accorate preghiere delle anime dei Gold Saints, sigillate nella statua del tempio di Apollo, che tanto desideravano correre in aiuto di coloro che amano, ha scagliato tre tra le sue frecce così che tre Saints sono stati destati. Tale alterazione dell’ordine costituito ha permesso anche ad alcuni degli spiriti infernali di compiere il medesimo prodigio e così altri Saints sono stati riportati sulla Terra. Ma ogni incantesimo richiede un tributo e mentre i primi sono rinati privati della memoria, i secondi sono stati risvegliati da alcuni tra i più pericolosi servi delle forze oscure, i Vitium che hanno il potere di assoggettare gli uomini al loro malevolo volere.

I Vithium sono innumerevoli ma non costituiscono un esercito ordinato, sono più che altro un’orda male organizzata, scellerata e spregevole che si abbatte spietata sul genere umano conducendolo alla follia e alla perversione. Nonostante ciò sette tra loro emergono, tuttavia, dalla massa come i più spietati e insidiosi tra tutti. Si tratta di: Akedia, Avaritia, Luxuria, Superbia, Ira, Gula e Invidia che hanno assunto forma concreta con l’aspetto di sette giovani donne: Akedia, dal volto emaciato e i lunghi capelli neri; Avaritia, dalle iridi ambrate che ama i gioielli e veste abiti costosi; Luxuria, dall’aspetto avvenente i gli occhi neri da incantatrice; Superbia, raffinata ed elegante ama guardarsi allo specchio; Ira, dalla selvaggia chioma fulva e gli occhi ardenti, Gula dalle forme rotonde e piene, ama mangiare cioccolata e Invidia dagli occhi chiari celati da una cortina di capelli biondo pallido.

Il caos negli Inferi e l’arrivo sulle terra dei Vitium ha causato, inoltre, la discesa dal Cielo delle Virtutes, loro naturali avversarie sin dal tempi del mito, da quando l’uomo comparve sulla Terra.

Al contrario dei Vitium, le Virtutes costituiscono un esercito celeste ben organizzato e compatto, rigorosamente diviso in gerarchie.

All’apice dello schieramento vi sono le tre Virtutes Theologikos: Fides, Espera e Caritas, a loro spetta il compito di coordinare l’intero esercito e prendere le decisioni.

Ad esse sottoposte, seppur inter pares vi sono le quattro Virtutes kardinálioi: Forteza, Temperantia, Iustitia e Prudentia, il cui compito è di guidare le armate celesti, schierate in quattro divisioni poste ai quattro angoli del Mondo e capitanate rispettivamente dalle quattro Virtutes kardinálioi poste al loro comando. Rispettivamente: Iustitia a Nord, Forteza a Sud, Prudentia a Est e Temperantia a Ovest.

Vi sono poi alcuni guerrieri scelti che vengono convocati nei casi di particolare criticità perché siano di supporto con le loro truppe. In questa occasione, per combattere questa battaglia sono state identificate: Castitas, Humilitas e Benignitas.

Poichè i nemici sono tra i più insidiosi, è stato inoltre deciso che anche una delle tre Virtutes Theologikos sarebbe scesa in campo, si tratta di Caritas, mentre Fides ed Espera poiché sono già rappresentate in Terra dai Saints di Athena manterranno un ruolo di coordinamento. Anche Iustitia, impersonata sulla Terra dalla stessa incarnazione di Athena, lascerà alla giovane dea il ruolo di sua portavoce mentre, al suo posto, sarà Castitas a guidare la divisione a lei assegnata.

E mentre la Terra sta per diventare il campo di battaglia dell’eterna lotta tra forze del bene e forze del male, che dai tempi del mito sempre si sono contese il cuore dell’uomo, i Saints di Athena fanno ritorno al Santuario spinti dal richiamo della battaglia per la Giustizia alla quale sono anima e corpo consacrati, poiché essi sono i soli a poter difendere le umane genti e impedire che il genere umano venga irrimediabilmente spazzato via da questa lotta tra forze primordiali.

