NieR Automata - The Dreams of Puppets

di Exeregen
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Tobi and Not 2B ***
Capitolo 2: *** Once Upon a Time, in a Dream ***
Capitolo 3: *** Maybe, I ***
Capitolo 4: *** Zombie ***
Capitolo 5: *** My Hands, Your Hands ***
Capitolo 6: *** Don't Think Twice ***
Capitolo 7: *** Yellow ***
Capitolo 8: *** Should I stay or Should I Go? ***
Capitolo 9: *** Runaway ***
Capitolo 10: *** Runnin' Home To You ***
Capitolo 11: *** [A] Colorless World ***
Capitolo 12: *** Reviver ***



Capitolo 1
*** Tobi and Not 2B ***


Tutto ciò che ha vita, ha anche una fine. 

Siamo perpetuamente intrappolati... 

... in una spirale infinita di vita e morte. 

E' una maledizione? 

O una specie di punizione? 

Spesso penso alla divinità che ci ha benedetti con questo enigma... 

... e mi chiedo se "avremo" mai la possibilità di ucciderla. 


 

Così recita Tobi, mentre i suoi compagni e il professore la fissano.

La ragazza si rimette seduta, un po' imbarazzata, e chiude il libro poco prima del suono della campanella.

Il professore si pulisce gli occhiali, mentre i ragazzi escono in massa con la ferocia e la felicità data dall'ultimo giorno di scuola prima delle vacanze estive.

Tobi è sempre l'ultima a uscire, non intenzionata a farsi sballottare a destra e manca dai suoi compagni anche nei giorni normali di scuola.

Sono tori scatenati sempre e comunque, ma l'ultimo giorno di scuola li fa scatenare più del normale.

"Ahia!"

E qualcuno della classe accanto è rimasto investito da quei tori.

Tobi saluta il professore con il cenno della testa ed esce fuori dalla classe, trovando un ragazzo che cerca disperatamente di raccogliere tutti i libri usciti dallo zaino e qualche foglio brutamente calpestato.

Tobi si china e non ci pensa due volte ad aiutarlo.

"G-grazie! Quelli della tua classe sono davvero scalmanati..."

Tobi non dice una parola mentre il ragazzo diventa paonazzo.

"Tu sei 2B, vero?"

La ragazza esita nel raccogliere un astuccio e cerca di nascondere il fastidio.

"Tobi"

Il ragazzo non capisce.

"Il mio nome è Tobi, non 2B.

Quella è una storpiatura che mi ha dato il professore di inglese e poi hanno iniziato a chiamarmi tutti così.

Il professore di filosofia ci mette il carico dicendo che..."

Tobi si interrompe, mentre il ragazzo si affretta a raccogliere tutto il materiale.

"Continua! Mi dispiace comunque, non volevo offenderti..."

Tobi accenna un sorriso... o forse è una smorfia, non è brava a mostrare le sue emozioni.

"Io mi chiamo Nines, piacere"

Il ragazzo si alza da terra, ma distrattamente inciampa su un tubo di colla e casca in avanti, di faccia.

"Ragazzo!", grida Tobi.

Assomiglia più a una madre che cerca di soccorrere il figlio.

Nell'aria c'è imbarazzo.

"Tranquilla, stoooo beeeene", mentre si tiene il naso sanguinante con un sorriso cretino in faccia.

Tobi non ci pensa due volte a tirare fuori un fazzoletto e tamponargli il naso con delicatezza.

Nines fissa i bellissimi occhi della ragazza, mentre lei invece non lo vede proprio: vede solo il naso di Nines da tamponare.

"Ti piace proprio romperti il naso, amico mio... è un abitudine"

Qualcuno si china vicino ai due ragazzi.

"Signor Pascal!"

Camice bianco, capelli ben ordinati e occhi verdi e brillanti come fari.

"Meno male che l'infermieria chiude tardi.

Non farti pregare, Nines. Andiamo."

Pascal è uno degli infermieri del liceo, sempre gentile e disponibile.

Ha più libri di filosofia nel suo studio che di medicina, è fissato... quanto è vero che conversa animatamente con il professore di filosofia alla fermata dell'autobus ogni singola volta.

"Siediti sul lettino, amico"

Neanche il tempo di accomodarsi che Nines si ritrova cotton fioc e altro nel naso.

Tobi si mette seduta su uno sgabello e tira fuori un libro.

"On evi imaere pe orza!"

Cosa sta dicendo ? Con quei cotton fioc ridicoli nel naso non si capisce niente.

"Ho perso il mio autobus e il prossimo arriverà tra un'ora."

Non era seccata nella voce, ma distaccata, immersa nelle prime righe di quel libro dalla copertina bianca che amava tanto.

Pascal era sparito chissà dove, mentre Nines è preso a fissare il soffitto.

"Mi dispiace, Tobi... ti accompagno con il mio motorino a casa"

Tobi sfoglia una pagina con delicatezza.

"Abito lontano"

Nines si alza di scatto, poi preso da un giramento di testa, si risdraia.

"Io abito nella zona Taro della città, in via Yoko."

Tobi rimane un attimo perplessa e fissa una pagina.

Chiude poi il libro con estrema delicatezza e guarda Nines.

"Abitiamo nella stessa via."

Nines si volta sorpreso verso Tobi, con gli occhi che gli brillano.

Tobi distoglie lo sguardo.

Non capisce proprio le espressioni del ragazzo e si sente a disagio a guardarlo.

"Come è possibile che non ci siamo mai incontrati?!"

E Nines ricomincia, con quell'entusiasmo da bambino curioso.

Pascal entra nella stanza e si appresta a dare un occhiata a Nines.

"Come disse Nietzsce..."

"No la prego, Pascal.

La filosofia mi fa venire mal di testa"

Pascal fissa il ragazzo con un espressione delusa e lo invita ad andarsene con il solo gesto della mano, sedendosi dietro alla cattedra dell'infermieria, cominciando a leggere un libro.

Nines ringrazia Pascal con un inchino teatrale e anche Tobi con un inchino modesto.

Neanche il tempo di mettere il naso – rotto – fuori dall'infermieria che Nines comincia a girare come una trottola.

"Andiamo?"

Nines invita così Tobi a seguirlo, ma questa fa qualche passo indietro.

"Aspetto il prossimo autobus."

Nines si gratta la testa non capendo cosa stia dicendo Tobi e poi ha una delle sue uscite sceme.

"Ah! Temi che il casco possa rovinarti i capelli, vero? Puoi non mettertelo se vuoi!"

Ed ecco finalmente una reazione genuina di Tobi, che la porta a stringere i pugni e sgridare il ragazzo.

"Sei un irresponsabile! Il casco va indossato sempre! Porteresti davvero un passeggero così...!"

Tobi osserva l'espressione divertita di Nines e si porta la mano davanti alla bocca, diventando rossa.

Si volta di scatto e si incammina velocemente dall'altra parte.

"Seeeenti, daaaai! Scusa!"

Lui le corre dietro e le afferra la mano.

"Io sono imbranato con le ragazze, mi dispiace!"

Tobi guarda Nines con la coda nell'occhio e poi scoppia a ridere, tenendosi le mani allo stomaco.

Nines non capisce del perchè di tale reazione, ma vuole godersi ogni secondo, ammaliato dalla risata di Tobi.

"Quanto è bella...", commenta a bassa voce, con un pallido rossore sulle guance.

"Scusami, ma tu davvero... tu non sei come gli altri.

Non fraintendermi, è un complimento!" La ragazza rigida, sempre sulle sue, si è sciolta davanti all'imbranato della scuola.

"Accetto di venire con te, Nines"

Lui è tipo imbambolato, mentre Tobi china leggermente la testa da una parte.

"Tutto bene?"

Nines si da uno schiaffo in volto, mentre Tobi assume un espressione scioccata.

"Sto bene! Più che bene! Andiamoooo, 2B!"

"Mi chiamo Tobi...", dice la ragazza con tono ormai rassegnato da anni.


 

Mentre si incamminano verso l'uscita, i due chiacchierano.

"Il mio professore di filosofia rincara sempre la dose dicendo che 2B è un soprannome molto bello perché ricorda il famoso "To Be or Not to Be".

Leggendo un tema che feci tempo fa ha notato la natura incerta della mia persona e..."

Nines muove la testa come un cagnolino a ogni cosa che dice Tobi.

"... ti sto annoiando?"

Nines rimane perplesso per un attimo.

"E perchè mai dovresti annoiarmi?"

Tobi poggia l'indice e il medio sulle labbra come a nascondersi.

"Non lo so... lascia stare"

Nines si ferma e si gratta la testa, poi capisce.

"Ti riferisci a quando muovo la testa come uno scemo quando qualcuno parla?

Traaanquillaaaa, non è per dire "si si" e invece sto con la testa da un altra parte...

lo faccio per ascoltare meglio che se scuoto il cervello sono più attento"

E a Tobi scappa una risata trattenuta a stento.

"Che... il cervello?" e poi ride di cuore.

Nines sorride icon malinconia, ma poi mostra un sorriso smagliante.

"Meno male che la prendi a ridere, gli altri mi prendono per pazzo o sfigato.

Nessuno ride mai alle scemenze che dico, sia a quelle volute e a quelle non volute."


 

Sono arrivati al motorino nero e Nines passa un casco a Tobi.

Il ragazzo accarezza prima una parte del motorino dove c'è scritto YoRha.

Il Sole sta tramontando e i due si fermano a fissarlo.

Nines passa poi lo sguardo sul profilo di Tobi e dice qualcosa.

"Essere o non essere? Cosa importa... a me basta vivere con le persone che mi piacciono"

Tobi si gira verso Nines e lo guarda con occhi sorpresi, per poi afferrare il casco e lo indossa.

Dopo qualche tentativo, il motorino parte verso il tramonto lasciandosi dietro una fumata nera.


 

Arrivati a destinazione, dopo le indicazioni di Tobi, la ragazza scende dal motorino.

"Questa è casa mia."

Indica una casa con un vialetto pieno di lampioni e un giardino davvero carino.

Nines indica avanti a sè.

"Io non abito tanto lontano da qui, puoi vederla casa mia... forse ecco... no, è troppo buio adesso"

Tobi passa il casco a Nines che esita un attimo ad afferrarlo.

"Tienilo tu"

Tobi rimane per un attimo perplessa.

"Io non ho un motorino..."

Nines accenna un sorriso.

"Consideralo un regalo, un'altra delle mie stramberie che ti divertono tanto..."

Tobi rimane un attimo imbambolata, ma poi sorride.

"Allora, ehm... grazie, Nines"

"Prego, 2B"

Stavolta la ragazza non sembra infastidita.

Tobi si incammina verso quel vialletto mentre Nines la continua a fissare. Lei non trova le chiavi dallo zaino e ci mette un po' a entrare in casa.

Nines parte allora e si avvia verso casa con il suo motorino chiassoso. Ad aspettare Tobi c'è qualcuno seduto a mangiare al tavolo della cucina.

"Ci siamo trovate il ragazzo, eh? Devi raccontarmi tuttoooo, Tobi!! Che invidia, voglio innamorarmi anche ioooo"

Una ragazza bionda con sua maglia un 6 e una O quasi dipinti con lo spray accoglie energicamente Tobi.

"Roku, quante volte ti ho detto di non parlare con la bocca piena!"

"Scusa..."

"Vado a farmi una doccia, parliamo dopo."


 

Roku si ingozza mangiando tutto quello che si era preparata, mentre la cena di Tobi è ancora sui fornelli.

A passo felpato segue Tobi fino a raggiungerla in bagno e la spia.

"E ooora... ehehehe... arriva il bagnetto delle sorelle!"

Tobi guarda Roku con imbarazzo, mentre questa è nascosta a malapena dietro la porta.

"Roku, il bagno te lo fai da sola!"

"Ma dai, Tobi! C'entriamo in due in quella vasca! Ti massaggio i piedini, ti succhio le ditaaaaa"

"Ma che schifo, Roku!"

"Ahahahahahah! Altrimenti chiamo quello e vado a fare un bagno con lui,sembrava carino visto dalla finestra!

Sembrava un bebè seduto sul motorino!"


 

Tobi trattiene a malapena una risata, facendo uscire dalla bocca una sorta di pernacchia.

Roku si spoglia di corsa e corre nella vasca.

Tobi esita a seguirla, fissando per un momento il casco che aveva posato in un angolo del bagno.

 

Io sono Tobi Ishikawa e ho diciannove anni.

Sono all'apparenza una ragazza riservata, ma in realtà è che non ho mai trovato veramente qualcuno con cui essere me stessa.

Chi sono io veramente?

Oggi forse ho creduto di saperlo grazie a un ragazzo di nome Nines.

Lo vedrò di nuovo?

Non lo so.

Posso solo sperarlo.


 

FINE


 

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Capitolo 2
*** Once Upon a Time, in a Dream ***


2 – ONCE UPON A TIME, IN A DREAM...

 

 

Io mi chiamo Nines Hanae, ho 17 anni.

Ieri, durante il mio ultimo giorno di scuola prima delle vacanze estive, ho conosciuto una ragazza meravigliosa.

Ride alle mie stramberie, ho detto tutto!

Quando la vedo è come immaginare di raggiungere la vetta della montagna più alta del mondo...

credevo che lei non mi avrebbe nemmeno visto, così lontano e minuscolo e invece... oooh, non vedo l'ora di incontrarla!

Stamattina starò a letto ancora un po', non devo andare assolutamente da nessuna parte...

 

 

Purtroppo per Nines non può poltrire e qualcuno puntualmente viene a ricordarglielo.

"Nines, farai tardi"

Una voce da donna autorevole, vestita in giacca e cravatta entrambe bianche - e con... una bacchetta in mano? - pungola il ragazzo.

"Ma cosa vuoi... non devo andare a scuola"

La donna strizza gli occhi infastidita e lo pungola ancora con quella bacchetta.

"Hai gli allenamenti di karate con Padre Servo, te lo sei dimenticato? Me lo avevi promesso. Oppure era una delle tue solite sfuriate del momento?

Ho già pagato per il mese estivo, quindi..."

Nines si copre con il lenzuolo leggero che usa per quando fa freschetto nelle notti estive.

La donna comincia a prenderlo a bacchettate facendolo saltare dal letto e cascare di testa.

Con le lacrime agli occhi, Nines urla alla donna dicendo "Sei impazzita?!"

Lei lo guarda dalla testa ai piedi.

"Oggi ho un incontro importante con il sindaco e voglio che le cose funzionino.

Da quando tua madre e tuo padre sono morti, io sono la persona più vicina a un parente per te.

Devo ricordartelo ogni volta?

Provvedo anche al tuo futuro, ma tu sei così simile a lui...

a tuo padre, inconcludente"

Nines si arrabbia e si alza di scatto guardando la donna in cagnesco.

"Ti chiamerai anche White di cognome, ma di puro non hai niente in quell'anima.

