OSSESSIONE PERICOLOSA

di Mary 95
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** CAPITOLO 1 ***
Capitolo 2: *** CAPITOLO 2 ***
Capitolo 3: *** CAPITOLO 3 ***
Capitolo 4: *** CAPITOLO 4 ***
Capitolo 5: *** CAPITOLO 5 ***
Capitolo 6: *** CAPITOLO 6 ***
Capitolo 7: *** CAPITOLO 7 ***
Capitolo 8: *** CAPITOLO 8 ***
Capitolo 9: *** CAPITOLO 9 ***
Capitolo 10: *** CAPITOLO 10 ***



Capitolo 1
*** CAPITOLO 1 ***


Era un tardo pomeriggio di inizio primavera, Ranma Saotome aveva terminato le lezioni di arti marziali con gli allievi della scuola Tendo-Saotome, si era diretto quindi al supermercato per acquistare il wasabi che sua moglie gli aveva chiesto, già sua moglie chi lo avrebbe mai detto che un giorno avrebbe sposato quella testarda e violenta di Akane Tendo eppure era successo anche se forse non era tanto strano visto che nonostante avessero passato tanto tempo a negare di provare interesse l'uno per l'altro, in realtà si sentivano molto legati.Adesso erano sposati da cinque anni, vivevano in una piccola casa non molto lontana da quella dei Tendo e avevano un figlio di quattro anni Yuri.Ranma affrettò il passo, non voleva fare arrabbiare sua moglie che gli aveva detto che quella sera avrebbe cucinato alette di pollo con maionese al wasabi, rabbrividì al ricordo di come era stato male l'ultima volta che aveva preparato quel piatto i suoi tentativi di dissuaderla però  erano stati inutili, lei era sicura che stavolta seguendo i consigli di sua sorella Kasumi non si sarebbe sbagliata.Ranma non era  così ottimista, infatti prima di tornare a casa era passato in farmacia."Sono tornato" urlò dall'ingresso mentre si toglieva le scarpe, nessuno rispose, si avviò allora verso la cucina da dove proveniva il suono della radio, Akane l'ascoltava spesso ultimamente anche mentre cucinava, sorrise all'idea della povera cucina divenuta un campo di battaglia, ma si sbagliava la stanza era perfettamente pulita e Akane non c'era.Strano pensò mentre posava i sacchetti sul tavolo e spegneva la radio, magari Akane era di sopra con Yuri per questo non l'aveva sentito, però perchè la radio era accesa?.Uscì dalla cucina, intenzionato a recarsi di sopra quando il suo occhio allenato notò piccole gocce di sangue sul pavimento davanti l'ingresso del soggiorno.Deglutendo nervosamente entrò e davanti a lui si presentò la più terribile delle scene : Akane era distesa prona con gli occhi sbarrati,e una pozza di sangue che si allargava sotto di lei.Per poco non svenne,cadde in ginocchio davanti a lei incapace di proferire parola,un debole lamento alle sue spalle richiamò la sua attenzione suo figlio Yuri era seduto a terra con la schiena appoggiata ad una parete si teneva una mano coperta di sangue,Ranma si mosse verso di lui,pensò che il sangue sulla mano di Yuri fosse di Akane invece notò che il bambino era ferito, un lungo taglio gli copriva il piccolo palmo della mano, l'aiutò ad alzarsi e lo condusse in cucina, prese la cassetta del pronto soccorso e gli fasciò la ferita.Una volta finito fissò Yuri, che aveva pianto silenziosamente tutto il tempo e adesso tirava su col naso e gli chiese con un filo di voce,"cos'è successo"? "chi è stato"? il bambino si agitò sulla sedia ma non rispose Ranma si passò una mano sul viso stravolto e gli chiese un pò più forte "dannazione cosa diavolo è successo"?si pentì subito del tono che aveva usato, Yuri infatti spaventato com'era riprese a piangere e tentò di raggiungere la madre in soggiorno suo padre però glielo impedì, prese quindi il telefono e con le dita tremanti,  compose il numero della polizia.Ranma dopo aver chiamato la polizia, era seduto in cucina, non riusciva ancora a capacitarsi che tutto ciò che fosse accaduto era vero, si riscosse solo quando vide l'agente di polizia avvicinarsi a lui.L'uomo: dopo essersi presentato come l'ispettore Nakamura gli chiese "sig.Saotome innanzitutto volevo farle le mie condoglianze per la sua perdità, poi vorrei farle alcune domande, Ranma acconsentì e allora l'ispettore proseguì "dunque può dirmi dove si trovava al momento dell'assassinio"?il giovane rischiarendosi la voce "avevo terminato le lezioni di arti marziali alla palestra Tendo-Saotome intorno alle 18:00 poi sono passato al supermercato per sbrigare una commissione per mia moglie e ho fatto un salto in farmacia, avrò impiegato all'incirca una mezz'oretta, mi sembra fossero proprio le 18:30 quando sono rientrato, ho chiamato Akane lei non mi ha risposto pensavo fosse di sopra poi ho notato delle gocce di sangue nell'ingresso del soggiorno e"  un nodo alla gola gli impedì di continuare "non ha notato nulla di strano a suo rientro"? ,"niente"."Ascolti i suoi allievi erano tutti presenti"? "si". "Mi dica, anche sua moglie era un insegnate di arti marziali"? "si, insegnava ai bambini"."Ascolti sig.Saotome come le sembrava sua moglie di recente, voglio dire ha notato se qualcosa la turbava,magari qualche problema alla palestra,con qualche genitore dei suoi allievi oppure un suo stesso allievo che aveva mostrato particolare interesse per lei"."No"disse Ranma deciso "i ragazzi che frequentano la palestra sono tipi a posto, non so dirle dei genitori degli allievi di Akane  ma so per certo che mia moglie  era  felice e tranquilla  non l'ho mai sentita lamentarsi di nessuno a lavoro"."Capisco" disse allora l'ispettore scribacchiando velocemente su un taccuino."Riuscirete a scoprire chi è stato?", chiese a un certo punto Ranma mordicchiandosi il labbro, l'ispettore nel frattempo aveva messo via la penna e il taccuino, poi strigendogli la mano  gli assicurò "faremo tutto il possibile" prima di congedarsi.
 

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Capitolo 2
*** CAPITOLO 2 ***


Trascorse più di un mese da allora,e il colpevole dell'omicidio di Akane Tendo non era stato ancora trovato.In un primo momento si era pensato ad un tentativo di rapina: ma in casa non mancava nulla inoltre non c'erano segni di effrazione, Akane aveva aperto al suo assassino era una persona di sua conoscenza.Vennero ovviamente sentiti tutti i suoi conoscenti, e tutti oltre ad essere provvisti di alibi non avevano nessun motivo di fare del male alla ragazza.Nessuno inoltre dei vicini,aveva visto o sentito qualcosa.A questo punto si sperava che Yuri Saotome testimone dell'omicidio potesse dire cosa fosse successo.Ma purtroppo a causa dello shock che aveva subito, il bambino non ricordava proprio nulla.A questo punto si persero del tutto le speranze.Ranma ormai da tempo stava pensando di allontanarsi da Nerima,il suo entusiasmo per le lezioni alla palestra era svantito, sentiva terribilmente la mancanza di lei, e il non riuscire a trovare il colpevole rendeva quella situazione doppiamente insostenibile.Infatti anche adesso che stava finendo di preparare lo zaino e si accingeva a partire per chissà dove, non poteva fare a meno di guardarsi tristemente intorno.Pensava a quante volte Akane anche a causa sua era finita nei guai,veniva rapita e lui correva sempre a salvarla come sul monte Hooh in Cina,quando aveva seriamente creduto di perderla e proprio lì aveva capito quanto tenesse a lei.Adesso era morta,perchè? chi poteva avercela con lei tanto da arrivare a ucciderla? oppure era qualcuno che ce l'aveva con lui,se era così perchè questo qualcuno non si faceva avanti e lo sfidava apertamente.Chiuse lo zaino e in quel momento apparve Yuri, anche lui con uno zaino e quell' espressione triste che l'accompagnava da tempo,"hai preso tutto"? gli chiese Ranma mettendosi lo zaino in spalla il bambino annuì fissandolo con i suoi occhi marroni come quelli di sua madre, "bene"riprese Ranma "allora andiamo".Soun Tendo pianse molto per questa decisione di Ranma e non solo perchè adesso non c'era più nessuno ad occuparsi della palestra, aveva perso la più giovane delle sue figlie,adesso perdeva anche Ranma che ormai reputava un figlio e suo nipote.Sua madre Nodoka la prese malissimo, aveva già vissuto l'esperienza dell'abbandono quando suo marito Genma le aveva portato via Ranma che era molto piccolo per allenarlo.Suo padre invece pensava che forse era meglio che Ranma si allontanasse per un pò, chiese solo al figlio di non essere troppo severo con Yuri.Partirono di mattina presto,non salutarono nessuno sarebbe stato troppo doloroso,Ranma sistemò le provviste di cibo che la sempre premurosa Kasumi gli aveva preparato e consegnato la sera prima, e chiuse per l'ultima volta l'uscio di casa.Qualcuno lo chiamò,si voltò e vide Nabiki Tendo, viveva a Tokyo assieme al fidanzato Kuno lavorava in un agenzia pubblicitaria e se la cavava abbastanza bene era tornata già da un pò a Nerima per stare vicino al padre, una volta che gli fu davanti Ranma notò che stringeva qualcosa nel pugno, senza dire nulla la ragazza gli prese la mano e gli mise un pò di banconote accartocciate.Il gesto di Nabiki lo aveva sorpreso (lei era più che altro solita chiederli i soldi) il ragazzo non era tanto convinto di accettarle, lei lo capì e gli disse "fidati ne avrete bisogno"poi senza preavviso l'abbraccio, rimasero così un pezzo.Lei si allontanò con gli occhi lucidi,"me li restituirai con l'aggiunta degli interessi,quando ci rivredemo "aggiunse poi riprendendo la sua solita epressione furba, accarezzò allora i capelli di suo nipote e poi si allontanò di corsa verso casa senza voltarsi indietro.

