Alla deriva

di Troi_ontheHellmouth
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


 
 
   
 


[Star Trek: Deep Space Nine]
Ezri Dax e Julian Bashir vivono la loro routine familiare, ma durante una missione accade qualcosa che allontanerà la donna dalla propria vita.
Questa fanfiction è il sequel di “Vicinanza” e fa parte della mia serie su Julian ed Ezri, che si svolge dopo il finale di Deep Space Nine, ma può essere letta anche indipendentemente dalle precedenti. E’ ambientata a Settembre 2379.
 
Genere: Family / Drama / Violence
Pairing: Julian Bashir / Ezri Dax

 
Alla deriva
 
 
Nel proprio alloggio su Deep Space Nine, Ezri rispose ad una comunicazione subspaziale.
 
Un uomo Trill apparve sullo schermo del computer e la salutò: “Ciao Ezri.”

La ragazza fu stupita che suo fratello Janel la contattasse, non avveniva praticamente mai.

“Ciao, è tutto a posto?” Gli chiese subito.

“Si va tutto bene, non preoccuparti, tu e la tua famiglia tutto ok?”

“Si, stiamo bene. Dimmi Janel.”

“Devo solo darti una notizia, una buona notizia.”

“Di cosa si tratta?”

“Ti ricordi di Viàsi?”

Viàsi era stata la ragazza di Janel per diversi anni ai tempi del liceo.

“Certo, era dolce... Giocavamo insieme a kadis-kot e parlavo con lei di una mia cotta.”

“Ma avevi tipo... quattordici anni al tempo.”

“Si, e quindi? Era solo una cotta.” Ezri scrollò le spalle.

“Lasciamo stare, preferisco non saperne altro. Dunque, da circa sei mesi abbiamo ricominciato a frequentarci, non ci è voluto molto perché tornassimo insieme, provavamo ancora dei sentimenti l’uno per l’altra.”

“È davvero una bella notizia, mi fa piacere.”

“Grazie, non è tutto, abbiamo deciso di sposarci.” Disse Janel con un ampio sorriso, lui che di solito era un tipo abbastanza serio.

“Ma è fantastico!”

“Di certo non me lo aspettavo, se me lo avessi chiesto sei mesi fa non l'avrei mai detto. Ovviamente siete invitati al matrimonio, sarà fra quattro mesi su Trill.”

“Verremo con molto piacere.”

“E finalmente conoscerò di presenza mio nipote.”

“Sarebbe anche l’ora e così anche mamma e papà lo conosceranno. È qui, vuoi fargli un saluto?”

“Certo.”

Ezri si rivolse al figlio, che stava giocando vicino a lei: “Zano vieni a salutare.”

“Ciao Zano.” Lo salutò Janel.

“Ciao.” Disse Zano, timidamente.

“Lui è tuo zio Janel. È mio fratello.”

“Fra qualche tempo ci conosceremo.”

“Ok zio.” Disse il bambino.

Dopo aver salutato il piccolo, Janel le chiese: “Potresti interessarti per un permesso per Norvo? Sarebbe bello se potesse venire al matrimonio.”

“Si, assolutamente, farò tutto il possibile.”

“Ti farò sapere data e luogo precisi al più presto.”

“Ok. Salutami Viàsi e fai anche a lei i miei auguri.”

Zano tornò a giocare e Janel disse alla sorella: “E' un bambino fantastico... nonostante sia metà alieno!”

“Janel...”

“Stavo scherzando.”

“Beh io non sono permalosa, ma per favore evita di scherzare su questo in presenza di Julian.”

“Perché? Lui è permaloso invece?”

“No, solo che suo padre ha detto una cosa del genere una volta e lui ne è rimasto turbato, ed anche dispiaciuto per me.”

“Ok, comunque, anche se non l'ho ancora incontrato, sappi che tengo tanto a Zano.”

Ezri gli sorrise in risposta, prima di salutarlo e interrompere la comunicazione.
 
Zano vide su un DiPADD una rappresentazione grafica di un simbionte e chiese cosa fosse.
 
“E’ un simbionte.” Gli rispose sua madre.
Ezri pensò che fosse giunto il momento di spiegargli che i Trill possono essere uniti:
“Lo sai che io sono della specie Trill e papà della specie Umana, così tu sei per metà Trill e per metà Umano.”
 
“Si. I Trill hanno la macchie.”
 
“Giusto, tutti i Trill hanno le macchie ed alcuni Trill, non tutti, possono unirsi ad un simbionte, è un'altra forma di vita che vive sul nostro pianeta. Io sono unita al simbionte Dax, è per questo che porto anche il suo nome.”
 
“E dov’è Dax?”
 
“Qui, dentro di me.” Ezri si toccò la pancia.
 
“Ciao Dax.” Disse il bambino ed Ezri gli fece una carezza.
 
**
 
Il giorno seguente, quando Julian andò a prendere Zano all’asilo, lui gli chiese:
“Papà quando arriva il fratellino?”
 
Julian rimase stupito. “Quale…? Perché questa domanda?”
 
“Jennifer mi ha detto che quando c’è un fratellino nella pancia di mamma poi nasce.”
 
“Si è vero, ma ora non c’è un bambino nella pancia della mamma.”
 
“Me l’ha detto mamma.”
 
Bashir naturalmente pensò che si potesse riferire al simbionte, ma gli venne comunque il dubbio; l’iniezione contraccettiva aveva un’efficacia affidabile ma, anche se molto raramente, poteva accadere un’anomalia nella somministrazione o nell’effetto.
 
Quando arrivarono al loro alloggio Ezri era già a casa e li salutò, Julian ricambiò e le chiese, esitante:
“Ezri c’è qualcosa che devi dirmi?”
 
“In effetti, si… In realtà non me lo aspettavo assolutamente, è stata una bella sorpresa.” Disse lei.

Julian iniziò a sudare freddo per la tensione e l'emozione, pensò fosse dunque vero che aspettassero un altro bambino.

“Janel si sposa, siamo invitati al matrimonio su Trill fra quattro mesi.” Lo informò Ezri.

“Oh, ottima notizia, dovremo organizzarci per andare... ma adesso preferirei parlare di quell'altra questione.”

“Quale?”

“Quella che ci riguarda.”

“Julian non capisco.”

“Che sei incinta.”

“Cosa?”

“Non era questo che volevi dirmi?”

“Cosa te lo fa pensare? Capisco che sei un medico, ma se aspettassi un bambino, che tu possa saperlo e io non ne abbia idea mi sembra comunque difficile.”

“Zano ha detto che...” Cominciò Bashir, ma realizzò il malinteso. “Zano mi parlava di un fratellino, mi ha chiesto quando nascerà.”
 
Ezri scosse la testa e si rivolse al bambino: “Zano come mai hai chiesto di un fratellino?”
 
“Ho detto a Jennifer che la mia mamma ha una creatura nella pancia e Jennifer dice che è un fratellino o sorellina, ma io voglio un fratellino.”
 
“Stai parlando di Dax. Non è un bambino, è un simbionte, è già nato molto tempo prima di tutti noi e rimarrà dentro di me.” Spiegò Ezri a Zano.
 
“Allora niente fratellino?”
 
“No tesoro.” Gli rispose Ezri, con delicatezza.
 
“Allora posso avere un cucciolo?” Chiese guardandoli speranzoso con i suoi occhi azzurri.
 
“Ci penseremo su.”
 
“Ok.” Il piccolo andò a giocare e Julian si rivolse ad Ezri, imbarazzato:
“Naturalmente avevo capito che si riferisse al simbionte… ”
 
“Si? Avresti dovuto vedere la tua faccia.”
 
“Perché?”
 
“Avevi un’espressione piena di terrore misto ad incredulità.” Disse, divertita.
 