Sei nero seppia.

Ogni giorno ne hai una nuova per farmi incazzare.

Ci andrò in palestra, contenta?"

Nines lascia la stanza prendendo i primi vestiti da terra, mentre la signora White sospira.

Il ragazzo va in bagno a farsi una doccia scocciato, quando improvvisamente un flashback della giornata di ieri lo rasserena: Tobi gli sorride.

Una volta finito, scende le scale per il piano di sotto fischiettando e si rivolge alla signora White con un tono di superiorità.

"Nemmeno tu sarai più capace di rovinarmi le giornate d'ora in poi!"

Lei sembra ignorarlo e gli indica di sedersi a mangiare per la colazione, ma lui va diretto alla porta e se ne va, mentre la donna lo osserva dalla finestra salire goffamente sul motorino e accenna quasi un sorriso triste, per poi rivolgere lo sguardo a una foto appesa sul frigorifero con Nines da piccolo che va in bicicletta spinto dalla donna.

"Sei sempre quel moccioso che ha tolto le rotelle tardi e sempre tardi capirai come vanno le cose in questo mondo, ma...", la donna si interrompe guardando la notifica di un messaggio sul cellulare.

"Non mi lasciano proprio in pace, eh?"

 

-

 

La scena si sposta su Nines arrivato finalmente al dojo. Padre Servo, maestro di karate, lo sta rimproverando.

"Sbagliato! Sbagliato! Più sbagliato di così non ci sta nulla!"

Nines viene ripreso continuamente durante l'allenamento, mentre gli altri allievi ridacchiano sotto i baffi.

"Tu non ti limiti a sbagliare, tu ti ci impegni proprio.

Mi vuoi far perdere tempo?"

Nines sbuffa e guarda da un altra parte, mentre Padre Servo gli sferra una testata, facendolo cadere a terra.

"Qua non mi interessa da dove vieni, hai capito? Serve essere disciplinati!

Se non vuoi essere qui, quella è la porta.

Ti ridò indietro i soldi della signora White e anche di più se ne vai"

Nines osserva l'uomo con un aria di sfida.

"Non puoi tenere quello sguardo.

Potresti avere quell'espressione su quella faccia se avessi almeno un qualsiasi tipo di orgoglio, ma sei qui solo a perdere tempo e a farmi perdere tempo"

Nines si alza con uno sguardo furioso da terra per poi chinarsi e poggiare la terra.

"Chiedo umilmente scusa, mi dispiace Padre Servo"

Gli altri allievi chiacchierano tra di loro, mentre guardano Nines in quella posizione e vengono ripresi da Padre Servo.

"Cosa ridacchiate voi? Di cosa state parlando? Vi credete migliori di lui?

Sarà pure un caso perso questo qua, ma ha più carattere di tutti voi messi insieme.

Punizione per tutti! Esercizi speciali!"

E parte in gran coro il malcontento generale.

 

-

 

Finita la giornata di karate, Nines si fa una doccia e viene avvicinato da un ragazzo negli spogliatoi.

Ha un particolare tribale sul braccio e un atteggiamento strano.

"Certo che sei proprio bizzarro tu! Mi piaci!"

Nines non gli da corda, si limita solo a prepararsi la borsa per uscire il più velocemente da qui, ma il ragazzo si fa insistente.

"Mi chiamo Eve. Lo so, è un nome da donna, ma è meno strano di uno che si chiama Nines, no?"

Nines si mette la borsa a tracolla e si incammina per lasciare lo spogliatoio.

Raggiunge il motorino, ma un gruppo di ragazzi del suo stesso corso di karate lo stanno aspettando con uno sguardo beffardo in volto.

"Quello sarebbe il mio motorino, se mi fate la cortesia di spostarvi..."

e neanche il tempo di finire di parlare che uno lo calcia per farglielo cadere a terra di lato.

Parte una risata di gruppo, di quelle cattive.

Qualcuno gli sferra un pugno vicino al sopracciglio e glielo fa sanguinare.

Nines perde l'equilibrio e cadde a terra, sopra il suo borsone.

E ancora un altra risata.

Nines si rialza lentamente con uno sguardo gelido in volto rivolto a quel gruppetto di teppistelli, ma un altro pugno sta per arrivare, bloccato prontamente da Eve che si mette in mezzo.

"Andiamo ragazzi... siamo davvero a questi livelli?

Padre Servo vi da qualche esercizio in più e ve la prendete con lui? La colpa è solo vostra"

 

Uno dei bulletti si fa avanti con una mazza da baseball con l'intento di colpirlo duramente, ma Padre Servo arriva e lo disarma e prende a calci altri due che si lanciano all'attacco.

"Lo sapevo che eravate tutti feccia!"

E prende a calci e pugni anche altri tre, mentre i rimanenti scappano a gambe levate.

"Andate a chiamare anche i vostri genitori che prendo a calci in culo anche loro!"

Eve aiuta Nines a rialzare il motorino da terra.

"Grazie", dice Nines rivolgendosi al ragazzo.

"Ci mancherebbe! Ti aiuto volentieri!"

Nines decide di non pensare troppo a quello che dice Eve e si limita solo a sorridere, mentre Padre Servo osserva il dojo.

"Questo quartiere è irrecuperabile.

Io mi farò chiamare anche Padre Servo, ma non sono idiota.

Chiudo tutto, vado ad allenarmi sulle montagne ad affrontare i orsi.

Fateci quello che volete con 'sto posto"

E se ne va, buttando le chiavi a terra, raccolte da un esitante Eve che guarda l'uomo andarsene con camminata fiera e una sigaretta in bocca.

"Era un maestro di karate come pochi, vero?"

Nines ignora l'osservazione di Eve e si mette in sella.

"Ti ringrazio, Eve.

Spero di poter contraccambiare in futuro"

Si mette il casco e accende il motorino, lasciando il ragazzo impalato davanti al dojo a fissare le chiavi che aveva raccolto in precedenza.

 

 

La città dove vivo è un po' particolare.

I sogni possono diventare castelli concreti o polvere al vento nel momento stesso che vengono concepiti.

Non ho mai visto una via di mezzo da queste parti.

Padre Servo non è uno dei primi che manda all'aria tutto per andarsene via.

Il precedente sindaco oggi fa il contadino, l'amministratore del museo ha aperto un giornalaio e così via.

E' surreale la reazione di tanti, come se fosse solo un sogno...

ma allora se tutto questo non è davvero reale...

anche lei è una fantasia?

...ma mi importa davvero che sia reale o no?

Mi fa stare bene.

Tobi...

 

 

Con questo pensiero in testa, il ragazzo si avvia verso casa di Tobi e la incrocia proprio alla fermata dell'autobus poco lontano dall'abitazione di Tobi con un borsone da palestra.

Si avvicina al marciapiede con il motorino e le sorride.

"2B! Scherzo lo so che detesti quel nome.

Ciao, Tobi"

Tobi risponde con un sorriso gentile e un flebile "ciao".

Nines scende dal motorino e si incammina verso Tobi.

"Vai da qualche parte?"

La ragazza sembra un po' esitante nel rispondere.

"Io veramente...s ono appena scesa dall'autobus. Dovrei andare a casa, ma non ho molta voglia... quindi sto qui imbambolata ad aspettare un altro autobus che mi porti ovunque"

Tobi nota poi il taglio di Nines sulla fronta vicino al sopracciglio del ragazzo.

"Ti sei fatto di nuovo male?"

Mentre gli fa quella domanda, lei già sta cercando un fazzoletto nella borsa.

Nines non capisce di cosa stia parlando Tobi, fino a quando non si tocca la fronte ed esclama un sonoro "Ahia!"

Tobi invita il ragazzo a sedersi sulla panchina e cerca di passargli il fazzoletto inumidito sulla fronte.

"Certo che sei proprio mal destro, eh"

Tobi lo guarda con un sorriso gentile in volto, ma lui sembra da un altra parte e la ragazza non può fare a meno che notare la cosa.

"E' successo qualcosa?"

Nines afferra la mano di Tobi che fino lo stava medicando.

"Tobi, cosa faresti se tutto questo fosse un sogno?

Dove andresti? Con chi saresti?"

La ragazza ha la mano tiepida, mentre Nines è caldissimo.

Di istinto, se fosse qualcun altro a stringerle la mano, l'avrebbe ritratta subito. Ma in questo caso...

"E' una di quelle tue solite stranezze alla Nines?", chiede la ragazza accennando un flebile sorriso.

"Diciamo di si...se potessi rispondermi altrimenti devo fare quella cosa con la testa per far funzionare il cervello e..."

Sorridono entrambi.

"Va bene, vediamo. Dove andrei esattamente? Qualsiasi posto andrebbe bene..."

Nines la guarda perplessa.

"Ma questo è quello che pensi nella realtà. Immagina di essere in un sogno... di non avere responsabilità... di essere libera"

Tobi volge lo sguardo al cielo al crepuscolo con le pochissime stelle già visibili.

"Vorrei andare a vedere le stelle. Vorrei osservare un cielo stellato con la persona che ora mi sta tenendo la mano"

Gli occhi di Nines brillano e salta sulla panchina come una scimmia, poi scende e tende una mano a Tobi.

"Allora andiamo! Ho un posto speciale dove vedere le stelle!

E' quasi buio ormai"

Tobi apre il borsone e tira fuori il casco che gli ha regalato, sorprendendo il ragazzo.

"Non lo so... me lo sono portato con me, è sciocco ma..."

Tobi evita lo sguardo di Nines in un momento di timidezza.

Nines apre le braccia teatralmente.

"Hai visto? E' proprio un sogno ! Tu hai il mio casco con te, cioè!"

E altre frasi incomprensibili dove si morde la lingua più volte.

Decide di zittirsi e salgono così sul motorino.

Continuando con la storia del sogno, decidono di lasciar perdere di tornare a casa e spengono addirittura i cellulari.

 

-

 

Arrivano così a destinazione, su una collinetta che affaccia sul loro quartiere.

"Guardalo, sembra quasi bello questo posto.

Tutte quelle luci... si vedono casa nostra.

Sento persino la signora White che prende a bacchettate qualcosa..."

"La signora White?"

"Lascia perdere, è come una zia per me, ma di quelle dei film con le zie cattive che ti buttano la posta e ti fanno dormire nello sgabuzzino"

Tobi lo guarda con apprensione, ma Nines cerca di tranquillizzarla.

"Sto scherzando! Ma ci manca poco..."

Tobi guarda verso casa sua.

"Io vivo con la mia migliore amica da qualche tempo.

Ci chiamiamo "sorella" a vicenda, ma non siamo parenti.

Io credo però...che non dobbiamo farci limitare dai legami di sangue, specialmente se questi...

...ti hanno deluso più volte"

Tobi smette di guardare verso casa sua e alza lo sguardo in cielo esclamando come una bambina "Nines ! Ho appena visto una stella cadente!" e sorride indicando più o meno il punto dove l'ha incrociata con gli occhi.

Nines però è interessato a fissare il volto di Tobi illuminato dalla Luna.

"Sto sperando davvero che non sia un sogno..."

Nines blatera qualcosa, attirando l'attenzione di Tobi.

"...non voglio svegliarmi, 2B" e i suoi occhi diventano lucidi.

La ragazza rimane colpita dalle parole di Nines e dalla sua commozione, ma prima che possa dire qualsiasi cosa, ci sono dei fuochi di artificio sparati da qualcuno che sembra stia festeggiando un compleanno nelle vicinanze.

Nines si asciuga subito gli occhi e osserva anche lui con sorpresa gli inaspettati fuochi di artificio.

Tutti quella si fermarono a guardare i fuochi di artificio:

Eve era seduto sul tetto del vecchio dojo, con una camicetta sbottonata addosso, gustandosi una mela.

Poi abbiamo la signora White fuori in giardino che si allenta la cravatta e sembra quasi sorridere e infine Roku seduta sugli scalini della porta di casa che aspetta Tobi.

 

Tobi poggia la testa sulla spalla di Nines, con un espressione assonata.

"Se mi dovessi addormentare...avrò la certezza di trovarti ancora qui?

Oppure addormentarsi vuol dire svegliarsi dal sogno che dici tu...?"

Nines continua a fissare i fuochi di artificio, con un flebile sorriso.

"Mi ritroverai sempre e comunque.

Che sia la realtà o un sogno, niente ci dividerà Tobi.."

Mentre chiudemente gli occhi, Tobi dice qualcosa.

"Chiamami 2B..."

"Cosa?"

"Detto da te... suona... bene"

E si appisola.

 

"Va bene... 2B"

 

FINE CAPITOLO 2

 

 

 

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Capitolo 3
*** Maybe, I ***


 

Quella sera è stata magica: Tobi si era addormentata sulla mia spalla, ma non mi importava.

In quel momento volevo solo rimanere con lei e nient'altro.

Mi era pure dispiaciuto ad un certo punto doverla svegliare, ma si stava facendo tardi.

L'ho accompagnata a casa: una ragazza la stava aspettando a braccia conserte, con le guance gonfie e un broncio.

Entrambi assonati non ci siamo accorti di esserci scambiati i cellulari che sulla collina avevano buttato da parte, spenti, per evitare che qualcuno ci rompesse le scatole.

Infatti, la mattina seguente...

 

CAPITOLO 3 – MAYBE I

 

Nines ronfa profondamente, ma nessuno stavolta sale a svegliarlo.

White non è a casa e non si è curata minimamente di avvertire Nines che sarebbe uscita.

L'unica cosa pronto a svegliarlo sono diversi squilli insistenti.

Goffamente Nines cerca di afferrare il cellulare sul comodino, ma finisce a terra insieme a lui.

Ancora stordito dal sonno osserva il numero di telefono sconosciuto e attacca.

Sempre con occhi assonnati, si accorge che lo sfondo che si ritrova è alquanto strano: un cane puccioso con un fiocchetto.

Allora si strizza gli occhi e si siede sul letto, notando che il cellulare non è il suo.

Di nuovo il numero di prima.

"Che sia... 2B?", si chiede ad alta voce, rispondendo.

"Nines... sei tu?"

E' veramente lei!! Il ragazzo si eccita così tanto da balzarecon i piedi scalzi sul letto.

"Sono io! Che sbadato! Ho preso il tuo cellulare..."

Tobi sorride a bassa voce dall'altra parte.

"Nines... oggi ho intenzione di andare al centro commerciale per fare shopping... solitamente lascio queste cose alla mia amica, ma ha la febbre alta.

Vogliamo vederci li oppure... possiamo incontrarci da te e ci scambiamo semplicemente i cellulari"

Nines non la fa finire di parlare ed, eccitato come un bambino, comincia a dire dei "Si!" a raffica. Balbettando, specifica che sono possono vedersi al centro commerciale.

Nines saluta Tobi e corre a fare colazione, ma non trova nessuno... solo una foto sul tavolino che prende in mano: ritrae lui da piccolo con White sorridente.

