Edmond e il tesoro di Giano

di Vanessa DowneyJr221
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Eren e Claude ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Che la pirateria non era più quella di una volta, il capitano Gleason lo aveva appurato già da tempo, ma quella ciurma che aveva messo insieme con fatica era un vero e proprio scempio. Cinque uomini rozzi e lerci che sembrava avessero appena finito di rotolarsi nel fango, che agitavano le loro spade dalle else arrugginite nel tentativo di incutere timore, ma il risultato era a dir poco imbarazzante. Paura? Neppure un bambino sarebbe spaventato da quelle cinque spugne da taverna. Eppure Capitan Gleason ci aveva provato ad addestrarli, ma la pirateria o ce l'hai nel sangue o il risultato è quello che aveva ottenuto lui: agghiacciante. Erano sempre ubriachi marci, barcollanti e con delle armi che con tutta probabilità dovevano aver ereditato dai loro trisavoli e che erano sicuramente state conservate in barili di acqua di mare.

 

-Capitano!- urlò il nostromo riparandosi gli occhi dal sole con una mano. -Terra in vista a babordo!

 

Edmond Gleason, capitano della Lilith, prese il cannocchiale da una delle tasche del suo pastrano e guardò verso sinistra dove, affacciata sul mare, si stagliava una piccola cittadina su un terrreno pianeggiante.

 

-Ottima per un attacco sbrigativo- suggerì il nostromo al suo capitano reggendosi al timone. -Toccata e fuga, sarà una passeggiata.

 

-Con quelle canaglie? Non attaccheremo un bel niente. Mi disgustano, guardali- disse il capitano indicando i suoi uomini che si spintonava per poter usare un cannocchiale di prua per poter vedere la terra su cui presto sarebbero scesi. 

 

-Non vedono l'ora di scendere a terra per attaccarsi alle botti di vino come un neonato al latte della madre. Sono inguardabili come uomini, figuriamoci come pirati.

 

-Cosa avete intenzione di fare una volta a terra, capitano? 

 

-Li lascerò liberi- rispose, lasciando il nostromo senza parole. -Ne ho pieni i barili di loro, non sono in grado di portare a bordo neppure mezzo pezzo di rame. Non fanno altro che bere e andare con le prostitute mentre io sto diventando lo zimbello dei sette mari- disse il capitano con aria disgustata. -Rimarremo a terra per un po', solo tu e io Diego, come ai vecchi tempi- aggiunse dando una poderosa pacca sulla spalla al suo fidato amico.

 

-E nel frattempo terremo gli occhi aperti- indovinò il nostromo Gutierrez .

 

-Ovviamente. Arruoleremo solo i migliori, niente più babbei ubriaconi e senza spina dorsale. Dobbiamo risollevare il nome della Lilith.

 

-Affermativo, capitano! Ce la faremo.

 

Il mare era calmo in quel mattino di giugno in cui il capitano Edmond aveva deciso di sciogliere la sua ciurma. Navigava in acque tranquille, ma lui aveva la tempesta dentro.

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Capitolo 2
*** Eren e Claude ***


-Pensi che andrà bene?

 

-Ne sono certo.

 

-E se dovessi inciampare.

 

-Ti rialzerai, mentre io mi impegnerò a non ridere.

 

-Idiota.

 

La giovane Eren era nel pieno di una crisi di panico. Era il giorno del sedicesimo compleanno del principe e tutta la borgata di St. Ruth era in fermento per i festeggiamenti che avrebbero avuto inizi d lì a un'ora. Erano state scelte le fanciulle più belle della cittadina per aprire la cerimonia con allegre danze, strette in corsetti e avvolte in abiti sfarzosi lanciando petali di rose. Niente di più lontano da Eren, ma quando la corte chiama, pensare di non rispondere non rientra tra le scelte valide. Si era rassegnata all'idea di doversi immolare in questa pratica misogina, ma a pochi minuti dall'inizio della cerimonia, la giovane aveva cominciato ad andare in escandescenze sfogando tutta la sua frustrazione sul suo fidato amico Claude. 

 

Eren era già insaccata in un abito bianco e rosa e stava obbligando Claude a sistemargli dei piccoli fiori tra i capelli intrecciati. 

 

-Stai benissimo- disse il ragazzo trafficando con le trecce castane della sua amica. Cercava di incoraggiarla, anche se sapeva che era tutto inutile: quando Eren si convinceva di una cosa, stringeva i pugni e assottigliava lo sguardo, nulla era in grado di dissuaderla. E quella era un di quelle occasioni.

 

-Benissimo un corno- ribatté lei guardandosi allo specchio con aria disgustata. Dietro di lei, Claude continuava ad infilare pazientemente fiori tra i suoi lunghi capelli.

 

-Sembro una stupida bambina con questo orrendo vestito- disse facendo il broncio. - E poi, pensare di avere gli occhi di tutti addosso mi fa venire la nausea.

 

-Piantala, andrà tutto bene e durerà meno di quanto pensi- disse il ragazzo guardandola attraverso lo specchio. Eren sorrise, grata di avere accanto il suo amico. -Poi ti prometto che andiamo ad allenarci.

 

-Davvero?- disse con gli occhi che brillavano e dimenticando per un attimo tutta la situazione che la opprimeva.

 

-Ho già preparato le armi, sono in un saggio giù all'ingresso.

 

Si presero ancora qualche minuto perché Eren finisse di prepararsi, poi si avviarono verso il palazzo di St. Ruth desiderando con tutte le loro forze che quell'imbarazzante e pomposa cerimonia finisse al più presto per poter tornare a fare ciò che più amavano: duellare come veri pirati.

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