Sangue di principe

di Marco1989
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Dall'inferno ***
Capitolo 2: *** Il piano ***
Capitolo 3: *** "Forze dell'oscurità, io vi invoco!" ***
Capitolo 4: *** Una voce di ieri ***
Capitolo 5: *** Una difficile decisione ***
Capitolo 6: *** L'ora più buia ***
Capitolo 7: *** Tradimento ***



Capitolo 1
*** Dall'inferno ***


Allora, questa fiction sancisce il mio ritorno sulla scena. Sono sincero, non so se verrà apprezzata, in fondo non ho molta esperienza, ma ho comunque cercato di fare qualcosa di originale.
Vorrei poi fare un paio di puntualizzazioni:
per prima cosa voglio dire che, pur avendo visto l’intera saga di Dragon Ball, dalla prima puntata della prima serie all’ultima del Gt, almeno tre volte, e pur avendo visto gli speciali tv e buona parte dei film, io non ho mai letto neanche una pagina del manga, perciò scusatemi se per i nomi dei personaggi e delle tecniche farò un pauroso miscuglio. Per i nomi che conosco grazie alla serie tv non avrò problemi, per gli altri dovrò ricorrere a quelli del manga.

Per quanto riguarda le età dei personaggi, questa storia si svolge circa sei anni dopo la fine di Dragon Ball Z, perciò i personaggi sono all’incirca come appaiono all’inizio del GT ( Goku è adulto, e Vegeta non ha i baffi).

In breve quindi ( in alcuni punti le età potrebbero non corrispondere a quelle del cartone, perché le ho calcolate io):

Goku: 46 anni

Chichi: 52 anni

Gohan: 34 anni

Goten: 23 anni

Videl: 33 anni

Pan: 10 anni

Vegeta: 58 anni

Trunks: 24 anni

Bulma: 56 anni

Bra: 14 anni

Crilin: 53 anni

Yamcho: 57 anni

Tensing: 57 anni

Marron: 22 anni



DALL'INFERNO

N
essuno dei dannati che avevano subito la condanna a risiedere in quella parte di  Inferno avrebbe esitato ad ammettere che quello, anche se forse non era il girone più doloroso o terrificante, era certamente il più squallido: nient'altro che nude rocce scure, intervallate da laghi sulfurei. Stare lì non significava dolore,  ma significava non avere assolutamente nulla da fare. E per chi aveva  qualcosa su cui riflettere, il tempo era fin troppo.

Proprio quello faceva da ormai fin troppi anni l'uomo che quel giorno era seduto su una delle rocce più grandi. Era alto, barbuto ed estremamente muscoloso, e dall'aspetto doveva aver avuto circa cinquant'anni quando era morto. Indossava una corazza finemente lavorata corredata da un lungo mantello.  Al collo portava un elaborato medaglione. Nonostante l'aria corrrucciata e pensierosa, emanava un'indissolubile aura di autorità.

- Pensieroso, Maestà?

L'uomo si voltò:  alle sue spalle erano apparsi due individui. Quello che aveva parlato era grande quanto lui, con una cascata di capelli lunghi fino alle ginocchia. L'altro era un uomo gigantesco, con la testa pelata come una palla da biliardo. Entrambi indossavano armature simili alla sua, anche se molto meno ricercate.

-  Radish...non sono dell'umore giusto.-  borbottò l'altro.

Radish sorrise:- Sono quasi trent'anni ormai che sono finito quì, re Vegeta, e ancora non l'ho mai trovata dell'umore giusto.

Anche  Vegeta sorrise, ma il suo era un sorriso mesto:- Radish...e anche tu, Nappa...voi eravate soltanto guerrieri, il vostro unico scopo era combattere, e quaggiù rimpiangete solo l'inattività forzata. Ma io, che indossavo una corona...- abbassò gli occhi verso il suolo scuro,- E' triste pensare per più di mezzo secolo che il tuo popolo è praticamente estinto, che la tua stirpe è finita...che il nome dei Saiyan sta venendo ormai dimenticato dall'universo.

- La sua stirpe non è finita, Maestà...- disse Nappa con tono neutro,- Lei sulla Terra ha ancora un figlio...e credo anche un paio di nipoti.

Gli occhi del re lampeggiarono:- La  mia stirpe è FINITA! Mio figlio Vegeta è morto già da molti anni, da quando ha smesso di pensare come un Saiyan. Da quando lui ha smesso di comportarsi come uno della nostra razza, è come se non esistesse più!

I due fecero un passo indietro, quasi spaventati dallo scoppio d'ira del re.

Questo tornò ad abbassare la testa:- Avrebbe potuto essere il più forte della nostra razza...avrebbe potuto riportarla agli splendori di un tempo...rifondare il nostro impero...e invece si è acconentato di vivere come un misero terrestre. Se Vegeta si fosse comportato come un vero Saiyan, oggi io, anche da quaggiù, potrei essere orgoglioso di lui. Invece mi vergogno di aver generato un figlio come lui. Se solo fosse possibile tornare indietro...

Alzò gli occhi per vedere la reazione dei suoi due vecchi sudditi, e con sorpresa vide che Radish e Nappa sorridevano.

- Che diavolo avete da ridere?

Radish  accennò un inchino:-  Tornare indietro non è possibile, maestà.  Ma a volte anche andando avanti è possibile fare qualcosa.

Il re inarcò un sopracciglio:- Che intendi dire, Radish?

- Se lei potesse fare qualcosa perché suo figlio torni quello che era...se lei potesse dargli le armi perchè possa diventare re...se lei potesse metterlo nelle condizioni di ricostruire l'impero dei Saiyan...lo farebbe?

Il re scoppiò a ridere:- Radish, questa è una idiozia! Certo che lo farei! Ma sappiamo entrambi che ormai questo non è più possibile. Lui ormai sulla terra ha una vita...una famiglia...non tornerà mai indietro.

Nappa si avvicinò al re, sempre con il sorriso sulle labbra:- Venga con noi, Maestà. Abbiamo incontrato un tale che ci ha raccontato un paio di storie interessanti. E' il momento che lei ci parli. Forse esite ancora una speranza per il nostro popolo.

Il re, vedendo che i loro occhi sembravano sinceri, sentì improvvisamente nascere dentro di se una pallida speranza. pur non sapendo di cosa i suoi due guerrieri stessero parlando, era disposto a tutto pur di trovare il modo di salvare la sua razza. E se davvero fosse stato possibile salvare anche suo figlio...

Il re Vegeta si alzò e seguì Radish e Nappa giù dalla roccia.





E così il primo capitolo è terminato.

Vorrei provare ad utilizzare un sistema che ho visto in alcune fiction: poiché sono piuttosto veloce a scrivere, potrei concludere piuttosto velocemente questa storia; però, visto che ad ogni scrittore piace vedere la sua opera letta, posterò il capitolo successivo solo quando il precedente avrà avuto almeno sei commenti. La velocità di inserimento dei capitoli dipenderà quindi da voi!

Forza, vediamo se può funzionare!

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Capitolo 2
*** Il piano ***


II capitolo IL PIANO



Il re Vegeta era certo di non aver mai visto una creatura più ridicola : piccolo, giallo e grinzoso, con gli occhi sporgenti, vestito con un ridicolo vestito nero e azzurro stretto in vita da una cintura dalla fibbia decorata con una M e un mantello arancione, sembrava un roditore troppo cresciuto.

- Chi è questo?- chiese quasi schifato a Radish.

Fu la stessa creatura a rispondere:- Grande re Vegeta, il mio nome è Babidy; sono, o meglio, ero il più grande mago del mondo, e metto le mie capacità al tuo servizio.  Sono certo che le mie conoscienze e i miei poteri potranno esserti molto utili per il raggiungimento dei tuoi scopi.

La faccia del re era a metà tra il deluso e il divertito: vedere quella specie di topo dire a lui che poteva risolvere tutti i suoi problemi era l'ultima cosa che si sarebbe aspettato, considerando come si erano comportati Radish e Nappa; eppure i suoi due guerrieri continuavano a sorridere con sicurezza.

- E in che modo le tue...capacità...potrebbero essermi utili?- il re cercò di caricare sulla parola "capacità" tutto il disprezzo che riuscì a raccogliere.

Sul volto del mago si dipinse un sorriso malvagio:- Tu vuoi che l'impero del tuo popolo venga ricostruito, vero? Che la galassia torni a tremare al nome dei Saiyan?

Sentendo il tono di voce con cui quelle parole erano state pronunciate Vegeta ebbe una strana sensazione, come se qualcosa dentro di lui gli stesse dicendo che quell'esserino insulso poteva davvero compiere quella specie di miracolo. Annuì.

- L'unico che potrebbe farlo è tuo figlio Vegeta, vero?

La voce del re divenne quasi un ringhio:- Si. Ma non lo farà. Mio figlio ormai non è più un Saiyan. Da quando ha scelto di comportarsi come un terrestre, da quando ha sposato quella insulsa donna, da quando ha messo al mondo quei due bastardi...lui non è più un principe. Non è più niente.

Il sorriso di Babidy non diminuì:- Sono cose a cui si può porre rimedio, maestà.

Il re fissò negli occhi il mago, e non vi scoprì alcun segno di dubbio o menzogna. Possibile che quello strano tipo conoscesse davvero un modo per rovesciare le sorti della loro razza?

- Perché vuoi aiutarci? Cosa ci guadagni tu?

La rabbia invase il volto di Babidy:- E' anche per colpa degli amici di tuo figlio se ora io sono quì. Quell'altro Saiyan soprattutto, Goku, quello che voi conoscete come Kaaroth, e tutti gli altri...l'idea di potermi vendicare di loro non mi fa dormire. E tuo figlio non potrebbe conquistare la terra e il resto della galassia senza vedersela con loro.