La ripone con una certa malinconia.

"E' davvero la stessa donna della foto? Neanche mi ricordo l'ultima volta che ha sorriso"

E si mette in bocca una briosche lasciata abbandonata sul tavolino.

 

Nel frattempo, Tobi è seduta vicino al letto della sua amica.

"Tobi, se dovessi morire... ricordati delle bollette della luce che abbiamo fatto rateizzare... e dai da mangiare al nostro gatto... Jackass..."

Tobi sorride, mentre accarezza la fronte di Roku.

 

"Non stai morendo, Roku... è solo un po' di influenza... e da quando abbiamo un gatto?"

Roku tossisce teatralmente e risponde a Tobi.

"Ieri stavo tornando dal lavoro mentre tu eri in palestra e... l'ho trovato per strada, con la gambetta ferita e..."

Roku comincia a piangere come una ragazzina a cui è stato appena tolto un giocattolo.

"Si, ma dov'è questo gatto?"

E piange ancora più forte.

"Mi sa che ieri lo hanno messo sotto!! Tooooobiiiii, sono una pessima madreeeeeee"

La ragazza prende le distanze da Roku con un sorriso imbarazzato in volto.

"Hai bisogno di riposo, ma tanto riposo... io vado a comprarti i cosmetici che ti piacciono tanto"

Roku comincia a ridere di gusto.

"Dovresti vedere la tua faccia! Avrò pure la febbre a quaranta, ma il cervello non mi si è ancora fritto!"

E continua a ridere, mentre Tobi diventa rossa per averle creduto.

Prende la borsa e vede un messaggio sul cellulare con scritto "Prima di uscire prendi il casco che tra due minuti sono li" e questo la fa sorridere.

Così Tobi esce e si ritrova Nines sul motorino.

"Non serviva! Non dovevi venirmi a prendere... mi dispiace per il disturbo"

Nines accoglie la ragazza sorridendo e insieme partono verso il centro commerciale.

 

Nello stesso momento, White è da un medico per un controllo.

"Capisco...", dice la donna sconsolata, mentre il medico si pulisce gli occhiali con una pezza e se li rimette con un espressione abbastanza cupa.

"Se preso in tempo, quel tumore può risparmiarle grosse sofferenze in futuro, ma è necessario che si operi da un esperto fuori città, perchè in questo posto... non c'è la giusta attrezzatura"

La signora White si alza dalla sedia e tende una mano a un perplesso medico che ricambia il saluto titubante.

"Ha ascoltato quello che le ho detto?"

White afferra il suo giacchetto e si incammina verso la porta.

"Ho capito benissimo, ma in questi giorni si terranno le elezioni e io non posso certo tirarmi indietro"

Il medico si alterà non poco.

"Lei deve fare qualcosa ADESSO, dopo sarebbe doloroso o addirittura impossibile.

Non può sottovalutare la cosa"

La signora White lascia la stanza e chiude la porta alle spalle, lasciandosi andare a un sospiro.

Si incammina verso bagni dell'ospedale e si ferma a fissarsi allo specchio.

Afferra il cellulare e chiama qualcuno.

 

Arrivati al centro commerciale, Nines si è allontanato, alla ricerca di una maglietta da regalare a Tobi.

Questa sente il cellulare squillare, ricordandosi che non lo ha ancora restituito a Nines.

"Nines!", chiama inutilmente il suo amico che si trova chissà dove in mezzo a una marea di vestiti.

Tobi decide di rispondere, ma non fa in tempo a dire pronto che una voce di donna ha già cominciato a parlare.

 

"Nines, sarò breve e non ruberò il tuo stupido tempo.

Mi è stato diagnosticato un tumore e se decido di rimuoverlo il prima possibile, le cose potrebbero andare bene, ma qui si tratta di me e delle elezioni che ci sono in ballo.

Ho voglia di cambiare questo postaccio e di dare una speranza a quelle poche persone che si sentono soffocate e minacciate in questa penosa città.

Ragazzino... ho bisogno che tu mi dica la cosa ovvia come solo tu sai fare, mi serve sentirti dire che devo operarmi e che sono una cretina.

Voglio essere giudicata, mi serve sapere che tu...

..."

 

White attacca il telefono, lasciando Tobi con un espressione persa in volto.

Nines corre dalla ragazza con due magliette in mano.

"Quale preferisci? Non badare a spese! Tanto uso la carta della mia matrigna... se così posso chiamarla e..."

poi nota lo sguardo perso nel vuoto di Tobi, "... tutto bene? Mi sembri pallida."

Nines poggia le magliette su un bancone, mentre Tobi le poggia delicamente il cellulare in mano.

Il ragazzo è un po perplesso e nota che l'ultima chiamata era della signora White.

"Cosa è successo, 2B? Ehi, 2B... Tobi?!"

La ragazza risponde con un tono quasi robotico.

"Dovresti richiamare quel numero, Nines..."

 

FINE CAPITOLO 3

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Capitolo 4
*** Zombie ***


CAPITOLO 4 - ZOMBIE

 

A volte non sono così sicuro che tutto questo sia reale.

Probabilmente è facile dirlo dopo aver sentito che la donna che ti ha cresciuto ha un tumore.

No, ma non è quello... lo penso già da un po'.

Non posso parlarne con qualcuno perchè tutti associano questo tipo di cose a disturbi di ansia, depressione e altro, ma...

sento che qualcosa possa si sta per spezzare in "questo mondo" e continuo a dargli addosso.

Mi sembra che ci sia qualcuno che cerca di spostare la mia testa da un'altra parte, che mi costringe a guardare sempre e solo dove vuole "lui"...

o dove vuole lei?

 

 

Nines si scusa tantissimo e lascia Tobi da sola al centro commerciale. Raggiunge di corsa casa sua, lasciando il motorino a terra, e incontra White appena scesa dall'auto.

Anche se è piccoletto, il ragazzino ha una grande forza e afferra la donna per il braccio, trascinandola dentro casa.

Lei non oppone resistenza, rimanendo di spalle nel corridoio, senza guardare il ragazzo nemmeno per sbaglio.

"Cos'è questa storia? Da quanto tempo che va avanti così?"

Nessuna risposta.

"Guardami, cazzo... oggi non farai la superiore con me"

La donna poggia lentamente la testa al muro, mentre ha gli occhi lucidi.

"Ti ricordi, Nines? Quando ti dicevo che il mondo - il nostro mondo - grava sempre di più sulle nostre spalle ?

Il peso aumenta sempre di più, ma puoi arrenderti? Assolutamente no.

Non è possibile, nemmeno quando ti scoraggi rendendoti conto che ci sono più cose brutte che belle nella tua vita.

E allora che fai? Ti ricordi, Nines... cosa ti dissi tempo fa?

Non guardi più la quantità... e ti concentri sulla qualità delle cose...

ho avuto poche cose buone nella vita, ma una... vale più di tutte quelle cose belle e cento volte di più di quelle cattive...

e quella cosa sei tu."

 

La donna cade lentamente sulle ginocchia, ritrovandosi a terra.

Nines rimane per un attimo sorpreso, ma si riprende mettendosi a braccia conserte.

"Hai bevuto?"

E di nuovo il silenzio, interrotto dallo sbuffare di Nines che si avvicina a White, la aiutaad alzarsi e la porta al divano.

Lei si sdraia, mentre Nines le sistema il cuscino.

"Mi odi, Nines?"

"La smetti?"

E di nuovo il silenzio, mentre lei fissa il soffitto e lui cerca una sedia.

"Hai spaventato a morte la mia nuova amica, Tobi... aveva lei il cellulare, storia lunga.

Che drammaticità, ma hai ottenuto quello che volevi: ora sono qui"

White continua a fissare il soffitto.

"Per me puoi fare quello che vuoi, non cambia niente"

Alle parole di Nines, la donna sgrana gli occhi per un attimo.

"White, tu mi sei stata a cuore per tantissimo tempo, davvero tanto... poi sei entrata in politica e hai iniziato ad essere fredda con me.

Io ho insistito, ho cercato di riavvicinarmi a te nei modi più strani, accontentandoti anche su certe richieste, ma sei un'eterna insoddisfatta e niente ti fa breccia.

E' ovvio che sia sciocco rimandare la soluzione al tuo problema per queste elezioni, ma veramente vuoi sentire un'opinione contrastante diversa da quella che hai già preso?

Davvero mi daresti retta?

Ma ancora più importante... mi interesserebbe davvero impuntarmi di nuovo per farti fare la cosa giusta?

No, White... non ti compiacerò più... non godrai sentendomi pregare che tu faccia la cosa giusta solo per ignorarmi di nuovo...

se vuoi scusarmi"

 

Nines si alza dalla sedia e osserva il cellulare con un messaggio di Tobi "Sono tornata a casa. Tutto ok?" e esce dalla porta sbattendola forte e facendo leggermente sussultare White, ancora stordita dall'alcool.

Il ragazzo accarezza il suo motorino, lo guarda con gli occhi lucidi e tira su il naso.

Chiama Tobi, o almeno ci prova, ma il cellulare sembra staccato.

 

-

 

La motivazione è semplice: in quell'esatto momento, Tobi si trova faccia a faccia con una persona che non vedeva da mesi.

Se non fosse per i capelli lunghi e uno sguardo duro in volto, non ci sarebbe nessuna differenza con Tobi.

Le due ragazze sono sedute dietro a un tavolino, mentre Roku prepara da mangiare e si impiccia nello stesso momento.

"Per quanto tempo ancora la mia sorellina vuole usare la mia carta di credito ?

Pensavo dovesse essere una cosa provvisorio, ma continui a succhiarmi i soldi da ben sei mesi da quando hai lasciato casa di mamma e papà"

Tobi non si degna nemmeno a guardarla in faccia.

"Tobi, questa è la realtà... pensi di continuare a farmi da parassita ancora per molto?

Ci metto poco a cambiare carta e spostare i liquidi da un'altra parte.

Questa situazione provvisoria sta durando un po' troppo e come se non bastasse, sfrutti questa tua amica.

Sei sempre stata strana, ma quando ho visto che volevi lasciare casa dei nostri genitori ho creduto che fossi diventata imporvvisamente determinata... sei solo scappata, non volevi iniziare a essere davvero indipendente"

 

Tobi stringe nervosamente un tovagliolo e lo stropiccia.

 

"Io ho un sogno Aitoo... e devo finire la scuola per raggiungerlo..."

Aitoo si alza di scatto e sbatte le mani sul tavolo.

"Diventare un fumetto non è un sogno, Tobi! Pensi davvero di riuscirci solo con dei bei voti e mostrando quel tuo sorriso da angioletto?

Servono contatti seri e spinte forti... e una come te non riesce nemmeno a tenere una conversazione con un pesce rosso..."

Tobi si altera contro sua sorella.

"Tu non mi conosci, Aitoo! Ti sei sempre limitata solo a guardarmi dalla testa ai piedi da quando sono nata!

Mi concedi di usare la tua carta per tenermi in pugno... vuoi trasformarmi in te!

Io la modella non la voglio fare, capito?"

Aitoo prende il suo cellulare e preme qualche tasto, poi mostra lo schermo a sua sorella.

"Ti ho appena negato l'accesso alla mia carta di credito, sorella.

Io ti conosco bene, piccola... ora non ti rimane che annegare"

Roku, goffamente, porta la cena a tavolo, ma Aitoo fa un gesto con la mano e dice "Non per me, ho già la pancia gonfia" e si incammina verso l'uscita dicendo "Ti chiami Roku, giusto? Non farti abbindolare da lei, calciala fuori di qui alla prima occasione.

Quella esiste solo per succhiare la vita agli altri, è solo una parassita"

Uscendo dalla casa, sbatte la porta.

Roku si volta verso Tobi e le domanda "Ma quindi non rimane a cena con noi?" suscitando in Tobi un facepalm.

 

 

Lei mi guidica sempre, ma in fondo non posso darle torto... è solo che... mi sento un pesce fuor d'acqua da sempre.

E' come se fossi rinchiusa in una bolla... contro la mia volontà.

Con Nines è diverso... ma ho paura di confidargli questa mia stranezza.

Non voglio perderlo...

 

 

Qualcuno suona alla porta.

Roku va ad aprire e accoglie il nuovo ospite con un sorriso.

"Tobi ! E' il bebè che guida il motorino!"

 

E si sente un tonfo dalla sala da pranzo: Tobi è cascata dalla sedia per correre alla porta.

"Chi... il bebè?"

Nines guarda Roku con sguardo perplesso.

"Comunque... Tobi è ancora a casa? Ha il telefono spento..."

 

La ragazza arriva con il fiatone con una tovaglia incastrata sotto i piedi.

 

"Nines... come mai da queste parti?"

Roku è fra loro con le braccia conserte e con un sorriso da ebete.

I suoi occhi si muovono come una partita di ping pong, seguendo la persona che parla in quel momento.

"Mi ero preoccupato... avevi il telefono chiuso"

"Mi dispiace... come sta la signora White? Avete parlato...?"

Roku tossisce per attirare l'attenzione, ma nessuno dei due la calcola.

"Ti racconterò dopo..."

"Capisco..."

Roku afferra i due per mano e li trascina in sala da pranzo.

"Siii tutto moltooo interessaaaante, ma potete parlare anche dopo la cena che si raffredda, tanto quell'altra maleducata se n'è andata.

Scusami Tobi se parlo così di tua sorella..."

Tobi, senza successo, le fa segno di tacere passandosi la mano sotto al collo.

"Che fai con quella mano? Lo sai che io non lo conosco il linguaggio dei segni! Bebè, siediti dove ti pare... tranne li e li... e anche li"

E di nuovo un facepalm da parte di Tobi.

Nines rimane divertito dalla ragazza stramba e si sente come a casa... quella che desidera.

 

FINE CAPITOLO 4

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Capitolo 5
*** My Hands, Your Hands ***


CAPITOLO 5 – MY HANDS, YOUR HANDS

 

 

Quella sera sia Tobi che la sua amica Roku decisero di ospitarmi. Forse si erano accorte che non stavo bene.

Roku decise di lasciarmi la sua stanza.

Cercavo di nasconderlo, ma quella conversazione con White era stata tutta meno che piacevole.

Ero pieno di rimorsi...

non mi facevano dormire..."

 

 

Nines osserva la Luna dalla finestra di Roku.

Il ragazzo non riesce proprio a prendere sonno e continua a ripensare alle parole che ha usato contro White.

Tobi stava andando in bagno e aveva notato la porta aperta, con Nines a osservare fuori la finestra.

"Nines...?", bisbiglia Tobi rivolgendosi al suo amico. Questi però non si volta.

Il ragazzo trema e la ragazza non ci pensa due volte ad abbracciarlo da dietro, mentre questi trattiene le lacrime a stento.

"Sono una brutta persona, 2B?"