“E’ solo che crescere un bambino è un compito molto impegnativo e se dovessimo averne un altro preferirei deciderlo prima, come abbiamo fatto per Zano. Anche se in realtà non sono molto propenso all’idea di avere un altro figlio… tu?”
 
“Non particolarmente, specialmente non adesso.”
 
“Bene, cioè… ok. Scusa.” Julian si strinse nelle spalle.
 
“Non scusarti, capisco perfettamente… e condivido il tuo pensiero.” Lo rassicurò lei accarezzandogli una guancia.
 
Julian fu sollevato che anche Ezri la pensasse come lui sull'argomento e che parlarne non avesse causato incomprensioni.
 
**
 
Quando quella sera andarono a letto Dax si avvicinò a Julian.
 
“Ezri, hai i piedi freddi!” Si lamentò lui.

Lei fece una mezza risata, poi disse: “Credevo adorassi i miei piedi.”

“Li adoro, ma in questo momento sono due stalattiti.”

“Accarezzameli con i tuoi, così si scaldano presto.”

“E va bene.” Julian iniziò a muoversi strofinando le piante dei piedi sul dorso di quelli di Ezri e poi ripetendo il movimento sotto di essi.

“Invece di lamentarti potresti indossare delle calze per dormire.” Gli disse la ragazza.

“Non ne ho bisogno, di solito. Dimmi una cosa, tuo fratello deve proprio sposarsi a gennaio?”

“Perché?”

“Ci sarà freddo.”

“Ma no, a gennaio è estate nel distretto di Trill da cui proveniamo.”

“Grazie al cielo!”

“Non ti sei mai lamentato così del freddo, né della mia temperatura corporea.”

“Mi lamento solo quando i tuoi piedi sono così ghiacciati.”
 
Ezri gli diede un bacetto sulle labbra e gli augurò buonanotte, prima di mettersi a dormire.
 
**
 
Il giorno seguente, ad inizio turno, Sisko disse ad Ezri: “Dax, sei in ritardo, ma forse posso giustificarti, Jennifer ci ha raccontato un'interessante notizia che ha avuto da Zano, devo per caso farti le congratulazioni, vecchio mio?”

“Se vuoi congratularti per il fatto che io abbia Dax sei in ritardo di qualche anno.” Rise Ezri.

“Dax?”

“Zano in realtà si riferiva al simbionte, i bambini si sono un po' confusi. Temevo che rimanesse più deluso, invece al posto di un fratello adesso vorrebbe un cucciolo.”

“E lo avrà?”

“Stiamo temporeggiando per ora, sperando che lo dimentichi.”
 
“Buona fortuna.” Disse Sisko, sorridendo.
 
**
 
"Diario del Capitano, data stellare 56691.76:
Siamo in rotta per il sistema Merak per fornire della tecnologia utile ad un pianeta della Federazione, passeremo alcuni giorni in orbita attorno al pianeta e dovremmo concludere la missione in breve tempo."
 
**
 
Durante la missione la Defiant venne attaccata e quando i suoi scudi furono neutralizzati; Dax e l'Ufficiale Scientifico, il Guardiamarina Jones - che si trovavano entrambi in plancia - vennero teletrasportati via da parte della nave ostile.
Ro prese il timone, ma anche i motori erano fuori uso, secondo O'Brien ci sarebbero volute diverse ore per ripararli. Sisko gli ordinò di mettersi subito all'opera a quel fine, insieme allo staff della Sala Macchine.
 
Dax e Jones si erano rimaterializzati in una cella, la cui uscita era chiusa da un campo di forza.
 
“Guardiamarina, siamo stati teletrasportati entrambi.” Osservò Dax.
 
“Sembra di si.”
 
“Non vedo altre celle, chissà se hanno preso anche altri membri dell'equipaggio oltre a noi.” Disse Ezri.
 
“Stanno entrando in curvatura.” Disse il giovane, avvertendo il classico spostamento d'aria e il lieve rumore dell'attivazione della velocità superiore a quella della luce.
 
“La Defiant sicuramente li inseguirà.”
 
“Jones a Defiant: rispondete.” Lui provò ad usare il comunicatore ma la comunicazione non si avviò.
 
“Probabilmente c’è una qualche inibizione delle comunicazioni attiva.” Disse Dax.
 
“Già, ho voluto tentare.”
 
“Ha fatto bene.”
 
“Cosa vorranno da noi?” Chiese il Guardiamarina.
 
“Difficile dirlo al momento.”
 
Dax e Jones si sedettero sulle brande della cella. La nave non subì altri colpi, si chiesero a quel punto se la Defiant fosse stata impossibilitata a seguirli.
Dopo delle ore arrivò un uomo della specie Boslic, sulla cinquantina, dall’aspetto rude, con capelli neri lunghi e barba incolta, seguito da due uomini, uno Orioniano ed un altro Boslic.
 
“Sono il Comandante Dax, a quale scopo ci avete catturati?” Disse Ezri.
 
“Qui le domande le faccio io.” Rispose l’uomo dai capelli lunghi: “Prendete lui.” Disse rivolto alle guardie, riferendosi a Jones.
 
“Sono io l'Ufficiale Superiore, sono responsabile del Guardiamarina, dovreste portare via me.”
 
“Sei coraggiosa ad offrirti ma dobbiamo interrogarlo, poi toccherà anche a te, non essere impaziente.”
 
Jones diede un'occhiata ad Ezri, ringraziandola silenziosamente per essersi fatta avanti.
Quando disattivarono il campo di forza per prendere il ragazzo, li tennero entrambi sotto tiro con dei fucili a particelle, gli tolsero i comunicatori e li scansionarono con un metal detector che rilevò la collana che indossava Ezri sotto l’uniforme, era quella che le aveva regalato Julian per un suo compleanno; le chiesero di consegnargliela e lei, riluttante, eseguì, stessa cosa fecero con l'anello nuziale.
 
“Che informazioni volete?” Insistette Dax, dato che stavano per interrogare Jones.
 
“Ho detto niente domande, non ti è abbastanza chiaro?”
 
L'uomo spintonò Ezri, che si morse il labbro inferiore però evitò di reagire.
 
“Comandante...” Disse Jones e scosse la testa per placarla, non voleva che rischiasse inutilmente.
 
Quando andarono via riattivando il campo di forza Ezri sospirò con frustrazione. Iniziò a cercare qualche punto debole della cella da poter sfruttare per fuggire.
Dopo qualche minuto iniziarono le grida, strazianti, provenienti da una stanza vicina. Jones urlava di dolore, senza dubbio lo stavano torturando. Il panico minacciò di impadronirsi di Ezri, al pensiero di ciò che stava accadendo e che lei sarebbe stata la prossima, ma lo scacciò continuando in maniera razionale a cercare una via di fuga. Non sembravano esserci telecamere a sorvegliare la cella, così almeno i suoi tentativi non sarebbero stati osservati e bloccati sul nascere.
 
“Capo, mi servirebbe davvero il suo aiuto in questo momento.”
Mormorò Ezri, armeggiando con i circuiti dentro il vano che aveva scoperchiato, vicino alla porta, fortunatamente aveva le mani abbastanza piccole da potervi accedere.
 
Dopo un tempo interminabile le urla cessarono, Ezri si affrettò a rimettere a posto il piccolo pannello che aveva rimosso per accedere ai circuiti. Non era riuscita a manometterli ed aprire la porta, ma adesso ne sapeva certamente di più e aveva intenzione di ritentare quando sarebbe stato possibile.
Come aveva previsto, le guardie e l'uomo ritornarono, trascinando Jones e lo buttarono di nuovo in cella.
 
