Lui e lei

di Cesca_Haibara20
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 17 ***
Capitolo 18: *** Capitolo 18 ***
Capitolo 19: *** Capitolo 19 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Sono passati esattamente sei mesi da quando mi sono unita alla U.A. per diventare un eroina o qualcuno di cui ci si può fidare. I ragazzi della classe in cui sono stata messa sono okay, simpatici, casinisti ma di buon cuore. Ho fatto amicizia con tutti anche se c’è un ragazzo che mi tiene a distanza e non gli piace quando gli sto intorno… di chi sto parlando? Katsuki Bakugo. Sembra che gli sto davvero antipatica senza che io gli abbia mai fatto nulla per generare tutta questa antipatia. Eijiro e Denki mi dicono di non farci caso perché fa così con tutti, devo solo dargli il tempo di abituarsi alla mia presenza.

Prima che la lezione finisca il professore Aizawa ci comunica i voti presi dopo la prova della settimana scorsa.
Dimmi che ho preso almeno la sufficienza… sono migliorata un sacco dall'ultima volta, me lo ha detto anche lui…” penso stringendo tra le mani la mia spilla portafortuna.

«Bene, ora vi comunicherò i voti poi potrete andare nelle vostre camerate.» annuncia prendendo i fogli tra le mani.
Si sbrighi… sono agitatissima…"
«Iniziamo da Choi Soojin.»
Come sento il mio nome rizzo la schiena agitatissima.
«Devo essere sincero, sei migliorata molto più di quanto mi aspettassi e ne sono conteno. Hai superato addirittura il punteggio di Bakugo e di Todoroki.»
«PERCHÉ? QUANTO HA PRESO QUELLA SFIGATA?» sbraita Katsuki.
Dio, ma te la dai una calmata?
«La sfigata ha un nome, ed è Soojin!» replico seccata.
«Non è quello che ho chiesto e non stavo nemmeno parlando con te!»
«Soojin ha preso 100/100, Bakugo.»
A quella frase rimaniamo tutti spiazzati.
Il massimo… ho preso il massimo…
Non credo alle mie orecchie mentre tutti mi fanno i complimenti per il miglioramento, addirittura Shoto mi fa i complimenti. L’unico che non l’ha presa bene è Katsuki.
«IMPOSSIBILE! SE QUELLA HA PRESO IL MASSIMO IO QUANTO HO PRESO?!»
«Calmati Bakugo, tu hai preso 98/100.»
«Per due stupidi punti sono sotto a quella sfigata...» borbotta.

Appena entrati nei dormitori mi nascondo in camera mia per evitare di scontrarmi con Katsuki e di parlare di come lo abbia battuto.
Sono salva…
Con un sospiro di sollievo mi lascio cadere sul letto.

Improvvisamente sento qualcuno bussare alla porta.

«Dolcezza, ci facciamo due chiacchiere?»

Quella voce è inconfondibile.

Scendo dal letto sbuffando ed apro la porta rivelando la figura di Katsuki.

«Cos’è, vuoi che ti spieghi per filo e per segno come ti ho battuto?» sorrido.
«Sì, mi piacerebbe molto.»
«Be’, a quanto pare, il mio “venticello”, o come lo chiami tu, ha battuto alla grande quelle piccole bombe a mano che hai al posto delle mani, fine.»
Vediamo come reagisce a questa.
«Tesorino so benissimo che hai imbrogliato e scoprirò come.»
Ridacchio a quella frase.
«Non sai proprio perdere.»
«Non quando so che non me lo sono meritato.»
«Senti tesoro, devi accettare la realtà: io ti ho battuto.»
Posa la mano sullo stipite della mia porta.
«Senti tesoro, ti va una scommessa?»
A quella domanda mi passo la lingua sui denti interessata.
«Che tipo di scommessa?»
Lui sorride e posa un dito sotto il mio mento lasciandomi sorpresa.
«Alla mia prossima vittoria mi dirai come hai fatto, se invece sarai tu a vincere, ammetterò di non essere il migliore.»
Lui non ammetterebbe mai una cosa simile.
«E va bene, ci sto.»
«Ci si vede.» mormora accarezzandomi il mento prima di allontanarsi.
«Credici.»

Rientro in camera, prendo il portatile cercando qualcosa da guardare su YouTube e dopo una decina di minuti sento una notifica provenire del mio cellulare.
Lo prendo e leggo il messaggio.

Preparati a perdere.

Sorrido. Si vede proprio che gli rode.
 
Ti rode così tanto il culo che sia stata una ragazza a batterti?
No, solo che sia stata proprio tu. ;)
Poverino, baby Kacchan adesso è triste.
Vorresti tirarmi su di morale?
C’è già la tua mano. ;)
Pervertita! Non intendevo in quel senso!
Perché? Non vuoi quello da me?
Perché dovrei?
Perché ogni volta che mi guardi sembra che mi vuoi scopare oppure mi vuoi morta. Si vede ed Eijiro me lo ha detto.
Colpo basso, non è valido.
Indovina da chi ho preso. ;)
Non pensavo di poter influenzarti così tanto.
Comunque che vuoi?
Nulla, nulla.
Non mi volevi in camera tua? ;D
 
Lo ammetto, un po’ mi piace stuzzicarlo.

Ci tienti così tanto?
Voglio capire che cazzo ti frulla per quella testa. Non si capisce mai a che pensi, sempre se pensi…
Qualcuna non riesce a reggermi?
Non farti strane idee. Sono solo curiosa.
Peccato.
Pensavo di non essere il tuo tipo. ;)
Ops.

Okay, devo parlargli faccia a faccia. Almeno per capire che cosa gli frulla nella testa che lo porta ad odiarmi. Mi da fastidio quello che sto per fare, ma devo.
Scendo dal letto, mi tolgo la divisa della scuola indossando una maglietta a maniche corte bianca oversize con su scritto “California, west coast” ed indosso dei pantaloni della Adidas marroni con due strisce bianche laterali.
Faccio un profondo respiro ed esco dalla camera raggiungendo la sua e busso.

«Sì?»
Domanda aprendo la porta.
«Devo farti una domanda.»
«Dimmi tutto.»
Chiudo gli occhi e faccio un profondo respiro.
«Ti da così tanto fastidio che ti batta una ragazza? Sinceramente.»
«Mi piacciono le sfide.»
«E perché con me no? Ti urto così tanto?»
Il biondo sorride ed inizia ad avvicinarsi a me al punto di farmi arrivare contro al muro.
«Non hai ancora capito che questa è la mia sfida preferita?»
Sono bloccata come un salame, l’unica cosa che riesco a fare è ritrarre le labbra.
«Di che parli…?»
«Tu sei la mia preferita da sfidare.»
Oh…
«Ah, sì?» mi mordo il labbro.
«Mh-mh.»
Ora mi diverto un po’.
«E cos'altro ti piace?»
«Non te lo dirò.»
«E perché?»
«Perché c’è tempo.»
«Mh...» annuisco. «Devi per forza tenermi contro il muro?»
«Credevo ti piacesse.»
Improvvisamente divento timida e mi stringo nelle palle costringendolo ad avvicinarsi a me per guardami negli occhi.
«Non ho detto quello...»
Perché mi comporto in questo modo? Che cazzo mi succede?!
«Ma lo stai dimostrando.»
La sua vicinanza mi agita e mi mordicchio il labbro inferiore cercando di calmarmi, mentre lui per tutta risposta mi accarezza il mento col pollice.
«A-ascolta… è… è inutile che usi il tuo fascino con me.»
TI VUOI CALMARE SOOJIN?!"
«Quindi stai ammettendo di non resistermi?» sussurra al mio orecchio.
«No, sto dicendo che so benissimo resisterti.»
Poso le mani sul suo petto cercando di allontanarlo.
«Ci credo, dolcezza
Sorride e rientra in camera sua.

Faccio un profondo respiro lasciandomi cadere a terra.
Che cazzo è appena successo…? Stava flirtando con me nonostante fino a ieri mi voleva morta sotto nove metri di terra? I ragazzi sono davvero strani…

Decido di andare in salotto trovando Eijiro e Denki a giocare ai videogame.

«Ehi ragazzi.»
Li saluto sedendomi accanto a loro.
«Ciao fidanzata di Kacchan.»
Mi salutano loro in coro.
ASPETTA… CHE?!
«Come prego?!»
Improvvisamente diventano pallidi realizzando quello che hanno appena detto.
«Come mi avete chiamata?»
Eijiro stoppa il gioco e cerca di minimizzare l’accaduto.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


«Perché?» ridacchia. «Come ti abbiamo chiamata?»
«Mi avete chiamata “fidanzata di Kacchan”.»
«Ma no! Che dici? Non ti abbiamo affatto chiamata così, vero Denki?»
«Esatto! Non diremmo mai una cosa del genere!»
Incrocio le braccia. Questi due mi nascono qualcosa, ne sono certa.
«Perché c’erano quelle due parole insieme nel vostro vocabolario, mh? Rispondete.»
«P-per nessun motivo, fidati! Ci siamo sbagliati.»
«Potevo anche crederti se lo diceva solo Denki o solo tu, ma lo avete detto entrambe e nello stesso momento. Mi state nascondendo qualcosa, vero?»
«Certo che no!»
Ridacchiano nervosi.
«Voi credete che io piaccia a Kacchan, non è così?»
Quella domanda li fa smettere di ridacchiare e il loro silenzio conferma i mie dubbi.
«Statemi bene a sentire: a me non piace Kacchan, okay? È esattamente l’opposto del mio ragazzo ideale e il suo odio nei miei confronti è troppo grande per diventare affetto.»
«E chi sarebbe il tuo ragazzo ideale?» domanda Denki curioso.
Chi della nostra classe si avvicina al prototipo del mio ragazzo ideale…?
Mi guardo intorno ed appena lo vedo il mio viso si illumina.
«Shoto. Shoto è il mio ragazzo ideale.»
«Cosa?» mormora deluso Denki. «E i biondi non ti piacciono nemmeno un po’?»
Alzo gli occhi al cielo ridacchiando.
«Chi lo sa? Un giorno potrei cambiare idea.»

Scrollo le spalle e mi allontano da quei due per prendere una lattina di Coca-Cola dal frigorifero.
Devo tenere Shoto sotto controllo o Lui mi romperà le palle.

«Ciao Soojin.»
La voce femminile mi distrae.
«Ehi Ochako.»
«Senti, noi ragazze stasera ci raduniamo a vedere un film tutte insieme, sei dei nostri?»
Sorrido, un po’ di svago una volta ogni tanto ci sta.
«Certo, sono con voi.»
«Perfetto! Vado ad avvisare Mina così andiamo a prendere qualcosa da mangiare.»
«Aspetta, vengo anche io. Ho voglia di uscire.»
«Oh, okay.»

Raggiungiamo Mina in camera e dopo esserci le scarpe e la giacca usciamo dai dormitori dirigendoci verso il supermercato più vicino.

«Soojin posso farti una domanda?»
«Mina, mi hai già fatto una domanda.»
L’aliena rosa ridacchia con le guance leggermente arrossate.
«Giusto.»
«Comunque cosa volevi chiedermi?»
«Mentre ero in salotto ho sentito Denki ed Eijiro bofonchiare tra loro e, senza volerlo, ho sentito che stavano parlando di te.»
«Okay. E quindi?»
«Be’… gli ho sentiti dire che vorrebbero farti innamorare di Kacchan perché pensano che insieme sareste carini.»
A quella rivelazione alzo gli occhi al cielo seccata.
Ecco perché quei due mi hanno chiamata “Fidanzata di Kacchan…” sbuffo. “Lo capiranno mai che quel simulacro di rabbia repressa non mi piace e non mi piacerà mai?!
La voce di Ochako mi distrae dai miei pensieri.
«Sono sicura che lo fanno per scherzare, loro non farebbero mai una cosa così per cattiveria.»
«Oh, non preoccuparti Ochako, non devi difenderli. Tanto ho già messo le cose in chiaro con quei due ebeti.»
«Cioè? Che intendi dire?»
«Intendo dire che gli ho detto che Kacchan non è affatto il mio tipo.»
«A proposito di tipo ideale!» esclama entusiasta Mina. «Chi è il tuo tipo ideale?»
Vi prego, non passiamo parlare di altro…? Queste chiacchiere mi danno i nervi.
Cerco in tutti i modi di reprimere la mia voglia di cambiare bruscamente argomento e rispondo alla sua domanda.
«Il mio tipo ideale deve essere alto, deve sapere tenermi testa ma dev'essere anche un tipo che sa adeguare il suo carattere a seconda dell’occasione e soprattutto deve riuscire a farmi sorridere.»
«Non hai preferenze fisiche?»
Scrollo le spalle e scuoto il capo.
«L’aspetto fisico non è al primo posto per me, okay che l’occhio deve avere la sua parte ma se una persona non mi piace caratterialmente è difficile che l’aspetto mi faccia cambiare idea.»
Le ragazze annuiscono concordando con me.
«E il vostro tipo ideale come dev'essere?»
Alla mia domanda il viso di Ochako diventa completamente rosso dall'imbarazzo.
«Il tipo ideale di Ochako è Deku!» la canzona Mina.
«Smettila, non è affatto vero!»
«Secondo me sareste bene insieme...»
«Mh…? Davvero?»
«Si vede che c’è un’intesa tra voi due e, nel vedere come si comporta Deku, si nota un’interesse dalla sua parte.»
«Come lo hai capito?»
«Be’, arrossisce spesso in tua presenza, balbetta, diventa timido e cerca sempre di apparire al meglio di fronte a te per impressionarti.»
«Ma tu sei una veggente Soojin!» esclama Mina impressionata.
Quella affermazione mi fa sentire leggermente imbarazzata.
«Non sono una veggente...» mi stringo nelle spalle. «Semplicemente osservo il comportamento delle persone e cerco di capire come sono, tutto qua.»
«Sei in grado di capire se ad Eijiro piace qualcuna della nostra classe?»
«Perché vuoi saperlo Mina? Non sarai per caso innamorata di lui, eh?»
Le domanda Ochako prendendola un po’ in giro.
«Certo che no!» replica rossa in viso. «Ma anche se fosse che problema c’è?»
Vederle prendersi in giro così mi fa sorridere.
Mi fanno ricordare come scherzo con Lei… è da un po’ che non mi chiamano. Si mettono in contatto con me solo per la documentazione che gli serve anche se ottenerla non è così facile…

Arriviamo al supermercato e slittiamo per varie corsie per comprare solo quello che ci serve.

«Già che dovevamo venire qui non potevamo chiedere a Tenya o Momo di fare la lista della spesa? Non mi va di venire qui anche domani.»>>
Si lamenta Mina con voce infantile.
«A parte che domani non è nemmeno il tuo turno ma quello di Tokoyami, sia Momo che Tenya avevano da fare per cercare di organizzare il festival musicale che si terrà a breve, non lo ricordi?»
«Ah vero...»
Un festival canoro…?"
«Cos’è il festival musicale?»
Alla mia domanda si girano entrambe nella mia direzione come se avessi detto una cosa in un’altra lingua.
Quello sguardo mi secca.
«Che sono quelle facce?»
Cazzo! L’ho detto con aria più stronza di quanto pensassi! Speriamo che non si insospettiscano.
«Non te lo ricordi già più?»
Faccio cenno di “no” col capo.
«A breve si terrà il festival musicale della U.A. dove tutti gli studenti possono esibirsi, non te lo ricordi più? E dire che hai insistito per fare gruppo con me e Jirou perché volevi farci fare una cover di “Pretty Savage”.»
Le parole di Ochako mi fanno fare, finalmente, mente locale.
«Aaaah! Ora ricordo!»
«Ora che ci penso, che canzone canterete nell'esibizione da soliste?»
Ci domanda curiose Mina.
«Io canterò “Into You” di Ariana Grande.»
Mina sorride furbetta.
«Uuuuh, e penserai a qualcuno di particolare?»
«Mina smettila.» taglia corto lei.
«Tu Soojin cosa canterai?»
«Io?» mormoro.
Effettivamente non ho ancora la canzone… ce ne sono così tante che mi piacerebbe cantare che non saprei scegliere…
«Be’, effettivamente sono ancora in alto mare… sono decisa su alcune canzoni.»
«E quali sono? Magari possiamo aiutarti a scegliere quella più carina.»
«Mmmh… sono indecisa tra “You Should See Me In A Crown” di Billie Eilish, "Copycat" sempre di Billie Eilish e “Solo” di Jennie.»
Mina è la prima a parlare.
«Io sceglierei la canzone di Billie Eilish semplicemente perché l’altra non la conosco.»
«Anche io.» si accoda Ochako.
Sì, così però non sono state tanto d’aiuto… forse dovrei cantare proprio quella canzone… effettivamente non c’è un lui che mi ha spezzato il cuore e a cui poter dire: “I’m going solo.” però potrei dire agli altri di vedermi con una corona… sì, ha senso.

Dopo aver comprato tutto il necessario, siamo andate alla cassa a pagare, abbiamo messo tutto nei sacchetti e siamo tornate ai dormitori dove troviamo Momo e Tenya intenti a fare un annuncio.

«Oh, menomale che siete arrivate ragazze!» sorride Momo nel vederci. «Ora ci siamo tutti, puoi iniziare.»
«Ti ringrazio Momo.»

Togliamo le scarpe mettendoci successivamente le scarpe e ci avviciniamo ai nostri compagni curiose.

«Vi ricordate tutti del festival musicale?» domanda Tenya.
Tutti rispondiamo positivamente in coro.
«Bene. Abbiamo parlato con il professor Aizawa e lui ci ha confermato che ogni alunno può fare ben due esibizioni, sia singolari che in gruppo. Avete tempo fino a lunedì per dirci se sete in gruppo o da soli e la canzone in cui vi esibirete, così potremmo stilare la lista e creare una sorta di scaletta della 1^A, va bene?»
Tutti annuiamo all’unisono.
«Perfetto. Ci sono domande?»
«È obbligatorio esibirsi?»
La domanda coglie l’attenzione di tutti.
E ti pareva che doveva rompere le palle e rovinare l’organizzazione di Momo e Tenya?
«Ma che domanda fai Kacchan? Tu sei in gruppo con me ed Eijiro.»
«Ho cambiato idea, va bene?!»>> sbotta. <<«È obbligatorio sì o no?»
«No, non è obbligatorio esibirsi… se non te la senti è okay.»
«Non ho detto che non me la sento, dico solo che la trovo una cosa stupida.»

Sbuffa e si alza dal divano dirigendosi verso le camerate.
Non può fare così però! Non può bidonare il suo gruppo e mandare in confusione tutto quanto per un suo capriccio. Adesso mi sente.

Poso le buste sul tavolo, mi tolgo la giacca velocemente appendendola e corro verso la camera di Katsuki.
Fortunatamente non è ancora entrato e posso fermarlo.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


«Katsuki!»

Il biondo si ferma in mezzo al corridoio senza voltarsi verso di me.

«Che vuoi?!» ringhia.
Minchia stai calmo.
«Non ti ho ancora detto niente...»
«Fregacazzo, che vuoi?»
Alzo gli occhi al cielo seccata dal suo comportamento.
«Perché hai deciso di non voler più cantare?»
«Cosa te ne frega a te?»
«Be’, mi frega se con un tuo stupido capriccio mandi tutta un’organizzazione in confusione.»
«Non hai sentito? Hanno parlato poco fa con Aizawa, non era tutto già deciso.»
«Non è comunque giusto! Perché non vuoi più cantare?»
«Non mi va e basta.»
«Hai paura di stonare? Nessuno riderà di te, nessuno qui è un cantante provetto ma lo facciamo per diver-...»
«Non ho affatto paura di stonare! So cantare benissimo!»
Sì, come no.
«Allora qual è il motivo?»
«Sono cazzi miei!»
Nel pronunciare quella frase si gira verso di me e posso vedere i suoi occhi rossi bruciare come se fossero fiamme. Non l’avevo mai visto così adirato, mai. Senza nemmeno volerlo il mio cuore comincia a battere velocemente.
Stringo i pugni.
«Saranno pure cazzi tuoi, ma tu canterai che ti piaccia o no, a costo di costringerti tirandoti le orecchie!»
Katsuki si avvicina pericolosamente a me rimanendo a pochi centimetri dal mio viso con le mani che emettono varie esplosioni.
«Non sei nessuno per decidere per me cosa fare!»
«Allora canta al festival e non rompere le palle.»
«Perché ci tieni così tanto?!»
«Perché se si esibisce tutta la 1^A avremmo dei punti in più contro la B!»
Sul suo viso compare un’espressione confusa.
«Alcuni della sezione B si è ritirato perché non sa cantare. Vuoi dimostrare che la A è più coraggiosa e cazzuta della B? Allora canta!»