La ragazza vede nel vetro della finestra il riflesso del viso di Nines che si contorce con i lacrimoni.

"Questo è un mio pensiero, ma già solo il fatto che tu stia mettendo in dubbio quello che hai fatto, non fa di te una cattiva persona.

Hai un cuore enorme, così grande che ha fatto breccia persino nel mio... con il tuo calore e la tua gentilezza mi hai avvolta come una sciarpa in un inverno gelido.

Non mi sento più fuori posto grazie a te.

Non conosco la signora White, ma secondo me anche lei ha capito..."

Nines si asciuga le lacrime e si volta e la guarda.

"Sono proprio un piagnone..."

"Non trattenerti, Nines... le emozioni non sono vietate."

 

Roku è nel corridoio ad ascoltare i ragazzi con un sorriso compiaciuto. Ooi torna nella camera di Tobi per andare a dormire.

I due invece rimangono a fissarsi per qualche secondo ed è Tobi che rompe la tensione dicendo "Vuoi che qui rimanga con te?" , mentre Roku nell'altra stanza grida "Si, rimanici così ho tutto il letto per me ! E se dovete fare cose..." Tobi, imbarazzata, la interrompe subito. "Stai zitta, Roku!"

Nines sorride e fa cenno di si con la testa.

Contro le aspettative e le speranze di Roku, i due rimangono tutta la notte seduti a parlare e si addormentano all'alba, abbracciati.

 

-

 

Sono passati tre giorni, e la tensione tra Nines e White è diventata palpabile: la donna ha deciso di partecipare alle elezioni per diventare sindaco, mentre Nines ha deciso di trovarsi un lavoretto estivo insieme a Tobi.

Da tutt'altra parte in città è avvenuto invece un cambiamento drastico: Eve ha trasformato il dojo di Padre Servo in un doposcuola.

 

-

 

Io amo mio fratello.

Lo amo tantissimo, anche troppo.

E' il mio riferimento per tutto, è la mia luce...

...ed è proprio questo il problema.

Qualche tempo fa mi sono fatto forza e sono uscito dalla sua ombra, prendendo il primo treno e capitando in una cittadina alquanto bizzarra.

Ero debole, sia nella mente che nel fisico, ma un uomo mi ha preso sotto la sua ala e mi ha insegnato le arti marziali.

Non aveva le rotelle al posto giusto, ma Padre Servo era come me: cercava un nuovo obiettivo nella vita che non si concentrasse solo sul diventare sempre più forte.

Io sono stato il suo primo allievo, poi si sono aggiunti altri e successivamente... lui, quel Nines.

Padre Servo era stufo di questa nuova vita e ha deciso di fare diversi passi indietro e tornare ad essere quello di una volta, abbandonando il dojo.

E oggi quel dojo è... un ritrovo per bambini.

Mi piacciono i bambini, sarà perché ragiono un po' come loro...

 

"Ehi tu, non mordere lo scivolo! Ragazzina, la smetti di spintonare quel poveraccio?"

 

Eve sta tenendo sotto controllo i bambini del suo doposcuola e alcuni di questi sono proprio delle pesti.

Qualcuno gli ha persino fregato una mela dal bancone che usa per scrivere entrate e le uscite del mese su un grosso libro.

"Spero che ti ci strozzi!", grida Eve, facendo una brutta figura con una persona appena entrata nel doposcuola.

Eve rimane immobile, pensando a qualcosa di intelligente da dire prima di girarsi verso un possibile genitore, ma dice qualcosa come "io e il piccolo Mike giochiamo sempre..." e si volta con un sorriso imbarazzato, incrociando lo sguardo del nuovo arrivato.

Non è un genitore, ma una vecchia conoscenza: è suo fratello.

"Adam... cosa ci fai qui?"

L'uomo, con capelli lunghi argentati fino alle spalle e degli occhialetti da vista molto carini, alza le mani e dice "Bandiera bianca, vengo in pace, fratellino..."

Sono gemelli, ma Adam ha l'abitudine di chiamare così suo fratello "Eve" perché nato qualche secondo dopo di lui.

L'uomo inciampa con dei bambini che stanno correndo, poi si accomoda su una sedia.

"Mi sono preoccupato quando un mese fa sei scappato... da me"

Eve evita lo sguardo del fratello, mentre osserva dei bambini giocare con delle carte.

"Sto bene, ora possibilmente... vorrei che te ne andassi, sono molto occupato"

Adam sorride e si sistema gli occhiali.

"E' ammirevole voler trovare una tua... individualità, se così possiamo chiamarla.

Hai sempre vissuto con me, sei sempre stato la mia ombra... a scanso di equivoci aggiungerei che mi fa piacere, ma sai che sono una persona curiosa e ti faccio questa unica domanda: cosa ti ha fatto prendere questa decisione?"

Eve osserva un bambino esultare per aver vinto e sorride.

"Crescere, la voglia di vedere il mondo con i miei occhi e non tramite i tuoi.

Per diversi anni, ho visto il mondo intorno a me come... immobile.

Un giorno, mentre tu non eri nei dintorni per lavoro, mi sono guardato allo specchio per una giornata intera e ho scoperto una cosa: ero vuoto.

Cercavo qualcosa di mio dentro di me, ma avevo solo i tuoi pensieri e i tuoi insegnamenti... io chi ero davvero? Dov'era il vero me? Dov'era... Eve?

Ero esistito fino a quel momento come tuo eco, come tua ombra... tutto meno che Eve.

Nostra madre, fissata con la Bibbia, chiamandomi così mi ha condannato ad essere la tua costola... dipendevo troppo da te"

 

Una bambina con un fiocchetto in testa corre da Eve in lacrime e lui la prende subito in braccio.

"Andiamo, Taura... non dare retta a Keichii, è solo invidioso di te perchè sei una bimba bella e lui invece è un quattrocchi del cazzo"

Rimette la bambina a terra che corre arrabbiata dal bambino che prima la stava stuzzicando.

"Questa è la mia dimensione ora..."

"...sei un quattrocchi del cazzo! Quattrocchi del cazzo!"

"... ora ho trovato il mio posto nel mondo..."

"Quattrocchi del cazzo!!"

"Scusami un momento..."

 

Eve si incammina verso Taura e la sgrida.

"Cosa sono queste prepotenze? Sei peggio di lui ora!" e la fa piangere, mentre Adam si alza dalla sedia ridendo di gusto.

"Taura, aspetta qui un attimo... Adam, dove stai andando?"

Il fratello si incammina verso l'uscita.

"Sono contento per te, Eve... davvero"

 

Adam lo saluta con un inchino teatrale e lascia il doposcuola.

Eve ha gli occhi lucidi, ma cerca di riprendersi subito prendendosi a schiaffi.

 

"Guardate, il maestro Eve si prende a schiaffi da solo!"

 

E tutti a ridere, mentre il ragazzo comincia a rincorrere uno dei bambini.

 

 

Ho trovato il mio posto nel mondo e il bello deve ancora venire.

Ti amerò sempre, fratello mio... ma era anche ora di guardare altrove, oltre la tua imponente figura.

Mondo, aspettami.

 

 

FINE CAPITOLO

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Capitolo 6
*** Don't Think Twice ***


CAPITOLO 6 – DON'T THINK TWICE

 

Mi sto impegnando per capire quale sia il mio posto nel mondo.

Io e Nines stiamo cercando un lavoro, ma non lo faccio per mia sorella Aitoo... lo faccio per me stessa e per non continuare ad approfittare della gentilezza di Roku.

Vivo da lei da mesi ormai, non mi chiede mai nulla e non mi fa mai pesare niente.

Mi dice cose carine e mi invita sempre a vedere dei film strappalacrime, dice che le basta.

Non è così, non è vero... so che sta facendo fatica ultimamente con il lavoro, ma tiene duro perché deve mantenere entrambe.

Non lo sopporto.

Ho vissuto per troppo tempo dipendendo da qualcuno... voglio fare qualcosa, trovare la mia strada.

Ho finto per così tanto tempo di essere qualcun altro che ho perso di vista chi fossi...

adesso sarò veramente Tobi."

 

 

All'imbrunire, Nines e Tobi si incontrano al parco del centro residenziale.

"Certo che questi condomini fanno paura, vero 2B?"

Tobi si dondola su un'altalena, fissando il Sole tramontare lentamente dietro ai palazzi, con i raggi di luce ormai deboli che le accarezzano il viso.

Nines si siede su una costruzione strana e osserva Tobi immersa nei suoi pensieri: è davvero bella, ma quell'espressione non le dona e Nines decide di fare qualche battuta per farla sorridere.

"Ehi, 2B... sai cosa dicono due casseforti quando si incontrano? Di non mangiare il secondo!"

Nines strizza gli occhi e riflette sul fatto che qualcosa non torna, ma Tobi sta già sorridendo.

"Hai confuso un po' le cose, eh?"

Tobi comincia a dondolarsi.

"Lo so perché lo fai, Nines... è per tirarmi su di morale, vero? Sono patetica."

Nines sgrana gli occhi, si alza goffamente e inciampa.

Si rialza sputacchiando della sabbia e pulendosi la bocca con la manica.

"Non dire così, 2B... non sei patetica, tu sei..."

C'è un momento di silenzio, mentre si alza leggermente il vento.

I due si guardano con un'espressione seria.

Quando uno dei due sta per aprire bocca, il pianto singhiozzante di un bambino li fa voltare entrambi.

Tobi scende dall'altalena e si incammina verso il bambino di spalle, seduto su una palla con la faccia simile a un teschio e con un sorriso inquietante.

La ragazza si china, mentre il bambino tiene le mani sugli occhi e piange.

"Cosa è successo?"

Il bimbo si toglie le mani da davanti agli occhi e, con ancora i lacrimoni che gli scendono, singhiozzante risponde "aspetto... lui, ma non so nemmeno chi è questo... lui..."

Nines raggiunge Tobi e cerca di capire.

"Ehi, cosa succede?"

Ma Tobi è troppo presa dal tenere il bambino per mano per rassicurarlo.

"Deve venirti a prendere qualcuno? Se vuoi ti facciamo compagnia fino a quando non arriva..."

Il bambino lentamente si calma.

"Come ti chiami?", domanda Tobi porgendogli un fazzoletto.

"Emil... signorina...", risponde il ragazzino soffiandosi il naso.

"Ma come siamo vestiti bene... sembri un principino!"

Tobi gli sorride, cercando di metterlo a suo agio.

Il ragazzino si alza e sorride, mentre Nines nota il pallone strano sul quale era seduto e comincia a palleggiarci, con lo stupore di Emil.

Qualcuno da lontano chiama vagamente il suo nome.

"Disgraziato! Dove ti sei cacciato?! Emil, dannazione!"

Una ragazza con un mazzo di fiori bianchi in mano, si volta verso Emil, Tobi e Nines con uno sguardo furioso e si mette a correre in modo altrettanto furioso verso i ragazzi.

"Cosa ti stanno facendo questi?!", domanda fuori di sé.

"Veramente io...", Nines cerca di spiegare, ma la ragazza avvicina la faccia alla sua.

"Stai zitto, nano o ti abbasso di altri cinque centimetri..."

Emil si mette in mezzo e cerca di calmare la ragazza imbestialita.

"Non sono i soliti bulletti, Kainè... quelli li hai già massacrati la scorsa volta insieme ai loro genitori..."

Kainè da un'occhiataccia a Tobi e sbuffa in faccia a Nines.

"Vi chiedo scusa, ma oggi è proprio una giornata no."

La ragazza tira fuori dal mazzo due fiori bianchi e ne porge uno a Nines e uno a Tobi.

"Sono Lacrime Lunari, sono fottutamente belli e li raccoglie personalmente mia nonna per il nostro meraviglioso negozio di fiori. Costano tantissimo quindi..."

Emil fa segno a Kainè di tacere.

"Ho capito, Emil... sto zitta. Vi ringrazio ancora."

Kainè prende per mano il giovane Emil e si incamminano verso il tramonto.

Il bambino saluta Nines e Tobi e si rivolge a Kainè.

"Lui non viene mai a prendermi... "

"Ancora con 'sta storia del sogno? Niente cartoni animati per una settimana!"

"Kainèèèèèèè!!! NOOOO!"

 

Tobi e Nines si guardano e ridono.

Nines salta su una panchina e allunga la Lacrima Lunare a Tobi.

"Sai, sono basso e...", mormora qualcosa mentre sistema il fiore tra i capelli di Tobi. Lei gli infila l'altro nel taschino della camicia.

"Ecco fatto..."

"Sei perfetta..."

Le loro voci si sovrappongono ed entrambi diventano rossi sulle guance.

Tutti e due si siedono sulla panchina, lentamente avvicinano le mani e se le stringono a vicenda.

"Sei bollente, Nines... stai bene?"

Nessuna risposta.

Tobi si volta verso il ragazzo paonazzo e scoppia a ridere.

 

 

Il mio cuore batte all'impazzata, e le sto solamente tenendo la mano!

Non ho mai provato questa sensazione in passato.. cosa è cambiato?

La risposta la so già... lei mi piace tantissimo.

Non riesco a dire una parola, lei invece ride.

Mi trova ridicolo? Certo, fa bene a ridere di me.

 

"Mi sono presa una cotta per il ragazzo più dolce del mondo."

 

Cosa?

Neanche il tempo di voltarmi che lei mi sta baciando. Questo preciso istante... vorrei durasse un'eternità.

Non riesco a pensare a niente.

Non... voglio... pensare.

 

Tobi ha colto impreparato Nines e lo ha baciato sulle labbra.

Il Sole tramonta e le prime stelle in cielo sono testimoni della nascita di un nuovo e tenero sentimento tra i due.

Il vento gentile soffia tra i capelli di Tobi, accarezzando i petali della Lacrima Lunare.

 

Baciami una volta, Tobi. Pensa Nines.

Baciami due volte, Nines. Pensa Tobi

Facciamo tre. Pensano entrambi.

 

FINE CAPITOLO

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Capitolo 7
*** Yellow ***


È passato un mese dal nostro primo bacio e nel frattempo sono successe alcune cose.

White ha vinto le elezioni ed è divenuta sindaco. Con i nuovi "poteri" in suo possesso, ha richiesto subito un permesso speciale per andare fuori città e operarsi.

 

"Nines, non so come andrà questa operazione. Ho aumentato il rischio lasciando passare il tempo, ma avevo un'ambizione e ho ottenuto ciò che volevo. Morirò? Non lo so, ma tranquillo che ti ho già assicurato un futuro... non sarai solo, Nines"

 

Sempre melodrammatica, ma... sono felice che si sia decisa. Vorrei cambiare approccio con lei, troverò un altro modo per raggiungerla. Sono stufo di non avere un punto di contatto con lei, prometto che dopo l'operazione farò qualcosa...

Riguardo me e 2B... abbiamo trovato un lavoro e ci vediamo poco.

Ci siamo promessi ad andare al mare una di queste domeniche...

