La storia di Hatake Kakashi

di GoatPride1
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Dopo la morte di Obito R. ***
Capitolo 2: *** Kakashi e Rin R. ***
Capitolo 3: *** La gara della bellezza R. ***
Capitolo 4: *** La ragazza alla finestra ***
Capitolo 5: *** sentirsi importanti ***
Capitolo 6: *** Adolescenza ***



Capitolo 1
*** Dopo la morte di Obito R. ***


Dopo la morte di Obito

La perdita di un figlio, di un genitore, di un amico, o di una persona qualsiasi che per noi ha un grande valore, lascia un immenso vuoto. Sembra che improvvisamente qualcosa manchi, che ci sia uno spazio che nessun altro possa occupare, una cavità tutt’altro che calda, fredda come le tue mani congelate al ritorno a casa quando fuori è nevicato e hai provato a fare una palla di neve per realizzare che sia vera, che quella materia bianca e soffice sia veramente la neve. Senti di aver perso una parte di te stesso. Non si può amare qualcuno e perderlo senza sentirsi soli, senza provare dolore. Dopo un po’ realizzi che quel qualcuno se n’è andato per sempre, senza possibilità di ritorno, ed è spaventoso come ci si possa abituare alla morte di una persona, al fatto di sapere di non poterla vedere mai più. Il ricordo costruisce il ponte tra il passato e il presente ed è essenziale dire che le persone che si amano non muoiono mai, si allontanano solo fisicamente, si muore solo se si viene dimenticati. Il team non dimenticherà mai il loro caro amico Obito, questo è sicuro. È un eroe che come Ettore non potrà mai essere cancellato dalla storia di questa assurda realtà che ci accumuna tutti, difficile da comprendere. I ninja sono solo degli strumenti quindi non possono provare emozioni, non devono mostrare alcun tipo di debolezza, ma è inutile dire quanto sia stato doloroso perdere il loro migliore amico…Obito. E quanto sarà difficile accettare e superare il tutto.
Il team 7 si ricongiunse dopo due settimane dall’accaduto. Minato convocò i suoi allievi al solito punto di incontro: quella parte di prato vicino alla Pietra degli eroi caduti durante missioni. La guerra fu cessata già da qualche giorno e si respirava aria di pace nel villaggio, un villaggio ridotto in brandelli dove le persone non facevano altro che piangere i cari che ormai non ritorneranno più nelle loro braccia piene di ferite e cicatrici, cicatrici che non andranno più via e non è neanche questo il problema, poiché certi danni sono curabili mentre altri no, questi sono i più dolorosi oltre a essere permanenti…Le ferite proprio qui, nella parte sinistra dell’addome, appena sotto il seno, per le donne, e il pettorale, per gli uomini: al cuore. La natura se ne fregava di queste cose e continuava a risplendere nella sua stagione estiva e in qualche modo dava il coraggio di continuare a quel villaggio il cui nome era legato  ad essa per giunta…Konoha(foglia). Gli alberi e qualunque cosa dipendevano dalla luce del sole, elemento legato alla creazione e alla rinascita per gli antichi. Il prato è ancora bagnato dall’umidità della notte e anche dal sangue dei caduti, che trasformava uno splendido e incantevole paesaggio di montagna in uno lugubre e tenebroso. Fortuna che c’era ancora qualche forma di vita, si udiva infatti il cinguettio degli uccellini che svolazzavano dichiarando una nuova stagione, una nuova epoca piena di speranze e voglia di vivere, essa ci deve essere obbligatoriamente in ogni circostanza. Si poteva assaporare la rinascita nei pianti dei bambini appena nati, i quali venivano benedetti come augurio di una vita priva di guerre e sacrificio, e dall’acqua dei ruscelli che non cessava di scorrere sostituendosi con quella fresca e pulita delle piogge. 
Minato:- Buongiorno ragazzi…So che sono passate solo 2 settimane dall’ultima missione, non vi siete ancora ripresi, neanche io sono riuscito ancora a superarlo. Quel vuoto non si chiuderà mai, ma insieme possiamo provare a riempirlo. Beh, noi dobbiamo continuare la nostra vita e la nostra carriera ninja. Ve la sentite di fare lezione oggi?-Entrambi annuirono- bene, cominciamo.-
Minato estrasse dalla tasca i due campanelli:- Questa sarà la prima prova. Se non la supererete, non potremo andare avanti. Anche se siete in 2, il numero dei campanelli è sempre lo stesso, ma ciò, come già sapete, non significa che dovrete occuparvene da soli. Vi do cinque minuti per organizzarvi.
Li lasciò soli.   Rin:-Dovremmo progettare un piano, ma non riesco a concentrarmi.-disse la ragazza cercando di nascondere il suo dolore.
Kakashi:-Anche se conosciamo Minato sensei, vorrei prima studiarlo un po’. Quindi usiamo inizialmente un piano banale:nascondo due miei kage bushin sotto terra e, io e te lo attacchiamo frontalmente. Quei due dovrebbero servire a distrarlo o rallentarlo, ancora meglio, anche se, come sappiamo, è impossibile rallentare il Lampo giallo della Foglia. Sicuramente all’inizio si limiterà a schivare i nostri attacchi ed è con questa banale strategia che gli faremo capire che non scherziamo.-
Rin:-Ma se è banale, perché lui dovrebbe credere che facciamo sul serio?-
K:-Fidati di me-
Il sensei riapparve:-Cominciamo.-
K:- Andiamo, Rin!-
Lo attaccarono frontalmente. Non riuscirono neanche a sfiorare i campanelli. Allora Kakashi si inserì sotto le gambe del sensei, il quale lo bloccò istintivamente. Allora il ragazzo si aggrappò alle caviglie.  K:-Ora!- dal terreno apparvero i due cloni. Minato saltò all’indietro, ma Rin arrivò dall’alto per colpirlo. Lo colpì! No, non era Minato sensei. Era un clone di Kakashi, com’era possibile?   K:-Tsh, kawarimi no jitsu(tecnica della sostituzione). Dov’è?- si guardarono intorno, non lo trovarono. -Da sotto!- i due saltarono per spostarsi , mentre Minato sbucò dal terreno. K:- Stai facendo lo stesso gioco nostro, eh?- non l’aveva neanche finito di dire che si accorse di altre tre copie provenienti dall’alto. Rin:- Altri? Come facciamo a sconfiggerli tutti?-        K:-È impossibile. Dobbiamo schivarli.- detto ciò fece apparire un suo clone dal terreno, il quale li aiutò ad atterrare più velocemente.       Rin:”Ne aveva nascosto un altro?”        K:-Mh? Ma certo. Rin c’è un solo Kage bushin. Gli altri due sono semplici bushin.- infatti Minato si era teletrasportato in aria e aveva fatto emergere un suo Kage bushin, preparato in precedenza, dal terreno per poi creare due semplici bushin.
Il combattimento continuò per un’ora; i due ninja avevano tentato ogni possibile attacco, quando finalmente, con tanta fatica.. Rin stringeva in mano un campanello.  K:-Tutta questa fatica e ne abbiamo preso solo uno.-        Minato:”sono migliorati dalla prima volta”
Tuttavia il combattimento non era ancora concluso e i due iniziarono a progettare dei piani efficaci, ma che sul sensei risultavano del tutto inutili. Loro non si demoralizzarono e con le forze rimaste misero in atto il loro ultimo piano. :-Rin, se non funziona questo non potremo fare più niente- disse Kakashi prima di spiegarle il piano – Io lancio i miei restanti kunai intorno a lui però tu devi distrarlo attaccandolo frontalmente- la ragazza si preparò all’attacco -Rin…stagli più vicino possibile- 
Seguirono il piano stentando il successo. Appena Rin distrasse il sensei, il piccolo ninja li accerchiò con i kunai per cui passava un filo. Kakashi lo tirò più velocemente possibile, catturando Minato e Rin insieme, quindi favorendo alla ragazza la presa del campanello.
Rin: - Ce l’abbiamo fatta- disse con un sorriso spalancato
Kakashi la guardò e sorrise. 
Minato:- La prima prova è stata completata. Sono contento, siete stati bravi. Per oggi abbiamo finito, che ne dite di andare a mangiare del ramen?-   I due, ormai sfiniti, annuirono   -Beh, prima riposatevi un po’ ahah-

Minato:-Siete sazi? Bene. Io direi di andare a fare un bagno alle saune.-
Rin:-Ma io sono l’unica femmina… -
Minato:-Giusto… Allora andiamo alle saune miste!-
I due arrossirono e seguirono il maestro. Per la strada incontrarono Asuma e Kurenai. 
Ku:-Hey ragazzi. Dove andate?-             Minato:-Alle saune, e voi?-             Ku:-Ci facevamo un giro.-
Kakashi si avvicinò in modo strano ad Asuma:-Allora sei tu che puzzi-             A:-Ehh?- imbarazzato si allontanò da Kakashi, ma gli si avvicinò Kurenai:-Mh? È vero - si fece rosso -Puzzi di fritto.- 
Il ragazzo fece un sospiro di sollievo:-… stamattina ho cucinato insieme a mio padre. È stato divertente!- disse Asuma orgoglioso
Kakashi:-Divertente? E poi non ti ha detto di andarti a fare la doccia? O neanche lui se l’è fatta?-
Asuma si alterò :-Non sono affari tuoi. Tuo padre non ti ha detto cos’è l’educazione?-Kakashi lo guardò indispettito e continuò a camminare senza badare alle sue parole.-Bravo, vai a piangere da papino.- a quel punto Kakashi si girò per colpirlo col suo pugno destro, ma venne fermato da Minato. Ci provò col sinistro, ma il sensei fermò anche quello. Così alzò le gambe e lo spinse, facendolo cadere a terra. K:-Minato sensei mi lasci.-    M:-Calmati Kakashi.-           Asuma:-Visto che fanno innervosire anche te queste parole!-tuttavia pensò che Kakashi ebbe avuto una reazione troppo esagerata.
Il ragazzo cercò invano di liberarsi, ma ad un tratto si fermò. Rin aveva dato uno schiaffo ad Asuma:-Non capisci che così lo fai solo soffrire?(piccola pausa)…sei peggio di Obito.- detto ciò ricominciò a camminare col capo abbassato. Kakashi pestò il piede di Minato, liberandosi e corse da Rin. Asuma non capiva, ma era certo che aveva ferito la ragazza. Kakashi si accorse delle lacrime che scendevano dai suoi occhi e allungando il braccio sulla sua spalla, con un sorriso:-Wow Rin, che cazzuta-           Rin:-Ma come fai? Come fai ad essere così forte?-
Nel frattempo Minato si rivolse ad Asuma:-Asuma, devi sapere che Kakashi, prima di Obito, qualche anno fa, perse suo padre. Per questo si è agitato così. -            Asuma:-Capisco. Mi sento uno stronzo ora.-                 M:-Tranquillo, non lo sapevi. Che ne dite di venire con noi?-              Kurenai:- Va bene.-
K:-Mi piaci quando ti comporti così- disse a Rin consolandola
Rin si asciugò le lacrime:-Che bugiardo ahah-
K:-Non mi credi?- 
Rin:- No…- disse divertita e lui le rispose:-Mm…pazienza-
Kakashi le piaceva un sacco quando si comportava così.


Prima di entrare nelle saune Asuma si scusò con Kakashi per il comportamento di prima:-Kakashi, scusa per prima, ho esagerato-       K:-Già-


Era una bella giornata, il sole era alto e gli uccellini cinguettavano. I ragazzi erano appena usciti dell’edificio a capanna e aspettavano impazienti le ragazze.
Asuma:- Quanto tempo ci mettono le ragazze?-




Ho rivisto un po’ questo capitolo e ho deciso di pubblicarlo qui. Siccome sto scrivendo il quinto capitolo al passato, ho cambiato i tempi verbali anche in questo e lo farò anche negli altri già pubblicati. Spero che vi piaccia come l’ho aggiustato, fatemelo sapere con una recensione magari e vi prego, continuate a riferirmi gli eventuali sbagli e le cose da migliorare. A presto con il nuovo capitolo con tema il mare! Ci sarà da divertirsi…😏

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Capitolo 2
*** Kakashi e Rin R. ***


Kakashi e Rin




M:-Eccole uscire.- 
Rin:-Ci voleva proprio..- 
Kakashi si avvicinò ad Asuma:-Beh, almeno ora non puzzi più.- 
:-Già…- rispose sorridendo 
Si respirava aria pulita che da tutti quei bronci ripuliva i volti aggraziati dei ninja malcontenti. I capelli andavano per conto loro guidati da un leggero vento estivo, la pelle liscia come la buccia di un frutto commestibile, lo sguardo pulito e un occhio grigio-argento striato intorno alla pupilla. Niente alterava il breve sorriso sincero di quella gente; su codesta qualcosa rovesciò l’amarezza, la triste invidia dell’impotenza, che un bel bagno caldo ebbe un attimo accostato. Un attimo sereno e pacifico disciolto nel sentire una conosciuta voce cacofonica.
:-Heyyy, ragazzi!-tutti la riconobbero e fecero una faccia strana. -Finalmente ci incontriamo Kakashi! Preparati a sfidarmi- 
Kakashi voleva scappare:-Scusa Gai, oggi non sono dell’umore giusto .-
G:-Uffa Kakashi, che razza di rivale sei? Sei nel pieno della tua giovinezza eppure non sei mai dell’umore?- 