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Capitolo 3
*** CAPITOLO 3 ***


Quindi Ranma e Yuri partirono.Il giovane Saotome tuttavia non aveva detto a nessuno della sua intenzione di lasciare Nerima per sempre, voleva lasciar passare un pò di tempo e poi con calma avrebbe scritto ai suoi familiari e gli avrebbe spiegato le sue intenzioni, cosa non facile sperava solo di riuscire a trovare le parole adatte.Si stabilirono ad Osaka,Yuri aveva cominciato ad andare a scuola,mentre Ranma dava lezioni di arti marziali nella palestra di proprietà di un vecchio maestro, che gli ricordava Happosai.Nonostante ciò si era stancato abbastanza presto di Osaka,così un giorno Ranma era andato a riprendersi Yuri prima da scuola e i due ripartirono.Aveva buttato giù poche righe per far sapere ai suoi familiari che stavano bene, e che aveva cambiato idea e stava lasciando Osaka.Speravano di vederli tornare a Nerima,ma rimasero delusi quando Ranma aveva risposto senza giri di parole che non aveva nessuna intenzione di tornare.Dopo Osaka,non rimasero mai tanto tempo in un posto,a Ranma era presa un'incredibile smania di viaggiare,si allenava molto aveva anche affrontato molti maestri di varie scuole di arti marziali.Tutto ciò non era un bene per Yuri,il bambino infatti era costretto a cambiare continuamente scuola, non aveva amici seguiva comunque il padre senza protestare.Il loro continuo viaggiare li aveva portati pure in Cina,erano stati nel campo di addestramento di Jusenkyo e finalmente Ranma si era liberato della maledizione che lo affliggeva da anni.Yuri l'aveva scoperto poco tempo prima,e un Ranma imbarazzatissimo aveva spiegato al figlio di cosa si trattasse,dapprima quest'ultimo ne era rimasto turbato,poi aveva trovato la cosa divertente tanto che a volte si divertiva a far trasformare a tradimento il padre mandandolo su tutte le furie,quindi l'aver risolto questo problema aveva reso Ranma ancora più felice.Una sera dopo aver sistemato la tenda,Ranma si sedette di fronte a Yuri vicino al fuoco,il ragazzo era diventato molto alto,somigliava un pò a lui alla sua età eccetto gli occhi che erano quelli di sua madre.Si era rivelato un buon compagno di viaggio,era serio e silenzioso,ma quando voleva sapeva essere allegro,ed era anche diventato un buon combattente.Il ricordo di quello che era accaduto a sua madre lo tormentava ancora,fissava spesso la pallida cicatrice che gli percorreva il palmo della mano,nella speranza di ricordare chi gliel'avesse fatta,che poi era anche chi aveva ucciso sua madre.Non la ricordava quasi più ormai e questo lo rattristava moltissimo,quindi chiedeva spesso al padre di parlarle di lei,capiva che per lui fosse difficile farlo,comunque non si era mai tirato indietro.Ranma distolse lo sguardo dal fuoco e fissò Yuri,gli venne da pensare che non erano molto distanti da Nerima,negli anni non gli era sfiorato il pensiero di ritornare, la corrisponenza con i suoi familiari si era quasi del tutto ridotta.Adesso però sentiva il desiderio di tornare stavolta però voleva sapere se anche suo figlio che ormai aveva sedici anni fosse d'accordo.Il ragazzo però lo preceddette e gli chiese"torneremo mai un giorno a Nerima?"Ranma gettando altra legna nel fuoco gli rispose"non siamo molto distanti,e in effetti non mi dispiacerebbe l'idea di tornarci","neanche a me " rispose Yuri che aggiunse subito dopo "anche se non la ricordo più".Trovandosi entrambi d'accordo non persero più tanto tempo a rimurginarci su e non appena si fece giorno si misero in viaggio per ritornare a casa.

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Capitolo 4
*** CAPITOLO 4 ***


Una volta arrivati Ranma non potè fare a meno di pensare alla prima volta che era giunto a Nerima,pioveva e lui e suo padre rispettivamente con le sembianze di ragazza e panda stavano litigando;senza dirgli nulla suo padre l'aveva portato lì dai Tendo perchè avrebbe dovuto sposare una delle figlie del suo amico Soun,per unire così le due scuole di arti marziali.Ma lui invece voleva tornarsene in Cina,per tornare a essere un ragazzo normale.Quante ne erano passate da allora.Finalmente erano davanti casa Tendo gli parse più vecchia di come la ricordava ,Yuri invece proseguì voleva rivedere la sua di casa,Ranma lo lasciò andare,aprì quindi il cancello fece qualche passo in avanti e si fermò: come sarebbe stato accolto? dubitava che fossero felici di rivederlo era stato via per dodici anni, non che non avesse dato a loro notizie sue e di Yuri anche se lo faceva sempre più di raro e non aveva mai fatto un accenno sè o quando sarebbe tornato;non si era nemmeno interessato delle sorti della palestra che aveva ereditato.Il senso di colpa lo travolse forse era meglio andarsene qualcuno però che era in giardino lo vide e gli andò incontro,era Soun Tendo decisamente invecchiato gli prese la mano e gli disse tra le lacrime"Ranma sono felice di rivederti finalmente ti sei deciso a tornare"si asciugò gli occhi con il dorso della mano,Ranma però era solo e questo lo mise in allarme,"dov'è Yuri?chiese infatti guardandosi intorno "non preoccuparti" lo rassicurò Ranma Yuri era impaziente di rivedere la nostra casa sarà qui a momenti,"certo capisco"gli disse l'uomo sollevato "intanto vieni in casa immagino che tu sia stanco da quanto tempo sei in viaggio? chiese ancora Soun.Ranma non rispose era così strano ritrovarsi di nuovo in quella casa,comunque l'accoglienza di Soun l'aveva rincuorato.Si trovò faccia a faccia con sua madre Nodoka che in quel momento stava uscendo per andare a fare la spesa,appena lo vide la borsa le cadde a terra,lui si mosse verso di lei ma la donna si allontanò, il suo gesto lo ferì ma non disse nulla, intanto l'espressione di stupore nel viso di sua madre fu sostituito da uno di rabbia.Suo padre invece chiamato da Soun si limitò a fissarlo in silenzo ma aveva la stessa espressione arrabbiata di Nodoka.Si spostarono in salotto e si sedettero,sua madre non rimase molto con la scusa di preparare il tè si diresse in cucina;avrebbe voluto seguirla ma suo padre e Soun lo trattennero il sig.Tendo gli disse"allora Ranma raccontaci un pò dove siete stati tutto questo tempo tu e Yuri" ,"un momento dov'è Yuri"? gli chiese suo padre,"a Nerima solo che prima di venire qui voleva rivedere la nostra casa"gli spiegò Ranma come prima aveva fatto con Soun.Detto questo inizio a parlare del lungo viaggio che aveva intrapreso in compagnia del figlio, come accade in questi casi, Ranma si era preparato mentalmente un discorso da fare una volta arrivato ma si sentiva talmente nervoso che non sapeva neanche da dove cominciare ne uscì un discorso un pò confuso dove Ranma comunque sottolineò più di una volta che Yuri era diventato un buon combattente ,che erano stati pure in Cina e lui si era liberato della ragazza con il codino.Ranma non aveva ancora chiesto nulla della palestra, il tè che sua madre gli aveva portato era ormai freddo si reso conto che inevitabilmente era arrivato il momento di toccare quell'argomento,"la palestra"chiese con una certa ansia "è ancora aperta"?,Soun e Genma si scambiarono un occhiata per decidere chi dei due avesse dovuto parlare quest'ultimo quindi gli disse"avevamo pensato di chiuderla" nella sua voce c'era del risentimento,certo lui in un primo momento aveva sostenuto l'idea di Ranma di allontanarsi,ma non immaginava che il figlio indenteva stare via per dodici anni! "comunque non l'abbiamo fatto,ho gestito la palestra assieme a Soun non è stato facile sai per via dell'età,il vecchio Happosai poi creava più problemi piuttosto che dare aiuto avevamo deciso di chiudere quando"...venne interrotto dalla voce di qualcuno che aveva fatto sei volte il giro della casa e finalmente trovava il salotto"allora non mi ero sbagliato era proprio la tua voce Ranma",l'uomo si voltò e vide il suo vecchio amico e rivale Ryoga Hibiki.Si tirò su e gli strinse la mano, e gli disse "Ryoga mi fa piacere rivederti,ma come mai ti trovi qui in casa Tendo","perchè abito qui adesso"gli rispose un pò a disagio,a quanto pare Ranma non sapeva nulla stava quasi per dirglielo ma Nodoka lo precedette"Ryoga si è stabilito qui da sei anni ormai,è sembrata a tutti la soluzione migliore dato che adesso è lui ad occuparsi della palestra".

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Capitolo 5
*** CAPITOLO 5 ***