Il nome di Kaaroth, il traditore, convinse definitivamente re Vegeta: gran parte della colpa del cambiamento di suo figlio poteva essere imputato a quel guerriero di infimo livello, che però per qualche misterioso e assurdo motivo era diventato il più potente esponente che la loro razza avesse mai conosciuto. Ci voleva qualcosa di molto particolare per vedersela con lui; per quanto aveva potuto vedere, nonostante la potenza di suo figlio, Kaaroth era molto più forte. Se davvero quel fantomatico mego avesse avuto una vera idea...

- Qual'è il tuo piano, mago?

Babidy riprese a sorridere:- Nella mia lunghissima esistenza io ho esplorato la magia in tutte le sue forme, chiara o oscura, fino ai suoi più misteriosi confini. Non credo ci sia nessun incantesimo di nessun genere che mi sia sconosciuto. Ce n'è uno, in particolare, che ho imparato molti secoli fa, che potrebbe fare al caso vostro. E' una magia estremamente complicata, molto pericolosa per chi la compie, che richiede un enorme potere magico a sostenerla, e che permette letteralmente ad un'anima morta di aprire un varco nella parete dimenzionale degli Inferi e di tornare nel mondo dei vivi.

Radish e Nappa avevano già sentito quella storia, ma non poterono fare a meno di restare di nuovo a bocca aperta. Re Vegeta balbettò:- Cioè...può resuscitare i morti?

- Non esattamente. Può riportarli nel mondo dei vivi, ma solo in modo temporaneo. 48 ore. E' questo il tempo che l'anima morta può restare nel mondo dei vivi; per quel tempo si può comportare come un vivo, ma poi deve tornare nell'Aldilà. A meno che...

- A meno che?

- A meno che un vivo non lo ospiti nel suo corpo. Se un vivo gli da il permesso, l'anima può trasferirsi nel suo corpo semplicemente toccandolo, convivendo alla pari con l'anima proprioetaria del corpo, che in pratica diverrebbe un bene a metà. Entrambi gli spiriti lo controllerebbero in contemporanea. Non so esattamente come funzioni...nessuno per ora è mai tornato indietro da un simile tentativo per raccontare cosa ha provato.

Il re rimase in silenzio per alcuni secondi, poi disse:- Credo di aver capito cosa hai in mente...tu vorresti spedire me sulla Terra, vero?

Il mago annuì sorridendo:- Se c'è qualcuno che può convincere tuo figlio, quello sei tu. Tu puoi tornare sulla Terra, convincere tuo figlio a riprendere la vecchia strada e guidarlo nella riconquista di un impero...dall'interno del suo stesso corpo.

Il re questa volta rimase pensieroso per parecchi minuti; quell'idea gli sembrava a dir poco folle, ma più ci pensava più si convinceva che poteva essere la sola soluzione: lui...unito a suo figlio...di nuovo re assieme a lui...signore di un impero che non sarebbe mai più caduto. Ma tutti quest sogni sparirono quando il volto di Kaaroth esplose nella sua mente.

- Temo che nel tuo piano ci sia una piccola falla, Babidy. Kaaroth, o Goku, comunque tu lo voglia chiamare. Lui è molto più forte di mio figlio; lo fermerebbe immediatamente; non avremmo alcuna possibilità di mettere in pratica il nostro piano di conquista. Sarebbe un bel sogno, ma non funzionerebbe mai.

Il sorriso di Babidy non diminuì di un centimetro:- Stai tranquillo, re Vegeta. Ho pensato anche a questo. C'è un sistema che può permettervi di affrontare qualsiasi avversario. Infatti, quando le due anime si uniscono, anche il loro potere si somma.

Il re scosse la testa:- Non credo che questo cambi molto le cose, Babidy. Io non sono forte abbastanza per cambiare di molto le cose. Mio figlio deve essere almeno duecentomila volte più forte di me. Cosa potrei cambiare io?

- E se ci fosse un modo per renderti più forte?- chiese Babidy.

- Cosa?

- Esiste un'altra magia, molto pericolosa anche questa, che permette di trasferire la forza combattiva di un numero indefinito di guerrieri nel corpo di uno solo, purché appartengano tutti alla stessa razza. E non sono pochi i Saiyan che si trovano quì negli Inferi.

Il re strabuzzò gli occhi: tutto tornava. Se lui fosse riuscito a raccogliere una grossa parte delle anime del suo popolo...se quel mago avesse trasferito in lui quella potenza e poi fosse riuscito a mandarlo sulla Terra...se lui fosse riuscito veramente a convincere suo figlio...insieme avrebbero avuto una potenza ineguagliabile. Avrebbero davvero potuto ricostruire il loro impero. I Saiyan sarebbero tornati a far tremare l'universo.

Il re inspirò profondamente, poi disse:- Cosa dobbiamo fare?



Visto che era solo il primo capitolo e di carne al fuoco ne avevo messa ben poca, ho deciso di postarlo lo stesso anche se avevo ricevuto solo quattro commenti.

Vorrà dire che inizierò a seguire la regola da questo. Quindi C-O-M-M-E-N-T-A-T-E!!!

Dal prossimo capitolo inizierò anche a rispondere ai commenti.

A presto (spero)!!!


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Capitolo 3
*** "Forze dell'oscurità, io vi invoco!" ***


III Capitolo

"FORZE DELL'OSCURITA', IO VI INVOCO!"




Radish, per la prima volta da oltre un quarto di secolo, si sentiva quasi a casa: ogni parte di quell'angolo d'Inferno era coperta da Saiyan, le armature splendenti contro il cielo nero.

Avevano raccolto ogni Saiyan che fossero riusciti ad individuare negli Inferi e li avevano portati lì. Il guerriero non si era stupito vedendo quanti della sua razza fossero stati puniti per l'eternità: non erano mai stati dei santi in fondo.

Così in quel momento centinaia di migliaia di uomini e donne dai capelli neri avevano formato un cerchio intorno ad una enorme roccia nera, e fissavano due figure in piedi su di essa; una era molto alta, l'altra minuscola.

Babidy, con le braccia levate verso il cielo, mormorava parole in una lingua sconosciuta; la scura volta dell'Inferno era attraversata da scariche di elettricità; di fronte a lui, il re Vegeta, le braccia lungo i fianchi, aspettava con impazienza che  il mago mettesse in pratica quello che aveva promesso. Gli aveva detto che prima avrebbe trasferito il potere dei guerrieri Siyan nel suo corpo, facendo aumentare a dismisura la sua potenza; il re si sentiva a dir poco eccitato all'idea: aveva visto dall'Aldilà suo figlio trasformarsi nel leggendario Super Saiyan, e sapeva che di lì a poco avrebbe potuto fare altrettanto. Poi Babidy avrebbe aperto un varco nelle pareti dell'Inferno, permettendogli di tornare nel mondo dei vivi per 48 ore. O, come sperava lui, per molto di più.

Il mago però lo aveva avvertito: erano entrambi processi pericolosissimi; la sua anima poteva non resistere all'immenso afflusso di energia, oppure poteva restare bloccata in un limbo nel tentativo di tornare trai vivi. Ma lui era più che disposto a correre il rischio.

Babidy si zittì di colpo, abbassando le braccia e rivolgendo lo sguardo a terra; poi allagò le braccia e disse, con una voce stentorea ben diversa dal suo solito squittio:- Guerrieri Saiyan! Alzate le braccia al cielo!

Tutti, inclusi Radish e Nappa, ubbidirono.

- Re Vegeta! Apri le tue.

Il re aprì le braccia come quelle del mago.

Il mago mormorò ancora qualcosa a bassa voce, poi alzò di nuovo gli occhi al cielo e declamò:- Chiamo a me le arti degli antichi! Venite in mio aiuto! Che la forza di questi guerrieri si trasferisca nel loro capo! Che il loro potere si riversi in lui e si unisca al suo!

Si sentì tremare il terreno, poi dalle mani della moltitudine di Saiyan si levarono migliaia di raggi azzurri, che si unirono in aria in una sfera di energia gigntesca, mentre Babidy ricominciava la sua salmodia. Poi all'improvviso la sfera esplose in una ventina di raggi, che piovvero sul corpo del re Vegeta; il Saiyan scomparve, avvorto da un'aura blu lampeggiante. Poi l'aura scomparve, e e i Sayan, molti dei quali erano crollati al suolo per lo sforzo, poterono vedere il loro sovrano. Sembrava che i suoi muscoli stessero per esplodere sotto l'armatura, le sue braccia e le sue gambe tremavano, il suo volto era stravolto.

- Non trattenerti, re Vegeta.- disse soddisfatto Babidy,- Lascia che la tua nuova potenza erompa!

Il re strinse le mani a pugno, poi esplose in un'urlo che sembrò squotere l'Inferno dalle sue fondamenta. Il terreno si spaccò, l'aria sembrò tremare, mentre la figura del Saiyan veniva avvolta da una fiammeggiante luce dorata. Quando questa scomparve, Radish, Nappa e gli altri stentarono a riconoscere il loro re: i suoi occhi erano diventati azzurri, i capelli erano sparati verso il cielo, ed erano diventati dorati, così come la barba; il suo corpo era avvolto da un'aura dorata attraversata da scariche elettriche.

Radish e Nappa, quasi al limite dello svenimento per la sorpresa, crollarono in ginocchio alla vista del Super Saiyan.

Il re Vegeta abbassò le braccia e si voltò verso il mago con un sorriso trionfante:- Direi che la prima parte ha funzionato!- e abbandonò la trasformazione.

Il volto di Babidy esprimeva più o meno gli stessi sentimenti di quello del re:- Ora sei abbastanza potente per riuscire nel piano. Dobbiamo solo vedere se riusciremo a metterlo in pratica.

Il re annuì gravemente:- Procedi pure, Babidy.

Il mago alzò nuovamente le braccia al cielo, e pronunciò una nuova formula:- Forze dell'oscurità, io vi invoco! Chiedo l'appoggio di tutti i poteri del buio e della notte, di tutto il male e di tutta l'ombra che esistono nel mondo dei vivi e in quello dei morti! Io vi chiedo di aprire un varco trai due mondi!