Kakashi cominciò a camminare incurante delle parole di Gai e gli altri lo seguirono, lasciandolo indietro. 
Gai:-Kakashi! Non avrai mica paura di perdere?- il ragazzo si fermò improvvisamente.
 K:-Ma certo che no..mendoxe(che palle)…Però faccio io le regole.- disse per accontentare l’amico, il quale al solo suono di quella frase si eccitò – Beh, morra cinese.- propose infine Kakashi. 
Gai pensò che stesse scherzando, ma vedendo la sua faccia seria e allo stesso tempo annoiata, si dovette ricredere.:-Eh? E va bene, se perderò camminerò sulle mani!- Disse stringendo il pugno e il suo rivale sbuffò . 
La sfida iniziò . Kakashi avvicinò la sua mano sinistra alla benda, alzandola leggermente, e l’altra la usò contro Gai. Rin capì tutto e sorrise. Gli altri, notando Kakashi, ma non riuscendo a vedere cosa ci fosse sotto, si incuriosirono: sapevano che il ragazzo aveva perso l’occhio sinistro, ma non capivano per quale motivo si stesse alzando la benda. Gai non si accorse di niente, era troppo concentrato sulla mano destra. Per un paio di volte fecero le stesse mosse, poi Gai buttò forbice e Kakashi pugno. Il ninja della foglia rimase insoddisfatto, non accettava di perdere in una sfida come quella.
K:- Beh, ho vinto.-         Gai:-Ripetiamo, voglio la rivincita!-        K:-L’ultima volta.- 
Sempre lo stesso metodo. ‘Sta volta Gai fece carta e Kakashi forbice. Quest’ultimo alzò le spalle, mentre l’avversario recuperò la sua determinazione e si mise in verticale, pronto a camminare sulle mani per tutta la città.
Kurenai e Asuma si chiedevano cosa nascondeva in realtà Kakashi. 
Minato:- Ragazzi io vado, ci vediamo domani con voi due!- e scomparve. 
Kakashi:-Vado anch’io- 
Rin:-AspeTTa! Perché non ci facciamo un giro?-gli domandò un po’ imbarazzata, non voleva salutarlo di già e passare il resto della serata in solitudine.
 Nel frattempo Asuma si rivolse a Kurenai:-Io posso rimanere ancora un po’- 
Una proposta allettante che Kakashi prese in pieno, rispose a Rin:-Non posso, devo allenarmi. Puoi stare con loro due- 
Rin si voltò verso i due aspettandosi una conferma.         Kurenai:- Certo, resta pure con noi- 
Rin poi si rigirò verso Kakashi, non trovandolo. Non le dispiaceva passare del tempo con Kurenai, ma siccome era presente anche Asuma, lei si sentiva di troppo. Voleva solo passare un po’ di tempo in più con quel ragazzo prodigio…



La mattina seguente Rin era in anticipo. Il sole da poco in cielo splendeva, come non aveva mai ... 
Il vento era fresco e il rumore degli alberi rilassante; le cicale frinivano e gli uccelli cantavano sbattendo le proprie ali. Si respirava il forte odore della Natura e non sto parlando a di quei particolari regalini lasciati dagli animali. Rin era seduta sul tappeto di erba verde. Aveva sonno, però si era comunque svegliata presto per ammirare questo spettacolo con serenità. Con questo silenzio Rin si abbandonava nel mondo dei sogni:- Che ragazzo, è proprio carino. Chissà se un giorno si innamorerà di me..sarebbe bellissimo mettere su una famiglia con lui. Credo che 3 figli siano perfetti. Li vizieremo tanto, non gli faremo mancare nulla. Non devono neanche assaporare il dolore.- pensò, parlando…
Arrivò Minato:-Buongiorno ragazzi!...Umh? Dov’è Kakashi?- Rin ritornò alla realtà.
K:- Sono qui- era seduto su un albero. 
Rin:”Da quanto tempo è li? Mi stava forse osservando?” 
M:- Bene. L’allenamento di oggi…(si fermò)…Cosa c’è Rin, tutto bene?- 
R:-eh? … niente … tutto bene- “Ora che ci penso stavo pensando ad alta voce…spero tanto che non mi abbia sentito…”
M: beh, preparatevi perché l’allenamento di oggi sarà pesante. Lavoreremo sul Taijutsu(arti marziali).-
Cominciarono a fare una prima sessione di piegamenti. La bella giornata passava lentamente. Si notava subito la superiorità di Kakashi su Rin. Il ragazzo lavorava molto più intensamente, ma lei non voleva essere da meno.



Si fece sera, i due erano un po’ storditi dagli acuti raggi del sole e colpivano i tronchi con le ultime forze. Rin era sfinita, si fermò e vide Kakashi ostinato a prendere a pugni quel poveretto; poi fece un giro su se stesso e lo colpì col tallone, scalfendolo. 
:”ha ancora tutta questa energia?” Pensò Rin, ciò la incoraggiò, così si concentrò e continuò la sua sessione. Le facevano male le nocche delle sue delicate mani, non aveva più forze, continuava grazie la sua volontà. Dopo un po’ si fermò per riprendere fiato e notò l’amico immobile a fissare il tronco. Sembrava che stesse pensando. Poi Si preparò all’azione: con un calcio colpì dal basso il tronco, da cui si spezzò un tassello che venne colpito dal Kunai del ninja, sdraiato a terra. Rin lo guardava meravigliata:”Che figata”. La ragazza era veramente colpita dalla sua bravura e, soprattutto, dal suo fascino che non veniva a mancare neanche quando lui era stremato. 
Minato:-Per oggi basta così. Entrambi vi siete impegnati. Kakashi mi è piaciuta quell’ultima cosa che hai fatto. Ti consiglio di alzarti spingendo sulle braccia, invece di restare con le spalle a terra, e poi lanciare il kunai.- annuisce- Allora ci vediamo domani.- e scomparve. 
Kakashi raggiunse Rin e l’aiutò, lei si appoggiò all’amico per camminare. Lo guardava innamorata sperando invano che lui ricambiasse. “Mi sta accompagnando a casa…Che carino” pensava e immaginava di dormire accanto a lui.

 Per strada incontrarono gli altri.
Genma:-Hey, voi due. Venite qui a mangiare.- 
Erano seduti al solito tavolo del chiosco difronte la statua del Terzo. Il sole tramontava dolcemente e una giornata si stava concludendo. Rin guardò Kakashi:-Dai andiamo- lui sbuffo. 
 Genma:-Sedetevi qui- disse indicando il posto affianco al suo e loro obbedirono -Siete distrutti- 
Rin:-Abbiamo appena finito l’allenamento. 
:-Un genio che si allena duramente…sei proprio il mio rivale Kakashi!- esclamò Gai aggiustandosi la manica di quell’oscena tutina verde.
Genma uscì la mano dalla tasca del suo cappotto blu e offrì il suo piatto di carne a Rin:-Prendi il mio piatto, non l’ho ancora toccato.- lei lo ringraziò, poi disse rivolgendosi a Kakashi:-Scommetto che tu non vuoi mangiare.- 
 K:-Non ho fame.- Rin gli sorrise.
Il ragazzo si appoggiò allo schienale, posizionò le mani sotto il capo e chiuse l’occhio per riposarsi. Le ragazze lo guardavano invaghite, ammiravano uno spettacolo per loro inimitabile. 
Rin si aggiustò una ciocca di capelli dietro l’orecchio e assaggiò l’invitante carne di maiale fatta alla griglia qualche minuto prima. Dopo un duro allenamento un’appetitosa fettina di carne, gustata in compagnia di vecchi amici, era il modo giusto per recuperare le forze.Una volta finito di mangiare Rin gemette leggermente per il dolore alle mani e attirò l’attenzione di Kakashi, il quale estrasse dal suo zainetto il kit di pronto soccorso da lei regalato e lo poggiò sul tavolo. 
Rin rimase un attimo in silenzio per accertarsi di ciò che stava vedendo:-Ce l’hai ancora…- disse infine e le venne un nodo alla gola.
:-Curati le mani- Kakashi passò subito al punto, indifferente delle parole dell’amica, la quale abbassò il capo, dai suoi occhi tristi cascò un doloroso fiume di lacrime. Genma amareggiato le poggiò una mano sulla spalla, ma lei si avvicinò a Kakashi e lui l’abbracciò. 
:-Il mio regalo per la tua promozione jonin…- disse con un filo di voce tremolante, mentre si sfogava sulla spalla di Kakashi, bagnandola con le proprie lacrime.
 K:-Il regalo che mi è stato più utile…- 
Un gesto semplice e naturale ma carico di significato, di importanza, di affetto…  
Un espressione di conforto, di rispetto, di amore…  
In cui le sensazioni che prevalgono sono sicurezza e protezione e, calore…  
Con cui si condividono situazioni e stati d’animo, come il dolore…
Un abbraccio intenso e sincero, ecco cos’era.
Kakashi fece scendere la sua mano verso Il fondoschiena di Rin. 
“Cosa fa?”              “Sporcaccione”              “T’ammazzo”      
Ma lui voleva solo prendere il pacchetto di fazzoletti nella tasca destra del pantalone di lei, che si pulì cercando di smettere di piangere. Successivamente lui la allontanò, prese le bende e cominciò ad arrotolarle sulla mano della ragazza. Poi conservò il kit. 
Rin:-Tu sei proprio forte- 
K:-Uffa, sai dire solo questo..- le sorrise e continuarono a fissarsi, dolcemente. Rin provò ad avvicinarsi, lentamente, per baciarlo. Voleva sentire il calore delle sue labbra, ma era indecisa se farlo davanti a tutti. Era il momento perfetto, magari se sarebbero stati soli…Solo lui e lei…Magari…
A rompere l’attimo fu Gai:-Tsh, il mio rivale sta sempre a vantarsi. Quando diventerò più forte di te sarò io a vantarmi.-
Rin si fermò innervosita:”Ma non stavamo parlando di quella forza…”- 
K:-L’importante è crederci- disse con faccia annoiata.
Gai:-Mio padre dice sempre che io potrò superarti un giorno, mentre lui deve rassegnarsi contro tuo padre. Ma io sono sicuro che anche lui ce la farà, anche se non è nel pieno della sua giovinezza!- 
K:-…Mi sa che tuo padre ha ragione- si mise in piedi.
Rin:”Maledetto Gai” -Te ne vai?- chiese a Kakashi e lui annuì -Vengo con te- 
Salutarono gli altri e si incamminarono verso casa di Rin; lei era ancora un po’ ammaccata, ma riusciva a camminare. Durante il cammino non riuscirono a dire alcuna parola. Il modo in cui avevano salutato gli amici era disgustoso, non andavano più così d’accordo come prima; loro erano sempre gli stessi, ma i due ninja li vedevano ‘diversi’: pensavano che avessero paura di parlare, per non ferirli; però magari quando succedeva, a causa di una parola o di una frase fuori posto, la coppia ci rimaneva ancora più male poiché gli amici non riuscivano a comprendere il loro dolore. Piuttosto complicati questi due..e dire che gli altri volevano solo essergli compagni. 
“Stupidi, dalle loro facce si vedeva perfettamente che non capivano una minchia” pensò Kakashi, incurante della presenza di Rin. Anche lei era immersa nei suoi pensieri, come sempre, rivolti al suo collega “Sono stata egoista. Si, perché ho pensato solo ai miei sentimenti mentre lui mi sorrideva per farmi calmare, contrastando tutti i suoi dolori. Vorrei tanto abbracciarti e dirti che non va tutto bene, ma lo sarà presto, speriamoci, Kakashi.”  Lei si sentiva in debito con lui, ma le mancava il coraggio di parlargli o di consolarlo, sempre se lui lo avrebbe voluto… Lui odiava la compassione nei suoi confronti, odiava parlare del suo passato, non gli piaceva passare il tempo con i suoi amici o ciò che erano ora per lui, chissà se provava ancora amore… 
Arrivò il momento di salutarsi. A Rin venne una strana idea “Ma no cosa vado a pensare, non accetterà mai e io ci farò solo una brutta figura” pensò ma le uscirono le parole da bocca:-Perché non dormi a casa?- lo aveva detto -i miei sono in missione, quindi siamo entrambi soli…-
Kakashi era un po’ scettico, ma gli sembrava più una supplica che una proposta quindi le rispose:-Mm…sembra che non possa rifiutare.- 
Rin non ci credeva, glielo aveva veramente chiesto e lui aveva anche accettato? “Forse sto già dormendo da un po’…” pensò incredula e si diresse verso la porta d’ingresso per entrare nella sua accogliente abitazione.
 Rin preparò il riso per l’amico:-Ecco(poggiandolo sulla tavola)io vado a cambiarmi.- 
Le forti emozioni la sovrastavano, ancora non realizzava che avrebbe passato una notte con Kakashi e per giunta soli, senza nessun rompiscatole tra i piedi. In una serata priva di scuse poteva succedere di tutto…”Magari questa sarà la volta buona per baciarci” pensò Rin eccitata, si dirigeva verso la sua camera saltellando e gioiva al solo pensiero di condividere lo stesso letto, benché in casa c’era solo il suo, non poteva farlo dormire in quello dei genitori…”In un unico letto, sotto le stesse coperte…I nostri respiri che si incrociano… AAAH!”  

