Sangue di lupo

di LudwigGhost
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** ritrovamento ***
Capitolo 2: *** Resta sveglio ***
Capitolo 3: *** Si chiama Kacchan! ***
Capitolo 4: *** il tempo non ripara niente ***
Capitolo 5: *** veterinario ***
Capitolo 6: *** un errore del passato ***
Capitolo 7: *** luna piena ***
Capitolo 8: *** non sono un assassino... ***
Capitolo 9: *** Fiamme dentro ***
Capitolo 10: *** ti amo...ma siamo diversi ***
Capitolo 11: *** mostro in gabbia ***
Capitolo 12: *** Stallo ***
Capitolo 13: *** Alfa ***



Capitolo 1
*** ritrovamento ***


(Bakugou)

Gli ululi che si espandevano nell’aria quella sera, le onde sonore arrivavano fino al cuore dei giovani e facevano aumentare i battiti fino a farlo scoppiare.

Sfrecciavano veloci tra gli alberi senso i rumori di cani e urla dietro di loro, i passi veloci.

I muscoli gli facevano male ma non potevano fermarsi.

Quella era la caccia, solo che loro erano le prede quella sera.

Al compagno che gli correva vicino scivolò un zampa, frenò di colpo sporcandosi ancora di più i cuscinetti e il pelo di fango e foglie secche, gli diede un colpo di muso indirizzandolo vero destra.

Era sempre stato il più veloce ma si costrinse a non lasciare indietro l’altro lupo dal pelo ramato.

Arrivarono poi davanti a uno rupe, sotto c’era la strada.

Il rosso si nascose dentro ad un tronco con l’aiuto del maggiore che si impegnò nel distrarre i cacciatori.

Poi accende l’inimitabile, un cacciatore con la mira più precisa degli altri lo colpì a una spalla, mugolò e cadde dalla rupe rotolando contro le rocce fino a finire in mezzo alla strada.

Non riusciva a muoversi, i suoni erano ovattati e indistinguibili, vedeva con la coda dell’occhio il sangue uscire dalla ferita, aveva la gola secca, ansimava ma l’aria continuava a mancare.

Provò a muovere almeno la coda ma si sentiva stanco e improvvisamente debole.

Ringhiò contro la sua impotenza.

Sentiva quegli ululati sempre più lontani e la vista veniva meno.

(Izuko)

Solita giornata noiosa, nel solito noioso ambulatorio, ogni giorno uguale all’altro, e pensare che lui da piccolo aveva grandi sogni. Si guardò la cicatrice sulla mano, non gli faceva bene pensarci così spesso.

Aveva fatto tardi quel giorno per il turno e ora era buio e premeva l’acceleratore al massimo per non restare fuori dopo il coprifuoco più del dovuto.

La luce die fari fu fermata da qualcosa, c’era qualcosa accasciato, una persona? Un’animale? Si fermò di colpo.

Scese mosso da uno strano senso di responsabilità.

Effettivamente c’era qualcosa, un’enorme animale dal pelo chiaro accasciato su un fianco che respirava velocemente.

Era un lupo.

Fece un passo indietro e la bestia aprì gli occhi, rossi come l’inferno, come due roghi pronti a inghiottirlo.

Fu l’ che pensò riguardandosi la cicatrice -ecco è finita- ma l’essere non si mosse, si limitò a ringhiare piano senza fare veramente paura.

Midoriya si chiese perché non si alzava per sbranarlo come teoricamente si addiceva alla sua razza.

Fece un passo avanti poi un’altro scaturendo un’altro breve ringhio.

Aveva una ferita sulla spalla, piuttosto grave anche.

 

Forse avrebbe dovuto chiamare la polizia, o un cacciatore per finirlo.

Forse si sarebbe guadagnato il privilegio di far parte di questo ultimo corpo.

Aveva sempre voluto essere un cacciatore, proteggere la città da quelle bestie ma ora non riusciva a muoversi verso il telefono.

Doveva scegliere. Ma scegliere cosa? quella era…era una bastia giusto, eppure quegli occhi erano così umani.

Si inginocchiò vicino al ferito che provò a ringhiare ancora seppur con un filo di voce, allungò la mano verso la ferita e al posto del solito mugolio uscì un mugolio, simile a un singhiozzo.

I grandi occhi scarlatti lo fissavano spaventati eppure troppi orgogliosi per non provare ad apparire minacciosi.

-Stai perdendo molto sangue…- constatò, poi si guardò attorno.

Era cessata ogni cosa, ululati, urla c’erano solo lui e il lupo.

Quella bestia che probabilmente non avrebbe esitato un secondo a ucciderlo se solo avesse potute, quella bestia che se l’avrebbe uccisa avrebbe fatto un favore a tutti, ma quegli occhi gli scavavano nell’anima.

Erano come i suoi quella notte, si guardò la mano, lo stesso sguardo spaventato ma di chi non si arrenderà.

Si tolse la giacca e la prese come un telo -non mordermi ok?- tremò poi lo avvolse.

Si accorse quando lo tirò su di due cose: una era dannatamente pesante perfino per lui che andava sempre mi palestra e a correre, due il respiro diminuiva di intensità segno che c’era poco tempo.

Lo caricò in macchina sul sedile del passeggero poi di corsa come se avesse rubato qualcosa entrò e rimise in moto.

Sentì un’ululato vicino e spaventato ripente l’acceleratore.

 

((angolino: innanzitutto grazie per aver letto e in secondo luogo: sono tornato! Se pur con un’altra storia, non penso che sarà troppo lunga e spero vi piacerà, detto questo grazie dell’attenzione e alla prossima. Poteva essere anche gialla ma visto che talvolta esagero con le descrizioni è arancione))

 

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Capitolo 2
*** Resta sveglio ***


(Izuko)

Izuko frecciata sulla strada, il paesaggio scuro passava velocemente, arbusti, rocce e cespugli. 

I mugoli del lupo gli facevano compagnia, anche se erano sempre più bassi e sofferenti.

Il ragazzo non avrebbe mai pensato di pregare per la vita di un lupo, di un Selvaggio! Ma lui era un’infermiere e quello era un essere che aveva bisogno.

Aveva giurato al mondo e a se stesso che avrebbe salvato chiunque.

-Non ti preoccupare ora ci sono io- ci trovò a pronunciare sforzandosi di sorridere, ma appena entrò in città i mugolio cessarono, li aperto per qualche secondo, poi una trentina poi un minuto, uno e mezzo, nulla.

-Svegliati lupo!- gridò schiacciato così forte sul gas da rischiando di romperlo.

Non arrivò nulla indietro -devi stare sveglio o morirai! E’ questa tutta la voglia che hai di vivere!?- era disperazione quella nella sua voce? Non lo sapeva, ma non voleva vedere più nessuno morire.

Un brontolio arrivò in risposta, flebile e dannatamente forzato -devi stare sveglio capito lupo? Tu pensa solo questo!- una specie di ringhio gli arrivò alle orecchie sorrise prendendolo per una conferma.

Arrivò sotto casa e se lo caricò in braccio con fatica, lo nasconde quasi del tutto con il suo impermeabile -silenzio, fai il bravo ok?- l’animale sembrava intelligente e smise di fiatare.

Istintivamente anche Midoriya trattenne il fiato per le rampe di scale, si guardava intorno con ansia, ma poi chi doveva stare in giro a quell’ora? Eppure si diede pace solo quando si chiuse la porta di casa dietro.

Sua madre non viveva con lui grazie a dio.

La porta sfociava sul salotto piccolo e accogliente, con due divani bianchi e morbidi ricoperti da una coperta marrone chiaro per evitare che si sporcassero.

Le pareti azzurrine erano tappezzate di foto e attestati vari.

Davanti a loro procedendo in linea retta si arrivava alla cucina unita da un open spice ma allo stesso tempo separata per metà da un banco pieno di giornali, riviste e un cesto di frutta.

Davanti a una dei sue divani c’era una Tv di medie dimensioni poggia su un tavolino  nero e in mezzo ai due mobili bianchi c’erano un tappato nero peloso e un tavolo di vetro con sopra dei libri e briciole di patatine.

Poggiò il lupo sul pavimento togliendoli i capi, pieni ormai di sangue, di dosso.

Aveva gli occhi socchiusi ma lo guardava comunque storto, in modo altezzoso di chi è sempre in una situazione di vantaggio, stonava un po’ in quel momento.

Izuko corse in bagno a prendere la cassetta del pronto soccorso.

-Diavolo non sono un veterinario!- sbraitò ma spostò velocemente il pelo con la mano sinistra disinfettando con le destra.

Un ringhio acuto uscì dalla bocca dell’animale che mostrò i denti -calmo, ci sentirà tutto il palazzo altrimenti!-.

Al ritorno del silenzio ci riprovò, dalla bocca del ferito stavolta uscì una specie di cigolio, un verso acuto e soffocato a forza.

-Devo estrarre il proiettile e farà male- spigò Izuko prendendo in mano delle pinzette e con l’altro delle bende per tamponare.

-Non ci arrivo- dopo un primo tentativo prese il bisturi e piano incise la ferita, l’animale spalancò gli occhi e mosse le zampe agitato -fermo, fermo- ancora ansimava ma notò che l’altro capì le sue parole e si bloccò.

Bakugou non si mosse più, ne fece suoni, incise la ferita e estrasse il proiettile poi notò che il Selvaggio era svenuto, almeno respirava ancora, chissà quanto aveva fatto male considerato che aveva usato solo morfina in polvere.

Ricucì la ferita il più rapidamente possibile e poi si fermò a guardarlo.

Il pelo color crema splendeva contro la luce del lampadario e a differenza di ciò che sembrava era stranamente soffice per quanto sporco in alcuni punti.

Passò la mano sul dorso lentamente seguendo il verso del pelo -bravo cucciolo- perché sì era un maschio l’aveva notato quando lo aveva sdraiato a terra.

Con naturalezza se per stanco lo riprese e mise sul suo letto per coprirlo con le coperte.

Sembrava davvero un tenero cagnolino in quel momento poi si girò per andare in cucina e il suo guardo incontrò il poster di All Might il più grande e famoso cacciatore di tutti i tempi, riguardò l’animale, ma che stava facendo? Avrebbe dovuto ucciderlo! Non coccolarlo e curarlo! 

Si poggiò una mano sulla fronte, ci avrebbe pensato il mattino seguente era troppo stanco per qualsiasi cosa.

Ovviamente dormì sul divano e quindi ovviamente non fu in camera per spegnere la sveglia quando suonò.

Finalmente stava dormendo bene, ogni cosa le era passata di mente quando si svegliò sentendo un’urlo.

Un’urlo dannatamente roco e forte.

Corse con la tachicardia per vedere cosa stesse accedendo e udì il suono della sua sveglia.

Entrò in stanza accolto da un forte ringhio. Si bloccò.

Alzò gli occhi e sul letto notò una persona, era un ragazzo a petto nudo che ansimava tappandosi le orecchie con le mani, aveva gli occhi sbarrati e i denti digrignati.

La sveglia ancora suonava, la notò a terra vicino al suo piede e la disattivò all’istante sperando che la situazione si calmasse.

Poi si rialzò lento e guardò il ragazzo con metà corpo nascosto nelle coperte, aveva i capelli biondi e gli occhi scarlatti in qualche modo affascinati…gli stessi occhi di quel lupo, quindi non aveva salvato semplicemente un lupo ma un Selvaggio! I Selvaggi erano uomini con la capacità di trasformarsi in animali, ma l’unica categoria rimasta era quella dei lupi mannari tutti gli altri erano stati sterminati dai cacciatori.