Ryoga gestiva la palestra! e per giunta da sei anni! e non solo si era addirittura trasferito dai Tendo. Ranma strinse i pugni e deglutì nervosamente, perchè non gli avevano mai detto nulla. Si rese conto tuttavia di non essere nella posizione di ribattere. Per un minuto rimasero zitti, poi Ryoga decise di rompere quel silenzio che rischiava di diventare opprimente "ascolta Ranma perchè non parliamo un pò da soli" Ranma acconsentì in silenzio, allora si sistemarono sul tetto come a volte erano soliti fare da ragazzi .Si misero seduti a fissare per un pò il cielo: era coperto di nuvole ma non minaccioso di pioggia cosa quest'ultima di cui Ranma non si preoccupava più, gli venne da pensare se anche Ryoga fosse guarito dalla maledizione. Stava quasi per chiederglielo, ma l'altro parlò per primo dicendogli "mi dispiace che tu abbia saputo solo adesso della palestra, io ero convinto che lo sapessi già" si interruppe a disagio, "non ne sapevo nulla invece, ma la colpa è mia non me ne sono più interessato da quando avevo deciso di andarmene ma, vedi insegnavo le arti marziali insieme ad Akane; ,ma avevo perso tutto il mio entusiasmo da quando lei non c'era più, si rese conto che era da tempo che non parlava di sua moglie con qualcuno a parte Yuri.Lo fece notare anche a Ryoga che sorrise triste "non si è mai scoperto chi, e perchè l'hanno uccisa non ti fa rabbia questo? gli chiese allora Ryoga di punto in bianco, Ranma che si era sdraiato sul tetto con le mani dietro la testa si tirò su a sedere "certo che mi fa rabbia", "eppure non mi sembra che tu ti sia tanto dato da fare per trovare il colpevole" gli fece osservare l'amico pungente, "ti assicuro che non è così, non ho mai smesso di pensare a chi potesse essere il colpevole, purtroppo però di chiunque si trattasse è stato bravo a non lasciare traccia. Non sapevo nemmeno da dove cominciare ,era tutto così assurdo insomma chi avrebbe dovuto avercela con Akane.Ti confesso che ho anche pensato alle mie vecchie pretendenti ma Kodachi e Shan pu non vivevano ormai da tempo a Nerima, mentre di Ukyo non avevo mai sospettato. Comunque quando l'hanno saputo si sono presentate al funerale, sono state molto gentili e rispettose di quello che era successo tanto che mi ero sentito in colpa per averle ritenute capaci di fare una cosa del genere. La polizia non riusciva a raccapezzarsi, Yuri anche se era assistito dallo psicologo non riusciva a ricordare. Non sapevo come agire odiavo l'idea di non riuscire a fare giustizia ad Akane, ma ero preoccupato per Yuri era così traumatizzato. Alla fine ho deciso che era meglio allontanarci". La rabbia dovuta al rievocare quei momenti gli fece colpire con un pugno le tegole che si frantumarono, le nocche presero a sanguinargli ma non se ne curò. Mi dispiace non avrei dovuto dire una cosa del genere immagino che per te sia stata dura, come del resto per tutti quelli che volevano bene ad Akane,si fermo un attimo poi riprese "sai ho saputo della sua morte molto tempo dopo ero lontano da Nerima in quel periodo viaggiavo molto non volevo nemmeno crederci "aggiunse malinconico .Ranma intanto si guardò la mano che aveva bisogno di essere medicata,e provo odio per se stesso,l'amico in fondo non aveva tutti i torti avrebbe dovuto impegnarsi molto di più nella ricerca dell'assassino sicuramente era anche quello che i suoi familiari si aspettavano. Ryoga nel frattempo si alzò e si stiracchiò preparandosi a scendere Ranma lo imitò,si rese conto che avevano discusso di cose che riguardavano lui mentre di Ryoga non sapeva più molto da tempo. Mi sembrava di averti sentito dire una volta che eri fidanzato, con un allevatrice di maiali mi pare gli disse Ranma, non ricordava però il nome della ragazza, Ryoga che in quel momento gli dava le spalle si voltò "ti riferisci ad Akari, non ha funzionato e ci siamo lasciati" rispose brevemente Ryoga,"mi dispiace" disse Ranma "non devi"gli assicurò Ryoga "è passato tanto tempo ormai, non e che ti va di combattere un pò ? sono secoli che non ci affrontiamo noi due".L'idea di Ryoga era davvero buona, proprio quello che gli serviva per scacciare almeno per un pò i pensieri tristi.

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Capitolo 6
*** CAPITOLO 6 ***


Non era stato difficile trovare quella che un tempo era stata casa Saotome, grazie alle indicazioni che suo padre gli aveva fornito. Chissà chi viveva lì adesso. Yuri era indeciso doveva chiedere di entrare, oppure no, quando una voce alle sue spalle lo fece sobbalzare "chi sei? cosa stai cercando? gli chiese una ragazzina che impugnava una spada di legno "è da un pò che ti vedo osservare casa mia, cosa vuoi ?"prosegui cercando di essere minacciosa puntando la spada di legno sotto la gola del ragazzo. Era molto più bassa di lui, doveva avere all'incirca tredici o forse quattordici anni: aveva i capelli a caschetto color lilla su cui spiccava una graziosa molletta a forma di farfalla indossava dei semplici jeans e una felpa rosa. Yuri le disse "scusa non volevo spaventarti ma una volta abitavo qui e sai mi piacerebbe dare un occhiata dentro casa" si allontanò la spada dalla gola, lei la mise giù. Non sapeva se fidarsi, era un ragazzo carino molto più alto di lei, e del fisico atletico probabilmente praticava arti marziali, non aveva una faccia da malintenzionato. "Non posso farti entrare sono sola in casa" gli disse un pò indecisa, portandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio," non mi trattengo molto promesso ma per me sarebbe importante" non voleva importunarla ma era serio quando diceva che era importante, lei tentennò ancora un pò ma alla fine cedette "ok puoi entrare ma solo per pochi minuti. Una volta dentro ripenso a tutte le volte che aveva visto quella casa in sogno, la ragazzina nel frattempo aveva messo via la spada, lui avanzò dritto verso il soggiorno, lei gli andò dietro una radiolina accesa posta su una mensola suona *-lum no love song- di Urusei Yatsura la sigla di un anime di cui non ricorda il nome. Anche quella sera la radio era accesa, ricordava che lui stava giocando in camera sua e aveva sentito il campanello doveva trattarsi di suo padre, ma poi si era ricordato che lui aveva le chiavi. Sua madre era andata ad aprire dal suono della sua voce le era sembrata sorpresa da quella visita, ma aveva fatto comunque entrare l'ospite, lui non l'aveva visto perchè era in cima alle scale, "ehi sveglia sei caduto in trance" gli disse lei schioccandogli le dita davanti al viso lui la fissò parecchio seccato "no stavo solo cercando di ricordare qualcosa", "e che cosa"? domandò incuriosita; "chi ha ucciso mia madre" gli rivelò lui senza preamboli. Lei sgranò gli occhi per la sorpresa nessuno le aveva mai detto che in quella casa era avvenuto un omicidio Yuri proseguì "non si è mai scoperto chi possa essere stato, speravo che tornare mi avrebbe aiutato a ricordare visto che anch'io ero presente " ,"capisco mi dispiace per quello che ti è successo, quanti anni avevi?", "quattro" le rispose sospirando, le lo fissò in silenzio pensando a quando fosse terribile quello a cui il ragazzo aveva assistito .Rimase quindi zitta per permettergli di rivivere mentalmente l'accaduto. La cosa servì perchè gli venne in mente un dettaglio che aveva rimosso, quando era sceso dalle scale per raggiungere la madre era inciampato su qualcosa un grosso zaino da viaggio e un ombrello rosso ; Il resto della vicenda però rimase confuso nella sua testa. Lo raccontò alla ragazza, "non preoccuparti "lo incoraggiò "ha già ricordato qualcosa vedrai che anche il resto ti verrà in mente". In effetti la ragazza che prima di congedarsi aveva scoperto si chiamasse Mei aveva ragione, era stato ingenuo pensare che all'improvviso avrebbe ricordato tutto ; però un piccolo passo in avanti l'aveva compiuto ricordava che l'assassino aveva con se uno zaino e un ombrello anche se non aveva idea a chi appartenessero. Venne accolto gioiosamente dai suoi nonni che non vedeva da anni, e gli si presentò anche un tizio che non conosceva; aveva un aspetto simile a quello di suo padre ed era anche lui un maestro di arti marziali ,"Ryoga Hibiki" gli si presentò porgendogli la mano "sono un vecchio amico di tuo padre". Poco più tardi durante la cena Ryoga rivolse tutta la sua attenzione a Ranma, rammentavano insieme vecchi aneddoti della loro scalmanata adolescenza, Yuri che era seduto proprio di fronte a lui l'osservava in silenzio non riusciva a spiegarsi perchè ma quel tizio non gli piaceva per niente, prima di mettesi a tavola gli aveva detto di essere stato anche molto amico di sua madre, anzi lei era la sua migliore amica e aveva aggiunto di aver saputo della sua morte molto tempo dopo, era in viaggio in quel periodo molto lontano da Nerima. Strano non averlo mai incontrato visto che anche lui e suo padre avevano viaggiato molto, poi un altro pensiero lo colpì all' improvviso lui aveva detto di essere molto amico di sua madre anzi aveva detto che era la sua migliore amica chissà se lui in realtà non provava qualcos'altro per lei .Nel frattempo che lui pensava a queste cose, Ryoga aveva cambiato argomento adesso lodava se stesso e il modo in cui si occupava della palestra, visto che il numero degli iscritti era in aumento. A Yuri tutte quelle chiacchere avevano fatto venire il mal di testa ,si sentiva inoltre stanco per via del lungo viaggio non appena ne ebbe l'occasione si congedò augurando a tutti la buonanotte. Aveva scelto di sistemarsi nella camera che era appartenuta a sua madre, suo nonno Soun gli aveva detto che non aveva mai permesso a nessuno di occupare la camera di Akane; era rimasta esattamente come lei l'aveva lasciata. Yuri si mise a letto adesso che era solo e al buio il suo mal di testa era passato e così pure il sonno, impiegò parecchio tempo prima di addormentarsi. Una ragazza giaceva a terra morta nel soggiorno di casa sua lui la fissava in silenzio si trattava di Mei ma non era ancora morta gli mimava con le labbra una richiesta di aiuto ma lui non riusciva a muoversi era come inchiodato al pavimento. I passi del suo aggressore dietro di lei la obbligarono a cercare di strisciare il più lontano da lì, non riusciva ad andare molto veloce lui infatti era già dietro di lei. Il suo viso rimaneva oscuro ma Yuri vide che brandiva un pesante ombrello con cui intendeva colpirla, il giovane Saotome riuscendo finalmente a muoversi tentò di disarmarlo. Così lo vide in faccia l'uomo con l'ombrello era RYOGA ! ,Mei nel frattempo era svanita il suo posto era stato preso da sua madre, la mano di Yuri intanto aveva preso a sanguinare. A posto dell'ombrello adesso lui teneva un coltello o forse era un tagliacarte con cui stava per colpirlo quando......si tirò su a sedere di scatto il cuore gli martellava impazzito nel petto ed era in un bagno di sudore. Di colpo tutto gli tornò in mente Ryoga aveva ucciso sua madre, cosa doveva fare adesso? doveva parlarne a suo padre? l'idea però non gli piacque, non aveva mai avuto il coraggio di dirglielo ma il suo atteggiamento l'aveva deluso, capiva le sue preoccupazioni nei suoi confronti ma non aveva mai pensato che lui magari voleva solo scoprire cosa era successo? No disse tra se risoluto avrebbe affrontato Ryoga da solo, e fatto giustizia a sua madre. Avrebbe fatto pentire a quel maledetto di non aver ucciso anche lui. *Lum no love song di Ursei Yatsura è la sigla di Lamù, altra famosa opera di Rumiko Takahashi. PS: Mi piacerebbe sapere cosa pensate della storia in genere.