Il cielo fu attraversato da una serie di lampi, poi una parte di esso parve iniziare a girare, come se un vortice si stesse aprendo nella volta nera.

- Forze oscure! Ascoltate la mia preghiera! Squarciate il tempo e lo spazio! Distruggete il limite tra la vita e la morte! Portate quest'anima di nuovo nel mondo dei vivi!

Il vortice era ormai aperto: un enorme mulinello nero che sembrava portare nel nulla; poi di colpo si abbassò verso il suolo come un tornado, nascondendo il re Vegeta  alla vista di tutti.

- Che quest'anima raggiunga la Terra! Che torni ad essere viva per il tempo che gli antichi Dei hanno stabilito! ORA!

Un lampo accecante illuminò l'Inferno, seguito da un rombo come di un immenso tuono. Quando i Saiyan tornarono a vedere, il re era scomparso nel nulla, e così anche il vortice. Babidy giaceva al suolo semi-svenuto. Radish e Nappa si avvicinarono al piccolo mago e lo tirarono in piedi.

- E'...è andata!- balbettò,- Ora t...tutto sta a ve...vedere se è arrivato n...nel posto giusto!

Mentre Nappa Sorreggeva il mago, Radish voltò gli occhi verso il cielo.

" Adesso tutta la nostra razza è nelle tue mani, mio re. Buona fortuna."


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Le previsioni del tempo avevano parlato di una giornata di sole, ma quel giorno sulle montagne vicino alla Città dell'Ovest i pochi abitanti del luogo videro delle pesanti nubi nere attraversate da lampi. Ma nessuno vide una sorta di vortice nero aprirsi sul fianco di una rupe; un lampo accecante, poi più nulla. Tranne un uomo vestito con una strana armatura in ginocchio sotto la rupe.

Il re Vegeta si alzò e guardò le proprie mani per alcuni istanti, poi colpì con un pugno una enorme roccia, mandandola in frantumi. Sorrise: era decisamente vivo. Volò sulla cima della montagna, e fissò a lungo la città dell'Ovest che si stendeva a poche miglia; suo figlio era laggiù; e con lui il destino della sua razza.










Beh, nonostante non siano arrivati i commenti che speravo, ho postato lo stesso il terzo capitolo! Visto che per ora siamo all'inizio...spero ancora che la partecipazione aumenti. Mi sa che mi dovrò impegnare un po' di più...intanto inizio come promesso a rispondere ai commenti! 

X Clara111294: come hai visto, il vecchio re non apprezza gran che le scelte di vita del figlio! Comunque immagino che un mezzo secolo passato all'Inferno metta un po' di malinconia a chiunque...

X Super Sirod: mi dispiace di averti rubato l'idea!!!




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Capitolo 4
*** Una voce di ieri ***


IV capitolo UNA VOCE DI IERI




Vegeta uscì sul balcone nell'aria fresca della notte e si appoggiò al muro con la schiena, le mani dietro la nuca.

Anche se si sarebbe fatto uccidere piuttosto che ammetterlo, era a pezzi. Sentiva dolori in parti del corpo che neanche ricordava di avere, e le bruciature e le escoriazioni che Bulma gli aveva disinfettato con sadica ironia lo stavano facendo ammattire, togliendogli il sonno.

Eppure doveva ammettere perfino a se stesso di essersi divertito quel pomeriggio: un combattimento amichevole (se amichevole si poteva definire) con Kaaroth nella Gravity Room e una cena pantagruelica valevano il prezzo di sopportare il Saiyan più giovane e la sua famiglia in casa. Nonostante questo però Vegeta ringraziò il cielo che il compleanno di Bulma arrivasse solo una volta l'anno. Se c'era una cosa che non riusciva proprio a tollerare erano le feste. I terrestri erano idioti, quello lo aveva capito, ma non riusciva a trovare una ragione, anche assurda, al fatto che tenessero tanto a festeggiare che il loro pianeta avesse fatto un altro giro intorno al sole. Lui non aveva idea del giorno della sua nascita!

Quasi senza rendersene conto, alzò gli occhi al cielo e si mise a fissare le stelle. Su Vegeta se ne vedevano molte di più.

Non riuscì a capire perché gli fosse venuto quel pensiero: lui non aveva mai provato alcuna nostalgia, non gli era mai mancato il suo pianeta. E allora perché quella sera gli tornavano in mente tutte le immagini della sua gioventù? C'era in particolare un volto che rimbalzava nella sua testa: quello di un guerriero barbuto e arcigno.

A Vegeta scappò un sorriso: erano almeno vent'anni che non pensava a suo padre.

Non che in fondo lo avesse conosciuto molto: lui era morto quando Vegeta era molto piccolo, ucciso da Freezer durante un folle tentativo di rivolta. Ucciso come praticamente tutto il suo popolo. E anche per quel poco che ricordava non era mai stato un padre amorevole. Come tutti i Saiyan, era duro, crudele e spietato anche con suo figlio.

Probabilmente la sola cosa che gli era dispiaciuta in passato era il fatto che, con la scomparsa di suo padre, del suo popolo e del suo pianeta, lui aveva perso la possibilità di diventare re. Ma in fondo, non gli era mai importato troppo di quel ruolo. Il suo solo interesse era diventare il più forte di tutti. Che questo avvenisse con una corona in testa o senza, era lo stesso.

Ma allora perché quella sera l'immagine del re Vegeta rimbalzava nella sua testa? Eppure non era mai stato malinconico. E non gli sembrava neppue che qualcosa in particolare gli avesse ricordato gli anni della sua infanzia. Era come se nella sua mente fosse scattato qualche meccanismo che la costringeva ad indugiare solo su pochissimi ricordi.

Vegeta sbuffò: ormai era evidente che tra il fastdio per le escoriazioni e quegli assurdi pensieri non sarebbe riuscito a dormire. La cosa migliore da fare era scendere a pendersi una birra e poi andare per qualche ora ad allenarsi. Non aveva ancora perso del tutto le speranze di raggiungere lo stesso livello di Kaaroth; era abbastanza convinto di poter arrivare a trasformarsi in Super Saiyan di terzo livello. Sentiva di averne la capacità. Era solo questione di allenarsi di più.

Stava per rientrare, quando si bloccò di colpo: era stato un attimo, ma aveva sentito qualcosa. Un'aura strana, insolita, mai sentita prima...ma che sembrava incredibilmente familiare.

Quell'aura sembrava contorta; potente, certo, ma sembrava rieccheggiare, quasi fosse stata composta da una intera schiera di forze combattive fuse assieme. E nonostante questa confusione aveva...sapore di casa. Sembrava l'aura di un Saiyan.

Vegeta si passò una mano trai capelli: se la stanchezza gli faceva scherzi del genere, forse era meglio andare a letto. Gli avevano insegnato ad ignorare dolori ben maggiori al fastidio di quelle bruciature, forse sarebbe riuscito ad addormentarsi.

- Vegeta.

Il Saiyan si bloccò di colpo: va bene, era stanco, ma questa era troppo grossa. Se davvero aveva sentito quello che credeva di avere sentito, lui era pronto per farsi ricoverare in una clinica psichiatrica. Se quella voce l'aveva sentita davvero, voleva dire che parecchie delle sue rotelle stavano girando nella direzione sbagliata. Non era possibile, perché il proprietario di quella voce doveva essere negli inferi ormai da decenni.

- Vegeta. Non ti volti neppure?

Vegeta non aveva la forza di voltarsi; sembrava che quella voce lo avesse congelato. Non poteva, non voleva vedere chi aveva parlato. Lui, che mai in vita sua aveva tremato, si sentì come se avessero iniettato nel suo sangue acqua ghiacciata. Un terrore irrazionale si impadronì di lui. Quasi tremando, si voltò.

Di fronte a lui c'era un uomo bruno e barbuto, più alto di lui, muscoloso, vestito con un'armatura da Saiyan e con un mantello rosso. Intorno al collo portava un elaborato medaglione. L'uomo lo fissava con sguardo severo.

Vegeta rischiò un attacco cardiaco; non era possibile. Non poteva essere vero.

- P...padre...?- mormorò Vegeta.

- Stai tremando?- chiese il re con durezza,- Credevo di averti insegnato a non avere paura di nulla.

Vegeta si vergognava di se stesso, ma l'idea di avere davanti uno spettro era troppo anche per uno come lui. Tentando di controllarsi, chiese:- Padre...ma...ma come è possibile?

- Non sono un fantasma, se è questo che pensi, quindi smetti di tremare; dimostrami di essere davvero mio figlio.

Vegeta strinse i pugni, trattenendo a stento il tremore.

- I miei complimenti figliolo. So che ti sei costruito una bella famiglia!- disse il Saiyan con ironia, poi aggiunse con ferocia:- Mio figlio che si abbassa a questo! Una famiglia di bastardi! Hai insozzato il nostro sangue! E non solo! Ti sei fatto addomesticare! Sembri una belva a cui hanno strappato gli artigli! Hai sputato sul tuo onore! Su quello della tua stirpe! Su quello di tutta la tua razza!

Quelle parole colpirono Vegeta come una coltellata: riaprivano vecchie ferite, che ormai credeva chiuse per sempre.

- Come fai ad essere quì, padre?- riuscì a chiedere, con un minimo di decisione.

- Ho corso un rischio terrificante, ma sono riuscito a fare quello che pochi sono riusciti a fare: sono tornato dal regno dei morti; sono andato contro le leggi della natura e degli Dei, solo per tornare quì. Ti stai chiedendo il perché, vero?

Vegeta riuscì a stento ad annuire.