Fece un passo avanti e gli arrivò un ringhio, era strano vedere un uomo ringhiare.

-Io mi chiamo Izuko…- sussurrò sedendosi ai piedi del letto, il biondo si raccolse la coperta addosso arrossendo ulteriormente.

-Mi capisci?- chiese poi non sentendo risposta -vuoi usarmi come schivo sessuale, vendermi o cosa?- finalmente l’altro parlò, la sua voce era roca e graffiante -cosa perché?- il biondo abbassò nuovamente lo sguardo e si tirò la coperta.

-…- Izuko analizzò il copertamente, pensò che quelli che hanno i lupi teoricamente sono peli non vestiti, arrossì -ma tu sei nudo?- per poco non urlò rosso come un peperone -secondo te?- gli rispose con il medesimo tono -ah, ti prendo qualcosa?…immagino di sì eh- mi mosse meccanicamente verso l’armadio anche se ebbe istintivamente paura di dare le spalle al lupo.

-Che ci faccio qui?- chiese, la sua voce metteva paura a Midoriya -ti ho trovato ferito e…ti ho medicato e ti ho e portato qui- non si sentiva a suo agio all’idea che il biondo fosse nudo -e perché?- gli lanciò addosso i vestiti -l’ho fatto e basta ora cambiati- se ne andò e chiuse la porta della stanza di corsa.

In che razza di guaio si era cacciato… 

 

(((angolino: ciao a tutti, non era in programma riaggiornare così presto ma mi è arrivata un recensione carinissima e mi è rivenuta voglia di scrivere, sperò vi piaccia alla prossima!! Bye Bye)))

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Capitolo 3
*** Si chiama Kacchan! ***


(Bakugou)

Si era risvegliato in quella stanza e poi era successo tutto così velocemente, era dannatamente nervoso, cosa sarebbe successo adesso? Dov’era Kirishima? L’avevano preso? Sua madre? Quel tizio dal profumo di frutti di bosco l’avrebbe ucciso?

Sì perché quel ragazzo odorava palesemente di frutti bosco e disinfettante.

Afferrò le mutande che erano state lanciate sul letto, bianco, classiche, se le infilò trovando una certa difficoltà visto che riusciva appena a muovere un braccio.

Poi passò ai pantaloni della tuta grigi, si chiese se stessero bene a quel ragazzino visto che sembrava molto più gracile di lui, anche qui si ritrovò a fare il contorsionista per non sforzare l’arto ferito.

Poi arrivò il turno di mettere una maglietta, era a strisce verdi e bianche con un logo che non riconosceva, sembrava vinta a qualche fiera o competizione.

Infilò la testa usando un braccio solo poi dovette infilare l’arto destro, si forzò nel muoverlo sopportando il dolore, strinse i denti aiutandosi con l’altro -merda!- riuscì ad infilarlo e lo rilassò di nuovo all’istante notando di aver però rovinato la fasciatura.

Un’altra cosa poco rassicurante, se l’avessero attaccato in quello stato non sarebbe mai riuscito a difendersi.

Sentì bussare -posso entrare? Sei vestito?- arrossì d’istinto ripensando a cosa era successo poco minuti prima.

-Sì- decretò e il giovane dai capelli verdi con passo felpato si introdusse nella camera.

 Si studiarono inizialmente senza parlare, l’altro odorava di paura, percepiva la su tachicardia e il sudore crearsi anche se non aveva palesemente freddo, forse se l’avesse attaccato visto il terrore sarebbe semplicemente scappato e lui avrebbe avuto una chance di tornare dal branco, ma fare in quello stato tutto il tragitto era un rischio enorme.

E poi se l’avesse contrattaccato i non sarebbe riuscito a muoversi bene.

-Io mi chiamo Izuko Midoriya…- ripeté con voce tremolante -e ti ho trovato per strada ferito ieri sera, ho estratto il proiettile e ho ricucito la ferita ma sarebbe maggio che tu non ti sforzassi- l’occhio del lupo cadde sul poster di All Might -sei un fan dei cacciatori? Allora perché?- -non lo so…sono un’infermiere e ho giurato che non avrei lascito morire nessuno…- aveva lo sguardo basso e si guardava la mano.

Il biondo incuriosito tentò di alzarsi ma appena fu su due piedi gli venne un colpo di vertigini, tutto iniziò a girare, stava per cadere ma qualcosa lo aiutò a rimettersi lui letto.

Era Izuko che senza pensarci gli era venuto vicino e ora tenga la mano sulla sua fronte -hai la febbre, è normale non ti preoccupare…ma come già detto non dovresti sforzarti- si sentiva debole e impotente, in balia di quel ragazzo.

Ringhiò di frustrazione sperando di spaventarlo ma quello che ottenne fu un sussulto -ti ho fatto male?- si accorse che gli stava rimettendo apposto la benda visto che la maglietta era maniche corte, non rispose.

-Che hai fatto alla mano?- chiese con un filo di voce, -ehm…- sembrava in difficoltà l’altro -un morso, mettiamola così- decise di non fare altre domande, non voleva rischiare di farlo arrabbiare.

-Penso che dovrai stare per un po’ allettato, un viaggio sarebbe troppo rischioso ora, specialmente con tutti i cacciatori che ci sono in giro- bestemmio mentalmente ma allo stesso tempo si sorprese del fatto che il Midoriya stesse considerando di lasciarlo andare.

Nessun umano aveva mai provato a prendersi cura a uno della sua razza.

Suonò il citofono, il rumore assordò Bakuguo che digrignò i denti -scusa vado subito!- Izuko corse.

(Midoriya)

Andò rapidamente al citofono, rispondendo il rumore avrebbe smesso -chi è?- per poco non urlò -sono io tesoro- sua madre? Che ci faceva lì sua madre? -che ci fai qui?- -posso entrare?- sembrava quasi offesa.

Pensò al lupo, ok non era un problema se la mandava via subito sulla soglia.

Aprì e la donna salì.

Quando se la ritrovò davanti l’ansia aumentò, a solo un paio di metri c’era un lupo mannaro e lui non poteva permettere che lo scoprisse.

-Che c’è mamma?- -dovevi venire a trovarmi sta mattina, organizzavamo da tutta la settimana quindi mi sono preoccupata- vero, diavolo tra una cosa e l’altra gli era completamente passato di mente.

-Scusa ma ora ho davvero da fare- provò a defilarla -tutto bene?- chiese, poi un tonfo dalla sua stanza, era morto, era ufficialmente morto.

-No non andare!- le sbarrò la strada -c’è la tua ragazza?- -certo che no!- rispose -e allora cosa? Perché sei sempre così ultimamente?- lo spostò e si diresse verso la stanza.

Il fiato morì nella gola del giovane.

Aprì la porta -non è come pensi mamma!- urlò cercando di giustificarsi, -hai preso un cane?- sussultò e poi guardò il lupo in mezzo al vestiti del suo armadio smontato che lo guardava malissimo -ehm…sì stamattina per questo non sono venuto- si accarezzò il capo sperando ci credesse -oh che carino, come si chiama?- l’animale non sembrò esattamente felice del suffisso “carino”, -si chiama…si chiama…- ma quel tipo non glia aveva detto il nome!? E ora? Cosa doveva fare?! -si chiama Kacchan- il quadrupede lo guardò come a dire “cosa?” -che nome strano, ma è molto bello-.

La donna si abbassò e batté la mani -dai vieni Kacchan!- ma non si mosse anzi, sembrava poterla uccidere solo con lo sguardo.

-Ehm, dovrei lasciarlo ambientare ancora, poi il nome è nuovo…andiamo di là mamma…- lei annuì sorridendo -ma certo, andiamo, a dopo Kacchan!-.

Andarono in salotto, che brutta, bruttissima situazione.

 

(((angolino: ecco un’altro capitolo, spero vi sia piaciuto e che vi abbia strappato un sorriso. Mi sta divertendo un sacco scrivere questa storia anche se confesso che non so più se la scrivo per piacere o per leggere le nuove recensioni. Ed comunque ecco qua alla prossima, bye bye)))

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Capitolo 4
*** il tempo non ripara niente ***


(Mitsuki)

Passarono ore prima che riuscissero a riunirsi, feriti, alcuni ancora dispersi.

Suo figlio era scappato per andare a cercare Eijiro che si stava allenando lontano del branco e non l’aveva più visto.

Era tremava guardando la foresta, stando attenta ad ogni rumore, captando ogni più piccolo odore, per cercare di capire se i ragazzi stavano tornando.

-Mitsuki…- la voce del marito, ringhiò con forza per costringerlo ad ascoltare poi si rimise ad ascoltare il vento.

-Non sono tornati per tutta la notte e c’era All…- -zitto!- lo sbatté contro il muro, i denti erano così stretti da potersi spaccare.

Lui non si mosse, condivideva il dolore con la moglie poi un rumore fece scattare entrambi.

Una corsa, la corsa di un lupo, era goffa e stanca ma frettolosa.

La donna andò in contro pur non sapendo chi fosse.

Riconobbe all’istante il pelo ramato -Kirishima!- gridò, il giovane aveva uno sguardo distrutto e il pelo coperto di fango.

L’uomo si tolse la giacca per posarla sulle spalle del ragazzo che si detrasformò all’istante e la usò per coprirsi.

Era pieno di graffi e lividi, poi piangeva.

-Dov’è Katsuki?- il rosso abbassò lo sguardo con fare sottomesso -è…- singhiozzò -devi dirmi dov’è!?- gridò ma l’uomo la scansò -è sconvolto- le fece notare -gli hanno sparato, eravamo vicino alla strada centrare e ci è caduto, una macchina si è fermata e l’ha portato via, andava in città, non so altro non sono potuto uscire c’erano i cacciatori, lui starà bene vero?- l’uomo lo abbracciò -l’hanno portato in città…- la donna iniziò a camminare furiosa.

Entrò in una delle capanne, quella del capo, l’uomo mascherato si alzò -All For one mio figlio è stato portato in città, non sappiamo se sia vivo o morto…- quell’ultima parola aveva un sapere amaro -è ferito e solo…- -è vivo, nessuno può uccidere quel ragazzo- l’Alfa ridacchiò -andare tutti insieme è rischioso, ci scoprirebbero subito- la donna abbassò il capo.

All for One a quel punto si girò verso la finestra -so che mi stai ascoltando- proclamò -vieni- allungò il braccio e nel giro di un millisecondo, prima che la donna potesse realizzare un falco ci atterrò sopra -non piantare glia artigli- lo intimò poi il capo.

Gli occhi rapaci dell’uccello la scrutavano, come se potessero leggerle l’anima.

-Vai in città, trova Aizawa e chiedigli aiuto, saprà che fare se è ferito, credo sia ancora un veterinario poi cerca Bakugou, trovalo vivo o morto che sia- il rapace emise un verso acuto poi risciò il volo velocemente come era arrivato.

-Quello era…?- sussurrò lei -l’ultimo della sua specie, l’ultimo Selvaggio non lupo esistente- la signora Bakuguo tornò a guardare la finestra -lo troverà, non ha mai fallito- annuì lei in risposta -grazie- fece un gesto di mano e lei uscì.

Non sarà stato l’Alfa più carismatico, o altruista ma ci tarava a tutti i membri del branco; anche a Bakuguo nonostante le sfide continue che gli aveva lanciato fin da piccolo, nonostante le volte che il ragazzo aveva rifiutato di abbassare la testa provando a saltagli alla gola.

E per l’ennesima volta Bakuguo aveva fatto di testa sua, perché lui non voleva solo essere il migliore, voleva essere il capo, non avrebbe lascito mai nessuno indietro, specialmente Kirishima che era il suo migliore amico.