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Capitolo 7
*** CAPITOLO 7 ***


Non c'era verso per Ranma di prendere sonno, continuava a rigirarsi inutilmente nel futon quando alla fine decise di alzarsi. Pensò in un primo momento di recarsi in palestra ma poi cambiò idea, così uscì a fare due passi. L'aria notturna era fredda, non c'era nessuno in giro a quell'ora, mentre colpiva con dei calci una lattina avvertì la presenza di qualcuno ne seguì i rapidi movimenti con gli occhi alla fine prese la lattina e lo colpì .A giudicare dal tonfo che aveva sentito doveva aver fatto centro, quando si avvicinò vide di aver colpito un vecchietto molto basso che conosceva molto bene "Happosai!"esclamò infatti "ma come sei ancora vivo"? gli chiese senza pensarci "è sentiamo un pò perchè non dovrei esserlo!" gli fece notare l'anziano maestro stizzito massaggiandosi la testa. Ranma notò l'enorme sacco verde che si portava dietro e ne intuì immediatamente il contenuto, "non ti stanchi mai tu di rubare vero"? "e perchè dovrei? anzi sono proprio felice di averti incontrato guarda cosa ho qui"? e tirò fuori dal sacco quello che giudicò il pezzo migliore rubato in serata "indossalo per il tuo maestro "gli chiese implorante," tanti anni che non lo vedeva ma le manie sempre le stesse! "non mi trasformo più in ragazza" gli annunciò trionfante ad Happosai per poco non si staccò la mascella, non voleva crederci tanto che lo bagnò pure con l'acqua fredda ma niente l'aspetto di Ranma non mutò. Inizio a lagnarsi sul perchè avesse fatto una cosa così crudele privandolo del suo zuccherino, ma all'improvviso tornò allegro "non importa lo chiederò a tua figlia" gli disse con occhi nuovamente sognanti aggiungendo "sarà cresciuta ormai chissà che bellezza è diventata", "io e Akane abbiamo avuto un figlio" gli disse Ranma esasperato cominciando ad allontanarsi; aveva cose serie a cui pensare non aveva voglia di perdere tempo. Il vecchio ci pensò su "non diventa una ragazza", "no affatto" addio Happosai" gli disse Ranma riprendendo a camminare, "ehi un momento" lo richiamo il vecchio "non ci vediamo da tanti anni e già te ne vai, ti confesso che nonostante continui a rubare non lo trovò più tanto divertente senza te che cerchi di impedirmelo" gli disse sistemandosi sul sacco e accendendo la pipa, Ranma tornò indietro rassegnato."Da quando tempo sei di nuovo a Nerima"? gli chiese Happosai curioso "sono tornato oggi", ammise Ranma, "hai abbandonato la palestra dei Tendo, ma almeno hai continuato a praticare le arti marziali?" gli chiese il vecchio assottigliando lo sguardo, "non ho fatto altro, e poi non ho abbandonato la palestra" mormorò Ranma parecchio a disagio. Se solo avesse avuto la possibilità di tornare indietro, si pentiva amaramente delle sue scelte."Ho sentito dire che adesso è Ryoga ad occuparsene, non vuoi fare nulla al riguardo ?" gli chiese ancora Happosai mentre svuotava la pipa attento a non bruciare il suo prezioso bottino, "e cosa dovrei fare? mica gli posso chiedere di andarsene ha fatto tanto per la palestra, non sarebbe nemmeno giusto oppure dovrei chiedergli di dirigerla assieme? gli disse poco convinto, "finireste col litigare di sicuro, però ricordati che sei pur sempre tu ad aver ereditato quella palestra, io penso che dovresti sfidarlo per riprenderti il tuo posto" gli suggerì. Il vecchio non aveva tutti i torti ma i suoi familiari come l'avrebbero presa? doveva pensarci bene. Solo che prima c'era qualcos'altro che doveva fare, sistemare una faccenda che troppo a lungo era rimasta in sospeso. "Non sei tornato solo per la palestra vero?, l'hai fatto anche per Akanuccia?" gli chiese il maestro intuendo i suoi pensieri "hai indovinato" gli disse infatti "voglio sapere chi è stato ad uccidere Akane, " non smetterò di cercare fino a quando il colpevole non salterà fuori". "Bene, hai già qualche idea? "gli domandò interessato ,ci pensò su un attimo non aveva al momento nessuna idea ma lo infastidiva ammetterlo così chiese al vecchio "dov'eri tu il giorno che hanno ucciso Akane?". "Incolpì il tuo vecchio maestro di una cosa tanto orribile?" era balzato in piedi sconvolto, "non ti sto incolpando, ma mi chiedevo se magari avevi visto qualcosa di strano",Happosai si rimise seduto "no nulla di strano ero stato in giro quasi tutto il giorno prima a spiare le ragazze di un club di pallavolo, poi verso sera ho acquistato del sakè ero brillo che camminavo per strada e un ragazzaccio che correva mi è venuto addosso non si è nemmeno fermato, mi voltò per dirgliene quattro ma quello manco mi sente, ho visto però che si trattava di Ryoga quello scemo doveva esseri perso" ridacchiò il vecchio. "Sei proprio sicuro che si trattasse di lui? "chiese Ranma stupito,"sicurissimo" affermò Happosai, "mi ha sempre detto che in quel periodo lui era molto lontano da Nerima", gli fece presente Ranma, o probabilmente non sapeva neanche dove si trovava, però era strano adesso che ci pensava Ryoga aveva ripetuto più di una volta che non era a Nerima" uno strano senso di disagio lo avvolse dalla testa ai piedi. Non aveva mai pensato a Ryoga come potenziale assassino. Non che adesso lo pensasse ma non poteva trascurare questa rivelazione, "pensi che non si era perso?" gli domandò il vecchio, "potrebbe darsi ma", non sapeva cosa dire, "credo che a questo punto tu debba parlarci con Ryoga!"esclamo deciso Happosai ,nel frattempo si era rimesso il sacco sulle spalle e ad un incredibile velocità sparì tra i tetti delle case dopo avergli urlato "ti saluto Ranma".L'uomo sollevo lo sguardo dal cielo venne giù qualcosa la prese tra le mani, era il prezioso pezzo della collezione di Happosai.I raggi del sole, gli colpirono violentemente gli occhi Ranma si stiracchiò nel futon, ripensava alla conversazione avuta con Happosai; aveva pensato di parlare subito a Ryoga ma poi si era convinto che non era una buona idea, doveva avere in mano qualche prova che confermava che fosse stato lui. Non voleva rischiare di metterlo in allerta, o causare una brutta lite se lui non c'entrava nulla. Scese di sotto e trovò Yuri che si allenava in giardino, lo raggiunse e dopo avergli fatto un cenno di saluto gli chiese "come stai Yuri?", "bene" rispose il ragazzo senza smettere di colpire l'aria, "stavo pensando che adesso che siamo qui, sarebbe giusto che io e te passassimo a fare un saluto a tua madre" gli fece notare, il ragazzo smise di allenarsi, si asciugo il sudore dalla fronte e annui. Percorsero in silenzio la strada verso la lapide di Akane, Ranma aveva dei fiori in mano Yuri invece camminava a testa bassa con le mani in tasca. Ranma si inginocchio a sistemare i fiori, il ragazzo fissava la foto di sua madre in silenzio dietro di lui. Non aveva una bella cera doveva aver dormito poco e male sembrava stanco e nervoso. Infatti suo padre gli chiese "sicuro di stare bene?" ,"si te l'ho già detto" rispose lui irritato. Ranma non insistette, davanti la foto di sua madre però gli disse mettendogli le mani sulle spalle "ti prometto che adesso che siamo tornati farò di tutto per scoprire chi l'ha uccisa". Era davvero determinato glielo leggeva negli occhi, stava quasi per dirgli che aveva ricordato quello che era successo ma si morse la lingua. No invece, voleva essere lui a fare giustizia non voleva che suo padre si mettesse in mezzo. Dopo essersi separato dal padre, decise prima di tutto di raccontare tutto ciò che era successo a Mei. Voleva mantenere la promessa che le aveva fatto, non aveva mai avuto un'amico/a prima d'ora quindi non voleva deluderla. Lei stentava a crederci, non poteva dire di conoscere proprio bene Ryoga però non le aveva dato l'impressione di essere capace di una cosa del genere. Stava seduta sul divano ad un certo punto si stiracchio le gambe e gli chiese"cosa intendi fare adesso? andrai a dirlo alla polizia?", Yuri che aveva continuato a camminare avanti e indietro nella stanza si fermo e le rispose "no, per il momento voglio essere io a farlo confessare la polizia perderebbe troppo tempo, e io ho già aspettato a sufficienza PER DODICI ANNI" aveva gridato queste ultime parole tanto che Mei era sobbalzata. Si alzò dal divano e gli disse "ho intenzione di aiutarti,vedrai insieme riusciremo a farlo confessare", Yuri malgrado la situazione trattenne a stento un risolino "ascolta Mei ti ho raccontato tutto perchè te l'avevo promesso, ma adesso me la vedrò da solo, non mi occorre l'aiuto di una bambinetta". La ragazza arrossì fino alla punta delle orecchie era così che la vedeva perciò "e io che volevo aiutarti sei solo un'idiota"lo colpì con uno schiaffo sul viso e lo invitò ad uscire, tentò in ogni modo di scusarsi ma lei non volle ascoltarlo. La lasciò perdere, si stava avviando verso casa quando andò a scontrarsi proprio con Ryoga. Credeva di essersi perso ed era sollevato di averlo visto, Yuri a stento mantenne la calma. Doveva inventarsi qualcosa per poter rimanere da solo con lui a parlare, perciò gli chiese "pensavo di andare a fare una corsa ti va di farmi compagnia"? era una cosa banale sperò comunque che accettasse, Ryoga non ci pensò molto e accetto felice di fargli compagnia. Mei intanto di nascosto aveva assistito alla scena, era ancora arrabbiata ma non voleva che Yuri rimanesse solo così di nascosto si mise a seguirli.

