thinking out loud

di LadySerendipityathome
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***



Capitolo 1
*** capitolo 1 ***


Capitolo 1
Cercavo invano quella biglia,  non sarei riuscita mai e poi a trovarla in quella stanza che sembrava essere più un museo che un semplice salotto.
C'erano statue di ogni genere,dalle copie dei grandi maestri dell'arte come Michelangelo e Bernini a mezzi busti ritraenti quelli che erano gli antenati di mio cognato che non riusciva a liberarsene perchè secondo quest'ultimo quei busti davano più valore alla tenuta.
Per non parlare della miriade di quadri che si faceva a gara su quale fosse il più bello, sapevamo tutti però che l'arte rinascimentale aveva attorno a sè il potere di stragare chiunque con i suoi soggetti perfetti, basti pensare alla Venere di Botticelli per ricredersi.
I libri però erano la mia parte preferita della stanza, una ricca libreria si estendeva dal pavimento fino al soffitto, ospitava qualsiasi romanzo del passato e anche i più recenti, c'enerano per tutti i gusti.
Mi era capitato parecchie volte di essere rimasta sveglia tutta la notte in preda all'insonnia e di essere andata a leggere in salotto con la speranza di riprendere sonno, quando al mattino mia sorella mi trovava addormentata nel divano di fronte al camino mi rimprovera che così facendo avrei perso la vista prima che la vecchiaia mi colpisse.
Mia sorella Matilde era sempre stata cosi melodrammatica,di tutt'altro pensiero era mio cognato Charles che anzi sosteneva che la lettura era assai più efficace di qualunque altra erba in grado di favorire una migliore qualità del sonno.
Charles mi aveva più volte invitata a prendere qualunque libro e portarmelo in stanza, in modo da non risciare di rompermi l'osso del collo nel tentativo di prendere un libro troppo in alto, tuttavia dandogli ragione non riuscivo a fare a meno di quella stanza che ritenevo stimolante per la mia anima inquieta.
Quel pomeriggio probabilmente non mi sarei rotta nessun osso ma avrei sicuramente avuto le ginocchia sbucciate per il troppo stridio con il pavimento in legno, nulla che però un buon panno di acqua tiepida non avrebbe potuto fare.
In parte avrei voluto trovare quella biglia per zittire il mio nipotino Timoteo che avendo perduto il suo giocattolo preferito si era trasformato in una fontana,rischiando di allagare tutta la casa.
Ero ancora a quattro zampe quando mi ritrovai ad osservare un paio di scarpe tirate a lucido e che sembravano costare più del patrimonio di cui ero in possesso in quel momento.
Feci l'errore di alzare lo sguardo e quando mi accorsi che non si trattava di mio cognato Charles per poco non svenni per la vergogna di essere stata vista gattonare per tutto il salotto da un uomo che non avevo mai visto prima d'ora e di cui non potei non apprezzare la bellezza esteriore.
Era l'essere più bello che il mondo mi aveva dato l'opportunità di vedere, i capelli di un biondo scuro erano corti e in ordine, gli occhi verdi così vividi intenti a scrutarmi, un curato pizzetto di peli biondi gli contornava le labbra di cui il colore ricordava una rosa di Damasco, il naso così dritto e fiero sembrava essere stato progettato da un ottimo scultore, la mascella mascolina era rimasta contratta per tutto il tempo della mia indagine.
Tutto di quell'uomo gridava allo scandalo dalla bellezza dei tratti alla statura longilinea che trasudava eleganza e fascino da tutti i pori.
Mi ero rimessa in piedi giusto qualche secondo prima che Charles varcasse la porta e si iniaziasse a domandare se la cognata non fosse improvvisamente impazzita, mi accorsi un pò troppo tardi di avere tutto il vestito in disordine e che la scollatura aveva lasciato in vista gran parte del mio prosperoso seno.
Ero una tale vergogna per me stessa che scappai via come un fulmine da quella stanza e volai in direzione del giardino dove avrei trovato mia sorella intenta a discutere con la signorina Nelson su i nuovi capi che di lì a poche settimane avrebbero fatto parte del suo già immenso guardaroba, erano stati fatti su misura per lei dall'Italia, nostro luogo natio.
Quando Matilde si accorse della mia presenza per poco non le prese un colpo, tanto ero sconvolta da quell'incontro cosi inatteso e poco formale. Non avrei più dormito dopo quel giorno, ne ero più che certa.
Per la mia salute mentale preferii non raccontare nulla a mia sorella che avrebbe fatto la solita ramanzina sull'essere sempre composte e in ordine.
Speravo in cuor mio che quello sconosciuto non mettesse al corrente mio cognato sull'accaduto o non avrei più potuto alzare il viso dal pavimento.
Il sole quel giorno era più caldo del solito, nulla a che vedere con i giorni di pioggia dei giorni scorsi che avevano buttato nello sconforto tutta la casa che non vedeva l'ora di godere di quei rari pomeriggi estivi, non potei che calmarmi sotto di esso e godere della tranquillità di quel posto.
Durò poco prima che mia sorella riprendesse il discorso dove l'aveva lasciato, d'altronde quella era una sua particolarità, non perdeva mai il filo diversamente da me che non ricordavo mai nulla di quello che dicevo, nonostante questo mia sorella era una donna di buon animo e con uno spiccato senso dell'umorismo.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