“Ho dovuto smettere, ha perso i sensi e non avrebbe più potuto rispondere alle mie domande... non che lo stesse facendo.” Disse l'uomo, che aveva la casacca sporca di sangue e Jones aveva diverse ferite.
Il Boslic si rivolse a Dax: “Comunque io sono Markin e, come avrai capito, questa è la mia nave e tutto quello che c’è al suo interno… è mio, inclusi voi due. Adesso sono stanco, a te penserò domani. Dategli dell'acqua e qualcosa da mangiare, non vorrei che si indebolissero a tal punto da non resistere agli interrogatori.” Ordinò alle guardie e andò via.
 
**
 
"Diario del capitano, supplemento:
mentre rientravamo dal sistema Merak siamo stati attaccati, senza provocazione, da un vascello Boslic, abbiamo risposto al fuoco ma hanno messo fuori uso i motori e gli scudi. Le riparazioni richiederanno alcune ore, non appena i sistemi saranno di nuovo funzionanti ci metteremo alla ricerca dei nostri due membri dell’equipaggio, il Comandante Dax e il Guardiamarina Jones, che sono stati teletrasportati dalla nave aliena e portati via, con destinazione sconosciuta. Intanto abbiamo contattato il governo Boslic, il quale ci ha riferito che quella nave non fa più parte della loro flotta da anni."
 
**
 
Una volta che ebbero riparato i motori si misero sulle tracce della nave che li aveva attaccati.
 
“La traccia di curvatura svanisce in questo punto, è come se avessero attivato un qualche dispositivo per far perdere le loro tracce.” Disse O'Brien.
 
Bashir stava seduto in plancia, alla sua postazione, vicino a quella di O'Brien e la sua tensione era evidente. Se avesse potuto farlo, avrebbe camminato avanti e indietro ma si era rassegnato a stare seduto, muovendo nervosamente su e giù una gamba:
“Deve esserci un modo per rintracciarli.”

“Ci sto lavorando.” Rispose O’Brien.

“Intanto avviamo un'analisi con i sensori a lungo raggio, voglio monitorarla io, così lei può dedicarsi a scovare la traccia di curvatura.” Ordinò Sisko.

“Sissignore.”

“Posso fare qualcosa anch'io?”

“Non mi viene in mente altro per il momento... Julian stiamo facendo tutto il possibile, li troveremo.”

Il dottore annuì. Era preoccupatissimo per Ezri, anche per Jones, certo, come lo si potesse essere per un collega che si conosceva appena. Si chiesero cosa potessero volere da loro e perché avessero preso proprio loro due.

**

Ezri si avvicinò al collega, lo avevano lasciato riverso sul pavimento e perdeva sangue da diversi tagli, fu sollevata di notare che respirasse ancora. Cercò di spostarlo sulla branda più vicina e con qualche difficoltà ci riuscì.
Nella cella c'era una porta scorrevole che portava ad un minuscolo bagno. Ezri aveva già provato ma non arrivava acqua dal rubinetto, avrebbe voluto usarla per pulire le ferite di Jones.
Si spogliò della parte superiore dell'uniforme solo per il tempo occorrente a togliere la maglia intima grigia. La strappò in più pezzi, ricavandone delle bende improvvisate con le quali gli tamponò le ferite e le fasciò. Poi, non avendo null'altro da poter fare, si distese sull'altra branda e cercò di riposare, ma era molto irrequieta. Pensò a cosa potesse provare in quel momento Julian, non sapendo che fine lei avesse fatto.
Portarono del cibo e Jones riprese i sensi, Ezri gli chiese come stesse e lo incoraggiò a mangiare qualcosa.

Lui rispose che era stato meglio altre volte, poi disse: “Non credevo che ai prigionieri dessero veramente pane ed acqua!” Tentando di fare una battuta.

“Perlomeno c’è anche questa carne essiccata, o qualunque cosa sia. Ho già dato un’occhiata al circuito del campo di forza della cella, dobbiamo provare a disattivarlo. Riesce a camminare, ce la farebbe a scappare?”

“Si, devo farcela, non voglio subire di nuovo le vessazioni di quei sadici e non voglio che le subisca anche lei.”

Quando supposero che fosse notte sulla nave, e difficilmente le guardie sarebbero venute a prendere i piatti vuoti, Ezri disse: “Mettiamoci a lavoro.”

La ragazza riaprì il pannello, sarebbe servito un qualche attrezzo per estrarre dei cavi ottici ma non ne avevano a disposizione. Jones cercò di tirare via un pezzo della branda, ma non fu possibile nemmeno calciandola con la pianta del piede. Ezri gli aveva consigliato di tenere comunque il sottile materasso sopra prima di colpire o avrebbe fatto più rumore, attirando le guardie.
 
“Niente da fare, non si rompe. E' pur vero che una volta usciti da qui saremmo comunque disarmati.” Disse il giovane.

“Dobbiamo ideare un piano, o non andremo lontano.”
 
Passarono il resto della notte pensando ad elaborare un piano e cercando di dormire un po'.
 
**
 
Il giorno dopo le guardie li condussero alla stanza in cui era stato torturato Jones. Spinsero Ezri giù per le spalle per farla sedere su una sedia, ad una scrivania, opposto a lei si sedette Markin. Jones si trovava un po' più distante, a lato.

“Ad ogni domanda a cui non risponderai, lui perde un pezzo.” Disse l'uomo ad Ezri. “Quante navi ha assegnato la Flotta Stellare al sistema Turkana?”

“Non lo so.” Rispose lei, sinceramente.

“Procedete.”
 
Uno degli uomini di Markin, mentre l’altro lo teneva fermo, usò delle pinze su Jones e gli estrasse brutalmente un dente.



“Allora? Rispondi.” Insistette Markin.
 
“Non abbiamo queste informazioni, io sono Comandante ma non conosco questi dati, non lavoro al Comando della Flotta Stellare.”

Markin fece un cenno e l’uomo estrasse un molare a Jones. Dax provò un'enorme pena per il Guardiamarina, il quale non poté evitare di urlare per il dolore.

“Ezri Dax, devi parlare.”
 
“Sono delle informazioni che non ho. Vuoi che inventi le risposte?”
 
“No.”
Rispose Markin, prese il contenitore in cui erano stati depositati i denti e ne vuotò il contenuto in un suo palmo, si avvicinò ad Ezri e lasciò cadere i denti insanguinati sul tavolo davanti a lei. La ragazza si portò una mano a coprire la bocca e trattenne un conato di vomito. Era addestrata ad affrontare situazioni pericolose e difficili, ma le urla di Jones, quelle azioni cruente e la vista del sangue l'avevano portata quasi al limite della sopportazione.

“Chi è lui per te?” Le chiese Markin.

“Un collega.”

“Solo un collega?”

“Si.”

“Si, ti credo. Che peccato però, questo rende il tutto meno interessante. Se fosse stato un amico, un amante, torturarlo sarebbe stato più doloroso per te e più efficace per convincerti, ma evidentemente abbiamo sbagliato persona catturando lui.”

Markin si pulì la mano sporca di sangue sulla spalla dell’uniforme di Ezri, che strinse le labbra ma riuscì a rimanere stoica all'apparenza, mentre in realtà lo trovò orribile.

“Uccidetelo.”

“No, fermi! Cosa ci guadagneresti ad ucciderlo?”

“Non ho che farmene.”

“E allora lascialo andare, lascialo su un pianeta, ovunque.”

“Non è possibile, rischierei facendolo. Eliminatelo.” Ordinò ed una delle guardie sparò con il fucile a particelle a Jones, che morì sul colpo.

Ezri strinse gli occhi, quel povero ragazzo era morto davanti a lei, senza che potesse fare niente per evitarlo. Egoisticamente ringraziò gli Dei che quegli individui non avessero catturato Julian, che non avesse subito lui quelle torture e fatto quella fine.