 

È arrivata la tanto sperata Domenica per andare mare, ma... piove.

Tobi e Nines sono dentro casa di quest'ultimo a fissare il monsone fuori dalla finestra con un'espressione un po' sconsolata.

"Avevamo trovato una domenica libera per entrambi..."

Nines è abbattuto, mentre Tobi cerca di consolarlo con delle pacche sulla spalla.

"Non fare così... l'importante è stare insieme, giusto?"

"Sì, sì...", risponde Nines.

"Un sì è più che sufficiente", dice Tobi con tono di rimprovero.

Nines si sdraia sul divano, sconsolato e fissa il soffitto.

"È che... avevo preparato tutto nei minimi dettagli... ma la pioggia doveva rovinare tutto!"

Tobi cerca spazio sul divano e si sdraia vicino a Nines, mentre lui la accoglie in un abbraccio.

"Passare tutta la giornata così non è male..."

I due si fissano intensamente e Nines arrossisce.

 

"Sai, mai avrei pensato di trovare una ragazza come te... ancora ricordo il giorno in cui ci siamo incontrati..."

"Si, i miei compagni di classe ti avevano urtato, e tu eri lì a raccogliere le cose che ti erano cadute a terra..."

"Ti sarò sembrato patetico, vero? Tipo da 'devo correre ad aiutare quell'impiastro dai capelli argentati' o cose così..."

"No, ai miei occhi sembravi un gran fico."

"Ah, che bugiarda!"

Tobi sghignazza e continuano a conversare.

"Sai... non ho mai avuto una ragazza prima di te."

"Nemmeno io, ragazzi o ragazze..."

"Quindi se dovessimo fare... ehm... diciamo..."

 

Tobi gli da uno schiaffo sul petto e lo guarda con un'espressione seria.

 

"Signorino Hanae Nines! Capisco che fuori piove e questo abbia rovinato i tuoi piani, ma un po' di tatto!"

Nines si tocca il petto dolorante, con le lacrime agli occhi.

"Ma non ho detto niente!"

"Sei un maschio, Nines, e nel nostro rapporto è nato un qualche tipo di sentimento, ma dammi della stupida se penso serva più di questo per fare l'amore... se vogliamo chiamarlo così."

 

Segue un silenzio imbarazzante e i due guardano altrove.

Nines usa un tono un po' sconsolato.

"Non sei stata carina nemmeno tu, lo sai? Suona come un "Non ti amo"... lo so che per queste cose serve tempo, però..."

Tobi sospira e cerca di nuovo il viso di Nines.

"Guardami, Nines"

Il ragazzo non si volta e allora lei si siede sopra di lui, in una posizione imbarazzante, facendolo diventare rosso in volto.

"Nines Hanae! Non intendevo dire quello... è che..."

Nines bisbiglia qualcosa, ma non si capisce molto.

"Cosa? Puoi ripetere?"

Nines cerca di trovare il fiato e con tono deciso fa uscire dalla bocca "Ti amo, 2B!"

La ragazza rimane sorpresa.

"E se reputi stupido un ragazzo che si confessa così dopo nemmeno un mese, allora senti una cosa più stupida: io mi sono innamorato di te dalla sera in cui abbiamo visto le stelle e i fuochi di artificio insieme! Io sono uno stupido, 2B... io pendo dalle tue labbra, 2B... io sono tuo da sempre, 2B... io sto male senza di te 2B..."

La ragazza, ancora sopra di lui, ha gli occhi lucidi e osserva il ragazzo con lo sguardo sofferente.

Lei porta le sue mani sul volto di lui e lentamente si china per abbracciarlo, piangendo.

"Perché deve finire sempre così...?", dice Tobi piangendo completamente sdraiata sul suo corpo.

"Così come...?" e neanche il tempo di finire la domanda che i due rotolano dal divano e cadono a terra.

Le posizione sono invertite: lui si trova sopra e lei sotto e si guardano intensamente.

"… anche io ti amo, Nines."

Il ragazzo rimane un po' sorpreso dall'affermazione di Tobi.

"Ma io avevo capito che..."

"Hai mal interpretato le mie parole... e io non avevo capito i tuoi sentimenti.

Ero convinta che tu non mi amassi, mentre io già provavo qualcosa di forte per te... anche io ti amo e volevo che, nel fare l'amore... fossimo entrambi coinvolti.

Non volevo fosse solo una cosa di soli istinti, di corpi che si uniscono...

io ho bisogno di te completamente..."

 

Nines ha gli occhi lucidi, ma si lascia andare a una risata.

"Certo che siamo negati io e te nella comunicazione..."

Nines avvicina il suo viso a quello di Tobi e la bacia.

 

 

Fuori c'era una tempesta terribile.

Il meteo aveva previsto il temporale peggiore di sempre, ma anche se il mondo fosse finito, ce ne saremo andati "completati" a vicenda.

Nudi nell'anima, nudi nel corpo.

Con l'unica luce gialla accesa in quella sala che permetteva di guardarci a vicenda ancora, senza essere avvolti da una completa oscurità.

Una luce gialla, timida, quasi a volerci illuminare, ma nello stesso tempo a voler rispettare la nostra intimità.

Una luce gialla che ancora mi tiene collegata alla realtà...

... mentre le emozioni, gli istinti... mi strappano via da questo mondo ogni volta che mi tocca, ogni volta che mi bacia, ogni volta che lui...

 

 

Mentre loro fanno l'amore, l'operazione di White si conclude.

Viene svegliata dalla luce gialla della stanza operatoria.

È stordita, ma il medico le fa il pollice in su con un bel sorriso soddisfatto.

Una lacrima scende da un occhio di White mentre fissa quella fastidiosa luce gialla prima di essere portata fuori dalla sala operatoria.

 

FINE CAPITOLO 7

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Capitolo 8
*** Should I stay or Should I Go? ***


CAPITOLO 8 – SHOULD I STAY OR SHOULD I GO?

 

Per un uomo è importante, sai.

Si, insomma... ci siamo capiti.

È la mia prima volta, la nostra prima volta...

sono imbranato in tante cose, tantissime, e temo di aver fatto un casino anche in questo "caso", ma questo mi peserebbe di più di tutti i casini che ho fatto.

Per me è stato magnifico, ma... per lei?

Siamo nudi, sdraiati a terra e lei non dice una parola, si limita a osservare il soffitto.

È scontenta?

Non sembra, ma forse lo sta nascondendo...

che confusione... a questo punto mi basta che dica qualsiasi cosa.

 

Tobi si alza lentamente dal pavimento e cerca di mettersi i primi indumenti che trova.

Nines la osserva, ancora sdraiato a terra e completamente nudo.

"Ho sbagliato qualcosa?"

Nines pronuncia queste esatte parole e Tobi si blocca per un momento. Sarebbe stato impercettibile agli occhi di chiunque altro, ma non di Nines, che conosce tutto di lei, o quasi almeno.

"Nines..." finalmente Tobi sta per dire qualcosa mentre il terrore pervade Nines con un brivido lungo tutto il corpo.

"... è che non so cosa dire esattamente, sono negata."

Nines aggrotta un sopracciglio e si alza lentamente da terra, afferrando le mutande e indossandole.

"Non..." E si blocca, ancora. Non ha proprio idea di come trasformare il suo pensiero in parole carine, prive di malintesi.

"È stato molto bello, Nines."

La ragazza ha capito il suo disagio e gli è venuta incontro.

Anche lei non riesce a dire nulla con naturalezza.

"Nines, mi conosci... sono un po' goffa con queste cose, ma... credimi, è stato davvero bello."

La ragazza si riveste, mentre fuori smette finalmente di piovere.

Nines si ferma ancora un po' a guardarla, semi nudo, mentre lei è già quasi completamente vestita.

"Non mi dispiace quello che vedo...", Tobi cerca di tirare fuori un po' di ironia, "...ma dovresti rivestirti, non credi?" Aggiunge con un sorriso.

Alcuni deboli raggi di sole entrano nella stanza, passando attraverso la finestra ancora umida e i goccioli che scendono sui vetri.

Nines non dice nemmeno una parola mentre si veste, cosa più unica che rara per un chiacchierone come lui.

Tobi assiste al goffo tentativo di Nines di vestirsi, mentre siede sul divano.

La ragazza ha improvvisamente un sussulto e si alza per andare verso la borsa e cercare il cellulare. Trova alcune chiamate perse da un numero sconosciuto.

Il suo volto si incupisce: la verità che non è un numero sconosciuto, ma uno che ha rimosso dalla rubrica tempo fa.

Ripone lentamente il cellulare dentro la borsa e si gira verso Nines.

"Ehm...", Tobi non incrocia direttamente il suo sguardo, "… dovrei andare, ci sentiamo al cellulare?"

Nines aggrotta un sopracciglio, un po' spiazzato dalle parole di Tobi.

"C'eravamo presi un'intera giornata insieme, ricordi? Non è nemmeno sera...

va tutto bene? Ho sbagliato qualcosa?"

Tobi risponde un po' infastidita. "Non c'entri niente, Nines!" Poi, si mette una mano davanti alla bocca, abbassando il tono di voce e dicendo "...non preoccuparti, è solo che... devo proprio andare..."

Tobi passa vicino a Nines e questi le afferra un braccio per fermarla.

"Iniziamo con i segreti, Tobi? Sul serio?"

Il tono di Nines è deciso, quasi di rimprovero.

Lui guarda il profilo di lei, nascosto dai suoi capelli.

Non c'è bisogno di guardarla negli occhi per capire.

"Io so quando c'è qualcosa che non va..."

Tobi ci ricasca di nuovo e gli risponde con un tono infastidito.

"Certo, perché tu sei come uno scanner... mi hai scannerizzata, sai tutto di me, vero?"

Nines assume un'espressione tra sorpresa e tristezza e lascia il braccio di Tobi.

Questa esce dalla porta lasciando il ragazzo imbambolato sulla soglia.

Una chiamata al cellulare desta Nines dai tanti pensieri che gli stanno passando nella mente.

Lui chiude lentamente la porta con fare sconsolato e si incammina verso il cellulare per rispondere.

"Nines..."

Una voce dall'altra parte che si sente a malapena.

"Chi è?", Nines controlla il numero di cellulare e si riporta il telefono all'orecchio, "… White, sei tu?"

Dall'altra parte della linea, la donna è nel letto di ospedale con il cellulare accanto, poggiato sul cuscino.

I due iniziano a conversare.

"Nines... l'operazione è andata bene"

Il ragazzo, forte fino a questo momento, ha le lacrime che gli scendono dagli occhi.

"Nines...?"

"Ti sento... la linea è disturbata"

White fa un debole sorriso.

"Tornerò presto... ho anche una città di cui occuparmi..."

"Già..."

"Nines, seriamente... tu sei sempre stato la mia priorità... ma non l'ho mai dimostrato come si deve..."

"Non è questo il momento, White... devi riposare."

"… ti voglio bene, Nines e... mi dispiace."

 

Nines vuole a tutti i costi essere cinico, rimanere distaccato per non farsi più aspettative nei suoi confronti, eppure...

 

"...White, abbiamo tanto di cui parlare quando tornerai... ma adesso riposa"

"Aspettami, Nines... ci sentiamo..."

 

White riaggancia, mentre Nines stringe forte il telefono e lo lancia contro il divano, tenendosi poi le mani tra i capelli, mentre lentamente si china e poggia la sua schiena al muro e piange.

 

Tobi è seduta alla fermata dell'autobus con gli occhi lucidi e un'espressione sconsolata.

Non sembra voglia tornare a casa al momento.

Un uomo si siede vicino a lei.

"Che ore sono?"

Tobi non risponde, mentre lo sconosciuto da delle piccole botte all'orologio digitale da polso.

"Il mio orologio è fermo sempre alle 0.42 e tende a ripetermi sempre "Affermativo", ma... affermativo di cosa? Sai, mi manca il mio vecchio orologio... con le lancette.

Queste cose moderne...le odio.

Ho provato a chiamare mia figlia innumerevoli volte, ma non mi risponde.

Potresti aiutarmi?"

Tobi si volta verso l'uomo con un'espressione serissima.

"Puoi smettere di fare questo teatrino, papà?"

L'orologio risponde al posto dell'uomo con un "affermativo"

"Come dice lui, Tobi"

La ragazza fissa la strada davanti a lei e cerca di non mostrare agitazione in presenza del padre.

"Lo sai? Io e tua madre litigammo tantissimo prima della tua nascita per scegliere il tuo nome... volevo chiamarti a tutti i costi Orion... come la costellazione, ma lei era fissata con un certo anime giapponese e ha insistito per Tobi.

Nomi bizzarri entrambi, non è vero?

Io volevo chiamarti così con la speranza che un giorno, se avessi perso la strada, guardando il cielo stellato avresti ritrovato la via."

 

Tobi si alza, vedendo l'autobus arrivare e il padre scatta e si alza con lei.

"Mi manchi, Tobi... tu e Aitoo ci mancate"

Tobi non lo degna nemmeno di uno sguardo.

"Non è un po' tardi per questo? Per la vergogna ho detto a tutti di essere orfana e di essere cresciuta solo con mia sorella"

La ragazza stringe i pugni.

"Ci avete cresciute in quell'ambiente privo di amore... tu ti drogavi e mamma andava segretamente a prostituirsi per arrivare a fine mese...

Io..."

Il padre la afferra da un braccio.

"Tu parli di un passato così lontano che faccio fatica persino a ricordare..."

Tobi si toglie dalla presa del padre, bruscamente.

"Fai fatica a ricordarlo perché avrai ancora il cervello pieno di quelle schifezze..."

L'autobus arriva alla fermata.

"Io... ho sbagliato, ma tu e tua sorella non mi date modo di rimediare, come posso io...?"

Il padre viene interrotto bruscamente.

"Non puoi, semplice. E vedi di sparire dalla mia vita una volta per tutte o prometto di denunciarti..."

Le porte dell'autobus si chiudono alle sue spalle, mentre il padre guarda il mezzo ripartire e viene avvolto da una fumata nera.

Il volto dell'uomo si incupisce.

"Come se tu avessi realmente una scelta, Tobi..."

Il cellulare dell'uomo squilla e lui risponde.

"Pronto, qui è Zinnia che parla..."

Una voce femminile dall'altra parte, con tono severo, sembra riprendere l'uomo.

"So chi sei, idiota. Allora... hai i soldi che mi devi?"

Zinnia sembra prendere tempo.

"Non esattamente, sai come vanno queste cose..."

La donna dall'altra parte del telefono lo interrompe bruscamente.

"...certo che lo so, finiscono male per quelli che cercano di fregarmi.

Sai che ora mi trovo in una posizione più vantaggiosa di prima...

hai cercato di contattare tua figlia, vero?

Non darà mai retta al padre drogato, non la salverai...

ha una pistola costantemente puntata alla tempia...

non deludermi.