- Ti ho osservato per tutti questi anni, Vegeta. Sei diventato forte. Molto forte. Ma hai rinunciato ad essere un vero Saiyan. Hai rinunciato al tuo onore. Quel Saiyan di terza categoria di Kaaroth ti ha contagiato. Hai accettato di comportarti come un semplice terrestre. Io sono quì per darti una possibilità. Vieni con me. Torna ad essere quello che eri. Torna ad essere il principe dei Saiyan. Insieme possiamo ricostruire il regno che ci hanno tolto. Dipende solo da te; puoi diventare quello che eri destinato ad essere: un sovrano in grado di far tremare l'intero universo. E non è tutto: io negli inferi ho sentito strane storie, raccontate da alieni di altre galassie. Io credo che ci siano ancora dei Saiyan da qualche parte. Vieni con me, Vegeta, e frugheremo l'intero universo per trovarli. Possiamo veramente ricominciare tutto da capo.

Vegeta riprese a tremare: suo padre...lì...a chiedergli di rinunciare a tutto, per ricominciare una vita da conquistatore. Era impossibile. Doveva essere un sogno. Era una situazione troppo folle. Eppure qualcosa...qualcosa gli diceva che era tutto vero. La prima tentazione che ebbe fu di mandare al diavolo suo padre. Non lo aveva mai amato, e non poteva certo iniziare nel momento in cui lui era venuto per rovesciare completamente la sua vita. Ma poi...qualcosa lo fermò. Improvvisamente sentimenti che non provava più da anni si risvegliarono in lui. Improvvisamente si rivide com'era da giovane: cinico, crudele, solo...ma con il suo orgoglio intatto. Poteva ricominciare tutto da capo. Tornare davvero ad essere il principe dei Saiyan. E quell'accenno a superstiti del loro popolo...poteva essere vero? C'era una possibilità di ricostruire la loro razza?

Scosse la testa, come per svuotarla da quei pensieri: era una follia. Non solo per quello che si sarebbe dovuto lasciare alle spalle, ma anche perché fare ciò che voleva suo padre sarebbe stato impossibile. Per quanto facesse male al suo residuo orgoglio ricordarlo, c'era qualcuno molto più forte di lui. Kaaroth lo avrebbe fermato. Magari a malincuore, ma lo avrebbe affrontato e sconfitto. Lui non era forte abbastanza. Avrebbe solo fallito miseramente. Una volta di più.

- Immagino quello che stai pensando, Vegeta. Anche dagli Inferi si vede ciò che accade nel mondo dei vivi. Stai pensando a Kaaroth, vero?

Vegeta lo fissò, sorpreso.

- So che è più forte di te, anche se mi sembra incredibile che tu, il Principe dei Saiyan, ti sia fatto superare da un tuo infimo suddito! Lascia che ti mostri una cosa!

Il re si alzò in volo, sollevandosi sopra la Capsule Corporation, poi, con impressionante semplicità, strinse le mani a pugno e si trasformò in Super Saiyan.

Vegeta rimase a bocca aperta: come aveva potuto suo padre fare una cosa del genere? Dove aveva trovato tutta quella potenza? Come era possibile?

Tornato normale, il re atterrò di nuovo sul balcone.

- E posso fare molto di più. Anzi, credo di essere addirittura vicino al tuo livello. Non chiedermi come ho fatto, sarebbe troppo lungo spiegarlo, ma sappi che ho un modo per sconfiggere chiunque si pari sulla nostra strada.

Vegeta era soto shock: che fosse vero? Certo, suo padre si era dimostrato sorprendente. Ma poteva davvero essere in grado di fare quello che aveva detto? E anche se lo era, poteva lui lasciare perdere davvero tutto e gettarsi in una pazza avventura come quella?

- Non ti chiedo di decidere subito, Vegeta. Ma non posso neanche darti molto tempo. Domani notte a quest'ora sarò lassù.- e indicò le montagne,- Ti aspetterò, se deciderai di unirti a me. Altrimenti, se sceglierai che questa miserabile vita ti piace, scomparirò. Non ci vedremo mai più.

Il re si alzò in volo:- A domani, figlio. O almeno spero.

E volò verso i monti, lasciando sul balcone un allibito Vegeta, che ancora si chiedeva se quello che aveva appena vissuto era la realtà, un sogno...o un incubo.






E così, nonostante tutti i miei discorsi, ho finito per postare anche il quarto capitolo, nonostante mi sembri che l'interesse per la mia storia sia calato da far paura. Gente, anche se pensate che fa schifo, vi chiedo di commentarla. Anche le critiche fanno bene, uno può sempre migliorare.

Quindi vi chiedo, per favore, di far vedere che qualcuno sta leggendo quello che scrivo.

A presto!




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Capitolo 5
*** Una difficile decisione ***


5555 UNA DIFFICILE DECISONE



- Vegeta!? Dove diavolo sei?- gridò Bulma.

Il Saiyan non rispose. Le mani strette alle ginocchia, sedeva sul tetto scrutando le montagne.

- Sei sul tetto?- insistette la donna.

Vegeta rimase ancora in silenzio; le montagne erano già arrossate dal tramonto. Il tempo per decidere stava per finire.

- Che diavolo ci fai lassù?

Avrebbe tanto voluto che Bulma se ne stesse zitta. Già era difficile pensare, con il cervello confuso che si ritrovava. Se poi ci si metteva anche lei...

- Pazzo di un Saiyan! Tra poco vedi di scendere, la cena è pronta!

Anche la magica parola "cena" non ebbe effetti su di lui in quel momento. Il suo cervello si rifiutava di girare nel modo giusto.

Ciò che era accaduto la notte precedente era folle. Se ci ripensava quasi non si riconosceva nell'uomo spaventato che era stato in quei momenti. lui, che non aveva mai tremato neppure di fronte alla morte, si era trovato a boccheggiare di fronte a suo padre.

Va bene, aveva creduto di aver visto un fantasma, ma neppure quello poteva giustificare una simile reazione. Aveva visto cose molto peggiori nella sua vita, e nessuna era riuscita a farlo impaurire veramente. allora perché aveva reagito in quel modo?

Forse non era stato suo padre: erano state le cose che aveva detto. La domanda sul come facesse suo padre ad essere lì era passata in secondo piano rispetto al perché ci fosse. Si era sentito sotto processo. Condannato. Messo al bando dalla sua stessa razza. Buttato giù dal suo piedistallo di principe dei Saiyan. Suo padre gli aveva rinfacciato le cose di cui nei suoi incubi lui stesso si accusava: aveva rinunciato al suo orgoglio, al suo ruolo, alla sua vita...aveva tradito la sua gente.

La cosa peggiore non era stata però vedersi accusare: era stato vedersi dare una scappatoia.

Suo padre gli aveva dato la possibilità non solo di redimersi, ma anche di dare una strada totalmente nuova alla sua vita. 

Da quel momento la sua mente si era praticamente trasformata in una bilancia; su un piatto c'erano Bulma, Trunks e Bra; la sua vita degli ultimi vent'anni almeno; la sua esistenza sulla Terra. Lui aveva vissuto come un terrestre per tutti quegli anni; e, cosa che nonostante tutto gli sembrava incredibile, era stato felice di farlo.  Avere una famiglia...dei figli...gioie che per un vero Saiyan non esistevano...lui aveva scoperto che potevano essere appaganti quanto combattere.

Ma sull'altro piatto...

L'onore del suo popolo. Il suo orgoglio, che tante volte aveva sepolto. La possibilità, finalmente, di battere Kaaroth. Era quell'ultima parte che lo spingeva più di tutte le altre messe assieme. Aveva raccontato a se stesso che non gli importava più, che aveva ormai rinunciato a superarlo, ma da quando  suo padre gli aveva presentato l'occasione di cambiare tutto, aveva dovuto ammettere di essersi raccontato bugie per anni.

E quell'accenno a sopravvissuti della loro razza...poteva averlo detto solo per tirarlo dalla sua parte? O veramente credeva nell'esistenza di altri Saiyan in giro per l'universo? Non si era mai fermato a pensarci troppo, ma la tristezza di essere uno dei due soli Saiyan sopravvissuti nell'universo era tanta, principe di un popolo scomparso. Veramente era possibile ricostruire il loro regno.

Gli sembrava che la testa stesse per esplodergli. E nonostante tutto, i due piatti restavano alla pari. Cosa era giusto? Cosa era sbagliato? Aveva preso in considerazione perfino l'idea di farsi saltare la testa con una sfera di energia, ma se ci poteva essere qualcosa di peggio di quello che già aveva fatto nella sua vita, sarebbe stata la vigliaccheria di uccidersi per non prendere una decisione.

Era quasi ora di scegliere. Che diavolo doveva fare?



********************************************************************************************************************



Vegeta atterrò in una valletta trai monti. Il silenzio era assoluto. Solo il fruscio del vento tra gli alberi di un vicino bosco lo rompeva.

Il Saiyan si guardò in giro: non sembrava esserci nessuno. Eppure era convinto di aver sentito l'aura di suo padre in quella zona. Era stato solo un attimo, poi era sparita. Sembrava che suo padre fosse capace di azzerare la sua aura. Strano, non credeva che ne fosse capace. Probabilmente qualcuno negli Inferi lo aveva addestrato.

- Padre!- urlò Vegeta,- Dove sei?!

Era uscito dalla Capsule Corporation senza farsi vedere; non aveva ancora un'idea chiara in mente, e non si sentiva capace di spiegare a Bulma il motivo per il quale usciva, né dicendogli la verità né inventando una bugia.

- Padre!!! Fatti vedere!!!

- Non serve che urli, Vegeta. Sono quì.

Vegeta si voltò: in piedi su una roccia, con il mantello che sventolava alle sue spalle, c'era l'ultimo re dei Saiyan.

- Ero sicuro che saresti venuto, anche se ancora non so se sei quì per darmi un addio...o per qualcos'altro.

Vegeta rimase in silenzio, fissando negli occhi suo padre. La bilancia continuava ad oscillare. Nessuno dei due piatti sembrava voler cadere.