“Lui portatelo via e disintegrate il corpo, lei di nuovo in cella. Ci vediamo, cara Dax.”

**
 
Julian aveva passato la notte insonne, avevano cercato per tutto il tempo, senza alcun successo. Sisko era stato contattato dal Comando della Flotta Stellare con ordini di impegnare immediatamente la Defiant in una missione urgente. Julian chiese di poter continuare le ricerche con un runabout ed O'Brien si offrì di andare con lui. Il Capitano Sisko acconsentì e i due uomini partirono, mentre la Defiant si allontanò nella direzione opposta.
Dopo alcune ore, Bashir era ancora irrequieto e non riusciva a stare fermo.
 
“Non sono un medico ma sembra che tu abbia un caso acuto di febbre da cabina.” Disse Miles, sarcastico.
 
“Vorrei che lo fosse.”
 
“Agitarti così non risolverà nulla, tieni d'occhio le letture dei sensori.”
 
“Ok.” Acconsentì lui e si sedette alla postazione per farlo. “Cosa devo cercare di preciso?”
 
“Qualunque cosa di insolito.”
 
**

Il giorno seguente le guardie condussero nuovamente Ezri alla stanza in cui avevano torturato e ucciso Jones, lei oppose resistenza e li colpì, ma non ottenne grandi risultati, non avendo abbastanza forza in confronto a loro.

“Siediti.” Le disse Markin e lei lo fece.

“Suppongo che adesso tocchi a me.” Considerò lei.

“Potrebbe, ma non vorrei rovinare il tuo bel faccino.”

“Mi lusinghi.” Disse Ezri, con sarcasmo.

“Questa tua attitudine sfacciata invece voglio proprio rovinarla. Sai già che mi chiamo Markin, ma siccome mi piaci puoi chiamarmi Mark, ok?”
 
“Ok… Mark.” Disse Ezri esitante, accontentandolo su quel punto, per evitare eventuali ripercussioni.
 
“Non hai le informazioni che vi ho chiesto, dimmi qualcos'altro allora, sei una Trill unita, raccontami dei tuoi precedenti ospiti.”

“Non vedo come potrebbe interessarti.”

“Mi interessa molto invece, intrattienimi.”

“Se non volessi?”

“Dovrò rovinare quel bel faccino.”

“Sinceramente, preferirei evitarlo.”
 
“Se ti comporterai bene avrai delle ricompense. Potrai fare una doccia calda e avere un cambio di vestiti, avere un pasto decente.”

“Comportarmi bene, significa non prendere a pugni le tue guardie?”

“Anche, e passare del tempo con me, raccontarmi ogni giorno qualcosa dei precedenti ospiti di Dax, ad esempio. Essere collaborativa.”

La ragazza rabbrividì al tono dell’ultima parola, aveva l'impressione che essere collaborativa implicasse essere disposta a fare qualcosa di spiacevole, ma non aveva avuto particolare indicazione da lui a quel riguardo, aveva solo un presentimento.

Il suo carceriere proseguì: “Pensaci su, fra un’ora tornerò e mi farai sapere cosa hai deciso.”
 
Trascorsa l’ora, durante la quale lei ci rifletté, l’uomo tornò e le chiese una risposta.
 
“Va bene, ti racconterò dei precedenti ospiti.”
 
“E allora racconta.”
 
“Vediamo… Lela è stata il primo ospite di Dax...”
 
**
 
Bashir e O'Brien, dopo alcuni giorni, dovettero rassegnarsi a interrompere le ricerche e tornare sulla stazione, Julian aveva comunque già in mente un altro modo per tentare di trovare Ezri.
 
Sulla nave di Markin l’accordo andava avanti ormai da alcuni giorni. Ezri lo paragonò alla storia di Sherazad, della raccolta di racconti terrestre Le mille e una notte, che aveva intrattenuto il sovrano raccontando una storia ogni sera, per rimandare la propria morte.
In cambio di ciascuna storia Markin le aveva dato qualcosa: un cuscino, una coperta, la possibilità di fare una doccia, un cambio di vestiti, un pasto abbondante. Ad Ezri non piaceva quella situazione ma le stava permettendo di guadagnare tempo e di tenere a bada quell'uomo.
Una notte la ragazza, non riuscendo a dormire e con il pensiero sempre rivolto a suo figlio e suo marito, sentì le guardie parlare fra loro.

“Dopo che avrà finito con lei venderà il simbionte sul mercato nero.”

“E finalmente noi avremo la nostra parte di guadagno.”

“Spero si stanchi di lei presto, così non dovremo più farle da balia.”

Alcuni Trill, le cui richieste di unione erano state respinte dalla Commissione Simbiosi, erano disposti a tutto pur di ottenere un simbionte per sé, anche ad acquisirlo illegalmente. Ezri capì quanto anche la più tenue speranza che l'avrebbero lasciata in vita fosse vana e decise che non avrebbe collaborato più, nemmeno quel poco che lo aveva fatto.


La volta successiva Markin le chiese, come di consueto: “Dax, raccontami un'altra storia di un precedente ospite, come al solito in cambio avrai una ricompensa.”

“Non lo farò più, non farò più niente di ciò che mi chiedi.”

“Avevi acconsentito, perché hai cambiato idea? Non credo che finirai presto le storie, hai secoli di vita da raccontare!”

“Morirò comunque, quindi non ha senso continuare così.”

Anche la speranza che qualcuno avrebbe potuto salvarla era ormai diventata quasi inesistente e non vedeva modo di attuare una fuga. La parte più logica di lei la esortava a resistere il più a lungo possibile, sperando di fuggire o in un salvataggio, mentre la parte ribelle non aveva più intenzione di accontentare quel sadico.
 
“Cosa ti fa pensare che morirai?”
 
“Prenderete Dax, di conseguenza io morirò.”

“Che ne sai ragazzina? E’ vero, ti ho rapita per Dax, ma potrei sempre cambiare idea… non tollero questo comportamento.”
 
“Farai meglio ad abituarti.” Ribatté lei, in tono deciso.

“E' tutta vostra, datele una lezione ma non colpitela allo stomaco, non dobbiamo danneggiare il simbionte e non uccidetela o il verme potrebbe morire con lei.” Ordinò alle guardie.

Avrebbe permesso che lei morisse solo se e quando avrebbero estratto il simbionte per consegnarlo ad un compratore. Una volta uniti, l'ospite non avrebbe più potuto vivere senza il simbionte, e quest'ultimo, quando veniva estratto, avrebbe potuto sopravvivere solo venendo impiantato al più presto in un altro ospite.
Markin lasciò la stanza e le guardie picchiarono brutalmente Ezri, anche se lei tentò di colpirli un paio di volte ma non riuscì a farlo e neppure a proteggersi.
Alla fine la presero di peso e la riportarono in cella, lasciandola pesta e sanguinante su una branda.
Razionalmente, lei ammise a se stessa di aver fatto male a mettersi contro Markin, inoltre non era da lei abbattersi e gettare la spugna, ma le mancava la sua vita, la sua famiglia, il suo lavoro. Decise che avrebbe fatto tutto il possibile per tornare libera e rivedere i suoi cari e pianse finché non si addormentò.
CONTINUA...

Prosegui al secondo ed ultimo capitolo.  

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


  
 
  
 

[Star Trek: Deep Space Nine]
Secondo ed ultimo capitolo della fanfiction “Alla deriva”.
Fa parte della mia serie su Julian ed Ezri ma questi due capitoli possono anche essere letti autonomamente rispetto alla serie.
Ambientata ad Ottobre 2379.
 
 
Alla deriva – CAPITOLO 2
 
“Tesoro... Ezri.”

“Julian...”

“Sono qui.” La rassicurò lui.

