L'insano affascinante

di Kyaelys
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Multipli aspetti ***
Capitolo 2: *** Lui; che non ha mai udito la mia voce ***
Capitolo 3: *** Sorrisi in lontananza ***
Capitolo 4: *** Rimasi con lei a piangere ***
Capitolo 5: *** Perfettamente im-perfetta ***
Capitolo 6: *** (Parentesi) ***
Capitolo 7: *** [Dis - apparizioni] ***
Capitolo 8: *** [In - coerenza] Astratta ***
Capitolo 9: *** Le bambole non hanno anima ***



Capitolo 1
*** Multipli aspetti ***


Penso che brucerò,

 [con la prossima sigaretta],

anch’io mi spegnerò

[schiacciata addosso ad un muro],

con un’ ultimo respiro di fumo.

 

 

 

L’insano affascinante non mi vide,

[nemmeno un anno dopo],

 

restavo incerta ai lati della sua percezione,

veleggiavo come un’ombra;

[incorporea].

 

 

 

 

L’insano affascinante aveva multipli aspetti;

[simili ma differenti].

 

A volte m’appariva come un bambino,

un’amico,

un fratello.

Talvolta era invece inavvicinabile,

e inavvertitamente mi attraeva,

e diveniva simile ad una droga

 [per il mio subconscio].

 

 

C’erano giorni in cui la sua memoria veniva messa da parte,

[lasciavo cadere la sua lapide con noncuranza

ai margini del campo visivo],

 e mi alzavo al tramonto ridendo di qualche povero passante

che mai avrebbe compreso ciò che mi legava all’insano affascinante.

 

 

Ogni due mesi,

poi,

ne dipingevo lo sguardo [sempre differente]

sul soffitto della camera d’una casa sconosciuta,

 

[e qualcuno,

il giorno successivo,

 lo copriva di bianco,

quale ignoranza!]

 

L’insano affascinante, avrebbe detestato quel colore!

 

E allora,

come avessi un demone alle spalle,

[ma c’era un demone nel cuore!]

 correvo a ricoprire quell’orrido candore!

Ed era tutto rosso, come il mio sangue.

 

E grigio, di fumo, della mia anima.

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Capitolo 2
*** Lui; che non ha mai udito la mia voce ***


Desidero parlare con chi mai

ha udito la mia voce,

[di frivolezze ed eruditi discorsi];

 

vorrei sapere quanto l’immagine

collima con il reale,

[oltre l’apparenza].

 

Desidero urlare il veleno interiore,

di subdoli fragili pensieri voraci,

dannati peccatori!

 

Ogni volta sento

quelle quattro lettere disposte a caso,

[e piango, rido e scivolo],

ed in viso la calma

(nasconde ogni rigurgito di bile immaginaria).

 

Sono davvero così bianca come credevo?

 

Cercando la luce,

accettandomi,

ho realizzato quanto nero

c’è nascosto nelle mie viscere,

[e nello stomaco;

ribolle!]

 

Posso smettere di bruciare per favore?

 

Posso spegnermi e fuggire verso il cielo?

 

Non c’è posto per me.

Non è bello come dicono

essere desiderati [credo]

o desiderare.

 

 

Ma qualcosa di bene l’ha fatto, in fondo, questo male;

 ora non sono più terrorizzata dall’idea di sparire.

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Capitolo 3
*** Sorrisi in lontananza ***


Nell’ansia del ritardo anticipo me stessa,

 

[tipico dell’anormalità intrinseca.]

 

persino arretrando proseguo con consapevolezze contrastanti;

 

[sono inciampata!]

 

penso allo sguardo indiretto,

 

[la luce intensa mi accecava!]

 

ed una volta veduto un tale sorriso lo si brama ogni volta che s’alzano gli occhi dal pavimento.

 

[era grigio, le piastrelle piccole, levigate. Anormali.]

 

 

Indubbiamente le cose accadono quando smetti di sperarci davvero,

 

[volevo una fata ma ebbi solo una farfalla morta …]

 

non pensandoci t’appare d’innanzi l’inimmaginato.

 

[ma era pallido; il suo fantasma!]

 

 

Ed ora,

se tornassi a sperare, sarà di nuovo il nulla, la mia ricompensa?