- Figlio, non ho molto tempo. La magia che mi permette di essere quì ha una scadenza. Domattina, se tu non mi avrai concesso il tuo aiuto, dovrò tornare negli Inferi. il rituale non può essere ripetuto. Non potrò mai più tornare nel mondo dei vivi. E' la tua ultima occasione, Vegeta. Devi scegliere. Saiyan o terrestre. non puoi essere entrambi. Quello che prenderai stasera sarà la decisione definitiva. Non potrai più tornare indietro. Quindi scegli, Vegeta. O loro- e indicò la città- o il tuo popolo.

A Vegeta sembrava di aver perso la capacità di parlare. Non riusciva a trovare la forza di rispondere a suo padre. non avrebbe mai pensato di trovarsi in una simile situazione. Alla fine riuscì a spiccicare la sola domanda che gli interessava realmente. molto più del futuro del suo popolo:- Tu...tu mi garantisci...che hai davvero trovato un modo per sconfiggere qualsiasi avversario?

Il padre annuì con un cenno della testa.

- Tu...tu sei certo che potrò battere Kaaroth?

Ancora una volta il padre si limitò ad annuire.

Il piatto della bilancia sul quale erano posati Bulma, i suoi figli e la sua vita terrestre schizzò in alto, mentre l'altro crollò in basso, appesantito da un carico enorme. La parte di cervello che aveva comandato in Vegeta negli ultimi decenni improvvisamente si spense.

Con una nuova luce negli occhi, Vegeta chiese:- Cosa devo fare, padre?

Sul volto del re si dipinse un sorriso:- Molto bene, figlio. Ero sicuro che avresti preso la decisione giusta! Allora, come ti ho detto, il mio tempo quì è limitato. La magia con cui sono arrivato nel mondo dei vivi mi garantisce solo 48 ore di sopravvivenza...a meno che tu non mi conceda il tuo aiuto. Tutto ciò che devi fare è toccare la mia mano.

- E che cosa accadrà?

- Non lo so bene neanche io.- mentì il re,- Non me lo hanno saputo spiegare bene. ma mi hanno detto che questo renderà la mia presenza su questo pianeta stabile, e che aumenterà a dismisura sia la mia forza sia quella di colui che mi aiuterà.

Aveva preferito non dire la verità a suo figlio; conosceva il suo carattere, sapeva che probabilmente non avrebbe apprezzato quel genere di cosa. Dividere il suo corpo con qualcun'altro, anche se il qualcun'altro era suo padre, per lui sarebbe stato difficile.

Vegeta non sapeva decidersi. Non sapeva perché, ma aveva una strana sensazione.

- Non dirmi che hai paura, figlio?

Come riscosso dalla parola "paura", vegeta afferrò saldamente la mano del padre.

Avvertì come una scossa elettrica corrergli lungo la mano, seguita da un dolore atroce, terrificante, come non ne aveva mai provato prima. In quegli istanti, che sembrarono durare ere geologiche, il Saiyan desiderò di morire. non gli importava nulla della sua famiglia, del suo orgoglio, del suo popolo, di suo padre...voleva solo che quella terrificante sofferenza terminasse.

Poi la terra sotto i suoi piedi si spaccò; la montagna tremò come scossa da un terremoto; gli alberi crollarono al suolo, e enormi frane scesero verso valle.

Infine,una luce accecante esplose nella valle, una luce inquietante, senza rumore; un fulmine privo di tuono. E quando si dissipò, Vegeta era solo, a terra.

Si sollevò faticosamente e si guardò le mani come se esitasse a riconoscerle. Poi esplose in una risata folle.

Infine eruppe in un urlò disumano, stringendo le mani a pugno. Questa volta un'intera, gigantesca rupe andò in briciole sotto l'impatto di una terrificante onda d'urto, mentre una luce dorata illuminava l'intera valle. Quando alla fine la luce si diradò, Vegeta era in piedi in mezzo ad un cratere gigantesco. Solo che era cambiato parecchio: i suoi capelli erano dorati, ed erano lunghi fino alle ginocchia, le sue sopracciglia erano sparite, e la sua aura risplendeva della potenza del Super Sayan di terzo livello.





Beh, questa volta sono riuscito ad ottenere le sei recenzioni che volevo!!! Grazie ragazzi!

Spero che questo Vegeta non vi sembri troppo insolito; so di rischiare un po' di uscire dal personaggio, ma chiedo venia visto che l'ho inserito in una situazione assolutamente nuova. Come avete visto, comunque, Vegeta non è poi cambiato molto. Sceglie sempre la parte peggiore.

Dal prossimo capitolo si inizia a fare sul serio, quindi COMMENTATE
!

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Capitolo 6
*** L'ora più buia ***


VI Allora, ecco a voi il sesto capitolo! Devo ringraziare chi mi sta leggendo, perché pare che il momento critico sia superato! Finalmente i commenti stanno aumentando; mi sembra perciò giusto rispondere a qualcuno!

X Vegetina ssj 94 e per Vegeta_thebest94: che domande mi fate?! Se ve lo dico ora poi voi non leggete più e io ci rimetto due delle poche che commentano!

X Vale_93: Vegeta ha una certa tendenza all'autolesionismo: sceglie sempre la parte che può riuscire a provocargli più problemi e più mazzate!

X Super Sirod: io sinceramente spero non sia troppo OOC, anche perché in realtà Vegeta non si è mai trovato in una situazione come questa, quindi mi sto semplicemente inventando le sue reazioni.

Detto questo,  godetevi il sesto capitolo!




L'ORA PIU' BUIA



Vegeta si svegliò di soprassalto e si tirò faticosamente in piedi.

Si sentiva strano, come se il suo cervello si rifiutasse di lavorare a dovere; si guardò in giro, ma non riconobbe il luogo dove si trovava: era una grande sala, con drappi elaborati di colore sanguigno alle pareti; al centro c'ra un grosso trono color porpora.

Vegeta era disorientato: qual posto non gli era sconosciuto, ma l'ultima cosa che ricordava era una valle tra le montagne.

- Ma dove sono?

- Beh, questa è una domanda molto interessante, Vegeta!

Il Saiyan si voltò: suo padre era entrato dall'enorme porta ad arco che c'era in una delle pareti.

- Padre...dove accidenti siamo?

- Sai, me lo sono chiesto anche io. E credo di poter dire con un certo grado di certezza che questo è l'interno della tua mente.

- Cosa?

Il re sorrise:- Ecco cosa voleva dire che avevo bisogno dell'aiuto di un vivo per restare in questo mondo. Non posso esserne certo, ma credo che il mio spirito si sia trasferito nel tuo corpo. Ora in pratica noi lo condividiamo. Lo controlliamo entrambi.

- Noi...che cosa?!- urlò Vegeta; quello che aveva appena sentito era inconcepibile per lui.

- Non prendertela, figlio. Non sapevo che sarebbe successo questo. E poi non c'è troppo da lamentarsi. Insieme al mio spirito anche la mia potenza combattiva si è trasferita quì, quasi raddoppiando la tua. Tu hai impiegato più tempo di me a riprenderti dall'unione, io ho già fatto un piccolo esperimento sul nostro potere.- fece una pausa, accentuando il sorriso,- Sai, stai bene con i capelli lunghi!

Vegeta comprese, e la sua rabbia scemò all'improvviso; aveva tentato per anni di raggiungere quel risultato...c'era voluto l'intervento di suo padre per permettergli quell'ultima trasformazione.

- E per quanto riguarda questo luogo...davvero non lo riconosci?- chiese il re.

Vegeta si guardò in giro, ed iniziò a ricordare: riconobbe le damascature sui drappi, riconobbe il pavimento color avorio, riconobbe il simpolo ai piedi del trono, uguale a quello sul medaglione di suo padre.

- Questa è la sala del trono...- mormorò.

Suo padre sorrise:- Questa è l'immagine che nelle nostre menti abbiamo della sala del trono del pianeta Vegeta. Questo è il nostro ricordo della sala dove io ho regnato. Credo che il fatto di avere due spiriti in uno stesso corpo abbia richiesto un certo compromesso con l'autonomia delle nostre menti. A quanto ho capito, noi siamo le immagini mentali delle nostre rispettive identità. Ci è stato fornito un luogo dove confrontarci apertamente. In ogni caso, entrambi controlliamo i movimenti e le reazioni del "nostro" corpo. Se vogliamo vedere il mondo esterno...basta desiderarlo!

Su uno dei muri si allargò una sorta di schermo cinematografico, che mostrava il loro corpo, in quel momento in volo.

Vegeta era ancora un po' stordito, ma riuscì comunque a domandare:- Dove stiamo andando?

Il sorriso del padre divenne crudele:- Nelle ultime ventiquattro ore ho avuto tutto il tempo di studiare un piano per la conquista di questo pianeta. Ci farà comodo come base di partenza. ora stiamo andando a dare inizio alla fase uno del mio piano!


****************************************************************************************************************


Mr. Satan russava profondamente. Pur essendo un bugiardo patentato, si poteva dire che dormisse il sonno del giusto.

In effetti non aveva olte cose di cui preoccuparsi: era il campione mondiale di arti marziali ormai da molti anni, era considerato il più grande eroe del pianeta e ormai praticamente nessuno aveva il coraggio di affrontarlo. Per di più, se si fosse trovato in difficoltà, aveva sempre una delle migliori guardie del corpo del pianeta. E pazienza se era rosa e sembrava un clown un po' troppo grasso, chiunque avesse provato a sottovalutare Mister Bu se ne sarebbe pentito amaramente. Si, in effetti il vecchio campione aveva di che dormire tranquillo. Nessuna nuvola oscurava il suo orizzonte.

Non fu l'esplosione a svegliarlo di soprassalto: fu la specie di terremoto che la seguì.Quando Mr. Satan aprì gli occhi il lampadario della sua camera tremava come una foglia. Era ancora nel dormiveglia quando riuscì a distinguere una seconda esplosione, poi una terza, poi molte altre. Alcuni calcinacci caddero dal soffitto.