(Bakugou)

Si era steso sul tappeto grazie all’aiuto di Izuko, -come si è fatto quella ferita?- abbassò le orecchie, che razza di situazione…lui che ora poteva essere in mezzo alla foresta a scorrazzare in pace faceva il cagnolino da salotto.

-Penso un lotta in canile…- -dovresti portarlo da un veterinario, se vuoi ho ancora il numero di Aizawa- il nome lo fece risvegliare, si provò ad alzare mosso dall’istinto ma ricade mugolando.

Il ragazzo dai capelli verdi lo raggiunse -che combini?- sembrava sinceramente preoccupata, e non sapeva se la cosa lo rassicurasse o irritasse.

L’animale annuì con la testa non potendo parlare.

Aizawa era un lupo mannaro che da anni viveva nella società degli uomini, mascherato da veterinario, non voleva più combattere a detta sua ma la mamma gli aveva detto di averle salvato la vita quando lei era finita per strada e anche lui lo ricordava anche se era ancora un bambino.

Ora che ci pensava anche quei due umani gli erano famigliari…

-Sicuro?- annuì ancora mostrando i denti -va bene ci andiamo…- Midoriya si fidò, ciecamente, senza sapere niente solo guidato dal gesto del lupo.

-Prendi il trasportino…- Katsuki rischiò forte abbassando le orecchie -non credo sia d’accordo- Izuko si accarezzava la nuca nervoso -sei tu il padrone devi importi- la madre lo spostò -cattivo Kacchan!- gli tirò un buffetto sul muso.

L’animale ebbe seriamente la tentazione di azzannare la mano, nessuno aveva più osato fargli niente del genere dopo i 12 anni ma poi incontrò lo sguardo spaventato di Midoriya.

Fu come un flash, un bambino a terra con lo stesso sguardo, la mano sanguinante al petto che urlava e piangeva di dolore -perché!?- si ritrasse per sfuggire alla donna ad al ricordo.

-Kacchan…- il ragazzo gli dorso per tranquillizzarlo, aveva notato la paura -non posso portarti in braccio…?- l’altro neanche lo guardò, già si sentiva in gabbia, gli mancava che lo mettessero in una ancora più piccola.

-Non voglio che tu sia peggio, ti sforzeresti…- lo pregò, ma Bakuguo capì che se la madre di Izuko per miracolo non aveva capito che era un lupo sicuramente chiunque altro sì e almeno nel trasportino sarebbe stato meno visibile.

Chiuse gli occhi e annuì.

Il giovane gli accarezzò il collo.

Insieme alla donna poi i due umani presero l’enorme trasportino -ti ricordi quando avevamo l’altro cane e quel cucciolo?- sorrise lei.

Quella gabbia…un’altro flash nella sua testa, una giovane lo sbatteva in un trasportino mentre su madre mugolava ferita, lui tramava e ringhiava spaventato.

Scosse il capo, non doveva pensare, una volta trovato Aizawa tutto si sarebbe risolto.

Fu sollevato con cura e riposto dentro alla gabbia, -bravo- fu accarezzato propio con la mano con la cicatrice.

Il tempo non risolve nella se lo si fa da soli, qualcuno doveva porgere una mano per primo.

 

(((angolino: halo! Buona domenica prima di tutto poi spero che vi stia piacendo, per il momento è tutto abbastanza tranquillo ma non temete durerà poco ;), ma per il momento alla prossima, bye bye))

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Capitolo 5
*** veterinario ***


(Bakugou)

 

Si era accucciato nel trasportino anche se aveva la tentazione continua di cercare di sfondarlo.

Izuko e sua madre parlavano -quando l’hai preso?- -questa mattina- la mamma lo guardò e mostrò i denti -non al canile immagino- vide l’altro esitare -sulla strada vicino al bosco, probabilmente era un cane da tartufo o da caccia, o da combattimento…- abbassò il tono all’ultima parola -che ci facevi su quella strada? Non usi la principale per tornare a casa?- il ragazzo dei capelli verdi fece le spallucce -sentivo di dover prendere quella-.

Kacchan fece una sorta di finto abbaio per far notare che stava dicendo fin troppo e che se la madre fosse stata più intelligente si sarebbe accorta che era discordante quella versione col -l’ho preso stamattina- che aveva detto il ore prima.

Ma per fortuna quella donna non solo era abbastanza stupida da scambiare per un cane a anche di non accorgersi di quegli errori.

Arrivarono allo studio.

Già la zona gli era decisamente familiare.

La donna aspettò nella sala apposita e visto che il posto era vuoto entrarono nella sala visite per cercare anima viva.

Sentì un’odore familiare che lo mise in allerta.

Izuko aprì il trasportino.

Si sforzò per alzarsi e uscì.

C’era sicuramente un’odore già sentito.

Poi un fievole suono arrivò al suo orecchio, un ringhio appena sussurrato.

L’istinto gli comandò di mettersi davanti a Midoriya abbassando collo e orecchie.

Sentì nuovamente il ringhiò stavolta convito e forte.

Anche l’umane se ne rese conto stavolta e fece un passo indietro portentosi istintivamente il petto con gli avambracci.

-Sono io Bakuguo-il latrato gli penetrò la mante, era un membro del suo branco, era Dabi un Beta molto più grande e vicino all’Alfa di lui.

-Fammi uccidere l’umano poi torniamo al bronco- continuò, ma non prese neanche in considerazione l’idea di ascoltarlo.

L’istinto gli urlava di proteggere quel ragazzo così tirò fuori i denti -sei solo un lurido cane da salotto- vidi la sagoma dell’animale saltare da sopra il lettino di metallo verso il collo di Izuko.

Saltò, contro i suoi limito, ignorando il dolore lancinante alla spalla e addentò il compagno alla spalla impedendogli di raggiungere il ragazzo dei capelli verdi.

-Kacchan!- si sporse verso di lui l’umano preoccupato ma righi anche a lui pur di tenerlo lontano.

Dabi di detrasformò e Bakuguo lasciò la presa -da quando difendi un lurido umano?- ringhiò tenendosi il braccio sanguinate.

Tornò umano anche lui, non c’era vergogna però, le priorità erano altre.

Si portò una mano alla spalla, i punti si erano strappati e la ferita sanguinava notevolmente -ti ho detto di non toccarlo- ordinò -non sei tu l’Alfa- sottolineò il moro -silenzio ho detto!- si sporsi con sicurezza ringhiandoli sopra le testa nonostante tremasse -lui è mio!- gli venne così naturale pronunciare quelle parole di cui non capiva il significato.

Era come se ci fosse una legame tra loro, come se quel ragazzo fosse più membro del branco di Dabi.

-Che succede?- un uomo arrivò di corsa -Dabi sul letto di là adesso!- ordinò, e lui si avvicinò -non prendo ordini da un’Omega, è una questione di branco- ghignò.

Fu un attimo e Dabi era a terra sottomesso con la faccia a terra contro il pavimento -vai di là- una volta rilasciato non si oppose una seconda volta.

Quando l’Omega chiuse la porta Izuko lo raggiunse di corsa e iniziò a tamponare la ferita.

Al biondo parve che la vista iniziasse ad offuscarsi, aveva le vertigini.

-Spostati- l’uomo lo prese in braccio per metterlo sul lettino poi perse i sensi.

Si svegliò non sapeva quanto tempo dopo debole e dolorante.

Con dei pantaloni almeno.

-Sono Aizawa non credo che tu ti ricordi di me- scosse il capo piano come risposta -mi sei familiare ma ho sentito parlarne mia madre- -rischiavi di morire dissanguato devi stare più attento anche se è per lui- Bakuguo rivolse lo sguardo al giovane che si era addormentato tenendogli la mano -che intendi?- il moro alzò un sopracciglio -sei mai riuscito a marchiare qualcuno? o almeno ci hai provato?- chiuse gli occhi per raccogliere i pensieri -ci ho provato con un’ex ma non ci sono mai riuscito, risultava un comune morso- il veterinario sospirò -sai bakugou i lupi marchiano una sola volta, e una volta marchiato il compagno è a vita vale più di ogni altra cosa…- -questo lo so ma non ho mai marchiato nessuno- -penso che io e te dovremmo parlare della prima volta che ci siamo visti-.

(Dabi)

Tornò al campo con ancora le fasciature, andò immediatamente dall’Alfa -ho trovato Bagukou, è ferito, penso che un umano lo ricatti o lo droghi- quella era la scusa che cercava da tempo -mi ha attaccato, era strano però…e l’umano sembrava controllarlo-.

Solo Dabi sapeva che quelle poche parole avrebbero dato inizio a una guerra.

 

(((angolino: ciao a tutti, spero che il capitolo vi sia piaciuto, un po’ di cose stanno venendo a galla spero di poter riaggiornare presto, alla prossima)))

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Capitolo 6
*** un errore del passato ***


(Bakugou)

Il veterinario gli stava seduto vicino -penso sia un bene cercare di ricominciare dall’inizio, hai detto che ti ero familiare…prova a ricordare- il lupo chiuse gli occhi per farsi entrare l’odore dell’uomo nelle narici anche se si trovò a concentrarsi più su quello del ragazzino addormentato.

Era notte, una caccia…lo ricordava, gli urli e gli spari, la mamma lo tenga per la collottola e si ritrovava ad ondeggiare mentre lei scappava inseguita.

Mugolò naturalmente spaventato, suo padre era sparito.

Sentì la madre bloccarsi, aprì gli occhi trovandosi dinanzi un’enorme sagoma, gli occhi azzurri come due zaffiri li scrutavano.

Fu la prima volta che vide All Might.

Sparò con la balestra alla madre che rotolò giù per il dirupo impedendosi però di lasciare il piccolo se non quando toccò l’asfalto.

Il lupo color crema si alzò con le zampe tremolanti iniziando a tirare piccole testare alla mamma e ululare, ma lei non si muoveva.

Si era sentito così solo, spaventato e impotente.

Aveva freddo e la mamma non lo scaldava.

Continuò a provare ad ululare.

Una macchina si fermò accecandolo con i fari.

Due persone scesero, una donna grassottella seguita da un bambino vestito da supereroe.

Il cucciolo ringhiò nascondendosi in mezzo ai peli della mamma.

-E’ un cane?- chiese la donna -è un po’ strano per essere un cane…- ma il figlio non ci pensò e si tolse il mantello prendendo al volo il lupetto che iniziò a provare a mordere la stoffa -non è carino?- lo mostrò alla mamma.

Il cucciolo non era molto d’accordo.

La donna si accucciò a vedere la mamma -respira, va portata da un veterinario subito- la donna la caricò in spalla con difficoltà e poi sulla macchina.

-Io mi chiamo Izuko, tu? Ce l’hai un nome?- Katsuki ringhiò ancora invece di rispondere -è spaventato lasciarlo stare- ma il bambino era troppo entusiasta per ascoltarla -salveremo te e la tua mamma, io salverò tutti- invece di una risposta amara uscì un mugolio.

Fu allora, ne era sicuro che arrivarono da Aizawa.

Lui aveva medicato sua madre mentre dormiva fra braccia del bambino.

Poi l’uomo aveva detto alla donna -sono solo due meticci, non si preoccupi, solo cani- e se te lo dice un veterinario, in genere ti viene naturale credergli.

Era finito qualche ora dopo a casa di Izuko anche se non era la stessa di adesso, ma il trasportino  in cui era stato portato sì.

Erano stati una notte lì.

Aveva dormito ai piedi del letto del bambino.

