La valle dei cuori danzanti

di Spensieratezza
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Sam torna dalla gabbia ***
Capitolo 2: *** Parlami dell'arcangelo Gabriel ***
Capitolo 3: *** Bobby e Gabriel ***
Capitolo 4: *** Bobby va a prendere Dean dopo che tornano dal mondo astrale ***
Capitolo 5: *** Bobby incontra Adam ***
Capitolo 6: *** Cena con Crowley ***
Capitolo 7: *** Ho visto un angelo ***
Capitolo 8: *** Adam restituisce la scheda a Jack ***
Capitolo 9: *** La vera natura di Jack ***
Capitolo 10: *** Il chiarimento tra Bobby e Gabriel ***
Capitolo 11: *** Ecco chi era il ragazzino misterioso nella pasticceria di Gabriel ***
Capitolo 12: *** Sole e Luna e i cuori danzanti ***
Capitolo 13: *** Sam e Dean parlano dei sogni di Sam quando era connesso con Gabriel ***
Capitolo 14: *** Gabriel e il Mistery Spot ***
Capitolo 15: *** l'appuntamento dolcissimo fra Castiel e Gabriel ***
Capitolo 16: *** Gabriel e il suo dialogo con Dio ***
Capitolo 17: *** Cos'è l'Amore per te? ***
Capitolo 18: *** Gabriel e Raphael ***
Capitolo 19: *** Il concerto dei Kansas ***
Capitolo 20: *** Riunione di famiglie al locale ***
Capitolo 21: *** Occhi blu ***



Capitolo 1
*** Sam torna dalla gabbia ***


È stato straziante dover accettare che Sam volesse sacrificarsi per intrappolare per sempre il diavolo.
Io sono un padre, perché questo sono per loro, anche se non condividiamo il sangue. Sono i miei FIGLI. Durante la battaglia con Lucifero, mi si è gelato il sangue nelle vene. Abbiamo assistito alla lotta contro due arcangeli, Sam era posseduto dal diavolo e questo bastava a gelarmi il sangue nelle vene, poi sono morto e questo forse sarebbe stato un sollievo pur di dover convivere con il dolore di quello che stava succedendo ai miei figli.
Ma poi sono tornato in vita e desiderai di essere rimorto.

Sam dentro quel buco e Dean, il mio figlioccio, dilaniato dal dolore.

Lo strinsi a me, volevo abbracciarlo e non lasciarlo mai più andare, volevo costringerlo a venire con me, anche con la forza se necessario, perché avevo già perso un figlio minore e non volevo perderne un altro.
Egoisticamente sapevo che lui aveva bisogno di me, aveva bisogno di SUO PADRE, sapevo che aveva bisogno di me per ricostruirsi, per non cadere a pezzi fino a che non fosse rimasto niente di lui.

Gli angeli si distruggono perdendo le piume degli angeli, gli uomini con cosa?

Ma anche mentre lo stringevo, mi rendevo conto che lo avevo già perso. Lo abbracciavo ma lo avvertivo mille miglia lontano da me, forse mille galassie anni luce. Lo abbracciavo ma non era lì con me, non davvero, forse era nella stessa buca con Sam.Lo avevo perso nel momento in cui Sam era caduto in quella fossa.

Quando sei morto, John, feci una promessa al cielo. Promisi, giurai e spergiurai che li avrei PROTETTI, che avrei continuato il tuo compito, interrotto perché non eri più su questa terra, perché cambiano i padri, ma l’amore rimane uguale. Non sono riuscito a fare neanche questo, sono impotente, sono inutile. Non sono stato in grado di proteggerli.
Quanto è difficile mantenere le promesse al giorno d’oggi? Peggio che uccidere i mostri.

Volevo portarlo via con me, perché avevamo perso Sam e tremavo all’idea che anche Dean potesse fare una brutta fine, se non gli fossi stato incollato come la colla, ma quando mi pregò di lasciarlo da solo, perché voleva stare SOLO, non ce l’ho fatta a non dirgli di no.

Quanto amore ci vuole per essere forte? Quanto amore ci vuole per lasciar andare? Quanto per riuscire a trattenere? Dove finisce l’amore e dove inizia la codardia e la debolezza?
 

Lo lasciai andare. Anche se ero incerto, anche se ero insicuro se avessi preso la decisione giusta o quella sbagliata. Lui mi disse che voleva andare da Lisa, che aveva fatto una promessa a SAM, io mi chiesi che razza di genere di promesse si facessero sti due nel mezzo di una guerra biblica, nel mezzo di un addio biblico. Dovevano essere impazziti. Si scatenava un’apocalisse con il diavolo, ne andava di mezzo l’intero pianeta e sti due pensavano a rifarsi una vita con una DONNA? Ma non mi andava di infierire o colpevolizzare Sam, quando sei disperato pensi alle cose più astruse, alle cazzate più immense che però per te sembrano importanti perché se pensi a una cosa per una vita intera, non smetti di pensarci solo perché sta accadendo una cosa piccola come il rischio del collasso del pianeta intera, giusto? E lui doveva averci pensato davvero per una vita INTERA, cavolo, in fin dei conti non aveva litigato con suo padre e suo fratello proprio perché voleva una vita normale? Cavolo, era andato a Stanford e anche se aveva poi ripreso la vita della caccia, doveva essere una cosa che non aveva mai abbandonato il suo pensiero, tant’è che ora l’aveva riversato su Dean pure.
Il fatto che Dean volesse scappare da Lisa, mi fece rendere conto che stava davvero malissimo, non riuscivo a immaginare Dean con una donna, in quel momento però credetti che fosse la cosa migliore per tirarlo su. In fondo per quanto fossi PADRE, certe cose non ho il potere di farle per ovvie ragioni e non c’è consolazione migliore in certi casi, che fare sesso con una bella donna. Fare sesso con una bella donna o un bell’uomo, quando sei disperato, batte tutti gli abbracci di questo mondo e non può confrontarsi con un semplice abbraccio o una carezza famigliare, ci hanno fatto centinaia di film e di libri su questo.
Non è neanche una questione di eros e libidine fine a sé stessa, ma una richiesta di amore, di connessione, di energie.
Per questo lo lasciai andare.
Ma anche quando mi disse che sarebbe stato da Lisa per un po', non smisi di preoccuparmi per lui.
Non glielo dissi, per non farlo stare in ansia, ma le notti seguenti non feci altro che fare sogni ricorrenti. Dean tornava dall’inferno avvolto dal fuoco, fiamme vive come se si fosse dato fuoco, come uno zombie si presentava davanti a me e Sam, dicendo “Hai visto Sammy, sono tornato. I tuoi sforzi non sono stati vani, niente e nessuno potrà mai dividerci.”
Mi svegliavo sempre con una sorta di angoscia stretta al petto.
Sapevo che questi sogni, o per meglio dire incubi, erano quasi una sorta di precognizione. Sognavo il passato, Dean che ritorna dall'inferno, perchè quello era l'unica cosa che conoscevo, il futuro con Sam non lo sapevo.

Inutile prenderci in giro, dopo che i tuoi figliocci rinascono e rimuoiono centinaia di volte, è ragionevole che tu dai quasi per scontato, o forse lo speri, che anche l’ultimo addio, non sia davvero l’ultimo.
Mi aspettavo o forse lo speravo intensamente, che anche questa volta, sarebbe andata in questo modo. In fondo, Dean era morto e andato all’inferno e poi era ritornato dopo QUATTRO MESI salvato da un angelo.
Magari stavolta Sam sarebbe stato recuperato allo stesso modo dalla gabbia, forse da Castiel o forse da un altro angelo.
Speravo soltanto che Dean durante la sua assenza, non si sarebbe messo a bere sangue di demone e ad allearsi con essi.
 
 
 
 
 


*

Quando Dean mi chiamò e con la voce spezzata mi disse che Sam era tornato, restai a godermi la musicalità di quelle parole.
Non era come se non le aspettassi, in fin dei conti parte di me sapeva che Dean mi avrebbe chiamato  e me le avrebbe dette, ma mi chiedevo quanto ci avrebbe messo a farlo, speravo di non dover aspettare quattro mesi come per la prima volta, qualcosa mi diceva che Dean non ce l’avrebbe fatta a sopportare quello che aveva sopportato Sam a parti inverse.
Ringraziai Dio che non lo misero alla prova.
Poi Dean mi disse che era tornato da tre giorni! Da tre maledettissimi giorni????
Ero incazzato, sfido chiunque a non esserlo.
Mi precipitai a casa di Lisa, non mi importava che fosse un’estranea, mi resi conto che pensai al dolore di Dean per non dover pensare al mio, ma anche io, mi resi conto, avevo bisogno di ricostruirmi, anche io ero a pezzi come una finestra rotta e non me n’ero accorto.

“Bobby!!”

Andai subito da lui, il RESPONSABILE del mio quasi attacco di panico e gli tirai uno sberlotto sulla testa.
 “Ti sembra il caso di venirmi a dire dopo TRE GIORNI che Sam è tornato?”
“Hai ragione, scusami, ma io..”
Non mi importava di NIENTE, nemmeno del fatto che ero uscito di casa senza pettinarmi e che dovevo sembrare davvero spaventoso, più spaventoso di uno di quei cosi a cui diamo la caccia, figurati se potevo sbattermene qualcosa delle sue scuse fintissime.

“Non dire IO, ..stupido…” 
poi mi calmai, ma ero deluso. “Io con te non mi sarei mai comportato così. “

“Non picchiarlo, Bobby, eravamo tutti un po' scombussolati..” disse Sam sorridendomi.
Non picchiarlo? Non..picchiarlo? Quel ragazzo non si era reso conto che ancora dovevo riavere un’anima indietro e ora eravamo già al punto che avremmo dovuto imbastire una battaglia in più per riassestare un cuore. Ma quando incrociai quel verde, mi morì in bocca ogni protesta, ogni fumo di rabbia.

“Ragazzo..” Lo abbracciai e poi feci un gesto come per picchiare anche lui ma ci ripensai.

“Credo che ti risparmierò la sberla, per questa volta. Come ti senti, ragazzo. Vuoi venire a restare da me per un po'?”
Sam guardò Dean che lo fulminò con uno sguardo.
“Magari..un’altra volta. Con Dean.” Disse Sam sorridendomi.
Trovai subito strano quello scambio di sguardi, ma un’altra volta, come era già successo, c’era qualcosa che non volevano dirmi . Ero nuovamente tagliato fuori e non potevo fare NULLA per impedirlo.

Il mestiere del PADRE è così difficile.
 



Restai a cena da Lisa quel giorno, perché insisterono, malgrado mi sentivo a disagio. Non avevo mai assistito a una presentazione ufficiale di una delle ragazze di Sam e Dean. Non sapevo come comportarmi, mi sembrava una situazione così surreale. Mentre mangiavo il tacchino con le patate e mi imponevo una certa etichetta, intravedevo le occhiate che Dean e Sam si lanciavano, furtivi. Avvertii dentro di me una sensazione di disagio.

Ora so cosa provano i genitori quando i figli si fidanzano e questi ufficializzano con le cene di rito. Mi sono sempre chiesto come ci si sentisse, ho passato così tanto tempo a domandarmi perché non si sforzavano perlomeno di fare bella figura con le loro ragazze e viceversa, che non ho mai pensato a come dovevano sentirsi loro.
Con una scusa, mi alzo per andare in cucina, offrendomi di aiutare Lisa – si chiamava così, giusto? – a prendere altre patate e carne.
Sam mi segue subito dopo, trafelato.
“Non devi farlo, sei un ospite, qui, Bobby.”
“Beh, in teoria anche tu, molla.” Dissi io.

Non mi resi conto della sua faccia, fino a quando non mi guardò.
Oh, cazzo, l’avevo ferito.
“Ehm, non intendevo in senso cattivo.”
“Sì, sì, lo so, tranquillo, Bobby, non è come se non fosse la verità.”
Si sedette sul mobile della cucina, come fanno sempre i bambini che hanno qualcosa da nascondere e sperano che li induci a rivelargli qualsiasi cosa li turbi.
“Non devi sentirti di troppo, qui.” lo rassicuro.

“Ahh, si nota così tanto??” scherzò lui.
Sorrido. Li conosco così bene i miei ragazzi.
“Sei trasparente, lo sai.”

In realtà quando ci ha fatto fessi tutti per andare con Ruby a bere sangue di demone, non lo era così tanto, ma soprassedetti.
“è che devo ancora riprendermi..sono appena uscito da..da lì, e anche se mi sembra di stare bene, non credo di essere ancora del tutto in me..”
“Non oso neanche immaginare quello che hai passato lì sotto! Ti va di..raccontarmelo?” gli chiedi con delicatezza, per quanto uno burbero come me, possa suonare delicato.
Sam scosse la testa.
“Non con la ragazza di Dean e suo figlio, qui presenti.”

“Ahhh.” Feci una pausa, poi riflettei su quella parola.
“Hai detto la ragazza di Dean?”
“Sì, perché?”
“è assurdo. Quando si è fidanzato con questa ragazza?”

“Uhh..quando me ne sono andato via io.”
Lo guardai allibito.
“è passata una settimana.”
“Per fare figli ci vuole molto meno.”

“Dean non è tipo da stare in coppia.”
“Gliel’ho chiesto io.”
“Ma adesso sei tornato! Per l’amor del cielo, Sam, sei tornato e hai bisogno di lui. Questa ragazza è solo uno sconosciuta, non ti abbandonerà di certo per una vita che non ha mai voluto. È un cacciatore, proprio come te. Sono certo che hai frainteso.”
Sam mi fissò con gli occhi liquidi.

“Vorrei che queste parole che hai appena pronunciato, le avesse dette lui a me, ma non l’ha fatto.”
I lasciò talmente allibito che riuscì a strapparmi l’insalatiera dalle mani e tornare di là.
Ma che cazzo è appena successo? Tutto questo è surreale.
 
 
Mentre stavamo mangiando ancora il dolce, Dean disse inaspettatamente che aveva voglia di fumare e mi chiamò per andare un attimo fuori, chiedendomi se potessi prestargli una sigaretta.
Lo guardi come se fosse impazzito, poi capii.

“Dean, da quanto fumi?” chiese Lisa.
“Ogni tanto lo faccio.” Sviò lui.
Sam ci guardò con un’occhiata omicida, gli lanciai una occhiata di scuse e seguii Dean nel giardino.
“Avanti sputa l’osso, cosa ti ha detto Sam?”

“Senti, non cominciate a mettermi in mezzo nelle vostre cose ok?? Non ne voglio sapere di essere il vostro bunjing ball stavolta.” Poi lo fissai. “E comunque perché dovrebbe avermi voluto dire qualcosa?”
“Siete stati un po' troppo in cucina solo per prendere un’insalatiera e delle patate.”
“Niente di strano, almeno per quello che ha appena vissuto un povero ragazzo come lui, buttato in una fossa con il diavolo in persona.”
Dean continuò a guardarmi.

“è SCONVOLTO, Dean! Vorrebbe piangere, vorrebbe gridare, ma si trattiene, perché ha a cuore la tua felicità e non vuole darti altri problemi, ma ti rendi conto anche tu che non puoi tenerlo chiuso qui! è come un leone in gabbia e tu lo tieni chiuso in una casa con la tua NUOVA FAMIGLIA!”
“Non è la mia nuova famiglia, tu e lui lo siete!!”
“Beh, hai uno strano modo di dimostrarlo.”

“LISA mi ha dato un tetto sopra la testa, mi ha cullato, mi ha coccolato e mi ha consolato quando ero distrutto perché ho perso mio fratello! Scusa se non me la sento di trattarla come una puttana da monta, quando il grande amore che pensavi di aver perso, è appena tornato!”

Forse si accorse di aver detto troppo, perché mi guardò come se stesse per vomitare.
“Chiaramente era..una metafora.”

“Ovviamente.” In realtà non pensavo che era così tanto ovvio chiamare il proprio fratello il grande amore della tua vita, ma ero abituato alle esagerazioni dei Winchester, suo padre aveva fatto un patto con il diavolo per salvarlo e un anno dopo soltanto, lui fece lo stesso per Sam.
“Dico solo che..questa situazione è surreale per me, quindi immagino per lui. Dean, chi è questa estranea? Non ti ho mai visto fidanzato, questa vita non fa per te..poi con un figlio, santo cielo. Io capisco che sei stato disperato, ma è stata appunto una cosa che hai fatto quando pensavi che Sam era insalvabile, non sei costretto a portarla avanti.”
“Non ho detto questo..non …sai, non so neanche se sono innamorato di lei.”
Oh, almeno un barlume di lucidità in mezzo a tanta nebbia.

“Mi avresti stupito del contrario. Convivete solo da una settimana.”

“Non so cosa faremo, ma non me la sento di lasciare questa casa, Bobby, non ancora. Non abbiamo avuto mai nessuno che, oltre a te, chiaro, si occupasse di noi, e quello che ho vissuto in questi giorni, è stato..non oso dire come il paradiso, ma come una specie di limbo in cui puoi cullarti, quando l’inferno è a pochi passi, lasciarlo ora, significherebbe essere forte anche per mio fratello, ma io ho paura di non esserlo, non questa vota, ho paura di aggrapparmi forte a lui e di non riuscire più a lasciarlo andare, non questa volta.”
Sfuggì il mio sguardo quando disse questo, in modo strano.

“Che c’è di male se non lo fai? Magari lui vuole proprio questo, affidarsi totalmente a te. Lui ha bisogno di tutto l'amore che riesci a dargli.”
“Ma mio amore per lui è ..SMISURATO." e dicendomi questo, fuggì il mio sguardo. Dean in imbarazzo? Parliamo dello stesso Dean? "Temo di..sono così devastato che temo di non riuscire a essere distaccato come si deve, stavolta e di soffocarlo. Ho davvero creduto di perderlo, stavolta. Davvero.”
Pianse e mi ritrovai a consolarlo, attirandolo al mio petto come fosse un bambino.
Non capivo, eppure mi sforzavo. Che male c’era, nel trovare consolazione e affetto l’uno per l’altro? Quando Dean mi ha detto che Sam era tornato, mi immaginavo scene da film con un Dean che piangeva a dirotto stringendo Sam tra le sue braccia e che non voleva più lasciarlo andare, che lo seguiva come un’ombra e lo viziava con tutto. Mi ritrovo con un Dean che mi dice di essere spaventato da quanto ha avuto paura di perderlo e di aver paura di rimanere da solo con lui per via di soffocarlo per la paura che aveva avuto di perderlo.
Ma perché in ogni caso il suo amore avrebbe dovuto essere TROPPO?

Sam aveva appena passato l’inferno, in ogni modo. Nessuna dimostrazione di affetto era troppo in ogni caso.
C’era qualcosa che non mi quadrava.
Su una cosa però credo eravamo tutti d’accordo, anche se non lo dicevamo.
Lisa aveva i giorni contati.
Quando arrivò il momento che dovetti lasciare casa di Lisa, salutai Dean e mi avvicinai al suo orecchio, sussurrandogli:
“Il limbo ti ferma il dolore, ma non è come il paradiso, il paradiso ti rende felice, ma il limbo non lo fa, altrimenti sarebbero lo stesso LUOGO: il limbo non è il paradiso per un motivo.”

Lo lasciai con un'espressione scioccata senza aggiungere più niente, senza provare rimorso. Dal momento che non mi rendono partecipe di tutti i segreti che li dilaniano, almeno che mi possa togliere una piccola soddisfazione di lasciarli a bocca aperta con un paio di frasi ben fatte.

Non sapevo che Dean considerasse Sam il suo paradiso, quando Sam tornò dalla gabbia, Dean si chiese se fosse in paradiso, ma questo me lo confessò lui tanto tempo dopo.

Il mestiere del padre è così difficile.

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Capitolo 2
*** Parlami dell'arcangelo Gabriel ***


Sono incazzato. Veramente incazzato.

Avevo detto che avevo accettato che non mi rendono partecipe di tutti i loro segreti, è vero, ma questo, questo, è un po' troppo.

Tutto è cominciato i giorni successivi al ritorno di Sam nel mondo di noi comuni mortali e anche sfigati del pianeta Terra.

Non ho mai capito infatti perché Dio quando decise – è indubbio che l’avesse deciso lui o fatto decidere da qualche altro povero sfigato – che questo ammasso di gas, aria e fango, dovesse chiamarsi così, non avesse speso una briciola del suo tempo a completare il nome con “La terra sfigata.” Ecco, così sarebbe stato molto meglio e anche gli alieni sapendolo, prima di venire a farci visita, avrebbero saputo a cosa andavano incontro, invece di scoprirlo una volta sul campo e scappare a perdifiato, anzi a fuggire anni luce lasciando noi poveri sfigati con qualche foto di dubbia origine a farci ridere in faccia da redattori e fotografi.

Sam con la sua proverbiale gioia di vivere, era venuto a trovarmi e a lagnarsi di Dean, come al solito, vorrei poter dire che lo giustificavo stavolta visto che la situazione lo richiedeva – il caro vecchio John, buon’anima, gli avrebbe dato un bel paio d ceffoni se avesse saputo di Dean – ma non riuscivo comunque ad accantonare il fatto che mi veniva riempito la testa di drammi sentimentali e domestici, quando io avevo la mia ANIMA in balia di un demone e non sapevo che fine avrebbe fatto.
Gran bella grana le anime eh? Rendono tutti così egoisti.

“Che cosa ne pensi di tutta questa storia, Bobby??” mi chiese Sam.
Rimasi per un attimo come un ventriloquo a corto di parole, sforzandomi di ricordarmi tutta la sfilza di parole da cui ero stato appena sommerso. Non era difficile comunque, ormai da una buona mezz’ora erano sempre le stesse.

“Penso che se vostro padre fosse ancora vivo e sapesse che Dean si vuole ritirare a vita domestica e convivenza con un figlio dopo solo una settimana, non si sforzerebbe di parlare ma farebbe parlare due belle cinquine.” Dissi io.
Sam fece una risatina nervosa, il che mi fece incazzare, pazienza che fosse una risata isterica o no.

“Ma la terza cinquina sarebbe per te, per esser diventato parte di questa assurdità.” Dissi io e mi godetti per qualche secondo con un sorriso serafino, la sua espressione impallidire.
Poi mi sentii una merda, perché insomma, il ragazzo a volte riusciva a essere anche più idiota del fratello, quando lo seguiva nelle sue follie, ma erano i miei idioti innanzitutto e dovevo proteggerli, non ferirli.

“E poi ti chiederebbe scusa per quella volta che se la prese quando andasti a Stanford. In confronto a questo, quella di allora diventa un’esagerazione di alto livello.”
Sam ride finalmente, ma rimane nervoso.
E poi senza che io lo sforzassi a parlare, riprese e mi confessò l’intenzione di lasciare casa di Lisa.

Io non credetti che fosse necessario, avrei preferito che lasciassero quella benedetta casa insieme  perché non mi fidavo a lasciarlo andare via da solo, stavo quasi per proporgli, anzi, per costringerlo a venire a stare da me, ma lui mi sorprese ancora una volta.
Disse che in realtà aveva già chi era disposto ad aiutarlo, a dargli addirittura un lavoro.
Questo mi sconvolse.
Sam lavorare? E per fare che cosa?

La mia sorpresa raggiunse livelli delle torri quando mi raccontò di questa pasticceria gestita nientepopodimeno che da un ARCANGELO.
Non mi fidavo di arcangeli e angeli. Neanche un po' .
Ci siamo scordati che uno di loro mi aveva ucciso con uno schiocco di dita nientepopodimeno che qualche settimana fa?

Non sono cose che si dimenticano e neanche che si perdonano.
A mio parere anzi, la clausura eterna in un buco era troppo poco per un affronto del genere.
Chiesi informazioni su questo arcangelo, mi augurai che fosse almeno un buono, anche se lo dubitavo fortemente.
Fu allora che Sam, un po' reticente, si mise a raccontarmi la storia di Gabriel.

Già venire a scoprire che il suo nome era questo, mi sconvolse al punto da farmi cadere dalla sedia.
“Gabriel?? L’arcangelo Gabriel??”
Non so perché la presi così, in fondo avevamo combattuto il diavolo, LUCIFER in persona, Raphael veniva nominato costantemente come il bad della storia e avevamo conosciuto Michael che era anche più pazzo di lui, ma il nome Gabriel, forse per via della musicalità del nome, mi faceva pensare quasi a un angelo glorioso, buono, forse anche più glorioso di Lucifer stesso, nel suo periodo di luce.

Sam a quel punto mi raccontò la sua storia e rimasi strabiliato di scoprire che non sembrava, a prima vista, così glorioso come pensavo e neanche così perfetto.  
Me lo descrisse all’inizio come un bambino capriccioso e annoiato che faceva dispetti all’umanità, perché non sapeva cosa fare, per passare il tempo.

“È capace di stravolgere la realtà e farla diventare..un po' come..il paese delle meraviglie. Se interviene lui, tu ti ritrovi davanti a cose inspiegabili, la logica scompare e tutto diventa un po' come una sorta di allucinazione di massa, non capisci più cosa è reale o cosa uno..uno scherzo.”
Chiedo di spiegare meglio e Sam lo fa, con degli esempi espliciti, raccontando..e quasi subito afferro che è qualcosa che ho già visto e sentito.

“Aspetta..aspetta solo un secondo, stai parlando di quella volta che quel trickster…vi fece litigare? Per il tuo computer e per la macchina di tuo fratello?”
Sam sembrò come si fosse preso in fallo. Forse non ricordava che me ne avevano parlato o forse non ricordava lui stesso l’episodio.
“Ehm, sì..è proprio lui, Bobby.”
“Ma..non lo avevate UCCISO???” sbottai incazzato.

Sam mi raccontò che credevano di averlo fatto, ma la peste aveva in serbo tanti trucchi, uno dei quali quello di sdoppiarsi e avevano ucciso solo una copia virtuale, ma questo lo avrebbero scoperto solo in seguito, quando…
Qui ebbi quasi un mancamento..
Quando li prese di mira per il martedì infernale.

“Fammi capire..questa…COSA..quando sarebbe successa??” deglutii.
“Bobby..”
“QUANDO! ORA!!”

Sam deglutii e tra una pausa e l’altra mi confessò che era successo tre anni prima.
TRE.
TRE ANNI.
TRE.
Dean e Sam da piccoli guardavano il cartone animato di Aladino fino allo sfinimento, spesso a casa mia. Mi ricordai una frase del genio della lampada: “Tre e se vuoi usarne uno per chiederne altri, la risposta è nisba. TRE.

Tre maledettissimi, fottutissimi anni!
“Ho bisogno di bere..”
“Bobby, io..”
“Lasciami fare, Sam!”
Mi scolai tre bicchieri di whisky, poi lo incoraggiai a continuare.
“Non credo di aver voglia di ricordare quella storia.”
Battei un pugno sul tavolo e lo feci sussultare.

“Questa creatura, dal quale vuoi andare addirittura a lavorare, ha ucciso Dean mille volte mentre eravate intrappolati un loop temporale! Ora, è già abbastanza grave venirlo a scoprire dopo tre fottutissimi ANNI, quindi o mi racconti tutto quello che non mi hai detto o ti chiudo nella panic room. DI NUOVO.”

"Bobby.."
"ORA!!! OPPURE CHIAMO DEAN!!"
Capii subito che era la parolina magica, perchè impallidì e obbedì. Mi disse proprio tutto, compresa anche la parte in cui a suo dire, Dean morì definitivamente.
“Cosa intendi per definitivamente? “ domandai io.
“Bobby..”
“Sam..”

“Ok..io non so come sia possibile, ma lui..io..ho vissuto a quel punto sei mesi senza Dean.”
Credetti di aver capito male. Sei mesi?? Mi sarei accorto se Dean fosse morto per sei cavolo di mesi, poi ricordai del loop temporale.
“Cosa intendi, senza Dean??”
“Dean era morto a tutti gli effetti.”
“Non è possibile, sarà stata un’allucinazione di quel pezzo di..”
“No, no, Bobby, era reale, ti dico..o almeno io l’ho vissuta così.”
“E io in tutto questo? Che ho fatto? Io non mi ricordo nulla.”
Sam prese un grosso sospiro, stava cominciando a sudare. Si alzò dalla sua sedia.
“Mi odierai.”

Mi alzai a mia volta e lo abbracciai, facendo appoggiare la sua testa sul mio petto.