La casa di Rin era abbastanza grande. C’era un ingresso per togliersi le scarpe; entrando nell’arco a destra si trovava la stanza per gli ospiti da cui poi si poteva andare in bagno, mentre in quello a sinistra era situata la stanza per i pasti insieme alla cucina. Se invece si prendevano le scale di fronte e quindi si saliva al piano superiore, si poteva entrare in tre diverse stanze: la camera di Rin, la camera dei genitori e il bagno. Rin quindi scese le scale per tornare dall’amico. Lo vide pulire la ciotola:-No fermo, ci penso io-                 K:-ormai ho fatto-     
Rin:-Il solito… Vieni ho preparato il tuo letto- insieme si dirigevano verso la sua stanza -Dormirai per terra, non ti farò posto nel mio letto.- continuò.
:-Io dormo sempre per terra.- le rispose Kakashi e la ragazza si pentì di aver detto quella frase…
Aveva progettato le migliori conversazioni da fare mentre condividevano le stesse lenzuola, ma dovette scartarle tutte poiché non sapeva con certezza l’orario del ritorno dei genitori e se codesti gli avrebbero visti sarebbe stato parecchio imbarazzante per i due.

 Kakashi si posizionò sotto le lenzuola e cominciò a leggere il suo libro. Rin ritornò dal bagno e si sdraiò sul letto.
Le vennero dei brividi e una strana sensazione. Si girò di lato per osservarlo, anche lui la stava guardando…I loro sguardi si incrociarono per pochi secondi, poi lui tornò a leggere il suo libro. Il cuore di lei batteva forte, non riusciva a distogliere lo sguardo da lui, lo cercava con quell’occhi grandi e castani. Kakashi se ne accorse, o era quello che era riuscita a capire Rin quando aveva notato una piegatura sulla sua maschera, giusto sotto lo zigomo, come se stesse facendo una smorfia, una smorfia con la qualità di un sorriso. Rin si sentiva ancora più agitata e presa dalle emozioni si convinse a dar inizio ad una conversazione
:-Cosa leggi?-                K:-Un libro.-              R:-Davvero?- domandò ironicamente               K:-Si, davvero.- Il ragazzo non collaborava. Sembra che si divertiva a mettere in difficoltà Rin.
“Uffa non possiamo stare tutta la notte senza aprire bocca, devo sfruttare questa situazione per conquistarlo” 
Rin cambiò discorso:-Domani dobbiamo incontrarci col sensei?-
K:-Si, solita ora- 
R:-Okay. Oggi sei stato bravissimo durante l’allenamento.-  furono le uniche parole dette quella sera a rispecchiare i sentimenti della ragazza.
K:- Ti devi allenare di più.- le rispose 
R:-Già…-
 -Cerca sempre di superare il tuo limite, proprio come hai fatto oggi …Complimenti- aggiunse con un sorriso. 
“Non ci posso credere! Mi fatto i complimenti!”  sentiva le farfalle nello stomaco, era troppo felice. “Finalmente collabori un po’ anche tu” Con una sola frase, anzi con una sola parola, lui riusciva a farle provare queste strane emozioni.
“Devo continuare la conversazione, non può finire qui”pensò Rin, ma l’unico suono che le uscì dalla sua tremante bocca fu:-Arigatou(grazie)-
“È finita? Mi darà almeno la buonanotte?”   
La conversazione sembrava conclusa ed entrambi rimanevano in silenzio. Ad un tratto Kakashi spezzò la quiete:- Ah Rin, non so se mi troverai quando ti sveglierai-
Rin:-Come mai?- 
K:-Solita passeggiata mattutina- 
R:-Capisco…Vengo con te a salutare Obito- 
K la guardò:-Ricordati di svegliarti- chiuse il libro e si girò sul lato opposto, spense la luce. -Buonanotte-                     Rin:-Buonanotte-

Le dispiaceva non continuare la conversazione, tutte quelle cose che si era prefissata… Tuttavia era contenta: Kakashi le aveva dedicato parole carine, da lei apprezzate ed accettate.
“Nella vita non ci sono scorciatoie…Neanche in amore”  Pensò e successivamente si addormentò, con un sorriso stampato in faccia.

-Rin, non sono un po’ troppi 3 figli?-

La ragazza spalancò gli occhi.




Continue


Ho finalmente aggiustato il secondo capitolo. 
Scusate il ritardo, ci ho messo un po’ troppo a rivederlo a causa di molti impegni. L’avevo rivisto più volte, ma non sapevo come aggiustarlo maggiormente, ormai la mia testa sta nel tema del mare…Spero comunque che vi piaccia di più dell’originale. All’inizio era un capitolo auto-conclusivo quindi ho voluto cambiare alcune cosette da riprendere nel terzo. 
Recensite, Recensite, Recensite. Avvisatemi di eventuali errori e cose da migliorare.
Al prossimo capitolo!

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Capitolo 3
*** La gara della bellezza R. ***


La gara della bellezza




-Rin, non sono un po’ troppi tre figli?-

La ragazza spalancò gli occhi. 


La notte aveva inghiottito la città portando calma e lieta serenità; le luci delle piccole stelle che in cielo brillavano, donavano quel minimo scintillio per far capire che ogni cosa stava solamente riposando, che non aveva ceduto il passo alla…Morte, il primo pensiero che risale nella mente osservando le tenebre, il “sonno eterno” è un fatto singolare di ogni persona e può essere vissuto in due modi: il primo in cui si soffre perdendo una persona cara, e nel secondo quando si perde la propria vita. In entrambi i casi, dona tristezza e solitudine, come la buia oscurità senza stelle. È una cosa naturale e va accettata come quando, al calare del sole, la giornata finisce, tutto diventa un ricordo, seppur bellissimo. 



 Arrivò dunque l’alba.
Kakashi si svegliò in anticipo e si godette alcuni minuti, ancora sotto le lenzuola, a contemplare il soffitto. Realizzò che aveva veramente dormito con Rin, nella stessa casa e la stanza condivisa…Si era quasi dimenticato cosa si provasse a svegliarsi così al mattino…Quell’euforia che si prova appena si aprono gli occhi dopo una bella nottata e ci si ritrova il volto della persona cara con cui ci si è passato il tempo la sera prima. Un senso di protezione, calore, affetto, tranquillità…La cura a tutte le ferite.


Dedicò la sua attenzione proprio alla ragazza, ancora dormente. Si alzò e si mise ai piedi del suo letto per osservarla meglio, era ancora immersa in un profondo sonno. “Meno male che avevo detto di svegliarti presto…” pensò e si andò a preparare.


 Kakashi era pronto ed aveva anche messo a posto le lenzuola. 
La ragazza stava ancora dormendo. Rin:" Dai baciami ancora " sognava abbracciata al cuscino e sappiamo perfettamente di chi si trattava. Lo sognava tutte le notti figuriamoci ora che avevano dormito nella stessa casa. Lei lo voleva, voleva il suo calore e questa notte lo aveva sentito un po' più vicino, si era quasi stancata di aspettare che lui si innamorasse di lei…Quel calore poteva averlo solo sognando. 


Lui decise di lasciarla ai suoi sogni, ma appena aprì la finestra, Rin balzò in piedi. 
Rin:-AAH!AspeTTami! NoN ti aZZardare ad uscire Di Lì!- corse a prepararsi. Non poteva credere di non essersi svegliata in tempo. Glielo aveva promesso a Kakashi e poi anche lei voleva andare a salutare Obito. 
“Com'è potuto succedere... cosa dirò a Kakashi? Che non mi sono svegliata perché ero occupata a farmi film mentali con lui? No noo, certo che noo.”
 Lasciò tutto in disordine: il letto non fatto con il pigiama buttato sopra, il cuscino per terra (non si sa per quale assurdo motivo) il pupazzo che stava sullo scaffale finì sulla scrivania facendo cadere le altre cose compresa la foto del team, l’unica cosa che Rin rimise a posto. 
Rin:-Bene, andiamo!- 
 Kakashi la guardò strano:-Faremo tardi. Mm…pazienza- alzò le spalle.

Durante il cammino Rin si ricordò di quella frase di Kakashi detta prima di addormentarsi. “Forse me lo sono solo sognato” pensò non notando nessun comportamento strano del collega, il quale aveva già percepito l’imbarazzo di lei. 

Entrambi guardarono in silenzio la lapide di Obito. Riemersero tutti i momenti passati insieme, belli e brutti, divertenti e noiosi, indimenticabili e imbarazzanti. Obito gli mancava da morire e loro si sentivano impotenti guardando la sua lapide. Si abbandonarono ai ricordi.



K:-Rin, dobbiamo andare- lei annuì. 


Minato era già arrivato al punto di incontro. Aspettò tranquillo per 15 min, con braccia conserte e ammirando il cielo sgombro da nubi.
:-Buongiorno Minato sensei!- udì una voce femminile.
Minato:-Buongiorno. Non è da voi fare ritardo.-
-Già…- rispose Kakashi dando un’occhiataccia a Rin.
“Oggi sono più positivi del solito…Cos’hanno combinato..?” Il sensei li perquisiva con lo sguardo mentre si dirigeva verso il campo verde.


Arrivata l’ora di pranzo Minato condivise le sue polpette di riso. 
Rin:-Non mangi Kakashi?- lui prese la sua polpetta e la fissò, chiedendosi se mangiarla o no.
“Forse hanno passato la serata con qualche amico…Questa mattina sono arrivati insieme e in ritardo per giunta, perché si sono incontrati prima? Cosa mi stanno nascondendo questi due…”
Minato nel dubbio chiese :-Come va con gli amici?- 
Rin ingoiò il boccone e rispose al sensei:- Non lo so, sono tutti diversi. Si comportano in modo strano. Credo che si trattengano per non dire qualcosa di troppo o offensivo. Non siamo più aperti come prima- aspettandosi una conferma dall’amico, distaccato dalla conversazione.
:-capisco…-Minato sembrava essere più attratto dalla risposta del subordinato che aveva già divorato la polpetta -E tu Kakashi?
:-Sono tutti così immaturi. Non mi piace parlare con loro.- rispose il ragazzo.
“Allora è successo qualcosa tra loro due…Comunque sia non possono chiudersi dal mondo, devono fare nuove amicizie, perlomeno riallacciare i rapporti con i vecchi amici..” pensò Minato e con tono deciso :-Vi assegno una missione:dovete passare il resto della giornata con tutti i vostri amici dell’Accademia. Ci vediamo domani.- e scomparve

I due un po’ scettici si misero a camminare senza una precisa meta. Passarono difronte il tavolo spesso occupato da… -Heeey, venite a sedervi.- ma di chi sarà questa voce?
Kurenai:-Vieni Rin mi serve il tuo aiuto.- 
Rin prese la mano di Kakashi e se lo tirò dietro. 
-Facciamo un torneo della bellezza dove parteciperanno tutti i maschi.- concluse poi la ragazza dagli occhi rubri.
K:”Che razza di buffonata…”
La ragazza preparò dei pezzetti di carta, su ognuno c’era scritto il nome di ciascun ragazzo. Ku:-Cominciamo da te Gai.- lui pescò un foglietto, lo aprì e :-Genma – 
Le ragazze li fecero sedere vicini. 

Genma Shiranui indossava un cappotto blu con un cappuccio internamente rosso e portava la sua solita bandana con il nodo a fiocco sulla fronte da cui fuoriusciva una ciocca di capelli frammezzo le sopracciglia; i capelli, pressappoco lunghi, di colore castano erano sciolti; con la bocca giocherellava con il suo sembon. 

Gai Maito indossava la sua solita tutina verde altamente aderente, assai oscena per le forme che evidenziava, con le cavigliere arancioni e la fascia da ninja legata alla vita; sugli avambracci aveva arrotolate delle bende; il suo punto debole erano i capelli neri a caschetto, il grosso naso a patata e, soprattutto, le nere sopracciglia spesse e cespugliose.

Rin:-Io direi Genma.-        Ku:-Già-   
Gai abbassò il capo amaramente. Successivamente si offrì Kotetsu e sul foglio pescato lesse ‘Kakashi’. 
K:-Io non partecipo- sembrava convinto, ma si arrese contro Rin. 

Kotetsu Hagane portava i capelli sul blu spettinati che cadevano sulla fascia a coprifronte ninja; aveva uno sguardo positivo e accennava un sorriso; indossava un maglione con un colletto largo e alto di colore azzurro e le maniche marroni; portava una benda sul naso.

Kakashi Hatake aveva i capelli argentati, mediamente lunghi, pettinati all’insù e tirati verso la sua sinistra a creare un ciuffo; l’occhio destro era di colore grigio scuro mentre il sinistro era coperto con il suo coprifonte, invece la parte inferiore del suo viso, a partire dal naso, con una maschera; indossava una maglia a maniche corte di colore blu scuro e dei scalda muscoli sull’avambraccio dello stesso colore; portava il suo pugnale nella custodia dietro la schiena retta da due bretelle marroni.

Ku:-Entrambi hanno dei capelli strani..- 
Rin:-Io preferisco quelli di Kakashi- Kurenai conferma. 
Ku:-Kotetsu mi trasmette allegria, Kakashi… non lo so, mi incuriosisce.- 
R:-Il mistero lo rende figo-    /    insieme proclamano il vincitore. 
La prossima sfida è tra Gekko e Asuma. 

Gekko Hayate portava il coprifonte ninja come bandana con lo stemma della foglia sulla fronte; anche lui, come Genma, lasciava cadere i capelli di colore castano scuro in modo naturale e una ciocca in mezzo alle sopracciglia; il viso pallido e le occhiaie nere non abbandonavano mai il ragazzo che a volte faceva dei colpi di tosse; indossava un maglione arancione con le maniche ripiegate.

Asuma Sarutobi indossava una maglia a rete a maniche corte sotto un gilet bianco con il colletto blu; aveva la carnagione olivastra e i capelli corti di colore nero spazzolati all’indietro; un ragazzo alto, sorridente e affascinante.