“Amore mio, ho sperato tanto di rivederti.”

“Anch’io. Ti porto via da qui.”

“Si, ti prego.”

Si sentì sollevare ma si riaddormentò. Fu svegliata dal suono di uno scanner. Pensò che Julian la stesse analizzando per individuare le sue ferite e curarle, anche se il suono era diverso da quello dei tricorder della Flotta Stellare. Aprì gli occhi e le ci volle un attimo per rendersi conto di essere ancora in cella. Le crollò il mondo addosso, non era accaduto che Julian fosse venuto a salvarla, era stato solo un sogno, o forse la sua immaginazione che le aveva giocato uno scherzo, a causa del forte desiderio di rivederlo.
Erano passate diverse ore da quando era stata riportata in cella e si era addormentata ed una donna Barzana era entrata nella cella, il cui campo di forza si era richiuso alle sue spalle. Appena Ezri, terribilmente dolorante, vide la donna che usava uno scanner su di lei, si sollevò allarmata ma il movimento le causò maggior dolore alle ferite e tornò a distendersi.

“Cerca di stare ferma, non preoccuparti, sono qui per curarti.” La rassicurò la Barzana.

“Chi sei?” Le chiese Ezri con difficoltà, aveva la bocca secca.

“Un'infermiera improvvisata, una tuttofare qui sulla nave, Markin mi ha mandata da te. Ti fa male qui?”

Le toccò una spalla e la Trill sussultò per il dolore.

“Scusa.” Disse la Barzana e usò su vari punti del corpo di Ezri un laser osteogenico, un rigeneratore dermico ed un altro strumento medico che lei non riconobbe. Le ispirò fiducia e non pensava che il suo istinto si stesse sbagliando.
 
“Va meglio?” Chiese la donna.

“Si, grazie. Come ti chiami?”

“Amilra.”

“Io Ezri.”

“Avevo sentito parlare di te, anche se non ti avevo mai vista. Ecco, bevi dell'acqua.”
La ragazza aveva effettivamente molta sete ed accettò l'offerta volentieri, bevendo a lungo dalla borraccia che la donna la invitò a tenere.
“Continua a riposare, ti farà bene per guarire completamente.”

“Tornerai a trovarmi? Per controllare la guarigione...”

“Ci proverò.”

“Grazie, ci spero.”
Era l'unica persona amichevole e compassionevole che Dax avesse incontrato da quando era stata rapita e chiederle di tornare a controllare la guarigione era solo una scusa per rivederla.
“Sai, mio marito è un medico.” Le accennò Ezri.

“Io non sono certo un medico, ma ho fatto del mio meglio.” Rispose Amilra, che raccolse gli strumenti ed andò via.
 
**
 
Dopo alcune ore Markin fece condurre Ezri da lui, stavolta nel suo alloggio.

“Come stai?”

“Adesso meglio.” Ezri pensò che l’uomo avesse davvero faccia tosta a chiederle come stesse, dopo essere stato lui ad ordinare di picchiarla.

“Hai riflettuto sulla situazione?”

“Si.”

“Sei disposta a continuare a raccontare le esperienze dei vecchi ospiti?”

“Si.”

Lo spirito di Ezri non era stato spezzato, ma aveva concluso che quello fosse l’unico modo per cercare di sopravvivere.

“Decisione saggia. Inizia pure.”

Ezri iniziò a narrare, dopo un po' la donna Barzana portò da mangiare e Markin offrì il suo cibo anche alla Trill, non lo aveva mai fatto prima e lei accettò - anche se con riluttanza – in fin dei conti era piuttosto affamata.
Al termine del pasto e del racconto Markin le chiese che ricompensa volesse, a quanto sembrava quell'abitudine sarebbe continuata.

“Vorrei riavere la mia collana ed il mio anello. Li hai ancora, giusto?”

“Si, ma per ogni storia ti spetta una ricompensa. Quindi puoi scegliere di riavere solo uno dei due, oggi.”

“L'anello.” Scelse lei.

Markin annuì e contattò una guardia a cui ordinò di portare l'anello.
Dopo poco la guardia arrivò, consegnò l'anello a Markin e lui lo diede ad Ezri, che lo racchiuse nel suo palmo senza indossarlo ancora, non voleva davanti a lui.

“Non mi ringrazi nemmeno?”

“Grazie.” Disse la ragazza, controvoglia.

Solo quando fu di nuovo in cella indossò l'anello e portò la mano al petto pensando a suo marito.

**

Al ritorno sulla stazione, Bashir si era riunito con suo figlio, che subito aveva chiesto della madre.

“Non è potuta tornare adesso. Dovrà stare via ancora per un po'.” Gli rispose lui.

“Quanto?”

“Non molto. Ti sei trovato bene con gli O'Brien?”

“Si, ho giocato tanto con Yoshi.”

“Bene, andiamo a casa.”
 
“Ok.”
 
Julian strinse a sé il piccolo, l'unica ragione che gli permetteva di riuscire a non cadere nella disperazione per l'assenza di Ezri. Quella sera provò a studiare per l’esame da Comandante, per tentare di distogliere la mente dalla preoccupazione per sua moglie, ma non riuscì affatto a concentrarsi.
Dopo aver passato gran parte della notte insonne, in pensiero per Ezri, Bashir era crollato per la stanchezza nelle prime ore del mattino. Infatti, la sveglia suonò dopo poche ore che si era addormentato e lui si trascinò fuori dal letto e iniziò a prepararsi. Poi andò a svegliare Zano per preparare anche lui e portarlo all'asilo. Mentre il padre cercava di vestirlo, il bambino però non collaborava, facendo un po' i capricci.

“Zano coraggio, infila il braccio nella manica.”

“Voglio mamma.”

“La mamma non c'è tesoro, ti vesto io, ti ho vestito altre volte.”

“No, no.”

“Dai, così puoi andare all'asilo a giocare.”

Il bambino si convinse e collaborò. Mangiò anche la colazione che gli replicò suo padre, prima di essere accompagnato a scuola.

“Chiamiamo mamma?” Chiese prima che andassero.

“Purtroppo non possiamo.” Rispose Julian, costernato, senza aggiungere altro.

Anche se avesse avuto una spiegazione ordinaria per non poterla contattare, il bambino sarebbe stato comunque troppo piccolo per comprenderla.
 
**
 
Julian andò al lavoro e, dopo aver curato e congedato un paziente che necessitava di attenzione urgente, avviò una comunicazione in subspazio verso Qo'noS, alla quale l’interlocutore rispose dopo poco.
 
“Salve Worf.”

“Dottor Bashir. Credevo che mi stesse contattando Ezri.”

“Immagino. L'ho contattata perché qualche giorno fa, mentre eravamo in missione nel sistema Merak con la Defiant, Ezri è stata catturata, teletrasportata su una nave Boslic. Anche un ufficiale scientifico è stato preso, il Guardiamarina Jones. Li abbiamo cercati a lungo, ma i rapitori hanno fatto perdere le loro tracce.”

“Una situazione molto spiacevole. Non c'è dubbio che si tratta di un'azione di gente senza onore.”

“L'ho contattata per chiedere un suo intervento nelle ricerche, magari tramite i Klingon c'è qualche speranza in più di ritrovarli.”

“Certo, farò tutto ciò che posso. Apprezzo che mi abbia informato.”

“E io apprezzo che sia disposto ad aiutarmi.”

“Non dovrebbe sorprenderla.”

“Lo so... so che nutre ancora dell'affetto per Dax.”

“Anche per Ezri, e non dimentico che lei è venuta a cercarmi quando ero disperso.”