Finalmente Mr. Satan comprese che qualcosa non andava; la sua prima reazione fu di andare alla finestra per guardare fuori, ma prima che potesse saltare giù dal letto e raggiungerla quella andò in frantumi, assieme a gran parte del muro. Il campione si ritrovò scaraventato al suolo e coperto di detriti. Faticosamente si tirò di nuovo in piedi e si affacciò allo squarcio nella parete del suo palazzo.

Si sentì ghiacciare il sangue nelle vene: Satan City sembrava un girone infernale. Ovunque c'erano incendi e palazzi sventrati. Ogni tanto una scia azzurra attraversava il cielo, e dove si andava a schiantare una nuova fiammata si levava verso l'alto. Ovunque c'erano persone che scappavano terrorizzate; molte di esse stavano implorando lui, il Campione dei Campioni, perché le salvasse. Da molti cumuli di macerie si vedevano spuntare cadaveri.

Mr. Satan si tirò indietro terrorizzato: aveva passato troppo tempo assieme a Goku e ai suoi compari per non riconoscere quelle scie luminose nel cielo. Erano il loro genere di trucchetti. Quelli che, ormai lo aveva imparato, lui non era in grado di affrontare.

La prima idea che gli passò per la mente fu quella di correre a chiamare Bu; poi decise che sarebbe stato meglio prendere il telefono e chiamare Goku. Lui non poteva sapere quanto grosso fosse il pericolo o quanto forte fosse il nemico che c'era là fuori, ma era meglio andare sul sicuro.

Si era appena deciso a muoversi, quando vide un'ombra che levitava di fronte allo squarcio aperto nella sua parete. Si sentì improvvisamente il cuore più leggero: aveva riconosciuto la figura dai capelli neri che volava davanti ai suoi occhi.

- Vegeta!- urlò il campione di arti marziali.

Il Saiyan si voltò.

- Vegeta! E' il cielo che ti manda! Sei venuto per questo, vero?- e indicò la città in fiamme.

Il volto di Vegeta era duro come la pietra.

Mr Satan era tornato improvvisamente allegro e spavaldo: la presenza del potentissimo guerriero prometteva una rapida soluzione ai guai. E forse avrebbe potuto venirne fuori un po' di gloria per lui.

- Sai, naturalmente non ero preoccupato! Anzi, stavo giusto per andare a vedere cosa succede! Ormai che sei venuto quì però ti lascio volentieri il compito! Largo ai giovani, lo dico sempre io! Ogni tanto un po' di gloria è giusto tocchi anche a voi!

- SATAN!

L'uomo, sorpreso da quell'urlo improvviso, guardò oltre Vegeta: Mister Bu era comparso alle spalle del Saiyan. Sul suo volto era dipinta una smorfia di paura.

- Bu?! Finalmente ti sei svegliato!

- Satan! Stai attento!

Il demone rosa era stato svegliato dalle esplosioni; subito aveva avvertito una potente aura; un'aura molto strana, che se da una parte gli appariva conosciuta, dall'altra era evidentemente qualcosa di mai sentito prima; sembrava un insieme di migliaia di aure unite in uno stesso punto. Eppure aveva sensa dubbio qualcosa in comune con le aure dei Saiyan. Ma, soprattutto, quell'aura pulsava di male.

E in quel momento, vedendo Vegeta vicino al suo amico Satan, aveva all'improvviso compreso che quell'energia proveniva da lui, ed pur sensa sapere cosa avesse spinto il Saiyan a quell'orgia di devastazione, aveva compreso che il campione di arti marziali correva un pericolo mortale.

- Lui non è Vegeta! E' stato lui ad attaccare la città! Scappa!!!

- Bu, ma cosa stai...

Poi Mister Satan vide bene gli occhi del Principe dei Saiyan, vide la pura malvagità che riluceva in essi, comprese che il suo amico aveva detto la verità, ed il terrore più assoluto si impadronì di lui.

La mano di Vegeta si mosse con la rapidità del fulmine.

Nell'istante successivo la mente di mister Satan riuscì solo a registrare che la sua testa non era più attaccata al suo corpo, poi entrambe le parti caddero al suolo. Non aveva neppure emesso un grido.

Fu Majin Bu ad urlare:- SATAN, NOOOO!!!

E mentre una pozza di sangue si allargava sotto il cadavere del campione di arti marziali, la mente del demone smise improvvisamente di funzionare. Dimenticò di aver deciso di chiamare rinforzi; dimenticò che Vegeta era decisamnte più forte di lui. Dimenticò tutto. La sola cosa che rimase fu l'immagine della testa di Mister Satan con gli occhi sbarrati.

- ME LA PAGHERAI!!!- e partì all'attacco.

Vegeta evitò con facilità il primo attacco di Majin Bu, scartando di lato e lasciando che il demone si schiantasse nella camera atraverso lo squarcio. Un attimo dopo era partito nuovamente all'assalto. Il Sayan si limitava a parare o scartare i pugni e i calci dell'avversario, senza rispondere.

Majin Bu non aveva un piano in mente, non stava agendo secondo una strategia: attaccava semplicemente con tutta la rabbia che aveva in corpo, senza però riuscire a colpire il Saiyan; all'improvviso, dopo aver scartato un ennesimo pugno al viso, Vegeta afferrò il braccio del demone e, con una fulminea giravolta, lo scagliò contro un grattacielo; il demone rosa lo perforò da parte a parte, andando poi a schiantarsi al suolo.

Tirandosi faticosamente in piedi, Majin Bu si rese conto di aver commesso un errore attaccando Vegeta in quel modo; lo conosceva bene, sapeva quanto era abile; una parte del suo cervello si chiese cosa avesse portato il Saiyan a comportarsi in quel modo, ma tutto il resto di lui non era interessato all'argomento: la sola cosa che voleva era farlo a pezzi.

Non ebbe comunque molto tempo per ragionare: un attimo dopo Vegeta atterrò davanti a lui, un ghigno sadico dipinto sul volto.

- Già stanco, mostro rosa? Tutto quì quello che sai fare?- chiese, con una voce che non sembrava neanche la sua,- Spero proprio di no, perché adesso l'ambiente si scalderà un po'!- ed eruppe in un urlò disumano.

La città semi-distrutta fu squassata da un'onda d'urto violentissima, mentre la terra sotto i piedi di Vegeta si spaccava sotto l'impatto della potenza del Super Saiyan.

Majin Bu lo fissava, senza sapersi decidere a fare qualcosa. Un attimo, e fu Vegeta a rompere la situazione di stallo: il suo pugno scomparve nel ventre del demone, che si piegò in due; un istante dopo la sua testa scattò indietro, colpita da un devastante calcio in girata. Lo seguì una vera gragnola di pugni e calci, conclusi con una sfera di energia che scagliò Majin Bu contro una palazzina. Questa gli crollò addosso, ma un istante dopo le macerie erano già state scagliate in tutte le direzioni, ed il demone era di nuovo in volo contro il suo avversario.

Cercò di colpirlo con un pugno al viso, ma Vegeta lo evitò facilmente, rispondendo con un violentissimo montante al mento; il demone fu scagliato in aria. Un attimo, e Vegeta gli apparve sopra; lo colpì alla schiena con le due mani, scaraventandolo verso il suolo.

L'impatto fu terribile; nonostante la sua incredibile resistenza Majin Bu rimase stordito, e solo a fatica riuscì a tirarsi in piedi. Non attese però neanche un secondo: spinto dalla rabbia, spiccò il volo, puntando come una freccia contro Vegeta; a pochi metri di distanza gli scagliò contro una sfera di energia rosa. Vegeta la parò facilmente, ma si distrasse per un tempo sufficiente a venire colpito da un rabbioso pugno al viso, che gli fece girare la faccia di lato. Bu cercò di colpirlo una seconda volta, ma Vegeta bloccò il suo pugno con la mano aperta; poi afferrò il suo braccio con l'altra mano e lo scagliò verso l'altro. Infine allungò il braccio destro verso di lui, la mano rigida a novanta gradi:- Big Bang Attack!

Un raggio di energia azzurra eruppe dalla sua mano, sfrecciò verso il demone ed esplose contro di lui. Lo scoppio alzò una enorme cortina di fumo, e quando questo si dissolse la parte inferiore di Majin Bu, quella fino alla cintura, giaceva a terra. Quella superiore era scomparsa, trasformata in una nebbiolina rosa.

La battaglia sembrava terminata, ma Vegeta era rimasto trasformato in Super Saiyan. Infatti, dopo pochi secondi, la parte inferiore di Majin Bu si rimise in piedi con un balzo, mentre la nebbiolina si condensava a ricomporre la parte superiore. Pochi secondi e il demone era di nuovo completo.

- Bu!- esclamò.

Vegeta proruppe in una risata:- Bravo! I miei complimenti! Hai prolungato di un po la tua agonia! Va bene, comincerò a fare un po' più sul serio! Fatti sotto!

Ancora furibondo, Majin Bu partì all'assalto un'altra volta.


*******************************************************************************************************************


Majin Bu colpì Vegeta con un calcio al volto, scagliandolo contro un grattacielo. Sapeva di non avergli fatto nulla, ma aveva bisogno di un po' di tempo per riflettere.

Sapeva che la situazione gli stava sfuggendo di mano: era almeno un quarto d'ora che combattevano, e non era riuscito a fargli nulla, anche se aveva tentato praticamente tutte le tecniche del suo repertorio. Aveva tentato perfino una versione del suo Attacco Genocida, quello con cui un tempo la sua parte malvagia aveva sterminato la popolazione della terra, concentrata contro un unico bersaglio, ma neanche quello aveva avuto effetto; Vegeta parava tutti i suoi attacchi e rìcontrattaccava con violenza. Doveva farsi venire un'idea. Per un po' aveva sperato che qualcuno sarebbe venuto ad aiutarlo, ma poi aveva rinunciato a quella possibilità: nessuno della banda di Goku viveva a Satan City, e a meno che qualcuno non soffrisse d'insonnia, a quell'ora nessuno avrebbe sentito la sua aura e quella di Vegeta. Era solo.