L’alfa era venuto col branco ad invadere la città la mattina presto, all’alba.

Gli avevano trovati subito e avevano invaso il posto iniziando a sfondare porte e finestre.

Ricordava di aver avuto paura, ma quando era arrivato il padre il suo istinto l’aveva convinto a provare a correre verso di lui, ma il bambino provò ad afferrarlo.

Lui si girò e lo morse sulla mano…quel morso, non poteva essere…non poteva averlo marchiato per sbaglio.

-Quindi mi stai dicendo che l’avrei marchiato per sbaglio?- indicò l’addormentato -quello che ha sulla mano è sicuramente un marchio, si è sentito attaccato quando eri in difficoltà, ti è venuto naturale difenderlo da Dabi e non riesci più a marchiare…- ironizzò.

Il biondo sospirò -un lupo aveva mai marchiato un umano prima?- Aizawa sussultò -ci sono stati dei casi…ma non è finita bene. Dovrai proteggerlo- -a stento lo conosco- il moro alzò gli occhi al cielo -ti ha salvato la vita, non puoi tornare comunque nel bosco per il memento. Gli devi l’ossigeno che respiri- Bakuguo tornò ad osservare l’umano.

La luce dei lead si rifletteva contro i suoi capelli e il volto era decolorato da delle buffe lentiggini -che tu lo volessi o no ora è il tuo compagno…- Katsuki sospirò -è stato un errore quando starò meglio tornerò a casa e si dimenticherà di me-.

In quel momento il ragazzo si svegliò -Kacchan ti sei svegliato- sorrise, ancora con quel nome? -Sì sto benone, mi sembri tu quello deboluccio- ghignò -posso sapere come ti chiami? Sempre se voi lupi avete queste cose…- il lupo lo osservò in silenzio -non serve, tanto me ne andrò presto- -ah- il veterinario intervenne -deve stare ancora a casa tua per un po’, ti dispiace qui è un via vai continuo e sarebbe pericoloso- -non è un problema- fece le spallucce il giovane.

(Dabi)

-Come stai?- la voce gli arrivò dalle sue spalle, familiare ma comunque si spaventò, smise di ringhiare solo quando inquadro gli occhi gialli del giovane -per il morso, non è niente, non dovresti star cercando Bakuguo?- Hawks si sedette vicino a lui -ho saputo che eri ferito e sono tornato indietro- il moro socchiuse gli occhi.

-Ho anche incontrato Endevar oggi, è diverso da come me l’avevi descritto, forse finge bene- al suono di quel nome il lupo abbassò le orecchie che gli erano appena spuntate in mezzo ai capelli -non mi scoprirà, non ti preoccupare. Poi sto riuscendo ad avvicinarmi ad All Might, se ci sarà l’occasione ucciderò anche lui…Shoto gli sta spesso vicino cercherò di non coinvolgerlo…- l’altro gli lanciò un’occhiata tagliente -come se me ne importasse, almeno Endevar si vedrà distrutto il suo “macchinario” perfetto- il biondo gli passò il braccio intono alla spalle -tutto questo odio ti ucciderà-.

Dabi si spostò leggermente in modo da portelo guardare in faccia -cosa vuoi tu? Hanno ucciso tutta la tua famiglia, non vuoi vendetta?- piegò le ali rosse in risposta -io…vorrei solo un mondo dove non devo guardarmi le spalle, dove non devo lottare, mentire, un mondo dove ho del tempo libero…e forse aprire un pub, un posto per ragazzi- Tonya fu colpito da quella frase, non sembrava una visione così terribile del mondo -al termine della guerra il mondo sarà nostro, avremo palazzi, denaro, cibo…quanto ne vogliamo, nessuno ci darà più la caccia ne ci darà fastidio, avremo tutto e Endevar smetterà di farmi soffrire- Dabiavevaave uno sguardo pazzo e Keiko abbasso il suo…nel mondo di Dabi ci sarebbe stato veramente posto per il suo pub?

 

((angolino: ciao a tutti spero che questo capitolo vi sia piaciuto, c’è una coppia di cui non vi ho avvertito vi sfido ad indovinare quale, e finalmente sapete che è successo. Spero seguire ancora la storia perché c’è morto da dire, alla prossima!))

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Capitolo 7
*** luna piena ***


(Bakugou)

Lo riportò a casa sua, solo che stavolta viaggiò versione umano visto che Izuko aveva notato l’ostilità verso la gabbia del biondo.

-Che ti ha detto il veterinario?- -nulla- secco, non voleva crederci neanche lui -ti ho offeso forse?- -no- monosillabico -perché fai così?- strinsi pugni e mostrò i denti -perché io sono fatto così! Non sono un cazzo di cagnolino che puoi addomesticare!- l’altro sussultò -chi ti ha detto che voglio addomesticarti?- sembrava stranamente divertito.

Il biondo si sedette sul divano perplesso -hai fame?- il ragazzo dai capelli verdi si avvicinò, consultò il suo stomaco e si morse una frazione di labbro trovandosi ad annuire.

-Ti piace la scaloppina al vino?- -fai quello che vuoi- l’altro rassegnato andò verso la cucina.

Il biondo rimase interi minuti inebriato da qualcosa…era un profumo dolce ma con un punta pungente, spalancò gli occhi quando capì che era l’odore del Nerd, che cosa stava facendo? Era la sua parte da lupo, e non doveva lasciargli prendere il controlla neanche lo conosceva quel tizio.

Sentì un gemito, scattò distruggendo ogni promessa mentale precedente e facendosi un gran male al braccio.

Ma non era nulla…Midoriya si era solo leggermente scottato la mano, eppure a quel lamento il cuore aveva accelerato di colpo e non aveva più ragionato.

-Non dovresti alzarti- -stai bene?- -cosa?- si guardò la mano -non è niente- gli afferrò il polso -sei sicuro?- lo ritrasse -certo? Da quando sei così premuroso- sorrise -beh mi hai trovato morente e anche se non so cosa farai di me ti devo almeno questo-si indicò -era un frecciatina?- sbuffò l’umano.

Il biondo si fece aiutare a tornare verso il divano, l’odore di Izuko nelle narici gli svegliò nuovamente qualcosa, era come se la sua anima pulsasse…non gli era mai successo.

Si sentiva il sangue bollire…sentiva l’ode della carne in frigo, il rumore del rubinetto che gocciolava…l’umano posò la mano sulla sua -stai sudando tantissimo- moriva di caldo. Iniziò a boccheggiare.

Un’infezione alla ferita? No, era appena stata medicata e non sarebbe arrivata così all’improvviso.

Si strinse i pantaloni, percepiva ogni cosa, il suo corpo stava per esplodere -Kacchan che hai?- provò a passargli una mano sulla testa e si ritrovò a mostrare i denti d’istinto.

La mente era annebbiata e le ossa iniziavano a fare male.

Izuko ritrasse l’arto, poi corse in cucina e prese una bottiglia dal congelatore, la passò intorno al collo del ragazzo.

Il freddo gli diede sollievo, i brividi gli si arrabbiarono per tutta la pelle fino al cervello e si ritrovò a mugolare contento chiudendo gli occhi.

Poi gli venne un dubbio, riaprì gli occhi e rivolse lo sguardo verso la finestra…era il tramonto, di che giorno? Anzi di che fase lunare?

-I tuoi occhi brillano Kacchan…- fece notare il ragazzo, no, non poteva essere così sfortunato.

Non era possibile.

-E’ luna piena?- ringhiò più che altro a denti stretti, Midoriya prese il telefono e dopo qualche secondo annuì.

No, ma perché le sfortune tutte a lui.

Izuko era un’amano, il suo istinto lo vedeva come una preda, ancora qualche minuto e probabilmente trattenersi dall’ucciderlo sarebbe stato impossibile.

-Vai via stupido Nerd!- si ritrasse ancora -ma tu stai male- -mi trasformerò a forza e ti ucciderò- sentiva la pelle tirare.

Gli ultimi raggi di luce erano l’unica cosa a colorare quella notte.

Il biondo cadde a terra per un crampo lancinante a un osso, le sentiva cambiare, mutare fino ad essere bestiali.

Ansimava.

-Kacchan- la voce lo distrasse, perché non se n’era ancora andato -devo chiamare Aizawa?- -devi andartene!- urlò ma un crampo soffocò la sua voce.

Izuko si alzò.

Ma in quell’istante il biondo perse il controllo.

Si era trasformato in un’animale.

(Izuko)

Il lupo color crema zoppicando avanzava verso di lui, ringhiava minaccioso.

Corse aprendo la porta e chiudendosi nell’ascensore del condominio appena in tempo.

Sembrava che la bestia a caccia non sentisse dolore.

Appena l’ascensore arrivò alla base Midoriya ricominciò a correre.

Un paio di metri dietro di sé ritrovò il lupo.

L’animale ululò spaventandolo.

Era veloce nonostante la ferita.

Sentiva gli ansimi dietro di s’è.

Il rumore delle unghie contro l’asfalto.

Arrivò davanti alla strada, vide in lontananza un cacciatore che pattugliava la zona.

Guardò Kacchan ringhiare e pronto a saltagli alla gola.

-Io non voglio ucciderti, ma quell’uomo lo farà devi fare silenzio, ti prego- Izuko allungò un mano, quella  con la cicatrice.

L’animale esitò rialzando il capo e fissandolo, -così bravo, non ti faccio nulla- si avvicinò lentamente -dobbiamo rientrare velocemente in casa- Kacchan avanzò verso di lui e convinto di essere al sicuro scattò per prenderlo.

L’animale gli saltò addosso, si parò col braccio ma appena gli artigli graffirono la pelle…appena il lupo vide il sangue mugolò e indietreggiò con le orecchie basse.

-Vieni con me, fidati, andiamo a casa- il lupo lo seguì quatto quatto fino a dettar l’ascensore.

Per fortuna non c’era nessuno in giro a quell’ora.

Rientrarono e si misero sul letto.

Izuko si stese sul letto e Bakugou gli poggiò il muso sulla pancia iniziando a scodinzolare.

All’inizio il ragazzo dei capelli verdi rimase immobile poi poggio la mano in mezzo al pelo lungo e morbido.

Si addormentarono così.

 

((angolino: scusate il ritardo ma sono stato veramente male e non ho avuto forza ne tempo di aggiornare prima. Comunque spero che vi sia piaciuto, alla prossima, bye bye)))

 

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Capitolo 8
*** non sono un assassino... ***


(Bakugou)

 

Furono i raggi solari a sveglialo quella mattina, gli andarono sulle palpebre facendogli venir naturale aprirle.

Un piacevole tepore gli circondava il corpo e era appoggiato su un posto morbido.

Strano, la mattina dopo la luna piena solitamente si svegliava in mezzo al bosco solo e un sapore metallico di sangue in bocca.

Sbadigliò.

-Buongiorno, ti senti bene?- la voce dell’umano, solo a quel punto si ricordò di quello che era successo, l’odore di sangue gli invase le narici, l’aveva ferito?

Provò ad alzarsi di scatto ma le ossa gli facevano male -fai piano- solo a quel punto incontrò gli occhi verdi del ragazzo, mugolò in automatico.

Si guardò attorno, era sul letto che ormai aveva le coperte del tutto stracciate e graffite -l’ho fatto io?- la voce tanto sicura in quel momento tremò.

Midoriya capì al volo -non mi hai fatto del male- gli lanciò uno guardo sinistro -uno, hai il braccio fasciato. Due, che voi che me ne importi?- ma il tono era inclinato, qualcosa lo disturbava -quando abbiamo dormito insieme non mi hai fatto niente- si girò di scatto in risposta -dormito insieme? Mentre ero trasformato!?- l’umano ebbe paura -beh, sì eri tranquillo-.