Mi allontano da lui tornando in salotto dagli altri.
Non è assolutamente vero che alcuni ragazzi della B si sono ritirati perché non sanno cantare, ma era l’unico modo per convincerlo.
Raggiungo Eijiro e mi siedo accanto a lui accorgendomi che sul volto ha un’espressione triste.
«Ehi, cos'è quella faccia? È perché quel brontolone di Katsuki non vuole cantare con te e Denki?»
«Lui pensa di sapere perché Kacchan non vuole più cantare.»
Risponde Denki al posto suo.
«Davvero? E quale?»
«Al festival verranno invitati svariati Pro Heroes per vedere le nostre capacità.»
«Okay e quindi?»
«Lui vuole che la nostra esibizione sia perfetta, come se fossimo una band professionista e non vuole nessuno sgarro. Io ed Eijiro sappiamo suonare molto bene la chitarra elettrica e la batteria ma non è che siamo chissà che professionisti.»
«È un motivo assurdo. Nemmeno io, Jirou e Ochako siamo delle cantante o ballerine professioniste ma ci alleneremo per fare del nostro meglio e anche se dovessimo stonare un pochino o sbagliare un passo, chissenefrega!» scrollo le spalle. «Secondo me ha fatto un inutile capriccio per poter fare due esibizioni da solista e basta.»
«Tu dici?»
Poso la mia attenzione su Eijiro e sospiro.
«Secondo me sì, ma non ne sono sicura. Spero di sbagliarmi.»
«Tu cosa canterai Soojin?»
«Nella prima esibizione con Jirou e Ochako cantere-...»
La mia viene interrotta da una voce femminile.
«Scusa Soojin?»
Mi volto verso la voce e sorrido.
«Sì, Tsu?»
«Mi chiedevo se potevo unirmi a te, Ochako e Jirou per poter fare un esibizione con voi.»
«Certo che puoi unirti! In quattro sarà molto più semplice distribuire le parti.»
«Grazie!»
Si allontana sorridente e riprendo il discorso.
«Dicevo, io, Tsu, Ochako e Jirou canteremo “Pretty Savage” delle BLACKPINK, e quando farò l’esibizione da sola canterò “You Should See Mee In A Crown” di Billie Eilish. Voi?»
«Io, Eijiro e Kacchan dovevamo cantare “Feel Invincible” degli Skillet mentre io ed Eijiro canteremo insieme “Vietnam Flow” di Emis Killa e Salmo.»
«Wow! Canzoni davvero toste!» esclamo sorpresa.
«Sì, ma se Katsuki canterà da solo dovremmo scegliere un’altra canzone.»
Sospiro e scosso il capo.
Possibile che tutto d’un tratto vuole cantare da solo solamente perché ci saranno i Pro Hero a guardarci? Okay fare bella figura e tutto, ma i nostri quirk non riguardano il canto quindi è inutile farsi venire tante manfrine. Io proprio non riesco a capirlo… quando l’ho guardato negli occhi ho potuto vedere la paura nei suoi occhi, la sua voce comunicava rabbia ma i suoi occhi comunicavano tutt’altra emozione… sarà ansia da palcoscenico? Magari non vuole far fare una brutta figura ai suoi amici perché lui non è un asso nel canto? Ma che vado a pensare! Quel ragazzo ha un senso di competizione talmente alto che non si tirerebbe mai indietro, soprattutto se sa di essere bravo in quel determinato contesto.

La sera, dopo cena, ho indossato il pigiama ed ho raggiunto le ragazze in salotto pronte a vedere il film.

«Allora, che film guardiamo?»
Domando sedendomi tra Momo e Tsuyu.
«Da quello che ha detto Tokoyami è un misto tra thriller, giallo d’azione e dramma.»
«Aspettate, l’ha scelto Tokoyami?» domando confusa.
«Io avevo proposto “Fiori D’Acciaio” ma lo avevamo già visto tutte e volevamo guardare qualcosa di diverso.»
«Ah, capisco. E come si chiama?»
«”Giustizia Privata”.»
Nel sentire quel nome per poco non mi viene un coccolone.
«G-Giustizia privata…?»
«Non ti piace?»
«No, no, no, mi piace da morire! Siete sicure che lo volete vedere?»
«Perché?» domanda Mina.
«Tratta tematiche abbastanza delicate e c’è abbastanza sangue, non vorrei vi faccia impressione.»
«Stai tranquilla Soojin, abbiamo visto il remake di “IT” e siamo sopravvissute, nulla può farci paura!»
Certo, paragonare quel coso splatter senza i veri punti forti del vero “IT” a “Giustizia Privata” non è il massimo ma, se loro sono così convinte a guardarlo, chi sono io per impedirlo?

Il film inizia e ci siamo messe tutte vicine e con la copertina di pile a tenerci calde.
Io conosco ogni battuta di questo film a memoria, la prima volta che l’ho visto Loro mi avevano accolto nella loro casa e lo abbiamo visto la sera stessa dopo che gli avevo raccontato la mia storia e dopo avermi dato un nuovo nome. Questo film è una specie di simbolo della mia rinascita, se così si può dire. Ci sono molto legata.

Avrei giurato che dopo l’esecuzione avrebbero voluto spegnere e cambiare film, invece a mia grande sorpresa, sono attaccate allo schermo e molto attente.
Ovviamente stanno parte dell’avvocato e non dalla parte di Clyde come me, ma sorvoliamo.

A fine film sono rimaste a bocca aperta.

«Allora, come vi è sembrato?»
Domando riaccendendo le luci.
«Non ho mai visto un film così intrigante in vita mia.» commenta Jirou.
«Quell'uomo voleva talmente tanto vendicare la morta della moglie e della figlia che è diventato un criminale a sua volta...» mormora Ochako. «Non è un po’ triste?»
«Sì, ma hai visto cosa è successo? Quello che ha esagerato è rimasto innocente mentre hanno punito solo l’altro. Un po’ se lo meritava.»
«Mina ha ragione, è stato sbagliato l’avvocato che ha patteggiato invece che catturare anche l’altro.» concorda Momo.
«Ma come ha detto l’avvocato: “Un po’ di giustizia è meglio di niente.” è già qualcosa prenderne uno invece che fallire.»
«Quello che ha sbagliato di più è stato Clyde, ha ucciso degli innocenti solo per poter stare in prigione.»
«E secondo vuoi perché voleva stare in prigione?»
Domando lasciandole in silenzio.
«Lui commetteva quegli omicidi per poter attuare meglio il suo piano. Ci ha messo dieci anni ed era il piano più meglio creato che io abbia mai visto. Per citare il film: “È in carcere perché è lì che vuole stare.” lui voleva starci perché così non potevano tecnicamente prenderlo.»
«Effettivamente hai ragione, lui stava già in carcere… ma allora perché uccidere quell'uomo che poi hanno trovato sotto terra?»
«Quello è stato uno sbaglio loro, se fossero arrivati in tempo, quell'uomo sarebbe ancora vivo. L’unica per cui mi è dispiaciuto è stato per la biondina, effettivamente lei è stata un’innocente uccisa per la causa.»
In quell’istante ci raggiunge Tokoyami.
«Vi è piaciuto il film?»
Guarda te la coincidenza.
Le ragazze si avvicinano a lui a raccontargli i propri pareri sul film mentre sento il mio telefono vibrare. Lo tiro fuori dalla tasca del pigiama e vedo che mi è arrivato un messaggio.

Okay. Lo farò.
 Ma tieni bene a mente che canterò solamente per fare il culo a quelli della sezione B, non perché me lo hai detto tu!


Sorrido tra me e me.
Dovrei fare la motivatrice come lavoro.

L’importante è che sono riuscita a farti cambiare idea. ;) Vedrai che farai colpo sui Pro Heroes con la tua voce.
 
Non ottengo risposta. Tipico di Kacchan, visualizza e non risponde.
Senza nemmeno volerlo comincio a sbadigliare.
Forse è meglio andare a dormire.
Saluto le ragazze e Tokoyami per po dirigermi in camera mia pronta a mettermi sotto le coperte e fare una bella dormita.
Entro in camera e noto che mi è arrivata una notifica sul PC.

«Uffa… ma ne ha bisogno proprio ora? Io sono stanca...» borbotto tra me e me sedendomi alla scrivania. «Non li ho nemmeno finiti.» piagnucolo. «Sarà una lunga nottata per me...»

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Dopo aver passato tutta la notte in bianco, fortunatamente mi metto a letto per le sei e mezza e crollo senza nemmeno il tempo di accorgermi di essermi messa sotto le coperte.

Qualcuno bussa alla mia porta facendomi emettere rumori senza nessun senso logico tra loro.

«Soojin? Soojin tutto bene?»

È Denki.

Sbuffo e decido di aprire i miei occhi stanchi per guardare che ore sono.
LE NOVE DI MATTINA? AVRÒ DORMITO SÌ E NO DUE ORE!
Ma la voce di Denki non si placa e continua a bussare.

«Stai bene?»

Rimpiango i vecchi tempi dove potevo dormire fino a tardi.
Scendo pigramente dal letto e vado ad aprire a Denki che mi ha già snervato abbastanza.

«Cosa c’è Denki?» sospiro aprendogli la porta. «Perché mi chiami con così tanta insistenza?»
«Ci stavamo preoccupando per te perché non scendevi più per la colazione. Momo aveva detto che sembravi stanca ieri sera così ha proposto di lasciarti dormire, ma Tenya ha detto che non si deve saltare alcun pasto della giornata e mi ha mandato a chiamarti.»
E te pareva… non sia mai che qualcuno salti la colazione…” penso alzando gli occhi al cielo mentalmente.
«Ascoltami, dammi qualche minuto che mi cambio e vi raggiungo a fare colazione, va bene?»
Il biondo annuisce col sorriso in volto.
«Dico a Ochako di lasciarti qualche biscotto da parte allora.»

Aggiunge correndo verso le scale per poi scendere al piano di sotto.
Sospiro e torno in camera mia.
Ho la voglia di vivere di un bradipo morto ma ormai sono in piedi…
Prendo la spazzola, lo spazzolino e il dentifricio per dirigermi in bagno a lavarmi il viso, spazzolarmi i capelli e lavarmi i denti.
Finito ciò torno in camera, poso il tutto sulla scrivania e prendo vari vestiti dall'armadio: indosso un choker nero semplice, una camicia blu scura a quadri che infilo in pantaloncini neri a vita alta, indosso qualche anello semplice, calzini neri e Converse nere dello stesso colore. Mentre i capelli li lascio sciolti.

Prendo il cellulare e scendo in salotto dove trovo tutti intenti a fare qualcosa, mentre io non ho voglia di fare assolutamente niente. Mi siedo al tavolo e trovo Sero che mi sorride porgendomi un vassoio con un piattino con sopra biscotti al cioccolato ed una tazza di latte caldo.

«Buongiorno anche a te, niña.» scherza col sorriso in volto. «Hai una faccia distrutta. Con chi hai fatto le ore piccole, eh? Hai il novio e non ci hai detto nulla?»
Sorrido a quelle frasi pucciando i biscotti nel latte.
«Sì, sono fidanzata ma non te lo volevo dire.»
«Hai qualcun altro che conserva il tuo cuore e nonme lo hai detto? Così mi spezzi il corazón mi niña
Anche se mi sono svagliata malamente Sero riesce comunque a strapparmi un sorriso perché sa come prendermi, ed è strano, nessuno lo sa.
«Comunque, dimmi la verità. Come mai hai dormito poco?»
«Sono rimasta tutta la notte a guardare video su YouTube...»
«Tutta?»
Annuisco.
«Wow! Come hai fatto? Ieri sembravi una morta che camminava per la stanchezza.»
«Eh, lo so, infatti ero molto stanca ma alla fine, un video tirava l’altro e mi sono addormentata alle sei e mezza.»
«Povera, la mia niña
Sorrido a quella frase mentre mi accarezza la mano.
«Quindi oggi non vieni con noi.»
Sono confusa.
«Con voi…?»
«Sì, oggi pomeriggio io, Mina, Eijiro, Denki, Ojiro, Deku, Kacchan e Ochako volevamo andare a mangiare qualcosa fuori, giusto per rilassarci.»
«Mh-mh.»
«E pensavamo di invitare anche te ma se non te la senti non fa niente.»
«Sai che ti dico? Vengo anche io.»
«Davvero? Sei sicura?»
Annuisco.
«Uscire potrebbe farmi bene per riprendermi un po’, insieme ad una tazza enorme di caffè.»
«Bene, allora tieniti sveglia perché dopo decidiamo per che ora uscire.»
«Ci proverò.»

Appena finita la colazione c’è chi si è messo ad iniziare a studiare per chi ha le ultime interrogazioni, cosa che dovrei fare anche io perché lunedì Present Mic mi interroga, chi si rilassa leggendo un libro o chi come Katsuki e Shoto sono già andati in palestra ad allenarsi.
Ma io penso e dico, quei due che cosa mangiano per avere sempre tutte quelle forze? Poi con che voglia si mettono anche il sabato e la domenica ad allenarsi? Effettivamente c’è anche Deku che ogni santa sera si mette fuori ad allenarsi, ma quello è un altro discorso… io boh.
Scrollo le spalle e mi avvicino alle scale per andare a studiare ma vengo interrotta da una voce.

«Ehi Soojin!»

Mi giro e trovo Jirou, Tsuyu e Ochako vestite sportive.
Che succede?

«Sì?»
«Abbiamo il permesso di andare ad esercitarci in teatro per il festival sportivo? Vieni con noi?»
Cazzo! Me ne ero quasi dimenticata!
«O-oh, sì, sì, andiamo subito, datemi un secondo che cambio la camicia e vi raggiungo.»
«Va bene, ti aspettiamo qua.»

Salgo di corsa le scale per fare più in fretta possibile.
E che si era ricordata? Mannaggia a me! Hanno bisogno di me perché io sono l’unica che sa bene la pronuncia del testo e la coreografia. Essendo in coreano è diverso dal giapponese.
Entro in camera come un missile e mi tolgo la camicia e mi metto una maglietta nera a maniche corte con sopra la felpa della scuola aperta. Lo so che fare le prove con gli shorts in jeans a vita alta per gli altri non è il massimo ma io sono abituata a stare in jeans quindi per me non cambia molto.
Arriviamo tutte e quattro a teatro e poggiamo le nostre cose all'angolo del palco insieme alla cassa per ascoltare la base.

«È stato molto gentile il professore Aizawa a darci il permesso di poterci esercitare sin da subito.» commenta Ochako aiutandomi a collegare la cassa al cellulare dove ho la base.
«Anche perché abbiamo tre settimane ed imparare una coreografia ed una canzone in coreano non è facile.»
«Sicura che non c’è la versione giapponese del brano?»
«Sono sicurissima Tsu, ma vedrai che non sarà difficile. Le parti ce le siamo già date ma te lo chiedo uguale per correttezza: ti senti più sicura se devi cantare o se devi rappare?»
«È importante saperlo?»
«Sì, perché la canzone in questione è composta da parti rap e parti vocal quindi se dobbiamo darci le lines è importante.»
«Io… io mi sento più sicura nelle parti cantate rispetto che quelle rap...»
«Okay, allora rimane tutto invariato dalla prima volta: io ho le lines di Jennie, Jirou hai le lines di Lisa, Ochako hai le lines di Jisoo mentre Tsu hai le lines di Rosè.»
Ochako e Jirou hanno capito ed annuiscono mentre Tsuyu mi guarda un po’ confusa.
«Dopo capirai, per ora concentriamoci sulla coreografia, va bene?»
Le ragazze annuiscono.
«Bene.» unisco le mani. «Tenete bene a mente una cosa: questa coreografia si basa sul sincrono.  Io fortunatamente so tutte le parti perché sono andata letteralmente in fissa ma vi assicuro che non è difficile.»
«Ah, no?»
«Fidati Ochako, a primo impatto potrebbe sembrare difficile ma quando cominci a capire il meccanismo non sarà difficile. Altra cosa da tenere a mente è che la coreografia va in “sincrono” con la canzone. Che significa? Significa che a seconda della persona che canta cambia la coreografia a parte nel ritornello.»
Le ragazze mi guardano senza capire nulla di quello che sto dicendo, non seguendo il K-Pop e non conoscendo nemmeno un gruppo per loro sarà difficile imparare tutto in tre settimane.
Come minimo dovremmo impegnare un giorno per il ballo e l’altro per il canto. Okay che da lunedì pomeriggio siamo liberi perché ci dobbiamo esercitare per questa attività ma saranno tre settimane molto dure per noi che ci dobbiamo esibire…
Sospiro.
«Per darvi un’idea, guardate prima me.»

Mi metto al centro del palco in posizione.

«Jirou, fai partire la canzone col testo.»

Annuisce, si avvicina alla cassa e fa partire la canzone.
Dopo aver eseguito la canzone due volte le faccio avvicinare al palco almeno per iniziare le parti dove dovremmo andare in sincrono e farle capire il ritmo della canzone.

Una trentina di minuti dopo appena spegniamo la musica per fare una piccola pausa sentiamo qualcuno entrare spedito in teatro.

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Ci voltiamo di colpo e vediamo Katsuki con i pantaloni della scuola ed una canotta nera indosso.

«Avete finito?»

Domanda col suo solito fare arrogante.

«Stiamo facendo una pa-...»
Non mi da il tempo di rispondere che si avvicina al palco salendoci sopra.
«Siete ferme, questo significa che avete finito.»
Lo prendo per il braccio fermando ogni sua azione.
«Non mi hai dato il tempo di finire la frase.» lo correggo. «Ci siamo fermate perché stiamo facendo una pausa, tu non eri in palestra ad allenarti con Shoto?»
«Se sono qui è perché ho finito di allenarmi, Stupida. E non nominare quello Smorfiosetto A Metà
«Comunque qui in mezzo non puoi stare.»
«Perché?»
«Il palco ci serve per provare i passi.»
«Ed io dove mi metto a provare?»
Dio, ho una gran voglia di mollargli un ceffone e lasciargli il segno delle cinque dita sopra!
Prima che possa alzargli le mani Tsuyu prova a calmare i nostri bollenti spiriti.
«Ascoltaci Kacchan, sono le undici, dacci ancora venti minuti per provare e poi il teatro è tutto tuo.»
Il biondo sbuffa seccato.
«E va bene. Vi do ancora venti minuti ma io resto qui.»

Conclude la frase sedendosi a gambe incrociate a guardarci.
«Forza, esercitatevi. Il tempo passa.»
Che seccatura allucinante! Già ho dormito poco e male se poi lui reincarna la dose lo spello vivo.
Cerco di raccogliere tutta la pazienza rimasta per fare un profondo respiro e non ammazzare Katsuki.
«Okay allora riproviamo ancora la parte del ritornello e tu...» mi volto verso Katsuki che è dietro di me. «… vedi di non fissarmi il culo!»
Lui, per tutta risposta, alza gli occhi al cielo seccato.
«Per chi mi hai preso? Per Mineta?» commenta infastidito per poi squadrarmi dalla testa ai piedi con uno sguardo poco casto. «E poi se avessi voluto usare uno stratagemma subdolo per guardarti il culo, avrei pensato ad altro.» aggiunge con tono malizioso.
Ew…
Sbuffo e mi giro verso le ragazze dandogli le spalle.

Finiti i venti minuti “concessi” da Katsuki abbiamo sgomberato il palco e lo abbiamo lasciato libero.
Mentre torniamo verso i dormitori noto che Ochako ridacchia tra sé e sé.
A che sta pensando di così tanto divertente?

«A che pensi?»

La mia voce la fa cadere dalle nubi.

«E-eh?»
«Ti ho sentita ridacchiare. C’è qualcosa che ti fa ridere?»
«Be’… più o meno...»
«In che senso?»
«Io la trovo buffa come cosa ma non so se tu la troveresti altrettanto buffa.»
Scrollo le spalle.
«Prova a dirla e vediamo la mia reazione.»
«Okay.» fa un profondo respiro. «Prima, mentre stavamo provando, hai ammonito Kacchan riguardo il guardarti il sedere.»
«Sì, e quindi?»
«No, è che-...»
Si copre la bocca cercando di trattenere le risate.
Credo di aver capito dove vuole andare a parare.
«Anche se lui ha detto che non ti avrebbe guardata… non ti ha staccato gli occhi di dosso!» ridacchia.
Sospiro.
«Come immaginavo… quel pervertito...» sbuffo. «Fa tanto il figo ma l’occhio lo allunga pure lui.»
«Sì, ma non lo ha fatto in maniera maliziosa secondo me.»
«Uh? Che intendi dire Tsu?»
«Anch’io ho notato che ti guardava, ma sembrava che ti stesse studiando.»
«Mi stava studiando…?»
«Effettivamente tu e lui non andate d’accordo, magari sta cercando di capirti osservandoti.»
«Non è colpa mia se non andiamo d’accordo...» bofonchio cercando di difendermi. «Lui non è che cerca di essere carino e gentile… va sempre in giro con la faccia imbronciata come se tutto il mondo gli stesse sulle palle, non ispira proprio simpatia.»
«Secondo me devi provare a parlare con Deku.» consiglia Ochako.
«E che c’entra Deku?»
«Lui e Kacchan sono amici d’infanzia, magari lui ti saprà consigliare su come approcciarti al meglio con lui.»
«Sono amici? Katsuki lo insulta e lo tratta male dalla mattina alla sera, che razza di amicizia è?»
«Lo so che può sembrare strano, ma tu comunque prova.»
«Okay… ci farò un pensiero.»