Julian strinse le labbra, non sarebbe certo stato il momento adatto per farsi influenzare dalla gelosia. Ritornò sul pratico:
“Anche il Capitano Sisko si sta muovendo con il Comando di Flotta. Le invio le letture dei sensori della Defiant, con la posizione precisa in cui è accaduto lo scontro e tutte le informazioni.”

“D'accordo, mi terrò in contatto.”
 
**
 
Una sera, dopo averla fatta cenare insieme a lui, Markin chiese ad Ezri:
“Perché mi hai chiesto che ti fossero restituiti i gioielli? Che significato hanno?”

Dax pensò di mentire, di dire semplicemente che non fossero importanti, e che li avesse voluti solo perché era abituata ad indossarli e le davano conforto, ma alla fine decise di dire la verità.

“Me li ha dati mio marito. L'anello rappresenta il legame matrimoniale nella cultura Umana e la collana è stato un suo regalo, mi ricorda un momento felice.”

Durante i suoi racconti, lei aveva menzionato di avere una famiglia: un marito e un figlio che sicuramente stavano sentendo la sua mancanza, ad ogni modo il Boslic non era stato per niente impietosito dalla cosa.

“Adesso capisco. Lo sai, sapevo già che tu fossi sposata e madre di un figlio e, soprattutto, sapevo che tu avessi il simbionte Dax.”

Markin le rivelò di aver già raccolto informazioni su di lei e di averla rapita al preciso scopo di appropriarsi del simbionte e venderlo sul mercato nero. Avevano preso Jones perché pensavano che sarebbe stato in grado di estrarre il simbionte, naturalmente senza uccidere o ferire la creatura, ma avevano sbagliato persona, infatti lui non era un medico e non avrebbe saputo da dove iniziare per operare Ezri. Avevano appreso l'identità del giovane mentre lo torturavano, facendogli sopportare indicibili sofferenze. Inoltre il comunicatore riportava sul retro il nome del proprietario, quindi avevano avuto conferma che non si trattasse di Bashir.

“Sapevamo che tuo marito, Julian Bashir, è un dottore, avevamo intenzione di catturare anche lui insieme a te.” Concluse l’uomo.

Ezri tentò di restare impassibile, fu colpita dalla notizia ma grata che Julian non fosse stato portato lì con lei, specialmente dopo ciò che aveva passato a causa della Sezione 31 e che non sarebbe stato lui ad essere costretto a ucciderla, anche se era certa che lui avrebbe cercato di rifiutarsi a tutti i costi di farlo, anche a rischio della propria vita, e lei non avrebbe voluto che la rischiasse.

“E adesso che farete?” Chiese Ezri.

“Stiamo cercando un compratore e qualcuno che possa fare l'operazione.”

“La fisiologia Trill è abbastanza complicata, non ci si può improvvisare, rischiereste di uccidere anche Dax.” Ovviamente Ezri temeva anche per la propria vita e sperava di dissuadere Markin con quelle parole.

“Lo so, e comunque ti ho detto che sono ancora indeciso, non sono sicuro di toglierti Dax e lasciarti morire.” Dopo una lunga pausa, lui proseguì: “Dimmi, quanti partner hai avuto in tutte queste vite?”

“Non ero io, ma ogni ospite ne ha avuti diciamo in media due, eccetto Curzon e Jadzia che ne hanno avuti di più...” Gli rispose.

“Capisco.”

La congedò per quella sera e la guardia Orioniana la riportò in cella, dove lei ripensò alle nuove informazioni che aveva avuto, concludendo che forse riuscire ad uscire viva da quella situazione non sarebbe stato impossibile, come le era sembrato in precedenza, ma neppure molto facile.

Durante la notte, mentre dormiva in cella, Ezri sentì una mano tapparle la bocca, sbarrò gli occhi e vide che si trattava di Markin, il cuore iniziò a batterle a mille in preda alla paura e cercò di svincolarsi, chiedendosi perché lui fosse lì.

“Ferma, ferma... Non volevo spaventarti, voglio chiederti una cosa.”

Le tolse il palmo della mano da sopra la bocca.

“Mi chiedevo, ricordi cosa provavano i vecchi ospiti? Cosa sentivano mentre facevano sesso?”
 
“Non mi sento affatto a mio agio a rispondere a questo tipo di domande.”
 
“Accontentami.” Disse, ma il tono era quello di un ordine.

“Ricordo in una certa misura alcune delle loro sensazioni, ma non come se le avessi vissute io.”

“E tu Ezri, quanti partner hai avuto?
Lei stette in silenzio. L’uomo aveva invaso il suo spazio personale ed anche la sua privacy e non avrebbe voluto dargliela vinta.
“Rispondi.” Le intimò, con durezza.

“Tre.”

“Sei ancora giovane ed hai già alzato la media.” Le disse con scherno.

“E non intendo alzarla ulteriormente.” Sottolineò lei.

“Era solo una curiosità che volevo togliermi. Buonanotte.” Markin andò via e la ragazza tirò un sospiro di sollievo.


**

Il mattino seguente la donna Barzana andò in cella a visitare Ezri e le portò qualcosa da mangiare.

“Stai guarendo bene.” Le disse, dopo aver controllato i punti in cui era stata ferita.

“Ti ringrazio per essere venuta a controllare. Neanche io ti avevo mai vista prima di ieri, non mi avevi mai portato tu il cibo.”

“Markin preferiva che non mi vedessi ma dato che hai avuto bisogno di essere curata ha dovuto chiedere a me, e ormai che ci siamo viste posso venire io a portarti da mangiare.”

“Saresti in grado di estrarre un simbionte, senza ucciderlo?”

“Perché me lo chiedi?”

“L'idea di Markin è portarmi via Dax.” Ezri si toccò la pancia.

“Lo sospettavo, da quando ho saputo che sei una Trill unita. Comunque no, non saprei farlo, anche se volessi e certamente non voglio, causerebbe la tua morte.”

“Sei una persona gentile, di sicuro non approvi il genere di vita che conduce Markin, come mai sei su questa nave?”

“E' vero non condivido quello che si fa qui, ma vengo da un pianeta povero, e questo è l'unico lavoro che ho trovato per poter aiutare la mia famiglia.”

“Potresti lavorare all'interno della Federazione, ci hai mai pensato?”

Amilra fece una mezza risata sarcastica, come se avesse sentito qualcosa di assurdo: “La Federazione non crede nel denaro.”

“E’ vero, accumulare denaro non è più un obiettivo nella Federazione, ma coloro che lavorano ricevono un'indennità. Potrei aiutarti ad ottenere un permesso di ingresso e a trovare un impiego, qualcosa che ti sia più congeniale.”
 
“E se non dovessi ottenere il permesso, che farei a quel punto?”
 
“Io ho del denaro alla Banca di Bolias, potrei aiutarti io.”
 
“E in cambio io dovrei aiutarti a scappare da qui?”
 
“Credi che potresti?”
 
“Markin mi ucciderebbe o si vendicherebbe sulla mia famiglia. Mi dispiace, non posso.”
Amilra andò via ed Ezri scosse la testa.
 
**
 
Quando Markin richiese di nuovo la presenza di Ezri nel suo alloggio, a fine serata lei fu allarmata dalle sue azioni: lui andò alle sue spalle e le accarezzò la schiena, una spalla e il collo, poi le fece scorrere una mano sul petto, senza arrivare al seno.

“Potrei farti ciò che voglio, lo sai? Ma non ho mai preso una donna con la forza e non comincerò adesso. Ti avverto che se il mio intrattenimento con te non andrà oltre, dovrò davvero toglierti il simbionte.”

“Ti ricordo che mi hai portata su questa nave contro la mia volontà... non acconsentirò mai a stare con te in quel modo.”

“Allora hai segnato il tuo destino!”
Ezri chiuse gli occhi per l'angoscia causata da quella consapevolezza.
 