Gli dei appaiono lontani e assenti, indifferenti alle sorti umane, solo Athena si ergerà a difesa dell’umanità, ma nelle viscere dell’Inferno la dea Proserpina ha ridato nuova vita a Pandora e l’ha inviata come sua emissaria a cercare l’aiuto del ricettacolo terreno del dio degli Inferi: Shun

 

 

 

 

 

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Capitolo 2
*** Verso il Santuario ***


L’aereo privato della fondazione Graude diretto ad Atene, aveva preso quota ormai da qualche ora ma il viaggio che ci attendeva era ancora molto lungo e quindi decisi di rilassarmi poggiando la testa sul sedile e reclinandolo un po'. Chiusi gli occhi, non che questo fosse necessario dal momento che la mia condizione di cecità non era cambiata dal termine dell’ultima battaglia ma perché anche se ormai mi ero abituato a non poter più vedere la luce del sole e i colori del mondo, quello di chiudere gli occhi quando cercavo un po' di pace era rimasto un riflesso condizionato. Tale condizione inoltre mi permetteva di utilizzare al massimo gli altri miei sensi cogliendo cose della realtà che mi circonda, invisibili agli occhi dei molti. Provai a figurare nella mia mente cosa stava accedendo intorno a me ascoltando rumori, voci, respiri… sapevo di essere seduto di fianco a Seiya che, per ovvi motivi, aveva preso posto vicino al finestrino, ero anche consapevole che nelle due sedie di fianco alle nostre si trovavano Shaina e June perchè le sentivo parlare sommessamente tra di loro, discutevano del fallimento della missione che avrebbero dovuto portare a termine e che consisteva nel fare in modo che noi, Seiya in particolare, non venissimo a conoscenza degli ultimi avvenimenti in cui il Santuario era stato coinvolto. La comparsa di misteriose forze del male che ci davano la caccia e il ritorno in circostanze altrettanto misteriose di alcuni Cavalieri d’Oro dal regno dei morti, avevano però reso inutili i loro tentativi e il nostro coinvolgimento era stato inevitabile. A nulla poi è valso insistere con Seiya per cercare di convincerlo a rimanere in Giappone almeno fino a nuovo ordine da parte di Athena. Le due ragazze Saint stavano appunto cercando una soluzione per parlare con la nostra dea, in particolare Shaina, alla quale essendo l’unico Silver Saint presente è spettato lo sgradito compito di prendere una decisione, stava cercando un modo per spiegare ad Athena come non fosse riuscita a convincere/costringere Seiya ad ubbidire al suo ordine di restrizione. Pensai che comunque, Saori avrebbe capito, ma mi augurai sinceramente che non ci rispedisse in Giappone seduta stante, una volta che l’aereo fosse atterrato ad Atene.

Sentii Seiya agitarsi di fianco a me, capii che si stava sporgendo oltre la mia persona per cercare di intercettare lo sguardo di Shaina, non era la prima volta che lo faceva da quando eravamo partiti, ma la ragazza era rimasta sempre rivolta verso la compagna, lo percepivo dalla direzione della sua voce ed ero quasi sicuro che avesse scelto apposta di sedersi verso l’interno dell’aereo, per non correre il rischio di incrociare lo sguardo di Seiya. Per June era diverso, anche se Shun era seduto due sedie avanti a noi, vicino a Hyoga, sul lato del finestrino, non si era mai mosso allungandosi verso l’altro lato dell’aereo per guardare la sua amica, nemmeno quando si era alzato un poco e girato indietro per parlare con Pandora che era seduta proprio davanti a me. Seiya emise un sospiro sconsolato adagiandosi sulla poltrona e dal suo respiro compresi che si era addormentato. Mi concentrai allora su Shun che sentivo parlare con Pandora, difronte a me. Anche se non lo vedevo percepivo la presenza del monile di Hades e ne avvertivo il lieve tintinnio, ovattato dalla maglietta (immaginai che Shun portasse il ciondolo sotto gli indumenti), quando si mosse per allungarsi verso la ragazza e parlare sottovoce per non svegliarci. Ora anche June e Shaina avevano smesso di conversare e mi resi conto sentendo i loro respiri che stavano dormendo anche loro, lo stesso valeva per Hyoga e anche per Shura e Camus che si trovavano seduti dietro di noi.