Appena tornate in dormitorio siamo andate una per una a farci una doccia rinfrescante, oltre per eliminare l’odore di sudore dai nostri poveri vestiti. Io sono andata per ultima perché dovevo controllare alcune cose al computer.
Mentre tornavo in camera ho incontrato Sero nel corridoio.

«Ehi Sero.»

Appena mi vede mi sorride.

«Ehi niña. Come sono andati gli allenamenti?»
«Bene, bene anche se Katsuki ci ha interrotte.»
«Interrotte?»
«Sì, stavamo facendo una piccola pausa mentre lui è arrivato ed ha cercato di mandarci via.»
Sospira.
«Il suo solito, insomma.»
«Sì.» sbuffo. «Ci ha dato altri venti minuti per provare e poi ci ha mandate via.» aggiungo con uno sbadiglio.
«Sei ancora stanca o sbaglio?» ridacchia.
«Scusami...» mi stropiccio il viso. «Non volevo sbadigliarti in faccia.»
«Non devi scusarti, sei stanca, è normale.» mi accarezza una guancia. «Escúchame, ho sentito Tokoyami e Denki iniziare a preparare il pranzo, che ne dici se tu vai a dormire e ti sveglio prima di uscire?»
Annuisco convinta.
«Dico che è una fantastica idea.»
Sero ridacchia.
«Va bene allora, Bella Durmiente. Torna in camera e riposati, mi assicurerò che nessuno venga a disturbarti.»
«Grazie, sei un angelo.»
Gli do un bacio sulla guancia e mi dirigo come un razzo in camera mia stanca morta.

Come metto un piede dentro la mia stanza pos le cose utilizzate per lavarmi sulla scrivania, mi lascio cadere sul letto e mi addormento stringendo un cuscino.
Ore ed ore dopo, sento qualcuno bussare alla mia porta.

«Soojin?»

Mi stropiccio gli occhi cercando di aprirli e riesco a riconoscere la voce di Denki.
Dimmi che non è ora di pranzo…” penso già pronta di dare di matto.
Prendo il cellulare per controllare l’ora e faccio un sospiro di sollievo guardando che sono le tre di pomeriggio, ma Denki continua a bussare.

«Soojin? Tata sei sveglia?»

Sbuffo, scendo del letto e vado ad aprire.

«Ehi….» mormoro riprendendomi dal “pisolino”.
«Ehi Soojin! Ti ho svegliata di nuovo?»
«Cosa te lo fa pensare?» domando con una risatina.
«Scusami. Ma sono venuto a chiamarti.»
«Per l’uscita?»
«Sì.» annuisce.
«Okay, dammi due minuti per vestirmi e sono dei vostri.»
«Va bene. Io e gli altri ti aspettiamo sotto.»
«Non ci metterò molto.»

Chiudo la porta mentre lui si allontana ed apro l’armadio per scrutare cosa posso mettere.
Alla fine opto per: una collana con un cuore come ciondolo, una maglietta a maniche corte nera con stampata l’immagine di una ragazza con la mascherina stile manga all'interno di una gonna plissettata bianca, parigine grigie ed ai piedi anfibi neri.
Lascio i capelli sciolti, mi faccio una sottile riga di eyeliner, mi passo un po’ di mascara, spruzzo il profumo, metto in una borsa con le orecchie da gatto il mio cellulare, il portafoglio ed il powerbank per poi uscire dalla stanza e raggiungere gli altri in salotto.
Li raggiungo e vedo che siamo io, Eijiro, Sero, Katsuki, Ochako e Denki.

«Siamo solo noi?» domando confusa.
«Sì, alla fine Mina, Deku e Ojiro hanno preferito restare a provare le canzoni per il festival.»
Annuisco comprensiva.
Immagino, abbiamo poco tempo per essere pronti ed allestire il tutto.
«Allora? Andiamo?» domanda Katsuki seccato.
Sì, ma calmati zio…” penso alzando gli occhi al cielo.
«Va bene Kacchan, andiamo allora.»

Usciamo tutti insieme dai dormitori e ci dirigiamo verso il centro commerciale per divertirci un po’ e mangiare un boccone fuori dalla scuola.

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Il mio motivo principale è quello di mangiare perché ho saltato il pranzo e sono sicura che mi rimpinzerò come mio solito.
Mentre cammino sento gli occhi su di me.
Perché ho questa sensazione…?” mi guardo intorno ma i ragazzi sono tutti impegnati a ridacchiare tra di loro. “Allora perché ho la sensazione di essere osservata? Saranno Loro…?” estraggo il cellulare ma non vedo alcun messaggio ricevuto o chiamata persa, questa cosa non me la spiego.

«Vogliamo andare al cinema o facciamo dei semplici giri per negozi come dei barboni?»

Domanda Denki distraendomi dai miei pensieri.

Io e Ochako rispondiamo all'unisono.

«Negozi.»
Ci giriamo e scoppiamo a ridere sorprese dalle nostre repentine risposte.
«Voi che dite ragazzi?»
«Andare al cinema mi secca.» risponde Katsuki. «Preferisco girare per negozi.»
«Ci aggreghiamo anche noi.» rispondono Sero e Eijiro.
«Allora è deciso.»

Tutti insieme appassionatamente ci dirigiamo verso il centro commerciale sentendo come se avessi gli occhi puntati addosso.
Perché continuo ad avere queste sensazione…? C’è qualcosa che non va…
Quando arriviamo ci mettiamo a girare per negozi senza comprare effettivamente nulla, annoiando Katsuki.

«Perché entrate in ogni singolo negozio se non dovete prendere nulla?» domanda seccato.
«Non possiamo dare un’occhiata? È vietato, per caso?»
«No, però se dovete perdere tempo fatelo senza trascinare anche noi.»
«Che tritapalle che sei...»

Dopo avergli fatto “perdere” altri dieci minuti ci siamo decisi e siamo entrati al fast food a mangiare. Come l’odore di cibo si avvicina al mio naso sento la pancia brontolare facendomi sentire in imbarazzo.

«Sembra che qualcuno qui sia affamato o sbaglio niña
Domanda Hanta scherzando.
«Smettila!» lo ammonisco arrossendo. «È solo perché ho saltato il pranzo, non per altro.»
Poso lo sguardo sul ragazzo e lo vedo sorridere.
«Allora vai prima di noi, prima le signore, no?»
«Spiritoso.»

Appena finiamo tutti di ordinare ci mettiamo ad un tavolo e iniziamo a parlare.

«Allora Kacchan, hai deciso che canzone cantare?»
Domanda Denki.
«Sì».
«Oh, fico! E qual’è?»
«Si intitola “Fatti Gli Affari Tuoi”.»
«Andiamo Kacchan, non c’è bisogno di rispondere così malamente!» lo rimprovero. «Ti ha solo fatto una domanda innocente.»
«La mia esibizione sarà top secret. Se nessuno lo sa nessuno mi potrà copiare.»
«Sì, come se la gente vuole copiare proprio te.»
Commento alzando gli occhi al cielo.
«Perché tu che canzone canterai?»
«Ho due opzioni.»
«Ah, non l’hai più decisa?» domanda Ochako.
Faccio cenno di “no” col capo bevendo un sorso di Coca-Cola.
«All’inizio credevo di essere decisa ma poi mi è venuta in mente un’altra canzone che sarebbe fighissima da fare.» rispondo scrollando le spalle. «Voi avete deciso?»
«Sì! Io, Denki, Kacchan e Sero faremo “Take It Slow” mentre io da solista canterò “Riot” degli Hollywood Undead.» risponde Eijiro entusiasta.
«Cazzo, Capelli Di Merda
«Cosa?»
«Ho detto che è top secret e tu lo spifferi?!»
«Tu avevi detto che la tua esibizione era un degreto, non quella che avremo fatto insieme.»
Il biondo sbuffa addentando un pezzo di panino.
«Chissenefrega...»
«Io invece da solita, farò “Electric Love” dei Borns, anche se potrebbe sembrare scontato.» aggiunge Denki.
«Io da solista ho deciso per “Into you” di Ariana Grande, mentre per la seconda esibizione sarò con Soojin.»
«Chissà a chi la dedicherai “Into You”, eh?»
Domando prendendola in giro.
«Smettila, non è come credi!»
«Sei tutta rossa!» scherzo per poi posare l’attenzione su Hanta. «Mentre tu cosa canterai?»
«Alla fine ho deciso per “Dinero” di Trinidad Cardona.»
«Uuuh, caliente!» esclamiamo tutti all’unisono.
«Andiamo ragazzi, non è niente di che.»
Minimizza lui leggermente rosso in viso.
«Sarà comunque poco, come dici tu, ma farai secche un sacco di ragazze! Avrai la scuola ai tuoi piedi!» precisa Denki facendogli l’occhiolino.
«Ma smettila.»
«Vedrai che avrò ragione.»
«Comunque ho sentito che ci saranno tutti i Pro Heroes, giusto?»
«Sì.» annuisce Hanta. «Deku ha anche detto che secondo lui ci sarà anche qualche manager di case discografiche».
«Case discografiche? E perché?»
«Ah boh.»
«Solo perché cantiamo non significa che vogliamo cambiare mestiere, se siamo alla U.A., un motivo ci sarà.»
«Chi lo sa? Magari qualcuno si sorprende di questo suo nuovo talento e sceglie di farlo diventare un lavoro. È raro ma capita.»
«Sì… può esserci questa possibilità...»
Non capisco perché Katsuki non vuole rivelare la canzone che canterà. Siamo suoi compagni di classe dopotutto, nessuno vuole rubargli l’idea. Non si fida di noi? Male, anzi, malissimo.” sospiro, tiro fuori il cellulare dalla tasca e noto che mi è arrivato un messaggio.

Sei sicura di avermi mandato tutte le informazioni che avevi?
Sì, perché? Non bastano?
No, bastano. Ma resta comunque per sicurezza.

Metto nuovamente il cellulare in tasca e riprendo a mangiare facendo finta di nulla.

«Tu non ci hai ancora detto che canzone farai.»

La voce di Katsuki mi riporta alla realtà.

«E-eh?»
«Sei sorda? Non ci hai ancora detto che canzone farai.»
«Con Ochako, Jirou e Tsu farò “Pretty Savage” mentre per l’esibizione da solista pensavo a “You Should See Me In A Crown” di Billie Eilish, però c’è anche “Nunu Nana” di Jessi che sarebbe molto bella da fare o anche “What Tipe Of X”...» replico indecisa.
«Nunu, nunu che?»
«Andiamo, non avete mai sentito nominare Jessi?»
I ragazzi negano all’unisono.
«Vivete proprio sotto i ponti.»

Dopo quel pranzo le giornate si sono susseguite tra prove e riposo fino al fatidico giorno, quello che tutti aspettavano e, che allo stesso tempo, odiavano con tutta la propria forza per l’ansia che ci faceva venire.
Appena la sveglia è suonata ci siamo alzati tutti in orario e stranamente attivi.

«Ho un’ansia incredibile… non avete idea...»

Annuncia Ochako mettendosi a tavola con tutti noi.

«Effettivamente la tensione è palpabile.» commenta Tsuyu col sorriso. «Siamo tutti abbsastanza tesi.»
«Tutti vogliono fare bella figura, è normale sentirsi in agitazione.» concorda Deku.
«Chi è il primo della nostra classe che si esibisce?» domando.
«Moi, naturalmente!»
Annuncia Yuuga eccitato.
«Faremo in ordine di posti quindi tu sarai dopo Katsuki.» aggiunge Shoto.
«Oh, okay, allora avrò tempo di prepararmi psicologicamente per la mia esibizione da solista...» mormora. «A proposito, tu cosa canterai Aoyama?»
«”Circus” e "Oops! ... I Did It Again", ovviamente.»
Annuisco.
Rilassati Soojin…” penso tra me e me facendo dei respiri profondi. “Sono solo due semplici esibizioni su canzoni che sai benissimo, non hai nulla di cui preoccuparti, okay?  Andrà tutto bene e farai faville facendo vedere anche a Katsuki che sei brava di lui in qualunque cosa.
Una voce mi distrae dai miei pensieri.

«Soojin?»

Sobbalzo sorpresa.

«Eh?» mi guardo intorno e vedo Ochak che mi picchietta la spalla.
«Scusami, non volevo spaventarti.»
«N-no, non fa niente. Dimmi.»
«Io e le altre andiamo già a tirae fuori i vestiti scelti per l’esibizione per non metterci troppo a cambiarci nei camerini, vieni con noi?»
«Oh… sì, è un’ottima idea!»

Annuisco e mi alzo insieme ad Ochako de alle altre ragazze della classe.

«Anche se iniziamo alle due di pomeriggio siamo tutti in ansia.»
Commenta Mina mentre saliamo le scale.
 

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


«Sì, l’ansia si può tagliare col coltello.»
«Beata te che sei per ultima Yaomomo.» commento con una leggera punta di invidia.
«Be’, non è detto che sia una fortuna.» ridacchia. «Aoyama è “incaricato” di far iniziare la nostra classe al meglio visto che è il primo, ma io sono “incaricata” di concludere al meglio essendo l’ultima. Quindi non sono così tanto tranquilla.»
«Io ti ho sentito provare qualche volta.»
«Davvero?»
«Sì, e secondo me sarai una bomba!»
«Esatto!» concorda Toru. «Tutta la 1^A sarà una bomba, soprattutto con Katsuki come compagno di classe!»

A quella frase ridacchiamo ed ognuna di noi recupera l’outfit per l’esibizione inclusi i trucchi e i vari accessori.

Verso l’una e mezza ci raduniamo tutti verso il nostro, anche se piccolo, palco, in modo da poterci preparare e scaldare un’ultima volta.

«Aizawa ha detto che rimane accanto al backstage del palco solo chi è più vicino all'esibizione, così da non dover creare confusione.» riferisce Izuku attirando l’attenzione di tutti.
«Soojin, allora noi possiamo aspettare.»
«Sì, noi possiamo sederci. Andiamo.»
Recupero Jirou e Tsuyu e ci andiamo a sedere insieme agli altri componenti della classe.

Le prime esibizioni sono andate bene, alcuni di noi hanno anche sfruttato il quirk per fare più buona figura.
Mentre ci siamo esibite io, Tsuyu, Jirou e Ochako, ho sentito gli occhi di Katsuki su di me per tutto il tempo. Non è che mi abbia dato fastidio, anche perché non era l’unico, ma sembrava abbastanza sorpreso, se così si può dire, dalla nostra esibizione di gruppo. Quando siamo scese dal palco ci hanno fatto i complimenti ma Kacchan è rimasto distante.

Al momento delle esibizioni da solisti abbiamo tutti dato il massimo, facendo esclamare tutti dalla sorpresa, soprattutto Katsuki, ha sorpreso tutti quanti con delle vocalità fantastiche. Avrei giurato che avrebbe cantato “Animals” dei Marron 5 o "Supermassive Black Hole” dei Muse ed invece no, ha cantato “Teeth” dei 5 Seconds of Summer.
Mentre si esibiva io ero nel backstage del palco perché ero dopo di lui ma non sono riuscita a staccargli gli occhi di dosso e, credo che lo abbia notato perché mentre cantava ha guardato nella mia direzione per poi farmi l’occhiolino.
Finita la sua esibizione, mi ha sorriso in modo spavaldo, si è avvicinato ed ha sussurrato:

«Falli fuori piccola

Per poi allontanarsi come se non fosse successo nulla.
Appena Present Mic ha annunciato il mio nome mi sono diretta velocemente verso il centro del palco per iniziare la mia esibizione. Poco prima che la musica parta ho dato un’occhiata veloce alla platea ed ho visto tutti i miei compagni di classe che facevano il tifo, vari Pro Heroes come Hawks, Endeavor o All Might ed anche Lui a battere le mani facendomi il tifo.
Cosa Diavolo credeva di fare lì?!
Per la mia esibizione da solista, alla fine ho optato per “Nunu Nana” di Jessi lasciando tutti stupiti. Tutti sono rimasti a bocca aperta e quando è finita la musica hanno applaudito e urlato come apprezzamento.
Alla fine del festival la nostra classe è stata premiata come la classe con la miglior inventiva ed abbiamo festeggiato dandoci alla pazza gioia.

Dopo il festival musicale è tornato tutta alla normalità, le lezioni sono tornate le solite, con le interrogazioni, le poche ore di sonno per il troppo studio e siamo tutti tornati alla nostra routine, ma devo dire che Katsuki ed io ci siamo avvicinati da allora. Certo, il suo carattere del cavolo non è cambiato, ma almeno si sforza nel sembrare più accettabile ed anche simpatico, cosa che credevo impossibile.

«Come fai a dire che il vento è un quirk complicato da usare?!»

Esclama quasi incredulo.

«Fidati! Non è così facile come sembra!»
«E dimmi, che cosa ci sarebbe di così tanto difficile?»
«Be’, devo stare attenta nel controllarlo perché potrei anche generare un uragano.»
«Ma per favore, non mi prendere in giro!»
«Allora anche le tue esplosioni sono facili da usare.»
«Scherzi? Anche se sudo un minimo le mie mani potrebbero iniziare ad emettere piccole esplosioni!»
Sorrido.
«Visto? Non tutti i quirk sono facili da utilizzare. Soprattutto perché come cresciamo noi, cresce la sua potenza e dobbiamo essere in grado di tenerlo a bada.»
«A proposito...» inizia grattandosi il mento. «Mentre eravamo nella palestra per allenarci o per sviluppare le nostre mosse speciali, non ti vedo mai. Perché?»
Oh cavolo… e mo come glielo spiego…?
«C-come non mi vedi mai? Che intendi?» ridacchio nervosamente.
«Non ti metti mai in una parte della palestra facilmente visibile e mi chiedevo come mai. È perché non vuoi distrarti mentre ti alleni o robe simili?»
Menomale! Pensavo peggio!
Faccio un sospiro di sollievo mentalmente e sorrido alla sua domanda.
«S-sì… diciamo che è una cosa del genere. Diciamo che voglio concentrarmi sul dosare la potenza e non vorrei che qualche nostro compagno venga coinvolto, rischiandosi di farsi male.»
«Ah… capisco… effettivamente ha senso...»
«Invece tu perché ti alleni sempre con Kirishima?»
«Che domanda è?!»
«È una domanda semplicissima.» ridacchio. «Come tu mi hai chiesto perché sto in disparte mentre mi alleno, io ti chiedo perché ti alleni sempre con Kirishima.»
Il biondo sembra colto di sorpresa dalla mia domanda, come se il motivo fosse già noto a tutti.
«Be’… mi alleno con lui perché insieme abbiamo una sorta di “dai e ricevi”, capisci cosa intendo?»
«Non a pieno...»
«Io lo colpisco con le mie esplosioni mentre lui cerca di resistere il più possibile indurendosi. Così io aumento la potenza delle esplosioni, in cambio lui aumenta la resistenza del suo quirk.»
Effettivamente questa accoppiata ha senso.
«Pensandoci ha senso, un’accoppata come la vostra funziona anche bene perché entrambe ne traggono dei vantaggi.»
«Secondo me dovresti cominciare a prendere in considerazione di allenarti con uno della classe.» esordisce a viso chino.
«Uh…? E perché?»
«Va bene lavorare sulla potenza del quirk ma se vuoi anche evitare incidenti devi metterti alla prova con uno di noi o avrai sempre questa paura.»
Spiega con un’insolita aria calma.
Questa è la prima volta che vedo Katsuki senza il viso corrucciato dalla rabbia e senza il suo solito tono aggressivo… non vorrei esagerare ma trovo affascinante questo lato di lui. Sembra il ragazzo della porta accanto e il suo viso è più pulito quando è tranquillo.
«E dimmi… tu hai qualche idea su chi possa aiutarmi?»
«Se non ti da fastidio… potrei aiutarti io… ma non farti strane idee! Lo dico solo perché voglio vedere in azione il tuo quirk!»
Sì, come no.
Sorrido tra me e me.
«Sei sicuro che Kirishima non si offenderà quando saprà che non vuoi allenarti con lui?»
«Oh, andiamo! Capelli Di Merda non morirà se ogni tanto faccio a cambio con te!»
Quella risposta la trovo talmente buffa che non riesco a trattenere una risatina.
«Be’? Che hai da ridere adesso?»
«Scusami… scusami davvero ma hai risposto con una naturalezza tale che mi ha fatto ridere.»
«Sei tutta strana, lo sai?» sbuffa alzando gli occhi al cielo.
Mentre cerco di calmarmi sento il cellulare suonare.
Chi è che mi manda messaggi?
Prendo il cellulare e guardo solo l’anteprima del messaggio senza aprire la chat ed il mio cuore salta un battito.