Ora devo andare"

 

La donna viene bruscamente interrotta da qualcuno che gli dice "è ora delle pasticche, signora White" e attacca.

Zinnia fissa ancora l'autobus ormai già parecchio lontano mentre prende una medaglietta dal taschino con scritto "Congratulazioni, Zinnia per i tuoi primi cento giorni con noi lontano dalle tentazioni" e la lascia cadere a terra.

 

FINE CAPITOLO

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Capitolo 9
*** Runaway ***


CAPITOLO 9 - RUNAWAY

 

Ho cresciuto Nines come se fosse mio figlio.

Inizialmente venni accolta nella famiglia Hanae come semplice domestica.

Lui era piccolissimo, un fagottino...

mi legai molto a loro e, quando i genitori di Nines morirono... mi cadde il mondo addosso.

Non ero nessuno... ma mi impegnai in una battaglia legale per avere la custodia di quel bambino.

Mi rimboccai le maniche, la mia vita non era per niente facile, ma volevo crescere a tutti i costi il piccolo.

Non mi considero sua madre e mai mi considererò tale.

Il mio aspetto e il mio acume mi hanno permesso di farmi strada nel mondo della politica.

Se possono entrarci cani e porci con tanta facilità, perché non posso provarci anche io?

Sono cambiata, o almeno è questo che mi ha fatto notare Nines negli anni, ma... indurirsi era necessario.

Mi sono sporcata le mani per lui, per scalare le montagne di merda che mi si ponevano davanti ho fatto cose di cui non vado fiera.

Ho ricattato persone, ho estorto denaro... tutto per lui.

Ora sono il Sindaco di questa città, ma c'è ancora un piccolo affare in sospeso da risolvere con un parassita del passato... e guarda caso la figlia di questo verme frequenta il mio Nines."

 

Diversi anni prima.
White e Zinnia stanno discutendo.

 

"Ci posso mettere pochi secondi a sbatterti di nuovo in galera, Zinnia."

L'uomo ha capelli lunghi e spettinati e una barba incolta. È molto diverso: oggi ci tiene di più al suo aspetto.

"White... non posso continuare così!"

L'uomo abbassa lo sguardo, mentre la donna lo afferra e gli solleva il mento.

"Certo che puoi, assassino..."

Lo sguardo di Zinnia si posa su un bambino che dorme spensierato sui sedili posteriori dell'auto.

"L'hai reso orfano, ricordi? Certo che lo ricordi..."

Zinnia sbraita e sputacchia addosso a White.

"Ho pagato per QUELLO!"

E White lo schiaffeggia.

"Non urlarmi in faccia, chiaro? Io ho un piano preciso, ma mi serve qualcuno che si sporchi le mani al posto mio e tu ormai sei bello che rovinato... ricordati che posso rovinarti ancora di più. Tu, e tua moglie.

È solo grazie a me e alle mie conoscenze se puoi ancora vedere le tue bambine, e sempre grazie a me che tua moglie si è trovata un lavoro decente."

 

Mi chiamo Zinnia Ishikawa... il mio nome è quello di un fiore, ma sono tutto meno che puro e bello.

Ho sposato una donna fantastica, ma le cose non sono andate bene.

Banca rotta e altri affari che non sto ad elencare, brutte conoscenze...

e la droga, eppure... volevamo a tutti i costi una famiglia.

Che egoisti.

Ci permettevamo persino di sognare un futuro per i nostri figli, ma vivevamo nello schifo.

Sognavamo i nomi adatti per le nostre gemelline che sarebbero venute al mondo...

Lo facevamo con spensieratezza... con superficialità.

Mentre io sognavo una famiglia, ne stroncavo un'altra...

Ho ucciso i genitori di un bambino... in un incidente stradale.

Sono finito in carcere, ma una donna non ha smesso di perseguitarmi per questo: White, la ex domestica di quella famiglia si era rimboccata le maniche per farsi un nome.

Mi ha tirato fuori da quell'inferno... per prendermi e buttarmi in un altro.

Mia moglie si è ammalata e le mie figlie, una volta cresciute, ci hanno abbandonati, disgustati da noi.

Non posso dar loro torto, ma... vorrei che capissero.

White mi tiene in pugno ancora oggi, dopo anni.

La sua morsa è sempre più stretta.

 

Qualche settimana fa, in un parco di notte, Zinnia e White parlano.

 

"Ci credi? Tua figlia ha conosciuto il mio Nines.

Ero tentata di separarli, ma poi si è rivelata un'altra opportunità d'oro.

Stanno legando molto e il mio Nines ha un cuore enorme... si innamorerà di lei.

Sai che brutto se rivelassi a entrambi la verità? Oh, i loro cuoricini..."

Zinnia guarda White con disgusto.

"Cosa vuoi da me ancora?"

White ha un ghigno sul viso.

"Ma come...? Ti sei appropriato di denaro che non era destinato a te.

Sei stato abile all'inizio a coprire la mancanza, ma poi le cose vengono a galla... rivoglio indietro i soldi che mi hai rubato."

Zinnia scuote la testa.

"Non li ho più."

White schiaffeggia Zinnia senza pensarci due volte.

"Li hai usati tutti per la droga? Come sempre... ma poco importa per--"

"Non li ho usati per la droga, ma per le cure di mia moglie."

"Dicevo che mi importa poco per cosa li hai usati e che se non ti sbrighi a ridarmeli, rovinerò la vita di tutti quelli che ami, mentre riguardo te... mi limiterò a spezzarti in due, letteralmente. Non fare il furbo con me, Zinnia... ci rivedremo presto."

 

Poco tempo più tardi mi venne diagnosticato un tumore, ma era facilmente rimovibile anche se il medico insisteva nell'operarmi il prima possibile.

Zinnia ne sta approfittando per avvertire le due figlie, ma non può raccontar loro con tutta la vera storia, peggiorerebbe solo le cose.

Ha in mente qualcosa quel topo di fogna?

E' abile a seguire un piano, come tutti quelli che gli ho assegnato in passato e ha portato a termine in modo impeccabile. È anche merito suo se ho evitato certe rogne e ora sono qui. Ora però non mi serve più. Voglio solo quel denaro... nessuno frega White, nessuno.

 

Quando Tobi arriva a casa trova Aitoo che discute animamene con Roku.

"Sei proprio una cafona, capellona! Avrai pure la stessa faccia di Tobi, ma dentro sei meschina!"

"Ma stai zitta, oca... dove è finita quella maledetta di mia sorella?!"

Tobi si incammina velocemente dicendo ad alta voce "Sono qui, calmati adesso!"

Aitoo è fuori di sé.

"Quel bastardo di nostro padre ha importunato pure te?! Rispondi!"

Tobi non ha nemmeno il tempo di aprire bocca che viene abbracciata forte dalla sorella.

"Non permetterò più a quell'uomo di mentirci, mai più. Non deve nemmeno guardarci da lontano... da oggi vengo ad abitare con te."

Roku sta per aprire bocca, ma Aitoo si stacca bruscamente da Tobi e le poggia un pacco di soldi in mano.

"Ti pago l'affitto per tutti i mesi che vuoi, dormo pure sotto a un letto o nella cuccia dei cani, ma non puoi permettere a me e mia sorella di essere separate in un momento così delicato!"

Roku ha gli occhi sgranati, mentre Tobi e Aitoo le passano accanto ed entrano in casa.

"… ma io non ho capito niente, aiutatemi..."

Roku si incammina come un robot verso casa con il malloppo in mano.

 

FINE CAPITOLO

 

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Capitolo 10
*** Runnin' Home To You ***


CAPITOLO 10 – RUNNIN' HOME TO YOU

 

Halloween è alle porte ormai e qualcuno sta facendo compere per i nipoti al centro commerciale. Si tratta di Pascal, il medico della scuola dove vanno Tobi e Nines.

L'uomo ha cinque nipoti e ha promesso a tutti loro dei vestiti di Halloween favolosi, ma l'impresa sembra impossibile visto che molti di quei costumi sono andati a ruba.

"Non ce la farò mai..."

Pascal sospira e questo desta preoccupazione a una delle cinque nipoti che si è portato dietro.

"Zio Pascal, cosa c'è che non va?"

La bambina, con un fiocco rosa sulla testa, afferra la mano di Pascal.

Lo guarda preoccupata, mentre lo zio le sistema il fiocco tutto storto accennandole un sorriso.

"No, non è niente, Beth... ma ho difficoltà a trovare... i vestiti di Halloween"

Continua a rivolgersi alla piccola con un sorriso forzato, ma è ormai arrivato al limite: è dalla mattina che sta cercando qualcosa e si è fatta quasi sera.

La bambina rimane imbambolata a guardare un bebè dentro la carrozzina e lo indica. Pascal lo nota.

"E' adorabile... sai anche tu eri così...", ma prima di lasciarsi andare ai ricordi, viene interrotto dalla curiosità di Beth.

"Come nascono i bambini, zio Pascal?"

La tenera curiosità di una bambina spiazza lo zio che impallidisce

"Non... dall'amore di... mamma e papà, Beth"

Pensa di essersela cavata così, ma Beth ormai vuole capire.

"Mia mamma e mio papà si amano tutti i giorni, ma non siamo pieni di bambini dentro casa... come mai?"

Pascal si gratta nervosamente la testa e cerca di svagare, ma la bambina va dalla madre del bebè nella carrozzina dicendo "...come nascono i bambini?" e Pascal corre da Beth afferrandola per mano, scusandosi dalla donna che però è divertita dalla domanda tenera di Beth.

La donna si presenta: "Mi chiamo Anemome, piacere. E tu chi sei, bellissima bimba?"

Beth tira su con il naso e con le guance rosse risponde "Mi chiamo Beth, signora"

Pascal è davvero imbarazzato e cerca di svagare.

"Io e mia nipote stiamo cercando dei vestiti di Halloween, ma sembra un'impresa... mi sento stanchissimo..."

Anemone si mette l'indice sotto al mento e cerca di pensare a una soluzione per Pascal e ha un'idea.

"Lasci stare questo centro commerciale, sarà anche il più fornito della città, ma... le consiglio di andare in un negozio dalle parti della Fabbrica Abbandonata.

Non può sbagliarsi: ha un'insegna con scritto l'Accampamento sopra.

Vendono vestiti di ogni tipo anche per i cosplay.

Ci ho lavorato per un po' di tempo, è ottimo quel posto... dovrebbe essere ancora aperto"

Pascal arrossisce e saltella dalla felicità.

"La ringrazio Anemone... è la mia salvezza!"

Beth fissa la donna e si prepara a un'altra domanda strana, "Vuole essere mia zia?", suscitando ulteriore imbarazzo in Pascal che se la trascina via gridando "Grazie, davveroooo!!"

 

-

 

Al parco del complesso residenziale ci sono due bambini seduti su una panchina a guardare il Sole tramontare.

"Kainè non mi crede"

Uno dei bambini è Emil che parla con una bambina con un mazzo di fiori in mano.

"Siamo bambini, Emil... nessuno ci crederà mai"

Emil si alza di scatto dalla panchina e comincia a gesticolare.

"Yonah... ma questo è ingiusto! Abbiamo gli occhi per vedere, le orecchie per sentire e la bocca per parlare, ma tutto quello che vediamo, che sentiamo e che diciamo non conta niente per gli adulti?"

La bambina muove la testa come negazione e si appresta a parlare.

"Non è come dici tu e lo sai. Kainè ci ascolta sempre, ma è solo la questione del sogno che la infastidisce.

Lei dice che in questa società brutta le persone che parlano di visioni sono reputate pazze.

Ha paura che ci portino via da lei o ci rinchiudano da qualche parte"

Emil calcia un sasso lontano.

"Non è ugualmente giusto... le abbiamo promesso di non parlarne con nessun altro e va bene, ma la questione qui è che non ci crede! Hai visto come ci guarda!"

Yonah guarda il suo mazzo di fiori con un'espressione malinconica, i petali si muovono nel vento.

"Sai quel signore che sogniamo, quella sagoma... forse siamo stati suggestionati da qualcosa"

Emil la fissa con rabbia.

"Ti ci metti pure tu adesso? Quel signore, come lo chiami, tu è..."

C'è un momento di silenzio dato dall'esitazione di Emil.

"Lui è... io lo conosco, lui è... aaaaaah!" e grida dalla rabbia calciando lontano anche il pallone con la faccia di teschio che si porta sempre con sé che rotola ai piedi di qualcuno sull'altalena.

Il ragazzo è Nines, seduto con un'espressione persa.

La sua attenzione cade sul pallone ai suoi piedi e fissa la faccia da scheletro.

Emil corre verso Nines, seguito da Yonah.

"Tu sei quello dell'altra volta..."

Non vi è nessuna reazione da parte di Nines, con lo sguardo perso a fissare quel pallone.

"Sta bene?", domanda Yonah rivolgendosi a Emil che si limita ad alzare le spalle.

Emil raccoglie lentamente il pallone e torna a osservare per un momento il ragazzo e fa cenno a Yonah di andare via.

"Tobi...", Nines bisbiglia il nome della sua ragazza che non sente da qualche giorno ormai.

Nemmeno una chiamata.

Lui non ha provato nemmeno una volta a chiamarla, troppo orgoglioso o troppo stupido... Nines è sempre indeciso sulle due cose.

Qualcuno di passaggio con le cuffiette per la musica nota Nines seduto sull'altalena.

"Il bimbo seduto sul motorino?"

E' Roku che si toglie le cuffiette e si incammina verso Nines.

"Tu sei... coso, non è vero?"

Sempre la solita, non si smentisce mai.

Nines alza il suo sguardo verso Roku e una flebile luce torna nei suoi occhi.

"Roku...? Cosa ci fai qui?"

"Ero andata a trovare il mio fidanzato... non è vero, sono single.

Non lo so esattamente, ma da quando sono in ferie e da quando la mia casa è diventata un casino, io..."

Nines si anima e si rivolge a lei con un tono di voce alto e preoccupato.

"E' successo qualcosa a Tobi?!"

Roku sgrana gli occhi e dice "E' successo qualcosa a Tobi?! Quando?!" e Nines rimane per un attimo senza parole davanti alla stupidità della ragazza.

"Io lo stavo chiedendo a te..." dice Nines con un tono quasi rassegnato.

"Per quanto mi risulta, fino a questa mattina stava bene, ma è possibile pure che tornando a casa possa aver dato fuoco a casa... oh mio dio, ma ci pensi? Io esco e c'è una fuga di gas e... devo tornare a casa!"

Nines accenna un sorriso e Roku fa un sorriso malinconico e decide di chinarsi per osservare il ragazzo dal basso, mentre lui si dondola lentamente.

"Sai, io sono davvero stupida... ma molte volte uso questo mio problema apposta per i musi lunghi come i tuoi.

Purtroppo sono successe delle cose che riguardano Tobi molto da vicino e le ho promesso di non parlarne con nessuno.