In fondo all’areo, Jabu e gli altri, dopo aver parlottato un po' riguardo al fatto che avrebbero dovuto spiegare alla signorina Saori il motivo della nostra presenza su quest’aereo, avevano ceduto alla stanchezza concedendosi qualche ora di riposo. Ikki si trovava da solo seduto in fondo all’aereo probabilmente assorto in qualche pensiero.

«Cosa stai leggendo?» chiese Shun a voce bassissima, rivolto a Pandora.

La ragazza parve esitare prima di rispondere, come se fosse stata colta di sorpresa dalla sua presenza poi disse con voce sottile:

«E’ un libro di filosofia, arte e teologia, parla di forze del male e forze del bene in lotta tra loro sin dai tempi del mito, raffigurate nelle varie era in diversi modi, ma che all’origine sono sempre le stesse: le tenebre e la luce. Poi parla dell’umanità voluta e generata da un senziente atto di puro pensiero divino e del cuore dell’uomo come campo di battaglia della lotta fra il bene e il male. Secondo quanto scritto in questo testo gli esseri umani posseggono una facoltà definita “libero arbitrio” che permette loro di scegliere tra le tenebre e la luce grazie al loro “cuore” che ha in sé la capacità da saper discerne il bene dal male. Questo fa degli uomini una sorta di ago della bilancia in questo eterno scontro...».

«Sembra una lettura interessante...» rispose Shun con un filo di voce.

«Guarda...» sussurrò Pandora. Compresi dal frusciare della carta che stava sfogliando il libro.

«Sono le diverse rappresentazione della forze del bene e...» parve esitare per un istante «di quelle del male...».

Shun trattenne il fiato «sono...»

«Sempre in perfetto equilibrio…» proseguì lei. Ciò garantisce lo stato attuale delle cose e l’equilibrio dell’intero Universo, ma se tale equilibrio dovesse spezzarsi a favore di uno dei due contendenti per l’altro significherebbe l’estinzione. Se avessero il sopravvento le tenebre, sarebbe la fine per tutti coloro che vivono come servitori della luce, ma se fossero le tenebre a capitolare allora tutti coloro che vivono nell’oscurità sarebbero spazzati via come l’ombra della notte al sorgere del Sole».

Pandora chiuse il libro con un tonfo sordo e le sue parole rimasero sospese nell’aria.

Istintivamente pensai al cuore di Seiya, spezzato dal fendente mortale inferto dal Signore degli Inferi e poi trafitto dal benevolo baculo di Athena, luminosa Signora della Giustizia. Un cuore umano diviso tra morte e vita, tra luce e oscurità. Mi chiesi se il cuore del mio compagno, non fosse anche, come il mio, diviso tra amore e dovere, tra desiderio di una vita serena e ardore per la Giustizia. Con questi pensieri mi addormentai anch’io.

Mi svegliai solo quando sentii la voce del comandante annunciare il nostro arrivo in prossimità di Atene, era ora di allacciarsi le cinture e prepararsi alla discesa. Seiya di fianco a me mi stava descrivendo come il Santuario fosse perennemente celato da una coltre di nubi, chiaramente un sortilegio che serviva ad occultarne la vista ai satelliti o agli aerei, ma tutti sapevamo che quel luogo, a noi così caro, si trovava oltre quelle nubi e sentii un’emozione intensa permeare me e i miei compagni quando l’aereo iniziò a perdere quota.

Finalmente dopo tanto tempo facevamo ritorno al Santuario di Atene, finalmente dopo tanto tempo avremo potuto rivedere la nostra amata dea.