Abbiamo bisogno di te stasera, da soli non ce la facciamo. Ci stai?

Mi mordo il labbro non sapendo cosa rispondere.

«Che fai? Non rispondi?»
«E-eh…?»
«Non rispondi ai messaggi?»
«N-no… cioè, sì, adesso rispondo… ti… ti dispiace se mi allontano per rispondere?» farfuglio.
«Ti senti bene?» domanda guardandomi confuso.
«S-sì, sì, sì! Sto benissimo! Non potrei stare meglio!»

Mi alzo dal divano del salotto ed esco dai dormitori, compongo il Suo numero e lo chiamo.
Squilla.
Squilla.
Squilla.

«Pronto?»
«Che cosa intendi dire con “Abbiamo bisogno di te”? Lo sai che non mi posso allontanare da qui.»
«Di quello non ti devi preoccupare, non se ne accorgerebbero nemmeno.»
Sospiro.
«Non sono così stupidi.»

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


«Ci sarà Lui con noi, così che potrei uscire e rientrare senza che loro se ne accorgano.»
«Se c’è Lui perché io servo?»
«Il mio quirk non basta, gioia. E poi, mi manchi.»
A quella rivelazione non posso fare a meno di sorridere.
«Manco al bello e tenebroso adesso?»
Dall’altro capo lo sento ridacchiare.
«Andiamo fiammella, lo sai che senza di te non è divertente.»
«È molto rischioso, lo sai?»
«Non sono l’unico che dice che servi, anche il capo lo ha detto. E poi abbiamo studiato il piano in modo che non fallisca.»
Sospiro. Non posso tirarmi indietro.
«E va bene, ci sto.»
«Perfetto!»
«A che ora?»
«Veniamo a prenderti alle nove, fatti trovare pronta.»
«Sarà fatto, a dopo.»
«A dopo.»

Riattacco e torno dentro trovando Katsuki dove lo avevo lasciato.

«Chi era?»

Domanda vedendomi sedere nuovamente accanto a lui.

«Mh?»
«Al telefono intendo, chi era?»
«Oh! Emh… era mia madre.» mento. «Sì, mia madre era preoccupata per me ha voluto sapere come stavo dopo il festival.»
«Ah...» annuisce poco convinto il biondo. «E c’era bisogno di uscire?»
«N-no, ma non mi sembrava il caso di farti sentire le moine noiose di mia madre.»
«Mh… va bene. Senti, che fai dopo cena?»
Ahia.
«Dopo cena…? In verità pensavo di riposare… tutto questo allenamento intensivo mi sta davvero spaccando la schiena e vorrei riposarmi per bene...»
«Ah, va bene...»
«Perché me lo chiedi?»
«Mh? Oh, per nessun motivo, tranquilla.»
«Sei sicuro?»
«Sì, stai tranquilla.» taglia corto. «Ora scusami, ma devo andare in camera a ripassare per l’interrogazione di domani.»>>
«Oh, va bene… non vuoi una mano? Io sono già stata interrogata.»
«No, non ce n’è bisogno. Posso cavarmela anche da solo.»

Katsuki si alza e si dirige in camera sua senza dire altro.
Adesso cosa gli prende…?” sospiro. “Prima fa tutto il carino per aiutarmi negli allenamenti ed adesso è tornato il solito Kacchan aggressivo. Io proprio non lo capisco.” mi passo una mano sul viso. “Ma adesso ho altro a cui pensare.
Mi alzo dal divano e mi dirigo in camera mia a prepararmi per stasera.

Dopo cena, ho salutato tutti i miei compagni e mi sono ritirata in camera mia con la scusa di voler riposare. Ho anche chiuso la porta a chiave per essere sicuro di non venire disturbata.
Questo è un’idea suicida… se vengo sgamata giuro che lo picchio.” penso tra me e me aspettando il loro arrivo. “Già andare lì non è sicuro, poi solo noi quattro sarà un azzardo assurdo!

Pochi minuti dopo, li vedo avvicinarsi alla finestra della mia camera e realizzo che è il momento dell’azione.

«Promettimi che dopo questa non mi romperai più le palle finché starò alla U.A.»
Metto in chiaro dirigendomi verso il luogo del colpo in macchina.
«E perché?» sorride. «Non vuoi farti sgamare dai amichetti
Domanda ammiccando.
«Voglio solo che non finiscano nei guai per colpa mia, sai bene che loro non c’entrano con noi.»
«Lo so bene, per questo abbiamo mandato te.»
«A proposito, stiamo lavorando sulle mosse speciali, il capo ha bisogno di altro?»
«Lo sai meglio di me, se hai altro materiale devi mandarlo. Non devi chiedere.»
«È tutto ciò che posso recuperare, quei documenti sono sorvegliati manco fossero gioielli.»
Sbuffo e Lui ridacchia.
<«Te lo avevo detto che non sarebbe stato facile, se hai bisogno di altro tempo, non possiamo fare altro che concedertelo.»
Sorrido divertita dalla sua risposta.
«Concedermelo?» sorride. «Sei sicuro che me lo state concedendo perché siete generosi o perché quei documenti sono importanti?»
«Ragazza sveglia. È per questo che mi piaci.»
«Vola basso, gioia

Dopo essere riusciti a portare a compimento il colpo sono stata riportata in camera e, per mia fortuna, nessuno si è insospettito della mia mancanza.
Rientro nella stanza grazie a Lui e dopo avergli fatto un cenno si allontano tutti.
Fortunatamente è andato tutto liscio come l’olio…” sospiro. “Ora ho veramente bisogno di una bella dormita. L’allenamento intensivo e questo colpo mi hanno tolto tutte le forze...
Mi cambio indossando il pigiama, mi spazzolo i miei capelli, imposto la sveglia nel cellulare e mi metto a dormire stanca morta.

Il mattino dopo sono stranamente piena di energie, dopo essermi lavata il viso, i denti ed aver indossato la divisa scendo il salotto per fare colazione con gli altri.

«Buongiorno ragazzi!»

Saluto i miei compagni e li vendo con gli occhi incollati alla televisione.

«Ehi, che succede?»
Mi avvicino ad Ochako e noto che stanno guardando un servizio del telegiornale.
«Non hai saputo?» mi domanda lei.
«No… saputo cosa?»
«C’è stato un furto nella cassaforte di un politico.»
Risponde Katsuki al risposto suo.
Ed hanno dato l’allarme solo ora?
Volto l’attenzione verso la televisione e la giornalista che annuncia il servizio.

«Questa notte il senatore ha subito il furto di tutti i suoi averi segregati nella cassaforte nel piano inferiore del suo ufficio! Da come si sono mossi i malviventi si sospetta un attacco da parte della Lega Dei Villain, ma c’è un elemento nuovo! Poco prima di staccare le telecamere di sicurezza abbiamo potuto scovare la figura di una ragazza, non sappiamo ancora chi sia ma i sospetti della polizia cadono sulla scaltra ladra conosciuta col nome di “Inferno”; non sappiamo ancora perché Inferno collabori con la Lega Dei Villan ma la polizia ha annunciato che farà l’impossibile per fermare questi atti criminali.»

Merda! Sono diventati scaltri, gli stronzi.
«Chi è questa ladra chiamata Inferno
Domanda confuso Denki.
«Tutto quello che si sa è che una ragazza della nostra età esperta nel sciogliere tutto ciò che le sbarra la strada con le sue fiamme e che ha occhi azzurri e i capelli rossi fuoco.» risponde senza staccare gli occhi da televisore. «Non si sa dove sia nata, dove sia cresciuta, dove viva o dove abbia imparato quello che sa. Ma una cosa è sicura: ottiene tutto ciò che vuole senza fermarsi davanti a nulla.»
«Wow, Kacchan! Non pensavo fossi così bene informato!»
«Stai zitto MerDeku! Devo essere ben informato sui miei futuri nemici così che non possano cogliermi impreparato!»
Sorrido tra me e me.
Dovrò tenerlo bene d’occhio il signorino.
«Sì, ma cerchiamo di non farci influenzare troppo da quello che è successo, non siete d’accordo?»
Domando cercando di sviare il discorso.
«Chicos, Soojin ha ragione. Per ora è meglio lasciar lavorare i Pro Heroes.»
«Grazie Hanta che mi dai ragione.»
«Non devi preoccuparti niña.»
Mi sorride e, grazie alle parole incoraggianti di Hanta, ci dirigiamo tutti a fare colazione.

Al suono della campanella, ci mettiamo tutti ai nostri posti aspettando l’arrivo di Aizawa nel suo sacco a pelo giallo.

«Buongiorno ragazzi.»
Esordisce col sacco a pelo appoggiato ad un braccio e con una tazza di caffè nella mano libera.
«Buongiorno professor Aizawa.»
Replichiamo in coro.
«Prima che la lezione inizi ho una comunicazione importante per uno di voi.»
A quella frase ci guardiamo tutti confusi ed allo stesso tempo curiosi.
«Choi Soojin.»
Come sento il mio nome scatto in piedi.
«S-Sì, Aizawa?»
Il professore si avvicina a me con dei documenti tra le mani e li posa sul mio banco. Sono confusa.
«Cosa sono questi fogli…?»
«Quello che hai tra le mani è un contratto discografico.»
Mi sento morire e tutta la classe esclama sorpresa.
«U-u-un… co-cos-… cosa…?!»
«Durante il festival musicale, un manager di un’importante casa discografica ha visto in te del talento e mi ha chiesto di recapitarti questo.» spiega con tono pacato. «Non darti fretta. Ti ha dato due anni di tempo per pensarci.»
«D-due anni…?»
«Non mi chiedere perché un lasso di tempo così lungo. Datti i tuoi tempi e riflettici attentamente, se decidi di firmare o meno, vieni nel mio ufficio e ci occuperemo di tutto insieme. D’accordo?»

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


Sorrido annuendo.
«D’accordo professore.»
«Bene. Ora che abbiamo risolto questa cosa possiamo tranquillamente riprendere le nostre lezioni.»

Dopo le lezioni mattiniere e l’allenamento pomeridiano, siamo tornati ai dormitori ed io non so cosa fare con questo contratto.
Sospiro buttandomi sul divano coi documenti tra le braccia.
E ora che faccio…? Sarebbe un’occasione irripetibile ma il mio passato è segnato, se sapessero la verità loro annullerebbero il contratto e tutto andrebbe nel cesso…” penso tra me e me.

«A cosa pensi?»

Una voce mi riporta sulla Terra.

«Mh…?»
«Ho detto: a che pensi? Sei sorda?»
Alzo lo sguardo e vedo Katsuki dietro la mia testa piegarsi verso di me.
«Scusa… ero sovrappensiero...»
«Sei preoccupata per quei documenti?»
Sospiro.
«Sì… non so che fare...»
«Come: “Non so che fare”?! È facile!»
«Ah sì?» replico diffidente. «Tu che faresti?»
«A me non frega un cazzo di cantare, se sono venuto qui è perché voglio diventare un’eroe! Ma...» fa una piccola pausa.
«Ma?»
«Ma tu hai talento come cantante, quasi più da eroina.»
Alzo un sopracciglio e fingo di essere offesa.
«Grazie...»
«Quello che voglio dire non è che fai schifo come eroina, okay? Voglio dire che non mi sembri perfettamente a tuo agio in questo ambiente ed, un talento come il tuo, sarebbe un peccato non sfruttarlo.»
«Prova a metterti nei miei panni: se tu avessi il mio stesso talento accetteresti?»
Il biondo scrolla le spalle.
«Io sì. La vita è una.»

Dopo quella frase si allontana da me andando in camera sua. Mi metto seduta e sfoglio distrattamente i fogli.
Effettivamente Katsuki ha ragione… la vita è una sola, no? E poi, io sono qui per un altro motivo, non per essere eroina. Ma come posso fare col mio passato? Potrei mantenere questa mia falsa identità e far finta che Inferno sia morta… sembra anche l’unica soluzione plausibile.” noto gli occhi appannarsi e ci strofino il palmo della mano sopra. “Tu sei forte. Tu non piangi, tu non piangi, tu non piangi!
Recupero il mio autocontrollo e riapro gli occhi.
Però prima di poter “abbandonare” il mio passato devo aiutare quel incapace a recuperare i documenti dell'hangar o non potrebbero mai recuperare ciò che è al suo interno.
Sospiro e mi dirigo in camera mia sopraffatta dai miei stessi pensieri.

Entro, poso i documenti sula scrivania, mi siedo di fronte e accendo il portatile. Devo distrarmi o esplodo. Controllo le e-mail e ne noto una nuova.

Sbrigati a recuperare quei documenti. La mia pazienza ha un limite.

Sbuffo.
Ma guarda, poco fa stavo proprio pensando a te.

Non ti bastano i documenti sulle mosse speciali?
Non me ne faccio un cazzo delle loro mosse. Io ho bisogno dei documenti dell’hangar.
Te l’ho detto, non è facile. Sono nell'ufficio di Aizawa e lui non abbandona mai il suo ufficio.
Scuse, scuse, scuse! Voglio quei documenti!
Scusami, col tuo quirk non puoi disintegrare la porta dell’hangar?
Sei proprio idiota! Se uso il mio quirk sulla porta si attiverà l’allarme e la missione salta! Mi servono i documenti proprio perché devo disattivare i codici dell’allarme!
Okay, okay, stai calmo. Ti manderò i documenti appena possibile, dammi solo qualche altro giorno di tempo, va bene?
Sbrigati.

Chiudo le e-mail e sbuffo.
«Che caratterino...» mormoro tra me e me. «Potrei creare un diversivo fuori dall'ufficio di Aizawa e fare in modo che lui esca il tempo di fare trovare i documenti, fotografarli e mandarli a quell'idiota...» mi accarezzo il mento con l’indice. «Anche se sarà molto dura.»
Sospiro, entro su YouTube e cerco di liberare la mente da tutti i pensieri.

Dopo svariato tempo sento qualcuno bussare.

«Soojin?»

Apro gli occhi e realizzo di essermi addormentata sulla scrivania, controllo l’orario: le 18:30.
Wow… ho dormito tanto…
Sento ancora bussare alla porta.

«Soojin? Sei morta per caso?!»

Katsuki…?
Mi alzo dalla scrivania e gli vado ad aprire.

«Ehi Kacchan… che succede?»
Domando con la voce ancora impastata dal sonno.
«Oh, eccoti. Perché non hai risposto subito?»
«Mi sono addormentata sulla scrivania...»
«Capisco… comunque, io sto andando in palestra ad allenarmi. Vieni con me?»
«Stai… stai andando in palestra?»
«Sì.»
«Ma sono le sei e mezza.»
«E quindi?» si stringe nelle spalle confuso. «A quest’ora non c’è nessuno ed è meglio se ci si vuole concentrare. Allora, vieni con me?»
E vai! Che ti costa?
Annuisco col sorriso in volto.
«Certo. Dammi due minuti che indosso la tuta.»
Chiudo la porta e tiro fuori dall'armadio dei leggings grigi con una felpa senza zip abbinata. Indosso i capi, lego i capelli, metto le scarpe e prendo la borraccia d’acqua per poi riaprire la porta.
«Eccomi, sono pronta!»
Sorrido.
«Bene. Andiamo.»

Prima di uscire dai dormitori Tenya ci ricorda di rientrare per cena e dopo averlo rassicurato entriamo in palestra.
Katsuki aveva ragione, non c’è anima viva a quest’ora.

«Tu vieni qui spesso?»

Gli domando mentre lo vedo prendere i materassini e portarli al centro della palestra.

«Sì.»
Replica distrattamente.
«Che cavolo stai facendo?»
Lo guardo confusa.
«Adesso vedrai.»

Dopo alcuni minuti vedo che ha disposto i materassini a due a due come se fossero un materasso unico.

«Perché hai fatto questa cosa…?»
Katsuki sale su di essi mettendosi al centro ed allarga le braccia.
«Fammi volare.»
A quella frase mi irrigidisco.
Che Diavolo pensa di fare?!
«Kacch-...»
«Lo so che hai paura a sollevare le persone in aria, ma dobbiamo comunque iniziare in qualche modo.»
«Ma-...»
«Non voglio sentire nessun “ma”! Io mi fido di te e so che non mi potrò far troppo male.»
«Sei sicuro di quello che dici?» domando avvicinandomi a lui. «È la prima volta che lo faccio.»
«Mi fido ciecamente di te, so che faresti di tutto per evitare che io mi faccia male. Provaci.»
«E se ti fai male…?»
«Tu provaci! Il dolore è una questione di testa.»
Sospiro, non ho altra scelta, devo accontentarlo o si mette nelle orecchie.
«Va bene, va bene!» esclamo alzando le mani. «Dammi un secondo che mi concentro.»

Mi allontano da lui di pochi secondi, chiudo gli occhi ed inizio a fare dei respiri profondi. È la seconda volta che uso questo “quirk” per sollevare qualcuno e devo stare più attenta del solito per non farlo sbattere e farlo atterrare in modo sicuro.
Rilassati Le-… emh… Soojin. Lo hai già fatto una volta e non è andata male, ricordi? Respira profondamente… dentro… e fuori… dentro… e fuori.” apro gli occhi. “Si fida di te e sa che con te non si farà male. Puoi farlo.
Mi avvicino nuovamente a Katsuki decisa.

«E va bene. Tieniti pronto che ora si parte.»
«Sono nato pronto, piccola
Sorride e mi fa l’occhiolino causandomi rossore su tutto il viso.
«N-n-non farmi distrarre, baka
Lo ammonisco fingendo di essere offesa.
«Okay, scusa.» ridacchia.

Distendo orizzontalmente le braccia e comincio a creare dei piccoli vortici intorno ai piedi di Katsuki che si allungano verso le ginocchia e le cosce. Nello stesso momento creo dei piccoli mulinelli d’aria intorno alle sue braccia.

«C-che succede…?»

Esclama sorpreso.

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


«Rilassati e non ti accadrà nulla.»

Alzo piano piano le braccia verso l’alto e Katsuki si solleva dai materassini dirigendosi verso il soffitto.

«W-wow!» esclama Katsuki. «Visto Soojin? Sapevo che ci saresti riuscita!»

Sentirlo riporre così tanta fiducia in me mi fa sorridere ed acquistare sempre più sicurezza dandomi la forza per sollevarlo sempre più in alto.

«Quando arrivi al soffitto fammi un cenno che da questa distanza non vedo!»

Gli raccomando. Non vorrei farlo sbattere e poi sarà dura farlo tornare giù.
Katsuki si alza sempre sempre di più e, dopo qualche piccolo vacillo, lo vedo alzare le braccia.
Devo tirarlo giù.

«Stai fermo!»

Cerco di recuperare le sue braccia e lo abbasso lentamente ma la prese sulle braccia la sento debole. Provo a recuperarlo ma finisce per perdere l’equilibrio ed i miei mulinelli intorno ai piedi si annullano facendolo precipitare a terra.

«KACCHAN!»

Provo a recuperarlo con i miei poteri ma non funzionano, abbasso lo sguardo sulle mie mani basita.
PERCHÉ NON FUNZIONANO?!

«GAH!»

Alzo lo sguardo verso di lui e lo vedo penzolante ed intrappolato come un salame da un tessuto che conosco.

«Cosa ci fate qui a quest’ora?»

Nel sentire quella voce sento un brivido percorrermi tutta la schiena.
Ops…
Mi giro lentamente e vedo Aizawa con i capelli sollevati e la sciarpa tesa che trattiene Katsuki.
Katsuki aveva detto che non sarebbe venuto nessuno a distrarci… come faceva a sapere che eravamo qui…?