**
 
“Amilra, ho pronto un compratore, dovrai estrarre tu il simbionte da Ezri, poi lo consegneremo ad altri e ci penseranno loro ad impiantarlo su qualcun altro, tu devi solo assicurarti che sia vivo quando glielo daremo.” Ordinò Markin alla donna.

“Ma non ho idea di come si faccia.”
Amilra aveva qualche rudimento medico, ma non si era mai trovata a fare qualcosa di così difficile.

“Studia.”
Le diede dei PADD, nonostante non parlassero estensivamente dei simbionti e della fisiologia Trill, spiegavano bene come effettuare un'operazione chirugica, inoltre, uno di essi spiegava anche che il simbionte, per sopravvivere al di fuori di un ospite, doveva essere immerso in un particolare liquido e ad una particolare temperatura.

“Markin, non voglio uccidere Ezri.” Disse Amilra.

“Chi ha parlato di ucciderla?”

“Lei morirà di sicuro senza il simbionte, è risaputo.”

“Se non vuoi eseguire l'operazione puoi anche andare via, ma prima dovrai lavorare ancora qui per risarcirmi del danno economico che mi provocherai e non avrai più paga fino ad allora, poi potrai tornare a casa…”

“Sai che non ho molto denaro… quello che mi paghi lo mando sempre alla mia famiglia.”

“Decidi tu. Comunque, io so dove sta la tua famiglia.” Markin fece una minaccia non molto velata.
 
**
 
“Ezri, devo darti una brutta notizia...” Disse la Barzana alla Trill.

“Markin ha trovato un compratore, vero?”

“Purtroppo si… e dovrò essere io ad operarti.”

“Almeno siete certi che Dax sopravvivrà?”

“Farò del mio meglio, mi sto documentando. Ho letto anche che c'è un modo per prolungare per un po' la tua sopravvivenza senza il simbionte, cercherò di farlo.”
 
“Beh che gentile! Ti ringrazio!” Disse Dax, sarcastica.
 
“Mi merito tutto il tuo biasimo, lo so.” Ammise Amilra.
 
“Non vuoi accettare la mia proposta?”
 
“No, non posso mettere in pericolo la mia famiglia.”
 
“Ne ho una anch’io. Tu hai dei figli?”
 
“No, ma i miei genitori e la mia sorellina sono le persone più importanti per me. Mi dispiace.”
 
**
 
Worf contattò Bashir con delle notizie:
“Salve Dottor Bashir, ho una pista promettente su quella nave, si tratta di contrabbandieri e svolgono spesso la loro attività fra il sistema Merak e il sistema Orione.”

“Il sistema di Merak è quello in cui è avvenuto il rapimento, non credo che si faranno vedere lì per ora, andrò in quello di Orione, può mandarmi tutte le informazioni che ha ottenuto?”

“Verrò anch'io, il Cancelliere Martok mi ha già concesso di usare una nave Klingon, sarò sulla stazione al più presto, lei verrà con me e cominceremo le ricerche. Le invierò le informazioni poco prima.”

Worf non voleva che Bashir, avendo le informazioni in anticipo, pensasse di andare da solo a cercare Ezri, ci teneva ad esserci anche lui e pensava che la sua presenza avrebbe aumentato notevolmente le chances di successo.

“Grazie Worf.”
 
**
 
Qualche giorno dopo Ezri fu portata in una stanza in cui si trovavano degli apparecchi medici.
Amilra aveva indossato un camice e stava preparando un tavolo operatorio.
La Trill fu presa dallo sconforto, era davvero arrivato il momento... quello della sua fine, il pensiero che Dax avrebbe continuato a vivere la consolava un po'. Agitazione e paura si impadronirono di lei, pensò con angoscia che non avrebbe più rivisto i suoi cari, ma anche se Zano sarebbe cresciuto senza di lei, avrebbe portato avanti una parte di lei, così come avrebbe fatto Dax. Rimpiangeva che non avrebbe visto suo figlio crescere, diventare un ragazzo e poi un uomo. Ci sarebbe stato Julian, era sicura che avrebbe fatto un buon lavoro con lui, anche senza di lei.
Non riuscì a trattenere le lacrime. Era straziante sapere di stare per morire, in quel modo oltretutto, era come una sentenza di condanna a morte, nonostante non avesse alcuna colpa per cui pagare.
Si distese sul tavolo come le venne ordinato da una guardia. Markin entrò nella stanza ad osservare.
Amilra si avvicinò ad Ezri e le sbottonò la casacca, scoprendole l'addome e il reggiseno, le mise una sostanza disinfettante sulla pancia e le somministrò l'anestesia.
 
“Non sentirai dolore, te lo prometto.” Le disse Amilra, prima di dedicarsi a preparare gli strumenti, mentre lei perdeva conoscenza.
 
In pochi minuti Ezri sentì le palpebre pesanti e pensò: “Ci siamo, questa è la fine. Anche se dovessi risvegliarmi per qualche ora, non sarò completa, sarò Ezri Tigan, non più Dax... sarò Ezri che si prepara a morire da un momento all'altro... sola, confusa e lontana da casa.”
Le sue palpebre si chiusero e non sentì più nulla, eccetto il suono ovattato di un bisturi laser che veniva attivato, e scivolò nell'oblio.
 
Rumori, dolore, solitudine. Sentì scuotere l'ambiente intorno a se. Poi delle voci, colpi di phaser, non riusciva a riprendere conoscenza.
 
Sentì delle voci, una delle quali chiese: “Come sta?”
 
“Worf?” Pensò dovesse trattarsi di un altro sogno.
 
“E’ ancora viva grazie al cielo!”
 
“Julian! Si, sono qui!”
 
“Il simbionte?”
 
“E' vivo.”
 
Worf contattò l’incrociatore Klingon:
“Agganciate il segnale della Trill e del simbionte, oltre ai nostri e teletrasportateci direttamente in infermeria.”


Quando si furono rimaterializzati, Rurgh, un medico Klingon, disse:
“Ci sparano addosso!”

“Andiamo via da qui.” Disse Bashir, che sollevò Ezri e la adagiò sul bioletto.

“Rispondete al fuoco!” Ordinò Worf attraverso il comunicatore. “I Klingon non scappano da una battaglia. Sarò in plancia.” Worf strinse una mano sulla spalla di Julian, attirando la sua attenzione. “Lei la salvi... stavolta.”

Bashir si divincolò dalla presa, arrabbiato: “Vada al diavolo Worf! Non pensa che io abbia fatto di tutto per salvare Jadzia? Ho già affrontato una situazione come questa, prima che lei la conoscesse, e l'avevo salvata quella volta.”

“I segni vitali stanno calando!” Disse Rurgh, leggendo da uno scanner.

“Mi lasci lavorare. Anche se l’equipaggiamento di questa infermeria mi fa rimpiangere quella della Defiant.” Disse Bashir a Worf.

“Lo assista in tutto.” Ordinò Worf all’altro Klingon e andò via.

Julian somministrò un hypospray ad Ezri e i segni vitali si normalizzarono dopo qualche minuto. Le palpebre della ragazza si aprirono un paio di volte, il farmaco che le avevano somministrato per aiutarla a stabilizzare i segni vitali le stava anche facendo riprendere i sensi.

“Dove sono? Fa così male.”

“Ezri, tesoro, sei su una nave Klingon, siamo venuti a salvarti.”

Lei riconobbe la voce di chi le parlava: “Julian... Julian!”

“Sono qui.” Lui le prese una mano fra le sue. “Dov'è che ti fa male?” Ezri si toccò l'addome. “Adesso ci penso io.” La rassicurò Bashir e fece per allontanarsi.

“No, non lasciarmi, mi sento così sola, così vuota.”