Voltai istintivamente la testa in direzione di dove sapevo si trovavano Shura e Camus e pregai, in cuor mio, che il rivedere i luoghi a loro tanto cari li aiutasse a ricordare gli uomini e i valorosi Saints che erano stati e che ancora potevano essere.

 

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Capitolo 3
*** Le Virtutes Theologikos ***


Stavo sparecchiando la tavola dopo che la nobile Athena aveva consumato il suo pasto serale, ora si era ritirata nelle sue stanze e dal ballatoio contemplava pensierosa il cielo stellato. Ero al suo servizio sin da quando, ancora bambina, le era stato rivelato il suo destino di custode della Terra e sono sempre stata particolarmente vicina al suo cuore, non solo come sua Saintia del Delfino ma anche come amica e per questo sapevo che l’incontro avvenuto qualche giorno addietro la turbava profondamente. La signorina Saori ha sempre dato tutto per la salvezza del genere umano compresi i suoi più intimi sentimenti ai quali non ha mai permesso di intralciare la sua missione, solo alla fine quando ormai l’umanità sembrava essere finalmente salva aveva congedato i pochi superstiti tra le fila del suo esercito, augurandosi sinceramente per loro che potessero continuare a vivere serenamente in un mondo dove, dopo tanto sangue e tante sofferenza, regnava finalmente la pace. E così fu, almeno per qualche anno, fino a quando le conseguenze dell’ultima guerra santa che portò alla caduta di Hades e del suo Regno degli Inferi, non furono evidenti in tutta la loro drammaticità e uno dei valorosi Saints (e probabilmente anche chissà quali altri) che avrebbe dovuto riposare eternamente in pace nei campi Elisi, tra gli eroi caduti in battaglia fu nuovamente riportato, da arcane forze, in questo mondo di tribolazioni. Ciò faceva soffrire molto la divina Athena che aveva rinunciato al suo legittimo posto sull’Olimpo per preparare un Regno di eterna beatitudine dove i suoi amati Saints potessero vivere il pace per l’eternità.

Guardando gli avanzi nei piatti ripensai a quanto accaduto alcuni giorni fa. Anche in quell’occasione, la signorina Saori ed io sedevamo all’ombra degli ulivi, mangiando datteri e miele, nel giardino interno alla villa di Athena, circondato da bianche mura sulle quali i gelsomini rampicanti iniziavano a fiorire. L’unico accesso a quel luogo sacro era dato da un portone di legno chiaro profilato d’oro. Le altre Saintie si erano appena accomiatate quando udimmo la voce di Shou esplodere in un allarmato «e voi chi siete? Come avete fatto ad entrare?»

Subito mi alzai ponendomi tra la signorina Saori e l’imminente pericolo, nemmeno io capivo come qualcuno avesse potuto eludere la sorveglianza ed entrare in uno dei luoghi più sicuri della Terra. È vero che il Santuario era ormai in rovina ma le difese erano ancora valide.

Sentii Shou urlare seguita da evidenti rumori di lotta, poi la porta si spalancò con un boato e la mia compagna ruzzolò all’interno come una foglia sospinta da un forte vento. Si alzò in ginocchio asciugandosi il sangue dalla bocca e ponendosi al mio fianco a difesa di Athena.

«Fa attenzione Mii» disse senza guardarmi.

«Non so chi sono queste, ma hanno sbaragliato perfino la nobile Marin!»

«Questo spiega come sono giunte fin qui» risposi cupa approntando la guardia.

Dal portone spalancato entrarono tre donne, circondate da una mistica aura, che suscitarono in noi deferenza con il solo loro incedere sicuro e altero. Compresi che si trattava di creature con le quali mai avevamo avuto a che fare, più antiche persino degli dei.