Ma non si rendeva propio conto?!

Bakugou che ogni luna piena attaccava perfino l’Alfa…

Bakugou che in quelle notti doveva imprigionarsi per tenersi lontano dalle città…

Bakugou che ogni volta si liberava, con quella forza che atterrava anche sua madre ormai…

Lui che aveva provato a uccidere chissà quante volte i membri del branco durante quel tempo…

Katsuki era certo di non essere mai stato tanto incazzato in vita sua e, per uno così nevrotico e irritabile…beh, la cosa la dice lunga.

Perfino l’odore di Izuko iniziò a dargli sui nervi. Strinse i pugni.

-Kacchan- lo chiamò Izuko vedendo la vene del collo gonfiarsi -Stai zitto!- ringhiò senza neanche guardarlo, poi ripeté -Zitto!- anche se non aveva parlato, solo come scusa per guardarlo nei suoi occhi e sfidarlo, continuò -Nerd di merda-, non l’aveva mai chiamato così, almeno non fuori dai suoi pensieri.

-Posso sapere che ti prende!?- adesso anche l’altro iniziò ad ad alzare la voce. -Ti avevo detto di scappare! Di rinchiudermi!- -Ma non mi hai fatto niente…- strinse i pugni -puzzi di sangue!- Izuko si riguardò la fasciatura -è solo..- -No!- Katuski sperava che urlare gli desse un po’ di sollievo, che riuscisse a scacciare i pensieri.

-Non me ne può fregare un cazzo delle tue spiegazioni! Zitto e non mi rivolgere la parola.-

Avrebbe potuto ucciderlo, la sua parte lupo in quelle notti era sempre stata incontrollabile.

Aveva già fatto così tanto male…a tutti, al branco, a sua madre, all’Alfa, a ogni animale in quella foresta, ai cacciatori, non era neanche sicuro di non aver ucciso nessuno…e la cosa lo soffocava dentro.

Era come se qualcosa di represso venisse fuori in quelle notti, un mostro più forte degli altri.

Gli lanciò un ultimo sguardo. 

Aveva bisogno di una doccia e di non sentire quella puzza nauseante almeno per un po’.

-Stai facendo una scenata, non è successo niente, no?-.

Il tono di Midoriya era prevalentemente calmo e solo leggermente nervoso, forse era per quello che Katsuki perse definitivamente il controllo.

Si voltò di scatto come un animale selvatico e lo guardò dritto negli occhi. L’umano era confuso…e preoccupato? ma non era davvero nulla rispetto a tutto ciò gli aveva creato un nodo in gola…a quella paura di avere su di se l’odore del sangue.

-Non è successo niente?- ripeté con un sussurro, -Non è successo niente?! Nerd!- stavolta urlò, -volevo solo aiutarti!- -sono un cazzo di animale! Nessuno può aiutarmi! Tantomeno un debole umano come te! Potevo mangiarti! Aprirti in due! Sarei diventato un assassino capisci?!- , Izuku si bloccò, spalancò gli occhi…Katsuki aveva gli occhi lucidi. Era quello il problema quindi…ma Midoriya non l’aveva mai visto come un mostro, neanche da trasformato, da quando aveva allungato la mano qualcosa gli aveva detto che non gli avrebbe mai fatto del male. 

-Mi dispiace, ma sappi che se tornassi indietro lo rifarei altri mille volte- -neanche mi conosci!- Izuko sospirò -non si tratta di te, io ho sempre voluto aiutare la gente e se questo mi costerà la vita beh non fa niente- Bakugou provò ad alzarsi di colpo ma i muscoli erano ancora indolenziti, Midoriya lo prese la volo -sei un idiota, un crocerossino lo sai?- l’altro non rispose mettendolo di nuovo sul letto.

Posò lo sguardo sul petto che di muoveva al ritmo dei respiri…era vivo, lui non aveva ucciso nessuno, non era un mostro.

Chiuse gli occhi, ma per quanto?

Stava per parlare di nuovo quando un’ululato arrivò alle loro orecchie, era inconfondibile…era Dabi…

 

(((angolino: scusate il leggero ritardo ma ormai mi conoscete, spero vi stia piacendo, questo è un capitolo un po’ di transizione (i due devono conoscersi) ;) comunque alla prossima spero vi sia piaciuto))

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Capitolo 9
*** Fiamme dentro ***


(Bakugou)

 

Riconobbe il latrato.

Si voltò di scatto verso l’umano, sembrava spaventato.

Dabi era un beta, più allenato di lui e più grande, oggettivamente non aveva molte possibilità senza contare che sicuramente qualcuno nel quartiere aveva già chiamato i cacciatori.

-Kacchan devi scappare- ma si guardò la spalla, diavolo! 

-Usciamo qui siamo il pericolo, la casa è troppo chiusa- il biondo aprì la porta ma poi gli venne in mente -nasconditi dentro, cerca me- ma il ragazzo dai capelli verdi ribatté -non sappiamo se tornerà indietro per vendicarsi anche di me, ci conviene prendere la macchina e andare da Aizawa- il mezzo lupo dovette a sua discolpa trovarsi d’accordo, Dabi era un tipo imprevedibile.

All’ennesimo ululato dannatamente vicino e assordante corsero giù per le scale, per fortuna la sua spalla stava meglio dopo la medicazione del veterinario e riusciva a camminare e correre da solo.

Ma quando aprì la porta l’enorme lupo nero era lì davanti, Midoriya spostò Bakuguo con una botta e bloccò il salto dell’animale mettendogli un’ombrello, appena raccolto dal porta ombrelli di fianco, tra i denti.

-Vai via Dabi- minacciò l’altro lupo, il maggiore lasciò l’ombrello -ti sei alleato con un umano quindi, sei un traditore. Ma non importa, io sono incaricato di ucciderlo per riportarti a casa- mostrò di nuovo i denti e l’uomo intelligentemente indietreggiò.

Fu però Kastuki il primo ad attaccare saltando al petto del moro per rimanere attaccato, l’altro iniziò a divincolarsi indietreggiando fino all’esterno poi si buttò a terra schiacciando il giovane lupo.

Midoriya approfittò della porta libera per correre verso la macchina.

Il beta se ne accorse e provò a scattare ma fu addentato a una zampa.

Il lupo degli occhi cremisi non aveva mai avuto uno guardo tanto spaventoso, arrancava zoppicando affondando i denti ovunque pur di fermarlo.

Dabi si girò mordendolo tra schiena e la pancia, lo fece mugolare -Kacchan!- l’urlo gli svegliò qualcosa dentro, una scarica di adrenalina gli invase il corpo facendolo fremere.

Si girò e lacerando la ferita si aggrappò al collo dell’avversario, provò a stringere, a stringere con rabbia.

Dabi iniziò a divincolarsi, lasciò la presa dalla pelle del ferito e prese a mugolare.

Quella sensazione di potere, di dominanza, eccola…stava vincendo non importava se fosse morto dissanguato dopo il duello.

All’improvviso un’ombra a tutta velocità si avvicininò in picchiata.

Un paio di secondi…fece giusto in tempo ad indietreggiare per non farsi afferrare dagli artigli rapaci, era un falco…che si era messo a difesa del lupo.

Si scambiarono uno sguardo, e capì che quell’animale sarebbe morto lì piuttosto che lasciargli finire il corvino, era la stessa fiamma che aveva travolto lui, la stessa cieca sicurezza e mancanza di ragione o paura.

Si tirò indietro mugolando e saltò dentro l’auto.

Si stese sul sedile detrasformandosi, prese ad ansimare.

-Sono arrivati i cacciatori- Izuko premette sull’acceleratore ma un proiettile ruppe il vetro per fortuna non colpendo nessuno.

Intanto Bakuguo udì l’ululato del suo alfa in lontananza, lo cercavano, ma essendo inseguiti dai cacciatori non poteva di certo fermarsi e unirsi a loro.

Poi con buona probabilità gli altri lupi avrebbero fatto a brandelli l’umano.

Sfrecciarono a tutta velocità verso il fuori città, il petto il bruciava così come la schiena e l’effetto dell’adrenalina pian piano lo abbandonava.

-Andiamo nel bosco, almeno perderemo le tracce dei cacciatori- -ti faranno a pezzi- ringhiò stringendo la ferita -allora sarai tu a guidarmi, non tornerò indietro- come faceva un umano a tenergli testa? Perché? Dov’erano finite le gerarchie?

Ma non si fece altre domande, si addormentò troppo stanco.

(Hawks)

I cacciatori arrivarono trovando lui e Dabi, -finisco quel lupo!- ordinò Endevar ma mentre prendeva la mira il volatile gli si fiondò spaventato sugli occhi penetrandoli con gli artigli.

L’uomo urlò e fece partire un colpo dell’arma che gli colpì l’ala.

Cadde su un fianco.

Tutto gli sembrò offuscato, capì solo che stavano per riprendere la mira.

Non pensò -non fatelo!- tornò umano, lasciandosi solo le ali rosse e ferite.

Ora tutti lo guardavano.

Lui il terzo cacciatore più bravo, il più giovane ad entrare in classifica era davanti a loro come Selvaggio.

Scattò a gattoni per rimettersi davanti a Dabi e privo di forze si alzò piangendo.

Aprì mani e l’ala sana per parare l’animale.

-Keigo, tu traditore!- gli urlò il secondo in classifica con le mani sugli occhi, gli altri si mormoravano a vicenda spaventati.

Forse si pentivano per ogni confidenza, ogni parola, ogni cosa fatta davanti a lui, o cercavano indizi per poter dire “perché non ci sono arrivato prima?”.

-Dabi!- urlò il biondo -Dabi alzati ho bisogno di te! Un’ultima volta cazzo alzati per me! Vattene! Puoi darmi ciò che voglio solo per una volta?!- era disperato, sapeva come sarebbe finita quella situazione.

Erano soli con almeno 9 cacciatori.

Stava arrivando l’ambulanza per Enji ne sentiva il rumore.

Prese la pistola dalla sua cintura, non che potesse servire a molto, la puntò ancora una volta contro Todoroki.

Gli arrivò un’altro colpo alla spalla, cadde in ginocchio, sparò ma non colpì Enji bensì un’altro cacciatore.

Un ululato, sempre più vicini.

Notò alla sua sinistra il branco -siamo salvi Dabi- sorrise alzando il volto al cielo e piangendo ma poi una fitta di dolore lo fece piegare in due.

(Dabi)

Il corvino si svegliò al sicuro, nella sua tenda e già medicato.

E pensare che si era già dato per morto.

Provò ad alzarsi ma il collo li faceva molto male.

Notò Kirishima fissarlo dalla soglia della porta -stai bene?- si mise seduto a fatica -sono stato peggio- -ah ok- sembrava troppo spento per essere il solito Kirishima -che succede?- -niente è per…niente solo niente- provò a concentrarsi sui suoi occhi e mostrare i denti -Hawks…- sussurrò sottomesso il rosso.

Che c’entrava Keigo? Aveva un vago ricordo nel falco sopra di lui, degli spari, poi nulla.

Cos’era successo?

Si alzò di scatto -dov’è?!- urlò, lui che non perdeva mai la calma -è nella tenda di recovery girl, ma non dovresti vederlo deve riposare e non è messo bene- il corvino invece scattò senza pensare al dolore.

Colpa sua, era tutta colpa sua.

Se non avesse inventato quella cosa su Bakugou, se non avesse preceduto il branco per cercarlo, se non avesse fatto di testa sua…

Lo vide e si pietrificò.