«C-ci scusi professore… eravamo venuti qui per allenarci.»
Spiego mentre mi metto sotto Katsuki che sta scendendo lentamente.
«Non così in fretta.» mi ammonisce. «Lo sapete benissimo che per venire in palestra a quest’ora ci vuole il permesso.»
«Il permesso…? Ma Kacch-… emh… Katsuki ha detto che ci viene tutte le sere...»
«Ah, sì?»
Sembra essere all'oscuro di quel dettaglio.
Forse non dovevo dirlo...
«Molto bene. Allora dovrò allungare la punizione di qualcuno.»
«Aspetti Aizawa! Non salti a conclusioni affrettate!» lo ferma Katsuki. «Ho il permesso per entrambe! Me lo ha firmato la professoressa Midnight stamattina.»
«E dov'è?»
«Si trova nel mio borsone, è accanto ai materassini.»

Il professore sembra restio ma lo fa comunque scendere e lo libera dalla sua sciarpa. Si avvicina ai materassini, apre il borsone e dopo averci frugato per pochi secondi estrae un foglietto un po' stropicciato.

«Questo sarebbe il permesso?»
«Maledizione! Deve essersi accartocciato a causa dei vestiti...»
Il professore distende il foglio cercando di leggere cosa ci sia scritto ed alla fine abbassa i capelli facendoci capire che ha annullato il suo quirk.

«Sì… è valido...»
Mormora ridandolo a Katsuki.
«Avete tempo fino alle otto. Se vi fate male verrete sospesi dalle lezioni per una settimana, chiaro?»
Si raccomanda con un finto tono serio.
«Cristallino.»
Replichiamo in coro facendo un piccolo inchino.

Appena il professore chiude la porta della palestra, ci guardiamo per pochi secondi e scoppiamo a ridere finendo per cadere sui materassini.

«Cavolo, che paura...»
Mormoro recuperando la voce.
«Paura? Mi è venuta una scarica di adrenalina che non hai idea!»
«Stavi per sfracellarti a terra. Se non ci fosse stato Aizawa ti saresti fatto malissimo o saresti morto.»
Katsuki ridacchia.
«Addirittura? Andiamo! Non basta una caduta dal soffitto per ammazzarmi.»
«Sarà ma-...»
«Ehi...» si mette sul fianco in modo da guardarmi negli occhi e mi prende dolcemente una mano. «La vera colpa è la mia perché ho alzato entrambe le braccia senza avvisarti prima. È stato quello che ti ha fatto perdere la sicurezza perché non riuscivi a prendere le mani, l’ho capito.»
Abbasso lo sguardo.
«Scusami… sarei dovuta riuscire a recuperare le mani in modo da farti scendere senza problemi.»
«Non devi preoccuparti, per essere stato il primo tentativo è andato bene!»
Secondo tentativo, vorrai dire.
«Però c’è una domanda che mi sorge spontanea.»
«E che domanda Kacchan?»
«Quando ho sentito i tuoi mulinelli intorno al mio corpo non ho potuto fare a meno di sentire che erano caldi. Il tuo vento è caldo e solitamente il vento è fresco. C’è una ragione specifica o il tuo quirk è sempre stato così?»
La verità, caro mio, è che il vento caldo è legato al mio vero quirk, ma ovviamente, non posso darti questa risposta.
«Oh… be’… il mio vento è sempre stato caldo...»
«Ah, okay.» sorride. «Mi sono fatto delle domande per niente.»
Vederlo così fiducioso in me mi fa stringere il cuore… quando scomparirò dalla U.A. so che cercherà di cercarmi in tutti i modi…
«Senti Soojin.»
La sua voce mi distrae dai miei pensieri.
«Sì…?»
«Visto che abbiamo tempo fino alle otto, perché non ci riproviamo?» domanda rialzandosi in piedi. «Adesso sappiamo che non bisogna muoversi e sono sicuro che questa volta andrà a buon fine.»
«Katsuki...»
«Dimmi.»
«Perché stai facendo tutto questo per me?» mi alzo in piedi sul materassino mettendomi di fronte a lui. «Noi fino a poche settimane fa eravamo come cane e gatto ed adesso riusciamo a fare un dialogo senza insultarci. Ti ho anche visto sorridere e tu non sorridi con nessuno. Che succede?»
Lui sembra confuso dalla mia domanda e si stringe nelle spalle.
«Non sei contenta? Insomma, ti trovo divertente, sei molto forte rispetto ai nostri compagni, sai mosse di lotta che non non sapevamo, con te mi trovo bene… non devo fingere di essere il “Katsuki sempre arrabbiato” perché sento che con te posso essere me stesso e, fidati, non mi sono sentito così con nessuno.»
«Sì, però non hai risposto alla mia domanda...»
«Lo faccio perché voglio che tu acquista sicurezza col tuo quirk. Sarà dura per te se andrai avanti sempre con questa paura di far male a qualcuno, non puoi fare l’eroina se fai l’apprensiva col tuo quirk e se non abbatti queste paure finiranno per avere la meglio su di te e rischierai di ferire qualcuno.»
Wow! Non avevo mai sentito Katsuki fare un ragionamento così profondo e sincero!
«Quindi… lo fai perché ti preoccupi…?»
Come finisco la mia domanda noto le sue gote arrossire di colpo e la cosa mi fa sorridere.
«Ma…! Ma…! MA CHE CAZZO DICI, BAKA?!» si copre le gote con la mano. «NON FARTI STRANE IDEE SOLO PERCHÉ TI STO AIUTANDO COL TUO QUIRK!»
«Va bene, va bene, scusa.»
Alzo le mani e tento di nascondere un sorriso.
In fondo non è una cattiva persona, perché si ostina ad indossare quella maschera aggressiva?

Dopo quella piccola chiacchierata riprendiamo la sua proposta di continuare a sollevarlo da terra col mio quirk e devo dire che sono andate molto bene. Sono riuscita a sollevarlo con un intero mulinello che gli circondava il bacino e così è più efficace di un piccolo mulinello alle gambe ed alle mani.

Sfortunatamente si sono fatte le otto e siamo dovuti tornare ai dormitori, come varchiamo la soglia Tenya ci raggiunge con sguardo severo.

«Vi avevo detto di raggiungerci per l’ora di cena!»
«E ora non è ora di cena?»
Domando confusa.
«No! Abbiamo cenato esattamente trenta minuti fa! Abbiamo provato a chiamarvi, perché non rispondevate ai cellulari?»
«Io ho dimenticato il cellulare in camera...» mormoro mortificata.
«Io pure.» replca Katsuki disinteressato.
«E comunque, per spezzare una lancia in nostro favore, dire “raggiungeteci per l’ora di cena” è troppo generico, non credi? L’ora di cena possono essere le sette, le otto meno venti o le otto e mezzo.»
«Va bene. Per questa volta avete ragione, ma non fatelo più!»
«Ricevuto!»
Tenya si allontana e noi raggiungiamo gli altri a tavola che stanno ridendo e scherzando.
«Eccovi! Dove eravate finiti piccioncini?»
Ci domanda Denki ammiccando.

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


«Smettila di fare lo scemo.» lo ammonisce Mina. «Sedetevi qui, vi abbiamo lasciato due posti liberi.»
«Grazie Mina!»
Prendo Katsuki per il polso intenta ad andarmi a sedere ma lui lo sposta.
«Non ti siedi con noi?»
Gli domando guardandola confusa, come i suoi occhi incrociano i miei sento una scossa di brividi lungo tutto il corpo.
«No. Non ho fame.»
Replica in tono freddo.
Ed ecco il solito Katsuki…
«Andiamo, devi pur mangiare qualche cosa!»
Cerco di convincerlo ma lui sembra non sentire e si dirige in camera sua.
«Lascialo stare Soojin, lo sai come è fatto.»
«Sì, però non fa bene saltare i pasti… soprattutto dopo che ci siamo allenati.»
«Uuh! Vi siete allenati soli soletti!» esclama Mina strofinandosi le mani. «E dicci, come è stato?»
«Non abbiamo fatto chissà cosa.» minimizzo sedendomi a tavola. «Kacchan voleva solo aiutarmi col mio quirk. Siccome ho paura a sollevare le persone, si è proposto per farmi fare pratica.»
«E siete stati vicini vicini
Ridacchio a quella domanda.
«Sì, ma non è successo nulla, davvero.»
In quell'istante mi torna alla mente Katsuki che prende la mia mano e sento le guance prendere fuoco.
«Ma guardati! Sei arrossita di colpo!»
«Non è vero, non sono arrossita!» copro il viso in imbarazzo.
«Se sei arrossita è perché è successo qualcosa! Avanti, dimmi cos'è successo per davvero! Vi siete baciati?»
«Mina, non è successo nulla tra me e lui, te lo giuro!» scopro il viso. «L’unica cosa “eclatante” è che stavamo per farci sospendere da Aizawa.»
«Aizawa…? E perché?»
«Ecco, stavo sollevando Katsuki ma lui ha perso l’equilibrio e stava per precipitare. Fortunatamente è intervenuto il professore che lo ha afferrato con la sua sciarpa. Credeva che fossimo lì senza permesso ma fortunatamente ce l’avevamo.»
«Per usare la palestra fuori dall'orario delle lezioni serve il permesso?»
«Anche se io non credevo servisse.»
«Forse noi non ci abbiamo fatto tanto caso perché prima potevamo entrare ed uscire dalla palestra per le prove del festival. Cra.» spiega Tsuyu.
«Sì, effettivamente ha senso.»
«Però so che se si vuole usare nel week-end per allenarsi non serve il permesso.»
«Comunque cosa avete mangiato per cena?»
«Oh, sì! Mi stavo per dimenticare!»

Mina si alza dal tavolo e prende dal piano cottura un piatto coperto da un coperchio di una pentola.>>

«Yaomomo ha voluto proporci una cosa semplice, cotoletta impanata e patatine fritte.»

Spiega posandomi il piatto di fronte insieme alle posate.
Come Mina alza il coperchio sento il profumo inondarmi il naso e sorrido.

«Mmmmh! Che buon profumino!»

Esclamo con l’acquolina in bocca.
Dopo aver cenato, vedo scendere Katsuki in pigiama e con un piatto tra le mani.

«Oi, ho sentito il tuo cellulare squillare da fuori dalla porta. Vai a rispondere.»

Mi giro verso di lui e mi rendo che stava parlando con me.

«O-oh!» scatto giù dal divano. «Grazie Kacchan!»

Gli do un veloce bacio sulla guancia e corro in camera mia.
Per fortuna ho chiuso la porta della stanza o se sarebbe entrato sarei morta!
Entro in camera mia di corsa ed in tempo per rispondere alla chiamata.

«Pronto?»
Rispondo chiudendo la porta dietro di me e col respiro affannato.
«Finalmente hai risposto ragazzina!»
Alzo gli occhi al cielo seccata.
«Che ti serve Labello
Sorrido tra me e me.«Scherza poco, ragazzina impertinente, o ti faccio diventare cenere!»
Sbuffo.
«Perché mi hai chiamata?»
Prova a rispondere ma sento delle voci ovattate senza capire che succede.
«Ehi Fiammella
Nel sentire quella voce sorrido.
«Ehi Chicken Nugget Bruciato! Come andiamo?»
Lo sento sorridere dall’altro capo.
«Spiritosa.»
«Come sempre, lo sai meglio di me.»
«Sei stata brava stasera.»
Brava…? Sono confusa.
«Cosa ho combinato…?»
«Dai, non fare la finta modesta! Non so come hai fatto a distrarre Mr.Sciarpone ma hai dato il tempo a Kurogiri e Toga di recuperare i documenti e sgattaiolare via. Sei stata geniale!»
Aspetta, aspetta… c’è qualcosa che non va…
«Come facevano a sapere che Aizawa non era nel suo ufficio?»
«Il Labello qui, li ha lasciati a sorvegliarlo da fuori perché aveva bisogno dei documenti il più presto possibile.»
«Cos’è? Non si fida di me?»
Replico ironica.
«Lo conosci ormai.»
Sospiro.
«Sì… mi sono fatta un’idea...»
«Comunque ora abbiamo i documenti, puoi anche tornare alla base.»
Ritornare…? È già tutto finito…?
«A-aspetta Dabi… non me la sento di tornare...»
«Come? E perché?»
«Non vorrei espormi troppo… dopo il colpo che abbiamo fatto la polizia mi starà cercando più del solito… non sarebbe meglio che io resta ancora un po’ qui? Possiamo continuare a fare i colpi come l’altra volta, tanto nessuno sospetterebbe mai di uno studente della U.A.»
«Sei furba, sai? E va bene, chiederò al burrocacao Labello di darti ancora due settimane.»
Ridacchio.
«Grazie Dabi.»
«È un piacere, Inferno

Riattacco la telefonata e provo una sensazione strana al cuore, è come se non fossi felice di quello che è successo.
Non era programmato che Aizawa si allontanasse dall'ufficio, non l’ho fatto apposta… ma almeno sono contenta che Shigaraki ora abbia quei maledetti documenti, così non mi scasserà più le palle.” sospiro e mi lascio dare sul letto. “Però io non voglio ancora andarmene da qui… voglio passare ancora in compagnia di Kacchan prima di tradirlo…
Mi cambio indossando il pigiama e decido di mettermi già a letto, non mi va di passare la serata con gli altri.

I giorni seguenti li ho passati con un’aria non propriamente allegra. Non so bene cosa mi prenda ma non riesco ad essere del mio solito umore e Katsuki se n’è accorto. Per i restanti giorni della settimana ha cercato di stuzzicarmi in tutti i modi possibili sperando in una mia reazione che, però, non è arrivata. Non volevo mettermi a litigare, soprattutto con lui. Tutti hanno notato che non sono la solita ed hanno cercato di farmi aprire ma io non posso spifferare il tutto, chiamerebbero la polizia ed addio copertura.
Oggi è sabato ed ho intenzione di passarlo chiusa in camera mia, non voglio uscire, non voglio mangiare niente e vedere nessuno.
Arrenditi Lexi…” sospiro tra me e me. “Devi dire addio a Soojin ed alla 1^A, questo non è il tuo posto e non lo sarà mai. Almeno potrai firmare quel contratto con la casa discografica.
Improvvisamente la porta della mia stanza si spalanca e Katsuki fa capolino.

«Eccoti! Ti ho cercato ovunque!»

Esclama quasi preoccupato.

«Ehi… perché mi cercavi…?»
«Forza, agglomerato di tristezza e depressione, cambiati.»
Lo guardo confusa.
«E perché?»
«Perché usciamo. Io e te.»
«Vuoi uscire con me…?» avvampo. «Come un appuntamento…?»
Il biondino arrossisce completamente.
«Vedila come ti pare, basta che ti cambi! Ti aspetto giù da basso!»

Esce e chiude la porta dietro di sé senza sbatterla.
Strano… di solito lui la sbatte sempre…” mi rannicchio portandomi le gambe al petto. “Ma che Diavolo mi sta succedendo? Mi sto comportando come una ragazzina delle medie alle prese con la sua prima cotta! Riprenditi Lexi!” faccio un profondo respiro. “Katsuki ti ha solo chiesto di uscire, che sarà mai?
Mi alzo dal letto, apro l’armadio ed immediatamente realizzo.
PORCA TROIA, KATSUKI MI HA CHIESTO DI USCIRE! E CHE CAZZO MI METTO ADESSO?!” mi porto le mani al petto. “Allora Lexi ti decidi a calmarti?! Vestiti come il tuo solito, mica è un appuntamento.

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Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***


Apro l’armadio e indosso un chocker nero spesso con varie catenine al collo, una maglietta nera a maniche lunghe con stampato un teschio bianco, jeans neri strappati, calze a rete sotto di essi ed anfibi neri ai piedi. Lego i capelli con una treccia, mi passo un po’ di mascara e mi do un paio di spruzzate di profumo.
Prendo il cellulare, il portafoglio e li metto all'interno di uno zainetto nero, chiudo la porta della stanza a chiave e raggiungo Katsuki. Quando arrivo alla porta mi rendo conto che non è da solo, ma ci sono anche Denki, Eijiro e Jirou.

«Ma… non dovevamo essere solo noi due…?»

Domando confusa.

«Provaci tu a guardargli negli occhi e a dirgli che non possono venire, perché non mi ascoltano!» sbuffa.
Faccio per aprire la bocca ma Denki mi precede.
«Aspetta, aspetta, aspetta! Prima che tu dica qualcosa, guarda questo!»
Si volta di spalle insieme a Jirou ed Eijiro. Dopo poco si gira con delle orecchie da Pikachu in testa e le guance pitturate di rosso.
«Pika! Pika!»
Sorrido alzando gli occhi al cielo.
«Non ce la faccio a dirti di “No” se ti trucchi da Pikachu però.»
Mentre Denki, Eijiro e Jirou esultano, Katsuki alza gli occhi al cielo.
«Scusami, ma non avevo il coraggio.»
«Poi non ti lamentare con me se le cose non andranno come previsto!»
«Ti prometto che non mi lamenterò.»

Mentre ci allontaniamo dai dormitori mi avvicino a Katsuki.

«Senti Kacchan.»
«Dimmi.»
«Dove volevi portarmi?»
«Be’...» si gratta la nuca. «Volevo portarti al Luna Park, quello nella città a fianco, hai presente?»
«Davvero andiamo al “Wonderful Park”?» esclama Deki entusiasta.
«Voi, in teoria, non dovreste nemmeno essere qui, comparse
«Andiamo Kacchan, non fare così...»
«Perché non gli hai detto di “no”?»
«Non ce l’ho fatta… e poi, che differenza fa? Tu hai detto che non dovevo considerarlo un appuntamento o sbaglio?»
Le punte delle sue orecchie sono diventate improvvisamente rosse, ma non so dire se è per il nervoso o per l’imbarazzo.
«Infatti non ho detto che è un appuntamento! Ma volevo farti passare un pomeriggio fuori a distrarti visto che sei sempre triste e la cosa non è da te.»
Ma che carino!” sorrido tra me e me. “Si è preoccupato così tanto che vuole passare del tempo con me!

Sapere questa cosa mi scalda il cuore, voleva rimanere solo con me per farmi divertire, ma sono sicura che Denki, Eijiro e Jirou ci lasceranno del tempo da soli o Katsuki troverà una scusa per allontanarsi.

Quando arriviamo alla stazione dei pullman rimango confusa.

«Dobbiamo prendere per forza il pullman? Ci sono anche i treni.»

Lo informo cercando di persuaderlo.

«Lo so benissimo, ma la stazione del treno è più lontana dalla fermata del pullman, ci metteremo solo più tempo.»

Mi prende per il polso e mi trascina sul pullman insieme agli altri.
Paghiamo il biglietto, prendiamo tutti posto e ci mettiamo a chiacchierare.

«Solo io non ho idea di come sia questo “Wonderful Park”…?»

Domando timidamente sentendo lo sguardo esterrefatto di tutti addosso.

«Ma sei seria?!» esclama Denki.
«Da piccola non stavo tanto fuori città, mia madre era molto apprensiva.» mento.
In verità è che non ho mai abbandonato l’orfanotrofio prima dei dodici anni. Poi sono scappata ed ho vissuto come potevo, finché non mi ha trovata la Lega Dei Villain… Toga, Dabi e Twice mi hanno migliorato la vita anche se sembra assurdo.
«Oi! Oi! Terra chiama Soojin!»
Improvvisamente la voce di Katsuki mi riporta alla realtà.
«E-eh…?»
«Hai sempre la testa tra le nuvole, ma a che pensi?»
A quanto farà male lasciarti.
«A nulla, davvero, non preoccuparti.» mento.
«Comunque, stavo dicendo, “Wonderful Park” è il Luna Park più grande della zona, hanno attrazioni di tutti i tipi e dimensioni!» spiega Denki. «Sono sicuro che la amerai!»
«È davvero così fantastico?»
«Certo! È il più famoso della zona!»
«Così mi rendi curiosa. sorrido. «Come mai Mina non è venuta?»
«Aveva delle cose da studiare visto che, a detta sua, era rimasta indietro.»
Risponde Eijiro.
Annuisco.
«Ah, sì, mi aveva detto che doveva farsi interrogare per recuperare i voti delle precedenti verifiche.»
«A proposito di verifiche, non mi hai detto quanto hai preso.»
«Mh?» mi volto verso Katsuki. «E perché lo vuoi sapere?»
«Quando te l’ho chiesto in classe hai fatto la vaga e te ne sei andata in camera, il che mi ha reso curioso, visto che ogni volta che prendi un voto alto te ne vanti per una settimana. Hai preso un voto basso?»
«No… non ho preso un voto basso, anzi, ho preso 88/100 ma non mi andava di festeggiare...»
Il biondo cenere sospira.
«Davvero non ti capisco, sai? Non ti ho mai vista così di giù di corda. È successo qualcosa? Hai litigato con tua madre? Ci sono dei problemi in famiglia?»
Sospiro alzando mentalmente gli occhi al cielo.
«Non mi va di parlarne… perché me lo chiedi se siamo usciti per distrarmi?»
«Effettivamente ha ragione.» concorda con me Kyoka. «Magari le ritornerà il buonumore se oggi non pensa a niente.»