Le due ragazze, senza pensarci due volte, indicarono Asuma.
Le semifinali: Genma vs Asuma … il perdente vs Kakashi 
Ku:-Questa è difficile.- 
R:-Entrambi sanno il fatto loro…- 
Ku:-Asuma è bello ed alto, mentre Genma ha uno sguardo e un modo di fare…- 
Rin:-Mm, non riesco a decidere.- 

 Kurenai notò passare Anko:- Hey Anko! Vieni qui.- la ragazza dallo sguardo cupo si ravvivò - aiutaci a decidere chi far vincere secondo il fascino.- 
Anko:-Lui mi attira di più (indicando Genma) però l’altro è carino. Perché non vediamo chi è il più forte, questo fattore attira molto le ragazze.- 
Ku: giusto, ma non li conosciamo sul campo di battaglia.- 
Kakashi:-È più forte Asuma.-    /    Ge:-E tu che ne sai…-    /     K:-Avresti il coraggio di sfidarlo dopo questa reazione?- 
Anko:-Mlh, lui ha vinto tutto- disse riferendosi a Kakashi  
Gai:-Asuma è fortissimo.- 
Rin:-Allora passa Asuma?-  le due annuirono. Ku:-E poi lui è più bello- disse ridacchiando 
 
Genma vs Kakashi. 
Anko:-Io già mi sono fatta un’idea.- 
Ku:-Sicuramente tra i due è più forte Kakashi- Genma si innervosì. 
R:-Beh mi sembra ovvio: lui è già jonin.- 
Anko:-Ohh, interessante.- 
Ku:- Genma è un bel ragazzo e il suo sguardo mi attrae, ma ancora una volta vince la misteriosità di Kakashi.-    /    R:-Sono d’accordo-     /    Anko:-Non ho nulla da ridire- 

Finali: Asuma vs Kakashi
Ku:-Mi sento di dire che Asuma supera esteticamente Kakashi, ma è un po’ azzardato visto che riusciamo a vedere solo il suo occhio annoiato.- 
R:-Già, stavolta il mistero non conta- 
Anko:-Devo ammettere che il suo sguardo non mi piace-  
Rin:-Non contare quello, è momentaneo, spero.- 
Anko:-Comunque si tratta di bellezza, quindi mi sento di dare il mio voto a lui(indicando Asuma)- disse la ragazza cambiando la sua iniziale opinione.
Ku:-Già, ma come fai a dirlo.- 
Rin:- Kakashiii ti togli la benda?- sospirò e se la tolse. 
Ku:-Già è diverso, ma ancora non basta per vincere.- 
Rin si avvicinò a Kakashi:-Dai togliti la maschera.- gli ordinò facendogli l’occhiolino.       /      K:-Scordatelo- 
Rin poggiò la mano sul suo occhio sinistro e gli bisbigliò:-Vuoi che lo vedano?-     /     K:-Non farlo- rispose Kakashi con tono imperativo, ma che la ragazza colse come una supplica.
Rin fece scendere le dita sulla maschera, abbassandola. Kakashi la guardò con sguardato omicida.  
Asuma:-Kakashi cosa nascondi nel tuo occhio sinistro?- non ricevette risposta - Allora?- 
K:-Nascondo… 
Stava veramente per rivelare il suo sharingan? Era una cosa troppo preziosa per lui che non faceva vedere a chiunque, neanche ai sui amici. Gli unici a saperlo erano Rin e il sensei e qualche nemico sconfitto in missione. Che faccia faranno? Che faccia farà Gai, sapendo che il suo rivale era molto più forte di come lo conosce lui. Lo guarderanno allo stesso modo? Erano solo adolescenti, l’invidia era uno dei pericoli più diffusi. Se loro si faranno prevalere da essa Kakashi rimarrà di nuovo solo.  
K:-Nascondo…beh, lo scoprirete nel prossimo capitolo- 
Asuma:-eh?-     /     Gai:-Daii diccelo!     /     Rin:-che stupido haha.     /    Anko:- Quante altre cose devo scoprire su di lui…






Eccomi ritornata con il terzo capitolo. Mi sono soffermata di più a scrivere i sentimenti dei personaggi soprattutto di Rin benché Kakashi è sempre così misterioso. Su Anko ho scritto solo due aggettivi, la conosceremo meglio nei capitoli a venire. Spero vi piaccia, fatemelo sapere con una recensione e se volete lasciate qualche consiglio. 

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Capitolo 4
*** La ragazza alla finestra ***


Capitolo 4




-Nascondo…
Attirò l’attenzione di tutti i presenti in quella banale giornata: un fitto silenzio trovò facilmente luogo mentre Kakashi, diventando quasi riluttante, creava tensione nel pubblico impaziente della sua risposta, impaziente di capire cosa nascondesse in quell’occhio sempre chiuso o coperto dalla benda che portava continuamente sul viso in coppia con la solita maschera, la quale-per la prima volta nella sua esistenza probabilmente-si staccò dal viso del confuso ragazzo lasciando ammirare da quelli che si definivano i suoi compagni, il suo giovane volto aggraziato compromesso da una lunga cicatrice sulla guancia sinistra e che attraversava l’occhio, per poi svanire sul sopracciglio. L’attenzione dei ninja si stava spostando dalla sua risposta alla perfezione dell’esplicito e così Kakashi decise di continuare la frase:-Nascondo…Una caramella
La loro curiosità si trasformò in una specie di stizza, rimasero tutti basiti credendo uscisse una frase seria dalla bocca del ninja prodigio. Tuttavia le ragazze non distolsero lo sguardo da Kakashi e arrossirono leggermente, dichiarandolo vincitore del gioco.

-Ragazze ci sbagliavamo un sacco- balbettò Anko ormai sicura di essersi innamorata di quel tipetto sconosciuto e attraente.

-Ma perché indossa la maschera allora?- si aggiunse Kurenai rimangiandosi le sue precedenti osservazioni.

-Sei cambiato un po’- notò Rin facendo una risatina compiaciuta e questo fece innervosire ancor più Kakashi, il quale le rispose in modo sarcastico:-Già, ho messo su qualche dentino…Ma ti pare?
La ragazza non se la prese e si occupò di rispondere alla domanda della gelosa Kurenai:”Ma tu l’hai già visto senza maschera?”     -Mi è capitato qualche volta…- si vantò - Sono nel suo team e il medico per giunta

Nel frattempo Kakashi si rimise a posto la maschera e fece per scappare da quella situazione imbarazzante, ma venne fermato da Anko che non perse tempo a fare le sue conoscenze:- Com’è che ti chiami quindi?
-Hatake Kakashi, piacere- le rispose continuando a camminare, ma venne nuovamente fermato, questa volta da un gruppo di ragazze invaghite che urlava qualcosa simile a “Kakashii” “TeSoroo” e altre cose così. Il posto diventò veramente incasinato.
Fortunatamente sulla testa di Kakashi si accese una lampadina e lui non perse tempo a mettere in atto il suo piano: chiamò Rin porgendole una mano – non lo aveva mai fatto – la ragazza rimase immobile mentre tutti la fissavano senza dire una parola. Kakashi le sorrideva e lei non riusciva a muovere un muscolo, sentiva divorarsi dentro, il cuore le pulsava troppo velocemente, molto sangue le giungeva in testa provocando l’arrossimento sul suo armonioso viso. Inaspettatamente Kurenai le diede una spinta facendola sbloccare, così Rin posò la mano su quella dell’amico e quest’ultimo la stinse dolcemente. Il cuore della ragazza non rallentò anzi, pulsava ancora più forte facendola diventare un vero e proprio peperone appena colto.

“Non starà mica…” Lui si avvicinò lentamente al suo viso mentre lei si sentiva svenire; la distanza tra i due diminuiva gradualmente fino a quando lui non appoggiò la guancia alla sua e attento a non farsi sentire da nessun altro, le bisbigliò:-Spero che tu l’abbia capito che è solo una farsa per liberarsi di quelle rompiscatole…

Rin non credeva alle proprie orecchie, Kakashi la stava solo usando…Il cuore ormai spezzato non voleva ancora rallentare, si fece infatti costringere dalla sua padrona che era rimasta molto delusa da quell’atteggiamento egocentrico.

-Andiamo- riprese a parlare con tono normale e insieme si incamminarono sulla strada a sinistra 

“Quindi tutto questo finirà quando ‘quelle rompiscatole’ saranno sparite…” 

Contemporaneamente le ragazze non evitarono di fare i loro soliti commenti
Kurenai:-Allora anche Rin sa il fatto suo…
Anko:-Mi ha anticipato, che furbetta…


Si era fatto sera, gli uccelli ritornavano ai propri nidi; i genitori preparavano la cena per i propri figli affamati con tanto amore; sulla tavola si potevano trovare molteplici cibi squisitissimi che le persone ingerivano con passione; le vie del villaggio cominciavano a sgombrarsi per essere inghiottite, pian piano, dall’oscurità della notte insieme a tutto ciò che le circonda: case, negozi, botteghe, giardini, statue, alberi…
Era così, lentamente tutto veniva raggiunto dal buio dopo uno splendido tramonto tinto di un cocktail di colori caldi e romantici consigliatissimi per un’amorosa luna di miele tra due innamorati che insieme voglion convivere perché legati da sentimenti molto forti: dall’amore al disopra di tutto. 
Era assai magico il passare del tempo, l’alternarsi del dì e della notte, il passare dei giorni e mesi ed anni… I filosofi osservavano e studiavano tutto ciò , il ciclo della vita, e arrivavano a domandarsi cose assurde come ad esempio dove finisce il mare, il punto preciso in cui il mare finisce, qual è? 

Kakashi e Rin stavano ancora camminando mano nella mano mentre il mondo continuava a ruotare sul proprio asse e contemporaneamente intorno al Sole insieme alla Luna, a quest’ora altamente visibile in una serata estiva, oramai visibili sulla sfera celeste sono anche le stelle, grandi e piccole, rosse e blu, ma che ad occhio nudo appaiono sul giallo chiaro quasi bianco.

-Finalmente se ne sono andate- ruppe il silenzio armonioso che si era creato, attirando l’attenzione della ragazza, la quale pensò “Sono pronta. Non mi stupirò quando mi lascerà la mano. Ora lo farà, ne sono sicura, è tutto finito” ma intanto lui continuava a tenerla stretta come un oggetto che si ha paura di perdere. Kakashi passeggiava spensierato e molto sollevato, mentre la sua collega stava per scoppiare dentro per la rabbia, ormai non sapeva se voler stare ancora con lui o tornare a casa: doveva fargli capire che aveva sbagliato, che l’aveva ferita comportandosi in quel modo, perciò voleva rincasare da sola, ma lui non le lasciava la mano…Non poteva farlo lei, non aveva il coraggio e poi voleva capire il motivo per cui lui lo faceva, non era solo una farsa?
 Sono passati quindici minuti da quando ‘quelle rompiscatole’ li hanno lasciati soli, ma non era cambiato niente. Per quanto ancora doveva continuare questa cosa? Rin si stava convincendo che non era soltanto una scusa… Decise di iniziare una conversazione ricordandosi di una frase letta in un libro che aveva ricevuto in regalo da sua madre:”Non chiedere mai ‘Dove’ se ti prende per mano e ti dice ‘Andiamo’. Andiamo è un percorso che è più bello se non ha destinazione.”

-Che bel tramonto!
-Non mi piacciono molto i tramonti- le rispose freddo come un ghiacciolo
“Bene. Sono proprio fortunata, sono innamorata di un ragazzo a cui non piacciono i tramonti…” 
-Non sono gli unici ad essere belli…- continuò lui 
-Assi? Fammi un esempio- gli chiese un po’ imbarazzata 
-Ce n’è davvero bisogno? Beh, per esempio…/ venne bloccato da un urlo e non riuscì a completare la frase
-HEYYY!! VOI DUEE!!
Kakashi mollò la presa alla mano di Rin e si girò nella direzione da cui proveniva quell’urlo. Ovviamente era Gai che li stava raggiungendo a passo di corsa seguito dagli altri suoi compagni.
-ABBIAMO PENSATO DI ORGANIZZARE UNA GIORNATA IN SPIAGGIA LA PROSSIMA SETTIMANA-
-HO CapitO, mA PerchÈ uRli!!?- lo ribattè Kakashi innervosito
-Mi sembra una buona idea!- disse una voce conosciuta
Rin:-Minato sensei? Da quando sei qui?
-Sono appena arrivato, ora devo andare. Wow, bravi! In solo mezz’ora siete riusciti a farvi tutti questi amici!- notò Minato pronto a ripartire per meta sconosciuta ai suoi allievi, così li salutò e sparì.

Il sole era ormai tramontato e i ragazzi dovevamo rincasare, si diedero la buonanotte e una appuntamento per organizzarsi meglio. 
Asuma:-Ci vediamo lunedì allora. Mi raccomando, voi due non sparite!- il team 7 annuì



Rin rientrò in casa e avvisò i suoi di esser tornata, poi si diresse verso la sua stanza. Era stanca e non aveva neanche tanta fame, voleva solo stare un po’ da sola. 
-Perché torni solo ora?- chiese la madre di Rin dalla cucina
-Ero in missione mamma. Vado in camera-
-Rin la prossima volta, prima di uscire, riordina la tua stanza!- la rimproverò mentre condiva lo sgombro
-A si, lo farò 

Si sdraiò sul letto senza cambiarsi, abbracciò il cuscino e chiuse gli occhi. La stanza era perfettamente in ordine, sua madre si era data molto da fare quel pomeriggio. Aveva passato lo straccio per tutta la casa, lavato i panni e cambiato le lenzuola dei letti. Ogni oggetto brillava, soprattutto la collezione di statuette in argento del marito che prendeva posto nella vetrinetta in salotto e che la signora si era occupata di lucidare. Dopo questa lunga giornata in casa, visto che era libera da missioni e altri impegni, impastava di amore la cena a base di pesce. 
Rin ripensava ad ogni secondo di quella serata mentre le farfalle le tormentavano lo stomaco fallacemente non affamato. Sorrideva stringendo il suo guanciale come se fosse il suo amato. Nella sua testa c’era solo Kakashi e il dolce calore della sua mano.