“Ehi, guardami. Sam. Non potrei mai odiarti per qualcosa successo tre anni fa, dove sei stato portato chiaramente alla pazzia. Dimmi cosa è successo, ti prego, prometto che non ti giudicherò.”
“Va bene.”
Prese un grosso sospiro e si risedette.

“Ricordo che ero a pezzi. Non ricordo la mia vita dopo, ma solo..frammenti, come ricordi di un sogno. Ricordo solo una gran solitudine, rabbia, dolore..tristezza..fino a che non ce la feci più..tu eri preoccupato, mi chiamavi, ma io non ti rispondevo neanche. Stavo così male..”
Lo invogliai a continuare.

Mi disse che alla fine IO lo contattai con a mio avviso una soluzione miracolosa, uccidermi avrebbe riportato in vita Dean! Il mio sacrificio, pur di vederli riuniti.
Mi commossi quasi, perché non potei fare a meno di pensare che era esattamente quello che avrei fatto anche io.
A Sam gli si spezzò la voce quando mi confessò quello che aveva fatto.
“Mi hai pugnalato alla schiena?” Mi sentii ferito, ma durò solo un attimo. Sam, il MIO Sam non mi avrebbe fatto mai una cosa del genere e questo che era successo era una chiara prova di quanto stesse male, ferito e sofferente. Chi ero io per giudicare?

“Sapevo che non eri tu! Ne ero talmente certo..non era solo quello che hai detto..ma tutto. Il modo in cui l’hai fatto, il modo in cui mi parlavi, la voce..tutto..di te, mi sapeva di falso. Ho rischiato. Bobby, mi dispiace tanto.”
“Ok..non pensarci, in fin dei conti avevi ragione e non ero io.”
In realtà ero un po' incazzato ma in fin dei conti, Sam, non era lucido, se portato ancora di più allo stremo in quella follia, credo avrebbe potuto uccidere perfino Dean, anche se era già morto.
Mi raccontò di come all’istante si materializzò Gabriel e di come finì l’intera faccenda.

“Quindi alla fine lui ha avuto pietà.” Dissi io, stranito. Questi esseri conoscevano la pietà, ma cosa più sorprendente, la mettevano in atto dopo aver fatto impazzire le persone.
“Dean sa di tutta questa storia?”
Mi rispose di sì. Bene. Un’ottima ragione per fare ancora di più le veci di John e usare le mani.
Consolai comunque Sam, era una cosa passata e non volevo farlo stare peggio di ancora già non fosse.

Lo incoraggiai ad andare avanti, non riuscivo infatti a capacitarmi di come mai un simile essere fosse poi diventato loro amico. Mi sorprendevo anche di Dean. Ero davvero incazzato come una bestia.
Sam mi disse che anche lui non immaginava una simile evoluzione nel rapporto con l’arcangelo, ma la loro vita è imprevedibile e dopo quell’episodio ne sono successe di cose che hanno in un certo senso annullato tutto quanto.

Mi raccontò del giorno della svolta, di quando l’arcangelo si divertì a giocare con loro mettendoli in una realtà parallela, di come avesse addirittura trasformato Sam in una macchina.
Forse mi raccontò quell’aneddoto pensando di farmi ridere, soprattutto quando aggiunse:
Meno male che Dean si accorse subito della cosa, pensa se avesse portato una ragazza e avessero fatto COSE lì..tremo di disgusto al solo pensiero.”

A sta frase divenne rosso come un peperone, cercai di non pensare a strani liquidi che fuoriuscivano fuori da corpi vaganti sui sedili dell’impala di Dean trasformata in Sam o viceversa. Una roba disgustevole. In fin dei conti si parlava sempre del mio figlioccio, non volevo immaginare certe scene, non dovrebbe farlo neanche il fratello ma in quel momento non volevo farmi palesemente distrarre, per notare che l’espressione di Sam era un po' troppo ROSSA e non così tanto disgustata come avrebbe dovuto essere ma più imbarazzata.

Pensai che si era soffermato sulla cosa della macchina, nell’intento di addolcire la figura dell’arcangelo ma con me cascava male, malissimo.
Credevo che gli angeli fossero esseri SERI, magari un po' bastardi, senza pietà, ma in fin dei conti SERI, invece qui, mi si stava delineando sempre di più la figura di un BUFFONE, più di un burlone.
Sam capì che non stava riuscendo nell’intento di far rivalutare la figura dell’arcangelo ai miei occhi e sembrò cambiare strategia.

Passò al lato che io chiamerei “Drammaturgico.” In cui la figura di un arcangelo triste, sofferente e solenne, rimaneva intrappolato in un cerchio di fuoco santo, dopo la clamorosa rivelazione della sua vera identità.
Questo dovrebbe farmi commuovere?
“In quel momento ci trovavamo davanti non solo un ANGELO, ma davanti al FRATELLO di Castiel, capisci?”
Lo disse come se avessi dovuto lasciarmi colpire dalla cosa, forse contava sul mio lato sentimentale.

Se il primo fratello presentato ufficialmente era così, al posto loro, avrei pensato: chissà il resto della famiglia.  Pensai io. Era un brutto presagio fin dall’inizio.
 
Mi raccontò di come fosse stufo delle liti famigliari e di come l’apocalisse fosse solo un’altra lite, un capriccio.
È proprio un coglione. Pensai.

Sam andò avanti nel racconto e mi raccontò come ad un certo punto qualcosa nell’animo di Gabriel sembrò cambiare. All’improvviso, senza un vero motivo, o forse solo scusanti, si alleò con loro, anche se aveva detto di non volerlo fare, di come finse di morire ammazzato dallo stesso Lucifer.
Mio malgrado provai un po' di pena per lui, per la prima volta. Morire ammazzato dal proprio fratello era una cosa vergognosa, dilaniante, una cosa che non potevi superare neanche se, come mi aveva detto lo stesso Sam, aveva usato un trucco.

“Ci mandò poi un videomessaggio dicendoci degli ANELLI, Bobby. L’ha fatto anche se non era costretto, anche se aveva quasi rischiato di morire..”

Rimasi costernato da questa sorta di compassione che Sam stava provando e che forse provava anche Dean, non posso dire che non ne fossi in parte un po' orgoglioso, anche se per quanto mi sforzassi non riuscivo a condividerla del tutto. Forse non avevo il loro stesso animo generoso o forse non lo conoscevo così come lo conoscevano loro, per me era ancora imperdonabile, anche se nel mio cuore qualcosa si spezzava in merito alla sua storia. Checchè ne potessi dire, mi aveva colpito, che nonostante tutto, alla fine avesse scelto di aiutarli, nonostante la sua voglia di restarne fuori, SOPRATTUTTO per la sua voglia di restarne fuori.

Quindi avrebbero perdonato anche Lucifero, se avesse fatto un po' la vittimina raccontando della sua triste storia? Rabbrividii. Non ero sicuro di volerlo sapere.
Una cosa però c’era da dire, se questo angelo era stato perdonato da loro, meritava in fin dei conti almeno lo sforzo di conoscerlo.

“Dimmi dov’è sta pasticceria. Voglio conoscere che faccia ha, uno che riesce a fare così tante cose imperdonabili e riuscire a farsi perdonare ugualmente e spero per voi che non sia solo perché ha un bel faccino.”

















Note dell'autrice: ciao ragazzi! A questo punto, le note sono d'obbligo! Nella storia principale, ero così tanto concentrata su Sam e Dean da non esser riuscita a ritagliare uno spazio per Bobby! Sì,l'ho piazzato all'inizio in uno dei primi capitoli ma poi è scomparso dalla storia xd Non sapevo proprio come fare per continuare a inserirlo e dove e alla fine ho finito per annullarlo del tutto nella storia, ma non è giusto, perchè comunque lui è presente anche se non si vede e quindi visto che oramai il danno è fatto, ho creato questa storia parallela, che diventerà presto parte di una serie! Vi consiglio davvero di leggerla perchè -. e scriverò un avviso anche nella storia principale - qui non scriverò solo i pov di Bobby ma, anche dei pezzi importanti di momenti mancanti di Dean e Sam, come avrete avuto modo di leggere in questi due capitoli, quindi vi consiglio vivamente - se siete di quelli che non vogliono perdersi NIENTE di una storia, di seguire anche questa, altrimenti vi perdete scene importanti che riguardano anche Dean e Sam ^_^ dubito fortemente che tratterrò la wincest in questa storia, perchè credo mi limiterò a inserire i pezzi di Dean e Sam con Bobby, ma non è mai detto! :)
Ho deciso di creare questa storia perchè nella storia principale sembra ch Bobby non esiste LOOL xd e dal momento che farà la sua ricomparsa in seguito, non potevo farlo ricomparire così all'improvviso senza aver fatto presente come aveva preso il ritorno di Sam e gli altri avvenimenti..ne va del realismo della storia e ammetto di essere soddisfatta di come sta venendo questa storia.
Non vi preoccupare ora di ritrovarvi mille e mille capitoli, so che incorso tendo sembro ad esagerare ma stavolta credo di poter dir con CERTEZZA che la storia sarà corta e dubito che supererà anche solo i 5 capitoli.

Siete pronti a leggere dell'incontro tra Gabe e Bobby?? :))
ps non riesco a ricordare se Bobby aveva sì o no incontrato Gabriel, vi prego, se voi lo ricordate, fatemelo presente!! xd
anche se l'ha incontrato nel telefilm, comunque, non cambia comunque la reazione di questi capitoli, perchè anche qualora lo ha già incontrato, non credo sapesse nella totalità chi fosse e tutta la sua storia, ricordo infatti che non compare mai nelle puntate più importanti in cui Gabe è con i Winchester, quindi cambierebbe ben poco :)

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Capitolo 3
*** Bobby e Gabriel ***


Bobby non riusciva a credere a cosa stava per fare. Stava per avere un colloquio con un..un arcangelo in una pasticceria…e faceva già ridere così.

Considerando però che era già stato ucciso da un angelo che gli aveva stortato il collo con uno schiocco di dita, non trovava più la cosa molto divertente, ma tant’è..un arcangelo che sforna torte non fa poi molta paura, almeno di primo impatto no? E poi se voleva continuare a tenersi cara la sua pasticceria, sarebbe stato meglio che non andasse in giro a ammazzare la gente.

Entrò dalla porta principale un po' agitato, cercandolo subito con lo sguardo.
Individuò quasi subito un ometto basso con i capelli spettinati al bancone, affaccendato con dei dolci, mentre un ragazzino alto, rossiccio di capelli e magrissimo, serviva ai tavoli.

Si chiese distrattamente se fosse un angelo anch'esso e in caso di risposta negativa, se il ragazzino sapesse chi era davvero la creatura per cui lavorava. Probabilmente no. Chissà se avrebbe esultato come fanno i giovani di questa generazione davanti al soprannaturale e al divino, senza coscienza di quanto sia pericoloso, o se sarebbe scappato a gambe levate. Preferì non saperlo, in fondo era venuto qui per uno scopo.

Qui è pieno di gente, come faccio? Vabbè, o la va o la spacca.
“Buongiorno, sono Bobby, Bobby Singer.”

“Piacere di conoscerla, gradisce qualche dolce dalla vetrina o vuole la lista?” disse l'ometto.
Bobby si sentì offeso. Non si aspettava di essere considerato una celebrità, ma aveva dato comunque tanto alla storia, il minimo era essere riconosciuto. O forse no?
“Sono il padre putativo di Dean e Sam. Winchester.

Questo smosse lo strano ometto che fece cadere una piccola terrina e non si preoccupò di raccoglierla.
“Co-come ha detto?”
Bobby sorrise.
“So qual è la tua vera natura. Sono venuto qui perché voglio parlare dei miei figliocci.”

Gabriel per un attimo apparve smarrito, preso in contropiede e preoccupato, ma subito dopo il suo sguardo si fece di ghiaccio, serio, strinse gli occhi  e fece un gesto con la mano.
Bobby sbattè le palpebre un paio di volte e subito dopo non avvertì più un singolo rumore.
“Ora siamo isolati. Parla liberamente.”


“Però..i vostri poteri sono pari alla vostra nomea, anche se devo ammettere che ho visto di meglio il giorno della cattura di vostro fratello Lucifer.”
“Tu..eri presente?” chiese Gabriel scioccato.
“Non solo ero presente. Ho avuto modo di sperimentare io stesso la potenza dei vostri poteri. Mi ha ucciso con uno schiocco di dita stortandomi il collo. Ero morto. Per qualche secondo.” Convenne Bobby facendo una smorfia. “Poi Castiel mi ha fatto tornare in vita. Conosco anche lui.”

“Castiel..il solito sentimentale. È da lui.” poi lo guardò. “Dunque non stai mentendo.”
“Direi di NO.” disse Bobby sostenendo il suo sguardo.
“Che cosa vuoi da me?”
“Niente di minaccioso. Solo parlare. Vengo in pace se vieni in pace anche tu.”
Gabriel con uno sbuffo della mano, indicò un tavolino in disparte.
“Appartiamoci in quell’angolino laggiù. Ci penserà il ragazzo che lavora per me, a continuare con i dolci. Ehi tu.” lo chiamò.

"Sì?" chiese il ragazzo.
"Per favore, portaci una cioccolata e..cosa desideri?"
"Un caffè con whisky andrà bene."
"Un caffè con Whisky!"
"Arrivano subito."
Bobby seguì Gabriel al tavolino indicato.
 
"Aspettiamo che ci porti le nostre bevande."disse Gabriel. Poco dopo arrivò il ragazzino con la cioccolata e il caffè. "Grazie." Disse Gabriel sorridendogli. Il ragazzino si schermí e tagliò la corda.

“Dunque, signor Singer..giusto? Non sapevo che Dean e Sam avessero..un padre putativo.”
“Non abbiamo avuto modo di conoscerci, nelle circostanze in cui hai incontrato i miei ragazzi, io non ero mai presente.”
Gabriel, sentendo apostrofare così i due fratelli, si addolcì.
“Vuoi loro molto bene.”

“Morirei per loro. A dire il vero, mi stupisco che tu non mi riconosca. Io di sicuro non conosco te, ma sono piuttosto sicuro che tu debba conoscere ME.”
Gabriel lo guardò stupito.
“Non vedo come..”
“Beh, ti assicuro che il fatto che MORIREI per loro, è qualcosa che tu debba sapere molto bene, dal momento che tu stesso hai ingannato Sam per farmi uccidere.”

Gabriel fece crollare una sedia e annaspò. Si guardò intorno e fece un gesto con la mano. Bobby avvertì l'aria solidificarsi e farsi più pesante. Bobby restò a contemplare questa novità. Non aveva mai pensato alle leggi fisiche che governavano la gravità, aveva sempre dato per scontato che l'aria fosse LEGGERA e invece ora era diventata PESANTE. Pensò che il genere umano crede di sapere sempre tutto sulle cose del mondo e invece non sa nulla. Basta una piccola variazione, una mutazione anche piccola nello stato delle cose e la natura di una cosa che credevi di conoscere, si capovolge. Ti ritrovi improvvisamene NUDO davanti all'imprevedibilità degli eventi e tutto questo era SPAVENTOSO. Si rese conto che ora tutto era immobile, come Gabriel avesse scattato una fotografia.
Bobby sorrise.
“Ma chi diavolo sei tu??”
Bobby sorrise di nuovo.
“Mi piace come hai fermato il tempo, hai utilizzato la stessa variante quando hai intrappolato i miei ragazzi in quel loop temporale per divertirti ad ammazzare Dean tutte quelle volte oppure è qualcosa di più sofisticato?”

Gabriel spalancò ancora di più la bocca, poi restò a fissarlo e Bobby poteva intuirlo, come vederlo, il cervello dell'arcangelo lavorare velocemente per scavare nei ricordi.
“Sei…sei l’uomo che Sam..”
“Eh sì, sono proprio io. Bravo.”
Gabriel ridacchiò.
“Dunque loro hanno fatto la spia? Chi è stato, Dean? È geloso del suo fratellino, quindi è venuto da te..”

“Sbagli. Sono stato io a contattare Sam e non sapevo neanche chi tu fossi fino a quel momento. Ci siamo messi a chiacchierare ed è saltato fuori che forse avrebbe lavorato qui, quindi mi ha detto la tua vera natura di arcangelo e a quel punto volevo saperne di più sul tuo conto, perché converrai che un arcangelo che lavora un una pasticceria, non si incontra mica tutti i giorni, in più le nostre recenti esperienze con VOI non sono state così idilliache, quindi mi sono preoccupato, allora Sam mi raccontò la tua storia senza rendersi conto..credo non ricordasse neanche quell’episodio, è venuto fuori quasi contro la sua volontà, ero curioso di sapere come un iniziale nemico fosse diventato col tempo un amico..”
Gabriel sorrise a quell'aggettivo Davvero, non sapeva perchè, in fin dei conti non si era mai considerato un loro amico e neppure loro lo consideravano tale e apostrofarlo in quel modo era esagerato, per non dire svenevole e Gabriel detestava le svenevolezze..se solo avesse potuto controllare la sua faccia a bloccare quel maledetto sorriso traditore che non capiva perché fosse spuntato fuori. Non fosse che si pensasse che la cosa gli facesse piacere, infatti NON era felice di essere apostrofato in questo modo..ma allora perché il suo viso decideva di giocare così con lui?

“Se ti ha raccontato per bene come sono andati i fatti, deve averti raccontato anche era solo una mia proiezione olografica, io fossi in te sarei lusingato, Sammy ti conosce davvero bene,per esser stato così tanto sicuro che non eri tu e aver rischiato. Mi ha sorpreso in positivo.”
“Sei stato davvero una carogna per quello." disse Bobby.

Gabriel non se la prese. Era abituato a epiteti peggiori.
“Che cosa sei venuto a fare qui? Cosa cerchi? Vendetta? Non ti consiglio di andare avanti in quel caso, potrei batterti con un soffio ma Sam..è appena tornato dall’inferno in compagnia di Satana, non vorrai arrecargli troppo dolore. Si sta ancora riprendendo.”
Bobby si alzò solenne.
“Non cerco vendetta, stupido coglione.”
Gabe lo guardò allibito.
“Mi hai appena dato del coglione?”

“Sì e lo rifarei!! Sei abituato a minacciare tutti quelli che desiderano solo parlare??”
Gabe sorrise.
“Tu sei abituato a essere sempre così irriconoscente con quelli che salvano il culo ai tuoi ragazzi?
Bobby lo fissò sbalordito.

“Din din din! Gli ho salvato il culo da Lucifer, quel giorno in cui ha deciso di fare quella bella improvvisata in quel motel!! Se non era per me, non so cosa ne sarebbe stato di LORO! Ho detto loro di scappare e ho affrontato mio FRATELLO! Per LORO!!”
Bobby suo malgrado rimase colpito.
“Lo so.”
“Ma non sembri riconoscente!”

“Hai costretto Sam a rivivere la morte di Dean centinaia di volte!”
Gabriel roteò gli occhi al cielo.
“Possiamo metterci una pietra su? È stato TANTO TEMPO FA. Loro hanno cercato di uccidermi e ammetto di essere un po' rancoroso. Mi sono vendicato. Ma mi sembra che alla fine sono ancora vivi e vegeti no? Anzi, li ho addirittura salvati e aiutati a combattere Lucifer!”
“So anche questo.”

“Allora perdonami, se sono un po' tonto, ma non riesco proprio  a capire che cosa tu sia venuto a fare qui!!” disse Gabe che sembrava che stesse per spazientirsi.

Bobby si sedette di nuovo e sospirò.
 “Non lo so neanche io. Forse volevo solo guardare in faccia il trickster che ha dato tanta pena ai miei figliocci, l’arcangelo che ha preso una scelta per aiutare dei mortali a salvare il mondo e cercare di capire cosa hanno visto in te, per fidarsi di te, per riuscire a perdonarti dopo un inizio un po' burrascoso..”
Gabriel lo guardò sorpreso.

“Andiamo, perdonare è una parola un po' grossa. Diciamo che mi sopportano.”
Bobby sorrise guardando l’arcangelo e l’altro si schermì.
“Che c’è? Se hai preso già una cotta per il mio bel faccino, devo deluderti, non sei il mio tipo e poi sei un po' troppo grande per me.”

“Sai, Sam mi ha raccontato l’evoluzione che lui e Dean hanno avuto con te, proprio come se si trattasse di un racconto letterario.”
“Ohh, vogliono scrivere un libro su di me? Beh, digli che devono passare da me per i diritti, prima!”

“E devo dire che da quello che mi è stato raccontato, sembri il classico personaggio strafottente che sembra fottersene di tutto e di tutti, ambiguo, che mostra solo la parte superficiale di sè, nascondendo però tanto dentro che si scoprirà solo in seguito, con tanta pazienza, dopo un bel po che la pellicola è girata. Un personaggio che non si è ancora svelato del tutto, che nasconde dei SEGRETI, che non ti fa mai sapere quale sarà la sua prossima mossa, uno di quei personaggi tormentati di cui non conosci mai la sua vera indole, che sembra non scegliere mai, ma che alla fine sceglierà e sai che farà la scelta giusta e lo farà senza cercare ricompensa o merito per questo, perché non gli importa.”

Bobby vide l'arcangelo con un'espressione esterrefatta, tipica di chi ha paura di essere stato letto dentro, smascherato, ma anche di chi non è abituato a tali complimenti, perché finora era stato convinto di non meritarli, una persona che non è abituata a essere elogiata, nè tantomeno amata.
“Non credo tu mi conosca come dici. Il fatto che tu ne sia convinto è la presunzione della tua razza.”
“Ti sei messo contro la tua famiglia per difendere l’umanità, potevi non farlo e l’hai fatto.”
“L’ho fatto solo perché ODIO la mia famiglia.”

“Ma a Lucifer volevi bene.”
“Lucifer è un idiota e ha cercato di uccidermi.”

“Ma gli volevi BENE e non eri obbligato a affrontarlo a tuo rischio e pericolo e anche dopo hai voluto aiutare i miei ragazzi. Devo ammettere che sono rimasto colpito da questo, volevo conoscerti per avere una riprova che le mie sensazioni fossero esatte e che posso affidarti Sam.”
Gabriel lo fissò allibito.

“Non gli farei mai del male, non dopo tutto quello che ha passato. Non volevo farlo neanche prima. Non volevo farlo neanche a suo fratello. Ero solo..”
“Confuso? Stanco? Arrabbiato? Forse più con la tua famiglia che con loro, immagino.” Disse Bobby alzandosi.
“Non mi va di parlarne.”disse lui brusco.

“Non fa niente, a me ha fatto piacere questa chiacchierata, dico solo che a dispetto di quello che sembro, sono un uomo riconoscente e che Dean e Sam potrebbero non essere gli unici amici che hai, se dovessi avere bisogno.”
Gabriel non lo guardò.
“Io arcangelo dovrei aver bisogno dell’aiuto di un umano? Quanta arroganza..” disse cupamente.

“Può darsi, ma è sempre meglio dell’orgoglio no? Adesso devo andare, vorrei pagare il mio caffè.”
Gabriel si alzò.
“Offre la casa!”
“Come?”
“Offre la casa! Come premio per avermi distratto dalla mia noiosa routine! E adesso vattene!”

Bobby un po' stupito del brusco congedo, obbedì.
“Singer..”
“Uhhh.”
“Per il tuo invito. Ci penserò.”
Bobby uscì dalla pasticceria, sorridendo.
 

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Capitolo 4
*** Bobby va a prendere Dean dopo che tornano dal mondo astrale ***


Che cosa significa che Sam è scomparso e dovrai fare una cosa MOLTO pericolosa per riuscire a riportarlo con noi?? 

Una cosa molto pericolosa è un eufemismo, aveva pensato Bobby. Dean aveva omesso di dirgli che la cosa molto pericolosa consisteva nel cercare di riportare indietro dalla gabbia un nipote per mano dell’altro nipote.

Comprendeva che Dean era troppo sconvolto per essere specifico o forse non voleva alimentare false speranze, ma quando Dean gli telefonò ancora, a missione compiuta, per rivelargli che “Sam ce l’ha fatta! Ha riportato Adam tra noi!” si era sentito parecchio incazzato o meglio un mix tra felicità, meraviglia e incazzatura si era fatto padrone di lui, ma subito dopo Dean era scoppiato in lacrime a proposito di Sam che non lo voleva più e aveva quindi lasciato perdere tutto per consolarlo, anche se non sapeva bene neanche lui da che cosa doveva consolarlo.

Il suo terzo nipote era VIVO e libero. Bobby non aveva avuto tempo per affezionarsi al ragazzo, troppo poco tempo avevano passato insieme ed era stato anche scorbutico ai tempi, ma l’idea bastava a scioglierlo. Era comunque un altro suo nipote ed era stato salvo per merito di uno dei suoi ragazzi. Un fratello che salva un altro fratello! Può mai esserci qualcosa di più incredibilmente smielato e toccante? Però ora sembrava che il problema fosse con Dean. Non finivano mai i drammi!

“Ascoltami bene, Dean, tu ora verrai qua da me, sei in grado di guidare? No, va bene, sarò io lì da te. Non voglio sentire scuse e non mi importa in quanti siete. ME NE FREGO SE HAI TRENT’ANNI E PASSA, NEANCHE I BAMBINI FAREBBERO QUELLO CHE AVETE FATTO VOI. Aspettami lì che arrivo.”
 




Qualche oretta dopo, Bobby aveva raggiunto Dean e incurante delle sue proteste, lo aveva infilato a forza in un locale a mangiare un hamburger con patatine e tanto di torta, poi Dean cominciò a bere e Bobby lo lasciò fare. Sempre meglio delle lacrime.

“Avevo perso me stesso, Bobby. Letteralmente. Non ricordavo più chi ero, neanche Sam sapeva chi ero…eravamo sconosciuti, ero soltanto un amico per lui, capisci, Bobby? A quanto pare Sam aveva..si era fatto questa immagine di amico ideale, che era attribuita al desiderio di come avrebbe voluto io fossi, vuol dire che come ero io, facevo schifo. Che razza di fratello sono stato per fargli desiderare che fossi qualcun altro?”

Bobby abituato a tutta la vita a questa visione fin troppo vittimistica su come secondo Dean non fosse abbastanza come fratello maggiore, non badò a questi sproloqui e non perse tempo a convincerlo del contrario.

“Se non sbaglio, lo hai fatto tu per primo, Dean. Hai immaginato di fare un regalo diverso a tuo fratello, mi hai detto.”
“Sì, ma è stato..è stata solo la fantasticheria di una giornata.”
“Forse per qualche ragione, quella fantasia è cresciuta, alimentandosi sempre di più, come una pianta che voi stessi avete coltivato.”

Dean lo guardò sorpreso dal paragone.

“Non so cosa sia successo laggiù, Dean, ma credo tu abbia frainteso come funziona la psiche di tuo fratello. Credo sia una cosa bella che ti abbia immaginato come il suo migliore amico, quindi una persona importante per lui al di fuori della sfera famigliare. Non abbiamo sempre detto che la famiglia non è solo una questione di sangue? Tu sei importante per lui, al di fuori del sangue e credo questi siano soltanto capriccetti perché vuoi sentirti dire proprio questo, ossia quanto tu sia importante per lui, giusto?” gli aveva accarezzato la testa.

“Non lo so, forse..”

“Credo tu abbia bevuto abbastanza e poi neanche con il vino, vuoi a quanto pare, raccontarmi che diavolo è successo laggiù.”
“Bah…un viaggio surreale, nei ricordi, un po’ all’Alice nel paese delle meraviglie, è stato lungo ed estenuante, soltanto alla fine ho ricordato chi sono, ma il cinema è finito solamente quando anche Sam se lo è ricordato.”

Bobby lo guardò accigliato.

“Credevo che questa non fosse una prova per voi, ma per salvare vostro fratello.”

“Lo credevo anche io, invece a quanto pare, il modo per superare la prova, era testare anche colui che la superava e forse meno male. Altrimenti non avrei mai immaginato che Sam si era creato questa sorta di alter ego immaginario.”

“Beh…credo che un po’ tutti noi lo facciamo, in fondo, nella nostra vita no? Creiamo un alter ego immaginario per le persone che idealizziamo o amiamo..”

Alla parola “amiamo” Dean aveva sentito dei brividi, ma Bobby non se ne accorse.
“Ma farebbe comunque differenza saperlo o no?” chiese Bobby.

Dean ci pensò su un attimo e pensò a cosa succederebbe per esempio se tutti noi potessimo scoprire il ruolo che una persona aveva pensato per noi e cosa succederebbe ad impersonarlo.