Dopo una ventina di minuti arriviamo a destinazione, scendiamo dal pullman ma io non vedo nulla che ricordi un Luna Park.

«In che direzione dobbiamo andare adesso Kacchan?»

Gli domando già immaginando la sfacchinata che ci aspetta.

«Dobbiamo solo camminare per altri dieci minuti, non fare la pigra!»

Mi ammonisce anche se teneramente, mi prende per mano facendo intrecciare le dita e si incammina a passo spedito seguito da me e dal resto del gruppo.
Più ci avviciniamo più sento la musica farsi sempre più forte e l’odore di zucchero filato, cibo salato e frittelle.
La musica e gli odori sono più forti delle piccole giostre che venivano nella mia vecchia città.
Alcuni minuti dopo riesco a vedere chiaramente l’arcata principale del Luna Park con scritto “Wonderful Park” scritto a caratteri cubitali e mi blocco sul posto stupita lasciando la mano di Katsuki.

«Wow...»

È l’unica cosa che riesco a dire e mi esce anche come un sussurro.

«Non imbambolarti qua di fronte, baka!» bofonchia Katsuki. «Questo è solo l’inizio!»

Mentre, mi trascina dentro camminando all’indietro, poso lo sguardo su di lui e posso chiaramente vedere che sta sorridendo.
È raro vederlo sorridere ma quando lo fa, è uno spettacolo.

«Allora, quale giostra facciamo per prima Bakubro?» domanda Eijiro saltellando. «Ce ne sono così tante che c’è l’imbarazzo della scelta!»

Mi guardo intorno e vengo sommersa dalla potenza delle casse con la musica a palla e dalla diversità di giostre che ci sono.
Sarà difficile scegliere da quale iniziare…
Improvvisamente, una di esse attira la mia attenzione.

«Che ne dite di quella?»

Domando indicando quella ad una decina di metri da noi.
È una nave pirata che dondola in avanti ed indietro.

«Sembra abbastanza intrigante per iniziare al massimo.»
Tutti posano lo sguardo su di essa e posso notare un ghigno sul volto di Katsuki.
«Buona prima scelta.» si complimenta. «Andiamo ragazzi.»

Dopo aver affrontato la nave e due varianti di montagne russe, cerchiamo di virare verso giostre più “tranquille”.

«Non ci conviene fare quella che ci manda a testa in giù proprio ora o ci si ribalta lo stomaco e ci sentiamo male.»

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Capitolo 13
*** Capitolo 13 ***


Mi raccomando.
Dio… sembro Yaomomo o Iida… che mi sta succedendo?

«Che ne dite delle macchine da scontro?» propone Denki. «Sono abbastanza tranquille ed è divertente!»
«Ma non penso che per le ragazze sia divertente tanto quanto per noi.»
«Concordo con Eijiro. Sono divertenti le macchine a scontro ma non quando ci riempiamo di gibolli.» commenta Kyoka poco convinta.
«Questo è perché siete state con dei ragazzi incapace di starci sopra!» borbotta Katsuki. «Vi faccio vedere io come si va sugli autoscontri.» aggiunge posando lo sguardo su di me. «Alza il culo, tu vieni con me.»
«Che…?»

Non mi da nemmeno il tempo di replicare che mi solleva prendendomi i polsi e mi trascina con sé.

«Perché io? Non sono una gran compagnia sugli autoscontri...»
Cerco di dissuaderlo, inutilmente. Non sono molto affine agli autoscontri perché, una volta con Dabi, i tipi erano talmente agguerriti che ne sono uscita con un livido sulla gamba grosso quanto il palmo della mia mano. Dabi voleva bruciarlo vivo, ma sono riuscita comunque a calmarlo.
«Se portavo con me Pikachu o Capelli Di Merda non avrei convinto la tipa con le cuffie a venire ed è una scusa per passare del tempo con te.»
Arrossisco violentemente ma a cause dei led e delle luci stroboscopiche non si nota.
«Ed io che dovrei fare?»
«Tutto ciò che devi fare tu è tenermi i gettoni e cercare di non farti sbalzare fuori, chiaro?»
«Sblazare?!»
«Se non ti senti sicura tienimi per un braccio.»
«Non c’è bisogno che fai il principino azzurro, so cavarmela da sola.»
«Il principino azzurro?» replica con una risatina. «Hai capito male, principessa, io sono il cavaliere nero

Alzo gli occhi al cielo divertita e lo aspetto mentre prende i gettoni.

«Quanti cazzo ne hai presi?!»

Esclamo incredula.

«Otto.»
Replica lui scrollando le spalle.
«E ci dobbiamo fare, tutti e cinque, otto giri di fila?»
«No, scema! Iniziamo con quattro, poi gli altri li facciamo più tardi. Aspettami un attimo qui.»

Mi lascia tutti i gettoni per poi avvicinarsi agli altri, mi appoggio ad una torretta piena di luci led aspettandolo e noto un ragazzo avvicinarsi a me.
Oh mio Dio, ti prego vattene!” penso alzando gli occhi al cielo seccata.

«Ehi!»

Esclama il nero crinito poggiando una mano contro alla torretta, poco sopra la mia spalla.

«Guarda, ti fermo subito. Non sono interessata, davvero.»
Lo fermo posando le mani sul suo petto cercando di mandarlo via. Conoscendo il carattere “fumantino” di Katsuki, lo farà esplodere in pochi secondi.
«Ma come non sei interessata?» ridacchia. «È  impossibile, nessuna gallinella mi resiste.»
«Credo che ti convenga abbassare la cresta, galletto, il mio fidanzato è molto geloso.»
«Uuh, sto tremando!»
Ho un’irrefrenabile voglia di polverizzarlo ma devo cercare di trattenermi in tutti i modi.
«Comunque a me non sembra di vedere il tuo fantomatico “fidanzato”.»
«Voltati, idiota
Esordisce Katsuki con tono minaccioso. Solitamente usa questo tono quando è davvero infastidito. Il ragazzo si volta verso lui e posso notare che lo squadra dall’alto in basso.
«Ora lo vedi.»
«Be’, non vedo molto.»
Replica con tono di scherno.
Ma questo qua vuole morire?
Katsuki mi prende per mano avvicinandomi a lui.
«Stai alla larga dalla mia fidanzata, o giuro che ti faccio esplodere, comparsa
Facciamo per avvicinarci alle macchine ferme con Kyoka, Eijiro e Denki ma il ragazzo attira nuovamente la sua attenzione.
«Ehi, ma io ti conosco! Sei Katsuki Bakugo, il ragazzo sopravvissuto ad un villain di melma e colui che ha vinto il festival sportivo della U.A.!»
Allora era lui il ragazzo delle medie di cui si parlava al telegiornale mesi fa!
Katsuki si blocca e volta il viso verso di lui.
«E quindi?»
«Come ci si sente ad essere considerati una mina vagante?»
Lo sta palesemente istigando e Katsuki lo ha capito rimanendo in silenzio.
«Come ci si sente ad essere considerato un possibile hero col viso da villain, eh?»
Lo prendo per mano cercando di calmarlo ed evitare che risponda.
«Non parli? Il gatto ti ha mangiato la lingua?» ridacchia. «Come ci si sente ad essere la causa del ritiro di All Might?»
Con questa ha esagerato anche per me.
E no! Questo è troppo, non lo accetto!
Attivo il mio quirk di vento prendendolo per il busto ed allontanarlo dalla giostra per poi lasciarlo cadere a terra. Mi avvicino a lui e premo un piede contro il suo petto.
«Stammi a sentire finto bulletto dei miei stivali, stai attento a quello che dici, chiaro?» premo il piede mentre lo tengo immobile col mio quirk. «Tu non sai quello che c’è dietro, non sai quello che ha passato e non devi nemmeno osare a nominare questa storia! Impara piuttosto ad essere grato per essere ancora vivo!»
«Calmati bambolina.» minimizza ridacchiando.
«Ancora che parli?! Tappati quella fogna e gira al largo!»
Stringo i pugni e sento le mani farsi sempre più calde, così rischio di farmi scoprire ma la rabbia è alle stelle.
Senza nemmeno accorgermene sto aumentando la stretta del vento al busto del ragazzo.
«C-calmati...»

Improvvisamente sento delle braccia intorno al mio bacino che mi fanno indietreggiare ed annullando il mio quirk.

«Ora basta piccola

È Katsuki.

«Non devi arrabbiarti, lo si vede dalla faccia di cazzo che ha che non ne vale la pena.»
Mi fa voltare verso di lui e mi prende il viso tra le mani in modo che lo possa guardare negli occhi.
«Rilassati...» mormora. «Lasciali parlare, nessuno sa veramente quello che è successo… a proposito, tu come lo sai?»
L’ho saputo da Toga e successivamente da Eijiro, tesoro.
«Kirishima.» rispondo con un sorrisetto.
Katsuki cerca di nascondere un sorriso.
«Immaginavo, tra lui e MerDeku, non so chi sia peggio a tenere i segreti.»
Arrossisco lievemente.
«Comunque scusami per prima… ho reagito d’istinto, non potevo lasciarlo parlare a sproposito, soprattutto su un fatto delicato come quello.»
«Era quello che voleva, il suo intento era quello di scatenare una reazione di qualche tipo.»
Wow, per la prima volta, tra i due è Katsuki quello ragionevole. Il mio passato da villain sta cominciando a farsi risentire…
«Allora… vuoi ancora salire sugli autoscontri?»
«Mi sembra ovvio.»

Dopo essermi calmata, io e gli altri abbiamo fatto quattro giri sugli autoscontri, con me e Kyoka uscite illese.
Il tempo passa velocemente ed il sole inizia a calare.

«Forse dovremmo iniziare ad incamminarci verso i dormitori.»

Ci avverte Eijiro addentando un pezzo di frittella calda.

«Perché?»
Domando ingenuamente mangiando la mia.
«Il sole sta cominciando a calare, ora che torniamo ai dormitori sarà già sera ed Aizawa ci farà il culo se stiamo fuori oltre il coprifuoco.»
Sbuffo abbassando lo sguardo.
Non voglio andarmene via, mi sto divertendo dopo tanto tempo.
«Voi cominciate ad andare.»
«Eh?»
«Io e Soojin restiamo ancora un po’.»
«Bakubro, non possiamo tornare senza di voi! E se il professore Aizawa ci chiedesse dove siete noi cosa dovremmo rispondere? Al Luna Park?»
«Sì, Capelli Di Merda
«E se tornare troppo tardi?»
Katsuki alza gli occhi al cielo seccato.
«Stai tranquillo Capelli Di Merda! L’ultimo pullman della giornata parte alle dieci, ti prometto che riusciremo a prenderlo e torneremo ai dormitori sani e salvi.»
Chissà perché, ma ho il presentimento che lo perderemo di sicuro…
Kyoka sospira rassegnata.
«Ragazzi, sapete meglio di me che quando Katsuki si mette in testa una cosa, non c’è modo di fargli cambiare idea. È meglio assecondarlo, e poi non sono dei bambini di sei anni, sono in grado di ritornare ai dormitori.»
«Visto? Qualcuno che ha cervello!»
Denki ed Eijiro sono costretti a seguire Kyoka.
«E va bene…»
«Finalmente!»
«Noi allora ce ne andiamo, ci vediamo ai dormitori!»

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Capitolo 14
*** Capitolo 14 ***


«Perché hai insistito tanto per rimanere da solo con me?»
Domando posando lo sguardo su di lui e finendo la frittella.
«Non è ovvio?»
Faccio cenno di “no” col capo.
«Ora puoi, finalmente, considerare questa uscita come un appuntamento.»
Improvvisamente divento un pomodoro.
Un appuntamento…?
«U-un a-appuntamento…?»
«Sì, un appuntamento. Ma sei sorda?!»
«E… e ora che vuoi fare?»
Il biondo sorride posando lo sguardo su di me.
Gesù… ogni volta che mi guarda così posso percepire il mio cuore saltare un battito…
«Vieni con me.»

Mi tende la mano aiutandomi ad alzarmi e mi conduce verso la ruota panoramica.

«Vuoi fare il finto romantico rubandomi un bacio da là sopra?»

Domando ironica.

«Mi deludi.» scherza. «Non sono così banale e prevedibile come credi.»

Paga per entrambe ed, appena arriva il nostro turno, mi aiuta a salire, chiudono le porte e dopo poco la ruota comincia a salire piano piano.
Appena arriviamo alla cima possiamo ammirare nel suo splendore il sole che sparisce nell'orizzonte lasciando nel cielo varie sfumature rosse ed arancione che donano un’atmosfera d’altri tempi.
Wow…” penso con gli occhi incantati dal paesaggio. “Mi sono così abitata ad agire nella notte ed a nascondermi dalla luce che mi ero quasi dimenticata di quanto fosse bello il tramonto. Tutto ciò ha un’aria magica, oserei dire.
Volto per pochi secondi l’attenzione e noto che lui non sta guardando il paesaggio ma me.

«Che succede?» ridacchio. «Ho la faccia sporca?»

Katsuki arrossisce e volta l’attenzione verso il tramonto.

«No. Non hai la faccia sporca.»
«Allora perché mi guardavi?»
«Per nessun motivo.»
Sorrido.
«Katsuki, puoi dirmelo. Tanto siamo io e te.»
«Però non farti strane idee, chiaro?»
Alzo gli occhi al cielo.
Stai tranquillo, mi hai portata sulla ruota panoramica a guardare il tramonto non penso affatto che tu voglia farmi un complimento.” penso con un sorriso.
«Ti stavo guardando perché i colori del tramonto ti donavano una luce diversa. Dopo tanti giorni, finalmente, ti vedo serena e tranquilla invece che triste ed ansiosa. Sembra quasi che i colori del tramonto siano i tuoi elementi.»
Oh Katsuki…
«Sono le parole più belle che abbia mai sentito...» sorrido con un calore insolito nel petto. «E le hai pronunciate proprio tu...»
«Sì, ma come ho detto prima, non farti strane idee! Non è che tu mi piaccia o altro!»
Tu puoi negare quanto vuoi, ma sono una ragazza e lo percepisco. Lo percepisco che ti stai comportando in modo diverso rispetto all’inizio, ed anche io provo qualcosa nei tuoi confronti.

Appena il giro sulla ruota panoramica finisce, il sola era già calato e il Luna Park ha iniziato a colorarsi di luci stroboscopiche, e accecanti neon arcobaleno. Stare qui, circondata dalla musica, da colori di tutti i tipi, mano nella mano con Katsuki mi fa sentire bene, come se tutte le preoccupazioni che mi perseguitavano poco prima siano state spazzate via.

«Ora su quale saliamo?»

Katsuki non mi da nemmeno il tempo di rispondere che mi porta via.
Abbiamo passato il resto della serata vicini vicini, siamo andati su qualche percorso al buio, una giostra dell’orrore ed abbiamo fatto più montagne russe possibili. Dal colore scuro del cielo posso dire che sia già tardi, controllo l’ora sul cellulare e noto che sono già le nove e mezza.

«Katsuki, sono le nove e mezza, ci conviene cominciare ad avviarci se vogliamo prendere il pullman delle dieci.»

Lo informo scendendo dagli autoscontri.

«Di già?» controlla l’ora sul cellulare. «Aspetta, voglio fare un’ultima cosa.»

Mi prende per mano e mi accompagna verso uno di quei banconi dove bisogna centrare il bersaglio per poter vincere un peluche.

«Kacchan, non ce la farai mai. Lo sanno tutti che quei giochi sono truccati.»
«Fidati di me, vedrai che vinco.»
«E poi non voglio che tu spenda altri soldi per me, davvero.»
«Lasciami fare, i soldi sono l’ultima cosa.»
«E poi usare il tuo quirk per vincere non è leale, lo sai questo?»
Scherzo facendolo sorridere.
«Guarda senza parlare.»
Aspettiamo il nostro turno e Katsuki si mette in posizione.
«Sei pronta a vedere quanto sono bravo?»
«Poche parole e più fatti.»
«Va bene, piccola
Prende il fucile tra le mani, lo impugna come se fosse un esperto e senza sprecare un colpo butta già tutte e cinque le lattine.
«Visto? Che ti avevo detto?» sorride vantandosi. «Nessuno può battere Katsuki Bakugo!»
Sorrido e gli do un pugno sul braccio scherzando.
«Gongolati di meno, vanitoso!»
«Io non sono vanitoso, è che so quanto valgo.»
«Certo, come no.»
Posa un braccio intorno alle mie spalle in modo che mi avvicina a lui e mi indica con un cenno i peluche appesi nella bancarella.
«Allora, quale vuoi?»
«Oh… emh… ecco… io...»
C’è davvero l’imbarazzo della scelta…
In fondo, all’angolo vedo un peluche di grandezza media di Stitch e non posso fare a meno di desiderarlo.
«Quello! Voglio quello!» lo indico saltellando come una bambina.
Il ragazzo si gira, lo stacca dagli altri e lo posa sul bancone. Katsuki lo prende e me lo porge.
«Ecco a lei, piccola
Non so perché, ma quel gesto, fatto da lui mi fa arrossire.
«G-grazie...» mormoro imbarazzata nascondendo il viso dietro il mio peluche.

Dopo quel gesto di galanteria, mi prende per mano e ci dirigiamo verso la fermata dei pullman per poter prendere il nostro e tornare a scuola.
Durante il tragitto siamo rimasti in silenzio, né io né lui riuscivamo a proferire parole e la cosa è strana perché fino a pochi minuti fa non facevamo altro che ridere e scherzare come se fossimo amici da una vita, anche se, noi non ci vogliamo bene come degli amici. Entrambe desideriamo di più ma non abbiamo il coraggio di esternare i nostri sentimenti una volta per tutta. Probabilmente Katsuki non si dichiara è troppo orgoglioso e magari teme un rifiuto ed io non lo faccio perché ho paura che faccia il superiore rifiutando i miei sentimenti.
Dabi aveva ragione: “L’essere umano è una creatura molto complessa ed imprevedibile. Credi di conoscerti e di conoscere chi ti sta accanto, ma non si è mai sicuri. Un tuo nemico si può trasformare in un amico, ed un amico si può trasformare in un nemico. L’essere umano cambia pensiero e sentimenti più e più volte, non sarai mai completamente sicuro di quello che prova o pensa una persona.” aveva davvero ragione. Da come si comporta Kacchan posso dedurre che lui sia attratto da me, ma se questa mia deduzione sia inesatta? E se sono io che mi sto illudendo con le mie stesse mani mostrando a lui i miei veri sentimenti?” sospiro guardando distrattamente le luci della città nell'oscurità. “Magari Kacchan fa tutto questo solo perché gli sembra giusto, perché io sono stata con lui quando aveva bisogno di qualcuno e sta solo ricambiando il favore… chi lo sa…
Stringo a me il peluche e chiudo gli occhi lasciandomi cullare dai dondolii del pullman.

«Ehi, piccola. Piccola. Piccola

Una voce mi fa aprire di colpo gli occhi.

«Che… che succede…?»

Piagnucolo strofinandomi gli occhi col palmo della mano tornando sulla Terra.

«Siamo arrivati alla stazione, ce la fai a camminare o sei troppo stanca?»
«No, no, ce la faccio.»
Mi alzo in piedi, mi stiracchio un po’ le braccia e le gambe, tengo in braccio il mio peluche e scendo dal pullman mano nella mano con Katsuki.
Sentire la mano calda di Katsuki che stringe la mia mi fa sorridere.
Magari tutti quei problemi che mi sono fatta poco fa sono stati senza fondamenta.
«Vedo che ti piace proprio tanto Stitch, eh?» domanda indicandolo con un cenno del capo.
«Uh…?» poso lo sguardo sul peluche e sorrido. «Sì, mi è sempre piaciuto Stitch ed ho sempre desiderato averne uno. E sai come lo chiamerò?»
«Emh… Stitch…?»
«No.» sorrido. «Lo chiamerò Kacchan.»
«E p-perché lo devi chiamare proprio Kacchan?! Il suo nome non è mica Stitch?»

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Capitolo 15
*** Capitolo 15 ***


«Sì, ma voglio chiamarlo Kacchan in tuo onore. Così, ogni volta che lo guarderò, penserò a questa bellissima giornata e sorriderò.»
«Oh...»
Sembra sorpreso.
«Be’, contenta tu.» scrolla le spalle.

Alcuni minuti dopo arriviamo ai dormitori e, poco prima che possa entrare, Katsuki mi prende per il polso bloccandomi.

«Ehi.»

Mi giro verso di lui confusa.