Vegeta si liberò delle macerie e si lanciò contro di lui, colpendolo con una raffica di pugni che lasciarono profondi segni nella gommosa carne del demone; infine lo scagliò in aria con un violento montante; prima che potesse raggiungerlo, Majin B si piegò su se stesso, assumendo la forma di una palla, e si scagliò a tutta velocità contro il Super Saiyan.

La reazione di Vegeta fu fulminea: scartò di lato, evitando l'impatto, poi colpì la palla con un calcio in girata.

Majin Bu si schiantò al suolo, provocando una specie di esplosione. Mentre si rialzava a fatica, dovette ammettere di essere a pezzi; Vegeta lo stava massacrando; se non gli veniva in mente una soluzione in fretta, era finito.

Vegeta si stava avvicinando lentamente, un ghigno malefico dipinto sul volto:- Allora, ti basta la lezione, mostro rosa? Hai ancora voglia di sfogarti o possiamo concludere?

All'improvviso la mente di Majin Bu si illuminò: in effetti, c'era una cosa che non aveva tentato. Non gli piaceva doverla usare contro Vegeta, nonostante la rabbia per quello che gli aveva visto fare, avrebbe preferito metterlo KO per poi capire che cosa gli fosse preso, ma non aveva altra scelta.

- Mi dispiace Vegeta,- disse,- ma non mi lasci altra scelta. Addio!

Nello stesso istante la piccola proboscide che pendeva dietro la sua testa aveva iniziato a muoversi, e la sua punta risplendeva di una luce violacea; all’improvviso si alzò, e puntò decisamente contro il Sayan, lasciando partire un raggio di energia viola:- Diventa un cioccolatino!- urlò Majin Bu.

Vegeta non si fece cogliere di sorpresa dalla mossa disperata del demone: concentrò rapidamente la sua aura, mentre intorno alla sua figura si levava un alone dorato attraversato da scariche elettriche; poi, con un urlo disumano, lasciò che la sua potenza esplodesse dal suo corpo; i suoi capelli risplendettero ancora di più di energia dorata e furono sparati ancora di più verso il cielo, mentre il colpo di Majin Bu veniva deviato dalla sola aura del Super Sayan di secondo livello. Majin Bu si trovò a dover evitare il suo stesso raggio, che era tornato verso di lui.

Un attimo, e Vegeta gli fu addosso: lo colpì con una raffica di pugni e calci che sembravano colpi di maglio, conclusi con un gancio alla testa che lasciò il demone a terra, quasi privo di sensi. Poi il Saiyan si alzò in volo.

La sua voce sembrò provenire da una tomba, per quanto era gelida:- Non ho più voglia di giocare! Addio, stupido essere! Vai a trovare il tuo amico nell'Aldilà!

Poi portò le mani giunte al suo fianco; tra di esse comparve una sfera di energia viola; poi il Saiyan le portò avanti pronunciando la sua sentenza di morte:
- Garrick Cannon!

Un raggio di energia viola piombò verso Majin Bu; il demone capì di non avere la forza per evitarlo, e che questa volta non sarebbe riuscito a ricomporsi. Che strano, non avrebbe mai creduto di dover affrontare la vera morte! Però per lo meno avrebbe rivisto Satan. Un attimo prima che il raggio lo colpisse riuscì ancora a chiedersi, di nuovo senza risposta, cosa potesse essere preso a Vegeta.

Il Garrick Cannon colpì in pieno Majin Bu, polverizzandolo. poi esplose.


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Capitolo 7
*** Tradimento ***


VII Per prima cosa voglio ringraziare i miei lettori, che finalmente stanno dimostrando di esistere. Poi voglio rispondere ad alcni dei commenti:

x vegeta_thebest 94: sono felice che la mia vecchia fiction "The last fight " ti sia piaciuta; immagino che avrai notato qualche somiglianza nell'idea di fondo con questa.

x Vale_93:
x Vegetina ssj 94: mai visto nessuno dispiacersi per Majin Bu!!!

x Dea Nemesis: grazie dei complimenti! Ammetto che la metafora della bilancia mi è venuta sul momento!

x Super Sirod:  non sono molto sicuro di aver capito cosa intendi...però se ho inteso bene, direi che nella mia fiction potrebbero, a seconda delle interpretazioni, essere utilizzate entrambe le note ( "What if..." e OOC) o nessuna delle due; io non le ho messe perché credo di non star facendo uscire Vegeta dai binari, visto che nella direzione in cui sto andando io non ci sono binari!

In ogni caso, in modo da non far venire un colpo a nessuno, vi avverto che questo capitolo sarà probabilmente il più OOC di tutta la fiction; nel senso che perfino per la mia interpretazione siamo un po' al limite. Mettiamola così: se siete molto legati allo stereotipo di Vegeta, preparatevi ad uno shock.

Buon divertimento e a presto!



TRADIMENTO


Vegeta era seduto ai piedi del trono, le braccia incrociate sul petto, lo sguardo torvo.

Suo padre entrò nella stanza e si avvicinò a lui:- Pensieroso, figlio?

Vegeta non rispose.

- Qual'è il problema?

Il Saiyan più giovane alzò gli occhi:- Padre, non riesco a capire il senso di quello che abbiamo fatto.

Il re inarcò un sopracciglio:- Il senso di...non dirmi che ti dispiace per quell'umano!

Se possibile, Vegeta divenne ancora più torvo:- Non mi importa nulla di quell'umano, e tantomeno mi importa di quello sgorbio rosa. Solo non riesco a capire a cosa sia servito quell'attacco.

Il re si lisciò la barba:- Tu sai meglio di me che gli unici su questo pianeta a poterci dare dei problemi sono i tuoi compagni; alcuni di loro sono molto forti, e anche se non credo che lo siano quanto noi, se li devo affrontare preferisco farlo da una posizione di vantaggio. E il fatto che non sappiano con chi devono vedersela è un vantaggio.

- Quindi...- iniziò Vegeta.

- Quindi- lo interruppe il padre,- noi ora torneremo buoni e tranquilli a casa tua e ci faremo una bella dormita; poi, quando domattina la tua banda scoprirà ciò che è successo, faremo finta di non sapere niente. Dalla tua memoria ho visto quello che fanno di solito in queste situazioni, quindi noi per non destare sospetti parteciperemo all'inevitabile riunione, e alla prima occasione colpiremo. E colpiremo per uccidere.

Pensando a ciò che quella frase implicava, Vegeta fu costretto a reprimere un tremito.



**************************************************************************************************************


Bulma entrò in cucina, sbadigliando.

Aveva avuto una nottataccia, agitata da incubi, e si era svegliata più stanca di quando era andata a dormire. E la cosa più deprimente era che neppure ricordava cosa aveva sognato. Quando si era guardata allo specchio ed aveva visto le borse che aveva sotto gli occhi, si era convinta che quella sarebbe stata una giornata schifosa. La sola cosa positiva era che Vegeta sembrava essersi calmato. Il giorno prima sembrava assorto nei pensieri più profondi della sua vita; quella mattina invece la donna lo aveva lasciato a letto che russava come un orso in letargo.

Trascinando alla meglio le gambe, Bulma arrivò in cucina, accese distrattamente la televisione, poi si mise a litigare con la macchina del caffé. Bulma Briefs era capace di costruire e riparare un'astronave, ma aveva sempre trovato difficoltà con il caffé. Vegeta aveva sempre detto che le razioni d'emergenza delle astronavi dell'esercito di Freezer erano molto meglio della brodaglia che Bulma spacciava per caffé.

Finalmente riuscì a tirare fuori dalla macchinetta qualcosa che somigliava ad un espresso; con la tazza in mano, si voltò, chiedendosi cosa fare per colazione. Qualsiasi cosa avesse scelto, avrebbe dovuto farne una quantità industriale. Sfamare tre membri della razza più vorace dell'universo era sempre un'impresa.

La tazza gli cadde di mano, spaccandosi sul pavimento e spargendo ovunque il caffé, ma Bulma non ci fece neppure caso: perché per la prima volta le erano caduti gli occhi sulla televisione, ed aveva visto cosa stavano trasmettendo.

Era un'edizione speciale del telegiornale; la didascalia diceva:"In diretta da Satan City".

Solo che le immagini mostravano solo una distesa di macerie costellata di cadaveri, con al centro un enorme cratere.

- VEGETA!!! TRUNKS!!! SVEGLIATEVI!!! SUBITO!!!



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Nonostante fosse enorme, il salotto di casa Briefs era pieno come un uovo; per quella specie di consiglio di guerra era stata chiamata a raccolta tutta la vecchia banda.

Seduti su uno dei divani c'erano Goku, Goten e Chichi, che si era rifiutata di lasciar partire il marito e il figlio senza di lei; l'altro divano era occupato dalla famiglia di Gohan, che aveva portato con se Videl e Pan. Le tre poltrone erano occupate da Bulma, dal vecchio Genio delle Tartarughe e Oscar e da Marron. In piedi, appoggiati ad una delle pareti, c'erano Yamcho, con Puar su una spalla, e Junior, che avevano miracolosamente trovato al palazzo del Supremo. A poca distanza da loro c'erano Crilin e C-18. Appoggiato alla parete opposta, con un ginocchio piegato e le braccia incrociate sul petto, c'era Vegeta, lo sguardo cupo. Bra si era seduta sul davanzale della finestra. Nessuno era riuscito a trovare Tensing e Rif.

In mezzo al salotto c'era Trunks, che stava raccontando della perlustrazione che lui e Goten avevano compiuto a Satan City un'ora prima. Era passata appena un'ora e mezza da quando Bulma aveva visto il telegiornale.

- Non c'era molto da vedere.- disse Trunks, - Era tutto distrutto; nessun superstite; o almeno, noi non ne abbiamo trovati. Nessuna traccia che potesse dici chi fosse stato.