Magari ne saremmo sorpresi, confusi, disorientati, magari man mano che giocassimo questo ruolo, scopriremmo che ci piace, che siamo esattamente noi, che tutto questo vuoto che sentivamo dentro, era perché era una metà che ci mancava e magari penseremmo che lo amiamo, che ci calza a pennello quel ruolo. Magari attraverso il pensiero che la persona si era fatta di noi, potremmo perfino imparare ad amare noi stessi e innamorarci perfino della persona. Tanti amori sarebbero potuti nascere se avessimo provato forse sulla nostra pelle il cinema che la persona aveva pensato per noi.

Tanti amori non corrisposti sarebbero potuti forse nascere.

Non era però il caso di loro due, Dean non si era innamorato di Sam DOPO il viaggio, ma lo era sempre stato, forse addirittura da quando Sam era adolescente, ma lo negavano entrambi a loro stessi.

“Bobby..come faremmo se non ci fossi tu.” Disse Dean accucciandosi alla sua spalla,

“Saresti ubriaco a peso morto su un tavolo. Dai, paghiamo e ce ne torniamo a casa mia, dormi da me stanotte.”






















Note dell'autrice: mi piace pensare che Dean non sia stato da solo dopo che è tornato da quel viaggio ^^ Sam aveva Gabriel e Adam, di sicuro non avrebbe richiesto la compagnia di Cas, è orgoglioso lui...ma Bobby non poteva lasciare da solo il suo ragazzo, giusto??

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Capitolo 5
*** Bobby incontra Adam ***


Due giorni dopo quell’episodio, dal momento che Dean stava molto meglio per aver visto Sam, il vecchio cacciatore andò a trovare Sam ed Adam, per vedere finalmente il suo terzo nipote.

I ragazzi stavano ancora alla pasticceria e quando Bobby entrò, puntò subito il dito contro il maggiore.

“Tu..prima o poi mi farai prendere un accidenti!” disse Bobby, poi andò da lui, scavalcando il bancone e lo abbracciò.
Sam ricambiò l’abbraccio felice.

“Come sta Dean?” Bobby lo aveva avvisato che era due giorni che stava da lui.
“Non cercare di cambiare il discorso! Andare via senza avvisare per una sorta di caccia al tesoro ultraterrena! Dove credevate di essere? A Jumanji? A Death quando lo incontro, dovrò fargli un discorsetto!”
“Ehm..Bobby.”disse Sam, guardando alle sue spalle.
Si volsero verso Adam.

“Per la miseria. “ disse perdendosi a vedere un ragazzo timido che aveva alzato gli occhi dal suo forza 4 per fissarli.
“Avete trovato il vostro tesoro, vedo.”
Adam abbassò la testa imbarazzato.

“Ragazzo, un paio di mesi in compagnia di questi due scalmanati e ti passa ogni timidezza. Vieni qui.”
E si fiondò ad abbracciarlo.
“Benvenuto in famiglia, ragazzo.”
“Grazie.”disse l’altro, ricambiando l’abbraccio.

“Un po’ meno acido di quello che ricordavo. Ne sono felice. L’ho sempre pensato che eri solo un po’ sotto pressione.”
“Oddio, non ho fatto una bella impressione, vero?”
“Nah, non preoccuparti, colpa degli angeli. È tutto passato. Saremo tutti una grande famiglia, assieme a Dean. Vero Sam?”

“Ehm..sì, certo..ascolta Bobby non so cosa ti abbia raccontato, ma…”

“Mi ha accennato qualcosa ma nulla di più, non devo saperlo per forza, tranquillo, qualsiasi sia il vostro problema, risolvetelo, okay? Il ragazzo qui non merita altri drammi!”

“Guarda che io voglio bene a Dean, più di quanto immagini.” Disse Sam, defilandosi, il tono più duro di quanto avrebbe voluto. “Vi porto due coppe di gelato!”
Bobby rimase a guardarlo stranito da quello strano comportamento. Non era solito a manifestazioni verbali di affetto così esplicite.
Adam sorrise con un sorriso malandrino.

“Ohhh, ma c’è il vecchio Bobby, come va?? Porto anche dei biscotti!” disse Gabriel dalla cucina.
“Sì, lo so che vi conoscete.” Disse Sam contrariato.

“Sam mi ha fatto una sfuriata, perché sono venuto qui, per essere sicuro che me lo trattavi bene, dice che alla sua età non ha bisogno di queste cose.”disse Bobby divertito.

Gabriel sorrise. “Già..neanche fossi il suo ragazzo. Poi Sam ha già la ragazza.”
“Come? Davvero??” chiese Bobby.
Sam arrossì.
“ma sì, è bionda, slanciata, con un culo cos..”

“BASTA! STA DICENDO UN MUCCHIO DI STRONZATE!“ gridò Sam.

“Sam, questa è solo l’ennesima cosa che non mi hai detto?”
“Ma cosa dici, Bobby…sono stato in una gabbia, ti pare che potrei mai pensare ad avere una ragazza a breve? Gabriel..è uno stronzo. Ti sta..solo prendendo in giro.”

Gabriel rise e poi disse che aveva una pasticceria da servire, al contrario di certi scansafatiche come loro, quindi li lasciò da soli.
“Prenderti in giro è diventato un po’ il nostro passatempo preferito.” Disse Adam ridacchiando.

Bobby lo guardò con curiosità e Adam si imbarazzò, distogliendo lo sguardo.

“Sono contento che sei tornato tra noi, ragazzo, non abbiamo avuto modo di conoscerci noi, ma mi farebbe davvero piacere. Lo so, che ti può sembrare indiscreto, ma mi dici cosa ti piacerebbe fare?”
“Come, scusa?”

"Intendevo, degli hobby! Tutti i ragazzi giovani come te hanno degli hobby, lo chiederei anche a Sam, se la vita che fanno non l'avesse fatto diventare vecchio dentro."

Sam tirò fuori la lingua. Era bianca di gelato e Adam soffocò una risatina.
“Oh, io..ecco..non saprei…”

“Andiamo, ci sarà pure qualcosa! Videogames, playstation? Cosa amano i ragazzi della vostra età?”
“Gli scoiattoli!” disse Sam.
“Come?” chiese Bobby stranito.

“Adam ama gli scoiattoli e qualche volta, mi ha detto Gabe, nel parco qui vicino se ne vede qualcuno.”disse Sam divertito.
Adam gli mollò uno sberlotto sulla spalla.
“Bene, allora andiamo oggi pomeriggio!” disse Bobby. “Sam, non fare quel sorriso furbo. Tu vieni con noi.” aveva detto poi.

Sam e Adam erano tornati sporchi di fango, perché si erano rotolati nel fango, cercando di rincorrere gli scoiattoli, per fortuna Bobby aveva rimediato solo polvere e una piccola macchia. Gabriel li aveva guardati con biasimo, poi aveva espresso un sorriso sincero, dopo aver detto loro che il bagno era solo uno e se volevano lavarsi, Sam e Adam avrebbero dovuto fare la fila. Capiva che quella goliardata serviva tanto ad Adam quanto anche a loro.

Quel giorno solo Dean mancava, era un peccato, ma era sicuro che avrebbero avuto modo di rifarsi.

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Capitolo 6
*** Cena con Crowley ***


Questo capitolo è un missing moment di questo capitolo:

Appuntamento con sorprese




Bobby, ancora scioccato da quello che aveva visto, si era ritrovato in un luogo non bene precisato, e di fronte a un tavolino apparecchiato come una cena per due!!!

“Dove mi hai portato? Riportami subito indietro!” gridò.

“Sì. Certo. Perché non ti rilassi adesso, passerotto? E non ti godi la cena?
Bobby lo guardò a occhi sgranati.
“Mi stai prendendo per il culo??”

Crowley sorrise e Bobby si strofinò la testa con una mano, a disagio.

“Non è tutto uno scherzo quello che è successo oggi vero?”
Crowley alzò le sopracciglia.
“Ma no, certo che non lo è! Riportami indietro, ti ho detto.”
“Bobby..”

“Non penserai seriamente che possa pensare a mangiare in un momento come questo? Non lo vedi che sono sconvolto?” poi sembrò pensarci. “E comunque neanche se non lo fossi, accetterei una cena proprio con te!”

“È un vero peccato, Bobby, sì, un grande peccato, naturalmente ti conoscevo già per il tuo carattere poco incline ad accettare dei compromessi, ma uno penserebbe che fossi un po' più gentile con chi ha in mano la tua anima, in fondo, si tratta della tua anima, giusto?” lo stuzzicò.

Figlio di puttana!” disse lui basito.
Crowley sorrise. “Bene. Lo prenderò per un sì.”
Con uno schiocco di dita, la tavola apparecchiata si riempì di portate a base di carne ai lati della tavola, con un contorno di patate.

“Ero certo che considerassi anche tu, che ogni cosa assume una prospettiva diversa, con la pancia piena e il giusto cibo e..” battè le mani e qualcuno, presumibilmente un demone, arrivò a versargli del vino. “Il giusto vino.”
Bobby guardava il tutto a occhi sgranati.

“Ehm..se devo dire la verità, avrei fame.”
“Serviti pure, ci sono anche le patate.”
 
Dopo qualche forchettata, Crowley commentò.

“Ti vedo soddisfatto. Sei abituato a pasti più frugali, immagino.”
“Suppongo che potrei farti i complimenti se solo cucinassi tu questa roba. Chi la cucina? No, lascia stare, preferisco non saperlo.”
Crowley sorrise.

“Allora, mio caro Bobby, direi che possiamo cominciare a discutere di quello che hai visto..”
“Dobbiamo proprio?”
“Quello che non capisco è proprio la tua SORPRESA. Non sarà mica la prima volta che vedi delle dimostrazioni d’affetto in pubblico.”
Bobby lo guardò male.

“Sai benissimo che non è quello il punto. Quelli sono i miei ragazzi e..”
“ E di sicuro hanno fatto ben di peggio l’uno per l’altro, sbaglio o Dean è andato all’inferno per non sopportare di vedere Sam morto? Sbaglio o l’altro ha addirittura fatto scoppiare l’apocalisse pur di vendicare la SUA di morte?”

Non faceva una piega.

“È..è diverso.”
“In che modo lo sarebbe? Un bacio è più grave che sfidare la morte? Beh, se la ragioni così..”
Questo sembrò tramortire Bobby.
“Sono FRATELLI. È sbagliato..è..”

“Lieto di sentire che reputi l’AMORE una cosa sbagliata. Se non sbaglio odiate noi demoni, definendoci il male e privi di un qualcosa che voi per primi disprezzate. E poi i cattivi saremo noi? “ rise Crowley.

“Tu stai cercando di confondermi..” disse Bobby prendendosi la testa tra le mani.

“Strano. Dopotutto ho in mano solo la tua ANIMA, non anche il tuo cervello. Quindi ti chiedo, Bobby..” disse Crowley tornando serio all’improvviso. “Non si può scegliere chi amare e questo è giusto e sbagliato dall’alba dei tempi. Un amore tra consanguinei è forse più sbagliato di un qualsiasi altro amore sbagliato che potrebbe nascere e morire dopo poche settimane o forse più sbagliato di quegli amori che ti fanno soffrire e ti dilaniano e ti tengono legato per farti sentire ancora più solo dopo? Sbaglio o è la solitudine il male dei vostri tempi?”
“Non sbagli.” Acconsentì Bobby.

"Cosa sai di quello che è successo nel viaggetto che poi ha portato a farti avere un altro nipote ancora in vita?" chiese Crowley.


Bobby a quel punto ripensò a quella telefonata.


"Che cosa significa che Sam è scomparso e dovrai fare una cosa MOLTO pericolosa per riuscire a riportarlo con noi?? Dean, se è un altro patto, io.."

"Non è un altro patto, Bobby. Devi fidarti di me. Sam..ha messo l'anello di Death."

"L'anello? E questo cosa dovrebbe significare? Avete di nuovo bisogno degli anelli? Lucifer è.."

"No, no, Lucifer non è più una minaccia. L'anello..gli farà prendere il posto di Death per un po'..sì, lo so, lo so che è peric..Bobby, non gridare, ascoltami! Io volevo..volevo solo dirti che io adesso mi unirò a questa cosa. Non chiedermi come. Voglio solo dirti che se qualcosa va storto..sappi che io e Sam..ti vogliamo bene."

"Dean..non osare riattaccare, non ho ancora finito! DEAN!!!"




"Quando ricevetti quella chiamata, ero distrutto, apprezzai che me l'aveva detto ma compresi anche che c'erano tante cose di cui ero tenuto all'oscuro. Anche quando Sam tornò, non volle mai dirmi cosa davvero avevano vissuto, ma lo accettai. Compresi che qualcosa di grave era successo ma anche che brillavano gli occhi di entrambi come non li vedevo da tempo. Sembravano addirittura ringiovaniti."

“Adesso dimmi, è vero o no, che Sam e Dean hanno collezionato uno stuolo di ragazze prendi e lascia nel corso degli anni e che nessuna sia rimasta nella loro vita tanto a lungo da dar la possibilità a uno di loro, di preoccuparsi se quella volta non ha usato la pillola?”
“Senti..”
“È vero o no che il maggiore, suppongo quello più cretino ma è difficile dirlo, visto che l’altro si è buttato in una fossa spontaneamente con il diavolo, ha accettato di farsi una vita con una donna, solamente perché suo fratello gliel'aveva chiesto e l'ha mollata quando lui è ritornato?”

Bobby sospirò.
“Loro non sono come tu dici…”

“È presunzione della razza umana, presupporre di sapere come è qualcuno, molto più del soggetto interessato, ci hai fatto caso?” disse Crowley solenne. Gli versò altro vino e Bobby se lo scolò in un sorso.
“Sam e Dean hanno una devozione e un amore così potente da far impallidire gli angeli. Un amore che ha commosso LORO. Parlo con Castiel e non dico le cose tanto per dire.”

Bobby lo ascoltava e non riusciva a contraddirlo.

“Quello che tu reputi sbagliato, non l’ha reputato sbagliato Dio, ma l’UOMO. Vuoi lasciare che l’indottrinamento a una cultura ricca di stereotipi e grondante di giudizi  e sentenze debba dire ai tuoi ragazzi chi amare o vuoi che siano semplicemente felici?”

“Io..io suppongo che la loro felicità.. Ma certo che non voglio che vivano così! Solo io..sono sorpreso che loro..ma no, forse se mi metto a pensare, mi rendo conto che forse da qualche parte, l’ho sempre saputo.”
Crowley annuì compiaciuto.

“Abbiamo sempre le risposte dentro di noi, ma non le vediamo fino a quando non siamo pronti a vederle.”
“Loro.. sono felici? Sono...innamorati?” Bobby tentennò, prima di dire questa parola.
“Beh..diciamo che hanno il comportamento di due anime gemelle che hanno viaggiato nei meandri del cosmo, per trovarsi. “

Crowley aveva usato apposta un eufemismo con il tono di voce più solenne e allo stesso tempo sarcastico che poteva usare, ma Bobby stava imparando a conoscere lo stile del demone e sorrise suo malgrado.

“Diamine, sto sorridendo. È una cosa folle..loro..oh, mi sentiranno, quando li vedrò..pagheranno per non avermelo detto. Da quanto va avanti?”
“Due mesi, forse tre.”
Bobby fece un rapido calcolo con le dita. "C'era già stato qualcosa prima della missione con Death."

“Probabile. Ma erano in fase di negazione. Sai, tutte quelle robe piene di paturnie mentali, una noia pazzesca.”

“Sapevo che cera qualcosa di strano nel loro comportamento., Me lo sentivo. Anche come Sam si comportava con Lisa. Ehi, aspetta un momento, dove stai andando? Avevi promesso che mi avresti restituito l’anima, ricordi?”
“Non scordo mai i miei patti, ma penso che per riaverla, questa volta dovrai pagare pegno più di un bacio.”

“C-cosa intendi dire?”
“Seguimi.”
“Scordatelo.”
“Allora non riavrai mai più indietro la tua anima.”
“Parli di amore e poi ricatti un uomo disperato?”

“Di sicuro niente che non hai già visto nella tua razza. Allora vieni o no?”
 


Bobby seguì Crowley nella sua stanza da letto. Un letto enorme e di velluto rosso a accoglierli.

"Però..egocentrico, proprio come te!" disse Bobby cercando di scherzare, ma era in un forte disagio.
"Grazie del complimento, tu mettiti comodo, io vado un attimo in bagno."

“Non puoi dire sul serio. Stai scherzando vero?”
“Perché? Cosa capisci da questo?”
“Io non farò niente con te in questo letto. NIENTE!”
Crowley sorrise.

“Ma poi..io.? Avanti, innanzitutto sei un demone e io un uomo, e poi non mi piacciono gli uomini e se anche mi piacessero, non avrei il mio primo rapporto con un demone, con te!!”
Crowley continuò a fissarlo.
Bobby deglutì.

“Immagino che se non lo faccio, niente anima giusto?”
Altro silenzio.
“Figlio di puttana. E va bene lo farò, ma non uscirà da questa stanza, ok? Non posso sopportare...neanche a Sam e Dean..SOPRATTUTTO a loro.. promettilo!”

“Aspettami qui, resta seduto sul letto.” disse il demone raccogliendo una vestaglia dall'armadio.
“Non hai promesso!”
“Aspettami li. Non sei nella posizione di fare richieste!”
 


Bobby si sedette sul letto. Gli sembrava tutto un enorme incubo. I suoi figliocci..e ora questo. Ma almeno i suoi figliocci facevano qualcosa di assolutamente volontario...e sembrava anche piuttosto piacevole dai loro visi stravolti..NON DEVO PENSARE A QUESTO ADESSO.


Crowley finalmente tornò, dopo averlo fatto aspettare quindici minuti nella stanza, aveva indosso ora una vestaglia color grigio rossastro, allacciata alla vita.

“Ero in bagno.”

Bobby a quel punto esplose.

“Per quanto ancora hai intenzione di portarla alle lunghe? Ti piace tormentarmi?”
“Perdonami, volevo essere gentile, ma se vuoi fare le cose in fretta..”
“No, NO! Falle con calma..io non intendevo dire..”

Crowley ridacchiò, avvicinandosi a lui.
“Sei pronto?”
“Non proprio..ma..”
Crowley gli toccò le spalle e sentì un calore strano, avvolgente.
 
 
Si ritrovò in salotto nella sua vecchia casa, seduto sulla sua poltrona.

“Che diavolo significa questo? “
“Congratulazioni Singer. Hai appena riavuto indietro la tua anima.”
“Ma..ma.. tu avevi detto che..”

“Io non ho detto proprio niente. Hai fatto tutto te. Io sono stato in silenzio.”
“Sei un..tu..mi hai ingannato!!”
“Ma sbaglio o non sembri contento? Era quello che volevi no?”
Gli accarezzò la mano sullo stomaco.

Bobby gorgheggiò.
“I-io..io..hai davvero..”
Crowley sorrise. Un sorriso vero.
“Ti avevo fatto una promessa prima che lasciassimo Sam e Dean, no? Pensavi davvero che volessi il tuo corpo? Oh, siamo demoni, se vogliamo possiamo prenderceli, ma far godere un corpo, è un’altra cosa. La maggior parte di noi non trae piacere dalla costrizione sessuale, a dispetto di cosa si pensa, riteniamo insopportabile solo il PENSARE di non poter fare godere un corpo grazie alle nostre semplici arti sensuali" mosse le dita come l'imitazione di suonare un piano " e pensare che l'unica maniera possa essere la costrizione è un pensiero imperdonabile, per non dire offensivo per il nostro EGO." la sua voce era vellutata, quasi erotica.

Si chinò e gli stampò un bacio dolce.
“Questo perchè?” chiese Bobby imbarazzato.
“Perché volevo e non l’avrei fatto, prima di restituirti l’anima.” Disse Crowley prima di scomparire.

Un velo di imbarazzo gli aveva riscaldato le guance.
“Fig…figlio di puttana! “






















Note dell'autrice: lo so, oramai avevate perso le speranze che vi facessi vedere cosa era successo quando Bobby era scomparso portato via da Crowley ehhh? xd

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Capitolo 7
*** Ho visto un angelo ***


Adam si era arrabbiato quando Sam lo aveva chiamato, dicendogli che c’era stato un contrattempo e sarebbe tornato a casa di Bobby.

Aveva immediatamente chiamato Gabriel, ma lui non rispondeva.

Si era fatto una ragione del fatto che Sam aveva lasciato la loro casa per tornare alla pasticceria di Gabriel, anche se non aveva compreso perché desiderasse tornare lì, piuttosto che stare con lui, anzi non aveva compreso perché PREFERISSE stare con Gabriel piuttosto che con suo fratello, poi Sam gli aveva spiegato che aveva l’umore a terra e desiderava riprendersi senza che lui lo vedesse così a terra.

Si trovavano comunque nella stessa città e Adam poteva andare a trovarlo quando desiderava e quindi aveva cercato di farsi andare bene questa cosa, ma non era stato semplice.

Nessuno gli voleva dire che cosa era successo, ma era chiarissimo come il sole, che la convivenza non fosse andata bene.
Voleva subito correre da Bobby, ma quest’ultimo lo aveva chiamato, sconsigliandolo.

“Adam, so quanto ami tuo fratello, ma devo chiederti di non venire,  Sam sta male e non ha bisogno di altre preoccupazioni, ti prego, questa è la mia seconda telefonata e sono un po’ nervoso. Lui e Gabriel hanno avuto una specie di discussione, al termine del quale…diciamo che Gabriel gli ha suggerito una specie di connessione tra di loro, che potrebbe aiutarlo a guarire, devo prendermi cura di lui, perché non so se questa connessione avrà delle ripercussioni sul suo stato umorale e sarebbe meglio tu stessi lì.”
 
Alle proteste di Adam, Bobby gli aveva consigliato di distrarsi, giocare alla playstation, andare in giro, cercare di trovarsi degli amici, con la promessa che lo avrebbe fatto chiamare presto da Sam.
Adam si era sentito deluso, inutile negarlo.

Chiaramente Sam stava così male che non aveva pensato come prima cosa ad avvisarlo, ma lui si era abituato a essere un po’ il fratellino di casa, ad essere coccolato dai suoi fratelli e da un po’ di tempo a questa parte, si sentiva un po’ trascurato.

Sentendosi spaesato, fece una ricerca su google e lesse che solitamente queste sensazioni arrivano quando ti fai delle aspettative troppo grandi e proietti sugli altri i tuoi desideri, il tuo bisogno di essere amato.

Loro gli avevano dato tanto amore, non è che adesso non lo amavano più o di meno, era lui che sentiva un vuoto, perché aveva sviluppato una specie di dipendenza.

Ma loro avevano una vita e non poteva sperare che la stravolgessero del tutto, per lui. Prima che lui comparisse nelle loro vite, avevano delle cose in sospeso che ora stavano ripartendo e non potevano dimenticarsene, solo per stare con lui.

Adam non lo avrebbe neanche voluto, non dopo che aveva fatto tutta quella fatica per farli accettare il loro amore.

Lui doveva trovare nuovi stimoli e non aggrapparsi ai suoi fratelli in maniera esclusiva, come se non avesse nient’altro, perché poi se per un motivo o un altro queste certezze venivano a mancare, si trovava solo.

Decise come prima cosa, di andare a farsi un giro. Non sapeva neanche lui dove e decise quindi partire così, senza sapere la destinazione e questo era pericoloso, ma anche assolutamente affascinante e da quand’era che non faceva qualche follia? Forse da SEMPRE.

Prese un treno e lì fece un incontro incredibile.
Vide un ragazzo dagli occhi BLU stupefacenti.
Incrociò il suo sguardo e non potè fare a meno di ricordarsi una canzone.
 


La mia vita è brillante
Il mio amore è puro

Ho visto un angelo
Di quello sono sicuro
Mi ha sorriso sulla metro
Era con un altro uomo

Ma non perderò sonno su quello,
perché ho un piano.

Sei bella. Sei bella.
Sei bella, è vero.

Ho visto la tua faccia in un posto affollato,
E non so cosa fare,
perchè non starò mai con te.

Sì, ha catturato il mio sguardo,
Mentre camminavamo vicini.

poteva vedere dalla mia faccia che ero
su di giri
E non penso che la vedrò di nuovo,
Ma abbiamo condiviso un momento che durerà fino alla fine.

 


Tranne per la frase “Era con un altro uomo.” Quella canzone sembrava perfetta per lui.

Adam provò una sensazione incredibile, un tuffo al cuore e al petto.
Un incontro magico. Non avrebbe mai saputo come si chiamava quell’ANGELO, né chi fosse.
Non lo avrebbe rivisto mai più.

Rimpianse la sua timidezza, il non aver avuto il coraggio di attaccare bottone, di fargli qualche domanda.
Non lo avrebbe rivisto mai più.

Il ragazzo si era già allontanato per scendere, forse poteva seguirlo.

Sì genio, e poi? Lo rapisci? Sta buono.

Poi si accorse che il ragazzo aveva perso una scheda.
“Ehi, ehi, aspetta un momento.”

Balzò in piedi, non riuscì a fermarlo, solo per un pelo scese dal treno, con il rischio di farsi male.
L’angelo era sparito e lui si trovava in una metropoli sconosciuta con le macchine che strombazzavano.

Voltò il cartellino.

Dietro c’era il nome e indirizzo di un'università di Manhattan.





















Note dell'autrice: Per prima cosa, la canzone è quel gioiellino di you're beautiful  cantata da James Blunt , poi non sapevo se creare un'altra storia apposta per Jack e Adam, (sì, è Jack il ragazzo, inutile lasciare ls supance, tanto nel prossimo capitolo glielo farò dire il nome, ma sono curiosa di sapere se avevate indovinato che era lui xd ) oppure metterla qui, alla fine ha vinto questa scelta, perchè altrimenti avrei diviso Jack e Adam dai missing moment di Bobby, Crowley, Gabe e non volevo la cosa fosse troppo dispersiva xd devo confessare che questo capitolo l'ho pensato da quando mi ero figurata la scaletta in cui Sam si rifugiava da Bobby, ma OVVIAMENTE non sono riuiscita a imserirlo xd la canzone è stata proprio un flash che ho subito sentito azzeccatissimo per loro due, devo dirvi che mi è piaciuto talmente tanto questo capitolo e questi due, che ho deciso di pubblicare più di un capitolo su loro due xd tanto so già cosa voglio mettere quindi non faccio nesuna fatica
l'idea è di fare altri tre capitoli, speriamo che non aumentino xd

ps volevo evitare di mettere altri link perchè è un fastidio ogni volta, ma qualcuno potrebbe non capire o ricordare a che capitolo faccio riferimento, quindi londe evitare incomprensioni e fraintendimenti, lo metto qui, praticamente questo capitolo viene ambientato DOPO che succede questo:

Siamo angeli, le nostre non sono mai scelte facili

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Capitolo 8
*** Adam restituisce la scheda a Jack ***


Adam quel giorno, aveva rintracciato l’Università di Manhattan per cercare di rintracciare il proprietario della scheda, ma quando andò dalla segretaria, essa disse che in effetti c’era un ragazzo che era venuto per l’iscrizione, lamentando di averla persa.

“Il ragazzo si è rifiutato di prenderne un’altra, posso mandargli una mail, dove gli comunicherò che la scheda è stata ritrovata, oppure puoi portargliela a casa, sarà contento di questa sorpresa, chissà, magari nascerà un’amicizia e…tu hai fatto l’università?”
“Ehm..a dire la verità, no.”

“Benissimo e hai mai pensato di frequentane una?”
“Ehm..sì, ci pensavo negli ultimi periodi.”

“FA – VO – LO –SO. Questo è l’indirizzo di Jack Kline. Ovviamente potrei chiederti di lasciare qua la scheda ma..hai fatto questo viaggio lungo..sarebbe un po’ disonesto privarti dell’elogio che meriti. Fammi sapere se hai deciso per questa università!”
 
Adam tutto confuso, lasciò l’edificio, senza smettere di guardare quella scheda e il bigliettino che aveva appena avuto. Non è che la segretaria rischiava il licenziamento a mandare così indirizzi privati di ragazzi, a chiunque?


“Ahh, ecco che fine aveva fatto la mia scheda!” disse un ragazzo.
Adam quasi svenne. Davanti a lui aveva proprio l’angelo incontrato in treno un’ora fa.
Nel frattempo Jack si era fatto vicino.
“Lo so, è una bella scheda, ma è mia..posso riaverla, per favore? Posso comunque fartene avere una se vuoi.”