I battiti del mio cuore si erano appena stabilizzati, grazie in parte al suono degli uccellini che dai nidi sugli alberi erano intenti a riprodurre una dolce sinfonia che donava un senso di pace che con l'arrivo di mio cognato e dello sconosciuto era stato spazzato via, per poco non svenni per davvero questa volta. Quando ci raggiunsero mia sorella sempre composta ed elegante non riuscii a trattenersi e strinse in un abbraccio affettuoso lo sconosciuto che ricambiò con un sorriso tanto bello quando pericoloso, per poco non mi accecò. La signorina Nelson che fino a quel momento aveva dipeso dalle labbra di mia sorella si era lasciata andare ad un urlo di sorpresa che quasi rischiò di lacerare il mio timpano sinistro tanto era stato potente. Non compresi le loro reazioni nei confronti di quell'uomo ma supposi che si trattava di un caro amico di entrambe. Io d'altra parte rimasi seduta incapace di reagire, in altri contesti avrei dovuto inchinarmi e presentarmi all'ospite ma in questa circostanza preferii rimanere immobile con la speranza che il vento zefiro mi portasse via da quel siparietto. -Amico mio, lasciami presentare la mia adorata cognata Francesca che giusto qualche minuto fa è volata via come un fulmine- mio cognato Charles si era avvicinato alla mia sedia e con uno sguardo puramente paterno mi aveva fatto cenno di alzarmi e dare il benvenuto al nuovo arrivato abbastanza incuriosito dalla mia presenza, non mi squadrò minimamente come tutti gli altri uomini che faticavano a tenere il loro sguardo lontano dal mio décolleté, mi prese delicatamente la mano e sfiorò il dorso con le sue labbra, mi sentii come le protagoniste di quei romanzi d'amore. Nessun uomo che avessi mai conosciuto aveva attirato cosi tanto la mia attenzione, li reputavo troppo rozzi e peccaminosi per degnarli di un solo sguardo. -Miss Francesca sono lieto di fare la vostra conoscenza, io sono Mr Edward Beauregard Black - anche il nome trasmetteva tanta sicurezza, inoltre il suo accento inglese era più melodioso del canto degli uccellini, con quella voce avrebbe potuto conquistare il mondo tanto era ammaliante. Non ebbi la forza di proferire parola tanto ero rimasta stregata dalla sua presenza, guardai mia sorella in cerca di aiuto che capendo il mio evidente imbarazzo ruppe il silenzio con i suoi aneddoti riguardanti la sua ultima gita nel Dorset. Nonostante il racconto aveva coinvolto tutti i presenti, gli occhi di Mr Black non avevano lasciato neanche un secondo i miei tanto erano penetranti che preferii abbassare lo sguardo e fissare l'orlo del mio vestito che riportava decorazioni in oro. Continuando di quel passo avrei dato un'impressione sbagliata della mia persona che non si rifaceva per nulla al mio carattere spavaldo e solare degli altri giorni, probabilmente però non avrei più rivisto Mr Black. -Per festeggiare il mio rientro in patria, ho deciso di dare una festa in casa mia e voi tutti siete invitati, soprattutto lei Miss Francesca di cui vorrei fare la conoscenza- per poco il mio cuore non uscì dal petto e si infranse a terra, alzai lo sguardo giusto per accennare che sarei stata lieta di far parte della serata. Mia sorella riprese a parlare coinvolgendo Miss Nelson e Charles , Mr Black invece si avvicinò a me e con uno strano luccichio negli occhi mi consegnò qualcosa per cui avevo faticato tanto e che era stato causa di tale vergogna per me: la biglia di Timoteo. La presi incerta dalla sua mano che al tatto era morbida e calda, prima che potessi prendere l'oggetto però richiuse la mia mano nella sua e avvicinandosi al mio orecchio mi sussurrò quella che sarebbe stata la causa della mia insonnia -sono impaziente per domani, sono certo che la nostra sarà una conoscenza stimolante per entrambi miss Francesca- mi lasciò pietrificata con la mano ancora alzata e la biglia nel palmo, non riuscivo a dare un vero e proprio giudizio a ciò che stava succedendo, mi chiesi se il mio povero cuore avesse retto a simile malizia. Sapevo a cosa Mr Black faceva riferimento perché i libri parlavano di simili artifizi, ma non riuscivo a credere che simile attenzione potesse ricadere su di me poiché nonostante non fossi una brutta presenza non pensavo di poter attrarre uomini così famelici e pericolosi per i deboli di cuore. Sentivo montare dentro di me un impeto di rabbia per essermi fatta abbindolare da questo uomo misterioso che sembrava essere la reincarnazione del dio amore. Spazio autrice: Vorrei dare il benvenuto a chiunque si accinge a leggere queste poche righe, inoltre mi farebbe immensamente piacere sapere un vostro parere su questa storia che per me è un vero e proprio esperimento, vi prego sempre di essere cordiali con i vostri commenti che saranno ben accolti, con ciò vi auguro una buona lettura.

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