La guaritrice si stava disperando tra ago filo e bende, era circondato da bende insanguinate e portava un asciugamano tra i genti mentre le lacrime gli velavano gli occhi.

Ecco che effetto faceva lui alle persone.

Si avvicinò per prenderli la mano.

Non sentiva più neanche l’odore del compagno troppo coperto da quello del sangue.

-Dabi dovresti andartene non è un bel momento- gli consigliò la donna ma neanche la sentì -non puoi andartene così, il mondo non ha valore senza di te, non mi interessa essere libero, voglio stare con te…tu sei l’unico che non mi tratta come se fossi un mostro, ti prego- gli passò la mano sul viso -sei l’unica cosa a cui tengo, non possono portarmi via anche te- sfiorò l’asciugamano pieno di saliva e lacrime.

-Dabi vieni dobbiamo organizzarci per attaccare la città- non aveva mai visto la madre di Bakugou tanto infuriata, era inespressiva ma ogni suo movimento era piano di odio -arrivo- baciò la fronte al suo falchetto -ti farò giustizia- poi si alzò per andare a pianificare l’attacco definitivo.

 

(((((angolino: ciao a tutti, spero che il capitolo vi sia piaciuto, sto provando a ridurre gli errori di battitura spero di starci riuscendo, finalmente un po’ d’azione. Alla prossima, bye bye)))

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Capitolo 10
*** ti amo...ma siamo diversi ***


(Bakugou)

    Si svegliò che a mala pena riusciva a muoversi, anche solo respirare gli causava un dolore immenso. 

Mugolò cercando di chiamare aiuto.

C’era in compenso un piacevole tepore, coperte…no un impermeabile.

Aprì gli occhi e udì un ringhio.

Era un ringhio familiare e dannatamente spaventoso.

Provò a scattare in piedi ma gli uscì un verso simile a un cigolio nonostante fosse umano.

-Kacchan!- percepì Izuko urlare -non muoverti hai i punti- individuò il ragazzo appena davanti a sé.

Aveva un bastone molto spesso che stringeva con ambe le mani, il volto stanco e crucciato, il sudore puzzava di rabbia e paura.

Davanti a lui, un lupo dal pelo rame tutto scompigliato, il capo basso e i denti aguzzi ben in mostra.

Lo riconobbe.

Provò ad alzarsi ma cadde miseramente catturando l’attenzione dei due duellanti -Kirishima fermo!- ordinò, nonostante in quel momento non se lo potesse permettere.

Il rosso esitò ma continuò a ringhiare, a Katsuki spuntarono i canini -ho detto fermò!- il suo urlò fece mugolare istintivamente l’altro che abbassò il capo e si rannicchiò.

Midoriya rimase sconvolto, aveva sottomesso un beta…un beta come lui con solo un ringhio…

Scosse il capo e andò vicino al biondo che si rasserenò all’istante.

Gli parve che il dolore sparisse per un secondo, poggiò la testa sulla spalla del giovane dai capelli verdi…non avrebbe mai sopportato di perderlo.

Lui era l’unico che si prendeva cura di lui senza volere niente in cambio.

Che l’aveva fatto piangere sulle sue spalle.

Era il raggio di quel sole che non era mai brillato per lui prima di allora.

L’unico a non aver paura del mostro che non poteva controllare.

Le parole degli altri tagliavano come coltelli…le sue gli entravano dentro e il loro calore lo avvolgeva.

-Stai bene?- gli chiese ancora coi denti esposti ma un tono tranquillo, il ragazzo sorrise leggermente col volto tempestato di lentiggini -sto bene- sussurrò poi.

-Kirishima che ci fai qui!?- tornò a farsi aggressivo -ti cercavo!…- si giustificò -Dabi ha detto che avevi bisogna di aiuto…un umano ti aveva drogato- -drogato!?- il biondo urlò.

Eijiro si mise seduto lentamente -vogliono uccidere il tuo umano, attaccheranno la città finché non ti troveranno- Katsuki si girò di scatto a guardarlo, l’umano aveva le lacrime agli occhi -mia madre, Todoroki, Uraraka, gli altri ragazzi, loro…- -mi dispiace…- sussurro il rosso.

Il lupo biondo si alzò con i pugni stretti -li fermerò- -è una decisione dell’Alfa non puoi- gli fece notare il Beta -lo fermerò- però ripetè e gli altri due avrebbero giurato che per un’attimo quei due occhi cremisi brillassero.

-Morirai!- Eijiro gli afferrò le spalle -morirai per degli umani!- Kacchan non si scompose, si voltò semplicemente verso Izuko e chiuse gli occhi per fissare il suo volto nella sua mente ancora una volta.

-Kirishima, fammi un favore…- sussurrò, che non era affatto da lui -prenditi cura di Izuko questo inverno, sarà freddo- il ragazzo dai capelli verdi gli afferrò la spalla -cosa vuoi fare!? Cosa Kacchan!?- sorrise -mi chiamo Katsuki- l’altro rimase pietrificato -mi chiamo Katsuki Bakugou- al giovane venne da piangere…non sapeva perché ma quella presentazione suonava come un’addio.

Lo abbracciò, il ragazzo dai capelli verdi dopo tutto quello che avevano passato si sentiva unito al biondo.

Avrebbe voluto sapere tutto di lui, cosa lo rendeva felice, cosa odiava, qual era il suo film preferito, se gli piaceva il mare, se aveva un dolce preferito che gli piaceva trovare nella calza della Befana.

Il biondo ricambiò piegandosi per sorridere tra i suoi capelli.

-Non andare, cosa vuoi fare?!- il biondo chiuse gli occhi -torno dal mio branco. Sapevi che me ne sarei andato, di che ti stupisci? Ho delle cose da risolvere e sono la mia famiglia non posso restare con te- lo fece scollare spingendolo piano, voleva mordersi la lingua ma era obbligato ad allontanarlo.

-Pensavo fossimo una squadra…- quello sguardo gli fece scendere una lacrima che non venne notata -siamo solo un lupo e un umano. I nostri mondi sono totalmente diversi. Non possiamo neanche lontanamente vivere…- smise di parlare, non voleva ferirlo troppo doveva solo convincerlo ad allontanarsi -non posso fare niente se tu sei qui- concluse.

Izuko abbassò il capo e lo lasciò allontanandosi di un passo -se è questa la tua decisione, se veramente sono solo d’impiccio tornerò a casa senza fiatare e avvertirò gli altri di prepararsi all’attacco. Spero che tu stia bene col tuo branco- aveva uno sguardo triste l’uomo, ma si impediva di piangere.

Il biondo si girò e a passo lento raggiunse l’amico -tienilo d’occhio- poi continuò a camminare sempre più velocemente impedendosi di girarsi.

Sapeva che se l’avesse guardato non sarebbe riuscito a non corrergli incontro.

Si trasformò in lupo e corse più velocemente possibile per quanto le ferite glielo permettessero.

Avrebbe voluto portare l’umano in un bel posto per dimostrarli quanto ci teneva, un campo pieno di fiori magari…ma ormai ovunque sembrava troppo freddo, avrebbe voluto regalargli dei bei gigli…ma erano cresciuti innaffiati dal sangue, e avrebbe voluto baciarlo…ma ormai la sua bocca sapeva di metallo e lacrime salate, avrebbe voluto amare…ma non aveva ancora molti battiti del cuore a disposizione, avrebbe voluto difenderlo…ma le sue ossa erano rotte.

Dicono che le parole vincono sempre, che l’amore vince, ma lui avrebbe perso quella volta, ne era sicuro.

Sarebbe vissuto con quel volto impresso nella sua testa come una fotografia, quel ragazzo era la sua eredità vivente…l’ultimo ricordo del suo sorriso.

 

(((Angolino: T-T mi si era rotto il computer scusatemi tantissimo, oggi è tornato ed ho aggiornato subito. Comunque grazie a tutti colore che avranno ancora la pazienza di seguirmi. Bakuguo sta per sfidare All for One, come andrà? Izuko lo capirà? Grazie e spero vi sarà piaciuto, alla prossima. Bye bye.)))

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Capitolo 11
*** mostro in gabbia ***


(Izuko)

 

Si mordeva il labbro guidando e stritolando il volente. Solo un peso…come poteva dar torto al lupo? Lui un debole umano senza…senza neanche era forza di uccidere.

Era solo d’impiccio.

-Ehm…tutto ok?- Kirishima intravide le sue lacrime -di a Kacchan da parte mia…di stare attento- il rosso tremò visibilmente.

Perché Bakuguo si interessava tanto a quell’umano? Al punto di andare a morire per lui.

Lo sguardo di Eijiro poi cadde sulla mano dell’uomo -quella cicatrice…- era un marchio, come non rinascerlo.

Era strano marchiare sulla mani, ma da lupo lo percepiva, come il segno urlasse -lui è mio-.

-Me lo sono fatta da piccolo…nulla di che, l’attacco di dei lupi- la memoria viaggiò a tempi lontani.

A quella notte di anni e anni prima in cui era appena un cucciolo, Bakugou e la madre erano stati intrappolati in mezzo agli umani…erano andati a salvarli e Katsuki gli raccontò di aver morso un bambino, si vantò di aver battuto un umano per mesi.

E se quel bambino era…si soffermò su Midoriya.

-Fu un cucciolo a morderti? Un cucciolo dalla pelliccia crema!?- urlò, urlò chiedendosi se quello era il sacrificio d’amore di cui tanto narravano le storie.

-Questo ti ha fatto giocare la testa!? Sei innamorato!? Tu che non mai piegato la testa…tu ora…tu ora hai trovato il tuo branco con un essere sotto di te- lo pensò mentre immaginava il compagno sfidare l’alfa.

-Da quel che ricordo sì…era un lupo crema dagli occhi cremisi…- inchiodò con la macchina, sorrise e guardò indietro attraverso lo specchietto.

-Quindi ci eravamo già incontrati?- si stava trattenendo per non tornare indietro solo per quelle parole -sei un’impiccio- sarebbe stato meglio col suo branco.

-I lupi marchiano…- il biondo l’avrebbe ucciso ma poco importava -marchiano la propria anima gemella, possono farlo solo una volta in tutta la vita. Solo se i due sono veramente destinati a stare insieme…- fissò la cicatrice -è un modo di dimostrare appartenenza, ma…- Midoriya strabuzzò gli occhi.

-Questo è un marchio?- il rosso abbassò il capo…- è solo un errore, questo si dice delle storie tra lupi e uomini. E poi con Bakuguo, lui non è un lupo nella norma…lui non ha mai voluto sottomettersi, per te farà di tutto-.

Stava sfidano il banco? Per lui?

Era questo che stava accadendo!

-Umano non puoi farci niente! Era già successo e l’altro uomo era morto, sbranato!- -Dov’è?!- gridò l’uomo con i denti digrignati, così umani eppure così bestiali -dimmelo subito!-.

Il rosso fu sconvolto: quell’uomo aveva la stessa dominanza e imponenza di un lupo, comprensibile che il biondo se ne ne fosse innamorato.

-Finirai mangiato- si impose -non ti ho chiesto la tua opinione! Ora dimmi dove è andato Kacchan!- Kirishima scese e si trasformò poi fece salire l’umano sul suo dorso e corse nel bosco.

(Dabi)

I lupi avanzavano uno i fianco all’altro verso la città, un’esercito.

Ringhiavano limandosi le unghie sull’asfalto.

All for one era davanti a tutti camminava piano assaporando la vittoria.

I loro respiri suonavano come coro infernale.