Adam rimase spiazzato dall’assoluta mancanza di riconoscenza e se non fosse stato per la palese gentilezza e sincerità dal tizio, glielo avrebbe fatto notare.
“Ehm..io sono Adam Milligan..ho visto che ti era caduta questa e sono sceso dal treno per…cercare di ridartela.”

Il genuino stupore di Adam un po’ lo divertì e lo fece sorridere.
“Ohhhh, tu…sei venuto fino a qui per ridarmi la scheda??? Non posso crederci. Ohh, è davvero molto, molto, molto gentile da parte tua. Sarà stato un grosso disturbo!”

“Non così tanto.” Sorrise Adam.

Jack gliela prese di mano e cominciò ad accoccolare il suo viso alla scheda come fosse un barboncino che voleva le coccole.

“Sono TANTO felice di averla ritrovata! Non ne volevo un’altra, la tizia seduta sulla sedia mi ha guardato in modo strano, ma averne un’altra non sarebbe stata la stessa cosa, perché si sarebbe portata via tutte le emozioni e l’entusiasmo di averla, puoi capirmi?”
“Sì, in un certo qual modo, sì.”

“Sono Jack, Jack Kline.” disse, porgendogli la mano.
“Sì, lo so.” Si fece scappare Adam, poi si morse la lingua.
“Come fai a saperlo? Sono sicuro di non averlo scritto qui.” guardò la scheda per esserne sicuro.

“Ehm..la segretaria mi diede il tuo indirizzo oltre a svelarmi il tuo nome.”
Jack lo fissò a bocca aperta.
“Solo perché desiderava che te la portassi di persona, in modo da conoscerci e fare..uhh amicizia, "si sbrigò a precisare, agitando le mani " sì questa è la scusa ufficiale, ma credo che quello che voleva, fosse che entrassi anche io a far parte dell’università.”
“Mmmm..e ci hai mai pensato?”

“All’università? Sì, a dire il vero, ma..con tutti i casini che stanno succedendo in famiglia..non ne sono sicuro.”
“Capisco..e sei interessato ad avere degli amici?”
“Come??”
Jack si strinse le spalle.

“Mio zio dice che ho bisogno di farmi degli amici…che non devo stare da solo, ma non è così facile, a quanto pare, non puoi fermare il primo sconosciuto per strada e chiedergli: senti, vuoi diventare mio amico? Questo è quello che ha detto mio zio, perchè probabilmente aveva intuito che era proprio una mia intenzione! Però tu mi hai rincorso, non sapevi neanche chi fossi, per riportarmi la scheda. Mi sembra che dalle apparenze almeno, l’idea di essermi amico, ti abbia sfiorato.” disse Jack sorridendo.

Adam lo guardava atterrito.
“Beh…io..a dire la verità, non saprei.”
La faccia di Jack si fece molto triste.
“Ohhh..oh, okay. Va bene. Scusami se ho capito male.”
Gli voltò le spalle, quando la voce di Adam rimbombò.
 
ASPETTA!”

“Uhhh..ho dimenticato qualcos’altro?”

“Sì, un minimo di riconoscenza! Faccio tanta strada per riportarti il tuo prezioso biglietto e tu mi volti le spalle?
La faccia di Jack si fece intimorita.
“S-scusa, io non intendevo..”

“Finora ho fatto solo io qualcosa per te! Se vuoi la mia amicizia, che ne dici di guadagnartela?
Jack lo fissò stupito.
“Puoi cominciare, offrendomi qualcosa.” sorrise.

“Ma che mi prende? Controllati, Adam…stai...stai flirtando con uno sconosciuto e perdipiù che sembra anche parecchio innocente e ingenuo?
E non tralasciare il fatto che insomma..tu non sei mica gay!

“D’accordo, ci sto!” disse il ragazzo.
 
 




















Note dell'autrice:  mi ha talmente entusiasmato l'ultimo capitolo, che ho voluto farne subito un altro xd

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Capitolo 9
*** La vera natura di Jack ***


Adam non avrebbe mai pensato che Jack, il suo nuovo amico, avrebbe cominciato a trascinarlo tutti i pomeriggi alla sala giochi.


Gli sembrava di essere tornato adolescente! Ogni pomeriggio si incontravano alle 16:00 e percorrevano lo stesso vialetto, perfino percorrere quel vialetto stava diventando una bella abitudine per Adam!

Dopo aver accompagnato Jack a casa, tornava da solo a casa prendendo lo stesso treno.

Non si lamentava mai del lungo viaggio che faceva per non interrompere quell’abitudine, Jack non sembrava farci caso e lui non voleva che ci facesse caso e gli chiedesse magari di interrompere quel loro rituale che stava contribuendo a alimentare la loro amicizia.

Quello che sembrava un’infatuazione passeggera, un’attrazione evanescente quanto insolita, si stava trasformando in un affetto sincero e visto che Adam non credeva più all’amore, alle relazioni solide – se non erano pazzesche e impossibili, contornate da viaggi nel tempo e ritorni dalla morte, come i suoi fratelli – erano tutte destinate a svanire in tempo breve.
Jack non sembrava come gli altri, sembrava così trasparente e sincero…e fu così che fece il primo errore…
 
“Sai, è molto bella questa stradina, è un peccato che le cose non siano mai perfette..”
“Perché?” gli aveva chiesto Jack. “Cosa gli mancherebbe per essere perfetta?”
“Beh…..luci…qualche fiore…lascia stare, ho detto una cosa tanto per dire..” si grattò la testa imbarazzato.
 
Non aveva più ripensato a quella frase fino all’indomani, quando aveva trovato una scia di fiori blu e viola che stavano sbocciando dal marciapiede lungo la stradina, dei vasi di fiori e delle lanterne sopra i lampioni.
“Non posso crederci…”
“Sembra che il tuo desiderio si sia realizzato, sei felice? È come lo volevi?”
“Ohhh…è meglio di come lo immaginavo, davvero, ma non capisco..ieri dico che mi sarebbe piaciuta una cosa del genere e oggi è ESATTAMENTE quello che accade.”
“A volte i desideri si realizzano.” Disse Jack senza dare troppo peso alla cosa.

Durante il viaggio di ritorno però, Adam notò altri dettagli.
“Avevi notato quel vaso mentre siamo venuti all’andata?” disse Adam notando un vaso contenente fiori rosa che non sembrava esserci prima.
“No…forse l’hanno messo ora.” Disse Jack.
Adam non disse niente, ma continuò a guardare Jack di sfuggita.
Dopo un po’ che camminarono, Adam gridò.
“Che cosa hai fatto?”
“Ehh? Che c’è?”

“Ti ho visto. Hai fatto qualcosa al terreno!”
“Ti stai sbagliando..assolutamente.”
“Che cosa sei?? Un angelo?
Jack lo guardò con il respiro mozzo.
“Che cos’hai detto?”

“Quel fiore prima non c’era, l’hai fatto comparire tu..perchè ti ho detto che mi piacciono i fiori, non è vero?”
“Io volevo solo fare qualcosa di carino per te..”
“Okay, ascolta, non ti sto giudicando, ti sto solo chiedendo come hai fatto  a farlo.”

“Mio zio dice che non devo parlare dei miei poteri agli sconosciuti..” disse Jack cominciando a tremare.

“Gli sconosciuti, già..ma noi siamo amici..no? No?”
Jack abbassò lo sguardo.
“S-spero di sì.”
“Allora puoi fidarti di me! Io CONOSCO gli angeli, i miei fratelli li conoscono, li hanno aiutati a combattere le forze del male.”
Jack lo fissò e sembrò sbiancare.

“Hai detto che conosci gli angeli? Sei un cacciatore?
“Sì!” disse Adam. “Grazie al cielo! Non ho preso un abbaglio. Quindi tu sei un angelo veramente? Io sono..”
Stai lontano da me!” disse Jack indietreggiando.
“Ma…Jack...“

“Mi sono fidato di te, ti volevo bene e tu sei un cacciatore…volevi farmi del male!”
“Cosa? Ma no, ti stai sbagliando..io..”
“Non ti credo!! I cacciatori…vogliono fare del male a quelli come me!”
“Sono sicuro che non è vero, i miei fratelli..”

“Basta!!! Va via!! Pensi che debba credere a te e non a qualcuno della mia famiglia? Stai dicendo questo??”
“Jack…”
“Addio..” disse Jack tempestato dal dolore, voltandogli subito le spalle, per non farsi vedere piangere.
Adam si sentì lacerato dentro. Non era abituato agli addii, non era mai stato lasciato da nessuno prima d'ora e Jack era il primo amico che avesse mai avuto. Non immaginava che facesse così male. Era straziante. Era come MORIRE.  
 





*

Era buio e Jack stava ancora piangendo, non stava tornando a casa e non aveva intenzione di rispondere al cellulare, per tornarci.
Non si accorse di essere seguito.
“Ehi bellezza, che ci fai qui tutto solo?”
“Perché non illumini la strada come hai fatto prima?”
“C-chi siete? Che volete da me?”

“Ma guarda che angioletto, perché non ci mostri le tue ali e la tua grazia?”
Fecero vedere gli occhi neri.
“Voi siete demoni!”
“Ma guarda, l’angioletto è arguto.”
“Perché mi state spiando? Cosa volete da me?”

“Diciamo che ci farebbe comodo sequestrare un nephilim, tu adesso vieni con noi.”
“No!!! State indietro, ho poteri che non potete immaginare. Posso rimandarvi all'inferno con un solo tocco!”

"Siamo in quattro dolcezza, neanche tu puoi essere così veloce!"
“Mio padre è LUCIFERO, non sarà contento di cosa state per fare.”
“Tuo padre..ci ha traditi, non è degno di essere il capo dell’inferno!”

Un calcio sullo stomaco, uno sulle gambe, Jack era crollato  a terra.
“Ora hai intenzione di seguirci spontaneamente o dobbiamo rovinare quel tuo bel faccino??”
Ma l’omaccione non potè dire altro, perché venne subito colpito da un lungo bastone.
“Ouch!!”

“SCAPPA JACK!! IO CERCO DI TRATTENERLI!…”
“IL CACCIATORE!”

“Dovevamo eliminarlo quando ne avevamo la possibilità.”
“PRENDETELO!”
Jack però riuscì a usare i suoi poteri per farli levitare sopra il terreno, andò poi dall'altro che era stato colpito da Adam e fece lo stesso con lui.

"Jack..io..non so la formula a memoria per l'esorcismo." disse Adam.

Jack lo guardò. "Non ce n'è bisogno." disse e senza aggiungere altro, toccò la fronte dei quattro e il fumo nero uscì da loro, lasciando liberi i quattro uomini che si accasciarono al terreno.

Jack li accompagnò piano a terra facendoli dormire, poi cadde a terra, gli tremavano le gambe.
“Era vero…sei uno di loro..”

“Sì, ma stavo cercando di dirtelo, io non volevo farti del male.”
“Mio zio..mi disse che i nephilim sono una razza che fu incaricata di essere sterminata..dagli ANGELI.”
Adam lo fissò.
“Ohhh..non lo sapevo, mi dispiace.”
“Noi dovremmo combatterci…”

Adam scosse la testa e si inginocchiò davanti a lui.
“Non combatterò mai un mio amico, anzi, ora che mi hai rivelato la tua vera natura, farò di tutto per proteggerti.”
Jack lo guardò con occhi tremanti, poi lo abbracciò. Adam intenerito ricambiò l'abbraccio, stringendolo con dolcezza.






















Note dell'autrice:  mamma mia. ..ora che sono riuscita a scrivere questo capitolo mi sento più leggera xd non avete idea da quanto tempo lo stavo progettando... lo sconforto mi era preso talmente tanto che pensate che volevo quasi eliminare questa idea dalla storia, solo che più ci pensavo e più mi rammaricavo, se non l'avrei scritta l'avrei presa come la specie di fallimento se non l'avessi scritta perché temevo di non saperla scrivere .. continuavo a pensare a questa cosa di demoni e mi chiedevo se potesse essere realistico che avessero seguito Jack e mi sono detta di sì, ma temevo di non essere in grado di scrivere bene la scena del combattimento e alla fine ho deciso di scriverla come viene viene, che è sempre la cosa migliore perché se devi stare sempre a pensare a cosa esce fuori bene e cosa no, non si scrive più niente e purtroppo è questo che genera è il più delle volte il blocco dello scrittore , mi sono chiesta spesso se ci potesse stare il litigio tra i due. .alla fine ho scelto di non farmi più domande e basta xd però voglio fare alcune precisazioni non me la sono sentita di scrivere di Adam che considero ancora un ragazzino innocente che uccidesse, anche se si trattava di demoni e allo stesso tempo non riusciva a sembrarmi realistico il fatto che si mettesse a recitare esorcismi.... avrebbe anche potuto starci ma non è mai stata una cosa che mi ha convinto del tutto nel telefilm visto che per recitare la formula intera Sam e Dean di solito ci mettevano molto perché era una formula lunga e infatti dopo un po non l'hanno più fatto, non sarebbe stato molto reale che ce l'avrebbe fatta, cosa stavano i demoni ad aspettare che recitasse la formula per intero ? Xd alla fine ho deciso per una via di mezzo... alla fine considero che Jack sia abbastanza potente da riuscire a mandarli all'inferno senza esorcismi xd

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Capitolo 10
*** Il chiarimento tra Bobby e Gabriel ***


“Sono ancora vivi..” disse Adam, controllando i quattro uomini, subito dopo chiamò il 911, dicendo che degli uomini erano stati attaccati da un tizio, che li aveva messi k.o ed era scappato e ora necessitavano di cure mediche, poi prese Jack per le spalle.
“Avanti, devi tirarti su, dobbiamo andarcene, se non ce la fai, puoi appoggiarti a me.”

Fecero come di consuetudine una camminata abbastanza lunghetta per arrivare alla casa di Jack.
“Oggi mi sembra lunga questa strada.” disse Jack poggiando il capo sul suo collo.

“A me sembra corta invece…non voglio lasciarti.”
Jack spostò lo sguardo per guardarlo negli occhi e Adam avvampò.
“Ehm…non stai ancora bene, sono preoccupato, non ti ho mai visto così.”

Jack tornò a poggiare la testa sulla sua spalla. “Ho cacciato via quattro demoni e poi ho fatto addormentare quattro uomini…non mi sono sforzato mai così tanto.”
“Quand'ero piccolo, credevo che avere poteri magici fosse solo una cosa meravigliosa.”

“Lo è, ma poi devi ricaricarti, è sempre energia che esaurisci. Ti peso sulla spalla?” gli chiese, d'un tratto preoccupato.
“No, anzi..” disse Adam, poi resosi conto di quanto appena detto, si zittì.
 
Quando arrivarono alla casa e ci arrivarono solo dopo una certa salita, Adam gli disse:

“Ehm..senti, Jack…quello che hai detto prima ai demoni…che sei il figlio di Lucifer…l’hai detto solo per spaventarli o..”
“No! Questo cambia le cose?” gli chiese Jack tentennante.
“No. Ma sei sicuro?”
Jack abbassò la testa.

“Sì. Lui..è stato rinchiuso, vero?”
“Sì. Vuoi che io ti rac..”
“Un’altra volta, non…non adesso.”
Adam annuì.
“Quando sarai pronto, ti racconterò delle cose.”
“Mi vedi in modo diverso ora?”
“Sì.”
Jack strabuzzò gli occhi.

“Mi allieta sapere che dopotutto se ha generato te, vuol dire che è rimasto sempre e comunque un angelo.”
“Oh…io..ehm..grazie, ma loro sostengono che io sia un abominio.”
“Questo dimostra solo che l’umanità non è l’unica razza capace di dire stronzate.”

“Io..non so che dire..io ti ho..trattato male, ti ho giudicato male e tu mi hai salvato la vita e ora mi dici queste cose così…come posso fare a replicare? Non riesco..”
“Beh, allora la dico io una cosa.”

Jack arrossì quando l’altro ragazzo gli baciò la testa sussurrandogli: “Buonanotte.”
 
 
 
 
 
*  
 
Erano passati diversi giorni da quando i quattro uomini che avevano attaccato Jack e Adam, sotto il controllo dei demoni, avevano ripreso le loro vite. Chiaramente non potevano andare in giro a raccontare quello che avevano passato, nessuno gli avrebbe creduto.

Jack e Adam avevano ripreso a frequentarsi, nonostante Jack sembrava faticare a riprendersi dallo shock subito ma sembrava essersi chiuso in sè stesso e Adam cercava di tirarlo su a suon di coppe maxi di gelato, sentendosi un Dio quando riusciva a strappargli qualche sorriso. Poi arrivò la fatidica notte. Erano le tre del mattino quando Adam ricevette una chiamata strana da parte di un numero anonimo.
“Ma chi è?”
Adam? Sei tu??”

“Gabriel? Perché mi chiami alle tre del mattino??”
“Mi dici cosa diavolo aspettavi a dirmi che conosci mio nipote??”
“Tuo…nipote?? Di chi stai parlando?”
“Jack!!”

Adam sentì il respiro mozzarsi.
“Sei lo zio di Jack…”
“Ma guarda!! Certo che sei un genio!!!”
“Calmati, io non potevo sapere…”

“Jack è tornato giorni fa con un aspetto che faceva paura, mi disse di aver cacciato DA SOLO quattro demoni e già la cosa mi è sembrata strana, da giorni poi è taciturno ed è quasi sempre fuori il pomeriggio, da quando gli ho imposto il coprifuoco, oggi decido di seguirlo e indovina chi trovo insieme a mangiare una bella coppa di gelato?? VOI DUE!!”

Adam era senza parole.

“Quando gli ho chiesto spiegazioni, ha detto che eri solo un ragazzo carino che aveva incontrato per caso.."
Adam si lasciò scappare una risatina ad essere catalogato come un ragazzo carino.

"Non c'è niente da ridere! Quando gli dissi che eri il fratello di due cacciatori, è scoppiato a piangere e mi ha detto che sì, eri un cacciatore, non capendo chiaramente ma differenza tra essere fratello di ed esserlo, ha aggiunto però che non eri cattivo e che lo hai difeso dai demoni.”

Fece una pausa, poi riprese.
Hai idea di quanto mi sia preoccupato quel giorno?? Jack che..vabbè mi ha fatto morire di paura e che sto meditando di non far uscire più di casa, poi te che ti spacci per cacciatore rischiando una probabilissima morte e non per ultimo come scala di importanza, non mi dici che conosci JACK DA GIORNI!!”
“Tu mi hai detto per caso che eri zio di un nephilim o lo hai detto a Sam e Dean?”
“Io..beh…è diverso…è..”

“Non accetto lezioni di trasparenza da uno che nasconde il figlio di Lucifer in casa e non lo confida neanche ai suoi amici.”

Pausa.

“Senti, conosco Jack da poco, ma gli voglio bene, volevo solo proteggerlo, non avevo idea di come avreste potuto prendere il fatto che Lucifer avesse un FIGLIO, sarebbe stato come tradirlo.” disse Adam.
Gabriel si grattò la testa.
“Io suppongo di aver fatto lo stesso ragionamento.”

“Cazzo…non riesco ancora a credere che sei TU lo zio di Jack.”
“Sarebbe bastata qualche domanda per scoprirlo.”
“Forse è vero, ma quando siamo insieme non ci facciamo troppe domande uno sull'altro, in questo siamo simili, presumo.”

“Vieni da me, domani, così parliamo meglio.”
“O-okay.”
 
 
 
*

Quando Adam si presentò finalmente a casa di Jack, quella casa che finora aveva sempre visto da lontano, Gabriel aprendo la porta, lo abbracciò, di slancio.
“Stai bene? Non sei ferito, vero?”
“Gabriel, sto bene, sta tranquillo.”
Gabriel lo abbracciò di nuovo di slancio.
“Mi avete fatto prendere un colpo!! Dai, entra. “

Il tè con i biscotti fu molto apprezzato da Adam, non sembrava un buon metodo però per cercare di distrarre Bobby, qualche giorno dopo, quando entrò in casa di Gabriel per discutere di quanto accaduto.
 
“Rilassati, Bobby, prendi un biscotto.”

“Non funzionerebbe neanche una fiaschetta di whisky in questo momento!!”
Adam stava spiando dalla porta della cameretta di Jack, i due gridare.
“Che dice?” disse Jack.

“Non sembra apprezzare il tentativo di tuo zio di distrarlo.” Disse Adam.
Gabriel nel frattempo aveva sbuffato.
“Come sta Sam, comunque?”
“Ah, siamo passati a cambiare il soggetto della situazione? Adesso vuoi parlare di Sam??”

Gabriel a fatica alzò lo sguardo su di lui.
“Insultami, dimmene più cattive che puoi.”
“Ehhh??”

“Mi avevi chiesto di prendermi cura di lui e io…l’ho trattato di merda, l’ho mandato via, poi da vigliacco quale sono, non ho avuto il coraggio di chiedergli scusa..”
“Pensi che io ce l’abbia con te, perché l’hai mandato via?”
Gabriel si strinse nelle spalle.

“Per questo non hai detto niente a nessuno? Per questo non hai chiesto aiuto a nessuno per Jack? Pensavi che te l’avremmo negato? Stiamo parlando pur sempre di un ragazzino!!”
“Io..”
“Mi ritengo MOLTO OFFESO e per quanto riguarda Sam..”
Gabriel alzò con timidezza lo sguardo.

“Seguirlo in macchina, per aiutarlo, ha spazzato ogni dubbio, ma anche se non l’avessi fatto..non avrei pensato male, ti avrei semplicemente seguito al tuo locale e ti avrei chiesto che diavolo ti fosse preso, non avrei mai creduto semplicemente che dopo quello che hai fatto, non ti fregava niente di Sam o di Dean! Sono venuto da te già l'indomani..ma..la pasticceria era chiusa, hai pensato bene di sbarrare tutto e non sapevo come rintracciarti.”

“Jack mi ha trovato in uno stato pessimo e mi ha preso con lui, non volevo tornare in pasticceria.. non volevo farmi vedere da nessuno in questo stato.”

Se Bobby aveva notato i capelli sfatti e spettinati di Gabriel, le occhiaie e un maglione troppo largo per lui, aveva evitato di commentare.

“Peccato che eravate raggiungibili dai DEMONI! Non una gran mossa, vero? Meno male che abbiamo DUE EROI QUI!” disse aumentando il volume della voce e girandosi verso la porta da cui Adam stava spiando Adam si scostò subito dalla porta con sguardo attonito, appoggiando la schiena ad essa, mentre Jack lo guardava incuriosito. “Che ne diresti di farmeli conoscere?”






















Note dell'autrice:  allora, prima delle precisazioni, mi sono immaginata che dopo quanto fosse successo, Gabriel avesse chiamato per informare Bobby, nonostante nei capitoli dove Sam sta da Bobby, non si parla della cosa xd lo so, è una grande lacuna, cercherò di capire se posso inserire il momento in cui scoprono della cosa e se non riesco a costruirci dei dialoghi, accennerò almeno a QUANDO lo vengono a sapere...sarebbe poco credibile che lo scoprono DURANTE, quindi in ogni caso dovrebbe essere dopo che Sam va da Lisa...lo so, anche io mi odio perchè faccio sempre casini xd ora torniamo a noi: due capitoli in un giorno...non eravate abituati eh? ahhaha xd questa storia rimane sempre indietro e non riesco mai a finirla e con l'aggravante che ogni volta si aggiunge qualche capitolo , quindi cerco di battere il ferro finchè è caldo xd devo dirvi che questo capitolo mi piace molto di più di quello precedente, forse perchè a differenza dell'altro ero abbastanza sicura di cosa scrivere ahhah cmq davvero mi è piaciuto, quando posso scrivere della dolcezza senza troppi drammi, mi piace sempre <3 e con questo si conclude la ministoria tra Jack e Adam! Non era progettata per essere una long! So che alcuni si chiederanno: "ma..quando si baciano"? xd ehm, tasto dolente xd vorrei pensarci un po', voglio davvero farli mettere insieme, ma sono un po' indecisa sul come xd non so neanche se avverrà in questo spin off, so che mi starete odiando adesso..ma..abbiate pietà xd  nel frattempo dopo quello che è successo nel capitolo precedente, credo proprio che metterò rating giallo, perchè immaginare Jack che viene colpito, non ce lo vedo proprio da verde...e vabbè, io ci ho provato a lasciarlo, ma raramente nelle mie storie c'è il verde xd

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Capitolo 11
*** Ecco chi era il ragazzino misterioso nella pasticceria di Gabriel ***


“Piacere, ragazzino, io sono Bobby, ma..non ci siamo già visti noi due? Hai un viso famigliare.”

“Appartiamoci in quell’angolino laggiù. Ci penserà il ragazzo che lavora per me, a continuare con i dolci. Ehi tu.” lo chiamò.


"Sì?" chiese il ragazzo.
"Per favore, portaci una cioccolata e..cosa desideri?"
"Un caffè con whisky andrà bene."
"Un caffè con Whisky!"
"Arrivano subito."
Bobby seguì Gabriel al tavolino indicato.
 
"Aspettiamo che ci porti le nostre bevande."disse Gabriel. Poco dopo arrivò il ragazzino con la cioccolata e il caffè. "Grazie." Disse Gabriel sorridendogli. Il ragazzino si schermí e tagliò la corda.

 
“Ma certo!!! “ urlò Bobby. “Mi ricordo di te!! Tu lavoravi per lui al suo locale!”
“Jack, che cos’è questa storia?” chiese Adam.
“In realtà ci ho lavorato poco, l’ho solo aiutato ad aprire.” Disse Jack.
“Sediamoci in salotto così vi spiego.” Disse Gabriel.
 
Una volta che furono tutti seduti, Gabriel cominciò a spiegare.

“Venni a sapere quasi subito di questa donna, Kelly, che si spostava da un posto all’altro, per merito di Jack. Sì, sto parlando proprio di lui che ai tempi era solo un feto. Jack è un ragazzo…speciale e anche se ai tempi non poteva saperlo con raziocinio, credo intuisse che fosse in PERICOLO lui e la madre, credo sapesse anche che non poteva fidarsi di TUTTI e in qualche modo, io penso che abbia rivolto le sue preghiere a chi sapesse che avrebbe voluto proteggerlo.

“Tu hai sentito Jack che PREGAVA?” chiedeva Adam sconvolto.
“Pregava sì, ma non agli angeli in generale.” Disse Gabriel. “Ovviamente non potendo ancora parlare, non formulava delle vere e proprie parole, ma più una richiesta di aiuto, come una invocazione. All’inizio non capii perché non tutti gli angeli sembravano udire quel richiamo, mi resi conto che potevamo sentirlo solo io e Castiel, quindi mi chiesi perché!”
“Avevi capito che..” disse Adam.

“Che fosse il figlio di Lucifer? Che fosse mio nipote? No, come avrei potuto…soltanto quando venni a conoscenza di questa donna che si diceva, scappasse dai demoni, mi decisi a cercarla, avevo un dubbio..c’era una sola ragione per cui potevano volere una semplice umana. La cercai per proteggerla, ma…arrivai tardi. Morì in ospedale.”
Jack abbassò lo sguardo e Adam se lo strinse al petto.

“Quando vidi quel frugoletto pieno di capelli biondi, la mia rabbia per mio fratello scemò praticamente subito. All'inizio ero preoccupato perché mi chiedevo soprattutto se avesse generato il bambino quando possedeva il corpo di Sam o prima, con il precedente tramite."

Adam fece un gemito a bocca aperta. "C'era questa possibilità?" Chiese.

"Non ci avevi pensato vero? Beata ingenuità" sorrise. "Quando facendo un rapido calcolo, capii che Sam non era diventato padre a sua insaputa, fui più tranquillo. In questo modo non avrei avuto sensi di colpa, altrimenti sarei stato obbligato a dirlo a Sam e Dean. Lo presi con me, dicendo che ero il padre. Io il padre! Io che non ero mai stato zio e forse neanche fratello…crescere un figlio! All’inizio era divertente imparare, usare i pannolini, i biberon…la cosa che mi piaceva di più era il biberon, il LATTE, allattare un neonato era  un’esperienza quasi mistica! Jack era così tenero e bellissimo anche da bambino, che sembrava un cucciolo di volpe, o un agnellino. Mi ricordava quando nutrivo e allattavo gli agnellini, mai mi sentivo così fiero di me, come quando facevo questo e succedeva ai tempi di Betlemme! Ricordi che credevo di aver sepolto! “
Gabriel fece una pausa per asciugarsi gli occhi.