Al centro si ergeva una fanciulla con indosso un ampio peplo dalle cangianti sfumature scarlatte, fissato sulle spalle da preziose fibule d’oro con un rubino che le adornava. Aveva dolci occhi scuri come i lunghi capelli bruni che portava raccolti in una semplice acconciatura impreziosita da un cerchietto dorato. I piedi d’alabastro erano nudi e parevano poggiare su una cornucopia traboccante di frutti, come su di un piedistallo. Tra le mani chiuse a coppa davanti a sé teneva una fiamma che ricordava la forma di un cuore.

Alla sua destra un’altra figura femminile in candide vesti, indossava un ampio mantello anch’esso bianco fermato da una fibula d’argento e teneva il cappuccio abbassato sul volto a celarle lo sguardo. Evidentemente portava i capelli sciolti perché alcune ciocche color miele le scendevano lungo le spalle. Con la mano destra reggeva un pastorale di legno con sulla sommità una croce.

Alla sinistra, una giovane vestita di un morbido abito verde lungo fino a terra. Portava i capelli color del grano raccolti sotto un ampio velo anch’esso verde e gli occhi dallo sguardo intenso, erano di un azzurro celestiale. Teneva la mano destra sul petto mentre la sinistra era poggiata su un’ancora posta al suo fianco.

Sentii la mano delicata di Saori sfiorami il braccio mentre si rivolgeva a me e Shou.

«Non preoccuparti Mii, va tutto bene, credo di sapere chi sono queste fanciulle».

«M...mha…», balbetto Shou contrariata.

«E non rappresentano per noi alcun pericolo», proseguì Athena sorridendo.

«Solo mi chiedo il motivo che le ha spinte a scendere dal Cielo sulla Terra, e sono molto curiosa di conoscerlo», disse poi, facendo segno alle nuove arrivate di accomodarsi a tavola con lei.

«Prima lascia che ci presentiamo alle tue Saintias, affinché fughino ogni timore dal loro cuore», rispose di rimando la ragazza vestita di rosso.

«Io sono Caritas», disse «e loro sono le mie sorelle, Fides» proseguì indicando la fanciulla vestita di bianco «ed Espera» concluse indicando quella vestita di verde.

«Insieme formiamo le Virtutes Theologikos» recitarono insieme.

«Sono davvero impressionata!»

Sbottò Shou con arroganza mentre si alzava con fare minaccioso verso le tre.

«Adesso basta Shou!» sentenziò Athena, «è chiaro che c’è stato un equivoco, come dicevo poco fa, queste fanciulle non rappresentano alcuna minaccia per noi ed ora sono mie ospiti».

«Ma sono entrate qui con la forza!» rispose Shou di riamando.

«Ci dispiace Athena» disse Espera, «ma i tuoi difensori ti sono molto leali e devoti, abbiamo dovuto agire così a causa dell’urgenza che ci preme, dobbiamo colloquiare con te al più presto».

«Ma non temere, ragazza», aggiunse Fides rivolta a Shou, «i tuoi compagni stanno tutti bene, se vuoi puoi verificare tu stessa».

La Saintia di Equuleus guardò Athena in cerca della sua approvazione e quando Saori annuì col capo la mia compagna uscì di corsa dal giardino, io invece rimasi al fianco della nostra dea.

La signorina Saori e le nostre tre ospiti si accomodarono attorno al tavolino, ormai si era fatta notte e le stelle brillavano nel cielo, in lontananza si sentiva il verso di una civetta. Portai degli altri datteri, miele e vino passito, ma nessuna di loro aveva intenzione di conversare in modo frivolo. Saori parlò per prima: «Qual’è dunque questa faccenda urgente che ha portato tre Signore della luce come voi a calcare il suolo della terra degli uomini?» chiese diretta con una evidente nota di preoccupazione nella voce.

«Il fatto che i Vitium, un tempo rinchiusi nel luogo più inaccessibile del Regno degli Inferi, siano fuggiti e abbiano finito per dilagare sulla Terra con lo scopo di propagare il loro veleno tra gli esseri umani e condurre l’umanità alla follia», rispose Caritas.

«Co...cosa!?» balbettò Saori con un filo di voce, «ma come è stato possibile?»

A prendere la parola fu Fides.