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Capitolo 8
*** CAPITOLO 8 ***


Ranma rimase ancora qualche minuto davanti la lapide di Akane, pensando tristemente al poco tempo che avevano passato insieme da sposati, ci sarebbero state tante cose che avrebbe voluto fare e condividere con lei. Non aveva mai pensato all'inevitabile momento in cui uno dei due avrebbe lasciato l'altro, oppure se raramente gli era capitato di farlo l'aveva sempre pensato come a qualcosa di ancora lontano. Si avviò, verso casa ripensando alla conversazione avuta con Happosai: doveva scoprire, se davvero Ryoga era colpevole della morte di Akane. Arrivato a casa trovò suo padre che sonnecchiava davanti alla tv e sua madre in cucina, Yuri doveva essere ancora da Mei mentre Ryoga non era nei paraggi magari era in palestra. Si diresse allora al piano di sopra, pensando che se voleva trovare qualche prova avrebbe dovuto cominciare proprio dalla sua stanza. La camera che un tempo apparteneva a Nabiki, era in perfetto ordine per primo controllò nell'armadio non c'era molto: pochi vestiti, lo zaino da viaggio e l'ombrello rosso, frugò in ogni tasca dello zaino ma non trovò nulla, poi passò alla scrivania dove si trovava una foto incorniciata di Akane e p-chan, aprì il cassetto e lo trovò vuoto. Stava quasi per convincersi che non lì dentro non c'era nulla, quando si accorse che il cassetto aveva un doppio fondo, il cuore prese a battergli rapido, quando trovò due cose lì dentro, alcuni fogli di carta legati con un filo di spago e una collana rotta con un ciondolo a forma di lettera A come Akane. Era senza dubbio di sua moglie, solo che non ricordava di avergliela mai vista, gli ritornò alla mente l'ultima volta che aveva parlato con lei, era passata a dargli un saluto in palestra, si era scordata un ingrediente per la ricetta che intendeva preparare quella sera e gli aveva chiesto di andare dopo lui a prendergliela, poi gli aveva mostrato qualcosa "non è carina?" gli aveva chiesto, lui si era distratto e la ragazza si era arrabbiata e gliel'aveva messa sotto il naso, ora che ci ripensava era proprio quella collana l'aveva acquistata proprio il giorno che era stata uccisa, era per quel motivo che non l'aveva mai ricordata prima. Passò dunque a quei fogli, (gli venne nel frattempo da pensare a come mai Ryoga non si era liberato di queste cose) comunque sciolse il nodo che li teneva insieme e cominciò a guardarli, alcuni di essi erano dei semplici schizzi di mappe di alcuni luoghi dove era stato, altri invece erano dei fogli strappati da un'agenda, in uno di essi Ryoga non nella sua solita bella scrittura ma frettolosamente e con rabbia scriveva di non riuscire a credere che Akane alla fine avesse davvero scelto di sposare quel dannato Ranma. A questo punto mise via i restanti fogli non avendo ormai più dubbi circa la sua colpevolezza, questo gli fece quindi capire che si era illuso, pensava che ormai avesse accettato che Akane vedesse in lui solo un buon amico. Era stato l'unico che aveva messo al corrente della sua intenzione di sposarsi con Akane, infatti aveva fatto in modo che gli altri loro pseudo amici non lo scoprissero, non avrebbe permesso a nessuno di rovinare i suoi piani. Anche la più giovane delle Tendo era presente al momento in cui Ryoga veniva messo a corrente che si sarebbero sposati. Lui non ne era sembrato sorpreso, lo sentiva in fondo che sarebbe successo, e augurò ad entrambi di essere felici. Akane allora gli aveva augurato anche a lui di essere felice con Akari. A Ranma quindi era parso fosse tutto apposto, nulla vietava loro di essere amici e rimanere in contatto. Nonostante queste premesse il periodo successivo al matrimonio Ranma ed Akane erano sempre molto impegnati con la palestra, aggiungendo anche il fatto che Ryoga abitava piuttosto lontano e il suo senso dell'orientamento era pessimo avevano finito col perdersi totalmente di vista. Non aveva mai pensato a lui come assassino di Akane, ricordava ancora bene come era pronto a difendere la ragazza quando veniva offesa e molte volte proprio da lui. In realtà aveva solo finto di accettare l'idea che si sarebbe sposata con un'altra, non aveva mai smesso di pensare ad Akane ne era rimasto ossessionato. Una rabbia violenta si impossessò di lui, probabilmente se avesse avuto Ryoga tra le mani in quel momento l'avrebbe ucciso, sollevò la scrivania e la scaraventò a terra, il frastuono richiamò al piano di sopra Nodoka che fissandolo sbigottita con la mano poggiata sul viso gli chiese "cosa succede Ranma?", il figlio però non le rispose le mani erano strette in due pugni talmente serrati che le nocche erano sbiancate , gli chiese con voce strozzata " Ryoga si trova in palestra?" lei non rispose, allora le ripetè più forte "RYOGA SI TROVA IN PALESTRA?" lei sobbalzò spaventata "non so perchè lo cerchi?" gli domandò confusa , Ranma non le rispose e scese di sotto. "Avete visto Ryoga?" chise Ranma agitato a sua padre stava facendo un' incredibile sforzo per cercare di apparire calmo, non aveva voglia e nemmeno il tempo di stare lì a spiegare, "è andato a fare una corsa con Yuri li ho visti, mentre tornavo dalla mia passeggiata" gli spiegò perplesso Soun Tendo vedendolo così agitato. Ranma si fermò a riflettere un attimo, Yuri era parecchio nervoso quella mattina aveva accettato di andare con lui a trovare la madre, però gli era sembrato che avesse troppa fretta di andarsene da Mei e se invece aveva qualcos'altro in mente, e se Yuri avesse ricordato cosa era successo quel giorno, se era così perchè non gli aveva detto nulla? forse perchè voleva essere lui a fare giustizia, si rese conto , se era davvero così il ragazzo era nei guai doveva andare a cercali corse fuori di casa senza dire nulla, sotto gli occhi sbigottiti del signor Tendo e di suo padre. Correvano in silenzio da un pò Yuri sentiva di avere un pò di paura era pur sempre l'assassino di sua madre che gli correva a fianco, non lo conosceva affatto non ricordava se sua madre o suo padre gli avessero mai parlato di lui, inziò a sudare e non solo per la corsa, gli stava prendendo il panico non sapeva come affrontare l'argomento. Dall'altra parte Ryoga era perfettamente tranquillo non sospettava nulla, Yuri ad un certo punto si fermò con la scusa di dover sistemare la scarpa lui rimase quindi ad aspettarlo erano fermi proprio davanti ad un parco vuoto a Yuri venne l'ispirazione "combattiamo un pò qui adesso", "adesso? si sta facendo tardi anzi sarà meglio tornare indietro , quando terminerò le lezioni alla palestra ci affronteremo lì" gli assicurò Ryoga. "Andiamo perchè non ora in fondo non è cosi tardi, mio padre mia ha sempre detto che eri un combattente molto abile l'hai spesso messo in difficoltà, mi piacerebbe poter constatare quanto ha detto" non era vero sperò comunque che questo gli facesse cambiare idea. Ottenne infatti quello che voleva così iniziarono a lottare, il giovane Saotome non se la cavava male era molto agile, schivò un pugno di Ryoga quando all'improvviso gli disse "mi avevi detto che eri suo amico", lo sguardo del ragazzo era divenuto carico di odio, Ryoga si fermò un attimo a fissarlo in silenzio il ragazzo proseguì "SEI STATO TU AD UCCIDERLA, MI RICORDO TUTTO HO PURE CERCATO DI FERMARTI MA HAI COLPITO ANCHE ME" aveva parlato a voce molto alta non c'era nessuno nei paraggi ma anche se non fosse stato così non gliene importava niente, gli mostrò il palmo della mano dove stava una cicatrice che lo percorreva per intero, ricordo di quel lontano giorno. Ryoga dopo averlo fissato interdetto e scosso da quell'accusa tentò di farlo ragionare "ascolta, capisco che tu desideri scoprire chi ha ucciso tua madre e magari c'è l'hai con me perchè ho preso il posto che era di tuo padre alla palestra, ma non avrei mai fatto nulla di simile ad Akane le volevo molto bene" sperò cosi di averlo convinto che era in errore, il ragazzo però non si lasciò convincere e proseguì sempre più sicuro di sè "appunto per questo l'hai fatto non sopportavi più l'idea che non avesse scelto di stare con te" Ryoga si sentì messo con le spalle al muro non era il caso di continuare a fingersi nnocente lui non gli avrebbe creduto, non aveva mai pensato che il bamboccio potesse essere un problema doveva liberarsi di lui, bastava solo mettersi a lottare sul serio era in gamba ma lui aveva l'esperienza dalla sua parte avrebbe concluso presto quello scontro. "Ti pentirai di non aver ucciso anche me quel giorno" gli assicurò ad un certo punto Yuri, "si può sempre rimediare adesso" gli fece notare Ryoga smascherandosi, e colpendolo con un violento pugno il ragazzo preso alla sprovvista cadde a terra in ginocchio e prese a tossicchiare, doveva stare molto attento da quel momento in poi. Mei ancora nascosta aveva ascoltato tutto ed era molto preoccupata per Yuri, certo prima l'aveva fatta arrabbiare molto, ma adesso stava rischiando di fare una brutta fine, non sapeva cosa fare doveva cercare aiuto o credere che Yuri potesse davvero vincere, era indecisa lui si stava difendendo bene ma i colpi di Ryoga diventavano sempre più violenti. Intanto un gruppetto di persone si era fermato ad osservarli ammirati dalla loro bravura totalmente ignari di cosa li spingesse a lottare così duramente il fatto che ci fosse della gente presente tranquillizzo Mei, Ryoga non poteva ucciderlo davanti a delle persone e poi chissà forse alla fine Yuri sarebbe riuscito a vincere. Ranma continuava a cercarli spostandosi rapido tra i tetti delle casa era preoccupato per Yuri, soprattutto ora che sapeva cosa Ryoga era stato in grado di fare. Riuscì finalmente ad individuarli, i due avversari si erano fermati un momento a riprendere fiato, l'eterno disperso che credeva sarebbe uscito in breve tempo vincitore dovette ricredersi, era stato messo in seria difficoltà si rese conto solo in quel momento che un gruppo di persone li osservava, era stato talmente concentrato nello scontro che non se ne era nemmeno accorto. Decise allora che era arrivato il momento di chiudere quel combattimento, che ormai durava già da un pezzo. Utilizzando il colpo del leone, intanto Yuri era sfinito non aveva nemmeno la forza di rialzarsi stava con un ginocchio poggiato sul terreno, si rialzò a fatica barcollando, Ryoga nel frattempo aveva lanciato contro di lui una delle sue tecniche più potenti, la stessa tecnica con cui aveva sconfitto Ranma anche se solo in allenamento. Yuri raccolse le sue ultime forze per tentare di frenare il colpo non era sicuro di farcela di forze gliene erano rimaste davvero poche, i presenti abbagliati dalla luce si coprirono gli occhi, infatti stava per essere travolto quando qualcuno lo prese per le spalle e lo portò via da lì, non appena il polverone causato dalla forza della tecnica di Ryoga che finì alla fine solo per frantumare un muro Yuri alzò gli occhi e vide suo padre.