-Rin! È pronto, dai vieni-
-Uffa…Va bene!- strillò lei visto che la madre aveva interrotto i suoi pensieri molto più importanti rispetto ad ingerire del cibo.




Kakashi e Genma erano ancora fuori e girovagavano tra le strade del villaggio notturno. Erano entrambi immersi nel proprio mondo. Si udiva il suono delle forchettate che esploravano i piatti e piano piano, una alla volta, cominciarono a non sentirsi più. Alcune famiglie spensero le luci per dare la buonanotte ai figli e per mettersi a letto a loro volta. 
-Tu non hai nessuno che ti aspetta a casa e io ho un padre malato... Vuoi del ramen?-
-No grazie, non ho fame-
Una lunga pausa si intromise nella conversazione, poi Genma riprese a parlare.
-L’hai baciata?-
-Cosa?
-Rin, l’hai baciata? Hai avuto un’ottima opportunità 
-Non sono affari tuoi. Comunque no, non l’ho baciata
-Ti piace. Lei ti piace.-
-Ripeto: non sono affari tuoi 
-Lo so. Però ti piace… - insistette
-Sono io che piaccio a lei, non il contrario
-Si certo…- disse a modi di prenderlo in giro -Però è molto bella  
-Ti piace?- lo stuzzicò plagiando i suoi modi
-Non sono affari tuoi 
-però ti piace.
-…-
-Kakashi vieni con me. Ti faccio vedere una cosa- 
Lo seguì a passo di corsa saltellando nel buio tra i tetti delle abitazioni. Si fermò di colpo.
-Cosa ci facciamo qui?
-shhh, zitto o ci scoprirà 
Si fermarono sopra una casa a tetto piatto con una sorta di muro di recensione, dietro al quale si nascosero. Era situato di fronte la finestra della camera di Rin e Kakashi lo sapeva bene, infatti guardò serio il suo amico come se volesse denunciarlo per omicidio colposo.
-So dove siamo. Vuoi spiarla?
-Kakashi non credevo fossi una santarellina. Affacciati un po’ e poi vediamo se vuoi andartene
Lui poggiò le mani sui mattoni e furtivamente diede un’ occhiata dentro la camera dell’amica.
-È senza la maglia.- commentò 
-Di solito a quest’ora dorme da un po’. Non pensare neanche di rado che la spio mentre si cambia. Questa è la prima volta.
- Vieni qui molto spesso quindi- annotò Kakashi dimostrandosi molto protettivo e anche un po’ geloso, però nel frattempo continuava a guardare…
-Non tutte dai
- vorrei tirarti un pugno-
-ma non lo fai perché ci potrebbe scoprire e poi addio alla seducente fanciulla senza maglia

Dalla finestra si vedeva parte della camera di Rin: la testa del letto, la scrivania e due mensole con sopra delle foto. Poi c’era lei, una fanciulla molto bella rispetto alle ragazze della sua età, con i capelli sciolti lasciati cadere leggermente sulle spalle nude e un fisico molto snello ma non sciupato ondeggiava davanti lo specchio nella stanza illuminata da una candela. Il viso ancora da bambina con due belle guanciotte sorridenti e le labbra morbide e carnose, gli occhi grandi e il nasino all’insù. Il seno appena accennato era coperto da un corpetto nero.

-Hey aspetta non si vorrà togliere anche…
Brutto maiale non guardare!-
-Non lo fare neanche tu!
Rin inconsciamente stava per mostrare le sue intimità ai suoi amici spioni che fortunatamente persero l’occasione irripetibile litigando e bisticciando rischiando anche di farsi scoprire dalla ragazza che si immerse nella stoffa rosa opaco del suo pigiama coprendo interamente e dolcemente la sua morbida pelle da signorinella. Completò il tutto con uno sbadiglio a forma di cuore, dal raggio di 6 chilometri, esposto al pubblico da cima a fondo; si poteva anche osservare come l’ugola sbadigliasse a sua volta e così anche l’ugola all’interno della precedente e, continuando, anche  nell’ugola successiva alla susseguente della prima, quindi all’ugola di Rin e potrei continuare all’infinito…
La ragazza spense la luce e anche tutte le capacità motorie lasciandosi cadere sul letto a peso morto appena sotto la finestra. Dopo qualche minuto di riflessioni filosofiche su come sconfiggere un’invasione aliena e una zombie contemporaneamente, spostò il suo sguardo dalla volta in cartongesso al paesaggio fuori dalla finestra: un cielo contaminato di stelle e pianeti -intralciato da qualche impronta di manacce sul vetro- che si poggiava su una casa a tetto piatto…  I due ragazzi con movimenti improvvisi si abbassarono nascondendosi dietro il muro e pregando tutte le divinità -da Zeus ad Allah, poi anche a Dio e perfino all’Hokage- di non esser stati sgamati, vedendo minacciata la propria sopravvivenza sul quel mondo ingiusto e crudele. Si tapparono la bocca con una mano.Non succedeva nulla. Nessuno dei due voleva affacciarsi per vedere cosa stava succedendo sperando che quegli occhioni marroni fossero ormai chiusi e che Rin stesse dormendo. 

-Hey tesoro, non ti sei ancora addormentata?-
-No mamma-
Parole molto dolci in una solita conversazione tra madre e figlia, che i ragazzi origliarono cogliendo tutto l’amore che c’era in esse, con un po’ d’invidia.  
La signora di casa diede il bacio della buonanotte alla sua bambina e poi continuò a baciarla ininterrottamente sul collo facendola scoppiare a ridere. I due ovviamente osservarono la scena in silenzio, senza mostrare all’esterno nessun tipo di emozione e con i gomiti poggiati sui mattoni. La madre sembrava essersi fermata e si rivolse a Rin con tono dolce:-Cosa hai fatto stasera? Sei stata con i tuoi amici?-
-Finita la missione ho fatto un giro con Kakashi
-Il ragazzo che ti piace?
-Mamma…- la frenò Rin imbarazzata mentre la madre rideva amabilmente, ma improvvisamente si placò e  alzò lo sguardo alla finestra, inghiappando gli intrusi in pieno:- Avete finito di spiare?
I due le voltarono le spalle consapevoli del fatto di essere fottuti.
-Venite qui su, volete un bacio della buonanotte anche voi?- domandò con un pizzico di ironia – Dai, non fate i timidi!- la sua voce era dolce e tranquillizzante, non molto acuta. Tutti avrebbero voluto una madre come quella di Rin. Aveva i capelli raccolti in una coda lenta, due belle labbra carnose e gli occhi spiccicati a quelli di Rin.

La ragazza si girò per capire cosa stava succedendo e subito riconobbe una figura, quei capelli troppo particolari…
Genma e Kakashi allora dovettero arrendersi e con capo basso raggiunsero la finestra.
-Ma guarda, questa proprio non me l’aspettavo. Cosa ci fate qui?- gli interrogò la signora mentre Rin stava arrossendo a causa della presenza del ragazzo dai capelli grigio-argento che provava a spiegare pacificamente la loro azione sbagliata, manipolando un po’ i fatti:
-Eravamo di passaggio e volevamo goderci la scena
-Ci mancano queste coccole tra madre e figli- aggiunse Genma procurandosi la compassione delle due e un occhiataccia da Kakashi.
-Beh..Non sono io vostra madre…- rispose la signora Honara presa alla sprovvista quindi priva di parole migliori, ma venne bloccata da Kakashi che appuntò:- È questo il punto…- sempre continuando a divorare Genma con le sue occhiatacce, sicuramente non era una conversazione che riusciva a digerire…
La madre di Rin, con la sua vestaglia da notte rosa opaco, riprese la sua frase:- Ma se volete allora entrate su, vi facciamo compagnia noi, non è vero Rin?- una proposta inaspettata anche per lei che annuì arrossendo in mancanza di idee migliori.
-Oh…Non dovete davvero..- rispose Genma cercando di essere gentile, ma che diventò inutile quando aprì bocca Kakashi -Non ho bisogno di compagnia. Scusatemi, devo andare- fece un cenno con la mano e si preparò a saltare giù.
-Sicuro? Fa freddo lì fuori, perché…- venne di nuovo bloccata dal ragazzo che con tono deciso concluse la conversazione -Sono orfano, ma una casa calda ce l’ho ancora- detto ciò sparì nel buio della notte.

-Mamma! Cosa hai fatto! Ma come ti sei permessa a dirgli una cosa del genere!- si disperò  e urlò contro la madre.
Genma cercò di calmarla aiutando dunque la signora che sembrava trovarsi in difficoltà:- Non è colpa sua, Kakashi è stato esagerato, voleva solo trovare una scusa per andarsene. Anche io sono orfano in un certo senso, ma non avrei mai reagito così perché sapevo che tua madre non intendeva assolutamente offendere in alcun modo. Signora, non è la prima volta che Kakashi se la prende con gli altri per delle banalità, mi scuso per lui.-
-Non scusarti, sei molto gentile-
-Genma tu non lo conosci e non puoi paragonarti nemmeno un po’ a lui e poi non è vero che se la prende per qualunque cosa e non è stato esagerato o maleducato ha semplicemente risposto a tono e ha fatto bene. – controbatté tutto d’un fiato.
-Tesoro dai, ormai è successo. Domani lo rivedrai, ora non ci pensare-
-Io vado, buonanotte!- disse sempre gentilmente 
-ciao caro-


Rin era ancora arrabbiata con la madre per quanto successo qualche minuto prima, non riusciva ad addormentarsi. Aveva imitato una posizione fetale in direzione della stanza, quindi dando le spalle alla finestra e cercava di non ripensare a Kakashi, ma non ci riusciva, era preoccupata per lui, che di solito non dava molto peso alle affermazioni altrui, ma questa volta era diverso perché si trattava della sua dolce e amabile mammina che l’aveva delusa molto con una semplice frase, facendole fare brutta figura davanti alla persona con la quale ispirava a un rapporto sano e più importante di ‘semplici amici’ o addirittura ‘compagni di team’. “Chissà come si sentirà Kakashi in questo momento” era codesto il primo pensiero che le passava per la testa. Dopo un po’ si convinse che sarebbe andato tutto bene quando la mattina seguente l’avrebbe rivisto e si sarebbe spiegata, anche se non sapeva esattamente come.
“Quale scusa dovrei usare?” Più ci pensava e più non le veniva in mente niente. 
“-Scusa Kakashi mia madre è una stupida- questo mi sembra quello più ragionevole…Basta dai, devo addormentarmi”

Sgombrò la mente e rilassò i muscoli, aggiustò i capelli dietro l’orecchio e cercò una parte del cuscino più fresca. Era estate e il calore raggiungeva tutti i pori del letto. Era notte e il buio raggiungeva tutti gli angoli del villaggio, ma Rin vedeva un ombra…Come poteva essere possibile? Da dove proveniva se non c’era alcun tipo di luce? Ci ragionò un po’ su e arrivò ad una soluzione “Che stupida, viene dalla finestra. La luce viene riflessa dalla Luna e dalle stelle” . Socchiuse gli occhi, stava finalmente cedendo al sonno. C’era un silenzio oltretomba in cui morivano tutti i rumori: le grida dei bambini, le risate, i pianti, le battute… Rin aprì leggermente gli occhi per cambiare posizione -la parte in alto a destra del letto era meno calda- e notò una figura sul pavimento, un ombra, ma non ci fece caso e riprese a dormire, pensando a una cosa che la faceva sentire bene:il calore della mano di Kakashi e la sua dolce stretta difronte a un tramonto indimenticabile.
In un attimo di coscienza prima di entrare nel sonno profondo, si ricordò di quella figura: era una testa con dei capelli all’insù, lasciati cadere sulla sinistra. Ricordò quell’ombra in questo modo. 




Eccomi ritornata dopo una lunga pausa, chiedo scusa se sono stata inattiva, ma avevo perso tutto il materiale e non ho avuto molto tempo disponibile. Vi prometto che appena finisce la scuola sarò più frequente nelle pubblicazioni. Ho aggiustato questo capitolo e ho cambiato alcune cose. Ne aggiungerò un altro prima di cambiare tema. Spero che vi piaccia e come sempre vi chiedo di lasciare una recensione. Grazie e al prossimo capitolo!!

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Capitolo 5
*** sentirsi importanti ***



Capitolo 5




La teoria geocentrica di Tolomeo afferma che la Terra si trova al centro dell’universo, mentre tutti gli altri corpi celesti ruoterebbero intorno ad essa.

La teoria eliocentrica di Copernico ipotizza che il Sole sia al centro del Sistema Solare e dell’universo.

Protagora dice che “L’uomo è la misura di tutte le cose, di quelle che sono per ciò che sono, e di quelle che sono per ciò che non sono”

È meglio essere la Terra in un sistema geocentrico, o essere il Sole in uno eliocentrico, oppure basta essere un uomo?