Dabi sapeva che i cacciatori stavano arrivando, ma la rabbia era tutto ciò che lo faceva muovere.

Un lupo si parò davanti a loro.

Aveva il manto nero come la pece.

Gli occhi rossi come bracieri.

Ringhiò in faccia ad All for One.

Poi rimase fermo come tutti gli altri lupi.

-Che ci fai qui Aizawa?- fu l’alfa a domandare, non c’era aggressività nel suo tono, solo un distaccato rispetto.

Il lupo si destrasformò, i capelli lunghi gli coprivano metà del volto facendo risaltare gli occhi che brillavano di luce propria.

-Stai lontano da questa città- era la bassa voce, l’ordine forte e chiaro.

Il capo sbuffò -non toccherò casa sua- e provò a fare un passo avanti, l’altro ringhiò al minimo movimento.

-Questa è la mia città- -tutto questo per un’umano, morto tra l’altro- l’altro inarcò le sopracciglia -gli umani non sono bestie da macello. Ci sono bambini! Anziani! Donne! Tu non hai idea e non vuoi capire!- -quell’umano ti ha cambiato Aizawa ma sei in tempo per unirti a noi, non dev’essere facile essere un omega- allungò la mano il capo.

Il corvino la graffiò mostrando una cicatrice sul collo, un morso…ma non di un lupo, sembrava un morso umano. Si era fatto marchiare da un umano.

-Il branco non si abbandona mai, lui sarà sempre il mio branco. E proteggerò questa città come avrebbe voluto!- si ritrasformò ringhiando più forte.

-Non ce la farai mai solo- rise All for one -e pensare che saresti stato un’ottimo successore a tuo tempo-.

Un’ululato arrivò alle loro orecchie.

Il lupo crema spuntò ringhiando da in mezzo agli alberi e si posizionò di fianco al corvino.

La madre di Bakugou e il padre tornarono umani -figlio mio- piansero, lui si detrasformò.

-Dabi vi ha mentito! Non sono stato rapito! Gli umani non mi hanno fatto del male- Dabi si fece avanti -ma ti hanno sparato, quanto passerà prima che ci uccidano tutti?- -perché hai mentito?- il corvino fece le spallucce -non ho mentito, ferito, immobile e bloccato con un umano. Cosa avrei dovuto pensare? Volevo salvarti- -bastardo!-.

L’alfa si mise in mezzo -Dabi io e te faremo i conti dopo, ma gli umani moriranno oggi. Ci hanno ucciso, noi, i nostri figli, i nostri avi, costretti al terrore, alla fuga. Oggi è il giorno in cui ci riprenderemo il titolo di predatori-.

Katsuki ringhiò mettendo il propio muso su quello dell’alfa.

Lo sfidava, apertamente e davanti a tutti.

All for one provò a morderlo ma schivò.

In un secondo tutti i lupi si allontanarono per lasciare spazio.

Non era la solita sfida, lo sapevano tutti.

-Katsuki fermati!- urlò la madre.

Il primo ad attaccare però fu propio il giovane correndo per poi cercare di mordere sul fianco l’altro.

Fu spinto e ribaltato, l’altro li andò sopra per azzannarlo ma lo addentando sul muso.

Sentiva qualcosa svegliarsi, una bestia fino ad allora tenuta in gabbia.

Si tolse di dosso il lupo nero e con i denti pini di sangue ringhiò ancora e gli corse addosso.

Si beccò con morso sul petto, fece staccare l’altro con un graffio dato nella foga con la zampa.

Poi morse ancora, fu morso, rotolò e si rialzò, provò a ribaltare l’altro ma schivò quando capì di non riuscirci.

Andò un paio di metri indietro.

Boccheggio.

Scattò ancora.

Lo addentò sul fianco.

Fu morso sulla coda.

Si sforzò di non lasciare subito per lacerare a pelle.

Gli parve che tutto il resto sparisse: sangue, mordere, sangue, mordere, stringi, schiva, corri.

Non aveva più pensieri ne raziocinio.

Voleva solo uccidere, uccidere, uccidere e essere l’alfa.

Aveva perso il controllo.

Vedeva rosso, le vene pulsavano.

Scattò ancora mirando al collo ma colpì l’orecchio essendo egli stesso preso poco vicino all’arteria.

Si dimenò ringhiando.

Riuscì a farsi lasciare e scattò ancora.

Nessuna pausa.

Nessuna tregua.

Nessun pensiero.

Doveva ucciderlo.

Non importava più il dolore ne nient’altro.

-Kacchan!- gli arrivò un urlò disperato alle orecchie che parve svegliarlo.

Non schivò cercando con lo sguardo l’uomo e si beccò un morso sul fianco.

Riuscì a liberarsi e poi trovò l’uomo tra gli arbusti, gli ringhiò contro.

Che ci faceva lì? Sopra Kirishima?! Non doveva vederlo così! 

-Stanno arrivando i cacciatori- anche All for one si fermò e guardò l’umano .

Scattò per andargli addosso, il biondo cercò di inseguirlo ma un crampo lo bloccò facendolo cadere su un fianco.

Mugolò.

Ma l’Alfa non raggiunse Izuko, Aizawa gli saltò addosso facendolo ribaltare e si aggrappò al collo.

Kirishima fece dei passi indietro ma l’umano scese e corse verso il biondo.

Nonostante ci fosse un branco di lupi intorno e lui fosse solo…con solo una pistola che teneva prima in macchina.

-Kacchan!- il lupo mugolò movendo poco la testa per avvicinarla all’uomo.

Mitsuki cercò di avvicinarsi a i due ma il figlio d’impulso si rimise in piedi e seppur tremolante le ringhiò.

-Sta giù- il ragazzo si alzò e si mise di fianco al lupo tirando fuori l’arma -qui nessuno deve farsi male- tolse la sicura -ma se attaccherete la città i cacciatori vi uccideranno. I nostri mondi sono diversi ma possiamo vivere insieme!-.

Era davvero possibile? Probabilmente no e i cacciatori stavano arrivando. Da lì a poco tutto sarebbe stato un lago di sangue.

 

(((angolino: grazie per star seguendo la storia che è ormai alla sgoccioli infatti a brave ne inizierò un’altra. Finalmente sapete perché Aizawa è un omega, prevedo un piccola parentesi su di lui ma è ancora tutto da vedere. Spero che la lettura vi sia piaciuta e vi ricordo che aggiorno una volta a settimana. Alla prossima. Bye Bye)))

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Capitolo 12
*** Stallo ***


(Kacchan)

 

Aveva la vista offuscata.

Sentiva tutto ovattato.

Si era poggiato addosso all’uomo e continuava a ringhiare.

-Viviamo in mondi diversi. Siamo specie diverse, ma solo per questo dovremmo odiarci? E’ questo quello che volete? Quanti altri devono morire?- gesticolava a mani aperte.

Kacchan udì il suono della sirena in lontananza, tutti si allarmarono tranne l’uomo che non aveva un udito abbastanza sensibile per sentirla da così lontano.

Bakugou si detrasformò -andiamo via- mugolò, l’umano lo prese sotto braccio cercando di spronarlo a camminare.

Ma il biondo era al limite.

I muscoli li cedevano e tremava.

L’effetto dell’adrenalina stava passando.

Izuko lo sorreggeva con le lacrime agli occhi, se gli avessero visti sarebbero morti.

Chi avrebbe raccontato quella storia? Chi avrebbe parlato delle lacrime versate fino a perdere il sorriso? 

Sarebbe morto…sarebbe morto quel giorno, mentre i suoi sogni e la realtà per la prima e l’ultima volta coincidevano, era tra le braccia del suo compagno.

Si ero pensato senza speranza, un mostro. Poi l’aveva visto, e senza un posto in cui scappare Izuko l’aveva fatto andare con se.

Izuko il suo angelo maledetto…non gli serviva un nome lo avrebbe chiamato “angelo”.

Fermarlo…avrebbe davvero voluto fermarlo, urlare che non c’era possibilità dia attraversare tutto il bosco con lui in quelle condizioni.

-Sarebbe così bello se tutto tranne noi sparissero…- sussurrò e l’umano si voltò disperato -no Kacchan! Kacchan non lasciarmi!- il biondo cadde in ginocchio.

Non erano al sicuro, i cacciatori a meno di 200 metri dietro.

-Vieni via in insieme a me, andiamo via!- Midoriya gli afferrò la mano e se la portò alla guancia -sei così melodrammatico Nerd…-  Deku lo abbracciò.

Una voce…non di deku…non sua ma era la realtà che chiamava, -Bakugou- il lupo rame gli raggiunse e si pietrificò -portalo via Kirishima! E’ un ordine- non era un ordine…era una richiesta…una preghiera, il suo testamento.

Izuko era la sua eredità vivente, l’ultimo ricordo di cos’era la felicità.

Eijio provò ad afferrare il polso all’umano ma fu strattonato.

-I lupi sono ancora qui in giro, possiamo vincere. Vincerò per te- -sei uno stupido nerd!- gridò provando ad alzarsi.

L’umano però iniziò a correre verso la strada.

Il rumore di guaiti, ringhi, fucili.

Si piazzò davanti a tutti e urlò puntando la pistola al cielo e sparando.

Tutti si girarono a guardarlo, aveva lo sguardo…lo sguardo di chi ha perso la testa.

All Might lo squadrò cercando di capire se fosse davvero umano.

Aizawa gli andò di fianco anche se zoppicando.

Arrivò davanti al cacciatore numero 1 con passo lento.

Non smise di guardarlo negli occhi poi con decisione gli puntò la pistola contro.

-Tu eri il mio idolo…- l’uomo era confuso e spaventato -figliolo..- -io credevo che tu salvassi le persone! In mezzo a i lupi ci sono bambini, anziani, donne, non sono mostri!- -loro attaccano le città…- -sono costretti ai margini della società! A essere cacciati ogni giorno, che dovrebbero fare!?- Aizawa si detrasformò e al cacciatore per un attimo mancò il fiato.

Erano amici da tempo immemore, -io sono un lupo- pronunciò il corvino -ho amato un uomo come la mia vita, Mick ora è morto…è morto per questa guerra. Dovresti ricordarti com’è finita. Ti presento Midoriya, lui ha un coraggio da pochi, è un essere umano e il suo compagno è un lupo che sta mondo in questo momento per proteggere la città da All For One. Non tutti i lupi sono buoni, come non lo sono tutte le persone. Ma non è giusto continuare stermini che vanno avanti dal medioevo- All Might abbassò il capo -costruiamo un mondo dove vivere insieme-.

Izuko guardò i lupi -tutti insieme!-.

-Midoriya- riconobbe la voce, era Shoto un suo compagno di classe poi un righi alle sue spalle.

Dabi saltò per andare addosso al ragazzo.

Ma non fu lui ad essere colpito, Dabi deviò appena in tempo quando qualcosa si fiondò a pararlo.

Era Hawks che aveva ancora un’ala ferita ma era venuto il più velocemente possibile.

-Dabi..rifletti- pregò -è questo quello che vuoi!? Uccidere un ragazzino?! Pensi he possiamo uccidere tutti gli uomini? Non vuoi la pece? Non vuoi aprire un cazzo di pub con me!?- -Keigo anche tu sei un Sevaggio…- All Might sussurrò. Era distrutto, ogni sua certezza era distrutta.

-Lui il cazzo di figlio perfetto! Non è neanche un lupo! Un esperimento! Io sono un esperimento e dovrei fidarmi degli uomini! Uomini che hanno fatto di tutto per creare un uomo con i nostri sensi ma che non fosse un lupo! E poi hanno ucciso mia madre!- Dabi urlò ma Keigo fece un paio di passi verso di lui, gli accarezzò la guancia -tu sei tutto quello che ho Tonya…-.