 

 

 

Ho visto un sorriso in lontananza,

 

[rifulgeva di voraci rimembranze!]

 

una voce bramata attraverso la nebbia,

per una volta rivolta nella mia direzione.

 

[avrei voluto correre sorridere ed abbandonarmi all’oblio …]

 

 

Ma il tocco è stato fugace,

distolto dal pensiero reale,

sono rimasta immobile,

 

[a lasciare ogni sogno svanire].

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Capitolo 4
*** Rimasi con lei a piangere ***


Tentennamenti vani,

siamo rimasti solo polvere

alla ricerca d’un luogo oscuro su cui posarci,

[e riposare, finalmente.]

 

 

Lei,

così trasparente, non sapeva nemmeno recitare.

Faceva quasi tenerezza, pensando all’insano affascinante senza volto;

[ed era cosi bello, quasi da star male.]

 

 

Decidemmo insieme di tormentarci a vicenda,

per non impazzire,

per raccogliere tutti i granelli di ruggine tra le nostre lacrime condivise.

 

Abbandonammo le energie in sua memoria;

lo sguardo che non condanna ferisce;

ci ritrovammo a piangere d’innanzi una foto disgiunta.

 

La paura ci rende deboli;

piccoli frammenti di subdole rimembranze,

le mie ossessioni solo un’incoerente puzzle astratto.

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Capitolo 5
*** Perfettamente im-perfetta ***


La distrazione;

mi assale un senso di perdizione,

osservo ascolto, è così lento lo scorrere del tempo,

 

[ondeggio vaga avanti e indietro].

 

Paragone infido,

la vita come una sigaretta,

ed a fumarne troppe, [quando non vivo],

mi sembra sempre finiscano troppo in fretta, troppo prevedibile.

 

 

 

Osservo osservo, che cosa cerca l'uomo nelle cose, la perfezione?

 

Trovo questo terribilmente noioso, ed anche un pò triste, immaginate.

 

 

Ti alzi la mattina stupendo, ideale, con mille programmi e tutto il tempo per fare.

 

 

 

[Lavati vestiti fai colazione esci.]

 

 

 

 Sai già cosa succederà.

 

Tutto perfetto, uguale come da copione, senza imprevisti, senza sorprese.

 

 

[Non ci sarà, nessun insano affascinante da attendere].

Indubbiamente.

 

Ogni mattina

 

 

 

[Lavati vestiti fai colazione esci.]

 

 

 

Noioso!

 

Spiacente, io amo i difetti il disordine la confusione.

La perfezione sarebbe monotonia.

Nessuna tristezza; nessuna gioia!

 

 

 

 

[Lavati vestiti fai colazione esci.]

 

 

Smettetela, smettetela!

 

 

Voglio piangere e star male, per poter poi svegliarmi un giorno a caso e capire davvero come si fa a ridere!

 

Voglio perdere il treno, un giorno, perdermi.

 

Così potrò ritrovarmi, ancora ed ancora.

 

 

[Smettiamola, coi loop, però.]
è seccante.

 

 

 

[e ritrovare l’insano affascinante immobile ad aspettarmi;

quasi come un’ombra].

 

 

Attenderò eternamente; senza fretta. Questa giornata...

 

 

Perfettamente im-perfetta.

 

 

 

 

 

Note dell'autrice: vorrei ringraziarti, l_s per la tua recensione. Non puoi nemmeno immaginare quanto mi faccia piacere quello che hai scritto; sia perchè per me questa raccolta de "L'insano affascinante" ha un significato molto profondo, forse è la mia raccolta a cui attribuisco più senso. E poi...io adoro le cose che scrivi tu; e trovarmi una recensione proprio da una delle mie autrici preferite di EFP mi ha resa molto felice. Quindi Grazie doppiamente! :)

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Capitolo 6
*** (Parentesi) ***


Un attimo di pace
[un attimo, un attimo soltanto].
Soltanto poche ore.


Hai visto la luce?

No, era più un calore interiore; diffuso.


Il non pensare, la leggerezza;
[consapevolezze che si perdono]
dis-perdono nell'etere.


Lo hai sentito, l'ululato del vento?