Le dottrine filosofiche del mondo antico ellenico soffermavano la propria riflessione sulle regole dell’agire dell’uomo. 
Per esempio:
Perché l’uomo compie sempre gli stessi errori? Perché non è perfetto. E perché non è perfetto? Perché è un essere umano. 
Cos’è successo? Siamo ritornati al punto di partenza, poiché uomo ed essere umano sono sinonimi.  
Ci sono domande che non hanno una risposta come quella di Rin:”Perché si è attratti da una persona?” Una domanda che sicuramente non poteva porre ai genitori, perché rimarrebbero con la stessa faccia di quando i bambini gli chiedono perché il cielo è blu.

Il cinguettio degli uccelli che svolazzavano aveva svegliato la ragazza, la quale si stiracchiò per bene e successivamente guardò fuori alla finestra il sole alto in cielo e la vita che si mostrava così ovvia. Poi abbassò lo sguardo verso la solita casa a tetto piatto, immobile davanti a lei. Si ricordò del suo impegno e si alzò dal letto dirigendosi verso il bagno per prepararsi.

Contemporaneamente anche Kakashi si svegliò, si schizzò dell’acqua gelida sulla faccia, saltò dentro un paio di pantaloni blu e si infilò la sua canotta, uscì di casa.

Ritorniamo da Rin. Con i soliti vestiti da ninja scese al piano terra e diede il buongiorno ai genitori. Insieme fecero un abbondante colazione per cominciare al meglio la giornata. 
-Hai dormito bene?
-Si mamma, ho dormito bene- le rispose ancora un po’ risentita e infastidita
-Perché non inviti Kakashi a pranzare da noi, sarebbe un bel gesto-
-Per compassione? Non lo accetterebbe- la frenò, non voleva ascoltarla. Tuttavia la vide pentita e pensò che glielo avesse chiesto principalmente per se stessa, voleva porgergli delle scuse evidentemente. Perciò revisionò la richiesta e cercò parole gentili per esporre la sua decisione ai genitori.
-Però potrei chiedergli di passare di qui, per pranzo, per aiutarmi a cucinare il pesce che a lui piace tanto preparare, e farvelo assaggiare e gustare…-
-Mi sembra una buona idea, tesoro tu che dici?- cercò la conferma dal marito che stava leggendo le ultime notizie del quotidiano e lui annuì.
Rin uscì di casa dirigendosi in un posto non preciso, girovagava senza meta aspettandosi di incontrare almeno uno dei suoi compagni, ma stranamente non c’era nessuno, le strade erano desolate e silenziose – a parte per l’armonioso battibeccare continuo degli uccelli, che svolazzavano anche loro senza meta- Rin sentì un brivido dietro la schiena come se qualcuno la stesse spiando, non si sentiva sicura. Raggiunse il tavolo difronte la statua del Terzo, ma ahimè, anche qui non c’era anima viva. Andò da Ichiraku e chiese a lui informazioni che però non seppe darle. Sembravano tutti spariti, era un incubo. Rin così decise di ritornare a casa, poiché non ne poteva più di quella sensazione di disagio e d’insicurezza, cominciava a provare paura. Le gambe e l’addome si irrigidirono, le mani cominciarono a sudare freddo, la bocca si asciugò e scosse continue le attraversavano la schiena.   Prese una scorciatoia e, correndo, arrivò all’abitazione in pochissimi minuti. Attraversò il giardino e bussò alla porta d’ingresso. Attese guardandosi intorno per alcuni secondi, ma nessuno le apriva. Non udiva nulla.



Tutto ciò le ricordava un sogno che aveva fatto qualche giorno prima, in cui stava per accadere una catastrofe naturale che avrebbe distrutto il pianeta e sterminando dunque ogni essere vivente. Così gli astronomi, grazie l’aiuto di studiosi e ingegneri, cercarono una soluzione; la gente era immersa in un’enorme bolla di panico e terrore; i paesi andarono in contro a carestie, guerre, epidemie…; l’unica speranza si celava negli scienziati delle montagne di ferro: montagne che sembravano vere, ma che in realtà erano i loro laboratori costruiti con il metallo. Qualche giorno prima, quando il nemico era già parecchio visibile, gli scienziati delle montagne di ferro  uscirono dai loro nascondigli e proposero il loro piano al mondo: “La grande massa che occupa la sfera celeste e oscura il nostro cielo è un asteroide, designato 2006 BL26, dal diametro stimato di oltre 100 km. È possibile che provenga dalla fascia di Kuiper e a causa di una presunta esplosione all’interno di essa, sia stato lanciato verso la zona interiore del Sistema Solare e adesso è in rotta di collisione con il pianeta Terra. A causa delle sue estreme dimensioni potrebbe portare distruzione a livello globale. Questi tipi di corpi sono molto prevedibili e, per non far allarmare la gente, abbiamo deciso di tenere la notizia nascosta. Fortunatamente abbiamo trovato un metodo per salvare ogni tipo di creatura vivente presente sul pianeta. Questa che vedete è una macchina spazio-temporale K2M0, che traferirà il corpo in un’altra dimensione. L’asteroide 2006 BL26 entrerà nell’orbita terreste il 20/07/1987 intorno alle ore 14:30.”

La prima sperimentazione avvenne il 15/07/1987 e venne ritenuta efficace anche in assenza di prove per sapere dove fossero sparite quelle persone -la strana logica dei sogni- così in soli cinque giorni la specie fu salvata. Fine.



“Non mi avranno mica abbandonato qui?” Disse Rin tra sé e sé ironicamente. 
Riprovò a picchiare alla porta e finalmente questa si aprì.
Coriandoli, fili colorati e catenelle di carta arcobaleno invasero tutto il territorio vittima di qualcosa di straordinario, mentre in sottofondo delle trombette fischiavano disarmonicamente sopraffatte dalle urla dei suoi amici che sorridendo le auguravano un felice compleanno. 
Rin rimase immobile sulla soglia della porta. Inarcò la bocca all’insù, i grandi occhi le brillavano, la pelle morbida e lucida, i capelli al vento e un’enorme euforia che fuoriusciva piano piano da qualunque foro del corpo. Erano tutti lì, difronte a lei, in attesa che la festeggiata dicesse qualcosa, un discorso o un semplice grazie, loro si sarebbero messi ad urlare come matti in ogni caso, e si sarebbero uniti anche i suoi genitori presentandosi con una deliziosa torta tra le mani che avrebbero porto con tanto tanto amore e tenerezza alla loro adorata bambina che, a sua volta, avrebbe felicemente condiviso con i suoi amici pazzerelli.

-Grazie mille…Ecco dove eravate…- disse euforicamente mentre si accorse dell’assenza di una persona importante

-Non hai portato Kakashi?- le domandò sua madre un po’ confusa. Credeva che il suo stratagemma fosse riuscito e invece…Di Kakashi non c’era traccia, l’invitato principale non era presente.
-Dovevo portarlo io?   Sono passata per casa sua ma era già uscito…- ebbe un attimo di avvilimento e staccamento -Ma certo…Oggi è anche il compleanno di sua madre, che stupida, sicuramente si trova…- fece per voltarsi e incamminarsi,  -Al cimitero?- venne arrestata proprio da Kakashi che comparve all’improvviso alle sue spalle. Aveva un aria fresca e riposata, ben lontano dall’essere cupo e triste. La guardava sorridente e le si avvicinò per darle gli auguri.
Dopo la brutta figura della sera prima doveva inevitabilmente iniziare la giornata con un’altra…
-Scusami io…- cercò di concludere la frase ma lui la fermò
-A mia madre non piacevano i compleanni, proprio come a te. È per questo che non sono…-
-Ma come mai sei qui?- cambiò argomento evitando altre situazioni scomode.
-Ti ho vista prima e ti ho seguito. Ero andato da Minato sensei per chiedergli di spostare le mie missioni.-
Rin rimase a fissarlo stupefatta seguita dalle occhiatacce -in senso buono- dei presenti. La sensazione di Rin allora era vera: qualcuno la stava veramente osservando e quel qualcuno era proprio Kakashi…
-Sembra così strano?- chiese lui un po’ imbarazzato portando una mano dietro la nuca.
-Si sei strano sicuro di stare bene?- disse tutto ad un fiato Rin.
-Si, e tu? Ti vedo un po’ agitata…- la provocò e fece un cenno di entrare 

La casa era perfettamente in ordine e ogni cosa abbelliva il proprio spazio in differenti modi. Un quadro posto sulla parete a sinistra affianco l’arco per entrare in cucina, su cui erano appese due ghirlande di vivaci foglietti segnati dalla scritta “Happy Birthday”,  che contrastavano il concetto di arte classica che invadeva la stanza, rinchiudeva la scultura dell’Endimione dormiente.  Al lato della porta d’ingresso c’era uno spazio apposito per le scarpe e un portaombrelli su cui era stata incisa una scena di caccia, rappresentante dell’arte preistorica.  Anche l’arco a sinistra era ricoperto da ricci colorati e dava l’accesso per la stanza apposita  per la festa. 

-Anche se a me non piace festeggiare, sono contenta che siate tutti qui- annunciò guardando in faccia ciascuno di loro mentre si stabilivano intorno al possente tavolo, nucleo della camera. 

Sembrava una riunione tra persone importanti e quest’area faceva sentire valorosi anche loro. Vedevano Rin felice, molto felice, ma non si trattava di quella felicità che arriva all’improvviso e se ne va dopo alcuni minuti, la sua era una che dura per giorni. Ciò li faceva sentire ancora più valorosi. 
Per la sorpresa Rin pensava che i suoi amici erano stati chiamati dalla madre, quindi non era sicura che fossero muniti di regali, ma questo le bastava. Sicuramente avrebbe immortalato tutto in una foto, come era suo solito fare, infatti la fotografia le piaceva molto. A volte chiedeva in prestito al fotografo il suo strumento e lo studiava per bene prima di prendere l’obbiettivo e premere il pulsante. I suoi genitori si stupivano molto vedendo le foto che lei gli mostrava. Erano fatte per bene, con giusta luce e giusta angolazione, aveva un ottimo istinto, visto che non aveva seguito nessun tutorial o cose del genere. 


L’alba del compleanno di Rin:

-Hey, buongiorno. Come mai già fuori?- chiese Kurenai, con due occhi neri neri, appena tornata da una missione notturna
-Mi piace uscire all’alba, non è una novità- rispose Kakashi senza la minima traccia di sonno o fiacchezza, anche se sicuramente aveva dormito poco.
-Io vado a farmi una bella dormita, sono troppo stanca, quella missione mi ha ucciso- disse nel mentre di uno sbadiglio 
-Passa da Rin più tardi, oggi è il suo compleanno e vedo che ultimamente siete diventate più amiche- appena sentita quella parola la ragazza ebbe la solita reazione di tutti -Davvero!?- urlò con le poche forze che teneva mentre faceva vedere le gengive e gli occhi che uscivano dalle orbite. A tutto ciò Kakashi non fece nessuna espressione, il suo viso di porcellana sembrava letteralmente esser tale. 
-Devo..- si bloccò un attimo come se non volesse dire qualcosa, poi continuò -Passo per casa sua dopo la mia ricarica energetica- disse e fece un veloce cenno della mano prima di allontanarsi, senza lasciare a Kakashi il tempo di ricambiare.

Per un paio di orette il ninja continuò ad aggiungere un passo analogo al precedente, percorrendo tutte le strade marginali del villaggio, visto che non voleva incontrare la gente che stava iniziando a riempire le vie interne.

Nel frattempo Kurenai aveva convocato a sé tutti i suoi amici, informandoli della notizia e condividendo le sue idee per il regalo. 
-Non ho detto niente a Kakashi, lui è sempre contrario a queste cose.- disse la ragazza mostrando riservatezza.
Dopo un’ oretta  di sane discussioni in cui sbocciarono molteplici idee, pigliarono quella migliore.
-È perfetto. A Rin piacerà molto.-
Improvvisamente,  con un tempismo perfetto, da un angolo sbucò la signora Honara  che propose il suo piano ai ragazzi, poi si affrettò a ritornare a casa.





-Non hai mai festeggiato un compleanno prima d’ora?- Rin stupì tutti scuotendo la testa da sinistra a destra e aggiunse che forse lo ha fatto con i primissimi compleanni di cui lei non ricordava niente.
Sulla tavola erano poste varie bibite, delle patatine e dei rustici preparati dalla madre. Genma prese la Coca-Cola e se la versò nel bicchiere, riempiendolo fino all’orlo, poi fece lo stesso con quello di Rin. Quest’ultima fece un sorriso di ringraziamento e lo avvicinò alla bocca da pesce, deglutì due volte, poi si fermò a causa del pizzicare delle bollicine in gola. Alla sua sinistra c’era Kurenai che prendeva in giro Asuma per essersi buttato l’acqua addosso. Anko era stranamente zitta e distaccata, di solito coglieva ogni opportunità per farsi una risata, ma ora era completamente immersa nei suoi pensieri, intanto giocherellava con le antenne del suo cerchietto. La madre di Rin uscì dalla stanza per lasciarli un po’ di privacy e si accomodò sul divano di fianco al marito. 
-Rin, qual è stato il regalo più strano che hai ricevuto?- le chiese Genma nel mentre ingeriva tutto ciò che trovava intorno
-Non saprei… Forse questo- 
-Ma che dici, questo non è un regalo: è una sorpresa!- la corresse, masticando rumorosamente i rustici, così Kakashi gli sbraitò nelle orecchie:- Vuoi chiudere quella bocca!- ma Genma non si arrestò, giusto per ripicca.
-Il regalo più strano che io abbia mai ricevuto sicuramente è un anello- Asuma si fece voce nel pubblico -Che se ne fa un ninja di un anello? Più che strano è il regalo più inutile- ragionò fissando la parete di fronte e tutti annuirono per dire che aveva ragione. 
-Però starebbe bene ad una signorina come te- Kakashi lo prese in giro e tutti si misero a ridere, il ragazzo, alzando il tono della voce, si difese:-Guarda che esistono anche gli anelli da maschio, stupido- ma Kakashi continuò divertito:-Ah…Scusa, non lo avevi specificato questo…- gli altri non smettevamo di ridere, riconoscendo che Kakashi sapeva essere anche simpatico -Ci si può confondere..- concluse e Asuma si riempì d’ira che sapeva trattenere molto bene: vide i suoi compagni schierati con Kakashi e capì di essere solo, così decise di lasciare perdere e, questa volta con tono calmo, disse:-Stai zitto, cervellone- e lui obbedì, comprendendo la situazione.