“ Non potevo portarlo in paradiso dagli angeli quindi lo tenevo in un appartamento in affitto, chiedendo aiuto a Castiel. Capii che c’era qualcosa che non andava, quando tornai a casa e trovai Castiel pensieroso sul divano, gli chiedi dov’era il pupo e mi mostrò dei disegni raffiguranti volpi e agnellini che bevevano da uno stagno di latte.
Bello. Non sapevo fossi un artista, gli dissi io piuttosto sorpreso e un po’ ironico.

Non li ho fatti io, ma LUI, disse Castiel. Potete immaginare la mia sorpresa quando vidi al posto di un neonato di pochi mesi, un pupo di già due anni che trafficava in un mare di fogli raffigurando la stessa cosa. Quando mi vide, mi porse i fogli. “
“Che gesto carino.” Disse Bobby.
Jack era nel più completo imbarazzo.
“Io non ricordo niente.” Ammise.

“Quando cominciò a compiere dieci anni, cominciai a comprargli lecca lella, ero triste per la lotta e conseguente prigionia di Lucifer che c’era stata da poco e lui pochi giorni dopo mi disegnò ritratti di pasticcerie e torte. Pensai che stava diventando goloso come il suo zietto.” Disse accarezzandogli i capelli. “Quindi cominciai a sfornargli una torta dopo l’altra e lui mi diceva: buonaaa, zio, diventeresti un cuoco fantastico. Fu allora che pensai che avesse captato ancora una volta i miei desideri più profondi, a dire la verità ero molto preoccupato, sia per questa sua caratteristica di leggere nel pensiero, sia per la sua crescita veloce, ma una volta compiuti i diciotto anni, sembrò arrestarsi sia la sua crescita allo stesso modo di come perse la sua telepatia. Conservava i ricordi delle mie torte e dei lecca lecca, quindi come regalo della maggiore età, abbiamo deciso di farci un regalo insieme: aprire questa pasticceria.”
“Ma tu non hai continuato a stare lì.” Chiese Adam.

“Già…quando è venuto Bobby, mi sono spaventato. Ho temuto che Sam e Dean avrebbero potuto venire a sapere di Jack, la questione della gabbia era ancora freschissima e temevo che mai avrebbero potuto perdonare Lucifer e di conseguenza mio nipote, ho avuto paura..poi dopo siamo stati risucchiati da…altre cose. Jack ha capito la situazione e ha detto che comunque aveva un gran desiderio di diventare autonomo e di imparare a conoscere il mondo, mi promise che sarebbe stato attento e mi avrebbe informato di ogni sua mossa. È stata dura lasciarlo andare, gli ho insegnato a sparare e a difendersi..non volevo che andasse via, impreparato, abbiamo scoperto anche da alcuni agguati dei demoni, che era in grado di mandarli all’inferno, senza uccidere il tramite. Ad oggi sono contento di quell’allenamento, ai tempi credevo fosse troppo per un ragazzino della sua età e invece gli ha permesso di aver salva la vita...se foste stati entrambi indifesi…non oso immaginare.”

“Sì, diciamo che nel tempo libero anche Sam e Dean hanno ritenuto che dovessi conoscere un minimo di arti marziali di difesa.” Disse Adam, grattandosi il capo.
“Ragazzi, che storia..non so se essere più sorpreso per come questi due ragazzi si sono conosciuti o per come tu e il ragazzo vi siete conosciuti o che questo ragazzino abbia dovuto soccorrere un angelo fatto e finito.”

“Non sono più un angelo, oramai.” Disse Gabriel scuotendo il capo.
Bobby e i due ragazzi si fissarono.
“Questo lo vedremo! Che ne dici di tornare tutti a casa di Adam ora? Dobbiamo fare una riunione di famiglia, mi sa." disse Bobby.






















Note dell'autrice:  Eccomi qua ragazzi...vi stupisco sempre di più vero ? Ahahah sappiate che invece io era da tantissimo tempo che volevo chiarire chi fosse quel ragazzino che compare in questa storia nel capitolo 3 xd Scommetto che avete pensato che fosse un aiutante a caso e che vi eravate già dimenticati di lui xd invece io non faccio mai niente a caso nelle mie storie LOL solo che non sono riuscita a incastrare il punto in cui si sarebbe chiarito che fosse stato Jack xd mi sono resa conto che forse nessuno di voi l'aveva capito e quindi ho dovuto inventarmi qualcosa per dirlo in un missing Moment e forse avrei potuto farglielo dire già nel momento in cui ha soccorso Gabriel, però la mia mania di fare tutto come se fosse un telefilm non mi ha fatto venire in mente che potevo già scriverlo con una frase in quel capitolo della storia principale xd ma forse è stato meglio così perché è stato bello dedicare un capitolo solo a questa cosa! Come potete vedere poi, ho cambiato il titolo! Mi piace tantissimo e non lo cambierò più! Xd magari qualcuno penserà che non ci azzecca niente ma ricordatevi che prima il titolo era "mio figlio sam'" e considerato che oramai questa non è più la storia di Bobby ma un po di tutti. .davvero mi sembrava un titolo inappropriato LOL

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Capitolo 12
*** Sole e Luna e i cuori danzanti ***


Sam e Dean erano arrivati a casa di Adam, di corsa. Erano stati informati al cellulare del problema di Gabriel, Castiel aveva chiesto a loro di stringersi tutti intorno a lui per un po’, aveva raccontato a loro anche di un angelo di cui Gabriel si prendeva cura, ma non aveva fornito loro i dettagli del perché, solo il fatto che era come un figlio per Gabriel ed era un po’ emarginato dagli altri angeli.

Quando arrivarono a casa di Adam, i due fratelli abbracciarono il loro fratellino.

“Come stai, Sam?” chiese Adam.
“Sono guarito.” Disse Sam con un grande sorriso. “Abbiamo scoperto che la mia più grande paura era LISA,  forse una qualche competizione inconscia che avevo ancora con lei.”

“Che stupido!” disse Adam abbracciandolo ancora.
“Concordo!” disse Dean. “È lui il ragazzo di cui ci ha parlato Gabriel?”
Adam si voltò verso Jack, che era seduto sul divano in soggiorno e teneva lo sguardo basso.

“Sì, ho parlato un po’ con lui, sapete, è un ragazzo simpatico.”
“Sembra un ragazzino.” Osservò Sam.

“Sì, beh, Castiel dice che non è abituato a interagire sulla Terra. È un po’ timido.”
“Però Gabriel si fida di lui abbastanza da averlo coinvolto con noi.” disse Dean.

“Sì.” Disse Adam, poi si chiuse in un silenzio definitivo.
“Andiamo a conoscerlo.” Disse Dean.
Quando si avvicinarono, il biondo cercò la mano del ragazzino.
“Piacere, sono Dean.”
“Oh…uhm..ehm..Jack.”

“Sono Sam, il fratello. Ci conosci?” chiese l’altro.
“Abbastanza.. sì, Gabriel mi ha raccontato.” Sorrise.
“Cas ci ha detto che ti sei preso cura di lui. Come hai fatto a trovarlo?” disse Sam.

“Sì, Gabriel ha chiesto il mio auto telepaticamente, è una cosa di angeli..non credo neanche l'abbia fatto in maniera consapevole, ho avvertito più come un richiamo e ho capito che aveva bisogno di aiuto..Gabriel ha fatto tanto per me e quando ho capito che era in pericolo sono subito accorso, quando l’ho trovato conciato così…io..non potevo lasciarlo da solo, mi sono spaventato molto. Mi dispiace di non avervi avvertiti, ma Gabriel ha sempre tenuto la bocca chiusa su quanto fosse successo, disse soltanto che aveva fatto un favore a un amico..”

Il cuore di Sam si sciolse in un soffio.

“Noi lo aiuteremo, promesso. Anche io considero Gabriel un amico, dopo tutto quello che ha fatto per me da quando sono uscito dalla gabbia…saprai quello che..”

“Sì, beh, non sono molto a mio agio a parlare degli angeli..cioè di quello che i miei fratelli hanno combinato con tutta quella cosa dell’apocalisse…scusatemi..e con scusatemi non intendo solo questo, chiedo scusa io anche a nome loro e vi RINGRAZIO.”

Qualche scintillio argenteo brillò negli occhi del nephilim e questo accigliò lo sguardo dei due fratelli.
“Che ne direste di cominciare a preparare la cena? Jack, vieni con me, così i miei fratelli possono vedere colui che ha permesso…insomma a Sam una certa cosa.” disse Adam in tono eloquente.
I fratelli si guardarono imbarazzati.

“Ehm, certo, non l’abbiamo ancora ringraziato.” Disse Sam.
 
Poco dopo Sam e Dean andarono da Gabriel che si trovava in una delle camere da letto a sistemare i letti.
“Te l’ha detto Castiel? Sono guarito.” Disse Sam.

“Sì, me l’ha detto, sono molto contento.” Disse Gabriel.
Sam e Gabriel si abbracciarono.
Dean tossì.

“Anche io volevo dirti grazie e dirti che uhhh quello che è successo tra noi, è tutto dimenticato.”
“Grazie Dean.” Disse Gabe, stringendogli la mano. “Anche se non sono sicuro di meritarlo. Vi ho tenuto nascosto di Jack.”

“Non dirlo neanche per scherzo, perché dovresti essere obbligato a dirci di tutte le tue amicizie? Poi, se Castiel non è geloso..se va bene a lui.." scherzò Dean.
"Già, avete ragione." disse Gabriel ridacchiando, poi distolse lo sguardo. Aveva combinato con Castiel di non dire nulla riguardo alla vera natura di Jack, ma i suoi sensi di colpa, a volte agivano da soli, chiedendo comunque un perdono immediato.

"Gabriel, dobbiamo parlare del tuo stato psicofisico.” disse Dean, fraintendendo il cambio umorale di Gabriel.
“Sì, lo faremo, ma non adesso. Quando starò meglio. Io…faccio un po’ fatica a mettere ordine nei pensieri ultimamente.” disse, lasciando la stanza.
Sam e Dean si guardarono, perplessi e preoccupati sia dall'esternazione che dal brusco congedo.
 



Più tardi, Sam, Dean e Castiel, andarono alla pasticceria di Gabriel per occuparsi di dargli una sistemata, far arieggiare un po' il locale e pulirlo, visto che Gabriel lo teneva chiuso da almeno due settimane, un'operazione che li tenne occupati fino a tarda serata, infatti ordinarono delle pizze e mangiarono lì. Quando poi tornarono a casa, trovarono la casa buia.
Balthazar stava dormendo nel divano letto in soggiorno insieme a Gabe, Crowley su un materasso nel pavimento, Sam e Dean andarono a guardare le altre stanze e una era occupata da Bobby e l’altra da JACK.”

“Oh, vorrai scherzare!!” disse Sam.

"Veramente! Un DEMONE che dorme a casa tua? Sbattilo subito fuori, Castiel!" disse Dean, allibito di trovare il demone in quella casa che dormiva beatamente su un materasso per terra.
“Mi sa che voi due dovrete dormire con Jack.” Disse Castiel.

“Cosa?? Stai scherzando, vero? Sbatti subito quella COSA fuori di qui!!” disse Dean.

“Non dormiremo nello stesso letto con un angelo che non conosciamo, che ha per giunta le sembianze di un ragazzino.” disse Sam.

"Sam, concentrati sul punto più importante della questione! Castiel, sei uscito di senno??"

“Beh, se io accetto senza fiatare che il mio compagno dorma con Balthazar, voi potete accettare Crowley qui, per quanto riguarda Crowley, Dean, non sarei così ostile se fossi in te! Mi ha aiutato a riportare qui Sam, ha restituito l'anima a Bobby e anche le gambe, mi sta aiutando con il purgatorio! Credo sia giunto il momento che lo accettiate tra voi.”
“E tu dove dormirai” chiese Dean, cercando una scappatoia da quella logica insormontabile.
“Sul dondolo fuori in giardino.”
Sam e Dean soffocarono una risatina.

“Che c’è? Mi piacciono le stelle. Ma se non soffrite di crisi di gelosia, Sam potrebbe dormire con Adam e Dean sul dondolo o in macchina.”
Sam e Dean si guardarono atterriti. Chiaramente nessuno di loro due aveva intenzione di dormire separati per la notte.
“Credo che mentre voi decidiate, io vado a prendere una coperta!”



Sam e Dean stavano ancora discutendo sui posti letto, quando Castiel, andato vicino al dondolo per adagiarvi una coperta pesante, li richiamò.
“Venite a vedere. È vostro questo libro?”
“Ricordo di averlo visto sfogliare da Adam, deve essere suo.” Disse Sam.

“Sembra carino..è un libro di favole. Magari vi concilia il sonno.” Disse Cas.
Dean stava per buttarglielo dietro, ma Sam lo fermò.
“Fammi vedere.” Disse.
 
Si misero sul dondolo, a sfogliarlo, stranamente Cas sembrava sparito, ma i fratelli non andarono a cercarlo.
Sam cominciò a leggere ad alta voce.



C’era una volta il Sole che illuminava il giorno e faceva splendere il cielo, riscaldando la terra, lui era tanto bello, quanto solo, gli mancava una compagna da amare.
Un giorno, si innamorò della bellissima Luna, luminosa e dalla pelle chiara, che illuminava le stelle, quando ogni notte tutte le altre luci si spegnevano.

Un giorno il Sole le chiese un appuntamento e vide delle macchie rossastre sulla sua pelle candida, era arrossita.
Luna decise quindi di scendere sulla Terra per vedere il bel Sole.

Cominciarono a uscire, facendo lunghe passeggiate romantiche presso i fiumi e i mari, il Sole si complimentava per quello che Luna riusciva a fare, illuminare la notte che spaventava tutti, essere un faro nella notte, rendere romantici gli specchi d’acqua, Luna invece era ammaliata dalla potenza del sole, di riscaldare anche le anime e i cuori più tormentati, poter asciugare il gelo dell’acqua e donare benessere e felicità negli esseri viventi, donare la vita e creare cose meravigliose come il crepuscolo, il tramonto, l’alba.

Sole sosteneva che le stelle erano innamorate di lei, Luna sosteneva che lui Sole, era l’essenziale, la Vita.

Nacque l’amore e Sole e Luna decisero di sposarsi e avere un loro nido d’amore nella terra che tutto può, una dimensione a cavallo tra il terreno e l’impossibile, presto ebbero dei figli e si chiamavano cuori danzanti, rappresentavano la vita che pulsa e fiorisce, l’innocenza e la gioventù, dei figli che sarebbero rimasti fanciulli in eterno, nella Terra che tutto può, la terra promessa, la Terra indimenticabile.


Sam e Dean si commossero, leggendo la storia. Andarono a letto cercando di non svegliare Jack, che era in mezzo al lettone, quindi non potevano dormire vicini ma non sembrava importante dopo aver letto quella favola. Non era importante ora che sentivano i loro cuori così vicini. Si addormentarono sognando di essere Luna e Sole – Sam era la luna e Dean il sole – Jack era il guardiano della Terra e aveva lunghi capelli celesti fino alla schiena e un viso da fanciullo.



La mattina dopo, il minore dei Winchester, aprì la porta della stanza, presumibilmente cercando i suoi fratelli e si trovò davanti una scena insolita. I suoi fratelli che abbracciavano Jack, in mezzo a loro mentre dormivano tutti e tre. Adam gridò.
“Non ci posso credere!” disse indignato, mentre loro tre si svegliavano insonnoliti.

"Adam? Perché stai gridando?" Chiese Dean.

“Aspetta, Adam, lascia che ti spieghiamo!” disse Sam, ma era troppo tardi. Adam aveva appena chiuso loro la porta in faccia.
“Credo sia arrabbiato, devo andare a parlargli.” Disse Jack.

“Siamo diventati dei molestatori? Voglio scomparire.” Disse Dean.

“Io voglio sprofondare nelle viscere della terra e non ritornare mai più! Dean, perché cazzo lo stavamo abbracciando??” disse Sam coprendosi da capo a piedi con il lenzuolo.
Dean si rivoltò a pancia in sopra.
“Mi sentivo così in pace. Ho fatto uno strano sogno.”
“Anch’io.”

“Dubito può essere più strano del mio.”
 
“Potresti sorprenderti.”
“Tu hai sognato di essere il sole?”
“Tu hai sognato di essere la luna?”
Si guardarono.
“Oddio!!”
 


“Adam, Adam, dove stai andando? Fermati!”
“Perché cazzo stavi lì in camera con i miei fratelli?” Adam si sforzava di mantenere la voce bassa, per non svegliare gli altri, ma era difficile.
“Io..io non lo so. Mi sono svegliato così.”
Adam era sconcertato.
“Senti, probabilmente non hanno trovato altri posti letto.”
“Si sono presi comunque troppa confidenza!”
Jack lo fissò.

“Io non sono scontento di questo.”
“Cosa?”

“Sì, voglio dire..non li conosco, ma è stato bello svegliarsi cullato da due braccia che ti stringono con affetto, sai? I peluche non possono farlo. Senti, sono sicuro che non avevano cattive attenzioni. “

“Se lo chiedevi a me, potevo farlo io."

"Puoi ripetere??"

"Oh, dimentica quello che ho detto.”

“Davvero lo faresti?”
“No! Cioè…se non ti da fastidio.”
 
 
 
*
 
 
Jack si era assentato in bagno per farsi una doccia e Sam e Dean ne avevano approfittato per andare in giardino dove trovarono un Adam solitario e pensieroso, seduto sui gradini dell'ingresso.  
 
“Adam, ascolta, quello che hai visto..non è quello che pensavi.” cominciò Dean.

"Non ci siamo accorti di abbracciare Jack nel sonno!" disse Sam.

“Avete rischiato che dicessi qualcosa di molto compromettente preso dall’ira.” bofonchiò lui.
“Tipo cosa?” chiese Dean.
“Tipo: non vi bastate voi due, ora ne volete un altro?” disse cercando di smorzare un sorrisetto.

Sam si voltò verso Dean mettendo le braccia conserte.
“ Hai capito lo stronzetto che bel cappottino che voleva farci!! Tu cosa avresti fatto Dean?”

“Credo sarei stato indeciso se uccidere mio fratello, oppure fargli un applauso.”
 
All'improvviso fece capolino Bobby.

"Se avete finito con la soap opera domestica, sì, perchè malgrado i tentativi di vostro fratello di essere il più discreto possibile su eventuali bisticci mattutini riguardo i posti letti, era difficile non sentire il rumore di porte sbattute, volevo informarvi che la colazione è PRONTA e che questa è la prima e ultima volta che faccio da massaia!"



*
 
In cucina, mentre Jack faceva colazione, Sam e Dean cercavano bizzarramente di giustificarsi.
“Non sappiamo come scusarci. Vedi, solitamente noi dormiamo insieme abbracciati.” disse Dean.
“Dean!!” lo rimproverò Sam.
“Cosa?” disse Dean fischiettando.

Jack sorrise mentre mescolava lo zucchero nella sua tazza di latte.  
 
“Non preoccupatevi, è tutto a posto.”
 
Una volta spezzato il ghiaccio riuscirono anche a passare un bel pomeriggio giocando alla playstation assieme ad Adam e Jack, quando a pranzo Castiel mise di nuovo in allarme il gruppo, enunciando:

“Credo sia arrivato il momento di raccontarvi la vera natura di Jack. Non è solo un angelo, è…un nephilim! La verità è che c’è un motivo se mi sta tanto a cuore, è mio nipote…è il figlio di un angelo caduto. Mio fratello Lucifer."
 
Tutto il gruppo rimase così spiazzato da non sapere che dire inizialmente.
“Lucifer ha un figlio??” fu Bobby il primo a parlare. “Ma se è stato nella gabbia!”
 
“Lucifer ha avuto un rapporto con una donna, DOPO che è uscito. Per un periodo. Questa donna è rimasta incinta.”

“Aspetta un secondo! Di che tramite stiamo parlando?? Perché Lucifer ha posseduto me e io non ricordo che Lucifer si sia mai intrattenuto con una donna..quando possedeva me.”
 
“Interessante quesito.” Disse Dean.
“Lucifer ha avuto la relazione con la mamma di Jack, quando possedeva il tramite di Nick.”

Tutti sollevarono un sospiro di sollievo.
Gabriel a quel punto raccontò lo stesso racconto che aveva già raccontato a casa di Bobby.
Sam e Dean non riuscirono a parlare, ma fu Jack il primo a scusarsi, e a scappare in cortile.
“Sam, Dean, credo dobbiamo parlare.” Disse Gabriel.
 
 
 

Gabe, Cas, Dean e Sam si trovavano nel cortile della casa, Adam a poca distanza, stava sul dondolo con aria depressa.
“Lo so, adesso siete arrabbiati con me per non avervelo detto..” disse Gabe.
 
“Arrabbiati è un eufemismo, Gabe, il figlio di Lucifer! Come puoi avercelo tenuto nascosto!!” disse Dean.

"Temevo le vostre reazioni, Sam era da poco uscito dalla gabbia."

"Va bene, ma almeno tu Cas, avresti potuto dircelo, quando stavamo tornando a casa! Ormai è passato abbastanza tempo! Possiamo capire l'inizio, ma DOPO..." disse Sam.

“Io l’ho fatto in buona fede, sia prima che quando vi ho chiamati per tornare qui.. volevo che non foste influenzati da nessun fatto esterno o pregiudizio.”
 
“Noi non l’avremmo giudicato!” disse Sam.

“Voi dite così, ma io sono sicuro che l’avreste fatto. Sentite…stanotte vi ho visti…abbracciati a lui mentre dormivate.”
Sam e Dean avvamparono.
“Non ci siamo accorti di averlo fatto!” disse Sam.
“Tu ci hai costretti a dormire con quel ragazzino! Come hai potuto, Cas? è stato davvero..inquietante, probabilmente l'abbiamo spaventato a morte!”
 
“Voi non capite.” Insistette Castiel. “Jack non è un ragazzino qualunque…è il figlio di Lucifer, che veniva anche chiamato come Stella del mattino e sapete perché si chiamava così? Perché illuminava tutto attorno a lui, era splendente, esattamente come il Sole. Era un angelo gentile e suo figlio…è come lui e forse meglio.”
Si voltarono a guardarlo.
 
“Spesso la razionalità porta gli esseri umani a giudicare le persone in base alla logica piuttosto che dare retta a come loro li fanno SENTIRE! Avete mai letto il piccolo principe? Esso disse riferito al suo fiore: "Non ho saputo capire niente allora! Avrei dovuto giudicarlo dagli atti, non dalle parole. Mi profumava e mi illuminava. Non avrei mai dovuto venirmene via. Sono sicuro che non conoscendolo, avete provato una sensazione di calore e di affetto solo standogli vicino, ho ragione? Avete provato una fiducia a pelle, perchè avete sentito che è BUONO, una cosa che forse non sarebbe successa se aveste saputo da subito di chi è figlio davvero, i pregiudizi ve l'avrebbero impedito e vi avrebbero impedito di giudicarlo solo per quello che era, è come pensavo. Senza sapere chi era davvero, avete provato benessere standogli vicino e una tenerezza che..”
“Il suo libro di favole ci ha influenzati. Non avremmo dovuto leggerlo prima di addormentarci.” Disse Dean, interrompendolo.

“Voi sapevate che potevate fidarvi di lui. Sapevate che non è cattivo. Adesso scusatemi, vado da lui.” disse Gabriel.
 
Dean guardò Gabriel allontanarsi poi sbottò: “Questa non è una buona ragione per costringerci nella stessa stanza, Castiel, cazzo, mi sono sentito come u…un molestatore di ragazzini!” disse Dean.
 
“La malizia è nell’occhio di chi guarda, quel ragazzo ha un grande bisogno d’amore e più possiamo dargliene e meglio è. Ha perso una madre, sarebbe bello che conquistasse una famiglia e non dico che sarebbe bello solo per lui. Eravate belli, abbracciati insieme, sembrava come foste un altro fratellino Winchester per voi, anche se penso che Adam non lo veda in quel modo.”
 
“Che cosa intendi dire con questo? ehi, Castiel, dove vai? Razza di pennuto, lui e le sue allusioni”
“Dean…”
“Mmm..“

“Mi fa tenerezza quel ragazzino. Sento di volerlo proteggere.”
Dean cercò di trovare le parole.
“Mi odio perché lo sto ammettendo, ma..anch’io!”
Si sorrisero.
“Andiamo da lui.”
 
 






















Note dell'autrice: ciaoooo ragazzi. Mamma mia, sono molto emozionata xd non so cosa vi aspettavate per l'incontro tra i bross e Jack, ma mai al mondo avrei costruito qualcosa di banale o già visto xd piuttosto non l'avrei scritto xd l'idea dei bross abbracciati a Jack...mi sono innamorata subito di questa idea ma la cosa un po' mi bloccava, proprio per gli stessi motivi che hanno esternato sam e Dean. Non mi sembrava molto giusto nei confronti di Jack, ma ho voluto lasciare che l'AMORE prevalesse su tutto, anche sulle malignità! Non c'è niente di male in un abbraccio giusto? Spero vi sia piaciuta anche la scenata di gelosia di Adam ahahh vi lascio inoltre con questa immagine STUPENDA:

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Capitolo 13
*** Sam e Dean parlano dei sogni di Sam quando era connesso con Gabriel ***


Mentre Sam e Dean tornavano indietro, perchè richiamati da Castiel, per aiutare Gabriel che a quanto pareva, stava male, Sam aveva raccontato a Dean dei sogni che ha fatto grazie alla connessione con Gabriel, con grande sconcerto di Dean

“Aspetta, aspetta, aspetta, Cain e Abel, cosa?”
Sam sorrise.

“Sì, si amavano, hai capito bene.”

“Ma…Cain ha ucciso Abel!”

“Gabe dice che il morso della mela sacra lo ha salvato, ha salvato entrambi ma che questa storia ha scatenato l'ira di Dio e non dovesse essere raccontata.”
“È pazzesco. Porta un’onta da millenni per un crimine che non ha commesso.”
“In teoria l’ha commesso, quasi..e poi è tornato indietro. Dean, ma che fai?”

Dean aveva spento la macchina, poi si era spinto verso di lui e l’aveva baciato.

Sam aveva ricambiato a occhi chiusi e con espressione sognante.
“Dean, perchè?”
“Perchè non sono mai stato così tanto orgoglioso di discendere da loro, e sai una cosa che non ti ho mai detto ma di cui mi accorgo di essere convinto ogni giorno di più? Sono orgoglioso di NOI.”

Sam lo guardò con gli occhi che brillavano, lucidi di commozione e felicità.

“Sono orgoglioso di noi, anche io, così tanto, Dean.”
Sam continuò a baciarlo, stringendogli le braccia al collo.
 


*

Sam e Dean si stavano coccolando e baciando nella stanza degli ospiti, a casa di Adam e Sam.


Il biondo era molto divertito da tutto questo.
“Chissà come deve essere stato vedere Gabriel da un punto di vista diverso dal solito.” Disse.
“Insolito…strano..curioso.” disse Sam baciandolo ancora.

“Perché quando Gabe ti ha raccontato la storiella degli esseri con quattro braccia e gambe e due teste, non hai risposto a Gabriel che la TUA ANIMA GEMELLA l’hai già trovata?”

“Dean! Smettila di essere così tanto vanesio.” Disse Sam, adagiando la testa sulle sue gambe. “Ero troppo assorbito da tutto per essere egocentrico.”

“Egocentrici?? Ci hanno sempre detto che il nostro destino stava nella maledizione di Cain e Abel e ora scopriamo che si amavano! Ora sì che tutti i pezzi del puzzle cominciano ad avere un senso.”
“Già…”
Sam lo baciò.

“Povero Cain. Ha dovuto portare l’infamia di un’onta vergognosa che non ha mai commesso. Io sarei impazzito.” disse Dean. "Anche se in un certo senso, quando gli angeli mi dissero che avrei dovuto ucciderti, ho rischiato di impazzire davvero."
“Ma lo sei. Non sei pazzo di me?” disse Sam languido.
“Oh, hai ragione.”