«Athena, con la sconfitta di Hades al termine della guerra santa condotta da te e dai tuoi Saints, il Regno degli Inferi è rimasto senza un signore piombando nel caos e come tu sai, il caos porta disordine e nel disordine proliferano le nefandezze. Ciò ha permesso che si allentassero le catene che da tempi immemori tenevano rinchiusi i più pericolosi emissari delle Tenebre, imprigionati nel luogo più remoto dell’Inferno, nella notte dei tempi, dai nostri superiori. E si fatte creature hanno tanto logorato le catene nei punti più deboli da riuscire a spezzarle e poter così dilagare ovunque. Prima hanno invaso il Regno degli Inferi che, seppur nelle tenebre, aveva un suo ordine e una sua gerarchia amministrati dal Sommo Hades, per poi marciare sulla Terra, orde scellerate di creature infernali sguinzagliate nel mondo degli uomini»

A questa rivelazione vidi Saori impallidire.

«E non è tutto» proseguì il racconto Espera, «è ormai certo che uno dei tuo fratelli divini, Eros per la precisione, non riuscendo a placare il tormento causatogli dall’ardente amore dei tuoi Saints prigionieri nella statua dove li aveva rinchiusi Apollo, abbia scagliato tre delle sue frecce spezzando così il sortilegio che teneva le loro anime sigillate nella pietra. Tale azione ha però sovvertito l’ordine costituito e, causando una reazione a catena ha permesso anche ad altre forze, ben più oscure, di compiere una simile empietà»

«I tre Saints risvegliati impunemente da Eros sono tornati a calcare queste terre ma poiché il potere del do dell’Amore è stato offuscato da forze tenebrose», proseguì «i tuoi cavalieri sono privi dei loro ricordi ed in parte ancora soggetti alle leggi degli Inferi. Sono, a tutti gli effetti, simili ad un abominio»

«Ma questo tu lo sai già», prese la parola Caritas «non è forse vero Athena?»

Mi chiesi se per caso non alludesse al fatto che il nobile Saga dei Gemelli, redivivo ma privo di ricordi, si trova qui al Santuario, celato nello Star Hill. Guardai Saori ma il suo volto rimase impassibile.

«Cosa volete?» chiese asciutta.

«Vogliamo proporti un’alleanza, dea della Guerra», rispose Caritas, intrecciando le dita e posando i gomiti sul tavolo mentre si sporgeva verso Saori.

«La tua lealtà e quella del tuo esercito, in cambio del ritorno anche degli altri tuoi Gold Saints le cui anime abbiamo salvato dalle grinfie delle orde infernali. Gold Saints che ovviamente saranno al nostro servizio, pronti a combattere per noi».

«Ciò che chiedete è impossibile», rispose concitata Athena «le sacre armature d’oro sono state distrutte nell’ultima guerra santa e quelle ancora intatte sono perse nel Regno degli Inferi, se anche riporterete in vita i Gold Saints non potranno mai più combattere!»

«A questo possiamo porre rimedio» rispose pacatamente Fides mentre allungava la mano come ad incoraggiare qualcuno ad avvicinarsi. Non si era sollevata il cappuccio nemmeno quando si erano sedute per colloquiare con Athena ed avevano posato i loro oggetti. Ora l’ancora, la cornucopia e il pastorale erano appoggiati alla parete dove il muro di cinta faceva un angolo creando un piccolo privè circondato dagli arbusti, ora completamente immerso nell’oscurità della notte.

Come sollecitata dalle parole di Fides, dalle ombre uscì una figura incappucciata, abbigliata di nero, avvolta come in un cupo sudario, mosse alcuni passi verso la dea Athena e poi si chinò con deferenza la suo cospetto e abbassò il cappuccio rivelando una lunghissima, quanto scarmigliata chioma biondo pallido venata di riflessi verde lime.

Saori sgranò gli occhi quando incontrò quelli color rubino del giovane chino ai suoi piedi.

«Non è possibile… ma tu sei…»

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