Arrivò l’ora di pranzo e la madre di Rin invase la stanza con i deliziosi piatti da lei preparati. Gli occhi dei ragazzi brillavano e una striscia di saliva scendeva giù da un lato della bocca, per poi arrivare al mento e gocciolare giù. Di cose da mangiare ce n’erano in abbondanza; soffrire la fame a casa di Rin era impossibile e per giunta sua madre, oltre che generosa, era anche una bravissima cuoca. Gli ospiti la ringraziarono e cominciarono a mangiare. I gamberetti arrostiti scricchiolavano sotto i denti, il profumo delle zucchine invadeva la stanza e la pasta al dente era molto saporita. 

Nel pomeriggio presto gli amici di Rin decisero che era arrivato il momento di darle il regalo. Kurenai andò a chiamare la signora di casa la quale lo aveva conservato in un'altra stanza per non farlo vedere alla figlia. Nel mentre Anko fece mettere Rin di spalle all’arco d’ingresso e iniziò la sua intervista:
-Buongiorno signore e signori, oggi abbiamo la fortuna di avere come ospite qui alla casa di Rin, l’invitata numero uno della festa: Honaraa…Riiin! Un applauso!- incitò il pubblico e poi riprese -Allora, come si sente? 
-Bene, molto bene- rispose entrando nel gioco
-Quanti anni compie?- avvicinò la mano chiusa alla bocca di Rin, -Se posso chiederlo- ironizzò acquistandosi delle risate di sottofondo 
-Tredici- 
-Siete contenta della sorpresa che vi hanno fatto i vostri amici?-
-Ma mi dai del Lei o del Voi? –
-Come siamo attente… - disse in modo provocante -Quale cosa vorrebbe in regalo più di tutte?- riprese il timbro da giornalista
-Non saprei, nessuna- rispose con un tono un po’ interrogativo
-Andiamo tutti vogliono qualcosa che non possono avere, sprema le meningi signorina-
-Emh…- si fermò un attimo a perquisire il soffitto, quando sembro ritornare sulla terra però, Anko l’anticipò intonando le note della canzoncina di buon compleanno e tutti si aggregarono. Dall’arco alle spalle entrarono la madre e Kurenai con il regalo e la torta nelle mani, anche loro cantavano. Rin e Kakashi furono gli unici a rimanere in silenzio come due baccalà. Finito il musical di voci non troppo intonate, Rin poggiò il regalo sulla tavola e dopo l’incitazione dei suoi amici ad aprirlo, sciolse il fiocco, strappò la carta con delicatezza per paura di rompere qualunque cosa si celasse all’interno, e lo vide. Aveva tra le mani una polaroid tinta di giallo chiaro. Rimase di stucco, ancora come una baccalà, però più felice. Non sapeva chi guardare e chi ringraziare. Girava e rigirava l’aggeggio in tutte le direzioni, lo studiava attentamente. Infine con un filo di voce borbottò:-Non dovevate… Grazie, grazie, grazie.- 
-Questa mattina ci siamo incontrati prima di venire qui e abbiamo deciso insieme cosa regalarti- Kurenai la informò, senza accennare l’esclusione di Kakashi.
-È proprio quello che volevo, grazie- borbottò ancora Rin e nel frattempo metteva alla prova le sue capacita da fotografa. La signora Honara guardando Kakashi aveva capito che lui non c’entrava niente con questa storia, ma preferì starsi zitta su ciò, così disse dolcemente :- Kakashi ti vedo silenzioso oggi, volevi anche tu un regalo?-
-Forse voleva fare anche lui un regalo a Rin…- Lo attaccò Genma guardandolo in modo provocante, ma Kakashi non si mosse e si prese tutto il tempo prima di dire:-Anch’io ho un regalo per Rin-  
Genma rimase spiazzato, ma non gli diede vinta:-Assi? E quando pensavi di darglielo?- 
-Mmh… Più tardi, in privato, ma visto che volete morire d’invidia…- sbuffò e si portò lo zainetto sulle gambe. Rin lasciò la polaroid sul tavolo e si sedette vicino a Kakashi. Tutti bloccarono le loro attività per la curiosità. Palpando nello zaino afferrò l’oggetto desiderato e lo tirò fuori. Era una felpa verde. 
-Sai cos’è?- attese un po’, non rispondeva così continuò -Siccome non sono ricco come quelli lì, sono andato da Minato sensei e lui ha accettato di parlare con l’Hokage. Ho aspettato per un paio di orette e finalmente il sensei si è fatto vivo: mi ha detto che era d’accordo e così mi ha dato questa felpa come simbolo. Non voglio che tu pensa sia un regalo perché è una cosa che ti sei meritata e il Terzo, insieme al nostro sensei, lo hanno notato. – Le spiegava Kakashi e lei cercava di capirci qualcosa -È una felpa da chunin, Rin- la fece balzare in piedi incredula e continuò analogo a prima, -Naturalmente non credere che sia la tua promozione chunin, ti ho soltanto permesso di avere una buona possibilità di diven…- ma la ragazza non lo ascoltava più e si gettò tra le sue braccia, ringraziandolo con il cuore. Si sentiva importante per lui. Si sentiva amata e non credeva fosse solo la sua immaginazione.



Eccovi il quinto capitolo. Che dire, il compleanno di Rin, tante emozioni positive. La sorpresa e il regalo degli amici, il regalo di Kakashi... Ora sto scrivendo il sesto capitolo. Ringrazio le persone che leggono e che recensiscono. Alla prossima

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Capitolo 6
*** Adolescenza ***


Capitolo 6



Passarono cinque mesi, ma di andare al mare ancora non si era deciso niente. In questo periodo alcuni di loro diventarono chunin, tra cui Asuma e Genma; anche Rin ormai aveva acquistato il titolo, Kakashi le aveva dato un ottima possibilità di essere scelta dall’Hokage e lei non la perse. Aveva dimostrato le sue capacità di fronte a persone di alto rilievo e si era data molto da fare: si era allenata tutti i giorni prima dell’evento e quando arrivò lì, era pronta per affrontarlo. Gli altri due invece, l’ottennero qualche settimana dopo, all’esame dei chunin, come quelli prima di loro. D’altra parte Kakashi veniva assegnato a missini più importanti con jonin adulti e, raramente si incontrava con gli altri, compresa Rin. Dopo la festa di compleanno di quest’ultima sembrava che tra loro si fosse creato un rapporto molto più profondo e che Kakashi avesse dato la sua parte per la riuscita di esso, invece ognuno sparì dalla vista dell’altro. 


-La missione è andata bene: la bambina è stata riportata a casa sana e salva e i ninja rapitori arrestati. Durante la prima notte c’è stata una complicanza e abbiamo dovuto prendere più tempo, ma una volta risolta, è andato tutto come previsto.- Kurenai comunicò l’esito della sua missione al Terzo insieme ad Anko, dopodiché uscirono dalla stanza. 
-Io vado a casa a preparare il pranzo, ci sentiamo!- si allontanò Anko e l’altra la imitò facendo un saluto con la mano. 

Non erano più il gruppetto di amici di una volta. Erano passati solo alcuni mesi e quel gruppetto si era diviso. Ognuno cominciò ad andare per la propria strada e a prendere le prime decisioni su cosa fare da grandi: sentivano di stare crescendo. Ormai non si incontravano più al solito tavolo difronte la statua del Terzo, ma solo durante il lavoro, nelle missioni che gli venivano consecutivamente assegnate, e la cosa finiva lì, poi ognuno si dirigeva in strade diverse: chi si andava ad allenare, chi prendeva la via del letto, chi preferiva stare da solo, ecc… Stavano crescendo.



-Hey mamma, sono a casa.- annunciò Rin chiudendo la porta d’ingresso e si diresse immediatamente nella propria camera. Prese i kunai dalla custodia del pantalone e li sostituì con dei nuovi, infine prese quelli rovinati e corse in giardino. 
-Vuoi qualcosa da mangiare, tesoro?- chiese gentilmente la madre, ma lei la ignorò e si sedette sulla panchina di fronte la finestra. La signora la osservò da dentro per un po’, poi decise di sedersi affianco a lei. 
-Com’è andata oggi?- domandò con un timbro tranquillo 
-Bene bene- questa risposta era diventata automatica a domande come quella, oppure a “Rin, come stai?”. Rispose quasi incosciente per quanto quelle parole erano diventate un’abitudine, contemporaneamente affilava con cura le sue armi. 
-Hai un’altra missione?- 
-No- 
-Allora perché tutta questa fretta di affilare i kunai?-
Rin sbuffò, riprese aria e disse:- Mi tengo pronta-
-Frasi brevi e monotone, mi devi dire qualcosa, Rin?- lo sguardo della signora si fece serio e non distoglieva la sua attenzione dagli occhi della figlia, la quale si innervosì e le ribattè in modo sciatto:-No mamma! Sto bene, veramente. Smettila di cercare il pelo nel pagliaio-  
-Non lo cerco, però sai che per qualunque cosa io ci sono, puoi parlare con me-
-Si lo so, ora puoi lasciarmi sola, per favore?- concluse la conversazione, mettendo in evidenza l’essere stanca delle sue parole, la madre si allontanò.





Kakashi si stava allenando duramente scalando un precipizio, mentre Gai correva avanti e dietro per la città con i suoi nuovi pesi di 10 kg in più rispetto ai precedenti. Entrambi non trovavano attività migliori da fare, sembrava che si sfidassero a chi più a lungo riusciva a resistere, oppure a chi prima sveniva…
Kakashi arrivò in cima e si trovò davanti il suo caro rivale. Sembrava un imbecille ché lo guardava con le gambe all’aria in quanto stava in verticale.
-Che?- domandò seccato Kakashi, con il fiato corto
-Oh niente- disse Gai con la sua solita voce presuntuosa e girò i tacchi dopo che si rimise diritto.
-Questo è tutto matto…- borbottò il ninja tra sé a sé, regolò il suo respiro e si diresse verso il villaggio.





Sentì bussare alla porta e dall’occhiello vide Asuma che sbadigliava centrando il suo occhio nel foro in pieno, aprì. 
-Cosa c’è?- chiese Kurenai facendo un cenno con il braccio per farlo entrare
-Ti va di cenare insieme, oggi?- Le propose rimanendo sulla soglia della porta, calpestando il tappeto sintetico di colore marrone, ma Kurenai sembrava non volere accettare: non si mosse di un centimetro; così lui aggiunse:- Offro io- Allora la ragazza gli chiuse la porta in faccia. Ripensò bene a quello che le aveva chiesto, “Mi sta invitando a cena” pensò e il cuore cominciò a batterle all’impazzata. Una porta. Loro si guardavano negli occhi, attraverso la porta. Non lo sapevano. Ma i loro occhi si incrociavano, danzavano, si toccavano. Due parole, Kurenai si risvegliò dopo la proposta con quelle due parole, e per l’imbarazzo si nascose, dietro la porta…Non lo sapevano. Se si sarebbero messi insieme, non ne avevano idea, ma una cosa era sicura agli occhi altrui: Loro si volevano. Sì, ognuno voleva l’altro, anche se non sapevano se si trattasse di quel preciso amore . A cosa era dovuto questo dubbio? La loro età troppo piccola? Non lo sapevano.
 Lui era indeciso se andarsene o aspettarla, “Era un si o un no?” Si chiese, confuso dal comportamento di Kurenai. Decise di aspettarla per alcuni minuti. Successivamente udì la porta aprirsi, si girò e la vide…Due scarpe bianche aperte, la gonna blu sopra il ginocchio, e quella maglietta senza spalline che lasciava intravedere il seno…Era perfetta. Asuma rimase a guardarla per qualche secondo, poi le sorrise e le dedicò parole dolci, come “Sei bellissima”. 
Kurenai spinse la porta per chiuderla, ma questa venne fermata da qualcuno: la madre le urlò contro qualcosa simile a “ Ma come ti sei vestita, ti sembra il modo di vestirsi per una bambina?”, la figlia prese la mano del ragazzo e fuggì dalla situazione, lasciando di nuovo una persona sulla soglia della porta. 





Non ricevendo alcuna missione Rin decise di farsi un giro tra gli alimentari per vedere se trovava qualche cibo decente, visto che sua madre preparava cose che a lei non piacevano più, glielo ripeteva sempre che il riso con le zucchine non lo gradiva, aveva un sapore troppo noioso e per questo non riusciva a finire la sua porzione. Dopo aver ispezionato una corsia decise di spostarsi su quella a destra costituita da un lungo banco frigo verticale e, lo vide…Così bello…I suoi lineamenti…Si distingueva dagli altri…La chiamò lui: lei sentiva che la stava chiamando, con tono molto forte inoltre, ed era lì che l’aspettava! 
…Il manzo confezionato
Fu amore a prima vista, quello. Rin lo prese in braccio, la sua superficie plastificata e fredda aderiva perfettamente alla pelle. 
“Ho deciso: lo voglio! Cioè no! Volevo dire: lo prendo” si diresse verso la cassa. 
Finalmente aveva una nuova missione: mangiare il manzo confezionato.