“Ok, stai tranquilla. Devo darti un sedativo così ti possiamo riunire a Dax.” Si rivolse al medico Klingon: “Rurgh può prendere un hypospray con 20 cc di Anestezina?”

“Non credevo che ti avrei rivisto, ti amo tanto, ti amo così tanto.” Disse la ragazza, intontita e confusa.

“Anch'io, ti amo anch'io.”
 
Julian era chino su di lei, Ezri lo abbracciò, poi gli chiese: “Dax?”

“E' qui, sta bene, vi riunirò fra poco.”

Ezri annuì e chiese: “Zano sta bene?”
 
“Si, è sulla stazione, lo rivedrai presto.”

Lei annuì di nuovo, Julian le somministrò l'hypospray per sedarla, poi andò a ricontrollare le condizioni di Dax. Anche volendo, il medico Klingon non ne avrebbe capito molto se lo avesse scansionato lui, non sapeva nulla o quasi dei simbionti.

“Il nervo simbiotico non è stato ben rimarginato, non vorrei cicatrizzarlo per poi lacerarlo di nuovo al momento di riunirli, sottoponendo Dax ad altro stress, potrebbe essergli fatale.”
Julian regolò la temperatura della vasca di Dax e aggiunse delle sostanze, poi tornò da Ezri. “Non voglio immaginare come sia ridotto il nervo simbiotico di Ezri.”

“La sto analizzando.” Disse Rurgh.

“Non leggo bene il Klingon, cosa dice questo scanner?” Chiese Bashir.

“Il nervo sta sanguinando.” Rispose l'altro dottore, leggendo i risultati dal piccolo monitor.

“Allora apriamo adesso, dobbiamo fare in fretta.”

Il Klingon andò a disinfettarsi le mani sotto un raggio ultravioletto, lo stesso fece l’Umano ed entrambi indossarono l'abbigliamento chirurgico sopra i loro abiti. Bashir, con una minima assistenza da parte del Klingon, operò su di Ezri; quando prese fra le mani Dax per reinserirlo nella sua cavità addominale, fu in parte preso dall'apprensione, ma aveva affrontato situazioni del genere altre volte, anche riguardo alle persone a cui teneva, e riuscì a mantenere il sangue freddo.
Quando collegò i primi filamenti di nervi lei fu scossa da dei tremiti e Rurgh gli porse un hypospray di isoboramina che Julian prontamente le somministrò, al cessare dei tremori Bashir continuò la ricongiunzione. Dopo che ebbe legato e cicatrizzato i nervi simbiotici fu il momento di richiudere l'incisione addominale e se ne occupò Rurgh, Julian era ormai estremamente provato emotivamente. Bashir controllò i segni vitali di Ezri e di Dax, l'intervento sembrava essere riuscito ma era un po' preoccupato del risultato dell’unione e si sarebbe tranquillizzato solo al risveglio della Trill, previsto circa in un'ora.
 
**
 
Ezri mormorò qualcosa in Trill, aprendo gli occhi a fatica, Julian fu al suo fianco, accarezzandole la fronte, tenendogli le mani e mormorando parole rassicuranti, Rurgh era andato via, quindi il momento fu privato e particolarmente intimo fra loro due.
 
“Julian...”
 
“Tesoro, l'intervento è riuscito, senti la presenza di Dax?”
 
“Si... ho i suoi ricordi, sono un po' sopraffatta.”
 
“Datti un po' di tempo, sono certo che tornerà tutto come prima.”
 
“Sono stanca.”
 
“Ti porto al mio alloggio, il letto non è un granché ma è sempre meglio di questo bioletto!”
 
“Come dici?”
 
“Siamo su una nave Klingon, Worf mi ha aiutato a cercarti.”
 
“Infatti mi sembrava di aver sentito la sua voce.”
 
“Anzi devo avvisarlo che stai bene.”
Andò ad un pannello e si mise in comunicazione con Worf che si trovava in plancia, comunicandogli che Ezri si fosse svegliata.
 
“Bene. Posso vederla?”
 
“Te la senti di ricevere una visita adesso?” Chiese Bashir a Dax, lei annuì.
 
“Ok, la aspettiamo Worf, poi vorrei trasferirla all'alloggio.”
Worf acconsentì e Bashir chiuse la comunicazione.
 
“Julian, lo hanno ucciso...”
 
“Il Guardiamarina Jones?”
 
“Si. Ho cercato di dissuaderli ma…” Ezri versò delle lacrime ripensando all’accaduto.
Julian le strinse la mano e ne asciugò qualcuna con le sue dita.
 
“Mi dispiace tanto.” Le disse.
 
**
 
Worf arrivò in infermeria e si avvicinò ad Ezri, lei lo fece chinare verso di sé per abbracciarlo.
 
“Grazie Worf.” Gli disse.

“Era il minimo che potessi fare e dovevo anche ricambiare, tu lo avevi fatto per me.”

“Jadzia ne sarebbe orgogliosa. In effetti, lo è sempre stata di te.”
 
Worf annuì riuscendo a mascherare quanto quelle parole lo avessero colpito.
“Vedo che stai abbastanza bene, ti lascio andare a riposare.” Disse, scambiò un'occhiata di comprensione con Bashir ed andò via.
 
“Nell'alloggio ho alcuni tuoi vestiti, così ti puoi cambiare, indossare qualcosa di pulito.” Disse Julian a sua moglie.
 
“Premuroso da parte tua portarli.”
 
“Per così poco...”
 
“Eri sicuro che mi avreste trovato?”
 
“Non ho dubitato mai… o quasi.” Riconobbe lui.
 
**
 
Al rientro su Deep Space Nine, Ezri e Julian andarono da loro figlio che si trovava dai Sisko.
 
“Mamma sei tornata!”
Zano corse ad abbracciarla e la riempì di baci.
 
“Si Zano, sono qui, ti ho pensato tanto, mi sei mancato così tanto.”
 
Julian li guardò felice e sollevato e si unì al loro abbraccio. Aveva già detto ad Ezri che Zano non sapeva cosa le fosse realmente successo e che aveva chiesto spesso di lei.
 
“Domani mattina verresti in infermeria? Devo completare dei trattamenti che non ho potuto farti sulla nave Klingon.” Chiese Bashir a sua moglie.
 
“Non mi va di avere a che fare con altre questioni mediche.”
 
“Neanche con me?”
 
“Se la metti così... Ma è proprio necessario?”
 
“Si.”
 
“Si?” Chiese Ezri, sospettando che non lo fosse, ma conoscendo la scrupolosità di Julian.
 
“Per stare più tranquilli.” Ammise lui.
 
“D'accordo allora.”
 
Cenarono tutti e tre insieme ed Ezri provò una strana sensazione ad essere di nuovo lì con loro, ma di certo era felice.
 
Il giorno seguente Julian ispezionò e scansionò ogni centimetro del suo corpo, non voleva lasciare ferite non curate o non trattate adeguatamente. Lui poteva intervenire sui danni fisici, ma il danno psicologico invece era tutt'altra cosa.
 
“Pensi di vedere un Consigliere per parlare di ciò che hai affrontato?” Le chiese.
 
“Non me la sento al momento.”
 
“Ti va di parlarne con me?”
 
“Si, ma non oggi. Vorrei ringraziarti per tutto quello che hai fatto, hai anche contattato Worf, immagino che tu non sia stato entusiasta di farlo…”
 
“La posta in gioco era troppo alta per farmi queste stupide remore. Ti amo troppo e non ti avrei mai abbandonata.”
 
“Il pensiero di te, di voi, mi ha dato la forza di resistere e finalmente sono di nuovo a casa.”
 
Julian aveva stretto una mano di Ezri nella sua e la sollevò dandole un bacio sul dorso.
 
FINE
 
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