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Capitolo 9
*** CAPITOLO 9 ***


In un primo momento gli era sembrato che il colpo del leone avesse preso in pieno Yuri, invece era riuscito ad evitarlo inizialmente non aveva capito come ma poi vide Ranma, con lo sguardo carico di rabbia fisso su di lui e consapevole di avere di fronte l'assassinio di Akane. Il ragazzo intanto si stava rimettendo in piedi a fatica, Mei gli andò vicino per sostenerlo si sentiva più tranquilla adesso che c'era Ranma non l'aveva mai visto lottare ma era sicura che lui avrebbe sconfitto Ryoga. Ranma intanto fece segno ai due ragazzi di allontanarsi, Yuri però non voleva saperne di abbandonare lo scontro, "stai indietro ti ho detto" gli ordinò un'altra volta , "capisco quello che provi ma non è un'avversario contro cui puoi farcela, non preoccuparti non mi lascerò sconfiggere" cercò di rassicurarlo nonostante fosse ancora arrabbiato con lui per non avergli detto nulla ed essersi messo in pericolo, Yuri allora malvolentieri obbedì. Dall'altra parte comunque Ryoga era piuttosto malconcio, a causa dei colpi che aveva ricevuto dal ragazzo sommati all'aver utilizzato il colpo del leone che gli portava via molte energie, si era infatti pentito di essere ricorso a quella tecnica. A questo punto si rese conto che l'unica cosa che gli occorreva fare era convincere Ranma a rinviare lo scontro, stringendosi un braccio dolorante con la mano gli disse "come puoi vedere Ranma, sono conciato piuttosto male è in gamba quel bamboccio, anche se non sarebbe mai riuscito a sconfiggermi se non fossi arrivato tu, a questo punto non ti sembra il caso di rimandare di qualche giorno il nostro scontro?" si fermò un attimo, poi aggiunse "non sarebbe nemmeno giusto affrontarci adesso non sarebbe uno scontro alla pari", Ranma ci pensò su un attimo poi gli disse "anche se muoio dalla voglia di prenderti a calci, come dici tu non sarebbe in questo momento uno scontro alla pari, io invece voglio combattere quando sarai nel pieno delle forze così avrò maggiore soddisfazione quando ti sconfiggerò" gli assicurò Ranma "sei molto sicuro di te come sempre" gli disse Ryoga ridacchiando "ti suggerisco invece di non fare tanto lo spavaldo perchè sarò io a vincere stavolta, tra qualche giorno ti farò sapere il luogo e l'ora dove combatteremo" aggiunse poi prima di sparire. "Ma come lo lasci andare via così?, non dovevi accettare le sue condizioni chi ti garantisce che davvero si rifarà vivo potrebbe solo averne approfittato per scappare" sbottò Yuri incapace di trattenersi non riusciva ancora a credere che suo padre gli aveva davvero permesso di andarsene "non ti preoccupare si rifarà vivo adesso nella sua testa c'è solo il desiderio di riprendersi e combattere" gli assicurò. Il ragazzo sperava che avesse ragione nonostante ciò rimase dubbioso, si avviò quindi verso casa affranto assieme al padre e a Mei. Una volta a casa, vennero presi d'assalto, i suoi nonni infatti volevano sapere cosa diavolo era successo, Ranma riuscito ad ottenere un pò di calma spiegò a loro tutto quello che era successo, "COME SAREBBE A DIRE CHE HAI LASCIATO ANDARE L'ASSASSINO DI AKANE?" gli chiese allora Soun dopo essersi lievemente ripreso dallo shock di scoprire che l'uomo che da sei anni viveva in casa sua si occupava della palestra ed era per giunta amico di sua figlia fosse proprio il suo assassino, con la rabbia provocata da quest'ultima rivelazione aveva anche assunto le sembianze di un mostro di antiche stampe giapponesi, Yuri non aveva mai visto niente del genere e per poco non gli venne un colpo, Ranma invece non si scompose assicurò infatti i presenti dicendogli "so quello che faccio Ryoga mi farà presto avere sue notizie, presto avrà la punizione che merita per tutto quello che ci ha fatto" calò dunque il silenzio, tutti loro avevano piena fiducia nelle capacità combattive di Ranma nonostante a parte Yuri non lo vedevano in azione da molto tempo anche se lui aveva sempre sostenuto di aver continuato ad allenarsi, mentre di Ryoga sapevano per certo che era molto migliorato nel corso del tempo. Ranma comunque non ritenne necessario allenarsi nell'attesa che si facesse sentire, voleva arrivare allo scontro ben riposato. Trascorse qualche giorno prima che Ryoga si facesse vivo, Yuri si era convinto che aveva solo bleffato e ormai chissà dove era finito, fino a quando una mattina passò a casa loro un ragazzo che consegnò un messaggio a Ranma. L'uomo spiegò il foglio e lesse le poche righe: si sarebbero affrontati l'indomani in area rocciosa ad ovest di Nerima alle dieci,rilesse ancora una volta il messaggio, era diverso dagl'altri che era solito inviargli, non nella forma, ma sapeva che stavolta lui sarebbe stato presente non come quando decideva di sfidarlo e puntualmente sbagliava strada o raggiungeva il luogo prestabilito dopo settimane. Si preannunciava come uno scontro molto duro, che nulla aveva a che vedere con i precedenti. Non si sentiva nemmeno volare una mosca, tutti i presenti erano preoccupati, Yuri dopo aver letto rapidamente il messaggio avendo sbirciato da sopra la sua spalla gli chiese "vuoi che venga con te?", "non è il caso, devo andare da solo non preoccuparti me la caverò" rispose al ragazzo, ma si rivolse anche a Soun e ai suoi genitori. Si mise allora in viaggio, di mattino presto senza troppi problemi raggiunse il luogo prestabilito, non si era sbagliato Ryoga se ne stava lì seduto su una roccia con un ginocchio piegato e il gomito poggiato sopra, stava contemplando il ruscello che stava sotto di lui, "che te ne pare del luogo che ho scelto per il nostro scontro?" gli domandò non appena lo vide, rimettendosi in piedi e fronteggiandolo. Ranma si guardò intorno c'erano alte montagne, formazioni rocciose, da lontano sentiva anche il rumore di una cascata, non rispose alla domanda di Ryoga ma gli disse " perchè hai fatto una cosa così orribile? perchè hai ucciso Akane?, lei ti ha sempre ritenuto suo amico, come me del resto. Abbiamo avuto parecchie incomprensioni in passato ma ho sempre creduto che ormai avevamo appianato le nostre divergenze. Cosa diavolo ti è passato per la testa maledetto?", "appunto tu credevi di aver appianato le nostre divergenze perchè ti faceva comodo pensarlo" si fermò un attimo mordicchiandosi le labbra poi continuò " gli altri vostri pretendenti quando l'hanno scoperto se ne sono fatti una ragione e sono andati avanti ma loro avevano qualcosa o qualcuno che li avrebbe aiutati a superare la delusione, io cosa avevo invece? gli unici obiettivi che avevo erano sconfiggere te e sposare Akane, ma ho fallito su tutti i fronti. Allora mi sono fidanzato con Akari, era una ragazza adorabile ma c'era un problema: non era Akane, "non hai mai pensato invece a quello che voleva lei?, tu non te ne rendi nemmeno conto ma il tuo non era affetto era solo ossessione. Queste parole fecero indigniare l'eterno disperso, non replicò nemmeno a quello che gli era stato detto ma si lanciò subito contro Ranma. Cominciò a colpirlo con una serie di pugni sempre più rapidi, faceva fatica a schivarli, "avanti che ti prende, so che sai fare di meglio" gli disse colpendolo con un calcio e spedendolo al suolo, Ranma atterrò in piedi e partì all'attacco con la versione modificata della tecnica delle castagne. L'ultimo pugno di Ranma spedì Ryoga in acqua, "fantastico" pensò, non aveva idea se il suo avversario fosse guarito dalla sua maledizione, in caso contrario si sarebbe dovuto procurare dell'acqua calda, non poteva mica combattere contro un porcellino!, anche se non riusciva a comprenderne il motivo gli era sembrato di avergli visto l'ombra di un sorriso mentre cadeva. Attese un poi ma lui ancora non riemergeva,(era sicuro infatti che il loro scontro era ben lontano dalla conclusione) poi dall'acqua iniziarono a salire delle bollicine finchè non emerse qualcosa; decisamente più grande di p-chan ma non era neanche Ryoga, si trattava invece di un lupo e di grosse dimensioni. "Ma che diavolo sta succedendo?" si chiese Ranma ad alta voce, l'animale intanto avanzava minaccioso, si accorse che al collo aveva la bandana di Ryoga, doveva essere lui per forza, solo che non capiva perchè si era trasformato in quel modo. Non ricordava affatto che esistesse una fonte del genere tra quelle presenti alle sorgenti di Jusenkyo. Ryoga in queste nuove sembianze, gli balzò addosso all'improvviso Ranma perse l'equilibrio e cadde a terra, iniziò quindi a morderlo e graffiarlo, si difese come meglio poteva da quell'inaspettata furia, riuscì a evitare che lo mordesse sul collo e se lo scrollò di dosso. Lo colpì con un calcio in pieno muso ma quello nemmeno lo sentì, le cose si stavano mettendo male per Ranma, si rese conto che per riuscire a vincere avrebbe dovuto trovare al più presto dell'acqua calda per farlo tornare normale. Intanto faceva sempre più fatica a tenerlo a bada, il lupo era ripartito all'attacco, facendolo finire ancora una volta a terra con una zampata, gli lacerò la casacca mordendolo sulla schiena, Ranma si rigirò, raccolse un pò di terra gliela lanciò sugli occhi, approffittando di averlo momentaneamente accecato si allontanò. Doveva trovare dell'acqua calda, la stava cercando da un pò quando ebbe finalmente un colpo di fortuna, era riuscito infatti a trovare una sorgente di acqua calda, adesso l'unica cosa da fare era attirare lì Ryoga. Il suo avversario però gli aveva risparmiato la fatica era infatti proprio alle sue spalle, Ranma non se ne accorse in tempo e venne morso al braccio, riuscì a fatica a spedirlo a terra con una serie di gomitate. Sanguinava copiosamente ma non poteva arrendersi, doveva farlo tornare normale. Si avvicinò con l'intento di scaraventarlo in acqua, però l'animale si era già ripreso, Ranma evitò di essere ancora colpito e gli balzò in groppa. L'animale tentò in ogni modo di scrollarselo di dosso, lui però tenne duro e lo colpì nuovamente agli occhi stavolta con i pugni, finì quindi a terra, allora il lupo disorientato tentò nuovamente aggredirlo, Ranma si allontanò ma non fu abbastanza rapido tanto che l'avversario gli schiacciò la caviglia. Sentì un doloroso crack doveva essersela rotta, faticosamente allora strisciò verso la sorgente sperando di attirare la bestia che parzialmente ripresasi si lanciò nuovamente contro di lui finendo così nell'acqua calda che lo fece immediatamente tornare normale. Rimasero lì distesi per qualche minuto a riprendere fiato sfiniti, le ferite di Ranma erano comunque molto più gravi, fu Ryoga infatti a riprendersi per primo era furioso, l'arma che credeva gli avrebbe fatto vincere lo scontro aveva fallito. Colpì l'avversario con dei calci e lo costrinse a rimettersi in piedi, Ranma zoppicava vistosamente doveva inventarsi subito qualcosa non poteva permettergli di trasformarsi ancora. Gli venne in mente la tecnica perfetta che avrebbe potuto usare: il colpo del drago volante, che tanti anni prima gli era stata insegnata dalla vecchia obaba, e che proprio su Ryoga aveva usato per primo. La ricordava ancora alla perfezione, doveva muoversi a spirale e limitarsi a schivare gli attacchi del nemico, la rabbia di Ryoga era così forte che avrebbe permesso al colpo di essere potente, iniziò quindi a muoversi a spirale, la caviglia gli faceva male ma non poteva fermarsi, evitava i violenti colpi di Ryoga, che schiumava di rabbia tanto da non accorgersi di nulla "meglio così" pensò Ranma. Raggiunsero quindi il centro della spirale, e qui sferrò il suo colpo che scaraventò Ryoga diversi metri lontano, dopo di ciò Ranma crollò a terra esausto. Aveva vinto, nonostante in quel momento fosse fisicamente distrutto, non capì nemmeno come ma trovò comunque la forza di rialzarsi e avvicinarsi al suo avversario. Giaceva immobile a terra , "cosa aspetti?" gli chiese con un filo di voce, "non mi dai il colpo di grazia?" senza dire nulla si chinò su di lui e l'afferrò per un lembo della maglia caricando il pugno, il viso di Ryoga nel frattempo si era imbrattato del sangue del suo avversario, Ranma rimase immobile un secondo che gli parve eterno; chiedendosi perchè mai avrebbe dovuto avere pietà della persona che aveva ucciso sua moglie e tradito la sua amicizia? in fondo se fossero stati nella posizione opposta sicuramente lui non avrebbe esitato. Stava quasi per sferrargli un altro colpo ma poi si fermò, non poteva farlo, era riuscito a vincere lo scontro e a fare giustizia ad Akane, Ryoga sarebbe stato arrestato e avrebbe avuto la punizione che si meritava, inoltre lui non poteva lasciare Yuri da solo, il ragazzo aveva sofferto abbastanza.