-Allora sei pronto?- 
-Si un attimo-
-Quanto tempo ci metti? Sembri una signorina…- Kurenai prendeva in giro Asuma, mentre lo aspettava fuori la porta del bagno della sua casa,  urlandogli i peggiori insulti. Finalmente la porta si aprì, anzi, venne completamente spalancata, e Asuma si mostrò. I suoi capelli erano tirati all’indietro con del gel, la camicia bianca si poggiava su degli eleganti pantaloni blu che cadevano su due scarpe sportive. 
-Come sto?- chiese soddisfatto e la ragazza gli disse che era molto carino, lui si sentì ancora più appagato cosicché la prese per mano e se la portò in un ristorante con dei tavoli all’aperto, ne scelse uno e la fece accomodare difronte a lui.
Era il loro primo vero appuntamento, benché prima di allora non avevano mai cenato con vestiti così eleganti. Entrambi sentivano una sensazione nuova nell’addome, che gli piaceva molto, e non desideravano che questa se ne andasse. Si guardavano l’un l’altro imbarazzati, tenendo la schiena dritta e le braccia sul tavolo.
Erano circondati da persone più grandi e il fatto che anche loro stessero cenando insieme per il primo appuntamento, era molto probabile. Rin guardava una signorina con i tacchi che insieme al suo uomo, almeno dieci anni più grande, sedere al tavolo proposto dal cameriere; aveva un elegante vestito rosso, stretto in vita da una cinta nera…L’attirava molto questo tipo di stile, magari se sua madre non rompesse dicendo che si vestiva in modo troppo scollato ecc., avrebbe potuto comprarlo anche lei quell’abito. Sua madre diceva sempre che non bisogna mettersi in mostra per i ragazzi, ma lei non lo faceva per questo, lei lo faceva per se stessa: vedere quegli sguardi rivolti al suo corpo, la faceva sentire assai importante. 
Finalmente si presentò il cameriere con un taccuino, girò una pagina e si preparò a scrivere. Asuma ordinò per tutti e due e Kurenai non disse nulla in quanto era d’accordo su tutto. 
-Scusate, ma li avete i soldi per pagare?- chiese il cameriere cercando un’altra pagina bianca per la coppia affianco. 
“Ma stai zitto che sicuramente ho più soldi di te” pensò Asuma facendo un’espressione d’arrogante che il signore prese come un sì, dunque si allontanò.

Kurenai, nonostante non fosse di suo interesse, era molto famosa tra i ragazzi e questo faceva ingelosire molto Asuma, il quale però, non si mostrò mai molesto. La chiamavano “la ragazza diaspra”, derivato dal nome di una pietra rossa, il diaspro, che nell’antichità si riteneva che fosse un aiuto per la guarigione da malattie che colpivano gli organi genitali (in particolari quelli maschili), ma ciò naturalmente non c’entrava nulla col motivo per il quale le avevano affidato questo soprannome… Il vero motivo era che il colore dei suoi occhi ricordava molto la pietra e, specifichiamolo, delle credenze dell’antichità, quei ragazzini, non sapevano neanche dove stavano scritte.  

-È bella questa canzone- disse Kurenai con un filo di voce, infatti non era sicura che Asuma l’avesse sentita, ma lui la sorrise ed annuì senza dire nulla. Era un posto molto romantico, due violinisti facevano vibrare armoniosamente le corde dei loro strumenti e delle lampade di luce calda illuminavano i piatti. 

Di lì a pochi minuti Kakashi camminava solitario, mentre sulla strada adiacente c’era Rin intenta a rincasare per cucinare quel manzo che le era valso ben 400 yen. Girò l’incrocio e per la fretta urtò contro una persona, la busta cadde a terra e Rin si scusò, alzò lo sguardo e, :-Kakashi?-    Il ragazzo, ricomponendosi, disse:- Secondo me hai bisogno di un paio di occhiali- 
-Ho fatto la visita poco tempo fa, NO CHE NON MI SERVONO!- gli urlò contro mentre riprendeva il manzo 
-Va bene…Non ti agitare…- la ispezionò e poi domandò curioso:-Quello è manzo?- 
La ragazza come se imbarazzata balbettò:-Oh, si. È manzo, perché?- si sentì come minacciata
-No, niente…Ma tu sai cucinarlo?- 
-Certo! E sono anche molto brava!- si vantò anche se la realtà era che non aveva la benché minima idea di come si cucinasse un manzo. 
-Si si, come no…Dai vieni con me, te lo insegno-
“Vieni con me?”   -Dove?- chiese Rin confusa e nel frattempo Kakashi si avviò sulla via di casa, lo seguì.




-Mmh…È stato ottimo!- Kurenai si leccò i baffi, posò il fazzoletto sotto il piatto vuoto e si allontanò un attimo per andare in bagno. Anche Asuma era soddisfatto della cena, fece un sorso d’acqua per far andare giù il cibo, alzò lo sguardo e sorrise. Kurenai gli piaceva molto ed era contento, mostrò i denti. Quella ragazza…Quegli occhi…Lo faceva impazzire come un animale che annusa un suo simile in calore. 
La bottiglia d’acqua si era ormai svuotata. Il venticello che produceva Asuma con la bocca fischiava sull’orlo del contenitore di vetro vuoto, come un richiamo animale. Arrivò il cameriere e il ragazzo gliela cedette, insieme al tappo, e in più, fece sgombrare il tavolo da piatti e posate sporche. Non gli disse il prezzo. Voleva mandare un suo collega solo per farsi pagare? Bah…Gli sembrava una follia, se faceva tutto lui la cosa finiva lì in modo molto più semplice e veloce, invece no, doveva arrivare un altro cameriere, dopo chissà quanto tempo ancora, e annunciare il prezzo, poi magari lui chiamava un altro per ritirarlo. Che stupidaggine. 
Nel frattempo Kurenai era tornata e vedendo il tavolo pulito capì che dovevano andare. E invece no. 
-Non ti agitare, ancora non ho pagato. Ma questi sono interessati ai miei soldi o no?- strillò Asuma stanco di aspettare come un girasole aspetta l’alba, per tutta la notte. Però Asuma non voleva aspettare tutta la notte! Certo, stare con Kurenai non gli dispiaceva, ma giacché non si sarebbero salutati, per ora, era meglio andare in un altro posto dove nessuno gli avrebbe fissati benché fossero in un ristorante con un tavolo vuoto, secondo Asuma, ma effettivamente la causa era ben diversa: tutti gli ospiti del luogo, e non solo, guardavano in modo strano la piccola coppia appunto perché questa fosse troppo piccola.

-Senti, io ora devo andare, è tardi e i miei genitori si arrabbierebbero- Kurenai avvisò Asuma, il quale, aggiustandosi i capelli all’indietro, guardò prima lei e poi il cameriere che passava di lì vicino :-Hey scusi!- gli urlò scocchiando le dita, lui lo guardò male male come se volesse tirargli un ceffone e, avvicinandosi, pronunciò il prezzo. 





“Che prezzo ha avvicinarsi tanto per poi comportarsi come due conoscenti?” Pensava Rin entrando in casa di Kakashi. “Comunque ho smesso di esser pazza di te, sapientone” continuò alzando il sopracciglio verso Kakashi che metteva a posto le chiavi. “Già, e ne sono convinta. Mi dispiace, ma il mondo non gira tutto intorno a te…” concluse vedendolo entrare in cucina.
-Hai deciso di rimanere lì, timidona?- 
“Da quando usa i soprannomi? Come si permette a chiamarmi così? Io non sono timida!” Pensò la ragazza colorando le sue guanciotte di rosso…
-Dai su, vuoi che ti dia una scossa?- La richiamò sbucando dalla porta e con il suo sguardo la fece irrigidire ancora di più. Cos’era? Perché non riusciva a comportarsi normalmente con lui? Provava imbarazzo per qualcosa a lei ignoto, non riusciva a guardarlo negli occhi e a raggiungerlo in cucina. Rinchiudeva tutto in se stessa e si sentiva esplodere, le girava la testa. 
-Potrei cuocerlo sulle tue guance quel manzo- rise Kakashi, di conseguenza non migliorò la situazione. 
Rin lo odiava in questo momento. Si stava prendendo gioco di lei, si stava divertendo a prenderla in giro. Ciò non le andava per niente giù, “Questa è una di quelle figure di merda che non si dimenticano” la vocina nella sua testa rimbombava violentemente, non vedeva l’ora di rincasare, non ne poteva più. Lo stress si era fatto spazio molto velocemente e Rin odiava sempre di più Kakashi che non la smetteva di fissarla come se fosse una rimbambita. Strinse i denti facendoli stridere, “Ti odio! Ti odio! Ti odio!!” Urlò più decisa sull’ultimo.
Kakashi pensava che non l’avesse mai vista così, decise dunque di assicurarsi se andasse tutto bene, chiedendoglielo, ma la ragazza non si mosse, come la statua con cui aveva visto parlare un vecchio; in questo momento lui si sentiva uno stupido vecchio.
“Vaffanculo!” Strillava nel frattempo Rin, facendo cadere delle lacrime dagli occhi, dovute all’eccesso di stress. Su questo si sentiva impotente. Le braccia lungo il corpo a incontrarsi in vita, con le dita incrociate tra loro; le gambe chiuse e rigide…Sembrava di esser padrona di un corpo non suo. 
Kakashi le si stava avvicinando. Lei riuscì a scatenarsi e a poggiare una mano sul comò in legno. Lui si sedette su quest’ultimo e si portò la ragazza tra le gambe. Le lacrime divennero più abbondanti. Il calore delle braccia di Kakashi non la calmava.
-Sfogati- mormorò lui accarezzandole i capelli dolcemente.

Il suo respiro calmo, il battere del suo cuore, le sue carezze, la sua voce dolce…Grazie a ciò Rin riuscì a chiudere il rubinetto; inspirava ed espirava profondamente per regolarizzare il battito, anche se quel fastidiosissimo singhiozzo non voleva arrestarsi.  
-Grà zie- non riuscì a dirlo senza singhiozzare e Kakashi si mise a ridere, spostò i capelli della ragazza dietro l’orecchio e, vedendo che non si rallegrava, le fece il solletico. Lei scostò il capo dal petto di lui e scoppiò in una risata singhiozzata infinita. Non riusciva a smettere. Cercava di scappare dalle sue mani che, come ragnatele, la bloccavano. 
Anche quando lui si fermò, lei non riusciva ad inibire la risata, ora causata dal suo stupido singhiozzo. Si buttò a terra, lui la raggiunse. 

-Come stai?- le chiese non appena si calmò
-Bene, bene- rispose avvertendo un significato più profondo in queste parole. Non le sembrava la solita risposta che dava ai suoi genitori, non lo aveva detto per togliersi qualcuno d’avanti.
-Sicura?- 
-Uffa Kakashi, sembri mia madre- si mise seduta, analizzando il suono delle sue risposte e rendendosi conto che il ragazzo sapeva già la risposta che avrebbe dovuto dare, e anche che quello stupido singhiozzo sembrava essere passato.
-Perché non vuoi parlare con tua madre?- si alzò anche lui, per guardarla meglio
-Ma ti ha mandato lei?- si agitò cominciando a stancarsi della conversazione 
-No, è solo che non capisco, insomma, è tua madre…-
-E allora lascia perdere, sei troppo piccolo per capire-
-Io credo che non sia quello il motivo per cui non capisco-
Rin intuendo a cosa si riferisse controbatté:-Io credo, Kakashi, che tu ormai usi questa cosa solo per pararti il culo-
-Oh, molto gentile da parte tua- la zittì a modi d’offeso e si diresse nell’altra stanza
-Lo stai continuando a fare!- Rin lo seguì dimostrandosi completamente l’opposto della persona di qualche minuto fa, che arrossiva con un semplice sguardo, inoltre sembrava essere molto convita nella sua versione e ciò fece molto innervosire il ragazzo, 
-È come se io ti dicessi che sei troppo piccola per capire le divergenze tra migliori amici, anche se in realtà questo è dovuto al fatto che il tuo unico migliore amico è morto- anche lui attaccò il suo punto debole, anche se questa volta era condiviso. Lei si arrestò, afferrò il suo ragionamento e anche di aver sbagliato. Inoltre sentì la mancanza di Obito sulla propria pelle e comprese i sentimenti che aveva suscitato nell’amico.
-Non mi interessa la tua vita privata- concluse il discorso e Rin abbassò lo sguardo malcontenta.

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Abbiamo visto Kurenai e Asuma avvicinarsi sempre di più, mettendo le basi del loro futuro rapporto da coppia. Il primo appuntamento è molto importante e unico, per questo non si deve sprecare l’opportunità. Secondo voi l’hanno sprecata o no? Vi piace come si sta evolvendo questa coppia?

Per quanto riguarda la loro “crescita” personale, non prendetela come ‘ora sono abbastanza maturi per la maggior parte delle cose’, perché in realtà è soltanto una fase dell’adolescenza, precisamente quella delle crisi, delle prime cotte, del sentirsi grandi, della formazione delle personalità… Vediamo il distaccamento con i genitori, che può portare i ragazzi a fare certi errori e a trovarsi nei guai…(non è un caso che lo preciso ;) )

Qual è la cosa che più vi ha sorpreso in questo capitolo? Fatemelo sapere con una recensione.
 Al prossimo capitolo! 






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