«Che succede? Qualcosa non va?»
Scende dal polso verso la mano e la stringe delicatamente, lo guardo in volto ed ha le guance rosse come un pomodoro.
È quasi adorabile così.
«Voglio dirtelo adesso e qui prima che ci ripenso e cambia idea.»
«Di che parli…?»
Mi avvicina a sé in modo che rimanga a pochi centimetri di distanza da lui e posa una mano sulla mia guancia destra.
La accarezza delicatamente provocandomi brividi lungo tutto il corpo, fa un profondo respiro per poi guardarmi negli occhi.
«Io… ecco...» sospira. «Come ben sai, io non sono molto bravo con le parole, ma voglio essere sincero con te perché non voglio che tu ti senta presa in giro o altro.»
Oh no… non dirmi che le mie paure erano fondate…
«Kacchan così mi spaventi...»
«No, non devi spaventarti, davvero. Non è nulla di grave, te lo giuro.» si affretta a dire prendendomi il viso tra le mani. «È solo che quello che sto per dirti è delicato.»
«Okay...»
«Ecco Soojin… tu mi piaci.»
COSA?!
Avvampo di colpo.
«Mi piaci davvero tanto. Mi piace il tuo modo di fare, dici quello che pensi senza farti problemi, hai il coraggio di tenermi testa, sei forte, sei sicura delle tue capacità, sei di una bellezza mai vista…»
Ho il cuore che batte come un treno.
«Cosa…?»
«Sto dicendo sul serio, non sono mai stato così sincero in tutta la mia vita...»
«K-Kacchan… i-io… uh… ecco...»
Perché prima avevo sempre la risposta pronta ed ora non riesco ad accocchiare due parole di senso compiuto? Riprendi il controllo di te stessa Lexi!
«Ascoltami Soojin, non c’è bisogno che tu risponda subito, davvero. Sentivo il bisogno di dirtelo qui ed ora.»
«Davvero…?»
«Sono sicuro, puoi darmi una risposta quando te la sentirai.»
Sorrido, mi metto in punta di piedi e gli do un bacio all’angolo della bocca.
«Grazie Kacchan, buonanotte.»
Lo saluto prima di entrare nei dormitori col viso rosso come un peperoncino.
«Ciao Soojin! Finalmente sie-...» Kyoka mi raggiunge e si blocca. «E quello cos’è?»
Abbasso lo sguardo e mi ricordo di avere ancora il peluche tra le mani.
«N-niente, non è niente. Ora però sono stanca, v-vado in camera mia.»

Mi affretto a dire e corro in camera mia chiudendomi dentro.
Chiudo a chiave la porta e faccio un profondo respiro.
Wow… troppe emozioni in una giornata sola…” penso facendo un profondo respiro.
Poso il peluche sul letto, mi cambio indossando il mio comodo pigiama, prendo il cellulare e lo poggio sulla scrivania mentre mi metto comoda sulla sedia. Apro il portatile e scopro di avere tre e-mail perse.
Sicuramente è quel rompipalle del Labello… ma se ha il mio numero perché insiste a mandarmi le e-mail?
Alzo gli occhi al cielo ed apro le e-mail.

Quando hai intenzione di ritornare al covo? Non starai mica cercando di tradirci con quegli incapaci della U.A.?
Non ti crederanno mai. Tu per loro sei la villain Inferno e lo sarai per sempre.
Non so nemmeno che rapporto hai con Dabi, non mi interessa, ma sappi che dovrai fare ritorno prima che ti venga a prendere io con la forza.


Sbuffo.
La smetti di fare il paranoico?! Avevo solo bisogno di qualche giorno in più.
 
Stranamente mi risponde subito.

Ti ho dato pure troppo tempo per calmare le acque, ti rendi conto sì o no che ho bisogno di te?!
Ma come? Non avevi detto che dopo i documenti potevo anche sparire?
Mi servi perché andrai tu in missione con Dabi, Toga, Kurogiri e Twice.
Fermo un secondo! Tu avevi detto che ti servivano solo i codici per disattivare la sicurezza della porta, perché adesso non vai più in missione tu e ci mandi gli altri?
Kurogiri ha detto che sarebbe meglio se ci mandassi voi e comunque non sono affari tuoi mocciosa!
Sono affari miei se ci devo venire anche io! Non basta il quirk di Dabi?
No. Il suo quirk è poco adatto per ambienti piccoli, visto che tu sei riconosciuta per sciogliere tutto ciò che tocchi col tuo fuoco, servi tu.
Okay, io e Toga e Kurogiri, ma Dabi e Twice allora?
Loro serviranno nel caso ci siano delle guardie a sbarrare la strada. Sei sicura di avere un cervello?
Abbassa le ali, okay? Io non sono alla tua mercé, non sono una tua adepta. Ho accettato tutto questo perché non avevo altro posto dove andare.
E tu abbassa i toni o rivelerò alla U.A. che tu sei Inferno prima che tu possa ritornare. Rimani reperibile, potremmo chiamarti da un momento all’altro.

Stronzo.” sbuffo e chiudo il PC. “Sono stufa di tutta questa storia… all’inizio io servivo solo per recuperare i documenti ed inviare informazioni sugli studenti ed ora devo far parte del colpo al posto suo. Io non ho parole. Più voglio togliermi da questa situazione di merda, più lui mi ci spinge dentro, che fastidio!
Mi sdraio nel letto, noto il peluche e sorrido.
Katsuki si è dichiarato a me ed io non sono nemmeno a rispondergli. È ovvio che ricambio ma il panico ha preso il sopravvento e mi sono comportata come una bambina!” sospiro. “Dannazione!
Mi metto sotto le coperte, stringo a me il peluche e chiudo gli occhi.

«Buonanotte Kacchan...»

Sussurro prima di crollare dal sonno.

Il mattino dopo, quando raggiungo gli altri in salotto, Izuku si avvicina a me sorridente.

«Buongiorno Soojin!»

Mi saluta col suo tono allegro.

«’Giorno Deku.»
«Senti, oggi sei libera?»
Sì e no, chi lo sa?
«Tecnicamente sì, perché?»
«Perché oggi io, Shoto, Ochako e Tenya andiamo a prenderci un gelato in centro, vieni con noi?»
Io dovrei rispondere ancora a Kacchan in verità…
«Be’… ecco… io in verità...»
«Ehi tu!»
Una voce ben conosciuta fa rizzare la schiena.
«B-b-b-buongiorno Kacchan!»
Mi volto e lo vedo raggiungerci con i pantaloni della scuola ed una canotta nera indosso.
Madonna, quanto è bono così… Lexi! Lexi autocontrollo!
«Non stavo parlando con te, MerDeku! Stavo parlando con Soojin.»
«Dimmi Kacchan.»
«C’è Faccia Tonda che ti sta cercando per le camerate, a quanto pare deve chiederti una cosa.»
«Oh, non preoccuparti! Me lo ha già chiesto Deku.»
«Ah. Okay allora.»
Scrolla le spalle, fa per allontanarsi ma io riesco ad afferrare un lembo della canotta.
«Che c’è?»
«Senti… riguardo a quello che è successo ieri, volevo di-...»
Katsuki mette la mano sopra la mia bocca zittendomi.
«Non qui. Oggi pomeriggio.»
Con entrambe le mani riesco a spostare la sua mano dalla bocca.
«Ma oggi pomeriggio non posso.»
«E perché?»
«Perché esco con Shoto, Ochaku, Deku e Tenya a prendere un gelato.»
«Allora me lo dici quando torni.»
«Ma-...»
«Niente “ma”. Abbiamo deciso che me lo dirai appena torni.»
Si allontana senza darmi il modo di replicare o fermarlo.
Abbiamo deciso? Abbiamo? Hai deciso.
Sospiro ed alzo gli occhi al cielo.
«Perché tanta riservatezza? Cosa è successo tra voi due?»

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Capitolo 16
*** Capitolo 16 ***


«E-emh… niente! Davvero! Non è nulla di che! È una cosa nostra! Sì! Una cosa nostra!» farfuglio presa dal panico. «Io vado a recuperare Ochako, okay?»
Sorrido e mi allontano di fretta per evitare di parlarne con Deku.

Dopo la colazione io e Katsuki ci siamo evitati per tutta la mattinata, anche a pranzo c’è stata distanza tra i due. Io voglio dirgli subito la mia risposta, ma lui non vuole guardarmi in faccia od ascoltarmi.
Cosa Diavolo gli passa per la testa?
Dopo pranzo, sono andata in camera a cambiarmi per uscire con la Dekusquad.
Apro l’armadio ed estraggo: un cerchietto con delle corna da Diavolo, un body a maniche lunghe ed a collo alto nero con sopra stampato un dragone verde, una camicia scozzese aperta sopra, una gonna scozzese stile scolaretta, calze a rete, parigine nere ed ai piedi i miei immancabili anfibi neri. La collana che indosso ha come ciondolo un infinito, metto un anello ed infine lego i miei capelli con una coda a metà lasciando il resto dei capelli sciolti. Spruzzo un po’ di profumo e dopo aver preparato la borsa, chiudo a chiave la porta di camera mia e raggiungo gli altri.
Prima di uscire do un’ultima occhiata a Katsuki ma ha volutamente evitato qualsiasi tipo di contatto, anche visivo.
Spero che quando tornerò mi guarderà negli occhi…
Usciamo e passiamo il resto del pomeriggio al centro commerciale comportandoci come dei completi ebeti. Abbiamo scherzato e riso per tutto il tempo, perfino Shoto si è lasciato scappare una risatina e si è anche guadagnato un bacio sulla guancia da me e Ochako.
Si sono fatte le quattro e mezza e prima di tornare ci fermiamo in un fast food a prendere questo, tanto agoniato, gelato. Io lo prendo al gusto vaniglia e cocco, Shoto fiordilatte e amarena, Tenya puffo e vaniglia, Deku menta e limone mentre Ochako nocciola e stracciatella.
Mentre siamo seduti sento il cellulare vibrare a causa di un messaggio.
Chi è?” penso estraendolo, controllo la notifica e sobbalzo. “È Shigaraki!

Verremo a prenderti in camera tua fra venticinque minuti. Fatti trovare pronta.

Merda!
Scatto in piedi come se fossi stata punta da uno spillo.

«Che succede Soojin? Hai ricevuto una brutta notizia?»

Domanda Shoto colto di sorpresa dalla mia preoccupazione.

«Oh… ecco.. io… devo… devo andare via!»
«E perché?» domanda Deku.
«Perché… perché mia madre è stata male ed è ricoverata in ospedale.» mento.
«Oh mamma mia! Vuoi che ti accompagniamo?»
«N-no Ochako, stai tranquilla.»

Lascio il gelato a Shoto e mi affretto ad andarmene ai dormitori per aspettare Dabi e gli altri.
Entro in camera dalla finestra senza farmi vedere dagli altri, la lascio aperta e mi cambio per il colpo: mi tolgo la parrucca celeste scoprendo i miei veri lunghi capelli metà rossi e metà neri, lavo via il fondotinta rivelando la mia lunga cicatrice sull'occhio destro, tolgo la lentina marrone scoprendo entrambe i miei occhi azzurri e mi svesto per poi indossare una tuta in latex nera pronta per il colpo. Prendo il cellulare e scrivo a Dabi.
Sono pronta.
Anche noi.<3

Mi affaccio dalla finestra e vedo Dabi e Kurogiri sotto di essa ad aspettarmi. Chiudo la finestra ed esco grazie ad un portale.

«Facciamo in fretta, gli altri credono che sono in ospedale.»

Riferisco a Dabi con una leggera punta di ansia nella voce.

«Davvero?» replica divertito. «E chi ci sta in ospedale? Tu o il tuo fidanzatino, Katsuki
Mi volto sconvolta verso di lui.

«Ma cosa…? Come hai fatto...?»
Dabi sorride.
«Mia cara fiammella...» mi accarezza una guancia. «Io scherzavo, ma a quanto pare è vero.»
Arrossisco imbarazzata.
«Glielo devi dire, sai?»
«Lo saprà a tempo debito.»
«Ovvero mai?»
Sospiro.
«Sappiamo entrambe come andrà a finire se non glielo dici, soprattutto dopo quello che mi hai detto che pensa riguardo al tuo mondo.»
«Sono sicura che non mi odierà… lui… lui mi ama.»
«Sarà anche vero, ma io ti consiglio comunque di stare attenta.»

Mezz'ora dopo arriviamo al luogo del colpo: un hangar gigantesco dove all'interno ci sono varie di ogni tipo a disposizione dell’esercito per poterle usare in situazioni di estrema emergenza.
Perché a Shigaraki servono queste armi…? Non vorrà utilizzarle contro i Pro Heroes? Magari le vorrà solo usare come scusa per uno scambio…

«Perché il Labello vuole queste armi Toga?»
«In realtà non lo so, cucciola.» scrolla le spalle. «Lo sanno solo lui e Kurogiri e la cosa, francamente, non mi interessa.»
«Allora perché hai accettato di venire?»
«Mi ha costretta, come ha fatto con te. Sai bene che siamo pochi e ci dobbiamo arrangiare in qualche modo.»
«Hai ragione… andiamo allora.»

Di fronte all'hangar c’era una fila di guardie che è stata sbaragliata via da una sola fiammata di Dabi.
Il Labello aveva ragione, il suo quirk non è adatto a spazi piccoli.
Con i documenti che avevo recuperato sono riuscita ad annullare i codici di sicurezza e«d a spegnere le telecamere prima che potessero inquadrare i nostri visi o quello di Dabi. Col mio quirk ho aperto un foro nella porta grande per tutti con inclusa una piccola “I” come riconoscimento di “Inferno”, Twice ha creato alcuni suoi cloni che ci aiutassero col portare tutte le armi all'interno di un varco di Kurogiri che porta direttamente al covo.
Dovrò inventarmi una scusa molto convincente quando tornerò a scuola… se ci tornerò…

Alla fine, dopo aver recuperato tutte le armi, Kurogiri mi riaccompagna in camera mia, e prima di chiudere il varco, Dabi mi da un piccolo cerca-persone. Dice che mi servirà nel caso voglia tornare al covo senza farmi vedere troppo in giro.
Dopo pochi minuti che se ne sono andati tutti, controllo l’ora sul cellulare e noto che sono le sette in punto. Sospiro e mi stropiccio il viso.
Sono stanca morta” penso togliendo la chiusura a chiave della porta.
Poggio la parrucca celeste sopra l'abat jour e le lentine le sposto accanto a cellulare, mi tolgo la tuta in latex nascondendola in un borsone, dall'armadio recupero una maglietta a maniche corte bianca con stampate sopra varie scritte ed indosso la tuta della scuola. Come mi metto seduta alla scrivania, sento qualcuno bussare alla porta.
Sospiro.

«Arrivo.»

Mi alzo dalla sedia dirigendomi pigramente ad aprire e davanti a me trovo Katsuki.

«Oh, eccoti Soojin. Quando sei tornata dall’ospedale? Faccia Tonda mi-...»

Come alza lo sguardo su di me rimane pietrificato.
Perché ha quella faccia…?
Abbasso lo sguardo sul mio corpo e noto una ciocca di capelli rossi.
OH MERDA! MI SONO COMPLETAMENTE DIMENTICATA!
Katsuki fa per parlare ma io lo trascino dentro la camera e chiudo nuovamente a chiave la porta.

«Prima che tu possa parlare, posso spiegarti tutto, io-...»

Katsuki mi interrompe.

«Tu sei Inferno...»
«Kacchan…»
 

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Capitolo 17
*** Capitolo 17 ***


«Perché un villain del tuo calibro è qui? Volevi ricavare qualche informazione da passare a quel branco di idioti della Lega, eh? Non è così?»
«Ma Kacch-...»
«SILENZIO!»
Non appena alza la voce mi stringo nelle spalle sorpresa.
«Non voglio sentire una singola parola da una traditrice come te!»
Traditrice…” quella parola trafigge il mio cuore come una spada.
«Kacchan lasciami spiegare...»
«Come hai potuto farmi questo? Io mi fidavo di te, credevo che tra noi due ci fosse qualcosa!»
«Ed è così.» mi avvicino a lui e gli prendo il viso tra le mani. «Io ti amo Kacchan! Non ti mentirei mai su questo.»
«Come posso fidarmi di te, eh?!» prende i miei polsi e li allontana dal suo viso. «Sei una sporca villain come tutti gli altri e lo sarai per sempre!»
«Kacchan ma cosa-...»
«SMETTILA DI CHIAMARMI COSÌ! NON TE LO PERMETTO!» si porta le mani alle orecchie per alcuni istanti. «HAI MENTITO A TUTTI PER RAGGIUNGERE I TUOI SCOPI, SPERO TU SIA FELICE ADESSO!»
«Katsuki, lascia che almeno ti spieghi perché ho fatto tutto questo...»
«Ah, perché c’è una spiegazione?» domanda ironico. «Non lo immaginavo! Dai, illuminami!»
«Mi vuoi ascoltare una buona volta?!»
«No! Perché sei una bugiarda e mentirai nuovamente passare dalla parte della ragione!»
«Io una bugiarda? Ma dico, ti senti quando parli? Mi conosci benissimo e sai che non sono una bugiarda.»
«Ed invece no Soojin! Sempre se questo è il tuo vero nome. Io non so più chi sei, non so più chi ho di fronte, ma sono sicuro che non è la ragazza che amo.»
Quelle parole mi fanno sentire come se mi fosse crollato il mondo addosso.
«Come…? Tu… tu dicevi di amarmi...»
«Io amavo Soojin, non Inferno
«E che differenza fa? Siamo la stessa persona! Se ami Soojin ami anche Inferno...»
«Sai, se non avessi creato tutta questa falsa sarei anche riuscito a passare sopra al fatto che tu fossi un villain, ma siccome hai mentito a tutti, mi hai dimostrato che voi sarete sempre dei bugiardi e che non cambierete mai.»
«Katsuki...»
«Aspetta che lo venga a sapere Aizawa.» sorride. «Scommetto che con lui non farai tanto l’innocentina.»
Non posso permetterlo!
Dalla tasca recupero il cerca-persone di Kurogiri e lo attivo per poi bloccare Katsuki al muro col quirk del vento.
«Smettila di usare questo finto quirk con me. Quanto è stata dura annullare il fuoco per poter creare del vento, eh?»
L’aveva già capito…
«Tu lo avevi già capito che questo non era il mio quirk.»
«Non ne avevo la certezza, ma adesso sì.»
Si libera dalla mia presa con uno scatto fulmineo e mi blocca a terra.
«Ora non hai più via di fuga, sei bloccata Inferno, arrenditi.»
Alzo di poco lo sguardo verso l’alto e vedo il quirk di Kurogiri apparire.
Non ho altra scelta, devo andarmene da qui…
Inverto le posizioni ritrovandomi su di lui e, con un trucco che mi ha insegnato Mr. Compress, premo un punto di pressione sul suo collo che lo fa svenire. Metto nella borsa tutti i miei vestiti, ed oggetti personali, prendo il peluche sottobraccio e scappo grazie al portale lasciando la stanza completamente vuota.
Arrivata al covo, tutti hanno capito che mi sono fatta sgamare.

«Complimenti bamboccia. Ora spiffererà tutto al suo professore e ci verranno a cercare.»

Si lamenta Shigaraki mentre si gratta il collo.
Stringo a me il peluche cercando di trattenere le lacrime.

«Kuorigiri che facciamo adesso? È il caso di preoccuparti?»
«Be’, in verità no.»
Non ce la faccio più, sono stanca.
«SEI PROPRIO SECCANTE, SAI? È DA QUANDO SONO ARRIVATA QUI CHE NON FAI ALTRO CHE METTERE IN DUBBIO OGNI AZIONE CHE FACCIO! È INUTILE PREOCCUPARSI PER LA U.A. PERCHÉ TANTO I DOCUMENTI CHE TI SERVIVANO LI HAI DISINTEGRATI, CON LE TELECAMERE FUORI USO E CON LA MIA “I” CREDERANNO CHE SONO STATA SOLO IO, NON ARRIVERANNO A TUTTI VOI!» mi porto le mani al petto cercando di recuperare il respiro. «Domani me ne vado, così non vi causerò altri danni.»
«No, Lexi...»
«Davvero Toga, non voglio essere d’intralcio al grande “genio” Tomura Shigaraki.»
«Brutta nanerottola impertinente! Io ti-...»
Si alza in piedi pronto ad usare il suo quirk su di me ma Dabi lo ferma.
«Wo, wo, wo, wo, stai calmo Furia.» lo fa sedere posando le mani sulle spalle. «Lexi ha ragione, non arriveranno a tutti noi, si è presa l’intera responsabilità. Dovresti ringraziarla.»
«RINGRAZIARLA?! Stai scherzando Dabi?!»