Dean gli diede un altro bacio più sentito e passionale, accarezzandolo dolcemente con le dita sul viso.
“Mi piacerebbe conoscerlo. Dici che lui e Abel sono ancora vivi? Chissà se un giorno li conosceremo.” disse Sam.
“Mio amato fratello, io credo che vorranno essere lasciati stare, però ho imparato che ormai tutto è possibile a questo mondo, piuttosto, hai detto che Gabriel ti ha confermato che esisteva un terzo fratello?”
“Sì…me l’ha detto quando siamo tornati qui.” disse Sam.
 
 
“Quello che vostro fratello ha fatto per mio nipote, mi ha fatto ricordare che esisteva un terzo fratello , SETH, quasi dimenticato dalla storia della creazione, poverino, nessuno ne fa mai cenno, un po’ come Adam, vostro fratello, entrambi rimasti sullo sfondo per lungo tempo. Non noti delle similitudini?


"Sono certo che non intendeva offenderci, ma un po' mi sono offeso. Non è mica colpa nostra se nostro fratello esisteva e noi non ne eravamo a conoscenza, poi è morto, poi Zaccaria gli ha teso una trappola, infine è stato preso da Michael, poi..."

"Dean..." lo fermò Sam dolcemente. "Non volevamo che andasse così, ma è palese che non siamo riusciti a impedire che soffrisse tantissimo, anche se poi abbiamo rimediato, cercando di donargli tutto l'affetto che meritasse, per ripagare la sofferenza che ha subito, questo non cancella il fatto che non siamo riusciti a salvarlo prima."

Dean deglutì. "Hai ragione."

“Gabriel mi disse che Seth era un fanciullo buono, che stava in disparte, timido, non osava mettersi in luce come gli altri due, nonostante voleva bene loro e sapeva di essere ricambiato, temeva di non essere importante come loro, quasi come fosse un anatroccolo nero in un campo di cigni, non era consapevole di valere, eppure era molto bello, ed era amato da loro, anche se non allo stesso modo di come si amassero loro due a vicenda. Ti ricorda qualcosa?”

“Mi piace il nome SETH e voglio bene a nostro fratello.” Disse Dean semplicemente. "Viva il legame fraterno." disse Sam sorridendo. Entrambi erano stanchi di parlare di quella storia, quindi chiusero l'argomento, riprendendo a baciarsi.
 






















Note dell'autrice:  ciao ragazzi! Devo ammettere che sono andata contro alla mia pigrizia per pubblicare questo capitolo! Considerato che non vedo l'ora di finire questi missing moments, metterne uno che non avevo previsto, mi demoralizzava ma ho voluto farlo COMUNQUE, perchè ho sempre odiato quando Sam e Dean in spn non parlavano delle cose, esempi: Dean e Sam nell'universo creato da Zaccaria dove lavoravano in un ufficio, Dean nel futuro apocalittico, il mistery spot ecc ecc e sono solo alcuni esempi!! Sam ha visto delle cose importanti nei sogni e se non avessi scritto che ne parlava con dean, mi sarebbe se,brata una grande pecca. Perdonate il capitolo striminzito

Inoltre se ci fate caso si parla anche dell'esistenza di un TERZO FRATELLO, ovvero Seth, grazie a Teamfreewill, ne sono venuta a conoscenza anche se la sua nascita è avvota nelò mistero xd c'è chi dice che è nato come sostituto di Abel addirittura, io ho preferito immaginare che ci fosse già, visto che non vengono date spiegazioni esaurienti.

Questo capitolo che ho postato accade dopo il: Cap 57  Cos'ha Gabriel? della storia il Salto quantico

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Capitolo 14
*** Gabriel e il Mistery Spot ***


“Ecco vedete, la particolarità di movimento, di velocità, state bene attenti, lo notate?

“Cosa?” chiesero Sam e Dean in coro.

“La velocità della luce. Aspettate.”
Con una mano, Gabriel fece qualcosa ai loro occhi che scintillarono di azzurro.
“Ora guardate!”

Sam e Dean tornarono a guardare la macchina con Sam dentro, avanzare.
Notarono la luce in effetti, ma era IMMOBILE.
“Non sembra muoversi.”

“Esatto. Esatto. Non si muove per niente, perchè non era reale! Un universo non vivo e quindi con un tempo anch’esso finto.”
“Mi viene in mente una frase di un libro che lessi: chi vede, non vede niente.” Disse Sam.
“Il solito secchione il mio fratellino.” Disse Dean ma era compiaciuto.

Gabriel con un cenno della mano, li fece ritrovare a Sam che pranzava da solo in un motel.
“Posso accelerare fino ad arrivare alla fine se questo è troppo penoso.”

“E dover vedere la persona che più amo al mondo, uccidere un’altra persona che amo tantissimo? No, anche le illusioni, fanno soffrire. Non è giusto per me, per Sam e neanche per TE.”
Gabriel lo fissò.
“Dunque hai compassione di me, alla fine?”

“Ti perdono, che è molto diverso da aver compassione di te.”
Gabriel annuì e stava per far tornare tutti al presente, ma Sam lo fermò.
“Gabriel, aspetta!”
Gabriel lo fissò perplesso, Sam prese per un braccio Dean e lo trascinò con sé, coinvolgendolo in un abbraccio a tre.
 
Seguirono secondi molto emozionanti in cui i cuori di tutti e tre si sciolsero.
"Un'altra cosa che non vi ho detto del TEMPO: quando sei felice, il tempo sembra scorrere molto più VELOCE, come attraversare centinaia di ere in un ATTIMO." dopo quella frase detta con solennità e dolcezza, Gabriel fece uno schiocco dii dita e si ritrovarono nella pasticceria di Gabriel.

“Non avrei mai potuto manipolare il tempo, come aveva cercato di fare Balthazar! Sarebbe stato troppo grave. Ho semplicemente portato Sam in una dimensione che non esisteva, dove lui solo CREDEVA di aver trascorso sei mesi senza di te, invece furono solo poche ORE, mentre tu rimanevi addormentato dopo la tua ultima morte. Vi ho sospesi entrambi , volevo darvi una lezione, ero angosciato, ero ferito, ero…non so neanche io cosa mi era preso e quale oscurità era scesa su di me, vorrei poter dire che l’ho fatto per impedirvi di combattere i miei fratelli, ma sono stufo di trovare giustificazioni, non facciamo altro che trovare assoluzioni per la nostra oscurità, come se la colpa fosse sempre degli altri, nella speranza disperata di essere perdonati anche quando non sarebbe diritto chiederlo.”

“Ed è proprio questa la differenza tra chi lo merita davvero e chi no.” disse Dean.
Arcangelo e umano si strinsero la mano e Sam Winchester si chiese se questo fosse l’ultimo spettacolo meraviglioso che il destino gli concedesse di assistere o gli avrebbe riservato altre stupende sorprese.






















Note dell'autrice: ragazzi sono molto felice ed emozionata!! FINALMENTE un capitolo cotto e mangiato, che non mi ha dato ALCUN PROBLEMA xd non c'è stato bisogno di spiegazioni prolisse e lunghissime, non ho avuto bisogno di modificare nulla, è cotto e mangiato così come lo vedete xd e sinceramente non riesco a credere che dopo averci perso il sonno a pensare come strutturarlo, sia stato infine così facile xd se ricordate bene, Dean disse che non voleva sapere cosa fosse successo, beh, qui non lo dico, ma è implicito che ne abbiano parlato e Gabe sia riuscito a convincerlo a togliersi tutti di dosso questa pietra xd
BENE! Non ho altro da dire, solo che il libro di cui accenna Sam, è Per Sempre - Susanna Tamaro

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Capitolo 15
*** l'appuntamento dolcissimo fra Castiel e Gabriel ***


“Un bosco! Come nei perfetti clichè dei film d’amore.” Disse Gabriel, ma il suo tono fintamente sarcastico, non ingannava l’angelo.
“Mi sembri compiaciuto.” Disse infatti.

“Io? Niente affatto? Mi lascio stupire da queste cose, secondo te?”
“Allora perché sorridi?”
“Oh, andiamo, Cassie. Sorrido perché sono un essere SORRIDENTE.”

“C’è un’altra cosa che io vorrei che tu vedessi.” Disse Castiel.
Camminarono ancora un po’ fino ad arrivare a un tappeto di liane che copriva il passaggio. Castiel le spostò e la bocca di Gabriel formò una O perfetta.

Uno stormo di lucciole volava nel bosco in mezzo a quel verde mischiato nel nero della notte, facendo quasi da cornice a un paesaggio fatato.
“Ti piacciono?”
Gabriel non rispose.
“Ed eccolo qui. Lo stupore genuino che non si può simulare.”
“Come hai fatto?” chiese l’altro.

“Siamo angeli, è più semplice di quello che credi, siamo in armonia e diamo armonia agli esseri viventi. Se lo vogliamo, solo avvicinandoci, possiamo dare delizia o sofferenza.”
Gabriel alzò la mano come per toccarle.
“È meraviglioso. Oh…” disse ancora, notando un tavolo apparecchiato per due con delle candele, in centro alla radura.
Castiel rise.
“La nostra cena.”
“Una torta.”

“Sì, beh, all’inizio volevo fare qualcosa di romantico, ma poi ho pensato..”

“HAI FATTO BENISSIMO!” urlò Gabriel e poi cominciò a mangiare .
Alzò poi la testa a guardare l’angelo che sorrideva.

“Ehm, scusa, mangia anche tu.”
“Mi piace guardarti.”

Ebbe l’impressione che Gabriel diventò un po’ timido, inizialmente, poi stranamente e contrariamente a quanto pensava, l’arcangelo andò da lui con una fetta in mano e si mise in braccio.
“Gabe, che fai..”
“Mangia. “

Castiel assaggiò la torta dalle mani dell’arcangelo e poi l’arcangelo lo baciò.
“Mi piace questo bacio al sapore di cioccolato.” Disse l’arcangelo.
“Devi scusarmi. Non sono un maestro degli appuntamenti.”
“Ehi, questo..non lo scambierei con nessun appuntamento redatto dal manuale del perfetto appuntamento.. è perfetto.”

Si baciarono ancora, poi si abbracciarono, stretti. Castiel pensò di aver capito un punto fondamentale. La perfezione in un appuntamento non emozionava, era l'EMOZIONE a far emozionare, nonostante la scenografia. Gabriel adorava gli animali, si era emozionato per le lucciole e per una semplice torta, perchè andava pazzo per i dolci. Spesso gli esseri umani fallivano nelle sorprese e nei regali con i loro cari, perchè ragionavano su cosa secondo LORO fosse una sorpresa favolosa, non tenendo conto dei gusti e dei sentimenti delle persone che amavano. Uscire da sè stessi, era questo il segreto, ma non in molti lo capivano.
“Ho sofferto…quando ho pensato che tu fossi morto.”

L’espressione di Gabriel si corrucciò in un ricordo doloroso.
“Promettimi che mai, mai, mai, mai più, farai qualcosa del genere.”
“Io non ho fatto niente.”
“Sì, invece…”
 
 
“Castiel, Castiel dove sei?”
“Gabriel?”

“Castiel, sono io, hai saputo dello scontro con Lucifer?”
“Dove sei? Sei vivo?”
“Sì, sono vivo. Castiel, cosa succede? Perché avverto la tua grazia così DEBOLE?”
“Dimmi dove sei.”

Gabriel gli diede l’indirizzo di una stradina e Castiel si materializzò lì.

Quando lo vide, malgrado era notte, Gabriel si spaventò moltissimo.
Castiel aveva delle occhiaie profonde, un velo di aurea nera sembrava avvolgerlo.

“No, Castiel, che cosa ti è successo?”
“Sei vivo, allora.”
“Castiel.”
“Sei vivo!”
Gabriel lo trascinò su una panchina.

“Parlami, ehi, Castiel, dimmi che ti è successo? Chi è stato a ridurti così?”
“Tu.”
Gabriel lo fissò attonito.
“Cosa?”

“Credevo fossi morto, non l’ho presa tanto bene come puoi vedere.” disse con un sorriso mesto.

“No…no..stai mentendo..è..è un trucco.”
“Sei tu il re dei trucchi e degli inganni.”
Poggiò la testa sulla sua spalla.

“Io credevo…credevo di non contare niente per te. Credevo non ti importasse NIENTE di me.” gli disse accarezzandogli la testa. “Perdonami, perdonami, Castiel.”
Lo strinse forte a sé, e la sua grazia lo circondò di azzurro, guarendogli le ferite che erano perlopiù interne.

Una lacrima cadde sul suo volto.

“Non pensavo che un angelo potesse far piangere un trickster.” Osservò Castiel sorridendo.
 


“Non te l’ho mai detto, ma porto con cura, con me, quel ricordo…perché è il giorno che ho realizzato di amarti.” Disse Gabriel.
“Mi fa piacere che scopri di amarmi durante il culmine della mia sofferenza.”

“Piantala.” Disse Gabriel. “La colpa è solo tua. Non ti ho detto di piangermi fino a consumarti.”
“Ma io non potevo evitarlo. A quanto pare è una cosa di noi angeli. Il nostro cuore può soffrire fino quasi a morirne, per la perdita di qualcuno a cui tieni molto.”
Gabriel rabbrividì.
“Ma non sei morto, non saresti morto, non è vero?”

“I Winchester mi hanno tenuto in vita, con il loro pensiero, avendo bisogno di me, fino a che ero nelle loro preghiere e nel loro bisogno, questo bastava a tenermi in vita.”
“Fino a qualche tempo fa, mi sarei sentito tronfio di sapere che esisteva qualcuno di tanto pazzo da addirittura morire PER ME…invece adesso..tremo di paura. Non farlo MAI Più.” disse Gabriel stringendosi a lui.

“Perché? Amare in questo modo, mi rende FORTE. Non voglio rinunciarvi.”

“Ahhh quindi vorresti amare qualcun altro così? Me lo segnerò.”

Risero entrambi, poi si alzarono entrambi, Castiel si allontanò fino ad arrivare a un sipario lunghissimo rosso che sembrava coprire qualcosa, legato a due alberi dalle due estremità.

“C’è un’altra cosa che vorrei farti vedere.”

"Mi hai portato anche al CINEMA, wow, hai fatto le cose in grande."
Castiel aprì il sipario snodando la cordicella, che rivelò un maxischermo.
“Cas, che cosa diavolo..” disse Gabriel sconvolto.
“Schhh, guarda.”

Gabriel guardò a bocca aperta un paesaggio variopinto di bellissimi colori, poi uno stuolo di angeli con delle lunghe tuniche bianche ornate da cordicella d'oro, calare le loro ali e atterrare tutti sulla Terra.
Un tripudio di ali, di bianco, di luci.

Dio li faceva inginocchiare e faceva promettere loro qualcosa:
“Promettete amore eterno, fra di voi e nei confronti di tutte le vite, promettete di sommergere tutta questa TERRA con il vostro amore?”
“Lo promettiamo, Padre.”
“Allora, andate, rendetemi orgoglioso.”

Gabriel vide Raphael, davanti a un angelo, Samandriel, tendergli la mano. Vide altri due angeli abbracciarsi, vide Lucifer posare le labbra su un girasole gigante e sorridere al sole.
“Non posso guardare…è troppo!”

“Guarda, sta arrivando il bello.” Disse Castiel, togliendogli le mani da davanti gli occhi.
Gabriel faceva alzare un angelo da per terra e cercava di spronarlo a fare un volo sopra la Terra, ma Castiel sembrava non volerne sapere.
Poi inaspettatamente si aggrappò a lui sulla sua schiena.
Gabriel lo fece cadere per dispetto.
“Lo avevo dimenticato.” Rise Gabriel.

Castiel sembrò però adombrarsi, andando via, ma Gabriel lo afferrò per la tunica e lo fece planare insieme a lui.


“Guarda, Lucifer, non è bello l’amore fraterno?” chiedeva Michael.
“Bellissimo. Siamo i più belli in fondo.”
“Faremo qualsiasi cosa per restare sempre uniti.” Disse Raphael.
 


Il filmato si interruppe. Gabriel era un fiume di lacrime, ma non era l'unico a essere rimasto sconvolto, anche Castiel aveva le lacrime agli occhi. Dopo tantissimo tempo, rivedere il giorno di quando erano scesi sulla terra, così pieni di sogni e di speranza, era....sconvolgente. Avevano la pelle d'oca.

“Ma come hai fatto?” gli chiese l’arcangelo.

“Nostro padre è rimasto così abbagliato da quello che è successo con Lucifer, che ha deciso di farci un regalo. Regalarci questo momento, questo ricordo. Non è stato semplice recuperarlo, quindi ci ha chiesto di non chiedergli di più.” disse Castiel accarezzandogli con le dita il naso.

“Sempre uguale nostro padre! Fa un favore una volta ogni millennio e sembra che ci ha regalato il Mondo.”
Risero entrambi per quella battuta.
“Sempre meglio dei fratelli che negano qualcosa a altri fratelli.”
“Che intendi?”

Castiel fece schioccare le dita e si ritrovarono immersi dalla neve e in pieno giorno.



Castiel!!! Cosa diavolo!!! Dove..dove siamo?” chiese Gabriel guardandosi intorno.
“Non ti ricorda niente?”
Gabriel si guardò intorno.

“Hai idea di quanti millenni abbiamo visto nascere, Cast…ma che fai??” gli chiese perché Castiel gli aveva fermato il braccio per impedirgli di alzarsi.
“Non alzarti, ti prego.”
Quella supplica scatenò qualcosa a Gabriel, non era paura, né inquietudine ma una strana sensazione come quella…
Di un ricordo.

“Questo posto..vuol dire qualcosa, vero? Qualcosa di importante.”
“Non lo so, dimmelo tu.”
“Castiel!”
Castiel sospirò e si fece più vicino, con le gambe, abbracciando quelle dell’altro.

“Tanto tempo fa, eravamo in Russia ….”
Gabriel ora sentiva i brividi anche dentro il suo cuore.
“La principessa Anastasia…
“Eravamo in missione, incaricati di scoprire se avevano finalmente trovato la vera principessa.”
Gabriel guardò la neve.
“Questa neve…”
“Tu avevi proposto di giocare..qui..proprio QUI..”

“A fare gli angeli sulla neve. Con le nostre ali.” Disse Gabriel.
Cas annuì.

“Me lo chiedesti a me, non capii perché proprio a me, forse perché sapevi che ero il fratello che con più probabilità ti avrebbe detto di sì.”

“Non ti sei mai vergognato di metterti in ridicolo.”
“Eppure quel giorno ti dissi di no. Ero stanco, ero stressato e sapevo già che era una missione INUTILE, non avevo voglia di…giocare. Tu mi rispondesti che non faceva nulla, che mi stavi soltanto prendendo in giro.”

Gabriel giocherellò con la mano sulla neve.

“Non capivo allora che tu ti rifugiavi davanti alla presa in giro quando ti fidavi di qualcuno e non volevi lasciarlo a vedere. E io quel giorno ti avevo…deluso.
Gabriel fermò la mano.

“Lascia stare, non ha più importanza, non ci pensavo più.”
“Non ha mai smesso di tormentare me, però e poi sai, penso tu avessi ragione.”
“CASTIEL, SEI PAZZO??”
Castiel si era sbottonato la camicia e con la schiena nuda si era poggiato sulla neve.

“Sono un ANGELO.” Rispose Castiel in tono solenne. “Troppo tempo passato con gli umani, ci hanno reso deboli, abbiamo dimenticato cosa siamo davvero. Il nostro corpo non teme il freddo e il clima. Siamo ANGELI.”

Gabriel cominciò a lacrimare, si tolse la camicia quasi strappandosela, si sdraiò al suo fianco, sospirando.
“Insegnami a fare ora quello che volevi fare allora.”
Gabriel rise, poi smosse le braccia.

“Sì, così, sei bravissimo, sì, bravo.”

Alla quarta volta si aprirono spontaneamente anche le loro ali.

Non erano state chiamate da loro, era stato qualcosa di involontario e i due angeli sapevano che una cosa simile era successa sull'onda di una grande emozione, non un'emozione LORO.

Castiel sorrise e andò vicino alle sue labbra.
“Credo che le nostre ali siano felici, forse ci amano?”
“Io amo TE.”
Castiel sorrise e lo baciò.
Poco dopo arrivarono i fiocchi di neve a scendere su di loro.
“Nevicava allora, ma non è una buona ragione per non lasciarci in pace ORA.” Disse Castiel.

“Angelo brontolone, a quel tempo non hanno potuto farlo, lascia che ci omaggino ORA.” disse Gabriel sorridendo.

Ripresero  a baciarsi sdraiati nella neve, accarezzati dai fiocchi di neve che scendevano giù.
 
 




















Note dell'autrice:  Eccomi qui , anche per questo capitolo temevo proprio di non farcela xd Non volevo scrivere qualcosa di banale e devo dire che sono proprio soddisfatta di questo capitolo ..mi ha emozionato veramente tanto <3 soprattutto per il flashback che si potrebbe adattare benissimo anche per una bromance e quindi mi è sembrato plausibilissimo anche se ci fosse stato in una scena di Supernatural!! li ho trovati molto ic, ho adorato scrivere il ricordo di quando sono scesi sulla Terra e poi per la scena della neve <33 il cartone animato di Anastasia l'ho adorato e io trovo plausibile anche che gli angeli con tutte le missioni che avranno avuto ci possa essere stato anche questa...queste tre scene mi sono piaciute veramente tanto ma un po' tutto il capitolo e ultimamente devo dire che sto riacquistando un po' quella leggerezza che tanto mi mancava!! Spero davvero di continuare così ! ultima cosa : il loro primo appuntamento si svolge dopo che Sam torna dalla gabbia insieme ad Adam! non viene precisamente detto quando però insomma in quel periodo :)  

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Capitolo 16
*** Gabriel e il suo dialogo con Dio ***


Dio stava cercando ormai da anni di trovare una spiegazione al perché la razza umana avesse un così complicato rapporto con l’AMORE e che cosa c’era di sbagliato in esso.

Si era chiuso da solo nel suo studio, si disse, per risolvere questo dilemma, ma nessuno aveva mai capito che cosa avesse scoperto.

Interrogato dai suoi stessi angeli, Dio aveva negato di aver trovato qualcosa e aveva dichiarato chiusa la ricerca, chiedendo che non ne venisse più discusso.

Gli angeli erano ben a conoscenza del suo piccolo problemino con l’IRA e non avevano voluto insistere più.
Quando ormai sembrava che non se ne sarebbe più parlato, Gabriel, andato nel suo studio per parlargli di una missione affidata loro, inciampò in un manoscritto sotto la sua scrivania che era arrotolato lungamente.

“Non dovrei impicciarmi..non dovrei…non dovrei..”

Invece lo aprì e rimase esterrefatto nel notare un lungo schema grafico ricco di simboli, analogie, frecce che si incontravano e altre che andavano in direzioni opposte. Per qualche ragione, quelle due frecce che prendevano direzioni diverse, lo intristì.

Proseguendo a guardare il grafico era indubbio che loro padre aveva mentito e che lo studio sull’AMORE era molto preso sul serio da parte sua e anche con una certa rabbia e accanimento considerato con quanta foga era stato riempito quel grafico. Una foga che lasciava suggerire che non fosse neanche l’UNICO grafico che aveva redatto.

“La curiosità è un male quando si trasforma in ossessione e Lucifer lo sapeva bene.”

Quella voce lo raggelò, tanto che lasciò scivolare dalle mani la pergamena, per lo spavento.
All’istante la luce dello studio si fece BIANCA, lo studio, la porta e i mobili svanirono.


“Padre!”

“Che cosa ti ho sempre detto sulla curiosità, Gabriel?”
Udiva solo la voce, ma ciononostante non si lasciò intimidire.
“A me, NIENTE, padre!” rispose con la sua solita tracotanza.

Ora era tornato  a vedere la forma umana di Dio, proprio davanti a lui.
Lo guardava con sguardo grave.
 
“La tua insolenza mi ricorda molto quella di tuo fratello.”
“Mi punirai come lui, padre?” gli chiese Gabriel. La sua voce era sicura, non tremante, espressione non proprio di quello che sentiva dentro.

Dio lo guardava come a cercare di leggergli DENTRO.
“No…” disse infine. “Per chi mi hai preso, FIGLIO, per un mostro?” disse dandogli le spalle e agitando le braccia, cominciando a passeggiare in quello che era uno spazio vuoto per lui.
“N-non mi permetterei mai, PADRE.”

“Non mentire! So BENE quello che pensate di me, quello che pensano TUTTI i miei figli su di me, sulle mie decisioni.”
“Anche di quelle che dici di non aver preso?”
Ci fu una pausa e Gabriel si morse le labbra. Forse aveva osato troppo.
Dio si voltò a guardarlo.

“Il manoscritto che hai visto..”
“Non avrei dovuto impicciarmi, lo so..”
“È completamente INUTILE.
“Ma…hai fatto un grafico ricco di espressioni. Come può essere INUTILE?”

“Sei giovane, Gabriel Con il tempo capirai che non solo perché in qualcosa ci hai investito tanto tempo, significa necessariamente che porterà a un risultato e che non sia stato solo tempo perso.”
“Padre, scusami, ma..allora a che serve investire tanto tempo in qualcosa di inutile?”
“Serve a capirla e analizzarla.”

“Ma se è inutile visto che non ci si può fare niente, è tempo PERSO capirla!!”
“Molto bene! Allora se la pensi così, cosa resti a fare qui a parlare con me? VATTENE!”
Gabriel lo guardò ma non si mosse.
“No? Non vai, Gabriel? Credevo avessi un’opinione al riguardo.”
“Padre, questo non riguarda me…”

“Ma certo che no! Niente ci riguarda mai, non è vero? Pensiamo sempre che l’azione di uno non ha niente a che fare con noi, e invece risuoniamo tutti nel cerchio della vita e se uno di noi compie una cattiva azione, forse siamo colpevoli tutti.

“Non puoi incolparci di quello che ha fatto Lucifer!!!” esplose Gabriel senza riuscire a trattenersi, ma subito dopo si mise la mano sulla bocca.

“Non mettere mai un bavaglio al tuo cuore, sei un angelo, una figura mistica, è un lusso che puoi permetterti, altri non hanno questa possibilità, non l’avranno MAI.”
“Padre?”

“Desideri sapere cosa ho scoperto sull’amore? Siediti con me, ma non pensare che ti stia facendo un regalo.”
Fece comparire delle sedie.
“Allora, Gabriel, sei a conoscenza come i tuoi fratelli, che in principio avevo creato l’AMORE, esso era un fluido che scorreva nell’acqua dei mari e dei laghi e che ha contribuito a far nascere la VITA.”
“Me lo ricordo, padre.”

“Ricorderai presumo, che in seguito decisi di proteggerlo quando scoprii che era soggetto a inquietanti trasmutazioni per via dell’ambiente circostante. Tendeva insomma, a decomporsi, lasciato circolare LIBERO.” Allargò le braccia con fare solenne. “Per questo capii che ogni cosa, anche la più preziosa, ha bisogno di essere custodita e PROTETTA per non essere...INQUINATA. Cercai quindi una CASSAFORTE che avesse una duplice funzionalità, niente poteva ENTRARE, ma quello che era dentro, poteva fluire, senza che degradazioni dell'aria stessa potessero raggiungerlo e contaminarlo, ma che potesse fluire semplicemente attraverso la VITA.”

Fece comparire uno schema a mezz’aria come un grafico. Flussi galleggiavano attraverso il cielo, permeati da un alone giallo come uno scudo invisibile.

“La Terra è quindi stata per lungo tempo, un paradiso terrestre, dove abbiamo convissuto con gli umani, una razza che per lungo tempo è stata accomunata a  noi per via della stessa immortalità, anche se incapace di VOLARE. Forse se gliene avessi data virtù, non sarebbe accaduto quello che è accaduto, ma ormai è tardi per rimpiangere le azioni mai compiute. Conosci la storia di Cain e Abel, trovo noioso e prolisso il fatto di ripercorrerla, giusto?”

“Cain e Abel hanno mangiato la mela e con essa se n’è andato via l’amore.” riassunse Gabriel.

“Se n’è andata via la FONTE.” Puntualizzò Dio. “Questa è una cosa molto importante da tenere presente, quello che è fatto è fatto, ovvero ciò che è morto, non muoia mai.” Disse ancora.
Gabriel lo fissò attento.

“Non si può annullare ciò che hai creato, anche se alla razza umana, piace crederlo. Non puoi annullare la vita, puoi sterminarla, certo, come è accaduto ai dinosauri, ma altra vita andrà a sostituire quella nuova. Non puoi semplicemente far scoppiare una bomba e distruggere il pianeta. Non puoi..ricominciare da capo! Una volta che hai creato qualcosa, anche se essa è andata persa, se ne formeranno altre copie per compensare quella scomparsa.”