Ovviamente. Ed era caldo, accogliente, a dissimulare il gelo reale.



Sorrido e non so il perchè;
quando dovrei piangere.
Egoisticamente penso soltanto a sopravvivere.
Ed ovviamente.
Desidero sorridere.


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Capitolo 7
*** [Dis - apparizioni] ***


 

Andiamo,

[verso l'inverno],

 

[culliamoci

a vicenda nell'oblio delle nevi],

 

 

raccontiamoci storie dis - tratte

fino a che il sonno non sopraggiunga.

 

 

[Sin-ghiozzo].

 

 

Era l'illusione a rendermi forte,

la vita in bilico s'un castello di carte.

 

 

 

Aveva uno sguardo in - fausto,

[quel giorno],

l'insano affascinante,

 

come avesse in programma dis – apparire a piacimento,

 

 

[analogamente

alla nebbia del mattino].

 

 

 

Non ricordo più niente.

 

 

 

La menzogna ferisce più della verità [a volte],

l'in - certezza, l'in - consapevolezza, il vano.

 

Raccontavo favole agli specchi,

supplicando risposte in - coerenti,

 

non c'erano volti in - diretti,

 

non c'era fumo in - digesto tra le menti

[in contatto].

 

[L'insanità s'estendeva,

cercando nuovi corpi da contaminare].

 

 

Ed io,

disillusa,

pensai che forse avrei dovuto smettere di pensare.

 

Eppure;

il livello della cenere

ancora – ancora ancora

 sale.

Note dell'autrice:  Grazie ancora l_s, per la recensione :) Purtroppo la (parentesi) non è durata molto; è stata l'ennesima disillusione. Però il senso era quello; il voler sorridere, stare bene anche solo per un'attimo in un periodo buio; senza pensare troppo a tutto ciò che sta al di fuori. Desiderio egoistico, ma perfettamente umano suppongo. :)
Allora, io di tuo ho letto praticamente tutto quello che hai pubblicato sul sito; ti seguo da un sacco di tempo. Adoro le cose che scrivi, ed il modo in cui le scrivi. Spesso sento le parole entrarmi dentro; mi trasmettono davvero molto, le sensazioni, gli stati d'animo...a volte graffiano, altre sono più come un soffio leggero. Però...ecco! Mi trasmetti davvero molto. :)

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Capitolo 8
*** [In - coerenza] Astratta ***


Decisi di chiudere gli occhi.

 

Decisi di riposare.

 

[Ma il giorno successivo sempre suoi miei passi,

solevo ritornare].

 

 

 

Attendevo d’udire un suono imperfetto,

roco - il silenzio penetrante dell’inetto.

 

Attendevo impaziente l’intercedere lento,

d’un’affermazione non richiesta – sempre - a piacimento.

 

 

 

[Polverosi a volte; i ricordi ci assalgono.

L’ansia del pensiero.]

 

I desideri NON prevalgono.

 

 

 

Amavo;

l’insano affascinante – lo odiavo!

 

 

 

[Percepivo in stasi perenne le mie ignote suppliche,

regalavo parti di me come fossero repliche.]

 

Doppioni imperfetti / di lacrime.

 

 

 

 

L’incoerenza del destino che ci attende distratto,

del silenzio a cadenza regolare, d’uno sbiadito patto.

 

 

L’incoerenza dei sogni e del costante cadere;

la fiamma scotta – brucia le carni - fino all’apice del piacere!

 

...

...

...

[E poi di nuovo tornare sola nella notte.

...

Come l’ennesima bambola tra tante bambole / rotte.]

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Capitolo 9
*** Le bambole non hanno anima ***


Lei si sentiva triste.

Nemmeno conosceva la ragione;

ma stava là, immobile, idealizzando il suo riflesso.

 

 

[Reflusso].

 

 

 

Vomitava pensieri astratti, tramutandoli in bile e sangue.

Piangeva lacrime invisibili,

nascondendole sotto i sassi.

 

 

[Pensava più ad un regalo per i posteri.]

 

 

 

Lei; viveva nell’incertezza;

non sapendo mai cosa fosse giusto, cosa fosse sbagliato.

 

[Che buffo! é affogato il gatto!]