Tu le manchi, Nines... ma quello che sta passando adesso è... una cosa tosta.

Non ha la testa per affrontarti, ma io la osservo, sai? Prende quel cellulare, ogni volta... cerca il tuo numero nella rubrica e singhiozza.

Io faccio la solita tonta e svago dicendo qualcosa o ruttando... si lascia stare questa ultima cosa, ma...

tu le manchi e lo so bene"

 

Nines ha le labbra tremolanti di chi sta per iniziare a piangere da un momento all'altro.

Roku si alza e rivolge il suo sguardo al tramonto.

"Sai, nano... "

"Mi chiamo Nines..."

"... non posso parlarti di questa storia, ma non mi è proibito consigliarti una cosa"

"… che cosa?"

"Lei sta combattendo questa battaglia da sola, ma ha bisogno di te più dell'ossigeno... non è vero, l'ossigeno è più importante... ma non lasciarla sola...

Io credo che il suo sia un grido di aiuto silenzioso che solo tu puoi sentire... la ami, no?

Non la senti ora?"

 

Il ragazzo immagina una voce giungere al suo orecchio, portata dal vento.

"Nines..." e si alza improvvisamente dall'altalena e corre via.

Roku sorride, osservando la sagoma del ragazzo allontanarsi sempre di più.

"Che carino, vai... raggiungila..."

La ragazza si sofferma un attimo a riflettere.

"Ehi, però un passaggio puoi pure darmelo se sei diretto a casa mia, eh!

Nano maledetto, aspettami!"

E gli corre dietro a tutta velocità.

 

FINE CAPITOLO

 

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Capitolo 11
*** [A] Colorless World ***


CAPITOLO 11 – [A] COLORLESS WORLD

 

Nines è salito sul motorino insieme a Roku, pronto a raggiungere Tobi a casa.

Tanti flashback gli passano davanti agli occhi e si pente di come si sia intestardito nel non volerla chiamare.

 

Mi spiace, 2B...

Sono davvero uno stupido, il re degli stupidi.

Quel giorno, quando te ne sei andata in quel modo... ho pensato solo al mio orgoglio... ci sono stato davvero male, ma sono un idiota così suscettibile!

Avevi bisogno di me, ma ha prevalso la mia debolezza e i miei viaggi mentali sul fatto che fosse andato storto tra noi due.

Non volevo approfondire, avevo paura.

Non volevo capire, avevo paura.

Avevo paura, avevo paura.

CHE STUPIDO CHE SONO!"

 

Roku si tiene stretta a Nines e poggia la sua testa sulla schiena di lui con un'espressione persa.

Nines accelera, trovando fortunatamente tutti i semafori verdi.

"Siamo davvero liberi?"

Roku si lascia sfuggire qualcosa, ma la sua voce non riesce a raggiungere Nines.

La ragazza sorride e si stringe più forte al ragazzo, mentre lui ha solo in testa di arrivare a destinazione.

 

-

 

Nel frattempo, White è nei corridoi dell'ospedale a passeggiare.

Si sofferma su alcune stanze, guardando in ognuna di esse.

C'è sofferenza, nessuna stanza risparmiata.

Si sofferma specialmente su una, con una ragazza bionda intubata circondata da un equipe medica.

Lo sguardo della donna cade davanti a lei e fissa una sagoma conosciuta.

Una smorfia simile a un sorriso compare sul volto di White.

"Zinnia... sei venuto a pregare per la mia morte? Mi dispiace per te... sono ancora viva"

L'uomo cerca qualcosa nel suo giacchetto di pelle e le porge un pacchetto di sigarette.

"Sai proprio come conquistare una donna, eh?"

 

-

 

Nines è arrivato davanti a casa di Roku: il ragazzo scende velocemente dal motorino e inciampa.

"Nano, stai bene? Non credo che tu abbia sentito chissà quale impatto visto che già vivi ad altezza del terreno"

Nines si tocca la fronte e scansa la ragazza e corre verso la porta.

Aitoo precede il ragazzo ed esce di casa e lo spinge lontano con una mano, facendolo cadere all'indietro.

"Devo vedere 2B! Togliti!"

Aitoo si mette a braccia conserte e guarda Nines con il sedere a terra.

"2B? Lei si chiama Tobi, non è un modello di smartphone... e comunque... sparisci"

Nines si alza furioso da terra e cerca un faccia a faccia con Aitoo, ma essendo piccolino si limita a guardarla dal basso.

"Vuoi che ti prenda in braccio?", domanda Roku con un tono assolutamente malizioso nella voce.

E' sincera e ingenua anche sulle uscite più strane.

"Taci, Roku!", risponde Nines senza distogliere per un attimo lo sguardo da Aitoo.

"Non sei benvenuto qui... vedi di andartene"

La ragazza volta le spalle a Nines, ma questi le afferra un braccio.

"Mollami, idiota"

Aitoo appare davvero infastidita da Nines e si libera dalla presa del ragazzo.

Roku cammina verso Aitoo con un andamento goffo.

"Capellona!"

Aitoo si volta con stupore prima di ricevere uno schiaffone da Roku.

Nines rimane tipo scioccato e Aitoo immobile, come se lo schiaffo ricevuto fosse una carezza.

"Fino a prova contraria, questa è casa MIA.

Ho mandato giù tante cose, tanti tuoi atteggiamenti e rispettato lo spazio tuo e di Tobi, ma che tu decida chi possa rimanere o no... questo è troppo e... non mi paghi nemmeno abbastanza... anzi... no, non è questo... è una questione di principio!"

Roku ha il fiatone, ma Tobi viene incontro alla situazione che si sta scaldando.

"Per favore, smettetela..."

Nines guarda Tobi mettersi di fianco a Aitoo.

"2B...", bisbiglia il ragazzo.

"Devi credermi, Nines... è tutto apposto"

Alle parole della sua amata, Nines ha un brivido.

"perché mi stai mentendo, 2B?" Si prende una pausa per riprendere fiato mentre i suoi occhi diventano lucidi "...perché mi stai mentendo?!"

Aitoo, con un'espressione visibilmente scocciata, ritorna in casa, ma non prima di fare un gesto a Tobi per indicarle di tagliare corto.

La tensione tra Tobi e Nines è palpabile, quindi Roku decide di farsi da parte e indietreggia.

Iniziano così a conversare.

"Va tutto bene, Nines... devi credermi"

"Non insistere, 2B! Forse ce l'hai con me perché non ho capito i tuoi sentimenti, perché ti ho abbandonata... eri scossa quel giorno, ma ho pensato solo a quello che ho provato io quando mi hai scansato..."

"Mi dispiace, Nines"

"...no, 2B! Fammi finire! Io ti amo, eppure al primo dubbio... io mi chiudo a riccio.

Vorrei usare la scusa di White e di come sono cresciuto, ma in realtà..."

Nines singhiozza, mentre le lacrime gli scendono solcando il viso.

Lacrime pesanti, trattenute chissà da quanto tempo.

I due si parlano sopra a vicenda.

"...lascia che io ti aiuti!" - "... vai a casa, Nines"

Lo stupore di lui e la freddezza di lei.

Roku non ha il coraggio di guardare la scena, mentre Aitoo è dentro casa a sorseggiarsi un caffè.

"Non... capisco..."

Nines tende una mano verso Tobi. Gli occhi disperati di lui si posano sul viso di lei, inespressivo.

In un piccolo vaso, su un tavolo al centro di una stanza della casa di Roku, l'ultimo petalo della Lacrima Lunare ricevuta da Emil giorni fa... cade.

Il mondo sembra perdere i propri colori agli occhi di Nines.

Quel braccio teso pronto ad afferrarla, si ritrae.

Rimane solo un sorriso malinconico sul volto di Nines.

"Sono proprio un debole... mi hai respinto di nuovo e provo anche questa volta un dolore che non so spiegare.

Mi spezzo facilmente... non ho spina dorsale.

Cosa farebbe un altro al mio posto? Ignorerebbe il tuo tentativo di respingermi e ti trascinerebbe via da qui?

E invece ho solo voglia di voltarti le spalle e andarmene via, salendo sul mio sgangherato motorino.

Ho moltiplicato nella mia testa questa scena per mille, come un loop infinito dove io tento di fare breccia nel tuo cuore e fallisco...

come è successo negli anni con White.

Va bene... Tobi, me ne vado."

 

Il ragazzo si volta, mentre Tobi fa fatica a non fare tremare le labbra e si catapulta nel passato, ripensando a questi giorni di profonda solitudine.

Lei che guarda il cellulare con l'intenzione di chiamarlo, Aitoo che le suggerisce di non farlo per evitarlo di coinvolgerlo, lei che spera in una chiamata di lui, la scena che fissa la Lacrima Lunare morire lentamente in quel piccolo vaso e tanti altri flashback che collassano nella sua mente.

Stavolta è lei a tendere un braccio verso di lui, mentre lui non guarda e cammina verso il motorino per andarsene.

Tobi cade in ginocchio e Roku corre da lei per abbracciarla.

 

 

Mentre stringo Tobi, rifletto su quello che inizialmente mi è stato ordinato da fare.

Non mi sento più vincolata a qualcosa, le voglio davvero bene.

Io la sto abbracciando, ma le mie mani sono ugualmente legate.

Il nodo mi sembra più stretto, non lo sopporto.

Devo andare in un posto...

 

-

 

È sera.

White si trova nel cortile dell'ospedale a fumarsi una sigaretta e fissa le stelle.

Si lascia andare un sorriso, divertita da qualcosa.

"Quando finisci sotto i ferri il tuo mondo cambia... o almeno così credi all'inizio.

Invece è sempre lo stesso, tu sei sempre la stessa... ma cosciente più che mai che la vita imprevedibile...puoi morire da un momento all'altro.

Non ne sei conscio davvero finché non ci passi...

... ma non sei qui per sentire i miei discorsi strani, vero... Roku?"

 

La ragazza è immobile, lontana qualche metro di distanza da White.

White lascia uscire il fumo della sigaretta dalla bocca, puntandolo verso l'alto.

"Quante visite oggi... tutti preoccupati per me.

Non sono morta, puoi stare tranquilla... e tua sorella sta bene, l'ho fatta trasferire qui proprio per tenerla sotto controllo"

Roku si avvicina cautamente alla donna.

"Sto controllando le figlie di Zinnia come mi aveva chiesto e non c'è proprio speranza di rivederle ricongiungersi con il padre, quindi può stare tranquilla"

White schiaccia la cicca sotto il piede.

"E' venuto a trovarmi oggi... Zinnia intendo.

Mi ha chiesto di promettergli di non torcere un capello alle figlie e che lui avrebbe fatto il bravo cagnolino, rimediando i soldi che mi deve, ma di pazientare che non li ha.

Non so cosa sia capitato, ma... gli ho detto che gli avrei dato altro tempo.

Forse mi sono sentita buona, essendo sopravvissuta a un'operazione... non ne ho idea"

La donna si prende una pausa e volge il suo sguardo verso Roku.

"Che mi dici di Nines?"

Roku distoglie lo sguardo e fissa un albero al centro del giardino dell'ospedale.

"Lui e Tobi Ishikawa si sono allontanati proprio a causa di Zinnia"

White cerca un'altra sigaretta e la accende.

"Meglio così, forse era proprio questo che voleva Zinnia... il loro rapporto mi avrebbe dato più potere sulla ragazza, ma non posso arrivare a sfruttare Nines per questo"

Roku guarda White con un'espressione sorpresa e la donna se ne accorge.

"Che c'è? Ha senso, no? Io voglio dargli un futuro, ma per tutto questo tempo me lo sono fatto nemico... ironicamente stavo pensando al suo avvenire, ma lui stesso mi era di intralcio...

non so se mi spiego.

Devo solo ricordarmi com'è avere un anima... e riallacciare con mio... "figlio", non dovrebbe essere così difficile"

Roku ignora le parole di White e si congeda.

 

"Finita questa storia, potrò davvero legare con Tobi? Smettere di osservarla e... dirle cosa provo?

Mi odierà, ma un giorno prometto di essere sincera con lei...

ma per ora devo tenere duro per mia sorella"

 

 

 

FINE PRIM[A] P[A]RTE.

 

Disturbo audio.

Disturbo video.

Interferenza.

Voci di sottofondo.

 

La prima voce parla. Sembra maschile.

"Percentuale?"

La seconda voce risponde.

"20 percento"

La prima voce inizia una conversazione con la seconda.

"Abbiamo dovuto rafforzare la simulazione con nuovi elementi"

"Corretto"

"Notati inizialmente disturbi legati a un distaccamento della realtà creata dalla simulazione"

"Esatto. C'è stato urgente bisogno di eventi che rendessero i modelli 2B e 9S meno sospettosi della vita fasulla che stanno vivendo"

"Corretto. Hanno smesso di farsi domande e tutto procede senza intoppi"

Un attimo di silenzio.

"Niente deve andare storto"

"Corretto. Assolutamente devono trovare l'accesso segreto.

Porterebbe a una disconnessione con gravi conseguenze"

Di nuovo il silenzio. Dura qualche secondo in più.

"Pod 043 ... basterà?"

"I tuoi timori sono più che leggitimi , Pod 153 ... ma faremo una cosa che non segue la logica"

"Spiegare"

"Sperare"

 

CONTINUA ...

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Capitolo 12
*** Reviver ***


CAPITOLO 12 - REVIVER

 

Il mio nome è Roku Matawa e ho 19 anni.

Frequento la stessa scuola di Tobi... sono nella classe accanto.

Non mi sono mai interessata a lei, ai miei occhi era una come un'altra... anche se dovevo ammettere che fosse davvero rilassante guardarla, con quel neo che elevava la sua delicata bellezza.

 

Staccando da scuola, andavo subito a lavorare. Avevo bisogno di soldi.

Tutti abbiamo bisogno di soldi nella vita, è normale... ma il mio era un caso particolare. Senza girarci troppo intorno come al mio solito: servivano parecchi soldi per l'operazione di mia sorella.

Ebbene sì: ho una sorella, Meari Matawa.

È sempre stata cagionevole sin da piccola, ma nell'ultimo anno le è stato diagnosticata una malattia rara... non è incurabile, ma le spese sono assurde.

Nel tempo è peggiorata, non è più autonoma... si è ritrovata intubata da un giorno all'altro.

Un giorno, una donna da un portamento regale mi si è avvicinata e mi ha teso la mano dicendomi "Lascia che ti aiuti".

Un angelo? Assolutamente no... è più appropriato definirla un demone. Non avevo scelta: avrei accettato un patto persino con il diavolo in persona.

White, il nome della donna in questione, mi ordinò di farmi amica una certa Tobi Ishikawa... ma non era quella ragazza dal viso angelico?

Perché chiedermi una cosa simile?

No... decisi di non farmi altre domande, avrei scoperto qualcosa su di lei.