“Quindi anche..l’amore.” disse Gabriel.
“Tutto quello che viene DOPO un’opera originale, sará una copia e qualora dovessero distruggersi anche le copie, ci saranno le copie delle copie, questo dice una delle leggi dell’universo che io stesso ho ascoltato tanto tempo fa, ma non sarà mai COME l’originale. La razza umana quindi rivive continuamente con un DUPLICATO e quindi imperfetto.”

“Quindi…mi stai dicendo che la razza umana, per genetica, non è in grado di amare?” chiese Gabriel sconvolto.
Dio sembrò indeciso e turbato sull’argomento.
“Sì…e no.”

“Che significa? O è sì o è no!!”
“La verità non è assoluta, Gabriel. Ciò che è vero adesso, può non essere più vero domani!”
Gabriel sbuffò.

“Guarda Lucifer! Uno dei miei figli più fedeli, l’avresti mai detto che mi avrebbe tradito?? Avresti mai detto che remasse contro di noi? Eppure lo ha fatto! Ma non mentiva prima! è diventato ciò che prima non era! “
“Quindi gli esseri umani, amano a scadenza? “

“Non sempre. Possono amare anche tutta la vita, ma è il COME a fare la differenza. Ho studiato il come e ho scoperto che l’ossessione per capire i sentimenti ha reso la gente OSSESSIONATA dall’amore, il loro desiderio di studiarlo e capirlo, ha portato a una minore percezione di sensi e di connessione con il divino. Fanno fatica a SENTIRE perché vogliono capirlo con il CERVELLO. Questo fa sì che la gente si senta innamorata quando concentra tutta l’attenzione e i suoi pensieri sull’oggetto del suo amore, ma è nel PLESSO SOLARE, che si concentrano le emozioni e i sentimenti, là è dove dovrebbe fluire L’AMORE. Spesso però a causa di blocchi e traumi strozzati, questo plesso è…BLOCCATO.”

Fece vedere un altro grafico che rappresentava la sagoma dell'uomo e il plesso solare, contornato dal chackra del cuore.

"Questo è il chackra del cuore, FIGLIO. Potrebbe fare MERAVIGLIE, ma purtroppo ormai gli esseri umani hanno il chackra del cuore bloccato, esso è spento, li allontana dal divino e più il blocco è presente, più la razza umana cerca compensazione attraverso il conforto del pensiero, per cercare un porto sicuro come una mamma culla dolcemente il suo bambino, MA,…tutta questa emotività che è anche cerebrale, incessante, confonde, atterrisce e sfinisce, prosciuga le loro energie e l'uomo non è in grado di capire, che è fatto di PURA ENERGIA, sprecarla è come svuotare la propria anima, genera della sofferenza, dalla sofferenza sfocia un vuoto che loro chiamano mancanza. Il senso di mancanza genera desiderio di far sì di colmare taluna mancanza e purtroppo questo genera innamoramento perchè il genere umano è portato a innamorarsi di ciò su cui ci si sofferma tanto a lungo."

“Anche se è un conflitto?”

“A maggior ragione se è una lotta. Analizzare l’amore e pensare che esso sia quello che loro pensano sia, li porta a una disillusione nel momento in cui capiscono che è irraggiungibile, li porta quindi a odiare l’amore, a una scorretta considerazione di esso. L’amore ecco che diventa senso di vuoto. Ma ciò che è vero, è vero anche l’inverso, cosa succede se questa mancanza si colma? Il desiderio si attenua, a volte si spegne, ho scavato ancora più a fondo nella psiche. A quanto pare, tendono a non amare chi li ama, ma ad amare spesso chi non li vuole e li rinnega, questo è derivato da una erronea percezione di sé. Non si amano e quindi non amano chi li ama, ma chi dà ragione al fatto che loro non si amano.”
“ma tutto questo è malato, è controverso!!”

“Vero. Tutto questo accade perché vivono l’amore con la psiche. Pensare di amare qualcuno perché capisce la loro lingua o è in connessione con loro, li spinge a vedere sé stessi come uno specchio. Hanno dimenticato che siamo tutti CONNESSI nel mondo, lo siamo ancora, ma non sono più capaci di sentirsi, di essere RICETTIVI. ”

“Dobbiamo continuare nella nostra missione, parlare sempre di più dell’amore! Incitare i poeti, parlare di amore nella musica, invogliare alle opere, gli artisti, la gente si sta avvicinando sempre di più alla verità e anche se non riuscirà mai a cogliere la vera essenza, si avvicina al VERO. Questo è importante. Il pensiero dell’umanità sull’amore, è molto più importante ed esaltato, di quando c’erano le grandi guerre.”

“Credi di fare loro del bene in questo modo?”
“Ma..padre..”
Dio si alzò stancamente.

“ Dare a qualcuno uno strumento che non è capace di suonare,  lo renderà un musicista? No, lo farà forse innamorare dello strumento ma non sarà comunque in grado di suonarlo solo perché ascolta una musica che gli piace! Quello che voi fate è LODEVOLE, ma è sbagliato. Parlare dell’amore li fa innamorare dell’IDEA dell’amore, ma non li fa amare automaticamente come dovrebbe essere fatto. Questa cosa è controproducente perché accorgendosi di non poter amare in quel modo, odieranno l’amore ancora di più.”
“Non importa, dobbiamo continuare comunque, non possiamo arrenderci!”
“Adesso stai ragionando come loro. Anche tu ammaliato dall’IDEA, desideri portarla a termine e perseguirla.”

“Le idee sono immortali, ce l’hai detto tu stesso.” Protestò lui.
“Tutto questo è molto nobile, ma a che serve, se capirlo genererà in loro una grande sofferenza e quindi risentimento?”
“Ma padre…”

“Non sono portati geneticamente per amare in maniera assoluta e disinteressata, appena soffrono, cominciano a rinnegare l’amore, questo porta al risentimento, all’odio, alla mancanza d’amore, a credere che la mancanza essa stessa dell’amore, sia amore stesso e anche se qualcuno di loro, assaggia una vena di DIVINO in tutto questo, li chiamiamo poeti, artisti, le loro idee sfumano con le rovine del tempo. Nessun amore resiste alla fine dell’emozione, perché le loro emozioni non sono immortali, esattamente come il loro corpo, come potrebbe esserlo se anche il loro cervello invecchia?.”
“Eppure ci sono persone che hanno amato per tutta la vita.”
Dio sembrò vacillare.

“Tuttavia, i più…RESISTENTI potrebbero conservare tali emozioni in una zona della loro testa, li chiamano RICORDI, li cercano di chiudere tali emozioni come uno scrigno chiuso a chiave. Ma non è per tutti..Anomalie…che rappresentano un decimo, come un granello nella sabbia.”

“Ma se lo fossero..se le loro emozioni fossero ETERNE, potrebbe essere diverso? potrebbe, padre?”
“Potrebbe, ma è inutile anche solo pensarci,..”
“ma se tu potessi fare in modo che sia..”

“IO NON HO QUESTO POTERE! FORSE CREDI CHE SIA UN TIRANNO, CREDI CHE NON LO FAREI SE POTESSI?”
“Con tutto il rispetto, PADRE, tu hai donato l’immortalità, quindi tu forse potresti…”

Ciò che è fatto non può essere reso!”
Gabriel lo fissò con stupore.

“ Hanno scelto loro il cammino della mortalità, è stata una loro SCELTA e tutto quello che riguarda loro è destinato a ingrigirsi e finire, come il corpo così il cervello, come il sopra, così il sotto, comprese le emozioni. Alcune talora durano per sempre, ma succede rarissimamente. Dal momento che hanno strutturato l’amore con il pensiero e il loro chackra é spento, il cervello è l'unica fonte di alimentazione per loro, occorre quindi che loro usino il loro cervello per alimentarlo costantemente, ma in un mondo così frenetico, dove pensano spesso a qualunque cosa..e una mente così limitata dove bisogna fare pulizia per fare spazio a cose nuove, sono costretti a lasciarlo da parte ad un certo punto per non IMPLODERE. L’unico modo per poter amare, per loro, senza esserne sopraffatti, sarebbe che smettessero di voler analizzare l’amore e viverlo solamente con lo stomaco, ma non lo faranno mai, MAI, perché è la loro NATURA.. perchè ormai nascono già così! LORO HANNO UCCISO L'AMORE! ”
Si alzò.
“Padre, aspetta..”

“Sono stanco, Gabriel, la lezione è finita.”
“Dunque Lucifer aveva ragione alla fine, sono rotti..imperfetti.”
Dio si voltò tristemente.
“Mi duole ammetterlo ma aveva ragione.”

“Ma lui continuerà a essere rinchiuso per avere ragione?”
“A maggior ragione! Non esiste nessuno di più pericoloso che sa di aver ragione e di essere incompreso. Lucifer èra la stella del mattino, ora è una stella cadente. Il suo risentimento nei nostri confronti lo porterebbe a distruggerci." "Se tu lo PERDONASSI, forse lui.."

"Perdonare?? Io?? Non sono io a dover perdonarlo."

Gabriel rimase così sconvolto da quest'ultima affermazione che non riuscì a ribattere.

" No, lui ha scelto la sua strada. Ora va. Lasciami solo.

Gabriel stava per alzarsi ma Dio, oramai seduto sul suo trono, lo richiamò.

"Gabriel."

Gabriel si fermò.

"Ti ho caricato di un grave peso sulle spalle, posso togliertelo se vuoi, anche se credo che tu possa SCEGLIERE di dimenticare, se lo desideri."

Gabriel cominciò a lacrimare.

"Non lo so..io...devo andare..."

"Gabriel!" Gabriel si fermò un'altra volta senza voltarsi.

" L'amore è una cosa effimera. Giusto elogiarlo, ma sbagliato è soffrirne. La caratteristica delle cose effimere è quella di scomparire. Non vale la pena di piangere per le cose che hanno una scadenza."

Gabriel strinse i pugni e non rispose, dopodichè intercettò la porta. Lo studio era tornato. Andò via.




















Mamma mia questo capitolo mi ha stroncato xd scusatemi per il ritardo ma è stato davvero complicato scriverlo. Volevo venisse fuori un discorso più romantico e struggente e non so come è venuto ma mi sa che l'ultimo capitolo saròà il cap 18!! sarebbe dovuto essere questo ma questa parte è stata talmente lunga che non è stato possibile x,x per il resto mi sono resa conto che Dio me lo vedevo come Silente xd

Ora proseguono una lunga lista di citazioni prese da libri e film, cominciamo!

se uno di noi compie una cattiva azione, forse siamo colpevoli tutti.” (dylan dog - cattivi pensieri) 

ciò che è morto, non muoia mai (mi pare lo dissero nel trono di spade ) 

Anche se è un conflitto?”
“A maggior ragione se è una lotta"  (l'ultima riga delle favole) 


Ragazzi, appena li prendo un po' le forze trascrivo le citazioni come si deve, in neretto ! Cosi come cercherò di correggere gli ultimi errori! Scusatemi ma davvero sto male in questo periodo.

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Capitolo 17
*** Cos'è l'Amore per te? ***


Gabriel era uscito dallo studio di suo padre, il cuore in frantumi. Ancora non riusciva a credere che suo padre avesse detto quelle cose sull’amore.

Aveva detto che l’amore era una cosa effimera…
Quando ormai si era allontanato abbastanza, tirò fuori qualcosa dalla sua tunica.
Il manoscritto. Suo padre non si era accorto che l'aveva portato via.

Lo fissò e gli tornò in mente le parole di suo padre.
“La curiosità è un male quando si trasforma in ossessione e Lucifer lo sapeva bene.”
 
 
 
Si chiuse nella sua stanza, continuando a rigirarsi nel letto e continuando a fissare quel manoscritto senza capire perchè l'avesse portato via e che cosa si aspettava forse di trovare o di scoprire e alla fine ebbe come un'illuminazione

Capii che ogni cosa, anche la più preziosa, ha bisogno di essere custodita e PROTETTA

Sussurrò delle parole nella lingua degli angeli e rimase interdetto vedendo la pergamena trasformarsi.
La pergamena come un diario magico, tirò fuori delle parole e Gabriel cominciò a leggerle.
 
 
 
L’amore è meraviglioso, una cosa meravigliosa che diventa spaventosa quando cerchi di capirla.

Un cucciolo indifeso che diventa una belva sanguinaria quando cerchi di addomesticarla. Una belva che ti divora il cuore e scompare.

L’amore è una forza infinita che mi ha permesso di creare tutti gli Universi.
Una forza che permette anche a chi non ha il mio stesso potere, perfino alla razza umana, di farlo, ma non credo che loro se ne rendono conto..
L’amore salva, cura, guarisce, allevia il dolore, riempie l’anima.

L’amore è capace di distruggere l’odio e fa compiere miracoli.
L’amore crea la Vita.
L’amore è indifeso.
L’amore deve essere nascosto per rimanere incontaminato, splendente.

Perché purtroppo quando viene scoperto, si contamina.
Le creature viventi hanno il vizio di distruggere le cose belle, lo fanno non perché sono cattive, ma perché è la maledizione della bellezza, essere distrutta non appena poni lo sguardo su di essa.
L’amore è un’equazione matematica che non conosce formula, analizzarlo equivale a renderlo nullo.

La Verità è la più terribile di tutte, perché nessuno vorrebbe mai scoprire che l’amore ti illumina come una Stella, solo fino a quando non ti accorgi di lui, ma non appena apri gli occhi e lo vedi per com’è, esso ti punisce, sprofondandoti in un abisso di sofferenza.

Non è colpa sua. Esso non è crudele. Tu hai cercato di guardare lui e lui voleva ricambiare il favore, fissando lo sguardo su di te.
L’amore è un’entità come la Dea Medusa. Se chiudi gli occhi o sei cieco, non può farti del male, ma se apri gli occhi, ti trasforma in pietra, ti toglie la vita!

Esattamente come gli angeli non possono mostrarsi agli umani la loro vera Essenza.
Ne morirebbero.

Io lo sapevo bene, rinchiusi questo fluido non per proteggere lui, ma i miei Figli, tutti, nessuno escluso, da questo demone che strappa il cuore delle creature viventi.

Eppure a volte mi dispiace, esso è solo una creatura che credo si senta molto sola, desidera solo un po’ di affetto e d’amore, ma purtroppo per lui, quando si accorgono che esiste, non riescono a resistere alla sua bellezza, alla sua potenza e ne rimangono devastati.

Devo proteggere i miei figli dalla Verità e l’amore stesso da essa. Non dovranno sapere che una cosa tanto bella può creare anche tanta distruzione, che esso stesso è la DISTRUZIONE e che forse gli uomini in fin dei conti sono i più assennati di tutti. Essi amano sempre di meno, li giudico male davanti ai miei figli, ma questa è probabilmente la loro salvezza.

Potrei distruggere l’amore, forse ne avrei il potere, ma un mondo senza amore, è come un mondo senza luce. Io stesso desidero proteggerlo, non mostrando ai miei figli la verità e voglio proteggere questa cosa bellissima che ho creato, forse la più bella di tutte, anche più bella delle stelle nel cielo.

Proteggendo la verità,occultandola, manterrò viva la speranza e la fiducia in uno dei più importanti valori assoluti che la storia abbia mai conosciuto. Che ne sarà del mondo se si perde fiducia nell'amore? Sarebbe come se tutte le luci si spegnessero. Calerebbe l'oscurità su questo mondo. Fino a quando anche la più piccola creatura vivente sulla Terra, non penserà che l'amore è un demone, c'è ancora speranza per questo pianeta sfortunato...e per tutti gli altri e in questo modo proteggerò i miei figli, TUTTI i miei figli, non importa se del cielo o della Terra. Proteggerò loro e il VALORE ASSOLUTO che chiamano amore. Ma io adesso, che so la verità, chi proteggerà me da essa?
Non so se ci sarà un giorno, un Tempo Illuminato, ancora più dell’inizio della Creazione, in cui non sarà più necessario rinchiudere qualcuno o qualcosa, per salvaguardare qualcun altro.

Sarebbe un mondo meraviglioso, allora non si uccideranno più le creature viventi per mangiare, non si coltiveranno più i campi per tirare fuori i loro frutti, perché essi spontaneamente usciranno dal terreno e non esisteranno più razze diverse, né uomini di colore, esisterà solo un UNICO colore e tutti noi vivremmo sotto lo stesso Cielo, angeli , animali e uomini e non esisteranno le differenze di etnia o di religione, non esisteranno famiglie, perché saremmo tutti un’UNICA famiglia, un’unica persona, sotto lo stesso cielo e ci chiameremmo tutti

FRATELLI.
 
Gabriel aveva lasciato andare la lettera. Adesso era un fiume di lacrime. Rilesse più volte la lettera, sperando di trovare un cavillo che chiarisse che si era sbagliato, ma così non fu.
Prese allora la lettera ai lati, stringendo con rabbia come se volesse strapparla, ma poi le parole di essa gli risuonarono nella mente:

Le creature viventi hanno il vizio di distruggere le cose belle
Lasciò andare la lettera come se ne fosse scottato.
Tornò nello studio di suo padre, ma era vuoto.

Pensò a una specie di dejavu, quasi ci sperò, ma sembrava che Dio non avesse intenzione di palesarsi.
Lo lasciò sulla sedia della sua scrivania.

Dio si mostrò, quando Gabriel lasciò la stanza.
Era nascosto dietro una colonna, reso invisibile.
 
 
 
*

Gabriel stava camminando in uno dei corridoi del Cielo e in lontananza degli angeli, passeggiando a loro volta, stavano intavolando un chiassoso cicaleccio.
“Gabriel ha messo a soqquadro la mia stanza,ma che cazzo ridete? Non c’è niente da ridere, lo farò interdire, vedrete. Lo farò esiliare sulla Terra e poi mi divertirò a tormentare le sue notti deridendolo giorno dopo giorno, fino a quando non mi pregherà in ginocchio di...“
Qualcuno aveva sbattuto contro di lui.

“Ma che cavolo..Perchè non guardi dove cammini, insetto??”  si era rivolto a Gabriel, ma appena Gabriel alzò lo sguardo, Raphael sbarró gli occhi.
Gabriel stava piangendo.

Gabriel fece finta di niente, rifuggendo il suo sguardo e fuggendo via, mentre Raphael lo seguì con lo sguardo, gli occhi azzurrissimi puntati su di lui.






















 Note dell'autrice: e rieccomi quiiiii xd
anche questo doveva essere l'ultimo capitolo e invece noooooo xd
il motivo è che mi sono resa conto che l'accenno al discorso sull'amore, che potete trovare nel Capitolo 42: Febbre d'amore non era neanche lontanamente toccante come avrei voluto, anzi era molto cinico e io volevo fosse invece struggente!! 
Per questo ho deciso di ampliare la cosa...vi piacciono queste spiegazioni? :))
Spero di sì, ora voi vi direte che cosa c'entra mai Raphael in tutto questo?? Lo vedrete!!
Il prossimo sarà davvero l'ultimo e poi finalmente riprenderò con il Salto quantico :))

ps spero che il tutto non vi abbia intristito, avremo altre risposte non temete!! PS vi dico solo che sto piangendo come una scema (lacrime vere!!) Solo a immaginare dentro la mia testa i dialoghi del prossimo capitolo ma per la commozione xd Non voglio anticiparvi niente però xd

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Capitolo 18
*** Gabriel e Raphael ***


Gabriel stava piangendo sopra l’arcobaleno. Era infatti solido per gli angeli, potevano sedersi sopra di esso, se lo desideravano. Una cosa che invece gli umani non potevano fare.

Piangeva con il viso sepolto nelle mani, quando avvertì il tocco delicato di una mano sulla spalla.

Alzò lo sguardo, stupito di vedere la faccia di suo fratello Raphael.
“Raphael?”

“Sai, fratellino, sopporto la tua disgustosa faccia da…un’eternità, l’ho sempre trovata disgustosa, ma devo ammettere che vederti piangere, è qualcosa che supera anche l’aggettivo schifoso. È proprio repellente da vedere. Quindi semplicemente smettila, ok?”

“Lo sai che non ti ascolto mai..” disse lui.

“Lo so e questo è uno dei tuoi più grandi difetti, vorrà dire che per una volta forse dovrò ascoltare io.”

Si sedette al suo fianco.
Gabriel rifuggì il suo sguardo.

“Ora puoi scegliere: o parli, oppure vado nell’ufficio di nostro padre e me lo faccio dire da lui.”
Gabriel lo guardò atterrito.
“Non c’entra lui.”

“Certo, come no, comincia a parlare. È l’unico che potrebbe ridurti così. Che hai combinato per farlo arrabbiare?”
“Lui n-non è arrabbiato. Ha detto…delle cose.”
Raphael si accigliò.

“Tutto qui? Tu dici tante cazzate, sempre, insistentemente e in modo incessante, ma non mi metto a piangere.”
“Ha detto che…ha detto delle cose orribili sull’AMORE.”
“Che cosa?” Raphael si stupì. Fra tutte le cose al mondo, non avrebbe mai pensato a quell'argomento.

“Lui personalmente mi ha detto poco, è rimasto sul vago e ha dato la colpa alla razza umana che non sarebbe in grado  di amare, secondo lui, ma in una pergamena da lui redatta e che io ho letto...”
“Quando dici che l'hai letta intendi dire che gliel’hai rubata?”

Gabriel non assecondò il suo implicito desiderio di farlo ridere.

“Dice che l’amore è un demone che ti strappa il cuore…che nessuno deve mai sapere la verità, che chi ama è condannato a soffrire…”
“Nient’altro?”

“Dice che gli uomini non sono programmati geneticamente per amare, che hanno il chakra spento..ma questo li salverebbe, perché sostanzialmente l’amore DISTRUGGE chiunque si accorga di averlo davanti, perché ha questa caratteristica.”
“Mmm…e lui scrive cose così importanti in un foglio di carta senza neanche chiuderlo a chiave?”

“Non voleva che si scoprisse, talmente tanto che ha scritto queste cose su una pergamena che apparentemente rappresentava dei grafici, ma tramite la lingua degli angeli, io ho sussurrato: rivelati e mi ha mostrato una sorta di lettera/confessione in cui parla di cosa avrebbe scoperto sull’amore: cioè che sarebbe come un cucciolo che quando ti accorgi che esiste, diventa una belva che ti strappa il cuore! “

“E perché mai dovrebbe?”
“Secondo lui è come il mito della Dea Medusa. L’amore è condannato a restare nascosto, perché non appena posi lo sguardo su di lui, esso ti fa soffrire, non per crudeltà, ma perché è fatto così.”
“Interessante, davvero sorprendente.”
“Io trovo invece che sia terr..”

“Trovo sorprendente quanto chi sia abituato a raccontare frottole e stupidaggini al prossimo, sia assolutamente non consapevole quando ne trova una davanti.”
“Ma…Raphael!”

“Non ho mai sentito tante stupidaggini e cazzate tutte insieme! Eppure sono abituato a sentire TE! Non ho saputo, né letto quello che tu hai letto, non voglio leggerlo! Penso solo che le mostruosità che ho appena sentito, significano solo una cosa, gli umani non sono i soli ad avere un’errata concezione dell’amore. Lui è caduto nella stessa trappola di accusa che rimprovera ai suoi figli,. L’arroganza di sapere etichettare un valore assoluto, lo rende PERDENTE, quindi perde. Non è migliore delle creature che lui stesso giudica. È soltanto un ARROGANTE!”

“Attento, sei a un passo dalla blasfemia.”disse Gabriel atterrito.

“Che cosa potrebbe farmi? Rinchiudere anche me dentro a un frutto? Trasformarmi in un serpente? La possibilità di poter imbottigliare l’amore, non gli da il POTERE di CAPIRLO. Se solo bastasse imprigionare le COSE per capirle, il mondo non sarebbe tanto complicato. Lui non capisce davvero l’amore, fa solo supposizioni! Il potere gli ha dato alla testa. È solo un tiranno.

Gabriel guardò suo fratello Raphael alzarsi in piedi e gli sembrava più alto, potente, solenne.
“Magari sbaglia nei modi ma non è in malafede, nostro padre vuole proteggere questo valore! Ha nascosto questo manoscritto per non farmelo leggere!”

“Peggio ancora! Prima ti racconta un mucchio di cattiverie, spacciandole per amore, poi nasconde e imprigiona la verità, spacciandole per PROTEZIONE! Quando mai se ami qualcosa ne parli male? Quando mai proteggere qualcosa, significa imprigionarla??  Nostro padre, confonde tutto, mescola tutto! Per lui AMARE significa imprigionare, rendere schiavi, altrimenti perché avremmo un fratello in una fossa??”

Gabriel rimase sbalordito di sentire parlare di Lucifer.

“Gli ho chiesto di perdonarlo, ma si è rifiutato, a quanto pare non è qualcosa a cui spetta lui.”
"E a chi diavolo dovrebbe spettare?”
“Io…io questo non lo so.”
Raphael si avvicinò a lui.

“Se a quanto vedo, nostro padre non è adatto a fare il PADRE, non deve essere per forza che noi non siamo capaci di fare i fratelli.”
“Che cosa intendi dire?”
“A te manca nostro fratello?"
“Tantissimo!”
“Allora ascoltami cosa ti dico: un giorno io lo libererò.”
“Cosa??? Ma è proibito!”

“Me ne frego! Non può impedirci di vivere separati dai nostri fratelli. Per noi ANGELI è come amputarsi un’ala. Ci chiamano guerrieri, ma se è giusto lottare, creare guerre, preferirei si creassero per un valore assoluto.”
“Amore eh?” disse Gabriel con un sorriso triste.

“La cosa ti stupisce? È nostro fratello. È normale che lo ami.”
“Solo lui?”

Raphael lo guardò accigliato.
“Non solo lui.”
Fece per accarezzargli i capelli, ma Gabriel lo respinse.
“Mi respingi?”
“Non io. Tu..mi odi.”

“Questo non è vero.”
“Mi tratti male, mi insulti…”
“Questo non significa niente! NIENTE!”
Andò da lui e lo abbracciò.
Le ali di Raphael circondarono Gabriel automaticamente.

“Sei mio fratello e quando ti ho visto piangere, le mie ali facevano male, come bruciassero. Per me, voi fratelli, siete troppo importanti.” disse Raphael stringendolo forte.

“Anche più di papà?” chiese l'altro, ricambiando l'abbraccio.

“Sì.”

Gabriel lo guardò a bocca aperta.
"Parli sul serio?"

"Per me voi siete troppo importanti, anche più del fottuto universo. Mi dispiace di avere un brutto carattere, ma io vi amo tutti. Il mio più grande desiderio è che stiamo tutti insieme e che Lucifer ritorni da noi. Non desidero altro. Un giorno te lo dimostrerò."

"Un giorno.." ripetè Gabriel stringendolo ancora, con la testa sulla sua spalla.

“Un giorno, Gabriel, un giorno saremo tutti riuniti.”






















Note dell'autrice:  Mamma mia ragazzi non ci posso credere che finalmente questo spin-off è terminato xd finalmenteeeeee. Inizialmente avrebbe dovuto essere solo di 4/ 5 capitoli e come si sa peró, le mie storie lievitano sempre xd Vi chiedo ufficialmente scusa per aver interrotto il salto quantico proprio sul più bello ma ho avuto una brutta esperienza con storie cui sono rimasta bloccata per colpa dei missing Moment e alla fine non sono riuscita a continuare ne la serie principale ne i missing Moment (ma spero di riuscirci un giorno ) e non volevo più fare la stessa fine e quindi ho voluto testardamente finire prima questa storia per continuare poi con tranquillità l''altra , sono molto contenta di aver scritto questo capitolo su Gabriel e Rafael ci tenevo veramente tanto, l'ho annunciato a gran voce con largo anticipo e finalmente sono riuscita a scriverlo anche se mi ha fatto penare parecchio per arrivare ! Spero che tutta questa raccolta di Missing Moment vi sia piaciuta e vi annuncio ufficialmente che finalmente riprenderò il salto quantico! Yeeee ce l'abbiamo fatta xd Non vedo l'ora p.s. penso che abbiate capito dalle parole di Raffael che ho cercato di giustificarlo un po' per quando voleva far scendere l'apocalisse xd

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Capitolo 19
*** Il concerto dei Kansas ***


Sam e Dean stavano assistendo al concerto dei Kansas!
Una canzone intitolata Carry On my Wayard Son.