- Hai detto che non ci sono superstiti.- lo interruppe Goku,- Questo vuol dire...?

- Esatto, papà.- intervenne Goten,- Non abbiamo trovato traccia di Majin Bu, e poiché non è mai stato capace di nascondere la sua aura, credo proprio che sia da considerarsi morto.

Goten lesse negli occhi pieni di lacrime di Videl una domanda, e ci volle un grosso sforzo per concludere:- Abbiamo trovato...il cadavere di Mister Satan.

Videl scoppiò in lacrime, seguita subito da Pan; Gohan le abbracciò, tentando di consolarle.

Per un po' il silenzio regnò sovrano sulla sala, rotto solo dai singhiozzi di Videl e Pan; poi finalmente Crlin riuscì a chiedere:- Chi può essere stato?

Trunks scosse la testa:- Non c'erano indizi di alcun genere. Non abbiamo avvertito aure insolite per tutto il giorno. Non abbiamo neppure una remota idea di chi possa essere il colpevole.

Goku, con un'aria pensierosa, disse:- Quindi tutto ciò che sappiamo è che abbiamo a che fare con un nemico capace di nascondere la propria aura, e abbastanza potente da far fuori facilmente Majin Bu, che era tutto tranne che un dilettante. nteressante...anche se certo questo non ci aiuta molto.

- In pratica siamo costretti ad aspettare che si faccia vivo di nuovo per trovarlo.- aggiunse Yamcho,- Cioè siamo costretti ad aspettare che ricominci ad uccidere.

Prima che qualcuno potesse replicare Vegeta si staccò dal muro e si diresse verso la porta.

- Dove stai andando?- gli chiese Bulma.

- A sistemare questa storia.- replicò secco Vegeta.

- Tu sai chi è il nemico?- chiese Crilin stupefatto,- Sai dove trovarlo?

Vegeta sembrò non riuscire a rispondere per qualche secondo, poi disse, sempre con una voce secca come un colpo di pistola:- No.

- E allora come pensi di trovarlo?

- Con il vecchio sistema. Cercandolo. Inizierò dalle rovine di Satan City.- e tornò a dirigersi verso la porta.

Prima che chiunque potesse reagire, Goku si alzò dal divano; sulla sua faccia era dipinta un'allegria che contrastava con l'atmosfera triste che si era creata nella sala dopo la notizia della morte di Mister Satan. Il Saiyan più giovane si affiancò a quello più anziano.

- Non cercare di fermarmi, Kaaroth.- gli disse Vegeta.

Il sorriso di Goku si accentuò:- Fermarti? Non ci penso neanche. Anzi, credo proprio che verrò con te!

Vegeta sbuffò, infastidito, ma non disse altro. I due uscirono assieme dalla porta, sotto gli sguardi depressi delle loro mogli, e non appena fuori spiccarono il volo.

Mentre quasi nessuno dei presenti sembrava trovare parole per descrivere quell'azione, Bulma e Chichi si guardarono, ognuna comprendendo quello che passava per la mente dell'altra, poi sbuffarono in contemporanea:- Saiyan!



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Il re Vegeta fissava compiaciuto l'immagine del corpo di suo figlio che volava a fianco di Kaaroth verso le rovine della città che avevano demolito durante la notte.

- I miei complimenti, Vegeta. Avevi ragione su tutta la linea. Avevi detto che se ci fossimo comportati in quel modo Kaaroth avrebbe reagito seguendoci, e così è stato. Siamo riusciti a separarlo dagli altri con impressionante facilità. Tutto procede secondo i miei piani.

Vegeta sembrava tutto tranne che compiaciuto: sul suo volto era dipinto un misto di rabbia e delusione.

- Che ti prende, figlio? Sta andando tutto bene, no?

Vegeta alzò gli occhi:- Padre, non mi va giù quello che stiamo facendo. Non è...da Saiyan.

Il re inarcò un sopracciglio, incuriosito.

- Kaaroth è sempre stato il mio migliore avversario. Per decenni la mia sola ragione di vita è stata superarlo. E adesso che ne ho l'occasione...tu me la togli?

Il re incrociò le braccia sul petto; si aspettava una resistenza da suo figlio; sapeva che il suo orgoglio gli avrebbe causato qualche grattacapo, quano alcune delle bugie che gli aveva raccontato per convincerlo ad unirsi a lui sarebbero venute a galla; rapidamente cercò le parole giuste per convincerlo senza mettere in pericolo il suo piano. In fondo non gli importava nulla di quello che pensava, la sola cosa importante era che facesse quello che lui aveva già stabilito.

- Vegeta, so quello che provi. Sono un Saiyan anch'io, e credimi, nulla mi attirerebbe più di un combattimento all'ultimo sangue contro un avversario al nostro livello. Ma puoi riuscire a pensare da re e non soltanto da guerriero?

Vegeta strinse i pugni fino a sbiancarsi le nocche.

- Kaaroth è il solo che può crearci qualche problema, e anche se credo che non possa batterci, a questo punto del nostro piano non possiamo permetterci di rischiare la vita. Non ne va solo del nostro onore, ma del futuro della nostra razza. Riesci a capire, figlio?

Vegeta abbassò lo sguardo; poi, con una voce che sembrava privata di ogni sentimento, riuscì a mormorare:- Va bene. Se deve essere fatto...così sia.



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Dopo che i due Saiyan furono partiti, dentro la Capsule Corporation si scatenò una discussione sulla possibile identità di quel misterioso avversario e sulle loro probabilità di sconfiggerlo.

Non tutti però vi partecipavano: il vecchio Genio delle Tartarughe era uscito nel giardino, nonostante le nubi stessero coprendo il cielo e un vento freddo spazzasse la città dell'Ovest. La barba che sbatteva nel vento, il bastone stretto dietro la schiena, lo sguardo cupo sotto gli occhiali da sole, il vecchio maestro di arti marziali fissava l'orizzonte.

- A cosa pensi, Genio?

Il vecchio si voltò: Crilin era uscito dalla Capsule Corporation.

Il Genio tornò a fissare le nubi che si addensavano:- Sta per scatenarsi la tempesta.

Crilin comprese subito che non stava parlando del tempo atmosferico:- mi pare che si sia già scatenata.- disse, pensando al massacro avvenuto quella notte.

Poi, recuperando il sorriso, disse:- Dai, Genio! Ci siamo già trovati in situazioni simili, e ne siamo sempre usciti. Ne usciremo anche questa volta! In fondo, è sempre la solita storia!

- No, Crilin.- disse cupamente il vecchio,- Io sono molto più vecchio di te, e ho imparato a fidarmi delle mie sensazioni. Qualcosa di brutto si sta preparando, lo sento arrivare. C'è il male nell'aria. Credimi, questa volta non sarà la solita storia.

Il brivido che corse lungo la schiena di Crilin non aveva nulla a che fare con il freddo.



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Goku atterrò a Satan City, proprio sull'orlo del cratere; Vegeta si posò accanto a lui dopo pochi secondi.

Lo spettacolo era desolante: il centro di Satan City era scomparso; al suo posto c'era solo un cratere circolare largo diversi chilometri; lì non c'erano neppure cadaveri o macerie; tutto era stato polverizzato; all'esterno di quel cerchio, invece, erano sparpagliati i resti delle costruzioni e degli abitanti di Satan City; niente di vivo o di intatto era rimasto, fino all'estrema periferia della grande metropoli. Non c'erano neppure mezzi di soccorso: se ne erano già andati. Era stato chiaro praticamente da subito che non c'erano superstiti.

- Mamma mia, che desolazione.- disse Goku, fissando tristemente lo scenario irreale che aveva davanti.

Vegeta non disse nulla. Il cielo era ormai totalmente coperto di nubi, e in lontananza si sentiva rimbombare il tuono.

Il Saiyan più giovane si sporse sopra la voragine:- Quello che ha fatto questo doveva essere decisamente potente!

Vegeta rimase ancora in silenzio. Intanto dal cielo iniziarono a cadere le prime gocce d'acqua.

Goku sembrò concentrarsi:- I ragazzi avevano ragione: non si sente nessun'aura sconosciuta. Questo tipo deve essere veramente bravo a nascondersi. La Terra è tutto tranne che piccola. Se non ci da almeno una traccia, trovarlo mi sembra un'impresa difficile.

All'improvviso i sensi di Goku entrarono in allarme: un'aura strana, mai sentita, era improvvisamente comparsa; ed era vicina, molto vicina. E molto potente. Possibile che il colpevole fosse rimasto lì, sul luogo del delitto? A Goku vennero i brividi: era un'aura come non ne aveva mai sentite: gli dava la stessa sensazione di un alveare di api infuriate.

- Ci siamo, Vegeta! Lo senti? E' quì! Stai pronto!

Gli rispose solo il silenzio.

- Vegeta, che ti prende?- chiese Goku, e si voltò.

Il sangue gli si congelò nelle vene: vide gli occhi del Principe dei Saiyan, che sembravano essersi improvvisamente oscurati, e comprese in un lampo che quell'aura stranissima proveniva da lui. Per la prima volta, la paura si impadronì di lui.

- V...Vegeta...tu?- riuscì a stento a balbettare; sembrava che le sue corde vocali si rifiutassero di collaborare.

Vegeta alzò un braccio, la mano alzata rivolta verso Goku; nella sua voce non c'era trionfo quando parlò; anzi, era facile avvertirvi una nota di profonda tristezza:- Mi dispiace, Kaaroth; non avrei voluto che andasse così.

- Vegeta...no...- balbettò ancora Goku, come svuotato.

Il Big Bang Attack eruppe dalla mano del Principe dei Saiyan, trapassando da parte a parte Goku, che neanche aveva tentato di difendersi.

Crollò in ginocchio; non c'era dolore sul suo volto mentre guardava Vegeta voltarsi e alzarsi in volo; solo una tragica incredulità. Poi i suoi occhi divennero ciechi. Poco dopo iniziarono a riempirsi di pioggia.
 

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