 

Piangeva.

 

Nemmeno conosceva i desideri;

infranti nella pelle di porcellana sbeccata.

 

Non sapendo cosa volere, cosa cercava tra le ceneri d’una cosa mai bramata;

ed, a volte,durante un plenilunio;

osservava oltre il tunnel delle memorie,

vedendo dipanarsi d’innanzi a lei un futuro vuoto, vacuo, e distante;

inquietantemente squallido.

 

 

[Sembrava quasi un missile; oppure un elefante.]

 

 

 

Lei, nell’imperfezione; Illudeva le persone,

circondandosi di burattini per non sentire la solitudine che le ustionava la pelle;

lasciandole cicatrici profonde e deridendola affabile.

Persino la sua ombra, talvolta la osservava ridendo.

E la sua risata, un suono gutturale!

 

 

[E se ne và.]

 

 

 

A fumarsi una sigaretta fantasma sul balcone, lasciandola languire tra le ceneri;

come una carcassa in putrefazione.

Inutile e ridicola.

 

 

Talvolta poi, osservando l’insano affascinante, qualche volta aveva pensato:

 

[“Con quale coraggio giudico, nonostante tutto, il suo essere così deviato?”]

 

 

 

Non è forse la stessa cosa,

credeva di pensare,

usare le persone per il piacere personale?

 

[“Anche se io non mi scopo la gente!”]

 

 

Urlava!

 

 

[“Mi scopo le parole, usurate dal tempo,

la forza vitale, ed a volte persino il vento!

Mi scopo l’idea del non essere speciale.

Mi scopo l’anima altrui e poi la getto; come una puttana sulla statale.

Oppure, un cadavere, anche se sa galleggiare,

lo getto incurante nel fondo del mare!”]

 

 

 

Ed immaginava il suo peggiore nemico, con un sasso legato alla caviglia; affondare.

 

E si leccava le labbra dal piacere.

 

 

 

E la sua psiche aveva contratto un virus mortale,

da ogni singolo inter-rapporto personale; che la infettava, lentamente,

bruciandola ed anestetizzandole la mente.

 

 

[“Ed ora, rifletto su ciò che sono e mi disprezzo.”]

 

Questo è quello che nessuno capiva,

quando le chiedevano perché non si piaceva.

Non rispondeva, ed intanto pensava distratta

[“non mi piaccio, perché mi piacevo troppo, ma mi sento inadatta.”]

 

 

 

Paradossale!

 

[subdolo, paradosso mortale!]

 

 

 

Ma voi.

 

Idioti.

 

Vi avvicinate;

ed è solo il suo aspetto il problema; lo è sempre stato.

 

Cosa sapete di lei?

 

Cosa volete davvero da lei?

 

Vedete, se lei si disgusta c’è una ragione;

vorrebbe sfregiarsi il volto,

distruggersi, dentro e fuori; bruciare – è divenuta un’ossessione!

 

Così poi almeno avreste una buona ragione per evitarla, fuggire da lei terrorizzati.

 

 

[Lo avete mai visto un fantasma?]

 

 

 

Chi di voi ha mai almeno tentato di vedere la sua anima?

 

Ipocriti.

 

Se la vedeste l’ avreste abbandonata sul ciglio d’una strada.

 

Immondizia.

 

Si sente un mostro, lei;

come una sirena che con la sua ultraterrena soave voce attira il marinaio,

e poi lo stupra a sangue e ne divora le viscere e il cuore.

 

Lei. Così dannatamente debole, e fragile.

La solitudine la terrorizza!

 

Per questo inganna il mondo,

per questo piange lacrime di sangue.

 

Come un deja vu;

ho seguito il consiglio, ho vomitato pensieri inutili.

 

E poi, sapete.

Lo dico a voi, che già sapete ciò che c’è da sapere.

Ha infranto il sigillo, l’insano affascinante.

 

Ed ora mi sento sporca;

e sono io, come una bambola infranta.

 

Ma continuo a desiderar di sguazzare nel fango,

nonostante le brucianti ed infette ferite.

Lascio raccontarmi menzogne perché le verità più dolorose,

purtroppo o per fortuna, già le ho sentite.

 

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