Dean applaudiva ballando come un ganzo, ma anche Sam era in fibrillazione.

Tutti ballavano e si scatenavano a ritmo.
Tutta la gente attorno era in vena di fare festa.

Il sole picchiava ma non dava fastidio, sembrava primavera e Dean e Sam come tutti, erano..mezzi nudi, con pantaloncini corti che non avevano mai indossato, collane da hippie e canottiere un po’ troppo larghe per loro.

Cedric era riuscito perfino a convincerli a portare degli orecchini momentanei e delle corone di fiori.
Dean ad un certo punto cadde sopra Sam, e fu un miracolo che non vennero calpestati.
Ma forse era solo la magia degli anni settanta!
O meglio ancora: Dei Kansas.

“ADORO questa canzone!” disse Dean senza accennare a togliersi da sopra Sam.
“Anche io!” disse Sam con gli occhi che brillavano.

I loro vestiti vennero strappati e lacerati dalla confusione che c’era, tra gente che si spintonava e correva. Edward e Cedric balzarono subito intorno a loro, non si capiva se per picchiarli o per abbracciarli dalla confusione che ne scaturì, subito seguiti dagli altri.
Questi erano gli anni settanta.

Scatenarsi e ballare seminudi abbracciati come fratelli in un coro di sinfonie e ballate spensierate del fantastico rock’n roll.
Uno dei musicisti, un tizio dai capelli castano a caschetto con i baffi, cantava il ritornello e Sam prese in giro Gabriel.
“Guarda quello come ti assomiglia! Devi dirci qualcosa?” gli chiese Sam ridendo.

Dean scoppiò a ridere più forte, mentre gli altri erano più perplessi e intimoriti, poi quando capirono che Sam scherzava, risero anche loro.
“Oh, in effetti noto una certa somiglianza, rispetto al mio vecchio corpo..magari chissà..ci penserò.”
“Zitti o ci arresteranno!” disse Dean ridendo.

“Dopo tutte le baraonde e le risse che abbiamo combinato e non l’hanno mai fatto..non lo faranno ora!” disse Fushico.
“Magari tra cento anni, prenderai il corpo di un mammut! Noto una somiglianza!” disse Lucien.

“Sono un ANGELO. Porta rispetto!” disse Gabriel, facendolo cadere, simulando una specie di lotta.
“Non ascoltarlo, Lucien, è più un diavolo.” Disse Castiel, poi si buttò anche lui nella mischia, subito seguito dagli altri.

Più tardi, quando il concerto finì, si trovavano in piazza a bere coca cola e fumare canne, in mezzo a una moltitudine di ragazzi, che ancora si divertivano o coppiette che si baciavano in disparte.

“Ma guardatevi, avete gli occhi che vi luccicano. Sembra che non avete mai visto una canna o un concerto, nel vostro futuro non le fanno queste cose?” chiese Cedric.

Sam e Dean si scambiarono un’occhiata veloce e subito distolsero lo sguardo.

Dean e Sam erano contenti, certo, avevano degli amici nel futuro ma non avevano mai provato quella sorta di sentimento di appartenere a un qualcosa, quel languore tipico di chi non ha pensieri, se non suonare la batteria e scrivere canzoni smielate, restare alzati fino a tarda notte a fare casino e ballare per le strade senza essere denunciati per schiamazzi notturni, era bello stare lì, in un'epoca dove la preoccupazione più grande era far valere i propri diritti e cantare a squarciagola di amore libero fino a quando non avevi più fiato. Era la PASSIONE e l'ENTUSIASMO ad averli conquistati, non di certo le canne..o il chiasso di un concerto, per quanto ascoltare i Kansas li aveva davvero esaltati ed emozionati.

“Certo che le fanno.” disse Sam triste che cercava di dissimulare.
“Ma loro sono degli acchiappamostri! Non hanno molto tempo per svagarsi come adolescenti, non è vero, ragazzi?” intervenne Lucien.

“Sì, è proprio così.” Disse Dean sorridendogli con un sorriso grato.
“Ced, perché tu e Ed non andate a prenderci dell’altra birra?” chiese Lucien.
“Non è il mio custode!” disse Cedric ma sorrise compiaciuto, alzandosi.

“Sono il custode del tuo cuore!” disse Edward che si era già alzato, affiancandolo.
 
Sam e Dean rimasero a guardarli con ammirazione, mentre si allontanavano.

“Non avete queste cose nel vostro futuro, vero?” domandò Lucien.
Sam e Dean si scossero, sentendosi scoperti.

“In realtà ci sono ancora i concerti.” Disse ancora Dean.
“Non parlavo della musica..parlo della passione, del divertimento, quello VERO, degli occhi che brillano..”

“Senti, Lucien, non vogliamo che vi facciate un’idea di un futuro mostruoso, senza gioia, perché non sarebbe la verità..” intervenne Sam.

“Già, è vero..è solo che..” disse Dean, ma si ritrovò a non sapere cosa dire.
Lucien li guardò stranito.
“Siamo rimpianti, non è vero?”
“Cosa?” chiesero loro in coro, straniti.

Gli anni settanta..insieme a tutti noi, poveri bastardi..sappiamo cosa dicono di noi, che cosa credete? Ci chiamano hippie di merda, invasati, fanatici..pazzi..ma verremo rimpianti, non è vero?”

“Sì..è proprio così, Luc..” disse Dean con un sorriso.
Lucien tirò un tiro di sigaretta.
“L’ho capito guardandovi. Gli occhi non mentono mai, e a voi luccicano..luccicano come di chi sta vivendo un sogno..”

“È così..voi..non lo sapete, ma nel futuro siete praticamente un mito. Gli anni settanta saranno sempre ricordati come simbolo di spensieratezza e gioia di vivere. Insomma..siete..sognatori.” Disse Sam.

“Non che adesso viviamo in un futuro distopico, senza amore..la gente continua a innamorarsi, anzi, fa letteralmente follie per amore..anche troppe..ma adesso..c’è spensieratezza, c’è speranza..romanticismo..”disse Dean.

"E nel vostro mondo invece non ce n'è?" chiese Lucien.

Dean e Sam cercarono di trovare le parole ma non ci riuscirono.

“Nel vostro mondo siete invece disillusi?” riprovò lui.
“Un po’ sì..ma tra molti di noi c’è ancora speranza.” disse Dean.

“Questo mi rallegra molto. Perché noi speriamo molto nella speranza e se sopravvive anche se in pochi, non avremo lottato invano.”
Dean e Sam rimasero molto colpiti dalle sue parole.

“Vi devo ringraziare, perché prima non avete disilluso il mio ragazzo, e vi ringrazio ancora di più perché mi avete dato la conferma che saremo ricordati e questo è bello. E poi se mi permettete di dirvelo, guardandovi non sono così convinto che il romanticismo sia andato tutto perso.”

A queste ultime parole Dean e Sam apparvero visibilmente commossi.

“Grazie a te, Luc.” Disse Dean.
“Sì, grazie.”

“Va bene, tutti questi ringraziamenti dopo un po’ diventano stucchevoli. Adesso che ne dite di tornare a elogiare i Kansas? Avete visto che gran pezzo che hanno suonato?"

Appena Lucien si allontanò da loro, Castiel e Gabriel si avvicinarono a loro invece. Sam e Dean li guardarono con sguardo colpevole.

"Scommetto che avete sentito tutto, non è vero?" chiese Sam.

"Siamo Angeli." gli rammentò Castiel.

"Sentite, io sono il maggiore, io avrei dovuto essere più convincente, quindi prendetevela con me, se proprio dovete!" disse Dean.

"Pensate che vogliamo rimproverarvi? No, volevamo dirvi che siete stati GRANDI." disse Gabe ridendo.

"Cosa??" dissero loro in coro sorpresi.

"Non abbiamo incasinato il futuro?" chiese Sam stranito.

"Dubito fortemente che due paroline abbiano il potere di incasinare il futuro e se proprio avete compiuto un cambiamento, direi che è stato in meglio." disse Gabe.

"Ma come! Noi non abbiamo smentito alle parole di Lucien..quando ha intuito un futuro catastrofico..l'abbiamo riempito di pessimismo..siamo stati..pessimi." disse Sam, mettendosi le mani nella testa.

"Come al solito vi piace autoflaggellarvi per niente!" disse Gabe.

"Ma.." cominciò Dean.

"Sentite, pensate un attimo se i ruoli fossero invertiti, arrivano nel vostro presente degli ipotetici ragazzi del futuro e vi prospettano un futuro apocalittico e pessimistico, in cui i valori sono considerati nientemeno che la carta straccia dei pacchetti di sigarette, cosa fareste? Vi lascereste abbattere dal pessimismo e finireste con odiare il mondo in cui state prima del tempo?" disse Cas.

Dean e Sam si fermarono a riflettere e dissero piuttosto sorpresi: "No."

"Esatto! Esatto!" disse Gabe, battendo i pugni sulla mano. "Voi non vi lascereste abbattere, ma amereste ancora di più l'epoca in cui state e nel vostro cuore sperereste che le cose andranno in maniera diversa quando sarà!" disse lui.

"E questo desiderio è talmente potente da poter cambiare non solo la coscienza di loro, ma di molti..QUESTO potrebbe davvero fare la differenza." disse Cas.

"E adesso torniamo dagli altri, prima che pensino, a ragione, che stiamo confabulando alle loro spalle." disse Gabe ridacchiando, con un certo autocompiacimento nel notare gli enormi sorrisi negli occhi di Dean e Sam.



Le parole, se dette con sentimento e passione, possono davvero fare la differenza e cambiare il destino di molti. Sono il nostro inchiostro, che si imprimerà nella pelle dei nostri discendenti, mischiato al sangue. Il nostro FUTURO.
















Note dell'autrice: ciao ragazzii..allora, questo capitolo è un missing moment, sempre del salto quantico, che parla di un momento in cui Sam e Dean, insieme a Cas e Gabe, erano negli anni settanta, non sono riuscita a inserirlo nella storia principale e quindi lo faccio qui. Spero vi sia piaciuto ^^ io sono contro alle droghe in generale ovviamente ma in quegli anni li si sballavano e comunque si tratta solo di canne

Questo capitolo si colloca cronologicamente prima di quando fanno tutti quanti la rappresentazione teatrale, ovviamente qui sanno già che sono ragazzi del futuro.

Vi allego il link del concerto, in realtà è del 1977, ma fate finta che è ambientato nel 1973

Concerto dei Kansas

Ragazzi vi prego, guardate il musicista. Non vi pare davvero Gabe? ahhahah

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Capitolo 20
*** Riunione di famiglie al locale ***


"Come va tra Crowley e i genitori di Damian?" chiedeva Sam, tirando per colpire una pallina da biliardo.

"Beh, il padre adesso lo adora! Lo avresti mai immaginato?" disse Dean.

"Dopo che mentre discutevano, Crowley gli disse che i suoi scoppi d'ira avevano a che fare con qualcosa di molto più profondo e quindi per questo decise di possederlo per qualche minuto e gli trovò nell'organismo un tumore e una volta uscito lo avesse informato della cosa, salvandogli di fatto la vita?" chiese Sam, tirando la pallina che fece buca.

"Lo immaginavo, sì." disse Sam sorridendo.

Dean lo guardò con un sorriso malizioso.

"Lo sai che sei davvero davvero seducente quando vinci?" gli chiese.

"Solo quando vinco? Ah, bene! Dean, ma che fai.." disse, quando il maggiore mollò il gioco per strusciare la sua bocca sul suo collo.

"Sai una cosa, Sam..anche io ho una voglia matta di possedere il tuo corpo.." gli sussurrò Dean.

"Siamo..in un locale pubblico." gli ricordò Sam, ma non fece niente per mandarlo via.



Ne locale, proprio in quel momento entrarono i genitori di Kevin e Charlie, i genitori di Amara e i genitori di Damian, che restarono un attimo sbalorditi a vedere i due fratelli che si baciavano, il biliardo dimenticato e il maggiore che baciava attaccato al muro, il fratello più piccolo.



"Ma cosa diavolo...non sono i fratelli Winchester quelli?" chiese la madre di Charlie e Kevin.

"Sono sicura di no! Sono solo due che gli somigliano!" intervenne Charlie, decisa a far allontanare i suoi subito da lì.

"Ragazzina, non trattarmi come una scema, ci vedo ancora bene io!" disse la signora.

"Ma non stanno facendo nulla..gli sta solo raccontando una cosa.." disse Kevin.

"Quello lo chiami raccontare?" disse la madre.



Effettivamente sembrava che il maggiore stesse facendo una gastroscopia al fratello più piccolo.

"Sentite, non c'è niente di male, in quello che stiamo vedendo..e se siete omofobi, ditecelo subito che noi ce ne andiamo!" disse la madre di Amara.

La signora parve sentirsi un attimo in colpa.

"Non si tratta assolutamente di quello! Ma sono fratelli insomma!" 

"E con questo? Nostra figlia sta con una divinità! La più importante di tutte..vorrete mica adesso dirci che è una blasfema?" intervenne il padre di Amara.

"No, no, io non volevo offendere..beh, in fin dei conti, che facciano quello che gli pare..ma voi lo sapevate?" chiese ai suoi due figli.



"Mamma, sono nostri amici, io li difenderò sempre!" disse Charlie.

"Anche io, hanno cambiato la mia vita." disse Kevin.

"Non è che li difendete perchè anche voi fate.." disse il padre.

"Papà!!" intervennero loro due.

"Che schifo, con Kevin? Ma come ti salta in mente...un conto è se aveste detto un gran macho." disse Charlie, dapprima sconvolta, poi sorridente.

"Dicevo per dire.."disse il padre scrollando le spalle. "Aspetta, che hai detto?"

"Vi ricordo, che avrei anche un altro fratello, che adesso non è qui presente, quindi...che importanza ha? Fratelli di questa vita o di un'altra...alla fine saremo tutti fratelli di chiunque! Magari anche voi due un giorno eravate fratelli!" Disse Kevin indicando i loro genitori.

"Voi che ne pensate?" chiese il padre di Amara all'unica coppia che non aveva ancora parlato, prima che i genitori di Kevin potessero rispondere.

"Beh, noi..dopo quello che Crowley ha fatto per mio marito, per me potrebbero pure essere amici di un branco di alieni, per quel che mi riguarda." disse la signora, mamma di Damian.

"Dopo aver scoperto che un demone salva delle vite niente può più stupirci." commentò lui.



Intanto Gabriel aveva informato Sam e Dean di cosa stava succedendo e Dean dapprima era scoppiato a ridere e poi aveva trascinato Sam da tutti loro.

"Salve, signori, non pensavamo veniste anche voi, qui." disse Dean.

"Sì, in effetti non ci aspettavamo neanche noi di trovarvi qui..è stata una bella sorpresa,." disse il padre di Amara.

"Permetteteci di illustrarvi i fantastici piatti della casa..e di offrirveli." disse Sam.

"Ma..non è necessario." intervenne il padre di Kevin e Charlie.

"Insistiamo! Non capita tutti i giorni di poter cenare con i genitori di ragazzi così splendidi come i nostri ragazzi!" disse Dean facendo l'occhiolino.



"Oh, beh, se insistete!" disse la madre di Kevin e Charlie.

"Permette?" chiese Dean offrendogli il braccio.

"Ma che galantuomo!" disse lei.
Sam schiumò dalla rabbia.

"Contieniti, poi in camera da letto potrai fargliela pagare quanto vuoi. " disse Gabriel al suo orecchio.

"Oh, ci puoi scommettere." disse Sam in tono malizioso.



"Dean, mia moglie e io ci chiedevamo se potete farci avere delle copie delle tavolette che mio figlio avrebbe tradotto, sa, per collezione." disse il padre.

"Quelle dei leviatani? Mi dispiace, signore, ma sono andate perse durante quella brutta faccenda con il Purgatorio e comunque non sono oggetti da collezione" disse Dean.

"Capisco, che peccato però." disse lui.



Mentre tutti insieme mangiavano degli aperitivi a base di salmone e sushi, Dean si avvicinò all'orecchio di Sam.

"Non devi essere geloso, sei tu quello che voglio..e che vorrò sempre." 

"Lo so, ma mi sento strano a dover pensare di dover conquistare qualcuno..non mi sento me stesso. Non è questa la nostra vita, ecco."

"Ti manca la vita che facevamo prima? Noi due da soli?" 

"Sì, beh...con nostro fratello, chiaro..adesso c'è anche lui.." 

"Però senza parenti acquisiti intorno, tutto chiaro. Fa le valigie, fratellino, si torna a girare di motel in motel a salvare il mondo."

"Finalmente!" disse Sam allegro.

Era bello, avere una famiglia tanto numerosa, era stupendo poi, che le famiglie dei tanti amici che avevano al loro fianco, li accettassero, era stupendo vedere Bobby con Crowley e loro fratello con Jack, ma non era quella la loro vita..loro erano fatti per viaggiare, vedere il mondo, salvare vite, mantenere il fuoco dell'adrenalina, vivo, che viaggiava a ritmo stesso della loro passione, perchè loro erano tutto quello e sapevano che potevano amare tutti loro, anche così, senza fermarsi in un posto, perchè quello era il loro destino, amare, viaggiare, non importava dove, quello che era importante, era non fermarsi mai.
















Note dell'autrice:  sono ufficialmente finiti i missing moments! LOL scusate, ma io desidero che Sam e Dean possano vivere la loro vita senza avere il timore di essere giudicati o altro, quindi non so come può essere presa questa cosa, se poco realistica o no, stavo per farmi influenzare da questo e non pubblicarlo nemmeno, ma poi ho pensato: ma se mi è venuto in mente..significa che fa parte della storia, quindi perchè non pubblicarlo? e quindi l'ho fatto :)

ci tengo a specificare una cosa che può sembrare fraintendibile dal capitolo..Sam e Dean NON hanno un bar xd si trovano lì solo per divertimento e sanno che specialità della casa ci sono, quindi offrono le specialità a loro. Non si tratta del bar di Kevin e Charlie (ne parlo in uno degli ultimi capitoli della storia principale)

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Capitolo 21
*** Occhi blu ***


POV SAM

Ha gli occhi azzurri come un mare cristallino appena nato. Puro, incontaminato, mai toccato dall'uomo. Esiste ancora qualcosa di davvero PURO a questo mondo? E se esistesse, sapremmo riconoscerlo? Io credo di sì, credo che quando qualcosa è diversa, SPECIALE, la riconosci e si fa riconoscere in qualche modo. Soprattutto deve rispecchiare un colore diverso, un colore che non hai mai visto prima. Più intenso degli altri, più cangiante, più luminoso.. un colore che non hai mai visto prima. Un colore SPECIALE. Un azzurro speciale, come le prime acque del mondo.

Gli occhi di Jack erano così...ma i miracoli quando passano accanto a te, non sempre li riconosci. Io non ho saputo accorgermene, malgrado avessi visto quegli occhi già una volta, in uno dei periodi più brutti della mia vita...quel giorno il mio animo era in fiamme, mentre il mio cuore piangeva di commozione, mentre la Morte mi parlava.

Avevo già visto Jack e non lo avevo riconosciuto!!

Non l'avevo riconosciuto perché quel giorno aveva gli occhi diversi.. nella mia immaginazione, li immaginavo ancora verdi.. i nostri sensi, i nostri occhi, che spesso sono lo specchio della nostra anima, possono tradirci e mostrarci cose che non saranno mai...mostrarci semplicemente quello che pensiamo di vedere, ma non quello che realmente è.

Ti avevo già visto, Jack, ho visto come saresti diventato, quel giorno lì, che ho parlato con Lily che si disperata per la sua gattina, ma in realtà mi sono sbagliato...quel giorno ho creduto di vedere una ragazza...ma non era una ragazza...eri TU ..il nostro meraviglioso angioletto nephilim!!





Lily e Jack corrono sulla spiaggia. La sabbia accarezza i loro piedi, li coccola. Se Lily non sapesse che sembrerebbe una battuta, direbbe quasi che faceva le "fusa". Come le onde del mare ..come il colore degli occhi di...Jack.

"Jack, che ne dici se invitiamo a dormire anche Sam e Dean da Bobby?" Gli dice, prendendo le mani del suo migliore amico.

Sam e Dean...due angeli, che hanno protetto e nascosto un pezzo del suo cuore, che angelo lo è davvero...anche se solo per metà. Anche se prima era qualcos'altro...

Lily pensa che TUTTI sulla Terra sono qualcos'altro prima di scoprire chi sono davvero, prima di rivelare chi sono davvero alle persone che amano. Quando conobbe Sam la prima volta, credette che fosse il suo angelo custode...non sapeva niente degli angeli. Aveva vissuto accanto a un futuro angelo senza saperlo riconoscere, d'altronde. Così come non conosceva davvero la morte. Come la maggior parte di tutti gli umani sulla Terra, credeva di conoscerla. Eppure non la conoscevo per niente...e se ne accorse solo dopo.

Non sapeva che avrebbe mai rivisto Lilù, così come non poteva neanche immaginare, che avrebbe rivisto Sam..che credeva fosse un essere soprannaturale...invece era solo un essere speciale, che del soprannaturale se ne occupava.

Non credeva che avesse un fratello. Per lei era già abbastanza eccezionale lui, da non pensare addirittura che la natura avesse deciso di sdoppiare l'eccezionale in due persone distinte. Ma da quando l'ha saputo e da quando ha saputo quanto la natura sa essere meravigliosa riportando la sua dolce gattina nei panni di un angelo, non potè fare altro che ringraziare questo stesso universo e complimentarsi per aver creato questo meraviglioso puzzle, tessendo i loro destini in modo da intrecciarli attorno al suo migliore amico, in modo da riportarlo in qualche modo da lei. Di aver rivisto Sam, di averlo potuto ringraziare per le proprie parole che ebbe per lei quella volta quella stanza all'ospedale. L'aveva aiutata a superare la perdita della sua gatta..non raccontò mai di quello strano spirito che quel giorno vide, ai suoi genitori...era come se sapesse che era giusto che rimanesse un loro segreto..ed è stato come se fosse stata premiata per questo.. le parole di Sam l'avevano aiutata veramente..ad andare avanti in modo da poter poi ritrovare il suo dolce amico in una forma diversa e ora era felice perché ora non aveva più solo un amico, ma tanti amici.
Non si sentiva innamorata si Sam. Anzi...amava Sam e Dean e il loro amore.
"Vieni, andiamo a chiederglielo." Disse Jack.
Quando era la sua gatta, la trasportava lei in braccio, ora la trascinava LUI, tenendola per mano e questo le faceva palpitare il cuore.

"Sam, Dean..oggi dormite con noi da Bobby!" Disse Lily che pensò bene di dichiarare subito che non era un invito, ma un ordine!
"Ma...c'è una sola stanza per gli ospiti.." cominciò Sam.
"Siamo già in tanti..Crowley dorme con Bobby e non credo ci staremmo in quattro in un letto. " disse Dean.
"Che sciocchezze, noi dormiremo in tenda in salotto, vero, Lily?" Il suo migliore amico le fa l'occhiolino.
"No, questo non possiamo permettervelo!" Disse Dean arrabbiato.
"Dormiremo noi sul divano piuttosto!" Disse Sam.
"Pensate che potremmo rubarvi la stanza?" Dice Lily e li vede imbarazzarsi. Pensa che sono così carini.

"Lily, non vi permetteremmo di dormire per terra.." disse Dean.
"Ma voi vorrete sicuramente fare l'amore.." pensa Lily lanciando la stoccata finale. D'altronde ha imparato dalla migliore: Charlie.

Lily vede Dean avvampare. Trova che Dean sia carinissimo quando si imbarazza. Sam scoppia a ridere e Lily pensa che si trattiene dal saltargli addosso.

"Chissà perché pensano tutti che io sia un depravato che pensa solo al sesso!" Sbotta e Sam lo sta guardando ancora in quel modo, leccandosi distrattamente le labbra.

"Chissà come mai..." risponde Sam e Dean incrocia lo sguardo con il suo e gli sorride di riflesso.

"Ehm..la mia amica e io andiamo a prendere dei gelati..ci vediamo dopo!" Dice Jack come se avesse pensato anche lui la stessa cosa.

Scappano ridendo per la strada, si girano e Sam e Dean sono in acqua. Scuotono la testa ridendo. È così chiaro quello che vogliono fare.

"Sono incorreggibili. Se non scappavamo, lo avrebbero fatto davanti i nostri occhi!"

Lily picchiò la sua mano con la sua.
"Ehi! Non si picchia un angelo!"
"Metà angelo ..e porta rispetto. In fondo...non ho ancora 18 anni.." dice in modo innocente.

"Ma hai la lingua biforcuta peggio dei miei zii millenari.." gli sorride.

"Ti ringrazierò per sempre per avermi cercato.." gli dice Lily ed ė commossa.

"La mia famiglia è numerosa e ha una particolarità originale...la maggior parte di loro ha ricordato le loro vite precedenti..sembra un paradosso che io, che sono un nephilim, sono stato l'ultimo a farlo..ma mi è successo! Immagina la scena! Chiamo Sam e Dean e gli faccio: sapete che c'è? Che qui abbiamo un altro che si è appena ricordato una sua vita precedente e loro mi fanno: davvero? E chi è? Gli rispondo: IO..e a quel punto mi chiedono se parlo sul serio. Dico sì, ovviamente e indovinate chi ero? E Dean mi fa: Gesù Cristo!!"

Lily rise tra le lacrime.

"Sei serio? Gli domando. Ma certo che no, ride. Poi mi accorgo che era una risatina nervosa. Anche se con tutto quello che è venuto fuori, non si può mai sapere, dice. A quel punto gli dico che ero un gatto! Interminabili secondi di silenzio. Poi Dean fa di nuovo: sei sicuro di non essere Gesù Cristo?"

Lily ride di nuovo. Ridono insieme e poi Jack le prende le mani.

"Prima di innamorarmi perdutamente di loro fratello.." dice parlando chiaramente di Adam. "Sono stato sommerso dal tuo amore...dovevo cercarti per dirti che ti amo, di un amore diverso ma ti amo, anche io come tu hai amato me...e ti ho perdonato...proprio come ti ha detto Sam.."

"Che..ora oltre a essere amico della morte, ora è anche veggente.." dice Lily, mentre una lacrima le brilla sulla guancia mentre cerca di ridere.

Jack le asciuga una lacrima come quando era una gatta e leniva i suoi dolori dell'anima. Lei se lo ricorda.

Si abbracciano e una tenerezza di un amore potente si impadronisce di lei, di entrambi.

Lily sa di essere ancora piccola, non conosce ancora l'amore romantico..ma conosce l'amore ed è così tanto felice di essere sommersa da tutto questo amore.
E in fondo non è l'amore già di per sé a essere romantico?
È così felice di conoscere Sam, Dean, Jack e i loro amici.











Ciao ragazzi non ve l'aspettavate queste ennesimo aggiornamento vero Beh posso assicurarvi che questo sarà davvero l'ultimo xd se non sapete di cosa sto parlando, tornate guardarvi il salto quantico la parte in cui Sam intraprende le prove di Morte, non avreste mai pensato che la gattina sarebbe tornata come Jack vero? Beh, neanche io xd è stata una decisione che ho preso da quando è finita la storia, ma non mi decidevo mai a scriverlo, ora finalmente mi sono decisa ma ultimamente il mio stesso cervello mi sabota e quindi cerca di impedirmi di scrivere xd quindi per riuscirci devo scrivere a poco a poco.Non ve la siete presa per la menzione a Gesù? Dai ci stava!! Ci stava che Dean faceva la battuta e non ha detto niente di offensivo, quindi spero che nessuno si sia offeso xd in fondo Lucifer sanno chi è, altrimenti avrebbero potuto fare la stessa battuta e dire "sei lucifero"? E ricordiamoci che lo stesso Dean chiese addirittura a Castiel se era Dio, nella serie tivù xd a sto punto dopo tutte ste reincarnazioni tutti possono essere chiunque, abbiamo avuto addirittura i viaggi nel tempo xd cmq sì era una battuta, anche se Dean e probabilmente anche Sam, per pochi attimi hanno tremato xd beh adesso credo che la storia sia proprio finita! Almeno spero ahahah e cmq sì, Lily sa che Sam e Dean si amano xd non ho raccontato di come si conoscono, lo so, forse un giorno lo farò.

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