Dabi non ebbe più il coraggio neanche di deglutire -Endevar non può più farti nulla, per quanto riguarda All for one e All Might…- guardò il biondo -fermiamo questa stupida guerra?-.

-Devo parlare col vostro capo- Hawks si girò a cercare l’Alfa con lo sguardo, -andiamo a cercarlo-.

La maggior parte dei lupi corse nel bosco, Keigo cadde invece in ginocchio tenendosi l’ala e facendo una smorfia di sofferenza.

Tonya gli corse in contro.

Izuko invece andò verso il bosco, sperando non fosse troppo tardi per il suo di amore.

(Bakugou)

Si svegliò in un’auto. Non riusciva a muoversi, le palpebre erano pesanti.

-Izuko?...- sussurrò, la macchina si fermò e sentì un urlo -un selvaggio!- era la voce della madre di Deku, ne era sicuro.

Dischiuse le labbra ma non riuscì a parlare.

-Immagino che non ti chiami neanche Kacchan allora..- lo fece girare per permettergli di guardarla.

-Sta bene…? Lui..sta bene?- non riuscì neanche a fingere un ringhio o un tono intimidatorio, era meno i un sussurro.

-Che vuoi da mio figlio!?- la donna urlò in lacrime -vi siete già portati via il mio migliore amico! Mio marito! Non anche mio figlio!-.

Mick era il suo migliore amico, ricordava il giorno in cui gli comunicarono la morte…lui un uomo così vivace e solare mangiato dai lupi, ricordava la notte in cui suo marito morì.

La donna prese la chiava e la poggio sul collo del ragazzo, voleva bucagli il collo, sarebbe stata la cosa giusta, non avrebbe rischiato suo figlio.

-Izuko perdonami…- pronunciò.

Suonava una preghiera, bloccò la mano -ami mio figlio?- -non la riguarda- l’orgoglio gli restava anche in quella circostanza ma la donna percepì il sì nascosto tra quelle parole.

-Non permettere che lo uccidano- si piegò sul volente disperata.

Il biondo forzo le gambe. Costrinse i muscoli e uscì dall’auto.

Poi si trasformò e iniziò a correre zoppicando.

C’era un’ultima cosa che doveva fare…doveva rendere Izuko libero.

Cercava All For one. Doveva ucciderlo o la guerra non sarebbe mai finita.

Annusò l’aria che sapeva di sangue, sangue l’istinto che lo guidava.

La terra fangosa gli bagnava i cuscinetti e la vista era offuscata.

Ma lo sentì, sentì la strada giusta, poi se lo ritrò davanti.

Bagnato. Sporco e sanguinate.

Il lupo crema ringhiò e partì subito all’attacco.

Ricominciò la battaglia.


(angolino: salve, scusate il ritardo motivi scolastici. Questo è il penultimo capitolo. Alla prossima. Bye bye)

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Capitolo 13
*** Alfa ***


(Izuko)

Montava la schiena di Kirishima, Katsuki era sparito nuovamente e doveva trovarlo.

Sembrava tutto silenzioso eppure percepiva l’aria odorare di caos, sentiva la pressione schiacciarlo contro il pelo del lupo per non fagli tenere la testa alta.

Chissà dov’era sua madre, chissà se sarebbe sopravvissuto un’altra ora.

Si guardò il marchio per la prima volta pregando, non l’aveva mai fatto, pensava a quando avrebbe riso di quella battaglia anni dopo come a dire -che mi sono preoccupato a fare?- pensava a quando avrebbe alzato il calice brindando a tutto ciò che si era perso di Bakugou.

Quando sarebbero stati vecchi, deboli e banali si sarebbero ricordati di quei momenti?

-Izuko- era sua madre, aveva i vestiti strappati dai rami, gli occhi rossi e il viso deformato in una smorfia di dolore -Kacchan non è un cane- l’uomo abbassò il capo mortificato per l’aver mentito alla madre e scese dal rosso che mugolò piano.

-No mamma…è un lupo mannaro- la donna gli artigliò le spalle -tu non devi avere nulla a che fare con quella specie! Sono crudeli e sputati! Torniamo a casa! Dimenticalo!- il ragazzo la stattonò irritato liberandosi -tu non li consoci, non consoci Kacchan! Non sai niente dei lupi!- -e invece sì!- l’umano rimase pietrificato, che intendeva la donna mentre singhiozzava?

-Torniamo a casa…per favore, prima che lo rincontri- ma il giovane dai capelli verdi si ritrasse e scosse il capo -non me ne vado senza Kacchan!- -lui ti abbandonerà! i lupi sono fatti così!- -io lo amo!- gli scese la prima lacrima nell’urlo e la donna parve vedere un mostro nelle parole del figlio -i lupi non sanno amare…-.

Il lupo mugolava invece come sconfortato.

Il giovane si girò di spalle per ricominciare a camminare ma qualcosa lo prese alla sprovvista, un grande lupo nero gli sbucò da dietro alla spalle.

Era Aizawa. Come non riconoscerlo…Aveva la pelle lacerata in vari punti e boccheggiava, appena detrasformato cadde in ginocchio -gli ho trovati, sono nel lato sud, vicino alla zona dei rovi- Midoriya prese a correre ma Eijiro lo affiancò e lo fece saltare in groppa, non avevano un minuto da perdere.

La donna guardò Aizawa ansimare. Lo riconobbe e chiuse leggermente gli occhi -quindi mi hai sempre mentito?- il covino pronunciò piano -mi dispiace- -ho bisogno di sapere una cosa…contro chi combatterà mio figlio?- l’uomo ingoiò il misto di saliva e sangue -Bakugou sta affrontando l’Alfa, All For One- quell’ultimo nome fece mancare il respiro alla donna che afferrò le braccia dell’uomo -mi ci devi portare! Mi ci devi portare subito! Quell’uomo…non può ucciderlo…lui è…All For One è suo…- il corvino si trasformò e le fece segno nonostante le ferite e il dolore di salire, li avrebbero raggiunti?

(Bakugou)

Sentiva di starsi perdendo, tra un morso e l’altro l’istinto prendeva il sopravvento, non pensava più alle mosse, non si controllava. Era come se il suo vero io stesse precipitando nell’oscurità, sempre più a fondo, senza possibilità di riemergere.

Sentiva il sapere metallico del sangue in bocca e la smania, la voglia incontrollata di uccidere…

Non c’era nulla che lo legasse al mondo reale, c’era solo il lupo, il lupo e la voglia di essere Alfa.

Lui che era nato per essere l’Alfa.

Soffocava nell’aggressività…dove era ora Izuko? Era stato solo un bel sogno? Era nel fondo di quella voragine? Mentre lui si perdeva dentro se stesso…mentre la bestia lo faceva svanire facendogli perdere ogni giudizio.

Sentiva tutto ovattato, niente dolore. Dove era adesso? Dov’era quell’umano? Gli sarebbe bastato poterlo baciare ancora una volta…solo un’ultimo bacio, perché l’aveva pensato solo una volta non tante come nelle vecchie storie d’amore, l’aveva pensato una volta e non se l’era più tolto dalla testa.

Aveva bisogno di lui, aveva bisogno di lui in quel momento, aveva bisogno di un miracolo…pregava, lo chiamava ma non c’era.

Stava andando fuori di testa, non vedeva più, non sentiva dolore o sforzo.

Stava morendo e non c’era nessuno al suo fianco.

Niente l’avrebbe fermato, intravedeva il rosso degli occhi di All For One davanti a lui, notava il sangue scorrere e macchiare il pelo nero, sentiva le zampe tremare ma nient’altro.

Provò a fare un passo avanti e gli mancò il fiato, i muscoli non si muovevano…l’Alfa scattò in avanti, non abbassò lo sguardo, stava guardando la morte venirlo a prendere, l’avrebbe salutata come una vecchia amica.

Poi un urlo, uno sparo e il lupo davanti a lui cade.

Tutti i rumori rimasero ovattati ma respirò…come se tornasse in sé, crollò e sentì delle calde mani avvolgerlo -Kacchan è tutto finito Kacchan- gli accarezzò il muso.

(Izuko)

Non era morto, Kacchan non era ancora morto ma non sapeva quanto avrebbe potuto resistere…?probabilmente troppo poco per riuscire ad arrivare in un ospedale portato da lui.

Gli accarezzò la fronte.

In quel momento arrivò la madre che si buttò addossò ad All For One, lo osservò inorridita -mamma che hai?!- chiese il ragazza -era tuo padre…- il giovane si bloccò, tutte le sue certezze vennero distrutte.

Lui figlio di lupo…lui aveva assassinato suo padre…storse il muso, non aveva mai visto quell’uomo come più di un nemico però…

-Izuko…- la voce del compagno interruppe i pensieri, -ora sei tu l’Alfa, se sei suo figlio eri un Beta e uccidendolo ora sei un…- ansimò ma l’umano intuì la fine della frase -salvali…finisci la guerra salvali-

Gli tremavano le mani, non doveva pensare, doveva fare qualcosa.

Intravide Hawks sopra un ramo -tu sei più veloce no? Adesso porta Bakugou dalla guaritrice, devi obbedirmi…- l’atro rise leggermente ma annuì volendo via col biondo.

-ora portatemi di All Might- pronunciò con aria imperiale.

Provò a non pensare, stava accadendo tutto troppo velocemente.

Si trovò davanti all’Hero circondato da lupi…lupi che avrebbero ormai accettato ogni comando.

-Io sono l’Alfa..- ebbe timore nel dirlo ma provò a nasconderlo con una postura risulta, -non vogliamo più combattere, vogliamo la pace, fine della caccia, fine degli stermini, vivremo insieme- All Might esitò ma poi gli perse la mano -andiamo a firmare le carte-.

Non aveva ancora vinto…andò al municipio a discutere coi politici, trattò le condizioni di resa, fece discorsi pubblici…

Bakugou intento riposava, in ospedale ormai, in coma ma pur sempre vivo.

Izuko ormai era una figura pubblica, un capo…non si sarebbe mai immaginato tutto quello, lui aveva portato la pece anche non essendone il simbolo.

Aizawa invece morì…di infezioni qualche giorno dopo, non ci fu nulla da fare, lo seppellirono vicino al suo compagno Mick, per stare sempre insieme.

Loro si erano amati in vita, Izuko era convito che si sarebbero ritrovati in morte, il corvino non aveva mai smesso di lottare…magari avrebbe trovato pace.

Non riuscì a non piangere però, in quella mattina soleggiante in cui portava il vestito nero, All Might lo abbracciò essendo però anch’esso in lacrime.

Un marchio è per sempre…come un legame che ti lega indissolubilmente…confidava che questo significasse che si sarebbero ritrovati.

Poi arrivò Eijiro di corsa, arrivò sorridendo -ti sta aspettando- e Izuko comprese, salutò i presenti di corsa e andò in ospedale…lì lo trovò nel letto coperto a metà dalle coperte -esci razza di maniaco-  era nudo…come la prima volta nella sua stanza da letto, ma non scappò invece gli andò addosso baciandolo.

Gli sussurrò all’orecchio -ora toccherà a me marchiarti- l’altro lo baciò -io sarò sempre tuo…non importano le cicatrici stupido nerd- era rosso ma sorrideva -io ti amo- -anch’io-.

 

(((la storia finisce qui, inizierò a breve altre fiction, spero vi sia piaciuta in caso lasciate una recensione. Alla prossima, bye bye))

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