Sospiro, prendo la borsa ed entro in camera mia sbattendo la camera.
Butto la borsa a terra e mi lascio cadere sul letto col peluche tra le mani.
Ed io credevo che mi amasse veramente… lui amava l’immagine da eroina di me, Soojin, e non Lexi conosciuta come “Inferno”. Dabi aveva ragione, sapevamo entrambe che sarebbe andata a finire così ma io non volevo crederci… ero sicura che mi avrebbe amata comunque, nonostante la mia vera identità…” mi raggomitolo nel letto scoppiando a piangere. “Ho rovinato tutto per colpa dei miei sentimenti. Non dovevo lasciarmi andare con lui!
Appena finito il pianto liberatorio, che sarà durato un’oretta, sento qualcuno bussare alla porta di camera mia.

«Chi è?»

Domando senza voler scoprire il viso dal peluche.

«Sono io.»

Replica l’altra voce.

«Vieni dentro.»
Sospiro, sento dei passi avvicinarsi a me per poi sdraiarsi sul letto ed una mano abbassa il peluche scoprendomi il viso. Vedere un volto amico mi solleva il morale.
«Ehi fiammella
«Ehi Chicken Nugget bruciato
Il nero crinito sorride.
«Non è meglio come nomignolo “Daddy”?»
«Ora non ti allargare, è già buona che ti nomino.»
«Oh, mi perdoni Sua Maestà
Sorrido nel sentirlo scherzare con me.
«Davvero vuoi andartene domani?» domanda accarezzandomi la guancia con le nocche. «Non devi andartene per colpa di Shigaraki che fa il paranoico, domani gli passerà di sicuro.»
«Non lo so più se voglio andarmene...» mormoro. «Lì per lì l’ho detto perché ero stanca e stressata per tutto ciò che è successo poco fa… ma non ne sono più sicura.»
«Come è successo?»
So già a cosa si riferisce ma anche se la ferita brucia, a lui posso dirlo.
«Mi sono lasciata scoprire perché sono una cogliona. Quando sono rientrata in camera ho levato la tuta ma non ho messo la parrucca e la lente ha contatto… ero troppo stanca a causa del colpo e mi era letteralmente passato di mente.»
Dabi passa lentamente il pollice sul mio taglio facendomi provare brividi.
«Lui non sapeva anche prima del taglio, vero? Lo coprivi.»
Annuisco.
«Sapevamo entrambe che sarebbe finita così, ma capisco perché ci sei rimasta comunque molto male, tu ci hai creduto.»
«Dabi io-...»
«No, fammi finire. Da quando sei entrata lì brillavi, non sembravi più la Lexi che conoscevo prima, eri una ragazza nuova, sembravi davvero un fuoco.»
«Quella che vedevi era Soojin, non Lexi.»
«Io so chi sei, tu sei Lexi Choi e se ti dico che sembravi un fuoco è vero. Soojin eri tu ma invece che essere una villain eri un’eroina.»
Sentirlo parlare a cuore aperto mi fa sentire speciale.
«Ti ho vista su quel palco al festival musicale, lo sai?»
«Sì, ti ho visto tra la folla.»
Sorride.
«Eri una bomba lì sopra. Li hai fatti fuori tutti ed hai addirittura fatto colpo su manager di case discografiche. Che ne dici? Realizzi il tuo vero sogno?»
«Non posso… Lexi è cattiva, ti ricordi? Non posso entrare in una casa discografica col curriculum che mi ritrovo. E poi voglio solo fare una vita normale, senza villain o hero.»
«Allora perché non fai morire Inferno e rinasci come Soojin?»
Sono confusa.
«E come…?»
«Guarda me.» scrolla le spalle. «La mia famiglia crede che Touya sia morto da anni, in verità ho solamente cambiato colore di capelli, mi sono dato un nome fittizio e nemmeno mi riconoscono.»
«Ma questo è diverso...»
«Non è diverso, è la stessa cosa. Insceni la tua morte mentre in verità tu non sei morta ma hai solo un diverso nome. Tanto nessuno conosce il tuo vero volto. Anzi, come ha fatto il tuo ragazzo a capirlo?»
«Prima di tutto, io e Kacch-… emh…» maledetti lapsus. «Io e Katsuki, non stiamo insieme e secondo, lo ha capito perché sapeva che Inferno ha i capelli rossi e gli occhi azzurri e quando mi ha vista con i capelli rossi e gli occhi azzurri, gli è bastato fare due più due.»

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Capitolo 18
*** Capitolo 18 ***


«Rapido di comprendorio per essere uno della U.A.» scherza. «L’ha presa bene se avete litigato.»
«Sì, benissimo.» commento ironica.
«Ehi...»
Volto i miei occhi verso di lui.
«Sì…?»
«Sai qual è l’arma giusta per riavvicinare un ragazzo a te?»
Faccio cenno di “no” col capo facendolo sorridere.
«La gelosia.»
Fermi un secondo…” realizzo.
«Aspetta, vediamo se sto afferrando il concetto: tu vuoi dirmi di fai ingelosire Katsuki e poi inscenare la mia morte? Gli spezzerei il cuore!»
«Magari non in questo ordine, ma così capirà l’errore che ha fatto nel lasciarsi fermare da un’etichetta. Tu non sei una vera e propria villain Lexi, sei una persona buona a cui sono capitate cose cattive e lui lo capirà.»
«Non mi amerà mai come ama Soojin...» singhiozzo. «Lasciamo perdere...»
«Tu lo ami?»
«C-certo...»
«Allora fidati di me.»

Anche se riluttante sulla tattica di gelosia, decido comunque di fidarmi di Dabi. Dopo aver perso tutto, cos'altro ho da perdere? Niente.
Le settimane sono passate come un soffio, facendo passare un mese dall'accaduto ed io l’ho passato chiusa nella mia camera come se fossi una carcerata, o peggio. Uscivo solo per andare al bagno a farmi una doccia; Dabi ogni tanto veniva dentro a vedere come stavo, inoltre, lui e Toga ogni tanto si davano il cambio per portarmi da mangiare ma per il resto non ho avuto nessuno contatto col “mondo esterno”, almeno finché Shigaraki non ci chiama tutti quanti.

«Bene, sono contento che la nostra Principessa sul Pisello ha deciso di presentarsi qui con noi.»

Annuncia in modo sarcastico vedendomi fuori dalla stanza.
Come lo sento pronunciare quelle parole attivo il mio quirk pronta a dargli fuoco ma Dabi ha la prontezza di bloccarmi.

«Non mi sembra il momento di fare un gesto tanto avventato, non credi?»

Lo guardo per alcuni minuti per poi decidere di dargli ragione ed annullo il mio quirk.

«Saggia decisione.» concorda con me. «Vi ho chiamati tutti qui perché ho delle informazioni su della nuova merce di cui ci dobbiamo appropriare.»
«E che fine hanno fatto le armi che abbiamo rubato un mese fa?» domanda Toga confusa.
«A quanto pare la polizia non vuole darci i soldi per riaverle indietro, così ho deciso che i soldi ce li rubiamo noi e le armi le polverizzo.»
Tutto questo sembra assolutamente senza senso…” sbuffo.
«Lexi e Dabi, domani andrete alla banca di Tokyo. Non abbiamo un budget preciso, prendere tutto quello che riuscite ed, appena arrivano gli sbirri, Kurogiri sarà pronto a prendervi.»
Che palle…” alzo mentalmente gli occhi al cielo.
«Ah, Lexi...» inizia Shigaraki guardandomi dall'alto in basso. «Mettiti in grazia di Dio per domani, così sei inguardabile.»
«Sei bello te.» replico acida. «Ma ti sei visto? Sono solamente in pigiama, che vuoi?»
«Vedo che finalmente ti è tornata la voce.» sorride. «Allora non la usi solo per urlare il nome di Dabi mentre scopate.»
«Sono cazzi miei ciò che faccio con la mia voce, chiaro?»
«Riguardo a farti cazzi sei esperta.»
«Adesso basta, mi hai stancato!»
Mi alzo in piedi con le fiamme che zampillano dalle mani ma sento qualcuno che mi ferma dai fianchi.
«No, non farlo Lexi!»
«Mollami Dabi! Non mancherà a nessuno!»
«Andiamo piccola, controllati.» mi stringe a sé. «Non ne vale la pena, ne abbiamo già parlato.»
«Ma questo non lo posso accettare, si è preso fin troppo gioco di me!»
«Se lo uccidi il nostro piano per riavvicinare a te tu-sai-chi non funziona, ricordi?»
Sussurra al mio orecchio in modo che lo senta solo io. Tolgo le mani dal mio bacino e mi avvicino alla mia stanza.
«A che serve? Tanto dopo la mia morte nessuno sentirà più la mia mancanza.»
Sbatto violentemente la porta.
Ho deciso. Dopo questo colpo insceno la mia morte e scappo in un’altra città per una volta per tutte. Non voglio più sapere di niente e nessuno. Non voglio saperne più niente di Shigaraki, di Dabi, Toga, di eroi, di villain e non voglio più saperne niente di… Katsuki…” sospiro. “Voglio dimenticarlo come lui vuole dimenticare me. Più lontano gli starò, più starò bene. Fanculo tutto e tutti!

Il giorno del colpo è arrivato e dopo aver disinnescato tutti i sistemi di allarme, ci infiltriamo dentro alla cassaforte più grande di tutta Tokyo.

«Porca troia…!»

Mi sfugge dalla bocca sorpresa dalla quantità di soldi che ci sono al suo interno.

«Non riusciremo a portarli via tutti, è letteralmente impossibile.»
«Ricordi ciò che ha detto Shiggy? Non c’è bisogno che li prendiamo tutti ma il più che possiamo.»
«Dici che alcune mazzette ce le possiamo tenere noi?»
Alla mia domanda ridacchia.
«Certo, tirchio com’è.» scherza. «Dai, apri il borsone e cominciamo o avvertono la polizia.»
«Subito.»

Dopo aver riempito il mio borsone, sento un’esplosione in lontananza.

«Cosa è stato?»

Domanda Dabi.

«Se è chi penso io siamo nei cazzi.»
«E cosa dovrebbe farci tu-sai-chi qui con i Pro Hero?»
«Ed io cosa ne so?»
I minuti passano e le esplosioni si avvicinano sempre di più fino a raggiungere la stanza a fianco.
«Chiama Kurogiri o ci prendono!»

Gli metto fretta con l’ansia a mille e come Dabi riesce a mettersi in contatto con Kurogiri un’esplosione fa irruzione nella stanza prendendoci alla sprovvista.

«FERMI DOVE SIETE VI-...»

La voce si blocca appena i suoi occhi incontrano i miei e sento una scossa di brividi lungo tutto il corpo.
Katsuki…? Cosa…? Perché è qui da solo…?
Non ho nemmeno il tempo di reagire che Dabi posa il braccio sulle mie spalle ed inizia ad indietreggiare.

«Mi dispiace non poter restare qui a chiacchierare, mio caro hero Dynamight ma, io e la mia piccola dobbiamo proprio scappare.» gli fa l’occhiolino. «Alla prossima!»
«No… no, no, no, no!» Katsuki si avvicina a me tendendomi la mano. «Soojin vieni via con me! Non andartene! Io ti amo an-...»

Non fa in tempo a finire la frase perché vengo assorbita dal varco temporale di Kurogiri e mi ritrovo al covo ferma e scombussolata.

«Allora Lexi?» sorride soddisfatto Dabi togliendomi il borsone. «Sei contenta di come lo abbiamo fatto ricredere? E tu non volevi credermi!»
Non so come rispondere, ho la bocca sigillata.
«La gelosia funzione sempre!»
«Chi avete fatto ricredere? Chi è geloso? Voglio sapere tutto!»
Domanda Toga saltellando curiosa.
«Katsuki...»
«Come? Sei seria Lexi?!»
«Katsuki era lì...»
«Il ragazzo della U.A.? Perché un alluno della U.A. dovrebbe stare alla guarda della banca di Tokyo da solo?»
«Probabilmente hanno voluto farci credere che era da solo ed invece era con altri Pro Hero, non sono così sprovveduti.» risponde Dabi al posto mio.

Non ho la forza e le parole per dire altro, sono ancora sorpresa di averlo visto lì ed averlo sentito pronunciare: «Non andartene, io ti amo.». Vederlo così, spaesato, confuso e così speranzoso nel potermi raggiungere mi ha stupita. Entro in camera mia senza proferire parole.
Lui mi ama ancora, lui mi ama ancora, lui mi ama ancora, lui mi ama ancora.
Mi ripeto più e più volte nella testa come un mantra.
Forse non è una grande idea inscenare la mia morte proprio ora che mi ha rivista… gli spezzerei il cuore… però anche lui ha spezzato senza pietà il mio e se continuo con questa vita finirò per annullarmi da sola.” sospiro. “Sono stanca. Sono stanca di essere etichettata come “villain” solo perché ho fatto quello che ho fatto. Voglio essere libera da tutto ciò, voglio essere una ragazza qualunque senza nulla di speciale. Una tipa come tante con una vita normale. Sì, è questo quello che voglio. Una vita normale. Anche se l’ho rivisto so che farlo ingelosire di continuo lo renderà solo più furioso ed io voglio che si liberi del peso chiamato “Inferno”. Voglio che mi ami per la persona che sono e non per l’etichetta che mi ha dato la società. Spero di trovarlo e di poterlo amare finalmente senza dover fingere.

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Capitolo 19
*** Capitolo 19 ***


Durante i mesi successivi ho inscenato la morte di “Inferno” come un incidente tra gang in modo da poter avere la mia tanto agognata vita “normale”. Mi sono trovata un appartamentino in centro ed un lavoro in un negozio di musica. Tutti coloro che mi conoscevano prima mi credono morta, inclusi i ragazzi della U.A.. Gli unici che sanno che sono ancora viva sono Dabi e Toga. Intanto, alcuni ragazzi della 1^A sono stati chiamati da alcuni Pro Heroes per dare una mano a pattugliare il centro città, proprio dove abito io ma mai mi sarei aspettata di vedere l’amore della mia vita attaccato da un villain davanti ai miei occhi.

Un gruppo di cinque uomini ha circondato Katsuki mentre Shoto e Ochako cercano di allontanare il resto della banda.
Lei schiva una scarica elettrica nonostante le sue ferite e vede Shoto in difficoltà.

«Eh, ma porca puttana Shoto! Resta concentrato!»

Lo rimprovera mentre lui cerca di bloccare i villain col suo ghiaccio.

«Non è così facile come sembra!»
I ragazzi sono in difficoltà ed anche Katsuki sembra alle strette.
«Dai una mano a Dynamight che è in difficoltà, soprattutto perché quelli che lo hanno accerchiato hanno le pistole!»
«Lo farei se riuscissi a vederlo!»
Improvvisamente si sente il colpo di uno sparo.
«PORCA PUTTANA!»
Katsuki cade in ginocchio col braccio sinistro sanguinante.
«Non crederete di averla vinta così, viscidi pezzi di merda!»

Non riesco a restare ferma nel vedere tutto questo. Mi precipito da loro bruciando gli ultimi villain di fronte a Shoto ed Ochako mentre, con uno scatto, corro incontro a Katsuki.
Salto di fonte a lui.
Sparo.
Urla.
Rumori di sirene.
Buio.

Quando riapro gli occhi mi trovo in una stanza d’ospedale con varie flebo attaccate.
Che cosa è successo…? Da quanto tempo sono qui…?
Mi guardo intorno mettendo bene a fuoco tutto e, guardando sul calendario, mi rendo conto che sono passati circa due mesi dall'accaduto.
Sono rimasta in coma per tutto questo tempo… davvero…?
Sono confusa e quasi spaventata, sento un peso sulle gambe e trovo Katsuki addormentato con la testa poggiata.
Katsuki…” sorrido. “Se è qui significa che è rimasto al mio fianco dal giorno dell’incidente.
Anche se a fatica mi metto seduta sul letto e lo scuoto un pochino.

«Katsuki… Katsuki sveglia.»

Lo chiamo cercando di fargli aprire gli occhi.

«Andiamo Katsuki, svegliati.»
«Dammi ancora cinque minuti Soojin… non mi stressare...» farfuglia con gli occhi ancora chiusi.
Mi era davvero mancato da morire stare a stretto contatto con lui senza litigare.” penso trattenendo una risatina per la sua risposta.
«Se non ti svegli non potrai capire che sono sveglia anche io.»
Gli accarezzo i capelli come se gli stessi facendo i grattini come piace a lui e si decide di aprire gli occhi.
«Buongiorno Katsuki.»
Lo saluto col sorriso in volto.
«Sì, sì… buongiorno Soojin...»
Alza la testa e stiracchia la schiena e le braccia.
Ci vorrà molto prima che capirai che ho aperto gli occhi?
«Aspetta...»
Si volta lentamente verso di me come se avesse visto un fantasma.
Finalmente!” sorrido.
«Sono finalmente sveglia.»
Sul suo viso compare un’espressione incredula e si copre la bocca con la mano.
«Tu… tu… tu sei...» farfuglia. «Sei sveglia! Ti sei svegliata dal coma!»
«Credevi ti avrei abbandonata?»
Katsuki sposta la sedia in modo che possa sedersi più vicino a me e mi prende delicatamente per mano.
«Ma com'è possibile? Come facevi ad essere in centro quel giorno? Ti credevamo tutti morta.»
«Be’… in realtà ho voluto fingere la mia morte… almeno la morte di Lexi e del mio passato. Volevo una vita tranquilla e lontana dai guai, così ho fatto rivivere Soojin.»
«Non immagini come sono stato male quando ho visto il servizio del notiziario che annunciava la tua morte! Mi sono sentito come se il mondo mi fosse cascato addosso.»
«Ci sei rimasto male…?»
«Certo Soojin!»
«Ma Kacch- emh… Katsuki tu odi i villain, pensavo che mi odiassi per averti mentito… dopo la nostra litigata non abbiamo più parlato.»
«I sentimenti non spariscono in poche settimane. Dopo che te ne sei andata ho riflettuto parecchio sulla questione e su quanto sia stato ingiusto e superficiale nei tuoi confronti.»
«Katsuki...»
«Aspetta, fammi finire.» stringe la mia mano facendo intrecciare le dita. «È vero, io mi sono innamorato di Soojin, ma non era altri che te stessa. Sono stato così cieco nel pensare che un’etichetta potesse cambiare la mia visione di una persona ma mi sbagliavo. Quando ho visto il telegiornale mi sono sentito inutile, impotente, credevo di averti persa per sempre e non riuscivo a sopportare tutto quel dolore. Quello che hai fatto è sbagliato ma non posso anzi, non riesco ad odiarti, il mio amore è più forte e quando ti ho rivista mentre ti sei fatta colpire con una pistola allo stomaco per me, mi sono sentito nuovamente impotente ed ho fatto tutto quello che ho potuto per salvarti la vita. Non volevo perderti di nuovo perché io ti amo. Ti amo e non posso stare senza di te.»
«Katsuki-...»
«Lo so che sono stato uno stronzo nei tuoi confronti e merito il tuo odio ma-...»

Gli prendo il viso tra le mani e lo zittisco con un bacio a stampo come segno dei sentimenti ricambiati.

«Credevo che fosse Deku quello logorroico ma anche tu quando parti non scherzi.»

Sorrido prendendolo in giro.

«Sei fortunata che sei bloccata in questo letto con le flebo o ti avrei punita.» mi stuzzica col sorriso.
«Vorrei proprio vedere Daddy.» gli faccio l’occhiolino. «A proposito dell’incidente, Shoto e Ochako come stanno?»
«Stanno bene, fortunatamente se la sono cavata anche grazie all’aiuto di Recovery Girl, l’unica grave eri tu.»
«Ora tutta la classe sa che non sono veramente morta...»
«Sì, ma hanno promesso che manterranno il segreto insieme ad Aizawa, quindi non correrai alcun pericolo.»
«Davvero?»
Annuisce e lo stringo a me in un abbraccio.
«Sono felice che tu sia tornata da me.» sussurra al mio orecchio.
«Non sarei riuscita a starti lontana, il mio amore nei tuoi confronti è troppo forte.»

Dopo quel giorno, io e lui siamo diventati ufficialmente una coppia.
Mesi dopo mi hanno dimesso dall'ospedale ed ho ripreso la mia vita di tutti i giorni mentre Katsuki e gli altri riprendevano le lezioni alla U.A. e le ronde.
Ogni weekend li andavo a trovare e ci divertivamo un sacco uscendo tutti insieme, guardando qualche film o giocando ai videogame. Col mio aiuto sono riuscita a far fidanzare Izuku con Ochako e Momo con Shoto ed ancora oggi, che sono passati svariati anni, riusciamo sempre a vederci con i rispettivi bambini come se nulla fosse mai accaduto.
Fine.<3

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