Io sono una ragazza un po' svampita, ma dal giorno in cui mia sorella si è ritrovata in quello stato, ho provato a diventare più simile a lei. Eppure...

 

Qualche mese prima...

 

"Questa è casa mia! Puoi rimanere qui tutto il tempo che vuoi!"

Roku indica teatralmente casa sua, mentre Tobi si tiene le mani davanti alla bocca.

"Io non saprei..."

La ragazza indietreggia, ma Roku cerca di rassicurarla.

"Quando ti sei aperta con me raccontandomi della tua storia, non ho potuto fare a meno di piangere e... non posso proprio lasciarti continuare a vivere in quell'albergo puzzolente a due stelle!"

 

Non fu una recita... ero stata onesta con lei, sono stata me stessa sin dal primo momento.

Mi avvicinai a lei per tenerla d'occhio per ordine di White, pronta a sfruttarla... ma non sono quel genere di persona.

Non potevo dare via la mia umanità... ma sapevo che non dovevo dimenticare il mio obiettivo.
È solo che... potevo ottenere risultati anche essendo la vera Roku, senza mentirle del tutto, no?

Si trattava solo di osservarla, giusto?

 

Passò qualche mese e il rapporto tra Tobi e Roku si solidificò, sfociando in qualcosa di simile a un'amicizia.

Roku mandò resoconti periodici a White e questa inviò aggiornamenti sulle condizioni di salute della sorella, nelle mani dei migliori medici della regione.

 

Tobi ha conosciuto Nines Hanae, il figlio adottivo di White.

L'ho riferito immediatamente a White, ma mi ha detto di non preoccuparmi.

Io... provo un senso di disagio.

Inizialmente pensavo fosse per via del fatto che il ragazzo potesse complicarmi le cose, ma... sono gelosa? No, me lo chiedo perché... oh no, cosa mi sta succedendo?

 

Roku è fuori casa, seduta a osservare le stelle e i fuochi d'artificio.

"Non è da Tobi comportarsi così... dove si è cacciata?" La ragazza si mangia l'unghia del pollice, nervosa.

Sbarra gli occhi accorgendosi tardi del gesto involontario che le ha rovinato l'unghia.

"Sono proprio un disastro! UN DISASTRO!"

Roku saltella istericamente sul posto, mentre una voce le giunge dalla fine del vialetto.

"Roku, sei tu...?"

È Pascal, il medico della scuola, fermo con la sua bicicletta davanti a casa di lei.

"Signor Pascal...?"

È sorpresa quando l'uomo scende dalla bicicletta e mette il cavalletto.

"Come mai da queste parti, signor Pascal...?"

L'uomo fa un gesto e risponde "Per favore, chiamami solo Pascal" e la ragazza annuisce.

I due si siedono vicino alla soglia di casa e fissano i fuochi d'artificio.

"Stanno festeggiando un compleanno in zona, ma non so di chi si tratti."

Pascal si sistema gli occhiali che gli scendono spesso, mentre Roku fissa il profilo dell'uomo.

Egli si gira improvvisamente e coglie Roku impreparata che sposta lo sguardo altrove.

"So che tu e Tobi ora convivete."

Neanche il tempo di finire la frase che Roku si alza di scatto e saltella su sé stessa.

"Non è come pensa lei! Io e Tobi siamo solo amiche!"

Pascal guarda la ragazza con un'espressione perplessa, ma poi le sorride.

"Tobi è sempre stata una ragazza riservata, o almeno era quello che voleva far credere.

L'ho sempre visto nei suoi occhi... quel bisogno di avere qualcuno con cui parlare, con cui confidarsi e non poteva trovare nessuno migliore di te in quella scuola."

Roku si ricompone davanti a quelle parole dette dolcemente da Pascal, ma la malinconia appare sul suo viso.

"Non è così... io non sono completamente onesta con lei...", Roku si siede di nuovo vicino a Pascal, "… per alcune ragioni non posso essere totalmente me stessa con Tobi", poi stringe i pugni poggiati sulle sue gambe e versa qualche lacrima.

"Le sembrerò patetica, Pascal...", la ragazza singhiozza e tira su il naso, "Lei non si apre facilmente con le persone e io... sono una brutta persona! Le nascondo delle cose... e sono cose... cose che..."

Roku balbetta e si lascia andare a un pianto liberatorio sulla spalla di Pascal.

L'uomo la abbraccia e sorride. "Non so quale segreto tu le stia tenendo nascosto, ma vedo quanto ti sta facendo soffrire. Non sei una cattiva persona Roku, e sono sicuro che anche lei lo capirà quando troverai la forza di raccontarle tutto."

 

Quella sera piansi tantissimo. Non ce la facevo più...

Pascal era così generoso e così gentile... parlammo fino a notte tarda.

Passarono i giorni e la comparsa del padre di Tobi portò un gran trambusto.

Mi ricordo ancora quel giorno in cui lei scese dall'autobus...

 

Tobi si incammina svogliata verso casa. Roku la sta attendendo alla soglia.

"Tobi!", la ragazza accoglie calorosamente la sua amica, ma questa varca la porta senza nemmeno salutarla.

"È successo qualcosa?"Tobi si mette le mani davanti agli occhi e cade in ginocchio.

Roku non ci pensa due volte prima di chinarsi e abbracciare l'amica.

 

Non avevo mai visto Tobi piangere. Non feci domande in quel momento, mi limitai ad abbracciarla.. la tenevo stretta forte a me.

Mi spiegò di aver trattato un po' male Nines e di aver incontrato suo padre alla fermata dell'autobus. La sua famiglia era piena di segreti; avevano il vizio di nascondere i problemi sotto il tappetto.

Le loro due figlie, scoperte le menzogne, avevano deciso di andarsene via senza sentire ulteriori spiegazioni.

Una cosa che disse mi fece parecchio male.- Una sua frase che mi fece l'effetto di una coltellata..."

 

Tobi è seduta su una sedia, mentre sorseggia una camomilla.

"Sono fortunata ad avere un'amica come te... questa è casa mia... tu sei la mia casa."

Roku ha un mancamento e Tobi si alza subito a sostenerla.

"Roku, che cos'hai?!"

Tobi è visibilmente preoccupata e aiuta l'amica a sedersi.

Roku singhiozza e piange, ma nessuna parola comprensibile esce da quella bocca.

"Sei sempre la solita... ti emozioni tanto, sei così sensibile. Ti ringrazio anche di questo... queste tue emozioni sincere mi scaldano il cuore."

Tobi apre il frigorifero e sospira. "Esco un po', e già che ci sono vado a fare la spesa..." e scombina i capelli di Roku, ancora singhiozzante.

 

Rimase un'ora seduta su quella sedia, ferma come una bambola di porcellana. Poi, qualcuno bussò la porta con prepotenza.

 

Non appena Roku va ad aprire, si ritrova Aitoo che le grida addosso.

"Dov'è Tobi? Rispondi!"

Roku cerca di mantenere un tono gentile, ma viene riempita di insulti. "Sei proprio una cafona, capellona! Avrai pure la stessa faccia di Tobi, ma dentro sei meschina!"

"Ma stai zitta, oca... dove è finita quella maledetta di mia sorella?!"

 

Proprio in quel momento, Tobi sta rientrando. "Sono qui, calmati!"

Aitoo è fuori di sé. "Quel bastardo di nostro padre ha importunato pure te?! Rispondi!"

Tobi non ha tempo nemmeno di aprire bocca che viene abbracciata forte dalla sorella.

"Non permetterò più a quell'uomo di mentirci, mai più. Non deve nemmeno guardarci da lontano... da oggi vengo ad abitare con te."

Roku sta per aprire bocca, ma Aitoo si stacca bruscamente da Tobi e poggia un pacco di soldi in mano alla ragazza.

"Ti pago l'affitto per quanti mesi vuoi, dormo pure sotto a un letto o nella cuccia dei cani, ma non puoi permettere a me e mia sorella di essere separate in un momento così delicato!"

Roku ha gli occhi sgranati, mentre Tobi e Aitoo le passano accanto ed entrano dentro casa.

"… ma io non ho capito niente, aiuto!"

Roku si incammina come un robot verso casa con quel pacco di soldi in mano.

 

Da quel momento sarebbe iniziata una strana convivenza con quella matta e iperprotettiva sorella di Tobi. Era una situazione soffocante per me.

Ero in ferie e non sapevo proprio dove andare quindi mi diressi al complesso di condomini della zona, senza una particolare ragione. Poi incontrai Nines al parco. Se ne stava lì con lo sguardo perso nel vuoto.

 

"Il bimbo seduto sul motorino?"

Roku si toglie le cuffiette e si incammina verso Nines.

"Tu sei coso, non è vero?"

 

In realtà so benissimo come si chiama, ma... lasciamo stare.

 

Nines alza il suo sguardo verso Roku e una flebile luce torna nei suoi occhi.

"Cosa ci fai qui tu?"

"Ero andata a trovare il mio fidanzato... non è vero, sono single. Diciamo solo che da quando sono in ferie e da quando la mia casa è diventata un casino, io..."

Nines si anima e si rivolge a lei con un tono di voce alto e preoccupato.

"È successo qualcosa a Tobi?!"

Roku sgrana gli occhi. "E' successo qualcosa a Tobi?! Quando?!" e Nines rimane per un attimo senza parole davanti alla stupidità della ragazza.

"Io lo stavo chiedendo a te..." dice Nines con un tono quasi rassegnato.

"Per quanto mi risulta, fino a questa mattina stava bene, ma è possibile che ci sia stato un incidente e abbia dato fuoco a casa... oh mio dio, ma ci pensi? Io esco e c'è una fuga di gas e... devo tornare a casa!"

Nines rimane spiazzato e Roku gli rivolge un sorriso malinconico. Si chiana per osservare il ragazzo dal basso, mentre lui si dondola lentamente.

"Sai, io sono così stupida... ma molte volte uso questa scusa apposta per far sparire i musi lunghi come il tuo. Purtroppo sono successe delle cose che riguardano Tobi molto da vicino e le ho promesso di non parlarne con nessuno. Tu le manchi, Nines... ma quello che sta passando adesso è... una cosa tosta. Non ha la testa per affrontarti, ma io la osservo, sai? Prende quel cellulare, ogni volta... cerca il tuo numero nella rubrica e singhiozza.

Io faccio la solita tonta e svago dicendo qualcosa o ruttando... si lascia stare questa ultima cosa, ma... tu le manchi davvero."

 

Nines ha le labbra tremolanti di chi sta per piangere da un momento all'altro. Roku si alza e rivolge il suo sguardo al tramonto.

"Sai, nano... "

"Mi chiamo Nines..."

"... non posso parlarti di questa storia, ma posso darti un consiglio."

"… cioè?"

"Lei sta combattendo questa battaglia da sola, ma ha bisogno di te più dell'ossigeno... non è vero, l'ossigeno è più importante... ma non lasciarla sola...

Io credo che il suo sia un grido di aiuto silenzioso che solo tu puoi sentire... la ami, no?

Non la senti ora?"

 

Il ragazzo si alza improvvisamente dall'altalena e corre via.

Roku sorride, osservando la sagoma allontanarsi sempre più.

"Che carino, vai... raggiungila..."

Poi si sofferma un attimo a riflettere.

"Ehi, però un passaggio puoi pure darmelo se sei diretto a casa mia, eh!

Nano maledetto, aspettami!"

E gli corre dietro a tutta velocità.

 

Non potevo vedere Tobi così e riponevo la speranza in Nines.

Volevo essere io quella che l'avrebbe aiutata, quella che l'avrebbe sostenuta...

ma non potevo esserlo.

Volevo credere in lui, ma le cose non andarono proprio come speravo: i due fidanzati finalmente tornarono a parlare, ma la situazione era davvero tesa.

Tobi respinse freddamente Nines e questi, senza spina dorsale, girò i tacchi e se ne andò.

Che delusione!

Ma quello che mi preoccupò di più fu l'atteggiamento di Tobi: non l'avevo minimamente riconosciuta.

Colpa di Aitoo? Cosa le aveva detto in mia assenza?

Finita tutta questa storia potrò davvero legare con Tobi? Smettere di osservarla e... dirle cosa provo?

Mi odierà, ma un giorno prometto di essere sincera con lei... per ora devo tenere duro. Per mia sorella.

 

Qualche giorno dopo quegli eventi...

 

Roku è in visita all'ospedale.

White la sta aspettando proprio davanti alla porta della stanza di Meari. Non indossa più il camice, forse l'hanno dimessa.

La donna sorride alla ragazza e la invita ad entrare.

Roku si commuove vedendo sua sorella senza più flebo e tubi.

"Roku...?"

Meari è sorpresa della visita, mentre Roku corre da lei e la abbraccia, piangendo.

White si ferma sulla soglia e fa per chiudere la porta. "Vi lascio sole"

Roku dice tante cose incomprensibili e la sorella la esorta a calmarsi.

"Un po' di contegno, Roku!" Meari ha un tono serio.

"Ma stai zitta! E lasciati andare!" Ribatte Roku stritolandola.

"Sono felice anche io di vederti, va bene? Mi lasci adesso?"

Roku e Meari si guardano per un attimo e quest'ultima le sorride.

"Così ti voglio, Meaaaari!" Grida Roku abbracciandola di nuovo.

"Mi stai uccidendo, Roku!" Meari parla con un filo di voce, soffocata dall'abbraccio della sorella.

 

Nel frattempo White viene scortata fuori da alcuni uomini. Ad attenderla nella hall trova Nines.

"Beh, non me lo aspettavo..."

C'è imbarazzo tra i due, ma lo sguardo di White è rivolto al motorino alle spalle di Nines.

"Hai un casco in più?" Domanda la donna.

Nines rimane sorpreso della richiesta.

"Non capisco..."

"Salgo sul motorino, voglio un passaggio da te. Farò portare la mia auto dai miei uomini del partito."

"Ma così ti sporcherai il vestito. Sei sicura?"

"Sicurissima, Nines."

C'è un attimo di silenzio tra i due.

"Pensi che basti un piccolo cambiamento per farti perdonare di tutto?"

"La strada è lunga e probabilmente quello che ti racconterò mi porterà solo altro odio da parte tua."

"… sarà la verità quella che mi racconterai?"

"Si"

"… e allora forse proverò a capirti."

"Non credo, ma apprezzo lo sforzo."

 

White si mette il casco e sale sul motorino stringendosi a Nines.

I due partono, lasciando l'ospedale.

 

Dall'altra parte della città, Pascal si sistema gli occhiali davanti allo specchio.

Avvicina la faccia al suo riflesso e questo subisce una specie di interferenza che mostra un'immagine diversa. Per un attimo si intravede un robot, marrone con gli occhi verdi.

L'uomo non batte ciglio, anzi avvicina ancora di più la faccia allo specchio.

 

"Qualcosa non va, devo andare subito in quel posto..."

 

FINE CAPITOLO

 

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