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Capitolo 10
*** CAPITOLO 10 ***


Improvvisamente, Ranma cominciò a sentire un dolore acuto nei punti in cui era ferito, il braccio continuava a sanguinargli così come la ferita alla schiena inoltre la caviglia gli faceva un male cane sentiva che si era gonfiata; tanto che a un certo punto non riuscì più a resistere al dolore e svenne. Quando riaprì gli occhi si trovava in un letto d'ospedale, accanto a lui c'erano Yuri, i suoi genitori e Soun. "Finalmente ti sei svegliato " gli disse il signor Tendo tra le lacrime felice dopo aver seriamente temuto del resto come i presenti che non si sarebbe mai ripreso, "che è successo chi mi ha portato qui?" chiese Ranma confuso aveva un pò di mal di testa, cercò lo stesso di rialzarsi ma non ci riuscì, "non sforzarti" l'ammoni Yuri, trattenendolo "eri ferito gravemente", poi rispose alla sua domanda "siamo venuti a cercarti, eravamo preoccupati che fossi andato a combattere da solo, fortunatamente avevamo il messaggio che ti aveva dato Ryoga, ti abbiamo trovato a terra privo di sensi eri ridotto male cosi abbiamo chiamato i soccorsi e dopo aver spiegato a loro cosa vi era capitato abbiamo chiamato la polizia". "Capisco" rispose Ranma sforzandosi di rimanere seduto, e pensando che anche il suo avverasario doveva essere ridotto piuttosto male " Ryoga era conciato anche peggio di te, ma ci hanno detto che una volta che si riprenderà sarà arrestato" gli spiegò Yuri indovinando in parte il pensiero di suo padre. "A giudicare dalle vostre ferite avete combattuto molto duramente" gli fece notare suo padre, Ranma volse lo sguardo verso di lui era in piedi dietro sua madre sembrava così vecchio e stanco, "si è stato uno scontro molto duro anche se alla fine sono riuscito a vincere" gli disse Ranma fiero, raccontò poi cosa era avvenuto durante la lotta, "UN LUPO HAI DETTO!" esclamarono in coro increduli; "già proprio un lupo, Ryoga è riuscito a tornare in Cina e ha modificato la sua maledizione" si fermò un attimo a pensare alle volte che era stato alle sorgenti maledette "non immaginavo esistesse una sorgente del genere, sicuramente non è stata creata da molto tempo" disse esprimendo il suo pensiero ai presenti, sprofondò poi nel morbido cuscino per permettere alla schiena dolorante di riposare. Trascorse una settimana in ospedale, poi stanco di stare lì decise di tornare a casa nonostante il parere contrario del dottore. Ryoga come aveva detto Yuri una volta ripresosi venne arrestato per l'omicidio di Akane Tendo. Non oppose nessuna resistenza e non tentò neanche di discolparsi, sapeva che non sarebbe servito a nulla. Chiese solo ed ottenne il permesso dall'ispettore che si era occupato del suo arresto di lasciargli raccontare il motivo per cui aveva fatto una cosa simile e come era finito nuovamente dai Tendo. Cominciò dunque dicendo " non avevo mai accettato il fidanzamento e il matrimonio di Akane, anche se nel frattempo mi ero fidanzato con Akari. Sono andato via da Nerima per sempre poco dopo che si era sposata, con la speranza di dimenticarla ma era stato tutto inutile, così avevo lasciato Akari un pò mi era dispiaciuto era una ragazza adorabile e forse per questo non volevo più mentirle dicendole di essere felice con lei, d'altro canto anche la ragazza doveva aver capito che quel giorno che avevo preso lo zaino e l'ombrello per uscire non sarei più tornato doveva averlo capito dall'espressione della mia faccia, ma non aveva detto nulla. Ripresi a vagabondare di città in città, ripromettendomi sempre di non tornare più a Nerima ma ogni volta i miei piedi mi riportavano lì sempre a pochi passi da casa sua, come quel giorno quando avevo preso coraggio e avevo bussato alla sua porta. Lei era sempre uguale a come la ricordavo e felice che fossi passato a trovarla, non so cosa mi abbia preso ma le ho confessato i miei sentimenti e in modo chiaro stavolta non come in passato, non sapevo neanche perchè le avevo parlato in quel modo come ho detto prima , in fondo in cuor mio sapevo che avrebbe detto di no. Akane, infatti con la sua solita gentilezza mi ha detto di aver sempre visto in me un amico, era rimasta colpita dalle mie parole; ma pensava che ormai doveva essere chiaro anche a lui che lei era innamorata di Ranma. Rifiutò perfino il regalo che le avevo portato, un tagliacarte con decorazioni di ciliegi in fiore", si fermò un attimo a riflettere sul perchè le avesse portato un regalo del genere; ma poi era davvero un regalo per lei? o forse si era già immaginato la piega che avrebbe preso la loro conversazione. Si riscosse da quel pensiero e riprese a raccontare "ero rimasto come un povero scemo con il tagliacarte in mano, la voce di lei sembrava così fastidiosa in quel momento continuava a blaterare che avrebbe fatto finta di nulla per quello che gli avevo appena detto, poi mi aveva invitato ad andarmene, anche perchè suo marito stava per tornare. Aveva proprio detto marito non Ranma, come a volermi rimarcare ancora che io non aveva nessuna speranza. In quel momento mi ero reso conto di odiarla, aveva calpestato i miei sentimenti e adesso mi stava pure mettendo alla porta, la mia mano che impugnava il tagliacarte si mosse da sola e la colpì lei sgranò gli occhi non aspettandosi da me una reazione così violenta, stavo per colpirla ancora quando qualcuno che aveva silenziosamente assistito alla scena aveva tentato di disarmarmi; era il figlio di Akane e Ranma, Yuri aveva solo quattro anni non mi fu difficile scrollarmelo di dosso e colpirlo alla mano. Il bambino mi fissò con gli occhi marroni come quelli della madre in quel momento pieni di lacrime, non mi sentivo minimamente impietosito anzi l'avrei colpito ancora se Akane non me l'avesse impedito, si lanciò senza pensarci contro di me cercando di disarmarmi mentre stringeva con una mano la ferita che continuava a sanguinare, il vestito era sporco di sangue respirava affannosamente, sperava che Ranma arrivasse in fretta ma lui ancora tardava. Riuscii a scrollarmela facilmente di dosso con la stessa facilità con cui prima aveva allontanato il bambino, le si era pure rotta la collana, mi avventai rabbiosamente ancora contro di lei e la pugnalai ancora e ancora finchè non cadde a terra e non si rialzò più, mi avvicinai per controllarla, era morta. Raccolsi la sua collana da terra prima che il sangue la sporcasse se la rigirai tra le dita dopo la misi nella tasca dei pantaloni. Yuri fissava in silenzio terrorizzato sua madre , mentre io dopo che la rabbia era sbollita mi stavo facendo prendere dal panico, Ranma stava per tornare dovevo andare via di lì e alla svelta il più lontano possibile, raccolsi in fretta lo zaino nascosi il tagliacarte all'interno della manica della maglia, ignorai totalmente Yuri e mi precipitai fuori di casa. Iniziai a correre senza mai voltarmi lungo la via travolsi un ubriaco che mi prese a male parole ma non mi fermai e continuai a correre finchè non ebbi più fiato e fui costretto a fermarmi, ero piegato in due sulla ginocchia in un bagno di sudore e il cuore che mi martellava nel petto come un tamburo. Avevo paura ad ammettere a me stesso ciò che avevo fatto, però era successo ormai non potevo più tornare indietro avevo ucciso Akane tastai allora la manica della maglia dove avevo nascosto il tagliacarte insanguinato coma a darmi conferma che era tutto vero. Iniziando a ragionare con calma mi ero reso conto che ciò non era stata una cosa negativa odiavo ammetterlo ma forse per me stava realmente diventando un ossessione, (come poi gli aveva detto Ranma) adesso che non c'era più sarebbe stato più facile smettere di pensarla, avrei cominciato una nuova vita da un'altra parte, mi preoccupava solo il fatto che Yuri mi aveva visto e avrebbe potuto descrivermi alla polizia ma ripensandoci molto probabilmente non sarebbe stato in grado, avevo letto da qualche parte che lo shock causato dall'assistere a simili scene poteva far perdere la memoria. A parte questo chi avrebbe potuto collegarmi all'omicidio? nessuno di quelli che conoscevo mi aveva visto o sapeva che ero a Nerima. Mi liberai del tagliacarte gettandolo nel fiume, poi presi dalla tasca dei pantaloni la collana, non avrei dovuto prenderla comunque dovevo sbarazzarmene, non ci riuscii e decisi di tenerla , la nascosi nello zaino vicino a quei fogli di carta che riportavano pensieri sempre inerenti Akane. Ero consapevole che dovevo disfarmene, non aveva senso portarsele dietro erano troppo pericolose erano le prove della mia colpevolezza. Non trovai però il coraggio, così rimasero in fondo allo zaino, il tempo intanto mi aveva dato ragione, la polizia non aveva mai fatto il mio nome e il colpevole non era stato trovato. Ripresi dunque a viaggiare senza una metà precisa promettendomi di nuovo di non tornare mai più a Nerima, anzi sarei andato sempre più lontano. Ritrovai le sorgenti maledette di Jusenkyo finalmente mi sarei liberato una volta per tutte di p-chan. La guida mi aveva condotto fino alla sorgente dell'uomo annegato, mentre lui si era allontanato perchè doveva avvertire altri visitatori di stare attenti a non cadere in acqua, ero rimasto davanti alla sorgente che avevo atteso di trovare per anni eppure ancora non mi decidevo ad immergermi, stavo pensando a che vantaggi avrei avuto a tornare normale e basta, non sarebbe stato meglio trovare una sorgente che in qualche modo mi avrebbe reso più forte? così mi immersi in una sorgente non molto distante da quella in cui mi aveva condotto la guida, non sapevo neanche cosa sarei diventato, speravo però in qualcosa di meglio di un piccolo maialino. Mi trasformai quindi in un lupo, la cosa non mi dispiacque, mi resi conto che in quel modo avrei avuto la possibilità di sconfiggere Ranma, c'era ancora in me il desiderio di sconfiggere il mio vecchio rivale in modo definitivo anche se non sapeva quando e sè mai l'avrei rincontrato visto che mi ero giurato di non tornare più nella città dove viveva". Ryoga fece un'altra pausa, non si era reso conto che forse non avrebbe dovuto aggiungere quella parte al racconto, non aveva pensato che avrebbe potuto essere preso per matto parlando delle sorgenti maledette, ma fortunatamente il suo ascoltatore non battè ciglio, doveva conoscerle anche lui chissà magari ci era pure finito dentro in una di quelle, facendo finta di nulla riprese a parlare " mi rimisi in viaggio, sa è proprio vero che certe abitudini sono dure a morire, infatti senza rendermene conto ero finito ancora una volta dove mi ero ripromesso di non tornare più, e per giunta incontrai proprio il padre di Akane, Soun Tendo. Mi fermai a parlare un attimo con lui e gli proposi di lasciarmi gestire la palestra, dopo che lui mi aveva raccontato che Ranma era andato via e lui e l'amico Genma non riuscivano ad occuparsene, accettò di buon grado la mia offerta. Così finii per occuparmi della palestra che era stata di Ranma e Akane, e non solo mi ero pure stabilito in casa sua, finendo per occupare la camera di Nabiki Tendo. Dopo aver riposto con calma le mie poche cose, si presentò il problema dei fogli e della collana, decisi di sistemarli in fondo al cassetto della scrivania e di coprirli con un nuovo fondo, avrei dovuto buttarli, mi ero ripromesso di farlo ma una volta sistemati lì non avevo più il coraggio di riprenderli e avevo finito con il dimenticarmene"."Proprio gli oggetti che Yuri Saotome mi ha mostrato quando mi ha detto che eri tu l'assassino di sua madre"concluse l'ispettore. A questo punto non c'era nient'altro da aggiungere e Ryoga venne arrestato, in prigione durante la notte cominciò presto ad avere incubi dove vedeva Akane, era da molto tempo che non gli succedeva. I suoi continui lamenti impedivano anche agli altri di riposare così venne messo in isolamento. Lì la sua condizione peggiorò ormai non era più solo nei suoi incubi, gli capitava infatti di vederla anche durante il giorno l'aspetto di lei era quello dell'ultima volta che l'aveva vista: lo sguardo inespressivo e il vestito macchiato di sangue. Gli vennero dati dei tranquillanti, ma non servirono a nulla tanto che un giorno distrusse la sua cella è chiese alle guardie,"mandate via quella donna, con gli abiti sporchi di sangue, passarono allora a delle dosi di farmaco più forti. Trascorreva tutto il giorno chiuso nella sua cella, non aveva nessuno contatto e da giorni rifiutava i suoi pasti, chiamarono lo psichiatra per valutare le sue condizioni mentali. L'uomo dopo una breve visita al carcerato ritenne necessario il suo trasferimento in un ospedale psichiatrico, Ryoga non si era mostrato aggressivo ma per tutto il tempo che lo psichiatra era stato lì l'aveva ignorato stava seduto sul letto con le ginocchia strette al petto continuando a chiedere scusa alla parete bianca di fronte a lui dove sosteneva si trovasse Akane. Ranma riprese dunque a gestire la palestra le sue ferite fisiche erano guarite ormai mentre per quelle del suo animo ci sarebbe voluto pù tempo, aveva saputo che Ryoga era finito in un ospedale psichiatrico, non sapeva nemmeno cosa provare, anche se si rese conto che una piccola parte di lui provava un pò di pena per la brutta fine di quello che credeva amico, furono giorni molto difficili per tutti gli abitanti di casa Tendo e per le due sorelle maggiori di Akane una volta che furono messe anche loro al corrente della faccenda, il dolore per la perdita della ragazza che il tempo aveva in parte lenito ritornò più forte di prima ora che avevano scoperto che l'assassino era qualcuno cosi vicino a loro. Era quasi ora di cena Ranma dopo aver terminato le lezioni si era trattenuto per fare un pò di allenamento solitario decise di smettere, chiuse allora la porta della palestra e cominciò a percorrere con calma il vialetto l'aria fuori era piacevolmente fresca, non era stato facile tornare ad insegnare le arti marziali anche se ormai si stava riabituando nonostante adesso ad insegnare era da solo. Yuri si era offerto di aiutarlo ma lui non aveva voluto anzi l'aveva iscritto a scuola al liceo furinkan quello che aveva frequentato lui e anche sua madre, il ragazzo aveva protestato che così non avrebbe avuto più tempo per allenarsi, ma suo padre era stato irremovibile nella sua decisione, il tempo per gli allenamenti l'avrebbe trovato con questo non significava che volesse che abbandonava le arti marziali, Ranma infatti pensava fosse giusto che frequentasse i suoi coetanei inoltre voleva farsi perdonare per la vita di vagabondaggi a cui l'aveva costretto. Una volta in casa entrò in soggiorno e vide Soun e suo padre che chiacchieravano, sua madre doveva essere in cucina mentre Yuri cercava in tutti i modi di tenere alla larga da Mei il vecchio Happosai tanto che alla fine non ne potè più e gli sferrò un pugno che lo fece volare fuori casa. Si rese conto che quella sera l'aria in casa era più allegra, si spostò in giardino e alzò gli occhi al cielo per seguire la traiettoria del vecchio maestro, il cielo cominciava a diventare oscuro e già si vedevano le prime stelle. Un soffio di vento gelido gli sfiorò il viso e uno strano brivido gli percosse la schiena "Akane" mormorò piano tastandosi la faccia, si guardò un attimo intorno poi alzò nuovamente lo sguardo al cielo e quasi in risposta al suo mormorio vide una stella brillare si concesse un breve sorriso, e ciò lo fece sentire fiducioso che da quel momento tutto sarebbe andato bene.

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